UN ANNO

di bianfre
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


 
 
Nevica…
Strano in questo periodo dell’anno.
Siamo ancora ad ottobre dopotutto.
 
Alzò leggermente il colletto nero dell’impermeabile, cosi da non sentire spifferi di aria gelida sul suo corpo.
L‘ultima cosa che voleva era ammalarsi.
I suoi corti capelli neri si muovevano a contatto con quel freddo vento invernale, inumidendosi a causa della neve.
-ma per che cavolo non mi sono messo il cappello!?-domandò a se stesso, dandosi dello stupido.
Voltando a destra del viale alberato, fu sorpassato da numerose persone, giovani e anziane che chiaccheravano allegramente, entusiasmate da quello strano cambiamento climatico.
Cosa ci trovassero di così eclatante, proprio non riusciva a capirlo.
Infondo non era una cosa così inaspettata: nevicava ogni anno!
Una sottile nuvola di calore usci da sotto la sua sciarpa verde oliva,librandosi leggera nell‘aria.
Osservò il cielo.
 
“già…ogni anno…”
 
 
…………………………………………………………………………………………………………
 
 
 
Era passato uno anno da quando Alphonse riacquistò il suo corpo, cosi come Edward aveva di nuovo il suo braccio e la gamba umane. Entrambi si erano nuovamente arruolati nell’ esercito con grande entusiasmo di tutti i componenti.
Da un anno ormai il colonnello Mustang era salito di grado diventando fhurer e da allora le guerre erano come un utopia. Gli homunculus erano stati uccisi tutti, apparte Wrath, che la maestra Izumi prese con se.
Non c’erano motivi che spingessero la popolazione ad escogitare piani di conquista o rivolte.
Perfino la gente di Ishibar non arrecava problemi ai militari:si erano stabiliti in un paesello a nord di  Central city e pareva che se la cavassero abbastanza bene.
E tutto ciò rendeva il clima pacifico e tranquillo.

Una noia mortale.
Le giornate passavano lente e infinite , consumate davanti a una fila di fogli da compilare e archiviare.
Neanche leggeva ciò che c’era scritto.
Erano sempre i soliti documenti superflui che non servivano a nulla, solo a far venire l’emicrania a quei poveri malcapitati che se li dovevano subire fino alla morte.
E lui, ovviamente, era uno di questi.
 
“verbali, condanne, tasse…sempre la solita storia!”stanco di quel continuo ‘leggi-scrivi’,appoggiò  il capo sulla scrivania mentre le  lunghe ciocche bionde gli ricoprivano le guance. Chiuse le palpebre,beandosi di quel momento di relax, negatogli ormai da troppo tempo.
Lentamente, la presa della mano che impugnava la penna venne meno, facendo cadere quest’ ultima al suolo.
Non l avrebbe raccolta.
Non l avrebbe raccolta se solo il suo lavoro si svolgesse senza questa.
Sbuffò.
Stancamente si chinò per prenderla,poggiandola sulla scrivania. Si abbandonò allo schienale della sedia, osservando il bianco soffitto con qualche ragnatela qua e là.
Era stufo marcio di quel lavoro. Gli mancava viaggiare da città a città assieme a suo fratello. Gli mancava la tensione che si creava in battaglia…ma soprattutto gli mancava chi combatteva al suo fianco. Lo schiocco delle sue dita, capace di uccidere milioni e milioni di nemici, quel calore che sapeva trasmettere solo lui, la sicurezza che dava al solo sentirlo vicino…
Roy mustang.
Non sa come successe,ma un giorno si ritrovò a continuare ad osservarlo, a stargli sempre appiccicato,a continuare a pensare  a lui..
Innamorato?probabile.
-È per questo motivo che continuo a fare il mio lavoro in silenzio,senza ribattere o giudicare.
Almeno in questo modo posso stargli vicino…- pensò.
 
Si voltò a guardare l orologio:19.56
Sorrise.
Alzandosi dalla sedia si stiracchio leggermente,sbadigliando. Toltosi la divisa da militare, riordinò la scrivania dividendo i documenti finiti,in una scatola,da quelli incompleti,nel cassetto.
Usci dal suo ufficio richiudendosi la porta alle  spalle,incamminandosi così per il lungo corridoio.
“Edward-kun!”
Una mano si posò sulla sua spalla facendolo cosi voltare. Un uomo biondo sulla ventina gli sorrideva amico,con la sua solita sigaretta in bocca.
Certe volte si chiedeva che cosa avrebbe fatto quell’uomo se tutte le fabbriche di sigarette nel mondo fossero andate in rovina….
Meglio non porsi il problema.
“oh, tenente Havoc. Stavo giusto andando a cas…”
“no,aspetta Ed. Il fhurer ha detto che ti deve parlare”
Spalancò gli occhi.
 
-Roy mi vuole vedere?-
 
Erano da un anno che non si rivolgevano più di un ‘ciao’. Da quando aveva abbandonato la sua carica di colonnello, Mustang era sempre pieno col lavoro e Edward, beh, i suoi incarichi gli venivano assegnati da un altro uomo di cui non ricordava neanche il nome.
“ha detto che è una cosa urgente. Ti aspetta al pub ‘glomust’ ”e detto ciò saluto il ragazzo con un cenno della mano,augurandogli buona fortuna.
“ehi Havoc!aspetta!io non…”troppo tardi,il tenente era gia uscito dall’edificio lasciando un diciottenne perso e confuso.
“…io non so dove sia il pub ‘glomust’!!!”


Ed eccomi qui a scrivere di nuovo!sta volta mi sono organizzata(spero)e una trama in mente ce l'ho!!(se spera...)

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
 
Come si sentiva in quel momento?
Nervoso?
Ansioso?
Agitato?
Ma no….
 
Era semplicemente in un ritardo spropositato.
 
Era passata un’ora  dall’ora d’incontro e lui si trovava ancora a girovagare in pieno centro-città, con una misera cartina stradale in mano.
“ma dico, se doveva parlarmi perché non farlo nel suo ufficio invece che uscire fuori con stò freddo!?e per di più in luogo che non conosco!”
“e io come faccio a sapere che tu non sai dove si trova il bar più frequentato del quartiere!?”
A quelle parole, sentì un brivido percorrergli la schiena.
Lentamente si voltò ritrovandosi un ‘ex colonnello ’ imbronciato e infreddolito, ricoperto dal suo inconfondibile cappotto nero.
“è da mezz’ora che ti cerco!se non riesci a trovare un luogo con la cartina, perché non domandi in giro?le persone mica ti mangiano!” ecco, lo aveva appena rivisto e già gli stava facendo la ramanzina. Ma che credeva!? anche lui aveva passato un’ora sotto la neve per trovarlo!
“tanto per cominciare, anche io la stavo cercando e mi scusi tanto se non dipendo dagli altri e preferisco arrangiarmi!”disse di rimando il biondo.
“si, certo... diciamo che ti vergogni a chiedere perché in fondo sei ancora un bambino, fullmetal.”
Tutto ciò venne detto con una naturalezza tale da aumentare la ‘voglia di ammazzarlo’ ad Edward.
Ma prima che potesse controbattere, Mustang disse una cosa che il ragazzo non avrebbe mai creduto di sentire. Non da lui, almeno.
“scusami. L’ ho detto senza volerlo… ora andiamo” e detto ciò lo prese per il polso, trascinandolo in mezzo alla folla di gente.
“ehm, taisa sa per caso come mai c’è così tanta gente in piazza sta sera?”domando acciaio, un po’ intimorito per il gesto di poco fa.
“ah, non chiederlo a me!vieni, per  di qui”e, svoltando l’angolo percossero un lungo viale a fianco al canale per poi trovarsi davanti al ‘famoso’ pub ‘glomust’.
“Ed eccoci qui finalmente! allora, era tanto difficile arrivarci?!”domando in segno di sfida il moro.
“feh!nessuno lo avrebbe trovato in un luogo cosi isola..to..”ora che ci pensava in quel vicolo non c’era nessuno.
Solo loro due.
Improvvisamente il suo cuore cominciò a battere più forte e le guance farsi più rosse. Era da molto tempo che non rimaneva solo con Roy  e questo lo agitava non poco.
“beh?vuoi stare qui tutta notte o vogliamo entrare?”domandò il flame alchemist guardando di sbieco il giovane alchimista di stato.
“c-certo che no!su, entriamo!”e, sorridendo nervosamente al suo superiore, entrarono.
 
 
Corto questo capitolo eh?comunque don’t woory!scriverò presto il seguito.
Grazie per i commenti!!un baciotto a tutti/e!!

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
 
Il sole, ormai nascosto oltre i monti a ovest, lanciava i suoi ultimi caldi raggi a quella parte di mondo che non aspettava altro che una dura giornata finisse e che a prendere il suo posto giungesse l’anziana signora delle tenebre, questa volta ricoperta da un soffice manto bianco cadente.
 
………………………………….
 
Dalla finestra si potevano scorgere alcuni tavoli sparsi per la stanza, occupati da parecchie persone. Barboni, nella media, tutti intenti a discutere del più e del meno,con il solito bicchiere di birra in mano; c’era chi giocava  a biliardo, scommettendo somme a dir poco pazzesche; c’era chi faceva la coda ai bagni(ci credo!con tutto quello che devono!nd io) e altrettanti che facevano a botte tra di loro per mostrare quanto valevano.
Un localino molto tranquillo, insomma.
Con la mancina andò a stringere la manica della giacca del colonnello, chiaro segno di nervosismo di cui Roy se ne accorse subito.
“ehi, non preoccuparti!se qualcuno prova a toccarti lo prendo a botte, ok?”
 
