La Fedeltà del migliore amico

di OmbraSmagliante
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. I ***
Capitolo 2: *** Cap. II ***
Capitolo 3: *** Cap. III ***



Capitolo 1
*** Cap. I ***


LA FEDELTA’ DEL MIGLIORE AMICO
 
prima parte
 
Non sapeva bene come era potuto succedere.
Era il suo migliore amico. E i migliori amici non se ne vanno, né sono gelosi. Giusto? Gelosi di amicizie con altri! Figurarsi!
Tutto era iniziato qualche settimana prima, se lo ricordava benissimo. Aveva appena finito allenamento, pioveva forte, e Andy, il suo migliore amico, non si degnava di passarlo a prendere, come faceva sempre.
Il diluvio continuava e lui non sapeva più cosa pensare. Dov’era finito? In più di diciotto anni d’amicizia, mai una volta in ritardo. O meglio, quasi sempre, ma non per così tanto. Erano amici fin da piccoli, per loro due l’altro era qualcosa di fondamentale, mai avrebbero pensato di tradirsi. O almeno così credeva.
Bi-biiip.
Il telefono.
“Andy? Si può sapere che fine hai fatto?”
“Non vengo oggi. Ho un impegno.”
“Cosa? Ma… non puoi darmi buca così…”
Aveva riattaccato. Roba da matti.

 
 
Andy era furioso. Con se stesso, probabilmente, ma soprattutto con quell’idiota di un suo ormai ex migliore amico. Certo, gli aveva tirato proprio un brutto tiro mollandolo sotto la pioggia, senza ombrello. Era sempre stato così. Lui, il grande, il forte, il bello, il sexy Nick che faceva allenamento e lui che lo andava a prendere, se pioveva con l’ombrello. Non gli era mai pesato stare in secondo piano. Del resto, ad essere amici del più popolare del paese, a certe cose ci si abitua.
Non gli importava che andassero a lui tutte le ragazze, i complimenti e gli sguardi. Era il suo migliore amico, lo avrebbe sempre sostenuto ed aiutato. Lo sarebbe sempre andato a prendere dopo allenamento, lo avrebbe aspettato la domenica pomeriggio dopo la partita, lo avrebbe accompagnato a tutte le feste a cui era invitato e lo avrebbe ascoltato prolungarsi nei racconti delle sue pene d’amore senza problemi.
Ma poi era arrivato quell’altro.
Dicono che sono le femmine, quelle gelose della propria migliore amica. E lui, a diciotto anni, in procinto di compierne diciannove, scopriva che la gelosia esisteva anche nell’amicizia. E nel modo peggiore, per di più.
 
 
Proprio non capiva cosa diavolo fosse successo. Andy non gli aveva mai fatto un tiro del genere, anzi! Quante volte senza di lui si era sentito perduto e lui, prontamente, lo era venuto a tirare fuori dai guai?
Ad ogni modo, non poteva restare sotto la pioggia per sempre.
“Leo? Sono Nick… ascolta, lo so che sembra strano ma… sono bloccato sotto la pioggia, al campo. Non è che verresti a darmi un aiutino con un ombrello? Ti sarei debitore!”
“Ehi, Nick! Vai tranquillo, arrivo subito! Ma che è successo con Andy?”
“Lascia perdere! Ascolta, che ne dici di uscire anche stasera, c’è una festa in centro.”
“Bell’idea! Aspettami lì, ti riporto a casa, con l’ombrello, e per strada ne parliamo!”

