Closer to the edge

di Dark Alice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Now i'm closer to the edge ***
Capitolo 2: *** I will never forget, i will never regret, i will live my life! ***
Capitolo 3: *** No i'm not saying i'm sorry. One day maybe we'll meet again. ***
Capitolo 4: *** I lost myself is it better not said. ***
Capitolo 5: *** Time to go down in flames and I'm taken you. ***
Capitolo 6: *** Can you imagine a time when the truth ran free? ***
Capitolo 7: *** We all fall short of glory lost in our fate. ***
Capitolo 8: *** no no no no! ***
Capitolo 9: *** This never ending story, paid for with pride and fate. ***



Capitolo 1
*** Now i'm closer to the edge ***


Closer to the edge

Now i'm closer to the edge

 
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19 Dicembre 2012 ore 18:45

Caro Peter,

Ho smesso di scriverti da tempo ormai, e non so nemmeno perchè lo sto facendo.

Esistono le mail penserai, ma non me la sono mai cavata con il computer.

Sento che la mia vita mi sta risucchiando.

Faccio sempre le stesse stupide cose, ogni anno,

da 5 anni.

Che stupida che sono. Non avrei dovuto neanche scriverti.

   

Stracciai il foglio della lettera e lo buttai nel cestino.

Mossa sbagliata.

Peter era il mio ex ragazzo, ed il mio quasi marito.

Dico quasi perchè ovviamente ero stata troppo codarda per accettare di sposarlo.

"Volevamo cose diverse" ripetei a me stessa per abitudine.

Lui voleva sposarmi, voleva una famiglia, e quando me lo propose io scappai, come faccio sempre davanti alle novità che mi propone la vita.

E finisco sempre per ritrovarmi sola, in uno stupido locale sulla spiaggia di Verona Beach, a versare i soliti stupidi drink, ai soliti stupidi turisti ubriachi.

Mi trasferii qui proprio per il mare, la spiaggia, per la splendida atmosfera che offre un posto di mare.

Ma ogni anno quando arrivava novembre mi rendevo conto di quanto triste fosse la mia vita. Ero sola al mondo, faceva un freddo cane, e quando aprivo la finestra della mia stanza non riuscivo a vedere altro che il mare ghiacciato; nessun turista sorridente, nessun bambino intento a creare un castello di sabbia; perchè d'inverno nessuno si ricorda del mare.. Tutti se ne dimenticano, e tornano alle loro monotone vite.

E io? Che avevo da fare a dicembre? Non volevo rimanere di nuovo sola il giorno di natale.

Presi il cellulare e chiamai mia sorella.

"Ally? Ally! Stai bene?"

ogni volta che la chiamavo pensava al peggio.

"Si certo, e tu?"

"Anch'io! Sono al settimo cielo! Phil mi ha chiesto di sposarlo! E io ho detto si! Ci credi? Ci sposiamo a febbraio!"

Ebbi un tuffo al cuore.

"F-fantastico.. Sono contenta per voi!" risposi sinceramente. Almeno lei aveva il coraggio di compiere questo passo.

"Allora che volevi dirmi?"

"A natale vai a cena dalla mamma?"

"Si, certo. Vuoi venire? Ti invitiamo ogni anno ma hai sempre qualcosa di meglio da fare... a proposito, come va con quel ragazzo inglese, Peter?"

"Ci siamo lasciati."

"Ah.. mi dispiace, scusa. Comunque se vieni ci fai un grande piacere! Io parto domani mattina, sarò li la sera. Vieni il piu presto possibile, non vediamo l'ora di vederti!"

"Ok, a domani allora.."

Riattaccai e corsi a preparare le valigie. Ero felice di rivedere la mia famiglia; anche se questo significava spiegare il motivo della mia rottura con Peter.









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Capitolo 2
*** I will never forget, i will never regret, i will live my life! ***




I will never forget, i will never regret, i will live my life!


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Erano le dieci ormai, e non riuscivo a prendere sonno.

Continuavo a pensare a quello che sarebbe successo al mio risveglio, alla partenza, all'arrivo e a come avrei dovuto giustificarmi per non aver voluto sposare Peter.

