Aki to shinjitsu

di Nezu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Omoide to deai - Ricordo e incontro ***
Capitolo 2: *** 2.Igai na tasuke - Inaspettato aiuto ***
Capitolo 3: *** 3.Ai no kaerukoto - Ritorno dell'amore ***
Capitolo 4: *** 4.Senmei no jinmon - Interrogatorio di vita ***
Capitolo 5: *** 5.Rei no shiki - Agonia dell'anima ***
Capitolo 6: *** 6.Tenken no hassou - Spedizione di controllo ***
Capitolo 7: *** 7.Tasuke - Aiuto ***
Capitolo 8: *** 8.Ai ni kokoro - Cuore per l'amore ***
Capitolo 9: *** 9.Aki to shinjitsu - Vuoto e verità ***



Capitolo 1
*** Omoide to deai - Ricordo e incontro ***


È la mia prima storia non one-shot, spero di non essere un disastro. Accetto ogni tipo di commento, anche critiche, basta che siano costruttive.

1.Omoide to deai – Ricordo e incontro

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“Ehi, Demyx! Dai, vieni a giocare!”

Un ragazzino biondo si alza, sbadigliando, e corre verso gli altri. É bravo a calcio, uno dei pochi sport in cui riesce; il gruppo dei suoi amici lo aspetta, una chioma di capelli rossi in testa a tutti, che fa rimbalzare la palla sulle ginocchia.

Axel continua la sua esibizione sotto gli occhi di tutti, rigirando il pallone a suo piacimento, descrivendo figure in aria.

Demyx si ferma di botto: c’è un ragazzino nell’angolo della scuola, la testa bassa, la faccia scura.

Si sta per dirigere verso di lui, ma Axel lo intercetta e lo trascina sul campo.

La partita procede, ma il ragazzino continua a stare in disparte, Demyx non riesce a levargli gli occhi di dosso. É mingherlino, neanche tanto alto e ha la faccia pallida come quella di un cadavere, coperta in buona parte da un ciuffo di capelli disordinati.

Demyx è talmente concentrato a osservarlo che si fa falciare da Larxen, l’unica ragazza che però continua a fare falli a tutti. Demyx viene messo in panchina e si accorge che il ragazzetto si sta dirigendo dietro la scuola, seguito a poca distanza da tre ragazzi più grandi di lui.

Insospettito, il biondo li segue.

A un certo punto non riesce più a muoversi; vede i tre ragazzi afferrare il piccoletto e cominciare a pestarlo a sangue. Vede il sangue uscirgli dalla bocca e dal naso, vede che lo schiacciano a terra, gli premono la testa con il piede, gli sputano addosso. Il piccolo non emette alcun suono e Demyx non riesce a muoversi. Poi i tre teppisti si allontanano, lasciando nella polvere il bambino.

Demyx, non sapendo cosa fare, torna di corsa al campetto da calcio.

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Demyx camminava verso l’aula, chiacchierando con Axel. Erano in prima superiore, esattamente il quarto giorno nella nuova scuola ed erano finiti in classe con Larxen, Marluxia e Saix, tutti e tre loro vecchi compagni delle medie.

< Sai che la scuola ha anche un coro? Potresti entrarci, che ne dici?>

< No, mi basta suonare. Pensi che la prof ci darà rogne per il ritardo?>

< Mica è colpa nostra se l’autobus ha avuto un guasto! Hai visto anche tu come era arrabbiato il guidatore.>

< A dire il vero, stavo dormendo...>

< Oh, e cosa sognavi, caro il mio piccolo Demyx?>

< Una partita di calcio con te in prima media.>

< Ah ah, lo dovevo immaginare che mi stessi sognando! In fin dei conti, chi non mi sognerebbe? Sono così indispensabile per la tua vita!>

< Saix ti sogna spesso, tutte le volte che ha un incubo.>

< Questo è il massimo del sarcasmo che riesci a raggiungere?>

< No, ma è abbastanza per te.>

Entrarono nell’aula al primo piano e incrociarono lo sguardo arrabbiato della prof di francese; si sistemarono in fretta al loro posto, ascoltando l’appello.

< Black Axel?>

< ... presente...>

< Dillo in francese, Black!>

< ... ehm... present?>

< Vabbè, sorvoliamo, eh? Dincht Rigel?>

Axel cominciò ad insultarla a denti stretti, mentre Demyx scorreva l’orario per controllare a che ora avrebbero avuto musica. Quinta ora.

La bidella interruppe le sue riflessioni entrando in classe e chiedendo di lui.

< Ti vogliono giù in segreteria, devi firmare alcuni moduli.>

< Sì, sì, vai pure, Garreth.>

Demyx scese a compilare i moduli al piano terra. Non gli piaceva dover fare tutte quelle scale, il dottore aveva detto di evitare di stimolare... aveva appena firmato le scartoffie, che cadde sulle ginocchia in un attacco d’asma.

< Ehi, Garreth! Garreth!>

La segretaria lo aiutò a riprendersi, ma si sentiva ancora debole. Non sopportava quegli attacchi improvvisi: lo coglievano di sprovvista e, benché durassero pochissimo, lo lasciavano sempre molto fiacco.

< Uhm, non hai una bella cera, Garreth. É meglio se vai in infermeria.>

< Dov’è?>

< Al secondo piano... Ah, Riot, potresti accompagnarlo tu? Tanto ci sei già stato, no?>

< Sì...>

Riot? Demyx alzò gli occhi, cercando di ricordarsi dove avesse già sentito quel nome... e si trovò davanti un ragazzino pallido, dai capelli disordinati e dal ciuffo che copriva un occhio. Rimase esterrefatto a guardare il piccoletto del suo ricordo. Era talmente sconvolto che ci mise una buona manciata di secondi a capire che doveva afferrare la mano che l’altro gli porgeva per alzarsi. Barcollò, non si era ancora ripreso bene. Il suo cervello subì un ulteriore colpo quando Riot gli passò il braccio intorno alla vita per sorreggerlo meglio.

< Rimani in infermeria per qualche minuto, dopo fatti riaccompagnare in classe da Riot, intesi?> lo ammonì la segretaria, ma lui non fece in tempo a rispondere che si trovò a salire le scale con il braccio sul collo del ciuffettoso. Demyx non riusciva a parlare, sentiva il corpo del piccoletto premuto inavvertitamente contro di lui; lo fissò in silenzio. Aveva la pelle molto chiara, quasi spettrale, gli occhi erano blu intenso e aveva le occhiaie. Scosse la testa accorgendosi che gli stava fissando le labbra sottili. Ma che gli prendeva? A lui non erano mai interessati i ragazzi! Forse proprio per questo, è troppo bello per credere che sia davvero un ragazzo. No, che stava dicendo, un ragazzo è un ragazzo, per quanto bello sia... Allora perché gli stava fissando il collo? Sospirò scuotendo un’altra volta la testa. < Tu... come ti chiami?> la sua voce timida e melodiosa lo colpì al cuore.

< Demyx... Demyx Garreth. Tu?>

< Zexion Riot.>

< In che classe sei?>

< 1° A.>

< Ah, sei al mio stesso piano. Io sono in 1° D.>

< Già...>

La conversazione cadde rovinosamente, trasformandosi in uno snervante silenzio. Arrivati finalmente al secondo piano, Demyx si sedette su una sedia in infermeria. L’infermiera gli diede un’occhiata, per poi concludere che ormai poteva stare tranquillo, ma che era meglio se fosse restato per qualche minuto tranquillo lì seduto. Poi li lasciò da soli, essendo stata chiamata in presidenza. Demyx guardò il pavimento: si sentiva assolutamente insicuro di fronte a quel continuo silenzio e a quel ragazzo così strano. Uffa, ma non poteva innamorarsi di una ragazza? Sarebbe stato tutto più facile. Forse era stata Larxen a fargli cambiare sponda, bé, dopo averla conosciuta era la cosa più comprensibile...

< Ti ho già visto da qualche parte...> la frase praticamente sussurrata da Zexion colpì Demyx con incredibile violenza. Si ritrovò a pensare soltanto “Ti prego, fa che non mi abbia visto quella volta dei teppisti”. Allora sopraggiunse il senso di colpa: “Dio, come ho potuto lasciarlo in balia di quelli? Perché non sono intervenuto, perché non ho condiviso con lui almeno una minima parte di quel pestaggio? Forse adesso sarei il suo migliore amico e non un semplice cretino da dover accompagnare in infermeria per un’asma che non si decide a farlo fuori...”. Inghiottì, cercando di essere più naturale possibile.

< Eravamo nella stessa scuole in prima media, anch’io mi ricordo di te. Però dopo il primo anno non ti ho più visto.>

< Ho... cambiato scuola, dopo il primo anno. Abbiamo traslocato lontano dalle medie che frequentavo e così ho cambiato.>

< Capisco. Bé, direi che ora è meglio che vada.>.

Demyx si alzò per dirigersi fuori, ma inciampò e nello slancio finì sopra Zexion, che si era avvicinato per sorreggerlo. Si trovò la faccia schiacciata contro il suo petto che si alzava e si abbassava a ritmo irregolare. Lo guardò e notò che non si muoveva, lo fissava con gli occhi socchiusi e un leggero sorriso sulle labbra. Demyx fece scivolare una mano lungo l’interno della coscia, dal basso verso l’alto, lentamente, mentre Zexion cominciava a gemere di piacere. Demyx avvicinò il volto a quello del compagno, continuando a far salire la mano. Appoggiò la lingua sul collo, leccando lentamente la pelle. Improvvisamente aprì gli occhi e si trovò ancora seduto sulla sedia, con Riot davanti. Scosse leggermente la testa: cavolo, lo aveva incontrato dieci minuti prima, dopo due se ne era innamorato e dopo sette cominciava già con le fantasie erotiche. Quanto era stupido. Si alzò reggendosi alla sedia, ma in poco tempo capì che ormai era definitivamente a posto. Si avviò verso le scale con Zexion che lo seguiva, pronto ad aiutarlo nel caso di un altro mancamento. Arrivati davanti alla classe, a Demyx venne un dubbio ricordandosi di una frase della segretaria.

< Come mai eri già stato in infermeria?>

Il rossore sulle sue guance confermò il suo sospetto, a quanto sembrava, il cambiare scuola non serviva più di tanto. < Sono caduto...> mormorò impacciato.

< Fa niente, non preoccuparti. Ci vediamo in ricreazione, ciao.>

< C-ciao.>

Demyx rientrò in classe e si sedette al posto ignorando lo sguardo insistente della professoressa.

< E-ehm. – fece quest’ultima irritata – Sarei più che onorata di ricevere da te una buona scusa per cui firmare qualche foglio ti abbia portato via un quarto d’ora.>

< Mi scusi prof, mi sono sentito male mentre firmavo.>

Non aprì più bocca per tutta la lezione, osservando Axel che dava fuoco a delle strisce di bianchetto sotto il banco. Quando finalmente suonò la campanella, riuscì a mettere in ordine i suoi pensieri: si era innamorato. Ok, fino a qua era tutto chiaro. Si era innamorato di un ragazzo. Oh, ora arrivava la parte ardua: perché si era innamorato di un ragazzo?

  1. Era un bellissimo ragazzo.
  2. Era molto timido e sensibile.
  3. Sembrava una ragazza.
  4. Si sentiva in colpa per averlo lasciato quella volta senza neanche aiutarlo.

Bene, l’analisi era riuscita. Non aveva concluso assolutamente niente.

Intanto, perché quel ragazzo avrebbe dovuto stare con lui? Magari i ragazzi non gli interessavano. Però si ricordava ancora di lui. Una flebile speranza. Probabilmente la partita era già persa in partenza, l’unica cosa che sapeva di lui, oltre il nome e il cognome, era che veniva pestato dai teppisti. Neanche un indirizzo, un numero niente. Poi si ricordò che lo conosceva solo da mezz’ora, anche se ufficialmente si conoscevano da tre anni.

Sbuffò. Perché aveva sempre più domande che risposte?

< Ah, l’amour.> il finto sospiro di Axel lo sconvolse, non tanto perché aveva detto qualcosa in francese, ma per quello che aveva detto.

< Come fai tu a...?>

< Sei un libro aperto per me, Dem. Allora, chi è la fortunata?>

< Bé, ecco... fortunata è un po’ azzardato, io cambierei la desinenza... anche se non sono sicuro...>

< Frena, frena, fammi capire bene... è un lui?>

< Sì...>

< Caspita, non ti facevo così furbacchione!>

< Ma come, non sei sconvolto?>

< No, perché dovrei? Succede anche nelle migliori famiglie e non lo vedo affatto come un disonore.>

< Beato te che prendi le cose con così tanta naturalezza...>

< Più che altro, sicuro che non ti respingerà? Chi è?>

< Si chiama Zexion Riot, è di 1° A. Ti ricordi quel ragazzino col ciuffo che era a scuola nostra in prima media?>

< Aspetta... quello cadaverico che sembrava un incrocio tra un vampiro e uno zombie?>

< Esatto.>

< Non pensavo che ti piacessero i tenebrosi, sai? Ecco perché hai sempre resistito al mio fascino.>

< Che fascino, scusa?>

< Ah ah, sto morendo dal ridere. Quando pensi di dichiararti?>

Demyx rischiò di inghiottire la matita che teneva tra i denti. Anche mentre era entrato il prof di tecnica avevano continuato a parlare a bassa voce, e così per tutti i primi venti minuti di lezione. Demyx approfittò dell’avvicinamento del docente per non rispondere e seppellire la faccia nel libro.

Quando il professore fu passato, Axel ricominciò col Q&A.

< Non mi dirai che non vuoi dichiararti, spero.>

< Axel... come faccio a dichiararmi? Lo conosco appena!>

< Abbastanza per essertene innamorato.>

< Ok, ma non è detto che mi ricambi.>

< Appunto per questo devi!>

< Ma se è etero? Se non gli interesso per niente?>

< Dem, preferisci dichiararti adesso e nel caso di un rifiuto fare semplicemente retromarcia e dire “Dai, diventiamo amici” o aspettare di conoscerlo così tanto che in caso di rifiuto ti rinchiuderai in camera o cercherai di buttarti giù da un ponte?>

< Il ponte è la cosa più allettante...>

< Sono felice che tu ti interessi ai ponti, Garreth, ma la lezione è sull’alluminio e i ponti non sono in alluminio.> intervenne il professore, alquanto infastidito dal continuo brusio.

Axel e Demyx non poterono parlare per tutta l’ora e quella successiva, perché il prof, che oltre tecnica insegnava anche scienze e, guarda caso, ce l’avevano l’ora dopo, non la smetteva di fissarli per beccarli sul fatto.

Finalmente suonò la campanella.

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Capitolo 2
*** 2.Igai na tasuke - Inaspettato aiuto ***


2.Igai na tasuke – Inaspettato aiuto

Demyx scattò in piedi e uscì prima di tutti dalla classe, seguito a ruota da Axel.

< Lo vuoi incontrare?>

< Voglio presentartelo.>

< Hai intenzione di dichiararti ora?>

< No, adesso è troppo presto.>

Demyx si bloccò di colpo, facendo urtare Axel contro di sé.

< Cos’hai ora?!> sibilò quest’ultimo.

< N... non so cosa dirgli. Ci conosciamo appena...>

< Demyx! Axel!>

I due si voltarono. Marluxia si avvicinò e diede al rosso i loro cestini della merenda.

< Ve li eravate dimenticati in classe, il prof ha detto di portarveli. Ha detto che con tutto quello che vi siete detti, dovevate avere sicuramente bisogno di una carica.>

< Grazie mille, Marl.>

Marluxia fece l’occhiolino ad Axel e se ne andò.

< Ecco, se vuoi per forza un gay, sai già chi andare a cercare.>

< Smettila, Ax, non è divertente!>

Demyx vide Zexion insieme a un altro ragazzo che scendeva le scale con la massa per andare in giardino e, preso Axel per un polso, lo trascinò al loro inseguimento. Temeva che il compagno di Zexion potesse essere un teppista, magari uno di quelli che lo picchiava regolarmente. Doveva tenersi pronto ad agire in caso di bisogno, ma se c’era Axel con lui non aveva niente da temere: per quanto fosse magro, Axel era una bestia quando ci si metteva. Zexion e il compagno si sedettero in un angolo a mangiare, intanto Demyx e Axel li spiavano da dietro un muretto.

