HyperAegy di Dean Lucas (/viewuser.php?uid=112111)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incipit ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Il segreto di Ty ***
Capitolo 8: *** Il segreto di Ty II ***
Capitolo 9: *** pausetta :) ***
Capitolo 1 *** Incipit ***
Carissime
amiche e amici di Hyperversum IV,
Tornati
dalle vacanze, non mancano le novità. La più
succosa al momento è questo
spin-off: Hyper-Aegy, nato dall’intreccio delle storie e dei
personaggi di
Hyperversum IV e del mio romanzo inedito AEGYPTIACA - I Prescelti degli Dei (per ulteriori notizie basta andare sul mio profilo e cliccare sul sito del libro o sulla pagina Facebook dedicata), che alcuni di voi hanno già avuto modo di
apprezzare in anteprima.
Mi sono
così
affezionato a entrambi i gruppi di personaggi dei due romanzi che mi
è venuta l’idea
bizzarra di farli incontrare e… dopo qualche bozza,
così per gioco, ho scoperto
che la cosa non solo funzionava, ma addirittura il finale
svelerà nientedimeno
che il segreto di Hyperversum che nel mio IV volume era solo accennato.
Ecco a voi,
per iniziare, l’incipit della trama che cercherò
di aggiornare ogni settimana.
Fatemi sapere se vi piace ovviamente, ci tengo moltissimo ai vostri
commenti.
A presto,
Dino
HYPER-AEGY
Monika
guardò con preoccupazione la clessidra che scandiva
il tempo di caricamento sul visore a LED.
Configuring game
Please wait_
L’ultimo
carattere lampeggiava a intermittenza.
Nonostante
l’addestramento militare e la sua proverbiale
freddezza quell’attesa la rendeva nervosa.
L’intero
pianeta apparve sul visore, come in una foto via
satellite, mentre ruotava lentamente su se stesso. Le cifre del
contatore della
data ruotarono impazzite e si arrestarono all’improvviso.
Monika lesse il
numero e sbarrò gli occhi.
L’ultima
cosa che pensò prima di perdere la percezione del
proprio corpo fu che doveva smetterla di giocare ai videogame.
***
Monika si
guardò attonita le braccia e le
gambe. Jeans aderenti e maglietta erano spariti e al loro posto
indossava un
lungo mantello grigio di lino grezzo.
Una folata di
vento caldo le scompigliò i
capelli biondo platino davanti agli occhi.
«Tirati
su il cappuccio!» la sgridò Ian.
«E’
troppo pericoloso! Ti ho già detto che nessuno deve vederci
in volto!»
«Nessuno
tranne loro» aggiunse la
donna.
«Certo,
certo... se mai troveremo il modo
di farci ricevere» replicò preoccupato Ian.
Monika si
tastò i fianchi e roteò gli occhi.
«Ovviamente la mia Beretta calibro 9 è sparita e
siamo tutti senza un’arma.
Grandioso!»
«E qui
si muore di caldo» aggiunse Ty.
Ho una notizia
ancora peggiore» sibilò lei.
«Guardate a ore nove.»
Ian si
voltò di scatto e vide i temibili ankh
che scintillavano tra le mani di
due Delicate.
Deglutì.
Il solito
Hyperversum.
Davanti ai suoi
occhi, le case di fango e
argilla dei nemeh di Giza
tremolavano
come un miraggio nell’aria rovente.
Ian scosse il
capo, sconsolato. Erano
appena arrivati nell’antico Egitto e i guai li avevano
seguiti come un’ombra.
***
|
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Capitolo 2 *** capitolo 1 ***
Ty
inarcò un sopracciglio. «Ma sono solo due belle
ragazze, che pericolo
potrebbero mai...»
Ian gli
afferrò con forza un braccio e lo spinse dietro di lui. Si
parò
davanti a Ty e Monika e osservò le due giovani.
Avevano entrambe
capelli lunghissimi e lisci, rasati sopra l’orecchio
dal lato del cuore. Se quel che raccontavano le leggende era vero,
quelle donne
si tagliavano i capelli in quel modo per non dimenticare il sacrificio
cui erano
state costrette da bambine.
