Survival Game, storia interattiva.

di Needless Emotion
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio dell'inizio. ***
Capitolo 2: *** Sacrificio. ***
Capitolo 3: *** Dolore. ***



Capitolo 1
*** L'inizio dell'inizio. ***


SURVIVAL GAME, storia interattiva.

 
Questa non è una storia come tutte le altre.
25 nazioni si ritrovano a dover affrontare giochi ed enigmi per poter sopravvivere.
Ma gli assassini sarete voi.
E sarete voi a decidere chi far morire e chi lasciare in vita.
Ne rimarrà uno solo.
 
 
 
Premessa:
Allora, non so se mi sono spiegata bene nell’introduzione.
Questa storia parla di 25 nazioni che, ignare di tutto, si ritrovano a dover lottare per salvare la propria vita.
Ma non è tutto così semplice.
Infatti morirà una nazione per ogni capitolo.
E sarà deciso in base ai vostri voti.
Quindi, nelle recensioni, dovete scrivere il nome di chi volete far uscire dal gioco nel prossimo capitolo.
Siete pronti?
 
 


Capitolo 1 - L’inizio dell’inizio.


 
Le nazioni si guardano intorno, spaesate.
Nessuno ha idea di come sia finito lì.
Non si ricordano nulla.
-Lud…dove pensi che siamo?
-Ancora una volta, Feliciano! Ti ho detto che non lo so!- sbuffa esasperato l’interpellato.
-Aaaaah, bastardo mangia patate! E’ ovviamente tutta colpa tua!- grida qualcuno.
-Ehi, Romano…calmati, non è mica colpa sua…
-Zitto tu, bastardo!
-Oh, mon dieu, smettetela di gridare in questo modo, non siete per niente eleganti!
-Ehi! Tranquilli! Io sono l’eroe, vi salverò da questa situazione!
-Il magnifico me risolverà tutto quanto!
-E-ehm…scusate…io avrei una cosa da dirvi…- balbetta Giappone, alzando timidamente la mano.
-Lasciate parlare il mio amico Kiku!- dice Herakles, cercando di sovrastare le altre voci.
-Tuo amico? MIO amico, vorrai dire!- ribatte Sadiq, rivolto ad Herakles.
-Che cosa?! Lui non sarà mai tuo amico! Lui preferisce me, ovviamente!
-Ho fame…
-HO DETTO CHE C’E’ UNA COSA CHE DEVO DIRVI!
Tutti si bloccano e si voltano in direzione di Kiku.
-Ha urlato? Giappone che urla?
-Bene. Ora che ho attirato finalmente la vostra attenzione, vorrei farvi notare una cosa. Ossia che laggiù- si gira, indicando la parete alle proprie spalle –ho trovato una lettera attaccata al muro. Quindi adesso vorrei leggerla, se non vi dispiace. Penso che possa aiutarci a capire qualcosa in più sulla situazione in cui ci troviamo.-
Giappone si schiarisce la voce e inizia a leggere la lettera che ha in mano.
“Care Nazioni.
A quanto pare siete già arrivate tutte.
Ero preoccupato perchè, per colpa dei vostri battibecchi, potevate anche non notare la lettera prima dell’inizio dei giochi.
E questo non sarebbe stato bello, no?
Per fortuna Giappone è molto attento riguardo tutto ciò che lo circonda.
Comunque…volete sapere perché siete qui?
Questo è un gioco di sopravvivenza.
Esatto, avete capito benissimo.
Dovrete usare la forza, l’ingegno,la velocità, il sangue freddo e la furbizia per poter continuare a sopravvivere.
Vi chiedete il perché di tutto questo?
Beh, semplicemente…mi annoiavo.
Buon divertimento!”
 
Le nazioni si guardano, sconvolte.
Nessuno riesce a pronunciare neanche una parola.
-E-e…quindi, adesso cosa succederà? Moriremo tutti?- sussurra piano Feliciano, rompendo il silenzio.
-Non so cosa dirti…l’unica cosa che possiamo fare è aspettare.- risponde Ludwig, guardandosi attentamente intorno.

