Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Ho letto
sulla Gazzetta del Profeta che un folle ha cercato di rapinare la Gringott, ma
voi siete intervenuti subito e l’avete fermato. Spero che nessuno sia rimasto
ferito. Che mi dici di Ron? Sta bene anche lui? Devi assolutamente raccontarmi
tutto nei minimi particolari.
La Conferenza
mondiale sui Controlli delle Creature magiche è davvero quanto di più
intrigante abbia vissuto, dal punto di vista lavorativo, si capisce. In effetti
ho incontrato così tante persone interessanti che non saprei proprio da dove
cominciare a raccontarti. Pensa, proprio l’altro giorno stavo parlando con alcuni
colleghi delle delegazioni di altre nazioni europee e ho scoperto che anche
loro, ai tempi della scuola, avevano cercato di sensibilizzare i propri
compagni sulla riabilitazioni degli elfi domestici. Allora ho cominciato a
raccontar loro di quando ho fondato il C.R.E.P.A. e tutti sono sembrati molto
entusiasti della mia iniziativa. Te lo ricordi il C.R.E.P.A., vero Harry? Certo
che te lo ricordi, visto che eri uno dei pochi associati.
Comunque, quella
sera siamo andati tutti insieme a mangiare in un ristorante babbano e ci siamo
divertiti molto, se tralasciamo il fatto che quando siamo usciti siamo stati
sorpresi da un acquazzone coi fiocchi. Sono tornata a casa con i vestiti
fradici. Non sai che freddo…
Qui a Parigi
il tempo è piuttosto bizzarro: si passa dal cielo terso al temporale in pochi
istanti. Sarà questo fastidioso vento del nord. Devo ammettere che il clima non
è poi così differente da Londra. Il che rende la nostalgia di casa più lieve.
Certo, se tu
fossi qui, sarebbe tutto più semplice. È una settimana ormai che sono partita,
ma mi sembra già passato un mese. Grazie al cielo la posta con i gufi ci aiuta
a sentire meno la lontananza, vero? Ricevere le tue lettere così spesso mi
rende estremamente felice e sono lieta che stai imparando a scrivere delle
risposte dettagliate. Ti ricordi le tue prime lettere a scuola? Erano così
striminzite, non ero mai pienamente soddisfatta di ciò che scrivevi. Mi
lasciavano un senso di vuoto che veniva riempito solo quando riuscivo a vederti
di persona, sano e salvo insieme a noi.
Ehi, Harry, hai
mai provato a pensare cosa sarebbe successo se fossimo vissuti da semplici
Babbani e fossimo stati lontani per tanto tempo? Voglio dire, come avremmo
fatto a comunicare così frequentemente? Sarebbe stato molto più difficile, ne
sono certa.
Adesso i
Babbani hanno tutta la tecnologia a loro favore, ma, per quanto efficiente, la
trovo così distante, non sei d’accordo? Una lettera vera e propria è molto più
emozionante. Un unico foglio maneggiato da due persone che si trovano in due
posti completamente diversi. Non c’è nulla che possa far sentire meno la
lontananza. Oh, ma come facevano nell’antichità le persone lontane ad aspettare
per giorni e settimane le lettere delle persone che amavano? Avremmo avuto
anche noi la stessa pazienza? Tu cosa ne dici?
Ora ti
lascio. Attendo la tua risposta.
Ti invio
tutto il mio amore,
Tua
Hermione
p.s. : ti
stai ricordando di innaffiare le piante, vero Harry?”
Nuova
storia, breve, pochi capitoli, qualcosa di rapido e indolore come “Il quinto
elemento”. =) E proprio come quella storia, anche questa è nata come una
oneshot, che sarà poi il capitolo 4. Ma la mia mente ha cominciato a lavorare
su questa cosa… e sono usciti altri momenti troppo interessanti per essere
ignorati.