 
Leo. Che nome idiota.
Messo da parte per uno così! Non solo era andato in vacanza con lui non una ma ben più volte, aveva anche incominciato ad aprirsi più con quello lì che con lui! Dopo anni di solida amicizia, si sentiva tradito, umiliato e ferito.
Ma gliel’avrebbe fatta pagare. Si guardò nello specchio: un ragazzo cicciotto, con capelli castano chiarissimo, occhi verdegrigio e una maglia extralarge ricambiò lo sguardo. Gli occhi mandavano lampi.
Quella sera c’era una festa, giù in centro. E ci sarebbe stata anche Molly, la sorella di Nick. E lui non aveva intenzione di mancare. Sapeva quanto era protettivo quello scemo con la sorella, anche se lo avrebbe negato fino alla morte. Loro erano ottimi amici da anni, dato che si conoscevano per via dell’amicizia tra lui e Nick. Sarebbe semplicemente impazzito all’idea di vederli assieme. Ebbene, avrebbe fatto in modo di farlo sentire tradito almeno quanto si era sentito lui, rimpiazzandolo, anziché con un altro amico, con una ragazza.
Restava un piccolo problema da risolvere: come convincere lei?
 
 
Alcune ore e una lunga doccia calda dopo, Nick si trovava dentro a un bel locale moderno, con musica altissima e strapieno di gente.
“Allora, Leo, chi punti stasera?”
“Non c’è neanche una mora che mi piaccia!”
“Passa alle bionde, fidati, non si sbaglia!”
“Nah…”
Proprio in quel momento, due ragazze iniziarono a ridere spropositatamente per attirare la loro attenzione. Si guardarono: beh, non erano niente male…
Mentre si avviavano verso le due tipe, dall’ingresso del locale entrò una figura famigliare.

“Andy! Devi ancora spiegarm…”
“Oh, sei tu. In compagnia di Leo, ovviamente. Beh non voglio prenderti altro tempo, ci vediamo.”
“Aspetta! Ma sei forse impazzito?!”
“Sono stufo di aspettare. Specie persone come te.”
“Ma che cos…”

 
 
L’aveva fatto. Era come accoltellarsi di proposito, provocare quello sguardo deluso e ferito nella stessa persona dove prima l’unico obiettivo era suscitare felicità. Si sentiva malissimo, ma non c’erano scuse: anche stasera, lui era lì con Leo, e manco si era degnato di chiamarlo.
Da lontano, appoggiata al tavolo delle bevande, scorse Molly.
Un’occhiata più attenta, gli fece scoprire che era… incantevole. Sarà stato perché non l’aveva mai veramente presa in considerazione prima, ma ora… cavolo, ma era forse stato cieco per un periodo senza saperlo?
Indossava lo stesso vestito che aveva la sera del suo diciottesimo compleanno, tenutosi l’anno prima. Aveva la sua stessa età. Erano stati compagni di classe e di gioco per una vita, eppure… aveva sempre avuto quelle gambe magre e affusolate da cui non si riusciva a distogliere lo sguardo senza che la stanza iniziasse a girare?
E quel vestito… nero, con una piccola fascia sottile in vita, lasciava molto poco all’immaginazione. I ricci color cioccolato sfioravano il mento, morbidi e provocanti.
Forse non sarebbe stato un gran problema, conquistarla. Sarebbe stato più problematico venirne fuori. Bevve un’altra birra, una l’aveva bevuta a casa durante la cena, per darsi coraggio. Si incamminò verso di lei.
“Dio, fa che sia ubriaca e che io le piaccia!’’ Si ritrovò a pensare.
 
 
Era a dir poco… amareggiato. Ma cosa diavolo stava succedendo? Andy, il suo migliore amico, il compagno di una vita, l’accompagnatore di mille risate e di tante bravata da perderne il conto si era trasformato in un… estraneo.
E la cosa più tragica, era che aveva il sospetto che fosse colpa sua…

 
 
