Ciao a tutti, il mio nome è Gioia e questa è la mia vita. di Betweenacupofteaandabook (/viewuser.php?uid=217607)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Buongiorno mondo! ***
Capitolo 3: *** Quando la fortuna ti sorride.. ***
Capitolo 4: *** Lieto fine? ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
Ciao a tutti il mio nome
è Gioia, ho quattordici anni, quasi quindici a dir la
verità, e odio la mia vita. Vivo in un paesino sperduto
della Sardegna, e lo odio con tutta me stessa! Vorrei tanto potermene
andare, ma non ho ancora completato gli studi, e quindi mi è
impossibile scappare da questa prigione. Ho una sorella e un fratello
più piccoli, due vere pesti, che mi fanno saltare
letteralmente i nervi, con mia sorella Miriam ho tre anni di
differenza, mentre con mio fratello Lorenzo, ho tredici anni di
differenza. I miei genitori sono opprimenti e asfissianti quasi quanto
il paesino insulso in cui vivo. Con mamma, non esiste un giorno in cui
io faccia qualcosa che le vada bene, dice che non aiuto in casa, che
vado male a scuola, certo la mia media scolastica, non è
delle migliori ma non è così bassa.. Comunque si
lamenta del fatto che voglio troppo, che non mi sta mai bene nulla, e
un sacco di altre cose, che non ascolto, anche perché sono
sempre le stesse, e mi urta il sistema nervoso quando mi fa la predica,
perché sembra non finire mai. Ho una casa grande, ma non
serve ad un emerito cazzo, visto che non posso organizzarci nulla,
ultimamente la frase preferita dei miei genitori è: - No,
Gioia, non c'è lavoro, per la crisi, quindi non si
puó fare -, si la crisi, la crisi, si, okay, c'è
una cazzo di crisi, perché l'uomo è stupido, ma
questa non è una novità. Sono atea (altra cosa
che non piace a mia madre, ve l'ho detto la lista è lunga),
non credo in un dio, che dice un sacco di stronzate, ma che
poi non vengono messe in pratica. Il mio carattere non ha niente a che
vedere con il mio nome, sono una ragazza acida, molto chiusa in
sé stessa, che sorride poco, sono pessimista
all'inverosimile e sono perennemente di malumore, fisicamente sono
bassa, ho la carnagione olivastra, sono una ragazza decisamente anonima
in tutto, ho gli occhi castano scuro, tendenti al nero, ho i capelli
lunghi e castani, le sopracciglia folte, ho i peli scuri, che si vedono
molto, insomma faccio cagare. Sono in seconda liceo, frequento il
Linguistico, quasi tutte le persone che chiamavo "amici" sono
scomparse, quando sono entrata alle superiori, non esco quasi
più di casa perché qui non c'è un
cazzo da fare e gli abitanti di questa landa desolata, sono una massa
di convinti. Sono sempre nel mio mondo, perché la mia
realtà fa schifo, ultimamente non riesco a distinguere la
realtà dalla fantasia. Il mio nome è Gioia, e
questo schifo è la mia vita.
Angolo autrice.
Okay, questo
è l'introduzione alla mia storia, lo so è un po'
melodrammatico, quasi patetico, ma sono i pensieri di un'adolescente..
Beh spero abbiate gradito.. Un bacio, alla prossima.