Ok, nel
prossimo capitolo torneremo indietro nel tempo di circa 1000 anni…in pieno
Medioevo. ^^
Ringrazio
trecentomila volte Lights per il banner stupendo. *_*
“Gentile signora, con questa mia vorrei discutere con voi
di una questione che mi sta molto a cuore. Non voglio arrecare alcuna offesa
alla vostra persona, ma devo pregarvi di unirvi a me nello scioglimento di
questo fidanzamento che nessuno di noi due ha desiderato, in quanto programmato
dai nostri genitorialla nostra nascita.
Vi prego di comprendere le mie ragioni. Non posso
prendere come sposa una signora che non ho mai incontrato prima d’ora e di cui
conosco solo il nome e la famiglia di origine. Sono sicuro che voi siate tra le
signore più rispettabili e affascinanti del nostro regno. Tuttavia non posso
decidere di questioni così importanti solo con la ragione. Comprendo bene le
motivazioni che hanno spinto i nostri genitori a organizzare questo
fidanzamento e spero vivamente che la riappacificazione tra le nostre famiglie
possa avvenire tramite altre vie.
Gli uomini non devono agire unicamente in base alla
ragione, è necessario ascoltare anche ciò che dice il cuore. Non è forse il
cuore la parte più importante della nostra persona? Sento che potrei arrivare a
odiare me stesso se dovessi sposarmi contro la mia volontà. Il matrimonio fra
due persone deve essere basato sull’amore, non siete d’accordo con me? So che
per molte persone le mie parole non hanno alcun significato, al giorno d’oggi i
sentimenti sono futili cose di fronte agli affari. Ma non è vero che proprio l’amore
ci viene insegnato nelle Sacre Scritture? Conoscerete certamente i versetti
della lettera di San Paolo agli Efesini: E
voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se
stesso per lei… Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il
proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso.
Spero che i vostri sentimenti rispecchino i miei, milady,
e prima di terminare questa preghiera, chiedo nuovamente il vostro perdono.
Vi porgo i miei più sentiti omaggi.
Il vostro umile servitore
Lord Harry James Potter”
*****
Harry stringeva fra le mani la lettera, scritta il giorno
prima della sua partenza verso la residenza dei Granger.
Nessuno della sua famiglia conosceva la reale destinazione di quel viaggio.
Questo perché non aveva intenzione di far sapere che voleva soddisfare il suo
desiderio di vedere per la prima e ultima volta la figlia dei Granger, lady Hermione, la sua
promessa sposa.
Restava dell’idea che non aveva intenzione di sposarla
senza amore, ma la curiosità di conoscere i lineamenti del suo viso era troppo
forte per essere ignorata. Si sarebbe spacciato per il messaggero dei Potter e
le avrebbe consegnato la lettera di persona. Quando giunse al castello, lo
informarono che lady Hermione era con la sua dama di
compagnia in chiesa. Harry perciò raggiunse la piccola chiesa nel villaggio accanto.
La funzione era appena terminata e le persone stavano uscendo dall’edificio.
Il giovane aguzzò la vista e si accorse di due signore
molto eleganti che, non appena misero piedi sul piazzale esterno, furono
circondate da bambini poveri. La più giovane delle due signore cominciò a
distribuire monete d’argento a tutti i bambini. Doveva essere lady Hermione. Harry la osservò meglio. Non sembrava aver un
fascino particolare. I capelli erano ricci e crespi, sembravano indomabili e le
incorniciavano disordinatamente il viso. Harry fece un passo verso di loro,
afferrando la lettera dalla tasca.
Poi d’improvviso quello stesso viso si aprì in un sorriso
che lo colse alla sprovvista e il giovane arrestò la sua andatura.
Quel sorriso… a Harry parve di conoscere quella ragazza e
quel sorriso da sempre. Eppure era la prima volta che la incontrava. Mille ricordi
si affollarono nella sua mente, ricordi di passeggiate a cavallo, di serate
trascorse accanto al focolare a leggere libri, di risate e momenti felici. Ma
Harry non sapeva dire con precisioni se fossero momenti già avvenuti oppure
attimi di vita che doveva ancora vivere, con lei, Hermione.
Harry aveva appena visto il suo viso e questo lo rendeva così
completo e felice che si dimenticò di doverle consegnare la lettera.
