La Teoria dell'Odio e della Tensione Sessuale

di XxWallflowerxX
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


NdA - Disclaimer: Solo nei miei sogni possiedo Harry Potter, che invece appartiene a una donna veramente saggia chiamata JKR.

NdT Eldur - Questa storia mi ha incantato fin dal primo momento in cui l'ho letta. Lascia un sorriso ogni volta che si finisce di leggere un capitolo. E' per questo che ho deciso di tradurla. L'autrice, gentilissima, mi ha dato il suo permesso, così anche voi potrete leggerla. La storia originale è su FanFiction.net, qui. Spero che vi piaccia come piace a me :)
Inoltre, questa fanfiction parla di una delle mie coppie preferite, Rose e Scorpius :) All'inizio, ovviamente, si odiano, ma è questo che si cerca nelle storie oggigiorno, perchè sono molto più emozionanti u.u
Lasciate qualche commento così che possa dire all'autrice cosa vi piace e non della sua storia :)
Buona lettura!



 
Capitolo 1
 
Rose Weasley

Se gli sguardi potessero uccidere, Scorpius Malfoy sarebbe già morto da tempo.

Non c’è modo di descrivere quanto lo detesto. Lo odio perchè è Caposcuola. Lo odio perché è un completo idiota. Lo odio perfino perché esiste. Lo odio perchè è così dannatamente attraen—


Mi colpii la testa con un pugno. Come può la mia mente tradirmi in questo modo? Come posso solo pensare una cosa del genere? Lui non è attraente. Non per me, comunque. Non sono una di quelle ragazzine che lo guardano con aria trasognata giorno e notte, no. Solo perché è piuttosto bello, non significa che lui può essere anche solo lontanamente attraente per me. Non del tutto. Voglio dire, i Vermicoli sono molto più attraenti di lui. Inoltre, è la meschinità in persona. È la persona più disgustosa che abbia mai avuto la sfortuna di incontrare. Non importa cosa è successo al termine della festa di fine anno nella Sala Comune dei Grifondoro lo scorso anno.

Scossi la testa, cercando di liberare la mia mente da quei pensieri.

Non ero pronta per salire sul treno, perché salire sul treno avrebbe significato andare a Hogwarts e andare a Hogwarts avrebbe significato dividere una Sala Comune con Scorpius Malfoy. Rabbrividii.

Mi tirai finalmente fuori dal letto e infilai un paio di jeans stretti e una maglietta grigia. Le mie vecchie Converse completarono il mio semplice look. Misi giusto un filo di trucco e pettinai velocemente i miei spessi, mossi capelli rosso fuoco che odiavo.

Saltai la colazione quella mattina, e finii di sistemare le mie cose in valigia all’ultimo minuto.

La testa di Hugo fece capolino dalla porta della mia stanza. "Partiamo tra dieci minuti." Disse, e se ne stava quasi andando quando notò qualcosa e con una smorfia divertita entrò nella stanza. "E quello cos’è?" indicò.

Seguii il suo sguardo fino al blocco per appunti che spuntava da sotto il mio materasso. Lo nascosi sotto il letto.
"Niente. Solo vecchi appunti."

Lui sogghignò. "Sotto il tuo materasso?"

Dannazione. Mi conosce troppo bene.

"Fuori." Agitai la mano, e il fastidioso quindicenne fece marcia indietro, fischiettando allegramente.

"Piccolo seccatore." Farfugliai ad alta voce.

"Vaffanculo." Disse Hugo allegramente.

Trascinai il mio baule giù dalle scale, facendo un sacco di rumore. Mettemmo i nostri bauli nella macchina che mio padre guidò veramente male, imprecando ad alta voce, ricordandomi da chi avevo preso il mio modo di parlare da scaricatore di porto. Mia madre lo rimproverò dal sedile del passeggero, ma la vidi sorridere affettuosamente nello specchietto retrovisore.
I miei genitori erano quel tipo di adulti talmente innamorati che anche a un’età completamente inappropriata pomiciavano ancora in pubblico. Era abbastanza ripugnante e allo stesso tempo piuttosto invidiabile.

Dopo il tradizionale, anche se più lacrimoso del solito, saluto da parte di mamma e papa, e l’incontro di un milione di Potter/Weasley, salii sul treno insieme ad Albus. Hugo sparì per sedersi in uno scompartimento con i suoi compagni Tassorosso, e io e Al ne trovammo uno vuoto verso la fine del treno.

"Quindi quest’anno farai di tutto per diventare Portiere, giusto?” mi chiese Al.

"Neanche per sogno." Risi.

Lui sistemò il suo baule e ci mise sopra la gabbia con il suo gufo, lasciandosi poi cadere sul suo sedile. Io mi sedetti di fronte a lui.

"Perchè no?" Chiese Al, facendomi una smorfia.

Gliene feci una anche io, "Perchè non voglio."

"Ma tu spacchi sempre i culi a tutti alle nostre riunioni Potter/Weasley. Hai il talento di tuo padre." Condivise con me, come se non sapessi già di essere un eccezionale Portiere.

Feci spallucce, "Sono troppo impegnata."

Lui gemette, "La tua è una stupida scusa."

Gli risi in faccia, “Per quale motivo vuoi un magnifico Portiere nella squadra che vuoi disperatamente battere per vincere la Coppa?"

Al considerò la mia domanda, "Giusta osservazione."

Passò il solito carrello pieno di cibo spinto da una donna gentile e prendemmo un bel po’ di Cioccorane, così ci scambiammo la figurine di Streghe e Maghi Famosi per più o meno un ora. Al, dopo un po’, si annoiò e allora iniziai a leggere il mio libro.

Più tardi la rovina della mia esistenza fece irruzione improvvisamente nel nostro scompartimento, e si lasciò cadere sul sedile vicino a me. "Salve Weasley." Disse l’idiota, con un sorrisetto falso.

"Ciao Malfoy." Dissi, chiudendo il mio libro.

Quello stupido aveva appoggiato il suo lungo braccio sulle mie spalle. Mi spostai rapidamente e il suo braccio ricadde sul sedile. Lo ignorai: era diventato abbastanza facile dopo sette anni, anche se lo vedevo a ogni riunione di famiglia e per la maggior parte delle vacanze estive. Lui e Al erano fottutamente attaccati l’uno all’altro come se fossero stati gemelli siamesi, lo giuro su Merlino.

"Hei Al." Scorpius sorrise al suo migliore amico.

"Ciao" lo salutò Al, con la bocca piena di cioccolato.

"Al,", disse Scorpius con un tono condiscendente, "Non parlare con la bocca piena vicino a una signora." Mi guardò dall’alto in basso, “Anche se non considererei esattamente la Weasley qui presente come una signora.”

Stronzo. Vidi perfettamente i suoi occhi indugiare sulle mie tette. Non una signora ‘sto cazzo. Ripresi il mio libro e colpii Scorpius. Poi mi allontanai di un metro e lui rise.

"Qualcuno è un po’ aggressivo oggi, non è vero?" Chiese Scorpius, distendendo le sue lunghe gambe sul sedile davanti a lui. Al scosse la testa in nostra direzione, abituato ormai a vederci battibeccare.

"Qualcuno è un po’ coglione oggi, non è vero?" Risposi con rabbia.

Al ridacchiò e Scorpius gli lanciò un’occhiataccia. Al fece quindi finta di tossire per coprire la sua risata. "Dovreste andare d’accordo, voi due." Disse stancamente. Queste parole non avevano ormai nessun effetto dopo tutte le volte che mio cugino le aveva dette. Era qualcosa che non sarebbe mai successo.