Accesi la radio e partì "Closer to the edge".

D'un tratto capii.

Ripensai alla mia adolescenza, a quando ascoltai per la prima volta i 30 seconds to mars, alle mie lacrime versate quando scoprivo che la mia migliore amica sarebbe andata a tutti i loro concerti, e io non potevo.

E ad un tratto la tristezza lasciò lo spazio alla rabbia. Una rabbia incontenibile.

Mi alzai dal letto di scatto, alzando il volume al massimo pestando i piedi per terra e urlando a squarciagola il ritornello di quella stupenda canzone:

"NO NO NO NO! I WILL NEVER FORGET! NO NO! I WILL NEVER REGRET! NO NO! I WILL LIVE MY LIFEEE"

Come potevo continuare a pensare al mio passato dimenticandomi di vivere il presente?!

Presi il mio telefono e composi un numero. Lo conoscevo a memoria ormai.

"Peter? Sono Ally..."

E fu come una tempesta. Parlammo di tutto. Gli parlai delle mie incertezze, delle mie paure. Lui mi ascoltava, in silenzio. Era passato un anno, ma la ferita era ancora aperta. Per la prima volta mi scusai con lui, e quando mi disse che aveva conosciuto una ragazza e che presto si sarebbero sposati fui sinceramente felice per lui.

Poco dopo aver riattaccato mi addormentai, ero felice e determinata a ricominciare a vivere.

 


 

Erano le sei e mezza quando mi alzai e mezza addormentata mi vestii. Avevo un aereo da prendere.

Le ore di viaggio passarono davvero in fretta, e una volta arrivata a casa dei miei genitori ero paralizzata.

Mancavano cinque giorni a natale.

Tutta la mia famiglia sarebbe stata presente, e avrei dovuto sorbirmi mia sorella in crisi per il matrimonio anche se ero contenta per lei.

 

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Capitolo 3
*** No i'm not saying i'm sorry. One day maybe we'll meet again. ***


No i'm not saying i'm sorry. One day maybe we'll meet again.



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Ero davanti alla modesta casa dov'ero cresciuta, a Philadelphia. Se così si può definire una casa a due piani. Avevo passato lì tutta la mia infanzia e la mia adolescenza, ma se prima mi sembrava una casa enorme, ora la vedevo troppo piccola.
Ero lì fuori da almeno quindici minuti, appoggiata alla mia macchina, senza trovare il coraggio di muovermi.
"Se rimani qui fuori ancora un po' finirai per congelarti!"
Disse una voce familiare alle mie spalle.
Mi girai, incuriosita.
"Papà!" esclamai, buttandogli le braccia al collo.
Mio padre era la persona più paziente e neutrale che avessi mai conosciuto.
"Entri con me o vuoi che ti porti qui la cena?" "Entro." dissi sospirando.
"Hey, guardate chi ho trovato qui fuori! Stava per mettere una tenda nel nostro giardino!"
Non potei fare a meno di ridere. Mio padre sapeva sempre come spezzare la tensione.
Il tempo sembrò interminabile, mentre salutavo tutti i parenti, i quali non aspettavano altro che criticare ogni minima scelta che avessi fatto dalla nascita.
"Allora come stai tesoro?" chiese mia mamma, un po' preoccupata. Dal suo tono capii che mia sorella Lucy le aveva raccontato tutto. Non lo faceva con cattiveria, ma proprio non riusciva a tener la bocca chiusa.
Passai la mezz'ora successiva a tranquillizzarla. Ma come si fa a tranquillizzare chi aveva progettato tutto il tuo futuro, dal lavoro all'uomo da sposare, e che tu avevi deluso?

 

 

 

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Capitolo 4
*** I lost myself is it better not said. ***


I lost myself is it better not said
 


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Perchè cavolo Lucy non mi aveva detto che sarebbe arrivata il giorno dopo?!

Così fui costretta a passare la serata in un oceano di squali, pronti a mangiarti viva.

L'unica cosa che mi consolava era il cagnolino di casa, Bobby. Avevo passato più tempo con lui da piccola, che con chiunque altro della famiglia, così quando mio padre si mise il cappotto per portarlo fuori, fui felice di accompagnarlo.

