Arrivare a te

di MonkeyDRobin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto! ***
Capitolo 2: *** Nuove Emozioni ***
Capitolo 3: *** La prova di coraggio ***
Capitolo 4: *** Un piccolo amico ***
Capitolo 5: *** Cambio dei posti ***
Capitolo 6: *** Cambiamenti inaspettati ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto! ***


CAPITOLO 1: L’inizio di tutto!

 

Tutto ebbe inizio quel’Aprile di due anni fa. Era il primo giorno di scuola del mio primo anno delle superiori. Ero molto agitata visto che sin da piccola ero sempre stata emarginata dal resto dei miei compagni e speravo che cominciando una nuova scuola, con amici nuovi, sarei riuscita finalmente ad ambientarmi…

Camminavo tranquillamente per la strada che portava a scuola; ero già andata a vederla, quindi sapevo bene che ancora un angolo da svoltare e sarei stata davanti al cancello dell’istituto. Avevo già indosso la divisa scolastica, la classica divisa scolastica, e portavo con me la cartella, niente di più, non c’era niente in me che potesse farmi sembrare strana, o che potesse farlo pensare ad altri, eppure tutti mi stavano alla larga…e questo faceva male…

Ancora assorta nei miei pensieri mi accorsi di un ragazzo con aria smarrita giusto vicino all’angolo prima della scuola

“Se cerchi la scuola East Blue è proprio da questa parte” gli dissi indicando il cancello che si vedeva in lontananza in fondo alla via. Lui sfoggiò un grande sorriso e disse “Grazie”

Un sorriso come quello non l’avevo mai visto prima, era il più spendente e meraviglioso di tutti, ma forse fu solo una mia impressione, perché mai nessuno mi sorrideva, la gente di solito scappava da me. Ma una cosa ero certa, da quel giorno crebbe in me una grande ammirazione nei confronti di quel ragazzo, Monkey D Rufy.

 

Non mi fu difficile trovare la classe e una volta dentro fui felicemente sorpresa di scoprire che Monkey era in classe con me. Lui era sempre circondato da tante persone, la gente non lo evitava, anzi sembrava una calamita. Per lui era tutto così naturale…per me sembrava una cosa impossibile.

Lo ammiravo, lo ammiravo tantissimo, e speravo un giorno di poter essere come lui, di essere capace di relazionarmi con gli altri, senza incutere paura.

 

Il motivo per cui tutti mi evitano era molto semplice: la mia famiglia. Provenivo da una famiglia conosciuta da molti come “I Demoni”, questo a causa degli studi di archeologia che svolgevano, che, alla gente poco dotata d’intelletto, sembravano studi oscuri che volevano riportare alla luce cose passate che dovevano rimanere dimenticate.

Anch’io in realtà sono una studiosa, anche se così giovane. La mia passione per il passato mi ha portato a compiere studi che la maggior parte dei ragazzi della mia età neanche immagina.

Purtroppo questo portò la gente ad allontanarsi da me, e ogni volta che conoscevo gente nuova, inevitabilmente, una volta conosciuta la mia famiglia, tendeva ad allontanarsi. Questo aveva creato attorno a me un muro, un muro col mondo, che speravo un giorno di riuscire a buttar giù.

 

 

Ed eccomi ancora con una long-fic!! Era un po’ che non ne scrivevo una come si deve! Anche se questa non è praticamente per niente farina del mio sacco D: ma farò in modo di fare qualche modifica qua e là alla storia…ovviamente u.u

Spero che questa mia pazzia di reinventare un intero manga vi piacerà! :D

Lasciate qualche commentino ^_^

 

Alla prossima

NicoRobin92

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Capitolo 2
*** Nuove Emozioni ***


CAPITOLO 2:Nuove emozioni

 

Ormai erano passati 4 mesi dal primo giorno di scuola e la mia situazione col resto della gente non era cambiata. A causa del continuo scappare delle persone attorno a me avevo perso col tempo la capacità di relazionarmi.

C’è l’ho messa tutta in questi 4 mesi, ma sembra che l’unica persona disposta a darmi il “buon giorno” è Monkey. Lui è sempre stato l’unico che non mi ha mai emarginata, facendomi sentire parte di qualcosa. Eppure neanche la sua influenza ha portato la gente ad avvicinarsi a me.

Si avvicinarono le vacanze estive, e la cerimonia di chiusura era ormai alle porte. Rufy, il nostro rappresentante di classe, propose una prova di coraggio prima della fine delle lezioni.

“Affiggerò il foglio su cui potete iscrivervi sulla lavagna. Spero che partecipiate tutti” disse alla classe, e molti si girarono verso di me, confabulando col compagno di banco su quanto la mia presenza quel giorno poteva significare una vera prova di coraggio, vista la mia aria tetra e cupa, ma questo non mi infastidì, anzi pensai ad un modo per non deludere le loro aspettative; così facendo forse sarei stata un minimo accettata.

“Ragazzi ricordate che le vacanze estive significano anche corsi di recupero, e quindi avrò bisogno di qualcuno che mi aiuti prima delle lezioni…chi si offre volontario?” disse il professore dopo il discorso di Monkey. Mi guardai intorno e vidi le facce terrorizzate dei miei compagni all’idea di passare parte dell’estate a scuola e mi resi conto che tanto io non avrei avuto niente da fare, anzi rimanere a scuola significava dedicare più tempo allo studio che amavo tanto.

“Professore mi offro io se per lei va bene”

“Va bene…allora è deci…” fece per finire il professore, quando venne interrotto

“Professore! Ma non è sempre Nico a fare questo genere di cose? Non mi sembra giusto!” fu proprio lui a parlare, Monkey! Non avrei mai pensato che avesse notato questo genere di cose; io non l’avevo mai fatto notare a nessuno…

“allora Monkey ti proponi tu?” gli rispose il professore.

uff…va bene, non ho scelta” sbuffò ma accettò il compito.

“NO! No professore lo faccia fare a me, mi fa piacere fare queste cose, e poi non ho niente da fare io durante le vacanze” mi imposi io, non volevo avesse lui questo compito, sicuramente con tutti gli amici che aveva, aveva ben altro da fare durante le vacanze

“va bene va bene, vada per Nico” dichiarò il professore, e la lezione finì.

