Amore Bianco

di SenzaPH
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Purezza ***
Capitolo 2: *** Dormire ***
Capitolo 3: *** Déjàvu ***
Capitolo 4: *** Niente è come sembra ***
Capitolo 5: *** Non ti ricordi di me? ***
Capitolo 6: *** Aspettandoti in un sogno ***
Capitolo 7: *** Kyle ***
Capitolo 8: *** Svegliarsi ***



Capitolo 1
*** Purezza ***


PUREZZA

 
Ti-tì, ti-tì

Il fastidioso trillare della maledetta sveglia mi fece innervosire più del solito. Se il buon giorno si vede dal mattino quello sarebbe sicuramente stato il peggiore della settimana, la testa mi faceva male come se qualcuno si fosse divertito a picchiarla durante la notte, mi sentivo stanca, stanchissima, un bradipo avrebbe avuto più energie. Mi alzai controvoglia iniziando a maledire tutto e tutti: la stupida sveglia che non riuscivo a spegnere, le stupide lenzuola che mi si erano annodate alle caviglie, i maledetti vestiti che non riuscivo a trovare e poi lei: la madre divorziata che prova un sadico gusto a puntarti la sveglia alle 06.00 del mattino; andai in bagno magari una doccia calda mi avrebbe rilassato, SBAGLIATO! L’acqua uscì fredda come il ghiaccio, cosi fredda che dei pinguini chiedevano se la doccia fosse il nuovo Polo Nord, ma per lo meno adesso ero sveglia e pimpante, pericolosamente nervosa ma pimpante.

Uscita dalla doccia mi vestii velocemente, jeans e maglietta, niente di più semplice, pettinai i lunghi capelli mossi, morbidi e lucidi come il pelo di un gatto nero, misi le lenti a contatto sui lucenti occhi verdi a cui mancavano qualche grado, sorrisi allo specchio cercando di mutare la giornata iniziata male auto-convincendomi che sarebbe filata liscia come l’olio.

Feci colazione e quando arrivò Sarah ci dirigemmo verso l’odiosa scuola << santo cielo, che faccia che ti ritrovi, ti ha punta un’ape? >> chiese lei osservandomi, << niente di preoccupante è semplicemente una di quelle giornate che inizia male e probabilmente finisce peggio >> << non se ci sono io mio cara >> fece lei con saccenza e aveva ragione, la mia migliore amica era l’unica che riuscisse a farmi ridere nei momenti più bui e ovviamente ci riuscì anche quel giorno, risi a lungo piegata in due e con dolori addominali: ne aveva detta una grossa; fu in quel momento che mi sentii rapita, intrappolata in uno sguardo persistente, cosi intenso che iniziai a guardarmi in torno e poi lo vidi.
Era alto, sembrava grande e piccolo allo stesso tempo, caparbio ed ingenuo, portava capelli mossi relativamente corti, di un biondo cosi chiaro da sembrare bianco, la pelle chiarissima, sottile, delicata, sembrava marmo, liscio marmo con un lieve colorito rosastro grazie al quale si poteva affermare che il ragazzo non fosse morto, ma non abbastanza colorito da poter affermare con certezza il suo essere vivo. Fui totalmente rapita dalla precisione dei suoi lineamenti squadrati e contemporaneamente morbidi ma fu quando incontrai il suo sguardo che mi mancò il respiro: i suoi occhi brillavano come un diamante sull’orecchio di un etiope, un azzurro cielo misto a un delicato viola risaltavano come comete in un cielo buio, erano cosi limpidi, semplici e innocenti da sembrare gli occhi di un bambino, mai visto uno sguardo cosi puro …

E le sue labbra perfettamente disegnate su quel viso d’angelo, due morbidi lembi di carne color pesca, sentii chiaramente il cuore fermarsi, il mondo rallentare, percepivo ogni granello di polvere vorticare attorno a me, lui mi sorrise mai visti dei denti cosi bianchi, come neve fresca.

Mi sentii improvvisamente in imbarazzo, mi vergognavo di me stessa, mi sentivo terribilmente sporca <<  Liz…? Liz! >> Sarah mi dovette dare un forte scossone per ricevere la mia attenzione << cosa? >> chiesi io << ma come non mi stavi ascoltando? >> << quel ragazzo! >> << quale ragazzo? >> chiese lei confusa << quello… >> indicai il punto dove lo avevo visto ma non c’era nessuno << ma dove diavolo è finito >> << Liz sicura di stare bene? >> continuò lei << si e che… mi era parso di vedere un ragazzo >> conclusi << ragazzo? Bè almeno era carino? >> la guardai poi risi << forse è meglio affrettarci >> << si forse è meglio! A 18 anni mi fantastica ancora sui ragazzi! >> scherzò lei << dovresti svegliarti, Liz, si dovresti proprio svegliarti non puoi più dormire >> concluse lei mentre tutto attorno a me iniziava a vibrare, vibrare sempre più forte e scomparire come tanti ologrammi << Liz… Liz sveglia! >> mi destai di colpo trovandomi in classe << Liz, ti sei addormentata sul banco, sicura di stare bene? >> mi chiese Sarah preoccupata << cosa? Addormentata? >> domandai sempre più confusa << ho capito che filosofia è noiosa ma non credevo ti facesse addormentare come un sasso >> sghignazzò lei in un sussurrò, ricambiai il sorriso ricominciando a prendere appunti. Che strano sogno.