“Molly?”
“Andy! Ciao! Non ti ho più visto di recente, che fine avevi fatto? Non vieni più a casa nostra… è un sacco che non parliamo e… me ne rammarico…”
“Scusa, scusa… è solo che… sai, tra me e tuo fratello… sono sorti un po’ di problemi.”
“Me ne sono accorta! Però Andy, con tutta sincerità, sai che se si tratta di parlare male di mio fratello sono la prima ma… non ti pare di esagerare? Un giorno prima eri da noi tutti i giorni come sempre e quello dopo… puff! Sparito! Insomma, non credo che Nick se lo meriti, per te è sempre stato disposto a tutto…”
“Se sapessi com’è andata…”
“Beh, perché non me lo dici?”
“E’ una storia lunga…”
“Non ho nulla di meglio da fare.” Sorrise.
Dio, quant’era bella. Lo aveva sempre pensato, ma ora… era come se avesse aperto gli occhi. Un minuto prima voleva solo portarsela a letto e sbattere la cosa in faccia al fratello, ma ora si ritrovava a sfogarsi con lei come non gli capitava di fare da tempo.
Le raccontò tutto. Di Leo, della sua sofferenza, del fratello che pareva non accorgersene… tutto.
“…e ora eccomi qui. Dopo averlo lasciato al bagnato.”
“Sì, è arrivato a casa che sembrava avesse attraversato l’Adige a nuoto.”
Scoppiarono a ridere.
“Sai, l’ultima volta che mi sentivo così bene con qualcuno è stato quando…”
Si rabbuiò.
“Quando…?”
“Niente. Ero con Nick. E lui mi raccontava di una bella ragazza conosciuta al mare. Se non sbaglio, è tua amica.”
“Oh, sì! Siamo molto legate… Andy, mi dispiace…”
Gli prese la mano. Avevano bevuto già qualche drink ed erano… allegri, diciamo.
Lui gliela strinse e un attimo dopo, a tradimento, la usava per tirarla a sé e baciarla.
Lei rispose al bacio, ma solo per un momento.
Si staccò.
“E questo cosa significa?”
“Che provo dei sentimenti per te.”
“E che, guarda caso, questi vengono fuori proprio quando mio fratello ti ha mollato?”
Aveva bevuto troppo, lo si sentiva dal tono della voce. Beh, non erano affari suoi. Quella famiglia non gli importava. Non più, almeno. Era ubriaca? Se ne sarebbe approfittato.
La baciò di nuovo e stavolta lei non si ritrasse.
Con dolcezza, la trascinò verso i locali più interni, dove si poteva godere di un po’ di privacy.
Entrarono in una stanza piccola e angusta, con un comodo divano il cui scopo era facilmente prevedibile.
La fece sdraiare e incominciò a baciarla, con più foga, con più passione. Il guaio era che quei sentimenti erano autentici.
“Sei… munito?” mormorò lei.
“Sì. Speravo di averti per me.”
“Mi stai solo usando.”
“Non è vero. Voglio fare l’amore, non solo sesso.”
“E sia.”



angolo di S., l'autrice: ho aggiornato questa storia vecchissima in modo che sia più comprensibile e leggibile :) spero vi piaccia, era tantissimo che non la rileggevo e correggevo! :D se recensirete mi farete un piacere enorme ;) Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 2
*** Cap. II ***


seconda parte
 
Dove diavolo era finito Andy? Senza di lui… era come ridere a vuoto. Aveva sempre avuto un legame speciale con lui. Del resto, era un ragazzo schivo e molto serio (cosa che faceva impazzire all’incirca tutte le ragazze del paese), e solo con lui riusciva ad aprirsi. Gli aveva anche raccontato di Sheila, la sua nuova… cosa? Non lo sapeva bene nemmeno lui.
Ecco, forse lei avrebbe saputo dargli una mano. Era una grande ascoltatrice e lo faceva sentire pieno, appagato, migliore di prima.
“Leo, vado un attimo fuori… devo fare una telefonata”
“Ma… Nick!” abbassò la voce “E le ragazze?”
“Chi se ne importa.”
“Nick!”
Non lo ascoltò, e si diresse verso l’uscita.
“Dio, fa che risponda!” disse a nessuno in particolare.