 

Era la fine delle lezione, pausa pranzo, così decisi di andare a dare un’occhiata ai fiori che avevo piantato. La storia e il passato non erano l’unico mio passatempo, i fiori erano, a mio avviso, una cosa meravigliosa, e il poterli curare mi faceva sentire meno sola.

eeeehi Robiiin” mi sentii chiamare. Era Olvia, forse l’unica persona al mondo che potevo definire mia amica; eravamo state insieme alle elementari e alle medie, fu stata proprio lei alle elementari a nominarmi “piccolo mostro”, solo che il suo era un modo affettuoso di dirlo, ma la gente a lungo andare lo cominciò ad usare in modo dispregiativo.

“ciao” risposi io mentre annaffiavo i fiori nell’aiuola della scuola

“con te è capitato qualcuno delle nostre vecchie classi?” mi domandò lei

“uhm..veramente no…però, c’è un ragazzo, Monkey, che…” feci per dire io

“ah quello carino con la cicatrice sotto l’occhio?”

“uh! Trovo che non sia semplicemente carino, è anche solare e buffo a volte” dissi un po’ assorta tra le nuvole, non accorgendomi che giusto Monkey stava passando dal corridoio davanti l’aiuola e probabilmente aveva ascoltato tutto, visto che s’era fermato a guardarmi con aria interrogativa “e questo come lo dovrei prendere?”

Aveva sentito davvero tutto, ma non volevo pensasse cose strane di me, come gli altri, quindi risposi con sincerità e tranquillità “un complimento!” e lui scoppiò a ridere e disse “sai non c’è mai stata l’opportunità di parlare con te, aspettami lì!”

“oh, avrai l’opportunità di parlare con lui, allora io vado, bye!!” disse Olvia scappando dalla parte opposta a quella da cui stava arrivando Monkey.

ahah, sai pensavo mi odiassi, questo è un sollievo per me” disse lui non appena arrivato, e mi sorrise di nuovo

no…non ti odio, non potrei, anzi, vorrei essere spontanea come te…” dissi, pentendomi subito di averlo fatto

uuhm…non sono poi così speciale io, sai?!” disse lui grattandosi la guancia “comunque Nico Robin giusto? Posso chiamarti Robin?” mi chiese molto tranquillamente sempre sorridendo.

Nessuno era mai stato così gentile con me, nessuno s’era mai preso la briga di chiedermi come chiamarmi; la maggior parte delle persone mi chiamavano col mio soprannome, mentre le altre non mi chiamavano proprio; sentirmi dire quelle parole da lui mi rese immensamente felice.

“certo” gli risposi stupita

“verrai vero alla prova di coraggio…ci conto eh?!”

“uh!” annuì io.

 

 

 

Ed ecco il secondo capitolo!! :D Ringrazio tanto tutti quelli che hanno letto e soprattutto ringrazio stefirobin,  Mai Valentine e  EclipseOfHeart che mi hanno lasciato un commentino *-*

 

Alla prossima

NicoRobin92

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Capitolo 3
*** La prova di coraggio ***


CAPITOLO 3:La prova di coraggio

 

Dopo la conversazione con Monkey…o forse sarebbe meglio dire, con Rufy, decisi di andare subito a segnare il mio nome sulla lista di partecipazione alla prova di coraggio, volevo farlo, questa volta sentivo davvero che ce l’avrei fatta a fare qualcosa di buono per gli altri.

Corsi per arrivare in classe, aprii la porta e fui sorpresa nel trovare ancora in classe qualcuno; era Nami Cocoyashi. Chissà cosa stava facendo ancora qui

“Ah Nico!! Giusto a te stavo pensando!!” mi disse lei non appena si accorse della mia presenza in classe.

Rimasi sorpresa da quest’affermazione…stava pensando a me?! Perché?!

“senti un po’ la mia idea…che ne dici di fare il fantasma nella prova di coraggio? Secondo me saresti perfetta! Hai la giusta quantità di aria cupa che serve…ti metti un vestito bianco, ti nascondi nel bosco e il gioco è fatto! La prova di coraggio sarà uno spasso!” mi venne incontro e disse queste parole prendendo le mie mani nelle sue. Che strana sensazione…

ehm…io…” non sapevo cosa dire, anche se l’idea di fare ciò mi esaltava

“dai, con le tue capacità sono sicura che metterai paura a tutti” insistette lei

ehm…ma io non ho nessuna capacità…sono solo un’appassionata di storia…

eeeeeeh?!? Davvero?! Ah vabbè! Sono sicura che sarai comunque capacissima di spaventare tutti” si sorprese lei come se il fatto che io possa avere poteri soprannaturali è una cosa ovvia

uhm…va bene, lo farò” detto questo scrissi il mio nome sulla lista e fui felice di notare il sorriso stampato sul volto di Cocoyashi

“ci sarà da divertirsi! Ci vediamo allora Nico!” mi salutò lei e uscì dalla classe.

Che strana cosa, non m’era mai capitata una situazione del genere, però ciò mi rendeva immensamente felice.

 

Arrivò il giorno della prova e tutta la classe era riunita in un boschetto poco fuori città. Era sera e l’atmosfera era più tetra del normale a causa dell’assenza della luna. Decisi che per la buona riuscita del mio travestimento mi sarei dovuta andare a nascondere subito, senza farmi vedere dagli altri, possibilmente in un posto accessibile a tutti; e così feci.

 

Avevo il vestito bianco che mi aveva consigliato Cocoyashi, portavo i miei lunghi capelli neri sciolti e quasi completamente a coprirmi il volto, per rendermi più spettrale; e l’effetto riuscì benissimo.

Uno dopo l’altro i miei compagni venivano terrorizzati dal mio aspetto, convinti fossi un vero fantasma; ogni tanto Cocoyashi veniva a controllare come stava la situazione, e intanto se la rideva sotto i baffi al pensiero di tutti quei creduloni che si spaventano per un non nulla.

