Torn

di Harriett_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** You're my dream ***
Capitolo 3: *** I really say that? ***
Capitolo 4: *** Letter. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 
24 giugno 1996

Londra. Ore 10:09

- Anne, credo che mi siano rotte le acque... Mi accompagni in ospedale? – chiese Alice, con la voce eccitata e tremante allo stesso tempo, al telefono. Alice, era una donna di 25 anni fatti da poco, con biondi capelli e grandi occhi color caramello. Si era trasferita a Londra da poco, prima viveva in California con il marito, anche se le sue origini erano italiane. Per lei, era la prima figlia e questo rendeva le cose ancora più eccittanti. Madre e sorella avrebbero pagato oro per essere lì con lei in quel momento, ma i rispettivi impegni non glielo avevano concesso. La madre era rimasta in Italia, insieme al padre, mentre la sorella si trovava in Galles, dove la sua primogenita, di 3 anni, la teneva occupata giorno e notte.
- Certo, prendo Harry, Gemma e le chiavi della macchina. Ci vediamo giù. – rispose con un filo di entusiasmo nella voce. Anne era la vicina di casa di Alice, da quando si trasferì a Londra dopo che il mario morì in guerra. Le era sempre stata vicina e la avrebbe fatto anche il quel momento. Anne era una donna giovane, poco più vecchia di lei, dai grandi occhi verdi e capelli neri. Era una donna forte, con un grande senso dell'umoriso e tanto dolce. Il marito di Alice, Mark, se ne andò quando era al 5’ mese. Molti pensarono che lei, ma soprattutto la piccola in grembo, non ce l'avrebbero fatta a sopportare il dolore della perdita, ma entrambe dimostrarono la loro forza. Il nome della bambina era ancora da decidere, non ci aveva mai pensato. Aveva sempre detto che il nome giusto sarebbe arrivato al momento giusto.
Anne aveva un figlio di 3 anni, Harry, e una figlia, Gemma, di 5. Harry sarebbe poi diventato il “fratello” della piccola bambina di Alice, non avrebbe mai avuto.
Loro saranno fuoco e ghiaccio.
Luce e buio.
Bianco e nero.
Venere e marte.
Vita e morte.
Odio e amore.
Ma non riusciranno mai a trovarsi nel mezzo, loro saranno sempre due opposti incompatibili.
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Spazio autrice.
Sono di nuovo qua, eh già (?)
Vi avverto che questa non è del tutto una 'nuova' storia. Sto riscrivendo 'Remember Me' che forse alcune di voi avranno già letto. 
Spero vi sia piaciuto come inzio e spero che mi seguiate :3

Francesca xx

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Capitolo 2
*** You're my dream ***


Capitolo 1
You're my dream
 
Ore 12:19

- Wow.... Alice, è bellissima! – disse Anne prendendo in braccio la bambina. Era avvolta in una piccola copertina rosa, e un cappellino del medesimo colore le copriva la testa e quei pochi capelli biondi che aveva. 
- Come l’hai chiamata? – domandò cullandola leggermente. Sorrideva guardando la bambina e ricordando il giorno in cui mise alla luce i suoi due figli. 
- Sinceramente non ci ho ancora pensato… - rispose per poi posare lo sguardo su di Harry che guardava affascinato la bambina tenuta in braccio dalla madre.
- Harry, tu che nomi le daresti? -chiese a quel bambino con le fossette più adorabili di questo mondo. Harry ci pensò su un attimo e disse – Summer… Mi piace l’estate! -  stava sorridendo e guardava attentamente la sua nuova vicina di casa. Per lui, Summer aveva due arcobaleni al posto degli occhi, dato che il colore cambiava in base alla luce. Ne era affascinato. Quando la mise nella culla, si avvinò a lei e prese la mano tra le sue. Entrambi sorriso, forse quello era un inizio, un inizio di una grande amicizia. 
Dicono che quando si nasce, il tuo destino sia già scritto. Perchè, allora, la piccola Summer era già destinata a soffrire? Quando la ragione del suo sorriso, un giorno, la lacererà dentro a tal punto da farle mettere in dubbio la sua esistenza? Perchè quando una cosa così dolce, diventerà amara?
 