Un tessuto nero
fasciava loro il petto, mentre alla base del collo
sfoggiavano il tatuaggio di una croce allungata, sormontata da un
ovale. Ian
sapeva che era questo il triplice segno che simboleggiava la donna,
l’ankh, e
la Stella del Mattino.
I
fianchi erano nudi e ornati da
una cintura dorata, cui erano appesi il tessuto triangolare centrale
bordato
d’oro e un altro più squadrato dietro la schiena.
Il kohl esaltava i loro
sguardi minacciosi.
Ian era certo di
non potersi sbagliare.
Non poteva
credere di essere davanti alle leggendarie Delicate.
Le guardie degli
dèi.
***
La
più alta delle due fece un passo avanti. Non aveva smesso
per un solo
istante di fissarli negli occhi.
La seconda
Delicata le lanciò uno sguardo furtivo. «Misha,
guarda il
colore dei loro occhi...» le sussurrò con voce
allarmata.
«Non
sono cieca, sorellina.» Misha avanzò di un altro
passo, facendo
roteare l’ankh tra le dita. Lo strano coltello
catturò la luce del sole sulla
superficie nera e traslucida come cristallo. «Chi
siete?» domandò col tono
autoritario di chi era abituato a comandare.
Ian era come
paralizzato, il fatto che Hyperversum avesse reso possibile
persino la comprensione di quel linguaggio antico non lo stupiva quanto
la
consapevolezza di essere di fronte a due Delicate.
Approfittando
della sua esitazione, Ty lo superò e si piegò in
un
elaborato inchino. «Thierry De Ponthieu, per servirti» disse alla
Delicata facendole l’occhiolino. «Ma tu puoi
chiamarmi Ty,
se preferisci»
La ragazza lo
fissò interdetta. Un istante dopo, senza preavviso,
colpì
Ty con un calcio in pieno volto, spedendolo a terra già
privo di sensi.
Accadde tutto
nello stesso istante.
La Delicata
più giovane scattò verso Monika, menando fendenti
con un
ankh per ogni mano. Misha si avventò contro Ian.
***
Ian attese che
la Delicata allungasse il primo affondo, poi scartò
all’ultimo momento da un lato. Aspettò che la
ragazza lo superasse nello slancio
e la colpì a un fianco con una violenta gomitata. La
reazione della giovane fu
incredibilmente rapida: ruotò su se stessa, arcuando una
gamba in aria, e colpì
Ian in pieno petto con un piede.
Ian
sentì l’aria che fuoriusciva dai polmoni,
arretrò di un passo e vide
a stento arrivare il pugno che lo centrò alla mascella.
La vista si
annebbiò per un istante.
Un altro colpo
al ventre lo fece piegare in due dal dolore. La rapidità e
la forza della sua avversaria era sconvolgente.
Una mano lo
afferrò rudemente per i capelli e Ian sentì la
gelida
consistenza di una lama sulla gola.
«Ora
vedremo se nelle tue vene scorre davvero il sangue dei Figli del
Cielo» ringhiò Misha.
***
|
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Capitolo 3 *** capitolo 2 ***
***
«Figli
del Cielo?» Ian aveva già sentito queste parole:
così erano
chiamati i Nephilim, gli esseri nati dall’unione degli
dèi con le Figlie
dell’Uomo. Per questo aveva raccomandato a Ty e Monika di
nascondere i loro
volti dietro i cappucci.
A causa del
colore dei loro occhi.
Occhi di cielo,
come le iridi degli dèi.
In quel mondo
ancora giovane, tutti gli umani avevano gli occhi del
colore della terra da cui era stati generati. Sarebbero passati
millenni prima
che...
Un urlo gli
ghiacciò il sangue. Con la coda dell’occhio, Ian
riuscì a
intravedere Monika che si premeva una mano su un fianco. La sua
giovanissima
avversaria ansimava e sanguinava da un sopracciglio.
«Arrenditi,
donna» sibilò la voce spietata di Misha. Ian
sentì la lama
dell’ankh che premeva sulla gola.
Monika
spostò lentamente la mano dal fianco e si guardò
le dite sporche
di sangue. «Non sai nemmeno chi siamo e perché
siamo qui» la sua voce era
carica di una rabbia appena trattenuta. «Quando il tuo
padrone saprà cosa hai
fatto, ti farà frustrare come una schiava.»