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Capitolo 2
*** Dormire ***


DORMIRE

Sarah si disperava, cancellava furiosamente, scarabocchiava con la penna, verniciava di bianco il foglio che aveva davanti, sfruttava la calcolatrice sperando che l’aiutasse a risolvere l’impossibile compito di matematica. Il diabolico professore aveva inserito solo 5 esercizi assurdamente lunghi nello svolgimento, non riuscii a trattenere le risate, completai i miei esercizi allungandole il mio foglio per farle copiare qualcosa.

Driin-driin-driiin!

La campanella suonò sfondandomi i timpani e facendomi tornare il mal di testa << forza ragazzi scrivete il nome e consegnate >> comunicò il professore iniziando a raccoglierne alcuni, Sarah ebbe il tempo di copiare l’ultimo esercizio e poi consegnammo << sono sfinita… >> si afflosciò sulla sedia spaparanzandosi sul banco, risi << dai non fare cosi non è andata poi cosi male >> cercai di consolarla venendo ricambiata solo con uno sguardo omicida << certo facile parlare quando sei un genio con i numeri >> brontolò lei << adesso c’è educazione fisica >> << ecco peggio che mai! Non ho proprio le forze di eseguire gli esercizi kamasutrali di quel folle >> obbiettò lei << qualcosa da ridire sui miei esercizi “kamasutrali”? >> chiese il professore entrando << no signore, i suoi esercizi kamasutrali sono i migliori del mondo >> saltò sull’attenti lei << avanti scendete in palestra >>.

Subito dopo in palestra il professore iniziò a spiegarci cosa avremmo fatto quel giorno << per prima cosa riscaldatevi con 10 giri di campo, poi faremo un po’ di stretching e infine inizieremo i fondamentali di pallavolo, lavoreremo su questo sport a squadre per un bel po’, adesso iniziate a correre >> iniziammo a correre in gruppetti di quattro, spettegolavamo e parlavamo di ragazzi << parlavate di me? >> si intromise Gabriele << no, sta tranquillo >> ridemmo noi << oh giusto, voi andate dietro al professore di educazione fisica … >> ci prese in giro lui scappando subito via per non farsi picchiare << corri Gabriele corri! Se ti prendo ti distruggo! >> gli urlò rabbiosa Sarah che poi mi si accostò << allora quel ragazzo com’era? >> << quale ragazzo? >> chiesi confusa << come quale ragazzo? Questa mattina! Mi avevi detto di aver visto un ragazzo >> << come? Io per la verità credevo … >> mi sentì ancora più confusa e la testa iniziò a pulsare come un tamburo, credevo di aver sognato tutto << Liz? Sei ancora tra di noi? Deve proprio averti ammaliata se non riesci proprio a descriverlo >> sorrise lei << no ecco è che … >> la osservai, sembrava veramente convinta, forse non avevo sognato, forse mi ero solo addormentata a scuola e sognato il momento già vissuto << no ecco lui era strano, sembrava più grande di me eppure aveva un non so ché di innocente che gli dava l’aspetto di un bambino innocuo, magari era albino, capelli biondissimi quasi bianchi, occhi chiari e pelle marmorea >> dissi cercando di spiegarmi il più chiaramente possibile << e cos’era una statua? Sicura di non aver visto un fantasma? >> rise lei oltrepassandomi e correndo più velocemente, le sorrisi: forse aveva ragione magari avevo visto un fantasma … No assurdo i fantasmi non esistono.

 Stavo per completare il sesto giro quando sentii di nuovo quella sensazione, qualcuno mi fissava, tenendomi intrappolata in una gabbia di calore e sicurezza, mi voltai ed eccolo lì, il ragazzo/fantasma/sogno/nonsocomedefinirlo, era seduto sulle tribune della palestra con i gomiti appoggiati sulle ginocchia, mi guardava con fare dolce e amorevole poi mi sorrise, ricambiai timidamente poi mi parlò << dovresti stare attenta… >> eppure non si era mosso da dov'era né aveva aperto bocca, rallentai la mia corsa non capendo, era lontano eppure lo sentivo benissimo come se mi fosse accanto << devi stare attenta a dove cammini… >> << come? >> chiesi confusa << spero solo che ti svegli… >> e poi di nuovo tutto iniziò a vibrare << Liz attenta! >> sentii qualcuno urlare poi caddi a peso morto sul pavimento della palestra.
<< Santo cielo deve aver preso una brutta botta >> << si guarda li che bernoccolo le è spuntato! >> << ssssh non gridare! >> sentii diversi voci attorno a me e iniziai ad aprire gli occhi << ehi si sta svegliando >> << oh per fortuna mi stavo preoccupando! >> << mmmh ma che succede? >> chiesi abbagliata dal sole che filtrava dalla finestra << bhè hai investito il palo della porta ecco cos’è successo! >> mi rispose una << ma come hai fatto a non vederlo! >> mi prese in giro Gabriele << oh lasciatela in pace >> li rimproverò Sarah, mi misi seduta sul lettino dell’infermeria, la testa faceva male << devo aver dato una bella botta >> scherzai << decisamente! Hai un bernoccolo grande come un’ arancia! >> Sarah indicò un punto sulla mia fronte << con un po’ di ghiaccio passerà non vi preoccupate >> li rassicurai << il professore ha chiamato tua madre, è già qui, sta firmando il permesso di uscita in presidenza. Va a casa e riposati >> disse dolcemente Gabriele, annuii cercando di convincere più me stessa che gli altri, si magari avevo solo bisogno di dormire, magari nel mio letto e al sicuro dai pali delle porte …

