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I personaggi di questa fanfiction sono situati in un universo alternativo, nel nostro mondo, e appartengono a Masashi Kishimoto. Scrivo per diletto e non a scopo di lucro. È la mia prima ff… buona lettura. ^^
Prologo Pensieri pericolosi
Tell me why are we, so blind to see That the one's we hurt, are you and me been spending most their lives, living in the gangsta's paradise been spending most their lives, living in the gangsta's paradise spending most our lives, living in the gangsta's paradise spending most our lives, living in the gangsta's paradise
Gangsta's Paradise - Coolio
Altri dieci metri, solo dieci e ce l’avrebbe fatta. Il silenzio della strada era tale che anche solo l’idea di romperlo sarebbe stata orribile. Era notte, le 23:30 del 10 di ottobre. Un uomo stava trascinandosi lungo la strada su cui sorgeva, imponente, un grande edificio a cui aveva pensato nel disperato tentativo di risolvere il suo problema. Non voleva che finisse così, non lo voleva affatto, ma era l’unica possibilità di sopravvivere, almeno per il fagottino che reggeva tra le braccia. Lui non ce l’avrebbe fatta e l’avrebbe testimoniato, a chiunque l’avesse trovato, la grossa ferita che si vedeva lungo l’addome. Aveva sbagliato con loro e adesso doveva pagare. L’orfanotrofio era il luogo più vicino che aveva potuto raggiungere nel suo stato. Si arrampicò lungo gli scalini che conducevano al portone del grande edificio, posò il neonato a terra e, dopo essersi accasciato sul marmo pulito, spirò. Il mattino dopo fu l’urlo della cuoca, alla vista del cadavere, a risvegliare la curiosità e il panico tra i bambini dell’orfanotrofio e gli amministratori. La polizia riconobbe immediatamente l’uomo a causa della sua fedina penale sporca, della criminalità che si muoveva tra le strade di Tokio e che formava le famose bande rivali. Sarutobi, il dirigente dell’orfanotrofio, prese con se il piccolo e lo affidò alle donne presenti nella struttura, mentre erano in procinto di fare colazione. “Signore.” Il medico dell’infermeria si rivolse a Sarutobi con grande rispetto. “La polizia le ha detto il nome di questo bambino?” Il dirigente dell’orfanotrofio fissò il piatto di ramen che era appena stato riposto sul tavolo e poi alzò lo sguardo, le dita delle mani intrecciate tra di loro. “Si, si chiama Naruto. Naruto Uzumaki.”
Ci ho lavorato tutto il giorno... spero che vi allieti... purtroppo l'inizio non mi viene mai bene ma penso che il seguito si prospetti meglio ;-)
Capitolo 1 Tutte le cose belle finiscono
Honestly what will become of me? Don't like reality it's way too clear to me but really life is daily… We are what we don't see… Missed everything daydreaming.
All good things – Nelly Furtado
15 anni dopo…
“AHAHAHAH!!! Che opera d’arte! Che opera d’arte!” “Sei sempre la solita testa quadra, Naruto…” A quell’affermazione, un ragazzo dalla chioma bionda come i raggi del sole si voltò verso il compagno che l’aveva pronunciata: lo fissò con i suoi occhi azzurri mentre la sua espressione allegra e divertita si tramutava in uno sguardo corrucciato e poco lusinghiero. Il ragazzo di quindici anni dinanzi a lui sembrava il suo opposto, sia nel carattere sia nell’aspetto: aveva gli occhi e i capelli neri come la pece e al seguito un grande manipolo di ammiratrici; chiunque l’avesse voluto descrivere, avrebbe sottolineato la sua bellezza esteriore a parità di quella sua riservatezza a volte massacrante che però lo rendeva diverso dagli altri. Soprattutto da Naruto. “Sasuke, hai qualche problema? No dico… hai visto cos’ho fatto? Sono riuscito a risolvere questa equazione nel giro di un minuto, mentre tu ne hai impiegati cinque… HO BATTUTO IL TUO RECORD DA UN PEZZO! NON TROVI?!” “Non c’era bisogno però di imbrattare tutta la lavagna, potevi farla su un foglio. Sai com’è, la signora delle pulizie aveva appena finito di pulire.” Il biondino si voltò verso la lavagna un tempo nera, che adesso sembrava ricoperta da una superficie indelebile di zucchero a velo. Sorrise lievemente e abbassò la mano che stringeva il pezzo di gesso un tempo molto lungo: erano in quella classe da circa dieci minuti, erano riusciti ad eludere la sorveglianza del bidello e adesso stavano cercando di ingannare il tempo. Mancavano altri dieci minuti al suono della campanella, alle 8:30. Naruto guardò il compagno mentre cercava di ripulire la lavagna che aveva sporcato: Sasuke Uchiha non era una persona che poteva certo essere definita da Naruto amico; ma era errato definirlo anche nemico. Si conoscevano da quando erano bambini e avevano attraversato tutto il loro percorso di studi assieme, tra momenti felici, imbarazzanti e snervanti. Erano però molto diversi. Naruto aveva vissuto una vita intera senza la figura dei genitori. Il giovane Uzumaki era figlio di una delle personalità più importanti tra le bande rivali della città e, secondo i pareri di coloro che non lo conoscevano, si prospettava per lui un futuro pessimo, segnato o dall’ambiente della criminalità o dal continuo bisogno di essere accettato dagli altri, perché lui valeva più di quei criminali che giravano di strada in strada. Il giovane Uchiha, invece, aveva conosciuto i suoi genitori, che erano morti circa sette anni prima. Questo per colpa del fratello maggiore, Itachi, che col tempo era stato influenzato dagli ideali che scorrevano tra le stesse bande rivali che avevano rovinato il futuro di Naruto e il suo, quegli ideali presenti negli ambienti che frequentava normalmente, come la scuola, il lavoro estivo o le attività pomeridiane come il pugilato e alcune arti marziali come il Ju-Jitsu. Il torto subito da Sasuke, da parte di Itachi, era qualcosa di indescrivibile perché il padre era stato proprio il capo della polizia di Tokio. Anche Naruto e Sasuke praticavano quel tipo di combattimento nel tempo libero. Sarutobi, il dirigente dell’orfanotrofio, ricordava benissimo la volta in cui Naruto era tornòato da scuola pestato. Lui credeva in quel ragazzino. Dunque si era rimboccato le maniche. Specialmente, in aiuto di Naruto, era giunto un ragazzo più grande che aveva passato parte della sua giovinezza nell’orfanotrofio, proprio perché i suoi genitori erano stati uccisi in un tentativo di rapina di una banca da parte di alcuni amici del padre di Naruto. Ma questo il giovane Uzumaki non lo sapeva. Iruka Umino, insegnante di matematica presso la scuola media del quartiere, non lo aveva rivelato a nessuno, eccetto al dirigente dell’orfanotrofio. Ma questa è un’altra storia. Iruka era proprio il professore della classe che Naruto e Sasuke frequentavano: erano al terzo anno e poco mancava al mese di marzo, agli esami. Egli entrò nella classe e si sorprese, non tanto per la presenza di Sasuke ma per la figura gioiosa di Naruto, che di solito arrivava in ritardo. Iruka sgranò gli occhi. “Voi non dovreste aspettare fuori come tutti gli altri?” “Professor Iruka! Ho battuto il record di Sasuke!” Il giovane insegnante sorrise di fronte all’allegria del suo allievo a cui era più affezionato: certo era l’unico che si permettesse di accompagnare l’appellativo di professore al suo nome e non al cognome. Sasuke emise l’ennesimo sbuffo di quella mattina; Iruka fece per rispondergli ma lo interruppe il suono della campanella. “Cavolo, come passa il tempo.” Disse Naruto mettendosi una mano dietro la testa e raggiungendo il compagno al suo posto. In pochi secondi l’aula si riempì di persone e, come da copione, il biondino si ritrovò spazzato via dal suo posto dal manipolo di ammiratrici di Sasuke di cui parlavamo prima. “Mi siedo io accanto a Sasuke!” “No io!” “Io!” La figura intimidatoria di una ragazza dai capelli rosa si fece strada tra le ragazze e, senza troppi preamboli, si accomodò accanto al giovane Uchiha. “Come stai Sasuke?” gli chiese sorridendo dolcemente. “Sakura…” Naruto guardò gli occhi verdi della ragazza con un misto di tristezza e di rabbia; gli piaceva quella ragazza ma certe volte lo faceva proprio innervosire, perché aveva occhi soltanto per Sasuke, che in quel momento sembrava disposto a tutto tranne che a guardar ragazze. Naruto si alzò. “Uff… che rottura…” e, dopo aver lanciato un’occhiataccia al compagno, voltò lo sguardo verso la classe in cerca di un posto da occupare. “Avanti, diglielo Hinata…” “Mi vergogno Kiba…” “Di che ti devi vergognare, diglielo e basta.” La quindicenne dai capelli neri e gli occhi color della neve scosse la testa diventando tutta rossa. “Ok, lo faccio io…” un ragazzo dagli ispidi capelli castani alzò il braccio. “Ehi, UZUMAKI! Qui c’è un posto!” Naruto si voltò verso la fonte della voce e vide Kiba, un suo compagno di classe con cui praticava Ju-Jitsu, che spesso stuzzicava e da cui veniva stuzzicato. “Dici a me?” “E a chi, testa quadra, quante altre persone conosci che si chiamano Uzumaki?” il ragazzo sembrò pentirsi di aver invitato il compagno a sedersi vicino alla sua compagna di banco, Hinata. “Ciao… N-n-naruto…” “Ehi ciao Hinata!” Naruto sorrise solare all’amica, com’era solito fare. “Aspetta che mi sistemo il cravattino così sono più affascinante.” La ragazza divenne più rossa di prima e cercò di nascondersi ma Kiba, prontamente, avviò una conversazione molto animata con lui. “Allora Naruto, hai saputo che alla fine anche Hinata si iscriverà al liceo scientifico nell’indirizzo di informatica?” Naruto sorrise. “Mi fa molto piacere! A questo punto siamo in cinque della nostra classe a frequentare quell’indirizzo! Sei riuscita a convincere tuo padre, vero?” La giovane Hyuuga, che era a dir poco incandescente, annuì molto lentamente. Il biondino rifletté un momento e prese a guardare Kiba, che ricambiò lo sguardo: il padre di Hinata era famoso tra i docenti della classe per l’autorità che era abituato ad esercitare sulla figlia, non a caso la famiglia Hyuuga era una tra le più ricche della città e risiedeva in una grande abitazione in campagna. Dopo qualche minuto di conversazione generale da parte di tutta la classe, Iruka esordì rivolgendosi ai suoi studenti. “Allora ragazzi, gli esami sono imminenti ed è meglio dedicarci ad un ripasso generale di matematica. Vediamo…” Iruka prese a scorrere il registro. “Allora… Haruno e Uzumaki, alla lavagna.” Naruto ridacchiò sotto lo sguardo dolce di Hinata mentre si alzava: il ragazzo era migliorato molto nel corso di quei lunghi tre anni di scuola media; non lo conosceva dai tempi delle elementari come Sasuke Uchiha ma spesso si parlava di lui come un bambino movimentato ed arrogante che però era stato seguito di continuo proprio dal loro insegnante di matematica, si diceva in giro che si conoscessero bene. “Vediamo… Naruto, potresti illustrare alla classe i vari procedimenti di risoluzione di un’equazione di secondo grado?” “Certamente professore…”
“Bravo Naruto, non credevo che potessi sostenere così bene un’interrogazione.” Sakura si stava complimentando con lui e stava sorridendo lievemente. “Lo pensi davvero?” “Si. Però non sei certo a livello di Sasuke.” La ragazza prese a rivolgere gli occhi al cielo con sguardo sognante. “Ma ce l’avete tutte con questo Sasuke… io lo conosco da anni e non ci trovo niente di speciale.” “Si vede che non ne capisci di ragazzi e ragazze.” Naruto le si parò davanti e fece un sorriso molto malizioso. “Tu dici?” “NARUTO! LEVATI DAI PIEDI!” “Ahia! Che male… che bisogno c’era di colpirmi?!” “Smettila di fare lo stupido.” “Come vuoi…” sospirò il ragazzo stancamente, continuando a camminare lungo la strada che conduceva all’orfanotrofio. “Allora Sasuke, come sono andata all’interrogazione oggi?” “Magnificamente…” commentò l’Uchiha senza troppo entusiasmo.
Che noiosa…
Naruto fissò la coppia davanti a lui accigliato, lui avrebbe pagato pur di essere al posto di Sasuke e ricevere le attenzioni di Sakura. “Ehi! NARUTO!” Il biondino si voltò: dietro di lui correva Kiba. “Stasera tu e Sasuke venite in palestra?” “Certamente.” Naruto sorrise fieramente. “Dobbiamo allenarci per la cerimonia di consegna della cintura marrone di aprile, l’aveva detto il maestro, no?” “Naruto, siamo arrivati.” La voce di Sasuke interruppe la conversazione tra Naruto e Kiba. Effettivamente l’orfanotrofio era proprio dinanzi a loro. “Non vedo l’ora di diventare maggiorenne… così me ne vado via da questo posto…” Naruto fece una smorfia. “Non potete uscire la sera, vero?” Sakura intervenne con un tono di voce leggermente rammaricato: molto tempo prima considerava l’esuberanza e l’arroganza di Naruto delle caratteristiche assimilate col tempo per l’assenza dei genitori. Sasuke le aveva risposto a tono, dicendole che il suo carattere non dipendeva dall’assenza dei genitori ma dal fatto che fosse solo in ogni caso. “Abbiamo un limite fino alle 19:30… dopo c’è la cena.” Sasuke rispose col suo solito tono inespressivo ed apatico. “Va bene… ragazzi.” Kiba fece un cenno di saluto. “Io me ne torno a casa, dopo devo portare Akamaru a spasso… ci vediamo più tardi all’allenamento!” “Ciao Kiba!” i tre lo salutarono all’unisono e lo videro scomparire verso la strada principale. “Posso venire al vostro allenamento?” la voce di Sakura ruppe il silenzio che si era creato lungo gli ultimi venti metri di strada. “Mi piacerebbe tantissimo!” disse Naruto con entusiasmo, nonostante la ragazza pendesse solo dalle labbra di Sasuke, che si mossero in due semplice parole. “Si, certo…”
L’atmosfera della palestra era velata dall’odore dei fiori di campo appena colti e da quello del sudore di ogni persona presente.
Torsione del braccio destro dietro la schiena… Gli blocco il sinistro… Preparati al volo... Naruto...
