After IF

di bic
(/viewuser.php?uid=47402)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritornando ***
Capitolo 2: *** Natale alle porte ***
Capitolo 3: *** Merry Christmas ***
Capitolo 4: *** Convenevoli, incomprensioni e chiarimenti ***
Capitolo 5: *** Annunci e Patronus ***
Capitolo 6: *** Lontananza e ricordi di gioventù ***
Capitolo 7: *** Bingo ***
Capitolo 8: *** Novità interessanti ***
Capitolo 9: *** Floricultura ***
Capitolo 10: *** DO UT DES ***
Capitolo 11: *** Il Giro Riparte ***
Capitolo 12: *** Conclusione ***



Capitolo 1
*** Ritornando ***


Finalmente ho ritrovato l'ispirazione e prima di cominciare a scrivere altro dovevo assolutamente riprendere in mano questa storia che già avevo iniziato, ma che languiva da ormai tre anni.
Spero che abbiate voglia di leggerla e che non me ne vogliate se vi ho fatto attendere così tanto per farvi scoprire cosa è successo a Mira e Sirius.

Ritornando

Mira stava sistemando nell’armadio di Harry il maglioncino nuovo, non era mai stata un asso con i ferri, ma stava nettamente migliorando: dopo una sciarpa ed un berretto, era infatti riuscita a produrre un maglione discreto. Le cuciture erano un pochino imprecise e sapeva che la sua ex datrice di lavoro le avrebbe fatto ricucire tutto, ma ringraziando il cielo Harry non era così pignolo. In quel momento il piccolo, che aveva scoperto di possedere una spiccata vena artistica, stava imbrattando di scarabocchi un album da disegno.
- Sei un artista mio caro, lo sai vero?
Disse la ragazza avvicinandosi al bambino che le sorrise allegro. Harry era un bambino tranquillo anche se in certi momenti si comportava da vero testone.
- Mia, tu. - Disse il piccolo porgendo i pastelli alla ragazza.
Così lei disegnò un grosso cane ed un gatto; sciogliendosi i capelli, che come di consueto teneva fermi con la bacchetta, lanciò un incantesimo sul foglio ed i due animali presero a rincorrersi per la gioia del bambino che rideva battendo le mani.
Quando sollevò lo sguardo verso la porta che si stava aprendo, fece per coprire il foglio in modo che nessuno dei Dursley vedesse il disegno animato, ma rimase paralizzata dallo stupore.
- Signorina Korat, come sta?
Senza parole.
Dietro le spalle del nuovo venuto apparve Petunia Dursley. Mira nascose immediatamente il disegno e salutò con un certo distacco l’uomo che si trovava di fronte: - Buonasera signor Black, qual buon vento la porta?
- Signor Black, come vede il bambino sta bene, ora potrei pregarla di lasciare la mia casa?
- Potrebbe pregarmi, ma io non lo farò, ho dovuto passare diversi mesi lontano da Harry e quindi gradirei trascorrere un po’ di tempo con lui.
Mira si intromise nella conversazione: - Sono certa che il bambino sarebbe felice di trascorrere il Natale con lei, in questo modo io riuscirei a passare qualche giorno con la mia famiglia, se siete entrambi d’accordo.
Sirius sollevò un sopracciglio poi rispose: - Per me non ci sono problemi, resterò a Londra fino a metà gennaio.
Un involontario sorriso si dipinse sul volto di Mira.
- Bene, allora è deciso, Signorina Korat, prepari il bagaglio del bambino, il Signor Black lo attenderà di sotto.
Petunia, da seccata che era fino a pochi momenti prima, era diventata assai affabile. Sirius, senza farsi notare strizzò l’occhio a Harry e scese le scale.
Mira lanciò un rapido incantesimo sulla porta e cominciò a far volare dentro un piccolo zaino raffigurante Winnie the Pooh tutti gli abiti che sarebbero potuti servire a Harry, un pacco di pannolini ed i suoi giocattoli preferiti. Vestì il bambino spiegandogli: - Oggi andiamo da Sirius, passiamo da lui un po’ di giorni, quindi dovrai fare il bravo.
Il viso del bambino si illuminò: gli piaceva un sacco quel tipo strano che ogni tanto si trasformava in cane, Mira gli faceva vedere spesso delle foto in cui c’erano lui e quell’altro suo amico con i capelli chiari e gli occhi tristi. Il piccolo annuì soddisfatto e si lasciò vestire docilmente. Meno di dieci minuti dopo che aveva fatto il suo ingresso in casa Dursley, Sirius Black si ritrovò in strada con il bambino in braccio e Mira che spariva velocemente verso casa di Arabella.
La ragazza recuperò rapidamente abiti ed oggetti personali, li stipò nel suo sacco da viaggio e poi scese per salutare Arabella che stava intrattenendo Sirius in una tranquilla conversazione.
- Allora Black, pronto per andare?
- Dove, scusa, non vai dai tuoi?
Mira sogghignò: - Credi davvero che ti permetterei di tenere Harry per tre settimane? Tu sogni sottospecie di bracco mal riuscito.
Arabella alzò gli occhi al cielo. Possibile che per quei due la convivenza civile fosse così impossibile da raggiungere?
Sirius non si scompose: - Vorrà dire che preparerò la stanza degli ospiti. – Poi, rivolgendosi alla donna di mezza età che lo stava guardando con tanto d’occhi riprese: - Arabella, non ti crea problemi trascorrere il Natale da sola?
La donna scosse il capo: - No, figurati, è un sacco di tempo che non vado a trovare mia cugina Berenice, ne sarà felice.
Si Smaterializzarono direttamente dal giardino sul retro di casa Figg per ricomparire nell’appartamento di Sirius.
La ragazza sgomberò la borsa di Harry sistemando ogni cosa nella stanza degli ospiti, Sirius Trasfigurò il vecchio letto in un lettino adatto al bimbo che li osservava lavorare alacremente. Dopo alcuni minuti Harry  si diresse tranquillo verso Sirius e gli tirò i pantaloni: - Ciu? Bau bau.
Mira scoppiò a ridere e Sirius, o meglio Felpato, si sollevò sulle zampe posteriori e la fece rovinare a terra per poi leccarle la faccia: - Piantala Black, fa schifo.
Il cane allora si avvicinò a Harry e gli diede una piccola leccata sulla guancia, il bambino, che non se lo aspettava, cominciò a tremare ed il labbro si piegò pericolosamente verso il basso. Mira si alzò immediatamente, diede un calcio ben assestato al cane che uggiolò una protesta e prese il bambino in braccio.
Nel frattempo Sirius aveva riacquistato le sue sembianze e borbottava massaggiandosi là dove non batte il sole.
- Black sei sempre il solito imbecille, se fai cose del genere Harry si spaventa, non ci vuole un genio per capire che un bambino di due anni, davanti ad una cane più alto di lui, si preoccupa se si sente assaggiare.
- Non lo stavo assaggiando.
- Non conta quello che avevi in mente tu, ma quello che ha pensato lui.
- Ehilà! C’è nessuno?
La voce di Remus proveniente dal camino interruppe ciò che avrebbe potuto degenerare in una brutta lite.
Mira scattò rapida fuori dalla stanza degli ospiti ancora con Harry in braccio correndo a salutare il vecchio amico.
- Rem, mi sei mancato un sacco.
- Anche tu. – disse il licantropo stringendola in un delicato abbraccio.
Sirius appoggiato allo stipite della porta osservava il quadretto con uno sguardo leggermente disgustato per tanta smielata cortesia: - Allora, come sta il tuo figlioccio?
Remus sorrise in direzione dell’amico: - Bene! Vedessi com’è cresciuto, sembra un torello. Nora dice che se continua così dovrà metterlo a dieta.
I ragazzi scoppiarono a ridere tutti insieme. Mira preparò la cena mentre gli altri due giocavano a costruire un castello di carte magiche con Harry.
La serata trascorse in tranquillità finché il bambino, che ciondolava con la testa nel piatto, non si addormentò di botto. Quando Remus se ne accorse disse: - E’ ora di andare, altrimenti anche io tra un po’ crollo come Harry. Buonanotte.
Sirius e Mira sparecchiarono in silenzio, il mago si diresse poi in salotto e fu raggiunto dalla ragazza poco dopo. La strega si lasciò cadere tra i cuscini. Si sciolse i capelli ed appoggiò la bacchetta sul tavolino di fronte al divano; quindi si arrampicò in braccio a Sirius e nascose il viso contro il suo collo inspirando forte, non glielo avrebbe mai detto ma le era mancato da morire.
- Anche tu. – Le sussurrò all’orecchio. Aveva capito e non ci fu bisogno di aggiungere altro.  