< Senti, hai intenzione di stare qua per tutta la vita?>

< Ma non posso lasciarlo solo...>

< Io ho fame, ok?>

< Sì, ma...>

< E va bene, allora. L’hai voluto tu!>

Axel prese Demyx per un braccio e lo trascinò verso l’angolo e si sedettero entrambi accanto ai due stupefatti ragazzi di 1° A.

< Giorno, possiamo unirci a voi?> fece Axel con disinvoltura, mentre Demyx cercava di annegare dentro il succo di frutta.

Ad un timido cenno d’assenso di Zexion, Axel tirò fuori in fretta il panino e si mise a mangiare.

< Ciao, Demyx.> disse il ciuffettoso guardando il biondo.

< Ah, ciao. Ecco, lui è Axel, un mio compagno di classe. Era anche lui alle medie con noi, ricordi?>

< Sì, era il più bravo a calcio, ora ricordo. Lui invece è Lexaeus, l’ho conosciuto quando mi sono trasferito e l’ho rincontrato anche qua.>

Lexaeus fece un breve cenno di saluto ai due nuovi arrivati.

*

Demyx salì al primo piano di corsa, rischiando l’ennesimo attacco d’asma. Axel lo raggiunse e lo bloccò sulle scale.

< Che hai ora?!>

< La prossima volta che mi vuoi lanciare addosso a lui, avvisami prima!>

< Ah, sei ancora arrabbiato per quello? Eddai, devi cominciare ad entrare in intimità con lui.>

< Cioè, prima mi tironi accanto a loro per mangiare, poi porti via Lexaeus per lasciarci soli, e ancora quando torni indietro con quella tomba ambulante mi spingi per farmi cadere addosso a lui! Ti pare di rispettarmi?>

< Oddio, non cominciare con il rispetto. Quello che ti serve è qualcuno che sappia come iniziare una relazione tra due ragazzi!>

< E tu pensi di potermi aiutare?>

< Non ho esperienze di questo tipo, ma ti giuro che farò di tutto per farti conquistare il nostro zombie tossicodipendente!>

< Non è tossicodipendente!>

< Vieni, ho già un’idea di chi può aiutarci.>

Axel strattonò Demyx fino in classe dove stavano tutti perdendo tempo vista l’ora di supplenza per la mancanza della prof di religione. Il rosso trascinò il ragazzo verso la persona più ambigua della scuola: Marluxia li aspettava dietro il banco allestito a scrivania professionale dell’agenzia “Cuori infranti”.

< Ehilà, Marly. Abbiamo bisogno di te.>

< Strano che tu ti rivolga a me, Axel. Che consiglio vuoi?>

< Allora, ipotetica visione. Un ragazzo, gay non dichiarato, si innamora di un altro ragazzo che conosce appena. Come può essere sicuro che l’altro lo accetti? Come può far capire senza tanti traumi all’altro che lo ama?>

< Il fatto che ci sia Demyx con te dovrebbe suggerirmi qualcosa?>

< Rispondi e basta.>

< Sinceramente bisognerebbe trovare qualcuno con esperienze nel campo ed essendo io sempre stato piuttosto appariscente, non sono mai finito in una situazione simile. Se mi lasciate un po’ di tempo, vi posso garantire che allaccierò i contatti giusti. Cosa vi interessa, in particolare?>

< Hai presente Zexion Riot, della 1° A?>

< Quello che sembra un tossicodipendente?>

< NON È UN TOSSICODIPENDENTE!!!>

< Dem, stai buono. Sì, quello comunque. Voglio sapere se è gay. E voglio anche tutti i dettagli per un primo rapporto sentimentale, ok?>

< No problem, lascia fare a me. Piuttosto, Axel, sei libero questa sera?>

< Questa sera? Oh, proprio no, ho un mucchio di robe da ripassare, sai com’è... Bé, ci vediamo, ciao!>

Axel scappò di gran carriera al suo banco, mettendo più distanza possibile tra lui e Marluxia.

< Oh oh, il grande Axel che scappa davanti a Marluxia! Rischi il tuo onore, eh?>

< Insomma Dem, se rimanessi rischierei molto più del mio onore. Allora, non preoccuparti, ora devi soltanto stare più vicino a Zexion, insomma, diventare suo amico. Poi ci arriveranno le dritte da Merluzzia.>

< Marluxia.>

< Stessa roba. Ti senti meglio?>

< Certo, grazie mille, Ax.>

*

Era passata ormai una settimana dalla richiesta d’aiuto a Marluxia. Demyx era riuscito in qualche modo a stringere i rapporti con Zexion, sebbene il ragazzo fosse molto riservato e piuttosto recalcitrante. Aveva accettato di trovarsi regolarmente con Demyx in ricreazione da quando aveva scoperto che con lui e Lexaeus vicino i teppisti giravano al largo. A Demyx non infastidiva l’onnipresenza di Lexaeus: parlava poco, ancora meno di Zexion, ma era una presenza in qualche modo rassicurante. Tutto pur di non restare da solo con l’emo. Temeva che non sarebbe riuscito a trattenersi e avrebbe messo in atto uno dei tanti sogni erotici che aveva tutte le notti da quando aveva ritrovato il vecchio conoscente. Si svegliava di notte, eccitato e sudato e non riusciva a pensare ad altro che a Zexion, a quelle labbra, a quel collo, insomma, a tutto di lui. Aveva cominciato ad accettare l’idea che gli potessero piacere davvero i maschi e si era informato del parere dei suoi genitori: aveva preso una cena in cui erano particolarmente allegri per chiederglielo. Suo padre, tecnico del suono per una ditta cinematografica, aveva detto che secondo lui i gay erano persone normalissime e che il fatto che molti li ritenessero feccia era solo perché preferivano tenersi buona la Chiesa piuttosto che i “diversi”. Sua madre, cantante in un gruppo abbastanza conosciuto nella zona, aveva replicato che da giovane aveva conosciuto alcuni omosessuali e che li aveva trovati del tutto tranquilli, anzi, erano persone di spirito. Rassicurato del fatto che i suoi genitori avessero una così buona prospettiva dei gay, aveva cominciato a chiedersi se fosse stato possibile per lui innamorarsi di un altro maschio oltre a Zexion.

No, non era possibile.

Insomma, se fosse stato realmente gay, se ne sarebbe accorto prima. Marluxia se n’era accorto verso la prima media, mentre lui tre anni dopo. Forse in realtà non era gay, soltanto che Zexion era un’eccezione. Sì, probabilmente era così.

Per quanto fosse preso dalla sua prima cotta, Demyx si era accorto di diversi cambiamenti: Axel gli parlava più del solito, come se si sentisse più libero di prima; Marluxia spariva misteriosamente ad ogni ricreazione, ad ogni ora buca, in qualsiasi momento di distrazione dei prof. Sembrava aver preso a cuore la sua situazione. Larxen invece era sempre circondata da pretendenti, probabilmente tutti masochisti, che cercavano di ammazzarsi tra loro per il suo amore. Da non crederci, come si faceva ad innamorarsi di una così? Già, e come si faceva ad innamorarsi di un ragazzo? Demyx cominciava a chiedersi se c’era qualcuno di normale tra le sue conoscenze.

La svolta di tutto fu quando Marluxia si presentò davanti a lui e Axel, durante l’ora di artistica. La cosa strana fu che il rosato non volle parlare direttamente a Demyx, ma chiese ad Axel di seguirlo; un po’ recalcitrante, il rosso fu costretto a seguirlo in bagno.

< Prova a mettermi le mani addosso e sei morto.> disse subito appena furono soli.

< Non ne ho alcuna intenzione ora, a meno che tu non acconsenta.>

< Novità per Demyx?>

< In parte. Purtroppo, non ho scoperto niente sulla natura sessuale del tossico, sembra non abbia mostrato il benché minimo interesse né per una né per l’altra sponda. E nessuna ragazza si è mai interessata a lui, questo ci priva del tutto di informazioni.>

< Certo che va proprio a cercare i tipi difficili, quello lì! Altro?>

< Sì, ho trovato qualcuno nella stessa situazione del tuo amico che però è riuscito ad avere una relazione. Lui potrà aiutarlo.>

< Chi è?>

< Non sono sicuro di volertelo dire.- Marluxia ghignò – Non senza un pagamento, almeno.>

< Bastardo, lo sapevo che era a questo che volevi arrivare.>

< Non farmene una colpa, sei tu che hai cominciato questa storia e adesso non voglio finirla.>

< Cosa vuoi?>

Axel sospirò: lo sapeva quello che voleva Marluxia, ma non voleva farlo sapere a Demyx. Era per il biondo che aveva lasciato quel ragazzo ambiguo. Lo ricordava ancora.

In prima media lui e Marluxia stavano insieme. Nessuno apparte il rosato sapeva che Axel era gay e lui non ci teneva a mostrarlo a tutti; era una semplice relazione, niente di sconcio. Però Marluxia era un po’ troppo insistente... ed Axel non era pronto. Poi, cominciò a notare lo strano biondino che stava sempre in disparte, che guardava gli altri ridere e se ne stava in un angolo. Era al centro dell’attenzione solo quando Larxen faceva le sue battutacce stronze su di lui. Axel non voleva che quel ragazzino, che gli era stato simpatico fin dal primo istante, fosse messo in disparte, ma di certo non si poteva aspettare che il biondo avrebbe accettato la sua amicizia se avesse scoperto che era gay. Insomma, poteva anche interpretarlo come un “Vien qua che te scopo” e non era la presentazione migliore. Così aveva troncato con Marluxia. Lo aveva mollato di brutto, al telefono, la cosa peggiore. Per sua fortuna, Marluxia aveva abbastanza cervello per non prendersela con Demyx, aveva capito che Axel l’aveva solo usato come fattore esterno in più per separarsi meglio. E non aveva mai detto a nessun’altro, neanche a Demyx, che era gay. Una sorta di segreto che solo lui e Marly condividevano. Segreto che li teneva ancora legati.

Marluxia gli si avvicinò, facendo passare una mano su una delle lacrime tatuate.

< Vieni a casa mia, questa sera dopo cena. Dì ai tuoi che ti fermi a dormire.>

< Immagino che i tuoi genitori saranno fuori...>

< Sono partiti ieri per la Francia, staranno via per una settimana.>
< E se non venissi?>

< Allora niente accordo, il tuo Demyx può farsi rodere dall’infelicità per il resto della sua vita.>

< Che è, ce l’hai con lui?>

< È con te che ce l’ho, Ax. Ma chiariremo tutto questa sera.>

< E va bene. Chi è che può aiutare Dem?>

< Saix.>

*

< Saix?! - esclamò incredulo Demyx – Da quand’è che lui è...?>

< Non lo sapevo neanche io fino a poco fa. – rispose Marluxia – Ma sembra che abbia una relazione recente con un ragazzo di terza.>

< Con chi?>

< Un certo Xemnas Shine, di 3° C. Un bel ragazzo, questo è certo, Saix non ha cattivi gusti.>

< Apparte questo, tu credi che Saix sia disposto ad aiutarmi?!>

< Questo è un problema vostro, a me avete chiesto solo di trovare qualcuno capace di aiutarvi.>

< Traditore.>

< Bé, ora vi lascio. I pretendenti di Larxen continuano a venire da me...>

< Perché, ora aiuti anche gli etero?>

< I miei consigli servono sempre. Ci vediamo!>

Marluxia lasciò Axel e Demyx, il primo a cercare il modo di rompersi una gamba prima di quella sera, il secondo a pensare a come sopravvivere alla furia omicida di Saix. Il biondo si voltò per chiedere ad Axel di accompagnarlo da Saix a supplicarlo per un aiuto, ma vide che il rosso aveva appoggiato la testa sul banco e fissava il ripiano con un’aria così abbattuta che Demyx non riuscì a chiedergli anche questo sacrificio. Si alzò, cercando il ragazzo con lo sguardo.

< Sicuro di farcela da solo?> chiese stancamente Axel.

< Me la caverò, in un modo o nell’altro. In fondo, cosa può farmi?>

< Staccarti la testa a morsi, annegarti in un gabinetto, defenestrarti,...>

< Sì, sì, ho capito! Comunque non preoccuparti, ce la farò!>

Lanciò un’altra occhiata ad Axel: se avesse insistito ancora un po’... ma il rosso aveva chiuso gli occhi. Demyx sospirò e cercò Saix in classe, ma non riuscì a trovarlo. Stranamente non c’era neanche traccia di Larxen. Approfittò del fatto che il professore stesse beatamente dormendo per uscire in corridoio e cercare il suo possibile salvatore.

Gli venne un colpo quando, girato l’angolo, trovò Larxen intenta a baciare un ragazzo dai capelli biondi corti e il pizzetto. Aveva un orecchino dalla forma strana al lobo sinistro. Decisamente imbarazzato fece qualche passo verso di loro; Larxen si voltò con la sua solita aria strafottente.

< Che vuoi tu?!>

< Ehm, scusate se vi disturbo... sapete dov’è Saix?>

< No, io non l’ho visto.>

< È quel tizio con la cicatrice in fronte e i capelli blu?> chiese il ragazzo di Larxen.

< Sì...>

< L’ho visto aggirarsi per i bagni al secondo piano.>

< Grazie mille,... ehm...>

< Mi chiamo Luxord.>

< Piacere, sono Demyx. Bé, grazie ancora.>

Demyx si avviò verso le scale e andò ai bagni. Non c’era nessuno. Stava per andarsene quando sentì la voce di Saix molto vicina alla porta. Stava per andargli incontro quando senti anche la voce di un altro ragazzo; senza sapere bene il perché, si rinchiuse in una delle cabine dei cessi per nascondersi e spiò dalla serratura. Vide apparire Saix insieme ad un ragazzo alto con la pelle un po’ scura, i capelli argentei e gli occhi arancioni. Doveva essere quel tipo di cui aveva parlato Marluxia, Xemnas. Si stava ancora chiedendo perché si era nascosto quando vide Xemnas che spingeva contro il muro Saix mentre lo baciava. Demyx diventò rosso alla sola scena, ma non tanto quanto Saix, che si avvinghiò al petto del più grande. Mentre il biondo si malediva di aver scelto un cesso da cui si vedeva così bene, Xemnas fece scendere una mano lungo la schiena del compagno, fino ad arrivare a stringergli il sedere. Demyx si chiese se era meglio annegarsi nel gabinetto o aspettare di essere massacrato da Saix nel caso fosse stato scoperto, poi gli venne un’illuminazione: forse era stato troppo tempo a contatto con Larxen, ma magari sarebbe riuscito a sfruttare quella situazione a suo vantaggio. Come si diceva.. ah, sì, ricattare. Un’idea decisamente perfida e anche piuttosto rischiosa da provare con Saix, ma la posta in gioco era molto consistente. Un silenzio da parte di Demyx in cambio dell’aiuto di Saix. Sì, era un buon baratto.

Le sue riflessioni vennero deviate dal fatto che Xemnas stesse sbottonando la camicia a Saix. Demyx deglutì ricordandosi una lezione che gli aveva dato Axel: “Più dettagli hai dalla tua parte, più avvantaggiato sei!”. Questi erano dettagli, no? Quindi tanto valeva osservare bene la scena.

< Xemnas... non sono sicuro che sia il posto più adatto...>

< Non preoccuparti, piccolo, tanto non passa mai nessuno qua.>

Piccolo? Demyx vs Saix, 1 a 0, palla al centro.

Quando la camicia di Saix cadde a terra, Demyx si accorse che quella scuola aveva i pavimenti più puliti del mondo, forse perché l’attività scolastica era appena cominciata. Se ne accorse anche Xemnas, o forse aveva già esperienza in fatto di pavimenti, visto che in breve Saix si trovo disteso su di esso con l’albino sopra. Temendo che gli vedessero le scarpe, Demyx salì sulla tazza del WC (con il coperchio abbassato, ovviamente) e, puntando le mani alle pareti laterali della cabina, continuò a sbirciare dalla serratura, pensando “Sono solo dettagli”. Smise di pensare quando Xemnas slacciò il bottone dei jeans dello sfregiato. Purtroppo i due vennero bloccati dall’improvviso suono della campanella, che fece sobbalzare tutti e tre i ragazzi.

