on the right side of the wrong bed.

di hauntedoranges
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo. ***
Capitolo 2: *** the start of something new. ***
Capitolo 3: *** Love at first sight. ***



Capitolo 1
*** prologo. ***


 

 



Prologo.

Madison square garden, new york, ore 23:00.

Era in quei momenti in cui si domandava ‘perché proprio io?’
Davanti a quelle urla. Davanti a tutta quella gente che era li per lei, che gridava il suo nome. Davanti a quelle persone che si erano fatte quindici ore di fila per due ore di concerto, per poter cantare con lei, per poter allungare la loro mano e toccare la sua.
Aveva quasi diciotto anni, e in meno di due anni la sua vita era cambiata radicalmente. Aveva viaggiato e visto quasi tutto il mondo, incontrato migliaia di persone, e fatto cose che non avrebbe mai nemmeno sognato.
Le persone piangevano per lei. La fermavano per strada e la guardavano negli occhi e le dicevano che la sua musica le aveva salvate.
Si inginocchiò nel punto più estremo della passerella con la quale terminava il palco, con il microfono in mano, sudata per le corse e i salti che aveva fatto, e cominciò a piangere. Piangere di gioia. Di incredulità.
Guardò la folla immensa e cercò di scattare nella sua mente la foto di quell’esatto momento, prima di cantare l’ultima canzone che avrebbe terminato quel concerto sold out da 4 mesi.
La folla gridava più forte, e quelle grida, oh non le avrebbe mai dimenticate.
 
The barckely hotel  at wilton place, Londra, ore 18:00

Era uno dei pochi pomeriggi di libertà per i cinque ragazzi più amati del momento.
Niall Horan e Harry Styles si trovavano nella loro stanza d’albergo, sdraiati sul divano da quasi tutto il giorno. Erano distrutti dopo il concerto della sera prima, e tutto ciò che volevano fare era guardare la televisione e non fare nulla. Niall saltava impaziente i canali in cerca di qualcosa di interessante.
-smettila niall, dammi questo coso- disse harry strappando il telecomando dalle mani dell’amico. Mise mtv music, dove a quell’ora trasmettevano i concerti più attesi della stagione.



«effy baidley live at madison square garden.»


conoscevano quel nome molto bene. E chi non lo conosceva? Una delle più famose cantanti in circolazione, la effy mania era esplosa da almeno un anno abbondante. Tutti parlavano di lei, e il suo nuovo album era stato un successo planetario. La folla era in delirio, gridava fortissimo.
La ragazza era spettinata e sudata. Se ne stava seduta sul palco vuoto di fronte ad una schiera di persone che desideravano lei, la sua voce.
E piangeva.
Piangeva e sorrideva.

Harry non potè fare a meno di pensare che fosse bellissima.

 
 

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Capitolo 2
*** the start of something new. ***


 





The start of something new.


this is the start of something beautiful
this is the start of something new
you are the one that will make me
lose it all, you are the start of something new



« E’.. carina» azzardò Harry.
In realtà nella sua testa egli aveva già memorizzato il suo volto, e non lo avrebbe mai ammesso, perché mai prima d’ora aveva avuto certe sensazioni dal primo sguardo, ma non vedeva l’ora di poterla conoscere.
« Per te, sono tutte carine » Niall sbuffò prendendo in giro il suo amico che scosse la testa divertito.
Nel esatto momento in cui Harry volle rispondere dalla porta irruppe Louis che tanto agitato quanto sorpreso corse dai suoi amici:
«Itunes festival, dico solo.. Itunes festival» scandì bene la parola Itunes.
Harry eliminò per un attimo il pensiero di Effy dalla testa e si sistemò meglio sul divano.
«Amico, stai scherzando?»
«Cosa? No, diamine, sono serio, abbiamo una settimana di tempo!»
I due ragazzi ad una notizia del genere non ebbero scelta se non quella di abbracciarsi dalla gioia, fieri di essere arrivati fino a questo punto. Furono seguiti a ruota dagli altri ragazzi: Liam e Zayn, che fecero lo stesso.
'E chi lo avrebbe mai detto, che saremmo arrivati qui' Liam era incredulo.
«Ci aspettano due giornate lunghissime» Zayn era già stanco, e per quanto non lo desse a vedere era emozionato quanto i suoi amici.
Harry non gli diede retta, era intento a leggere su una rivista americana trovata per caso quali sarebbero stati gli ospiti più attesi, aveva un briciolo di speranza di trovarci lei.
Ed eccola spuntare nella pagina successiva, in una foto che la ritraeva al Madison Square Garden, una foto dello stesso concerto a cui avevano accennato in tv la settimana prima.
«E’ bellissima» pensò il riccio a voce alta, senza rendersene conto.
«Chi?» Harry chiuse velocemente la rivista sotto gli occhi dei suoi amici che aspettavano una risposta esitanti.
« Ahm, la location per l’Itunes festival, guardate qui, il palco è immenso» l’aveva senz’altro scampata bella, per quella volta.
« Ragazzi, si parte » Paul, era felice come una Pasqua, aveva a cuore il successo di ragazzi più di chiunque.