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Natale alle porte ***


Natale alle porte
Harry si svegliò di buon’ora e si accorse che vicino a lui non c’era nessuno, gli capitava spesso quando era nella sua cameretta solo che in quella stanza ci era stato poche volte, così raccolse tutto il coraggio che può avere un bambino di due anni e si arrampicò fuori dal lettino, per fortuna le sbarre erano basse e riuscì a scavalcarle senza farsi troppo male, pur finendo con il sedere per terra, ringraziando il pannolino aveva attutito il colpo. Così recuperò il suo cane a molla e la sua copertina e cominciò ad esplorare la casa da solo, voleva proprio capire dove fosse finita Mia.
Trovò la cucina, ma era deserta, il bagno vuoto ed infine, su un lato del salotto vide la porta di una stanza in cui non ricordava di essersi avventurato. In punta di piedi si avvicinò, abbassò la maniglia e vide dei grossi mobili, un tavolo per scrivere ed un enorme letto; le coperte del letto si muovevano come se sotto ci fosse qualcosa, per un attimo Harry ebbe paura: poteva anche darsi che il grosso cane nero stesse dormendo lì sotto e che se lo avesse svegliato lo avrebbe mangiato. Poi prese il coraggio a quattro mani: lì sotto avrebbe anche potuto esserci la sua Mia, e se il cane se la fosse mangiata poi chi lo avrebbe portato a passeggio? Con chi avrebbe potuto giocare? Chi lo avrebbe consolato se avesse sognato di nuovo la luce verde? Harry guardò il comodino e vide quella cosa lunga con cui Mia faceva le cose che lo facevano ridere, la prese e si arrampicò sul letto.
In effetti sotto le coperte c’era Mia che dormiva, sembrava un angelo con i capelli lunghi lunghi che disegnavano strane cose sul cuscino. C’era solo un problema Ciu dormiva nel letto con Mia, la abbracciava come faceva lei quando lui faceva un sogno brutto. Il bambino rimase prima stupito, poi decise che se Mia non si era ancora alzata forse si poteva ancora dormire un po’, appoggiò il suo cane sul fondo del letto e lo coprì con la sua copertina, poi si intrufolò sotto le coperte e si fece spazio tra Mia e Ciu che non si svegliarono. Fu quando si fu accoccolato in quel nido caldo che provò una sensazione che non sentiva da tanto tempo e si riaddormentò felice.
Mira si sfregò gli occhi e si stiracchiò, poi notò un’anomalia: il letto le sembrava decisamente troppo affollato, ricordò di essersi addormentata con Sirius, ma la mano che le stava attorcigliando una ciocca di capelli era decisamente troppo piccola per appartenere a quel cagnaccio, così si decise ad aprire finalmente gli occhi.
Non aveva mai visto Harry dormire così serenamente, Sirius ovviamente non si era accorto di nulla anche se Mira si rese conto che la propria bacchetta era pericolosamente vicina alla narice sinistra dell’Animagus.
Si alzò lentamente dal letto per non svegliarli e recuperò la sua macchina fotografica, la stessa che aveva usato il Natale precedente: la macchina fotografica magica che aveva comprato con il suo primo stipendio.
Il flash fece sussultare Sirius che si svegliò.: - Che cosa Morgana stai facendo?
Mira si mise un dito sulle labbra facendogli cenno di tacere e Sirius si accorse della bacchetta puntata contro il suo naso, della manina che teneva la bacchetta e del proprietario della manina che dormiva con un sorriso serafico stampato sul volto.
Sirius fece una smorfia strana:- Ogni giorno che passa assomiglia di più a James, quando suo padre aveva questa espressione potevi giurare che al risveglio ci avrebbe tediati con uno dei suoi fantasmagorici sogni sulla splendida, dolce, amabile, fenomenale Lily Evans.
Mira sorrise: - Metto su il latte per Harry, tu vuoi un the?
Sirius allontanò la bacchetta dalla propria narice, si stiracchiò un momento poi balzò in piedi ed agguantò Mira: - No, voglio te.
Disse con fare suadente.
Lei lo guardò come si guarda un vermicolo e rispose: - Ti consiglio una bella doccia, possibilmente fredda così calmi i bollenti spiriti, poi si va a fare shopping, dobbiamo anche preparare il pranzo di Natale, invitare Remus, perché non contatti anche quella tua cugina? Mi sembra che si chiami Andromeda se non erro, il Natale è una festa da passare in famiglia, no?
Sirius la guardò come un cucciolo infreddolito ed abbandonato sul ciglio di una strada in una notte fredda e tempestosa.
- Senti cane, è inutile che mi guardi così. – Prima che lui potesse fare una sola mossa gli prese il viso fra le mani, gli scoccò un bacio decisamente approfondito per poi lasciarlo nel bel mezzo della stanza mentre si apprestava a preparare la colazione.
 La giornata di shopping natalizio fu più traumatica dell’anno precedente: Sirius e Harry si videro sballottare avanti e indietro per tutta la giornata a parte una breve pausa in un fast food super affollato.
Giunti nell’appartamento di Sirius Mira posò le borse, che avevano raggiunto le dimensioni di due cuccioli di elefante, ed intimò a Sirius di levarsi dalle scatole e andare a fare il bagnetto a Harry, rendendosi utile una volta tanto.
Recuperò dal borsone da viaggio il vecchio libro di cucina regalatole da sua madre e si cimentò ai fornelli.
 Era quasi notte quando finalmente riuscì ad inviare i suoi doni a genitori e fratelli.
Sirius si avvicinò cingendola con le braccia, lei si voltò e gli disse: - Ci sono ancora una paio di piatti da lavare, ci pensi tu? Tanto Harry si è addormentato sul divano, io lo porto a letto.
Sirius sbuffò ed entrò in cucina: il lavello e tutti i ripiani limitrofi erano ricoperti da pentolame in condizioni ignominiose, pentolame che tra l’altro non ricordava neanche di avere.
Lanciò un incantesimo degno dell’Apprendista Stregone ed andò a cercare Mira.
La ragazza si era tranquillamente addormentata nella sua parte di letto. Sirius si soffermò a guardarla, in effetti così addormentata, senza quella lingua tagliente in continuo movimento non era male, chissà, magari aveva fatto bene a scegliere il regalo che gli aveva consigliato Remus.
Si affacciò al camino e contattò il suo vecchio amico e sua cugina per prendere accordi per il giorno di Natale.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Merry Christmas ***


Merry Christmas
Mira si svegliò felice. La casa era in perfetto ordine: il giorno prima aveva obbligato Sirius ad aiutarla a rimettere in sesto quel buco da single in cui quel disgraziato si ostinava a vivere quando era nei paraggi.
Aveva anche preparato un ottimo pranzo ed ora non restava che aspettare che giungessero gli ospiti, ma prima avrebbero aperto i regali, non vedeva l’ora di vedere la faccia di Black, ridacchiò come una scema.  
- Buongiorno Harry, è Natale! Tanti auguri!
- Tao Mia, gui! ‘n baccio!
- Come si chiede?
- Pefaoe.
Mira acchiappò il bambino, gli fece fare l’aeroplano e poi lo portò in cucina.
- Cosa ne dici, portiamo la colazione a Sirius?
Harry fece segno di sì con la testa sgranocchiando un biscotto allo zenzero a forma di omino.
Mira preparò the e latte e prese un pacchettino che mise sul vassoio, poi raggiunse la stanza e spalancò le tende svegliando di botto Sirius che aveva la faccia esattamente in direzione della finestra. Un basso ringhio provenne da sotto le coperte che si era tirato fin sulla testa.
- E piantala, che mi spaventi Harry.
L’uomo, con i capelli arruffati per il sonno si voltò a guardare il figlioccio che gli scoppiò a ridere in faccia.
- Buon Natale Harry.
- ‘On Tae Ciu.
- Buon Natale cane. Tieni, questo è per te.
Disse Mira lanciandogli il pacchettino che si trovava accanto alla tazza di the.
Sirius aprì il cassetto del comodino e le lanciò a sua volta il suo regalo: scatolina di velluto blu, con un grazioso fiocco bianco.
Mira non sapeva se aprirlo o meno.
- Guarda che non morde. - Rispose Sirius ammiccando verso Harry e cercando contemporaneamente di strappare il fiocco del suo pacchetto con i denti.
Mira aprì la scatola…
Un paio di orecchini: due verette presumibilmente in oro bianco, semplici, niente di complicato o peggio ancora di troppo impegnativo.
Sorrise infilandole: - Scommetto che ti ha accompagnato Remus.
- Come fai a saperlo?
- Anni fa persi una veretta molto simile a queste in una situazione un pochino imbarazzante, da allora porto l’altra al secondo buco dell’orecchio sinistro.
Disse scostandosi i capelli e mostrando l’orecchino.
- E potrei sapere di quale situazione imbarazzane si trattava?
- Prima dovrai passare sul mio cadavere.
Nel frattempo Sirius aveva finalmente aperto il suo pacchetto.
All’interno si trovava quello che a prima vista poteva sembrare un ciondolo, ma che ad una più attenta occhiata risultava essere una piastrina di riconoscimento canina.
- E ringrazia che ti ho risparmiato la piastrina a forma di osso, saresti stato comunque carino.
Sirius fece una smorfia, poi, osservando attentamente, vide che sull’oggetto c’era una scritta: “Questo animale si chiama Black, chiunque lo ritrovasse è pregato di riportarlo a Mirzam Korat c/o Arabella Figg Privet Drive Little Winghing”.
- Scusa, ma questo cosa vuol dire?
- Vuol dire che se ti succede qualcosa chiunque sarà in grado di riportarti da me, in qualunque stato tu sia.
- Suona tanto come una minaccia…
- Non è detto che non lo sia.
Mira legò un laccetto di cuoio alla piastrina e la mise al collo di Sirius.
- Ti avverto che se la togli io lo verrò a sapere e ti farò passare le pene dell’inferno.  
  Sirius digrignò i denti, ma in quel momento Harry si intromise: - Ciu, egao Elli?
- Hai ragione piccolo, andiamo a vedere cosa ha lasciato Santa Claus sotto l’albero per te.
Si caricò il piccolo sulle spalle e si diresse in salotto mentre Mira, appoggiata allo stipite della porta, li guardava sorridendo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Convenevoli, incomprensioni e chiarimenti ***