15 luglio 2002
 
- Dai, buttati! Si scavalca facilmente il fosso! – mi urlò Harry dall'altra parte del fosso. Mi tendeva una mano e mi incitava a saltare, ma io non avevo nessuna intenzione di farlo. Puntai i piedi per terra e spostai la mia bionda treccia per poi incrociai le braccia al petto. Quando era no, era no. E nessuno, e dico nessuno, sarebbe riuscito a farmi cambiare idea.
- No, ho paura! Io torno a casa! – risposi impaurita. Lui saltò il fosso e venne da me. Cercai di trattenere un sorriso, ma non ci riuscii, era più forte di me.
- Dammi la mano… - disse prendendomi la mano e sorridendomi, mostrandomi le sue adorabili fossette.
- Tu con me non avrai mai paura – continuò. Feci un respiro profondo e saltai il fosso tenendo gli occhi chiusi. Gli riaprì e vidi che gli occhi verdi di Hazza mi fissavano. Chiusi immediatamente i miei dal colore indecifrabile. 
- Hai visto? Tu con me sarai sempre al sicuro – disse dandomi un dolce bacio sulla guancia. 
- Ti voglio bene, Hally - mormorai sbattendo le ciglia.
- Mi sposerai, Sum? - chiese guardandomi negli occhi giocando con la mia mano.
- Perchè? - chiesi con innocenza. Lui rise.
- Così posso baciarti tutte le volte che voglio - rispose dandomi un altro bacio, ma questa volta mi diede un dolce e leggero bacio a stampo.
 
 
 
- Alice, che ore sono? Ormai i bambini dovrebbero tornare a casa… - disse Anne sorseggiando il the nel suo salotto. Come tutti i pomeriggi, o quasi, le due madri  si erano incontrate per prendere un the e parlare di 'gossip'.
- Giusto, ma sai come sono fatti! – rispose sorridendo Alice. Quando le due pesti uscivano tornavano sempre tardi e con qualche macchia nel vestito, giusto per prendersi qualche sgridata e correre insieme in camera per evitare la predica.
- Secondo me quei due un giorno saranno marito e moglie – si intromise Gemma, scatenando la risata generale delle madri. In fondo era quello che pensavano, sin dall'inizio. Avevano sempre pensato che i due un giorno si sarebbero innamorati l'uno dell'altra. Summer non avrebbe mai resistito ai ricci di Harry o ai suo grandi occhi verdi. Harry non avrebbe mai resistito all'adorabile risata di Summer, o al suo sorriso dolce. Loro credevano questo, il destino era un altro.
 