Sasuke riuscì a far cadere Naruto, dopo averlo bloccato. Lui si mise seduto e piegò una gamba, massaggiandosi il braccio. “Uffa…” “Per oggi basta ragazzi, ci vediamo tra due giorni.” “Si, maestro.” I due si inchinarono, giungendo le mani. Sakura sorrise lievemente e uscì dalla palestra. I suoi compagni la raggiunsero dopo circa venti minuti e decisero che l’avrebbero accompagnata a casa prima di tornare all’orfanotrofio. “Sei veramente bravo, Sasuke.” “Mmh…” “Ehi, guarda che ci sono pure io.” Naruto mise un broncio che fece ridacchiare Sakura per qualche minuto. Poi parlò. “Sapete, aspetto con ansia gli esami, non vedo l’ora di cominciare il nuovo corso di studi.” “Hai saputo che con noi ci sarà anche Hinata?” Sasuke alzò lo sguardo. “Pensavo che suo padre non glielo permettesse.” “No, è riuscita a convincerlo.” Disse il biondino con un largo sorriso. “Mi fa piacere per lei.” Disse Sakura sorridendo a sua volta: Hinata era forse l’unica ragazza della sua classe con cui non avesse legato molto ma, a dir la verità, non le sarebbe dispiaciuto cercare di condividere qualcosa con quella ragazza tanto timida quanto misteriosa. “AAAAAAH… ho una fame che mi mangerei tutta la dispensa dell’istituto.” “Sei sempre la solita testa quadra.” Disse Sakura. “Stavamo facendo un discorso serio e guarda come hai rovinato tutto.” “Eh dai, tu non ti sei allenata per un’ora di fila!” “Tutte scuse!” Sasuke sbuffò leggermente, in vista del solito battibecco tra Naruto e Sakura. Non volle richiamarli come faceva di solito e forse fu proprio quest’azione che gli permise di cogliere un movimento sospetto dietro l’automobile posteggiata a qualche metro di distanza. Si fermò. Sakura e Naruto continuarono a punzecchiarsi e solo dopo qualche secondo si accorsero dell’immobilità dell’amico e del suo sguardo profondamente interdetto. “Che ti succede, Sasuke?” chiese Sakura perplessa. “Sakura, dietro Naruto.” “Sasuke, cosa c’è che non va?” chiese Naruto improvvisamente serio. “Non te ne sei accorto? Qualcuno ci sta seguendo.” Gli occhi dei due compagni sembrarono uscire fuori dalle orbite. Sasuke si mise in posizione di attacco, facendo una di quelle tante mosse di Ju-Jitsu che aveva praticato proprio l’ora precedente. Naruto lo imitò e stando in silenzio si accorse finalmente del fatto che qualcuno li stesse spiando. Quando uscì allo scoperto fu il primo ad attaccare e come di consueto, urlò. “AAAAAAAAAAAH! NON MI SCAPPI!” Riuscì ad immobilizzare l’avversario. “BRAVO NARUTO!” urlò Sakura. Questi però, in tutta risposta, si liberò senza troppe esitazioni, facendo fare a Naruto un volo di tre metri lungo la strada, muovendo solo il braccio. “Oh, no!” Si voltò verso Sasuke. “È te che voglio, Uchiha!” “Come fai a conoscere il mio nome?!” “Tutti gli abitanti della città conoscono il tuo nome!” Sasuke strinse i denti. “Dimmi chi sei.” “Il mio nome è Orochimaru.”
Flames to dust Lovers to friends Why do all good things come to an end? Flames to dust Lovers to friends Why do all good things come to an end? come to an end come to an Why do all good things come to end? come to an end come to an Why do all good things come to an end?
Travelling I only stop at exits wondering if I'll stay young and restless… Living this way I stress less… I want to pull away when the dream dies, the pain sets it and I don't cry, I only feel gravity and I wonder why…
All good things – Nelly Furtado
Ringrazio NINA, Inu_Kagghy, Beckil, mimi, Hinata-chan 6 e _Ellis_ per le loro recensioni, cercherò di migliorarmi comunque e appena ci avrò preso meglio la mano e saremo più avanti con la storia vi riserverò delle sorprese su questa ff. ^^
Ancora l'arrivo di Kakashi e degli altri personaggi è un po' lontano... XD
Allora… vi ringrazio tantissimo per le recensioni, non credevo che una storiella di questo calibro potesse suscitare tanto entusiasmo tra i lettori, sono molto contenta! ^^ Commenterò le vostre recensioni a storia finita… intanto godetevi questo secondo capitolo. ^^
Capitolo 2
Noi siamo
See the devil on the doorstep now… My oh my… Telling everybody, oh just how to live their lives, sliding down the information highway, buying in just like a bunch of fools. Time is ticking and we can't go back… My oh my…
We are – Ana Johnsson
“Orochimaru..?” mormorò Naruto a voce bassa. “Che razza di nome è..?” “Zitto..!” mormorò Sakura a voce bassa ma alterata. Orochimaru aveva un aspetto orribile: Il suo volto era mascherato dall’ombra ma si potevano notare degli unti capelli neri che scendevano, lunghi, da sotto il cappello. Il suo sguardo era a dir poco agghiacciante: a parere di Sakura, non riusciva a capire se portasse le lenti a contatto o se quel dorato fosse il colore naturale dei suoi occhi. Il colorito della sua pelle era latteo, pallido come un cencio e sul suo volto spiccava un largo sorriso di malvagità. Sakura prese a sudare freddo di fronte a quella visione inquietante della natura umana. No, forse non era propriamente umano… perché quel suo volto aveva un che di scheletrico e il suo naso lungo e leggermente appiattito ricordava la testa di un serpente. I tre rimasero immobili sotto quello sguardo perverso e la sua visione fu ancora più spietata quando videro la sua lingua uscire dalla bocca, per leccarsi le labbra. “Ma non ti sei visto? Sei disgustoso…” intervenne nuovamente Naruto. Orochimaru non lo degnò di uno sguardo bensì continuò a fissare Sasuke. “Sai, si diceva in giro che tu fossi una persona veramente molto prudente.” “Sei tu quello che si è esposto.” Disse Sasuke a tono. “INFATTI! Non siamo molto felici di vedere il tuo brutto muso!” “Finiscila…!!!” la tempia di Sakura rischiò di scoppiare per l’agitazione, incitata dalle frasi sprovvedute di Naruto. “Io non ho pensato mai il contrario. La tua soglia della pazienza è veramente molto lontana.” Il suo tono di voce metteva i brividi. “Che cosa vuoi?” “Permettimi di dirti una cosa, prima di passare alla proposta vera e propria…” Orochimaru alzò lievemente il capo e lo guardò. “So che pratichi Ju-Jitsu e sei più forte del tuo livello. Io posso aiutarti ad incrementare il tuo potere con arti marziali più serie.” Sasuke non voleva trattenersi troppo in dialoghi con tipi del genere. Poi notò qualcosa che avrebbe voluto vedere molto tempo prima e che risvegliò in lui un sentimento di vendetta già provato. Sul suo braccio sinistro, sopra la veste nera, stava legato un fazzoletto azzurro con disegnato un piccolo serpente. “Io posso darti proprio quel potere che a te serve, l’autorità che desideri per liberarti di tuo fratello, dell’organizzazione dell’Akatsuki.” A sentire quei nomi, quell’incitazione, alla vista di quel fazzoletto, in mente gli vennero ricordi, ritagli di giornali letti per anni sino al giorno prima, serate in palestra a sudare sotto lo sguardo vigile del suo insegnante o giornate passate all’orfanotrofio assieme al biondino che adesso si muoveva febbrile dietro di lui. Sasuke si ricordava bene del fazzoletto dell’Akatsuki, era nero e rosso. Ne possedeva uno perché Itachi, a distanza di tre anni dallo sterminio della famiglia, lo aveva cercato mentre usciva da scuola. Quel giorno Naruto era ammalato… Sul fazzoletto era stata cucita una targhetta su cui erano scritti il nome e il numero di cellulare di Itachi.
Se non dovessi essere io a cercarti… dovrai essere tu in grado di trovarmi…
Da quel momento lo portava sempre con se, nel caso in cui un giorno avesse deciso di abbandonare quello che aveva costruito per sfidare una volta per tutte il fratello maggiore. “Sasuke, non lo ascoltare.” Disse Sakura di botto, con una serietà che nessuno si sarebbe mai aspettato. “Non sei il tipo disposto a diventare la pedina nelle mani di qualcuno. Avrai modo di vendicarti di tuo fratello, con metodi più legali.” Orochimaru, in tutta risposta, lanciò alla ragazza quello che sembrava uno spillo lungo una decina di centimetri e molto affilato. Naruto la fece abbassare velocemente e il senbon le sfiorò lo zigomo destro, su cui comparve un taglio non profondo che però determinò un leggero tremore nella ragazza. Una scintilla parve attraversare l’azzurro degli occhi del biondino, una scintilla rossa che si sarebbe volentieri tramutata in fuoco, visto che le sue pupille erano rivolte all’indirizzo del nemico. Il biondino strinse il pugno e divenne una maschera di puro disprezzo, mentre fissava Orochimaru. “Ti avverto, lottatore di arti marziali più serie dei miei stivali…” Orochimaru alzò lo sguardo verso di lui e persino Sasuke si voltò a guardarlo. “…non la toccare mai più.”
Perché Sasuke non si muove..? Dov’è Kiba quando serve?!
Naruto non poté fare a meno di pensare al suo amico e alle efficaci tecniche di combattimento che conosceva oltre a quelle del Ju-Jitsu. Non si diede per vinto però: anche se il suo amico era un ottimo lottatore, soprattutto se sfruttava le armi snodabili, lui era determinato e si sentiva in grado di difendersi. Non quanto Sasuke, ovvio… ma questo non voleva dire che fosse un incapace. Si mise in posizione di difesa e stette in silenzio, in atto di chi aspetta.
Kiba era uscito dalla palestra già da dieci minuti: il sole stava calando e solo qualcuno si aggirava per strada a quell’orario. Si diresse verso una traversa poco lontana e si rese conto di essere in perfetto orario. “Kiba!” Il giovane ragazzo andò incontro alla compagna, stringendo la sua sacca con il materiale per la palestra. “Ciao piccola! Com’è andato l’esame?” Hinata corse verso di lui con il sorriso sulle labbra: teneva in spalla un borsone dall’aria ingombrante. Aveva appena conseguito l’esame d’ammissione in una scuola di arti marziali dove si praticava Wing Tsun, un’arte molto simile al Ju-Jitsu che si basava a sua volta sul prevalere su avversari grossi e forti anche se si era fisicamente deboli. Kiba non aspettò risposta dalla compagna. “Da come sorridi, penso proprio che sia andato bene.” Hinata annuì mentre arrossiva lievemente. Kiba era una delle pochissime persone che frequentava e che l’aveva sempre aiutata nei momenti più difficili, soprattutto quando si trovava in cattivi rapporti con suo padre, il famoso Hiashi Hyuga. “In quanti avete fatto l’esame?” “Eravamo cinque… ma siamo passati solo in due, io ed un ragazzo che si chiama Shino Aburame.” Hinata si sforzò di ricordare il nome di quello strano ragazzo silenzioso che era stato esaminato per primo. “Tuo padre ha assistito?” chiese Kiba con leggera esitazione. La ragazza trattenne il respiro e abbassò lo sguardo. Kiba pensò che sarebbe stato meglio cambiare argomento ma venne interrotto da Hinata. “Senti, io torno a casa con l’autista, ti serve un passaggio?” “Si, accetto volentieri, grazie, sono giusto un tantino stanco… oggi con Naruto ce le siamo veramente suonate, non ho tutta questa voglia di fare il tragitto a piedi che porta alla fermata dell’autobus. Mi salvi la vita.” Disse il giovane Inuzuka ridendo, mettendosi una mano tra i capelli castani. “Bene, allora dobbiamo andare da questa parte.” Disse Hinata sorridendo. Continuarono a camminare per qualche altro minuto, attraversando qualche traversa e parlando del più e del meno. “Comunque, grazie per stamattina.” Disse Hinata ad un certo punto. “Per cosa?” “Grazie per Naruto. Capisco che dovrei essere io quella a farmi avanti ma è solo grazie a te se Naruto oggi si è seduto accanto a me e lo farà anche per gli ultimi giorni dell’anno scolastico.” Kiba inclinò gli occhi in una buffa espressione di contentezza che però fu storpiata da un improvviso sguardo di perplessità. “Che succede Kiba?” Il ragazzo le fece segno di stare in silenzio e ascoltò per un momento le voci che provenivano da dietro l’angolo dell’isolato. Hinata obbedì e prese ad ascoltare a sua volta. Impallidì. “Ti avverto lottatore di arti marziali più serie dei miei stivali… non la toccare mai più.”
“E tu pensi che io possa dare conto ad un simile aborto della società civile? Uzumaki?” Orochimaru fece un sorriso di ripugnante malvagità. “Non lo sai che l’organizzazione di tuo padre era quella più debole della città? Se proprio tuo padre c’è rimasto secco c’è un motivo.” Naruto trasalì. “TI FACCIO VEDERE IO!” “NARUTO FERMATI!!!” Sakura aveva le mani sulla bocca e gli occhi che traboccavano di lacrime. Il ragazzo dalla chioma bionda fece un salto e col pugno già preparato si protese verso Orochimaru. La situazione degenerò: Orochimaru estrasse da sotto la giacca un pugnale della lunghezza di trenta centimetri e lo sferrò verso Naruto. Sasuke fissò la scena sconvolto, Sakura non aveva più il coraggio di guardare.
Oh no… È la fine…
Prima di chiudere gli occhi, Naruto fece un’espressione inorridita, lasciandosi cadere di schiena, mentre il pugnale viaggiava verso di lui, ormai in trappola. Non vide la scena che si parò dinanzi agli occhi di Sasuke e Sakura, non vide il terrore nei loro occhi per il pericolo che lui stava correndo e che avrebbero corso anche loro, probabilmente. Non vide nemmeno lo shuriken a stella che viaggiò verso quel coltello tanto affilato e che lo deviò per un soffio. Naruto sentì il loro suono metallico e quando si rese conto che la lama non stava arrivando più, si decise a riaprire gli occhi e a rialzarsi velocemente. Orochimaru aveva uno strappo sulla spalla e una strana espressione di dolore sul volto: sembrava quasi innaturale. “Chi si vede… il ninja-copia…” mormorò a voce bassa. Naruto si voltò e vide un uomo molto alto, vestito interamente di blu, il cui volto era mascherato: si intravedeva solo un occhio scuro e da sopra la maschera emergeva una grande quantità di capelli argentei. “Orochimaru… non credo che questi siano avversari di cui vantarsi. Vattene.” “Per una volta seguirò il tuo consiglio… non prima però di aver fatto quello che dovevo fare sin dall’inizio.” Il lottatore dal colorito perlaceo sciolse il nodo che legava il suo fazzoletto azzurro al braccio e lo lanciò al giovane Uchiha, che lo prese e lo infilò in tasca velocemente. “Così saprai dove trovarmi.” Orochimaru lanciò un fumogeno verso il suo nuovo avversario e scomparve definitivamente. Sakura cadde ginocchioni, esausta. “Credo che prenderò in considerazione l’idea di iscrivermi ad un corso di auto-difesa…” “Non dovreste aggirarvi in posti come questi ad una certa ora.” Disse lo sconosciuto che li aveva aiutati ad affrontare il temibile lottatore di pochi minuti prima. Naruto si alzò e strinse il pugno. “È una vera sfortuna, visto che in questi posti noi ci viviamo.” “E dov’è che vivresti, scusa?” “All’orfanotrofio.” Disse Naruto con leggera stizza. “Ci vivo per colpa di tipi come quelli.” Aggiunse indicando il luogo in cui prima si trovava Orochimaru. “Mmh… poveretto.” Intervenne l’uomo dai capelli argentei. “Va bene… ci vediamo ragazzi, state più attenti.” I tre rimasero immobili. Quando la figura scomparve, Sakura ritornò del tutto in se. “Ragazzi, mi accompagnate a casa, così la facciamo finita?” Sasuke annuì e affondò la mano nella tasca in cui si trovava il fazzoletto appena ricevuto in dono da quel ninja pericoloso di nome Orochimaru. Il gruppo si era già sciolto in due parti, quando giunsero a casa di Sakura, e Naruto e Sasuke si affrettarono a raggiungere l’orfanotrofio prima che chiudessero i portoni. La cena era pronta da un pezzo e, mentre i due erano in bagno, Naruto diede voce a qualche pensiero che si era manifestato nella sua mente al momento in cui si erano ritrovati ad affrontare Orochimaru. “Mi spieghi perché non hai mosso un dito?” Sasuke si voltò di scatto verso di lui. “Cosa vorresti dire?” “Non hai fatto niente. Capisco che Sakura dovesse stare dietro di me ma c’è mancato poco che ci rimettesse le penne con quel senbon o che io andassi all’altro mondo con quel pugnale.” Sasuke rimase in silenzio, con uno sguardo indecifrabile. Naruto invece lo fissò con una chiara espressione irata. “Va bene che provi rancore nei confronti di tuo fratello… anche io sono rimasto solo, sebbene la mia situazione sia diversa dalla tua. Ma se vuoi veramente vendicarti di tuo fratello, dovevi avere il coraggio di sfidarlo… era per te stesso, per Sakura nonostante dice che esistono metodi legali per farla pagare a Itachi… ti sei comportato da coniglio.” Sasuke non poté obiettare: Sarutobi li aveva appena raggiunti e aveva ordinato loro di presentarsi presso la mensa. Ma quando fu sicuro di non essere sentito da nessuno, Sasuke si voltò verso Naruto e fece un sorriso arrogante. “Tu sei giusto uno di quelli che vorrei sfidare.”