Convenevoli, incomprensioni e chiarimenti

Mira scaricò sulle “possenti spalle” di Sirius la preparazione di Harry. Pur non essendo normalmente una persona particolarmente organizzata, aveva fatto del suo meglio preparando il pranzo nei due giorni precedenti ed organizzando la tavolata la sera prima; per cui si diresse in bagno dove restò circa un’ora. Quando uscì Sirius aveva vestito e sistemato Harry, ma era ancora in pigiama, lei lanciò un urlo che avrebbe perforato i timpani di un Troll di montagna sordo cacciandolo in camera senza stare ad ascoltare il fischio che l’aveva accolta appena entrata in salotto.
- Disgraziato di un cane, come fai ad essere ancora in pigiama se tua cugina e la sua famiglia arrivano in meno di dieci minuti?
- Mica ho bisogno di un’ora per rendermi presentabile, io. Lo sai, sono bello di natura.
- Se non vuoi che ti cambi i connotati con una bella Fattura Orcovolante sarà il caso che ti sbrighi, non ho nessuna intenzione di accogliere i tuoi parenti da sola.
Sirius accarezzò l’idea sorridendo maliziosamente, ma lei lo incenerì con lo sguardo: - Hai solo da provarci e farò in modo che tu trascorra le tue giornate tra le più atroci sofferenze finché il piccolo Harry non andrà a Hogwarts; dopo di che ti ucciderò molto lentamente.
Sirius ridacchiò sbattendo la porta della camera e in meno di dieci minuti era di ritorno, bello come il sole.
Nel frattempo Mira stava ridacchiando con Remus.
- Qualcosa di divertente?
- Oh, sì, stavamo ricordando quando è che ho perso quel famoso orecchino.
- Interessante, Remus mi ha detto che si trattava di una storia molto divertente.
Remus intervenne: - Forse non è il caso, non è poi così interessante come storia. – Le orecchie del Licantropo erano diventate leggermente rosse e Sirius sapeva che quello era un chiaro sintomo di imbarazzo.
- Remus, hai le orecchie rosse, la cosa si fa veramente interessante.
Ringraziando, a salvare la situazione, fu una fiammata verde che annunciò l’arrivo degli ospiti. Sirius saltò i convenevoli introducendo Mira come la cugina di Remus. Mira si vide squadrare dall’alto in basso da un’Andromeda con un cipiglio estremamente severo.
La ragazza cercò di farsi piccina piccina e rispose al saluto della signora Tonks con un: - Piacere - un po’ tremante.
Andromeda presentò la bambina ed il marito facendo infuriare la figlia per aver usato il suo nome.
Mira incrociò lo sguardo della piccola Ninfadora e disse: - Ti capisco piccola, io mi chiamo Mirzam: anche il mio è un nome piuttosto complicato.
Andromeda la osservò con un certo disappunto.
A tavola si parlò del tempo, vennero fatti i complimenti alla cuoca e la piccola di casa Tonks passò il pranzo mostrando ad uno stupito Harry e ad un divertito Remus quanto era brava a far cambiare il colore dei propri capelli o la forma del proprio naso; finché la madre le ingiunse di piantarla di comportarsi come un fenomeno da baraccone.
Mira si scusò e portò Harry a schiacciare un sano pisolino. Quando si fu addormentato si avviò verso la cucina, tuttavia colse un frammento della conversazione tra Andromeda e Sirius. I due cugini stavano riordinando mentre Ted, Ninfadora e Remus chiacchieravano in salotto.
- Sirius, ti sei innamorato?
- Innamorato? Io? Siamo seri.
- Ho visto come la guardi e mi sembra che tu sia molto affezionato anche a quel piccolo.
- E allora? Quel bambino è splendido. – Rispose Sirius con gli occhi che brillavano d’orgoglio.
- Cosa sai di suo padre?
Sirius non sapeva cosa rispondere, come continuare a mentire ad Andromeda?
Mira decise che era il caso di intervenire: - Il padre di Harry è morto poco prima della fine della guerra. – Mira non era un granché come bugiarda, ma se si teneva sul vago poteva anche riuscire a raccontare la verità, con qualche omissione naturalmente.
- Mi dispiace, sono stata indelicata. Quando però ci sono in mezzo dei bambini le cose vanno fatte con un minimo di cognizione, se per caso decideste di lasciarvi come credete che reagirebbe il piccolo?
- Andromeda, non abbiamo bisogno di lezioni di vita. – Ringhiò Sirius. Mira sapeva che c’era in ballo l’ultimo legame di Sirius con la famiglia Black.
- Black, credo che tua cugina sia soltanto preoccupata e penso che la sua preoccupazione sia più per Harry che per noi, d’altra parte siamo adulti e se ci feriamo a vicenda sono tutti fatti nostri.
- Non fraintendermi Mirzam…
- Mira. -  La corresse prontamente la ragazza.
- Non fraintendermi Mira, – riprese il discorso Andromeda con una punta di rimprovero nella voce. - Tuttavia Sirius è pur sempre un Black.
Questa volta fu Mira a scaldarsi: - Cosa vuole dire, che nella famiglia Black i bastardi non sono bene accetti? Non è la prima volta che mi capita di sentire illazioni su me o Harry, ma pensavo che le sue vedute fossero un pochino più ampie, Ted Tonks era un Tassorosso e nella mia Casa certe voci non si cancellano nel giro di un paio di anni.
Andromeda sobbalzò. Non erano in discussione le sue scelte di vita.
Mira continuò: - Se invece la sua preoccupazione è che io abbia deciso di accasarmi con questo bell’imbusto solo per avere un cognome blasonato  mi sa che non ha proprio capito con quale persona sta parlando.
Detto questo uscì sbattendo la porta di casa, corse in cortile e tirò fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca. Se ne accese una e cercò di calmarsi.
- Me ne offriresti una?
La voce di Ted la colse di sorpresa.
Mira non rispose, ma porse il pacchetto all’uomo che le stava di fianco: - L’accendino è dentro.
- Mira, non devi offenderti, Andromeda non ha un modo di fare particolarmente affabile. Ha sofferto molto quando ha deciso di voltare le spalle alla sua famiglia per sempre e, anche se sa che Sirius ha compiuto la stessa scelta molti anni orsono, credo che abbia solo paura che soffra. Sirius è l’ultimo legame che ha con la famiglia Black e non vuole perderlo.
Mira tirò una boccata, lasciò fuoriuscire il fumo dalle labbra socchiuse poi rispose: - Sirius non è un ragazzino, ha perso l’ultimo barlume della sua gioventù l’anno scorso, la notte di Halloween quando è morto James Potter. Non so bene cosa ci sia tra noi, so che in questo momento stiamo bene così, e non abbiamo intenzione di preoccuparci per il futuro, senza contare che lui è spesso in viaggio, perciò sono rare le occasioni in cui stiamo insieme.
- Sei innamorata di lui?
Mira si voltò verso Ted e cercò una punta di malizia nel suo sguardo, tuttavia non vi trovò null’altro che franchezza.
- Ho paura di sì.
- Si vede che sei una Tassorosso, sei sicuramente più sincera di lui. Si vede da come ti guarda che è innamorato.
Mira sorrise appena: - Lo so, non sarò la regina dell’intuizione, ma nessun essere umano dotato di un minimo di sanità mentale indosserebbe una piastrina di riconoscimento canina solo perché gliel’ha regalata la sua ragazza.
Ted scoppiò in una fragorosa risata: - Ricordo che anche Andromeda mi aveva regalato qualcosa del genere, se non sbaglio era un collare con catena invisibile, dovunque fossi se lei mi chiamava dovevo comparire all’istante ai suoi ordini, per riuscire a strapparle un appuntamento ho dovuto farle da Elfo Domestico per un mese intero, però ne è valsa la pena.
- Anche per Sirius credo valga la pena.
- Sarà il fascino dei Black. Vogliamo rientrare? Ti stanno venendo le labbra blu e così non sei molto affascinante.
Rientrando in salotto la situazione appariva ancora piuttosto tesa. I due Black erano agli estremi opposti della stanza mentre Remus tentava disperatamente di avviare una conversazione.
- Sirius, ho bisogno di parlarti seriamente, potresti venire un momento in camera?
L’uomo non si scompose, fu solo sorpreso di sentirsi chiamare per nome: normalmente Mira preferiva usare il suo cognome o appellarlo con altri suggestivi epiteti.
Quando si furono chiusi la porta alle spalle mira cominciò: - Sirius credo che Andromeda debba sapere la verità su Harry.
- Avevamo stabilito con Silente che…
- Rispondimi sinceramente, credi che lei andrebbe a spifferare in giro che tu sei il tutore di Harry Potter?
Sirius scosse la testa. Allora Mira riprese: - Non le diremo dove viviamo Harry ed io, le diremo semplicemente che io mi occupo di lui quando tu sei in viaggio, ma per fare questo dobbiamo rimuovere il cerotto dalla fronte di Harry.
- Sei sicura che sia la scelta migliore?
- Non voglio che per un fraintendimento tu perda l’unica persona della tua famiglia con cui ancora hai una qualche forma di rapporto umano, non credo che Silente sarebbe contrario, basta raccontare il minimo indispensabile e restare sul vago.
- D’accordo, speriamo solo che nessuno venga a saperne nulla.
Sirius rientrò in salotto portando Harry in braccio.
- Andromeda ti ho mentito. – Esordì il mago. Andromeda si alzò in piedi: - Ma che diavolo vai farneticando.
- Siedi Dromeda. – La trattenne Ted per un braccio.
- Ted, Andromeda, Ninfadora, vi presento Harry Potter.
Andromeda rimase senza parole.
Sirius sollevò la frangia di Harry e le mostrò la cicatrice.
- Sono il padrino di Harry, lei si occupa del bambino quando io sono in viaggio, perciò se ciò che ti preoccupa è il fatto che lui perda una figura di riferimento non credo che questo sia il caso. Se invece il problema è il fatto che io e Mira stiamo insieme, allora credo che questi non siano veramente affari tuoi.
Andromeda scoppiò a ridere: - Ecco svelato il mistero, sapevo che mi nascondevi qualcosa, mi accorgo quando menti fin da quando avevi otto anni e ti nascondevi in soffitta a mangiucchiare quei dolci Babbani, banditi da casa Black, che di volta in volta, trafugavi in qualche negozietto. Avevi sempre la faccia colpevole quando scendevi al piano di sotto: proprio la stessa espressione che avevi quel giorno in cui ti ho incontrato con Remus o che hai avuto fino ad ora.
Sirius strabuzzò gli occhi, pensava che nessuno conoscesse la sua passione per gli orsetti gommosi, Andromeda era un demonio.
 Il resto della giornata passò in relativa pace, Andromeda era soddisfatta del suo operato, certo far andare su tutte le furie quei due pivelli era stato veramente un gioco da ragazzi: ne avevano ancora di strada da fare se volevano riuscire ad assumere un minimo di quell’aplomb che contraddistingueva la sua famiglia da generazioni.
Ripensandoci mentre rimboccava le coperte alla piccola Ninfadora si rese conto che un Grifondoro e una Tassorosso non sarebbero mai stati in grado di eguagliare la sua astuzia tipicamente Serpeverde, nemmeno impegnandosi per una vita intera.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Annunci e Patronus ***


Si, lo so, ieri non ho aggiornato, ma ora eccomi qui.
grazie a chi legge, a chi segue, a chi ricorda , a chi preferisce e soprattutto a chi recensisce

