Lei non mi ha uccisa.

di MeSweetyMuffin00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La videocassetta. ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno. ***
Capitolo 3: *** Il secondo giorno. ***
Capitolo 4: *** Il quinto giorno. ***
Capitolo 5: *** Il sesto giorno. ***
Capitolo 6: *** Il settimo giorno. ***



Capitolo 1
*** La videocassetta. ***


-Non credo sia una buona idea- commentai.
-Eddai, Sarah, sarà divertente! Vedremo la videocassetta, moriremo tutti!- pronunciò le ultime parole con uno strano tono gutturale, che mi fece rabbrividire. Alla mia faccia terrorizzata, scoppiarono tutti a ridere. Decisi di cercare solidarietà nella mia migliore amica, Rosalie. 
-Rose, non dirmi che a te va' di vederla- la apostrofai. La risposta che arrivò non era esattamente quella che mi aspettavo.
-Ma sì dai! Su, Sarah, non essere sempre così fifona ...-
-Sarà una figata assurda, cazzo!- urlò alla fine Embry. 
-E va bene- concessi, nonostante fossi ancora restia. Accennai anche ad un sorriso. -Vedrò quella videocassetta, contenti?- 
Vidi Mark e Nathian irrompere in un gesto di trionfo. Anna e Rosalie mi guardarono sorridendo, ed Embry andò a prendere la videocassetta dalla sala di fianco. 
Sospirai, guardando fuori dalla finestra. "Se ci vuole così poco a farli felici, ben venga" pensai.
Fuori nevicava, come tutta la settimana precedente. Ci trovavamo da sette giorni sulle Ande. Il tempo passava in fretta, fra le nostre battutelle di pesca, le giornate sotto la neve, i pattini, e le serate a guardare film stupidi. 
Naturalmente, non pensiate che io abbia paura di una videocassetta. Era solo una leggenda metropolitana, questo lo sapevano tutti. Eppure non vedevo perché andarsela a cercare, passare sette giorni con quella velata paura che in realtà sia tutto vero, ridendoci su in modo isterico. Ormai mi toccava sorbirmela, fantastico.
Ci accomodammo sul divano un po' rovinato dalle troppe feste alle quali aveva partecipato. Infine partì il video.
Inizialmente, un anello. Un semplice anello bianco su sfondo nero; poi dell'acqua schiumosa. "Che cazzata", pensai.
Dopo una sedia, delle righe bianche, ecco uno specchio con una donna riflessa mentre si pettinava i lunghi capelli neri. E subito un altro specchio, con una persona strana, dai capelli neri e la pelle cinerea, e poi ancora lo specchio con la donna, che la osservava. 
Una casa, una scogliera, una bocca aperta, un dito perforato da un ago, vermi ... Insomma, non starò qui a descrivere tutta la videocassetta. Durò complessivamente due minuti, che passammo tutti immobili con lo sguardo fisso sullo schermo.
Non appena finì, inizialmente restammo nel più completo silenzio. Ammutoliti. Poi il primo a parlare fu Mark.
-Tanta roba, gente!- disse dando mostra del suo lessico da analfabeta. Tutti risero, tranne me. 
Perché non lo trovavo affatto divertente? 



Angolo autrice
Heilà :D Questa è la mia seconda fanfiction, che si discosta totalmente come genere da quella precedente, riguardante la fantastica saga di Twilight. :) Spero verrà apprezzata, presto pubblicherò il secondo capitolo. Non so se andrò giorno per giorno, fatemi sapere cosa preferireste voi! Recensite in tanti,
Silvia :)

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Capitolo 2
*** Il primo giorno. ***


Il perché arrivò la notte stessa.

Un incubo. La donna con i capelli neri che teneva per mano la misteriosa persona dalla pelle cinerea … Mi risvegliai di soprassalto. Erano le sei di mattina: presto per alzarsi. Eppure oggi saremmo tornati a casa, e le mie valigie erano ancora mezze disfate.

Iniziai a girare per la stanza, raccogliendo i vari cappelli e sciarpe sparsi nel pavimento. Svuotai l'armadio di legno, contenente tutte le mie magliette e i pantaloni. Misi in carica il mio Samsung e l'Ipod, spazzolai i capelli e indossai un maglioncino qualsiasi, con un paio di jeans neri un po' stinti.

Mi guardai allo specchio. “Ma sì, può andare” mi dissi. Erano le sette e mezza, così andai a bussare per le camere dei miei amici.

Mark, Nathian ed Embry mi sbraitarono di andarmene. Anna non rispose. Soltanto Rosalie uscì dalla sua stanza, vestita di tutto punto e i capelli rossi legati in uno chignon.
-Ho avuto un incubo, stanotte- mi sussurrò.

