Una Lama nel Cuore

di WaterSoul
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo a Masyaf ***
Capitolo 2: *** L'arroganza dell'Assassino ***



Capitolo 1
*** Arrivo a Masyaf ***


Mi stavo dirigendo verso Masyaf, laggiù avrei passato il resto dei miei giorni. Mi avevano trasferito da Ankara per motivi essenziali alla confraternita, ero in viaggio da parecchio ma ormai mancava poco. Il territorio era ben sorvegliato all'entrata, lasciai il mio cavallo nelle stalle ed entrai dentro il villaggio. Sembrava un posto piuttosto tranquillo.
Salii verso la collina che portava al tempio di Masyaf, dove avrei incontrato il mentore degli assassini; una grande torre sorgeva dinanzi ai miei occhi e un'aquila si librava dal punto più alto. Man mano che procedevo verso l'entrata, notai gli assassini rivolgermi sguardi curiosi. Alcuni si scambiavano addirittura pettegolezzi sul mio arrivo, che ovviamente, non riuscivo a udire. Avanzai ignorando tutti quanti, l'unica persona che ora volevo vedere era il loro maestro, che a quanto pareva, mi stava aspettando davanti alla porta del tempio. Il suo sguardo non faceva trapelare alcuna emozione, non riuscivo a capire se fosse anche solo minimamente contento della mia presenza o completamente irritato.
- Al Mualim. - dissi, inginocchiandomi dinanzi a lui.
- Sei tu l'assassino che hanno trasferito? - il tono con cui lo chiese era tranquillo, quasi dolce. Forse non sarebbe stato brutto sostituire il mio vecchio mentore con Al Mualim. Mi rialzai tirando giù il cappuccio bianco, così che potesse vedermi il volto, quando incrociò il mio sguardo notai un velo di stupore nel suo volto, forse non si aspettava di trovarsi di fronte a una ragazza.
- Quindi tu saresti l'assassina di cui ho avuto notizie? Mi hanno parlato molto bene di te. Qual'è il tuo nome? -
- Ismet. - risposi. Lui levò un leggero sorriso e scrutò con molta attenzione il mio armamentario.
- Dicono che tu sia un'abile combattente, vorrei vedere quanto sono avanzate le tue abilità. -
- Sono avanzate quanto bastano per poter servire la confraternita. -
- Vedremo. - Al Mualim restò affacciato sul campo d'allenamento e indicandolo capii che era lì che dovevo andare. Mentre andavo, il mentore stava facendo dei gesti agli assassini, in modo che loro capissero quello che dovevano fare: si misero tutti in cerchio attorno all'arena e quando ci dovetti entrare, due di loro si scansarono.
- Mostrami quanto sei abile con la lama; di qualunque tipo,scegli tu. Bada però, non voglio feriti. -
Io annuì ad Al Mualim. Tirai su il cappuccio ed estrassi la spada dal fodero. Mi misi in posizione e mi preparai per il primo attacco del mio avversario che mi venne in contro cercando di colpirmi al fianco. Parai il fendente fancendolo indietreggiare, quando si riprese riprovò a colpirmi ma io lo disarmai con un colpo ben assestato, senza ferirlo. Dopo di lui, si fece avanti un altro, questa volta più basso ma molto più agile. Riuscii a disarmarlo dopo aver trovato il momento giusto in cui era fermo. Il terzo si mostrò più difficile da parare, era forte e sembrava molto più pratico con la spada dei precedenti, mi ci volle un po', ma dopo che riuscii a passargli sotto le gambe con una veloce scivolata, lo spinsi leggermente in avanti e con mia grande sorpresa, inciampò. Risi per quella scena, non me l'aspettavo.
Era da un po' che stavo andando avanti a disarmare i miei avversari, e più ne atterravo, più il volto di Al Mualim sembrava soddisfatto, al contrario di quello degli assassini che pareva più che altro sbalordito. Di avversari ne rimasero pochi, l'ultimo che avevo davanti, questa volta sembrava molto sicuro si sè, mi preparai per l'ennesimo colpo quando a un tratto qualcosa attirò la mia attenzione, facendomi distrarre per un momento.
- Altair! Vieni a vedere, la nuova assassina ci ha battuti tutti! - disse uno degli assassini. Mi voltai per un secondo e vidi che il ragazzo si stava riferendo ad un altro ragazzo che doveva essere appena tornato. Rimasi per un secondo a guardarlo, ma quel secondo bastò al mio avversario per riuscire a disarmarmi, ma io ero preparata. Feci scattare subito la lama celata e con essa, parai il secondo colpo che l'assassino aveva in serbo per me e dopo ciò, gli tirai una ginocchiata dritta allo stomaco, così che lui si piegò e infine una gomitata alla schiena. Non era di certo svenuto ma almeno era a terra. Avevo il fiatone.