Annunci e Patronus

Era rilassante restare così, con il capo appoggiato sul petto di Sirius, non avrebbe mai pensato che si sarebbe sentita così serena con quel disgraziato.
Cullata dal suono del cuore del mago stava quasi per addormentarsi quando lui smise di accarezzarle la spalla.
- Cosa c’è? - Bofonchiò con la voce impastata.
- Dopodomani riparto.
Mira se l’aspettava, l’anno vecchio se n’era andato ed era arrivato quello nuovo in tutta tranquillità, lei aveva riportato Harry dai suoi zii, Sirius aveva inizialmente protestato, ma lei era riuscita a fargli entrare in quella zucca vuota che Harry doveva continuare a considerare casa sua quella di Privet Drive e che dormire in un’altra casa non lo aiutava affatto; tuttavia passavano la maggior parte del tempo a casa di Sirius: uscire per le strade nel freddo pungente di gennaio non sarebbe stata un’idea molto saggia. I Dursley  non facevano commenti, anzi erano ben felici del fatto che il piccolo impiastro se ne stesse il più possibile fuori dai piedi.
- Sapevo che non ti saresti fermato a lungo, però non mi hai raccontato dove sei stato.
- Abbiamo girato nell’Europa sudorientale, ma abbiamo fatto un buco nell’acqua. Le comunità magiche lì intorno sono molto chiuse e non ci hanno dato nessuna indicazione, inoltre stiamo parlando di fatti avvenuti circa trent’anni fa.
- Silente vi ha dato qualche informazione utile?
- Sta facendo delle ricerche sul passato di Voldemort.
Mira sobbalzò, ancora non riusciva a sentire quel nome senza avere un tuffo al cuore. Sirius la strinse un po’ di più.
- Dobbiamo recarci a Little Hanghleton, ci ha detto di cercare informazioni lì.
- Non è molto distante, magari potreste metterci meno tempo della volta scorsa.
Sirius le appoggiò le labbra sulla fronte.
- Tranquilla, tornerò presto.
- Guarda che io sono tranquillissima, sapendo che c’è Remus che ti tiene d’occhio.
- Ancora non ti fidi di me?
- La monogamia non è mai stata il tuo forte.
Sirius si sollevò a sedere, accese la luce con un colpo di bacchetta e prese Mira per le spalle: - Ascoltami bene, perché non intendo ripetermi un’altra volta. – I suoi occhi erano accesi di rabbia. – Non ho mai tradito nessuno, in tutta la mia vita. Ho sempre messo ben in chiaro con qualunque ragazza che la nostra storia era finita prima di mettermi con un’altra. Non sono il tipo che tradisce gli amici e non potrei mai tradire te. – Aggiunse arrossendo e rendendosi conto di essersi spinto troppo in là.
Mira sorrise e gli sfiorò la guancia che scottava: - Sei un idiota, irascibile, polemico figlio di papà che ha paura di dire quello che prova ma che si difende a spada tratta se si sente colto in fallo.
- E tu sei una piccola vipera, a Serpeverde dovevi finire, altro che Tassorosso.
- Mostrami il tuo Patronus, sei in grado di produrne uno…?
Sirius sbuffò e con un rapido gesto dalla sua bacchetta saltò fuori un filo di fumo argenteo che prese la forma di un enorme cane.
- Sai cosa si dice dei Patronus?
- Che rispecchiano lo spirito di chi l’ha evocato.
- E qual è la caratteristica principale dei cani?
Sirius tacque.
- La fedeltà scemo d’un cane.
- E tu sei in grado di produrre un Patronus Corporeo?
Mira scosse il capo: - Magia avanzata, la mia abilità è un po’ ridotta non sono mai stata un gran che in Difesa contro le Arti Oscure.    
- Non è difficile, devi solo evocare un ricordo molto felice, avrai ricordi felici immagino.
Mira ridacchiò, in effetti aveva alcuni ricordi molto felici della sua famiglia, provò a pronunciare la formula, ma dalla sua bacchetta non uscì che uno sbuffo di fumo.
- Te l’ho detto che sono una frana per certe cose.
Sirius la guardò storto: - I Patronus possono rivelarsi molto utili, conosci la formula e quando tornerò voglio che tu sia in grado di produrne uno corporeo, capito?
- Non azzardarti a darmi ordini infame!
 Disse lei ributtandosi sul cuscino e voltandosi dall’altro lato.
L’uomo spense la luce con un incantesimo non verbale e si distese attirando a sé la piccola arpia che già ronfava della grossa.
 
- Expecto Patronum!
Un piccolo sbuffo si fumo sfuggì per la trentanovesima volta dalla bacchetta di Mira che la lanciò dall’altro lato della stanza in preda ad una crisi isterica.
All’inizio aveva preso le parole di Sirius per scherzo e non aveva pensato ad evocare un Patronus per tutta la settimana seguente alla sua partenza; tuttavia, una sera si era vista comparire davanti una sagoma canina argentea che, parlando con la voce di Sirius le aveva detto: - Scommetto che non riuscirai a produrre un Patronus decente.
L’animale era sparito in uno sbuffo e così lei l’aveva presa come una questione di principio: sapeva che stava facendo il gioco del bastardo, ma non riusciva a resistere alla tentazione di una scommessa.
E così ora si ritrovava seduta sul pavimento con un diavolo per capello: aveva frugato in ogni cantuccio della sua memoria ed aveva trovato numerosi ricordi che considerava felici; tuttavia nessuno era così potente da rendere il suo Patronus corporeo. Era addirittura ricorsa ad Howard che per lo meno aveva ottenuto un MAGO in Difesa Contro le Arti Oscure per farsi prestare i vecchi libri del sesto e del settimo anno.
Tutti i suoi sforzi si erano però rivelati vani.
- Mira, pensi che scenderai per la cena o hai deciso di digiunare stasera?- Il tono di Arabella come di consueto non ammetteva repliche; da quando viveva in quella casa Mira aveva imparato anche ad apprezzare la cucina della anziana signora, per lo meno si discostava dai cibi precotti che era solita consumare quando viveva da sola.
- Arrivo, arrivo.
- Stai cercando di distruggermi la casa?
- Umpf. – Sbuffò Mira andando a curiosare nella pentola.
- Polpettone?
- Sì, avevo un po’ di avanzi…
- Comunque non cambiare discorso, cosa stavi cercando di fare di spora? È fino ad ora che ti sento mugugnare e poi sbatacchiare oggetti di qua e di là.
- Esagerata, ho solo fatto fare un volo pindarico alla bacchetta.
- Perché? Cosa ti ha fatto la povera bacchetta?
- Niente, è solo che devo evocare un Patronus e non riesco a trovare un pensiero abbastanza felice.
- Deve per forza essere felice o può essere anche solo intenso?
- Non so.
- Forse ti sei concentrata sul pensiero sbagliato, magari se ti concentri su un pensiero intenso, potresti ottenere un risultato migliore.
Mira rimase in silenzio a riflettere per il resto della cena e, tornata in camera sua, continuò a rimuginare sulle parole di Arabella, finché le venne in mente un ricordo, per essere intenso era intenso e la sensazione che le lasciava addosso era decisamente piacevole, così si concentrò e pronunciò la formula.
Per la prima volta nella sua vita scoprì la forma del proprio Patronus: un bel gatto selvatico argenteo, piuttosto grande di dimensione, era apparso proprio di fronte a lei.    

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Lontananza e ricordi di gioventù ***


Lontananza e ricordi di gioventù

- Professore?
- Ohibò, signorina a cosa dobbiamo questa inaspettata visita?
Mira aveva bisogno di una consulenza tecnica e, non sapendo a chi rivolgersi si era catapultata ad Hogsmade, di solito il sabato sera i professori uscivano per farsi un bicchierino ed era certa di trovare il buon vecchio professor Vitious intento a sorseggiare un’ acquaviola e chiacchierare con il guardacaccia.
- So che non sono più una sua studentessa, ma saprebbe spiegarmi come far parlare un Patronus?
- Questione interessante… signorina? Non ricordo il suo nome.
- Korat, Mirzam Korat. Ho fatto una scommessa con un amico e per ottenere una schiacciante vittoria devo rendere il mio Patronus in grado di parlare.
Vitious sorrise malizioso e si apprestò a spiegare alla giovane signorina Korat il metodo più semplice e sicuro per rendere il suo Patronus un simpatico chiacchierone.

*****************

- Sirius, so che l’idea di dormire nella tenda non ti alletta particolarmente, ma ormai è tardi, va a finire che non troviamo un albergo Babbano aperto.
Sirius sbuffò e con un colpo di bacchetta tirò su la tenda, detestava quel modo di vivere, decisamente il campeggio non faceva per lui. Osservò la vecchia tenda: era la stessa con cui lui, Ramoso, Lunastorta e Codaliscia erano andati in vacanza insieme l’estate dopo il diploma e risvegliava in lui troppi ricordi.
La loro visita Little Hangleton si stava rivelando un buco nell’acqua senza contare che Mira non gli aveva più mandato notizie di Harry da quando le aveva inviato quel Patronus, sospettava di aver tirato troppo la corda, probabilmente in un certo tipo di magie era veramente una schiappa, forse era stata una proposta un po’ troppo...
Un enorme gatto selvatico comparve in mezzo alla tenda appena montata mentre Remus trafficava in cucina con un paio di scatolette da scaldare per cena.
- Hey, rognoso, visto che ci sono riuscita? Ho vinto la scommessa ora ti tocca pagare.
- Disgraziata, adesso vedi cosa ti rispondo. – bofonchiò Sirius a mezza voce.
Il Patronus che raggiunse Mira le ringhiò contro il seguente messaggio: - Guarda che non è una cosa tanto complicata quella che hai fatto, qualunque studentello dell’ultimo anno con un po’ di sale in zucca è in grado di fare altrettanto, perciò non credere di essere speciale e fammi sapere come sta Harry.
Mira si infuriò appena un pochino per il messaggio e rispose molto cortesemente: - Se vuoi vedere come sta Harry vieni a trovarlo, idiota! Insegnano a Smaterializzarsi al sesto anno, o non ne sei capace?
Sirius quando ricevette il messaggio stava per rispondere per le rime quando fu trattenuto da Remus.
- Sirius ti ho mai raccontato la storia degli orecchini di Mira?
L’idea di conoscere quel segreto che tanto gelosamente avevano custodito i due amici ebbe l’effetto balsamico di una carezza con oli profumati, sperava di ricavarne qualcosa di buono per prendere in giro Mira a vita.
- Raccontami Lunastorta, raccontami. – Rispose Sirius con gli occhi famelici; se in quel momento avesse avuto la coda sicuramente avrebbe cominciato a muoversi spolverando il pavimento.
- Mi sembra che fosse primavera, anzi sicuramente era primavera, nonostante l’ultimatum impostomi da Mira ogni tanto lei mi chiedeva ancora una mano per studiare e quel giorno ci eravamo incontrati in biblioteca. – Remus fece una pausa ad effetto tanto per mantenere la suspance con l’ interlocutore che pendeva dalle sue labbra come un bambino che ascolta una fiaba di Beda il Bardo.
- Uno dei finestroni era aperto a lasciar entrare un po’ del tiepido sole primaverile, peccato che insieme al sole entrò anche un’ape.
- Sai che cosa strana, se lasci le finestre aperte ci sono buone possibilità che entri un insetto.
- La cosa inaspettata fu che l’ape pensò bene di infilarsi nella divisa di Mira, lei cominciò a divincolarsi e poi partendo dal mantello si tolse tutto ciò che indossava rimanendo in biancheria intima urlando come una matta.
Sirius scoppiò a ridere: - Avrei tanto voluto esserci.
- Il problema era che ogni indumento che si toglieva me lo lanciava addosso e così ad un certo punto io mi trovai con il mantello, la maglia e la camicia di Mira in mano mentre lei era rimasta con addosso soltanto la gonna e il reggiseno.
A questo punto le orecchie di Remus avevano raggiunto una leggera sfumatura fuxia che si stava estendendo anche alle guance.
- Non me lo dire, - intervenne Sirius – è arrivata Madama Pince.
Remus annuì e poi riprese: - Siamo fuggiti a gambe levate prima che ci riconoscesse e potesse metterci in punizione. Mira la prese sul ridere mentre si rivestiva, e si rabbuiò solo quando si rese conto che aveva perso un orecchino, lo cercammo ovunque, ma probabilmente si era perso nel trambusto.  
Sirius si sentiva decisamente meglio, certo che quella ragazzina non aveva proprio nessun pudore, l’avrebbe raggiunta il 14, fino a prova contraria alle ragazze piace che qualcuno vada a trovarle il giorno di San Valentino, no?
Remus sogghignò: “missione compiuta” a volte l’ingenuità di Felpato era seriamente disarmante.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Bingo ***