What about the world today? What about the place that we call home? We've never been so many and we've never been … so alone…
Keep watching from your picket fence, you keep talking but it makes no sense, you say we're not responsible but we are, we are… You wash your hands, you come out clean, but fail to recognize the enemy's within… You say we're not responsible but we are, we are… We are…
We are – Ana Johnsson
L’angolo per i lettori:
Aaaah… che sollievo aver digitato questo capitolo… già al secondo mi era venuto un blocco…
x Beckil: mi fa piacere che la pensi così, purtroppo credevo di avere qualche problema in quest’ambito, come puoi vedere in questo capitolo il tipo coi capelli argentei (che penso conosciate bene ^^) è situato in tutt’altro contesto, anche se tengo molto al fatto che prima si mostri come un tipo un po’ cinico ed ironico e poi emerga il carattere che noi conosciamo bene. ^^
x eleanor89: eh si… purtroppo Naruto all’inizio è messo spesso sotto una cattiva luce, però si sa, alla fine risulta essere uno dei migliori per il suo carattere forte… poi ho voluto creare quel rapporto di amicizia con Kiba appunto perché, negli episodi subito dopo il tradimento di Sasuke, entrambi sono molto affiatati. Per Sakura, penso proprio che cercherò di mettere su qualcosa anche per lei, poverina… dopo questo capitolo penso che voglia correre ad apprendere lotta libera da John Cena LoL. Comunque, ho letto la tua “Gelato alla fragola”, è stupenda ^______^
x mimi: XDDDDDDDD eeeeh… una storia non vale nulla senza i cattivoni come il serpentone, non ne posso fare a meno, mi spiace ^^”
x _Ellis_: guarda, Hinata è il mio personaggio preferito dopo Naruto, dopo questo capitolo aspetta di vederla quando ci sarà il suo “cambiamento” come nell’anime.
x hina22688: si, è una Naru/Hina anche se per vederli in seri rapporti sentimentali mi sa che dovrete aspettare un po’… ma è una Naru/Hina ;-)
x Nina: che allegria, mi tiri su di morale, continua a leggere :D
x Hinata-chan 6: Neko-girl… ho cominciato a leggerla, è davvero carina! Appena ho un secondo ti lascio un commento grande grande ;-) un bacio!
x Inu_Kagghy: Orociock LOOOOL non hai idea di quanto ho potuto ridere… non ci avevo proprio pensato a questo nomignolo! XDDDD Per Iruka non potevo fare da meno, mi serviva la sua presenza perchè è così buono… *_________* certo, il mio preferito è Kakashi, però Iruka è sempre Iruka :D Comunque, la coppia principale, come ho già detto è quella di Naruto ed Hinata, però ti avverto che ci vorrà un po’ prima che si mettano realmente insieme.
x Yonoa: grazie!!! comunque ecco il capitolo che aspettavi ^^
x hinata_chan: la penso esattamente come te per le AU, perché la storia non dipende dalla trama come per quelle normali… comunque la canzone all’inizio piace tantissimo anche a me, è appunto la canzone introduttiva del film con Michelle Pfeiffer intitolato “Pensieri pericolosi” ^^ You and me against the world è invece il nome di un album di un gruppo norvegese, gli Apoptygma Berzek… se non li conosci, ascolta “In this together” ^^
Ok… ho sprecato più spazio per voi lettori che per la storia… questo significa che mi devo immediatamente mettere a lavoro… @_@
Capitolo 4 *** Sull'autostrada per l'Inferno... ***
CCCCHIAAAAAAAAOOOO!! Scusate, vi ho fatto aspettare molto per questo capitolo ma almeno è un pochino più lungo degli altri… comunque, ho aggiunto nelle note sulla storia la voce “Spoiler” perchè penso che in futuro tratterò materia presente nella seconda parte della prima serie e in quella Shippuden… ci tenevo ad informarvi, cari lettori, perchè la mia storia sarà divisa in tre parti… la prima parte è “Pensieri Pericolosi” che voi state leggendo, la seconda è “Continua a sognare” e la terza è “Sete di distruzione”… quindi preparatevi :D
Capitolo 3
Sull’autostrada per l’Inferno…
Livin' easy, lovin' free, season ticket on a one-way ride Askin' nothin', leave me be, takin' everythin' in my stride Don't need reason, don't need rhyme Ain't nothing that I'd rather do Goin' down, party time, my friends are gonna be there too
I'm on the highway to hell Highway to Hell I'm on the highway to hell
Highway to Hell – AC/DC
“AAAAAAAAAH! SONO DI NUOVO IN RITARDO!”
Naruto scese dall’autobus fissando l’orologio con sguardo a dir poco stralunato: non aveva sentito la sveglia e di certo Sasuke non era stato di suo aiuto poiché non era andato a dargli, sebbene fosse stato in grado di farlo solo nella sua classica modalità cinica, la cattiva notizia del suo ritardo, dal momento che non si era presentato a colazione.
Konohamaru, un suo amico che altri non era che il nipote di Sarutobi, gli aveva lanciato in confidenza una merendina mentre lui scappava a tutta velocità con lo zaino sulle spalle.
Aveva fatto di tutto perché arrivasse quel giorno e alla fine era riuscito a convincere i suoi insegnanti di potersi meritare il voto massimo agli esami di terza media.
Quello era il suo primo giorno di scuola al liceo.
NON doveva permettersi di arrivare in ritardo.
“A Sasuke gliene dico quattro…” mormorò tra se e se ma si decise a stare zitto notando, tra un palazzo e l’altro, quello che sembrava l’edificio a cui mirava tanto.
“Chissà dove sarà finito Sasuke..?” mormorò piano Sakura.
L’aula magna era invasa da ragazzi la cui età variava dai quindici ai diciotto anni.
Dovevano chiamare gli studenti delle prime classi e non era riuscita a trovare ancora qualcuno che conoscesse, dopotutto quattro dei suoi amici sarebbero stati in classe con lei: per fortuna erano stati sorteggiati tutti nella sezione F poiché all’informatico tutti preferivano le lingue e l’ordinario.
“Bene bene, chi si rivede…”
Sakura si voltò al sentire quella che sembrava una voce femminile vagamente familiare: si ritrovò davanti una ragazza all’incirca della sua età.
I suoi capelli erano lunghi e di un eccezionale biondo platino e l’azzurro dei suoi occhi variava dal profondo del mare all’immenso del cielo.
“…Ino?!”
“Non ci hai messo molto a ricordarti di me, Sakura.”
La ragazza dai capelli rosa fissò Ino accigliata. “E come potrei dimenticarmi di te, Ino… anche dopo tre anni una persona potrebbe ricordare la tua faccia da maiale.”
“EHI!”
“E mi stupisco anche del fatto che tu sia qui, in questo posto… non pensavo che potessero accettare una come te..!”
“Parli così solo perché sei stata in classe con Sasuke alla scuola media… ma vedrai… non ti darò mai pace da adesso in poi.”
Ino fece un sorriso superbo che, in tutti quegli anni, Sakura non era mai riuscita a reggere per più di tre secondi.
Uno… due… TRE.
IO TI AMMAZZO INOOOOOOOOOOOOOOO!!!
“Che vorresti dire?!”
“Vuol dire che saremo nella stessa classe e che con Sasuke non avrai speranze… non hai guardato i tabelloni?!”
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!
Sakura si contenne e fece per ribattere il più civilmente possibile ma qualcosa di molto inaspettato la travolse in un attimo.
“SAKURA!!! Finalmente ti ho trovata! È da quando sono arrivato che ti cerco!”
“Naruto… STACCATIIII!!!”
“Si Naruto, staccati.”
Sakura si voltò così velocemente che Naruto rischiò di cadere. Gli sguardi di molti curiosi erano caduti su di loro e già alcuni li guardavano persino con diffidenza.
“EHI!!! Potevi anche svegliarmi stamattina!”
“Non è colpa mia se non senti la sveglia… testa quadra…”
“OH! Ma guarda chi c’è!” Ino si fece avanti, abbracciando da dietro Sasuke. “È da tanto tempo che non ci vediamo, Sasuke!”
Naruto fissò la scena contrariato mentre Sakura sembrava emanare fumo dalle orecchie e dalle narici del suo naso.
“TOGLITI DI MEZZO, INOOOO!”
D’altro canto, Sasuke fissava arcigno il profilo della biondina con la coda dell’occhio e a Naruto non parve molto entusiasta della situazione.
“Eccoti Ino, finalmente.”
I quattro si voltarono.
Davanti a loro c’erano due ragazzi di stazze diverse: quello che aveva parlato era magro, i suoi occhi erano a mandorla e scuri come i suoi capelli legati in un codino alto; l’altro appariva tarchiato, caratteristica accentuata dal fatto che stesse mangiando delle patatine, e i suoi capelli erano di un riccio che andava tra il castano e il rosso.
Naruto li fissò per un momento, stringendo le palpebre per poi sgranare gli occhi indicandoli con un’espressione sconvolta.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”
Il ragazzo col codino alto emise uno sbuffo annoiato. “Mmh… cominciamo bene…”
“SHIKAMARU!!! CHOJI!!!”
“Ciao Naruto.” Disse il ragazzo tarchiato sorridendo ilare.
Shikamaru e Choji erano due ragazzi che avevano frequentato la scuola elementare con lui e, assieme a Kiba, avevano formato una combriccola imbattibile; Sasuke era sempre stato troppo solitario e, anche per quel motivo, veniva continuamente inseguito dalle ragazzine delle altre classi.
Sakura, Ino e Hinata dunque non erano con loro, ai tempi si formavano le classi di sessi separati.
Poi la scuola media aveva provveduto a dividerli e proprio per il primo giorno di liceo si erano ritrovati.
“Cosa ci fate qui?” chiese il biondino con uno sguardo da idiota.
“Chi non muore si rivede…” mormorò Shikamaru. “Siamo capitati nello stesso corso… io non volevo iscrivermi qui, a dir la verità, pensavo di fare un istituto tecnico…”
Ino, che sino a quel momento era parsa a Naruto una tipa di indole calma, trasalì.
“Shikamaru..! Ma come puoi permetterti di fare questi ragionamenti proprio adesso?! Da questo momento in poi mi darai ascolto sempre e comunque! Smettila di essere pigro!”
“Ma uffa… che rottura…”
“Ino ha ragione, Shikamaru… dovresti essere un po’ più attivo.”
“Si ma anche tu dovresti controllarti!” la biondina sembrava emanare scintille e quasi spaventò i due diretti interessati. “A quale pacchetto di patatine sei arrivato?!”
Choji smise di mangiare e si mise il mento poderoso tra le mani. “Mmh… fammi pensare… dovrebbe essere il quarto dell’ultima ora…”
“CHE COSA!!! MA CAVOLO! SEI SOLO UN…”
Shikamaru ebbe la geniale idea di tappare la bocca di Ino con una mano, al momento in cui vide l’amico sfoderare un’espressione di forte ostilità.
“Quante volte ti ho detto di non chiamarlo in quel modo, non devi neanche osare.” Le mormorò all’orecchio per non farsi sentire dagli altri.
La ragazza annuì lievemente e si staccò dal compagno.
Immersi in quella strana atmosfera, una sorridente Sakura fu la prima ad avere l’iniziativa. “Andiamo a cercare dei posti, forza.”
Quando si sedettero (Sakura e Ino ebbero la grande idea di far sedere Sasuke nel mezzo, per evitare litigi) un donnone dai lunghi capelli biondi, che doveva trattarsi della preside, salì sul palco degli insegnanti e a voce alta esordì.
“Kakashi! Finalmente sei arrivato… non ti smentisci mai! Come sempre sei in ritardo, persino il primo giorno di scuola!”
“Scusa Kurenai, ho perso tempo aiutando una vecchietta a portare la spesa..!”
“Perché alle 8,00 di mattina il supermercato è aperto, vero?”
L’uomo dai capelli argentei fissò la collega e il suo sguardo rosso inclinato in un’espressione di severa fermezza e si mise una mano dietro la testa, facendo un sorriso stupido.
La donna scosse i suoi lunghi capelli neri e fece una smorfia di profonda disapprovazione che mutò in un’altra di stupore quando sentì una mano forte premerle sulla spalla. “Avanti Kurenai, in fondo la cerimonia di benvenuto per gli studenti non è ancora iniziata.”
“Asuma.” Kurenai si voltò a guardare il volto sorridente dell’uomo dietro di lei. “Qui non si fuma.”
Asuma si passò una mano tra i suoi capelli corti e scuri, per poi torturare il pizzetto con due dita. “Tranquilla… questa sigaretta è spenta, non l’ho ancora accesa.”
Kakashi li inquadrò con gli indici e i pollici. “Sapete che fate proprio una bella coppietta?”
Kurenai arrossì lievemente e abbassò lo sguardo. “Non dire stupidaggini, Kakashi.”
“Sono curioso di vedere gli studenti che avremo quest’anno e quanto saranno dotati.” Asuma provvide subito a cambiare argomento.
Kakashi continuò a sorridere. “Anche io, non vedo l’ora.”
“Guardate, è arrivata la signorina Tsunade, fate silenzio.”
Effettivamente l’altera preside della Leaf High School di Tokio aveva appena fatto il suo ingresso nell’aula magna, seguita da una giovane donna e da altri due uomini.
“Guarda, ci sono Shizune, Kotetsu e Izumo.” Disse Asuma ridacchiando.
“Li ho notati… non li invidio per niente.” Fece Kakashi facendosi improvvisamente serio. “Tsunade li farà lavorare intensamente…”
Tsunade salì sul palco e, dopo aver salutato tutti gli insegnanti presenti ed essersi avvicinata al microfono, esordì.
“Buongiorno a tutti e benvenuti alla Leaf High School!”
Un mormorio si diffuse per tutta la sala, in risposta.
“Molte persone qui sono venute a curiosare, hanno facce familiari.” Disse Tsunade con lieve sarcasmo. “Altri hanno varcato la soglia di questa scuola per la prima volta e mi auguro che siano in grado di percorrere questo percorso di studi nel migliore dei modi, sfruttando tutte le risorse possibili.” Fece una piccola pausa. “Saprete sicuramente che a seconda dell’indirizzo scelto passerete a scuola un certo numero di ore, che potranno aumentare nel caso decideste di seguire le attività pomeridiane e i progetti che la scuola propone. Saranno proposti corsi di attività sportiva, artistica, musicale e tali altri… avrete l’imbarazzo della scelta.”
Il mormorio si diffuse ancora di più e questo incrementò il rumore e l’entusiasmo presenti nella sala.
“Adesso vi chiamerò, seguendo l’ordine delle classi. Al momento in cui dirò il vostro nome, dovrete venire qui vicino al palco dove si trovano i vostri insegnanti, che vi accompagneranno nelle vostre classi.”
“Favoloso… ormai manca poco alla sezione F.”
Hinata sorrise. “È vero Kiba, finalmente rivedremo i nostri compagni e avremo modo di conoscere quelli nuovi.”
“La preside ha detto che i corsi pomeridiani comprenderanno attività di tipo artistico… potresti farti avanti, hai un grande talento.”
“T-t-tu credi Kiba?”
“Ma certo.”
“Bene… passiamo alla sezione F… Aburame Shino!”
Hinata sgranò gli occhi e si alzò appena per confermare il suo dubbio.
“È il ragazzo con cui pratico Wing Tsun!”
“Dici sul serio?!”
“Si, lui!”
“Akimichi Choji!”
Hinata si voltò verso Kiba. “Choji non era il ragazzo che andava alle elementari con te e… Naruto?”
