Eccomi
a casa finalmente…sono le 4 di mattina…il sabato torno sempre più tardi dal
lavoro…il lavoro…oramai sono anni che ogni sera lavoro in quel
maledettissimo bar…ma del resto per uno studente che deve mantenersi agli
studi è il lavoro più consono…certo la mattina non ti svegliano neanche le
cannonate.
In
fondo ho preso io questa decisione andandomene da quella casa…sono due anni
oramai che non vi faccio più ritorno…non potevo più vivere tra quelle
quattro mura…straziato dai continui litigi dei miei genitori, con una sorella
menefreghista e una madre che non si comportava più come tale uscendo la
mattina e tornando a casa la notte mezza ubriaca…ciò provato a vivere ma non
ci riuscivo più…così un giorno ho preso e me ne sono andato…adesso vivo in
questo piccolo appartamento…da solo…lavoro tutta la notte per pagare
l’affitto di queste due camere fredde e buie…per non parlare poi del
necessario per la scuola…quel che mi rimane…se a volte mi rimane qualcosa
acquisto un paio di jeans o un maglione…sono davvero caduto in basso…ma ho
un sogno…un sogno che realizzerò…quello di diventare un libero
professionista, un avvocato o un notaio…un lavoro che mi permetta di
guadagnare molti, tanti soldi…una bella casa…gente che ti rispetta al tuo
passaggio…io realizzerò il mio sogno.
Mezzogiorno…adoro
la domenica…quando posso finalmente dormire fino a tardi…chissà se in frigo
c’è del latte…apro il frigo…qualche yogurt, wurstel, formaggio e anche
una scatola di latte…bene oggi la fortuna gira dalle mie parti…suonano il
campanello…sarà la vicina di casa…una signora davvero gentile…ogni giorno
mi prepara qualcosa da mangiare…lasagne al forno…oggi la signora ha i figli
in casa come ospiti…le stanze non sono molto diverse ma la casa di quella
signora così calda, luminosa e accogliente…ti fa sentire bene…ti fa sentire
in famiglia.
“La
ringrazio del pranzo signora”
“Di
nulla giovanotto.”
Un
pasto sostanzioso è proprio quello che ci vuole per rimettersi in forza dopo
una notte di duro lavoro…adesso mi rimetto a letto…il telefono… chi mai
sarà?
Yurika…è
lei al telefono...oramai è trascorsa una settimana da quando è diventata la
mia compagna di banco…questa è la prima volta che mi telefona…
A
casa sua…mi ha chiesto di andare a trovarla…sto iniziando a pensare che
questo sia davvero il mio giorno fortunato…vive nei quartieri alti…certo era
logico…vestiti sempre diversi…macchina lussuosa.
Eccomi
sono arrivato…questa dovrebbe essere la sua casa…
Una
villa…un immenso giardino...lungo il viale aiuole di fiori bianchi…suono il
campanello…la mia mano trema…chissà perché…attraverso il giardino e arrivo alla porta dove ad
aspettarmi c’è lei…Yurika...è sempre
più bella.
“Accomodati
nella sala io arrivo fra 5 minuti.”
Un
salone immenso…gli unici colori che governano quella stanza sono il bianco e
il nero…la ceramica è bianca in contrasto con il divano nero di pelle…al
centro della sala un piccolo tavolino di cristallo sul quale è posato un vaso
nero con delle rose bianche…le cornici dei pochi quadri presenti…tutti in
perfetto stile moderno hanno sottili cornici nere.
Tutto
in quella sala si trova al suo posto…tutto così pulito e in ordine che hai
persino paura di sederti per non sgualcire qualcosa…eppure….dentro di me ho
come l’impressione che in questa casa, così perfetta, manchi qualcosa.
E
mentre aspetto…sento come un rumore…un miagolio…mi dirigo verso la porta
finestra che da quella sala dà sul giardino…un gatto…un piccolo batuffolo
bianco…che con la zampa graffia contro la finestra per poter entrare…apro la
porta e il piccolo gattino si avvia verso una cuccetta riposta in un angolo
della sala…quasi nascosta.
Un
rumore di passi…Yurika...entra nella sala…i battiti del mio cuore iniziano
ad accelerare…sento quasi che mi possa uscire il cuore dal petto…è
meravigliosa vestita in quel modo…si è anche truccata leggermente…il trucco
risalta ancora di più i suoi meravigliosi occhi ambra…si avvicina con un
lieve sorriso sulle labbra...non riesco a toglierle gli occhi di dosso...eccola
adesso è di fronte a me…ma ora che ci penso dove deve andare vestita così
elegante?
“Akira
ti va di uscire?”
Uscire…uscire
soli io e lei…questo si potrebbe definire un appuntamento…avrei dovuto
essere io a chiederglielo ed invece i ruoli si sono invertiti…forse qui il
vero timido sono io…ma cosa sto facendo…continuo a fissarla e lei aspetta
una mia risposta.
“Allora
Akira ti sei addormentato?”
“No…no…scusa
ero un attimo soprappensiero…usciamo.”
“Hai
in mente un posto dove possiamo andare?”
Un
posto e dove la porto adesso? Akira ragiona non ti fare prendere dal panico ci
sarà pure un posto dove puoi portarla…un ristorante...no troppo caro per le
mie tasche…un pub…si un pub…
“Possiamo
andare in un pub cosa ne dici?”
“Per
me va bene…andiamo!”
Arrivammo
al pub dopo quasi un ora di cammino…il luogo era caldo e accogliente…la
musica era un invito ad entrare…ci accomodammo ad un tavolo e ordinammo due
panini e un piatto di patatine fritte e da bere una coca cola.
Restammo
lì per delle ore a parlare…era bello sentirla parlare…non era mai stata così
aperta e loquace…le avevo chiesto di quando stava in America…doveva essere
felice lì perché quando né parla gli occhi le brillano.
In
una sera ci eravamo detti più cose l’uno dell’altra che in una
settimana…adesso mi sembrava di conoscerla da sempre…mi ha raccontato tutto
il suo passato ma del suo presente non ha fatto cenno…forse perché come
traspare dai suoi occhi…il presente non è felice come invece lo è stato il
passato.
Uscimmo
dal pub che era notte…l’aria era più fredda e pungente…lei però non
sembrava avere freddo…
Io
le sorrido e le prendo la mano…non sembra avere qualcosa in
contrario…camminammo così mano nella mano per delle ore finché non arrivammo
a casa sua…nel giardino illuminato vi era la lussuosa macchina nera…voleva
dire che in casa adesso vi era qualcun altro...quel qualcuno apre la porta di
casa…un uomo…non molto più grande di noi…ci osserva… ha uno sguardo
freddo ed inquieto…Yurika lo vede abbassa gli occhi abbandona la mia mano e
corre verso la porta di casa…lasciandomi con un lieve
“Ciao.”
|