Heatrow Airport, London, 7.35 am.
I ragazzi arrivarono in aeroporto circa tre ore prima del loro volo. Era una mattina fredda, ed Harry era comodamente sdraiato sul sedile posteriore del furgone che li aveva portati dell'albergo all'aeroporto.
 I suoi occhi erano chiusi, ma non riusciva a dormire come aveva sperato di fare. Era agitatissimo, e non riusciva a capire perché. Erano ormai abituati ad esibirsi sui grandi palchi di tutto il mondo, ma da quando aveva scoperto gli ospiti attesi a quell'evento.. no, non doveva pensarci. Già altre volte l'ansia gli aveva giocato brutti scherzi.
Doveva tranquillizzarsi.
« ehi svegliati, dormiglione, va bene che siamo gli One direction, ma l'aereo non aspetterà di certo noi» disse ironica la voce di Liam.
« Si, ci sono »
Tutti e cinque scesero dalla loro auto e si fermarono con alcune fan per i soliti autografi. Avevano scritto così tante volte il loro nome su un pezzo di carta che erano arrivati a chiedersi se esistesse veramente una parola simile.
« Harry, posso.. un abbraccio?» una piccola ragazzina sui dodici anni aprì le braccia in attesa di poterle mettere intorno al collo del suo cantante preferito, e questo di certo non glielo proibì.
Harry amava abbracciare chiunque gli volesse bene, e quando si trattava di fan i suoi abbracci valevano ancora di più.
Dopo numerose foto scattate con altre ragazze furono costretti a procedere verso il check in, e dopo un controllo dei documenti finalmente ebbero il permesso di imbarcarsi.
« Sentite io però prima ho bisogno di svuotare un  po’ di fast food » sbottò Niall.
«Niall, sei proprio un’idiota, il cibo non finirà oggi sulla terra e in aereo ne avrai a volontà» tutti annuirono con le braccia incrociate al petto, e diedero ragione a Paul, abituato anche fin troppo alle lamentele del biondo.
Non riusciva proprio a fare a meno di ingerire ogni cosa gli capitasse a tiro, e alla parola ‘cibo’ si sarebbe svegliato anche nel mezzo della notte.

Un caso perso.
Niall fulminò i suoi amici e li seguì.

