Roma: la rivolta.

di Usherette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Erano ormai passati tanti anni da quando dovetti fuggire da Roma. Una decina. Sì, davvero tanto tempo, ma mi sembra come se fosse accaduto tutto ieri.
Era stata una cosa improvvisa: fino a qualche mese prima non ci mancava niente nella nostra villa nella periferia di Roma. Era appena tornato il console dalla guerra, che come solito era stata vinta da noi. Dopotutto tutti sanno che contro i Romani non si può nulla, dovrebbero farci l'abitudine.
Ma no, ancora non si sono arresi. Prima trovavo fosse una cosa stupida, ma ora mi rendo conto che non è affatto così.
Non ci si può arrendere. È come smettere di vivere. E io, finché avrò delle persone care accanto a me, non mi arrenderò mai. Così ho deciso quel giorno.

Allora, dicevamo, era il giorno del ritorno di Silla: era finalmente riuscito a sconfiggere quel rompiballe di Mitridate (era ben la seconda volta che ci faceva guerra e a causa sua ci furono non pochi problemi in città per decidere che generale mandare in guerra. Ma dico io, litigano per poter andare a combattere? Bah, questa è una delle cose che forse non capirò mai). Ecco dicevamo, Mitridate. A causa sua ci fu molto movimento a Roma: per diverso tempo vi furono più soldati che cittadini. Ah, e se la prendevano comoda loro. Quei mercenari schifosi: non si limitavano a essere pagati dallo stato (e quindi da noi poveri cittadini), ma pretendevano anche di poter fare da padroni. Certo, come populares è ovvio che mio padre sia sempre stato d'accordo con le decisioni prese da Mario, ma quella di dare uno stipendio a ogni membro dell'esercito mi sembra una gran cazzata. O meglio, all'inizio a tutti sembrava una cosa buona: finalmente mio cugino Ace si era potuto arruolare, come aveva sempre sognato.
Era diventato centurione: non male, non male. Si è sempre saputo che era un grande combattente. Ma questa è un'altra storia. Ora voglio raccontarvi di come, quell'inverno dell'82 a.C. dovetti abbandonare tutto.
Tutto.

Mario si lamenta che Silla va in guerra.
Allora si decide che andrà Mario.
Silla marcia su Roma (tutti i mercenari si approfittano della locanda che gestiva mio padre).
Mario (“quel codardo” a detta di mio padre; è stata la prima e ultima volta che ho sentito mio padre lamentarsi di lui) scappa in Africa, lasciandoci a sfamare quegli schifosi fino a quando Silla parte in guerra. Sia ringraziato il cielo: non mi sono mai interessata alle faccende politiche, ma in questo periodo non se ne può fare a meno. Be' sta di fatto che mentre quel disgraziato è in guerra Mario torna e marcia anche lui su Roma (non posso lamentarmi del suo esercito: Ace non approverebbe di certo). E qui un periodo di prosperità: mio padre compra un'altra villa, la nostra locanda fa affari e le stoffe di produzione greca di mio padre sono sempre più ricercate.
Ah non ve l'ho detto? Sono romana, o almeno, lo ero, ma sono nata in Grecia. La bella Grecia. Mi piacerebbe tornarci un giorno.. ma chissà come mai, ora non mi sembra proprio possibile, ora che tutto è finito.

E allora, dicevamo.. Vabbe', Mario muore, con grande rammarico di mio padre. Cinna si prende tutto il potere; un incompetente a detta di mio padre. Sì, anche secondo me.
Non ha saputo difenderci. Forse non ci ha nemmeno tentato. Nessuno potrà mai saperlo. Si dice sia stato ucciso dalle sue stesse truppe che andarono a fronteggiare Silla dal ritorno della guerra. Poi chissà... so solo che quando giunse a Roma Silla i nobili fecero festa, era tornato il loro leader.
E iniziò l'inferno.

Prima la dittatura. Poi una leggicciula, proprio: le liste di proscrizione. Non ho ancora il coraggio di pronunciare queste parole ad alta voce. Sono state la fine di tutto. Tutti noi populares fummo proscritti. No, non è una bella cosa. Non abbiamo vinto nessun premio, né abbiamo avuto privilegi. Essere proscritti significava solo poter essere uccisi in qualunque istante da chiunque. Essì, perché ucciderci non era più un reato. Anzi, si intascava pure una bella taglia. Eravamo considerati peggio di delinquenti, neanche avessimo fatto qualcosa di male, se non esprimere la nostra opinione e difendere i nostri diritti. E furono proprio i malviventi ad arricchirsi. Chi se non quelli che sono abituati ad aver a che fare con il sangue, a uccidere? Ovviamente anche i nobili non si fecero scrupoli: i beni di un proscritto morto erano messi all'asta. Le nostre case, la nostra locanda, tutte le nostre proprietà.. le stoffe di mio padre.. TUTTO.

Non ci rimaneva nessun'altra scelta che scappare.


Angolo dell'autore
Be' che dire.. Questa è la mia prima FF e mi rendo conto che il primo capitolo non sia il massimo, in quanto con contenuto per lo più storico.. Però, bhe, è pressochè necessario per introdurre un po' l'ambientazione e tenete conto che l'ho scritto nei giorni precedenti alla mia verifica di storia, quindi volevo rendere partecipe qualcun altro delle mie sofferenze ahahahah :3
Come si sarà intuito dal titolo e dal primo capitolo, troviamo i Mugiwara nell'epoca romana ed è Nami che fa la narratrice in prima persona (per chi ancora avesse dubbi, visto che mi sono accorta solo alla fine che non l'avevo neanche nominata *ma dopotutto io sono quella che fa i biglietti per natale senza firmarsi convinta che si riconosca che sono io v.v*)
Devo dire che, siccome sono andata un po' più avanti coi capitoli della ff prima di pubblicarla (soprattutto per vedere se la mia "vena artistica" si sarebbe esaurita dopo poco :P), è più difficle di quanto pensassi scrivere in prima persona D: (fatemi sapere se la cosa vi infastidisce, ma a me sembra che scritto così renda di più)
Che dire, spero di avervi incuriosito almeno un pochino e che andiate avanti a leggere.. ù.ù
Possibilmente recensite, mi sarebbe d'aiuto, anche solo un piccolo commento sul capitolo :3

(sinceramente su world mi sembrava moooolto più lungo, ma mi rendo conto solo ora che non lo è più di tanto.. anzi, neanche un po' >.< spero quindi non abbiate lamentele riguardo la lunghezza visto che ciò significherebbe rifare i primi 10 capitoli della FF :S)

Ah! Spero inoltre che avrete letto fino alla fine questo sclero post pubblicazione del primo capitolo della mia prima FF ^^

 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


La notte. Sì, la notte è il momento migliore per scappare. Nessuno ti vede, nessuno ti sente. Se fai attenzione ovviamente. Oramai non si poteva neanche contare sul fatto che almeno di giorno non finivi per essere accoltellato. Questi ti sfondavano la porta, pur di ammazzarti. Dovevamo fare in fretta. Noi abitavamo alla periferia di Roma, quindi non c'era ancora tutto il trambusto che in centro. Lì c'erano migliaia di morti. MIGLIAIA. Le strade puzzavano di sangue, o almeno, così si diceva. Io non lo so e spero di non sapere mai se era vero. Dopotutto ero solo una bambina di 8 anni. Una bambina di 8 anni che stava per rischiare la propria vita senza sapere il perché.
Di fatto io non ero proscritta. Né io, ne mia madre, né mia sorella. Solo mio padre. Ma chi nascondeva o proteggeva un proscritto era destinato a morire.
Figli e nipoti perdevano solo la cittadinanza, quindi era ovvio alle autorità che per noi era meglio lasciare Roma.
I giorni precedenti alla nostra fuga erano stati un incubo. Ogni giorno morivano centinaia di persone. E non si poteva fare niente.
Non partimmo subito, i primi giorni. Aspettammo un po' che le acque si calmassero.
Nascondemmo mio padre in cantina. Non aprivamo a nessuno. Non uscivamo di casa. Se fossero entrati, noi eravamo a letto e mio padre in cantina. In una botte. Non c'era scelta.

Ed era arrivato il giorno, quello prestabilito, o meglio la notte. Quella in cui saremmo fuggiti e avremmo trovato la libertà tutti insieme. Molti amici di famiglia erano già fuggiti: come Sanji, che aiutava mio padre alla locanda, figlio di un nobile caduto in decadenza; aveva smesso di essere nobile, in quanto i nobili non lavorano, e ci dava una mano in cucina, malgrado avesse solo 11 anni. È come un fratello per me. Ancora non sapevo che fine aveva fatto.

Salimmo svelti su un carretto trainato da due cavalli. Sì, non avevamo perso proprio tutto. Dopotutto non tutte le nostre proprietà erano intestate a mio padre. Qualche cavallo, la dote di mia madre, ce l'avevamo ancora. Poche cose con noi, nel carro trainato da quei purosangue. Sapevamo che il viaggio fino in Spagna sarebbe stato lungo. Era lì che Quinto Sertorio, amico di mio padre e figlio della cugina di Mario, aveva fondato uno stato ribelle, dove tutti i fuggiaschi da Roma avrebbero potuto andare a vivere. SE sarebbero arrivati, ovviamente.