“Pronto?”
Adorava quella voce. Fu un attimo. Senza nemmeno pensarci partì in quarta a raccontarle tutto.
“Oh Nick… Ma davvero non hai capito il perché fa così?”
“Cosa?! Perché, tu si?”
“Oh piccolo mio… Ma non capisci che è geloso?”
“Geloso?!”
“Ascoltami: sei un bellissimo ragazzo, sexy, intraprendente, un campione della squadra di calcio del paese, ammiratissimo, simpaticissimo, gettonassimo, ti muore dietro metà paese…”
“Ehi, Sheila! Non sapevo pensassi queste cose…”
Sentiva un calore nei dintorni del collo diventare sempre più intenso.
“Non mi interrompere. Come pensi sia, passare la vita nella tua ombra?”
“Ma lui… insomma, non mi ha mai detto che… non ci sono mai stati problemi…”
“Sì, perché non gli è mai pesato. Gli bastava essere tuo amico…”
“E allora cosa è cambiat…”
“La vuoi piantare di interrompermi?”
“Scusi, Miss.”
“Ah, è così? Allora arrangiati.”
Tra loro era sempre stato così. Battibecchi, ma tante risate e… complicità. Sarebbe stato bello se solo avesse potuto essere la sua ragazza… Ma la lontananza lo aveva sempre impedito.
“Dai, piccola… stavo scherzando!”
“Mah. Comunque, è cambiato che ora… Lui si sente messo da parte. Pensaci: Leo…”
“…ha incominciato a frequentarmi sempre di più, quasi prendendo il suo posto.”
“Esatto…”
Adesso che lei lo aveva detto a voce alta, sapeva che dentro di sé, lo aveva sempre saputo.
Che stupido! Leo era un grande amico, certo. Un ottimo confidente e compagno di bravate. Ma… Andy… era troppo importante per lui.
“E adesso? Io non voglio perdere nessuno dei due! Ma Andy deve capire che per me è importante, anche se non ho solo lui come amici cari…”
“Perché non vai dentro a dirglielo?”
“Pensi che capirà?”
“Penso che ti stia aspettando.”
“E se fosse troppo tardi?”
“…richiamami e penseremo ad una soluzione.”
“Sheila?”
“Dimmi, Nick.”
“Le pensavi davvero quelle cose?”
“Le ho sempre pensate…”
Era tutto così difficile… sapeva di non poterla amare. E sapeva anche che Andy lo aspettava, e che per ora lei avrebbe capito, perché sapeva quanto era importante per lui.
“Ti ringrazio.”
La sua risata gli alleggerì la tensione alle spalle per l’imminente confronto con Andy.
“Perché ridi?”
“Sei un disastro con le parole…”
“Non sono io quello che scrive storie.”
“Hai ragione. Dai, vai! E fammi sapere come è andata!”
“Ciao, Sheila…”
Rientrò.
Era ora di salvare i rapporti con il suo migliore amico.

 
“Andy?”
Si voltò verso di lei. Dio, se era bella… Come aveva fatto a non accorgersene prima? Forse era la consapevolezza che Nick non lo avrebbe mai accettato bene, ci avrebbe sofferto e ne sarebbe stato imbarazzatissimo.
O forse, era solamente perché non era abituato a vederla come una ragazza, ma più come una sorella… E poi, si sa, le sorelle degli amici sono intoccabili… Almeno fino a quando questi non ti fanno soffrire al punto da spingerti al vendicarti.
Tutto per una gelosia. Forse, non era stata una grande idea. A ripensarci, si sentiva un perfetto stupido. Aveva esagerato a prendersela così tanto? Beh, di sicuro ne era valsa la pena del tentativo di vendetta…
“Si?”
“Sai, non sono ubriaca. Te l’ho solo fatto credere. Pensavo che così… dopo quel bacio… ci sarebbe stato un seguito. Avevo paura tu ti tirassi indietro per via di Nick.”
“No, io…”
“Fammi finire. Volevo dirti che per me… è stato fantastico. Ho sempre provato dei sentimenti per te, nulla di eclatante ma, spesso, dopo le nostre chiacchierate, sentivo un senso di… leggerezza. Mi sono sempre trovata così bene con te…”
“Anche io… solo ora capisco che ho sempre provato qualcosa in più per te.”
Cavolo. Non ci voleva. Si stava davvero innamorando di lei.
“Bugiardo. Sei venuto a letto con me solo per far soffrire mio fratello.”
“Sì, all’inizio era questa la mia intenzione… Ma stasera, quando ti ho vista… E’ cambiato tutto.”
“E io come faccio a sapere che non stai mentendo?”
Lui la baciò. Cercò di metterci tutte le cose non dette. La sua incredulità per il rapporto scoperto, la sua felicità per averla accanto ma anche la tristezza per l’allontanamento da Nick. 
Lei capì. Aprì gli occhi dopo il bacio e lo guardò come non aveva mai fatto.
In una squallida camera di un locale, era nato qualcosa.