«Questo aereo è proprio fighissimo» Louis stava maneggiando un piccolo computer attaccato alla spalliera della sedia di fronte a lui, navigando su stupidi siti internet - « guardate ragazzi, ho cambiato lo sfondo del computerino! »
« Possibile che tu possa solo pensare a tette e sederi Louis? Cambialo, c’è gente che potrebbe vedere queste immagini» lo rimproverò Zayn. I ragazzi fissarono Zayn con le sopracciglia inarcante senza capire da dove derivasse quel buon senso.
« Zayn, vogliamo parlare delle foto che hai tu sul cellulare piuttosto? » Liam scoppiò a ridere, e  il moro volle reagire rispondendo in qualche modo ma si rese conto tardi che effettivamente non aveva molto da dire in sua difesa, dunque si zittì.
« Ah il nostro Zayn che finalmente ammette la sua incoerenza » lo stuzzicò Harry.
« Zitti vi ammazzo »  
« Uuuh, Bradford Bad Boy alla riscossa» il suo amicò alzò le mani in segno di difesa e tornò a leggere la sua rivista.
«Harry ma sempre su questa pagina stai? Sicuro che questa ragazza non ti abbia fuso qualcosa?» Niall se ne stava accorgendo, ma non poteva, ed Harry non voleva che lo facesse. Lo avrebbero preso per stupido, pensando che fosse impossibile farsi piacere una ragazza senza nemmeno averci mai parlato.
Forse era davvero stupido, ma non riusciva a controllare la sensazione che provava osservando il suo viso nelle foto.
Era splendida, con una lunga treccia scura al lato della testa, il naso piccolo e leggero, e le labbra candide e carnose proprio come piacevano a lui.
Le sue mani strette sul microfono, e i suoi occhi chiusi lasciavano intendere quanto si facesse trasportare dalla musica che suonava e il suo vestito coperto al punto giusto quanto fosse genuina e semplice.
Era perfetta. Chissà se anche il suo carattere poteva specchiarsi nella sua apparenza.
Sarebbe stato ancora più perfetto.
Sarebbe stato quello che Harry immagina ogni volta che nelle interviste gli viene chiesto ‘ che ideale di ragazza hai?’
Ecco.
Se avesse avuto il coraggio di dichiarare il suo sentimento, probabilmente ad una domanda simile avrebbe risposto.
‘Effy Baidley è il mio ideale di ragazza’
Ma non lo avrebbe mai fatto.
Scosse la testa rendendosi conto di essersi perso nel vuoto per un bel po’ di tempo.
Si girò intorno e vide i suoi amici addormentati sui propri sedili, mentre fuori, dai finestrini si scorgeva il buio, e sotto di loro una scia di luci.
Ancora tante ore li attendevano prima di atterrare sulla solida terra di Los Angeles.
Ripose i pensieri riguardo ad Effy e cercò di addormentarsi.
E magari di sognarla.

Sognò una ragazza in un vestito blu.
La ragazza non aveva un volto, ma solo dei lunghi capelli mori.
E faceva giravolte in mezzo ad un prato d’erba.  E sorrideva.
Aveva un bellissimo sorriso.
Sognò una ragazza in un vestito blu, che lo prese per mano, e gli chiese di ballare con lui.
Sognò di afferrare i suoi fianchi e di volteggiarla su se stessa prima di cadere entrambi sul prato e scambiarsi un lungo bacio.

 
 
 
 
Effy aprì gli occhi di scatto, sentendo un rumore fortissimo provenire da molto vicino al suo letto. Passarono tre secondi quando realizzò che quel rumore proveniva da lei stessa, e si zittì immediatamente.
Stava urlando. Aveva fatto un incubo le cui immagini svanirono velocemente dalla sua testa, lasciandole solo una fitta allo stomaco e una grande sensazione di ansia. Ultimamente le succedeva spesso di svegliarsi di soprassalto, senza riuscire a ricordare cosa di così tanto orribile l’avesse fatta svegliare. Scostò a fatica le coperte e si alzò per controllare l’ora. Erano le cinque di mattina e tra mezzora sarebbe suonata la sveglia. Sarebbe scesa a fare colazione velocemente, l’avrebbero portata all’aeroporto, avrebbe preso l’aereo dritto a Los Angeles dove tre giorni dopo si sarebbe tenuto l’itunes festival e senza nemmeno il tempo di accorgersene sarebbe salita su un altro aereo che l’avrebbe portata da qualche altra parte nel mondo, nemmeno si ricordava dove. Sbuffo. Era questa una delle cose che odiava di più, qualche volta le sembrava che il tempo le scivolasse addosso senza nemmeno sfiorarla.
Effy era una ragazza semplice. Era esile, non molto alta, e teneva quasi sempre i capelli legati in una treccia. La cosa che le piaceva fare di più al mondo era scrivere canzoni, sin da quando frequentava il liceo a Brownsville, vicino Miami, dove era nata e cresciuta.
Andò in bagno e si fece una doccia veloce, si mise un filo di matita e prese il telefono. Era presto per telefonare alla madre, così le mandò un messaggio con i programmi della giornata. La sua famiglia era ciò che le mancava di più.
Scese le scale velocemente, e trovò la sicurezza già pronta e organizzata. Le dissero che fuori c’erano un centinaio di fan urlanti, che era molto pericoloso uscire dall’entrata principale e che si sarebbero diretti sul retro.
Lei sorrise e con una semplicità che disarmò quei cinque uomini tutto muscoli disse « sono sicura che non vogliono farmi del male »
Non sarebbe mai scomparsa così lasciano tutte quelle persone in attesa di qualcosa che non sarebbe arrivata, sarebbe uscita e avrebbe abbracciato quante più persone poteva. Avrebbe fatte vedere a tutti che ciò che aveva non lo dava per scontato. Mai.








