Delirio di una notte di mezza estate di solandia (/viewuser.php?uid=21356)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Proposta indecente ***
Capitolo 2: *** Mission: impossible. ***
Capitolo 3: *** Sotto il vestito... niente - prima parte ***
Capitolo 4: *** Sotto il vestito... Niente - seconda parte ***
Capitolo 5: *** Bellezze al bagno ***
Capitolo 6: *** Un tranquillo week-end di paura - parte prima ***
Capitolo 7: *** Un tranquillo week-end di paura - parte seconda ***
Capitolo 8: *** Indipendence day - parte prima ***
Capitolo 9: *** Indipendence Day - parte seconda ***
Capitolo 10: *** Indipendence Day - parte terza ***
Capitolo 11: *** Le parole che non ti ho detto - parte prima ***
Capitolo 12: *** Le parole che non ti ho detto - parte seconda ***
Capitolo 1 *** Proposta indecente ***
Delirio di una notte di mezza estate
Delirio di una notte di mezza estate
Ovvero: La festa di compleanno di Eri
Ottobre 2006 - Febbraio 2007
Questa storia e' stata scritta durante un periodo per me molto spossante: sapete quei periodi in cui vai a letto completamente distrutta, e ti svegli la mattina ancora a pezzi, con due occhiaie che strisciano per terra ed un colorito talmente pallido che al confronto Kikyo pare abbronzata?
Per cercare di far fronte a questo mio stato di devastazione, mi son messa a scrivere questa sequela di assurdita', nella speranza di ritemprare il mio spirito (per dirla parlando come Miroku..); devo dire che la cosa ha funzionato bene, mi sono divertita tantissimo ed anche ripresa, direi... L'unica cosa che e' peggiorata sono state le occhiaie, visto che scriveveo la sera tardi...
Pubblico quindi questo racconto nella speranza che possa divertire anche voi, e tirarvi su se state attraversando un momento non molto roseo.
Buon divertimento!!
Nota:
-Bla bla- parlato
"Bla bla" pensato
(BLA-BLA) onomatopea
Capitolo 1: PROPOSTA INDECENTE
L'atmosfera in classe era decisamente tesa: il professore era entrato
silenziosamente, si era portato alla cattedra mantenendo
un'espressione burbera ed ora stava estraendo dalla propria
cartelletta un voluminoso plico di fogli-protocollo scritti a mano.
Nessuno nell'aula fiatava.
Fra tutti quanti, chi si trovava maggiormente in apprensione era senza
dubbio Kagome Highrashi; quello era per lei il giorno del verdetto
definitivo: dopo una settimana ininterrotta di verifiche, test ed
interrogazioni, l'insegnante avrebbe riconsegnato i compiti e
comunicato finalmente chi sarebbe stato ammesso all'esame finale e chi
invece sarebbe stato respinto e costretto a ripetere l'anno.
La povera Kagome era veramente sulle spine: con la vita da "pendolare"
fra presente e passto che le toccava fare, era riuscita a malapena a
rosicchiare la sufficienza nella maggior parte delle materie, mentre
in matematica e geometria gravitava fra il 4 e il 5: soprattutto, però,
aveva collezionato talmente tante assenze da non raggiungere il numero minimo di presenze per essere ammessa a
sostenere gli esami.
Che umiliazione! E pensare che l'anno precedente era fra le allieve
miglior della classe! Tutto perche' aveva distrutto la Sfera... O
tutto perche', in fondo, non voleva lasciare che InuYasha combattesse
da solo?
Persa in questi pensieri, quasi non si accorse che il professore stava
gia' chiamando il suo nome:
-Higurashi! Dico, Higurashi, sei fra noi o dormi con gli occhi
aperti?-
-Uh! Mi scusi, professore, arrivo subito.-
Col cuore che le batteva forte in gola, si porto' con passo incerto
alla cattedra.
-Higurashi, quest'anno mi hai veramente deluso- attacco' il prof:
-L'anno scorso mi ero convinto che saresti stata fra le migliori
studentesse uscite dal nostro prestigioso istituto, invece il tuo
rendimento si e' rivelato cosi' mediocre...-
Kagome inizio' a desiderare fervidamente di poter sprofondare: non era
molto bello sentirsi dire tutto cio' di fronte all'intera
scolaresca.
Il prof, imperterrito, rincaro' la dose senza alcuna pieta':
-Senza contare tutte quelle assenze, nonché i compiti svolti di fretta e spesso
presentati tutti infangati e spiegazzati, quasi tu li avessi svolti
in aperta campagna!-
"In effetti..." penso' con aria sconsolata la povera malcapitata: "Se
solo Shippo non avesse il vizio di frugare nel mio zaino in cerca di
dolciumi con le mani sporche di fango..."
-Per non parlare di tutte le volte che sei stata sorpresa a dormire
durante le lezioni!-
"E allora non ne parli, no?!"
-Ancora prima dell'inizio dei test preliminari, il collegio-docenti di
questa classe era propenso ad una tua bocciatura...-
"Ma perche' non me lo dice chiaro e tondo, cosi' la finiamo con 'sto
strazio?!?"
-...Ma dopo questa settimana di verifiche abbiamo dovuto decisamente
ricrederci- continuo' il prof con una nuova luce in volto: -Davvero,
Higurashi, ci hai positivamente sorpresi!-
-?!?-
Il cuore di Kagome smise di battere per qualche secondo: che ci fosse
una speranza?
-Nella maggior parte delle verifiche hai dimostrato una buona
capacita' di sintesi: hai risposto ad ogni domanda in modo chiaro e
diretto, senza perderti in fronzoli.-
"E chi ce l'ha, il tempo di imparare i fronzoli?!"
-Inoltre, il tuo compito sugli ideogrammi antichi era davvero perfetto,
hai lasciato stupefatto tutto il corpo insegnanti: una grafia cosi'
fedele a quella medievale non si era mai vista!- (BRILL-BRILL)
"Eh-eh, ho preso ripetizioni direttamente dal Sommo Miroku!" penso'
lei gongolante.
-Certo, il compito di matematica rasentava a malapena la sufficienza,
ma questa lacuna e' stata abbondantemente colmata dalla tua
dettagliatissima ricerca a tema libero.-
Il prof si rivolse con occhi sognanti alla classe:
-Sapete, Higurashi ha svolto un'approfondita ricerca come elaborato
personale d'esame, dal titolo "Vita quotidiana in Epoca Sengoku", dove
espone con dovizia di particolari usi, costumi e condizioni
socio-economiche delle classi meno abbienti durante le guerre civili
di quel periodo. Ne faro' avere una copia a ciascuno di voi, poiche'
e' un ottimo materiale di studio.-
Il professore torno' poi a rivolgersi a lei:
-Complimenti, Higurashi. Descrivi tutto con tanta passione e
meticolosita' che sembra quasi che tu ci sia stata davvero, in Era
Sengoku.-
-...-
-Gli attrezzi da lavoro dei contadini, i giocattoli dei bambini,
l'interno delle abitazioni, perfino le leggende dell'epoca ed una
raccolta di ricette tradizionali... Davvero la piu' bella ricerca che
un mio studente abbia mai svolto!-
Il prof era in visibilio, con gli occhi tutti sbarluccicanti che
fissavano vacui il neon che illuminava l'aula.
Kagome si sentiva profondamente lusingata: dopo un anno di insufficienze,
quella era la sua prima soddisfazione scolastica. Appena tornata al di
la' del pozzo, doveva ricordarsi di ringraziare InuYasha: era stato
lui a suggerirle di inserire il capitolo con le ricette di cucina che
il prof aveva tanto apprezzato. A lei non era sembrata poi 'sta
grande idea, ma, come si dice in questi casi, tutto fa brodo, e cosi'
aveva descritto perle culinarie come "Il minestrone di cipolle dell'anziana
sacerdotessa Kaede", "Gli spiedini di ramarro del monaco errante", "Il
brodo di fegato secondo l'antica ricetta della principessa Izayoi" e
"Sette modi per arrostire il pesce" (pescato da InuYasha a colpi di
artigli, ma questo dettaglio lo aveva omesso).
-Ehm...questo significa forse che saro' ammessa all'esame?- chiese
Kagome titubante e speranzosa.
Il prof, che era ancora in fissa sul neon, si riscosse ed annui'
deciso. Lei torno' a sedersi nel banco: era cosi' felice che le
sembrava di levitare a mezz'aria!
Le sue amiche si profusero in un mare di complimenti:
-Bravissima Kagome! Visto che ce l'hai fatta?- si congraturo' Yuka.
-Caspita, sei stata proprio in gamba a svolgere una ricerca cosi'
nonostante la pitiriasi versicolor che ti ha inchiodata al letto per
un mese!- incalzo' Eri gioiosa. (1)
-Gia', vai ammirata ancora di piu' se si pensa che il mese precedente
eri ricoverata per il lupus erimatoso sistemico...- intervenne
premurosa Ayumi. (2)
-Silenzio laggiu' in fondo!- tuono' severo il professore.
Le quattro amiche si zittirono imbarazzate. Appena l'insegnante
distolse lo sguardo da loro, però, Eri richiamo' sottovoce l'attenzione di
Kagome:
-Ehi, non scappare via subito dopo le lezioni: aspettaci giu'
in cortile che abbiamo una proposta da farti!-
-D'accordo- assenti' Kagome, cercando senza successo di immaginare
cosa stessero macchinando le sue compagne.
***
Finalmente giunse liberatorio il suono della campanella.
Pochi istanti dopo un brulicante fiume di studenti si riverso' nel
cortile della scuola.
Kagome, invece, aveva preso l'abitudine di uscire quasi per ultima:
abituata agli spazi aperti ed ariosi dell'Era Sengoku, le pareva di
soffocare quando si trovava pigiata fra una folla di ragazzi e ragazze
che sgomitavano per conquistare l'uscita.
Riordino' con cura le sue cose, prese la cartella -cosi' leggera in
confronto allo zaino che trasportava nell'altro mondo!- e si avvio'
con calma per i corridoi ormai semideserti, assaporando l'odore di
quell'edificio, i raggi del sole che filtravano dalle finestre e l'eco
dei propri passi.
Che strano: prima che le capitasse di ritrovarsi nel mondo di
InuYasha non aveva mai apprezzato queste cose; andare a scuola era
solo il suo banale supplizio quotidiano, ora invece le sembrava una
cosa cosi' speciale...
Forse perche' ormai quella di studentessa non era piu' la sua vera
vita, le sembrava quasi magico far parte di quel mondo dove nessuno
era investito di altra responsabilita' se non quella di crescere.
Non appena sbuco' fuori dal portone, le tre amiche, che l'attendevano vicino al
parcheggio delle biciclette, richiamarono concitatamente la sua
attenzione, distraendola da queste filosofiche considerazioni:
-Ehi Kagome, siamo qui!-
-Muoviti, su! Ma quanto ci metti a uscire dalla classe?!-
-Non forzarla, Yuka: lo sai che e' di salute cagionevole, non deve
stancarsi troppo...-
-Si', vabbe' Ayumi, ma cosi' e' proprio una lumaca!-
-Arrivo, arrivo, smettetela di starnazzare!- le canzono' Kagome
mettendosi a correre verso di loro: -Allora, cos'e' che avevate da
dirmi?-
-Indovina che giorno e' sabato!- la investi' subito Eri.
"E' il giorno in cui ho promesso ad InuYasha che tornero' al di la'
del pozzo" penso' Kagome, ma senz'altro non era cio' a cui stava
pensando Eri:
-Dunque, vediamo... Sabato alla seconda ora c'e' l'interrogazione di
geografia.- azzardo' con poca convinzione.
-Ma chi se ne frega di geografia! SABATO E' IL MIO COMPLEANNO!!-
-Ah...ehm...uao. Bhe, tanti auguri...- butto' li' Kagome senza calore:
"Ma chi se ne frega del suo compleanno!"
-Ehi, frena l'entusiasmo, prima che ti venga un'embolia... Comunque tu
non sai ancora la parte migliore: sto organizzando una MEGA-FESTA a
casa mia per l'occasione!-
-Ah.-
"Beate loro che pensano alle feste. Io invece, se non torno per tempo
in epoca Sengoku, rischio di vedere la mia casa rasa al suolo da un
Bakuryu-ha di quell'impaziente di InuYasha!"
Senza lasciarsi minimamente intimorire dall'assoluta mancanza di
entusiasmo di Kagome, Eri continuo':
-Sara' una festa grandiosa: ho invitato tutta la nostra classe e la
sezione B e anche qualche amico al di fuori della scuola. Visto che
sei stata ammessa all'esame, considerati ufficialmente invitata anche
tu!-
-Perche', se mi bocciavano mi avresti esclusa dalla tua festa?!-
"Ma tu guarda che amiche fetenti che mi ritrovo!"
-Bhe, sai- intervenne conciliante Ayumi -avevamo pensato che se tu
sola non fossi stata ammessa all'esame ti saresti vergognata a stare
per ore in mezzo a tutti noi promossi. E poi uno che viene respinto
non ha molta voglia di festeggiare, no?-
"Da non credersi: sono stronze fino all'osso. E se ne vantano,
pure!!!"
-Un pensiero VERAMENTE GENTILE da parte vostra... Pero', ecco, non
credo di poter venire: purtroppo ho gia' preso un impegno per sabato.-
-Un impegno col TEPPISTA, scommetto- la interruppe prontamente Yuka.
Kagome avvampo': -Bhe, insomma... Piu' o meno.-
-Beccata! Ma avevamo previsto anche questo, infatti e' ufficialmente
invitato anche lui. Anzi: ti proibiamo tassativamente di presentari
alla festa senza il tuo fantomatico ragazzo.-
-COOOOSAAA? Dico, siete impazzite?! L'avete visto quel pomeriggio a
casa mia: vi sembra il tipo che verrebbe a una festa con dei
ragazzini delle medie?!-
-Uh, quante storie! Lo descrivi sempre come un despota e uno
sbandato, ma a noi e' sembrato un tipo schietto e affidabile,
nonostante il suo look un po' naif...-
"LOOK NAIF?!? Alla faccia del look naif! NON E' NEMMENO UN ESSERE
UMANO!!!! Come potrei mai renderlo presentabile per una festa? Dove
gliele metto le orecchie?? E gli artigli??? E le pupille fissurate????
Come la mettiamo con le pupille? Qualcuno le noterebbe di sicuro,
mica son tutti scemi come queste qui, che l'han preso semplicemente
per il figlio di un matrimonio misto...
(MUMBLE-MUMBLE) Forse con
un cappello e un paio di occhiali da tafano con le lenti scure-scure,
e magari con una belle manicure...AAAHHH! Ma con le orecchie da cane
non puo' indossare gli occhiali!!! E restano comunque i denti: i suoi
canini animaleschi come glieli nascondo?? Anche se non e' un tipo
loquace non posso certo impedirgli di parlare, farebbe la figura
dell'idiota!"
Completamente assorbita da queste selvagge elucubrazioni mentali,
Kagome si era momentaneamente estraniata dal discorso e fissava il
vuoto con occhi sbarrati, mordicchiandosi le labbra.
Vedendola piombare improvvisamente in questo stato, le sue amiche si
allarmarono molto:
-Kagome! Kagome, cos'hai? Ti senti male?-
-Guardate: e' impallidita e ha la cute sudaticcia. Forse si tratta di
un calo di pressione- azzardo' Yuka.
-Ma no! Ha le pupille dilatate e sembra aver perso coscienza: forse
sta per avere una crisi epilettica- intervenne premurosa Ayumi.
-Macche' crisi epilettica, sto benissimo!- le rimbrotto' Kagome
tornando bruscamente alla realta': -Stavo solo considerando seriamente
il tuo invito, e credimi: e' meglio se lasciamo perdere.-
-Ma perche?! Sono tutti ansiosi di conoscere il tuo misterioso
ragazzo!-
-TUTTI CHI, scusa?! Io non ne ho mai fatto parola con nessuno, a parte
voi tre.-
-TU non ne avrai parlato, ma NOI SI'! Da quando l'abbiamo conosciuto
praticamente in classe non si e' parlato d'altro!-
-U...u...u...- Kagome non fu in grado di articolare un discorso,
raggelata com'era dall'imbarazzo, ma senti' chiaramente le sue guance
farsi paonazze.
-Perche', c'e' forse qualche problema?-
-N..no no, figurati...-
"Ma perche' non si fanno gli affaracci loro?? CHE VERGOGNA!!!"
-Guarda che mica ne abbiamo sparlato come fai tu di solito. Al
contrario: l'abbiamo talmente elogiato che tutte le nostre compagne
non vedono l'ora di incontrarlo- insistette Eri.
-Bhe, mi spiace per loro, ma dovranno togliersi questa idea dalla
testa: non me la sento proprio di portarmelo dietro per mostrarlo alla
classe come se fosse il mio CANE!
("Ehm.. anche se in un certo senso...")
E poi io stessa mi sentirei in imbarazzo se fossimo l'unica coppietta
in mezzo ad una festa di singles!- sbotto' Kagome, piuttosto
risentita.
-Ma non sarete l'unica coppia- la corresse Eri: -Di certo tu non ne
sei al corrente, a causa dei problemi di salute che ti costringono ad
assentarti da scuola, ma ormai nelle classe sono in molti ad essere
fidanzati: Asako con Taro della terza C, Satsuki con Yukio e poi Mei,
che ha un ragazzo molto piu' grande di lei che viene a prenderla in
moto. Verranno tutti alla mia festa, sai? Ho gia' selezionato molte
belle canzoni romantiche per i balli lenti e alcuni giochi da fare a
coppie, anche per tenerli occupati ed evitare che si imboschino...
Ma Kagome, dico, mi stai ascoltando?!?-
Ormai la voce di Eri giungeva ovattata ed aliena alle orecchie di
Kagome, che, illuminata in volto da una luce nuova, fissava il nulla
con occhi sognanti e sbarluccicanti:
"Ooooh... Potrebbe essere un'occasione meravigliosa! Ballare un lento
con InuYasha e potermi stringere al suo petto solo per assaporarne la
presenza e non per fuggire da qualche demone... Senza contare che il
confronto con altre coppie potrebbe essere un toccasana: magari vedendo
come si comportano gli altri InuYasha potrebbe rendersi conto di
quanto e' impacciato. POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA CHE SI
SVEGLIA!!!! Ssssssiiiii'! Voglio andare alla festa con lui! Voglio
vivere per una sera come se avessi un fidanzato vero, come se lui
fosse un ragazzo vero... Ehm, cioe'...per essere vero e' vero, pero'
non e' un vero ragazzo, ne' veramente il mio ragazzo... AAAAHHHHH!!! Ma
cosa vado a pensare adesso?! Voglio solo vivere una serata come se
fossimo una coppia normale, tutto qui!"
-ERI!-
Kagome prese d'improvviso l'amica per le spalle e la fisso' con
sguardo deciso. Aveva un'aria combattiva e fiera, come chi si sta per
impegnare solennemente in una importantissima missione.
-Ka..Kagome, cosa ti prende? Sei proprio sicura di non essere
epilettica?!?-
-IO VERRO'! VERRO' ALLA TUA FESTA CON LUI, te lo prometto. So che mi
costera' un'enorme fatica convincerlo, ma ti assicuro che non
falliro': ci saro' ad ogni costo. Grazie davvero per il tuo invito,
non sai quanto piacere mi ha fatto!-
-Mha...- sussurro' Yuka all'orecchio di Ayumi: -A me pareva che fino a
pochi secondi fa non gliene fregasse assolutamente nulla di 'sta
festa. Ma chi la capisce!!-
-Forse e' per via del diabete- ribatte' Ayumi: -La glicemia elevata
deve averle leso alcuni vasi cerebrali...-
-Mi fa davvero piacere il fatto che tu accetti il mio invito, sai
Kagome?- le disse Eri con aria sincera e compiaciuta: -Ultimamente ti
sei un po' allontanata da noi e ci sembra quasi che tu viva in un
altro mondo, ma la festa sara' un ottima occasione per rinsaldare la
nostra amicizia!-
-A proposito, a che ora sara'?-
-Ho invitato tutti per le otto di sera, cosi' ceniamo insieme con un
buffet di piatti freddi e stuzzichini, poi abbiamo tutto il tempo
per divertirci: i miei mi concedono la taverna fino a mezzanotte e
mezza. Pero'... Non e' che voi due potreste venire un paio d'ore
prima? Sai, abbiamo organizzato tutto noi tre, ma per sistemare i
tavoli e gli addobbi ci farebbe comodo l'aiuto di un maschio...-
-Bhe, anche se si lamenta sempre quando gli propongo di aiutare
qualcuno, in fondo lui non ha problemi a svolgere i lavori di peso;
comunque credo che arrivare prima sia proprio una buona idea: anche se
non si direbbe, e' timidissimo, cosi' avra' modo di ambientarsi un
poco.-
-Benone! Allora ci vediamo fra le cinque e mezza e le sei a casa mia.-
-D'accordo, ciao a tutte!-
Kagome sfreccio' via leggiadra e le amiche restarono a guardarla a
bocca aperta:
Ayumi: -Pero'... E' veloce nonostante tutti gli acciacchi che ha...-
Yuka: -Malattie o no, Kagome mi sembra diventata una persona
assurda.-
Eri: -Ma chi se ne importa, ragazze?! Cio' che conta e' che abbiamo
finalmente trovato qualcuno che ci aiutera' a riordinare la mia
cantina!! Certo che ho dovuto faticare non poco per convincerla:
me la sono proprio sudata 'sta manovalanza!!-
(Evviva l'amicizia sincera!! - NdA)
Note: 1) la Pitiriasi Versicolor e' un banalissimo fungo della pelle
2) il Lupus Eritematoso sistemico e' una patologia autoimmune,
gravissima e incurabile.
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Capitolo 2 *** Mission: impossible. ***
Delirio di una notte di mezza estate
Delirio di una Notte di Mezza Estate
(Ovvero: La festa di compleanno di Eri)
Capitolo 2: MISSION IMPOSSIBLE
Kagome non stava piu' nella pelle: correva a perdifiato verso casa e,
ad ogni passo, si sentiva sempre piu' elettrizzata. Vedeva vivida
nella sua mente l'immagine di se stessa che si lasciava trasportare
fra le onde di una romantica melodia, stretta fra le braccia del suo
mezzodemone; gia' pregustava le sensazioni che avrebbe provato
posando la testa sul petto di lui, gia' le pareva di assaporare il suo
profumo maschile, di percepire il palpito del suo cuore, di sentirsi
avvolta dal tepore del suo corpo...
...Fu solo per puro miracolo che arrivo' nel cortile del tempio
indenne, senza esser finita sotto un tram o contro il palo di qualche
semaforo.
Si diresse verso l'hokora, si libero' rapidamente della cartella e
salto' nel Pozzo senza alcuna esitazione.
Non appena sbucata dall'altra parte si accorse di avere il fiatone,
cosi' freno' la sua corsa e si incammino' lentamente, respirando
profondamente per riprendere fiato. Si rese conto d'un tratto di
quanto fosse pura l'aria di quel mondo, in confronto all'inquinata ed
afosa atmosfera di Tokyo.
Mancava ormai da quasi tre settimane: da quando era caduta per la
prima volta nel pozzo, non le era mai capitato di restare lontana
cosi' a lungo dall'Era Sengoku. Aveva faticato non poco per strappare
ad InuYasha il consenso per una cosi' lunga assenza (ovvero il
malcapitato, mandato a cuccia ripetutamente e senza pieta' per quasi
tre ore di seguito, aveva infine proferito le parole "Vai pure"
prima di svenire), ma ora si rendeva conto di quanto quel mondo le
mancasse, di quanto ormai facesse parte di lei ben piu' dei corridoi
della scuola.
Il villaggio era ormai vicino: Kagome allungo' il passo baldanzosa ed
entro' decisa nella capanna della vecchia sacerdotessa Kaede:
-Nonna Kaede! Shippo, Sango? Ehi ragazzi, c'e' nessuno?-
Ma la casupola era deserta. Nella speranza di incontrare qualcuno,
torno' fuori e si incammino' verso il centro del villaggio, quando ad
un tratto avverti' la voce dell'anziana donna:
-Kagome! Oh, Kagome, che bella sorpresa! Non ti aspettavamo che fra
tre giorni.-
-Salve, Onorata Kaede. Purtroppo devo rientrare a casa immediatamente:
sono qui solo per parlare un attimo con InuYasha. Sa dove si trova,
per caso?-
-E' una fortuna che tu sia venuta per incontrarlo, sai? Oggi sei cosi'
radiosa! Spero che il tuo sorriso possa illuminare un poco il suo
cuore: recentemente e' talmente ombroso...-
-Non che di solito lo si possa definire un tipo solare...-
ribatte' acida Kagome.
-Indubbiamente, ma sono sicura che rivedendoti ritrovera' un poco di
entusiasmo.-
"D'altronde, anche se non ne sei consapevole, tu sei il raro balsamo
in grado di lenire le profonde ferite del cuore di quel ragazzo..."
penso' l'anziana sacerdotessa con una punta di malinconia nel cuore:
-Purtroppo, pero', non saprei dirti dove si trovi in questo momento.-
-Non c'e' problema: andro' a cercarlo. Grazie comunque, vecchia
Kaede.-
Kagome si inchino' in segno di saluto, per poi avviarsi lungo il
sentiero che conduceva al di fuori del villaggio. In fondo lei sapeva
bene dove trovare il mezzodemone quando era di malumore.
Stava per mettersi a correre, quando da dietro una casupola giunse
nitido alle sue orecchie il rumore di un sonoro ceffone, seguito da un
soffocato mugolìo di dolore; si diresse quindi da quella parte senza
esitare.
-Sango, Signor Miroku! Salve!!-
-Kagome-chan(1), che cosa ci fai gia' qui?!- la accolse l'amica gioiosa.
-Oh, DiFina KaFome, bentoFnata...- farfuglio' Miroku, che aveva un
lato della bocca completamente tumefatto ed una guancia gonfia e
paonazza con cinque belle dita stampate sopra, ma le sorrideva come se
niente fosse:
-Ditemi, DiFina KaFome, come pFocedono i vostFi Ftudi? AFete infine
suFeFato le duFe pFove cui Fiete Ftata FottopoFta in queFti gioFni?-
-Oh, si'! Ancora non ci credo: sono ammessa all'esame finale, e tutto
per merito di cio' che mi avete insegnato con tanta pazienza, signor
Miroku!-
-Ne Fono FeFamente lieto.-
-Brava, Kagome, anch'io sono molto contenta per te.- si congratulo'
Sango: -Sei venuta apposta per darci la bella notizia?-
-Ehm... No, veramente sono venuta a cercare InuYasha perche', ecco...
alcune mie amiche hanno organizzato una festa e vorrebbero che io
partecipassi insieme a lui- ammise la ragazza malcelando un certo
imbarazzo.
-Caspita! Ma e' una cosa davvero particolare!- si illumino' Sango.
-Gia', e cFedo che a lui faFebbe bene un po' di sFago: da quando
Fiete toFnata nella FostFa eFoca, non ha fatto che incupiFsi sempFe
piu'. I pFimi gioFni peFlomeno bFontolaFa, ma di Fecente e'
diFentato molto schivo e paFFa la maggioF paFte del tempo da Folo.
SembFa daFFeFo molto tFiste.-
-Eeehh?!? Cosa avete detto?! Il vostro labbro sta gonfiandosi a
vista d'occhio: volete che vi porti una pomata contro gli ematomi,
Sigor Miroku? Ci mettero' un attimo...-
-Lascia pure stare, Kagome!- la interruppe brusca la sterminatrice.
-Ma peFche?!? Un po' di pomata non guasteFebbe mica...-
-Non e' comunque il caso di far perdere del tempo a Kagome. Venite con
me, Onorato Monaco: vedro' di medicarvi io con l'unguento d'arnica
preparato dalla venerabile Kaede.
Arrivederci, Kagome. E divertiti, mi raccomando: ce n'e' bisogno se
vogliamo poi riprendere la nostra ricerca con grinta!-
Sango si trascino' via il bonzo dolorante e Kagome riprese pensierosa
il suo cammino: in realta' aveva capito benissimo quanto le aveva
detto Miroku, e la cosa la impensieriva non poco.
InuYasha tendeva a rintanarsi a pensare in solitudine quando, per
varie vicissitudini, riaffioravano in lui i ricordi del suo passato,
ma non lo aveva mai fatto apertamente e per lungo tempo: per uno
orgoglioso come lui, fingersi superiore alle cose era quasi un
comandamento.
O almeno, cosi' a lei era sempre sembrato.
Non era però il momento di perdersi in scicchezuole: doveva
convincerlo a partecipare alla festa, adesso!
Doveva fare di tutto per strappargli il consenso: era pronta ad una
lotta all'ultimo sangue. Non poteva assolutamente fallire, ma le ci
sarebbe voluto un piano per blandire il mezzodemone.
Ma certo! Avrebbe iniziato sfoderando tutto il suo fascino femminile:
doveva guardarlo con occhi dolci, languidi e supplichevoli, e
parlargli con voce calda e suadente. Avrebbe anche potuto aiutarsi
sbottonando un poco i bottoni della camicia...
Acc! La divisa scolastica non aveva bottoni sul decolleté!
Poco male: poteva sempre accavallare con nonchalanche le gambe in modo
da scoprire ancora di piu' le cosce...
Eh-eh! InuYasha non avrebbe avuto scampo: sarebbe stato come morbida
creta fra le sue mani.
E se provava a fare storie, poteva sempre mandarlo 150 o 160 volte a
cuccia...
Poi lo vide. E tutti i suoi propositi si sgretolarono all'istante.
Il mezzodemone era proprio la', appollaiato su quel vecchio albero
rinsecchito appena fuori dal villaggio, dove andava sempre a
rifugiarsi quando voleva star solo.
Prima che Miroku e Sango si unissero alle loro avventure, lei lo
trovava spesso lassu', ma da quando era circondato da cosi' tanti
amici, succedeva molto di rado di vederlo su quell'albero.
Senti' che il cuore inizio' a batterle molto piu' velocemente.
Lui le voltava la schiena e sembrava assorto a contemplare il
tramonto; la luce dorata del sole lo avvolgeva, accendendo di un caldo
color vermiglio i suoi lunghissimi capelli.
Sembrava cosi' magico e misterioso...
Si senti' irresistibilmante attratta da quella figura, della quale
subiva impotente tutto l'innato magnetismo.
Non osava muovere un muscolo. Non osava fiatare.
Poi la brezza della sera inizio' d'improvviso a spirare, giocando
capricciosa fra i capelli e le pieghe della gonna della ragazza, e ne
condusse il profumo fino alle sensibili narici del ragazzo-cane.
Stupito ed incredulo, egli si volto' di scatto, sussurrando il nome di
lei con voce spezzata. E fu ancora piu' meravigliato nel constatare
che il suo fiuto non si era ingannato: Kagome era davvero la', al
limitare del bosco, che lo osservava.
Per un attimo gli manco' il respiro, poi senti' come qualcosa che si
scioglieva, nel profondo del suo cuore.
Lei aveva mosso un passo indietro, come spaventata nel sentirsi
scoperta.
-Kagome?! Kagome, che ci fai qui? Ero convinto che non ti avrei
riavuta fra i piedi che fra tre giorni!-
Al solo aprir bocca del mezzodemone, l'atmosfera romantica si era
disgregata all'istante. Effetivamente, mandare in frantumi le auree
romantiche era una delle sue piu' spiccate capacita' innate.
Ormai disincantata, Kagome ritovo' d'un tratto tutto il suo slancio:
-Ti stavo cercando, InuYasha: devo dirti una cosa!-
-Cercavi me?- si meraviglio' il ragazzo sentendosi quasi lusingato.
Salto' giu' dal ramo e, con quattro lunghi balzi, fu di fronte a lei e
la fisso' con aria interrogativa: -Bhe, che c'e'? Che vuoi dirmi?-
-Eh...Uh...Ah...- (SILENZIO)
"AIUTO! E adesso come glielo dico?!?"
-?!?... Che razza di discorso e'?!?... A me sembrano solo suoni
inarticolati.-
-A CUCCIA!-
-GYAAAAAAW!!!!- (SPATASH!) -Che ti prende?!? Cosa ti ho fatto?-
-Come ti permetti? Mi hai preso per una bertuccia?!-
-Ma non e' colpa mia se parli facendo "eh..uh..ah" come una scimmia!-
-Ma come puoi pensare che quello fosse un discorso?! Stavo solo
cercando le parole...-
-Uff, quante storie! Se devi parlarmi fallo e basta, no?- sbotto' il
mezzodemone riuscendo a staccare finalmente il collo dal terreno e
mettendosi a sedere ai piedi della ragazza, guardandola storto.
Lei allora si accuccio' di fronte a lui, abbracciandosi le ginocchia,
e lo fisso' in volto con sguardo allegro e deciso:
-Ti ricordi le mie amiche?-
-Qu..quelle che stavano a casa tua quel pomeriggio?-
chiese InuYasha che iniziava a sentirsi un po' intimorito dallo
sguardo vispo ed indagatore della ragazza.
-Esatto, proprio loro!-
-Embe'?-
-Hanno organizzato una bellissima festa per questo sabato e desiderano
che anche tu vi partecipi!-
-Io?!- si stupi' non poco il ragazzo.
-Si', esatto. Insieme a me, ovviamente.-
-Non sono ben sicuro di aver capito... Cosa se ne fanno di me alla
loro festa? Temono forse l'attacco di qualche demone?-
-Ma va', baka(2)! che demone vuoi che ci sia in casa di Eri?!
Evidentemente gli sei simpatico e vogliono che anche tu possa
divertirti, come tutti gli altri. Possibile che tu non sappia pensare
ad altro che a fare demoni a brandelli?!?-
-Ah, scusami tanto se ci penso! Ma sai, se sono ancora in vita e'
solo perche' faccio fuori demoni fin da quando ero bambino!-
ribatte' lui, piccato.
-Appunto: non ne hai abbastanza di questa estenuante vita fatta solo di
battaglie? Perche' non vieni un po' a svagarti insieme a me, per una
sera?-
-TSK! Figurati se IO potrei trovare svago in mezzo a un sacco di
stupidi ragazzini umani!-
ringhio' lui incrociando le braccia sul petto ed assumendo un'espressione altera.
"Come volevasi dimostrare. Ero certa che mi avrebbe risposto con
queste parole boriose. Ma se crede che io mi arrenda qui, si sbaglia
di grosso" penso' Kagome, poi aggiunse decisa:
-Ma certo che ti divertiresti! Le feste della mia epoca sono
completamente diverse da quelle dell'Era Sengoku: ci si raduna in un
grande scantinato addobbato e decorato per l'occasione, si balla, si
canta, si fanno un po' di giochi insieme e ci si nutre esclusivamente
di patatine, pizzette ed altri saporitissimi cibi ninja.-
-Eeeeeh? Ma che roba sarebbe?-
sbotto' incredulo il ragazzo-cane, che non riusciva bene ad
immaginarsi perche' dei giovani volessero chiudersi a ballare in una
cantina, pero' era molto attratto dalle patatine.
-Una banalissima festa di compleanno. Fra i ragazzi della mia eta'
sono praticamente tutte cosi', l'unica cosa che puo' variare e' il
grado alcoolico delle bevande.-
-?!? Cos'e' un compleanno?-
-Come, non lo sai? E' il giorno in cui si festeggia la ricorrenza
della propria nacsita.-
-Ah, come il GENETLIACO!-
-Eeeeh? il GENE-che??- chiese lei gurdandolo come se fosse un alieno.
-Ma si', il genetliaco! Ricordo che quando ero molto piccolo, il padre
di mia madre, che era il daimyo(3) del feudo, festeggio' la ricorrenza
dei propri natali con un grande banchetto, allietato da musici e
danzatrici. Io spiai i festeggiamenti per il genetliaco fino a
notte inoltrata, nascosto dietro un paravento.-
-Come spiasti?! Eri suo nipote, perche' non vi hai partecipato?-
-Ma sei scema?! Non dire idiozie!- ribatte' lui adombrandosi in volto:
-Io sono figlio di demone. Non c'e' mai stato un posto per me nella
societa' umana.-
Lo disse con durezza, fingendo indifferenza, ma distolse lo sguardo
per non incrociare quello di lei .
-Scusami InuYasha, io non...- cerco' di dire Kagome mortificata.
Aveva avvertito un dolore antico e mai sanato nelle parole dei lui.
-Scema, per cosa ti stai scusando? E' sempre stato cosi', e a me sta
benone! Non ho bisogno degli uomini e dei loro insulsi cerimoniali
sociali.- sbotto' lui continuando pero' ad evitare gli occhi della
ragazza.
"Maledizione! Sono un dannatissimo stupido: ho parlato troppo."
penso' con una improvvisa angoscia in fondo all'animo: non aveva mai
voluto la pieta' di nessuno, ed in paricolare, per nessun motivo al
mondo avrebbe mai potuto tollerare che Kagome provasse pena per lui.
Cerco' di sviare il discorso, per far cessare quel silenzio che gli
sembrava insopportabilmente colmo di commiserazione:
-Quindi, se la tua amica festeggia i suoi natali, significa che e' di
nobili origini?-
-Chi, Eri? Ma scherzi?!? Suo padre fa l'idraulico! Nella mia epoca
tutti festeggiano il proprio compleanno, sai?-
-Davvero?!? Anche tu?- chiese il ragazzo-cane, piu' che sbalordito.
-Si', anch'io l'ho festeggiato piu' volte: sono nata in primavera,
quasi sedici anni fa. E tu, InuYasha?-
si informo' gentilmente la fanciulla, con lo scopo di fare un po' di
conversazione neutra ed ingraziarsi cosi' il mezzodemone.
-Io? Bhe, non ne so granche': credo di essere nato in pieno
inverno, durante una notte di eclissi di luna. Devono essere
trascorsi piu' di duecento anni da allora.
Forse il Vecchio Miyoga sa con esattezza che anno fosse, ma a me non
e' mai importato.-
-Allora, verrai con me alla festa?- azzardo' Kagome speranzosa.
-Scordatelo, non ci penso nemmeno.-
-Ma perche'?!-
-Perche' non vedo cosa potrei farci io in mezzo ad un branco di umani
che ballano in una cantina!-
-Cavolo, InuYasha, manchi completamente di poesia! E' un modo per stare
insieme, ridere fra amici e scatenarsi un po' a suon di musica. Sono
convinta che farebbe bene anche a te, sai?