Ian
sentì le dita della Delicata che stringevano con
più forza i suoi
capelli. Non era così che doveva andare. «Puoi
uccidermi con un solo gesto»
disse alla donna che gli aveva puntato il pugnale alla gola,
«ma prima
permettimi di spiegare. Non siamo nemici della Signora di questa
città, noi...»
«La
Divina Sfinge non ha amici tra i Figli del Cielo»
ringhiò Misha.
«Certo
che non ha amici!» sbottò Monika. «Se
mandano voi ad accogliere i
loro ospiti, non ho difficoltà a credere che si sono fatti
qualche nemico.»
Ian
fissò in cagnesco il maggiore dell’USIC: non era
certo famosa per la
sua diplomazia.
Fu in quel
momento che Ty riacquistò i sensi.
Scrollò
il capo e fissò incredulo la scena di fronte a lui. Poi
disse:
«Hyperversum, pausa.»
Una mela
luminescente comparve dal nulla e fluttuò
nell’aria davanti al volto
del ragazzo. Sotto la sfera luminosa brillavano i nomi di Ty, Monika e
Ian.
***
«I
segni degli dèi!» urlò spaventata la
Delicata più giovane, facendo un
passo indietro. «Misha, non possiamo combattere contro tre
Figli del Cielo!»
«Noi
non vogliamo combattere» esclamò Ian.
«Vi prego, ascoltateci!»
«Sta’
zitto!» Misha sguainò con un gesto fluido e incredibilmente
rapido il secondo ankh allacciato a una gamba e lo scagliò
verso la mela
luminosa.
Ty rimase
impietrito mentre l’arma sibilava a un palmo dal suo viso,
trapassava l’immagine eterea della mela, e si perdeva alle
sue spalle.
Misha
arretrò di un passo trascinando Ian con sé, senza
spostare lo
strano pugnale dalla sua gola.
Monika si
voltò verso Ty. «Abbandoniamo la missione.
Adesso!»
Il giovane
annuì. «Hyperversum...»
Le parole gli
morirono in gola.
«Ferma
questo dannato gioco e riportaci a casa!»
Ty aveva gli
occhi sbarrati e la bocca socchiusa. Non riusciva a
parlare.
«E’
un ordine!» gridò Monika.
Il ragazzo
indicò con una mano tremante qualcosa davanti a lui.
Il maggiore si
voltò da quella parte e sul suo volto comparve una
maschera di stupore e paura.
Ian
osservò incredulo la Delicata più giovane che
crollava in ginocchio.
Poi
sollevò la testa e ciò che vide non lo
dimenticò per il resto della
sua vita.
***
NdR: CHI INDOVINA COSA HA VISTO IAN? :-) |
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Capitolo 4 *** capitolo 3 ***
***
Capelli lunghi e
neri, occhi allungati dalle iridi d’oro liquido, labbra
morbide socchiuse come in un bacio. Indossava una succinta tunica color
bronzo
che l’avvolgeva come una guaina, lasciando scoperte le gambe
quasi per intero.
Un’ampia scollatura disegnava un triangolo che aveva il
proprio vertice
sull’ombelico e proseguiva fino alle spalle, le maniche erano
lunghe e svasate
ai polsi. I lacci dorati dei sandali si avvinghiavano alle gambe fin
sotto al
ginocchio.
La voce calda e
appena un po’ roca della creatura annunciò:
«Io sono la Sfinge.»
Ian
pensò che era bella oltre ogni umana immaginazione.
***
La
divinità si avvicinò con calma verso di lui. Con
un brusco movimento,
Misha lo costrinse a toccare la terra con la fronte. Ian sentiva i
passi della
dea e il cuore che martellava nel petto a un ritmo sempre
più insostenibile.
Lei era sempre
più vicina.
L’aria
divenne immota e pesante da respirare.
Il tempo
sembrò fermarsi quando i piedi della Sfinge giunsero a un
palmo
dal suo volto chinato sul terreno sabbioso.