"Com'è stato il ritorno a casa?"

"Estenuante." sbuffai.

"Loro lo fanno per il tuo bene lo sai. E quando hai litigato con zia Claire l'altr'anno e hai deciso di trasferirti, non l'hanno presa molto bene."

"Già. Mi sentivo in trappola. Non potevo sopportare la vita che voi avevate deciso per me, capisci?" Mi costrinsi a trattenere le lacrime.

"E noi abbiamo sbagliato a dare per scontato che tu volessi una vita così. Che tu volessi lavorare con me, come ha fatto tua sorella."

Si, mia sorella aveva accettato con piacere di lavorare allo studio con papà, e di conoscere tutti quei sofisticati giovani avvocati rampanti. Non io.

"Vieni cara, la nonna ha preparato la tombola! Giochi anche tu, vero?"

Perchè non posso rimanere fuori tutta la notte con Bobby?

Perchè bisogna rovinare il natale giocando a tombola mi chiedo?!

Ad ogni modo, avrei preferito boccheggiare nell'oceano degli squali, o galleggiare nel mio solitario stagno?

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Capitolo 5
*** Time to go down in flames and I'm taken you. ***


Time to go down in flames and I'm taken you.
 


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Quella mattina mi svegliai alle 11.00. Tutto merito della tombola della nonna.

"Tesoro! Come mai ti sei svegliata così tardi?" Esclamò mia mamma appena varcai la soglia della cucina.

Come mai? Come mai?! Non mi sembra che tu o qualsiasi altra persona in questa casa abbia passato la notte a giocare a tombola con la nonna.

"Io e nonna abbiamo fatto le ore piccole." mi limitai a rispondere, provocando una risata tra i presenti.

Dopo aver afferrato un muffin appena tolto dal forno, mi precipitai in salotto, col mio pigiama nero e rosa con i coniglietti.

"Figliola, non ti sembra il caso di andare a vestirti?" chiese scettico mio padre, mentre se ne stava comodamente seduto sulla poltrona a leggere il giornale.

"Perchè? Metto questo pigiama ogni natale da che mi ricordo, siamo in famiglia.."

"Perchè..."

"Ally!"

Di chi era quella voce?

"Non saluti più la tua sorellona?"

"...Ci sono ospiti..." finì la frase mio padre, nonostante fosse troppo tardi.

"Grazie mille papà." Pensai.

"Ciao..Lucy.. Non sapevo saresti arrivata stamattina." mi giustificai.

"Certo, perchè sennò ti saresti messa qualcosa di più decente, ne sono certa."

Da dove era uscito il suo sarcasmo?

"Ad ogni modo... Lui è Phil!" urlò quasi.

"Piacere di conoscerti" disse lui, senza nascondere una risata.

"E questo è suo fratello, Jim. Ha la tua età sai? Gli ho parlato di te, e non vedeva l'ora di conoscerti!"

"Ah si? Sono certa che sarà della stessa idea dopo questo incontro!" Cercai di rimanere calma, e mi limitai a fare un inchino e un sorriso forzato.

Il mio pigiama era davvero sexy, d'altronde.

Afferrai mia sorella per un braccio, e la portai in bagno, l'unico posto libero da tutta quella gente.

"Come hai potuto portare qui il fratello di Ryan.."

"Phil. Si chiama così mio marito."

"Si, quello che è. Come ti sei permessa di portarlo qui, senza avvisare nessuno, senza avvisare me?!

E cosa ti fa pensare che io voglia conoscere qualcuno? Solo perchè tu ti stai per sposare non significa che debba farlo anch'io!"

Non volevo rivolgermi così a mia sorella, ma ero davvero furiosa.

"Beh scusami tanto se volevo farti una sorpresa. Ora vado da Jim e gli dico di prendere l'aereo e farsi altre dodici ore, e di tornare a casa sua!"

Uffa! Perchè deve sempre fare così?! Ha solo cinque anni in più di me, non è mica mia madre!

"Scusami tu. Non volevo essere sgarbata. Ma ci sono rimasta davvero male!"

"E io dovevo avvisarti. Ora vai a metterti qualcosa di decente o deciderà da solo di tornare a casa!"