Qualche stanza più in là, qualcuno ridacchia, felice.
Osserva lo schermo davanti a lui.
-Allora…ci sono tutti? Mmm, vediamo…Germania, Giappone, Nord e Sud Italia, Prussia, Spagna, Francia, Inghilterra, America, Canada, Cuba, Grecia, Turchia, Norvegia, Finlandia, Svezia, Islanda, Danimarca, Cina, Svizzera, Liechtenstein, Austria, Ungheria, Belgio, Olanda.- si scrocchia le dita, soddisfatto. –Perfetto, ci sono tutti e venticinque.
Un sorriso sadico gli attraversa il volto.
-Bene…e adesso…da chi comincio?
 

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Capitolo 2
*** Sacrificio. ***


 
 
Dove c’è molta luce, l’ombra è più nera.
(Johann Wolfgang von Goethe)


 
 
Capitolo 2 – Sacrificio.


 
-Non so cosa dirti…l’unica cosa che possiamo fare è aspettare.- risponde Ludwig, guardandosi attentamente intorno.
In mezzo a tutto quel trambusto, Prussia si avvicina ad Austria e Ungheria, appoggiati alla parete, che bisbigliavano tra loro.
-Ehi! Cosa state confabulando voi due? Rendete partecipe anche il magnifico me!- detto ciò, si appoggia noncurante alla parete, che, improvvisamente, ruota su se stessa, trasportando con se i tre malcapitati.
 
I tre, ancora storditi, si guardano attorno, notando di essere finiti in una stanza dalle pareti…di acciaio?
Una voce spezza il silenzio, diffondendosi in tutta la stanza.
 
“Un gatto è posto all’interno di una camera d’acciaio assieme al seguente marchingegno:
in un contatore Geiger c’è una piccola quantità di una sostanza radioattiva,
tale che forse nell’intervallo di un’ora uno degli atomi decadrà,
ma anche, con eguale probabilità, nessuno subirà questo processo;
se questo accade il contatore genera una scarica e attraverso un relay libera un martello che frantuma un
piccolo recipiente di vetro che contiene dell’acido prussico.
Se l’intero sistema è rimasto isolato per un’ora,
si può dire che il gatto è ancora vivo se nel frattempo nessun atomo ha subito un processo di decadimento.
Il primo decadimento l’avrebbe avvelenato.
La funzione d’onda del sistema completo esprimerà questo fatto per mezzo della combinazione di due
termini che si riferiscono al gatto vivo o al gatto morto, due situazioni mescolate in parti uguali.”
 