Vuoto mentale
 
-Roy…Roy ha detto di volermi proteggere??????-
Se non fosse stato ancora attaccato al suo cappotto, molto probabilmente sarebbe caduto a terra svenuto.
Ma da quando era così!? non si era mai preoccupato per lui… o forse la sua era solo una battuta bella e buona?
Poco ma sicuro.
“la smetta di scherzare!piuttosto entriamo, che qui  si congela!”disse ancora rosso il biondo, entrando nel locale seguito a ruota dal suo taisa.
Il trillo appeso sopra la porta suonò quando quest’ultima si aprì,facendo voltare i presenti.
Gli uomini al suo interno squadrarono subito i due, tornando poi tornare ai fatti loro,ignorandoli.
Il barista, notando i nuovi arrivati, fece cenno loro di avvicinarsi al bancone.
“ehi Roy! sei riuscito a trovarlo a quanto vedo!sentiamo, dove é che  si era imboscato?”disse l’uomo mentre con uno straccio puliva un bicchiere, sorridendo al flame alchemist.
“dove si era imboscato, dici?ha girato un’ora buona per il la città senza sapere dove andare!sai, si vergognava a chiedere..”
“non è vero!é solo che preferisco arrangiarmi!”disse acido il biondo.
“ok, ok…”sospirò guardando supplicante l’amico come per dire ‘ che pazienza ’e, presa la giacca del fullmetal assieme alla sua, andò ad appenderle all’attaccapanni all’entrata.
“porta pazienza, è sempre stato un tipo stano”lo scusò il barista.
“ah, non me ne parli!quando era colonnello io ero la sua ‘vittima’ privileggiata. Non faceva che prendermi in giro dalla mattina alla sera…”
A quelle parole, l’uomo guardò sorpreso e incuriosito il full metal alchemist.
-possibile che…-
“senti ragazzo, puoi dirmi come ti chiami?”
“edward elric”
In quel preciso istante Mustang tornò sedendosi affianco al ragazzo.
“beh, di che parlate?”chiese il moro
“e bravo Roy!”disse con tanto di sorriso il barista dando una leggera pacca sulla spalla all’amico.
“qui bisogna festeggiare!allora, che vi porto?”
“il solito…”disse con uno strano accento nella voce, squadrando il suo interlocutore.
 “dopo ci vediamo fuori…”
“sta calmo, Roy!scherzavo!e te?”domandò rivolgendosi a Edward.
“beh ecco non lo so…lei cosa mi consiglierebbe?”
“guarda, oggi è arrivato un nuovo liquore proveniente dal sud. Dicono che sia una vera bomba allo stomaco. Se vuoi te lo faccio provare così mi dici com’é.”
“ok…”rispose poco convinto.
Prese le ordinazioni, l’uomo aprì la porta  affianco al bancone, sparendovi dentro.
“allora, come mai mi voleva vedere?”chiese infine il biondo.
Il moro lo guardò dapprima senza capire il senso di quella frase e poi…
Blackout
Il perché lo ha chiamato?
Non c’erano motivi particolari, voleva solo vederlo, stare con lui come ai vecchi tempi, quando quel bambino, troppo basso per la sua età, voleva fare l’adulto,convinto di sapere tutto sulla vita.
Dio, quanto rompeva allora.
Ma ora quel bambino era davvero adulto, un uomo che ora stava al suo fianco in un sudicio monolocale con quattro vecchi in croce.
“allora?”
Voleva una risposta. Ma che poteva dirgli?!
-sai, volevo stare un po’ con te -
Si certo, almeno lo avrebbe preso per pazzo e se ne sarebbe andato.
Inventa!inventa!
“ah, beh…volevo sapere che tipo di lavoro svolgi con il tuo nuovo taisa…”
Bene, sei salvo.
“scusi, ma non è lei che assegna i compiti ai suoi sottoposti?dovrebbe sapere quello che faccio..”
Scherzavo, sei sul patibolo.
“si, no, cioè…come svolgi il lavoro che ti viene assegnato intendo!”
Perfetto, così va meglio.
“normalmente…tanto i documenti sono sempre gli stessi…perché ci sono problemi?ho sbagliato qualcosa?” chiese preoccupato il ragazzo.
“no no,non preoccuparti…e tuo fratello come sta?”
E così i due continuarono a parlare per tutto il tempo, mentre Edward, tra un discorso e l’altro, mandava giù bicchieri e bicchieri di quel strano liquore che, a dirla tutta, il sapore non era nulla di speciale.
Ma che al contrario, l’effetto fu devastante.
 
 
 
 
Che cosa succederà mai???ha ha, vi lascio nel dubbio!!!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
 
 
 
 
L’orologio appeso alla parete del bar segnava ormai le 01.56.
Tutte le persone che prima occupavano il locale erano come scomparse, lasciando così i loro bicchieri ancora mezzi pieni sul tavolo e qualche sigaretta spenta sul pavimento.
“e fu cosi -hic!- che gli ho tirato un pugno e lui  -hic!- lui è caduto per terra come un salame!”
“aaaaaah!questa te la sei appena inventata!”
Beh, non proprio tutte.
Se ne stavano seduti su quei sudici sgabelli da ormai quattro ore e nessuno dei due era intenzionato a staccarsene.
“no! no! te lo-hic!-giuro, cazzo!”
“ehi! un bambino come te non dovrebbe parlare in questo modo!”
E da quattro ore non facevano che bere e bere, parlare e poi di nuovo bere.
Altro scopo nella vita? per adesso solo quello di avere un’emicrania il giorno dopo.
“non ti azzardare a par -hic!-parlarmi con quel tono, colonnello dei miei stivali!”
“oh oh!se no che succede!?”
E ad assistere alle loro scenate da ubriachi  era rimasto solo il padrone del locale.
“sentite ragazzi, io avrei dovuto chiudere più di un’ora fa…non avete ancora finito?”chiese spazientito l’uomo che intanto versava altro liquore nei loro bicchieri.
Ma perché non li mandava via e basta?
“ma va la!é presto, su!tieni, ti do ben 200 euro se aspetti ancora un po’, ok!?”
Ah,già…
Il denaro, ovvio.
“alla fine l’hai sempre vinta tu, eh Mustang?”disse prendendo la somma donatagli dal moro.
“certo!certo!ehi Ed!cosa è che succede se ti chiamo tappo!?”chiese il flame alchemist.
“CHI SAREBBE IL….-hic!- taisa non le conviene scherzare con m—“improvvisamente vide il soffitto più lontano, sentendo il vuoto dietro di sé.
Stava cadendo all’indietro dallo sgabello e per fortuna che il padrone del bar se ne accorse riuscendo a prenderlo appena in tempo dal colletto della felpa, buttandolo a peso morto sul bancone.
“…scherzare con ME!”disse rimettendosi composto e ingniottendo un altro bicchiere, senza essersi accorto di nulla.
“Edward tu stai lettereralmente andando! dai smetti di bere, sei ancora giovane.”lo pregò il barista.
Fiato sprecato, il ragazzo lo era partito da un pezzo. Roy invece ancora ancora era un po’ in se, ma non sarebbe durato a lungo.
“io -hic!-(appunto…)io non sto scherzando sono serissimo!”termino la frase con una sonora risata seguita dagli insulti del giovane alchimista.
“brutto bastardo!anchio sono serissssssimoooo!!”e giù un altro bicchiere.
“e infatti te lo dimostro!” e detto ciò si sporse pericolosamente verso le labbra del colonnello ma a due centimetri di distanzavenne fermato dalle dita del suo superiore.
“no Ed!prima dobbiamo -hic!-sposarci!”disse con tanto di sorriso il militare.
Edward all’ inizio lo guardò torvo poi però sembro avere un illuminazione(se in quel caso si poteva definire tale..)
“ho una idea!ho un idea!”urlò il ragazzo tutto eccitato.
“dai, spara!dai dai!”urlò agitato pure il moro.
“che ne dici di sposarci!?!?”chiese gioso il diciottenne stringendo le mano del colonnello con la sua mentre con l’altra teneva il bicchiere ancora stracolmo.
“è vero!non ci avevo mai pensato!!!”rispose.
-ma non era stato lui a chiederglielo per primo?-penso esterrefatto l’uomo dietro il bancone.
“però ci serve l’autorizzazione del prete…TU!”urlò il moro al barista.
“tu sarai il nostro prete e ci darai il tuo consenso!”
“yuppy!mi sposo!mi sposo con Royyyy!”urlava Edward al settimo cielo.
“ma siete scemi!?non parteciperò mai alle vostre pagliacciate!e cose questo!?un augurio di castità!?”ribatté il capo del locale, facendo per andarsene.
“e se le promettiamo che dopo ce ne andiamo?”
Si bloccò, osservando con la coda dell’occhio il giovane alchimista.
“promesso?”si accertò l’uomo
“giuriamo sul nostr -hic!-…amore!”portando la mano destra sul suo petto assieme alla mano di Mustang.
Sospirò.
“l’avente vinta anche sta volta…allora, cosa dovrei fare di preciso?”
“ devi dire una preghiera e poi farci la domanda..”spiegò a grandi linee l’alchimista di fuoco.
“una preghiera?e che ne so io!ehm…dunque…”le rose sono rosse,il cielo è blu e tu…tu… mi piaci sempre di più!”ecco fatto e ora..”
“CHE PREGHIERA STUPENDA!-hic!-piena di sentimento e pure corta!bellissima,belliss-hic!-ma!”urlò come un deficiente il biondo, sbattendo il bicchiere sul tavolo.
“si ok...beh ora arriviamo alla domanda-almeno me li tolgo dalle scatole-vuoi tu Ro—“
“aspetta Roy!dobbiamo decidere chi é la sposa!”
“ma che domanda stupida!tu fai la donna e io l’uomo!”
“e perché io la femmina e non tu!?!?”
“perché tu sei biondo!”
“ah..giusto…”e cominciò a guardarsi le punte dei capelli legati in una morbida treccia.
“dicevamo…vuoi tu Roy Mustang prend—“
“ehi,Roy!”
“cosa c’è amore?”
“i miei capelli sono biondo scuro!va bene lo stesso!?“
“si, non preoccuparti…sei bello comunque!”
“ALLORA…vuoi tu Roy Mustang prendere Edward Elric come tuo legittimo sposo?”
“SI SI SI!!!”
“ehi, Ed!dovevo rispondere io!”
“non sono io Roy Mustang?”
“ah, non chiederlo a me…scusi chi è Roy Mustang?”
“tu sei Roy, Roy…”disse indicando il moro alla sua sinistra.
“visto che ero io!?”
“ma tanto se ci sposiamo dopo mi chiamo anch’io Mustang!”ribatte il più giovane.
“giusto…”
“INSOMMA VUOI SPOSARLO SI O NO!?!?!?!”
“INSOMMA MI VUOI SPOSARE SI O NO!?!?!?”
“INSOMMA TI VOGLIO SPOSARE SI O NO!!?!?”
Qualcosa non quadra…
“sentite, rifacciamo tutto daccapo..vuoi tu Roy Mustang prendere Edward Elric come tuo legittimo sposo ANDANDOTENE COSI FUORI DAI COGLIONI!?”
“si, lo voglio!”
“e tu vuoi la stessa roba di questo qui!?”
“si!”
“BENE!E ORA FUORI DALLE PALLE!!!”
“hei aspetta! -lo interruppe il biondo- manca la frase finale!”
“ma cosa volete voi dalla mia vita!?...uff…..può baciare la sposa ora.”
E distrutto si sedette su  una sedia, cominciando a bere una bottiglia di whisky.
Intanto i due ‘ novelli sposi ’ avevano cominciato a baciarsi con una foga tale da rischiare di cadere dagli sgabelli per due o tre volte.
Subito furono lievi baci a fior di labbra che poi si trasformarono in una giostra di nomi, gemiti e richieste. Il militare si piegòleggermente sul più giovane entrando cosi con la lingua nelle sua bocca, approfondendo cosi il loro ‘giocare’.
E si amavano con quel semplice gesto, si cercavano mentre le loro mani scorrevano le une sul corpo dell’altro.
Quando sentirono il bisogno di respirare, lentamente si staccarono, giusto il tempo per bere un altro bicchiere e poi ricominciare daccapo.
“ehi, ehi!il bacio era uno solo!se volete approfondire la cosa, andate da un’altra parte!”urlò contrariato il barista, sta volta sbattendoli fuori per davvero.
“accidenti che tipo!”disse Roy mentre in un qualche modo si rialzava, indossando il suo cappotto nero.
“vero Ed?”
nessuna risposta
“ehi, Ed!dove…”si girò verso la porta dalla quale erano appena usciti, notando che il fullmetal era steso per terra con la testa appoggiata allo stipite di questa, coperto dalla sua felpa rossa.
Dormiva.
“ma guarda te questo qua!”sbuffò stanco il moro mentre, a fatica, si caricava in spalle il giovane alchimista.
“sarà meglio-hic!-ohi,la testa!allora…ah,TAXIIIIII!!”urlò vedendo il lontananza un oggetto a lui familiare.
Una macchina nera si fermò ai piedi del colonnello, facendolo entrare.
“dove la porto signore?”chiese l’autista.
“dove?bah faccia lei…”
“come scusi!?”
“che palle…ehm ha presente quelle case bianche vicino al quartier generale…quelle che hanno appena costruito, insomma…”
“ah, intende il quartiere riservato agli alchimisti di stato?”
“ecco…”
“va bene”e la macchina partì.
Durante il breve tragitto in auto, Mustang non faceva che guardare il suo Edward dormire beato appoggiato alla sua spalla, accarezzandogli dolcemente il capo, passando le dita tra i suoi capelli dorati.
Si girò a guardare i fiocchi di neve dal finestrino dell’automobile.
Avevano ricominciato a cadere infiniti dal cielo.
Stava per addormentarsi ma l’improvvisa frenata dell’auto lo svegliò non poco.
“siamo arrivati”
“grazie..”disse porgendo il denaro all’autista, che riparti di nuovo.
Dopo aver mancato la serratura una decina di volte, finalmente riuscì ad entrare. Poggiò delicatamente il biondo sul divano in modo da potersi togliere il cappotto.
Sentiva un dolore lancinante alla testa.
Doveva sedersi, cazzo!
Ma prima prese in braccio il diciottenne portandolo nella sua camera da letto, dove lo fece distendere affianco a lui, per poi raggiungerlo anchegli nel mondo dei sogni.
 
