mi sono persa nei tuoi occhi.

di tuamadre_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'inverno (prologo). ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. ***



Capitolo 1
*** l'inverno (prologo). ***


 

Era una giornata d’inverno come tante. Maglioni enormi, cioccolata calda e cuffie alle orecchie. Guardai fuori dalla finestra, immaginandomi in un video musicale. Stavo ascoltando ‘All I Want For Christmas Is You’, tanto per restare in tema. Per Natale avevo chiesto a mia madre un libro chiamato ‘the Casual Vacanzy’, scritto da J.K. Rowling, il mio mito, colei che mi aveva fatto sognare e scoprire un mondo parallelo, fuori dal comune. Parlando d’altro... Beh, in realtà non desideravo proprio quel libro, però sapevo benissimo che il mio più grande desiderio non si poteva realizzare molto facilmente, quindi mi accontentavo di un misero libro, anche perché la condizione economica della mia famiglia non era delle migliori. Mia madre si era separata da mio padre da circa tre anni e lui si era trasferito a Londra. All’inizio stavo male perché non ero abituata a vedere i miei genitori separati, però poi avevo capito che se era questo ciò che volevano, allora lo dovevo rispettare. In fondo avevo solo sedici anni. Tutti mi chiamavano Charlie, anche se il mio vero nome non era quello, ma Charlotte. Amavo cantare, amavo Harry Potter ed una band anglo-irlandese chiamata One Direction.


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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Ero a casa ed era domenica, la mia migliore amica era partita per Parigi e non la potevo neanche chiamare. Io, intanto, ero seduta davanti al computer a controllare la Timeline di Twitter e se i miei idoli si fossero connessi. Non avevo un cavolo da fare quando ero a casa ma..oh, Liam è in linea. 
Gli mandai un po’ di Tweet, dato mi stavo annoiando a morte. Nel mentre mi accorsi che Marco Morini aveva scritto qualcosa : ‘una sorpresa per le Directioner italiane, vi faremo sapere tutto stasera!’.

OOSSIGNORE, QUANTO ODIO MARCO QUANDO FA COSI', HANNO RAGIONE GLI ALTRI A CHIAMARLO ANSIA.
Per distrarmi, decisi di andare a fare un po' di compere.
«Mamma, vado al Concept Store! Ritorno stasera!» dico alzando la voce.
«Okay, non fare tardi però!» disse mia madre.
Mia madre era molto dolce, permissiva e le volevo molto bene. Non avevo molto da dire su mia madre, non ero come altre ragazze che non hanno molti rapporti con i genitori, anzi, al contrario.
Tornando a noi, il Concept Store è, appunto, uno Store dedicato ai One Direction. In quei giorni, molto probabilmente, c'era Marco a farci gli 'onori di casa' perché era stato aperto da poco. Arrivata allo Store, andai nel reparto delle magliette e me ne misurai qualcuna nel camerino. Incominciai a canticchiare 'Everything about you' senza che me ne accorgessi. 
Uscii dal camerinoe a qualche passo da me c'era un ragazzo. Aveva un'aria familiare, ma era tutto incappucciato, con i Rayban sugli occhi. Arrossii subito e distolsi lo sguardo dal suo. Davanti allo specchio mi giravo e rigiravo per vedere come stessi con quella maglietta... Non mi convinceva. 
«Ehm...ti sta bene.» disse con una voce un po’ raschiata.
«Ah... Oh, ehm grazie!» 
Mmmh, un ragazzo completamente sconosciuto mi fa un complimento? 
Un attimo... Un ragazzo nel Concept Store che mi fa un complimento? Che qualcuno mi dia un pizzicotto. 

Mi avviai alla cassa per comprare la maglietta, pagai e me ne andai.
Durante il tragitto per tornare a casa rimurginai su quel ragazzo e cercai di capire a chi assomigliava, ma niente. Mentre girai per prendere una stradina ebbi l'impressione di essere seguita, ma non ci diedi molta importanza. 
«Sono a casa!» grido a squarciagola.
«Charlie, prendi la posta!» disse mia madre, gridando altrettanto.
«Okay!»
La aprì e mi cadde di mano.
A I U T O.
La lettera diceva: ‘Per tutte le Directioners, stiamo organizzando un concorso e le 40 ragazze che saranno scelte potranno partecipare ad un Meet&Greet con i ragazzi. Per tutte le informazioni contattatemi su Twitter. @marcomoriniTW’
Okay. Sto sognando? Sì, non può essere vero.
Entrai in casa e fecivedere la lettera a mia madre.
«E come hanno fatto a sapere che vivevi qua?» chiese mia madre con tono sospettoso.
«E' quello che vorrei capire pure io...»

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


‘E' quello che vorrei capire pure io...’

In quei giorni andare a scuola era uno strazio, soprattutto perchè la mia migliore amica non c’era. Rimanevo in classe anche a ricreazione per studiare la lettera arrivata a casa. Avevo fatto alcune ricerche sul profilo di Marco e avevo capito che era tutto vero. Aveva scritto su Twitter che bisognava recarsi in una città non molto lontana dalla mia, il 23 dicembre e bisognava cantare 'Little Things' o 'Live While We’re Young'.
Si, avete capito bene: CANTARE.
Era l’occasione che aspettavo da tanto. Far vedere di che pasta era fatta Charlie.
Marco per questo evento aveva organizzato anche dei pullman per chi si trovava in altre parti d'Italia, così almeno non avrei avuto problemi su come andare.
«Mamma, senti... per quella lettera, posso partecipare?» chiesi con un tono supplichevole.
«Basta che non combini guai,eh? » 
«Grazie, mamma!» dissi abbracciandola.
«Ehi, aspetta, aspetta. E con chi ci vai?» 
«Ehm, Marco Morini ha organizzato dei pullman...» 
«E chi sarebbe 'sto Morini?» 
«Il manager dei One Direction, no?»
«Va bene, va bene » disse, dandomi un bacio sulla fronte .




