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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** capitolo sesto ***
Capitolo 7: *** capitolo settimo ***
Capitolo 8: *** capitolo ottavo ***
Capitolo 9: *** capitolo nono ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


-te la presento e ce ne andiamo..-le disse senza farla parlare, senza farle emettere nemmeno un fiato, tascinandola per le scale come se fosse un giocattolo. uno di quei giocattoli che i bambini piccoli si portano dietro dapperttutto. Non le aveva mai parlato di me prima di quella sera, non aveva mai accenato a me in nessuna delle sue frasi.. Ma da come ne parlava si  intuiva che si conoscevano da tempo. Che avevano passato del tempo insieme, anche se lei non capiva in che modo lui le avesse fatto questo. Erano stati lontano per due anni e in quei mesi, giorni non si erano mai incontrati per strada..ne ad una festa, per il corso il sabato..mai. Avevano sicuramente conosciuto altre persone, sarrano state con altre persone..storie, appuntamenti, amori. Erano due anni, si due anni. Un tempo lunghissimo. In quei due anni Serena aveva incontrato tantissime persone e cosi anche Nick. Entrambi avevano continuato la propria vita. Ma ora erano li, mentre si parlavano, scherzavano come se non fosse passato nemmeno un secondo da l'ultima volta che si erano visti, che si erano abbracciati e che si avevano detto ti amo.
-Bollaaaa! finalmente ti abbiamo trovato..ciaoo!- mi disse nick
-Guarda un pò chi si vede dopo cosi tanto tempo, come stai?! e lei chi è la biondiana di cui mi hai parlato- e rivolgendomi a lei - Mi ha fatto una testa cosi..parlandomi di te- sorrisi
-si è lei..e comunque si chiama serena-
-Molto piacere Veronica..ma il tuo ragazzo mi chiama bolla, anche se non ho ancora capito il perchè- risi. in realtà anche il fratello di nick e i suoi amici mi chaimavano bolla che ormai non ci facevo più caso.
-Piacere mio, io sono Serena..ma non ho nessun sopranome che io sappia- rise. Aveva un bell sorriso, era molto bella, ero molto contenta di rivedere la mia migliore amica. Ehh si..Serena era la mia migliore amica, ma lei a quanto pare non mi aveva riconosciuta. Erano due anni che io e lei ci eravamo perse di vista, come avevamo fatto non lo so. All'inizio dopo essermi trasferita a New York, ci sentivamo spesso.. ma dopo un pò nient' altro che poche e-mail ogni mese, dopo di che più nulla. Io e lei ci conoscevamo da ben 13 anni, praticamente eravamo cresciute insieme, stassa scuola media, stessa classe allo stesso liceo, eravamo buone amiche. E ritrovarmela la d'avvanti senza poterla abbracciarla forte a me mi metteva un enorme malinconia.
-Come vi conoscete voi due..cioè nick non mi ha mai parlato di te..-mi disse guardandomi negl'occhi
-Io e nick ci siamo consciuti l'anno scorso quando sono ritornata da New York..io e i miei fratelli ci siamo trovati senza amici dato che quelli che avevo prima io non li ho più visti. Così quando loro hanno deciso di fare una squadra di calcio mi è parsa una bellissima idea- le risposi
-Ma questo che centra con aver conosciuto nick?!-
-I miei fratelli si sono iscritti alla stessa scuola di calcio di nick cosi quando li ha invitati a casa li ho conosciuti tutti e siamo diventati amici..-sorrisi ripensando a come era buffo parlare di lui in quel modo, io e nick non eravamo mai stati in sintonia quando loro due stavano insieme, mentre ora io e lui eravamo inseparabili..era il mio migliore amico.
-Guarda, guarda chi ci è venuto a trovaree!- disse mio fratello Marco entrando nella mia camera. Non avevo mai avuto fratelli e ora invece me ne ritrovavo ben cinque, mi sembrava di vivere in un reality, solo che questo era un fantastico reality sulla mia vita. Da figlia unica a una dozzina di persone che giravano per casa, una cosa bellissima, quando mi trovavo in mezzo a tutte quelle persone, che mi volevano bene mi sentivo a casa..non avevo mai provato cose del genere.
-Marcoo- gridai- sei finalmente tornatoo!- e gli salti al collo per abbracciarlo forte. Non lo vedevo da due settimane perchè era tornato in America da suo padre, gli era morto un parente e cosi lui Manule e Fabio erano tornati per andare al funerale.
-Siii..vedo che nel tempo in cui non ci sono stato hai fato nuove amicizie- sorrise e quando sorrideva lui mi faceva venire i brividi, e pensare che io e lui una volta ci eravamo anche quasi messi insieme, bhe prima che i nostri genitori si sposasserò. Mi faceva venire in mente Miami, la spiaggia, l'oceano, il sole di quelle giornate passate a non far niente.
-Bhe si..lei è Serena la ragazza di Nick-
-Ohh finalmente ti conosco di persona, il tuo boy mi parla spesso di te-
-Spero in modo positivo-rise
-Certo-le rispose con il suo modo di fare gentile e rassicurante. Mi ricordo come se fosse ieri il primo giorno in cui ci siamo conosciuti, in quel modo così  buffo.

