Snowflakes and Fireplace

di sakuraelisa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1 ***
Capitolo 2: *** Day 2 ***



Capitolo 1
*** Day 1 ***


Titolo: Snowflakes and Fireplace
Personaggi: Wes, David, Jenny, Blaine e Kurt 
Genere: romantico
Prompt:Il calore del camino
Rating: verde
Avvertimenti: nessuno
Note: queste storie sono collegate l’una all’altra da un particolare che noterete leggendole in successione. Inizia tutto con il 1 dicembre per arrivare alla vigilia di Natale. Ovviamente, ho scelto sette date a salti;  spero che vi piaccia e di non andare troppo nell’ooc.

 


*****


Quel primo dicembre era arrivato anche troppo presto quell’anno, portando con sé quel manto bianco che ricopriva ogni cosa, con fiocchi di neve che cadevano inesorabili tracciando nell’aria quella striscia immaginaria che andava sempre più giù.
Wes osservava dalla finestra della sua camera quello scenario invernale che portava alla sua mente ricordi passati e si perse ancora una volta prima che un rumore lo distraesse.
Si accorse che qualcuno stava bussando alla sua porta e lasciò la sua postazione, raggiungendo l’ingresso. Quando aprì la porta si ritrovò di fronte una persona che di certo non si aspettava di vedere, o almeno, non così presto.

“Jenny, come mai qua?” domandò incredulo alla sua fidanzata.

Lei se ne stava tranquilla, di fronte a lui, con le mani appoggiate ai lati dei suoi fianchi.  Mostrava un viso accigliato e occhi penetranti.

“Pensavi che me ne fossi dimenticata? Wes, siamo ancora fidanzati se non mi sbaglio, e mi ricordo bene che giorno è oggi.”

“Entra.” le disse, facendole un cenno con la mano.

Jenny oltrepassò la soglia ed entrò nella sua camera; raggiunse la scrivania e osservò la foto che Wes teneva poggiata in una cornice d’argento: lo ritraeva quando era bambino in compagnia di una persona che ormai non c’era più… suo nonno.
Si voltò verso di lui e cercò di sorridergli, anche se aveva voglia di non farlo. Dopotutto, l’amore a volte ci rende stupidi. Si avvicinò a lui e gli porse la mano, che strinse dopo aver ricambiato il sorriso.

“Grazie per essere venuta.”

“Tesoro, ti conosco, e so che cosa provi in questo giorno. Ti manca molto, vero?”

“Ogni anno diventa sempre più difficile.” Le rispose lui.

Jenny notò che il suo tono di voce era diventato ancora più malinconico e portò una mano sulla sua guancia, accarezzandolo dolcemente.

“Potremo ricordarlo.”

“Come?”

“C’è un camino in questa scuola?”

“Sì, nella Sala Comune. Perché?”

“Tempo fa, mi hai raccontato che tu e tuo nonno passavate molte giornate d’inverno di fronte al camino a raccontarvi la vostra giornata… potremo farlo insieme, ti va?”

“Sarebbe bellissimo.” le rispose lui, finalmente con un sorriso reale dipinto in volto.

Lasciò la sua mano e prese dalla sedia la giacca che vi era poggiata.

“Dopotutto sono sempre un Presidente del Consiglio.”

Una volta datosi un’ultima occhiata allo specchio, riprese la mano della sua fidanzata ed insieme uscirono dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Mentre si incamminavano verso la sala comune, Wes si perse ancora una volta  guardando la persona meravigliosa che stava camminando al suo fianco. Lui e Jenny si conoscevano da quando erano bambini, erano stati amici, in seguito erano diventati confidenti e un giorno di due anni prima si erano scoperti innamorati l’uno dell’altra.
Quando arrivarono alla Sala Comune, individuò subito il gruppo dei suoi amici seduti al tavolo a chiacchierare e notò che, seduti di fronte al cammino, c’erano Kurt e Blaine teneramente abbracciati, David seduto su una delle poltrone e Thad e Jeff che giocavano a carte sul tavolo.
Era la prima volta che Jenny metteva piede alla Dalton e lui non aveva mai osato farla entrare in mezzo a quella banda di pazzi, evitando di coinvolgerla nel suo secondo mondo. Ma adesso era di fianco a lui e i ragazzi, essendosi accorti della loro presenza, si erano voltati ed in quel momento li stavano osservando curiosi.