 
2010
 
- Harry muoviti! Faremo tardi! – urlai a quell imbranato dalla sala di casa sua. Come al solito eravamo in ritardo per andare a scuola.
Ma in teoria non erano le ragazza quelle sempre in ritardo?
Uscì da camera sua con il suo solito sorriso che mostrava che fossette che tanto amavo.
- Giorno Amore! – disse avvicinandosi a me. Prese la cartella e si mise al mio fianco. Gli spettinai i capelli e lui fece una smorfia. 
- Sarà un buon giorno quando saremo a scuola! – dissi ridendo e prendendolo per un braccio trascinandolo fuori di casa. Cinse le mie spalle con il suo braccio e io appoggiai la mia testa alla sua spalla. La gente spesso ci scambiava per due fidanzati, ma noi siamo amici, migliori amici. Per quanto possa sembrare strano noi eravamo quel tipo di amici che passava dal dirsi 'ti amo' al dirsi 'ti odio'. Da essere sul punto di mollarsi uno schiaffo al dormire insieme la notte. Eravamo l'uno l'ombra dell'altra, lo eravamo sempre stati. In tutti i miei ricordi c'era lui, dal primo all ultimo. Non sarei mai riuscita ad immaginarmi la mia vita senza di lui. Era come l'aria: indispensabile. 
- Pronto per la festa di stasera ? – chiesi fermandomi di fronte a lui. 
- No, perché vuol dire che dopo devo partire per x-factor, senza di te… - disse fermandosi a pochi metri dal cancello della scuola.
- Harry… - dissi.
- Lo so – ammise guardandomi negli occhi. A interrompere quel momento ci pensò la campanella.
- E' il tuo sogno - dissi accarezzandogli una guancia.
- Si, ma nel mio sogno ci sei anche tu - aggiunse inchiodandomi con lo sguardo.
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Spazio autrice
Sono di nuovo qua, eh già (?)
No, ok, era pessima, lo so ahahahhaha
SOOOOOOOOOOOOOO, che ne pensate di questo primo capitolo? Spero che non vi abbia fatto schifo... 
Intanto volevo rigraziarvi tutti, a partire dalle 70 visualizzazioni, le 3 recensioni. Per non parlare delle 6 meraviglie che l'hanno messa tra le preferite, la bellezza che la ricorda e le 9 dolcezze che la seguono. Grazie davvero ***
Mi dite che ne pensate per ora dei personaggi/trama? Mi serve per sapere che ne pensate.. Ah mi stavo dimenticando! Siete    favorevoli alla coppia Sum-Harry o no? ( nel senso di fidanzato o amici ). fatemi sapere!
A presto,
Francesca xx

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Capitolo 3
*** I really say that? ***


Capitolo 2
 
- D-devo andare in classe - farfugliai per poi correre in classe. Lui rimase lì, in mobile, con la bocca leggeremente schiusa. Camminai velocemente per i corridoi fino a raggiungere l'aula di Inglese, dove Hope, la mia migliore amica, mi stava già aspettando con fare annoiato. Hope era una ragazza simpatica, una moretta con grandi occhi neri e piena di energie. Ci eravamo conosciute in prima elementare, eravamo vicine di banco. Forse era destino.
 
Tutto il mio corpo stava pregando che la campanella non suonasse, che non desse il via al weekend. Troppo tardi. Il suono della campanella arrivò, forte e chiaro, e mi fece capire che da li a poco avrei dovuto affrontare Harry, e io non volevo. Lo vidi appoggiato al cancello della scuola con le braccia incrociate al petto. Stava parlando con Will, il suo migliore amico, ma non gli prestava molta attenzion. Mi fermai, non capivo il perchè, ma le mie gambe smisero di camminare. Lui si avvicinò a me e io lentamente lo raggiunsi. 
Che ti sta succedendo Summer?
- Andiamo a casa? - chiese sorridendomi, come se il discorso di questa mattina non fosse mai avvenuto. Annui leggermente e ci incamminammo verso casa. 
- Sarà il weekend più brutto di tutta la mia vita - dissi fermandomi improvvisamente. Harry si girò verso di me non capendo il motivo di questa mia affermazione.
- Tu partirai, io domani dovrò andare alla sfilata di mia madre senza di te...  - iniziai a dire per poi iniziare a camminare come per voler rimangiare quelle parole - lascia stare, fai finta che non abbia mai detto niente - mormorai.
- Harry.. - dissi dopo svariati minuti di silenzio. Lui si girò verso di me e mi invitò a continuare la frase con un cenno di capo.
- Perchè hai paura di partire per xFactor? - chiesi guardandomi i piedi, che al momento erano diventati la cosa più interessante del mondo.
- Ho paura che le cose cambino... Che tra di noi cambi qualcosa... - rispose mettendosi le mani in tasca.
- Al massimo si moltiplicheranno le ragazzine urlanti che ti muoino dietro - dissi ridendo allundendo alla sua popolarità con le ragazze. Lui scoppiò a ridere piegandosi in due. 
- Hey, io ero seria - dissi facendo una smorfia. Lui inarcò un sopracciglio e mi scompigliò i capelli. Io feci la finta offesa e mi avviai verso il mio cancellino senza guardarlo.
- Scherzavo! - urlò per poi avvicinarsi a me.
- A sta sera. Harold - dissi dandogli un bacio sulla guancia e poi entrare in casa.
- SONO A CASAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA - urlai per farmi sentire da mia madre, che come suo solitò sarà in soffitta a disegnare capi d'abbigliamento e roba varia. Mia madre era un importante stilista di fama mondiale. La sua carriera era iniziata l'anno dopo la mia nascita, circa. Disegnava bozzetti dall'età di 5 anni, ma dopo innumerevoli tentativi era riuscita a sfondare nel campo della moda. Viaggiava spesso, ma trovava sempre tempo per me, tra una sfilata e l'altra. Mi portava sempre alle sue sfilate, e a fine sfilata, per i saluti, mi portava in passerella con se e le modelle. Quando ero piccola per me era un sogno, un incantesimo fatto di flash ed alta moda. Richard, un amico di famiglia e assistente di mamma, le portava sempre i fiori durante i saluti sulla passerella. Lo faceva anche Harry con me. Harry e Richard salivano sempre sulla passerella e ci portavano i fiori, era una tradizione, e non mancavano mai una sfilata.  
- Ciao tesoro - mi salutò mia madre dalla cucina. Quando entrai nella stanza vidi qualche centinaia di bozze di vestiti sul tavolo della cucina. Scoppiai a ridere, mentre mia madre fece una smorfia contorta guardando due fogli.
- Prima questo o questo? - chiese mostrandomi due vogli con rappresentati due vestiti blu, uno corto e uno lungo. 
- Quello a destra - risposi - che si mangia oggi? - chiesi aprendo il frigo. 
- Quello che vuoi - rispose continuando a guardare i suoi bozzetti.
- Andrà tutto bene, tranquilla - disse abbracciandola da dietro. Lei mi sorrire per poi dirmi - devi provare due vestiti -
- Ti odio - dissi ridendo.
 