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Capitolo 3
*** Déjàvu ***


DÉJÀVU

 
Ti-tì, ti-tì

Il fastidioso trillare della maledetta sveglia mi fece innervosire più del solito. Se il buon giorno si vede dal mattino quello sarebbe sicuramente stato il peggiore della settimana, la testa mi faceva male come se qualcuno si fosse divertito a picchiarla durante la notte, mi sentivo stanca, stanchissima, un bradipo avrebbe avuto più energie. Mi alzai controvoglia iniziando a maledire tutto e tutti: la stupida sveglia che non riuscivo a spegnere, le stupide lenzuola che mi si erano annodate alle caviglie, i maledetti vestiti che non riuscivo a trovare e poi lei: la madre divorziata che prova un sadico gusto a puntarti la sveglia alle 06.00 del mattino; andai in bagno magari una doccia calda mi avrebbe rilassato, SBAGLIATO! L’acqua uscì fredda come il ghiaccio, cosi fredda che dei pinguini chiedevano se la doccia fosse il nuovo Polo Nord, ma per lo meno adesso ero sveglia e pimpante, pericolosamente nervosa ma pimpante.

Uscita dalla doccia mi vesti velocemente, jeans e maglietta, niente di più semplice, pettinai i lunghi capelli mossi, morbidi e lucidi come il pelo di un gatto nero, misi le lenti a contatto sui lucenti occhi verdi a cui mancavano qualche grado, sorrisi allo specchio cercando di mutare la giornata iniziata male auto-convincendomi che sarebbe filata liscia come l’olio.

Feci colazione e quando arrivò Sarah ci dirigemmo verso l’odiosa scuola << santo cielo, che faccia che ti ritrovi, ti ha punta un’ape? >> chiese lei osservandomi, la guardai, quel giorno era maledettamente strano tutto suonava come già visto, già detto come se lo avessi sognato in anticipo e adesso stesse accadendo << Liz sicura di stare bene sembri pallida >> ecco finalmente qualcosa di diverso! Mi tranquillizzai un po’ << no niente >> le sorrisi io, fu in quel momento che mi sentii rapita, intrappolata in uno sguardo persistente, cosi intenso che iniziai a guardarmi in torno e poi lo vidi.

Era alto, sembrava grande e piccolo allo stesso tempo, caparbio ed ingenuo, portava capelli mossi relativamente corti, di un biondo cosi chiaro da sembrare bianco, la pelle chiarissima, sottile, delicata, sembrava marmo, liscio marmo con un lieve colorito rosastro grazie al quale si poteva affermare che il ragazzo non fosse morto, ma non abbastanza colorito da poter affermare con certezza il suo essere vivo.
Fui totalmente rapita dalla precisione dei suoi lineamenti squadrati e contemporaneamente morbidi ma fu quando incontrai il suo sguardo che mi mancò il respiro: i suoi occhi brillavano come un diamante sull’orecchio di un etiope, un azzurro cielo misto a un delicato viola risaltavano come comete in un cielo buio, erano cosi limpidi, semplici e innocenti da sembrare gli occhi di un bambino, mai visto uno sguardo cosi puro …

No, no, no aspetta un momento! Era successo già, il giorno di prima era già successo tutto o forse avevo fatto un sogno che descriveva quello che sarebbe successo oggi, come lo chiamavano? Déjàvu, si era sicuramente un déjàvu ma possibile che fosse cosi dettagliato?
<< Liz sicura di stare bene? >> continuò lei << si e che … mi era parso di vedere un ragazzo >> conclusi << ragazzo? Bè almeno era carino?  >> la guardai poi risi << forse è meglio affrettarci >> << si forse è meglio! A 18 anni … >> la guardai terrorizzata, possibile? Quelle stesse parole, con la stessa cadenza, tutto il contesto era accaduto il giorno prima << no ti prego ferma … non continuare sta zitta >> la pregai piangendo << Liz … ma cosa ti succede? >> mi si avvicinò seriamente preoccupata << è come uno strano sogno, un déjàvu ma è troppo dettagliato … >> << Liz ma di cosa parli? >> la guardai supplichevole con il viso rigato dalle lacrime <<  ti prego portami in ospedale, non credo di stare bene è tutto cosi uguale a ieri, per favore >> << certo tranquilla non ti preoccupare ci penso io >> mi fece sedere sul marcia piede componendo subito il numero di qualcuno << ho chiamato un taxi sarà qui a momenti non ti preoccupare vedrai che non è niente >> mi sorrise lei avvicinandosi e con un abbraccio cercò di placare i miei singhiozzi, il taxi arrivò e in pochi minuti fummo in ospedale << cosa succede? >> mi chiese il medico, un uomo giovane dai capelli castani, puntandomi una luce bianca sugli occhi <<  lei sa cosa siano i déjàvu? Dottore >> dissi io titubante << certamente! >> confermò lui facendomi aprire la bocca per controllare la gola << questa mattina ho avuto un grande déjàvu … tutto quello che ho fatto: dalla mattina fino ad ora è successo, tutto quello che ho sognato, ogni singola parola era uguale >> dissi preoccupata, lui mi guardò, controllando ora il mio respiro << capisco, vedi è una cosa comune nei sogni >> << si ma lei non capisce, forse non era un sogno, tutto quello che è successo oggi è successo anche ieri, nello stesso modo, questo non era un sogno, o forse lo era? Un sogno cosi potente da farmi credere di averlo vissuto il giorno prima? >> lo sentii ridere poi tornò davanti a me << no intendevo che è normale in un sogno credere in qualcosa che non è >> << cosa intende dire? >> non riuscivo a capire, lui sorrise, un sorriso dolcissimo, un sorriso che avevo già visto ed ecco che i lineamenti del dottore mutavano in quelli del ragazzo: i capelli bianchi scompigliati, la pelle chiarissima … gli occhi, quegli occhi.