Ad un certo punto però dalla radura spuntò una figura famigliare, io però feci comunque la mia solita recita

“AAAARGH!!!” urlò il mal capitato e cadde a terra

“Monkey!” mi accorsi che era proprio lui

“oddio mi hai fatto prendere un colpo” disse con la faccia inebetita ancora a terra

ehm…io…sono qui per questo”

“si, si giusto, giusto…sai, non pensavo saresti venuta. Sono contento” mi sorrise

“sentivo che era la cosa giusta da fare” dissi con sincerità

“ma non hai paura a stare qui da sola?” mi chiese lui inclinando la testa da una lato; sembrava un cane, che buffo!

no…sono abituata a stare sola, anzi preferisco restare sola, ascoltare i suoni della natura, annusare i suoi profumi…

“allora non posso rimanere qui con te per un po’?” mi chiese lui con una faccia da cucciolo

…ma…la prova di coraggio?!” chiesi io non sapendo come comportarmi

“fa niente, per ora mi va di stare qui con te!” disse lui sbattendo una mano sul terreno, invitandomi a sedere accanto a lui; e io seguii il suo consiglio, ma rimasi in silenzio…a guardarlo…

I suoi occhi scuri, quella strana cicatrice sotto l’occhio sinistro, chissà come se l’era procurata…i suoi capelli mori che cadono quasi sugli occhi…il tutto gli dava un’aria da bambino ma anche molto affascinante…non riuscivo proprio a capire cosa ci trovassi in lui di diverso dagli altri. Eppure di ragazzi ne ho conosciuti tanti, ma nessuno di loro si era mai comportato come lui con me ora…

Si girò a guardarmi, io arrossii e distolsi lo sguardo da lui; quando mi rigirai vidi che anche lui era arrossito e aveva distolto lo sguardo

oooohi piccolo moooostro!” era la voce di Cocoyashi, per fortuna era arrivata lei “oh ci sei anche tu Rufy”

“ah quindi tu sapevi che sarebbe venuta Robin…perché non me l’hai detto?” si arrabbiò con lei

Rufy e Nami si conoscevano dalle medie, erano stati compagni di classe. Anche lei ammiravo come ragazza; amata da tutti, capace di legare con chiunque, alta, bella, coi capelli corti rossi, che le davano un’aria da sbarazzina ma al contempo da donna di mondo. All’apparenza sembravo la più adulta di tutti io in quel contesto; molto alta, capelli lisci neri, occhi azzurro cielo e quell’aria vissuta che mi faceva invecchiare di dieci anni. In fondo però ne aveva passate tante…mio padre non l’ebbi mai conosciuto, mia madre mi abbandonò da piccola per i suoi studi, lasciandomi a vivere coi miei zii, che certo erano tutto meno che apprensivi nei miei confronti, anzi per loro la mia esistenza era solo un peso. Non essere mai stata accettata dalla mia famiglia forse mi aveva profondamente segnata in passato e questo mi aveva portata ad emarginarmi dal mondo.

“ti avevo portato questo!” disse Cocoyashi lanciandomi una bottiglia d’acqua e facendomi tornare coi piedi per terra “stai facendo un ottimo lavoro, continua così” mi fece vedere il pollice in su, poi salutò con la mano e tornò insieme al resto del gruppo, lasciando nuovamente soli me e Monkey.

“vedo che finalmente hai fatto amicizia con qualcuno!” mi disse Monkey “visto che ne sei capace?” rise

“amicizia?” mi stupii della sua affermazione e comincia a fissarlo

“sei una apposto dopotutto” arrossì guardandomi. Era così carino da impacciato.

Distolse lo sguardo e cominciò a guardare il cielo “è strano parlare di queste cose…non trovi?!” rise ancora.

“uh!”

Mi sentivo strana, con lui stavo bene, tutto era così naturale; essere lì assieme non mi sembrava una cosa dell’altro mondo, sembrava una cosa che facevo sempre, una cosa normale! Questo ragazzo in così poco tempo era stato capace di farmi cambiare, di cambiare il mio punto di vista, ero finalmente riuscita a capire l’importanza di avere degli amici.

 

Il giorno dopo la prova, a scuola, i miei compagni di classe decisero la punizione per chi non era riuscito a superarla, e il povero malcapitato era proprio Monkey. Essendo stato con me tutto il tempo non aveva partecipato attivamente alla prova.

“Rufy abbiamo deciso quale sarò la penitenza per chi non ha superato la prova”

gia! E tu sei l’unico che non ha totalizzato punti”

“mi sa che stavolta tocca a te Rufy”

“e va bene ragazzi, avanti cosa devo fare?” si rassegnò lui

“dovrai uscire per una settimana col piccolo mostro!” quest’affermazione da parte dei miei compagni mi spiazzò profondamente

“NO!” rispose fermamente Monkey, cosa che mi spiazzò ancor di più della penitenza. “non posso fare una cosa del genere, non mi sembra giusto” quasi si arrabbiò.

“ma ieri sei stato tutto il tempo con lei, è come se l’avessi già fatto” disse un mio compagno di classe

“no! Non dare peso a queste cose Robin” disse riferendosi direttamente a me.

Non sapevo che dire, ma era ovvio che lui non voleva una cosa del genere, quindi era mio dovere impedire che si creassero situazioni spiacevoli…non volevo assolutamente che lui potesse soffrire in qualche modo a causa mia

“non è successo niente ieri, quindi va bene così!” dissi fermamente a tutta la classe, dopo di che presi la mia cartella e me ne andai a casa.

Sapevo di aver fatto la cosa giusta, gli ero stata d’aiuto, eppure mi sentivo così male…stando con lui, provando cose mai provate prima, mi ero resa conto che forse non mi ricordavo più cosa significava essere sola, essere abbandonata…e questo era quello che era successo…di nuovo.

