Aki to shinjitsu di Nezu (/viewuser.php?uid=23981)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Omoide to deai - Ricordo e incontro ***
Capitolo 2: *** 2.Igai na tasuke - Inaspettato aiuto ***
Capitolo 3: *** 3.Ai no kaerukoto - Ritorno dell'amore ***
Capitolo 4: *** 4.Senmei no jinmon - Interrogatorio di vita ***
Capitolo 5: *** 5.Rei no shiki - Agonia dell'anima ***
Capitolo 6: *** 6.Tenken no hassou - Spedizione di controllo ***
Capitolo 7: *** 7.Tasuke - Aiuto ***
Capitolo 8: *** 8.Ai ni kokoro - Cuore per l'amore ***
Capitolo 9: *** 9.Aki to shinjitsu - Vuoto e verità ***
Capitolo 1 *** Omoide to deai - Ricordo e incontro ***
È la mia prima
storia non one-shot, spero di non essere un disastro. Accetto ogni tipo
di commento, anche critiche, basta che siano costruttive.
1.Omoide to deai –
Ricordo e incontro
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“Ehi, Demyx! Dai, vieni a
giocare!”
Un ragazzino biondo si alza,
sbadigliando, e corre verso gli
altri. É bravo a calcio, uno dei pochi sport in cui riesce;
il gruppo dei suoi
amici lo aspetta, una chioma di capelli rossi in testa a tutti, che fa
rimbalzare la palla sulle ginocchia.
Axel continua la sua esibizione sotto
gli occhi di tutti,
rigirando il pallone a suo piacimento, descrivendo figure in aria.
Demyx si ferma di botto:
c’è un ragazzino nell’angolo della
scuola, la testa bassa, la faccia scura.
Si sta per dirigere verso di lui, ma
Axel lo intercetta e lo
trascina sul campo.
La partita procede, ma il ragazzino
continua a stare in
disparte, Demyx non riesce a levargli gli occhi di dosso. É
mingherlino,
neanche tanto alto e ha la faccia pallida come quella di un cadavere,
coperta
in buona parte da un ciuffo di capelli disordinati.
Demyx è talmente
concentrato a osservarlo che si fa falciare
da Larxen, l’unica ragazza che però continua a
fare falli a tutti. Demyx viene
messo in panchina e si accorge che il ragazzetto si sta dirigendo
dietro la
scuola, seguito a poca distanza da tre ragazzi più grandi di
lui.
Insospettito, il biondo li segue.
A un certo punto non riesce
più a muoversi; vede i tre
ragazzi afferrare il piccoletto e cominciare a pestarlo a sangue. Vede
il
sangue uscirgli dalla bocca e dal naso, vede che lo schiacciano a
terra, gli
premono la testa con il piede, gli sputano addosso. Il piccolo non
emette alcun
suono e Demyx non riesce a muoversi. Poi i tre teppisti si allontanano,
lasciando nella polvere il bambino.
Demyx, non sapendo cosa fare, torna
di corsa al campetto da
calcio.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Demyx camminava verso
l’aula, chiacchierando con Axel. Erano
in prima superiore, esattamente il quarto giorno nella nuova scuola ed
erano
finiti in classe con Larxen, Marluxia e Saix, tutti e tre loro vecchi
compagni
delle medie.
< Sai che la scuola ha anche
un coro? Potresti entrarci,
che ne dici?>
< No, mi basta suonare. Pensi
che la prof ci darà rogne
per il ritardo?>
< Mica è colpa
nostra se l’autobus ha avuto un guasto!
Hai visto anche tu come era arrabbiato il guidatore.>
< A dire il vero, stavo
dormendo...>
< Oh, e cosa sognavi, caro il
mio piccolo Demyx?>
< Una partita di calcio con te
in prima media.>
< Ah ah, lo dovevo immaginare
che mi stessi sognando! In
fin dei conti, chi non mi sognerebbe? Sono così
indispensabile per la tua
vita!>
< Saix ti sogna spesso, tutte
le volte che ha un
incubo.>
< Questo è il
massimo del sarcasmo che riesci a
raggiungere?>
< No, ma è
abbastanza per te.>
Entrarono nell’aula al
primo piano e incrociarono lo sguardo
arrabbiato della prof di francese; si sistemarono in fretta al loro
posto,
ascoltando l’appello.
< Black Axel?>
< ... presente...>
< Dillo in francese,
Black!>
< ... ehm... present?>
< Vabbè,
sorvoliamo, eh? Dincht Rigel?>
Axel cominciò ad
insultarla a denti stretti, mentre Demyx
scorreva l’orario per controllare a che ora avrebbero avuto
musica. Quinta ora.
La bidella interruppe le sue
riflessioni entrando in classe
e chiedendo di lui.
< Ti vogliono giù
in segreteria, devi firmare alcuni
moduli.>
< Sì,
sì, vai pure, Garreth.>
Demyx scese a compilare i moduli al
piano terra. Non gli
piaceva dover fare tutte quelle scale, il dottore aveva detto di
evitare di
stimolare... aveva
appena firmato le
scartoffie, che cadde sulle ginocchia in un attacco d’asma.
< Ehi, Garreth!
Garreth!>
La segretaria lo aiutò a
riprendersi, ma si sentiva ancora
debole. Non sopportava quegli attacchi improvvisi: lo coglievano di
sprovvista
e, benché durassero pochissimo, lo lasciavano sempre molto
fiacco.
< Uhm, non hai una bella cera,
Garreth. É meglio se vai
in infermeria.>
<
Dov’è?>
< Al secondo piano... Ah,
Riot, potresti accompagnarlo
tu? Tanto ci sei già stato, no?>
< Sì...>
Riot? Demyx alzò gli
occhi, cercando di ricordarsi dove
avesse già sentito quel nome... e si trovò
davanti un ragazzino pallido, dai
capelli disordinati e dal ciuffo che copriva un occhio. Rimase
esterrefatto a
guardare il piccoletto del suo ricordo. Era talmente sconvolto che ci
mise una
buona manciata di secondi a capire che doveva afferrare la mano che
l’altro gli
porgeva per alzarsi. Barcollò, non si era ancora ripreso
bene. Il suo cervello
subì un ulteriore colpo quando Riot gli passò il
braccio intorno alla vita per
sorreggerlo meglio.
< Rimani in infermeria per
qualche minuto, dopo fatti
riaccompagnare in classe da Riot, intesi?> lo ammonì
la segretaria, ma lui
non fece in tempo a rispondere che si trovò a salire le
scale con il braccio
sul collo del ciuffettoso. Demyx non riusciva a parlare, sentiva il
corpo del
piccoletto premuto inavvertitamente contro di lui; lo fissò
in silenzio. Aveva
la pelle molto chiara, quasi spettrale, gli occhi erano blu intenso e
aveva le
occhiaie. Scosse la testa accorgendosi che gli stava fissando le labbra
sottili. Ma che gli prendeva? A lui non erano mai interessati i
ragazzi! Forse
proprio per questo, è troppo bello per credere che sia
davvero un ragazzo. No,
che stava dicendo, un ragazzo è un ragazzo, per quanto bello
sia... Allora
perché gli stava fissando il collo? Sospirò
scuotendo un’altra volta la testa.
< Tu... come ti chiami?> la sua voce timida e melodiosa
lo colpì al
cuore.
< Demyx... Demyx Garreth.
Tu?>
< Zexion Riot.>
< In che classe sei?>
< 1° A.>
< Ah, sei al mio stesso piano.
Io sono in 1° D.>
< Già...>
La conversazione cadde rovinosamente,
trasformandosi in uno
snervante silenzio. Arrivati finalmente al secondo piano, Demyx si
sedette su
una sedia in infermeria. L’infermiera gli diede
un’occhiata, per poi concludere
che ormai poteva stare tranquillo, ma che era meglio se fosse restato
per
qualche minuto tranquillo lì seduto. Poi li
lasciò da soli, essendo stata
chiamata in presidenza. Demyx guardò il pavimento: si
sentiva assolutamente
insicuro di fronte a quel continuo silenzio e a quel ragazzo
così strano. Uffa,
ma non poteva innamorarsi di una ragazza? Sarebbe stato tutto
più facile. Forse
era stata Larxen a fargli cambiare sponda, bé, dopo averla
conosciuta era la
cosa più comprensibile...
< Ti ho già visto
da qualche parte...> la frase
praticamente sussurrata da Zexion colpì Demyx con
incredibile violenza. Si
ritrovò a pensare soltanto “Ti prego, fa che non
mi abbia visto quella volta
dei teppisti”. Allora sopraggiunse il senso di colpa:
“Dio, come ho potuto
lasciarlo in balia di quelli? Perché non sono intervenuto,
perché non ho
condiviso con lui almeno una minima parte di quel pestaggio? Forse
adesso sarei
il suo migliore amico e non un semplice cretino da dover accompagnare
in
infermeria per un’asma che non si decide a farlo
fuori...”. Inghiottì, cercando
di essere più naturale possibile.
< Eravamo nella stessa scuole
in prima media, anch’io mi
ricordo di te. Però dopo il primo anno non ti ho
più visto.>
< Ho... cambiato scuola, dopo
il primo anno. Abbiamo
traslocato lontano dalle medie che frequentavo e così ho
cambiato.>
< Capisco. Bé,
direi che ora è meglio che vada.>.
Demyx si alzò per
dirigersi fuori, ma inciampò e nello
slancio finì sopra Zexion, che si era avvicinato per
sorreggerlo. Si trovò la
faccia schiacciata contro il suo petto che si alzava e si abbassava a
ritmo
irregolare. Lo guardò e notò che non si muoveva,
lo fissava con gli occhi
socchiusi e un leggero sorriso sulle labbra. Demyx fece scivolare una
mano
lungo l’interno della coscia, dal basso verso
l’alto, lentamente, mentre Zexion
cominciava a gemere di piacere. Demyx avvicinò il volto a
quello del compagno,
continuando a far salire la mano. Appoggiò la lingua sul
collo, leccando
lentamente la pelle. Improvvisamente aprì gli occhi e si
trovò ancora seduto
sulla sedia, con Riot davanti. Scosse leggermente la testa: cavolo, lo
aveva
incontrato dieci minuti prima, dopo due se ne era innamorato e dopo
sette
cominciava già con le fantasie erotiche. Quanto era stupido.
Si alzò reggendosi
alla sedia, ma in poco tempo capì che ormai era
definitivamente a posto. Si
avviò verso le scale con Zexion che lo seguiva, pronto ad
aiutarlo nel caso di
un altro mancamento. Arrivati davanti alla classe, a Demyx venne un
dubbio
ricordandosi di una frase della segretaria.
< Come mai eri già
stato in infermeria?>
Il rossore sulle sue guance
confermò il suo sospetto, a
quanto sembrava, il cambiare scuola non serviva più di
tanto. < Sono
caduto...> mormorò impacciato.
< Fa niente, non preoccuparti.
Ci vediamo in ricreazione,
ciao.>
< C-ciao.>
Demyx rientrò in classe e
si sedette al posto ignorando lo
sguardo insistente della professoressa.
< E-ehm. – fece
quest’ultima irritata – Sarei più che
onorata di ricevere da te una buona scusa per cui firmare qualche
foglio ti
abbia portato via un quarto d’ora.>
< Mi scusi prof, mi sono
sentito male mentre firmavo.>
Non aprì più
bocca per tutta la lezione, osservando Axel che
dava fuoco a delle strisce di bianchetto sotto il banco. Quando
finalmente
suonò la campanella, riuscì a mettere in ordine i
suoi pensieri: si era
innamorato. Ok, fino a qua era tutto chiaro. Si era innamorato di un
ragazzo.
Oh, ora arrivava la parte ardua: perché si era innamorato di
un ragazzo?
- Era un bellissimo
ragazzo.
- Era molto timido e
sensibile.
- Sembrava una
ragazza.
- Si sentiva in
colpa per averlo lasciato quella volta senza neanche aiutarlo.
Bene, l’analisi era
riuscita. Non aveva concluso
assolutamente niente.
Intanto, perché quel
ragazzo avrebbe dovuto stare con lui?
Magari i ragazzi non gli interessavano. Però si ricordava
ancora di lui. Una
flebile speranza. Probabilmente la partita era già persa in
partenza, l’unica
cosa che sapeva di lui, oltre il nome e il cognome, era che veniva
pestato dai
teppisti. Neanche un indirizzo, un numero niente. Poi si
ricordò che lo
conosceva solo da mezz’ora, anche se ufficialmente si
conoscevano da tre anni.
Sbuffò. Perché
aveva sempre più domande che risposte?
< Ah,
l’amour.> il finto sospiro di Axel lo sconvolse,
non tanto perché aveva detto qualcosa in francese, ma per
quello che aveva
detto.
< Come fai tu a...?>
< Sei un libro aperto per me,
Dem. Allora, chi è la
fortunata?>
< Bé, ecco...
fortunata è un po’ azzardato, io cambierei
la desinenza... anche se non sono sicuro...>
< Frena, frena, fammi capire
bene... è un lui?>
< Sì...>
< Caspita, non ti facevo
così furbacchione!>
< Ma come, non sei
sconvolto?>
< No, perché
dovrei? Succede anche nelle migliori
famiglie e non lo vedo affatto come un disonore.>
< Beato te che prendi le cose
con così tanta
naturalezza...>
< Più che altro,
sicuro che non ti respingerà? Chi è?>
< Si chiama Zexion Riot,
è di 1° A. Ti ricordi quel
ragazzino col ciuffo che era a scuola nostra in prima media?>
< Aspetta... quello cadaverico
che sembrava un incrocio
tra un vampiro e uno zombie?>
< Esatto.>
< Non pensavo che ti
piacessero i tenebrosi, sai? Ecco
perché hai sempre resistito al mio fascino.>
< Che fascino, scusa?>
< Ah ah, sto morendo dal
ridere. Quando pensi di
dichiararti?>
Demyx rischiò di
inghiottire la matita che teneva tra i
denti. Anche mentre era entrato il prof di tecnica avevano continuato a
parlare
a bassa voce, e così per tutti i primi venti minuti di
lezione. Demyx
approfittò dell’avvicinamento del docente per non
rispondere e seppellire la
faccia nel libro.
Quando il professore fu passato, Axel
ricominciò col
Q&A.
< Non mi dirai che non vuoi
dichiararti, spero.>
< Axel... come faccio a
dichiararmi? Lo conosco
appena!>
< Abbastanza per essertene
innamorato.>
< Ok, ma non è
detto che mi ricambi.>
< Appunto per questo
devi!>
< Ma se è etero? Se
non gli interesso per niente?>
< Dem, preferisci dichiararti
adesso e nel caso di un
rifiuto fare semplicemente retromarcia e dire “Dai,
diventiamo amici” o
aspettare di conoscerlo così tanto che in caso di rifiuto ti
rinchiuderai in
camera o cercherai di buttarti giù da un ponte?>
< Il ponte è la
cosa più allettante...>
< Sono felice che tu ti
interessi ai ponti, Garreth, ma
la lezione è sull’alluminio e i ponti non sono in
alluminio.> intervenne il
professore, alquanto infastidito dal continuo brusio.
Axel e Demyx non poterono parlare per
tutta l’ora e quella
successiva, perché il prof, che oltre tecnica insegnava
anche scienze e, guarda
caso, ce l’avevano l’ora dopo, non la smetteva di
fissarli per beccarli sul
fatto.
Finalmente suonò la
campanella.
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Capitolo 2 *** 2.Igai na tasuke - Inaspettato aiuto ***
2.Igai na tasuke –
Inaspettato aiuto
Demyx scattò in piedi e
uscì prima di tutti dalla classe,
seguito a ruota da Axel.
< Lo vuoi incontrare?>
< Voglio presentartelo.>
< Hai intenzione di
dichiararti ora?>
< No, adesso è
troppo presto.>
Demyx si bloccò di colpo,
facendo urtare Axel contro di sé.
< Cos’hai
ora?!> sibilò quest’ultimo.
< N... non so cosa dirgli. Ci
conosciamo appena...>
< Demyx! Axel!>
I due si voltarono. Marluxia si
avvicinò e diede al rosso i
loro cestini della merenda.
< Ve li eravate dimenticati in
classe, il prof ha detto
di portarveli. Ha detto che con tutto quello che vi siete detti,
dovevate avere
sicuramente bisogno di una carica.>
< Grazie mille, Marl.>
Marluxia fece l’occhiolino
ad Axel e se ne andò.
< Ecco, se vuoi per forza un
gay, sai già chi andare a
cercare.>
< Smettila, Ax, non
è divertente!>
Demyx vide Zexion insieme a un altro
ragazzo che scendeva le
scale con la massa per andare in giardino e, preso Axel per un polso,
lo
trascinò al loro inseguimento. Temeva che il compagno di
Zexion potesse essere
un teppista, magari uno di quelli che lo picchiava regolarmente. Doveva
tenersi
pronto ad agire in caso di bisogno, ma se c’era Axel con lui
non aveva niente
da temere: per quanto fosse magro, Axel era una bestia quando ci si
metteva.