Miroku e Kaede mi hanno detto che sei parecchio di malumore in questi
giorni e che te ne stai sempre solo. Avanti di questo passo ti
verra' la depressione!-
-Macche' depressione! Se me ne sto per conto mio e' solo ed
esclusivamente per sopravvivere: se restassi con loro al villaggio,
rischierei di morire di fatica prima che tu finisca gli esami!-
-Cosa vuoi dire? Non ti seguo...-
-Voglio dire che la gente del paese ha pensato bene, visto che sono
inchiodato qui da tre settimane, di sfruttare la mia forza per farmi
svolgere qualche lavoretto: in quindici giorni mi hanno fatto
rimuovere sei grossi alberi sradicati da un recente temporale,
poi ho tagliato la legna per costruire tre nuove capanne (nota: la legna
proviene dal bosco sulla collina a cinque chilometri da qui, e me la
sono portata tutta a spalla!!!), ho costruito una diga a valle del fiume
per farne un bacino di pesca, dissodato il terreno di un campo enorme
e costruito un canale di scolo che vi portasse l'acqua per
trasformarlo in risaia. In ultimo volevano pure che dragassi il
fiume!!!!-
-Urka, sono sconcertata. Di certo l'economia del villaggio ne
trarra' un indubbio giovamento, ma... Hai fatto tutta 'sta roba da
solo?!?-
-No: C'ERA SEMPRE MIROKU TRA I PIEDI CHE DIRIGEVA I LAVORI!!! Senza
muovere un dito, ovviamente.-
Kagome scoppio' a ridere di gusto: quell'atteggiamento era proprio
degno del monaco.
-TSK! Io non ci trovo niente da ridere! E' quello che predica che
dobbiamo guadagnarci la zuppa quotidiana col sudore delle nostre
fronti, ma qui l'unico a sudare ero io. Il solo modo per scamparla
e' andarsene di soppiatto al mattino presto, e rientrare ben dopo il
crepuscolo.-
-Allora vedi che ho ragione io? Una bella festa e' proprio quello che
ti ci vuole!- ci riprovo' lei, con sguardo insistente.
-Dannazione, ma che rottura! Non ho bisogno di nessuna festa: qui
serve solo che tu ti muova a finire i tuoi stupidi esami e ti decida a
ritornare, cosi' finalmente possiamo ripartire- ringhio' il ragazzo,
iniziando ad alzare la voce.
Kagome lo fisso' con occhi velenosi e pieni di rabbia:
-InuYasha!!- tuono' alzandosi di scatto e pestando i piedi a terra:
-InuYasha, non sei altro che un borioso, cieco presuntuoso!!!-
-C..che... C..che... Che..- balbetto' il malcapitato iniziando a farsi
piccolo-piccolo. Quando lei esplodeva in queste crisi isteriche, cosi'
improvvise e repentine, lui non sapeva piu' come muoversi.
Era consapevole di non essere in gamba nei rapporti umani neppure in
condizioni normali, ma quando Kagome si arrabbiava lui scivolava nel
panico piu' profondo e finiva col sentirsi come un bambino indifeso.
Perfettamente cosciente del fatto che il mezzodemone non avrebbe avuto
l'impudenza di tenerle testa, la ragazza rincaro' la dose senza alcuna
pieta':
-Tu! Tu non sai pensare che a te stesso! La TUA Sfera, la TUA
vendetta contro Naraku... Io devo essere sempre qui quando ti serve
che i miei occhi cerchino i frammanti.
Perche' invece, una volta tanto, non provi a far parte TU del MIO mondo,
invece di trascinare sempre ME nel TUO?!?-
Kagome lo fissava adirata, con gli occhi arrossati, quasi stesse per
piangere.
Il povero InuYasha se ne stava accucciato ai suoi piedi con le
orecchie basse e lo sguardo da cane bastonato rivolto al suolo,
emettendo un sordo mugolio: -Caiii...caiiii-
Sapeva bene che, in capo a pochi secondi, si sarebbe ritrovato
schiantato a terra da un "a cuccia" di proporzioni epiche.
Invece, con sua grande sorpresa, la cosa non avvenne.
Incredulo, oso' infine alzare gli occhi verso di lei: era a capo chino
ed i capelli le nascondevano il viso. Sembrava scossa da un leggero
tremore... Che stesse piangendo?!?
D'un tratto il mezzodemone si senti' un verme.
Non sopportava di veder piangere una donna.
-K..Kagome? Kagome, io...- non sapeva cosa dire.
Esito', poi cerco' di fare del suo meglio per farla tornare a
sorridere: -Kagome... senti... Se ci tieni davvero cosi' tanto FORSE
potrei accompagnarti...- azzardo' infine senza troppa convinzione.
Lei si lascio' cadere in ginocchio di fronte a lui e sollevo' il capo
fissandolo diritto in volto: i suoi occhi erano davvero bagnati di
lacrime, ma ora erano illuminati da una nuova speranza:
-Davvero potresti?!?-
-Bhe... Se la cosa ti fa felice...- nicchio' lui.
-Oh, InuYasha, non immagini nemmeno quanto!- gioi' lei illuminandosi
tutta in volto: -Grazie! Grazie!-
E cosi' dicendo gli si butto' al collo, abbracciandolo.
Il ragazzo, che non si aspettava un tale impeto d'entusiasmo da una
che stava piangendo meno di dieci secondi prima, perse l'equilibrio e
si ribalto' all'indietro, finendo a gambe all'aria.
Kagome caracollo' su di lui in una posizione assolutamente indecorosa:
-Ouch!-
-Ahio!-
Segui' un attimo di imbarazzatissimo silenzio, durante il quale
entrambi si fissarono ammutoliti sentendosi avvampare.
Dopodiche', ripreso il controllo, i ragazzi cercarono di allontanarsi
l'uno dall'altra quanto piu' velocemente fosse in loro potere, col
devastante risultato che InuYasha pianto' un gomito nell'occhio alla
ragazza, e Kagome gli diede una violentissima ginocchiata dritta nelle
palle.
L'urlo di dolore del mezzodemone fu avvertito fino al villaggio, dove
i contadini, terrorizzati, costrinsero Miroku ad improvvisare un rito
di purificazione contro quell'invisibile ed urlante Nube di Sventura
che serpeggiava nell'aria.
-InuYasha! InuYasha, tutto bene?- chiese Kagome chinandosi premurosa
sul ragazzo, che se ne stava tutto raggomitolato su se stesso,
mordendosi le labbra per impedirsi di gridare ancora:
-InuYasha, rispondimi! Per favore, di' qualcosa...-
-T...ti prego...anf, anf... TACI!- balbetto' lui con un lacrimone che
gli colava lungo una guancia.
Kagome, mortificata, si rannicchio' tutta, nascondendo il viso fra le
ginocchia.
Accidenti! Stava andando tutto a rotoli...
Si senti' come svuotata e priva di forze.
Poi, avvertendo un lieve fruscìo, sollevo' il capo: InuYasha era in
piedi di fronte a lei, e le tendeva la mano:
-Alzati, su...-
-Uh...io... Scusami, InuYasha, sono goffa e maldestra.-
-Scema, per cosa mai ti stai scusando?! Mica l'hai fatto apposta.-
C'era una vena dolce in quelle parloe e Kagome senti' riscaldarsi il
cuore: per quanto le avesse dato della scema, il tono della voce di
lui era colmo d'affetto.
Affero' la mano del mezzodemone e si sollevo' da terra:
-Stai bene, ora?- si informo' premurosa.
-Piu' o meno. Non preoccuparti, passera' subito.- si schermi' lui
-Tu piuttosto: hai un occhio nero. Ti accompagno dalla vecchia
Kaede, che avra' senz'altro qualche intruglio d'erbe per lenirti un
po' il gonfiore.-
-Lascia, s'e' fatto tardi: devo tornare a casa. Mi medichero' nella
mia epoca, non temere.-
-Uh, vai gia' via?- soggiunse lui con una punta di malinconia: -Ti
porto al Pozzo, allora.-
E, senza darle tempo di ribattre, se la isso' sulla schiena e parti'
a grandi balzi.
-Ma cosa fai, sei impazzito?! Non dovresti sforzarti...-
-TSK!-
In realta' il dolore era ancora tale da annebbiargli la vista, ma per
nulla al mondo, in quel momento, avrebbe rinunciato a portarla in
spalla: lei era cosi' calda...
Quando l'aveva addosso, gli sembrava che quel tepore si diffondesse
dentro di lui, fino ai recessi piu' reconditi e gelati del suo cuore.
Sfrecciava in silenzio nella brezza della sera, assaporando il respiro
di lei sul proprio collo, il profumo dei suoi capelli scuri e la
pressione delle sue mani e delle sue gambe che si stringevano forte a
lui.
Nella vita non aveva altro, altro che questo.
Forse era proprio per questo che tali cose, che amava disperatamente,
erano anche le uniche che lo terrorizzavano fin nel profondo
dell'animo.
Giunto al Pozzo, la poso' delicatamente a terra:
-Allora dovro' venire da te?... Quando?-
-Sabato, cioe' il giorno che ti avevo promesso che sarei tornata.-
-Uff, che inutile perdita di tempo- si lamento' lui: -E' alla sera,
vero?-
-Si', dovremo esser la' per le sei.-
-Le SEI?!?!- (*)
-Si', ma dovro' prepararti, quindi dovrai venire presto.-
-Prepararmi... IN CHE SENSO?!?- chiese diffidente il mezzodemone.
-No no, niente, non farci caso! Verso le undici andra' benone!-
-Le UNDICI?!?!?- (*)
-Si', le undici. Perche' fai quella faccia inebetita? Ci vorra' un bel
po' di lavoro per renderti presentabile, quindi VIENI PIU' PRESTO CHE
PUOI!-
"?!? Bhoooo?..." (*)
-Ehm... D'accordo, arrivederci!-
(*)NOTA: Nel Giappone antico le ore del giorno venivano chiamate con
nomi di animali (es: l'ora del cane, l'ora del drago etc..) e non coi
numeri. Le espressioni "alle sei" e "alle undici", quindi, per
InuYasha non significano nulla!
-Ciao, a sabato!- gli sorrise lei radiosa, gettandosi nel Pozzo.
InuYasha la osservo' scomparire pensieroso: era sicuro che dietro
quell'invito dovesse nascondersi una qualche fregatura, ma non riusciva
a vedere dove, dannazione!
Forse avrebbe semplicemente dovuto fidarsi di lei, che sprizzava entusiasmo da
tutti i pori al solo pensiero della festa. La fiducia nel
prossimo, però, non era tra le sue virtu'.
Sbuffo', incamminandosi poi deciso verso la capanna di Kaede.
***
Quella sera l'atmosfera in casa dell'anziana sacerdotessa fu molto
piu' vivace e movimentata del solito: InuYasha si sbafo' anche la
porzione di minestrone ("il minestrone di cipolle della vecchia
Kaede") di Miroku, dato che lui, col suo povero labbrone, non riusciva
nemmeno a mangiare, poi, non sazio, rubo' a Shippo quasi tutti i suoi
spiedini. Il volpacchiotto, offesissimo, cerco' di vendicarsi, cosi'
che i due finirono col litigare e farsi dispetti per tutta la serata,
facendo un macello tremendo.
Kaede e Miroku, pero', furono davvero felici nel vedere InuYasha cosi'
pieno di vita, lui che durante tutta la settimana precedente se ne era
sempre stato in disparte, sbocconcellando il cibo di malavoglia.
Solo Sango non riusciva a gioire: guardava di sottecchi il labbro
gonfio e tumefatto del povero monaco, e si sentiva profondamente in
colpa per averlo colpito con tanta violenza da ridurlo cosi'.
NOTE:
(1)-chan: suffisso che i giapponesi usano come vezzeggiativo.
(2)Baka: stupido, scemo, cretino, idiota e qualsiasi altra variazione sul tema
(3)Daimyo: feudatario. I daimyo erano i signori dei vari piccoli regni in cui era suddiviso il Giappone durante l'Epoca Sengoku, regni che, a quel tempo, erano perennemente in guerra fra loro.
Ringrazio tutti coloro che si sono messi a leggere questo mio delirio, e soprattutto chi ha lasciato una recensione.
Quanto agli aggiornamenti, prevedo di poterli fare ogni dieci giorni circa: il racconto, infatti, su carta e' completo, dovete quindi solo lasciarmi il tempo materiale di batterlo e farne l'html. (direte voi: ma dieci giorni sono tantissimi per battere un capitolo! Il fatto e' che questa storia consta di soli sette capitoli, ma LUNGHISSIMI!)
Vi assicuro, comunque, che ho intenzione di pubblicarlo fino alla fine!
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Capitolo 3 *** Sotto il vestito... niente - prima parte ***
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Ovvero: La festa di compleanno di Eri
Capitolo 3: SOTTO IL VESTITO... NIENTE - Parte prima
InuYasha salto' fuori dal Pozzo con un misto di apprensione ed
agitazione nel cuore. Cerco' di respirare profondamente per calmarsi, ma
fu una pessima idea: l'aria del mondo di Kagome era veramente terribile,
colma di veleni che gli pizzicavano le narici e gli solleticavano la
gola. Tossi'disgustato, chiedendosi come gli umani potessero
sopravvivere in quell'atmosfera che ben poco aveva da invidiare ai
piu' venefici miasmi demoniaci: a lui serviva sempre un bel po' di
tempo per abituarvisi.
Usci' dall'hokora e sollevo' lo sguardo al cielo: stava per
albeggiare. Benone, ERA PROPRIO IN ORARIO PERFETTO!
Balzo' sul davanzale della camera di Kagome, ma trovo' la finestra
ancora chiusa. Poco male: in un attimo la forzo', "sguarando"
irrimediabilmente la maniglia, ed entro' baldanzoso.
Si stupi' non poco nel vedere che Kagome dormiva della grosssa: ma
come, si era tanto raccomandata che venisse il piu' presto possibile e
poi si faceva sorprendere ancora addormentata?!
Si avvicino' al letto ed inizio' a scuoterla senza alcuna pieta':
-Kagome! Ehi Kagome, svegliati!-
-Uhmmmmm...Eeehmmm...- mugulo' lei con una voce che pereva provenire
dall'oltretomba: -Che succed... InuYasha?! Ma che ore sono?!?-
-E' quasi l'alba- rispose lui candidamente.
-Coooosaaaa?!?-
Kagome si rizzo' a sedere sul letto ed afferro' di scatto la sveglia;
la fisso' a lungo con sguardo indecifrabile, poi si volto' lentamente
verso di lui con un'espressione terribile in volto.
Anche se non riusciva a spiegarsi il perche', il mezzodemone inizio'
seriamente a preoccuparsi per la propria incolumita':
-C'e' forse qualcosa che non va?...- chiese timoroso.
-InuYasha...(GRRRR) NON SONO NEMMENO LE CINQUE DEL MATTINO!!! COSA
ACCIDENTI CI FAI QUI A QUEST'ORA?!?- gli urlo'contro lei, furiosa.
-M..ma... Me l'hai detto TU di venire PRESTO!-
-Non ti ho certo detto COSI' presto, pero'!!-
-Ma io che ne so?! Davi i numeri: le 6, le 11... Io sono venuto presto
e basta!-
-Si puo' sapere cos'e' tutto questo trambusto?- chiese Sota con voce
impastata dal sonno, apparendo improvvisamente sulla soglia: -Io
voglio dormire, vedi di fare silenzio, sorellona.-
La vista del fratellino assonnato fece svanire d'un tratto tutta l'ira
di Kagome:
-Scusami Sota, non volevo...-
-Oh, ma guarda! C'e' anche il fratellone!- esclamo' il bambino che
finalmente era riuscito a mettere a fuoco qualcosa: -Cosa ci fai in
camera di mia sorella a quest'ora?- chiese senza alcun'ombra di
malizia.
Kagome, pero', si senti' profondamente imbarazzata: possibile che
InuYasha entrasse sempre in camera sua con tanta naturalezza? Non
aveva il minimo senso del pudore, cavoli!
-E..ehm, ha semplicemente sbagliato orario- balbetto' quasi per
scusarsi.
-TSK!- ringhio' il mezzodemone piccato, voltandosi in modo da dare la
schiena ad entrambi.
-Sentite: io adesso me ne torno a letto. Vedete di non svegliarmi di
nuovo, ok?-
E, stropicciandosi gli occhi, il bimbetto si trascino' nella sua
stanza.
Kagome si rivolse poi al ragazzo, che se ne stava eretto a braccia
conserte, voltandole le spalle:
-Ascolta, InuYasha, e' molto presto: io voglio dormire ancora per
almeno due ore. Perche' non ti trovi un angolino comodo e non
sonnecchi un po' anche tu? Stasera faremo tardi, ti conviene
riposarti ora che puoi.-
-Io non sono affatto stanco!- ribatte' lui continuando a restar
girato: -Comunque dormi pure, se ci tieni tanto: ti aspettero'.-
E cosi' dicendo si sedette li' dov'era, appoggiandosi alla sponda del
letto. Incrocio' le gambe tenendo le braccia conserte e si mise ad
osservare la stanza avvolta nella penombra.
Lei si era distesa voltandogli la schiena, nel lato del letto piu'
lontano da lui.
Il suo respiro si faceva sempre piu' profondo e regolare, segno che
stava riaddormentandosi rapidamente. Poi InuYasha la senti' muoversi
nel sonno e d'un tratto trasali': la ragazza stava giocherellando
coi suoi capelli.
Probabilmente, girandosi nel dormiveglia, se li era ritrovati fra le
mani ed aveva iniziato ad attorcigliarseli inconsciamente sulle dita,
come fanno i bambini piccoli coi capelli della loro mamma, quando
devono addormentarsi.
Il mezzodemone non osava fiatare: da tempo immemore il suo corpo era
abituato a sopportare anche il dolore piu dilaniante, ma non era
affatto avvezzo ai gesti d'affetto.
Sconcertato ed incredulo, resto' immobile ad assaporare quel tocco
gentile e dolce: era bello.
Si sentiva stranamente in pace.
Chiuse gli occhi e, lentamente, ogni fibra del suo corpo si rilasso'
ed il suo respiro si fece via via sempre piu' regolare, finche'
anch'egli scivolo' in un sonno profondo.
Si' sveglio' di soprasslto con un trillo insopportbile che gli
martellava nelle tempie: in men che non si dica era gia' in piedi, con
Tessaiga sguainata, pronto ad attaccare la fonte di quel suono
penetrante:
-Va tutto bene, InuYasha, e' solo la sveglia- lo tranquillizzo'
Kagome per nulla stupita dalla repentina reazione del ragazzo-cane:
-E' un oggetto innocuo, riponi pure la tua spada.-
Stordito ed un po' confuso, lui rinfodero' la katana senza troppa
convinzione.
-Ascoltami bene, InuYasha: adesso io devo andare a scuola; ci staro'
solo tre ore, dato che alle ultime due c'e' educazione fisica, ma io
ho l'esonero (per rendere piu' credibile la storia delle mie
malattie, sai...). Tu aspettami qui senza fare danni: appena torno mi
occupero' di te, d'accordo?-
-Uff, la solita rottura di scatole.-
Kagome ando' a scuola ed il mezzodemone venne affidato alle "cure" di
nonno Higurashi, che lo armo' di cacciavite e lo mise a riparare la
finestra della camera di Kagome che aveva divelto poche ore prima.
L'inizio fu disastroso, ma il nonno stavolta non aveva intenzione di
darsi per vinto, cosi', in capo ad un paio d'ore, InuYasha fu in grado
di maneggiare cacciavite, pinze, chiavi a brugola e perfino il trapano
con grande maestrìa.
Riparata la finestra, la "squadra guastatori" passo' al rubinetto
della cucina (che dopo la vicenda dello SCARAFAGGIO non si era piu'
ripreso del tutto), poi al filtro della lavastoviglie che era
incrostato dal calcare ed infine al portone del magazzino che cigolava
sinistramente.
Quando Kagome rientro' al tempio, trovo' InuYasha nel mezzo del
cortile, intento a smontare il motore di una lavatrice sotto la
stretta supervisione del nonno:
-Ehila' Kagome, bentornata!- la saluto' vivacemente il ragazzo,
agitando nell'aria una chave del 23; poi riprese intento il suo
lavoro: sembrava uno che nella vita non avesse mai fatto altro...
Kagome guardo' allibita il nonno: -Co..cosa sta facendo?!-
-Smonta il motore della vecchia lavatrice.-
-Quello lo vedo, ma... PERCHE'?!-
-Perche' mi serve: voglio riutilizzarlo per farci una piccola mola.-
-Non ti ho chiesto questo! Intendevo "perche' lo fa lui", cioe'...
Com'e' possibile che stia facendo un lavoro da meccanico?!?-
-Eh eh, cara la mia nipotina, non dovresti sottovalutare il tuo
nonnino: mi e' costato un gran fatica, ma gli ho insegnato proprio
bene, non trovi? Comunque sia e' un ragazzo sveglio: apprende in
fretta. Senza contare che, con la forza che ha, non c'e' vite che
riesca a resistergli: smonta anche le piu' arrugginite.-
Kagome torno' a fissare il mezzodemone, basita.
Lui diede ancora un paio di giri ad un bullone, dopodiche' il motore
si stacco' definitivamente:
-Ecco qui!- disse trionfante. -Dove lo metto?-
-Posalo sul tavolo da lavoro del magazzino, grazie. La carcassa della
lavatrice, invece, mettila pure nella carriola, così piu' tardi la
porterò in discarica.-
Col motore in una mano ed il resto della lavatrice nell'altra, il
mezzodemone spari' rapido e baldanzoso dentro al portone del
magazzino:
-Pensa, Kagome: NON HA ROTTO NIENTE!- le comunico' il nonno, quasi in
estasi.
-Ehm... Nonnino, hai l'aria stanca: perche' non vai a riposarti un po',
adesso? Pensero' io a lui.-
-Hai proprio ragione: credo che andro' a prepararmi un buon the'
ristoratore.-
E cosi' dicendo l'anziano sacerdote si avvio' verso casa, gongolante.
Era veramente soddisfatto di se stesso: il fatto che fosse riuscito a
tenere a bada quello Spirito Maligno irrequieto per ben tre ore era
segno inequivocabile che egli possedeva una GRANDE FORZA SPIRITUALE.
Ormai nessuno piu' avrebbe potuto metterla in dubbio!
Nel frattempo Kagome recupero' InuYasha e lo trascino' nel bagno:
-Cerca di lavarti quelle mani sudicie alla svelta- disse posandogli un
barattolo di pasta lava-mani sotto il naso: -Dobbiamo andare a
comprarti qualche capo di vestiario per questa sera.-
-Perche', cosa c'e' che non va nella mia veste? La indosso da quando
sono nato!-
-Appunto: e' gia' fuori moda nella tua epoca, figuriamoci nella mia!-
-Non ho nessuna intenzione di cambiarmi d'abito- controbatte' lui
deciso, mentre si sfregava energicamente le mani per togliere
l'untume del motore.
-Non fare il bambino: voglio che tu sembri un comunissimo essere
umano, stasera. Con quel vestito addosso non saresti plausibile.-
-Perche' non dici loro semplicemente la verita'?-
-Figurati! In quest'epoca nessuno crede piu' ai demoni e agli
spiriti: sono considerate solo leggende per spaventare i bambini. Le
mie amiche sono convinte che tu sia un normalissimo essere umano, e
io non ho alcuna intenzione di smentire la cosa: saremmo presi per
pazzi.-
-Mi credono umano?!? Eppure mi hanno guardato bene! E' la prima
volta che qualcuno, pur vedendomi, mi scambia per un uomo...-
-Ma che c'e' di strano? Hai due gambe, due braccia e una testa, in
fondo. Nel mio mondo e' semplicissimo tingersi i capelli dei colori
piu' svariati, o usare lenti a contatto colorate per cambiare colore
agli occhi: e' una cosa che fanno in tanti, nessuno si stupisce.-
-Se non si stupiranno per i miei capelli, non vedo perche' dovrebbero
trovare qualcosa da ridire sul mio kimono: vengo vestito cosi' e
basta- concluse lui asciugandosi le mani nei calzoni.
-NO CHE NON CI VIENI CONCIATO COSI'!- sbotto' la ragazza: -Ma non
capisci?! Saresti ridicolo, si prenderebbero tutti gioco di te!-
-Cosa c'e' di ridicolo nella mia veste? Anche tuo nonno indossa abiti
simili!-
-MIO NONNO HA PIU' DI SETTANT'ANNI!-
-E io in quest'epoca ne ho piu' di SETTECENTO!!! Dove diavolo e' il
problema, dannazione?!-
-IL PROBLEMA E' CHE NON NE DIMOSTRI NEMMENO DICIASSETTE! E nessun
sedicenne si presenterebbe mai ad una festa con quell'arnese
addosso!!! -
-TSK! Cioe', in sostanza, mi stai dicendo che i tuoi coetanei in
quest'epoca si curano cosi' tanto delle apparenze da perdersi
l'essenziale?!-
-Eh? Che vuoi dire?-
-Voglio dire che sarebbero capaci di emarginarmi se non sono vestito
come loro, ma non sarebbero in grado di scoprire la mia natura
semidemoniaca semplicemente osservando i tratti del mio viso?-
-Bhe, io... Io credo proprio di si'.-
-Cribbio, che idioti!-
-E dai, InuYasha, non farti pregare...- lo supplico' la ragazza
tirandolo per un braccio e conducendolo fuori dal bagno: -Sara' per una
sera soltanto: lascia fare a me, vedrai che andra' tutto bene!-
Di fronte a quegli occhioni supplichevoli il mezzodemone si trovo'
costretto ad arrendersi.
-TSK! E sia! Ma domani torniamo nell'era Sengoku. E non accetto
rinvii.-
Lei annui' decisa per rassicurarlo, sorridendogli solare e dirigendosi
nel frattempo verso l'ingresso.
Si infilo' le scarpe e prese dall'attaccapanni quel cappellino che
InuYasha utilizzava come copri-orecchie:
-Ecco, tieni.- disse porgendoglielo: -Mettilo in testa e togliti la
casacca.-
-Perche' devo toglierla?!-
-HO FINITO DI SPIEGARTELO MENO DI TRENTA SECONDI FA! Toglitela e
basta, senza fare troppe storie! MAAAAAMMAAAA!...- grido' poi
volgendosi verso il tinello: -Abbiamo mica un paio di infradito da
prestare a InuYasha???-
La signora Higurashi, pacata e compita come sempre, fece capolino
dalla porta della cucina:
-Ma certo, cara: dovrebbero esserci i vecchi waraji del nonno. Vado a
prenderteli.- disse sparendo lungo il corridoio.
(Nota: i waraji sono i sandali di paglia, come quelli di Sango e
Miroku)
-Perche' devo mettere delle infradito? Io sto piu' comodo a piedi
nudi.-
-Stammi a sentire: nessuno gira scalzo per le strade di Tokyo. Senza
quella giacca sgargiante e con dei sandali ai piedi potresi QUASI
sembrare normale, quindi finiscila di fare tutte queste storie!-
La signora Higurashi giunse coi waraji ed InuYasha fu costretto, suo
malgrado, a lasciarle non solo la veste, ma anche la sua cara Tessaiga
in cambio di quel paio di sandali sgualciti che, tra l'altro, gli
erano pure un po' piccoli.
Si avviarono infine verso il quartiere commerciale.
-TSK! Ma tu guarda come me hai ridotto: disarmato, senza armatura e
con questi scomodissimi arnesi sui piedi. Se ci attaccassero ora
saremmo spacciati.-
-Non ci attacchera' nessuno, smettila di brontolare. Piuttosto
ascoltami attentamente: cerchero' di illustrarti come funziona la
vita in quest'epoca.-
E Kagome si lancio' in un lungo panegirico su Usi e costumi dei
giapponesi nel XXI secolo. Il mezzodemone l'ascoltava distrattamente,
attratto com'era da tutte le novita' che lo circondavano.
Mentre erano fermi ad un semaforo pedonale ad attendere il verde,
l'attenzione del ragazzo fu carpita da un chiosco di giornali. Si
allontano' un poco da Kagome e si soffermo' ad osservare le copertine
di centinaia di riviste con enorme stupore: quelle "robe" erano piatte
come dipinti, ma le persone che vi erano ritratte non sembravano
affatto disegnate, anzi, era come se qualcuno avesse catturato dei
veri esseri umani e li avesse imprigionati dentro alla carta con un
qualche sortilegio.
-Desidera qualcosa?- gli domando' gentilmente l'edicolante.
-Posso... Posso toccarle??- chiese InuYasha con occhi speranzosi.
-?!? M..ma certo, prego...-
Il ragazzo carezzo' le riviste, ma tutte quelle figure erano fredde
e piatte, e nessuna sembrava muoversi in risposta al suo tocco.
"Uhmm... Non sembra che costoro siano imprigionati: forse e' stata
catturata solo la loro immagine." concluse infine, dubbioso.
Dopodiche' prese a sfogliare le riviste stesse, interessandosi ai
soggetti ritratti nelle fotografie: erano soprattutto donne e, come
diceva Kagome, molte avevano cambiato colore ai loro capelli e
sfoggiavano sgargianti chiome gialle o arancioni.
Poche soltanto
sorridevano: la maggior parte di esse fissava il nulla con sguardo
indecifrabile. E poi erano tutte magre ed ossute, col volto scavato
dalla fame... Che ci fosse la carestia?! Poteva essere benissimo,
dato che molte di esse avevano ben pochi vestiti indosso: forse non
potevano permetterseli.
Sfoglio' due o tre riviste, dopodiche' il giornalaio fece per tornare
alla carica, ma non oso' proferire parola: resto' basito a guardare
quel tipo strambo, abbigliato con abiti tradizionali, con una
pettinatura post-moderna ed una collana al collo stile "noi uomini
duri" che consultava assorto MANI DI FATA (nota rivista di maglia e
ricamo) con l'aria di trarre grandi considerazioni filosofiche da
essa.
***
Nel frattempo Kagome, tutta presa dal suo discorso, aveva attraversato
la strada e si era allontanata di un paio di isolati, senza accorgersi
che il mezzodemone non la stava piu' seguendo.
Convinta che fosse dietro di lei, continuo' a camminare decisa, fino a
quando la sua attenzione non fu attratta da una vetrina di calzature:
-Guarda, InuYasha: un negozio di scarpe! Andiamo a vedere se ce n'e'
qualcuna di tuo gusto.-
E cosi' dicendo corse alla vetrina, ma non appena vi giunse si rese
conto che nessun essere dai lunghi capelli bianchi si stava
riflettendo nel vetro.
Orrendo sospetto!
Si volto' di scatto e si senti' mancare: InuYasha non c'era piu'.
L'AVEVA PERSO! E nel bel mezzo del quartiere commerciale, per giunta.
Non l'avrebbe mai ritrovato fra quella folla brulicante.
Che fare?
In preda al panico, ripercorse a ritroso il tragitto appena compiuto:
"Non e' certo uno dall'aspetto che passa inosservato, forse qualcuno
l'ha visto."
E, forte di questo pensiero, prese a chiedere informazioni ai
passanti.
***
InuYasha, intanto, continuava a rimuginare su quelle figure; poi,
d'un tratto alzo' lo sguardo verso l'edicolante:
-Ehi, amico, sono belle?- domando' deciso.
-C..chi, scusi?- balbetto' il malcapitato, che iniziava a chiedersi
se quel tipo strambo non fosse anche aggressivo... Perche' i matti
capitavano sempre a lui?!
-Le fanciulle di questi strani dipinti. Sono belle o no?-
-Certo che lo sono! Non ce li hai gli occhi?! Sono tutte indossatrici
e fotomodelle rinomate, praticamente le figliole piu' belle di tutto
il Giappone.-
-Ah- fece il suo interlocutore con l'aria di chi non sarebbe mai
arrivato alla stessa conclusione da solo.
-Senta, se queste non sono di suo gusto, posso mostrarle dei
giornalini piu'... Come dire..."piccanti": li' le donne sono piu'
formose.-
-PICCANTI?!? No no, per carita', il curry non mi piace per niente:
mi si irrita tutta la bocca.-
-?!?-
"Come supponevo, questo qui e' tutto svitato. Forse dovrei chiamare
la polizia, ma devo tenerlo buono fino ad allora."
E cosi' riprese a parlargli con garbo e pacatezza:
-Lei resti pure qui a consultare queste riviste: io vado ad occuparmi
degli altri clienti, poi torno a controllare se ha scovato qualcosa,
d'accordo?-
Ed inchinandosi in segno di saluto, si porto' sull'altro lato del
chiosco ed estrasse il cellulare, deciso a chiamare il 110.
In quella, pero', vide una ragazzina che gli correva incontro
trafelata:
-Ehi, signore! ...anf...anf... Le chiedo scusa, ha mica visto un
ragazzo con dei lunghissimi capelli candidi? Indossa dei calzoni
scarlatti e...-
-Certo che l'ho visto!- sbotto' il giornalaio afferrandola
energicamente per le spalle: -E' un quarto d'ora che e' qui! E' TUO?!
Te lo porterai via, vero????-
-E' qui?! Meno male!- Kagome sospiro' di sollievo: -Le ha forse
arrecato qualche disturbo?-
-Bhe, non proprio. Ma iniziava ad inquietarmi un po': sai, un
ragazzo dall'aria cosi' vigorosa che osserva con tanta meticolosita'
i settimanali di taglio e cucito...-
-TAGLIO E CUCITO?!?-
Kagome desidero' intensamente di poter sprofondare: forse, se
l'avesse trovato con dei giornalini hard tra le mani, sarebbe stato
meno imbarazzante.
Si diresse come una furia verso il mezzodemone:
-INUYASHA! Come ti e' saltato in mente di allontanarti?!-
-Allontanarmi?- chiese lui senza minimamente scomporsi: -Io sono
sempre rimasto qui, casomai sei tu che te ne sei andata.
Comunque non e' il caso di agitarsi tanto: so badare benissimo a me
stesso.-
-Lasciamo perdere!- tuono' lei prendendolo energicamente per un
braccio e trascinandolo via: -Bisognerebbe portarti in giro legato!-
-Non trattarmi come un cane!- sbotto' lui liberandosi dalla presa
della ragazza con un violento strattone, per restare poi a fissarla
con occhi rabbiosi.
Kagome abbasso' lo sguardo:
-Scusami, non volevo mancarti di rispetto. Mi sono spaventata
quando ho visto che non c'eri piu' e cosi' ho perso la testa.
Non avevo intanzione di offenderti, davvero.-
-Bha! Non ha piu' importanza. Andiamo, su!-
Lei annui' sorridente e gli si accosto' lieta, prendendolo
delicatamente sottobraccio ed avviandosi allegramente per la strada
affollata, accanto a lui.
In breve, pero', si rese conto che tutti i passanti li fissavano
insistentemente, chi con occhi stupiti, chi ridendo sotto i baffi,
chi scuotendo il capo con disapprovazione.
Anche senza kariginu e coi sandali ai piedi, l'aspetto di InuYasha
risultava comunque implausibile, quasi ridicolo.
Kagome inizio' a sentirsi a disagio sentendo tutti quegli sguardi
canzonatori puntati sul suo accompagnatore.
Lui camminava eretto e fiero, con lo sguardo duro ed impassibile
rivolto dritto davanti a se'.
Beato lui, che non era tipo da far caso a queste cose e avanzava
come se niente fosse: lei invece stava morendo di vergogna.
Le ci voleva una scusa per lasciare il suo braccio: forse se avesse
finto di vedere qualcosa di interessante in una vetrina e fosse corsa
via...
A questo pensiero, pero' si senti' gelare: si vergognava di lui.
Stava finalmente passeggiando sottobraccio con InuYasha e si sentiva
solo morire di vergogna.
Era veramente una creatura meschina.
Inizio' a tremare impercettibilmente, allentando la presa sul braccio
di lui, e pian piano rallento' il passo.
-Lasciami pure, Kagome.- le disse lui d'improvviso, continuando a guardare
avanti: -Va' avanti e fammi strada: io ti verro' dietro, senza
perdermi stavolta.-
-M..ma...- balbetto' lei senza osare guardarlo in volto.
-Niente ma. Fallo e basta, cosi'questo strazio ti verra' risparmiato.-
Kagome trasali': e cosi' il mezzodemone non solo si era accorto delle
occhiate crudeli dei passanti, ma aveva percepito anche tutto il suo
disagio. Tutta la sua vilta'.
-InuYasha, io...- si provo' a dire, stingendo forte la manica del suo
kimono bianco.
-Tu non ci sei abituata, per me, invece, e' una
cosa normale- commento' infine abbassando lo sguardo e lasciando
che i capelli gli celassero gli occhi: -Forza, va'avanti.-
-No, non lo faro'. Ora sei tu che ti tratti come un cane: solo i cani
seguono il padrone da dietro. Io staro' al tuo fianco. Lo stesso.-
-Non voglio la tua pieta'- ribatte' duramente il ragazzo.
-Non e' pieta'- lo rassicuro' Kagome.
-Ah no? E che sarebbe?-
-E' un segreto- sussurro' lei arrossendo un pochino. Poi, tremante, lo
prese per mano, dapprima con un tocco delicato, poi stringendogliela
forte forte mentre riprendeva a camminare accanto a lui.
InuYasha cercava disperatamente di contrastare la tempesta che il
contatto con lei provocava nel suo animo: sentiva il cuore
martellargli in gola e le guance farsi rosse e calde; sentiva il suo
respiro spezzarsi e le gambe farsi stranamente insicure.
Non voleva! Non voleva questo!
Perche'? Perche' non era capece di essere superiore a queste cose??
Perche' il tepore della mano di lei lo destabilizzava a tal punto?
Era solo un debole. Un debole, si', che non riusciva a bastare a se
stesso.
Odiava e amava disperatamente queste sensazioni, in preda alle quali
si sentiva cosi' vulnerabile. Le stesse sensazioni che un tempo lo
avevano spinto a legarsi a Kikyo.
Non doveva cedere di nuovo.
Non doveva legarsi ancora di piu' a Kagome.
Non doveva attaccare il cuore a nessuno o avrebbe sofferto di nuovo.
Ma al ricordo del suo amore spezzto, la sua mano si strinse forte a
quella di lei, tanto forte da tremare.
-Tutto bene, InuYasha?- chiese lei con dolcezza.
-Certo!- menti' prontamente il ragazzo.