Stavamo lasciando le mura di Roma quando sentimmo un urlo -ALTOLÀ!- ci fermammo. Erano degli uomini. Una dozzina di uomini. Tutti armati. Dei brutti ceffi, di quelli che se avessero saputo di mio padre, nascosto nel carretto che trainavamo, non avrebbero certo esitato a ucciderlo. E a uccidere anche noi.
-Cosa state trasportando eh? Nel bel mezzo della notte? Dove state andando?-
Ovvio che, se fossimo stati un un altro frangente, mia madre Bellmer* non si sarebbe degnata di rispondere. Era una donna coraggiosa, ma sapeva che la salvezza delle sue bambine e del suo adorato marito erano più importanti del suo orgoglio. -Ce ne stiamo andando. Roma non fa più per noi.-
Ma quelli non volevano proprio lasciar perdere, soprattutto un omone con un naso enorme -Ah sì? Non fa più per voi? E certo, per una donna TUTTA SOLA non deve essere facile crescere due bambine. Ma come sono carine.. come vi chiamate? Molto piacere, io sono Arlong.- disse con un tono sinistro -Potrei scortarvi fino alla vostra meta, poi chissà... potreste ripagarmi in qualche modo..- -Non abbiamo bisogno di aiuto!- urlai. Quell'uomo non mi piaceva neanche un po', e non sbagliavo a dubitare di lui. -Nami zitta.. lascia parlare la mamma..- mi disse in un sussurro mia sorella Nojiko. -Giusto fai parlare la tua mamma mocciosa, lei sa quel che è meglio- disse Arlong, con una risata -Giusto, signora Bellmer?- disse sogghignando -Come fa a sapere il mio nome?- chiese mia madre, spaventata più che mai. -Sa, l'ho vista più volte andare al mercato con le sue bambine.. ma non mi sono mai avvicinato, sa è scortese avvicinarsi a una donna già sposata, soprattutto se con un uomo ricco come Genzo.. Appunto, lui come sta? Tutto bene?-chiese con un sorriso sadico dipinto sul volto. Mia madre sbiancò. Il tempo si fermò. Eravamo talmente spaventate che non ci accorgemmo che due omoni stavano togliendo il telo dal carretto. Avrebbero scoperto tutto.
Mia madre spronò cavalli. Potevamo ancora farcela. Erano in tanti e armati, ma con i nostri purosangue avremmo potuto scappare. Ma una, due, tre frecce. Colpirono mia madre, con una, due, tre frecce. Cadde a terra, in una pozza di sangue. Fu investita dai cavalli che, spaventati e senza più qualcuno a condurli, erano andati fuori controllo. Mio padre intanto, sentito il trambusto, era uscito allo scoperto. Il suo sguardo era spento, ed era pallido in volto -Bambine non guardate indietro- disse prendendo le redini. Fu l'ultima cosa che gli sentii dire per giorni.

Le lacrime rigavano i nostri occhi. Eravamo rimasti in tre, tre fuggitivi con una meta quasi irraggiungibile. Arresi al corso degli eventi. E passarono gli anni, i mesi e le stagioni. Piano piano, man mano che ci avvicinavamo alla nostra meta, ritrovavamo un po' del nostro coraggio, della nostra voglia di vivere. Avremmo vissuto anche per Bellmer, e l'avremmo sempre ricordata come la nostra cara Bellmer, col volto sorridente intenta a cucinare nella locanda. Non con quelle tre frecce piantate nel torace. No, no.
Fu così che arrivammo in Spagna.

Angolo dell'autore
Allora, che dire.. Spero che la trama si sia fatta un po' più interessante (e meno ricca di particolari storici, che comunque rimarranno come sfondo della storia; se volete controllate anche le tempistiche che mi sto impegnando a rispettare, non con poca fatica ù.ù) e che voi stiate continuando a seguire e che continuerete così :3
Una mia piccola scoperta fatta qualche giorno fa: *Bellmer (non so voi come lo scrivete, io me l'immagino così ù.ù) ha la stessa pronuncia che ha "belle mère" in francese, che significa "suocera" ma anche "matrigna". Penso quindi che Oda non abbia scelto nomi casuali per i suoi personaggi, sarei quindi curiosa di sapere se ci sono significati dietro a altri nomi.. *-*
Be', dopo avervi "acculturato", voglio ringraziare chi segue la storia e chi recensisce, invogliandovi a farlo siccome mi fa solo piacere, anche recensioni negative, purchè costruttive ^^
Vi avviso che probabilmente domani pubblicherò un altro capitolo, ma che generalmente non pubblicherò così spesso.. penso una volta alla settimana da domani in poi, quindi non abituatevi c:
Ancora grazie e al prossimo capitolo :)

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


E' da cinque anni che viviamo qui. Ci accolsero bene. Eravamo molto privati a causa della traversata dei Pirenei, ma finalmente ce l'avevamo fatta. Io e Nojiko, appena varcate le mura della città, ci lasciammo andare a un pianto liberatorio, ripensando a tutti gli stenti e le privazioni che passammo in quei cinque anni di viaggio. Ogni tanto ci fermavamo in qualche città a lavorare per qualche mese, in modo da racimolare i soldi sufficienti per proseguire il nostro viaggio. La parte più dura fu l'attraversata delle Alpi. Non un villaggio, né niente. Solo tanto, tanto freddo. Ma la parte più dura di tutte era ricordare che eravamo partiti in quattro. Per fortuna Genzo era con noi. L'ho sempre chiamato papà da piccola: non è il nostro padre effettivo, in quanto siamo state adottate da Bellmer, ma si è sempre comportato come tale. Non ci ha mai fatto mancare nulla, neanche durante quegli anni così difficili.
Ora però non ci riesco più. A chiamarlo papà intendo. Lo so, lui non voleva lasciare indietro la mamma, semplicemente non aveva scelta: se si fosse fermato per cercare di salvarla saremmo morti tutti probabilmente. E in ogni caso sarebbe stato troppo tardi: nessuno sarebbe sopravvissuto a lungo con tre frecce piantate nel petto e senza le adeguate cure. Anche con, forse. Ma non gliel'ho ancora perdonato. Anche se so che non ha alcuna colpa, non so perché ma il nostro legame non è più come prima. Dopotutto io sono sempre stata più legata a Bellmer.

Ci integrammo in fretta. Questo “stato ribelle” cresce di giorno in giorno: arrivano persone dalle parti più disparate dell'impero romano. Si vive bene. Anche se sappiamo che è un'utopia pensare di vivere spensieratamente così a lungo. Dopotutto siamo in guerra con il forte impero romano, l'invincibile impero romano, quello a cui i suoi stupidi avversari, che sperano ancora in una vittoria, non si sono ancora arresi. E io sono una stupida. Sì, una grande stupida. Ma una stupida con una fottuta voglia di vivere e di non arrendersi. Per Bellmer, per Nojiko. E per Genzo, il mio papà.

-NAMIIIII!!! MUOVITI CHE È ORA DI SVEGLIARSIIIII!!!-
Mia sorella, Nojiko. Da quando Bellmer è morta e ci siamo trasferiti qui è lei che mi sveglia il mattino, che prepara la colazione e che apre la locanda. Sì abbiamo comprato uno stabile, riadattato poi in locanda in memoria dei vecchi tempi. Si chiama “Da Bellmer”. Che fantasia eh? Ma come avremmo potuto mai chiamarla altrimenti?
-ARRIVO, ARRIVO, NON URLARE PER SVEGLIARMI-
urlo a mia volta, in modo da farmi sentire fino in cucina. Ho 18 anni ormai, e Genzo vuole che io mi dia una “spicciata”, come dice lui. Ma che posso farci? Non siamo a Roma, piena di nobili ricchi sfondati da sposare e avvelenare alla prima occasione per prenderne l'eredità. Sì, sono diventata un po' acida. Sarà a causa della mia infanzia. Ma giuro che se trovo un nobile lo uccido. Non prima di averlo sposato, ovviamente. Qui però non corro certo il rischio di incontrane uno: siamo in uno stato ribelle dopotutto. Ma si vive bene, forse proprio grazie alla loro assenza.

Genzo non può più occuparsi del commercio di stoffe, e così, oltre a far parte dei "vecchi saggi" che "governano" questo Stato (se così si può dire, visto che a momenti non si sa neanche chi abita qua e chi è solo di passaggio), coltiva un piccolo campo e un mandarineto. Questo ci ricorda tanto Bellmer: a lei piacevano molto i mandarini, che coglieva dal suo mandarineto personale che lei stessa curava. Non si faceva mai aiutare neanche da una delle nostre serve. Genzo proprio non capiva cosa ci trovasse nello sporcarsi le mani per una cosa che si poteva comprare a così basso prezzo al mercato. Che forse ora lo abbia capito? Beh, non sarò certo io a chiederglielo, dopotutto ancora non riesco a chiamarlo papà.
Ci manteniamo bene: io mi occupo della locanda, Genzo del nostro effettivo sostentamento e mia sorella della casa. Ogni tanto lei viene a darmi una mano, fortunatamente. Non potrei sopportare sennò di passare tutto il giorno con Sanji.

Vi ricordate chi è giusto? Quel bambino di 11 anni che ci aiutava con la locanda... sì, quel bellimbusto che ora ha 21 anni e che ci prova con me. Spudoratamente con me. E io, altrettanto spudoratamente, lo prendo a padellate in faccia. Non è che non mi piaccia o non mi stia simpatico. È che proprio non ce lo vedo come mio marito. Brr.. non fatemici pensare, troppo zuccheroso e dongiovanni. Da piccola lo ammiravo.. come ovvio, sapeva essere d'aiuto a mia madre più di me. A volte ero anche gelosa. Ma dopotutto sapevo che Bellmer voleva più bene a me, quindi chiudevo un occhio.
Be' ora lui si occupa di sfamare gli ospiti della locanda. Si occupa della cucina, e devo dire che non se la cava affatto male. Sarà merito del vecchiaccio con la gamba di legno che vive con lui. Si chiama Zeff, se non sbaglio. Si dice sia un cretese e che un tempo fosse un pirata, ma soprattutto che sia stato lui ad accompagnare Sanji fin qui in Spagna, e che quindi lui gli deva la vita. Non so perché ha smesso di andare per mare. Probabilmente a causa della vecchiaia e di quella brutta ferita alla gamba. Non ne ho idea e non voglio indagare: non mi è mai piaciuto particolarmente quell'uomo e mi ha sempre messo un po' in soggezione.