Xemnas, un po’ dispiaciuto, riallacciò i pantaloni e la camicia a Saix e, una volta rialzatosi, disse

< Scusa, ora ho inglese. Ci vediamo a ricreazione, piccolo.>

< V-va bene.>

Xemnas lasciò il bagno e Saix, andando in classe.

Demyx deglutì e uscì allo scoperto prima che lo sfregiato si allontanasse.

< Ciao, Saix.> disse cercando di essere più naturale possibile.

Impossibile esserlo dopo lo sguardo che Saix gli aveva lanciato: un misto tra lo sconvolto, l’assassino e l’indemoniato.

< Cosa ci fai tu qui?> ringhiò.

< E-ecco, vedi, i-io t-ti stavo ce-cer-cercando. Ho b-bisogno del tuo aiuto.>

< Un aiuto che ti posso dare facendomi spiare da te in bagno?>

< P-più o meno. – balbettò Demyx sorvolando sul fatto che il bagno era pubblico e se ci faceva lì le sue robe sconce non era colpa del biondo – Vedi, proprio perché tu hai una relazione con un ragazzo sono venuto da te...>

< Cosa stai insinuando?> chiese pericolosamente.

< Non pensare male! É solo che... ecco, io...>

< Allora?>

< Tu... come hai fatto a dichiararti? Sapevi già che a Xemnas piacevano i maschi?>

< ... scusa, ma perché ti interessa?>

< Ascolta, mi sono innamorato di un ragazzo, ma non so se è gay o se è etero... come faccio a dichiararmi senza rischiare di rovinare anche la nostra amicizia?>

< Non sono un consulente coniugale o simile e non ho alcuna intenzione di aiutarti!>

Saix si stava allontanando dal biondo, quando Demyx sembro cambiare personalità e diventare freddo e perfido, peggio di Larxen. Forse oltre ad asmatico, era anche schizofrenico.

< Che ne dici di uno scambio equivalente?>

< Dico che hai letto troppo Full Metal Alchemist!>

< Non è una citazione, ti sto dicendo che sono disposto a tacere sulla tua relazione con Xemnas in cambio del tuo aiuto!>

Saix si voltò di scatto, decisamente infuriato.

< TU NON OSERAI DIRE A NESSUNO DI ME E XEMNAS!> sillabò fissandolo come Kaname Chidori versione demoniaca che cerca di uccidere Sagara.

< Perché non dovrei? Cosa pensi di farmi, eh?>

< Spezzarti tutte le ossa ti basta?>

< Anche con le ossa rotte, gli altri non dimenticherebbero le mie parole o sbaglio?>

< Tu, brutto...>

< Senti, ti chiedo solo di spiegarmi come hai fatto all’inizio con Xemnas, dopo giuro che mi leverò dalle scatole e non ti chiederò più niente.>

< Mi chiedi solo di... parlare?>

< Esatto.>

< ... d’accordo, ma non voglio che questa storia duri troppo, ok?>

< Certo! Grazie mille, Saix!>

Demyx corse in classe, riuscendo a evitare per un miracolo l’arresto dell’apparato respiratorio.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ma purtroppo sarà una specie di regalo d'addio. Nel senso che mi tocca andare in montagna per circa un mese e quindi non potrò aggiornare per un bel pezzo, senza contare che al terzo capitolo potrò lavorarci solo le ultime due settimane di luglio grazie a mio padre che mi concederà di usare il suo computer portatile. Il prossimo capitolo sarà incentrato su Axel e sulla sua visita a Marluxia (ghigno malefico, sadico e perverso) quindi spero di rendere abbastanza bene il mio adorato Ax. Ringrazio tutti quelli che recensiscono (anche se sono un po' pochetti... T__T, non vi sprecate mica a lasciarmi un piccolissimo commento, eh?) e spero che non soffriate troppo per la mia mancanza (figuriamoci...).

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Capitolo 3
*** 3.Ai no kaerukoto - Ritorno dell'amore ***


3.Ai no kaerukoto – Ritorno dell’amore

Axel stava tornando lentamente a casa, l’oscurità della notte stava scendendo e i lampioni erano già accesi. Era stato uno di quei giorni da dimenticare: Marluxia stava per avere la sua vendetta. E Demyx invece... solo pensare al biondo lo faceva infuriare. Perché non poteva dirgli quello che pensava realmente, del tipo urlargli contro tutta la sua rabbia? Era stato un duro colpo quando, giovedì della prima settimana di scuola, Demyx gli aveva detto di essere gay. Non tanto per il fatto stesso di esserlo, lo era anche lui in definitiva, ma... cazzo, come aveva potuto fidarsi così ciecamente si lui?! Axel non aveva mai detto al biondo di essere gay per non ferirlo, temendo di fargli schifo, e invece lui era arrivato e praticamente gli aveva buttato là “Sai, sono gay.”.

Perché Demyx riusciva a fidarsi della gente e lui no?

La cosa era peggiorata da quando avevano tirato in ballo Marluxia. Un ritorno al passato, un ritorno all’orrore. Il problema, quello che lo sconvolgeva in maniera inconcepibile, era che Marluxia era stato corretto.

Troppo corretto.

Si aspettava che desse addosso a Demyx, appena separati, credeva l’avrebbe ricattato minacciandolo di spifferare a tutti che lui era omosessuale. Invece aveva tenuto il segreto e anche quel giorno, chiedendogli di andare a casa sua, non aveva tirato in mezzo la sua reputazione o l’incolumità di Dem. Axel tirò un calciò a un sasso che sbatté contro il muro alla sua destra. Perché erano tutti estremamente corretti? Aveva già avvisato sua madre che avrebbe dormito fuori e lei non aveva fatto commenti: ci avrebbe quasi sperato, una scusa qualsiasi per non affrontare Marly.

Ma sua madre aveva smesso di commentare la sua vita da quando suo padre era scappato con la sua amante e lei aveva annegato tutto nell’alcool. Adesso non gli restava altro che fare un salto a mollare la cartella a casa e prendere uno spazzolino e un pigiama. E magari trangugiare un panino, sentiva il suo stomaco che si contorceva come quel verme che aveva ucciso qualche tempo prima, appoggiandolo sul fornello con la fiamma viva.

Arrivò a casa e aprì la porta, che come al solito non era chiusa a chiave, tanto sua madre era sempre sul divano, si muoveva solo per comprare le sue stupide birre e non c’era niente da rubare se non il televisore da cui lei non si staccava mai. Gettò la cartella sul pavimento sporco e, fiondatosi in cucina, ingurgitò un tramezzino.

< Dove hai detto che vai?!> chiese la voce isterica di sua madre.

< Sono da Naester.>

< Qual’è?!>

Axel fu tentato dal dirle “quello gay che si scopa tutti”, ma decise che non voleva complicazioni.

< Quello coi capelli rosa, quello delle medie.>

< Passami una birra!>

Axel sbuffò, gli sembrava di parlare con un’alcolizzata più che con sua madre. Le lanciò una birra sul divano e salì a prendere lo spazzolino. Rimase fermo qualche secondo a cercare con lo sguardo un pigiama, prima di ricordarsi che lui dormiva solo in boxer e maglietta.

Si ficcò lo spazzolino in tasca e uscì senza neanche salutare.

In meno di dieci minuti era davanti alla casa di Marluxia. Rimase davanti al giardinetto buio fissando stanco la casa che sembrava sempre più la tana del leone. Ma poi i leoni avevano una tana? Non vivevano nella savana? Bho, l’unica relazione che aveva coi leoni erano i capelli a criniera.

Bussò alla porta.

Doveva avere l’aria di un condannato a morte, visto lo sguardo incoraggiante che Marluxia gli rivolse.

< Come stai?>

< Al solito.>

< Hai già mangiato?>

< Sì, più o meno.>

< Bene, entra pure.>

Axel entrò guardandosi attorno: in confronto al tugurio in cui era costretto a vivere, quella casa era davvero una reggia. Almeno non aveva la spazzatura sparsa sul pavimento.

Seguì Marluxia nella stanza che avrebbe condiviso con lui. Alla vista di un letto matrimoniale, Axel sentì una fitta allo stomaco. Forse cominciava a rendersene conto solo in quel momento del casino in cui si era cacciato. Maledizione.

< Preoccupato?>

< Dipende dalle tue intenzioni.>

Marluxia rise e si sedette sul bordo del letto, invitando Axel a fare altrettanto.

< Voglio capire dove ho sbagliato, Axel. Perché mi hai lasciato così bruscamente?>

< Mi chiedevi un po’ troppo per l’epoca…>

< E per adesso?>

< … finché non ci provo, non ne ho idea.>

< Cos’è, un invito a nozze?>

Axel non rispose: era stufo di fare la parte del bravo bambino, di quello che non voleva ferire nessuno, quello che voleva nascondere il fatto di essere gay.

Lo era, non se ne vergognava.

Si accorse solo in quel momento che Marluxia era decisamente vicino a lui e puntava alle sue labbra.

Sorrise.

Che stupido che era Marl! Non si era nemmeno accorto di quanto gli fosse costato lasciarlo.

Ma infondo era bravissimo a fingere, aveva una maschera di cera addosso; Demyx non si era accorto di quanto gli avesse fatto male dicendogli che era gay, Marl non si era reso conto del dolore di Axel nel lasciarlo…

Bé, non aveva intenzione di farsi ancora male da solo.

Si spinse verso Marluxia e cominciò a sbottonargli la camicia, mentre si baciavano lingua a lingua. Il rosato gli tolse la giacca e la maglietta e lo gettò disteso sul letto, mettendosi sopra di lui. Godette dei gemiti del rosso leccandogli i capezzoli e l’ombelico. Si baciarono ancora e in uno degli stacchi, Axel ammirò il volto sudato del compagno: come aveva potuto lasciarlo?

Era talmente fantastico, le guance arrossate, gli occhi socchiusi, il respiro affannato e la camicia aperta che metteva in mostra il petto glabro. Ragazzi, aveva sprecato tre anni della sua vita rifiutando quella meraviglia!

Gemette di piacere quando le dita di Marluxia scivolarono ad abbassargli la zip dei pantaloni e a sfilarglieli. Doveva essere diventato cremisi per il fatto di essere in boxer davanti a lui, perché il rosato scoppiò a ridere.

< Sai che sei proprio buffo con quella faccia?>

< Perché, mi stanno spuntando i tentacoli come Davy Jones?>

< No, ma sei più rosso del dottore-polipo di Futurama.>

< Accidenti, devo essere proprio un disastro…>

< No – lo rassicurò con un sussurro Marluxia sollevandogli il mento con due dita – sei bellissimo.>

Il ragazzo si raddrizzò e, toltosi e scarpe e i calzini, si mise seduto sul letto con la schiena appoggiata alla spalliera. Axel, dopo essersi cavato le dovute calzature, non tardò a mettersi a cavalcioni sulle cosce dell’amante. Gli tolse la camicia e cominciò a baciargli il collo.

*

Irritato dalla luce, Axel aprì un occhio e si accorse di essere stretto al petto di Marluxia. Richiuse l’occhio, confuso, cercando di capire cosa fosse successo. Poi si rese conto di essere completamente nudo. Di essere stretto ad un Marluxia privo di vestiti. Si accorse che Marly lo stava fissando placidamente con un sorrisone sulle labbra.

Si sedette di scatto, arrossendo di colpo.

< Dormito bene, Ax?>

< S-sì… ecco, io…>

< Che c’è?>

< Noi… ABBIAMO GIÀ FATTO SESSO?!>

< Sì, perché?>

Axel era leggermente scombussolato.

< Insomma, ci riappacifichiamo e dopo neanche ventiquattr’ore abbiamo già fatto sesso; mi sembra un po’ affrettato…>

< Non mi pareva la pensassi così quando hai urlato.> ribatté candidamente Marl.

Axel diventò, se possibile, ancora più rosso.

< Che giorno è oggi?> chiese nervoso sviando la conversazione.

< Venerdì.>

< Vuoi saltare scuola?>

< Oggi non c’è, è chiusa per assemblea sindacale.>

Axel scese dal letto e si rivestì: si sentiva decisamente sollevato. In meno di ventiquattr’ore si era levato un peso che portava da tre anni.

Quando Marluxia lo abbracciò da dietro, si rilassò sul suo petto.

< Marl, devi promettermi una cosa.>

< Cioè?>

< Non dire a Demyx di noi due, ok?>

Marluxia sorrise fissando quegli occhi smeraldo.

< Ok, cucciolo.>

*

< Eddai, Marl, devo andare!>

< Ma se non è ancora suonata la campanella, si può sapere che fretta hai?>

Axel e Marluxia erano in corridoio al secondo piano della scuola, nascosti da un grosso armadio vicino alla finestra. Era sabato e i due si stavano tranquillamente baciando come una normale coppietta, anche se Ax era decisamente restio ad esibirsi così in pubblico.

< Demyx mi starà cercando…>

< Non mi pare proprio, guarda. È la nell’angolo insieme al suo tenebroso e al gargoyle.>

Axel si sentì bruciare dentro: era strano, ma ultimamente era irritato alla vista di Demyx. Era sempre lì col suo amichetto e quella sorta di guardia del corpo che non li mollava mai.

Non sapeva se era geloso, cosa alquanto bizzarra visto che non era mai stato attratto da Demy, o se semplicemente gli seccava di essere diventato di secondaria importanza per il biondo.

< Comunque, è meglio che vada…>

Marluxia riuscì a rubargli un ultimo bacio a tradimento, prima che il rosso imboccasse le scale. Non voleva scendere da Dem, temeva di saltargli addosso e strozzarlo, quindi decise di stare sulla porta della classe, abbastanza vicino a un gruppetto di professori che blateravano del loro stipendio. Più vicino era ai docenti, meno avrebbe dovuto subire le smancerie del fidanzato, che come al solito lo aveva seguito.

Non gli dispiaceva che Marluxia gli tenesse compagnia, visto che Demyx si era scelto qualcun altro con cui stare, ma preferiva risparmiarsi gli amoreggiamenti per quando erano soli.

Finalmente suonò la campanella e una fiumana di studenti si riversò per tutti i corridoi; Marluxia si volatilizzò e Demyx apparve affianco al rosso.

< Ax, sta andando di bene in meglio! Zexion è fantastico.>

< Ah, davvero…>

< Che hai? Ti vedo giù di morale.>

< Nooo, non sono affatto giù di morale, guardami, sono allegro come una pasqua!>

Demyx si bloccò per un attimo, colpito a morte dal tono dell’amico.

< Ax, ho fatto qualcosa di sbagliato?>

Il rosso si voltò a guardarlo, tentato dal gettargli in faccia tutta la verità, ma non ci riuscì: come poteva tradire un volto così leale e sincero? Possibile che alla fine dovesse sempre rivestire la parte del cattivo?

< No, scusami. Sono solo un po’… scosso. Devo avere la luna storta oggi, non è colpa tua.>

< Ah, va bene. Senti, volevo chiederti…>

< Sì?>

< Mi puoi aiutare con Saix?>

< In che senso?>

< Non so cosa chiedergli! A dire il vero mi vergogno parecchio.>

< Oddio, non cambierai mai!>

< Mi aiuterai?>

< Va bene, va bene. Ora muoviamoci, abbiamo matematica…>

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Eccomi qua, sono riuscita a farmi viva prima del previsto! Sono riuscita a sgattaiolare al più vicino internet point e così eccomi qua. Uff, ammetto che questo capitolo mi ha impegnata parecchio, perché in ballo c’era uno dei personaggi che amo di più, e tirando le somme non sono minimamente soddisfatta del risultato. T__T Si vede che con la fine della scuola sto perdendo la mano a scrivere… Spero di riuscire a rifarmi col prossimo capitolo. In quanto alla scena tra Axel e Marl, l’ho un po’ tagliata per non sforare col rating, usate l’immaginazione! Vi assicuro che hanno fatto proprio tutto… ^__^’ Temo di aver messo Ax in una chiave troppo problematica, con una famiglia disastrata per giunta, ma vi assicuro che nei prossimi chap, Axel troverà la serenità! (Guardate le coppie che ho scritto come presentazione e capirete…) Mi raccomando, commentate! Più commentate, più sono incoraggiata a scrivere. (Più sono incoraggiata a scrivere, meglio scrivo, quindi alla fine ci guadagnate anche voi…) Alla prossima, bye!