Era il giorno fatidico. Ero stressata da morire, tremavo, ma sapevo che in questa occasione non avrei avuto problemi. Cantare era l’unica cosa che sapevo fare.
Mi alzai alle cinque e mezza, mi feci una bella doccia fredda per svegliarmi, mi asciugai i capelli, orribili come sempre, e iniziai a prepararmi.
Mi misi dei jeans scuri stretti, una maglietta verde e le Converse bianche, poi mi truccai con una matita verde, il mascara e mi misi il giubbotto.
«Ciao mamma, augurami buona fortuna» dissi preoccupata.
«In bocca al lupo, Charlie» 
«Crepi…» 
Mi avviai verso la fermata del pullman, entrai e mi sedetti in uno degli ultimi posti. All’inizio rimasi in silenzio, poi cominciai a parlare con delle ragazze vicino a me .
«E così vi piacciono James,James,William,Jawaad e Edward?» chiesi con tono amichevole.
«Scusa, chi?!» rispose una di loro.
«Oh, niente lascia perdere» dissi sconvolta.
Non sapevano i loro nomi. Diamine che gente... E davvero credevano di essere Directioners?? Il pensiero che una di quelle potesse vincere il concorso mi fece sprofondare. 
Dopo qualche ora di viaggio arrivammo in questo paese. C’era una folla enorme intorno al teatro e c’era già una ragazza che cantava LWWY. Sembrava molto sicura di sè.

..

«Il prossimo!» – disse Marco.
Okay, Charlie, stai calma, canta e andrà tutto bene.
C’era un tavolo dove erano sedute quattro persone: Marco, due persone che facevano parte della giuria e...
Era lì, seduto, incappucciato.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Che avesse a che fare con i ragazzi?
Ero lì, seduta su una sedia, con un microfono tra le mani .
Iniziata la musica chiusi gli occhi e iniziai a pensare ad Harry. Colui che mi aveva colpito la prima volta che li avevo sentiti, visti. Pensai a quel suo sorriso che mi faceva sciogliere, alle sue fossette, ai suoi riccioli spettinati ma così perfetti allo stesso tempo, pensai ai suoi occhi… I suoi occhi verde smeraldo che avrebbero potuto uccidere chiunque li guardava. Come un basilisco.

...

«Allora, abbiamo scelto, come vi abbiamo già detto, quaranta ragazze che potranno partecipare ad un Meet&Greet con i ragazzi che si terrà il 30 Dicembre sempre qui. Le ragazze scelte sono...» 
Nella mia testa non sentivo altro che un indistinto 'blablabla'. Un rimbombo continuo. Più passavano i secondi, più la mia autostima scendeva e capivo che non ce l'avevo fatta. Più che altro perchè capii che non ero brava neanche nell'unica cosa che credevo di saper fare bene. 
UHUH.
La rabbia salì e offuscò i miei occhi.
Mentre mi avviai afflitta verso il pullman una mano prese la mia; mi girai e vidi lui: il ragazzo incappucciato che sfoggiava il sorriso più bello che avessi mai visto.
Prima che avessi fare qualcosa, mi prese per il braccio e mi portò qualche metro più lontano vicino a degli alberi. Ero sconvolta, non sapevo cosa fare.
«Si può sapere chi cazzo sei e che cazzo vuoi fare?» chiesi veramente inviperita.
Si schiarì la voce, alzò i Rayban che aveva sul naso e vidi i suoi occhi, degli occhi verde smeraldo in cui mi sono persa più e più volte nei video. Si, era Harry Edward Styles, il mio idolo.
Avevo gli occhi spalancati, la bocca spalancata, insomma... tutto spalancato.
«Molto raffinata la ragazza. Hai una voce bellissima, sai?» mi disse lui.
«Ehm... Scusa, non mi stai prendendo in giro, vero? Cioè, non ci posso credere. Sto parlando con Harry? Quel cretino che ha creduto che una donna partorisse in uno studio e quel cretino che ha fatto una Twitcam soltanto per farci vedere il regalo che aveva fatto a Louis?»
«Ripeto: molto raffinata la ragazza!» disse sfoggiando un sorriso che avrebbe potuto far morire migliaia e migliaia di persone. Pff. Era un basilisco sotto forma di umano. 
«M-m-mi dispiace, soltanto non posso credere che sto parlando con una delle persone che mi ha dato il sorriso per più di tre anni» spiegai sorridendo. 
«Ehi, ma siete voi che date il sorriso a me, e comunque, mi dispiace che tu non abbia vinto.» 
«Anche a me, e tanto. So anche che non andrò a nessuno dei vostri concerti. Bella merda, vero?» ero quasi in preda alle lacrime. 
«Ci saranno altre occasioni, ne sono sicuro» 
Lo abbracciai, emanava un calore che riscaldò il mio corpo tutto d'un colpo.
«Ehi , domani parliamo? Magari ti faccio conoscere la band...» - 
LET.ME.DIE.BABY. LET.ME.DIE.
«Come ti chiami su Twitter? Magari ci sentiamo tramite quello!» 
Rimasi li come un'ebete. 
«Hey, allora?» 
«Ehm... Oh, sì, subito!» mi riscossi, scrivendo su un bigliettino. 
«Va bene, adesso devo scappare, ci sentiamo!» mi salutò, prendendo il pezzo di carta. 
Restai a guardarlo mentre si allontanava pensando che avevo avuto una conversazione con il mio idolo.
Ehi, una c-o-n-v-e-r-s-a-z-i-o-n-e. 
Tornai a casa spensierata, consapevole che quello che era successo non dovevo dirlo a nessuno, neanche a mia madre.
Arrivai, suonai il campanello e mia madre mi aprì.
«Com'è andata?» mi chiese salutandomi.
«Ho perso» risposi canticchiando.
«E sei così felice?! Figlia mia, non ti capisco.» 
Entrai in camera e accesi subito il computer, con il cuore che mi batteva forte dall'emozione. 
Erano le dieci e mezza, avevo appena finito di mangiare ed ero stanchissima. Così presi ‘Harry Potter e L’Ordine della Fenice’ e mi misi a leggere sul letto.
In quel momento decisi di scrivere un tweet ad Harry.
‘beeh, visto che volevi tanto che mi facessi sentire ti accontento. no, cioè..mi hai accontentato tu oggi dandomi quell'abbraccio. buona notte Harreeeeh c: (sperando che ti ricordi..) ’
Cliccai su "tweet" e lo inviai. 
Okay, forse sarebbe stato meglio non mandarlo, ma stranamente mi sentivo bene.
Mi addormentai con il sorriso sulle labbra perché sapevo che domani sarebbe stata una giornata molto intensa.
Ma il cellulare vibrò.