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Capitolo 2
*** capitolo secondo ***


Ero appena scesa dall'aereo a New York per poi andare in Argentina, quando al ritiro bagagli per sbaglio presi la sua valigia grigia, come la mia. Arrivata a Buenos Aires in albergo mi accorsi che la valigia non era la mia, che la valigia era di un ragazzo, e soprattutto che la mia valigia era nelle mai di un ragazzo che io non avevo mai visto e che in quello valigia c'era quasi tutta la mia vita.Mi feci prendere dal panico ma dopo poco mi calmai e incomincia a frugare nella valigia per trovare qualcosa che riconducesse a lui, ma la sua valigia era strana, non era come tutte le valigie. In essa vi era solo un computer, una foto di famiglia, due maglie quasi identiche e un paio di nike numero 39. Per primo presi il computer per vedere se si accendeva e se aveva una password, ma non l'aveva. quindi l'accesi ma quello che ci trovai sopra non mi aiuto a capire chi fosse il ragazzo misterioso. Intanto mi ero infilata una delle sue magliette che mi stava un po grande così pensai che fosse molto più alto di me o che fosse molto più grasso di me. Mi ricordai in fine che nella valigia avevo visto una foto. Essa raffigurava un matrimonio o una cerimonia importante dato che le persone erano vestite in modo elegante. In essa vi erano raffigurati due ragazzi identici che abbracciavano una ragazza, forse proprio la ragazza del mio smarritore di valigie. Quindi mi misi a curiosare sul computer ma riuscii solo a scoprire che a lui piacevano molto i giochini sul computer e che in essi si faceva chiamare The King, il re. Solo alla fine mi ricordai che quando mi scattavo delle foto con delle persone importanti mettevo sempre una piccola scritta sul retro delle foto per ricordarmi dove l'avevo fatta e soprattutto con chi l'avevo fatta, e speravo con tutto il cuore che anche questo misterioso ragazzo l'avesse fatto. Cosi presi la foto e la tolsi dalla cornice, feci un breve sospiro e con avevo sperato dietro quella stupenda foto c'era scritto in inglese 'MATRIMONIO DI ZIA LIX, aprile 2009 Marco e Manuel'. Girai la foto e guardandola cercavo di capire quale dei due fosse Marco e quale Manuel. Mi sdraiai sul letto accanto alla valigia e mentre mi rigiravo sul letto immersa nei miei pensieri, cercando di capire perché aveva quella foto e soprattutto che lui aveva la mia valigia che, rispetto alla sua era piena di vesti e cose molto private..almeno per me mi imbattei in fogliettino che si trovava sulla maniglia della valigia. Mi sedetti di scatto e iniziai a leggere: 'Marco Diaz', la strada e il numero sia di casa che di cellulare e senza pensarci due volte presi il telefono e chiamai.. -Hello-disse un ragazzo dall'altro capo del telefono -hello, my name is Veronica..-ma non mi fece finire di parlare. Iniziò a parlare in inglese più veloce di quanto io fossi abituata e cosi non avevo capito niente .-Sorry, Marco ma io non parlo cosi bene la tua lingua e non so neanche se tu capisci la mia-risi. -Yes, parlo molto bene la tua lingua e credo di avere la tua valigia qui a casa-rise -E io credo di avere la tua..-e senza pensarci gli chiesi- Posso farti una domanda?!- -certo dimmi-mi rispose con una voce cosi calma e profonda, con quel tono che mi aveva fatto quasi scogliere. -Non vorrei essere scortese..ma hai tipo Facebook o skype?!- -Certo..se apri il mio computer ti puoi collegare con il mio contatto e vedo a Veronica-mi disse ridendo -Ma certo fai pure, tanto anche io ho curiosato tra le tue cose-risi staccando al telefonata. Presi il computer dal letto e mi misi su skype, lui mi aggiunse e avviai la video chiamata. -Ciao ruba valigie-mi disse ridendo, e per la prima volta dopo la scomparsa dalla mia vita di mio padre quel singolo sorriso, quella singola risata di quello sconosciuto mi face sorridere e ridere senza motivo. Parlai con lui per ore di qualsiasi cosa ci potesse venire in mente, parlammo della sua valigia così strana del fatto che ci trovavamo a miglia e miglia di distanza, fino a quando non mi chiese della mia famiglia. Li mi bloccai non riuscivo più a dire una parola, parlare della mia famiglia mi rendeva triste. Ma dopo poco iniziai a parlare come non avevo mai parlato con i miei amici o con mia madre. Buttai tutto fuori. Inizia dicendogli che i miei genitori dopo essere stati 27 anni insieme avevano preso strade diverse, mio padre si era trasferito ad Alba, e li aveva incontrato una nuova donna, anch'essa divorziata, e che a differenza di mio padre aveva due figli, una femminuccia di 4 anni e un maschietto di 10, cosi mi ritrovai da figlia unica ad essere considerata la sorellona di due piccole pesti. Mio padre, gli spiegai, che non aveva mai avuto un bel rapporto con me, ma allontanandosi cosi da me aveva accorciato ancora di più quel piccolo filo che ci legava l'uno all'altra. Mia madre a differenza sua non aveva ancora conosciuto nessuno almeno che io sapessi. Eravamo andate entrambe in America per trovare dei nostri parenti che si trovavano li, ma soprattutto perché mamma aveva bisogno di staccare da tutto ma soprattutto da tutti quelli che ogni due per tre le chiedevano come stava. - Ma ora basta parlare di me-risi- parlami un po della tua famiglia- -Beh della mia famiglia devi solo sapere che ho un fratello gemello e un'altro fratello che però è stato adottato anche se ha la mia stessa età. Poi che altro...- ci penso su e poi continuò dicendo che era molto pravo a giocare a calcio, ma non amava il football e che tutta la sua famiglia amava vedere la partite delle squadre italiane la domenica tutti insieme mentre si cenava o mentre si stava tutti attorno al fuoco in giardino. Mi disse anche che lui e la la sua famiglia erano di origini italiane ed è per questo che lui sapeva parlare italiano, che per un periodo avevano abitato in Italia nei pressi di Firenze e che l'inizio ad appassionarsi al cinema al teatro e soprattutto all'arte. Aveva girato quasi tutto il mondo, aveva sciato nei paesi del nord, nuotato con gli squali e aver scalato almeno mezzo monte Everest. Quando mi disse questo scoppiai a ridere, no ci potevo credere ma lui mi disse che era tutto vero e che se avessi visto su computer avrei trovato le foto che lo dimostravano. Cosi presi le cartelle di foto che si trovavano sparse per il suo computer e dopo le sue mille indicazioni riuscii finalmente a scoprire la cartella che lo immortalava davanti ad un'enorme vasca con dentro dei piccoli squali che giravano alle sue spalle, incominciai a ridere senza riuscirmi a fermare, e anche lui iniziò a ridere cosi che mi dimenticai di tutto quello che gli avevo raccontato, di tutto quello che non ero riuscita a dire ai miei. Soffrivo cosi tanto che le mie lacrime mi bagnavano il viso ogni santo giorno e anche mentre ridevo difronte al computer e difronte a lui scoppiai a piangere senza sapere se quelle fossero state lacrime di gioa o di dolore. il perenne dolore che mi assaliva ogni volta che parlavo di lui. Era per questo che non ne parlavo mai, ecco perché mi piaceva rimanere da sola, era l'unico modo per non sentirmi distrutta. - Perché stai piangendo?- mi disse guardandomi negli occhi -Niente e che tu mi fai ridere, come nessuno prima d'ora mi aveva fatto ridere- cosi sul suo viso apparve un' enorme sorriso che mi rassicurò.