 

La mattina dopo anche se erano iniziate le vacanze io mi incamminai verso scuola, dovevo aiutare il professore. Lungo la strada mi resi improvvisamente conto che con l’inizio delle vacanze, non l’avrei più rivisto, che ero tornata ad essere da sola. Mi ero così abituata alla sua presenza che l’idea della sua assenza creava un vuoto dentro di me, come forse non l’avevo mai provato prima. Ero quasi arrivata a scuola quando lo vidi, era lì seduto su un muretto. Eppure erano le vacanze estive, non poteva essere vero.

Si alzò silenziosamente dal muretto e con espressione seria mi diede un sacchetto di cioccolatini con un biglietto, c’era scritto “Ci dispiace piccolo mostro!”

“questo è da parte di tutti per scusarsi per ieri” disse lui accennando un sorriso imbarazzato e grattandosi la testa

Strinsi il sacchetto forte tra le mani e dentro di me nacque un sentimento di gioia mai provato prima.

ehm…mi chiedevo se ti va di vederci anche durante le vacanze…” fece lui, guardando ovunque tranne che verso di me, continuandosi a grattarsi la testa, con aria da “non sono stato io!”

Quelle parole mi resero ancora più felice; annuii e gli sorrisi, un sorriso sincero; lui mi fissò felice e ricambiò il sorriso, con uno ancora più sfavillante.

 

Ecco…è proprio dopo aver visto questo suo sorriso, la prima volta che l’ho incontrata, vicino la scuola, che ho cominciato a provare qualcosa per lei, qualcosa che non so descrivere a parole…qualcosa di forte…chissà se mai arriverà a te…

 

 

 

 

Ecco qui!! Un capitolo un po’ più lungo del solito, perché è Natale e siamo tutti più buoni U_U xD

Finalmente si calcolano un po’ di più…ma cosa succederà più in là? Sarà davvero solo ammirazione nei confronti di Monkey-kun?? :P

Beh lascio a voi la parola! :D

 

Buon Natale!! :D

Alla prossima

NicoRobin92

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Capitolo 4
*** Un piccolo amico ***


CAPITOLO 4:Un piccolo amico

 

“ma l’hai sentito?!”

“del piccolo mostro che è stato scaricato prima dell’estate?”

“sii!! Ma lo sai da chi?!”

“no!!”

“niente poco di meno di Monkey D Rufy!!”

 

Eccoci a ritorno dalle vacanze estive…e le voci corrono! E come sempre tutti fraintendono.

Ero bagnata fradicia, infatti come ormai faccio da qualche giorno, ero andata a dar da mangiare ad un cagnolino che era stato abbandonato vicino al fiume che scorre lungo la città. Pioveva, e non volevo si bagnasse, così ho lasciato a lui il mio ombrello. Lui non sembra mai volermi vicino, come alla fine la maggior parte delle persone, però a me non importa. Purtroppo io non potevo portarlo a casa con me; i miei zii non vogliono me, figurarsi un cagnolino randagio…

 

Una volta entrata in classe posai la cartella sul mio banco e tirai fuori un fazzolettino per asciugarmi un po’. Poco dopo entrò lui, come sempre circondato da una grande folla, e con mia enorme sorpresa, anche lui era bagnato fradicio.

“che hai combinato Rufy?!”

“perché sei tutto bagnato?!”

“ma niente! Ho solo dimenticato l’ombrello a casa” rispose lui spontaneamente, continuando ad asciugarsi i capelli con un asciugamano.

“ciao Robin!” mi salutò.

c-c-ciao…” gli risposi poco convinta. Come faceva ad essere così spontaneo e a suo agio anche conciato così?!

“anche tu tutta bagnata vedo!” continuava a sorridere “hai un cambio, no?”

Un cambio…ecco cosa mi manca. Tanto sveglia, ma a queste piccolezze non ci penso mai. Gli feci no con la testa.

Lui si volta alla ricerca di qualcuno.

“ohi Nami!! Tu non hai un ricambio qui a scuola?” chiese lui.

“eh? Si, perché?” si girò a guardare verso di noi e notandomi tutta bagnata, saltò sul posto e disse “subito! Ho capito!” e la si mise a correre verso il suo armadietto.

Nel frattempo Rufy mi appoggiò sulla testa l’asciugamano con cui si stava asciugando poco prima lui “è un po’ bagnato, ma almeno è sempre meglio di quel fazzoletto” mi sorrise e si avviò verso i nostri compagni di classe.

Finalmente Cocoyashi ritorna con in mano la sua tuta; così corsi in bagno a cambiarmi e mi sentii come nuova. “Qualcuno mi ha prestato qualcosa di suo…non era mai successo!” pensai. Mi sentii così felice che qualcuno mi avesse accettata per quello che sono…fu una sensazione così bella…

 

Prima di tornare in classe volevo trovare un modo per ringraziare sia Rufy che Cocoyashi, così passai dal distributore e presi due succhi di frutta, così all’intervallo li avrei potuti dare ad entrambi.

Posai i miei “doni” sui loro banchi e uscii dalla classe per andare a legarmi i capelli in bagno. Così bagnati non potevano rimanermi sulle spalle, avrei rischiato di prendermi un brutto raffreddore.

“ehi Robin! Questo è opera tua?” sentii la voce di Rufy chiamarmi mentre sventolava il succo di frutta che gli aveva lasciato sul banco.

ehm…si, era per ringraziarti”

“ma figurati!! Anzi…avrei voluto poterti dare una mano in più…l’asciugamano era pure bagnato, scusa” si mise una mano sulla bocca e abbassò lo sguardo. Lui si stava scusando con me…perché?

Ci guardammo per un po’, molto in imbarazzo…

“tu cos’hai in mano invece?” chiese cambiando argomento

“del latte…è per un cagnolino abbandonato…

“un cagnolino abbandonato?! In riva al fiume?!” chiese lui inclinando la testa

Rimasi sorpresa. Non era possibile che era lo stesso cagnolino che stavo accudendo da un paio di giorni, e invece…

 

Dopo la scuola andammo insieme al fiume, fortunatamente aveva smesso di piovere.

“ah quindi l’ombrello era il tuo, ecco perché eri fradicia” disse lui prendendo il mio ombrello e esaminandolo.