Ian credette che
era impossibile. Eppure era lì, più vicino di
qualsiasi
uomo alla soluzione del mistero più profondo e angoscioso
che da sempre aveva
tormentato il genere umano. Il mistero cui centinaia di religioni aveva
tentato
di rispondere. Il mistero che la scienza aveva cercato invano di
svelare.
L’attesa
era insopportabile. Il battito nel suo petto, assordante.
La Figlia del
Cielo era lì. Il suo corpo gli faceva ombra.
«Chi
sei?» domandò quella stessa voce, roca e femminile.
Ian aveva
pensato per molto tempo a cosa avrebbe risposto a quella
domanda. Aveva riflettuto a lungo, ben prima di intraprendere quel
viaggio.
Prima di convincere Monika e la USIC. Prima di parlarne
l’anno prima al
generale Freeland.
Fece un lungo
respiro.
Un altro.
«Io...
»
Misha lo
colpì brutalmente con un calcio. «Ti rivolgerai a
lei solo dopo
le parole il tuo corpo è il
più sacro dei
luoghi, il paradiso che il mondo non può eguagliare»
ringhiò la Delicata.
Ian
deglutì. «Il tuo corpo è il
più sacro dei luoghi, il paradiso che il
mondo non può eguagliare. Io sono tuo figlio, mia
signora» disse infine. «Un
tuo figlio lontano. Molto lontano.»
La Sfinge
restò immobile e in silenzio.
Senza sollevare
lo sguardo da terra, Ian indicò con una mano Ty e
Monika. «Anche loro sono tuoi figli, mia signora.»
La dea si
sedette sui talloni. «Guardami.»
Ian
sentì che aveva paura, ma non riuscì a
disobbedire a quella voce.
Allungati,
affilati, ed esaltati dal kohl, gli occhi della Sfinge
effondevano dalle palpebre socchiuse una luce dorata, simili a due
scintillanti
soli gemelli. Era incredibilmente più bella di quanto un
uomo fosse in grado di
sopportare. Ian si sentì perduto.
La dea
inclinò il capo da un lato, come per osservarlo meglio.
«Il
colore dei tuoi occhi...» sussurrò.
Fu allora che
Ian vide ciò per cui lui, Ty e Monika erano venuti fin
lì.
Appesa al collo
con un semplice laccio di cuoio, una piccola clessidra
dorata pendeva tra i seni della Sfinge.
Solo che quella
non era una clessidra.
Era Hyperversum.
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Capitolo 5 *** capitolo 4 ***
***
La Sfinge
comprese cosa Ian stava osservando e arcuò appena le morbide
labbra in un sorriso.
«Da
come lo guardi, sembra che già conosci il potere del sacro omphalos. E’ per questo che sei
qui?»
Sacro
omphalos.
Così lo chiamavano gli antichi greci, che
per primi avevano scoperto la sua esistenza. L’ombelico del
mondo.
Ian
deglutì ancora una volta. Era così incredulo che
gli sembrava di
osservare se stesso da fuori, come se non fosse davvero lui davanti
alla Divina
Sfinge. Incapace di sostenere oltre lo sguardo della dea,
chinò il capo, meditando
cosa avrebbe potuto dire alla Sfinge e cosa invece avrebbe dovuto
tacere.
La dea gli
sfiorò il mento con un’unghia smaltata
d’oro e gli sollevò
delicatamente il volto, costringendolo di nuovo a perdersi nelle sue
iridi
d’oro liquido.
Ian
sentì un brivido percorrergli la schiena. Non riusciva a
parlare,
non riusciva nemmeno più a pensare. Cercò di
concentrarsi su Isabeau, sul suo
viso candido e delicato come porcellana.
L’immagine
della sua amata affiorò dai ricordi e svanì un
istante dopo.
La Sfinge gli
colmava ogni senso. Non c’era che lei. Non c’era
posto per
altro.
Per qualche
istante Ian si dimenticò persino di respirare.
Poi la dea si
rialzò e camminò con calma verso la Delicata
più giovane
che aveva aggredito Monika, ferendola a un fianco. La ragazza, Ian
pensò che
non poteva avere più di diciassette anni, era visibilmente
sconvolta e si
prostrò ancora di più ai piedi della
divinità.