-Cris.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Buongiorno mondo! ***
Buongiorno
a tutti, oggi è 2 Novembre
2010, e sono due settimane che sono rinchiusa in questa cazzo di
clinica, perché
il 19 Ottobre, ho tentato il suicidio, tagliandomi i polsi con un paio
di
forbici, è stato mio padre a trovarmi stesa sul pavimento
del bagno, circondata
da una pozza di sangue, inutile dire che se non si fossero accorti di
me, sarei
morta dissanguata. Da quando sono chiusa in questo manicomio,
tutti a
scuola parlano di me, ma sai quanto me ne può fregare, la
mia famiglia viene a
trovarmi ogni fine settimana, e molte volte con loro c'è la
mia migliore amica:
Diana, una delle poche persone VERE che rimangono a questo mondo. Non
mi è
permesso restare da sola in una stanza, e l'unica posata che posso
usare è il
cucchiaio, non sia mai che mi venga in mente di infilzarmi la gola con
la
forchetta! Qui, i giorni passano lenti e monotoni,
è tutto bianco, il
mobilio, le pareti, persino le porte e le finestre, e poi
c'è puzza di
ospedale, l'altro giorno il mio compagno di stanza: Marco, è
stato chiuso in
isolamento perché ha tentato di strangolarsi con le
lenzuola, mi sembra di
essere in una gabbia di pazzi! Per fortuna, domani, torno a casa,
perché
secondo i medici, siccome non ho riprovato a togliermi la
vita, sono
"guarita", beh tanto meglio per me, non ne potevo più stare
in quel
posto orribile! A casa, tutti gli oggetti appuntiti o le
cose con
cui potrei farmi del "male", sono sparite assieme alle chiavi di
tutte le stanze. Il lunedì seguente, ho ricominciato a
frequentare la scuola, e
da quando sono tornata tutti mi guardano con un misto di compassione e
preoccupazione (stupidi falsi e ipocriti!), come se potessi ritentare
il
suicidio da un momento all'altro, tsk! Ridicoli!
Qui tutto "regolare" , vengo controllata a vista da tutti, quando
chiedo di andare in bagno, vengo perquisita e poi accompagnata da
qualche
ipocrita presente nella mia classe, che pazienza! Ogni giorno, mi alzo
pensando
che manca un giorno in meno alla mia partenza, oggi è il 28
Febbraio, un mese
fa, ho compiuto 15 anni, quanto vorrei averne fatti 18, ma, come al
solito mi
tocca aspettare, anche se io detesto aspettare, fin da quando ero
piccola.
Qui è sempre la stessa storia, sveglia, scuola, casa, a
ripetizione, la mia
giornata è lunga e monotona, e a volte sembra non finire
mai. Ho tentato più
volte di scappare, ma senza risultati, mi hanno sempre rintracciata e
riportata
a casa. Io rischio sinceramente di impazzire, qua dentro, ma penso di
essere già
un po' ammattita, siamo a metà Marzo, è da poco
iniziata la primavera, ma a me,
sembra di soffocare, come se fossi nel deserto del Sahara, non ne posso
veramente più! , tra un po’ scatterà la
mezzanotte e sarà un altro giorno, non
troppo diverso dagli altri… No! Adesso basta! Scappo! Apro
la persiana del mio
terrazzino, l’aria fresca, mi schiaffeggia il viso, ma
è una sensazione piacevole, -
Questa volta, o
mai più! – sussurro, mi lancio sulle tegole, forse
un po’ troppo bruscamente, perché
scivolo e sbatto il ginocchio e il braccio sulle tegole, sanguino, ma
non m’importa,
mi rialzo senza pensarci due volte, dopo aver attraversato il tetto del
garage,
mi ritrovo sul muretto di confine che divide la mia casa da quella del
mio
vicino, lo percorro in tutta la sua lunghezza, stando attenta a non
scivolare
una seconda volta, dopo qualche minuto mi ritrovo sulla strada..
“ Eh si, avevo
proprio ragione la libertà ha un così dolce
profumo..” penso mentre mi
incammino verso un’indefinita meta.. Mi faccio guidare solo
dal mio istinto, infatti
sembra che i miei piedi sappiano già che direzione prendere..
Angolo
autrice
Rieccomi, come promesso, innanzitutto
voglio ringraziare le due persone che hanno recensito :
nausicaa black & dgcourt, un ringraziamento speciale
va anche ai miei 22 lettori, come inizio non è per niente
male(: Spero che questo nuovo capitolo non vi abbia deluso, un bacio,
alla prossima. -Cris.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Quando la fortuna ti sorride.. ***
‘
“ Eh si, avevo proprio
ragione la libertà ha un così dolce
profumo..” penso mentre mi incammino verso
un’indefinita meta.. Mi faccio guidare solo dal mio istinto,
infatti sembra che
i miei piedi sappiano già che direzione prendere..