Harry mi aveva menzionata.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


Harry mi aveva menzionata.
'buona notte anche a te piccola :)' .
Harry Styles che mi chiama piccola... Harry Styles che mi segue su twitter... Sto sognando? Datemi un segno per favore! 
Mi sembrava che dei grilli stessero cantando. 
Si, grazie. Ho capito. 
Erano le otto di mattina, finalmente erano iniziate le vacanze di natale e io avevo l’adrenalina a mille. Mi misi a fare colazione e ad un certo punto mi arrivò un messaggio in dm su Twitter.
‘adesso, vediamoci in piazza. non tardare. Harry’
«Chi è?» chiese mia madre incuriosita.
«Ehm… no, niente, sono delle mie amiche che mi aspettano in piazza adesso, mi vado a preparare! Forse mangio fuori ok?» mentii.
«Va bene.» rispose insospettita.
Cavolo, non avevo mai mentito a mia madre, ma le avrei detto la verità soltanto quando ce ne sarebbe stato il bisogno.
Mi preparai alla velocità della luce vestendomi con dei jeans chiari, una maglietta semplice e le blazer grigie, mi truccai e scappai via.
Arrivata in piazza c’era troppa gente… Non lo vedevo. Ad un certo punto, mi vibrò di nuovo il cellulare.
'sono dietro di te'
Mi girai e vidi lui, sempre incappucciato, sempre con i Rayban.
Si stava avvicinando. Avevo il cuore a mille.
«Vogliamo andare in un posto, lontano da occhi indiscreti?»
«Ehm... Oh, certo.»
«Non ti stupro, stai tranquilla!» disse ridendo. 
«Ma che...?!» incominciai a ridere anche io. Una battuta dopo l'altra, arrivammo vicino ad una panchina, ci sedemmo e, prendendomi la mano come per accarezzarmela, mi disse: «Canta di nuovo.» 
«Solo se tu mi dai l’abbraccio di ieri.» 
Mi misi tra le sue braccia, consapevole che non si comportava così solo con me. 
«People say we shouldn’t be together 
We’re too young to know about forever 
But I say they don’t know what they talk talk talkin’ about»
«‘Cause this love is only getting stronger 
So I don’t wanna wait any longer 
I just wanna tell the world that your mine girl 
Ohh» continua lui. 
«They don’t know about the things we do 
They don’t know about the I love you’s 
But I bet you if they only knew 
They will just be jealous of us 
They don’t know about the up all night’s 
They don’t know I waited all my life 
Just to find a love that feels this right 
Baby, they don’t know about 
They don’t know about us»

«Volevo dirti che tutto questo è un onore per me, volevo ringraziarti per tutte le emozioni che mi fati provare, insieme agli altri.» 
«Se vuoi puoi dire loro grazie di persona... I ragazzi sono in pizzeria, vogliamo andare?» propose ridendo. 
«Certo. Prima però non vuoi sapere come mi chiamo?! Magari sono ricercata da tutto il mondo e….» dissi anche io ridendo. 
«Sentiamo, come ti chiami?» 
«Charlotte, però tutti mi chiamano Charlie. Adesso possiamo andare, mi sta venendo un certo languorino...» 
«Tu e Niall andrete per forza d’accordo…» disse mettendosi a ridere. Incominciamo a camminare sempre in quel vicolo e da lontano vidi un ragazzo con la 'pelata' che ci salutava con la mano.
«Oddio, ma quello è Liam…» 
«Perspicace…» disse ridendo. 
«Ma stai sempre a ridere?!» gli feci notare sbuffando. 
«Sì, perché, non avevi detto che ti piaceva il mio sorriso?» domandò sbattendomelo in faccia. 
«Mmh, no.» Mi misi a ridere come un'ebete. 




«Ciao, tu devi essere…?» chiese porgendomi la mano Liam.
«Mi chiamo Charlie, piacere!»
«Piacere, io sono Liam!»
«Stai scherzando, vero? Certo che so chi sei... Io sono una s-t-a-l-k-e-r!» dissi io 'sfoggiando' una risata malefica.
«Mi fai paura lo sai?» ammise, guardandomi male.
«Ehm... Non è così che vorrei apparire davanti ai miei idoli» mi scusai ridendo.
«Ehi, vogliamo entrare? Le presentazioni le rimandiamo a dopo.» disse Harry.

… 

«Ehi, ragazzi, lei è Charlie e lui è... Oh, niente, lasciate perdere.» mi presentò Liam.
«Ciao, Chiarlie!» mi salutarono in coro ridacchiando.
«Pss... Harry, perché ridono?» chiesi storcendo la bocca.
«Ma che ne so...» rispose Harry che intanto li guardava male.
«Okay, che si mangia?» domandai io accarezzandomi la pancia.
«Ah, ah! Ho trovato un altro membro!» esclamò Niall.
«Oddio... Ci risiamo...» - disse Louis, alzando gli occhi al cielo. 
«Te l’avevo detto che sareste andati molto d’accordo!» disse Harry.
«Comunque, sai cucinare?» mi chiese Niall.
«Sì, certo... Me la cavo.» gli risposi io.
«Può venire a vivere con noi?» pregò gli altri giungendo le mani.

….