-Co…cosa diavolo vuol dire?- balbetta Prussia, dopo qualche secondo di silenzio.
-Ascoltatemi! L’autore del paradosso era austriaco, conosco bene questo paradosso, possiamo salvarci!- grida Roderich, tremando visibilmente.
-Maledetti austriaci.- è il commento di Gilbert.
- Austria, per favore, potresti spiegarti meglio? Qual è il significato delle tue parole?- gli chiede cordialmente Elizabeta, cercando di stare calma mentre Prussia le fa il verso.
-Legando la sorte dell’atomo radioattivo a quella del gatto, si è costretti ad utilizzare il modello quantistico anche per quest’ultimo: fino a che non si effettua la misura, ossia aprendo la camera d’acciaio, il gatto non è nè vivo nè morto: si trova in una mescolanza di stati. Il gatto va descritto da una funzione d’onda, che sarà una mescolanza dei due stati gatto-vivo e gatto-morto. Lo stesso vale per noi. Abbiamo la probabilità di sopravvivere pari a quella di morire.-
Ungheria e Prussia lo guardano con aria interrogativa.
-Ok, damerino dei miei stivali, adesso spiegati con parole comprensibili da noi poveri umani, o vuoi che il magnifico me ti pianti una ginocchiata nei denti?- dice ironico l’albino, sghignazzando per la sua stessa battuta.
Roderich gli getta un’occhiataccia, per poi tornare a parlare: -In parole povere…ci vuole una bella botta di culo. Dobbiamo sbrigarci il prima possibile, e uscire velocemente da qui.-
-E come pensi di riuscirci, genio? Vedi qualche via d’uscita?!
-Silenzio.- li interrompe improvvisamente Ungheria. –Sono enigmi, giusto? Quindi una soluzione ci dev’essere per forza, dobbiamo solo trovarla!-
Gilbert mugola qualcosa, gettando un’occhiata distratta intorno a lui, quando qualcosa attira la sua attenzione.
-Ehi! Guardate laggiù, la parete è diversa! Può essere una specie di passaggio segreto?- dice, dirigendosi a passo sicuro verso di essa, seguito subito dalle altre due nazioni.
Arrivati di fronte a quell’unico spazio nero in quella stanza fatta completamente d’acciaio si fermano.
-Kesesesese! Avete visto, il magnifico me ha sempre ragione! Ehm…però…cosa si deve fare in questi casi? Come pensate che si apra questa porta?- mentre parla appoggia distrattamente una mano al muro, che si illumina, facendolo saltare letteralmente in aria.
Subito dopo fuoriesce un grande contenitore rosso, sostenuto da un gancio orizzontalmente, con dentro un coltello.
I tre si guardano, spaesati.
-Cosa dobbiamo fare? Lo dobbiamo riempire sputandoci dentro?- chiede Gilbert speranzoso, prendendo il coltello e rigirandoselo tra le mani.
L’austriaco, per tutta risposta, sbuffa.
-Sarebbe bello…ma non penso che sia così semplice…- sussurra terrorizzata Ungheria. –anzi, io penso di avere una mezza idea a proposito…-
Detto ciò, prende il coltello dalle mani di Gilbert e se lo passa velocemente sul braccio, facendo cadere qualche goccia nel contenitore, che, immediatamente, si illumina.
-Oh cazzo…- mormorano tutti e tre.
-Scusate, vorrei farvi notare una cosa…il contenitore segna 5 litri. Il corpo umano contiene 5/6 litri…per morire bisogna perderne metà, quindi 2/2,5 litri, più o meno…-
Le tre nazioni iniziano a sudare freddo. E’ ormai chiaro che uno di loro deve sacrificarsi per gli altri due, oppure sarebbero morti dissanguati tutti e tre.
Prussia si gira a guardare l’austriaco.
-Be…bene, inizio io…il magnifico me…vi salverà!- balbetta, per niente convinto.
Non dà agli altri due neanche il tempo di replicare che con un gesto fulmineo strappa il coltello ad Ungheria e preme il coltello lungo il braccio, procurandosi un taglio molto lungo e profondo.
Trattenendo le urla di dolore, Prussia guarda il contenitore riempirsi lentamente.
Gli altri due stanno a guardare, in silenzio.
Una scritta lampeggiante appare sul contenitore:
“0,5 litri.
Bravo Prussia!
Sei molto coraggioso!”
-Grazie…- mormora lui, ironico, tenendosi il braccio dolorante stretto al petto.
-O-o-ora t-tocca…a me…- dice Roderich, visibilmente terrorizzato.
-No, lo faccio io. MI sacrifico io.- lo interrompe seria Ungheria, guardandolo dritto negli occhi.
-Cosa?! Non se ne parla!
-Sono d’accordo con il tirchio precisino qui presente, per una volta.
-Tirchio precisino a chi? Dannato montato vanitoso che non sei altro!
-Come ti permetti? Io sono magnifico, meraviglioso, non penso che ci siano dubbi su questo!
Un leggero “bip”, seguito da un tonfo, li risveglia dai loro battibecchi.
Si girano verso la fonte del rumore, e impallidiscono.
Una nuova scritta lampeggia nel contenitore:
“5 litri.
Bravi, avere capito la soluzione di questo enigma.
Il sacrificio.
Era semplice, no?
Povera, povera Ungheria…”
Austria si fionda immediatamente sulla ragazza caduta a terra, iniziando a scuoterla.
- Elizabeta…rispondimi! Ti prego…ti prego, svegliati! Mi sarei sacrificato io al posto tuo…era il mio dovere…così…non potrò mai dirti che ti amo…- grida Austria, tra le lacrime.
L’albino storce il naso, anche lui commosso.
-Ehi…- dice, avvicinandosi all’austriaco in lacrime. –ormai non possiamo più fare nulla per lei…lasciala andare, dobbiamo andarcene, e anche velocemente…-
-Non dirmi cose del genere! Io non l’abbandono qui!- ribatte gridando l’altro, completamente scosso dai singhiozzi.
-Idiota!- Austria lo guarda, sbalordito. –Lei si è uccisa per salvare noi poveri codardi! Quindi muovi quel culo e andiamocene!-
Detto ciò, Gilbert spinge leggermente il contenitore che, rientrando nella parete, la fa aprire.
Entrambi guardano lo stretto e buio corridoio di fronte a loro, per niente rassicurante.
Con un bel respiro entrano uno dietro l’altro, appena in tempo per sentire il rumore di un vetro rotto proveniente dalla stanza dietro di loro.
La porta si chiude immediatamente alle loro spalle.
-Appena in tempo…- dice Prussia, con un sospiro di sollievo. –E adesso cosa…- non riesce neanche a completare la frase, che il pavimento si apre sotto i loro piedi, facendoli precipitare.
 
