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di starmoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il ritorno di Ollie ***
Capitolo 3: *** Quasi un bacio ***
Capitolo 4: *** Qualcosa di più grande di me ***
Capitolo 5: *** Emily ***
Capitolo 6: *** Will il papà di Emily ***
Capitolo 7: *** Le verità nascoste ***
Capitolo 8: *** tradimento ***
Capitolo 9: *** Il ballo ***
Capitolo 10: *** Il ballo parte due ***
Capitolo 11: *** L'incidente ***
Capitolo 12: *** Torna da me ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve! Spero che questa storia vi piaccia. Per ora non so dove mi porterà, ma solitamente l'ispirazione mi viene scrivendo, quindi mi affiderò al mio intuito. Mi farebbe piacere ricevere un vostro parere.


Prologo

 




Il tempo sembra scorrere più veloce quando le cose sono belle. Quando tutto è ha colori, quando non puoi fare a meno di sorridere. Per questo tentiamo di assaporare fino al massimo quei momenti. L'uomo tende sempre a essere felice, anche quando crede che sia impossibile, è quasi una condizione innata, per questo quando mi trovo di fronte ad un dubbio, ciò che scelgo è quello che mi rende più felice. Se anche sbagliassimo scelta, non importa, ciò che importa è che ci ha fatto felice. Sono molte le volte in cui mi pento, come adesso, pentirmi di essere qui, di fronte a questa gente a cercare di spiegare qualcosa di cui nemmeno io ne sono convinta. 

- allora?- il solito idiota che prende i giro i deboli. Il liceo sembra una giungla, dove il più forte sopprime il più debole. Ma se è così allora quello che mi trovo di fronte è il re della giungla. Luke Strong. 

- allora se stessi un po' zitto e ascolti non dovrebbe ripetere- a parlare era stata la mia migliore amica, ci conosciamo da pochi anni, ma la considero come una sorella. Ha capelli lunghi, fatti crescere da poco, dopo che se li era tagliati e aver sopportato lo shock iniziale si è decisa a farli ricrescere, la particolarità che possiede sono i suoi occhi glaciali, un forte temperamento e una pazienza molto, ma molto limitata. 

- io faccio quello che voglio- Luke si alza andando verso la direzione della porta. 

- ok ripeto questa maledetta biologia e poi me ne vado, questa storia del recupero mi ha dato davvero suoi nervi- se lei aveva un carattere molto irascibile io ero quella lunatica, ma anche quella che odiava farsi mettere i piedi in faccia da qualcuno. 

- ti ascoltiamo- con il suo sorriso falso, che solitamente utilizza per abbindolare le ragazze, si sedette proprio di fronte a me. 

- allora il….- certo che sembra strano, quanto la gente possa essere irritante. Le mie parole vennero interrotte dal rumore della porta che si apre e si richiude. Dovevo aspettarmelo, ma ormai la lezione era iniziata da più di mezz'ora e speravo che non venisse più nessuno. 

- Ey amico dove cavolo eri finito?- Luke si alza e gli va incontro, se c'è qualcuno che detesto più di Luke quello è lui. Liam Connor!

- scusa ma ero impegnato. 

La mia pazienza che già era al limite, si esaurii del tutto. Presi la mia borsa e il mio libro. Felicity mi guardava stranita, si avvicinò a velocemente. 

- mi ritiro spiegagli tu a questi zotici cosa sia la biologia, io ho già i miei voti da recuperare.

- ma domani abbiamo il compito?- mi implorò con i suoi occhi azzurri. Era la capoclasse, ma di materie non ne capiva niente, mi dispiaceva un po' per lei, io avevo a che fare poco e niente con loro, mentre lei doveva vederli tutti i giorni. 

- ok- sbuffai esausta. 

- grazie!- mi sorrise felice, il nome le si addiceva perfettamente, ogni volta che la cedevo sprizzava felicità da ogni lato. 

- ok iniziamo ma sia chiaro un'altra interruzione e io vi mollo- la mia sembrava più una minaccia che un avviso, beh era quello che volevo. 

- bene…allora…

 

Passò un'ora dalla lezione, era esausta è francamente non avevo più voglia di studiare, certo non avevo problemi in biologia, ma le altre materie erano un incubo. La stanza era vuota, inizialmente mi era sembrata così piccola, mentre ora che la noto senza nessuno è molto più grande di quella che sembrava. Sentii dei passi, chi poteva essere a quest'ora?

- certo che sono consumato, mi sono dimenticato l'Iphone… - Luke apparse dalla porta, sembrava parlare con qualcuno, feci finta di non vederlo. Meglio lo sento meglio sto. 

- sei ancora qua?- dannazione, doveva per forza rivolgermi la parola? 

- si 

- come mai?- ma che vuole, provarci? beh ne sarebbe capace. 

- sei proprio una secchiona- che nervi che mi da, che ne sa lui, io sono addirittura più pigra di lui nello studio, stavo solo finendo quel maledetto saggio. 

- non direi- dissi raccogliendo le mie cose, avevo scelto la scuola perché era più tranquilla, ma mi sbagliavo, in fondo si era fatto anche tardi era meglio che me ne tornassi a casa. Presi il cellulare, non era uno di quelli con una miriade di applicazioni, ma a me interessavano più i computer che i telefoni. 

- Luke ti dai una mossa- la voce di Liam mi arrivò alle orecchie troppo tardi, mi ero già scontrata con lui per uscire dalla stanza. Stavo quasi per cadere a terra, ma mi trattene con un braccio. Mi scansai subito, non volevo fare la parte della stupida tra le braccia del figo di turno.  

- scusa- dissi mentre mi ripresi e mi avviai nel corridoio. Avevo fatto una figura di merda su tutti i fronti. 

Presi il telefono e digitai il numero di Haley. 

- ei ciao

" oi Alice tutto bene ti sento un po' agitata" 

Gia ero agitata, ma perché ero agitata? in fondo non era successo niente, giusto?

 

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Capitolo 2
*** Il ritorno di Ollie ***


ONLY CAPITOLO 1 

Il ritorno di Ollie 


Dopo quel giorno passò almeno un mese, non ci furono altri casi simili, io e loro eravamo in classi lontane e per fortuna Felicity non mi chiese più nessun favore di quel tipo. Questa giornata sembrerebbe come tutte le altre. Il sole è coperto dalle nuvole, si prospetta una giornata di pioggia, la colazione è pronta sul tavolo, in casa non c'è quasi nessuno, tutto procede come ogni giorno. Scendo le scale ancora con il pigiama, mi avvio verso la cucina, passando prima dal salottino. Mi accorgo di un bigliettino sul frigo:

" oggi non mi aspettate lavoro tutto il giorno, Amber" 

Mia sorella era appena entrata come tirocinante nell'ospedale più lontano della città. Era sempre stato il suo sogno e finalmente lo sta realizzando. La cosa che mi dispiace è che sta rinunciando a tutto pur di riuscirci. Ma forse per poter ottenere qualcosa bisogna sempre rinunciare ad altro. Presi due biscotti e li mangiai lentamente, erano ancora le sette, avevo un'ora per prepararmi. Sentii il cellulare suonare da sopra, salgo le scale e entro in camera mia. 

- Haley come mai mi chiami a quest'ora? 

" devi sbrigarti ci vediamo sotto la scuola sbrigati" E quando penso che posso rilassarmi succede sempre qualcosa. Mi infilo un pantacollant nero, un maglione lungo fino alle cosce, color panna, con le spalle scoperte, una giacca baige e un capello del colore del maglione, non ho tempo per gli accessori, un filo di trucco e corro sotto. Prendo la cartella violetta e mi avvio verso l'uscita. Sento il telefono squillare, non ho tempo, chiudo e esco. Una parte di me però, era ancora indecisa se rispondere o meno a quella telefonata, in fondo ci sono cose che percepisci e in questo momento avevo una brutta impressione. Non so perché lo feci, forse per seguire il mio istinto, ma rientrai in casa e presi la cornetta del telefono. 

- pronto?

- Alice?

La voce inconfondibile di mio fratello mi fece trasalire, erano anni che non lo sentivo, era sparito dopo il liceo. Era una sensazione strana, mi sentivo bene, ma allo stesso tempo ferita. 

- si sono io

- la tua voce è cambiata- sentii un tono di amarezza nelle sue parole, ma il punto era che non riuscivo ad essere dolce, solitamente non lo sono mai, ma lui era l'eccezione alla regola. 

- cosa vuoi Ollie? - ero fredda e distaccata. 

- sto tornando in città- ecco la frase che mi condizionò per tutta la giornata. Non pensai ad altro, anche se non era finito qua. 

Raggiunsi Haley che mi aspettava sotto scuola, non capivo perché mi aveva fatto venire prima. 

- allora cosa succede?- dico annoiata, volevo nascondere i miei problemi e a quanto pare Haley era distratta già per i fatti suoi, nasconderlo non sarebbe stato difficile. Mi sedetti accanto a lei su dei scalini di una casa posta vicino alla scuola. 

- allora?

- West torna in città

- Quel West? il primo con…- Haley mi tappo la bocca, non mi ero accorta del gruppetto di ragazzi che stava salendo. 

- scusa comunque quello?

- e chi se altro? - aveva una faccia stanca, evidentemente non aveva dormito tutta la notte per pensare a quello. 

- e quindi?

- niente ma averlo di nuovo di fronte a casa mia sarà un problema aggiungendo il fatto che i nostri sono amici e quindi verranno a cena da noi…- aveva iniziato a parlare a raffica, dovevo fermarla, anche perché notai una figura familiare venire verso di noi. Le tappai la bocca come lei fece prima con me. 

- oi Jack che ci fai da queste parti?- dissi come se nulla fosse. 

- vado a scuola?- mi chiese sarcastico. Jack era un amico di Luke e Liam, cioè dei ragazzi più popolari della scuola e a sua volta lo era diventato pure lui, ma prima di tutto lui era nostro amico, un punto in comune che non avrei voluto. Lui è biondo e a gli occhi color nocciola proprio come i miei. Ci conosciamo dal primo anno e da li in poi non ci separammo più, solo che poi per vari motivi cambiò indirizzo e adesso era con loro. 

- scusa oggi non ci sto con la testa- disse ridendo, in un modo che solo quando mentivo facevo, non a caso lui mi guardò non capendo, sapeva che mentivo, ma non ne capiva il motivo. 

- Jack ti muovi?- Luke si avvicinò, io lo ignorai, mentre Haley gli fece un occhiataccia. Dovevano sempre sfidarsi, quei due si odiavano da sempre. Io ero l'unica a cui non importava di loro. 

- si sto arrivando… Alice puoi venire un attimo con me? - Jack non era tonto e aveva capito che c'era qualcosa che non andava, dovevo ammetterlo un amico come lui non l'avrei più trovato. 

- certo- dissi alzandomi dallo scalino per allontanarmi insieme a lui, lasciammo soli Haley e Luke, uno sbaglio enorme che ci avrebbero sicuramente fatto pagare. Ci avvicinammo al cancello della scuola e lui si appoggiò alla ringhiera.

- cosa mi nascondete?

- niente questione di cuore non mie- era la verità, ma mi sembrava poco convinto. 

- Alice ti conosco cosa mi nascondi, so che c'è qualcosa che non vuoi che nessuno sappia non ti è mai piaciuto che gli altri sappiano i tuoi problemi- lui era veramente incredibile, come se mi leggesse nella mente, non sapevo cosa dire, aprirmi con lui o continuare a negare. 

- se non vuoi dirmelo non fa niente io ci sono comunque- mi sorrise, uno di quei sorrisi rassicuranti che poche persone sanno fare. 

 

 

Pov Luke

Mi ha lasciato solo con questa isterica, per non parlare del fatto che se ne scappato con la moretta, poteva almeno prendersi la pazza. Guardai nella loro direzione, stavano ancora parlando. Mi seccavo, quindi decisi di aprire qualche discorso con la pazza isterica di fronte a me.

- allora come butta?

- butterebbe alla grande se tu non ci fossi- ok mi odiava, per quale motivo poi?

- volevo solo essere gentile, ma a quanto vedo non conosci nemmeno il significato della parola

- gentile? e per quale motivo?- era curioso lo vedevo benissimo, ma c'era sempre quella linea sottile di acidità che le due amiche avevano in comune. 

- perché mi annoi

- viva la sincerità- disse sarcastica lei, io risi, in fondo era divertente, adoravo prenderla in giro. 

- cosa avete di tanto divertente da ridere?- Jack si avvicinò a noi e con lui anche Alice. Non la conoscevo molto, non parlava con noi, le poche volte che lo vista parlava solo con la pazza e Jack, sarà una di quelle ragazze chiuse. Allungai la mano e la misi sulla spalla del mio amico. -

- cosa avete combinato invece voi due?- allusi a qualcosa di poco casto e Jack arrossi come un bambino come la sua amica, ma lei era più tranquilla come se l'avesse sfiorato di poco il pensiero, mentre Jack era rosso come un peperone. 

- niente abbiamo parlato cretino- Jack mi diede una spallata e poi si allontanò - c'è Liam- disse allontanandosi - Alice ci vediamo sta sera- le disse divertito. Lo segui facendo un cenno di saluto ad Alice e una smorfia a Haley. 

- cosa combinate sta sera?- chiesi divertito

- niente Luke niente- il ragazzo sembrava esasperato, lo vidi allontanarsi verso altri ragazzi per salutare. 

- è la sua ragazza?- mi chiese Liam, sinceramente mi sorprese questo interesse verso Jack o forse non era per lui.

- no credo sia più tipo una migliore amica

- capito- e anche lui come il biondino mi scavalcò passando avanti, ma che cavolo aveva quel cretino? Ormai la gente non la capisco più. 

- EII ASPETTATEMI- urlai raggiungendoli. 

 

 

 

 

Pov Alice

 

- allora che voleva Jack?

- niente di che era solo preoccupato 

- capisco entriamo ormai si è fatto tardi

- ok andiamo- presi la cartella che era posta per terra e salimmo anche noi. La salita era odiosa, lo odiavo, soprattutto con tutti quei libri nello zaino. 

- voglio una macchina- dissi fra me e me, Haley rise. 

- non credo che tuo padre te la comprerà mai

- già…che fai sta sera Jack viene da me

- ok non verrò ai vostri confessa-party

- confessa?

- si dove ognuno dice i suoi problemi e roba simile avete ucciso i pigiama party voi due

- che sei esagerata

- non verrò anche perché West e la sua famiglia cenano da noi te lo detto 

- forse era una buona scusa

- certo per garantirmi l'odio di mio padre a vita 

Risi, le nostre discussioni erano epiche. Arrivammo a scuola per nostra sfortuna. Entrammo, c'erano pochi studenti, ma era piuttosto chiassoso lo stesso. 

- siamo in una giungla- dissi a bassa voce

- credo che li sia più tranquillo- mi rispose Haley. Risi per l'ennesima volta, sbaglio madornale in quando mi trovai di fronte lo sguardo di Liam che stava a pochi metri di distanza da noi. Era con il suo solito gruppo di ragazzi, ma questa volta non li stava ascoltando, stava guardando me. Cosa che mi stupii parecchio. Ma la cosa ancora più sorprendente era il fatto che non riuscivo a staccare gli occhi da lui. Lo vidi avanzare ed entrai nel panico, cosa voleva da me?

- ciao- un semplice ciao e sentii il cuore uscirmi dal petto, mi ordinai mentalmente di darmi una calmata, lui non era il mio tipo, troppo stronzo, troppo fighetto. 

- ciao- risposi incerta. 

- volevo chiederti scusa per tempo fa non sapevo ci fossi nella stanza- si riferiva a quello che era successo un mese fa? se lo ricordava? non sapevo se esserne felice oppure no visto la tremenda figuraccia che avevo fatto. 

- tranquillo- dissi rassicurandolo. Lui per tutta risposta mi sorrise. Ok sapevo che lui era  un bel ragazzo, non lo mai negato, ma mai mi era sembrato tanto bello. Distolsi lo sguardo per non incontrare il suo, cosa impossibile perché continuò a parlarmi. 

- sei Alice vero?

- come mi conosci?- ero stranita, ma peggio ancora felice. 

- ti ho rovinato la lezione tempo fa e poi conosco Jack

Ok adesso non reggevo più. Sapeva chi ero, era impossibile che miss popolarità conoscesse una come me, ma quello che mi sorprende ero io, che ero sempre stata piena di pregiudizi nei suoi confronti, io che non lo volevo vedere, che non potevo soffrirlo e adesso? adesso mi batteva il cuore se lui mi guardava? Odiavo a metterlo ma avevo già un idea di quello che mi stava succedendo e dovevo fermarmi a tutti i costi. 

- capisco- dissi cercando di apparire fredda, ma sbagliai su tutti in fronti, il massimo che mi riuscì fu una parola detta goffamente e un cuore fuori dal petto. 

Cercai Haley con gli occhi, la vidi parlare al telefono un lontano da me. Non c'era mai quando era uno dei quei casi: salva l'amica dal belloccio di turno. 

- posso chiederti una cosa?

- si 

- perché non parli mai?

La sua domanda mi mise ansia, l'aveva notato, bel problema. 

- sono fatta così- dissi timidamente. Jack ci notò da lontano e infatti si avvicinò a noi. 

- che succede qui?- chiese mettendosi vicino l'amico appoggiando il braccio sulla sua spalla. 

- niente volevo solo fare due chiacchiere ma vedo che non è di molte parole- questo mi aveva dato fastidio, il tono acido con cui lo disse. Se prima mi batteva il cuore adesso mi ribolliva il sangue. 

- aah questo perché non la conosci, questa ragazza parla più di un disco rotto- Jack rise alla sua stessa battuta, mentre la battuta gliela diedi io sulla testa dopo. 

- aii mi hai fatto male

- era quello il mio intento- dissi acida

- allora sai essere anche divertente- Liam mi scrutò proprio come fece minuti prima. 

- solo con chi lo voglio essere- il tono freddo questa volta mi venne naturale, dovevo aspettarmelo da uno come lui. Abbindolarmi e poi cambiare totalmente idea quando vede che non ci sto. 

- comunque noi andiamo- disse Jack trascinandosi via Liam. 

 

 

Pov Liam 

 Jack mi trascinò lontano, il più lontano possibile da quella ragazza. 

- ehy amico ma che ti prende?- gli dico liberandomi dalla sua presa. 

- devi starle lontano ok? puoi avere tutte le ragazze della scuola, ma non la mia migliore amica- nei suoi occhi vidi un pizzico di gelosia. 

- se vuoi averla dovresti smetterla di comportarti come il suo migliore amico non farai mai nuovi passi così

- tu che ne sai?

- lei è quel tipo di ragazza Jackson non si innamora facilmente tanto meno del suo migliore amico. 

Controllai dove fosse Luke e appena lo vidi salutai Jack con un cenno alla mano e mi diressi verso di lui. 

- che combini?

- mi ha detto di stare lontano dalla moretta

- chi Jack? ma davvero ti interessa? cioè è carina ma caratterialmente lascia un po' a desiderare

- tu non guardi attentamente Luke 

-ti stai interessando- il suo tono mi sembrò accusatorio

- e anche se fosse?

- non farti incastrare amico, conosco le tipe come lei

- tu pensi troppo- gli diedi una pacca sulla spalla. Ci dirigemmo verso l'aula, ma prima mi rigirai a guardarla, cosa mi era preso non lo sapevo, ma di una cosa ero sicuro, sarebbe stata mia. 

 

 

 

 

 

Pov Haley

 

Mi avvicinai alla mia amica, la telefonata mi aveva fatto solo infuriare di più. 

- tu stavi parlando con Liam Connor?- le chiedo confusa e entusiasta allo stesso tempo. 

- è un deficiente- il tono sprezzante mi fa capire che le ha detto qualcosa di sbagliato. 

- andiamo in classe che non ne posso più 

- senti io non voglio tornare a casa pomeriggio che ne dici di passare dal parrucchiere in fondo sta sera rivedrò il mio primo amore?!- il mio tono uscii molto supplichevole, ma stranamente dal solito lei annuii senza predicare, aveva qualcosa in mente glielo si leggeva in faccia. Lascia passare tanto prima o poi l'avrei scoperto. Entrammo in classe, era tranquilla e silenziosa. 

- che succede?

- compito a sorpresa ragazze- il prof di matematica ci spuntò alle spalle, ci spostammo per farlo passare e guardammo i nostri banchi, prima fila. Eravamo spacciate. Ci guardammo in faccia disperate. 

L'ora passò lenta, troppo lenta, talmente lenta che mi sembrò di invecchiare. Vidi Alice sistemare le sue cose. 

- io vado nell'aula di italiano tu che hai ora?- mi chiese tranquilla.

- storia- dico con una smorfia. 

- quindi sei con Luke- solo sentire il suo nome mi dava i nervi, quel damerino si credeva mister so tutto io. 

- non me lo ricordare- chiusi gli occhi e misi le mani ai capelli con fare tragico - questa volta non sopravviverò- lei rise, una risata genuina che non faceva quasi mai. 

- io vado ci vediamo più tardi, ricordati il parrucchiere- ok qualcosa non quadrava, le era successo qualcosa, era troppo strana, non le era mai importato farmi compagnia e nemmeno farsi i capelli lei, dovevo scoprire cosa era successo e solo un'altra persona poteva aiutarmi. Jackson Sanders. 

Sistemai la cartella di fretta e furia e uscii dalla stanza dritta verso quella si storia. Il corridoio era pieno di gente, ma la cosa più devastante è che tutti, ma proprio tutti, sono belli tranquilli come se non fosse successo nulla, cioè era suonata la campanella per rientrare almeno una decina di minuti fa, evidentemente non avevano prof come il mio che una nota le metteva come se stesse bevendo una tazza di caffè mattutina, quindi sempre. 

Salgo le scale e chi mi ritrovo davanti? si esatto proprio lui! è la mia persecuzione. 

- cosa hai da guardare pazza psicotica?

- senti maniaco non guarderei se non stessi occupando il passaggio- lui rise facendo mossa di spostarsi, io avanzai, ma subito lui si rimise come era prima. 

- hai qualche problema mentale? sai conosco un buon  psicologo- gli dissi ridendo falsamente, lui rise malizioso. 

- preferisco un'altra tipo di terapia- mi disse sempre con il suo ghigno stampato in faccia. 

- Luke il prof ci metterà una nota se arriviamo in ritardo- gli disse una ragazza dagli occhi azzurri. Portava una coda alta e la frangetta davanti, un paio di occhiali molto spessi, come quelli che si usavano la scorsa estate, ma non le stavano male ansi le dava un aria solare, i capelli biondi le davano un aria un po' solare cosa che non sembrava affatto. Si trovava dietro di me nella mia stessa situazione. Luke vedendola non fece nessun cambiamento, ma poi fece un leggero sorriso e la lasciò passare. E a sua volta passai anch'io, sempre guardandolo male ovviamente.

- solo perché sei mia sorella- Disse Luke. Mi sorprese, lei mi dava l'impressione di una ragazza tranquilla, quasi una di quelle dolci a cui piace leggere e studiare, come poteva una ragazza del genere essere la sorella di un pervertito come quello?

Ancora shoccata dalla scoperta mi dirigo verso l'aula F. 

 

 

Pol Alice

 

Finalmente arriva all'aula A, trovarla non è facile ogni volta è posta nel luogo più remoto di tutta la scuola, ultimo piano ala est. Il preside sarà impazzito sicuramente, poteva almeno metterci un ascensore, quattro piano non sono mica una passeggiata. Mi sistemai meglio lo zaino prima di entrare in aula. 

- buongiorno- c'erano solo dieci ragazzi contando me. La professoressa stava controllando il mi nome sul registro. 

- Brown? - io annuii leggermente e mi diressi nel posto a seconda fila, vicino alla finestra. Amavo quella stanza, anche se per andarci bisognava fare i sarti mortali. Era tranquilla e si poteva studiare serenamente, non che mi piacesse ovviamente, ma la professoressa Martini spiegava in una maniera tale che riusciva a trascinarsi tutti anche quel bullo di Vincent. Che se ne stava assorto nella lezione tutto il tempo e aveva pure 8, la cosa bizzarra era vederlo minacciare chiunque interrompesse la sua lezione preferita. Risi al pensiero. 

- bene non manca più nessuno?- chiese la prof, una ragazza alzò la mano, una di quelle studiose che sono sempre precise. 

- manca il signor Connor- quasi non mi soffocai con la mia stessa saliva, avevo dimenticato che andavamo nello stesso corso, forse il fatto che non veniva mai mi aveva fatto scordare questo piccolo dettaglio. 

- no invece ci sono- disse Liam entrando nella stanza e sedendosi giustamente accanto a me e il banco era vicino a quella ragazza che notai guardarlo come se fosse un Dio greco. 

- con tanti posti- bisbigliai tra me e me. 

- hai detto qualcosa?- mi chiese con un sorrido compiaciuto in volto. 

- no niente- ok adesso non avrei più seguito la lezione ne ero sicura. 

- credo che mi piacerà fare lezione d'ora in poi- mi disse radioso, ma che aveva? sinceramente quel ragazzo era un vero e proprio mistero. 

- bene iniziamo la lezione oggi tratteremo di una delle poesie di Pascoli

Mi accorsi che lui non aveva nemmeno la cartella figuriamoci il libro. Presi il mio e lo misi sul banco, lui mi guardò come per dire " mettilo in mezzo" io sbuffai e lo misi in mezzo, lui mi guardò un po' seccato, forse avevo reagito esageratamente. 

- signor Connor mi sa dire qualcosa della vita del poeta? lo abbiamo fatto la volta scorse- La prof lo volle valutare. 

- certo ciò che rimane impresso dell'autore è il suo accanimento per la morte del padre, quasi come a rincorrerlo sempre, vuole ricostruire quel nido che era stata la sua famiglia

- benissimo Liam, possiamo iniziare la lezione

Lo guardai stupita, era tutto giusto, il senso era quello, le sue parole chiare, comprensibili pure ad una testa calda come me. 

- perché quella faccia?- mi chiese compiaciuto 

- non me lo aspettavo

- che fossi bravo?

- credo di averti stereotipato troppo- dissi accennando ad un sorriso. 

La prof incominciò la sua lezione, il tempo trascorse velocemente, erano già le dieci e dovevamo cambiare nuovamente aula. 

- cosa hai adesso?- mi chiese mentre si alzava dalla sedia e si metteva davanti al banco in modo da venirmi di fronte. 

- matematica- dissi con un tono completamente annoiato. 

- non ti vedo molto entusiasta

- non ci capisco niente

Lui fece un sorriso di vittoria.

- perfetto ti aiuto io

- cosa?

- esattamente

- è un nuovo modo per abbordare le ragazze?

- esatto, ma con te non credo funzioni

- giusta intuizione

- ragazzi dimenticavo dovrete fare una relazione tra D'Annunzio e Pascoli e la farete in coppia, Giordia lei sarà in gruppo con il signor Connor, Amelia tu e Will siete insieme, Alice tu sarai con Vincent….- mi voltai per guardarlo aveva quell'aria da duro che metteva veramente terrore. Vidi la ragazza di prima avvicinarsi, era lei Giordia, un senso di fastidio si instaurò in me. Si avvicinò a Liam.

- bene non voglio prendere un brutto voto quindi ti raccomando- sembrava che lo stesse minacciando, mi dava fastidio, non sapevo il motivo, ma il solo fatto di come si era posta mi dava sui nervi. 

- bel caratterino- dissi io lei probabilmente mi sentii, ma non mi importava

- hai qualche problema? io decido suoi miei studi 

- ei non agitarti sei tu che ti comporti da capoclasse, e poi un'altra cosa credi che un compito a due implichi solo il tuo lavoro? - era vero non sapevo il suo nome perché poco mi importava di lei, ma ogni volta prendeva le decisioni per tutti, come se qualcuno le avesse incaricata poi. Presi la cartella e feci per allontanarmi, ma lei mi richiamò ancora.

- se hai problemi perché non ti canditi tu?

Sembrava una sfida, ma io non ero fatta per farlo. 

- la suggerisco io- una voce profonda e rude si sentii da dietro la classe. Ci girammo ed era Vincent. 

- mi piace molto di più di te- Vincent si fece avanti. Liam lo guardò, nei suoi occhi notai qualcosa che prima non avevo mai notato, era rabbia. 

- Alice saresti perfetta- mi disse. Dovevo ammetterlo per quanto potesse incutere terrore era veramente un tenerone. 

- grazie ma odio questi compiti e poi la capoclasse non decide ma deve solo rapportare ciò che tutti decidono

- allora non avresti nessun problema?- quella ragazza incominciava a rompermi le scatole. 

- esatto allora mi candido- dico con un sorriso di sfida. Vincent sorrise, mentre Liam si avvicinò a me. 

- vieni con me- mi trascinò fuori dall'aula, vicino al bagno delle ragazze.

- che c'è?- dico non tranquilla.

- perché tutto quel casino?

- non l'hai visto mi ha sfidato

- ma ha colpito me inizialmente quindi perché sei intervenuta?

- scusa se ti da tanto fastidio visto che è così la prossima volta fatti prestare il libro da lei…ci vediamo! - questa volta aveva superato il limite. Me ne andai furiosa. Nelle scale incontrai Haley e Felicity, le salutai con la mano e me ne scesi velocemente. 

 

 

Pov Haley

 

-ma che ha?

- forse è successo qualcosa

La risposta l'ebbi subito dopo, quando vidi Liam vicino al bagno con un pugno sulla porta.

- Liam che è successo?- disse Felicity

- niente ho combinato un casino- le rispose, era turbato, aveva per caso litigato con Alice? e poi da quando quei due si davano confidenza? 

- potevi evitare oggi non è di certo la sua giornata migliore- dissi senza pensare alle conseguenze.

- che intendi?

- ritorna suo fratello- ok io avevo fatto un errore, ma Felicity fece una catastrofe. Si mise la mano sulla bocca dopo essersi accorta di quello che aveva detto. 

- cavolo non dovevo- disse dopo

- fai finta che non ti abbiamo detto niente

- suo fratello non era Oliver Brown?

- esatto

- ora capisco- disse lui,la nomina di Ollie lo precede ancora, anche a distanza di anni. 

 

 

Le ore trascorsero lentamente, ma finalmente suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni. Presi i libri e mi diressi all'ingresso, dove mi aspettava Alice.

- andiamo a mangiare prima?- mi disse con una brutta c'era.

- certo andiamo

Andammo in una pizzeria…ordinammo una pizza e poi dopo mangiato andammo dritte dal parrucchiere, non ero riuscita a capire cosa avesse in mente. 

Entrammo, il ragazzo sulla trentina, che solitamente si occupava di pulire si avvicinò a noi.

- ciao ragazze cosa vi porta qui?

- un cambiamento radicale- Alice parlò per prima, stupendo sia me che il povero Paul. 

- cosa hai in mente realmente Alice?

- mi fai vedere i nuovi colori?- chiese cordialmente. 

- eccoti- le porse una specie di libro dove al suo interno c'erano piccole ciocche di colore. Gli occhi di Alice si soffermarono su quelli rossi, un rosso acceso che tendeva al fucsia, era bello, ma azzardato, non aveva mica pensato di tingerseli tutti? La risposta mi venne subito data. 

- voglio farmi questa tinta

- sei impazzita"- dissimo io e Paul insieme.

- ai dei capelli stupendi e li vuoi rovinare?- disse il ragazzo

- voglio un cambiamento ve lo detto. 

Oggi Alice ha superato il limite della sopportazione per impazzire così. Paul si preparò. 

Io invece scelsi una tagliatina alle punte semplicemente. Appena Paul ebbe finito il suo lavoro con Alice tutti ammirarono il suo capolavoro, non credevo fosse così bravo. I capelli di Alice erano perfettamente di quel colore, solitamente non vengono mai uguali, ma lui si era superato. 

Pagammo e poi ci separammo, Alice aveva da "fare" ma io sapevo che il suo da fare si trattava di Ollie. Non capisco perché non me ne abbia parlato. Mi dirigo verso casa anch'io avevo i miei grattacapi da risolvere. 

 

 

 

Pov Alice

 

Giro l'angola e mi dirigo verso la locanda del signor Gilbert. Li potevi mangiare la qualunque, da patatine a dessert buonissimi. Era famoso soprattutto per i suoi spaghetti. Entrai nel locale e mi sedetti sul posto più lontano dalla porta, vicino si trovava un vecchio Juke-box dove potevi ascoltare musica di tutti i tempi, il bello di quel posto è che sapeva di antico. Sia il rivestimento che il clima che c'era. Erano le quattro di pomeriggio, mi aveva detto che sarebbe stato li. In questo luogo venivamo tutti i giorni io, Oliver e Amber. Dopo la scuola non eravamo contenti se non passavamo di qua, da quando Ollie era andato via non ci era più venuta, dopo che Amber entrò all'università io ero rimasta sola con lui, poi lui decise di andarsene e adesso? adesso ricompare dopo tre anni. Guardo il menù, è sempre lo stesso, sorriso amaramente, quando noto una figura davanti a me. 

- Alice? - era la voce di una ragazza, alzai lo sguardo era Ines, la figlia del proprietario. 

- si sono io

- non ti avevo riconosciuta con quella tinta 

- lo appena fatta 

- ti stanno bene, solitamente non mi piacciono le tinte o cose del genere ma a te ti stanno d'incanto- era una ragazza dolce, lo era sempre stata, soprattutto con me. Tempo fa aveva un debole per Oliver, ma non ho mai saputo ne capito le cose tra quei due. 

- grazie

- cosa ti porto?

- per ora niente aspetto una persona

- il tuo ragazzo?- la guardai non sapendo se dirglielo o meno, ma tanto lo avrebbe visto, quanto vale dirlo subito. 

- sto aspettando Ollie- il mio tono scii amaro e malinconico, il suo volto mutò immediatamente. 

- ok chiamami dopo se vuoi qualcosa, è stato un piacere rivederti sono sicura che mio padre ne sarebbe stato felice di rivederti. 

- sarebbe?

- è venuto a mancare un anno fa

Ecco un'altra di quelle sorprese che nessuno gradisce mai. Il signor Gilbert non c'era più. Mi rattristai di brutto, era un uomo meraviglioso e amava raccontarci storie di tutti i tipi. 

- sai quando non ci sei venuta più era molto triste, ma poi un giorno mi disse che ti ha vista allegra e ne era felice. 

- tuo padre è sempre stato come un nonno per me, cioè mi viziava come solo un nonno sa fare, mi dispiace di non esserci stata per lui. 

- non preoccuparti lui lo capiva il perché non venivi più, so quello che hai provato- detto questo si allontanò, ma non perché aveva finito di parlare, ma perché una figura era entrata nel locale, quella figura che si diresse al mio tavolo sedendosi di fronte a me. Non sapevo cosa dire ne come reagire.

- ciao- un semplice ciao il suo. 

