odio il mio programma html... mi
taglia pezzi di storia...
L'aereo
atterrò con un'ora di anticipo. Alessandro non era riuscito
ad
arrivare prima, dunque si sarebbero incontrati direttamente
all'albergo. La prima cosa che la colpì non furono quelle
giganti
mani dorate appese per decorare l'aeroporto, né le donne
agghindate
con il “sari”, il tipico indumento femminile,
bensì quell'acre
odore di cumino che le invadeva le narici. Era piuttosto fastidioso.
Giunta in
albergo, decise di aspettare il collega su un divanetto della hall:
“sempre che non mi addormenti accasciata qui, sarebbe
alquanto
imbarazzante”. Detto, fatto.
A svegliarla
fu un giovane indiano dai capelli neri corvino (non potrebbe essere
stato altrimenti e decisamente non il suo collega) vestito con un
finissimo e assai elaborato “kurta”, ovvero
ciò che prima, senza
la mini guida, avrebbe definito come una
“palandrana” molto
elegante.
Senza dire
una parola, il ragazzo le lasciò un biglietto con le
indicazioni per
un bar in fondo alla strada firmato “Ale”.
Identificarlo
fu alquanto semplice: sebbene il locale fosse gremito, quel metro e
90 di massa bionda con stampato in faccia “turista”
non poteva
che essere lui.
<<
Ehi... Alessandro? >> - << Oh, buongiorno!
>> -
<< Piacere, sono Francesca. >> .
Si accomodarono all'unico
tavolino disponibile e ordinarono un caffè.
<< Mi dispiace non essere
venuto a prenderti in
aeroporto ma stavo organizzando delle gite qui nei dintorni...
dobbiamo essere al Chandni
Chowk, il mercato, tra
un'ora e mezzo. E'
qui vicino quindi abbiamo ancora un sacco di tempo. Dimmi,
com'è
stato il viaggio? >>.
Fantastico,
chiacchierava come se fossero già conoscenti. Il servizio
sarebbe
stato più piacevole dell'ultima volta in Namibia. Giulia
può essere
assai insopportabile in ambito lavorativo.
<<
Non dei più lunghi di certo, ma piuttosto stancante. Ero
schiacciata
tra un uomo decisamente troppo grande per il suo sedile e un bimbo
scalciante decisamente troppo agitato per 6 ore di volo. Direi molto
bene. La parte difficile è stata prima sai, non ho mai
dovuto fare
così tante visite mediche in una settimana e avevo molto
lavoro da
fare... wow...! Tu sei abituato, vero? Quante volte sei stato qui?
>>
Gli
scappò una leggera risata: << Si, la prima
volta che sono
venuto mi sembravano assurde tutte quelle precauzioni ma questo posto
davvero ti cambia. Vedrai cose che raccontate non sarebbero mai la
stessa cosa... Per me è la terza volta. Be' le pecche del
viaggiare
in economy, ma ehi, questo passa per il convento. Inoltre mi ritengo
molto fortunato ad aver trovato un lavoro che mi permetta di fare
ciò
che amo: scrivere e studiare da vicino la filosofia di vita
orientale, mi ha sempre affascinato tantissimo. >> -
<<
Si, hai perfettamente ragione. Io amo viaggiare e mi immagino il
mondo come una grande fotografia che ancora deve essere scattata. Il
mio intento è scattarla ovviamente, quindi eccomi qui!
>> Ecco
come iniziare una conversazione con un perfetto sconosciuto che pensi
di conoscere più di te stesso. << Mi piace
quest'idea. Quindi,
da quant'è che lavori per il giornale? >> -
<< Be' direi
che sono ormai circa 4 anni... si, 4 anni e qualche mese. Ho iniziato
appena finito il liceo facendo qualche piccolo servizio di periferia
giusto per pagarmi l'università e per iniziare a introdurmi
nel
campo. Fino a l'anno scorso ho dovuto dividere la mia vita tra foto e
studio. Sono laureata in fisica adesso ma ho più tempo per
dedicarmi
alla mia passione. Non so se continuerò a fare questo lavoro
per
sempre o se lo terrò come un hobby a parte... Fatto sta che
sono
riuscita a guadagnarmi una buona considerazione dalla capa dopo aver
vinto un po' di concorsi e sai, una cosa segue l'altra... tu da
quant'è? >> - << wow, sei
veramente molto fortunata,
lasciatelo dire. >> - << Be'
modestamente la classe non è
acqua >>. Interessante, il discorso si faceva lungo e
sempre
più personale sebbene fossero appena una ventina di minuti
che si
conoscevano, ma nulla è più piacevole di
scambiare quattro risate
con qualcuno che sembra condividere i tuoi stessi interessi. Il
discorso continuò con lo stesso ritmo: << E'
solo un anno per
me. Ho lavorato per giornali molto più provinciali ma alla
fine,
dopo tanta fatica, sono riuscita ad aggiudicarmi un posto in questa
redazione. Come ho detto prima: il connubio perfetto tra lavoro e
interesse. Oddio, in verità immagino che i miei amici non
siano
troppo entusiasti di vedermi una settimana si e due no.
>> - <<
Si, ti capisco perfettamente. La mia vita sociale non vede
più la
luce del sole! Dopo settimane che non riuscivamo vederci, io e i miei
amici siamo finalmente riusciti a organizzare un viaggio in barca a
vela che non fosse di lavoro. Quattro giorni di puro relax, ma
è
stata molto difficile >>. Era facile confidargli fatti
personali. Il suo volto proiettava fiducia. I suoi occhi color
nocciola chiaro erano molto affabili. Le sue labbra costantemente
inarcante verso l'alto ricordavano l'innocente sorriso di un bambino.
Francesca era quasi ammaliata (non lo era mai), tanto che si
sentì
quasi stupida nel continuare a ridere. Pazzesco.
Per
buona sorte, Alessandro intervenne spezzando un silenzio che stava
per prolungarsi fin troppo: << Bene, direi che possiamo
tornare
ora in albergo e poi incamminarci verso la prima destinazione,
immagino tu debba prendere l'attrezzatura >>. Si
alzò dal
tavolino accennando un sorriso e andò a pagare la colazione.
Buon
Dio, gli ormoni di Francesca erano in festa. Era passata appena una
settimana dall'ultima volta che era stata con un uomo ma si sentiva
come una vergine. La vecchiaia è decisamente una brutta
cosa,
specialmente se si manifesta all'età di 24 anni.
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