Scendo in cucina. Un po' di latte e una fetta di torta di mandarini. Non c'è niente di meglio per iniziare la giornata. Ringrazio Nojiko, che si affretta a sparecchiare, e mi dirigo al lavoro. C'è sempre più gente: gli abitanti del nostro Stato* aumentano di giorno in giorno.. non ci sarebbe da stupirsi se Roma cominciasse a pretendere di imporre delle tasse pure qui siccome è “grazie” a lei che ci arricchiamo...

Mentre penso felicemente ai miei futuri guadagni, mi blocco un attimo. Sono passati 10 anni da allora, e non abbiamo ancora alcuna notizia. Intendo di mio cugino, Ace, che partì per fermare l'avanzata di Silla. Chissà che fine ha fatto. Pensavamo di ritrovarlo una volta giunti in Spagna ma... ormai sono cinque anni che abitiamo qui, e di lui non abbiamo tracce. Non possiamo che pensare al peggio. E Nojiko, ogni giorno che passa, è sempre un po' più giù. È sempre stata legata a Ace. Deve essere terribile per lei. Ed è pure strano: in uno stato come il nostro, dove circolano un sacco di voci e notizie, non si è sentito nulla riguardo ai soldati partiti quella volta. Che siano morti tutti? Strano, molto strano. Devo ricordarmi di indagare...

Angolo dell'autore
Ed eccoci di nuovo quii
Alor.. finalmente i capitoli prettamente introduttivi sono finiti e, ahimè, d'ora in poi pubblicherò, generalmente, una volta alla settimana ù.ù
*lo chiamo semplicemente Stato perchè, ch'io sappia, non ha alcun nome.. se qualche esperto di storia ne sa qualcosa mi faccia sapere che provvedo a sistemare ;D
Spero che questo capitolo vi abbia un po' intrigato, avendo introdotto il primo problema: che fine avrà mai fatto Ace? Io qualche idea ce l'avrei.. voi ci avete pensato? *-* (non ditemi che vi eravate già dimenticati di lui.. ç__ç cosa possibile, comunque ahahah)
Be', ringrazio chi segue, ma soprattutto chi recensisce, e vi lascio a rimuginare fino al prossimo week end.. :3

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


-Buongiorno a tuttiii!!-
-Buongiorno, Nami-chwannn!!-
Eccolo, il lecchino numero uno.
-Dormito bene crostatina? Desideri qualcosa?-
-No grazie Sanji ma ho appena fatto colazione.. sarebbe meglio se facessi queste domande ai clienti, non a me..-
-Ma sono tutti degli orribili omaccioni! Mai che arrivi una delicata fanciulla ad alloggiare da noi, che magari abbia bisogno di una camera, di farsi un bagno, di qualcuno che gli lavi la schiena e...
-Frena, frena, frena! Non voglio sentire di più dei tuoi desideri nascosti, grazie-
-Come vuoi Nami-chwan, ma sappi che nel mio cuore ci sarà sempre e solo posto per te! Allora io torno ai fornelli..-
Ecco, capite? Non che sia un cattivo ragazzo, ma ci prova con tutte, quindi è decisamente escluso dalla mia lista di possibili pretendenti, che quindi è... praticamente vuota.
-Nami, questo vassoio al tavolo 4!-
-Arrivo, arrivo!-

Toh guarda, una vecchia conoscenza. È quel ciarlone di Usop. Facile da riconoscere, è una di quelle persone con cui non ho fatto alcuna fatica a memorizzare il nome.. con un nasone come il suo è difficile scordarsi la sua faccia!
-Oh, ciao Nami. Come vanno gli affari? Sei forse qui per sentire una delle mirabolanti avventure del fantastico capitan Usop?!?-
Oh, eccolo che ricomincia, a raccontare le sua fandonie. E dire che la prima volta stavo quasi per credergli. Sottolineo QUASI. Mi sono fermata al punto in cui ha detto che.. non mi ricordo più nemmeno io. Oh be', poco importa, doveva essere di sicuro un'assurdità delle sue.
-Be' Usop, degli affari non mi lamento. In realtà sarei qui per darti qualcosina da mangiare, giusto giusto quello che hai ordinato con i tuoi miseri risparmi, ma se non ti interessa ti porto il conto direttamente in modo da poter ascoltare le tue fantastiche avvent-
-A pensarci bene mi è giusto venuto un languorino. Lascia qua, lascia qua.-
-Qualche notizia da fuori? Magari riguardo a una certa coorte che era stata mandata contro Silla circa dieci anni faa..-
Sì, Usop è un gran bugiardo. Ma anche una gran riserva di informazioni, se si sa riconoscere le frottole dalle semiverità che ti racconta. Sì, semiverità, perché ch'io sappia non ha mai raccontato qualcosa di vero per intero. Non è colpa sua poverino, è che sa sempre solo per sentito dire. Per fortuna io ho gran fiuto per queste cose.
-Eh, mi spiace, ma di quello ancora nessuna notizia. Appena saprò qualcosa te lo dirò sicuramente, non preoccuparti. Ma in realtà c'è un'altra cosa..-
Ecco ciò che mi piace di Usop: che ha sempre qualche cosa da dirti e che è un beota. Sì, un beota perché non sa sfruttare le informazioni di cui è a conoscenza, per mia fortuna. Se fossi in lui mi farei di certo pagare non per ogni frase, ma per ogni sillaba che mi esce dalla bocca, di notizia vera o falsa che sia. Tanto in quest'epoca di cafoni ominidi, penso che ci sia ben poca gente con l'abilità della sottoscritta di ricavare qualcosa di utile dai racconti di Usop.
-Allora, dicevo.. gnam, sluurp..- -Usop, che schifo! Per favore, evita di parlare mentre mangi, che sputacchi tutto il ben di Dio che ti ha preparato Sanji ADDOSSO A ME! Finisci di mangiare con calma, non ho fretta, intanto vado a servire qualche altro cliente..-

Quanta gente nuova oggi. Non posso fare a meno di notarlo. Tanti brutti ceffi. Troppi brutti ceffi. Ho sempre saputo che in nostro caro Quinto Sertorio ha un qualche affare coi pirati di Creta, ma non mi aspettavo accorressero tutti così di botto. O almeno, fino ad ora non avevo mai fatto caso a loro. Forse perché fra essi non c'era mai stato un gran bel pezzo d'uomo con zazzera verde e tre orecchini.. mm.. niente male..

-Namiii! Ho finitoo!- Oh, Usop, che rompiballe che sei.. spero almeno che tu abbia qualcosa di interessante da dirmi..
-Nami, allora stavo dicendo, grazie per il pasto comunque, anzi no visto che te lo pago, ma..-
-Calma, calma, Usop, ho tempo..- mento, controllando con la coda dell'occhio che il bel pirata sia ancora seduto al bancone; non posso perdermi un'occasione simile. Chissà se Usop non sa proprio qualcosa sul loro conto. Meglio non chiedere però: può finire che si inventi qualcosa, mischiando varie voci, pur di soddisfare la mia curiosità e avere un altro po' di vino a basso prezzo, magari addirittura gratis.
-Allora, dicevo, pare che nel sud dell'impero di Roma siano insorti degli schiavi-
-Un'insurrezione di schiavi? Certo, non capita spesso ma non riesco a capire cosa c'è di tanto speciale, è accaduto già diverse volte in passato..-
-Sì, hai ragione, ma questi non sono schiavi qualunque: sono i gladiatori di Capua-
-Ohi, ohi, ohi.. non prevedo nulla di buono per l'impero romano..- Ammetto di essere più che felice che Roma abbia problemi: quasi (dico QUASI) gli offrirei da bere per la buona notizia, ma non lascio trasparire le mie vere emozioni: dopotutto Usop è un cittadino romano a tutti gli effetti, anche se solo un plebeo. Ancora mi chiedo come lui possa fare tranquillamente avanti e indietro in uno stato nemico di Roma senza essere trucidato.. bah..
-Esattamente. Per lo più, pare che siano sotto il comando di un ex soldato romano e che siano già riusciti a equipaggiarsi dopo aver sconfitto le truppe romane al Vesuvio-
-Però! Ne han fatta di strada! Sinceramente però Usop mi aspettavo qualcosa di più da te..
Eccerto che mi aspettavo qualcosa di più: dopotutto è a causa sua se ho perso di vista il mio unico candidato.
-Mi spiace Nami, ma per ora è tutto ciò che ho da dirti.. Volevo per lo meno tenerti informata sugli ultimi avvenimenti, visto che so che Genzo si interessa molto di questo genere di cose-
-Dici bene Usop, di certo lo farò felice.. ma non aspettarti un po' di vino gratis questa volta! E ora sloggia, che ci sono clienti che aspettano, dai, su su!-
Dopo aver scortato alla porta, quasi a pedate, il mio caaaro Usop, che mi aveva fatto perdere di vista l'uomo che forse avrebbe cambiato la mia vita, me ne torno al lavoro.

Angolo dell'autore
Chi lo avrebbe mai detto che il secondo Mugiwara a fare la sua comparsa sarebbe stato Usop? O_O (neanche io l'avrei mai immaginato, ma boh, è uscito così, quindi va bene :3) Ammettetelo, non ve lo aspettavate.. E come non notare l'importanza del nostro spadaccino? Che pathos nelle tre righe a lui dedicate, in cui è riuscito a apparire e a scomparire* eh? :') *
(si sarà perso? ahahah),
Be' allora che dire.. spero che ci sia ancora qualcuno che abbia voglia di seguire, ma soprattutto recensire **. questa fanfic e vi saluto :3
ps. non so quanto vi frega ma.. sarà il clima natalizio e da niente-sbatta degli ultimi giorni di scuola ma sta settimana non ho scritto una riga ^^" spero che mi torni l'ispirazione al più presto D:
Ringrazio ancora chi segue/recensisce, alla prossima! :)

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Metà mattina. Finalmente una pausa. Per un po' non dovrebbe arrivar gente, considerando l'orario.
Be', andiamo a sfruttare le informazioni di Usop per guadagnare qualche punto con mio padre..