Bingo

Mira era di pessimo, pessimo umore, Harry era stato capriccioso tutto il giorno, a differenza del solito, e lei era stata costretta a stare rinchiusa nella sua cameretta a causa del tempo uggioso, la pioggia aveva sciolto l’ultima neve e le strade erano piene di pozzanghere.
- Mira, sei sicura di non volere venire con me al Bingo?
- No, grazie Arabella, sei gentile, ma non è proprio serata, mi infilo sotto le coperte e continuo il libro che ho iniziato ieri.
Mira aveva avuto la malsana ide di accompagnare Arabella al Bingo una sola volta e le era bastato per una vita intera: si era infatti trovata pizzicata tra due giovanotti decisamente più che trentenni con incipiente stempiatura che accompagnavano lì le loro mammine tutte le settimane. Un qualunque essere vivente di genere maschile che, superati i trentacinque anni, viva ancora con la mammina è da evitare come la peste. Ovviamente i due giovanotti, se così li si può definire, vedendo una ragazza anche se quella ragazza era la quint’essenza dell’antierotismo, l’avevano tampinata tutta la sera. Mira, dopo aver rischiato più di una volta di Trasfigurarli rispettivamente in una bustina di the ed in una zolletta di zucchero, aveva preso l’eroica decisione di sparire: aveva millantato un feroce mal di testa ed era fuggita il più velocemente possibile da quel luogo infame.
Arabella tentò di nuovo: - Sai, Clarisse e Georgiana mi hanno chiesto spesso di te, ma più che altro Claude e Johnatan, sarebbero lieti di vederti.
Mira la fulminò con un’occhiataccia mentre Arabella ridacchiava: non era certo un segreto che quella serata al Bingo era stata annoverata tra le cinque peggiori nella vita di Mira.
Mira si trascinò in camera sua  e recuperò Il delitto della terza luna, si stiracchiò, infilò il pigiamone di flanella verde mela, un paio di calzettoni di lana di un improponibile giallo fluorescente e si infilò tranquillamente sotto le coperte a vedere a che punto erano gli squartamenti quella sera, sollevò gli occhi solo quando udì il Crack di una Materializzazione seguito da una serie di imprecazioni e di miagolii confusi. Recuperò la bacchetta dal comodino, e si avvicinò cautamente alla porta finché non sentì una voce ben conosciuta che, con tono supplichevole, domandava: - Per l’amor del cielo Mira, vieni a levarmi Snitch di dosso prima che lo trasformi in un grazioso manicotto.
Mira sbuffò, si buttò un maglione arancio sulle spalle e si diresse al piano di sotto.
Quando comparve sulla scala in quella mise di una sensualità oltraggiosa, Sirius non poté fare a meno di esplodere in una risata.
Mira sollevò lo sguardo, puntò la bacchetta al cavallo dei pantaloni di Sirius e pronunciò un Lumospoi con molta serenità disse: - Snitch, guarda la lucina, prendi la lucina!
Il gatto non se lo fece ripetere una terza volta e si avventò sulla lucina, ringraziando i sensi di Sirius erano sufficientemente all’erta e quindi fu in grado di evitare il peggio.
- Ma sei impazzita?
- Cosa ci fai qui?
Sirius recuperò dall’impermeabile che indossava un pacchetto e glielo lanciò: - Tieni strega.
Mira lo osservò con sguardo interrogativo.
- Oggi è il 14 febbraio.
Lo sguardo vitreo di Mira gli fece intuire che forse non aveva colto l’affermazione.
- Il 14 febbraio è San Valentino.
- E questo cosa dovrebbe avere a che fare con me?
Sirius cominciava ad arrabbiarsi sul serio, Mira poteva intravedere piccoli cerchi di fumo che gli uscivano dalle orecchie.
- Vieni in camera mia, Cane, anche io ho qualcosa per te, anche se avevo deciso di mangiarmela da sola. Mmmmh, Cioccorane, non molto romantiche, ma di sicuro effetto, grazie. – Disse spacchettando il dono ed elargendogli il primo sorriso da che era entrato in casa.
Sirius la seguì su per le scale certo della riuscita della sua sortita.
Sul comodino di Mira, accanto ad una non ben definita pila dei più svariati oggetti campeggiava una bella torta al cioccolato.
- Avresti avuto il coraggio di mangiartela tutta? – Domandò Sirius avvicinandosi.
- Per la carenza di affetto il cioccolato è il rimedio migliore. – Rispose lasciandosi cadere sul letto.
- Ma per le carenze d’affetto ci sono qui io. – Riprese Sirius con fare suadente salendo sul letto a gattoni ed avvicinando il viso a quello di Mira.
La ragazza lo guardò scettica: - Giù le zampe cagnaccio, non è serata.
Sirius rimase basito, spiazzato, allucinato ed anche un po’ offeso.
- Signor Black, non ti hanno mai spiegato nulla di anatomia umana?
L’esimio Animagus tacque.
- Almeno il principio in base al quale nascono i bambini?
Ancora nessuna risposta dal fronte Sirius Black.
- Sirius, non è mai successo che dopo che si erano sposati tu e James usciste perché Lily era vagamente intrattabile?
Il mago di fronte a lei annuì.
- Ti ricordi cosa ti diceva James in quelle occasioni?
Il mago scosse la testa.
Mira sbuffò: - Bene, proviamo in un altro modo: possiamo dire che Remus ha un piccolo problema peloso causato dalla luna ogni 28 giorni circa io in questo momento ho un piccolo problema fastidioso con origine diversa ma con simile regolarità.
- Ti ha morso un Lupo Mannaro?
- Sirius sei un idiota; speravo che ci arrivassi da solo, ma evidentemente quando hanno elargito i cervelli tu sei rimasto tagliato fuori.
Poi l’espressione di Sirius cambiò prima ebbe l’illuminazione, poi fu colto da sconforto.
- Quindi vuoi dirmi che ho fatto un giro a vuoto.
- Non è molto romantico quello che hai detto. – Rispose Mira piccata.- E poi ci sono numerose valide alternative.
Lo sguardo di Sirius si illuminò: - Per esempio?
Mira aprì un armadio e ne estrasse nell’ordine: Monopoli, Scarabeo, scacchi Babbani ed infine una scatola di Shangai.
- Allora, cosa preferisci?
Il giovane mago, scoppiò quasi in lacrime, poi decise di fare buon viso a cattivo gioco ed accettò di buon grado la serata alternativa.
Quella sera Sirius Black scoprì il fascino segreto degli Shangai: perché vedere il volto di Mira quando lui riusciva a prendere il bastoncino nero battendola a quel gioco era divertente quasi come ascoltare gli aneddoti scolastici di Remus.
Chiacchierarono, giocarono e soprattutto si strafogarono di torta al cioccolato per buona parte della notte.
All’alba, quando stava per andarsene Mira lo trattenne un momento con un bacio tutt’altro che casto, poi disse: - Mi potresti fare un grosso favore?
Sirius sollevò un sopracciglio ed annuì.
- Potresti dare un messaggio a Remus da parte mia? Digli che se si azzarda a raccontarti di nuovo qualcosa che mi riguarda prima aspetto che diventi un Lupo, poi lo scortico e con il suo pelo mi ci faccio una bella pelliccia.
- Agli ordini, madame, recapiterò il vostro messaggio.
- Ah, e non ti illudere, se per caso dovessi metterti in mezzo ti trasformeresti nello scendiletto più morbido del creato.
Sirius scoppiò a ridere e, con un inchino ed una giravolta si Smaterializzò.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Novità interessanti ***


Ciao, chiunque avesse già iniziato a leggere After If anche sull'altro sito su cui avevo iniziato a pubblicarla sappia che da qui in avanti è inedita.
Ciao bic

NOVITA’ INTERESSANTI


Un gufo beccava insistentemente la finestra in un freddo mattino di inizio marzo.
La neve si era sciolta, ma il tempo uggioso non invitava certo ad uscire, Sirius si voltò dall’altra parte del grande letto, fingendo di non sentire il ticchettio alla finestra; tuttavia ad un certo punto, non potendo più ignorarlo, permise l’accesso al testardo pennuto che lo osservò con sguardo torvo dall’alto di una credenza su cui era andato a posarsi dopo aver lasciato cadere la busta nelle mani dell’Animagus.

Caro Sirius,
è un po’ che non ci si sente, ti scrivo perché la settimana scorsa ho visto una vecchia strega che abita vicino a Bibury, sai la casa di campagna dei Black che è diventata di Narcissa, e mi ha chiesto se mi ero ripresa e se finalmente mi sentivo meglio visto che ero tornata a Londra.
La cosa mi ha un po’ insospettita visto che sono anni che non vado in campagna, allora ho pensato che mi avesse confusa con Bella.
Non so se è possibile che l’abbia fatta franca tra processo e tutto il resto, ma forse varrebbe la pena tentare.
Un abbraccio a te, un bacio al piccolo Harry e un saluto a Mira.
Andromeda Tonks