Ancora non ci credevo, ero seduta in una pizzeria con cinque persone: Harry, Niall, Liam, Zayn e Louis. I miei idoli. Avevo accanto da una parte Liam, che mangiava come una persona normale, e dall’altra Niall, che sembrava che non avesse mangiato per anni e anni.
Ad un certo punto mi arrivò una gomitata da Liam.
«Ahi! Che c’è?» gli domandai massaggiandomi il braccio dolorante.
«Oh, scusa... Ma hai visto come ti guarda Harry? Sembra ipnotizzato da te.»
«Nah, è soltanto ipnotizzato da quello che mangio io.» risposi ridendo.
Finito di mangiare cercai di attirare l’attenzione di tutti i ragazzi.
«Ragazzi, so benissimo che sono una fan come tante, ma vi volevo dire che una giornata come questa non l'avevo passata mai. Grazie.»
Mi sentivo la ragazza più felice della terra e ci scambiammo anche i numeri. Quando decidemmo di ritirarci, Harry e Liam si offrirono per accompagnarmi a casa.
«Grazie, idoli» dissi sicura.
«Ma grazie a te. Sentiamoci più spesso okay?» disse Harry.
«Sì, certo!»
«E' pazzo di te! Non lo vedi?» mi fece notare Liam sottovoce.
«E' impossibile... Tu dici? »
«Si vede lontano un miglio.»
«E, secondo te, si potrebbe innamorare di una semplice fan? »
«Be', cosa c’è di strano? Anche io potrei innamorarmi di una fan e poi mi ha detto che hai una bella voce e che sei bellissima! Che è la verità…»
«Oddio,sei la dolcezza fatta persona, Liam! Adesso vado, grazie per il passaggio ragazzi!»
Suonai il campanello.
«Chi è ?» chiese mia madre.
«Io!»
«Alla buon’ora! Ma di chi era quella macchina?» chiese mia madre.
Entrai nel panico, cercai mille scuse plausibili nel mio cervello. 
«Ehm, del padre di Karen, mi ha fatto il piacere di riaccompagnarmi »
«Va bene, ringrazialo da parte mia!»
«Certo...»
Salita in camera presi il telefono e andai su WhatsApp.
‘ehi Liam, domani ci vediamo? Magari porti anche Harry ..OuO’

'Beh, in realtà anche se siamo in 'vacanza' (se così si può dire) stiamo registrando..però non credo che agli altri dispiaccia la tua presenza.’

'oddio, dici sul serio? sei un tesoro.'

‘AHAHAHAHA, ma di te ed Harry che mi dici?’

‘che ti dovrei dire? è il mio idolo... siete i miei idoli! vorrei soltanto che questi giorni non passassero mai. ti voglio chiedere soltanto una cosa..Harry ha fatto così anche con altre fan?'

‘heeeey ragazza, vuoi sapere troppo. Poi parliamo meglio okay?’

'okaaay, ci vediamo domani tostaPayne.


‘non provare più a chiamarmi così 
. ciao Charlie :)’

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


’non provare più a chiamarmi così . HAHAAH ciao Charlie :)’ 

Ieri mi addormentai prestissimo senza mangiare, anche perché Niall aveva ordinato tutta la pizzeria.
Mentre preparavo la colazione, mi arrivò un messaggio da Liam: 'hai presente la pizzeria dove abbiamo mangiato ieri? ecco, all'incrocio c'è una casa... raggiungici lì... ADESSO.' 
Ero tutta eccitata perché avrei sentito i ragazzi dal vivo per la prima volta. Mi preparai in cinque minuti: leggins, maglietta lunga e le mie amate converse. Presi il cappotto, la borsa, l’iPod e mi avviai verso la pizzeria.
Quando oltrepassai la pizzeria, partì ‘Rock me’ e cominciai a cantare:
‘I want you to rock me, rock me, rock me, yeah. I want you to rock me, rock me, rock me, yeah. I want you to hit the pedal heavy metal show m…’
«Cos’è che vuoi?» mi disse Niall ridendo come un pazzo. 
«Oh Signore, non potevi salutarmi come tutte le persone normali, invece di venire da dietro? Mi hai fatto spaventare! E, comunque, siete voi i pervertiti!» dissi io, dandogli un colpo al braccio. 
«Ma questo paninazzo?» chiesi poi, fissando il panino . 
«Non ci provare, bella! Vieni con me e andiamo verso lo studio.» disse lui, allontanando il panino da me.
«Ma... cosa state registrando?» 
«Stiamo registrando delle cover di alcune canzoni di natale per un piccolo album... Ti piace come idea?»
«Yeah, Buddy! Non vedo l'ora di sentire il CD.» 
Arrivati sotto casa, c'era Harry affacciato al balcone. 
«Harold, stai aspettando il principe azzurro?» gridai per farmi sentire. 
Lui rise. La sua risata uccide. Non dovrebbe essere legale, porca putty! 
Ci aprì Liam, con il suo solito sorriso. Mi invitò a sedermi su un divano e lì iniziammo a parlare del più e del meno. 
«Aspetta, aspetta un po'! Tu sei quella che mi ha mandato ottantatré tweet in una sola giornata!» disse scoppiando in una risata. 
«Come hai fatto a capirlo?! E comunque non è colpa mia, volevo essere seguita dai miei idoli... Non mi hai mai cagata!» esclamai, facendo l'offesa. 
«Dalla tua icon... Scusa, baby.» e mi diede un bacio in fronte. 
«Sì, voi volete farmi morire.»
«Noi non vogliamo la tua morte.» disse Harry scoppiando in una risata. 
«Oh, ciao, Harry! éensavo ti fossi buttato dal balcone... Il principe non è venuto?» dissi io sarcastica.
«Charlie... sei la simpatia fatta persona, lo sai?» disse lui, massacrandomi le guance. 
«Sì, me l'avevi già accennato, e so anche che le guance che stai toccando sono mie e non vogliono essere consumate.» 
«Ma sono carine...» disse Harry facendo il labbruccio. 
«Sì, ma non sono tue.» dissi io. 
«Ehi, ragazzi, dobbiamo incominciare?» disse Zayn, aggiustandosi il suo ciuffo. 
« Zayn, sei FA-VO-LO-SO!» scherzai ridendo. 
«Grazie, Charlie.» disse, ridendo pure lui. 

... 

