Perfect in every way

di zerrieshatchi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Spread your wings my little butterfly. ***
Capitolo 2: *** Don't stop me now ***
Capitolo 3: *** Stay strong and go on. ***



Capitolo 1
*** Spread your wings my little butterfly. ***


Ero seduta a terra con la schiena al muro e le lacrime che scendevano senza sosta una dopo l’altra. Faceva freddo quel giorno a Londra, più del solito stavolta, e non poteva di certo mancare quella fottuta fastidiosa pioggia. Mi ero letteralmente stufata di quel tempaccio orripilante ogni santo giorno.

“Ehi, tutto bene?” – mi sussurrò Sam sedendosi a terra accanto a me e mettendomi una mano sul ginocchio. 
Sinceramente gli ospedali non mi sono mai piaciuti, li detesto, mi mettono solo angoscia. Zayn si era sentito male, non sapevamo neanche il perché. 

“Dì la verità, lui ti piace” – continuò. 
“Ti sembrano domande da fare in questo momento?” – gli urlai contro girandomi. Ero stata troppo dura, lo ammetto, ma questo è il mio carattere, non molto bello di solito. Da non dimenticare che sembravo un clown col trucco sbavato, eh. 

Quando finalmente, dopo ore, uscì dalla sala un’ infermiera, mi alzai di scatto: “Come sta? Cosa è successo? Per favore mi risponda stavolta, non mi ignori!” – ero letteralmente disperata, avevo bisogno di novità.
Non sapeva come dircelo, quando alla fine sputò il rospo: “Il ragazzo...beh, ha avuto un intossicazione alimentare” – abbassò lo sguardo subito dopo aver visto la mia faccia spaventosa.

“Si riprenderà vero?” – chiese Sam, stavolta davvero preoccupato.
“Dipende tutto da lui”
“Ha diciassette anni, cazzo. Non può finire qui!” – urlai per poi risedermi mettendomi le mani nei capelli e continuando a lacrimare.
L’infermiera si abbassò: “Ehi, faremo di tutto” – mi accarezzò i capelli, poi rientrò in sala dove tenevano il mio migliore amico.

Vabbè, così per dire: io sono sempre stata innamorata di lui ma non mi sono mai dichiarata, lui mi ritiene ‘la sua migliore amica’.

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Capitolo 2
*** Don't stop me now ***


DON'T STOP ME NOW
Erano passate più di sei ore. Davvero non ce la facevo più; mi alzai e andai a prendere una boccata d'aria.
Mentre mi incamminavo per andare sulla terrazza ne vidi di tutti i colori: ragazze distrutte per la situazione aggravata del fidanzato, famiglie disperate per la perdita di una persona a loro cara, infermieri che correvano verso la sala operatoria, mamme che piangevano dalla gioia, papà che svenivano alla vista del loro primo figlio.
 
Finalmente arrivai sul terrazzo, soffiava un vento gelido, ma dopotutto non mi dispiaceva, avevo bisogno di cambiare aria. 
Stavo in piedi ferma senza dire una parola, cercavo di trattenere le lacrime ma era tutto inutile: più pensavo alle condizioni di Zayn, più scendevano velocemente. Mentre stavo per ritornare dentro, un singhiozzio catturò la mia attenzione. Era una ragazza che se ne stava in un angolino a piangere. Ci fissammo per tipo un minuto, quando fu lei ad iniziare la conversazione: “La vita è una merda”. 
Continuai: “Dobbiamo imparare ad affrontarla” – mi sedetti.
“Comunque, piacere, io sono Jesy” – mi sorrise.
 
Parlammo per circa mezz’ora, era davvero simpatica. Fino a quando Sam corse a chiamarmi: notizie su Zayn.Corsi per tutto l’ospedale, quando arrivai davanti alla stanza dove era stato ricoverato. La  madre e il padre erano già lì dentro con lui. 
 
“Entra, vuole vederti” – mi sussurrò la madre quando uscì. 
Il cuore iniziò a battere di nuovo come prima.
 
“E così anche Perrie Edwards piange, eh” – disse con un sorrisetto abbastanza inquietante.
“Zitto coglione, fammi prendere di nuovo uno spavento del genere e ti stacco la testa a morsi”.
“Ai suoi ordini signorina”. Ci abbracciamo, non volevo staccarmi da lui per nessun motivo al mondo.
 
Quindici giorni dopo tutto tornò alla noiosa normalità. 
 
FINO A QUANDO....

Mi trovavo al centro di un palco davanti a centinaia di persone.  Toccava a me, dovevo mettercela tutta. La tensione c'era, il respiro mancava, l'ansia saliva. 
 
Nonostante tutto iniziai la mia audizione e andò molto bene: quando canto tutto attorno a me svanisce nel nulla, siamo solo io e la musica, è una sensazione a dir poco meravigliosa. “O la va o la spacca” queste sono state le mie ultime parole prima di salire sul palco.
 
“You Oughta Know” mi metteva una energia pazzesca.
 
Passarono due settimane dall'audizione.
 
“Okay, Perrie. Hai una voce strepitosa...ma ho paura che da sola non riuscirai a continuare per arrivare in finale”.
Al pronunciare di quelle parole mi crollò il mondo addosso, volevo sprofondare. Tutto quello che mi sembrava un gioco, adesso era il mio sogno nel cassetto e si era appena infranto. Ci avevo messo l'anima a cantare, ma a quanto pare non ero all'altezza degli altri.
 