Zexion e il compagno si sedettero in un angolo a mangiare, intanto
Demyx e Axel
li spiavano da dietro un muretto.
< Senti, hai intenzione di
stare qua per tutta la
vita?>
< Ma non posso lasciarlo
solo...>
< Io ho fame, ok?>
< Sì, ma...>
< E va bene, allora.
L’hai voluto tu!>
Axel prese Demyx per un braccio e lo
trascinò verso l’angolo
e si sedettero entrambi accanto ai due stupefatti ragazzi di 1°
A.
< Giorno, possiamo unirci a
voi?> fece Axel con
disinvoltura, mentre Demyx cercava di annegare dentro il succo di
frutta.
Ad un timido cenno
d’assenso di Zexion, Axel tirò fuori in
fretta il panino e si mise a mangiare.
< Ciao, Demyx.> disse
il ciuffettoso guardando il
biondo.
< Ah, ciao. Ecco, lui
è Axel, un mio compagno di classe.
Era anche lui alle medie con noi, ricordi?>
< Sì, era il
più bravo a calcio, ora ricordo. Lui invece
è Lexaeus, l’ho conosciuto quando mi sono
trasferito e l’ho rincontrato anche
qua.>
Lexaeus fece un breve cenno di saluto
ai due nuovi arrivati.
*
Demyx salì al primo piano
di corsa, rischiando l’ennesimo
attacco d’asma. Axel lo raggiunse e lo bloccò
sulle scale.
< Che hai ora?!>
< La prossima volta che mi
vuoi lanciare addosso a lui,
avvisami prima!>
< Ah, sei ancora arrabbiato
per quello? Eddai, devi
cominciare ad entrare in intimità con lui.>
< Cioè, prima mi
tironi accanto a loro per mangiare, poi
porti via Lexaeus per lasciarci soli, e ancora quando torni indietro
con quella
tomba ambulante mi spingi per farmi cadere addosso a lui! Ti pare di
rispettarmi?>
< Oddio, non cominciare con il
rispetto. Quello che ti
serve è qualcuno che sappia come iniziare una relazione tra
due ragazzi!>
< E tu pensi di potermi
aiutare?>
< Non ho esperienze di questo
tipo, ma ti giuro che farò
di tutto per farti conquistare il nostro zombie
tossicodipendente!>
< Non è
tossicodipendente!>
< Vieni, ho già
un’idea di chi può aiutarci.>
Axel strattonò Demyx fino
in classe dove stavano tutti
perdendo tempo vista l’ora di supplenza per la mancanza della
prof di
religione. Il rosso trascinò il ragazzo verso la persona
più ambigua della
scuola: Marluxia li aspettava dietro il banco allestito a scrivania
professionale
dell’agenzia “Cuori infranti”.
< Ehilà, Marly.
Abbiamo bisogno di te.>
< Strano che tu ti rivolga a
me, Axel. Che consiglio
vuoi?>
< Allora, ipotetica visione.
Un ragazzo, gay non
dichiarato, si innamora di un altro ragazzo che conosce appena. Come
può essere
sicuro che l’altro lo accetti? Come può far capire
senza tanti traumi all’altro
che lo ama?>
< Il fatto che ci sia Demyx
con te dovrebbe suggerirmi
qualcosa?>
< Rispondi e basta.>
< Sinceramente bisognerebbe
trovare qualcuno con
esperienze nel campo ed essendo io sempre stato piuttosto appariscente,
non
sono mai finito in una situazione simile. Se mi lasciate un
po’ di tempo, vi
posso garantire che allaccierò i contatti giusti. Cosa vi
interessa, in
particolare?>
< Hai presente Zexion Riot,
della 1° A?>
< Quello che sembra un
tossicodipendente?>
< NON È UN
TOSSICODIPENDENTE!!!>
< Dem, stai buono.
Sì, quello comunque. Voglio sapere se
è gay. E voglio anche tutti i dettagli per un primo rapporto
sentimentale,
ok?>
< No problem, lascia fare a
me. Piuttosto, Axel, sei
libero questa sera?>
< Questa sera? Oh, proprio no,
ho un mucchio di robe da
ripassare, sai com’è... Bé, ci vediamo,
ciao!>
Axel scappò di gran
carriera al suo banco, mettendo più
distanza possibile tra lui e Marluxia.
< Oh oh, il grande Axel che
scappa davanti a Marluxia!
Rischi il tuo onore, eh?>
< Insomma Dem, se rimanessi
rischierei molto più del mio
onore. Allora, non preoccuparti, ora devi soltanto stare più
vicino a Zexion,
insomma, diventare suo amico. Poi ci arriveranno le dritte da
Merluzzia.>
< Marluxia.>
< Stessa roba. Ti senti
meglio?>
< Certo, grazie mille,
Ax.>
*
Era passata ormai una settimana dalla
richiesta d’aiuto a
Marluxia. Demyx era riuscito in qualche modo a stringere i rapporti con
Zexion,
sebbene il ragazzo fosse molto riservato e piuttosto recalcitrante.
Aveva
accettato di trovarsi regolarmente con Demyx in ricreazione da quando
aveva
scoperto che con lui e Lexaeus vicino i teppisti giravano al largo. A
Demyx non
infastidiva l’onnipresenza di Lexaeus: parlava poco, ancora
meno di Zexion, ma
era una presenza in qualche modo rassicurante. Tutto pur di non restare
da solo
con l’emo. Temeva che non sarebbe riuscito a trattenersi e
avrebbe messo in
atto uno dei tanti sogni erotici che aveva tutte le notti da quando
aveva
ritrovato il vecchio conoscente. Si svegliava di notte, eccitato e
sudato e non
riusciva a pensare ad altro che a Zexion, a quelle labbra, a quel
collo,
insomma, a tutto di lui. Aveva cominciato ad accettare l’idea
che gli potessero
piacere davvero i maschi e si era informato del parere dei suoi
genitori: aveva
preso una cena in cui erano particolarmente allegri per chiederglielo.
Suo
padre, tecnico del suono per una ditta cinematografica, aveva detto che
secondo
lui i gay erano persone normalissime e che il fatto che molti li
ritenessero
feccia era solo perché preferivano tenersi buona la Chiesa
piuttosto che i
“diversi”. Sua madre, cantante in un gruppo
abbastanza conosciuto nella zona,
aveva replicato che da giovane aveva conosciuto alcuni omosessuali e
che li
aveva trovati del tutto tranquilli, anzi, erano persone di spirito.
Rassicurato
del fatto che i suoi genitori avessero una così buona
prospettiva dei gay,
aveva cominciato a chiedersi se fosse stato possibile per lui
innamorarsi di un
altro maschio oltre a Zexion.
No, non era possibile.
Insomma, se fosse stato realmente
gay, se ne sarebbe accorto
prima. Marluxia se n’era accorto verso la prima media, mentre
lui tre anni
dopo. Forse in realtà non era gay, soltanto che Zexion era
un’eccezione. Sì,
probabilmente era così.
Per quanto fosse preso dalla sua
prima cotta, Demyx si era
accorto di diversi cambiamenti: Axel gli parlava più del
solito, come se si
sentisse più libero di prima; Marluxia spariva
misteriosamente ad ogni
ricreazione, ad ogni ora buca, in qualsiasi momento di distrazione dei
prof.
Sembrava aver preso a cuore la sua situazione. Larxen invece era sempre
circondata da pretendenti, probabilmente tutti masochisti, che
cercavano di
ammazzarsi tra loro per il suo amore. Da non crederci, come si faceva
ad
innamorarsi di una così? Già, e come si faceva ad
innamorarsi di un ragazzo?
Demyx cominciava a chiedersi se c’era qualcuno di normale tra
le sue
conoscenze.
La svolta di tutto fu quando Marluxia
si presentò davanti a
lui e Axel, durante l’ora di artistica. La cosa strana fu che
il rosato non
volle parlare direttamente a Demyx, ma chiese ad Axel di seguirlo; un
po’
recalcitrante, il rosso fu costretto a seguirlo in bagno.
< Prova a mettermi le mani
addosso e sei morto.> disse
subito appena furono soli.
< Non ne ho alcuna intenzione
ora, a meno che tu non
acconsenta.>
< Novità per
Demyx?>
< In parte. Purtroppo, non ho
scoperto niente sulla
natura sessuale del tossico, sembra non abbia mostrato il
benché minimo
interesse né per una né per l’altra
sponda. E nessuna ragazza si è mai
interessata a lui, questo ci priva del tutto di informazioni.>
< Certo che va proprio a
cercare i tipi difficili, quello
lì! Altro?>
< Sì, ho trovato
qualcuno nella stessa situazione del tuo
amico che però è riuscito ad avere una relazione.
Lui potrà aiutarlo.>
< Chi è?>
< Non sono sicuro di volertelo
dire.- Marluxia ghignò –
Non senza un pagamento, almeno.>
< Bastardo, lo sapevo che era
a questo che volevi
arrivare.>
< Non farmene una colpa, sei
tu che hai cominciato questa
storia e adesso non voglio finirla.>
< Cosa vuoi?>
Axel sospirò: lo sapeva
quello che voleva Marluxia, ma non
voleva farlo sapere a Demyx. Era per il biondo che aveva lasciato quel
ragazzo
ambiguo. Lo ricordava ancora.
In prima media lui e Marluxia stavano
insieme. Nessuno
apparte il rosato sapeva che Axel era gay e lui non ci teneva a
mostrarlo a
tutti; era una semplice relazione, niente di sconcio. Però
Marluxia era un po’
troppo insistente... ed Axel non era pronto. Poi, cominciò a
notare lo strano
biondino che stava sempre in disparte, che guardava gli altri ridere e
se ne
stava in un angolo. Era al centro dell’attenzione solo quando
Larxen faceva le
sue battutacce stronze su di lui. Axel non voleva che quel ragazzino,
che gli
era stato simpatico fin dal primo istante, fosse messo in disparte, ma
di certo
non si poteva aspettare che il biondo avrebbe accettato la sua amicizia
se
avesse scoperto che era gay. Insomma, poteva anche interpretarlo come
un “Vien
qua che te scopo” e non era la presentazione migliore.
Così aveva troncato con
Marluxia. Lo aveva mollato di brutto, al telefono, la cosa peggiore.
Per sua
fortuna, Marluxia aveva abbastanza cervello per non prendersela con
Demyx,
aveva capito che Axel l’aveva solo usato come fattore esterno
in più per
separarsi meglio. E non aveva mai detto a nessun’altro,
neanche a Demyx, che
era gay. Una sorta di segreto che solo lui e Marly condividevano.
Segreto che
li teneva ancora legati.
Marluxia gli si avvicinò,
facendo passare una mano su una
delle lacrime tatuate.
< Vieni a casa mia, questa
sera dopo cena. Dì ai tuoi che
ti fermi a dormire.>
< Immagino che i tuoi genitori
saranno fuori...>
< Sono partiti ieri per la
Francia, staranno via per una
settimana.>
< E se non venissi?>
< Allora niente accordo, il
tuo Demyx può farsi rodere
dall’infelicità per il resto della sua
vita.>
< Che è, ce
l’hai con lui?>
< È con te che ce
l’ho, Ax. Ma chiariremo tutto questa
sera.>
< E va bene. Chi è
che può aiutare Dem?>
< Saix.>
*
< Saix?! - esclamò
incredulo Demyx – Da quand’è che lui
è...?>
< Non lo sapevo neanche io
fino a poco fa. – rispose
Marluxia – Ma sembra che abbia una relazione recente con un
ragazzo di
terza.>
< Con chi?>
< Un certo Xemnas Shine, di
3° C. Un bel ragazzo, questo
è certo, Saix non ha cattivi gusti.>
< Apparte questo, tu credi che
Saix sia disposto ad
aiutarmi?!>
< Questo è un
problema vostro, a me avete chiesto solo di
trovare qualcuno capace di aiutarvi.>
< Traditore.>
< Bé, ora vi
lascio. I pretendenti di Larxen continuano a
venire da me...>
< Perché, ora aiuti
anche gli etero?>
< I miei consigli servono
sempre. Ci vediamo!>
Marluxia lasciò Axel e
Demyx, il primo a cercare il modo di
rompersi una gamba prima di quella sera, il secondo a pensare a come
sopravvivere alla furia omicida di Saix. Il biondo si voltò
per chiedere ad
Axel di accompagnarlo da Saix a supplicarlo per un aiuto, ma vide che
il rosso
aveva appoggiato la testa sul banco e fissava il ripiano con
un’aria così
abbattuta che Demyx non riuscì a chiedergli anche questo
sacrificio. Si alzò,
cercando il ragazzo con lo sguardo.
< Sicuro di farcela da
solo?> chiese stancamente Axel.
< Me la caverò, in
un modo o nell’altro. In fondo, cosa
può farmi?>
< Staccarti la testa a morsi,
annegarti in un gabinetto,
defenestrarti,...>
< Sì,
sì, ho capito! Comunque non preoccuparti, ce la
farò!>
Lanciò un’altra
occhiata ad Axel: se avesse insistito ancora
un po’... ma il rosso aveva chiuso gli occhi. Demyx
sospirò e cercò Saix in
classe, ma non riuscì a trovarlo. Stranamente non
c’era neanche traccia di
Larxen. Approfittò del fatto che il professore stesse
beatamente dormendo per
uscire in corridoio e cercare il suo possibile salvatore.
Gli venne un colpo quando, girato
l’angolo, trovò Larxen
intenta a baciare un ragazzo dai capelli biondi corti e il pizzetto.
Aveva un
orecchino dalla forma strana al lobo sinistro. Decisamente imbarazzato
fece
qualche passo verso di loro; Larxen si voltò con la sua
solita aria
strafottente.
< Che vuoi tu?!>
< Ehm, scusate se vi
disturbo... sapete dov’è Saix?>
< No, io non l’ho
visto.>
< È quel tizio con
la cicatrice in fronte e i capelli
blu?> chiese il ragazzo di Larxen.
< Sì...>
< L’ho visto
aggirarsi per i bagni al secondo piano.>
< Grazie mille,...
ehm...>
< Mi chiamo Luxord.>
< Piacere, sono Demyx.
Bé, grazie ancora.>
Demyx si avviò verso le
scale e andò ai bagni. Non c’era
nessuno. Stava per andarsene quando sentì la voce di Saix
molto vicina alla
porta. Stava per andargli incontro quando senti anche la voce di un
altro
ragazzo; senza sapere bene il perché, si rinchiuse in una
delle cabine dei
cessi per nascondersi e spiò dalla serratura. Vide apparire
Saix insieme ad un
ragazzo alto con la pelle un po’ scura, i capelli argentei e
gli occhi
arancioni. Doveva essere quel tipo di cui aveva parlato Marluxia,
Xemnas. Si
stava ancora chiedendo perché si era nascosto quando vide
Xemnas che spingeva
contro il muro Saix mentre lo baciava. Demyx diventò rosso
alla sola scena, ma
non tanto quanto Saix, che si avvinghiò al petto del
più grande. Mentre il
biondo si malediva di aver scelto un cesso da cui si vedeva
così bene, Xemnas
fece scendere una mano lungo la schiena del compagno, fino ad arrivare
a
stringergli il sedere. Demyx si chiese se era meglio annegarsi nel
gabinetto o
aspettare di essere massacrato da Saix nel caso fosse stato scoperto,
poi gli
venne un’illuminazione: forse era stato troppo tempo a
contatto con Larxen, ma
magari sarebbe riuscito a sfruttare quella situazione a suo vantaggio.
Come si
diceva.. ah, sì, ricattare. Un’idea decisamente
perfida e anche piuttosto
rischiosa da provare con Saix, ma la posta in gioco era molto
consistente. Un
silenzio da parte di Demyx in cambio dell’aiuto di Saix.
Sì, era un buon
baratto.
Le sue riflessioni vennero deviate
dal fatto che Xemnas
stesse sbottonando la camicia a Saix. Demyx deglutì
ricordandosi una lezione
che gli aveva dato Axel: “Più dettagli hai dalla
tua parte, più avvantaggiato
sei!”. Questi erano dettagli, no? Quindi tanto valeva
osservare bene la scena.
< Xemnas... non sono sicuro
che sia il posto più adatto...>
< Non preoccuparti, piccolo,
tanto non passa mai nessuno
qua.>
Piccolo? Demyx vs Saix, 1 a 0, palla
al centro.
Quando la camicia di Saix cadde a
terra, Demyx si accorse
che quella scuola aveva i pavimenti più puliti del mondo,
forse perché
l’attività scolastica era appena cominciata. Se ne
accorse anche Xemnas, o
forse aveva già esperienza in fatto di pavimenti, visto che
in breve Saix si
trovo disteso su di esso con l’albino sopra. Temendo che gli
vedessero le
scarpe, Demyx salì sulla tazza del WC (con il coperchio
abbassato, ovviamente)
e, puntando le mani alle pareti laterali della cabina,
continuò a sbirciare
dalla serratura, pensando “Sono solo dettagli”.
Smise di pensare quando Xemnas
slacciò il bottone dei jeans dello sfregiato. Purtroppo i
due vennero bloccati
dall’improvviso suono della campanella, che fece sobbalzare
tutti e tre i
ragazzi.
