Non è granchè ma è casa

di Alice7
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di una lunga avventura ***
Capitolo 2: *** Viaggio e smistamento ***
Capitolo 3: *** Prime lezioni ***
Capitolo 4: *** Novità ***
Capitolo 5: *** Leggerezza ***
Capitolo 6: *** Promesse. ***
Capitolo 7: *** 4 anni dopo... ***
Capitolo 8: *** Punizione ***
Capitolo 9: *** Il mazziere ***
Capitolo 10: *** Liti ***
Capitolo 11: *** Rottura ***
Capitolo 12: *** Rivelazioni ***
Capitolo 13: *** Nuovi amori ***
Capitolo 14: *** La Stamberga Strillante ***
Capitolo 15: *** Hogsmade ***
Capitolo 16: *** Corvonero vs Tassorosso ***
Capitolo 17: *** Halloween ***
Capitolo 18: *** Caduta ***
Capitolo 19: *** Verità ***
Capitolo 20: *** Annullamento ***
Capitolo 21: *** Rottura 2 ***
Capitolo 22: *** Vento e pioggia ***
Capitolo 23: *** Nuovi legami ***
Capitolo 24: *** Neve ***
Capitolo 25: *** Pensieri ***
Capitolo 26: *** Riappacificazioni ***
Capitolo 27: *** I nuovi G.U.F.O. ***
Capitolo 28: *** Capitolo strano xD ***
Capitolo 29: *** Un anno dopo...Lo smistamento ***
Capitolo 30: *** Il primo giorno di lezioni ***
Capitolo 31: *** La festa ***
Capitolo 32: *** Verità nascoste, rabbia, lacrime ***
Capitolo 33: *** Hogsmade ***
Capitolo 34: *** Infermeria e strani incontri ***
Capitolo 35: *** Una nuova guerra ***
Capitolo 36: *** L'inverno ***
Capitolo 37: *** Rosso sangue ***



Capitolo 1
*** L'inizio di una lunga avventura ***


Erano le dieci e trenta del primo settembre quando una macchina rossa di fermò davanti alla stazione di King’s Kross. Quando la portiera si aprì uscirono due bambine di 11 anni vestite con camicie di colore diverso e semplice jeans, una delle due iniziò a correre verso i carrelli e quando ne prese uno la sorella si sedette su questo e si fece spingere per gioco.
“laura scendi dal carrello!”, una donna dai corti capelli castani scaricava due grandi bauli e li posava sul marciapiede.
“Dai Erica, lasciale stare. È un giorno importante e poi gli altri non sono ancora arrivati”
“D’accordo. Alice e Laura rimanete vicino ai bagagli mentre noi cerchiamo un posteggio dietro la stazione”.
Le due sorelle si sedettero sui bauli e mentre parlavano della loro casa preferita videro un gruppo di persone andare nella loro direzione, dal gruppo si distaccarono quattro bambini che corsero ad abbracciare le loro amiche. Un ragazzino pelato con una maglietta rossa il cui nome era Andrea; due bambine che sorridevano emozionate si chiamavano Ylenia, con lunghi capelli biondi, ed Ilaria che invece aveva i capelli di un rosso scuro; l’ultima aveva i capelli neri con un taglio molto corto e si chiamava Naomi.
“Chissà quando arriveranno gli altri”
“Non preoccuparti tra poco saranno qui e sicuramente Michela farà tanto tardi visto come era esaltata”. Naomi aveva ragione: dopo pochi minuti arrivarono tutte le famiglie mancanti ed i genitori li invitarono ad avviarsi verso il binario 9 e 3\4.
Cecilia continuava a lisciarsi i lunghi boccoli castani, segno che era troppo in ansia per parlare, un bambino magro con un portamento perfetto, il cui nome era Fabio, invece era tranquillo ed assorto in una conversazione con una bambina dai capelli neri e rossi, Michela. Alice e Laura parlavano animatamente con Andrea, Ilaria ed altre due loro amiche: Noemi, l’unica che aveva capelli di un rosso acceso e Cristina, che ormai tutti chiamavano Colin. A guidare la fila erano Naomi ed Ylenia in compagnia di una ragazza con i capelli neri il cui nome era Anna e di una bambina che era più bassa di tutte e paffutella, Fabiola. Alle 11 meno un quarto arrivarono alla colonna tra il binario 9 e 10 e a gruppi di tre persone attraversarono per la prima volta la barriera.

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Capitolo 2
*** Viaggio e smistamento ***


Il treno che li avrebbe portati alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts imponeva sulla scena, era impossibile non guardarlo nonostante la folla di ragazzi e bambini che salutavano i genitori e portavano i bauli nelle rispettive carrozze. Quando il gruppo di amici si avvicinò all’entrata del treno videro una bambina bionda correre verso di loro e chiamarli a gran voce.
“Ragazzi sono qui!”
“Ciao Elisa! Quando sei arrivata?”
“Un po’ di tempo fa. Ho incontrato anche Stefano, Giorgia e Sara. Siamo in uno scompartimento in fondo al treno, venite con noi”.
Quando salirono sul treno si occuparono subito di sistemare i bagagli nei rispettivi spazi e poi andarono a salutare gli altri amici cercando di distrarsi il più possibile dall’imminente partenza. Purtroppo la distrazione durò poco poiché l’orologio suonò le 11 e il treno fischiò pronto a portare gli studenti verso la loro grande avventura; mentre si allontanava dalla stazione i bambini del primo anno erano tutti affacciati alle finestre del treno per dare gli ultimi saluti alle famiglie e poi per vedere la grande città allontanarsi velocemente. Gli amici si strinsero tutti sulle grandi poltrone dello scompartimento per riuscire a stare tutti insieme, non volevano assolutamente dividersi così Elisa, Sara, Fabio e Naomi si sedettero a terra poggiando la schiena contro le poltrone. Durante le lunghe ore di viaggio fecero vari giochi insieme e comprarono tutto ciò che era possibile dal carrello dei dolci che passò all’ora di pranzo. Nel pomeriggio il treno attraversava le lunghe distese di verde della Scozia e alcuni degli amici si addormentarono vinti dalla stanchezza; Andrea, Alice e Michela,invece, occuparono il loro tempo improvvisando giochi di carte sul tavolino dello scompartimento. Solo quando il Sole calò definitivamente anche gli altri si svegliarono ed incominciarono ad indossare le divise. Stavano arrivando ad Hogwarts.
Il treno si fermò nella piccola cittadina di Hogsmade e con riluttanza i bambini del primo anno scesero dal treno e si avvicinarono al custode Hagrid che li portò sulle barche accompagnandoli fino al grande portone del castello. Nessuno aveva il coraggio di parlare: la visione del castello aveva mozzato il fiato a tutti ed adesso si aggiungeva anche l’ansia dello smistamento incombente.
Quando la professoressa McGranitt li condusse all’interno della Sala Grande tutti gli altri studenti della scuola rimasero in silenzio in attesa della fine dello smistamento. Il soffitto riproduceva così perfettamente un cielo di stelle splendenti che anche chi aveva visto delle foto sui libri ne rimase affascinato, solo il richiamo della vicepreside li fece tornare alla realtà: iniziava lo smistamento.
La prima ad essere chiamata fu Fabiola che non dovette aspettare a lungo per sapere in quale casa sarebbe stata: il cappello ci mise qualche secondo a decidere Corvonero ma per gli amici non era una sorpresa visto la grande intelligenza e perspicacia dell’amica.
Seguì una ragazza di nome Martina che finì in Serpeverde insieme ad Noemi, Ylenia e Stefano ed un altro bambino con i capelli castani di nome Roberto che conquistò subito l’attenzione di Michela. Rimase così colpita quando lo vide che non sentì il suo nome e Laura le dovette darle una gomitata per farla tornare alla realtà; quando salì sullo sgabello il cappello parlante era indeciso ma alla fine la mandò nella casa di Grifondoro insieme a Colin, Elisa e Cecilia. Alice finì invece in Corvonero e così anche Naomi,Fabio e Sara con Giorgia. Gli ultimi tre rimasti del gruppo erano paralizzati dalla paura e la prima ad essere chiamata fu Laura che fu mandata subito in Tassorosso seguita da Ilaria mentre Andrea, che era l’ultimo rimasto, dovette aspettare più di tutti. Il cappello con lui si trovò in difficoltà e tutta la scuola rimase sorpresa dal sapere che era indeciso tra Tassorosso e Serpeverde, non avevano mai visto una tale indecisione nello smistamento: lealtà ed ambizione non erano mai così equilibrati in una persona da creare indecisione. Solo dopo lunghi minuti la lealtà del ragazzo prevalse e fu mandato in Tassorosso con suo grande sollievo.
Quando iniziò il banchetto i prefetti accolsero i nuovi studenti con simpatia e gli altri bambini del primo anno vinsero la timidezza iniziando a fare amicizia.
Tutti gli amici quando alzarono gli occhi incrociarono quelli degli altri che sorridevano. A loro non importava essere in case diverse e quindi frequentare lezioni diverse, loro erano una grande famiglia ed avevano la certezza che non si sarebbero mai divisi per nulla al mondo.
 

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Capitolo 3
*** Prime lezioni ***


Il Sole splendeva alto nel cielo scozzese e i suoi raggi filtravano nelle grandi finestre del castello di Hogwarts. In tutti i dormitori delle case gli studenti del primo anno si affrettavano ad indossare i loro nuovi vestiti: le cravatte che identificavano la loro casa con gli sgargianti colori a strisce, le gonne grigie e la camicetta bianca uguale per tutti, mancava solo il mantello ma con una temperatura così alta era impossibile da portare. Dal dormitorio femminile scesero Naomi,Fabiola,Alice,Sara e Giorgia che condividevano la stanza e nella luminosa sala comune incontrarono Fabio che si aggiunse al gruppo per andare nella Sala Grande.
La confusione si poteva sentire dall’ingesso ed infatti tutti i tavoli erano già occupati dalla gran parte degli studenti che mangiavano le grandi quantità di torta del banchetto e perfino i ragazzi del primo anno cominciavano a sentirsi a proprio agio in quello strano ambiente e iniziavano a fare amicizia. Quando furono distribuiti i gli orari delle lezioni settimanali i Corvonero scoprirono di avere la prima ora di volo in comunque con i Tassorosso mentre Grifondoro e Serpeverde sarebbero scesi nei sotterranei per la lezione di pozioni. Il Sole batteva forte sul campo di quidditch e gli studenti presero riluttanti i posti vicino alle scope
“Io non so volare, farò nuovamente la figura dell’impedito. Va Sempre così”
“Andrea non preoccuparti, siamo qui per imparare”
“Ha ragione Alice. Pensa poi ai figli dei babbani che nemmeno sapevano dell’esistenza della magia”
“Però peccato che non ho potuto portarmi la macchina fotografica per immortalarti”. Il gruppo rise divertito alla battuta di Naomi  ma si fermò subito poiché arrivò Madama Bumb che li invitò a chiamare la scopa dicendo “su”.
Molte scope salirono subito nelle mani degli studenti che le afferrarono con forza mentre quelli di alcuni Tassi e Corvi rimasero per terra senza dare segno di voler salire.
“Ragazzi ci vuole sentimento! Non abbiate paura o timore”
“Dai Andre, cerca di voler un minimo salire su quella scopa”
“Parlate facile tu e Naomi. Siete fatte per volare”
“Si tratta di prendere una scopa. Grida su con un po’ più di convinzione”.
Andrea provò a seguire il consiglio di Alice e finalmente la scopa salì dritta della sua mano e riuscì ad impugnarla. Erano tutti pronti per cominciare a volare.
“Allora ragazzi vi devo fare delle raccomandazioni: per prima cosa dovete rimanere molto concentrati sulla vostra direzione perché le scope percepiscono i vostri timori e le vostre incertezze; per seconda cosa aspettate che conti fino a tre prima e poi datevi una piccola spinta con i piedi. Per ultima cosa ricordo una presa molto salda al manico. Ed ora 1,2 e 3”.
Tutti i bambini si diedero una spinta e le scope si alzarono di qualche centimetro dal saldo terreno. I figli dei babbani erano un misto di terrore ed esaltazione mentre molti altri ragazzi già avevano provato l’ebbrezza di alzasi in volo ed erano più sicuri. Ad Andrea tremavano le mani e questo comportava un leggero tremore della scopa mentre Laura sembrava molto sicura; come la sorella si vedeva che era nata per volare. Un altro ragazzo dei Tassorosso era quasi nella stessa condizione di Andrea ma era molto più paonazzo ed impacciato. Ilaria disse alle amiche che si chiamava Claudio.
Quando la lezione finì molti studenti erano sfiniti e si trascinarono a fatica verso i sotterranei dove avrebbero fatto cambio con i Grifondoro e i Serpeverde. Lungo le scale gli amici incontrarono il resto del gruppo e chiesero come fosse andata.
“Non è stata terribile, certo Piton è veramente odioso con no Grifoni però mi è piaicuta”
“Si Michela, ci crediamo che ti è piaciuta”
“Dai Colin non sfottere!”
“Che è successo?”, gli amici si interessarono quando videro avvampare le guance dell’amica e le punte dei capelli diventare bionde.
“Michi, stai diventando bionda potresti gentilmente respirare e non agitarti così?”
“Scusa Fabio, è la parte negativa di essere un metamorfomagus. Succede sempre quando sono nervosa”
“Stella la domanda è: perché sei nervosa?”
“Te lo spiego io Naomi. Vedi Piton ci ha messo in tavoli da quattro e a due a due ha scelto le coppie che dovevano lavorare insieme e la nostra cara amica è finita con il compagno di stanza di Stefano, mi sembra che si chiami Roberto”
“Si Yle, si chiama Roberto ed è anche abbastanza simpatico ma molto riservato”
“Ma è lo stesso tipo che fissavi allo smistamento?”. Michela divenne sempre più rossa e nascose il volto dietro il grande libro di pozioni mentre i capelli diventavano sempre più biondi.
“Hey ragazzi guardate lì, è quel ragazzo castano che sta salendo”. Noemi cercò di essere più riservata possibile lanciando occhiate indicative a chi ancora non lo avesse visto.
Un bambino di 11 anni saliva la scalinata con il mantello verde smeraldo, tre ragazzi lo seguivano come incantati da quel portamento elegante; quando passarono davanti agli amici Roberto incrociò lo sguardo su Michela ancora nascosta dietro il libro, ma subito lo distolse per proseguire lungo la strada.
“Michela non vorrei distoglierti da questo bellissimo momento ma se non corriamo facciamo tardi ed anche gli altri devono scendere”
“Ha ragione Cecilia, ciao ragazzi ci si vede a pranzo”.
La lezione di pozione era quella che preoccupava di più gli studenti ma andò meglio del previsto. Piton non si rivelò così terribile ma la poca luce dell’aula non aiutava a concentrarsi. Alice e Andrea sedettero allo stesso tavolo e riuscirono a fare una pozione arancione, invece di un rosso fuoco; agli altri andò un po’ meglio e Fabiola e Ilaria furono le uniche a farla diventare di un rosso più accesso.
“Tassorosso dovete lavorare meglio. Non lavorerete sempre con i Corvonero più bravi che vi salvano, e anche molti Corvi devono migliorare”, alle ultime parole si girò verso il calderone di Alice ed Andrea guardando la pozione con disgusto prima del suono della campanella.
“Fortuna che non era terribile”
“Non è stato male dai”
“Parla per te Sara, la vostra pozione aveva un certo colore rosso la nostra per niente”
“Andrà meglio la prossima volta”. Con quelle parole Fabiola entrò nella Sala Grande e si accomodò al grande tavolo dei Corvonero seguita dagli altri. Un buon bicchiere di succo di zucca era quello che serviva.

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Capitolo 4
*** Novità ***


Dopo l’abbondante pranzo il gruppo di amici andò a stendersi sull’erba morbida sotto i grandi alberi del parco e si raccontò della mattinata e delle impressioni su questo nuovo mondo.
“I Corvonero hanno due componenti in meno quest’anno ed io ed Alice pensavamo di presentarci”
“Si ma io sono indecisa Nami. Cioè ci sono tanti ragazzi più grandi e soprattutto più bravi!”
“Dai sorellina non essere così pessimista. Anche io mi presenterò per il ruolo di cacciatrice”
“Brava Lau! E, Alice, per una volta dai ascolto a tua sorella”
“Già è la prima volta che dice una cosa che abbia un minimo di senso”. In tutta risposta Sara si beccò una bella botta in testa per poi scoppiare a ridere insieme a tutto il gruppo. Sarebbero rimasti a riscaldarsi ai raggi del Sole per tutto il pomeriggio se Fabiola e Cecilia non avessero ricordato le imminenti lezioni pomeridiane: Grifondoro e Tassorosso avrebbero avuto Trasfigurazione mentre Corvonero e Serpeverde avrebbero iniziato Incantesimi. Le due lezioni che attendevano più di tutte.
L’aula della professoressa McGranitt era ben diversa da quella dei sotterranei: appena ci si entrava si sentiva il calore del Sole che irradiava ogni punto della stanza. Nessuno degli studenti era eccessivamente preoccupato poiché sapevano che la vicepreside per quanto severa era la professoressa più brava di tutte, difatti li accolse con simpatia e descrisse il loro programma nel minimo dettaglio cercando di rassicurarli. Durante le ore pochi degli spilli che occupavano i banchi riuscirono a diventare dei bastoncini, ovviamente Cecilia era l’eccezione alla regola: cinque degli spilli furono trasformati perfettamente e così fece guadagnare i primi 10 punti ai Grifondoro.
Contemporaneamente nell’aula del professor Vitious Fabiola dimostrava la sua bravura nell’incantesimo di levitazione: la sua piuma volava perfettamente insieme a quella di Noemi. Per gli altri studenti la situazione non era delle migliori infatti molte piume di alzavano di qualche centimetro mentre altre cadevano precipitosamente a terra. Al suono della campanella i giovani studenti sembravano tutti molto stanchi e massaggiavano continuamente il polso ancora indolenzito dal movimento che avevano ripetuto per un’ora intera.
Agitare e colpire, Agitare e colpire. Il mio polso sente le stelle!”
“Ahahah dai Yle passerà subito. A me è piaciuta come lezione”
“Si Faby questo a tutti ma insomma non pensavo di passare un’intera ora a muovere il polso”. Nel bel mezzo della discussione gli amici andarono a scontrarsi con il gruppo di studenti Grifondoro e così scesero insieme verso la Sala dì Ingresso.
Dopo l’abbondante cena a base di pollo,pasta,contorni e porzioni di budino per tutti, pochi studenti si fermarono nella Sala Grande ma alcuni salirono nei dormitori per rilassarsi dopo lo stress della giornata. Gli amici si diedero appuntamento per la mattina seguente e si separarono: Grifondoro e Corvonero iniziarono a salire le lunghe scalinate mentre Tassorosso e Serpeverde scomparivano nei sotterranei.
La Sala Comune dei Corvi era irradiata dalla luce della Luna e così gli amici decisero di trattenersi per un po’ sul divanetto situato sotto la finestra. Quando passò un po’ di tempo Fabio noto un gufò volare nella loro direzione ed aprì la finestra.
“Ma questo è il mio gufo! Che ci fai qui Arpi?”
“Direi che ti porta un messaggio”
“Grazie Sara servivi tu per capirlo”
“Apri il messaggio!”
“Si ma prima di strapparmelo dalla mani fammi leggere”. C’erano poche righe scritte con una calligrafia disordinata, era di Andrea.
Cara Alice,
so che questo messaggio ti stupirà ma volevo chiederti di vederci domani alle due sotto il grande faggio. Aspetto tue conferme.
Andrea
“Lo sapevo io!”
“Naomi che ci fai dietro di me? E poi cos è che sapevi?”
“Sapevo di voi due. Ne ero certa”. Alice avvampò improvvisamente mentre il resto degli amici leggeva il messaggio. Di una cosa erano certi: Naomi non avrebbe dato pace ai due ragazzi per molto tempo.

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Capitolo 5
*** Leggerezza ***


Non è lungo come capitolo però mi piaceva l'idea di lasciarlo semplice così com è... Spero che vi divertiate xD

La mattina seguente Alice entrò timidamente nella Sala Grande e riuscì a respirare normalmente solo quando Giorgia le confermò dell’assenza dell’amico, o meglio di tutti e tre i Tassorosso del gruppo. Nessuno sapeva dove Fossero ed iniziarono a pensare che erano stati più mattinieri degli altri e quindi avessero finito da un po’ la colazione.
“Andrea mattiniero? Fate i seri, lui ed Ilaria dormono anche giorni interi”, la farse di Sara fece scoppiare forti risate al loro angolo del tavolo ma il discorso fu interrotto dai migliaia di gufi che entrarono per portare la posta. In quel trambusto Michela e gli altri Grifondoro corsero verso i posti vuoti al tavolo dei Corvonero, volevano sapere cosa avesse provocato quelle grandi risate pochi secondi prima. A prendere la parola fu Naomi che, con la solita discrezione, enfatizzò i fatti provocando un forte imbarazzo in Alice le cui orecchie diventarono dello stesso rosso dei capelli di Michela sotto lo sguardo divertito degli amici.
Quella mattina la casa dei Corvi non aveva nemmeno un’ora di lezione con i Tassorosso ma ben tre con i Serpeverde. Mentre camminavano a passo svelto verso le serre per Erbologia, Naomi ricominciò il suo racconto con i ragazzi dei Serpeverde e quando arrivarono alla serra numero 2 Ylenia saltellava per la gioia ed il costante sorriso della ragazza non aiutò Alice a concentrarsi sulla lezione.
Alle due in punto Andrea si trovava sotto il grande faggio e fu raggiunto dopo qualche secondo da Alice.
“Ciao”
“Ciao Andre. Che volevi dirmi?”
“Che… Tu mi piaci e volevo sapere se vuoi essere la mia fidanzatina”. Il bambino si dondolava sui piedi e sfregava le dita.
“Mi piacerebbe”. Alice sorrideva e a quelle parola Andrea le prese la mano e le diede un piccolo bacio sulla guancia per poi avviarsi verso la Sala Grande.
I due erano così assorbiti nella conversazione che quando varcarono la grande porta non si accorsero degli sguardi che li osservavano e tornarono al mondo reale solo grazie a Naomi che fece partire un applauso seguita a ruota da Michela, Ylenia e Fabiola.
“Che carini i due fidanzatini”
“Eli, stai zitta và”
“Ma ha ragione, siete così…. Carinelli”
“Carinelli? E questa da dove ti è uscita?”. Andrea guardò divertito Naomi e poi scoppiò a ridere insieme ad Alice.
“La prima lezione del pomeriggio noi l’abbiamo alle 16: 00 insieme ai Grifondoro”
“Si anche noi non iniziamo prima”.
“Ok, visto che abbiamo due ore da buttare via andiamo in giardino a fare un bel torneo di scacchi?”. La proposta di Fabiola fu accettata da tutti, chi più e chi meno.Fu un bellissimo pomeriggio all’insegna del divertimento mentre il vento fischiava lungo i grandi prati che furono spazio delle gare di corsa degli amici quando smisero di farsi sconfiggere da Fabio a scacchi. In quelle due ore riuscivano a sentirsi leggeri, come sempre quando erano insieme.

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Capitolo 6
*** Promesse. ***


Il pomeriggio del 20 dicembre erano tutti nel cortiletto per godersi una delle poche giornate in cui il sole permetteva di andare fuori a prendere un po’ di aria. Mancava un solo giorno alle vacanze di Natale e avevano sostenuto quella mattina le prove intercorso, Cecilia e Fabiola ne stavano ancora discutendo al fianco di Alice ed Andrea quando quattro palle di neve li colpirono in pieno volto. Naomi, Ylenia, Stefano e Cristina erano scoppiai a ridere vedendo la faccia di Cecilia sconvolta per gli occhiali bagnati ed appena pronunciò Oculus Reparo prese una bel po’ di neve e la lanciò in direzione di Ylenia che si scansò in tempo facendo arrivare la palle di neve dritta sulle spalle di Sara che si girò pronta al contrattacco. In questo modo iniziò una vera e propria battaglia in cui furono organizzate due squadre senza nemmeno pensarci troppo. Quando si interruppero sfiniti sia dal bagnato che dalle risate rientrarono velocemente nel castello e corsero a cambiarsi divisa nei dormitori: erano zuppi dalla testa ai piedi ed alcuni si trattennero vicino ai camini per riprendere calore.
“E così domani si torna a casa…”. Ilaria incrociò le braccia al petto e sospirò profondamente.
“E’ strano pensarlo vero Ila? Ma comunque continueremo a vederci, ogni natale lo passiamo insieme”
“Si ma… è così tanto magico qui che mi sembra strano tornare a nasconderci nel mondo babbano”
“Non hai tutti i torti. I miei genitori avevano ragione a dire che questo posto diventa come casa in poco tempo”. I tre Tassorosso si sorrisero e poi decisero di avviarsi verso la Sala Grande dove la cena doveva essere già iniziata.
Mentre nei tavoli comparivano i dolci più svariati un piccolo aeroplanino di carta volò dal tavolo dei Serpeverde a quello dei Tassorosso. Era un nuovo modo che era stato inventato da alcuni ragazzi anni prima per comunicare dai diversi tavoli nell’impossibilità di alzarsi.
Quella volta il messaggio era per tutti e tre gli amici che si chinarono verso il piatto dove era arrivato.
Ci vediamo nel cortile verso le 11 per dare l’ultimo saluto al castello in bianco, al primo Natale da veri maghi. Mettetevi qualcosa di pesante sennò finirete per ammalarvi.
Dal tavolo dei Serpeverde. J
Il castello era al buio e i ragazzi uscirono dai loro dormitori cercando di fare meno rumore possibile. Tutti insieme si incontrarono sulla torre dell’orologio e avvolti nei loro mantelli osservarono nel silenzio assoluto il cielo che risplendeva dei piccoli fiocchi di neve e roteavano nell’aria.
“Dai finalmente siamo qui e già è passato quasi metà del primo anno. Noi però siamo tutti qui ancora amici, oh però regà dovete promettermi una cosa. Tra quattro anni ci ritroveremo qui, tutti insieme ancora amici come siamo adesso”.
“Nami da quando sei così sentimentale?”, Andrea Sorrise all’amica.
“Dai non fare il cretino! Io parlo seriamente, promettetelo”. Fabiola andò verso la bambina e la abbracciò seguita da tutti gli altri. Rimasero così per qualche minuti ad occhi chiusi sentendo l’energia che gli si trasmettevano a vicenda, nessuno lo sciolse prima di aver detto ad alta voce “Lo prometto”.
Quando arrivò il momento di scendere Cecilia chiamò uno ad uno gli amici e sul loro polso fece comparire un piccolo bracciale di stoffa con i colori delle rispettive case.
“E’ come un segno d’amicizia, il nostro bracciale”.
“Il bracciale dell’amicizia”, Noemi sorrise con affetto.
“Oh mi raccomando non perdetelo che mi lancio una fattura”
“La piccola Serpeverde ha parlato, questa è una minaccia”
“Dai Michi non fare la cretina”. Con quelle parole le due bambine si abbracciarono e poi con gli altri scesero silenziosamente le scale per i dormitori.
 
La mattina seguente i bauli erano tutti pronti e i ragazzi più grandi aiutavano a fare incantesimi di autotrasporto per gli studenti dei primi anni. Il treno verso Londra partì alle 11 del mattino e per quel viaggio gli amici non stettero tutto il tempo insieme: Stefano andò con Roberto nello scompartimento occupato dei suoi compagni mentre Elisa e Colin erano sedute con delle loro compagne di corso; Fabio dopo qualche minuto raggiunse dei ragazzi di Corvonero e così rimasero in pochi nello scompartimento. Fabiola ed Alice crollarono subito dal sonno e perfino Naomi e Michela erano troppo stanche da dare fastidio svegliandole. Quando arrivarono al binario 9 e 3\4 dal quale erano partiti qualche mese prima i genitori li aspettavano al di là della colonna e li accolsero con affetto informandoli della loro intenzione di andare a pranzare tutti insieme in un ristorante appena aperto a Diagon Alley, inutile dire che la proposta fu ben accetta. Succedeva ogni volta che si proponeva di mangiare fuori.
Con la stessa allegria della partenza il gruppo uscì dalla stazione riparandosi dal forte vento stringendosi energicamente nei grossi cappucci dei giubbotti.

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Capitolo 7
*** 4 anni dopo... ***


Il Sole batteva sul tavolo della biblioteca dove Cecilia,Colin e Fabiola cercavano di concludere il tema di Difesa Contro le Arti Oscure ma il caldo le faceva solo sudare più del dovuto così decisero di lasciar stare per quel giorno e di scendere a prendere un po’ d’aria. Lungo le scale incrociarono anche Giorgia e Naomi in compagnia di Alice ed Andrea tutti diretti al campo da Quidditch per le prove dei Corvonero.
Erano passati quattro anni dalla notte della promessa e il gruppo di amici sembrava unito come sempre: Alice ed Andrea avevano sviluppato una bellissima storia durante il corso degli anni e continuavano a stare insieme, anche Naomi e Laura si erano fidanzate con due ragazzi entrati l’anno prima nella squadra di Quidditch delle loro case. Naomi era cacciatrice nella squadra dei Corvonero insieme a Giorgia ed Alice si era guadagnata con le amiche il posto di battitrice, il professor Vitious aveva sempre affermato che grazie a loro la casa aveva vinto la coppa l’ultimo anno.
Anche i Tassorosso erano diventati degni avversari ed avevano vinto la coppa due anni prima e grazie alle grandi doti da Cacciatrice di Laura si portavano sempre molto avanti nella classifica, ormai la ragazza era molto popolare nella sua casa ed era sempre circondata da molti spasimanti. Peccato che solo Riccardo, il portiere della sue squadra, era riuscito a conquistarle il cuore.
“Ceci come va con lo studio? Ti sei calmata?”
“No, non posso calmarmi! L’anno scorso i miei voti non sono stati eccellenti per colpa della sbandata che presi per Mattia quindi ora voglio riprendermi”
“Sbandata? Hai il coraggio di chiamarla sbandata?”
“Naomi non sei simpatica. È stata una distrazione…”. La ragazza abbassò gli occhi verso il pavimento e cominciò a fissarsi i piedi mentre procedeva in direzione del grande campo.
“Come vuoi tu, comunque pensa che questo non ti ha impedito di diventare prefetto. Sei come Fabiola, infondo anche lei è fidanzata da 11 mesi con Marco ed è il nostro rompi prefetto”
“Dai Naomi!”
“Hey come vuoi tu! Alice, Giorgia andiamo a sudare!”. Giorgia prese la scopa e partì subito in volo al seguito di Naomi mentre l’ultima rimasta a terra era presa da un lungo bacio appassionato con il suo ragazzo che fu interrotto dopo poco dalla pluffa lanciata a tutta forza dalle cacciatrici.
“Piano con ‘sta palla! Vi sto raggiungendo!”, un ultimo bacio veloce, “eccomi!”.
Durante il duro allenamento imposto dal capitano della squadra anche gli altri Serpeverde e Grifondoro si unirono agli altri sui grandi spalti per seguire le spettacolari acrobazie della squadra ritenuta la migliore della scuola.
“Lau ma Ilaria dove si è cacciata?”
“Sarà con Fabio da quando si sono fidanzati sono inseparabili”
“Ma Fabio non era ai provini per lo spettacolo di Natale?”, Fabiola aveva posato il grande libro da leggere e si era unita alla discussione.
“Si ma partecipa anche Ila”
“Si è decisa a cantare in pubblico?”
“Ebbene si cara Colin. Diciamo che la voce in capitolo più forte l’ha avuta Fabio”
“Non avevo dubbi guarda”. Sara sorrise alle amiche e tutti scoppiarono a ridere fino a quando Michela scorse un gruppo di Serpeverde scendere veloci per la collina del campo. La sua cotta per Roberto era passata tanto in fretta di quanto era venuta, ora non lo sopportava o meglio, non sopportava i suoi amici che si credevano i re del mondo.
“Stefano come mai sei in compagnia di questi Grifondoro?”
“Paolo sono miei amici e sei pregato di non giudicarli o prenderli in giro”
“Tranquillo a noi non interessa. Siamo qui per il campo, dobbiamo allenarci”
“Scusami Serpeverde come dici?”, Michela era scattata in piedi e si era avvicinata a passo deciso.
“Non sei stata interpellata mi sembra”
“E tu non hai il diritto di prendere il campo alla squadra dei Corvonero che sono nel bel mezzo dell’allenamento”, Michela iniziò ad arrabbiarsi ancora di più e le punte dei capelli iniziarono a diventare nere.
“Attenta che i capelli cambiano colore!”
“Adesso basta!”, Cecilia di alzò e si avvicinò al gruppo, “lei è così e non vedo perché si debba vergognare. Tu sei solo un cretino che non capisce le meraviglie del mondo magico e pensa solo a come dare fastidio agli altri! Fatti una vita Roberto!”. Le parole di Cecilia colpirono gli amici mentre infastidirono ancora i più il Serpeverde che sfilò la bacchetta dalla tasca dei pantaloni pronto a lanciare una fattura contro il prefetto ma i mezzo a loro si mise Michela con i capelli di un nero pece e la bacchetta impugnata.
“Non azzardarti a toccarla!”
“Ti metti di nuovo in mezzo? Expe..”. L’incantesimo del ragazzo fu interrotto dalla professoressa McGranitt che si avvicinava a grandi passi con il solito andamento che aveva quando era infuriata.
“Michela e Roberto che sta succedendo?”
“Professoressa è solo una piccola discussione”
“Non mi interessa Elisa, aveva l’aria di essere un vero e proprio duello. Voglio delle spiegazioni”
“Non ce ne sono professoressa, era come ha detto lei un duello causato da una discussione”
“Questi continui battibecchi mi hanno stancato e quindi mi vedo costretta a prendere una decisione per la punizione. Credo che a voi due lavorare insieme farà bene”
“Lavorare insieme?”. I due ragazzi si guardarono con occhi di odio prima di rimanere totalmente pietrificati dalla punizione che li aspettava.
“Lavorerete dietro le quinte dello spettacolo che viene organizzato a Natale. Significa che assisterete alle prove, aiuterete i professori e gli studenti e poi pulirete tutto il teatro ogni sera dopo le prove”.
Michela era scioccata. Questo significava la compagnia quasi costante del Serpeverde.
Nel pomeriggio il gruppo di amici decise di andare ad Hogsmade un po’ per tirare su Michela ed un po’ per distrarre dallo studio Cecilia e Fabiola, a loro si aggiunsero i rispettivi fidanzati delle ragazze e dopo un buon bicchiere di succo di zucca preso ai tre manica di scopa alcune coppiette si separarono dalle altre per passeggiare da sole. Alice ed Andrea, così, si divertirono a guardare le vetrine dei negozi prima di dirigersi verso la stamberga strillante.
Quella vecchia casa che tutti ritenevano infestata era diventato il loro rifugio da un anno a questa parte, una volta il ragazzo fece una sorpresa lì e in conseguenza decisero di far apparire un piccolo divano e delle candele per rendere la stanza dell’ultimo piano più romantica e più personale visto che le altre erano diventate come una seconda stanza delle necessità per le coppie di studenti.
I due fidanzati si stesero sul divano e si baciarono con passione ma non andarono oltre, non avevano mai superato la fase del bacio sul divano. Un po’ per l’età un po’ per la grande amicizia che li legava, a scuola erano tutti soliti chiamarli “i casti”. Questo pensiero fece ridere Alice che si staccò momentaneamente dalle labbra di Andrea il quale continuò a darle piccoli baci lungo il perimetro del collo provocandole piccoli brividi.
“Perché ridi?”
“Pensavo a “i casti”. È simpatico come nome.”
“Non ti ha mai dato fastidio però…”
“No e non me lo dà ancora. Sono contenta del nostro rapporto lo sai, mi va bene così”. A quelle parole il ragazzo la tirò per la cravatta costringendola a ritornare con le labbra sulle sue e poi rimasero così, stesi a coccolarsi fino a quando il Sole non tramontò dietro le colline.

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Capitolo 8
*** Punizione ***


Mi sono concentrata maggiormente su due persone della serie per inserire meglio la loro storia, prossimanete recupererò con tutte le altre :)
La mattina del Sabato successivo Michela varcò la porta del grande teatro mentre il Professor Vitious parlava con Roberto.
“Oh salve slave signorina Michela, stavo appunto spiegando a questo ragazzo il vostro compito della mattinata. Sistemate il teatro a dovere e poi alle 11 arriveranno i ragazzi dell’ultima sessione per i provini, a voi spetta il compito di guardarli e decidere chi andrà in scena, gli altri faranno da aiuto dietro le quinte o da comparse. Detto questo io vado ad Hogsmade visto che è una bella mattinata di Sole e sono libero. Arrivederci”. Quando il piccolo professore chiuse alle sue spalle la grande porta per un attimo la stanza piombò nel buio assoluto finchè Roberto esclamò Lumos Maxima e una leggera luce argentea illuminò un piccolo spazio tra i due ragazzi. Michela si avvicinò a tentoni alle finestre e con un colpo di bacchetta tirò le tende facendo filtrare i caldi raggi del Sole tra le finestre facendo chiudere gli occhi al Serpeverde che sembrò infastidito
“Che c’è non ti piace la luce del Sole? O non sei abituato? Immagino che la vostra Sala Comune sia totalmente oscurata”
“Per prima cosa a me piace la luce del Sole, mi ha solo colpito forte la luce e poi è ovvio che la nostra Sala Comune sia oscurata visto che ci troviamo sotto il lago. In ogni caso abbiamo molti modi per illuminare i nostri dormitori”
“E adesso piegami una cosa”, Michela si sedette su un banco libero accavallando le gambe e lasciando che la gonna scoprì il ginocchio e buona parte della coscia
“Che vuoi sapere?”
“Perché sei sempre così acido? O meglio lo sei diventato con il passere del tempo”
“Quindi secondo te non sono sempre stato così”, Roberto si fece serio e fece qualche passo verso la ragazza.
“No, non sei stato sempre così e questo tuo cambiamento è una cosa che mi ha sempre incuriosito ma visto che i nostri rapporti si sono incrinati ancora prima di diventare veramente buoni. Ora che ne ho la possibilità però te lo chiedo”
“E se io non ti volessi rispondere?”
“Confermeresti la mia tesi: c’è stato veramente qualcosa che ti ha fatto costruire questo muro e hai paura si parlarne perché parlandone faresti crollare tutta la tua immagine”. A quelle parole il ragazzo si irrigidì e Michela fu certa di aver centrato in punto, lui non ne avrebbe parlato con il suo migliore amico e figuriamoci con lei. Con un salto scese dal banco e sfoderò la bacchetta decisa a rimettere in ordine la confusione di quel posto mentre Roberto la fissava con uno sguardo che la ragazza non riuscì a decifrare.
“Che c’è? Non dirmi che non vuoi fare le pulizie!”
“Guarda che mi sottovaluti! Io le posso fare anche meglio di te volendo”.
Ecco che ha rialzato il muro, che ragazzo strano. In queste ore insieme riuscirò ad abbattere il suo muro, lo prometto a me stessa.- I pensieri di Michela furono sfuggevoli mentre posava tutti i banchi contro il muro di fondo dell’aula sistemandoli con una precisione unica.
“Io direi di iniziare i provini,prima iniziamo e prima finiamo”
“Come vuoi tu Serpeverde. Di certo preferisco stare in altri posto che chiusa in quattro mura con te”
“Benissimo, visto che siamo d’accordo prendiamo in block notes del professore e prendiamo posto nel banco grande”. I due ragazzi così fecero e passarono le successive due ore ad osservare persone che volevano mostrare il proprio talento senza magia, o almeno provavano a mostrarlo.
“Oddio finalmente abbiamo finito, mi lacrimano gli occhi”, Michela si stiracchiò sulla sedia e s strofinò gli occhi energicamente.
“Ti piacerebbe piccola Grifondoro ma dobbiamo rimettere apposto gli strumenti usati”
“Fantastico, credo che questa punizione mi farà impazzire”. Improvvisamente si rese conto che stava parlando con quel ragazzo senza aggredirlo, come se avessero da sempre avuto un normalissimo rapporto.
“A me farà impazzire averti accanto, mi potresti mischiare la tua indole da Grifondoro e non ci tengo”, ovviamente se erano lì il bel rapporto non lo avevano
“Se sei una serpe convinta tanto non ti farai mai mischiare un minimo di lealtà”
“Figuriamoci, un’altra che pensa che noi siamo cattivi. Guarda che noi siamo leali con noi, solo che alcune cose non le accettiamo”
“Ma dai, non lo avrei mai detto”. La frase detta con quel tono acido di sfida dipinse un sorriso sul volto del ragazzo e questo lasciò di stucco Michela che, istintivamente, allargò le labbra in un sorriso a trentadue denti.
“Dai finiamo qui sennò veramente non usciamo più”. In pochi minuti finirono di sistemare tutto, l’aria era così leggera e serena in quella stanza che sembrava che stessero lavorando due amici. Non due acerrimi nemici. Quando finirono di sistemare aprirono la grande porta e il Sole che si rispecchiava sulle pietre del lungo colonnato li accecò per qualche istante prima che una ragazza abbracciò energicamente Michela e guardò acidamente il Serpeverde al suo fianco.
“Ceci, come va?”
“Tutto bene, siamo stati nel parco a parlare e studiare. A te invece come è andata?”, Cecilia la trascinò con sé senza dare la possibilità alla ragazza di rivolgere un solo sguardo di saluto a Roberto.
“Diciamo che è stato sopportabile, certo rimane sempre il ragazzo antipatico però alla fine non abbiamo parlato molto”
“Quanto ancora devi sopportare questa situazione?”
“Fino alla prima, quindi all’ultimo giorno di vacanze”. Cecilia guardò l’amica con uno sguardo compassionevole credendo che veramente avesse passato due ore di pieno inferno, però Michela non si sentiva così. Non era andata così male quella mattinata, aveva capito con pochi sguardi che veramente dietro a quella muraglia di ghiaccio gelido c’era un ragazzo che aveva sofferto.
“Michela ci sei?”. La voce di Sara distrasse la ragazza dai suoi pensieri e si accorse che era al campo da Quidditch senza nemmeno ricordarsi di aver fatto quella strada.
“Scusa Sara dicevi?”
“Gli amici Serpeverde hanno sfidato voi Grifondoro in una partita di Quidditch, quindi direi che devi farti prestare un pantaloncino per non volare con la gonna”
“Fantastico, direi che ci mancava solo questa oggi. Gli altri sono negli spoiatoi?”
“Si…”
“Vado a farmi prestare una divisa e torno”.
Qualche minuto dopo Colin, Cecilia, Michela, Elisa entrarono in campo portando delle scope personali di ottimo livello e furono subito raggiunte da cinque ragazzi di Serpeverde.
“Siate solo in quattro eh? Per lo più ragazze… Visto che siamo dei cavalieri di concederemo altre due persone del vostro patetico gruppo. Anche noi ne chiameremo altri due. Vediamo: Stefano e Roberto venite voi?”. Il primo si alzò con riluttanza e poi si diresse dai compagni che gli porgevano una Nimbus 2001, Roberto invece andò a prendere la sua Nimbus 2002 dal deposito delle scope e partì in volo.
“Bene allora io direi Naomi e Laura. Ci state?”. LE due amiche non se lo fecero ripete due volte e salirono sulle rispettive scope spiccando il volo con tutti gli altri.
Alice fece volare le quattro palle nel campo e la partita cominciò. Naomi sfrecciò veloce e si impossessò subito della pluffa e in pochi secondi la fece entrare nell’anello più grande, il portiere dei Serpeverde la rimandò subito indietro e il punteggio della partita si stabilizzò: la squadra mista dei Grifondoro riusciva a mantenere una situazione normale per quanto facesse fatica contro sei ragazzi che vivevano volando. Michela era stata nominata Cercatrice visto che di estate era quello il ruolo che ricopriva però non era abituata a giocare con un vero e proprio boccino ma doveva prenderlo, a tutti i costi; nemmeno Roberto in fondo era un cercatore quindi si battevano alla pari ma doveva vincere lei. Era una questione di orgoglio, per colpa sue si era beccata quella punizione. Ed ecco che ad un certo punto vide qualcosa di oro svolazzare intorno a lei per poi volare nella direzione dell’altro cercatore, Michela strinse la scopa e si mosse velocemente con il braccio destro allungato verso la piccola pallina d’oro; nello stesso istante nel quale accellerò Roberto le andò incontro dall’altra parte del campo facendo lo stesso movimento e quando fu così vicino alla ragazza notò che stavano per urtarsi così cercò di deviare ma perse il controllo della scopa ed anche Michela fece lo stesso. In pochi secondi la ragazza si trovò distesa sul Serpeverde e la sua mano destra intrecciata alla sua, insieme stringevano il boccino. Quella situazione mise in imbarazzo entrambi così tanto che non si mossero rapiti dallo sguardo dell’altro.
Tutti gli amici corsero verso di loro e aiutarono Michela ad alzarsi, la partita era finita in parità ma nel modo più strano che avessero mai visto.