Il cagnolino era tutto contento quando lo vide, aveva cominciato a scodinzolare e ad abbaiare per attirare l’attenzione, così lui lo prese in braccio e cominciò ad accarezzarlo. Si, il piccolo era decisamente felice.

Era un bel cagnolino, molto paffuto, tutto marroncino chiaro, un nasino di una strana tonalità tendente al blu, delle piccole orecchie e una cosa molto corta…nel complesso non sembrava neanche un cane, sembrava più un procione!

Era un quadretto molto tenero, il cucciolo che continuava a leccare la faccia di Rufy e lui che non smetteva di ridere.

“basta ho deciso! Lo prenderò io! Per te va bene?” disse all’improvviso lui, guardandomi negli occhi.

Gli annuii con la testa, non potevo essere più felice se fosse stato proprio lui a prendersi cura di quel dolce cucciolo, che giusto in quel momento mi stava ringhiando contro.

“ma no…lei è un’amica, guarda!” disse lui avvicinandosi a me, portando in braccio il cucciolo “una mia cara amica!” e come succede sempre quando c’è lui di mezzo, si creò un’aria di tranquillità attorno a noi, anche il cucciolo si era calmato e ora mi guardava con aria interrogativa, ma almeno non mi ringhiava più.

“non dirlo a nessuno, ok?” disse d’un tratto, ma non capivo a cosa si stesse riferendo. Cominciò a grattarsi la testa e a guardare verso il basso, poi notando la mia espressione confusa, continuò “intendo del cane…non dirlo a nessuno, voglio che rimanga il nostro piccolo segreto…” continuava a grattarsi la testa e a guardare verso il basso, vistosamente imbarazzato.

La vista di quel viso paonazzo coperto dal cucciolo che s’era portato all’altezza della bocca, mi aveva fatto intenerire e non potei che promettergli che sarebbe rimasto solo tra di noi.

 

Così ora avevo qualcosa che solo io e lui conoscevamo, qualcosa che era solo nostra e di nessun’altro, ed era una sensazione meravigliosa, sapere che poco a poco mi stavo avvicinando, che poco a poco stavo arrivando fino a lui…

 

 

 

 

 

Ed eccoci dal ritorno delle vacanze un bel capitolo fresco fresco!! :D

Auguro ancora buon anno a tutti!! :D

E lasciate un commentino :D un commentino ad inizio anno, un commentino tutto l’anno :P

 

Alla prossima

NicoRobin92

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Capitolo 5
*** Cambio dei posti ***


Capitolo 5: “Cambio dei posti”

 

Ben presto si avvicinò la fine del semestre e con esso anche il fatidico cambio di posto. Ogni volta che capitava per me era un po’ una tragedia, o meglio dire lo era per i miei compagni di classe. Si creava sempre una grande tensione, si vedeva che nessuno voleva stare al primo banco, troppo vicini al professore, o peggio, vicino a me. Questa volta però mi ero illusa che forse le cose sarebbero potute cambiare, che finalmente, dopo aver legato con qualche persona in classe, quell’atmosfera di disagio che mi aleggiava intorno sarebbe svanita. Ma così non fu.

La mattina dell’estrazione dei posti, appena entrato in classe Rufy mi salutò tutto contento, si avvicinò a me e mi disse che non era ancora riuscito a trovare un nome al cagnolino, poi si guardò intorno furtivo e mi fece segno con il dito di far silenzio. Era troppo strano questo ragazzo, tanto che mi fece scappare una piccola risata. Lui mi sorrise di rimando. Era sempre bello vedere quel sorriso.

 

All’intervallo il professore uscì dall’aula dandoci carta bianca su come fare il cambio dei posti. I miei compagni come di consueto diedero ad ogni banco un numero e quegli stessi numeri li scrissero in dei foglietti di carta che misero sparsi sulla cattedra, ed a turno, ognuno di noi sarebbe andato a prenderne uno.

I primi numeri piano piano furono estratti ed alcuni si lamentarono di essere capitati al primo banco. Ben presto arrivò il mio turno, la tensione era altissima, tutti mi guardavano e bisbigliavano frasi come “speriamo non capiti vicino a me”, “non prendere il 7, ti prego non prendere il 7”. La cosa mi stava facendo male, come sempre…pescai il mio numero, il 3, era un ottimo banco, nella penultima fila accanto alla finestra.

“il piccolo mostro ha pescato il 3!”

“chi le sta vicino?!”

“il 12, il 19 e il 25!!”

“ah soprattutto il 19 che è accanto a lei deve stare attento!!”

Le voci dei miei compagni di classe mi fecero deprimere ancora di più…avrebbero potuto almeno dirle a bassa voce quelle cose, maledizione!

“faccio io a cambio con il 19!!” sentii una voce familiare pronunciare quella frase. Vidi un ragazzo a testa bassa, moro, che si faceva largo tra la folla e portava con se un banco, che posò proprio accanto al mio. Alzò la testa, sorrise e si sedette.

“che bello! Siamo vicini di banco!” era proprio lui, era Rufy. S’era seduto accanto a me di sua spontanea volontà, anzi, aveva addirittura fatto cambio di posto, a lui era capitato uno dei migliori, in fondo alla classe al centro, uno dei più ambiti, però aveva fatto a cambio per stare accanto a me. Ero sorpresa e allo stesso tempo immensamente felice…

“io non estraggo! Mi siedo qui!” un’altra voce familiare si fece spazio tra la folla e si sedette al banco di fronte al mio. Era Nami.

“prenditi cura di me!” mi sorrise anche lei. Tanti sorrisi tutti insieme…non ero abituata…

“ha pescato il 25!” uno dei miei compagni urlò e tra la folla si fece largo un ragazzo dai capelli verdi, molto alto, sembrava quasi un uomo dal suo sguardo serio. Si sedette senza troppe storie nel posto alle mie spalle e appoggiò la testa sul banco, quasi pronto a dormire.

“ah Zoro!! Sei anche tu dei nostri!” disse tutto contento Rufy alla vista del ragazzo.

“a quello scorbutico non importa niente di dove si siede, a lui basta dormire…” disse Nami che s’era girata verso di noi e ci guardava.

“che vuoi strega!” sbuffò Zoro.