 
 
 
 
Mamma che fatica gente! Comunque  anche questo capitolo è finito!grazie mille per i commenti e vi prego di scusarmi se continuo a fare errori!io faccio del mio meglio, giuro!
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
 
I primi raggi del sole appena sorto filtrarono indisturbati tra le tende di quella enorme stanza, rischiarandola in parte. La finestra leggermente aperta fece entrare un leggero vento freddo, che lo costrinse a coprirsi con la coperta…?
Dov’é la coperta?
Bella domanda.
Sempre tenendo gli occhi chiusi, allungò la mano metallica in cerca di quel maledetto telo di seta che, sfortunatamente,  non riuscì a trovare.
Cercò di alzare il capo dal cuscino, ma l’improvviso mal di testa gli suggerì di non muoversi.
Aveva freddo, doveva coprirsi!
Lentamente aprì gli occhi, così da abituarli alla luce appena accennata.
Riconobbe il solito muro bianco, la sua giacca appoggiata alla sedia, il comodino marron….IL COMODINO?
Da quando aveva un comodino!?e la sedia non era la stessa! ma soprattutto…DOVE ERANO I SUOI VESTITI!? (N.B. é in boxer)
Lentamente si sporse all’estremità del materasso.
-forse sono caduti. Me li sarò tolti da solo durante la notte…ora che ci penso…-
TUMP!(non sapevo come descrivere il suono, scusate!)
Come una mazzata appena ricevuta, la testa cominciò a fargli male.
“ che male…”
Si lamentò il giovane, massaggiandosi la parte dolorante, rigirandosi nel materasso.
 
……………………………………………………………………………………………………..
 
I primi raggi del sole appena sorto filtrarono indisturbati tra le tende di quella enorme stanza, rischiarandola in parte.
-ma proprio dalla mia parte devono venire!?-pensò furioso il moro chiudendo più che poteva le palpebre per sfuggire alla luce.
Inutile.
Arresosi, cercò di alzarsi ma un colpo dritto al cervello, gli consiglio di stare lì dov’era.
Aveva bevuto troppo l’altra sera….dov‘è che era andato?
Ah già, al pub…insieme al Fullmetal.
- birra.…matrimonio......macchina……porta……letto….LETTO!?!?-
Spalancò gli occhi.
Si ricordava tutto.
E ricordava pure che dietro di lui ci doveva essere….
-Dio, dimmi che sia stato tutto un sogno!-pensò implorante mentre il cuore aveva cominciato a battergli all’impazzata.
Si voltò.
 
 
 
Mua ha ha ha!sono sadica!?!?SI, LO SONO!!!!see you later!!!
 
 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
 
 
Tic tac tic tac tic tac tic tac…..
 
 
La sveglia sul comodino non faceva che scandire il tempo col suo continuo ticchettio.
 
 
tic tic tic tac tic tac tic tac tic tac tic tac........
 
 
Non un secondo di più, non uno di meno.
 
 
E i loro corpi non sembravano risentire del tempo che passava.
 
Per loro, esso era fermo, immutabile.
 
Come avevano fatto a ritrovarsi in quella situazione.....imbarazzante?
 
Strana più che altro.
 
Contemporaneamente si erano voltati, ritrovandosi a specchiarsi l'uno negli occhi dell'altro:
 
"biondo e moro
 
piccolo e grande
 
luce e oscurità
 
sole e luna
 
........
 
Erano sempre stati l'uno l'opposto dell'altro e forse era per questo che si erano sempre detestati.
 
L'uno trovava diverso l'altro e viceversa, e questo li disarmava, li spaventava....
 
Li affascinava.
 
Vedere un'altra persona cosi diversa da se stessa, sia nell'aspetto che nel carattere...
 
La loro parte mancante,
 
Ciò che li avrebbe completati.
 
Si, col tempo avevano cominciato a capirlo anche loro.
 
Ma il destino ha voluto complicare le cose...
 
Un bambino e un uomo.
 
Non avrebbero mai potuto stare insieme eppure..
 
Il fato gli aveva sottovalutati
 
Perchè nonostante ciò che erano, si amavano.
 
Segretamente."
 
 
 
 
-bene! e dopo tutte queste dolci paroline, vediamo come è andata veramente tra i due 'sposini'-
.................................................................................................................................................................................................
 
 
Contemporaneamente si erano voltati, ritrovandosi a specchiarsi l'uno negli occhi dell'altro:
"t-taisa...?"sbiascicò il giovane alchimista, diventando color porpora.
Era a casa di Mustang,sul suo letto,in boxer……
"fullmetal , n-non è come credi....io..."ma non riuscì a finire la frase.
La cena dell'altra sera era tornata a fargli una 'piccola' visitina.
Scese dal letto più velocemente che poteva dirigendosi di corsa al bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
E li cominciò il suo incontro ravvicinato con la tavoletta del water.
Passò dieci minuti buoni a vomitare lo stufato di carne, l'insalata mista e il formaggio fuso dell'altra mattina, almeno questo era quello che era riuscito a distinguere dal 'resto' (ma che schifo!ndIo)
Quando ebbe finalmente finito, compresa la pulizia, indossò un accappatoio e ritornò in camera, in modo da spiegare l'equivoco al maggiore degli Elric.
Ma perchè doveva giustificarsi?infondo era stato Ed a volerlo baciare!
Si beh, dopo lui lo aveva 'sposato' e portato a casa sua, per quello.
Ma che ci poteva fare!?era ubriaco.
E poi non era colpa sua se era senza vestiti!
 