Lo stronzo si alzò, “Beh, noi abbiamo un incontro con i Prefetti da sopportare." Si diresse verso la porta e si girò per salutare, "A dopo, Al." Al non era mai stato selezionato per l’incarico di Prefetto, Scorpius era stato scelto al posto suo e ora era anche Caposcuola. Mi alzai anche io e mossi qualche passi dietro Malfoy, tenendo comunque la mia distanza da lui.

"Quindi,", iniziò, guardando verso di me, con i suoi occhi grigi fissi nei miei, "parlerai davvero con me adesso?"

"No." Risposi, e tenni i miei occhi fissi sulla sua spalla, in modo che non dovessi guardarlo in faccia.

Scorpius sogghignò e un sorriso obliquo apparve sul suo viso. "Andiamo. Di solito hai sempre parlato con me."

"Ti sto parlando proprio adesso." Replicai.

"Non è quello che intendo." Mi guardò ancora e il mio dannato cuore traditore cominciò a battere un po’ più forte.

Lui affrettò il suo passo ma poi si fermò improvvisamente e io sbattei contro la sua dura schiena. "Ahia!" Inciampai e colpii la sua spalla ancora più dura. Ora le mani mi facevano male. Fantastico. "Perchè l’hai fatto?"

"La carrozza dei Prefetti." Indicò la porta davanti a noi, alzando le sopracciglia.

Lo colpii di nuovo e Scorpius fece un sorrisetto al mio debole tentativo. Afferrò il mio polso quando cercai di colpirlo ancora. Non lo prese abbastanza fermamente da farmi male e neanche io abbastanza da rompere la sua presa. Rimanemmo lì ancora per un momento; lui mi guardava negli occhi con un sorriso compiaciuto sulle labbra.

Qualcuno scivolò oltre di noi e ruppi finalmente il contatto visivo. Scorpius lasciò il mio polso e aprì la porta della carrozza dei Prefetti senza un’altra parola. Lo seguii, chiudendo la porta dietro di me.

Mi sedetti sul sedile, il più possibile lontano da Scorpius, anche se c’era meno di un metro di distanza tra di noi. Lui sorrise furbamente quando lo guardai, così spostai velocemente il mio sguardo verso il viso del Prefetto di Tassorosso davanti a me.

Dannata tensione sessuale.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


NdA - Questo è una specie di capitolo di passaggio. Più tardi si arriverà alla vera storia.

NdT - Sono contenta che qualcuno legga. Lasciateci un commentino :)
Ho già pronto il terzo capitolo tradotto, quindi aggiornerò a breve. Dopo questo secondo capitolo aspettatevene delle belle u.u
Cosa sarà mai sucesso alla fine della festa di fine anno? Come mai Rose e Scorpius sono costretti nella stessa Sala Comune? Che ruolo hanno gli altri cugini oltre a Albus e qual è la loro caratterizzazione secondo l'autrice? Questo capitolo risponde solo a una domanda, scoprite quale :D



Capitolo 2

Scorpius Malfoy

L’incontro con i Prefetti seguii tranquillo. Assegnai le coppie alle pattuglie, in modo che io e Rose dovessimo stare insieme. Solo per irritarla, naturalmente. Lei mi lanciò un’occhiata mortale con i suoi occhi blu, e mi pestò di proposito il piede quando ci alzammo per lasciare lo scompartimento. Poi camminò davanti a me, tornando all’altro scompartimento che dividevamo con Al. Non mi aiutò molto il fatto di aver notato che avesse un bel culo.

"Smettila di fissarmi il culo." Mi richiamò appunto da sopra le sue spalle, a portata d’orecchio degli innocenti del primo anno. Alcuni bambini si guardarono intorno un po’ spaventati. Lei fece un sorriso di scuse, ma loro, invece, guardarono me. Io odio i bambini.

Cercai di superare Rose per arrivare nello scompartimento, ma rimanemmo incastrati nella porta. Il suo petto premeva contro di me. Le sorrisi compiaciuto dall’alto e lei si mi lanciò uno sguardo truce dal basso. Finalmente, senza il mio aiuto, si liberò, e si lasciò cadere sul sedile di fronte al mio. Notai le sue guance rosse e alzai le sopracciglia. Lei cercò di coprirsi il viso con i suoi capelli rossi, guardandomi ancora di bieco.

Al contemplò tutti e due ridacchiando. Penso che fosse troppo abituato nel vedere quanto ci odiavamo a vicenda. Io penso invece che lei fosse innamorata di me, ma fosse solo troppo spaventata per ammetterlo. Ma questa era solo la mia opinione.

Io e Al parlammo per un momento di Quidditch, discutendo dei giocatori che avevamo perso l’anno scorso e del suo nuovo ruolo di capitano. Cercò di includere anche Rose nella conversazione, dicendo ad alta voce chi pensava sarebbe stato quell’anno il nuovo Portiere di Grifondoro. Rose ruotò gli occhi dietro il suo libro, e insisté che era troppo impegnata per giocare a Quidditch. Poi Al tentò anche di convincermi a provare a persuaderla.

"Hei, se avessimo qualcuno come te nella squadra di Grifondoro, sicuramente vincerebbero i Serpeverde." Le dissi.

Senza che ci fosse stato bisogno di dirlo: non avevo convinto Rose. E la mia gamba venne invece colpita da un bel calcio.

Suppongo che si possa dire che questa era la situazione usuale. Al era il migliore amico di entrambi. Rose amava stare intorno ad Al, ma odiava me. Io e Al eravamo compagni, ma trovavo che Rose fosse una fastidiosa troia. Semplice, visto?



Quando arrivammo a scuola, Rose e io dovemmo dividere una carrozza guidata dai Thestral con i Prefetti. Rose si sedette ancora il più possibile lontano da me sulla panchina. Ridacchiai sotto i baffi e lei mi lanciò un’occhiata seccata. I nuovi Prefetti si guardarono confusi, ma i vecchi ruotarono gli occhi come se fosse stato un tipo di gioco a cui avremmo giocato per sempre. E in un certo senso lo era.

Il viaggio fino al castello fu movimentato, e potevamo sentire lo scroscio della pioggia. Fuori stava diluviando. Ad un certo punto la carrozza beccò un sasso, una crepa nella strada o qualcosa del genere, e Rose mi finì addosso. Si raddrizzò in seguito con le guance in fiamme. Poco dopo uscimmo tutti dalla carrozza e guidammo la lunga fila di studenti dentro la scuola.

Tutto andò come al solito. Ci sedemmo tutti alle nostre tavole nella Sala Grande e aspettammo che i bambini del primo anno attraversassero il Lago. Volevo dannatamente che si sbrigassero e che venissero smistati in fretta: stavo morendo di fame. Io e Al ci sedemmo vicini, e fummo subito presi da una conversazione con i nostri compagni di dormitorio. Adrian Nott sedette davanti a noi, parlando con Al delle ragazze di Tassorosso che avrebbero meritato più punti per la loro bellezza. Personalmente, non mi interessavano un granché. Anche se erano ragazze facili, perché erano veramente appiccicose. L’anno prima ero uscito con Brigit Bones per circa una settimana, e lei già mi accusava di guardare altre ragazze. Voglio dire, certo che le guardavo, ma questo non le dava il permesso di accusarmi per qualsiasi cosa, giusto?

Finalmente quelli del primo anno arrivarono, piuttosto bagnati, mentre si guardavano intorno spaventati. Cavolo, ero davvero così piccolo?, pensai. Guardai un piccolo ragazzo biondo pelle e ossa e sperai, con l’aiuto di Merlino, che mai fossi stato così. Il Cappello Parlante cantò una canzone a cui io non ci avevo mai prestato attenzione e lo smistamento andò avanti il più lento possibile, come al solito. Finì con Suthers, Charlie, "CORVONERO!"