“buzzurro!!” lo insultò lei.

“suvvia ragazzi! Fatela finita!” li fermò Rufy. Sembravano così uniti, doveva essere amici da tanto tempo. Li invidiavo, aveva un rapporto così stretto, erano così vicini l’uno all’altro, ed essere finita tra loro mi dava ancora più felicità.

“sai Robin, siamo compagni dalle medie noi!” si voltò Rufy verso di me.

“veramente dalle elementari io e Zoro…è troppo tempo che lo conosco quell’energumeno!” disse Nami punzecchiando il suo amico. E lui le rispose con una sbuffata e posò la testa sul banco cominciando a ronfare.

Chissà se mai un giorno avrei potuto avere un rapporto così con una persona, chissà se mai sarei riuscita ad aprirmi a tal punto da poter parlare con così tanta confidenza con un ragazzo. Mi sembrava impossibile, eppure forse un giorno sarebbe successo.

 

Mi ero persa nei miei fantasticamenti e mi ero quasi scordata dei dolcetti che avevo preparato per Rufy e Nami, per ringraziarli ulteriormente per avermi dato una mano. Cucinare mi piaceva molto, e cucinare per i miei nuovi amici era ancora più bello.

Piano tolgo i dolcetti dallo zaino e porgo un sacchetto a Rufy e uno a Nami.

“questi sono per ringraziarvi ancora!” dissi io sorridendo.

Rufy li afferrò al volo, sembrava immensamente contento, ne prese subito uno e lo divorò

“ma sono buonissimi!!! Robin sei un mito!” rimasi scioccata, nessuno mi aveva mai fatto complimenti sulle mie capacità culinarie…forse anche perché nessuno aveva mai assaggiato niente cucinato da me, a parte i miei zii che non si erano mai complimentati come me di niente, anzi avevano sempre qualcosa da dirmi contro.

“è vero! Sono la fine del mondo!” disse anche Nami masticandone uno “prendi Zoro! Assaggia!” e la vedo lanciarne uno sopra la mia testa, che viene prontamente afferrato dal verdolino. Pensavo stesse dormendo e invece i suoi riflessi erano attivissimi. Anche lui mangiò il biscotto, ma non disse una parola, anche se dalla faccia sembrava essere piaciuto anche a lui. Ero al settimo cielo…finalmente potevo dire a qualcuno che ero felice di essere capitata in quel posto…e le lacrime cominciarono a bagnarmi gli occhi…

 

All’uscita di scuola, come sempre, mi avviai verso casa quando venni fermata da una voce che mi chiamava, era Rufy. Arrivò di corsa e quando mi raggiunse mi squadrò la faccia, facendomi arrossire.

“non stai piangendo allora…bene!” sorrise. Ma come era possibile!? Allora lui s’era accorto delle mie lacrime di gioia in classe, si era accorto di una cosa che credevo che nessuno potesse mai notare. Eppure lui stava attento a tutto, a lui bastava niente per rendermi la giornata migliore. Un suo sorriso e tutto prendeva a splendere.

“allora a domani!” mi sorrise ancora e tornò a correre verso casa. Guardavo la sua figura allontanarsi, quella figura di cui ormai non potevo fare a meno. Era ammirazione quella che provavo?! Era bisogno?! Non capivo, erano sensazioni mai provate prima, sensazioni nuove, inesplorate, e per la prima volta, ero contenta di poterle scoprire piano piano, magari con lui accanto.

 

Nel frattempo, lì vicino delle ragazze stavano sparlando.

“ma quello era Monkey!”

“e con lui c’era il piccolo mostro…

“ma che ci facevano insieme?!”

“è stata scaricata eppure continua a stargli attorno?!”

Tra di loro c’era una ragazza che non aveva detto una parola, ma che aveva assistito alla scena e osservava Robin incuriosita. Era una ragazza dai capelli lunghissimi e neri, di un’eleganza quasi imperiale…

 

 

 

 

 

Oh mio dio!! Mi scuso immensamente! Ho avuto un sacco da fare e non sono riuscita ad aggiornare prima! Diciamo che la mia pazzia di iniziare più storie contemporaneamente non aiuta di certo :S

Questo capitolo mi rendo conto che non è una gran cosa ç_ç ho inserito il personaggio di Zoro, e vedrete che le fan zonami non rimarranno deluse u.u di certo non potrete perdonarmi solo con questo, ma prometto che il prossimo sarà un ottimo modo per scusarmi definitivamente :D e non tarderà troppo ad arrivare! Ci sono già a lavoro!! :D

Ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono *-* e anche chi ha messo la storia tra seguiti, preferiti e chi più ne ha più ne metta *-* non sapete quanto mi fate felici!! :D

 

Alla prossima!

NicoRobin92

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Capitolo 6
*** Cambiamenti inaspettati ***


Capitolo 6: “Cambiamenti inaspettati”

 

Il giorno dopo il cambio di posti io ero come sempre già arrivata in classe e mi ero seduta nel nuovo posto. Poco dopo il mio arrivo vedo che apre la porta dell’aula Nami, che, assonnata, mi saluta.

“buongiorno Robin” e mi fece un grosso sbadiglio in faccia. Chissà che aveva combinato la sera prima, pensai, e mi scappò un sorriso.

“buongiorno Nami” le ricambiai il saluto.

La felicità del giorno prima non aveva accennato a svanire, ero ancora troppo contenta.

 

Ormai era passato da un pezzo l’orario di inizio delle lezioni e non c’era traccia né del professore, né di Rufy. Quando…

aaah!! Meno male!! Salvo!!- vidi la porta dell’aula spalancarsi ed entrare di corsa Rufy, con un gran fiatone “visto che abbiamo fatto bene a correre Zoro?! Il prof non è ancora arrivato!” e diede una pacca sulla spalla dell’amico che entrò in classe subito dopo di lui. Come sempre Zoro non rispondeva a parole, ma mugugnava.