-Genzo!-
-Dimmi Nami, ti sei già presa una pausa?-
-Sì, tanto non c'era nessuno alla locanda, e in ogni caso di un cliente o due se ne può occupare anche Sanji. Comunque.. sai della rivolta dei gladiatori di Capua?-
-Sì- dovevo immaginarlo.. cavolo che figura da stupida -ma ciò che tu forse non sai è che probabilmente tra questi potrebbe esserci anche il tuo cugino Ace-
-ACE?!?!?!? Com'è possibile?!?!?-
-Secondo dei miei informatori, di certo migliori del tuo “caaaro amico Usop”, molti dei soldati romani della coorte che fronteggiò Silla non furono uccisi, bensì fatti prigionieri di guerra e rivenduti come schiavi*. Considerando quindi il fisico e l'abilità di Ace, o, ahimè, è morto in battaglia, oppure è stato fatto prigioniero ed è quindi stato fatto gladiatore dal suo acquirente-
-Papà! Sei un genio!- mi ero lasciata sfuggire quel “papà” senza pensarci. Rossa per l'imbarazzo guardo il suo volto. Non è contrariato, sta sorridendo. Era da tanto che non sorrideva.. come dire.. così, spensieratamente.
-Lo so cara, in più potrebbe anche essere lui il famoso Spartaco-
-Spartaco? E chi sarebbe? Usop non mi ha detto niente...-
-Strano che lui non lo sappia, probabilmente si sarà dimenticato di dirtelo- quel farabutto.. appena ha sentito che per quella notizia non avrebbe ricevuto vino gratis ha chiuso la bocca eh? Vedrai come le busca la prossima volta.. comunque devo riconoscerglielo: è meno beota di quanto pensassi.. -Spartaco è il nome, non si sa se vero o in codice, del capo della rivolta, il famoso ex soldato, quindi capirai che potrebbe trattarsi anche di Ace. Be' ma non è finita qui: devo confessarti che, malgrado la loro forza, un manipolo di gladiatori non può nulla contro l'esercito romano, anche se Sertorio sta cercando di aiutarli-
-Sertorio? E cosa può mai fare? Siamo agli antipodi rispetto a Capua!-
-Be', ma dovresti capire anche tu che se Roma fosse attaccata su più fronti avrebbe più difficoltà a fronteggiare i suoi nemici.. Ma dopotutto sei una ragazza, so che non ti interess..-
-NO, NO! Mi interessa, mi interessa, e ho capito il ragionamento e devo dire che fila per bene. Ma aspetta aspetta.. non vorrai dirmi che dovrai andare in guerra papà?!?!-
-Ahahahah nono, sono troppo vecchio ormai, anche se, dopo che mi hai chiamato papà per due volte in una sola giornata dopo 10 anni, posso anche morire felice- Questa volta sono io a sorridere. Sì, lui è proprio il mio papà.
-Stiamo inoltre lavorando su un accordo-
-In che senso? E con chi?-
-Be', considerando che tuo cugino Ace può essere fra quei gladiatori dobbiamo assicurarci della sua salvezza, e, anche se così non fosse, noi, come stato ribelle, dobbiamo “prenderci cura” di ogni nemico di Roma, dunque ci stiamo accordando anche con altri ribelli.. di più però non posso dirti, mi spiace, informazioni riservate-
-Uffa papà però.. cioè, non puoi mica iniziare il discorso e poi lasciarlo a metà, eh! Dai papà ti prego, su papino, dai, dai, daiii!-
-Ah, non mi comprerai così, dicendo papà, papino ecc.. anche se devo ammetterlo, è stato un colpo basso iniziare il discorso e poi non finirlo- dopo aver detto questo mi guarda e, visto il mio broncio da mocciosa, scoppia a ridere -ma se lo faccio è perché so che puoi arrivare anche da sola alla soluzione.. basta guardarsi intorno. Ora su, muoviti, basta stare con le mani in mano: la tua pausa è finita da un pezzo e non puoi lasciare a Sanji tutto il lavoro.. muoviti e torna a lavorare che è meglio!-

Fu così che, insoddisfatta ma non troppo, me ne ritornai al lavoro.
Perché non ero del tutto insoddisfatta? Ma ovvio: chissà mai che il mio bel pirata non fosse venuto anche a pranzare nella mia locanda..

Niente. O meglio nessuno. Intendo, di quel bel pirata neanche l'ombra. Peccato. Be' dovrò farmene una ragione, dopotutto un sacco di persone vanno e vengono a questo mondo. Ma che dico... SONO DISPERATAAAA!!.. l'unico mio candidato nell'arco di centinaia di km non si vede.. come farò?
Mi avvio a casa, distrutta sia fisicamente che psicologicamente. Speriamo che mio padre non tiri in ballo ancora una volta la faccenda del matrimonio, mi farebbe sentire solo peggio. Cosa che fa OGNI ANNO con l'avvicinarsi del mio compleanno. Giuro che lo trucido, se solo ci prova..

-Bene bene bene..- è arrivata l'ora di cena e l'intera famiglia Cocoyashi è riunita. Il capo famiglia inizia così il suo tradizionale discorso. E dire che nutrivo QUASI la speranza di evitarlo, cavoli..
-Allora Nami, figlia mia, sbaglio o si sta avvicinando il tuo diciannovesimo compleanno?-
-Sì, papà..- rispondo mogia mogia, sapendo dove vuole andare a parare
-Ebbene, allora dovresti ben sapere che è l'ora di darsi una spicciata- eccolo che torna all'attacco, il farabutto
-Ma papà! Nojiko è più grande, perché dovrei essere io a sposarmi per prima?!?- Nojiko arrossisce e mio padre, come al solito, elude la domanda
-Per lei ho già deciso, quindi punto. Te invece devi ancora scegliere, e mi raccomando, una buona scelta, un bravo ragazzo che sappia amarti, rispettarti..- ha così inizio un lungo monologo, destinato a concludersi solo con la fine della cena.
-Ma c'è un'altra cosa- questo non me lo aspettavo: credevo che dopo il discorso prematrimoniale quotidiano sarei potuta andare a stendermi un po'. Sono veramente stanca.
-Ho bisogno di un favore Nami. Forse non lo sai, ma oggi ho avuto un lungo colloquio con il capo dei ribelli con cui ci dovremmo alleare, come ti avevo anticipato sta mattina. È stata dura contrattare, ma alla fine abbiamo concordato: il loro capo e alcuni dei suoi fedeli, oltre a ricevere una lauta ricompensa, alloggeranno gratis nella nostra locanda fino a tempo indeterminato. Non vogliono assolutamente essere disturbati. Dunque, ti occuperai tu della pulizia quotidiana delle stanze e dei pasti.-
-Vuoi dire che dovrei fargli da cameriera? Se è così non può occuparsene una delle nostre dipendenti?- Certo, sono molto curiosa di sapere di chi si tratta e tutto il resto, ma non dimentichiamoci che sono dei ribelli, e quindi dei malviventi (associazione da NON fare assolutamente con gli abitanti dello Stato ribelle in cui vivo, ovviamente, o almeno, non con tutti), dunque è meglio non averci niente a che fare.
-Mi spiace Nami, ma non si fidano di nessuno. Ci mancava poco che dovessi andare io a far loro da cameriera.. quindi ho deciso che te ne occuperai tu. Mi raccomando: discrezione. Non fare domande. Sono nostri alleati, ma si tratta pur sempre di gente pericolosa- ecco, lo dicevo io.
-Va bene, ho capito papà.. me ne occuperò io. Ma tu giurami una cosa: non tirerai più in ballo l'argomento matrimonio fino a che non sarò io a parlartene, ok?- un mugugno fu la sola risposta di mio padre.


Angolo dell'autore
Hola chicass!
Per farmi perdonare del mio ritardo, e non avendo alcuna giustifica (se non quella del clima festivo che mi ha indotto a far di tutto TRANNE quello che avrei dovuto fare, testimoni i miei compiti ç__ç), posterò domani un altro capitolo in modo da rimettermi in pari con la mia tabella di marcia u.u (che GIURO non infrangerò più esclusi motivi PIU' CHE SERI.)
Quindi 
vi prego, non trucidatemi subito, aspettate almeno la fine della storia ç__ç
Ah! *perdonatemi (oggi è il giorno delle scuse), ci tengo a informavi che questo è di mia invenzione, ma poteva anche essere dopotutto, no? ò.ò (e poi scusate, se così non fosse mi spiegate come cippola faccio a continuare la mia storia? v.v)
Ci tengo a farvi notare però che questo capitolo è più corposo rispetto agli altri e ci ha introdotto (finalmente, era ora!) un.. boh qualcosa utile alla nostra storia, chi ha orecchie per intendere intenda :3 (se leggete il capitolo con attenzione potreste trarre "conclusioni" importanti u.u)
Ringrazio tutti coloro che nonostante la mia negligenza continuano a seguire, a domaniii :D

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


-Mmmm.. oggi mi sento decisamente meglio.. Nojiko è pronta la colazione?- domando mentre mi stiracchio. Nessuna risposta.
-NOJIKOOO- Scendo le scale, ancora intontita.. non penso sia la stanchezza, mi sembra quasi di aver dormito.. troppo. Una sensazione che non provo da tempo a causa degli impegni quotidiani.
La cucina è vuota. Il mio piatto è sul tavolo, accanto a un biglietto di mia sorella “Nami, scaldati la colazione, io sono andata alla locanda.. sai, ieri eri talmente stanca che mi sembrava un peccato svegliarti visto che dormivi così bene! Buon appetito, ci vediamo dopo” firmato “La-tua-sorellona-che-ti-vuole-tanto-bene-e-che-spera-tu-ti-trovi-un-bravo-ragazzo <3 <3”.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRGGGGGGGGGGHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!! SONO IN RITARDOOOOO!!!- così, dopo aver mangiato in fretta e furia la colazione, mi dirigo verso la locanda.