Xemnas, un po’ dispiaciuto,
riallacciò i pantaloni e la
camicia a Saix e, una volta rialzatosi, disse
< Scusa, ora ho inglese. Ci
vediamo a ricreazione, piccolo.>
< V-va bene.>
Xemnas lasciò il bagno e
Saix, andando in classe.
Demyx deglutì e
uscì allo scoperto prima che lo sfregiato si
allontanasse.
< Ciao, Saix.> disse
cercando di essere più naturale
possibile.
Impossibile esserlo dopo lo sguardo
che Saix gli aveva
lanciato: un misto tra lo sconvolto, l’assassino e
l’indemoniato.
< Cosa ci fai tu qui?>
ringhiò.
< E-ecco, vedi, i-io t-ti
stavo ce-cer-cercando. Ho
b-bisogno del tuo aiuto.>
< Un aiuto che ti posso dare
facendomi spiare da te in
bagno?>
< P-più o meno.
– balbettò Demyx sorvolando sul fatto che
il bagno era pubblico e se ci faceva lì le sue robe sconce
non era colpa del
biondo – Vedi, proprio perché tu hai una relazione
con un ragazzo sono venuto
da te...>
< Cosa stai
insinuando?> chiese pericolosamente.
< Non pensare male!
É solo che... ecco, io...>
< Allora?>
< Tu... come hai fatto a
dichiararti? Sapevi già che a
Xemnas piacevano i maschi?>
< ... scusa, ma
perché ti interessa?>
< Ascolta, mi sono innamorato
di un ragazzo, ma non so se
è gay o se è etero... come faccio a dichiararmi
senza rischiare di rovinare
anche la nostra amicizia?>
< Non sono un consulente
coniugale o simile e non ho
alcuna intenzione di aiutarti!>
Saix si stava allontanando dal
biondo, quando Demyx sembro
cambiare personalità e diventare freddo e perfido, peggio di
Larxen. Forse oltre
ad asmatico, era anche schizofrenico.
< Che ne dici di uno scambio
equivalente?>
< Dico che hai letto troppo
Full Metal Alchemist!>
< Non è una
citazione, ti sto dicendo che sono disposto a
tacere sulla tua relazione con Xemnas in cambio del tuo aiuto!>
Saix si voltò di scatto,
decisamente infuriato.
< TU NON OSERAI DIRE A NESSUNO
DI ME E XEMNAS!>
sillabò fissandolo come Kaname Chidori versione demoniaca
che cerca di uccidere
Sagara.
< Perché non
dovrei? Cosa pensi di farmi, eh?>
< Spezzarti tutte le ossa ti
basta?>
< Anche con le ossa rotte, gli
altri non
dimenticherebbero le mie parole o sbaglio?>
< Tu, brutto...>
< Senti, ti chiedo solo di
spiegarmi come hai fatto
all’inizio con Xemnas, dopo giuro che mi leverò
dalle scatole e non ti chiederò
più niente.>
< Mi chiedi solo di...
parlare?>
< Esatto.>
< ... d’accordo, ma
non voglio che questa storia duri
troppo, ok?>
< Certo! Grazie mille,
Saix!>
Demyx corse in classe, riuscendo a
evitare per un miracolo
l’arresto dell’apparato respiratorio.
Spero che questo capitolo vi sia
piaciuto, ma purtroppo sarà una specie di regalo d'addio.
Nel senso che mi tocca andare in montagna per circa un mese e quindi
non potrò aggiornare per un bel pezzo, senza contare che al
terzo capitolo potrò lavorarci solo le ultime due settimane
di luglio grazie a mio padre che mi concederà di usare il
suo computer portatile. Il prossimo capitolo sarà incentrato
su Axel e sulla sua visita a Marluxia (ghigno malefico, sadico e
perverso) quindi spero di rendere abbastanza bene il mio adorato Ax.
Ringrazio tutti quelli che recensiscono (anche se sono un po'
pochetti... T__T, non vi sprecate mica a lasciarmi un piccolissimo
commento, eh?) e spero che non soffriate troppo per la mia mancanza
(figuriamoci...).
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Capitolo 3 *** 3.Ai no kaerukoto - Ritorno dell'amore ***
3.Ai no kaerukoto
– Ritorno dell’amore
Axel stava tornando lentamente a
casa, l’oscurità della
notte stava scendendo e i lampioni erano già accesi. Era
stato uno di quei
giorni da dimenticare: Marluxia stava per avere la sua vendetta. E
Demyx
invece... solo pensare al biondo lo faceva infuriare. Perché
non poteva dirgli
quello che pensava realmente, del tipo urlargli contro tutta la sua
rabbia? Era
stato un duro colpo quando, giovedì della prima settimana di
scuola, Demyx gli
aveva detto di essere gay. Non tanto per il fatto stesso di esserlo, lo
era
anche lui in definitiva, ma... cazzo, come aveva potuto fidarsi
così ciecamente
si lui?! Axel non aveva mai detto al biondo di essere gay per non
ferirlo,
temendo di fargli schifo, e invece lui era arrivato e praticamente gli
aveva
buttato là “Sai, sono gay.”.
Perché Demyx riusciva a
fidarsi della gente e lui no?
La cosa era peggiorata da quando
avevano tirato in ballo
Marluxia. Un ritorno al passato, un ritorno all’orrore. Il
problema, quello che
lo sconvolgeva in maniera inconcepibile, era che Marluxia era stato
corretto.
Troppo corretto.
Si aspettava che desse addosso a
Demyx, appena separati,
credeva l’avrebbe ricattato minacciandolo di spifferare a
tutti che lui era
omosessuale. Invece aveva tenuto il segreto e anche quel giorno,
chiedendogli
di andare a casa sua, non aveva tirato in mezzo la sua reputazione o
l’incolumità di Dem. Axel tirò un
calciò a un sasso che sbatté contro il muro
alla sua destra. Perché erano tutti estremamente corretti?
Aveva già avvisato
sua madre che avrebbe dormito fuori e lei non aveva fatto commenti: ci
avrebbe
quasi sperato, una scusa qualsiasi per non affrontare Marly.
Ma sua madre aveva smesso di
commentare la sua vita da
quando suo padre era scappato con la sua amante e lei aveva annegato
tutto
nell’alcool. Adesso non gli restava altro che fare un salto a
mollare la
cartella a casa e prendere uno spazzolino e un pigiama. E magari
trangugiare un
panino, sentiva il suo stomaco che si contorceva come quel verme che
aveva
ucciso qualche tempo prima, appoggiandolo sul fornello con la fiamma
viva.
Arrivò a casa e
aprì la porta, che come al solito non era
chiusa a chiave, tanto sua madre era sempre sul divano, si muoveva solo
per
comprare le sue stupide birre e non c’era niente da rubare se
non il televisore
da cui lei non si staccava mai. Gettò la cartella sul
pavimento sporco e,
fiondatosi in cucina, ingurgitò un tramezzino.
< Dove hai detto che
vai?!> chiese la voce isterica di
sua madre.
< Sono da Naester.>
<
Qual’è?!>
Axel fu tentato dal dirle
“quello gay che si scopa tutti”,
ma decise che non voleva complicazioni.
< Quello coi capelli rosa,
quello delle medie.>
< Passami una birra!>
Axel sbuffò, gli sembrava
di parlare con un’alcolizzata più
che con sua madre. Le lanciò una birra sul divano e
salì a prendere lo
spazzolino. Rimase fermo qualche secondo a cercare con lo sguardo un
pigiama,
prima di ricordarsi che lui dormiva solo in boxer e maglietta.
Si ficcò lo spazzolino in
tasca e uscì senza neanche
salutare.
In meno di dieci minuti era davanti
alla casa di Marluxia.
Rimase davanti al giardinetto buio fissando stanco la casa che sembrava
sempre
più la tana del leone. Ma poi i leoni avevano una tana? Non
vivevano nella
savana? Bho, l’unica relazione che aveva coi leoni erano i
capelli a criniera.
Bussò alla porta.
Doveva avere l’aria di un
condannato a morte, visto lo
sguardo incoraggiante che Marluxia gli rivolse.
< Come stai?>
< Al solito.>
< Hai già
mangiato?>
< Sì,
più o meno.>
< Bene, entra pure.>
Axel entrò guardandosi
attorno: in confronto al tugurio in
cui era costretto a vivere, quella casa era davvero una reggia. Almeno
non
aveva la spazzatura sparsa sul pavimento.
Seguì Marluxia nella
stanza che avrebbe condiviso con lui.
Alla vista di un letto matrimoniale, Axel sentì una fitta
allo stomaco. Forse
cominciava a rendersene conto solo in quel momento del casino in cui si
era
cacciato. Maledizione.
< Preoccupato?>
< Dipende dalle tue
intenzioni.>
Marluxia rise e si sedette sul bordo
del letto, invitando
Axel a fare altrettanto.
< Voglio capire dove ho
sbagliato, Axel. Perché mi hai
lasciato così bruscamente?>
< Mi chiedevi un po’
troppo per l’epoca…>
< E per adesso?>
< …
finché non ci provo, non ne ho idea.>
< Cos’è,
un invito a nozze?>
Axel non rispose: era stufo di fare
la parte del bravo
bambino, di quello che non voleva ferire nessuno, quello che voleva
nascondere
il fatto di essere gay.
Lo era, non se ne vergognava.
Si accorse solo in quel momento che
Marluxia era decisamente
vicino a lui e puntava alle sue labbra.
Sorrise.
Che stupido che era Marl! Non si era
nemmeno accorto di
quanto gli fosse costato lasciarlo.
Ma infondo era bravissimo a fingere,
aveva una maschera di
cera addosso; Demyx non si era accorto di quanto gli avesse fatto male
dicendogli che era gay, Marl non si era reso conto del dolore di Axel
nel
lasciarlo…
Bé, non aveva intenzione
di farsi ancora male da solo.
Si spinse verso Marluxia e
cominciò a sbottonargli la
camicia, mentre si baciavano lingua a lingua. Il rosato gli tolse la
giacca e
la maglietta e lo gettò disteso sul letto, mettendosi sopra
di lui. Godette dei
gemiti del rosso leccandogli i capezzoli e l’ombelico. Si
baciarono ancora e in
uno degli stacchi, Axel ammirò il volto sudato del compagno:
come aveva potuto
lasciarlo?
Era talmente fantastico, le guance
arrossate, gli occhi
socchiusi, il respiro affannato e la camicia aperta che metteva in
mostra il
petto glabro. Ragazzi, aveva sprecato tre anni della sua vita
rifiutando quella
meraviglia!
Gemette di piacere quando le dita di
Marluxia scivolarono ad
abbassargli la zip dei pantaloni e a sfilarglieli. Doveva essere
diventato
cremisi per il fatto di essere in boxer davanti a lui,
perché il rosato scoppiò
a ridere.
< Sai che sei proprio buffo
con quella faccia?>
< Perché, mi stanno
spuntando i tentacoli come Davy
Jones?>
< No, ma sei più
rosso del dottore-polipo di
Futurama.>
< Accidenti, devo essere
proprio un disastro…>
< No – lo
rassicurò con un sussurro Marluxia sollevandogli
il mento con due dita – sei bellissimo.>
Il ragazzo si raddrizzò e,
toltosi e scarpe e i calzini, si
mise seduto sul letto con la schiena appoggiata alla spalliera. Axel,
dopo
essersi cavato le dovute calzature, non tardò a mettersi a
cavalcioni sulle
cosce dell’amante. Gli tolse la camicia e cominciò
a baciargli il collo.
*
Irritato dalla luce, Axel
aprì un occhio e si accorse di
essere stretto al petto di Marluxia. Richiuse l’occhio,
confuso, cercando di
capire cosa fosse successo. Poi si rese conto di essere completamente
nudo. Di
essere stretto ad un Marluxia privo di vestiti. Si accorse che Marly lo
stava
fissando placidamente con un sorrisone sulle labbra.
Si sedette di scatto, arrossendo di
colpo.
< Dormito bene, Ax?>
< S-sì…
ecco, io…>
< Che
c’è?>
< Noi… ABBIAMO
GIÀ FATTO SESSO?!>
< Sì,
perché?>
Axel era leggermente scombussolato.
< Insomma, ci riappacifichiamo
e dopo neanche
ventiquattr’ore abbiamo già fatto sesso; mi sembra
un po’ affrettato…>
< Non mi pareva la pensassi
così quando hai urlato.>
ribatté candidamente Marl.
Axel diventò, se
possibile, ancora più rosso.
< Che giorno è
oggi?> chiese nervoso sviando la
conversazione.
< Venerdì.>
< Vuoi saltare scuola?>
< Oggi non
c’è, è chiusa per assemblea
sindacale.>
Axel scese dal letto e si
rivestì: si sentiva decisamente
sollevato. In meno di ventiquattr’ore si era levato un peso
che portava da tre
anni.
Quando Marluxia lo
abbracciò da dietro, si rilassò sul suo
petto.
< Marl, devi promettermi una
cosa.>
< Cioè?>
< Non dire a Demyx di noi due,
ok?>
Marluxia sorrise fissando quegli
occhi smeraldo.
< Ok, cucciolo.>
*
< Eddai, Marl, devo
andare!>
< Ma se non è
ancora suonata la campanella, si può sapere
che fretta hai?>
Axel e Marluxia erano in corridoio al
secondo piano della
scuola, nascosti da un grosso armadio vicino alla finestra. Era sabato
e i due
si stavano tranquillamente baciando come una normale coppietta, anche
se Ax era
decisamente restio ad esibirsi così in pubblico.
< Demyx mi starà
cercando…>
< Non mi pare proprio, guarda.
È la nell’angolo insieme
al suo tenebroso e al gargoyle.>
Axel si sentì bruciare
dentro: era strano, ma ultimamente
era irritato alla vista di Demyx. Era sempre lì col suo
amichetto e quella
sorta di guardia del corpo che non li mollava mai.
Non sapeva se era geloso, cosa
alquanto bizzarra visto che
non era mai stato attratto da Demy, o se semplicemente gli seccava di
essere
diventato di secondaria importanza per il biondo.
< Comunque, è
meglio che vada…>
Marluxia riuscì a rubargli
un ultimo bacio a tradimento,
prima che il rosso imboccasse le scale. Non voleva scendere da Dem,
temeva di
saltargli addosso e strozzarlo, quindi decise di stare sulla porta
della
classe, abbastanza vicino a un gruppetto di professori che blateravano
del loro
stipendio. Più vicino era ai docenti, meno avrebbe dovuto
subire le smancerie
del fidanzato, che come al solito lo aveva seguito.
Non gli dispiaceva che Marluxia gli
tenesse compagnia, visto
che Demyx si era scelto qualcun altro con cui stare, ma preferiva
risparmiarsi
gli amoreggiamenti per quando erano soli.
Finalmente suonò la
campanella e una fiumana di studenti si
riversò per tutti i corridoi; Marluxia si
volatilizzò e Demyx apparve affianco
al rosso.
< Ax, sta andando di bene in
meglio! Zexion è
fantastico.>
< Ah,
davvero…>
< Che hai? Ti vedo
giù di morale.>
< Nooo, non sono affatto
giù di morale, guardami,
sono allegro come una pasqua!>
Demyx si bloccò per un
attimo, colpito a morte dal tono
dell’amico.
< Ax, ho fatto qualcosa di
sbagliato?>
Il rosso si voltò a
guardarlo, tentato dal gettargli in
faccia tutta la verità, ma non ci riuscì: come
poteva tradire un volto così
leale e sincero? Possibile che alla fine dovesse sempre rivestire la
parte del
cattivo?
< No, scusami. Sono solo un
po’… scosso. Devo avere la
luna storta oggi, non è colpa tua.>
< Ah, va bene. Senti, volevo
chiederti…>
< Sì?>
< Mi puoi aiutare con
Saix?>
< In che senso?>
< Non so cosa chiedergli! A
dire il vero mi vergogno
parecchio.>
< Oddio, non cambierai
mai!>
< Mi aiuterai?>
< Va bene, va bene. Ora
muoviamoci, abbiamo
matematica…>
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Eccomi qua, sono riuscita a farmi
viva prima del previsto!
Sono riuscita a sgattaiolare al più vicino internet point e
così eccomi qua.
Uff, ammetto che questo capitolo mi ha impegnata parecchio,
perché in ballo
c’era uno dei personaggi che amo di più, e tirando
le somme non sono
minimamente soddisfatta del risultato. T__T Si vede che con la fine
della
scuola sto perdendo la mano a scrivere… Spero di riuscire a
rifarmi col
prossimo capitolo. In quanto alla scena tra Axel e Marl, l’ho
un po’ tagliata
per non sforare col rating, usate l’immaginazione! Vi
assicuro che hanno fatto
proprio tutto… ^__^’ Temo di aver messo Ax in una
chiave troppo problematica,
con una famiglia disastrata per giunta, ma vi assicuro che nei prossimi
chap,
Axel troverà la serenità! (Guardate le coppie che
ho scritto come presentazione
e capirete…) Mi raccomando, commentate! Più
commentate, più sono incoraggiata a
scrivere. (Più sono incoraggiata a scrivere, meglio scrivo,
quindi alla fine ci
guadagnate anche voi…) Alla prossima, bye!