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Capitolo 3
*** capitolo terzo ***


-Allora Serena tu e quest'essere da quanto state insieme?!-e a quella domanda la mia mente ritornò al presente, nella mia camera, sul mio letto. -Bhee stiamo da sei mesi..ma ci conosciamo da tanto, due anni fa stavamo insieme..- le disse guardandolo negli occhi. Lei era una ragazza bella per avere 17 anni, anzi a tratti sembra che ne avesse almeno 19. Era bionda, quel biondo carico di luce che le donava un aspetto di un' angelo. Mi piaceva starla a fissare mentre continuava a scherzare con mio fratello, aveva quel tipo di risata che appena la senti ti fa venir voglia di ridere e scherzare con lei, solo per il gusto di farla ridere ancora. Faceva ancora la ballerina, e la cosa mi piaceva, avevo visto tutti i suoi saggi anche se lei non mi ha mai vista e per tutto questo devo solo ringraziare Isa, si bhe anche se lei ballava su quel palco mentre io con gli occhi fissi su di loro mi godevo i loro passi a tempo con la musica. La mia testa in quei momenti si andava perdendo in mondi fantastici, in cui tutto scorre lentamente e in cui tutti i piccoli movimenti di quelle piccole ballerine si notavano. Amavo tutto di lei, amavo tutto ciò di bello che quell' amicizia mi aveva dato, e che in quel giorno speravo mi continuasse a dare. -dai, non mi dire tu balli?!- le domando mio fratello -si, è da tanto che ormai faccio danza..sono almeno 13 anni-le rispose -cazzo, cioè io ballo solo da 8 anni e mi sembra un' eternità- -wua tu balli..non ci credo,tu che fai danza..noo?!-rise. -Bhe, anch'io ballo..anche se lo faccio da quasi due anni, la mia insegnante di classico mi ha sempre detto che sono..portata per fare qualsiasi tipo di danza, anche se io preferisco hip hop-mi intromisi. Serena mi guardo fissa negl'occhi e poi incominciò a ridere e io appresso a lei, non so il motivo e ancora oggi ne sono all'oscuro ma da quel preciso momento tutto cambiò. -Bhe..noi dovremmo andare Antonio ci aspetta in macchina, magari te la porto domani cosi parlate- ci interruppe Nick. -No..domani non posso, sono alle prove per lo spettacolo..ma la puoi portare li cosi conosce gli altri-sorrisi. -certo..ne sarei onorata-mi rispose Serena ridendo. -Okkei, bionda ci vediamo domani- rispose Marco ridendo -Vedi ti abbiamo trovato un sopranome-risi abbracciandola, dopo di che mi affaccia alla finestra per salutare Antonio e vederli andare via con una sgommata dal mio vialetto. -è sempre lo stesso-risi -Ma quella non è la ragazza della foto che hai sul comodino-mi chiese di getto mio fratello. -Si ma lei, non deve sapere chi sono..non ancora.-

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Capitolo 4
*** capitolo quarto ***


7.30 del mattino, caffè in una mano e borsa nell'altra, occhiali grandi quanto la mia testa che mi coprivano le occhiaie che mi erano venute dopo aver parlato per tutta la notte con Cristina..alias la mia migliore amica.Grazie, grazie mille cri...erano le parole che mi ripetevo per convincermi di quello che mi aveva fatto passare tutta la notte a raccontarle di me e Serena del perchè non le avessi detto chi ero davvero..ma non potevo, non dopo quello che le avevo fatto. Le avevo mentito. E nonostante tutto lei mi aveva perdonato, e io ci volevo credere davvero. Poi avevo incontrato Nick e da li in poi lei era scomparsa come se io fossi stata la causa dei loro litigi, la causa della loro rottura, ma io non centravo nulla o quasi.Quella sera io non avevo fatto nulla, ma lui si era comportato da stupido con tutte e quando m venne vicino e mi baciò, tutto quello che avevo passato con lei fini. Essermi trasferita mi diede il vantaggio di farmi perdonare, almeno in parte da lei. Ma nel profondo sapevo che lei non mi aveva perdonato davvero...Volevo una seconda chance per ricominciare con lei e questa volta in maniera migliore.Io e Nick ora eravamo amici, non avevamo più parlato di quella sera che per entrambi non aveva significato nulla.

-Oii, aspettami straniera-una voce mi scostò dai miei pensieri. Mi girai senza prestare attenzione a nulla, come se nessuno mi avesse davvero chiamato, all'improviso mi sentii tirare la mano dietro e senza neanche accorgermene una figura mi prese la vita e mi avvicino ad essa per baciarmi. Solo al tocco con le sue labbra i miei sensi ritornarono a funzionare.

-Come sei fredda oggi eh..-mi sentii tirare e allora alzai gl'occhiali da sole per vedere meglio e mi accorsi finalmente della persona che mi stava davanti.

-Ciao straniero!-sorrisi. Non vedevo Mario da due settimane e quella visione stacciò via tutti i miei pensieri.

-Allora, bellezza, saltiamo la scuola e torniamo a casa sotto le coperte-rise

-Mi dispiace, ma oggi viene Nick con Serena e io vorrei tanto restare con lei per parlare-

-Mhuu, non ci vediamo da un botto di tempo e tu preferisci la nostra vecchia amica ad una giornata di coccole e sesso con me-rise guardandomi con lo sguardo da cucciolo bastonato..che in effetti funzionava. Ma la mia testa incomincio a pensare a Serena e cosi l'immagine di me e lui nel mio letto svanì.