“Leo, hai visto Andy?”
“Sì… è andato da quella parte con tua sorella.”
“COSA HA FATTO?!”
Non ci credeva, non poteva essere vero. Alle camere? No. No no no.

Loro due insieme? Era così… impensabile, che dovette appendersi a Leo per riprendersi.
“Forse vogliono solo parlare…”
“Nick? Svegliati eh?”
No no no.

 
 
“Pronta per tornare in sala?”
Lei gli prese la mano.
“Sei sicuro di voler affrontare subito mio fratello?”
“Sì. Tanto, cosa cambierebbe?”

 
Li vide.
Sulla soglia della porta che portava alle camere, mano nella mano.
Un misto di emozioni lo travolse. Dolore, incredulità, rimorso, tradimento.
Stavano venendo verso di lui.
Non riuscì a trattenersi.

 
 
“COSA DIAVOLO CI FACEVI LA’ CON LEI?”
Sarebbe stato peggio del previsto, non l’aveva mai visto così arrabbiato. Gli occhi erano strabuzzati e la sua espressione era di… dolore?
Una parte di lui si sentì in colpa. Un’altra, più piccola, era compiaciuta.
“Cercavamo un posto tranquillo dove poterci baciarci in pace.”
“Andy…”
“No, Molly. Voglio che sappia. Io e tua sorella stiamo insieme. Come ci si sente ad essere traditi dal proprio migliore amico?”
“Tu… ti sei portato a letto mia sorella?”


Non riusciva a respirare bene.
Rischiava di svenire. Era inconcepibile per lui una cosa del genere.
“Già.”
“ERI IL MIO MIGLIORE AMICO!”
Faceva male. Parecchio.

 
“Ma davvero? Fino a quando non è arrivato Leo?”
“Ma si può sapere cosa stai farneticando?! Tu sei sempre stato l’unico e il solo, eri il mio migliore amico, l’unico con il quale sapevo essere me stesso! Abbiamo condiviso tutto, tutto! Mi fidavo di te! Sì, nell’ultimo periodo ti ho trascurato… ma da qui al farti mia sorella per vendetta… E tu che glielo hai lasciato fare e sei andata con lui!”
“Lasciala stare!”
Era ancora il suo migliore amico. Oh, merda. Aveva sbagliato tutto.
“Nick, stai esagerando! E poi…”
“Poi cosa?! Siete andati… Non riesco nemmeno a dirlo! Non riuscirò mai più a guardarvi negli occhi e, sinceramente, dopo quello che mi hai fatto, Andy, non vedo perché dovrei farlo!”
“Aspetta… Tu… Io… Ero ancora importante per te?”
“LO SEI SEMPRE STATO, RAZZA DI…”


Leo stava cercando di tenerlo fermo, impedendogli di saltare addosso a quell’essere che aveva distrutto la sua sorellina.
“Non capisci… Io… Mi sentivo tradito!”
“E come pensi che mi senta io adesso?!”
“Ma non è così! Io… sono innamorato di lei!”
“ZITTO! Tu l’hai fatto solo per vendetta personale!”
“No, ti sbagli! Lascia che ti spieghi…”
“Non voglio più sentire nulla!”
“Sono il tuo migliore amico, me lo devi!”
“NO!”
“All’inizio era così, ma poi… è successo, ci siamo innamorati…”
“In una notte? Ma a chi vuoi darla a bere?”
“Ti dico che è andata così!”
“Sei solo uno stronzo!”
“Ah si?! Almeno io sono capace di inseguire i miei sogni, di amare la ragazza che mi piace. Peccato non si possa dire lo stesso di te.”
Silenzio. Ops. Quello, se possibile, faceva ancora più male.