Mentre sistemavano l'occorrente, io mi sedetti sul divano e aspettai. Erano bellissimi. 
«Bella, tu ti potresti occupare del video se vuoi.» mi propose Niall. 
«Cosa dovrei fare?» chiesi, maneggiando la telecamera. 
«Non far cadere nien... troppo tardi.» esclamò Louis disperato.
«Devi semplicemente tenere la telecamera...» disse Harry ridendo .
«Okay,okay.» risposi. «3, 2, 1... Azione!»
«Charlie, non siamo in un film.» disse Harry esasperato.
«Dài, ho sempre voluto dirlo! Pronti, sì o no?» 
«Pronti!» esclamarono i ragazzi all’unisono. 
Partì la canzone ‘Santa Claus is coming to town’. 
Avevo la telecamera in mano. Iniziai a riprendere un po’ tutti. Niall sorrideva come suo solito, Liam sembrava un cucciolo , Zayn faceva il figo , Louis era tutto eccitato ed Harry fissava la telecamera in continuazione. Ma lo faceva apposta? 
Finita la canzone, scoppiai in un caloroso applauso e loro sorrisero. Cavolo, quanto erano belli quando sorridevano. 
«Allora, come siamo andati ?» mi chiese Louis. 
«Siete stati bravissimi e questa è una delle canzoni che amo di più!» mi complimentai con loro. 
«Grazie, grazie a tutti!» esclamò Harry, facendo il figo. 
«Tiratela di meno però, eh?» scherzai. 
«Volete una cioccolata calda?» chiese lui, ignorandomi. 
«Uhm, volentieri, grazie.» risposi io . 
«E chi ti ha detto che la stavo offrendo a te!» scherzò Harry ridendo. 
«Ehi!» urlai io facendo l’offesa. 
«Sto andando a prepararla.» disse, avviandosi in cucina. 
Io, intanto, mi sedetti sul divano e iniziai a fissarli uno a uno. 
«Charlie, che problemi hai?» chiese Louis ghignando. 
«Non vi posso osservare?» chiesi ironicamente.
«No, perché ci consumi.» rispose Zayn. 
«Quanto sei simpatico...» dissi io. 
«Mi meraviglio di una cosa: finalmente abbiamo trovato una fan che non si mette ad urlare quando ci vede.» fece notare Liam. 
«Già.» dissero gli altri all’unisono. 
«Io può. Ma se vado ad aiutare Harry in cucina?» domandai. 
«Mmh, qua c’è qualcosa che scotta!» esclamò Liam. 
Lo fulminai con gli occhi - ' se c'è qualcosa che scotta qua è la cioccolata..' -
Andai verso la cucina e vidi Harry alle prese con un pentolino. «Vuoi una mano?» gli chiesi con gentilezza. 
«No, no grazie.» disse lui sorridendo. 
«Il tuo sorriso uccide, lo sai?» gli dissi, con la testa bassa. 
«Anche il tuo...» mormorò, anche lui con la testa bassa. 
Finita di preparare la cioccolata ci avviammo verso i ragazzi e ci sedemmo sui divani. Incominciammo a bere la cioccolata quando ad un tratto: «Mmh... Ehi, Charlie...» sussurrò Harry accanto a me. 
«Che c’è?!» chiesi io stranita. 
Prese un fazzoletto e mi pulì la guancia. 
«Eri sporca di cioccolata.» disse ridendo . 
«Fa niente.» dissi io sbadigliando. 
Appoggiai la testa sulle spalle di Harry e ad un certo punto mi addormentai.

            

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


...Appoggiai la testa sulle spalle di Harry e ad un certo punto mi addormentai.
...
appena mi svegliai mi ritrovai distesa sul divano con addosso una coperta. Nell'altro divano c'era Liam che stava al Pc.
«ciao Liam..»- dissi sbadigliando.
« sciaaao , hai fatto una buona dormita?»-disse mettendosi accanto a me.
« si si..certo, ma come mai sono distesa sul divano?»- dissi rialzandomi.
« è stato Harry...»
«oh..ma adesso dov'è? »- dissi stropicciandomi gli occhi.
« è andato a fare un po' di spese..»
« che ore sono?»
« ehm... le 18.45 perché?» - disse chiudendo il Pc.
« ah no nien...COSA? LE 18.45? Oh cavolo, devo proprio andare! ti devo chiedere una cosa però.»
« dimmi tutto..lo sai ti ho followato su twitter »- disse ridendo.
« ti sei deciso! comunque oggi è 28 .. »-dissi io un po' triste.
« si, e quindi? » - disse stranito.
« fra due giorni farete il meet&greet e poi ve ne andrete vero..? » - dissi con la testa bassa.
« si, mi sembra proprio di si. »
« vorrei soltanto che non vi scordiate di me.» - dissi abbracciando Liam.
« non ti preoccupare..non succederà mai.»
« adesso vado, ringrazia Harry da parte mia !» - dissi prendendo la borsa.
« ci vediamo! »
Chiamai l'ascensore e entrai, ripensando alle giornate che avevo passato insieme a loro, e a tutte le emozioni che avevo provato.
Mentre aprii la ‘porta’ dell’ascensore mi ritrovai di fronte un’altra persona.
« Hey, stia attento..»– dissi io a testa bassa.
« scusa Charlie!»
« ehm..oh, sei tu Harry»
« scusa..»- disse ridendo.
« e non ridere eh! Grazie per la coperta comunque.»– dissi salutandolo con la mano.
Arrivata di fronte la porta di casa suonai il campanello, consapevole del fatto che mia madre mi avrebbe fatto il cazziatone. Era tardissimo.
« Charlie, dove cavolo eri finita ? Ho provato a telefonarti un casino di volte e non hai mai risposto! »– disse lei.
«mi dispiace, ho perso l’autobus.»
Mi ha guardato male, molto male. Sapeva che io le avevo mentito. Non potevo vivere più così però se le avessi detto la verità mi avrebbe preso per pazza e questa è la cosa peggiore.
Arrivata in camera presi il telefono.
‘pronto Liam!’
’ehi Charlie , che succede?’
‘mi servirebbe un favore. Domani potreste venire tutti e 5 a casa mia alle 8 di mattina?’
‘ehm..lo sai che Zayn è molto pigro..’ – disse ridendo.
‘ti scongiuro, fallo per me,  è questione di vita o di morte.’
‘okay okay,ci proviamo.. .’
‘fa che siate tutti e cinque ok?’
‘si, se Zayn arriva in ritardo saprai perché. Ci vediamo domani!’
‘grazie mille Liam, sei unico.’
Vibra di nuovo il telefono: era la mia migliore amica Stef.
‘STEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEF ’
‘CHARLIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE, FINALMENTE TI SENTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO. COME SONO ANDATE LE VACANZE?’
‘STEF, TI DEVO RACCONTARE UN BEL PO’ DI COSE. DOMANI ALLE 10 A CASA MIA E NON VOGLIO SCUSE! PREPARATI MENTALMENTE PERCHE’ CI SARANNO UN BEL PO’ DI SORPRESE.’
‘CHE HAI COMBINATO? MI FAI PAURA! OKAY, CI VEDIAMO DOMANI A CASA TUA. TI VOGLIO UN CASINO DI BENE E MI SEI MANCATA.’
‘ANCHE TU BELLA, CI VEDIAMO.’
Non vi ho parlato della mia migliore amica. Non ci sono parole per descriverla, è una figa e non lo vuole capire. Lei è l’unica con cui parlo , non ci sono altre persone che mi capiscono anche perché ho un carattere molto testardo ma grazie al cielo c’è lei, che ha la pazienza dei santi.
« A tavolaaaaa! »– disse mia madre.
Scesi a cena non molto volentieri , mangiai di corsa e mi misi a letto. Ero triste e felice allo stesso tempo. Felice perchè avrei visto la mia migliore amica dopo tanto tempo e triste perchè capivo che quello sarebbe stato l’ultimo giorno in cui avrei visto i ragazzi.