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Capitolo 9
*** Il mazziere ***


Le ragazze che avevano partecipato alla partita si cambiarono in pochi secondi e corsero verso la Sala Grande dove il banchetto era già a metà. I professori si insospettirono quando le videro arrivare e sedersi di corsa ai rispettivi tavolo oramai quasi vuoti, decisero però di non dare troppo peso a quella strana entrata e per una volta fare finta di niente. Improvvisamente sul tavolo dei Corvonero arrivarono tre gufi che portavano tutti insieme uno stesso enorme pacco che fecero cadere davanti a Naomi, la ragazza rimase di stucco e piano sciolse i nodi di raso blu che avvolgevano la scatola. Quando alzò il coperchio gli occhi le si riempirono di lacrime di gioia: una decina di fatine uscirono volando intorno alla ragazza formando un cerchio brillante fino a quando Naomi prese un lungo vestito di raso e seta blu con una mascherina bronzo abbinata sotto la quale c’era un biglietto scritto con una perfetta calligrafia che conosceva fin troppo bene.
Amore so che non ami i vestiti eleganti e lunghi così ne ho preso uno con i colori della nostra casa nella speranza che possa convincerti ad indossarlo alla festa di Halloween. C’è l’occasione di essere veramente eleganti.
Ti amo.
Shin l’aveva raggiunta al suo posto e la guardò sorridendo, la ragazza si girò e si fiondò subito tra le sue braccia baciandolo con passione.
“Certo che vengo alla festa con questo vestito, è bellissimo”
“Ti amo tesoro”
“Anche io”. I due fidanzati si baciarono a lungo senza curarsi di tutte le persone che li guardavano e poi salirono verso il dormitorio abbracciati lasciando per un po’ da parte il resto del gruppo. Si accoccolarono nella poltrona più isolata della Sala Comune e rimasero lì scambiandosi coccole e parole dolci perdendo perfino la nozione del tempo.
“Scusate ma Naomi dov’ è?”, Ylenia era seduta sul prato e come sempre mangiava qualche dolce che le mandava la madre via posta una volta ogni due settimane e a lei si erano unite subito Michela ed Ilaria.
“Ad ora di pranzo se ne è andata con il ragazzo nel dormitorio e non l’abbiamo più vista”
“Ora si piega tutto…” Andrea per quell’affermazione si prese una bella gomitata nel fianco da parte della ragazza
“Stasera ci vediamo nella stanza delle necessità? È sabato e sapete questo cosa significa”
“No Elisa ti prego, anche oggi?”
“Si Cecilia, è una ricorrenza settimanale da quest’ anno”
“Ma magari si può fare a meno visto che Naomi è scomparsa per tuta la giornata…”
“Non ci pensare, è così che deve andare stasera. Stesso orario e stesso posto”
“Ti odierò sai?”
“Perché Laura? Non ti va di fare il mazziere?”. A quelle parole tutto il gruppo scoppiò in una fragorosa risata.
Verso le 11, quando tutto il castello era già buio, il gruppo di amici si trovò davanti alla Stanza delle necessità e piango piano spinsero la grande porta. Quella sera l’arredamento non era cambiato: c’erano le sedie, i cuscini, delle patatine e la bottiglia di sambuca che non mancava mai nei loro incontri notturni.
“Non aspettiamo Naomi?”
“No, se vuole sa dove trovarci”, Fabiola era decisa ed entrò per prima prendendo posto su un grosso cuscino seguita subito dagli altri.
“Benissimo allora chi inizia?”
“Al solito, chi pesca la carta più alta distribuirà le carte”.
 Ognuno di loro prese una carta in mano con timore e mentre le guardavano la porta della stanza si aprì e una figura avvolta in un mantello entrò, tutti rimasero con il fiato sospeso dalla paura finchè il cappuccio cadde dalla testa della ragazza e la figura di rivelò essere Naomi che soffocava le risate.
“Quanto sei cretina!”
“Dai che vi ho messo paura Sara! E poi così imparate a pescare le carte senza di me”
“Quindi ci spetta una punizione?”
“Si, esattamente Fabio. Per punizione dovrò essere io a decidere le vostre punizioni”
“Naomi finisce sempre così!”
“Giorgia va così il mondo, fattene una ragione”
“Ma per favore! Almeno spiegaci cosa hai fatto chiusa nel dormitorio con il tuo ragazzo fino ad ora”
“Andrea i fatti tuoi mai? Non abbiamo fatto niente di niente”
“Ahahah”
“Io non riderei nella tua posizione, almeno on ci chiamano “casti” a noi due”, Naomi sorrise all’amico e si impossessò della bottiglia di sambuca.
“Brindo a quei babbani che ci hanno fatto scoprire questo gioco”, con un gesto abile riempì i bicchieri di plastica degli amici e alzò la bottiglia per brindare per poi attaccarla alle labbra e bere la bevanda.
Come al solito quando Naomi decideva gli obblighi degli amici tutti arrivavano a fine serata che si erano almeno baciati una volta ciascuno o che avevano leccato pancia, guancie o braccia di un altro amico.
Andrea ed Alice come Ilaria e Fabio partecipavano tranquillamente al gioco senza farsi eccessivi problemi quando l’uno baciava una ragazza del gruppo o viceversa, non lo consideravano un tradimento visto che conoscevano il forte legame che univa il gruppo; anche le altre ragazze fidanzate con gente esterna al gruppo aveva convinto i ragazzi a non porsi troppi problemi per un semplice bacio visto che per loro non aveva alcun significato. Solo così riuscivano a godersi appieno i sabati sera con la sambuca.

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Capitolo 10
*** Liti ***


“Ragazzi sono le due di notte, dire che è arrivato il momento di tornare nei dormitori”
“Stefano ha ragione, e poi c’è Ilaria che a stento si regge in piedi”
“Cecilia anche tu hai una faccia disgustata”
“Non è per colpa dell’acool”
“Ah no?”
“No Faby, vedi il problema è stato leccare dalla pancia di Sara la maionese”
“Ahahahahha”, Fabiola scoppiò a ridere e poi aprì lentamente la porta della stanza.
“Laura ed Andrea vi prego mettete Ilaria nel letto senza farvi vedere, sarebbero capaci di ammazzarvi”
“Tranquilla Colin, noi scendiamo con i Serpeverde. Ci vediamo domani mattina”
“Ciao”.
Nel silenzio totale il gruppo si divise e rientrò nei loro dormitori e appena misero la testa sui morbidi  cuscini furono sopraffatti dal sonno.
La mattina successiva nessuno degli amici si alzò presto visto che ancora sentivano i sintomi della bevuta della notte precedente, solo Michela e Fabio riuscirono ad aprire gli occhi e si incontrarono nella Sala Grande per la colazione.
“Anche da te dormono tutti?”
“Si. Purtroppo credo che dovremmo dare per malata Ilaria, dubito che si sveglierà per le prove dello spettacolo”
“Si forse hai ragione. Ho scelto una ragazza totalmente scapestrata”
“Ahahah ma dai!”. Michela si sedette con l’amico al tavolo dei Corvonero, visto che la domenica era l’unico  giorno in cui potevano permettersi tali cambiamenti, e si servì una grande tazza di caffè per recuperare un minimo di lucidità.
“Fabio, io devo andare che sono in ritardo per la punizione, ci vediamo alle prove tra mezz’ora”
“D’accordo e buona fortuna con la Serpe”.
Michela corse verso la sala delle prove e trovò Roberto fuori la porta che quando la vide fece un ghigno tra il divertito e il disgustato,
“Che c’è?”
“Ma hai visto le tue condizioni?”
“Così terribili?”
“Hai gli occhi rossi e delle occhiaie micidiali, ti consiglio vivamente di andare a dormire dopo pranzo”
“Grazie per il consiglio, direi che i complimenti sono sempre ben accetti”. Con quella frase la ragazza aprì la porta bruscamente e sbuffò.
Le due ore successive le passarono ad osservare i ragazzi che iniziavano ad imparare le battute dei copioni, Michela sbadigliò quasi sempre mentre Roberto sembrava che volesse uccidere tutti i presenti in sala. Si annoiavano così tanto che non riuscivano nemmeno a capire il senso delle scene che provavano, si erano persi a metà della trama visto che le ragazze sostituivano in continuazione la protagonista che era assente, Ilaria. Quando il Professor Vitous decise di lasciarli liberi i due tirarono un lungo sospiro di sollievo e senza nemmeno salutarsi presero strade diverse: Roberto andò a pranzare con i suoi amici mentre Michela si trascinò fino al dormitorio e, arrivata al letto, si lasciò cadere con la divisa ancora addosso.
Alle tre del pomeriggio aprì gli occhi e si trovò circondata dalle compagne di dormitorio in compagnia di tutte le altre ragazze del gruppo e da Alice, stranamente in lacrime.
“Oddio tesoro che è successo?”, si strofinò gli occhi e si tirò su appoggiandosi ai cuscini.
“Niente, scusa Michi ma questo è l’unico posto dove posso sentirmi a casa oltre al mio dormitorio. E li non voglio starci”
“Ma figurati, però ora spiegatemi cosa mi sono persa”
“Andrea, bhè…”, Ylenia cercò le parole giuste per non cercare di far scoppiare ancora una volta l’amica, “ha detto che vuole un po’ di tempo”
“CHE COSA?”, Michela ormai era totalmente sveglia e aspettò di sentire la dinamica della storia. Alla fine fu Elisa a prendere la parola
“Dopo pranzo l’ha chiamata da parte e le ha detto che si sente confuso e che vuole prendere un po’ di tempo per decidere”
“Quanto precisamente?”
“Non l’ha specificato”, Alice parlava con una voce rotta e si vedeva che faceva una fatica assurda a non scoppiare ancora in lacrime.
“Io credo che sia solo un periodo adolescenziale in cui i maschi sono sempre confusi”, Fabiola provava a vedere il lato razionale della situazione ma le si leggeva in faccia che anche lei era totalmente basita,
“5 anni…”.
Gli occhi di Alice si riempirono di lacrime e Cecilia le cinse le spalle con un braccio cercando di consolarla e fece un segno a Naomi per dirle di provare a cambiare discorso così da distrarre l’amica.
“Ok gente ho notizie fresche fresche dal dormitorio delle serpi!”
“Ah si e quali sarebbero?”, Ylenia e Noemi si guardarono in modo divertito
“Ora ve le dirò, ma sappiate che la pagherete per non avercelo detto prima. Stefano si è fidanzato!”
“Oddiooddiooddiooddio, con chi?”, Ilaria la guardava sbigottita come tutte le altre e anche Alice aveva smesso di piangere per ascoltare quella storia.
“Con Alba”, Noemi lo disse con una tranquillità che lasciò ancora più sorprese le altre ragazze
“E Alba chi è?”
“Come chi è! Giorgia ma dove vivi?”
“E’ il prefetto dei Serpeverde, una bella ragazza devo dire”
“E tu come lo sai Naomi?”
“Io so sempre tutto”
“Uuuuuuh”, Colin suscitò la risata del gruppo e poi le amiche con la forza trascinarono Alice fuori dalla torre ei Grifondoro e la portarono al campo da Quidditch.
Qualcosa però andò male nel loro piano, infatti mentre andavano al parco incontrarono Andrea che passeggiava al fianco di Fabio e che era totalmente immerso nella discussione, forse stava raccontando la dinamica dei fatti e il suo punto di vista a comunque Alice non voleva saperlo. Superò velocemente i due a testa alta e cambiò direzione andando verso il lago nero dove si sedette sull’erba e inspirò profondamente l’aria fresca autunnale, non si girò nemmeno quando le amiche le si sedettero vicino in silenzio. In queste occasioni quei semplici gesti le bastavano, anzi erano la miglior cosa che potessero fare; sentiva veramente che loro erano le sue migliori amiche.

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Capitolo 11
*** Rottura ***


Quella stessa sera a cena Alice si sedette di spalle al tavolo dei Tassorosso e iniziò una lunga discussione sul torneo di Quidditch con Naomi e Giorgia,  agli altri tavoli sembrava regnare la pace dopo un pomeriggio di inferno; però inaspettatamente successe qualcosa che colpì tutta la scuola: Laura si era alzata di scatto ed aveva iniziato ad urlare contro Andrea il quale manteneva un’espressione impassibile.
“Oh andiamo Andrea io sono sua sorella!”
“E quindi? Questo significa che non puoi essere mia amica?”
“Io sono tua amica ma il tuo comportamento è assurdo, te ne rendi conto?”
“Io ho le mie ragioni per quello che ho fatto!”
“Si e magari un giorno le spiegherai a lei?”
“Non sono tenuto a farlo!”
“Oddio quanto sei infantile a volte!”
“Infantile?”, adesso anche Andrea si era alzato e guardava in cagnesco Laura. Avevano gli occhi di tutti gli studenti addosso, soprattutto quelli del gruppo di amici che erano totalmente paralizzati mentre i loro due amici continuavano ad urlarsi addosso.
“Si, diamine! Sei infantile, come fai a pensare di non dare spiegazioni a una ragazza che hai mollato dopo cinque anni senza motivo?”
“Io…”
“Ecco non hai nemmeno le parole per difenderti perché non puoi difenderti! Quanto sai essere cretino”. Laura uscì a grandi passi dalla Sala Grande, Andrea fece lo stesso e si vedeva che, se avesse potuto, avrebbe sbattuto la grande porta.
Ilaria era rimasta al tavolo dei Tassorosso e i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime, non voleva che il gruppo di dividesse, non così. Sembrava che tutto fosse crollato in poche ore, la loro spensieratezza, la loro armonia…
Fabio si alzò dal suo tavolo e senza badare agli sguardi delle altre persone si avvicinò alla sua ragazza, le cinse le spalle e la portò fuori da quella sala che sembrava essere improvvisamente troppo affollata.
“Amore, smettila di piangere. Si sistemerà tutto”
“Io… Voi siete tutto ciò che ho dall’infanzia e non voglio perdervi, non so cosa farei senza di voi”
“Lo so, vieni qui”.
Il ragazzo la strinse forte contro il suo petto e le accarezzò dolcemente la testa provando a rassicurarla; lei alzò lo sguardo e appoggiò dolcemente le labbra contro quelle del suo fidanzato, si unirono in un bacio lungo e passionale. Uno di quelli di cui solo loro conoscevano il significato, quello con cui riuscivano a scambiarsi tutto il loro amore.
“Volgiamo rientrare per vedere come stanno anche gli altri? Soprattutto Alice… era alquanto scossa per la discussione della sorella”
“Si… hai ragione è meglio andare”
“Cerchiamo almeno noi di rimanere uniti e poi tutto si sistemerà per il meglio”.
Fabio prese per mano la ragazza e si diresse verso il settimo piano, sapeva perfettamente dove trovare il gruppo di amici: la Stanza delle Necessità, il loro rifugio.
“Ah siete arrivati ragazzi”, lo sguardo di Alice sembrava perso nel vuoto e gli ultimi arrivati capirono subito che avevano perso l’inizio del discorso sulla litigata furibonda. Fabio si guardò intorno la non li vide: per la prima volta erano assenti Andrea e Laura.
“Sentite io dico una cosa: nessuno deve prendere posizioni, nessuno è nel torto marcio come nessuno ha pienamente ragione, l’ha ammesso anche Alice. Prendere posizione significherebbe rimarcare la spaccatura che potrebbe andare a crearsi”
“Fabiola ha ragione ragazzi, dobbiamo rimanere uniti ed essere vicini a tutti, senza esclusioni. Poi dobbiamo aspettare l’evolvere della situazione”.
Quando Cecilia smise di parlare tutti annuirono ma nessuno era fermamente convinto di quella decisione: era troppo il dolore che provocava quell’improvvisa litigata. Il silenzio fu rotto dal rumore dell’aprirsi della porta e dai passi di una ragazza che si avvicinava verso il cerchio che avevano formato gli amici: Laura era arrivata, aveva gli occhi rossi e questo fece subito pensare ad un pianto; senza pensarci un secondo Alice si alzò e corse verso la sorella stringendola in un forte abbraccio. Ormai solo tra le sue braccia si sentiva protetta, sicura e felice.
Il mattino seguente sembrò arrivare troppo presto riportando alla luce tutti gli avvenimenti della Domenica però il gruppo sembrò aver ritrovato una certa calma, forse era appesa ad un filo molto debole ma esisteva ancora in parte.
Tutte le lezioni mattutine si svolsero senza eccessivi problemi anche se quando finivano allo stesso tavolo Corvonero e Tassorosso o Laura ed Andrea si poteva sentire il gelo che li circondava; nel pomeriggio avevano due ore di spacco e quasi tutti le passarono con i ragazzi o chiusi nei dormitori a studiare, tutti tranne Michela che aveva il solito appuntamento per la punizione.
“Carina la scenetta di ieri sera al tavolo dei Tassi”
“Roberto è meglio che taci, non sono affari tuoi”
“Oh mi chiami per nome adesso?”
“Cosa? Ah manco ci ho fatto caso alla fine, ho la testa da un’altra parte”
“Guarda un po’, l’avevo notato”
“Bene, quindi che ne dici se pensiamo ad altro e ci mettiamo a fare le scenografie?”
“Certo come vuoi tu”.
Michela si sentiva stranamente bene in quel momento, forse la presenza di quel ragazzo così strano o la consapevolezza che i problemi del gruppo lì non potevano entrare, ma lei in quelle ore a dipingere enormi cartoni per le scenografie si sentì libera. Improvvisamente Roberto la schizzò con la pittura verde  sulla guancia e scoppiò a ridere
“Adesso anche tu hai qualcosa di serpentese addosso”
“Ti faccio vedere io!”, Michela prese un pennello intinto nella pittura rossa e lo agitò colpendo il ragazzo in pieno volto. Da lì partì una sorta di battaglia tra i due ragazzi che per la prima volta risero insieme, come se fossero amici da tempo, come se la rivalità non ci fosse mai stata; improvvisamente Roberto prese per i polsi la ragazza e la bloccò. I due improvvisamente sentirono le loro labbra sfiorarsi ma subito si scansarono e pulirono con la magia tutte le macchie di pittura sul pavimento lasciando le prime scenografie ad asciugare lasciarono la stanza di corsa senza degnarsi di uno sguardo.
 Finiva sempre così.

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Capitolo 12
*** Rivelazioni ***


Michela era talmente sovrappensiero mentre camminava per i corridoi della scuola che nemmeno si accorse di aver urtato la spalla di Cecila che camminava tranquillamente in compagnia di Ylenia
“Michela vuoi fermarti?”
“…. Cosa?”
“Hai il prosciutto sugli occhi?”
“No Yle, ci vedo benissimo ero solo sovrappensiero”
“Ma no! Non lo avrei mai detto! Si può sapere che è successo?”
“No niente, pensavo soltanto. Voi dove state andando?”
“Cerchiamo un po’ di tranquillità, la situazione è nera e nessuno si muove dalle sue posizioni”
“Alice come sta?”
“Bene, ora è al campo per gli allenamenti della squadra, Naomi sta cercando di distrarla un po’ ma non so quanto possa essere utile”
“Si e intanto Andrea fa il solito cretino, dico ma si può?”
“Ahahah ma dai Ceci! Spero solo che si risolva questa situazione…”.
Le tre amiche sospirarono e decisero di andare a sedersi sulle gradinate del campo da Quidditch a prendere un po’ di Sole; i giocatori dei Corvonero sfrecciavano veloci nell’aria creando certe volte piccole ombre sulle tre ragazze che non ci diedero eccessivo peso prese da un’improvvisa sonnolenza.
Ylenia sognava di essere su una spiaggia tropicale in compagnia del ragazzo che le faceva battere il cuore, era lì sul punto di scambiarsi un bacio quando un’onda li travolse bagnandoli tutti; la ragazza aprì gli occhi improvvisamente e si ritrovò bagnata dalla testa ai piedi e poi vide due figure con un secchio  vuoto in mano che erano piegate in due dalle risate: Naomi e Giorgia.
“No dico ma siete uscite pazze?”, la bionda si alzò di colpo e i capelli la bagnarono ancora di più suscitando rumorose risate da parte delle amiche.
“Io vi ammazzo, adesso sai come mi si faranno i capelli? E poi non potete starvi ferme? Stavo sognando..”
“Oh ma che carina la ragazzina che sogna il suo amore, Guido”
“Naomi ti ho detto di non dire il suo nome ad alta voce!”, Ylenia afferrò la bacchetta e urlò Acqua eructo bagnando la ragazza con un potente getto d’acqua. Purtroppo venne colpita anche Laura nella lotta e la ragazza non perdonò le amiche: iniziò una vera battaglia colpi di acqua durante la quale le amiche non davano nemmeno peso a quello che andavano a colpire finchè passarono Stefano e Roberto e Michela colpì quest’ ultimo con un potente getto d’acqua e tutti si immobilizzarono aspettando la risposta del Serpeverde. Questa però non arrivò mai, difatti Roberto guardò la ragazza, i cui capelli iniziarono a cambiare colore, e poi con un colpo di bacchetta si asciugò e proseguì per la sua strada; Michela cercò di tornare normale prima che le amiche se accorgessero del cambiamento e poi propose di imitare il ragazzo e di andare ad occupare il loro tempo in altro modo: si stava alzando il vento autunnale e rischiavano un bel raffreddore.
Mentre Ylenia percorreva il corridoio dei Serpverde  incrociò l’assistente del professore di pozioni che la guardò sorridendole, per tutta risposta lei abbassò la testa e divenne totalmente rossa accelerando il passo in direzione della sua sala comune mentre i capelli le gocciolavano ancora lungo le spalle.
“Yle ma che hai combinato?”, chi aveva parlato era un ragazzo Tassorosso alto con i capelli biondi che aveva un sorriso a trentadue denti rivolto alla ragazza.
“Hey ciao Guido! Ho giocato un po’ con l’acqua con le altre”
“Siete sempre le solite casiniste, chissà se cambierete mai”
“No non credo proprio, ci piacciamo così come siamo. Adesso scusa ma è meglio che vado a cambiarmi”
“Ciao”.
Guido osservò la ragazza sparire dietro l’angolo e sospirò pesantemente, chissà se un giorno sarebbe riuscito a conquistarla.
Ylenia si buttò subito sotto il getto caldo dell’acqua e sorrise pensando a quanto fosse bello il suo professore, ogni volta che la vedeva le sorrideva e questo le faceva pensare che forse poteva avere un minimo interesse nei suoi confronti. Naomi continuava a prendere in giro lei e Guido, non conosceva la verità e come lei anche le altre; non avrebbero mai accettato questa sua cotta e l’avrebbero indotta a lasciar stare questa cosa, però secondo lei c’era quella minima possibilità e per questo non ne aveva parlato, era il suo sogno proibito. Tutti ne avevano uno infondo no?
In Sala Grande, intanto, c’erano Andrea e Fabio che parlavano sempre dell’improvviso cambiamento che aveva indotto il ragazzo a lasciare Alice
“Devi dirglielo, almeno così forse la situazione migliora”
“Non ci riuscirò mai Fabio. Sai che mi imbarazza”
“Si ma siete stati insieme cinque anni, vedi che lei ti capirà come nessun altro”
“Si ma… non è una cosa un po’ brutta da dire?”
“Fammi capire preferisci rimanere in questa situazione? Io non voglio vedere il gruppo spaccato in due, la mia ragazza che piange e tu ed Alice che non vi parlate”
“Forse hai ragione, insomma tanto lei lo capirà sicuramente no?”
“Si. Di questo sono siscuro”
“Grazie Fabio, sei un grande”.
I due ragazzi si sorrisero e poi videro entrare le amiche dalla porta principale e si aspettavano come sempre lo sguardo gelido di Alice, però furono sorpresi di vederla sorridere per la prima volta in quei giorni. Lei stava sorridendo non alle amiche ma ad un alto ragazzo che era al suo fianco: capelli rossi, magro ed alto. Andrea ci mise poco a capire chi era visto che l’aveva notato durante le partite dei Grifondoro: era George Weasley, il nipote del famoso mago, suo omonimo, che combattè nella battaglia contro Voldemort.
Forse a lui piaceva la sua ex, forse la cosa si poteva risolvere meglio di quanto si aspettasse così decise di alzarsi e prendere per un polso Alice correndo fuori il castello.
“Andrea che diamine vuoi?”
“Aspetta, non arrabbiarti e non scappare. Voglio spiegarti tutto, possiamo sederci?”
“… Va bene, sediamoci”
“Ecco allora, per me è difficile dirtelo. Io ti ho lasciato perché… credo di aver cambiato gusti”.
Nei secondi successivi a quell’ affermazione non volò una mosca ed Andrea coprì il volto tra i palmi delle mani mentre la ragazza strabuzzò gli occhi e rimase letteralmente con la bocca aperta.
“Scusami? Dopo cinque anni tu mi dici una cosa del genere? Non è una bella cosa da sentirsi dire”
“Speravo che tu riuscissi a capire”
“Ma capire cosa? Mi hai mollato perché sei diventato gay? Magnifico!”
“Però oggi ho visto che tu vai molto d’accordo con George…”
“Oh si lo trovo carino sai almeno lui ha i capelli!”.
Questa fu Andrea ad aprire gli occhi in segno di meraviglia per poi accennare un sorriso e scoppiare in una risata fragorosa seguito dalla ragazza al suo fianco; dopo qualche minuto riuscirono a riprendere fiato e parlare ma nei loro sguardi non c’era più rabbia solo divertimento e simpatia.
“Oddio scusa Andre, non volevo offenderti!”
“No tranquilla scusa tu, mi sono comportato davvero male. Tutto apposto?”
“Tutto apposto!”.
I due ex fidanzati si guardarono e poi Andrea cinse con un braccio le spalle di Alice rientrando nella Sala Grande sotto gli occhi curiosi e sorpresi di tutto il gruppo.

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Capitolo 13
*** Nuovi amori ***


I lunghi giorni passarono tranquilli nelle mura della scuola, il gruppo andava molto d’accordo dopo la riappacificazione di Alice ed Andrea. Questa infatti aveva portato anche ad una tregua tra Laura ed il ragazzo e quindi tutto il gruppo viveva una pace che sembrava essere tornata quella degli anni passati.
Ylenia sognava ancora la sua storia proibita con l’insegnate ed era sempre più convinta che tutto si sarebbe sistemato come voleva ma ora aveva solo voglia di dirlo a qualcuno, ma chi era la persona giusta del gruppo? Forse nessuno l’avrebbe potuta capire, non aveva ancora il coraggio di parlare quindi decise di continuare a mantenere il segreto e di far credere a tutti  che il ragazzo che le piaceva era Guido, infondo lo trovava veramente carino però non era il suo tipo. Prese dai suoi pensieri incrociò Michela sulla porta della sala del teatro e la salutò prima che quest’ ultima si chiudesse la porta alle spalle, riavvolta nella penombra che oramai le era familiare.
“Hey sei arrivata!”
“Si scusa, ho fatto tardi a colazione”
“Figurati, oggi tanto non abbiamo molto da fare visto che dobbiamo solo completare le scenografie”
“Oh… quindi la punizione sta veramente volgendo al termine”
“Si ma solo questa parte. Dopo ci aspetterà una lunga serie di prove ed assistenze ai protagonisti”
“Fantastico, guarda non vedo l’ora”
“Lo so”.
Roberto si girò verso di lei e le sorrise, un sorriso che non aveva mai visto sul volto del ragazzo e lo stava volgendo proprio a lei. Perché le faceva questo strano effetto? Fortunatamente era buio e non si notava l’improvviso rossore delle sue guance, ma poi il ragazzo le si avvicinò e improvvisamente Michela si ricordò che era un metamorfomagus e i suoi capelli cambiavano colore, diamine maledetti capelli.
“Agitata?”, il ragazzo le si avvicinò sempre di più finchè il suo respiro non si confuse con quello della ragazza.
“Io non sono agitata, sono tranquillissima”
“I tuoi capelli dicono il contrario, ora sono di un meraviglioso biondo cenere”
“Lo sto facendo apposta”
“Senti piccola Grifondoro io ti penso dal primo giorno di punizione, per non parlare del momento in cui le nostre labbra si sono sfiorate. Io ti voglio, è strano dirlo ma è così: ti voglio con ogni piccola parte del mio corpo, del mio cuore. Ora guardami negli occhi e dimmi che non mi sono inventato il tuo interesse”
“Io…”, la ragazza non potè finire la frase perché il Serpeverde aveva rotto le distanze e aveva unito le sue labbra a quelle della ragazza che trattenne il respiro per qualche secondo prima di separarsi.
“Io non posso, io ti odio Roberto”
“Non sai che l’odio è parte dell’amore? O meglio è considerato quasi lo stesso sentimento”.
Non riuscì a parlare nemmeno la ragazza, quella che aveva sempre la parola pronta e perfetta, si abbandonò al respiro e alle labbra di quello che fino a poco tempo fa credeva il ragazzo più insopportabile che avesse mai conosciuto.
Non sapeva il tempo trascorso ma quando le sue labbra si staccarono da quelle di Roberto sentì il suo stomaco rivoltarsi, sorrise automaticamente e quando incrociò gli occhi verdi scintillanti dei Serpeverde capì che forse quel bacio era la cosa migliore che le fosse capitata in quella scuola.
Senza proferire più alcuna parola i due ragazzi si sedettero sul pavimento e continuarono a disegnare le scenografie dello spettacolo nel più assoluto silenzio, loro non sentivano il bisogno di parlare perché i loro occhi, con il loro personale gioco, parlavano da soli esprimendo tutte le loro sensazioni.
Appena sentirono l’orologio colpire le dodici in punto i due si alzarono e, sempre in silenzio, si avviarono vicino alla porta della stanza quando improvvisamente Roberto fermò per il polso la ragazza e le diede un altro, leggero, bacio sulle labbra.
Lungo il corridoio esterno della scuola cecilia camminava con Ylenia e sembrava confabulassero di qualche faccenda che loro due sicuramente ritenevano importante. Michela si avvicinò con un sorriso stampato sulle labbra e subito la bionda Serpeverde la assalì con mille domande.
“Tra una settimana c’è il ballo, cioè tu sai con chi andarci? E che ti metti? Fortunata Naomi che ha quel fantastico fidanzato, già le ha regalato il vestito”
“Si e anche Fabiola, Laura, Ilaria e Fabio ed anche Stefano è apposto. Non è possibile”
“Cecilia io ti ricorderei che tu lo avevi un fidanzato se poi non lo avessi mollato a fine anno”
“Michela metti ancora in mezzo Mattia e ti lancio una fattura, seriamente questa volta”
“Michi ma tu con chi ci vai?”
“Con voi no? Ti sembra che abbia un ragazzo?”
“Magari uno nascosto…”.
Michela avvampò violentemente ma  le due amiche non ebbero tempo di ribattere poiché un altro ragazzo con i capelli ricci e neri camminava nella loro direzione. Cecilia ebbe un brivido lungo la schiena e abbassò istintivamente lo sguardo per non incrociare gli occhi profondi che tanto l’avevano fatta sognare l’anno precedente.
“Michela, Ylenia ciao”, il ragazzo si rivolse poi alla Grifondoro che sembrava pietrificata e la guardò con gli occhi che brillavano, “ciao Cecilia”.
“Hay Mattia come va?”
“Una meraviglia Yle, voi?
“Tutto bene, siamo in agitazione per la festa di Halloween”
“I soliti problemi di ragazze?”
“Già: vestiti, scarpe, trucco, capelli e poi l’accompagnatore”
“Non sapete con chi andare quindi?”, rivolse uno sguardo verso Cecilia di sfuggita ma non fu ricambiato.
“No, niente. Zero. Fa abbastanza tristezza devo dire”
“Dai che sicuramente troverete qualcuno, o almeno andrete da sole ma vi divertirete lo stesso”
“Puoi dirlo forte. Dove ci siamo noi c’è il divertimento caro”
“Si mi ricordo bene Michi…”
“Perfetto dopo questi bellissimi ricordi perché non andiamo via? Michela ed Ylenia vi muovete? Ci aspettano per il pranzo”
“Eccoci eccoci!”.
Cecilia camminava così velocemente che le due amiche, abbastanza basse rispetto alla ragazza, facevano molta fatica a starle dietro.
“Oddio santissimo Cecilia vuoi andare più piano?”
“NO. Michela manco morta. Mi fermerò solo quando sarò arrivata al tavolo”
“Ok allora vado a dare la mia iscrizione per la prossima maratona”
“Babbana o magica Yle?”
“E’ uguale”.
Le tre amiche alla fine arrivarono al tavolo dei Grifondoro e Michela ed Ylenia si sedettero respirando profondamente mentre tutti gli altri le guardavano in modo strano.
“Cioè io voglio sapere perché proprio oggi doveva fermarsi a parlare con voi”
“Veramente parlava anche con te”
“Con me non parlava, si è fermato a parlare con voi”
“Si Yle non ha tutti i torti, parlava di lei più che con lei. Si vede da kilometri che è ancora cotto di te”
“Si parla di Mattia vero?”
“Esatto Elisa, è fottutamente cotto di lei e ovviamente anche la nostra cecilia non se l’è dimenticato come vuole farci credere”
“Daje Cecì, lo avevo detto io che tanto sareste tornati insieme”
“Noi non siamo tornati insieme e soprattutto non torneremo mai insieme”
“Se come no ci sto credendo fortemente”.
Tutto il gruppo oramai era così preso dai propositi per il ritorno di fiamma che non si rese nemmeno conto che tutta la scuola si era riunita nella Sala Grande per pranzare e tutti gli studenti, seduti dove volevano, si zittirono per sentire il discorso del preside.

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Capitolo 14
*** La Stamberga Strillante ***


“Carissimi ragazzi vi ringrazio della vostra attenzione. Tra una settimana ci sarà l’annuale festa di Halloween e ormai tutti sapete che bisognerà vestirsi eleganti come ad un gran galà. Molti di voi verranno in compagnia ed alcuni da soli ma per tutti ci sarà un incantesimo alla porta principale della sala, deciso da me e tutti i vostri professori per avere una serata senza differenze di età o casa.
A coloro che varcheranno la porta da soli dico che nessuno studente, amico o no, sarà capace di riconoscere il vostro vestito o la vostra maschera mentre per i fidanzati che arriveranno insieme non ci sarà la stessa dinamica infatti tra di loro si riconosceranno. Adesso godetevi il nostro banchetto e nel pomeriggio la bellissima giornata di Sole che abbiamo”.
Quel pomeriggio tutti gli studenti parlavano della nuova strategia dei professori per far andare d’accordo le diverse case, o meglio i Grifondoro e i Serpeverde.
“Personalmente a me non interessa se mi riconoscerete o no, prima devo trovare un vestito”
“Ok senti Yle facciamo una cosa: Tra un’ora ci vediamo davanti a Vestiti per le occasioni ad Hogsmade      così troviamo tutte e due un vestito”
“Va bene però voglio anche Giorgia e Colin”
“A noi va bene così magari troviamo qualcosa”
“Vengo anche io. Stefano e Fabio?”
“Ottima idea Andrea, io ci sto”
“Anche io e anche Ilaria”
“Si vabbè a questo punto ci aggiungiamo anche io e Fabiola con Noemi ed Elisa”
“Perfetto Ceci! Dopo andiamo tutti ai Tre manici di scopa?”
“Io mi dileguo, mamma tanto mi manda un vestito su misura da casa”
“Seguo Michela visto che io il vestito ce l’ho”, Ylenia fece una smorfia a Naomi in segno di totale invidia
“E io ho promesso a  Riccardo di stare con lui, poi credo che anche a me lo mandano da casa il vestito”
“E fai venire anche Riccardo! Tanto anche a me accompagnerà Marco”
“No Faby mi dispiace ma mi liquido”. Dopo le parole di laura il gruppo si divise per andare a prepararsi per i diversi impegni nei dormitori.
Le ragazze Grifondoro salutarono Michela e richiusero la porta alle loro spalle lasciando la ragazza sola, seduta sul davanzale della finestra.
Michela odiava essere sola, era quello che aveva evitato per tutta la giornata: quando era in compagnia riusciva a non pensare e, ora come ora, pensare era l’ultima cosa che le serviva. Quando il Sole colpì il suo corpo decise di levarsi la sciarpa e nel farlo sentì un profumo estraneo ma che riuscì a riconoscere subito: il suo profumo, quello che l’aveva avvolta nei pochi minuti del bacio l’aveva accompagnata per le ore successive e lei nemmeno se ne era accorta.
Mentre teneva stretto a sé quell’indumento un gufo beccò sul vetro attirando la sua attenzione, lei aprì la finestra e lo prese dolcemente tra le mani mentre sfilava una piccola pergamena dalla zampa.
Piccola Grifondoro ti aspetto all’interno della Stamberga Strillante, credo che dovremmo parlare.
Un sorriso naturale le si stampò sulla faccia e poi corse verso la porta del dormitorio spalancandola, corse verso il Platano Picchiatore ad una velocità che non era tipica della ragazza e con un incantesimo lo immobilizzò subito. Il corridoio sotterraneo era stato sistemato da alcuni ragazzi ed emanava un accogliente calore e si apriva in stanze laterali dove erano stati sistemati dei letti, divani e tavolini usati quasi quotidianamente dagli studenti per un motivo o per l’altro. Michela non sapeva dove andare visto che del ragazzo non c’era l’ombra ed iniziò a sentirsi veramente stupida per essersi fiondata in quel posto senza pensarci su due volte, ogni dubbio le tornò in mente alla stessa velocità con la quale se ne andò appena il Serpeverde comparve dall’ombra.
“Eccoti qui, hai fatto presto”
“Bhè ero sola, ho semplicemente colto l’occasione”
“Bene, allora dire che possiamo iniziare a parlare. Cosa ne pensi? Ci proviamo a stare insieme?”, Michela si sedette sul divano rosso e fissò gli occhi del ragazzo che le stava davanti
“Provarci dici, non lo so. A me sembra così tutto strano, infondo sono anni che ci odiamo”
“Si ma tutto cambia, non trovi? Infondo se siamo attratti l’uno dall’altra perché non dovremmo stare insieme? Per le stupide convenzioni che separano le nostre case? Personalmente a me non interessa il giudizio dei Serpeverde, faccio ciò che voglio”.
Roberto si sedette affianco alla ragazza e le prese il volto tra le mani per poi baciarla dolcemente, lei si avvicinò e poi lo ricambiò con passione; il contatto che si era creato tra i loro corpi sembrava emanasse scintille da ogni parte e Michela improvvisamente si ritrovò stesa sul divano con il corpo di Roberto sopra. Appena separarono le labbra per riprendere fiato lui si stesa al suo fianco e le cinse le spalle con il braccio sinistro, stavano così bene in quel silenzio che sembrava che niente li potesse disturbare.
Sembrava.
Improvvisamente udirono delle voci e automaticamente si alzarono per controllare di chi si trattasse, Michela però non aveva la necessità di vedere i volti dei ragazzi visto che conosceva le loro voci fin troppo bene: Laura e Riccardo.
Il panico si impossessò di lei: non voleva che l’amica la vedesse in quel momento né che venisse a scoprire della sua nuova relazione. Dovevano uscire da lì il prima possibile.
“Sono entrati nella stanza prima della nostra, io corro all’esterno poi esci tu. Almeno non ci vedono  insieme”, Michela annuì decisa al ragazzo e poi gli stampò un bacio sulle labbra prima che sparisse nel buio.
A passo lento la Grifondoro si incamminò per il corridoio bloccandosi qualche centimetro prima della stanza dove c’era l’amica e diede un’occhiata veloce all’interno. Nella penombra si vedeva Riccardo che sbottonava velocemente la camicia di Laura per poi lasciarla cadere sul pavimento mentre con le labbra seguiva i contorni del petto della ragazza.
Michela colse al volo l’occasione e andò via da quella casa sperando che i suoi amici non notassero nulla, nessun rumore mentre correva.
                                                                           *
Laura aprì un attimo gli occhi visto che aveva sentito dei rumori ma le sembrava di essersi immaginata tutto fino a quando non vide una figura dai capelli rossi che camminava a passo svelto verso l’uscita. Le parve Michela ma non era possibile ovviamente, Michela era nel suo dormitorio a studiare almeno per quello che aveva detto; e poi cosa ci poteva fare in un posto come quello tutta sola?
Sicura di essersi immaginata tutto laura richiuse gli occhi e si abbandonò al bacio passionale del fidanzato facendosi portare sul letto che occupava la stanza rimanendo lì per le altre ore, dimenticandosi della figura dai capelli rossi che aveva visto poco tempo prima.
                                                                                        *
Sulle scale del secondo piano c’era una ragazza alta e riccia che camminava tranquillamente con un libro in mano.
“Mariangela! Oddio fortuna che ti ho incrociato”
“Michi ma che ti è successo? Hai fatto una corsa lungo il lago nero?”
“No, cioè sì. Ho corso ma non lungo il lago nero, senti poi ti spiegherò. Mi fai un favore?”
“Certo dimmi”
“Se qualcuno te lo chiede dici che sono stata con te a studiare tutto il pomeriggio”
“D’accordo ma perché?”
“Te lo spiegherò un giorno, promesso. Ora devo andare a studiare Pozioni”
“Ve bene, ciao”.
Michela le sorrise e le diede un bacio sulla guancia prima di correre via. Era fortunata ad avere il Prefetto della sua casa come amica.