-Anche io …- le risposi. Ci fissammo per un secondo interminabile, prima di scendere le scale per fare colazione.

 

• • •

 

-Accelera, Nathian!- urlò per la ventesima volta Embry.

Sorrisero tutti, me compresa, tranne Nathian.

Mancavano circa dieci minuti per arrivare a casa, in Texas. Avevamo preso l'aereo, recuperato il minivan, che poi tanto mini non era, ed eravamo partiti. Sette cavolo di ore di viaggio.

Arrivata a casa feci una doccia rilassante, e poi passai tutto il pomeriggio con i miei genitori a raccontare per filo e per segno la vacanza.

Saltai la parte della videocassetta. Sentivo che era meglio non parlarne, anche perché appunto era una cazzata.

O almeno, così pensavo.

 

Angolo autrice

Ed eccoci al secondo capitolo! :) Povera Sarah D: Vedremo che cosa succederà nel prossimo capitolo, che poi sarà il terzo! *-*

Grazie a tutti quelli che hanno letto … Recensite in tanti, mi raccomando :) Baci,

Silvia

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Capitolo 3
*** Il secondo giorno. ***


Già, così pensavo. Infatti, il mattino dopo mi risvegliai con un mal di testa tremendo e il ricordo di un nuovo incubo. “Nuovo” per modo di dire. Era sempre lo stesso della notte prima: la donna con la persona dalla pelle cinerea.

Stavo iniziando a preoccuparmi. Come poteva essere possibile? Era lo stesso identico sogno, ne ero sicura. Mi rialzai tremando dal letto, e percorsi il corridoio per andare in bagno a tentoni.
Allo specchio vidi esattamente ciò che mi aspettavo: profonde occhiaie violacee, il colorito pallido, e i capelli spettinati.

Mi lavai la faccia, mi diedi una pettinata, indossai jeans e felpa, e scesi in cucina a mangiare qualcosa.
Non avevo molta fame, così bevvi solo una tazzina di caffè con un biscotto al cioccolato. Per quanto mi riguardava, ero piena. Cosa potevo fare oggi?
Decisi di studiare un po' di fisica; anche se mancava più di una settimana alla fine delle vacanze natalizie, era meglio iniziare a ripassare.

Mi sdraiai sul mio letto, aprii il libro alla pagina 394, quella che riguardava la formula per me più ostica. Rilessi per la centesima volta quelle parole.
Dopo più di due ore ero soddisfatta: avevo finalmente capito. I miei sarebbero rimasti al lavoro tutto il giorno, e mia sorella era dalla sua amichetta. Così mi scaldai un trancio di pizza, anche se la fame non era tornata. Mangiai, e poi mandai un messaggio a Rosalie: “Esci oggi? :)” la risposta arrivò dopo un paio di minuti. “Ciao Sarah! :) Sì, oggi sì :) Vuoi che ci troviamo?”

Così stabilimmo di incontrarci al centro commerciale per le 3 del pomeriggio. Avevamo voglia di shopping.

 

• • •

 

Inutile dire che prendemmo un sacco di cose. Rosalie prese due blush, un mascara blu, un ombretto rosa, due magliette nere e un paio di jeans sbiancati; anche io comperai un bel po' di cosucce: due paia di shorts di jeans, una camicetta verde, una matita nera e una viola, un rossetto rosso e un lucidalabbra. Spendemmo una bella cifra, ma ci voleva proprio.

Arrivata a casa feci una doccia calda, mangiai qualche muffin al cioccolato preparati dalla nonna l'altro giorno, e poi mi misi al computer. Volevo saperne di più sulla misteriosa e inquietante videocassetta che avevo visto insieme ai miei amici.

Non seppi subito cosa scrivere nel motore di ricerca. Dopotutto, quella videocassetta forse non era famosa. O forse sì. Bah.

Scrissi “videocassetta che fa morire dopo 7 giorni”. Certo, era un salto nel buio, ma ero proprio curiosa.

Trovai una pagina di un blog che si riferiva a questa videocassetta. Diceva le cose che ci si aspetterebbe di leggere:

Si dice che la videocassetta provocherebbe la morte certa dopo sette giorni. Naturalmente, è una leggenda metropolitana inventata dai media per spaventare gli spettatori.”

Sì, insomma. Solite cose. Con un sospiro spensi il computer e andai a dormire.