“Wes!” esordì David, che si alzò dalla sua sedia e li raggiunse.

Si avvicinò di più alla ragazza che lo guardava curiosa e lui le sorrise.

“Io sono David e tu… devi essere Jennifer, giusto?”

“Veramente sono Jenny.” rispose lei, prontamente, sembrando quasi seccata.

Wes immediatamente cercò di calmarla e di risolvere la situazione.

“Tesoro, sicuramente David si è sbagliato… anche perché non conosco nessuna Jennifer, ma solo una Jenny. E sei tu.”

Lei si voltò verso di lui, sollevò la sua mano destra e gli diede un piccolo colpo dietro alla nuca.

“Ahia, mi hai fatto male!” disse lui, toccandosi il punto in questione.

“Ti sta bene.” rispose lei.

Jenny lasciò la sua mano e si diresse verso gli altri soli. Era meglio presentarsi da sola senza lasciare il compito ad altre persone, evitando così che la scambiassero per qualcun’altra.

“Complimenti David, davvero.”

“Scusami davvero Wes, è che mi ricordavo che si chiamasse Jennifer!”

“Lascia perdere,” gli disse lui, cercando di far cadere il discorso, ma David lo conosceva bene, erano migliori amici da anni e sapeva
riconoscere quando non era di buon umore.

“Oggi sono dieci anni che è morto tuo nonno.”

“Già… vedo che mi conosci bene.”

“Siamo migliori amici, Wes. Ti conosco… lei è venuta per questo?”

“Sì… ha pensato che forse potrei fare con voi quello che facevo con lui.”

“Di fronte al camino?”

“Di fronte al camino.” rispose lui, girandosi verso di lui e mostrandogli un lieve sorriso.

Jenny raggiunse gli altri e si presentò ad uno ad uno. Dopo aver conosciuto Jeff e Thad si fermò un istante.
Era la prima volta che vedeva due ragazzi in atteggiamenti così intimi. Frequentando un collegio cattolico non aveva mai la possibilità di uscire e conoscere persone nuove, e le volte che usciva per vedere Wes non c’era mai occasione per parlare di queste. Per questo, quando lui le aveva parlato di Kurt e Blaine, lei si era fatta tanti scenari diversi in testa,  ma vederli dal vivo era un’altra cosa.
Erano teneramente abbracciati, Kurt con la testa poggiata sulla spalla di Blaine e le loro mani intrecciate. Era una cosa bellissima da vedere per lei, era sempre stata convinta che l’amore tra un uomo e una donna fosse quello più vero e reale… quanto si era sbagliata.
Fece un passo e si avvicinò lentamente a loro e quando fu abbastanza vicino si presentò.

“Io sono Jenny.” disse loro gentilmente.

Kurt si voltò verso di lei e le sorrise, sciolse l’intreccio che lo legava al suo fidanzato e si alzò in piedi per presentarsi meglio.

“Io sono Kurt, tu devi essere la fidanzata di Wes, vero?” le chiese porgendole la mano che lei accettò.

“Sì, sono io… sei davvero bello, sai?” le disse lei accennando un sorriso più luminoso.

Quello di Kurt si accese subito e in un istante arrossì.

“Sei molto gentile!”

“Anche tu.” rispose lei dolcemente

Blaine, che si era sollevato subito, si presentò a sua volta.

“Come mai sei venuta a trovarci?” Le domandò.

“Beh… oggi è un giorno importante per Wes e siamo venuti qua perché c’è un camino.” Rispose, indicandolo con la mano.