‘
Dopo
una trentina di
minuti mi ritrovo nel porto del mio paese, l’ultima nave sta
imbarcando, ma ci
sono troppe guardie, che mi conoscono per giunta, però la
sorte sembra essere
dalla mia parte perché individuo una famiglia numerosa, mi
confondo tra loro,
nessuno si accorge della mia presenza, poco dopo sono sulla nave, sta
partendo..”Addio schifo di vita, io ricomincio da
zero” penso felice. Non ho
idea di dove mi stia portando questa nave, ma non è
importante in questo momento,
ero finalmente libera, l’aria quella sera è un
po’ frizzante, per fortuna mi
sono portata uno zainetto, con una coperta, dell’acqua, e i
soldi che stavo
mettendo da parte, sono 900€, era da un po’ che
progettavo la mia fuga, solo
che non avevo mai avuto l’occasione di mettere in pratica i
miei piani.. Sto
passeggiando sul ponte, quando un uomo, mi si avvicina, lo riconosco
subito,
era nel gruppo in cui mi ero infiltrata per salire clandestinamente
sulla nave,
- Ehi, ragazzina -, esclama lui, lo guardo male, ma non gli rivolgo la
parola, e
continuo a percorrere tranquillamente il ponte, come se nulla fosse,
però l’uomo
non si arrende, mi raggiunge e mi ferma, - Cosa vuole?! -, sbotto
infastidita,
- So che sei qui senza il biglietto, ti ho vista salire con noi..
Tranquilla
non intendo denunciarti, Stai scappando vero? –, comincia lui
– Da cosa lo ha
capito? – rispondo con tono ironico, lui fa finta di non aver
sentito e
continua: - Non voglio sapere il motivo della tua fuga, ma voglio
aiutarti, io
e la mia famiglia stiamo tornando a New York, ma prima andremo a Londra
per una
settimana, a trovare mia sorella.. ti va di venire con noi? -, non ci
credo,
non è possibile, sto sognando? No, ci deve essere qualcosa
sotto, alzo il
sopracciglio e chiedo, sospettosa: - Perché? Lei cosa ci
guadagna? -, ma anche
questa volta ignora la mia domanda continua: - Lavorerai per me, come
tata, ho
due gemelli: Licia e Xander -, sbuffo spazientita, e richiedo
imperterrita: -
Ancora non capisco, cosa ci guadagna lei ad aiutarmi? Non mi conosce
nemmeno!
-, - Perché sei sola e ti serve aiuto, no? Allora, ci stai?
– risponde lui in
tono tranquillo, aveva ragione, non avrei resistito neanche un secondo,
da
sola, nel mondo reale, e poi quando mi sarebbe ricapitata
un’occasione così? –
Va bene! – risposi decisa, lui mi sorrise e mi
accompagnò nella sua cabina,
dove c’erano: una donna che supposi fosse sua moglie, due
ragazze, i gemelli e
un altro ragazzo. I gemelli sono sul pavimento, che si litigano un
giocattolo,
ad un certo punto, il gioco, sfugge dalle mani dei bambini e va a
sbattere
contro il mio ginocchio, impreco in silenzio, mentre i due bimbi ridono
del mio
malessere, sbuffo, tanto che ci posso fare? Son bambini!
L’indomani mattina arrivammo
a Genova, poi prendemmo il treno per Milano e da Milano
l’aereo per Londra.
Londra
era magnifica,
passai una settimana in paradiso, è domenica e tra
un’ora prenderemo l’aereo
per New York, la sorella del mio capo, si chiama : Joanne Green, ha
perso il
marito quando era molto giovane e non può avere figli, mi
trovo molto bene con
lei, è simpatica ed è anche molto gentile, non
che i miei genitori non lo
fossero, solo che con lei è diverso, io e lei siamo in
sintonia, ci capiamo al
volo, capisce ogni mio stato d’animo e ogni mio sorriso, una
volta mi ha detto
che io ho diversi sorrisi: uno quando sono imbarazzata, uno quando sono
nervosa
o infastidita, uno che uno per cortesia, uno che uso per nascondere le
lacrime,
uno forzato e l’ultimo che a suo parere è il
più bello: quello sincero, quando
sto davvero bene e sono felice. Siamo tutti pronti per partire, ma
Joanne mi si
avvicina e dice: - Gioia, ti va di rimanere con me? Vivere qui a
Londra? Studiare
qui? Vivere con me come se fossi mia figlia? – Oh,
miseriaccia, ora sono
davvero indecisa..