Mi spaventai ed indietreggiai sul lettino << ma tu chi sei? >> chiesi spaventata << sono il dottore >> ammise con ammirevole semplicità << no, non è vero tu sei quel ragazzo! >> lui rise << no io sono il dottore e dicevo che in un sogno è comune credere di vedere o sentire qualcosa che non è, come ad esempio ora, io sono il medico che ti ha appena visitato eppure credi che io sia un fantomatico ragazzo >> mi sorrise << è normale che questo accada in un sogno >>> concluse << no, non può essere perché altrimenti vorrebbe dire che questo è un sogno, ma questo non lo è >> dissi fermamente, lui continuò a ridere poi sussurrò qualcosa << ne sei … sicura? >> lo guardai mentre tutto iniziò a vibrare << no … no non ci credo … >>

Ti-tì, ti-tì

La sveglia mi fece destare, mi alzai di scatto con il fiatone ed il cuore a mille, mi portai le mani alla testa << ma cosa diavolo mi succede … >>.

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Capitolo 4
*** Niente è come sembra ***


Niente è come sembra

 
Mi alzai dal letto osservando i vestiti del giorno di prima, erano stropicciati << bene questo vuol dire che non sto dormendo >> mi preparai e dopo la colazione attesi Sarah << hey come butta dolcezza? >> disse entrando in casa dalla porta del vialetto, le sorrisi << bene, andiamo?  >> perfetto anche quello voleva dire che non stavo sognando.

Arrivati in classe parlammo un po’ con i nostri compagni << uaaaah >> Gabriele sbadigliò stiracchiandosi come un gatto << che stanchezza >> << fatto le ore piccole don Giovanni che non sei altro? >> lo stuzzicò Sarah << si, tua sorella è proprio una selvaggia sotto le coperte! >> rispose lui punzecchiandola << oh lo immagino deve proprio muoversi bene la mia cara sorellina di cui non conoscevo l’esistenza >> entrambi si guardarono e risero << ah magari avessi fatto le ore piccole con una ragazza … invece ho studiato filosofia fino alle 0.400! Quella racchia della Di Santo ce l’ha con me quest’anno! >> << eppure ti fa gli occhi dolci >> lo punzecchiò Math << ma per favore! Non farmi vomitare la colazione! >> scoppiammo a ridere << ah ragazze ma la sapevate la nuova? >> io e Sarah ci guardammo << quale nuova?  >> << pare che si sia trasferito un nuovo ragazzo in questa scuola >> concluse Math << sul serio? Non ne sapevamo nulla >> << già e secondo voci di corridoio pare che sia un ragazzo strano e che inoltre è stato assegnato a questa classe >> rimanemmo in silenzio poi sentimmo la porta aprirsi, la professoressa di filosofia entrò seguita da un ragazzo << ragazzi accomodatevi >> ci ordinò << oggi avrete un nuovo compagno, vi presento Kyle >> il ragazzo si scostò dalla professoressa mostrando il suo fisico slanciato e atletico, i folti capelli mossi << non ci posso credere >> sussurrai a bocca aperta << piacere di conoscervi >> disse lui osservandomi con sguardo magnetico e sorriso furbo << prego Kyle accomodati pure accanto alla signorina Ross >> il ragazzo avanzò nella mia direzione occupando il posto accanto a me << Kyle si è appena trasferito dal Canada con la sua famiglia, prego presentati pure >> disse la prof, lui si alzò << piacere di conoscervi, come detto mi chiamo Kyle, ho appena compiuto 19 anni e mi sono trasferito da poco dal Canada. Spero di ambientarmi bene e fare nuove amicizie >> concluse poi sedendosi << allora ci rivediamo Liz >> mi sussurrò dolcemente, la prof iniziò a chiamare l’appello << Ross … Ross Elizabeth? >>

<< presente >> dissi poco convinta completamente rapita dagli occhi del ragazzo << che ci fai qui … >> sussurrai << mi sono appena trasferito >> ammise << no tu non … tu non esisti >> conclusi mentre il ragazzo si aggiustava i capelli mossi di un bianco candido << molti dicono che assomiglio ad una pecorella bianca >> la sua pelle, cosi bianca e perfetta, i suoi lineamenti, le labbra … quelle labbra perfette << non lo pensi anche tu? >> mi sorrise mostrandomi la dentatura perfetta, i denti bianchissimi come neve fresca << non … non cambiare discorso >> sussurrai << tu non esisti >> non riuscivo a capire quel ragazzo era lo stesso del sogno, lo stesso del giorno di prima, lo stesso della palestra, i suoi occhi azzurro cielo con sfumature violacee mi trafissero, mi senti indifesa, nuda, debole ma allo stesso tempo cosi al sicuro come un bambino tra le braccia della madre << tu non esisti >> continuai fermamente mentre sentivo il cuore battere forte << ne sei sicura? >> rispose lui spiazzandomi.

Tornai a seguire la lezione spiandolo, il suo profilo era perfetto, non aveva alcun difetto! Sentii un forte calore provenirmi da dentro, iniziai a tremare improvvisamente in imbarazzo e lui lo capì, mi osservò di sottecchi sorridendomi, quel sorriso cosi dolce che mi sciolse tramortendomi come un pugno in faccia, arrossii vistosamente respirando affannosamente.