-Mi piacerebbe moltissimo, passare con te tuta la giornata..ma non posso, ma giuro che mi farò perdonare-lo guardai e lui ricambio lo sguardo lasciandomi e prendendomi la mano e trascinandomi a scuola.Io e lui andavamo alla stessa scuola, scuola che avevo già frequentato in America e che avevo scoperto essere anche nella mia città, cosi mi trasferii nello stesso periodo in cui lui abbandonò la ragionaria per iscriversi al corso di sceneggiature e cortometraggio.

-Guarda come stanno bene quei due- la voce di Fabio mi entrò nella pelle mentre mi veniva incontro

-Già, la tua sorellina si adatta molto bene a me-

-Scusate e io che sarei'?! Un cappoto..-risi

-No, ma ci assomigli molto-rise e io con lui.Fabio era uno dei miei nuovi fratelli insieme a Manuel,gemello di Marco avevano la stessa età, anche se Fabio era nato dal primo matrimonio del mio patrigno.la campanella echeggiò nell'aria e tutti i ragazzi che si trovavano nell'atrio entrarono, accompagnata dai miei due uomini mi diressi anch'io verso l'ingresso.Quel giorno avevamo le prove per il saggio di metà anno e tutti i corsi si dovevano presentare nel teatro, ma quando vi entrai sul palco era salito il nostro preside per fare una comunicazione. Ci sedemmo alle ultime file vicino ai nostri amici e a mio fratello e ascoltammo in silenzio le parlo del preside che iniziò dicendo che quast'anno si sarebbe aspettato molto da tutti i diversi corsi.

-E per concludere vorrei approfittare di questo momento per presentarvi una nuova alunna-e a quelle parole la maggior parte dei ragazzi, compreso il mio, si sistemarono per bene per vedere come sarebbe stata quella nuova.

-Si è appena trasferita e sarà inserita del corso dalla 4B-disse facendo cenno a quella nuova di salire per farsi vedere da tutti.

-Che bello carne fresca nel nostro corso-rise FabioIntanto la ragazza era salita sul palco e per la mia meraviglia, era proprio Isabella.-ma quella è..-si giro Mario

-Si è proprio lei!-dissi fissando il palco.

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Capitolo 5
*** capitolo quinto ***


Mentre mi avvicinavo a lei, mi passarono per la mente tutte le cose che avevamo fatto insieme prima di separarci. Scuole diverse, amici diversi e rivederla li mi fece venire una malinconia..Era cambiata dall'ultima volta che l'avevo vista, si era fatta più alta e stentavo a credere che la ragazza che stavo andando a salutare fosse davvero Isabella. Anche Mario aveva una faccia un pò scioccata nel vedere proprio lei che saliva sul palco, non credo di averlo mai visto cosi, e non avevo capito il motivo..

-Guarda, guarda chi è venuta della nostra scuola-esordi Mario avviandosi per primo

-Non ci posso credere, tu qui, che diavolo ci fai?!--Ci studio, come lei..te la ricordi-rise indicandomi. Isa si spostò da dove era e mi fisso per poi esclamare un sonoro-OH MY GOD!- e corrermi incontro.

-Non ci vediamo da una vita, non dirmi che la scuola di arti sceniche dove fai solo ballo è questa-rise guardandosi intorno

-Beh diciamo che non facciamo solo danza-risi stringendola di nuovo a me.rise e quando si stacco da me stambandomi un bacio sulla guancia, mi accorsi che era davvero diversa da come la ricordavo. L'osservai attentamente mentre lei si presentava ai miei amici. Oltre ad essere più alta non mi sembrava diversa. Portava i suoi capelli neri raccolti in una coda di cavallo, i suoi ricci si estendevano per tutta la lunghezza ed ero bellissimi. Portava al collo la stessa collanina, che forse non si toglieva mai, dei Linkin Park..era davvero loro fan.Mi ricordo della volta in cui per tutta la serata non facemmò altro che parlare di loro. Avevamo progettato qualsiasi cosa, dal regalo per i nostri 18 anni, il concerto, il viaggio, davvero tutto. Vederla li mi faceva venire in mente i bei momenti passati alle medie, con quei compagni che ormai non vedevo da almeno 4 anni.sentimmo suonare la campanella di nuovo e ci guardammo tutti in faccia, speravamo di rimanere li con lei e non dover fare le prove.

-Cosa succede?-mi chiese Isa guardandomi negl'occhi.

-Niente è sola ora di andare a fare le prove per il saggio-

-A cui spero tu parteciperai-intervenne Mario mettendogli una mano sulla testa. Isa rise guardando Mario e cercando in tutti i modi di dargli uno schiaffo, lei era fatta cosi, molto piccola ma con una determinazione eccezionale.

-Allora i ragazzi che devono provare classico o moderno per piacere si potrebbero andare a cambiare?!-sentimmo la nostra insegnante invitarci ad andare subito negli spogliatoi. Accompagnai Isa da lei, e corsi subito a cambiarmi. Quando uscii dagli spogliatoi con la tuta della scuola, inizia a cercarla ma non la vidi, fino a quando non la vidi volteggiare sul quel palco che fino a ieri era soltanto mio.

-Padebure..si cosi, la mano..okeei perfetto-sentivo la mia insegnante spiegarle i passi per la nostra coreografia mentre tutti i miei compagni di corso erano li, seduti su quelle poltrone ad osservare ogni minimo movimento di quella splendita ballerina. E guardandoli mi sentii fiera di conoscerla. Chiesi a Miss Sofi se potevo aiutare io Isa e dopo aver ottenuto il suo permesso, la trascinai nella sala prove.-Adoro questa scuola..-mi ripeteva mentre camminavamo per immensi corridoi pieni di fotografie di passi e pose di danza, di qualsiasi stile, dalla classica fino all'hip hop.Entrate nella sala prova gli spiegai tutti i passi e lei con molta semplicità riusciva a starmi dietro come io non ero mai stata in grado di fare..dopo molto tempo ci sedemmo a terra e mentre stavamo parlando sentii bussare alla porta. Andando ad aprire, mi girai verso di lei per guardarla e quando aprii la porta mi vidi saltare addosso un'enorme ragazza bionda che mi iniziò a stringere forte.