Kiba annuì frenetico mentre vedeva il ragazzo farsi spazio tra la folla di ragazzi. “È proprio lui! Quel grassone..! A questo punto dovrebbe esserci anche Shikamaru.”
“I-i-io credo che… non dovresti chiamarlo così…”
Kiba, soffiando come un gatto, guardò l’amica che stava arrossendo in modo impercettibile. “Eh va bene… d’accordo…”
“Haruno Sakura!”
“Guarda, c’è Sakura!”
“Ora dovrebbe venire il mio turno…”
E infatti.
“Hyuuga Hinata!”
“Ora ti raggiungo, manca poco alla lettera I.” disse Kiba alzando il pollice in sua direzione: vide la ragazza dirigersi verso il palco insegnanti con il suo solito andamento timido e misterioso; Hinata stava procedendo con calma ma quel suo equilibrio interiore fu rotto non appena venne pronunciato il nome della persona successiva.
“Hyuuga Neji!”
Le sue mani si diressero verso il petto e presero a stritolarsi a vicenda, quasi volessero torturarsi; le sue labbra si socchiusero e cominciarono a tremare percettibilmente, scosse dal respiro affannoso dovuto al battito accelerato del suo cuore.
Kiba si accorse del cambiamento dell’amica, soprattutto perché il suo colorito già pallido cambiò gradazione e la trasfigurò in un fantasma.
“Inuzuka Kiba!”
Il giovane Inuzuka si alzò e cercò di raggiungere il più velocemente possibile Hinata, che in quel momento si era rifugiata dalle grinfie del cugino Neji andando a salutare prima Sakura e poi Shino Aburame, un tipo dall’aria veramente solitaria che, in quel momento, indossava un giubbotto a collo alto ed un paio di occhiali da sole che, assieme alla capigliatura riccia ed alta, rendevano scarno il suo viso serio.
In poco tempo furono radunati tutti gli studenti della sezione F.
Una giovane dagli occhi e dai corti capelli neri si avvicinò al gruppo mentre la preside passava alla sezione G. “Salve ragazzi, sono la professoressa Shizune ed insegno fisica… adesso il professor Hatake vi accompagnerà nella vostra classe.” Indicò un uomo dai capelli argentei che in quel momento parlottava con una donna dall’aria stravagante: sembrava che stessero avendo un battibecco.
Sasuke si mise una mano sulla faccia mentre Sakura e Naruto li fissavano straniti. “Perfetto… un altro mentecatto…”
“Kakashi… la tua classe…”
La professoressa Shizune si rivolse all’uomo con un tono lievemente sarcastico.
Sembrò ignorarla, troppo preso dalla conversazione. “Anko, quello che mi stai dicendo non mi riguarda.”
“Ti riguarda eccome, razza di struzzo con i capelli da spaventapasseri!!! Se sei stato invitato ai congressi sull’arte e la filosofia come membro onorario c’è un motivo! Non puoi permetterti di arrivare costantemente in ritardo, hai un’immagine da difendere, sei il professore…”
“HATAKE KAKASHI! MITARASHI ANKO! Non è il momento di fare scena davanti a questi ragazzi!” la professoressa Shizune si voltò verso l’uomo. “Kakashi, accompagna i tuoi studenti nella loro classe, qui hai finito.”
Kakashi respirò profondamente. “Oh… che liberazione…” poi si voltò verso il gruppo di ragazzi. “Andiamo… forza.”
Naruto lo fissò stranito e si voltò verso Sakura e Sasuke, agitando la mano davanti al naso, come se volesse scacciare qualcosa di poco gradito. “Non mi ispira per niente questo Kakashi…”
Hinata si portò una mano alla bocca e rise sommessamente, intimidita: il fatto che nella sua classe ci fosse il cugino Neji la terrorizzava ma si sentiva sempre sollevata quando c’era Naruto, le infondeva fiducia e dava allegria.
Il professor Hatake li fece uscire dall’aula magna e li condusse nella I^ F, che stava al piano terra.
L’aula sembrava immensa, forse perché la classe era composta da pochissimi elementi, cosa che sembrò non sfuggire a Sasuke. “È strano che siamo così pochi… nei tabelloni c’erano molti più studenti iscritti al nostro corso…”
Sakura si voltò a fissarlo. “A dir la verità non ci avevo pensato, effettivamente siamo pochi… se non ricordo male per formare una classe bisogna formare un numero compreso tra le venti e le trentacinque persone…”
Naruto si mise una mano dietro la testa. “Aaaah… quanti problemi che vi fate…”
“È vero, siete l’unica classe dell’istituto composta solamente da dodici elementi.”
I tre si voltarono: dietro di loro si ergeva la figura del professor Hatake.
“La verità è che molti hanno abbandonato questo corso perché considerato impegnativo…” il professore si piegò e ruppe la linea perfetta formata dalla sua lunga statura. Il suo sguardo era fisso sui tre ragazzi e metteva paura: non avevano notato che un occhio del professore fosse rosso rispetto all’altro nero e che una cicatrice lo attraversasse. “…la preside ha deciso di non smembrare la vostra classe tra i corsi ordinari perché ha ritenuto opportuna l’idea di dare una possibilità a chi non si è ritirato… adesso andate a posto.”
Il gruppo di dodici e si sciolse e tutti si andarono a sedere.
Nella prima fila stavano seduti, divisi rispettivamente in due ali, Sakura e Sasuke, accanto alla porta, e Neji e Rock Lee accanto alle finestre; nella fila dietro erano appostati Naruto con Kiba e Shino con Hinata; dietro il biondino e l’amico si erano seduti Shikamaru e Choji mentre TenTen ed Ino (per sua sfortuna Sakura aveva già occupato il posto accanto a Sasuke) erano nell’ultimo banco dell’altra ala.
Davanti a loro, Kakashi Hatake.
“Bene, benvenuti nel corso F… se dobbiamo seguire la procedura standard, adesso vi dovreste presentare.”
Naruto alzò la mano. “Non dovrebbe essere lei il primo a fare le presentazioni?”
“E va bene.” Il professore Hatake si passò una mano tra i capelli. “Il mio nome è Kakashi Hatake, sono il coordinatore di questa classe ed insegno Storia e Filosofia; i miei interessi non vi riguardano e di hobby… ne ho tanti.”
Sakura si voltò crucciata verso Naruto e bofonchiò: “Sai che presentazione, ha detto solo come si chiama…”
“Ah, un’altra cosa…”
Gli studenti lo fissarono silenziosi, alcuni preoccupati come Sakura e Hinata, altri seri come Sasuke e Neji.
“…io vi detesto.”
No stop signs, speed limit, nobody's gonna slow me down
Like a wheel, gonna spin it, nobody's gonna mess me around
Hey Satan, payin' my dues, playin' in a rockin' band
Hey Mumma, look at me, I'm on my way to the promised land
I'm on the highway to hell
Highway to Hell
I'm on the highway to hell
Don't stop me
Highway to Hell – AC/DC
L’angolo per i lettori:
Va bene va bene… ho cercato di fare del mio meglio… adesso commento le vostre recensioni ^^
Hinata-chan 6: mi fa piacere che ti piaccia, questo è il capitolo che aspettavi. ;)
Inu_Kagghy: guarda, sopra c’è scritto CIAO con l’H, ormai inserisco l’H dappertutto tanto che ho cominciato a dire anche OroCCCHiao, ti rendi conto???
Comunque, Hinata e Naruto sono nella stessa fila di banchi e li divide solo un corridoio tra le due ali… non sei contenta?? ^^
mimi: Orochimaru è un energumeno disgustoso, su questo non ci piove :D
Beckill: ccccciau ^^ per Hinata e Naruto dovresti essere contenta, l’ho già detto ad Inu XDD sono quasi compagni di banco, mentre con Kiba lo sono per davvero, aspetta e vedrai :D
Nina: una recensione è sempre una recensione asd comunque Naruto non si arrende mai, lo dovresti sapere!
hinata_chan: questa ff avrà l’atmosfera del film, anche se tratta argomenti diversi… da un lato hai la criminalità presente in America dove si hanno disposizione cazzotti e pistole XD dall’altro hai cazzotti di gran lunga migliori e armi bianche :D
Yonoa: oh che bello ^^ comunque stai tranquilla che Hinata e Naruto sono in mani sicure, Sakura è troppo occupata con Sasuke :D
hina22688: ho altri due progetti dopo questa ff… il criceto continua a muovere la ruota nella mia testa… :D
maho87: e io spero di essere più veloce :D grazie per la recensione un bacio
sasusaku: dal tuo nick immagino che ti piaccia la coppia Sakura-Sasuke… bene nella storia risulterà fondamentale per il suo proseguimento, quindi preparati ;)
Capitolo 5 *** ...e sulle scale per il Paradiso ***
PERDONO! Vi chiedo perdono! >.< Dovete perdonare il mio ritardo assurdo, non seguite le orme di Kakashi per una volta… vi prego! Come nell’episodio 101 con i tre ninja idioti XDDD va bene sto zitta, buona lettura ^^
Capitolo 4
...e sulle scale per il Paradiso
There's a lady who's sure
all that glitters is gold
and she's buying a stairway to heaven…
When she gets there she knows
if the stores are all closed
with a word she can get what she came for.
Ooh, ooh, and she's buying a stairway to heaven.
There's a sign on the wall
but she wants to be sure
'cause you know sometimes words have two meanings.
Stairway to Heaven – Led Zeppelin
Le quattro ragazze presenti impallidirono mentre i restanti otto ragazzi fissarono accigliati il professor Hatake.
Ognuno però aveva modo e modo di manifestare il proprio risentimento nei confronti dell’insegnante: Sasuke, Neji e Shino sembravano quelli più controllati, gli unici in grado di mantenere la calma; Choji stava mangiando freneticamente le patatine poste sotto il suo banco; la mano di Naruto posata sul banco tremava percettibilmente e i suoi occhi azzurri erano sgranati mentre Kiba mostrava i denti occupati a digrignarsi; Shikamaru sbadigliò e stancamente si poggiò al banco. “Oh ci risiamo… che seccatura…”
“Bene.” L’espressione sul volto del professore Hatake mutò da seria e terrificante ad allegra e amichevole. “Adesso è il vostro turno…” si appoggiò alla cattedra ed indicò Neji. “Comincia tu. Come ti chiami?”
“Il mio nome è Neji Hyuuga…” il ragazzo abbassò lo sguardo.
“Hai qualche interesse? Qualche ambizione?”
Silenzio.
“Preferisco non rispondere…”
Kiba strinse piano i denti e si sporse oltre Naruto per cercare di vedere Hinata, che in quel momento stava fissando il bordo del banco con profondo sguardo di tristezza: gli aveva parlato più volte del cugino ma non pensava che fosse così freddo.
Il professor Hatake inarcò un sopracciglio e, indeciso, indicò il ragazzo seduto accanto, che sembrava sprizzare allegria da tutti i pori.
“Il mio nome è Rock Lee e il mio sogno è di dimostrare a tutti che si possono superare i propri limiti anche senza possedere un grande talento.”
Neji sorrise amaramente. “Che idiozia…”
Kakashi abbassò lo sguardo, nascondendo il volto con il lungo ciuffo di capelli argentei e una mano.
Sembra molto determinato… somiglia tanto a Gai… anche esteticamente... è la sua copia sputata…
Il suo viso puntò verso le persone sedute dietro.
“Il mio nome è Hinata Hyuuga… le mie materie preferite sono il disegno, la storia dell’arte e la letteratura…”
“Io sono Shino Aburame e provo grande interesse verso le materie scientifiche…”
“Allora il tipo parla…” Naruto si voltò verso Kiba che annuì freneticamente.
“Il mio nome è TenTen e il mio sogno è di diventare un giorno in gamba come la preside Tsunade! Le mie materie preferite sono l’educazione fisica e la biologia.”
“Mi chiamo Ino Yamanaka e provo particolare interesse verso la letteratura. Mi piace vivere in mezzo alla natura infatti…”
Kakashi guardò la biondina sorridendo. “Yamanaka? I tuoi genitori possiedono un negozio di fiori vero?”
La ragazza annuì. “Come fa a saperlo?”
“Lascia perdere.” I suoi occhi erano puntati sull’ultimo banco dell’altra ala. “Dunque voi due dovreste essere Shikamaru Nara e Choji Akimichi.”
Sono tutti e tre identici ai loro genitori…
Dovette attendere molto tempo prima che arrivasse una risposta dai due, poiché il primo si era appena svegliato da un profondo stato comatoso mentre il secondo tentava disperatamente di nascondere le sue patatine.
Naruto e Kiba tentarono disperatamente di non ridere.
“Vi pregherei di non dormire o mangiare durante le mie ore… andiamo avanti…”
Kiba fece uno dei suoi soliti sorrisi perfidi. “Io sono Kiba Inuzuka e farò di tutto pur di diventare un veterinario di successo; amo gli animali e ho un cane che si chiama Akamaru e, se potessi, me lo porterei sempre dietro.”
“Bene, vedo che in molti hanno le idee chiare…” disse Kakashi affabile, rivolgendosi a Naruto. “Tocca a te.”
Naruto si sistemò il colletto della polo che indossava e fece un sorriso genuino che piacque molto a Hinata. “Il mio nome è Naruto Uzumaki e…”
Qualche fremito si mosse lungo la classe: Kakashi si era avvicinato di più al banco e si era chinato per fissare meglio Naruto.
“…la cosa che mi piace di più è mangiare il ramen del ristorante di Ichiraku assieme al mio ex insegnante di matematica. Il mio più grande sogno è di diventare presto un bravo lottatore di arti marziali e di raggiungere i risultati più alti a scuola per essere accettato da tutti.”
E così è lui che erediterà la fortuna della Banda della Volpe a Nove Code…
“Anche tu sembri molto determinato…” Kakashi indietreggiò e sul suo volto serio apparve lo stesso sorriso stupido che pochi minuti prima aveva rivolto a Kurenai Yuhi e ad Anko Mitarashi: stava guardando Sakura.
“Come ti chiami, confettino?”
Sakura fece un’espressione lievemente inorridita che fece ridere Kiba, incuriosire Naruto e trasalire Sasuke. “Il mio nome è Sakura Haruno… mi piace la medicina…”
…e un giorno sposerò Sasuke.
“Ok ok… Sakura.” Kakashi continuò a fare quel sorriso stupido mentre la guardava. “Bene… l’ultimo sei tu…”
Sasuke, che teneva la testa nascosta dai capelli e dalle mani, sollevò lo sguardo e prese a guardare fisso davanti a se.
“Il mio nome è Sasuke Uchiha. Non ho un sogno in particolare… più che altro è un’ambizione…”
“Parlaci di quest’ambizione…” disse il professore tornando serio.
“Farò di tutto per ridare vita alla mia famiglia…” ci fu una piccola pausa.
L’aria che tirava nella classe era tesissima e tutti erano col fiato sospeso.
“…e c’è anche una persona… di cui mi vorrei liberare.”
Kakashi gli voltò le spalle e prese un gessetto per scrivere alla lavagna.
Itachi Uchiha… si, non c’è dubbio… è suo fratello…
Come se niente fosse, il professore cominciò a parlare di tutt’altro argomento. “Dunque, come è già stato detto, io sono il vostro insegnante di Storia e Filosofia… tratteremo la Storia a tappe, seguendo gli avvenimenti storici a seconda dei vari settori che la riguardano: commercio, economia, sviluppi scientifici, rivoluzione industriale e politica nel corso del tempo.”
Silenzio. Qualcuno prese appunti.
“Il discorso sulla Filosofia è un tantino più complicato: introdurre il concetto di Filosofia non è molto semplice.” Kakashi si mosse di qualche metro, poiché la lavagna era molto lunga. “Se vi capitasse di aprire un vocabolario e cercare la parola filosofia su di esso, trovereste prima di tutto l’etimologia… phílos ‘amico’ e sophía ‘saggezza’… amore della sapienza. Poi parlerebbe del fatto che essa si tratta di un ramo della conoscenza che studia le basi della realtà, i modi di apprendere una qualsiasi disciplina, i problemi e i valori collegati al modo in cui agiscono gli uomini. È per questo che tratteremo la teoria dell’essere… e i Pre-Socratici…”
BUM!
