Volami nel cuore

di Diiiva
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il loro profumo ***
Capitolo 2: *** Ci sono io qua ***



Capitolo 1
*** Il loro profumo ***


Il loro profumo


Ciao a tutte ragazze, premetto che questa è la mia prima Minkey, è davvero una prova per me pubblicarla ma anche scriverla. La mia OTP preferita è la Jongkey quindi non so se sarò capace di continuarla, siate buone. Ringrazio Asia per avermi convinta a pubblicarla, grazie adoratin... Buona lettura a tutte, chu.




"Minho stagli vicino." sussurrò il ragazzo più basso di lui sorseggiando un thè.

Annuì tristemente e si diresse verso la camera di Kibum.
Minho senza bussare aprì la porta, pur essendo buio riuscì ad intravedere Key raggomitolato sotto
le coperte. Sentiva i suoi singhiozzi e quel silenzio rimpirsi dei suoi sospiri caldi.

Scosse la testa, non poteva credere che i suoi due migliori amici, coinquilini, si trovassero in quella situazione.
Erano sempre stati una coppia perfetta agli occhi di tutti.
Erano quelli che gli regalavano sorrisi immensi per la loro estrema dolcezza... sorrisi forse più grandi dei loro stessi, perchè
vederli era davvero una gioia, una carezza per il cuore.


Chi avrebbe creduto ad una palla del genere? Jonghyun ha tradito Kibum, tutti si sarebbero messi a ridere.
Se solo il biondo non li avesse beccati a scopare nella stanza che condividevano da più di un anno.


Rimase per un po' sullo stipite della porta, vi si appoggiò amareggiato.
Jonghyun gli passò vicino e lo spinse dentro facendolo inciampare.
Minho chiuse la porta dietro di lui e sospirò...
Kibum singhiozzava ancora, poteva scorgere solo qualche ciuffo biondo
spuntare dalle coperte.
Si sedette sul letto, il biondo era girato di schiena, l'accarezzò piano
e sentì che questi stava tremando.
Si spostò violentemente, quasi come volesse scrollarsi ogni gesto dolce da dosso.
Ma infondo Minho conosceva Kibum, a lui non piaceva molto avere contatto fisico.

"Key, sono Minho..." sussurrò

"Lo so, lasciami in pace Minho, se mi vuoi davvero bene.." disse con la voce a tratti spezzata dai singhiozzi.

Il moro insistette, l'abbracciò da sopra alle coperte ma l'altro fece per dargli una piccola gomitata.
Quel gesto non gli fece affatto piacere, non voleva essere abbracciato ne compatito da nessuno, neanche dal suo migliore amico.
Si dava colpe che non aveva.
Il sogno della sua vita era sempre stato fare l'amore con la persona giusta al momento giusto e dopo un anno Jonghyun non l'aveva capito.
Si ripeteva che doveva andarci a letto insieme e che a quell'ora sarebbe stato ancora fra le sue braccia.
Ma non era così.
Si chiedeva il perchè e tutte le risposte erano sempre a suo sfavore.
Kibum era sempre stato un tipo freddo e distaccato fisicamente, preferiva dimostrare l'affetto con i gesti e con le parole.
Ma con Jonghyun era diverso, era quasi riuscito a raggiungere l'armonia perfetta tra corpo e mente.


Fece per alzarsi, aveva capito che il suo amico aveva bisogno di restare un po' da solo.
Così facendo si fermò un attimo a guardare la foto di loro due che avevano sul comodino in comune.
Erano fantastici, sembrava quella foto stesse andando in mille pezzettini come il cuore di Kibum, nonostante fosse lì intatta.
Gli venne da tirare su con il naso, profumava ancora di loro due. Si, perchè loro due erano speciali insieme, Minho se lo ripeteva ogni giorno.
E in quel momento si chiedeva come sarebbe stato svegliarsi e non vederli ridere e scherzare al tavolo mentre facevano colazione.
Indubbiamente il trasferimento di Jonghyun dai vicini, nonche loro amici d'infanzia (Jinki e Taemin), avrebbe lasciato un grande vuoto.
Ma forse il vuoto più grande da affrontare sarebbe stato non vedere più il sorriso di Kibum risplendere come il primo sole in primavera.


Uscì da quella stanza e vide Jonghyun seduto comodamente sul divano guardare la tv.
Decise di parlargli, voleva aggiustare le cose tra loro due come molte volte aveva fatto, ma quella volta era diverso.

"Jong?" fece per richiamare la sua attenzione, ma il più grande era impegnato a fare zapping e rispose solo con un suono nasale.


"Perchè non cerchi di spiegare a Kibum che è stato un errore?" voleva sapere, voleva andare fino in fondo a questa storia.