- ciao

- sei cresciuta- anche lui, aveva della barba non troppo fitta e corta, lo rendeva più uomo, i suoi occhi blu avevano perso quella luce che avevano un tempo e i suoi sorrisi non era più sinceri come quelli di una volta. 

- cosa ci fai qui Oliver?- diretta e fredda, ecco cosa venne fuori dalla mia bocca. 

- mi odi vero? mi dispiace di essermene andato così

- non ti devi scusare eri libero di fare quello che volevi

- sono tornato perché mi mancava la mia famiglia

- te ne sei accorto dopo tre anni

- papà lo sa?

- no non glielo detto, vuoi tornare a casa?

- non mi vuoi?- era sarcastico, non che io ci trovassi da ridere. 

- Ollie c'è una cosa che non ho mai capito, cosa è successo quella sera?

Lui si sistemo le maniche della camicia rialzandole e poi si avvicinò maggiormente a me. 

- io e papà avevamo litigato, era per via della macchina, una delle mie cazzate, ma si era trasformato in un rinfaccia tutto. Lui disse delle parole che io presi troppo seriamente o forse erano vere non lo so. 

- cosa ti ha detto?

- ero la rovina della famiglia

 

Flashback 

 

Ollie aveva diciotto anni, uno di quei periodi complessi dove ti accorgi di avere delle responsabilità. Aveva distrutto la macchina per via di un incidente e aveva chiesto al padre di portarla ad aggiustare, ma in quel periodo suo padre era parecchio nervoso, reagiva male ad ogni cosa. Erano in cucina:

- non ti pagherò la macchina ci pensavi prima di distruggerla 

- come vuoi che vada a lavorare senza?

- prenditi le tue responsabilità

- sei mio padre dovresti venirmi incontro

- e tu sei mio figlio e dovresti capire che non puoi dipendere sempre da noi…DANNAZIONE SEI UN IRRESPONSABILE, LA ROVINA DI QUESTA FAMIGLIA SE NON FOSSE PER TE TUA MADRE SAREBBE ANCORA QUI- quelle parole colpirono il ragazzo dal profondo del cuore, sapeva che era colpa sua, ma di certo non credeva che suo padre gli rinfacciasse tutto così facilmente. 

Lo guardò negli occhi e poi andò nel salotto, salii le scale e si diresse in camera sua, mise tutte le sue cose nel borsone, prese i pochi soldi che aveva messo da parte e uscii, nel corridoio incontro Alice, era solo una ragazzina, ma aveva capito benissimo che se ne stava andando.

- te ne vai pure tu?- furono le uniche parole che disse tra le lacrime. Ollie le accarezzò i capelli. 

- tornerò a prenderti Ali

fine Flashback 

 

 

Non sapevo cosa dire, mio padre era sempre stato severo, ma non erano mai uscire parole di cattiveria su di lui. Ma forse la partenza della mamma lo aveva completamente scombussolato, da quel giorno era cambiato, non aveva mai accettato la sua perdita. 

- scusami se non mi sono fatto sentire più 

- chissà perché in quella casa mi sentivo l'unica a sentire la tua mancanza

- non ne avevo dubbi- lui si alzò e io feci lo stesso, mi abbracciò, uno di quelli che per poco non ti stritolano. 

- volete ordinare?- era Ines

- certo- disse lui, immediatamente mi accorsi di una cosa, quando la guardò i suoi occhi avevano quella scintilla, quella che aveva una volta. Lei sembrava più fredda e distaccata di prima. 

- una cioccolata calda per me- disse felice, ora che sapevo come erano andate le cose non potevo non essere felice di riaverlo con me. 

- per me una birra

Il resto del tempo lo passammo li, adesso la parte più difficile era tornare a casa, cosa avrebbero detto papà e Amber?

 

 

 

 

Pov Haley 

 

La cena era un disastro, era calato uno di quei soliti silenzi imbarazzanti. 

- allora Haley cosa hai fatto di bello in questi ultimi anni?- mi chiese sua madre. 

- niente di speciale le solite cose da ragazze- sempre curiosa lei eh. 

- tu West?- questa volta fu mio padre a parlare. 

- sono andato all'università, sono solo di passaggio- poteva risparmiarselo. 

La cena fini dopo due ore, due lunghissime ore. Ci alzammo tutti dal salotto dove si erano messi i nostri genitori a conversare. 

- allora come stai?-  la voce di West mi distrasse dai miei pensieri. 

- bene tu?

- diciamo bene

- problemi?

- un po' ho saputo che prenderai la laurea qui in città

- esatto non voglio andarmene- con lui adesso si parlava solo di scuola, la cosa incominciò a pesarmi un po'. Tagliai corto con la scusa di dover andare da Alice. 

 

 

 

pov Alice

 

Bussai alla porta, sta mattina a causa della fretta avevo dimenticato le chiavi, il cuore mi batteva forte, avevo paura di una loro reazione esagerata. 

- arrivò- la voce di mia sorella si sentii da fuori casa.

- Alice quante volte te lo detto che devi…- appena apri la porta si bloccò di colpo. Non disse nulla, non si mosse. 

- che succede Amber?- mio padre entrò dalla cucina e ebbe la stessa reazione di mia sorella. 

- Ollie- disse semplicemente prima di avvicinarsi e abbracciarlo sotto gli occhi increduli miei e di Amber. Cosa gli era preso? lui non era il tipo di persona che faceva segni d'affetto.

 

 

 

Erano le undici di sera, Jackson era arrivato da circa dieci minuti, aveva salutato Ollie e poi si era diretto insieme a me in camera mia. Presi uno dei Dvd che tenevo sulla scatola e lo misi nel lettore. Sentii la porta bussare. 

- Ragazzi!- Haley entrò nella stanza

- che succede?

- West ecco cosa succede… ho visto Oliver perché non mi hai detto che tornava?

- non mi andava di parlarne

- ma a questo zotico l'hai detto- disse prendendolo in giro tirandogli un cuscino. 

- mi ha minacciata…. niente più confessa-party 

- allora si è che un bel problema visto che ne ho bisogno 

- non eri tu quello che ci dava degli ammazza pigiama-party?

- lo so ma è un emergenza 

- cosa ci può essere di tanto terribile 

- il mio primo ragazzo si è trasformato da Badboy ad un futuro avvocato solo studio

- questo si che necessità si un confessa-party- le passai le patatine e Jack si mise seduto tra noi due, il film era iniziato. 

 

Anche quando le cose sembrano andare male non tutto si conclude come pensavi tu. Ho creduto di aver perso mio fratello tempo fa e adesso me lo ritrovo di nuovo con me. Ero di nuovo felice, ma un pensiero mi venne in mente, anso più che pensiero una persona. Cercai di scacciarlo dalla mente, ma era difficile, così mi concentrai sul film, ma l'unica cosa che mi veniva in mente era quello che era successo la mattina con Liam. Dovevo smetterla di pensare a lui. Se avessi continuato così sarei finita con l'innamoramento e non era quello che volevo. 


















Angolo autrice

Salve a tutti, se leggete questo vuol dire che mi avete sopportato e avete letto tutto xD mi scuso per essere cosi lunga, solitamente sono molto breve nei capitoli, ma ho esagerato un pò lo ammetto, se voletevedere i volti dei personaggi qui li troverete quasi tutti. 
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.308697475914228.74920.203699906413986&type=3

Spero che vi abbia incuriosito la storia e che vi piaccia. 
Alla prossiama baciii!!!!

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Capitolo 3
*** Quasi un bacio ***


CAPITOLO 2

 

Quasi un bacio

 

Il mio nome? Felicity Strong. Sono la sorella di Luke Strong, o almeno la gente mi definisce così, per questo non ho problemi a scuola, non mi danno fastidio e non mi tormentano le ragazze. La sveglia suona incessantemente, prendo la mano calda da sotto le coperte e la spengo con un colpetto. Alzo la testa per vedere che ore sono. 

- cavoli- mi alzò di fretta, mi dirigo in bagno, mi guardo allo specchio sono un disastro. Mi lavo la faccia e poi mi do una sistemata… sento dei passi provenire dalla stanza accanto alla mia. Esco ancora in pigiama, mio fratello a petto nudo cammina per i corridoio, lo guardo con lo spazzolino in mano. 

- che stai facendo?

- non ho dentifricio dammene un po'

- ma non ne ho quasi più 

- non mi interessa- con prepotenza si intrufola in camera mia fino ad arrivare al bagno. Se gli altri non mi davano fastidio in compenso avevo lui. 

Mi arresi, con lui non c'era possibilità di vittoria. 

Appena se ne andò mi vesti velocemente. Presi lo zaino rosso e scesi le scale. La macchina dell'autista era già pronta, ma dovetti aspettare un altro quarto d'ora Luke che non si decideva ad arrivare. 

- signorina tutto bene? la vedo un po' stanca

- non si preoccupi Cloud- si vedeva così tanto? il lavoro di rappresentante non mi si addiceva per niente, ma essendo che fa comodo a mio fratello non posso fare altrimenti, i miei vogliono a tutti costi che lui brilli a scuola e quindi io devo aiutarlo con il ruolo di rappresentante in modo da poter evitare le situazioni poco consone che ogni volta si vengono a creare con lui nei paraggi, come la volta che lo trovai con una ragazza in palestra, se fossi stata un'altra lo avrei dovuto riferire ai prof, ma ecco che entra in gioco il nome Strong, la famiglia deve sostenersi, dicono sempre i miei, l'unica cosa che loro sostengono è il suo futuro da dottore. 

Luke arrivò e partimmo. Mentre salivamo a scuola con la macchina notai due ragazze che già avevo visto, erano Alice e Haley, le invidiavo da morire, avevano un rapporto così unito, mentre la gente intorno a me si avvicinava solo per mio fratello. Loro si accorsero che le guardavo. Alice fece cenno con la mano, mentre Haley mi fece fendo di andare da loro, mi girai verso mio fratello, era impegnato con il telefono. 

- Cloud puoi lasciarmi qui?

- come vuole signorina- mi fece un sorriso capendo cosa stava succedendo, fin ora il mio unico amico era stato lui.

Scendo dall'auto e mi avvicinò a loro. 

- non sapevo foste così ricchi da permettermi una limousine- disse Haley con naturalezza, Alice le diede una gomitata. 

- si più delicata… scusala, comunque ti va di salire con noi?- mi chiese con un sorriso. 

- certo

Salimmo fino alla scuola insieme, notai che erano molto osservate da tutte. 

- aspetta un attimo cosa ti è successo hai capelli?- dissi allarmata non ci avevo fatto caso. 

- cambio radicale- disse Haley rispondendo al suo posto. Alice rise. 

- andiamo che facciamo tardi- Alice ci prece sottobraccio e entrammo a scuola. Gli occhi di tutti puntati su di noi, sembrava una di quell'entrate stile stronze da telefilm. 

- le mie ragazze- una voce maschile. 

- Jack buongiorno- disse Alice

- giorno a voi oh ci sei anche tu Felicity- si era accorto di me? mi sentivo la ragazza più felice del mondo, certo avevo una cotta per lui dal primo anno, ma non era mai successo niente, a parte nei miei sogni. 

- Jack andiamo- Liam lo richiamò e lui andò da lui. Notai che Liam fissava da questa parte, ma in particolare guardava Alice che invece faceva finta di niente. Sentivo nell'aria qualcosa, quei due si attraevano ne ero sicuro, c'era magnetismo, c'era qualcosa di ben oltre le storielle. 

- Felicity tu sei in classe con tuo fratello?- mi domandò Haley

- già 

- allora non posso accompagnarti - io è tuo fratello non ci possiamo vedere

- ci penso io tanto andiamo allo stesso corso adesso - disse Alice prendendomi sotto braccio, mentre Haley si dirigeva verso l'aula di scienze. 

- perché lei e Luke si odiano tanto?

- non lo so sono sempre stati così

- che mi dici di te e Liam?

- io e chi? no no no io e lui non abbiamo niente in comune

- sei diventata rossa

- non è vero- lei diventò ancora più rossa. 

- Felicity- la voce di mio fratello mi arrivo come un martello penetrante, ogni volta che mi distraevo un attimo eccolo che ritorna. 

- che c'è?

- niente vai in classe che ti cerca il prof- mi diressi subito in aula. Lasciando soli Luke e Alice. 

 

Pov Alice

- non sapevo conoscessi mia sorella

- è stata lei a chiedermi di fare la lezione di scienze che tu e il tuo amichetto mi avete rovinato.

- non ti facevo così aggressiva

- non mi conosci Luke Strong 

- ma a quanto pare tu si- risi alla battuta, in fondo era divertente. 

- le voci girano

- non bisogna dare troppo peso alle voci 

- già ma sai com'è è un vizio dell'uomo 

- mi stai simpatica- mi fece un sorriso e poi si poggiò nel muretto continuando a ridere. 

- cosa ci fa una ragazza divertente con una psicotica come quella?- era chiaro che si riferisse a Haley. 

- non è psicotica allora se conosceresti la vera me ti metteresti le mani ai capelli

- mi hai fatto incuriosire così

- no non uscirò con te Luke

- certo che si diretta 

- uno dei pregi ad avere un amica come Haley 

- però possiamo essere amici e poi non farei mai questo a Jack o Liam

- cosa centrano loro?

- sei piuttosto ottusa in queste cose, Jack ti sbava dietro dal secondo anno e non credere che non mi sia accorto del feeling tra te e il mio migliore amico- non seppi cosa rispondergli. 

- facciamo così io non dico niente, ma in cambio tu vieni con me e Felicity questo pomeriggio

- perché?

- Felicity non ha mai avuto amici, la gente le gira in torno solo per la mia popolarità, ma ho notato che con voi è naturale e voi non cercate secondi fini

- posso capire come si sente

- anche tu eri come lei

- lo sono stata, ma ho cercato di essere migliore, verrò ma c'è un piccolo problema- feci segno con la mano per indicare qualcosa di piccolo. 

- se devi proprio porta anche lei- io sorrisi, mi sembrava il belloccio di turno, il biondino sono bello e me ne vanto, ma era anche simpatico e altruista. 

- entriamo- mi disse trascinandomi in classe. 

L'ora passo veloce e tra poco avevo italiano, dovevo rivedere Liam e quella vipera. Notai Vincent salire le scale e lo fermai. 

- Vince come ci mettiamo d'accordo per la relazione?

- casa mia è off-limits la mia famiglia è troppo rumorosa facciamo da te

- ok… domani ti va bene? 

- ok basta che prendiamo un bel voto- era strano, ma lui con le ragazze si comportava sempre dolcemente, erano i ragazzi che non poteva soffrire. 

- che hai da guardare smamma- un povero sciagurato era finito nel suo cammino.

 

 

Taylor Swift Enchanted 

 

La lezione di italiano è veramente pesante, ho forse sono io che mi sto annoiando, vago con gli occhi per la stanza, tutti prendono appunti, ma io no, non ne ho voglia, non me la sento di studiare ne di rimanere concentrata. Mi mordo la penna, un vizio ereditario nella nostra famiglia. 

Liam non è ancora arrivato, sembra strano, forse c'è la con me, non m'importa. Continuo a ripetermi che è colpa sua, ma mi sento lo stesso male. Poi un tonfo, mi giro lui è alla porta con il respiro affannato, aveva gettato lo zaino per terra. Il mio sguardo si sofferma su di lui, i suoi occhi azzurri, il suo sorriso. Sorriso che era diretto a me, per un attimo quel sorriso mi tolse il fiato, mi ero dimenticata che ero arrabbiata con lui. Rimasi immobile fissandolo in ogni suo movimento, senza accorgermene era diventato tutto così automatico. Lui si scusò con la prof e prese posto vicino a me. Mi guardò sorridendo. 

- scusa per ieri- mi sussurrò all'orecchio. Un brivido mi percorse per tutta la schiena. Perché era capace di farmi provare così tante emozioni in una volta. Con lui è così, mi trascina in un mondo diverso, che non mi appartiene, però quando lo guardo sto bene, i suoi sorrisi sono come un toccasana. Ma non lo dirò mai, non ammetterò mai che mi piace Liam Connor. Lui non è quel genere di ragazzo affidabile, quello che otterrei sarebbe solo un cuore spezzato, ma come posso reprimere questi sentimenti che stanno nascendo? 

- ti senti bene?- mi chiede con un viso da angelo, senza quei suoi sorrisetti maliziosi. Mi stupisce ogni giorno di più. 

- si grazie- dico imbarazzata, sentivo il cuore battere forte e le guance andare a fuoco. 

- meglio così… comunque oggi c'è proprio un tempo schifoso- osservai dalla finestra, stava piovendo. Per un attimo mi persi ad osservare fuori. 

- signorina Brown e signor Connor se siete così vogliosi di parlare andate fuori- ci aveva praticamente cacciati. Mi alzai prendendo lo zaino, ma la mano di Liam me lo impedì. 

- lo prendiamo dopo- mi trascinò fuori. 

- cavolo ci ho cacciato

- che ti importa- mi disse, mi accorsi che mi teneva ancora per il polso, se ne accorse pure lui, ma la ritrasse subito. 

- vado alla macchinetta vuoi qualcosa?- mi chiede con un aria divertita 

- non ho fame

- andiamo

- non voglio niente- dissi ridendo

- te lo ordino

- a chi dai degli ordini- ridevo, ogni parole mi usciva accompagnata o da un sorriso o una risata. 

- visto che non mi ascolti- si avvicinò minaccioso, il suo sguardo su di me, era vicino troppo vicino, quasi a volermi baciare. Ma poi in un attimo si abbassò ai miei fianchi. Mi ritrovai nell'aria. 

- visto che non mi ascolti ti ci porto io- cammino per un paio di passi, mentre io mi dimenavo come una pazza.

- dai mettimi giù. 

- allora mangia qualcosa

- devo proprio?

- altrimenti non ti metto giù

- ok ok- ridevo come una pazza, non succedeva da tanto che un ragazzo mi facesse ridere così, ma era diverso, con lui è strano, quasi come se volessi apparire sempre perfetta ai suoi occhi, quasi volessi attirare la sua attenzione, anche se non voglio. 

Lui mi lasciò andare, facendomi scivolare lentamente, come se non volesse lasciarmi, mentre scivolavo sentivo le sue mani su di me. Ogni parte del corpo che sfiorava, bruciava. Mi sentivo esplodere dentro. 

 

 

 

Pov Liam

 

La lasciai andare controvoglia, la guardai, i suoi nuovi capelli le davano un aria ribelle, ma era sempre bellissima. Notai che era arrossita leggermente. Sorrisi al pensiero che quel rossore fosse causa mia. 

- stai benissimo con questi capelli- mi usci tutto talmente naturale che mi stupii io stesso. Lei mi guardò stranita, qualcosa stava succedendo, mi sentivo diverso insieme a lei, i suoi occhi castani erano un labirinto dove non sapevo come uscire. Lei si avvicina, non so cosa sta succedendo, ma faccio altrettanto. continuo a fissarla in tutto il suo splendore, sembra quasi come se mi stesse ipnotizzando. Mi avvicino solo io adesso, lei è immobile di fronte a me, e qui davanti a me e io non posso resistere. Mi avvicino così tanto che solo pochi centimetri ci dividono, le mie labbra bramano le sue. Sento il cuore uscire dal petto, sto per cedere. Ma ne sono felice, mi sento felice. Le mie labbra stanno quasi per sfiorare le sue. 

- la prof ha detto che potete entrare

Maledizione, ero quasi riuscito a baciarla. Mi volto per vedere chi ha parlato, era la ragazza arrogante con cui dovevo fare coppia. Alice mi sorpassa, la guardo sfuggirmi dalle mani e maledico me stesso per non essere stato più veloce. Stranamente mi sento in allarme, forse è presto, si sarà spaventata, o sto correndo io… sono così confuso che vorrei solo prenderla e portarla via per chiarire. Ma mi limito a seguirla. 

 

 

pov Alice 

 

Cosa diamine mi era preso? stavamo per baciarci. Ero confusa, ma non volevo essere interrotta, quello rompi scatole ha interrotto il nostro bacio…aspetta un attimo a cosa vado a pensare, io e Liam? noi due? il super popolare e la tizia sconosciuta? non funzionerà mai. Vuole solo arrivare al suo scopo. Ma non riesco a liberarmi di lui, il suo profumo è ancora addosso a me, le sue labbra così vicine, sono ancora nitide nella mia mente. Mi siedo seccata. Lui entra, sembra nervoso, forse ho sbagliato, non dovevo avvicinarmi, evidentemente una come me non potrà mai essere per lui. 

 

 

Pov Haley

 

La lezione più noiosa di tutta la mia vita. Prendo il cellulare: un messaggio. 

" sono Luke vedi di darti una mossa oggi pomeriggio tu e Alice siete invitate a casa mia" 

Ma che diamine sta succedendo? Luke? quel pazzo come fa a sapere il mio numero? e per quale motivo devo andare da lui? Alice mi deve delle spiegazioni. 

- Liz non messaggi in classe o sarò costretto a ritirarle il telefonino- quel barbuto di professore deve sempre rompere. 

 

Pol Oviler 

how save a life

Cammino per la casa, assaporando ogni cosa, sembra non essere cambiato niente, eppure tutti noi siamo completamente diversi, la mia Alice è cresciuta, Amber non c'è quasi mai e papà è affetto di qualche malattia della felicità. Giro l'angolo fino ad arrivare nell'ufficio di mio padre, sento dei rumore sicuramente sarà li. Busso. 

- entra 

Entro titubante 

- sono davvero felice che tu sia tornato 

- perché? - voglio sapere quello che sa. 

- Ollie credi che non l'avrei mai scoperto?- lo vedo sedersi sulla sua poltrona, mi sento un imbecille, non sono stato in grado di mantenere il segreto tale. 

- perché non mi hai detto niente? cosa ti ha fatto credere che noi non lo volessimo sapere? 

- non è che…- stavo per parlare ma mi interruppe

- Oliver dannazione sei malato di cuore- lui si alza, alzando anche la voce. 

- sei malato Ollie- me lo ripete, come se io non lo sapessi, sono tre anni che combatto per questo. -

- non puoi mentirmi sono tuo padre, ti ho cercato per mari e monti, volevo che tornassi a casa, volevo che tu avessi la tua famiglia vicino

- non posso farmi vedere da Alice o Amber in queste condizioni, come pensi che avrebbero vissuto in questi anni sapendo che loro fratello potrebbe morire da un giorno all'altro

- NO COME PENSI TU CHE NOI POTREMMO VIVERE SE DOVESSE SUCCEDERTI QUALCOSA PER GIUNTA SENZA AVER MAI SAPUTO NIENTE E POI NON TI ACCADRà NIENTE CHIARO??- mi sentivo gli occhi bruciare, le lacrime spingevano per uscire, ma io facevo di tutto per trattenermi. 

- cosa hai raccontato ad Alice?

- che avevamo litigato, che in parte è vero non le ho mentito

- Ollie perché sei tornato?

- hanno un cuore compatibile in questo ospedale

- come pensi di nasconderlo ancora, insomma Amber lavora li, non puoi mentirle devi dirlo lei è adulta ormai, per Alice manteniamo il segreto, lei ti vuole davvero bene, il fatto che tu sia tornato la resa davvero felice

- d'accordo- stavo per uscire dalla stanza quando mi interruppe con la sua voce.

- ce la faremo Ollie- il suo tono era dolce, paterno, un tono di voce che non sentivo almeno da dieci anni. Gli sorrisi amaramente, non sapevo quanto male facesse sentire quelle parole, quando si ha la consapevolezza di poter morire in qualunque momento. Usci da li, dovevo affrontare Amber, un passo alla volta, ma sapevo che prima o poi Alice lo avrebbe scoperto, ma volevo dirglielo io, dovevo essere io a dirglielo, dovevo dirgli che io c'ero sempre, che anche se non mi vedeva ci sarei stato comunque, volevo che sapesse quanto tengo alla mia sorellina. Una persona mi venne in mente: Ines. Quando la vidi per l'ultima volta lei piangeva, l'avevo lasciata senza spiegazioni proprio il giorno che andai via. 

 

 

 

Pov Amber

 

Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Prendo dei fogli dalla scrivania del dottor Silver. Leggo il risultato delle analisi e poi le porgo all'infermiera di turno, mi avvicino al paziente, la parte difficile di quel lavoro è dare le brutte notizie. Solitamente lo facevano fare a me, mi definivano il robot perfetto. Lavoro eccellente, senza errori, non mi lasciavo trasportare delle emozioni e non avevo nessun problema a comunicare le sentenze delle analisi. A volte mi rendevo conte di quanto sembrassi fredda e impenetrabile, ma era necessario per arrivare al mio scopo. 

- lei è affetto ad un infezione se non la cura subito potrebbe con molte probabilità portare gravi conseguenze.

Il paziente se ne va dopo che gli ebbi spiegato la cura e tutto, sento dei passi, alzò gli occhi, il dottor Silver entra. Certo dovevo portargli rispetto e tutto, ma uno: aveva la mia stessa età e due: era arrogante. 

- ottimo lavoro come al solito Robot perfetto- mi prese in giro e io lo ignorai, ma dentro avevo una voglia matta di prenderlo a sberle. 

Sentii il cellulare vibrare. 

- il fidanzatino?

- non sapevo che lei conoscesse il significato di questa parole visto i suoi precedenti- mi sorrise beffardo

- almeno sai difenderti vedo

Lo guardai seccata prima di uscire e rispondere al telefono. 

 

 

 

 

Pov Alice

 

Finalmente eravamo usciti da scuola. Luke mi venne incontro e dietro di lei la figura di Haley, "leggermente" arrabbiata. Appena arrivò vicino a me mi prese per un braccio e mi disse sottovoce:

- perché dobbiamo andare con lui ?

- facciamo un po' di compagnia a Felicity

- ok ora mi è chiare perché, ma giusto giusto con lui?

- andiamo non è poi così male

- non dirmi che ti piace?

- no non è il mio tipo

- mi nascondi qualcosa?

- no niente andiamo- mi voltai vidi Felicity uscire dalla scuola. Aveva dei libri in mano. 

- ciao ragazze- ci saluto sorridendo. 

- andiamo allora?- disse Luke 

- andiamo dove?- disse la sorella

- oggi si mangia fuori e poi si va alla sala videogiochi

- ci hai preso per dei ragazzi?- disse Haley

- andiamo sarà divertente- dico entusiasta. 

- davvero si esce?- Felicity sembrava davvero felice, i suoi occhi si illuminarono per la felicità. 

- ok ok- Haley era sempre la solita, doveva distinguersi sempre. 

- io starò con i miei amici, così voi potete stare fra noi

- a questo punto andiamo da un'altra parte noi

- non esiste- il tono agitato e autoritario di Luke faceva capire che non emetteva altre opzioni. 

- Felicity è sotto la mia custodia- disse sorridendo falsamente per irritare Haley. Lei lo guardò incattivita. 

- lo sai che ti odio

- la cosa è reciproca. 

 

 

Pov Felicity 

 

Abbiamo mangiato al locale preferito di Alice: il Gilbert Story. Un posto carino e molto accogliente. Mio fratello e Haley non hanno fatto altro che litigare, mentre Alice e io conversavamo, quando le ho nominato Liam mi ha sviato il discorso, sono sicura che tra loro sia successo qualcosa. Luke paga per tutte noi e poi si avvicina al bancone. Una ragazza gli porge il resto e Alice la saluta. Si avvicina. 

- Alice sei ritornata

- questo posto mi ricorda molte cose belle quindi.. 

- come sta?- il tono di voce della ragazza è molto freddo, quasi forzato. 

- bene credo, ma Ines è cambiato, non è più quello di una volta

La ragazza si leva il ciuffo che le cade davanti agli occhi e sorride amaramente. 

- il lupo perde il pelo ma non il vizio, ricordatelo Alice, tuo fratello rimarrà sempre il solito stronzo 

- mi dispiace che la pensi così- non era stata Alice a parlare, ma proprio un ragazzo, molto bello a dire la verità. Si avvicinò alla ragazza sorridendo. 

- cosa ci fai qui?- chiese acida

- voglio parlarti

- cosa ti fa credere che ti voglia ascoltare?

Alice mi fece segno di allontanarci e io la segui, anche se ero curiosa di sapere come andava a finire, non vivendo una vera vita come vorrei devo accontentarmi dei telefilm è quella sembrava proprio una scena di una serie. 

- Mio fratello se la caverà ora andiamo a giocare- Alice sembrava davvero elettrizzata. Mi avvicinai a lei e le chiesi come mai, ma mi sorrise buffamente e poi si diresse in direzione del luogo dove dovevamo andare. 

 

 

Pov Luke

 

Felicity si stava divertendo è questo era l'importante. 

- come hai avuto il mio numero?- Haley mi si avvicina incattivita. 

- lo fregato a Jack 

- cancellalo

- già fatto tesoro

- bene 

- bene 

Si allontana, mentre io rido di gusto. Non avevo alcuna intenzione di cancellarlo, torturarla era troppo divertente. Haley si avvicinò alle tre, mi avvicinai anch'io, ma notai che Alice era troppo euforica. La presi per un braccio facendola rallentare, in modo che gli altri non sentissero. 

- cosa ti prende?

- niente che deve prendermi

- ok.. ma comportati bene che poi vengono Liam e gli altri- la sentii sobbalzare dalla presa che le avevo imposto. 

- che ti prende?

- niente niente

- Alice cosa è successo fra di voi?- avevo centrato il bersaglio. La notai arrossire. 

- sarebbe così sbagliato se ci fossimo baciati

- vi-vi siete baciati

- no ma c'è mancato poco

Mi meravigliai di lei, la credevo più furba. 

- Alice lui è..

- lo so gioca soltanto ed è una fortuna che non sia successo, devo mettere in chiaro le cose prima che degenerino. 

Ora capisco meglio, in effetti cadere nella trappola di Liam è facile, anche le più dure cedono, ma lei tenta in tutti i modi di non farlo. La guardo allontanarsi, era davvero una ragazza in gamba, Liam non poteva farla soffrire. 

 

Il tempo alla sala giochi era passato velocemente. Alice e Felicity si divertirono tantissimo, mentre Haley conversava con gli altri ragazzi. Notai che Liam era diverso, più silenzioso. 

- Ehy amico cosa ti prende?

- Luke hai un minuto?

Ci spostammo nel retro del locale

- che ti prende?

- oggi stavo per baciare Alice 

Stavo per dirgli che lo sapevo già, ma le sue parole mi superarono. 

- devo ammetterlo Luke avevi ragione 

- cosa?

- mi ha proprio fregato, sono proprio preso da lei, non so che fare…

Questo non ci voleva, Alice è convinta, anche grazie a me che lui è solo uno sciupa femmine, ma la confessione di Liam è vero, lo posso capire benissimo da come si comporta. Non è mai stato innamorato e non ha mai avuto problemi a dirlo alle ragazze e adesso lo vedo in difficoltà. 

Ho combinato un vero e proprio casino. Dovevo rimediare e anche in fretta. 

 

 

Pov Felicity 

 

- allora voglio la rivincita- si lamento Haley, finalmente si era decisa a giocare, ma si era fatto tardi e per giunta era una vera frana ai videogiochi. Alice se la rideva come una matta. Osservavo la scena non mi sembrava vero che io ne facessi parte, mi sentii leggera e felice, a tal punto che sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi. 

- ei tutto bene?- mi disse Haley con un tono dolce. 

- certo è solo che…è tutto perfetto

- vieni qui- Haley mi abbraccio mentre Alice mi fa un sorriso e poi ci abbraccia a suo volta. 

- d'ora in poi ai miei confessa- party si unirà un altro membro- dice con un tono sarcastico e buffo. 

- cosa?- non capivo di cosa stesse parlando

- si tratta di pigiama-party dove confessi tutto, ma proprio tutto, anche se ultimamente tu nascondi qualcosa- disse indicando Alice - c'è proprio bisogno di uno di quei così- disse Haley ridendo.

- quando vuoi- disse ridendo l'amica - ah ovviamente devi confessare anche tu- mi disse Haley.

 

Questa giornata era iniziata come tutte le altre, ma grazie a mio fratello tutto era cambiato, nonostante litighiamo sempre non posso far altro che ringraziarlo. Lo guardo arrivare, gli sorrido, mimando un grazie. Lui mi sorride, per quanto la gente possa dire che è un cinico, maniaco anche, stronzo e tutti gli aggettivi peggiori di questo mondo, lui per me sarà sempre il mio angelo custode, forse un giorno non avrò più bisogno del suo aiuto e forse quel giorno riuscirò a essere me stessa. 

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Capitolo 4
*** Qualcosa di più grande di me ***


CAPITOLO 3

Qualcosa di più grande si me.

 

Amber si trovava in cucina, davanti a lei il suo caffè caldo. Si sedette sulla sedia e poi iniziò ad assaporare la bevanda calda. Dei passi si sentirono dalla stanza accanto. Un uomo sulla quarantina entrò ancora in vestaglia, salutò la figlia con un cenno alla testa e poi si diresse verso il frigorifero, lo apri e prese un po' di latte. 

- Alice è in casa?- chiese l'uomo preoccupato. 

- no è già andata a scuola- Amber fissava il padre in ogni suo movimento, era strano, era nervoso e si agitava come qualcuno che nasconde qualcosa. 

- bene allora tuo fratello ti deve parlare e Alice non deve esserci

Amber si sentii in allarme, quando si nominano le parole " ti devo parlare" non ci sono mai buone notizie. Si alzò posando la tazza di caffè nel lavandino e si girò verso il padre. 

- devo preoccuparmi? 

L'uomo non rispose, si limitò ad abbassare il volto verso il pavimento, la ragazza incominciò a essere nervosa. Si diresse verso il salotto e poi sali le scale, fino ad arrivare alla stanza che per anni era stata quella del fratello minore. Bussò e aprii senza pensarci. 

- Oliver?- il ragazzo stava ancora dormendo. Amber si avvicinò a lui, non accennava a svegliarsi. Era sempre stato un ghiro quando si trattava di sonno. Amber vagò con gli occhi per tutta la stanza, fino a farli fermare sulla scrivania del fratello. Si avvicinò osservando le carte, le prese e lesse il contenuto. 

- Oh mio Dio- Amber si sedette sulla sedia, le gambe stavano per cederle. Quelle carte parlavano chiaro. Era quello che suo fratello voleva dirgli? per questo Alice non doveva sapere niente? Si girò verso il fratello controllandone il respiro, per un attimo ebbe la paura che non lo facesse più. Si sentii imponente di fronte a qualcosa di più grande di lei. Si alzò avvicinandosi a lui. Osservò i suoi lineamenti che ormai non erano più quelli di un bambino, lo aveva visto crescere e adesso aveva la sensazione che le stesse scivolando di nuovo dalle mani, ma questa volta per sempre. Lo osservò nuovamente rendendosi conto della realtà in cui viveva, in quella famiglia ognuno teneva le cose per se, era sempre stato così da quando la madre era andata via, lei si era dedicata al lavoro, rinunciando a ogni sentimento nel suo cammino, lui era sparito per via del suo orgoglio, cosa gli impediva di dire che stava male se non questo? Alice era ancora inconsapevole della storia di questa famiglia, ma pian piano anche lei si stava rendendo conto di quanto le cose si stessero sgretolando. Suo padre si avvicinò alla porta aperta. 