    

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. ***


Suonò il campanello e andai ad aprire la porta.
«Ditemi che non sta ancora dormendo.» dissi io guardando fuori dalla porta.
C’erano Harry e Louis che avevano in braccio Zayn, Harry dalla testa e Louis dai piedi.
«Non dire niente, sembra magro, ma questo qua è tutto concentrato!» si lamentò Louis.
«Bel pigiama...» scherzai facendoli entrare.
«Ti piace? Gliel’ho regalato io.» mi chiese Liam facendo il labbruccio.
«Sì, un amore, guarda. Quando lo fate vestire?» domandai precedendoli in salotto.
«Quando si sveglia…» rispose Harry.
«Ci vogliono le cannonate con lui.» scosse la testa Niall.
«Portatelo in giardino... Ho in mente un piano. Oh, Niall, la cucina è in quella stanza.»
Mentre Niall andava in cucina e Harry e Louis portavano Zayn in giardino, io andai in camera mia per prendere i cimbali che una volta suonavo alle scuole elementari.
«Ehi, che c’è? Li suonavo alle elementari…» mi giustificai davanti ai loro sguardi scettici .
«Che suono soave…» disse Harry.
«Oh, sì.»
«Tre, due, uno...»
...
«Oddio, ma che cacchio vi salta in mente? Sono uscito di casa con il pigiama? Come sono arrivato qui? E, soprattutto, dove siamo?!» urlò Zayn svegliandosi.
«Calma, Zayn...» cercò di tranquillizzarlo Liam.
«Calma un corno!» rispose lui irritato.


Dopo aver dato un calmante a Zayn, feci accomodare i ragazzi in salotto ed iniziai a parlargli di quello che avrebbero dovuto fare.
«Oggi viene una mia amica, è da molto che non la vedo, è pazza di voi...» 
«Come tutti d’altronde.» mi interruppe Zayn.
«...e vorrei farle una sorpresa, mi aiutereste?» continuai ignorandolo.
«Che dobbiamo fare?» chiese Louis.
«Oh, niente, fate come se foste a casa vostra, io starò in salotto...»
«Okay.» esclamarono all'unisono.
«Ma cos'è sta puzza?!?» gridai aprendo le finestre.
«Oddio, è Niall che sta cucinando.» disse preoccupato Zayn.
«Niaaaaaaaaaaall, stai fermo altrimenti ti suono la padella in testa!» gridai avvicinandomi a lui.
«La prossima volta ti insegno io a cucinare eh?» gli promisi esasperata.
«...quando ci sarà una prossima volta?» chiese lui.
...Trattenni le lacrime.


Suonò un'altra volta il campanello.
«Ragazzi, muovetevi!» li richiamai.
Niall aprì velocemente la porta e si buttò tra le braccia di Stef che pensava fossi io.
«Charlie! Sei diventata più alta e ti sei tagliata i cape... Ma che ca...?»
«Ciao, Stef... Io sono Niall.» si presentò porgendole la mano.
Stef gli sbatté la porta in faccia sbalordita.
«Ehi, ma che cacchio fa?» domandò Niall grattandosi la testa.
«La devi capire, nessuno si sarebbe aspettato un benvenuto del genere. Vado io ad aprire.»
Andai ad aprire nuovamente la porta e trovai Stef ancora tremante e con gli occhi spalancati.
«Oddio Charlie, ho avuto un’allucinazione...» mormorò
«Stef, non era un’allucinazione. Era Niall, in carne ed ossa, ci sono pure gli altri ragazzi. Dai, entra... Muoviti!» le ordinai perentoria.
Entrammo e ci dirigemmo verso il salotto.
«Hi, we’re One Direction!» la salutarono i ragazzi all’unisono.
«Ho la febbre...» sussurrò Stef toccandosi la fronte.
«Cazzo, Stef, te la faccio venire io la febbre se non vai subito in salotto.»
Stef si sedette sulla poltrona e si mise a fissare i ragazzi, come feci io la prima volta.
«Dimmi stef, cosa fai nella tua vita?» le chiese Liam.
«Stef, ci sei? Parla, altrimenti ti prendo a calci!» - dissi io spazientita.
«Ehi, okay, okay... Sempre manesca.» disse lei.


Dopo una bella chiacchierata, si era fatta l'una ed era ora di pranzo; questo voleva dire che stava arrivando mia madre.