"Dannazione!" penso' stordito: "se dovessi perdere Kagome io... Io..."
Ma in quel momento lei era li', ed egli si abbandono' al suo profumo,
assaporandone la presenza in silenzio, cosi' che, pian piano, ogni
onda del suo cuore sembro' acquietarsi.
Continua...
Ho tagliato a meta' il lunghissimo capitolo, cosi' da poterlo aggiornare prima. Spero ne siate contenti :)
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Capitolo 4 *** Sotto il vestito... Niente - seconda parte ***
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Ovvero: La festa di compleanno di Eri
Capitolo 3: SOTTO IL VESTITO... NIENTE - seconda parte
A rompere quell'idillio, svoltato un angolo, si presento' incombente
la gigantesca sagoma di un enorme edificio:
-Eccoci, siamo arrivati- annuncio' Kagome: -Qui troveremo senz'altro
qualche capo di vestiario carino ed economico.-
-Accidenti: non ho mai visto un sarto con una dimora tanto spaziosa!-
si meraviglio' lui, restando a bocca aperta.
-Ma non e' la casa di un sarto! Sono i Grandi Magazzini: qui non
fabbricano nulla, ma rivendono tutto a prezzi abbordabili.-
-?!?-
-Vieni: dobbiamo salire al piano superiore, dove c'e' il reparto
abbigliamento.-
E cosi', varcata una strana soglia trasparente che si apriva per
magia senza che nessuno la toccasse, InuYasha segui' sconcertato la
ragazza fra filari e filari di cibarie di ogni genere, per poi
ritrovarsi di fronte ad una lunga scala semovente.
I gradini salivano da soli, eppure non percepiva alcuna aura
demoniaca provenire da essi. Com'era possibile?!
-InuYasha! Sali, su!- lo richiamo' lei, gia' a meta' della scala
mobile.
Senza farselo ripetere, lui spicco' un balzo, l'afferro' al volo per
la vita ed atterro' direttamente al piano superiore, portando la
ragazza con se'.
Kagome si guardo' intorno con circospezione, ma pareva che nessuno li
avesse notati:
-Ma che ti passa per la testa?! E se qualcuno ci avesse visti?-
sussurro'.
-TSK! Sai che me ne importa! Non dovresti fidarti cosi' delle cose
stregate, Kagome.-
-STREGATE?! Gurada che qui l'unica cosa STREGATA sei TU!!! Quei
gradini sono spinti da un motore, esattamente come quello che hai
smontato dalla lavatrice, solo un po' piu' grosso. Non sono mica
magici!-
Kagome sembrava divertita, ma a lui tutte quelle diavolerie moderne
continuavano a non ispirare affatto fiducia.
La ragazza si diresse leggiadra verso la zona degli abiti maschili e
lui resto' ad attendere impassibile mentre scartabellava fra filari
di camicie e ripiani di pantaloni.
-Ecco qua!- gli disse infine mettendogli fra le mani un paio di jeans
ed una camicia molto elegante: -Non sono capi di marca, ma essendo
nuovi ci farai comunque un figurone. Provali!-
E, al colmo dell'entusiasmo, lo spinse senza complimenti dentro ad
un camerino:
-Kagome? Perche' mi hai chiuso qui dentro?!-
-Devi togliere i tuoi vestiti e mettere quelli nuovi, cosi' vediamo
se sono della tua misura. Quando sei pronto vieni fuori e fatti
guardare.-
-...-
Passarono cinque minuti buoni:
-InuYasha?... Non hai ancora finito?...-
-Ehm... Veramente no....-
"?!? Accidenti, e' piu' lento di una donna!!!!!"
-Vabbe', senti, fai con comodo: io intanto vado a dare un'occhiatina
ai costumi da bagno.-
Kagome torno' circa dieci minuti dopo con un bikini rosso sgargiante
sottobraccio.
-Sono qui, InuYasha. Fatti vedere!-
-M..ma... Non sono pronto.-
-?!?! Come sraebbe a dire? E' un quarto d'ora che sei li' dentro!!!
Non puo' volerci tutto questo tempo per infilarsi dei jeans ed una
camicia!-
-Ma questi assurdi abiti non stanno legati!!-
-...Legati?! Legati a cosa?-
-Legati e basta!-
-MA COSA CAVOLO STAI COMBINANDO?- sbotto' lei irrompendo senza
preavviso nel camerino.
Alla vista del mezzodemone, pero' non pote' fare altro che scoppiare
a ridere a crepapelle.
Lui la fissava risentito:
-Bhe, che c'e' di tanto ilare?!-
Kagome tiro' la tenda del camerino, chiudendovisi dentro insieme a
lui: continuava a gagiare come una matta, incapace di articolare
parola.
Il povero mezzodemone, che in vita sua non aveva mai visto un bottone
(In Giappone furono introdotti durante la restaurzione Meiji, quindi
dopo il 1868; InuYasha vive invece all'incirca nel 1500-NdA), si era
ingegnato non poco per tentare di tenere insieme quei vestiti e,
sudando sette camicie, era infine riuscito ad incrociare la camicia
sul petto come un kimono, infilandola nella vita dei jeans, che
pero', ovviamente, senza il bottone non stavano su, e cosi' aveva
pensato di legarli con la fascia dei suoi soliti calzoni. Peccato
che in questo modo restasse una vistosa apertura proprio li'...
Ma il ragazzo-cane non era tipo da arrendersi: studiando con
meticolosita' la situazione, aveva notato che facendo scorrere un
piccolo cursore su una scaletta dentata, quell'imbarazzante apertura
si riduceva (ebbene si': aveva scoperto la cerniera!).
Preso dall'entusiasmo, l'aveva sollevata rapidamente, col devastante
risultato che il cursore si era incastrato nella stoffa del suo
fundoshi (indumento intimo tradizionale, praticamente un perizoma - NdA) e
ora non andava piu' ne' su ne' giu'.
Non che lui si sentisse prettamente presentabile abbigliato in quel
modo, ma al vedere Kagome che si pisciava sotto dalle risate si
senti' profondamente umiliato.
Si volto', dandole la schiena, e riprese nervosamente a litigare con
la cerniera, nel tentativo di liberare il suo fundoshi da quella
morsa indecorosa.
Kagome si accorse dell'inquietudine del ragazzo e provo' d'un tratto
un'immensa tenerezza per lui. In fondo, mica ne aveva colpa se era
nato e vissuto nel medioevo.
Inoltre, nella sua epoca egli sapeva cavarsela in ogni cosa, quindi
immagino' che dovesse essere molto sgradevole per uno orgoglioso come
lui scoprirsi cosi' incapace nel mondo moderno.
Smise di ridere e si inginocchio' ai suoi piedi:
-Lascia, faccio io.-
Lui lascio' la presa, sconcertato nel vedere le belle manine di lei
che armeggiavano con tanta delicatezza con la stoffa del suo
perizoma. Gli sembravano cosi' inauditamente calde...
-Fatto!- disse lei, dando uno strattone finale: -Ora sei libero!
Adesso ti sistemo un po', d'accordo?-
Il ragazzo annui', senza proferire parola. Da un lato si sentiva un
povero demente, ma dall'altro gli sembrava bello che qualcuno si
occupasse di lui: questo risvegliava in lui il ricordo, dolce ed
amaro, di sua madre, l'unica creatura al mondo che si fosse mai presa
cura di lui.
-Stai dritto e allarga un po' le braccia... Guarda, adesso: vedi
questi piccoli dischi? Se li infili nei fori che ci sono sull'altro
lato della camicia, la tengono chiusa senza bisogno di legacci. Ce
n'e' uno anche sui calzoni- spiego' lei abbottonandogli la
camicia.
-Vuoi dire che questi cosi non sono semplici orpelli ornamentali?!-
-No: sono bottoni. Ora allcciati i pantaloni e dimmi se ti senti
comodo.-
Lui si abbottono', provo' a piegare gambe e braccia e proruppe in un
grido disumano:
-GYAAAAAAAWWWWW!!!!!-
Kagome trasali' spaventata e quasi cadde all'indietro, ritrovandosi a
fissarlo allibita:
-Ma che ti prende? Ti si e' fritto il cervello?!-
-Questi dannati vestiti sono strettissimi! Mi tirano da tutte le
parti.-
-A me non sembrano piccoli, anzi: ho scelto una taglia fin abbondante
per te. Sara' una tua impressione.-
-Ti assicuro che come impressione e' assai realistica: questo
kimono mi strozza e tira dannatamente sotto le ascelle. La stoffa
dei calzoni, poi, e' durissima e non segue i miei movimenti, senza
contare che mi schiaccia tutto li' davanti... I miei abiti sono
molto piu' comodi!-
-Santo cielo, InuYasha! Paragonato ai tuoi abiti qualsiasi indumento
di quest'epoca ti sembrera' attillato: praticamente di solito te ne
vai in giro con una MONGOLFIERA legata in vita!-
-MONGOLO a chi?!?-
-Non mongolo, mongolfiera... Un aerostato, insomma.-
-?!?!-
-Lascia perdere. Voglio dire che il cavallo dei tuoi calzoni abituali
e' quasi ad altezza dell ginocchia: sfido io che i jeans ti sembrano
tirare!-
-Ma non riesco nemmeno a camminare!!!-
-Si', si', va bene. Ho capito: togliteli, che vado a cercartene
degli altri.-
E cosi' dicendo usci' come una furia dal camerino... e si ritrovo' al
centro di un gruppetto di curiosi che si erano radunati li' attorno
per gustarsi il loro battibecco, quasi fosse un spettacolo
radiofonico.
Kagome inizio' seriamente a pentirsi di aver invitato InuYasha alla
festa, ma neppure lei era tipo da arrendersi tanto facilmente e
cosi', venti minuti (e parecchie prove d'abito) dopo, era riuscita a
scovare un paio di capi di vestiario che al mezzodemone parevano quasi
tollerabili: una polo bianca (rigorosamente coi bottoni del colletto
slacciati) ed un paio di jeans neri di finto velluto, ampi e con
molte tasche.
Non era elegante, ma col portamento eretto e fiero che gli era
connaturato, InuYasha ci faceva comunque un gran figurone... Fin
troppo: Kagome nel guardarlo fini' col sentirsi avvampare e dovette
distogliere lo sguardo; le piaceva davvero un mondo.
-Bene, InuYasha. Puoi rimetterti il tuo kimono, ora. Sbrigati, che
dobbiamo passare alle scarpe!-
-Scarpe? Non vanno bene le infradito di tuo nonno?-
-Ti prego: TACI!-
Se lo trascino' al reparto calzature e si decise infine per un paio
di scarpe da ginnastica nere, anonime, morbidissime e con la suola
estremamente sottile:
-Calzano come un guanto, non trovi?-
-Umpf!..-
Sentire il piede avvolto da quelle cose non gli piaceva affatto, ma
il ragazzo-cane decise che, per far finire al piu' presto quello strazio, l'unica era
starsene zitto.
-Ed ora che abbiamo finito con te...- riprese lei con aria maliziosa
-Voglio provarmi il costume che ho scelto! Vieni: torniamo al
camerino.-
Al sentir nominare quel bugigattolo, il mezzodemone provo' un moto di
repulsione:
-Dovro' tornare la' dentro?! Ma che seccatura!!!!-
-No, tu no. Ci entrero' solo io. Tu mi aspetti qui fuori e quando
esco mi dici se ti sembro bella, OK?-
-...-
"Ma... A me sembra sempre bella..." penso' lui quasi inconsciamente.
Kagome spari' dietro la tenda del camerino e ne riemerse dopo circa
un minuto con indosso un bikini scarlatto, che aveva, come unico
ornamento, una simpatica fragolona ricamata fra le coppette del
reggiseno:
-Allora, come ti sembro?-
Ad InuYasha, al quale la parola "costume" ricordava solo le bizzarre
vesti degli attori di teatro (quindi abiti con mooolti, moooooolti
metri di stoffa in piu' di quelli che Kagome indossava in quel
momento), si drizzarono di colpo tutti i capelli, le guance si fecero
piu' rosse del bikini ed il cuore inizio' a battere con una velocita'
tale che pareva volesse sfondare il petto e saltare via.
Si volto', imbarazzatissimo, cercando di tirare il fiato e di darsi
un contegno, ma dovette constatare, con somma disapprovazione, che il
fundoshi gli si era fatto di colpo insopportabilmente stretto.
-InuYasha?...-
-Anf...anf... Pe..perdonami, Kagome. Non era mia intenzione guardarti
mentre indossi solo i tuoi indumenti intimi... La tenda deve essersi
sollevata per sbaglio.-
-Macche' sbaglio! Guardami, su!-
"Ma e' impazzita?! Se la guardo di nuovo andro' in fibrillazione
atrio-ventricolare!!!"
-Ehm, Kagome, forse sei un po' stanca e non te ne sei accorta, ma hai
dimenticato di mettere il vestito. Non posso guardarti cosi': ti
mancherei di rispetto. Rientra dentro e copriti, da brava...-
-Ma come ti permetti?! Mi stai dando dell'idiota? Quello che indosso
e' un costume da bagno!-
-Ma... E' fatto esattamente come quegli assurdi capi di vestiario che
tu indossi sotto il tuo strano kimono, solo che e' rosso anziche'
bianco...-
"Perche' se e' rosso posso, anzi DEVO guardarla, mantre se la vedo
anche solo per sbaglio con l'intimo bianco mi schianta a cuccia come
una furia?!?!?" si domandava sconcertata una parte recondita del suo
cervello.
-Altola'! Come fai a sapere che indosso mutandine e reggiseno
bianchi?-
-Come faccio?!?!- invei' lui voltandosi di scatto verso la ragazza:
-Vieni a combattere i demoni IN MINIGONNA e pretendi che nessuno ti
veda le mutande?!?!-
Il volto di lei si fece rabbioso:
-Non sei altro che un guardone! Sei della stessa risma di Miroku!-
gli grido' contro inviperita, pestando un piede a terra.
"E rieccola che attacca con la menata del pervertito... Volevo ben
dire, io!"
-Finiscila con questa storia!- la assali' lui, afferrandola per le
spalle con l'intento di darle una bella scrollata.
Ma non appena le fu cosi' vicino, stordito dal suo profumo e dal
tepore della pelle vellutata delle sue spalle femminili, resto' come
paralizzato. Di nuovo il suo sistema circolatorio sembro' impazzire:
il cuore martellava ed il sangue pulsava quasi dolorosamente in ogni
distretto.
Odiava quell'istinto.
Faceva perte della meta' umana del suo essere, lo sapeva, e forse per
questo lo odiava ancora di piu'.
Debolezza.
Era solo debolezza.
Si sentiva preda di qualcosa che non riusciva a dominare fino in
fondo. Si sentiva vulnerabile e bisognoso.
Per un momento provo' disprezzo per se stesso: lui, cosi' orgoglioso
e fiero, che cadeva preda di queste vili sensazioni...
Le lascio' le spalle, ma i suoi occhi non volevano cessare di
indugiare sulle morbide linee del corpo di lei.
-Oooohhh! Finalmente mi hai guardata!!-
La voce argentina ed infantile di lei lo riporto' in parte alla
realta', ridestandolo da quella specie di trance in cui era caduto:
-Allora, dimmi, che effetto ti faccio?-
Il mezzodemone, che era gia' praticamente paralizzato, all'udire
questa domanda posta con innocente candore, smise perfino di
respirare:
"Che effetto mi fa?! Co-co-co-come posso dirle CHE EFFETTO MI FA?!?!?"
Non riusciva ad ammettere a se stesso di essere eccitato, figuriamoci
se l'avrebbe detto a lei!
-N..non mi sembra una cosa carina da dire ad una donna.- balbetto'
restando a capo chino.
Di primo acchito, Kagome la prese come un'offesa e fu sul punto di
dargli dello stronzo a cuor leggero, poi qualcosa nella voce di lei
freno' la sua furia.
-...Inu...Yasha?...-
Al sentir inaspettatamente pronunciare il suo nome, il ragazzo
sollevo' il capo con uno scatto quasi involontario, e si trovo' suo
malgrado ad incrociare lo sguardo di lei.
Kagome mosse un passo indietro e senti' che il suo cuore iniziava
a battere all'impazzata: gli occhi dorati di lui la fissavano... Due
occhi insolitamente liquidi ed indecifrabili, occhi stregati.
Fu solo un istante, poi lui serro' le palpebre e volto' il viso di
lato. Senti' che la ragazza rientrava silenziosa nel camerino, ma lui
rimase li' immobile, in preda ad un disagio insopportabile. Sapeva
che se n'era accorta.
Era un dannatissimo stupido! Non avrebbe mai voluto che Kagome si
rendesse conto dello stato pietoso in cui era precipitato.
Si sentiva bruciare: bruciare di rabbia e di vergogna.
Cerco' di respirare, dapprima con atti profondi, poi sempre piu'
regolari. Concentro' tutto se stesso nell'ascoltare il proprio
respiro e pian paiano il suo sangue in subbuglio sembro' acquietarsi.
Dal camerino non proveniva alcun rumore: Kagome se ne stava ferma al
centro di quello spazio esiguo, fissando insistentemente i suoi
piedi. Si sentiva una stupida: in fondo non aveva alcun bisogno di
un costume nuovo, voleva solo... solo farsi vedere da lui... solo
piacergli... Voleva tanto, tantissimo che le facesse un complimento.
Gia', era una vanitosa civetta. E cosi' aveva finito per mettere
fortemente in imbarazzo InuYasha.
Si senti' in colpa. Ma al ricordo dello sguardo caldo che lui le
aveva rivolto, la parte piu' femminile del suo io fremette di
soddisfazione.
Poi l'occhio le cadde quasi inavvertitamente sull'orologio:
-YAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!-
Tutto il lavoro di autocontrollo che il mezzodemone aveva
faticosamente svolto negli ultimi minuti si frantumo' all'istante.
All'udire quel grido, egli si senti' come un condannato davanti al
patibolo: sapeva che adesso la ragazza avrebbe iniziato ad inveire
contro di lui dandogli del maniaco, e stavolta, dannazione, a
ragione. Ma non voleva sentirsi rivolgere quelle odiose accuse,
non in quel momento in cui non faceva altro che ripetersele da solo.
Invece, stranamente, nessun insulto proveni' dal camerino, solo un
frusciare frenetico di stoffa.
Meno di venti secondi dopo, Kagome irruppe fuori dalla tenda coi suoi
abiti di sempre indosso, le gote fresche e colorite e i capelli
appena scomposti:
-Santo cielo, InuYasha, E' TARDISSIMO! E' ormai l'una passata!-
Il mezzodemone, che tutto si attendeva tranne queste parole, rimase
inebetito a fissarla:
-?!?-
-Cosa fai li' impalato? Dobbiamo muoverci: mia madre ci ha di sicuro
preparato il pranzo e, se non ci sbrighiamo, si freddera' tutto e lei
andra' su tutte le furie!-
E cosi' dicendo, lo afferro' per il kimono e lo trascino' a rotta di
collo giu' per la scalinata.
InuYasha non ci capiva nulla, ma d'altronde era abituato ai
repentini cambiamenti d'umore della ragazza. Eppure, al vedere quanta
allegra vitalita' sprizzasse Kagome in quel momento, si isinuo' in
lui il dubbio che, forse, quello che aveva provato non era una cosa
poi tanto deplorevole.
Perso in queste considerazioni e quasi ipnotizzato dal meccanico -E'
tardi! E' tardi! E' tardi!- che usciva ritmico dalla bocca di lei, il
ragazzo-cane non fece tanto caso al fatto che, poco prima di
catapultarsi alla cassa, la ragazza aveva prelevato un paio di
misteriosi barattoli da uno scaffale.
Si ridesto' solo una volta uscito dalla porta a vetri, grazie
all'aria inquinata che gli solleticava fastidiosamente le narici.
Senza pensarci due volte, si carico' d'improvviso la ragazza sulla
schiena e, incurante delle lamentele di lei, balzando da un tetto di
un palazzo ad un altro, giunse al tempio Higurashi in meno di cinque
minuti.
Visto che la seconda parte di questo capitolo e' un po'piu' corta del solito, rubo qualche riga per rispondere un po' ai vostri commenti. :)
In primis, grazie a tutti i miei lettori, sia a coloro che hanno commentato, sia a chi si gusta questo mio delirio in silenzio.
Mi fa davvero piacere constatare che lo troviate divertente: io sono una che si diverte con nulla, e non ero ben sicura che la mia comicita' potesse essere apprezzata anche da altri.
Sono contenta anche che qualcuno mi abbia lasciato commenti positivi riguardo alla presenza di passaggi introspettivi: il racconto infatti ne e' pieno, e anzi, essi diventeranno dominanti nell'ultimo capitolo, dato che serviranno a dare una conclusione al racconto. In ogni caso, state tranquilli: questo resta comunque un racconto comico, anche se ho cercato di approfondire quanto piu' possibile i personaggi (comico non e' sinonimo di vacuo o stupido, no?).
Mi ha molto stupito, invece, che qualcuno l'abbia trovato romantico... Sinceramente a me non sembrava di avere scritto una cosa romantica, ma se lo dite voi mi fido!
Ciao a tutti!
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Capitolo 5 *** Bellezze al bagno ***
Delirio di una notte di mezza estate
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Ovvero: la festa di compleanno di Eri
Capitolo 4: BELLEZZE AL BAGNO
Il pranzo era trascorso senza particolari incidenti: InuYasha era
stato piu' volte ospite in casa di Kagome e sapeva ormai destreggiarsi
bene con le pietanze moderne. Inoltre la signora Higurashi, col suo
sorriso comprensivo e le sue attenzioni mai soffocanti, era in grado
di far sentire a suo agio chiunque, anche uno spirito inquieto come
il mezzodemone.
Dopo il pasto l'intera famiglia si concesse un po' di riposo: il nonno
si immerse nella lettura del giornale, Kagome mostro' alla mamma gli
acquisti di quella mattina e Sota, felicissimo, si accaparro' InuYasha
e cerco' di insegnargli le regole della pallacanestro.
Ma, si sa, la serenita' e' di breve durata: c'era ancora un mucchio
di lavoro da fare prima della festa, cosi' Kagome usci' ben presto nel
cortile a cercare la sua "vittima designata".
-InuYasha! InuYasha, dove cavolo sei?-
-Che diavolo vuoi ancora?- le rispose gentilmente una voce
proveniente dai rami piu' alti di Goshinboku.
-Cosa ci fai lassu'?! Stai mancando di rispetto all'albero sacro! Vieni
giu' subito, altrimenti chi lo sente mio nonno?!-
-Macche' rispetto e rispetto! Ci sono stato appeso per cinquant'anni,
non penserai mica che adesso l'albero sacro se la prenda se mi siedo fra
le sue fronde!-
-Sorellona, e' fantastico!! Vedessi che vista c'e' da quassu'!- le
grido' Sota al colmo dell'entusiasmo.
-M..ma sei li' anche tu?! Venite subito giu', tutti e due!-
I due ragazzi si guardarono scuotendo il capo come a dire "aaah, che
palle le donne!", poi InuYasha afferro' il bambino e spicco' un
balzo altissimo, che lo porto' parecchi metri sopra i rami piu' alti
dell'albero, dopodiche' si lascio' cadere lentamente ed attro' leggero
proprio dinnanzi a Kagome. Sota era in visibilio totale:
-Che bello! Che bello! Fratellone: SEI MILLE VOLTE MEGLIO DELLE
MONTAGNE RUSSE!!! Lo rifacciamo? Eh? Eh? Dài, ancora!- e gli saltellava
intorno come se fosse un totem.
-Non ora- tuono' Kagome afferrando il mezzodemone per il collo del
kimono e trascinandolo verso casa: -Adesso abbiamo un sacco di cose
IMPORTANTI da fare.-
-E che avete di tanto importante?- chiese piagnucolante il bimbo: -Io
voglio stare ancora col fratellone! Tu me lo porti sempre via...-
-E' ora che InuYasha si faccia il bagno!- annuncio' lei con fare
serioso.
-Il bagno?!- si stupi' l'interessato, sentendosi quasi offeso: -Ma
non sono mica sporco: mi sono lavato nel fiume ieri sera.(1)-
-Non sto affatto insinuando che tu sia sporco, anzi: per il tipo di
vita che fai direi che sei un ragazzo pulitissimo. Ma ad una festa
bisogna andare coi capelli che profumano di shampoo. Ed anche un
tocco di aftershave non guasta!-
"Sciampo? Aftersceiv? E che roba e'?!" si domando' lui sconcertato,
ma non aveva intenzione di replicare, tanto non sarebbe cambiato
proprio un bel niente. In ogni caso, un bagno era pur sempre una
bella cosa, distensiva e rilassante. (Beata innocenza! - NdA)
-A proposito, Sota- riprese Kagome con fare mooolto accondiscendente:
-Visto che vuoi stare con InuYasha, perche' non fai il bagno con lui?
Cosi' gli puoi dare una mano.-
-Scherzi, sorellona? Non ci penso nemmeno! L'ultima volta mi
e' sgusciato fuori dalla vasca ancora coperto di schiuma,
precipitandosi in camera tua nudo come un verme e cosi' tu ci hai
scaraventato addosso la meta' dei soprammobili della tua scrivania!
Ho ancora i lividi! Non rifarei il bagno con lui nemmeno sotto
tortura!- grido' il bambino dandosela a gambe.
-Ufff! Quando c'e' bisogno di lui se la defila sempre, accidenti.-
sbotto' Kagome contrariata, con le mani posate sui fianchi: -Poco
male: domandero' al nonno.-
Parcheggio' InuYasha sulle scale che davano al piano di sopra e si
diresse in salotto, dove il nonno era ancora immerso nella
"Gazzetta":
-Noonniiinoooo...- inizio' sfoderando la sua miglior espressione da
brava nipotina: -Mi serve un favore grande grande: aiuteresti
InuYasha a farsi il bagno?- (BRILL-BRILL)
Un'espressione di nero terrore velo' il volto del povero vecchio;
sollevo' con ritrosia il volto dal giornale, tossi', sputacchio', si
ingozzo' mezzo, poi finalmente replico' balbettante:
-Ehm... Temo proprio che non mi sia possibile. Ho...ho un impegno
proprio adesso.-
-E sentiamo, cosa avresti di tanto importante da fare?-
-Un.. ehm.. si', un esorcismo.-
-ESORCISMO?! Ma non ne hai mai fatti in vita tua!-
-Gia', ma i vicini mi hanno mandato a chiamare: pare che il loro
laghetto delle carpe alberghi uno spirito maligno.- farfuglio' il
malcapitato uscendo di soppiatto dal salotto.
-Aspetta, traditore! Come fara' InuYasha a destreggiarsi fra
bagnoschiuma e rubinetti? Serve qualcuno che gli dia una mano,
accidenti! Mica posso lavarlo io!!!!!-
-E perche' no, tesoro?- intervenne la signora Higurashi: -In fondo tu
sei l'unica qui in cui lui riponga fiducia, quindi sei la piu'
adatta.-
-Stai scherzando, mammina?!- si meraviglio' Kagome, rossa come un peperone:
-Io sono... lui e'... Cioe': ci si lava nudi... INSOMMA, MAMMA,
POSSIBILE CHE TU NON VEDA I PROBLEMI NEMMENO QUANDO SONO
LAMPANTI?!?-
-Mi pare invece che si tu a farti dei problemi dove non ce ne sono:
se la difficolta' sta nello shampoo, fallo immergere nella vasca
tenendo il fundoshi, lavagli la testa, la schiena, insegnagli a
sciacquarsi col doccino e dopodiche' esci un attimo, in modo che
possa completare l'opera da solo. E' tutto molto semplice, no?- le
sorrise la donna, accompagnandola verso il mezzodemone.
-Mammina... Sei veramente sconcertante!-
Ma la madre si limito' a sorriderle.
Senza guardare il ragazzo in faccia, Kagome lo precedette su per le
scale, invitandolo a seguirla:
"E adesso chi glielo dice?" si tormentava tra se' e se': "Ha fatto
tante di quelle scene per un costume da bagno, figuriamoci se si
fara' lavare da me!"
-Ehm... Senti, InuYasha...- azzardo'.
-Che vuoi?-
-Ecco, dato che tu non sei pratico dei prodotti da bagno moderni...
sarebbe bene che io... ecco, che ti dia una mano...- disse lei con voce sempre
piu' bassa ed incerta, arrossendo fino alle orecchie.
-Ah.- rispose atono ed indifferente lui.
"Ah?!? TUTTO QUI?!?" si mersviglio' Kagome fra se' e se', voltandosi
appena in modo da intravedere con la coda dell'occhio la sagoma del
ragazzo che la seguiva; ma lui procedeva impassibile, con le braccia
infilate nelle maniche del kimono.
"Mah, forse non ha afferrato bene la situazione..." penso' facendogli
strada nella stanza da bagno.
Evitando di incrociare gli occhi d'ambra del mezzodemone e tenendo il
capo chino per far si' che i suoi neri capelli celassero le sue
guance imporporate, Kagome chiuse la porta ed apri' il rubinetto
dell'acqua calda.
-Puoi iniziare a spogliarti. Ma finche' io saro' qui dovresti...
ehm... tenere i tuoi indumenti intimi- balbetto' lei colorita
come un pomodoro maturo.
-TSK! Precisazione inutile, ci ero arrivato da solo- ribatte' lui,
come se niente fosse, iniziando con la piu' candida naturalezza ad
allentare i legacci del kimono.
Kagome era completamente sconcertata:
"Ma come, NON SI FA NESSUN PROBLEMA?!"
E, senza rendersene conto, resto' imbambolata a fissarlo.
Sentendo quello sguardo fisso su di se', InuYasha sollevo' il viso e
la guardo' un po' di traverso:
-Mbe'?! Qualcosa non va?-
-N..no no, va tutto BENISSIMO!- bluffo' lei in preda ad un
incontrollabile batticuore.
Per darsi un contegno, cerco' allora di cambiare
discorso:
-Adesso ti faccio scegliere la fragaranza del
bagnoschiuma- e cosi' dicendo si mise a frugare in un armadietto
colmo di barattoli e bottigliette.
Lui lascio' scivolare i calzoni giu' dalle gambe e con un calcio li
ammonticchio' in un anglo insieme al resto del suo vestiario:
-Io mi immergo, Kagome- annuncio' baldanzoso.
-No aspetta! Manca la schiuma!- disse la ragazza correndo trafelata verso di lui
con due bottiglie fra le braccia: -Dimmi, preferisci "Muschio bianco"
o "Patchouli e albicocca"?-
-Paciuli ?!??-
-Uhmm..forse e' meglio se li annusi, cosi' scegli meglio.- e gli
piazzo' senza complimenti un flacone sotto il naso.
Una zaffata densa ed inconcepibilmente dolciastra sferzo' le narici
del ragazzo-cane, diffondendosi come una pestilenza nel suo palato e
nella sua laringe; quell'odore era talmente intenso da sovrastre ogni
altra sua percezione. Senti' un conato di vomito salire dallo
stomaco, poi le forze lo abbandonarono, la sua coscienza si
ottenebro' ed egli si accascio' inerme addosso alla ragazza,
emettendo un sordo mugolio:
-Caiiiii...-
Kagome se lo ritrovo' a peso-morto fra le braccia e lo sorresse a
malapena; la sua tachicardia, gia' molto spiccata, al contatto
inaspettato col corpo del ragazzo ebbe un'impennata solenne:
-InuYasha?! Che ti prende?-
Provo' a scuoterlo, ma non ottenne segni di vita: dormiva come un
angioletto!
"Accidenti! Sull'etichetta c'e' scritto che il patchouli rilassa, ma
non credevo fino a questo punto!!!!"
Lo stese a terra a pancia in su', gli si inginocchio' accanto e prese
a fargli aria col proprio fazzoletto. InuYasha respirava piano ed il
suo volto era sereno e disteso. Non l'aveva mai visto cosi': era
sempre imbronciato quando era cosciente.
Fissava insistentemente il suo viso. In realta' avrebbe voluto
mangiarsi il suo fisico con gli occhi, ma era troppo orgogliosa per
farlo e scosi' si accontentava di qualche occhiatina furtiva ogni
tanto. Conosceva quel corpo, lo conosceva praticamente a memoria: lo
aveva medicato, disinfettato, curato ed accudito un sacco di volte.
E allora, perche' adesso la destabilizzava tanto? L'aveva sempre visto
a pezzi, perche' mai non riusciva a reggere la vista dell' intero?
Degluti' e si volto' ad osservarlo, quasi tremante.
Era un ragazzo stupendo.
A questo pensiero, pero', trasali': lui NON ERA UN RAGAZZO.
Eppure il suo corpo era cosi' umano... Tutti i tratti demoniaci,
artigli a parte, erano concentrati sulla testa.
Strano...
Qualcosa non quadrava: lui aveva sangue per meta' umano e per meta'
demoniaco, quindi il suo aspetto avrebbe dovuto essere un po' piu'
"equilibrato".
ORRENDO SOSPETTO: vuoi vedere che c'era qualcosa di demoniaco proprio
sotto l'unico capo di vestiario che gli era rimasto addosso?!?!?
Kagome cadde preda di un'insaziabile curiosita': visto che lui era
ancora svenuto, poteva dare una sbirciatina... Solo per amor di
scienza, beninteso!
Allungo' galeotta una mano e si protese tutta in avanti, ma quando le
sue dita furono a pochi millimetri (ed il suo naso a pochi
centimetri) dall'oggetto dei suoi pensieri, il ragazzo-cane si mosse
impercettibilmente emettendo un sordo lamento.
Stava riprendendo i sensi: sentiva un freddo fastidioso lungo la
spina dorsale ed un olezzo zuccherino che aleggiava tutt'intorno.
Apri' un occhio: vide Kagome accanto a lui, inginocchiata sui
talloni, compita ed immobile, con la frangetta che le ricadeva sugli
occhi. Sembrava proprio una brava giapponesina dell'epoca Sengoku.
Sembrava.
-Ah... Kagome, che e' successo?-
-Niente. Assolutamente niente- rispose lei brusca, con la voce che
tremava un po': -Ti sei solo fatto di patchouli, ecco tutto.-
-Fatto di paciuli?!?-
-Lascia perdere: visto che non tolleri il bagnoschiuma vado giu' a
prenderti il sapone dei panni, che e' quasi inodore. Tu immergiti
pure nella vasca.-
Si alzo' senza guardarlo, ma a lui non sfuggi' il lieve tremore che
la attraversava:
-Tutto bene, Kagome? Mi sembri turbata.-
-Benissimo grazie- rispose lei secca uscendo dalla porta e
chiudendosi l'uscio alle spalle.
Il mezzodemone la guardo' sparire incuriosito. Era sicuro che
avesse qualcosa, ma non riusciva a capire cosa. Lui ce la stava
mettendo tutta: si era imposto di non lamentarsi piu' e stava
sopportando tutti quegli estenuanti quanto insulsi preperativi con
grande spirito di abnegazione. Le aveva promesso che l'avrebbe
accompagnata a quella dannata festa e, per quanto non gli andasse per niente,
lo avrebbe fatto fino in fondo: una volta presa una decisione non era
tipo da mollare tanto facilmente.
"E allora che diamine le prende?" si domando', immergendosi
meditabondo nell'acqua caldissima e lasciandosi scivolare giu',
finche' l'acqua non gli copri' il mento: "Sembra quasi che sia
turbata dalla mia presenza..."
Piu' ci pensava e meno ne capiva la ragione, e piu' cresceva in lui
un grande senso di inadeguatezza.
Non riusciva a capire che Kagome era semplicemente attratta da lui e
stava solo disperatamente cercando di non darlo a vedere: l'idea che
una donna umana potesse trovare affascinante il suo corpo, tanto da
restarne turbata, non lo aveva mai minimamente sfiorato.
E questo non era esclusivamente dovuto alla sua grande inesperienza,
ma anche alla percezione che egli aveva di se stesso: per quanto
orgoglioso, fiero e sicuro di se' si mostrasse agli altri, in fondo
al cuore sapeva bene di non essere altro che un'aberrazione, un
essere immondo agli occhi degli uomini e spregevole a quelli dei
demoni.
Per una vita intera non aveva ricevuto che sguardi colmi di sdegno,
disprezzo, paura.
Gli occhi di Kagome, invece, non l'avevano mai guardato cosi': fin
dal giorno in cui l'aveva liberato dal sigillo l'avevano sempre
guardato con naturalezza e simpatia. Quegli occhi gli avevano
scaldato il cuore e lui ora non sarebbe piu' stato in grado di
farne a meno.
Sapeva che la ragazza si era molto affezionata a lui, forse perche'
l'aveva difesa tante volte, o forse perche' si era accorta che,
nonostante la sua natura maledetta, il suo animo non era poi cosi'
spregevole. Però mai si era reso conto di quanto bello egli apparisse
ai suoi occhi: si limitava a sperare timidamente di non sembrarle
troppo mostruoso.
D'un tratto la sua attenzione fu attratta da due flaconcini posati
innocentemente sul bordo della vasca; li riconobbe: erano quelli che
Kagome aveva prelevato dagli scaffali dei Grandi Magazzini. La sua
curiosita' prese il sopravvento ed egli abbandono' i cupi pensieri
che lo attanagliavano per studiare quegli strani oggetti.
Si rizzo' a sedere a gambe incrociate, ne afferro' uno e se lo
rigiro' fra le mani: c'era un'unica grande scritta che troneggiava
sull'etichetta: DOG SHAMPOO.
"Dog shampoo?!? Ma... Non significa nulla!!!"
Non esercitava spesso l'arte della lettura, ma sua madre gli aveva
insegnato bene e chi ha sangue demoniaco non dimentica facilmente
cio' che ha appreso. Lo rilesse piu' volte, ma giunse sempre allo
stesso, oscuro risultato (nota: supponiamo che fosse inglese
trascritto in katakana -(2)). La faccenda iniziava a puzzargli.
Prese il secondo barattolo e lesse lentamente la sua lunga ed
articolata didascalia: "OTO-PET: soluzione idrosalina ipertonica per
l'igiene auricolare dei tuoi amici a quattro zampe".
Questo era ancora piu' misterioso del precedente. Ed anche
inquietante. Quell'ipertonica, in particolare, sapeva taaaaanto
di potere demoniaco, ma, per quanto si sforzasse, non riusciva
a ricordare alcun demone che lanciasse attacchi ipertonici(3).