- non dire niente ad Alice

- perché non ha detto niente?

- lo conosci ha sempre tenuto le cose per se e non vuole che Alice ne soffra 

- ha sempre avuto un trattamento speciale per lei

- come te con lui…i più grandi tendono sempre a proteggere i più piccoli

- quindi cosa farà adesso? il cuore non arriverà prima di un mese se dovesse succedergli qualcosa nel frattempo non ce la farebbe.

- per questo deve restare a casa senza fare niente non può rischiare

Amber diede un ultima occhiata al fratello dormiente non potendo essere più d'accordo di così con il padre.

 

 

 

Pov Alice 

 

Erano le otto passate e Haley ancora non si era vista. Sali a scuola da sola, fin quando i Storng non si avvicinarono a me. Vedevo Luke nervoso, si muoveva in maniera buffa, lo notò anche Felicity. 

- secondo te che gli prende?- mi chiese improvvisamente

- se non lo sai tu che sei sua sorella

Luke si avvicinò a me, mi prese per un polso e facendo un cenno di non seguirci a sua sorella, mi trascinò vicino la porta della scuola. 

- che c'è?

- senti ho combinato un casino con te e Liam, abbiamo parlato ieri e… 

- e… 

- e che ne pensi se oggi ci prendiamo un gelato tutti insieme?- ma che sta dicendo? il suo tono mi sembrava falso e costruito.

- bella come idea- la voce di Liam, che proveniva da dietro, mi fece spaventare, tanto che per poco non saltai in aria. 

- scusa ti ho spaventato- mi disse ridendo con il suo sorriso beffardo. Mi stava prendendo in giro. Gli feci un sorriso falso e lo scavalcai tornando vicino a Felicity, la vidi parlare con Jack, ma quando io arrivai lui se n'era già andato. 

- cosa voleva?- mi chiese 

- non saprei Liam ci ha interrotti

- non è che ha una cotta per te?

- no di questo ne sono sicura, mi voleva parlare di Liam credo- dissi quelle parole senza accorgermene. 

- tu e Liam?- il suo sorriso divenne enorme. 

- siete una bella coppia fidati di me, siete come quelli dei telefilm

- non dirlo a nessuno- le raccomandai, mi sentivo in colpa che lei lo sapesse prima di Haley, non che ci fosse qualcosa di concreto, ma sentivo che stava per succede qualcosa. Ci dirigemmo verso la scuola, l'ultimo giorno prima delle vacanze. 

 

 

 

Ines stava apparecchiando i tavoli del locale, era ancora chiuso. La porta si aprii, lei alzò lo sguardo.Un ragazzo, più o meno della sua età. Capelli e occhi scuri, uno sguardo da bastardo e la camminata di chi la sapeva lunga. Si avvicinò a lei con un sorriso malizioso sul volto. Lei rimase impassibile fin quando il ragazzo non si avvicinò a lei. 

- cosa vuoi Danny?- la ragazza riprese a pulire. 

- ho sentito che il badboy è tornato

- Oliver non è più quello di un tempo Dan 

- il lupo perde il pelo ma non il vizio

- cosa vuoi da me?

- sei in debito con me, fallo tornare con noi

- sei impazzito? io e lui a malapena ci parliamo

- tu e lui siete la coppia storica troverai un modo- disse quelle parole con disprezzo. 

- sei uno stronzo lo sai vero?

- ti sono sempre piaciuti gli stronzi… in fin dei conti il nostro Ollie era anche peggio di me

- lui aveva un cuore

- ma ti ha abbandonato- Ines si sentii colpita, aveva perfettamente ragione, non rispose, non aveva parole. 

- visto? anche tu mi dai ragione, allora che ne dici? o vuoi che i guai vengano a cercarti di nuovo?

Ines lo guardò negli occhi con disprezzo, come se stesse guardando il male in persona. Poi sbatte la pezza con forza sul tavolo. 

- dopo questa mi lascerai in pace?

- certo- disse di nuovo assumendo l'espressione bastarda che aveva inizialmente. Poi si girò uscendo dal locale, Ines fissava la porta consapevole di essersi cacciata nuovamente in un guaio più grande di lei. 

 

 

 

 

Haley non era andata a scuola.

 

Pov Haley 

 

Mi trovavo nel vialetto di casa, quando West mi venne incontro. Ci fermammo a discutere per svariati minuti, per un attimo ebbi l'impressione che fosse di nuovo quello di sempre, poi invece era tornato ad essere il bravo ragazza studioso che era diventato. 

flashback 

 

Mi trovavo nell'aula di italiano quando un ragazzo fece il suo ingresso, indossava vestiti scuri, dalle tonalità del blu, maglietta blu, pantalone scuro come le scarpe e la giacca, mentre portava il zaino blu sulle spalle si avvicinò a me. 

- come ti chiami?

- Haley Liz 

- piacere sono West- il suo sguardo era voglioso, non desiderava altro, lo si poteva leggere chiaramente nei suoi occhi. 

- ti va di fare un giro in moto?

fine flashback

 

Fui stupida a quel tempo, non diedi ascolto alla mia coscienza e lo seguii come una stupida. Arrivammo in una vecchia casa, adesso che ci penso non avevo nemmeno idea di chi fosse. Passai li la mia prima volta, fu un'esperienza che si ripete altre volte insieme a lui. Ma mi ha sempre considerato il suo oggetto personale. Andava anche con altre e io lo sapevo, non lo davo a vedere, ma lo sapevo. Mi faceva sempre più male la sua presenza, fino a che decisi di lasciarlo, ma poi lui tornò da me e io come una stupida lo perdonai, gli perdonai tutto il male che mi fece. Ma poi un giorno mi comunicò la sua partenza. Dopo quello non ebbi più sue notizie.

Adesso mi trovavo nel laghetto dietro la città, sul ponte che univa il lato est con quello ovest. Sentivo l'aria gelida entrarmi nelle ossa. Guarda l'acqua verdastra e mille pensieri mi tormentarono. West non era più il mi primo amore, ero riuscita a dimenticarlo e a ricominciare, certo non trovai più nessuno che mi regalasse le emozioni che mi dava lui, ma la sua presenza non era un problema, forse era dipeso dal fatto che lui non era più lo stesso. Ma mi resi conto che era meglio così, lui ed io eravamo troppo diversi, per quanto adesso io assomiglio un po' troppo al suo vecchio lui. Cerco nei ragazzi il conforto necessario per andare avanti, certo non vado col primo che capita, ma mi infatuo facilmente dei bei ragazzi, beh tutti tranne uno. Mi venne in mente Luke. Con lui si che non sarebbe mai successo, io e lui eravamo come l'olio e l'acqua. Sentii il cellulare vibrare. Lo tirai fuori dalla tasca. 

" dove sei finita psicotica?" 

Non c'era bisogno di vedere il numero per capire chi fosse il mittente. Feci uno sbuffo, ma subito dopo mi uscii un sorriso. Quel ragazzo aveva uno strano modo di interessarsi alla gente. 

 

 

 

Pov Alice

 

Ero ancora presa dal discorso di Luke, non sapevo cosa mi volesse dire, ne il casino che aveva fatto. Per tutto il giorno mi limitai a pensare a cosa potesse essere. Purtroppo non lo incontrai nella ricreazione ne nel cambio di aula. La campanella di fine ora suonò. Presi il mio zaino e mi diressi verso l'uscita. Mi accorsi che il tempo era davvero peggiorato, pioveva a dirotto e io come al solito avevo dimenticato il mio ombrello. 

- Ti do un passaggio?- la voce calda si Liam mi accarezzò il collo, era troppo vicino. 

- no tranquillo un po' di pioggia non mi farà niente- mi distanziai da lui. Ridevo alla cavolata appena detta, stava diluviando altro che un po' di pioggia. 

- tu sei pazza- rise prima di tirarmi dal braccio e trascinarmi sotto il suo ombrello. 

- andiamo la macchina è parcheggiata nel retro della scuola. 

Non accennava a lasciami, mi teneva stretta per la paura che me ne andassi, che sciocco. 

Vidi la sua macchia, era un modello vecchiotto, non sapevo dire quale fosse, non me ne intendo per niente di auto. 

- dove vivi?

- nel lato sud della città, vicino al locale Gilbert

- bello quel posto

- lo conosci?

- ci andavo da piccolo

- seriamente? pure io?

- davvero? e non ci siamo mai incontrati?

- non mi ricordo di te

- nemmeno io 

Scoppiammo a ridere come due idioti, poi lui riprese a respirare e mise in moto. 

- che ne dici di farci un salto qualche volta?- mi chiese improvvisamente, non sapevo che rispondere, ma non volevo dire ne no ne si, alla fine annuii senza rendermene conto. 

- perfetto

Sorrisi nel vederlo felice, ero proprio una stupida. 

Mise in moto e andammo via, durante il tragitto nessuno dei due disse niente. C'era un silenzio imbarazzante che chiaramente non era piacevole. Arrivammo quasi a casa mia. La macchina fece un rumore strano, dopo altri pochi metri si spense in mezzo alla strada. 

- cazzo- Liam sbatté le mani sullo sterzo. 

- devo spingerla, almeno la tolgo dalla strada, puoi metterti al volante?- mi guardò implorante, non sapevo con chi stava parlando. 

- dico vuoi che mi ammazzi? 

- dai è facile se stai sbagliando ti fermo io devi solo girare quella "ruota" a destro o sinistra…ti dirò io quando- sembrava che stesse spiegando ad una bambina delle elementari.

- ci provo ma non ti prometto niente. 

truly madly deeply savage garden

 

Liam incominciò a spingere l'auto, mente mi diceva cosa dovevo fare, per un attimo non stavo finendo contro un palo della luce, ma grazie alle dritte di Liam non successe, scoppiai a ridere come una matta appena la macchina era sul marciapiede, scesi dal volante ancora ridendo, Liam si avvicinò, aveva una faccia confusa e preoccupata. 

- che ti sei bevuta?- mi chiese con un sorrisetto. 

- no non ci credo, stavo per prendere un palo- ridevo ridevo, ero felice, mi sentivo libera, lui mi dava l'impressione che potessi fare tutto. 

- è colpa tua… se sto ridendo come una matta 

- a mia!- si indicò con il dito, poi allungò le braccia e mi prese in braccio. -

- mettimi giù- non avevo più nemmeno la forza per ribattere per via delle risate. La pioggia batteva forte su di noi. 

- ci stiamo bagnando tutti- gli dissi appoggiando ridendo la mia faccia nella sua spalla destra

- sai non me n'ero accorto- mi mise giù, mi senti delusa, quasi come se mi avessero tolto il mio giocattolo preferito. Mi guardò in faccia, aveva la stessa espressione del giorno prima, quando ci trovavamo nel corridoio da soli. Si avvicinò a me. Mi mise le mani sulle mie guance, le mani erano calde, sotto quel gelo che la pioggia aveva portato, lui aveva le mani calde. Lo guardai negli occhi e mi ci persi dentro, non capivo più niente, solo un azzurro intenso davanti a me. Ero come incantata da lui. Mi resi conto che era lontano solo pochissimi centimetri da me. La pioggia ci faceva da colonna sonora. Sentivo le gocce d'acqua cadermi sul viso, vedevo i suoi capelli arrivargli quasi agli occhi e mi sentivo completamente impotente di fronte a tanta bellezza, non potevo ne sottrarmi ne avvicinarmi, ero in trappola, come la farfalla nella ragnatela. Il resto accadde tutto in un attimo. Le sue labbra rosee sulle mie, il sapore delle sue labbra si era mischiato con le gocce d'acqua, un misto di acqua e cioccolato. Risi al pensiero che probabilmente aveva mangiato cioccolata. Lui rise a sua volta, anche se non avevo idea per quale motivo. Poi sentii la sua lingua chiedermi il permesso per entrare. Lo lasciai libero di fare. Un bacio caldo sotto l'acqua gelido, un danzare di lingue. Un bacio passionale. Mi aggrappai al suo collo, come a non volere che fuggisse via, senti le sue mani staccarsi dalle mie gance e scendere sui miei fianchi avvicinandomi a lui. Dopo quell'attimo che sembrò interminabile, entrambi necessitavamo di ossigeno, ci staccammo, lui mi guardava, ma non reggevo il suo sguardo, sentivo le guance andare in fiamme. 

- ti vergogni?- mi disse mettendomi due dita nel mento per farmi girare verso di lui. 

- e anche se fosse?- sbottai senza riflettere, non ebbi il tempo nemmeno di reagire che lui mi diede un altro bacio, questa volta un bacio casto, leggero. 

- che ne dici se ti accompagno a casa prima che ci viene una broncopolmonite?- disse sarcastico, alzando un sopracciglio con fare ovvio, io annuii, ma mi uscii un sorriso involontario. 

 

 

Pov Felicity 

 

Stavo aspettando da più di mezz'ora nel luogo che mi aveva detto Jack. Il progetto di chimica era nella borsa. Ero felice che fosse lui il mio compagno, ma evidentemente la cosa none era ricambiata. Diedi un'ultima occhiata alla borsa prima di prenderla e uscire dal locale, uscii camminando in modo frenetico, non mi importava della pioggia, almeno non si sarebbero notate le lacrime. Passai davanti ad un bar, dove lo intravidi a scherzare con gli amici. Mi viste, ma prima che uscissi ripresi la mia camminata, quando mi girai mi contrai con qualcosa. 

- scusa- dissi, il mio tono era traballante. Ero talmente vulnerabile che con una spinta sarei finita a terra. Mi sentivo la testa girare. Mi scansai da quel ragazzo contro cui avevo sbattuto. Continuai la mia corsa contro il tempo. Mi avviai verso casa. Innamorarmi di un ragazzo a cui non importava nulla di me. 

 

Pov Jack 

 

Uscii dal locale, ma troppo tardi, mi misi le mani ai capelli. Avevo combinato un casino. 

- che ti prende Jack?- uno dei miei amici si avvicinò a me. 

- ho dato buca a quella ragazza 

- è carina come te la sei fatta scappare?

- non in quel senso imbecille dovevamo studiare e lo lasciata fare tutto da sola, mi ero completamente dimenticato dell'incontro. 

- che vuoi che sia basta chiedere scusa

- si se non prima suo fratello mi spacca la faccia

 

 

 

Felicity era arrivata di fronte alla sua maestosa casa. Aprii la porta e si fiondò dentro. Suo fratello Luke la vide chiudersi in camera sbattendo la porta. Felicity dal conto suo cadde a terra, strofinando con la porta, le lacrime non volevano cessare. 

- sono troppo debole.

Si sentii nuovamente girare la testa, la vista si offuscò, fino a quando non vide completamente niente. 

 

 

 

Pov Alice

 

Arrivammo fino al portone di casa mia, girai la chiave, ma quando la spinsi la porta si apri da sola, la figura di mio fratello mi apparse davanti. 

- Oliie

- bentornata- mi disse sorridente, ultimamente sorrideva più spesso. 

- lui è?

-un amico - disse Liam senza che io potessi dire niente

- a quanto pare- dissi io sorridendo e poi facendogli la linguaccia

- vuoi entrare?- chiese Oliver a Liam. 

- veramente io…- era in imbarazzo si vedeva.

- andiamo?- lo incitò mio fratello

- se proprio insisti

Entrammo dentro casa, Amber stranamente era a casa così come mio padre, feci le presentazioni e  tutti rimasero sbalorditi, e anche irritati, soprattutto mio padre. 

- ok conoscere la tua famiglia è stato un po' affrettato e imbarazzante 

- andiamo ero più imbarazzata io, non avevo mai portato un ragazzo a casa

- non è vero- mi tirò un cuscino del divano. Era rimasto anche dopo cena, mio padre ogni tanto scendeva, si comportava come un cane da guardia, ma era comprensibile. 

- devo tornare a casa

- ok- gli dissi alzandomi da divano 

- ci vediamo domani a scuola- mi diede un bacio a stampo e poi usci dalla porta. Appena fu chiusa mi girai verso il salone, avevo un sorriso sul volto che non accennava a sparire. 

- è carino il tuo ragazzo da quanto state insieme?- Amber mi colse alla sprovvista 

- come l'hai capito 

-intuito femminile 

- waoo 

-allora da quand'è ?

- diciamo da poche ore 

-  e l'hai portato a casa?

- Ollie la praticamente costretto… e poi lo presentato come amico 

- capisco 

Non una replica, ne un piccolo insulto per Oliver, qualcosa era cambiato in lei, la vedevo diversa, i suoi attacchi d'ira erano spariti, solitamente se la prendeva con ogni cosa gli capitasse tra le mani ogni qual volta le andava qualcosa storto. 

 

 

Pov Liam 

 

Controllai la mia auto prima di dirigermi verso casa. Un senso di felicità mi pervase, era completamente pazzo, non riuscivo a crederci, solo con un bacio potevo dire di essere pazzo di lei. Aprii frettolosamente la porta di casa, entrai, non trovai nessuno, probabilmente tutti dormivano quell'ora. Tutti poi chi? se ci stavamo solo io mia madre e mio fratello. MI sentii un idiota a pensare che potessero solo prendersi la briga di chiamarmi, chiedermi come stessi, cosa fosse successo. Trovai un bigliettino sul tavolo. " in forno c'è del pollo" la scrittura era quella di mio fratello minore. Mi avviai verso la nostra camera, era piccola, buia. Lo notai tra le coperte, non si vedeva nemmeno la testa, aveva sempre avuto il vizio di coprirsi tutto. Sorrisi, quella giornata non avevo fatto altro. Sentivo che stavo correndo, ma aveva paura, paura che qualcuno me la portasse via, io non ero il tipo che aspetta, non avrei resistito ancora e poi francamente non siamo mica in quei telefilm dove aspetti secoli prima di stare con la persona di cui sei attratta, questa è la vita reale e io voglio godermela. Vidi il cellulare squillare. 

-pronto?

- Liam ma dove ti sei cacciato oggi?

- calmati sono stato con Alice, sai ci siamo messi insieme- ok sembravo una vecchietta a cui piace spettegolare. 

- ok allora non ho più nulla da fare 

- che intendi?

- niente niente comunque tu hai idea di come posso far scendere la febbre? sai i miei non ci sono e io non ne ho la più pallida idea 

- tu? la febbre?

- razza di idiota parlo di mia sorella, è tornata a casa con la febbre alta

- ok calmati… dagli qualche medicinale che ne so

- non so quale

- non puoi chiamare i tuoi?

- sono in viaggio in aero non prende 

- che ne so…- ci pensai un attimo, mentre mi toglievo le scarpe - trovato! la madre di Haley non è pediatra?

- e allora?

- e allora imbecille chiamala e chiedile consiglio 

-tks 

- pensa a tua sorella

- ci sentiamo domani va- Risi subito dopo aver immaginato la sua faccia incazzata. 

 

 

Pov Haley 

 

Ero appena riuscita a prendere sonno, il film horror che i mi ero vista mi aveva letteralmente traumatizzato, strizzai gli occhi appena senti vibrare il telefono, con un sforzo, che mi sembrò disumano, mi alzai dal letto. 

- pronto?- sembravo uno zombi. 

- Psicotica?

Mi alzai dal letto di corsa, che diamine voleva? 

- tu!! 

- si proprio io, senti non ti sto chiamando per una dichiarazione o roba simile solo che mia sorella ha al febbre e io non ho idea di che fare

Ok ero figlia di un pediatra qualcosa doveva pur esserci e poi a casa sua erano pieni di medicinali, insomma un figlio di dottori non ha idea di che fare con una febbre?

- ok allora prima di tutto tienila al caldo

- non serve, lei ogni volta che la prede…la prende molto forte.

- ok allora ascoltami bene…- gli spiegai cosa doveva fare e stranamente riuscii ad avere una conversazione normale con lui. 

 

 

 

Ines stava chiudendo il locale. Mille pensieri quella giornata l'avevano tormentata. Odiava Oliver di questo ne era sicuro, ma era comunque sbagliato farlo rientrare in quel giro che li avevano consumati da ragazzini. Prese la macchiane e andò a casa. La porta era aperta, tutto era alla rinfusa, i mobili tutti aperti. Un biglietto per terra:

" Questo è un avvertimento" 

Ines lo raccolse, un senso di paura la pervase, doveva chiedere aiuto, ma non aveva idea a chi rivolgersi, da quando era morto il padre viveva da sola, avevo perso i contatti con tutti i suoi amici e aveva pure interrotto gli studi. Era sola. 

Oliver era nella sua camera, bussano alla porta. 

Amber entra. 

- perché hai fatto entrare quel ragazzo era palese che ci fosse qualcosa tra i due

- perché voglio che lei sia felice e voglio vederla innamorata prima…

- prima che l'operazione sia fatta? so tutto so riconoscere una cartella clinica- Oliver stette zitto. 

- vuoi vederla crescere prima che tu te ne vada?- Amber si sentiva uno strano peso nel petto. - non morirai chiaro

- dite tutti così.. ma non potete prevederlo

- dovresti dirlo a Alice, come credi che si sentirebbe se dovesse succederti qualcosa io non sono d'accordo sulla vostra decisione. 

- Amber mi consoci da 21 anni sai che non lo farò, come non lo detto a te, ne a papà, ne a…Ines. 

- quella ragazza ne ha passate tante

- già 

- ma tornando al discorso di prima come gestirai la situazione con Ali?

- voglio solo vederla felice se quel ragazzo la rende felice mi sta bene altrimenti sarò io a fargli capire quanto vale mia sorella

- non credo che debba preoccuparti per questo, sai hanno la stessa vostra alchimia

- di che parli?

- tu e Ines, sembra di rivivere la stessa storia 

- forse è per questo che mi sta simpatico quel ragazzo 

Amber sorrise, per la prima volta dopo tanto tempo, le lunghe chiacchierate con suo fratello le erano mancate. 

- perché non mi racconti un po' di te invece cosa ti è successo in questi anni?- Amber sembrò turbata, quasi come se le avesse chiesto di confessare qualcosa. 

- nulla di che solo lavoro- Oliver la osservò bene. Mentiva! era palese, i suoi occhi non lo sfiorarono minimamente, le mani continuavano giocare con il nastro del pacchetto che teneva in mano. -

Oliver decise di cambiare discorso. 

- cos'è quello?

- prendilo ho pensato che ti sarebbe piaciuto

Oliver lo osservò aveva una forma sferica. Lo scartò. Era una di quelle sfere con dentro un paesaggio natalizio, c'era una casetta, una albero di natale e infine tanta, ma tanta neve, lo girò sotto sopra. 

- è proprio quello?

- si ci sono ancora le nostre firme

Ollie le lesse, un sorriso malinconico gli spuntò sul viso. 

- credevo non ci fosse più

- papà non la voluto buttare quando la mamma è andata via, è l'unica cosa che ha lasciato, forse perché era fatta fa noi. 

- è diventato troppo sentimentale quell'uomo 

- vuole semplicemente non perdere suo figlio 

Ollie la osservò, per un attimo rivide la Amber di sempre, ma l'attimo durò poco, perché poi riprese quell'espressione apatica che indossava ormai da tempo. 

- ti voglio bene Amber

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Capitolo 5
*** Emily ***


CAP 4

Emily

 

Oliver Brawn si era svegliato presto quella mattina, niente poteva disturbalo. Si preparò in fretta pronto per uscire, solo appena arrivò alla porta si accorse di una figura dietro di essa. La aprii pronto per uscire. Una suora alla sua porta. Oliver restò basito, non sapeva come comportarsi. 

- salve- disse la donna

- sono qui per la signorina Brown 

La prima persona che le venne in mente fu Alice, ma era improbabile. 

- come scusi?

- oh lei deve essere il padre…- Oliver non capiva, tanto meno poteva essere il padre di sua sorella. Dei passi pesanti arrivarono da dietro, una chioma bionda si fece spazio nella visuale del ragazzo. Amber lo scavalcò salutando la donna. Oliver era ancora più confuso, Amber fece entrare la donna, mentre lui, sul portico, ancora non capiva.

 

Amber fece accomodare la donna, oggi era domenica quindi suo padre e Alice dormivano ancora. 

- come sta?- le chiese la suora

- bene grazie…come mai questa visita?- disse la ragazza porgendo un po' di thè alla donna. 

- l'orfanotrofio sta chiudendo… non abbiamo i finanziamenti necessari, la maggior parte dei bambini sono andati in quello della città, ma essendo che sua figlia è l'unica che ha un vero genitore mi chiedevo se fosse disposta a tenerla

Amber era shoccata, aveva continuato la sua vita senza problemi, non che non avesse dei sensi di colpa per aver abbandonato la figlia, ma si sentiva impotente di gestire la situazione. Osservava bene la suora, una delle più buone, sapeva che quel posto non era un luogo felice, ma credeva che potessero crescere sua figlia meglio di quanto potesse fare lei. 

- può prendersi del tempo per pensare, sa oggi fanno la recita di Natale, la piccola Emily ha un ruolo importante ne è davvero felice…- Amber ebbe una fitta al cuore solo a sentire pronunciare il nome della bambina. Quel nome impregnato di ricordi, ricordi amari che non voleva ricordare. Si sedette accanto alla donna con me mani che tremavano. 

- non mi merito la sua felicità, lei dovrebbe odiarmi

- Emily è una bambina dolce lo capirebbe subito se la vedrebbe- la suora si alzò e Amber la seguii, l'accompagnò fino alla porta e poi si salutarono, chiuse la porta dietro di se appoggiandosi ad essa. 

- chi era?- Alice era in pigiama, di fronte a lei. 

- nessuno

- sei più strana del solito- Alice si diresse in cucina, mentre Amber rifletteva ancora sulle parole della donna, era curiosa di vedere la figlia, ma il suo passato la teneva ancorata alla sua decisione. 

Quando poi ricevette una chiamata. Un pronto soccorso urgente. Si vestii di corsa, prese la macchina e arrivò in una decina di minuti. Scese velocemente e ad attenderla c'era il solito dottore sbruffone. Ma questa volta sul viso dell'uomo c'era dipinta solo ed esclusivamente preoccupazione. 

- Sbrighiamoci- era serio, lo era sempre quando si trattava di operazioni, al suo fianco aveva sempre la presenza costante di Amber, la reputava tra una delle più bravi. 

Erano in sala operatoria

- Amber i bisturi…- Amber sembrava assorta, non aveva sentito nulla, in lei i suoni erano impercettibili, si sentiva pesante. L'operazione per fortuna era finita. Il dottor Silver appena uscito di sala operatoria prese per un polso Amber trascinandola nel suo studio. 

- cosa diamine ti era preso?- l'uomo notò che la donna non reagiva, a qualsiasi cosa. La vide socchiudere gli occhi… e poi pian piano cadere lentamente, quasi come se stesse opponendo resistenza, svenne tra le sue braccia. 

Quando Amber si svegliò si ritrovò in un lettino d'ospedale. 

- ti sei ripresa

Il dottor Silver si avvicinò a lei. 

- se stavi male bastava dirlo non possiamo rischiare di perdere un paziente. 

Erano soli nella stanza, era tutto silenzioso. Amber si alzò dal lettino, era esasperata, non sapeva come comportarsi con la figlia, non sapeva come fare, come dirlo alla sua famiglia. Una lacrima le scivolò sul volto. Il dottore di si avvicinò di più, allarmato. 

- non intendevo feriti- il tono era sarcastico e dispiaciuto allo stesso tempo. Ma Amber non reggeva più, era tutta la mattinata che pensava a quella storia. 

- non c'è la faccio… non c'è la faccio più- continuava a singhiozzare, senza che il ragazzo potesse capirne il motivo. 

- sono anni che lo tengo nascosto

L'uomo la fissò serio, sapeva che quello che le stava succedendo doveva essere grave, per ridurre uno ragazza come lei in quello stato. 

- ho una figlia

Il dottore rimase sorpreso dalla rivelazione. 

- e mi chiedo anche perché lo vengo a dire a te- lei stava per andarsene, ma fu bloccata dalla mano sul suo polso. 

- Amber è una cosa seria e poi sei troppo debole per camminare

- cosa devo fare?- era una supplica, sembrava un agnellino indifeso, lui la fissò incuriosito e dispiaciuto, era la prima volta che vedeva la donna più fredda di quel luogo piangere e chiedere aiuto. 

- raccontami tutto- si era deciso ad aiutarla, sentiva di doverlo fare, senza un motivo preciso. 

 

 

Oliver era diretto al locale di Ines, voleva parlare con lei. Quando lo vide chiuso un senso di delusione si fece largo in lui. 

- cosa ci fai qui?- la voce della ragazza era come un eco per lui. 

- cercavo te

Ines sentii un brivido percorrerle la schiena. Aveva paura di farsi vedere con lui, quella stessa paura che provò quel giorno, quando per un attimo fu strappata al suo mondo, quando a salvarla c'era solo lui, Oliver. 

- vieni con me- Ines non era ingenua, non era cattiva, non avrebbe mai fatto del male a Ollie, lo aveva amato troppo per poterlo fare, nonostante le ferite, l'abbandono lei continuava a non volergli fare del male. Lo trascinò nel retro del locale. Entrarono. Li era più sicuro essendo una porta posta in un vicolo ceco dove nessuno la nota solitamente. 

- cosa sei venuto a fare qui Oliver?

- non hai bisogno delle mie spiegazioni lo sai benissimo

- Ollie quello che è successo in passato rimane li

- no non ti credo, ma la colpa è mia, mia che me ne sono andato.

Ines non seppe rispondere, questo diede la conferma al ragazzo. 

- Oliver sei in pericolo- lo gettò così, non riusciva a trattenersi, lui era l'unico che le era rimasto, come sempre, si ritrovò a pensare. 

Oliver capi di cosa stava parlando, non aveva bisogno di altre spiegazioni, si alzò dalla sedia. 

- dove vuoi andare?

- a trovare dei vecchi amici

Ines avevo uno sguardo preoccupato, Oliver le sorrise, quel sorriso alla ragazza non le era mai sembrato così bello, si sentii tremare le gambe, come una ragazzina alle prime cotte, si rese conto in quel momento di quanto ancora gli facesse effetto quel ragazzo. Senti uno strano presentimento, era come se sapeva di dover dirglielo, come se non lo avrebbe più rivisto, come quel giorno. Oliver era sempre stato così, ti dava l'impressione che ogni attimo fosse l'ultimo, che sparisse e tu non potevi fare niente per fermarlo. Ines chiuse la porta una volta che lui uscii e si mise la mano al cuore, che ancora non cessava di battere velocemente. 

 

 

 

Amber e il dottore erano seduti su un tavolo al locale vicino all'ospedale. 

- dottor Silver io non credo…-

- chiamami Josh 

- Josh è solo un peso in più per lei…

- racconta- sembrava quasi un ordine 

- quando avevo vent'anni andai all'università, conobbi un ragazzo, stupendo, mi innamorai di lui, ma le complicazioni furono tante, tra gelosie e altre cose noi due ci separammo, quando scoprii di essere incinta non aveva più sue notizie…due mesi dopo venni a sapere che era in ospedale, lo andai a trovare furiosa per potergli comunicare l'accaduto, ma quando lo vidi li in quelle condizioni non ce la feci, nemmeno a dirgli che lui era padre. Aveva avuto un tumore, in poco tempo se ne sarebbe andato, ormai la malattia aveva fatto il suo percorso prima che se ne accorgessero. Non ebbi mai il coraggio di dirglielo, ne a lui ne alla mia famiglia, quando lei nacque la portai in un convento, non mi nascosi, una suora mi accolse e decise di prendersi cure di lei, è l'unica a conoscenza che la madre esiste. Ma appena mi ha detto che la porteranno lontano e che potrei prendermene cura sono scoppiata, Emily non so nemmeno che volto abbia, solo il suo nome mi fa male, era il nome che lui mi dava sempre. 

Josh fece una strana faccia, Amber non seppe decifrare cosa le passasse per la testa. 

- andiamo a trovare la piccola Emily 

- cosa?

- esatto credo che un confronto serva e poi non devi dirgli che tu sei sua madre giusto?

Amber osservò l'uomo l'idea non le dispiaceva, ma era anche impaurita. 

 

 

 

 

Alice era a casa, Haley con lei. Si stavano guardando un film. Alice si sentiva in dovere di parlarle di Liam, ma aveva paura di cosa l'amica pensasse di lei. 

- Haley…

- mm…- Haley stava mangiando dei pop-corn - certo che la ragazzina di turno va sempre a finire con il belloccio della scuola… che stupida…- Alice si senti colpevole. Ma non voleva tenersi niente dentro sapeva quanto l'amica ci tenesse a sapere ciò che le riguardava. 

- Haley io e Liam ci siamo baciati- disse tutto di botto, mentre Haley per poco non si soffocava.

- cosa hai detto?

- io e Liam ci siamo baciati

- Alice che aspettavi a dirmelo?? e poi come è successo? fra voi due? quando, come perché?- aveva iniziato a parlare a raffica senza potersi fermare. 

- lo so è inspiegabile ma forse era destino

- beh se tu sei felice lo sono anch'io per te…certo però non hai fatto come solitamente succede.

- cioè?

- cioè si fa la figa di legno per un po' il tempo di rubare per bene il suo cuore e poi mettersi con lui con vari tira e molla

- non voglio essere una figa di legno solo perché non ho fatto niente non vuol dire che devo tirarmela

- prima lo facevi 

- e stavo diventando una vecchia zitella

Haley rise seguita da Alice. 

- tu sei pazza 

- si lo so 

- spero davvero che tutto vada bene- Haley assunse un espressione seria - dovrò farci un discorsetto a Liam 

- non è poi così cattivo ero io a giudicarlo male come Luke

- no no no aspetta Luke è l'idiota che sembra

- sai che non puoi odiarlo senza motivo vero?

- oh ma i motivi c'è li ho…che ne dici di secondo anno? corso di italiano?

- Oddio era lui quello per cui avevi una cotta?

Haley divenne rossa dalla vergogna. 

- esatto

- non ci credo

- lo so lo so 

- ma non era West?

- West è venuto quando Luke ha strappato il mio invito al ballo

-aww ora capisco i tuoi motivi

- esattamente 

- allora non posso difenderlo 

- bene non lo dovresti fare comunque è la regola 

Alice guardò di sonnecchi l'amica, mentre prendeva un po' di pop-corn. 

- avete fatto l'albero di Natale voi?- chiese Alice 

- si voi?

- sta sera li costringerò- Haley rise nel vedere la faccia seria dell'amica. 