Monika
sogghignò. «Vi avevo avvertito che la vostra
padrona vi avrebbe
fatto frustare come schiave per averci attaccato senza
motivo.»
La Sfinge non si
curò delle parole del Maggiore, afferrò la testa
della
giovane per una ciocca di capelli e la costrinse ad alzare lo sguardo.
«Tanisha...»
La Delicata era
a un passo dalle lacrime. Dal sopracciglio ferito il
sangue aveva disegnato una striscia rosso scuro che le solcava il volto
fino al
mento.
La dea le
passò una mano sugli occhi. La ferita scomparve.
Monika
aggrottò la fronte e arretrò di un passo.
La Sfinge si
voltò di scatto verso di lei. «Sei stata tu a
ferire una
delle mie Delicate, non è vero?»
Monika
guardò Ian in cagnesco e maledì mentalmente
Hyperversum.
***
«Il
tuo corpo è il più sacro dei luoghi»
sibilò Monika, cercando per
istinto la sua Beretta calibro 9, dimenticandosi per un istante
dov’era. Le sue
dita trovarono soltanto la fibra grezza del mantello che
l’avvolgeva, intrisa
del suo stesso sangue dove la lama della sua avversaria
l’aveva ferita.
«Sai
batterti bene» aggiunse la Sfinge. «Ben pochi sono
coloro che
sopravvivono dopo uno scontro con una Delicata. Dove hai imparato a
combattere,
straniera?»
«Sono
stata addestrata nel corpo dei marines, mia signora»
esclamò con
orgoglio Monika.
La dea
inarcò un sopracciglio. «Marines, hai detto? Non
conosco questo
popolo.»
Monika fece
schioccare la lingua. «Uomini grandi e grossi, tutti muscoli
e coraggio, col cervello come optional, specie quello che ho
sposato» sibilò il
Maggiore. «Per qualche tempo non credo che ne vedremo da
queste parti.»
La Sfinge
allungò una mano verso di lei e Monika
indietreggiò di un
passo.
«Se
volessi farti male, avrei lasciato che le mie Delicate svolgessero
il loro compito fino alla fine» le sorrise la
divinità. Monika sentì la sua
mano che le sfiorava un fianco. Osservò
la dea che intingeva un dito nel suo sangue e tracciava
sul mantello un
simbolo del tutto simile a un geroglifico. Sentì caldo e la
ferita sembrò
bruciare.
Quando la Sfinge
tornò a guardarla, Monika capì che
l’aveva guarita.
La creatura
allora si voltò verso Ty e lo fissò intensamente.
«Tu
possiedi un’abilità davvero speciale, ho visto
come hai creato dal
nulla quel frutto luminoso. Fallo ancora per me, ti prego.»
Ty
obbedì con un sorriso sciocco stampato sul volto. La mela
del gioco
apparve ancora, fluttuando a mezz’aria, e subito dopo lui le
ordinò di sparire.
Quando la dea
gli sorrise, Ty arrossì fino alla punta delle orecchie.
«Bene»
esclamò la Sfinge. «Ora immagino che vorrete
sapere qualcosa di
più su questo monile, non è vero?»
aggiunse giocherellando col ciondolo che
aveva appeso al collo.
Ian, Monika e ty
annuirono, col fiato sospeso.
«Questo
oggetto tu trovato molto tempo fa, alle pendici di un monte
chiamato Parnaso, in una terra al di là del mare che bagna
l’Egitto.»
La dea si
riavviò i scintillanti capelli neri.
«Fu
mia madre a forgiarlo, in un atto estremo di disperazione, come
ultimo dono ai Figli dell’Uomo.»
Per un istante
vi fu soltanto silenzio.
«Voi
conoscete mia madre, non è vero?»
«Lei
è la madre di tutti noi, mia signora» rispose Ian
con voce
tremante.
«Eva
era il suo nome» disse la Sfinge. «E
l’alito di vita che l’ha
generata è custodito per sempre in questa
clessidra.»
***
|
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Capitolo 6 *** capitolo 5 ***
***
Ian
sbarrò gli occhi, incredulo. Monika gli ricambiò
uno sguardo carico di
un’intensità sconcertante.