.....senza vestiti.....
 
no no NO!non era il momento per certe cose! lui non ne aveva colpa! era sicuro di aver dormito per tutto il tempo!.......
'........sicuro?'
 ed ecco la vocina schifosa chiamatasi anche 'coscienza'!
-si che sono sicuro!altrimenti una COSA DEL GENERE me la ricorderei!-
'quando si è ubriachi, le cose che si fanno dopo si fa fatica a ricordarle'
-il caso non è lo stesso! io sono SICURO e ripeto SICURO di non avere fatto nulla! e poi non hai le prove! il lenzuolo è pulito quindi sei fregata!-
'o cazz--ehm, io non ne sarei cosi sicura comunque'
-si, diciamo che ho vinto io! sparisci ora...-
 
'tanto ci rivedremo...'
Cosi, finito il breve dialogo con la sua parte interiore, Roy andò in camera con l'intenzione di far ragionare il fullmet......dov'è Edward?
 
 
-stronzo, deficiente, coglione, testa di c###o, figlio di p####na, scemo, bastardo, pedofilo..(e beh, chi più ne ha, più ne metta!)-
Dire che era infuriato non era sufficiente a descrivere il suo stato d’animo.
Camminava frettolosamente tenendo sottobraccio la giacca.
In due secondi aveva trovato i suoi vestiti (sotto il letto), se li era messi e poi…VIA, per le vie della città, spintonando e insultando tutte le persone che gli capitavano a tiro.
Doveva allontanarsi al più presto da quel quartiere.
Non doveva rischiare di essere raggiunto.
Senza fare caso al semaforo rosso, scese dal marciapiede, attraversando le strisce pedonali.
Errore madornale.
Nel medesimo istante un camion transitava per quella strada e l’autista di certo non aveva notato il nostro caro biondino.(ndEd cosa vuoi insinuare!?che sono così piccolo da non essere visto neanche a un millimetro di distanza!?ndIo io non ho detto nulla….)
Sarebbe sicuramente finito sotto l’auto se qualcuno non lo avesse strattonato indietro prendendolo dal colletto della felpa nera.
“ehi!ma che cazzo fai!?”disse irritato il giovane, divincolandosi dalla stretta.
“chi ti ha detto di…uh?Al!?”
“dicevi nii-san?”domandò Alphonse, con una leggera vena che pulsava sulla sua fronte.
Indossava l’uniforme da militare, molto probabilmente stava andando al lavoro.
“ah, no scusa Al! È che oggi è una giornata un po’ così…”cercò di giustificarsi.
“UNA GIORNATA UN Po’ COSI!?ma ti rendi conto che stavi per morire!?baka di un fratello!”
Urlò ad Edward abbracciandolo per poi scoppiare a piangere.
“ok, Alphonse!scusa! ti chiedo scusa!ma ora lasciami!ci guardano tutti!dai nii-chan!”
In fretta si staccò dall’abbraccio del fratello e, prendendolo per la camicia, si allontanò dalla folla di gente.
Dopo essersi allontanati a sufficienza, cominciarono a camminare normalmente, uno al fianco dell’altro.
“quante volte ti ho detto di non abbracciarmi fuori casa!?”si lamentò il maggiore, lasciando la presa dalla camicia di Alphonse.
“scusami, nii-chan…è che mi viene d’istinto e…”
“NON CERCARE SCUSE AL!E NON PARLARMI D’ISTINTO!PER OGGI NE HO ABBASTANZA!”urlò con tutta la voce che aveva in gola, spaventando perfino Al che, a quelle parole, riscoppiò in lacrime correndo via.
Lo vedeva scappare da lui.
No, non lo avrebbe fermato.
Troppo era il rancore in quel momento.
-quello stupido di un colonnello! Altro che uscita per parlare! Mi ha fatto ubriacare per poi fare di me ciò che voleva…quel senza cuore…MI POTEVA ANCHE SVEGLIARE!-
 
 
Uff!lo ammetto, ci ho messo un casino per trovare un seguito!é stata dura ma alla fine ce l’ho fatta!mi scuso in anticipo per non aver scritto molto, ma vi assicuro che il prossimo sarà più lungo!
Per  aduah, sarei davvero felice di poter vedere come disegni!non vedo l’ora di ricevere i tuoi fumetti!
E grazie anche a chi legge questa fict! A presto!
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***



Capitolo 7
 
 
Correva.
Si era vestito più in fretta che poteva.
Non aveva neanche chiuso a chiave la porta di casa.
Doveva trovarlo.
Non doveva essere molto lontano ma quel piccoletto quando ci si metteva era davvero veloce.
E poi, con la scusa che è basso, era pure difficile vederlo tra tutta quella gente
-merda…-
Ormai aveva trovato la piazza principale, dove lo aveva trovato la sera prima.
Si guardò attorno ma senza successo.
“…e così ha attraversato la strada col rosso, povero piccino!”
“per fortuna che quel ragazzo biondo è riuscito a prenderlo appena in tempo e…”
Due ragazze gli erano appena passate di fianco parlando del salvataggio di ‘qualcuno’.
“si, e ho sentito che quello che lo ha salvato era suo fratello minore!a guardarli proprio non si direbbe…”
Ok non aveva più dubbi.
“scusate!”le interruppe il moro.
“il ragazzo di cui state parlando…sapete in che direzione è andato?”chiese speranzoso.
“beh noi abbiamo solo sentito delle voci…comunque dicono di averlo visto nei pressi del quartier generale o giù di lì…”
“grazie mille!”e riprese a correre, sicuro della pista da seguire.
 
…………………………………………………………………………………………………………
 
Ecco.
Era successo di nuovo.
Ma perché proprio a lui!?
Non aveva già sofferto abbastanza?
Ora anche questo!?
Non era colpa sua…forse.
 
Fatto sta che si era perso di nuovo.
 
E sempre nello stesso luogo dell’altra sera!
Eppure prima era sicuro di essere nella strada giusta per il quartier generale.
Ma perché non era rimasto con suo fratello?
Ah già…lo aveva fatto piangere.
 
Con un po’ d’imbarazzo, salì sul monumento al centro della piazza in modo da localizzare un ‘qualcosa’ che potesse dargli una mano.
Non sopportava propri di dipendere dagli altri.
Portando una mano all’altezza degli occhi, cominciò a scrutare i vari vicoli dall’altra parte di tutto quel ‘via vai ’ di gente.
Niente di niente.
“ehi, tu!” si voltò.
Dietro di sé, un poliziotto lo stava guardando dal basso in modo minaccioso, attirando attorno a sé un gruppo di curiosi.
Gli stessi delle strisce pedonali.
“è vietato salire sulla statua! scendi prima di rischiare di farti male!”lo avvisò l’agente facendogli cenno di scendere.
Non lo ascoltò, rivoltandosi dalla parte opposta.
-grazie per l’interessamento, ma se lo può scordare!-pensò, abbozzando una smorfia.
“ehi!sto parlando con te!”
Gli urlò contro l’uomo, facendo un passo avanti.
Non ci fece caso.
“insomma!se non scendi subito sarò costretto a venire lì di persona, e ti assicuro che non è una bella cosa!”lo minacciò.
“ma che paura!”lo canzonò il più giovane, dandogli sempre le spalle.
“non sto scherzando! scendi subito, stupido moccioso!”
-…

…cosa….
Cosa é che ha detto? -
Lentamente si voltò, scrutando con i suoi occhi d’oro colato il poliziotto.
Quest’ultimo, dopo aver finalmente attirato l’attenzione del diretto interessato, gli porse la mano come aiuto per scendere.
Grazia respinta.
“CHI SAREBBE LO STUPIDO MOCCIOSO COSI PICCOLO DA SEMBRARE UN MICROBO!?”urlò irritato il biondo contro il suo interlocutore.
“io non ho mai detto nulla del genere! ti conviene scendere brutt—“
“Edward Elric, alchimista di stato e sottolineo ALCHIMISTA DI STATO!”
Sorpresa generale della folla e dell’agente, spiazzato dalla risposta ricevuta.
“allora!?vuole ancora arrestarmi!?”urlò strafottente il fullmetal alchemist.
“certo!”e in un lampo venne immobilizzato dall’uomo che, dopo avergli messo le manette, lo rinchiuse in un furgoncino nero.
“ehi!ma si rende conto di ciò che sta facendo!?”chiese incredulo il biondo cercando di liberarsi.
“certo che ne sono conscio!sto arrestando un bugiardo!”rispose prima di chiudere la porta del veicolo facendo segno all’autista di partire.
Era tutto così assurdo!
Beh, sarebbero stati cazzi suoi dopo che avrebbero scoperto che lui é davvero l’alchimista d’acciaio.
A fatica riuscì a mettersi seduto, appoggiando il capo al finestrino.
Conosceva quel luogo…
“scusi!dove é che mi sta portando?”chiese all’uomo al volante.
“al quartier generale. Sta volta l’hai combinata grossa, ragazzo!”
“mai quanto il suo collega…”sghignazzò Edward.
Non poteva che prendere vantaggi da questa situazione:
Essere portato a casa e farla pagare a quel tipo.
-‘due piccioni con una fava’, dice il detto!-
Già.
Ma intravvista l’entrata dell’edificio, si ricordo d’altrettante parole:
…….‘non è mai detta l’ultima parola’…..
Fu un secondo, ma il suo sguardo si scontrò inevitabilmente con il suo.
I suoi occhi neri e profondi, sovrastati da altrettanti capelli del medesimo colore.
Non era stato abbastanza veloce nell’abbassarsi sul sedile.
Colpa sua che non era rimasto sdraiato fin dall’inizio.
-e adesso!?-
 