“Però hai una voce troppo bella per farti ritornare a casa...Avevamo deciso di metterti in un gruppo con altre tre ragazze. Pensaci bene, è l'ultima occasione”. 
Andai quindi a conoscere le altre ragazze, che come me, non avevano passato questa selezione.
 

“Non ci posso credere, che ci fai tu qui?”
 


Chi incontrerà Perrie?
Grazie per tutti voi che avete letto, potete lasciare una recinsione? 
Vorrei sapere cosa devo migliorare, ma soprattutto se la mia storia annoia!

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Capitolo 3
*** Stay strong and go on. ***


STAY STRONG AND GO ON

 

Mi girai, lo guardai con le gli occhi fuori dalle orbite e mi voltai di nuovo di scatto: non ce la facevo a guardarlo neanche in faccia. Lui, quell'essere schifoso che fu la causa di tutto il mio dolore, quando mi fece finire in ospedale esattamente sette mesi prima di quel giorno, era proprio davanti ai miei occhi ormai diventati pieni di rabbia.

“Cosa vuoi da me, io e te non abbiamo niente da dirci” – risposi per poi andarmene il più lontano possibile da lui; mi prese per il braccio ma, liberandomi dalla presa, corsi via a passo svelto. 


Ecco cosa successe quel maledetto 23 dicembre 2010.

Ero davanti al cinema, come tutti i sabati sera che trascorrevo in compagnia dei miei amici. Ero emozionatissima all'idea di vedere il film che aspettavo da più di un anno, inoltre con la mia migliore amica Jade. Le volevo bene come un sorella, ci conoscevamo da ben dieci anni, era tutto per me ormai, non vivevo senza di lei.
Ma nonostante tutto il tempo che è passato, continuo a chiedermi tutt'ora: come avrei potuto prevederlo? 
Perché mi sento così in colpa? 

Quella sera faceva freddo, me lo ricordo bene perché mi divertivo a far uscire "il fumo" dalla bocca con la nebbia facendo la stupida con i miei amici e con il ragazzo che tanto mi piaceva; inoltre avevo il mio cappellino bianco di lana preferito, la sciarpa e i guanti.

“Dove si è cacciata Jade? Dobbiamo andare a comprare i biglietti!”
Continuavo a girarmi intorno in cerca della mia migliore amica. 
Dopo un po' iniziai a preoccuparmi e cacciai il telefono dalla borsa, cercai di chiamarla ma fu tutto inutile, non era raggiungibile. 
“Mi fa sempre arrabbiare, mi aveva detto di essere dietro l'angolo”
Passò più di mezz'ora, stavolta iniziai a preoccuparmi sul serio.
“Chiama casa, forse sanno dove si è cacciata” – suggerì mio fratello, continuando a cercarla tra la folla. 

A quel punto chiamai a casa sua.
“Merda, ragazzi. La madre mi ha detto è uscita più di un'ora fa di casa per venire qui al cinema da noi”. 
Ci dividemmo e andammo a cercare Jade in città. 
Tornai al cinema: niente, nulla, nada, furono le risposte da parte dei miei amici. Iniziò a scendere qualche lacrima, ero preoccupatissima. Erano le 23.00, Jade non si era fatta viva e nessuno l'aveva vista in giro.

Ci giravamo intorno non sapendo più che fare, quando improvvisamente le persone, presenti sull'altro marciapiede, iniziano a girarsi e fare spazio a quella che stava passando come se fosse la 'regina Elisabetta'.
Tra loro purtroppo passò Jade, con i vestiti stracciati, al freddo e il trucco nero sbavato. Mi crollò il mondo addosso a vederla in quelle condizioni; cosa cazzo gli era successo? Attraversò la strada, mi tremavano le gambe tanto da non riuscire a corrergli in contro. Si fermò nel mezzo e a quel punto una macchina a tutto razzo arrivò con fari accecanti: questioni di secondi riuscii a sposare Jade e farmi investire al posto suo; ci tenevo troppo a lei per farla mettere sotto da uno stupido ubriaco. Sentii tutto il peso della macchina scavalcarmi, sentendo ossa spezzarsi. Ero circondata da migliaia di persone ma l'unica cosa che riuscivo davvero a sentire era il suo pianto. Pian piano mi sentivo morire, davvero. Ero sicura che da un momento all'altro sarei andata via dalla faccia della Terra.
In cinque minuti riuscii a vedere 'tutta la mia vita'. 
Cosa avrebbe fatto la mia famiglia se fossi morta?
E Jade si sarebbe sentita in colpa?
I miei amici avrebbero pianto per giorni?


Stetti in coma per due mesi e mezzo, quando mi ripresi del tutto e per fortuna il mio corpo riuscì ad aggiustarsi anche se con fatica. E cosa era successo a Jade vi chiederete: era stata violentata dal suo fidanzato ubriaco fradicio

Da quel episodio persi la mia migliore amica, partì il più lontano possibile con la sua famiglia, senza lasciarmi neanche un recapito per rintracciarla: scomparì dalla civiltà in poche parole.


 
                                                                                 *
 
“Perrie Edwards, le tue compagne sono: Jesy Nelson, Leigh-Anne Pinnock e infine...dov'è Jade Thirlwall?”
“C-come hai detto? J-J-Jade Thirwall?”

Balbettavo, sudavo, lacrimavo. Non sapevo più cosa fare, se reagire, svenire, incontrarla o mollare tutto e andarmene.


 

 Grazie per aver letto, come vi è sembrato questa volta? 
Ho bisogno di un consiglio: allungo i capitoli o li lascio così corti? 

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