Angolo Autrice:
Ciao a tutti, spero che questo
capitolo non vi abbia delusi .. vedo che i miei lettori salgono, grazie
mille (: un ringraziamento speciale va a : Nyala_ e a
Mydream, grazie mille per aver recensito la mia storia <3 Beh
alla prossima, un bacio. -Cris.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Lieto fine? ***
“Siamo
tutti pronti per
partire, ma Joanne mi si avvicina e dice: - Gioia, ti va di rimanere
con me?
Vivere qui a Londra? Studiare qui? Vivere con me come se fossi mia
figlia? –
Oh, miseriaccia, ora sono davvero indecisa..”
Sono
indecisa, ma rispondo di si senza
indugio, qui a Londra starò bene, ne sono certa. Qui si sta
divinamente, ho
cambiato nome, ora mi chiamo Elizabeth Green, ho tinto i capelli di
nero e ho
fatto il laser in tutto il corpo, non ho più un pelo..
Joanne è fantastica, le
voglio molto bene, una a volta a settimana andiamo in una libreria
caffè, dove
possiamo leggere e comprare libri e ordinare qualcosa di caldo o freddo
a
seconda della giornata , in tutta tranquillità, Londra
è magnifica, non delude
mai, ma non ho mai avuto dubbi su questo.
Sono
passati quattro anni, ora ho diciannove
anni, e sto finalmente bene, è tutto come doveva essere fin
dall’inizio, ho una
“madre” che mi capisce, vivo in un paese stupendo,
è tutto perfetto.. la mia
vecchia famiglia? Non so più niente di loro, so che non mi
hanno dimenticata,
come io non ho dimenticato loro, so che continuano a cercarmi, ma so
anche che
io non tornerò indietro. Sto attraversando la strada,
Buckingham Palace è
sempre uno spettacolo, mi perdo a guardare Londra, con occhi sognanti,
sono in
mezzo alla strada e un pirata della strada, viene verso di me, quando
me ne
rendo conto è troppo tardi.. la macchina mi prende in pieno;
faccio un volo di
qualche metro, sbatto la testa a quel che sembra il marciapiede, vedo
tutto il
mio sangue, uscire copiosamente e abbandonare il mio corpo, il mio
cuore sta
battendo molto velocemente, ad un certo punto smette di battere, e so
che è
finita, anche se ho ancora sette minuti, prima che il mio cervello si
spenga
definitivamente, provo ad aprire gli occhi anche se sento la testa come
se
fosse sul punto di scoppiare, mi costringo ad aprirli, guardo il cielo
grigio
che copre perennemente, quasi prepotentemente, questa città,
fin da quando l’uomo
ha memoria, credo.. Sorrido, il tempo sta per scadere, quanto
è passato? Cinque
o sei minuti, credo, ma non ne sono sicura.. sento le sirene
dell’ambulanza
rimbombarmi nelle orecchie e farsi sempre più vicine, ma
ormai è tardi, chiudo
gli occhi, ma continuo a sorridere, per quanto i miei muscoli mi stiano
implorando pietà.. il tempo a mia disposizione è
finito, in fondo ho sempre
saputo, in un certo senso, che questo mondo non era fatto per me, o
forse, più
semplicemente, ero io a non essere fatta per lui..
Grazie
Joanne,grazie di tutto.
Angolo
autrice:
Beh, questo è
il mio ultimo capitolo, grazie
per chi ha letto la mia storia, e per chi la leggerà.. spero
che la mia storia
non faccia così schifo.. beh un bacio. A presto.
–Cris.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1444815
|