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Capitolo 4 *** 4.Senmei no jinmon - Interrogatorio di vita ***
4.Senmei no jinmon
– Interrogatorio di vita
< L’hai avvicinato
solo perché volevi scopare?>
< AXEL!!!>
< Uffa, che vuoi? Mi hai
chiesto di aiutarti, no?>
< Sì, ma abbi un
po’ di pudore!>
Axel spinse la testa indietro
sbuffando, appoggiandosi allo
schienale della sedia, mentre Saix diventava rosso dalla vergogna e
dalla
rabbia. Demyx cercò di sprofondare per terra: forse non era
stata una buona
idea chiedere aiuto ad Axel, sembrava che il rosso avesse colto
l’occasione per
tormentare Saix, con cui non aveva mai avuto buoni rapporti.
Il biondo non osava pensare come lo
avrebbe ridotto lo
sfregiato se Axel avesse passato il segno.
Erano in ricreazione, ma siccome
pioveva si erano rintanati
in classe per l’interrogatorio.
< Demyx, perché
deve essere questo idiota a farmi queste
domande personali?>
< Scusami, ma temo che io non
riuscirei a fartele…>
< Insomma, il problema
è tuo, cosa gli importa a questa
testa quadra?>
Axel si fece scuro in volto: ma
certo, in fondo lui non era
così indispensabile per Demyx, gli bastava il suo tossico e
il suo sfregiato.
Detta così, Dem poteva passare per un boss mafioso.
Il biondo se ne accorse.
< No, Ax l’ho
coinvolto fin dal principio, non lo voglio
lasciare così! Bé, rispondi?>
< Io… è
stato un colpo di fulmine, non sono riuscito a
pensare più a niente. L’ho osservato per qualche
giorno e poi mi sono
buttato.>
< Ti sei buttato
così, senza sapere niente di lui?>
< Ora che ci penso, era
rischioso. Xemnas aveva moltissime
ragazze di un’altra scuola intorno…>
< Chi?>
Axel rischiò di andare in
iperventilazione. Marluxia era
comparso all’improvviso da dietro il rosso, con il suo solito
tempismo
perfetto.
< Scusa, ma a te che te ne
frega?>
< Visto che ormai Xemnas
è occupato da te, devo saper
dire ai miei clienti chi sono le ragazze libere, no?>
< Accidenti a voi tre, ma
perché mi sono ficcato in ‘sto
casino? Fammi ricordare, c’erano Aerith, Tifa, Yuffie, Yuna,
Paine… non ricordo
altre…>
< Grazie mille! Ah, se volete
guadagnare qualche
spicciolo potete fare gli informatori per la società Cuori
infranti.>
< Ho una gran voglia di farti
a pezzi con le forbici e
nascondere a tocchetti il tuo cadavere nel cestino della carta.
Traduzione:
sparisci prima che ti metta le mani addosso!>
Marluxia si volatilizzò in
meno di un batter d’occhio.
Demyx deglutì e riprese il
Q&A, mentre Axel incideva il
banco con le forbici.
< Quindi, ti sei buttato
perché Xemnas rifiutava le
ragazze?>
< Bé,
ecco… sì, mi sono praticamente dichiarato e
lui…
insomma, sai com’è finita.>
Axel cercò di soffocare il
più possibile la risata al
pensiero di Saix arrossito versione ragazzina alla prima cotta che
balbetta
frasi del tipo “Bé.. ecco…
tu… mi piaci…”.
Demyx decise di non trovarsi mai
nello stesso corridoio con
Axel e Saix, a meno che non volesse una morte precoce e violenta.
< In definitiva, cosa
faccio?> chiese disperato.
< Senti, io dovevo soltanto
rispondere alle tue domande,
per il resto non sono problemi miei!>
< Oh, povero Saix! Vuoi
scappare dal tuo Xemny?> fece
Axel, per poi scappare per il corridoio seguito dallo sfregiato.
Dem rimase con la testa fra le mani,
chiedendosi cosa
potesse fare.
*
Demyx stava tornando a casa dopo la
scuola, camminando lungo
il marciapiede, quando improvvisamente vide Zexion poco più
avanti di lui che
girava per un vicolo. Stupito per la fortuna che aveva per aver beccato
il
compagno, lo seguì senza farsi vedere. In poco tempo perse
il senso
dell’orientamento seguendo Zexy, si stava lentamente perdendo
in un intricato
dedalo di vicoletti. Alla fin fine Zexion entrò in un bar in
un vicolo cieco.
Demyx rimase per un po’ a fissare il malconcio bar, senza
sapere cosa fare.
L’aveva seguito senza pensarci tanto, ma ora cosa avrebbe
fatto? Non sarebbe
riuscito a trovare la strada da solo, ma la sola idea di entrare in
quello
squallido baretto lo faceva rabbrividire. Venne tolto dalle sue
riflessioni
quando si sentì prendere per la collottola da qualcuno che
senza nessuna
difficoltà lo sollevò da terra; l’urlo
di Demyx fu stroncato al nascere da una
gigantesca mano pelosa che gli tappò la bocca.
Centinaia di pensieri passarono per
la mente del biondo:
rapina, stupro, attentato, omicidio, traffico illegale, droga, bomba,
rapimento, ricatto…
< Shhh, stupido, non gridare o
quelli ti ammazzano!>
Demyx smise di divincolarsi appena
sentì quella voce brusca.
Il tipo, sempre tenendolo sollevato da terra, lo trasportò
per altri vicoli,
poi altri ancora. Dem ormai non capiva più niente, sollevato
da un energumeno e
trasportato ancora più a fondo in quel labirinto di stradine.
Finalmente lo strano tizio
mollò Demyx che cadde sulle
ginocchia e diede un’occhiata tremante al suo rapitore. Il
biondo non aveva mai
visto niente di più simile a un orso: era enorme, muscoloso,
con delle
sopracciglia gigantesche (tipo Rock Lee), delle basette ancora
più enormi e un
fascio di capelli rasta scuri che sembravano serpenti. Dem lo riconobbe
come
uno di quarta della sua scuola, uno poco raccomandabile che fumava agli
angoli
del cortile.
< E questo chi
è?>
< Un ragazzino che si aggirava
nei pressi dell’Hollow
Pub. Credo che sia della nostra scuola…>
Dem rischiò un attacco
d’asma quando un tipo dalla coda di
cavallo avvicinò il volto al suo.
< Ma dai, sembra una
checca!>
< Xaldin, Xigbar! Che succede
qui?>
A Demyx si annebbiò la
vista, non capiva più niente. Non era
da tutti i giorni essere rapito da un orso ambulante, senza contare
quel tipo
con la coda che sembrava appena uscito da uno dei film di Matrix. Si
sentì
ancora peggio quando vide apparire Xemnas che avanzava verso i suoi due
amici.
Sperò con tutto se stesso
che Saix non gli avesse detto
niente del fatto del bagno, altrimenti poteva anche fare testamento.
Ma a quanto sembrava non era ancora
giunta la sua ora.
< Lo conosco, è un
amico di Larxen e Saix.>
Luxord apparve accanto a Xemnas.
< Luxord!>
esclamò Dem entusiasta, ritornando un po’
più lucido.
< Conosce anche Saix?>
chiese Xemnas sospettoso.
< Sì, è
un suo compagno di classe.>
< Capisco. Che ci facevi qua,
ragazzino?>
Demyx deglutì: non voleva
sbandierare in giro che era corso
dietro a Zexion senza pensare neanche a dove sarebbe finito.
< Ecco, io… aveva
visto un mio conoscente che si dirigeva
verso quel bar e l’ho seguito…>
< Chi?>
< Un ragazzo di 1°
A.>
< Che ci poteva fare uno di
1° all’Hollow Pub?> fece
l’orso chiamato Xaldin.
< È
strano… non pensavo che uno della nostra scuola
andasse all’Hollow… dovremo tenerlo
d’occhio.>
Il biondo ebbe la netta sensazione di
aver peggiorato la
situazione: che razza di posto era quel bar?
< Scusa, ma che ha di strano
quel bar?>
Xemnas lo squadrò
dall’alto e Dem si sentì sprofondare.
Perché si era ficcato in quella situazione?
< Ci gira gente del
Mickey’s Istitute, la nostra scuola
rivale. Sono dei tizi che entrano nella nostra scuola senza il permesso
e
invadono i nostri spazi.>
< È per questo che
è strano che uno della nostra scuola
vada in quel bar. Comunque, è meglio che tu te ne vada da
qua adesso…>
Demyx si alzò a fatica.
Xemnas gli lanciò un ultimo sguardo,
poi ordinò a Luxord di accompagnarlo a casa.
A Dem sembrava di essere un
condannato scortato al patibolo:
tutte le persone (molto poco raccomandabili) che si aggiravano per i
vicoli si
voltavano a guardare lui e il suo salvatore. Si vedeva lontano un
miglio che
Demyx non era del posto.
< Scusa, mi sa che Xaldin ti
ha fatto prendere un
colpo…>
< Non preoccuparti, anzi ti
devo ringraziare. Mi hai
salvato…>
< Ah ah, non preoccuparti, Xem
non mangia la gente. Sei
stato fortunato che non ti abbiano trovato quelli del Mickey. Quelli
sono
davvero pericolosi.>
Il più giovane fu assalito
dai dubbi: perché Zexion era là?
Ci aveva parlato molto insieme, ma non aveva mai accennato
all’Hollow Pub o al
Mickey’s Istitute… Cosa gli stava nascondendo?
*
Zexion si era seduto al banco a
prendere un’anima nera
(liquore alla liquirizia, è buonissimo, ve lo consiglio NdA)
quando qualcuno
gli mise una mano sulla spalla.
< Ciao, Zexy. Sei sempre
puntuale, vedo.>
<
C-ciao
Riku…>
Il ragazzo dai lunghi capelli
argentati si sedette accanto a
lui mettendogli un braccio sulle spalle e tirandolo a sé.
< Vedo che non sei coi tuoi
soliti amichetti, eh? È un
peccato non poterci trovare in ricreazione solo perché ci
sono loro
intorno.>
< Non dovresti essere a scuola
tua durante la
ricreazione?>
< Uffa, la scuola è
una noia, mentre tu sei decisamente
divertente…>
Riku strappò a tradimento
un bacio al ragazzino che arrossì
di botto.
< Dai,
smettila…>
< Non vuoi che gli altri
sappiano che sei frocio? È un
peccato, sai? Sei decisamente stimolante…>
Zexion rabbrividì mentre
la mano di Riku scendeva lungo la
schiena.
< Almeno i tuoi amichetti lo
sanno che sei gay?>
< No…>
< Peccato.>
< Dai smettila, Riku!>
< Lo sai perché ti
costringo a venire qua tutti i
pomeriggi, Zex? Perché tu sei sprecato per quegli inetti
della tua scuola.
Dovresti passare alla nostra, staresti molto meglio…>
< E tu la smetteresti di
picchiarmi?>
< Io non ti picchio, Zex,
diciamo che a volte non
dovresti disubbidirmi.>
< … lasciami in
pace, ti ho già detto che non voglio
passare al Mickey.>
< Non vuoi stare con me?
È per questo che hai cambiato
scuola anche alle medie, vero?>
Zexion si alzò di scatto
e, lanciata una moneta alla cassa,
si allontanò dal banco, ma Riku lo bloccò da
dietro.
< Zex, non è carino
lasciare qualcuno nel bel mezzo di
una discussione…>
< Smettila, per favore.>
Riku lo guidò verso il
bagno, trascinandolo senza alcuno
sforzo.
< Non farmi arrabbiare,
piccoletto. È meglio per te.>
sussurrò chiudendosi dietro la porta.
Si voltò verso il
ragazzino che indietreggiava spaventato.
< Hai paura che io lo faccia,
vero?>
< Per favore,
Riku…>
Zexion non riuscì
più a parlare quando l’argenteo lo
atterrò
e si mise a trafficare con i pantaloni.
*
Demyx stava ascoltando musica nella
sua stanza: aveva messo
la modalità random nell’I-pod collegato alle casse
e si stava ascoltando
Runaway di Avril Lavigne, mentre finiva i compiti. I suoi genitori
erano fuori
ad una cena di lavoro e all’esterno diluviava. Il biondo
osservò l’acqua che
picchiettava contro il vetro: gli piaceva molto la pioggia e
l’acqua in
generale. Gettando un occhio alla strana, vide sbalordito qualcuno
cadere sul
marciapiede.
Indossate le scarpe da ginnastica, si
fiondò per strada a
soccorrere la persona a terra. Si sentì morire. Era Zexion.
Ed era pieno di
ferite sul viso.
< Demyx? - chiese il ragazzino
intontito - Cosa ci fai
qui?>
< Abito qui davanti.>
Zexion sorrise debolmente per poi
svenire sul cemento. Dem
senza pensarci due volte si caricò in spalla
l’amico e lo portò a casa. Gli
tolse le scarpe e l’impermeabile e lo appoggiò
delicatamente sul letto. Lo
osservò un attimo, poi corse in cucina a preparare del latte
caldo e a tirare
fuori dal freezer il ghiaccio da mettere sui lividi. Porto il tutto in
camera
e, appoggiato il ghiaccio sulle botte sul volto, controllò
se ci fossero altri
lividi lungo il corpo.
Dopo cinque secondi,
diventò cremisi: arrotolò i pantaloni
di Zexion fino al ginocchio e poi li rimise a posto, una volta
affermata
l’assenza di ematomi. Demyx si sentiva bruciare il viso
mentre gli sbottonava
la camicia, ma si sentì ancora peggio quando vide un enorme
ematoma sul fianco
destro del ragazzo. Si bloccò di colpo e si accorse delle
lacrime che gli
scivolavano lungo il volto scomparendo come evaporate sulle guance
infiammate.
Solo in quel momento il biondo venne preso dal panico: era solo in
compagnia di
uno Zexion svenuto e piangente, con il petto scoperto.
Si sentì improvvisamente
pericoloso, rischiava di fargli
ancora più male ed era l’ultima cosa che voleva
fare.
< Dem?>
Demyx trasalì: Zexion lo
stava fissando con un’espressione
incredula.
Il biondo gli si avvicinò
velocemente, spostando il ghiaccio
dal volto al petto. Zex rabbrividì.
< Come ti senti?>
< Mi sento a pezzi…
dove sono?>
< A casa mia, sei svenuto sul
marciapiede qui di
fronte.>
< Che… ore
sono?>
< Le sette e mezza.>
< Oddio, i miei genitori
potrebbero preoccuparsi! Devo
andare a casa.>
Cercò di alzarsi dal
letto, ma ricadde per il dolore e Dem
lo tenne fermo.
< Zex, non puoi muoverti in
questa situazione. Guardati,
sembri uno straccio.>
< Ma… non posso
farli preoccupare…>
Dem afferrò il suo
cellulare e lo passò all’amico.
< Chiamali. Dì che
ti fermi a mangiare da me.>
< Sei sicuro?>
< Certo, non posso lasciarti
andare in giro così! Ho
qualcosa nel frigo che dovrebbe bastare per tutti e due. Mangiamo,
controllo
che tu non sia a pezzi e ti riaccompagno a casa.>
Demyx si irrigidì: Zexion
gli si era gettato addosso e lo
aveva abbracciato.
< Grazie… grazie
mille, Dem!>
Demyx si alzò per
abbassare la musica che continuava ad
andare e corse in cucina a preparare qualche cosa di commestibile,
intanto Zex
contattò i suoi genitori per avvisarli del suo cambio di
programma. Preparato
il cibo, Demyx si sedette sulla sedia ravviandosi i capelli. Non
riusciva a
capire cosa stesse succedendo, prima quell’inseguimento nei
vicoli fino al bar,
adesso il salvataggio del ragazzo pestato. Cosa gli stava succedendo?
Ma
soprattutto cosa stava succedendo a Zexion?
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Evvai! Avevo deciso fin
dall’inizio di far
apparire Xaldin: inizialmente l’idea era di metterlo come
compagno di classe di
Xemnas che beccava Dem a spiare Saix e Xem da dietro la porta del
bagno, ma poi
ho deciso di far spiare a Dem da un altro posto quindi l’idea
è saltata. Ho
scritto così in fretta che mi è sembrato di
trascurare l’aspetto psicologico di
Demyx… spero di sbagliarmi. Mi scuso con tutte le fan di
Riku visto che gli ho dato la parte da cattivo, ma l'ho fatto
perché avevo bisogno di un "cattivo" figo e chi se non il
nostro Riku? L'ho persino dovuto invecchiare facendolo diventare un
coetaneo di Axel e Saix! Ringrazio ancora e sempre tutti
quelli che
recensiscono, mi alzano davvero il morale e ne ho sul serio bisogno!