E poi, chi erano questi fantomatici amici a quattro zampe?!
-Ehi, Kagome!- urlo' alla ragazza, che attendeva ormai da qualche
minuto dietro la soglia, senza risolversi ad entrare: -Si puo' sapere
che e' 'sta roba?!-
Lei entro' stupita: -Come sapevi che ero qui?!-
-TSK! Pensavi che il paciuli ingannasse il mio fiuto a tal punto?-
ribatte' lui con insolenza: -Cosa diavolo stai macchinando alle mie
spalle?-
-Proprio un bel niente, malfidato. Ora ti lavo la testa-
annuncio' afferrando una brocca e uno dei due misteriosi flaconi.
Il mezzodemone la guardo' di traverso, con grande diffidenza negli
occhi:
-Cos'e' quello?-
Kagome proruppe in una risatina isterica:
-Ehm...niente, niente... Solo un... ehm... detergente apposito per i tuoi
strani capelli.-
"Se scopre che lo sto lavando con uno shampoo per cani mi scuoia
viva. Meno male che e' analfabeta!" penso' la poverina, ignara,
rovesciandogli una brocca di acqua calda sul capo:
-Ora stai fermo, altrimenti ti entra lo shampoo negli occhi.-
La ragazza inizio' a massaggiargli la testa con grande entusiasmo, ma
si rese ben presto conto di essersi imbarcata in un'impresa titanica,
di gran lunga superiore alle sue forze: una volta intrisa d'acqua,
infatti, la lunghissima capigliatura di InuYasha pesava circa un
quintale. Sollevare quella massa di peli ingarbugliati per sfregarli
con lo shampoo era faticosissimo.
La situazione inizio' a sfuggirle di mano: i capelli insaponati
sgusciavano fra le sue dita e la schiuma stava crescendo a
dismisura: ormai il ragazzo-cane sembrava un cono di panna
montata.
-Kagome, sei sicura che vada tutto bene?- azzardo' lui.
-Certo. E' tutto sotto controllo- ribatte' lei, sudata ed ansante.
"O almeno spero..." (ANF-ANF)
Giu' in salotto, intanto, Sota ed il nonno fingevano di essere
immersi nella lettura, mentre in realta' si stavano gustando la
scenetta del piano superiore, ascoltando le grida che filtravano
attraverso il soffitto:
-Ahio! Mi tiri i capelli!-
-Stai fermo, ché mi scappano tutti di mano!-
-BLEAH! Sput! Sput! Mi e' entrata la schiuma in bocca!-
-Fermo, ho detto!!-
-AAAAAHHHHH! Mi e' entrata anche nel naso! PIZZICA! PIZZICAAAAA!!!-
-Sta' fermo, InuYasha!-
-Levami questa roba dalla faccia!!!!!-
-Ma non ci riesco, se continui a muoverti!-
-Da'qua! Faccio io! ...GYAAAAAH!!! Mi bruciano gli occhi!! Mi
bruciano da impazzire!!!-
-Non ti agitare: stai spruzzando schiuma per tutto il bagno!-
-Mi fa male! MI FA MAAAAAALEEEEE!! Risciacquamiiiiiiii!!!!!-
-Stai buono, accidenti! Dannazione, ti divincoli come un'anguilla...
Finiscila!! AAAAA.....A CUCCIA!!!!-
Un rumore colossale, come di un'onda fragorosa che si abbatte
gagliarda su di una scogliera, rimbombo' per tutto il salotto,
facendo tremare le suppellettili.
Segui' un silenzio quasi religioso, infranto poi dallo scrosciare
dell'acqua del rubinetto.
Di li' a pochi istanti, Kagome apparve sulla soglia, grondante
d'acqua:
-Mammiiinaaa... Mi servirebbero degli stracci. Almeno una trentina,
direi, a occhio e croce.-
La palude che ricopriva il pavimento del bagno venne bonificata in
una mezz'oretta dall'alacre lavoro di Kagome e sua madre.
Nel frattempo InuYasha era stato confinato nella vasca con un'intera
giara da 450 grammi di balsamo spalmato sui capelli:
-Deve agire un minutino- gli aveva detto Kagome, ma poi era tornata a risciacquarlo piu' di
venti minuti dopo. Ma lui aveva resistito, stoico ed immobile come un
autentico samurai.
Ora il ragazzo-cane sedeva davanti ad una specchiera, abbigliato con
un kimono spesso e spugnoso (leggi: "accappatoio") che era il primo
indumento moderno che egli trovasse confortevole.
Kagome gli porse un ampio salviettone:
-Asciugati un po' i capelli, prima che ti phoni, senno' finiamo
domani.-
Sdegnando l'asciugamani, lui si appollaio' svelto ed inizio'
a scuotere energicamente la testa, sparando acqua a raggera per tutta
la stanza.
-A CUCCIA!-
Calpestando la sua vittima schiantata al suolo, la ragazza, ormai al
colmo dell'esasperazione, usci' tutta sgocciolante dalla stanza,
sbattendo fragorosamente la porta.
Non ne poteva piu: era sfinita, ed erano solo le quattro del
pomeriggio. Se andava avanti cosi' sarebbe morta prima di sera.
Prego' sua madre di occuparsi del mezzodemone e si concesse un buon
bagno ristoratore, prima di dedicarsi al vestito e al trucco.
Sulla casa calo' un immacolato silenzio.
La signora Higurashi phono' e pettino' InuYasha per tre quarti d'ora
buoni, districando ogni nodo con grande delicatezza; indi lo aiuto' a
vestirsi, spiegandogli con cura ogni dettaglio, perche' potesse poi
destreggiarsi da solo.
Lui non emise un solo lamento, anzi, cerco' di assecondare come
poteva i movimenti della donna.
Parlarono pochissimo, ma non c'era imbarazzo fra loro: ad InuYasha
non sembrava di essere in compagnia di un'estranea, ma di una persona
che lo conosceva talmente bene e talmente da lungo tempo da non aver
bisogno di domandargli nulla.
Terminata l'opera, la signora Higurashi lo accompagno' all'ingresso,
dove gli fece indossare calze e scarpe.
-Bene!- gli sorrise dolce e pacata: -Ora non ci resta che attendere
Kagome. Le donne sono sempre lente in queste cose, sai? Cerca di
portare pazienza.-
-Mi creda: io non ho alcuna fretta- ribatte' lui calzando il
berretto copri-orecchie.
-Uao fratellone!- esclamo' Sota, apparendo dal tinello: -Sembri
proprio uno dei nostri.-
-TSK!-
-Pero' hai delle strane unghie.- noto' il bimbo.
-Hai ragione, Sota- soggiunse meditabonda la madre: -Rimedio
subito- e torno' poco dopo con un tronchesino.
-Dammi le mani, per favore.-
-Che vuol fare?-
-Ti taglio le unghie.-
-COOOSAAA?!? Mi avete gia' tolto Tessaiga, adesso vorreste privarmi
anche degli artigli?!? Potete scordarvelo!-
-Su, su, non e' il caso di lamentarsi. Porgimi le mani.-
InuYasha obbedi', con aria da sputello.
La signora gli taglio' le unghie partendo dal mignolo, ma arrivata al
pollice noto' con costernazione che quelle del mignolo e dell'anulare
erano gia' ricresciute.
-Ve l'ho detto che potevate scordarvelo!- ribatte' lui trionfante.
-Oooooooohhh... Devi avere un metabolismo davvero rapido!- si
meravidglio' la donna.
-Come farai a nasconderle, fratellone? Terrai le mani in tasca tutta
la sera?-
-Ma che ne so! Ci pensero' al momento.-
In quella si udi' un rumore di passi concitati al piano superiore, e
Kagome apparve sul pianerottolo:
-Eccomi, sono pronta!- annuncio' felice scendendo leggiadra dalle
scale.
Il mezzodemone rimase incantato a contemplarla: era talmente diversa
dal solito che la sua vista gli toglieva il fiato.
Indossava un abito scuro, dello stesso colore dei suoi capelli
corvini, aderente sul corpino e vaporoso nella gonna, che arrivava
fin sotto il ginocchio; la scollatura quadrata lasciava intravvedere
appena l'attacctura del seno e ne sottolineava maliziosa le morbide
curve; l'unica nota di colore era data da un coprispalle rosa
confetto, che richiamava il colore del fermaglio con il quale la
ragazza aveva raccolto i capelli sulla nuca, lasciando sfuggire
soltanto due ciocche arricciate col ferretto, che le incorniciavano
il viso.
InuYasha la guardo' avvicinarsi sgranando due occhioni stupefatti,
incapace di articolare parola. Era carinissima coi capelli
all'insu', ma la cosa che piu' lo colpi' furono le sue gambe...
Lei giunse all'ingresso, infilo' i piedini in un paio di scarpette
basse e tonde, adornate di un fiocchetto e di mille brillantini e,
sorridendo compiaciuta, fece un giro su se stessa per farsi ammirare
meglio:
-Allora, che te ne pare?- domando' tenendo gli occhi chiusi,
convinta che finalmente avrebbe ricevuto un complimento dal "suo"
mezzodemone.
Si era preperata con tanta cura che era sicura che ora lui l'avrebbe
elogiata. Invece, dopo interminabili istanti di tombale silenzio,
non avverti' altro che un lieve pizzicorino ad una gamba.
Non comprendendone la natura, apri' gli occhi stupita.
InuYasha se ne stava accucciato ai suoi piedi e la annusava, fiutando tutto
intorno al polpaccio.
Sconvolta e ferita nell'orgoglio si scosto' d'un passo:
-Ma cosa cavolo stai facendo?!?- gli grido' contro costernata.
-Cos'e' 'sta roba che hai appiccicata alle gambe?- chiese lui in tutta risposta, con lo
stesso entusiasmo che mostrerebbe un bambino di fronte ad un
giocattolo nuovo.
Kagome lanciava fiamme dagli occhi, ma lui era troppo incuriosito
per avvedersene e torno' ad avvicinarglisi carponi, provarndo a
carezzarle la gamba con un dito. Al tocco dei suoi artigli, pero', il
meraviglioso velo colorato che avvolgeva le gambe della ragazza si
squarcio', ed una specie di scaletta corse corse su, su lungo tutta
la coscia. InuYasha la segui' con sguardo vacuo, senza capire cosa
fosse successo:
-Kagome, ma cosa ti sei messa sulle gambe?-
-Grrrrrrr... Sono... Anzi, ERANO dei banalissimi collant di lycra 13
denari prima che tu li smagliassi!! A CUCCIA.-
E torno' furibonda al piano di sopra, seguita da Sota:
-Sei una furia, sorellona! Non dovresti trattarlo cosi'.-
-Ah, no? Quell'idiota non si e' nemmeno degnato di farmi un
complimento. E' un cafone insopportabile!-
-Solo perche' tu volevi un complimento a parole. Se invece di
atteggiarti come una modella l'avessi guardato in viso, gli avresti
senz'altro letto negli occhi quanto ti trovava bella: era una cosa
lampante.-
Kagome non ribatte' nulla, ma pian piano senti' sbollire la
rabbia. Forse era lei che stava sbagliando approccio...
Dato che non aveva altri collant velati, dovette accontentarsi di un
paio di autoreggenti; se le infilo' rapidamente e corse giu'
all'ingresso, dove sua madre nel frattempo aveva riassestato
InuYasha:
-Bene, possiamo andare- annuncio' come se non fosse succecsso
nulla.
-Umpf...- borbotto' lui senza entusiasmo, afferrando la sua solita
casacca dall'attaccapanni.
-Che vuoi fare col karginu?- lo fulmino' la ragazza.
-Me lo metto, e' ovvio.- ribatte' lui infilandoselo senza allacciarlo, a mo' di
cappotto.
-Sopra la polo e i Jeans?! Ma tu sei fuori di testa!-
-Non rompere.-
-Levatelo di dosso! Cosi' sei ben piu' ridicolo che a venire con
la tua veste tutta intera!- gli invei' contro Kagome, sull'orlo di
una crisi isterica.
-Stammi a sentire!- tuono' lui afferrandola per le spalle e
guardandola dritta negli occhi: -IO NON SONO NEMMENO UN ESSERE
UMANO!! Ho i capelli bianchi, gli occhi gialli e le unghie
taglienti. CREDI DAVVERO CHE UN ABITO POSSA CAMBIARE LA REALTA'
DELLE COSE?!-
La fissava serio, con lo sguardo acceso di rabbia, ma velato di una
profonda amarezza.
Kagome si senti' colpita da quelle parole come da una pugnalata:
sapeva che non era umano. L'aveva sempre saputo, pero'... Pero' lo
aveva sempre trattato come se fosse tale. Forse era quello il suo
sbaglio...
Si senti' smontare:
-Va bene- disse dolcemente -Tienilo pure, se ti fa sentire piu'
tranquillo. Pero'...- gli sorrise tristemente sollevando il volto
verso di lui: -a me piace pensare che i tuoi occhi siano dorati, non
gialli.-
-E che differenza fa?! Il colore e' lo stesso, no?-
Se Kagome avesse avuto le palle, le sarebbero senz'altro cadute.
-Tu manchi completamente di spirito artistico. Muoviamoci, su, che
si sta facendo tardi- ribatte' acida.
-D'accordo!- esclamo' lui caricandosela in spalla e spiccando un
balzo fin sopra il toori(4) del tempio.
-Lasciami giu'! So camminare!!!- gridava la ragazza, ma lui la
ignoro' e si lancio' a tutta velocita' lungo la strada.
-Guarda che la casa di Eri e' dall'altra parte!!!- protestava
Kagome, ormai in lontanaza.
Sota e sua madre li guardarono sparire dalla soglia:
-Pensi che ce la faranno, mammina?-
-Credo di si': lui e' proprio un bravo ragazzo.-
-Tu trovi?!?-
-Gia'.-
-Certo che la partenza non e' stata poi molto romantica.-
-Che vuoi farci, Sota, quei due sono come rette parallele: pur
procedendo nella stessa direzione, non riescono mai ad
incontrarsi.-
-Dici che non hanno speranza?-
-No, affatto. Per loro definizione matemetica, le rette parallele si
incontrano all'infinito.-
-Sempre che InuYasha sopravviva agli "a cuccia" di Kagome...-
NOTE:
(1) A differenza di quello che accadeva da noi in occidente, i giapponesi erano un popolo pulitissimo anche nell'antichita' : persino il piu' povero dei contadini possedeva una vasca da bagno (in legno) e si lavava ogni giorno, al ritorno dai campi. La scarsa igiene e cura di se' e' sempre stata malvista in giappone, al contrario qui da noi lavarsi e curare il proprio corpo era considerato un peccato voluttuoso: solo le prostitute si lavavano. Paese che vai...
(2) Il KATAKANA e' uno dei due alfabeti sillabici giapponesi: si tratta di una specie di stampatello che viene utilizzato per trascrivere i termini stranieri.
(3) Si dice IPERTONICA una soluzione in cui la concentrazione dei sali in essa disciolti e' maggiore della concentrazione che gli stessi hanno nei nostri fluidi corporei.
(4) Il TOORI e' quel portale di legno rosso che si trova all'ingresso dei templi shintoisti. Di solito ce ne sono due, uno alla base ed uno in cima alla scalinata che conduce ai templi shinto.
Capitolo extra-large, stavolta!
Lascio comunque qualche riga in risposta ai miei recensori :)
Grazie di tutti i commenti entusiasti che mi avete lasciato. Sono felicissima di riuscire a farvi ridere!! Le sane risate sono il sale della vita!
Sono molto contenta anche che apprezziate il mio lessico: in questa storia l'ho curato davvero molto, al fine di aumentare l'effetto comico di alcuni momenti (descrivere una scena assurda con paroloni aulici ha un effetto veramente esilarante, a volte).
Dove ho trovato tutte le informazioni sul Giappone? Semplicemente nei manga, o al limite in un paio di romanzi ambientati nel Sol Levante. Non ho mai fatto studi in merito (anche se in realta' e' piu' di un anno che studio la lingua giapponese a tempo perso).
Nefer... io non ho sancito ne' il font ne' la dimensione dei caratteri nelle mie pagine, quindi dovrebbero essere aggiustati automaticamente dal tuo browser: prova semplicemente a dirgli di ingrandire la pagina ( ho guardato i miei racconti con tre browser diversi per verificare cio' che mi dicevi, ma ti assicuro che li vedevo belli grandi sia con Netscape, sia con FireFox, sia con Explorer...)
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Capitolo 6 *** Un tranquillo week-end di paura - parte prima ***
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Delirio di una Notte diMezza Estate
Ovvero: La festa di compleanno di Eri
Nota per chi non e' un povero pazzo sfegatato di questa saga (come l'autrice):
Per quanto riguarda le tre compagne di classe di Kagome, Eri, la festeggiata, e' quella col cerchietto giallo, vispa e allegra; Yuka e' quella coi capelli piu' corti, un po' "stronzetta" e terribilmente maliziosa; Ayumi, dai capelli lunghi e mossi, e' la secchiona del gruppo, dal carattere pacato ed accondiscendente.
Nel manga, e ben presto anche nella serie animata, esse incontreranno un pomeriggio InuYasha a casa di Kagome e, dati i suoi indumenti che ricordano quelli di un sacerdote shinto, lo scambieranno per un inserviente del tempio.
Buon divertimento!! :)
Capitolo 5: UN TRANQUILLO WEEK-END DI PAURA - parte prima
-Ecco, InuYasha, la casa di Eri e' quella villetta la' in fondo.-
Il ragazzo, che stava percorrendo un viale saltando da un palo della
luce ad un altro, atterro' leggero ad un paio di metri dal cancello
indicatogli da Kagome, poi fece scendere la ragazza dalla sua schiena.
Lei si riassesto' la gonna, indi lo prese per mano, decisa a condurlo
verso l'ingresso. Ma il mezzodemone non si mosse di un passo.
-Che ti prende adesso?-
-Ehm, senti... Ma ci sara' molta gente li' dentro? Io non sono
abituato a stare tra tante persone...- ammise lui titubante, fissando
insistentemente i suoi piedi.
-Credo che alla festa interverranno circa una quarantina di
persone.-
-QUARANTA?!- Un velo di terrore adombrava ora gli occhi caldi del
ragazzo.
-Si', ma non preoccuparti: arriveranno tutti piu' tardi. Per ora
saremo solo noi e le mie tre amiche che gia' conosci.-
-Perche?!- Gia' sentiva puzza di fregatura.
-Mi hanno chiesto se davamo loro una mano a sistemare.-
-Grrrrrrr... Lo sapevo!!! Ogni scusa e' buona per farmi lavorare!-
si inalbero' lui.
-Finalmente! Ora si' che possiamo entrare!- gli sorrise la ragazza.
-Che?!-
-Ti preferisco col tuo solito broncio, piuttosto che con quell'aria
disagiata che avevi dipinta in volto poco fa.-
-Ma tu senti questa!!!!- bofonchio' lui risolvendosi infine a seguirla
verso l'uscio.
-Ah, quasi dimenticavo- riprese Kagome suonando il campanello:
-Ricordati che qui nessuno crede agli Spiriti, quindi evita qualsiasi
accenno a demoni, poteri spettrali, forza spirituale, barriere,
freccie sacre e misticismo, CHIARO?! Inoltre, probabilmente sentirai
parlare di molte cose a te ignote, ma ti conviene non fare domande o
passeresti per uno stupido; fa' finta di conoscere tutto e non
mostrarti mai stupito, d'accordo?-
-Perche' non dici a tutti che sono sordomuto? Faremmo molto prima...-
-Non devi preoccuparti di nulla: io ti staro' sempre accanto (le
ultime parole famose - NdA)- cerco' di rassicuralo lei con voce calda
e dolcissima, che non riusci' pero' a fugare il grande disagio che si
stava impadronendo del cuore del mezzodemone.
In quella, Eri venne ad aprire la porta:
-Oh, Kagome, meno male che siete arrivati! Avevamo proprio bisogno di
features maschili.-
InuYasha: -?-
In quella anche Yuka ed Ayumi giunsero nell'atrio e salutarono Kagome
con calorose effusioni e gridolini estasiati per il suo vestito e la
sua pettinatura. Dopodiche', la loro attenzione si focalizzo'
all'unisono sul povero ragazzo-cane, che se ne stava impalato sulla
soglia, rigido come un baccala':
-YAAAA! Ma allora sei venuto! Lo dicevo io che ci saresti stato
volentieri!-
-Si', si', si vede solo a guardarti che sei il tipico tipo che ama da
morire le feste!-
InuYasha: -??-
Kagome: -???????????-
Le tre lo fissavano con sguardo vispo ed indagatore, ed egli non
poteva fare altro che sudare freddo, drammaticamente freddo:
-UAO, e' la prima volta che ti si vede vestito normalmente!-
(BLINK-BLINK)
-E' vero, ti abbiamo sempre incontrato col kimono che usi per quel
lavoro part-time al tempio.-
-Caspita, il tuo stile e' VERAMENTE ORIGINALE (BRILL-BRILL): usare un
kariginu di foggia antica come giacca... Davvero TRANDY!!!-
InuYasha: -???-
-Molto FASHION! REALLY COOL! Stasera le ragazze saranno tutte ai tuoi
piedi!!-
InuYasha: -????-
Il malcapitato, che non aveva ben chiaro se lo stessero elogiando o se
gli stessero rivolgendo degli insulti, cerco' lo sguardo di Kagome per
chiedere aiuto, ma purtroppo il volto di lei sembrava pietrificato in
un sorriso forzato. Nel dubbio continuo' a tacere.
Eri lo prese per un braccio, facendolo entrare, e chiuse la porta alle
sue spalle:
-Comunque, non ci hai ancora detto come ti chiami.-
-Ehm... InuYasha- sussurro' lui in un debole soffio, restando a
testa bassa.
-Ma no, quello e' il tuo soprannome, lo sapevamo gia'. E' il nome vero
che non conosciamo.-
Al mezzodemone parve che la terra franasse sotto i suoi piedi: perche'
mai adesso il suo nome non andava piu' bene come nome?!
Di grazia, Kagome si degno' di venire in suo soccorso:
-Ragazze, e' inutile che cerchiate di estorcerglielo: e' il suo
piccolo segreto e non lo rivela che a pochi eletti; voi accontentatevi
di chiamarlo InuYasha.-
-Sara', ma non mi sembra bello dare a uno del "cane demoniaco"-
disse Eri
-Pero', "demone-cane" da' un senso di grande potenza ed
importanza- commento' Ayumi.
-Gia', ma "Yasha" puo' indicare un demone femmina...(1)- fece notare Yuka
guardandolo di sottecchi: -Sarai mica a capo di una banda di teppisti
dell'altra sponda?!-
-Io non sono a capo di nessuno. Questo genere di cose non mi
interessano- ribatte' il ragazzo, che, di grazia, aveva afferrato solo meta'
della domanada.
-Non comandi una banda???- chiesero in coretto le tre svampite.
-Non ci penso nemmeno! Nel nostro gruppo non c'e' nessun capo: a
seconda della situazione, il membro piu' adatto prende le redini e gli
altri lo seguono.-
-Caspita! Ricorda "Re Artu' e i cavalieri della Tavola Rotonda". Ma
cosi' facendo non rischiate una certa confusione?...-
"Ehm, effettivamente..." penso' Kagome "Non riesco a ricordare
nemmeno una volta in cui abbiamo attaccato seguendo un minimo di
strategia."
-Bando alle ciancie!!!- esordi' Eri: -Giu' in taverna c'e' un mucchio
di lavoro che ci aspetta! Dammi pure la giaccca, InuYasha.-
-E perche' dovrei dartela?!-
-Ma... La appendo nel guardaroba, e' ovvio!-
Convinto da una gomitata di Kagome piu' che dalla spiegazione di Eri,
il mezzodemone le porse con riluttanza la propria veste.
Non appena l'ebbe fra le mani, il volto della ragazzina si illumino'
di curiosita':
-Ooooh... Che strana stoffa! E' ruvida e velluatata
contemporaneamente. Non ho mai avuto fra le mani un capo di
vestiario con una consistenza simile: che tessuto e'?
-Pelo di Topi Infernali(2).- rispose il ragazzo con candida naturalezza.
Kagome si pietrifico'.
Eri sbianco' e lascio' cadere il kimono con aria schifata.
Ma Yuka ed Ayumi scoppiarono in una sonora risata:
-Ah! Ah! Ah! T'ha fatto la battuta! Voleva dirti che sei
un'impicciona, Eri. E' proprio un ragazzo simpatico!- e cosi' dicendo
se lo trascinarono giu' per le scale che conducevano in taverna.
InuYasha si ritrovo' in un locale ampio e spazioso, che odorava di
umidita' e vecchie cianfrusaglie. Il pavimento piastrellato
risplendeva quella sera di una pulizia che evidentemente non conosceva
piu' da lungo tempo; le quattro pareti spoglie mostravano un intonaco
scrostato in vari punti, soprattutto in basso, dove l'umidita' che
filtrava dal terreno aveva fatto sollevare la vernice, ed il muro
trasudava salnitro. Non c'erano vere finestre, ma, nella parte alta delle
pareti, finestruoli larghi e tozzi dai vetri zigrinati, imbrattati di
polvere e ragnatele, ed un'unica porta, di fronte alle scale, che dava
presumibilmente sul cortile esterno.
Due vecchie credenze, separate da un sofa' con decorazioni scozzesi,
erano appoggiate ad una parete, memori senz'altro di giorni ben piu'
gloriosi, con i loro scaffali ancora carichi di antiche suppellettili
e chincaglierie fuori moda. Il resto della sala era vuoto, oppure era
stato appositamente svuotato per l'occasione, ad eccezione di tre
lunghe assi di legno posate a terra.
-Certo che questo scantinato ammuffito matte addosso una
depressione... Altro che festa!-
Il commento del mezzodemone venne bruscamente stroncato da una gomitata
di Kagome:
-E' perfetto, Eri! Con qualche ritocco qua e la' sara' un vero
bijou!- soggiunse entusiasta la ragazza.
Massaggiandosi il fianco indolenzito, il ragazzo riconsidero'
nuovamente lo squallore di quel locale, e per un attimo desidero'
intensamente di potersi trovare fra i rami di un albero, a contemplare
il cielo all'imbrunire, sferzato dal vento tiepido della sera.
Eri interruppe vivace il flusso dei suoi pensieri:
-InuYasha, ci monteresti i tavoli?- gli chiese porgendogli un
cacciavite: -Sono quelli li' a terra: devi avvitargli le gambe.-
Alla vista del cacciavite il ragazzo si illumino' in volto:
-D'accordo!- annui' quasi strappando di mano l'attrezzo alla ragazza e
mettendosi all'opera immediatamente.
-Caspita! che efficienza!! Noi andiamo a recuperare le sedie.-
Le quattro ragazze sparirono su per le scale e tornarono poi, piu'
volte a turno, con seggiole di svariate fogge sottobraccio.
Durante tutto il ripetuto tragitto, Kagome ringrazio' mentalmente ogni
divinita' buddista e tutti gli dei shinto che conosceva, poi rivolse
un pensiero di gratitudine anche a Kami-Sama(3), ad Allah e Javhe'...
qualcuno di loro doveva proprio aver guardato giu', quella mattina,
per far si' che a suo nonno venisse in mente di insegnare ad InuYasha
ad usare il cacciavite!!!
Terminate le sedie, le nostre fragili fanciulle supplicarono il
ragazzo di aiutarle a portar giu' quattro pesantissime panche di
legno: lui se le carico' tutte in spalla contemporaneamente e, senza
fare una piega, le trasporto' agile in taverna.
Le tre amiche di Kagome iniziarono letteralmente a sbrodolare di
ammirazione per lui: si trattava infatti di quattro panche in legno
massiccio che loro avevano faticato a sollevare in due.
-Mamma, quant'e' forte!- (BRILL-BRIL)
-Eppure non e' per niente grosso: mio cugino fa palestra ed ha due
spalle che sono il doppio delle sue, ma sono sicura che non ci
riuscirebbe mai! Lui invece, pur essendo cosi' mingherlino, le solleva
come se niente fosse!!!- (BLINK-BLINK)
-Sara' anche di struttura relativamente esile, ma c'ha un fisico
tonico che se ne vedono pochi cosi', in giro.- (SBAV-SBAV)
Kagome inizio' a fremere dalla gelosia: come si permettevano, queste,
di fare apprezzamenti simili sul suo "ragazzo"?! Lei non era mai
nemmeno riuscita a pensarle, frasi del genere!!
Si diresse incazzata nera verso di lui, decidendo inconsciamente che
la colpa dovesse essere del mezzodemone, dato che si era messo in
mostra cosi', e lo sequestro' per una mezz'ora buona, costringendolo
ad aiutarla nell'attaccare i festoni. Ma non spiccico' quasi parola.
InuYasha, che era QUASI riuscito ad ambientarsi, non capendo cosa
turbasse la ragazza, ripiombo' ben presto preda di un grande senso di
inadeguatezza.
Ma strinse i denti e cerco' di tirare avanti: la serata era lunga e
sapeva bene che il peggio doveva ancora arrivare.
Addobbato il salone, che ora, tappezzato di decorazioni, sembrava
davvero sprizzare allegria, il quinquetto si diresse verso la cucina.
Cambiando ambiente, Kagome ritrovo' tutto il suo buonumore.
Le ragazze iniziarono ad imbottire paninetti e farcire quintali di
tartine, che venivano poi disposte in bell'ordine su grandi vassoi di
cartone.
InuYasha era veramente estasiato: pizzette, patatine, tramezzini,
dolcetti al cioccolato e bigne' ripieni di crema: quello era il
paradiso!!!! Tutt'a un tratto, si senti' lieto di aver accompagnato li'
Kagome. Si tuffo' sul vassoio delle pizzette, ma Kagome gliele tolse
di mano prima che raggiungessero la sua bocca; ci provo' con le
focaccine alle olive, ma una violenta gomitata lo convinse a
desistere (ormai il suo fianco destro era completamente livido); cerco' di abbordare il gabaret dei pasticcini, ma un calcio
negli stinchi gli fece supporre che non fossero di suo gradimento;
riusci' infine ad affondare un dito nella panna della torta e a
succhiarselo con gusto, ma la ragazza inizio' ad inveire contro di lui
dandogli del troglodita.
Fortunatamente Eri giunse in suo soccorso:
-Per un uomo c'e' ben poco da fare qui in cucina, vero? Vieni con me,
che ho un lavoretto adatto ad un maschio.-
Kagome li vide sparire al di la' della porta con un certo disappunto.
Spio' l'uscio di sottecchi piu' volte e lo intravvide passare con un
gigantesco scatolone, poi con un tavolino, e Eri sempre alle sue
calcagna. Un po' troppo appiccicata, per i suoi gusti...
Dopodiche', di loro nessuna traccia.
Kagome era drammaticamente sulle spine, tanto che stava spalmando la
marmellata anziche' la maionese sui panini al salame, solo che non
riusciva ad inventarsi nessuna scusa plausibile per piantar li' Yuka
ed Ayumi e precipitarsi a vedere cosa stavano facendo quei due.
***
-Che c'e' qui dentro?- chiese InuYasha dopo aver posato lo scatolone
sul tavolino appena posizionato in un angolo della taverna.
-Il MIXER- rispose Eri con aria trionfale: -Tu te ne intendi, vero?-
-MIKUSER?! Ehm...si', si'!- bluffo' lui, memore delle
raccomandazioni di Kagome.
-Lo colleghi tu, allora? Sai, io faccio una confusione, con tutti
quei cavi...- (BRILL-BRILL)
-Se proprio ci tieni...- Sudava freddo.
-La presa della corrente e' lì dietro- prosegui' la ragazzina felice: -I
cavi invece sono tutti qui- spiego' tirando fuori una fascina di
strane corde gommose e colorate dallo scatolone: -Lo stereo invece e'
li' sulla credenza. Grazie mille! Io torno su dalle altre: buon
lavoro!- e cosi' dicendo la ragazzina spari' su per le scale.
Lui rimase li' in piedi, a fissare interdetto quella strana cosa piena
di leverini, cursori e boccheruole.
Chissa' cosa diavolo era....
E soprattutto: chissa' cosa doveva farci lui?!
Comunque non era tipo da demordere, ne' tantomeno da abbassarsi a
chiedere aiuto; cosi' inizio' ad osservare quel mikuser con grande
attenzione: noto' che alcune boccheruole sembravano fatte apposta per
ospitare le estremita' dei cavi, e ve le infilo'; ma le altre erano
tutte uguali e non ci si raccapezzava.
Poi, fra gli spinotti collegati alle estremita' dei cavi, noto' una
forma quasi familiare: sembrava quella cosa che c'era in fondo al filo
del trapano e che il nonno, quella mattina, aveva infilato in un
apposito buco nel muro.
Si volto' a guardare la presa indicatagli da Eri... Perfetto! Era lei!
Poteva farcela! E si chino' verso la presa con la spina in mano.
***
In quella Eri faceva ritorno in cucina, sola.
Kagome si senti' un poco sollevata, ma in capo a pochi minuti, notando
che InuYasha non accennava a ricomparire, ricomincio' a fremere,
apprensiva:
-Di' un po', Eri, ma InuYasha che fine ha fatto?- domando'
titubante.
-E' giu' in taverna a lavorare.- rispose l'amica senza fare una piega.
-Ah. Gli hai trovato un altro lavoro di peso? Chissa' come s'e'
lamentato...-
-Macche'! Stavolta si tratta di un impiego di concetto.-
Kagome sbianco'. Qualsiasi cosa fosse, il mezzodemone avrebbe
combinato solo guai: gia' aveva seri problemi a riflettere
razionalmente nel suo mondo, figuriamoci li', dove ogni cosa gli era
estranea.
-Ehm... "Di concetto" in che senso?-
-Sta collegando il mixer.-
-IL MIXER?!?- . Terrore puro si dipinse sul suo giovane volto.
-Si', sta collegando il mixer allo stereo e alle luci colorate.
Perche'?-
-M..ma..m..MA LUI NON PUO' FARE UNA COSA SIMILE!!!-
-E perche' no? Mi ha dato l'impressione che se ne intendesse.-
"Cribbio!" penso' Kagome sconcertata: "Deve essere un attore nato!
D'altronde e' una vita che si esercita recitando la parte del
duro... Solo che, se lascio che sistemi lui il mixer, posso dire
addio ai lenti, e anche a qualsiasi altra musica!!!"
-Senti Eri, non possiamo lasciarglielo fare, perche' lui... Ecco,
si': lui e' ALLERGICO ALLA CORRENTE ELETTRICA.-
-Cosa?! Non ha mai sentito di un'allergia simile.-
-Ehm... Forse perche' e' effettivamente molto rara- farfuglio'
Kagome mettendo in atto la sua piu' epica arrampicatio maxima super
vitros(4): -Magari non ha osato dirtelo... Corro giu' a vedere come
sta!- aggiunse precipitandosi verso la taverna a rotta di collo.
Le tre amiche rimasero interdette a fissare l'uscio:
Eri: -Che strana coppia...-
Yuka: -Comunque bisogna ammettere che, in quanto a malattie strampalte,
sono davvero ben assortiti.-
Ayumi: -Pero' l'allergia all'elettricita' e' una patologia altamente
invalidante al giorno d'oggi. Poverino!!!-
***
Kagome irruppe nello scantinato preoccupatissima, temendo di trovarsi
di fronte ad un principio di incendio da corto-circuito, invece tutto
era silenzioso e deserto.
Si guardo' attorno, ma apparentemente di InuYasha non c'era traccia:
"Vuoi vedere che se l'e' defilata?!" penso' avanzando lentamente.
Poi lo vide. O meglio, vide il suo posteriore che spuntava appena da
dietro un tavolino: il mezzodemone se ne stava infatti inginocchiato
dietro il supporto del mixer, con la testa quasi appoggiata al
pavimento ed il sedere all'insu'.
-Ma cosa cavolo stai facen...-
-Shhht!- la zitti' lui: -Non ti avvicinare Kagome, e' pericoloso!-
-Pericoloso? Che cosa?- chiese lei avvicinandosi, incurante degli
avvertimenti del ragazzo.
-Qui, dentro al muro. Avverto un aura demoniaca!-
-Stai scherzando?!- domando' accovacciandosi accanto a lui, nel
tentativo di capire.
-Niente affatto: percepisco distintamente un potere demoniaco fluire
da dietro questi tre forellini- disse lui serissimo, indicando la
presa della corrente: -Ricorda l'aura di Hiten e Manten, le Bestie
del Fulmine.-
Kagome rimase letteralmente senza parole: non sapeva se mettersi a
ridere per la sua ingenuita' o sentirsi ammirata per quanto fossero
acuti i suoi sensi. Lui continuo' imperterrito:
-Non temere, mi sono appostato di proposito: non avendo Tessaiga,
l'unica nostra chanse e' cogliere il demone di sorpresa quando
saltera' fuori.-
-InuYasha, quella e' la presa della corrente elettrica...-
-Ah-ah! Un demone femmina, dunque! Lo abbattero' in un istante coi
soli artigli!-
-Ma no, non si tratta di un demone! Gli umani, al giorno d'oggi, sono
in grado di convogliare l'energia dei fulmini dentro a dei fili
metallici, ed utilizzarla per far funzionare macchinari grandi e
piccoli.-
-Dominate il potere dei fulmini?!?!?-
-Bhe', si'. Si chiama energia elettrica. Puo' essere pericolosa, ma,
se usata correttamente, e' innocua e rende molto piu' agevole la
vita.-
Lui la fissava incredulo, a bocca aperta. Abbasso' gli artigli, ma
continuo' a fissare con diffidenza la presa con la coda dell'occhio.
In quella le amiche di Kagome giungevano in taverna seguite da un
giovanotto sui diciotto anni. Vedendo i due accovacciati vicini vicini
sotto il tavolino, Yuka penso' bene di lanciare una delle sue
frecciatine:
-Ehi, che fate li' sotto, cose indecenti?! Non vi sembra un po' stretto
per amoreggiare?!-
Kagome, imbarazzatissima, senti' le sue guance farsi fosforescenti e
cerco' di scattare in piedi all'istante, picchiando cosi' una
violentissima craniata contro il tavolino su cui era appoggiato il
mixer, che vacillo' paurosamente subendo quel colpo e sarebbe senz'altro
caduto se il mezzodemone non fosse prontamente intervenuto per
sorreggerlo.