In effetti, pensò tornando sui suoi passi, non c’era più
alcun bisogno di quella lettera.
Olè, il secondo capitolo. Stavolta è stato
Harry a scrivere, anche se è stato inutile. Ahaha! J
Nel
prossimo capitolo “P.S. I love you” faremo un bel
salto in avanti di ben ottocento anni. E toccherà a Hermione
rispondere alla lettera.
Dunque,
io volevo che solo il capitolo 4 riportasse come titolo una canzone dei
Beatles, ma poi ho trovato “I’ve just seen a face” perfetta per questo capitolo e “P.S. I love you” altrettanto perfetta per il prossimo, quindi a questo
punto anche il penultimo capitolo avrà come titolo una canzone dei Beatles… Ahahah!XD
Ringrazio
Lights per il banner stupendo e Jaybree
per la bellissima recensione che mi ha fatto davvero tanto piacere!
Prima
di leggere questo capitolo, credo sia necessaria una premessa. Quando ancora il
francobollo non era stato inventato (prima del 1840), le lettere venivano
pagate dai destinatari. Molte persone non se lo potevano permettere, per cui
cercavano di utilizzare dei codici da scrivere sulla busta. Il destinatario
leggeva i simboli e poi consegnava la lettera al postino, evitando di pagare la
tassa. Fine premessa! J
Sending all my
loving
Capitolo 2: “P.s. I love you”
Londra,
25 agosto 1812
“Potter! Potter Harry James!”
Troppo preso
dal suo lavoro, Harry si accorse che il capo lo stava chiamando solo quando il
suo collega, Ronald Weasley, gli diede uno strattone.
“Ehi, amico!
Credo ci sia posta per te.” gli disse Ron con un
sorriso.
“Ah, grazie.”
Harry
appoggiò l’ascia a terra e si asciugò il sudore della fronte con il dorso della
mano.
“Arrivo
subito.”
Si incamminò
verso l’uomo con passo strascicante. Era stanco, davvero molto stanco e sporco
di terra e sudore. Ma se voleva guadagnare qualcosa prima di tornare a casa e
riuscire a sposare la sua fidanzata, allora doveva sopportare ancora qualche
mese il lavoro pe la nuova stazione ferroviaria. Dopotutto era quello il futuro
dell’Inghilterra. Non c’era niente di più sicuro che lavorare per i nuovi
servizi di trasporto.
Harry
raggiunse l’uomo, che gli porse una lettera piuttosto stropicciata fra le mani.
“Ecco qua.”
“Grazie,
signore.”
Era da parte
di Hermione e questo gli fece comparire un sorriso
sulle labbra.
“Sono due
sterline.”
“Due
sterline?! – esclamò Harry indignato – È assurdo.”
L’uomo
rispose scrollando le spalle: “Viene da fuori Londra.”
Harry
sospirò: in realtà non aveva bisogno di pagare, bastava semplicemente che
cercasse i simboli sulla busta. Il codice segreto fra lui ed Hermione.
Harry rigirò
la lettera fra le mani e finalmente li trovò. In un angolino in fondo alla
busta c’erano dei simboli che agli occhi di chiunque altro potevano sembrare
dei normalissimi scarabocchi, ma Harry sapeva leggere molto bene il loro vero
significato.
“Mio caro.
Qui tutti
bene.
Mi manchi.
Tua Hermione.”
Harry cercò
di non sorridere per evitare di far insospettire il capo e di conseguenza far
scoprire il loro piccolo segreto.
“Allora, hai
deciso cosa fare?” gli chiese l’uomo impaziente.
Harry sospirò
e fece per consegnare la lettera, quando si accorse di un altro piccolo
scarabocchio al di fianco del quale vi era disegnato quello che sembrava un
cuore.
“P.s. Ti amo”
Era questo il
significato di quell’ultimo scarabocchio. E d’improvviso Harry si sentì meno
stanco, quasi rigenerato, con una nuova forza nelle sue braccia che gli aveva
portato Hermione con quel piccolo scarabocchio.
“Rispeditela
al mittente!” disse Harry.