“AAAAAAAAAH!” Shikamaru si sollevò di scatto dal suo stato di leggero torpore.
“Gai, che sorpresa…” il professore non parve molto entusiasta della visita appena ricevuta. “Ragazzi, vi presento il vostro professore di Biologia, il professore Maito. Forza… salutate…”
Tutti si alzarono in fretta e dissero all’unisono: “Buongiorno.”
Questi sembrò non degnarli di uno sguardo. “KAKASHI! Ho appena visto sul tabellone che uno dei nostri studenti e uno di quelli di cui mi parlavi qualche settimana fa… sai di quell’affare della Banda…”
“Stai zitto… lo so benissimo…” gli si avvicinò con in volto uno sguardo di pericoloso terrore. “È dietro di te.” Aggiunse a voce bassa. “Non ce bisogno che lo urli troppo forte. Ce ne occuperemo appena si saranno calmate le acque…”
Gai stette un attimo serio per poi voltarsi verso i ragazzi e fece una sequenza di azioni che sconvolse gran parte degli studenti: rivolse il pollice teso verso di loro e sfoderò un sorriso a trentadue denti con tanto di luccichio, come nei cartoni animati.
“Tutto a posto, il professor Gai ha trovato la soluzione anche a questo problema! Ci vediamo domani per la nostra lezione di biologia!”
Sakura, Ino e TenTen sgranarono gli occhi; Hinata arrossì lievemente per l’imbarazzo mentre le sopracciglia di Shino, Kiba e Naruto sembrarono sparire tra i capelli.
“E così questo pazzo è il nostro professore di Biologia…” Shikamaru scosse la testa, imitato da Choji, che aveva inaspettatamente smesso di mangiare.
Neji arricciò il naso in una smorfia sprezzante mentre Sasuke parlò a voce bassa. “Sakura… siamo capitati in una classe dove gli insegnanti sono dei mentecatti…”
L’unico che sembrava pendere dalle labbra di Gai Maito era Rock Lee.
Il professore di biologia uscì saltellando, sotto lo sguardo spazientito del professore Hatake. “Scusate ragazzi, dov’eravamo rimasti…”
Neanche a dirlo suonò la campanella, dunque il professore sistemò la propria borsa da lavoro e aspettò che arrivasse l’insegnante successivo.
“Che ne dici di questo professore?” chiese Naruto a Kiba.
“È stravagante ma non è male… l’altro sembra completamente suonato…” disse Kiba facendo una smorfia.
“Kakashi, è permesso?”
“Ibiki, entra! Ragazzi, vi lascio al professore Morino… ci vediamo domani!”
Ibiki Morino insegnava Lingua e Letteratura Giapponese e aveva la particolarità di essere un uomo molto inquietante: egli portava sulla testa quella che sembrava una bandana nera e sul suo volto apparivano molte cicatrici.
Il suo sguardo era duro e profondo e quando parlò la situazione non sembrò migliorare.
“Mi auguro che facciate del vostro meglio in questo corso di studi… non è il massimo vedere che, di trenta studenti, solo dodici hanno deciso di non ritirarsi…”
Silenzio.
“Intanto, credo che vi sarà utile passare queste due ore facendo un test per misurare le vostre conoscenze…”
Sakura scattò in piedi, inorridita. “CHE COSA?! Un test il primo giorno?!”
“SILENZIO! Volete passare queste due ore a girarvi i pollici?!”
Naruto rifletté. Effettivamente il professore Morino aveva ragione ma non c’era alcun motivo di usare quel tono, incuteva troppo timore.
Rivolse un breve sguardo a Sakura, che gli dava le spalle: non gli avrebbe mai permesso di copiare nel caso in cui non fosse stato in grado di svolgere qualsiasi esercizio in prova.
Si guardò intorno e presto si rese conto che alla sua sinistra stava seduta Hinata, silenziosa e trasparente come un fantasma. Non si era neanche accorto che fosse così vicina a lui.
“Pss… Hinata…”
Ella si voltò e, rendendosi conto di essere stata chiamata in causa propria da lui, arrossì di botto. “N-n-naturo…”
“Ti dispiacerebbe aiutarmi nel caso non riuscissi a fare qualcosa nel test? Non ho ripassato niente di analisi del periodo in queste due settimane..!!! Sono un idiota!!!” a voce molto bassa Naruto insultò se stesso con un’espressione mortificata sul volto.
“Non ti preoccupare Naruto, se vuoi puoi copiare… ma stai attento a non farti scoprire…”
Naruto, istintivamente, fece un sorriso genuino. “Ti ringrazio Hinata, farò di tutto per non farmi beccare..!”
Hinata, se possibile, arrossì più di prima e la sua mano destra nascose il suo sguardo.
Ibiki consegnò i test, girando per la classe, e quando arrivò alla cattedra guardò l’orologio appeso sopra la porta. “Avete esattamente un’ora e mezza… DA ADESSO!”
Il tempo passò molto in fretta, forse perché alcuni elementi all’interno della classe avevano lo stesso problema di Naruto.
“Mi raccomando ragazzi… siete l’ultima speranza del corso di informatica… se fallirete non avrete speranze di continuare…”
Sakura si mise una mano tra i capelli. “Dannazione…”
“Sakura, non serve a niente farsi prendere dal panico…”
“Sasuke… non abbiamo uno straccio di vocabolario…”
“Non ti serve il vocabolario in un test simile.”
Il professore Morino alzò lo sguardo. “Pregherei di non parlare mentre fate il test. Ah… un'altra cosa… ci sono le penalità… una risposta esatta vale quattro punti… una non data zero punti e una sbagliata meno uno… ogni volta che alzerete la mano mi segnerò il vostro nome…”
Shikamaru sgranò gli occhi. “Che cosa?! Ma non è possibile! Senza un vocabolario… e non si possono fare nemmeno domande!”
“SILENZIO!”
Naruto guardò di sottecchi Ibiki Morino e socchiuse le palpebre in un’occhiata in tralice; Kiba, interdetto, lo fissò per un attimo così come Hinata, che era preoccupata.
Il biondino infatti stava alzando la mano molto lentamente.
“Ehi Kakashi! Com’è andata la prima lezione nel corso F?”
Kakashi Hatake si fermò lungo il corridoio del piano terra, mentre si dirigeva verso la sala professori e si voltò, sorridendo. “Bene Asuma, sono elementi dalle personalità molto varie. Li ho lasciati in mano a Ibiki.”
“Cosa?! Stanno già affrontando il suo test psi…”
“SSSH! Zitto! Non vorrai farti sentire, la loro classe è proprio là!”
“Kakashi!”
Verso di loro stavano camminando con passo affrettato Kurenai e Anko.
“Com’è andata, Hatake?” chiese Anko col suo solito atteggiamento da superiore.
“Bene, sembrano dei ragazzi molto determinati… come ho già detto ad Asuma, li ho lasciati nelle mani di Ibiki.”
Anko trasalì. “Che cosa?! Ma rischieranno di uscire fuori di testa così!”
Kurenai invece era perplessa. “Perché? Di che state parlando?”
Il sorriso di Asuma illuminò il volto di Kurenai. “Vedi, tu sei qui solo da un anno… sai poco dei metodi che da qualche anno a questa parte Ibiki ha cominciato ad usare verso gli studenti…”
“Che genere di metodi?”
“Vedi… siamo molto fortunati.” Kakashi si coprì il volto con una mano. “Ibiki, prima di essere un professore di Lingua e Letteratura Giapponese, è uno psicologo. Aiutava la polizia fino a qualche anno fa, ecco perché ha tutte quelle cicatrici.”
“Conosce bene le debolezze più intime e profonde dell’uomo…” Asuma si avvicinò ad una finestra e la aprì, per poi accendere una sigaretta e cominciare a fumare. “E la cosa più terrificante è il fatto che sia in grado di manipolare quei ragazzi facendo leva sui loro limiti emozionali… per questo propone da molti anni la storiella del test d’ingresso, gli interessa vedere come sono fatti i ragazzi del suo corso…”
“IDIOTA! COSì rischi di farti abbassare il…”
SBAM!
“…voto…”
Naruto aveva abbassato di scatto la mano e l’aveva scagliata sul banco, provocando un grande frastuono: se ci avesse messo più forza, avrebbe rotto il banco in due.
I suoi occhi non erano più socchiusi bensì spalancati in una fervida espressione di convinzione che sorprese non poco l’insegnante.
“Ma lei per chi mi ha preso?! Io non mollerò mai, è chiaro?! Accetto volentieri la sua sfida ma se pensa che rimarrò in primo superiore a vita, lei si sbaglia di grosso! Ho abbastanza forza di volontà per diplomarmi col massimo dei voti!”
Si alzò.
“Lei non mi spaventa affatto!”
Ibiki stette in silenzio e fissò il volto di ogni singolo individuo presente in quella classe. Ognuno sorrideva o era rilassato.
Incredibile… nessuno era mai riuscito a spezzare l’atmosfera tesa che si creava nella classe ogni volta che proponevo questo test…
“Dimmi ragazzo… come ti chiami?”
Naruto lo fissò dritto negli occhi. “Naruto Uzumaki, signore.”
“Naruto Uzumaki…”
Hinata fissò con grande ammirazione il biondino.
Ibiki fese un gesto che nessuno si sarebbe mai aspettato: abbozzò un sorriso.
“…sei davvero un ragazzo divertente.”
* * *
Kiba si passò una mano sulla fronte. “Ragazzi, anche se per oggi abbiamo avuto solo tre ore di lezione… come sono stanco.”
Naruto sistemò meglio lo zaino sulla spalla. “Non dirlo a me, amico… io sto morendo di fame…”
Sasuke sbuffò leggermente. “Ti pareva.”
“Che ne dite di andare tutti quanti a mangiarci una bella ciotola di ramen?!”
Sakura strinse un pugno. “Guarda che è il tuo piatto preferito, non il mio!”
“Si, sono più buoni i dango.” Disse Kiba. “Mi viene l’acquolina in bocca.”
“Almeno fatemi prendere una gazzosa!” disse il biondino fermandosi ad un chiosco poco distante. Kiba fece uno dei suoi strani sorrisi perfidi. “Per una volta hai fatto una proposta intelligente.”
Naruto lo guardò male e, una volta comprata la bevanda, cominciò a bere. Poi si guardò intorno. “Ehi, ma dov’è Hinata?”
“È sempre molto di fretta.” Disse Kiba improvvisamente malinconico. “Hinata è abituata a tornare a casa con l’autista, sai… suo padre è un giudice molto importante… da oggi poi con lei ci sarà suo cugino Neji.”
“Neji è suo cugino?” chiese Sakura.
“Si, avevano gli stessi occhi, non l’hai notato?”
“Un tipo un po’ antipatico…” disse Naruto senza pensarci troppo.
“EHIIIIII! VOI QUATTRO!”
Tutti si voltarono e videro che verso di loro stavano venendo due compagni, un ragazzo e una ragazza, che altri non erano che TenTen e Rock Lee.
“Ehi ciao!” disse Sakura gentile.
TenTen fece un sorriso garbato. “Anche noi andiamo verso quella direzione.”
Rock Lee salutò Naruto, Kiba e Sasuke ma quando si voltò verso Sakura arrossì visibilmente, cosa che non sfuggì a TenTen. “Ci risiamo…”
“Tu dovresti essere Sakura, vero?”
“Eh?” Sakura lo fissò per un momento. “Si, sono io.”
Il ragazzo alzò il pollice e fece uno sorriso a trentadue denti, imitando il professore Gai Maito in ogni sua azione. “Il mio nome è Rock Lee e voglio essere il tuo fidanzato!”
Naruto e Kiba, che in quel momento stavano bevendo, sputarono rumorosamente la gazzosa mentre Sasuke arrossì, apparendo lievemente irritato.
Sakura era sbiancata. “Non se ne parla… non mi piaci…”
Il ragazzo assunse un’aria sconfitta.
“HAI DELLE SOPRACCIGLIA ENORMI!”
In a tree by the brook
there's a songbird who sings,
sometimes all of our thoughts are misgiven.
Ooh, it makes me wonder,
Ooh, it makes me wonder.
There's a feeling I get
when I look to the west
and my spirit is crying for leaving.
In my thoughts I have seen
rings of smoke through the trees,
and the voices of those who stand looking.
Stairway to Heaven – Led Zeppelin
L’angolo per i lettori:
Ibiiiiiiiiiiki quanto adoro questo personaggio *-*, al prossimo capitolo vedrete invece in azione Hayate, Kurenai e Asuma *-* me lovva la coppia Kurenai/Asuma anche se ci sarà uno stralcio di Kakashi/Anko ;-)
Passiamo adesso alle risposte alle recensioni ^__________^
Inu_Kagghy: LA MIA TESSSSSSSSSORA (come gollum XD) Non ci sono dubbi… Shika va con Temari, Sasuke con Sakura e Ino la voglio rendere un po’ umana perché deve andare con Choji… giusto un piccolo riferimento alla puntata dove Shika gli dice che alle ragazze non piacciono necessariamente i tipi magri magri XDD Shino si renderà molto utile assieme a Kiba per le sofferenze che Hinata incontrerà a causa di Neji e per il suo amore segreto nei confronti di Naruto ;) Kakashi… è il mio idolo :D
Beckill: L’ALTRA TESSSSSSSSSSSORA ^^ naruto si preoccupa per hinata, che puccio *-* comunque, se ti piacciono gli AC/DC devono piacerti anche i Led *________________* io li adoro! Kakashi in fin dei conti si è comportato bene ;) quindi non ci dobbiamo preoccupare tanto! Un bacione ^^
mimi_chan92: la prima settimana di scuola sarà composta da giornate di tre ore, quindi mi dilungherò un pochino appunto per presentare ogni personaggio nella sua interezza ^^ mi fa piacere che pensi che il personaggio di Kakashi sia IC! A presto!
hina22688: solo per l’aspetto fisico sono versione Shippuden, perché per essere alle superiori bisogna avere 15 anni, purtroppo è questa la pecca della mia ff, non potrò fare lo sbalzo di tre anni, tutto è molto rettilineo… pazienza, il mio vero scopo è di trattare la maturazione mentale e costante di ogni personaggio… un bacione hina ^^
hinata_chan: weeeeee ^^ rispondo subito alla tua domanda: allora si… neji, rock lee e tenten dovrebbero essere in seconda perché sono un anno più grandi, solo che questa condizione mi avrebbe dato del filo da torcere nella narrazione, volevo rappresentare in tutte le sue caratteristiche la compattezza che vi è nel gruppo nel manga e nell’anime :D e poi è una ff e soprattutto un AU quindi penso che il problema non sussista ^^” un baciuz
layla thepunkprincess: sasuke purtroppo fa sempre qualcosa di idiota, quindi che si possiamo fare, il brutto è che è il favorito di kakashi ^^” hinata una mossa se la da… nel prossimo capitolo tratterò principalmente l’argomento attività pomeridiane (la buon’anima di hayate mi servirà a questo ghghgh) ci sentiamo presto!!
eringad: mi fa piacere che ti piaccia! A me piace tantissimo la tua ‘Family’ e appena ne sarò in grado ti lascerò un commento (si spera) grande quanto il palazzo dell’hokage ^_________^ continua a leggere e fammi sapere se ti piace il seguito!
sasusaku: come hai potuto vedere sasuke è arrossito quando rock lee si è dichiarato a sakura! E si è dato da fare anche nell’ora di ibiki, dovresti essere contenta! ;)
Infine, oltre a Beckill, ringrazio Allimac, ami90, inuyoukai e ny152 di aver inserito questa ff tra i preferiti!
Spero di postare il prossimo capitolo il più presto possibile! Un bacione grosso grosso da Asdrel!