-Ooooooooohhh! Che riflessi!!! (BRILL-BRILL/SBAV-SBAV)- esclamarono
all'unisono le tre ragazzine, con occhioni liquidi e sbarluccicanti
d'ammirazione per InuYasha.
-Complimenti, amico.- gli disse il giovanotto avvicinandosi: -Se non
fosse stato per te, adesso il mio mixer sarebbe un cumulo di
rottami. Avrai senz'altro notato che si tratta quasi di un cimelio storico, di quelli ancora "vecchio stampo". Ci tengo tantissimo, sai?-
-Uh?!-
-Sono il fratello di Eri, piacere!- soggiunse sorridendo: -Qui ci
penso io. Tu porta via 'ste donne, o sento che mi combineranno altri
guai.-
InuYasha non disse nulla. Abbozzo' un mezzo sorriso e si accosto' a
Kagome, prendendola sottobraccio come a volerla sostenere, con
l'intento di accompagnarla verso le sue amiche:
-Come va il bernoccolo?- le chiese dolcemente, inizaindo a
massaggiarle la nuca.
Kagome, gia' imbarazzatissima per la figuraccia di poco prima,
sentendosi addosso gli sguardi maliziosi delle amiche e quello
indagatore del giovane, provo' un disagio insopportabile al contatto
col ragazzo-cane, cosi', per darsi un contegno, lo allontano'
bruscamente:
-E mollami!! Guarda che so camminare da sola!- gli invei' contro
aspra, liberandosi dal suo premuroso abbraccio ed avviandosi incazzosa
al piano superiore.
Lui rimase li', stupito e ferito, chiedendosi cosa mai avesse
sbagliato stavolta.
Domanda inutile: le donne proprio non le capiva.
Continua...
NOTE:
(1)Il nome InuYasha e' composto da due diverse parole: Inu, che significa "cane" e si scrive con un solo ideogramma, e Yasha, che si scrive invece con due ideogrammi, pronunciati YA e SHA. Visto come e' scritto, tale termine indica un demone-guardiano o una divinita'-guerriera buddista. Lo stesso termine YASHA, pero', puo' significare anche "demone-femmina", praticamente il corrispettivo femminile di Youkai (per intenderci: Sesshomaru e' uno youkai, IY e' un mezzo-youkai, Yura e' una Yasha). Non sono mai riuscita a capire, pero', se in questa seconda accezione il termine si scriva con ideogrammi diversi da quelli del nome di IY oppure no...
(2)La veste di IY e' fatta di pelo di HINEZUMI, una specie di topo (nezumi) che popola gli inferi, secondo le leggende giapponesi
(3)Kami-Sama e' il termine giapponese per indicare Dio come concepito da una religione monoteista. Kami e' "divinita'", sama un suffisso onorifico, come se dicessimo "l'onorevole Divinita'", piu' o meno...
(4)Dal latino: "la piu' grande arrampicata sui vetri" :)
Per rispondere alle vostre recensioni:
InuYasha parla come nel cartone, usando spesso "diavolo" e "dannazione" come intercalari, mentre Kagome usa un linguaggio piu' moderno, imprecando con "cribbio" oppure con "cavoli".
Le parole "AULICHE" sono quei bei paroloni poco o nulla usati nel linguaggio corrente, ma molto acculturate :)
La grammatica giapponese, confrontata con la nostra italiana, e' semplicissima. L'unica cosa complessa di quella lingua e' la scrittura!
Studiacchiando a tempo perso una grammatica tascabile ed economica, si puo'arrivare in capo a pochi mesi a capire le frasi piu' semplici dei cartoni, divertendosi senza stressarsi!!
Sono veramente felice di constatare che il racconto continua a divertirvi. Ringrazio tutti per i complimenti, e soprattutto grazie per avermi detto di essere molto simpatica! (in realta' sono timidissima...)
Ah, scusate se rispondo in generale ai commenti anziche' citarvi personalmente, ma... non so, cosi' mi sembra meno "freddo", anche se forse mi sbaglio...
Ciao, alla prossima :)
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Capitolo 7 *** Un tranquillo week-end di paura - parte seconda ***
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Ovvero: la festa di compleanno di Eri
Capitolo 5: Un tranquillo week-end di paura - seconda parte
InuYasha incrocio' le braccia sul petto e fece per seguire Eri e Kagome su per
le scale, quando si senti' tirare per una manica: si volto' e vide
Yuka ed Ayumi che lo fissavano con un sorrisetto complice.
-Pssst! InuYasha, non farti sentire: dobbiamo fare una cosa...-
-?!? Mbe'?-
-E' una sorpresa per Eri. Non dobbiamo farci scoprire.-
-E io che c'entro?-
-C'entri, c'entri, perche' noi abbiamo un mucchio di cose da fare su
in cucina, mentre tu al momento sei disoccupato. Ci darai una mano,
vero??- (BRILL-BRILL)
Vedendo le due ragazze che lo supplicavano tanto accoratamente, il
mezzodemone non ebbe cuore di mandarle a quel paese:
-Umpf... E va bene. Di che si tratta?-
-Vogliamo fare un gigantesco striscione d'auguri da appendere su
quella parete: uno striscione luuuunghissimo, enorme... epico, insomma!-
-?!... Striscione?!-
-Si', quello e' gia' pronto: l'ha cucito mia madre- riprese Ayumi: -
Quattro metri per uno-e-mezzo, che te ne pare?!-
-Ehm... la grandezza ideale- azzardo' lui: -Ma se e' tutto a posto,
cosa volete da me?-
-Manca la scritta!- esordi' Yuka trascinando InuYasha fuori dalla
porticina che dava sul cortile: -La farai tu, vero? (BRILL-BRILL)
Li' nel garage...-
continuo' lei indicando una saracinesca -...il padre di Eri tiene
tempere e pennelli. Abbiamo gia' chiesto il permesso di usarli.-
-Tempere?!-
-Si', tempere. Non ti vanno bene? Preferivi forse gli acrilici??-
-?!? N-no, no, le tempere mi vanno benissimo- ritratto' lui
deglutendo nervosamente: -Ma cosa devo scrivere?-
-Gli auguri di buon compleanno, no? Andra' benone un banalissimo HAPPY
BIRTHDAY, tanto sono le dimensioni a fare la differenza!!!- ribatte'
Yuka soddisfatta.
-?!?...EPPI BORDEI???- ripete' il poveraccio guardandola stralunato.
-Uhm... Dici che e' troppo banale? Senti, scrivi quello che ti
pare, basta che sia un augurio, OK? Noi torniamo su, o Eri si
insospettira'. A dopo!!!- e sparirono ridacchiando.
InuYasha trasse un lungo e profondo respiro, poi sollevo' la
saracinesca.
Una zaffata maleodorente raggiunse le sue narici sensibili,
costingendolo a schermarsi il naso col braccio per poter accedere
a quel piccolo ambiente quadrato e spoglio:
"Puah! Questo posto e' impregnato dei miasmi venefici sputati dai
veicoli di quest'epoca. Disgustoso!" penso' mentre gli occhi
iniziavano a pungergli e lacrimargli per l'irritazione.
Al centro quel cubicolo era praticamente vuoto, col pavimento
macchiato da gocce di un olio denso e scuro. Sulla parete in fondo era
poggiata invece un'estesa scaffalatura, traboccante degli oggetti piu'
disparati. Gli basto' un'occhiata per individuare un ripiano pieno di
pennelli; invece chissa' che aspetto avevano quelle fantomatiche
tempere...
Mentre soppesava i pennelli per scegliere il piu' consono al suo
lavoro, noto' sulla mensola adiacente una variopinta distesa di latte,
barattoli e bottigliette. Prese fra le mani un bel secchiello metallico che sull'etichetta aveva disegnato un bel pennello
intinto nell'inchiostro nero: "Smalto per Esterni"
recitava una scritta.
"Uhmm... La dicitura mi e' ignota, ma dalla figura direi che e'
proprio cio' che fa al caso mio" penso' soddisfatto, togliendo il
tappo per guardarci dentro.
Non l'avesse mai fatto! Un fetore pestilenziale si sprigiono' dalla
lattina aperta penetrandogli in gola, bruciando le sue narici ed i
suoi bronchi con esalazioni corrosive. Si senti' venir meno.
Si appoggio' agli scaffali, chiuse la latta rimettendola al suo posto
e si trascino' malfermo fuori da quell'inferno. Le gambe gli
tremavano, gli occhi lacrimavano copiosamente e la sua gola era
completamente riarsa. Resto' qualche minuto a respirare l'aria fresca
della sera, finche' non si fu in parte ripreso.
Purtroppo però doveva tornare la' dentro, non aveva scelta.
Quando aveva posato il barattolo le aveva viste: una decina di
bottigliette colorate con la scritta "Tempera" sull'etichetta.
Sarebbe stato sufficiente prenderne una, e 'stavolta non si sarebbe fatto fregare dal miasma.
Rientro' in taverna e si approprio' del coprispalle di Kagome, che
giaceva abbandonato su di una seggiola: per fortuna, mentre
appendevano i festoni, accaldata, se l'era tolto lasciandolo li'.
InuYasha se lo lego' sul viso in modo da coprire naso e bocca, come i
banditi del Far West, poi corse di nuovo fuori, sotto lo sguardo
attonito del fratello di Eri.
Con il profumo di lei vicino al viso avrebbe potuto sopportare
qualsiasi esalazione maleodorante.
Con un balzo fu di fronte alle tempere; soppeso' per un attimo tutti
quei bellissimi colori sgargianti: rossi, gialli, verdi... Poi lo
vide.
La', dietro tutti: afferro' rapido la boccetta del nero e salto' fuori
dal garage, richiudendosi la serranda alle spalle.
Rientro' nella cantina, distese lo striscione sul pavimento, giro'
indietro l'aletta del cappello e si rimbocco' le maniche gia' corte.
Sempre col coprispalle di Kagome legato sul volto, afferro' il
pennello e fisso' lo striscione con aria di sfida, come a dire: -A noi
due, bastardo!-
Eh-Eh! Non esercitava spesso l'arte della scrittura, ma sua madre gli
aveva insegnato bene, e chi ha sangue demoniaco nelle vene non
dimentica tanto facilmente quanto ha appreso.
Cosi', sotto lo sguardo basito del fratello di Eri, che lo fissava a
bocca aperta con uno spinotto in mano, si mise all'opera alacremente.
***
Su in cucina Kagome iniziava a preoccuparsi: si sentiva in colpa per
come aveva bistrattato il ragazzo e, vedendo che non ricompariva,
inizio' a temere di averlo offeso sul serio. Mettendo da parte il suo
orgoglio, si risolvette infine a chiederne notizie alle amiche:
-Ehm... Dite ragazze, ma InuYasha che fine ha fatto?-
-Mha, sara' rimasto giu' ad aiutare col mixer...- fece Yuka con uno
strano risolino, incrociando con occhi furbi lo sguardo di Ayumi, che
ridacchio' sotto i baffi.
Eri, invece, continuava a farcire serenamente i suoi vol-au-vent.
C'era sotto qualcosa, Kagome ne era certa. Ma cosa avevano architettato
stavolta quelle due pesti?
Continuo' il suo lavoro nervosamente, fino all'ultima tartina.
Infine Yuka ed Ayumi si offrirono di portar giu' tutto quel ben di
Dio, mentre Eri lavava le posate; Kagome segui' allora le due ragazze
fuori dalla cucina, anche lei carica di vassoi e ciotole di patatine:
-Allora, volete dirmi cosa e' successo ad InuYasha?!?- chiese
sottovoce.
-Hiiii, quanto sei apprensiva!- la sfotte' Yuka: -Cos'e', non puoi
vivere senza vederlo?!-
-M..ma io...-
-Non preoccuparti, Kagome- intervenne Ayumi conciliante: -E' giu' a
scrivere lo striscione con gli auguri.-
Kagome impallidi' come un lenzuolo fresco di candeggio:
-Cooooosaaaa?!?-
-Che c'e' adesso che non va?- si meravigliarono le amiche.
-Lui... lui... scrivere... non...- balbetto' stranita.
-Non dirmi che e' allergico anche alle tempere!- sbotto' Yuka
infastidita.
Kagome non ribatte' nulla, ma poso' i vassoi a terra e si fiondo' a rotta
di collo giu' per le scale:
"Magari fosse allergico! E' ANALFABETA, accidenti a lui!! Come ha
fatto a farsi impegolare cosi?" si chiese, senza rendersi conto che
era stata proprio lei ad incastrarlo in quella storia.
Yuka ed Ayumi la seguirono a ruota, e cosi' le tre fanciulle irruppero
in taverna giungendo contemporaneamente accanto al mezzodemone, che
era ancora chino sul suo striscione, intento a adre gli ultimi
ritocchi:
-YAAAA!!! Fantastico! Mirabolante!!- (BRILL-BRILL)
-WAAAA!!! Originalissimo! Davvero speciale!- (BLINK-BLINK)
-AAAAH!!! Il mio povero coprispalle!!!!- (GRRR-GRRR)
InuYasha trasali', sbavando un po' sull'ultimo ideogramma.
Vedendo l'espressione spiritata di Kagome, reputo' saggio togliersi
immediatamente il suo golfino rosa dal viso:
-Ehm... Tieni, Kagome. Forese si e' un po' sgualcito, ma senza non ce
l'avrei mai fatta, davvero- disse porgendoglielo.
La ragazza lo guardo' in cagnesco, ma non ebbe modo di replicare,
poiche' il ragazzo-cane fu letteralmente travolto dalle sue compagne,
oltremodo entusiaste della sua opera.
Kagome, completamente inebetita dal loro cicaleccio, si risolvette
infine a gettare uno sguardo su quel fantomatico striscione, per
capire cosa avesse mandato cosi' in visibilio le sue amiche: con la
tempera nera e una grafia arcaica ma pressoche' perfetta, InuYasha
aveva tracciato, in verticale, un antico augurio, che suonava un po'
come: "Che la vita, tanto munifica con te fino ad oggi, possa ancora
arriderti per molti lustri a venire".
...Effettivamente... era cosi' squisitamente fuori luogo per il
compleanno di una sedicenne del XXI secolo, da risultare assolutamente
geniale. Soprattutto perche' sembrava la gigantografia di una
lettera antica.
Yuka ed Ayumi, intanto, facevano pressing su InuYasha:
-Cribbio, che striscione epico che hai fatto!! (BRILL-BRILL). Di' la
verita': sei un designer, vero??-
-D..desainer?!?? Ehm, si' si'...-
-Urka, lo sapevo! Solo uno che ha fatto una scuola di grafica poteva
concepire una cosa del genere! (BLINK-BLINK) Kagome, perche' non ci
hai detto che il tuo ragazzo e' un artista?-
Kagome non fu in grado di articolare parola: non aveva mai conosciuto
nessuno che mancasse cosi' COMPLETAMENTE di spirito artistico come
InuYasha. Ma a quanto pare era talmente privo di senso estetico da
poter essere benissimo scambiato per un artista innovativo e geniale.
Forse e' vero che, agli estremi, gli opposti coincidono...
Le sue amiche incalzarono:
-Si', perche' non ce ne hai mai parlato? Ti ha mai fatto qualche
ritratto?- chiese Yuka sottovoce, dandole delle gomitatine.
-Magari ti scrive anche poesie! Chissa com'e' romantico...- commento'
Ayumi sognante.
-ROMANTICO?!?! Chi, InuYasha?- sbotto' Kagome sbigottita, riavendosi:
-Magari!...-
L'attenzione di Yuka ed Ayumi torno' a focalizzarsi sul mezzodemone,
che venne investito da una tempesta di domande stile "Dove hai
studiato", "Al giorno d'oggi con l'arte si campa poco: e' per questo
che lavori part-time al tempio", "Sei un grafico pubblicitario o fai
l'illustratore per libri e riviste", "Ti intendi anche di web-design"
eccetera eccetera eccetera...
Il poveraccio cerco' di arginare la loro valanga di curiosita'
rispondendo a monosillabi, il piu' delle volte assolutamente a caso.
Ne venne fuori che aveva studiato fuori citta', presso un istituto
professionale d'élite, per pagarsi il quale aveva lavorato duramente,
e che il suo GRANDE SOGNO per il futuro era di fare L'ILLUSTRATORE DI
LIBRI PER L'INFANZIA, ma che la strada in merito era ancora lunga ed
irta di ostacoli.
O almeno questo fu quello che le ragazzine interpretarono dalle sue
risposte random.
Di li' a poco, Yuka ed Ayumi scapparono su in cucina da Eri, lasciando
alla nostra mitica coppia il compito di appendere l'OPERA D'ARTE
(notiamo che, essendo 4m x 1,5m, non ci stava in verticale, cosi'
dovettero tagliarla in tre colonne ed appenderle una accanto
all'altra...).
-Di', InuYasha, ma come hai fatto?- azzardo' Kagome dopo qualche
minuto di imbarazzante silenzio.
-Con le tempere o come-cavolo-si-chiamano. Puzzano un po', ma
decisamente meno dello smalto per esterni.-
-?! Ma no! Voglio dire... Come hai fatto a scrivere quella cosa?-
-Bhe, ho imitato le missive augurali ricevute da mio nonno in
occasione del suo genetliaco.-
-Si', OK, ma non pensavo che sapessi scrivere...-
-CHEEEEE? MI CREDEVI FORSE ANALFABETA?!?-
-Chi, io? Ma no, figurati...- bluffo' la ragazza con una risatina
isterica: -Intendevo: non sapevo che tu sapessi scrivere COSI'
BENE.-
-Umpf...- bofonchio' lui di rimando, tornando a concentrarsi sul
proprio lavoro.
Kagome lo fisso' per un attimo: aveva la sua consueta espressione
dura, imperscrutabile, con quegli occhi velati di perenne malinconia.
Chissa' cosa pensava, in realta'...
Chissa' se aveva capito che lei lo reputava del tutto ignorante.
Si rese conto d'un tratto di quanto poco sapesse di lui: viaggiava al
suo fianco da un sacco di tempo e non si era nemmeno accorta che
sapesse leggere e scrivere alla perfezione. E lei che aveva chiesto
ripetizioni a Miroku! Avrebbe potuto dargliele lui, cavoli!
Ma in realta', quante altre cose ignorava riguardo al mezzodemone?
Se n'era innamorata, gia'.
Ma chi, o meglio COSA amava, in realta'?
Amava InuYasha per cio' che era veramente, o si era infatuata di cio'
che lei stessa credeva che fosse?
Lo guardo' di nuovo: chi era InuYasha?
Cosa celava in fondo a quegli occhi caldi e passionali che non
ridevano mai?
Quali pesi aveva seppelliti nel profondo del cuore?
Aveva piu' di duecento anni di vita, cos'erano al confronto i suoi
quindici? Eppure lei si era arrogata il diritto di "educarlo", di
insegnargli le buone maniere, di mostrargli cosa fosse bene e cosa
fosse male. Con quale autorita', poi?
E lui che l'aveva lasciata fare, che si lasciava schiantare a terra,
che brontolava ma ormai dava una mano a tutti... ma che comunque non
sorrideva e non si apriva con nessuno, nemmeno con lei della quale
ammetteva di avere un disperato bisogno.
E lei che si accontentava di indovinare i suoi pensieri e i moti del
suo cuore semplicemente osservandolo da lontano ed ascoltando i suoi
silenzi...
Era rispetto per lui, come si era sempre detta, o in fondo non era che
la paura di conoscerlo fino in fondo, di trovarsi partecipe di
sofferenze antiche che sapeva di non avere la forza di consolare?
InuYasha, perennemente imbronciato, che non gioiva mai, ne' quando
vinceva in battaglia, ne' quando aiutava vecchi e bambini che lo
ringraziavano di cuore.
InuYasha che cercava una forza sempre maggiore, ma non riusciva a
trarne soddisfazione, solo nuove, opprimenti responsabilita'.
InuYasha, che si portava dietro il peso dell'ombra di suo padre,
l'onta del suo stesso sangue misto, la disperazione di un'inenarrabile
solitudine ed il dolore inguaribile di un amore finito in tragedia.
InuYasha che nonostante tutto andava avanti, senza mai arrendersi, ed
aveva la forza di trascinare tutti loro.
InuYasha che non faceva mai pesare nulla di tutto cio' ai suoi amici,
ma si comportava cercando di ostentare strafottenza e
superficialita'.
Quanto profondi e dolorosi erano, invece, i suoi pensieri?
Avrebbe avuto mai, lei, il coraggio di scrutare nell'intimo di quel
cuore ombroso?...
-Qualcosa non va, Kagome?-
La voce calda del mezzodemone la fece ritornare bruscamente al
presente. Lui la stava fissando con aria interrogativa: gia', se n'era
accorto. In fondo, a modo suo, era un ragazzo molto sensibile...
-Si puo' sapere perche' mi fissi imbambolata da dieci minuti?!-
...peccato che mancasse completamente di tatto, accidenti a lui!!!!
Disarmata, lei gli sorrise:
-Ti pensavo...- ammise.
Lui arrossi' e distolse lo sgurdo, tornando a sistemare i festoni
intorno al suo striscione. In realta' avrebbe dato chissa' cosa per
poter conoscere i pensieri della ragazza, ma non osava chiedere.
-Senti, InuYasha...- domando' lei d'un tratto, con gli occhi bassi:
-Perche' sei venuto qui con me, stasera?-
-?!? COSA? Ma se sei tu che hai rotto tanto le scatole perche'
venissi! Che razza di domanda e'?!-
-Lo so, ma potevi rifiutare.-
-Ed e' quello che ho fatto, se ben ricordi!- ribatte' lui, piccato -Si da' il
caso, pero' che tu ti sia messa a frignare, ed io non sopporti le
lacrime... Le tue in special modo- aggiunse piano, infine.
-Io...-
inizio' a dire Kagome, ma venne interrotta dal ciclone Eri-Yuka-Ayumi
che in quel momento irruppe in taverna.
Eri si profuse in gridolini estasiati per gli auguri MEGALITICI a lei
dedicati, poi, in men che non si dica, agguanto' InuYasha e lo
trascino' nel cortile, seguita a ruota dalle altre due.
Kagome resto' li', con l'ultimo festone fra le dita ed i frammanti del
suo discorso nel cuore..
-Si puo' sapere dove mi state portando, dannate?-
-Giu' in ghiacciaia a prendere le birre- spiego' Eri: -Sono quindici
casse, ci serve le tua forza virile per trasportarle.-
-Di' la verita'...- incalzo' Yuka: -Non te l'aspettavi, eh?-
-Ehm... effettivamente non l'avrei mai detto...-
-Ti piace le birra, InuYasha?- si informo' Ayumi cortesemente.
-Birra? ...Ehm... si' si'...- rispose lui senza nemmeno sapere cosa
fosse.
-Meno male! Sara' l'unico alcoolico: sai, noi siamo brave regazze e
non vogliamo che la festa degeneri troppo, porta pazienza... (Notiamo
comunque che 15casse x12bottiglie ciascuna fanno 180 birre...-NdA)
Certo tu, con la vita un po' scapestrata che fai, sarai abituato a
tutt'altro genere di feste: chissa' che roba ci gira in quelle a cui
partecipi di solito...-
-Eh gia'...- annui' lui, convinto e fresco come un rosolio.
-Di', ma tu ti sei mai "fatto"?- gli chiese Yuka senza complimenti,
piantandosigli di fronte a gambe larghe e scrutandolo con sguardo
indagatore.
-Eeehhh?-
-Non fare il finto tonto! Sei un teppista, e per di piu' hai anche la
vena artistica: ti sarai senz'altro "fatto" di qualcosa, qualche
volta.-
D'un tratto il ragazzo-cane ebbe un lampo di genio e rispose
soddisfatto e compiaciuto:
-Si', si'! Una volta mi sono fatto di PACIULI!-
-PATCHOULI?!- si meravigliarono all'unisono le tre oche.
-Esatto. Ma e' troppo dolce per i miei gusti.-
-Oooooh, capisco...- lo blandi' Ayumi: -Tu sei di quelli che
preferiscono convivere col proprio dolore anziche' esorcizzarlo in un
paradiso chimico, giusto?-
-?!?-
-Di', Ayumi- la interrogarono sottovoce le altre due: -Ma 'sto
"patchouli" che e'? Roba pesante?-
-Mah, di preciso non lo so nemmeno io. Suppongo sia uno dei tanti
derivati dell'Ecstasy che girano oggigiorno per le discoteche.
Ne spuntano come funghi, sapete, perche' chimicamente non
sono molto difficili da sintetizzare: basta idrossilare o metilare in
vari punti l'anello metilendiossimetamfetaminico per ottener...
Beh, che c'e'? Ho detto forse qualcosa di sbagliato?- si stupi' la
ragazzina vedendo che le altre due la fissavano interdette.
-Di', Ayumi- esordi' infine Yuka con sguardo da pesce-lesso: -hai mai
pensato di iscriverti a medicina, dopo il liceo?-
-Mha, non saprei. Francamente pensavo di piu' ad ingegneria
nucleare...-
-Non e' che avete finito di starnazzare e vi degnate di mostrarmi
dove sono queste dannate birre?!- sbotto' InuYasha esasperato da
tutti quei discorsi per lui insensati.
Eri lo scorto' fino alle casse, dopodiche' le ragazze ne presero una
ciascuna, ed il mezzodemone dovette sobbarcarsi le restanti dodici,
impilate l'una sull'altra.
Fece per tornare lesto in taverna, ma Yuka lo fermo':
-Non penserai mica di continuare a passarla liscia, eh?-
-Liscia?!- si meraviglio' lui facendo capolino da dietro la pila di
casse.
"E io che credevo di esser gia' nella merda fino al collo..."
-Devi ASSOLUTAMENTE raccontarci come hai conosciuto Kagome!-
-Io non DEVO proprio un bel niente- ringhio' lui avviandosi con passo
deciso verso la taverna.
-Non cercare di sviare il discorso: te lo caveremo con le pinze, se
non ce lo dici spontaneamente. Ti tortureremo finche' non sputerai
tutta la verita'!-
L'istinto di mandarle a farsi fottere era veramente imperioso in lui,
ma InuYasha cerco' di dominarsi, reputando che se le sarebbe levate
prima dai piedi se le accontentava almeno in parte:
-Kagome mi ha semplicemente risvegliato da un sonno che ormai durava
da anni, tutto qui.- disse atono, evitando con meticolosa cura ogni
accenno a misticismi.
-Non capisco...- fece Eri: -Stai parlando in senso metaforico?-
-No, no, e' un fatto reale- la corresse lui, iniziando a sudare
freddo.
-Ooooohhh... Vuoi dire che eri in COMA e Kagome ti ha svegliato?!-
realizzo' Ayumi.
-Coma?!? Ehm... si' si', proprio cosi'....-
"Non so cosa, ma qualcosa hanno capito. Magari me la cavo..."
gongolo' fra se', speranzoso che lo lasciassero in pace.
Mise fuori il naso dalla torre di birre, ma dovette constatare, con
sommo orrore, che le tre lo stavano fissando in visibilio totale:
-Caspita, che cosa romantica!- (BRILL-BRILL)
-E' come se ti avesse riportato alla vita... Sfido io che siete
rimasti cosi' legati!- (BLINK-BLINK)
-Oooohhh, che storia meravigliosa! Come vorrei viverne una cosi'
anch'io...- (SOGN-SOGN)
-Effettivamente, tutto quadra.- concluse Yuka: -Kagome ha iniziato a
parlarci di te dopo essere stata ricoverata in ospedale per il
beri-beri, dunque vi siete incontrati al reparto di TERAPIA
INTENSIVA. Ma com'e' che sei finito in coma? Forse per via della tua
allergia all'elettricita'?-
-No, e' stato a causa di una freccia...-
-Freccia?!- chiesero in coretto le nostre eroine.
-Si': io ero lanciato a tutta velocita', e per colpa di quella freccia
mi sono ritrovato stampato su un albero...-
-Ooohhh...-
In quella il quartetto giungeva in taverna, quindi le ragazze si
precipitarono subito da Kagome sommergendola di domande:
-Kagome, perche' non ci hai mai detto nulla del legame speciale che
c'e' tra te ed InuYasha?-
-Eeeh?-
-Cavoli, una storia cosi' meritava di essere confidata alle tue
migliori amiche!-
Lei cerco' gli occhi di InuYasha, incapace di credere che lui, cosi'
riservato, avesse potuto spifferare la loro tormentata storia a quelle
tre svampite.
Ma il ragazzo aveva l'aria di cadere dal pero.
-Scuste, ma di che storia state parlando?- chiese infine dubbiosa.
-InuYasha ci ha raccontato tutto, sai? Stava correndo a tutta
velocita' CON LA MOTO, quando, per colpa di un cretino che non ha
messo la FRECCIA, e' andato a schiantarsi contro un ALBERO, finendo in
COMA. Coma dal quale tu, anni dopo, lo hai risvegliato.-
-Ah...- riusci' solo a dire lei. indecisa se meravigliarsi di piu'
della performance narrativa del ragazzo-cane o della galoppante
fantasia delle sue amiche.
Il piu' sconcertato, pero', era senza dubbio InuYasha, che stava
cercando di capire QUANDO MAI avesse raccontato loro quelle
assurdita'.
Ma a distogliere tutti da questi pensieri giunse infine un sonoro
squillo di campanello: gli altri invitati erano finalmente arrivati.
Cavoli, quanti meravigliosi commenti mi avete lasciato!! Vi ringrazio davvero tanto tanto: siete cosi' calorosi!
La cosa che mi fa piu' piacere constatare e' di farvi ridere di gusto e di riuscire a rallegrare la vostra settimana: in fondo mi sono decisa a pubblicare queste assurdita' proprio per quello!
Questa settimana in particolare, durante la quale sono stata moralmente molto provata, le vostre recensioni entusiaste sono state davvero d'aiuto! XD
Come faccio ad inventarmele? Francamente non saprei... Qualche scenetta l'avevo in mente prima di cominciare il racconto, ma la maggior parte mi sono venute estemporaneamente mentre scrivevo. Infatti doveva essere un raccontino di poche pagine, invece alla fine praticamente ho scritto un romanzo...XD
Per quanto riguarda Kagome: io mi sono attenuta strettamente al personaggio originale (al quale, personalmente, darei volentieri fuoco!), che in fondo manca completamente di sensibilita' nei confronti del mezzodemone. E pensare che ne e' pure innamorata! Certo che IY avrebbe bisogno di un bell'abbraccio, ma chissa' cos'ha in testa la nostra Kagome...
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Capitolo 8 *** Indipendence day - parte prima ***
Delirio di una Notte di mezza Estate
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Ovvero: La festa di compleanno di Eri
WARNING: il capitolo pullula di parolacce non censurate da asterischi. Si sono rese necessarie come espediente per sottolineare -comicamente- la differenza fra il gergo utilizzato da InuYasha e quello dei ragazzi moderni. Domando comunque scusa ai piu' piccoli.
Capitolo 6: INDIPENDENCE DAY - parte prima
Se ne stava li' ormai da un'ora e mezza.
Seduto a gambe incrociate su di una panca, con la schiena eretta
poggiata alla parete, perfettamente in silenzio.
Forse sperava di potersi mimetizzare con la tappezzeria... ma in fondo
si sentiva osservato. C'era sempre qualcuno con gli occhi puntati su
di lui: qualche sguardo interrogativo, qualcuno stupito, qualcuno
canzonatorio; comunque sia, sguardi sconosciuti, scostanti.
Cercava gli occhi di lei fra quella folla ostile, ma non gli era dato
di incontrarli.
Mantenendo un'espressione impassibile in volto, lasciava allora vagare
pigramente la sua attenzione da un viso all'altro, osservando e
cercando di studiare quegli sconosciuti, illudendosi cosi' di poter
capire qualcosa in piu' sullo strano mondo di Kagome.
Lei era sommersa di amici: un sacco di gente che le si faceva attorno,
gioiosa e complimentosa, elogiandola per le sue vesti o per l'acconciatura,
o raccontandole episodi vissuti recentemente a scuola.
Tutti le sorridevano e la trattavano con stima e riguardo, ma anche
con calore e simpatia.
Da lontano lui la vedeva ridere di gusto, al colmo dell'allegria.
Era cosi' felice, amata da tutti, quasi accudita.
Che ci faceva lui li', invece? Perche' se l'era portato dietro?
Quello era il mondo di Kagome: lei li' aveva tutto, famiglia, amici,
un posto nella societa'; li' aveva un presente ed aveva un futuro.
Lui non apparteneva a quel mondo.
E gli abiti moderni che indossava non bastavano certo a dargli un posto,
lo sapeva.
Non sarebbe mai appartenuto al mondo della ragazza, ma, in fondo, non
apparteneva neppure al proprio.
Era un essere libero: senza costrizioni, senza radici... senza un
posto a cui tornare. Era un essere maledettamente solo.
Sognava tanto di poter tenere Kagome con se' fino alla fine dei suoi
giorni, ma non aveva cuore di condannarla a condividere quella sua
aberrante vita raminga. Finche' ci sarebbe stata la Sfera da
ricomporre, avrebbe almeno avuto un pretesto per tenersela accanto.
E poi?
Si senti' gelare. Al solo pensiero di una vita senza di lei, sentiva i
suoi visceri contorcersi.
Per fugare quella sgradevole sensazione di freddo al cuore, inizio' a
guardarsi intorno con frenesia, in cerca di un qualcosa che potesse
occupare la sua mente in subbuglio.
La maggior parte degli invitati se ne stava radunata in piccoli
gruppi, presa da pettegolezzi o conversazioni futili.
Qualcuno ballava, al centro del salone, seguendo la musica martellante
che aleggiava nell'aria con movimenti ampi e sguaiati.
Le luci basse, colrate, si accendevano e si spegnevano in una danza
furibonda, disegnado ombre spettrali sui volti di tutti quei ragazzi.
Alla sua sinistra c'erano i tavoli con le cibarie: li sorvegliava
ormai da un'ora buona, nella speranza di trovarli deserti, ma
purtroppo erano sempre presi d'assalto, e lui proprio non se la
sentiva di buttarsi in quella mischia scalpitante solo per
procacciarsi un tramezzino.
L'unica cosa buona, in quel marasma, era che tutti lo lasciavano in
pace.
Poi la musica cesso' d'improvviso.
Le luci si accesero per un attimo ed il fratello di Eri, troneggiante
sul suo MIKUSER, annuncio' una qualche bestialita' in una lingua
sconosciuta.
Esaltati, tutti gli ospiti si precipitarono al centro della "pista da
ballo" con gridolini esultanti.
Una canzoncina assurda parti' a tutto volume e tutti si misero a
mimarla all'unisono.
Un branco di idioti che facevano movimenti idioti a ritmo di una
melodia idiota.
Piu' li guardava e meno li capiva. E lei era li' con loro e sembrava
divertirsi un mondo...
InuYasha si senti' d'improvviso molto stanco: voleva andarsene.
Si alzo' deciso a tornare al Tempio Higurashi, sicuro che, tanto, lei
non si sarebbe nemmeno accorta della sua assenza.
In quella si rese conto, pero', che i tavoli del buffet erano stati
abbandonati da tutti: prima di andarsene avrebbe almeno potuto
mangiarsi qualcosina, no?
Si avvicino' e contemplo' deliziato tutto quel ben di Dio: anche se
sembrava fosse calata un'orda di cavallette, c'erano ancora
stuzzichini in abbondanza. Li soppeso' a lungo con gli occhi: non
sapeva da dove cominciare! Spiedini con gamberetti e olive, panini
tondi ripieni, crostate di frutta, insalatiere colme di patatine...
Si decise infine per i pop-corn: ce n'era un'intera ciotola
traboccante.
Allungo' la mano, ma in quella la musichetta idiota cesso' e molti
invitati si catapultarono verso il buffet.
Aveva le mani a mezz'aria, protese verso la sua ambita preda, con gli
artigli perfettamente in vista. Si ricordo' in un lampo
dell'osservazione di Sota, e tutto cio' che gli venne in mente a
bruciapelo per nascondere le sue strane unghie fu di tuffare
rapidamente le dita ben in profondita' nella ciotola dei pop-corn.
Poi, rigido, si guardo' intorno con circospezione: dannazione, lo
stavano guardando in troppi! Come faceva, adesso, a levare le mani di
li'?
Ma perche' non se le era messe in tasca, cosi' da poter girare i
tacchi ed andarsene, accidenti a lui?!
Senti' una goccia di sudore colargli beffarda lungo la tempia.
Maledizione! Piu' passavano i secondi e piu' persone si mettevano a
fissarlo inebetite, rendendogli tutto piu' difficile.
D'altronde, come non restare colpiti da uno che se ne sta in piedi
perfettamente immobile con le mani "a mollo" nei pop-corn?!
Doveva trovare una soluzione, e alla svelta.
Ma certo: se insieme alle mani avesse asportato dalla ciotola anche un
bel po' di pop-corn, avrebbe potuto nascondervi le unghie.
Cosi' fece: affondo' le dita ancor di piu' nell'insalatiera, mise le
mani unite a coppa e le sollevo', portando con se' piu' di meta' del
contenuto della bacinella.
Aveva nascosto gli artigli alla perfezione tra quelle nuvolette
bianche, eppure gli altri avventori lo squadravano ancor piu' sgomenti
di prima. ...Chissa' perche'...
E adesso, dove li metteva tutti quei pop-corn?
Erano talmente tanti che traboccavano dalle sue mani al minimo
movimento e i piatti, purtroppo, erano dall'altra parte della tavolata.
Perche' poi lo guardavano tutti?!
Con tutti quegli occhi addosso non riusciva a pensare razionalmente,
dannazione!
Uhm... Se non poteva raggiungere i piatti, poteva sempre mangiarseli
tutti direttamente, no? Com'e' che non ci aveva pensato subito?!
Apri' la bocca piu' che pote' e, sotto gli sguardi sempre piu'
attoniti degli astanti, fece per rovesciarvi dentro tutto il contenuto
delle sue mani.
-INUYASHA!!- tuono' incazzosa una voce a lui ben nota.
Fu come un fulmine a ciel sereno.
Nel sentir gridare inaspettatamente il suo nome, il mezzodemone
trasali' di brutto, sparando pop-corn tutt'intorno, come un piccolo
fuoco d'artificio.