………………………………………………………………………………………………………
La macchina nera  parcheggiò sul retro del quartier generale, rischiando d’ investire l’aiuola sulla sua destra.
‘per un soffio’disse l’autista uscendo dal veicolo ormai fermo.
‘ehi,tu!EHI!”
“mmh?che vuoi ladruncolo?”lo schernì l’uomo, appoggiando l’avambraccio sul tettuccio dell’auto.
“senti, ti do 500 euro se mi liberi subito, ok?”cercò di convincerlo il ragazzo guardandolo implorante.
“fammici pensare…NO!”sorrise malignamente l’uomo.
“e guarda caso stanno già venendo a prenderti”gli riferì dopo aver visto un uomo corrergli incontro.
“chi è che sta venendo!?descrivimelo!”lo supplicò il biondo.
“vediamo…è un uomo con un cappotto nero, capelli corti dello stesso colore e sta correndo qui come un pazzo…lo conosci?”
“MERDA!”imprecò, cercando di togliersi le manette, senza riuscirvi.
In compenso però riuscì ad aprire la portiera della macchina con un calcio, riuscendo ad uscire.
“ehi tu!fermati!”gli urlò l’autista cercando di prenderlo.
“col cazzo che  resto!non rimarrò qui un secondo di pi—“
E improvvisamente andò a sbattere contro un qualcosa di morbido.
Subito non capì cosa fosse ma sentendo poi quel profumo inconfondibile.
“dicevi fullmetal?”
-colpito e affondato-
Mustang era riuscito a prenderlo e ora se lo teneva sulle spalle mentre l’altro, rosso come non mai, non faceva che divincolarsi.
“MI LASCI ANDARE, BASTARDO DI UN COLONNELLO!!!!!!”urlava irritato e agitato il maggiore Elric, muovendo le gambe come un cavallo impazzito sul petto di lui,cercando di colpirgli le parti basse.
-le tue gambe sono troppo corte fullmetal- pensò divertito Roy.
“grazie per avermelo riportato. Sa è ancora un bambino alle prime armi e—“BAMBINO A CHI, PEDOFILO DI UN TAISA!?IO 18 ANNI COMPIUTI!!!!”--e non è ancora in grado di fare il suo lavoro da degno –“EHI FIGLIO DI BUONA DONNA!GUARDA CHE IO LAVORO NELL’ESERCITO DA 4 ANNI!!!ED E’ COLPA SUA CHE NON MI FA FARE ALTRO CHE MANSIONI DEL CAZZO!!!!”--da degno alchimista di stato…la pagheremo—“LE CONVIENE NON OFFRIRE SOLDI A STO COGLIONE!NON HA ACCETTATO NEANCHE I MIEI 500 EURO!!!”—la pagheremo per il disturbo subito—“AH!A LUI I SOLDI PER IL ‘DISTURBO’!!!E  COME SONO STATO TRATTATO IO CHI SE NE FREGA,EH!?”—arrivederci!”
Fece per andarsene con un Edward incazzato sulla schiena ma l’autista lo fermò:
“ma allora lui è davvero l’alchimista d’acciaio?”chiese temporeggiando l’uomo.
“VUOI DIRMI CHE DOPO TUTTO QUESTO, NON TI E’ ENTRATO IN QUELLA TUA TESTA DI CAZZO CHE IO SONO DAVVERO EDWARD ELRICH!?!?MA LO SAI CHE SEI PROP—“
“FULLMETAL!!!!!UN’ALTRA PAROLA E IL TERMINE ‘STUPRO’ NON RENDERA’ GIUSTIZIA A COSA TI FARO’ DOPO!!!!!!”
Si zitti.
“si, è lui l’alchimista d’acciaio e ora, se mi vuole scusare la saluto.”disse Mustang riprendendo il solito tono della voce, allontanandosi dal veicolo.
-era davvero l’Elric di cui si parla tanto…e ora cosa dico all’agente Polire!?”
 
 
 
 
 
Ve lo dico chiaro e tondo, il destino ha fatto di tutto per impedirmi di scrivere sto capitolo!(meglio tralasciare il motivo, sarebbe troppo incasinato e dubito che a qualcuno interessi).
Vi ringrazio ancora per i commenti anche se vorrei che a farmeli fosse soprattutto la mia nee-chan…e che ti costa leggere la mia storia!?
Che fatica…vi avverto che nel prossimo capitolo ci saranno delle scene un po’…beh vi lascio alla vostra fantasia!
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
 
 
Panico.
 
Era nel panico.
Il colonnello era riuscito a prenderlo e ora lo stava portando nel suo ufficio.
Doveva scappare, maledizione!
Non voleva stare da solo con lui, non adesso almeno.
Che stupido.
Da un anno aveva sempre sognato di poter stare ancora col suo taisa, ma la cosa stava prendendo una brutta piega.
Lui lo amava, si sarebbe concesso comunque a lui ma quello che non voleva era che Roy scoprisse che ne era innamorato.
Lo avrebbe preso in giro e magari non avrebbe più voluto vederlo…e lui non voleva questo.
“buon giorno tenente Hawkeye.”salutò il moro vedendo la sua vecchia collega di lavoro.
“buon giorno a lei Comandante Suprem…”
“TENENTE HAWKEYE!!!LA PREGO MI AIUTI A LIBERARMI!!!”la supplicò l’alchimista d’acciaio, dimenandosi più di prima.
“Edward-kun ma cosa…”
“non si preoccupi tenente, è tutto sotto controllo…”la tranquillizzò Mustang con un sorriso, proseguendo per la sua strada.
“NON E’ VERO TENENTE!LA SCONGIURO MI SALVI!!!SONO TROPPO GIOVANE PER TUTTO QUESTO!!!!TENEN—“
SBAM!
Con un tonfo l’ex colonnello chiuse la porta dietro di sé.
Ecco fatto, era finita.
In un qualche modo, il flame alchemist riuscì a sistemare il fullmetal sulla poltrona per poi sedersi nell’altra di fronte a lui.
“GLIELO DICO CHIARO E TONDO: SE LEI MI FARA’ QUALCOSA LA DENUNCERO’ ALLA POLIZIA!”
“dimentichi fullmetal che ‘la polizia ’adesso sono io…”disse con tanto di sorriso il militare.
“e non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di farti qualche violenza intesi?”disse con tono freddo e pacato.
Mentiva
Dio, se mentiva.
Vederlo li, sulla poltrona, nel suo studio, legato con le manette e il viso rosso per la rabbia…quale persona sana di mente avrebbe mai resistito!?
Ma doveva contenersi.
In fondo aveva ancora…un attimo…Edward è maggiorenne!
“ah no!?e l’altra sera allora!?ha approffitato del fatto che fossi ubriaco e mi ha portato a casa sua sul suo let—“
“FULLMETAL!!quante volte devo dirti che io non ti ho fatto nulla!?”gli urlò contro il moro.
“NON HA FATTO NULLA!?!?e i miei vestiti!?cos’è si sono tolti da soli!?ma mi faccia il piacere!”
“è colpa mia se te li sei tolti da solo!?”
“io non mi sono tolto niente!”
“e io non ho fatto niente!”
“mi ha portato al bar!ecco cosa ha fatto!”
“e chi è stato a volermi baciare per primo!?”
“que-quello è successo perché ero ubriaco e non sapevo che cosa stavo facendo!”
“o si, certo adesso non venire fuori con delle scuse!”
“non sono scuse!e lei allora, che mi ha perfino chiesto di sposarla!”
“ero ubriaco e poi sei stato tu ad acconsentire!”
“anch’io ero ubriaco!”