*Asdrel fa il suo ingresso con due scudi alle braccia* NON UCCIDETEMI VI PREGO! Sono alle prese con un trasloco che fa semplicemente paura ed in più si ci mette la famiglia e le vacanze estive in una casa in montagna dove non c’è internet -.- mi dispiace per la mia inattività… comunque ho sfornato questo capitolo nel giro di tre giorni, giusto il tempo in cui sono stata a casa (stasera torno il montagna e non so quando farò ritorno… >.<).
Buona lettura!
Capitolo 5
Un mondo folle
All around me are familiar faces, worn out places, worn out faces… Bright and early for their daily races going nowhere, going nowhere… Their tears are filling up their glasses no expression, no expression… Hide my head I want to drown my sorrow no tomorrow, no tomorrow…
Mad World – Gary Jules (by Tears for Fears)
Tirò le tende, rendendosi conto che il cielo si era da poco oscurato e che la luce accesa della sua stanza attirava gli sguardi delle persone fuori.
Si passò una mano tra i capelli rosei e si guardò per un momento allo specchio, in cui risplendevano in particolare i suoi occhi verdi, come pozze d’acqua.
Si sedette alla sua scrivania e prese un libro poggiato accanto al mouse ottico del suo computer, sfogliandolo brevemente per poi sbuffare: non aveva alcuna voglia di leggere in quel momento, le sarebbe piaciuto di più stare con i suoi amici.
La cosa era alquanto improbabile, visto che sia Sasuke sia Naruto vivevano in un istituto per ragazzi orfani. Le sarebbe piaciuto parlare anche con qualche altro compagno di classe, persino con quella vacca di Ino.
Senza riflettere troppo, accese il computer e si connesse nel Messenger, per parlare con chi fosse stato disponibile. Effettivamente qualcuno c’era.
Bad as I wanna be scrive:
Ehi Sakura! Che fai?
Sakura - Uffa… non è giusto scrive:
Ciao Kiba! Niente, mi sto annoiando!
Bad as I wanna be scrive:
Capisco perfettamente… allora! Come va?
Sakura si alzò dalla sedia e guardò attraverso la persiana, oltre il vetro della finestra che dava sulla strada e, vedendo la gente che a quell’ora usciva di casa per andare a divertirsi, sospirò brevemente.
“Ogni tanto potrebbe andar meglio…”
Sakura - Uffa… non è giusto scrive:
Bene dai, tu?
Bad as I wanna be scrive:
Tutto a posto! Come ti sono sembrati Hatake e Morino?
Sakura - Uffa… non è giusto scrive:
Sinceramente? Due pazzi col botto…
Bad as I wanna be scrive:
Ahahahaha XD
“SAKURA!!! È PRONTO DA MANGIARE!”
La ragazza sbuffò e incessantemente prese a premere i tasti della tastiera.
Sakura - Uffa… non è giusto scrive:
Scusa Kiba, neanche il tempo di connettermi e devo già andare a mangiare, ci sentiamo o a limite ci vediamo domani a scuola… -.-
Bad as I wanna be scrive:
Non ti preoccupare! Ciao!
Sakura - Uffa… non è giusto scrive:
Ciao!
“INSOMMA SAKURA, SBRIGATI!”
“ARRIVO!!! NON C’È BISOGNO DI ARRABBIARSI!”
Spense il computer nervosamente e, dopo essere uscita dalla sua stanza, scese le scale per dirigersi nella sala da pranzo.
* * *
Le sue mani si mossero lungo i tasti del pianoforte con grande concentrazione: stava suonando un brano di corta durata intitolato Foot Tapper che però aveva la particolarità di essere molto movimentato.
Shino sistemò gli occhiali da sole sul naso. “Hinata, sei davvero brava.”
La ragazza dagli occhi color della neve allontanò le proprie mani dai tasti e, con voce dall’insicuro tono basso, alzò lievemente lo sguardo verso l’amico. “Come sono andata?”
“Bene Hinata, non c’è che dire, però…”
Però cosa..?
“Non te ne sarai accorta ma, quando suoni, trattieni il fiato.” Shino si alzò dalla poltrona poco distante e si avvicinò al pianoforte a coda del salone della villa degli Hyuuga. Si poggiò ad esso con una mano.
“Hai assunto un colorito verde da quando hai cominciato a suonare.”
Hinata emise un buffo suono tra uno sbuffo e una risatina sommessa. “Scusa…”
“Oh, non è con me che ti devi scusare.” Shino inarcò un sopracciglio. “Ma metti caso che in questo momento entrasse tuo cugino…”
Hinata abbassò lo sguardo: Neji, da quando era finita la scuola media, viveva con la sua famiglia e la cosa non la entusiasmava per niente; ne aveva parlato a Shino poiché conosceva Neji, famoso tra i campioni di Wing Tsun per il suo apparente talento naturale.
“Dai andiamo.” Shino prese il suo borsone e fece per dirigersi verso la porta del salone. “Manca poco all’allenamento.”
Arrivati nella palestra di Wing Tsun, Hinata si soffermò molto sul pensare che il mondo le andasse contro in qualsiasi circostanza, nonostante i suoi amici tentassero di aiutarla: la maestra aveva cominciato ad incitarla sin dal primo momento in cui aveva messo piede in quella palestra.
Shino la fissò per un attimo.
“Sembrano tutti un branco di idioti, non è vero ragazzi?”
“Guarda quello… è stato zitto tutto il tempo, non ha detto neanche una parola…”
“Sembra uno zombie effettivamente.”
“L’altra pivellina ha una faccia da funerale… è altamente improbabile che la prendano, vero ragazzi?”
“Io ti consiglierei di fare silenzio… se ci tieni veramente ad entrare a far parte di questa palestra…”
“Più veloce, Hinata.”
Hinata tentò di parare il colpo di Shino, mentre le parole della sua maestra la incitavano: se avesse dovuto considerare la leggenda sull’arte del Wing Tsun, avrebbe detto che Shino non era stato coerente.
Non era fisicamente debole, era semplicemente fortissimo.
Senza troppe cerimonie, egli bloccò un pugno della ragazza con la mano e l’altra con un teso movimento dell’altro braccio e, con un calcio ben assestato sul fianco, la fece cadere a terra.
Hinata abbassò lo sguardo mortificata ma vide la mano di Shino farsi avanti per aiutarla ad alzarsi. “Lo sai che non amo ripetermi… ma te l’ho già detto: devi essere più sicura.”
Poi guardò la maestra: il suo corrucciato volto dal colorito pallido era in competizione con la tuta bianca che indossava; l’unica cosa che spiccava in mezzo a quel bianco erano i suoi occhi rossi e il colorito del medesimo colore che avvolse le sue guance quando, nella palestra, entrò uno strano tipo con degli scuri capelli sparati leggermente verso l’alto e gli occhi neri; le sue basette scendevano verso il mento per unirsi in un bizzarro pizzetto ben elaborato.
“Che ci fai qui?!”
L’uomo sorrise brevemente e si appoggiò allo stipite della porta, mostrando quelle che sembravano delle armi foderate.
La maestra gli fece segno che poco dopo l’avrebbe raggiunto perché effettivamente la lezione si era appena conclusa.
“Va bene, ragazzi, ci vediamo tra due giorni.”
“Sei stato impeccabile come sempre, peccato che per colpa tua siamo arrivati con mezz’ora di ritardo!”
“Anko, se non la smetti non te lo do il passaggio per tornare casa.”
La donna si passò una mano tra i suoi scuri capelli sparati e fece una smorfia. “Va bene, va bene… Kakashi.”
Silenzio.
“Ciao HATAKE!” Anko fece un sorriso da un orecchio all’altro e si abbassò sulle ginocchia, per guardare meglio il ragazzo seduto all’ultimo banco della classe.
“Che vuoi, Anko?”
Anko fece uno sguardo deluso. “Stamattina ti sei alzato col piede sbagliato?”
Kakashi abbassò il libro e si guardò i piedi; poi alzò lo sguardo serissimo. “Che hanno di storto i miei piedi, me lo spieghi?”
Anko sbuffò. “Sei davvero di spirito, Hatake…”
“Ma perché non mi chiami mai col mio nome? Cos’ha di male il nome KAKASHI?”
“Il tuo nome ti fa assomigliare ad uno spaventapasseri più di quanto sei… meglio che ti chiami per cognome, quindi.”
“Ancora con questa storia?”
“Dovresti acconciarli meglio questi capelli, che poi sono sempre sparati da una parte, perché devi nascondere il tuo occhio rosso?”
“Perché è una cosa fin troppo preziosa perché io possa perderla mostrandola senza ritegno alle persone che mi stanno intorno.”
“Chi te l’ha donata l’ha fatto perché tu la sfruttassi. Non ti hanno mai insegnato che le cose preziose si condividono con gli amici?”
L’uomo si passò una mano sulla faccia e prese a fissare, con i suoi occhi dai diversi colori, la donna. “È un incubo o mi hai veramente chiamato per nome?”
“Non eri tu che volevi sempre essere chiamato per nome?”
“Si hai ragione, mi arrendo.” Kakashi sorrise lievemente quando incontrò gli occhi di Anko ma improvvisamente divenne serio. “Aspetta.”
“Che succede?”
“Guarda un po’ chi c’è laggiù…”
Anko lo fissò interrogativa per poi seguire la direzione dello sguardo dell’uomo dai capelli argentei. I suoi occhi divennero stralunati.
“Avevo ragione a dire che hanno una relazione, vero?”
“ASUMA! KURENAI!”
* * *
“Naruto, ti devo lasciare qui?”
Sasuke sfiorò il colletto della camicia bianca che indossava, sistemando lo zaino su una spalla, e vide il biondino tornare dal bar con in mano due enormi bicchieroni di caffé americano.
Naruto lo fissò per un momento e inarcò un sopracciglio. “Ma lo fai apposta!” guardò la sua semplice maglietta arancione a maniche lunghe e la felpa nera che indossava. “Poi non venirti a lamentare che Sakura ti viene costantemente dietro.” Gli porse il caffé e prese a bere il suo mentre camminavano.
“Che colpa ne ho io se tu non hai stile?”
Naruto fece una faccia rabbiosa. “Da quando in qua tu parli di stile?! Sei Sasuke o qualcun altro?!”
Sasuke stirò le labbra in un mezzo sorriso arrogante. “Sono sempre io, testa quadra.”
In poco tempo arrivarono presso la Leaf High School.
Intanto erano stati raggiunti da Sakura, Kiba, TenTen e Rock Lee e attesero qualche minuto nel cortile il suono della campanella
“Chissà che professori avremo oggi…” mormorò Naruto incerto.
“Oh, sta zitto che tu ieri ti sei guadagnato sin da subito la simpatia di Morino…” brontolò Kiba contrariato.
“EHI! Non sono l’unico che si è guadagnato la simpatia di un professore! Hatake faceva lo sguardo dolce a Sakura!”
Sakura trasalì e si buttò su Naruto. “COME HAI DETTO??!”
TenTen rise sommessamente mentre Rock Lee fissò la ragazza dai capelli rosa con gli occhi che brillavano.
Poco dopo giunse pure Shino, che fu raggiunto dal trio di Ino-Shika-Cho.
“Ho controllato l’orario.” Disse Ino affabile. “E ho visto che oggi avremo inglese… matematica… ed educazione fisica.”
Rock Lee e Sakura, nello stesso istante e inconsapevolmente, alzarono il pugno verso l’alto, esultando. “SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!”
Naruto, Sasuke, Kiba e TenTen li fissarono ammutoliti e straniti; loro in compenso si guardarono sbalorditi, anche se le conseguenti reazioni furono molto diverse.
“MA ALLORA LA PENSIAMO ALLO STESSO MODO!”
“NON CI CONTARE!” Sakura fissò inorridita il ragazzo che le rivolgeva uno sguardo straordinariamente perso.
Sasuke si mise una mano sugli occhi, imitato da TenTen. “Sono dei casi clinici…”
Passarono altri minuti; la cosa più strana che accadde, però, fu l’arrivo puntuale e preciso di un enorme fuoristrada nero e lucido, con i vetri a specchio, che in quel momento si era fermato davanti il cancello.
Naruto rimase scioccato dal mezzo di trasporto, così come tutti i presenti; solo Kiba e Shino apparvero per niente sorpresi ed in qualche modo attenti.
Lo sportello che dava sul marciapiede si aprì con lentezza indicibile, facendo sì che uscissero due personaggi di sesso differente, dall’espressione facciale molto diversa, così come l’andamento.
Il primo era rigido e composto e sul suo volto vigeva uno sguardo vigile e sprezzante: continuava a storcere il volto in un’orribile smorfia, come se avesse costantemente la puzza sotto il naso.
La seconda invece sembrava molto assorta nei suoi pensieri, cosicché tenne ininterrottamente basso lo sguardo, anche quando raggiunse i compagni di scuola che tanto la salutarono e che lei cercò di assecondare il più possibile.
Naruto fissò il ragazzo con aria contrariata per poi passare in rassegna alla ragazza, con preoccupazione.
Nessuno contò il numero di volte in cui i due ragazzi si presentarono con quell’aria di perfetto distacco dalla realtà, nessuno si soffermò sul numero di volte in cui i due non si rivolsero la parola o sul numero di volte in cui l’uno si soffermò nel parlare dell’altra in presenza di altre persone, nessuno osò violare l’atmosfera per giorni, settimane e forse mesi.
Nessuno, a parte Kiba e Shino, sapeva perché tutto questo accadesse. Ma una cosa era certa.
Neji e Hinata Hyuuga erano appena arrivati.
Si mostravano completamente fuori dal mondo e i loro occhi, dello stesso grigiore quasi bianco, sembravano fermare il passare del tempo, tempo che poi riprendeva a scorrere quando i due creavano un contatto con le persone che stavano loro intorno.
“Bene, oggi hai tu la prima ora.”
“Mentirei se non ti dicessi che sono curiosa.”
“Preparati, allora.”
Kurenai in risposta fissò il suo interlocutore per poi guardare l’orologio nervosamente.
“Che c’è, aspetti Asuma?”
“Ancora con questa storia?”
“Guarda che vi ho visti con i miei occhi l’altra sera e c’era anche Anko.”
“Si, purtroppo per me ho sentito i suoi toni soavi.” Kurenai fece una smorfia, sbuffando rumorosamente.
“Che c’è di male ad ammettere che state insieme?”
“NON stiamo insieme, ieri Asuma mi ha prestato delle armi bianche e ne ha approfittato per accompagnarmi a casa.”
“Si, va bene va bene.” Kakashi mise le mani dinanzi a se come per difendersi. “È proprio dietro di te.”
Kurenai arrossì lievemente e si voltò.
“Ti ringrazio tanto per le armi che mi hai prestato, Asuma.”
“Non c’è problema Kurenai, puoi tenerle quanto vuoi e, se ti fa piacere, ne ho di altre che ti potrebbero interessare… magari quando i tuoi allievi saranno ad un livello più alto.”
“È un pensiero molto gentile.” Kurenai sorrise grata.
“Scusa, fallo di nuovo.”
“Cosa?”
“Sorridi un’altra volta.”
“Cos’ha di strano il mio sorriso?”
“Oh, niente… è solo che mi piace molto il tuo sorriso.”
Asuma la spinse lungo il corridoio. “Sei tremendamente in ritardo!”
Kurenai lo fissò per un momento, poi si rese conto che aveva ragione e tornò alla realtà, camminando con grande fretta verso il corso F.
Aprì la porta e poggiò la borsa da lavoro con uno scatto nervoso sulla cattedra. “Buongiorno ragazzi, scusate il ritardo. Sono la professoressa Kurenai Yuhi, insegno inglese.” Fece una pausa. “Questo alle mie spalle è il professor Asuma Sarutobi, il vostro docente di matematica. È un piacere conoscervi.”
Disse tutte quelle parole senza neanche guardare in faccia i dodici studenti della classe ma, non appena si voltò, si rese conto che qualcuno avesse un volto noto.