Ho il cuore che mi batte forte. Sono preoccupata, dannatamente preoccupata. Non è la prima volta che Nojiko mi lascia dormire un po' di più e mi sostituisce sul lavoro, ma oggi arrivavano i ribelli! Speriamo non abbia fatto domande, né se li sia inimicata.. cavolo, la responsabilità papà l'aveva data a me! E se gli ha detto qualcosa? E loro si sono arrabbiati? E se l'hanno rapita, o peggio torturata e poi..
-NOJIKO! NOJIKO!- entro nella locanda sbraitando il suo nome e sbattendo la porta. Tutti i presenti hanno gli occhi fissi su di me. Probabilmente, avrò anche svegliato qualche dormiglione.
-Che c'è Nami? Dormito male? Mi sembri un pochino stanca..- ma guarda te! Ovvio che sono stanca, me la son fatta tutta di corsa da casa a qua e ci manca poco che vomiti la colazione! Mi trattengo solo perché sono troppo contenta di vederla sana e salva -Gli ospiti, Nojiko, gli ospiti!- -Qual è il problema Nami? Come tutti i giorni mi sono occupata di loro e ho dato istruzioni alle camer-
-Nojiko! Gli alleati di papà! La gentaglia pericol- mi interrompo, vedendo che una donna seduta al bancone ci fissa e ridacchia, tenendo educatamente una mano davanti alla bocca.
-Oh Nami! Questa è uno dei nostri nuovi ospiti.. Lei è-
-Robin, piacere- la mora dai profondi occhi azzurri, dopo essersi alzata con grazia dalla sedia e avvicinata a noi, mi porge una mano, che stringo un po' titubante -Spero che la vostra locanda ci offra tutto ciò per cui è tanto nominata in questo paese e che possiamo instaurare un buon rapporto- dice sorridendomi. Dai suoi modi traspare un'intelligenza e una cultura che mi sembrano strani, se non fuori luogo, in un posto come questo, considerando poi che mio padre mi aveva parlato di individui loschi e pericolosi. Non si sa mai, meglio stare in guardia.
-Piacere, Nami. Sarò io, durante la vostra permanenza qui, che mi occuperò di voi, per cui se avete problemi o anche solo domande rivolgetevi a me- cerca di essere amichevole Nami, amichevole. La donna mi sorride e, dopo avermi ringraziato, si dirige al piano di sopra, dove ci sono le stanze degli ospiti.
-Simpatica, no?- chiede mia sorella. Io annuisco. Non so perché ma non riesco a fidarmi del tutto di quella donna.

Appena ho un attimo di pausa, tra le richieste esigenti dei clienti e le moine di Sanji, vado da mia sorella, impegnata a asciugare i bicchieri. -Nojiko in quanti erano?- chiedo in un sussurro
-Cosa?- la ragazza mi guarda male. Proprio non riesce a cogliere.
-Gli ospiti speciali di papà.. cioè voglio dire, non posso credere che ci sia solo quella donna, tanto meno che lei sia il capo!-
-Se è il capo o no non so dirtelo, e purtroppo non so dirti neanche quanti erano.. quando sono arrivata a aprire la locanda, non so come lei era già all'interno, e mi aspettava al bancone per avvisarmi che aveva già preso le chiavi delle stanze e che lei suoi compagni, che erano già andati a riposarsi, per oggi non vogliono essere disturbati..-
-Ma come si permette quella?!? Lo sapevo io che c'era qualcosa sot-
-Ah! Ha lasciato una mancia sul bancone, l'ho messa nel casset-
-Oh, ma che begli ospitini che abbiamo qui! Di certo non mancherà niente al loro pernottamento nella nostra locanda! Nojiko, fammi subito sapere se manca a lor signori qualcosa!- dico al massimo della felicità: un po' di soldi in più non fanno mai male, soprattutto se non si è fatto alcuno sforzo per guadagnarseli.
-Certo sorellina- mi dice scuotendo il capo, con un sorriso sulle labbra.

A pensarci bene i nostri ospiti, malgrado misteriosi, loschi e pericolosi, non sono poi così male. Il sacchetto era pieno di monete d'oro. Cosa che normalmente mi insospettirebbe, ma, essendo importanti ribelli, è ovvio che abbiano a loro disposizione grandi sostanze, no?
Per oggi meglio che li lasci nelle loro stanze a riposare, il viaggio per arrivare fin qui deve essere stato lungo e da quel che ho capito ieri sono stati impegnati quasi tutto il giorno col colloquio con mio padre, e io so quanto può essere stancante avere una conversazione con lui.. Eh va be', vorrà dire che rimanderò a domani le presentazioni.

-Allora Nami? Come è andata? Non ti è accaduto niente vero?-
-Per la miseria, papà! Sono davvero così pericolosi?- Lo rimprovero, pur essendo stata anch'io così preoccupata, se non di più, per la sorte di Nojiko. Finalmente a casa, posso rilassarmi un po' dopo questa giornata piena di.. emozioni, non tutte troppo piacevoli -comunque, io e Nojiko abbiamo conosciuto una donna, Robin, ma non abbiamo neanche visto in faccia gli altri..-
-Scusami Nami, è che ero semplicemente un po' preoccupato.. Robin eh? Una ragazza davvero intelligente e colta, non c'è che dire. Probabilmente senza la sua mediazione, quei folli sarebbero andati allo sbaraglio senza neanche darci ascolto.. comunque, me lo aspettavo che non si sarebbero fatti vedere o quasi, almeno per il primo giorno. Sono dei tipi.. che cercano di tenere un profilo basso, ecco, anche se non si può dire non attirino l'attenzione. Per cui Nami, mi raccomando, niente domande.-
-Sì, sì, papà ho capitoo.. Me lo devi dire tutte le volte? Comunque non preoccuparti e conta su di me, vedrai che farò un ottimo lavoro-
-Brava la mia figliuola, chissà mai che non trovi anche un bravo ragaz-
-Notte papà! Oggi sono davvero stanca e, visto che non posso far lavorare Nojiko anche domani, dovrò svegliarmi presto, per cui, ti prego, oggi niente paternale- Così, senza lasciare neanche che mio padre abbia il tempo di dire “ba” me ne vado in camera.


Angolo dell'autore
Buahahaahah speravate che avreste scoperto chi sono esattamente i nostri ribelli, eh??? E invece no. v.v (non credevo avrei mai potuto trovare soddifazione nel postare un capitolo insoddisfacente come questo :S)
Finalmente fa il suo ingresso la bella Robin con un'entrata in scena spetaculerrr (lo ammetto, un entrata in scena normale proprio non me la figuravo, trattandosi dei nostri Mugiwara ahah)
Che dire.. nel prossimo capitolo vi anticipo già che avremo un colpo di scena che non lascerà a bocca asciutta le zonamiste che seguono **
Buona lettura e ringrazio tutti coloro che recensiscono, in particolare Funeral of Hearts che non mi ha abbandonato neanche in un capitolo :') (e alle cui domande non è stato riscontrato esito positivo in questo capitolo ahah :P)
Alla prossima :3

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


-Buongiorno a tuttiii!!- Saluto con un sorriso tutti i nostri clienti abituali, curandomi di ignorare Usop, che deduco non abbia niente di interessante da riferirmi, vista la velocità con cui si sottrae al mio sguardo indagatore. Lo supero urtandogli la sedia, memore che a causa sua ho perso ogni possibilità di rivedere il mio UNICO candidato, e mi dirigo velocemente da Sanji.
-Sanji-kuuuuunnn!-
-Dimmi tutto, mia amata Nami-chwaaaann!- Buah, vomitevole.
-Non è che hai intravisto i nostri “ospiti speciali”?-
-Mmm.. in realtà no, da quel che so non sono neanche scesi a far colazione, i lor signori hanno chiesto il servizio in camera, uhmpf!-
-Ho capito.. non hai ancora fatto portare la colazione, vero?-
-Nono, so che è compito tuo, Nami-chwan.. Che buzzurri! Far sgobbare così la mia amata dea..-
-Va bene così Sanji, tranquillo.. allora vado su subito! Ci vediamo dopo!- yess, non ci sarà mai occasione migliore per ficcanasare un po'.. allora.. stanze dell'ala est eh?

Busso alla porta.
-Avanti!- entro. -Oh, ciao Nami, ti stavo aspettando.- è Robin che, seraficamente, se ne sta seduta al tavolo posto al centro della stanza con in mano un rotolo di pergamena, dal cui aspetto deduco sia veramente vecchio.
Mi guardo attorno, notando come la stanza sia più modesta di quanto immaginassi: un letto, un tavolo con una sedia, un piccolo scaffale e un armadio. È anche spoglia: i bagagli non sono ancora stati disfatti, nonostante siano passate più di ventiquattr'ore dal suo arrivo. O era talmente stanca da non avere la forza di sistemare le sue cose, o sa già che non si fermeranno a lungo qui; alternativa che non mi spiace affatto, lo ammetto.
-Scusami per averti fatto aspettare! Cosa leggi di bello?- mi scuso repentinamente, senza trascurare il perfetto stile cameriera-impicciona.
-Oh, una vecchia pergamena che mi ha regalato Sertorio..- cosa?!? Oltre a farsi dare un compenso si fanno pure regalare manoscritti dal governatore?.. Così dicendo mi mostra la pergamena, il cui testo neanche si legge bene, da quanto è consumata -Devo ammettere che questo stato ha una storia davvero interessante, anche se breve.- mi dice, ammirata.
-Uhm, ti interessi di cose del genere? Beh, comunque ti lascio qui la colazione.. in che stanze sono i tuoi compagni?- ha proprio ragione mio padre: una donna veramente colta.
-La stanza qui di fronte, non puoi sbagliarti.- mi informa cordiale.
-Ok, grazie. Ci si vede!- uhm, passatempo fin troppo normale, come la stanza.. Genzo non si sbagliava neanche quando mi ha detto che sono tipi che cercano di mantenere un profilo basso.. certo, se non fosse che si fanno servire la colazione in camera dalla proprietaria della locanda e che si sono appropriati (sì, appropriati, siccome non mi risulta che ci abbiano mai chiesto che stanze erano disponibili) di stanze che, seppur sobrie, hanno annesso un bagno privato!

