Se tu non sei qui non trovo pace.

di Gailycurly
(/viewuser.php?uid=222675)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Credimi, non so di niente. ***
Capitolo 2: *** Sono sempre la stessa stupida. ***
Capitolo 3: *** Figura di merda numero uno: fatta. ***



Capitolo 1
*** Credimi, non so di niente. ***


Erano passati precisamente 2 anni, 3 settimane e 17 giorni, da quell’ ‘’addio’’ tanto doloroso.
Quell’addio che cambiò la mia vita, e la sua, per sempre.

Devo riconoscertelo. Era stato il mio addio più faticoso. Era stato il mio addio che non volevo pronunciare. Era stato il mio addio ripetuto tantissime volte. Era stato quello gridato, sussurrato, detto con odio, con amore, con tutti i sentimenti possibili. Era il mio addio che metterò sempre in dubbio.

Credo che lui avrà sempre un posto nel mio cuore, credo che lui mi abbia stravolto la vita, in tutti i sensi possibili ed immaginabili.
Io l’ho dimenticato, non è più nella mia vita, non è mai stato niente, continuavo a ripetermi.
Cazzate, Basta che lui mi guardi sorridendo in quel mondo, per cascarci, ancora, ancora e ancora.
Basta che lui torni, mi dica uno dei suoi ‘mi dispiace, sono stato molto impegnato, mi sei mancata.’ ed io mi sarei gettata tra le sue braccia, ad abbracciarlo e a sorridergli. Ed era sempre così.
'
Passatempo’. Ecco cos’ero per lui. Tutto ciò che avevamo passato assieme, lui l’aveva dimenticato. O almeno, stava cercando di rimuoverlo dalla sua testa. 

Perché?

Beh, adesso era una superstar. Era uno di quelli ‘il mio caffè è troppo freddo, la mia pasta è troppo scotta, le mie scarpe non sono abbastanza lucide’. Lui era cambiato. Era diventato completamente un’altra persona. Qui la cretina son io. Sono io quella che è rimasta sempre la stessa, continuando a vivere del suo sorriso, dei suoi modi di fare, delle sue parole. Dopo due anni, il mio cuore si stava distruggendo in mille fottutissimi pezzettini, per colpa di una sola persona.
Non è che non vivo più se lui non c'è. E' che mi sembra di andare avanti senza uno scopo. Mi alzo la mattina e penso che sarà solo un giorno come un altro, in cui incontrerò persone che non vale la pena incontrare, parlerò con altre con cui in realtà non mi va di parlare. Penso al fatto che non potrò mandargli un sms in caso dovesse succedermi qualcosa di divertente, che perciò non sarebbe poi così divertente. Penso che non potrò più contare i giorni che ci separano e allora, quello che prima era il terzo giorno lontano da lui, oggi è solo un semplice venerdì. Guarda come piove, sembra non voglia mai smettere. Ed io continuo a trascinarmi in questi giorni vuoti, bagnati, senza senso. Senza lui.
In un’altra vita gli avrei scritto, ora. Gli avrei chiesto di correre qui da me, perché era tutto il giorno che non facevo altro che pensarlo. No, scusa, tutta la settimana. Il mese. La vita.
Tornerà, tornerà di nuovo, a dirmi ‘’scusami’’, ‘’adesso sono qui’’. E io ho paura ogni volta che ritorna, non perché so che mi farebbe di nuovo stare male, ma perché nonostante lui continui ogni volta, io non ce l'ho,  la forza di dire basta. Perché lui è il senso della mia vita. La mia vita vuota.
E adesso, sono qui, a raccontare la mia vita… la mia storia. Fuori è quasi giorno,sto pensando a te… disperata, vuota, dentro me…
Allyson Destiny Carter. Questo è il mio nome, ma io mi accontento di un semplice ‘Ally’.
E lui…il pazzo dai mille ricci, il dolce dagli occhi verdi, il bello dal sorriso perfetto. Harry Edward Styles.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sono sempre la stessa stupida. ***