 
Bussai a casa Styles, senza un gran motivo, forse. Avevo bisogno di Harry, forse. Avevo bisogno di un suo abbraccio, forse.
Harry venne ad aprire la porta. Si, avevo bisogno di lui.
- Devo dirti una cosa - dissi abbozzando un sorriso. Lui mi sorrise e mi fece entrare in casa. Andammo in camera sua, e io mi lasciai cadere a peso morto sul suo letto, com'era mia abitudine fare. Hazza si sedette di fianco a me.
- Mi dispiace... Non dovevo tirar fuori la storia della sfilata... Scusa - mormorai senza neanche capire il perchè.
- No, hai ragione.. E' una tradizione... - sussurrò per poi buttarsi all'indietro. Io mi girai su un fianco e andai ad affondare la testa nell'incavo del suo collo.
- Mi mancherà portarti i fiori sulla passerella... E vedermi sulle copertine delle riviste d'alta moda insieme a te - disse ridendo. Mi unii alla sua risata, anche se in quel momento avrei preferito piangere. Piangere per lui, per me, per noi, per tutto.
- Hey, se vuoi puoi piangere - disse - io sono qui per asciugarle - continuò sorridendo.
- Da quando leggi nella mente, Hally? - chiesi chiamandolo 'Hally' come quando eravamo piccoli e non riuscivo a pronunciare il suo nome correttamente.
- Tu per me sei sempre stata un libro aperto - rispose accarezzandomi la guancia. 
Cazzo, ho voglia di baciarti. Ma che stai dicendo Summer? 
La mia mente combatteva contro il mio istinto mentre Harry mi guardava e mi sorrideva dolcemente.
- Non sono mai riuscita a mentirti... Devi spiegarmi come fai! - la buttai sul ridere sedendomi sul letto.
- Segreto professionale - rispose ridendo, mi stava istigando. Gli buttai addosso un cuscino per farlo tacere. La mia bellissima mira fece in modo che il cuscino lo prendesse perfettamente in pieno viso.
- Summer 1, Harry 0 - dissi sfoderando un sorriso vincente.
 