Cosa ti succede Elizabeth, da quando un ragazzo ti provoca tutto questo imbarazzo?Mi chiesi tra me e me << signorina Ross si sente bene? >> mi chiese la prof << no … Mi gira un po’ la testa >> ammisi osservando Kyle << forse è meglio se vai in infermeria >> << l’accompagno io >> si propose lui, uscimmo dalla classe << io sto sognando vero? Si, deve essere cosi perché ogni volta che salti fuori io dormo, ne sono sicura >> lui continuò a camminare ridendo poi si fermò davanti a me << sicura? Come fai ad esserne cosi certa se non capisci neanche quando sogni o sei desta >> deglutii << Bè non hai tutti i torti … >> ammisi io in soggezione, lui si avvicinò mettendomi con le spalle al muro << insomma ma tu chi sei … >> chiesi intimorita << io sono tutto e niente: tutto quello di cui hai bisogno e niente che possiedi … >> si avvicinò lentamente al mio orecchio mordicchiandolo << no, sto sognando … >> lui rise, sembrava divertirsi ai miei vaneggiamenti << se questo è un sogno come spieghi questo? >> mi pizzicò << ahi! >> protestai << se questo è un sogno come spieghi la tua gola secca … Il tuo batti cuore, l’imbarazzo che provi vedendomi … >> con le labbra sfiorò il profilo della mia mandibola, non riuscivo a sottrarmi a lui, forse non era un sogno e lui mi aveva in pugno.

<< Adesso basta ... >> sussurrai a pena poi lui mi baciò dolcemente, mi tenne tra le sue braccia proteggendomi come si fa con un fiore in balia della tempesta << mi sei mancata … >> mi strinse a se: Kyle … solo un nome un semplice nome che apparteneva ad un ragazzo speciale che sembrava conoscermi meglio di quanto non mi conoscessi io << mi manca passare il mio tempo con te, mi manca dormire al tuo fianco, le lunghe passeggiate … Se solo tu ti svegliassi … >> in quel momento tutto iniziò a vibrare e mi svegliai, mi trovavo a scuola, mi ero addormentata sul banco.

Mi rimisi composta, riuscivo a sentire ancora chiaramente la dolcezza di quel bacio, il calore di quell’abbraccio, il mio cuore batteva cosi forte ma era stato solo un sogno un bel sogno << dormito bene? >> mi sussurrò qualcuno accanto a me, mi voltai e lo vidi << Kyle … >> lo osservai, era li era realmente li!

Un altro sogno? No non un altro non l’avrei sopportato << era un bel sogno? >> mi chiese sorridendomi, non riuscii a rispondere il suo sorriso mi spiazzava sempre di più, abbassai gli occhi sul banco ignorandolo: “tutto e niente”, tutto quello di cui avevo bisogno e niente che avessi … Ecco chi aveva detto di essere.
Ormai niente era come sembrava.

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Capitolo 5
*** Non ti ricordi di me? ***


Non ti ricordi di me?

 
Finite le lezioni preparai la cartella << Sarah allora mi aiuti con matematica? >> chiese Gabriele << certo non ti preoccupare >> << perfetto allora vieni a casa mia? Iniziamo subito >> lei rise ai goffi modi di provarci che aveva Gabriele << ok >> << bene ti aspetto di sotto >> uscì dalla classe felice << Liz non ti dispiace vero? >> mi chiese << ma no figurati, tornerò a casa da sola per oggi >> la rassicurai io << io non ci giurerei … Pare che tu abbia fatto colpo sul nuovo arrivato >> Sarah indicò con gli occhi Kyle, mi girai per guardarlo e lo scoprii appoggiato al banco ad aspettarmi << allora a domani ragazzi >> << a domani Sarah >> Kyle la saluto poi tornò a guardarmi << dovresti smetterla di fissarmi >> lui rise << a quanto pare ti faccio ridere molto >> << scusa e che, sei cosi dolce che anche da arrabbiata riesci a farmi innamorare sempre di più >> lo guardai, la sua figura era illuminata dal sole: lo sguardo dolce, la leggera penombra sul suo viso e il sorriso da bambino fecero mancare un battito al mio cuore << credo che stia sognando … di nuovo >> << forse >> ammise lui avvicinandosi << tu dovresti dirmi quanto di tutto questo sia reale dato che io non lo capisco >> << e perché dovrei? >> chiese lui divertito, mi si fermò davanti << già bella domanda perché dovresti … >> risposi chiedendolo più a me stessa che a lui, mi scostò una ciocca di capelli dal viso passandomela dietro un orecchio, chiusi gli occhi appoggiando la testa al suo petto << ti prego ho bisogno di sapere che non sei frutto della mia fantasia >> lo supplicai affinché mi dicesse la verità << non ti preoccupare >> mi sussurrò lui con dolcezza abbracciandomi << andrà tutto bene devi solo svegliarti, quando lo farai io ci sarò ancora >> mi accarezzò il viso facendomi fremere poi mi baciò regalandomi di nuovo quella sensazione …

La sensazione che solo lui riusciva a darmi, la sensazione di essere la donna più amata del mondo << per favore … svegliati >> adesso era lui a supplicarmi, alzai gli occhi e i suoi bellissimi occhi erano inondati di lacrime << no-non piangere … Ti prometto che mi sveglierò ma per favore, per favore non piangere >> mi senti maledettamente in colpa, gli diedi un bacio poi mi diressi alla finestra, quello era un sogno ed io dovevo assolutamente svegliarmi, salii sul davanzale e mi buttai giù, sentii la strana sensazione di cadere nel vuoto, iniziai a spaventarmi forse quello non era un sogno ed io stavo per morire, no ne ero sicura era un sogno lui mi aveva detto di svegliarmi …
 
Ti-tì, ti-tì

Mi svegliai di scatto ancora con quella brutta sensazione di cadere nel vuoto, mi portai le mani al viso << non ce la faccio più … >> era stato tutto un sogno, come di consueto andai in bagno, una doccia veloce e fui pronta, guardai la sveglia mentre sceglievo i vestiti da mettere quel giorno << le nove? >> mi sentii confusa poi guardai il calendario << sabato ma … Venerdì … >> mi accorsi di non avere nessun ricordo del venerdì, il cellulare squillò << pronto? >> << ora mi racconti tutto! >> mi intimò Sarah << tutto cosa? >> chiesi cercando di seguirla << come tutto cosa! Il ragazzo nuovo ti accompagna in macchina fino a casa e tu mi chiedi cosa? Sputa il rospo ragazza c’ha provato con te? >> il ragazzo nuovo?