Stavo attraversando la strada, frettolosa e attenta a non farmi mettere sotto da un qualunque pazzo che si aggirasse per le vie di Holmes Chapel alle 8:40 di mattina. Stavo andando al lavoro.
Lavoro in una redazione, mi piace molto scrivere ed occuparmi di articoli, o tutto ciò che riguarda un giornale. E’ la cosa che amo di più.
Arrivata davanti Starbucks per prendermi un misero frappè al cioccolato e caramello, mi suonò il telefono.
Chi poteva essere a quell’ora del mattino!?
“Pronto…?!” chiesi titubante.
“Tesoto, Ally! Sono Anne!” mi disse. Anne? Anne!? La mamma di Harry.
“Ciao Anne! Quanto tempo!”
“Eh sì tesoro! Che stai facendo!?” continuò ancora.
“Sto prendendo un frappè al volo e poi corro in redazione! Ti serviva qualcosa?!”
“In verità ho chiamato per…per chiederti una cosa!”
“Di’ pure!”
“Oggi è sabato…e in vista delle vacanze natalizie Harry si è preso delle belle ferie. Che dici se vieni a mangiare qui? Ci saranno i ragazzi! Sono ansiosi di conoscerti!” mi propose.
Oh…Harry…non….non mi sembra il caso, sul serio!” dissi titubante.
“Andiamo! Dal lavoro finisci alle 13, è perfetto! Manderò Harry ed i ragazzi a prenderti, un bacio e ti aspetto!”
“No no, Anne…Anne?! Pronto?!” porca troia, ha già chiuso.

“Buongiorno Jake!” esclamai.
“Giorno!” mi rispose il biondo, nonché mio collega.
“Giorno Elvis, giorno Ross!”  esclamai ancora, sedendomi nella mia scrivania e accendendo il computer.
“Giorno!” esclamarono rispettivamente.
Elvis era un semplice collega, mentre Ross era la mia migliore amica da sempre.
“Tutto bene?!”  chiesi.
“Sì, a parte il malumore di Katerine.” Katerine, il capo. O meglio ‘la capa’, la stronzaggine personificata.
“Non ne posso più! In questo periodo è un’isterica di merda!” dissi, estenuata.
“Eh sì.” Sospirò Ross.

Ed anche questo giorno di lavoro era finito, adesso mi toccava sorbirmi quel dannato pranzo. Avrei sperato di non vederlo almeno per altri dieci giorni. Mi dovevo preparare psicologicamente, non può essere tutto in una volta!
Presi il mio cappottino, salutai tutti e mi recai giù, davanti il portone d’uscita. Avrei dovuto aspettare Harry e gli altri 4 grilli canterini. Beh, per adesso nessuna traccia.
Mi sedetti su degli scalini ed aspettai.
Sentii un clackson. Bene, una macchina nera sta accostando, scorgo la chioma riccioluta dal finestrino, è lui.
Okay, calma Ally, calma. Com’è che non sento più il mio cuore? Sto svenendo.
No, calma.
“Ally! Quanto tempo!” disse, correndo verso di me ed abbracciandomi.
“Eh sì, quanto tempo!” dissi, fredda.
“Tutto bene?! E’ qui che lavori? Da quando? Non mi hai mai detto niente!”
“Da un anno Harry, e quando te l’avrei dovuto dire? Tutte ste volte che ti sei fatto sentire, guarda!” dissi, sarcasticamente. Rimase impassibile.
“Beh entriamo…a casa ci sono gli altri 3, qui c’è solo Louis.” Disse, aprendomi la portiera da gentiluomo.
Sbucò dai sedili anteriori una testa castana con due occhio azzurri, più azzurri del mare.
Ciao! Sono Louis e tu devi sposarmi!” esclamò questo tizio. Che fosse pazzo?
Guardai Harry strabuzzando gli occhi, chiedendogli silenziosamente cosa avesse quell’idiota che non andasse.
“Oh, tranquilla, fa così perché ama le righe.” Disse, riferendosi alla mia maglia a righe, Harry.
“Oh, emh, certo Louis…piacere Ally.” Dissi, ancora sotto shock.