Ah-ah-ah.

Dopo aver indossato qualcosa di più consono ad una famiglia agiata come la mia, mi diressi a tavola, dove c'era un pranzo invitante, e qualcuno, guarda caso, aveva deciso che Jim si sarebbe dovuto sedere vicino a me.

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Capitolo 6
*** Can you imagine a time when the truth ran free? ***


Can you imagine a time when the truth ran free?
 

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Quella mattina mi svegliai col sorriso sulle labbra.

Non tanto perchè passai la sera prima a parlare con Jim, ma perchè era la vigilia di natale, la festa più bella del mondo.

Mi lavai velocemente, e scelsi qualcosa di comodo ma elegante, dopotutto era natale.

Optai per un vestito rosso con dei fiocchetti neri.

E devo ammetterlo, anche se avevo 25 anni, come potevo non mettere il cappello di natale? Era una tradizione di famiglia!

"Buongiorno!" esclamai a gran voce dirigendomi in salotto. Lì c'erano tutti gli uomini della mia famiglia, compresi il futuro marito di Lucy e suo fratello Jim.

Appena mi salutarono mi sentii fuori posto, così mi diressi nella parte della casa riservata alle donne, la cucina.

"Buongiorno tesoro! Auguri!" disse mia mamma, felice più che mai.

"Buon natale dormigliona! Stiamo facendo i pancakes!"

Dormigliona? Erano le 9:30!

"Buon natale anche a te Lucy!"

Dopo aver cucinato tutto ciò che era cucinabile, mancava solo la torta, l'immancabile torta al cioccolato che ci accompagnava ogni natale.

Stavo mescolando il cacao col latte quando mio padre entrò:

"Ally, ti dispiace portare fuori Bobby? Sto uscendo a comprare il latte."

Si mi dispiace portarlo fuori. Voglio fare la torta al cioccolato!

"..Ok..." mi limitai a rispondere, delusa.

"Figliola, quando sarai di ritorno ti farlo glassare la torta!" Urlò mia madre mentre mettevo il cappotto.

"Andiamo Bobby!"

Il labrador nero corse verso di me scodinzolando.

"Aspetta, vengo con te!"

Povero Jim, non vedeva l'ora di uscire di lì.

"L'altro giorno mentre andavo nella camera degli ospiti non ho potuto fare a meno di notare la tua stanza..."

"Cameretta è il termine giusto" non riuscii a mascherare il disagio provocato dal fatto che un estraneo abbia invaso la mia privacy osservando la mia vecchia stanza.

Era proprio come l'avevo lasciata: le pareti erano colorate, ma così piene di poster di film e gruppi musicali "satanici" da non vedersi. Il letto era nero in ferro battuto, e ricordava un po' le cancellate in stile gotico del film "Nightmare Before Christmas".

"Beh, io la trovo fichissima"

Quanti anni ha? 12?

"Non sei un po' cresciuto per quella roba?"

"Nah... perchè tu si?"

"Nemmeno io" In effetti...

"Sai cosa mi ha colpito di più? Tutti quei poster dei 30 seconds to mars!"

Oddio. Gli piacciono i 30 seconds to mars?!SPOSAMI!

Era l'unico gruppo che continuavo ad ascoltare.

"In effetti è tuttora il mio gruppo preferito!"

"Anche il mio,Ally! Lo sai che settimana prossima suonano a New York?"

Certo che lo sapevo.

"Andiamoci insieme!" propose.

Era forse un appuntamento?

"Certo!"

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Capitolo 7
*** We all fall short of glory lost in our fate. ***


We all fall short of glory lost in our fate.
 

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Era la mattina di natale, ed era prestissimo.

"Tanto non riesco a dormire" pensai.

Tanto valeva alzarsi.

Corsi nell'ampia cucina stranamente vuota, e mi presi un bicchiere di latte.

Accesi la tv. Davano un film di natale, "Jack Frost", un classico.

Guardai l'ora. Le cinque del mattino. Perchè facevano Jack Frost a quell'ora?

Presi il pacco di biscotti e ne addentai uno.