- che regalerai al tuo amato?

- non stiamo insieme 

-uuuu

- smettila- Alice le tirò un cuscino in faccia

 

 

Amber era in macchina, mancavano pochi isolati prima di arrivare all'orfanotrofio, era agitata, per questo Josh chiese di guidare lui. 

- vedrai che andrà tutto bene- Amber lo osservò meglio, non era male, le sembrava una persona diversa del solito rompiscatole. 

" sarà l'aria natalizia che ci sta cambiando tutti" si ritrovò a pensare. Un piccolo sorriso apparse sul suo volto, sorriso che nessuno aveva visto. 

- siamo arrivati

Annunciò il ragazzo. Uscirono dall'auto. Amber camminava piano, aveva paura, si sentiva piccola e colpevole. La suora che la mattina le fece visita uscii dalla porta principale. Aveva delle borse in mano, Josh si avvicinò per prenderle. 

- l'aiuto 

- grazie figliolo…. Amber sei venuta

- non ho ancora deciso

- vuoi vederla?

Amber annuii non aveva nemmeno la forza per dire si. 

Entrarono nell'edificio. Era pieno di bambini che giocavano. Un gruppetto stava disegnando. Tra questi Amber scorse una piccola chioma bionda. Non aveva bisogno di conferme, sapeva che era lei. La osservava da lontano, mentre le lacrime spingevano per uscire. Fece un passo indietro. Una mano calda le si posò sulla sua, Amber si voltò e Josh le sorrise. 

- Emily- chiamò la suora - perché non ci fai vedere i tuoi disegni?

La bambina fece un timido sorriso e poi si avvicinò a quelli che ai suoi occhi erano dei sconosciuti. Si mise un dito sulla labbra, come se stesse riflettendo. 

- mamma?- le parole le erano venute spontanee. La suora si abbassò fina ad arrivare all'altezza della piccola e poi si girò verso Amber che annuii tra le lacrime. La suora si voltò verso Emily felici di poterglielo dire. 

- si è la tua mamma- la piccola la osservò di nuovo e poi senza esitazioni si buttò fra le sue braccia. 

- mamma!

- è l'unica parola che consce- disse la suora - non parla molto, la conosce perché vede gli altri bambini

Amber ebbe una fitta al petto, si sentiva sempre più colpevole di quello che le aveva fatto a quella piccola creatura che non c'entrava nulla i suoi errori. 

Josh guardò la scena, rapito dalla dolcezza di Emily. 

 

http://www.youtube.com/watch?v=ZG2KwDhty38&list=HL1356474158

Give me love

 

Era ormai sera, in casa Brown non c'era traccia ne di Amber ne di Oliver. 

Alice e suo padre erano in soggiorno. 

- quando arrivano abbiamo già fatto l'albero da soli e io che ci tenevo

Alice sbuffò stufa. 

- ho un brutto presentimento.

La porta di casa si aprii, mostrando Amber.

- devo presentarvi una persona…- Amber si spostò facendo largo alla piccola Emily - è mia figlia. 

Suo padre era shoccato, si avvicinò lentamente, quasi a non crederci. Alice guardava dal divano la bambina e poi Amber non capendo. 

- tua figlia?

- esattamente, mi dispiace di avervelo tenuto segreto per questi anni, ma…

- le spiegazioni a dopo adesso entrate- disse il padre notando che la bambina sentiva freddo. 

Quella sera la passarono ascoltando il racconto di Amber. Erano felici di conoscere Emily, sia Alice che suo padre si innamorarono subito di lei. Ma c'era qualcosa nell'aria, qualcosa che li spaventava. Amber guardò l'albero di Natale, con nostalgia, era da tanto che non ne vedeva uno così bello, sicuramente Alice ci aveva messo tutto il suo impegno, forse per Oliver, che non si decideva ad arrivare. 

 

 

 

Liam era a casa sua, sua madre stava preparando la cena. Suo fratello era intento nello studio, Liam dal canto suo osservava la scena familiare, fece un sorriso. Era un angolo di paradiso in una vita d'inferno. 

- la cena è quasi pronta

Liam le sorrise, sua madre sembrava essere più allegra da quando il padre se n'era andato. 

- benissimo

Luke era nella stanza di Felicity. 

- oggi pomeriggio avevano chiamato Alice e Haley per chiederti di andare da Alice…ma ho detto che dormivi quindi mi hanno detto che passano domani

Felicity era nel letto, sotto le coperte, erano dal giorno precedente che non accennava a muoversi da quel letto. 

- vuoi parlarne?

Felicity si scoprì la testa dalla coperta.

- mi basta che tu sia qui- Luke si avvicinò a lei entrando nel letto. Aveva saltato pure la cena per stare con lei. 

- avventura o sentimentale?- Luke mostro due DVD

Felicity sorrise prendendo quello d'azione. 

- l'amore fa schifo meglio un po' di movimento- commentò Luke.

 

 

 

Haley stava buttando la spazzatura, quella sera toccava a lei. Buttò il sacco nero nell'immondizia. 

- c'è una bella serata

Haley sobbalzò dalla paura. 

- West mi hai spaventato

- mi dispiace…

- tranquillo

Haley lo osservava ancora, convinta di poter ritrovare quello che era una volta. 

- sono cambiate tante cose- West osservò il cielo stellato. 

- già 

- ti starai chiedendo perché sono così diverso

Haley non rispose, ma era proprio quello che si domandava dalla prima volta che lo aveva rivisto. 

- tempo fa avevo conosciuto una ragazza…

Haley si sentii ferita. Guardò West negli occhi, la luce di malizia non c'era più. West prese qualcosa dalla tasca e la porse a Haley. Ritraeva una ragazza bella, bionda, dagli occhi grandi e verdi, aveva un viso dolce. 

- è morta un anno fa per un incidente a causa mia…nemmeno la conoscevo- Haley fissava West, quella rivelazione era shoccante. Lo guardò negli occhi, lucidi, si avvicinò a lui e senza esitare lo abbracciò. West si sentiva protetto, come ad essere sotto la protezione di un angelo, dove niente poteva arrivare a lui. 

 

 

 

Alice passava dalla stanza di Oliver, notò un particolare che non aveva ancora visto. Si avvicinò, prese l'oggetto rotondo nelle mani. Lo guardava incantata, era sicura di averla vista da qualche parte. Si sedette sul letto del fratello. Tutto in quella stanza aveva ripreso a vivere da quando lui era tornato, ma adesso lui non arrivava, Alice aveva paura che lui se ne andasse di nuovo. Guardò fuori dalla finestra. Una figura si incamminava verso la sua casa. Alice non ci pensò due volte, scese le scale, corse per il soggiorno sotto gli occhi increduli di Amber e il padre. Aprii la porta, senza richiuderla, corse verso quella figura e lo abbracciò forte. Lui ricambiò l'abbraccio. La strinse forte a se, il calore di Alice era l'unica cosa che sentiva a parte il dolore delle ferite. Alice si spostò di poco da lui, appena vide le ferite i lividi si allontanò immediatamente per paura di fargli male. 

- oddio Ollie…

Alice era spaventata, suo fratello era conciato davvero male. Oliver le fece un sorriso. 

- mi dispiace- disse con un tono rammaricato. Alice lo fece appoggiare alla sua spalla. 

 

 

 

Quella sera tutti avevano delle cose importanti da affrontare. Oliver doveva pensare ad un altro modo per uscire dal suo passato. Amber era semplicemente felice di aver fatto per una volta la scelta giusta. Alice pensava a tante cose, mentre sorrideva alla piccola Emily giocandoci, Ollie in quelle condizioni, la nuova arrivata e soprattutto tra i suoi pensieri c'era una persona, che nonostante ciò che la circondasse, non poteva smettere di pensare. Quella sera Haley si corico piangendo, era come se percepisse il dolore di West. Luke e Felicity si addormentarono dopo dieci minuti di film, insieme, due fratelli che si volevano bene. West osservava la sua figura allo specchio non facendo altro che vedere la figura di quella ragazza ovunque. Josh cambiava canale in continuazione, non c'era niente che lo attraesse veramente, anzi più specificatamente, non c'era niente che non lo facesse pensare a Amber. Liam si era coricato con il sorriso sulle labbra, prima di mandare un messaggio della buonanotte ad Alice. Il signor Brown osservava i figli sul divano, era preoccupato per ciò che la sua famiglia doveva affrontare. Era rimasto sorpreso di Emily, non se lo aspettava da Amber un gesto simile, ma era più terrorizzato per Oliver, ogni singolo colpo poteva essere fatale, la preoccupazione la si poteva leggere chiaramente nei suoi occhi e Oliver da lontano lo osservava capendo cosa stesse pensando suo padre.

Alice aveva ricevuto il messaggio, ricambio e prima di ritornare dagli altri, un sorriso involontario le sfuggi dalle labbra, senza che lei ne avesse il controllo. 

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Capitolo 6
*** Will il papà di Emily ***


CAP 5

 

Will il papà di Emily

 

 

Amber si svegliò dai a causa della luce che filtrava dalla finestra. Si girò dal lato destro del letto, la figura minuta della bambina era accanto a lei. Sorrise inconsciamente. La coprii con le coperte. Oggi era il suo giorno libero, avrebbe avuto tutto il tempo per stare con lei. Si sdraiò di fianco in modo da vederla. Passò minuti infiniti a guardare il visetto della bambina dormire. Aveva gli stessi occhi di suo padre, quell'azzurro immenso che l'aveva fatta innamorare. Le accarezzò una guancia, era morbida e calda. Amber restò tutta la mattina ad osservare quella splendida creatura, che fino al giorno prima aveva rinnegato. Si sentiva una stupida. Ma doveva affrontare tante cose. Aveva deciso di presentarla ai nonni paterni, che sicuramente non l'avrebbero presa bene, ma era un loro diritto conoscere la figlia del figlio che avevano perso. 

 

Flashback 

Amber era in una sala d'ospedale, teneva la mano ad un ragazzo, quest'ultimo aveva gli occhi dello stesso colore del cielo. Teneva stretta la mano di Amber e sorrideva. Sapeva che stava morendo, ma sorrideva, perché poteva vedere per l'ultima volta il viso della ragazza che amava. 

- ti ricordi la prima volta che ci siamo visti?- la voce era roca e spezzata. 

- come potrei dimenticarla… eravamo al bar Emily e tu mi hai chiesto di uscire nonostante era la prima volta che mi vedevi…- Amber cercava di trattenere il piano, ma gli occhi lucidi erano evidenti. 

- sai per me…è stato più del solito colpo di fulmine…quando ho visto i tuoi occhi lo capito…

- cosa?

Amber guardava il ragazzo, sentiva la presa di lui essere più lieve, la strinse a se alzandosi dalla sedia. 

- Will!!!!- Amber era nel panico. Dei medici entrarono, presero dalle braccia Amber facendola uscire dalla stanza. Le lacrime uscivano come fiumi dai suoi occhi. La madre di lui arrivò nel corridoio, appena vide la sua reazione capii subito. 

La madre di lui l'abbracciò, capendo che stava perdendo suo figlio e pianse con lei, il loro era un pianto disperato, di due donne che stavano perdendo il loro amore. 

fine Flashback

 

 

Amber si asciugò la lacrima che le cadde e riprese ad osservare la piccola Emily. 

 

 

Oliver era nel suo letto, non aveva dormito per niente, ripenso ai pugni, al dolore allucinante che gli provocarono, si sentiva più debole del solito quel giorno. Aveva tentato di far capire ai suoi vecchi "amici" che non ne voleva più sapere. Ma quando entri in quel giro è difficile uscirne. Per un attimo gli sembrò di essere tornato sedicenne, quando era una testa calda che non ascoltava nessuno. Aveva messo da parte questa parte di se, aveva incominciato ad apprezzare la vita, ma proprio mentre era felice ecco la notizia della malattia. 

 

Flashback 

 

Oliver era con Ines, erano nel divano. 

- vado a prendere i pop-corn- Ines si alzò e andò in cucina. Oliver tirò fuori dalla tasca un foglio o meglio un documento. Lo lesse, erano giorni che si sentiva male, finalmente si era deciso a fare un esame. 

- cos'è?- Ines entrò dalla porta con i pop-corn. 

- niente- Oliver lo rimise subito in tasca. Ines si sedette accanto a lui, gli diede un bacio a stampo e poi prese a mangiare i pop-corn. Oliver fissava lo schermo davanti a lui. Era spaventato, era traumatizzato, non sapeva come reagire, cosa fare. 

fine Flashback

 

Alice passò dalla camera di Oliver, era pronta per uscire. Entrò senza chiedere il permesso e si sedette accanto a lui, Oliver la guardò di sonnecchi, mentre era concentrato a fissare un punto imprecisa davanti a lui. 

- non voglio chiederti come ti sei procurato quelle ferite, ma…non voglio perderti di nuovo- Alice era seria, lo guardò nei suoi grandi occhi blu. 

- devi promettermi che non te ne andrai mai più- Ollie si girò di scatto, gli occhi scuri di sua sorella erano puntati su i suoi. Erano bisognosi di una risposta, volevano sicurezza, una certezza, che poteva dargli solo lui. 

- te lo prometto- Oliver sapeva di stare mentendo, ma non poteva fare altrimenti. 

 

Il padre dei ragazzi era in cucina, era pronto per andare a lavoro, indosso la sua solita camicia da falegname, il suo lavoro era quello di gestire una piccola fattoria fuori città, solitamente se ne occupava uno dei suoi dipendenti, ma ogni tre volte a settimana andava a controllare. E oggi era uno di quelli. 

Alice entrò in cucina, osservò il padre. 

- cosa ne pensi della storia di Amber?-  domando improvvisamente

- cosa vuoi che ti dica ha sbagliato, ma è grande è deve prendere le sue decisioni da sola avrei voluto sapere prima che mia figlia avesse una bambina

- mi chiedo cosa gli abbia fatto cambiare idea così da un giorno all'altro

- il potere dei bambini è immenso

Alice guardò suo padre sorridere, era da tempo che non lo vedeva così: felice.

- d'accordo io esco

- dove vai?

- a trovare un'amica che sta male

- non sarà ce ti vedi con quel tipo di nascosto 

- te l'avrei detto se esco con lui e comunque lui oggi è fuori città- Alice prese la sua borsa e uscii dalla casa. Suo padre osservò la porta chiudersi e poi si diresse nella stanza di suo figlio, da un lato era stanco di mentire, Alice era rimasta l'unica a non sapere niente di Oliver. Lo vide vestirsi. 

- non è prudente fare a pugni nelle tue condizioni 

- lo so non c'è bisogno che mi fai la predica 

- voglio solo che tu stia bene 

- lo so so tutto, capisco le mie condizioni

- quando andrai all'ospedale?

- perché?

- voglio esserci anch'io- Oliver guardava il padre, nei suoi occhi c'era convinzione, Oliver si chiedeva da quando suo padre era diventato il padre modello che tutti vorrebbero, fece un sorriso ironico. 

- certo come no

- dico sul serio- suo padre si avvicinò a lui, era serissimo. 

- non farci più preoccupare- questa volta usò un tono di rimprovero. 

 

 

 

 

Ailce e Haley bussarono alla grande porta che si trovarono di fronte. Una donna bella e vestita in modo elegante aprii la porta. 

- dovete essere le amiche di Felicity 

Le due ragazze annuirono. 

-la troverete nella sala in fondo, si sta esercitando nel canto, le ho pregato di non farlo, sapete non si è ancora ripresa del tutto. 

Haley e Alice seguirono la donna, che le portò fuori da una stanza, era proprio come quelle che si usano per registrare, al suo interno solo Felicity, Luke era davanti alle ragazze che guardava la sorella e controllava le apparecchiature. 

Mary's song 

 

Alice fissava Felicity, le sembrava di vedere un'altra persona, più grintosa, piena di energie. Haley ripensò a ciò che era successo la sera prima con West, si accorse che Luke la stava guardando e si girò verso di lui, lui riprese a guardare sua sorella. Alice notò il movimento di entrambi, sorrise, pensando a quanto quei due fossero buffi, la canzone le fece pensare immediatamente a Liam, tra loro non c'era questo rapporto, non conosceva niente di lui eppure aveva la sensazione di conoscerlo da sempre. Haley osservava il suo riflessa nel vetro, le parole di West non volevano abbandonarla, non aveva detto niente alla sua amica, la riteneva una questione privata di West, ma allo stesso tempo si sentiva in colpa. Felicity smise di cantare. Guardò davanti a se spalancando un enorme sorriso, uscii dalla stanza e suo fratello l'abbracciò, In quell'ultimo tempo era molto più affettuoso nei suoi confronti. Felicity andò verso le sue nuove amiche. Alice le fece i compimenti mentre Haley si limitò a sorridere. Alice notò che entrambe erano strane. 

- ok qui ci vuole con confessa-party che ne dite di casa mia c'è una persona che vi voglio presentare

- non starai tradendo il mio amico?- si intromise Luke scherzando. Alice gli diede un colpetto sulla spalla. -

- non dire cavolate è mia nipote 

- hai una nipote??- disse Haley 

- si e non ne sapevo nulla fino a ieri

- oddio- disse Felicity. Alice prese il cellulare e mostrò il suo sfondo, mostrava una bambina bionda, dagli occhioni azzurri. 

- ma è bellissima- disse Haley 

- una meraviglia- disse Felicity 

- allora che ne pensi?- disse Alice a Luke.

- dice che per fortuna non ha preso nulla da te- Alice gli diede un'altro colpo. 

- che ne dite di fare colazione?- disse Haley

- perché no

I ragazzi si diressero verso l'uscita, consapevoli di aver trovato degli amici su cui contare. Haley si dimenticò per un attimo di West, Alice ripensò a Liam ed un sorriso le spuntò sulle labbra appena lesse il suo messaggio, che ricambiò subito prima di prendersi il suo cappuccino. Luke tirò dello zuccherò ad Haley che si alzò correndogli dietro. Luke fu più abile di lei e la prese in braccio da dietro. La alzò in aria facendola girare. Haley rise prima di scendere e mettergli tutto lo zucchero in faccia. Adesso era lei quella che fuggiva, la gente li guardava basiti, ma loro se ne fregavano, erano come due bambini. 

- farebbero una bella coppia- commentò Alice, Felicity fece una strana faccia, faccia che aveva visto molte volte nel volto di Haley, avevo imparato molto dalle relazioni dell'amica. 

- chi è lui?

- cosa?- Felicity sembrava essersi appena svegliata. 

- quello per cui soffri…

Felicity si stupii di come Alice lo capii subito, senza nemmeno conoscerla in fondo. Fu titubante aveva paura di dirglielo. Ma poi guardò lo sguardo allegro di Alice, lei era una persona di cui potersi fidare, emanava sicurezza da tutti i pori. 

- Jackson 

Alice la guardò stupita, non la giudicò, in fondo non c'era niente di male. 

- buon partito…se non fosse per un unico problema

Felicity la osservò curiosa, Alice non era sicura di poterglielo dire, era una cosa che sapevano solo lei e Haley. Non era una questione di fiducia, ma di rispetto. Osservò Felicity. 

- lascia stare…buono questa sfoglia- Felicity notò subito il cambio di discorso improvviso di Alice, evidentemente c'era qualcosa su Jack che non poteva sapere, che stesse con Alice? ma era improbabile visto la cotta per Liam. Era strano il suo comportamento. Alice notò che l'amica stava indagando ancora sui suoi atteggiamenti. Avrebbe voluto rassicurala, ma era giusto che lei rispettare il suo migliore amico.

 

 

 

 

Liam si era svegliato di colpo, la macchina andava piano, erano quasi usciti dalla città. Si girò verso il sedile posteriore, suo fratello fissava il panorama, non dava cenni di stanchezza. Liam prese il suo telefono scrisse velocemente un messaggio. 

- hai una nuova ragazza?- domandò la madre al volante. 

Liam sorrise guardando fuori dal finestrino, sua madre rise capendo che era la risposta affermativa. 

- siamo quasi arrivati- disse poi prendendo la borsa con la mano destra, mentre l'altra era nel volante. 

- vi raccomando comportatevi bene

- dobbiamo per forza conoscerli?- disse il fratello da dietro. 

- è la vostra famiglia

- no è la famiglia che si è rifatto papà 

La donna prese con frenesia il telefono. Spense il motore parcheggiando in un vialetto. 

- Jerry ti ho portato i ragazzi- il tono della voce era gelido, quasi a disprezzare quell'uomo. Liam scese dall'auto sbattendo la porta. Suo fratello prese il borsone. 

- una notte sola- puntualizzò la donna al telefono. Staccandogli subito dopo in faccia. 

- dovete farlo per forza il giudice a deciso così, credete che se fosse per me vi farei avvicinare a quell'essere? 

La donna era furiosa. Si muoveva con frenesia e non vedeva di andare via da li. Liam era chiaramente seccato. Il cellulare squillò mostrando un messaggio proprio da chi si aspettava. 

 

 

 

- Alice ha una mattinata che messaggi- disse Haley prendendogli il cellulare dalle mani. 

- dai ridammelo- Alice si alzò per prenderlo, Haley glielo tirò. 

- allora che facciamo?- disse Felicity 

- ora che quel pazzoide di tuo fratello è andato via che ne dite di un po' di sano shopping?

 

E così le ragazze passarono tutta la giornata in giro per negozi, ma i nostri ragazzi invece dovevano affrontare i loro problemi. Oliver si trovava a casa di Ines. 

- non credevo ti avrebbero ridotto così Ines era preoccupata

- dovevo aspettarmelo 

- cosa ti hanno detto?

- se non torno a rimetterci sarà Alice

Ines notò lo sguardo vuoto del ragazzo. Aveva sempre avuto un debole per sua sorella, era la più piccola di casa. Ma una domanda le passava per la testa ogni volta che lo vedeva. 

- posso chiederti una domanda?

- certo

- perché? perché sei andato via?

Ines si avvicinò a lui, era a pochi centimetri di distanza. Oliver avrebbe voluto baciarla, dirle tutto, sfogarsi con lei, sapeva che lei gli sarebbe stato vicino, ma si allontanò e senza guardarla negli occhi disse una delle frasi più sbagliate. 

- volevo andare via

Ines si sentii ferita, lui non l'aveva nemmeno considerata e anche adesso come a l'ora le stava svicolando via. 

 

 

 

Liam e suo fratello si trovavano di fronte ad una porta bianca, la casa era carina, bianca e grande. 

Aprii la porta un uomo dai capelli neri e gli occhi del colore del cielo. Fece un sorriso e poi si spostò per fare passare i ragazzi. 

- entrate vi presento gli altri

Liam osservò la casa, era bella, ma non voleva starci, avrebbe preferito andare in giro con i suoi amici. 

Quando arrivarono nel salotto trovò delle persone in fila. Una donna molto magra  e ben mantenuta. Una ragazza molto bella e un ragazzo della sua stessa età, aveva l'aria di essere scocciato. 

-vi presento mia moglie Stacy, sua figlia Carolotte e vostro fratello Peter 

Il fratello di Liam guardò il padre. Liam guardò tutta la famiglia, ma si accorse che la ragazza lo stava fissando.

- Stacy ragazzi…vi presento i mie due figli Liam e Mike

 

La sera era arrivata nella cittadina di Looktown. Casa Brown era piena di luci colorate per il Natale. Amber stava mettendo il pigiama alla piccola Emily, quando suo fratello entrò nella stanza. Non era ancora abituato alla presenza della bambina. 

- così è questo il tuo grande segreto

Amber mise la giacchetta alla bambina e poi si alzò e avanzo per essere più vicina al fratello. 

- esatto

Ollie prese in braccio la bambina. Osservò i suoi occhioni innocenti. 

- questa famiglia è piena di segreti

Amber sapeva a cosa si riferiva il fratello. 

- cosa succede Ollie?

Oliver chiuse la porta, Amber era sempre stata quella a cui aveva raccontato tutto. 

- Danny ha minacciato la nostra famiglia se non torno nel giro

Amber guardò il fratello intento a guardare la bambina. 

- questo non ci voleva 

- lo sto dicendo a te perché vorrei che mi dessi un con consiglio

- potrei parlare con Daniel lo conosco da sempre so dove colpirlo

- no Amber voglio che ne resti fuori 

- ok ma c'è una cosa che devi sapere su Danny 

- cosa?

- è lo zio di Emily 

Oliver osservò la sorella, shoccato dalla rivelazione. Amber stava con il fratello maggiore di Daniel. 

 

 

 

 

 

Alice si stava dirigendo verso casa sua, passò di fronte al locale Gilbert, notò che era chiuso, cosa insolita visto che nei giorni festivi era sempre pieno. Non ci badò molto, camminò svelta verso casa sua, ormai era buio inoltrato, sentiva una brutta sensazione a dosso. I suoi passi si fecero più veloci i e si suoi respiri sempre più affannosi. Sentii dei passi dietro di lei, mancavano ancora un paio di chilometri per arrivare a casa Brown. Alice entrò nel panico, non sapeva cosa fare, ne dove andare, a quell'ora la strada era deserta. I suoi passi si fecero ancora più veloci, frettolosamente prese il telefono dalla borsa, non pensò nemmeno a quale numero stesse facendo, le venne così spontaneo. 

- pronto?- la voce di Liam appariva seducente anche attraverso un aggeggio elettronico. Ma Alice non ci badò molto. Non aveva ancora parlato al telefono con lui, ma in quelle situazioni non era il momento di pensarci. 

- Liam! come va?- Alice faceva finta di iniziare una conversazione normale, ma dall'altra parte dell'apparecchio apparve comunque tremante e altamente falsa. Liam si spostò dalla sala da pranzo dove c'erano tutti. La preoccupazione incominciò a farsi sentire, sentiva Alice troppo spaventata. 

- Alice che succede?

- niente..niente volevo solo parlare- Alice si maledette per aver usato un tono così poco convincente

- Liam vieni a da noi- Alice sentii una voce femminile al telefono, non capii più niente, si scordò persino di essere pedinata. Staccò il telefono senza dare il tempo a Liam di spiegare. Era quasi a casa, bastava girare l'angolo. Sentii dei passi dietro di lei, si voltò per vedere di chi si trattava. Quando si rigirò una figura le apparse davanti. 

- AHHH

- Alice che ti prende?

- papà mi hai spaventato

- non sapevo di essere così brutto 

Alice rise, si sentiva sollevata che fosse suo padre, ma era ancora tesa per i passi di prima. 

- stavo buttando la spazzatura, come mai torni così tardi. 

- scusa 

- potevi chiamarmi

- lo so mi dispiace

Alice adesso capiva le preoccupazioni del padre. Ma un altro pensiero le tornò in mente. Forse aveva sbagliato a chiamare Liam. 

 

Alice tornò diretta a casa con suo padre. Quella sera molte cose cambiarono, senza che nessuno se ne accorgesse, le menzogne di casa Brown stavano cedendo. Oliver era sempre più confuso, Amber doveva riprendere un pezzo della sua vita di nuovo. Felicity era decisa a scoprire la verità che nascondeva Alice. 

 

Luke stava tornando a casa sua, senza accorgersene passò di fronte la casa di Haley, alzò lo sguardo nella sua finestra, era illuminata. Poi riabbassò lo sguardo e continuò il suo cammino. Haley entrò in camera sua e prese il cellulare, si avvicinò alla finestra e compose un numero, mentre attendeva che l'altra persona rispondesse notò una figura allontanarsi verso la via principale. Una strana sensazione la pervase, aveva intravisto dei capelli biondi, ma non ebbe mai la certezza che fosse veramente lui quella figura che passava. 

- pronto West

Haley si sentiva in dovere di stargli vicino. 

 

Luke continuava il suo cammino verso casa, superò il viaggetto di casa e notò una figura che aspettava nel portico. Aveva i capelli biondi e gli occhi chiari. Conosceva bene quella figura. 

- Cristal

La ragazze gli fece un sorriso dolce e poi corse da lui abbracciandolo. 

- mi sei mancato tanto amore

Luke se ne stava immobile, non riusciva a mandare via la ragazza, non voleva ferirla. Stavano insieme da più di un anno. 

 

La cena era finalmente finita, Liam non vedeva l'ora di andare via da li. Si alzò augurando la buonanotte a tutti. Cammino svelto verso la sua stanza o almeno quella che suo padre gli aveva preparato. Si buttò di getto nel letto. 

- posso entrare?

La sorellastra lo seguiva ovunque. 

- cosa vuoi Jen? 

- andiamo non fare lo stronzo so che tipo di ragazzo sei- la ragazza chiuse la porta e si avvicinò a lui. Lui con uno scatto si alzò dal letto. 

- tu non sai nemmeno il mio nome

- Liam 

Il ragazzo fece un sorriso ironico

- era una battuta 

La ragazza fece una faccia infastidita. Poi sorrise e allungò una mano verso i pettorali del ragazzo, disegnandogli dei cerchi. Liam le bloccò la mano. 

- non farlo mai più- gli occhi del ragazzo spruzzavano ira. Si voltò dall'altro lato, non voleva vederla. Guardò il cellulare appoggiato sul davanzale della finestra. Jen seguii il suo sguardo, prima si uscire dalla stanza, ma si ripromise che non si sarebbe arresa. Liam fissò il telefono prima di andare a coricarsi, ma il sonno non voleva proprio arrivare. 

 

Alice entrò in casa, la prima ad accoglierla fu la piccola Emily che era uscita dalla stanza della madre. Le porse un biscotto, che suo nonno le aveva dato prima di uscire, lei e la nipotina si sedettero sul divano, mentre il padre andava verso la cucina. Trovò una busta sul tavolo, era l'iscrizione all'asilo di Emily firmata da Amber. L'uomo fece un mezzo sorriso, contento che la figlia avesse iniziato a prendere seriamente la storia di Emily, una figlia non è un giocattolo che puoi prendere e gettare quando vuoi, aveva sempre ritenuto Amber la più responsabile, ma si era sbagliato, fin a quel momento la più matura si era dimostrata la più piccola di casa. 

Prese l'occorrente per preparare la cena e si mise subito all'opera, dominai sarebbe ripartito per la sua impresa lasciando nuovamente i figli da soli, ma non si preoccupava, sapeva che erano in grado di badare a se stessi. 

 

Alice era in salotto con Emily, passava più tempo di tutti con lei. Alice era concentrata con il suo portatile, passava foto di Emily. Mentre la bambina giocava con qualche vecchio peluche della ragazza. Alice si sentii soddisfatta quando comprò dei giocattoli nuovi per Natale alla nipotina, si ripromise che sarebbe rimasta sveglia fino a tardi per metterli sotto l'albero. 

Nel piano superiore Oliver e Amber stavano ancora parlando. Amber raccontò meglio la sua storia, nei minimi dettagli. Oliver ascoltava assorto e rapito dalla storia straziante. Aveva conosciuto lui stesso il padre di Emily. Il primo giorno che entrò a casa di Danny. Era una famiglia non molto adagiata, faticavano ad arrivare a fine mese e fu proprio quello che spinse il suo amico a entrare nel mondo del marcio in cui aveva trascinato anche lui, perché senza non riusciva a fare niente, Danny dipendeva sempre da Oliver, era il suo migliore amico e non era mai riuscito ad accettare il suo abbandono. Oliver ripensò a quando entrò in quella casa, passò davanti ad una stanza li intravide una figura, una ragazzo dai capelli castani e gli occhi del colore del sole, non ci aveva mai fatto caso a quanto fossero simili quelli di Emily. Lo aveva trovato avvolto da una coperta mentre sorrideva al film che stava guardando, poi rise, una risata contagiosa. Era un ragazzo misterioso, non lo comprese nemmeno quando imparò a conoscerlo, Danny ne parlava poco e niente, le poche cose che uscivano, sembravano dettate dall'invidia e dal senso di onnipotenza nei suoi confronti. Un giorno Oliver entrò a casa di Danny a passo svelto e si diresse verso la stanza dell'amico, pronto per lo scambio da fare, vide suo fratello avvicinarsi con uno sguardo consapevole. 

- perché vi ostinate a fare questa vita? non importa quanto guadagnate alla fine state perdendo tutti i vostri valori

Furono le parole di quel ragazzo che sapeva di vissuto che convinsero Oliver al passo successivo, voleva abbandonare quella vita e la storia della malattia fu la spinta definitiva. Solo adesso era venuto a sapere che quel ragazzo già saggio era morto prima del tempo, strappato dal mondo da una malattia quasi incurabile, forse per questo vedeva la vita diversamente o forse non ne era consapevole, ma capivo cosa Amber ci trovasse in lui, la sicurezza, l'armonia che emanava. Aveva visto la sorella tremare ogni volta che ne pronunciava il nome. Gli raccontò ogni cosa, come se si stesse liberando, aveva tenuto per se questo segreto per tre anni, come quelli della figlia. 

- voglio dirlo alla sua famiglia- le confessò la sorella, Oliver non ne era sicuro, ma conosceva la madre ed era una buona persona. Il padre era morto quando erano piccoli, erano rimasti solo Danny e sua madre. 

- sono stata scorretta per tre lunghi anni è ora che mi riprenda. 

Amber si alzò dalla stanza e aprii la porta

- andiamo la cena sarà già pronta- e uscii lasciando Oliver da solo che le sue nuove scoperte. 

 

 

Haley uscii di casa, erano le undici circa, sgattaiolò di nascosto dai genitori e si incontrò sul portico si casa di West. Il ragazzo scese dopo pochi minuti, iniziarono a parlare delle cose che erano successe nella sua assenza. Haley si sentiva libera di parlare. 

- posso fare una cosa?- le domandò il ragazzo, aveva gli occhi sorridenti, parlare con lei lo liberava da ogni oppressione. Haley aveva capito le sue intenzioni, ma era titubante, poi ci penso meglio, non aveva nulla da perdere. Si avvicinò a lui e lui fece lo stesso, fino a sfiorarle le labbra, non fu un bacio passionale, ma delicato e casto, una cosa che Haley non si aspettava proprio. West si allontanò e sorrise e lei lo fece di rimando, ma in realtà non sapeva come sentirsi, ne come prenderla. 

 

Appena finita la cena tutti i familiari Brown si diressero in soggiorno a guardare la tv dopo i primi dieci minuti Emily si addormentò tra le braccia dello zio. Oliver la prese in braccio e si alzò diretto verso la camera della sorella, la posò sul letto e le mise le coperte di sopra, osservò i suoi lineamenti, non aveva dubbi, era sua figlia, aveva lo stesso sorriso allegro che aveva caratterizzato Will. 

- il tuo papà era una grande persona

Amber sentii tutto, era appoggiata al muro, nascosta, una fitta al cuore la pervase, nonostante passati gli anni quel ragazzo le mancava ancora, sentiva un vuoto dentro ogni volta che sentiva parlare di lui o che le passava per la mente. Forse non aveva tenuto Emily con se per il ricordo che ne comportava. 