Il professore
Seth Lloyd, del dipartimento di fisica
quantistica del Massachusetts Institute of Technology,
l’aveva teorizzato nel
suo celebre saggio sul Quantum Leap. Ora erano i suoi occhi a vederlo.
Era un sogno.
Eppure era vero.
L’origine
di Hyperversum non risiedeva nel XXI secolo.
Risaliva all’alba dei tempi, quando l’uomo ancora
doveva calcare la superficie
del mondo che ora abitava. E lui stava per scoprirlo.
La Sfinge
sorrise, un sorriso di una bellezza silenziosa e
immortale. Si voltò verso Ty e si avvicinò
lentamente verso di lui.
«Ora
so perché siete qui.» Ty abbassò
immediatamente lo
sguardo, incapace di sostenere la bellezza inumana della dea.
«Ma siete voi
forse a non saperlo del tutto. לגלות מי אתה, מישל.»
aggiunse la Sfinge.
Ian
aggrottò la fronte, chiedendosi come mai non capiva
quelle parole.
La dea si
fermò a un passo da Ty.
«Dopotutto,
ero certa che saresti venuto.» La Sfinge prese il
sacro omphalos tra le dita e lo sfilò dalla testa.
Ian e Monika si
scambiarono uno sguardo attonito. Ty aveva
ancora lo sguardo fisso sui propri piedi.
La dea fece
scivolare il laccio di cuoio cui era appesa la
clessidra dorata sui capelli e sul collo di Ty. «Richiama il
frutto misterioso,
richiama il tuo potere, Figlio del Cielo.»
Monika
scattò rapidamente in avanti, Shani e Misha si
frapposero tra lei e il ragazzo, fissandola minacciosamente. Il
Maggiore scosse
la testa, esasperata. «Può essere pericoloso,
dannazione! Cosa ha intenzione di
fare?»
Ian non sapeva
cosa rispondere. Perché la divinità aveva
fatto indossare a Ty la clessidra dorata? Si accorse che il ragazzo
tremava.
«Richiama
la mela rossa, Figlio del Cielo» intimò di nuovo
la
dea.
Ian fu
acutamente consapevole che nessuno di loro poteva
rifiutarsi di eseguire un ordine della Sfinge.
«Hyperversum,
pausa» sussurrò Ty. Il menù rosso
luminescente
del gioco apparve all’istante, fluttuando a
mezz’aria.
Shani e Misha
misero le mani sugli ankh agganciati alle
cosce, intimorite dal potere evocato dal ragazzo.
La dea
posò le dita sulle due clepsamie della clessidra e le
svitò leggermente. Dalle ampolle dorate sembrò
fuoriuscire una scia calda e
luminosa. Ian deglutì quando quella stessa luce
fluttuò verso la mela rossa del
menù di Hyperversum e l’avvolse completamente.
La sfera del
gioco cambiò colore. Divenne dello stesso colore
delle iridi della Sfinge, tanto da sembrare una palla d’oro
liquido sospesa
nell’aria. Il moto che la faceva ruotare su stessa
accelerò all’improvviso.
Fu allora che la
sfera cambiò ancora il suo aspetto.
Sprazzi di ogni
colore scintillarono sulla sua superficie,
miscelandosi tra loro, mentre girava su se stessa sempre più
velocemente. I
colori si amalgamarono a tal punto che la sfera divenne completamente
bianca,
di un candore accecante.
All’interno
della sfera apparvero monti, pianure, mari,
colline, case, cieli, città, imperi, sguardi,
volti…
Ty, Monika e Ian
fissarono la sfera sconvolti e con le
lacrime agli occhi.
Dentro la sfera,
ognuno di loro credette di vedere se stesso,
il suo passato e parte del proprio futuro.
***
|
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Capitolo 7 *** Il segreto di Ty ***
***
Ian sapeva che
era giunto il momento.
Il momento di
sapere.
Di conoscere.
Di svelare.
Il segreto
più sconvolgente della storia dei Figli dell’Uomo.
Hyperversum.
L’antico
Egitto.
Il Destino di
Jeanne d’Arc.
La Sfinge.
Lui, Ty e tutti
coloro che portavano nel loro stesso genoma
il marchio genetico dei Figli del Cielo.