Suonò il campanello.
«Ciao, mamma! Oggi ho preparato io il pranzo!» dissi cercando di oscurarle la vista della sala da pranzo.
«Stai scherzando, vero?» chiese incredula.
«Assolutamente no. Posa la borsa ed accomodati... Ehm, abbiamo degli ospiti a casa.» l'avvisai con disinvoltura.
«Ho saputo che è ritornata St...» si interruppe, fissando i ragazzi a bocca spalancata.
«Che c’è mamma?» le domandai io. Stavo per scoppiare a ridere.
«Aspetta un secondo!» esclamò andando in camera mia.
Ritornò con la rivista 'Cioè' in mano mentre indicava i cinque ragazzi in copertina. Sembrava che avesse il morbo di Parkinson.
«Mamma, ti presento i ‘One Direction’.»


Durante il pranzo mia madre non parlava, ascoltava i discorsi che facevano i ragazzi.
Mentre mia madre sparecchiava decisi di parlarle. 
«Mamma, che c’è?» le domandai nuovamente.
«Perché non me lo hai detto prima?»
«Pensavo che non mi avresti creduto... E sicuramente la tua reazione sarebbe stata quella.»
Rimase in silenzio.
«Be', d’altronde sembrano ragazzi simpatici, con la testa sulle spalle.»
«Sì, mamma, ma questa sarà l’ultima volta. Partiranno di nuovo per Londra.»


Quella giornata passò molto in fretta; Stef sembrava che avesse preso ‘a simpatia’ Niall e tutto era andato liscio come l’olio.
Erano sulla soglia della porta, mi misi a piangere. Quelle lacrime non finivano più. Erano diventati importanti per me. Non come dei cantanti, ma come amici. Ormai facevano parte della mia vita e non potevano scomparire così.
Li abbracciai uno per uno, sempre più forte. Loro ricambiavano.
Mi salutarono; dopo che salirono su quella macchina macchina, non li vidi più.
Passarono due anni.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***


Passarono due anni.

«PEPEPEPEPEPEPEPEPEPE, ce l'abbiamo fatta, Charlie!» esclamò Stef, iniziando a saltare con me.
«Steeeeeefabbiamo passato gli esami e abbiamo anche la patente, chi siamo?!» chiesi in preda all'entusiasmo.
«Stef e Charlie, no?» rispose lei scherzando.
«Mi mancavano le tue battute penose...»
«Oh, altrimenti a cosa servo?» domandò ironica distogliendo lo sguardo.
«A niente infatti, pff!»


Stef in quegli anni aveva avuto vari flirt e in quel momento stava con Robert, un fustone della classe accanto alla nostra . Era un tipo molto richiesto, però avevo paura...
L'avevo sempre avvisata riguardo a lui e a tutti i ragazzi che hanno altre ragazze ai loro piedi, avrebbero potuto lasciarla da un momento all'altro, no?
Io non avrei potuto commentare molto riguardo all'argomento 'ragazzi'... Non ero stata molto richiesta in questi anni, forse a causa del mio passato oscuro.
Si, il mio passato oscuro.
Avevo superato il mio periodo 'bimbominchioso' dopo che quei cinque erano usciti dalla mia vita. Mi aveva fatto solo bene, il mio era soltanto un sogno adolescenziale... Altrimenti di cosa si trattava? 

«Ma adesso cosa facciamo?» mi chiese Stef con aria interrogativa.
«Intanto ce la spassiamo, abbiamo tutta l'estate davanti. Poi vedremo.»
In realtà non la pensavo così, in quegli anni avevo pensato molto al mio futuro e non avevo mai avuto un'idea ben chiara di quello che avrei potuto fare dopo.
«Stef, mi sento sola...» confidai a occhi bassi.
«Ma che cazzo dici? Ci sono io!» esclamò, dandomi uno schiaffo sul braccio.
«Ahia! Okay, ho capito... Ma non posso fidanzarmi con te!» 
«Chi te lo dice? Mlmlmlml...»
«Non fare così! Sembri...» iniziai, squadrandola da 'capo a piedi'.
«Mi scusi, signorina, ma quello là... Ti manca?»
«Ma chi? Quello che era appeso alle pareti della mia stanza?»
«Esattamente.»
«No. Sentiamo un po', a te non manca il suo amichetto?» domandai con tono di sfida.
«No...» mormorò lei.
Tutte e due ci guardammo, non ne eravamo molto sicure.
«Bello gioia, io vado a casa, mia madre deve partire per andare da mia nonna che sta male e la devo salutare.» dissi prendendo lo zaino.
'e non mi dici niente? la tua nonna paterna che vive a Londra?'
«E non mi dici niente? La tua nonna paterna che vive a Londra?»
«Sì.» 
Sentii brontolare lo stomaco, ma non era un brontolio di fame.
«Quindi la tua casa è libera? Oddio, party hard all day, all night!» esclamò come un'esaurita.
«Sì, e con chi dovrei fare 'sto party hard? Con i peluches? Tu sei completamente pazza. Adesso vado Stef.» la salutai allontanandomi.

Durante il tragitto rimuginai sul discorso fatto con Stef, poi pensai che era soltanto una perdita di tempo. 
Arrivata a casa, neanche ebbi il tempo di salutare mia madre che dovette partire.
Mi connessi su Twitter e vidi un po' cosa fare. Ebbene sì, ero rimasta su Twitter, anche se non lo usavo molto. Non potevo di certo distruggere la casa prima della partenza di mia madre.
Mi accorsi che tra i trend italiani c'era un '#WelcomeBackOneDirectionFromItaly'.
Venni distratta dai miei pensieri dal suono del campanello.
«Arrivo!» gridai.

POV HARRY.
Sentire la sua voce... I suoi passi risonanti sul pavimento del parquet...
Lo aspettavo da tanto quel momento e finalmente era arrivato.
Cazzo, e adesso cosa faccio? Mi odierà per quello che ho fatto? Sì, mi odierà sicuramente ma come posso biasimarla? Sono stato uno stupido a non farmi sentire per ben due anni interi. Questo la farà ritornare mia? Hey, ma non è stata mai mia, che cosa mi metto in mente?
Avrei fatto l'unica cosa in cui riuscivo meglio; avrei cantato la canzone che mi aveva cantato lei quando ci eravamo visti la seconda volta.
Come scordarsi quella sua voce dolce e raffinata... 