Dopo un discorso della McGranitt, che era ancora viva e in buona salute, finalmente ci buttammo sul cibo. Non parlai per tutto il tempo in cui mangiammo, troppo concentrato ad abboffarmi. All’inizio Al cercò di introdurmi nella sua conversazione, ma poi si arrese e continuo invece a parlare con Adrian e Blake. Avevo il terrore della fine della cena: avrei infatti dovuto dividere la Sala Comune con Rose Weasley. Per un intero anno.

Quando la cena finì e tutti erano caduti in una specie di stanca, soddisfatta tranquillità, fummo congedati e mi alzai. Salii le scale in testa al gruppo del primo anno con gli altri Prefetti. Poi portai quelli del primo anno di Serpeverde alla loro Sala Comune, mentre Rose portò i Grifondoro alla loro. Mi diressi al dormitorio dei Caposcuola, passando attraverso la contrastante Sala Comune, con colori rossi/oro e verdi/argento mischiati dappertutto. Sperai che avessero almeno separato la parte Grifondoro e la parte Serpeverde. La stanza sarebbe sembrata almeno migliore.
Una delle buone cose del nostro dormitorio era il fatto che avessimo la nostra cucina personale. Controllai le dispense, trovandole completamente fornite. Su un muro c’era un’enorme mensola, probabilmente riempita con la metà dei libri della biblioteca. La Weasley, per fortuna, non li aveva ancora visti. Almeno avrei avuto pace per quel momento.

Mi recai al mio dormitorio. Sarebbe stato bello non dividere più la stanza con nessuno, però mi sarebbe mancato Al. Per lo meno avrei potuto organizzare feste senza dover trattare con le giovani, fastidiose pesti Serpeverde destinate ad essere appese nella Sala Comune.

La mia stanza era dei colori di Serpeverde, con un enorme letto. Era abbastanza grande, quasi come la mia camera a casa. Avevo la mia scrivania personale e una comoda sedia che avrei potuto usare per fare i compiti. Di fronte al letto c’erano due finestre coperte da pesanti tende. Il mio baule era posizionato ai piedi del mio letto. Lo sganciai per aprirlo e trovai tutte le mie cose piegate bene grazie alla gentilezza del mio elfo domestico Hinky. Tirai fuori i libri che mi sarebbero serviti il giorno dopo e li sistemai sulla scrivania. Poi mi tolsi la divisa, lasciandola sul pavimento, e calciai le mie Converse sotto il letto.

Strisciai nel mio comodo letto, esausto. Caddi addormentato poco dopo.

Rose Weasley

Accesi la luce nel mio dormitorio, trovando le lunghe tende dei colori di Grifondoro e un grande letto. La mia personale scrivania e il mio baule erano posizionati di fronte al letto. Avevo anche il mio bagno personale adiacente. Ringraziai Merlino che non avrei dovuto dividerlo con Scorpius. Tolsi la divisa e la appoggiai sulla scrivania, poi trovai nel baule tra scarpe, jeans e maglietta la mia vecchia maglia dei Cannoni di Chudley.

Mi stesi nel letto, prendendo un profondo respiro. Per un intero anno avrei dovuto dividere gli spazi con il più grande idiota di sempre. Che gioia.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Capitolo 3

Rose Weasley

La mattina dopo mi svegliai disorientata. La mia famiglia era così rumorosa e le mie compagne nel mio vecchio dormitorio si alzavano sempre alle cinque, preparandosi, ascoltando la musica e parlando ad alta voce. E in quella stanza c’era un silenzio completo.

Mi alzai e inciampai verso il bagno. Feci una doccia e mi asciugai i capelli con la mia bacchetta. Misi un po’ di profumo e mi truccai. Infilai il mio distintivo bianco sulla camicia, arrotolai le maniche e mi sistemai la cravatta al collo. Poi indossai la normale gonna grigia dell’uniforme, arrotolandola una volta in modo che non risultasse troppo lunga. I miei calzini neri al ginocchio arrivarono direttamente sotto alle mie rotule, perfettamente posizionati. Infilai le mie scarpe nere, afferrai la mia borsa e corsi giù dalle scale.

E mi imbattei in uno Scorpius quasi nudo.

Era senza maglietta e indossava soltanto i suoi boxer. Mi allontanai da lui il più velocemente possibile prima che lo potessi urtare. La mia faccia si scaldò istantaneamente. Lui lo notò e fece un sorriso falso. "Uh, ciao." Dissi, e feci un passo indietro.

"Il mio bagno è proprio vicino alla tua stanza." Disse lui, e ci andò direttamente, senza ulteriori spiegazioni.

Mi sentii un po’ compiaciuta perchè avevo il mio bagno nella mia stanza e continuai a camminare fino ad arrivare alla Sala Grande. Mi sedetti al tavolo dei Grifondoro vicino a Lily e Dominique.

"Buongiorno." Sorrisi a tutte e due, lasciando cadere la mia borsa sul pavimento sotto il tavolo.

"’Giorno." Rispose Dom, dando un morso alla sua barretta di muesli e girando una pagina del suo Settimanale delle Streghe.

"Hei Rose." Disse Lily, contemplandosi nel suo piccolo specchietto. Si mise con cautela il suo nuovo lip gloss prima di riporre lo specchio e sorridermi. Lily era al suo quinto anno con Hugo. Tutti le dicevano che era identica a sua madre. Aveva avuto un sacco di ragazzi, aveva formidabili capacità nel Quidditch, voti perfetti e, inoltre, anche i capelli rossi. Io avevo ricevuto una chioma cespugliosa rossa fuoco, mentre Lily aveva i capelli di un rosso tanto intenso che era così perfetto da sembrare finto. La sua chioma era perfettamente a posto tutto il tempo, ed era luminosa e completamente liscia.

Dom, d’altra parte, era una combinazione di entrambi i genitori, con l’aspetto bellissimo e i capelli di sua madre da Veela, le lentiggini e gli occhi azzurri di suo padre. Si comportava però molto più similmente a suo padre. Non era per niente femminile come Lily, ma non era neanche esattamente un maschiaccio. Aveva un aspetto perfetto ma il modo di parlare di un marinaio. E sapeva il fatto suo riguardo al Quidditch, ma non era per niente spaventata dal mostrarlo. Lily, invece, cercava di nascondere il suo talento, pretendendo di non sapere cosa fosse una Pluffa. Provava ad essere una sciocca ragazza femminile, e funzionava anche abbastanza bene.

"Allora… che nuove lezioni hai quest’anno?" Domandai a Lily, che ruotò gli occhi.

"Ho Babbanologia avanzata, anche se è inutile visto che papa mi ha insegnato ogni cosa sui Babbani. E zia Hermione anche."

"Già." Annuì; non mi aveva mai preoccupato seguirne le lezioni.

"Ma posso prendere facilmente una O e voglio che mamma e papa ne vedano almeno una quest’anno." Rise e guadagnò uno o due sorrisi dai ragazzi che ci circondavano. Sapevo che l’anno prima aveva ricevuto una collezione di Oltre Ogni Previsione, ma non dissi niente. Lei mi guardò come se stesse aspettando che dicessi qualcosa, così risi soltanto.

Improvvisamente Lily si guardò intorno, soffermandosi sull’enorme porta che dava accesso alla Sala Grande, "Rosie, il tuo amante segreto è appena entrato e sembra davvero scompigliato." Fece una risatina.

Mi guardai intorno e vidi Malfoy, che era in effetti in disordine. Lily aveva la cotta più grande che si potesse immaginare per lui, ma ancora credeva che lui e io avessimo una specie di 'relazione segreta', come era solita dire lei. Scossi soltanto la testa.