Consegnò la
lettera al capo e tornò al posto di lavoro, a tagliare legna con l’ascia.
Avrebbe tanto
voluto conservare quella lettera, anche se dentro vi avrebbe trovato solo un
foglio bianco, ma non se lo poteva permettere. E avrebbe tanto voluto scrivere
una lettera vera a Hermione, una lettera senza
segreti, in cui vi avesse inserito tutto il suo cuore. Le avrebbe detto che
sentiva la sua mancanza e avrebbe tanto desiderato che lei fosse accanto a lui.
Poi le avrebbe scritto che sarebbe tornato, anzi corso da lei non appena avesse
guadagnato abbastanza soldi per mantenere entrambi e che doveva conservare
queste parole nel suo cuore fino al giorno in cui si sarebbero rivisti di
nuovo.
E avrebbe
concluso quella lettera con poche parole, parole che Hermione
sapeva, ma che Harry le avrebbe ripetuto per tutta la vita.
“P.s. Ti amo”.
Oh, devo dire che questo capitolo è
stato molto nostalgico da scrivere. Mentre lo ideavo è spuntata fuori la mia
tesina della maturità, che era appunto sul francobollo come simbolo di cultura,
e mi son detta: “E’ un segno del destino, devi assolutamente scriverlo così!” E
quindi eccoci qui. Credo che per il momento sia il mio preferito.:)
Comunque nel prossimo Harry scriverà a
Hermione e con “PleaseMr.Postman” saremo catapultati direttamente nei favolosi
anni ’60!!!
Grazie a Lights
per il banner e a roxy per avermi riservato la sua
1000 recensione!! :D
L’ansia la
torturava ogni giorno ormai, la teneva sveglia la notte, le faceva perdere l’appetito,
le causava strani pensieri. Perché non scriveva? Cosa o, peggio, chi gli
impediva di scrivere una dannatissima lettera alla sua fidanzata?
I suoi
genitori avevano cercato di tranquillizzarla come potevano.
“Avrà avuto
qualche corso extra da seguire all’università.” le diceva suo padre.
Ma Hermione non voleva crederci. L’università non aveva nulla
a che fare con quella storia. Anche lei andava all’università, eppure ad agosto
poteva scrivere tranquillamente una lettera al suo fidanzato.
Così alla
fine anche i signori Granger si erano arresi.
C’era solo
una persona che la capiva, una persona che rappresentava nello stesso tempo il
suo migliore amico e il suo peggior nemico: il postino.
“Mi dispiace,
Hermione, niente da fare oggi.” le disse un giorno
mentre raccoglieva tutta la posta da consegnare alla famiglia Granger.
“Nessuna
lettera da Harry, sei sicuro?” domandò lei, afferrando le lettere controvoglia.
“Sì, mi
dispiace.”
“Oh, avanti.-
lo implorò lei esasperata- Non puoi controllare un’ultima volta nella tua
borsa?”
“Sarà almeno
la centesima volta che me lo chiedi questa settimana e, mi dispiace, ma la
risposta è sempre la stessa. - esclamò lui – No!”
Hermione gli afferrò la giacca con forza: “Ti
prego, ti prego, ti preeeeeeego!”
Il postino
esitò un istante. Poi alzò gli occhi al cielo e sospirò rassegnato.
“D’accordo.
L’ultima volta, sia chiaro.”
Per quanto
insopportabile fosse Hermione quando implorava in
quel modo, e lo riconosceva anche lei, il postino dal cuore tenero la
accontentava sempre alla fine, controllando una seconda volta fra le lettere
che gli restavano nella borsa. Hermione si sentiva
soddisfatta di quella piccola vittoria e gli voleva bene. Ma poi lo odiava perché
non trovava alcuna lettera per lei.
Scene come
quella si ripetevano ogni giorno ormai con poche variazioni.
“Sei in
ritardo oggi. Per caso avevi più lettere da inserire nella tua borsa?” gli
chiese Hermione, ammiccando nella sua direzione.
Il postino
scosse il capo: “Hermione, non c’è nessuna lettera
per te oggi.”