“buongiorno Robin!!- ero ancora assorta a vedere Zoro che come un bradipo si avvicina al suo banco e si appoggiava per tornare a dormire, che quasi non mi accorsi del saluto di Rufy. Quando me ne resi conto e mi voltai a guardarlo lui mi stava sorridendo tutto raggiante, tanto che mi fece arrossire e, abbassando la testa per non farmi vedere, risposi al saluto.

“su Zoro, saluta anche tu” sentii Rufy intimare l’amico.

uhm…si…ciao!”- mi disse lui alzando la testa dal banco e facendo segno con la mano. Era un tipo introverso, scorbutico a volte, molto dormiglione, ma si vedeva che per Rufy era un carissimo amico, quindi di sicuro doveva essere una persona eccezionale!!

“c-ciao!” rispondo io un po’ intimorita dai suoi modi.

“a proposito, tu chi sei?!” mi chiese così di punto in bianco lui, quando si rese conto che non stava parlando né con Nami e neanche con Rufy.

“sei proprio un buzzurro!” disse Nami che aveva ascoltato la conversazione ed era in piedi davanti il mio banco “possibile che non riesci a ricordarti neanche dei tuoi compagni di classe?”

“lo sai che non sono bravo coi nomi…” si giustificò lui grattandosi la testa. Certo che era proprio un tipo strano pure lui.

“sono Nico Robin, piacere!” mi presentai io, sforzandomi di sorridere.

“ah, piacere, Roronoa Zoro” mi fece di nuovo segno con la mano e tornò a poggiare la testa sul banco. E con questa ero riuscita finalmente a fare una nuova conoscenza. Stavo migliorando!

“sai, non ho ancora trovato un nome al cagnolino…” era la voce di Rufy, molto bassa, e stava addirittura guardando dall’altro lato della classe, grattandosi la testa imbarazzato. Ero sicura però fosse riferita a me la frase, perché quello era il nostro piccolo segreto.

“davvero? Dobbiamo trovarglielo presto allora…” gli dissi io. Lui si girò verso di me, mi guardò serio e mi disse “trovaglielo tu!”.

Rimasi spiazzata! Voleva davvero fossi io a dargli un nome?! Vedendomi sorpresa, come sempre, mi sorrise. Era l’unica cosa che faceva, sorridere! Eppure era una cosa che gli riusciva maledettamente bene…

“Pizza Margherita!”

Rufy mi guardò con gli occhi di fuori, ma io feci cenno che non ero stata io a parlare, che ancora non avevo aperto bocca…allora chi era stato?!

“Pizza Margherita, è un nome perfetto per un cane!” ci voltammo entrambi, e davanti a noi c’era un adulto, biondo, con un ciuffo che gli copriva l’occhio sinistro, vestito in smoking nero. Ma chi era?!

“Sanji!” fu la voce di Rufy stavolta a parlare.

Lo conosceva?!

“che diavolo ci fai qui Sanji?” continuò Rufy, la sua espressione era cambiata, era un po’ nervoso ora.

“il vostro professore s’è dato malato! Così lo sostituisco io fino al suo rientro!” disse il nuovo professore andando verso la cattedra.

Io nel frattempo non stavo dando troppo peso a quello che succedeva…stavo ancora pensando al nome per il cane, quando d’un tratto mi si illuminò la lampadina.

“Chopper!”

“eh?” Rufy si girò a guardarmi non capendo cosa volevo dire.

“Tony Tony Chopper! Mi sembra un bel nome…” gli ripetei il nome che avevo pensato.

“Pizza Margherita…ho fame…” ora era stato Zoro a parlare…allora fa solo finta di dormire!

Rufy d’improvviso sbatté la testa sul banco, poi di scatto si alzò e mi guardò con occhi seri.

“si, mi piace, vada per Chopper!” e ridacchiò.

Nel frattempo il professore Sanji aveva spiegato il motivo dell’assenza del nostro vecchio professore, ma io non ascoltai. Però d’un tratto, mentre parlava al resto della classe, si voltò di scatto e mi fissò. Devo ammettere che la cosa mi desse un po’ i brividi…

Piano si avvicinò al mio banco, si fermò lì davanti e continuò a fissarmi.

“come ti chiami?” mi chiese a bruciapelo.

“Nico Robin” gli risposi io secca.

“ma sai che…” fece una lunga pausa, nella quale non mi toglieva gli occhi di dosso, e la cosa era imbarazzante, ma la presi come una sfida.

…sei davvero bellissima!!” concluse la sua frase prendendomi la mano e dandole un bacio sopra.

“Sanji falla finita!” gli urlò contro Rufy, per poi guardarmi, arrossire e girarsi dall’altro lato…chissà che gli era preso…

 “questa classe è piena di bellezze!!” continuò il professore a fantasticare, gironzolando per la classe.

“non farci caso Robin, ha sempre fatto così..” mi disse Nami.

“anche tu conosci il professore?”

“si, io Rufy e Zoro lo conosciamo da prima delle medie…aveva un ristorante che frequentavamo sempre. Sembra avere l’aria da adulto, ma non è molto più grande di noi” mi spiegò lei.

“e come ha fatto a diventare insegnante?” ormai ero curiosa di sapere l’intera storia.

“beh, per colpa di investimenti sbagliati, e delle sue cattive abitudini da donnaiolo, dovette chiudere il locale e finì per diventare prima istruttore di baseball e poi non so come è riuscito ad entrare nella scuola come insegnante…è tutto un mistero…” mi fece spallucce. La storia del professor Sanji era davvero intrigante, e da come ne parlava Nami, dovevano conoscersi molto bene.

Giorno dopo giorno scoprii sempre più cose che riguardavano la vita di Rufy e dei suoi amici, e la cosa non poté che farmi piacere, perché questo poteva voler dire solo che mi stavo avvicinando a lui sempre di più.

 

All’intervallo, come sempre Rufy era a parlare coi nostri compagni di classe, mentre io stavo discutendo con Nami.

“certo che per essere stata scaricata da Rufy gli parli come se niente fosse” mi disse lei così dal nulla, mentre sorseggiava il suo succo.