Tutte le nazioni fissavano ancora la parete dietro cui erano spariti i tre.
-Cosa pensate che gli sia successo…? Staranno bene? Sono ancora vivi? Sono…- Ludwig interrompe l’italiano con un cenno della mano.
-Silenzio, sento delle urla.
Il leggero brusio che si era creato si interrompe immediatamente.
-Ehi, bastardo mangia patate, io non sento nulla…
Due figure indistinte cadono dall’alto, facendo sobbalzare tutte le nazioni.
Germania si precipita dai due, riconoscendoli.
-Gilbert, Austria! Siete ancora vivi, per fortuna! Aspetta…dov’è Ungheria?
La stanza sembra congelarsi, il tempo fermarsi.
-O-oi, west…
-Dov’è Ungheria? Dimmelo Gilbert, ti prego!- dice Feliciano, con un brutto presentimento.
-E’…morta.
Feliciano scoppia a piangere, singhiozzando violentemente.
Ludwig sospira e si avvicina a lui, abbracciandolo e sussurrandogli parole che gli altri non riuscirono a sentire.
Un’improvvisa luce nella parete attirò l’attenzione di tutti, facendogli gelare il sangue nelle vene.
Un nome lampeggiava insistentemente.
Ungheria.
 
Da qualche altra parte, un giovane ridacchia, divertito.
-Oh, povera cara Ungheria…non se lo meritava, davvero…bah, tanto non mi faceva né caldo né freddo…lei è stata solo una sfortunata pedina…per la mia vendetta.




Note Autrice:

Scusate, vorrei chiedere una cosa a tutti quelli che hanno votato a favore dell'uccisione di Polonia...
Ma dove l'avete visto il suo nome?
Ho elencato apposta le 25 nazioni, per evitare problemi del genere, eppure...
(Poverino, lo volete uccidere anche quando non c'è.

 

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Capitolo 3
*** Dolore. ***


Prima di iniziare questa storia, volevo dire qualche cosa.
La canzone che mi ha ispirata per questo capitolo è stata “Inception – Time”.
Vi consiglio di ascoltarla mentre leggete questo capitolo.
Poi…anche se non avevo fissato una precisa scadenza, mi dispiace di aver postato così tardi…i motivi sono stati parecchi. Innanzitutto, il mio cervello era completamente andato, ho dovuto studiare, non mi veniva nessuna idea per un nuovo enigma…o perlomeno che si adattasse al personaggio in questione.
Poi…sono stata parecchio male. (si, lo so, è orribile stare male durante le vacanze natalizie).
E ho anche avuto il computer rotto.
Insomma, sono molto fortunata.
Sinceramente non so dirvi quando posterò il prossimo capitolo, ma penso prima di due settimane, anche perché ho già in mente il prossimo capitolo e l’enigma, devo solo adattarlo in base al personaggio che sceglierete da eliminare per la prossima volta.
Dopo questa noiosissima introduzione, fortunatamente vi lascio leggere in santa pace.
P.S.= altra cosa importante: per tutti quelli che non dicono nelle recensioni chi vogliono eliminare nel prossimo turno…per voi conto quello che avete scelto nel capitolo precedente.
 