Una volta arrivati a casa, ad accogliermi ci fu la mia seconda mamma Anne, ed altri 3 tizi.
Si presentarono e ci accomodammo a tavola. Come al solito, Anne aveva preparato un ben di Dio.
Era tutto squisito, e i 4 tizi erano dei cretini assurdi! Ho passato tre quarti di tempo a ridere.
Harry invece…era atono, come se lì non ci fosse.
Il pomeriggio mi fecero fermare lì, a casa di Harry. Ci guardammo un film horror, cioè…si guardarono. Io la sera voglio dormire. Sul serio! Ho una paura tropppppo tremenda.
Comunque, Harry si comportava sempre in modo strano, così decisi di parlargli.
“Harry, non è che possiamo parlare…in privato!?” chiesi.
“Certo…emh..ecco vieni, usciamo in terrazza.” Disse, guardando uno dei ragazzi.
Lo seguii e uscimmo, stava nevicando.
“Beh? Che succede?!” chiesi.
“Niente.” Rispose.
“Harry…ti conosco da quando eravamo alti un metro e un kinder bueno. So che c’è qualcosa che non va.” Ammisi.
“No! Ti dico che non c’è niente che non va, non c’è niente che non va, ok? Niente. Niente. Ok? Va bene!”
Schiarii la voce.
“Certo, certo.” Dissi, guardando altrove.
Subito mi si fiondò tra le braccia, rimasi quasi immobile tanto ero stupita. Il cuore da un momento all’altro poteva esplodere.
Mi dispiace. Mi dispiace di essere cambiato, mi dispiace di non essere più il tuo migliore amico, mi dispiace non esserti più accanto.” Disse, mentre una lacrima rigava il suo viso.
“Ehy! Ehy ma scherzi?! Non…non fa niente.”
“E invece fa! Scusami Ally. Sono un coglione.”
Risi.  “Hai ragione, sei un coglione!”, e gli scompligliai i ricci, come i vecchi tempi.
Lui mi baciò sul naso e mi sorrise.
E che sorriso.
Ci ero ricascata, sono sempre la stessa stupida.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Figura di merda numero uno: fatta. ***


Dopo aver parlato, tornammo in soggiorno, dove Zayn, credo, prese per una spalla Harry e lo portò su, in una qualche stanza.
Rimasi con gli altri 3, in totale imbarazzo.
“Allora…conosci da tanto tempo Hazza?” mi chiese Niall, il biondo.
“Sì…Hazza?!”
“Sì, è un soprannome.” Mi sorrise Louis, lo strano.
“Ah, capisco…comunque sì, siamo cresciuti assieme…io abito dietro l’angolo, per me è un…fratello.” ammisi.
“Ce l’ha detto, Harry!” intervenne Liam. “ci ha parlato molto di te…AHIA!” concluse, toccandosi una costola appena spaccata da Lou, con una gomitata.
“Vi…vi ha parlato!? E…e c-che vi ha detto?!” chiesi, sorpresa e felice…allo stesso tempo.
“Che ti conosce da molto tempo…e che ti vuole bene!” disse, come se stesse mentendo.
“Oh, capisco…” dissi, spegnendomi.
Scesero quei due da lissù, quindi decisi che era l’ora di andare a casa mia.
“Beh, io andrei…” annunciai.
“Ma no! Resta! Usciamo? E’ sabato!” mi disse Harry.
“No, no tranquillo, divertiti!” sorrisi.
“Sul serio! Resta Ally.” Disse Zayn.
“No davvero ragazzi, ho un mal di testa assurdo, oggi mi sono alzata presto…meglio andare a casa!” insistetti io.
“Va bene… lascia che ti accompagni, almeno!” mi chiese Harry.
“Va bene.” Sorrisi, salutai tutti, e mi recai verso la porta d’uscita. La mia casa distava poco da quella di Harry, quindi in una panciata di metri arrivammo sotto il mio portone.