 
La festa era iniziata da qualche minuto, sentivo da camera mia la musica già abbastanza alta. Indossavo un vestito blu notte pieno di perle nere e blu. Mi ricordava tanto gli anni 50 e aveva una scollatura abbastanza profonda sulla schiena; era abbastanza corto, nel complesso mi piaceva. I miei tacchi alti mi impedivono di correre, ma riusciuvo lo stesso ad avere un buon equilibrio. Scesi le scale ed andai nel salone dove si svoleva la festa. Mi spostai il ciuffo dall'altra parte cercando con lo sguardo Harry, che come al solito ci provava con una biondina della nostra scuola.
 
- Sum! Sum! Summy!– sentì urlare il mio nome, che unito al mio orrendo soprannome mi fece pensare solo ad una persona: Harry.
- Chiamami ancora Summy e la luce del sole non la rivedi! - gli urlai contro per farmi sentire. Lui rise e mi porse un bicchiere di non so cosa. Inarcai un sopracciglio. - Cioè, tu non mi calcoli per tutta la serata, ci provi spudoratamente con tutte le ragazza in questa sala e all'una e mezza ti presenti a me con un bicchiere di non so cosa? - continuai cercando di non scoppiare a ridere. Lui unnuì come un bambino.
- Come se non mi conoscessi! - commendò dandomi un bacio sulla guancia. Afferrai il bicchiere ridendo. Infondo lo amavo per questo. Avevo veramente detto 'amavo'?
- A cosa brindiamo? – chiesi sorridendo, sperando che lui non si fosse accorto della mia espressione da ' cazzo, forse mi sto innamorando del mio migliore amico'. 
- A noi – rispose per poi brindare. Bevemmo tutto, senza farci problemi. Ormai eravamo abituati a ritrovarci ubriachi dopo le feste a casa mia. Harry si avvicinò ancora di più a me sorridendo. Era una mia impressione o mi fissava le labbra?
Mi baciò. Lasciai cadere a terra in bicchiere ormai vuoto e sentii le sue mani stringermi a lui per poi posizionarsi sulla mia schiena. Io rimasi di stucco, in preda allo stupore e al piacere, alla felicità alla paura. 
Ricambiai il bacio per poi sentire le sue labbra allontanarsi dalle mie lentamente.
-Ti amo -
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Spazio autrice. 

Si, lo so, uccidetemi. Mi scuso per il ritardo nel postare il capitolo, della schifezza del capitolo e per la frase finale çç
Vorrei chiedervi che ne pensate della storia e dei personaggi, soprattutto :)
Ah, domanda! SECONDO VOI CHI HA DETTO 'ti amo'? Sususu, si aprono scommesse (?) ahahahha, sono da manicomio, lo so lol
Vorrei anche ringraziare per le 5 recensioni, le 8 pesone che l'hanno messa tra le preferite, le 2 che la ricordano e le 9 che la seguono. Grazie mille davvero :3
Alla prossia :3