                                                                                                   



Weilaaaaa.
Siamo Chris e Franci, e stiamo scrivendo questa fan fiction diversa dalle altre in modo diverso dalle altre.
Cioè, lol, almeno io non ho ancora visto ff in cui scrivevano in due, però magari esistono e se esistono sappiate che siete tutte carine e coccolose, sì :3
CCCComunque siamo tra i preferiti di alcune persone e non abbiamo ancora chiarito niente in questa ff, il che mi porta a pensare che magari qualcuno la cagheggerà mlmlmlml
Franci ebbe il chiusone con le ff due giorni fa, e la sera stessa mi ha detto 'voglio scriverne una' e io 'scriviamola assieme' 'oddio si' 'oddio okey' 
E ora siamo qui.

In ogni caso la storia naturalmente si evolerà veri mach, e spero che abbiate voglia di sapere come e in che modo si svolgerà questa evoluzione (?) continuando a seguirci e a leggerci.
Io e Fra ci mettiamo circa 45 secoli a creare un nuovo capitolo, anche perché siamo amiche distanti *sob* e quindi dobbiamo inviarci ogni volta i pezzi scritti, mescolarli insieme e creare un nuovo capitolo.
Mi sto dilungando CMQ.
Ciau. c:
E a quelle che ci seguono e ci hanno messo tra i preferiti, sappiate che siete UNA GIUOIA.

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Capitolo 3
*** Love at first sight. ***






I use to think that love was for dreamers,
"Love at first sight" I never believed it,
Had my head on tight, I lived in the real world,
But that was until I met you.
Now everything is changed.








Harry aprì gli occhi lentamente.
Non avrebbe voluto svegliarsi, non avrebbe voluto con tutte le sue forze, ma qualcosa dentro di lui gli aveva ripetuto continuamente ‘è solo un sogno.’
Guardò fuori dal finestrino dell’aereo. Era notte fonda e sotto di loro le luci di Los Angeles sembravano piccole stelle. Erano quasi arrivati.
Louis accanto a lui russava, mentre nel sedile posteriore Niall e Zayn dormivano appoggiati l’uno all’altro.
Passò qualche minuto e una voce metallica risuonò nell’aereo: ‘si avvertono i gentili passeggeri che sta iniziando l’atterraggio.’ Harry strattonò Louis. «Svegliati dormiglione, stiamo per atterrare. E smettila di russare così forte!» Louis si mosse di scatto urlando « che, che, che succede, dove sono? »
Harry ridacchiò « calmati amico,stiamo atterrando. Allacciati la cintura, veloce. »
Louis ignorò il riccio e girandosi di scatto verso gli altri urlò «Benvenuti in LA gente!»

Due ore e mezza dopo stavano scendendo dalla macchina che li aveva attesi all’aeroporto. L’albergo era enorme, uguale a quello della rivista che Harry aveva quasi consumato a furia di sfogliare. Era tardissimo, le tre e mezza di notte, forse. L’unica cosa che i ragazzi volevano era un qualcosa che assomigliasse anche solo lontanamente ad un letto. Si incamminarono verso l’entrata secondaria, Harry si reggeva a stento camminando con gli occhi socchiusi.
Per questo non la riconobbe subito. O meglio, non riuscì immediatamente a capire si stesse effettivamente immaginando o sognando tutto.
Spalancò gli occhi e cercò di mettere a fuoco quella figura dietro la porta di ingresso, seguita da due uomini che si trascinava dietro due grandi valige.
E la vide. Al cento per cento, era lei.
Si, ne era sicuro. Liam stava osservando la faccia imbambolata di Harry e gli disse «Harry c’è qualcosa che non va? Ti vedo strano, chi stai guardando?- si sporse nella direzione in cui puntava lo sguardo dell’amico.
Questo si affrettò a guardare in un’altra direzione  «niente, è tutto okay» disse « sono solo un po’ stanco»
Liam alzò le spalle e proseguì verso l’entrata.
Venti, diciannove, diciotto passi li dividevano. Diciassette, sedici, quindici, ancora qualche metro e sarebbero entrati nella Hall in cui quella ragazza minuta con i capelli raccolti in una treccia stava aspettando qualcosa. Quattordici, tredici, dodici, le mani di Harry cominciarono a sudare. Dieci, nove, otto, tutto questo non era normale e lui lo sapeva. Non poteva reagire così, non era normale, non lo era! Sette, sei, cinque, quattro, tre, due..
Niall spinse la porta a vetri ed entrò seguito dagli altri quattro.