- Al Mualim, avete bisogno di altre dimostrazioni? -
L'uomo sorrise. - Soltanto una. Altair! - rispose. Mi voltai riconoscendo il nome pronunciato poco prima. Il ragazzo incappucciato si fece avanti ed entrò nell'arena, di fronte a me.
- Se riuscirai a sconfiggere il migliore, saprò con certezza quanto la tua forza valga. -
Dopo quelle parole, mi preparai. Quindi l'assassino che avevo davanti, era il migliore? Cercai di non farmi sopraffarre dall'ansia, in fondo avevo battuto tutti gli altri, avrei potuto battere pure lui.
Feci uscire la mia lama celata e senza indugi provai a colpirlo, ma il mio colpo venne bloccato all'istante; con l'altra mano libera che Altair aveva, cercò di colpirmi con la sua di lama, ma io feci come lui e lo bloccai per il polso. Restammo immobili per alcuni secondi, finchè io non rinfoderai la lama e con una strattonata mi liberai il braccio e con esso gli rubai la spada corta che portava dietro la schiena. Entrambi indietreggiammo, cercando di calcolare la mossa dell'altro. Lui avanzò verso di me e cercò di colpirmi col la lama, ma io parai i suoi colpi uno ad uno, finchè non cambiò strategia usando la spada. Era davvero molto abile, valeva mille volte più di ogni assassino che avevo affrontato da quando ero lì a Masyaf, per un momento pensai che non sarei stata in grado di continuare quello scontro, ero stanca e avevo il fiatone. L'ultimo colpo che mi assestò, nonostante riuscii a pararlo, mi fece cadere a terra; Altair mi si avvicinò, in fine, ma non volevo che finisse così, quindi feci una cosa che non si aspettò. Gli feci lo sgambetto e lui cadde di sua volta. Così non avevo perso, giusto?
Sentii applaudire dall'alto. Al Mualim. E di conseguenza anche tutti gli altri, alcuni addirittura ridevano.
- Ismet, vieni. Voglio parlarti. - disse il mentore con un gran sorriso soddisfatto per poi entrare dentro al tempio. Io cercai di rialzarmi, mi tirai giù il cappuccio per il caldo e quando Altair si volse verso di me, rimase per un istante a guardarmi.
- Sei molto abile, lo ammetto. - mi disse.
- Anche tu, sei la prima persona che in tutto questo tempo è riuscito a tenermi testa. - gli consegnai la spada e mi dileguai.
Quando entrai nel tempio per parlare con Al Mualim, lui era affacciato a una grande finestra e senza neanche voltarsi disse: - Devo farti i miei complimenti. Averti quì sarà sicuramente utile. -
- Lo spero bene, Maestro. -
- Dimmi un po', come ti sono sembrati i miei assassini? -
Io abbassai un attimo lo sguardo, di certo non erano una cima, ma forse ero io troppo abile per loro. - Forse andrebbero addestrati con più vigore. -
- Forse. Hai mai insegnato a degli assassini a combattere? -
- Certo, lo facevo spesso nel mio vecchio tempio. - risposi con tono sempre educato. Al Mualim si volse.
- Allora, te la sentiresti di insegnare qualche tecnica, in modo da rafforzare così i miei uomini? -
- Non lo vedo un problema, sarà più facile dato che sanno già combattere. -
- Molto bene. - continuò il maestro. - Ultimamente i Templari stanno diventando sempre di più una minaccia e dobbiamo essere preparati a tutto. Inizierai domani mattina, per ora ti puoi riposare, hai compiuto un lungo viaggio. - concluse. Lo ringraziai e mi dileguai.
Mi affacciai sul campo d'allenamento e guardai il cortile. Era difficile stare lì, soprattutto per una ragazza abituata a tutt'altro ma in qualche modo, mi sentivo quel posto familiare, legato a me in qualche modo.
Abbassai il mio sguardo e vidi Altair, che mi stava osservando. Nonostante avesse il cappuccio, i nostri sguardi si incrociarono. Mi metteva timore, ansia anche e non capivo perchè; forse perchè lui era diverso da tutti quegli assassini che ci circondavano, perchè lui era riuscito a battermi in un certo senso e io in quel senso non lo sopportavo.
Lo vidi per un ultimo istante, allontanarsi fino a che non riuscì più a vederlo.