Era stato come ricevere una pugnalata al fegato. Si sentiva agonizzante.
All’improvviso, provava solo una gran voglia di andarsene.

“Non so come ho fatto a essere il tuo migliore amico.”
“Nick…”
Lo ignorò e uscì sul retro.

Doveva fare una telefonata.
 
 
“Bene!” sapeva che poteva ancora sentirlo, dato che si era fermato appena prima di uscire. “Allora, sai che ti dico? Vai al diavolo!”
“Andy!”
“Scusami, Molly.”
Uscì dal davanti.
Attraversò la strada. Era furioso. Perso nei suoi pensieri, con le parole della litigata che rimbombavano nella sua testa, si incamminò per un vicolo sgombro.
Non si era accorto che due tizi, prima fermi all’entrata del locale, alla sua vista gli si erano incamminati dietro, seguendolo.
Non si era accorto, e di certo non poteva saperlo, che quei due tizi volevano qualcosa da lui.
Non si era accorto che erano entrambi il doppio di lui. E che uno aveva una spranga.

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Capitolo 3
*** Cap. III ***


terza parte

“Tu non hai idea di come sia stato!”
“Nick, piccolo mio, calmati…”
“Calmarmi, Sheila?! Come puoi difenderlo io proprio non ne ho idea! Mi ha dato del codardo, mi ha pugnalato alle spalle, si è fatto mia sorella… tutto perché io l’ho trascurato! Ma ti rendi conto?!”
“Forse è vero che si sono innamorati…”
“Se anche fosse? Lei è mia sorella, dovrebbe essere proibita per lui!”
“Quindi, dato che io sono molto amica di tua sorella, tu dovresti essere proibito per me?”
Calò il silenzio. Fu lei ad interromperlo, sospirando.
“Nick… Và da lui, và a cercarlo… E ascoltalo, fino in fondo stavolta. Sai che ha ragione: glielo devi.”
“Posso picchiarlo?”
“No, te lo proibisco.”
“Mutilarlo? Ferirlo gravemente?”
“Nemmeno.”
“Neppure un pizzicotto di circostanza?”
Rise, facendo spuntare un sorriso anche sul suo viso.
Sì, sarebbe andato a cercarlo.
“Grazie per… avermi fatto ragionare. Non so se sono disposto a perdonarlo, ma almeno ascolterò quello che ha da dirmi.”
“Sapevo che l’avresti fatto.”
“Chissà quanto tempo ti ho fatto perdere stasera…”
“Con te, non è mai tempo perso.”
Ci fu una pausa, dove entrambi sembrarono bearsi della presenza, anche se telefonica, dell’altro.
“Che cosa sdolcinata…”
“Effettivamente… però ormai l’hai detta e io non me la scorderò mai.”
“Cavolo… che sfortuna!”
Scoppiarono a ridere. Proprio in quel momento, sentì un urlo.
Andy.