-Tu sei solo una stronza..oh. Perchè non mi hai detto chi eri, io..-rise.la staccai da me per vedere chi fosse, anche da quella semplice frase non avevo capito nella, spostai i suoi lunghi capelli biondi dalla sua faccia e dopo essermi messa a ridere la strinsi forte a me. Beh, avevo aspettato quel momento per tutta una vita e speravo che non finisse mai.

Dopo essermi staccata da lei e spigandole tutto, lei iniziò a ridere e ad abbracciarmi come se tutte le mie paure non ci dovevano essere.

-beh io l'ho sempre detto che tu non stavi bene con la testa-rise e noi insieme a lei.Mipiaceva stare di nouvo con loro due, finalmente i tre moschettieri di nuovo insieme..

Iniziammo a parlare di tutto quello che fosse successo in questi anni, e quando arrivò il mio turno, mi chiusi in me stessa e non dissi nulla. Non perchè fossi timida o altro, solo che non volevo far sapere tutte le cose brutte che mi erano successe in quei due anni.

-Dai, non ti proccupare, noi siamo qui per te.-mi disse Serena appoggiandomi una mano sulla spalla. Quardai le ragazze negl'occhi e dopo un sonoro respiro iniziai.

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Capitolo 6
*** capitolo sesto ***


-Beh sembra tutto un film, più che la tua vita..ma è davvero successo?! cioè io non ci posso credere..-

-Beh..si, cioè mi sono trasferita a New York dopo che mia madre mi aveva detto che si era fidanzata ufficialmente con Bob-sbuffai-e da li in poi ho dovuto imparare l'inglese, che ora parlo tres bien-risi

-E a quanto vedo anche il francese-rise e noi con lei.-E poi con il tuo fratellastro..niente, cioè che ci potevi fare..-

-In realtà non eravamo davvero parenti ma abbiamo deciso di non fare nulla, per la felicità dei nostri genitori..e poi mi da fastidio se li chiami 'fratellastri'-

-Com'è la vita a New York..ora ci devi dire tutto, ma proprio tutto-

L'insicurezza che avevo sul mio passato svani in quel preciso istante e tutto quello che avevo fatto da brutto divenne bellissimo, non so perchè, non ho ancora capito il motivo ma tutto mi sembrò bellissimo.Cercai di riassumere la mia vita in poche parole, ma quello che avevo fatto in quei due anni non si poteva riassumere in poche parole.Ero felice di essere ritornata nella mia città, ma mi mancava un sacco la vita che conducevo dall'altra parte del globo. Mi mancava andare a fare shopping con quelle ragazze che amavano fare solo quello, mi mancavano le lezioni di hip hop ma soprattutto mi manca guidare, si guidare perchè in America avevo già la patente, quella era una delle cose che mi mancava davvero insieme ai miei amici.

-Allora, invece di parlare di me..voi che diavolo avete fatto?!-dissi interrompendo tutto le loro fantasie-allora mi volete rispondere!-

-Beh, io e chri stiamo di nuovo insieme..faccio ancora danza, non guido almeno fino all'anno prossimo e questo..la tua vita mi sembra molto più interessante-rise guardandomi con il suo solito sguardo calcolatore, avevo capito che non le bastava sapere cosa mi mancava, ma gli amori, i ragazzi..

-Beh ora dimmi come cazzo fai a dire che quello che ti è mancato davvero è guidare e non tipo scopare con dei fusti tipo quelli delle foto che ho visto su Facebook-rise, guardando Isa che a sua volta scoppiò a ridere sdraiandosi a terra, cosi mi avvicinai a lei e la strinsi forte a me.

-E dai, lo sai che sei proprio stronza..dimmi tutto quello che hai fatto, feste,droga,Sesso-e urlo buttandosi addosso.

-Non sono cose che dirò a te-risi sedendomi e fissandola negl'occhi..

-Daii,sono la tua più cara amica che non ti vedeva da anni e non le vuoi dire se hai fatto sesso selvaggio in america?! Sei cattiva, oh.-

-Beh, se non te lo vuole dire, non'è obbligata a dirtelo-intervenne Isa-ma questo non significa che non lo dirà a me-rise

Iniziammo a ride fino a quando la porta non si aprì e difronte a noi ci trovammo Mario e Nick che ci guardavano e ridevano. Erano rimasti li a fissarci per un sacco di tempo poi Mario si avvicino e mi chiese di parlare in privato. La mia mente iniziò a fantasticare su tutto quello che mi poteva dire, da come sei bella oggi e poi trascinarmi in una delle camere, da come mi poteva dire cose che riguardavano gli altri ragazzi e che io adoravo sentire. Ma non avrei mai immaginato di poter sentire quelle parole uscire dalla sua bocca. La mia mente si spense subito dopo che lui le aveva pronunciate, aveva fatto il reset di tutto, di tutta la mia vita. Io che con lui ero rimasta per 1 anno e 8 mesi ero li davanti a lui senza emettere un fiato,senza poter parlare senza poter replicare, senza voler far nulla per capire il motivo che lo aveva spinto a farlo..ero li in silenzio con le lacrime che mi bagnavano il viso. Ferma. Avrei voluto urlare, scappare, correre fino in capo al mondo, ma il mio corpo sembrava voler rimanere li, davanti a lui per fargli ricordare che io ero quella che avrebbe dovuto amare e con cui doveva andare a letto. Con un gesto quasi istintivo presi la collana che lui mi aveva regalato e me la stappai dal collo, presi le sue mani gliela misi sul palmo, mi voltai con le lacrime che scorrevano lungo le guance e me ne andai. Mi immaginai la scena di quei film in cui i due innamorati dopo aver rotto si rincorrono per chiedere perdono, perchè loro sono fatti per stare insieme e si amano. Ma quello è solo finzione, perchè nella vita reale non succede cosi. Lui era li fermo mentre io me ne andavo, e non aveva fatto nulla per fermarmi, aveva preso la collana ed era rimasto li fermo, immobile.