“Maestra Kurenai…” mormorò Shino esterrefatto.
Hinata si sporse leggermente. “M-m-maestra…”
La classe fissò i due compagni e Naruto sembrava il più sorpreso di tutti.
Kiba rispose ai suoi dubbi. “È l’insegnante di Wing Tsun di Hinata e Shino…”
Naruto sgranò gli occhi e mosse un po’ il capo per guardare la compagna, giusto appena con la coda dell’occhio. “Hinata pratica Wing Tsun..?”
Eppure è più trasparente del vetro…
Naruto continuò a guardarla: era così diversa da Sakura… così riservata, così gentile, così dolce… Sakura in confronto a lei era decisamente un mostro.
Almeno, con lui era un mostro. Con Sasuke era tutta un’altra faccenda.
La professoressa Yuhi si mostrò subito un’ottima insegnante, molto diversa da Hatake e Morino e per questo meno imprevedibile.
Più imprevedibile fu l’insegnante che la seguì nell’ora successiva, che avevano già avuto il piacere di conoscere.
“Vediamo… siccome la professoressa Kurenai mi ha già presentato, forse è meglio cominciare ad introdurre una definizione di matematica.” Il professore Sarutobi si poggiò alla cattedra con andamento naturale. “Prima però vorrei chiedervi una cosa.”
“Cosa professore?” chiese Ino innocentemente.
“Sino ad ora cosa vi hanno sempre detto della matematica? C’è una frase comune in particolare…”
Sakura alzò la mano. “Che non è un’opinione.”
“SBAGLIATO! Lo è invece, a tutti gli effetti!”
Shikamaru, che sino a quel momento era stato poggiato al banco con aria annoiata, alzò lo sguardo scattando. “Come ha detto scusi? La matematica è un’opinione?!”
Asuma sorrise lievemente. “Noi tratteremo la matematica a questo modo… la matematica principalmente è lo studio degli enti numerici e geometrici e, oltretutto, viene applicata in materie scientifiche, come per esempio la fisica. A mio parere non è altro che un gioco.”
Le orecchie di Shikamaru erano più esterrefatte dell’espressione che dominava sul suo volto e su quello dei suoi compagni.
Istintivamente alzò la mano. “Intende anche lo shougi..?”
Il professore sorrise. “Credo che avrò a che fare con una bella classe.”
Kakashi si passò una mano sul volto, affacciato alla finestra della sala professori, per poi affondare la mano nella borsa da lavoro ed estrarne un libro.
“Leggi ancora Il paradiso della pomiciata?”
“Si, ti crea qualche problema?”
Anko fece una smorfia. “No sai com’è… ogni tanto potresti cambiar genere, mi stupisco sempre se penso al fatto che un filosofo come te sia capace di leggere questa roba.”
“Che vuoi farci se è il mio passatempo preferito?”
“Hai ragione, tutti hanno i propri passatempi.”
“E il tuo è quello di venire sempre da me?”
“No, ma sai com’è Kakashi…”
Quella rompiscatole aveva di nuovo detto il suo nome, per la seconda volta, dopo una vita che lo chiamava con l’appellativo di Hatake: l’uomo tese le orecchie e aspettò.
“…il mio passatempo preferito è mangiare dango.”
“E questo cosa c’entra?”
“C’entra che a pranzo verrai a mangiare con me. Bisogna lasciare Kurenai e Asuma da soli perché la loro relazione decolli.”
Kakashi decise di voltarsi e sul suo volto spiccava il suo classico sorriso stupido da vero idiota.
“Allora, ci stai Kakashi?” Anko gli tese la mano.
“Ci sto, Anko.”
Hayate Gekko entrò nella I^F tossendo rumorosamente.
Tutti si alzarono senza esitazione e il professore si presentò. “Buongiorno ragazzi.” tossì. “Sono il professore Hayate Gekko e insegno educazione fisica…”
Tutti presero a mormorare tra di loro entusiasti e il professore continuò a parlare.
“Oggi non farete pratica ma, poiché all’interno della scuola sono io ad occuparmi delle attività extrascolastiche…”
Tossì di nuovo.
Ino lo fissò inarcando un sopracciglio, Hinata si mise una mano sulla bocca.
“Molto bene …” Hayate farfugliò qualcosa a bassa voce. “Avete la possibilità di iscrivervi al circolo letterario del professore Morino… imparare a suonare uno strumento o entrare a far parte del coro della scuola…”
Un altro colpo di tosse.
“A seguire… il corso di primo soccorso della preside Tsunade curato dalla professoressa Shizune…”
“E l’attività sportiva?” chiese Rock Lee.
“In aggiunta ci sono le attività di pugilato, pallavolo, pallamano, calcio, basket e baseball…” non c’era niente da fare, il professor Gekko continuava a tossire.
“Ci sono domande?”
Sasuke alzò la mano. “Per iscriverci ad uno di questi corsi, cosa dobbiamo fare?”
“La settimana prossima mi darete i vostri nominativi e lì vi spiegherò tutto.”
Dopo questo, gli studenti dovettero ripetere per l’ennesima volta la loro presentazione all’insegnante ed erano già arrivati a Kiba quando qualcuno entrò nella classe senza nemmeno bussare.
La donna che aveva appena fatto il suo ingresso non stava parlando, stava semplicemente urlando.
“HAYATE!!! FERMO!!! COMUNICAZIONE URGENTE!!!”
Hayate tossì. “Ragazzi… salutate…”
“È la pazza furiosa che parlava con Hatake quando ci hanno smistati…” mormorò Kiba a Naruto, che rise sotto i baffi.
“Va tutto bene, Anko?”
La donna sembrò fissare le occhiaie di Hayate. “A dir la verità tu mi sembri messo peggio di me… comunque volevo dirti che c’è stato un cambiamento: nel settore artistico è stato aggiunto il corso di pittura che sarà curato da me. Quindi, ragazzi, prendete nota.”
TenTen alzò la mano. “Mi scusi, lei è la professoressa..?”
“Anko Mitarashi, sono la vostra insegnante di Disegno e Storia dell’Arte.” Anko sorrise parlando con un tono di voce alto e allegro. “E tengo molto a precisare che non tollero per niente chi parla, dorme o mangia durante le mie ore di lezione.” Detto questo scoccò uno sguardo inquisitorio a Naruto, Kiba, Shikamaru e Choji, che si ricomposero in poco tempo. “Avete capito bene..?”
Sembrò assumere un tono di voce ben peggiore da quello che aveva utilizzato il professor Hatake il giorno precedente, quando aveva dichiarato di detestarli.
“Comunque, forse è meglio fare qualche cambio di posto… che ne dici Hayate.”
“Se lo dici tu…”
“Mmh bene…” Anko prese a fissare la classe mentre tutti gli studenti erano terrorizzati di perdere il proprio fedele compagno di banco.
Sakura dentro di se sembrava una bestia.
SCORDATI DI PORTARMI VIA SASUKE!!!
“Bene… bene… bene…”
Silenzio.
“TU!” indicò Kiba. “Fai cambio con la signorina seduta nella tua stessa fila, forza!”
Naruto, che era poggiato al banco, alzò la testa e si voltò alla sua sinistra, sorridendo di contentezza. “Oh, che fortuna averti vicina!”
STONK!!!
Kiba non ebbe il tempo di prendere lo zaino che già si era schiantato sul banco vicino, imitato dall’insegnante di arte.
“MA CHE LE PRENDE?!”
“HINATA, FORZA SVEGLIATI! PROFESSORESSA! HA VISTO COS’HA FATTO?!”
And I find it kinda funny I find it kinda sad, the dreams in which I'm dying are the best I've ever had… I find it hard to tell you I find it hard to take, when people run in circles It's a very, very mad world mad world…
Mad World – Gary Jules (by Tears for Fears)
L’angolo per i lettori:
Raga… è stata dura ma alla fine ce l’ho fatta… come promesso c’è stato un po’ di Asuma/Kurenai e di Kakashi/Anko… ^^
Ma passiamo ai commenti delle recensioni!
layla thepunkprincess: guarda un po’ cosa è successo a hinata! Poverina XD comunque sasuke è sempre sbruffone e per la tua gioia inserirò kin, dosu e zaku (anche a me piace tantissimo, poi nell’episodio 32 con choji!)
Rory_chan: ehilà ^^ praticamente io ho postato dopo due settimane esatte quindi mi tocca aspettarti solo per una settimana lol comunque la coppia Sasuke/Sakura per me sarà proprio fondamentale, ai mio parere sono proprio compatibili, hanno persino lo stesso taglio di capelli XD
Beckill: TESSSSSSSSSORINA ^^ vedo che in questo sito esistono persone che ascoltano musica decente ghghghghgh a me piace tanto il rock anche se qualche canzone “fuori-genere” come All Good Things non mi dispiace! Cmq… a proposito di Naruto e Hinata… sei scioccata vero?!
hina22688: è problematico, non mi andava di farli troppo piccoli sennò la storia durerebbe a vita! Anche perché l’ho già detto, oltre a “Pensieri pericolosi” ho in mente altri due seguiti, per seguire tutta la storia di Naruto. Comunque sono contenta che ti piaccia così tanto! ^^
Inu_Kagghy: GIOIA MIAAAA! Ti autorizzo categoricamente a utilizzare il tuo forcone, mi faccio schifo da sola! Comunque, Kakashi è semplicemente il mio mito, quindi per rappresentarlo ci metto sempre molto impegno! Ibiki è un tipo troppo affascinante e Gai oltre ad essere malato mentale è incredibilmente amorevole! Poi in “Konoha Middle School” mi fa semplicemente morire… “Corriamo verso il tramonto!” XDDDDDDDDDDD
Ho introdotto Anko, Kurenai, Asuma e Hayate!
bambi88: ciao Roberta! Comunque avrai letto che ho intenzione di seguire tutta la storia di Naruto, quindi ci saranno anche i fratelli della sabbia! (SHIKA DEVE STARE CON TEMARI!)
hinata_chan: mi dispiace che non ti piacciano questi pairing! Anche se credo che per Ino e Sakura non ci saranno solo Sasuke e Choji… voglio dire… in un futuro prossimo… hai presente quello strano tipo chiamato “Sai” e quell’altro essere chiamato “Rock Lee”? certo… Rock Lee non potrà stare con Sakura… ma ci sarà un attimo di Sakura/Rock Lee! Io mister sopracciglio lo vedo più con TenTen, c’è un episodio non ancora uscito in Italia dove si vede chiaramente! Va bene, smetto…
mimi_chan92: hai sentito la mia mancanza?! Amorina… t_t e io che sono stata così assente, maledetta montagna… al di là di questo… rock lee è semplicemente un mito… e… non credi che naruto si stia dando da fare?! ^^
sasusaku: che entusiasmo… ^________^ tenterò di aggiornare, internet permettendo, non ti assicuro niente!
Kowalski: una nuova fan! Se c’è Temari deve per forza esserci Gaara! Una cosa che mi piace di Gaara è la grande somiglianza che ha con Naruto, devo creare qualcosa per mostrare questa somiglianza in questa AU ^^ mi inventerò qualcosa, promesso!
vampirosolitario91: e ce n’è un’altra! ^^ mmh non ti assicuro niente per sasuke, anche se il mio obiettivo, diversamente dal suo, sarà di mantenere i legami dei personaggi principali, da un punto di vista interiore, purtroppo mi sono ripromessa e ho promesso agli altri lettori di seguire al 99% la storia originale.
Un baci8
Aggiornerò appena possibile e devo tutti i miei ringraziamenti a bambi88, crazykikka, Felicia91, Joy Wyatt, tak10 e vampirosolitario91 per avermi aggiunta tra i preferiti. ;)
*Un mucchio di verdura e pomodori piove su Asdrel* Raga, leggete e poi ne parliamo, ok? ^^
Capitolo 6
Nessun occhio può vedere
The path is clear
though no eyes can see the course laid down long before. And so with gods and men the sheep remain inside their pen, though many times they've seen the way to leave.
He rides majestic past homes of men who care not or gaze with joy, to see reflected there the trees, the sky, the lily fair, the scene of death is lying just below.
Firth of fifth – Genesis
“Mi devo fumare una sigaretta.”
Shikamaru infilò una mano in tasca, estraendone un accendino e un pacchetto di sigarette che aveva comprato il giorno prima.
“Se continui così rischi di diventare peggio del professor Asuma.” Ino fissava l’amico, le braccia conserte e il naso arricciato in un’espressione contrariata.
Shikamaru alzò lo sguardo verso il cielo. “Come vorrei essere una nuvola e volare in libertà senza dover dare peso alle seccature…”
“IO SAREI UNA SECCATURA?!”
“Si.”
Ino divenne una vipera. “RIPETILO SE HAI IL CORAGGIO!”
Naruto rimase seduto sui gradini del portone che collegava le strutture della scuola con il cortile interno in cui gli studenti passavano la ricreazione. Sbuffò leggermente.
Come se gli avesse letto nel pensiero, Shikamaru espirò il fumo della sigaretta e parlò. “Non voglio fare biologia… è una rottura.”
“Io invece trovo che Maito sia molto in gamba.” Disse Rock Lee con un gran sorriso.
“Il problema dei nostri compagni non è lui, Maito è matto, fa ridere.” Disse Sasuke con sguardo serio. “Il problema vero è la materia in se e gli argomenti che stiamo facendo.”
Hinata fissava i fiori delle aiuole presenti nel cortile; Kiba la raggiunse con passo veloce, assieme a Shino che invece si muoveva lentamente e con delicatezza.
Una farfalla volò tra una margherita e l’altra. Kiba si accovacciò e prese a fissarla con sguardo incuriosito, come quello del bambino che era stato alcuni anni prima.
Shino si chinò e, con la stessa grazia lenta con cui si muoveva di solito, si accovacciò a sua volta per muovere il dito verso la farfalla arancione e nera.
Essa si spostò sul suo dito con un frenetico movimento delle ali, dunque Shino si avvicinò ai compagni di classe e rivolse lo sguardo, coperto dalle lenti nere dei suoi occhiali da sole, alle ragazze.
Con scarso successo però, perché Sakura e Ino non riuscirono ad avvicinarsi più di tanto all’insetto più bello che potesse esistere.
“Dal modo in cui ponete le vostre mani, si capisce che siete sul punto di toccare le sue ali… e questo non le permetterà più di volare.” Disse Shino impassibile, all’udire le lamentele delle due ragazze.
Choji, che in quel momento aveva imboccato l’ultima patatina del suo pacchetto, si avvicinò a Shino assumendo la stessa posizione delle sue dita, e con la stessa naturalezza di quest’ultimo riuscì a far posare la farfalla sul proprio indice. Ino rimase stupita da quella scena alquanto insolita.
Non avevo mai visto un lato così sensibile in Choji…
Shikamaru notò lo sguardo esterrefatto della biondina. “Non lo sai che Choji in giapponese significa proprio farfalla?”
“Davvero?”
“Mmh…”
Ino distolse lo sguardo da Shikamaru e istintivamente raggiunse Hinata presso l’aiuola; si piegò sulle ginocchia, raccogliendo quattro margherite che divise tra lei e le tre compagne, che le rivolsero un sorriso grato.
Sasuke vide Sakura sistemarsi la margherita tra i capelli per qualche secondo: Sakura lo notò e sorrise brevemente; il moro distolse lo sguardo arrossendo.
Gli darò tempo…!!!
La giovane Haruno esultò mentalmente ma, per non dare nell’occhio, diede un’occhiata in giro, parlando di tutt’altro. “Questo cortile è un po’ squallido, poi con questo grigio così… omogeneo…”
“Cosa pretendevi, ragazzina. Questa è la scuola pubblica.”
I ragazzi si voltarono verso la fonte della voce, che apparteneva ad un ragazzo molto più grande di loro: i suoi capelli erano di uno splendente grigio argento, legati in una coda, e i suoi occhi scuri apparivano profondi dietro le lenti dei suoi occhiali da vista.