 

Liam era ancora sdraiato nel letto, non si era mosso da li, ormai erano le due di notte. 

Si rigirò nel letto, non sapeva cosa fare, era annoiato e allo stesso tempo preoccupato, se avesse chiamato Alice non sapeva che reazione avrebbe avuto. Si alzò dal letto, preso dal coraggio e prese il cellulare in mano, cercò il numero in rubrica, esitò un attimo, ma poi schiacciò la cornetta verde. 

 

Il cellulare di Alice era posto accanto al letto, sul comodino, squillava. Una mano senza una direzione precisa, tentava di prenderlo, finalmente lo fece, lo portò all'orecchio e rispose con la voce impastata dal sonno. 

- pronto?- non aveva idea di chi fosse che cosa volesse, era troppo presa dal sonno per guardare il mittente. 

- Alice- la voce di Liam invece era sollevata e en sveglia. Alice si riprese subito appena la sentii, era imbarazzata e non si aspettava di certo una sua chiamata alle due di notte. 

- scusa per prima la mia nuova sorellastra è difficile da gestire- Alice si sentii in colpa, era lei che aveva attaccato al telefono senza dargli il tempo di una spiegazione. 

- tranquillo io non ho il diritto di dirti cosa fare in fondo non sono la tua ragazza

Liam colse un misto di gelosie e rabbia nelle parole della ragazza e fece un sorriso di vittoria. 

- e se io ti dicessi il contrario?

Alice si sentii spaesata, si alzò dal letto e si tolse i capelli che le ricadevano sulla fronte. 

- cosa?

- vuoi essere la mia ragazza?

Alice si sentiva la ragazza più felice del mondo, ma era un po' delusa dal fatto che tutto era successo tramite un telefonino. 

- se ti do la risposta di persona? almeno è più romantico- Alice aveva la voce imbarazzata, le succedeva sempre ogni volta che parlava con lui. 

- sei incredibile, davvero a volte non ti capisco, ma questa tua pazzie mi piace sempre di più 

- smettila con le lusinghe 

- come vuoi tu comunque io tornerò dopo le vacanze sicura che riuscirai a stare senza di me?

- tranquillo posso cacarmela da sola per un po'

- a proposito…oggi cosa avevi? mi sembravi agitata…

- nulla, avevo l'impressione di essere seguita, ma dopo ho visto mio padre e sono tornata a casa con lui

Liam aveva un brutto presentimento, ma era felice che lei stesse bene e non le fosse successo nulla. 

- sono contento che tu stia bene, ma adesso ti lascio dormire…ti chiamò domani ok?

Alice avrebbe voluto dirgli che sarebbe rimasta ancora a parlare con lui per ore, ma gli diede la buonanotte e poi stacco il telefono ancora felice per la confessione del ragazzo. Si ricordò dei regali e corse a prenderli nell'armadio, scese lentamente le scale e li sistemò sotto l'albero. Passò davanti la camera di Amber entrò per dare la buonanotte alla piccola Emily. Accanto alla sorella Amber c'era una fotografia, la prese tra le mani e nell'ombra scura della stanza riconobbe la figura bionda della sorella e quella di un ragazzo, bello e sorridente. Guardò sua sorella, non aveva mai capito nulla della sua sofferenza, teneva sempre tutto per se, come Oliver, era sicura che nascondesse qualcosa, ma non aveva la minima idea di cosa. Uscii da quella stanza e entrò nella sua, si mise a letto e finalmente riprese a dormire, questa volta con un sorriso sulle labbra. Nello stesso tempo anche Liam si era finalmente lasciato andare al sonno. 

Luke invece si trovava in un bar distante da casa sua, si era liberato della sua ragazza per la notte. Aveva bevuto un po' troppo, sentiva che i suoi sensi lo stavano abbandonando. Quando rientrò in casa era tutto buio, solo la luce della camera di Felicity era accesa, entrò notando che dormiva tranquilla, chiuse la luce e si diresse verso la sua camera, si sentiva al sicuro e lontano dalle problematiche che lo assalivano. Lei e lui aveva sempre soluto obbedire ai suoi genitori, erano severi e l'affetto lo trovavano l'uno nell'altro. Si era ripromesso che quando avrebbe beccato il coglione che aveva fatto piangere sua sorella lo avrebbe preso a pugni.

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Capitolo 7
*** Le verità nascoste ***


CAP 6 

Le verità nascoste

 

 

 

 

Pov Alice 

 

I raggi del sole mi davano fastidio, finalmente un altro giorno era iniziato e che giorno poi. Liam sarebbe tornato dalla sua vacanza natalizia. Le vacanze sono proprio volate e tre due giorni la scuola sarebbe riaperta. Ma per oggi non ci voglio pensare, oggi è il giorno in cui rivedrò Liam. Mi alzo velocemente, corro verso il bagno e mi faccio un lungo bagno. Immagino come un sciocca i mille discorsi che potremmo fare, tutti i gesti più romantici. Mi sentivo una stupida, ma mi lascio trascinare da questa onda di ottimismo. Esco dal bagno e dalla mia stanza, mi avvio verso la cucina saltellando come un idiota. Mio fratello dal salotto mi guarda confuso e poi sorride come un ebete. 

- che diamine ti prende oggi

Io mi avvicino a lui e gli do un colpetto sulla spalla. 

- segreto Ollie segreto

Continuo per la mia strada, canticchiando una canzone… 

 

Ariana Grande - "Born This Way" / "Express Yourself" (with lyrics)

 

Amber si alza dal letto, oggi torna a lavoro, Emily non è con lei nel letto, esce dalla stanza fino ad arrivare in cucina. Vede sua figlia giocare con il nonno. Sorride sollevata. Alice spunta fuori dalla cucina e canticchiando e ballando. 

- cosa le prende?- sussurra Amber al padre. 

- dovresti saperlo meglio di me

Amber collega il suo strano comportamento all'età della ragazza. 

- è cotta- dice avvicinandosi e prendendo la bambina in braccio. Emily saluta con la manina il nonno, mentre la madre la porta in cucina per darle da mangiare. Il nonno sorride felice di vedere un po' di allegria in quella casa. 

Alice prende tutti i vestiti dal suo armadio, era sul punto di scoppiare, notò il telefono e lo prese tra le mani. 

- pronto Haley? emergenza vestiti

- arrivo subito

- ok chiamo Felicity più siamo meglio è 

- la rivolta delle donne

- esatto

 

Felicity si stava vestendo, un maglione colorato e un paio di Jeans, degli stivali bassi e enormi, quelli morbidosi che si usano molto, prese i suoi occhiali da vista e li mise. Il cellulare suonò. 

- pronto?

- ey Feli vieni da me? urgenza vestiti

Felicity rimase in silenzio per qualche secondo… era ancora scossa per il comportamento bizzarro della ragazza. Alice lo capii. 

- Felicity se potessi ti giuro che ti dire cosa frena Jack, ma se te lo dicessi tradirei il mio migliore amico, tu cosa faresti al mio posto?

Felicity fu colpita dalla verità di quelle parole. Si rese conto che si stava comportando come un bambina viziata. 

- farei lo stesso- un sorriso rassegnato, ma vero, spuntò sul suo volto - sono li fra pochi minuti

Uscii dalla stanza, prendendo la sua borsa e il giaccone. 

Notò movimento nella stanza del fratello, si avvicinò per avvertirlo che stava uscendo. 

- Luke io esc…- quando si trovò di fronte alla porta della stanza, vide tutti i suoi amici, compreso Jackson

- ooh Felicity dove stai andando?- Luke si avvicinò alla sorella, aveva lo sguardo un po' perso. 

- stai bene Luke? 

- certo, mai stato meglio. 

- ok io esco ci vediamo più tardi 

- dove vai?- il tono di Luke era arrogante.

- sto uscendo!- puntualizzò la ragazza, diede uno sguardo ai ragazzi e poi se ne andò. 

Luke chiuse la porta. 

- uscite la vodka ragazzi- un ragazzo gli porse una bottiglia, mentre Luke si sedeva sul divano per una partita alla play contro i suoi amici. 

- non credi di esagerare sono le dieci di mattina- gli ricordò Jack

- caro amico mio non c'è orario per il divertimento

- mancherebbero solo le ragazze

- perché non fai tornare indietro la tua sorellina- disse uno dei suoi amici ormai ubriaco. Luke si alzò dal divano avvicinandosi minacciosamente, Jack lo prese dalle spalle fermandolo. 

- Jim dacci un tagli è sua sorelle ed è una brava ragazza porta rispetto- Jack stava difendendo la ragazza al posto del fratello. 

- oh ammettilo anche tu te la faresti- Jack fece una cosa che nessuno si aspettava da lui, diede un pugno in faccia al ragazzo, sotto gli occhi stupidi di tutti, soprattutto di Luke. 

- non andrei mai con la sorella del mio migliore amico- affermò deciso. 

 

 

Alice scese le scale, aprii la porta e fece entrare le sue amiche. 

- mettiamoci all'opera- disse facendole entrare nella sua stanza. Felicity la scrutò e in ogni parte vedeva foto di Alice e della sua famiglia, solo una era diversa, era posta nella parete di fronte a lei, vicino alla finestra, sopra la scrivania. Mostrava una donna, era bella e sorridente, guardò Alice che la stava seguendo con lo sguardo. 

- quella è mia madre, tre la presenterei se non fosse andata via….- il suo tono era ironico, ma si capiva la sofferenza dietro le parole. 

Alice spostò la decina di pupazzi posti sul letto per farle sedere e diede inizio a una sfilata che sembrava infinita. Haley criticava ogni capo che l'amica indossava. 

- troppo coperto…troppo scollato…troppo sexy non vorrai che ci provasse di già??… troppo da suora…- Alice si gettò con le braccia aperte sul letto esausta. 

Felicity notò un vestitino fra tutti, era posto nell'armadio, era carino e i colori erano chiari, scollato ma non troppo vistoso. 

- quello?

Alice lo fissò per un po'. Ma poi fece cenno di no con la testa. 

- quello è il vestito che dovevo mettere al mio quattordicesimo compleanno…porta sfiga…- disse ridendo, ma nei suoi occhi, nascondeva ancora qualcosa. 

 

Flashback 

 

Amber stava portando un paio di scarpe nella stanza di sua sorella. 

- che ne dici di queste?- disse ad un Alice molto più piccola. 

- sembrano perfette

Alice le prese e le provò

- sono perfette- disse Amber

- quando tornerai al college?

- domani stesso ho una lezione che non posso perdere

- capisco

- beh c'è sempre la mamma no? e poi non dimenticarti che con te hai sempre Ollie

Alice sorrise, Oliver era l'unica cosa di cui non riusciva a fare a meno, era il suo amico, fratello, era un padre quando sbagliava, un complice, quando combinava casini. 

- ragazze- il signor Brown entrò nella stanza, lo sguardo spento e rivolto verso Alice. 

- mi dispiace ma la festa è rimandata… 

Il padre fece per andarsene, ma Alice lo tirò per la camicia costringendolo a voltarsi. 

- perché?

- tua madre….se ne andata! 

Alice lasciò la presa dalla camicia del padre. Amber guardava impietrita la scena, mentre la sorella fissava il padre, ma in realtà non vedeva niente. 

 

Fine Flashback 

 

Alice prese un pantalone e una maglia rosa, aveva il collo e una spallina scoperta. Il giubottino rosa che le aveva regalato Haley per Natale e un pantalone nero. 

- niente vestitino opto per il casual. 

Haley fece un sospiro di sollievo.

-visto che abbiamo finito possiamo andare a casa adesso- Alice e Felicity capirono che c'era qualcosa che non andava. 

- che succede Haley? quando ti comporti così c'è sempre un problema…

- niente che non possa risolvere- Haley mentiva, sapeva che la situazione le sarebbe sfuggita di mano, ma non ne voleva parlare, credeva che sarebbe riuscita a cavarsela benissimo da sola. 

 

Amber si sistemò i capelli e poi prese la sua borsa.

- allora papà all'una deve pranzare e poi la merenda solitamente la fa verso le 15 e la cena credo di arrivare in tempo per preparargliela io in caso non arrivassi alle 18:00 preparagli la pastina con l'olio…ultimamente non si è sentita molto bene…- Amber faceva avanti e indietro dal salotto, il padre la guardava confuso, le aveva dato tutte quelle informazioni nel giro di pochi secondi. Amber notò la sua espressione. 

- ti ho lasciato tutto scritto sul foglio appeso al frigo. Il padre fece un sospiro di sollievo. 

 

Oliver era seduto nel posto più isolato che si trovasse nel Gilbert Bar. Prese il menù e lesse le cose più interessanti. 

- è inutile che leggi alla fine prendi sempre una Brioche e un cappuccino- disse Ines sedendosi di fronte a lui. 

- non dovresti lavorare?

- anche i titolari hanno un giorno libero

- perché sprecarlo qui?

- perché sapevo che saresti venuto

Oliver la guardò impietrito, ma una punta di felicità gli scintillava negli occhi, un sorriso gli sfuggii involontario. 

- dovevi parlarmi?

- si…Daniel è venuto a trovarmi l'altra sera vuole parlarti faccia a faccia….Ollie non credo sia una buona idea…

- Ines posso gestire la situazione… 

- Danny non è più un ragazzino, se prima era instabile adesso è completamente fuori, la polizia non riesce a beccarlo ne a intercettare un suo coinvolgimento in qualsiasi cosa, ma noi sappiamo bene che lui…

- Ines non voglio spedirlo in galera voglio solo chiarire il fatto che io me ne tiro fuori… 

Ines lo guardò come se stesse delirando, ma in fondo sapeva che non poteva mettersi contro una persona come quella. 

- alle cinque di pomeriggio ti aspetta al solito posto- disse alzandosi irritata. Oliver tese le mani in alto esasperato, gestire quella ragazza era sempre stato difficile, quando poi si metteva in testa qualcosa non poteva fermarla nessuno. Oliver sfiorò il pensiero che forse la morte del padre l'aveva cambiata e non poco. Era più determinata, più matura, ma aveva sempre quel senso di giustizia che teneva da ragazzina. Quando lui faceva parte del giro le litigate erano continue. Le nascondeva tutto, ma per quanto tempo puoi nasconderti? Nonostante fosse a conoscenza della sua verità lei gli era restata accanto tentando di farlo uscire. Ma lui aveva abbandonato tutti, la preoccupazione, la paura di morire lo aveva fatto fuggire via. Poi dopo aver trascorso quelli anni in tutti gli ospedali migliori dei dintorni, un briciolo di speranza. Un cuore nuovo, un intervento difficile e rischioso. Chiuse gli occhi posando il menù sul tavolino e si alzò andando in direzione dell'uscita. 

 

17:30 

Alice aspettava seduta sulla panchina vicino alla fontana del parco. Muoveva le mani in maniera veloce, accarezzando il maglione rosa pallido. Si girava in ogni angolo per vedere se arrivasse, ma di Liam nemmeno l'ombra. Era in ritardo di almeno mezz'ora. 

Alice era stanca di aspettare. 

- Ei- Alice si girò verso la sua destra, un sorriso enorme apparse sul suo volto. 

- Liam- disse semplicemente il suo nome, con un tono lieve, ma sollevato. 

- scusa se ti ho fatto aspettare, ma dovevo accompagnare mio fratello alla partita

- tranquillo non aspettavo da molto- piccola bugia che ogni ragazza dice in queste occasioni, pensò Liam sorridendo. 

- dove vuoi andare?- chiese lui 

- dove vuoi

Liam ci pensò un attimo. 

- c'è un posto che non visito da molti anni. 

Alice lo guardò non capendo che luogo avesse in mente. 

- vedrai ti piacerà

Liam le prese la mano, Alice fu colta da una strana scossa che le percorse tutto il corpo. 

 

18:00 

 

- la mamma non è ancora arrivata quindi mettiamoci all'opera- il signor Brown mise Emily a terra, lei se ne andò camminando, qualche volta traballante, verso il soggiorno dove c'erano i suoi giocattoli. L'uomo prese la pastina, mise dell'acqua a bollire e aspettò. Il telefono squillò. 

- pronto

- Papà sono io Amber purtroppo c'è un operazione urgente da fare non arriverò in tempo

- tranquilla Emily sta bene e le sto facendo la pastina 

- bene… ora scappo 

L'uomo rimase fermo per un secondo, poi posò il telefono e osservò la bambina, consapevole che quei giorni in cui stava con la sua mamma erano finiti, il lavoro di Amber le prendeva troppo tempo, tempo prezioso che non poteva dedicare a sua figlia, ma non poteva dire alla figlia che il suo lavoro avrebbe avuto conseguenze su sua figlia. Emily era ancora troppo piccola per rendersene conto. 

L'uomo si diresse verso la bambina. 

- vuoi vedere un po' di tv?

Emily sorrise divertita. 

- tv!!! tv!!!- erano poche le parole cha la bambina pronunciava. Ma pian piano stava incominciando a fare progressi. 

 

Liam teneva le mani sugli occhi di Alice, la ragazza camminava insicura e traballante, non aveva idea di dove stesse andando, sentiva in lontananza delle musichette che le erano familiari, Liam le tolse le mani e lei spalancò la bocca dallo stupore. 

- forse è un po' troppo da bambini, ma è un posto che amo molto, da bambino ci venivo sempre

Alice si girò verso di lui, gli diede un bacio a stampo, così involontariamente che si staccò subito, rendendosi conto del gesto. Liam era sorpreso, ma non infastidito, anzi sorrise divertito nel vedere la faccia imbarazzata della ragazza. 

I due si diressero verso l'entrata del parco dei divertimenti. 

Alice guardava con stupore tutte le meraviglie di quel luogo, le montagne russe, le giostre, la gente che si divertiva, le bolle di sapone che gironzolavano in tutto il parco. 

 

 

Oliver si muoveva con cautela, la vecchia discarica era piena di sporcizia, camminava cercando di evitarla, appena arrivò all'automobile rossa, che per anni era stata il punto di ritrovo dei suoi amici, la scavalcò arrivando dietro la collinetta. C'era una piccola casetta di legno, era mal ridotta, ma l'avevano costruita lui e il suo migliore amico. Entrò senza chiedere il permesso, sapeva che l'avrebbe trovato li, era il loro segreto. Lo trovò girato verso la parete a lanciare freccette. 

- era da tanto che non ci si vedeva

- Daniel i tuoi amici non sono molto simpatici

- gli avevo chiesto di darti un avvertimento

- già ma non credo che poi la mia risposta gli sia piaciuta 

- hai mandato due dei miei amici all'ospedale 

Oliver rise vedendo l'espressione furiosa dell'amico. 

- e quelli tu me li chiami amici? fin quando tu li proteggi dalla polizia e gli dai quella roba andrà tutto bene…ma dimmi se ti arrestano chi di loro verrà a trovarti?- il tono di Oliver era duro e accusatorio, il ragazzo rimase fermo e silenzioso di fronte a lui. Poi chinò la testa e dopo al rialzò con un sorriso sfacciato. 

- ho visto la tua sorellina…devo dire che è cresciuta bene

Oliver sentii il sangue ribollirgli nelle vene. Si avvicinò a lui con uno sguardo furioso. 

- non osare avvicinarti a lei

- potrei fare qualche visita allora ad Amber è sempre stata una bella ragazza…certo chissà come se la passa adesso che ha una figlia…le voci girano mio caro- Oliver temette per la piccola Emily solo il pensare che quello che aveva di fronte era suo zio, lo mandava in bestia. 

- non metteresti mai in pericolo una bambina… 

- dici? cosa me lo impedisce?

- non ti riconosco più 

- no ti sbagli l'unico che è cambiato sei tu che continui con questa falsa del finto buono. 

- Cosa vuoi da me veramente? tu non vuoi che io torni con te e il tuo gruppo…vuoi solo ferirmi e usi la mia famiglia

- ci sei arrivato Ollie 

Oliver era furioso, un miliardo di parole fuoriuscivano dalla sua bocca senza che potesse fermarsi

- sei uno stupido se sono andato via non era per te, ne per Ines, ne per la mia famiglia, era una cosa che riguardava solo me, credi di essere l'unico che ho abbandonato…dannazione sono tornato e vi ho trovato tutti diversi… mia sorella ha una figlia ti rendi conto? e cosa più scioccante e che quella bambina è tua nipote…per quel poco che mi resta da vivere lasciami in pace! 

Oliver avevo confessato tutto alla persona più sbagliata che si potesse trovare di fronte. Danny guardava l'ex amico impietrito, non era capace di dire nulla, ne di fare qualcosa… ma una cosa l'aveva capita, Emily Brown non è altro che la figlia di suo fratello. Fece un passo indietro, tutte quelle notizie lo avevano confuso. 

- cosa intendi con quel poco che ti resta da vivere?

Oliver abbassò lo sguardo come un cane indifeso, ricordare costantemente che potrebbe morire non è piacevole. 

- sono andato via perché avevo scoperto di essere malato al cuore, se sono tornato è solo per un intervento, non ho idea di come andrà a finire, ma se tu mi renderai la vita un inferno sta certo che prima che io me ne vada te la farò pagare!- Oliver lo guardò dritto negli occhi, serio e minaccioso, Daniel non si muoveva, rimaneva fermo a fissarlo con lo stesso sguardo. Oliver si girò lasciandolo solo dentro quella stanzetta. 

Daniel diede un pugno al tavolo posto al centro della casetta. 

- dannazione - mise le mani sul tavolo, furioso. Non immaginava che lui fosse malato, ne che suo fratello avesse una figlia. 

Oliver ripercorse lo stesso tragitto di prima, era pentito di aver detto tutto a Danny, ma in fondo era il suo migliore amico, quello che lo aveva aiutato a conquistare Ines, quello che lo spalleggiava sempre, quello che quando tutti lo accusavano era sempre li anche se aveva torto, lui rimaneva li con lui. 

 

 

 

 

Haley era sdraiata sul suo letto, stava parlando al telefono con West. 

- quindi vorresti dirmi che ti stai laureando in giurisprudenza?

Haley era sorpresa di quante cose fossero cambiate di quel ragazzo. 

- comunque ci sentiamo dopo un bacio

Si alzò dal letto e prese il portatile, aprii il suo profilo di facebook e notò che molti dei suoi amici erano in linea, tra questi vide che c'era anche Felicity…

- eia felii che combini?

- niente certo di sopportare il casino che sta facendo mio fratello 

- -.- 

- lo so che lo detesti xD 

- è odioso 

- in fondo è buono 

- certo e io sono bionda 

- ahahah comunque tu che fai?

- niente 

- Alice?

- Alice è al suo meraviglioso appuntamento -.-

- sono contenta per lei le cose le stanno andando bene 

- non dirlo non dirlo ogni volta che si dice tutto va a rotoli

- xD ti va di venire da me? almeno sopportiamo quel pazzo in due

 

Haley rispose in fretta e poi chiuse tutto, uscii dalla stanza. 

- io esco mamma 

- torna per cena 

- certo

 

Haley arrivò in pochi minuti a casa di Felicity, aspetto un po' e poi sua madre le aprii. 

- buona sera 

- ciao tesoro, Felicity è in camera sua

Haley salii le scale e notò il casino che c'era dentro la stanza di Luke. La porta era chiusa, ma si sentivano le voci e il baccano che facevano. 

Bussò alla porta di Felicity e la ragazza l'accolse con un enorme sorriso imbarazzato per via della confusione nella cameretta. 

- scusa ma stavo cercando un cd

- tranquilla…certo che avevi proprio ragione 

- vediamo un film? almeno non li sentiamo. 

 

Felicity però si sbagliava, le voci superavano anche il volume alto del televisore. A quel punto Haley scoppio, si alzò di botto e si diresse con passo svelto verso la porta del ragazzo, bussò in modo fuorioso. 

- si?- il sorriso sfacciato di Luke la infastidì ancora di più 

- o abbassi il volume o riduco quei tuoi occhietti azzurri a due piccole fessure per i pugni

- oh vuoi per caso farmi paura?

Haley trascinò il ragazzo fuori dalla porta e poi chiuse la porta. 

- potresti almeno avere un minimo di considerazione per quella poveretta che ti sopporta dalla mattina alla sera…- Haley notò che Luke non la stava ascoltando e aveva gli occhi rossi e rideva come un imbecille. 

- sei ubriaco fradicio

Luke rise ancora e ancora, poi la prese per i fianchi con forza. La baciò senza pensarci due volte, un bacio pieno di passione e che sapeva di vodka. Quando Luke si staccò da lei rise come un matto e rientrò in camera, lasciando la ragazza basita e senza parole. Quando Felicity la vide rientrare la trovo al quanto shoccata. 

- tutto bene?

- non lo so- Haley era esasperata, i ragazzi non li aveva mai capiti, ma questa volta Luke aveva superato se stesso. 

 

 

 

Amber era appena uscita dalla sala operatoria, si tolse la mascherina e la cuffia. Andò verso il suo ufficio togliendosi quegli accessori. Una persona bussa alla porta. 

- Avanti 

Amber vede Josh entrare piano nel suo ufficio, è sorpresa di vederlo li. 

- ciao- dice lui 

- ciao 

- ti ho vista più tranquilla e sicura questa volta 

- la volta scorse ero troppo presa dalle mie faccende personali, ma questo non mi deve impedire di salvare una vita 

Il dottore sorrise. 

- ti va se ti accompagno a casa?

- ho la macchina 

- peccato…era un'ottima scusa per portarti a cena fuori

Amber si stupii della cosa. Ma non lo diede a vedere, se non per un sorriso sfuggito. 

- davvero?

- davvero che ne dice di venerdì sera? lei è libera io pure

- ti ricordo che sei un mio superiore…

- ti sembro così vecchio?

Amber sorrise alla battuta, un sorriso fresco che Josh non aveva mai visto. 

- venerdì alle otto andrà benissimo- aggiunse la ragazza uscendo dall'ufficio. 

Josh la osservò andarsene, era felice, come un bambino che aveva appena ricevuto il giocattolo tanto atteso. 

 

 

 

Ormai era quasi il tramonto, il parco stava quasi per chiudere…Alice e Liam erano saliti su tutti i giochi, avevano trascorso tutto il tempo a divertirsi, erano saliti sulle montagne russe, nonostante Alice non voleva, avevano comprato lo zucchero filato colorato e se l'erano lanciato come neve, scherzavano e giocavano come dei bambini. 

Iris - Goo Goo Dolls.

 

Alice si fermò davanti alla giostri dei cavalli, la osservava incantata vedendo tutte quelle luci, un senso di nostalgia la pervase. Liam la raggiunse notando la sua espressione da bambina. 

- vuoi salirci?

- si impazzito non ho mica cinque anni

- e che ci fa

Liam la prese dal busto e la fece salire con la forza su un cavallo bianco, lui andò a pagare e poi si sedette su quello accanto al suo. 

- tu sei pazzo…ci prenderanno per degli scemi

- non importa

La giostra incominciò a suonare, la musichetta di sottofondo era rilassante. 

Il tempo sembrava trascorrere a rallentatore, Liam si voltò verso Alice, la vide guardare verso di fronte a se, aveva un sorriso fresco e bellissimo, notò le sue fossette, i suoi occhi brillare, la luce rifletteva in essi rendendoli come se fossero magici. Alice si girò guardandolo, Liam rimase stupito per un attimo, poi le sorrise, Alice pensò che un sorriso più bello non l'aveva mai visto. Tutto il tempo che passava con lui per lei era come una favola interminabile. 

Quando scesero si sentirono un po'  traballanti…

- è quasi il tramonto- disse Liam 

- già il tempo è volato

- prima di andare a casa dobbiamo fare una cosa

Alice lo guardò non capendo, Liam la prese per la mano e iniziò a correre.

- sbrighiamoci prima che chiuda 

Alice si accorse di stare andando nella direzione della giostra, spalancò gli occhi appena la vide sopra di se, colorata, enorme e imponente. 

- bue biglietti grazie

Liam le si avvicinò e le sorrise. 

- dopo questa ti prometto che ti riporto a casa, ma devi salire lassù con me 

Alice lo guardò, aveva un espressione supplichevole, gli diede un colpetto leggero sulla spalla e sali su quella più vicina. 

 

 

Haley si rigirava nel letto, non riuscendo a dormire, pensava a quei due baci, quello di West e quello inaspettato di Luke, sapeva che era successo a causa dell'alcool, ma una parte di se non riusciva a darsi pace, si chiedeva perché, se ci fosse dell'altro dietro…

- dannazione stiamo parlando di Luke- si alzò dal letto di botto, togliendo le lenzuola. Compose un numero che conosceva da poco, ma doveva farlo, non si dava pace… 

- pronto?- la voce era increspata dal sonno. 

- tu stronzo che non sei altro…

- sentii Haley non capisco niente che vuoi a quest'ora?

Haley notò che il suo tono era lucido, a differenza del pomeriggio. 

- la prossima volta che vuoi baciarmi pensaci almeno 100 volte!

- asp…

Luke guardò il lo schermo, aveva riattaccato, si sorprese delle sue parole, ma non ricordava nulla del genere. Confuso se ne ritornò a letto, si gettò di botto stanco della giornata. 

Haley tirò il telefono con forza nel letto. 

- quello stronzo se ne pure dimenticato…- era furiosa, anche se non si capacitava del perché

- infondo è un bene se lui non se ne ricorda e io non lo dico a nessuno andrà tutto bene- quelle parole auto-convincenti le apparvero più irritate che consolatorie. 

 

Oliver rientrò a casa. Andò verso il salotto e trovò suo padre e Emily addormentati sul divano. Sali le scale più affaticato del solito, andò in camera sua e si corico senza pensarci due volte, la stanchezza era troppa e i suoi senti sembravano rallentati. 

 

 

Alice guardava assorta il paesaggio, tutte quelle luci davano un tocco magico e romantico, si sedette accanto a Liam, erano ormai nel punto più alto. 

- Alice posso chiederti una cosa?

Alice lo guardò negli occhi, ma subito dopo scostò lo sguardo, non lo reggeva, si sentiva avvampare e non riusciva più a dire nulla. 

Liam si accorse che la ragazza era in imbarazzo, le prese il mento con la mano e la fece girare, molla la presa quando lei fu completamente girata. Alice dal canto suo era immobile e paralizzata, non sapevo cosa fare, era la prima volta che un ragazzo le facesse quell'effetto. 

- l'altro giorno ti ho chiesto di essere la mia ragazza, ma tu mi hai fatto notare quanto chiederlo per telefono sia squallido- Liam fece una breve pausa - ma adesso posso chiedertelo e lo so che non ci conosciamo abbastanza e sei piena di pregiudizi sulla gente stronza come me…ma in te vedo qualcosa di diverso, tu ridi sempre, i tuoi occhi sono così misteriosi che ti giuro mi sembra di annegare e si scusa sto andando troppo sullo sdolcinato…- Liam si avvicinò senza finire la sua frase. Le loro bocche si sfiorarono. Alice si avvicinò di nuovo, era come spinta dalla sua volontà. Chiuse gli occhi, assaporando il bacio. Liam le accarezzò la guancia. Erano sul punto più alto della città, erano soli, soli con il mondo. Alice si stacco mostrando un enorme sorriso felice. 

- si 

Liam le sorrise di nuovo, baciandola ancora. 

 

 

Amber tornò a casa contenta. Era felice. 

Quando vide suo padre e la sua bambina dormire sul divano un sorriso dolce le spuntò sul volto. 

Prese una coperta e gliela mise sopra. Poi si avviò verso la sua camera. 

Alice e Liam si stavano dirigendo verso la casa della ragazza. Camminavano l'uno a fianco dell'altro.

- è stato davvero bello- disse Alice per rompere quel sorriso che si era venuto a creare. 

- l rifaremo- disse Liam sicuro. Era giunto il momento di separarsi. Alice non voleva, aveva trascorso un pomeriggio stupendo insieme al suo "ragazzo". 

Si sentiva la persona più felice del mondo. Liam le diede un bacio a stampo. 

- ci sentiamo domandi ok?

Alice annuii e Liam si allontano sorridendole. 

Alice aprii la porta di casa. Come i fratelli anche lei notò il padre. Salii sulle scale e entrò nella sua stanza, buttò la giacca sulla scrivania e si mise il pigiama, poi si gettò nel letto di botto, sorridendo come un ebete, quel sorriso più tentava di farlo sparire. più le era impossibile. 

La giornata era volata, la giornata che diede inizio a tutto, quella dove Oliver aveva confessato le sue verità, dove Amber si era data un'altra chance, dove Haley stava scoprendo qualcosa che nemmeno lei stessa sapeva di se, quella dove Alice era definitivamente consapevole di essere completamente presa da Liam e lui da lei. 

 

 

Danny entrò in casa, una casa piccola, con poca luce, entrò nel piccolo corridoio che separava al sua stanza dalle altre, nel corridoio c'era un mobile con sopra delle fotografie. Foto di suo padre, che non aveva mai conosciuto, foto sue da bambino e foto di suo fratello, Daniel osservò il suo sorriso allegro, era sempre felice lui. Un senso di impotenza si fece spazio in lui. Will era quello perfetto, quello che non meritava di morire, lui era saggio, era bello era tutto, così tanto che la sua perdita era inaccettabile, tanto che la madre cadde malata dopo la sua morte. Daniel prese la foto in mano, era incorniciata con una cornice di legno scuro, Daniel passò la mano sul volto del fratello, non poteva crederci che lui era padre e che non aveva mai visto il volto di sua figlia, che non sapeva il suo nome, che non l'avesse mai presa in braccio. 

- una penitenza per la tua perfezione- Daniel pensò a quanto sarebbe stato felice Will se avesse conosciuto sua figlia. Ma era sicura che se avesse saputo che sarebbe diventato padre quando sapeva che stava per morire, sarebbe stato troppo doloroso anche per una persona sempre allegra come lui. Ripose nuovamente la foto. I suoi occhi pizzicavano, le lacrime traditrici volevano uscire, ma lui di fece forza. Nascondeva dietro la sua faccia incavolata il dolore della sua perdita. Odiava Will più di ogni cosa, lui era quello perfetto, lo aveva sempre pensato, si sentiva sempre inferiore a lui, sempre loggiato a differenza sua. Ma in realtà odiava se stesso che non era riuscito a perdonarsi per aver pensato quelle cose quando Will era li con lui, odiava il fatto che non gli aveva mai dato ascolto, che lo considerasse uno al di fuori della sua vita. 

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Capitolo 8
*** tradimento ***


Tradimento


 

Il tempo delle vacanze vola via velocemente, soprattutto quando lo si passa in compagnia, ne sa qualcosa Alice Brown che adesso si ritrova a dover riprendere la routine della vita quotidiana. Lo svegliarsi presto la mattina, rivedere i compagni e ricominciare a studiare. Tutto questo non le era mancato per niente, lo si capiva bene dalla sua faccia stanca per via del poco sonno. Haley la fissava con la stessa identica espressione. Erano davanti all'enorme cancello della scuola, il portone era spalancato, come ad accogliere gli studenti a braccia aperte, messaggio che loro non ricevevano. Alle due ragazze si avvicinò Felicity che sprizzava di felicità. 