Per
Eternal Fantasy: devi avermi letto in qualche modo nel pensiero
perché avevo
pensato “Se Axel va con Rox, con chi starà mai
Marl? Magari con il nostro
viscido scienziato!” quindi Vex apparirà, anche se
non mi piace molto come
personaggio… Bé, a presto, guys! Continuate a
recensire, bye!
|
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Capitolo 5 *** 5.Rei no shiki - Agonia dell'anima ***
5.Rei no shiki - Agonia
dell'anima
< Eeehhh?! Ma sei scemo? Sei
stato solo con lui per tutta
la sera e non hai fatto niente?!>
< Ax, abbassa la voce!>
Mentre tornavano a casa, Demyx stava
facendo il resoconto
della sera prima ad Axel, che era decisamente deluso dal poco spirito
d’avventura del compagno.
< Insomma, sei davvero bacato!
Ce l’hai disteso sul letto
con il petto scoperto e le lacrime agli occhi e non pensi nemmeno
lontanamente
di poterlo consolare in una maniera più profonda?>
< Ma Ax, era
ferito…>
< Oddio, ecco che
ricomincia… se ti ha abbracciato ci
sarà stato un motivo, no?>
< Era soltanto
commosso.>
< E tu sei commosso
cerebralmente, Dem! Tu non vuoi
andare a letto con qualcuno finché non ti dice “Ti
prego, scopami!”.>
< Dubito che me lo
dirà…>
< Per questo la prossima volta
che ti abbraccia non devi
fare la parte dello stoccafisso! Devi cogliere
l’occasione.>
< Certo, certo. Ciao,
Ax…>
< Non credermi se vuoi!
Bye!>
Mentre Demyx corse a casa, Axel
passeggiò ancora un po’ per
la strada: non aveva voglia di tornare al suo tugurio e Marluxia era
dal
dentista per tutto il pomeriggio. Colpa delle merendine che i suoi
clienti gli
davano come pagamento… Comunque l’unica cosa
possibile era gironzolare per
strada senza una meta. Stava svoltando l’angolo della solita
strada quando
qualcosa di decisamente leggero e veloce sbatté contro il
suo stomaco e cadde a
terra.
Axel cercò di capire cosa
fosse l’essere contundente che gli
si era fiondato addosso e vide un ragazzino sugli undici anni che si
massaggiava la testa ricoperta da una fitta chioma di capelli castano
chiaro.
< Ehi, tutto bene?>
Il ragazzino lo guardò
terrorizzato con due grandi occhi blu
spalancati. In un attimo si rimise in piedi e, superato Axel con uno
scatto,
cominciò a correre a perdifiato. Il rosso restò
per un attimo a bocca aperta a
fissare il piccoletto che scappava, poi, senza capire bene il
perché, gli corse
dietro. Lo raggiunse in fretta, ma non lo fermò, limitandosi
a corrergli dietro
lasciando un metro di distacco tra di loro. Alla fine il più
giovane, esausto,
si fermò di colpo lasciandosi scivolare sul marciapiede
vicino ad un parco.
Axel gli si sedette accanto.
< Come ti chiami?>
< …
Roxas…>
< Il mio nome è
Axel. Imparalo a memoria.>
Il ragazzino scoppiò a
ridere, lasciando Axel a fissarlo
come un cretino.
< Che hai da ridere?>
< È facile da
ricordare. E poi è anche bello come
nome.>
*
Axel stava accompagnando a casa lo
strano ragazzino: era
stata una sorta di rivelazione quando il piccoletto gli aveva detto che
frequentava la prima media nella sua vecchia scuola. Un punto in
comune. Uno
dei tanti, perché nonostante si conoscessero da soli trenta
minuti, sembrava
fossero amici di vecchia data. Avevano un feeling pazzesco,
l’uno coglieva ogni
sguardo, ogni mossa, ogni espressione dell’altro. Axel non
riusciva ancora a
capire perché Roxas fosse scappato appena lo aveva visto, ma
soprattutto perché
gli era corso dietro.
< Ecco, io abito qua.>
Il fischio di ammirazione di Axel era
più che comprensibile
di fronte alla villa che Rox aveva indicato come casa sua.
< Però…
mica male, eh? Ti tratti bene…>
< Se ti stupisci di questa,
dovresti vedere la casa di
mio cugino Sora. È circa il doppio di questa.>
< Io ci rimetto la faccia se
ti porto a casa mia.>
< Perché, volevi
portarmi a casa tua?>
< Acc, non ti sfugge niente.
Bé, se ne hai voglia, magari
un giorno…>
Axel si zittì
all’istante, dato che Roxas lo stava
abbracciando.
Ci pensò un attimo, poi
decise di non voler seguire
l’esempio di Demyx e fare lo stoccafisso, così,
dopo averlo abbracciato a sua
volta, si chinò rapidamente sul piccoletto e lo
baciò. La cosa fu decisamente
piacevole, dato che Roxas accettò il bacio con una
velocità impressionante.
Appena separati, Axel lanciò un’occhiata alla
villa come per assicurarsi che
nessuno li avesse visti. Con grande sorpresa, si accorse che in
realtà non
gliene fregava più di tanto se qualcuno li aveva osservati.
< A che ora è che
esci da scuola?> chiese al castano.
< Alle 13 tutti i giorni,
tranne il giovedì che esco alle
13 e 30.>
< Bene, domani vengo a
prenderti. Ci vediamo.>
< Ciao.>
Axel camminò lentamente
verso casa, giocherellando con un
tappo di bottiglia che aveva trovato per terra, e rifletteva
sull’incontro
improvviso. Sorrise. Non voleva farsi troppe domande, gli si rovinava
soltanto
l’umore, ma doveva ammettere che con quel piccoletto si era
trovato decisamente
bene. Forse era il momento di credere nel destino se questo gli portava
delle
simili fortune.
Era così immerso nelle sue
riflessioni da non accorgersi del
ragazzo che lo fissava da dietro un albero.
Il giorno dopo, non voleva altro che
le ore passassero in
fretta per poter andare da Roxas il prima possibile. Purtroppo le cose
si
complicarono fin dal primo istante.
Axel arrivò a scuola in
ritardo, come al solito, e appena
entrato in classe si beccò in testa il cancellino da parte
della prof di
italiano che aveva un’ottima mira. Quando si sedette accanto
a Demyx, il biondo
lo fissò per un attimo, poi si voltò
dall’altra parte e non gli rivolse una
parola per tutta l’ora. Axel non riusciva a capirne il
motivo, ma non poté
chiederglielo a causa della prof che lo chiamò alla lavagna.
Appena suonò la
campanella, tutti si misero a gironzolare
sapendo perfettamente che la prof di religione era assente e Axel
cercò di
avvicinarsi a Demyx, ma il biondo si mise a conversare con la
professoressa di
musica che stava prendendo un caffè.
< Che
c’è, ci sei rimasto male perché il tuo
amichetto
ora non ti vuole più?>
Axel trasalì e voltandosi
di scatto si trovò di fronte
Larxen.
< Cos’hai
detto?!>
< Bé, ora che il
tuo biondino sa che sei gay è ovvio che
non ti voglia più.>
Axel restò fulminato.
Demyx sapeva che lui era…
< Come fai a saperlo
tu?>
< Mmmm, non sono sicura di
volertelo dire…>
Axel la afferrò per le
spalle e la sbatté contro il muro.
< Chi te lo ha detto?>
ringhiò infuriato, ma proprio
in quell’istante comparve Luxord che con uno strattone lo
scollò dalla ragazza.
< Stalle lontano.>
intimò minaccioso mettendosi tra il
rosso e la sua fidanzata.
< Chi te lo ha detto?
Dimmelo!>
Larxen si aggrappò al
braccio del biondo.
< Me lo ha detto Marluxia e a
dire il vero lo ha detto a
praticamente tutta la scuola. Anche al tuo amichetto, Demyx.>
Axel si sentì crollare il
mondo addosso. Perché Marluxia…?
Si voltò di scatto e corse
a cercare il colpevole.
Intanto Luxord abbracciò
Larxen.
< Ti sei fatta odiare
un’altra volta, lo sai.>
< Lo so… ma cosa
vuoi che sia una volta in più?>
< Non mi piace che sia
così normale per te farti odiare
dalla gente.>
< È per questo che
hai voluto metterti con me? Per
cercare di cambiarmi?>
< Inizialmente… ma
mi sono ricreduto. Sei perfetta così
come sei.>
*
Marluxia era nella classe di
attività alternative, una
piccola stanza adibita a cimitero dei computer scolastici. Axel
entrò infuriato
e, prima che qualcuno potesse dire qualcosa, gli tirò un
pugno in faccia.
< Arrabbiato?> chiese
indifferente il rosato.
< Stronzo! Cosa hai fatto?
Perché hai detto a tutti…?>
< Ah, è per quello
che sei arrabbiato…>
< Avevi promesso! Si
può sapere cosa ti è passato per la
testa?>
< Dovrei farti io la stessa
domanda.>
< Cosa?!>
< Come mai improvvisamente ti
metti a baciare i ragazzini
davanti a tutti, quando mi fai subire un monologo se ti bacio di fronte
a un
gatto?>
< Tu… come fai a
saperlo?>
< Ti ho visto ieri, sai? Te la
cavi davvero bene con
quelli più piccoli di te.>
< Io… ma andiamo!
Solo per quello hai spifferato tutto?
Solo per un bacio ad un ragazzino?>
< Solo?>
< Se… se fosse
soltanto uno sfizio, non saprei, un
capriccio?>
Marluxia scosse la testa.
< Ax… ormai ho
sviluppato un sesto senso, lavorando
sempre coi problemi degli altri. So distinguere a prima vista un
capriccio da
un amore profondo.>
< Marl…>
Marluxia sorrise tristemente e si
avvicinò alla porta.
< Scusa, Ax. Ti ho tirato in
un gran casino, si vede che
era destino che noi non potessimo stare insieme.>
Axel non capiva più
niente. Doveva lasciare Marluxia? Ma
cosa stava succedendo? Perché…?
< Ax, è meglio se
vai da Demyx. Almeno non perdere
lui…>
Demyx? Sì,
Demyx… il suo amico… migliore amico.
Axel corse fuori dalla stanza per
cercare Dem.
Non si accorse nemmeno che Marluxia
stava piangendo.
*
< Dem?>
Demyx non si voltò. Era in
corridoio a guardava fuori dalla
finestra, dando le spalle ad Axel. Il rosso perse la calma, la pazienza
e tutta
quella parte razionale del suo cervello che bloccava la sua rabbia.
Afferrò il
biondo e lo costrinse a voltarsi verso di lui.
< Si può sapere che
hai, maledizione?!>
Demyx si ritrasse da lui con uno
strattone. Axel diventava
sempre più furioso.
< Avanti, dimmelo!
Dì che ti faccio schifo, che hai paura
che ti metta le mani addosso, che mi odi e tutto il resto, ma dimmi
qualcosa!!!>
A Demyx tremò il labbro
inferiore che si morse
istintivamente.
< Potevi… dirmelo,
no?>
< Cosa?!>
Demyx stava piangendo, ma
riuscì miracolosamente a dire tre
parole di senso compiuto una dopo l’altra.
< Perché non me
l’hai detto? Che problema avevi a
dirmelo? In definitiva sono gay anch’io, che problemi
avevi?>
< Ma sei scemo? Io non te lo
detto perché non volevo
ferirti! Non darmi la colpa adesso!>
< Ferirmi? In che modo
ferirmi? Io non ho esitato un
istante a dirtelo, perché per te non può essere
lo stesso? Io mi fido di te,
quindi…>
A Demyx morirono le parole in gola.
Era arrivato alla
conclusione.
< Tu… non ti fidi
di me?>
Axel voleva morire in
quell’istante. Era tutta colpa sua,
prima Marl, adesso Demyx. Non voleva restare solo un’altra
volta.
< Dem, io…>
Si sentì girare la testa e
dovette appoggiarsi al muro per
non crollare. Poi Demyx lo abbracciò.
< Non interpretarlo come un
“Ti prego, scopami!”.>
Axel riuscì a ridere, come
se non ce l’avesse fatta per
secoli.
< D’accordo. Tutto
risolto?>
<
Sì…>
< Per fortuna. Temevo che
sarei morto con tutti questi
casini.>
< E Marluxia?>
< …
troverà di sicuro qualcuno migliore di me.>
< Siete solo amici
adesso?>
< Se riuscirà a
perdonarmi, sì. È colpa mia, è la
seconda
volta che lo ferisco.>
< E noi siamo amici,
vero?>
< Strano sia tu a
domandarlo… ma insomma, non posso
lasciarti! Hai ancora un tossico da conquistare!>
< Grazie…
Axel.>
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Sono molto nervosa... temo che questa fic si stia avvicinando un po'
troppo a Beautiful. Io odio Beautiful. Odio le cose troppo
sentimentali, dove si portano all'esasperazione le incomprensioni. Per
questo ho voluto dedicare solo un chap a questo continuo piagnisteo.
Però alla fine mi sono commossa per le cose che ho scritto;
il più difficile da caratterizzare è stato Demyx,
mentre per Marluxia ho praticamente trascritto su carta le mie
esperienze personali. Con Axel, ho messo il carattere di mio fratello,
quello che si tiene tutta la rabbia dentro e poi esplode. Combina
casini, ma alla fine non perde mai un amico. Avvisatemi se scrivo
troppo in fretta e se trascuro i caratteri dei personaggi, mi
dispiacerebbe rovinare questa fic. Ringrazio tutti quelli che leggono e
ancora di più quelli che recensiscono. A presto, bye!
|
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Capitolo 6 *** 6.Tenken no hassou - Spedizione di controllo ***
6.Tenken no
hassou – Spedizione di controllo
< E
così, adesso stai con questo Roxas?>
<
Sì. Va nella nostra vecchia scuola, sai?>
< Bene, sono
contento che tu sia riuscito a sistemarti.
In fondo sembra un ragazzo simpatico.>
<
Già. Mi dispiace per Marluxia, ma ormai è andata
così.>
< Sembra che
tra un po’ tutti i pezzi del puzzle
andranno a posto.>
< E con il tuo
tossico? Come va?>
< Non ha fatto
cenno all’Hollow Pub, ma voglio vederci
chiaro. Voglio andare in quel posto. Ho deciso che lo
pedinerò e scoprirò
perché va là!>
< Vuoi un
accompagnatore?>
< Ti offri
tu?>
< Possiamo
venire io e Roxas, se vuoi. Non mi piace
l’idea di mandarti allo sbaraglio da quelli del
Mickey.>
< Per me va
bene. Almeno verremo picchiati in tre.>
< Ti sento
molto allegro! Bé, allora domani dopo la
scuola?>
<
Sì, avvisa Roxas. Ci vediamo, Axel.>
< Ciao,
Dem.>
Demyx
riattaccò il telefono. Aveva deciso di agire, ora
che le cose si stavano sistemando. Axel si era trovato un ragazzo e
sembrava
molto più felice, Marluxia si era ripreso ed era tornato
l’amico di sempre,
Saix aveva finalmente potuto lasciare quella valle di lacrime e
starsene
tranquillo col suo Xemnas, Luxord e Larxen erano sempre più
appiccicati e
Xaldin e Xigbar si facevano gli affaracci loro negli angoli del cortile.
Cosa voleva di
più? Zexion.
Zexion era la cosa
più importante per lui ed era anche la
situazione più incasinata. Non aveva potuto chiedere aiuto a
Lexaeus perché il
ragazzo era dovuto partire con i suoi genitori per un viaggio di lavoro
del
padre. Aprì l’armadio di camera sua per tirare
fuori la sua amata Sitarra, un
dono del suo nonno paterno. Era tramandata da generazioni nella sua
famiglia,
derivava da uno strumento dell’India, il Sitar appunto, ed
era stata regalata
ai suoi antenati secoli prima da non sapeva chi.
Si sedette sul letto
impugnando lo strumento. Ora che ci
pensava, gli sarebbe davvero piaciuto suonare qualcosa per Zexion, e
presto ne
avrebbe avuto la possibilità: il concerto di Natale della
scuola, dove avrebbe
suonato anche lui.
La prof gli aveva
detto di portare il brano che preferiva,
ma lui voleva qualcosa di speciale. Si mise a scorrere mentalmente
tutti i
pezzi che conosceva.
Aveva sentito suonare
il Trillo del diavolo, ma non sapeva
se sarebbe riuscito a suonarlo con la sitarra, visto che il brano era
per
violino. Forse poteva anche portare un brano moderno invece della
solita
pappardella classica. Pensò alle canzoni che gli piacevano
particolarmente…
Poi finalmente si
ricordò di una canzone...
Contento di aver
trovato il brano giusto, cominciò a
provarlo all’infinito, tanto non si stancava mai di suonare.
Continuò fino a
quando non appoggiò la testa contro lo strumento,
addormentandosi all’istante.
La mattina dopo prese
l’autobus per puro miracolo, anche
perché cozzò rumorosamente contro Axel, anche lui
in ritardo, di fronte alle
porte del mezzo che si stavano chiudendo.
Quando entrambi
riuscirono a sedersi col fiatone sui
sedili dell’autobus, Axel tirò fuori dallo zaino
un manga.