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Capitolo 15
*** Hogsmade ***


Il gruppo dei ragazzi che era andato ah Hogsmade decise di non indossare abiti normali per sentirsi veramente fuori dalla scuola.
La prima, forse unica, tappa dell’ uscita era il negozio di vestiti del paesino, una sorta di grande outlet che vendeva vestiti per ogni occasione. Appena varcarono la porta dell’edificio rimasero tutti a bocca aperta: da ogni parte di vedevano abiti eleganti, accessori e scarpe sia per ragazzi che ragazze.
Il gruppo si divise e in pochi secondi erano tutti sparpagliati nei diversi stand dandosi appuntamento alle cabine che fungevano da camerini.
Fabiola e Cecilia presero tre vestiti ciascuno da provare, Anna ne scelse uno che sembrava le avesse rapito il cuore mentre Colin e Giorgia vagavano alla ricerca di qualche vestito che le colpisse. Sara, dopo una lunga riflessione, ne prese uno e sperò di trovare delle scarpe adatte; Noemi ne trovò uno lungo color smeraldo al quale erano abbinate delle scarpe argentate
“Ma perché sei così maledettamente fortunata?”
“Yle ho solo trovato un vestito, non essere esagerata”
“Si ma ha i colori dei Serpeverde e anche le scarpe sono magnifiche!”
“Che sta succedendo qui?”, Elisa si intromise nella discussione mentre sceglieva quale tipo di scarpe abbinare al suo vestito.
“Non trovo un vestito! Per la barba di merlino dove sono Giorgia e Colin?”
“Siamo qui!”, Giorgia uscì da uno stand portando con sé un vestito nero e delle scarpe color cipria e dietro di lei c’era Colin con un vestito color cenere.
“Dico voi due non dovevate darmi una mano?”
“Scusa ma eravamo a scegliere i nostri vestiti e ad aiutare Alice”
“Anche lei niente?”
“Già, i vestiti non sono proprio il suo forte”
“Il mio si, ma sono tutti così dannatamente belli”
“E scegline uno qualsiasi che ti frega? Tanto comunque nessuno ti riconoscerà”
“No dico ma stai scherzando Colin? Io sono Ylenia e ho una reputazione da mantenere!”
“Ma ti prego!”
“Elì sfotti poco e dammii una mano invece!”.
Non appena Giorgia, Colin ed Elisa iniziarono ad esaminare i dieci vestiti scelti dalla piccola bionda, si sentì un urlo di gioia e subito dopo videro Ilaria correre verso di loro con un vestito rosso scuro.
“Questo sarà il mio vestito, che mi vada o no!”
“E’ bellissimo Ila. Ma Alice dov’ è?”
“Sono qui…”, la ragazza si trascinò verso le amiche con un’aria afflitta e senza nessun abito in mano.
“Non hai trovato niente?”
“No Yle, tu?”
“Io troppi, ma non preoccuparti amica mia ricordati sempre che noi siamo gente underground!”.
Con quelle parola la Serpeverde riprese i dieci vestiti dalle mani delle amiche e altri dieci dalle stampelle consegnandoli all’amica.
“Andiamo a provare!”
“Ma le scarpe?”
“Cavolo hai ragione! Ciccio dove sei?”
“Sono qui!”, la  testa pelata di Andrea si intravedeva in mezzo agli stand mentre il ragazzo si avvicinava alle amiche portando una camicia bianca e un pantalone nero ben piegati sul braccio destro.
“Visto che hai trovato il vestito dacci una mano”
“Che devo fare?”
“Prendi quella busta incantata e dacci una mano a farci lievitare le scarpe dentro”
“Ma per chi mi hai preso?”
“Senti siamo due ragazze in crisi di compere, non ti conviene metterti a discutere con noi”, lo sguardo minaccioso di Ylenia convinse il ragazzo a darsi da fare e quindi sotto le indicazioni dell’amica fece lievitare la grande quantità di scarpe che indicava.
Quando l’operazione fu finita il gruppo di amiche raggiunse gli altri al corridoio delle cabine e Sara si richiuse la porta alle spalle mandando le prime ragazze a cambiarsi. Cecilia ci mise poco a decidere il vestito e quando lo indossò era perfetta: un abito scarlatto lungo fino al ginocchio abbinato ad un paio di scarpe alte che richiamavano l’abito. Fabiola uscì per seconda con un bellissimo abito blu notte e delle scarpe  argentate, con lei uscì Marco che aveva una camicia azzurra su dei pantaloni grigi: sembrava abbastanza a disagio con quei vestiti.
Fabio ed Ilaria erano eleganti con i vestiti perfettamente abbinati tra di loro, in una sola parola: spettacolari. Andrea uscì con Elisa, Giorgia e Colin e tutti e quattro  sembravano aver trovato il vestito perfetto. Anche i vestiti di Anna e Sara erano bellissimi e cadevano su i loro corpi dolcemente, Noemi sembrava essere uscita da un quadro dei Serpeverde e Stefano era, come sempre, perfetto nel suo smoking.
Le uniche due che mancavano erano Alice ed Ylenia: dai loro camerini si vedevano stampelle uscire per riportare gli abiti, le scarpe lievitavano nella busta ma le due ragazze non si decidevano ad uscire.
“Ragazze vi muovete?”
“Io ho quasi finito ma sono indecisa tra due abiti”
“Io sono nella sua stessa situazione quindi Fabio, gentilmente, non mettermi fretta!”
“Yle non scaldarti. Facciamo così: fateci vedere i vestiti e noi decidiamo quale vi sta meglio”.
La proposta di Colin fu ben accetta da tutti e così i successivi dieci minuti le due amiche furono costrette a girare molte volte su se stesse per far vedere ogni minimo particolare del vestito e delle scarpe; alla fine decisero per Ylenia un abito di un bel colore azzurro mare e per Alice un vestito rosa pastello. Dopo che pagarono tutto e uscirono dal negozio decisero se tornare al castello o se continuare a girare per il paesino, l’ultima ide fu quella meglio accolta.
Tutti insieme andarono da Mielandia per fare un rifornimento di dolci della settimana ed Ylenia subito si fiondò sulle Api Frizzole con le quali riempì una busta intera, tutti gli altri giravano tra gli scaffali prenendo tutto ciò che entrava nelle loro buste di plastica quando Fabio ebbe un’idea
“Perché non portiamo qualcosa alle tre rimaste a scuola?”
“Perché sono loro a non essere venute”
“Ma Laura riceverà a breve il vestito da casa e poi doveva stare con Riccardo”
“E Naomi ha già il vestito visto che gliel’ha regalato Shin”
“Fortunata lei…”, Ylenia fece una piccola smorfia di invidia che non sfuggì ad Anna che le diede una piccola pacca sulla spalla in segno di incoraggiamento.
“E Michela?”
“Aveva già il vestito per il ballo”
“Si ma non è venuta lo stesso, dice che doveva studiare”
“Vedi che secchiona!”.
Elisa rise alle parole di Andrea e poi decise che forse era meglio riempire qualche busta per le amiche così decise di prendere delle praline al cioccolato e delle caramelle tutti i gusti +1
“Le Mou! Non ho preso le caramelle Mou!”
“Ila perché ne fai una tragedia? Compratele adesso”
“Era una momentaneo crisi di panico dovuta ad un’amnesia molto forte che non posso mai più permettermi”
“Oddio qui stiamo degenerando”. Fabiola sospirò e si mise una mano in fronte prima di tirare la grande porta di vetro ed uscire all’aria fresca autunnale.
Dopo le lunghe spese decisero di andare a gustare una buona bibita ai Tre Manici di scopa dove occuparono il tavolo più grande.
Ylenia, dopo aver risolto il problema del vestito, iniziò a fare mille domande sulla serata esasperando Cecilia.
“Ma cosa ti angoscia così tanto?”
“Bhè il trucco, la pettinatura, decidere con chi entrare in Sala”
“Con chi entrare?”
“Si io non voglio stare da sola, mi rende triste”
“No, non sono d’accordo”, Anna posò il bicchiere vuoto sul tavolo, “secondo me è una cosa divertente e interessante. Possiamo avere la possibilità di vedere come sarebbe stata la nostra vita senza quest’amicizia, poi il giorno dopo possiamo raccontarci tutto quello che è successo. Quindi noi single entriamo da sole, punto”.
“Fammi capire questo è un obbligo?”
“Puoi dirlo forte”.
Ylenia guardò con una smorfia l’amica per poi dedicarsi al suo succo di zucca che bevve in un solo sorso.

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Capitolo 16
*** Corvonero vs Tassorosso ***


Il venerdì successivo si poteva sentire una grande tensione al tavolo dei Tassorosso e dei Corvonero: quel giorno si sarebbe tenuta la prima partita di Quidditch e le due case sarebbero state avversarie.
Laura, al suo posto, rigirava con la forchetta le uova senza riuscirne a mangiare un solo boccone.
“Lau, non puoi rimanere a stomaco vuoto”
“Ila ha ragione, non è primo anno che giochi. Devi restare calma”
“No. Non posso, non è la stessa cosa delle altre volte, è il mio primo anno da capitano che figura ci faccio se perdiamo?”
“Ma siete bravi e nessuno si offenderà, cioè siamo Tassorosso!”.
La ragazza sorrise all’amico e sembrò essersi calmata un po’ grazie all’arrivo di Riccardo il quale prese posto affianco a lei buttando giù un bicchiere di acquavite.
Tutti gli studenti improvvisamente si voltarono verso l’entrata della sala suscitando la curiosità de Laura che aveva tenuto lo sguardo fisso sul tavolo fino a quel momento. Quando lo alzò lo stomaco ricominciò a contorcersi per l’ansia: davanti a lei c’era l’intera squadra dei Corvonero. In capo alla fila c’era Giorgia,il capitano che aveva sempre amato fare le cose in grande stile, infatti con lei erano entrati due studenti del primo anno che portavano uno striscione con una scritta che si muoveva colorata con le tinte della casa: “Corvonero i migliori”.
“Amore, è pressione psicologica non devi preoccuparti”
“Sta riuscendo benissimo questa pressione, loro sono davvero i migliori”
“Shin, per quanto il migliore cercatore della scuola, non fa di loro la squadra migliore. Siamo forti anche  noi”
“Naomi e Giorgia però sono due portenti ed Alice è capace di disarcionare chiunque le capiti a tiro”.
Le tre ragazze arrivarono al loro tavolo e furono accolte da un fragoroso applauso insieme a tutta la squadra, subito si fiondarono sulla colazione mangiando più di una fetta di pane imburrata lasciando Laura ancora di più senza parole.
“Loro mangiano anche! Oddio ma perché io devo essere così cretina e così agitata?”
“Laura puoi darti una calmata? Cioè secondo te loro non sentono la pressione?”
“Si, hai ragione Ila ma questo non mi rassicura per niente. Anzi sai che ti dico? Io non mi faccio battere tanto facilmente! Su amore prendiamo il resto della squadra e scendiamo negli spogliatoi”.
La ragazza si alzò prendendo una fetta di pane e fu seguita da Riccardo che portava il casco da portiere e da tutto il resto della squadra. Negli spogliatoi Laura chiamò la squadra in cerchio e cercò di dare loro un po’ di coraggio
“Ragazzi di battaglie ne abbiamo affrontate tante e questa non è diversa dalle altre.  Combattiamo al nostro meglio e verremo ripagati se non con la vittoria, con l’orgoglio personale. Io so che possiamo vincere, mi fido di voi e della nostra squadra”.
La squadra si sorrise e fece un applauso di incoraggiamento. Dopo pochi minuti ecco le due case pronte a fronteggiarsi. I capitani salirono sulla scopa per darsi il saluto iniziale e quando incrociarono i loro sguardi entrambe si voltarono verso gli spalti per vedere dove erano i loro amici: li videro seduti tutti vicini pronti a tifare; le due ragazze, allora, si strinsero la mano augurandosi buona fortuna.
La pluffa fu liberata e subito intercettata da Naomi che fu seguita dagli altri cacciatori; subito dopo furono liberati i bolidi che cominciarono a schizzare per tutto il campo mentre i battitori li colpivano per disarcionare gli altri. Appena anche il boccino fu liberato i due cercatori, Shin e Tom, provarono a prenderlo ma quello sparì in pochi secondi.
La partita stava durando più del previsto e i giocatori iniziavano a sentire la stanchezza mentre il punteggio era favorevole ai Corvonero che sembrava non perdessero un colpo, così lauura decise di chiamare un time out.
“Ragazzi io so che siete stanchi ma dobbiamo continuare a resistere. Credo che a questo punto dobbiamo provare ad usare lo schema C: i battitori devono essere pronti a colpire almeno un battitore dell’altra squadra, con attenzione. Se il piano funziona resteranno scoperti e sarà più facile disarcionare i cacciatori, puntiamo più a Naomi o Giorgia. Così facendo i loro schemi saranno rotti e noi potremmo recuperare punti. Tutti pronti?”, la squadra annuì con decisione e risalì sulle loro scope pronti a giocare il tutto per tutto.
Dopo pochi minuti Luca, il battitore dei Corvonero, fu disarcionato in un momento di distrazione e cadde sul terreno sabbioso; dopo questo incidente Alice faceva una grande difficoltà a coprire tutti i giocatori della squadra e, infatti, mentre copriva il loro portiere un bolide colpì in pieno Naomi la quale cadde dalla scopa priva di sensi. Ora la situazione poteva ribaltarsi. Laura e gli altri cacciatori attaccavano senza sosta la porta avversaria mentre Riccardo non faceva passare più la pluffa attraverso i suoi anelli; i Corvonero non coprivano più tutto il campo ed erano allo stremo delle forze anche se Giorgia li incitava a non arrendersi.
Il punteggio era di 140 per i Tassorosso contro i 60 dei Corvonero, il risultato sembrava deciso e sarebbe servito un miracolo ai Corvonero per riuscire a vincere, questo arrivò quando un lampo dorato passo davanti agli occhi di Shin. Il ragazzo si lanciò al suo inseguimento pensando che quello era il momento adatto per vincere, ora o mai più, infondo era il miglior cercatore della scuola e doveva mettere la parola fine alla partita per riuscire a vedere Naomi. Doveva sapere come stava, voleva riabbracciarla e con quel pensiero aumento la velocità sporgendosi oltre il manico della scopa quando sentì il metallo freddo a contatto con le dita. Ci era riuscito, aveva preso il boccino. Corvonero aveva vinto.
La squadra corse ad abbracciare il ragazzo e subito fu raggiunta dalla tifoseria che cantava il motto della loro casa. Laura, invece, atterrò piano con gli occhi lucidi e poi scoppiò a piangere. 20 punti, avevano perso per solo 20 punti, doveva far passare la pluffa in quei maledetti anelli solo altre tre volte e avrebbero vinto. Non voleva crederci, non poteva crederci. Sentì i braccio forte di Riccardo cingerle le spalle per poi accoglierla in un caldo ed inteso abbraccio, la ragazzo soffocò il pianto contro il suo petto. L’intera squadra dei Tassi li circondò applaudendo fragorosamente e questo diede a Laura la forza necessaria per alzare gli occhi: la prima cosa che vide furono gli occhi azzurri del suo ragazzo che le sorridevano e quando si girò ne vide molti di più, quelli della sua squadra, dei suoi compagni di casa ed anche quelli di Andrea e Laura che avevano improvvisato un coro di ringraziamento di cui non riusciva a cogliere il senso delle parole. A loro poi si unirono anche i Grifondoro ed i Corvonero seguiti dai loro amici Serpeverde, Giorgia andò subito a congratularsi con l’amica dicendo di aver giocato una bellissima partita e le sue parole crearono un forte consenso nella squadra giallo-nera che confermò le due parole affermando di non poter avere capitano migliore.
“Noi ci fidiamo di te”, alle parole di Riccardo il capitano lo baciò con intensità prima di andare ad abbracciare uno per uno i componenti della sua squadra. Ora era molto più serena.
Chi interruppe questo momento di festa fu Shin che ricordò al gruppo di Naomi, gli amici si guardarono con un forte senso di colpa disegnato in faccia per essere lì a festeggiare senza di lei, non era nemmeno a conoscenza del risultato finale. Così, con Shin, corsero tutti verso il terzo piano dove c’era infermeria e, con il fiatone, sorrisero alla vista della ragazza seduta sul letto dell’infermeria che sembrava nel pieno delle sue facoltà mentali e fisiche. Era impegnata a bere una pozione di color arancio che non doveva avere un buon sapore vista la faccia disgustata dipinta sul volto della Corvonero.
Appena li vide sorrise eccitata e li costrinse a raccontare per filo e per segno cosa si era persa della partita senza rivelare il risultato fino all’ultimo.
“Abbiamo vinto! Fuck Yeah! Amore sei un grande, se aspettavi ancora un po’ questi Tassi ci portano via la vittoria”
“Si, ci hanno dato un bel po’ di filo da torcere devo dire. Laura come capitano ci mette abbastanza paura, fa di tutto per vincere”
“Si e la prossima volta vi annienteremo”
“Piccolina stai buona”, Naomi le diede una pacca sulla spalla ridendo, era tornata quella di prima.
“Luca come sta?”
“Madama Chips dice bene, gli ha dato una pozione soporifera perché aveva molto dolore alla gamba e quindi necessitava riposo. Dice che entro domani sarà come nuovo”
“Bene, senza di lui siamo persi”
“Vero, ci avete tirato un bel tiro mancino facendolo fuori”
“Tecniche di gioco cari, dovevamo fare di tutto”
“Bhè complimentoni”.
Gli amici decisero di lasciare un po’ sola l’amica con il ragazzo e scesero verso la Sala Grande pronti a riempirsi lo stomaco con il buon cibo del banchetto.
“Ho una fame terribile, ora sbatto a terra”
“La prossima volta mangi a colazione”
“Ho mangiato una fetta di pane”
“Tecnicamente ne hai mangiata metà e comunque non è proprio la colazione adatta per poi affrontare una partita di Quidditch”
“Anche perché questa è durata un casino di tempo”
“Ho capito, basta farmi la predica ragazzi. La prossima volta mangerò ma per ora mi butto sulla pasta al forno del pranzo”
“Ottima idea! Ci vediamo dopo!”. I Serpeverde salutarono gli amici e si sedettero al loro tavolo dove Stefano prese posto vicino a Roberto, Michela seguì i suoi movimenti con la coda dell’occhio ma distolse subito lo sguardo quando si accorse che la stava guardando.
Pensava che forse sarebbe stato meglio dirlo a qualcuno, parlare finalmente di lui, dei loro incontri sempre più frequenti tra la Stamberga Strillante e la Stanza delle Necessità. Si guardò intorno alla ricerca della persona giusta: Cecilia sicuramente l’avrebbe presa male così come Elisa ed Anna, no nessuno della sua casa era adatto visto che odiavano i Serpverde; i Corvonero li guardò per qualche istante ma decise cheera meglio non farne parola nemmeno a loro visto che sembrava che provassero una grande repulsione verso Roberto, forse solo i Tassorosso potevano realmente ascoltarla ma poi si ricordò della sfuriata di laura ad Andrea ed un brivido di terrore le percorse la schiena. Ylenia e Naomi erano della sua stessa casa ma non avrebbero accettato di tenerlo nascosto al resto del gruppo e così anche Stefano.
Nessuno di loro sembrava adatto o forse il vero problema era lei: non voleva farlo sapere, aveva paura di sporcare questa bellissima relazione facendo scoprire il segreto a qualcuno di loro, erano i suoi migliori amici ma non lo avrebbero mai accettato. Poi di fronte e lei si sedette Mariangela con il solito libro in mano e la guardò con un sorriso subito ricambiato dalla ragazza. Ecco chi era la persona giusta a cui rivelare la cosa.
 

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Capitolo 17
*** Halloween ***


Il sabato sera c’era una gran confusione in tutti i dormitori delle ragazze: era la sera del ballo ed ognuna di loro, vestita di tutto punto, cercava il modo migliore con cui sistemarsi i capelli. Le ragazze del gruppo avevano deciso di lasciare lo stress delle loro compagne ed incontrarsi tre ore prima del ballo nella Stanza delle Necessità per aiutarsi a vicenda evitando possibili crisi di panico. Così dalle cinque del pomeriggio Naomi, Elisa ed Ilaria si dedicarono al trucco delle amiche e poi, chi era pronta passava da cecilia e Michela per farsi sistemare i capelli. Con questa perfetta organizzazione nemmeno Ylenia sembrava eccessivamente agitata per i preparativi e questo era veramente un miracolo.
Quando aprirono la porta della stanza c’erano Fabio, Shin, Marco e Riccardo in attesa delle relative ragazze, le presero sotto braccio scendendo le scale fino alla Sala d’Ingresso dove trovarono Andrea impegnato in una discussione con i prefetti dei Tassorosso: Claudio e Francesca. Dopo qualche secondo arrivò anche Mariangela che era, come sempre, stupenda nel suo abito lungo di colore turchese; salutò gli amici e si mise al fianco di Michela la quale non riusciva a guardarla in faccia ancora imbarazzata dalla rivelazione fatta all’amica quella mattina, lei però l’aveva presa molto bene e l’aveva anche incoraggiata a proseguire questa storia. Quando arrivò Stefano accompagnato da Alba tutti i presenti rimasero senza parole per la perfezione dei due fidanzati: lui nel suo smoking e lei nel suo abito grigio elegantissimo erano veramente la perfezione. Dietro di loro li seguivano Serena, la migliore amica di Alba, e Roberto il quale, con lo smoking, lasciò senza parole Michela tanto che Mariangela dovette darle un piccolo colpo con il gomito per farla tornare in sé.
“Guarda un po’ la Serpe ha trovato la ragazza”, Naomi sussurrò quelle parole alle amiche suscitando risolini e commenti perfidi
“Povera lei guarda, credo che preferirei morire zitella se lui fosse la mia unica scelta!”
“Concordo con Sara, non so chi potrebbe diventare la sua ragazza. Mi farebbe ribrezzo vederla”.
Michela era l’unica a rimanere nel più perfetto silenzio mentre osservava i due Serpeverde che parlavano tra di loro e pensò che stavano veramente bene insieme o almeno questo era il pensiero di Serena dato il modo in cui lo osservava.

“Certo Michi che stai proprio bene con questo vestito, è veramente bello”, Mariangela la guardò con un sorriso incoraggiante come se avesse inteso i suoi pensieri.
“Grazie lo feci quest’estate e me lo sono fatto spedire dai miei visto che mi sembrava adatto all’occasione”
“E ci hai visto benissimo! Sei bravissima con i vestiti!”
“Grazie Colin, è una passione che ho fin da piccola”.
“Ragazzi io e Marco entriamo che abbiamo una fame da lupi”, Fabiola ed il fidanzato entrarono nella sala e furono subito avvolti dall’incantesimo e furono subito seguiti dalle altre coppie.
Piano piano anche i single presero coraggio ed entrarono nella Sala Grande vinti o dalla noia o dalla fame così nell’atrio rimasero i Serpeverde con Ylenia, Michela, Anna e Mariangela che cercavano si convincersi a vicenda di varcare quella porta quando all’improvviso sulle scale comparve un ragazzo alto con i capelli neri e gli occhi di un azzurro magnetico. Mentre scendeva le scale sembrava avesse fatto un incantesimo ad Anna che lo seguiva in ogni suo piccolo movimento quasi senza sbattere gli occhi.
“Ciao ragazze”
“Ciao Cameron, stai proprio bene stasera”
“Grazie Michi, anche voi siete uno schianto”.
Con quelle parole il ragazzo attraversò la barriera dell’incantesimo seguito subito da Anna, dopo di loro anche Ylenia si convinse e con un gran sospirò entrò nella Sala; Michela osservava ancora sott’occhio i due Serpeverde che erano rimasti soli a parlare e decise di far diventare i suoi capelli color biondo cenere come quando lui la baciò per la prima volta, così gli passò affianco senza degnarlo di uno sguardo e scomparve dietro la porta seguita dall’amica.
Serena invitò l’amico ad entrare insieme ma non ottenne la risposta che si aspettava
“Scusa ma solo le coppie possono entrare insieme e  a me sembra che noi non lo siamo. Ti auguro una buona serata da sola”. Roberto entrò nella Sala con un senso di colpa molto forte per aver trattato così male la sua compagna di casa ma era rimasto troppo turbato dal comportamento della sua Grifondoro e si innervosì quando si accorse che era totalmente impossibile trovarla in quella confusione.
La Sala Grande aveva un aspetto veramente magnifico: c’erano zucche incantate, teschi, pipistrelli e ragnatele che circondavano i muri, il soffitto riportava le nuvole grigie e scure che erano state nel cielo per tutta la giornata. I tavoli delle case erano scomparsi e al loro posto mille tavolini da due posti occupavano i lati della sala, su questi c’erano piatti che ogni cinque minuti si riempivano di pietanze magnifiche e gustose; il centro della Sala Grande era totalmente vuoto per dare l’opportunità ai ragazzi di ballare.
Michela occupò un tavolo lontano il più possibile dalla confusione, non riconoscere chi le stava intorno le metteva uno strano disagio addosso che non aveva mai provato visto che fin dal primo anno aveva avuto il gruppo al suo fianco, si sentiva molto in colpa verso di loro per non aver rivelato di Roberto ma, forse,dopo quello che aveva detto prima, aveva fatto più che bene e poi lui sembrava preso da Serena più di quanto si era aspettata. Questo pensiero la agitò ulteriormente così decise di dedicarsi alla pasta al forno appena comparsa nel suo piatto.
 
 
 
Dall’altra parte della sala c’era un ragazzo con uno smoking classico che osservava una ragazza dai capelli biondo cenere intenta a mangiare da sola seduta ad un tavolo, istintivamente decise di avvicinarsi a lei spinto dal desiderio di scoprire chi fosse anche se era quasi sicuro di saperlo, non poteva non essere lei. Era quella che stava cercando, quella che voleva al suo fianco. Dove provare.
“Michela sei tu?”, la ragazza alzò gli occhi ed annuì lentamente chiedendosi chi fosse quel ragazzo che era riuscito a riconoscerla.
“lo sapevo piccola Grifondoro”, la ragazza quasi si strozzò sentendo quelle parole.
Roberto. No, non poteva essere veramente lui, come aveva fatto a capire che era lei? Pura follia. Per riprendersi bevve un lungo sorso d’acqua e poi accettò di seguire il ragazzo sulla pista da ballo. Roberto le cinse i fianchi von un braccio invitandola a poggiare la testa sulla sua spalla, stavano così bene che Michela fece una grande difficoltà a staccarsi per parlargli
“Perché non te vai da Serena?”
“Perché per prima cosa non so chi sia in questo casino di gente e poi mi spiegheresti gentilmente perché dovrei andare a cercarla?”
“Perché sembra che andiate molto d’accordo, o mi sbaglio?”
“Mi stai facendo una scenata di gelosia o mi sbaglio?”, le tolse una ciocca di capelli dalla guancia e l’accarezzò dolcemente, “ poi mi sembra che io abbia trovato te e non lei”
“Si, su questo hai ragione. Si può sapere come hai fatto?”
“Bhè è semplice, ho visto una ragazza molto carina seduta al tavolo ed mi sono sentito subito attratto da lei. Ho capito al volo che eri tu perchè io non posso essere attratto da una ragazza che non sia tu”.
Istintivamente Michela avvicinò le sue labbra a quelle del ragazzo per sigillare quelle dolci parole con una bacio. I suoi capelli diventarono del loro colore naturale  e la ragazza capì subito perché: era finalmente se stessa in mezzo al resto degli studenti; aveva avuto la conferma dei sentimenti di Roberto e finalmente aveva accettato anche i suoi. Era veramente innamorata.
 
 
*
 
 
Ylenia si sentiva male ed era sul punto di piangere: odiava sentirsi spaesata ed odiava non avere i suoi amici, poi aveva un vestito stupendo e nessuno poteva riconoscerla. Sconsolata provò ad individuare qualcuno del gruppo tra la folla ma non ebbe successo, l’incantesimo era troppo forte. Affianco a lei si mise un ragazzo alto e biondo che indossava una maschera nera.
-Oddio ma che vuole questo da me?- pensò la piccola bionda prima che il misterioso ragazzo le parlò.
“Ciao”
“Hey”
“Tutto bene?”
“Come no, questa festa è una noia senza i miei amici”
“Secondo me ci si può divertire ugualmente, dipende poi con chi passi la serata”
“Si peccato che l’ho passata sola come un cane”
“Fino ad ora. Balliamo?”
“Cosa? Ma se non so nemmeno chi sei!”
“Bhè tecnicamente non sai chi p nessuno dei presenti in sala quindi perché non fare amicizia?”
“Forse hai ragione”.
Ylenia prese la mano dello sconosciuto ed andò a ballare in pista imbarazzandosi quando sentì partire un lento; quel ragazzo era veramente affascinante ma sembrava più grande, anche di uno del settimo anno. Forse era un ex studente, il preside avrebbe detto che ci sarebbe stato qualche rappresentate della vecchia generazione di studenti. Per una volta un ragazzo la trattava in modo diverso, sembrava veramente interessato a conoscerla ed era anche molto carino. Quando i suoi occhi azzurri si posarono su di lei si sentì avvampare violentemente, lui la strinse un po’ più a sé accompagnandola nel lento. Affianco a loro c’erano sue ragazzi che si baciavano in modo così dolce da fare invidia alla piccola Serpeverde la quale pensò che stavano veramente bene insieme e che anche lei avrebbe voluto vivere una serata così speciale; magari quello sconosciuto l’avrebbe baciata e lei non si sarebbe tirata indietro, era una serata particolare e tutto poteva accadere, per una sera non sarebbe stato sbagliato lasciarsi andare. Quando a musica sfumò i due ragazzi andarono a sedersi ad un tavolo vicino ad una grande finestra e parlarono di tutto ciò che riguardava loro, la scuola, gli interessi in comune e sembrava davvero che fosse tutto perfetto e che i due fossero destinati ad incontrarsi quella sera.
Per un istante al tavolo ci fu uno dei silenzi più imbarazzanti vissuto da Ylenia, poi il misterioso ragazzo le si avvicinò e le appoggiò lentamente le labbra sulle sue mandando la ragazza in estasi.
Quello sconosciuto aveva delle labbra morbide che si modellavano perfettamente alle sue, era tutto così immensamente romantico. Con lui sentiva di essere a proprio agio come non lo era stata mai in presenza di sconosciuti, doveva sapere chi era per rivederlo e così le venne in mente un’idea che non aspettò a dire al ragazzo.
“Facciamo così: a fine serata scriviamo il nostro nome su un foglietto e lo consegniamo all’altro. Usciremo separati e poi solo nei nostri letti leggeremo il biglietto per sapere chi siamo”
“Mi sembra un’ottima idea. Così riusciremo a trovarci domani”.
I due si sorrisero ancora ignari di ciò che li avrebbe attesi.
 
 
*
 
Andrea ormai era al suo sesto bicchiere di acqua vite e continuava a porsi mille domande riguardo al suo cambiamento.
-Certo che in questo stato sarà difficile che riesca a divertirmi stasera- pensò il Tassorosso- dovrei iniziare a parlare con questo tipo seduto al mio fianco? Certo che è proprio carino, poi ha dei capelli splendidi-.
Assorto nei suoi pensieri quasi non si accorse che il ragazzo che stava osservando gli aveva rivolto la parola.
“E tu come ti chiami?”
“Andrea… Scusa mi ripeti il tuo nome non credo di aver afferrato bene”
“Mi chiamo Francesco, è un piacere”
“Che ne pensi della serata?”
“E’ carina ma io inevitabilmente mi annoio”
“E come mai?”
“Non so, è sempre stato così, sarà che sono diverso dagli altri miei compagni di casa. Tu ti diverti invece?”
“Veramente non tanto. Sono troppo timido per fare conoscenza o buttarmi in pista”
“Fortuna che ti ho parlato io allora”
“Si, almeno abbiamo trovato compagnia”
“E dimmi, chi frequenti a scuola?”
“Bhè ho un gruppo di amici e siamo sparsi un po’ in tutte le case e passiamo tutto il tempo che possiamo insieme. Ho avuto anche una relazione di cinque anni con una mia cara amica ma poi è finita, cioè sono io che l’ho fatta finire”, ma che gli prendeva? Perché stava dicendo tutte quelle cose ad uno sconosciuto?.
“Scusami se sono indiscreto ma perché hai rotto?”
“Oh, ehm… diciamo che è un po’ difficile da spiegare…”
“Posso provare ad indovinare? Secondo è perché ti sei accorto di avere altri gusti”, Andrea rimase a bocca aperta senza sapere cosa dire ed arrossì con violenza.
“Come hai fatto a capirlo?”
“Si vede. Da come parli, da come ti comporti. Ho un buon occhio per queste cose”
“Ah si?”
“Si visto che anche io sonno come te solo che da più tempo”
“Posso sapere da quanto?”
“Da una nno più o meno, ho avuto anche una mezza relazione con un babbano ma sai.. diciamo che già è complicato tra maghi figuriamoci tra maghi e babbani. Ho preferito farla finita”.
I due ragazzi trovarono subito una fortissima empatia, forse per le mille cose che li accomunavano o forse per la strana situazione in cui si erano conosciuti e si trovavano. Andrea si sentì veramente bene, riuscì a sfogarsi e a dare voce ai mille problemi che sentiva che lo affliggevano in quell’ultimo periodo e Francesco riuscì a capirlo e ad ascoltarlo come nessuno prima. La serata con lui divenne uno spasso, oltre a chiedere consigli Andrea parlò del più e del meno, delle loro vite, di quello che facevano al di fuori della scuola ma non rivelarono mai la loro casa di appartenenza. Quando i balli lenti finirono e partì la musica rock Francesco invitò il ragazzo a ballare e, anche se con riluttanza, Andrea si vide costretto ad accettare. In pista si sentì bene come poche volte e si lasciò andare a ritmo della musica che aveva inondato la stanza, Francesco gli aveva illuminato non solo la serata ma anche l’intera giornata. Aveva capito che non c’era niente di cui preoccuparsi da quando il sorriso illuminato del ragazzo si era rivolto a lui.
 
 
 
*
 
 
Dovevano essere le undici circa quando Elisa si sedette al tavolo con il ragazzo che aveva conosciuto in pista, o meglio con il ragazzo su cui era letteralmente caduta. Parlando avevano scoperto di essere della stessa casa ma non si erano rivelati i loro nomi poiché volevano aspettare di uscire insieme dalla sala. Elisa non sapeva cosa l’avesse colpita di quello sconosciuto ragazzo ma subito si era trovata in sintonia con lui, ancora doveva capire se c’era un interesse solo caratteriale o anche di altro genere. Era divertente parlarsi senza sapere chi fossero ma pur essendo sicuri di conoscersi almeno di vista al di fuori di quel ballo. Molti degli studenti iniziarono a stancarsi ed a tornare nelle loro Sale Comuni così piano piano sia la pista che i tavoli si svuotarono, Elisa ed il ragazzo che le sedeva di fronte decisero di uscire perché troppo stanchi per continuare a godersi la serata; tanto avrebbero comunque fatto la strada per i loro dormitori assieme. Quando varcarono la porta abbracciati sembrò di essere tornati sulla terra ferma, al mondo reale: ora potevano riconoscere gli altri, riconoscersi tra loro.
Elisa si girò verso il ragazzo che stava abbracciando e lo vide con un’espressione tra lo stupito ed il divertito, lei si distaccò subito capendo di aver combinato un gran casino. Il ragazzo che le stava di fronte era Cameron.

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Capitolo 18
*** Caduta ***


La domenica mattina tutti gli studenti si svegliarono notevolmente in ritardo rispetto al solito e molti scesero direttamente a pranzo dove trovarono i loro compagni ancora assonnati. Michela dovette mangiare in fretta ed in furia come Ilaria e Fabio visto che li aspettavano le prove dello spettacolo di Natale, i tre amici andarono nel teatro e la Grifondoro prese il suo solito posto sulle sedie della prima fila affianco a Roberto. Non aveva il coraggio di guardarlo in faccia perché sapeva che doveva mantenere la loro relazione segreta e quindi aveva paura di non riuscire a rispondere delle sue azioni.
Lo spettacolo messo su sembrava veramente carino e con le scenografie  e le luci prendeva veramente forma, gli attori erano entrati veramente nelle loro parti ad anche i due ragazzi in punizione si interessarono più delle altre volte alla trama. Le prove finirono dopo due ore e tutti gli studenti sgombrarono la sala cercando di uscire il prima possibile da quel posto, solo Michela e Roberto rimasero di più perché avevano i loro compiti da “puniti” da svolgere, ovviamente ci misero pochissimo a finire di sistemare tutto prima che il ragazzo la riprese tra le sue braccia per baciarla.
“Mi sei mancata”
“Ma se siamo stati insieme tutto il pomeriggio”
“Sai cosa intendo”
“Si, lo so”. Michela lo ribaciò con passione chiedendosi quando sarebbe arrivato il momento di rivelare tutto, il pensiero della reazione degli amici la terrorizzava e così affondò il volto nel petto del ragazzo e si fece stringere con dolcezza ignara che qualcuno stava osservando la scena.
Dopo le prove la Grifondoro raggiunse la Stanza delle Necessità avvolta da una strana lucentezza, sorrideva ancora quando varcò la porta e tutti gli amici si girarono verso di lei. Improvvisamente sentì un brivido lungo la schiena e il sangue gelarsi nelle vene, i loro sguardi erano per la prima volta in tanti anni gelidi.
“Che succede?”
“Puoi sederti?”
“Certo Ila, però così mettete ansia”
“No tranquilla, volevo parlarti di una cosa che ho visto”, Michela sentì lo stomaco contorcersi ed un pensiero improvviso le attraversò la testa.
“Ilaria dice una cosa assurda così volevamo chiarire però respira eh Michi”, Cecilia guardava l’amica con sicurezza nello sguardo cercando di passarle un minimo di dolcezza.
“Senti, sai che io dico le cose chiaramente. Io oggi sono tornata in teatro dopo le prove per prendere il maglioncino e…”, Ilaria sospirò notando l’espressione di ghiaccio dell’amica e cercò di continuare, “io ti ho visto Michi”
“Ma ovviamente avrà visto male, insomma è così assurdo”
“Cecilia, stai zitta un secondo. È arrivato il momento di dirvi tutto”
“Non ci credo. Allora è vero?”
“Ali…”
“No Michela non voglio sentirti, come puoi aver fatto una cosa del genere?”
“Ilaria c’è un motivo, lasciatemi parlare per favore”, leggere lacrime iniziarono a scivolare sul volto della ragazza. Ad attaccarla erano tre delle sue migliori amiche, le persone per cui avrebbe dato anche la vita ma in quel momento non sentiva di dover dare troppe spiegazioni. Era felice e loro dovevano accettarlo se fossero state veramente sue amiche.
“Dopo tutto quello che ti ha fatto non capisco cosa ti abbia preso! Non ricordi la litigata in cui ho dovuto difenderti?”
“Si Cecilia ma voi dovete capirmi come ha fatto Mariangela. Lei è stata felice per me”
“No aspetta. Mariangela lo sa? Lei lo sapeva? Da quando?”
“Da venerdì, e ho raccontato tutto”
“Magnifico, e pensavo di essere io la tua migliore amica”
“Ali ma non è come pensi, tu sei importante per me”
“No Michela, non voglio sapere niente. Hai fatto le tue scelte non voglio sapere nemmeno il perché”
“Ti giuro che volevo dirvelo”
“Eravate voi…”, la voce di Ylenia interruppe quella litigata con una voce flebile che sembrava provenire dall’oltretomba, “eravate voi al ballo, quei due che ho visto baciarsi, ed ho anche pensato che stavate bene insieme”
“L’hai pensato perché non ci conoscevi! Se non fossimo il Serpeverde e la Grifondoro che hanno litigato per anni sarebbe tutto come prima?”
“Ma non è così voi siete  quelle persone che si sono costruite un carattere in questi anni ed anche una reputazione ed è con quella che dovete vivere, non puoi dire se non fossimo noi. Lo siete punto”
“E voi vi siete arrabbiate perché? Eh Cecilia spiegamelo!”
“Perché ti sei messa con un Serpeverde che ti ha sempre trattato male”
“E tu non dovresti accettarlo?”
“Magari lo avremmo fatto, non pensi? Solo che tu hai preferito non dirci niente”
“Alice il problema non è quello”
“No Alice ha pienamente ragione! Tu non hai voluto dircelo!”
“E sai perché Ilaria? Perché avevo paura che vi sareste arrabbiate”
“E ora credi di aver risolto la questione? Credi che sia andata meglio così?”
“Non lo penso affatto ma se voi non mi fate parlare qui non chiariremmo mai!”
“Magari non vogliamo spiegazioni! Magari avremmo dovute averle prima no?”
“Cecilia ha ragione, tu hai preferito non parlarne con noi. Tu hai scelto il silenzio”
“Alice, ti prego”
“No, scusami ma mi sei caduta veramente in basso”
“Ilaria… Cecilia… per favore”
“No Michela, con noi hai chiuso”.
“E voi altri non dite niente? Ylenia? Naomi?”
“Non abbiamo niente da dirti”
“Perfetto, se sono le ultime vostre parole credo che sia finita qui. E pensare che la nostra amicizia doveva essere eterna”
“Forse non è così perché si cambia, in peggio”
“Se solo avessi parlato prima sarebbe andata diversamente”
“Basta, io ho finito di farmi accusare per una relazione”, Michela puntò la bacchetta al suo polso, “diffindo”.
Il bracciale dell’amicizia cadde sul pavimento e la ragazza sbattè la porta della stanza dietro di lei. Pensare che quella era stato il loro rifugio…
Nella Stanza calò il silenzio, il bracciale rimase lì a terra e nessuno lo raccolse. Quel pesante stato di buio e di perdizione fu rotto solo dai singhiozzi di Alice.

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Capitolo 19
*** Verità ***


Laura non aspettò nemmeno un secondo e si alzò andando ad abbracciare la sorella che aveva gli occhi rossi per il pianto, Ilaria si era rifugiata tra le braccia di Fabio mentre Cecilia osservava impassibile la porta che pochi secondi prima si era chiusa alle spalle dell’amica. Nessuno dei presenti aveva il coraggio di parlare, come una sola parola avesse potuto far comprendere la realtà del litigio; non sentire la voce di Michela commentare sempre ogni cosa sarebbe stato un vuoto grosso da sopportare per tutti. Alla fine la prima che prese la parola fu Fabiola
“Ragazzi… è andata così. Ora dobbiamo cercare di reagire. È stata una sua scelta. Non possiamo farci niente, mi ha ferito moltissimo ma ora dobbiamo reagire”, le parole della ragazza furono come una doccia fredda per tutto il gruppo ma nessuno le rispose,tutti credevano che Fabiola avesse ragione.
Naomi prese l’iniziativa e desiderò di far comparire dei morbidi cuscini, appena ne afferrò uno lo lanciò sulla faccia di Andrea che perse l’equilibrio cadendo con la nuca sul pavimento. Lui guardò la ragazza senza dire niente e nella situazione entrò subito Elisa che lanciò un altro cuscino dalla parte di Fabiola, tutto finì con una lotta all’ultima piuma. Era così che risolvevano tutti gli episodi che portavano tristezza su di loro, l’unico per riprendersi.
Dopo che caddero tutti sul pavimento senza fiato presero la decisione di uscire dalla stanza, dovevano affrontare questa situazione a scuola facendo l’abitudine dell’assenza di Michela. Il castello era vuoto al settimo piano poiché tutti gli studenti erano al parco per prendere gli ultimi raggi di Sole dell’anno, per le scale non incontrarono nessuno di loro conoscenza e questi li aiutò ad arrivare con una mente più o meno lucida nella Sala Grande per la cena. Con uno sguardo triste il gruppo raggiunse i propri posti ai tavoli delle case con la paura di vedere Michela, questa però non era presente al tavolo dei Grifondoro e solo Mariangela capì il vero motivo della sua assenza e delle freddezza da parte degli amici, dai loro sguardi infondo si intuiva subito cosa fosse successo.
 
 
Michela si trovava nascosta al di fuori della Sala dietro al grande portone, doveva entrare come se niente fosse ma non vedeva il modo per farlo, aveva ancora gli occhi rossi e qualche lacrima continuava a scendere sul volto. Non si rese nemmeno conto di quando Roberto salì dal suo dormitorio e si fermò davanti a lei, la abbracciò con una dolcezza che non era tipica del ragazzo, la ragazza calmò il respiro al riparo nel suo petto e poi lo guardò negli occhi.
 Non c’era nemmeno bisogno di sapere il motivo delle lacrime della Grifondoro, sapeva che era stato scoperto tutto dagli amici, così le ricambiò lo sguardo e le diede un leggero bacio sulle labbra non curandosi nemmeno di alcuni ragazzini che passavano lì vicino; dopo che i due si staccarono Roberto la guardò porgendole la mano aspettando che lei la prendesse, quando lei lo fece il ragazzo la portò nella Sala Grande per mano senza nemmeno pensare a quale potesse essere la reazione di così tanti studenti.
 