Lily mi colpì giocosamente la spalla, "Lo sai che sto solo scherzando." Le sorrisi, non volevo iniziare una discussione su qualcosa di così stupido. "Lo so, Lils."

Dom disse la sua, "Se fosse innamorata, sarei comunque la prima a saperlo." Non lo disse in modo cattivo, ma solo onesto.

Lily alzò gli occhi al cielo, "Troverei il modo di farla confessare per prima."

"Lei lo direbbe prima a me." Rispose subito Dom, sorridendo dolcemente a Lily.

Le due andarono avanti così ancora per un momento. Non è su me che pretendevano diritti, ma ero soltanto un argomento per cui discutere. Lily era sempre stata gelosa di Dom, e a Dom non piaceva molto Lily. Si tolleravano a vicenda solo perché appartenevano alla stessa famiglia.

"Comunque," Lily tornò a me, "parlando del tuo amante."

Alzai un sopracciglio, "A quale amante ti riferisci?" Chiesi come se ne avessi un gran numero e stessi solo esitando nella mia scelta.

Lei alzò nuovamente al cielo i suoi occhi castani, "L’amante. Scorpius." Mimò uno svenimento. "Quello dannatamente stupendo."

"Quello che non è il mio ragazzo segreto, intendi?" Risposi, dando un morso al mio toast.

"Oh Rosie, il ruolo di Caposcuola è sprecato con te." Mi informò, con una nota di rammarico, come se avesse scelto davvero lei di farmi fare la Caposcuola.

"Per quale motivo?" Incrociai le braccia al petto.

"Perché è un’opportunità di scopare Malfoy tutte le notti, no?" Lily scosse la testa per mostrarmi quanto non avessi capito. Poi prese la sua borsa, la appoggiò sulla sua sottile spalla, in qualche modo maneggiandola facendo sì che sembrasse una modella e guadagnandosi gli sguardi di ogni ragazzo nella Sala Grande. Quelli speravano che la sua gonna si sarebbe sollevata mentre si alzava dalla panca, così da mostrare le sue mutandine di pizzo. Finalmente lei si alzò, e i ragazzi sospirarono delusi. "Beh, ci vediamo dopo." Soffiò un bacio a me e Dom e poi sparì.

Dom e io ci scambiammo un’occhiata, e scoppiammo a ridere entrambe. Ci alzammo e uscimmo di corsa, lasciando il posto sulla panchina, al tavolo, a altri studenti che erano arrivati in quel momento.

"Quindi, com’è l’amante?" Chiese Dom giocosamente, e rise quando le lanciai un’occhiataccia seccata.

"Il Caposcuola," Dissi, enfatizzando quella parola, "non è nessuno che mi riguardi."

"Beh, essendo anche tu una Caposcuola…" Le parole le morirono le morirono sulle labbra quando vide il mio sguardo.

Continuai a mangiare, decidendo di non menzionare il fatto che mi fossi scontrata con Scorpius quasi nudo, quella mattina. Non sarebbe stato un buon affare. Probabilmente sarebbe successo tutte le volte. Un brivido mi corse lungo la schiena a quel pensiero. Un buon tipo di brivido.

Dannati i miei ormoni.


NdA - Vi piace questa storia? La amate? La odiate? Per favore, cari, recensite!

NdT - Sono piacevolmente sorpresa dalle recensioni che sono arrivate praticamente in massa :O Grazie, veramente! Ovviamente riferirò tutto all'autrice, penso che ne sarà molto contenta! :)
Ecco, dopo questo capitolo le cose cambieranno un pochino e la storia diventerà ancora più divertente.
Traduco dappertutto: a scuola, in giro per strada, nel letto, mentre guardo i film e le serie tv... insomma, mi diverto così tanto che non riesco a smettere! Avrete tra poco pure i prossimi capitoli, anche visto che le vacanze di Natale sono alle porte :) Ancora un immenso grazie. A presto :D

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


NdT - Salve a tutti :) Ho deciso di pubblicare prima questo capitolo per augurarvi un buon Natale. Spero che vi piaccia perchè da qui partono tutti i disastri ahah xD E scoprirete qualcosa di molto importante.
Auguri!



Capitolo 4


Scorpius Malfoy


Le prime settimane di scuola del trimestre volarono; il settimo anno si stava rivelando molto più facile di quanto avessi pensato. Non facevamo quasi niente in Trasfigurazione, o in Difesa delle Arti Oscure. Le materie di cui preoccuparsi maggiormente erano Pozioni e Erbologia.

L’atmosfera nella Sala Comune era glaciale come al solito. Rose sedeva nella sua parte, mente io nella mia. Durante il pattugliamento dei corridoi parlava pochissimo e faceva solo qualche commento qua e là. Io, tutte le mattine, mi dirigevo verso il mio bagno intenzionalmente senza maglietta, facendo in modo che la incontrassi mentre scendeva le scale. Tutto solo per vedere l’espressione sulla sua faccia, naturalmente.

Avevamo un giorno libero il terzo venerdì del trimestre, solo perchè Hagrid aveva accidentalmente slegato un ippogrifo nel parco, così nessuno poteva uscire dalla propria Sala Comune per tutto il giorno. Evvai.

"Allora, Rosie?" La chiamai attraverso la Sala Comune. Lei si curvò verso la mensola dei libri e mi mostrò soltanto il dito medio in risposta. "Beh, qualcuno è un po’ ostile." Ridacchiai.

"Fanculo." Fu la sua unica risposta.

"Beh, vedi, non possiamo lasciare la Sala Comune. Non ho scelto io di passare un’intera giornata in tua presenza."

Lei alzò gli occhi al cielo e poi mi lanciò un’occhiata, prima di allungarsi verso la mensola e per prendere un nuovo libro. Quello che le serviva, però, era troppo alto per lei e così si alzò sulle punte dei piedi. Quando lo fece la sua gonna si alzò un poco, mostrando rapidamente un po’ delle sue mutandine di pizzo. Mi alzai e afferrai il libro per lei, girandomi in modo che i nostri petti premessero l’uno sull’altro.

"Grazie." Disse a denti stretti, rifiutandosi di fare il primo passo indietro. Diressi la mia mano verso il suo polso e poi la feci risalire sul suo braccio, guardando la sua pelle d’oca sempre più intensa, prima di restituirle il libro e fare un passo indietro.

"Nessun problema, Rossa."

"Non chiamarmi così. Mai." Rispose seccamente.

Sogghignai, “Ti ricordo che per un certo periodo di tempo hai lasciato che ti chiamassi così."

Lei indugiò, appoggiandosi contro la mensola. Le sue braccia erano incrociate sul suo petto e le sue guance erano in fiamme. Non ci voleva molto per farla arrossire. Ma suppongo che menzionare l’’incidente’, come le piaceva chiamarlo, l’avesse messa a disagio. “Non parlare di quello che è successo.”

"Di cosa posso parlare, allora?” Domandai, "Non c’è nient’altro che abbiamo in comune." Le sorrisi allegramente.

"Allora non parlare." Fu la sua risposta. Tornò alla sua poltrona, si sedette e immerse nuovamente il naso nel suo libro con le guance ancora in fiamme.

"Bene." Canticchiai allegramente, scarabocchiando su un pezzetto di pergamena. Dopo un po’ di tempo le lanciai un’occhiata e vidi che mi stava guardando. Diventò rossa un’altra volta, prima di tornare a guardare i suoi compiti. “Ed ecco perchè ti chiamo Rossa." Borbottai.