-Sarebbe troppo bello..-singhiozzai

-Veronica, aspetta..-mi sentii chiamare, mi sentii presa per il braccio e fermata con forza, quella stretta era decisa e forte. Mi sentii spostare i capelli e mettere con ciondolo, il mio ciondolo con l'anello. Mi girai e lo vidi li difronte a me che mi fissava con gli occhi lucidi, che mi chiedeva perdono e che quello che aveva fatto era stato tanto tempo fa e che non aveva significato nulla. Io ero più importante di LEI.

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Capitolo 7
*** capitolo settimo ***


Ero in trappola. Rinchiusa in quella stanza con le pareti fatte di specchi mi sentivo soffocare. Cercavo di non pensarla, di non vederla ogni volta che mi giravo, ma lei era li e questo mi dava fastidio. Era li seduta che guardava noi fare lezione. Cercavo di concentrarmi, cercavo di non pensare, ma tutte quelle immagini mi ritornavano su e su fino a farmi scoppiare la testa.Lei che mi era stata amica e che mi era stata vicina nei momenti difficili mi aveva tradito.Lui mi aveva tradito. Non ci volevo credere, cercavo di scacciare i brutti pensieri, quei pensieri che però sapevo essere veri.Si erano veri, lui e lei in una stanza insieme ed io boh dove a farmi gli affari miei cercando il mio fidanzato che però non c'era. Pensavo al coro corpo che si strusciava, le loro labbra che si toccavano e il mio cuore si spezzava di nuovo, in mille pezzi che dovevo raccogliere e riattaccare.Ma ogni volta quei pensieri lo facevano staccare di nuovo ed io mi sentivo impotente, inutile.Triste. Mi sedetti a terra sfinita, non per gli esercizi, ma sfinita dentro, non ce la facevo più..avrei voluto urlarle in faccia che era una troia e che si doveva solo vergognare ma non ce la facevo.Ero stanca di stare cosi, cercai di reagire di alzarmi ma non ce la feci, era esausta e cercandomi di alzare di nuovo mi sentii pervadere il corpo di un fluido freddo, le mie gambe si irrigidirono e cadi a terra.Mi sentivo chiamare, le voci erano distanti e contorte ma sentivo il mio nome, la voce di Serena che mi chiamare, i miei occhi cercavano di aprirsi ma non ci riuscivano, volevano restare chiusi, chiusi in quel buio che li avvolgeva.Mi risvegliai in una stanza dell'ospedale, attaccata al mio braccio una flebo e la luce di una lampada illuminava l'intera stanza. Non vi erano persone, almeno per il momento ero sola, ed era cosi che mi sentivo, sola.Scoppiai a piangere,come non avevo mai fatto,le lacrime mi bagnavano il viso e io mi sentii ancora più sola. La porta si aprii lentamente e io con il braccio cercai di asciugarmi le lacrime che continuavano ad uscire senza fermarsi. Quando la porta si chiuse del tutto mi sentii prendere la mano, appannai gli occhi e una voce dolce mi chiese se ero sveglia.Aprii gli occhi lentamente e guardai quella figura ancora sfocata. Era lui, era li per me,mi stringeva la mano con forza.

-Come ti senti?-mi chiese, ma io scoppiai a piangere. Mi strinse più forte per farmi sentire che lui era li e che non mi avrebbe lasciata.

-Male, mi sento male..non mi sono mai sentita cosi in tutta la mia vita e non volevo che succedesse ma non ce la faccio a far finta di niente, per te è tutto passato,finito ma per me no..-singhiozzai-lei è ancora nei miei pensieri, mi assilla e ogni volta che la guardo mi vengono in mente cose che nessuno dovrebbe mai pensare..io non le voglio pensare, ma le penso e non posso farci nulla..-gli lasciai la mano e mi sedetti sul letto, lui si sedette a fianco e mi abbracciò-Non ce la faccio Mario, e non credo di volercela fare..non voglio stare con qualcuno che mi ha mentito per tutto questo tempo, è successo una volta, ma io no ne sono certa e non ci voglio pensare..non voglio credere che tu ci sia andato a letto più di una volta e non lo voglio sapere..per essere perdonata da Serena sono stata via due anni e non voglio scomparire di nuovo per poi tornare con te..so che è una decisione alquanto drastica, ma io ho bisogno di tempo, di molto tempo..-

A quelle parole lui si alzò e baciandomi sulla fronte,mi lasciò la mano, che mi aveva tenuto per tutto il tempo, aprii la porta e se ne andò guardandomi per l'ultima volta dai vetri..

Passarono le ore e le persone si succedevano una dietro l'altra, tutti con la stessa identica domanda dietro 'Ma Mario non è ancora venuto?', ed io con lo sguardo perso nel vuoto rispondevo sempre 'ci siamo lasciati'. Al collo portavo ancora il mio anello, che stringevo nella mani, e che non avrei voluto ancora togliere. Quando arrivò lei accompagnata da Serena mi venne un tuffo al cuore. Entrarono nella stanza con calma, la prima che vidi fu Serena che mi venne subito ad abbracciare.

-So tutto..noi sabbiamo tutto..-e mi strinse più forte. A quelle parole mi girai verso Isa e la fissai, aspettavo che mi chiedesse perdono, che mi dicesse qualsiasi cosa, ma lei rimase li immobile a fissarci, pensai che avrebbe voluto essere in quell' abbraccio con noi e vedendola li sola, come mi ero sentita io poco fa mi venne qualcosa allo stomaco che mi diceva di farla venire qua, di parlarle..ma non lo feci. Ero stanca di essere la vittima di un gioco a cui io non avrei mai voluto partecipare. Appoggiai la testa sulla spalla di Serena e mi accoccolai, avrei voluto rimanere cosi per sempre, ma non potevo, dovevo assolutamente parlare con lei. Chiesi sotto voce a Serena se ci poteva lasciare sole, lei dopo avermi guardato negli occhi si voltò ed usci. Rimasta sola con lei, non sapevo cosa dirle, le parole iniziarono ad uscire dalla mia bossa come il vento e la sua faccia, più io parlavo più diventava dispiaciuta, ma a me non interessava, non più!