Busso. Nessuno mi risponde. Busso un po' più forte.
-Che aspetti a entrare? Muoviti, cos'hai bisogno, del mio permesso?- è una voce maschile. Di un uomo veramente maleducato. Nami calma, devi mantenere la calma: sono gente pericolosa, fai quello che vogliono e non avrai problemi.
Entro stizzita, trattenendomi a fatica dal sbattere la porta.
Nella stanza non c'è nessuno.. anche questa è spoglia, con i bagagli non ancora disfatti ammucchiati accanto ai letti. Un rumore improvviso dal bagno mi distrae, rischiando di farmi inciampare in una scatoletta somigliante alla cassetta di primo soccorso che anch'io ho a casa. E così, oltre che autoritari e maleducati, ci ritroviamo ad ospitare buzzurri che neanche sanno tenere le loro cose a posto, eh? È proprio vero che gli serve una cameriera..
Dopo aver appoggiato il vassoio sulla scrivania, sto per informarlo che lascio lì la colazione quando..
-Vieni dai, lo sai che sono tutto acciaccato..- COSAAAA?!? Vuole farmi entrare in bagno, ma è impazzito?!? -Che stai aspettando? Muoviti o giuro che ti affetto.- Tranquillo, eh!
Riluttante, ma soprattutto alquanto stizzita, apro la porta del bagno. C'è un sacco di vapore; non si vede a un palmo dal naso, fortunatamente. Non mancherò di certo di far sapere a mio padre di che sperpero di acqua calda i nostri ospiti siano capaci, ovviamente. Magari escludendo il fatto che uno di quelli mi ha “obbligato” a entrare nel suo bagno. No anzi, meglio dirglielo, sia mai che riesca a ottenere una risarcimento dei danni morali per aver costretto una povera fanciulla come me a entrare nel bagno di un uomo.
Uomo. Nella vasca. Con un asciugamano in testa. A parte quello, nudo, deduco. Mi da le spalle, quindi fortunatamente non vedo altro.
-Dai su, vieni a lavarmi la schiena..- COSAAA?!? Ma mi ha preso per la sua cameriera personale o cosa??
Sto per rispondergli a tono quando mi viene in mente tutta la paternale di mio padre di quanto questi “illustrissimi” ospiti siano gente pericolosa e da assecondare.. inoltre questo qui ha appena minacciato di affettarmi! Senza alcuna scelta, mi avvicino alla vasca.
Non sono mai stata così in imbarazzo in tutta la mia vita.

Dopo essermi inginocchiata dietro di lui, riluttante prendo la spugna e comincio a lavargli la schiena abbronzata, aumentando la pressione strofinata dopo strofinata. Una piccola rivincita non posso non prendermela.
A un certo punto sento un suono che...
-Chopper ti sembra il modo di strofinare una sch- si volta.

Mi vede.
Sgrana gli occhi, o meglio, l'occhio.
Gli cade l'asciugamano dalla testa.
Zazzera verde.
Tre orecchini, che tintinnano a ogni suo movimento.
Spalanca la bocca.
Arrossisce.
-WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!- urliamo.
Mi scosto dalla vasca; cerco di alzarmi in piedi per andarmene, ma inciampo in uno sgabello e, con un tonfo, sbatto il mio dolce fondoschiena a terra. Al che quel beota si alza in piedi, come se si stesse mettendo in guardia per affrontare un possibile nemico. Ma è impazzito?!? Non posso credere ai miei occhi.. come fa qualcuno a essere così idiota?!? Accortosi dell'errore, arrossisce ancora di più e, dopo aver tirato qualche bestemmia, sprofonda fino agli occhi sott'acqua.
-PERVERTITOOOOOO!!!!!!!- urlo, rossa più che mai, scagliandogli addosso tutto ciò che ho a disposizione, cercando nel frattempo di arretrare strisciando fino all'uscita. Lo colpisco con.. Toh! una spada. Quello, dopo essere stato colpito da sgabelli, asciugamani, e roba varia, velocemente si riprende e, dopo essersi coperto con l'asciugamano che teneva in testa, prende la spada che gli avevo lanciato per sbaglio e la sguaina. Sgrano gli occhi. Sono davvero nei guai.


Angolo dell'autore
Hola chicass!!
Alur, ecco la vera entrata in scena del nostra amato Zoro! Non ve l'aspettavate, eh? ;D
*curiosa di sapere come pensavate si sarebbero incontrati, perfettamente conscia che un incontro normale non sarebbe mai potuto avvenire*
Che dire, vi lascio in una scena abbastanza suspenciosa (?).. cosa deciderà di fare Zoro? Che fine farà la nostra povera Nami?
Con questi interrogativi, e altri ancora, vi lascio al prossimo capitolo, che uscirà, come sempre, il prossimo fine settimana :3
(Mi raccomando, continuate a seguire e, se possibile, recensite: anche solo per un parere, buono o cattivo che sia, sulla storia.. mi fareste davvero felice ç__ç)
P.S. ho modificato il capitolo in seguito a degli "epic fail storici" che non mi ero accorta di aver fatto.. ringraziate Funeral of Hearts per le correzioni ;)

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


La situazione è tesa. Tesissima. Non potrebbe essere peggiore.
Chi avrebbe mai immaginato che mi sarei ritrovata davanti (semi)nudo quel gran figo di qualche giorno fa?
Potrei godermi appieno la visione se solo quello non mi stesse puntando una spada alla gola, rosso dall'imbarazzo, con l'asciugamano che gli cade e con cui fa fatica a coprirsi.

Sistematosi meglio l'asciugamano e riacquistata un po' di dignità, si rivolge a me con uno sguardo assassino: -CHI SEI- pronunzia queste parole con un tono calmo, neutro. Così neutro e controllato da far accapponare la pelle. Non è una domanda, è un ordine.
Per lo shock non trovo le parole. Sono terrorizzata. Dopo aver deglutito più volte inizio -Ecco, io son-
-DOV'E' CHOPPER CHI SEI-
-Calmati, calmati, non ti sono nemica e, malgrado sembrasse, non stavo tentanto di scuoiarti- dico impaurita sventolando le mani davanti a me, cercando di fargli capire che non ho nulla contro di lui e che è tutto un malinteso -anche se avrei tanto voluto..- aggiungo poi, bisbigliando e guardandolo male. Quello non ha alcuna intenzione di abbassare l'arma -Per quanto riguarda questo fantomatico Chopper non so chi sia, davvero.. io sono solo venuta a portarti la colazione e-
-Quindi tu saresti la figlia del vecchio?- rinfodera la spada con un ghigno sulla faccia. Vecchio? Come si permette? Non rispondo a tono solo perché so quanto sia importante non perdere la poca fiducia che ho ottenuto.

-Stavi dicendo? Come mai sei entrata, quindi? Ti ho forse dato il permesso?- mi dice con un ghigno strafottente sulla faccia.
-Per tua informazione sei tu che me l'hai ordinato, o sei così stupido da non ricordartelo neanche?!?- Sbotto balzando in piedi, in preda a un attacco d'ira dei miei. Come fa qualcuno a essere così idiota? Dio mio, che nervoso. Acc.. Nami lingua lunga, non ho soppesato le mie parole.
Quello assottiglia lo sguardo. -Esci.- ordina imperioso. Non sapendo che fare e non volendo assistere a un altro spettacolino, esco dal bagno sbattendo la porta. Sistemo i due vassoi sul tavolo e scendo da basso, più furiosa che mai.

È ormai sera, quindi ho sbollito tutto. Sì, perché io sono una ragazza ragionevole e controllata che sa qual è il giusto comportamento da tenere anche con idioti del genere pieni zeppi di soldi, nonché individui pericolosi che attentano alla mia sanità mentale, da cui purtroppo deriva il mio futuro. Non sono più furiosa. Sì, basta, è acqua passata.
MA CHI VOGLIO PRENDERE IN GIRO?!? Sono furiosa, furiosissima, se quell'idiota mi capitasse tra le mani di certo avrebbe vita breve. Brevissima. Sono più arrabbiata con me stessa però. Mio padre mi aveva tanto raccomandato di comportarmi bene e far filare tutto liscio.. e io l'ho deluso così. Tutta colpa di quel buzzurro, comunque. Domani vedrà, oh se vedrà. Oggi non ero nel giusto stato mentale per fargliela vedere, tutto qua. Troppo scioccata.. chi l'avrebbe mai detto che erano verdi pure.. cazzo no Nami, no, non pensarci!
Lascio da parte i miei pensieri che si fanno troppo sconci e inadatti alla situazione e apro la porta di casa.