Al tavolo dei Corvonero Naomi rimase con la forchetta sospesa a metà tra la bocca ed il piatto e nemmeno Fabiola o Fabio fecero niente per farglielo notare, Sara quasi si strozzò con il succo di zucca mentre Alice la guardava con degli occhi che esprimevano solo freddezza.
Laura cercava di rimanere indifferente mentre sott’occhio osservava la sorella per paura di un nuovo crollo, al suo fianco Ilaria non si muoveva di un millimetro mentre Andrea spostava lo sguardo dai due ragazzi al tavolo dei Grifondoro dove sembrava che i due si stessero dirigendo.
Ylenia, Noemi e Stefano erano gli unici che potevano sentire i commenti dei compagni di casa totalmente indignati alla visione del ragazzo con una metamorfomagus, per di più Grifondoro. Insopportabile per loro. La rabbia delle Serpi crebbe maggiormente quando il loro amico non andò al loro tavolo ma seguì la ragazza al tavolo dell’altra casa sedendosi di fronte al loro prefetto.
“Mari, possiamo sederci?”
“Certo Michi, mettetevi pure qui. Ciao Roberto, direi che ora di presentarci come due persone normali, sono Mariangela. Mi fa molto piacere conoscerti”
“Ciao, mi fa piacere anche a me conoscerti”
“Michi mi spieghi che è successo, c’è un’ aria atroce nel gruppo e poi tu hai gli occhi rossi come Alice ed Ilaria”.
Michela tirò un grosso respiro e cominciò a raccontare tutto quello che era successo quel pomeriggio, di Ilaria che li aveva visti, di Alice che era rimasta ferita perché non le aveva detto niente e poi, con le lacrime agli occhi, spiegò le accuse che le aveva mosso Cecilia. Roberto le strinse la mano per farle sentire che lui c’era e poi Mariangela provò a dire qualcosa in tono di rassicurazione, sembrava che Michela si stesse riprendendo un po’.
Cecilia con le altre compagne Grifondoro osservavano la scena dall’atro lato del tavolo senza riuscire a credere al fatto di vedere insieme quei due ragazzi, poi lì davanti a tutti era veramente qualcosa di assurdo. Cecilia distolse lo sguardo quasi subito, era troppo per lei vedere una persona così cara volarle le spalle insieme a chi aveva odiato di più in quegli anni. E pensare che si erano promesse amicizia eterna, tutte cavolate per Cecilia ormai.
La cena passò tranquillamente poiché tutti gli amici ai loro tavoli cercarono di parlare creando una certa sintonia ed armonia tra di loro, infondo avevano deciso no? O meglio, Michela aveva deciso per tutti. Una ragione, per quanto dolorosa, se la stavano facendo tutti.

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Capitolo 20
*** Annullamento ***


Il giorno successivo quando il Sole entrò nelle finestre del dormitorio dei Grifondoro sembrò pesasse più del solito, la nuova giornata sarebbe stata un incubo fin dal principio difatti Michela non era nel suo letto e quel baldacchino vuoto era come un enorme buco nero che risucchiava la felicità dell’animo delle ragazze.
Colin sospirò guardano quelle coperte sistemate affianco alle sue che ormai non accoglievano quel corpo che si svegliava sempre con uno sbadiglio enorme. Cecilia fu la prima a prendere la decisione di alzarsi ed andò in bagno tornando dopo cinque minuti pronta e vestita di tutto punto, le amiche si decisero a fare lo stesso tanto più di questo non potevano fare niente, erano tristi ma alla fine la giornata doveva cominciare. Dovevano riuscire a fare finta di niente, come se un incantesimo l’avesse cancellata. Ma poteva essere cancellata sul serio? Anna se lo chiese mentre chiudeva la porta del dormitorio dietro di lei.
Le lezione mattutine passarono veramente lentamente quella mattina. Cecilia, Ilaria ed Alice che facevano sempre coppia con Michela durante le ore che condividevano si sentivano quasi sole in quella classe che brullicava di gente. Lei era sempre seduta al fianco di Mariangela e questo faceva provare un grosso nodo allo stomaco ad Alice, forse era gelosia quella che provava ed era la stessa che il giorno precedente ‘aveva indotta a litigare con l’amica, quella che le era nata dentro quando aveva detto che era stata la prefetta della sua casa la sua prima scelta sul segreto e non lei, e lei che aveva sempre creduto che l’avesse considerata la sua migliore amica. Ed invece era tutto cambiato, erano bastati pochi minuti e tutte le sue speranze e le sue credenze erano svanite come in una nube grigia che si era portata via la sua migliore amica…
Prima del pranzo avevano un’ora libera durante la quale il gruppo per la prima volta si separò, chi con i fidanzati, chi in biblioteca, chi, come Cecilia, decise di andare nel parco nonostante il tempo non promettesse niente di positivo.
La Grifondoro si sedette su una panchina con un libro sugli incantesimi più strani conosciuti provando a leggerlo ma il suo sforzo su inutile quando vide una dedica che le fece Michela sulla pagine numero 6, le lacrime iniziarono a scivolare leggere sulla bianca pelle e caddero sulle pagine del libro macchiandolo appena. Mattia passò in quel momento diretto al castello e quando la vide non ci pensò due volte a fermarsi e le si avvicinò lentamente, Cecilia alzò gli occhi appannati e lui le sorrise per poi toglierle il libro dalle mani e sedersi al suo fianco prendendola tra le braccia nel tentativo di calmarla. E funzionò. Le braccia calde e rassicuranti del suo ex ragazzo la riuscirono a calmare come quando erano fidanzati, lui nemmeno le chiese il motivo del suo pianto infondo doveva aver notato qualcosa quella mattina, chi non l’aveva notato?
Quando il respiro smise di essere affannoso Cecilia alzò gli occhi verso Mattia e rivide in lui tutto ciò che l’aveva fatta innamorare l’anno precedente, dimenticò quello che le aveva fatto passere, l’inferno di due mesi a causa di quella ragazza e per un secondo capì che forse era lei ad aver sbagliato lasciandolo di colpo senza farlo parlare. Quegli occhi così profondi continuavano a guardarla sorridendole dal profondo e lei senza pensarci nemmeno un attimo lo baciò intrecciando le sue labbra a quelle del ragazzo che fin troppo bene aveva imparato a conoscere, lui rimase dapprima sorpreso ma poi ricambiò quel bacio con tutta la passione che aveva dentro, la sua passione per Cecilia.
I due rimasero quasi senza fiato e si staccarono senza distogliere i loro sguardi e poi si sorrisero: finalmente si erano ritrovati.
 
Michela, intanto, era nascosta dietro una colonna del porticato e vide la scena sorridendo istintivamente per quello che era successo all’amica, finalmente aveva ascoltato i suoi sentimenti.
-La mia ex amica-  Michela sospirò e continuò il suo cammino verso la Sala d’Ingresso quando incrociò un gruppo di Serpeverdi del suo anno, i ragazzi la guardarono storta mentre camminava con lo sguardo fisso davanti a lei mentre una ragazza si girò e cacciò la bacchetta nel tentativo di colpirla con una fattura, però non riuscì a prendere bene la mira visto che la ragazza svoltò l’angolo nascondendosi. Poteva continuare così? Per quanto tempo doveva sopportare questa situazione? Lei infondo non aveva fatto niente di male.

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Capitolo 21
*** Rottura 2 ***


Durante l’ora di pranzo Andrea sedeva al suo solito posto al fianco di Ilaria e guardava le persone che entravano nella Sala con lo sguardo perso. Ad un certo punto vide Fabio e Sara che andavano verso il loro tavolo in compagnia di un ragazzo. Andrea ebbe un sussulto quando si accorse chi era, con la divisa dei Corvonero era quasi impossibile riconoscerlo, Francesco. Era assurdo, erano sempre stati così vicini ed era servito un bello per farli incontrare, certo che il destino era proprio strano o meglio, la tuchcome la chiamava Alice, chissà poi che significava quel termine.
“Andre? Cì?”
“Mmm”
“Sei ancora tra noi?”
“Certo Ila”
“Si è seduta Laura e tu non l’hai nemmeno l’hai salutata, a che pensavi?”
“Per me pensava a qualcuno più che a qualcosa”
“Devo vedere Alice”
“Non so che fine abbia fatto mia sorella. Ah eccola lì!”
“Con George! Tra i due va sempre meglio!”
“Che carini che sono”
“Ma quella che saltella allegramente al fianco di Noemi è Ylenia?”
“Mi sembra di si”
“Che avrà da essere così felice?”
“Lo scopriamo subito”.
Laura aveva fatto un incantesimo al foglio che aveva davanti spedendolo a tutti e tre i tavoli. Ovviamente c’era scritto il posto e l’ora dell’appuntamento per il dopo pranzo.
*
 
La Stanza delle Necessità accolse tutto il gruppo con il solito ambiente. I ragazzi presero la posizione di sempre sui cuscini ed Ylenia iniziò a parlare.
“Vi ricordate quando vi dissi che incontrai qualcuno al ballo?”
“Il tipo più grande?”
“Si Anna, lui. Ecco ho scoperto chi è e sono contenta di dirvi che è una persona che mi piace da tanto tempo”
“Guido?”
“No Nami”
“E allora chi?”
“Jack”
“E chi sarebbe?”
“Io conosco un Jack ma non può essere lui”
“E perché no Faby?”
“Per il semplice fatto che l’unico Jack che conosco è il professore di pozioni”
“Assurdo”
“No Elisa, Fabiola ha ragione è l’unica Jack che si conosce”
“Fabio infatti è lui”.
L’affermazione di Ylenia lasciò tutti senza parole. Per dei minuti non volò una mosca intorno al gruppo, poi fu Naomi a prendere la parola.
“Che figlio di …”
“Naomi ti prego mantieniti fine”
“No Fabio, in queste occasioni proprio no”
“Scusate ma ha ragione”
“Grazie Faby”
“Ma quali occasioni scusa? Tu dovresti essere felice per me. Che c’è che non va?”
“Cosa c’è che non va? Tu stai degenerando!”
“Naomi io sono felice!”
“Ylenia è un professore, ha 30 anni!”
“E’ giovane”
“Tu ne hai 15, non ti sembra esagerato?”
“NO! Noi ci siamo trovati al ballo senza niente e nessuno che ci potesse dividere, che c’è di male?”
“No senti Yle questa situazione va chiusa”
“Anche tu Ilaria?”
“Si, e non arrabbiarti. Noi lo diciamo per il tuo bene”
“Voi dovreste essere d’accordo con me o almeno appoggiarmi se siete veramente mie amiche”
“Non puoi basare su questo un’amicizia! Soprattutto una come la nostra”
“Invece posso! E dire chi siamo cresciute come sorelle”
“Ed ora?”
“Ora ti stai dimostrando cattiva!”
“Cattiva? Se tu quella finita in Serpeverde!”
“E allora? Io ci sono finita perché ho carattere”
“Noi Tassi non avremmo carattere quindi?”
“Che bello scoprire che pensi questo dopo anni!”
“Laura, Andrea non intendevo questo”
“Ma è quello che hai detto”
“Ylenia devi capire che quello che diciamo lo diciamo perché ti vogliamo bene”
“No Fabiola, non è così”
“Non ci credo!”
“Cosa Ilaria? Adesso basta con me avete chiuso. E tu a Natale trovati un’altra casa dove stare!”
“Oh si magari andrò da qualche mio amico vero, almeno lì sarò ben accetta!”
“Ylenia smettila di fare la bionda e ragiona”
“Naomi hai rotto! Io sono felice e non devo dar conto a te o ad altri”
“Se la pensi così non o niente di più da dirti”.
La piccola bionda uscì dalla stanza in preda all’ira ed urtò Elisa facendole perdere l’equilibrio.
Dal mantello della ragazza cadde un piccolo bracciale che nessuno aveva mai visto
“E quello Eli?”, Anna lo indicò con curiosità.
“Oh è di Cameron, mi sono dimenticata di restituirglielo la sera del ballo”. Appena finì la frase si rese conto di quello che aveva detto, di quello che aveva rivelato. Nessuno lo sapeva e nessuno doveva venirne a conoscenza. Gli occhi di Anna incrociarono quelli di Elisa, erano un misto di rabbia e delusione.

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Capitolo 22
*** Vento e pioggia ***


“Non ci credo, come hai potuto?”
“Anna, non è come pensi. Noi siamo solo amici”
“E perché non mi hai mai parlato del ballo? Se siete così amici mi potevi aiutare ad avvicinarlo”
“Perché io avevo paura della tua reazione”
“E perché paura? Se non hai niente da nascondere”
“Siamo solo amici, ti prego”
“Non riesco a crederti, se fosse stato così veramente me lo avresti detto”
“Non puoi perdere la fiducia in me per questo”,, la voce di Elisa se era trasformata quasi in un urlo di disperazione
“Oh si, posso eccome. Sai perché?”, Anna alzò gli occhi sull’amica aspettando una sua reazione ma quando non arrivò decise di proseguire senza indugi, “perché se per te fosse solo un amico la prima frase che avresti detto in tua difesa sarebbe stata a me non piace nemmeno un po’. Il problema è che non hai detto niente a riguardo”
“Anna…”
“No. Scusate ragazzi devo uscire, l’aria sta diventando pesante”.
Anna uscì dalla stanza e questa volta molti ragazzi la imitarono, infondo non credevano che restare in quella stanza sarebbe servito a qualcosa, a risolvere quella situazione sicuramente no.
Le ragazze della casa Grifondoro andarono a stendersi sui loro letti prima di scendere a cena, dovevano mettere insieme tutti i pezzi frantumanti di quel puzzle che si andava sgretolando.
“Perché?”
“Cosa Ceci?”
“Perché deve andare così male?”
“Saremo destinati a finire la scuola separati forse…”
“Non dirlo nemmeno per scherzo Colin. Io ci credo ancora alla nostra amicizia”
“Come fai Cecilia?”
“Io la capisco, prima di Elisa anche io avevo un minimo di speranza dentro di me… era ben nascosta ma c’era”, Anna sussurrava le parole come in un lontano soffio.
“Io anche, o almeno con Ylenia credo si possa chiarire ma quella che mi ha più ammazzato è stata Michela”, Colin guardò Cecilia sapendo che lei forse era la più colpita da quella litigata.
Le tre ragazze alla fine decisero di alzarsi e di andare nella Sala Grande sperando di incontrare qualcuno del gruppo e la loro speranza fu ben accolta quando incontrarono Fabiola con Marco e Fabio lungo le scale che parlottavano dei GUFO.
“Oh no, anche gli esami ci devono preoccupare?”
“Si, noi prefetti abbiamo avuto una strana notizia. Non so che pensare”
“Si Fabi so cosa intendi, chissà se li anticiperanno veramente”
“Anticiparli? Tu scherzi”
“No, spiacente Colin”. Il discorso cadde quando entrarono nella Sala e furono costretti a separarsi ma entrambi i prefetti continuarono a spiegare ciò che gli era stato detto.
“Ci hanno mandato un avviso che ci diceva che forse prima degli esami ci sarà una prova intercorso pratica. Niente di più”
“Cavolo, in incantesimi sono rovinata”
“Tranquilla Sara, magari non è niente”
“Si, è inutile preoccuparsi prima del dovuto”.
Alice alzò le spalle e poi si concentrò sul piatto di pollo fritto che aveva davanti senza curarsi troppo dei discorsi degli amici quando un suo compagno di casa prese il posto vuoto affianco al suo e si servì un’abbondante porzione di arrosto.
“Hay Alice sei tra di noi?”
“Uhm… Ciao Francesco”
“Come stai?”
“Tutto bene, sono solo stanca”
“Ritmo da quinto anno”
“E a quanto pare vogliono anticipare gli esami, cioè così sembra”
“Fantastico”
“Come no, soprattutto per me”
“Senti, posso chiederti una cosa? So che non siamo tanti amici e non abbiamo molta confidenza però credo che tu possa essermi di grande aiuto”
“Spara”
“Tu sei amica dei Tassorosso vero?”
“Ehm, insomma ne conosco alcuni ma non sono amica di tutti”
“Oh capisco…”
“Come mai me lo chiedi?”
“No così, niente in particolare”. Francesco bevve il suo bicchiere d’acqua e si alzò dal tavolo con la schiena china mentre scuoteva la testa.
Alice pensò che quel ragazzo era veramente strano, non diceva mai il perché delle cose e sembrava sempre appartenesse un modo tutto suo il che era abbastanza strano per un Corvonero. Almeno per quelli che conosceva lei.
Pensando a quello strano ragazzo anche lei si alzò per fare due passi nel castello da sola ma fu subito raggiunta da qualcuno che conosceva fin troppo bene che le cinse i fianchi con una presa ben salda e cominciò a camminare al suo fianco in silenzio. Tra di loro ormai non servivano parole.
“Nessuno ti costringeva a seguirmi Andre”
“Bhè se la mia ex ragazza sta male io devo consolarla”
“Sai che suona un po’ strano vero?”
“Ahahahah forse hai ragione ma sono fatto così. Sono strano di mio”
“Si questo lo sapevo già”
“Ehm, posso farti una domanda?”
“Certo”
“Prima tu parlavi con un ragazzo, intendo a pranzo”
“Ah, ora capisco tutto”
“Tutto cosa?”
“Lascia stare, magari un giorno te lo dirò. Non oggi, per una volta cavatela da solo stella”
“Aspetta non puoi andartene così, su due piedi”
“Scusa ma ho da fare”
“Sei odiosa lo sai?”
“Un bacio”. Alice si liberò dalla presa del ragazzo e camminò a grandi passi verso il cortile interno della scuola con un sorriso di compiacimento dipinto sul volto ed il mantello che sventolava per il forte vento che si stava alzando. L’inverno scozzese era in procinto di arrivare.
Alice adorava il vento fresco che le scompigliava i capelli, le ricordava tutti gli inverni che lei e i suoi amici avevano passato a rincorrersi nei lunghi prati e boschi durante le vacanze invernali, prima di ricevere la lettera per Hogwarts. Ora era tutto così diverso, così cambiato che non riusciva a credere più in quei momenti felici di tanti anni fa. Come facevano gli altri a sopportare la situazione che si era venuta a creare non lo riusciva minimamente a capire, con Ylenia ed Elisa era definitivamente crollato tutto e lei aveva bisogno di capire se poteva stare ancora in compagnia di quel gruppo ora che non era più completo, ora che non c’era Michela. Proprio in quel momento la sua vecchia amica passò stretta in un saldo abbraccio del suo ragazzo ma non la vide, o almeno così preferiva credere Alice; si perché credere che l’avesse vista e non l’avesse salutata sarebbe stato molto peggio, per quanto reale e giusto da parte sua.
Quando un soffio di vento gelido giunse verso di lei si sentì rassicurata dalla sciarpa calda che qualcuno le mise intorno al collo, i colori scarlatto e oro risplendevano sotto gli ultimi raggi di sole dell’anno.
“Non credo che questi colori mi donino molto sai George?”
“Dici? Secondo me sei una meraviglia, almeno non prendi freddo”
“Quello sicuramente, anzi grazie. La mia devo averla lasciata nel dormitorio per la fretta”
“Ho notato che stai un po’ male ultimamente, ancora problemi con i tuoi amici?”
“Si, ora anche Ylenia ed Elisa. Con gli altri va tutto bene ma è come se qualcosa si fosse rotto, non riesco più a respirare con la stessa libertà di prima. Sento che ho bisogno di distanza, e questo pensiero mi uccide”
“Calmati, è normale che hai bisogno di tempo secondo me un po’ tutti dovete prendere le distanze. Qualcosa si è rotto ma sono sicuro che si riparerà prima di quanto crediate. Se voi lo volete ovviamente”
“Io lo voglio, con tutta me stessa”.
George accolse la ragazza tra le sue braccia e le accarezzò la testa cercando di tranquillizzare il leggero tremore che si era preso un largo spazio nel corpo della Corvonero, con il vento che scuoteva i loro mantelli i due ragazzi sembravano fuori dal mondo abbracciati contro la grande parete.
 
 
 
 
*
 
 
 
 
All’interno del castello la situazione non era delle migliori visto che i pensieri che affligevano Alice non erano estranei anche agli altri ragazzi. Dopo pranzo nessuno di loro pensò di riunirsi come al solito ma tutti presero strade diverse: Ilaria e Fabio andarono al teatro per le prove intimoriti dal rincontrare Michela ed il suo fidanzato, Andrea andò nel suo dormitorio e passò il pomeriggio a parlare con Guido, Sara decise di andare a fare delle prove di incantesimi accompagnata da Giorgia mentre gli altri occuparono il loro tempo con i fidanzati.
Shin accompagnò Naomi al campo da Quidditch sapendo che quello era uno dei posti preferiti della sua ragazza, la fece accomodare sulle grandi scalinate di legno e poi fece comparire una coperta di plaid per tenerla calda.
“Oggi facciamo due anni e sette mesi, te lo ricordi vero?”
“Certo amore, solo che con tutto quello che è successo non sono riuscita a preparare niente di speciale”
“Tranquilla, non bisogna fare niente di speciale. Mi basti tu”
“Quanto siamo dolci oggi Shin”. Naomi avvicinò le labbra a quelle del ragazzo unendole in un lungo ed appassionato bacio fino a quando una goccia d’acqua non cadde sul naso della ragazza provocando il riso di entrambi.
“Direi che è meglio passare il tempo dentro il castello e non sotto un acquazzone”
“Ottima idea”.
I due fidanzati si diressero correndo verso il castello e varcarono la soglia nel momento in cui un fortissimo temporale iniziò ad abbattersi con una violenza mai vista prima.

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Capitolo 23
*** Nuovi legami ***


Nel teatro scese un buio improvviso e i vetri non smisero di tremare un secondo mentre gli attori provavano le diverse battute, l’atmosfera si faceva sempre più tetra e Michela si strinse al fidanzato cercando di sopportare quelle ore di buio e tensione in cui era obbligata ad avere davanti agli occhi i suoi vecchi amici. Ilaria risplendeva su quel palco, era in perfetta forma quel giorno e si vedeva che metteva tutta se stessa in quello spettacolo, come in ogni cosa che faceva infondo. Indossava l’abito da scena quel giorno: un bellissimo vestito azzurro e bianco che metteva in risalto ogni suo lineamento, le scarpe alte di uno splendido bianco sembrava non le dessero il minimo fastidio mentre eseguiva le coreografie dello spettacolo al fianco del suo fidanzato, Fabio. Verso la fine delle prove il professore Blum chiamò Michela e Roberto sul palco per mostrare le scenografie alle quali avevano lavorato con tanto impegno durante le loro ore di punizione, quando queste arrivarono sul palco con un incantesimo di appello tutti i presenti rimasero a bocca aperta.
“Ragazzi questo è uno dei migliori che io abbia mai visto, avete fatto un ottimo lavoro e vedo che non è stato proficuo solo per questo”. Molti ragazzi risero a quella battuta mentre Michela strinse forte la mano del fidanzato che abbassò lo sguardo imbarazzato, gli unici due che non parteciparono alla risata collettiva furono Fabio ed Ilaria, sulle loro facce si dipinse un’espressione di vuoto quasi come di gelo.
Vederla lì, stretta a quel ragazzo che aveva tante volte provocato le sue lacrime negli anni precedenti le faceva una sensazione non strana, quasi di gelosia e di rabbia. La sua amica, la sua ex migliore amica, era raggiante al suo fianco e questo le dava un forte fastidio. Per lei i loro mantelli vicini erano come un pugno nell’occhio, non riusciva ancora a rendersi conto di come Michela si era innamorata di Roberto, eppure sembrava totalmente presa da quel ragazzo e lei non era il tipo di persona che faceva le cose in modo impulsivo, aveva addirittura voltato le spalle a quelle amicizie che aveva sempre considerato importanti. Esisteva un vero motivo per cui l’aveva fatto? Di certo non era impazzita del tutto ed improvvisamente e poi sembrava così felice, realmente felice.
Fabio le diede uno strattone al braccio e così Ilaria interrupe i suoi pensieri, le prove erano finite e tutti ormai stavano andando a cambiarsi dietro le quinte così la ragazza li imitò. Il suo camerino era piccolo ma le piaceva lo stesso, prese posto davanti lo specchio e si struccò lentamente per poi liberarsi dal vestito ma non vide i suo vestiti al solito posto e si chiese il perché. La risposta arrivò quasi subito quando Michela varcò la porta bianca del suo camerino.
“Scusami, questi sono i tuoi vestiti”
“La divisa?”
“E’ nel tuo dormitorio, questi sono i tuoi vestiti diciamo babbani. Ti aspetta una serata ad Hogsmade no? Ci vanno tutti i quinti anni”
“Oh si, certo. La serata libera dell’anno. Si noi ci andiamo”
“Perfetto allora ti lascio cambiarti, ciao”
“Ciao e grazie Michi…Michela”.
La Grifondoro uscì da quella piccola stanza e respirò profondamente per poi incontrare all’uscita del teatro il suo fidanzato il quale la accolse subito tra le sue braccia.
“E’ tutto apposto. Presto si accorgeranno che stanno sbagliando”
“Se lo dici tu…”. I due ragazzi decisero di andare nei rispettivi dormitori per prepararsi alla serata che li aspettava, era strano ma per una volta Michela sperava di passare del tempo con i Serpeverde o almeno quelli che parlavano ancora a Roberto. Loro sembravano veramente dalla sua parte e questo la faceva sentire un po’ meno colpevole, un poco più a casa.
Loro però non erano gli unici che la accoglievano sempre a braccia aperte, c’era un’altra persona che era sempre stata dalla sua parte, l’unica della sua casa che la accoglieva nel suo dormitorio come se niente fosse successo.
“Mari, sono io posso?”
“certo Michi entra pure. Stavo scegliendo cosa mettere stasera”
“Si anche io volevo prepararmi, hai per caso un maglione che puoi prestarmi?”
“Oh certamente, ne avevo appena preso uno. Aspetta eccolo qui”
“Oh grazie, è anche nero e sta bene con gli stivali. Ti adoro lo sai?”
“Si lo so. Allora stasera possiamo passare un po’ di tempo insieme?”
“Certo, tanto Roberto starà anche con i suoi amici quindi io sarei contenta di fare due passi con te”
“Perfetto allora ti aspetto ai Tre Manici di Scopa”.
Mariangela le sorrise affettuosamente e poi richiuse la porta del dormitorio alle spalle lasciando Michela sola nei suoi pensieri mentre finiva di preparare il trucco, ci metteva sempre un eternità perché voleva che sembrare perfetta quella sera. Quella doveva essere la sua serata.
All’ingresso c’erano tutti i ragazzi del quinto anno che erano come sempre esaltati alla possibilità di passare una serata ad Hogsmade senza infrangere alcuna regola, era una cosa che capitava tre volte in tutto il quinto anno: un modo che il preside usava al fine di incoraggiare gli studi per i GUFO. Roberto parlava con Stefano quando Michela li raggiunse e in un secondo l’aria sembrò gelarsi, con Stefano non c’era modo di non parlare visto che era il migliore amico del suo fidanzato ma ogni volta che si parlavano sembrava che facessero uno sforzo che andava oltre le loro capacità.
“Ciao Stefano”
“Michela. Come va?” –come se gli importasse sul serio, se ci avesse tenuto un minimo non me lo avrebbe chiesto con questo tono di superiorità- “Benissimo, te?”
“Tutto apposto”.
Quel momento di pura cordialità tra i due ex amici finì subito e nessuno dei preseti sapeva come recuperare la situazione ed il silenzio che li avvolgeva stava diventando imbarazzante ma l’arrivo di Alba e Serena spezzò una volta per tutte quel gelo.
“Michi, ciao!”
“Hay Alba, sei una favola stasera, anche se non è una novità”
“Troppo gentile Michi. Anche tu stai bene, sembri raggiante”
“Dici?”
“Assolutamente si”
“Concordo con Alba”, le parole di Serena arrivarono come un fulmine nella conversazione e furono del tutto inaspettate. Infondo Michela e Serena non avevano avuto tanti contatti da quando si era scoperta la relazione di Michela con il ragazzo che tanto piaceva alla Serpeverde.
“Ehm.. grazie Serena”
“Senti, posso parlarti?”
“Certo, facciamo due passi?”. Le due ragazze si avviarono verso il portone di ingresso e proprio lì vicino si era fermato il vecchio gruppo di amici che le guardarono con un espressione di puro disgusto. Vedere Michela con quella vipera faceva venire la pelle d’oca a tutti, soprattutto ad Ilaria che aveva parlato poco prima con la ragazza e si sentiva terribilmente responsabile di averla trattata come una specie di schiava senza riuscire a far trapelare le sue vere emozioni, la nostalgia della loro amicizia…
“Allora, di cosa volevi parlarmi?”
“Di Roberto”, il cuore di Michela si fermò per un istante e poi dentro di lei si fece spazio una forte gelosia e in un secondo iniziò a pensare mille modi in cui avrebbe potuto aggredirla e poi scappare, ovviamente non voleva ammazzarla visto che questo sarebbe costato sicuramente l’espulsione ma voleva lanciarle una fattura su quel faccino che si ritrovava e che lei non sopportava; avrebbe sopportato qualsiasi punizione dopo, ne sarebbe valsa la pena.
“A me non piace, o almeno non più”
“C-cosa?”
“Si, hai capito bene. Infondo so mettermi da parte, lui ha scelto te. Io non ho alcuna possibilità, questo mi va benissimo. Adesso vorrei solo conoscerti meglio, se Alba ti vuole così bene e hai conquistato Roberto mi chiedo quali siano i tuoi pregi, smettiamola di farci la guerra tanto è una cosa inutile, no?”.
Le parole della Serpeverde la colsero così di sorpresa che Michela ci mise qualche secondo ad assimilare la risposta che le avrebbe dato, non era certo facile per lei accettare una proposta di amicizia così diretta da parte di una ragazza che fino a qualche minuto sembrava che, se solo avesse potuto, l’avrebbe uccisa con lo sguardo.
“Devo dire che non mi aspettavo una certa richiesta da te, però mi fa piacere visto che la cosa di cui più ho bisogno ora sono amici e persone di cui possa fidarmi”
“Ancora problemi con i tuoi amici?”
“Non li chiamerei più così, mi hanno escluso del tutto. Mi hanno urlato in faccia per meglio dire”
“Tranquilla, sono sicura che capiranno presto il loro sbaglio e soprattutto accetteranno Roberto, infondo lui è un bravissimo ragazzo”. Quelle parole calmarono l’animo di Michela che si sentì inspiegabilmente molto più serena e abbracciò la ragazza che la stava davanti sussurandole un lieve “Grazie” all’orecchio, poi inspiegabilmente anche Serena la abbracciò ricambiando quello strano affetto che andava legando le due studentesse.
Insieme tornarono verso il gruppo che avevano lasciato nell’atrio sottobraccio chiacchierando di ogni cosa che venisse in mente, Serena voleva sapere ogni minimo dettaglio della storia con Roberto e faceva domande su domande. Michela,dal suo lato, rispondeva ad ogni domanda con un minimo di imbarazzo visto che non aveva mai raccontato a nessuno visto che nessuno se ne era mai interessato; quella ragazza aveva uno strano effetto su di lei: parlavano con una scioltezza molto strana ma il flusso di parole di impadroniva di lei e cacciava tutte le sue sensazioni senza avere il minimo timore di essere giudicata, il che era strano visto che lei era un Grifondoro e Serena una Serpeverde. Quando si unirono al resto degli amici Roberto le guardò con uno sguardo interrogativo che ebbe come risposta il solo sorriso della ragazza che lo prese per mano uscendo dal castello con tutti gli altri.
Era la serata del quinti anni ed Hogsmade era pronta per colorarsi di pura magia e di allegria.

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Capitolo 24
*** Neve ***


Il piccolo paese sembrava essere in festa come succedeva in poche occasioni, tutti i ragazzi del quinto anno giravano in ogni negozio o per bere una buona Burrobirra o per fare scorta di caramelle di Mielandia. Molti ragazzi perdevano il loro tempo da Zonko alla ricerca di qualche nuovo scherzo da fare a scuola, non lasciando da parte una grande quantità di caccabombe.
Mentre camminava per le strade ancora bagnate dal temporale del pomeriggio Naomi vide una piccola figura che correva con un mantello verde smeraldo lasciato indietro dal vento, dal cappuccio potevano essere intraviste delle ciocche di capelli biondi che non riuscivano a stare ferme. Ylenia correva da qualche parte, lontano dalla confusione degli studenti e chissà per quale motivo.
“Forse si sta andando ad incontrare con Jack”, Ilaria le stava dietro ed aveva osservato la scena con la stessa curiosità dell’amica ed era arrivata alla stessa conclusione di Naomi esprimendola però ad alta voce.
“Io la seguo”
“Nami non dire cavolate, che intenzioni hai?”
“Non chiamarmi Nami e poi che c’è di male? Rischia di cacciarsi nei guai e io non voglio lasciarla da sola, sarebbe pericoloso. Vieni con me?”
“No, scusa ma io sto con Fabio e gli altri non mi sento di seguirla dopo quello che mi è successo, mi ha sbattuto fuori casa”
“Lascia stare Ila, vado io”, Colin prese in mano la situazione e tirò per un braccio Naomi correndo dietro alla piccola bionda per non perdere le sue tracce.
Come le due amiche avevano immaginato la Serpeverde era diretta alla Stamberga Strillante, o meglio al suo esterno e raggiunse con una piccola corsa una figura alta ed incappucciata come lei.
“Non ci credo, non possono veramente stare insieme”
“E’ così però Colin, che cosa disgustosa”
“Vieni, nascondiamoci dietro questa cespuglio così siamo riparate ma abbiamo un’ottima visuale”
“Non so quanto voglio vedere ad essere sincera”
“Se ti dico cosa stanno facendo mi svieni”
“Dimmelo, anzi no ora guardo”
“Si ma mantieni la calma Naomi, per favore”.
La Corvonero si tolse le mani dalla faccia per vedere cosa succedeva tra i due e rimase a bocca aperta nel momento in cui vide che si stavano baciando, e come si stavano baciando.
“Non ci posso credere! Che grandissimo figlio di ..”
“Naomi zitta!”, Colin la tirò per un braccio facendole perdere l’equilibrio e cadendo con lei sull’erba ancora umida.
Ylenia ed il professore si girarono per paura di essere stati scoperti ma non videro nulla eppure erano sicuri che c’era qualcuno dietro le piante che li circondavano
“Forse dovremmo separarci”, il professore si guardava intorno con aria molto preoccupata provando a scovare qualche figura nell’ombra.
“Jack, non c’è nessuno. Sono tutti in paese a festeggiare e le coppie vengono più tardi alla Stamberga, stai tranquillo”
“Massì, forse hai ragione tu”.
Al sorriso della piccola bionda Jack le scostò i capelli dalla faccia e le si avvicinò per riunire le loro labbra in un bacio appassionato.
Colin, intanto, dietro al cespuglio cercava di levarsi Naomi da dosso visto che le era caduta addosso, letteralmente ed ora osservava la scena comodamente sdraiata su di lei tramite un piccolo spazio trovato tra le foglie.
“Naomi levati da dosso”
“Aspetta, oddio si stanno ribaciando. Ma non le fa schifo baciare un tipo così grande?”
“A quanto pare no, ora ti levi?”
“Le sta succhiando le labbra! Per me non sa baciare molto bene, secondo te?”
“Scusami Nami ma io che diamine ne posso sapere? Non riesco nemmeno a vedere niente”
“Oh si, poverina hai ragione”, Naomi si alzò e aiutò l’amica a fare lo stesso senza mai distogliere lo sguardo dai due davanti a loro, “allora che ne pensi?”
“Mi fa strano, questo è ovvio però mi sembra anche che sono veramente attratti l’uno dall’altra”
“E’ un professore, mio dio perché nessuno pensa che sia disgustoso?”
“Lo pensiamo tutti ma lei è felice…”
“Ma la sua felicità quanto potrà durare? Non potranno continuare questa storia, lo sappiamo tutti. E poi se li scoprono come finirà?”
“Hay, da quando sei così saggia?”, Colin sorrise all’amica e Naomi sbuffò per poi darle un pizzicotto sul braccio provocandole una grossa chiazza rossa sotto il maglione.
Le due amiche si dimenticarono di essere in una situazione delicata ed iniziarono a darsi pizzicotti facendo più rumore del dovuto e nel momento in cui realizzarono la confusione che si stava venendo a creare a causa loro era tardi: le due ombre si stavano avvicinando a loro e la faccia di Ylenia iniziava a schiarirsi alla luce di un piccolo lampione lì vicino. Colin e Naomi valutarono in pochi secondi la soluzione che le avrebbe aiutate ad uscire da quel casino.
“Corri”, Naomi bisbigliò all’orecchio dell’amica con il respiro mozzato
“Cosa?!”
“Se ci vede siamo morte, corri via che forse riusciamo a non farci vedere”
“Naomi sai che sei malata vero? Almeno mettiamoci i cappucci e abbassiamoci per un tratto di strada così riusciremo a non farci..”
“Fai quello che vuoi ma fallo di fretta, non possono vederci”.
Colin iniziò a correre seguita dall’amica in direzione della strada più affollata del paese, almeno lì avrebbero potuto nascondersi con maggiore facilità.
 
*
 
All’interno dei Tre manici di scopa Alice aveva preso posto con i suoi amici e stava gustando un’ottima Borrobirra quando entrò George accompagnato dalla sua migliore amica, Chiara. I due ragazzi le fecero un cenno di saluto e chiesero al gruppo se gli dispiaceva di lasciargliela per un po’, così sarebbero stati insieme per un po’.
Alice si unì ai due ragazzi molto contenta ed iniziò una lunga chiacchierata con la ragazza che scoprì essere molto più simpatica di quanto pensasse. I tre ragazzi condividevano idee, sogni, pensieri ed anche molti gusti riguardo professori e materie, con loro stava proprio bene in un’armonia che sentiva quasi frantumata con il suo gruppo abituale.
“Ragazzi scusate io devo allontanarmi un secondo, ho un appuntamento con mia sorella che mi doveva raccontare un fatto. Ci vediamo dopo o domani mattina ok?”, Chiara lasciò i soldi della sua Burrobirra sul tavolo di legno e si allontanò salutando calorosamente Alice e George.
La situazione per la ragazza stava diventando molto imbarazzante.
“Ehm, andiamo a fare un giro Aly?”
“Si, aspetta che prendo i soldi in borsa così poi andiamo”
“Oh lascia stare, offro io per questa volta”
“Grazie”,Alice avvampò violentemente e poi facendo un bel respiro si allontanò dal pub con il ragazzo.
Fuori la temperatura iniziava a scendere rapidamente e la pioggia si stava trasformando in nevischio, magari la mattina dopo l’intero paese e il castello sarebbero stati ricoperti di una soffice neve bianca.
“Adoro la neve, riesce sempre a mettermi allegria”, Alice sorrideva e lentamente si scostò una ciocca di capelli che era stata mossa dal vento eccessivo tentando di non sembrare troppo imbarazzata dalla situazione.
George improvvisamente si fermò e decise di fare quello per cui aspettava da tanto, troppo tempo così prese il volto della ragazza tra le mani e la baciò prima dolcemente e poi avidamente per assorbire tutto il sapore di quella ragazza che tanto aveva desiderato.
La neve iniziò a cadere in quel momento e rese il tutto ancora più speciale agli occhi dei due ragazzi, era tutto così perfetto.
E forse era proprio quello il problema più grande.

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Capitolo 25
*** Pensieri ***


Michela passeggiava con Mariangela quando i primi fiocchi neve iniziarono a cadere e a posarsi sul freddo terreno.
“Allora, come stai Michi?”
“Diciamo che cerco di andare avanti, se loro non mi vogliono più nel gruppo non posso farci niente quindi perché disperarsi?”
“Hai ragione ma credo che dovresti fare qualcosa per riuscire a chiarire, infondo è totalmente assurda questa situazione. Come quella di Elisa ed Ylenia”
“Che è successo con loro?”
“Hanno discusso ma credo si risolverà presto, come con te”
“No Mari, loro hanno esagerato senza essere a conoscenza della situazione e ora sono io ad avere mille dubbi, poi sto imparando ad apprezzare anche persone diverse che prima non conoscevo”
“Ad esempio?”
“Serena, Alba ma anche Derek, quel compagno di classe di Roberto. Insomma sto facendo nuove amicizie e non mi va tanto male”
“Oh bhè, se stai bene io sono solo felice per te”
“Grazie Mari”.
Michela abbracciòl’amica e si sentìun poco più sicura ad averla sempre affianco sapendo di poter contare su di lei sempre. Dopo la prese per un braccio e la trascinòda Mielandia per fare spese di caramelle e dolciumi, lìdentro trovarono George ed Alice che prendevano delle api frizzole mentre si tenevano per mano e Mariangela gli si avvicinòtenendosi sempre vicina a Michela.
“Ragazzi come va?”
“Oh ciao Mari, noi tutto bene. Voi state passando una bella serata?”, George con una mano stringeva quella di Alice mentre con l’altra chiudeva il pacchetto di caramelle.
“Oh si ci stiamo divertendo un sacco e poi sta iniziando a nevicare, ed io adoro la neve”, Mariangela provava a mandare avanti il discorso anche se il disagio di Alice e Michela si poteva notare a chilometri di distanza.
“Michela a te come va?”
“Oh molto bene, grazie George”
“Mi fa piacere, veramente tanto. Volete anche voi delle api frizzole? Passo alla cassa a pagarle e ve ne do un po’”
“No grazie, prenderemo qualcosa di diverso e poi quelle sono per voi e per gli altri”, Michela non voleva assolutamente niente di quello che poteva appartenere ad Alice, si sarebbe sentita in debito o comunque in imbarazzo nel condividere qualcosa con lei.
“Va bene anche se in realtà sono solo per noi due, volevamo andare a fare una passeggiata e quindi compravamo qualcosa da magiare”, Alice chinòla testa come segno di imbarazzo alla parole di George e le sembròdi notare un piccolo sorriso sul volto dell’ex amica ma era una cosa totalmente impossibile.
“Oh ragazzi sono veramente felice per voi. Spero che riuscirete a stare bene, noi andiamo a cercare qualcosa da mangiare, ci vediamo dopo”
“Ciao Mari, Michela spero di rivederti”
“Ciao George, Ali”, Mariangela diede ai ragazzi due baci sulle guancie e poi un piccolo colpo al braccio di Michela per farle salutare i due, cosìla ragazza si vide costretta a sorridere in un  momento in cui non voleva farlo assolutamente.
Quando le due si allontanarono Alice fece un respiro profondo per liberarsi dell’angoscia che l’aveva tenuta prigioniera in quei pochi minuti durante i quali la sua ex migliore amica era stata a pochi centimetri da lei, senza peròrivolgerle la parola.
“Hey, tutto bene?”
“Oh sisi, mi fa solo un po’ strano ma ci faròl’abitudine. Infondo sicuramente ci sarà qualche occasione in cui dovremmo riparlare, certo non possiamo fare cosìsempre no?”, Alice sorrise al ragazzo e sembròrassicurarlo un po’.
i due ragazzi pagarono le caramelle e quando uscirono dal negozio furono investiti da un forte vento gelido che li costrinse a tirare sul volto le sciarpe calde ed affrettare il passo verso il castello.
Ormai la nevicata stava aumentando ed il castello stava scomparendo dalla vista degli studenti, tutti si stavano affrettando lungo la strada del ritorno.
 