“E… a me e a Wes farebbe piacere se partecipaste.” continuò

“Partecipare a cosa?” Domandò Kurt, interessato alla sua proposta.

“Ai miei ricordi, ragazzi.” rispose Wes, che nel frattempo si era avvicinato e aveva preso la mano della sua fidanzata nella sua.

“Oggi è un giorno importante, sono dieci anni che mio nonno mi ha lasciato e… ero solito fare una cosa con lui quando ero piccolo.”

“Cioè?” Chiese Jeff dietro di lui.

“Stare tutti seduti di fronte al camino a raccontarci la nostra giornata.”

Tutti i presenti annuirono alla sua proposta e in poco tempo Kurt e Blaine si risedettero nel loro posto, David riprese la sua poltrona, Jeff e Thad ripresero la loro partita a carte e lui e Jenny trovarono posto sul divano di fronte al camino.
Lei si abbandonò alle sue braccia e lui la strinse forte, la guardò e pensò che era molto fortunato ad averla nella sua vita. Pensò la stessa cosa guardando i suoi amici; suo nonno sarebbe stato felice di saperlo così amato e ben voluto da tutti.
Ed è così che iniziò a raccontare la sua infanzia passata con il suo primo eroe, che lo aveva cresciuto e gli aveva insegnato ad essere una brava persona, ad amare sempre il prossimo e a rispettarlo. Guardando quel camino e osservando attentamente quella fiamma gialla, si ricordò di un piccolo fatto avvenuto tanto tempo fa.
 

“Lui e suo nonno erano andati ad una fiera del castagno non molto distante dalla sua abitazione invernale ed insieme avevano passato ore meravigliose. Wes aveva appena otto anni, era un bambino vivace, ma anche molto tranquillo, giudizioso e intelligente e durante la loro passeggiata avevano visto in lontananza due ragazzi che si tenevano per mano. Era rimasto molto colpito da quel loro tenero gesto; era la prima volta che vedeva una cosa simile, subito si voltò verso suo nonno e gli domandò perché si tenessero per mano. La sua risposta fu la più bella che mai ricordò di aver sentito da lui: semplice piccolo, sono innamorati, l’amore è questo. Non ci sono differenze.”

 
Con orgoglio, Wes ripensò a quelle parole osservando le mani intrecciate di Kurt e Blaine. Era proprio vero: stare di fronte ad un camino con le persone amate era la cosa più bella che si potesse fare in un giorno d’inverno.

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Capitolo 2
*** Day 2 ***


Titolo: Snowflakes and Fireplace
Personaggi: Trent, Blaine e Kurt 
Genere: romantico
Prompt:Cioccolata in tazza.
Rating: verde
Avvertimenti: nessuno
Note: queste storie sono collegate l’una all’altra da un particolare che noterete leggendole in successione. Inizia tutto con il 1 dicembre per arrivare alla vigilia di Natale. Ovviamente, ho scelto nove date a salti;  spero che vi piaccia e di non andare troppo nell’ooc.

 
 

*****


“sai Trent, è facile fare i biscotti, basta impastare questi tre ingredienti e il gioco e fatto e poi i biscotti alla cannella oltre ad essere i miei preferiti sono buonissimi e io amo cucinarli solo a te, che sei il mio adorato nipote ”
 
È strano come un normale impasto fatto di latte, farina e uova possa portare alla mente antichi ricordi, piccoli frammenti della nostra infanzia, venuti alla luce solo muovendo un cucchiaio in modo circolare cercando di non far formare i grumi nella crema. È quello che stava pensando Trent in quel momento, mentre continuava a mescolare quel fluido bianco che gli ricordava tanto i pomeriggi passati con sua nonna, quando aveva appena dieci anni.
Alzò lo sguardo e vide il giorno segnato sul calendario, quel sette dicembre colorato di rosso che gli faceva rammentare che erano già passati cinque anni da quando lei aveva deciso di non parlargli più.
Ancora non capiva perché, solo perché aveva idee diverse dalle sue, solo perché sapeva pensare con la sua testa, lui non faceva nulla di male, solo non credeva, non era religioso e questo per sua nonna era una grave mancanza, lei che era sempre stata così antiquata e ferma nelle sue idee. Anche se pensandoci bene faceva dei buonissimi biscotti alla cannella.
Stava ancora mescolando l’impasto quando la porta della cucina della Dalton si aprì rivelando uno dei suoi amici, forse l’unico, che sapeva in realtà che un dolce non lo si metteva solo in bocca ma che lo si doveva anche preparare prima.
 