Sirius rilesse la lettera un paio di volte, tanto valeva fare un salto a Bibury, visto che a Little Hangelton, a parte le voci su un triplice omicidio perpetrato molti anni prima della guerra, non avevano trovato notizie utili per scoprire quegli accidenti di cosi che cercava Silente, com’è che si chiamavano? Ah, sì, Horcrux.
Si buttò il mantello addosso e piombò a casa di Remus via Metropolvere.
- Ciao Lunastorta, ho una traccia, prepara i bagagli che partiamo.
L’amico sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo: - Non ti è mai passato per l’anticamera del cervello che forse non è molto educato piombare a casa della gente senza avvisare?
- Sai com’è, ho sempre la speranza di coglierti in flagrante tra le braccia di una bella fanciulla!
- Si, va bene, spiegami dove dobbiamo andare mentre metto su il the.
Sirus aggiornò l’amico e gli mostrò la lettera della cugina senza troppi giri di parole.
- Dobbiamo avvertire Silente, magari vorrebbe venire anche lui, d’altronde è un membro del Wizengamot.
- Mmh.
Lupin lo prese per un sì e si Smaterializzarono comparendo nella cantina di Mielandia.
Da bravi Malandrini non ci misero molto a raggiungere l’ufficio del Preside.
Sirius provò tutte le parole d’ordine che gli vennero in mente: da Ape Frizzola a Cioccorana finché il gargoyle di guardia davanti all’ufficio di Silente cominciò ad ululare allertando sia Gazza che la sua adorata gattina (una micetta poco più grande di un topolino ma con due occhi rossi che sembravano vedere attraverso i muri).
Gazza recuperò il Professor Vitius dalla sala insegnanti ed egli accolse i due giovani con aria un po’ troppo allegra per i canoni del custode.
Suggerì loro la parola d’ordine (Saint Honorè), e poi si dileguò a passo svelto per quanto glielo concedevano le sue gambette.
- Sirius, Remus, che piacere vedervi, ma invece di tentare di introdurvi di nascosto nel castello non fareste prima a mandarmi un Gufo?
Il vecchio professore, chino su uno dei suoi libri non aveva nemmeno sollevato lo sguardo mentre accoglieva i due nuovi venuti – E un giorno gradirei che mi spiegaste come fate a comparire qua dentro senza mettere in allarme le barriere protettive del castello.
Lo sguardo che rivolse ai due era una via di mezzo tra il minaccioso e lo scherzoso, comunque piuttosto inquietante.
il Preside continuò: - Immagino che non siate qui per una visita di cortesia e suppongo che Harry stia bene perché non mi sono arrivati gufi allarmati da parte di Mirzam, tra l’altro, Sirius, come vanno le cose tra voi?
Ovviamente a Sirius cadde la mascella (e non solo quella) perché non immaginava che Silente avesse idea di quella sorta di strana relazione che intratteneva con la piccola arpia.
- B-bene, Harry sta bene e per quello che ne so anche quella mezza fattucchiera della sua babysitter. – rispose il Mago la cui capacità di ripresa era come risaputo abbastanza rapida.  
Silente sorrise guardando Remus che sollevava gli occhi al cielo.
- Bene, non voglio farvi sprecare tempo, ditemi.
Sirius e Remus aggiornarono l’anziano mago che andava incupendosi man mano che il racconto procedeva.
- Signori, penso che mi toccherà fare una visitina a Bibury e preferisco recarmici da solo.
- Ma Professore… – cercò di intervenire Sirius.
- No, è una cosa che devo fare io, non credo che siate in grado di capire e condividere le scelte che potrei decidere di fare.
Sirius stava per ribattere quando fu costretto a tacere da parte di Remus che gli stringeva il braccio: - Andiamo a trovare Harry, ti va?
Sirius annuì guardando torvo Silente.
- Professore, almeno mi tenga informato sugli sviluppi.
Il Preside annuì e li accompagnò alla porta.
- Minerva, devo partire, potrei dover stare via qualche giorno, lascio la scuola nelle tue abili mani.
Disse il Preside salutando con una stretta di mano la docente di Trasfigurazione e si voltò senza attendere una risposta.
“Come sempre” pensò la McGranitt stringendo le labbra.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Floricultura ***


FLORICULTURA

Era il crepuscolo quando un uomo attempato e vestito in maniera bislacca apparve dal nulla in un caratteristico paesino rurale nell’Inghilterra centrale.
Non ebbe bisogno di domandare informazioni per trovare il luogo che cercava: si trattava di un cottage un po’ distante dal centro abitato esternamente ricoperto di rose rampicanti.
Ad un occhio poco attento sarebbe potuta sembrare una comune villetta il cui proprietario fosse dotato di uno straordinario pollice verde, ma il Professor Silente sapeva bene che quel tipo di fiori non erano così facili da trovare nel mondo Babbano.
Una donna sui trent’anni stava potando alcune delle rose.
- Buonasera, Bella! – esclamò l’uomo – mi fa piacere notare che vivi serenamente una vita che non ti appartiene.
- A cosa devo l’onore di questa visita? – Sibilò la donna abbassando le palpebre pesanti.
- Forse al fatto che tu dovresti trovarti ad Azckaban ed invece ti sei dedicata con un certo successo, devo ammettere, alla produzione e, se non vado errato, al commercio di rose?
La donna tacque e fece cenno all’uomo di entrare in casa.
- Strano, pensavo che trovassi disgustosa la vita a contatto con i Babbani.
- Infatti, è così, ma per sopravvivere bisogna pur mangiare e i miei fiori pare ci mettano più tempo degli altri ad appassire.
- A quanto pare le tue rose sono caparbie proprio come te.
- Lo prendo come un complimento.
- Infatti lo è.
- Veniamo al dunque, è qui per tradurmi ad Azckaban, vero?
L’anziano Preside osservò la donna, l’apparenza era dura e fredda, ma in realtà si percepiva il suo terrore.
- Non ho mai amato consegnare maghi e streghe ai Dissennatori, anche se avevano commesso atti ignobili, credo che non consegnerei loro nemmeno Voldemort …
- Tu osi pronunciare il nome dell’Oscuro Signore?  - domandò la donna indignata
- Bellatrix, è solo un nome, anzi un anagramma, mi ci sono scervellato un bel po’, ma poi ho capito …
 
Scrisse su un foglio il nome di Colui che Non Deve Essere Nominato e mostrò a Bellatrix che le lettere formavano un altro nome:  - Lord Voldemort altri non è che Tom Riddle, un nato Babbano con in corpo la rabbia per non essere stato accettato dal proprio legittimo genitore. Vi ha trascinati in una guerra contro i Babbani solo per vendicarsi di coloro che erano come suo padre, ti sembra giusto? Ti sembra giusto che un nato Babbano vi abbia spinti a tradire, ingannare ed uccidere dei Maghi Purosangue solo perché non condividevano le sue idee? Ti sembra corretto quello che ha fatto a te? A tuo marito, e a tutta la tua famiglia? Tuo cugino Regolus l’aveva scoperto ed è morto, proprio come i Prewett e molti altri. E tu cosa hai fatto? Hai creduto di ritrovarlo maledicendo i Paciock, altri Purosangue come te, riducendoli alla pazzia.
Il vecchio si interruppe, era disgustato da sé stesso per aver continuamente rimarcato la purezza del sangue delle vittime dei Mangiamorte, ma per convincere Bellatrix sapeva di non avere alternative; lo sguardo attonito di Bellatrix dimostrava che lei non sapeva nulla del passato del suo Oscuro Signore.
Silente continuò: - L’uso che fa il Ministero dei Dissennatori non incontra il mio favore, ma tant’è non ho mai voluto fare il Ministro della Magia e non mi metterò a contraddirlo in questa situazione. A te la scelta: essere tradotta ad Azckaban o collaborare con noi. Il Wizengamot potrebbe anche concederti gli arresti domiciliari in questo luogo ameno.
Bellatrix deglutì: qualunque essere umano con un briciolo di cervello avrebbe scelto di vivere anche senza magia, ma in libertà.
- Sono pronta per raggiungere mio marito ad Azckaban.
- Questa è la tua scelta, ma devo porti ancora una domanda: se anche lui venisse liberato accetteresti di consegnarmi ciò che ti ha affidato Voldemort?
Bellatrix trasalì: come faceva quel vecchio a sapere della coppa che conservava nella sua camera blindata alla Gringott e che il Signore Oscuro le aveva espressamente chiesto di custodire a costo della sua stessa vita?
- Sai di cosa sto parlando, e sai anche che una volta ad Azckaban il tribunale potrà disporre il sequestro di tutti i tuoi beni e prima o poi troveremo ciò che ci interessa.
Bellatrix ghignò: - Fate pure e buona fortuna.
- Bene, se questa è la tua risposta definitiva, ti prego di seguirmi.
Un filo d’argento fuoriuscì dalla bacchetta di Silente e raggiunse i polsi e le caviglie della giovane donna.
Bellatrix fu condotta ad Azckaban quella notte stessa.



Piccoli deliri autoriali
P.S. (in realtà Silente stava per ribattere: - Se questa è la tua risposta definitiva, la accendiamo! Ma mi sembrava togliesse un po' di pathos alla situazione)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** DO UT DES ***


Ciao, siamo agli sgoccioli e prometto che entro Natale avrete anche gli ultimi capitoli.
Ciao bic


DO UT DES

 - Signor Malfoy, è stato qui convocato in via ufficiosa per alcuni chiarimenti.
Esordì Bartemius Crouch.
Nell’aula del tribunale il Wizengamot al completo scrutava l’uomo che sedeva pallido ed impettito al centro della sala.
- Ovviamente sono a vostra completa disposizione.
- Signor Malfoy, deve sapere che sua cognata Bellatrix Black Lestrange si trova ad Azckaban.
 Con una smorfia che doveva sembrare un sorriso di scherno Malfoy rispose: - Ne sono consapevole, visto che l’ho consegnata io stesso.
Il Professor Silente rispose: - In realtà, come noi, anche lei deve essere stato giocato da un abile trucco: sua cognata pare aver effettuato uno scambio di persona facendo sì che lei consegnasse una povera megera al posto suo. Fortunatamente abbiamo scoperto l’inganno ed ora la signora Lestrange si trova sotto custodia.
Malfoy si mosse impercettibilmente sulla sedia mostrando una lieve agitazione. Se quella squilibrata della sorella di sua moglie aveva parlato, i Dissennatori di Azckaban erano già lì belli pronti ad accoglierlo.
Cornelius Caramell intervenne: - Ovviamente non siamo qui per accusarla di aver fatto qualcosa di sbagliato, ci mancherebbe altro …
- Solo che è un  po’ sospetto, e sono state processate persone per sospetti ancora meno fondati. – Lo interruppe Alastor Moody.
Silente prese la parola: - Quello che i miei esimi colleghi intendono dire è che per estirpare ogni possibile ambiguità sulla sua posizione, sarebbe efficace una sua collaborazione.
Malfoy, che nel frattempo aveva cominciato a sudare freddo, pur mantenendo il suo aplomb, domandò: - Nello specifico cosa mi state chiedendo?
- La Corte ha intenzione di sequestrare i beni dei Lestrange e perquisire mobili, immobili, proprietà e camere blindate per valutare la presenza di eventuali manufatti “Oscuri”. Sarebbe opportuno che la famiglia Black e la famiglia Malfoy non intervenissero fino alla conclusione dell’inventario e non ponessero veti circa l’operato di questa Corte.
Concluse Amelia Bones.
- Ovviamente, in caso contrario, sarà nostro dovere indagare più approfonditamente sul coinvolgimento suo e della sua consorte nello scambio di persone messo in atto da sua cognata.  Aggiunse Alastor Moody fissandolo con l’unico occhio rimastogli.
Malfoy annuì: non aveva scelta e poi a lui delle proprietà di Bellatrix non importava nulla: i Malfoy erano sufficientemente benestanti per garantire un futuro tranquillo a suo figlio Draco.
 - Se i famigliari di mia moglie non hanno mosso obiezioni non vedo perché la famiglia Malfoy dovrebbe farlo, non abbiamo nulla da nascondere. – Rispose l’uomo con un sorriso tirato.
- Molto bene, la ringraziamo per il suo tempo e le faremo avere nostre notizie. Arrivederci.
Quando Malfoy se ne fu andato Moody si avvicinò a Silente: - Cos’è questa storia? Ce l’avevamo in pugno, potevamo sbatterlo dentro e l’abbiamo lasciato andare con un accordo simile?
- Alastor, tu sai cos’è un Horcrux?
l’Auror rabbrividì: - Cero che lo so.
- Temo che Tu Sai Chi ne abbia creati alcuni, anche se non so esattamente quanti, ne ho trovato uno e ho la sensazione che tra le proprietà dei Lestrange ne troveremo un altro, anche se in realtà non so nemmeno che cosa possa essere.
- Quello che hai cos’è?
- Si tratta del medaglione perduto di Salazar Serpeverde.
- Cosa?
- Ho pensato che gli altri potrebbero avere a che fare con i fondatori…
- Pensi che quel farabutto abbia spezzato la sua anima in quattro parti?
- E’ plausibile.
Moody rimase senza parole.
Devo fare altre ricerche, nel frattempo scatena gli Auror nelle proprietà dei Lestrange, Camere blindate della Gringott comprese e dì ai tuoi ragazzi di fare attenzione.
Alastor annuì e se ne andò.