Ci fu un silenzio imbarazzante per alcuni minuti finche Mustang non parlò.
“senti, la colpa non è di nessuno dei due visto che entrambi non ci capivamo…se ti ha dato tanto fastidio,tranquillo, possiamo anche non uscire mai più”
Perché?
Perché lo aveva detto?
Non era vero che non voleva più uscire con lui…
“per me non c’è problema!meno la vedo e meglio sto!”
bugia bugia bugia bugia…non facevano che mentire a sé stessi, sviando il vero motivo che li aveva portati uno di fronte all’altro.
“e ora se non le dispiace vorrei che mi togliesse queste manette…”il tono della sua voce si era a dir poco calmato, diventando atono e indifferente.
Avrebbe voluto piangere in quel momento.
Avrebbe preferito che il colonnello lo avesse portato a letto.
Avrebbe preferito non spiegare nulla.
Avrebbe, avrebbe…ma alla fine nulla di ciò non era stato possibile.
Lentamente il moro si alzò dal morbido cuscino nero che prima occupava, sedendosi affianco al ragazzo.
“girati”disse solamente mentre l’altro ubbidiva.
E lentamente gli sfilava le manette di dosso, finendo col tenere le mani stesse del biondo.
“che bambino…”sussurrò.
Non seppe il perché lo disse, non aveva intenzione di peggiorare la situazione eppure quella parola gli era uscita dalle labbra, silenziosa.
“CHI SAREBBE IL..ahi!-le manette si strinsero involontariamente-..taisa non le conviene scherzare con me!”
questa frase…l’aveva gia sentita…
“io non sto scherzando…sono serissimo…”
Sussurrò il flame alchemist all’orecchio destro del più giovane, facendogli andare le guance in fiamme.
Stavano ripetendo con le stesse battute, il dialogo dell’altra sera.
E intanto il colonnello stava riagganciando le manette sui polsi del fullmetal alchemist, sfilandogli cautamente i guanti dalle mani.
“ma che…brutto bastardo! anch’io sono serissimo!“
“lo so…e infatti…?”
Ecco, era fatta!
Si ricordava benissimo il seguito e sapeva anche che il colonnello questa volta non lo avrebbe fermato.
Doveva farlo, altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato.
Ma si vergognava, maledizione!
“…”
Esitò ancora un po’ finché l’altro con la mano libera non andò a scioglierli i capelli e lo voltò verso di lui.
“…e infatti te lo dimostro…”
e questa volta riuscì finalmente a raggiungere le labbra del suo taisa.
Era totalmente diverso dal contato avuto l’altra sera.
Ora c’era più amore.
Ma la passione non tardò ad arrivare.
Lentamente le loro lingue cominciarono a cercarsi l’una bramosa dell’altra e lo steso principio valeva per tutto il corpo.
Roy si stese completamente sopra il biondo, ancora immobilizzato dalle manette.
Vederlo così indifeso sotto di lui…
-cristo…-
Ricominciò a baciarlo con più foga, lasciando quest’ultimo senza respiro.
Staccatosi per lasciarlo respirare, comincio a torturargli il collo, baciandolo e leccandolo in ogni dove, drogandosi dei gemiti dell’altro.
Con le mani libere, gli sfilò la maglia nera per poi riservare lo stesso trattamento al suo petto.
Edward era immobile sotto le mani esperte del suo superiore.
Non che non gli piacesse, ma avrebbe voluto fare anche lui la sua parte.
Si sentiva in trappola.
E non era una bella sensazione.
Continuarono a baciarsi finché il maggiore non decise di fare un passo avanti.
Lentamente levò i pantaloni al più giovane, mettendolo a pancia in giù.
“taisa aspetti..le preg..ah!la prego mi liberi dalle manette…prima..”
Niente, sembrava non ascoltarlo.
Si abbassò anchegli i pantaloni per poi entrare in lui, all’inizio piano in modo da abituarlo e poi…
Le urla di piacere di entrambi riempirono la stanza, finché avuto entrambi l’orgasmo, non si staccarono e lentamente si addormentarono.
Dopo una decina di minuti, Edward si svegliò, ancora sotto il corpo del suo superiore.
Erano quasi le otto, doveva tornare a casa.
“Roy, ehi..io dovrei andare…ehi Roy!”
Nulla, dormiva.
Ma una cosa la udì benissimo, facendolo svegliare all’improvviso.
 
TOC TOC
 
“Comandante Supremo! Ce una visita per lei.”
Era il tenente Hawkeye.
“merda…”disse irritato Mustang alzandosi di scatto.
“aspetti taisa!...le manette…”lo richiamò il giovane,mostrandogli le mani legate dietro la schiena.
“ah gia..scusa..”e toltegliele, l’alchimista d’acciaio si rimise a posto la maglia nera e i pantaloni, mentre con il colletto della felpa cercava di nascondere i succhiotti del colonnello.
“avanti..”disse Roy,rimettendosi a posto, sedendosi sulla poltrona.
Era incredibile.
Dopo quello che era appena successo Mustang sembrava essersi ripreso subito, come se nulla fosse successo.
E questo non gli lasciò dubbi.
Lui non lo amava.
“scusi Comandante ma è arrivato un agente di polizia del quartiere Yoshimizu che chiede di lei.”
“lo faccia entrare…quanto a te fullmetal ora puoi and…?”
Si voltò verso la poltrona dove prima era seduto c’era Edward.
Vuota.
“Ed-kun è appena uscito. Ha lasciato detto che sarebbe tornato a casa…”lo avvisò la donna bionda.
“ah, ok…”la ringraziò l’uomo.
 
…Non avremmo dovuto…
 
 
 
Piangeva.
Per la prima volta nella sua vita aveva trovato il coraggio di piangere.
Lo sapeva perfettamente che il suo non era che un amore impossibile eppure non ci voleva credere.
Ma alla fine era questa la verità.
Non era che un giocattolo.
Aprì di stizza la porta di casa, entrandovi dentro per poi scoppiare a piangere.
“sei tornato ne…..nee-san!?ma che succede!?”
Alphonse vide il fratello appoggiato alla porta con gli occhi coperti con la mani destra.
Lacrime.
Andò immediatamente da lui e lo abbraciò forte.
Non gli chiese il motivo del suo stato d’animo.
Lo strinse a sé in silenzio, mentre la stanza si riempiva dei singhiozzi dell’altro.
-non fare così nee-san…ci sono io con te…-
 
 
 
 
ed eccolo qua!alleluia!mamma che fatica!pensate gente che mentre scrivevo la scena tra Roy e Ed c’era mio fratello che continuava a girare per la stanza e avevo una paura che leggesse quello che stavo scrivendo!!!grazie per i commenti e ci vediamo nel prossimo capitolo!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***



Capitolo 9
 
 
I giorni successivi all’accaduto, Edward li passò a casa, dandosi per malato.
Alphonse sapeva benissimo che la sua non era che una scusa ma non ce la faceva a vederlo così depresso e se lo stare a casa serviva a farlo stare meglio, beh , allora che ci restasse.
Non servì a molto.
Ogni volta che suo fratello era a casa da solo inevitabilmente pensava a Mustang e piangeva.
Però questa sua tristezza non lo privavano delle energie e, anzi, magari se fosse andato al lavoro si sarebbe anche distratto.
Ma era proprio lì che lui non voleva andare.
E al non ne capiva il motivo.
-deve essere successo qualcosa al quartier generale..-pensò preoccupato mentre, prima di partire, osservava il fratello dormire nel suo caldo letto.
Uscì.
 
……………………………………………………………………………………………………….
 
 
“e allora le ho chiesto se voleva uscire con me e alla fine mi ha dato l’ok!!”un Havoc tutto euforico si sentiva per l’intera mensa dell’esercito.
Un nuovo appuntamento con un’altra bionda…
Una storia che non porterà a nulla.
Quel giorno aveva deciso di non mangiare assieme ai suoi colleghi.
Doveva trovare la causa del malessere di Ed.
Chiederlo direttamente a lui sarebbe stato più facile, ma non voleva peggiorare la situazione.
Finito il suo panino, si alzò dalla sedia, dirigendosi in giardino.
Bisogna cominciare pur da qualcosa, no?
Camminava a passo vigile per il lungo corridoio.
Non una persona vi si scortava.
-certo che quando viene l’ora di pranzo, sembra di essere in un deserto!-ammise esterrefatto Alphonse.
Uscì dall’entrata principale.
Perfino la sorveglianza aveva fatto un break.
Non essendo passato a prendere la giacca nel suo ufficio, aveva freddo a stare fuori nella neve.
-brutto inizio-pensò.
Cercò di procedere oltre, ma una mano dietro di sé lo trattenne.
“ah…anf…alphonse-kun per fortuna ti ho trovato…anf…avresti due minuti?”la mano stretta alla divisa sulla spalla non era altro del Comandante Supremo Roy Mustang.
“ma, Comandante!non è neanche da chiedere!ogni sua parola è un ordine!”disse sorridendo il bruno.
“si…hai ragione…”rispose l’altro con uno strano accento nella voce.
Velocemente rientrarono,vedendo alcuni militari raggiungere le proprie stanze.
La pausa pranzo stava finendo.
Salirono le due rampe di scale  nelle quali ogni persona, di qualunque grado che fosse, salutava cordiale Mustang, il quale ricambiava con il medesimo sorriso.
Lui…sorrideva?
Lo aveva notato solo ora.
I suoi capelli erano fuori posto e il viso dell’ex colonnello non era curato come al solito, strano visto il tipo di persona che era.
Camminarono l’uno al fianco dell’altro per un’altra decina di metri finche non entrarono nel suo ufficio.
“siediti pure” disse sedendosi sulla sua solita poltrona.
Acconsentì la richiesta.
“allora…il lavoro che ti viene dato che ti viene dato come sta procedendo?”chiese al minore degli Elric con finto interesse.
“rispetto sempre le date di scadenza e non faccio mai in modo di creare problemi…scusi, ma non è lei che assegna i compiti ai suoi sottoposti?dovrebbe sapere quello che faccio…”
-stessa risposta…si vede che sono fratelli..-
Sorrise amaro a quel pensiero.
“si si lo so. Pura curiosità personale…e a proposito”
Si fermò.
Aveva paura a chiedere a lui.
Ma a su chi altro poteva contare?
“e a proposito è da un po’ che non vedo edw-ehm fullmetal…è successo qualcosa?”chiese titubante.
“per essere successo qualcosa, si è successo…”
-edward gli ha detto quello che è successo l’altro po—-
“…ma non ho idea di cosa. Però ho una certezza:non vuole venire al lavoro. eppure penso che gli farebbe bene distrarsi…”
“perché distrarsi?”
“non fa che piangere…”
Schifo.
Mi fai schifo Roy Mustang.
È colpa tua se ora quel ragazzo è in queste condizioni.
Devi sparire
SPARISCI!
“piange…gia…”sussurrò lievemente l’uomo.
“scusi, io ora dovrei andare. Sa, il lavoro…”
“vai pure e scusa per averti fatto perdere del tempo prezioso”
“oh non si preoccupi!”e con un dolce sorriso, chiuse la porta dietro di sé.
-non ho perso tempo…me lo ha fatto guadagnare.-
 