“Hey, cosa ci fai qua così presto?” gli disse Kurt.
 
“Oh ciao Kurt … ma nulla preparo dei biscotti” gli rispose indicando la ciotola dove c’era l’impasto.
 
“… e tu come mai qua?” gli domandò continuando.
 
“Sono venuto a preparare la colazione per me e Blaine” rispose arrossendo lievemente.
 
“Capisco” disse Trent sorridendo.

“Posso approfittare delle tue uova per fare i miei pancakes?” gli chiese Kurt avvicinandosi a lui.
 
“Certo che puoi”
 
Kurt si avvicinò al frigo e prese del latte e del burro, poggiandoli sul tavolo proprio vicino alle uova che Trent gli stava prestando.
Quando arrivò vicino a lui e si mise a preparare l’impasto in una seconda ciotola si accorse del muso lungo e triste del suo amico.
 
“Sei sicuro di stare bene?” gli domandò iniziando a preoccuparsi per lui.
 
Trent era sempre stato un bravo ragazzo, uno molto allegro e alla mano, era sempre stato gentile con lui e da quando stava con Blaine, gli aiutava spesso quando volevano stare soli, come ad esempio: allontanando i vari curiosi o semplicemente aprendo loro il cancello di nascosto dell’ingresso per farli uscire, era davvero un ragazzo cordiale e disponibile.
 
“Penso proprio di no Kurt” rispose lui tristemente.
 
“Ti va di raccontarmelo?” gli chiese.
 
“Non voglio rattristarti”
 
“Trent non dire stupidaggini”
 
Kurt prese le sue mani e le lavò dall’impasto, le pulì con uno strofinaccio posato sulla tavola e lo trascinò con sé, lo fece sedere sulla sedia posta lì vicino.
 
“Sai adesso che facciamo? Ti preparo una bella cioccolata calda e mi racconti tutto”
 
“Ma Kurt non è necessario che tu ti preoccupi per me e … poi Blaine ti starà sicuramente aspettando nella vostra camera”
 
“Oh Blaine aspetterà” gli rispose lui facendo un cenno con la mano.
 
“Sei sicuro?”
 
“Certo che si e adesso aspettami qua”
 
Trent annuì e lui lo lasciò, raggiunse la credenza, prese un barattolo che conteneva del cacao in polvere, e una ciotola dal mobile affianco. Dal cassetto prese un cucchiaio e poi depose tutto sul tavolo.
Mise il cacao nell’utensile e aggiunse il latte e quando ogni grumo era stato tolto, iniziò a mescolare, quando il liquido marroncino fu pronto, spostò tutto sul fornello che accese con un fiammifero e iniziò a preparare la sua cioccolata.
Non passarono molti minuti ma Trent lo sentiva canticchiare mentre muoveva il mestolo e sentì che forse sfogarsi con lui gli avrebbe fatto certamente bene.
Quando Kurt terminò e si accorse che la cioccolata era pronta, spense il fornello e prese dal mobile due tazze, delicatamente e con attenzione versò al loro interno il liquido scuro e poi appoggiò tutto sul lavello, lavò tutto, dopodiché si asciugò le mani,  e poi finalmente raggiunse il suo amico con due tazze fumanti di cioccolata calda.
Si avvicinò a lui e gli passò la tazza, e si sedette nella sedia vicino alla sua.
 
“Allora su racconta?”
 
“Non è così grave sai?”
 
“Trent lo è se ti fa sembrare così triste e tu non sei mai triste” gli rispose Kurt.
 