Erano passati 45 minuti. 45 interminabili minuti da quando Effy aveva varcato la porta a vetri dell’atrio dell’albergo, seguita dai sui due body guard che l’avevano accompagnata in giro per tutto il mondo e che ormai erano po’ la sua famiglia, Marcus e John.
Una ragazza giovane in uniforme rossa davanti a lei si muoveva freneticamente scrivendo al computer, facendo telefonate e mormorando ogni due secondi ‘mi scusi signorina, rintracceremo la sua camera il prima possibile.’
Effy le ripetè per la centesima volta un fintissimo ‘non si preoccupi’, anche se dentro di lei avrebbe voluto sdraiarsi sul bancone della reception e addormentarsi li nel giro di due minuti. Era stanca, spettinata, con due occhiaie enormi e sperava tanto che nessun paparazzo fosse spuntato da chissà dove per farla finire dritta nella prima pagina di qualche giornalino per ragazze.
I suoi pensieri furono interrotti dal rumore della porta che si apriva e da due paia di occhi blu fare capolino subito dopo. Niall Horan entrò nella grande sala, seguito da Zayn Malik, Louis Tomlinson, Liam Payne e.. Harry Styles.
Effy sussultò. ‘Gli One Direction al completo, bene! Mannaggia a me e alla mia infelice idea di non pettinarmi stamattina. Avranno idea di chi sono?’ pensò fra se e se. Tutti e cinque le rivolsero uno sguardo incuriosito e visibilmente emozionato, e questo rispose subito al suo interrogativo. Effy gli sorrise.
Zayn fu il primo ad avvicinarsi, seguito dagli altri. Si presentarono come se fossero degli sconosciuti e la situazione sembrò un po’ comica a tutti. Si strinsero la mano e azzardarono due baci sulla guancia e quattro chiacchiere, anche se erano tutti visibilmente distrutti dal viaggio. Effy non poté fare a meno di notare l’insistente sguardo di Harry e il suo sorriso enorme che la sorprese e stordì un po’.
‘starà ridendo di me e delle mie occhiaie’ pensò.
Passarono cinque minuti e la ragazza in uniforme rossa diede le chiavi delle stanze ai ragazzi, che la saltarono e sparirono dentro l’ascensore. Effy si girò e perdendo la calma quasi urlò: « Senta Effy Baidley, B A I D L E Y, forza, non è difficile! La mia stanza è stata prenotata più di due mesi fa dagli organizzatori dell itun…»
« come scusi?» la interruppe quella. «mi ripeta il suo cognome?»
Effy fece un lungo respiro e scandendo bene ogni lettera disse: «Baidley.»
«poteva dirlo prima!» esordì la ragazza. «Avevo capito Buddy! Ecco a lei le sue chiavi»
Effy incredula le strappò le chiavi dalle mani e si girò di scatto senza dire una parola. Se restava li un minuto di più le avrebbe tirato un pungo in faccia, e altro che qualche giornalino per ragazze, sarebbe finita sulla prima pagina del New York Times.
Raggiunse la sua stanza e il primo pensiero che ebbe era quello di potersi tuffare tra delle candide lenzuola ed abbandonarsi ad un lungo sonno.
Si cambiò, si lavò e finalmente realizzò il desiderio che attendeva da ore.
Il morbido cuscino di piume le avvolse la testa e le coperte fino al collo la riscaldarono affinché potesse dormire notti tranquille.

Effy sognò un ragazzo moro.
Un ragazzo alto, e moro, con tantissimi capelli sbarazzini.
Il ragazzo alto e moro non aveva un volto, però lei pensava fosse bellissimo.
Il ragazzo alto e moro la osservava mentre lei girava su se stessa ad un passo dal cadere nella lunga distesa verde in cui si trovavano.

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