 
 
 
Capitolo  3 – Dolore
 
 
 
Un’improvvisa melodia rompe il silenzio.
 
“Un giorno nuovo splende su di voi,
un giorno di speranza,
aprite il cuore alla gioia che,
il cielo blu porta con se.
confidatevi alla radio,
ogni sogno si realizzerà,
riecheggiando, volando, vibrando, in te.
Conta un, due, tre.”

-Pff…devo dire che gli piace Gantz, eh?- commenta ironico Kiku.
Tutti i presenti si voltano verso di lui, chiedendo tacitamente spiegazioni.
-No, nulla…è semplicemente un manga, che parla di due ragazzi che…-
Gli altri annuiscono, senza capire nulla.
L’unica cosa che hanno in testa ora è la scritta “Ungheria” che lampeggia insistentemente davanti ai loro occhi.
-Silenzio.- dice improvvisamente Ludwig. –lo sentite anche voi questo…sibilo?
Ha appena il tempo di terminare la frase che tutti cadono a terra, svenuti.
 
Da qualche altra sconosciuta parte, quattro nazioni aprono gli occhi.
-Ehi, ma che cazzo succede…-
Una voce metallica interrompe Romano.
“Benvenuti, Olanda, Romano, Belgio e Spagna, a questo nuovo enigma! Vi state divertendo? Io si, moltissimo!”
-Brutto stronzo! Hai ucciso Ungheria!- grida furibondo Romano.
“Io? Ucciso? E’ stata lei ad uccidersi. O meglio, è stata la vigliaccheria di Austria ad ucciderla. Si è sacrificata per quel damerino senza fegato, che aveva paura di farsi uscire qualche goccia di sangue…che codardo!”
-Tu sei pazzo…- sussurra Belgio, sconvolta.
Un fischio di Antonio attira la loro attenzione.
-Ragazzi…guardate lassù!- dice, indicando un’apertura molto al di sopra delle loro teste.
-L’uscita! Che bello, l’abbiamo trovata subito!- risponde allegra Belgio, quasi saltellando dalla gioia.
Romano e Olanda, per tutta risposta, mugolano qualcosa a bassa voce.
-Cosa c’è, Lovinito?- gli chiede Spagna, sorridendo.
-Idiota! E come cazzo ci arriviamo lassù?! A questo ci hai pensato, bastardo?!-
-Ci sarà sicuramente qualche per salire, visto che “la voce” ha detto che questo è un enigma.- si intromette Olanda.
-Oh, non ti facevo così intelligente, Olanda, i miei complimenti!- risponde Spagna, che, pur avendolo detto senza volerlo insultare, si guadagna una meritata occhiataccia da parte di quest’ultimo.
“Beeeeeeeeeeeeene.
Fatemi continuare, è maleducazione interrompere una persona mentre parla.”
-Perfetto, ora cerchiamo di capire come salire lassù…- dice Belgio, ora più seria, ignorandolo totalmente.
Una freccia sfiora la spalla di quest’ultima, facendola impallidire.
“ASCOLTATEMI, HO DETTO! ODIO CHE LE PERSONE MI IGNORINO!”
Si sente un sospiro.
“Bene.
Allora, dov’ero arrivato?
Oh, si…questo enigma si svolgerà in modo un pochino diverso dal precedente.
E’ molto più semplice degli altri, ritenetevi fortunati.
Io vi chiederò degli indovinelli e, ad ogni risposta corretta, apparirà un pezzo di scala per arrivare all’uscita.”
Le nazioni rimangono in silenzio, fino a quando Olanda lo rompe, chiedendo la stessa domanda che tutti stavano insistentemente pensando con la stessa paura.
-E…se sbagliamo la risposta?-
“Cambierò indovinello fino a quando non indovinerete. Si può dare una sola risposta per ciascuno.”
I quattro continuarono a restare in silenzio, sapendo benissimo che non poteva essere così facile.
“E, ovviamente…partirà una freccia. A caso, da un punto qualsiasi della stanza e verso qualsiasi direzione. Diciamo che…si, sarà tutto in base alla vostra intelligenza, astuzia, fortuna e riflessi pronti.”
-Che…che cazzo dici?- balbetta Romano, tremando vistosamente.
Spagna gli appoggia una mano sulla spalla per calmarlo, ma lui, stranamente, non la toglie.
“Dev’essere davvero sconvolto…” è il pensiero di Spagna.
“Ok, allora iniziamo!
Primo indovinello, questo è facile!
Se pronunci il suo nome, sparisce. Che cosa è?”
Olanda alza subito la mano.
-Rispondo io a questa, me l’avevano detta quando ero più piccolo. La risposta è il silenzio.-
“Mmh…sai, Olanda…veramente…la risposta…è esatta! Sei stato davvero veloce! Complimenti, mi sa che mi darai del filo da torcere!”
Le nazioni non fanno neanche in tempo ad esultare che la parete sotto di loro trema leggermente e quattro scalini sbucano sotto i piedi di Olanda.
Le altre nazioni si avvicinano; gli scalini, infatti, erano abbastanza larghi per poterle fare entrare tutte.
“Bene, andiamo subito al secondo indovinello.
Tutti gli essere umani prima o poi la usano, ma chi la costruisce non la desidera, chi la compra non la usa e chi la usa non la vede. Che cosa è?”
Romano borbotta qualcosa a bassa voce.