"Non è un po' presto per mangiare i biscotti? Avrai tutto il giorno per farlo.."

Jim. Perchè non dormiva?

"Perchè ti sei svegliato così presto?"

"Potrei farti la stessa domanda." esclamò prendendosi un bicchiere di latte.

"B-beh io non riuscivo a dormire e..."

"E non hai resistito alla tentazione di far colazione da sola, guardando film di natale per bambini." Rise.

"Non è un film da bambini. E poi non devo giustificarmi con te!"

"Calma, stavo solo scherzando."

Sbuffai. "Lo so."

"Comunque piace anche a me, voglio vederlo anch'io."

Avevamo appena finito di vedere il film, quando mio padre scese.

"Che ci fate svegli a quest'ora?"

Diventai rossa. Perchè devo sempre diventare rossa?

"Stavamo guardando un film..."

"Ah... Porto fuori Bobby."

Corsi in camera a cambiarmi, e quando tornai giù si erano svegliati tutti.

"E così avete guardato un film mentre noi dormivamo eh?"

Era Phil che prendeva in giro suo fratello minore.

Mi chiesi come mia sorella potesse sposare un uomo tanto stupido.

"Ciao Ally." disse, mentre ancora rideva.

"Ciao.."

"Giochiamo a monopoli!" urlò mia sorella abbracciandomi.

Devo ammettere che mi era sempre piaciuto fare quei giochi con tutta la famiglia, a natale.

"Posso giocare anch'io?" Disse una voce. Era quella di Peter. PETER?!

Sbiancai. Lucy mi guardò, e notai che era sconvolta quanto me.

"Peter?!" urlò.

"Chi è?" chiese Jim.

Mia nonna si sentì in dovere di rispondere.

"Peter è l'ex fidanzato di Ally, lui le ha chiesto di sposarlo e lei è scappata a Verona Beach."

La mia vita sembrava una telenovela.

"Grazie nonna." sbottai.

"Pete, possiamo parlare? Fuori?"

Doveva venirmi in mente proprio adesso di chiamarlo così?

Indossai velocemente un cappotto e gli stivali.

"Che diavolo ci fai qui?!" urlai.

"Non mi chiedi neanche come sto?" sorrise.

"Non mi importa come stai. Voglio solo sapere cosa ci fai qui, e oggi sopratutto."

E così mi raccontò tutto.

Mi disse di come si vestì il giorno del suo matrimonio, e di quanto fosse nervoso.

Mi raccontò dei nomi che aveva deciso di dare ai suoi figli insieme a sua moglie.

E sopratutto di come all'ultimo momento avesse annullato le nozze. Perchè mi amava.

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Capitolo 8
*** no no no no! ***


NO NO NO NO!
 

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Ero scioccata.

"Che diavolo stai dicendo?!" urlai.

"Che ti amo. Ti ho sempre amata Ally. E se non mi vuoi sposare ora non m'importa. Aspetterò."

Questo è scemo!

"Io non ti voglio sposare ne ora ne mai. Sai quanto tempo è passato? Sai quanto mi sono sentita... Uno schifo? Ma la verità è che io non ti ho mai amato come tu hai amato me. Mi dispiace."

"Ma... sono venuto fin qui dalla Florida!"

"Non mi importa da dove sei venuto. Io... Ora sto con un altro..."

"Con chi?!" Era più scioccato di me.

Già. Bella mossa Ally. Con chi stai?

"J-jim."

"E chi è Jim?!"

"Il fratello del futuro marito di mia sorella. Senti mi dispiace, ma devi tornartene a casa."

Lui mi guardava perplesso. Aveva lasciato la sua futura moglie sull'altare dicendo che amava un'altra e che sarebbe andato immediatamente a dirglielo. Il giorno di natale.

Tornammo in casa, dove tutta la mia famiglia, riunita in salotto smise di parlare quando entrammo.

"Scusate... Io... Ho fatto uno sbaglio..." Si giustificò.

"Non importa. Addio Peter."

"Addio Ally." Abbassò gli occhi. e uscì senza voltarsi.

Fui costretta a spiegare tutto alla mia famiglia.

Cercai Jim, per scusarmi. Ma non lo vidi.