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Capitolo 4
*** 4.Senmei no jinmon - Interrogatorio di vita ***


4.Senmei no jinmon – Interrogatorio di vita

 

< L’hai avvicinato solo perché volevi scopare?>

< AXEL!!!>

< Uffa, che vuoi? Mi hai chiesto di aiutarti, no?>

< Sì, ma abbi un po’ di pudore!>

Axel spinse la testa indietro sbuffando, appoggiandosi allo schienale della sedia, mentre Saix diventava rosso dalla vergogna e dalla rabbia. Demyx cercò di sprofondare per terra: forse non era stata una buona idea chiedere aiuto ad Axel, sembrava che il rosso avesse colto l’occasione per tormentare Saix, con cui non aveva mai avuto buoni rapporti.

Il biondo non osava pensare come lo avrebbe ridotto lo sfregiato se Axel avesse passato il segno.

Erano in ricreazione, ma siccome pioveva si erano rintanati in classe per l’interrogatorio.

< Demyx, perché deve essere questo idiota a farmi queste domande personali?>

< Scusami, ma temo che io non riuscirei a fartele…>

< Insomma, il problema è tuo, cosa gli importa a questa testa quadra?>

Axel si fece scuro in volto: ma certo, in fondo lui non era così indispensabile per Demyx, gli bastava il suo tossico e il suo sfregiato. Detta così, Dem poteva passare per un boss mafioso.

Il biondo se ne accorse.

< No, Ax l’ho coinvolto fin dal principio, non lo voglio lasciare così! Bé, rispondi?>

< Io… è stato un colpo di fulmine, non sono riuscito a pensare più a niente. L’ho osservato per qualche giorno e poi mi sono buttato.>

< Ti sei buttato così, senza sapere niente di lui?>

< Ora che ci penso, era rischioso. Xemnas aveva moltissime ragazze di un’altra scuola intorno…>

< Chi?>

Axel rischiò di andare in iperventilazione. Marluxia era comparso all’improvviso da dietro il rosso, con il suo solito tempismo perfetto.

< Scusa, ma a te che te ne frega?>

< Visto che ormai Xemnas è occupato da te, devo saper dire ai miei clienti chi sono le ragazze libere, no?>

< Accidenti a voi tre, ma perché mi sono ficcato in ‘sto casino? Fammi ricordare, c’erano Aerith, Tifa, Yuffie, Yuna, Paine… non ricordo altre…>

< Grazie mille! Ah, se volete guadagnare qualche spicciolo potete fare gli informatori per la società Cuori infranti.>

< Ho una gran voglia di farti a pezzi con le forbici e nascondere a tocchetti il tuo cadavere nel cestino della carta. Traduzione: sparisci prima che ti metta le mani addosso!>

Marluxia si volatilizzò in meno di un batter d’occhio.

Demyx deglutì e riprese il Q&A, mentre Axel incideva il banco con le forbici.

< Quindi, ti sei buttato perché Xemnas rifiutava le ragazze?>

< Bé, ecco… sì, mi sono praticamente dichiarato e lui… insomma, sai com’è finita.>

Axel cercò di soffocare il più possibile la risata al pensiero di Saix arrossito versione ragazzina alla prima cotta che balbetta frasi del tipo “Bé.. ecco… tu… mi piaci…”.

Demyx decise di non trovarsi mai nello stesso corridoio con Axel e Saix, a meno che non volesse una morte precoce e violenta.

< In definitiva, cosa faccio?> chiese disperato.

< Senti, io dovevo soltanto rispondere alle tue domande, per il resto non sono problemi miei!>

< Oh, povero Saix! Vuoi scappare dal tuo Xemny?> fece Axel, per poi scappare per il corridoio seguito dallo sfregiato.

Dem rimase con la testa fra le mani, chiedendosi cosa potesse fare.

 

*

 

Demyx stava tornando a casa dopo la scuola, camminando lungo il marciapiede, quando improvvisamente vide Zexion poco più avanti di lui che girava per un vicolo. Stupito per la fortuna che aveva per aver beccato il compagno, lo seguì senza farsi vedere. In poco tempo perse il senso dell’orientamento seguendo Zexy, si stava lentamente perdendo in un intricato dedalo di vicoletti. Alla fin fine Zexion entrò in un bar in un vicolo cieco. Demyx rimase per un po’ a fissare il malconcio bar, senza sapere cosa fare. L’aveva seguito senza pensarci tanto, ma ora cosa avrebbe fatto? Non sarebbe riuscito a trovare la strada da solo, ma la sola idea di entrare in quello squallido baretto lo faceva rabbrividire. Venne tolto dalle sue riflessioni quando si sentì prendere per la collottola da qualcuno che senza nessuna difficoltà lo sollevò da terra; l’urlo di Demyx fu stroncato al nascere da una gigantesca mano pelosa che gli tappò la bocca.

Centinaia di pensieri passarono per la mente del biondo: rapina, stupro, attentato, omicidio, traffico illegale, droga, bomba, rapimento, ricatto…

< Shhh, stupido, non gridare o quelli ti ammazzano!>

Demyx smise di divincolarsi appena sentì quella voce brusca. Il tipo, sempre tenendolo sollevato da terra, lo trasportò per altri vicoli, poi altri ancora. Dem ormai non capiva più niente, sollevato da un energumeno e trasportato ancora più a fondo in quel labirinto di stradine.

Finalmente lo strano tizio mollò Demyx che cadde sulle ginocchia e diede un’occhiata tremante al suo rapitore. Il biondo non aveva mai visto niente di più simile a un orso: era enorme, muscoloso, con delle sopracciglia gigantesche (tipo Rock Lee), delle basette ancora più enormi e un fascio di capelli rasta scuri che sembravano serpenti. Dem lo riconobbe come uno di quarta della sua scuola, uno poco raccomandabile che fumava agli angoli del cortile.

< E questo chi è?>

< Un ragazzino che si aggirava nei pressi dell’Hollow Pub. Credo che sia della nostra scuola…>

Dem rischiò un attacco d’asma quando un tipo dalla coda di cavallo avvicinò il volto al suo.

< Ma dai, sembra una checca!>

< Xaldin, Xigbar! Che succede qui?>

A Demyx si annebbiò la vista, non capiva più niente. Non era da tutti i giorni essere rapito da un orso ambulante, senza contare quel tipo con la coda che sembrava appena uscito da uno dei film di Matrix. Si sentì ancora peggio quando vide apparire Xemnas che avanzava verso i suoi due amici.

Sperò con tutto se stesso che Saix non gli avesse detto niente del fatto del bagno, altrimenti poteva anche fare testamento.

Ma a quanto sembrava non era ancora giunta la sua ora.

< Lo conosco, è un amico di Larxen e Saix.>

Luxord apparve accanto a Xemnas.

< Luxord!> esclamò Dem entusiasta, ritornando un po’ più lucido.

< Conosce anche Saix?> chiese Xemnas sospettoso.

< Sì, è un suo compagno di classe.>

< Capisco. Che ci facevi qua, ragazzino?>

Demyx deglutì: non voleva sbandierare in giro che era corso dietro a Zexion senza pensare neanche a dove sarebbe finito.

< Ecco, io… aveva visto un mio conoscente che si dirigeva verso quel bar e l’ho seguito…>

< Chi?>

< Un ragazzo di 1° A.>

< Che ci poteva fare uno di 1° all’Hollow Pub?> fece l’orso chiamato Xaldin.

< È strano… non pensavo che uno della nostra scuola andasse all’Hollow… dovremo tenerlo d’occhio.>

Il biondo ebbe la netta sensazione di aver peggiorato la situazione: che razza di posto era quel bar?

< Scusa, ma che ha di strano quel bar?>

Xemnas lo squadrò dall’alto e Dem si sentì sprofondare. Perché si era ficcato in quella situazione?

< Ci gira gente del Mickey’s Istitute, la nostra scuola rivale. Sono dei tizi che entrano nella nostra scuola senza il permesso e invadono i nostri spazi.>

< È per questo che è strano che uno della nostra scuola vada in quel bar. Comunque, è meglio che tu te ne vada da qua adesso…>

Demyx si alzò a fatica. Xemnas gli lanciò un ultimo sguardo, poi ordinò a Luxord di accompagnarlo a casa.

A Dem sembrava di essere un condannato scortato al patibolo: tutte le persone (molto poco raccomandabili) che si aggiravano per i vicoli si voltavano a guardare lui e il suo salvatore. Si vedeva lontano un miglio che Demyx non era del posto.

< Scusa, mi sa che Xaldin ti ha fatto prendere un colpo…>

< Non preoccuparti, anzi ti devo ringraziare. Mi hai salvato…>

< Ah ah, non preoccuparti, Xem non mangia la gente. Sei stato fortunato che non ti abbiano trovato quelli del Mickey. Quelli sono davvero pericolosi.>

Il più giovane fu assalito dai dubbi: perché Zexion era là? Ci aveva parlato molto insieme, ma non aveva mai accennato all’Hollow Pub o al Mickey’s Istitute… Cosa gli stava nascondendo?

 

*

 

Zexion si era seduto al banco a prendere un’anima nera (liquore alla liquirizia, è buonissimo, ve lo consiglio NdA) quando qualcuno gli mise una mano sulla spalla.

< Ciao, Zexy. Sei sempre puntuale, vedo.>

< C-ciao Riku…>

Il ragazzo dai lunghi capelli argentati si sedette accanto a lui mettendogli un braccio sulle spalle e tirandolo a sé.

< Vedo che non sei coi tuoi soliti amichetti, eh? È un peccato non poterci trovare in ricreazione solo perché ci sono loro intorno.>

< Non dovresti essere a scuola tua durante la ricreazione?>

< Uffa, la scuola è una noia, mentre tu sei decisamente divertente…>

Riku strappò a tradimento un bacio al ragazzino che arrossì di botto.

< Dai, smettila…>

< Non vuoi che gli altri sappiano che sei frocio? È un peccato, sai? Sei decisamente stimolante…>

Zexion rabbrividì mentre la mano di Riku scendeva lungo la schiena.

< Almeno i tuoi amichetti lo sanno che sei gay?>

< No…>

< Peccato.>

< Dai smettila, Riku!>

< Lo sai perché ti costringo a venire qua tutti i pomeriggi, Zex? Perché tu sei sprecato per quegli inetti della tua scuola. Dovresti passare alla nostra, staresti molto meglio…>

< E tu la smetteresti di picchiarmi?>

< Io non ti picchio, Zex, diciamo che a volte non dovresti disubbidirmi.>

< … lasciami in pace, ti ho già detto che non voglio passare al Mickey.>

< Non vuoi stare con me? È per questo che hai cambiato scuola anche alle medie, vero?>

Zexion si alzò di scatto e, lanciata una moneta alla cassa, si allontanò dal banco, ma Riku lo bloccò da dietro.

< Zex, non è carino lasciare qualcuno nel bel mezzo di una discussione…>

< Smettila, per favore.>

Riku lo guidò verso il bagno, trascinandolo senza alcuno sforzo.

< Non farmi arrabbiare, piccoletto. È meglio per te.> sussurrò chiudendosi dietro la porta.

Si voltò verso il ragazzino che indietreggiava spaventato.

< Hai paura che io lo faccia, vero?>

< Per favore, Riku…>

Zexion non riuscì più a parlare quando l’argenteo lo atterrò e si mise a trafficare con i pantaloni.

 

*

 

Demyx stava ascoltando musica nella sua stanza: aveva messo la modalità random nell’I-pod collegato alle casse e si stava ascoltando Runaway di Avril Lavigne, mentre finiva i compiti. I suoi genitori erano fuori ad una cena di lavoro e all’esterno diluviava. Il biondo osservò l’acqua che picchiettava contro il vetro: gli piaceva molto la pioggia e l’acqua in generale. Gettando un occhio alla strana, vide sbalordito qualcuno cadere sul marciapiede.

Indossate le scarpe da ginnastica, si fiondò per strada a soccorrere la persona a terra. Si sentì morire. Era Zexion. Ed era pieno di ferite sul viso.

< Demyx? - chiese il ragazzino intontito - Cosa ci fai qui?>

< Abito qui davanti.>

Zexion sorrise debolmente per poi svenire sul cemento. Dem senza pensarci due volte si caricò in spalla l’amico e lo portò a casa. Gli tolse le scarpe e l’impermeabile e lo appoggiò delicatamente sul letto. Lo osservò un attimo, poi corse in cucina a preparare del latte caldo e a tirare fuori dal freezer il ghiaccio da mettere sui lividi. Porto il tutto in camera e, appoggiato il ghiaccio sulle botte sul volto, controllò se ci fossero altri lividi lungo il corpo.

Dopo cinque secondi, diventò cremisi: arrotolò i pantaloni di Zexion fino al ginocchio e poi li rimise a posto, una volta affermata l’assenza di ematomi. Demyx si sentiva bruciare il viso mentre gli sbottonava la camicia, ma si sentì ancora peggio quando vide un enorme ematoma sul fianco destro del ragazzo. Si bloccò di colpo e si accorse delle lacrime che gli scivolavano lungo il volto scomparendo come evaporate sulle guance infiammate. Solo in quel momento il biondo venne preso dal panico: era solo in compagnia di uno Zexion svenuto e piangente, con il petto scoperto.

Si sentì improvvisamente pericoloso, rischiava di fargli ancora più male ed era l’ultima cosa che voleva fare.

< Dem?>

Demyx trasalì: Zexion lo stava fissando con un’espressione incredula.

Il biondo gli si avvicinò velocemente, spostando il ghiaccio dal volto al petto. Zex rabbrividì.

< Come ti senti?>

< Mi sento a pezzi… dove sono?>

< A casa mia, sei svenuto sul marciapiede qui di fronte.>

< Che… ore sono?>

< Le sette e mezza.>

< Oddio, i miei genitori potrebbero preoccuparsi! Devo andare a casa.>

Cercò di alzarsi dal letto, ma ricadde per il dolore e Dem lo tenne fermo.

< Zex, non puoi muoverti in questa situazione. Guardati, sembri uno straccio.>

< Ma… non posso farli preoccupare…>

Dem afferrò il suo cellulare e lo passò all’amico.

< Chiamali. Dì che ti fermi a mangiare da me.>

< Sei sicuro?>

< Certo, non posso lasciarti andare in giro così! Ho qualcosa nel frigo che dovrebbe bastare per tutti e due. Mangiamo, controllo che tu non sia a pezzi e ti riaccompagno a casa.>

Demyx si irrigidì: Zexion gli si era gettato addosso e lo aveva abbracciato.

< Grazie… grazie mille, Dem!>

Demyx si alzò per abbassare la musica che continuava ad andare e corse in cucina a preparare qualche cosa di commestibile, intanto Zex contattò i suoi genitori per avvisarli del suo cambio di programma. Preparato il cibo, Demyx si sedette sulla sedia ravviandosi i capelli. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, prima quell’inseguimento nei vicoli fino al bar, adesso il salvataggio del ragazzo pestato. Cosa gli stava succedendo? Ma soprattutto cosa stava succedendo a Zexion?

 

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Evvai!  Avevo deciso fin dall’inizio di far apparire Xaldin: inizialmente l’idea era di metterlo come compagno di classe di Xemnas che beccava Dem a spiare Saix e Xem da dietro la porta del bagno, ma poi ho deciso di far spiare a Dem da un altro posto quindi l’idea è saltata. Ho scritto così in fretta che mi è sembrato di trascurare l’aspetto psicologico di Demyx… spero di sbagliarmi. Mi scuso con tutte le fan di Riku visto che gli ho dato la parte da cattivo, ma l'ho fatto perché avevo bisogno di un "cattivo" figo e chi se non il nostro Riku? L'ho persino dovuto invecchiare facendolo diventare un coetaneo di Axel e Saix! Ringrazio ancora e sempre tutti quelli che recensiscono, mi alzano davvero il morale e ne ho sul serio bisogno! Per Eternal Fantasy: devi avermi letto in qualche modo nel pensiero perché avevo pensato “Se Axel va con Rox, con chi starà mai Marl? Magari con il nostro viscido scienziato!” quindi Vex apparirà, anche se non mi piace molto come personaggio… Bé, a presto, guys! Continuate a recensire, bye!