“Quindi…” iniziai.
“Quindi…” quasi mi chiese Harry.
“Io andrei.” Continuai.
“Oh certo…beh…buonanotte…”
“Buonanotte Harry…” dissi.
Sorrisi. “buonanotte Ally.” Mi disse, girando i tacchi e facendo per andarsene. Stavo per voltarmi anche io, quando mi sentii chiamare.
“Ally?!” mi richiamò.
“Si?”
“Mi sei mancata…”
“Anche tu Harry, anche tu…” lui mi sorrise, e di conseguenza anche io. Questa volta mi voltai sul serio, aprii il portone e lo chiusi dietro di me, sbattendo le spalle alla porta e sedendomi a terra, sorridendo, per la piccola conversazione avuta pochi istanti prima.

Harry.
Tornai dai ragazzi. Ero stanchissimo per il viaggio, non avevo alcuna voglia di uscire.
“Harry! Harry! Com’è andata?” si interessò Zayn.
“Bene Zayn…bene.” Sorrisi.
“Che gli hai detto?” intervenne Liam.
La verità, che mi è mancata tantissimo, come il pane, come l’acqua, come l’aria.”
“Ohw, che dolce il nostro Hazzuccio.” Mi canzonò Louis.
“Smettila.”
“Va bene, va bene.”
Salii di sopra, ripensando a lei, al suo sorriso, ai suoi occhi, a tutto ciò che la rendeva così unica.
Quanto mi piaceva, quanto mi era mancata la mia Ally.
“Harry?!” bussò Zayn.
“Zayn.” Dissi.”
“E’ davvero bellissima, adesso ti capisco, capisco il tuo ‘innamoramento’!”
“Ehy amico, giù le zampe, lei è roba mia.”
“Ohohoh, sei anche così possessivo?”
“Mi piace, Zayn, me ne sono innamorato.”
Mi sorrise, e mi diede una pacca sulla spalla.
“Tempo al tempo amico, ce la farai…” disse.
Sorrisi, e Zayn andò via dalla mia camera, così mi misi a letto con la speranza di poterla sognare… ancora una volta.

Ally.
Finalmente niente sveglia! Che bella la Domenica. Era ancora presto, precisamente le… 12:45!?!?!?!?
Oops, non tanto.
Andai di sotto e trovai la tv accesa, ma cosa cazz…? Stavo per morire di paura.
Mi armai di padella, forchettone e tutto ciò che trovavo e che potesse aiutarmi a difendere da qualunque pazzo.
Avanzai verso il divano e trovai…
trovai Harry!?
Harry!” urlai. “ma cosa cazzo fai qua!? Mi hai fatto prendere un colpo!”
“Eeeehy, posa tutto ciò che hai in mano! Sono solo io! Sono entrato con la chiave che tieni sotto il tappetino…sai, dovresti cambiare posto, è troppo banale!” sorrise.
Risi anche io. “che ci fai qui?!”
“Sono venuto a trovarti! Volevo passare un po di tempo con te, non posso?!”
“Certo che puoi, Harry…ma potevi svegliarmi!”
“Dormivi, tutta tranquilla…non volevo svegliarti…eri bellissima!”  si lasciò scappare.
“Oh…emh grazie…” arrossii di colpo.
Pregocomunquepreparatichesiesce!” disse, molto velocemente lui, distogilendo lo sguardo alquanto imbarazzato.
Risi ancora.
“Va bene, dove si va?!” chiesi mentre salivo di sopra.
“Sopresa!”
“E dai Styles, sai che odio le sorprese e che sono troppo impaziente!”
In un baleno si avvicinò a me.
“Non mi importa!” mi sorrise beffardo…si avvicinò di più…e mi bacio sulla guancia.
Rimasi impalata, sorridendo come un ebete.
“Ally? Ally!” mi sentii chiamare.
“Eh, sì!?”
“Vai di sopra, sei rimasta qui come una statua!”
“Oh certo, vado!” dissi, arrossendo come un peperone.
Figura di merda numero 1: FATTA!

Gailycurly.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1451600