 

Angolo autrice
Salve a tutti :) Eccomi con un nuovo capitolo … Spero sia meglio del precedente. ^^ Vorrei far notare il “394” di Harry Potter, ah ah ah xD Recensite in tanti, mi raccomando. :) Volevo ringraziare chi ha letto e recensito, siete tutti gentilissimi! ♥ Baci,
Silvia :D

 

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Capitolo 4
*** Il quinto giorno. ***


SPOILER, IMPORTANTE: Ciao! :) Nulla, ho deciso di passare direttamente al quinto giorno, se no non finiva più, per carità! XD Spero vi piaccia, e buon Natale in ritardo. Grazie anche a chi recensisce le mie storie, siete tutti gentilissimi! ♥ Silvia :)

 

Ormai la mia ossessione per quella videocassetta sfiorava il ridicolo.

Avevo fatto il giro di tutti i siti internet dove si parlava di lei, le avevo tentate tutte: eppure non mi convincevo ancora che fosse tutto uno scherzo.

Decisi di uscire con Rosalie, Mark, e Anna per distrarmi.

All'ultimo Mark telefonò dicendo che era in punizione, e quindi non poteva venire. “Meglio” pensai fra me e me “un'uscita fra ragazze”.

Così ci incamminammo verso il parco, parlando del più e del meno. Anna aveva scoperto un nuovo negozio vicino al centro, al quale dovevamo assolutamente andare; la madre di Rosalie pensava di prendere un altro gattino.

Era tutto così … Tranquillo, per loro. Ma non per me.

-Voi ve la ricordate la videocassetta?-

-Certo, perché?- risposero.

-Mah, così … A voi ha fatto paura?-

-Certo che no- mi dissero, sorridendo.

-Ah ah, ovvio- risposi, cercando di rimanere disinvolta.

E questo fu tutto quello che dicemmo a riguardo.

Al parco c'erano tantissime persone. Due amici correvano con i loro due labrador, qualche mamma teneva per mano il figlio, i bambini facevano i capricci per avere le caramelle, altri andavano sulle altalene ridendo.

Beati loro, mi scoprii a pensare. Beati loro che non hanno pensieri per la testa e giocano tutto il giorno.

Andammo a sceglierci una panchina di pietra vicino alla fontana al centro del parco. C'era un sole fantastico, e anche se faceva freddo veniva voglia di starsene lì per sempre.

Dopo un po' ci dividemmo per tornare a casa. Presi un autobus, mi sedetti e tirai fuori l'Ipod. Ascoltai un po' di musica, e arrivata a casa feci una doccia veloce. Per cena c'era il mio cibo preferito, il kebab: che buono!

Andai a dormire presto, verso le 22. Ero stanca, e poi non volevo pensare che dopodomani sarebbe stato il settimo giorno.

 

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Capitolo 5
*** Il sesto giorno. ***


Il mattino dopo mi risvegliai di soprassalto, con la respirazione impedita da qualcosa. Il naso. Sì, il naso mi faceva male. Chissà perché poi. Mi portai le mani al viso, ma le ritrassi subito quando sentii che si sporcarono di qualcosa.

Qualcosa di caldo e appiccicoso.

Mi alzai di scatto, respirando con la bocca, diretta verso il bagno. Pigiai con foga l'interruttore della luce, e mi guardai allo specchio. Inorridii, senza fiato. Sangue. Ce n'era dappertutto. I capelli appiccicati fra loro, le guance imbrattate, la bocca insanguinata. Dal naso fortunatamente non scendeva più nulla.

Cercando di rimanere calma infilai un batuffolo di cotone nel naso, mi lavai per bene la faccia col sapone, e mi infilai nella doccia. Mi spremetti sulla mano una generosa dose di shampoo e iniziai a spalmarlo metodicamente sui capelli imbrattati. L'acqua si tinse subito di un rosso vivo, che scivolando sui miei piedi li tingeva di rosso. Fissando il vuoto iniziai con il bagnoschiuma. Il profumo di fresia iniziava a spargersi nella doccia, ma l'odore più forte era quello acre del sangue. Il mio sangue.

Uscita dalla doccia, mi avvolsi in un asciugamano, e tornai in camera mia. Mi vestii, tolsi dal letto le lenzuola insanguinate, e arrotolandole fra loro le portai in lavanderia. Fatto tutto ciò, scesi le scale diretta a fare colazione.

-Ciao mamma- salutai.

-Sarah, tesoro, cosa vuoi per colazione?- domandò mia madre, alzando gli occhi dal giornale.

-Faccio io, tranquilla- annunciai, tirando fuori una tazza da caffè.

Lei mi sorrise, per poi tornare al suo giornale.

-Ah, mamma … Ho delle lenzuola da lavare. Stanotte mi è sanguinato un sacco il naso- le dissi.