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Capitolo 2
*** L'arroganza dell'Assassino ***


I raggi del sole splendevano su Masyaf, qualche nuvola di tanto in tanto li ricopriva. Mi trovavo nel cortile posteriore, con alcuni uomini pronti per essere migliorati. Non sapevo bene se sarebbe stato facile insegnare a loro, non conoscevo il carattere di nessuno, quindi pensai che fosse stato appropriato usare un comportamento un po' rigido, così che nessuno avrebbe sottovalutato il fatto che fossi una ragazza.
- Ben svegliati - annunciai. - Non so se vi è stato riferito ma siete stati condotti quì perchè in questi giorni, sarò io ad allenarvi. Il vostro mentore ha ritenuto appropriata tale decisione quindi, gradirei che non mi facciate perdere tempo. Il nemico potrebbe attaccare in qualunque momento e tutti sappiamo che un luogo ben difeso, può essere anche impenetrabile. - conclusi. Alcuni degli assassini presenti mi guardavano sconcertati. Capii che non era così che doveva andare.
- Quindi Al Mualim avrebbe lasciato una donna, ad allenarci? Forse ritiene che le nostre abilità siano così sottovalutate? Crede che siamo dei falliti? Perchè mai dovremo stare sotto i tuoi insegnamenti? - l'assassino che aveva appena parlato era piuttosto nervoso e irritato, sembrava quasi incredulo di tutta quella situazione.
- Vuoi che ti ricordi chi è stata l'ultima persona ad averti battuto in un incontro? -
L'uomo indietreggiò, un po' imbarazzato al ricordo. - Bene. Ci sono altri commenti? - continuai. Nessuno rispose. - Allora mettetevi tutti in posizione, a coppie. Combattete usando la spada, io osserverò e correggerò gli errori se ce ne sono. - Gli uomini ubbidirono senza storie. Forse non sarebbe stato difficile, bisognava solo imporre la propria autorità.
Mentre combattevano non notai errori particolari, sembravano tutti ben allenati nonostante la loro disfatta del giorno prima.
Passai diverse ore a guardarli e a insegnargli diverse strategie, di attacco e difesa e feci in modo che entro la fine della giornata, quel gruppo fosse particolarmente pronto a certi tipi di evenienze. Alcuni di loro non sembravano ancora del tutto convinti nell'essere allenati da me, ma io sapevo che tutto quello che avevo imparato, sarebbe stato utile non solo alla confraternita, ma anche a ognuno di loro nella loro singola situazione.
La giornata passò lentamente e dopo che ognuno degli assassini si fu ritirato, andai a sedermi su una delle panchine lì vicine. Rimasi per un po' a guardare il paesaggio che si stendeva, la sera stava calando e mi chiedevo per quanto tempo avrei dovuto allenare quegli assassini.
Una voce alle mie spalle, spezzò il tranquillo silenzio che mi stava quasi ipnotizzando. - Hai fatto un buon lavoro oggi. - era Al Mualim.
- Grazie, i suoi allievi sono ben preparati. - risposi con voce stanca. Una lieve brezza mi invase. - Maestro, mi stavo chiedendo: il ragazzo di ieri... -
- Intendi Altair? - la velocità con cui disse quel nome, mi sorprese. Era così scontato che mi riferissi a lui?
- Si. Sono rimasta sorpresa dallo scontro avuto con lui. -
Al Mualim sorrise, doveva riservare grande fiducia in quel ragazzo. - E' il mio migliore allievo, è come un figlio. In lui vedo grande forza e grande determinazione. Purtroppo però, anche lui ha i suoi difetti e spero vivamente che non causi danni, un giorno. -
- Dov'è adesso? - chiesi, non l'avevo visto per tutto il giorno.
- L'ho mandato al Tempio di Salomone per prendere un oggetto assieme ad altri assassini. Non so quanto impiegherà ad arrivare. -
- Capisco. - fu l'unica cosa che risposi, non volevo indagare ancora, non volevo sembrare troppo curiosa, specialmente su fatti in cui centravano assassini di alto rango, in fondo ero appena arrivata. Mi alzai e mi stiracchiai per un momento. - Credo che andrò a riposare, se me lo permettete. -
Al Mualim acconsentì e io me ne andai.
 