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Capitolo 5
*** 5.Rei no shiki - Agonia dell'anima ***


5.Rei no shiki - Agonia dell'anima

 

< Eeehhh?! Ma sei scemo? Sei stato solo con lui per tutta la sera e non hai fatto niente?!>

< Ax, abbassa la voce!>

Mentre tornavano a casa, Demyx stava facendo il resoconto della sera prima ad Axel, che era decisamente deluso dal poco spirito d’avventura del compagno.

< Insomma, sei davvero bacato! Ce l’hai disteso sul letto con il petto scoperto e le lacrime agli occhi e non pensi nemmeno lontanamente di poterlo consolare in una maniera più profonda?>

< Ma Ax, era ferito…>

< Oddio, ecco che ricomincia… se ti ha abbracciato ci sarà stato un motivo, no?>

< Era soltanto commosso.>

< E tu sei commosso cerebralmente, Dem! Tu non vuoi andare a letto con qualcuno finché non ti dice “Ti prego, scopami!”.>

< Dubito che me lo dirà…>

< Per questo la prossima volta che ti abbraccia non devi fare la parte dello stoccafisso! Devi cogliere l’occasione.>

< Certo, certo. Ciao, Ax…>

< Non credermi se vuoi! Bye!>

Mentre Demyx corse a casa, Axel passeggiò ancora un po’ per la strada: non aveva voglia di tornare al suo tugurio e Marluxia era dal dentista per tutto il pomeriggio. Colpa delle merendine che i suoi clienti gli davano come pagamento… Comunque l’unica cosa possibile era gironzolare per strada senza una meta. Stava svoltando l’angolo della solita strada quando qualcosa di decisamente leggero e veloce sbatté contro il suo stomaco e cadde a terra.

Axel cercò di capire cosa fosse l’essere contundente che gli si era fiondato addosso e vide un ragazzino sugli undici anni che si massaggiava la testa ricoperta da una fitta chioma di capelli castano chiaro.

< Ehi, tutto bene?>

Il ragazzino lo guardò terrorizzato con due grandi occhi blu spalancati. In un attimo si rimise in piedi e, superato Axel con uno scatto, cominciò a correre a perdifiato. Il rosso restò per un attimo a bocca aperta a fissare il piccoletto che scappava, poi, senza capire bene il perché, gli corse dietro. Lo raggiunse in fretta, ma non lo fermò, limitandosi a corrergli dietro lasciando un metro di distacco tra di loro. Alla fine il più giovane, esausto, si fermò di colpo lasciandosi scivolare sul marciapiede vicino ad un parco. Axel gli si sedette accanto.

< Come ti chiami?>

< … Roxas…>

< Il mio nome è Axel. Imparalo a memoria.>

Il ragazzino scoppiò a ridere, lasciando Axel a fissarlo come un cretino.

< Che hai da ridere?>

< È facile da ricordare. E poi è anche bello come nome.>

 

*

 

Axel stava accompagnando a casa lo strano ragazzino: era stata una sorta di rivelazione quando il piccoletto gli aveva detto che frequentava la prima media nella sua vecchia scuola. Un punto in comune. Uno dei tanti, perché nonostante si conoscessero da soli trenta minuti, sembrava fossero amici di vecchia data. Avevano un feeling pazzesco, l’uno coglieva ogni sguardo, ogni mossa, ogni espressione dell’altro. Axel non riusciva ancora a capire perché Roxas fosse scappato appena lo aveva visto, ma soprattutto perché gli era corso dietro.

< Ecco, io abito qua.>

Il fischio di ammirazione di Axel era più che comprensibile di fronte alla villa che Rox aveva indicato come casa sua.

< Però… mica male, eh? Ti tratti bene…>

< Se ti stupisci di questa, dovresti vedere la casa di mio cugino Sora. È circa il doppio di questa.>

< Io ci rimetto la faccia se ti porto a casa mia.>

< Perché, volevi portarmi a casa tua?>

< Acc, non ti sfugge niente. Bé, se ne hai voglia, magari un giorno…>

Axel si zittì all’istante, dato che Roxas lo stava abbracciando.

Ci pensò un attimo, poi decise di non voler seguire l’esempio di Demyx e fare lo stoccafisso, così, dopo averlo abbracciato a sua volta, si chinò rapidamente sul piccoletto e lo baciò. La cosa fu decisamente piacevole, dato che Roxas accettò il bacio con una velocità impressionante. Appena separati, Axel lanciò un’occhiata alla villa come per assicurarsi che nessuno li avesse visti. Con grande sorpresa, si accorse che in realtà non gliene fregava più di tanto se qualcuno li aveva osservati.

< A che ora è che esci da scuola?> chiese al castano.

< Alle 13 tutti i giorni, tranne il giovedì che esco alle 13 e 30.>

< Bene, domani vengo a prenderti. Ci vediamo.>

< Ciao.>

Axel camminò lentamente verso casa, giocherellando con un tappo di bottiglia che aveva trovato per terra, e rifletteva sull’incontro improvviso. Sorrise. Non voleva farsi troppe domande, gli si rovinava soltanto l’umore, ma doveva ammettere che con quel piccoletto si era trovato decisamente bene. Forse era il momento di credere nel destino se questo gli portava delle simili fortune.

Era così immerso nelle sue riflessioni da non accorgersi del ragazzo che lo fissava da dietro un albero.

Il giorno dopo, non voleva altro che le ore passassero in fretta per poter andare da Roxas il prima possibile. Purtroppo le cose si complicarono fin dal primo istante.

Axel arrivò a scuola in ritardo, come al solito, e appena entrato in classe si beccò in testa il cancellino da parte della prof di italiano che aveva un’ottima mira. Quando si sedette accanto a Demyx, il biondo lo fissò per un attimo, poi si voltò dall’altra parte e non gli rivolse una parola per tutta l’ora. Axel non riusciva a capirne il motivo, ma non poté chiederglielo a causa della prof che lo chiamò alla lavagna.

Appena suonò la campanella, tutti si misero a gironzolare sapendo perfettamente che la prof di religione era assente e Axel cercò di avvicinarsi a Demyx, ma il biondo si mise a conversare con la professoressa di musica che stava prendendo un caffè.

< Che c’è, ci sei rimasto male perché il tuo amichetto ora non ti vuole più?>

Axel trasalì e voltandosi di scatto si trovò di fronte Larxen.

< Cos’hai detto?!>

< Bé, ora che il tuo biondino sa che sei gay è ovvio che non ti voglia più.>

Axel restò fulminato. Demyx sapeva che lui era…

< Come fai a saperlo tu?>

< Mmmm, non sono sicura di volertelo dire…>

Axel la afferrò per le spalle e la sbatté contro il muro.

< Chi te lo ha detto?> ringhiò infuriato, ma proprio in quell’istante comparve Luxord che con uno strattone lo scollò dalla ragazza.

< Stalle lontano.> intimò minaccioso mettendosi tra il rosso e la sua fidanzata.

< Chi te lo ha detto? Dimmelo!>

Larxen si aggrappò al braccio del biondo.

< Me lo ha detto Marluxia e a dire il vero lo ha detto a praticamente tutta la scuola. Anche al tuo amichetto, Demyx.>

Axel si sentì crollare il mondo addosso. Perché Marluxia…?

Si voltò di scatto e corse a cercare il colpevole.

Intanto Luxord abbracciò Larxen.

< Ti sei fatta odiare un’altra volta, lo sai.>

< Lo so… ma cosa vuoi che sia una volta in più?>

< Non mi piace che sia così normale per te farti odiare dalla gente.>

< È per questo che hai voluto metterti con me? Per cercare di cambiarmi?>

< Inizialmente… ma mi sono ricreduto. Sei perfetta così come sei.>

 

*

 

Marluxia era nella classe di attività alternative, una piccola stanza adibita a cimitero dei computer scolastici. Axel entrò infuriato e, prima che qualcuno potesse dire qualcosa, gli tirò un pugno in faccia.

< Arrabbiato?> chiese indifferente il rosato.

< Stronzo! Cosa hai fatto? Perché hai detto a tutti…?>

< Ah, è per quello che sei arrabbiato…>

< Avevi promesso! Si può sapere cosa ti è passato per la testa?>

< Dovrei farti io la stessa domanda.>

< Cosa?!>

< Come mai improvvisamente ti metti a baciare i ragazzini davanti a tutti, quando mi fai subire un monologo se ti bacio di fronte a un gatto?>

< Tu… come fai a saperlo?>

< Ti ho visto ieri, sai? Te la cavi davvero bene con quelli più piccoli di te.>

< Io… ma andiamo! Solo per quello hai spifferato tutto? Solo per un bacio ad un ragazzino?>

< Solo?>

< Se… se fosse soltanto uno sfizio, non saprei, un capriccio?>

Marluxia scosse la testa.

< Ax… ormai ho sviluppato un sesto senso, lavorando sempre coi problemi degli altri. So distinguere a prima vista un capriccio da un amore profondo.>

< Marl…>

Marluxia sorrise tristemente e si avvicinò alla porta.

< Scusa, Ax. Ti ho tirato in un gran casino, si vede che era destino che noi non potessimo stare insieme.>

Axel non capiva più niente. Doveva lasciare Marluxia? Ma cosa stava succedendo? Perché…?

< Ax, è meglio se vai da Demyx. Almeno non perdere lui…>

Demyx? Sì, Demyx… il suo amico… migliore amico.

Axel corse fuori dalla stanza per cercare Dem.

Non si accorse nemmeno che Marluxia stava piangendo.

 

*

 

< Dem?>

Demyx non si voltò. Era in corridoio a guardava fuori dalla finestra, dando le spalle ad Axel. Il rosso perse la calma, la pazienza e tutta quella parte razionale del suo cervello che bloccava la sua rabbia. Afferrò il biondo e lo costrinse a voltarsi verso di lui.

< Si può sapere che hai, maledizione?!>

Demyx si ritrasse da lui con uno strattone. Axel diventava sempre più furioso.

< Avanti, dimmelo! Dì che ti faccio schifo, che hai paura che ti metta le mani addosso, che mi odi e tutto il resto, ma dimmi qualcosa!!!>

A Demyx tremò il labbro inferiore che si morse istintivamente.

< Potevi… dirmelo, no?>

< Cosa?!>

Demyx stava piangendo, ma riuscì miracolosamente a dire tre parole di senso compiuto una dopo l’altra.

< Perché non me l’hai detto? Che problema avevi a dirmelo? In definitiva sono gay anch’io, che problemi avevi?>

< Ma sei scemo? Io non te lo detto perché non volevo ferirti! Non darmi la colpa adesso!>

< Ferirmi? In che modo ferirmi? Io non ho esitato un istante a dirtelo, perché per te non può essere lo stesso? Io mi fido di te, quindi…>

A Demyx morirono le parole in gola. Era arrivato alla conclusione.

< Tu… non ti fidi di me?>

Axel voleva morire in quell’istante. Era tutta colpa sua, prima Marl, adesso Demyx. Non voleva restare solo un’altra volta.

< Dem, io…>

Si sentì girare la testa e dovette appoggiarsi al muro per non crollare. Poi Demyx lo abbracciò.

< Non interpretarlo come un “Ti prego, scopami!”.>

Axel riuscì a ridere, come se non ce l’avesse fatta per secoli.

< D’accordo. Tutto risolto?>

< Sì…>

< Per fortuna. Temevo che sarei morto con tutti questi casini.>

< E Marluxia?>

< … troverà di sicuro qualcuno migliore di me.>

< Siete solo amici adesso?>

< Se riuscirà a perdonarmi, sì. È colpa mia, è la seconda volta che lo ferisco.>

< E noi siamo amici, vero?>

< Strano sia tu a domandarlo… ma insomma, non posso lasciarti! Hai ancora un tossico da conquistare!>

< Grazie… Axel.>

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Sono molto nervosa... temo che questa fic si stia avvicinando un po' troppo a Beautiful. Io odio Beautiful. Odio le cose troppo sentimentali, dove si portano all'esasperazione le incomprensioni. Per questo ho voluto dedicare solo un chap a questo continuo piagnisteo. Però alla fine mi sono commossa per le cose che ho scritto; il più difficile da caratterizzare è stato Demyx, mentre per Marluxia ho praticamente trascritto su carta le mie esperienze personali. Con Axel, ho messo il carattere di mio fratello, quello che si tiene tutta la rabbia dentro e poi esplode. Combina casini, ma alla fine non perde mai un amico. Avvisatemi se scrivo troppo in fretta e se trascuro i caratteri dei personaggi, mi dispiacerebbe rovinare questa fic. Ringrazio tutti quelli che leggono e ancora di più quelli che recensiscono. A presto, bye!

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Capitolo 6
*** 6.Tenken no hassou - Spedizione di controllo ***


6.Tenken no hassou – Spedizione di controllo

< E così, adesso stai con questo Roxas?>

< Sì. Va nella nostra vecchia scuola, sai?>

< Bene, sono contento che tu sia riuscito a sistemarti. In fondo sembra un ragazzo simpatico.>

< Già. Mi dispiace per Marluxia, ma ormai è andata così.>

< Sembra che tra un po’ tutti i pezzi del puzzle andranno a posto.>

< E con il tuo tossico? Come va?>

< Non ha fatto cenno all’Hollow Pub, ma voglio vederci chiaro. Voglio andare in quel posto. Ho deciso che lo pedinerò e scoprirò perché va là!>

< Vuoi un accompagnatore?>

< Ti offri tu?>

< Possiamo venire io e Roxas, se vuoi. Non mi piace l’idea di mandarti allo sbaraglio da quelli del Mickey.>

< Per me va bene. Almeno verremo picchiati in tre.>

< Ti sento molto allegro! Bé, allora domani dopo la scuola?>

< Sì, avvisa Roxas. Ci vediamo, Axel.>

< Ciao, Dem.>

Demyx riattaccò il telefono. Aveva deciso di agire, ora che le cose si stavano sistemando. Axel si era trovato un ragazzo e sembrava molto più felice, Marluxia si era ripreso ed era tornato l’amico di sempre, Saix aveva finalmente potuto lasciare quella valle di lacrime e starsene tranquillo col suo Xemnas, Luxord e Larxen erano sempre più appiccicati e Xaldin e Xigbar si facevano gli affaracci loro negli angoli del cortile.

Cosa voleva di più? Zexion.

Zexion era la cosa più importante per lui ed era anche la situazione più incasinata. Non aveva potuto chiedere aiuto a Lexaeus perché il ragazzo era dovuto partire con i suoi genitori per un viaggio di lavoro del padre. Aprì l’armadio di camera sua per tirare fuori la sua amata Sitarra, un dono del suo nonno paterno. Era tramandata da generazioni nella sua famiglia, derivava da uno strumento dell’India, il Sitar appunto, ed era stata regalata ai suoi antenati secoli prima da non sapeva chi.

Si sedette sul letto impugnando lo strumento. Ora che ci pensava, gli sarebbe davvero piaciuto suonare qualcosa per Zexion, e presto ne avrebbe avuto la possibilità: il concerto di Natale della scuola, dove avrebbe suonato anche lui.

La prof gli aveva detto di portare il brano che preferiva, ma lui voleva qualcosa di speciale. Si mise a scorrere mentalmente tutti i pezzi che conosceva.

Aveva sentito suonare il Trillo del diavolo, ma non sapeva se sarebbe riuscito a suonarlo con la sitarra, visto che il brano era per violino. Forse poteva anche portare un brano moderno invece della solita pappardella classica. Pensò alle canzoni che gli piacevano particolarmente…

Poi finalmente si ricordò di una canzone...

Contento di aver trovato il brano giusto, cominciò a provarlo all’infinito, tanto non si stancava mai di suonare. Continuò fino a quando non appoggiò la testa contro lo strumento, addormentandosi all’istante.

La mattina dopo prese l’autobus per puro miracolo, anche perché cozzò rumorosamente contro Axel, anche lui in ritardo, di fronte alle porte del mezzo che si stavano chiudendo.