Ogni cosa era
stato ordita per uno scopo.
Fin dai tempi in
cui il mondo era solo un cucciolo.
Fin da quando
ogni cosa era stata creata.
La sfera di luce
bianca accecante sospesa nell’aria rallentò
il suo moto. Si spense. Tornò ad essere soltanto il menu del
gioco. Solo un
istante prima, Ian aveva creduto di vedere la sua vita scorrere
riflessa in
quella luce. Il giorno in cui gli era stato detto che i suoi genitori
erano
morti. Il naufragio sulle coste di un mondo sconosciuto quando
Hyperversum
aveva svelato il suo arcano mistero. La prima volta che aveva visto
Isabeau,
disteso sul letto ancora convalescente. La prima volta che
l’aveva baciata. La
prima volta che le aveva detto di amarla. La prima volta che aveva
creduto di morire
per mano di un sicario. La prima volta che aveva visto suo
figlio…
Ian
trasalì.
Stava succedendo
qualcosa.
***
La clessidra
dorata che la Sfinge aveva messo al collo di Ty
ora riluceva di uno strano bagliore.
Ian si accorse
che tutti stavano fissando l’omphalos. Persino
la dea sembrava in attesa.
Ty prese tra le
mani il monile e ritrasse di scatto le
dita. «Brucia!»
Afferrò il laccio di
cuoio cui era appesa la clessidra e cercò di sfilarla dal
collo.
«Non
farlo, ragazzo» sussurrò la Sfinge.
«Lascia che ciò che
deve accadere, accada.»
Ty
fissò impietrito la dea.
«Non
devi aver paura. Lascia che accada.»
«C-cosa,
mia signora?» balbettò lui.
Anche Ian voleva
saperlo. Cosa stava succedendo? Monika era di
fianco a lui e sembrava altrettanto nervosa. Shani e Misha erano tra
loro e Ty,
pronte a intervenire a un cenno della Sfinge.
La dea sorrise
impercettibilmente. «אתה בנו של יהוה, הילד.»
Ian non capiva
le sue parole. Monika aggrottò la fronte e gli
rivolse uno sguardo interrogativo.
«אתה בנו של יהוה, הילד.»
ripeté la divinità.
«I-io
non c-capisco, mia signora.» Ty era disperato.
« אתה בנו של יהוה, הילד. בואו גורלך התגשם, המושיע של השמים»
La dea non sorrideva più. Nei
suoi incredibili occhi d’oro liquido brillava una strana luce.
All’improvviso
il collo di Ty scattò all’indietro, il ragazzo
sbarrò la bocca. Dalla gola uscì un rantolo di
sofferenza.
Ian si
gelò sul posto, non sapeva cosa fare. Pensava
velocemente. Monika fissava in cagnesco le due Delicate che avevano
portato le
mani agli ankh e sembravano disposte a tutto.
La luce intorno
alla clessidra appesa al collo di Ty crebbe
d’intensità
fino ad avvolgere lentamente il petto del ragazzo. Il rantolo divenne
un urlo
possente e disumano. Le vene sul collo e sulle braccia risaltarono
all’improvviso,
mentre i muscoli cominciarono a tremare.
«Ty!»
gridò Monika. Ian sapeva che il maggiore non poteva
più
aspettare. Nemmeno lui. Qualsiasi cosa stesse per accadere non voleva
scoprirlo
sulla pelle del ragazzo. Non l’avrebbe mai permesso. Monika
gli fece un cenno
di intesa, Ian annuì.
Scattarono in
avanti.
Le Delicate
sbarrarono gli occhi.
Un sibilo
nell’aria.
Alle loro spalle.
La Delicata
più giovane si gettò contro Ty.
L’ultima
cosa che Ian vide fu l’asta di un’arma nera e
traslucida che spuntava dal ventre di Shani e il sangue che bagnava il
suo
corpo giovane e perfetto.
***
|
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Capitolo 8 *** Il segreto di Ty II ***
***
Ian non credeva
ai suoi occhi.
Tutto era
accaduto così velocemente: lo scatto di Shani verso
Ty, la lancia che affondava nel ventre della giovane Delicata, i suoi
occhi
sbarrati.