“lui è sempre così gentile con me, è quasi naturale parlare con lui…” ero imbarazzata…

“eh già! È sempre stato così con lui, se vede una persona un po’ in disparte, fa di tutto per esserle amica. È amato da tutti, soprattutto dalle ragazze…pensa che alle medie era l’idolo di tutte, tanto che quelle pazze decisero che “o di tutti o di nessuno”, così lo proclamarono il “Rufy di tutte…io ero sconvolta…” mi raccontò lei, lasciandomi a bocca aperta. Non avrei mai immaginato che potesse avere attorno tutta questa folla che lo adorava.

Proprio in quel momento mi accorsi che Rufy stava parlando con una ragazza dai capelli lunghissimi e neri. Era bellissima. Gli stava porgendo un cd…

ah…ecco quella ad esempio veniva alle medie con noi…” disse Nami notando che il mio sguardo era rivolto verso Rufy.

 

Nel frattempo per i corridoi come sempre le voci girano, e a volte può ferire più la lingua della spada, se non si ha l’accortezza di controllare se le cose siano vere o meno…

 

Alla fine delle lezioni il professore Sanji ci annunciò che qualcuno di noi sarebbe dovuto rimanere a scuola e avrebbe dovuto prendere il registro delle presenze per aggiornarlo. Io mi offrii subito volontaria, per salvare il resto della classe che già cominciava a deprimersi. Come sempre dopo scuola non avevo molto da fare, tornare a casa un po’ più tardi non mi avrebbe di certo cambiato la vita. Rimanere a scuola mi faceva piacere.

“allora lo faccio anche io” era Rufy “in due finiremo subito!”

Dalla classe cominciarono a levarsi voci di gente che si offriva volontaria. Il carisma di questo ragazzo non aveva limiti!

“Robin! Ora che ti sei offerta non ti puoi tirare indietro!” disse lui riferito a me, con tono serio. Io gli annuii.

Il professore Sanji nel frattempo stava sbuffando, probabilmente c’era qualcosa che non gli andava bene “Rufy tu dopo le lezioni verrai in sala professori con me! Oggi non torni a casa” fece lui con fare quasi diabolico. Un professore poteva davvero comportarsi così con un alunno?!

Sentii Rufy lamentarsi e cominciare un battibecco col professore, però non stetti ad ascoltarli, mi ero un po’ rattristata perché Rufy non mi avrebbe fatto compagnia questo pomeriggio. Mi ero illusa inutilmente…

 

Dopo le lezioni salutai la classe e rimasi nel mio posto a compilare il registro. Quando arrivai al nome di Rufy il cuore mi mancò un colpo. Era stato davvero un colpo di fortuna averlo incontrato…

“ah meno male…sei ancora qui!” alzai la testa di scatto. Sarei dovuta essere sola, quindi al suono di quella voce mi spaventai. Ma appena vidi che era proprio lui mi venne spontaneo un sorriso.

“sono riuscito a scappare da quel Sanji…” mi fece lui tutto d’un fiato, prese una sedia e si sedette di fronte a me.

“grazie per quello che fai per me…” mi venne spontaneo dirgli.

Lui mi guardò tutto serio e mi disse che non aveva fatto niente lui, che c’era un sacco di gente che voleva fare amicizia con me, che dovevo solo credere un po’ di più in me stessa. Detto questo mi prese il registro dalle mani “posso continuare da qui?”; lo vidi che cominciava a scrivere i nomi che non avevo ancora inserito, e tra quelli c’era proprio il mio. Non aveva una calligrafia bellissima, però vedere Rufy scrivere il mio nome mi rese felice.

“Monkey D Rufy è atteso in sala professori!! Alla svelta!!” furono gli altoparlanti della scuola. Probabilmente era il professore Sanji che s’era accorto della fuga di Rufy.

“oh cavolo! Devo scappare!! Ma prometto che torno!!” fece lui prima di correre verso la porta, lasciandola aperta.

Io ritorno a scrivere, quando vengo di nuovo interrotta da due figure che entrano in aula. Erano Sweet Pea e Margaret, due mie compagne di classe.

“oh scusa…prima c’era Rufy no?” mi chiesero loro e gli risposi io che mi aveva aiutata un po’. Chiesi loro anche se ne volevano approfittare per rimanere un po’…come mi aveva detto Rufy dovevo credere un po’ di più in me stessa!

Però non ricevetti risposta, e pensai che non volessero rimanere con me…quando d’un tratto presero un banco e l’avvicinarono al mio.

“non sei arrabbiata vero?” disse Margaret. Io la guardai un po’ stranita.

“pensavamo ti piacesse stare da sola, così non ci siamo mai avvicinate…” continuò Sweet Pea. Entrambe mi sorrisero.

“vuoi una mano?”

Quelle parole mi sembrarono così strane. Quella di oggi era stata davvero una giornata fantastica, senza precedenti. Avevo fatto un sacco di nuove amicizie.

 

Finito il lavoro ringraziai e mi avviai per tornare a casa. Nel corridoio incrociai Rufy.

“ah! Uff, hai già finito!!” mi disse lui portandosi una mano sulla testa “non ti ho aiutato in niente…” e lo vidi rammaricarsi. Non sapeva quanto si sbagliava, se non fosse stato per lui niente di niente sarebbe successo, e invece…

Io gli feci uno dei miei sorrisi migliori, lui mi guardò e arrossì, per poi sorridermi a sua volta.

Sweet Pea e Margaret mi hanno aiutata” gli dissi per tranquillizzarlo.

“davvero? Visto che è come ti ho detto io?” era tutto contento.

“si ma senza di te non sarebbe successo…

“ancora non capisci quanto questo sia l’opposto…” disse lui, ma non capii quello che voleva dire…

 

Dietro un angolo del corridoio intanto qualcuno stava ascoltando la conversazione…era quella ragazza bellissima, quella compagna delle media…

 

 

 

 

Eccoci qui! Questo è ufficialmente il capitolo per farmi perdonare u.u e spero che mi abbiate perdonato xD

Sono felice che ci sono persone che continuano a leggere anche se non recensiscono *-* grazie *-*

Ora vi lascio, è un aggiornamento flash questo xD

 

Alla prossima

NicoRobin92

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