 
Il giorno dopo allenai il resto degli assassini vicino alla torre, ma verso il tardo pomeriggio, qualcosa accadde. Vidi un assassino di guardia correre verso l'entrata al cortile del tempio, sembrava allarmato e quando mi voltai capii anche il perchè: in lontananza vidi degli uomini avanzare, a questo punto bisognava fare qualcosa.
- Disponetevi nelle vostre posizioni di difesa, tra poco avremo visite. -
Gli assassini senza indugiare obbedirono. Intanto, io, mi avviai verso il tempio per fare rapporto ad Al Mualim.
- Al Mualim, siamo sotto attacco. - gli dissi in fretta.
- Lo so, purtroppo gli uomini di Roberto di Sable ci stanno tenendo un'imboscata. La missione al Tempio di Salomone non è andata come prevista. - si fermò per un secondo. - Ismet, vai con Altair in cima alla torre, poi preparatevi. - Io annuì e mi diressi verso il luogo indicato. Altair era già avanti, quando salii, mi posizionai su una rampa.
- Cosa è accaduto? - chiesi ad Altair, che in quel momento era sulla rampa a fianco alla mia. Lui pareva leggermente nervoso.
- Non ha importanza, fai silenzio e stai all'erta. -
Mi venne un nervoso che per qualche motivo misterioso riuscii a trattenere. - So che sei andato al Tempio di Salomone per incarico di Al Mualim, perchè il nemico è quì? -
Altair indugiò prima di rispondere, ma poi con tono sommesso disse: - Io... ho infranto il Credo. -
Restai allibita dopo quella frase, sgranai gli occhi e l'unica cosa che riuscii a dirgli in quel momento fu: - Che hai fatto? - ma non avevo tempo di dire altro, perchè Al Mualim ci diede l'ordine di buttarci dalla torre come dimostrazione al nemico del nostro coraggio.
Ci buttammo nello stesso istante, era da parecchio che non eseguivo un salto della fede. Quando atterrai, sentii un urlo lancinante: uno degli assassini doveva essersi ferito. Non riuscii a raggiungerlo in tempo che un altro assassino si avvicinò a me e mi chiese di sorvegliare il nemico dal punto vicino da cui proveniva. Dopo diversi momenti di sorveglianza, vidi scattare una trappola che non avevo minimamente notato, quando mi voltai riconobbi Altair. Era stato lui ad aver ucciso gli uomini di Roberto con la trappola. Forse in questo modo si sarebbe riguadagnato alcuni punti per il tradimento compiuto. Se aveva davvero infranto il Credo, non l'avrebbe passata tanto liscia.
 