“Sei sicuro?
Hai già controllato? Ti sto aspettando da stamattina.”
“Dai,
rilassati. Prima o poi arriverà, ne sono sicuro.” le disse lui, con un vago
gesto della mano.
“Non è che si
sarà persa in qualche ufficio postale, vero? Hai provato a controllare sotto il
tavolo? Magari ti è scivolata e non te ne sei accorto.”
Il postino sbuffò
esasperato e se ne andò: “Ci vediamo domani, Hermione!”
“Oh,
coraggio. Non ti faccio pena? – gli urlò dietro Hermione
- Mi basta una sola lettera o anche una cartolina.”
Ma il postino
era già lontano e le rivolse un cenno con la mano a mo’ di saluto.
Hermione sospirò e appoggiò la schiena alla
cassetta delle lettere. Sì, avrebbe tanto desiderato ricevere qualunque cosa da
Harry, anche un breve stupidissimo telegramma.
“Cara Hermione – stop – Come stai? – stop – Mi manchi – stop –
Tuo Harry - stop”
Non chiedeva
molto in fondo. Ma in cuor suo sapeva che non sarebbe bastato. Non avevano
molte occasioni per incontrarsi, frequentando due università diverse. E
l’ultimo incontro risaliva alle festività pasquali. Aveva bisogno di vederlo,
abbracciarlo, guardarlo negli occhi e sentirgli dire che stava bene.
Poi
all’improvviso qualcuno le toccò la spalla leggermente.
Hermione si voltò e con sua grande sorpresa
vide nuovamente il postino davanti a sé. E il postino le sorrideva con un
sorriso che avrebbe illuminato a giorno anche la notte più scura.
“Scusa, Hermione, ho dimenticato di consegnarti questa lettera!”
Hermione la prese con le mani tremanti e si
accorse che era da parte di…
“Harry
Potter.”
Prima che se
ne accorgesse gettò le braccia attorno al collo del postino, il quale fu
sbilanciato un po’ indietro.
“Oh, grazie!
Tu sì che sai come far felice una ragazza!” esclamò Hermione,
baciandogli una guancia, e lui si lasciò scappare una risatina divertita.
Dopodiché Hermione si affrettò ad aprire la busta. La lettera era
breve e la ragazza la lesse tutta d’un fiato.
“Cara Hermione,
ti chiedo perdono per
questo ritardo. Ma ho avuto alcune commissioni da sbrigare. Si tratta di una
questione importante che vorrei tanto discutere con te e giuro che te ne
parlerò non appena ci vedremo.
A proposito,
sarò da te nel fine settimana.
Mi manchi.
Tuo Harry.”
Hermione sorrise fra sé, stringendo la lettera
fra le mani. Che importanza aveva se la lettera era così corta? E se non si
capiva niente di quello che era successo a Harry o di cosa avesse intenzione di
parlarle?
“Allora? Cosa
dice?” chiese il postino curioso.
C’era solo
una cosa che contava in quella lettera.
“Harry sta arrivando!”
Et voilà, direttamente dagli anni ’60.
Questo capitolo è stato il primo che ho ideato, ascoltando la canzone “PleaseMr.Postman” dei Beatles.
In realtà la loro è una cover, quella originale è delle Marvelletes
ed è cantata con un punto di vista femminile per cui ho adattato la storia su
quest’ultima versione.
Solo io mi sono ritrovata a shippareHermione e il postino? Ci
farò uno spin off!! AhahaJ
Il prossimo sarà il penultimo
capitolo, Hermione scriverà a Harry, ma non so ancora
che canzone usare. Sono indecisa fra tre… -_- Comunque saremo negli anni 2000.
Harry ed Hermione
riusciranno mai a incontrarsi in questa storia? Mah! XD
Harry rientrò a casa tardi quella sera. Gli allenamenti
della squadra erano durati più del solito. Il mister li aveva spremuti fino
all’ultimo residuo di energia conservato nei loro muscoli. L’inizio del
campionato era ormai prossimo ed era giusto che si preparassero al meglio per
affrontare le più grandi squadre di tutta la Gran Bretagna.