Ma allora Kyle … si era come aveva detto: quando mi sarei svegliata lo avrei trova ancora accanto a me << no … Lui mi ha solo accompagnata a casa … >> eppure non ricordavo niente avevo un buco di 19 ore << capisco ma … Non era lo stesso ragazzo di cui mi avevi parlato l’altro giorno? Cioè sembrava lui, capelli biondi/bianchi, pelle marmorea, sembrava grande e piccolo, un non so ché di ingenuo eccetera, sembra corrispondere alla descrizione >> << si è proprio lui >> ammisi prendendo un vestitino bianco con delle fragole stampate << e Gabriele? >> << il solito imbranato … Sta cercando di prepararmi la colazione >> << momento momento momento hai dormito da lui?! >> lei rise << no scema mi ha solo invitato a fare colazione da lui, adesso vado ti racconto tutto questo pomeriggio sempre che tu non abbia impegni dai capelli bianchi >> rise e staccò.

Una volta vestita scesi di sotto, mia madre era già andata a lavoro, fuori c’era proprio una bella giornata, uscì andando a controllare la cassetta della posta << bolletta, bolletta, bolletta, mamma, mamma, pubblicità … Bennett? >> controllai l’indirizzo << come immaginano >> avevano sbagliato casa, attraversai la strada andando a bussare alla porta della casa di fronte alla mia << mi scusi, credo che il postino … K-Kyle … >> il ragazzo era appoggiato alla porta con il suo solito sguardo e sorriso furbo, i perenni capelli spettinati gli ricadevano sugli occhi << tu vivi qui? >> << si perché? >> la maglietta blue si intonava agli occhi << niente io abito.. >> << qui di fronte, si lo so >> mi sorrise facendomi dimenticare perché fossi li << vuoi entrare? >> acconsentii senza parlare, lui si diresse in cucina << frittelle e marmellata alle fragole giusto? >> << come fai a saperlo? >> domandai stupita, lui non rispose invitandomi invece a fare colazione assieme a lui << scusa il disordine ma stiamo ancora riordinando >> << vuoi una mano? >> << certo se ti fa piacere, avevi bisogno di qualcosa o volevi solo vedermi? >> mi fece arrossire << no ecco … Il postino … La lettera … >> balbettai, lui rise << quando entri nel pallone diventi anche più carina >> mi sussurrò dolcemente prendendomi la busta dalle mani.

Mangiai le miglior frittelle della mia vita << sono buonissime, neanche mia madre riesce a farle cosi buone! Di la verità hai qualche ingrediente segreto vero? >> lui mi guardò << certo il segreto è metterci amore >> mi fece l’occhiolino mentre sbucciava un’arancia dandomene metà << come fai a sapere quello che mi piace …? >> chiesi mangiando uno spicchio << perché questa non è la prima volta che ci incontriamo, io ti conosco molto bene Elizabeth e anche tu conosci molto di me … non ti ricordi? >> lo osservai attentamente e sembrava sincero << no, mi dispiace tanto >> ammisi seriamente dispiaciuta << quindi non ti ricordi di me? >> feci di no con la testa ma lui mi sorrise comprensivo << non ti preoccupare ricorderai presto >>.

Lo aiutai a sparecchiare e pulire i piatti poi andammo a sistemare un paio di scatoloni << prendimi quello laggiù >> obbedii trascinandolo per terra, era troppo pesante per me ma lui lo sollevò come se fosse vuoto: da dove saltavano fuori tutti quei muscoli? Non sembrava uno di quei ragazzi fissati con la palestra eppure solo ora che lo guardavo attentamente potevo notare le spalle larghe e un petto robusto, ne rimasi ipnotizzata << Liz? >> mi schioccò le dita davanti agli occhi << uhm? Si si sono sveglia >> dissimulai tirando via uno scatolone da sotto una pila di altri << no non quella! >> gridò lui mentre tirandomi via tutti gli altri scatoloni cadevano per terra.

Quando aprii gli lo vidi sopra di me << stai bene? >> mi chiese preoccupato << si non ti preoccupare >> come faceva un ragazzo ad essere tanto premuroso? Mi diede un bacio che fu felicemente ricambiato << per fortuna >> mi fece rialzare << tu sta ferma o mi distruggerai la casa >> rise lui sfottendomi << ah-ah che battuta, la tua carriera di comico è in rapida ascesa! >> lui rise baciandomi nuovamente << ti ho già detto che da arrabbiata diventi ancora più bella? >> mi sussurra facendomi calmare << si, giusto un paio di volte >> gli passai una mano tra i capelli trovandoli morbidissimi << sai è vero … Sembri proprio una pecorella bianca >> ammisi, lui sorrise porgendomi un libro << guarda, forse ti aiuterà a ricordare >> lo aprii trovandolo tempestato di foto: lui da piccolo, lui da ragazzo, lui con una ragazza …