Potrei dire che mi avesse sentito, perchè si morse un labbro. Questo evocò un altro ricordo e scossi la testa…


La festa di fine anno era chiassosa e affollata. Quell’anno era stato James Potter ad organizzarla, ospitandola nella Sala Comune di Grifondoro. Ebbi un invito automatico, visto che ero come un fratello per lui. Avevo un drink in mano e un sacco di ragazze intorno. Io, invece, parlavo con Al, mostrando quanto non fossi interessato a loro. Non era mai stato divertente conquistare quelle facili.

La Weasley era seduta dall’altra parte della stanza, in un minuscolo vestito nero che nessuno avrebbe mai pensato possedesse. Parlava con le sue cugine Dominique e Lily. Perchè diamine James aveva lasciato che la sua sorellina quattordicenne partecipasse alla festa? Rose si guardava intorno, sorridendo e ridendo con un calice mezzo vuoto in mano. Vista la sue espressione doveva essere probabilmente il terzo o il quarto che beveva. Ridacchiai: la piccola Rose, cugina di Al, ubriaca.

Decisi di andare velocemente su nei dormitori per fuggire un attimo dalla festa. Salii le sale e mi appoggiai contro la porta di una stanza. Sorseggiai il mio drink finchè non ne rimase neanche una goccia e lanciai il bicchiere giù dalle scale. La musica, lì su, non era così alta, e potevo sentire solo debolmente le persone parlare. Dopo un minuto o qualcosa del genere, sentii dei passi pesanti che salivano le scale.

Una ragazza dai capelli rossi sbucò dopo l’angolo, prima di scivolare giù lungo il muro bevendo da una bottiglia di Whisky Incendiario. "Ciao." La Weasley mi sorrise. Era una circostanza veramente rara.

"Ciao, Weasley." Risposi, “Quanto hai bevuto stasera?" Le chiesi curioso. L’avevo vista con due bicchieri pieni e ora aveva in mano una bottiglia piena.

Lei fece spallucce e poi appoggiò la sua testa sulla mia spalla. Non mi mossi di un millimetro, scioccato. Probabilmente quella era l’unica conversazione che avevo mai avuto con lei senza finire col maledirci a vicenda.

Presi la sua bottiglia e la poggiai vicino al muro. Conoscevo qualcuno che il giorno dopo avrebbe avuto un terribile post-sbornia. “Stai bene?” Le chiesi.

Lei mi guardò, con il trucco colato, e il suo minuscolo vestito che non le copriva praticamente niente. “Più o meno.” Rispose e tirò fuori un pacchetto di sigarette Babbane da una tasca nascosta. “Ne vuoi una?” Mi chiese, mentre se ne accendeva una e mi gettava il pacchetto in grembo.

"Certo." Ne presi una e feci lo stesso e il piccolo spazio si riempì di fumo.

"Stai bene?" Mi chiese dopo un po’.

Scrollai le spalle, "Più o meno." Risposi, e un sorriso spuntò involontariamente sulle labbra di Rose.

"Sei divertente." Mi informò, "Quando non fai l’idiota, s’intende."

Risi, "Beh, grazie Weasley."

"Perchè non mi chiami mai per nome?" Chiese, dando un tiro alla sigaretta. I suoi occhi blu erano chiusi adesso. Il piccolo gruppetto di lentiggini sparse vicino al suo naso sembravano un sorriso. Notai che aveva le lentiggini anche sui polsi.

"Neanche tu mi chiami mai con il mio nome." Risposi, distogliendo lo sguardo da una lentiggine sopra il suo labbro che si curvò in un piccolo sorriso.

"Suppongo tu abbia ragione." Rose aprì gli occhi. Le sue iridi blu erano lucide per l’alcol. Mi ricordai quindi che era così gentile con me solo perché era ubriaca.

Chiusi gli occhi per un momento, prendendo un tiro e li riaprii per ritrovarmi la sua faccia di fronte alla mia. Stava sorridendo leggermente.

"Sono solo curiosa." Disse, e si appoggiò contro di me, premendo le sue labbra sulle mie. Al momento ero troppo scioccato per rispondere, ma poi la baciai anche io, infilando le mie mani nei suoi capelli e spingendola sopra il mio grembo. Quando ci separammo lei ridacchiò, “Sei bravo a baciare, proprio come hanno detto loro."

"Loro?" Risi, costringendo il mio cuore a rallentare.

"Quelle ragazze." Rispose lei, e si alzò in piedi. Mi fece segno di alzarmi e mi spinse contro il muro. Questa volta mi baciò più forte, facendo correre le sue mani tra i miei capelli.

Quando mi allontanò e mi afferrò la mano, spingendo la porta davanti a noi, aprii la bocca per dire qualcosa ma lei mi fermò. Si sedette sul letto più vicino e mi fece stendere vicino a lei baciandomi ancora una volta. La feci rotolare, in modo che mi trovassi sopra di lei, mentre le mie mani correvano sul suo corpo. Lei morse il mio labbro inferiore e avrei potuto giurare che fosse la cosa più sexy di sempre. Neanche in un milione di anni avrei mai pensato che potesse succedere una cosa del genere.



Tornai al presente mentre il ricordo svaniva e guardai Rose. Avrei potuto dire che stesse pensando alla stessa cosa, visto le sue guance rosse. La sua bocca si arricciò a un angolo, ma cercò di nasconderlo. Si morse ancora una volta un labbro, e tutto quello che potei fare era cercare di non gettarla sul tavolo e pomiciare con lei inconsciamente.

Dannazione.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


NdT - In questi giorni non ho proprio toccato il computer, quindi scusatemi se non ho aggiornato subito. Comunque ho finito di tradurre tutti i capitoli che l'autrice ha aggiornato :)
Ah, tra l'altro, vi ringrazia infinitamente per il vostro supporto ed è contenta di aver ricevuto recensioni :D
Concludo qui e vi lascio al capitolo (che personalmente adoro :3) augurandovi un buon anno.
E grazie di tutto, infinitamente.



Capitolo 5


Rose Weasley


Lanciai un’occhiata a Malfoy dall’altra parte della stanza. Stava guardando il suo libro, ma avrei potuto dire che non stava affatto leggendo. Non aveva più girato una pagina da almeno cinque minuti. Risi silenziosamente, o almeno cercai di farlo, e lui mi guardò sorridendo leggermente. Mi sentii arrossire fin dal collo e mi maledissi. Perché diamine arrossivo così facilmente? Ma non sapevo per certo se stesse pensando a quello che pensavo.

"Allora, Rossa." Mi chiamò ancora. Lo guardai, infastidita.

"Cosa c’è?" Domandai.

Lui sorrise, “Volevo solo vedere se stavi arrossendo di nuovo.”

Tornai velocemente a guardare il mio libro, dandogli le spalle. Potevo sentire le mie guance bruciare mentre lui rideva di nuovo. Gli diedi un pugno sulla spalla senza guardarlo.

Speravo disperatamente che Dom potesse lasciare la Sala Comune di Grifondoro e venire a trovarmi, così almeno ci sarebbe stato qualcuno che con la sua presenza non mi avrebbe fatto voler esplodere di rabbia. Finii tutti i miei compiti in neanche un’ora e rimasi senza niente da fare. Lanciai un’occhiata a Malfoy che sembrava avere lo stesso problema.

"Annoiata, Rossa?" Mi chiese, con l’intenzione di infastidirmi usando il terribile soprannome che mi aveva affibbiato Al.

"Certo, Malfoy, lo sono sempre in tua presenza, come potrei non esserlo?" Risposi, incrociando le braccia al petto.

"Lo sai che quando lo fai ti spinge su le tette, vero?" Disse lui sfacciatamente.