Appoggiò il capo alla sua scrivania, sospirando pesantemente, come se fosse servito a scacciare il suo dolore.
Inutile.
Sei inutile Roy Mustang.
Hai preferito reprimere i tuoi sentimenti a costo di portarti a letto un tuo sottoposto.
E ora lui versa lacrime a causa tua.
A causa dei tuoi capricci.
Qui l’unico bambino non è lui ma tu.
TU!
-basta!smettila!-
No, non potrà mai smettere.
E lo stesso sarà per Edward.
Ti senti in colpa?
Non sai quanti assassini si siano pentiti delle loro colpe, eppure tu gli hai giustiziati comunque.
Perché per te dovrebbe essere diverso?
Per le spille che porti al petto?
Nient’altro che pezzi di ferro.
D’acciaio.
Acciaio.
-no!non chiamarlo!-
Ami questo nome vero?
Lo ami talmente tanto da non volerlo udire.
Hai paura che potrebbe essere l’ultima volta.
-no!io ho il potere!posso sentirlo quando mi pare e piace!-
Potere, potere… una parola.
Nulla di concreto.
E se lui se ne andasse dall’esercito, potresti ancora decidere di lui?
-…-
La realtà,
La verità,
L’inevitabile…
Fanno paura vero?
Tu sai che cadrai dal tuo trono
Non ti rialzerai mai più.
-no…-
e piano a piano lui si allontanerà da te..
-no…io…-
Se ne andrà così lontano che per te sarà impossibile raggiungerlo.
Questo è il fato.
La cosa è gia stata decisa.
-no…non voglio che lui se ne vada…-
Non vuoi..
Allora perché resti qui a piangerti addosso?
-se lo vedessi…non saprei cosa dirgli…-
Le parole sono dure.
Spietate.
Sei spietato Roy Mustang.
I sentimenti sono leggeri.
Deboli.
Sei debole Roy Mustang.
-no, non sono un debole…-
Dimostralo coi fatti, non con leggeri venti d’aria.
Vai da lui.
Non esitare.
Non pensare alla risposta.
Non pensare.

…non ascoltarmi…
 
Aprì gli occhi.
Alzando il capo, notò che la sua scrivania era bagnata.
 
 
 
 
Ed ecco finalmente l’ottavo capitolo!é un po’ un casino ma eccolo qui!alla prossima!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
 
Dream……..
No, non lo era.
Ci sperava eppure…
La vita non andava mai come avrebbe voluto.
La sua.
Sua.
Si poteva ancora definire propria?
Chiudeva gli occhi.
Gli riapriva.
Sempre lo stesso muro bianco.
Da ormai tre giorni.
Il medesimo.
Immutabile.
Come la sua sofferenza.
“perché…?”
Inutile porsi domande.
Era accaduto.
Nessuno poteva farci nulla.
L’immagine cominciò ad offuscarsi.
Voleva risposte.
Vuole.
Non poteva averle.
Non può.

Chissà perché proprio lui…
Un uomo
Un adulto

Il suo taisa.
Cosa sperava?
Cosa?
Che provasse interesse per uno stupido moccioso?
Eppure…
Quella proposta.
Di stare ancora con lui, come una volta.
Una volta.
Appunto.
Già passata.
Troppo distante da raggiungere.
Lontana.
Impossibile.
Troppe cose erano cambiate.
Anche i sentimenti.
I suoi.
Credeva di aver capito tutto della vita…
Che ingenuo.
Ignorante.
Patetico.
Infantile.
Capace solo di far soffrire.
E di soffrire a sua volta.
Come ora.
Solo lui.
Solo.
 
“nii-san!”
Una voce.
“nii-san!ma cosa fai ancora a letto!?ormai sono le 10!!”
Sono…solo?
No.
“scusami Al. Mi sono addormentato…”
“la scusa è sempre la stessa da ormai tre giorni!che pazienza…”
C’è mio fratello con me.
È la mia famiglia.
“ho fame…”
“ci credo che hai fame!non hai fatto neanche colazione!dai alzati ora..”
Aprì le persiane.
Il bianco diventò più chiaro.
Più luminoso.
Eccolo cosa era Al per me.
Il mio sole.
Il mio sostegno, in quelle giornate di freddo inverno.
 
 
…a modo suo….
 
“Al…che vuol dire questo?”
Fermo davanti al tavolo della cucina, fissava inorridito lo strano liquido biancastro dentro la scodella.
La SUA scodella.
“mh?questo cosa?”domandò incuriosito il bruno, voltandosi.
“QUESTO!”indicando con l’indice la tazza piena di latte caldo.
“ah!oddio scusa nii-san! Ho di nuovo confuso le nostre tazze.”ridacchiò nervosamente l’altro, grattandosi il capo.
“vuoi farmi venire un colpo!? Togli subito quella roba da lì!”disse isterico il biondo.
Alphonse lo guardò di sbieco, spostando il contenitore dall’altra parte del tavolo, permettendo ad Edward di sedersi.
-questa sua ‘fobia’ del latte proprio non la capisco…-pensò.
Preparato il caffe e mangiando una pastina, il minore si sedette di fronte al full metal alchemist, ancora intento a lanciare sguardi d’odio alla sua scodella.
“senti nii-san, -chomp!-(...ehi!non si parla con la bocca piena!ndIo) Oggi è domenica e non devo andare al lavoro…”spiegò Al guardando la finestra alla sua destra, tenendo la scodella col latte tra le mani, scaldandole.
“lo so…”rispose semplicemente l’altro, bevendo il thé nella coppa di suo fratello.
-lavoro…anche lui sarà a casa ora..-
Sorrise amaro.
“hai da fare oggi?”chiese il bruno versando il caffé dentro la tazza.
“nulla di particolare…devi andare da qualche parte?”domandò incuriosito.
“no è che…avrei voluto uscire con te oggi…”
Se prima ed era spaventato per il latte, beh, ora suo fratello era diventato il suo più grande incubo.
Deglutì il thé ancora bollente e accortosi di un ‘leggero bruciore alla gola ’, lo risputò sul tavolo tossendo, guardando stupito e imbarazzato il fratello.
Il minore intanto, vista la reazione dell’altro, mandò giù metà pastina rischiando di strozzarsi.
Velocemente bevve il caffè-latte in un sol colpo e ripreso fiato, cercò di spiegarsi meglio.
“n-no nii-san!non in quel senso!uscire –choug!- così, a fare un giro nulla di più!dai, non guardarmi così!”lo pregò mentre con uno straccio ripuliva  il tavolo dagli schizzi di thé volati fuori dalla scodella.
“tu –chough!chough!- non me la racconti giusta…”rispose l’altro cercando di riprendersi.
“ma no, no!non è nulla!”
Niente, continuava a guardarlo male. In questo caso…
“e va bene mi hai scoperto…volevo passare dal ferramenta a trovare Winry.”…Bugia.
“ah ecco!la tua intenzione era quella di portarmi da quella pazza!Comunque non preoccuparti, vengo a trovarla lo stesso…è da tanto che non la vedo”ammise il biondo.
“eh eh..già…”
-meno male.
Si é dimenticato che alla domenica i negozi sono chiusi.-
 
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Perché era tornato li?
Di sicuro ora non aveva più dubbi…era masochista!
Con la mano destra impugnò la fredda maniglia, girandola verso il suolo.
Il solito trillo di campanelli accompagnarono la sua entrata in quel luogo pieno di ricordi di una serata speciale.
Faceva male.
“ehila!ma guarda chi si vede!”lo salutò sorridendo l’amico dall’altra parte del bancone.
Lui non sorrise.
Ma si limitò comunque a sedervisi di fronte, ordinando il solito whisky.
Stesso sgabello…peccato che quello di fianco a lui ora fosse vuoto.
“insomma Roy non ti si vede da tre giorni!successo qualcosa con la tua dolce sposina?”sogghignò il barista facendo l’occhiolino al flame alchemist.
“….abbiamo divorziato…”rispose a tono il moro.
“come come!?spero sia uno scherzo!”ma vista la faccia cupa del comandande, sicuramente era successo qualcosa.
“ehi…avete litigato?”chiese sottovoce il barista.
“pff…litigare sarebbe stato meglio…”disse tristemente Mustang bevendo in un sol sorso il liquido dolciastro nel bicchiere.
“un altro…”disse poi atono all’amico che prontamente gli porse un altro giro.
“se non avete litigato si può sapere che è successo?”
“è successo che SONO UN COGLIONE, ECCO COSA E’ SUCCESSO, CAZZO!!!!”urlò con quanto fiato avesse in gola per poi bere di nuovo.
Molte delle persone presenti si voltarono infastidite ma viste poi le condizioni del soggetto,preferirono lasciar perdere.
“Roy, il fatto che tu sia un coglione non è una novità…sentiamo che hai combinato?”rise cercando di sdrammatizzare.
“…è tutta colpa mia…”disse semplicemente l’uomo chiedendo altro alcol.
Il barista fece per versare il liquido nel bicchiere ma prontamente l’ex colonnello gli prese dalle mani la bottiglia di whisky ecominciò a berlo da essa.
Rroy molla l’osso!ehi!...tzk ormai te la sei scolata tutta,ma ad ogni modo mi dovrai risarcire!”
“ME LO SONO PORTATO A LETTO TE NE RENDI CONTO!?!?HA APPENA COMPIUTO 18 ANNI PORCA PUTTANA!!”e urlato ciò cominciò a piangere, mentre il suo amico, riprendendosi la bottiglia vuota ,non si mise a dargli leggere pacche sulla schiena per confortarlo.
“su su…e che sarà mai…sarebbe stato più preoccupante se non lo avessi fatto!un ragazzo così carino…..era lui l’Edward di cui mi parlavi tanto vero?”
Annuì lievemente.
“e sai anche cosa mi ripetevi sempre?che eri sicuro che lui ti amasse…e che in fondo anche tu provavi lo stesso sentimento. Perché sei sicuro che sia tutto finito?”
Ripresosi un po’, Roy cominciò a raccontare del risveglio a casa sua, della scopata nel suo ufficio e che da allora lui non era più tornato al lavoro.
I singhiozzi andavano affievolendosi.
E’ davvero utile parlare dei propri problemi ad altre persone.
Dopo ti senti meglio.
“mmh…da quello che mi hai raccontato mi pare che lui non ti abbia mai detto di odiarti o cose così…”chiese conferma l’uomo.
“beh no…ma il fatto che non venga al lavoro..…non vuole vedermi!io non so più cosa fare…”
“perché non vai a casa sua?”
“che razza di domanda!non mi farebbe mai entrare!”
“vero..”
“vedi?!non potrà mai funzionare…e anche se mi dichiarassi dubito che a lui ancora importi…”disse sconsolato il moro.
“Roy…”non sapeva che cosa fare. Come avrebbe potuto aiutarlo in questa situazione!?
 