*
 
Il gruppo di amici aveva deciso di seguire i loro compagni di scuola verso il castello, ormai avevano capito che Alice non li avrebbe più raggiunti quindi l’avrebbero aspettata nella Sala Grande.
“Pelato non è che ‘sto freddo ti fa male alla testa?”
“Devo dire che sei proprio simpatica, Nami”.
La ragazza lo guardòtorvo e mentre nessuno guardava si piegòa raccogliere un po’ di neve che si era depositata e la appallottolòtra le mani per poi rivolgersi al suo amico.
“Pelatino, ti ho detto che mi devi chiamare Domi, D-O-M-I”
“Non puoi obbligarmi”, lui la guardòcon aria di sufficienza mentre sulla faccia della ragazza si dipingeva un sorriso maligno. In pochi secondi la faccia di Andrea fu piena di neve e il gruppo cominciòa ridere senza ritegno.
“Naomi sei terribile!”, Fabiola commentòl’azione dell’amica con un tono degno di una prefetta ma subito venne azzittita da un’altra palla di neve lanciata da Anna.
Come sempre appena cadeva un po’ di neve iniziavano le battaglie all’ultimo sangue.
Mentre correvano per le strade cercando di evitare i colpi degli altri, Andrea andòa sbattare contro un ragazzo che si giròcurioso di capire chi poteva essere cosìdistratto. Quando i suoi occhi incrociarono quelli del tassorosso l’imbarazzo riempìl’aria ed anche il cuore dei due, Andrea era appena sbattuto contro la schiena di Francesco.
“Hey, certe che sei un ragazzo senza freni”, Francesco sorrise mettendo ancora più a disagio il ragazzo che gli stava di fronte il quale non riuscìnemmeno a spiccicare una parola, si sentìsollevato quando Laura corse in suo aiuto presentandosi a Francesco.
“Più che senza freni è un ragazzo che non ha idea di come si corre, né di come ci si ferma a quanto pare. Piacere io sono Laura”
“Ciao io mi chiamo Francesco”
“Hay Frà che ci fai qui? E come conosci Andrea?”, Fabio si unìal gruppo tenendo sottobraccio la sua ragazza.
“Oh ci siamo conosciuti al ballo ed abbiamo fatto amicizia. Perònon ci siamo più beccati, almeno fino ad ora”, Andrea parlòdi un fiato senza rendersi conto che tutto il gruppo ormai lo guardava con aria interrogativa tranne Fabio che era a conoscenza della situazione dell’amico.
“Oh bhè mi fa piacere, adesso conoscete un Corvo in più. Per gli altri che non sanno chi è lui è Francesco ed è uno dei migliori del sesto anno della nostra casa”
“E perché io non lo conoscevo?”, Naomi era intenta a mangiare un cioccolatino al latte ed osservava curiosa quello strano ragazzo che non aveva mai notato.
“Non abbiamo avuto l’occasione di presentarci, abbiamo impegni diversi cosìnon ci incrociamo quasi mai. Come non conosco te difficilmente ho scambiato due parole con Giorgia o Alice, siete le tre stelle del Quidditch e siete sempre in campo”
“Oh le stele del Quidditch, che persona carina”, Giorgia fece finta di inchinarsi e di vantarsi per le parole del ragazzo, in tutta risposta ricevette un bello spintone da Cecilia e Mattia.
“Fermi, fermi, fermi. Scusate ma non dovevamo andare al castello per sapere di Alice? Siamo rimasti come dei cretini sotto la neve e sembra che la tempesta si staia intensificando, io consiglio di iniziare a correre”, Ilaria si scostòun ciuffo dalla fronte con le mani congelate prima di ricevere l’assenso da tutti.
Quando varcarono il grande portone della scuola sentirono subito il calore invadere il corpo e i loro arti riprendere a muoversi. Quando Noemi e Stefano girarono lo sguardo verso le grandi scalinate rimasero a bocca aperta e con delle gomitate invitarono tutto il gruppo a guardare la scena che si dipingeva davanti a loro: Alice e Geroge erano teneramente abbracciati mentre parlavano con Chiara.
“Secondo voi quindi stanno insieme?”, Naomi non aveva la fama di essere quella che si faceva gli affari suoi, e molte ragazze la appoggiavano in pieno.
“Per me si, lui si è dichiarato”, constatòSara
“E se è stata lei?”, Noemi si rivolse a Laura per avere conferma e la ragazza scosse la testa in segno di disapprovazione
“Mia sorella non lo avrebbe mai fatto”.
Andrea osservava la scena al fianco di Francesco e quando tutti i suoi amici cominciarono a ritirarsi nei loro dormitori si diresse da solo verso quello dei Tassorosso visto che Ilaria e Laura si sarebbero trattenute con i rispettivi fidanzati.
Quando passòvicino ad Alice la salutòcon un cenno provando a non osservare la scena del suo bacio con George e poi iniziòa correre senza fermarsi finchè non arrivòal suo letto a baldacchino; appena si infilòil pigiama chiuse le tende e si rannicchiòsotto il caldo piumone. Il vento continuava a fischiare oltre le finestre ma non era quello ad impedire al ragazzo di dormire, più che altro era un pensiero costante che lo infastidiva: Alice ed il suo nuovo ragazzo. Non riusciva a capire perché ma era molto infastidito, Alice era sempre stata sua ed anche quando l’aveva lasciata era riuscito a riprendersela anche solo come amica ma ora lei era diventata di George e questo lui non riusciva a sopportarlo.
Quando riuscìa prendere sonno Andrea trovòi suoi sogni popolati dei momenti più belli che aveva vissuto con la sua ex ragazza.

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Capitolo 26
*** Riappacificazioni ***


 La mattina successiva il tempo non sembrava voler migliorare e tutte le lezioni di volo, erbologia e cure delle creature magiche erano state sospese visto che sembrava quasi impossibile raggiungere solo le serre, figurarsi qualsiasi altro posto all’esterno. Le squadre di Quidditch sembravano essere in lutto per i mancati allenamenti e l’atmosfera nella scuola si faceva sempre più cupa, la mattina a colazione erano scesi pochi ragazzi poiché molti dormivano ancora oppure erano andati in infermeria per farsi curare il raffreddore preso a causa del freddo della sera prima.
Tutto il gruppo aveva preso posto al tavolo dei corvonero per sapere da Alice cosa era successo il giorno prima con George e da Naomi e Colin cosa avevano visto quando avevano seguito Ylenia.
La prima a prendere la parola fu Naomi che raccontò ogni minimo dettaglio di quello che avevano visto la sera prima, Colin aggiunse solo qualche piccolo dettaglio prima che iniziasse la sfilza di commenti e constatazioni del gruppo,  la maggior parte ovviamente pieni di indignazione.
Ilaria era veramente allibita dopo aver sentito dalla bocca di Naomi tutto quello che era successo ed il racconto molto puntualizzato dei loro baci, insomma la sua vecchia amica aveva veramente il coraggio di fidanzarsi con in un professore che aveva quasi vent’anni in più a lei.
Dopo che tutti avevano espresso anche Naomi decise che non potevano più deprimersi per Ylenia o Michela o Elisa, dovevano reagire e quindi invitò tutti nella Stanza delle Necessità per la sera: dovevano giocare a “chi vuol far il mazziere”.
Quando annunciò la notizia tutti ebbero reazioni diverse: Anna, Colin ed Andrea sorrisero, Laura sbuffò poiché non sopportava molto quel gioco mentre gli altri furono indifferenti abituati ormai alla loro amica e quel gioco. Nel momento in cui si stavano alzando dal tavolo dei Corvonero una piccola ragazza bionda si presentò davanti a loro con gli occhi pieni di lacrime.
“Ylenia che ci fai qui?”, Sara prese la parola nello sconcerto generale del gruppo.
“Io..”, la Serpeverde aveva una voce spezzata dal dolore, “ragazzi scusatemi. Di tutto. Mi dispiace sul serio. Avevate ragione”, leggere lacrime iniziarono a scivolare veloci sul volto della bionda.
“Che è successo?”, la voce di Naomi era fredda ma sembrava che si stesse addolcendo alla vista di quegli occhini dolci.
“Ieri… credo che qualcuno ci stesse spiando vicino alla Stamberga Strillante e lui ha avuto paura. Ha detto che non ne valeva la pena di rischiare il posto per me e poi ha messo in mezzo la storia della differenza di età…”
“Che figlio di….”
“Naomi zitta!”, il coro che si levò fu abbastanza rumoroso da far voltare molti studenti dalla loro parte.
“Ilaria, Ila… noi due dobbiamo parlare”
“Ylenia io non ho niente da dirti”, Ilaria era un pezzo di ghiaccio mentre osservava la vecchia amica lì davanti.
“Allora ti parlo io: mi dispiace. Io ti voglio bene e tu devi assolutamente continuare a vivere da me, il Natale non sarebbe lo stesso senza di te. Sul serio”.
Ad Ilaria si sciolse il cuore ascoltando quelle parole, la sua piccola amica bionda sembrava veramente pentita e poi, visto che stava male e non si sentiva a lasciarla lì da sola mentre piangeva. La rossa la accolse volentieri tra le sue braccia in un caldo abbraccio.
Il resto degli amici non resistette a quella scena che tutti avevano sperato di vedere molto presto, non riuscivano più a sopportare quelle rotture avvenute nel gruppo e rivedersi riconciliati con Ylenia portava un senso di sollievo dentro di loro.
Elisa guardava la scena del tavolo della sua casa mentre Cameron al suo fianco parlava ininterrottamente di quanto fosse bella Anna e di come gli dispiaceva che avevano litigato, anche se del motivo lui non sapeva niente visto che Elisa si era rifiutato di spiegarglielo.
“Voi dovete parlare, qualunque sia il motivo è totalmente assurdo tutto questo lo sai vero?”
“Si Cam, lo so però è stata una sua decisione. Oddio però anche io non è che mi sia comportata questa gran meraviglia, forse dovrei fare il primo passo”
“Ecco, allora andiamo!”, Cameron si alzò di scatto e trascinò per un polso l’amica verso la grande porta della sala dove il gruppo stava uscendo e con una forza spontanea bloccò per un braccio Anna, la quale rimase sconvolta dal’improvviso, strano, comportamento del ragazzo che tanto le piaceva.
“Cameron, cosa vuoi?”
“Tu devi parlare con Elisa, è assurdo che lei non parla con i suo amici perché avete litigato. Poi saperlo sto motivo tanto disastroso!”
“Non lo sai?”, Anna rivolse uno sguardo sorpreso ad Elisa che si nascondeva dietro la spalla del ragazzo, una morsa di vergogna le invase lo stomaco e sentì le guancie diventare rosse.
“Elisa non mi ha detto niente, altro segno che ti rispetta e continua a farlo nonostante non vi parliate più. È assurdo tutto questo, ti prego smettetela di fare le bambine e parlate da persone mature”.
Le due amiche si resero conto che le parole di Cameron erano più che giuste e con un solo sguardo ritornano a sorridere e tutto il gruppo sembrò essere risollevato da quella riappacificazione, tranne Ylenia che non sapeva niente dell’accaduto e quindi guardava tutti con occhi interrogativi.
“Lascia stare, ti spiego dopo”, Giorgia sussurrò piano quelle parole all’orecchio dell’amica cercando di non interferire tra le due ragazze che si abbracciavano di fronte a loro.
Naomi, con la sua poca curanza di queste situazioni, applaudì e invitò Cameron con loro nella Stanza delle Necessità; ovviamente non osò incrociare lo sguardo di Anna visto che era sicura che in quel momento le stava mandando una fattura tramite gli occhi.
“Scusami Naomi, cosa andiamo a fare esattamente?”, Cameron seguiva la ragazza lungo le scale e continuava a riempirla di domande, curioso del programma del gruppo.
“Vedrai, caro e piccolo innocente Grifone”, Naomi tratteneva a stento le risate e dietro di lei Andrea rischiava di soffocare dietro al mantello,
“Innocente ancora per poco”.
A quelle parole nessuno riuscì più a trattenersi e l’intero gruppo scoppiò in una fragorosa risata mentre Ylenia abbracciava tutte le amiche sempre più felice di essere tornata tra di loro, Elisa portava sotto braccio Anna cercando di tranquillizzarla visto che tutti conoscevano come andava a finire quando Naomi organizzava questi giochi. Appena tutti arrivarono al settimo piano la porta della stanza comparve, era sempre abbellita allo stesso modo: cuscini sparsi su tutto il pavimento e le inevitabili bottiglie di Sambuca e Vodka alla Menta.
“Hey! Qui manca il Malibù ed anche la coca-cola!”, Naomi urlò quelle parole ed in un secondo le due bottiglie comparvero sul tavolo di legno che dominava la scena.
Cameron era visibilmente scioccato da quella strana scena che gli si era presentata davanti ma allo stesso tempo sembrava molto divertito: aveva scoperto un mondo totalmente estraneo a quello al quale era abituato.
“Tranquillo, ora ti spieghiamo tutto”, Colin aveva un sorriso malizioso dipinto sul volto che rassicurò bel poco il ragazzo.
“Ragazzi, prendete pure posto”, Naomi si sedette su un cuscino e tutti gli altri la imitarono mentre Stefano prendeva le carte da scala quaranta dal tavolo.
“Cameron, adorabile ragazzo. Adesso ti spiegheremo le regole di questo bellissimo gioco”, Laura emise un lieve sbuffo che indicava tutta la sua disapprovazione riguardo alle parole dell’amica che non se ne curò minimamente, “allora distribuirò solo alcune carte del mazzo: jolly, assi e figure. Se ti esce il jolly dovrai bere il liquore che pi ti piace, se invece ti esce la figura devi levarti un capo di abbigliamento e se ti esce l’asso di picche meglio che stai attento a chi ha quello di fiori: può comandare su di te. Ora per concludere ti spiego cosa dovrai fare se ti esce un asso, che poi non è così difficile, dovrai baciare tutti quelli che hanno un asso”. Il sorriso compiaciuto sul volto della ragazza imbarazzò ancora di più Cameron che non era minimamente abituato a questi giochi.
“Allora, direi di cominciare”, con un colpo di bacchetta la Corvonero fece volare le carte tra le mani degli amici e si divertì a vedere le reazioni dipinte sui volti.
Alice cercò Ilaria con lo sguardo e le due si sorrisero, entrambe jolly e anche Laura esultò in silenzio con un unico pensiero in testa: Sambuca!
Quando Naomi chiese di girare le carte Andrea trasalì, era infatti l’amica ad avere l’asso di fiori  quindi era sotto il suo controllo. Si seguì il solito giro quindi Alice, Ilaria, Laura e Stefano si iniziarono a passare le bottiglie di alcool e poi Naomi, Giorgia, Ylenia, Noemi, Colin, Fabio, Elisa, Fabiola e Sara si levarono i maglioncini. Mentre i destinati ai baci si guardavano negli occhi: Stefano, Anna, Cecilia, Cameron; il primo a prendere l’iniziativa fu Stefano che baciò tutti gli amici mentre gli altri si videro costretti a seguirlo nel gesto. Il bacio tra Anna e Cameron fu osservato da tutti con fare divertito mentre sulle guance della ragazza di vedeva un rossore abbastanza forte.
“Ed ora veniamo a noi due pelatino, allora come mio suddito ti obbligo a baciare per dieci secondi la tua ex, ovviamente con tutto di lingua”, Andrea trasalì a quelle parole ma non potendosi tirare indietro si avvicinò alla ragazza e la attirò a sé. Fu più strano ed imbarazzante di quanto credeva, non poteva però dare troppo ascolto a quelle sensazioni.

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Capitolo 27
*** I nuovi G.U.F.O. ***


Dopo molti baci tra gli amici, molte camicie e gonne tolte e dopo che Laura ebbe finito l’intera bottiglia di Sambuca, e Naomi quella di Malibù i ragazzi decisero che era arrivato il momento di uscire da quella stanza e ritornare al mondo di sempre.
“Regà sono coooooooosì felice!”, Ylenia saltellò per tutto il settimo corridoio colta dall’ entusiasmo di essere finalmente con i suoi vecchi amici. Accanto a lei anche Alice e Sara raccontavano tutte contente delle novità del gruppo che si era persa, come quella tra Anna ed Elisa o tra Alice e George.
Mentre camminavano tranquillamente sulle scale del terzo piano videro Claudio e Francesca correre verso di loro a grandi passi con un gran fiatone e un’aria tra il preoccupato e l’infuriato.
“Claudio, Francesca che succede?”, Laura andò a passo svelto verso i suoi prefetti insieme ad Ilaria ed Andrea e rimasero tutti scioccati dalla spiegazione dei prefetti: i professori avevano chiesto a tutti i prefetti e caposcuola di riunire gli studenti del quinto anno in Sala Grande, il perché non si sapeva.
La sala dove erano abituati a mangiare era completamente svuotata dei soliti quattro lunghi tavoli e al loro posto erano sistemate moltissime sedie rivolte verso il grande tavolo dei professori.
“Ma che diamine succede qui?”, Naomi non nascose il suo timore davanti a quella scena piuttosto insolita.
Fabiola e Fabio non seppero dare le spiegazione che gli amici volevano, anche se erano prefetti non sapevano niente di niente; anche se avevano un forte sospetto: sicuramente c’entrava la questione riguardo ad una prova dei G.U.F.O. anticipata.
Dando un’occhiata ai posti occupati dagli studenti Giorgia e Sara notarono che i primi posti erano occupati dai prefetti e da alcuni ragazzi di Serpverde, Stefano corse subito da Alba occupando il posto vuoto accanto al suo stringendola con un braccio.
Gli altri amici raggiunsero George, Shin, Riccardo, Marco e Mattia che li aspettavano in terza fila sperando che almeno loro avessero notizie su quello che stava accadendo. La risposta negativa dei ragazzi non li rassicurò per niente, questo loro timore crebbe improvvisamente quando il Ministro della Magia entrò accompagnato dalla preside e da tutto il corpo di professori.
“Carissimi ragazzi vorrei prima di tutto rassicurarvi, non c’è niente di cui preoccuparsi ma volevano semplicemente darvi dei comunicati arrivati da poco dal Ministero. Per questo ora lascio la parola al nostro Ministro”, la preside si allontanò dalla sua postazione ed il Ministro iniziò a parlare lasciando tutti gli studenti del quinto anno a bocca aperta.
“Il consiglio a determinato che per voi studenti del quinto anno ci sarà una prova di abilità, incantesimi e soprattutto lavoro di squadra. Si tratta di una prova che si svolgerà nei primi kilometri della foresta proibita, non dovete temere le creature che la abitano visto che con loro sono già stati presi i dovuti accordi. Ora veniamo all’organizzazione: vi inizio a dire che la divisione delle due squadre che parteciperanno non sarà in base alle case ma ad un’estrazione che avverrà oggi stesso, il vostro compito sarà quello di proteggere un oggetto che sarà affidato ai vostri capitani e che voi stessi dovrete nascondere in un posto sicuro vicino alla vostra base. Quando verrà dato il via voi tutti dovrete riuscire a rubare l’oggetto della squadra avversaria e riportarlo alla vostra, gli incantesimi che potrete usare sono tutti quelli a vostra conoscenza ma ovviamente non quelli irreversibili o le maledizioni senza perdono. Ora con i vostri professori daremo inizio al sorteggio”.
Su tutta la Sala calò un silenzio tombale, Alice ed Ilaria spostarono lo sguardo verso lo stesso punto sapendo di riuscire a vedere la loro vecchia amica, seduta tra Mariangela e Roberto, il quale aveva una mano poggiata sulla sua spalla. In tutte e tre le ragazze c’era la stessa speranza: finire nella stessa squadra. Tutto il gruppo di amici aveva le dite incrociate sperando di finire nella stessa squadra, non sarebbe stato facile lanciarsi incantesimi tra di loro.
Dalle quattro bocce che occupavano lo spazio tra studenti e professori furono estratti prima quattro nomi di Corvonero, tra i quali c’era Francesco, con quattro nomi di Tassorosso che includevano i due prefetti, e successivamente ci fu l’estrazione dei Grifondoro: Colin, Anna, Cameron furono estratti insieme con un altro loro amico. Gli ultimi ad essere sorteggiati furono i Serpeverde che erano i più reticenti  a questo sorteggio, i quattro che furono estratti che includevano Serena ed Alba non mostrarono alcuna reazione.
I sorteggi continuarono per la squadra in questione ed anche Marco, Fabiola, Elisa e Chiara, l’amica di George, ed altri studenti delle loro case furono chiamati nella prima squadra, il fatto che i nomi di Michela e Roberto non uscivano nel sorteggio dei Serpeverde rese tutti gli amici un po’ inquieti, fare squadra con loro due sarebbe stato molto difficile. Al fianco di Cecilia, Andrea era in uno stato di massima tensione: non voleva assolutamente essere sorteggiato poiché sapeva che avere come avversaria Naomi sarebbe stato un suicidio: non si fermava davanti a niente la sua amica.
“Ok, il sorteggio è terminato. Ora chiedo alla prima squadra di riunirsi nel lato destro della sala mentre alla seconda in quello sinistro, i professori adesso decideranno a chi assegnare il compito di essere capitano”.
Nei minuti successivi il silenzio che fino a pochi istanti prima incombeva sulla Sala Grande fu totalmente distrutto, gli studenti abbracciavano gli amici finiti in squadra con loro o baciavano i fidanzati che erano avversari. Tutti parlavano di quella strana prova, consideravano tutto ciò che poteva essere inserito in quello strano esame: pozioni, trasfigurazione, incantesimi di appello. Solo il gesto della preside riuscì a zittire definitivamente quel rumoroso brusio: i professori avevano scelto i due capitani, e il professor Jack si avvicinò alla squadra di sinistra per dare la spilla al diretto interessato, lo stesso fece il professor Bloom con la squadra di destra. I due studenti che avevano la spilla appuntata al mantello fecero un passo avanti: così  Ilaria si ritrovò a fissare dritto negli occhi Cameron.
“Se non ci sono altre domande, direi che potete andare”, la preside rivolse un grande sorriso a tutti quanti ma prima che girò le spalle una voce si alzò dal gruppo di sinistra
“Scusi preside, ma quando ci sarà questa sfida?”, Michela stringeva la mano del fidanzato mentre un nodo allo stomaco la faceva sentire strana.
“Oh si, giusto giusto. Tra una settimana”.
Una settimana, e poi sarebbero tornate ad essere una squadra. Quel pensiero si fece strada nella mente di Alice e la rese più inquieta del dovuto e Naomi, notando lo strano comportamento dell’amica, le mise un braccio intorno al collo dandole un bacio sulla guancia. Alice le sorrise e le mise un braccio intorno al fianco per abbracciarla.
Le voleva così bene.
 

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Capitolo 28
*** Capitolo strano xD ***


Il giorno seguente mentre Ylenia si sedeva al solito posto notò una piccola busta posata sulla panca, incuriosita la aprì  e sorrise leggendone il contenuto nel quale c’era una dichiarazione d’amore indirizzata a lei. La ragazza si guardò in giro per cercare di capire il mittente di quella lettera ma non notò nessuno che la guardava in modo strano, così lasciò perdere e si dedicò al piatto di bacon davanti a lei pensando alla reazione di Naomi quando le avrebbe detto dell’ammiratore segreto.
Dopo che finì la colazione la bionda raccontò tutto quanto e fece leggere la lettera a Cecilia, la quale con un veloce colpo di bacchetta riuscì a far rivelare la posizione del mittente. Era vicino all’aula di pozioni.
“Perfetto è lì che evo andare!”.
I tre Serpverde si staccarono dal gruppo e corsero verso i sotterranei per incontrarsi con Tassororosso.
Andrea, Ilaria e Laura li guardarono con curiosità ancora ignari degli avvenimenti; quando i tre raccontarono l’accaduto anche i tassi si guardarono in giro incuriositi ma i loro compagni di casa sembravano normali, almeno per i loro standard.
Le lezioni mattutine passarono tranquillamente ma Ylenia non riuscì a seguirne nemmeno una ancora troppo pensierosa. All’ora di pranzo Noemi trovò un’altra lettera indirizzata all’amica e gliela porse. Questa volta il misterioso ragazzo le chiedeva di incontrarsi nel bagno occupato da Mirtilla Malcontenta, Ylenia mangiò in fretta e poi corse subito nel luogo prestabilito. Quando aprì la porta del bagno rimase impietrita, davanti a lei c’era un ragazzo dei Tassorosso che aveva visto di sfuggita qualche volta, non era esattamente il suo tipo… si era abbastanza alto ma anche molto grasso e con un forte problema di acne. Però era interessato a lei, quindi perché no?
La ragazza si avvicinò a passi decisi e gli chiese il nome, quando lui rispose “Luca”, le loro labbra si unirono in un bacio appassionato e poi Luca la tirò a terra adagiandola sul suo corpo. Le accarezzò i capelli, sentendosi levare la cravatta sbottonò a camicia della ragazza e i due in pochi secondi si ritrovarono nudi, così Luca si sistemò sopra di lei ed iniziò lentamente a penetrarla godendo di quegli spasmi di piacere di Ylenia.
Quegli attimi durarono poco e poi, ancora nudi, i due si scambiarono effusioni e Luca le succhiò la parte alta del petto lasciando un segno evidente. Quando i due si salutarono decisero di rivedersi quella stessa sera, sempre nel bagno.
 
*
Le lezioni pomeridiane vedevano i Serpeverde insieme con i Corvonero per la lezione di divinazione, Ylenia raggiunse l’aula correndo e si fece notare da tutti gli studenti che la occupavano, o meglio fece notare la coda dei capelli troppo scompigliata rispetto al normale. La ragazza si mantenne indifferente davanti agli sguardi dei compagni e passò la lezione a prendere appunti riguardo ai diversi modi che potevano essere utilizzati per vedere nel futuro.
Quando la professoressa lasciò liberi gli studenti tutto il gruppo colse l’occasione e bloccò Ylenia costringendola a raccontare tutto.
“…. E così siamo stai insieme”
“Cioè te lo sei proprio fatto?”, Sara era sul serio disgustata.
“Si… devo dire che non è stato nemmeno troppo tremendo, anzi mi è piaciuto. Mi serviva”
“Ti serviva? Oh mamma!”, Naomi fece un risolino compiaciuto cercando di coprirsi col mantello.
“Ma quindi… cioè… hai sul serio perso la verginità con quello?”, Alice fece finta di vomitare ma Ylenia rispose prontamente
“No! Io l’ho persa con Jack!”
“TU COSA?”, Fabiola e Fabio la guardavano allibiti mentre tutti gli altri erano rimasti a bocca aperta.
“Bhè… noi in quel periodo non ci parlavamo e poi lui mi ha lasciato, quindi ho preferito non dirvelo”, la bionda sperava che quella giustificazione risolvesse tutto ma fu Stefano a parlare facendo tornare la situazione ridicola come prima
“Quante volte l’avete fatto?”
“Stefano!”, Giorgia ammonì con uno sguardo l’amico.
“Non sono affari tuoi”, Ylenia arrossì violentemente ma l’amico non se ne interessò e continuò a fare domande
“Almeno dimmi come è stato!”
“Fantastico, OCCHEI?”.
Dopo quell’interessante discorso Noemi e Naomi trascinarono gli amici verso la Sala Grande per incontrare gli altri e raccontare quello che era successo all’amica.
 
*
 
Quella sera la piccola Serpeverde camminava piano in direzione del bagno delle ragazze mentre pensava alle reazioni degli amici quando aveva raccontato tutto riguardo l’accaduto. Tutti erano sconvolti e molti anche schifati, però secondo lei non c’era niente di male. Aveva bisogno di affetto e lui glielo dava. Aprì piano la porta e la trovò lì un’altra volta, i due si sorrisero e in pochi secondi si ritrovarono nudi, appoggiati contro i lavandini a gemere di piacere; raggiunto l’apice le gambe di Luca cedettero e si ritrovò a terra con Ylenia sopra di lui ancora vogliosa di “affetto”. Così la ragazza riprese a spingere contro Luca con tutta la forza che aveva mentre il ragazzo era ancora stanco per prima, la bionda riuscì a raggiungere ancora una volta l’apice del piacere e poi si abbandonò sul corpo di Luca il quale la baciò con passione prima di separarsi ancora da lei.
Quando Ylenia si stese nel caldo letto a baldacchino si addormentò sopraffatta dalla stanchezza.

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Capitolo 29
*** Un anno dopo...Lo smistamento ***


Per ricordare.
-          Gli smistamenti di tutta la “Golden” non sono a seconda di quelli fatti per il raduno quindi so che molti non ne sono felici. Cambiare tutto però era troppo un casino.
-          Abbiamo litigato con Michela a causa del suo fidanzato Serpeverde Roberto. Lui la prendeva sempre in giro perché è una metamorfomagus e non riescono a capire come abbia fatto a perdonarli.
-          Quella di cui parlo è la “new new generation”. Il George che nomino infatti è il figlio di Fred II che ha voluto dare il nome del padre come lui aveva fatto con il gemello. (Nella mia mente contorta).
-          Ci saranno altri personaggi della New new generation che entreranno in scena in vari momenti.
-          Piano piano costruirò una storia molto più cruenta e triste ma per ora mi dedico ai primi giorni a scuola, al Quidditch e roba simile.
-          Per quanto riguarda il Quidditch, appena ne tratterò riassumerò i ruoli dei nostri protagonisti.

 
Grifondoro:
Michela
Anna
Cecilia
Elisa
George
Chiara (migliore amica di George)
Colin
 
Serpeverde:
Stefano
Ylenia
Roberto (Stefano con lui parla ancora perché è il migliore amico e compagno di stanza)
Noemi
 
Corvonero:
Fabiola
Naomi
Alice
Sara
Giorgia
Fabio

Tassorosso
Ilaria
Laura
Andrea
Claudio
 

Tutti i ragazzi presero posto e il gruppo si divise per andare a cenare con i loro compagni di casa, curiosi in modo quasi morboso dello smistamento di quell’anno.
Quando fecero entrare i piccoli bambini tutti si lanciarono occhiate stupefatte: erano molti di meno dell’anno precedente.
“Secondo te che diamine significa?”, Alice guardò Naomi seduta al suo fianco che scosse leggermente la testa prima di farle cenno di stare zitta. Il preside stava prendendo parola.
“Ragazzi sono molto contento di avervi ancora tra di noi, diamo inizio alla cerimonia dello smistamento prima di dare le comunicazioni importanti”.
Il silenzio che si sentiva era più pesante del solito e quasi nessuno diede ascolto a ciò che disse il cappello parlante, tutti troppo occupati a rimuginare su quella strana situazione.
Solo quando sentirono un nome molto familiare i ragazzi del gruppo si voltarono e videro un bambino che avevano conosciuto molto bene prendere posto sullo sgabello.
“TASSOROSSO!”
Laura ed Andrea indicarono al bambino una sedia libera e lui ci si fiondò con un bel sorriso stampato sulle labbra mentre sua sorella seguiva i suoi movimenti.
Nel frattempo una bambina esultò mentre il cappello urlava “SERPEVERDE!” e corse a prendere posto al fianco di Stefano, che le schiacciò il cinque in segno di benvenuto.
Mancava solo l’ultimo dei tre per essere smistato e con grande sollievo del fratello il cappello urlò “TASSOROSSO”, e Saverio corse ad occupare la sedia libera al fianco di Laura.
I tre bambini appena smistati erano i fratelli di Michela e anche se lei ancora non parlava con i suoi vecchi amici loro continuavano a vederli come una famiglia e non potevano fare a meno di essere contenti di avere alcuni di loro nella stessa casa, tanto avrebbero fatto presto pace con la loro sorellona. Ne erano più che sicuri.
“Bene, siamo felicissimi di accogliere questi nuovi studenti ma ora mi sento d’obbligo di informarvi di alcune nuove procedure messe in atto dal Ministero. Molti si saranno chiesti perché sono stati ammessi così pochi studenti… bhè si è deciso che possono essere ammessi solo i purosangue da quest’anno.”
Tutti rimasero paralizzati a quelle parole. Tutti sapevano cosa era successo tempo prima. Molti dei genitori o nonni lo avevano vissuto sulla loro pelle.
Alice si girò di scatto verso George che era impallidito e si reggeva alla sedia come per evitare di scappare o di mettersi ad urlare. Fortuna che i suoi amici lo videro e gli diedero una pacca di incoraggiamento.
“Ragazzi, in via del tutto confessionale sappiate che qui nessuno è d’accordo con queste modalità ma non possiamo farne a meno. Inoltre vi volevo dire che tutto ciò ci insospettisce, non poco. Da quando i mangiamorte sono stati sconfitti non abbiamo avuto altri problemi ma ora che il vecchio ministro Kingsley è morto si crede ad un attacco. Un attacco di antiche forse della magia oscura”
A quel punto George si coprì il volto con le mani mentre molti altri studenti iniziarono a tremare, troppo vicini alle persone che avevano persi cari in quella vecchia battaglia.
“Ma non voglio allarmarvi. Sono nostri sospetti anche se per ora vogliamo stare a ciò che dice il ministero per non gravare troppo su di voi.
Ora direi di dare inizio al nostro banchetto!”.
 
“Bell’inizio anno”, Naomi si riempì il piatto di patatine fritte e mentre le mangiava guardava Sara ed Alice come per avere conferma ma quella le arrivò solo da Giorgia che era della sua stessa opinione
“Il preside ha parlato chiaro. Anche se vuole tranquillizzarci io direi di stare all’erta. Soprattutto con i più piccoli così indifesi… non vorrei che finisse come quel Colin Canon”.
Laura, sentendo la loro conversazione dal tavolo affianco scoppiò quasi a piangere ma, vedendo la faccia allegra di Saverio, si riprese subito e gli porse il cesto del pane.
“Allora ragazzi, emozionati?”, Ilaria era così felice di averli con loro che li stava tempestando di domande su come si sentivano e su come vedevano la loro vita all’interno delle scuola più straordinaria del mondo.
“Moltissimo, ho solo paura di non ricordare mai la parola d’ordine.. sono un po’ smemorato”, Francesco fece ridere di gusto i tre Tassorosso e Laura gli disse che non era una parola da ricordare ma un ritmo che cambiava ogni tanto. Era più semplice di quello che si pensava, bastava canticchiarlo in testa per il primo periodo e non si dimenticava più.
“Ma è vero che le porte sono tutte tonde?”, Saverio era fuori di sé dalla gioia, “E che ci sono le piante che pettinano i capelli?
“E che siamo vicinissimi alle cucine?”, Ilaria annuiva vigorosamente ad ogni domanda imitata da Andrea
“Da fare invidia a nostra sorella quindi”.
Francesco parlò senza rendersene conto, le sue parole causarono delle risatine compiaciute dei ragazzi ma poi un gelo calò su di loro… All’assenza di Michela non si erano abituati come pensavano. Per niente.
Ed ora sembrava farsi sentire anche di più.
 
 
 
 
 
 
 
Dall’altro lato della Sala Grande Irene intratteneva un discorso con Stefano ed Ylenia mantenendo la grinta di sempre, nonostante i suoi 11 anni.
“… Ma infondo che ha fatto di male? Si è solo innamorata! Andiamo che c’è di così sbagliato? Voi non vi siete mai innamorati?”
Stefano sentì una stretta allo stomaco ripensando ad Alba, che si era diplomata l’anno prima e con la quale le cose stavano andando sempre peggio a causa della distanza. Invece Ylenia senza pensarci troppo rispose alla domanda
“No, mai. Ho avuto delle infatuazioni ma niente di così speciale”
“E allora non puoi capirla. Io l’ho sentita piangere di estate. Sta davvero male. E voi siete dei cretini”
I suoi amici si sentirono mancare mentre immaginavano Michela che piangeva a causa loro, non doveva andare così. Loro l’avrebbero dovuta consolare, non essere la causa del suo  pianto.
 
 
 
Il banchetto finì presto e tutti gli studenti si ritirarono nei rispettivi dormitori per stendersi nei loro letti ed essere pronti all’inizio delle lezioni.
Nel dormitorio di Corvonero, però nessuna riusciva a prendere davvero sonno. Era come se l’arrivo di quei tre bambini ad Hogwarts avesse fatto riaprire la ferita della litigata con Michela e del quasi riavvicinamento dell’anno precedente.
Alice chiuse gli occhi e rivide la separazione in squadre per superare i GUFO, gli sguardi intimoriti perché dovevano lavorare ancora una volta insieme. Ma non da amici.
Eppure lei lo sapeva che in quel timore c’era una sorta di felicità per essere costretti ad essere una squadra ancora una volta, per sentirsi ancora parte di un’unica cosa.
 
“Reducto!”, Michela l’aveva salvata quella volta. Senza pensarci, come aveva sempre fatto. Con la sua solita grinta.
Naomi si rialzò e parò il colpo successivo. Avevano vinto quella sfida.
Come squadra.
Un sorriso di nostalgia comparve sul viso della ragazza mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Affondò la testa nel cuscino trovando finalmente la pace del sonno.
 
 
“…Bravissimi! Avete vinto con onore. Siete una squadra ad dir poco perfetta!”.
Il ministro della magia era così sorridente quella volta che anche gli sconfitti applaudirono al termine del suo discorso. Presero tutti il massimo ai GUFO e tutto sembrava essere tornato come prima, finchè Michela non si era rituffata tra le braccia del fidanzato senza degnarli di uno sguardo.
 
Giorgia scostò il lenzuolo dai piedi e si voltò verso il muro, sperando di trovare un po’ di pace. Non voleva passare la prima notte in bianco o il giorno dopo tutti si sarebbero chiesti cosa era successo.
E lei odiava essere al centro delle chiacchere della scuola.
 
 
Sara non trovava pace, non ci riusciva da molto tempo e forse solo in estate aveva dormito tutta la notte.
Michela era sempre stata una delle sua migliori amiche. Non come le altre, cioè anche loro erano sue carissime amiche ma con Michela, Cecilia, Alice e Laura c’era sempre stato un rapporto di maggiore confidenza. Non sapeva spiegare nemmeno lei il perché. Infondo era normale avere legami più stretti in un gruppo di così tante persone, no?
Eppure senza Michela sapeva che quel legame era quasi morto, c’era la stessa confidenza ma non era come prima. Non lo sarebbe più stato.
 
La luna illuminò l’interno dei dormitori ma ormai tutti i ragazzi erano crollati tra le braccia di Morfeo anche se in ansia per l’inizio del nuovo anno.
Ancora non sapevano quanto avrebbero rimpianto le tranquille ore scolatische.
 

Come capitolo di ripresa direi che potete accontentarvi, torneranno vari flashback per riprendere tutto ciò che avevo lasciato ma ogni cosa viene da se.
Questa volta ho una storia ben precisa in mente e quindi seguirò quel filo.

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Capitolo 30
*** Il primo giorno di lezioni ***


Piccolo riassunto delle relazioni:

-Shin (corvonero) è il fidanzato di Naomi

-George (grifondoro) è il fidanzato di Alice e il nipote di George Weasley

- Riccardo (tassorosso) è il fidanzato di Laura   -ad essere sincera forse ho sbagliato nome ma mi piglia di più questo quindi abituatevi-

- Guido (tassorosso) corteggiava Ylenia fino all'anno principale ma da quando lei è stata con Luca non le parla più

- Marco (corvonero) è il fidanzato di Fabiola

- Mattia (tassorsso) è tornato con Cecilia dopo vari inconvenienti

- Francesco (corvonero) è il fidanzato di Andrea

- Fabio ed Ilaria sono fidanzati


La mattina dopo tutti sembrava che nessuno fosse riuscito a chiudere occhi la notte precedente come dimostravano le facce degli studenti.
Nei dormitori femminili si potevano notare le ragazze che si passavano i trucchi cercando di nascondere gli occhi gonfi o le occhiaie, mentre i ragazzi si sistemavano al meglio i capelli e le divise.
“Ma le ragazze che staranno combinando?”, Andrea aspettava le amiche nella sala comune di Tassorosso con Riccardo e Claudio.
“Ilaria avrà convinto Laura a truccarsi forse..”
“Certo Claudio, e poi che succederà? Naomi smetterà di essere volgare?”, Andrea sorrise all’amico mentre Riccardo si copriva il volto tra le mani per disperazione.
“Ma scusate i due bambini che sono arrivati ieri? Mi sembra che li conosciate..”
“E’ vero, chissà che fine hanno fatto Checco e Saverio”
“Eccoli lì”, Claudio indicò la porta dei dormitori maschili che si era aperta in quel momento mostrando due piccole figure che ridevano ed ammiravano i loro mantelli neri e gialli.
“Buongiornooooooooo!”, Checco era così felice che i tre ragazzi scoppiarono a ridere prima di chiedergli come era andata la loro prima notte ad Hogwarts e Saverio iniziò a parlare così velocemente che risultò abbastanza difficile seguirlo…
“Abbiamo un compagno di stanza che è un mito! Saremo una squadra MITICA”, Checco annuiva con convinzione alle parole del fratello e poi si girò verso la porta dalla quale uscì un bambino con i capelli neri come carbone ma un sorriso splendido. Corse subito dai due gemelli e poi si presentò agli altri
“Mi chiamo Severus, ma potete chiamarmi Sev”
“Piacere Sev, contento di essere in Tassorosso?”, Andrea gli fece un sorriso molto dolce al quale lui rispose con grande convinzione
“Si! Insomma, hai visto che dormitori fantastici? E poi ho sentito dire che alcune piante pettinano i capelli. È vero?”
“Direi proprio di si. Avrete tutto il tempo per ambientarvi bene, ricordate che qui non troverete nessuno scontroso. Siamo una grande famiglia”.
Le parole di Riccardo rincuorarono il bambino che lo guardò con uno sguardo di grande ammirazione
“Ma tu sei.. Tu giochi nella squadra di Quidditch!”
“MA dove hai raccolto tutte queste informazioni?”, Andrea era molto sorpreso mentre Claudio soffocava le risate.
“E sei anche fidanzato con Laura!”, Saverio diede man forte al piccolo Tassorosso e lui sembrò ancora più esaltato
“Il capitano? Ma che fortunato!”.
A quel punto Claudio ed Andrea scoppiarono definitivamente e quando le ragazze uscirono dal dormitorio chiesero che cosa fosse così divertente.
“Lasciate stare. Lui comunque è Sev”
“Ciao!”
“Hey, allora dividi la stanza con queste due pesti?”
“Noi non siamo pesti Ilaria!”
“Certo… Comunque io andrei a fare colazione. Ci aspettano anche i nuovi orari”.
I nuovi arrivati seguirono Ilaria, Andrea e Claudio diretti verso la Sala Grande e dietro di loro c’era Riccardo che aveva cinto le spalle di Laura con un braccio e le spiegava cosa era successo prima.
 
 
 
Quando arrivarono nella Sala d’Ingresso videro i Serpeverde salire la rampa di scale, Stefano parlava animatamente con Noemi mentre Ylenia si trascinava come uno zombie, solo con un colorito migliore, al fianco di Irene.
“Chissà quanto ci avrà messo a truccarsi per far sparire le occhiaie ed avere un aspetto così perfetto”, Alice li aveva raggiunti saltando gli ultimi tre gradini con una forza trovata chissà dove.
“Ma come fai ad essere così in forma a prima mattina?”, Sara sbadigliò imitata subito da Naomi e Fabiola.
“Scherzi?E’ il nostro sesto anno ad Hogwarts, non avremmo esami di tanta importanza e quindi si prospetta davanti a noi un anno incredibile!”
“Davvero Alice, è assurdo che la pensi così e nello stesso momento sei una studentessa quasi perfetta. Dieci GUFO, ma come diamine hai fatto?”
“Ho studiato quello che bastava Nami. E poi ti ricordi l’esaurimento dell’anno scorso dopo i GUFO pratici? Non voglio stare così anche quest’ anno!!”.
Il ragionamento di Alice sembrò così giusto a tutti i presenti che alla fine furono costretti a darle ragione e sorridendo entrarono in sala per fare un’abbondante colazione ai rispettivi tavoli. Ovviamente i Grifondoro erano già seduti e metà di loro guardava l’orario con un’espressione tra lo sconforto e il disgusto.
“Oh nonono, gli orari ci sono già. Aiuto”, Laura prese il suo voglio con timore ma sembrò rilassarsi vedendo che almeno le prime ore coincidevano con quelle degli amici mentre aveva Erbologia con alcuni Grifondoro e Divinazione con i pochi Corvonero che avevano deciso di continuarla.
“Cavolo, ci vediamo solo per tre ore insieme ai Serpeverde e solo per tre giorni poi! Ma che diamine, potevano darci un’orario più leggero!”
“Lau calma, almeno inizieremo insieme. E poi sei tu che hai voluto continuare quello schifo di Divinazione invece di fare Storia della magia come noi”, Claudio la guardava con aria saccente e per poco Laura non gli mollò un pugno.
“Dai, tanto staremo insieme durante i pasti e nelle ore libere…”, Ilaria cercava di consolare l’amica ma c’era poco da fare.
Era disperata.
 