 
Una volta tornata indietro e raggiunto il tempio vidi Altair di fronte ad Al Mualim e quest'ultimo lo stava rimproverando. Da quel che ne capii, il mentore era davvero deluso e sapevo cosa stava per fare, o almeno ne avevo il presentimento. Era davvero una cosa grave, non riuscivo a credere che una cosa simile potesse accadere. Nessun assassino aveva mai infranto il Credo, era un nostro stile di vita e lui, l'aveva disonorato. Mi chiedevo in che modo.
Al Mualim tirò fuori un pugnale dalla tunica e colpì Altair. Vidi il suo sangue gocciolare sul pavimento, lentamente. Mi si strinse lo stomaco a quella visione. Quando lo portarono via, pensai che non l'avrei più rivisto.
La sera era giunta e la mia mente rincorreva ancora i ricordi di quel che era accaduto, probabilmente Altair si meritava una punizione, ma la morte? Era davvero necessaria? Sono sempre stata una dal cuore tenero, una persona che crede molto nel perdono. Altair si era pentito di ciò che aveva fatto?
Mi diressi verso il cortile posteriore, intenta a sedermi su una delle panchine. Allora lo vidi; lui era lì, seduto su una panchina con la testa china e guardava per terra. All'improvviso mi chiesi come fosse possibile. Che fosse un fantasma? No, era impossibile, era troppo vero per essere un fantasma. Mi avvicinai.
- Sei quì. - gli dissi, cercando di non sembrare troppo sorpresa.
- E' quel che vedi.- rispose il ragazzo.
- Ma, ricordo che Al Mualim ti ha colpito. Come è possibile? - Mi sedetti accanto a lui, non troppo vicino però.
- Me lo chiedo anche io. Sono sopravvissuto, questo è l'importante. -
- Non credi di meritare comunque una punizione per il tuo atto? I tuoi confratelli sarebbero potuti morire. -
- Ma non è accaduto, io vi ho salvati tutti all'ultimo momento. - pronunciò quelle parole con disprezzo e ciò mi fece innervosire.
- Si, è vero. Ma in compenso un tuo compagno è stato degradato. E non solo. -
Altair si volse verso di me e mi lanciò un'occhiata malevola.
- Pensi che io non sia stato punito? Hanno degradato anche me e ora sono al punto di partenza. Mi hanno tolto tutto. -
- Forse te lo meriti. Non hai pensato di essere troppo arrogante? Guarda dove sei finito adesso. -
Lui non rispose. Era ovvio che avevo ragione e lui non lo voleva ammettere. Doveva rendersi conto di tante cose. A un certo punto si alzò dal posto e disse: - Non credere che finisca tutto così, recupererò il mio grado di priore e pure tu ti renderai conto di chi sono in realtà. -
Tutto ciò era davvero incredibile, il suo carattere era incredibile. Non avevo mai conosciuto una persona così. - Ma io so che persona sei, non sei altro che un arrogante, presuntuoso che non segue le regole e fa di testa sua. - risposi.
- Può darsi, ma ho sempre portato a termine con successo ogni incarico. -
- Non questa volta. -
Lui non rispose ma in compenso se ne andò.
Speravo che quel ragazzo cambiasse, non volevo che compromettesse la confraternita. Era abile, era di un alto grado tra gli assassini, ma non sapeva comportarsi come tale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti, lettori e scrittori ^^ Questa è la mia prima fanfiction su Assassin's Creed. Secondo capitolo. Sarà una storia che si baserà molto su quella originale del gioco, ci sarà semplicemente il mio personaggio aggiunto, ma per il resto sarà tutto uguale.
Diciamo che il mio personaggio, nonostante le prossime rivalità con Altair, cercherà anche di fargli capire davvero a cosa comportano le sue azioni.
Spero che il racconto soddisfi le vostre aspettative ^^ Mi farebbe piacere se lasciaste anche delle recensioni così da sapere cosa ne pensate. :)
Alla prossima!!!
 
WaterSoul.

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