-MA NON TI VERGOGNI AD INGOZZARTI IN QUESTO MODO? NON HAI UN MINIMO DI
RITEGNO, CAVOLI!!! Prima te ne stai li' a fare il prezioso e
l'asociale, poi vieni qui a mangiare come un bufalo! Ma non sei capace
di stare in mezzo agli altri sfoderando perlomeno il minimo sindacale
di buone maniere, accidenti a te?!- lo investi' Kagome senza
pieta'.
Ingozzarsi?!?
Aveva una fame della malora fin dal pomeriggio e non era ancora
riuscito a toccare cibo; per di piu', dopo che lei lo aveva
dimenticato in un angolo per piu' di un'ora doveva anche sentirsi dare
dell'asociale?!
Perche'? Perche' anche lei non aveva un bel rosario al collo con cui
poter essere schiantata a terra?! Ah, come avrebbe voluto mandarla a
cuccia in quel momento!
Trasse un profondo respiro, pio un altro, indi infilo' le mani in
tasca e se ne esordi' con un semplice:
-Non rompere.-
Poi le volto' le spalle e fece per andarsene.
-Non crederai mica di tornare ad imboscarti nel tuo angolino, vero?-
"Un rosario! Datemi un rosario che la mando a cuccia!!!"
-Adesso tu vieni a conoscere qualche ragazzo per fare un po' di sana
conversazione fra uomini!- disse lei trascinandolo verso un gruppo
di giovanotti che gli presento' come suoi compagni di scuola.
Dopo qualche banale frase di convenievoli, Kagome se ne torno' dalle
sue amiche, piantandolo li' piu' a disagio che mai.
-Higurashi e ' la tua tipa, eh?- gli chiese un ragazzo allampanato.
-Beh...- riusci' solo a farfugliare InuYasha, arrossendo; ma le luci
colorate celavano alla perfezione le sue guance imporporate.
-Non c'e' che dire, amico, e' proprio niente male: beato te.-
-Beato si'!- intervenne un altro che portava un vistoso paio di
occhiali dalle lenti spessissime: -Higurashi e' proprio strafiga,
stasera. (SLURP-SLURP) Io sto con la Tanaka, ma non c'e' confronto:
quella c'ha un deretano di almeno un metro. Mi ci sono messo solo
perche' ci sta.-
-?!?-
-Non lamentarti troppo- lo rimbrotto' un terzo, piccoletto e
cicciotto: -Il suo culo e' perfettamente bilanciato dalle tette!-
(SBAV-SBAV)
-Comunque stasera si son messe un po' tutte in ghingeri- torno' a dire
il primo: -Sembrano tutte delle donne fatte. Qualunque guardo, mi si
rizza.-
-Urka se si rizza!- incalzo' l'occhialuto. Con la divisa scolastica
e la faccia addormentata delle otto di mattina, mica sembrano cosi'
gnocche!-
-?!?!?...-
-Beh, tu non dici niente?- chiese lo spilungone battendo una pacca
amichevole sulla spalla di InuYasha: -Hai decisamente l'aria di uno
che la sa lunga, in fatto di donne.-
Il mezzodemone, che aveva intuito che la sfilza di termini a lui
sconosciuti proferiti poc'anzi non dovevano essere altro che caldi
apprezzamenti sulle grazie femminili, si arrampico' malamente sui vetri,
cercando di ricordare qualcuna delle
espressioni piu' uaste ed abusate da Miroku, e se ne usci' incerto con
una...
-Ehm...si', si'... Sono tutte fanciulle dalla rara bellezza.-
Calo' un attimo di tombale silenzio, durante il quale tutti iragazzi
restarono a fissarlo sbigottiti, come se stessereo guardando un
alieno. Poi il tarchiato prese la parola, interpretando i pensieri di
tutti:
-Ma come cazzo parli?!?-
"Io?! Come diavolo parlano loro, dannazione!!"
-Lasciamo perdere 'ste cazzate, raga: c'ho un problema col computer,
non e' che avete qualche dritta da darmi?- chiese l'occhialuto.
-Sputa, sputa. Intanto io mi fumo una sizza. Qualcuno vuol
favorire?- annuncio' il tarchiato.
Gli altri pero' rifiutarono ed InuYasha reputo' saggio fare
altrettanto, di fronte a quell'ignoto cilindretto bianco.
-Devo OVERCLOCKKARE la C.P.U., visto che con tutti i GIGABYTES di roba
che ci ho messo su, non ce la fa piu'. Cosa mi consigliate?- continuo'
Quattr'occhi.
"?!? SI-PI-U? OVER-cheee?!..."
Lo spilungone prese subito la parola:
-Guarda che l'operazione e' molto pericolosa: devi fare un piccolo
DRILL sulla C.P.U., proprio sotto la ventola; devi andare molto vicino
al CORE, ma se lo tocchi sei fottuto.-
Inutile precisare che InuYasha era totalmente basito.
-Eh gia', io ne ho uccisi due prima di riuscire a farne uno buono!- si
intromise il tarchiato, inspirando fumo ad ampie boccate.
Il suono della parola "uccidere" risveglio' un poco l'interesse del
ragazzo-cane: che ci fossero di mezzo dei demoni in quel fantomatico
KONPYUTAA con la SIPI-U da OVERqualcosare?!?
-Fatto questo- riprese scazzato il perticone -ci incolli un tubetto
per impianti pneumatici: deve essere ben saldo, perche' se si muove ti
manda a troie la MOTHERBOARD. A questo punto gli spari dentro l'AZOTO
e sei pronto a ripartire.-
"?!?!? Ma che lingua parlano?!?!"
-Ah, tutto qui?- si informo' l'occhialuto, poco convinto.
-Si', ma non gli hai detto del JUMPER: prima dell'azoto devi impostare
il nuovo CLOCK. Vuoi OVERCLOCKcare si' o no?!?- insistette il fumatore
tirandosela non poco.
-Ok, ma come lo metto?-
-Se ti piace il rischio, vai tutto a tavoletta!-
"Dov'e' che deve andare, 'sto tizio?!?!?"
-E tu che ne dici, InuYasha?- gli domando' speranzoso il ragazzo con
gli occhiali: -Scommetto che sei un vero GURU del computer: C'HAI
PROPRIO LA FACCIA DA HACKER!-
-Faccia da ACHER a chi?!? CERCHI ROGNE, PER CASO?!-
-Ehi ehi ehi, abbassa la cresta! Non e' il caso di scaldarsi tanto
per una stronzata simile- lo investi' il tarchiato, soffiandogli
addosso una nuvola di fumo grigio.
Quell'odore pungente fu la goccia che fece traboccare il vaso:
InuYasha strappo' la sigaretta dalle dita del ragazzo, la getto' a
terra spegnendola con la suola delle scarpe e afferro' il
malcapitato per la camicia, avvicinando il suo volto al proprio:
-Va' ad alitare i tuoi miasmi venefici sul naso di un altro,
CHIARO?!- ringhio' digrignando i denti e scoprendo cosi' i suoi
acuminati canini.
Poi vide un velo di paura dipingersi in quegli occhi
neri che lo fissavano cosi' ravvicinati, e lentamente lascio' la
presa. In fondo era solo un insulso e debole ragazzino umano.
Abbasso' gli occhi, diede le spalle a tutti e si allontano' da loro,
sparendo in mezzo alla "pista" da ballo.
-Ma chi era, uno della Lega Anti-Fumo?- si stupi' Quattr'occhi.
-N..non lo so, pero'... i suoi occhi avevano qualcosa di strano, come
un ghigno felino. M'ha fatto quasi paura: mi sembrava perfino che
avesse i denti di una belva.-
-Piscialetto! Fai tanto il gradasso e poi te la fai sotto per uno
cosi'? E' un tipo strambo, ma da qui a descriverlo come una bestia ce
ne passa.-
InuYasha raggiunse i gradini che portavano al piano superiore
facendosi strada a spallate fra i ballerini scatenati, tenendo il capo
chino per non incontrare lo sguardo di nessuno. Con tre lunghi balzi
fu in cima alle scale e richiuse con un colpo secco la porta alle sue
spalle.
Si sentiva terribilmente stordito: ora che finalmente non era che
un'eco lontana, si rendeva conto di quanto quella musica martellante
ad alto volume l'avesse rintronato. Senza parlare delle luci
intermittenti e degli odori di tutti quegli esseri umani che
confondevano e disorientavano il suo olfatto. Infine, cigliegina
sulla torta, adesso i suoi abiti erano impregnati del puzzo di
sigaretta, ed in piu' non era ancora riuscito a mangiare niente e
stava crepando di fame.
Poggiandosi al muro con una mano, si diresse a passo incerto verso la
cucina, sperando di scovarvi almeno qualche avanzo.
Entro' nel locale avvolto nella penombra, ma dovette constatare che,
purtroppo, non vi era rimasto proprio nulla: tutto era pulito ed in
ordine.
Era stanco. Dannatamente stanco.
Si appoggio' al muro, li' accanto alla porta, e sollevo' il volto
verso il soffitto, respirando profondamente; poi chiuse gli occhi e si
lascio' scivolare giu', pian piano, fino a ritrovarsi seduto per
terra, spalle e nuca poggiati alla parete, con una gamba semi-distesa
ed una raccolta contro il petto.
Inspiro' di nuovo.
Che essere insulso che era: resisteva alla fatica, al dolore, alle
ferite, e crollava cosi' miseramente se solo si sforzava di stare in
mezzo alla gente.
Maledi' la sua condizione: era un mezzodemone, ma perche' era nato
cosi' squilibrato?
Perche' solo il suo corpo aveva caratteristiche sovrannaturali, mentre
la sua anima era cosi' maledettamente umana?
Una forza immensa, che gli permetteva di tener testa anche ai demoni
piu' potenti, ed uno spirito ricolmo di tristezza ed insicurezze,
cosi' diverso dall'indole crudele e fredda tipica dei demoni. Lo
nascondeva agli altri con le sue spacconerie, ma a se stesso non
riusciva a celarlo: da sempre si adoperava per soffocare la sua
stessa natura, e da sempre si ritrovava a sbattervi contro
dolorosamente.
Ah, se solo ci fosse stato un bel demone da fare a brandelli!
Sarebbe stato un ottimo diversivo, l'unica cosa in grado di distrarlo
dalle paturnie che affollavano la sua mente. Uno spettro, una
presenza, qualsiasi cosa, ma non quel dannato silenzio...
Reclino' il capo ed abbandono' la fronte sul ginocchio, lasciando che
i suoi lunghi capelli ricadessero scomposti sulle spalle e sulle
braccia.
Sentiva i rumori della festa filtrare attraverso il pavimento. Sentiva
forte il profumo di quell'abitazione sconosciuta. Sentiva un cane
latrare in lontananza e, ogni tanto, qualcuno di quegli strani veicoli
semoventi e maleodoranti passare lungo la strada.
Ed ascoltava ogni cosa, perso in uno strano dormiveglia durante il quale
la sua coscienza era attutita, ma i suoi sensi erano piu' acuti che
mai... Continua...
Un grosso grazie ad H, che mi ha scritto le battute dei compagni di Kagome riguardanti l'overclock della C.P.U.
Dato che le mie conoscenze in merito sono assimilabili a quelle di InuYasha, non ce l'avrei mai fatta da sola!!
Cari lettori, questa settimana la parte pubblicata e' un po' piu' breve del solito. Cercate di scusarmi, ma il capitolo della festa era lunghissimo ed ho dovuto tagliarlo in tre parti, col risulatato che questa prima e' un po' corta.
Ne approfittero' quindi per rispondere ai commenti.
Caro/a Fast... fare la sceneggiatrice di film comici?! No, non ci avevo mai pensato.
A parte il fatto che il mondo della TV non mi interessa (l'unica cosa che guardo sono i cartoni animati!!!), il grosso della comicita' di questo racconto e' dato dalla scelta dei paroloni, cosa che andrebbe perduta in un film o in un'animazione, quindi penso che non partorirei nulla di buono. Comunque io un lavoro ce l'ho gia', ed anche molto piacevole: sono una farmacista.
Sono lieta che la parte introspettiva sia piaciuta a cosi' tante persone, e lieta soprattutto di riuscire a farvi pensare anche un po', fra una risata e l'altra. Nonostante sia fondamentalmente comico, il racconto vorrebbe essere tutt'altro che stupido.
E per finire, cara Elychan, due parole su Kagome.
Premetto che l'unica cosa seria da dire e' che il rapporto fra i due non va avanti semplicemente perche' questo e' un ottimo espediente per tenersi incollata la meta' femminile dei lettori (o degli spettatori), e la Takahashi fa un uso spropositato di questo espediente.
In ogni caso, la tua analisi sul personaggio di Kagome e' molto pertinenete e veritiera. La critica che le muovo sta pero' proprio in questo: rinunciare a legarsi troppo ad una persona per paura di poter soffrire se un giorno la si dovesse perdere, e' il modo migliore per non conquistarla mai... XD
A sabato prossimo, ragazzi!
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Capitolo 9 *** Indipendence Day - parte seconda ***
Delirio di una Notte di mezza Estate
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Ovvero: La festa di compleanno di Eri
Capitolo 6: INDIPENDENCE DAY - parte seconda
Da quanto tempo era li' rannicchiato, ormai? Forse qualche minuto,
forse ore; lui stesso non avrebbe saputo dirlo.
Poi avverti' un rapido scalpiccìo: passi pesanti di parecchie persone,
forse una decina, che si facevano sempre piu' vicini; la porta che
dava in cantina era stata aperta e costoro adesso si muovevano con
circospezione li' al piano superiore, come se cercassero qualcosa.
Erano tutti maschi: lo sentiva dall'odore.
D'improvviso uno di loro irruppe in cucina, fece mezzo giro intorno al
tavolo, poi si arresto' di botto:
-Ehi raga, l'ho trovato!- grido'.
All'unisono tutti gli altri passi presero a convergere verso la
cucina. L'aria era carica di una tensione negativa che InuYasha ben
conosceva: aria di battaglia.
Con riluttanza si risolvette infine a sollevare il capo: che stessero
cercando lui?
Una decina di giovanotti se ne stavano li' piantati a gambe larghe,
accerchiandolo.
Gli occhi dorati del mezzodemone si fecero duri come il ghiaccio;
quasi rilucevano nella penombra di quel locale:
-Che diavolo volete?- ringhio' tagliente.
Uno di loro fece un passo in avanti:
-Tu sei quel bastardo che sta rovinando Higurashi: adesso te la vedrai
con noi.-
InuYasha aggrotto' un sopracciglio e fisso' il ragazzo con aria quasi
divertita:
-Io starei rovinando Kagome? Mi spiace, ma non riesco a
seguirti.-
-Ah, fingi di non capire? Da che si e' messa con te, non fa che
bigiare le lezioni, dorme in classe, non fa i compiti... Prima non era
cosi', quindi sei tu che l'hai traviata. E noi, come suoi coetanei,
abbiamo il dovere di difenderla da uno stronzo come te.-
-Gia': ora tu vieni fuori che ci facciamo due "chiacchere"...-
intervenne un altro.
-Umpf...- Il mezzodemone si alzo' da terra con un movimento tanto
celere da risultare invisibile agli occhi dei suoi stessi
interlocutori: -Visto che insistete tanto... Andiamo!-
"Certo che con dei miseri umani come avversari mi scappa proprio la
poesia. Tra l'altro dovro' pure stare attento a non far loro del male,
se no chi la sente, Kagome? ...Che noia!"
I ragazzi gli si fecero intorno nell'intento di non lasciargli via di
fuga e lo scortarono cosi' fino in giardino, fermandosi a meta' del
vialetto d'ingresso.
InuYasha era al centro, insieme al ragazzo che aveva parlato per
primo, mentre gli altri si erano disposti in cerchio tutto intorno.
Gli sguardi minacciosi, le mani sudate e i muscoli tesi allo spasimo,
fissavano aspramente la loro presunta vittima, che se ne stava
invece pacificamente in piedi a braccia consete, con un'espressione
saccente in volto:
-Allora, cominciamo o no?- li esorto' calcandosi per bene il berretto
sulla testa (mica di perderlo nella zuffa: allora si' che sarebbero
stati guai!).
-Ti accontento subito, brutto balordo: ora ti levo quell'espressione
ebete dalla faccia!-
Cosi' gridando il capo si lancio' contro di lui, colpendolo
violentemente alla bocca dello stomaco. Senza fare una piega, InuYasha
contrasse appena-appena gli addominali e finse di incassare il colpo.
L'avversario, con la mano drammaticamente dolorante (un po' troppo,
per i suoi gusti...), lo fisso' sbigottito: ma contro cosa aveva
sbattuto?!
Aveva pero' una reputazione da difendere, quindi finse di aver avuto
la meglio ed incito' i propri compagni ad attaccare a loro volta (soprattutto perche' non era
piu' molto sicuro di volergli assesstare un altro pugno: in fondo le
dita gli servivano ancora):
-Sotto ragazzi: non sa nemmeno schivare! E' tutto nostro!!!!-
***
Kagome era ormai drammaticamente in pensiero, dato che non vedeva piu'
InuYasha da una mezz'ora buona. Anche se non era stata in sua
compagnia, l'aveva tenuto d'occhio di sottecchi per tutta la
sera; ora pero' sembrava sparito: un attimo prima se ne stava la' coi
suoi compagni e poi... puff! di lui piu' nemmeno l'ombra.
Dapprima aveva pensato che fosse andato ad espletatre qualche
bisognino fisiologico, ma non vedendolo tornare inizio' a fremere.
Vittima dei suoi stessi quindici anni, si vergognava a morte di
chiederne notizie alle amiche e cosi' restava li' ad ascoltare
distrattamente i loro insulsi discorsi, lasciando vagare
sconsolatamente lo sguardo per il salone, nella speranza di incontrare
quella figura a lei cara.
E se se ne fosse andato?
Senti' una grande tristezza pervadere il suo cuore: in fondo l'aveva
catapultato a forza in quel mondo e poi ve l'aveva abbandonato...
Aveva sognato tanto quella festa insieme a lui, poi non aveva avuto
nemmeno le "palle" di stargli accanto di fronte a tutti.
-E' strano.-
Aveva sentito tanti invitati formulare questo commento riguardo ad
InuYasha, per questo non aveva avuto il coraggio di restargli accanto.
Vergogna.
Ancora vergogna, mista ad un grande imbarazzo... Se lui se
n'era andato non poteva certo dargli torto.
In cuor suo Kagome aveva sempre ritenuto che il ragazzo, cosi' timido
ed indeciso, fosse il principale responsabile del fatto che la loro
storia d'amore non si decidesse a decollare, ma in quel momento si
rese conto che, probabilmente, i blocchi maggiori erano invece da
parte sua.
Lo accettava davvero?
Lo accoglieva fino in fondo?
O tanto lunga ancora era la strada da percorrere?
Era davvero abbastanza "grande" per amare un essere che non era
neppure umano?
La musica assordante, le luci colorate e queste domande devastanti che
le martellavano nella testa... A Kagome sembrava di star male.
Avrebbe tanto voluto scappar via.
In quella, pero', una ragazza con le lentiggini irruppe trafelata nel
suo gruppetto di amiche:
-Eri, Eri, presto! Sta succedendo una cosa terribile!-
-Cosa? Dicci tutto, Izumi!-
-Nishida e la sua banda di scalmanati stanno facendo a botte col
ragazzo di Higurashi, su in giardino!-
-Ommioddio, che disasatro!- si dispero' la festeggiata.
Ma la piu' colpita dalla notizia fu senza dubbio la nostra Kagome:
-Come sarebbe a dire che sta facendo a botte?! IO SON QUI CHE STO IN
PENA E MI DISPERO PER LUI e LUI PENSA BENE DI ANDARE A MENAR LE
MANI?!?!? Adesso vado su E LO RIBALTO!- sbotto' dimenticandosi
completamente di tutta la vergogna provata fino ad allora.
-Ma dài, stavi in pena per lui?! Non l'avrei mai detto...- azzardo'
Yuka maliziosa.
Ma Kagome non la degno' della benche' minima attenzione e si
catapulto' come una furia su per le scale.
Il suo urlo aveva pero' destato l'attenzione di molti e cosi', oltre
alle sue amiche, una buona meta' degli invitati corse fuori appresso a
lei.
Izumi cercava senza successo di placarla un poco:
-Higurashi, non scendere a conclusioni affrettate! Guarda che mica e'
stato lui ad attaccar briga: Nishida e il suo compare Yamaguchi
progettano di menarlo fin da giovedi' scorso, li ho sentiti io!-
Ma Kagome era inamovibile:
-Questo non cambia le cose: se non fermo InuYasha, quei due rischiano
di finire al pronto soccorso.-
-Ma non hai capito niente! Non sono in DUE, ma in DIECI contro uno! Il
tuo ragazzo verra' massacrato!!!-
-IN DIECI?!?! Oddio, finiranno all'ospedale in dieci!- si
dispero' Kagome allungando il passo.
-C'e' qualcosa che mi sfugge...- confido' Yuka nell'orecchio ad Eri:
-Non dovrebbe essere preoccupata per il ragazzo che ama, anziche' per
i suoi assalitori?-
-Mah... E chi la capisce!!!-
-Higurashi, ti prego, ragiona!- insistette nuovamente Izumi.
Ma in quella tutto il gruppo giunse nel cortile e Kagome si arresto'
di colpo, piantandosi sul limitare della soglia a gambe larghe e con
le mani sui fianchi:
-INUYASHA!!- tuono' con una voce minacciosa che avrebbe impensierito
perfino il glaciale Sesshomaru.
Il ragazzo-cane si volto' preoccupato verso di lei: aveva un labbro
spaccato ed un rivolo di caldo sangue scarlatto colava lungo il suo
mento per poi gocciolare sulla maglietta bianca. Gemme di prezioso
rubino sulla candida neve... (intermezzo poetico - NdA)
Kagome, con una rapida occhiata, si accerto' che non vi fossero
cadaveri a terra, diede una scorsa ai ragazzi che circondavano
InuYasha per constatare se avessero ancora tutti i pezzi, dopodiche',
notando che erano ancora tutti interi, freno' il suo impeto ed inizio'
seriamente a preoccuparsi per il suo mezzodemone: che le stesse
davvero prendendo?!
Ma no, non era possibile: lui teneva testa anche ai demoni piu' feroci.
Ma allora, cosa stava succedendo?
InuYasha la fulmino' con lo sguardo:
-Tu non ti intromettere!- le ringhio' contro perentorio.
La ragazza si senti' smontare: lo aveva invitato decisa a fargli
passare una serata serena, perche' potesse rendersi conto di quanto
fosse bello il contatto con gli altri, invece i suoi compagni lo
avevano preso di mira e lo stavano menando.
Congiunse le mani e resto' a guardare in silenzio, ma avrebbe tanto
voluto piangere.
"Dannazione! La presenza di Kagome mi rende solo tutto piu' difficile.
Proprio adesso che ormai c'ero quasi... Che seccatura! Beh, vorra'
dire che dovro' reggere questo insulso giochetto ancora per un po'.
Forza, fatevi sotto, bastardi!"
Quattro ragazzi lo attaccarono quasi in contemporanea; ne schivo' tre,
ma accuso' una bella pedata negli stinchi dall'ultimo.
"Non cosi', non cosi'... Tutti insieme, pivelli!"
Ma i giovani erano titubanti: avevano notato che i suoi movimenti
nello schivare erano insolitamente agili e rapidi, ma soprattutto
erano inibiti dal fatto che egli non avesse ancora contrattccato,
quindi non sapevano bene cosa aspettarsi.
Alla fine uno scatto' improvvisamente in avanti ed InuYasha, nello
schivarlo, fini' dritto nelle grinfie di Nishida, che prese a
tempestarlo di violentissimi pugni sulla spina dorsale.
Il mezzodemone si scosto' con una gomitata, ma perse l'eqilibrio e si
ritrovo' a prostarto a terra, ansante.
Era l'occasione che gli altri stavano attendendo: la loro vittima
aveva abbassato la guardia.
Partirono tutti alla carica per infierire su di lui.
"Si', bravi, cosi'!! Ce ne avete messo di tempo!" penso' trionfante il
ragazzo-cane.
Fu un attimo.
Nessuno era riuscito a capire cosa diavolo fosse successo, fatto sta
che, poco prima, InuYasha stava per essere assalito da dieci
scalmanati e, un attimo dopo, gli stessi giacevano miseramente al
suolo tutti incastrati fra di loro in un assurdo groviglio di braccia,
teste e gambe, mentre InuYasha stava ritto in piedi a braccia conserte
con un piede sulla testa di Nishida.
Tutto cio' che si era visto era stato un turbinìo di capelli bianchi
che fluttuavano nell'aria della sera; i movimenti delle sue braccia e
delle sue gambe erano stati troppo rapidi perche' inesperti sguardi
umani potessero scorgerli.
Il mezodemone affero' un inerme Nishida e lo sollevo' di peso
tenendolo per il collo della camicia:
-Se a Kagome non va la vita che le faccio fare, non ha che da dirmelo.
Certo il giudizio non spetta a te, dannato.-
E cosi' dicendo lo lancio' sopra il mucchio degli altri suoi compari;
indi volto' le spalle alle sue vittime indolenzite e, sfregandosi via
il sangue dal mento col dorso della mano, si avvio' a capo chino verso
la casa.
Ma un inaspettato boato lo fece arrestare a meta' del vialetto: la
folla accorsa per gustarsi lo spettacolo lo stava acclamando
osannante, battendo le mani e scandendo entusiasta il suo nome. Ci
mancava solo la Hola...
Irrigidendosi, fisso' incerto tutta quella gente festante senza sapere
se avanzare oppure no: detestava sentirsi al centro dell'attenzione.
Poi vide un ragazzo castano staccrsi dal gruppo e puntare deciso verso
di lui:
-Come stai, amico? Ti hanno rotto il labbro, quei delinquenti...-
disse con fare gentile.
-Ah, non e' niente... Andra' a posto subito, vedrai- si schermi' InuYasha.
-Ma potrebbe infettarsi! Lascia che ti medichi: porto sempre con me un
kit tascabile di pronto-soccorso.-
-Ma tu chi saresti, scusa?- domando' il mezzodemone, stupito da tante
premure.
-Mi chiamo Hojo, sono della sezione B; forse Higurashi ti avra'
parlato di me...-
-Hojo? Uhmmm... No, mai sentito.-
-Ah! Uff....- sospiro' il giovane con aria depressa, abbassando il
capo. In quella noto' le macchie sulla polo:
-Oh, ti sei imbrattato la maglietta di sangue! Ho giusto qui dei
fazzolettini imbevuti di smacchiatore: rimedio subito!-
-Lascia perdere: non ha alcuna importanza.- lo freno' brusco InuYasha,
facendo per riprendere il cammino.
-Senti, io...- lo richiamo' timido il giovane.
-Uhm? Che c'e'?-
-Bhe, io ci tenevo a dirti...- inizio' Hojo abbassando gli occhi: -Dopo
quello che ho visto poco fa... Ecco, sono contento che Higurashi stia con
uno come te. Sai io... io le volevo molto bene... e quando tutti dicevano
che si era messa con uno sbandato mi ero molto impensierito.
Ma in realta' sei proprio una brava persona: li hai sistemati senza
torcere loro un capello!- Sollevo' lo sguardo: -Quindi ti prego: falla
felice anche per me- gli sorrise con occhi lucidi, poi si volto' e si
riavvio' mesto verso tutti gli altri.
InuYasha lo segui', non ben sicuro di aver capito tutto fino in fondo.
Punto' deciso verso Kagome, ma dovette constatare, con sommo orrore,
che la folla dietro di lei era ancora in visibilio totale, e che
la maggior parte delle ragazzine lo stava fissando con sguardo
sbrodolante di ammirazione.
Kagome mosse qualche passo in avanti verso di lui, sorridendogli
tristemente. Lui reclino' il capo di lato, fissandola con occhioni
infantili... ...Poi d'improvviso venne travolto: decine e decine di
persone si strinsero complimentose attorno a lui, pretendendo di
stringergli la mano, battendogli pacche amichevoli sulle spalle e
tempestandolo di domande e congratulazioni.
-Grande, amico! Hai steso quei rompiscatole come meritavano!-
-Gia': sono mesi che importunano tutti: gli ci voleva proprio una
bella lezione!-
-Eh si'! Con la figuraccia che glia hai fatto fare, Nishida se ne
stara' tranquillo per un bel po', vedrai!!-
-M..ma io non ho fatto nulla...- si schermi' InuYasha, profondamente
turbato da tutte quelle attenzioni.
-Come no? A proposito, come hai fatto?-
-Gia', che mosse erano? Non s'e' visto niente...-
-Veramente mi sono limitato a scansarmi nel momento in cui sono partiti
tutti alla carica- si giustifico' il mezzodemone, abituato a ben
altre performances in combattimento.
-Ah! Ah! Ah! Cosi' si sono menati fra loro ed hanno pure finito per
ingarbugliarsi l'uno con l'altro!-
La folla che lo circondava scoppio' a ridere; qualche ragazzo rientro'
lentamente in casa, ma le femmine gli si fecero ancora piu' vicine,
continuando a fissarlo insistentemente. Qualcuna lo prese a braccetto,
qualcun'altra lo afferro' per la vita o gli strinse le mani. InuYasha
cercava disperatamente Kagome, ma la sua vista era completamente
impedita dalle teste profumate di balsamo di tutte quelle donne in
visibilio.
Sommergendolo di domande, le ragazze lo sospinsero nuovamente verso la
taverna:
-Devi dirci tutto di te!!- (BLINK-BLINK)
-Gia'!! Cosa sei, un praticante di arti marziali?- (BRILL-BRILL)
-Uh... No, io combatto secondo l'estro del momento...- (Della serie:
VADO E SPACCO!! - NdA)
-Ooooooooohhhhhh...- esclamarono tutte in coro.
Le sue ammiratrici lo avevano trascinato verso quella stessa panca
dove se n'era stato seduto nel piu' totale anonimato per ore: era
stato fatto sedere quasi a forza, ed ora tutte si erano radunate
intorno a lui e sembravano pendere dalle sue labbra. Labbra che,
pero', praticamente non spiccicavano parola, anche perche' non era
facile inserirsi nel flusso di quel cicaleccio femminile.
-Tu sei gia' impegnato con Higurashi, vero?- (SIGH-SIGH)
-Da quanto state insieme? Non e' che ti va di mollarla per metterti
con me???- (BRILL-BRILL)
-Ma che, fai palestra per caso?? C'hai di quei bicipiti che mi fanno
impazzire!!- (SBAV-SBAV)
-...- (PANIC-PANIC)
"Dove sei, Kagome? Ti prego, vieni a salvarmi da quest'orda
sbavante!"
-E i capelli?? Strafighi cosi' lunghi e chiari!! Ma chi e' il tuo
parrucchiere?- (BLINK-BLINK)
-Pero' devi essere piu' grande di noi: hai un'aria cosi' adulta ed
austera...- (INCANT-INCANT)
-E' vero! E' vero! Quanti anni hai piu' di Kagome?- (FIX-FIX)
E qui calo' un attimo di tombale silenzio.
InuYasha realizzo' che doveva rispondere per forza, ed il suo cervello
inizio' a galoppare freneticamente nel tentativo di fare i conti:
-Ehm... Dunque, lei ne ha quindici, quindi a occhio e croce direi...
CENTOOTTANTACINQUE!-
-...185?!?-
-Bhe, di solito si'. Ad essere pignoli stasera sarebbero 685...-
-...- (SILENZIO)
-Se e' una battuta, ti diro' che non l'ho mica capita...- azzardo'
una.
"Kagome!... Kagome, aiutami! DOVE DIAVOLO SEI?! Qui non ne imbrocco
una da solo... Poratami viaaaaa!!!"
La cercava disperatamente con gli occhi, lasciando vagare lo sguardo
al di sopra delle teste profumate di shampoo di tutte quelle ragazzine.
Finalmente riusci' a scorgere la sua esile figura, la', accanto alle
scale; per un attimo, nel vederla, gli sembro' di poter volare, tanta
era la gioia che provava in fondo al cuore.
Ma fu solo un effimero istante: lei lo fulmino' con gli occhi, si
volto' di scatto dall'altra parte e spari' inviperita al piano
superiore.
InuYasha non si era mai sentito cosi' disperato: solo, in un mondo
ostile che parlava una lingua ostile, braccato da una ventina di oche
giulive... e con una fame della malora!!!
Gli sembrava di vivere il momento piu' brutto della sua vita. E si'
che di esperienze ripugnanti ne aveva avute parecchie!!! Gli pareva
persino peggio del giorno in cui Kikyo lo aveva sigillato: per lo
meno, allora, si era concluso tutto nel giro di un quarto d'ora!
Questo strazio, invece, continuava ormai da ore, ed era sempre
peggio.
***
Kagome fremeva di rabbia: quello stupido, quel deficiente!!
Doveva essere la loro serata e lui era la' a flirtare con tutte le
altre, come il gallo in mezzo al pollaio!
Brutto barbagianni, gliela avrebbe fatta pagare cara!
"E' fortunato che non posso schiantarlo a terra in mezzo a tutti, se
no avrebbe gia' scavato una fossa di tre metri a furia di A CUCCIA!!!"
(GRR-GRR)
Come se non bastasse, aveva osato rivolgerle quell'ultima,
insopportabile occhiata compiaciuta del suo successo: un principe che
si beava del suo Harem e che aveva pure la sfacciataggine di farlo
notare alla sua "lei". BAKA!! (Certo che 'sti due hanno un'intesa...
-NdA)
Saliva i gradini con passi pesanti, quasi pestando i piedi a terra,
con le mani strette a pugno. E ad ogni passo sentiva calare il rancore
e crescere la malinconia. Quell'amara nostalgia, come il rimpianto
per un'occasione perduta...
Quasi senza rendersene conto, si ritrovo' in cucina, avvolta da una
tiepida penombra che odorava vagamente di caffe'.
Avanzo' lentamente, con andatura quasi meccanica, fino ad appoggiare
le mani sul tavolo.
I rumori della festa giungevano alle sue orecchie nitidi ma attutiti,
attraverso quella porta che aveva dimenticato di chiudere: le
sembravano insopportabili.
Chiuse gli occhi e fece stridere le unghie sul piano di marmo.
Senti' di voler piangere.
Inspiro' profondamente per reprimere quell'istinto, e d'un tratto
trasali': misto all'aroma della moka, le parve di percepire
distintamente l'odore di InuYasha.
Certo, lei non aveva il fiuto del ragazzo-cane, ma ormai conosceva
tanto bene il suo profumo maschile, quell'odore caldo e lievemente
salato... quell'odore triste...
Le manco' il respiro: che fosse li'?
Che l'avesse seguita?
Si volto' lentamente, perche' troppa era la paura di scoprirsi li'
sola.
Nessuno.
Sulla soglia non c'era nessuno.
Poi, nascosto nella penombra dietro l'uscio, le parve di
intravvederlo: rannicchiato a terra, con il capo reclinato su di un
ginocchio e l'altra gamba semidistesa... abbracciato saldamente a
Tessaiga e avvolto nel suo kariginu scarlatto, che disegnava ampi e
vaporosi drappi fra le sue braccia.
-InuYasha?...-
Mosse un passo e stese la mano verso di lui, ma l'immagine si dissolse
fra le sue dita.
-InuYasha...-
Torno' ad appoggiarsi al tavolo, lasciando che una lacrima orfana di
singhiozzi le rigasse il volto.
Continua...
Grazie ancora per tutti i vostri commenti entusiasti!!
Quanto ai compagni di Kagome... Non mi sono inventata nulla: li ho fatti parlare esattamente come i miei amici patiti di computer (linguaggio tecnico stretto per programmatori...) XD
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Capitolo 10 *** Indipendence Day - parte terza ***
Delirio di una Notte di mezza Estate
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Ovvero: La festa di compleanno di Eri
Capitolo 6: INDIPENDENCE DAY - parte terza
-E dài, dicci qualcosa di te!- (FIX-FIX)
-Non e' bello da parte tua fare cosi' il prezioso: lasciati andare un
po', bel tenebroso...- (BRILL-BRILL)
InuYasha stava per esplodere: la musica a palla, le luci
intermittenti, l'odore intenso di tutte quelle ragazzine che
spandevano i loro feromoni attorno a lui... Rischiava di impazzire!
-BAAASTAAAAAA!!!!!- sbotto' allontanando senza grazia due signorine
che si strusciavano insistentemente sui suoi avambracci.
Ma quelle mica si arresero:
-Uh! Non fare cosi', dài...-
-Vogliamo solo conoscerti un po' meglio e farti un po' di compagnia,
visto che te ne sei stato solo tutta la sera.-
"Ma chi gliel'ha chiesto?!?"
-E poi non dovresti farti problemi: tanto la tua ragazza non ti ha
guardato nemmeno di striscio.-
-Secondo me non meriti un simile trattamento: non vorresti avere
accanto me, invece di quella smorfiosa?!- (SLURP-SLURP)
-Te?!- sbotto' il mezzodemone, esasperato: -TSK!! Non reggeresti
nemmeno cinque minuti al mio ritmo!-
-Uaaaaaaaaaooooooo!! Allora sei uno che ci da dentro, eh?!-
-Eh si', hai proprio l'aria di essere smaliziato, a letto. Chissa che
numeri ci fai, con Higurashi...-
InuYasha si fece fosforescente in volto; ma tanto, con le luci
colorate, nessuno poteva avvedersene.
Il pressing femminile su di lui si faceva sempre piu' asfissiante;
sentiva che, se non avessero smesso in capo a pochi secondi, avrebbe
perso il controllo e le avrebbe picchiate a sangue.
Ma accadde il miracolo.
La musica ando' sfumando piano, le luci si fecero morbide e soffuse ed
il chiacchericcio degli invitati si spense come per magia.
L'attenzione di tutti si focalizzo' sul mixerista, che proclamo'
alcune parole straniere parlando dentro una specie di cono-gelato che
rendeva potentissima la sua voce (leggi: microfono).
Le ragazze, che avevano voltato la schiena al mezzodemone, iniziarono
a fremere dall'emozione:
-Urka! Un lento stupendo!!-
-Oooohhh... Come vorrei che qualcuno mi invitasse a ballarlo...-
(SOGN-SOGN)
-Mica solo tu! Chiunque vorrebbe ondeggiare a ritmo di questa melodia
stretta ad un bel fusto! Perche' non mi inviti a ballare InuY...
InuYasha?!? Ma dove sei finito???-
Il club delle svampite si volto' all'unisono, ma dell'oggetto dei loro
desideri non v'era piu' traccia.