-Ehi, Lovinito! Sai la risposta?- gli chiede Antonio, fissandolo.
-Si…ma…ho paura di sbagliare…-
Antonio gli dà una leggera pacca sulla spalla.
-Vai. Sono sicuro che è giusta la risposta.-
Romano prende un bel respiro, prima di rispondere.
-La risposta è la bara.-
“Beh…Antonio…mi spiace dirtelo…”
Romano guarda Antonio, completamente pallido.
“Ma penso che il tuo caro Romano sia più furbo di te! La risposta è esatta!”
Tutti tirano un respiro di sollievo, e la parete si alza di altri quattro scalini.
-Bastardi…avete molta fiducia in me, eh?- ribatte l’italiano, offeso.
-Ma se eri tu il primo a non essere sicuro della risposta!- replica Olanda, guardandolo male.
-Ma che diavolo…-
Il loro battibecco viene interrotto da Belgio che si schiarisce la gola.
-Ragazzi, non mi sembra proprio il momento di litigare.-
“Esattamente, Belgio.
Ma non perdiamo altro tempo e passiamo subito al prossimo indovinello!
Fa i tuffi ma non si bagna, chi è?”
-Questa la conosco…ma è vecchissima! La risposta è il portiere!
“Esatto. Mmh…forse questi indovinelli sono troppo facili…”
Si sente lo sfogliare di un libro, mentre altri sei scalini spuntano da sotto.
Gli altri si guardano, preoccupati.
Erano già quasi arrivati a metà.
Gli sembrava tutto fin troppo facile, dopo aver sentito com’era andato l’enigma precedente da Prussia.
Non che avessero capito molto, visto che Prussia era così sconvolto da non riuscire a formulare frasi di senso compiuto.
Per non parlare di Austria, che fino a quel momento era rimasto rannicchiato da solo in un angolo a piangere, completamente sconvolto dai sensi di colpa.
“Oh, eccone uno carino!
Una signora piena di scatole in mano cade a terra. Mentre sta per rialzarsi si rende conto di aver perso qualcosa. Che cosa?”
-L’intelligenza!- risponde Antonio ridendo, tappandosi subito dopo la bocca.
Aveva parlato di getto, senza pensare alla risposta.
Gli altri lo guardano sconvolti, per poi guardarsi subito intorno.
La paura avvolgeva completamente la stanza, rendendo l’atmosfera ancora più pesante.
-Oddio…non voglio morire! Vi prego!- inizia a gridare Romano.
Una freccia vola improvvisamente nella stanza sfiorando la spalla di Romano, che, impreparato, barcolla all’indietro.
Spagna, poco distante da lui, si lancia in avanti, prendendolo al volo.
Romano rimane fermo tra le sue braccia, sconvolto.
-Ehi, Lovi, tutto bene?- gli chiede, accennando un sorriso.
L’italiano, per tutta risposta, lo guarda malissimo, sbuffando.
-Ti sembra che io stia bene, bastardo?- dopo qualche secondo, però, arrossisce di botto, forse rendendosi conto solo in quel momento della situazione. –Ehm…grazie per avermi salvato...-
Spagna non risponde, limitandosi a sorridere, e lo appoggia a terra, controllandogli subito la spalla.
-Oh, per fortuna ti ha solo sfiorato…non ti è uscita neanche una goccia di sangue, puoi stare tranquillo!-
“La risposta era equilibrio. Avete sbagliato. Ma non perdiamo tempo, e continuiamo subito.”
Il tono di voce che si sentiva è chiaramente irritato…forse non era abituato a questo genere di cose? O semplicemente odiava le cose sdolcinate?
Tutte le nazioni lo notano, ma evitano di dirlo ad alta voce per evitare di far innervosire ulteriormente il misterioso assassino.
Dopo quell’enigma, le nazioni risolsero tutti gli altri, con tranquillità e molta facilità.
Neanche uno sbaglio.
“E’ possibile che, per questa volta, non muoia nessuno?” era questa la domanda che si ponevano mentalmente tutti.
E alla fine…
-Beh, ragazzi, è da qualche minuto che la voce non si è fatta più viva…vuol dire che abbiamo finito?- Belgio fissava la porta aperta di fronte a loro, incastonata nella parete, distante dalla fine della scala su cui loro stavano in quel momento più o meno due metri.
-A quanto pare, dobbiamo saltare…non è difficile, basta una bella spinta e…- in un secondo, Spagna arrivò dall’altro lato. -Visto?- dice, guardando gli altri e poi soffermando il suo sguardo su Romano, per poi tendere la mano. -Su, Lovi, vieni qui!-
Lui obbedisce subito, ritrovandosi accanto allo spagnolo.
Adesso mancavano solo Belgio e Olanda.
Laars pensava di fare lo stesso che aveva fatto Spagna con Romano, per aiutare sua sorella.
Ma nessuno avrebbe mai immaginato quello che in pochi attimi sarebbe successo.
Si reputavano tutti già salvi…ma avevano abbassato troppo la guardia.
Erano stati troppo tranquilli e avventati.
Un assassino rimane pur sempre un assassino.
 