…………………………………………………………………………………………………………
 
Si stava facendo tardi…
“nii-san da questa parte!!”
Alla fine Alphonse era riuscito a farlo uscire da quel luogo che non faceva altro che farlo star male.
Infondo non era stata una brutta idea…
Però c’era una cosa che lo lasciava perplesso..
Gli aveva detto di voler andare a trovare Winry ma era domenica e doveva saperlo che i negozi sono chiusi..
Aveva in mente qualcosa, ne era certo.
Talmente perso nei suoi pensieri, il biondo non s’accorse di star percorrendo una strada che aveva già visto.
Non ricordava i particolari perché quando ci era passato stava correndo.
Lui lo teneva per il polso…
..lui…
Questa é…
“guarda nii-san!questo è un bar che sto frequentando da un po’ di tempo…ti va di entrare?”
Non è possibile…
Involontariamente venne trascinato all’interno dal fratello.
Calò il silenzio
E nessuno dei due più parlò…
 
 
 
Che è successo!?mua ha ha ha ah!!!alla prossima!!
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


CAPITOLO 11
 
 
Non voleva.
Non avrebbe voluto essere li.
Eppure c’era entrato senza volere,senza replicare.
 
 
“ehi, Edward!quanto tempo!”lo salutò con la mancina il barista, facendogli segno di sedersi.
“fratellone, come conosci il padrone del bar?”chiese stupito il bruno mentre entrambi si sedevano al banco.
Non rispose.
“come fa a conoscermi?é semplice!”rispose per lui l’uomo.”non è la prima volta che viene qui!sai proprio un attimo fa d’era anche Roy ma poi se né andato…”
Un tuffo al cuore.
La perdita di un battito.
Il suo ricordo.
“nii-san!non mi avevi detto niente!”disse deluso il minore.
“ma voi due siete fratelli?”
“si, e siamo anche abbastanza famos—“
“…il colonnello le ha detto qualcosa?”
Sta volta era stato Ed a parlare.
Il barista lo guardò stupito per quella domanda. In fondo Roy gli aveva detto che il biondo avrebbe dovuto essere arrabbiato con lui.
“intendi Mustang?si, mi ha parlato di quello che è successo. Io te lo posso giurare Ed, era davvero dispiaciuto!”
Alphonse guardò entrambi confuso.
Di cosa stavano parlando?
Edward a quelle parole alzò lentamente il capo squadrando da capo a piedi il suo interlocutore.
I suoi occhi lo guardarono con disprezzo.
“ma mi faccia il piacere!”ribatte acido il fullmetal, voltando lo sguardo.
Perché si stava comportando cosi!?
Ma certo…
Il troppo dolore stava trasformando il suo amore in odio…non voleva questo.
“mi dica, quanto l’ha pagata per dirmi queste fesserie!?”chiese in tono di sfida il biondo.
 
Uno schiaffo.
E la guancia dell’alchimista d’acciaio divenne rossa e dolorante.
“che ragazzino stupido! Lo sai anche tu che lui ce ne soffre!come tu stai soffrendo ora!!...mi chiedo dome abbia potuto innamorarsi di te!”

-eh?-
Edward sollevò il viso con la mano destra ancora intenta a coprire il livido.
Lo guardò confuso.
“è inutile che fai quella faccia!hai capito benissimo!lui ti ama!non sai quanto ha pianto prima che tu venissi!il tuo non è stato altro che un comportamento del cazzo!non si risolve nulla scappando dai problemi, anzi, cosi non fai altro che peggiorarli!”sfuriò contro di lui.
Aveva ragione.
Aveva dannatamente ragione.
Senza pensarci due volte uscì dal locale
Cominciò a correre mentre una calda nuvola si formava in prossimità del suo viso.
Doveva trovarlo.
 
Voleva rivederlo, scusarsi con lui così da potergli parlare, cosi da sentire ancora la sua calda voce…
La neve cominciò, candida, a scendere dal cielo, posandosi delicatamente sui suoi biondi capelli.
Si ritrovò nella piazza principale.
Non lo vedeva.
Preso dal panico, cominciò a chiedere di lui alle varie persone che incontrava.
Ma nessuno putroppo lo aveva visto.
 
 
Fu un attimo.
Tra la gente in festa, candidi capelli mori si ergevano in lontananza.
Gli occhi neri intrisi di tristezza, seguivano senza interesse alcuno, giovani bambini rincorrersi per la piazza, appoggiato allaringhiera di fronte al Green Park.
Lo raggiunse.
A quel punto Ed si avvicinò e con le piccole braccia andò a cingergli la vita.
Roy lo guardò imbarazzato.
Ma poi sorrise.
Edward appoggiò il capo sul suo petto.
“scusa…”fu solo capace di dire.
“sbagliato…sono io a chiederti scusa…”gli sussurrò il moro, abbracciando il fullmetal a sua volta.
Si erano perdonati.
Perché in fondo entrambi si amavano.
“senti Ed…comincio ad avere un po’ freddo. Che ne dici di andare da me?”chiese sorridendo.
“come vuole lei, Comandante Supremo!”rispose in egual modo il giovane alchimista.
“caspita!è da un anno che non mi chiami così!”esclamo l’ex colonnello.
“guardi che quella volta l’ho chiamata perché mi ci avevano costretto!”ribadì il biondo“per me lei sarà sempre Mustang Taisa…”disse imbarazzato.
“ne sono onorato!ah, Edward…”
“nh?”
L’ex colonnello, approfittando della confusione, si piegò leggermente su di lui unendo le labbra con le sue.
“ti amo”
“anch’io ti amo!”e, uno fianco all’altro, camminarono attraverso la piazza.
E sorridevano.
Contenti di essere finalmente felici.
 
 
 
Finiti frettolosamente e da schifo!!chiedo scusa a tutti!!!purtroppo lunedì parto per l’Inghilterra e per non lasciarla in sospeso due settimane, ho voluto finirla prima!!
Grazie e ci si vede..ehm scrive!^
 
 
 
 
BONUS
 
AL“insomma mi vuole dire cosa è successo tra il Comandante e mio fratello!?”
BAR“meglio se lasci perdere questa storia giovanotto…”
AL“ma io voglio saperlo!”
BAR“se vuoi saperlo rileggiti i primi capitoli!”
AL“puah!non ne ho voglia…-hic!-ma ma…cos’é sta roba che sto bevendo!?”
BAR“l’alcolico che ha bevuto tuo fratello nel quarto capitolo…”
AL“il mio nii-san…-hic!-avrei dovuto portarmelo a letto mentre era depresso!!!-hic!-è da un anno che gli sbavo dietro!”
BAR“allora è per questo che si chiama “un anno”?”
AL“mi pare ovvio!-hic!-“
ED”siamo tornati!!”
BAR“avete fatto presto!”
ROY“no, è che sono stato sfrattato dal mio appartamento…hanno trovato le riviste porno che tenevo sotto il cuscino!”
ED“ben ti sta!”
ROY“come osi!?”
BAR“ma non potevate andare a casa di Ed?”
ED“infatti…Al mi dai le chiavi?”
AL“ma te lo sogni-hic!-!!”
ED“ma cos…nii-chan sei ubriaco!che cavolo hai fatto bere a mio fratello!?”
BAR“io non centro!ha fatto tutto da solo!”
AL“nii-saaaaan!-hic!-diamo un senso a questa storia e andiamo a casa noi due da soliii!!”
ED“Al!Alphonse lasciami!Roy digli qualcosa!”
ROY“lascia stare mia moglie!”
ED“chi è la moglie!?!?”
AL“chi è tua moglie!?!?”
ROY“chi è mia moglie!?!?”
BAR“chi sono stì froci!?!?”
AL ED ROY”HAI DA RIDIRE!?!?”
BAR“chi io?detto nulla!”lentamente si allontana.
AL“dai Ed andiamocene!-hic!-non sai da quanto tempo voglio farlo!”
ED“mi dispiace Al ma sono già impegnato con Roy!”
AL“-hic!-ma se vuoi facciamo venire anche lui!!”
ED“COSA!?!?”
ROY“per me va bene”sorriso sadico.
ED“ma siamo tutti matti!?Roy ritira subito quello che hai detto!”
ROY“cosa ce di male!?così ci si diverte di più!”
AL“siiiii!!!-hic!-“
ED“mi rifiuto di partecipare alle vostre trovate da maniaci!”
ROY“dai non fare il difficile!”
AL“andiamo nii-san!-hic!-“
ED“AIUTOOOOOOOO!!!!!!”
 
 
FINE
 
 

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