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Capitolo 9
*** This never ending story, paid for with pride and fate. ***


This never ending story, paid for with pride and fate.

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"Dov'è Jim?" quasi urlai.

"Oh oh" disse Phil.

"Che succede?!" guardavo tutti, senza capire.

"Ally...Ehm... Jim... Insomma lui è partito..."

"Perchè?! Dove va? Non festeggia con noi?"

Mia mamma mi abbracciò.

"Tesoro mi dispiace."

Mi liberai dall'abbraccio, irritata e spazientita.

"Qualcuno si degna di rispondermi?!"

"Sorellina, Jim ha preso un taxi e si è diretto all'aeroporto, ci dovrebbe essere l'ultimo volo per Norwich, in Connecticut."

"In... Connecticut?!"

 

Si intromise Phil:

"Abbiamo una piccola fattoria lì... Jim ci va quando ha bisogno di pensare."

Non sapevo che fare.

"Vado da lui" dissi correndo alla porta.

"Papà prendo la tua macchina!"

"Figliola non credo sia una buona idea. Deve aver preso l'aereo delle undici."

"Beh devo provarci no? Non capisco perchè sia scappato così... Non mi ha dato nemmeno il tempo di spiegare.."

"Davvero non capisci?" disse Lucy.

"Ma io devo spiegarmi" mi giustificai uscendo.

"Buona fortuna cara!" urlò la nonna.

Salii in macchina cercando di trovare le parole giuste. Se mai avessi rivisto Jim.

 

Mi buttai nel traffico di New York.

Quaranta minuti dopo arrivai in aeroporto, correndo.

Mentre attraversavo il parcheggio mi passarono dei flash in testa:

La chiamata fatta a Peter appena prima di tornare a New York dalla mia famiglia, la litigata con mia sorella per aver portato Jim senza dire niente, i pranzi natalizi, i film, i giochi.

Avevo passato le vacanze di natale a lamentarmi della mia solitaria vita, della mia noiosa famiglia per la quale non ero mai all'altezza di niente, perchè mia sorella aveva portato il fratello del suo ragazzo da farmi conoscere, e perchè tutto sarebbe cambiato.

Si, avrei dovuto cominciare tutto da capo, riallacciare i rapporti con loro, sopportare le domande curiose e preoccupate dei miei genitori.

Ma era pur sempre la mia famiglia, no?

 

Entrai nell'aeroporto, ed era deserto. L'aereo di Jim era partito da un'ora ormai, che ci facevo lì?

Salii in macchina di nuovo, delusa da me stessa un'altra volta. Delusa dalla vita un'altra volta.

Non era successo niente di che con Jim, ma quel poco che era successo; le chiacchierate, i film il mattino presto, le partite a carte, mi erano piaciute.

Mi avevano fatto sentire di nuovo a casa dopo tanto tempo.

Accesi la radio e partì "Closer To the edge" Risi amaramente. In quel momento ero davvero più vicino al fondo.

 

Tornai a casa dove trovai in salotto le donne di casa, che mi guardarono preoccupate.

"Niente." Esclamai.

 

"Ally, vieni un attimo!" urlò papà dal giardino.

 

"Che succede papi?" non lo chiamavo così da quando avevo 10 anni.

"Succede che Jimmy ha bisogno d'aiuto per prendere la legna del camino"

Jimmy?

Jimmi era Jim. Che mi sorrise, con la legna in mano.

"Dove diamine sei andato?!" Urlai seccata, colpendolo con un pezzo di legno.

"Hey hey, calma. Ho fatto un giro di perlustrazione qui intorno, avevo bisogno di schiarirmi le idee.."

"A proposito io..."

"Non ce n'è bisogno. Tuo padre mi ha raccontato tutto. Proprio tutto tutto intendo. Tutto quello che hai fatto da quando sei nata. Ti sono mancato?"

Risi abbracciandolo per la prima volta.
"Ascolta io... Non so come dirtelo, insomma... Non me ne ero resa conto finchè non te ne sei andato... Ma..."

Mi interruppe, baciandomi.

"Anche tu mi piaci Ally. Molto. Vuoi sposarmi?"

 
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