 
***
 
- Si può sapere cosa diavolo hai?
Sirius si aggirava per la stanza come un leone in gabbia.
- Silente mi ha tagliato fuori, gli ho passato un’informazione e lui non si è fidato di me. Dopo tutto questo tempo, dopo tutto quello che ho fatto per lui…
- Sembri una zitella isterica in menopausa con un attacco di autocommiserazione acuto.
La ragazza era esasperata, non solo il suo canide … Amico? Ragazzo? Essere umano senziente con cui aveva consensuali rapporti carnali? Ancora non aveva capito come definirlo, si stava comportando come un ragazzino, ma lo stava facendo in uno dei rari momenti in cui lei avrebbe preferito trovarsi in tutt’altre faccende affaccendata.
- Ecco, anche tu non capisci niente, sei tale e quale a Remus.
Mira era sull’orlo dell’esasperazione: o sopprimerlo o baciarlo, non aveva alternative. Gli fece l’incantesimo della Pastoia, gli saltò addosso e non gli lasciò scampo.
- Non dovresti essere così violenta …
- Ma stai zitto, va, che se aspettavo te eri ancora lì a commiserarti: << E Silente non ha fatto questo, e Silente non ha detto quello …>> sai che rottura? A me al momento del Professor Silente non interessa proprio nulla, manco se mi venisse a dire che si sposa domani con Vitious.
Sirius, che era pronto a fare una delle sue sfuriate, quando sentì l’ultima affermazione cominciò a ridere a crepapelle e finalmente si rilassò come non faceva da tempo.
Mira si stava rilassando ascoltando il battito del cuore di Sirius quando le balenò in testa un’idea che aveva da parecchio: - Senti Sirius, parliamo di qualcosa di serio, ho la sensazione che Harry abbia qualche problema di vista.
- Se ha preso da suo padre questo è poco, ma è sicuro. Come fai a saperlo?
-  Mi sembra che non percepisca bene la profondità, va a schiantarsi in continuazione contro gli stipiti delle porte e poi ha un occhio che va un po’ per i fatti suoi quando guarda intensamente qualcosa.
- Cosa proponi?
- Facciamogli fare una visita al San Mungo.
- Ok, ma cosa stai facendo?
- Mi rivesto e vado perché caro mio, domani mattina io devo alzarmi presto: ho un lavoro, sai? Mica posso passare il mio tempo in panciolle ad autocommiserarmi, il mio datore di lavoro è persona assai intransigente …
- Arpia.
- Cane.
Quando uscì dal bagno per salutarlo invece di Sirius trovò Black che uggiolava: - Tanto non mi convinci caro mio, non dormo qui, non se Harry è a Little Whinging.
Gli diede una grattata dietro alle orecchie e una carezza sulla testa, era molto più facile fargli le coccole quando era un cane: almeno non parlava!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Il Giro Riparte ***


Carissimi tutti, questo è in realtà l'ultimo capitolo della nostra storia. Domani pubblicherò l'epilogo tanto per non lasciare questioni in sospeso.
Buona lettura
bic


IL GIRO RIPARTE


Cari Remus e Sirius,
immagino che in questi giorni il signor Black abbia assillato chiunque si trovasse a meno di tre metri di distanza per la mia scelta di non coinvolgerlo nell’incontro con sua cugina Bellatrix, speravo di evitare uno scontro e volevo offrirle una possibilità di evitare Azckaban. Purtroppo quella donna non ha colto la possibilità.
Tuttavia ora i suoi beni sono sotto il controllo del Ministero perché ho la convinzione che Voldemort abbia affidato a Bellatrix un Horcrux.
Non ha comunque senso che voi continuiate a cercare Horcrux in giro per l’Europa quando non sappiamo nemmeno quali oggetti sono stati trasformati.
Da questo momento in poi ho intenzione di lasciarvi trascorrere la vostra giovinezza come è giusto che facciate.
Venitemi comunque a trovare ogni tanto, per me è sempre un piacere rivedere gli ex allievi e, anche se non lo ammetterà mai anche Minerva è sempre molto felice quando fate le vostre comparsate nel Castello.
Mi raccomando prendetevi cura di Harry e fate in modo che consideri sempre la casa dei suoi zii come casa sua.
Sirius, ti meriti di essere felice e anche la signorina Korat merita la stessa cosa … A buon intenditor poche parole, non so se mi spiego.
Arrivederci ragazzi
Albus Percival Wulfric Brian Silente, Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts 

- E questo è tutto.
Sirius era pensieroso, ora non aveva idea di cosa fare della sua vita, quando era a scuola l’unica cosa a cui lui, Remus e James avevano pensato era stato combattere i Mangiamorte, ma nessuno di loro aveva intrapreso la carriera di Auror e a ventidue anni suonati iniziare quella carriera era decisamente fuori tempo massimo.
- Remus, tu cosa farai adesso?
- Probabilmente mi cercherò un lavoro, vivere sulle tue spalle per il resto dei miei giorni non mi alletta particolarmente.
- Sì, ma che lavoro?
 - Ecco, questa sì che è una domanda intelligente.
- Tu puoi fare qualunque cosa, sei intelligente, preparato, chiunque ti assumerebbe con delle referenze firmate da Silente!
- Forse dimentichi il mio piccolo problema peloso?
- Puoi sempre diventare una cavia da laboratorio per il San Mungo.
I giovani si erano incontrati come sempre al parco, con il progredire della primavera e l’allungarsi delle giornate era un peccato non portare a passeggio il piccolo Harry che ora, con indosso un bel paio di occhiali poteva finalmente godere appieno del paesaggio senza schiantarsi ogni due per tre. Mira aveva osservato i due amici in silenzio, cosa alquanto rara per una linguaccia biforcuta come lei.
- Scusate, ma ancora non ci siete arrivati?
- Sentiamo, Miss so tutto io, qual è la tua opinione? – Sirius domandò piccato.
Mira che ormai soprassedeva su certi atteggiamenti più per non cominciare una sfuriata davanti ad Harry e Remus che per dargliela vinta, continuò: - Sono quasi due anni che andate in cerca di persone o di oggetti dietro commissione, nello specifico di Silente.
- Ebbene?
- Forse il Preside intendeva suggerirvi una professione?
Remus annuì: - In effetti orari flessibili, possibilità di viaggiare, bisogna vedere quanto ci renderebbe provando ad espandere la cosa.
- Ma si può sapere di cosa Merlino state parlando?
- Sei proprio senza speranza Braccobaldo, parlo di Cacciatori di Taglie.
Sirius rimase a bocca aperta un po’ per il modo in cui era stato chiamato un po’ per l’idea di Mira: - Chi cavolo è Braccobaldo? E come diavolo dovremmo fare a diventare cacciatori di taglie?
- Remus, per favore non farmi sprecare fiato inutilmente.
- In effetti a Nocturn Alley ci sono spesso offerte di denaro in cambio della cattura di qualcuno.
- Se posso permettermi cercate di fare un po’ di selezione, altrimenti rischiate di finire con tutte le scarpe in mezzo alla cacca di Troll; però, secondo me, potrebbe essere un buon inizio.
- Mira, lo sai che sei abbastanza sveglia?
- Pensavo che ci fossi arrivato già da un po’ visto che mi hai affidato il tuo figlioccio negli ultimi due anni.
- E non solo lui  - sussurrò Remus prima di riceversi una gomitata nel fianco.
Mira si stiracchiò come un gatto al sole, poi appoggiò le braccia sulle spalle dei suoi due amici: - Sarà strano non avervi sempre intorno, ma il cane qui a guinzaglio corto si strozza.- Disse rivolta a Remus, poi si voltò di scatto, saltò sulle ginocchia di Sirius e gli scoccò un bacio sulle labbra con lo schiocco: - E tu, ricordati bene a chi appartieni. – aggiunse infilandogli un dito intorno al laccetto di cuoio e prendendo tra le dita la medaglietta.
Sirius le mise una mano dietro la nuca e la costrinse con dolcezza a guardarlo negli occhi: - Non dimenticarlo nemmeno tu.
Mira si sciolse dalla presa e saltellando raggiunse Harry che stava giocando con la sabbia poco più in là: - Questo dipende da te. – Gli urlò da lontano.
Sirius la raggiunse, prese in braccio Harry e fece un cenno a Remus mentre abbracciava la ragazza.
Remus si alzò lentamente, era bello vedere il suo amico finalmente sereno, chissà se un giorno anche lui sarebbe stato in grado di sentirsi così.
Vedendo che lo aspettavano si affrettò: ormai la luce del sole stava calando all’orizzonte ed era meglio portare Harry a casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Conclusione ***


Come promesso, prima di Natale eccovi la conclusione di After if.