 
 
Al tavolo dei Corvonero Naomi guardava il suo orario e si organizzava con Giorgia che doveva decidere quando inserire gli allenamenti di Quidditch, era già in preda al panico organizzativo che la coglieva ogni volta. Ormai nessuno cercava nemmeno più di tranquillizzarla.
“Fabi il tuo orario com’è?”
“Oh apposto, sono molto più tranquilla visto che non sono diventata Caposcuola e che hanno cambiato prefetti!”
“E ne sei felice?”
“Si! Sono molto più libera e ciao ciao alle ronde!”
“Credo che però Fabio avrà un esaurimento nervoso. Con la nomina di caposcuola ha il doppio da fare e sta anche provando a far stare buono il nuovo prefetto”, Sara si era inserita nella conversazione mentre guardava un ragazzo a pochi posti più in là.
“Mmm è quello che combina sempre casini vero? E’ del nostro anno ma non l’ho mai conosciuto bene”
“Si è lui, dicono che si diverte alle feste ma quando c’è da lavorare lo fa come nessun altro”
“Però è carino..”, Naomi le aveva sentite ed aveva espresso subito il suo parere mentre Shin alzava gli occhi al cielo.
“Sarà carino ma è una peste, pensa che ha già organizzato una festa stasera per l’inizio della scuola. Sono invitati tutti quelli del sesto anno”, Fabio sembrava davvero esasperato ma non potè continuare visto che fu interrotto proprio dal ragazzo in questione.
“Eilà caposcuola! Certo che te la fai con delle belle ragazze. Vi volevo invitare tutti alla festa di stasera nella SDN”
“Nella cosa?”, Alice era molto divertita da quel ragazzo e le sembrava davvero una bella persona.
“Stanza delle Necessità. Voi arrivate e quando entrate chiedete cosa desiderate, così ci sono cibo ed alcool per tutti senza il bisogno di pagare”.
Naomi sembrava sinceramente colpita da quel discorso e lo incitò a continuare.

“Ci vediamo lì per le 23, non fatevi beccare ovviamente. Ditelo ai vostri amici del sesto e fate girare la voce. Quando entrate per assicurarvi che siete del sesto chiedete ad una statua di Elia e io sarò lì per voi”.
Il ragazzo fece l’occhiolino e partì diretto all’uscita della sala seguito dagli amici.
“Che figo quel tipo”, tutti annuirono alle parole di Naomi.
 
 
 
 
Stefano, Ylenia e Noemi si avviarono verso l’aula di Trasfigurazione come se stessero andando alla ghigliottina, non riuscivano a capacitarsi di quella prima ora…
“Oddio che palle! Cioè un’ora di trasfigurazione e poi giù a pozioni con i Corvonero? Non se regge!”, Ylenia sbuffò sonoramente e poi andò a sedersi al fianco di Andrea per la lezione mentre Laura ed Ilaria sedevano davanti a loro.
Quando il professore entrò iniziò a spiegare il modo migliore per trasfigurare sedie e tavoli in animali e viceversa. Questo argomento lo avevano lasciato sospeso alla fine dell’anno precedente così ora si trovano quell’unica lezione in sospeso.
E il professore spiegava… spiegava…
Ylenia senti gli occhi chiudersi finchè Andrea non trasfigurò la sua sedia in un maiale facendola quasi cadere.
“Un maiale? Ma che schifo!”, di tutta risposta la ragazza con un colpo di bacchetta trasfigurò il libro che l’amico aveva in mano un serpente conoscendo le paure di Andrea.
“Ragazzi siete bravissimi ma vi chiederei di smetterla, la campanella è suonata ed è meglio che vi affrettiate”.
 
 
 
 
Mentre i Serpeverde scendevano nei sotterranei, i Tassorosso salivano verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure dove si sarebbero incontrati con i Grifondoro per imparare chissà quale incantesimo.
“Ragazzi prendete posto…”, il loro professore era il mitico Teddy Lupin che tutti adoravano visto che si rivolgeva con un tono sempre amichevole agli studenti, insegnava lì da venti anni e rimaneva l’insegnate più giovane e più carino a detta delle ragazze.
“Quest’anno affronteremo un argomento molto serio e soprattutto molto complicato. Le maledizioni senza perdono”, tutti gli studenti restarono senza fiato ascoltando quelle parole, “so che è un argomento molto difficile e che soprattutto vi crea paura e terrore dopo gli avvenimenti della seconda guerra magica ma sappiate che tutto ciò che affronteremo sarà prima teorico per preparavi al meglio e successivamente lo testeremo su degli animali. Dovete tenervi pronti qualsiasi cosa accada…”
“Ehm.. professore?”, la mano di Anna si tirò su titubante e attirò l’attenzione di tutti gli studenti.
“Dimmi pure cara”, il sorriso gentile del professor Lupin non fece togliere quella sensazione di disagio dagli studenti e finalmente Anna diede voce alla stessa domanda che tutti si stavano ponendo.
“Cosa intende per qualunque cosa accada?”
“Bhè, con voi voglio essere sincero ed esporvi i miei dubbi riguardo a questo provvedimento preso dal Ministero. Non sono tranquillo, per niente. Conoscete tutti la mia parentela con la famiglia Potter, più sentimentale che legale ma questo comunque implica la mia conoscenza quasi in prima persona di tutto ciò che successe nella seconda guerra magica e anche altre persone a me molto care mi hanno parlato della prima guerra magica… la storia si ripete ancora una volta. Ancora una volta i nati babbani sono messi da parte, non inclusi nella lettura della piuma magica ed ho paura che la caccia a questi possa ripetersi”, i nati babbani che sedevano in aula trattennero il respiro e si guardarono allarmati.
Anche George chinò la testa preoccupato e Teddy gli si avvicinò preoccupato mettendogli una mano sulla spalla e sorridendo a tutti gli studenti
“Ragazzi, io non voglio preoccuparvi assolutamente, le mia sono solo supposizioni. Forse ho solo paura visto tutti i racconti che ho sentito da Harry e Ginny. In ogni caso voglio insegnarvi tutti i modi possibili per difendervi e visto che siete così tristi inizieremo da qualcosa di più allegro ok?
“Oggi parleremo dell’incanto patronus, qualcuno sa dirmi cos è?”.
La mano di Laura si alzò all’istante e tutti la guardavano mentre si lanciava in una grande spiegazione chiedendosi come diamine faceva a sapere tutte quelle cose anche se le avrebbero affrontate solo l’anno successivo.
“Ottimo, 10 punti a Tassorosso. Allora per ora proveremo solo la formula e vedremo cosa riuscite a fare. Uno alla volta verrete qui e ci proverete, ricordatevi di pensare alla cosa più felice che avete vissuto. Deve essere una felicità intensa, profonda che viene dal cuore”.
I primi studenti che ci provarono riuscirono a stento a far comparire una striscia argentata ma il professore fu comunque molto contento, lo stesso risultato lo ebbero Colin ed Anna, Mariangela e solo un poco più forte Michela. Cecilia creò un grosso lampo di luce argentata potenete poco più di quello di George ed Elisa.
Andrea non riuscì quasi per niente nell’incantesimo ma non venne rimproverato, era molto difficile riuscirci al primo colpo. Ilaria e Laura furono molto brave invece tanto che sembravano quasi corporei, tutte e due erano felicissime e capirono all’istante di aver pensato alla stessa cosa. O meglio alle stesse persone.
Quando la campanella suonò erano tutti felici di andare a mangiare e parlarono tutto il tempo della lezione, di tutti i tentativi e di quanto desideravano ripetere l’esperienza.
“Si ma la questione dei figli di babbani?”, una Grifondoro del loro anno era seriamente preoccupata e solo in quel momento si ricordò che la ragazza era figli di babbani e capì al volo la sua preoccupazione così le cinse le spalle con un braccio e provò a rassicurarla in tutti i modi. Era molto difficile visto che nemmeno loro credevano alle rassicurazioni, quel discorso aveva lasciato una strana sensazione anche a loro. Ne dovevano parlare con gli altri in modo tale che cercassero di capirci di più nelle ore di Difesa.
 
 
 
 
Durante la pausa pranzo l’intero gruppo si ritrovò al tavolo dei Tassorosso per sentire le novità della lezione di difesa, erano tutti molto attenti ed Alice strinse istintivamente la mano a George sapendo quanto tutto ciò lo preoccupasse.
“Non so ragazzi, cioè sono sensazioni del professor Lupin”, Fabiola cercava sempre di essere razionale ma nessuno riuscì ad essere convinto dalle sue parole soprattutto chi aveva assistito alla lezione.
“Non so Fabi, anche io la vedo male dal primo momento ne parlai anche con Nami ieri sera a cena… ho una strana sensazione”, Alice parlò molto cupa mentre mangiava il pollo e tutti capirono che era seria e si incupirono pensando a tutto ciò che di negativo poteva star succedendo.
“Hey George perché non scrivi alla tua famiglia? Vediamo se loro ne sanno qualcosa o se hanno delle idee. Insomma magari tuo padre può chiedere ad Harry ed il resto delle persone…”
“Cavolo Laura hai avuto una grande idea! Oggi appena finisco Rune Antiche corro in Guferia e mando subito una lettera!”
“Sei un genio”
“Lo so Sara, non per niente sono Caposcuola”
“Ora non tirartela adesso!”, il gruppo scoppiò in una grande risata e ricominciò a mangiare provando a dimenticarsi della discussione di poco prima.
 
 
“Eccovi ancora una volta qui splendide amiche del caposcuola!”
“Elia!!!!!”, Naomi fu molto contenta di rivederlo e sperò di avere delle nuove sulla festa e Shin rise divertito mentre Sara presentò il gruppo
“Lei è Colin, Cecilia, Anna, Ylenia, Stefano, Noemi, Ilaria, Andrea e Claudio, Elisa, e loro Alice e Laura sorelle gemelle”
“Ma non identiche”, Elia sorrise a tutti e si sedette al fianco di Giorgia prendendo un pezzo di pollo.
“Allora ci venite tutti alla festa eh? Anche tu Riccardo anche se sei del settimo anno”
“Scusa ma vi conoscete?”, Laura si stupì come il resto del gruppo mentre Elia raccontava di come l’aveva conosciuto di estate ad una stupida riunione di pezzi grossi del Ministero.
“Non mancherò El”
“Bravissimi. Le modalità le ho già spiegate alle altre ma ribadisco: non fatevi vedere o siamo fregati”
“Ma ti prego, io sono sicura che i professori già lo sappiano ma fanno finta di niente, oddio anche se quest’ anno sei prefetto e non so quanto ti convenga rischiare”, Laura lo guardò torva aspettandosi una riposta degna del pensiero che si era fatta in due minuti di quel ragazzo,
“Tranquilla che la spilla non me la toglie nessuno con i miei undici GUFO anche se dei comportamenti non proprio degni da prefetto. Ma se hanno scelto me ci sarà stato un motivo non credi?”, con quelle parole si alzò da tavola e fece l’occhiolino a tutto il gruppo per poi sparire dalla loro vista con il mantello che si muoveva per il vento.
 
 
 
 
Nel pomeriggio i ragazzi di tutte le case si separarono poiché molti avevano lezioni separate dopo aver scelto GUFO diversi e Laura così si diresse nelle serre per la lezione di Erbologia dove occupò di corsa il tavolo con due suoi compagni di casa per evitare di finire con Michela. Non avrebbe mai retto.
Ilaria, Andrea e Claudio scesero invece nell’aula di pozioni dove si davano da fare per creare il distillato di morte vivente, peccato che nessuno sembrava capire cosa diamine si dovesse fare di preciso così alla fine della lezione il risultato che ebbero si poteva contare con tre calderoni sciolti e qualche esplosione nei tavoli.
“Ragazzi è una pozione difficile e su questo siamo d’accordo ma non potete certo passare tutto l’anno a non provarci nemmeno! La prossima volta voglio tutte le pozioni sulla mia scrivania o prenderò uno dei vostri animali e lo avvelenerò!
Non prendete quest’anno sotto gamba solo perché non ci sono GUFO o MAGO o vi ritroverete messi davvero male l’anno successivo. Parlo soprattutto ai futuri pozionsti o auror. Ora andate su! Muovetevi!”
 
LA classe uscì di cosa per evitare di far arrabbiare ancora di più il professore e corse verso la Sala d’Ingresso dove si scontrarono con gli studenti che tornavano da Erbologia e anche lì tutti presero strade diverse correndo per non fare tardi alla prossima lezione. Il che per molti di loro era una difficile impresa visto che si trattava di Divinazione e l’aula si trovava ad almeno dieci minuti da lì così Laura con i compagni di casa e alcuni Corvonero iniziarono una corsa disperata verso la torre più alta.
Arrivata al settimo piano Laura si accorse di aver dimenticato uno dei due libri che servivano per la lezione nel dormitorio e si buttò lungo le scale per tentare l’impresa disperata di prendere il libro e arrivare in tempo alla lezione.
“Merda merda merda”, Laura si scontrò con un ragazzo mentre correva giù per la scalinata, “ti levi dalle palle?”
“E poi sarei io il prefetto sbagliato? E tu invece Caposcuola? Non mi sembra di buon esempio dire queste parole”
“Oh taci Elia! Ho dimenticato il secondo tomo di Divinazione e devo tornare in dormitorio”
“Sai che non ce la farai mai vero?”
“Posso farcela invece se mi lasci passare”
“Dai muoviti”, Elia la prese per un gomito ed iniziò a correre diretto verso l’aula di Divinazione
“Ma che fai? Devo scendere! E poi tu non hai lezione?”
“A dire il vero si e ci sto andando proprio adesso”
“Divinazione anche tu?”
“Ne sei molto sorpresa?”
“A dire il vero si. Comunque questo non risolve il problema del mio libro”
“Io credo il contrario. Ho entrambi i libri con me perché li ho portati alla lezione di prima sai so essere molto previdente”, Elia fece il suo sorriso malizioso mentre Laura gli scoccava una delle due occhiate truci, “quiiiindi ho deciso che avrai la fortuna di essere la mia compagna a Divinazione così per questa volta ti salvo la pelle”
“Oh… ehm grazie mille”.
Laura parve molto imbarazzata soprattutto perché prima lo aveva tratto male ma lui le sorrise agitando la testa e continuando a correre finchè non arrivarono sotto la botola nel momento in cui i compagni iniziarono a salire.
In poco tempo i profumi intensi degli incensi stordirono gli alunni che presero posto a due a due attorno ai tavoli rotondi e disposero i libri sui tavoli. In pochi minuti la loro professoressa iniziò a parlare di come quest’anno avrebbero fatto un ripasso veloce della lettura della sfera di cristallo per passare poi ad un livello molto avanzato di cui però non fece parola.
“Oddio ma è una tortura quella sfera, al terzo anno mi sarei voluta ammazzare pur di stare un’ora a fissare della nebbia in una sfera”, Laura poggiò la testa sulla mano sinceramente affranta.
“Ma scusa perché hai continuato allora?”
“Perché ho voluto seguire quasi tutti i corsi dei miei GUFO tranne Aritmazia e Rune Antiche che non riesco proprio a sopportare”
“Ma quanti GUFO hai preso?”
“Dodici”
“E ne segui dieci?!”
“Si… cioè io non pensavo di prenderne tanti ma non ero ancora sicura su ciò che volevo fare così ne ho presi il più possibile e quest’estate ho parlato con i miei per decidere quale lezioni seguire e ho lasciato quelle due perché diciamo che con le varie idee di ciò che vorrei fare non c’entrano molto. Sai pensavo a una carriera di Spezza incantesimi o di guaritrice al San Mungo”
“Ma non ti serve pozioni?”
“Corrisponde con Erbologia il lunedì così il professore mi ha concesso delle lezioni private per rimanere in pari con il programma”
“Ma così ti ucciderai, non ti conviene seguire gli altri giorni e lasciare qualche altra materia che non ti serve. Tipo che so io Cura delle creature magiche? Vuoi lavorare all’ospedale non con gli animali”
“Ma sono cooosì carini”
“Ma cooosì finirai per ammazzarti prima di Natale, fidati di me e lascia stare almeno una o due materie”
“Forse non hai tutti i torti…”.
Laura guardò il ragazzo con occhi diversi ora che aveva capito che non era così idiota come dimostrava a volte, poi decise di dedicarsi alla sfera di Elia per provare a vederci qualcosa,alla fine ci era passata per un anno intero e un mese non avrebbe avuto lo stesso effetto sulla sua sanità mentale.
“Allora che dice il tuo occhio interiore?”, Elia tornò a guardarla dopo aver osservato a lungo la nebbiolina e Laura rise di gusto.
“Vediamo.. credo che ehm… ecco si questo è sicuramente un animale. Un grande animale e poi… si ok direi che qui c’è un volatile ma non sembra del mondo magico. Per niente, è un animale babbano ed ora che ci penso ce ne sono molti dove abito io”
“Cioè quindi il mio futuro riguarda la tua umile dimora?”
“Idiota! Dimmi il tuo occhio che ti fa vedere attraverso la nebbiolina…”
“Anche qui c’è un animale molto grande sembra una..
“Piovra?”, Laura lo guardò incuriosita e parlò senza pensarci due minuti,
“Si esatto, perché era lo stesso animale?”, la ragazza annuì convinta e lui proseguì, “Vediamo ora la nebbia si sta scurendo molto… credo sia pericolo, e aspetta… boom la nebbia si è schiarita di botto”
“Almeno dopo sarò felice”, Laura sorrise ma poi si ricordò del discorso del professore e della strana sensazione della sorella.
“Tutto bene?”
“Mmmh? Oh sisi stavo solo pensando..”
“All’enorme piovra che condivideremo?”, Elia rise e Laura lo guardò come per arrendersi per poi trascrivere su una pergamena ciò che aveva visto.
“Bene ragazzi, consegnatemi le pergamene e andate. Per oggi niente compiti vi vedo già abbastanza distrutti quindi pensate a rilassarvi e a …. Divertirvi”, a quelle parole scoccò un’occhiata eloquente ad Elia ma lui fece finta di niente mentre consegnava la pergamena.
“Quindi vedi che avevo ragione? I professori sanno tutto”
“Macchè, sarà solo lui. Sai l’avrà visto con il suo occhio interiore”
“Idiota…”.
Elia alzò le spalle e iniziò a correre giù per le scale mentre Laura lo seguiva
“Ma dico io non ti stanchi mai di correre?”
“Scherzi? Ho una fame da lupi quindi devo correre per forza o sverrò”
“Sai che peccato…”.
Laura sorrise e lo affiancò lungo le scale arrivando sfinita all’entrata della Sala Grande.

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Capitolo 31
*** La festa ***


Eccoli qui, il capitolo della festa. Ovviamente non mi sono soffermata su tutti i peronaggi ma su tre ragazze in particolare.
In più entra in scena un'altro personaggio che è davvero adorabile.
Il prosismo capitolo verterà sulla mattina dopo e forse, forse, sul Quidditch. Ma devo pensarci.


Quella sera nella tavolate delle case i ragazzi del sesto anno parlavano senza sosta della festa in programma quella sera e le ragazze sembravano essere prese da un’incredibile frenesia e discutevano senza sosta dei vestiti che si erano portate e dei trucchi che potevano applicare… tutte tranne Laura.
“Daiiiii perché non vuoi truccarti?”
“Ho un vestito blu adatto a te!”, le compagne di dormitorio di Laura ed Ilaria cercavano di convincere l’amica a prepararsi a modo per la festa.
“Ma io non credo di venire, cioè sapete che odio le feste”
“Ma che significa?! L’anno scorso al ballo c’eri”
“Oddio Jade, era una cosa diversa. Questo è uno di quei festini a cui non sono abituata; vi vestite tutti con minigonne e tacchi, ballate con musica inascoltabile e bevete un casino e io non bevo”.
Quest’ultima frase creò non poche risate al tavolo dei Tassi soprattutto da Ilaria ed Andrea che conoscevano molto bene l’altro lato della caposcuola…
“Ma facci il piacere! Nessuno di noi è un santo e tu stasera verrai, e poi scusa non viene anche il tuo ragazzo? Perché tu non dovresti venire?”
“Non mi va, sono stanca”
“… Ne riparleremo nel dormitorio. E si è una minaccia”.
Laura fissò Jade e Julia e alla fine tornò a mangiare convinta che sarebbe stata una dura lotta più tardi.
 
 
 ***
 
“Cice tu che ti metti stasera?”
“Bho,, pensavo il top nero con la gonna che abbiamo comprato a Londra questa estate però dovrei chiedere ad Yle i suoi stivaletti.. Tu?”
“Io il vestito che abbiamo comprato a Londra. Comunque chiediglieli che tanto te li presterà sicuramente. È così gentile”
“Massì, hai una penna?”. Naomi le porse una biro e Alice mandò subito un messaggio incantato all’amica seduta a due tavoli di distanza ricevendo immediatamente una risposta positiva.
“Chissà lei cosa indosserà…”
“Sara io avrei una mezza idea…”, Giorgia guardò Naomi ed Alice e tutte e tre scoppiarono a ridere,
“Del tipo?”
“Sarà qualcosa di stretto, nero e che comprenderà nel tutto calze a rete. Sai i soliti vestiti…”
“A troia”, concluse per lei Naomi provocando una grande risata a Sara e rischiando di far strozzare Fabiola con il succo di zucca.
 
***
 
 
Pochi metri più in là Elisa stava decidendo che sfumatura di ombretto poter mettere al vestito che Cecilia aveva scelto per la festa mentre Colin ed Anna mangiavano tranquillamente senza preoccuparsi troppo di cosa indossare.
“Ragazze, voi non la scamperete sapete? Troveremo qualcosa di adatto a voi. Che non sia elegante né gotico o stile medioevale. Scordatevelo, stasera ci vestiremo come usano i babbani in discoteca”
“Ehm, io ne ho viste alcune di ragazze babbane dirette in quei posti e devo dire che non mi sono piaciuti i vestiti che indossavano, se si possono chiamare vestiti ovviamente”, Colin sembrava terribilmente annoiata all’idea di quella festa ma non poteva certo tirarsi indietro. Insomma le amiche l’avrebbero uccisa e po forse si sarebbe potuta divertire.
“Dai Colin! Staremo bene, berremo e balleremo come pazze. Vestirsi in modo diverso non ha mai ucciso nessuno. Sarà una grande serata”
“La serata sicuro Eli, il problema sarà domani mattina. Se mi ubriaco sarà molto dura, fortuna che iniziamo tutti un’ora dopo”, Cecilia ovviamente dava per scontato di bere fino allo sfinimento visto che lo faceva ogni santa volta.
“Si ma sarà divertente domani far finta di niente e dormire in ogni momento possibile sfuggendo ai professori”, Anna era molto divertita figurandosi già le immagini di tutti gli studenti del sesto anno la mattina successiva.
“Al massimo non torneremo molto tardi. Se ci dobbiamo alzare alle 8 torniamo alle 2 stanotte e crolliamo come sassi per almeno sei ore, così anche se ci ubriachiamo possiamo riprenderci abbastanza”
“Elisa sei un’ottima organizzatrice. Faremo sicuro così”. Cecilia mangiò una patatina fritta piena di ketchup e poi ritornò al discorso dell’ombretto migliore.
 
 
 ***
 
“Stasera ci sarà da divertirsi eh?”
“Stefano vedi di startene buono che il fatto che tu abbia rotto con Alba non è una scusa per passare la notte con cinque ragazze diverse”
“E chi ha parlato solo di ragazze?”, Stefano fissò le due amiche con un ghigno che rispecchiava il suo animo Serpeverde e Ylenia rischiò di affogarsi seriamente con il succo di zucca mentre Noemi restò con la bocca aperta dimenticandosi di mangiare la pasta.
“Ehm… dovresti dirci qualcosa?”
“No Yle, voglio solo fare nuove esperienze. Non sono come Andrea sia chiaro però non voglio privarmi di niente”
“Oh poveri noi”.
La cena dei Serpeverde si concluse con grandi sospiri da parte delle ragazze che prevedevano il peggio da quella serata…
 
 
***
 
 
“Amore, ho saputo che stasera non ci sei…”
“No, non mi va di venire Ric. Sono stanca e poi sai che odio questo genere di feste”, Laura stava aprendo la stanza del dormitorio femminile dei Tassorosso per accompagnare le amiche e preparasi mentre Riccardo, Andrea e Claudio sedevano sul divano della Sala Comune.
“Allora noi ci avviamo, dici che aspettiamo le altre dentro. Arrivare tutti insieme sarebbe troppo pericoloso”
“Tranquillo. Ciao”, un bacio veloce e poi diretta verso il suo dormitorio che era molto simile ad un campo di battaglia con i miliardi di vestiti di Jade buttati sui letti e le scarpe di Julia sparse sul pavimento.
“Ila già ai trucchi?”
“Io non sono l’eterna indecisa”
“Io non sono indecisa, io non vengo e basta”, Laura si buttò sul suo letto e sospirò.
“CHE COSA?”, Julia le si avvicinò con un fare molto minaccioso ed un notevole tacco tredici in mano, “tu verrai, hai capito? Senza forse ne ma. Adesso Jade ti trova un vestito, io delle scarpe e poi Ilaria di truccherà”
“No vi prego, truccarmi no!”
“Sognatelo. Allora… ecco qui prova questo blu notte che dovrebbe andarti. SUBITO”.
Laura capì che se si fosse tirata indietro le amiche l’avrebbero affatturata quindi prese il vestito e si cambiò con aria perplessa. Era un po’ troppo corto per i suoi standard…
“Che figa che sei! Ti sta d’incanto. Ed ora prendi queste scarpe”, Jade le porse dei sandali che dovevano essere alti almeno dodici centimetri e la obbligò ad indossarli.
“Cavolo, sei perfetta! Dovresti vestirti un poco più provocante, sei fidanza ok ma Ric è sempre un maschio e si sa che loro pensano ad una cosa”
“Julia ha ragione, approposito l’avete mai fatto?”.
A questa domanda Laura diventò dello stesso colore di un peperone e Ilaria scoppiò a ridere mentre si alzava per truccarla lasciando il posto a Jade.
“Bhè… ehm, si”
“Oddiooooo! Quando? Dove? Come? Quante volte?”
“JULIA!”, Laura sembrò esasperata ma era incatenata alla sedia da Ilaria che le stava applicando un nuovo ombretto dello stesso colore del vestito ed era molto soddisfatta.
“Eddai, noi ti diciamo sempre tutto, no? Mica devi vergognarti..”
“Ok, bhè l’anno scorso. Stamberga strillante. Tre volte”
“E brava la nostra Caposcuola, anche se certo tre volte in un anno sono ben poche. Prova a fare come me, ogni momento libero sbatto dentro uno sgabuzzino o un’aula vuota Walter per farlo. Siamo molto soddisfatti e rilassati entrambi”
“Oh per l’amor del cielo finiamo questa discussione”.
Laura si mise il lucidalabbra e uscì dal dormitorio con le amiche per evitare di sentire altre spiegazioni da Julia.
 
 
 ***
 
Al settimo piano si potevano vedere ragazzi vestiti in qualsiasi modo possibile che si fermavano a gruppi da cinque o da otto fuori un muro, chiudevano gli occhi e poi varcavano una porta immensa.
Il gruppo delle Tassorosso si incontrò con gli amici Grifondoro per le scale mentre i Corvonero scendevano silenziosamente gli ultimi gradini. Molti di loro rimasero per qualche secondo ad osservare Laura che non erano abituati a vedere con quelle vesti.
“Cavolo sembri Ylenia!”, Naomi aveva aperto la porta e non si accorse che c’era proprio Ylenia davanti, “una troia”.
“Nami! Io non sono una troia”, Ylenia si girò e parve seriamente indignata ma nessuno la difese. Il che comunque sarebbe stato impossibile visti gli avvenimenti dell’anno precedente.
Una statua accanto a loro bloccò il passaggio e loro chiesero subito di Elia che si presentò in pochi istanti per concedere al gruppo do passare. Quello che si trovarono davanti era ben diverso dalle loro aspettative.
C’erano almeno una ventina di divani e poltrone, due tavoli pieni di alcolici di qualsiasi genere e per ogni lato della Sala c’erano cinque tende che davano su delle scalinate che però non si capiva dove finissero.
“Servono per le coppie, sopra ogni scala ci sono cinque stanze con letti singoli, un po’ come i dormitori ma più privati e poi quelle stanze sono incantate e dopo due ore ti ributtano di sotto. So che non è il massimo ma è l’unica cose che mi era venuta in mente al momento ed è meglio lì che davanti ai nostri occhi”, tutti alla fine si trovarono d’accordo con il discorso e si dispersero per la Stanza.
Alice ed Ylenia individuarono subito il tavolo degli alcolici e si riempirono un bicchiere di Sambuca mentre Naomi, che le aveva raggiunte prese del malibù per poi sparire con Shin. Delle coppie non c’era ombra ed Alice e George decisero comunque di rimanere separati per stare con i diversi amici.
 
Dopo un’ora nessuno del gruppo era visibile agli occhi di Alice ed Ylenia tranne  George che parlava con degli amici che si passavano una bottiglia di vodka e Laura che parlava con una delle due compagne di dormitorio, non identificata dalle amiche per l’eccessiva quantità di alcol nel loro corpo.
All’improvviso sentirono la musica alzarsi di colpo ed alcuni ragazzi intorno ad un tavolo che applaudivano, le due amiche si chiesero il perché e quando si avvicinarono videro che una ragazza ballava sul tavolo con in mano una bottiglia di alcol.
“Sai chi è?”, Alice che fu improvvisamente colta da un giramento d testa si appoggiò all’amica bionda che intanto strizzava gli occhi per capire chi fosse quella ragazza
“Credo sia Serpeverde… Si ed è del mio anno. Si. Però non ricordo il nome”.
Alice scoppiò a ridere seguita a ruota da Ylenia ed entrambe attirarono l’attenzione della Serpeverde.
“HEy voi! Venite qui, susu”, la ragazza allungò un braccio per tirarle verso di lei e tutte e due videro che aveva una gonna nera con dei semplici stivaletti abbinati ad una camicia.
Alice decise di salire sul tavolo ed Ylenia la seguì senza pensarci così tutte e tre quelle ragazze ricominciarono a ballare in un modo, sperò Laura osservandole da lontano, la cui colpa si poteva attribuire solo agli alcolici.
 
***
 
Ecco il motivo per cui sopportava ben poco quel genere di feste, ormai tutti i suoi amici erano spariti dalla circolazione e le uniche due ancora visibili erano quelle pazze di Ylenia ed Alice che continuavano a ballare sul tavolo con una ragazza che, ci avrebbe scommesso, nemmeno conoscevano. George era inavvicinabile anche se gli avrebbe voluto parlare delle visioni di Divinazione nella sfera sicura che lui ci avrebbe posto l’attenzione necessaria ma aveva l’impressione che a furia di passarsi la bottiglia di acool con gli amici fosse partito anche lui.
Ma dove si era cacciato Riccardo? Gli avrebbe voluto fare una sorpresa visto che poche volte l’aveva vista con qualcosa di così scollato e così si avventurò a cercarlo tra la gente arrivando all’estremità della stanza dietro una colonna alla quale si poggiò per riprendersi dal forte odore di canna.
“Mi sei mancato, sai quest’estate mi sono divertita molto”, la voce di una ragazza fece capire a Laura che dietro quella colonna stavano succedendo cose che avrebbe preferito non sapere e fece per andarsene ma quello che sentì dopo la bloccò sul posto mentre fece un incantesimo al resto del rumore per soffocarlo così da ascoltare meglio
“Si… sapessi io. Non mi divertivo così da molto tempo. Una notte di quel tipo me la sognavo prima di incontrarti”. Laura iniziò a tremare e pregò con tutta se stessa che quella voce non appartenesse a lui, non poteva essere.
“Perché lei non soddisfa eh? Lo si capisce ma come si veste. Immagino che tutto ciò di cui ti sei dovuto accontentare sia un tre volte all’anno”
“Non si concede mai lei. Mai”.
Seguì il silenzio, Laura capì che era dovuto ad un bacio molto lungo e, prendendo un bel respiro, fece il giro della colonna per avere le certezze che desiderava in quel momento.
Lo spettacolo che fu obbligata a vedere la sconcertò più del dovuto e dovette reggersi con una mano alla colonna per non cadere.
Erano lì davanti ai suoi occhi, una ragazza che non riuscì a capire chi fosse e Riccardo. Il suo Riccardo che baciava lei, il suo Riccardo che le metteva le mani sotto la camicetta, il suo Riccardo che la prendeva per mano e la portava su verso quelle stanze che erano messe a disposizione per quello.
Il suo Riccardo che non era più suo.
 
Senza pensarci sciolse l’incantesimo e si buttò tra la folla diretta al tavolo degli alcolici dove trovò una bottiglia di Sambuca ancora chiusa e la portò via.
Era sempre stato uno dei pochi liquori che aveva bevuto e ne andava letteralmente pazza, così si sedette per terra in uno dei pochi spazi bui e vuoti della Stanza ed iniziò a bere e a piangere.
 Non poteva crederci.
L’aveva tradita per quello quando lei aveva sempre pensato che era un ragazzo diverso che non avesse bisogno solo di quello.
Nn poteva crederci.
E questo doveva essere un’anno perfetto e magnifico a detta della sorella, un anno che niente e nessuno avrebbe potuto rovinare. Ma si sapeva che Alice aveva sempre fatto schifo  Divinazione.
Oddio la Sambuca mi sta dando alla testa, adesso inizio solo a dire cazzate. Cavolo dovrei smetterla. Dovrei proprio posare la bottiglia.
Ma non lo fece. Continuò a fare lunghi sorsi e molto spesso aveva un’espressione di disgusto poiché sentiva la gola bruciare al contatto con quel liquido.
Merda, merda, merda ora ci manca solo che vomito. Dio che schifo vomitare.
In quel momento vide un ragazzo che le si avvicinava e che le porgeva un sacchetto di carta chinandosi verso di lei.
“Dai vomita”
“Mmmh? Guarda che io odio…” non riuscì nemmeno a finire la frase che si piegò in due e face ciò che tanto odiava mentre quel ragazzo le teneva i capelli indietro e le reggeva la fronte.
Appena finì con un colpo di bacchetta fece sparire il sacchetto e le porse una salvietta profumata per sciacquarsi, cosa che Laura apprezzò molto visto che si sentiva davvero uno schifo.
“Qualsiasi sia il tuo problema sai che non dovresti berci sopra? Dammi questa bottiglia che la faccio sparire. E poi che insegnamenti dai caposcuola?”.
A quella parola Laura alzò finalmente gli occhi e si trovò davanti la figura di Elia che le sorrideva preoccupato e si chiese che bell’aspetto doveva avere sicura che tutte le lacrime che aveva versato le avevano fatto colare il rimmel lungo le guance.
“Mi vuoi dire che è successo? Ti vedo un po’ come dire… scossa”
“Ma va?”, Laura sorrise ma in pochi istanti le si figurò di nuovo la scena a cui aveva assistito prima e scoppiò a piangere mentre raccontava ogni minima cosa a quel mezzo sconosciuto.
 
 
 ***
 
Non tanto lontano dai due ragazzi Alice ed Ylenia erano ancora sul tavolo e si scatenavano con la loro nuova conoscenza, avevano scoperto che si chiamava Serena, sopra il tavolo mentre si passavano una bottiglia di rum. Presa dalla frenesia del ballo e senza capirci molto a causa dell’alcool e della musica troppo alta,Ylenia prese il volto di Serena tra le mani e la baciò appassionatamente mentre l’altra ricambiava e i ragazzi che assistevano battevano le mani e fischiavano.
Alice era scoppiata a ridere così forte che rischiò di cadere dal tavolo ma fu afferrata in tempo da George che si era avvicinato per ammirare la scena.
“Oddio amore si sono baciate, oddio”, Alice tornò a ridere sonoramente mentre le due ragazze si separavano e alzavano le braccia come in segno di vittoria e ridevano.
“Si, va bene. Io direi di tornare nei rispettivi dormitori e di portarci dietro anche loro. Che ne dici? Io sono abbastanza lucido da portarvi tutte e tre”
“Va beeeeene, ma portiamo prima loro così poi noi abbiamo un po’ ti tempo da trascorrere soli soletti”, Alice gli baciò il collo e lui arrossì violentemente non abituato a parole così esplicite da parte della ragazza, soprattutto dal momento che non si era quasi mai fatta toccare.
“Ok, ora parli sotto effetto di alcolici, comunque dai”, George la mise di lato cingedola con un braccio, “Yle! Scendi dai che andiamo! E portati l’altra amica”
“Che palle! Vabbeeeeene arriviamo. Dai Serena!”.
Le due scesero dal tavolo con un salto e sorprendentemente riuscirono a rimanere perfettamente in piedi avviandosi verso l’uscita della porta in compagnia degli altri amici. Passando lì vicino Alice salutò la sorella ridendo come se non si fosse accorta di nulla e poi chiamò Stefano a gran voce.
“Grazie al cielo ci sei tu!”, George parve molto sollevato nel vederlo poiché scendere fino ai sotterranei e risalire fino alla torre dei Corvonero era un’impresa a dir poco complicata, “Stè dimmi che sei abbastanza lucido da portarti queste due in dormitorio con te”
“Ci puoi scommettere, io stasera mi sono divertito in altri modi”, dicendo così prese una ragazza ch passava lì vicino e la baciò violentemente dandole appuntamento per quel sabato.
“Ok, non voglio sapere che diamine hai fatto con quella ragazza, per ora usciamo di qui”, George tirò le ragazze fuori e fu seguito subito da Stefano che non lo aveva preso in parola, così iniziò a parlare.
“Ma mica solo con quella ragazza! Mi sono fatto anche due ragazzi e altre tre ragazze ma lei è stata quella che mi ha dato più soddisfazioni… sai è capace di…”
“OK!! Non mi interessa per niente. Ora portati queste due in dormitorio e non fatevi beccare”
“A domani!”.
George iniziò una lunga e dura salita delle scale diretto al dormitorio dei Corvonero con Alice che a stento riusciva a fare un passo senza barcollare.
“Ok, così non andiamo avanti. Vieni qui che ti prendo in braccio”, Alice sorrise maliziosa e si lasciò alzare con molta facilità dal ragazzo per poi baciarlo così forte da farlo barcollare e fermare contro la ringhiera.
“Dai basta, saliamo prima che le scale cambino, già è abbastanza difficile così”, George cercava di fare il ragazzo serio ma dentro di se desiderò che Alice si comportasse sempre così, non solo da ubriaca.
Sospirando arrivò davanti alla porta nera e bussò. Una voce gli pose un indovinello ed Alice assonnata ed intontita rispose senza pensarci facendola aprire, così George ci passò attraverso e accompagnò la ragazza fino alla scalinata che dava al dormitorio femminile e la lasciò andare per terra.
“Allora ce la fai ad arrivare nel tuo letto?”
“Sicuro, o mi vuoi accompagnare tu?”, Alice sorrise e George scosse la testa divertito.
“Fidati che domani te ne pentiresti, vai che anche io devo tornare in fretta. E dormi così ti fai abbastanza ore di sonno. A domani”.
George riuscì della porta e si avviò per le scale dove incrociò il resto del gruppo di Corvonero che saliva in dormitorio e, risceso fino al ritratto della Signora Grassa, incontrò gli amici della sua casa con i quali salì fino ai dormitori per poi lasciarsi sopraffare dal sonno senza nemmeno cambiarsi.
 
 
 ***
 
“E così la festa è finita… tu come ti senti?”
“Oh meglio sicuramente, diciamo fisicamente. Sicuro non psicologicamente”
“Ma tua sorella non ha detto né fatto niente..”
“Ma l’hai vista? Era totalmente partita… quando si ubriaca non capisce niente e domani si sveglierà chiedendomi se aveva sognato che stavo piangendo come una disperata. A quel punto io le dirò di no e le spiegherò tutto, dopo ciò credo che scoppierà un casino”
“E io sicuramente la appoggerò, non deve passarla liscia quello stronzo”.
Laura lanciò uno sguardo pieno di gratitudine a quel ragazzo che le aveva fatto compagnia per tutta la sera ascoltandola e vedendola piangere come una bambina.
“Dai, ti riaccompagno in dormitorio”
“NOOOOO”, Laura urlò terrorizzata e riprese a piangere lasciando il ragazzo sconvolto, “io non posso vederlo domattina, non ce la farei. Non posso tornare. Ti prego”
“Hey va bene”, con un colpo di bacchetta Elia unì due divani e fece segno alla ragazza di sistemarsi lì per la notte.
Laura si stese ancora in lacrime, ormai la sbronza stava passando e la realtà le era piombata addosso troppo violentemente. Non riusciva a fermare le lacrime e si addormentò con gli occhi lucidi e le guance bagnate.
 
Elia la guardò per qualche istante rimanendone molto colpito. Era così fragile in quel momento che non sembrava la caposcuola che camminava sempre a testa alta rimproverando la gente con voce ferma e fierezza negli occhi. Ora sembrava solo una piccola ragazza con il cuore spezzato e aveva un’aria molto fragile, troppo fragile ed i lunghi capelli scompigliati sul volto.
Il corpo fu scosso da brividi e lei si girò forse per trovare calore, così Elia prese il suo mantello di Corvonero che aveva fatto apparire poco prima e la coprì così da tenerla al caldo.
Poi sopraffatto dalla stanchezza si stese al suo fianco addormentandosi in pochi minuti.

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Capitolo 32
*** Verità nascoste, rabbia, lacrime ***


 Formazione squadre di Quidditch.