- ti vedo troppo contenta- sbottò Haley 

- nuovo anno nuova vita 

Alice la guardò capendo ciò a cui si riferiva. Si girò dall'altro lato, notando Jack, era la sua occasione per scoprire qualcosa e aiutare l'amica. Conosceva Jack dal prima e aveva sempre saputo che lui aveva una cotta per Melany. Melany era la tipica stronza della scuola, ma evidentemente quelle genere piacciono ai ragazzi. Si allontanò appena le ragazze si distrassero con l'arrivo di una ragazza. 

- Jack 

Il ragazzo, che camminava l'ungo la salita della scuola, si fermò girandosi verso di lei. 

- ciao…era ora che ti facessi vedere- scherzò il ragazzo 

- giusto mi dispiace visto tutte le tue visite- lo avevano buttato sul sarcastico e il divertente, ma la verità di quelle parole feriva entrambi. 

- ok abbiamo sbagliato tutti e due 

- ok acqua passata…volevo chiederti una cosa

- dimmi

- ti piace ancora quella svampita?

Jack fece un sorriso divertito. 

- forse 

Alice lo guardò fulminandolo con gli occhi, non era affatto soddisfatta con quella risposta. 

- capisco…senti se una persona è innamorata di qualcuno, ma quella persona ama già un'altra tu glielo diresti? anche se questa ti ha chiesto di mantenere il segreto? 

Jackson era confuso da tutti quei giri di parola, ma una cosa l'aveva capita, c'entrava lui. 

Guardò Alice negli occhi…- vuoi davvero una risposta?

Alice annuii. 

- certo 

- lo direi, se mi fidassi di quella persona

Alice fece un sorriso di ringraziamento - mi hai salvato…grazie- Alice si allontanò, tornando dalle ragazze, mentre Jack ci capiva sempre meno. 

 

Luke era in classe, era stato convocato dal professore di latino. Mentre aspettava si passava il tempo a giocare con il telefono. 

- Signor Strong posi quell'affare- Luke lo mise subito in tasca.

- mi avete chiamato?

- si…dobbiamo parlare- il prof fece un minuto di pausa - se anche quest'anno sarai bocciato saremo costretto a mandarti via da questa scuola

Luke era consapevole di ciò, ma la scuola non era il suo forte e non ne voleva sapere di studiare. 

- ma c'è una possibilità prenditi un tutor tra gli studenti io personalmente preferirei che tu lavorassi con la signorina Lucy della sezione di italiano: è brava e ha i voti più alti di tutto l'istituto. Luke fece una faccia strana. Il prof uscii dalla classe lasciandolo ragionare. Liam entrò in classe, notando l'amico si avvicinò dandogli una pacca sulla spalla. 

- hey amico tutto bene?

- per niente quel vecchio vuole che mi prenda un tutor 

- non è una cattiva idea visto i tuoi voti 

- parli così solo perché non hai problemi…anzi fammi da tutor tu 

Liam lo guardò sbalordito. 

- sei pazzo, con me non faresti niente 

- sempre meglio di quella vecchia zitella 

- chi?

- il prof mi ha suggerito quella della tua sezione…come si chiama..a si Lucy 

Liam fece una faccia divertita, immaginando il potevo malcapitato nelle grinfie di una secchiona. 

- condoglianze amico…già Alice ha litigato con lei, adesso aggiungeremo anche te nella lista

- a proposito di Alice come vanno le cosa?

- non potrebbero andare meglio- Liam era entusiasta e Luke lo notò subito, fece un sorriso divertito nel notare gli occhi illuminati del ragazzo. 

 

 

Felicity stava prendendo il registro in segreteria, era piena di gente e lei era stufa di aspettare, nella fila e la confusione, le cadono i fogli che teneva in mano per terra, si accascia per prenderli, ma una mano è più veloce di lei. 

- tieni- il tono di voce è scorbutico. Felicity prende i fogli che lui le porge, vede un ragazzo vestito con una felpa e un paio di jeans semplici, gli occhi azzurri che sembravano rispecchiare il cielo e avevano qualcosa di familiare. Portava i capelli un po' lunghi, ma gli stavano bene, Felicity pensò subito che fosse un bel ragazzo. 

- grazie- disse semplicemente, lui non rispose, si limito a girarsi dall'altro lato e guardare avanti. 

- signor Connor venga a prendere i suoi documenti

Felicity vide il ragazzo avvicinarsi alla segretaria, si stupii che il ragazzo portasse il cognome di Liam, era strano, ma c'era sicuramente un collegamento tra di due e non era solo il cognome, avevano lo stesso sguardo intenso. 

 

Melany Parker, la bella della scuola, almeno a detta sua, camminava muovendosi in modo sinuoso, come la preda che va a caccia. Non guardava nessuno in faccia, se non quelli popolari che salutava, la fortuna di Alice? che lei e Liam fossero cugini. Melany era come la vedova nera, adocchiava qualcuno e lo faceva suo, poi lo uccideva, in senso metaforico in questo caso. La ragazza di fermò nel suo armadietto, una figura si appoggiò all'armadietto accanto e saluto Melany. 

- giorno Caroline 

La bruna la guardò male. 

- credi di essere divertente?- la ragazza era furiosa. 

- ma di cosa parli? 

- credevo fossimo amiche invece hai postato sul tuo facebook tutte quelle cattiverie su di me…- la bruna si allontanò lasciandola sola. Melany si guardò attorno, lasciando occhiatacce a chi la guardasse. 

Melany si allontanò infastidita, non era vero niente, lei non aveva fatto niente. Entrò in un aula piena di computer. Tra i posti vuoti, solo uno era occupato, da una ragazza biondino che stava lavorando al computer. Melany si piazzò davanti fin quando il ragazzo non interruppe il suo lavoro per darle ascolto.

- so che tu sei un genio nei computer giusto?- il ragazzo annuii

- bene sai come scoprire chi entra nel proprio profilo- il ragazzo la guardò stranito, non era abituata al fatto che la gente gli parlasse.

- non è difficile 

- mettiti a lavoro

Il ragazzo era ancora più basito, sapeva che era stronza, ma ad arrivare a dare ordini. 

- come scusa?

- ohhh capito quanto vuoi?- disse prendendo il portafoglio

- niente per chi mi hai preso, solo che me lo chiedi per come si deve..- affermò il ragazzo convinto. 

- bene… per favore potresti scoprire chi è entrato?- chiese falsamente educata. Il ragazzo capii che non era sincera, ma si accontentò. 

 

 

Alice era seduta nel suo banco, nuovamente nella classe di italiano, questa volta avrebbe rifiutato l'incarico di capoclasse, voleva dedicare il tempo libero agli amici, non a altri impegni scolastici. 

- oh sei qui?- Lucy entrò piazzandosi immediatamente davanti al banco di Alice. La rossa si alzò infastidita. 

- che vuoi? sapere se mi candido? no o cosa migliori da fare…

- tipo stare con il tuo ragazzo- disse Liam entrando nell'aula e avvicinandosi a la sua ragazza. Le diede un bacio a stampo di fronte a tutti. Alice era completamente rossa dalla vergogna, ma allo stesso tempo felice. Tra gli sguardi stupiti, incontro quelli infastiditi di Lucy, che sembrava volerla uccidere. 

- ah bene auguri alla nuova coppia- si andò a sedere al suo posto, che era fra un ragazzo e Liam, che invece era vicino ad Alice. Durante le vacanze non avevano fatto nulla, quindi dovevano recuperare in fretta il compito che gli era stato assegnato, quel pomeriggio tutti erano impegnati nei loro compiti. 

 

La scuola non passò velocemente, anzi sembrava una lunga tortura, ma per fortuna tutto ha una fine, anche quella lunga giornata. 

Vincent e Alice stavano facendo ricerche al computer per poter arricchire la loro tesi. 

- questo mi sembra perfetto- disse Vincente prendendo appunti. Alice non aveva avuto alcun tipo di problema, Vincent per quanto paura incutesse, era una persona buona e in gamba. 

- credi che questo vada bene?- chiese Alice al ragazzo. 

- certo

 

La stessa cosa non si poteva dire di Liam. 

- hai capito questo è il suo pensiero

- questo è quello che dice il libro…che saggio è se non lo facciamo noi??- Liam era esasperato, quella ragazza gli stava dando troppo filo da torcere, voleva sbrigare in fretta il compito, ma così facendo non avrebbero preso il massimo e Liam ci teneva ai suoi voti. 

- senti si può sapere che problema hai? insomma!!- Sbottò il ragazzo, lei invece sembrava impassibile. Liam ormai stanco prese il suo zaino. Lei lo fermò appena lui si avvicinò alla porta. 

- scusa sono stata un po' dura con te è colpa mia

Liam restò in silenzio

- è che non me lo aspettavo

Liam non capiva di cosa stava parlando, aveva la faccia confusa. 

- sentii non mi aspettavo di essere in "coppia" con te…-

- è solo un compito- disse Liam con fare ovvio

- giusto hai ragione- Lucy guardava ovunque pur di non incrociare il suo guardo. 

 

Quella sera Alice chiamò Felicity

 

- pronto?- disse la bionda

- Felicity puoi passare da casa mia per favore credo che io e te dobbiamo parlare

Felicity si sentii scossa, quelle parole non sono mai facili da digerire, mettono sempre ansia. Uscii dalla stanza e incontrò Luke. 

- dove vai?

- da Alice, mi dai un passaggio in macchina?- chiese supplichevole. 

- ok tanto devo passare da Liam

- grazie 

I due arrivarono in pochissimo tempo. Felicity scese dalla macchina, suonò e Oliver aprì la porta. Salii le scale e bussò alla porta. Alice la invitò dentro, Felicity entrò, mentre Alice era sdraiata sul letto con il suo portatile in mano. 

- che fai?- chiese la bionda

- scrivo

- cosa

- segreto- Alice le fece la linguaccia, poi riprese ad avere l'espressione seria dell'attimo prima. 

- Volevo dirti il motivo per cui mi sono comportata stranamente quando mi hai detto che ti piaceva Jack… sai io è lui ci conosciamo da sempre eh…- Alice non sapevo come dirglielo, si alzò con il busto, appoggiando la schiera ai cuscini. Felicity era con il cuore alla gola, tra un po' sarebbe scoppiata. 

- lui è sempre stato innamorato di una ragazza se te lo dico è perché mi fido di te…

- posso sapere chi è?

Alice fece una faccia scettica. 

- Melany Parker

Per Felicity fu come se le avessero gettato un secchio di acqua gelata. 

- Melany…gli piacciono quelle come lei??? avrei una speranza se fossi come lei??- Alice la guardò con sguardo di rimprovero. 

- sei pazza nessuno deve cambiare per qualcuno, bisogna piacere per quello che si è

Felicity abbassò lo sguardo. 

- sono una stupida lo so…- Alice le sorride

- visto che ti senti così giù ti va di farci una cioccolata calda? Mio fratello dovrebbe essere ancora sotto ci guardiamo un film con lui…- Felicity sorrise, cioccolata e film, cosa poteva chiedere di meglio. 

 

 

 

Il giorno dopo

 - nuovamente a scuola- disse Haley mettendosi bene lo zaino - che palle- commentò infine

 ci vediamo a lezione Haley ora vado a salutare Jack- la ragazza lo raggiunse il più veloce che poteva. 

- Jack buongiorno- la ragazza gli prese il cappello dalla testa e si allontanò ridendo - dai Alice non fare la bambina- le disse lui ridendo - non vedi che ho i capelli un disastro?

- pensi troppo ai tuoi capelli mister capelli mania- la ragazza camminò all'indietro, finendo per scontrarsi con qualcuno. 

- scusa…- Un ragazzino la guardava imbarazzato. 

- fa niente… ciao Jack

- vi conoscete?

- certo…lui è come dire… tuo cognato!- affermò Jack 

- piacere Mike- Alice era imbarazzata più di prima, aveva fatto una figuraccia davanti al fratello del suo ragazzo. 

- piacere Alice- Il ragazzo sorrise, aveva un sorriso fresco, ma il suo sguardo era molto di più. Alice notò la poca somiglianza dei fratelli, ma non disse nulla, in fondo nemmeno lei assomigliava ai suoi di fratelli. 

- basta con le presentazioni tanto appena la conoscerai te ne scapperai disperato 

- è questo che dici di me alla gente? che razza di migliore amico sei- scherzò lei 

- il migliore consiglio la gente come sopravvivere- Alice rise offesa, ma quei battibecchi per lei erano un rituale. 

 

Due ore dopo 

 

Alice e Vincent consegnarono il loro lavoro, fieri, così come Liam e Lucy. Alice notò che lo sguardo di Lucy era cambiato, era troppo tranquillo. Liam al contrario era teso. Alice lo guardò fissa, notando ogni minimo delle sue sfaccettature. 

-che c'è?- disse lui nervoso, sentendosi osservato

- ti vedevo troppo nervoso 

- non è niente- parole fredde e glaciali, anche troppo quelle di Liam. Alice non si lasciò per niente sfuggire questo particolare. Si girò dall'altro lato, ignorandolo per tutta l'ora, non che lui se ne accorse, ma era troppo concentrato su qualcosa che era all'oscuro di Alice. 

Alla fine dell'ora Alice prese il compito insieme a Vincent. 

- i vostri sono i viti più alti: 9 ve lo siete proprio meritato, anche voi due siete andati bene 8- disse la prof riferendosi a Lucy e Liam che ne sembravano un po' irritati. 

Alice uscii dalla stanza, senza nemmeno salutarlo. Nel farlo si scontrò con qualcuno. Che nemmeno si degnò di fermarsi. 

- OH finalmente ti ho trovato- disse Jen abbracciandosi al "fratellastro". Alice osservò tutta la scena, gelosa, ma anche arrabbiata, voltò lo sguardo proseguendo il suo cammino. Liam rimase fermo immobile, incastrato ancora in quello che era successo ieri. 

Liam e Lucy stavano facendo delle ricerche. Lucy si alzò e andò in cucina, nel frattempo Liam si alzò per sgranchirsi le gambe. Lucy entrò nella stanza con dei bicchieri in mano, si avvicinò a Liam, ma inciampò facondo rovesciare tutto su di lui. Liam aveva la camicia bagnata, i pettorali in risalto, Lucy pensò che non aveva mai visto un fisico più bello. Si avvicinò piano a lui. Liam era immobile, voleva scansarla, ma non lo fece. Così Lucy avvicinandosi sempre di più, lo baciò, una bacio passionale, talmente tanto che Liam fu preso dalla foca, le tolse la giacca, mentre lei lo teneva per i capelli baciandolo. Liam si rese conto del suo gesto, pensò ad Alice e quanto quello che aveva fatto era sbagliato, si scansò subito dalla ragazza e la guardò come se fosse la colpevole. 

- dannazione- voleva prendere a pugni qualcosa, fece solo il gesto in aria, era frustato e colpevole. 

- mi dispiace- disse lei

- ti dispiace un corno!!! come la guardo domani in faccia- Liam era incazzato, ma sapeva che era anche colpa sua…- no no lasciamo stare è anche colpa mia, ma che non accada mai più io e te non abbiamo niente a che fare

Liam uscii da quella casa, portandosi con se però il tradimento appena fatto. 

Lucy rimase li a fissare quella stanza vuota, come lei. 

 

 

Alice camminava freneticamente per i corridoio della scuola, tra tanta gente una di sua conoscenza le venne in contro. 

- Alice hai visto Liam?- chiese Luke

- no- una risposta breve e secca. Luke notò il cambiamento di tono di Alice e la fermò per un polso. 

- che succede?- Luke sapeva già cosa era successo, ma non sapeva cosa ne sapeva lei. 

 

flashback

Luke e Liam erano in macchina. 

- cosa ti è successo, mi hai chiamato per farti prendere all'ultimo minuto

- scusa amico, ma non potevo tornare a piedi…

- perché?-domandò sarcastico

- perché ho commesso un casino e avevo bisogno di parlare con qualcuno

- ti sembro il grillo della coscienza?- Liam rise alla battuta, ma poi tornò serio. 

- ho fatto un casino

- cosa? il massimo che ti possa aver combinato e portarti a letto la vecchia zitella, ma per ora sei nel paese delle meraviglie

Liam non rise alla battuta, ne disse nulla, Luke fece una faccia sorprese, gli sembrava di cadere dalle nuvole. 

- cosa è successo Liam? 

fine flashback 

 

- non lo so chiedilo a lui- disse Alice liberandosi dalla sua presa. 

 

Haley si avvicinò a Luke. 

- problemi in paradiso?- chiese a Luke 

- catastrofi direi, preparati film e cioccolata- Haley era confusa, guardava Luke negli occhi cercando si capire come potesse aver dimenticato una cosa come un bacio. 

- senti ma l'altra volta perché mi hai chiamato dicendomi quelle cose?

- avevo sbagliato numero- disse tagliando corto 

- uuu qualcuno ti bacia e poi lo scorda con quale sfigato sei stata- Haley stava per scoppiare a ridere, solo il pensiero che inconsciamente il ragazzo si stava dando dello sfigato. Luke notò il suo sorriso nascosto e trattenuto, ne rimase affascinato. Ai due si avvicinò una ragazza, bionda e dal viso innocente e pallido. 

- Luke tesoro e da questa mattina che ti cerco- la ragazza diede un bacio a Luke, Haley si sentii morire, non capivo il perché, ma si sentiva gelosa e infastidita dalla presenza di quella ragazza. 

 

 

Le lezioni erano finite, Liam era rimasto in classe, aveva notato che la borsa di Alice era ancora li. Aspettava seduto sul suo banco, col il capo basso. 

Alice entrò nell'aula, si fermò di botto appena vide il ragazzo. 

- dobbiamo parlare

- ok- disse semplicemente lei, con una tranquillità preoccupante. 

- mi dispiace per come mi sono comportato oggi, ma ero preso dai miei pensieri 

Alice restava in ascolto, mentre rimetteva tutto nello zaino. 

- ieri è successo qualcosa che sono sicuro cambierà tutto…io e Lucy ci siamo baciati

Alice smise immediatamente di fare quello che stava facendo, non disse nulla, ma il suo sguardo diceva tutto. Sentiva le lacrime premere per uscire, ma si trattenne, uso solo l suo sguardo, deluso e ferito. Non disse nulla, prese le sue cose, uscii da quella stanza, dove si sentiva oppressa, doveva non era libera di piangere. 

 

pov Alice 

 

Non avevo mai provato una sensazione tanto dolorosa, non ho mai creduto che questo giorno arrivasse così in fretta, ma in fondo cosa mi aspettavo da uno come lui? Una lacrima mi scende dal viso, mentre commino lungo questi corridoio, sono sola. Il vuoto nel cuore e un dolore troppo forte che io da sola non riesco a gestire. 

 

Pov Liam 

 

Ferirla non era nei miei piani eppure ero sicuro che con lei sarei riuscito a essere migliore, ne ero sicuro, con rabbia presi il mio zaino, incamminandomi verso l'uscita. 

 

 

Casa Brown a cena.

Alice non disse una sola parola, cosa strana per lei, Oliver la guardava ogni due secondi per capire cose le fosse successo. Quando ebbe finito, si alzò senza dire una parola. Oliver sali in camera da lei. Bussò e appena ebbe il suo permesso entrò. 

- tutto bene?- domandò lui 

- si certo

- sai che puoi dirmi tutto

- tutto bene Oliver 

Oliver capiva che stava mentendo spudoratamente, ma non era bravo in queste cose. Uscii dalla stanza , ad attenderlo c'era Amber.

- ci penso io

Amber entrò nella stanza

- quindi anche per te è arrivato questo giorno 

Alice la guardava confusa. 

- cosa è successo? sai ne ho passate tante credi che mi spaventi ascoltarti?

- Ha baciato un'altra e me la detto così…come se avesse messo per sbaglio la sale al posto dello zucchero- Alice cercò di essere il più sarcastica possibile, ma le parole erano spezzate dal pianto soffocato. 

- Alice quando Will mi tradii mi sentii uno straccio…cosa credi anche i grandi uomini commettono errori…non ti dico di perdonarlo, ma lui ti ha detto la verità è una cosa che un giorno devi prendere in considerazione. Sai ho sempre pensato che lui lo avesse fatto perché non mi riteneva all'altezza, ma poi mi resi conto che il problema non era mio, uno la stronza di turno c'è sempre rassegnati, due lui aveva sbagliato, ma poi mi ha dimostrato che mi amava veramente e da quel giorno quell'errore non avvenne più…- parlare di lui le causava sempre dolore, ma era il suo unico punto di rifermento. 

Amber uscii dalla stanza, lasciando Alice sola, Oliver si affacciò dalla porta sorridente. 

- sai in queste cose non sono bravo, ma loro credo che sapranno cosa fare- Oliver si spostò facendo entrare Felicity e Haley. 

Quella sera tutte e tre non pesarono a niente se non a divertirsi, tra attaglia con i cuscini, film comici e vari giochi. Alice ringraziò mentalmente suo fratello. 

 

 

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Capitolo 9
*** Il ballo ***


 

Il BALLO

the fray heartbeat

Oliver era sdraiato su quel lettino d'ospedale, almeno da dieci minuti. Aveva fatto gli ultimi analisi, era ansioso, si alzò, scomodo ormai da quella posizione. La stanza era piccola e piana di macchinari, Oliver si guardò attorno, aveva solo una finestra. Si affacciò guardando il panorama.

 

Casa Brown era tutta sotto sopra, Amber correva da un luogo all'altro per poter sistemare. Suo padre che parlava al telefono con voce alta. Emily che correva per la casa giocherellando. In tutto questo Alice ne restava passibile, ferma su quel divano a fissare una serie che nemmeno lei sapeva di cosa trattava.

 

Haley si alzò dal letto in quel momento, prese in telefono, dieci messaggi non letti, sbuffò e poi uscii dalla stanza. 

 

Felicity si stava lavando i denti, quando al solito suo fratello entrò in bagno. Luke aveva una faccia completamente rigida, senza emozioni. 

 

Mike andò nella stanzetta per chiamare suo fratello, ma di Liam nessuna traccia. 

 

 

Liam se ne stava sulla riva del mare, aveva preso la sua auto e era uscito di prima mattina, osservava le onde infrangersi sugli scogli. Quelli erano i momenti che ritagliava e conservava per se, piccoli frammenti di assoluto nulla, i suoi pensieri lo abbandonavano,solitamente era così. Ma questa volta un volto lo stava perseguitando e il senso di colpa lo divorava lentamente, ma non poteva rimettere le cose apposto, aveva già deciso cosa fare. 

 

Quella fu la domenica in cui nessuno chiamò nessuno, gli amici non si visterò, ne si chiamarono. Quel pomeriggio era diverso dagli altri, senza saperlo le cose stavano cambiando. 

Oliver era pronto per la sua operazione la settimana prossima e quel giorno lo comunicò a suo padre. 

Haley decise di stare vicino a West, nonostante quel sentimento nascente per Luke. 

Luke da canto suo passò la giornata con la sua ragazza, scegliendo di essere una persona migliore. 

Felicity prese la decisione di non andare più dietro Jackson, capendo di non avere speranze. 

Amber passò il pomeriggio con Josh e Emily, al parco. 

Il signor Brown si rese conto che la sua famiglia stava per affrontare qualcosa di grande, digitò un numero e poi rispose al telefono, allontanandosi dal soggiorno dove si trovava la figlia. 

Alice era decisa a non volere più Liam, ma ogni qual volta che ci pensava, non riusciva a starci bene, ogni scena romantica le ricordava lui. 

Liam passò tutto il pomeriggio a divertirsi e con delle ragazze. 

 

 

 

Lunedì 

Avril Lavigne - I Don't Have To Try - Traduzione In Italiano!

 

Alice era sola, all'entrata della scuola, Haley non c'era, o almeno non era ancora arrivata. Salii le scale e entrò dentro, la prima persona che vide fu una di quelle nella sua lista nera. Lucy!

Alice girò l'angolo per non vederla, si appoggiò ad un armadietto e fece un respiro profondo, non aveva ancora pensato al fattore Lucy. Ma sapeva solo una cosa, la odiava, con tutta se stessa e gliel'avrebbe fatta pagare. Alice Brown non è la santarellina che se ne sta immobile mentre gli altri giocano con i suoi sentimenti. Sali le scale dopo di lei. Nella classe c'era già Liam al solito posto, Alice lo scavalcò sedendosi a fianco di Vincent. Liam notò il gesto, ma ne restò indifferente. Appena la lezione finì la prof lasciò soli i ragazzi. Lucy si mise dietro la cattedra. 

- bene adesso schiviamo i canditati…-  scrisse il suo nome e poi si voltò verso gli altri, ma tutti fecero scena muta. Si girò soddisfatta, per cancellare, credendosi già eletta. 

- Mi candito io- Alice si alzò in piedi con un sorriso da stronza sul viso. Lucy non disse nulla, ma si leggeva in faccia il suo sgomento. Alice passò avanti, fino ad arrivare a lei, le prese il gessetto dalle mani scrivendo il suo nome e poi soddisfatta se ne tornò al suo posto. Vincent rideva sotto i baffi, Alice lo notò e sorrise divertita, come il resto della sua classe. 

- oh ragazzi avete già scelto i canditati? bene a domani per le elezioni…prima esporrete le vostre idee. 

Alice non diedi segno di cedimento, nonostante non ne aveva la più pallida idea di cosa dire. 

 

 

Avril Lavigne - One Of Those Girls - Traduzione In Italiano!

 

 

Melany entrò in sala informatica diretta da quel ragazzo. 

- allora hai scoperto qualcosa?

- certo…conosci questa ragazza?- il ragazzo le mostrò un profilo di facebook.

Melany la guardò, non l'aveva mai vista, bionda e occhi azzurra e sguardo da viscida. 

- no chi è? 

- Jen Connor

Melany sgranò gli occhi. 

- come Connor non dire cazzate

- è scritto qua

Melany era sempre più sorpresa.

- questa stronza non sa contro chi si è messa

Melany uscii camminando veloce con i suoi tacchi vertiginosi, al suo posto entrò una ragazza. 

- buongiorno Cristal

- giorno Eddy…mi spieghi cosa ci faceva miss reginetta qui?- disse sarcastica

- aiuto 

Cristal fece una faccia strano - comunque non è il tuo tipo 

- pensa per te mia cara il tuo badboy non è certo meglio 

- Luke è un bravo ragazzo in fondo 

- in fondo molto in fondo 

Cristal rise per la battuta e poi gli diede una piccola spinta. 

- andiamo che la lezione di matematica è già iniziata. 

 

 

 

Haley entrò a scuola, era al cambio dell'ora, della seconda. La testa le faceva male, era come se ogni parola di quell'atrio fosse amplificata. La frenesia di come gli studenti camminavano era sovrumana ai suoi occhi. Riconobbe una chioma rossa in mezzo a tutte le altre. Si avvicinò a lei. Alice le sorrise soddisfatta. 

- che è successo?- chiede Haley 

- mi sono candidata piano vendetta attivato

- credevo che non fossi capace di cose del genere 

- non sono la sfigata di turno 

Haley rise divertita. 

- comunque come mai a seconda ora?

- ieri sera era alla festa di mio cugino e ho bevuto troppo

Haley si massaggiò la testa indolenzita, Alice le mise un braccio attorno al collo e insieme si diressero verso i loro armadietti, nel tragitto incontrarono Felicity. Un professore si avvicinò a loro. 

- Felicity Strong?

- si sono io 

- bene vorrei che facessi vedere la scuola al nuovo arrivato- il prof chiamò un ragazzo, a Felicity fu subito familiare. 

- ma perché io?

- perché tutti gli altri rappresentanti sono assenti o impegnati- il prof la liquidò subito, la ragazza lo guardò, aveva ancora quell'aria scontrosa. Alice e Haley le fecero l'occhiolino allontanandosi da loro. 

- bene da dove vuoi iniziare?

- da dove vuoi tu basta che ti muovi- Felicity si sentii turbata, ma non disse nulla, si girò dall'altro lato incammainandosi.

- andiamo 

 

Alice e Haley si avviarono finalmente nei loro armadietti, Haley prese dei libri, mentre Alice li posò. 

- non hai lezione oggi^

- no mancano due prof- disse Alice contenta 

- che fortuna

- vedrai la prossima volta toccherà a te 

 

 

Melany camminava in modo frenetico, tutti si giravano a guardarla, era furiosa, si notava lontano un miglio che era incazzata. Riconobbe una chioma bionda, seduta nel bordo della fontana, al centro del cortile della scuola. Le si avvicinò con furia. 

- come ti sei permessa?

- come scusa?

- non fare la finta buonista imbecille…prova ancora a entrare con il mio contatto e ti strappo i capelli uno per uno- Melany disse quelle parole con disprezzo e minacciosamente, la ragazza si avvicinò a lei e le sussurrò all'orecchio:

- i tempi della reginetta Melany sono finiti

Poi si allontanò da lei, lasciandola sola e ancora più incazzata di prima. Melany fissava il punto in cui la ragazza era seduto e con lo sguardo sembrasse voler bruciare quel posto. 

 

 

 

 

Ines stava sistemando il bancone, la mattina la gente era poca, ma non mancava mai. Al solito, nel posto più lontano e scuro, era seduto Oliver. Ormai era diventata un'abitudine. Quella mattina aveva preso i risultati degli esami del sangue. Oliver li lesse un paio di volte per essere sicuro di non sbagliarsi. Ines lo osservava da lontano. Era curiosa di sapere cosa avesse tra le mani. Ogni tanto si fermava, involontariamente, e si perdeva nei suoi movimenti. Oliver non se ne accorgeva, era troppo preso da quei fogli. La porta del locale si aprii, nell'aria echeggiò una melodia, per via del sonaglio appeso alla porta. Entrò una ragazza, portava i capelli legati con una coda spettinata, gli occhi azzurri vagavano per il locale. Ines la fisso intensamente, convinta che l'aveva già vista. 

- scusi ha bisogno di qualcosa?- domandò Ines, la ragazza le fece un enorme sorriso, uno di quelli che non dimentichi facilmente, uno di quelli freschi. 

- Sarah!!!- Ines corse fuori dal bancone, abbracciando la ragazza. 

- questo posto è identico!- esclamò la ragazza

- dove sei stata?

- in viaggio per il mondo!- disse la ragazza - allora come vanno le cose? 

- bene

- l'ultima volta che ti ho lasciato eri con Oliver adesso?

Ines fece una faccia imbarazzata, si voltò verso il ragazzo, e Sarah seguii lo sguardo. 

- OLLI!- la ragazza corse da lui abbracciandolo. Oliver si ritrovò una chioma castana-bionda su di se. Non la riconobbe subito, ma aveva un profumo che aveva già sentito. 

- Sarah? Sarah la mia Sarah???- disse Oliver felice di rivederla. 

- proprio io-Oliver si alzò dalla sedia abbracciandola, le era mancata. 

- me la pagherai per essere sparita

- vedi che tu hai fatto la stessa cosa- gli ricordò Ines, il suo tono sembrò molto più acido di quanto volesse fare apparire. 

- Ines ho i miei motivi- replicò Oliver, stanco delle continue rinfacciate della ragazza. 

- quindi sei andato via pure tu allora che cambiamenti ci sono in città? 

- be se metti il fatto che il tuo ex è uno della mala vita nulla- Ines fu spregevole e crudele, usò quel tono di voce che usava quando voleva colpire la gente e Sarah era proprio la diretta interessata. 

- stai accusando me per le sue scelte?- Sarah non era di certo una che si teneva peli sulla lingua, tra lei e Ines era sempre stata una lotta a chi facesse meglio. 

- non ho detto questo

- ma l'hai pensato…sai credevo che con gli anni si crescesse non regredisse- Sarah scavalcò la ragazza, dirigendosi verso l'uscita. 

- aspetta- Oliver guardò per un secondo Ines negli occhi per poi seguire Sarah. 

- scusala

- tranquillo sono abituata ai suoi attacchi di gelosia. 

- ha sempre creduto che fra noi ci fosse qualcosa

- eri il mio migliore amico era logico che passavamo del tempo insieme 

- mi dispiace per quelle parole di Danny 

- Danny ha fatto le sue scelte, non sono nessuno io per impedirlo e poi nemmeno lui è stato un santo con me. 

Oliver le fece un sorriso e insieme si incamminarono verso la casa della famiglia della ragazza. 

 

 

Jackson si aggirava per la scuola in cerca di Liam, era da tanto che non lo vedeva in giro. Ma al posto suo trovò solo un branco di ragazzini che fumavano chissà cosa nel lato posteriore della scuola. Entrò in palestra e lo trovò a giocare a basket da solo. 

- non è noioso da solo?

- lasciami in pace Jack 

- non sono venuto a farti la ramanzina per Alice è grande sa quello che deve fare 

- e cosa deve fare?

Liam gli lanciò la palla. 

- mandarti a fanculo

Liam rise prendendo la palla che Jack gli tirò. 

- già fatto anche se non lo ha detto

- Alice è una brava ragazza lo avresti dovuto capire ormai

- lo so lo so il coglione sono io

- andiamo tira quella palla

- giocate senza di me?- Luke entrò in palestra. 

- ogni volta che giochi perdiamo- disse Liam 

- lo so lo so sono un mito

Luke prese la palla a Liam e fece canestro. 

- sono un mitoooo

Jack rise e Liam di seguito. 

 

 

 

Alice Brown era solita cercare Haley nella ricreazione, ma questa volta camminava in fretta alla ricerca di Felicity, la trovò nell'aula di biologia, intenta a sistemare le sue cose. 

- oi Feli- si avvicinò alla bionda

- ey 

- ho bisogno di te

Felicity la guardò perplessa. 

- di cosa hai bisogno?

- aiutami a convincerli a farmi votare 

 

 

Melany si stava ripassando lo smaltò nella sala informatica, mentre Eddy era intento al computer. 

- quella stronzatta me la pacherà cara.

Nell'aula entra Cristal. 

- scusate credevo non ci fosse nessuno

- puoi restare basta che non dici a nessuno che mi hai vista qui- disse Melany. Cristal si avvicinò al suo amico che la guardò per un secondo e poi tornò intento a guardare il pc. 

- sono quasi entrato ma mi spieghi che vuoi fare?

- tu entra e poi vedrai

Melany si alzò posando lo smalto rosso nella borsa firmata. 

- Cara Jen preparati 

- cosa ti ha fatto?'- azzardò a chiedere Cristal, Melany la fulminò con gli occhi

- quella sciaqquetta si è permessa di entrare con il mio profilo e insultare la mia amica 

Cristal roteo gli occhi sconcertata. 