Un moto di gelosia mi fece innervosire << è la tua ragazza? >> chiesi indispettita << si, guardala bene non ti ricorda nessuno? >> la osservai con attenzione << ma questa … Sono io … >> dissi incredula << esatto e qui siamo al nostro matrimonio, questi sono i nostri figli: Gabriele e Sarah … Se solo tu ti svegliassi potresti rivederli >> mi spaventai, entrai in iperventilazione e tutto in torno a me vibrò, iniziò a crollare e a scomparire come ologrammi …

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Capitolo 6
*** Aspettandoti in un sogno ***


Aspettandoti in un sogno

Ti-tì, ti-tì

Aprii gli occhi trovandomi nella mia stanza, guardai la sveglia << è già lunedì? >> dopo la consueta routine mattutina aspettai l’arrivo di Sarah che fu puntuale come sempre << Liz sono arrivata >> mi comunicò lei e subito la raggiunsi << questa settimana è proprio volata eh? >> affermai << volata? Magari! Siamo ancora a venerdì >> la guardai confusa, venerdì? Ma allora questo voleva dire che … Che il ragazzo lo avevo sognato per l’ennesima volta << Sarah per caso sai di qualche ragazzo che si deve trasferire nella nostra classe? >> lei ci pensò su << no, non che io sappia perché? >> << niente le solite voci di corridoio evidentemente infondate >> dissimulai ma finalmente avevo capito: se Kyle compariva allora stavo sognando.

Arrivammo in classe ma nessun ragazzo nuovo fu presentato alla classe ma poi alla seconda ora eccolo arrivare << mi scusi professoressa abbiamo avuto un problema in famiglia >> Kyle si giustificò consegnando il permesso d’entrata e dirigendosi al suo posto << tanto lo so che sto sognando >> gli sussurrai compiaciuta << va bene mi hai scoperto ma non puoi dormire per sempre … è ora di svegliarsi >> aprii gli occhi << dunque logaritmo di 1 è uguale a 0 >>.

La giornata continuò tranquillamente, Kyle non mi venne a trovare neanche a pranzo ma ci pensò la sera, uscivo dal bagno in intimo cercando il pigiama << che ci fai qui? >> chiesi felice di rivederlo, lui mi squadrò << sei proprio un maniaco >> lo presi in giro e lui rise << scusa è da tanto che non vedevo questo aspetto di te … >> poi mi porse il pigiama << come mai oggi non ti sei fatto vedere? >> << non posso certo farti addormentare a comando, sei tu che scegli di vedermi, quando vedermi e dove … E a quanto pare volevi fortemente vedermi >> mi mangiò con gli occhi << fammi capire, quindi sono io a decidere quando addormentarmi per incontrarti? >> << esattamente >> si infilò sotto le coperte aspettandomi << ma cosa fai mia madre è di sotto >> << di cosa ti preoccupi tanto è solo un sogno >> giusto era solo un sogno, mi infilai sotto le coperte e subito lui mi avvolse in un sensuale abbraccio, sorrisi quando iniziò a baciarmi mentre il mio cuore andava a mille, ci si può veramente innamorare di un sogno? Un sogno cosi perfetto da desiderare essere reale?

Le sue mani scivolarono sul mio corpo accarezzandomi come un fazzoletto di velluto:morbide, delicate, gentili … Mi baciò il collo scendendo sul seno e proseguendo fino all’ombelico sul quale si soffermò facendomi gemere, mi sfilò delicatamente le mutandine insinuandosi tra le mie gambe e baciandomi con passione lo sentii entrare in me, gemetti ad ogni sua delicata spinta sentendomi un tutt’uno con il suo corpo e facendomi trasportare dalle mille sensazioni che riusciva a procurarmi, inarcai la schiena guidata dal piacere mentre stringevo i suoi morbidi capelli, tra un gemito e l’altro mi fece raggiungere l’apice del piacere che si concluse con un affettuoso bacio e dolci carezze, lui mi guardò dolcemente, gli occhi limpidi e chiari, stava per dirmi qualcosa << nella realtà … è ancora meglio … Per favore svegliati >>

Ti-tì, ti-tì

Mi svegliai col fiatone in un bagno di sudore, mi portai una mano alla fronte incredula << adesso anche i sogni erotici … >> mi alzai sentendomi completamente bagnata nella mia intimità e dirigendomi nella doccia aprii l’acqua calda che mi avvolse in un abbraccio freddo se paragonato al calore che mi trasmetteva Kyle, chiusi gli occhi ripensando a lui e alle sensazioni che mi trasmetteva cosi vividamente nonostante lo stessi sognando, sorrisi felice quando sentii delle mani posarsi sul mio ventre e delle labbra baciare la mia fronte << sei tornato … >> lui mi sorrise << continuerò a tornare fin quando tu dormirai >> mi avvicinò a se costatando che i nostri corpi combaciavano perfettamente << non voglio svegliarmi … Se lo faccio tu scomparirai ed io non voglio >> ammisi in imbarazzo baciandogli il mento << non è vero … Se vuoi continuare a stare con me devi solo svegliarti, per favore amore mio devi veramente svegliarti non puoi continuare a dormire >> tornò a supplicarmi
<< Liz! Questa doccia non finisce più questa mattina? Sbrigati se non vuoi fare tardi >> le urla di mia madre mi fecero svegliare nella doccia, da sola.