"Non c'è ne bisogno, Minho le cose non andavano più bene. Avevo bisogno di più calore fisico e Kibum non me lo dava."

"Cosa intendi scusa? Eravate sempre appiccicati, sai Key com'è fatto per certe cose."

"Lo sentivo freddo, non puoi capire. L'ho fatto per lui."


Minho non riusciva a capire le parole dell'altro, ma decise di non sforzarsi.
Anche se era il suo amico, gliele aveva contate per bene, doveva capire lo sbaglio che aveva fatto.
Il giorno prima quella casa era un caos, lui e Key erano tornati da provino e quando il biondo aprì la porta della stanza l'unica cosa che il moro sentì
furono le sue urla isteriche tra i singhiozzi. Key tremava e Minho cercò di portarlo via da lì, ma lui lo respinse con una gomitata.
I piatti che aveva lanciato Kibum contro Jonghyun, oltre alle urla, si erano andati a schiantare tutti contro i muri.
Minho al centro stanza cercava di dividerli, dopo che Kibum aveva preso per i capelli la moretta che il suo "fidanzato" si stava
scopando nella loro camera. Jonghyun non si difendeva, si limitava a schivarli. Schivava tutto di Key: offese, oggetti e sentimenti.
Quando il biondo urlò quella frase "Mi fai schifo!" tra le lacrime, decise di abbracciarlo e portarselo fuori.
Ma non riuscì a carlmarlo, solo singhiozzi e colpi di tosse si avvertivano in quel cortile.
Ora il silenzio regnava in quella casa, Minho aveva ripulito tutto ma non i pezzi del cuore di Kibum... quelli si erano frantumati al suolo e nessuno
li aveva ancora raccolti, troppo fragili.

La giornata passò in un modo strano fra frasi non detto e zapping col telecomando, poi il più grande si alzò infilò il giubbino di pelle ed uscì.
Il moro più alto decise di preparare la cena, anche se aveva lo stomaco completamente chiuso, voleva rendersi utlile ma non ci riusciva.
Un ramen delizioso, avrebbe potuto provare almeno. Voleva convincere Kibum a mangiare un po'.
Preparò la pietanza con tanto amore, indubbiamente il cuoco della casa era Key ma a volte anche a lui piaceva provare.
Quando Key cucinava dirigeva la cucina come un direttore d'orchestra ed era così buffo, lui cucinava e agli altri due
solo il compito di aprire le scatole o gigare il sugo e quando sbagliavano lui urlava "NOOOOO, NON COSì!"
Fino a pochi giorni prima in quella casa recava l'allegria ora invece l'unico rumore che si poteva udire dalla cucina era la
voce della tv come sottofondo.
La porta della camera di Key non si era aperta nemmeno una volta in quella giornata, probabilmente si era addormentanto.
Quando tutto fù pronto, mise il piatto sul vassoio e facendo attenzione a non barcollare glielo portò in camera...

Non era più raggomitolato nelle coperte, stava dormendo ma aveva le guance arrossate e gli occhi gonfi.
Era accucciato sul lato e respirava profondamente, sembrava un cucciolo.
Posò il vassoio, con il piatto sù, e lo scosse piano sussurrando il suo nome.
Mugugnò qualcosa, a lui non comprensibile, e si girò dall'altro lato.
Cominciò a chiamarlo ad alta voce quando finalmente iniziò a strofinarsi gli occhi.

"Era ora, buongiorno!" esclamò allegramente Minho...

"C-che... ore sono?" domandò l'altro sbadigliando...

"Le otto e mezza, mangia ti ho preparato il ramen... a te piace tanto!"

Riniziò a piangere non appena sentì la porta di casa aprirsi e chiudersi.
Jonghyun era rientrato.


 

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Capitolo 2
*** Ci sono io qua ***



 

Ci sono io qua



Ciao a tutte ragazze, sono qua. Alcune mi hanno chiesto di continuare ed io l'ho fatto ... Scusate per il ritardo. Grazie a tutte voi che l'avete letta, recensita messa tra le preferite e altro. Un bacio



Le lacrime di Key bagnavano il petto del moro.

L'aveva stretto ma lui si era ribellato, poi si era abbandonato alle sue braccia soffocando i singhiozzi.

Quel silenzio non era dolce e tranquillo, c'era tensione nell'aria.

Sentì Jonghyun sbattere con forza la porta della cucina ed urlare qualcosa di indefinito.

Il suo comportamento non riusciva a comprenderlo, prima lo tradiva poi era arrabbiato ed urlava per casa

Che razza di comportamento era? Avrebbe fatto meglio a starsene zitto in un angolo a vergognarsi delle sue azioni.
 

 

"Calmo, shh" disse accarezzandogli i capelli.

"Mi-Minho" singhiozzò lui nel tentativo di dire qualcosa ma il moro lo cullò e gli accarezzò la testa per tranquillizzarlo.