Sciolsi le braccia da quella posizione e arrossii furiosamente. Infilai il mio vecchio maglione dalla testa, nonostante il calore bollente nella Sala Comune. Lui rise e mi sorrise di nuovo falsamente. Gli lanciai un’occhiata, controllando il mio orologio: erano solo le sei. Non avevamo il permesso di uscire dalla Sala Comune fino alle sette, all’ora di cena.

Tirai fuori il mio iPod che il nonno Granger mi aveva regalato per il mio compleanno, e accesi la musica a tutto volume, giocando ad alcuni giochi sul dispositivo, cercando di passare il tempo finché non avessi potuto lasciare quella stanza.


Scorpius Malfoy

Rose tirò fuori dal suo zaino un aggeggio per la musica Babbana e alzò al massimo il volume così che non potesse sentire quello che dicevo. Mi sforzai di ridacchiare e continuai a leggere il mio libro di Babbanologia. Lanciai ancora un’occhiata a Rose poco dopo: si era addormentata con il libro abbandonato in grembo e la testa appoggiata alla sua spalla.

La guardai dormire. Era molto più carina quando era addormentata. La sua bocca era leggermente aperta, e le sue lentiggini ancora sorridevano dal naso alle guance. Una ciocca di capelli le cadde davanti al viso, e pensai a tutti gli altri posti del suo corpo che avevano le lentiggini. Cercai di cancellare quei pensieri dalla mia mente scuotendo la testa e tornai a leggere il mio libro sentendo un leggero calore invadermi le guance.

Finalmente arrivarono le sette in punto e io mi alzai dalla mia poltrona. Scossi Rose fino a che non si svegliò e le tolsi gli auricolari dalle orecchie. Per un secondo non mi guardò, ma sorrise prima di realizzare cosa stava facendo. In seguito mi guardò storto.

"La cena." Le dissi e uscii dal buco del ritratto. Raggiunsi la Sala Grande e mi sedetti al tavolo dei Serpeverde vicino ad Al. Rose arrivò pochi minuti dopo di me con i capelli in disordine e con ancora indosso il maglione. Al mi lanciò un’occhiata mentre la stavo guardando, senza dire niente.

"Che c’è?" Domandai mentre mi fiondavo sul mio cibo.

Lui scosse la testa, “Niente.”
Per il resto della cena parlammo di Quidditch. Al era il capitano e il Cercatore della squadra di Serpeverde. Io ero un Cacciatore. Quell’anno avevamo bisogno di un Portiere e avremmo avuto i provini a breve. Al continuava a parlarmi di questo ragazzo del terzo anno, Steven Stone, che a quanto pareva volava bene e poteva andare bene per il ruolo. Annuii distrattamente, con la mente che vagava in altri posti lentigginosi…

"Scorp?" Al mi colpì una spalla, “Mi stai ascoltando, amico?"

Annuii, "Steven Stone. Un buon giocatore." Risposi, fingendo di ascoltare quando Al continuò a parlare di altri studenti che avrebbero potuto andare bene per il ruolo.

"Se solo Rose fosse a Serpeverde, potrebbe essere lei il Portiere e noi vinceremmo senza dubbio la Coppa delle Case." Disse Al, dando un morso alla sua fetta di torta alla melassa.

"Già. E’ brava." Mi sentii dire. Avevo partecipato alle partite con i Weasley/Potter e la Rossa era un Portiere anche migliore del padre, perché avevo visto giocare anche lui.

Al mi guardò con la bocca aperta per la sorpresa. "Hai appena fatto i complimenti a Rose?"

Feci spallucce, "E’ un bravo Portiere, tutto qui. Non voglio mentire."

Al mi lanciò una strana occhiata, ma continuo a mangiare il suo dolce.

Dopo la fine della cena dovevo pattugliare i corridoi con Rose. Lei indossava ancora il suo vecchio maglione sopra la camicia dell’uniforme scolastica, rifiutandosi addirittura di guardare vicino a me. Camminava davanti a me, il che non era veramente un problema. Ghignai dietro la sua schiena. Lei si giro per guardarmi in cagnesco.

Alzai entrambe le mani facendo una faccia innocente. Lei rallentò a malincuore il suo passo e camminò di fianco a me, puntando la sua bacchetta accesa davanti a noi. Controllai una nicchia nel muro e un passaggio segreto cercando studenti fuori dal letto. Rose ancora non mi aveva detto niente e camminava per il corridoio, controllando le classi vuote. "Beh, parleremo stasera?" Le chiesi finalmente.

"No." Rispose lei, lanciandomi una veloce occhiata.

"Perchè no?" Le chiesi, infilando la testa in un armadio delle scope.

"Perchè sei un coglione." Rispose.

"Beh, sei un po’ troppo dura." Risposi, facendo rotolare la bacchetta nelle mie mani.

Rose ruotò gli occhi e marciò di fronte a me.

"Sai," Le dissi, "Non mi dà molto fastidio se mi cammini davanti."

Lei si girò con le guance in fiamme e puntò la bacchetta contro di me. "Ti piace vivere?" Mi chiese, "Se sì, ti consiglio di chiudere quella cazzo di boccaccia."

Alzai ancora le mani in segno di resa, "Scusa." Mormorai sarcasticamente.

Mi lanciò un’ultima occhiata e poi tornò a camminare a passi pesanti ancora davanti a me per i corridoi, controllando ripostigli e stanze. Passò un’ora o qualcosa del genere e proseguimmo ancora solo al quinto piano. Rose fece una pausa e si appoggiò contro il muro, strofinandosi debolmente il viso. Mi fermai anche io, ma non parlammo. Lei si morse il labbro incoscientemente, e fu troppo per me. Cominciò a muoversi dalla sua posizione, ma la spinsi contro il muro, schiacciando il suo corpo con il mio.

Lei non cercò assolutamente di spingermi via, ma afferrò i miei capelli e si mise in punta di piedi per premere le sue labbra contro le mie. La spinsi in alto verso il muro e lei avvolse le sue gambe attorno a me, tirandosi su la gonna ulteriormente. Lasciò uscire un debole gemito dalle sue labbra e le baciai il collo, strappandole di dosso quello stupido maglione. Le sue mani strette a pugno premevano i miei capelli, spingendo la mia faccia contro la sua.

Ci separammo velocemente quando sentimmo un rumore dal piano superiore. Lei saltò via da me, afferrando il suo maglione e correndo nell’altra direzione verso la nostra Sala Comune. Mi appoggiai contro il muro, lasciando uscire un sospiro.

"Dannazione." Sussurrai nel silenzio del corridoio.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


NdA - Questo capitolo è dedicato a Hairin (NdT Eldur - Su Fanfiction.net mi chiamo così) per essere così fantastica e perchè ha voluto tradurre la mia storia in italiano :) Grazie infinite per aver letto!


Capitolo 6

Rose Weasley

Sono così dannatamente stupida.

Corsi su fino alla mia Sala Comune, abbandonando il mio maglione nella corsa. Quando finalmente arrivai al ritratto e mormorai la parola d’ordine, ero sudata. Beh, più sudata di prima. Mi tolsi il cardigan e la camicia mentre arrivavo nella mia stanza. Mi buttai sul letto in gonna e reggiseno, respirando pesantemente. Pochi minuti dopo sentii dei passi nella Sala Comune, e ascoltai in un momento carico di tensione. Quando capii che non venivano dalla mia parte, mi rilassai un poco.

Toccai con una mano le mie labbra screpolate per il bacio che ancora pizzicavano. E le morsi per soffocare un sorriso.

***

Scorpius Malfoy

Quando mi alzai la mattina seguente, ricordai due cose. Uno; era domenica, il che significava che sarei stato nel letto tutto il giorno. E due; avevo baciato Rose. E lei aveva risposto al mio bacio. Ghignai da solo, e realizzai che le mie labbra erano un po’ screpolate. Rotolai fuori dal letto, e mi trascinai giù dalle scale fino al mio bagno poiché avevo bisogno di una doccia.