-Sono a casa..- mugugno. Mio padre e mia sorella mi fissano. Accidenti, dovevo aspettarmelo che gli aveva già spifferato tutto. Altro che io chiedere i danni morali a lui, può finire che sia proprio io a dover pagare, nel migliore del casi.. nel peggiore, potrebbero anche annullare l'alleanza.. A CAUSA MIA! oddioddioddio..
-Che hai Nami? Ti vedo proprio giù..- mi dice Nojiko, amorevole, avvicinandosi a me con faccia preoccupata. Grazie papà, non ti sarò mai abbastanza grata per averlo tenuto segreto almeno a mia sorella: per la vergogna avrei potuto non riuscire più a guardarla in faccia.
-Infatti Nami, Nojiko ha ragione, che hai?- sono sbalordita. Mio padre non sa niente? Non ne è al corrente? Com'è possibile? Chi mi ha salvato il culo? Cosa starà facendo ora quel fottuto bastardo?
Mentre questi pensieri mi affollano la mente rispondo semplicemente -Tutto bene, tranquilli, sono solo un po' stanca.. è stata una giornata.. dura.-

Non avevo fame. Me ne sono andata subito in camera. Non a dormire, no. A prendere sonno non ci penso neppure. Devo trovare un modo per fargliela pagare, a quel pervertito.. capaci tutti a tener la bocca chiusa eh? Chissà cosa vorrà in cambio.. DI SOLDI NON SE NE PARLA. Oddio sono così nervosa.. speriamo non spifferi niente a nessuno.. che imbarazzo! Anche lui però dovrà stare attento.. non sa ancora di cosa sono capace..

Sento bussare.
-Chi è?-
-Nami apri, sono Genzo- mi alzo dal letto sbuffando e apro la porta.
-Sai, sei andata subito a letto e non ho avuto occasione di informarti di una cosa imp-
-Sì infatti papà, non ti sbagli, sono andata subito a letto perché sono stanca e non voglio essere disturbata!- gli urlo contro e gli sbatto la porta in faccia. Lo sento che se ne va mormorando qualcosa tipo “avrà le sue cose..”; più infuriata che mai mi rimetto a letto.

Non riesco a prendere sonno.. che io.. mi senta un po' in colpa? In effetti non posso dire di averlo trattato come merita, gli ho urlato contro senza ascoltare cosa aveva da dirmi di così importante e gli ho sbattuto la porta in faccia.. oh Genzo.. 
Il mio orgoglio (forse anche la pigrizia), però, mi impedisce di scendere da basso per andare a scusarmi con lui e avere l'anima in pace.
PERO' aspetta un attimo.. è lui che ha contribuito all'alleanza dello Stato con quei farabutti (e quel fottuto bastardo), giusto? Ed è sempre lui che mi ha detto di occuparmi dei nuovi ospiti (e quel fottuto bastardo), giusto? Quindi è colpa sua se mi sono cacciata in questo pasticcio.
Quindi.. buonanotte e AL DIAVOLO I SENSI DI COLPA!

Angolo dell'autore
Hola chicas! Sì, oggi mi sono presa bene con le sottolineature ù.ù
Allora che ne pensate? Un po' deluse? Sì, in effetti poteva accadere di tutto maa.. non è successo proprio NIENTE! Buahahaahah :3
Eh allora direi che vi tocca continuare a leggere v.v
Diciamo che questo è un capitolo di frammezzo, che dire.. l'unica cosa è che forse Genzo aveva qualcosa di veramente importante da dire.. o no? Curiose eh? **
*la più parte delle lettrici si era dimenticata che Genzo doveva dire qualcosa a Nami avendo letto il motivo della sua entrata in scena senza prestare la dovuta attenzione*
Niente, allora ringrazio chi segue, ma soprattutto chi recensisce, e.. alla prossima! :D

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


-In fretta, in fretta in frettaaaa!!!- mi sono svegliata tardi. Ancora.
Corro verso la locanda. Non ho neanche fatto colazione e, il pensiero che debba portarla a quel buzzurro mi fa ribollire dalla rabbia.

Spalanco la porta della locanda senza neanche salutare e mi dirigo in fretta e furia da Sanji, sperando che non abbia aspettato il mio arrivo per preparare le colazioni per i nostri ospiti.
Sono talmente di fretta e sovrappensiero che mi accorgo solo dopo aver attraversato tutto il locale di corsa che, da un tavolo dell'angolo destro, il buzzurro mi guarda con il suo ghigno compiaciuto.
Rossa, tra l'incazzata e l'imbarazzata, mi dirigo a grandi falcate verso di lui.
-Oh, ma chi si vede!- mi dice ghignando, con una faccia che dovrebbe sembrami stupita, credo. -Ci siamo conosciuti da qualche parte, signorina? Il suo viso non mi è nuovo..- continua strafottente, come se fosse simpatico.
-Buzzurro ti avverto, qui iniziamo male..- è incredibile come possa farmi saltare i nervi in meno di trenta secondi.
-Non credevo assumessero anche pervertite lanciatrici di oggetti a tradimento tra le cameriere..-
-Piantala! Non sono una cameriera! E chiedimi immediatamente scusa!- gli urlo in faccia, con le palle girate già di prima mattina -E poi.. cosa ci fai qui?- mormoro confusa. Cioè, io mi sono fatta tutta la strada da casa a qui DI CORSA, PER NIENTE, visto che ha già fatto colazione?!?

Quello, con il suo solito ghigno -Sai, non volevo correre rischi: sia mai che la prossima volta che mi avresti portato la colazione avresti tentato di abusare di me..- mormora, con un'aria da finto verginello impaurito.
La mia pazienza è al limite. Inizio a urlare -Ma per favore! Non ero certo io quello con una spada in mano che minacciava una sconosciuta senza neanche sapere cosa ci facesse.. lì..- smetto di urlare e abbasso il tono, rendendomi conto che fin troppi occhi si erano puntati su di noi, tra cui quelli di Robin e di un individuo incappucciato. Forse, dico forse, è anche il ricordo dell'accaduto ad avermi convinto a parlare con più discrezione. -Sta di fatto che voglio un risarcimento.- affermo decisa: dopotutto si sa, la miglior difesa è l'attacco.
-COSAAAA?!?!?!- questa volta è lui a urlare, con una faccia tra lo scioccato e l'incazzato.
-Be', sei tu quello che ha obbligato una povera e dolce fanciulla a strofinargli la schiena, minacciando di affettarla per poi puntarle addosso una spada!- affermo convinta. È rimasto sbalordito, senza parole. L'avevo detto che gliela avrei fatta pagare.
-Strozzina!- urla quello.
-Pervertito!- rispondo.
-Mocciosa!-
-Buzzurro!-
-Pervertita!-
-Ehi non vale questa l'avevo già detta i- mi blocco, notando che, mentre stavamo discutendo, Robin e il losco figuro si erano avvicinati.

-Ciao Nami! Tutto bene?- mi fa lei serafica, come se non si fosse sentita fin dall'altra parte del locale la nostra discussione. E, se anche così non fosse stato, sono convinta che lei sappia tutti i particolari anche meglio di noi. Non rispondo, mi limito a lanciare un'ultima frecciatina al buzzurro per poi guardarla con una faccia alla 'are you fucking kidding me?'*.
-Hai conosciuto il capo?- continua sorridendo, come se niente fosse.
-Cosa? Chi? Capo? Dovedovedove?- esclamo, volgendo lo sguardo ovunque per di trovare l'uomo che, ne sono certa, colpito dalla mia bellezza e purezza, avrebbe punito il suo subordinato pervertito, magari escludendolo dal piano. Oh, se se lo sarebbe meritato!
Scruto la taverna, ma non vedo nessuno che ci guarda, o almeno, esclusi tutti i clienti abituali che, indispettiti da quel trambusto già di prima mattina, ci guardano con occhi di fuoco.
Poi noto qualcuno incappucciato accanto a Robin; non è possibile definire sesso o età a causa del mantello, ma sembra abbastanza mingherlino. Sì, deve essere per forza lui, che tiene nascosta la sua identità per manovrare il tutto con fili invisibili ai più, come un abile burattinaio.
Sto per presentarmi, quando il buzzurro interviene -Sì, infatti Robin, di' tu a quella mocciosa che dovrebbe portare rispetto a chi è a un livello totalmente superiore rispetto al suo..- fa quello soddisfatto.
Lo zittisco con uno sguardo assassino e mi rivolgo all'incappucciato -Mi scusi, se non l'avevo notata prima, mio signore: cosa strana, vista la sua magnificenza e potenza, si vede che lei ha tutte le caratteristiche di un leader- facendo gli occhi dolci, gli faccio tutti i complimenti che mi vengono in mente, pur di ingraziarmelo e fare in modo che punisca quel buzzurro.

-Ehm.. Nami?-
-Sì Robin?- cosa mi interrompe, quella? Sarà anche intelligente, ma allora non ha notato che sto cercando di ingraziarmi il suo capo e che quindi dovrebbe farsi gli affari suoi?!?
-Temo che tu ti stia rivolgendo alla persona sbagliata..- mormora, con un sorrisino divertito sulla faccia. Il buzzurro fa fatica a trattenersi dal ridere, mentre l'individuo sospetto ha cominciato a muoversi in un modo piuttosto strano: sembra quasi imbarazzato.
-E a chi dovrei rivolgermi allora, scusa? Qui non vedo nessun altro degno di nota!- esclamo stupita. Non posso credere di aver fatto una tale figuraccia.
-E-Ehm..-
-Cosa tossicchi buzzurro? Cosa vuoi dalla mia vita?- gli ringhio contro, più incazzata che mai, essendomi resa conto di aver sprecato tutti quei complimenti per una persona che non potrò utilizzare per vendicarmi contro di lui.
-Cosa ne pensi del nostro capo, scusa?-
-L'ho detto, anche se mi sono riferita alla persona sbagliata, dev'essere sicuramente un grand'uomo, un grande condottiero, magnifico, ma soprattutto munifico, con grandi qualità..-
Sto per proseguire il lungo elenco quando -Basta così.- sbotta il buzzurro, con un ghigno che mi preoccupa assai -Puoi considerarti perdonata.-
-Cosa?- a parte il fatto che non capisco di cosa mi dovrei far perdonare, in ogni caso i complimenti non li ho fatti mica a lui, sia chiaro!
-Si da il caso, che questo grand'uomo molto sexy e abile nel combattimento, ti stia proprio davanti- e così dicendo, si indica con entrambi i pollici.
Sono basita. Non posso crederci. Guardo Robin, cercando un cenno che mi faccia capire che ho inteso male, o che comunque è tutto uno scherzo. La cosa che più mi preoccupa, però, è che lei mi sta guardando compassionevolmente mentre scuote la testa.