Francesca xx

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Capitolo 4
*** Letter. ***


Capitolo 3
 
Areoporto di Heathrow.
Ore 10:19
 

#Harry

Odiavo gli addii, non ero mai stato bravo a dire quella parola. 'Addio' non c'è niente di più brutto. Perchè dovevo dirlo? 
Potevo dire a me stesso che non era proprio esattamente quella parola, ma ci andava vicino. Cercavo di convincermi che nulla sarebbe cambiato. Invece tutto sarebbe cambiato con Summer, nel bene o nel male. Lei era lì, davanti a me, con le lacrime agli occhi. Non ci parlammo, non c’era niente da dire. Le consegnai una lettera che avevo scritto la mattina con la mano leggermente tremante. Lei mi guardò confusa e io le feci cenno di stare tranquilla. Salutai mia mandre e la madre di Sum. Mi girai ancora una volta verso Summer. Schiusi leggermente la bocca ma non uscì nessun suono.
- Vattene - disse abbozzando un sorrso. Era finto, un fottutissiamo sorriso finto che tanto odiavo. L'abbracciai di getto e lei nascose in viso nell'incavo del mio collo. Inspirai il suo profumo, come per memorizzarlo, anche se lo conoscevo già a memoria.
- Ti ho detto di andartene, non di abbracciarmi - disse cercando di non ridere.
- Mi mancherai - dissi baciandole la fronte per poi allontanarmi con mia sorella. Quanto avrei voluto baciarla, baciarla davvero, ma non potevo. Gemma mi avrebbe accompagnato fino agli studi di xfactor e poi mi sarebbe tornata a casa. 
- Non ti girare, Harry – mi consigliò mia sorella. Non le diedi retta e mi girai scoppiando a piangere.
- Ti sei girato vero? – disse sapendo già la risposta.
 

# Summer

Era andanto. Era partito per xfactor. Lo guardai allontanarsi tra la folla, allontanarsi sempre di più da me. Provai un senso di vuoto incolmabile. Era davero andato via? Avevo voglia di rincorrerlo, dirgli che lo amavo, che era la ragione del mio sorroso. Dirgli che mi alzavo alla mattina solo per vedere il suo sorriso, che mi addormentavo la notte sognando i suoi occhi. Volevo rincorrerlo e baciarlo, anche se mi avrebbe respinto. Volevo fare tutto ma non feci niente. Mia madre cercò di consolarmi dicendo che lo avrei rivisto, che tra 15 giorni ci saremmo potuti riabbracciare, ma lei non sapeva niente. Lei non sapeva di noi. Lei non sapeva del bacio. Lei non sapeva del 'ti amo'. Lei non sapeva del mio cuore andato a pezzi. Tornai a casa con quella lettera tra le mani. La rigiravo tra le mani come una palla. Non avevo il coraggio di aprirla, non volevo saperle il contenuto di quella maledetta lettera. Appena tornata in casa corsi in camera mia, non volevo parlare con nessuno, specialemente mia madre. Lei poteva capirmi, lo sapevo, ma volevo tenermelo per me. Era in quei momenti che avevo bisogno di una figura paterna, di un padre. Harry, crescendo era stato tutto per me. Era stato un fratello, un migliore amico, un padre. Mi insegnava le cose giuste e quelle sbagliate, ecco perchè mi ero innamorata di lui. Lui mi aveva sempre protetta, mi aveva sempre cullata e tenuta al sicuro tra le sue braccia. Mi ero innamorata di lui perchè per me era essenziale più dell'aria. Una parte di me voleva leggere la lettera, l'altra voleva buttarla, senza leggere il contenuto. Di colpo l'aprì e vidi che in alcuni punti l’inchiostro era sbavato per colpa delle lacrime. Ormai non potevo più tornare indietro, ora dovevo solo leggerla. Feci un respiro profondo prima di iniziare a leggerla.
 