Inciampai in qualcosa di solido, e vidi che era Rose. Diventò rossa come i suoi capelli.

"Scusa." Borbottò, continuando a camminare. Era ancora in pantaloncini e in un’ampia maglia di una specie di gruppo musicale con cui aveva dormito. Uscì dal buco del ritratto con le mani sul collo.

Sorrisi compiaciuto; stava andando a fare colazione in pigiama. Voglio dire, non che a qualcuno potesse importare, ma comunque… Mi feci una lunga doccia calda, prendendomi del tempo. Quando finalmente uscii, mi vestii con un paio di jeans e una vecchia maglia. Rose era seduta dall’altra parte della Sala Comune.

"Ciao." Dissi, a disagio, attraverso la stanza. Mi maledissi per aver parlato, avrei voluto calciarmi da solo.

"Ciao, Malfoy." Lei non alzò gli occhi dal suo libro. Era rannicchiata nella sua poltrona ancora in pantaloncini ed era irresistibilmente carina. Cancellai quel pensiero dalla mia testa. Da quando pensavo questa merda?

"Quindi parlerai con me?" Le chiesi, solo per esserne sicuro.

"Sì." Non aveva elaborato ciò che aveva detto, ma si era sistemata gli occhiali sul naso. La montatura spessa, al contrario di quella da nerd, la rendeva ancora più carina.

"Davvero?"

Lei sospirò e mi guardò, "Sì, davvero."

Cercai di non ghignare, "Perchè?"

"Se continui a farmi queste domande, la perdo la voglia di parlare."

Ammutolii e mi lasciai cadere sul divano vicino a lei. Lei mi lanciò una moderata occhiata infastidita, ma non si allontanò. La presi come una vittoria.

Per un po’ di tempo rimanemmo così, lei che non alzava gli occhi dal suo libro di Babbanologia e che mi ignorava, io che scarabocchiavo su una pergamena di brutta.

"Mi sto annoiando." Le dissi a un certo punto.

"Allora vai a fare qualcosa." Mi guardò.

"Qualcosa come…?" Le chiesi.

Lei fece spallucce e immerse il suo dannatamente impossibile naso carino nel suo libro.

I suoi capelli scompigliati erano ammucchiati sulla sua testa come fossero viticci rosso fuoco. Arricciai una ciocca dei suoi capelli sul mio dito inconsciamente, e lei mi guardò ancora. Poi lanciò il suo libro e saltò su di me.

Risi, e avvicinai il suo viso al mio in modo che le nostre labbra si toccassero; lei afferrò i miei capelli e premette il suo corpo contro il mio. Era mezza seduta sul mio grembo con le gambe aperte e le ginocchia appoggiate una a sinistra e una a destra del mio corpo. Le baciai il collo e lei mi sfilò la maglia dalla testa. Afferrai il bordo della sua maglia e la tirai su fino al suo stomaco; sorrisi compiaciuto poi quando ricevetti un sussulto in risposta.

Rose si sdraiò su di me con le unghie che grattavano sul retro del mio collo. Avrebbero lasciato un segno, ma me ne sarei preoccupato in seguito. La feci appoggiare con la schiena al divano e lei mi sorrise flirtando, prima di spingere la mia faccia ancora contro la sua. Dei suoi occhiali, come della mia cintura, ce ne eravamo già sbarazzati. Le sfilai i pantaloncini e lei lasciò che venissero lanciati attraverso la stanza.

Sentii troppo tardi il buco del ritratto che si apriva, e saltai giù dal divano cercando di localizzare la mia maglia quando Al disse, "Ciao a tutti…"

Rose era seduta sul divano con i capelli in disordine, solo con la sua maglietta e l’intimo. Io avevo solo i jeans e tenevo in mano la mia maglia con una faccia che penso fosse veramente rossa. Al si girò e uscì dalla stanza. Indossai la mia maglia il più velocemente possibile e lo inseguii.

"Al!" Lo chiamai, mentre lui si allontanava velocemente con delle falcate. All’improvviso si girò così velocemente che quasi gli sbattei contro.

"Pensavo che voi due vi odiaste." Dichiarò, con le braccia incrociate al petto e un’espressione illeggibile in viso.

"Infatti." Risposi, né mentendo né dicendo la verità.

"Allora che cazzo era quello, amico?" Domandò, mezzo sorridendo adesso.

Non risposi, e lui scosse soltanto la testa con finta - o possibilmente reale - disapprovazione. Guardò i miei piedi e mi sentii arrossire di nuovo.

"Se le fai del male ti uccido, migliore amico o no." Disse seriamente.

"Non è come se stessimo uscendo," Sputai fuori quella parola come se fosse un veleno, "o qualcosa del genere."

"O qualcosa del genere." Ripetè lui, e rise. "Comunque, se lo fai sei morto."

"Dovresti dirlo a lei invece che a me." Ribattei io, e lui ridacchiò.

"Lei? Farti del male? Odio rovinarti la vita con questa rivelazione, ma sei tu il rubacuori qui." Disse e mi guardò negli occhi.

Feci un finto broncio e lui rise soltanto. Mi colpì una spalla e disse, "Ci vediamo dopo, è troppo strano parlare al mio migliore amico quando la cerniera dei suoi pantaloni non è tirata su."

Mi sistemai velocemente i pantaloni, diventando di un rosso veramente scuro. Al ridacchiò di nuovo e scomparve.

Tornai nella Sala Comune e trovai Rose seduta sul divano. I suoi pantaloncini erano di nuovo al loro posto, ma la sua maglia non era ancora ben sistemata. Aveva il naso immerso nel suo libro e, nonostante avesse gli occhiali perfettamente appoggiati sul naso, in qualche modo non si era accorta che il libro era al contrario. Sorridendo affettatamente, mi sedetti vicino a lei. Lei non mi guardò neanche per un secondo, ma vidi le sue orecchie tingersi di rosa.

Le spostai un’altra ciocca di capelli rosso fuoco dal viso e la spinsi ancora contro di me. Lei lanciò via il suo libro e si mise a cavalcioni su di me.

Avrei potuto davvero abituarmi a dividere questa Sala Comune.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


NdT Eldur - Dopo il mio sondaggio ho deciso di pubblicare quest'ultimo capitolo. Grazie a chi ha espresso la sua opinione, sono contenta che ci siano così tante persone a cui piace questa storia.
Il capitolo avviso lo lascio come ottavo capitolo, cosicché se qualcuno ancora non aveva letto, capisce perchè non aggiorno.
All'autrice avevo già mandato un messaggio quasi una settimana fa in cui le traducevo le vostre recensioni, ma ancora non mi ha risposto. Penso, quindi, che non sia ancora entrata sul suo profilo. Quando mi risponderà ve lo farò sapere, perchè sicuramente mi darà le informazioni che ci servono della sua storia.
Non vi faccio aspettare ancora e vi lascio a questo stupendo capitolo con questi stupendi due piccioncini <3 Spero aggiornerò presto, e voi, mi raccomando, non perdete la speranza e aspettate con me :3
Buona lettura!



Capitolo 7

Rose Weasley

Non era come se mi piacesse Scorpius o qualcosa del genere. Merlino, no. Era solo così dannatamente eccitante che non poteva aiutarmi.

"Allora, com’è andata a Pozioni?" Mi chiese lui mentre mi sfilava la maglia da sopra la testa.

"Bene." Alzai le spalle, slacciando la fibbia della sua cintura. "Com’è andata a Babbanologia?"