< Che roba
è?>
< Me lo ha
prestato Roxas. Si intitola “La stirpe delle
tenebre”.>
< Ma
è un manga yaoi!>
< Ti pare che
mi faccia schifo?>
< Ah, hai
ragione… Devo aver visto la serie animata, ma
si chiamava “Gli eredi del buio”.>
<
Già, almeno la versione animata era completa, il
fumetto l’hanno bloccato
all’undici…>
< Come
mai?>
< Non ne ho
idea, dovrò chiedere a Rox… Ha detto che
viene anche lui, oggi.>
< Bene. Dove
ci troviamo?>
< Si
è fatto una giustificazione falsa per uscire prima
da scuola, ci aspetta all’uscita principale.>
< Ok, Zexion
esce sempre da quella.>
< Sicuro che
andrà in quel bar?>
< No, ma lo
spero. Altrimenti Roxas dovrà farsi
continue giustificazioni.>
< Non
è un problema per lui, ha una famiglia così ricca
che praticamente tutti i prof lo trattano con i guanti!>
< Non
è che gli corri dietro per i soldi?>
< Io non ne ho
bisogno, anch’io nuoto nelle banconote,
sai?>
<
Sì, come no…>
Scesi
dall’autobus, corsero verso la scuola e riuscirono a
evitare Roberto, il bidello che li piantava una grana enorme tutte le
volte che
arrivavano a pelo. Entrati in classe, si accorsero subito che
c’era qualcosa di
diverso: dietro la cattedra non c’era soltanto il professore
di tecnica come di
dovuto, ma anche una bella ragazza sulla ventina, vestita con un camice
bianco.
Sgattaiolarono al
loro posto il più silenziosamente
possibile.
< Allora
ragazzi, questa è la signorina Quistis Trepe,
un’insegnante della scuola vicina, il Mickey’s
Istitute. – fece il prof – Questa
scuola, insieme alla nostra, ha aderito ad un progetto che prevede lo
studio
della chimica già dal primo anno scolastico. Questa materia
si baserà soltanto
sulla pratica, con una breve parte di teoria all’inizio di
ogni lezione, che
durerà tre ore. L’attività
verrà svolta da due classi per volta nel laboratorio
di scienze, un giorno a settimana. La vostra classe lavorerà
con la 1° C e
sarete divisi in gruppetti da due.>
< Gruppi che
deciderò io.> sottolineò Quistis
lanciando un’occhiata ad Axel e Demyx.
<
Già… quindi ora prendete l’astuccio, un
quaderno e
mettetevi in fila in corridoio che dobbiamo raggiungere il
laboratorio.>
concluse il professore.
In fretta Demyx si
mise in fila accanto ad Axel.
< Cosa ne
pensi di quella?> gli chiese il rosso
indicando Quistis.
< Non
saprei… È una del Mickey…>
< Ma
l’hai sentita? Gruppi che deciderò io.
Ma
chi si crede di essere?>
<
Chissà con chi ci metterà in gruppo…
è un peccato,
per un attimo ho sperato di lavorare con la classe di Zexion.>
< Tanto non ti
avrebbe mai messo in gruppo con lui, con
tutti gli sguardi languidi che gli lanci!>
< Io non gli
lancio sguardi languidi!>
<
Ehm-ehm.>
I due si voltarono di
scatto e si trovarono accanto
Quistis che li superò dopo averli uccisi con lo sguardo.
< Ti prego, fa
che non ci abbia sentito.>
< E se ha
sentito, sono affari suoi! Sai cosa me ne
frega di quella vecchia racchia…>
<
Ehm-ehm.>
Axel venne ucciso
un’altra volta dal professore che
passava accanto a loro e che lanciava sguardi di apprezzamento
all’insegnante
del Mickey.
< Dem, la
prossima volta tagliami la lingua.>
< Va
bene.>
Finalmente arrivarono
al laboratorio dove i ragazzi della
C erano in piedi uno accanto all’altro.
< Oddio,
sembra un lager nazista…> sussurrò Ax.
< Zitto, o mi
toccherà tagliarti la lingua.>
Anche i ragazzi della
D si distribuirono uno accanto
all’altro. Quistis passò tra le due file.
< Bene, ora vi
divideremo in gruppi. È possibile che
finiate in gruppo anche con uno non della vostra classe, intesi?>
Cominciò
subito a dividere i ragazzi.
< Tra poco ci
passa anche col metal detector… ma da
dove viene questa? Non siamo mica all’accademia
militare.>
< Axel, chiudi
quella bocca, altrimenti ci
ammazzano.>
Quistis
arrivò a loro due.
<
Bene…> mormorò fissando Demyx che non
aspettava
altro che la terra sotto di lui lo inghiottisse. Quando
l’insegnante lo prese
per il polso e lo mandò in coppia con Larxen, decise che
avrebbe preferito
essere sepolto vivo.
Ad Axel venne il
colpo della strega appena Quistis lo
trascinò accanto al suo nuovo compagno: Saix.
< …
quasi quasi era meglio se perdevo l’autobus, ‘sta
mattina.>
<
Anch’io non sono felice di stare in coppia con te,
testa quadra! Perché mi deve toccare un cretino del tuo
calibro?>
< Chiudi il
becco, cane pulcioso! Perché non corri dal
tuo padrone, eh? Il tuo Xemnuccio ti starà
aspettando…>
Una scarpa
arrivò in faccia ad Axel.
< Che schifo,
hai i piedi che puzzano!>
< Ma ti sei
mai annusato? Puzzi da carne bruciata!>
< E tu da
cane!>
< Zitto,
encefalogramma piatto.>
<
Microcefalo.>
< Verme
bavoso.>
< Cane
bagnato.>
< Piromane
fallito.>
<
Schizofrenico bavoso.>
<
L’ho già detto io bavoso!>
< E chi se ne
frega! Lo dico quanto voglio, bavoso,
bavoso!>
I due continuarono il
loro litigio culturale sotto gli
occhi esterrefatti dei prof che non erano minimamente intenzionati a
bloccarli.
< Signorina,
è sicura dei gruppi che ha deciso?>
<
Sì… più o meno. Ora basta, cominciamo
la lezione!>
I gruppetti di due si
misero uno per banco e cominciarono
a lavorare su una roba non meglio identificata che doveva diventare in
qualche
modo satura.
Demyx non sapeva che
cavolo volesse dire “saturo”, ma era
molto più impegnato ad evitare le gomitate di Larxen che a
trasformare quella
sostanza in provetta.
Dal canto suo, Axel
cercava in tutti i modi di spingere
Saix contro l’armadio che conteneva l’acido
solforico e gli altri corrosivi.
Riuscì per un pelo a schivare un bisturi che lo sfregiato
gli aveva lanciato
contro e, voltandosi, gli prese un colpo: Marluxia si stava avvicinando
in modo
decisamente equivoco al ragazzo con cui doveva far coppia, un tizio dai
capelli
chiari e dagli occhi verdi stranissimi. D'altronde, pareva che il
compagno di
Marluxia avesse una vera e propria vocazione per la chimica, dato che
aveva già
concluso l’esperimento. Axel non poté
più seguire la scena a causa della sedia
che gli sfrecciò davanti al naso e all’infuriato
Saix che gli si fiondò
addosso.
Marluxia si
avvicinò al ragazzo.
< Come ti
chiami?>
<
Vexen.>
< Hai
già finito l’esperimento?>
<
Sì, era una cavolata. Una soluzione satura è
proprio
una cosa di base.>
< Avevi
già fatto chimica?>
< Vengo da una
famiglia di scienziati, lavoro con le
fialette da quando avevo tre anni. Tu, come ti chiami?>
<
Marluxia.>
< Ah, sei
quello dell’agenzia “Cuori
infranti”.>
< Sono
così conosciuto?>
< Tutte le
ragazze della mia classe ci sono rimaste
malissimo quando hanno scoperto che sei gay.>
< E tu?>
< Neanche
tanto, in fin dei conti.>
< Mi fa
piacere.>
<
Bene.> tagliò corto Vexen.
I due si lanciarono
un intenso sguardo, poi Marluxia
improvvisò.
< Sbaglio o
dobbiamo andare in sgabuzzino a prendere
gli ultimi materiali?>
<
Sì, hai proprio ragione.> mentì Vex
alzandosi.
I due si diressero
nel buio e intimo sgabuzzino della
scuola, situato nell’area meno usata della scuola. Nessuno
dei professori si
accorse della loro scomparsa, anche se durò per parecchi
minuti.
*
< Eccolo, sta
uscendo.>
< Shhh, ci
sentirà!>
Axel, Roxas e Demyx
stavano spiando Zexion da dietro un
muretto.
< Ecco che si
dirige verso la stazione…>
< Basta, Ax!
Non voglio la cronaca.>
I tre continuarono a
seguire Zex per tutto il percorso
finché non s’infilò nel labirinto di
vicoletti che Demyx aveva già visto.
< Ehi, Dem.
È questo il posto?>
<
Sì, ne sono sicuro. Forza, muoviamoci!>
Corsero per il solito
via e vai di stradine fino ad
arrivare al famigerato bar. Demyx non riusciva a non guardarsi intorno
col
timore che l’orso Xaldin spuntasse all’improvviso e
lo riportasse da Xemnas.
< Molto bene,
uomini, stiamo per entrare nella tana del
nemico. Forti e coraggiosi, ecco i nostri intrepidi eroi che vanno
dritti alla
meta...>
< Axel, se
continui così ci scopriranno subito!>
Roxas
afferrò Axel per il polso e, tappatagli la bocca, lo
costrinse a entrare, seguito da Demyx. Avvistarono subito Zexion seduto
al
banco e corsero subito ad un tavolino coperto in parte da un paravento:
perfetto per spiare senza essere visti.
Una ragazza mora dai
capelli lunghi li si avvicinò.
<
Desiderate?>
< Tre
Radhler.> rispose Axel.
< Ax, io non
bevo...> fece Dem mentre la ragazza si
allontanava.
< Lo so,
infatti sono per me!>
La ragazza
tornò con le birre e Roxas riuscì a fregarne
una al suo ragazzo.
< Meglio che
ne prenda una io o un giorno ti ritroverò
sotto un ponte.>
< Di sicuro un
ponte è più pulito di casa mia. Ehi, chi
è quello?>
Un ragazzo dai
capelli argentati si era seduto accanto a
Zexion e lo trattava in maniera decisamente equivoca. Roxas per poco
non affogò
nella birra.
< Quello
è Riku!>
< Riku? E chi
sarebbe?>
< E' un amico
di mio cugino Sora, fa il primo anno al
Mickey e faceva le medie nella vostra vecchia scuola.>
Demyx
fissò attentamente il ragazzo argentato: era sicuro
di averlo già visto, ma non ricordava dove...
All’improvviso
Zexion si alzò dalla sedia, ma Riku gli
afferrò il polso e lo trascinò con la forza in
cesso. Demyx scattò in piedi
pronto a seguirli: aveva avuto un lampo, un ricordo decisamente vivido.
Axel lo
bloccò.
< Dem, se ti
scoprono ti ammazzano. Non puoi
seguirli...>
< Mi sono
ricordato, quello era uno dei teppisti che
picchiavano Zex alle medie. Di sicuro è anche quello che
l'ha massacrato
l'altra sera.>
Axel lo
lasciò subito andare e lo seguì verso il bagno
con
Roxas alle calcagna.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Suspance!!! Oh, yes!
Ok, scusate il ritardo, che non è un vero e proprio ritardo
perché questo chap era pronto da più di un mese,
ma volevo farvi attebdere ancora un po'... Sì, lo so, sono
perfida! Ah Ah Ah!!! Vebbè, ammetto che Roxas è
un po' troppo piccolo, ma cercate di capirmi, per me è un
colpo al cuore dover aumentare l'età ai personaggi,
già con Riku mi si erano torte le budella... Potete sempre
far finta che Roxas abbia 13 e non 11 anni, tanto la sua età
è ininfluente per la fic! Spero vi sia piaciuto il chap, io
mi sono divertita molto a scriverlo, soprattutto grazie ad Axel e a
Saix. Mi dispiace di aver fatto apparire Quistis (from Final Fantasy
VIII) come una antipatica, ma in questo contesto ci stava troppo bene!
Ringrazio tutte quelle che recensiscono e invito a continuare a farlo,
mi aiutano davvero molto i vostri commenti! A presto, sciau sciau ^__^
|
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Capitolo 7 *** 7.Tasuke - Aiuto ***
7.Tasuke
– Aiuto
La porta del bagno
era chiusa a chiave, ma i rumori che
provenivano da dentro non erano affatto rassicuranti. Axel non ci
pensò due
volte e scardinò la porta con una spallata.
A tutti, ma
soprattutto a Dem, si bloccò il respiro.
Sarà stato
per il fatto che Zexion perdeva sangue dalla
bocca, sarà stato perché era buttato a terra a
petto nudo e con le braghe
calate, sarà stato che Riku gli stava sopra ghignando.
Demyx
sentì il sangue alla testa e si lanciò contro
Riku
spingendolo via da Zex.
< Che cazzo
gli stai facendo, brutto bastardo?!>
urlò il biondo.
Riku lo
fissò annoiato, mentre Zexion ci mise qualche
secondo per capire cosa stava succedendo... Dem arrabbiato che urlava
contro
Riku che lo stava sfottendo, e Axel e un altro ragazzino a fissare la
scena
esterrefatti dalla porta scardinata.
Sentì di
dover bloccare Demyx, non sapeva quanto
pericoloso potesse essere l'argenteo, non voleva che anche lui venisse
picchiato. Doveva riuscire ad allontanarlo, a proteggerlo in ogni modo
da
quella bestia di Riku.
Demyx si stava per
gettare di nuovo contro il ragazzo del
Mickey, ma Zexion riuscì a mettersi tra i due.
< No, fermati,
Dem!>
< Fermarmi?!
Ma hai visto come ti ha ridotto? Non ti
può trattare così!>
<
Sì, lui può.>
< E
perché?!>
Zexion si
ritrovò a pensare velocemente ad una risposta
che ferisse Dem; non gli piaceva l'idea di farlo star male, ma era
l’unico modo
per proteggerlo...
<
Perché io lo amo!>
Silenzio di tomba.
La frase non sarebbe
mai potuta sembrare credibile a
qualcuno con una mente razionale, ma di certo in quel momento il biondo
non
riusciva a seguire il susseguirsi degli eventi. Fissò Zexion
esterrefatto, con
gli occhi lucidi, poi si voltò e corse in fretta fuori dal
locale. Axel e Roxas
si guardarono per un attimo, indecisi e esterrefatti, poi seguirono il
compagno. Zexion si ritrovò a tremare seduto sul pavimento
freddo del bagno
mentre un trionfante Riku si alzò e rimise a posto la porta
massacrata dal
rosso.
< Riku,
io...>
< E' un
peccato che tu abbia ferito così tanto un tuo
amico, ma in fondo se mi ami...>
< Lo sai
perfettamente che volevo che tu non gli
mettessi le mani addosso!>
< Oh, ma che
gesto nobile. Allora non ti dispiacerà se
metterò le mani addosso a te.>
L'argenteo si
avvicinò al ragazzino...
*
Axel e Roxas corsero
a perdifiato dietro l'amico che era
riuscito a superare il dedalo di vicoletti ed era seduto sulla riva di
un
fiume. Cominciava a piovigginare quando finalmente i due ragazzi
trovarono il
biondo che li dava le spalle.
Axel fece per
avvicinarsi, ma Roxas lo trattenne per un
braccio.
< E' meglio se
lo lasciamo per qualche minuto
solo...>
I due si ripararono
sotto una tettoia mentre la
pioggerella si trasformava in pioggia battente e inzuppava Dem fino al
midollo.
Axel rimase
impaziente a fissare il corpo dell'amico
colpito dall'acqua scrosciante per qualche minuto, poi
sbottò.
< Ora basta! A
costo di prenderlo a pugni giuro che ora
gli faccio muovere le chiappe.>
< Ax, non
essere troppo brusco...>
< Brusco io?
Ma per chi mi hai preso?>
Il rosso si
avviò a passo di marcia verso Dem. Raggiunto,
gli si parò davanti agitandogli una mano vicino al volto.
< Ehi? Terra
chiama Demyx, mi ricevete?>
Demyx si
alzò lentamente in piedi con lo sguardo vuoto e
perso nell'aria; improvvisamente, superò Axel per buttarsi
nel fiume.
Il rosso
riuscì ad afferrarlo per la giacca appena in
tempo.
< Che cazzo
stai facendo?! Ma sei fuori?>
Demyx lo
ignorò e si mise a camminare sul marciapiede.
< Ehi,
Dem...>
< MI VUOI
LASCIARE IN PACE???!!!>
Axel rimase per un
attimo fermo a fissarlo, incredulo.
Dopo un attimo, gli appioppò un ceffone che gli fece voltare
la testa di 90
gradi.
< Dem, non
dirmi che credi alle stronzate che ha detto
Zexion, vero?>
< Lui... lui
ha detto che...>
< Apri gli
occhi, maledizione! Ti sembrava contento di
essere pestato a sangue?>
< Ma ha detto
di lasciarlo in pace...>
< Uffa, si
vede che ti è andato in pappa il cervello.