Quando entrambi riuscirono a sedersi col fiatone sui sedili dell’autobus, Axel tirò fuori dallo zaino un manga.

< Che roba è?>

< Me lo ha prestato Roxas. Si intitola “La stirpe delle tenebre”.>

< Ma è un manga yaoi!>

< Ti pare che mi faccia schifo?>

< Ah, hai ragione… Devo aver visto la serie animata, ma si chiamava “Gli eredi del buio”.>

< Già, almeno la versione animata era completa, il fumetto l’hanno bloccato all’undici…>

< Come mai?>

< Non ne ho idea, dovrò chiedere a Rox… Ha detto che viene anche lui, oggi.>

< Bene. Dove ci troviamo?>

< Si è fatto una giustificazione falsa per uscire prima da scuola, ci aspetta all’uscita principale.>

< Ok, Zexion esce sempre da quella.>

< Sicuro che andrà in quel bar?>

< No, ma lo spero. Altrimenti Roxas dovrà farsi continue giustificazioni.>

< Non è un problema per lui, ha una famiglia così ricca che praticamente tutti i prof lo trattano con i guanti!>

< Non è che gli corri dietro per i soldi?>

< Io non ne ho bisogno, anch’io nuoto nelle banconote, sai?>

< Sì, come no…>

Scesi dall’autobus, corsero verso la scuola e riuscirono a evitare Roberto, il bidello che li piantava una grana enorme tutte le volte che arrivavano a pelo. Entrati in classe, si accorsero subito che c’era qualcosa di diverso: dietro la cattedra non c’era soltanto il professore di tecnica come di dovuto, ma anche una bella ragazza sulla ventina, vestita con un camice bianco.

Sgattaiolarono al loro posto il più silenziosamente possibile.

< Allora ragazzi, questa è la signorina Quistis Trepe, un’insegnante della scuola vicina, il Mickey’s Istitute. – fece il prof – Questa scuola, insieme alla nostra, ha aderito ad un progetto che prevede lo studio della chimica già dal primo anno scolastico. Questa materia si baserà soltanto sulla pratica, con una breve parte di teoria all’inizio di ogni lezione, che durerà tre ore. L’attività verrà svolta da due classi per volta nel laboratorio di scienze, un giorno a settimana. La vostra classe lavorerà con la 1° C e sarete divisi in gruppetti da due.>

< Gruppi che deciderò io.> sottolineò Quistis lanciando un’occhiata ad Axel e Demyx.

< Già… quindi ora prendete l’astuccio, un quaderno e mettetevi in fila in corridoio che dobbiamo raggiungere il laboratorio.> concluse il professore.

In fretta Demyx si mise in fila accanto ad Axel.

< Cosa ne pensi di quella?> gli chiese il rosso indicando Quistis.

< Non saprei… È una del Mickey…>

< Ma l’hai sentita? Gruppi che deciderò io. Ma chi si crede di essere?>

< Chissà con chi ci metterà in gruppo… è un peccato, per un attimo ho sperato di lavorare con la classe di Zexion.>

< Tanto non ti avrebbe mai messo in gruppo con lui, con tutti gli sguardi languidi che gli lanci!>

< Io non gli lancio sguardi languidi!>

< Ehm-ehm.>

I due si voltarono di scatto e si trovarono accanto Quistis che li superò dopo averli uccisi con lo sguardo.

< Ti prego, fa che non ci abbia sentito.>

< E se ha sentito, sono affari suoi! Sai cosa me ne frega di quella vecchia racchia…>

< Ehm-ehm.>

Axel venne ucciso un’altra volta dal professore che passava accanto a loro e che lanciava sguardi di apprezzamento all’insegnante del Mickey.

< Dem, la prossima volta tagliami la lingua.>

< Va bene.>

Finalmente arrivarono al laboratorio dove i ragazzi della C erano in piedi uno accanto all’altro.

< Oddio, sembra un lager nazista…> sussurrò Ax.

< Zitto, o mi toccherà tagliarti la lingua.>

Anche i ragazzi della D si distribuirono uno accanto all’altro. Quistis passò tra le due file.

< Bene, ora vi divideremo in gruppi. È possibile che finiate in gruppo anche con uno non della vostra classe, intesi?>

Cominciò subito a dividere i ragazzi.

< Tra poco ci passa anche col metal detector… ma da dove viene questa? Non siamo mica all’accademia militare.>

< Axel, chiudi quella bocca, altrimenti ci ammazzano.>

Quistis arrivò a loro due.

< Bene…> mormorò fissando Demyx che non aspettava altro che la terra sotto di lui lo inghiottisse. Quando l’insegnante lo prese per il polso e lo mandò in coppia con Larxen, decise che avrebbe preferito essere sepolto vivo.

Ad Axel venne il colpo della strega appena Quistis lo trascinò accanto al suo nuovo compagno: Saix.

< … quasi quasi era meglio se perdevo l’autobus, ‘sta mattina.>

< Anch’io non sono felice di stare in coppia con te, testa quadra! Perché mi deve toccare un cretino del tuo calibro?>

< Chiudi il becco, cane pulcioso! Perché non corri dal tuo padrone, eh? Il tuo Xemnuccio ti starà aspettando…>

Una scarpa arrivò in faccia ad Axel.

< Che schifo, hai i piedi che puzzano!>

< Ma ti sei mai annusato? Puzzi da carne bruciata!>

< E tu da cane!>

< Zitto, encefalogramma piatto.>

< Microcefalo.>

< Verme bavoso.>

< Cane bagnato.>

< Piromane fallito.>

< Schizofrenico bavoso.>

< L’ho già detto io bavoso!>

< E chi se ne frega! Lo dico quanto voglio, bavoso, bavoso!>

I due continuarono il loro litigio culturale sotto gli occhi esterrefatti dei prof che non erano minimamente intenzionati a bloccarli.

< Signorina, è sicura dei gruppi che ha deciso?>

< Sì… più o meno. Ora basta, cominciamo la lezione!>

I gruppetti di due si misero uno per banco e cominciarono a lavorare su una roba non meglio identificata che doveva diventare in qualche modo satura.

Demyx non sapeva che cavolo volesse dire “saturo”, ma era molto più impegnato ad evitare le gomitate di Larxen che a trasformare quella sostanza in provetta.

Dal canto suo, Axel cercava in tutti i modi di spingere Saix contro l’armadio che conteneva l’acido solforico e gli altri corrosivi. Riuscì per un pelo a schivare un bisturi che lo sfregiato gli aveva lanciato contro e, voltandosi, gli prese un colpo: Marluxia si stava avvicinando in modo decisamente equivoco al ragazzo con cui doveva far coppia, un tizio dai capelli chiari e dagli occhi verdi stranissimi. D'altronde, pareva che il compagno di Marluxia avesse una vera e propria vocazione per la chimica, dato che aveva già concluso l’esperimento. Axel non poté più seguire la scena a causa della sedia che gli sfrecciò davanti al naso e all’infuriato Saix che gli si fiondò addosso.

Marluxia si avvicinò al ragazzo.

< Come ti chiami?>

< Vexen.>

< Hai già finito l’esperimento?>

< Sì, era una cavolata. Una soluzione satura è proprio una cosa di base.>

< Avevi già fatto chimica?>

< Vengo da una famiglia di scienziati, lavoro con le fialette da quando avevo tre anni. Tu, come ti chiami?>

< Marluxia.>

< Ah, sei quello dell’agenzia “Cuori infranti”.>

< Sono così conosciuto?>

< Tutte le ragazze della mia classe ci sono rimaste malissimo quando hanno scoperto che sei gay.>

< E tu?>

< Neanche tanto, in fin dei conti.>

< Mi fa piacere.>

< Bene.> tagliò corto Vexen.

I due si lanciarono un intenso sguardo, poi Marluxia improvvisò.

< Sbaglio o dobbiamo andare in sgabuzzino a prendere gli ultimi materiali?>

< Sì, hai proprio ragione.> mentì Vex alzandosi.

I due si diressero nel buio e intimo sgabuzzino della scuola, situato nell’area meno usata della scuola. Nessuno dei professori si accorse della loro scomparsa, anche se durò per parecchi minuti.

*

< Eccolo, sta uscendo.>

< Shhh, ci sentirà!>

Axel, Roxas e Demyx stavano spiando Zexion da dietro un muretto.

< Ecco che si dirige verso la stazione…>

< Basta, Ax! Non voglio la cronaca.>

I tre continuarono a seguire Zex per tutto il percorso finché non s’infilò nel labirinto di vicoletti che Demyx aveva già visto.

< Ehi, Dem. È questo il posto?>

< Sì, ne sono sicuro. Forza, muoviamoci!>

Corsero per il solito via e vai di stradine fino ad arrivare al famigerato bar. Demyx non riusciva a non guardarsi intorno col timore che l’orso Xaldin spuntasse all’improvviso e lo riportasse da Xemnas.

< Molto bene, uomini, stiamo per entrare nella tana del nemico. Forti e coraggiosi, ecco i nostri intrepidi eroi che vanno dritti alla meta...>

< Axel, se continui così ci scopriranno subito!>

Roxas afferrò Axel per il polso e, tappatagli la bocca, lo costrinse a entrare, seguito da Demyx. Avvistarono subito Zexion seduto al banco e corsero subito ad un tavolino coperto in parte da un paravento: perfetto per spiare senza essere visti.

Una ragazza mora dai capelli lunghi li si avvicinò.

< Desiderate?>

< Tre Radhler.> rispose Axel.

< Ax, io non bevo...> fece Dem mentre la ragazza si allontanava.

< Lo so, infatti sono per me!>

La ragazza tornò con le birre e Roxas riuscì a fregarne una al suo ragazzo.

< Meglio che ne prenda una io o un giorno ti ritroverò sotto un ponte.>

< Di sicuro un ponte è più pulito di casa mia. Ehi, chi è quello?>

Un ragazzo dai capelli argentati si era seduto accanto a Zexion e lo trattava in maniera decisamente equivoca. Roxas per poco non affogò nella birra.

< Quello è Riku!>

< Riku? E chi sarebbe?>

< E' un amico di mio cugino Sora, fa il primo anno al Mickey e faceva le medie nella vostra vecchia scuola.>

Demyx fissò attentamente il ragazzo argentato: era sicuro di averlo già visto, ma non ricordava dove...

All’improvviso Zexion si alzò dalla sedia, ma Riku gli afferrò il polso e lo trascinò con la forza in cesso. Demyx scattò in piedi pronto a seguirli: aveva avuto un lampo, un ricordo decisamente vivido. Axel lo bloccò.

< Dem, se ti scoprono ti ammazzano. Non puoi seguirli...>

< Mi sono ricordato, quello era uno dei teppisti che picchiavano Zex alle medie. Di sicuro è anche quello che l'ha massacrato l'altra sera.>

Axel lo lasciò subito andare e lo seguì verso il bagno con Roxas alle calcagna.

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Suspance!!! Oh, yes! Ok, scusate il ritardo, che non è un vero e proprio ritardo perché questo chap era pronto da più di un mese, ma volevo farvi attebdere ancora un po'... Sì, lo so, sono perfida! Ah Ah Ah!!! Vebbè, ammetto che Roxas è un po' troppo piccolo, ma cercate di capirmi, per me è un colpo al cuore dover aumentare l'età ai personaggi, già con Riku mi si erano torte le budella... Potete sempre far finta che Roxas abbia 13 e non 11 anni, tanto la sua età è ininfluente per la fic! Spero vi sia piaciuto il chap, io mi sono divertita molto a scriverlo, soprattutto grazie ad Axel e a Saix. Mi dispiace di aver fatto apparire Quistis (from Final Fantasy VIII) come una antipatica, ma in questo contesto ci stava troppo bene! Ringrazio tutte quelle che recensiscono e invito a continuare a farlo, mi aiutano davvero molto i vostri commenti! A presto, sciau sciau ^__^

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Capitolo 7
*** 7.Tasuke - Aiuto ***


7.Tasuke – Aiuto

La porta del bagno era chiusa a chiave, ma i rumori che provenivano da dentro non erano affatto rassicuranti. Axel non ci pensò due volte e scardinò la porta con una spallata.

A tutti, ma soprattutto a Dem, si bloccò il respiro.

Sarà stato per il fatto che Zexion perdeva sangue dalla bocca, sarà stato perché era buttato a terra a petto nudo e con le braghe calate, sarà stato che Riku gli stava sopra ghignando.

Demyx sentì il sangue alla testa e si lanciò contro Riku spingendolo via da Zex.

< Che cazzo gli stai facendo, brutto bastardo?!> urlò il biondo.

Riku lo fissò annoiato, mentre Zexion ci mise qualche secondo per capire cosa stava succedendo... Dem arrabbiato che urlava contro Riku che lo stava sfottendo, e Axel e un altro ragazzino a fissare la scena esterrefatti dalla porta scardinata.

Sentì di dover bloccare Demyx, non sapeva quanto pericoloso potesse essere l'argenteo, non voleva che anche lui venisse picchiato. Doveva riuscire ad allontanarlo, a proteggerlo in ogni modo da quella bestia di Riku.

Demyx si stava per gettare di nuovo contro il ragazzo del Mickey, ma Zexion riuscì a mettersi tra i due.

< No, fermati, Dem!>

< Fermarmi?! Ma hai visto come ti ha ridotto? Non ti può trattare così!>

< Sì, lui può.>

< E perché?!>

Zexion si ritrovò a pensare velocemente ad una risposta che ferisse Dem; non gli piaceva l'idea di farlo star male, ma era l’unico modo per proteggerlo...

< Perché io lo amo!>

Silenzio di tomba.

La frase non sarebbe mai potuta sembrare credibile a qualcuno con una mente razionale, ma di certo in quel momento il biondo non riusciva a seguire il susseguirsi degli eventi. Fissò Zexion esterrefatto, con gli occhi lucidi, poi si voltò e corse in fretta fuori dal locale. Axel e Roxas si guardarono per un attimo, indecisi e esterrefatti, poi seguirono il compagno. Zexion si ritrovò a tremare seduto sul pavimento freddo del bagno mentre un trionfante Riku si alzò e rimise a posto la porta massacrata dal rosso.

< Riku, io...>

< E' un peccato che tu abbia ferito così tanto un tuo amico, ma in fondo se mi ami...>

< Lo sai perfettamente che volevo che tu non gli mettessi le mani addosso!>

< Oh, ma che gesto nobile. Allora non ti dispiacerà se metterò le mani addosso a te.>

L'argenteo si avvicinò al ragazzino...

*

Axel e Roxas corsero a perdifiato dietro l'amico che era riuscito a superare il dedalo di vicoletti ed era seduto sulla riva di un fiume. Cominciava a piovigginare quando finalmente i due ragazzi trovarono il biondo che li dava le spalle.

Axel fece per avvicinarsi, ma Roxas lo trattenne per un braccio.

< E' meglio se lo lasciamo per qualche minuto solo...>

I due si ripararono sotto una tettoia mentre la pioggerella si trasformava in pioggia battente e inzuppava Dem fino al midollo.

Axel rimase impaziente a fissare il corpo dell'amico colpito dall'acqua scrosciante per qualche minuto, poi sbottò.

< Ora basta! A costo di prenderlo a pugni giuro che ora gli faccio muovere le chiappe.>

< Ax, non essere troppo brusco...>

< Brusco io? Ma per chi mi hai preso?>

Il rosso si avviò a passo di marcia verso Dem. Raggiunto, gli si parò davanti agitandogli una mano vicino al volto.

< Ehi? Terra chiama Demyx, mi ricevete?>

Demyx si alzò lentamente in piedi con lo sguardo vuoto e perso nell'aria; improvvisamente, superò Axel per buttarsi nel fiume.

Il rosso riuscì ad afferrarlo per la giacca appena in tempo.

< Che cazzo stai facendo?! Ma sei fuori?>

Demyx lo ignorò e si mise a camminare sul marciapiede.

< Ehi, Dem...>

< MI VUOI LASCIARE IN PACE???!!!>

Axel rimase per un attimo fermo a fissarlo, incredulo. Dopo un attimo, gli appioppò un ceffone che gli fece voltare la testa di 90 gradi.