"B-benissimo." Rispose, sussultando quando abbassai la testa e gli baciai la pancia. Sorrisi malignamente in risposta e lui ghignò.

Scorpius mi fece avvicinare a lui afferrando un pugno dei miei capelli. Potevamo o non potevamo essere in un armadio delle scope al settimo piano…

Okay, c’eravamo.

Mi alzai sulle punte per baciarlo. Lui mi spinse contro di lui, stavolta con le mani sul mio sedere. Questa poteva o non poteva essere una cosa regolare…

Okay, lo era.


Scorpius Malfoy

Uscii dal ripostiglio delle scope per primo, raddrizzando la mia cravatta mentre camminavo per il corridoio. Guardai dietro di me e vidi Rose andare nella direzione opposta alla mia intanto che si sistemava la gonna al posto giusto. Avanzai a grandi passi nell’aula di Incantesimi con la mia borsa appoggiata alla spalla. Mi lisciai i capelli prima di sedermi accanto a Al.

Vitious non notò neanche che ero in ritardo di dieci minuti. Al però sì, e mi lanciò un’occhiata con la coda dell’occhio, scuotendo la sua testa nera. "Dov’eri?" Mi chiese, cercando di far Evanescere il calice d’acqua che aveva davanti. Alla fine si arrese, visto che non ci riusciva, e versò il liquido a terra quando il professore non guardava. "Bel lavoro, Albus!" Vitious guardò il nostro tavolo solo per un momento.

Ridacchiai, e Al tornò a guardarmi. "Beh?"

Alzai le spalle, "In bagno."

"Stronzate." Rispose Al, cercando di appiattire i suoi capelli disordinati quando Georgiana Goyle della nostra Casa lo guardò. Lui sorrise maliziosamente e lei arrossì e gli diede le spalle.

"Ero in bagno." Protestai, scarabocchiando su un pezzetto di pergamena.

Lui scosse la testa in segno di disapprovazione, "Certo." Mormorò sarcasticamente.

Sorrisi, e mi guardai le mani senza rispondere.

"Eri con Rose, non è vero?" Mi chiese lui sottovoce.

La mia faccia si scaldò e scossi la testa, "Perchè lo pensi?"

"Perchè la tua cravatta non è bene a posto e la tua camicia è mezza fuori dai tuoi pantaloni." Rispose, tamburellando il bicchiere davanti a noi con la bacchetta fino a che non si illuminò di colori diversi.

Mi sistemai comunque nei pantaloni la camicia, ma poi ripetei, "Come ho detto, ero in bagno."

"Cazzo, stai zitto, Scorp." Mi consigliò.

Sogghignando, mi girai verso di lui con un sorriso in faccia.

Lui mi colpì forte la spalla, e dalla bocca mi uscii un guaito ben poco virile. "Che cazzo fai?" Sussurrai a denti stretti, cercando di non urlare.

"Non ghignare, non dopo che sei stato con mia cugina a…" Disse disgustato, e cercai di aggrottare le sopracciglia. Lui mi colpì di nuovo.

"Testa di cazzo." Mormorai, e lui mi fece la linguaccia.

Rimanemmo seduti in silenzio per un momento; avrei potuto dire che Al stava aspettando di colpirmi ancora una volta, così rimasi zitto.

"Scusa." Farfugliai alla fine, e lui sbuffò.

"Non ti scusare." Disse. "Non c’è niente per cui scusarsi. Solo… non mi piace il pensiero di te e Rose che…" Si interruppe, rabbrividendo. Decisi di non dirgli niente della festa dell’anno scorso.

Mi diede un pugno ancora una volta, "Sto fermo adesso." Disse.

Mi sfregai la spalla con un finto broncio. "Mi aspetto un fantastico regalo di Natale dopo che hai abusato di me così." Informai Al.

Lui ruotò gli occhi.

"Se proprio sei così curioso, il mio colore preferito è il blu." Al tornò a guardarmi come se fossi pazzo. Gli feci spallucce e alzai un sopracciglio. Lui rise e disse, "Ne prenderò nota."

Annuii, e sedemmo in silenzio per il resto della lezione; io con un braccio pieno di lividi e Al con un sorriso in faccia.


Rose Weasley

A cena Scorpius mi guardò dal tavolo dei Serpeverde, cercando di incrociare il mio sguardo. Al continuava a dargli gomitate e a guardarlo male. Scorpius gli sussurrò qualcosa e Al diventò pallido. Nascose la testa tra le braccia sul tavolo, scuotendo la testa. Avrei potuto dire dall’espressione sulla faccia di Malfoy che Albus gli aveva appena tirato un calcio sotto il tavolo. Poi Scorpius mi sorrise, mi fece il pollice in su e indicò Al.

Ridacchiai e continuai a mangiare. Dom mi lanciò un’occhiata divertita, poi guardò il tavolo dei Serpeverde e tornò a me. Non disse niente, ma solitamente quando faceva così avrei dovuto preoccuparmi.

“Cosa c’è?"Le chiesi dopo un minuto.

Lei scosse la testa, "Niente."

La guardai di traverso. Lily si sedette proprio in quel momento al tavolo, davanti a noi, posando la sua borsetta sulla panca vicino a lei. "Hei." Cinguettò.

"Ciao." Dom e io farfugliammo nello stesso momento, finendo il dolce.

"Beh, non sembrate molto contente." Alzò gli occhi al cielo, dando un aggraziato morso alla sua cena.

Non rispondemmo, e lei sospirò a bassa voce, "Come sono andate le lezioni?" Chiese.

"Bene." Alzai le spalle.

Lily si controllò le unghie, prima di dare un colpo leggiadro della mano ai suoi capelli rosso vino sulla spalla, "Com’è l’amante?" Le sue sopracciglia si alzarono mentre guardava il tavolo dei Serpeverde e poi di nuovo me. Il suo tono era sarcastico, e il suo sorriso malizioso.

"Fantastico." Mormorai sarcasticamente. Anche se lo era davvero. Ma lei non avrebbe dovuto saperlo.

Lily rise, “Lo sai che scherzo con te. E poi, comunque, Malfoy non sarebbe mai interessato a una come te."

La mia faccia si scaldò, e serrai i pugni sotto il tavolo.

"Perchè no?" Chiesi dolcemente.

"Non è che non sei carina o qualcosa del genere, voglio dire, sei totalmente adorabile.” Mi disse, "Ma tu non sei proprio il suo tipo." Mi informò, come se fosse una verità innegabile.

"Il suo tipo?" Le domandai.

"Già." Continuò, "Lui non è interessato alle ragazze studiose e intelligenti, Rose. Hai mai visto per caso Scorpius che si scopava Dom? No, giusto?"

Dom alzò pericolosamente le sopracciglia, "Studiose?"

"Sì, voi ragazze siete intelligenti e fredde. Lui non è interessato a queste caratteristiche." Disse.

"Lui non è interessato neanche a te." Le dissi, sapendo che Scorpius realmente pensava fosse fastidiosa e ossessiva.

Lei ruotò gli occhi, "Certo che lo è. Ho legato con lui l’anno scorso."

"Buon per te." Risposi monocolore, "L’ha fatto praticamente con tutte le altre ragazze della scuola."

Dom ridacchiò di fianco a me, e non smise quando Lily la guardò male.

"Comunque, sto soltanto giocando con te, Rose." Mi sorrise dolcemente.

"Lo so." Le sorrisi anche io, e resistetti all’impulso di farle del male.

Se solo avesse saputo quanto Scorpius era realmente interessato alle ragazze studiose.



NdA - Qualcuno ha individuato il testo della canzone Secondhand Serenade nel capitolo? La stavo ascoltando mentre scrivevo, e così ho finito questo capitolo. Per favore, recensite! xoxo

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