Ma quella sera Harry era davvero a pezzi!
Si trascinò verso la camera da letto, con l’unica
intenzione di sprofondare nel materasso, dormire e non alzarsi fino al mattino
seguente.
Tuttavia il computer acceso in sala attirò la sua
attenzione. E Harry non poté fare a meno di chiedersi se Hermione gli avesse
già risposto.
Guardò l’ora. A New York dovevano essere le sei passate. Perciò
si sedette e controllò la posta. Aveva ragione, Hermione gli aveva risposto. La
scritta “C’è posta per te” lampeggiava sullo sfondo celeste dello schermo.
Sorridendo fra sé, Harry cliccò sull’icona delle mail.
“Caro Harry,
come
stai?
Sono appena tornata in albergo e non resistevo dalla
voglia di darti la bella notizia. Le mani mi tremano ancora, ma devo sforzarmi
di scrivere (se vedi degli errori grammaticali, ti prego di comprendermi). J
L’editore ha detto che il mio romanzo gli è piaciuto
molto e lo vuole pubblicare. Non puoi immaginare quanto fossi sorpresa. Credo
di aver avuto un’espressione così stupida sul viso che ancora mi chiedo come il
signor James Winston non abbia potuto cambiare idea. Dopo tanti rifiuti, non mi
aspettavo più che questo momento arrivasse. Gli ho detto che se c’era qualcosa,
qualsiasi cosa che non andasse bene, avrei potuto cambiarla. Ma lui mi ha
assicurato che era perfetto così com’era: la trama, lo stile… Dice che il
protagonista è il personaggio più odioso e nello stesso tempo intrigante che
abbia mai incontrato negli ultimi tempi. Cito testuale: un'adorabile faccia da schiaffi. Vuole pubblicare il libro con una
tiratura iniziale di un migliaio di copie.
L’avresti mai detto, Harry? Il mio primo romanzo,
stampato su carta vera, con una copertina vera e il mio nome sopra il titolo. Mi
sembra ancora di sognare. Ma mi sono data così tanti pizzicotti e schiaffi sul
viso che ora sono sicura di quanto sia reale tutto ciò.
Sono così euforica stasera che non so cosa fare. Vorrei
fare tutto e niente nello stesso momento. Vorrei correre a Londra per
festeggiare con te, ma vorrei anche che tu fossi qui con me, nella più grande
metropoli degli Stati Uniti!
E a proposito di questo piccolo grande successo, spero
che non ti dimenticherai della tua promessa. Voglio sapere ciò di cui avevi
intenzione di parlarmi prima della mia partenza. Me l’avevi promesso e non ti
darò pace finché non me lo dirai.
Tornerò nel fine settimana, quindi preparati. Non accetterò
ulteriori rimandi.
Con tutto il mio amore J
Hermione”
Il sorriso di Harry si allargò di più sul suo volto. E con
un sospiro si abbandonò completamente allo schienale della sedia. Rivolse il
capo all’indietro e fissò il soffitto.
Hermione aveva ragione: lui le aveva promesso che se il
colloquio con quell’editore fosse andato bene, le avrebbe parlato di quell’idea
che gli occupava la mente da qualche mese.
Ora doveva solo trovare il coraggio per affrontare quel
discorso con lei.
E cosa ancor più importante doveva trovare le parole più
giuste per Hermione, le parole non banali, poche parole, poche ma importanti,
che potessero spiegare al meglio quello che lui provava per lei, quello che
l’aveva fatto innamorare di lei dopo tanti anni d’amicizia e che ora gli faceva
desiderare di passare tutta la vita insieme a Hermione.
E dopo averle consegnato la piccola scatola di velluto
blu, dopo tutte le sue parole, Hermione avrebbe dovuto rispondere con una
parola molto più semplice.
Una piccola parola, piccola ma significativa, che con due
sole lettere poteva renderlo davvero l’uomo più felice della terra.
Un “sì” sarebbe stato davvero perfetto.
Un “sì” che ora gli aveva anche fatto perdere il sonno.