Cercava di pararti il culo, dannazione. Se Riku ha ridotto in quello
stato lui,
figurati come avrebbe conciato te! Con quello non saresti rimasto in
piedi
neanche per mezzo secondo.>
Demyx rimase a testa
bassa: capiva solo in quell'istante
di essere stato realmente ingenuo. Mentre Zexion gli diceva di lasciare
in pace
Riku, sembrava stesse per piangere. E poi, se lo amasse veramente, non
avrebbe
cambiato scuola alle medie per sfuggirgli: di sicuro Axel aveva ragione.
< Scusa, Ax.
Torniamo a casa?>
< Ok, ma non
buttarti nel fiume.> commentò il rosso
facendo cenno a Roxas di raggiungerli. Axel e Demyx accompagnarono
Roxas a
casa.
Dem avrebbe voluto
fare la strada del ritorno da solo per
riflettere su quanto scoperto, ma il suo migliore amico non si
lasciò
convincere e lo accompagnò fino al cancello.
Mentre Ax stinsciava
una scarpa nel fango, Dem si voltò
per ringraziarlo. Un'altra volta.
Quante volte avrebbe
dovuto ringraziarlo prima di riuscire
a cavarsela da solo? Perché doveva sempre scomodare Axel per
i suoi problemi?
< Grazie
mille.>
< Di niente.
Accidenti, sono fradicio. L'acqua non la
sopporterò mai.>
< Allora, a
domani.>
< Dem, che hai
intenzione di fare con Zexion?>
< ... non lo
so, ci penserò questa sera. Di sicuro non
lo lascierò in balia di quello squilibrato.>
< Ricordati
che puoi contare su me e Roxas, non devi
fare tutto da solo.>
<
Grazie.>
< Ciao
ciao.>
Dem si chiuse la
porta alle spalle.
"Non devi fare tutto
da solo."
Però era a
lui che interessava Zexion, non certo a Roxas o
ad Axel.
Era un problema suo e
di nessun altro.
Lo avrebbe risolto da
solo.
Salì in
camera e, afferrata la Sitarra, suonò il primo
pezzo che gli passò per il cervello. Appena si accorse che
il titolo di quel
brano era "You're not alone" (from Final Fantasy IX ^__^),
cambiò
subito.
Non si era mai posto
il problema fino a quel momento,
aveva sempre pensato che poter contare su qualche amico fidato fosse
una cosa
di cui essere fieri, un privilegio non per tutti.
Ma era un'altra cosa
se doveva contare sempre e in ogni
momento su qualcuno. Se Axel fosse stato via, come se la sarebbe
cavata? Non
avrebbe saputo proteggere Zexion.
Doveva essere pronto.
Ce l'avrebbe fatta, avrebbe salvato
Zexion dalle grinfie di quel maniaco. E lo avrebbe fatto da solo.
*
Non era colpa sua se
era davanti a scuola mezz'ora prima
del suono della campanella, non lo aveva chiesto lui di passare la
notte in
bianco. O in rosso. Non era riuscito a levarsi dalla testa l'immagine
di Zexion
insanguinato con Riku sopra.
Forse stava
impazzendo. Dem si guardò in torno, ma non vide
Zexion che di solito era parecchio in anticipo rispetto all'orario. Con
sua
grande sorpresa, invece, vide Lexaeus che veniva verso di lui.
< Ciao, Lex.
Sei tornato dalle vacanze?>
<
Sì, è andato tutto bene. Mio padre aveva un
congresso
a Vienna e ha approfittato per portare anche me e mia madre.>
< Che fortuna!
Senti, hai visto Zexion?>
< Come, non te
lo ha detto?>
< Detto
cosa?>
< Ieri sera mi
ha mandato un messaggio dicendo che oggi
non sarebbe venuto perché aveva una visita medica.>
Visita medica?
Dem era
più che certo che qualcosa non quadrasse: Zexion
era andato ad una visita medica qualche giorno prima, Lexaeus non
poteva
saperlo perché era ancora in viaggio.
Vuoi vedere che...?
< Scusa Lex,
devo andare! Ho... dimenticato un libro a
casa.>
< Ah...
ok.>
Demyx corse fino a
svoltare l'angolo per poi afferrare in
tutta fretta il cellulare e cercare tra le chiamate effettuate il
numero di
casa di Zexion; il numero doveva essere rimasto da quella volta che
Zexion
aveva chiamato i suoi...
Trovò il
numero e telefonò.
Uno... due...
<
Pronto?>
La madre di Zexion.
< Ehm,
buongiorno signora. Sono un compagno di classe
di Zexion, lui è in casa?>
< No, mi
spiace. E' uscito dieci minuti fa per venire a
scuola. Non è ancora arrivato?>
< Eh? Ah,
sì. E' arrivato proprio in questo momento.
Scusi per il disturbo, arrivederci.>
<
Arrivederci.>
Dem
riattaccò. Come sospettava, Zexion era da Riku, al
pub. Ora non c'era tempo di chiamare Axel (che arrivava sempre in
ritardo),
doveva correre.
Ne andava
l'incolumità di Zexion.
Rimise a posto il
cellulare e corse verso l'ormai
conosciuto bar.
Ma qualcuno aveva
intuito il suo piano.
< E' la checca
dell'altra volta...>
< Sicuramente
sta andando da quel ragazzino di cui ci
ha parlato.>
< Che
facciamo, capo?>
< Chiama gli
altri, ci sarà da divertirsi.>
< All'Hollow
Pub, quindi?>
< All'Hollow
Pub. Fate in fretta.>
Xigbar si
allontanò per chiamare all'adunata Xaldin e
Luxord.
Xemnas sorrise
divertito.
< A noi due,
Riku...>
Si voltò,
i suoi tre fedelissimi erano davanti a lui. A
dire il vero ce n'era anche un quarto.
< Saix, che
succede?>
< Voglio
venire anch'io, vorrei rendermi utile.>
< Sei sicuro?
Questo non è un gioco.>
<
Sicurissimo.>
<
Mmmm...>
< Per favore,
Xem!>
Il sorriso di Xemnas
si allargò ancora di più. Ad un suo
cenno, Xigbar, Xaldin e Luxord si avviarono verso il pub, mentre
l'argenteo si
avvicinava a Saix. Si chinò per baciarlo.
< Fai il bravo
e non metterti nei guai.>
<
Ricevuto!>
I due seguirono gli
altri ragazzi.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
E di nuovo suspance!
Yes! Bè, siccome vi ho fatto aspettare mooolto senza alcuna
ragione, ho deciso di farmi perdonare postando prima di quanto pensassi
il 7 chap. Comunque, cari morti di fame, per farvi apprezzare qualcosa
si dovrà pur farvi brontolare lo stomaco, no? Bando alle
ciance, io ho finito di scrivere la storia, verranno fuori nove
capitoli e spero che li apprezziate! Già già...
grazie per le recensioni, un grazie speciale per Eternal Fantasy che mi
ha sempre recensito e mi segue ancora (inchino) e anche a
Windy, Sashy, Stardust e L_Yasha Shaman Slayer per aver messo
questa fic tra le preferite. Mi raccomando, sostenetemi fino alla fine
che mi sto divertendo un mondo. A presto, bye bye!
P.S. Tanto per
curiosità, in questa fic qual è il personaggio
che ho reso meglio? Non dite Lexaeus, vi prego!
|
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Capitolo 8 *** 8.Ai ni kokoro - Cuore per l'amore ***
8.
Ai ni kokoro –
Cuore per l’amore
Corri,
più in
fretta, più in fretta, più in fretta.
Dem
si fermò con
una scivolata alla fine dell’ultimo vicolo che lo separava
dal bar. Dovette
fermarsi un attimo per riprendere fiato mentre si chiedeva come mai
l’asma non
si facesse sentire.
Dopo
un minuto
scarso il pensiero di Zexion lo convinse a fare un passo avanti verso
il bar,
ma si bloccò di colpo.
Zexion
era lì, sul
malconcio piazzale davanti al bar, con Riku accanto. E non solo Riku.
Insieme
ai due
c’erano molti altri ragazzi del Mickey, Dem riconobbe Squall
(scusate, non ce
la faccio a chiamarlo Leon...), Cloud, Zell, Irvine, Seifer, Vincent
(sbavazz!)
e Rufus.
O
un’orgia o
un’imboscata.
Non
sapeva cos’era
peggio.
<
Guarda
guarda, Zex, c’è il tuo amichetto!>
Una
risata di
gruppo seguì la frase di Riku.
Zexion
era
allibito: era stato costretto a venire al bar (< Se non vieni
tu, vengo a
prenderti io a casa.> NdRiku) pensando di trovare solo Riku come
al solito,
invece si era trovato addosso tutta la banda.
Ora
Demyx.
<
Dem,
scappa!!!>
Demyx
strinse i
pugni.
<
No. Non ti
lascio solo.>
<
Non fare
l’eroe, scappa! Non puoi fare niente!>
Demyx
deglutì.
<
Ti sbaglio,
posso provare.>
<
Oh oh, ecco
il grande salvatore! Cosa credi di fare, moccioso?> intervenne
Riku.
Demyx
fece un
passo avanti.
<
Lascia stare
Zexion.>
<
Scordatelo,
piccoletto.>
Demyx
fece un
altro passo.
<
Lascialo.>
Riku
spinse Zexion
tra le grinfie di Malefica
(sì,
c’era anche lei, è la padrona del bar!) e si
avvicinò con gli altri degni
compari al biondo. Demyx non indietreggiò.
Ma
non potè
evitare di cadere a terra quando un pugno di Riku lo raggiunse alla
bocca dello
stomaco, mozzandogli il fiato. Dem si rialzò subito
barcollando.
<
Cosa credi di
fare, eh?>
<
Lascia
Zexion.>
<
Ancora questa
storia? Non saresti mai dovuto venire qua se ci tenevi alla
pelle.>
Demyx
si lanciò
contro l’argenteo, che lo schivò senza il minimo
sforzo, anzi, lo afferrò per
un braccio e lo fece cadere nuovamente a terra.
<
Ti ci
vorranno migliaia di anni di allenamento per riuscire anche solo a
sfiorarmi.>
Dem
si alzò
ancora, sempre più infuriato.
Come
si permetteva
di trattare in quel modo sia lui che Zexion?
Gliel’avrebbe
fatta pagare!
<
Bene,
moccioso, temo che ora dovremo far entrare nella tua bella testolina un
po’ di
buonsenso...>
<
Noi dobbiamo ficcarti
ben altro, Riku, e di certo non nella testa... Anche se ammetto che
potremo
confonderci, vista la faccia da culo che hai.>
Altre
risate, ma
questa volta alle spalle di Demyx che si voltò di scatto.
Xemnas
capitanava
i suoi quattro uomini con un ghignetto soddisfatto dipinto sul volto e
gli
occhi che brillavano infuocati. La sicurezza di Riku vacillò
per un attimo, ma
si riprese subito.
<
Xemnas,
questo non è il tuo territorio.>
<
Lo sarà tra
poco.>
<
Puoi
scordartelo, tu e la tua Armata Brancaleone non riuscirete a farci
arretrare di
un solo millimetro, chiaro?>
Xemnas
avanzò.
<
Oh, scusa,
cos’hai detto? Temo dovrai ripetere la lezione, ragazzino,
siamo un po’ duri
d’orecchie.>
Mentre
Xemnas e i
suoi sottoposti avanzavano verso i nemici, Dem si spostò di
lato. Non gli
interessava prendere parte ad uno scontro tra bande rivali, gli bastava
che
Luxord e gli altri distraessero Riku, poi lui avrebbe strappato Zexion
da
Malefica.
Piano
geniale che
si attuò appena Xemnas scattò verso Riku,
coltello in pugno, imitato sia dagli
avversari che dai quattro ragazzi che erano con lui.
Dem
li fissò per
un attimo: otto contro cinque, non era un grande svantaggio.
Forse
ce
l’avrebbero fatta.
Mentre
Vincent si
scagliava contro Saix (doppio sbavazz!!!) Demyx corse addosso a
Malefica.
Intanto
Luxord
teneva testa a Irvine e Rufus e Xigbar e Xaldin occupavano Zell,
Squall, Cloud.
Xemnas
dal canto
suo teneva a bada Seifer e Riku come se stesse portando a passeggio un
cagnolino.
Dem
si bloccò
quando afferrò il concetto che, anche se donna, Malefica
poteva costituire per
lui un problema.
Per
fortuna del
nostro biondo, Malefica non brillava ( e non brilla tutt’ora)
per coraggio.
Bastò
che Xemnas
atterrasse Seifer e Luxord mandasse fuorigioco Rufus perché
Malefica mollasse
Zexion e si rifugiasse velocemente nel suo bar.
Lo
chiuse con
doppia mandata e non la si vide più.
Demyx
si avvicinò
velocemente a Zexion e lo prese per mano.
<
Zex, stai
bene?>
<
Io...>
Riku
apparve
all’improvviso e spinse Zexion facendolo cadere e
afferrò Dem per un braccio,
stringendolo.
Poi
un pugno.
<
Ti
ammazzo.>
Un
altro.
Un
altro ancora.
Xemnas
e i suoi
erano troppo indaffarati a lottare contro gli altri e non poterono
soccorrerlo
neanche quando cadde in avanti battendo la testa e rimanendo
fermò a boccheggiare.
Riku
stava per
colpirlo nuovamente quando Zexion si avvinghiò al suo
braccio.
<
Ti prego,
lascialo in pace!>
<
Levati,
moccioso, a te penserò dopo.>
<
No! Lascia
stare Dem!>
<
Concordo.>
Riku
non fece in
tempo a capire chi aveva parlato che gli arrivò una bella
ginocchiata nelle
parti basse.
<
Eh eh, allora
fa male?>
Dem
alzò gli occhi
appannati e...
<
AXEL?!>
Ax
gli sorrise
avvicinandosi a Riku.
<
Sai
bamboccio, non permetto a nessuno di maltrattare il mio migliore amico
e
nemmeno il suo futuro ragazzo.>
<
Dannato
stronzo!>
<
Oh, non
preoccuparti. Prima ti castro e poi ti faccio a pezzi. Fidati,
sarà
divertente.>
Altra
ginocchiata.
Intanto
apparve
anche Roxas a dare man forte a Xemnas e agli altri.
Zexion
si
accovacciò accanto a Demyx.
<
Dem! Rispondi,
Dem!>
Demyx
ricominciò a
connetere: Zexion lo stava chiamando per nome... proprio lui...
<
Zexion...>
<
Ah, Dem, per
fortuna!>
Il
biondo guardò
la faccia sollevata del ragazzo accanto a lui.
Si
alzò
asciugandosi il sangue che usciva dal labbro spaccato e si
avvicinò a Riku che
stava venendo picchiato senza alcuno scrupolo da un Axel sempre
più fuori di
sè.
<
Questo è per
aver mandato in esasperazione Demyx! Questo è per averlo
picchiato! Questo è
per averci infastidito col tuo brutto muso! E questo è
perché mi stai sulle
palle!>
Inutile
dire
com’era ridotto Riku.
Riuscì
a rialzarsi
da terra barcollando e si trovò davanti Demyx che lo
fissò cupo.
<
Lascia stare
in pace Zexion.> scandì e gli mollò un
pugno in volto che lo fece alzare da
terra e atterrare rovinosamente qualche metro più in
là.
Gli
altri compari
di Riku si erano ormai dati alla fuga seguendo l’esempio di
Malefica. (Nooo,
Vince, torna qui!!! T__T)
Roxas
si avvicinò
a Dem, Ax e Zexion che nel frattempo si era rialzato.
Dem
guardò il
rosso e il suo ragazzo stralunato.
<
Cosa ci fate
voi due qua?>
<
Bè, ti
abbiamo visto correre lontano dalla scuola e abbiamo chiesto a Lexaeus
cos’era
successo.>
<
Come mai eri
in anticipo, Ax? E Roxas?>
<
Roxas si era
offerto di accompagnarmi una mattina a scuola, ma siccome abbiamo orari
molto
simili non potevo farlo arrivare in ritardo in classe, così
mi sono preso
prima.>
<
E perché non
hai creduto che io avessi veramente dimenticato un libro?>
<
Dem... oggi è
sabato. E il sabato cosa abbiamo? Due ore di educazione fisica e poi si
esce
prima per sciopero. Che razza di libri volevi portarti?!>
Dem
non riuscì a
non sorridere, Axel si rivelava al di sopra delle sue aspettative nei
momenti
più opportuni.
<
Non crederete
mica di aver vinto, spero.>
Tutti
fecero un salto
quando Riku intervenne.
<
Cazzo vuoi
ancora?> fece Axel.
<
Zexion, non
ti conviene stare con loro! Sono solo dei bugiardi, non gliene frega
niente di
te.>
Zexion
fece un
passo indietro.
<
Chiudi il
becco, bastardo.> sibilò Ax.
<
Io non ho più
intenzione di importunarti, Zex. Me ne vado. Ma non devi fidarti di
loro, non
sono tuoi amici.>
<
Ma che stai
dicendo? Mi hanno aiutato...>
<
Ah, sì? Bè,
sappi che il tuo bel biondino non ha esitato un solo attimo a lasciarti
alle
medie! Ti ricordi quella volta in cortile, durante la partita di
calcio?>
A
Dem si fermò il
cuore.