- adesso le stronze si fanno la guerra?

- non provocarmi Cristallino già sono occupata a distruggere quella, ma tranquilla del tempo per te lo trovo comunque

Cristal la guardò scettica e poi si mise vicino a Eddy per vedere cosa faceva. 

- entrato che scrivo?

Melany fece un sorriso soddisfatto, di chi ha già vinto. 

 

 

Ines pulii con frenesia tutto il locale. Aveva messo le sedie sopra i tavoli e lavato a terra. Prese la sua borsa e uscii dal locale. 

- Ines- Ines si voltò spaventata, Daniel era di fronte a lei. 

- possiamo parlare?- chiese il ragazzo

- certo

Ines salii in macchina con lui, aveva paura, conoscendo Danny e il suo mestiere, ma era stato suo amico, non credeva che potesse farle del male, ma era inquieta. 

- cosa volevi dirmi?

- tu sai perché è andato via Oliver?

Ines pensò che quella storia la stava facendo impazzire, ogni volta il pensiero di Oliver era sempre in cima ai pensieri. 

- no non ne ho idea non ne posso più di questa storia…- Ines tentò di aprire lo sportello con frenesia. 

- è malato

Ines si bloccò di colpo. Paralizzata da quelle parole.

- cosa?!- si girò lentamente, con la paura che le si leggeva negli occhi. 

- è andato via perché era malato di cuore e tornato per farsi un intervento..

Ines rimase in silenzio, non disse nulla, ma il suo viso parlava da se, una lacrima e poi un'altra. 

Danny sbatte un pugno contro il volante. 

- maledizione non ha detto nulla, lo abbiamo odiato

Ines continuava a stare in silenzio, con le sue lacrime. Mentre Danny non sapeva come reagire. 

- accompagnami a casa- furono le uniche parole che la ragazza pronunciò. 

 

 

Sarah era arrivata davanti a casa sua. Era una bella casa, bianca e dal tetto marrone. Tutto di quel luogo le era mancato, persino i piccoli fiori che rivestivano il suo giardino. Ma era ancora sconvolta dalla verità di Oliver, si era confessato a lei, le aveva detto tutto nei minimi dettagli, dal giorno che era andato via a quello di oggi, dove era andato a prendere i risultati, la confessione del ragazzo le lasciò un vuoto nel cuore, aveva vissuto con lui momenti bellissimi pieni di bei ricordi e non voleva che quelli fossero i suoi ultimi ricordi, avrebbe voluto averlo con se, vederlo diventare uomo, vederlo diventare padre e invecchiare insieme come buoni amici, quello che erano stati per anni. Bussò alla porta e una signora sulla settantina aprii la porta. 

- Tesoroo 

- nonna- Sarah abbracciò sua nonna, felice di vederla. 

- non ti aspettavamo cosa è successo?

- ho perso tutto nonna tutto…- la ragazza riabbracciò la nonna in cerca di conforto. 

 

Spiegati meglio tesoro- la nonna le porse una tazza di thè, erano sedute nel soggiorno della casa. 

- il mio lavoro, la mia casa a New York…

- ma come mai….

- niente fallimento dell'azienda…- Sarah sospirò, stanca di raccontare quella storia. 

 

 

 

Ormai era giunto il momento per Alice di dire il suo discorso. Di fronte a se tutti gli studenti della sua classe, tra questi c'era Liam, per un attimo i loro occhi si incrociarono, ma Alice si voltò dall'altro lato. 

- bene…- fece un lungo sospiro…- diciamolo non ho nulla da dirvi sono una studentessa come voi e il compito di una rappresentante è quello di dare voce alle vostre idee non quello di decidere per voi cosa fare e cosa no…quindi scegliete come meglio credete io credo che come classe dobbiamo scegliere insieme, insomma per anni ci siamo sorbiti canzoni natalizie orrende… senza offesa- disse spietata rivolgendosi a Lucy - oppure quando ci propongono di dipingere qualcosa perché non scegliere un tema insieme al posto di farlo fare ad un rappresentante, in fondo siamo una classe no? bene detto questo vi ringrazio di avermi ascoltato e lasciò a voi il resto. 

Alice andò al sedersi nel posto in fondo, vicino a Vincent. 

- bel discorso Alli

- grazie Vincy 

Liam si voltò a guardarla, Alice se ne accorse, ma fece finta di niente, quando con la coda nell'occhio, vide che si voltò, fu lei ad osservarlo. 

 

 

 

Haley uscii finalmente dall'aula di matematica, era esasperata, il prof le fece ripetere tutte le formule che avevano fatto finora. 

Il corridoio era pieno di gente che se ne stava tornando a casa. Luke si avvicinò a lei. 

- oi acida come butta?

- andrebbe a meraviglia senza di te nei paraggi- Luke le scompiglio i capelli, Haley si fermò di colpo, mentre vedeva il ragazzo allontanarsi. 

- ma che gli prende?

- Haley ti stavo cercando- Alice si mise di fianco alla ragazza, osservando la scena. 

 

Luke diede un bacio a stampo a Cristal. La ragazza sorrise felice di averlo accanto e insieme uscirono dalla scuola. 

- mi ero quasi dimenticata che avesse una ragazza- confesso Alice 

- già..- disse Haley amaramente, Alice la guardò capendone il significato

- i ragazzi sono una spina nel fianco

- potete dirlo forte- Felicity si avvicinò alle tre

- anche tu qui?

- esatto ho passato metà della mattinata con quello scorbutico 

Alice sorrise divertita. 

- siamo il trio degli anti-uomini noi 

Le ragazze risero divertite, e a braccetto uscirono finalmente dalla scuola. 

 

 

 

 

 

Ines si buttò nel letto, la stanza era ancora buia, non aveva nemmeno alzato le serrande, era presa dal pianto interiore a cui il suo cuore non accennava a mettere fine. Il cuscino ormai era pieno delle sue lacrime. Lo stringeva a se, come quando da bambina si stringeva a suo padre nelle notti tempestose. Chiudeva gli occhi, nella speranza che quello fosse solo un sogno, un incubo. 

In quello stesso tempo Sarah stava sistemando le sue cose, quelle scatole piene di ricordi, le accarezzava piano, come se appena toccasse qualcosa si infrangesse, prese da una scatola una fotografia, ritraeva loro quattro, il quartetto perfetto, li chiamavano in città. 

 

 

 

 

Ormai era pomeriggio, Alice se ne stava sul divano a guardare la tv. Suo padre entrò nel salotto. 

- Alice domenica dobbiamo andare alla fattoria credo che qualcosa non quadra e essendo che Oliver non ci sarà e Amber nemmeno io tu e Emily c'è ne andiamo, non posso lasciarvi sole. 

Alice annuii. Da un lato era felice di andarci, anche se doveva rinunciare al pigiama-party che aveva in mente. Le mancava l'aria di campagna, le mancava cavalcare i cavalli, soprattutto le mancava la gente semplice e sempre disponibile del luogo. Fece un sorriso ripensando ai vecchi momenti passati quando era una bambina. 

Oliver entrò nel salotto, mentre il padre andò in cucina. 

- vedo che stai meglio- disse alla sorella 

- vedi credo che abbattersi non cambi la mia situazione- Alice guardò negli occhi di suo fratello, ma leggeva sempre quel dolore che a lei era sconosciuto, qualcosa che ancora non comprendeva, ne ne capiva il motivo. Sorrise appoggiandosi alla sua spalla. Mentre Oliver ripensava alla sua giornata, gli sembrava strano di aver detto la verità a Sarah e non a Ines, ma Sarah era stata la sua migliore amica, quella con la quale ne aveva combinate di tutti i colori. Di lei si fidava, certo anche di Ines, ma parlare con Sarah gli era sempre sembrato più facile. 

 

 

Liam tornò a casa, era nervoso, come sempre ultimamente. Mike lo notò subito, per questo non disse nulla della lettera che era posta sul tavolo, ma Liam non era stupido, la notò subito. 

- cos'è? 

- papà ha chiesto la nostra custodia

A Liam sembrò che il mondo gli stesse cadendo addosso, l'uomo che odiava di più, voleva incorniciare a fargli da padre. Se la sua situazione era già incasinata quell'uomo l'aveva resa infernale. Liam prese la lettera e la strappo. 

- io non vado da nessuna parte

Mike lo guardava immobile, spaventato di dire qualsiasi cosa, conosceva bene il fratello e di cosa era capace. 

 

 

Quella sera era particolarmente triste, i ricordi pretendono cura, se non lo fai, tornano a bussarti alla porta. Ines era rimasta tutto il giorno a casa, ma adesso aveva deciso di uscire, camminava per le lunghe strade della città, solo le luci dei lampioni a farle compagnia. Senza rendersene conto si trovò di fronte alla casa di Oliver, rimase li ferma per almeno una mezz'ora. Le stelle nel cielo erano particolarmente splendenti. Ines le ammirava, le ricordavano tanto gli occhi del ragazzo che aveva sempre amato, e che anche adesso nonostante gli anni lontani, aveva continuato ad amare. Oliver aprii la finestra, per osservare meglio il cielo, lo faceva ogni sera, ma quella sera era come spinto da una forza superiore, guardò le stelle e poi la luna, con uno sguardo di un uomo arreso, si lui si era arreso, perché sentiva la vita scivolargli via. Abbassò lo sguardo e la vide, Ines si accorse di essere vita e di voltò per andarsene. Oliver non ci pensò due volte e scese le scale e uscii fuori. Non la vide, si mise la mani ai capelli disperato, si sentivo come alla ricerca dell'unica cosa che potesse salvarlo. Si incammino verso la casa della ragazza. Lei era quasi entrata, ma Oliver la precedette e si mise davanti alla sua porta. 

- Oliver fammi passare 

- no 

- Oliver per favore- Ines incominciò a pingere ricordando le parole di Danny 

- non posso 

- tu non dici mai niente, tieni tutto per te, io non conto niente, tutti lo sanno tutti tranne me, sono così stupida…e pensare che io ti am…- non fini la frase, ma si bloccò a metà appena viste gli occhi di Oliver supplicarla di non dirlo. 

- per favore non farlo… non ricordarmi quanto ti amo…non ricordarmi il male che ti ho fatto…non reggerei se non ti ho detto niente è stato perché non ne ho avuto il coraggio, ne a te ne a Alice, siete le uniche persone alla quale non ho il coraggio di dire la verità, mi dispiace ma non ci riesco 

- Oliver sei malato di cuore come puoi non dire niente

Oliver rimase in silenzio, sapeva che aveva ragione. Ines lo abbracciò, un abbracciò che sapeva di amarezza, di amore nascosto e passato, sapevo di dolore, ma anche di felicità, perché per un attimo, entrambi, ebbero l'impressione di essersi ritrovati. 

 

 

 

Il giorno dopo. 

http://www.youtube.com/watch?v=DKxF2PhM0eI&list=LLaWWn6HQbtiD3IX-WzkBUmg

Pov Haley 

 

La sveglia continuava a suonare, nonostante io fossi sveglia da più di mezz'ora, mi scocciavo alzarmi per spegnerla, quando il suono diventò insopportabile, mi alzai sbuffando. Andai in bagno e mi guardai allo specchio, le mie condizioni erano orrende, i capelli arruffati e gli occhi pieni di occhiaie. Mi sciacquai la fascia e scesi giù a fare colazione. Trovai solo mio padre che faceva colazione. 

- la mamma?

- un parto urgente

Annuii semplicemente, per poi sedermi di fronte a lui, presi un tost e gli spalmai della nutella. 

- tutto bene a scuola?

Mi chiese mio padre, ovvio che no, ma non potevo di certo dirglielo. 

- certo

Lui mi guardo contento, era quello che voleva sentire e quello che io avevo bisogno di dire. 

 

 

Pov Alice 

 

I passi di Amber si sentirono fino alla mia camera, mi alzai un po' irritata, andai da lei. Era vestita tutta in tiro, con un vestitino rosso fuoco, le stava d'incanto, i capelli portati mossi leggermente legati. 

- dove devi andare?- chiesi con la voce impastata dal sonno. 

- devo andare a fare colazione con Josh 

- e ti metti quello?- la guardai sconcertata, lei sbuffò e si sedette sul letto. 

- non so cosa mettere…non so come comportarmi, in realtà non so che fare

La guarda capendo la situazione e mi avvicinai al suo armadio. 

- prima di tutto iniziamo dai vestiti- presi un jeans stretto e una camicia non trasparente, ovviamente, senno mi avrebbe uccisa. Un paio di stivali beige. I capelli glieli feci sciogliere, il trucco leggero, ed era bellissima. 

- che ne pensi?- dissi spingendola verso lo specchio

- che hai fatto un miracolo

Io sorrisi divertita

- e adesso?

- adesso vai e ti butti, non sai mai cosa puoi aspettarti se non ci provi…non puoi continuare a vivere nel passato- Amber si guardò allo specchio, aveva uno sguardo assorto. 

- grazie…certe volte ho l'impressione che tu sia la più grande. 

Risi divertita all'affermazione. 

 

 

Pov Liam 

 

Mi alzai dal letto senza voglia, Mike si stava preparando lo zaino. 

-che ore sono?

- beh le 7 io vado ci vediamo a scuola 

- non vuoi un passaggio?

- no grazie ne faccio a meno- Mike era freddo e le sue parole mi facevano capire che era successo qualcosa con la mamma. Andai in cucina ancora in pigiama e la vidi seduta, le mani a tenere la testa. Stava male si vedeva. 

- mamma?

-oh tesoro sei tu

- che succede?

- tuo padre a vinto la causa…domani tu e Mike andrete a vivere con lui

Mi crollo il mondo addosso. Non mi rendevo conto di nulla, ma mi basto vedere le lacrime sul viso di mia madre per capire che era tutto vero, che non era un sogno, anzi  un incubo. L'abbracciai, perché ne aveva bisogno, perché ne avevo bisogno. 

 

 

Pov Jack 

 

La scuola era un luogo orribile senza noi studenti. Me ne accorgo solo ora che sono arrivato prima. I corridoi sono isolati. Ma ne vale la pena se devo sapere i quesiti per il test di matematica. Mentre mi avvio verso l'aula mi accorgo di una figura nell'aula B. è Felicity. Non so come comportarmi, sono nervoso, ma non posso di certo lasciare le cose così. Mi avvicino a lei piano, lei non se ne accorge, vedo che sta facendo un cartellone. 

-Possiamo parlare- la vedo alzare gli occhi, non porta gli occhiali, non mi sembra nemmeno lei. Ha uno sguardo diverso, più profondo, talmente intenso che mi ha incantato e per un attimo ho creduto di cedere. Ma non potevo, se fosse per me l'avrei baciata in quell'istante. Ma qualcosa mi bloccava. 

- hai bisogno di qualcosa?- era fredda, il suo tono era atono e privo di qualsiasi sentimento. 

- no volevo solo chiederti scusa  per essermi comportato da menefreghista…ha scuola non sono mai stato un asso e ho preso la via più semplice 

- chiedermi di farlo insieme a te e poi farmi fare tutto il lavoro da sola

- esatto…mi dispiace sono stato uno stronzo…scusa

Mi guardò con i suoi occhi azzurri, con il suo viso da piccolo angelo che era riuscito a conquistarmi il cuore. 

- mi perdoni?- usai il tono pi supplichevole che conoscevo, lei mi guardò indubbiamente indecisa. 

- ti perdono ma ad una condizione

- farò tutto quello che vuoi

- aiutami ad appendere questo- sorrise, un sorriso che come il suo non avevo mai visto. 

- con piacere- presi il cartellone tra le mani. 

- ballo scolastico?

- per Natale non si è organizzato nulla quindi il preside a pensato che fosse una buona idea

- sarà divertente

- sarà come tutti gli altri anni

- sarà diverso

- perché?

Le sorrisi. 

- perché canterai tu

Lei mi guardò sconcertata. 

- si cercano cantanti per la serata no…c'è scritto qui

- ma non ne sono capace

- ti ho sentito cantare e fattelo dire non c'è nessuno che canta con una dolcezza come la tua

Lei arrossi e poi sorrise. 

- sai che non lo farò 

- vieni al ballo con me- lo gettai di botto, non mi resi conto nemmeno di averglielo chiesto. Lei mi guardò come se non ci credesse, ma era sorpresa e non sembrava dispiaciuta. 

- se non ti va

- ok 

- non fa niente…

- ho detto ok

Aveva detto si? non ci credevo. La guardai negli occhi, mi sembrava la creatura più bella che avessi mai visto. 

 

 

 

Pov Haley

 

Mi feci lasciare a metà strada da mio padre, cercavo con lo sguardo Alice, ma di lei non si vedeva nemmeno l'ombra. 

- se cerchi Alice è già salita…lo vista passare- Luke era dietro di me. Mi girò spaventata. 

- ti hanno detto che non è buona educazione spaventare la gente 

- sei tu che li spaventi con la tua faccia

- stronzo comunque me ne vado

- stavo scherzando Alice non c'è

- come?

- non è ancora arrivata sarà l'aria del ballo 

- quale ballo?

- certo che non sai proprio niente quello di domani sera

- che vuoi che me ne importi

- beh forse a lei si insomma la batosta presa…

- smettila Luke 

- scusa scusa

- non parlo per me ma per lei non è bello che il tuo ragazzo si baci la prima che viene 

Lui non mi rispose,  non mi disse nulla, ma era come se si sentisse in colpa, non avevo idea di quello che gli passasse per la testa. 

 

 

Pov Alice 

 

Me ne stavo seduta in quella macchina, incapace di scendere o meno. 

- deve scendere o la porto altrove.

Avevo preso un taxi per fare prima, visto che avevo perso tempo con Emily. Guardavo quella scuola come occhi insicuri. La paura di  vederlo con qualcuno mi faceva stare male, ma era la vita, lei ti inganna e ti illude, per poi buttarti un secchi odi acqua gelata addosso per ricordarti che quella è la realtà. 

- no scendo qui. 

Scesi dalla macchina e senza farlo apposto, me lo ritrovo d'avanti,dall'altro lato della strada, io aspetto che le macchine passino, ma perdo la cognizione di tutto, tempo, spazio, suono, ogni cosa perde di significato. 

I miei occhi a fissare la sua figura, sempre dannatamente perfetta, era bello, anche troppo per una come me, dovevo saperlo che quelli come lui ti usano soltanto. Una macchina suonò facendomi tornare alla realtà e facendo anche in modo che lui si girasse verso di me, e fu quello l'attimo che mi resi conto di tutto. Lui era diventato tutto, il centro dei miei pensieri, ogni respiro perso era un battito nuovo. Con lui tutto mi era nuovo, le emozioni che provavo erano differenti da quelle con gli altri ragazzi, con lui mi sembrava di sognare. Ma i sogni sono sogni. 

Attraversai la strada sotto i suoi occhi, mi guardava, appena mi voltai verso di lui i nostri occhi si incrociarono, tutto mi crollò a dosso, sentivo il cuore uscirmi dal petto, ma dovevo essere forte, ma allo stesso tempo non riuscivo a togliermi lo sguardo dal suo. 

Mi diressi verso la scuola, senza smettere di camminare, senza voltarmi, nonostante avrei voluto correre da lui. 

 

Pov Liam 

http://www.youtube.com/watch?v=kZ0KgDnj2hc&list=LLaWWn6HQbtiD3IX-WzkBUmg

 

Era qui! di fronte a me! e io non sono riuscito a chiamarla, non posso, non ne avrei il coraggio, eppure il suo sguardo mi supplicava di farlo, io sono stato di nuovo un coglione, lo tradita e in più non ho il coraggio di lottare per lei. Nella mia testa tutte le cose che non vanno si stanno affollando. Non reggo più tutta questa situazione, ma sarebbe diverso con lei, con lei riuscirei a sopportare almeno un po' di tutto questo. 

 

In aula c'era un silenzio devastante, lei era seduta lontano da me e questo mi dava fastidio. Mi dava fastidio quando la vedevo ridere con un altro o che distogliesse lo sguardo quando la guardavo, ero stufo di questa storia non ne potevo più. Appena suonò la campanella aspettai che tutti uscissero, solitamente lei era l'ultima. Entrai nella classe, non appena furono andati tutti via per la ricreazione. 

La vidi sistemare le sue cose. Era bella come sempre, ma in lei non vedevo più quella luce negli occhi, ma era tutta colpa mia. 

Lei mi guardò senza capire. 

 

Pov Alice 

 

Cosa vuole da me? Si avvicina senza dire una parola, non dice nulla, cammina veloce, fino a togliere ogni centimetro di distanza tra di noi. Con un bacio. Un bacio passionale, e io mi lascio trasportare, perché ne ho bisogno, ho bisogno di sentirlo, di sentire che lui priva quello che provo io, ne ho bisogno come l'ossigeno. Perché lui è L'unico. 

- perdonami

Una semplice parola che mi fa crollare, mi riporta alla realtà. Mi ricorda il male che mi ha fatto, ma non riesco a non volerlo con me. Il suo sguardo è maledettamente sincero. 

 

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Capitolo 10
*** Il ballo parte due ***


Il ballo parte due.



Pov Alice 

 

Il suo profumo mi inebriava la mente, non capivo più niente, non riuscivo a controllare il mio corpo. Sento il suo sapore su di me, i suoi baci sono bollenti. Sento la sua mano scivolare lungo i miei fianchi, vorrei fermarlo ma non lo faccio. 

Improvvisamente sentiamo dei passi. Ci distacchiamo come due automi. In classe entra Lucy che ci guarda. Liam si volta, lei scoppia in lacrime capendo la situazione. Forse stavo sbagliando tutto, forse non dovevo permettergli di baciarmi, lo guardai delusa per l'ennesima volta e uscii dalla stanza, percorsi quel corridoio come l'ultima volta, un senso di vuoto e smarrimento si fece largo in me. Avevo davvero creduto che tutto potesse tornare come prima. 

 

 

Pov Lucy 

 

Liam vuole seguirla glielo leggo negli occhi, ogni cosa che fa quella ragazza incide su di lui. Ma è più forte di me, non riesco a smettere di piangere, se solo Alice sapesse quanto io lo amo forse smetterebbe di corrergli dietro, ma le mie parole, mi rendo conto, che sono ridicole, lui guarderà sempre e solo lei. Avanza verso di me. 

- perché stai piangendo adesso?

Non riesco a rispondergli, a fare una frase di senso compiuto. 

- non puoi farmi questo ok? sto cercando solo di essere migliore per lei e non puoi venire a piangere da me perché faccio lo stronzo con te…non ti ho chiesto io di innamorarti di me 

Quelle parole furono come una lama tagliente in mezzo al petto. Era furioso con me e io non sapevo difendermi, non e avevo le forze. Lo sentii andare via, i suoi passi si facevano sempre più lontani e le mie lacrime sempre più fluide. 

 

 

 

Pov Luke 

 

Cristal si avvicina, con lei il suo amico di sempre. Il suo sorriso è raggiante e io so il perché. 

- Luke ricordi che giorno è domani?

- il ballo

Cristal fa una faccia delusa, ma io le do un bacio a stampo. 

- 2 anni…2 anni che stiamo insieme non lo dimentico 

I suoi occhi si illuminano, amo i suoi occhi, sono di un azzurro intenso, ogni volta mi sembra di affondare in un mare immenso. 

Poi la mia attenzione si sposta su Haley e un senso di colpa si fa largo in me. Quel bacio che le ho dato è stato un errore, un maledettissimo errore, che pago ogni volta che la vedo. Cristal non merita questo e io non voglio farla soffrire.

 

 

 

Pov Oliver 

 

La casa era vuota, salgo le scale fino ad arrivare nella stanza di mio padre, in un angolo abbandonato vedo uno scatolone, lo apro varie immagini della famiglia, fotografie vecchie di anni. Ne prendo una tra le mani, ritrae mia madre. Il suo sorriso fresco e la voglia di vivere. è stata tutta colpa mia, per essere stato un pessimo figlio, uno di quelli che non vorresti mai avere. 

 

Flashback 

Oliver tornava da una festa, erano le quattro di mattina, aveva un occhio nero e i segni di una sbronza, la luce del salotto si accese, la madre in vestaglia lo fissava arrabbiata.

- ti rendi conto di che ore sono Oliver? hai solo sedici anni non puoi continuare a comportarti così

Oliver non l'ascolta nemmeno, sale su le scale e va dritto in camera sua. 

fine flashback

 

Non ho mai trovato le risposte al mio comportamento da stronzo, ma se mi guardo nel passato so che è tutto sbagliato.Prendo un'altra foto tra le mani, questa volta sono insieme ai miei amici. Io, Ines, Sara e Danil. Siamo al locale. Ridiamo felici, inconsapevoli di quello che ci aspettava, e pensare che il giorno che abbiamo scattato questa foto è stato il giorno che ho scoperto di stare male. Come è ironica la vita, quando sei felice non va mai bene deve sempre metterti i bastoni fra le ruote. 

 

 

Pov Signor Brown 

 

I conti non mi quadravano, le uscite della fattorie non erano equilibrate con l'entrate, sono ore che mi cervello per trovare un motivo valido. Passo davanti al parco di Crisville. Noto una donna, aveva un volto familiare, mi avvicino, bionda e occhi azzurri, occhi che non dimentichi per giunta. 

- Loren 

La donna mi guarda, sembra sorpresa. 

- Peter?

- si sono io 

Mi abbraccia. 

- quanto tempo…

- già sembra ieri quando andavamo al liceo 

Lei ride e poi posa le borse che ha in mano sul terreno d'erba. 

- come vanno le cose?- le chiesi 

- se togli un figlio scalmanato e una figlia in piena crisi amorosa si tutto bene

- sei sposata vedo?- le dico indicando la fede. 

- già che strano e io ero quella che non voleva legami 

- mi hai rifiutato ricordi 

Loren rise di gusto

- tu uscivi con Marie…ha proposito che fina ha fatto?

- lei è felicemente sposata con un avvocato io alla fine ho sposato Jennifer 

- no non ci credo!!! 

- mai stato più serio

- Waaaooo allora è vero che l'amore è cieco cioè non per offendere Jen ma eravate gli opposti

- troppo diversi da divorziare 

- mi dispiace 

- tranquilla sono passati cinque anni da quando è andata via. 

- aspetta un attimo tu vai di cognome Brown?

- si perchè?

- perché mia figlia ha un amica con questo cognome

La guardai non capendo. 

- Felicity 

- ah si quella ragazza che viene ogni tanto

- sono davvero grata a tua figlia per averla aiutata a fare amicizia 

- nemmeno per Alice è così facile fare amicizia

- come mai?

- non si fida…non si fida di nessuno

 

 

Pov Alice 

 

Entrai in casa, apparentemente era vuota, ma sentivo dei rumori provenire da sopra. 

- c'è nessuno?

Non mi rispose nessuno. Salii le scale insicura, mi sembrava di essere in un film horror. I rumori provenivano dalla stanza da letto. Mi avvicinai cauta, vidi un ombra. Mi avvicinai sempre di più fino a riconoscere mio fratello, era in piedi di fronte al letto. 

- cosa stai facendo?

Lo vidi sobbalzare, i suoi occhi erano gonfi come se avesse pianto, ma non erano lucidi, era strano. 

- stai bene? 

Lui annuii 

- cosa sarebbe successo se io fossi andato via prima di lei? 

Lo guardai shoccata come poteva pensare a cosa del genere. 

- Oliver la scelto lei di andarsene non è stato per te come pensi tu

- cosa ne sai?

- ne so più di te Ollie hai visto nostro padre com'è adesso? tu non avevi idea di cosa dovevamo sopportare io e Amber tu non ti rendevi conto…litigavano dalla mattina alla sera, la tua è stata solo una scusa per fuggire 

Lo guardai seria negli occhi. 

- ti va di accompagnarmi al ballo domani?- gli chiesi senza rendermene conto. Lui mi guardo strano. 

- tuo fratello? al ballo?

- non ho un cavaliere e le regole non lo vietano. 

-cosa è successo?

- di cosa parli?

- ti conosco quando spari queste cavolate ti è successo qualcosa

- non è successo niente 

- Alice 

Abbassai gli occhi. 

- nulla di importante- mi diressi verso l'uscita della stanza. 

- se devi andare al ballo devi chiederlo a quel ragazzo. Alice te lo leggo negli occhi non puoi fingere con me- rise divertito. 

- tu ti fideresti se la tua ragazza avesse baciato un altro e poi tornasse da te?

- uno come me non può parlare mi sono comportato per anni da stronzo con le ragazze, ma ti posso dire una cosa, quando stavo con Ines mi è successa una cosa simile, non so perché lo ha fatto, ma lei mi ha perdonato. 

- e tu l'hai rifatto?

- no 

Gli sorrisi. 

- l'ami ancora?

Lui mi guardo, non aveva bisogno di parole per rispondermi. 

 

 

 

Erano ormai le sei di sera, tutti si stavano preparando per quella sera. 

Felicity piano piano guardava ogni singolo vestito, il suo sguardo vagava felice per ogni angolo di quell'armadio. Cristal si guardava allo specchio, i suoi occhi azzurri sprizzavano felicità da ogni lato. Haley posò il suo telefono sul letto e si diresse verso il bagno, un messaggio la costrette a tornare indietro, lo lesse, il nome West scritto in gigante, senza rendersene conto un sorriso spuntò sulle labbra. 

Alice guardava fuori dalla finestra, il vestito era posato sul letto, ma non lo aveva ancora nemmeno preso, il suo sguardo vuoto, quasi a sperare l'arrivo di Liam. Chiuso le tende della finestra e si volto verso la sua stanza, una lacrima solitaria stava per scendere, ma prima che potesse farlo Alice si asciugò il volto. 

Amber era nella sua stanza, la bambina era con il nonno, aveva chiesto se la portava con se, quella sera non se la sentiva di uscire, non si sentiva di fare niente. Prese tra le mani la fonografi a di quel ragazzo che aveva amato tanto. 

- buon compleanno 

Alzò gli occhi ormai in lacrime verso la finestra, quella sera era particolarmente fredda. 

Oliver si alzò di scatto dal letto, percorse il corridoio fino ad arrivare alla stanza della sua sorellina.

- allora sei pronta?

- credevo che non mi volessi portare 

- scherzi come potrei non portare la principessa più bella al suo ballo 

Alice sorrise e gli andò in contro abbracciandolo, in quell'abbraccio lei si perse, era come un' ancora di salvezza in un mare in tempesta. 

- grazie per essere tornato

Oliver strette più forte la sorella. 

- non me ne andrò più 

Liam si stava allacciando le scarpe, suo fratello entrò senza dire nulla. 

- stai bene?

- no per niente papà ha chiesto che l'affidamento fosse dato a lui, i ragazzi della mia scuola non mi lasciano in pace e per giunta la nostra matrigna è peggio di quello che sembra 

- cosa vuoi dire? e poi chi sono questi che non ti lasciano in pace?

- lasci stare che vuoi che te ne importi a te…tanto sono solo tuo fratello.

Liam si alzò dal letto.

- chi sono quelli che non ti lasciano in pace?- i suoi occhi sprizzavano rabbia da tutti i pori, il ragazzino non sapeva cosa fare, il suo sguardo era duro, sembrava che ce l'avesse davvero con lui.

 

 

La palestra era stata addobbata per la festa, non si riconosceva nemmeno, luci colorate a riempire la stanza, musica a tutto volume, non si sentiva nulla al di fuori di essa, e non si riusciva a vedere nemmeno bene, sembrava di essere in una discoteca. 

- è così che sono adesso le scuole?- Ollie disse all'orecchio della sorella, che rise divertito. -

- geloso?

Il fratello rise. 

- per niente

Si incamminarono dentro la massa, Ollie la teneva a braccetto, agli occhi di chi non la conosceva Alice appariva come la donzella fortunata che va al ballo con un fusto, Alice rideva ogni quel volta questo pensiero le passava per la testa, mentre con gli occhi cercava una persona in particolare. 

- sei appena arrivata

- cosa?

- lo stai già cercando 

Alice divenne rossa in volto.

- per niente 

Oliver la tiro più vicino a se, i ragazzi le stavano addosso come degli avvoltoi.

- la prossima volta ti compro un vestito più lungo. 

- non fare l'esagerato

-ALICE 

Alice si girò di colpo.

Felicity era accompagnata da Jack, ma non sembravano interagire, la bionda era corsa a cercare l'amica. 

- possiamo parlare un attimo?- chiese ad Alice 

- certo, Ollie ci vediamo vicino al tavolo del buffè 

- ok ma stai attenta

- certo

Felicity e Alice si diressero verso il bagno, appena entrarono la bionda fece un sospiro di sollievo. 

- non so come comportarmi è tutto nuovo per me

- e vieni a chiederlo a me? io sono venuta al ballo con mio fratello 

- tu dovevi venire con Liam 

Gli occhi di Alice si fecero più tristi, spostò lo sguardo. 

- dovrei parlarne con qualcuno prima o poi, non puoi fare finta che non sia successo niente

- ci siamo baciati 

- e non mi dici niente?

- si ma poi è arrivata occhi da cervello e si è messa a piangere 

- e con questo?

- con questo credo che lei lo ami…e

- senza e! lui vuole te! 

- come fai a saperlo

- c'è una cosa che dovrei dirti…

Alice la fissava senza capire.

 

 Luke e Cristal stavano ballando in mezzo alla pista, Luke sembrava distratto. 

- aspetti qualcuno?

- Liam non lo sento da un po' 

Cristal non se la bevve, ma non disse nulla, si avvicinò di più a lui, aveva bisogno di sentirlo vicino a se. Luke si accorse che la sua ragazza era triste. 

- scusami…

- tranquillo 

Cristal lo abbracciò forte, voleva che lui sentisse che lei ci fosse, perché lei c'era, lo amava, non lo avrebbe lasciato mai solo. 

 

Haley camminava a passo svelto verso la palestra. 

- perché tutta questa fretta?- chiese West 

- voglio solo che questa festa finisca presto 

- possiamo sempre saltarla- lui si avvicinò a lei parlandole seducentemente.

- anche se l'idea mi stuzzica parecchio devo vedermi con Alice e Felicity

West fece il broncio per un secondo, ma poi si arrese allo sguardo gelido della ragazza. 

- ok hai vinto…come sempre ultimamente! 

Haley rimase colpita da quelle parole, la loro relazione in passato era totalmente diversa. 

 

Haley intravide Luke e la sua ragazza tra la folla, fece finta di niente, anche se dentro se stava morendo dalla voglia di andare da lui e spaccargli la faccia. Cristal si accorse dello sguardo truce che Haley lanciò alla coppia, ma non si rendeva conto del perché.

- Luke c'è qualcosa che non so?- disse Cristal un po' arrabbiata 

- di cosa parli?

- niente- Cristal si allontanò da lui, Luke fece un sorriso forzato a Jack che passava di li, poi dietro vide Haley, lei rimase un attimo a guardarlo. 