Angolo dell'autore
DA-DA-DA-DANN!! DA-DA-DA-DANN!! Ecco svelata la misteriosa identità del capo dei nostri ribellii :3
Sì, probabilmente ve lo aspettavate, quindi se l'avevate già intuito pensatela in questo modo: siete state accontentate, i vostri desideri si sono esauditi v.v
*Scusate ma un altro modo per descrivere la faccia di Nami proprio non lo trovavo ^^" comunque credo che renda molto ahah ;D
Che dire, dobbiamo ancora scoprire chi è il misterioso individuo incappucciato che Nami ha scambiato per il capo.. credo sia abbastanza intuibile ma.. si sa mai, si sa mai v.v
Allora niente, ringrazio chi segue, ma soprattutto chi recensice *come sempre* Alla prossimaa :D

 

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Non ci posso credere. Non può essere possibile. Dio ti prego no, non proprio lui.
Lui, che mi guarda con quel ghigno vittorioso e dannatamente sexy, che si beffa di me per la mia ennesima figuraccia fatta al suo cospetto.
Ma la cosa che più mi preoccupa è che non so come ribattere. E non mi è mai capitato prima nella mia vita: io sono Nami, la ragazza bella, intelligente, capace, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.. com'è possibile che esista qualcuno.. qualcuno così?
Lo guardo, ammutolita. Devo avere un'espressione molto stupida: lui non smette di ghignare e Robin mi guarda con uno sguardo tra il divertito e il compassionevole.

-Ma quindi chi è quello?- sbotto improvvisamente, dopo essermi ripresa dallo shock iniziale, cercando di cambiar discorso. Punto l'indice verso la figura incappucciata che se ne sta rintanata dietro Robin, quasi avesse paura di me.
-Ti riferisci a lui?- chiede il buzzurro indicandolo -E' Chopper- Eccolooo!! Quindi è lui il famoso Chopper, eh??? Aspetta solo che gli metta le mani addosso..
-E' il nostro medico- questa volta è Robin a parlare, mentre questo si toglie il cappuccio rivelando così.. la faccia di un ragazzino te-ne-ris-si-mo.
-MA COME SEI CARINOOOO!!!- dimentico tutti i miei cattivi propositi: è troppo carino, punto. Il mio istinto materno si risveglia: tento di abbracciarlo di slancio, ma quello si ritrae.
-Robin.. Robin.. ho paura..- mugugna, nascondendosi dietro a Robin.
-Ma chi è? Sei sua madre? Perché hai paura di me, piccolino?- lo guardo, stupita dalla sua reazione. Certo, lo ammetto, risveglio più interesse negli uomini che nei bambini, ma non ho mai fatto paura a nessuno..
-Perdonalo Nami, ma vedi.. non è abituato a ricevere così tante attenzioni da estranei.. e comunque no, non è mio figlio, tranquilla, puoi tenertelo tu- mi risponde Robin sorridendo.
-A me però sembrava stesse gongolando quando lo riempivo di complimenti- affermo decisa, con aria furbetta. Il piccolo arrossisce e si nasconde ancora di più dietro di lei.

Ho ordinato qualcosa da mangiare per Chopper: mi sentivo in colpa per averlo traumatizzato, anche se involontariamente.
-Ma quindi fa davvero parte della vostra ciurma?- chiedo a Robin, alquanto allibita, mentre guardo il piccolo mangiare con foga, sporcandosi tutta la faccia. Sapevo che i pirati erano persone crudeli e senza scrupoli, ma..
-Tranquilla Nami, non l'abbiamo né rapito, né costretto a venire con noi: sai, siamo pirati, ma pur sempre persone per bene- al che involontariamente volgo il mio sguardo verso il buzzurro, che sta spiluccando dal piatto di Chooper. Gli schiaffeggio la mano per poi rivolgere nuovamente la mia attenzione verso Robin -e quando ci siamo fermati in una città mercantile dell'Egitto.. beh, l'abbiamo trovato svenuto sulla spiaggia. Dopo avergli offerto qualcosa da mangiare abbiamo scoperto che era orfano e che, pur non avendo potuto essere educato come la maggior parte dei bambini del posto a causa della sua condizione, aveva appreso importanti nozioni mediche da alcune persone che si erano prese cura di lui. Siamo stati quindi noi a prendercene cura, ovviamente non senza ottenere qualcosa in cambio: ora è un membro effettivo della ciurma già da più di un anno, e, oltre a svolgere qualche lavoro da mozzo sulla nave, in cambio di vitto e alloggio, ci fa anche da medico.- conclude quindi il suo racconto Robin.
Chi avrebbe mai immaginato che, un ragazzino dall'aspetto così ordinario e senza alcun apparente pregio (oltre alla tenerezza disumana) fosse un membro così essenziale per la ciurma? Non per niente mio padre mi aveva detto che da noi alloggiavano solo i membri più importanti. Non posso fare a meno di osservare con uno sguardo colmo di dolcezza Chopper che, finita la sua porzione senza ulteriori saccheggi da parte del buzzurro, pieno come un uovo, si mette comodo sulla sedia, apparentemente in procinto di addormentarsi.

-Ma cos'è, non avete fatto colazione?- chiedo, rendendomi conto che teoricamente io ero andata al lavoro proprio per dar loro da mangiare, trovandomi però impedita dalla presenza del buzzurro all'ingresso.
-Be' Chopper sì, ORA.. ma una certa persona- allude Robin fissando il buzzurro -ha detto al biondino là in fondo di non preoccuparsi delle colazioni, dopodiché noi siamo scesi, alquanto irritati dal ritardo del servizio, e vi abbiamo trovato nel mezzo di una focosa discussione- conclude infine più divertita che scocciata.
-E uno che non si preoccupa neanche del sostentamento dei propri compagni dovrebbe essere il capo? Pfui! Non fatemi ridere..- esclamo stizzita, mentre cerco di stuzzicare il verde, sentendomi in parte in colpa per il digiuno forzato di Robin e Chopper. No, non per quello del buzzurro, lui se lo merita.
-Ehi mocciosa, bada a chi ti rivolgi!- esclama poi lui ferito nell'orgoglio.
-Vi vado subito a prendere qualcosa da mangiare!- così dicendo, dopo aver fatto, come è giusto, una linguaccia al buzzurro, mi stacco dal gruppo e raggiungo Sanji in cucina.

-Nami-chwaaaan come mai ci hai messo tanto a arrivare? Ti sei svegliata tardi anche sta mattina? C'è qualcosa che ti preoccupa e non ti fa dormire la notte? Hai bisogno di qualcuno che ti tenga compagnia e..- preoccupato, il dongiovanni inizia l'interrogatorio, per poi essere interrotto da una mia occhiataccia. Ma come è possibile che non abbia notato la mia presenza all'interno del locale? Potrei offendermi, visto poi che a causa di un certo buzzurro è stata notata da tutto il resto della popolazione mondiale!.. ah ecco! Stranamente, due ragazze stanno facendo colazione da noi. Dev'essersi distratto, quel fanfarone.
-No, Sanji, semplicemente sono stata trattenuta da alcuni ospiti.. piuttosto, non è che hai lì qualcosa di pronto? Stanno aspettando la colazione..-
-Ma certo mia dea, aspetta solo qualche minuto, me ne occupo io, tranquilla.. quante porzioni?-
-Due grazie, tavolo VII- così dicendo mi dirigo nuovamente verso i miei ospiti.

Poco dopo arriva Sanji.
-Ecco a voi signori ciò che avete ordin- si blocca ammutolito. Spalanca gli occhi. A momenti gli cadono i vassoi dalle braccia. Il suo sguardo fisso su un punto. Robin. -Lei.. lei è..-
-Robin, piacere- dice sorridendo serafica.
-Robin-chwaaaan lei.. lei è la creatura più bella di questa terra! Una sirena! No che dico, una dea! Posso darle del tu vero??- deve essergli scoppiato il suo unico neurone rimasto.
-Beh.. ehm.. sisi, fai pure..- dice lei, giusto un filino scioccata dalla reazione del mio amico.
-Scusatelo, lui è Sanji, un mio amico di infanzia.. è il cuoco- intervengo io, cercando di stabilizzare la situazione.
-Nami-chan, tranquilla, non mi sono affatto dimenticato di te, ora vado subito a preparare qualcos'altro offerto dalla casa per le mie dee!- così dicendo inizia a trotterellare verso la cucina.

Controllo le reazioni di questi personaggi importanti per la salvezza dallo Stato. Uno spaventato, una tra lo scioccato e il divertito, e l'altro incazzato nero. Non posso dar loro tutti i torti.. pochi hanno affrontato, ma soprattutto sono riusciti a uscire vittoriosi, da una battaglia contro un dongiovanni allupato.

Angolo dell'autore
Ed eccomi quii :3
Beh, che dire, abbiamo scoperto l'identità del misterioso figuro incappucciato.. non ve l'aspettavate, eh? ;D (sinceramente ero un po' indecisa su come far apparire fisicamente Chopper, visto che una renna era da escludere.. spero non vi dia fastidio la mia "interpretazione", visto che alla fine credo sia quella più appropriata)
Zoro che deruba Chopper del cibo eh.. uhm.. certo, Rufy ci sarebbe stato meglio ma chiudete un occhio ahahah D:
Sarei curiosa di sapere chi avevate pensato come "l'individuo incappucciato".. quindi.. RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE, anche solo per questo, perchè davvero, può aiutare! (in questo periodo ho il blocco dello scrittore, sarà un mese e mezzo che non scrivo un capitolo e che sto pubblicando quelli scritti in prcedenza..)
Beh, ringrazio chi continua a seguire, come al solito, e alla prossima :)

 

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