Un grazie sincero a tutti coloro che hanno avuto voglia di leggere questa storia ed in particolare a: Hel93, BuenosAires, LiliPotter che mi hanno elogiata con splendide recensioni;

brandoDarkblufannypenguingossip_girl,helly96Iulia_E_Roselerte93,  LiliPotter,lupoceco,lysdance1mary_zabiniPanty96puffetta_soonsoniacristina1989valepassion95VSRBWikyCM, che hanno inserito After if tra le seguite.

 clacla_97,  puffetta_soon che l’anno inserita tra le ricordate

 BuenosAiresEmma111, Queen of the NightSmaelstitinaVale Lovegood che l’anno inserita tra le preferite.

Grazie a tutti, questa conclusione è per voi, spero che apprezziate e che non vi deluda troppo.
Baci bic.

Conclusione

- Harry, vieni qui, hai la cravatta un po’ storta.
Il bambino cercava di divincolarsi, non gli piaceva quell’abito da cerimonia, era scomodo un po’ come la divisa della scuola.
- Remus, devo proprio vestirmi così?
- Ho paura di sì, Harry, colui che porta gli anelli ha una grande responsabilità.
Affermò Remus cercando di mantenere un tono serio sistemando la cravatta del bambino e Appellando un cerotto sotto cui far sparire la cicatrice.
Il bambino lo guardò con aria avvilita, non riusciva mai a restare arrabbiato con Remus, così provò con il padrino: - Sirius…
L’uomo stava faticando non poco anche lui e Remus guardava padrino e figlioccio sogghignando.
- Harry, se fosse per me non saremmo nemmeno qui, ma Mira ci teneva …
Sirius mentiva sapendo di mentire: per Mira sarebbe andata bene anche la firma del contratto matrimoniale al Ministero senza tanti fronzoli, con Remus e Howard come testimoni, solo che avevano avuto la malaugurata idea di parlare dei loro progetti con Andromeda, Arabella e lo stesso Howard alla festa per il settimo compleanno di Harry. Nel giro di due mesi si erano trovati invischiati in un matrimonio con cerimonia e ricevimento degni della famiglia Black.
Andromeda viveva per procura la festa che avrebbe desiderato per sé e aveva fatto in modo che tutto fosse perfetto. Mira e Sirius si erano ritrovati nel mezzo senza riuscire nemmeno ad offrire la loro opinione sulla forma della torta.
Una graziosa ragazzina di circa quattordici anni con i capelli rosa confetto in tinta con il vestito da damigella si affacciò alla porta della stanza in cui la sposa si stava preparando: - E’ quasi ora.
Disse prima di sparire andando a cozzare contro Remus ed Harry che nel frattempo si stavano incamminando verso il patio.
- Ciao Tonks! – disse Harry.
La ragazzina con i capelli ormai rosso ciliegia gli fece un cenno di saluto e scappò via.
- Secondo me ha una cotta per te, ogni volta che ti vede smette di parlare e le vengono i capelli rossi.
Remus scoppiò a ridere scompigliando i capelli di Harry: - Sono troppo vecchio e troppo pericoloso per lei.
- Mira, pensi di farcela a smettere di vomitare o devo darti qualcosa per fermare la nausea?
Eleanor aspettava che l’amica finalmente si decidesse ad uscire da quel bagno.
- Credo che il mio organismo si stia ribellando all’idea di sposarmi con Black.
- Davvero? E il fatto di essere incinta non ha nulla a che fare con la nausea?
- Elly, non rompere, non è detto e poi sono già abbastanza preoccupata così.
L’amica scoppiò a ridere: - Scusa, ma un ritardo di due giorni può essere normale, uno di quindici lo è un po’ meno, no? Quanto vuoi aspettare prima di esserne certa?
- Ci penserò domani, oggi la giornata si profila già stressante di suo.
Eleanor sorrise aiutando l’amica a sistemare il velo.
“Cavolo, cavolo, cavolo, perché aveva permesso agli altri di impicciarsi nei suoi affari? Odiava gli abiti lunghi, odiava i veli, odiava i matrimoni in pompa magna”
Si guardò allo specchio senza riconoscersi, e quello avrebbe dovuto essere il giorno più bello della sua vita? Non così!
Scese le scale di corsa per quanto i tacchi glielo concedessero, piombò davanti all’altare lasciando tutti basiti e disse: - Se siamo d’accordo facciamola finita qui.
- Sono perfettamente d’accordo. – Rispose Sirius sogghignando.
- Harry, gli anelli!
Il bambino li passò a Remus che li lanciò al suo vecchio amico.
- Con questo anello io ti sposo: in salute, malattia eccetara.
- Perfetto, vale lo stesso per me.
- Gente, il matrimonio è finito, voi divertitevi alla festa.
Mentre Sirius si caricava Mira su una spalla correndo verso la moto, Ted Tonks dovette trattenere Andromeda schiumante di rabbia. Tra gli invitati, che erano rimasti basiti dal rivolgimento dei fatti, qualcuno applaudì, qualcuno scoppiò a ridere e qualcuno cominciò a spettegolare prima di dirigersi verso la zona in cui era stato allestito il ricevimento.
- Ma come diavolo sei conciata?
- Sì, anche tu stai bene tutto in tiro. – rispose Mira sibilando, poi aggiunse: - Andromeda ci arrostirà su una graticola appena le capiteremo a tiro.
- Allora, signora Black, cosa vuoi fare?
Mira guardò il cerchietto dorato al dito e disse: - Una giornata al mare, solo noi due.
Con la sua migliore aria da seduttore Sirius rispose: - Ogni suo desiderio è un ordine.
A tarda sera tornarono a casa dove Remus aveva portato Harry. L’amico si congedò rapidamente senza indagare sulla loro giornata, fino a prova contraria era sempre stato un tipo discreto.
I novelli sposi si Smaterializzarono in direzione Privet Drive.
Petunia Dursley accolse Mira con freddezza: - E’ molto tardi, poteva anche tenerlo fino a domani mattina, visto che c’era.
Mira esplose: - Dato che questa è la mia prima notte di nozze la passo con mio marito, e non ho intenzione di tenere Harry con me. Comunque domani nella tarda mattinata Arabella verrà a prenderlo, non si preoccupi.
Vernon Dursley sentendo il tono e le parole di Mira si accostò alla porta: - Allora non possiamo più chiamarla signorina Korat, e di grazia, come dovremmo chiamarla?
- Black,  da oggi lei è la signora Black.
Una voce simile ad un latrato attraversò la via: appoggiato ad un palo della luce dall’altra parte della strada si trovava Sirius Black e, come sempre, la sua apparizione destò nei coniugi Dursley un disappunto appena dissimulato da una lieve cortesia.
- Congratulazioni, allora. – aggiunse Petunia con un sorriso tirato.
Mira portò Harry nella sua stanza che rimase ad osservare per qualche minuto.
Gli orsetti sulle mensole erano stati sostituiti da libri di racconti fantastici, il gatto Silvestro dipinto sulla parete era scomparso sotto una bacheca su cui si trovavano decine di fotografie di Harry, Sirius, Mira, Remus e della famiglia Tonks. Un letto più grande aveva preso il posto del lettino con le sbarre e, accanto all’armadio, sotto la finestra, una piccola scrivania era ricoperta di fogli scarabocchiati.
Mira si chiuse la porta alle spalle.
- Verrò a prendere Harry lunedì per portarlo a scuola e lo riporterò a casa per l’ora di cena.
Disse congedandosi dai Dursley.
***
Mira osservò l’astuccio, doveva lanciare la bomba e sperare che facesse meno danni possibile, uscì dal bagno e si infilò nuovamente nel lettone, bisbigliò due parole nell’orecchio di Sirius che sembrava ancora serenamente addormentato.
L’uomo ci mise un attimo a collegare il sussurro al reale significato delle parole. 
- Tu sei cosa? – Urlò sedendosi di scatto sul letto
- Sono incinta. – Ammise Mira a braccia conserte.
- …
- Sirius, ti senti bene?
L’uomo la abbracciò: - Mai stato meglio. Festeggiamo?
Detto questo la ribaltò sul letto e festeggiarono allegramente la bella notizia.
- Per il nome?
- Non è un po’ presto?
- A me la tradizione della tua famiglia non dispiace.
- Quella della tua invece fa un po’ schifo.
Mira sorrise: - In effetti un po’.
- E dimmi quanto tempo abbiamo per decidere?
- Direi otto mesi circa.
Sirius guardò Mira negli occhi: - Sai, c’è una cosa che credo di averti detto solo una volta.
- Sentiamo questa grande rivelazione . – Rispose la ragazza sollevando le sopracciglia.
- Ti amo. – Sirius aveva giocato la sua carta sperando di ottenere un effetto sorpresa quanto quello che aveva ottenuto Mira, ma lei sorrise semplicemente e disse: - Lo so imbecille, altrimenti non saremmo mai arrivati a questo punto. E comunque ti amo anche io.
Sirius scoppiò a ridere. Quella ragazza era davvero fuori dagli schemi e finalmente era sua. Cominciò a giocherellare con i lunghi capelli scuri poi disse: - Se sarà un maschietto potremo chiamarlo James di secondo nome?
- E per il primo?
- Lynx.
- Lynx James Black? Sei sicuro?
- Il nome Lynx mi è sempre piaciuto, mi da l’idea di un tipo che sa farsi rispettare.
Mira annuì : -Sì, in effetti non è male. E se sarà una bambina?
***
- Remus, ti presento Lyra Lily Black.
- Non scherzare.
Sirius lo guardò seriamente.
- Non stai scherzando? L’avete davvero chiamata Lyra Lily? E’ proprio vero che a certa gente non dovrebbero concedere la possibilità di perpetuare la specie.
Sirius mostrò la piccola a Harry che era arrivato insieme a Remus, ansioso di vedere quella creatura che rischiava di rubargli le uniche due persone che si occupavano seriamente di lui.
- Harry, questa è Lyra, è molto piccola, ma molto esigente, sono sicuro che Mira avrà bisogno del tuo aiuto per occuparsi di lei. Tieni, inizia a prenderla in braccio, così fai pratica.
Remus guardò agghiacciato Sirius, seriamente aveva deciso di affidare al sua primogenita ad un bambino di nemmeno otto anni? Sì.
Il bambino si trovò con la lattante in braccio: era una cosina piccolissima, con un ciuffetto di capelli neri dritto sulla testa e i pugnetti chiusi. Sì, dopo tutto se Mira aveva bisogno di una mano per occuparsi di quell’affarino lui sicuramente poteva aiutarla e così, senza nemmeno rendersene conto diventò un fratello maggiore.




P.S. chiedo scusa se alcuni nomi sono stati inseriti con il link, ma con il copia, incolla devo aver fatto qualche casino....
Baci!
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1436609