- questo gioco di sguardi non mi piace Luke

-Melany! cosa ci fai qui? credevo che la nuova ti stesse rubando la scena 

- deve ancora nascere quella che lo farà…hai visto mio cugino?

- Liam non si è fatto vedere da un po' ormai 

- volevo chiedergli un favore, ma visto che ci sei tu al suo posto

- che vuoi?

- devi aiutarmi a sapere di più su quella stronza 

- non dirò a Cristal del bacio con Haley 

- come cavolo fai a saperlo??

- in realtà ho tirato a indovinare, ma adesso ne ho la conferma

Melany si mosse sinuosa tra la folla, sorridendo vittoriosa, mentre Luke non aveva altra scelta. 

 

Haley e West si trovavano vicino al tavolo del buffè. 

- mi sto annoiando…vale ancora l'offerta di prima?- disse Haley divertita, West sorrise complice.

 

Cristal era appoggiata al muro della palestra, guardava tutte quelle persone ballare, in lei si incominciava a fare spazio molti dubbi. 

- come sta il mio cristallo preferito?

- Eddy…non credevo fossi venuto…con chi sei?

- con una ragazzo del piano superiore al nostro, Lucy la conosci?

- no come e mi sembra nemmeno tu

-  in effetti, solo che non volevo perdermela questa festa e lei mi ha dato il lasciapassare per entrare, non siamo qui come coppia

- certo perché il ragazzo mira in alto- Cristal sposto il suo sguardo verso il centro della stanza, dove Melany ballava sfrenatamente con i ragazzi. 

- non miro a lei

- Eddy Eddy non puoi imbrogliare me

- non credo che poi io e te siamo in acque così lontane- Eddy se ne andò un po' ferito dall'ostilità dell'amica, mentre Cristal si sentiva veramente ferita dalle parole del suo migliore amico, lui credeva che Luke la stesse tradendo

Alice faceva avanti e indietro dal bagno. 

 

Liam era entrato in palestra, lo sguardo alto, la camicia abbottonata a metà, gli occhi in certa di qualcuno, il suo era uno sguardo di odio, odio profondo. Mike lo seguiva dietro non riuscendo più a frenarlo, lo seguiva fino a quando Luke non si fermò improvvisamente.

- EI COGLIONE…la prossima volta ce ti viene la felice idea di insultare mio fratello, pensaci due volte- Gli tirò un bel destro in faccia. 

 

Alice e Felicity stavano ancora parlando.

- perché non mi ha detto niente?

- perché tra voi le cose andavano male Alice…non sapevo nemmeno io che avesse tutti questi problemi in famiglia, ma i nuovi arrivati portavano lo stesso cognome e questo mi ha incuriosito così ho chiesto a mio fratello 

- Liam sta affrontando tutto questo da solo e io che faccio, frigno come una bambina per quella stupida che si è messa nel mezzo

- quando Liam è venuto a dire a mio fratello tutto ciò ha detto che l'unica cosa che in quel periodo lo rendeva felice eri tu! 

- come fai a sapere tutto questo?

- ogni tanto mi capita di origliare per sbaglio le loro conversazioni, sai com'è per amiche…

Alice abbracciò forte Felicity 

- ti devo un favore…- Alice fece per uscire ma poi tornò un attimo indietro. 

- per Jack non preoccuparti balla con lui e tutto sarà naturale, fidati lo conosco ama la danza. 

 

http://www.youtube.com/watch?v=SDxPIMWU8rc

 

Alice corse verso la palestra. Il cuore le batteva a mille, voleva solo una conferma e Felicity gliel'aveva data, ogni passo le sembrava troppo lungo, aprì l'enorme porta dell'entrata, tutti erano immobili, nessuno muoveva un muscolo, tutti troppo occupati ad osservare il centro della stanza, Alice si fece largo tra gli studenti. Dei ragazzi stavano facendo a pugni, Alice riconobbe la figura di Liam in mezzo a quei ragazzi, il suo sguardo deluso incrociò quello del ragazzo, che per guardarla si distrasse un attimo, attimo che l'altro ragazzo non si fece sfuggire, gli diede un pugno talmente forte che gli spacco il labbro superiore. Ma Liam non lo senti nemmeno il dolore, nella mente il volto della ragazza che amava non gli era mai sembrato tanto lontano. Alice si girò, cercava di trattenere le lacrime, lo aveva visto cadere, farsi male, e ogni pugni era come se lo stessero dando a lei. Oliver la prese per un braccio. 

- OLLIE!!

- noi adesso ce ne andiamo a casa

- Oliver no devo sapere cosa succede

- ALICE ANDIAMO VIA- aveva urlato, per la prima volta Oliver Brown aveva a sua sorella, Alice non fece nulla, troppo a pezzi per controbattere. Si limitò a camminare lenta, le sembrava di camminare a rallentatore. 

 

Haley si spogliava lentamente, ogni volta che West la sfiorava era un brivido nuovo, in lui aveva ritrovato quel ragazzo che si era perso, ma ogni volta che incrociava il suo sguardo rivedeva il suo dolore, ma quella notte era solo per lei, si lasciava trasportare dall'emozioni, cercando di dimenticare quel bacio. 

 

Felicity corse in palestra, Jack la intravide e le venne incontro. 

- che succede?

- Liam ha fatto a pugni con uno

- cosa?

- Alice se ne andata

- non posso crederci..ero appena riuscita a fargli capire quanto lui ci tenesse

- Alice non sa che Liam lo ha fatto per suo fratello 

- perché?

- da quando è iniziata la scuola tutti lo insultano

- come fai a sapere tutto questo

- Liam glielo ha detto prima di tirargli un bel destro

- questo complica le cose 

- da quando sei diventata cupido?

- da quando a me le cose vanno da schifo 

Felicity lo guardò con uno sguardo profondo, sapeva dove colpire e quello era il momento adatto. 

- non direi…- Jackson la prese dai fianchi, lentamente, i loro sguardi erano pieni di energia, chimica, che non c'era mai stata, Felicity socchiuse gli occhi, mentre Jackson si avvicinava sempre di più. 

 

 

 

Oliver guidava la sua auto, era furioso.

- davvero uscivi con quel tipo?

Alice lo guardò male. 

- non che tu fossi un angelo 

- era diverso

- e perché?- adesso era Alice ad urlare 

- io…

- TU COSA??

L'urlo di Alice lo fece girare, gli occhi di Oliver si illuminarono in un modo che Alice non seppe spiegare, tutto successe in un attimo, Oliver viste lo sgomento negli occhi di Alice, prima che la macchina gli arrivasse di sopra. 

Quando Oliver riaprii gli occhi, si trovava a testa in giù, non vedeva molto, la vista era offuscata, si girò istintivamente verso sua sorella. 

- Alice? ALICE?

Lei non rispondeva, non dava nessun segno di vita, la vista di Oliver si fece sempre più annebbiata, in lontananza sentii il suono della sirena dell'autoambulanza, quella fu l'ultima cosa che sentì. 

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Capitolo 11
*** L'incidente ***


L'incidente.





http://www.youtube.com/watch?v=DF0zefuJ4Ys

L'ambulanza si era fermata davanti la porta principale del pronto soccorso, due dottori attendevano fuori già pronti. Gli infermieri scesero le due barelle che trasportavano i due fratelli. Amber correva per le vie dell'ospedale, ogni corridoio le sembrava immenso. Arrivò di front a ad una sala operatoria. 
- Dottoressa Brown 
- Coltin comìè la situazione?
- i due feriti sono gravi sono molto gravi…eccoli- Amber si volta, i suoi occhi si spalancano, quello che vedeva le sembrava impossibile, le sembrava che il suo cuore non stesse battendo più. 
- no non può essere…- si sentii la testa girare, perse il controllo per un secondo e stava per cadere, ma il dottor Coltin la prese in tempo. 
- dottoressa tutto bene?
- questi sono i miei fratelli- disse tra le lacrime, il dottore rimase spiazzato. 
- non abbiamo tempo per questo Brown sono feriti gravemente, portiamoli in sala operatoria- il capo reparto diede gli ordini generali. Amber rimase ferma immobile tutto il tempo. 
- So che vorrebbe aiutare, ma credo che sarebbe troppo difficile- disse l'uomo anziano, Amber annuii tra le lacrime.
- chiami suo padre le consigliò Coltin. 


Liam si sdraiò nel suo letto, i segni della lotta erano evidenti su tutto il corpo. Suo fratello entrò in camera, il suo volto non diceva nulla di buono, Liam lo osservò attentamente. Il ragazzo si sedette di fronte a lui. 
- Liam c'è una cosa che devi sapere.

Il signor Brown correva in auto, era come se non vedesse nemmeno la strada, era spaventato, i suoi figli erano dentro una sala operatoria. La piccola l'aveva lasciata a casa con la baby-sitter, si sentiva oppresso da tutti questi pensieri. Non si era mai reso conto di quanto i suoi figli fossero il tutto per lui. Gli mancava il terreno sotto ai piedi, si sentiva perso, i suoi figli, sangue del suo sangue, per anni si era comportato non da padre e adesso che sperava di avvicinarsi a loro non poteva perderli, per lui era un ingiustizia, il tremendo sbaglio della natura.

Felicity e Jackson corrono verso l'auto di quest'ultimo, Jack mette in moto e corre più veloce che può. Luke chiama sua sorella al telefono, confuso di tutto quel movimento. 
- Feli che succede?
- mi ha chiamato Amber…Alice e Ollie hanno avuto un incidente, stiamo andando in ospedale- Luke non rispose era scoccato, cercò con gli occhi qualcuno che potesse dirgli che era tutto un sogno, che la sua amica stava bene, noto Haley scendere, felice, dalle scale, la raggiunse, era mano nella mano con West. 
- Haley 
La ragazza fece una faccia seccata, ma poi capii che c'era dell'altro. 
- Luke stai bene?- Luke non rispondeva, era come paralizzato. 
- Alice…
- Alice cosa?… parla Luke 
- ha avuto un incidente 
Haley cambiò totalmente espressione. 

Pov Haley 

Mi senti morire in un attimo, non avevo mai sentito questa sensazione di vuoto. Guardai Luke negli occhi. Lui stava malissimo, i suoi occhi rossi, quasi a piangere. 
- Liam…Liam lo sa?- chiesi non pensandoci molto, lui accennò un no con la testa, io annuii tra le lacrime. 
- andiamo all'ospedale. 
- ti do un passaggio io?- disse West
- certo


Haley si allontanò con West, mentre Luke la vedeva allontanarsi, si sentii sfiorare una mano. 
- Luke senti io…- riconobbe la voce di Cristal, immediatamente senza pensarci si volto per abbracciarla, la strette vicino a se.
Pov Luke. 
Il suo profumo mi inebriava le narici, i miei pensieri mi abbandonarono per un attimo, ma fu solo un attimo. 
- Ho bisogno di te 
Cristal notò il mio sguardo perso.
- che succede?
- vieni con me
La trascinai fino al parcheggio. 
- dove andiamo?
- in ospedale
- come? tu hai paura di essi!! 
- una mia amica è ferita gravemente 
- non hai più messo piede in ospedale da quando… 
- lo so ma adesso non si parla di me
Luke la feci sedere e chiusi lo sportello, di corsa entrai anche io e partii subito. 


L'ospedale era pieno di gente, erano andati tutti li. Ines camminava avanti e indietro per il corridoio, Sarah non faceva altro che chiedere ogni qual volta un dottore si presentasse da loro, il signor Brown era disperato, se ne stava seduto in disparte a pregare che tutto ansasse bene. Amber era rimasta seduta tutto il tempo, aveva paura, paura di perdere ancora le persone che amava. 
Felicity corse incontro a suo fratello. 
- come sta?
- ancora non si sa niente…- Felicity si zitti subito e guardò dietro il fratello, Luke si voltò, il suo amico Liam era li, con gli occhi di tutti su di se. I lividi e le ferite lo facevano camminare a fatica, ma era li. Liam si avvicinò di poco, Luke gli andò subito incontro e lo prese sotto braccio. Jackson si alzò anche lui per aiutarlo. 
- ditemi che sta bene…- disse Liam disperato
- non si sa ancora niente Liam- disse Jack, Liam incominciò ad agitarsi. 
- com'è possibile che non si sa niente??? 
- Liam calmati- Luke lo prese forte per un braccio e lo fece sedere distante dagli altri. 
- adesso ascoltami bene, stiamo tutti male, tu non sei l'unico e posso capire quello che provi, è brutto vedere la propria ragazza in questo stato e chi più di me può capirti…- Liam lo guardò capendo il significato di quelle parole. 
- lei ce la farà, ce la deve fare! 

Pov Liam 

Avevo paura, par la prima volta in vita mia avevo paura di perdere qualcuno. Strinsi forte i pugni, volevo sfogarmi, avevo quel maledetto impulso di dover prendere a pugni qualcosa, non riuscivo a darmi pace, guardavo gli altri, erano calmi, come diamine facevano a rimanere calmi? 

Pov Felicity 

Fissavo quella porta, non mi muovevo da li, il mio sguardo non guardava altro, speravo che da un momento all'altro il dottore uscisse con qualche buona notizia. 

Pov Ines

La paura di perderlo di nuovo era insopportabile, lo avevo già perso, solo ora mi rendevo conto di quanto lo amassi, lo amo ancora. E ora che lo capito lui è li, sotto quei ferri maledetti, perché il destino vuole che tutte le persone che amo se ne vanno? Mi alzo, una figura famigliare arriva, cammina piano, mi giro verso Sarah, è pallida in volto, Daniel cammina piano, quasi ad avere paura di noi. Sarah si alza va verso di lui, lui la guarda sorpreso. 

Pov Sarah 

Volevo evitare di vederlo, soprattutto adesso in queste circostanze, mi avvicino a lui, devo farlo.
- come sta?
Mi dice solo queste parole. 
- non sappiamo niente 
Lui annuisce. 
- da quanto sei tornata?
- qualche giorno 
- capisco 
Nei suoi occhi leggo la delusione. E sempre stato una persone con un immenso bisogno di affetto, nessuno a parte io e Ollie l'ha capito. Senza pensarci lo abbraccio, forse sono la persona sbagliata, ma questo è il momento giusto, lui ne ha bisogno, come ne ho bisogno io. 

La porta della sala operatoria si apre, un dottore esce, si passa una mano tra i capelli, stanco. Bill Brown corre verso di lui. 
- dottore i miei figli?
- l'operazione è riuscita
Sul volto di tutti spunta un sorriso, Liam si alza, si avvicini ai due che parlano per sentire meglio. 
- ci saranno delle complicazioni, sapeva che suo figlio era malato? di cuore indento?
- si ne ero a conoscenza 
- abbiamo dovuto effettuar immediatamente il trapianto, per un attimo stavamo per perderlo, ma per fortuna è andato tutto bene…per quanto riguarda la ragazza…ha subito una forte botta al cranio, c'è la possibilità che abbia un amnesia. 
Per Liam è come se gli stessero dando una coltellata al petto, era possibile che la ragazza che amava si dimenticasse completamente di lui. 
- Non si preoccupi non credo sia una cosa permanente, ora vado a controllare le stanze in cui sono stati messi
- la ringrazio 
- non c'è di che è il mio lavoro
Amber li guarda da lontano, avrebbe dovuto salvarli lei, anche se andava contro le regole, si avviò verso la sala operatoria, due infermieri stavano portando Oliver nella sua stanza, lui era ancora in convalescenza. Lo guardò, i suoi occhi chiusi, di nuovo quella sensazione di vuoto, di abbandono, l'aveva già provata. 

Flashback
- lui è morto capisci?? lui non c'è più, l'uomo che amo è morto!!
Amber era a terra, piangeva, al telefono urlava queste parole. 
Fine Flashback 

Amber entro nella sala operatoria.
- Amber non puoi stare qui!
- volevo solo vederli 
- sei una loro parente va contro le regole 
- NON MI IMPORTA DELLE REGOLE 
- Amber calmati, ti lascio entrare, ma solo per un minuto. 
Amber entrò in sala operatoria, sua sorella era ancora piena di fili e macchinari veri. 
- perché non la spostate?
- perché il suo caso è molto più delicato, ha colpito la testa…è se non ci muoviamo con cautela potremmo danneggiare ancora di più.
Amber stette in silenzio.
- adesso devi andare, va da tuo padre avrà bisogno di te. 

Pov Liam 

Quella notte, fu la notte più lunga della mia vita, restai tutto il tempo seduto su quella sedia, non tornai a casa, speravo che si svegliasse. Non ci fecero entrare nella sua stanza, a meno che non fossimo familiari, così restammo tutti quanti in sala d'attesa, ormai si erano fatte le quattro di notte, tutti portavamo i segni della stanchezza, ma nessuno voleva andarsene. 

Pov Luke 

Mi avvicinai a mia sorella, era pallida in volta e le occhiaie era ben in vista. 
- Felicity vai a casa ti avverto io se ci sono miglioramenti
- voglio restare qui 
- forse è meglio se andiamo via tutti, non se si sveglierà ci avvertiranno- disse West
- non possiamo lasciarla sola!- disse Haley
- Luke ti ho preso un caffè. 
Cristal mi sorride porgendomelo, ero felice di averla vicina, da un po' le cosa tra noi erano diventate un po' fredde, ma mi è sempre stata vicina. 
- hai chiamato il tuo amico?
- si Eddy mi verrà a prendere tra dieci minuti, anche se io avrei voluto restare con te 
- sei stanca e ti ringrazio, ma è meglio se tu vai, hai bisogno di dormire- Cristal abbracciò Luke e lui la strinse a se, tutto sotto gli occhi scrutatori di Haley. 
Felicity si accorse di questi sguardi. 

Ines era seduta tra Sarah e Denny, non si erano detti una parola e il silenzio era diventato imbarazzante. 
- mi dispiace
- cosa?- disse Ines 
- di essermene andata anni fa!- disse Sarah, Denny guardò verso di lei, ancora incredulo di sentire quelle parole. 
- tu e Oliver avete molte cose in comune- disse Ines 
- due vigliacchi- disse Danny 
- vigliacchi? in questa città stavo soffocando, li fuori c'è un mondo tutto da esplorare.
- è per questo che ci hai lasciato? mi hai lasciato- disse furioso Daniel. 
- No sono andata via perché tu non mi ascoltavi, mi volevi al mio fianco, volevi che io mi prendessi cura di te, ma non ti sei mai preoccupato di cosa sentissi io, se io avessi mai bisogno di te. 
Sarah si alza furiosa e si avvicina alla macchinetta del caffè, schiaccia frenetica i pulsanti. 
- così la rompi
Un ragazzo si fa avanti e prende il caffè al posto suo. 
- sei un'amica del signor Brown
- si nota così tanto?
- siete l'unica famiglia in questo piccolo ospedale 
- capisco..sono Sarah la sua migliore amica
- sono Wilman, sono solo un infermiere qui, ma posso assicurarti che lo tratteranno con i massimo riguardo
- mi fa piacere sentire questo 
Lui le sorride, ha un sorride dolce, quasi innocente. 

- Già flirta con un dottore
- Daniel non sarai mica geloso?
- chi io? 
- siete stati separati per anni e ancora la ami 
- non è molto diversa la tua situazione
Ines lo guarda, aveva colpito nel segno. 

Bill era seduto accanto al lettino di Ollie. Bussano alla porta, l'uomo alza lo sguardo, Amber è alla soglia della porta. 
- sto passando da Alice, dicono che Oliver si sveglierà presto. 
- lo spero con tutto il cuore 
- quando si sveglierà le dirai che Oliver stava già male?
- non lo so è una scelta di tuo fratello 
Amber fissò il fratello dormiente, poi improvvisamente che incominciava a muoversi. 

Pov Oliver 

Non mi sentivo completamente il corpo, come se fossi paralizzato, pian piano provai ad aprire gli occhi, inizialmente era tutto così offuscato, ma poi piano piano le immagini si fecero nitide, vidi mio padre seduto che mi guardava entusiasta e mia sorella che sorridendomi i mise una mano tra i capelli. 
- dannazione ci hai fatto preoccupare 
Il mio primo pensiero era mia sorella, non la vedevo e questo mi preoccupava. Mi alzai di scatto. 
- Alice? come sta? dov'è?
Nessuno dei due mi rispose quindi temei il peggio. Mi agiati.
- doe cavolo è parlate dannazione 
- Oliver Alice è ancora in convalescenza, ha battuto la testa e stanno facendo di tutto pur di non fare altri danni. 


http://www.youtube.com/watch?v=kWakZcEGB38Liam era vermi davanti alla stanza di Alice, il vetro gli permetteva di vederla, ma non poteva entrare. 
- ey amico da quanto sei qui? ti ho cercato ovunque…- Luke raggiunse Liam
- è tutta colpa mia, se non avessi fatto quella scenata…
- non devi darti la colpa ok? Alice sa che non è colpa tua 
- no invece è così
- pensa quello che vuoi io so solo che vi amate e che le difficoltà ci sono sempre, dovete solo trovare il modo di affrontarle 
- come te?- disse arrabbiato l'amico 
- ami una ragazza spettacolare e sei attratto da un'altra che è altrettanto spettacolare, non sai scegliere, davvero Luke vuoi dirmi che non devo sentirmi in colpa…- Liam fece un sospiro- scusa amico è solo che sono stanco
- no hai ragione sono un idiota 
Liam lo guardò stava per scusarsi di nuovo, ma le parole di Luke lo fermarono. 
- quando si sveglierà dille che l'ami e non lasciartela scappare, siamo stati fortunati ad avere due ragazze stupende come loro…io amo Cristal e lei è tutto per me, questo è tutto! +

Dietro l'angola Haley aveva ascoltato tutta la discussione. Dentro lei sentiva come se si fosse spezzato qualcosa, ancora una volta, di nuovo Luke le aveva spezzato il cuore e ancora l'aveva fatto senza nemmeno saperlo.

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Capitolo 12
*** Torna da me ***





TORNA DA ME

 

 

Pov Haley 

 

Me ne sto seduta su questo maledetto prato, vorrei andare all'ospedale, ma non posso fare altre assenza, la gente che mi sta intorno continua tranquilla le loro vite, mentre io mi logoro dentro per i troppi pensieri. Guardo verso l'entrata della scuola, noto Luke arrivare, incomincio ad agitarmi, dannazione, mi alzo di fretta e raccolgo le mie cose, vado verso la scuola. 

- oi pazza 

- che vuoi?

Mi giro arrabbiata. 

- devo parlati

Queste parole non le volevo sentire, non volevo sentirle dire da lui, mi voltai per andarmene via, ma lui mi afferrò per un braccio. 

 

Pov Cristal 

 

- mi vieni a prendere all'uscita?

- tesoro non lo so devo lavorare 

- ok non fa niente mamma 

Scendo dalla macchina e con lo zaino in spalla vado verso la scuola, ma nel cortile noto Luke trascinare una ragazza per il braccio, mi avvicino lentamente, lo so che è sbagliato seguirlo, ma questa storia non mi convince. Vanno dietro l'angolo della palestra, mi nascondo dietro il muro. 

 

Pov Haley 

 

- cosa devi dirmi?

- è difficile da spiegare 

- sputa il rospo 

- ti ricordi quando mi hai telefonato dicendomi di non rifarlo più, di non baciarti più? e io ti ho detto che non ne sapevo niente? bene mentivo, ricordavo tutto. 

Non sapevo cosa pensare, ne cosa dire, le parole mi morivano in gola. 

- perché mi stai dicendo questo?

- perché ho bisogno di chiarimenti! dannazione amo Cristal ma c'è qualcosa tra noi due e questo…

- ti impedisce di stare con me!- la voce di Cristal mi echeggiò nelle orecchie, ci voltammo entrambi verso di lei, aveva gli occhi in lacrime, Luke era pallido in volto, l'amava, lo vedevo. 

- Cristal ascolta…

- ho già ascoltato abbastanza ok? che idiota che sono stata, tutti hanno sempre cercato di mettermi in guardia, ma io mi sono fidata di te! FANCULO. 

Cristal era furiosa, il suo viso da angelo era sparito, adesso era infuriata, ferita e irriconoscibile, una persona che non avevamo mai visto. 

 

 

 

Oliver era sdraiato nel suo lettino. Ines seduta nella sedia accanto.

- cosa succederà adesso a noi due?- disse Ines in un fiato. Oliver l'osservo sorpreso.

- non ho mai smesso di amarti, nemmeno quando sono andato via, avevo troppa paura che avresti sofferto se avessi saputo la verità

- ho sofferto ugualmente e quando avevo bisogno di te non c'eri. 

- mi dispiace 

ma ora è tutto diverso 

Ines si alzò dalla sedia, le mani tra i capelli folti e morbidi. 

- ora tu sei qui- si voltò di scatto verso di lui. Oliver era incantato dalla determinazione della ragazza. 

- ho solo bisogno che tu mi dica che resterai e io ci sarò

Oliver con fatica si alzò dal lettino, piano si avvicinò a lei, fino ad arrivare ad una minima distanza. 

- io non ti prometto di restare solo, io ti prometto di amarti, come ho sempre fatto. 

Oliver la prese dai fianchi e l'avvicino a se, poi avvicinò il suo volto fino a ridurre le distanze, un bacio, un bacio che era atteso da anni, ne necessitavano come si necessita l'ossigeno. 

 

http://www.youtube.com/watch?v=bNKbeV3wM84

 

In un'altra stanza il clima era completamente diverso, Liam era seduto su una scomoda sedia, teneva la testa appoggiata alle mani, si alzò speranzoso di rivedere il suo sorriso, ma nulla, Alice non muoveva un muscolo, i suoi occhi chiusi lo terrorizzavano, ispirò profondamente trattenendo le lacrime, si sentiva debole e colpevole. 

La guardò intensamente, allungò una mano fino alla sua, l'accarezzò piano. 

- sai la prima volta che ti ho vista, ero solo curioso, mi avevi colpito, adesso invece è tutto così diverso, dovevo per forza perderti per capire che sei tutto ciò che conta…- Liam si alza e si avvicina al letto, si mette in ginocchio per terra, non riesce più a trattenere le lacrime, si sente perso e non sa cosa può fare per aiutarla, vorrebbe solo che lei aprisse gli occhi..- ti prego ho bisogno di te, di vedere di nuovo i tuoi occhi, ho bisogno di sapere che tu sei qui con me…- Liam diceva queste parole spezzate dal pianto, nonostante si sforzasse con tutto se stesso. 

- per favore resta con me…- Liam si alzò e avvicinò il suo volto a quello di Alice, sentii la sua mano muoversi, la guardò incredulo, poi i monitor incominciarono a suonare, l'allarme suonava. Liam rimase fermo lì, immobile, incapace di agire, non capiva cosa succedesse. Qualcosa lo tirò lontano da lei, una mano sulla sua spalla, senza rendersene conto era fuori dalla stanza, intorno ad Alice c'erano almeno quattro dottori indaffarati. Da dietro Liam spuntarono Olier e Ines, i loro volti erano pallidi, come quello di Liam che si girò verso di loro con uno sguardo perso, quasi supplichevole. Ines non vedeva quel tipo di sguardo da tempo, era lo stesso che aveva Oliver la notte che andò via. 

 

 

Haley era chiusa in camera sua, si sentiva in colpa per Cristal, ma lei non aveva fatto nulla, era stato Luke, ma si sentiva in colpa comunque, per West, o stava usando solo per distrarsi da Luke. Si odiava per questo, ma aveva paura di rivelare la verità, paura che Luke le spezzasse ancora il cuore, questa volta non ne sarebbe uscita indenne. 

 

Cristal si guardava allo specchio, i capelli bagnati, non si muoveva, fissava il suo volto in silenzio, poi una lacrima traditrice le scivolò leggera sul volto e poi a seguire un'altra e un'altra ancora. Si lasciò cadere a terra, le mani tra i capelli e le lacrime scendevano furiose, dolore, rabbia, non sapeva per cosa piangeva. 

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=ny4deVFsYuo

 

 

Quella fu una giornata lunga. Amber chiuse tutte le luci della casa, suo padre le porse il cappotto, Emily li seguì senza fare domande. Andarono veloci verso la macchina. 

 

Nel cellulare di Luke apparse un messaggio, anche in quello di Felicity che corse in camera del fratello, si scambiarono uno sguardo complice e senza dire nulla uscirono da casa. Jackson prese la sua moto e si avvio. La strada non era lunga, ma per tutti sembrava non avere fine. 

E di nuovo tutti li, fra quelle mura d'ospedale. 

Il signor Brown corse verso il medico. 

- come sta mia figlia? 

Il dottore gli sorrise. 

- si sveglierà a momenti

L'uomo si sentii riempire il cuore di gioia, corse verso la figlia per dargli la notizia, Amber incominciò a piangere, a piangere di gioia. Oliver si avvicinò abbracciando la sorella e sorridendo. Emily non capiva, li guardava confusa, suo nonno la prese in braccio felice, la fece volteggiare e lei sorrise, quei sorrisi erano tutti per lei, che adesso dormiva incosciente del fatto che tutte quelle persone erano li per lei. Liam era rimasto a fissare quella sala per almeno tutto la serata, non si era mosso di la. Aspettava un suo cenno, un solo movimento. 

Luke si avvicinò a lui. 

- te l'avevo detto che se la sarebbe cavata 

- Luke…questa volta lo capito veramente 

- di che parli?

- non puoi…non puoi opporti, quando ami, perché io non ne sono innamorato, io la amo, e questi giorni ho temuto che lei se ne andasse senza saperlo e morivo ogni giorno di più 

Luke fissò l'amico, era sincero, notò i suoi occhi gonfi e rossi, sorrise amaramente. 

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=iIqimoNyEBQ

 

Alice apri leggermente gli occhi, si sentiva un po' intontita, accanto a lei non vide nessuno, si alzò piano, la testa le faceva male, troppo male, da dietro il vetro incrociò lo sguardo di Liam. Non capiva cosa stesse succedendo. Si guardò attorno, brevi flash di quello che era successo le tornano in mente, tenta di alzarsi, ma i dottori entrano e gli impediscono di muoversi. 

- stia attenta, vuole che entri qualcuno?

Alice guardò il dottore con un sorriso. Il dottore uscii dalla sala, il signor Brown si avvicinò. 

- posso vederla

- si ma prima mi ha chiesto di fare entrare quel ragazzo…- il dottore guardo in direzione di Liam, suo padre scosse leggermente la testa. 

Liam entrò piano, quasi a non voler interrompere quel momento. Il capo abbassato, non avevo il coraggio di guardarla negli occhi, aveva paura che fosse il frutto di una stupida illusione. 

- guardami!- era quasi un ordine, lui alzò piano lo sguardo, vedere quelle ferite sul suo volto lo distrusse, ma lei sorrise e lui le sorrise a sua volta, corse verso di lei e l'abbracciò, nessun bacio, adesso aveva bisogno di sentirla tra le sue braccia, nonostante i dolori Alice si aggrappò forte a lui, per sentirsi viva, affondò il suo volto nell'incavo del suo collo, assaporandone il profumo. Si allontanò solo per guardarlo negli occhi, e lì non seppe resistere. Liam si avvicinò piano e pose le sua labbra delicatamente, un bacio leggero e delicato, come lei, in quell'istante Liam si sentì completo, il suo mondo era li davanti a lui. 

 

 

 

Felicity era seduta accanto ad Haley, la vedeva strana, con lo sguardo perso nel vuoto. Haley non si muoveva, guardava fisso davanti a se, Felicity spostò lo sguardo in quella direzione. 

- quando vorrai ammetterlo? 

- cosa? 

- tu e Luke, c'è qualcosa fra voi due 

- si si chiama odio 

Felicity scosse la testa sorridendo. 

- ammettere che mi piacesse Jackson è stata dura, ma quando lo detto ad Alice mi sono semita meglio, come se non dovessi più portare quel macigno da sola, lei mi aveva detto che lui voleva Melany e io non so se è ancora così, ma solo il sapere che lei ci fosse anche se avessi avuto il cuore spezzato, mi rendeva felice. 

Haley la guardava senza dire una parola. Poi spostò il suo sguardo verso Luke che si stava avvicinando. 

- Liam è uscito, lo porto a casa per lavarsi poi torniamo…- Luke si rivolse solo a Fely, Haley sentii una fitta al cuore, ma allo stesso tempo si sentiva agitata, le mani incominciavano a sudarle e i si torturava le labbra per l'agitazione. Quando lui si allontanò Fely la osservo ridendo. 

- no non ti interessa…- disse ridendo. 

 

 

Oliver entrò nella saletta, Alice era seduta su quel lettino, si guardarono, un silenzio calo in quella stanza, nessuno aveva intenzione di romperlo. Oliver si avvicinò senza esitare e l'abbracciò. 

- ho temuto di averti perso

- non ti libererai di me tanto facilmente- disse Alice mentre una lacrime viaggiava per il suo viso. 

- è tutta colpa mia

- non dirlo nemmeno per scherzo

- mi dispiace di aver litigato con te

- tranquillo. tu piuttosto come stai?

- un po' ammaccato, ma felice finalmente ho chiarito con Ines 

Alice lo guardò come se stesse guardando un film romantico nella scena cruciale. 

- finalmente!!

Oliver abbassò lo sguardo.

- non posso impedirvi di stare insieme- disse tutto d'un fiato. 

- cosa?

- non riuscivo a sopportare di vederlo con te perché lui mi ricordava troppo me, e io ho fatto soffrire Ines e avevo paura che lui facesse soffrire te, ma in questi giorni lo visto sai? tutto il suo amore per te, è rimasto qui, non si è mosso, eri qui è ti osservava, sussultava ogni volta che quella dannata macchina cambiava suono, lui ti è rimasto accanto fino alla fine. Come posso impedire qualcosa di così grande?

Alice lo guardò e senza dire una parola lo abbracciò forte. 

 

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=KjWtnlKH8I0

 

Cristal guardava fuori dalla sua finestra, la pioggia cadeva leggera. Il suo sguardo era perso, non si era nemmeno accorta della porta che si apriva. 

- Crii 

La ragazza non si girò, il suo migliore amico si sedette accanto a lei nel letto. 

- sai in fondo avevi ragione, tutto quello che credevo era una fottuta menzogna 

Il ragazzo le prese il mento costringendola a girarsi. 

- non importa cosa dicevo io, importa solo di te adesso, perché tu adesso ti sistemi, ti fai più bella di quello che già sei e gli dimostri cosa si è perso, gli mostri la Cristal che io conosco, dentro di te c'è ancora li dormiente, so perfettamente chi sei Crii, tu sei la stronza che ha piegato mezza scuola ai suoi piedi, non puoi farti abbattere da un idiota. 

Cristal si girò verso di lui, come se avesse avuto un allucinazione o qualcosa di simile. Sorrise, non un sorriso ingenuo, o dolce come era solita fare, era un sorriso diverso, un sorriso quasi crudele. 

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