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Capitolo 8
*** capitolo ottavo ***


Ero sola, di nuovo sola. Circondata dai miei pensieri che volteggiavano in aria, ma comunque sola. Isa se n'era andata senza pronunciare una parole, prendendosi tutti le mie parole e senza fiatare. Mi aspettavo di sentirmi meglio, ma in realtà stavo peggio. Distesa su quel lettino cercavo di dare un senso a tutto questo, ma in realtà speravo che qualcuno mi dicesse come mi dovevo comportare, ma tutte le persone che mi erano state vicino in quei giorni da incubo non sapevano che fare, o semplicemente non volevano immischiarsi, mi stavano vicino annuendo e quando se ne andavano scordavano tutto quello che gli avevo detto. Nella mia solitudine ripensai a tutto quello che avevo fatto io alle spalle dei miei ex e a quel punto mi sentii uno schifo. Non avevo pensato a cosa avevo fatto io ma solo a quello che gli altri avevano fatto a me. Ero stata una stronza, una ragazza insensibile e non mi riconoscevo più. Io non ero così, io ero diversa, ero migliore di come ero apparsa dieci minuti fa. Quando la porta si aprii sperai con tutto il cuore che fosse Isa, ma quella fu solo una piccola sbandata, ai piedi della porta vi era il dottore che con una foce molto calma mi diede il permesso di uscire dall'ospedale. Ero rimasta li due o forse tre giorni, il tempo li dentro non passava mai, ed ero sicura che al mio rientro a scuola avrei trovato delle sorprese, ragazze che parlavano di me, di Mario e Isa e la cosa mi diede fastidio, mi fece arrabbiare.Tornai a scuola il giorno dopo, ma quello che trovai fu la calma totale, nessuno sguardo indiscreto o chiacchieratina di sotto fondo, nulla. E la mia giornata cominciò in modo fantastico. Feci lezione come non avevo mai fatto, in tutti i balletti, in tutte le canzoni mettevo un pò di me e questo mi faceva stare un pò meglio.

Alla fine della lezione di canto incontrai Mario e i nostri sguardi si sfiorarono, quasi si toccarono, i suoi occhi color nocciola mi fecero quasi rivivere..ma lui non mi guardo molto mi osservò per pochi istanti e poi sfiorandomi,forse per caso, il braccio con il suo gomito entrò in aula, e questo mi fece venire i brividi. Lo amavo, si lo amavo ancora, anche se non riuscivo a dimenticare, forse avrei potuto almeno provare a stargli vicino. Il mio corpo voleva una cosa e la mia mente la cosa opposta. Tutta o quasi me stessa voleva lui, le sue braccia a torno al mio corpo, il suo calore su di me. Invece ero destinata ad avere il nulla, solo il nulla, colpa del fato che ci voleva distanti, colpa del troppo amore che provavo per lui e che però non mi faceva perdonare ciò che lui mi aveva fatto. Camminando nel corridoio ricoperto di poster mi fermai su uno in particolare con la scritta ' Love is all you need..' bhe questa frase mi fece pensare, riflettere sulle mie preoccupazioni, sulle mie anzi e, su tutto ciò che mi metteva paura, beh perchè avevo paura. Avevo paura di poter soffrire ancora, si perchè avevo sofferto e quella sensazione non la volevo più provare. Avevo paura di tutto e di tutti

....'ecco siamo rimasti a piedi di nuovo, lo sai che sei scema?!'

'beh, non sono io quella scema lo sei tu.oh.'

'come vuoi..'e si incominciò ad incamminare verso la porta di casa come se nulla fosse accaduto come se io non ci fossi.

'cosa vuoi fare rimanere in casa per tutto il giorno?'

'si, dato che non abbiamo i soldi per un taxi ''dai, Antonio ti fa bene camminare!' mi fissò allungo e dopo un sonoro respiro si voltò verso la strada che portava al centro e si incammino, gli corsi in contro e gli presi la mano, ero felice di camminare di nuovo mano nella mano con lui. Dopo essere stata in quella casa per sei mesi, senza far niente, guardando mi piaceva stare al sole con lui, mano nella mano con lui. Anzi ero felice solo se stavo con lui.

'cosa vorresti fare oggi?'mi chiese fissando la strada

'beh, non ne ho idea..voglio andare al mare..voglio fare l'amore con te sulla sabbia calda con il sole che ci riscalda'lo guardai e lui a quelle parole si girò e mi guardò ridendo, mi strinse la mano e incominciò a correre ridendo ed io con lui.

Arrivammo con il fiatone sulla strada che ci avrebbe portato al pontile 9..adoravamo stare in spiaggia, soprattutto se ci trovavamo a Miami. Il sole illuminava l'oceano e mi sembrava bellissimo, il luogo bellissimo dove fare l'amore con lui, lo avevo fatto aspettare cosi tanto a lungo che ogni posto, almeno per me, sarebbe stato bellissimo.

Sapevo di amarlo appena l'ho avevo visto nell'aereo di Los Angeles, ci scambiavamo occhiate da un posto all'altro fino a quando lui non si venne a presentare.

'piacere Antonio, mi piacerebbe conoscerti un pò meglio, magari in un posto meno affollato' si guardò in torno osservando almeno dieci bambini pronti a piangere.