< Dem, non dirmi che credi alle stronzate che ha detto Zexion, vero?>

< Lui... lui ha detto che...>

< Apri gli occhi, maledizione! Ti sembrava contento di essere pestato a sangue?>

< Ma ha detto di lasciarlo in pace...>

< Uffa, si vede che ti è andato in pappa il cervello. Cercava di pararti il culo, dannazione. Se Riku ha ridotto in quello stato lui, figurati come avrebbe conciato te! Con quello non saresti rimasto in piedi neanche per mezzo secondo.>

Demyx rimase a testa bassa: capiva solo in quell'istante di essere stato realmente ingenuo. Mentre Zexion gli diceva di lasciare in pace Riku, sembrava stesse per piangere. E poi, se lo amasse veramente, non avrebbe cambiato scuola alle medie per sfuggirgli: di sicuro Axel aveva ragione.

< Scusa, Ax. Torniamo a casa?>

< Ok, ma non buttarti nel fiume.> commentò il rosso facendo cenno a Roxas di raggiungerli. Axel e Demyx accompagnarono Roxas a casa.

Dem avrebbe voluto fare la strada del ritorno da solo per riflettere su quanto scoperto, ma il suo migliore amico non si lasciò convincere e lo accompagnò fino al cancello.

Mentre Ax stinsciava una scarpa nel fango, Dem si voltò per ringraziarlo. Un'altra volta.

Quante volte avrebbe dovuto ringraziarlo prima di riuscire a cavarsela da solo? Perché doveva sempre scomodare Axel per i suoi problemi?

< Grazie mille.>

< Di niente. Accidenti, sono fradicio. L'acqua non la sopporterò mai.>

< Allora, a domani.>

< Dem, che hai intenzione di fare con Zexion?>

< ... non lo so, ci penserò questa sera. Di sicuro non lo lascierò in balia di quello squilibrato.>

< Ricordati che puoi contare su me e Roxas, non devi fare tutto da solo.>

< Grazie.>

< Ciao ciao.>

Dem si chiuse la porta alle spalle.

"Non devi fare tutto da solo."

Però era a lui che interessava Zexion, non certo a Roxas o ad Axel.

Era un problema suo e di nessun altro.

Lo avrebbe risolto da solo.

Salì in camera e, afferrata la Sitarra, suonò il primo pezzo che gli passò per il cervello. Appena si accorse che il titolo di quel brano era "You're not alone" (from Final Fantasy IX ^__^), cambiò subito.

Non si era mai posto il problema fino a quel momento, aveva sempre pensato che poter contare su qualche amico fidato fosse una cosa di cui essere fieri, un privilegio non per tutti.

Ma era un'altra cosa se doveva contare sempre e in ogni momento su qualcuno. Se Axel fosse stato via, come se la sarebbe cavata? Non avrebbe saputo proteggere Zexion.

Doveva essere pronto. Ce l'avrebbe fatta, avrebbe salvato Zexion dalle grinfie di quel maniaco. E lo avrebbe fatto da solo.

*

Non era colpa sua se era davanti a scuola mezz'ora prima del suono della campanella, non lo aveva chiesto lui di passare la notte in bianco. O in rosso. Non era riuscito a levarsi dalla testa l'immagine di Zexion insanguinato con Riku sopra.

Forse stava impazzendo. Dem si guardò in torno, ma non vide Zexion che di solito era parecchio in anticipo rispetto all'orario. Con sua grande sorpresa, invece, vide Lexaeus che veniva verso di lui.

< Ciao, Lex. Sei tornato dalle vacanze?>

< Sì, è andato tutto bene. Mio padre aveva un congresso a Vienna e ha approfittato per portare anche me e mia madre.>

< Che fortuna! Senti, hai visto Zexion?>

< Come, non te lo ha detto?>

< Detto cosa?>

< Ieri sera mi ha mandato un messaggio dicendo che oggi non sarebbe venuto perché aveva una visita medica.>

Visita medica?

Dem era più che certo che qualcosa non quadrasse: Zexion era andato ad una visita medica qualche giorno prima, Lexaeus non poteva saperlo perché era ancora in viaggio.

Vuoi vedere che...?

< Scusa Lex, devo andare! Ho... dimenticato un libro a casa.>

< Ah... ok.>

Demyx corse fino a svoltare l'angolo per poi afferrare in tutta fretta il cellulare e cercare tra le chiamate effettuate il numero di casa di Zexion; il numero doveva essere rimasto da quella volta che Zexion aveva chiamato i suoi...

Trovò il numero e telefonò.

Uno... due...

< Pronto?>

La madre di Zexion.

< Ehm, buongiorno signora. Sono un compagno di classe di Zexion, lui è in casa?>

< No, mi spiace. E' uscito dieci minuti fa per venire a scuola. Non è ancora arrivato?>

< Eh? Ah, sì. E' arrivato proprio in questo momento. Scusi per il disturbo, arrivederci.>

< Arrivederci.>

Dem riattaccò. Come sospettava, Zexion era da Riku, al pub. Ora non c'era tempo di chiamare Axel (che arrivava sempre in ritardo), doveva correre.

Ne andava l'incolumità di Zexion.

Rimise a posto il cellulare e corse verso l'ormai conosciuto bar.

Ma qualcuno aveva intuito il suo piano.

< E' la checca dell'altra volta...>

< Sicuramente sta andando da quel ragazzino di cui ci ha parlato.>

< Che facciamo, capo?>

< Chiama gli altri, ci sarà da divertirsi.>

< All'Hollow Pub, quindi?>

< All'Hollow Pub. Fate in fretta.>

Xigbar si allontanò per chiamare all'adunata Xaldin e Luxord.

Xemnas sorrise divertito.

< A noi due, Riku...>

Si voltò, i suoi tre fedelissimi erano davanti a lui. A dire il vero ce n'era anche un quarto.

< Saix, che succede?>

< Voglio venire anch'io, vorrei rendermi utile.>

< Sei sicuro? Questo non è un gioco.>

< Sicurissimo.>

< Mmmm...>

< Per favore, Xem!>

Il sorriso di Xemnas si allargò ancora di più. Ad un suo cenno, Xigbar, Xaldin e Luxord si avviarono verso il pub, mentre l'argenteo si avvicinava a Saix. Si chinò per baciarlo.

< Fai il bravo e non metterti nei guai.>

< Ricevuto!>

I due seguirono gli altri ragazzi.

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E di nuovo suspance! Yes! Bè, siccome vi ho fatto aspettare mooolto senza alcuna ragione, ho deciso di farmi perdonare postando prima di quanto pensassi il 7 chap. Comunque, cari morti di fame, per farvi apprezzare qualcosa si dovrà pur farvi brontolare lo stomaco, no? Bando alle ciance, io ho finito di scrivere la storia, verranno fuori nove capitoli e spero che li apprezziate! Già già... grazie per le recensioni, un grazie speciale per Eternal Fantasy che mi ha sempre recensito e mi segue ancora (inchino) e anche a Windy, Sashy, Stardust e L_Yasha Shaman Slayer per aver messo questa fic tra le preferite. Mi raccomando, sostenetemi fino alla fine che mi sto divertendo un mondo. A presto, bye bye!

P.S. Tanto per curiosità, in questa fic qual è il personaggio che ho reso meglio? Non dite Lexaeus, vi prego!

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Capitolo 8
*** 8.Ai ni kokoro - Cuore per l'amore ***


8. Ai ni kokoro – Cuore per l’amore

Corri, più in fretta, più in fretta, più in fretta.

Dem si fermò con una scivolata alla fine dell’ultimo vicolo che lo separava dal bar. Dovette fermarsi un attimo per riprendere fiato mentre si chiedeva come mai l’asma non si facesse sentire.

Dopo un minuto scarso il pensiero di Zexion lo convinse a fare un passo avanti verso il bar, ma si bloccò di colpo.

Zexion era lì, sul malconcio piazzale davanti al bar, con Riku accanto. E non solo Riku.

Insieme ai due c’erano molti altri ragazzi del Mickey, Dem riconobbe Squall (scusate, non ce la faccio a chiamarlo Leon...), Cloud, Zell, Irvine, Seifer, Vincent (sbavazz!) e Rufus.

O un’orgia o un’imboscata.

Non sapeva cos’era peggio.

< Guarda guarda, Zex, c’è il tuo amichetto!>

Una risata di gruppo seguì la frase di Riku.

Zexion era allibito: era stato costretto a venire al bar (< Se non vieni tu, vengo a prenderti io a casa.> NdRiku) pensando di trovare solo Riku come al solito, invece si era trovato addosso tutta la banda.

Ora Demyx.

< Dem, scappa!!!>

Demyx strinse i pugni.

< No. Non ti lascio solo.>

< Non fare l’eroe, scappa! Non puoi fare niente!>

Demyx deglutì.

< Ti sbaglio, posso provare.>

< Oh oh, ecco il grande salvatore! Cosa credi di fare, moccioso?> intervenne Riku.

Demyx fece un passo avanti.

< Lascia stare Zexion.>

< Scordatelo, piccoletto.>

Demyx fece un altro passo.

< Lascialo.>

Riku spinse Zexion tra le grinfie di Malefica (sì, c’era anche lei, è la padrona del bar!) e si avvicinò con gli altri degni compari al biondo. Demyx non indietreggiò.

Ma non potè evitare di cadere a terra quando un pugno di Riku lo raggiunse alla bocca dello stomaco, mozzandogli il fiato. Dem si rialzò subito barcollando.

< Cosa credi di fare, eh?>

< Lascia Zexion.>

< Ancora questa storia? Non saresti mai dovuto venire qua se ci tenevi alla pelle.>

Demyx si lanciò contro l’argenteo, che lo schivò senza il minimo sforzo, anzi, lo afferrò per un braccio e lo fece cadere nuovamente a terra.

< Ti ci vorranno migliaia di anni di allenamento per riuscire anche solo a sfiorarmi.>

Dem si alzò ancora, sempre più infuriato.

Come si permetteva di trattare in quel modo sia lui che Zexion?

Gliel’avrebbe fatta pagare!

< Bene, moccioso, temo che ora dovremo far entrare nella tua bella testolina un po’ di buonsenso...>

< Noi dobbiamo ficcarti ben altro, Riku, e di certo non nella testa... Anche se ammetto che potremo confonderci, vista la faccia da culo che hai.>

Altre risate, ma questa volta alle spalle di Demyx che si voltò di scatto.

Xemnas capitanava i suoi quattro uomini con un ghignetto soddisfatto dipinto sul volto e gli occhi che brillavano infuocati. La sicurezza di Riku vacillò per un attimo, ma si riprese subito.

< Xemnas, questo non è il tuo territorio.>

< Lo sarà tra poco.>

< Puoi scordartelo, tu e la tua Armata Brancaleone non riuscirete a farci arretrare di un solo millimetro, chiaro?>

Xemnas avanzò.

< Oh, scusa, cos’hai detto? Temo dovrai ripetere la lezione, ragazzino, siamo un po’ duri d’orecchie.>

Mentre Xemnas e i suoi sottoposti avanzavano verso i nemici, Dem si spostò di lato. Non gli interessava prendere parte ad uno scontro tra bande rivali, gli bastava che Luxord e gli altri distraessero Riku, poi lui avrebbe strappato Zexion da Malefica.

Piano geniale che si attuò appena Xemnas scattò verso Riku, coltello in pugno, imitato sia dagli avversari che dai quattro ragazzi che erano con lui.

Dem li fissò per un attimo: otto contro cinque, non era un grande svantaggio.

Forse ce l’avrebbero fatta.

Mentre Vincent si scagliava contro Saix (doppio sbavazz!!!) Demyx corse addosso a Malefica.

Intanto Luxord teneva testa a Irvine e Rufus e Xigbar e Xaldin occupavano Zell, Squall, Cloud.

Xemnas dal canto suo teneva a bada Seifer e Riku come se stesse portando a passeggio un cagnolino.

Dem si bloccò quando afferrò il concetto che, anche se donna, Malefica poteva costituire per lui un problema.

Per fortuna del nostro biondo, Malefica non brillava ( e non brilla tutt’ora) per coraggio.

Bastò che Xemnas atterrasse Seifer e Luxord mandasse fuorigioco Rufus perché Malefica mollasse Zexion e si rifugiasse velocemente nel suo bar.

Lo chiuse con doppia mandata e non la si vide più.

Demyx si avvicinò velocemente a Zexion e lo prese per mano.

< Zex, stai bene?>

< Io...>

Riku apparve all’improvviso e spinse Zexion facendolo cadere e afferrò Dem per un braccio, stringendolo.

Poi un pugno.

< Ti ammazzo.>

Un altro.

Un altro ancora.

Xemnas e i suoi erano troppo indaffarati a lottare contro gli altri e non poterono soccorrerlo neanche quando cadde in avanti battendo la testa e rimanendo fermò a boccheggiare.

Riku stava per colpirlo nuovamente quando Zexion si avvinghiò al suo braccio.

< Ti prego, lascialo in pace!>

< Levati, moccioso, a te penserò dopo.>

< No! Lascia stare Dem!>

< Concordo.>

Riku non fece in tempo a capire chi aveva parlato che gli arrivò una bella ginocchiata nelle parti basse.

< Eh eh, allora fa male?>

Dem alzò gli occhi appannati e...

< AXEL?!>

Ax gli sorrise avvicinandosi a Riku.

< Sai bamboccio, non permetto a nessuno di maltrattare il mio migliore amico e nemmeno il suo futuro ragazzo.>

< Dannato stronzo!>

< Oh, non preoccuparti. Prima ti castro e poi ti faccio a pezzi. Fidati, sarà divertente.>

Altra ginocchiata.

Intanto apparve anche Roxas a dare man forte a Xemnas e agli altri.

Zexion si accovacciò accanto a Demyx.

< Dem! Rispondi, Dem!>

Demyx ricominciò a connetere: Zexion lo stava chiamando per nome... proprio lui...

< Zexion...>

< Ah, Dem, per fortuna!>

Il biondo guardò la faccia sollevata del ragazzo accanto a lui.

Si alzò asciugandosi il sangue che usciva dal labbro spaccato e si avvicinò a Riku che stava venendo picchiato senza alcuno scrupolo da un Axel sempre più fuori di sè.

< Questo è per aver mandato in esasperazione Demyx! Questo è per averlo picchiato! Questo è per averci infastidito col tuo brutto muso! E questo è perché mi stai sulle palle!>

Inutile dire com’era ridotto Riku.

Riuscì a rialzarsi da terra barcollando e si trovò davanti Demyx che lo fissò cupo.

< Lascia stare in pace Zexion.> scandì e gli mollò un pugno in volto che lo fece alzare da terra e atterrare rovinosamente qualche metro più in là.

Gli altri compari di Riku si erano ormai dati alla fuga seguendo l’esempio di Malefica. (Nooo, Vince, torna qui!!! T__T)

Roxas si avvicinò a Dem, Ax e Zexion che nel frattempo si era rialzato.

Dem guardò il rosso e il suo ragazzo stralunato.

< Cosa ci fate voi due qua?>

< Bè, ti abbiamo visto correre lontano dalla scuola e abbiamo chiesto a Lexaeus cos’era successo.>

< Come mai eri in anticipo, Ax? E Roxas?>

< Roxas si era offerto di accompagnarmi una mattina a scuola, ma siccome abbiamo orari molto simili non potevo farlo arrivare in ritardo in classe, così mi sono preso prima.>

< E perché non hai creduto che io avessi veramente dimenticato un libro?>

< Dem... oggi è sabato. E il sabato cosa abbiamo? Due ore di educazione fisica e poi si esce prima per sciopero. Che razza di libri volevi portarti?!>

Dem non riuscì a non sorridere, Axel si rivelava al di sopra delle sue aspettative nei momenti più opportuni.

< Non crederete mica di aver vinto, spero.>

Tutti fecero un salto quando Riku intervenne.

< Cazzo vuoi ancora?> fece Axel.

< Zexion, non ti conviene stare con loro! Sono solo dei bugiardi, non gliene frega niente di te.>

Zexion fece un passo indietro.

< Chiudi il becco, bastardo.> sibilò Ax.