Corvonero:
Giorgia (capitano e cacciatrice)
Alice (Battitrice)
Naomi (Battitrice)
Shin (cercatore)
Noreen (portiere)
Oscar (cacciatore)
Alex (cacciatore)

 
Tassorosso:
Laura (capitano e cacciatrice)
Jade (battitrice)
Liam (battitore)
Riccardo (portiere)
Guido (cercatore)
Mattia (Cacciatore)

 
Grifondoro:
Cameron (capitano e portiere)
Cecilia (cercatrice)
Anna (cacciatrice)
Selena (cacciatrice)
Vincent (cacciatore)
Frankie (battitrice)
George (battitore)
 

Serpeverde:
Augutus (capitano e battitore)
Kate (cercatrice)
Brigitte (cacciatrice)
Giada (cacciatrice)
Vincent (cacciatore)
Cornelius (battitore)
Barbra (Portiere)

 
 
 
Il giorno dopo nel dormitorio dei Corvonero l’unica sveglia era Sara visto che non aveva bevuto niente essendo praticamente astemia.
La ragazza si diresse a svegliare Fabiola e le altre amiche ma tutte e tre protestarono mettendosi il cuscino sopra la faccia o girandosi dall’altro lato.
“Ragazze sono le 7 e 30, volete alzarvi?”
“Ma c’è tempo”
“No, ci metterete secoli ad alzarvi, muovetevi o passo alle maniere forti”.
Fabiola a quelle parole si alzò senza troppi lamenti ed iniziò a prepararsi seguita a ruota da Giorgia mentre Alice e Naomi non davano cenni di sveglia.
“Alice alzati. ORA!”.
“NO, ho ancora tempo”
“Guardati prima in faccia a poi ne parliamo, hai un aspetto orrendo”
“Tutta questa gentilezza di prima mattina a cosa è dovuta?”, Alice si stropicciò gli occhi rendendosi conto i avere ancora il mascara sulle ciglia e capì a cosa era dovuto il commento di  Sara.
“Merda”, l’unica cosa che disse prima di struccarsi a colpi di bacchetta.
“NAMI! Alzati maledizione!”, Sara si avvicinò alla ragazza in modo pericoloso e puntò la bacchetta contro la faccia, “Aguamenti!”.
Un getto d’acqua colpì la ragazza che fu costretta ad alzarsi e ad asciugare il letto e i vestiti con la magia.
“Sara che coglioni! Ti sembra il modo di svegliare la gente?”
“SI, se la gente non si alza con le buone. Muoviti che facciamo tardi”.
Naomi non potè più protestare perché vie che avevano fatto abbastanza tardi e così si ripulì la faccia e si bottò la divisa senza un minimo ordine.
“Cazzo! Io ho una cosa che può aiutarci”
“In che senso?”, Alice la guardò di traverso mentre cercava di infilare la camicia.
“Quest’estate ho comprato una pozione post sbornia. Tenete, bevetene un sorso piccolo e vi sentirete come nuove”.
“Sai che ti amo?”, Giorgia la guardò e non esitò a mandare giù quel liquido bianco che la fece sentire subito bene.
“… come se avessi dormito per giorni interi”
“Riposatissima”.
Piene di energia le corvonero si fiondarono giù lungo le scale dove incrociarono Fabio, anche lui scosso dalla sera precedente, e Naomi gli diede la pozione rimproverandolo in quanto Caposcuola.
Quando arrivarono nella Sala Grande la trovarono quasi vuota: c’erano pochi ragazzi del settimo anno e quasi tutti quelli del sesto. Guardandosi introno notarono che tutto il loro gruppo mancava ad eccezione di George.
“Hey ciao!”, Alice lo salutò da lontano mentre si dirigeva al suo tavolo e lui ricambiò imbarazzato.
“Ma che sarà successo?”
“Non chiederlo a me, ieri ero andata quasi quanto te”, Nami afferrò la nutella e la spalmò sul pane mordendolo avidamente.
“Bhè.. diciamo che io nemmeno so niente ma posso solo dirti che ieri George usciva dal nostro dormitorio con aria sconcertata”, Sara bevve il succo di zucca osservando Alice che si era immobilizzata con il pane a mezz’aria.
“Cazzo. Da ubriaca non rispondo di me, chissà che ho combinato”
“Quello che avresti voluto fare da sobria?”.
Di tutta risposta Alice lanciò un pezzo di pane a Naomi.
 
Nella torre dei Grifondoro la prima ad alzarsi fu Mariangela che si preparò con calma per poi andare a bussare alla porta delle amiche. Ovviamente non ottenne riposta.
“Ragazze andiamo!”, spalancò la porta e vide tutte addormentate profondamente così decise di andare a svegliare per prima Michel la quale protestò molto.
“Mariangela che palle, voglio dormire”
“Ma non puoi.  Anche voi ragazze dai!”, andò a scostare le coperte a tutte costringendole ad alzarsi contro voglia.
Michela sgattaiolò in bagno per evitare di stare nella stessa stanza troppo a lungo con quelle che erano le sue migliori amiche, già era difficile per tutto il resto de tempo.
Mentre si sistemava la divisa con il volto di nuovo truccato alla perfezione sentì molte grida provenire dalla stanza ma decise di non farci troppo caso, in fondo lei non c’entrava più niente.
“Michela esci del bagno!”, la voce di Anna risuonò oltre la porta e la ragazza ne rimase spiazzata per un primo momento. Non le aveva mai rivolto la parola in prima persona dalla lite, lei come gli altri.
Alla fine decise di comportarsi nel modo che riteneva più corretto ed aprì la porta sorridendo.
“Ho finito e comunque potevi entrare prima, sai mica mordo se siamo in bagno insieme”.
Anna e le altre la guardarono spiazzate e poi ricominciarono a vestirsi come per rompere quel momento di imbarazzo che si era venuto a creare, così Michela e Mariangela uscirono dalla stana e si avviarono giù.
“Tutto ok?”
“No.. cioè non ci parlavamo così da secoli. Sembrava essere tornato tutto come prima. Ovviamente però è impossibile”
“Non dire così, capiranno. Ne sono sicura, basta che conoscano meglio Roberto”
“Stefano lo conosce ma comunque non mi parla”
“Bhè, io credo che quello sia più per il personale, sai loro più che altro se la sono presa perché non ce l’hai detto subito. È stato come un affronto alla nostra amicizia”
“A quella che era. Mi mancano così tanto”.
Mariangela la guardò dispiaciuta e poi varcò con l’amica la porta della Sala Grande dove trovarono Naomi intenta a riempire i bicchieri rimanenti sui tavoli con un liquido bianco e spiegare agli altri studenti cosa era.
Appena lo bevvero le furono molto riconoscenti.
 
La Sala Comune dei Serpeverde con aveva un vantaggio come tutte le altre: i raggi del Sole non penetravano nei dormitori, così gli studenti trovavano ogni mattina un modo diverso per svegliarsi in tempo.
Quella mattina Noemi aveva stregato degli origami a forma di uccello per farli cantare finchè lei e le sue compagne non si fossero alzate.
Alle 8 meno un quarto la ragazza si diresse in bagno per farsi una doccia rinfrescante mentre Kate ed Ylenia dormivano ancora. Dopo qualche minuto sentì un rumore provenire dall’interno della stanza e decise di andare cosa era successo: Kate aveva lanciato un cuscino contro gli uccelli ma quello era stato respinto.
“Mi hai preso per una cretina? C’è un incantesimo di protezione ovviamente”.
Kate sbuffò e si alzò per sistemarsi il trucco e vestirsi.
“Ylenia, aniamo!”
“mmmmmmmmm”
“Oh ma sei tremenda!”, Noemi si avvicinò al letto e tirò via le coperte prima di lanciare un getto d’acqua contro la ragazza che cadde dal letto per lo spavento.
“Uffaaaaaaaaaaa”.
“Vestiti”, l’amica le lanciò la divisa mentre con un semplice incantesimo le ripulì il volto.
“Come vi è andata ieri?”, Kate e le ragazze salivano le scale della scuola e parlavano solo della serata precedente di cui Ylenia ricordava ben poco.
“Tutto ok, ma poi che bacio che c’è stato! Ne parleranno a vita”
“Chi ha baciato chi?” Ylenia aveva un’aria interrogativa che fece ridere le due ragazze di gusto prima che Noemi rispondesse
“Tu hai baciato Serena, la ragazza del nostro anno”.
La bionda rimase immobile per qualche istante mentre Kate rideva così forte da far uscire le lacrime.
“Che cazzo dici? Io non ricordo niente”
“Ovvio, eri totalmente fatta”
“Merda”.
Le tre amiche entrarono in Sala Grande e presero posto al loro tavolo accanto a Stefano che spiegò loro cosa c’era nei loro bicchieri, alzando i calici ringraziarono Naomi a distanza e l’amica fece un cenno per poi riprendere il discorso con le amiche.
A qualche posto di distanza Serena sedeva con una ragazza e tutte e due ridevano di gusto, Ylenia si sentì morire e si nascose dietro i lunghi capelli.
“Ma stai tranquilla, mica è la prima volta che baci una ragazza”
“COSA?”, Kate quasi si strozzò con il succo di zucca ma le due fecero come se non l’avessero sentita,
“Ok, è vero ma la situazione è diversa”
“Guardate che me lo dovrete spiegare un giorno”
“Un giorno… appunto”.
Così prese dal discorso nessuna delle tre si rese conto che Serena si era avvicinata a loro finchè non parlò ad Ylenia
“Ciao!”
“…. Hey”
“Tutto ok?”
“Si…”
“Quella tua amica è un genio, avevo la testa che mi esplodeva ed invece ora sono come nuova”
“Già..”
“Comunque, non so se vi siete mai presentate di prima persona, lei è Brigitte, un anno dietro di noi”, l’unica a cui non dovette presentarsi era Kate visto che facevano parte entrambe della squadra di Quidditch della loro casa.
“Piacere”, la ragazza al suo fianco aveva lunghi capelli neri e occhi dello stesso colore intenso.
“Scusa ma se sei sei al quinto perché non segui stamattina?”, Stefano la guardò incuriosito e lei diventò rossa
“……. Dovevo parlare con il preside”
“Oh, certo. Non volevo essere indiscreto”
“Tranquillo”
“Lei è la sorella di un ragazzo arrivato quest’anno. È di Tassorosso”
“Forse Checco e Saverio lo conoscono”
“Chiedetelo: si chiama Severus”
“Massì, è il loro compagno di stanza. Che figata!”
“Bhè noi andiamo che la accompagno di sopra, ciao. E Ylenia ricorda una cosa: non c’è modo migliore per fare amicizia di una bella sbronza insieme”.
Il gruppo le guardò allontanarsi e Ylenia parve sollevata dal comportamento amichevole di Serena, almeno avrebbero evitato scende di imbarazzo.
 
 
Ilaria, Julia e Jade si stavano preparando nel dormitorio chiedendosi dove fosse Laura visto che il suo letto non solo era vuoto ma sembrava non essere stato proprio toccato per tutta la notte.
“Ieri eri con lei Ila?”
“No, sono stata con Fabio”
“Io credevo avesse raggiunto Riccardo. Ma poi bho”.
Julia alzò le spalle ed aprì la porta che dava nella Sala Comune e lì trovò Andre, Claudio e Riccardo.
“E Laura dov’ è?”
“Non lo sappiamo, ieri alla festa ce la siamo persa e stanotte non è rientrata”
“Ieri…. Era alla festa?”, Riccardo deglutì pensando al peggio ma poi pensò di non averla proprio vista quindi nemmeno lei lo aveva visto, forse.
“Non eravate insieme?”
“No, io non l’ho vista”
“Questo si che è un bel mistero”, Andrea salì l’ultimo gradino ed entrò in Sala Grande salutando gli amici.
“E non è nemmeno qui”, Ilaria si sedette e chiamò Alice, “hai visto tua sorella?”
“Forse ieri alla festa ma non ricordo bene”
“Ok! Spero arrivi presto”
“Intento bevete il succo che Nami ci ha messo una pozione per riprendersi”
“Sia benedetta quella ragazza”.
 
 
Sette piani più su Laura aprì gli occhi accecata dalla forte luce del Sole e si guardò intorno con i ricordi abbastanza chiari da sentire lo stomaco chiudersi .
“Buon giorno”, Elia le sorrideva da qualche metro di distanza mentre si infilava la camicia.
Laura si voltò di colpo imbarazzata, “Buon giorno anche a te”
“Dai che ti imbarazzi a fare? Non credo sia la prima volta che vedi un ragazzo senza maglietta soprattutto considerando che sei il capitano della squadra di quidditch”
“Di solito i ragazzi sono miei amici e non me li ritrovo così di prima mattina”
“Così mi ferisci però, credi che noi due non siamo amici?”
“Lo stiamo diventando, non lo siamo. È molto diverso”.
Elia scosse la testa arreso e le porse la sua divisa spiegandole che l’aveva fatta apparir poco prima insieme ad una tenda dietro la quale si sarebbe potuta cambiare.
Laura gli strappò di mano i vestiti e si affrettò ad andare dietro la tenda per levarsi quel vestito che non le si addiceva per niente. Infilò la camicia, la gonna ed indossò le scarpe da ginnastica.
Mille volte più comode di quello schifo che ho portato ieri sera.
Dall’altro lato della tenda Elia si allacciava le scarpe mentre lanciava occhiate alla tenda che copriva la ragazza, i raggi del Sole disegnavano ombre perfette del suo corpo.
Quella ragazza era strana, sicuramente si dimostrava più forte di quanto era in realtà. Lo aveva capito la sera precedente.
 Aveva anche un carattere da perfetta caposcuola che lo aveva irritato molte volte il giorno precedente.
Eppure qualcosa di lei lo attraeva in modo particolare, aveva visto una parte di quella ragazza che lo aveva spiazzato.
Il suo umorismo nell’ora di Divinazione, la sua risata semplice ma dolce, poi la sua fragilità. Quella che però la rendeva ancora più particolare.
Una fragilità che gli aveva permesso di avvicinarla ancora un po’, che gli aveva fatto tolto il respiro come mai prima.
“Sono pronta”, Laura uscì da dietro la tenda e sul suo volto non si notavano nemmeno più i segni del trucco sbavato  o degli occhi rossi e gonfi.
“Allora andiamo dolcezza”, Elia le porse un braccio mentre con l’altro reggeva il suo mantello, “come hai fatto a ripulirti la faccia così in fretta?”
“Incantesimi appresi l’anno scorso. Sono davvero utili quando uno è in ritardo. E io lo sono quasi sempre”
“Ma non mi dire! La perfetta Caposcuola una ritardataria?”
“Non proprio, rischio di fare tardi ma uso la magia per essere sempre in tempo la mattina”
“A che bassi livelli siamo arrivati!”, Elia alzò gli occhi al cielo e Laura ridacchiò dandogli una gomitata prima di essere scossa da brividi.
“Freddo?”
“Niente di che, saranno i sintomi da post sbronza”
“Smettila di fare sempre di testa tua ed accetta l’aiuto degli altri per una buona volta! Ieri sera ne hai avuto molto bisogno, ora prendi questo”, Elia le mise sulle spalle il suo mantello sfilando la spilla ed appuntandosela sulla camicia.
“…. Grazie mille”, Laura si infilò il mantello e scoprì che le andava abbastanza più grande di quello che pensava ma si sentì subito meglio, “anche per ieri sera intendo. Non so che avrei fatto senza di te”.
Questa volta fu il turno di Elia di arrossire prima i sorriderle ed inchinarsi indicando l’entrata alla Sala Grande.
“Gentilissimo”, le loro risate si interruppero non appena varcarono la porta della Sala e si ritrovarono gli sguardi di tutti puntati addosso.
Elia si mise una mano tra i capelli e sorridendo a Laura si avviò al suo tavolo, la ragazza invece prese l’altra direzione ed arrivò al suo solito posto con il mantello blu che ondeggiava per il vento.
“Hey, Lau”, Ilaria sorrise intimorita alla ragazza ma l’amica le rivolse la parola come se niente fosse
“Ciao Ila, come stai?”
“Tutto ok. Bevi il succo che Nami ci ha messo sta pozione miracolosa e ci siamo sentiti tutti subito meglio”
“Sicuro, grazie”, Laura bevve un lungo sorso e sentì una sensazione di calore invaderle tutto il corpo poi si rivolse a Mattia che sedeva a qualche posto di distanza
“Oggi ci vediamo alle 5 al campo per un allentamento prima delle selezioni per il nuovo cacciatore. Vedi di essere puntuale ed avverti gli altri che sono a questo tavolo. Io faccio un giro per le classi per avvertire quelli più piccoli e poi parlo con la professoressa Treen così lascio anche un annuncio nella bacheca del dormitorio. Ora scappo che sennò faccio tardi a Erbologia. Ci vediamo a pranzo”.
Laura non diede il tempo di replicare a nessuno e prima di uscire andò verso il tavolo dei Corvonero per lasciare il mantello a Elia.
“Grazie ancora, ora vado in dormitorio a riprendere il mio”. La ragazza si allontanò a passi veloci e fece un cenno con la mano alla sorella per farle capire che non avrebbe dovuto seguirla.
 
 
“Ma che cazz ??”, Ylenia si alzò dal tavolo e corse a quello dei Corvonero dove si stava radunando l’intero gruppo e fu subito seguita dagli altri due amici.
“Ilaria che è successo?”
“E che ne so! Vi posso solo dire che non è rientrata in dormitorio stanotte e che ieri né io, né Julia né Jade l’abbiamo vista. Il punto è che nemmeno Riccardo a quanto pare sapeva che ieri era alla festa quindi con lui non si è vista”
“Non pensate che forse…”, Anna si girò verso Elia lasciando intendere agli amici la fine della sua frase ma Alice scosse la testa
“Non lo farebbe mai, la conosco troppo bene”.
Sara, Naomi e Giorgia annuirono sicure ma gli altri erano abbastanza perplessi.
“Dai ma avvero lo pensate? È la nostra Laura, la conosciamo benissimo. È la persona più corretta che conosco!”, Naomi fissò gli amici come per sfidarli a ribattere ma nessuno lo fece.
“Ma scusa allora che è successo?”, Fabiola pose quella domanda per avere una risposta anche vaga di quello che pensassero gli altri ma anche lei non ebbe risposta.
“Lasciatela stare, vedete che lo scoprirete prima di quanto pensiate”, Elia aveva ascoltato tutto il discorso e si avvicinò con la spilla di nuovo al suo posto sul mantello.
“Tu lo sai, vero? Perché non ce lo dici?”
“Perché non lo vorrebbe lei e non sarebbe corretto. Ora ha solo bisogno di distrarsi e pensare bene poi verrà ei d voi. E il fatto che siamo arrivati insieme e che lei indossasse il mio mantello non significa che siam andati a letto insieme”.
Con quelle parole si allontanò velocemente mentre Cecilia guardava l’orario sul suo orologio magico.
“Cazzo, scendiamo di corsa a pozioni. Abbiamo lezione tra due minuti”.
I Corvonero e i Grifondoro che seguivano quella materia corsero nei sotterranei mentre  gli altri si dividevano tra Erbologia e Cura delle Creature magiche.
Nelle serre Michela si guardò in giro per vedere dove sedeva Laura ma la ragazza non si vedeva e non si sarebbe vista per tutta l’ora così quando la professoressa li lasciò andare lei corse verso il castello per cercare qualcuno da avvertire, si era preoccupata più di quanto doveva per il comportamento strano della Tassorosso a colazione.
Mentre attraversava il prato incontrò i Tassorosso che tornavano da Cura delle Creature Magiche e con lo sguardò individuò Ilaria mentre parlava sottovoce con una sua compagna di dormitorio.
“Ilaria”, la rossa si immobilizzò riconoscendo la voce all’istante e si voltò con un’aria mista di sorpresa e di sfida.
“Che c’è?”
“Non scaldarti, volevo solo dirti che Laura non si è presentata a lezione. Pensavo potesse interessarti”
“Bhè… ok. Grazie per l’informazione. July andiamo su, forse la becchiamo per i corridoi”.
Ilaria e la ragazza al suo fianco iniziarono a correre con i mantelli che si alzavano per la forza del vento.
 
Intanto nei sotterranei c’era chi nei mantelli si stringeva il più possibile.
Quella lezione di pozioni si stava rivelando più difficile del previsto visto che stavano preparando una pozione ghiacciante. Era così complicato rendere gelido un liquido che riscaldava su una fiamma che la maggior parte dei ragazzi aveva le dite paralizzate.
“Come se non facesse già abbastanza freddo qui giù”, Elisa condivideva il banco con Cecilia ed Anna e tutte i dissero d’accordo con l’affermazione fatta.
“Anche le altre stanno ghiacciando”
“Bhè almeno sembra che la pozione stia avendo successo”, Cecilia strappò una risata alle amiche prima che il professore li interrompesse.
“Ragazzi io ho una questione urgente da sbrigare quindi vi lascio a Jack per la prossima ora. Fate un buon lavoro e tra due giorni vedremo i risultati. E la pozione deve essere color azzurro ghiaccio, nessuna sfumatura strana”
“Arrivederci professore”.
Nella mezz’ora successiva Jack passò per i banchi a controllare il colorito delle miscele ma la sua ispezione precisa fu interrotta da qualcuno che bussò alla porta e che varcò la soglia dopo l’ “avanti” dell’assistente.
Alice quasi cadde dalla sedia quando vide entrare la sorella e fu Naomi a tenerla per un braccio mentre Colin faceva finta di leggere le ultime istruzioni sul libro.
“Scusi volevo parlare con il professore”
“Non c’è ma dimmi pure, riferirò io”
“Ok, ehm… possiamo parlarne in provato?”.
Jack vide tutti gli occhi puntati su di loro e guidò a ragazza all’interno di una piccola stanza che gli funzionava da ufficio.
“Dimmi pure”
“Ecco, io ho parlato con il preside e ho lasciato altre materie come babbanologia e Cura delle Creature magiche. Non mi servirebbero a diventare guaritrice. Quindi posso tornare a frequentare normalmente le lezioni di pozioni abbandonando quel programma stilato l’anno scorso”
“Bravissima, pensavo fosse troppo pesante per te, allora era solo questo?”
“No, ecco volevo sapere se potesse dirmi che avete fatto ieri”
“Niente di che, è stato un fiasco per questo il professore ha deciso di fargli preparare questa pozione. È una sorta di punizione. Non ti sei persa niente, vieni tranquillamente la prossima volta e vedrai che non sentirai di aver perso due lezioni”
“Grazie mille. Arrivederci”.
Laura tornò nell’aula ma non degnò di uno sguardo le amiche e la sorella uscendo a testa bassa.
“No sentite ora la cosa si sta facendo seriamente preoccupante, non è da lei comportarsi così”
“Sono d’accordo, e poi non aveva lezione stamattina? Che ci faceva nei sotterranei?”
“Vediamo se gli altri ne sanno qualcosa”, Sara alzò un braccio per chiamare Ilaria e la ragazza la notò subito correndo verso di loro con Julia al seguito. Entrambe erano a corto di fiato.
“Ragazzi Laura non si è presentata a lezione, ce l’ha detto Michela”
“Tralasciando l’ultima frase, sono seriamente preoccupata per mia sorella”, Alice continuò a cercarla con lo sguardo mentre si dirigevano a pranzo ma non la vide. In compenso arrivò Ylenia con Noemi e Stefano.
Furono subito aggiornati tutti delle novità da Ilaria mentre quelli che erano a lezione di Pozioni raccontarono della sua entrata nell’aula e del fatto che sembrava molto di fretta mentre chiedeva di parlare con Jack.
“J… Jack?”, Ylenia guardò le amiche terrorizzata mentre tutti annuivano senza capire cosa la preoccupasse tanto, “scusate ma non se ne era andato?”
“A quanto pare no, ti crea qualche problema?”
“Si. Molti”.
Il discorso fu interrotto bruscamente dall’arrivo della squadra di Quidditch di tassorosso che sembrava molto giù.
“Che succede Jade?”
“Allentamenti, oggi alle 5. Perché dobbiamo esercitarci prima di scegliere il nuovo cacciatore? È il primo pomeriggio libero che abbiamo!”
“Alle 5 eh? È a porte aperte l’allenamento?”, Giorgia si rivolse a Mattia che annuì
“Si tanto non studiamo schemi, è solo per scaldarci”
“Allora credo che ci saremo anche noi, almeno lì saremo sicuri di beccare Laura”.
Il gruppo si trovò d’accordo con la decisione presa e tutti si sentirono più leggeri sapendo che quel pomeriggio avrebbero avuto le risposte che desideravano, così si avviarono a pranzo dove Naomi disse ad Elia di presentarsi al campo quel pomeriggio. Era l’unico che sapeva la verità e forse sarebbe risultato utile.
 
Alle cinque tutto il gruppo si trovò sugli spalti ad osservare la squadra che entrava in campo ed Alice si accorse che non erano gli unici ad osservare quell’allenamento ma c’erano anche due studentesse di Serpverde. Non sapeva di che anno erano, né le aveva mai notate.
“Delle Serpi all’allenamento dei Tassi? Che cavolo succede?”
“Hey! Ti ricordo che ci siamo anche noi!”
“Yle dai, voi siete amici nostri. Non delle perfette estranee”
“E’ possibile che una delle due sia la ragazza di alcuni giocatori”, Julia cercò la spiegazione più normale mentre guardava Laura spiccare il volo più imbronciata del solito.
“Vero… scusate è colpa mia che penso male oggi. È che mia sorella è davvero troppo strana”
“Tranquilla, è normale che stai così”. Naomi le cinse le spalle con un braccio e tutti si zittirono perché la voce di Laura risuonò molto forte lungo tutto il perimetro del campo.
“Allora so che vi state rompendo le pale in questo momento e voi sapete che non mi interessa.
Tra una settimana abbiamo le selezioni per il uovo cercatore e voglio testare la vostra preparazione quindi faremo una partita di riscaldamento. È l’unico pomeriggio libero della settimana e tra un’ora sarete di novo nel dormitorio più felici che mai visto che avete ricominciato con la cosa che più vi appassiona.
Ora tutti sulle scope in posizione che libero i bolidi”, con un colpo di bacchetta i ganci saltarono e le due palle sfrecciarono velocemente subito intercettate da Jade e Vincent, i due battitori; poi il boccino si liberò e Guido partì alla sua ricerca e infine fu liberata la pluffa che Mattia prese al volo passandola  a Laura.
La ragazza arrivò in porta e lanciò con tutta la forza che aveva, non centrando gli anelli ma la faccia di Riccardo il cui naso iniziò a sanguinare. Sotto lo sguardo sbigottito di tutti e divertito di Elia, il capitano continuò a giocare come se niente fosse schivando un bolide mandato da Jade.
Mezz’ora dopo, Mattia aveva messo a segno due reti e Laura aveva colpito ancora Riccardo sul naso e una gamba così decisero di finirla qui e di scendere mentre anche tutti gli spettatori li raggiungevano.
In quel momento Laura notò le due Serpeverde e senza esitare disse loro di andarsene.
“Tu non sei nessuno per dirmi che fare!”, la ragazza che stava baciando Riccardo la sera prima la guardava dritto negli occhi come per sfidarla e Laura sentì tutto l’odio del mondo nel sangue.
“IO. SONO. IL . CAPITANO. Scelgo io se puoi o no rimanere, quindi ora vattene!”
“NO, voglio rimanere”
“E perché?”, la domanda spiazzò la ragazza che rimase in silenzio per qualche istante in cerca di qualcosa di sensato da dire ma non trovò niente così Laura proseguì.
“Bhè ti informo che io lo so, credo di essere l’unica a saperlo e ti risparmierò di fare la figura della sgualdrina in questo momento ma devi andartene. ORA”
“Laura, amore non ti sembra di stare esagerando un po’?”, Riccardo le si avvicinò con un’aria di puro panico sul volto e provò a prenderla per un braccio, “sarai scossa dalla serata di ieri”
“Macchè scossa, per me si è divertita con il prefetto dei Corvi! E poi sarei io la sgualdrina”, la Serpeverde sputò quelle parole come per ferirla ma Laura si incavolò sempre di più.
“NON. CHIAMARE. SGUALDRINA. ME”, la Tassorosso cacciò la bacchetta dalla divisa e la puntò contro la ragazza che si trovava di fronte a lei.
“Oddio Laura NO! Sei Caposcuola!”, Alice cercò di fermarla ma fu respinta da Riccardo che sembrava più incavolato della ragazza.
“Perché ti scaldo tanto eh? Orse ha ragione?”
“COME OSI?”, Laura posò la bacchetta e sferrò un pungo sul naso al ragazzo che si piegò in due dal dolore visto che sanguinava ancora dall’allenamento, “non darmi della troia! Io non ti tradirei mai. O non ti avrei mai tradito. Sei tu lo stronzo”
“C-cosa?”, Riccardo sbiancò e tutti lo fissarono mentre il Serpeverde dietro di lui sembrava l’unica ad aver capito a cosa si riferisse e cercò di allontanarsi senza farsi notare.
“FERMA LI’. Pensavo di non doverti sputtanare ma mi sbagliavo. Allora vogliamo raccontare a tutti come ieri l’hai sbattuta contro un muro e poi te la sei portata in una delle stanze?”.
Adesso Laura non urlava più ma parlava con un tono di voce normale ma spezzato dal dolore, un dolore che fino a quel momento aveva visto solo Elia. Tutto il gruppo guardò sconcertato il ragazzo mentre dentro di loro montava una forte rabbia.
“Ero ubriaco, è stato un errore. Scusa. Perdonami”
“Non è vero. Io ti ho sentito. È da questa estate che va avanti tra te e questa troia. E solo perché non mi hai portato a letto molto spesso. Io ti facevo diverso sai? Ti credevo il Tasso perfetto, quello leale, quello a cui non importava solo di questo. Mi sono sbagliata e tu mi fai schifo”.
Dopo queste parole cacciò ancora una volta la bacchetta e con un colpo mise apposto il naso del ragazzo che riuscì ad alzarsi nel tentativo di bloccarla ma prima che chiunque degli amici  potesse intervenire fu Elia a mettersi in mezzo e ad allontanare Riccardo un una mano.
“Lascia stare, è meglio che te ne vai. Per te lei ora esiste solo come capitano della squadra, in campo starai ai suoi ordini ma per il resto lei per te non esiste.
Non le rivolgerai la parola, non la guarderai in faccia. Come se non ci fosse, infondo ti sei abituato bene di estate no? Ecco continua”.
Elia parlò con una voce così ferma che per la prima volta sembrò davvero un prefetto agli occhi di tutti e nessuno osò aggiungere dell’altro anche perché le sue parole avevano avuto l’effetto desiderato su Riccardo.
Egli infatti se ne andò non guardando nessuno in faccia mentre la Serpeverde  seguiva con l’amica.
 
Laura abbassò gli occhi e li chiuse fortemente per non piangere e poi annunciò con voce rotta che l’allenamento era finito e tutta la squadra se ne andò negli spogliatoi ma Laura non li seguì.  Si diresse dall’altro lato e si incamminò verso il castello, la sorella e gli amici provarono a seguirla ma lei li pregò  di non farlo aveva bisogno solo di stare da sola, così rimasero tutti impalati al centro del campo con il vento che scompigliava i capelli e faceva volare i mantelli.
“Certo che Elia sei un tipo tosto”, Ylenia lo guardò e gli sorrise così come anche tutti gli altri fecero ed Alice annuì
“Si grazie per mia sorella, non so che è successo stanotte ma sono sicura che le sei stato accanto. Grazie mille”
“Non preoccuparti ne sono stato felice. Mi viene spontaneo aiutare le persone a cui tengo anche se il cappello non ha mai avuto dubbi su dove mandarmi”
“Hey, un cuore generoso non è solo una qualità dei Tassorosso”, Sara lo guardò con ammirazione e poi si incamminò con tutto il gruppo verso la Sala Grande dove si lasciarono cadere sulle panche preoccupati dall’assenza di Laura.
 
 
La ragazza aveva deciso  di non andare a cena ma allo stesso tempo non voleva tornare nel dormitorio né rimanere sola nella Stanza delle Necessità. Senza pensarci due volte andò in infermeria dove trovò Victoire Lupin, l’infermiera della scuola, che la osservò con aria preoccupata.
“Ho bisogno di stare qui per stanotte, posso?”
“Certo cara, viene che ti porto subito un pigiama e un vassoio di cibo”.
In pochi minuti Laura si era cambiata e sedeva con un libro da leggere mentre mangiucchiava dei tramezzini sotto l’occhio attento dell’infermiera. Quando finì le diede una pozione che serviva a lavare i denti e poi le porse un bicchiere con un liquido che sembrava semplice acqua.
“Bevilo, aiuta a dormire senza sognare. Grazie a questo dormirai finchè ne avrai bisogno. Avvertirò io i professori”
“Grazie mille”, Laura bevve un ungo sorso ed in pochi minuti si lasciò trasportare dalla stanchezza.

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Capitolo 33
*** Hogsmade ***


Settembre volò via e come se niente fosse arrivò ottobre che portò vento freddo e tagliente. I prati erano ricoperti di foglia ingiallite e ormai li studenti giravano sempre con le sciarpe.
In infermeria c’era un continuo viavai di persone che avevano bisogno di pozioni per curarsi da improvvisi malanni.
L’aria che si respirava era di insolita tranquillità, finchè non furono messi  i nuovi annunci in bacheca: finalmente si poteva andare ad Hogsmade. Tutti gli studenti ne furono eccitatissimi ma quelli del quinto e settimo anno un po’ di meno, infondo sapevano che potevano godersi ben poco questi momenti con gli esami.
Tutti quelli del sesto, al contrario, ne furono così entusiasti che la programmazione di quel sabato li accompagnò per tutta la settimana entrate.
Alice era perplessa sull’invitare George, aveva ripreso a parlare normalmente ma lei ancora non sapeva cosa aveva fatto di sbagliato quella sera.
Laura sembrava sulla strada della ripresa, aveva asciato molte materie e si stava concentrando solo su quelle che le servivano per diventare guaritrice ed in più Divinazione, non l’avrebbe lasciata mai ora che c’era Elia a studiarla con lei. Con Riccardo non ci parlava più e lui sembrava aver mantenuto la parola data ad Elia, le uniche che infastidivano erano le Sepeverdi del settimo anno ma la ragazza on ci faceva nemmeno più caso.
Il problema era quando si trovata Riccardo e la “troietta”  a baciarsi, in quei momenti era sempre difficile sembrare indifferente.
Il sabato tanto atteso arrivò in un baleno e quella mattina c’era una grande confusione nella Sala d’Ingresso, tutti avvolti nei cappotti si sistemavano le sciarpe come potevano; le coppie si riunivano sotto il portone tutti sorridenti e felici e gli amici si spintonavano e correvano con dei sorrisi che occupavano gran parte del volto.
“Allora, dove si va?”, Anna arrivò correndo sotto braccio con Cameron e tutti la guardarono come se fosse pazza.
“Facciamo le stesse cose d tre anni: Zonko, Mielandia e poi pranzo ai Tre Manici”
“E non credi che potremmo cambiare questa volta, Nami?”
“Anna ha ragione. Mi hanno detto che sulla strada verso la Stamberga hanno ristrutturato un vecchio magazzino. Vorrei andare a vederlo”, Alice sembrò convincere Geroge e qualche altro amico ma non tutti.
“Dividiamoci. Facciamo che ci si vede a pranzo ai Tre Manici? Chi arriva prima prende il posto per gli altri”, Cecilia era sempre la mente più organizzata e trovava soluzioni in poco tempo, tutti acconsentirono e così in paese si divisero.
Ylenia, Cecilia, Mattia, George, Alice, Anna e Sara si diressero verso l’esterno del paese mentre gli altri giravano per i soliti negozi a fare scorta di caramelle e dolciumi.
“Vediamo… dovrebbe essere questo”, Alice indicò una vecchia bettola che non aveva per niente l’aspetto di essere un negozio o quant’altro se non per un cartello che lo indicava come “Il bene supremo”.
“Ali, è inquietante. Possiamo andarcene?”, Ylenia aveva un’aria molto preoccupata ed accanto a lei Anna annuì decisa.
“Ma dai! Cacciate un po’ di coraggio, è solo un nuovo posto mica un covo di pazzi”, con quelle parole la ragazza aprì la porta e si girò verso li amici, “visto? Non c’è niente di… AAAAAAAAAAAAAAAA”.
L’urlo di terrore portò i ragazzi ad afferrare le bacchette come per riflesso ma quando videro un braccio afferrare l’amica per il collo urlarono e fecero le prime cose che vennero in mente.
Anna spalancò la porta seguita da Sara e George mentre Ylenia corse via a cercare qualche professore per chiedere aiuto.
L’aria dentro la bettola era pesante e fredda, un freddo nessuno aveva mai sentito. Quando i tre si girarono per cercare l’amica ne videro la fonte: un Dissennatore girava sopra l’amica e da quella distanza i vedeva già l’anima che cominciava ad essere risucchiata.
“Ma non erano stati fatti fuori?!”, Sara rivolse un urlo isperato agli amici e li vide immobili per il terrore.
Poi una voce profonda parlò alle loro spalle.
“Li abbiamo ricreati, il ministro è stato talmente stupido da credere che nessuno sapeva come fare. Invece noi si, noi lottiamo per “il bene supremo”. Sappiamo cose che nessun mago si sognerebbe mai, né tantomeno dei nanerottoli come voi… Stupeficium!”
“Protego!”, Cecilia ringrazi l’attenzione che aveva sempre posto nei duelli ed i suoi riflessi pronti. Così che riuscì a creare uno scudo per tutti gli amici.
In quell’istante però uscirono altri maghi e iniziarono ad attaccarli con schiantesimi ed altre magie che i ragazzi non conoscevano.
In pochi minuti arrivarono allo stremo delle forze e tutti pregarono che Ylenia arrivò più velocemente possibile con qualcuno o non sarebbe stata solo la loro fine ma anche quella di Alice che stava per subire il famoso bacio del Dissennatore. Non potevano finire i loro giorni così.
 
Ylenia correva più in fretta possibile ma sembrava che tutti gli studenti o professori si fossero volatilizzati in quel momento, per le strade non c’era nessuno.
No vi prego, no! Qualcuno esca, chiunque va bene. Per favore!
E da lontano vide le porte di Mielandia aprirsi.
“Aiuto! Vi prego!”, Ylenia iniziò a muovere freneticamente le braccia verso i due ragazzi che la guardavano spaesati, “Michela, Roberto! VI. PREGO”.
I due la guardarono allibiti ma poi iniziarono a correre buttando lungo la strada i pacchi dei nuovi acquisti, infondo immaginavano fosse qualcosa di grave o Ylenia non sarebbe mai andata a rivolgersi a loro.
“Un attacco… Alice… Sono a combattere… Non so…. Aiuto”
“Calmati, ora portaci in quel posto e vedi che ne usciremo vivi”, Roberto strinse la mano della fidanzata e provò a rassicurare la bionda, a rassicurare entrambe le ragazze. Avevano delle maschere di puro terrore.
Quando giunsero alla meta avevano il fiato corto ma non erano minimamente pronti alla scena che si trovarono di fronte.
Alice era sempre più bianca ed un Dissennatore volava intorno a lei.
L’aria di gelo era rotta dagli incantesimi lanciati contro i loro amici e le relative risposte.
I volti dei ragazzi erano sudati e loro sfiancati dalla stanchezza, in un attimo George si girò per vedere le condizioni della ragazza e il mago dietro di lui lanciò l’ Anatema che uccide.
“George giù!”, Roberto urlò così forte he il rosso nemmeno si girò per guardarlo ma si lanciò sul pavimento mentre una luce verde invadeva la stanza.
“Impedimenta!”
“Expelliarmus!”.
Ylenia e Roberto si erano uniti al combattimento mentre Michela raggiungeva il Dissenntatore pronta a lanciare l’incantesimo.
Expecto… Ex…”, non ci riusciva. Il Dissennatore le stava portando via la felicità.
Ma quale felicità? Non era felice da molto tempo ormai. La sua felicità erano loro, senza di loro non aveva senso. Non aveva mai avuto senso.
“Michela, ti pregooooooo”, la richiesta di aiuto di Sara la fece tornare alla realtà e il suo sguardo si mosse velocemente per capire la situazione.
Sara e George combattevano spalla contro spalla ma il freddo stava colpendo anche loro, si vedeva che non ce la facevano più.
Ylenia si difendeva da un uomo che l’aveva portata con le spalle al muro, neanche lei avrebbe retto tanto.
Cecilia e Roberto stavano facendo un incredibile gioco di squadra e combattevano contro tre uomini insieme, un lampo di luce verde stava andando a colpire il ragazzo quando la Grifondoro lo spinse a terra.
L’ha salvato, dopo tutto questo si stava sacrificando per lui.
Cecilia e il suo coraggio grifondoro.
Michela sorrise a quella scena e si rivolse ancora una volta al Dissennatore, ora sapeva di potercela fare. Sapeva che ricordo scegliere.
Il migliore di tutti.
Si figurò nella mente i volti dei suoi amici.
I continui battibecchi tra Naomi, Ylenia e Giorgia.
Gli esaurimenti da studio di Laura e Cecilia.
I sorrisi allegri di Alice, Ilaria e Sara.
La tenacia di Stefano.
La tenerezza di Andrea e di Anna.
Loro che si scambiavano la promessa di eterna amicizia.
“EXPECTO PATRONUM”.
 
Dalla bacchetta di Michela uscì un lampo argentato che prese la forma di un unicorno. L’animale si diresse verso il suo obbiettivo e cacciò via il Dissennatore.
Nella sala tornò la luce, i mantelli degli uomini presero a splendere di un rosso sangue che fece accapponare la pelle a tutti.
“ORA”, Cecilia schiantò un uomo e Sara la imitò così si ritrovarono la strada verso la porta ibera.
George corse da Alice e se la caricò sulle spalle correndo fuori con gli amici.
“Mi spiegate che diamine sta succedendo?”, Roberto aveva il fiatone mentre correva verso il villaggio con gli altri.
“A saperlo, ora vi spiego cosa è successo…”, Sara rallentò il passo ma Ylenia la prese per un braccio iniziando a correre più velocemente.
“Ci inseguono!”
“Cazzo! Stupeficium!!”, Cecilia si girò e riuscì a schiantarne un altro ma il gruppo di uomini rispose con incantesimi oscuri non conosciuti di ragazzi.
“Correte!”, George aumentò il passo mentre Alice era ancora svenuta sulle sue spalle, “Pietrificus Totalus!”.
Il villaggio era sempre più vicino e il gruppo riusciva a vedere tutti gli studenti che venivano fuori da “I Tre Manici di scopa” stanchi e sazi, i professori ridevano e scherzavano mentre camminavano lentamente verso il castello.
Solo un folto gruppo di persone veniva nella direzione opposta. A Sara gelò il sangue riconoscendo la sciarpa che Naomi aveva modificato con la magia.
“NOOOO”
“MERDA”, Cecilia anche li riconobbe e iniziò a correre verso di loro, “VIA. ANDATE VIA. CI HANNO ATTACCATO. CI INSEGUONO. SCAPPATE”.
Tutti gli amici si fermarono guardando la ragazza con aria di sorpresa.
“Attacchi? Ma non ce ne sono dall’epoca di Voldemort”, Laura finì la frase capendo in quel momento che la situazione era davvero pericolosa.
Sua sorella era sulle spalle di George e non apriva gli occhi, Ylenia e Sara erano in condizioni pessime così come Cecilia, Michela e Roberto.
“Michela…. Roberto… ma cosa?”, Naomi stava finendo il bicchiere di Burrobirra he cadde  e si ruppe. Se c’erano loro forse non era uno scherzo.
“Vi..prego, andiamo via…”, Ylenia aveva i capelli spettinati e gli occhi lucidi.
In quel momento videro delle sagome che portavano lunghi mantelli rossi. Iniziarono a correre.
“Qualcuno vada ad avvisare i professori, i piccoli vano portati via”, Fabio prese Ilaria per mano e i due corsero disperatamente verso il gruppo di professori ignari di tutto.
Elisa e Claudio da un lato e Fabiola e Mariangela dall’altro, andavano da tutti gli studenti per avvertirli e mandarli via. Quelli del terso e quarto anno scapparono veloci verso il castello scortati da alcuni del quinto ed altri del sesto.
Quelli del settimo insieme ai pochi degli altri anni rimasti avevano già sfoderato le bacchette in caso di attacchi diretti
Quando i professori li raggiunsero iniziarono a spedirli via ma erano in ritardo. Gli uomini in rosso li avevano raggiunti e, constatarono con orrore, se ne erano aggiunti altri. Erano in netta minoranza numerica.
Il combattimento iniziò.
 