<
Zitto!>
<
Lui c’era,
lui ti ha visto in difficoltà, ma non ha mosso un dito per
aiutarti! Non è
certo meglio di me! Pensaci, Zexion. Ti conviene.>
Poi
l’argenteo si
voltò e corse via alla ricerca dei suoi compari.
Calò
il silenzio
per qualche secondo.
<
Noi abbiamo
finito qui.> annunciò Xemnas lanciando
un’occhiata a Riku che fuggiva e lui
e la sua combriccola se ne andarono lasciando dietro di loro una scena
congelata.
Zexion
fissava
Demyx, Demyx fissava il cemento ai suoi piedi e lo sguardo di Axel e
Roxas
andava dall’uno all’altro.
Poi
Axel ruppe il
silenzio.
<
Dem, è vero
quello che ha detto?>
A
Demyx sembrò che
lo sguardo di Zexion lo trafiggesse senza pietà.
Annuì
senza alzare
lo sguardo.
Niente
da fare,
Riku aveva ragione.
Non
sarebbe mai
stato in grado di aiutare Zexion.
Non
avrebbe mai
potuto proteggerlo.
<
Dem,
io...>
<
Ti amo,
Zexion.>
Demyx
interruppe
la frase del diretto interessato.
Tanto
ormai non
aveva niente da perdere, non aveva più niente da
salvaguardare.
Si
azzardò a
lanciare un’occhiata a Zexion che lo fissava con una faccia
che era la
rappresentazione stessa della sorpresa.
Poi
si voltò di
colpo e corse via senza proferire parola nè ad Axel
nè a Roxas.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Tranquille, non ho intenzione di farv i aspettare un altro mese e poi
oggi mi sento buona! Oh, sono un angioletto! (Chiudi il becco, cos'hai
fatto al povero Demyx?! NdTutti) E scusatemi! Comunque potrei pensarci
ad una futura fan fiction Saix x Zexion, non mi dispiacerebbe... Il
prossimo chap sarà stile song fiction, spero di aver beccato
la canzone giusta. Vedremo se ci sarà o no l'agognato lieto
fine, sì sì... Spero che siate contente di come
è stato pestato a sangue Riku (EHI!!! NdR) perché
mi è un po' dispiaciuto massacrare l'unico buono che mi
piace quindi spero di non aver avuto la mano troppo leggera. Mi
raccomando, recensite!!! Alla prossima! (Non tra un mese...)
|
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Capitolo 9 *** 9.Aki to shinjitsu - Vuoto e verità ***
CONSIGLIO
PRIMA DI LEGGERE: aprite una nuova finestra in internet e
entrate su you tube. Appena verrà nominata la canzone di
Dem, scrivete titolo e autore in modo di poter leggere il pezzo della
canzone con la canzone stessa in sottofondo. Rende molto di
più.
9.Aki
to shinjitsu
– Vuoto e verità
<
Domani c’è il
concerto...>
<
Sì.>
<
Sei teso?>
<
No.>
<
Ah, ok...>
Axel
distolse lo
sguardo da Demyx.
Era
passata circa
una settimana dall’episodio davanti al pub e Axel non si era
mai sentito così a
disagio con Demyx come in quella settimana.
Demyx
parlava
sempre meno, sempre immerso nei suoi pensieri e sembrava che stesse per
piangere da un momento all’altro.
Avevo
diminuito
momentaneamente i suoi incontri con Roxas per stare vicino
all’amico, ma sembrava
che niente potesse aiutarlo. Ax non aveva osato sfiorare la vicenda del
passato
di Zexion, Demyx stava troppo male per parlarne.
E
aveva smesso di
vedere Zexion.
A
dire il vero, il
piccolo emo aveva provato a parlargli, ma Demyx scappava ogni volta che
lo
vedeva.
Anche
in quel
momento stava fissando con occhi vitrei la sua Sitarra, muovendo le
mani sulle
corde senza nemmeno accorgersene.
Quando
l’orologio
scoccò le nove di sera, Axel si convinse a tornare a casa
per lasciar riposare
Demyx: era già tanto se era stato invitato a casa sua per
cena, non voleva
stargli tra i piedi.
Appena
il rosso
uscì, Demyx appoggiò la testa sullo strumento.
Voleva
suonare per
Zexion.
Voleva
suonare il
brano che aveva scelto appositamente per lui.
E
avrebbe dovuto
suonarlo il giorno dopo, sotto gli occhi di tutta la scuola.
E
sotto gli occhi
di Zexion.
Dem
si strinse
allo strumento.
Si
odiava, si
odiava per quello che aveva fatto a Zexion.
Non
voleva più
vedere la faccia del suo amato soffrire ancora a causa sua.
Senza
nemmeno
mettersi in pigiama, si addormentò con la luce accesa e il
volto appoggiato
allo strumento.
*
<
Aspetta qui,
Garreth. Puoi provare il tuo pezzo prima di entrare in scena, ti
chiameremo noi
quando sarà il tuo turno.>
<
Sì...>
Demyx
si sedette
sull’unica sedia della stanzetta vuota accanto
all’aula magna.
Sentiva
la voce di
Axel che era stato sorteggiato come presentatore annunciare Larxen e la
sua
canzone, Ugly girl.
Sentiva
la pelle
d’oca e i nervi tesi fino al limite.
Afferrò
la Sitarra
e cominciò a suonare il suo pezzo nel tentativo di
tranquillizzarsi.
Ma
la voce che gli
arrivò alle spalle non lo rilassò affatto.
<
E’ The Reason
degli Hoobastank, vero?>
Il
biondo si voltò
di scatto: Zexion.
<
Ciao
Dem...> sorrise lui.
<
Zexion...
Io...>
<
Volevo parlarti,
Dem. Ora più che mai.>
<
Se è per
quello che ha detto Riku... è tutto vero.>
Dem
non riuscì a
trattenere le lacrime, si sentiva un verme.
<
M-mi
dispiace, Zexion. E’ tutta colpa mia, ho fatto tanto
l’eroe, ma in fondo non
sono che un vigliacco. Scusa se ti ho imbrogliato...>
Dem
voltò la
testa, non voleva che Zex lo vedesse piangere.
<
Ti sbagli,
Dem. Non mi hai imbrogliato.>
<
Eh?!>
<
Io sapevo già
che mi avevi visto quella volta. Ero riuscito a scorgerti...>
Dem
si voltò a
guardarlo incredulo.
<
Ma allora
perché non mi hai scacciato quando ci siamo
reincontrati?>
<
Bé, avevi
fatto la scelta giusta. Non avevi alcun legame con me, non dovevi per
forza
venire a salvarmi... E’ perché ti ho visto
scappare che ho cercato di
allontanarti da Riku, vista la tua reazione all’epoca, non
osavo immaginare
cosa avresti fatto se Riku ti avesse preso...>
<
Zex... ti sei
preoccupato per me...>
Entrambi
abbassarono gli occhi arrossendo.
<
Quell’ultima
cosa che hai detto... Dicevi sul serio?>
Dem
si sentì
venire a meno.
Non
capiva ancora
perché gli avesse detto in quel momento che lo amava.
Forse
voleva
riuscire a dirglielo prima che quella storia finisse definitivamente.
Si
asciugò la
lacrime, non voleva più piangere, era un momento troppo
importante.
<
Sì... Zexion,
io ti amo.>
Suonavano
così
bene quelle parole, soprattutto quando pronunciava il suo nome.
Zex
si sfregò una
mano sugli occhi lucidi.
<
Zex...?>
Il
biondo non finì
di chiamarlo.
Non
riusciva a
parlare con le braccia di Zexion attorno al collo.
E
con i loro cuori
così vicini che sembrava generassero un unico suono.
Un
battito sempre
più veloce mentre le loro labbra si toccavano.
<
Ti amo
anch’io, Dem. Scusa se non te l’ho detto prima, ma
temevo che ti piacessero
solo le ragazze...>
Oddio,
avevano
perso tutto quel tempo a giocare a rimpiattino?
Era
meglio non
dirlo ad Axel e a Saix, ci teneva alla pelle. Soprattutto per Saix.
Abbracciò
a sua
volta il ragazzo pallido.
<
Allora...
Stiamo insieme...?>
Accidenti,
che
domanda timida.
Bè,
non quanto la
risposta.
<
Sì... Ti
amo...> ripetè Zexion.
I
due si strinsero
più forte, non si accorsero nemmeno di Marluxia e Axel che
li guardavano
sorridenti dalla porta.
Quando
Axel
tossicchiò, i due si separarono di scatto con aria colpevole.
<
Axel...>
<
Ah, non
volevo disturbarti Dem, ma fra un minuto tocca a te...>
<
Sì,
capisco...>
<
Dem?> lo
chiamò Zexion.
Demyx
si voltò
verso di lui.
<
Sì?>
<
Ecco, io...
vorrei poter cantare la tua canzone insieme a te.>
Il
voltò di Demyx
si illuminò.
<
Davvero?!>
<
S-sì, se non
ti da fastidio...>
La
faccia esaltata
di Dem descriveva ben altro che fastidio.
Ax
e Marluxia si
scambiarono un sorriso.
<
Ok,
piccioncini, tra trenta secondi vi voglio sul palco. Dem suona e canta
insieme
a Zexion il ritornello, Zex canta da solo il resto. Veloci,
però, ora vado a
presentarvi.>
Axel
corse di
nuovo in aula magna mentre marluxia si sistemava vicino
all’entrata del palco.
<
Riesci a
ricordarti le parole?> chiese Demyx a Zexion.
<
Sì, è una
delle mie canzoni preferite, la so a memoria.>
Già,
Dem sapeva
che gli piaceva. Aveva visto che l’aveva messa sulle
preferite nel suo I-pod,
per questo l’aveva scelta.
Si
baciarono di
nuovo e si diressero verso il palco.
Quando
passarono
davanti a Marluxia, il rosato strizzò l’occhio a
Demyx.
<
Bella mossa,
compare.>
*
Era
la prima volta
che saliva su un palco.
E
non aveva mai
creduto possibile che l’atmosfera di un concerto natalizio in
una scuola
superiore fosse così carica d’energia.
Sentiva
Zexion
accanto a lui che tremava appena per l’emozione e gli
applausi di benvenuto dei
ragazzi e dei professori.
Nel
pubblico
c’erano tutte faccie familiari ed era strano vedere in quel
momento le persone
che aveva avuto accanto per tutti quei giorni e che lo avevano aiutato
coi suoi
problemi.
A
cominciare da
Marluxia stretto ad un ragazzo dai capelli castani che non si capiva se
fosse
contrario o no a quel contatto fisico. Poi Larxen e Luxord che lo
fissavano
incredibilmente incoraggianti dall’ala destra della sala e
Xigbar e Xaldin he
sembrava avessero accumulato un po’ di soldi vendendo ai
ragazzi più inesperti
biglietti falsi per il concerto che non era a pagamento.
E
infine Saix in
compagnia di Xemnas che lo abbracciava da dietro.
Axel
gli rivolse
un sorriso incoraggiante.
<
Ed ecco a voi
uno dei duetti di punta della giornata! Vi presentò Demyx
Garreth di 1° D e
Zexion Riot di 1° A, interpreti della canzone “The
Reason” degli Hoobastank! Un
applauso a questa fantastica coppia e buon ascolto!>
Un
boato di
applausi si alzò dalla platea mentre Demyx imbracciava la
Sitarra e si avvicinava
al bordo del palco verso il microfono fisso. Zexion prese il microfono
che gli
lanciò Axel mentre correva in platea per godersi lo
spettacolo.
Demyx
non era
sicuro di cosa fare, se doveva prima salutare di persona il pubblico o
cosa,
così optò per la soluzione più
semplice.
Iniziò
a suonare
la melodia.
Il
pubblico si
zittì subito e Zexion cominciò a cantare.
“Non
sono
una persona esemplare,
“I’m
not a perfect person,
molte cose desidererei non aver mai fatto,
as many
thigs I wish I didn’t do,
ma continuo ad imparare.”
but I
continue learning.”
Zexion si fece
coraggio e fissò Demyx.
“Non avrei
mai voluto farti questo.
“I
never meant to do those things
to you.
E quindi devo dirti prima di andare via
And so I
have to say before I
go
che voglio solo che tu sappia che...”
that
I just want you to know...”
Insieme a cantare.
“Ho trovato
una ragione per me,
“I’ve
found a reason
for me,
per cambiare quello ero solito essere.
to
change who I used to be.
Una ragione per ricominciare di nuovo,
A
reason
to start over new,
e la ragione sei tu.”
and the
reason is you.”
Le dita di Demyx si
muovevano da sole, lui fissava
soltanto Zexion.
“Mi
dispiace di averti ferito,
“I'm
sorry that I hurt you,
è qualcosa con cui devo convivere ogni giorno,
it's
something I must live with everyday,
e tutte quelle pene che ti ho inflitto,
and
all
the pain I put you through,
spero di essere in grado di portarle via tutte,
I
wish
that I could take it all away,
e di essere il solo a raccogliere tutte le tue lacrime.
and
be the
one who catches all your tears.
E' per questo che ho bisogno che tu ti renda conto...”
Thats
why i need you to hear...”
Zexion...
“Ho trovato
una ragione per me,
“I've
found a reason for me,
per cambiare tutto quello che ero solito essere.
to
change who I used
to be.
Una ragione per ricominciare di nuovo,
A reason
to start over new,
e la ragione sei tu.”
and the reason is
you.”
Demyx...
“Ho trovato
una ragione per mostrare,
“I've
found a reason to show,
una parte di me che non conoscevi.
a
side of
me you didn't know.
Una ragione per tutto quello che faccio,
A
reason
for all that I do,
e la ragione sei tu.”
and the reason is
you.”
Gli bastava questo,
aveva sofferto tanto in quel periodo,
da quando aveva incontrato Zexion.
Ma se la ricompensa
per quel dolore era il volto
sorridente del ragazzo e i suoi occhi blu che lo fissavano in quel modo
mentre
l’intera sala cantava con loro, allora avrebbe rifatto quelle
stesse azioni,
una per una, senza rancore.
Solo per i suoi occhi.
“E la
ragione sei tu.”
“And
the reason is you.”
*
< Ben fatto,
raga!>
< Sono stati
strepitosi, vero?>
< Certo, hanno
davvero talento!>
Axel raggiunse Demyx
e Zexion seduti sotto un albero in
cortile.
< Ehi, guys,
siete stati fantastici! Tutta la scuola
sta parlando di voi. Ora sarete più popolari di
Marluxia!>
Zexion
arrossì e Demyx si distese sulla terra ricoperta di
neve.
< Era
incredibile, tutti stavano guardando noi due.>
mormorò.
<
Già, peccato che Roxas non sia potuto venire... Ma
aveva scuola anche lui, purtroppo.>
Axel fu interrotto da
un fiocco freddo e bianco che gli
cadde sul naso.
< Eh?>
<
Axel!!!>
Il rosso si
voltò di scatto e vide Roxas che lo salutava
da dietro la recinzione scolastica.
Axel lo
fissò per qualche secondo strofinandosi il naso
infreddolito.
< Mmmm, sembra
che nevichi. Ehi, Dem, ti dispiace se vi
lascio un po’ soli?>
< Non credo
proprio.>
< Bene!>
Axel prese una
rincorsa e, superata la recinzione in
metallo con un balzo (uguale a quello del tipo dell’olio
Cuore, avete presente?
NdA), atterrò accanto a Roxas e si allontanò con
lui sotto una coltre bianca
sempre più fitta.
Dem
sussultò appena quando Zexion appoggiò la testa
sulla
sua spalla.
< Grazie per
avermi salvato, Dem.>
Il biondo si
voltò a guardarlo negli occhi e lo abbracciò.
< Ti amo,
Zexion. Ti proteggerò sempre, lo giuro.>
< Dem... ti
amo.>
I due sorrisero
mentre si baciavano sotto la neve che
immortalava il loro gesto e lo incorniciava in una foto che non si
sarebbe mai
sbiadita.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Uff, è
finito... peccato, stavo cominciando a scaldarmi solo ora! Niente
cammelli yaoi però, vero? Spero che vi sia piaciuto questo
finale, mi sono lasciata andare alle smancerie, ma credo fosse
d'obbligo. Vi è piaciuta la song? Spero di sì, ho
faticato un bel po' per trovare quella che alla fine ho ritenuto la
più adatta. Ovviamente ho in mente altre fic, ma sono un po'
demoralizzata perché quasi nessuno ha letto il mio capitolo
su "Le note disciplinari di Xemnas", ma fa niente. Nessuno (tranne
Tifa93) ha letto la fic su cui ho intenzione di concentrarmi ora,
"Finding my way" ma qui vi posso perdonare dato che non è
yaoi. Allora, ho intenzione di gettarmi in una serie di one-shot o di
fic normali sulle coppie più impensabili e meno
pubblicizzate dell'organizzazione. Spero di soddisfarvi con
le prox fic, ci si vede!
Mi raccomando,
lasciatemi almeno un salutino... ^__^
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