 
Aveva cercato di correre non appena si era accorto che c’era qualcosa di strano nei due tizi che lo tallonavano. Che stupido era stato a non rendersene conto prima! Fatto sta, che era stato troppo tardi: altri due tizi simili ad armadi gli erano sbucati dal davanti.
Quattro conto uno: poteva affrontarli, ma sapeva avrebbe perso. Decise di prendere tempo.
“Cosa volete?”
“Informazioni.”
“Di che tipo?”
“Sappiamo che sei il migliore amico di uno dei giocatori più forti della squadra di questo paesino…”
“Ex migliore amico, per servirvi.”
“Non importa. Le informazioni che ci servono ce le puoi dare comunque.”
“Cosa volete sapere?”
“Dov’è.”
Erano ancora più minacciosi ora che, parlando, si erano avvicinati. A parlare era il più grosso, con voce baritonale e sicura.
Era sicuro che non avrebbero esitato a picchiarlo. Iniziò a sudare freddo.
“E perché mai?”
“La prossima settimana giocate contro la nostra squadra. Vogliamo… fargli capire che la nostra volontà è che perdiate.”
“E in che modo intendete farglielo capire?”
Per tutta risposta, l’uomo a fianco del tizio che parlava si rigirò la spranga che aveva tra le mani.
“Capisco.”
“Una fonte fedele ci ha detto che tu sai esattamente dov’è e come trovarlo. Tanto più che se tu ci portassi da lui, in un vicolo buio, ovvio, lui si fiderebbe e cascherebbe perfettamente in trappola.”
“Cosa ti fa pensare che lo farò?”
Altro cambio di posizione della spranga. Non si era mai accorto di quanto potessero essere forti i linguaggi non verbali.
Dopo il profondo senso di abbandono, la lite, il dolore per le sue parole, la rabbia e la frustrazione per non essere stato ascoltato… Sarebbe stato facile lasciarsi trascinare dal sapore dolceamaro della vendetta per la seconda volta.
Quello era sempre stato il campo di Nick, più che il suo. Era più razionale, calmo e cinico.
Nick.
Il pensiero di venderlo ai quei tizi, di quello che gli avrebbero potuto fare, lo faceva sentire coraggioso.
L’avrebbe protetto.
“No. Non vi condurrò mai da lui.”
“Pazienza. Vorrà dire che dopo avere pestato te, lo cercheremo da soli.”
Inaspettato, come tutta quella storia, arrivò il pugno nella schiena da dietro.
Urlò.


“Era lui, Sheila, sono sicuro!”
“Che aspetti? Corri!”
“Lui lo farebbe per me?”
“Lo sai. Dentro di te, già lo sai.”
Paura. Ecco cosa provava. Quello non era un urlo normale, il suo migliore amico era in pericolo. Nessun’altro se ne sarebbe accorto: erano tutti dentro nel locale, con la musica al massimo volume.
Cosa stava aspettando? Il suo migliore amico aveva bisogno di aiuto. Aveva bisogno di lui.
“Ti richiamo.”
“Vai, vai!”

 
Dolore.
Era come essere sospesi nel nulla. L’unica cosa che lo legava ancora al mondo dei vivi erano i colpi ricevuti: piccoli fiotti di strazio fisico.
Sanguinava.
Poteva sentire l’insensibilità che si faceva strada dentro di lui.
Quanti colpi aveva ricevuto? Spranga, calci, pugni.
Stava per svenire.
Urlò ancora.
 
 
Ancora quell’urlo straziante. Iniziò a correre, disperato, verso la direzione della voce. La paura che, al passo dell’adrenalina, saliva ad ogni passo, la paura di non arrivare in tempo per salvare l’amico di una vita, era insopportabile.
Doveva farcela. Doveva.
Arrivò all’ingresso di un vicolo buio, la scorciatoia per arrivare a casa di Andy.
Si fermò.
Quattro uomini sovrastavano una figura accasciata a terra.
Sentì montare la rabbia.

 
 
“Allora, sicuro di non volere collaborare con noi?”
“MAI!”
“Che coraggio…”
Risero. Non gli importava. Gli stava facendo perdere tempo, sperava che Nick fosse andato a casa, al sicuro. Almeno per quella sera.
“Tanto lo troveremo lo stesso il tuo amico Nick. Non importa se stai cercando di proteggerlo. Lo troveremo.”
Era tutto così confuso… sarebbe stato più semplice chiudere gli occhi, abbandonarsi al dolore…
“Lo troveremo.”
Lacrime silenziose iniziarono a scendere sul suo viso. Un po’ per il dolore, in maggior parte perché si sentiva inutile: non era nemmeno in grado di proteggere l’unica persona al mondo a cui teneva davvero.
“Lo avete già trovato.”
 