 
Poco dopo, nella stanza dove si trovavano tutti gli altri Stati si sentono delle grida, e i tre appaiono di nuovo nella stanza, neanche loro capiscono come, proprio mentre Giappone stava per svegliarsi.
La prima cosa che quest’ultimo sente sono dei singhiozzi, seguiti da delle frasi sussurrate.
Lui riesce a cogliere solo qualche parola, talmente erano dette a bassa voce, ma capisce subito cosa è successo.
Belgio è morta per salvare suo fratello.
E proprio in quell’istante la scritta “Belgio” lampeggia nella parete, sotto quella di Ungheria.
Ma le soprese non erano ancora finite.
Altri due corpi, infatti, vennero lanciati dalla porta che per qualche secondo era rimasta aperta.
-Voi…-
 



Note Autrice:
Mi scuso in anticipo per eventuali errori presenti nel testo.
Dopo aver impiegato più di due settimane a scervellarmi per la storia –visto che i personaggi di Olanda e Belgio mi erano totalmente sconosciuti, sono stati difficili da gestire e ho dovuto documentarmi parecchio-, ma soprattutto per gli enigmi, non ho proprio voglia di rileggerla.
Perdonatemi, davvero.
Ah, e se vi interessa -in caso scrivetelo nelle recensioni- nel prossimo capitolo posso anche svelare dettagliatamente com’è morta Belgio.
E ovviamente dirò anche chi si aggiungerà al gioco.
 

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