-Te le lavo io più tardi. Adesso stai bene?- domandò ansiosa.

Oh, no. Iniziava a preoccuparsi. E quando si preoccupava era sempre un disastro, coinvolgeva tutta la famiglia per un nonnulla.

-Sì sì, sto bene- mi affrettai a rispondere.

-Bene- e mi sorrise.

Bevvi il mio caffè, e poi tornai al piano di sopra a lavarmi i denti.

Mi buttai sul letto disfatto della mia camera. Santo cielo, cos'era successo? Perché tutto quel sangue? Presi l'Ipod dal comodino, e per distrarmi un po' scelsi un pezzo di Lady Gaga. Born this way esplose dalle cuffiette, e subito mi sentii meglio. Canticchiai sotto voce la canzone, e ciò servì a calmarmi.
Dopotutto, era solo sangue di naso. Succedeva a tutti. Probabilmente mi si era rotto un capillare. O forse … No. No no no. Non poteva essere colpa della videocassetta.

Ricordo che avevo letto un articolo su internet riguardante questo. Dopo aver visto la videocassetta ti veniva il sangue di naso. Bah.

Per il resto, la giornata trascorse molto lenta fra televisione, computer, compiti per casa, e pulizie. La sera andai a dormire con un panico silenzioso dentro di me. Sì, perché domani … Domani era il settimo giorno. 

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Capitolo 6
*** Il settimo giorno. ***


Mi svegliai, ma tenni gli occhi chiusi. Calma, dovevo rimanere calma. Inspirai con cautela. No, niente sangue. Ero tutta intera. Potevo muovere le dita, i piedi, la testa. Mi sentivo bene, a dirla tutta. Così piano piano aprii gli occhi, e mi stupii di trovarmi ancora in camera mia.

Be', di cosa mi stupivo? Era solo una leggenda metropolitana, no? Mi alzai, sempre con cautela, e corsi in bagno non appena toccai il pavimento.

Mi vestii, lavai e pettinai. Scesi le scale, e in cucina trovai sul tavolo un biglietto dei miei genitori.

Siamo a fare shopping con tua sorella, torneremo stasera tardi, verso l'1.

Oh mamma. Ero pure sola a casa. Pensai di uscire fuori, ma c'era un cielo nuvoloso, e la temperatura era calata vertiginosamente. Il termometro segnava -8 gradi. Uscire era impensabile.

Sospirai. Cosa diavolo potevo fare? Salii in camera per studiare un po' di algebra. Rimasi lì tre ore, fra esercizi e regole algebriche. Fatto ciò, mi buttai nel letto a riflettere.

A che ora avevo visto la videocassetta, la settimana prima? Le … Le nove di sera. Sì, circa le 21 e 15. Avevo ancora circa otto ore di vita. Scherzosamente, chiaro, ovvio che non ci credevo.

Accesi il pc, andai su Google e digitai per la centesima volta “videocassetta che fa morire dopo 7 giorni”. Apparirono una sfilza di blog e siti che trattavano l'argomento: li avevo visitati tutti e avevo letto gli articoli almeno due volte ognuno. Dicevano tutti che non c'era da aver paura, era solo una stupida leggenda metropolitana. Eppure, io non riuscivo a tranquilizzarmi. Non potevo non pensare al video che avevo visto. Di per se', non era nulla di spaventoso. Ma pensare alle immagini che conteneva … Erano immagini assurde, strane, paurose … Insensate ma allo stesso tempo collegate fra loro da un legame del tutto invisibile, o forse ben nascosto. Mah. Comunque, ero nel panico.

 

• • •

Ecco, sono le nove di sera. Manca meno di un quarto d'ora. Ho paura, inutile negarlo. Sono seduta sul divano di casa mia, col respiro affannoso e irregolare. Gli occhi spalancati, pronti a cogliere ogni cambiamento nella stanza e attorno a me. Il cuore batte un ritmo veloce, sembrava stesse per uscire dal petto. Il mio cellulare, di fianco a me. La mia mano pronta a scattare per comporre un numero, un qualsiasi numero.

Le 21,07. Oddio. Pensai a cosa avrei fatto sul momento. Perché ormai ero convinta che sarebbe successo qualcosa.

21,14. Diedi addio mentalmente a tutti i miei parenti e i miei amici. Iniziai a fare il conto alla rovescia, guardando l'orologio appeso al soffitto di fronte a me. 30 secondi … Dio, ti prego, fa' solo che muoia in fretta … 15 … Afferrai il cellulare … 8 … Chiusi gli occhi … 5, 4, 3, 2, 1 … 0.