< Io non ho più intenzione di importunarti, Zex. Me ne vado. Ma non devi fidarti di loro, non sono tuoi amici.>

< Ma che stai dicendo? Mi hanno aiutato...>

< Ah, sì? Bè, sappi che il tuo bel biondino non ha esitato un solo attimo a lasciarti alle medie! Ti ricordi quella volta in cortile, durante la partita di calcio?>

A Dem si fermò il cuore.

< Zitto!>

< Lui c’era, lui ti ha visto in difficoltà, ma non ha mosso un dito per aiutarti! Non è certo meglio di me! Pensaci, Zexion. Ti conviene.>

Poi l’argenteo si voltò e corse via alla ricerca dei suoi compari.

Calò il silenzio per qualche secondo.

< Noi abbiamo finito qui.> annunciò Xemnas lanciando un’occhiata a Riku che fuggiva e lui e la sua combriccola se ne andarono lasciando dietro di loro una scena congelata.

Zexion fissava Demyx, Demyx fissava il cemento ai suoi piedi e lo sguardo di Axel e Roxas andava dall’uno all’altro.

Poi Axel ruppe il silenzio.

< Dem, è vero quello che ha detto?>

A Demyx sembrò che lo sguardo di Zexion lo trafiggesse senza pietà.

Annuì senza alzare lo sguardo.

Niente da fare, Riku aveva ragione.

Non sarebbe mai stato in grado di aiutare Zexion.

Non avrebbe mai potuto proteggerlo.

< Dem, io...>

< Ti amo, Zexion.>

Demyx interruppe la frase del diretto interessato.

Tanto ormai non aveva niente da perdere, non aveva più niente da salvaguardare.

Si azzardò a lanciare un’occhiata a Zexion che lo fissava con una faccia che era la rappresentazione stessa della sorpresa.

Poi si voltò di colpo e corse via senza proferire parola nè ad Axel nè a Roxas.

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Tranquille, non ho intenzione di farv i aspettare un altro mese e poi oggi mi sento buona! Oh, sono un angioletto! (Chiudi il becco, cos'hai fatto al povero Demyx?! NdTutti) E scusatemi! Comunque potrei pensarci ad una futura fan fiction Saix x Zexion, non mi dispiacerebbe... Il prossimo chap sarà stile song fiction, spero di aver beccato la canzone giusta. Vedremo se ci sarà o no l'agognato lieto fine, sì sì... Spero che siate contente di come è stato pestato a sangue Riku (EHI!!! NdR) perché mi è un po' dispiaciuto massacrare l'unico buono che mi piace quindi spero di non aver avuto la mano troppo leggera. Mi raccomando, recensite!!! Alla prossima! (Non tra un mese...)

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Capitolo 9
*** 9.Aki to shinjitsu - Vuoto e verità ***


CONSIGLIO PRIMA DI LEGGERE: aprite una nuova finestra in internet e entrate su you tube. Appena verrà nominata la canzone di Dem, scrivete titolo e autore in modo di poter leggere il pezzo della canzone con la canzone stessa in sottofondo. Rende molto di più.

9.Aki to shinjitsu – Vuoto e verità

< Domani c’è il concerto...>

< Sì.>

< Sei teso?>

< No.>

< Ah, ok...>

Axel distolse lo sguardo da Demyx.

Era passata circa una settimana dall’episodio davanti al pub e Axel non si era mai sentito così a disagio con Demyx come in quella settimana.

Demyx parlava sempre meno, sempre immerso nei suoi pensieri e sembrava che stesse per piangere da un momento all’altro.

Avevo diminuito momentaneamente i suoi incontri con Roxas per stare vicino all’amico, ma sembrava che niente potesse aiutarlo. Ax non aveva osato sfiorare la vicenda del passato di Zexion, Demyx stava troppo male per parlarne.

E aveva smesso di vedere Zexion.

A dire il vero, il piccolo emo aveva provato a parlargli, ma Demyx scappava ogni volta che lo vedeva.

Anche in quel momento stava fissando con occhi vitrei la sua Sitarra, muovendo le mani sulle corde senza nemmeno accorgersene.

Quando l’orologio scoccò le nove di sera, Axel si convinse a tornare a casa per lasciar riposare Demyx: era già tanto se era stato invitato a casa sua per cena, non voleva stargli tra i piedi.

Appena il rosso uscì, Demyx appoggiò la testa sullo strumento.

Voleva suonare per Zexion.

Voleva suonare il brano che aveva scelto appositamente per lui.

E avrebbe dovuto suonarlo il giorno dopo, sotto gli occhi di tutta la scuola.

E sotto gli occhi di Zexion.

Dem si strinse allo strumento.

Si odiava, si odiava per quello che aveva fatto a Zexion.

Non voleva più vedere la faccia del suo amato soffrire ancora a causa sua.

Senza nemmeno mettersi in pigiama, si addormentò con la luce accesa e il volto appoggiato allo strumento.

*

< Aspetta qui, Garreth. Puoi provare il tuo pezzo prima di entrare in scena, ti chiameremo noi quando sarà il tuo turno.>

< Sì...>

Demyx si sedette sull’unica sedia della stanzetta vuota accanto all’aula magna.

Sentiva la voce di Axel che era stato sorteggiato come presentatore annunciare Larxen e la sua canzone, Ugly girl.

Sentiva la pelle d’oca e i nervi tesi fino al limite.

Afferrò la Sitarra e cominciò a suonare il suo pezzo nel tentativo di tranquillizzarsi.

Ma la voce che gli arrivò alle spalle non lo rilassò affatto.

< E’ The Reason degli Hoobastank, vero?>

Il biondo si voltò di scatto: Zexion.

< Ciao Dem...> sorrise lui.

< Zexion... Io...>

< Volevo parlarti, Dem. Ora più che mai.>

< Se è per quello che ha detto Riku... è tutto vero.>

Dem non riuscì a trattenere le lacrime, si sentiva un verme.

< M-mi dispiace, Zexion. E’ tutta colpa mia, ho fatto tanto l’eroe, ma in fondo non sono che un vigliacco. Scusa se ti ho imbrogliato...>

Dem voltò la testa, non voleva che Zex lo vedesse piangere.

< Ti sbagli, Dem. Non mi hai imbrogliato.>

< Eh?!>

< Io sapevo già che mi avevi visto quella volta. Ero riuscito a scorgerti...>

Dem si voltò a guardarlo incredulo.

< Ma allora perché non mi hai scacciato quando ci siamo reincontrati?>

< Bé, avevi fatto la scelta giusta. Non avevi alcun legame con me, non dovevi per forza venire a salvarmi... E’ perché ti ho visto scappare che ho cercato di allontanarti da Riku, vista la tua reazione all’epoca, non osavo immaginare cosa avresti fatto se Riku ti avesse preso...>

< Zex... ti sei preoccupato per me...>

Entrambi abbassarono gli occhi arrossendo.

< Quell’ultima cosa che hai detto... Dicevi sul serio?>

Dem si sentì venire a meno.

Non capiva ancora perché gli avesse detto in quel momento che lo amava.

Forse voleva riuscire a dirglielo prima che quella storia finisse definitivamente.

Si asciugò la lacrime, non voleva più piangere, era un momento troppo importante.

< Sì... Zexion, io ti amo.>

Suonavano così bene quelle parole, soprattutto quando pronunciava il suo nome.

Zex si sfregò una mano sugli occhi lucidi.

< Zex...?>

Il biondo non finì di chiamarlo.

Non riusciva a parlare con le braccia di Zexion attorno al collo.

E con i loro cuori così vicini che sembrava generassero un unico suono.

Un battito sempre più veloce mentre le loro labbra si toccavano.

< Ti amo anch’io, Dem. Scusa se non te l’ho detto prima, ma temevo che ti piacessero solo le ragazze...>

Oddio, avevano perso tutto quel tempo a giocare a rimpiattino?

Era meglio non dirlo ad Axel e a Saix, ci teneva alla pelle. Soprattutto per Saix.

Abbracciò a sua volta il ragazzo pallido.

< Allora... Stiamo insieme...?>

Accidenti, che domanda timida.

Bè, non quanto la risposta.

< Sì... Ti amo...> ripetè Zexion.

I due si strinsero più forte, non si accorsero nemmeno di Marluxia e Axel che li guardavano sorridenti dalla porta.

Quando Axel tossicchiò, i due si separarono di scatto con aria colpevole.

< Axel...>

< Ah, non volevo disturbarti Dem, ma fra un minuto tocca a te...>

< Sì, capisco...>

< Dem?> lo chiamò Zexion.

Demyx si voltò verso di lui.

< Sì?>

< Ecco, io... vorrei poter cantare la tua canzone insieme a te.>

Il voltò di Demyx si illuminò.

< Davvero?!>

< S-sì, se non ti da fastidio...>

La faccia esaltata di Dem descriveva ben altro che fastidio.

Ax e Marluxia si scambiarono un sorriso.

< Ok, piccioncini, tra trenta secondi vi voglio sul palco. Dem suona e canta insieme a Zexion il ritornello, Zex canta da solo il resto. Veloci, però, ora vado a presentarvi.>

Axel corse di nuovo in aula magna mentre marluxia si sistemava vicino all’entrata del palco.

< Riesci a ricordarti le parole?> chiese Demyx a Zexion.

< Sì, è una delle mie canzoni preferite, la so a memoria.>

Già, Dem sapeva che gli piaceva. Aveva visto che l’aveva messa sulle preferite nel suo I-pod, per questo l’aveva scelta.

Si baciarono di nuovo e si diressero verso il palco.

Quando passarono davanti a Marluxia, il rosato strizzò l’occhio a Demyx.

< Bella mossa, compare.>

*

Era la prima volta che saliva su un palco.

E non aveva mai creduto possibile che l’atmosfera di un concerto natalizio in una scuola superiore fosse così carica d’energia.

Sentiva Zexion accanto a lui che tremava appena per l’emozione e gli applausi di benvenuto dei ragazzi e dei professori.

Nel pubblico c’erano tutte faccie familiari ed era strano vedere in quel momento le persone che aveva avuto accanto per tutti quei giorni e che lo avevano aiutato coi suoi problemi.

A cominciare da Marluxia stretto ad un ragazzo dai capelli castani che non si capiva se fosse contrario o no a quel contatto fisico. Poi Larxen e Luxord che lo fissavano incredibilmente incoraggianti dall’ala destra della sala e Xigbar e Xaldin he sembrava avessero accumulato un po’ di soldi vendendo ai ragazzi più inesperti biglietti falsi per il concerto che non era a pagamento.

E infine Saix in compagnia di Xemnas che lo abbracciava da dietro.

Axel gli rivolse un sorriso incoraggiante.

< Ed ecco a voi uno dei duetti di punta della giornata! Vi presentò Demyx Garreth di 1° D e Zexion Riot di 1° A, interpreti della canzone “The Reason” degli Hoobastank! Un applauso a questa fantastica coppia e buon ascolto!>

Un boato di applausi si alzò dalla platea mentre Demyx imbracciava la Sitarra e si avvicinava al bordo del palco verso il microfono fisso. Zexion prese il microfono che gli lanciò Axel mentre correva in platea per godersi lo spettacolo.

Demyx non era sicuro di cosa fare, se doveva prima salutare di persona il pubblico o cosa, così optò per la soluzione più semplice.

Iniziò a suonare la melodia.

Il pubblico si zittì subito e Zexion cominciò a cantare.

Non sono una persona esemplare,
“I’m not a perfect person,
molte cose desidererei non aver mai fatto,
as many thigs I wish I didn’t do,
ma continuo ad imparare.”
but I continue learning.”

Zexion si fece coraggio e fissò Demyx.

“Non avrei mai voluto farti questo.
“I never meant to do those things to you.
E quindi devo dirti prima di andare via
And so I have to say before I go
che voglio solo che tu sappia che...”
that I just want you to know...”

Insieme a cantare.

“Ho trovato una ragione per me,
“I’ve found a reason for me,
per cambiare quello ero solito essere.
to change who I used to be.
Una ragione per ricominciare di nuovo,
A reason to start over new,
e la ragione sei tu.”
and the reason is you.”

Le dita di Demyx si muovevano da sole, lui fissava soltanto Zexion.

“Mi dispiace di averti ferito,
“I'm sorry that I hurt you,
è qualcosa con cui devo convivere ogni giorno,
it's something I must live with everyday,
e tutte quelle pene che ti ho inflitto,
and all the pain I put you through,
spero di essere in grado di portarle via tutte,
I wish that I could take it all away,
e di essere il solo a raccogliere tutte le tue lacrime.
and be the one who catches all your tears.
E' per questo che ho bisogno che tu ti renda conto...”
Thats why i need you to hear...”

Zexion...

“Ho trovato una ragione per me,
“I've found a reason for me,
per cambiare tutto quello che ero solito essere.
to change who I used to be.
Una ragione per ricominciare di nuovo,
A reason to start over new,

e la ragione sei tu.”
and the reason is you.”

Demyx...

“Ho trovato una ragione per mostrare,
“I've found a reason to show,
una parte di me che non conoscevi.
a side of me you didn't know.
Una ragione per tutto quello che faccio,
A reason for all that I do,
e la ragione sei tu.”
and the reason is you.”

Gli bastava questo, aveva sofferto tanto in quel periodo, da quando aveva incontrato Zexion.

Ma se la ricompensa per quel dolore era il volto sorridente del ragazzo e i suoi occhi blu che lo fissavano in quel modo mentre l’intera sala cantava con loro, allora avrebbe rifatto quelle stesse azioni, una per una, senza rancore.

Solo per i suoi occhi.

“E la ragione sei tu.”
“And the reason is you.”

*

< Ben fatto, raga!>

< Sono stati strepitosi, vero?>

< Certo, hanno davvero talento!>

Axel raggiunse Demyx e Zexion seduti sotto un albero in cortile.

< Ehi, guys, siete stati fantastici! Tutta la scuola sta parlando di voi. Ora sarete più popolari di Marluxia!>

Zexion arrossì e Demyx si distese sulla terra ricoperta di neve.

< Era incredibile, tutti stavano guardando noi due.> mormorò.

< Già, peccato che Roxas non sia potuto venire... Ma aveva scuola anche lui, purtroppo.>

Axel fu interrotto da un fiocco freddo e bianco che gli cadde sul naso.

< Eh?>

< Axel!!!>

Il rosso si voltò di scatto e vide Roxas che lo salutava da dietro la recinzione scolastica.

Axel lo fissò per qualche secondo strofinandosi il naso infreddolito.

< Mmmm, sembra che nevichi. Ehi, Dem, ti dispiace se vi lascio un po’ soli?>

< Non credo proprio.>

< Bene!>

Axel prese una rincorsa e, superata la recinzione in metallo con un balzo (uguale a quello del tipo dell’olio Cuore, avete presente? NdA), atterrò accanto a Roxas e si allontanò con lui sotto una coltre bianca sempre più fitta.

Dem sussultò appena quando Zexion appoggiò la testa sulla sua spalla.

< Grazie per avermi salvato, Dem.>

Il biondo si voltò a guardarlo negli occhi e lo abbracciò.

< Ti amo, Zexion. Ti proteggerò sempre, lo giuro.>

< Dem... ti amo.>

I due sorrisero mentre si baciavano sotto la neve che immortalava il loro gesto e lo incorniciava in una foto che non si sarebbe mai sbiadita.

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Uff, è finito... peccato, stavo cominciando a scaldarmi solo ora! Niente cammelli yaoi però, vero? Spero che vi sia piaciuto questo finale, mi sono lasciata andare alle smancerie, ma credo fosse d'obbligo. Vi è piaciuta la song? Spero di sì, ho faticato un bel po' per trovare quella che alla fine ho ritenuto la più adatta. Ovviamente ho in mente altre fic, ma sono un po' demoralizzata perché quasi nessuno ha letto il mio capitolo su "Le note disciplinari di Xemnas", ma fa niente. Nessuno (tranne Tifa93) ha letto la fic su cui ho intenzione di concentrarmi ora, "Finding my way" ma qui vi posso perdonare dato che non è yaoi. Allora, ho intenzione di gettarmi in una serie di one-shot o di fic normali sulle coppie più impensabili e meno pubblicizzate dell'organizzazione. Spero di soddisfarvi con le prox fic, ci si vede!

Mi raccomando, lasciatemi almeno un salutino... ^__^

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