«People say we shouldn’t be together 
We’re too young to know about forever 
But I say they don’t know what they talk talk talkin’ about...» 
Cantai da dietro la porta.


POV CHARLIE
«Ma cosa...?»
Aprii la porta e...
Non ci posso credere. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9. ***


POV HARRY
E adesso che faccio? E se non mi vuole vedere? E, cosa ancora peggiore, se non si ricorda di me? Non mi sono mai trovato in una situazione simile. 

POV CHARLIE
Nel mio stomaco c'era un misto tra odio profondo, eccitazione, tristezza e felicità. 
Tutti e due eravamo in una situazione di imbarazzo, nessuno di noi voleva aprire bocca, sicuramente per motivi assolutamente differenti.
Avevo una voglia matta di saltargli addosso... Non avrei saputo dire se per abbracciarlo oppure per bastonarlo, a voi la scelta.
«Che. Cosa. Ci. Fai. Qui.» avevo un tono spietato. «Secondo te, basta venire qua, cantare una canzoncina e sfoggiare il tuo bellissimo sorriso per rimettere tutto a posto? Eh, no, bello mio! Questa è la vita reale, non puoi sbucare dall'Inghilterra in questo modo, cazzo!»
Le lacrime scendevano sul volto inondandolo in pochi secondi. «Tu mi hai fatto soffrire. Neanche un messaggio sul cellulare, su Twitter. Non hai fatto un cazzo di niente, Harry!»
Mi appoggiai alla porta, stropicciandomi gli occhi rossi, che già bruciavano.
«Non puoi neanche dire: "Hey, ho avuto da fare", perché non è giusto, il tempo per rispondere alle tue fans lo hai, vero...? Dimmi, allora, se ci tenevi veramente... Il tuo atteggiamento verso di me era reale o mi hai fatto solo illudere? Dimmelo Harry, almeno mi metto l'anima in pace. Due anni fa realizzai il sogno di tutte le teenagers e questo sogno, molto in fondo, c'è ancora! Tu, con i ragazzi, mi hai trattata come nessuno mai aveva fatto con me! Harry, perché sei venuto?»
Mi guardava con i suoi occhi così espressivi che mi trasmettevano tutte le sue emozioni. Mi mancavano i suoi occhi verde smeraldo in cui mi sono persa molte volte.
«Non sarei qui se non fossi mai stato interessato a te.» mi disse con tono di mortificazione.
«E allora perché cazzo non ti sei fatto sentire? Styles, due anni! Ti rendi conto?»
«Non lo so. Avevo pau...»
«Eh, no, cazzo, che non avevi paura! Non sono scuse sincere queste, Harold! Sicuramente è stata la tua grande fama a farti comportare così, non te n'è mai importato niente di me. Che poi... sono stata io la cogliona a credere che una persona famosa come te si sarebbe potuta interessare a una come me. Se mai ti sei interessato.»
Chiamarlo Harold aveva suscitato in lui un accenno di sorriso.
Iniziai a tastargli le guance, sempre con le lacrime sul volto, mettendo il mio indice proprio sulle sue fossette.
«E' da quando ti conosco che lo voglio fare...» risposi con una tale naturalezza da far paura, non sapevo neanche io se mi mancava oppure no.
Dopo quel gesto mi stampò un bacio. Mi fece sentire tutto il suo calore e il cuore che gli batteva forte, come il mio.
«and in this moment,i swear, we are infinity.» mormorai continuando a dargli piccoli baci sulla sua bocca.
Lo feci entrare e cominciammo a parlare distesi sul divano, abbracciati. 
Stetti ad ascoltarlo per tanto tempo, mi parlò di quando si sono esibiti al Madison Square Garden e di quando, pochi mesi fa, andarono in Ghana per il Red Nose Day.
«Vorrei tanto non avervi lasciati, avrei voluto esserci.» dissi mortificata.
«Non è colpa tua, so soltanto che ci sarai prossimamente.» disse accarezzandomi i capelli. «Ma tua madre dov'è? Volevo salutarla...»
Lo guardai stranita ma continuai. «Indovina un po'? E' a Londra da mia nonna. Sta male...»
«Tranquilla, stai tranquilla.» sussurrò, strofinando la sua mano sulle mie spalle.
«Ma i ragazzi? Ho una voglia matta di rivederli!»
«Tranquilla, tranquilla!» mi ripeté.
Il campanello suonò.
Guardai Harry con sguardo interrogativo che contraccambiò con sguardo malizioso. Mi venne voglia di prenderlo a morsi.
«Chi è?» chiesi, guardando dallo spioncino.
«Liam, Niall, Louis e Zayn!»
«Non faccio entrare gli sconosciuti, mi dispiace!» gridai da dietro la porta.
«Eh dài, Charlie, apri! Abbiamo una sorpresa!»
Vidi che avevano anche una busta in mano, abbastanza grande.
Aprii la porta e mi catapultai tra le braccia di Liam, facendo quasi rovesciare la busta che aveva in mano.
Lo strinsi forte dicendo: «Mi sei mancato cretino!» e lui contraccambiò l'abbraccio.
«Eri o non eri il mio migliore amico?»
«Vorrai dire: sei.»
Lo abbracciai ancora più forte. 
«Avevo bisogno di te, ma non c'eri.»
«Lo so, mi disp...»
Louis lo interruppe. «Chiarlie, possiamo entrare o dobbiamo aspettare i vostri porci comodi?»
«Sì, sì, certo, entrate.» li invitai, iniziando ad abbracciarli. «Cos'è questa busta?» domandai, poggiandola sul tavolo.
«Aprila e vedrai. Mi sono ispirato alla cosa che ti piaceva di più.»
«Oltre a voi?» dissi ridendo.
Lo aprii e vidi che il regalo era in realtà una torta a forma di boccino.
«Non vi siete scordati che io amo...»
«Harry?» intervenne Niall.
«...POTTER!» terminai, ridendo a crepapelle.
«HEEEEY»  disse Harry abbracciandomi da dietro.
Scorsi una specie di smorfia in Liam, ma non gli detti molto peso.
«I JUST WANNA SAY A MASSIVE THANK YOU.» ringraziai tutti, con gli occhi quasi pieni di lacrime.

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