"Ci sono io qua!" sussurrò.

Sentì il respiro di Key calmarsi piano ad ogni sua carezza e, forse, Minho si sentì un po' meno inutile.
Pian piano il suo viso si asciugò e e si addormentò tra le sue braccia.
Minho non ebbe il coraggio di svegliarlo, aveva paura riniziasse così poggiò la sua schiena al muro e restò lì a cullarlo.
Key era forte, non l'aveva mai visto in quel modo, "un bambino" ecco cosa gli sembrò.
In quel momento gli apparve indifeso, piccolo e sensibile, queste erano le sensazioni che gli suscitava guardandolo mentre poggiato con la testa sul
suo petto stringeva ancora i lembi della sua maglia.
Il suo amico non era in grado di perdonare, lui lo sapeva e forse era questa la cosa che lo spaventava di più.
Non sapeva perdonare quindi non avrebbe potuto dimenticara,  ma lui avrebbe provato ad insegnarglielo.

La porta della stanza si aprì piano, Jonghyun fece capolino con gli occhi gonfi di lacrime e le gote arrossate.
Buttò uno sguardo su Key poi guardò la scrivania dove vi era ancora poggiato il ramen ormai freddo.

"Non ha mangiato?" biascicò tanto piano che Minho a stento lo capì.
Il moro che era seduto sul letto annuì e l'altro scosse la testa amareggiato.
Richiuse la porta della camera e Minho lo sentì urlare ancora. Non poteva muoversi Key era sul suo petto anche se non l'avrebbe fatto ugualmente.
Il suo amico doveva capire, non poteva consolarlo, non quella volta.

Restò a fissare la porta per qualche secondo, sbuffò e si passò una mano tra i capelli.
Si ricordò del discorso che Jonghyun gli aveva accennato quel pomeriggio e non riusciva a trovare una risposta plausibile.
Lui li aveva sempre visti bene insieme, cosa significava "L'ho fatto per lui?"
Cosa aveva fatto per lui oltre a spezzargli il cuore?
Il gelo, quella stanza era fredda. L'unica cosa che lo riscaldava era il caldo respiro di Key.

Kibum aprì gli occhi nel cuore della notte e si sentì spaesato, vuoto. Le mani non tremavano più ed erano strette a pugno.
La luce dell'abatjour era spenta e lui era abbracciato a qualcuno.
Strizzò gli occhi e cercò di fuocalizzare le immagini, li sbarrò quando si accorse che era Minho.
Ricordò la sera precedente e gli si attorcigliò lo stomaco.
Sospirò nel sentire gli occhi di nuovo umidi, l'unico sentimento acora acceso in lui era la rabbia.
Proprio Jonghyun che poche ora prima dell'accaduto lo baciava dicendogli di amarlo si era rivelato un falso e un traditore.
Non riusciva a dargli tutte le colpe ed era per questo che si arrabbiava di più.
Le domande cominciariono a spuntare una dietro l'altra fin quando il suono di un pianto proveniente dal bagno le bloccò.
Strinse di più Minho e iniziò a respirare forte cercando di gestire l'ansia.
Sbagliato, si sentiva sbagliato. Si sentiva brutto dentro e fuori.
Si sentiva la causa del tradimento, doveva alzarsi ed andare ad abbracciarlo annullando la sua dignità e il suo orgoglio?
Gli venne la nausea al solo pensiero di poter stare di nuovo tra quelle braccia e le lacrime bagnarono di nuovo il suo viso.
Una dietro l'altra calde tanto da bruciargli.
Ricordò il loro primo bacio e gli mancò il respiro. Vedeva tutto sfumare, vedeva i colori farsi più freddi e pian piano la loro immagine sbiadire fino
a scomparire.
Non chiuse occhio per il resto della notte, restò semplicemente lì cercando di non bagnare troppo la maglia dell'amico che dormiva tranquillo.
I suoi pensieri cambiarono, svanirono poi tornarono a pulsare nella sua testa.
Il tempo non passava ma le immagini scorrevano davanti ai suoi occhi, una lacrima le aiutava a dissolversi.
Non poteva toccare quelle foto ma poteva sfiorare i ricordi e tutto ciò lo faceva rabbrividire.
 

 

Si chiese come sarebbe stata la casa senza di lui, non riusciva proprio ad immaginarsi senza "da solo" nonostante gli avesse fatto male.



Le stelle cominciarono a sfiorare l'alba mentre Minho si svegliò sentendo l'amico piangere e gli accarezzò i capelli.

Il sole sole sembrò sfiorare le lenzuola, Minho s'incantò a guardare quel raggio di luce abbracciato a Key.

La neve aveva smesso di cadere? Si stava asciugando al sole?

 

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