'Certo..e comunque io sono Veronica'diedi un colpo a mio fratello per dirgli che mi andavo a fare un giro, lui si girò per un'attimo e poi tornò a fissare il computer. Uscimmo dalla seconda classe e ci sedemmo ai posti delle hostess ed incominciammo a parlare del più e del meno, incominciava a piacermi, incominciava ad eccitarmi. Mi mise una mano sulla gamba e i miei sensi passarono da "dolce e carina" a "pantera sexy". Incominciò a parlarmi nell'orecchio ad accentuare ogni sua parola, ogni suo gesto. Mi scostò i capelli dal viso. Mi toccò con decisione la gamba, facendo scivolare la sua mano verso la mia vita e mi vennero i brividi. Mi disse parole dolci, solo per potermi baciare, ma lo lasciai fare, mi piaceva essere coccolata almeno per una volta. Mi baciò e mi baciò ancora, spostò le sue labbra sul collo e continuò a baciarmi, mi prese le mani tenendole strette con le sue. All'improvviso presi l'iniziativa, ero decisa a farlo e sicura di non pentirmene.Lo alzai e lo strascinai in bagno, chiusi la porta e lo fissai, non so perchè ma ero sicura che lui mi dicesse di no e invece niente, mi sbatté contro il muro e mi baciò, toccandomi. Sbottonò la mia camicetta bianca fino a far uscire il seno, mi slacciò il reggiseno e rimase li a fissarmi, seduta sul lavandino a gambe aperte. Allora presi la sua maglietta e gliela sfilai e gli presi le mani avvicinandolo al mio corpo e lo baciai, scesi dal lavandino e lo misi al mio posto e con decisione lo incominciai a baciare lungo il collo...Rimanemmo li dentro giusto il tempo di farlo e quando ne uscii avevo il sorriso stampato sulle labbra, non perchè il sesso fosse stato grandioso, ma solo perchè finalmente mi ero tolta uno sfizio, mi girai verso di lui che era finalmente uscito e gli stampai un bacio sulle labbra e mi andai a sedere al mio posto.

'che diavolo hai fatto tutto questo tempo!?'mi chiese mi fratello appena mi sedetti

'Niente di che..al bagno c'era fila'risi girandomi verso la parte di Antonio.

'bah..io non ti capisco proprio più..'

'neanche io..'risi ancora più forte

...Ripensare al mio primo incontro con lui mi faceva venire una nostalgia tremenda e quando finalmente toccammo la sabbia mi sentii meglio. Era calda e luccicava, ma soprAttutto mi piaceva la sensazione che mi dava quando ci stavo con i piedi dentro, mi dava un piacere eterno.Camminammo sul lungo mare per un bel pò, fino a trovare un posto non frequentato dove ci sedemmo a fissare il mare, li era bellissimo, le onde si succedevano una dopo l'altra producendo un bellissimo suono, il vento ci scombinava i capelli e mi sembrava tutto cosi perfetto da dimenticare la nostra prima volta in aereo. Mi distesi su di lui con il sole alle spalle, i suoi occhi erano più blu e con la mia ombra su di loro si era aperti del tutto. Aveva un sorriso fantastico, che mi faceva morire,e quella risata cosi buffa che mi faceva venir voglia di farlo ridere ancora.Mi scostai i capelli dal viso e lo ammirai. Mi piaceva ancora, come quella volta, anche se in quei mesi avevo avuto nuovi amori.Mi prese la vita e me la strinse e alzandosi sui gomiti si avvicinò alle mie labbra e mi baciò.Le sue labbra avevano il sapore di mare.Mi tolse la maglietta,scoprendo il reggiseno nero,e mi fissò come la prima volta, ma stavolta lui scambiò i posti e mi ritrovai sula sabbia morbida e calda. Incominciò a baciarmi e a toccarmi, a strusciarsi a me, mi tolse i capelli dal viso e li mise sotto la mia testa come se fossero un cuscino ed incominciò a baciarmi a tastarmi, a farmi venire i brividi come la prima volta.

Ma quella, come la prima volta fu l'ultima volta che lo vidi.

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Capitolo 9
*** capitolo nono ***


Mi ero affidata al mio istinto e lui mi aveva tradito ancora una volta.Erano passati ormai alcuni mesi da quando io e il mio istinto ci eravamo lasciati, ormai mi fidavo solo dei fatti concreti.

Ed era orribile.

Me lo ripetevo in continuazione, ma non ci potevo fare nulla, non avrei mai voluto essere cosi, ma cosi mi ci avevano fatto diventare.

Ormai non sapevo più chi ero, ma in compenso sapevo cosa volevo davvero, vendetta e non una semplice vendetta, ma la vendetta con la V maiuscola.

Mi aveva portato via tutto, era arrivata e mi aveva preso il posto nella mia vita. E questo non mi andava.

Ormai ero arrivata al punto di odiarla.

A scuola ero rimasta sola, sola con i miei pensieri, sola con le mie azioni, semplicemente sola.

Avevo solo lei, e con lei ci sarei rimasta per sempre,ormai era l'unica che mi caviva davvero.

Le ragazze di prima vi fissavano mentre camminavo nei corridoi, solo alcune mi rivolgevano la parola..mentre una volta ero io quella che non le cagava! è cosi strana la vita un giorno sei qualcuno il giorno dopo non sei nessuno.

Ma la cosa non mi dava fastioi,forse solo un pò.Eppure non lo facevo notare,ma anche se l'avessi fatto tutti avrebbero avuto da ridire.

Ecco perchè mi trovavo li,seduta su quella panchina a fissare la mia adorata scuola..da quando ero li non avevo mai fatto filone,solo perchè l'adoravo,ma adesso non mi andava di trovarmi con lo sguardo puntato addosso.

-Non dirmi che non'è vero?!-una voce si intromise nei miei pensieri

-Tu che stai seduta qui, che la fissi e che non ti trovi già li davanti come tutte le altre?!Come mai se posso sedere?!-la sua voce ci fece più vicina fino a sentola sulla mia pelle.

-Bhe sono stanca di essere osservata,di non essere più capita e in oltre non la voglio più vedere-fissai il vuoto, ma non mi voltai.

-Ah certo la storia con Mario, certo ti posso capire..anche la mia ragazza mi ha tradito..bhe ma questa è un'altra storia..che mi dici ti andrebbe di marinare questa benedetta scuola e andarci a fare un giro?!-la sua voce si fece calda e non ricordavo da quanto tempo un ragazzo mi parlava cosi.

Mi voltai e con la testa dissi di si.

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