Cara Summer,
Ho davvero iniziato in questo modo la lettera? 
Forse sarebbe meglio un: Ciao Summy... No, mi odieresti ancora di più...
Ciao Sum,
So che scriverti è inutile. Le mie lacrime su questo foglio ne sono la prova. Tu non lo sai, non mi vedi, ma sto piangendo. La cosa peggiore? Per una causa che so, lo so benissimo, sarà una battaglia persa. 
Sinceramente non so neanche perchè ti sto scrivendo, servirà a qualcosa? 
Sai, ancora mi ricordo quando sei nata: I tuoi occhi, il tuo sorriso. Tutto. Quando tua madre mi ha chiesto il nome che avrei voluto darti, ho risposto Summer.  Ancora non ti conoscevo, non sapevo niente di te. Avevo tirato a caso, guardando fuori dalla finestra. A quanto pare ci avevo azzeccato con il nome, è fatto apposta per te. Sai il perchè? Perchè l'estate mi fa sognare ad occhi aperti, proprio come te. Perchè il tuo sorriso illumina il mio mondo, anche se in questo momento le tue lacrime si stanno unendo alle mie.
Perché? Perché stiamo piangendo come due bambini a cui è appena stato tolto il loro giocattolo preferito?
Forse lo so, o forse no; ma so che ti amo.
Già io che dico ti amo ad una ragazza, suona strano, eh? Ma è la verità. Non sono mai stato bravo in queste cose... Tu lo sai bene. Mi conosci meglio di chiunque altro, sei la mia parte mancante. Sai tutto di me, conosci a memoria ogni gesto, ogni movimento. Allora perchè non ti sei accorta che mi stavo innamorando di te? Perchè non hai mai notato che le mie braccia ti stringevano come se non volessero lasciarti andare via?
Ieri sera quando ti ho baciato, non è stato a causa dell’alcol, come tu crederai. L’ho voluto io, perché io ti amo e non riesco a non dirlo. Lo ripeto, nella mia testa, da ormai troppo tempo. Da ormai troppi mesi, troppi anni. Non te l'ho mai detto, mi limitavo a guardarti e a desiderarti mia.
Forse tu adesso penserai che sia tutto inutile, ma non lo è. Sono partito, e allora? Staremo insieme nel backstage e quando tornerò. Ci sentiremo tramite telefono…
Ma chi sto prendendo in giro?
Ti conosco e so come sei fatta, purtroppo. Tu non risponderai i messaggi e alle telefonate. Lo farai per non stare male, ma so che stai e starai male; Anche se sai che tu sei parte di me e io sono parte di te. 
Sono sempre stato il tuo punto di riferimento, colui che ti rialzava ogni volta che cadevi. Ora potresti essere la mia luce nel mezzo dell'oscurità?
Sto inseguendo il mio sogno, ma non riuscirò a viverlo pienamente se non ci sarai anche tu.
Sento le mie lacrime nascere nei miei occhi, vivere sulle mie guance e morire su questo foglio. So che questa cosa sta’ succedendo anche a te. So che starai stringendo a te il pupazzo che ti ho regalato quando avevi tre anni. Giusto? Come immaginavo. Promettimi solo che non mi dimenticherai. Ti prego giuralo. Ho bisogno di te, più dell'ossigeno, più del sole, più di qualsiasi altra cosa. Non ho mai avuto bisogno di qualucuno, e la cosa mi spaventa. Non so cosa succederà domani, e mi spaventa, perchè non ci sarai tu. 
Ti ricordi quella volta in cu avevi paura di saltare il fosso? Io ti dissi di fidarti di me. Beh, fallo ancora. Fidati di me, andrà tutto bene se staremo insieme. Siamo io e te, tu ed io, contro il mondo.
Ti amo, Harry.
 
 
Ormai sentivo solo il rumore delle mie lacrime. Il mio cuore batteva lentamente e quasi non lo si udiva.
Sentii mia madre avvicinarsi alla mia porta, ma decisi di non dire niente. Non avevo voglia di parlare con nessuno. Perchè Harry non me lo aveva mai detto? Non potevo leggere nella sua mente... Non potevo. La mia pancia iniziò a brontolare ma non ci feci caso, non mi importava. Continuavo a guardare la lettera, senza un motivo preciso. Il mio telefono iniziò a suonare, ma non ci feci caso. Le note di 'isn't she lovely' cantata da Harry ad xfactor, riempirono la stanza. Non ci diedi peso. Mi chiusi in me stessa, creai un muro con l'esterno. Non sentivo niente al di fuori delle miei lacrime e del mio cuore rotto.
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Spazio autrice

Molto malinconico come capitolo, non trovate?
Scherzi a parte, mi scuso per il ritardo, ma dovevo riorganizzarmi le idee c: 
Spero vi sia piaciuto il capitolo, anche se a me non fa impazzire. Mi piace la lettera, lo ammetto, voi che ne dite?
Fatemi sapere che ne pensate, in questo capitolo ci tengo particolarmente c:
Alla prossima, 

Francesca xx
 

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