I professori rispondevano agli incantesimi con prontezza mentre continuavano ad incitare i ragazzi ad andare via.
Una dozzina di uomini si avvicinarono agli studenti rimasti e loro alzarono le bacchette per difendersi.
“Nono, fermi. Non vogliamo combattere. Vogliamo fare uno scambio”
“Uno scambio?”, Selena la cacciatrice dei grifondoro li guardò incuriosita ma non abbassò la bacchetta.
“Si uno scambio molto semplice. Noi vi lasciamo in vita e voi in cambio ci consegnate lei”.
L’uomo indicò qualcuno al centro del cerchio di persone e la ragazza in questione trasalì e gli occhi diventarono lucidi, senza una parola si tolse il fermaglio che legava i lunghi capelli neri e lo consegnò a Serena che le era accanto. Brigitte iniziò a camminare verso l’uomo che aveva parlato.
“Non ci provare”, Selena la bloccò ed il gruppo di studenti chiuse il cerchio attorno a lei per impedirle la fuga, o impedire a quegli uomini di prenderla.
“Lasciami andare, è inutile che rischiate la vita per me”
“Mi spieghi che Serpe sei? Noi non ti lasciamo andare. Nessuno di noi verrà rapito, nessuno di noi morirà”
“Sciocca ragazzina, ascolta Brigitte e lasciala venire. Non avrete speranze contro di noi”
“No. Lei non va da nessuna parte”, Serena aveva raggiunto la prima fila e puntava la bacchetta contro il petto dell’uomo.
Immediatamente tutti i ragazzi la imitarono annuendo alle sue parole.
“Come volete voi, ricordate che avevate la possibilità di salvarvi”.
Gli uomini in rosso sfoderarono le bacchette e i ragazzi iniziarono a correre nella direzione opposta, sempre mantenendo una formazione compatta intorno a Brigitte.
“Stupeficium!”
“Protego!”
“Pietrificus totalus!”
“Protego!”
“Impedimenta!”.
Il combattimento che Cecilia stava avendo finì lì, la ragazza cadde sul suolo sterrato senza potersi muovere.
“CRUCIO!”, le urla che riempirono il cielo furono così terrificanti che tutti gli studenti e professori si fermarono per qualche secondo.
Il corpo della giovane Grifondoro si contorceva di dolore, gli occhi le lacrimavano per la disperazione. Era un dolore terrificante. Non si poteva soffrire così sul serio.
Morirò.
L’unico pensiero che riuscì ad avere.
 
“Expelliarmus!”, la bacchetta dell’uomo volò di qualche metro e Mattina corse verso la ragazza trascinandola via di peso.  Con i l corpo ancora in preda agli spasmi Cecilia cercò di correre più velocemente che poteva mentre grazie a Mattia riusciva a scansare gli incantesimi che riempivano il cielo.
 
I professori cercavano di coprire le spalle agli alunni per farli arrivare il prima possibile nel raggio protettivo del castello ma molti degli uomini si materializzavano a pochi passi da quelli nel tentativo di rapire la ragazza.

“Sectumsempra!”, questa volta fu Andrea ad urlare.
Naomi, Ylenia, Francesco e Claudio che erano i più vicini agli amici si fermarono per aiutare l’amico ma si trovarono ad assistere ad una scena raccapricciante: Andrea era a terra circondato da una chiazza di sangue, c’era troppo sangue.
Francesco trasalì pensando al peggio per il fidanzato ma osservando bene il corpo capì che era vivo, il sangue proveniva da una ferita. Una mutilazione.
L’incantesimo lanciato aveva tagliato il piede di Andrea ed ora era a qualche metro dal corpo del ragazzo.
“Cazzo, come facciamo?”
“Una barella, serve una barella”, Claudio agitò la bacchetta e Francesco sistemò il corpo del ragazzo sulla barella che iniziò a seguirli lungo il pendio.
Mancava davvero poco all’arrivo nel raggio di protezione del castello, pochi metri in quel momento sembravano centinaia. Nessun ragazzo aveva più la certezza di farcela, di uscirne vivi tutti.
Gli incantesimi degli uomini erano troppo potenti e loro erano affatticati. I ragazzi del settimo anno riuscivano a tenere maggiormente testa nei duelli, i professori ne sconfiggevano molti ma più ne cadevano più sembrava ne comparissero.
“Ragazzi correte più che potete, tra 5 metri sarete al sicuro”, Teddy scagliava incantesimi con una potenza straordinaria e chiudeva la fila dei professori.
Serena e Brigitte, Ylenia, Francesco con Andrea e Claudio, Fabiola, Anna, Elisa Cecilia trascinata da Mattia furono i primi a raggiungere il raggio di protezione; Stefano con Sara e Giorgia, Ilaria e Fabio con Michela e Roberto ed i ragazzi del settimo anno erano dietro di loro.
Poi successe in pochi istanti. Il cielo si dipinse di verde e rosso. Tutti gli studenti che erano lì urlarono di terrore.
George perse la presa di Alice ed entrambi i ragazzi caddero al suolo con gli occhi sbarrati.
Shin spinse Naomi verso i ragazzi che erano al sicuro mentre un incantesimo lo colpì sul collo.
Laura si trovò schiacciata al suolo senza capire cosa fosse successo quando aprì gli occhi vide accanto a sé Elia che era steso con la faccia contro il suolo e parte del corpo girata verso la ragazza. Le aveva fatto da scudo.
Quando, alzandosi la Tassorosso raggiunse Naomi al sicuro vide Cecilia tremare, Andrea bianco per il dolore e per il sangue perso ma notò anche che tutti avevano gli occhi rivolti verso le sue spalle così, colta da un terrore improvviso si girò e si rese conto di chi erano gli altri corpi finiti a terra.
La felpa che usava Shin solitamente era immersa in una chiazza di sangue;
George giaceva al suolo con gli occhi chiusi ed i capelli scompigliati;
tra lui ed Elia c’era la sorella, il copro della sorella caduto di fianco.
Una lacrima le scese lungo la guancia mentre Naomi si accasciò al suo fianco.
“Ma che cazzo è successo?”.

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Capitolo 34
*** Infermeria e strani incontri ***


Alice aprì lentamente gli occhi e trovò davanti a sé una strana situazione: l’intero gruppo  era in infermeria, metà all’in piedi e metà stesa sui letti con fasciature, pozioni magiche e quant’altro applicato sul corpo ferito.
Al suo fianco era steso Andrea ancora profondamente addormentato e con una coperta sui piedi, una coperta ancora macchiata di sangue.
Dall’altro lato trovò George il quale era piuttosto malandato ma ricambiò il sorriso della ragazza con affetto. Al suo fianco era steso Elia il quale stava dando segni di un risveglio da lì a pochi minuti, sul suo letto Alice scorse la sorella che si era addormentata all’altezza del torace del ragazzo e aveva la mano stretta nel sua.
Davanti a lei però c’era una scena che e fece venire la pelle d’oca: Naomi versava silenziose lacrime vicino al letto dove c’era Shin addormentato e anche da quella distanza Alice potè vedere che i capelli del ragazzo erano sporchi di sangue e si sentì lo stomaco stretto in una morsa gelida.
“Hey, sei sveglia anche tu”, Ylenia si avvicinò alla ragazza e le porse una bottiglia che Victoire le aveva obbligato a somministrarle al risveglio.
“Che schifo di odore!”
“L’ho bevuta anche io amore, ti servirà”, Ylenia ringraziò George con il pensiero perché non voleva discutere con l’amica per farle bere uno stupido liquido.
Anche gli altri amici si avvicinarono ai letti dei due ragazzi svegli e iniziarono a raccontare tutto quello che era successo dal principio. E per la primo volta a nessuno sembrò fuori luogo la presenza di Michela e Roberto, Serena e Brigitte.
“Quando tu sei stata rapita in quel posto sono corsa fuori a cercare aiuto mentre gli altri venivano attaccati e poi quando siamo riusciti a fuggire… ci hanno inseguito e tu eri ancora svenuta e poi hanno colpito Andrea e gli hanno mozzato un piede… poi stavano scappando tutti, i professori ci hanno aiutato. Loro volevano Brigitte, ci siamo messi tutti in mezzo e è iniziata una battaglia assurda, incantesimi da tutte le parti. Cecilia attaccata con un crucio”, Ylenia parlava senza sosta, con gli occhi lucidi e la voce spezzata dal dolore, dalla paura di quegli istanti di perdere qualcuno a sé caro.
Tutti erano in silenzio ma quando parlò di Brigitte tutti la osservarono, infondo l’avevano difesa ma non sapevano niente del motivo per cui la volevano…
Cecilia trasalì sentendo parlare del suo attacco e Mattia le cinse i fianchi con un braccio per tranquillizzarla poi il discorso riprese da Sara.
“Stavamo riuscendo a scappare e quasi tutti noi eravamo all’interno della protezione delle scuola ma poi… nemmeno i professori sono riusciti a difendervi… non potevano, loro aumentavano in una maniera assurda e poi due si sono avvicinati a voi che eravate a pochi passi quando siete stati colpiti e siete crollati. George con te visto che ti teneva sulle spalle, Elia perché ha spinto Laura verso di noi e Shin che ha salvato Nami…”.
Questa volta gli occhi di tutti di girarono verso il ragazzo e la loro amica e nell’aria si percepiva il dolore alla vista dell’amica così distrutta e la preoccupazione per il ragazzo.
In quel momento Elia si svegliò e notò la ragazza al suo fianco, le loro mani intrecciate e arrossì violentemente mentre tutti il gruppo ridacchiò.
Strinse ancora di più la mano della ragazza e le accarezzò i capelli dolcemente, solo a quel punto Laura aprì gli occhi ei due incrociarono i loro sguardi per quella che credevano fosse un’eternità e poi si sorrisero. Tutti pensarono che erano davvero bellissimi insieme, quando se ne sarebbero accorti però era un mistero.
Alice alla fine li chiamò con loro e si stese al fianco di George mentre Elia e laura occupavano il suo letto.
“Ehm ehm”, Victoire entrò nella stanza e tutti si girarono verso di lei con aria curiosa visto che era accompagnata dal preside e da altre persone che non avevano mai visto. Fu George l’unico a riconoscerle e scattò seduto levando il braccio dalle spalle di Alice.
“Al? Papà? Zia? Jamie? Hugo? Lils?”, man mano che entravano le persone tutti li guardavano incuriositi e George elencava tutti i nomi come se tutti fossero impazziti a averli portati lì. Insomma poteva davvero essere così grave?
Ebbe la risposta appena le ultime persone varcarono la soglia. Erano più anziani degli altri, i capelli bianchi o grigi lo facevano intuire subito ma comunque tutti fecero difficoltà a comprendere chi fossero ma fu George a togliere ogni dubbio.
“NONNO? Ron? Hermione? Ginny? Harry?”.
“HARRY? Cioè Potter?”, Giorgia e tutti gli altri guardano l’uomo appena entrato spostando gli occhi verso la fronte dove una cicatrice spicca tra i capelli grigi.
“Ciao George, ragazzi è un piacere”
“Ehm… scusa nonno ma che ci fate qui?”
“Posso spiegartelo io signor Weasley”, il preside si avvicinò ai ragazzi e fece comparire tutte le sedie necessarie per i loro ospiti mentre iniziava a parlare.
“Vedete questo attacco ci ha fatto riflettere molto e così ho deciso di chiamare gli auror migliori che abbiamo e che erano disponibili, il resto ne sarà informato visto che quasi tutti fanno parte della vostra famiglia. Ovviamente i signori qui presenti hanno voluto essere presenti perché hanno la loro esperienza in fatto di attacchi simili o peggiori, così vorremmo che uno di voi raccontasse a tutti cosa è accaduto giù al villaggio”.
Dopo essersi lanciati sguardi  interrogativi Giorgia decise di prendere la parola e raccontò nei dettagli tutto quello che avevano passato, il colore egli abiti degli uomini e rispose a tutte le domande che le posero senza batter ciglio.
“Ora stanno tutti bene Vic?”, Ginny si rivolse all’infermiera e lei la guardò con aria afflitta.
“Non proprio. Cecilia sta meglio dopo una pozione ma gli altri hanno bisogno di riposo; Shin dovrebbe riprendersi a breve e ad Andrea sto somministrando la pozione per far ricrescere gli arti ma è molto dolorosa quindi lo lascerò addormentato per un bel po’”.
“Se Malocchio la avesse avuta questa pozione…”, Ron sorrise nostalgicamente mentre Harry scosse la testa e guardò George.
“Bhè io credo che non l’avrebbe usata”
“Sicuro George?”
“Sicurissimo, erano le sue ferite di guerra, le avrebbe tenute sicuramente. Sai parlo per esperienza fratellino”, e con quelle parole si passò una mano dove prima c’era il suo orecchio.
“Scusa Giorgia come hai detto che si chiamava il posto dove sono stati aggrediti per primi?”, Hermione rivolse la domanda facendo cadere uno strano silenzio e quando la ragazza rispose “Il bene supremo” Harry e Ron capirono il motivo di tale preoccupazione.
“Grindelwald”. Tutti e tre pronunciarono quel some un sussurro e tutti si chiesero come mai avevano un’aria così preoccupata.
Il silenzio fi rotto dall’arrivo di quattro bambini che corsero verso due ragazze: Michela e Brigitte.
“Brigitte cara, il discorso che dovevamo fare lo stiamo rimandando di un pò troppo non credi?”, il preside le lanciò un’occhiata eloquente e lei strinse a sé il fratello abbassando gli occhi.
“Brigitte, sei tu la ragazza che cercavano vero?”, Harry la guardò con uno strano affetto e poi spostò gli occhi sul bambino. I suoi capelli neri lo riportarono al passato, un fulmine a ciel sereno. Lui quei capelli li conosceva bene. Troppo bene forse.
Non aspettò nemmeno la risposta perché la conosceva, era lei sicuramente e da come i suoi amici lo guardavano sapeva che ancora una volta erano arrivati alla stessa conclusione.
“Scusa piccolo come ti chiami?”
“Severus”.
Ginny, Hermione, Ron, George ed Harry alzarono lo sguardo verso Brigitte e la ragazza capì che non aveva più scampo.

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Capitolo 35
*** Una nuova guerra ***


Una vecchia casa costruita con mattoni e legno era l’unica abitazione in una foresta nel cuore dell’Inghilterra.
Intorno al tavolo sedevano una donna di circa 30 anni ed una bambina di quattro. La donna aveva lunghi capelli biondi che la figlia aveva ereditato e stava spiegando qualcosa di molto importante.
“Lord Voldemort è stato sconfitto tempo fa, non bisogna averne paura. Ora siamo al sicuro… ora che anche lui è morto”
“Ma perché prima eravamo in pericolo?”
“Piccola Brigitte devi capire che i poteri della nostra famiglia sono molto antichi e molto potenti, risalgono a molto prima della fondazione di Hogwarts”
“Parli dell’epoca della storia dei tre fratelli?”
“No, ancora prima. È grazie ai nostri poteri che i tre fratelli hanno avuto i loro doni… gli stessi doni che hanno quasi portato al poter Voldemort.
È la nostra famiglia la creatrice dei doni della morte e poi i nostri antenati li donarono alla Morte per un patto molto antico. Ogni generazione custodisce i segreti di quella creazione e solo noi sappiamo come ricreare i doni”.
La scena cambiò.
Il luogo era sempre lo stesso ma dovevano essere passati diversi anni visto che la piccola Brigitte era cresciuta di molto, ora doveva avere circa 8 anni.
La stessa donna con i capelli biondi era china su un fuoco dove una piccola pentola stava bollendo e la ragazzina guardava con interesse ogni movimento della madre mentre un piccolo Severus correva per il salone all’inseguimento di un piccolo gattino.
All’improvviso un forte rumore fece trasalire la donna che si girò verso la porta prima che questa venne sfondata e il muro fatto saltare in aria.
“Corri! Scappa! Prendi Severus e  fuggi non farti mai scoprire”
“Mamma…”, la voce strozzata della bambina fece venire gli occhi lucidi alla donna ma quella si ricompose subito.
“Prendi Severus e fuggi, finchè avranno me non ti creeranno problemi. Tieni a mente la formula e custodisci la fiala che ti ho regalato ieri.
Quando torneranno fa vedere tutto al preside di Hogwarts, tu sarai già lì, e fai chiamare Harry Potter e gli amici.
Loro capiranno e ti proteggeranno”.
La bambina annuì e afferrò il piccolo per un polso prendendolo in braccio. Iniziò a correre verso il cuore della foresta mentre le urla della madre riecheggiavano in lontananza.
 
La scena cambiò.
 
Brigitte ormai aveva 11 anni e sedeva al tavolo di una piccola casa di campagna mentre leggeva la sua lettera di Hogwarts.
Severus beveva il suo succo di zucca e fissava la sorella con occhi pieni di curiosità ed interesse.
“A Settembre dovrò partire e rimarrai solo”
“Starò bene”
“Lo so, gli spiriti del bosco ti proteggeranno e poi non è te che cercano”, il volto della bambina si incupì mentre prendeva una piccola bacinella con del liquido argenteo.
“Ancora?”
“Si Sev, devo trovare le risposte. È l’unico ricordo della mamma…”.
 
La scena cambiò.
 
Si ritrovarono ancora nella piccola casa del bosco ma questa volta Brigitte non c’era e le uniche due presenze erano la madre della ragazza e… Severus Piton.
Ad Harry si fermò il fiato e così anche la moglie e i suoi amici rimasero senza parole. Si guardarono sbigottiti senza capire il senso di tutto ciò, infondo Silente non ne aveva mai parlato. Loro non sapevano niente.
E se lo stesso Silente era sempre stato all’oscuro di tutto?
“Rachel, il Signore Oscuro cadrà presto ma per favore non fare idiozie. Devi stare al sicuro o lui diventerà invincibile”
“Hai ragione Sev ma ancora non capisco perché devo sopportare tale maledizione e dopo di me anche mia figlia”
“Posso capire come ti senti ma non scoraggiarti, a breve sarà tutto finito e nessuno ne saprà mai niente”
“Nessuno tranne Zeno, lui è a conoscenza di tutto e si è rivelato il cattivo. Se quel cattivo dirà tutto?”
“Non ce ne sarà bisogno, Voldemort cadrà a breve. Il suo potere è sempre meno forte mentre quello di Potter cresce. Ti dirò che al massimo succederà tra una settimana”
“E poi sarà tutto finito…”
“Tutto. Ricorda che nella vostra famiglia i figli non crescono ad una velocità normale se tu non lo vuoi. Quindi Brigitte rimarrà in fasce per almeno altri 4 anni”
“Lo spero, meglio che venga a scoprire tutto il più tardi possibile, grazie Sev”.
La donna si avvicinò a lui e gli sfiorò leggermente le labbra.
 
La scena cambiò.
 
Il periodo era lo stesso e questa volta la donna era solo mentre coccolava una bambina in fasce
“Rimarrai così per molto tempo ancora”.
Bussarono alla porta e Severus si accasciò su una sedia mentre diceva alla donna che per lui il tempo era quasi al limite.
I ricordi successivi furono sfocati e confusi: videro la donna piangere nella consapevolezza che lui era morto, la videro pregare al fianco di una pergamena la quale si illuminò, la video parlare con il fantasma di Severus Piton chiedendogli se avesse rivisto Lily…
La videro con un pancione mentre un Severus preoccupato le diceva che sarebbe andato tutto bene.
“Sei sicura che sia mio?”
“Per forza, quel giorno. Deve essere stato quello. Ho anche sognato che presto antiche forze oscure si risveglieranno.
Non posso permettergli questo. Non a due bambini”
“Chiamalo come me e quando incontrerà Harry lui saprà che c’è qualcosa che non va. Risolverà la situazione ancora una volta ma per ora tienili in fasce entrambi e quando sentirai che al pericolo mancano pochi anni falli crescere”
“Va bene, ora riposa in pace. Non ti chiamerò più e tutto ciò lo svelerò  a mia figlia tra molti anni”
“Quindi anche Harry lo saprà”
“Si”
“Allora Potter ti dico questo: non credere che Silente abbia mai saputo niente di questa storia, nessuno ne era a conoscenza. E si ho sempre amato tuo madre, la amo ancora e la amerò per l’eternità anche se ora sta con James. Il mio gesto era di affetto, non di amore e so perché l’ho fatto. Così tu sarai a conoscenza di tutto.
Trova una soluzione come sempre insieme a quei due sconsiderati dei tuoi amici”.
 
All’improvviso l’intero gruppo si trovò nello studio del preside e tutti si guardarono senza parole.
I più anziani si girarono verso i ritratti dei presidi e trovarono Severus Piton, Albus Silente e Minerva McGranitt che li fissavano consapevoli di tutto.
“Brigitte, sei proprio uguale a tua madre”
“Seversu… piton?”
“Si cara. È un piacere conoscerti”
“Mi puoi dare le risposte? Il modo per far finire tutto ciò?”
“No, io ne so meno di te di questa storia. Tu hai tutte le conoscenze per vincere questa battaglia”
“professor Piton, cosa vuole che faccia?”, Harry era invecchiato molto ma si rivolse al ritratto con una gentilezza ed ammirazione sorprendenti.
“te l’ho detto Potter, so che tu potrai salvaguardare la ragazza insieme ai tuoi figli e a questi ragazzi”
“Si Harry, Severus ha ragione. La ragazza ha conoscenze troppo vaste e purtroppo il vecchio Zeno raccontò quella storia ed una mia vecchia conoscenza ed ora molti seguaci vogliono la ragazza”, Albus Silente parlò con una voce calma e forte mentre i suoi occhi correvano verso tutti i ragazzi che si sentirono a disagio come mai prima.
“Ma mio padre conosce tutta la formula. Perché vuole me?”
“Sicura che conosca tutta la formula? Io credo di no. Anche tua madre, per quanto accecata dall’amore rispettò antiche leggi”
“… Solo io la conosco”.
La ragazza strinse forte il fratello e ringraziò di non aver mai rivelato l’intero modo di svolgere la pozione, almeno lui era al sicuro. Poi fu distratta dalle parole di Ginny Weasley e notò che tutti la fissavano.
“Tu volevi salvare tutti, credi che sia il tuo destino eppure non è così. Dovete vincere questa battaglia, insomma noi non possiamo più combattere ma i nostri figli si ed anche i nostri nipoti. Anche voi”
“Insomma ragazzi, siete disposti a rischiare per difendere Brigitte e la terra?”, Harry sembrò essere tornato nel suo vecchio ruolo di capo Auror e tutti annuirono sicuri.
“Insomma ricostituiamo un nuovo Ordine della fenice, no?”.
Il piccolo George Weasley fece sorridere il padre ed il nonno mentre i suoi amici annuirono ancora una volta scossi da una forte scarica di adrenalina.
Il vecchio trio di guardò e pensarono che avevano eccome la stoffa per diventare dei nuovi eroi. Quella era la consapevolezza di tutti gli adulti che si trovavano in quello studio, vivi e non.
 

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Capitolo 36
*** L'inverno ***


Le foglie dell’autunno lasciarono spazio ai primi fiocchi di neve mentre all’interno della scuola l’aria sembrava essersi calmata dopo una lunga tempesta anche se una forte tensione non poteva essere eliminata.
Gli studenti ogni venerdì sera si recavano in Sala Grande dove il preside aveva deciso di ricostituire il club dei duellanti sotto la supervisione di Teddy Lupin e la professoressa Grace Fairy, l’insegnante di Demanologia.
Tutti gli studenti ne furono entusiasti visto che due dei ragazzi aggrediti dovevano ancora essere in riabilitazione per accertamenti: Andrea e Shin.
Le mura del castello erano sorvegliate dagli auror anziani e da quelli dell’accademia nei momenti più tranquilli: praticamente metà della famiglia Potter-Weasley.
George fu contento di vedere i suoi cugini e sua sorella almeno due volte alla settimana mentre quando i padre e gli zii erano in servizio si sentiva alquanto in soggezione visto che gli lanciavano sempre occhiate divertite.
Maledizione ad Al e Jam, ma perché zia Lil e zia Rose non potevano essere auror? Almeno li avrebbero fatti stare buoni.
Il rosso scosse la testa rassegnato e si incamminò verso il campo da Quiddith dove trovò Alice che pensava seduta sulle gradinate. Veniva sempre lì dopo l’attacco, infondo erano stati aggrediti ed avevano rischiato di morire anche se il ragazzo sapeva che lei era più preoccupata per il migliore amico, Andrea.
“Hey”, si accomodò accanto a lei e le cinse le spalle con un braccio dandole lo spazio necessario per appoggiarsi a lui, “come va oggi?”
“Non meglio… cioè… abbiamo rischiato davvero la pelle. Come cazzo è possibile? E poi perché mi sembrano tutti così tranquilli qui in mezzo? Anche Andrea e Shin ridono di gusto”
“Andiamo Aly… lo fanno solo per rassicurare noi e in un certo modo loro stessi. Siamo tutti spaventanti ma cerchiamo di reagire in fondo per ora non ci sono stati altri attacchi. Proviamo a vivere ora ogni momento così come viene, ci stiamo allenando anche al club… insomma stiamo imparando le maledizioni senza perdono e poi ci sono gli auror che controllano”
“Cioè tutta la tua famiglia..”
“Il problema di essere così tante persone con il sintomo dell’eroe, ora li ho tra i piedi. Per quanto riguarda i miei cugini sta bene infondo erano qui fino a due anni fa in grande parte e quindi sanno quasi tutto ma mio padre e i miei zii sono tremendi”
“A me stanno simpatici”
“Oh si, è una nostra specialità risultare simpatici alle persone ma comunque hanno un carattere molto invasivo.
In ogni caso non stare troppo sulle tue, cioè così non ci aiutiamo affatto.
Invece ora dobbiamo prepararci a combattere, fidati di me. Io sono cresciuto sentendo da Harry o dagli altri gli orrori della guerra, di tutto quello che si può passare o perdere. Piangersi addosso non risolverà niente, invece tu sfrutta questi allenamenti anche per un futuro. Non dovrai andare a fare compagnia alla mia famiglia in accademia?”.
Alice gli sorrise e senza pensarci troppo lo baciò facendogli perdere l’equilibrio sulle scalinate e solo quando sentirono ridere si resero conto che quattro persone li stavano osservando: Fred, il padre di George; James ed Al Potter ed infine Zoe, la sorella di George che frequentava l’ultimo anno di accademia.
“Ma cosa caz..?”, George spinse via la ragazza e si girò verso i quattro con un aria a dir poco infuriata mentre Alice ridacchiava lisciandosi la gonna.
“Figliolo prima che tu mi aggredisca ti dico che eravamo qui solo per un sopraluogo, non per spiarvi”
“ZOE! Almeno tu”
“Fratellino questa volta papà ha ragione, quando poi vi abbiamo visto non volevamo disturbare”
“Carina la tua ragazza Gee”, James ridacchiava con un’aria che face così incavolare il rosso che per poco non lo schiantò. Fortunatamente Alice era tornata nel suo ruolo di Corvonero così si avvicinò ai quattro e tese una mano per presentarsi.
“Piacere sono Alice, Corvonero”
“Mi ricordo di te! Giochi a Quidditch, vero?”, Zoe le sorrise e la ragazza annuì decisa
“Battitrice dal terzo anno”
“Ottima scelta figliolo, vedi che anche nonno ne sarà felice”
“Magari evitiamo di farlo sapere all’intera famiglia, papà”
“Gee non hai capito he queste richieste sono inutili? Appena torniamo lo saprà Lily e da lì tutto il mondo magico”, Al lo fissò con uno sguardo tipico dei Potter. E non era una cosa positiva.
“Vi odio”.
Alice ridacchiò mentre George si incamminò verso il castello con aria afflitta pregando che i suoi cugini si fossero dimenticati di ricordare alla sorella quanto aveva parlato di Alice in quegli anni.
“Ma fratellino lei è Alice, cioè quell’ Alice?”, Zoe fece un sorrisetto maligno mentre Al e James ridacchiarono ovviamente informati dai figli.
Devo ricordarmi di uccidere i miei cugini.
“ZOE TACI PER L’AMOR DI MERLINO”.
Sotto i lunghi porticati del castello c’era Ylenia che si era appoggiata al muretto per leggere in pace, per non pensare alle poche volte in cui aveva rivisto Jack e l’effetto che aveva provocato in lei.
Perché se lo trovava sempre tra i piedi? E perché lei ci sperava sempre? Infondo era stato chiaro con lei.. molto chiaro nel suo addio. Ma lei non si dava per vinta.
Girò la pagina del libro babbano che stava leggendo, parlava di una strana principessa, Rapunzel, che con i suoi modi l’aveva conquistata e poi all’improvviso senti delle voci di persone che si avvicinavano e si trovò di fronte Jack e.. una donna. Il suo stomaco si chiuse in una morsa gelida e per qualche istante dimenticò anche di respirare ma subito sfoderò il suo sorriso migliore.
“Professore buongiorno”
“Ciao Ylenia, come va?”
“Oh tutto bene, ero qui a leggere ma credo che rientrerò per sedere vicino al camino”
“Oh molto brava, non prendere un raffreddore”
“Posso chiederle chi è la signora al suo fianco?”
“Oh non chiamarmi signora, non sono mica sposata tesoro…. Non ancora almeno”, quella tipa le stava seriamente antipatica, di certo lei non voleva essere il suo tesoro. Proprio per niente.
“Sono la fidanzata del professore, mi chiamo Terry”
“Molto piacere, or scusate ma devo rientrare”.
La bionda si voltò di scatto e prese a correre verso il portone principale mentre il mantello le sbatteva sulle caviglie per il forte vento.
Stupida, stupida, stupida. E io che ci credevo ancora. Ora ha un’altra vita e tu devi essere felice per conto tuo.
Andò a sbattere contro qualcuno che la afferrò prontamente per un polso evitandole una dolorosa caduta.
“Ylenia?”
“Mmmh? Oh Guido sei tu”
“Ma stai bene?”, il ragazzo biondo che fino all’anno prima le aveva chiesto di uscire aveva un’espressione molto tesa sul volto ma questo non gli impedì di essere preoccupato. Tassorosso.
“Un meraviglia guarda. Hanno ferito gravemente quasi tutti i miei amici, ora sono sola come un cane perché mi sento disperata ed ho appena conosciuto la fidanzata di Jack”
“Il nostro professore? ANCORA LUI?”
“Si ancora lui, ti crea qualche problema?”
“Veramente me ne crea molti ma se tu vuoi continuare a rovinarti la vita dietro ad una persona come lui ormai non sono più miei problemi”
“Oh e quando mai sono stati tuoi problemi? Fino all’anno scorso mi sbavavi dietro come un cane ed ora a stento mi saluti questo mi fa solo pensare che quello che mi avevi sempre detto erano cretinate. Tu non sei mai stato innamorato di me”
“Ti sbagli!”, la voce del Tassorosso si fece più forte ed acuta mentre urlava, “io sono sempre stato innamorato di te. Io sono innamorato di te. Non sai cosa darei per farti dimenticare quel cretino perché so che tu ti meriti persone migliori, darei di tutto per starti accanto sempre ma tu questo non vuoi capirlo vero?!? E io che mi sono sentito un cretino perché i miei amici mi hanno sempre detto che i tassorosso ed i Serpeverde non sono fatti per stare assieme ma io che non ci ho mai creduto, perché tu insieme al tuo gruppetto di amici, mi hai fatto capire che le differenze di case sono finite da qualche decennio.
Tu non lo vuoi capire ma io ti amo ma ormai non sono più disposto a correrti dietro perché non ne posso più”.
Ylenia rimase spiazzata da quelle parole e improvvisamente le lacrime cessarono come la rabbia. Fissò il ragazzo che aveva davanti  e le sembrò la prima volta che lo vedeva davvero. Infondo non era così male come aveva sempre pensato: era alto e muscoloso, i capelli biondi e gli occhi azzurri catturavano la luce del sole.
Per la prima volta la bionda sentì che qualcuno la amava così com’era, pregi e difetti. Si sentiva lusingata.
“D’accordo”, disse infine.
“Cosa?”
“Proviamoci, voglio dimenticarlo e sento che tu sei la persona giusta. Tu non hai paura delle diversità e non le rifiuti, le accetti. Tu mi ami e io ne sono lusingata per questo credo che sia arrivato il momento di ricambiare”, fece due passi verso il ragazzo e lo prese per mano, “Sappi che non lo sto facendo per pietà nei tuoi confronti ma perché sento che tu hai qualcosa di speciale da regalarmi”.
Il ragazzo notò piena sincerità negli occhi di Ylenia e si sentì improvvisamente invaso dal suo profumo, non resistendo la strinse a sé per poi darle un leggero bacio sulle labbra.
La ragazza fu avvolta da una piacevole sensazione al tocco delle labbra di Guido e si aggrappò a quel bacio con tutta la passione che aveva esplorando ogni angolo della bocca.
 
 
Laura si sentiva davvero felice per la prima volta dopo mesi, si era stata preoccupata per quello che era successo ma sembrava si fosse sistemato tutto.
In quel momento rideva e scherzava con Elia mentre pattinavano sul lago Nero ghiacciato. L’aveva invitata il ragazzo qualche ora prima e aveva accettato sena esitazioni anche se il pattinaggio non era suo forte. Una volta erano andati alcuni di loro in una pista babbana e non aveva grandi ricordi di quel giorni soprattutto perché Naomi l’aveva fatta cadere mentre Alice si divertiva a fotografare. Le avrebbe uccise volentieri in quel momento.
Elia la prese per un braccio e le fece fare una giravolta facendole quasi ripetere l’esperienza passata ma non le importava, era con lui. Quando i primi fiocchi di neve iniziarono a cadere i due decisero che era meglio tornare all’interno del castello per asciugarsi e si avviarono pattinando verso l’erba quando successe qualcosa di strano.
Il ghiaccio si spaccò e fuoriuscì il tentacolo della piovra che afferrò la ragazza trascinandola con sé nel lago ghiacciato. Eli rimase paralizzato un po’ dalla sorpresa un po’ dal terrore così mandò delle scintille rosse nella speranza che fossero viste da qualche studente e si tolse in mantello e le scarpe buttandosi nel lago.
L’acqua ghiacciata lo travolse e la sentì fin dentro le ossa ma non riuscì a preoccuparsene eccessivamente, con la bacchetta stretta in un pugno e l’incantesimo testabolla, nuotò fino a quando non raggiunse l’animale.
Laura lo guardava con un’aria terrorizzata e quasi assente. Giustamente non respira più.
Sfoderò la bacchetta e lanciò uno schiantesimo alla piovra ringraziando mentalmente suo zio che glieli aveva insegnati quell’estate stessa. La piovra si ritirò ma non lasciò la ragazza la quale stava iniziando ad avere un colorito sempre più pallido così Elia ne lanciò un altro colpendola un’altra volta ma non lasciò ancora Laura.
Non posso colpire quel tentacolo o rischio di farle male.
Alla fine si concentrò per lanciare un diffindo e tre dei tentacoli si lacerarono facendo affondare la ragazza sotto il peso dei vestiti e dei pattini, Elia nuotò ancora più velocemente afferrandola per il braccio e rompendo il ghiaccio con un forte incantesimo.
Quando risalirono in superfice Laura era scossa da brividi e il ragazzo la asciugò nel miglior modo possibile con la bacchetta  mentre in lontananza sentiva delle voci che si avvicinavano.
“Che è successo?”, era un professore?
“ELIA!”,forse un suo compagno di casa o forse no?
Vide i capelli rossi di George Weasley prima che tutto diventò nero e il freddo vinse su di lui.
 
Laura aprì gli occhi e venne avvolta la una forte luce che le impedì di mettere subito a fuoco, si trovava sicuramente in infermeria ma per un primo istante non ricordò come ci era finita.
Poi si voltò e trovò Elia steso sul lettino accanto al suo, mi ha salvato la vita ancora una volta. Il ragazzo aveva un respiro tranquillo e regolare e si vedeva che stava recuperando il colorito da poco.
La Tassorosso non potè fare a meno di sorridere mentre si alzava con cautela dal letto fermata subito da Victoire che le fece bere a forza una pozione per aumentare la temperatura corporea e evitare un mal di testa.
“Sto bene Vic”
“Lo so ma ho dei doveri, così ti riprenderai in poco e potrai continuare a svolgere i tuoi compiti”
“Come sta Elia?”
“Oh bene, dorme solamente ma dovrebbe svegliarsi tra breve. Io torno nel mio studio. Ti prego di somministrare anche  lui queste pozioni, se hai qualche problemi chiamami pure”
“Grazie”.
Laura si sedette sul letto dell’amico e dopo pochi minuti vide che si stava svegliando e si scansò di poco.
“Ohi”
“Buongiorno”
“Puoi anche rimanere seduta qui, non mi dai fastidio”, le sfiorò leggermente una mano ed entrambi sentirono una scossa lungo la schiena.
“Devi prendere queste pozioni o Vic mi ucciderà”. Con dolcezza di porse i due bicchieri ma evitò sempre di incrociare il suo sguardo, non sapeva perché ma era imbarazzata.
Loro però erano solo amici. O no?
“Laura…”, Elia si era spaventosamente avvicinato e le aveva alzato il mento per obbligarla a fissarlo;
Nonono, non va bene. Per niente.
“Mmmh?”, ma perché non riusciva a dire qualcosa di sensato?
Elia fece la mossa decisiva e la baciò con passione staccandosi solo quando entrambi rimasero con il fiato corto. Ma nessuno dei due lasciò l’altro, rimasero abbracciarti stesi sul quel lettino stretto.
Potremmo rimanere così anche per sempre.

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Capitolo 37
*** Rosso sangue ***


La neve aveva ricoperto il paesaggio dove l'espresso di Hogwarts viaggiava.

I ragazzi stavano tornando dentro le mura della loro amata scuola e intanto chiaccheravano come loro solito accalcati in un unico vagone.

Quindi dite che la piovra ha attaccato sotto incantesimo?”

Così dicono Nami, o ameno così abbiamo sentito dire dai nostri genitori”, Alice e Laura stavano aggiornando gli amici sulle scoperte fatte dai genitori, entrambi auror.
Loro erano il Nuovo Ordine della Fenice ma c'erano alcune cose che non potevano sapere.

George confermò la loro versione spiegando che si credeva ci fosse qualcuno all'interno della scuola che collaborava con i nemici.

Una spia quindi?”, Ylenia sentì un brivido lungo la schiena capendo il vero pericolo che stavano correndo.

Elia prese la parola cercando, come al solito, di vedere il punto razionale della storia.

E chi potrebbe essere? Io escluderei qualcuno di noi, dell'Ordine”

Non so, Harry mi ha sempre insegnato che bisogna fidarsi degli amici ma ricordiamoci come sono morti i suoi genitori, o meglio a causa di chi”, George aveva ragione, lo sapevano tutti. La storia di Codaliscia era nota a tutto il mondo magico e questo non fece che aumentare il timore degli amici.
Se non potevano fidarsi dell'Ordine che senso aveva tutto il resto?

In quel momento passò un professore (anche loro viaggiavano sul treno per proteggere gli alunni) e diede un foglio con la comunicazione delle nuove regole della scuola.

Dopo lunghe ore i viaggio il treno di fermò e tutti gli studenti si trovarono accalcati verso l'uscita della piccola stazione di Hogsmade mentre aspettavano le carrozze.

Si gela! Ma che succede?”, una bambina del primo anno fu portata via da un professore insieme ad altri studenti.

La situazione non era tranquilla ed i ragazzi più grandi lo capirono all'istante e impugnarono le bacchette nelle rispettive tasche dei giubbini.

La prima esplosione arrivò violentissima.

Le figure in rosso si materializzarono ed iniziarono a far esplodere le mura della stazione, lanciando verso gli studenti incantesimi violentissimi e mortali.

La battaglia iniziò.

Professori e studenti reagivano agli attacchi ma con il buio era difficile individuare quegli uomini.

Alice schivò un'incantesimo buttandosi nella neve insieme a Michela.
Elia cercava di proteggere chiunque poteva con i reparo.

Naomi inseguiva figure indistinte lanciando crucio seguita da Stefano.
Gli altri non si vedevano.

Era successo quello che non doveva succedere. Si erano divisi e sapevano che divisi erano deboli, erano bersagli troppo facili.

Un urlo squarciò il rumore della battaglia.

Il freddo aumentò ed il corpo esanime di Selena cadde a terra.

Erano arrivati anche i dissenatori.

George! Dove sei?”, Alice sperava di trovare il ragazzo ma lei e Michela si trovarono completamente sole nel buio.

Nessuno dei loro amici si vedeva.

Speriamo che Serena abbia portato Brigitte in salvo”

Non riguarda solo lei questa lotta ma tutti noi. Tutto il mondo magico”.

Il silenzio che ci fu tra le due amiche fu carico di terrore e preoccupazione.

Uno di quegli uomini si presentò davanti a loro e senza pensarci Michela urlò Avada Kedavra e l'uomo volò distante metri.

L'avrò ucciso??”

E che ne so! Comunque bellissimo colpo!”.

Michela rise nervosamente e appena fece un passo inciampò su qualcosa... qualcuno.

Alice fu la prima ad urlare ma poi corse a sorreggere l'amica che quasi svenne per il colpo. Il corpo sul quale era inciampata era quello del suo ragazzo.

Porco cazzo. Michi via di qua!”, Alice strattonò l'amica e iniziò a correre lontano dall'uomo che le inseguiva.

Mentre correva urtò qualcuno e un lampo di luce verde passò sopra di loro. Non avrebbero retto ancora a lungo lo sapevano.

In quel momento un lampo di luce argentea invase il buio e arrivarono gli auror, mille patronus ora correvano contro i dissennatori e gli uomini in rosso iniziavano a ritirarsi.

E' finita”. Alice si appoggiò contro un muro mezzo crollato e tenne al suo fianco l'amica che piangeva lacrime silenziose.
Gli studenti si radunarono tutti con loro e poi una voce esplose nell'aria.
“Chi cazzo è che sta parlando?”, Naomi tremava tra le braccia di Shin e solo in quel momento si resero conto che mancavano più studenti del dovuto.

Non avete scampo. Voi morirete tutti se non consegnate la ragazza. Ora abbiamo due dei vostri studenti e non torneranno vivi. Auror parlo anche a voi, avrete un po' di riguardo verso i vostri parenti? Insomma, venite a consegnare la ragazza o non li rivedrete più”.

 

Che cazzo significa?!?”, Alice lasciò Michela a Laura e corse con la bacchetta levata verso l'uomo che aveva parlato.

Affianco a lui c'erano due ragazzi legati da magia oscura: George e Sara.

LASCIALI, figlio di puttana lasciali andare!”, Alice urlò con tutto il fiato che aveva in gola e fece tremare chiunque la sentì.

Ragazzina dov'è Brigitte?”

Non ti interessa”

Sono qui”, la Serpeverde arrivò alle spalle di Alice e fece un passo avanti.

NO! Non ci provare tu. Tutto questo sarà stato inutile se ti consegni. Vedi di andare via e sparire di qui il prima possibile”.

Brigitte non rispose ma fissò i due ragazzi che insanguinati non opponevano resistenza

Loro... è colpa mia. Non deve succede ancora, non una terza volta”

Ma cosa?! È già successo! Sta succedendo! Vai via o i nostri amici saranno morti per niente”.

Brigitte questa volta non si oppose ma si voltò di scatto e corse verso i professori dove Serena la aspettava per portarla via.

Ci rivedremo presto”.

NOOOO””, Alice provò a colpire l'uomo ma quello si smaterializzò con i due ragazzi e di quegli uomini rimase solo fumo.

Tutti i presenti lanciarono un Lumos maxima per illuminare il cielo e rendersi conto di come era finita.

Alice tornò tremando dal gruppo e tutti rimasero senza fiato nel vedere i danni: la stazione era crollata del tutto ed il treno distrutto per metà. I corpi di molti ragazzi giacevano senza vita sulla neve e chiazze di sangue risaltavano nel bianco pallido.

La prima a muoversi fu Cecilia la quale recuperò il corpo di Roberto per portarlo dagli amici, non c'erano tracce di sangue su di lui. L'aveva ucciso l'anatema.

Michela soffocò un altro grido tra le braccia di Laura mentre un'altra ragazza urlò di puro terrore, spavento. Dolore.

Stefano fu il primo ad alzarsi riconoscendo la voce della migliore amica, Giorgia. Gli altri non attesero nemmeno un minuto per seguirlo nella corse disperata.
E poi la videro. Era vicina ad un corpo esile immerso nella neve e affianco a lei c'era Guido pallido.

No, vi prego no”, Naomi ebbe una strana sensazione e aumentò il passo.
Quando tutti raggiunsero la ragazza, Stefano abbracciò l'amica e cominciò a piangere.

La prima a crollare a terra fu Alice e nessuno riuscì ad alzarla, tutti erano troppo scossi da ciò che avevano davanti.

Il corpo di Ylenia giaceva inerme sulla neve e sulla fronte c'era un grosso taglio e il sangue ricopriva la bianca neve sotto la ragazza e i suoi capelli biondi.

Capelli che ora erano rosso sangue.

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