In quello stesso
istante, Ian sentì un altro sibilo
nell’aria. Poi un altro, un altro e un altro ancora. Senza
sosta. Si gelò sul
posto, paralizzato dalla paura.
Le lance lo
superarono fischiando da ogni parte e si
fermarono con un tonfo sordo sul corpo di Shani.
La giovane
Delicata emise un rantolo soffocato e scivolò in
maniera scomposta ai piedi di Ty, straziata da una selva di aste che
spuntavano
crudelmente dal petto e dall’addome.
La luce
dell’omphalos avvolgeva ancora il petto di Ty che
tremava e gridava senza sosta.
Ian
sentì la mano di Monika che gli stringeva con forza il
braccio. Si voltarono nello stesso istante, terrorizzati da
ciò che i loro
occhi avrebbero mostrato, ed entrambi seppero che il loro peggior
incubo si era
appena materializzato.
***
Ian
batté le palpebre.
«Gli
anubidi!» gridò la Sfinge.
Monika
batté le palpebre. Due volte.
«Misha,
proteggi il ragazzo!» La dea li aveva raggiunti con una
velocità innaturale e ora si trovava di fianco a loro,
davanti a Misha e Ty.
Ian vide un
esercito di colossi dalla pelle d’ebano, simili
in tutto all’uomo tranne per la testa, che era quella
allungata e animalesca di
uno sciacallo.
«E
questi da dove sono spuntati?» la voce di Monika non era
mai stata tanto incerta e balbettante.
«Quelle
bestie hanno sentito l’odore del Malakhim.»
Ian
fissò la dea con aria interrogativa. «Il
Malakhim?»
«Il
Malakhim. Il vostro amico» spiegò la Sfinge.
Ian si
voltò verso Ty. Le vene sul collo pulsavano in
rilievo, il mento era reclinato all’indietro e la bocca
spalancata in un muto
grido di dolore. Le braccia erano tese ai lati del corpo, le unghie
affondavano
nei palmi fino a far sanguinare le mani.
«Gli
anubidi faranno di tutto per uccidere il Malkhim prima
che sia troppo tardi. Essi lo temono più di ogni altra
cosa.»
«Perché?»
chiese precipitosamente Ian, pur temendo la
risposta.
La dea sorrise
ma non rispose alla sua domanda. «Proteggete
il vostro amico a qualunque costo, il Malakhim è
più importante di tutti noi. E’
per vivere questo momento che il vostro destino vi ha condotto fin
qui.» Poi la
Sfinge raccolse da terra l’ankh che era appartenuto a Shani e
senza aggiungere
una parola scattò con rapidità innaturale verso
le fila degli anubidi.
Fu allora che la
luce che avvolgeva il petto di Ty esplose in
una miriade di filamenti luminosi che si diramarono a raggiera dal suo
corpo.
Ian dovette
ripararsi gli occhi con una mano per non restare
accecato. Fu investito da una folata di vento e granelli di sabbia, e
sentì
Monika che urlava qualcosa che non riusciva a comprendere. Le voci
inumane e gutturali
degli anubidi echeggiarono nell’aria, insieme al terribile
grido di battaglia
della Sfinge.
Poi la luce
abbagliante che scaturiva dall’omphalos si
affievolì e qualcosa sembrò oscurare la luce del
sole.
Ian
riaprì gli occhi.
Sollevò
il capo al cielo.
Stagliata contro
il disco solare, controluce, una temibile creatura
li stava fissando dall’alto. Le sue ali erano così
enormi che sembravano poter
gettare il mondo nell’oscurità.
«Proteggete
il Malakhim! Egli è ancora troppo debole per
difendersi!» urlò la dea.
Ian
deglutì e seppe che quella creatura era Ty.
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Capitolo 9 *** pausetta :) ***
Nota dell'autore: Hyper Aegy è al momento sospesa causa
impegni di promozione su AEGYPTIACA - I Prescelti degli Dei appena pubblicato.
Riprenderà non appena sarà possibile. In questo sequel-crossover sto
sperimentando qualche idea per il seguito di Aegy. Per ulteriori info www.deanlucas.com o la pagina facebook del libro: http://www.facebook.com/deanlucas.scrittore ;-)
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