***
Le prime note di una canzone triste si diffusero nell'aria.
InuYasha attero' leggero dal lungo balzo che aveva spiccato; stava per
catapultarsi su per le scale, ma, colpito da quella musica, si trovo'
costretto a voltarsi indietro per un attimo: gli pareva che i toni
malinconici di quella melodia vibrassero in perfetta sintonia con le
corde del suo spirito. Era diversa dalla musica cui era abituato
nell'era Sengoku: era piu' dura, e proprio per questo gli pareva molto
bella; parlava al suo cuore, anche se non ne comprendeva le parole.
Provo' una sorta di nostalgia.
Rivide in un flash sua madre che lo abbracciava quand'era piccino,
poi, sovrapposto a quell'immagine, il sorriso triste di Kikyo che si
dischiudeva sulla sua solitudine.
Un groppo alla gola.
Un conato di nausea.
Il respiro si spezzo'.
Poi l'immagine di Kagome. Kagome che gli sorrideva con gioia.
Torno' a respirare, ma il suo cuore prese a palpitare come impazzito.
Era stato solo un istante, pochi secondi.
Quasi tremando, spari' lungo le scale.
***
Le prime note di una canzone triste si diffusero ovattate nell'aria.
Kagome si irrigidi'.
No. Non quella canzone, vi prego...
Non quella che sognava di ballare con lui da un'intera settimana...
Non ora.
Senti' ogni traccia di rabbia dissolversi dal suo animo ed una
struggente nostalgia dilago' nel suo cuore.
Non era una canzone romantica, eppure le aveva sempre parlato di
lui. Dannata, vecchia canzone metal, malinconica e determinata
proprio come l'essere che aveva stregato il suo cuore.
Cielo, dov'era, adesso, lui?
Di nuovo il suo profumo maschile giunse alle sue narici.
Di nuovo le parve che lui la osservasse dalla soglia.
Illusioni: stavolta non si sarebbe voltata.
Non voleva scottarsi di nuovo.
Un brivido gelato lungo la schiena.
Un crampo riovente allo stomaco.
Chiuse gli occhi.
-Kagome...-
La voce di lui.
Un sussurro che arresto' i battiti del suo cuore.
Sbarro' gli occhi e si senti' attirare dolcemente all'indietro.
Le dita artigliate di lui sulle sue spalle delicate.
Il suo petto caldo contro la sua fragile schiena.
L'odore di lui che l'avvolgeva.
Quel viso abbandonato fra il suo collo e la spalla, tanto vicino che
percepiva ogni caldo atto dei suoi respiri.
E quel cuore che batteva forte, all'unisono col suo...
Kagome sollevo' una mano e la poso' su quella di lui, tremante.
-Portami via- la supplico' il ragazzo all'orecchio, con gli occhi
serrati.
Quanta disperazione in quel sussurro.
Non era da lui mostrarsi cosi' vulnerabile...
Cielo, cosa gli aveva fatto?
Come le era saltato in mente di trascinarlo li'? Sapeva bene che per
lui sarebbe stato orribile.
Tutto per un suo insulso capriccio...
-Perdonami, InuYasha- disse voltandosi ed abbracciandolo forte
forte.
-Ssshht...- la zitti' lui stringendola per le spalle ed attirando la
sua testa al proprio petto: -Sssh, sshh... Non dire nulla, ti prego-
sussurro' carezzandole la nuca.
Lei annui' e si abbandono' fra le sue braccia con gli occhi chiusi.
Persa nel suo respiro, stordita dal suo profumo, annegata nel suo
calore.
Lui la cullo' e, quasi inconsciamente, inizio' a muoversi con lei a
ritmo di quella melodia stregata.
Dannata canzone che, cosi' come Kagome, sembrava possedere il potere
di mettere a nudo il suo cuore.
E la tempesta che la musica ridestava nel suo animo si placava a
contatto con lei.
Gli sembrava di perdere il contatto con la realta': solo il suo cuore
impazzito ed il tepore di lei...
Ballava.
TSK! Non aveva mai ballato in vita sua!
Ballare era una sciocchezza.
Ma adesso era bello lasciarsi andare fra le onde della musica stretto
a lei, nella complice penombra discreta di quel luogo.
Guidava i passi leggeri ed incerti della ragazza, seguendo quelle note
che palpitavano all'unisono col suo cuore...
Never opened myself this way...
Di fronte a nessuno avrebbe mai tollerato di mostrarsi vulnerabile e
bisognoso, ma con lei era diverso. Non le aveva mai parlato
apertamente di se', ma sentiva che lei sapeva leggere il suo vero io
al di sotto di qualsiasi suo ostentato atteggiamento...
...Life is our, we live it our way...
E per quante volte lo avesse schiantato al suolo quando non si
comportava gentilmente, non aveva mai cercato di cambiarne la natura
profonda: gli stava accanto, senza pretendere nulla...
...all these words I don't just say...
Lui non sapeva raccontarsi. E neppure osava. Eppure, senza parole,
quante volte i suoi occhi avevano dialogato con quelli di lei? Si
sentiva cosi' nudo, talvolta...
...and nothing else matters...
E tutto, tranne la dolce malìa che la ragazza esercitava sul suo
cuore, pareva perdere importanza.
Trust I seek, and I find in you...
Per un'intera vita non si era mai fidato di nessuno. Per un'intera
vita non aveva fatto altro che odiare la sua stessa esistenza...
Poi, il suo sorriso.
...every day for us something new...
Ora la vita non era piu' crudele. Ora, per la prima volta, non era
piu' solo. Un tempo lottava per sopravvivere con rabbia ed amarezza.
Un tempo cercava di non crepare solo per ripicca contro tutti coloro
che sostenevano che un bastardo mezzosangue non sarebbe mai dovuto venire
al mondo...
...open mind for a different wiew...
Ora voleva vivere. E non solo per portare a termine la sua vendetta.
Ora voleva vivere semplicemente perche' si sentiva vivo. Ora voleva
imparare a sognare. E nei suoi sogni c'erano gli occhi sorridenti di
quella ragazzina. La rabbia, il dolore e l'amarezza probabilmente non
avrebbero mai abbandonato le pieghe recondite del suo cuore, ma adesso
aveva lei...
...No, nothing else matters...
E tutto il resto non contava nulla.
(Lyrics from "Nothing else matters", by Metallica - (1))
Piano piano la musica sfumo'. Ma l'aria era ancora carica della sua
magia.
La coppia smise di volteggiare, ma nessuno dei due allento'
l'abbraccio.
Lei con gli occhi chiusi ed il capo abbandonato sul suo petto.
Lui che le cingeva le spalle e le passava una mano fra i capelli, lo
sguardo cieco fisso oltre le pareti.
Avvolti dall'odore del caffe'.
Rumori attutiti giungevano nella stanza: giu' i giovani erano in
fermento, ma per loro il tempo sembrava immobile.
InuYasha lascio' correre una mano sulla guancia della ragazza e,
dolcemente, le sollevo' il volto portandolo vicino al suo.
Un lieve tremore della sua bocca.
Il suo alito tiepido.
Quegli occhi liquidi che si specchiavano nei suoi.
Le sfioro' di nuovo le guance: si stupi' nel vedere le sue stesse mani
intente ad accarezzare la ragazza: le sue mani erano un'arma, un'arma affilatissima e letale.
Fin da quando era bambino con quelle mani aveva sempre e solo
ammazzato.
Ora con quelle stesse mani stava compiendo un gesto d'affetto.
Tremo'.
Sarebbe bastata una piccola distrazione ed avrebbe potuto ferirla...
No, non voleva farle del male: percepiva i brividi di piacere che il
suo tocco gentile faceva nascere in lei.
Le sue mani assassine potevano amare.
Le dischiuse le labbra con il pollice.
Dio, quelle labbra! Quanto si sentiva bruciare al pensiero di
assaporarle...
Ma non era tempo.
Non doveva.
Non poteva legare a se' un altra donna.
Sua madre, poi Kikyo... entrambe erano morte perche' erano legate a lui.
Forse un giorno, se avesse sconfitto Naraku...
Forse allora avrebbe potuto tenerla con se', farla sua.
Forse...
Lei mosse impercettibilmente la bocca, inumidendo appena il suo
polpastrello artigliato con quelle labbra tiepide.
Fu il fuoco.
Un brivido di piacere percorse ogni fibra del suo corpo semidemoniaco.
Sbarro' gli occhi, ed un gemito quasi involontario nacque nella sua
gola.
Il piacere era una sensazione del tutto nuova per il suo povero corpo
martoriato, che non aveva conosciuto altro che battaglie. Un vortice
mai sperimentato, fortemente destabilizzante.
Un vortice che chiedeva di non essere arginato...
No!...
Non doveva!...
Non poteva...
...pero' lo voleva...
Dio, quanto lo voleva in quel momento!
Le afferro' il volto con entrambe le mani, svelto, deciso, e lo
sollevo' con dolce violenza verso le sue stesse labbra.
Kagome tremava, all'unisono col suo cuore impazzito.
Senti' le labbra calde di lui indugiare sulla sua guancia, per poi
scivolare umide e voluttuose a sfiorarle appena l'angolo della bocca.
Un fiotto caldo nella sua femminilita'.
Dischiuse un poco le labbra per catturare quelle di lui in un piccolo,
timido e morbido morso.
Un sospiro soffocato.
Lui l'afferro' per la nuca, bramando d'approfondire quel contatto
appena abbozzato.
Era stanco di dominarsi.
L'indomani avrebbe avuto dei rimpianti, ma ora voleva impazzire...
-Kagome!! InuYasha!! Ecco dove vi eravate imboscati!!!-
Il gelo. (FIUUUUUU...)
(Si', l'autrice e' veramente bastarda! XD - NdA)
Eri, Yuka ed Ayumi li fissvano con sguardo indagatore dalla soglia.
InuYasha e Kagome erano pietrificati al punto tale da non riuscire ad
allontanarsi com'erano soliti fare in situazioni simili.
-Insomma, Kagome! Da te non ce lo saremmo mai aspettate: adesso che
c'e' il karaoke, tu sparisci per tubare col tuo lui?!- la rimbrotto'
Yuka maliziosa.
-Non e' proprio bello da parte tua: con tutte le occasioni che avrete
per sbaciucchiarvi, dovevi proprio imboscarti nella mia cucina??-
rincaro' la dose Eri, rimproverandola impietosa.
-Co..Co.. Chi..Chi... MA QUALI OCCASIONI?!?!?- sbotto' la povera
Kagome, ormai fuori di se'. Dio, sognava di baciare InuYasha da una
vita, ed adesso che c'era quasi...
"GRRRRRRR.... Io le strozzo! Le ammazzo! Le purifico con una freccia
sacra! Levatemele dalla vista o faccio una strageeeee!!!!"
Era confusa, delusa. Tremava.
-Ma tu cosa cavolo vuoi saperne?!! Noi...- invei' Kagome.
Ma senti' la mano calda del ragazzo posarsi sulla sua spalla e, a quel
contatto, la sua furia si placo'.
-Ssssht...- fece lui senza alzare lo sguardo. -Ssssht. Basta, ora- le
sussurro' piano, ma con una determinazione inamovibile.
Lei lo fisso', ma il mezzodemone evito' i suoi occhi, celando i propri
con la sua frangia ribelle.
Lui stava male.
Il sangue in subbuglio, il volto avvampato, il cuore a mille.
Vergogna.
Per se stesso e per la sua debolezza, che lo portava ad avvicinarsi a
lei.
Non era riuscito a dominarsi, e questo gli bruciava.
Il brusco ritorno alla realta' lo aveva lasciato scosso: si sentiva
galleggiare.
Ma non voleva discutere, non ora.
Avrebbe voluto fuggire da quel luogo, da lei e da se stesso,
ma era come paralizzato, tanto che non provo' neppure ad opporre
resistenza quando le tre vispe ragazzine, ignare di tutto, lo
trascinarono di nuovo giu', nell'odiata taverna, insieme ad una Kagome
completamente stordita.
Eri si precipito' al microfono ed annuncio' festosa l'inizio del
karaoke, con grande giubilo dei suoi invitati, o meglio delle sue
invitate, dato che la componente maschile era decisamente scazzata
all'idea.
Kagome era li', con la mente completamente ottenebrata, che ascoltava
ovattata quella musica assurda come se giungesse da un altro pianeta.
Poi di colpo si riscosse: aveva avvertito distintamente il suo nome e
quello di InuYasha pronunciati a voce squillante nel microfono.
Ci mise un po' a capire che Eri aveva deciso che i prossimi a cantare
avrebbero dovuto essere loro.
Sbianco'.
Sbircio' di sottecchi InuYasha, ma lui continuava a fissarsi
insistentemente la punta delle scarpe.
Yuka ed Ayumi li sospinsero verso il microfono, ed il ragazzo le
lascio' fare: era completamente passivo.
Kagome non sapeva cosa pensare: non l'aveva mai visto cosi'.
Eri si rivolse dapprima a Kagome:
-Allora, cosa ci cantate?- chiese gioiosa.
-M..ma veramente noi... non...- nicchio' titubante.
Perche' lui non la guardava? Non sapeva come muoversi senza
l'approvazione dei suoi occhi...
-Che noiosa che sei!! Se non ce lo dici tu, vorra dire che scegliera'
lui! Allora, InuYasha, con che canzone ti vuoi cimentare?-
Con un gesto tanto fulmineo quanto inatteso, il mezzodemone afferro'
rudemente Eri per un braccio e sollevo' irato lo sguardo verso di lei:
-Stammi a sentire, stupida ragazzina- le ringhio' contro con voce
nitida e profonda: -Credi veramente di potermi spingere a fare una cosa
tanto idiota?!-
La giovane non fu in grado di controbattere, colta alla sprovvista da
quella reazione repentina, e si spavento' sentendo la sua stretta ferrea
al braccio.
Kagome, sospettando che ormai la pazienza del ragazzo-cane fosse del tutto
esaurita e che egli stesse per perdere definitivamente il controllo,
intervenne nel tentativo di calmarlo:
-InuYasha, che fai?- lo rimprovero' strattonandolo per una manica: -E'
solo un innocuo passatem...-
Ma non riusci' a finire la frase. Lui si volto' di scatto fulminandola
con uno sguardo di brace: i suoi occhi parevano due tizzoni ardenti.
La ragazza si rese d'improvviso conto di avergli chiesto troppo: era
stata una stupida a trascinarlo a quella festa.
In fondo lui... era... una bestia selvatica.
Ma, proprio in quel momento, dalla folla degli invitati si levo' sonoro
un boato d'entusiasmo: i ragazzi urlavano, fischiavano ed applaudivano.
Eri, Kagoome ed InuYasha, dall'alto del piccolo palcoscenico sul quale
si trovavano, fissarono starniti quel pubblico festante.
-Vai cosi', InuYasha!!! Falle vedere CHI SIAMO NOI MASCHI!!!!-
-Giusto! Basta con 'ste cretinate mielose!!! MOVIMENTIAMOLA NOI 'STA
FESTA!!!-
-Altro che karaoke! TUTTI FUORI A GIOCARE A CALCIO!!!-
-SSSIIIIIIIIIII'!!! Partitone al buio! MASCHI CONTRO FEMMINE!-
-Vi stracceremo! Dov'e' il pallone?...-
I ragazzi, carichi di adrenalina, rapirono letteralmente InuYasha,
ignaro paladino dei loro diritti calpestati, e lo portarono in trionfo
fuori nel cortile.
Kagome, incredula, se lo vide portar via da quegli scalmanati che
continuavano ad acclamarlo a gran voce:
"Et voila'! Da tappezzeria ad eroe difensore dei diritti maschili in
meno di un'ora. Ma bravo, InuYasha..." penso' fra se', con un misto
di amarezza ed ammirazione nel cuore. Era inutile negarlo: per quanto
"malmostoso"(2), il mezzodemone possedeva un carisma innato, anche se
egli stesso non se ne rendeva conto.
Infatti, manco a dirlo, non gli era per niente chiaro perche' quelli lo
avessero condotto in giardino, ma ormai aveva rinunciato a capire la
gente dell'epoca di Kagome.
-Tu sarai il nostro capitano!- si complimentarono battendogli pacche
amichevoli sulle spalle, che lasciarono il mezzodemone a dir poco
sconcertato. Mai, infatti, degli umani lo avevano trattato con tanto
calore.
-Di' un po', in che ruolo preferisci giocare? Difensore, centrocampista
o attaccante?-
Per quanto non avesse afferrato bene la domanda, la risposta gli parve
piu' che ovvia:
-Attacc...-
-PORTIERE!- intervenne alacre Kagome sbucando d'improvviso alle sue
spalle: -Mettetelo in porta, ragazzi, non ve ne pentirete!-
-D'accordo, Higurashi, aggiudicato!-
-Prestatemelo solo un momento, ragazzi: ve lo rendero' subito...-
continuo' Kagome trascinandolo in disparte.
-Ma che e' 'sto portiere?! Io volevo attaccare...- si lamento' lui
sottovoce.
-Baka! Non conosci le regole del gioco e non ho certo il tempo di
spiegartele ora. Adesso andrai a piazzarti fra quei due pali laggiu', e
dovrai semplicemente prendere al volo qualsiasi pallone noi ragazze
tenteremo di farci passare attraverso. Chiaro?- soggiunse lei.
-E cosa me ne faccio?-
-Lo rilanci ad un ragazzo qualunque. Ah, ehm... cerca di trattenere la
tua forza: non devi trapassare nessuno, con quella palla.-
-Uhmm...- mugugno' lui reclinando il capo mentre la fissava.
-Vai, ora.- gli sorrise Kagome: -Sarai il miglior portiere della
storia!-
-Umpf, che assurdita'- bofonchio' lui avviandosi alla sua
postazione immusonito. Non amava la palla: era legata a mesti
ricordi...
Fu una partita epica: le ragazze avevano raccolto la sfida ed erano
piu' agguerrite che mai; purtroppo, pero', nonostante avessero dalla
loro una leggera superiorita' numerica, gli abitini eleganti che
indossavano non giocavano certo a loro favore; eppure combatterono
con piglio ed onore fino all'ultima palla (E' proprio il caso di dirlo:
infatti la partita fu interrotta al settantatreesimo minuto per causa
di forza maggiore, dato che anche il quinto ed ultimo pallone posseduto
da Eri era scoppiato fra gli artigli di InuYasha).
La porta sorvegliata dal mezzodemone era stata piu' blindata di una
cassaforte. Anzi, il nostro eroe, una volta capito come funzionava il
gioco, aveva pure segnato un paio di goal senza muoversi dalla sua
postazione.
Nell'altra porta anche Yuka si era fatta onore, riuscendo a parare ben
cinque palle molto difficili tuffandosi come un vero portiere
professionista, alla faccia della minigonna e delle scarpine coi
tacchi. Ma purtroppo per la sua squadra era una semplice umana, cosi'
i maschi segnarono a ripetizione.
Quattordici a zero.
Fu un trionfo.
Coperti di gloria (e di fango), i ragazzi fecero qualche giro di campo
portando in trionfo il loro mitico portiere, poi si catapultarono tutti
in taverna per scolarsi le meritate birre della vittoria. E fra una
birra e l'altra non facevano che rievocare le loro mitiche gesta di
quell'epica partita.
Nonostante la sconfitta schiacciante, anche le ragazze in realta' si
erano divertite un mondo ed ora non facevano che ridere come matte
mentre tentavano con mezzi di fortuna di ridare un senso alle loro
acconciature e ai loro capi di vestiario.
L'allegria di quella compagnia era tale che pareva palpabile.
Il fratello di Eri osservava tutti dalla sua postazione al mixer:
"TSK! Ragazzini!!" penso' dapprima, come a volerli deridere.
Poi avverti' una sorta di nostalgia... Da quanto lui non si divertiva
cosi', ad una festa?
Per lui ed i suoi coetanei, ormai, le feste erano pure occasioni per
bere e cuccare, ed il piu' delle volte tornava a casa talmente sbronzo
da non ricordarsi nemmeno come fosse arrivato nel suo letto.. Gli era
sempre sembrato il massimo, ma in quel momento, osservando quel
branco di quindicenni al settimo cielo per una semplice partita di
calcio, ebbe nitida l'impressione di aver perduto qualcosa di molto
importante.
(1)Per chi non e' ferratissimo in inglese, questa e' la traduzione letterale della canzone: (premesso che anch'io, in inglese, son sempre stata una frana)
Mai aprii me stesso in tal modo...
La vita e' nostra, viviamola a nostro modo...
Non ho mai pronunciato tutte queste parole...
e nient'altro ha importaza.
Cerco affidabilita', e la trovo in te...
Ogni giorno, per noi, qualcosa di nuovo...
Apristi i miei occhi su orizzonti diversi...
No, nient'altro conta.
(2)"Malmostoso" e' un termine dialettale milanese che indica una persona musona, brontolona e che risponde sempre in malomodo. Calzatissimo sul personaggio, direi...XD
Ragazzi, che settimana del cavolo che ho avuto!!! Menomale che ci sono i vostri commenti entusiasti a tirarmi un po' su!
Questa volta il capitolo era piu' dolce che comico, spero lo abbiate apprezzato comunque (quando l'ho scritto avevo la vena romantica!! XD).
Per rispondere ad un vostro commento in particolare, devo dire che e' vero, ho usato IY come "osservatore" delle contraddizioni del nostro tempo e della nostra societa', per metterla un po' a nudo. Ci tenevo comunque a dire che non c'e "cattiveria" in questa mia critica alla societa': in fondo a me il nostro mondo non dispiace affatto, anche se e' ben lungi dall'essere perfetto. L'importante e' saperne riconoscere con lucidita' pregi e difetti, e non farsi trascinare dal suo delirio.
Grazie anche a tutti coloro che hanno apprezzato il finale dell'altro mio racconto, nonostante fosse profondamente malinconico.
A sabato prossimo, ragazzi miei :)
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Capitolo 11 *** Le parole che non ti ho detto - parte prima ***
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Ovvero: La festa di compleanno di Eri
Capitolo 7: LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO - parte prima
Kagome non credeva ai suoi occhi: InuYasha era la', tra tutti quei
ragazzi che ridevano e scherzavano, e pareva essere perfettamente a
suo agio. Non che lui ridesse, beninteso, ma sembrava piacevolmente
inserito nell'entusiasmante conversazione.
Per un attimo si senti' fiera di averlo condotto li'.
Poi, come una sassata, le parole proferite con rabbia ed amarezza dal
mezzodemone prima di uscire di casa le rimbombarono nella testa:
"Io non sono nemmeno un essere umano! Credi davvero che un abito
possa cambiare la realta' delle cose?!"
Avverti' come una pugnalalta al cuore.
Si volto' verso il muro, dando le spalle a tutti.
Senti' la sua fronte imperlinarsi di sudore: aveva paura?
Paura di questa verita'?
Assurdo: la natura di InuYasha non era mai stata un problema per
lei...
O forse, in realta', semplicemente aveva sempre rifiutato di pensarci
davvero?
A conti fatti, lei lo trattava come se fosse umano, e da uomo
pretendeva che lui si comportasse.
Ma era giusto trattre come umano chi non lo era, o era una subdola
violenza nei suoi confronti?
In verita', cos'era lui?
Viaggiare accanto ad un mezzosangue non le aveva mai creato problemi.
Ma amarlo? Era tutto cosi' semplice?
Poteva amare come avrebbe amato un comune ragazzo quell'essere, la cui
natura era per meta' quella di una bestia demoniaca?
Avrebbe potuto vivere con lui, essere la sua compagna?
Cos'era la compagna di un mezzodemone?
E cosa, cosa mai sarebbero stati i suoi figli?
Cosa mai avrebbe
partorito?
-Andiamo, Kagome?-
La voce calda di lui, cosi' inaspettatamente vicina, la fece
trasalire. Si volto' di scatto, appoggiandosi al muro per non perdere
l'eqilibrio, e lo fisso' coi suoi profondi occhioni smarriti.
-Che ti prende?- domando' il ragazzo notando il suo turbamento.
-N..niente...- si schermi' lei arrossendo e distogliendo lo sguardo.
Cielo, stava pensando di dare dei figli ad InuYasha... Era forse
impazzita?!
-A chi credi di darla a bere?- sbotto' lui con aria saccente,
afferrando una sedia che era li' a tiro: -Sembra che tu non regga il
mio sguardo e non e' da te- continuo' sedendosi al contrario e posando
i gomiti sullo schienale della sedia.
-Neppure un commento del genere e' da te- ribatte' Kagome
risolvendosi infine a guardarlo.
Seduto a gambe larghe su quella seggiola, con le braccia incrociate
sullo schienale, il colletto della polo slacciato sotto il quale si
intravedevano i grani scuri del rosario ed una bottiglia semi-vuota di
birra fra le dita, aveva l'aria di un fottuto delinquente.
Cribbio, era dannatamente affascinante...
Che importanza aveva cos'era, in fondo?
Lei voleva bene ad InuYasha, ed avrebbe imparato ad amarlo come
meritava, per quanto lunga ancora fosse la strada da percorrere in
merito.
Lui la stava fissando interrogativo, con quei suoi dannati occhi
d'ambra che sembravano scavarle nell'anima.
Kagome rilasso' i tratti del viso.
-Di', non starai bevendo troppo? Quella e' la terza birra...- osservo'
infine nel tentativo di sviare la conversazione.
-TSK! E' la quarta, invece. Non c'e' rimasto nient'altro da buttare nel mio
stomaco vuoto, quindi non rompere.-
-Quattro birre a digiuno?! Ma non ci sei assolutamente abituato, non
ti reggerai in piedi!-
-Stammi a sentire, tengo a bada il mio sangue demoniaco, vuoi che non
riesca a controllare un po' di spirito del sake' in circolo nelle mie
vene?! E poi con qualcosa dovevo pur riempirmela, la pancia!-
-D'accordo, allora andiamo a casa, cosi' appurero' di persona se
riesci a camminare senza barcollare!-
Il ragazzo si alzo' lesto e, con aria di sfida, si scolo' cio' che restava della birra
abbandonando poi la bottiglia sulla sedia, indi si avvio' come se nulla
fosse verso le scale.
Effettivamente non sbandava affatto.
-Pero'...- puntualizzo' lui senza voltarsi a guardarla in viso -Voglio
che mi spieghi cosa diavolo avevi poco fa.-
-Ah-ah! L'alcol non ti fa perdere l'equilibrio ma ti rende loquace,
direi- lo canzono' Kagome, profondamente felice di scoprirlo propenso
al dialogo.
Sotto il berretto le orecchie canine di lui si scossero: beccato in
pieno. Era vero: aveva voglia di parlare, ma non gliel'avrebbe data
vinta.
-Umpf... che sciocchezza! Tieniti pure i tuoi segreti- bofonchio'
imbronciato affrettando il passo.
Ma qualcuno li richiamo': Yuka ed Ayumi si fecero loro incontro
concitate:
-Andate via?- chiese Yuka: -Non e' che potreste accompagnarci a casa,
dato che siamo di strada?-
-Vi prego, cosi' evito di telefonare a mio padre a quest'ora...-
incalzo' Ayumi con occhi speranzosi.
-Accompagnarvi?!- sbotto' inuYasha scocciato: -Perche', non ce le
avete le gambe per andarci da sole?!-
Fu stroncato dall'ennesima gomitata di Kagome (sempre sul fianco
destro, tra l'altro:l'ematoma ormai era bello pronunciato...).
In realta', poverino, era convinto di doversele portare in spalla come
faceva con tutti i malcapitati che Kagome gli faceva aiutare in Era
Sengoku, ma, dato che nonostante tutta la boria ostentata poc'anzi
aveva seri problemi a mantenersi dritto, l'idea non gli andava per
niente.
-Certo che ce le abbiamo le gambe! Il fatto e' che la notte la'
fuori pullula di malintenzionati!- puntualizzo' Yuka risentita.
-Ma con uno forte ed agile come te a farci da scorta non ci
capiterebbe nulla di male (BRILL-BRILL)- sviolino' Ayumi
profondendosi in occhiate sognanti.
-D'accordo ragazze- le accontento' Kagome: -Preperatevi ché andiamo.-
InuYasha la squadro' con un misto di rabbia e disperazione:
maledizione, avrebbe dovuto sopportare quelle due oche per un'altra
mezz'ora buona.
Sarebbe impazzito...
***
Camminavano per la strada ormai da una decina di minuti. Le cose non
stavano andando poi tanto male: le tre ragazze parlottavano
allegramente fra loro ignorando bellamente il mezzodemone, che le
seguiva in silenzio, qualche passo indietro.
Il loro cicaleccio giungeva ovattato alle sue orecchie, quasi
provenisse da un altro mondo. Sentiva il suo corpo stranamente
pesante, goffo ed intorpidito, mentre la mente pareva essere
iperattiva: mille immagini vi si affollavano e scomparivano in
un turbinio apparentemente scomposto di colori, che seguivano in
realta' il flusso cosciente e coerente dei suoi pensieri.
L'attenzione concentrata sui propri movimenti, lo sguardo vitreo
perso a cercare le stelle offuscate di quel cielo cittadino ed il suo
animo completamente dischiuso: da tanto tempo non frugava dentro di
se' con tanta schiettezza.
Potere dell'alcool, dell'ipoglicemìa, o forse solo dell'ambiente nuovo
in cui era stato catapultato.
D'un tratto la voce squillante di Ayumi lo riporto' alla realta':
-Siamo quasi arrivati, InuYasha: il quartiere dove abitiamo e' al di
la' di questo parco-giochi.-
Finalmente una buona notizia!
Ma qualcosa non quadrava...
-Scusa, se e' al di la', perche' non lo attraversiamo?- domando' il
mezzodemone notando che le ragazze continuavano a procedere lungo il
muro di cinta dei giardini, anziche' svoltare nel vialetto che li
percorreva sbucando direttamente nel quartiere di Yuka ed Ayumi.
-SCHERZI?!? E' un posto assolutamente malfamato di notte! Pare sia il
covo di una banda di spacciatori.-
-'Sti spacciatori sono esseri umani?- si informo' lui candidamente.
-E cos'altro vorresti che fossero?!?- si stupi' Yuka.
-Bene, allora passiamo per di qua- annuncio' perentorio addentrandosi
nel parco-giochi.
-Sei fuori di testa?!?- sbottarono all'unisono Yuka ed Ayumi,
terrorizzate.
-Niente affatto: sono semplicemente stanco morto. E questa e' la
strada piu' breve, quindi muovetevi.-
-Ka..Kagome, fallo ragionare tu, te ne prego!- supplicarono tremanti
le poverine.
-Farlo ragionare? Pura utopia! Non ci resta che seguirlo...-
E cosi', tenendosi strette a Kagome, le sventurate si avventurarono
esitanti dietro al ragazzo-cane.
-Kagome! Falle camminare piu' alla svelta, sembrano due lumache!!!-
insistette InuYasha, ma alle povere fanciulle tremavano troppo le
gambe.
-Abbiamo una paura marcia!- gli grido' contro Yuka, alla quale,
nonostante tutto, la parola non mancava mai.
-E di che? Non ci sono che una quindicina di uomini nei dintorni.-
-QUINDICI?!?- sbianco' Ayumi
-E tu come lo sai?!-
-Non ha alcuna importanza: tra poco potrai vederli da te.-
Tempo pochi secondi, infatti, ed alcuni loschi figuri emersero dall'ombra
accerchiando minacciosi il nostro epico gruppetto.
-Ve lo dico una volta sola- esordi' subito InuYasha, senza mezzi termini:
-levatevi dal mio
cammino che per stasera ne ho gia' avuto abbastanza.-
-Scherzi, pivello? Sei tu che hai invaso il nostro territorio! Non
penserai mica di poterci dare degli ordini, vero? Qui comandiamo noi,
quindi ora, volente o nolente, ci lascerai le tue donnine. Non
preoccuparti: sapremo soddisfarle come si deve.-
Yuka ed Ayumi, sentendosi mancare, si strinsero a Kagome, che
ostentava invece una inspiegabile indifferenza.
In risposta al suo interlocutore, InuYasha si limito' ad alzare
impercettibilmente un sopracciglio:
-Queste donne non mi appartengono, cosi' come non appartengono a voi.
Quindi non ci farete proprio un bel niente- concluse quasi atono.
-Ah si'? E chi ce lo impedira'? TU, per caso??- chiese uno,
beffardo.
-KAGOME!- tuono' lui con un grido improvviso:
-NON FARLE GUARDARE!!!-
La ragazzina, sveltissima, fece accucciare le amiche nascondendo i
loro volti sul suo petto, mentre il mezzodemone partiva alla carica
come una furia.
Aveva accumulato tanta di quella tensione in quella serata ed
aveva tanta di quell'adrenalina in corpo che non gli sarebbe bastata
una legione di cento demoni per sfogarsi come si deve; invece doveva
accontentarsi di una quindicina di insulsi farabutti umani.
Non poteva nemmeno ammazzarli, tra l'altro... Pero' questi non erano
amici di Kagome, quindi non era tenuto ad andarci coi guanti.
Evito' di colpirli con gli artigli, per non infierire loro ferite
profonde, ma calci, pugni e gomitate volarono nell'aria senza alcun
riguardo. Senti' parecchie ossa frantumarsi sotto i suoi colpi, ed un
bel paio di volti finire coi connotati maciullati fra le sue mani.
I pochi teppisti indenni, terrorizzati, si diedero ben presto alla
fuga, trascinando via alla meno-peggio i compagni infortunati.
InuYasha resto' li', al centro del vialetto, sudato ed ansante, con un
felino ghigno di soddisfazione dipinto in volto.
Si', ora si sentiva veramente bene.
Adesso era di nuovo padrone del suo corpo.
Ecco... Anche questo era parte di lui.
Questa era la sua meta' demoniaca.
Nulla lo attirava quanto l'aria di battaglia.
Nulla gli permetteva di esprimersi come un combattimento.
Ne aveva un innato bisogno, imperioso tanto quanto la sua disperata
sete d'amore.
Quella belva sanguinaria che si scatenava in lui durante la
trasformazione non gli era poi cosi' estranea...
In fondo la conosceva bene, poiche' era una parte integrante del suo
essere.
E, come la sete d'amore, era una parte del suo spirito che cercava ogni
volta di celare a coloro che lo circondavano, ma soprattutto a se'
stesso.
Amore e guerra.
Tenerzza e ferocia.
Pieta' e freddezza.
Timidezza e passione.
Natura umana e forza demoniaca.
Estremi, opposti. Ma in un mezzodemone gli opposti convivono, si
armonizzano, coincidono.
Gia'.
Per questo un mezzodemone non puo' avere un posto: poiche' lega in se'
cio' che chiunque vorrebbere scindere.
Come poteva un essere del genere amare qualcuno senza
contaminarlo?
Eppure lui amava...
E il suo amore era puro, lo sentiva.
Se solo avesse avuto il coraggio di lascaiarlo libero di esprimersi...
Viveva a suo modo, libero, selvaggio e fiero.
Ma viveva appieno.
E per quanta sofferenza gli avesse causato la sua natura, in fondo al
cuore era orgoglioso di essere cio' che era, e fiero della persona che
era diventato.
Eppure, di fronte a chiunque altro, si vergognava di mostrare il suo
bisogno d'affetto, cosi' come lo imbarazzava ammettere di cercare la
violenza.
Agli occhi di un'altra persona questi suoi istinti non potevano che
apparire debolezze, e lui non voleva mostrarsi vulnerabile.
Per questo non aveva voluto che Yuka ed Ayumi lo guardassero.
Era contraddittorio?
Gia'...
Cos'altro poteva essere un mezzo bastardo?...
Le amiche di Kagome gli si fecero incontro gioiose, acclamandolo come
un eroe, ma lui le ignoro' con grande freddezza: cos'avevano da
ammirare tanto una bestia feroce?
Certo, loro non avevano visto.
Ma Kagome si'.
Kagome, cosi' solare, gentile e generosa con tutti...
Perche' continuava a restare accanto ad uno come lui? Sapeva bene
cos'era...
Quella sera lo aveva visto cedere alle malìe dell'eros ed alla sua
brama di violenza. Come poteva lui anche solo sperare ancora che lei
non lo disprezzasse?
Si avvio' in silenzio fuori dai giardini. Perso in questi pensieri,
non proferi' parola quando Ayumi entro' in casa, ne' si degno' di
salutare Yuka. Ma quel peperino, notando la sua mestizia, penso' bene
di intervenire, a suo modo ovviamente, per restituirgli un po' di
vita:
-Ehi, InuYasha, quando ti sarai stancato di quella bisbetica di
Kagome, fammelo sapere che mi ci metto io con te!- gli grido'
maliziosa facendo capolino dalla soglia di casa.
-YUKA!!!- sbotto' Kagome risentita.
Il ragazzo aggrotto' un sopracciglio e si volto' incuriosito verso la
ragazzina: non si aspettava certo una simile proposta da una che aveva
appena trattato con tanta fredda sufficienza.
- Ma che seccatura: oggi sei la quarta che me la mena con questa
storia- ribatte': -E poi non vedo perche' dovrei stancarmi di
Kagome...-
Al sentir pronunciare queste parole, la nostra graziosa morettina si
illumino' di immenso:
-Con accanto una che cambia umore cosi' repentinamente, come si
fa ad annoiarsi?!- prosegui' il mezzodemone con quieta
nonchalance.
L'espressione angelica di Kagome si muto' in una maschera d'ira:
-Brutto balordo, come ti permetti?!- gli invei' contro inseguendolo
nel tentativo di picchiarlo.
Ma il mezzodemone si diede lesto all fuga, sgusciando veloce verso
l'angolo della strada, con Kagome sempre alle calcagna che lo
insultava a raffica.
Yuka li guardo' sparire con soddisfazione: bene, aveva rimesso le
cose a posto.
Certo, pero'... Che coppia, ragazzi!!
Kagome svolto' l'angolo e si fermo' di botto: InuYasha sembrava
scomparso; non c'era traccia di lui sulla via. Ma dov'era
finito?!
-Cosa diavolo fai li' impalata?- chiese la voce del ragazzo,
proveniente dai suoi piedi.
Lei trasali'. Abbasso' lo sguardo e si rese conto che il mezzodemone
era li', praticamente fra le sue gambe, seduto sul bordo del
marciapiede.
E lei che lo cercava all'orizzonte!
-Co..cosa cavolo ci fai tu, qui seduto!!!- sbotto' scostandosi d'un
passo, sbalordita.