“Oggi è il sette dicembre”
 
“E’ un giorno importante per te?” gli domandò.
 
“Sono cinque anni che mia nonna non mi parla” gli rispose Trent pronunciando quelle parole con un tono anche troppo angosciante per la situazione.
 
“Come mai? Se posso chiedere”
 
“Lei è molto religiosa, sai è molto devota alla sua religione” iniziò a spiegargli.
 
“Tutto qua?”
 
“Non capisci? Lei appena ha saputo che io ero ateo ha smesso di parlarmi e io … ci sto male Kurt molto male” gli rispose abbassando il viso e puntando gli occhi sulla sua cioccolata.
 
“Hai provato a parlare con lei, a cercare di spiegarle le tue motivazioni?” gli domandò portando una mano sulla sua.
 
“Non mi vuole parlare, non lo ha mai voluto Kurt e oggi mi sono ricordato tutto, dopo che per mesi non ci avevo più pensato” gli disse stringendogli a sua volta la mano.
 
“Come mai ci hai pensato?”
 
“Stavo cucinando o per meglio dire preparando dei biscotti alla cannella e sai … sono i suoi preferiti”
 
“Anche io li amo molto, mi piace il sapore che lasciano in bocca dopo che hai dato il primo morso” disse Kurt con uno sguardo quasi sognante
 
“Hai ragione, sono davvero buonissimi”

Trent per la prima volta quel giorno fece un piccolo sorriso, Kurt pensò che era quello il Trent che trovava adorabile, quell’amico che lo aveva sempre aiutato e che lo ascoltava sempre, gli piaceva vederlo sorridere.
 
“Sai che potremo fare?” propose contento, cercando in qualche modo di trasmettergli il suo buon umore.
 
“No, cosa potremo fare?”
 
“Finire di preparare i tuoi biscotti, poi fare un bel pacchetto, e spedirli a tua nonna, magari con un bel biglietto”
 
“Ma Kurt…”
 
“Lo so che pensi, che non li accetti e che li butti via, ma io invece sono sicuro che le farà piacere sapere che nonostante il tempo tu pensi ancora a lei”
 
“Lo pensi davvero?”
 
“Si Trent”
 
Lui sorrise e accettò la sua proposta, finirono di bere la loro cioccolata e insieme prepararono una bella quantità di biscotti, che bastavano anche per  i loro amici, Kurt ne conservò un paio anche per lui e Blaine, e poi aiutò il suo amico a fare il pacchetto che avrebbe spedito a sua nonna.
Dopo aver finito di prepararli ed aver ripulito tutto, lasciarono la cucina, Trent si diresse alla segreteria dove avrebbe lasciato il pacchetto per farlo spedire e Kurt si diresse nella sua stanza.
Quando entrò, si accorse che Blaine lo stava aspettando, seduto alla loro scrivania mentre stava finendo di fare i loro compiti, si avvicinò a lui senza farsi accorgere e posò davanti ai suoi occhi il vassoio con i biscotti.
 
“Sono per me?” gli domandò osservando i dolci.
 
“Sai sono talmente innamorato di te” gli rispose abbassandosi leggermente e appoggiando le sue labbra sulla sua guancia.
 
“Penso di amarti anche io anzi non lo penso … io lo so” disse Blaine.
 
Kurt lo abbracciò portando le sue braccia intorno al suo collo e lasciando che Blaine gli permettesse di coccolarlo ancora un po’ prima che le lezioni iniziassero.
Nell’altra ala adiacente alla loro camera, Trent era seduto sul suo letto nella sua camera con il telefono appoggiato all’orecchio aspettando che la persona da lui chiamata rispondesse, anche se lui non ci sperava tanto.
 
“Pronto”
 
“Nonna sono io …”
 
“…Trent, sei tu?”
 
“Si nonna sono io, come stai?”
 
“Io sto bene e … è bello sentire di nuovo la tua voce”
 
“Anche per me”   

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