E
siamo all’ultima lettera indietro nel tempo. 2002, tempo di email, tempo di
smiley… Non mi piacciono molto le email, ma ci doveva essere assolutamente
almeno un po’ di posta elettronica. J
In
un mondo Babbano Harry l’ho sempre visto come uno
sportivo, qualunque sport andava bene secondo me. Ed Hermione doveva avere a
che fare con le parole, quindi scrittrice o giornalista.
E’
stato un capitolo difficile, avevo scelto un’altra canzone inizialmente. Ma poi
è arrivata “The word” e ho capito che era lei la canzone perfetta per questo
capitolo. Quindi grazie ai signori Lennon e McCartney per aver fumato marijuana
e aver scritto questa canzone! :D
Alla
mia famiglia, nata e cresciuta in un ufficio postale.
Sending all my loving
Epilogo: “Dear Hermione”
“Cara Hermione.
Scrivo questa lettera subito dopo aver finito di leggere la tua.
Ti prego, non preoccuparti. Io e Ron
stiamo benissimo dopo il tentativo di rapina della Gringott.
È troppo complicato raccontare tutti i dettagli per lettera. Sarà più facile
raccontartelo di persona. Riuscirà la tua sfrenata curiosità ad aspettare quel
momento?
Sai, sono molto felice che ti stia trovando bene con i
tuoi colleghi e che loro apprezzino il tuo impegno nel C.R.E.P.A. Ron non è dello stesso avviso. Lo so, non avrei dovuto
raccontarglielo, ma la tua lettera è arrivata mentre ero in ufficio e sai che
quando si impegna riesce a essere il peggiore degli impiccioni.
Ma cambiamo argomento. Mia cara Hermione,
come ti vengono in mente certe questioni?
Cosa sarebbe successo se fossimo vissuti da semplici Babbani e fossimo stati lontani per tanto tempo?
Devo confessarti che sono scoppiato a
ridere quando l’ho letto (e Ron mi ha lanciato un’occhiataccia,
ma sono riuscito a tenerlo per me). Sei davvero unica!
Sinceramente non so come avremmo fatto.
In qualche modo ce la saremmo cavata: probabilmente io sarei stato il più
impaziente fra i due e ogni occasione sarebbe stata buona per raggiungerti in
qualunque parte del mondo tu ti trovassi. Non lo sapremo mai con precisione.
Ma quello che so, quello di cui sono
certo è il nostro presente nel mondo magico. E ringrazio il cielo ogni giorno
per questo. Perché abbiamo la possibilità di comunicare così velocemente e
poi…
Poi se stessi per morire per la mancanza
di te, potrei sempre smaterializzarmi. Lo farei davvero, lo farei anche dopo
aver spedito questa lettera. E potrei materializzarmi davanti la porta della
tua camera e già immagino che faccia potresti fare, accorgendoti di me.
Prima sorpresa… poi sconvolta…
arrabbiata… emozionata… e infine felice.
Sicuramente mi abbracceresti con
trasporto e probabilmente io verrei anche sbilanciato indietro, ma ti
sosterrei con tutta la mia forza per non farti cadere. E poi credo proprio
che ti bacerei, perché… diamine, è un mese che non ti vedo! Allora tu mi
correggeresti, ridendo: è passata solo
poco più di una settimana, Harry.
A me sembra comunque un mese.
Alla fine ti direi che ti amo
immensamente e poi mi inginocchierei e ti porgerei l’anello che ho comprato
proprio l’altro giorno, in una gioielleria qui vicina.
E ti chiederei di sposarmi.
E allora quale sarebbe la tua risposta,
Hermione?
Con tutto il mio amore,
Tuo
Harry
p.s. : sì, le sto
innaffiando le piante. Vedessi come sta crescendo il Frullobulbo.”
E siamo giunti alla fine. È stato davvero bellissimo scrivere questa
storia, è stata molto personale… J
Ringrazio ancora Lights per il banner meeeeraviglioso! :D
Vi lascio con l’unico verso della canzone “The
end” dei Beatles: “And in the end the love you take
is equal to the love you make”