La televisione si accese di scatto, mostrando un insieme disordinato di righe bianche, grigie, e nere. Sussultai. Deglutii, fissando lo schermo. Venne inquadrato un pozzo da lontano.

Ma che caz … ? I miei pensieri si zittirono non appena una creatura iniziò ad uscire dal pozzo.

Non appena fu del tutto fuori, iniziò a camminare. Una camminata lenta, traballante. Dai capelli corvini gocciolava acqua. Le braccia ossute pendevano quasi senza vita, ciondolando ad ogni movimento della creatura. Più si avvicinava, più mi sembrava una ragazzina.

Non so come feci a pensare a tutto questo. La mia mente era totalmente annebbiata dal terrore. Non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo di quel dannato televisore. Naturalmente, avrei dovuto afferrare il cellulare, alzarmi, spalancare la porta di casa e scappare. Ma chissà perché, non ne avevo voglia. Se dovevo morire, volevo che finisse in fretta.

Intanto la ragazzina si avvicinava sempre di più. Iniziai a ritrarmi sul divano, col cellulare in mano, gli occhi spalancati, e i muscoli tesi al massimo.
Rimasi di stucco quando la ragazza oltrepassò lo schermo, appoggiando una mano bagnata sul parquet. Un odore putrido iniziò a riempire la sala.

-Chi … Chi sei?- riuscii a balbettare. Non ottenni risposta. La ragazzina iniziò molto lentamente a coprire i pochi metri di distanza che ci separavano, a gattoni praticamente strisciando.

-NO!- sbraitai infine.

-Ti prego, ti prego ragazzina, non voglio farti del male! Non volevo vedere quella videocassetta, mi hanno obbligata! Non uccidermi!- urlai, scoppiando a piangere. La vidi esitare.

-Ah no, eh?- sussurrò alla fine.

Spalancai gli occhi. Oddio, calma. Dovevo prendere tempo.

-N...No- risposi.

-Eppure, non puoi negare che mi odi- continuò. - Mi odi. Daresti qualsiasi cosa per vedermi ritornare nel televisore, in quel pozzo freddo e umido, dove non mangio da anni. Lì ci sono solo acqua putrida e gelida, e una grande oscurità. Tu … Non puoi capire.-

-Io … Io posso capire, credo. Chi sei?- mormorai.

Nessuna risposta. La ragazzina se ne stava in piedi in mezzo alla stanza, con lo sguardo rivolto verso il basso e i capelli neri che le coprivano tutto il viso.

Alzò di scatto la testa, mostrando uno sguardo freddo e una faccia sfregiata.

-Sono Samara Morgan- disse.

-Samara … Io sono Sarah- le risposi, azzardando un mezzo sorriso.

Visto che rimaneva ancora zitta, continuai. -Samara, io ti posso e ti voglio essere amica, davvero. Vedrai. Non uccidermi. Pensa ai miei genitori, cosa direbbero se non ...-

-I miei genitori non mi vogliono bene.- mi interruppe.

Questa interruzione mi spiazzò. Cosa … Cosa aveva detto?

-La mamma mi ha annegata in quel pozzo ormai tre anni fa'. E' stato orribile, ma a te non interessa. A nessuno interessa.-

-Invece sì, mi interessa.-

-Non voglio parlarne con una sconosciuta. Ma … Sai, credo che non ti ucciderò. Sei l'unica ad essere stata almeno un po' gentile con me. Quando mi hai vista non sei fuggita fuori dalla porta, non hai urlato. E questo, nonostante per me sia strano, mi ha fatto piacere. Sarah, non ti ucciderò.-

-Grazie Samara, grazie- sussurrai.

Sorrise, mostrando una fila di denti marci. Cercai di non notarli, ricambiando il sorriso. Mi alzai, e con un certo timore le strinsi la mano. Era ghiacciata.

-Ciao Sarah- disse.

-Samara ...- gracchiai, con gli occhi pieni di lacrime. -Non uccidere nemmeno i miei amici, ti prego-

-No, non lo farò. Ma ora me ne vado, non … Non posso rimanere ancora. Forse tornerò, un giorno-

Trattenni il fiato, nel panico. -... A salutarti-. Sorrisi di nuovo, guardandola girarsi e ricominciare a ciondolare in direzione del televisore. Ritornò al pozzo, iniziò a calarsi, e scomparve.

Mi sedetti sul divano, con il cuore colmo di emozioni.

 

Angolo autrice

Ecco. E' finito. Ho deciso di pubblicare questa storia il giorno del mio compleanno, chissà perchè ahahaah. :) Nulla, è finita la storia. Spero vi sia piaciuta. Un bacio,

Silvia :*

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