-Mi tolgo questi strumenti di tortura- ribatte' lui trafficando con
le stringhe delle scarpe: -Non ne posso piu'!-
-Non vorrai rincasare scalzo, spero...- cerco' di blandirlo Kagome
accucciandosi accanto a lui.
-Certo che si'! Tanto a quest'ora non c'e' quasi nessuno in giro,
quindi non rompere- replico' InuYasha balzando in piedi e
buttandosi le scarpe sulla schiena, reggendole per le stringhe:
-Andiamo, su!...-
Lei non riusci' a replicare, poiche' s'era d'un tratto resa conto
che i piedi del ragazzo-cane erano pieni di vesciche:
-InuYasha, i tuoi piedi... Com'e' possibile?-
-Non ho mai calzato scarpe in vita mia- ammise egli con
semplicita'.
-Si', ma... La tua pelle dovrebbe essere come cuoio!-
-Gia'...- si schermi' lui: -Ma anche il cuoio si lacera se
sfregato eccessivamente. Comunque guariranno subito, lo sai bene,
no?-
Kagome stette un istante ad osservare quelle piaghe arrossate,
sentendosi profondamente in colpa.
Poi prese una decisa risoluzione: si tolse le scarpette e le infilo'
rapida nella borsetta, poi si levo' in piedi e, sotto lo sguardo
sconcertato di InuYasha, inizio' a sfilarsi le calze autoreggenti.
-Co..cosa ti prende Kagome? Sei impazzita?!- balbetto' lui, rosso
come un peperone maturo.
La candida naturalezza con cui le affusolate manine di lei si
muovevano sulle cosce, facendo lentamente scivolar via quei veli
colorati, era dannatamente eccitante.
Il ragazzo degluti' e si senti' avvampare ancor di piu'.
Ma lei sollevo' verso di lui due occhioni infantili e gli sorrise
con grande semplicita':
-Ecco fatto, sono pronta anch'io. Possiamo andare.-
-M..ma... Non vorrai venire a casa anche tu a piedi nudi?- replico' lui,
cercando senza successo di scacciare l'immagine delle gambe della ragazza
dal suo cervello.
-Esatto!- annuncio' lei con aria da saputella precedendolo sulla
strada del ritorno.
Il mezzodemone resto' li' per un attimo impalato a guardarla,
incapace di capire cosa le passasse per la testa, poi si risolvette
a seguirla e le si affianco' in silenzio, divertendosi ad osservare
i movimenti delle dita dei suoi piedi a contatto con il suolo.
Amava perdersi a contemplare le forme e le movenze della ragazza.
-Si puo' sapere perche' ti sei tolta le scarpe?-
-Perche' mi andava.-
-Ma non eri tu quella che predicava che "nessuno gira scalzo per le
strade di Tokyo"?!-
-Ebbene, qualcuno dovra' pur cominciare...-
-Mah! Chi ti capisce e' bravo...-
Kagome si intristi' di colpo: lui non aveva capito.
Non parlava di se', rifuggiva da ogni occasione di conversazione,
ed in piu' non riusciva neppure a comprendere il significato di
gesti come quello.
Come avrebbe mai potuto, lei, comunicare con un tipo simile?
Le venne quasi da piangere, mentre il suo passo si fece esitante.
In quella la coppia imbocco' il vialetto del parco-giochi, ora
deserto e tranquillo: si trattava di un acciottolato, e ben presto
Kagome inizio' a zoppicare per il dolore che quei piccoli
sassolini appuntiti le provocavano. Cerco' con tutta se stessa di
non lamentarsi e di non darlo in alcun modo a vedere, ma
improvvisamente si senti' sollevare da terra e si ritrovo' fra le
braccia del ragazzo: al suo accompagnatore non erano sfuggite le
impercettibili contrazioni del suo viso.
-Che fai? Lasciami giu'!-
Ma, incurante delle sue proteste, lui riprese silenzioso il cammino.
Mosse qualche passo con lei addoso, poi, in capo a pochi secondi,
stordito dal suo intenso profumo, perse d'un tratto tutto il
self-control che gli aveva permesso di camminare diritto fino ad
allora, ed inizio' a barcollare, mentre la vista andava
annebbiandosi.
Le quattro birre a digiuno tornavano imperiose a farsi sentire, ed
il mondo attorno a lui pareva vorticare come impazzito.
-InuYasha, cos'hai?- chiese lei sentendo i suoi passi stranamente
insicuri.
Lui non rispose. Si fermo', chiuse gli occhi e degluti', reprimendo
un conato di vomito.
-Inu...Yasha?-
Riapri' gli occhi sbattendo piu' volte le palpebre e trasse un
profondo respiro, ritrovando finalmente l'equilibrio.
Ma capiva bene di non essere in grado di trasportare la ragazza.
Raccogliendo tutta la sua concentrazione raggiunse rapido delle
altalene poco distanti e ve l'adagio' sopra con quanta piu' dolcezza
gli riusci' (il risulatato fu comunque discretamente maldestro...),
poi si accuccio' ai suoi piedi, tenendo lo sguardo rivolto al suolo.
La nausea era ancora piuttosto forte, ma lentamente andava
acquietandosi.
-Cosa ti prende, InuYasha, si puo' sapere?-
-Mi sa che sono davvero ubriaco- senti' che la sua voce
rispondeva con un candore che mai avrebbe pensato di possedere in un
simile frangente: stranamente non si sentiva in imbarazzo, era cosi'
e basta.
-Sei ubriaco?! Io non direi proprio! Meno di dieci minuti fa stavi
facendo a botte e colpivi quei disgraziati con la precisione di un
orologio svizzero! Avevi pieno controllo del tuo corpo, direi...-
-TSK! Erano solo insulsi e LENTISSIMI umani e, per quanto Spirito
del Sake' io abbia in corpo, resto pur sempre una mezza bestia
demoniaca.-
-Cosa dici?!- esclamo' Kagome sconcertata.
Non l'aveva mai sentito parlare di se' in tali termini.
...Non che l'avesse sentito spesso parlare di se', in realta'.
-La verita'. Nient'altro che la cruda verita' sul mio essere.-
Si'. Doveva essere davvero ubriaco fradicio per parlare cosi'.
D'altronde, Kagome non ricordava di aver mai studiato nulla riguardo
agli effetti dell'etanolo sui mezzidemoni.
-E' davvero questo che pensi di te stesso? E' cosi' che ti
senti?- oso' chiedere timida, dopo qualche istante di imbarazzante
silenzio.
-Non lo so. Questa E' effettivamente la mia natura- disse lui
balzando d'improvviso in piedi sull'altalena li' accanto ed
iniziando a dondolare con lo sguardo perso nel vuoto: -Ma cio' che
io MI SENTO di essere e' semplicemente me stesso.
In fondo non ha molta importanza come veniamo al mondo: e' l'uso che
facciamo del dono della Vita che ci qualifica come persone.-
"Urka!" penso' Kagome sbigottita: "Adesso si dà pure alla filosofia!
Se bastano quattro birrette per tirargli fuori simili perle di
saggezza, e' bene che mi ricordi di portargliele molto piu'
spesso!!!"
La ragazza sorrise fra se', poi si volto' a guardarlo, restandone
affascinata: col volto duro rivolto fiero avanti a se', dondolava
piano, in piedi su quell'altalena che accompagnava cigolando i suoi
respiri, ed i suoi capelli argentei ondeggiavano morbidi e leggeri
nell'aria fresca della notte.
Cosi' vicino, eppure cosi' distante...
Sarebbe stata mai, lei, capace di raggiungerlo?
Sentendo il suo sguardo addosso, il ragazzo si volto', addolcendo
impercettibilmente i tratti del viso in quello che poteva forse
sembrare un mezzo sorriso:
-Rimettiti le scarpe, ora, su...- la esorto' dolcemente mentre
fermava di colpo l'altalena, lasciandosi andare a sedere goffamente
scomposto sul seggiolino (mettersi a dondolare in quelle condizioni
non era stata affatto una buona idea, accidenti a lui che non era
pratico di queste cose: adesso era piu' nauseato di prima).
-Non voglio!- si rifiuto' Kagome raggomitolandosi imbronciata
sulla sua altalena.
-Non dire assurdita'! Conciato cosi' io non riesco certo a portarti
in braccio.-
-Voglio venire a casa scalza, esattamente come te.-
-Ma perche' devi ostinarti a fare una cosa tanto idiota?!-
-Non e' affatto una cosa idiota!- sbotto' lei, fissandolo con occhi
addolorati.
-E invece si', stupida. Guarda...- disse lui sollevando un piede in
modo da piazzarglielo proprio di fronte al naso.
-Cosa fai?!?- si meraviglio' la ragazza, stupita da quel gesto cosi'
inconsueto.
Il ragazzo le prese una manina e la poso' sulla pianta del suo
piede:
-Lo vedi? Io ci ho camminato sopra per piu' di centocinquant'anni.
Ormai sono talmente callosi da non avvertire piu' alcun fastidio...
I tuoi piedi, invece, sono ancora vellutati come quelli di un
bambino: non puoi pretendere di camminare sui sassi.-
-Ma io... Io ti ho costretto a portare le scarpe e a cambiarti
d'abito e a star fra la gente pur sapendo che lo detesti... e
tutto solo per un mio insulso capriccio. Adesso voglio essere io ad
adeguarmi a te.-
-BAKA!- ribatte' deciso InuYasha: -Cosa vuoi che mi importi delle
vesciche! La verita'...- esito' un attimo, mentre la sua voce si
faceva greve ed insicura: -La verita' e' che mi ha fatto tanto
piacere...- ammise infine, arrossendo.
-Ti ha fatto piacere mettere le scarpe?! Con tutte le vesciche che
ci hai rimediato?!-
-Ma no, non parlo delle scarpe, stupida!- ribatte' lui distendendo
le gambe, in modo che i piedi toccassero il suolo: -Mi ha fatto
felice il fatto che tu... tu abbia tanto insistito perche' ti
accompagnassi.-
Kagome lo fisso' esterrefatta:
-Ma se la festa e' stata praticamente un disastro! Devi aver vissuto
un incubo.-
-Gia': e' stata una delle serate piu' agghiaccianti che io abbia
mai trascorso- convenne il mezzodemone con aria quasi divertita:
-Eppure... Eppure e' stata la prima volta in cui qualcuno mi ha
voluto pienamente partecipe del suo mondo e della sua vita-
concluse infine in un soffio, malcelando lo sguardo fra i suoi
capelli.
Commossa e stupita da quelle parole, la ragazza resto' a fissarlo
come ammutolita, riuscendo appena a balbettare impercettibilmente il
suo nome.
-Kagome...- la richiamo' lui in un sospiro, volgendo gli occhi
all'orizzonte: -Kagome, c'e' una cosa che desidero chiederti da tanto
tempo...-
Continua...
Ve l'ho troncata sul piu' bello, vero?!?
Sento che mi state cristonando dietro in tutte lingue da voi conosciute.
Portate pazienza fino a domenica prossima (sabato ho un impegno, quindi non potro' aggiornare), quando verro' a deliziarvi con l'ultimo capitolo di questo delirio.
C'e' da dire che ho faticato molto a redigere questo finale: non e' stato facile tirare le fila di tutte le seghe mentali che i protagonisti si sono fatti durante tutti i passati capitoli, e soprattutto non e' stato facile farlo senza appesantire troppo la narrazione, dato che il racconto e' e voleva essere semplicemente una storia da ridere.
In realta' mi son lasciata un po' prendere la mano ed ho detto molto di piu', ma vabbe'...
Una cosa ci terrei a dire ai miei affezionati commentatori: non scusatevi se la vostre recensioni sono lunghe: IO ADORO LE RECENSIONI LUNGHE!!!! Mi fanno cosi' tanto piacere!! :)
Ciao a tutti, a domenica prossima.
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Capitolo 12 *** Le parole che non ti ho detto - parte seconda ***
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Delirio di una Notte di Mezza Estate
Ovvero: La festa di compleanno di Eri
Capitolo 7: LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO - parte seconda
-Kagome...- la richiamo' lui in un sospiro, volgendo gli occhi
all'orizzonte: -C'e' una cosa che desidero chiederti da tanto
tempo.-
Dio, non sapeva neppure lui cosa diavolo gli stesse prendendo: si
era sempre portato tutto dentro, ed ora invece gli veniva cosi'
spontaneo parlare...
-Perche' mi... mi hai sempre tarttato come se io fossi la cosa piu'
naturale del mondo? Fin da allora, fin dal giorno in cui hai sciolto
il sigillo che mi imprigionava, mi hai trattato con una naturalezza
che mi ha sempre profondamente sconcertato.
Nessuno mai lo aveva fatto prima; la stessa Kikyo mi ha sempre
incontrato di nascosto: per una
sacerdotessa dl suo rango, farsi vedere in mia compagnia serebbe
stata una grave onta. Ed io ho sempre compreso la sua vergogna.
E' la tua dolce spontaneita' nei miei confronti che non riesco in
alcun modo a spiegarmi...-
Kagome si senti' gelare: solo il giorno precedente avrebbe risposto
decisa a questa domanda sciorinando un bel discorsone pieno di frasi
fatte sul fatto che nessun va giudicato dall'aspetto, che la
dignita' di una persona non dipende dalle sue origini e bla-bla e
bla-bla.
Ma in quel momento era completamente spiazzata: come poteva
rispondere ad una domanda sulla quale lei stessa non faceva che
interrogarsi ossessivamente fin dal pomeriggio??
D'altro canto non voleva mentire: InuYasha si era messo a nudo e lei avrebbe
fatto lo stesso, per quanto poco onorevole fosse la risposta che
aveva da offrirgli.
-Ecco, la verita'... e' che fino ad oggi io non mi sono mai chiesta sul
serio "cosa" tu fossi- ammise quasi vergognandosi di se' stessa:
-Razionalmente ho sempre saputo che sei "diverso", eppure non
sono mai riuscita a sentirti tale. E cosi' ti ho sempre trattato
come se tu fossi un normalissimo ragazzo solo perche' questo era l'unico
atteggiamento che, istintivamente, mi veniva spontaneo.
Sono solo una sciocca immatura, vero?-
-No...- sussurro' il ragazzo con voce roca, tornando a
raggomitolarsi sull'altalena: -E' la risposta piu' bella che tu
potessi darmi- concluse con un fil di voce, abbracciandosi le
gambe.
Kagome resto' un attimo a fissarlo, intenerita. Forse aveva ragione
lui: nessuna filosofia, per quanto nobile, poteva valere piu' di
un'autenticita' sincera.
D'un tratto si riscosse, sfilo' lesta le scarpine dalla borsetta e
le calzo' con grazia, indi si alzo' e tese le braccia verso il
mezzodemone:
-Vieni, su: ti porto a casa.-
-TSK! Guarda che riesco benissimo a camminare da solo!!!-
-Come vuoi!- rispose lei allegra, girando i tacchi e facendo per
andarsene.
Ma dopo pochi passi senti' il braccio di lui avvolgerla per le
spalle. Le manco' il respiro e s'irrigidi' stupita; poi, pian piano,
lascio' che il suo corpo si rilassasse, cullato dal passo del
ragazzo e dal suo caldo abbraccio.
Era felice: le sembrava che in quel momento i loro cuori si stessero
sfiorando.
-Pero' un po' mi dispiace...- esordi' lui d'improvviso, dopo che
ebbero mosso alcuni passi in un complice silenzio.
-Che cosa?-
-Che tu ti sia tolta quegli strani cosi semitrasparenti che avevi
appiccicati alle gambe. Eri...Eri dannatamente eccitante- ammise
arrossendo alla follia.
Kagome si arresto' di colpo, senza fiato.
InuYasha si morse un labbro, temendo di aver parlato troppo: ecco,
l'aveva fatta grossa, ora sarebbe stato mandato "a cuccia" senza
pieta'.
Istintivamente sciolse la ragazza dal suo abbraccio ed abbasso' le
orecchie, pronto a subire la "punizione divina".
-Dimmelo ancora.-
-Uhn?...- bofonchio' lui, incredulo e titubante, aprendo appena un
occhio.
-Ripetilo, ti prego.-
Il cuore le scoppiava di gioia: finalmente le aveva fatto un
complimento. E che complimento!
-Eri...eccitante...- le sussurro' timido, con un fil di voce.
Al colmo della felicita', Kagome torno' a legarsi a lui e si strinse
forte alla sua vita.
-...Non sei arrabbiata?-
-Perche' dovrei essere arrabbiata? Mi hai fatto un complimento
bellissimo!-
InuYasha la fisso' con sguardo interrogativo: niente da fare, le
donne non le capiva. Di solito non perdeva occasione per dargli del
pervertito, e adesso invece era li' a bearsi per le sue parole...
Bho?!?
-Sai, InuYasha- riprese la ragazza, esitante: -Ormai non pensavo
piu' di apparire bella ai tuoi occhi.-
-Eeeehh?! Ma che diavolo stai dicendo, dannata?- sbotto' lui,
stupito.
-Ogni tanto penso a Kikyo, a quanto sia bella. So che e' sua
l'immagine che porti nel cuore, e allora, talvolta, sono convinta di
apparirti un po' come un brutto anatroccolo. In fondo, confrontata
a lei, sembro un ranocchio.-
Il mezzodemone era completamente spiazzato da queste parole. Ma cosa
andava blaterando adesso?! La complessa psicologia femminile
continuava sfuggirgli... Una cosa, pero', gli era chiara:
-Kagome, stai dicendo un mare di assurdita'! Vieni con me, ti
mostrero' una cosa.-
E cosi' dicendo l'afferro' improvvisamente per la vita e se la isso'
sulla schiena, lanciandosi a tutta velocita' a ritroso lungo la
strada appena percorsa.
Incurante delle urla della ragazza, che non capiva cosa gli fosse
preso, InuYasha salto' lesto una recinzione metallica e si addentro'
a grandi balzi in un cantiere edile, deserto a quell'ora di notte.
Sfreccio' rapido fra silos, pile di tubi e vecchie assi, dribblando
fra le ruspe addormentate, e punto' deciso verso la gigantesca gru
che troneggiava sul palazzo in costruzione, schivando come poteva la
fanghiglia grigiastra che imbrattava il suolo.
-Reggiti forte!- le disse mentre iniziava ad arrampicarsi sulla gru.
-Ma dove vai?! Sei forse impazzito!? Lasciami giu'!!!-
-Dannazione, Kagome, finiscila di urlarmi nelle orecchie!!! Gridando
cosi' mi fai rimbombare tutto il cervello, rischiamo di cadere!-
-Ti ricordo che hai bevuto: non dovresti fare una cosa simile!-
continuo' a rimproverarlo lei, abbassando pero' la voce di parecchi
decibel.
Certo che l'alcol faceva uno strano effetto ai mezzidemoni: invece
di farli cantare li faceva arrampicare sulle gru... Mah?!
Sempre che fosse ubriaco per davvero: Kagome non capiva se il suo
strano modo di fare fosse veramente falsato dalle birre, o se
semplicemente egli avesse addotto quella scusa per giustificare
il suo inconsueto bisogno di parlare.
InuYasha, muovendosi con agilita' felina, giunse in cima
rapidamente:
-Ecco, guarda!- le disse chinandosi per permetterle di scendere.
Kagome smonto' dalla schiena del ragazzo e cerco' di mantenersi in
equilibrio sull'intelaiatura metallica della gru.
Il vento era forte, lassu': profumava di liberta'.
Temendo di cadere, torno' ad afferrarsi al braccio di lui. Solo
quando si senti' ben salda oso' finalmente sollevare lo sguardo. E
rimase senza fiato.
L'intera citta' si stendeva ai loro piedi, accesa di mille luci che
baluginavano colorate come magiche lucciole, e sovrastata da un
cielo nero e profondo come l'infinito.
-InuYasha...E' bellissimo...- sussurro' incantata.
-Io non sono bravo a spiegare le cose- prese a dirle lui,
esitante, fissando l'orizzonte: -Ma so che anche una metropoli
deturpata e caotica come questa appare meravigliosa, se la si guarda
da quassu'.
Cosi' penso che valga per molte cose: devi solo sapere come
guardarle.
La bellezza varia da luogo a luogo, e da tempo a tempo, l'ho capito
oggi stesso, sai? La gente della tua epoca considera belle donne che
nella mia sarebbero il ritratto della fame e della disperazione.
Io non me ne intendo di queste cose: non ho canoni per giudicare
la bellezza di una donna. Pero'...
Però per me tu sei la cosa piu' bella che ci sia, perche' solo se i
miei occhi possono posarsi su di te il mio spirito inquieto trova
pace.
Per me... sei bellissima- ammise infine, arrossendo
disperatamente.
Lei lo fissava ammutolita. Aveva quasi le lacrime agli occhi.
Poi, d'impulso, lo prese per le spalle, costringendolo a chinarsi
appena ed ergendosi sulla punta dei piedi gli schiocco' un sonoro
baciotto sulla guancia.
Lui la guardo', sconcertato da quel gesto spontaneo:
-Ah...- gli sfuggi' appena, mentre portava quasi inconsciamente una
mano a sfiorarsi la guancia dove lei aveva posato le sue labbra
tiepide.
Ma Kagome, sorridendo, gli butto' le braccia al collo ed affondo' il
capo nel suo petto, restando ad ascoltare i battiti impazziti del
suo cuore.
Dapprima lui rimase immobile, spiazzato dalla naturalezza della
ragazza: sentiva solo il cuore martellargli in gola, ed il profumo
di lei che dilagava nella sua mente svuotata.
Poi chiuse gli occhi e, sollevando lentamente le braccia, la strinse
forte a se', come a volersi perdere nella sua presenza.
Un attimo che sembro' eterno...
(GURU-GURU-GURUUUUUUUU)
-...-
(GURU-GURU-GURUUUUU...)
-InuYasha... Cos'e' questo gorgoglìo?!?-
-Hemmm... Credo che sia il mio stomaco vuoto che brontola.-
Lei scosto' il capo dal suo petto e lo guardo' storta:
-Ma proprio adesso dovevi finire di digerire la birra, accidenti a
te?!-
-Non l'ho certo deciso io!!! E' solo che ho una fame della malora e
non sono riuscito a mettere niente sotto i denti per tutta la sera!
Ed e' anche colpa tua!!!!- si giustifico' aggressivamente il
ragazzo.
Kagome lo fisso' imbronciata per un attimo, poi, all'ennesimo rumore
proveniente dalla pancia del mezzodemone, scoppio' a ridere come una
matta. Era inutile prendersela. Tanto, con lui, mai che un'"aura
romantica" durasse piu' di due minuti!!
-Si puo' sapere cosa c'e' da ridere?- la investi' lui, risentito.
-Bhe, dove lo trovi un altro che ti porta in cima ad una gru e poi
ti offre un tanto soave concerto?!- spiego' lei, asciugandosi un
lacrimone d'ilarita'.
-TSK!- ringhio' il ragazzo, piccato, voltandosi di schiena: -Se mi
trovi cosi' una frana, si puo' sapere che ci fai con me?!-
Lei resto' a guardare la sua lunga chioma, senza proferire
parola.
-Allora?! Ti ho fatto una domanda, mi pare!- la esorto' lui,
continuando a restar girato.
Ma la ragazza taceva.
Passo' qualche secondo, che ad InuYasha parve eterno. Poi il mezzodemone abbasso'
il capo e distese le braccia serrando i pugni, e senti'come in un
sogno la sua stessa voce sussurrare disperata:
-Dimmelo, Kagome, ti prego. Io... voglio saperlo.-
Ormai si era esposto. Completamente.
Ormai aveva messo a nudo tutta la sua fragilita'.
Ed aveva una paura folle di quella risposta, che pur tanto bramava.
-A me piace... la vita accanto a te...- rispose semplicemente la
ragazza, restando a fissare la sua sagoma orgogliosa e al
contempo cosi' indifesa, che si stagliava solitaria sullo sfondo
della Via Lattea.
InuYasha si volto' verso di lei, incredulo, giusto in tempo per
ricevere uno dei suoi aperti sorrisi, quei sorrisi che gli
scaldavano il cuore.
-Come puo' piacerti? A volte io stesso la trovo insostenibile:
vorrei potermi fermare, vorrei poter gustare il presente, vorrei
avere un futuro da sognare, invece mi ritrovo sempre e solo a
sopravvivere, giorno dopo giorno.
Quando decidi di tornare a casa e ti vedo sparire dentro il Pozzo,
io... io ho tanta paura... La paura folle e disperata che tu non
voglia piu' ritornare da me.
Ma questa mia maledetta vita, senza di te,
cosa diavolo sarebbe?!-
Il ragazzo non la guardava piu', ma fissava il suolo con occhi
vitrei; aveva le guance in fiamme ed il cuore che palpitava
all'impazzata: non era avvezzo a mostrare le sue debolezze, e la
cosa lo destabilizzava fortemente.
-Mi piace perche' ci sei tu. Perche' noi due stiamo insieme,
vero?-
Qualcosa si sciolse, laggiu', nelle profondita' del cuore del
ragazzo. Come un groppo che l'aveva sempre incatenato, e che ora,
per la prima volta, allentava la presa.
Affero' senza grazia Kagome per le spalle e la trasse a se', perche'
senza sentirla contro il suo corpo gli pareva di non poter piu'
respirare.
Tremava.
Tremava come un bambino.
Se non fosse stato cosi' dannatamente orgoglioso, avrebbe pianto.
-Stiamo insieme- ripete' con un fil di voce, carezzandole la
nuca.
Aveva giurato a se' stesso che non si sarebbe mai piu' innamorato.
Perche' amare faceva male.
Ma non aveva mantenuto fede a quel giuramento.
Perche' lui non era forte.
In fondo non lo era per niente.
E da solo non era completo.
Anche se nella sua natura racchiudeva il mondo intero e le forze
mistiche dell'intero universo, aveva bisogno di lei.
Un bisogno irrazionale e disperato.
Perche' lei era la cosa piu' bella che avesse al mondo.
...e senza piu' remore ne' sensi di colpa ne cerco' dolcemente le
labbra.
***
La signora Higurashi, avvolta in una calda vestaglia azzurra, stava
gia' da una mezz'ora buona ritta accanto alla finestra del corridoio,
gettando occhiate apprensive giu' nel cortile.
D'un tratto una vocina infantile la fece trasalire:
-Che ci fai in piedi a quest'ora, mammina?- le chiese Sota con voce
impastata dal sonno.
-Sono in pensiero: e' molto tardi e quei due non sono ancora
rientrati.-
-E di cosa ti preoccupi? Stanno fuori insieme tutte le notti: se
doveva succedere qualcosa fra loro sara' gia' successo, no?-
-Ma cosa vai a pensare, Sota!!! Io non sono mica in pensiero per
Kagome!!!-
-Ah no?!?-
-No, e' per quel ragazzo che sto sulle spine: pensa, poveretto,
catapultato in un mondo che gli e' estraneo e con, come unico
appoggio, una come tua sorella che il piu' delle volte manca
completamente di comprensione nei suoi confronti...-
-...-
"Inconcepibile!!!!" penso' il bimbetto trascinandosi stancamente
verso la sua stanza mentre la madre tornava a scrutare al di la' del
vetro.
In quella due figure abbracciate fecero capolino da sotto il toori
del tempio.
Il volto della signora Higurashi si distese in un'espressione
sollevata: il ragazzo sembrava essere sopravvissuto. E sua figlia
non sembrava in collera con lui, di grazia!
Eh si', era proprio contenta per Kagome: aveva trovato davvero un
bravo ragazzo. Certo, faceva una vita un pochino burrascosa e
difettava un po' in buone maniere, ma era una persona davvero
autentica e degna di fiducia.
Quel ragazzo aveva tanto bisogno di calore umano, si sentiva.
Probabilmente era per questo che si era cosi' legato a sua figlia.
Chissa' se lei sarebbe stata in grado di sciogliere ogni legaccio di
quel cuore inquieto...
Kagome era ancora troppo immatura: idealista, pretenziosa,
irremovibile su troppe cose. Doveva ancora imparare a calare i suoi
grandi ideali nel vissuto quotidiano, doveva ancora sbattere contro
alla vita stessa. Doveva ancora provare il Dolore, quello vero,
autentico, crudele, feroce, inconsolabile. E doveva apprendere a
convivere con esso fino a sublimarlo.
E lui, che non aveva conosciuto che rabbia e dolore, ma continuava a
vivere con dignita' e forza, sarebbe stato il suo silente maestro di
vita.
Eh gia', sua figlia era veramente fortunata...
E cosi' pensando, mentre i due ragazzi attraversavano il cortile
sotto la luce pallida della luna, la signora Higurashi torno'
lentamente nella sua stanza.
***
-E' molto tardi: dobbiamo far piano, o sveglieremo tutti quanti!-
disse Kagome sottovoce mentre frugava nervosamente nella borsetta
alla ricerca delle chiavi di casa.
InuYasha si limito' ad assentire stancamente col capo.
-Che intenzioni hai?- domando' lei, sempre intenta a scavare nella
borsa: -Passi la notte qui da noi o torni subito al di la' del
Pozzo?-
-Che senso avrebbe tornarmene di la' adesso? Ti aspetto e domattina
ripartiamo insieme. Mi sembra la cosa piu' ovvia, no?- rispse lui con
semplicita', confidando che l'indomani la madre di Kagome avrebbe
fatto trovare loro pronta un'abbondante e succulenta colazione.
Lei non pote' che dargli ragione, ma si rese conto che le sue mani
tremavano visibilmente nel tentativo di infilare le chiavi nella
serratura. InuYasha mancava completamente di canoni sociali e, tutte
le volte che aveva passato la notte nel mondo contemporaneo, si era
sempre piazzato a dormire in camera sua senza complimenti.
In quel momento, pero', si sentiva profondamente turbata all'idea di
dover condividere la stanza con lui.
-Non temere- la rassicuro' il ragazzo, quasi avesse letto nei suoi
pensieri. -Dormiro' sopra a Goshinboku.-
Troppi pensieri si agitavano nel suo cuore in subbuglio. Troppe cose
si affollavano nella sua mente. Doveva pensare e schiarirsi le idee
dopo quanto era successo.
La presenza della ragazza non avrebbe fatto altro che ottenebrargli
di nuovo la ragione, e far si' che il fuoco tornasse a scorrergli
nelle vene.
Non era tempo.
Doveva restar solo.
-Ma l'aria della notte e' umida. Ti prenderai un raffreddore!-
Lui la squadro' divertito:
-Dico, ma lo sai con chi stai parlando?!- sbotto' saccente: -io non
sono certo un misero umano!!! In ogni caso, devi prima rendermi
le mie vesti.-
-Oh, e' vero! Vieni!- disse la ragazza conducendolo decisa verso casa
e guidandolo al buio fino al piano superiore:
-Mia madre dovrebbe aver lasciato il tuo kimono nella mia camera.-
I ragazzi entrarono in silenzio nella stanzetta avvolta
dall'oscurita' e Kagome, lasciato InuYasha sulla soglia, cerco' a
tastoni l'abat-jour e ne accese la flebile luce.
-Eccolo infatti!- disse indicando l'abito del ragazzo, posato ai
piedi del suo letto, pulito, stirato e ben piegato.
Il mezzodemone lo prese incuriosito fra le mani e lo annuso' tutto:
-Che strano odore che ha: somiglia a quello dei tuoi indumenti.-
-Sara' il detersivo: la mamma deve averlo messo in lavatrice.-
-L'ha anche rammendato.- osservo' il ragazzo, incredulo: -Perche'
mai?-
-Lo preferivi tutto sdrucito?!-
-No, e' che... Non capisco cosa l'abbia spinta a lavorare per me.-
-Lei e' fatta cosi'- spiego' Kagome con un tenerissimo sorriso: -la
sua vita sembra banale ed insignificante, eppure, grazie alle
silenziose attenzioni che ha nei confronti di tutti coloro che la
circondano, riesce a valorizzare tutti noi.-
-Sei molto fortunata...- sussurro' piano il ragazzo, carezzando le
sue vesti, mentre il ricordo ormai sbiadito del volto di sua madre
riaffiorava nella sua mente.
-InuYasha...-
-Ehi!! Manca Tessaiga!- sbotto' egli d'un tratto.
-Kagome si guardo' intorno, senza successo:
-E' vero. Forse e' rimasta da basso, ma non saprei dove...-
-Vado a cercarla!- annuncio' lui, facendo per uscire di corsa dalla
stanza. Per nulla al mondo avrebbe trascorso una notte all'aperto
senza la sua zanna: i suoi sensi erano gia' abbastanza ottenebrati
dalla stanchezza, dalla fame e dall'alcool, ci mancava pure di farsi
sorprendere disarmato!!!
-Fermo! Non conosci bene la mia abitazione, faresti solo confusione:
ci vado io! Tu stai qui buono e cambiati d'abito. Anzi, gia' che ci
sono, ne approfitto per cambiarmi anch'io- esordi Kagome,
prendendo il suo pigiama da sotto il guanciale ed avviandosi decisa
fuori dalla cameretta, facendo rotta verso il bagno.
Senza neppure accostare la porta, il mezzodemone si libero' di buon
grado della polo e dei jeans, e li accatasto' sopra la scrivania con
la maggior grazia che gli riusci' (praticamente
appallottolandoli), indi si infilo' con soddisfazione nei suoi
vecchi abiti consunti.
Quel profumo nuovo che emanavano... No, non era solo il sapone: era
profumo di mamma.
Si senti' d'improvviso molto stanco.
Cullato da quell'odore, si lascio' cadere a sedere sul cuscino di
Kagome, appoggiando le spalle alla testata del letto.
Chiuse gli occhi.
Il profumo di Kagome era cosi' intenso, li' attorno: se ne sentiva
caldamente avvolto, quasi abbracciato...
La stanza attorno a lui sembro' smaterializzarsi, mentre le sue
membra si rilassavano progressivamente ed il suo respiro si faceva
profondo e regolare.
No, non doveva cedere al sonno. Non in quel... luogo...
Kagome saliva le scale con Tessaiga stretta fra le braccia ed il
cuore che le tamburellava a piu' non posso nel petto.
Ecco: con una scusa o con l'altra adesso InuYasha era nella sua
camera.
Non era certo una novita', ma allora perche' il suo cuore palpitava
all'impazzata?
Lasciandosi guidare dalla tenue luce dell'abat-jour che filtrava
attraverso la porta socchiusa, si porto' lentamente verso la
stanza, cadenzando i propri passi a ritmo del suo respiro ormai
affannoso.
Fece capolino dalla soglia: tutto era immoto.
Si aspettava di trovare il ragazzo ritto al centro della stanza, gia'
spazientito per la sua "lunga" assenza, invece la camera pareva
deserto.
Poi lo vide.
Seduto sul suo cuscino, tutto rannicchiato, col capo reclinato.
Si avvicino' in silenzio e si chino' ad osservarlo: il suo volto era
disteso ed il suo petto si alzava e si abbassava con regolarita':
"M..ma come, DORME?!?!" realizzo' sconcertata mentre tutti i
romantici (e un pochino hard) castelli in aria che si era costruita
negli ultimi dieci minuti crollavano rovinosamente: "Non e'
possibile! Non e' giusto..." penso' mentre un'espressione delusa si
impadroniva del suo viso.
Si lascio' cadere in ginocchio li' accanto al letto e resto' per un
attimo a fissare il ragazzo-cane con la mente completamente svuotata.
Ma poco a poco quell'immagine le scaldo' il cuore: la lampadina del
comodino ne illuminava i tratti del volto, creando curiosi giochi di
luce fra i suoi lineamenti duri, eppure al contempo tanto dolci.
Era bello: sembrava un bambino troppo cresciuto.
Si senti' inondare di tenerezza: lei gli doveva molto, e voleva
imparare ad amrlo come si deve.
Perche' lui era davvero speciale.
Unico.
Quella notte non avrebbe lasciato che dormisse da solo: spense la
lucina, scosto' le coperte e si infilo' sotto, posando il capo sulle
gambe incrociate del ragazzo.
InuYasha, a quel contatto, si riavette in parte dal torpore che si
era impadronito di lui, ma non tanto da trovare la forza per aprire
gli occhi:
-Kagome... cosa fai?...- bofonchio' con voce impastata, quasi
incomprensibile.
-Dormo, no? Sei tu che hai occupato il mio cuscino!-
-Baka... Ora mi sposto, non temer...- provo' a controbattere,
ma la voce gli mori' in gola, soffocata dal sonno.
-Ssssht... Riposa, ora.-
"Domani ricominceremo tutto, da capo. Insieme."
E, sorridendo, la ragazza chiuse gli occhi, felice.
Poi d'un tratto trsali': InuYasha le carezzava la testa e stava
giocherellando coi suoi capelli: probabilmente, nel dormiveglia, se
li era ritrovati fra le le mani ed aveva preso inconsciamente ad
attorcigliarseli sulle dita, come fanno i bambini piccoli, quando
devono addormentarsi, coi capelli della loro mamma.
FINE
RINGRAZIAMENTI:
Grazie a Rumiko Takahashi, per aver inventato e coltivato questi
personaggi che da tempo immemore (almeno 6 anni) mi tengono compagnia e
mi distraggono nei momenti piu' duri.
Grazie a tutti coloro che hanno riso e sorriso su questo mio delirio,
grazie a chi si e' divertito e chi si e' anche un po' commosso con
questa storia assurda e serissima al contempo. Grazie per averla cosi'
apprezzata. Ora che ho terminato il "lavoraccio" della pubblicazione,
prometto ai miei piu' affezionati commentatori che verro' a leggere le
loro opere!!
Grazie ad H, che per primo si e' gustato le mie scene comiche ed ha
tanto insistito perche' pubblicassi questa roba buttata giu' a tempo
perso (e, come gia' detto altrove, grazie soprattutto perche' mi ha
sposata... ed e' ancora convinto della scelta fatta,
soprattutto!!!).
E per finire, grazie al buon vecchio Sakespeare, al titolo di una cui
opera mi sono ispirata per intitolare questo racconto, e a tutti i
registi e produttori dei programmi televisivi e dei film ai quali ho
rubato i titoli dei vari capitoli. XD
Per ora ci salutiamo qui, lettori miei: ho in serbo un'altro racconto
su InuYasha (riguardante la sua infanzia, quindi niente di comico,
anzi...), nonche' due storie originali, ma non credo di potervi
proprre nulla prima della fine di quest'anno.
A presto (spero...),
Elena
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