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Capitolo 7
*** Kyle ***


Kyle

<< Credevo di avertelo già detto: sono tutto quello di cui hai bisogno e niente che tu abbia >> rispose lui alla mia domanda << si fino a qui c’ero arrivata ma perché sogno te e non che ne so Raul Bova o Brad Pitt …? >> cercavo di dare un senso a quei sogni mentre guardavo un limpido cielo stellato sotto una morbida coperta di lana al sicuro nel suo abbraccio << ah ah ah questa è divertente, bè tu sogni me perché sono più bello di loro >> lo guardai divertita << si e anche più modesto >> lui rise << no seriamente, insomma perché proprio te >> lui ci pensò su << perché sono l’uomo della tua vita, perché sono tutto quello di cui hai bisogno, perché solo io so come amarti, perché tu riesci ad amare solo me, perché ti conosco e tu conosci me, perché ho promesso di amarti e onorarti per tutti i giorni della mia vita, in salute o in malattia, in ricchezza o povertà finché morte non mi separi da te … >> mi guardò accarezzandomi il viso e giocando con i miei capelli << perché anche tu hai promesso di amarmi e onorarmi per tutta la tua vita finché morte non ti separi da me … Liz devi svegliarti … Ti amo e non è ancora tempo di separarci … >> mi sussurrò dolcemente. Non riuscii a capire cosa intendesse dire ma di una cosa ero certa: amore, il nostro era amore, non convenzionale certo, ma era amore, un amore bianco, puro, semplice, senza pretese che mi faceva stare bene, un amore cosi perfetto da sembrare irreale ma era amore.

Ti-tì, ti-tì

Mi svegliai con uno strano presentimento, Kyle era sembrato più preoccupato del solito e quella mattina avevo una strana sensazione. Mi vestii e dopo la colazione aspettai Sarah come di consueto << hey bradipo sono arrivata! >> esultò felice lei, uscimmo da casa incamminandoci per la scuola << domani c’è il compito di matematica ed io mi ritrovo di nuovo nella merda >> si lamentò lei << no, non cosi nella merda c’è sempre Gabriele che sta messo peggio di te >> cercai di farla ridere riuscendoci, eravamo quasi arrivare quando tutto rallentò intorno a me << Kyle! >> gridai felice nel vederlo dall’altra parte della strada, nell’esatto punto dove lo vidi la prima volta ma questa volta era diverso, aveva gli occhi gonfi e rossi, i capelli corti tenuti ordinati con del gel, la barbetta biondiccia e poi il suo volto … Era più maturo come se fosse improvvisamente invecchiato di 10 anni: continuava ad essere bellissimo.

Attraversai la strada << no ferma, fermati attenta a dove cammini! >> mi supplicò lui in lacrime facendomi fermare in mezzo alla strada << per favore svegliati, per favore >> tutto vibrò scomparendo << Liz attenta! >> mi voltai: rumore di freni, un rumoroso botto, vetri rotti ed io in un lago di sangue.



Nota autrice: complimenti siete arrivati al penultimo capitolo, a breve verrà postato l'ultimo.
Un saluto,
SenzaPH

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Capitolo 8
*** Svegliarsi ***


Svegliarsi

 
Aprii lentamente gli occhi, vedevo mia madre su di me, mio padre e Sarah, che ci facevano tutti li?
<< Dobbiamo operarla subito! >> sbraitò un medico, la testa mi faceva male, pulsava e tutto era come offuscato, veloce e irreale << al mio tre la spostiamo: uno, due, tre >> mi sentii sollevare e adagiare su un altro lettino << ho … freddo … >> balbettai a fatica << no no la stiamo perdendo presto presto defibrillatore! >> sentii una forte scarica attraversarmi e farmi inarcare la schiena << carica a 200! >> un’altra scarica ma i miei occhi erano tanto stanchi << ti prego, ti prego non morire! Non morire proprio adesso! >> mi supplicava Kyle stringendomi la mano << ti … amo >> sussurrai sorridendogli mentre i miei occhi si chiusero pesantemente facendomi cadere in un baratro buio << Kyle? Kyle?! >> urlai disperata nel buio, mi alzai barcollando cercando una direzione << per favore, per favore svegliati, svegliati non morire ! >> sentivo la sua voce supplicarmi tra i singhiozzi, cercai di seguire l’eco delle sue parole iniziando a correre senza una meta fin quando uno spiraglio di luce non iniziò ad aprirsi irradiando la stanza e tingendola di un bianco puro, mi fermai ansimando e improvvisamente una sequenza di immagini si susseguì davanti ai miei occhi ad una velocità allarmante.
Osservai ogni fotogramma della mia vita: io da bambina, io alle medie, io al liceo, io e Sarah, io e Kyle … Io e Kyle al nostro matrimonio, io e il mio primo figlio, io e la mia famiglia, io e la mia bambina, io … investita da una BMW,
mi portai le mani alla bocca soffocando un urlo mentre le lacrime mi rigavano il viso come fiumi in piena << per favore non lasciarmi, per favore svegliati ! >>
mi supplicava Kyle disperato << Kyle!!! >> urlai con tutta l’aria che avevo nei polmoni …
 
 
Tì…
 
Tì…
 
Tì…
 
<< ora del decesso … >> sentii una signorina parlare << aspetta un momento … C’è battito … >> aprii gli occhi lentamente facendomi abbagliare da una luce bianca, osservai la stanza anch’essa bianca << è un miracolo >> sussurrò il dottore che mi levò subito il respiratore, mi voltai stringendo forte la mano a mio marito che mi osservava incredulo << hey, come butta? >> gli chiesi sorridendo << sei in coma da due anni e l’unica cosa che riesci a dirmi è “hey come butta?” >> rise lui << scusa … Ti amo, perdonami se ho dormito per cosi tanto tempo >> lui mi baciò, la barbetta grigia mi solleticò, le rughe sul suo volto mi facevano sorridere, i suoi capelli corti e ordinati mi fecero pensare che era l’uomo perfetto << non importa, adesso ti sei svegliata >>.

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