 
Si voltarono verso di lui.
“Eccoti qui, allora… patteggiamo per la partita di domenica.”
“Fossi in te, mi terrei i patteggiamenti per la pensa da scontare in galera.”
“Oh-oh. Cos’è, hai chiamato la polizia?”
“Naturale. Però, c’è una cosa che gli anni in galera non potranno insegnarvi.”
Risero. Erano nervosi, però. Il vicolo era troppo stretto per scappare, e in lontananza già si sentivano le sirene.
L’unico modo per scappare era abbattere lui.
“Togliti di mezzo.”
“No. Voglio essere così generoso da impartirvi io stesso questo insegnamento.”
“Di che stai parlando?”
“Del fatto che nessuno, nessuno, può toccare il mio migliore amico.”
Scattò, senza pensare.
Come un leone che assale la preda, così si avventò su di loro.

 
Aprì gli occhi.
“Dove sono?”
“Andy!”
“Molly…?”
“Oh Dio, grazie!”
Scoppiò a piangere per il sollievo.
“Credevo… Non ti saresti svegliato.”
“Ero messo così male?”
“Due costole rotte, contusioni sul viso, mascella slogata, labbro spaccato, schiena piena di lividi, rotula destra fuori posto…”
“Va bene, ho capito.”
“Se non fosse arrivato Nick…”
“Dov’è adesso?”
Il cuore gli batteva forte. Ricordava che si avventava contro i tizi nel vicolo, poi il buio. Una sensazione vicina al panico si fece strada dentro di lui.
“Ecco, lui…”
Non facevano poi così male, le contusioni.
Le costole rotte erano nulla in confronto alla vergogna che provava per quello che aveva urlato al suo migliore amico non appena prima che lui si sacrificasse a quel modo per lui.
Solo ora comprendeva a fondo il legame che gli aveva uniti.
In tutta onestà, non era sicuro di meritarsi la sua amicizia.
“Voglio vederlo.”
Una preoccupazione comprensibile si dipinse sul volto di Molly.
“Davvero. Ora.”
“Va bene…”

 
“Nick?”
“Che succede?! Sta male? Cos’è successo?”
Fino ad ora si era tenuto in disparte in sala d’attesa, con la sola compagnia dei suoi foschi pensieri. Adesso era in piedi, pronto a scattare.
“Vuole vederti.”
Oh no…

 
Quando Nick varcò la soglia, probabilmente era già commosso.
Si guardarono.
Sapete quando due amici di vecchia data si riconoscono dopo anni, magari in un locale sperduto?
Beh, successe più o meno così.
Si erano riconosciuti, ritrovati, compresi.
Era bastato guardarsi. Perché l’amicizia, quella vera, è fatta di gesti, risate e momenti condivisi. Spesso, non servono le parole.


“Potrai mai perdonarmi?”
“Mmm…”
“Farò tutto ciò che vorrai!”
“Compreso permettermi di uscire con Molly?”
Oh no, quello no.
“E’ proprio necessario?”
“Sono innamorato.”
Oh, beh… meglio lui come cognato che un completo imbecille, no?
“E va bene…”
“E’ un inizio, allora.”
“E la fine qual è?”
“Non devi chiamare qualcuno?”

 
Era giusto così. Lo sentiva, lo capiva.
Lui avrebbe continuato a prendersi cura di Nick. A fare in modo che fosse felice. Sempre. Perché era un amico fedele.
 
 
“Oh, meno male è finita bene! E tu come stai?”
“Beh… sono un po’ in ansia.”
“E per cosa?”
“Sto per seguire un consiglio, o meglio, un’offesa che mi ha dato il mio fedele amico.”
“Ah si?”
“Solo che per seguirlo… ho bisogno di coraggio e di una compagna. Capisci che intendo?”
“Comincio a capire…”

fine
 

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