“E tu chi sei?” chiese Naruto con strafottenza.
Il ragazzo sorrise. “Mi chiamo Kabuto Yakushi, ho diciotto anni, frequento la terza del vostro stesso corso.”
Shikamaru spense la sigaretta con un pestone. “Che cosa vuoi da noi?”
Kabuto alzò le mani in segno di resa, continuando a sorridere. “Proprio niente, volevo solo avvertirvi di fare meno rumore durante le prossime ricreazioni… perché altrimenti potreste avere problemi con gli altri studenti…”
“Problemi di che tipo?” chiese Sasuke corrucciato.
Kabuto si sistemò gli occhiali, volgendogli lo sguardo di uno che la sa lunga. “Le bande di Tokio possiedono sempre le loro piccole matricole…”
Silenzio.
“… e non fanno semplicemente a pugni per questioni infantili, se forse non mi sono spiegato bene. Giusto per farvelo sapere… quelle matricole sono mimetizzate…”
Sasuke parlò.
“Matricole, hai detto? Quante bande conosci?”
“Quella della Sabbia; quella del Suono e quella del Serpente… agiscono assieme anche se la seconda è molto più potente, ma sono comandate dallo stesso capo; infine quella dell’Akatsuki…” il tono di voce di Kabuto divenne odiosamente molle.
Hinata fissò Kabuto: quel ragazzo le piaceva sempre meno e le parve che stessero pensando lo stesso i suoi amici; ebbe l’improvviso impulso di andare in bagno.
“Scusate, mi assento un attimo, vado in bagno…”
“Vengo con te, Hinata.” Disse Sakura.
Sasuke fissò Sakura allontanarsi per poi distogliere lo sguardo, lievemente sconvolto.
Kabuto sorrise.
“Tu sei Sasuke Uchiha, vero?”
“Sakura, io ho finito.”
“Si, andiamo. È appena suonata la campanella.”
A differenza della ricreazione, che era passata velocemente, la lezione di Biologia del professore Maito procedeva troppo lentamente per i gusti dei giovani della prima classe del corso F: essendo ancora agli inizi del loro corso di studi presso la Leaf High School, le cose procedevano sempre troppo lentamente, dato che gli studenti avevano appena finito di acquistare i libri in adozione e per il momento dovevano solo seguire lezioni; erano passate due settimane circa dall’inizio della scuola ma i pochi alunni del corso F sembravano essersi ambientati rapidamente, forse troppo rapidamente…
“HATAKEEEE!!! VIENI QUA SPAVENTAPASSERI!!!”
Kiba, così come Shikamaru e Choji, cercò di trattenersi il più possibile dal ridere: Naruto stava facendo un’imitazione molto fedele della professoressa Mitarashi, imitando perfettamente il sorriso sadico della donna, mentre il professore Maito scriveva alla lavagna e dava loro le spalle.
“NOOOO!!! Ti prego Naruto, smettila, non ce la faccio più!!! Ci fa rapporto se ci becca!!!”
L’intervento di Ino dopo la supplica di Kiba non aiutò molto, indicando il ragazzo con i capelli biondi con l’indice esile, tremando leggermente per le risate silenziose. “No aspetta, e dove la metti la volta in cui avevamo lezione con lei e c’era un bordello assurdo in classe… ed è arrivato il professor Hatake e ha detto ‘Ragazzi siete soli?’… è diventata una bestia!”
Naruto stette un attimo immobile per poi cominciare a ridere improvvisamente al ricordo di quella scena esilarante.
“AAAAH!!!” Gai si era appena voltato, con un enorme sorriso sul volto. “Questi giovani che sorridono alla vita! Anche io trovo l’ATP estremamente divertente, ragazzo mio!”
Kiba infilò un pugno in bocca per non scoppiargli a ridere in faccia mentre Choji rischiò di rimanere soffocato dalle patatine che mangiava continuamente.
Quando la situazione sembrò tornare alla normalità, Ino picchiettò sulla schiena di Naruto con due dita. “Avanti, ci riesci?!”
“…BRUTTA STREGA, VUOI FARMI MORIRE?!”
“Ragazzi, più vi guardo e più mi sento felice!” fece il professore voltandosi nuovamente. “Vi farà piacere sapere che appena ci sarà il consiglio di classe metterò una buona parola su tutti voi!” e si sedette alla cattedra, scrivendo sulla sua agenda.
TenTen lo fissò per un momento e poi sospirò, imitando piano il tono allegro della voce del loro professore di Biologia.
Ino cercò di frenare l’impulso di sbattere i pugni sul tavolo.
Naruto rise sommessamente ma d’improvviso gli vennero delle fitte alla pancia. “Oh no… non ora…”
Sakura, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, si voltò verso l’amico, udendo i suoi lamenti. “Che succede, Naruto?”
“Non mi sento molto bene…”
“Il solito zuccone, chissà che hai bevuto oggi al posto del latte…”
Hinata posò una mano sulla bocca e rise piano: i battibecchi tra Naruto e Sakura erano sempre una cosa da non perdere.
Con grande sforzo riuscì ad inserirsi nella conversazione.
“Ehi r-r-ragazzi… voi frequenterete le attività pomeridiane?”
Naruto si issò sulla sedia e si voltò a guardare la compagna di banco, facendo uno dei suoi splendidi sorrisi; ella distolse lo sguardo.
“Si, oggi pomeriggio io dovrò andare al corso di chitarra assieme a Sasuke, mentre tre volte a settimana farò sport.”
“Cosa fai?” chiese Hinata.
Naruto fece lo stesso sorriso di prima. “Calcio, sempre con Sasuke e poi… Kiba e Shino.”
“Tu invece cosa farai, Sakura?”
Sakura alzò lo sguardo. “Eh? AH! Parlavi con me!” fece un sorriso svampito. “Beh… mi sono iscritta al circolo letterario di Morino.”
Hinata sorrise. “Anche io sono iscritta al circolo letterario. Oltre a quest’attività però ho intenzione di fare anche il corso di danza classica nella palestra femminile.”
“Esiste un corso di danza classica? Gekko non ne aveva parlato.” Disse Naruto.
“S-s-si ma lui non ne ha parlato perché tossendo se n’è dimenticato… non mi sembra che il professor Gekko stia tanto bene, poverino…”
“Bene, allora andiamo assieme!” disse Sakura rivolta a Hinata. “Anche perché TenTen si è iscritta alle lezioni di batteria mentre Ino a quelle di flauto traverso.”
Naruto si fece perplesso. “Sakura, tu fai attività sportiva?”
Sakura prese a tossire rumorosamente, più di Hayate Gekko.
“Allora?”
Tosse. Sakura non accennava a rispondere.
“Ehi, Sakura?”
“Si è iscritta a pugilato.”
La voce di Sasuke era arrivata, come un dito su un nervo scoperto, alle orecchie di Naruto, Kiba, Ino e Rock Lee.
Il primo sgranò gli occhi sollevandosi sulle braccia e sporgendosi verso Sasuke. “COSAAAAAA???!”
Il secondo aveva fatto una faccia a dir poco esterrefatta, arricciando le labbra; per una volta però rimase in silenzio.
La terza strinse i pugni con poca grazia. “SAKURA VA A FARE PUGILATO?!”
Il quarto sembrava il più felice di tutti. “SIIIIIIIIIIIII!!! ANCHE IO MI SONO ISCRITTO A PUGILATO!!!”
* * *
“Pallavolo, che rottura…”
“Senti, il baseball non lo volevi fare perché tu non vuoi correre e Choji si stanca; di pallamano e calcio neanche a parlarne! Choji poteva fare pugilato, sarebbe stato il più forte, solo che a te non andava! Quindi accontentati.”
“Shikamaru, ha ragione Ino, la pallavolo è bella e noi siamo in grado di coprire tutti i ruoli: tu saresti la difesa, Ino il palleggiatore e io l’attaccante.”
Ino annuì con convinzione.
“Non abbiamo nemmeno cominciato e già hai deciso la formazione?” Shikamaru si mise una mano sulla fronte. “Oddio no…”
“INO! EHI INO!”
La biondina si voltò, inquadrando il gruppo di persone formato da Sakura, TenTen, Hinata, Sasuke, Naruto e Rock Lee.
“Com’è andata la lezione di flauto traverso?”
Ino mostrò la custodia lunga e rigida che stava impugnando. “Tutto a meraviglia. E a voi? Com’è andata la lezione di chitarra, Sasuke?”
Sakura le rifilò un’occhiataccia e TenTen rise piano.
TIENI LE TUE MANACCE LONTANO DA SASUKE, MOSTRO!!!
“Non c’è male…” mormorò piano Sasuke.
Naruto mostrò più entusiasmo. “Abbiamo le dita un po’ doloranti però per fortuna non è la prima volta che strimpelliamo una chitarra, il direttore del nostro istituto è molto in gamba.”
Sakura sorrise: Naruto non si vergognava a parlare dell’orfanotrofio in cui viveva, a differenza di Sasuke; era così sincero.
“Ma adesso tocca al calcio.” Disse Sasuke. “Avete visto Kiba?”
A rispondere fu Hinata. “Lui fa solo l’attività sportiva, quindi è andato a pranzare a casa ma penso che stia per arrivare.”
“Mmh…”
“Sai qualcosa di tuo cugino?” chiese Rock Lee con un sorriso gentile.
Hinata si irrigidì. Naruto se ne accorse.
“Neji è tornato a casa ma non ho altre sue notizie… mi spiace Rock Lee…”
Ci furono pochi attimi di silenzio, poi TenTen decise di spezzare l’atmosfera silenziosa, dopo aver rivolto una risoluta occhiataccia ad un ignaro Rock Lee.
“Hinata, tu frequenti il corso di danza classica, vero? Possiamo andare assieme, ci sono pure io.”
Che carina TenTen, si conoscevano solo da due settimane ma con lei si mostrava estremamente dolce; sembrava aver notato che tra lei e Neji ci fossero dei problemi ma dava a vedere il fatto che non le interessassero gli affari degli altri.
“Che state confabulando?”
Kiba era appena arrivato, accompagnato da Shino, e sul suo volto spiccava quello strano sorriso maligno che a volte usava in presenza degli altri ragazzi. Ma non con lei.
“Parlavamo.” Disse Naruto.
Era rimasto insolitamente zitto, forse dopo l’intervento di Rock Lee.
“Va bene.” Fece Sasuke sistemando lo zaino sulla spalla e stringendo la custodia della chitarra. “Sparpagliamoci…”
* * *
La lezione di pugilato di Sakura si rivelò tanto interessante quanto il circolo letterario di Morino: illustrarono le regole della boxe e poi li fecero allenare a coppie con i sacchi lenti.
Il corso era frequentato in tutto da sei persone: c’erano Sakura, Rock Lee, Neji Hyuuga; oltre a loro un gruppo di tre persone che se ne stava in disparte, composta da due ragazzi poco socievoli e una ragazza dai lunghi capelli neri.
Neji era un campione di Wing Tsun, disciplina molto diversa dal pugilato, ma era avvantaggiato: i suoi migliori pregi erano la grande attenzione che affidava al suo avversario e il modo in cui riusciva a metterlo a tappeto in pochissime mosse.
Forse sarebbe diventato meno aggraziato ma Rock Lee aveva insistito tanto.
Quando finirono Neji se ne andò subito, annunciando che l’autista lo aspettava davanti l’ingresso della scuola; dunque Rock Lee cominciò a parlare animatamente con Sakura che aveva perso le speranze e cercava di assecondare il ragazzo come meglio poteva.
“Lee scusa, vorresti entrare nello spogliatoio delle ragazze?”
Il moro sgranò gli occhi, arrossendo vistosamente. “OH NO! CERTO CHE NO!”
“Ci vediamo in cortile allora.” Sakura sorrise e appena si fu chiusa la porta dello spogliatoio alle spalle sospirò, sentendosi stranamente salva.
Si cambiò e, dopo essersi guardata allo specchio appeso nel bagno dello spogliatoio, sistemò i lunghi capelli rosa come meglio poté.
Guardò l’orologio: erano le 17:00 e si sentiva molto stanca; era il momento di tornare a casa.
Con un movimento molto leggero della mano mosse la maniglia della porta dello spogliatoio ma presto si pentì di averlo fatto.
Uno dei tre ragazzi asociali che frequentavano il corso pugilato si era mosso ad una tale velocità che era riuscito a metterla con le spalle al muro e a bloccarle le braccia.
Era in trappola.
“Cosa volete da me..?” chiese Sakura con un filo di voce.
Se non avesse tenuto le gambe in una stretta morsa, probabilmente poco dopo se la sarebbe fatta addosso.
“Ma guarda un po’ chi c’è… ti chiami Sakura Haruno… vero?”
Il ragazzo che l’aveva bloccata aveva metà del volto coperto.
“Chi siete? Che cosa volete da me?” ripeté la ragazza.
“Vogliamo avere qualche informazione su Sasuke Uchiha, sei la sua ragazza e non sbaglio…” disse l’altro ragazzo.
“DITEMI CHI SIETE!”
“Io sono Kinuta Dosu…” mormorò il ragazzo che l’aveva bloccata a muro.
“E io mi chiamo Zaku Abumi.” Disse l’altro ragazzo, i cui capelli scuri erano sparati come se avesse ricevuto una scossa elettrica.
Poi vide qualcosa che la terrorizzò: entrambi avevano legato al braccio quello che sembrava un fazzoletto con disegnata una nota musicale.
“…quella del Suono e quella del Serpente… agiscono assieme anche se la seconda è molto più potente…ma sono comandate dallo stesso capo…”
Le parole di Kabuto Yakushi le tornarono in mente.
Erano tre della Banda del Suono. Sicuramente possedevano qualche arma e le avrebbero potuto fare del male in qualsiasi momento.
La porta dello spogliatoio femminile si aprì, rivelando la figura altera e perfida della ragazza che faceva pugilato con loro, Kin.
Sakura non si perse d’animo. “Si può sapere cosa volete? Lo so che fate parte della Banda del Suono e siete in stretto contatto con Orochimaru.”
I tre sbiancarono.
Dosu strinse la presa che esercitava sui polsi della ragazza. “Sai troppe cose per i miei gusti.”
Zaku annuì ed estrasse dalla tasca quello che sembrava un oggetto metallico che con uno scatto rivelò una sottile lama affilata; Kin incrociò le braccia e si appoggiò al muro, in attesa.
“NON LA DEVI TOCCARE!!!”
Quell’urlo apparteneva a qualcuno che in futuro sarebbe stato chiamato Bestia verde della Foglia.
Rifilò un calcio ben assestato a Zaku, a cui scivolò dalle mani il coltello e diede un calcio a Dosu.
“Rock Lee…” sussurrò piano Sakura.
Egli le rivolse un fugace occhiolino e le sorrise, per poi darle le spalle. “Mi sembrava strano che ci mettessi tanto, io ti stavo aspettando.”
“Ti ringrazio di esserti preoccupato così tanto…”
Rock Lee strinse i pugni e alcune lacrime di commozione scivolarono sulle sue guance.
Zaku rise forte. “Che riflessi… che velocità… complimenti sopracciglione, non c’è che dire…”
Dosu si rialzò, veloce. “È vero… ma non è niente in confronto alla velocità del Suono…”
Zaku si fece avanti e, senza che Rock Lee potesse accorgersene, aggredì il ragazzo vestito di verde con una mossa che andava ben oltre la normale boxe.
Dosu gli diede man forte, lasciando giacere a terra Rock Lee.
“Preparati al peggio… Sakura…”
“Ehi, avete sentito quelle urla?”
“Ma di che parli, Ino?”
“Provenivano dalla palestra. La lezione di pugilato è finita da un pezzo.”
Choji mise le mani dietro la testa. “Aaaaaaah! Ma di che ti devi preoccupare.”
Ino abbassò lo sguardo. “Hai ragione, sarà una sciocchezza.”
“AAAAAAAAH!”
“Com’è che siamo arrivati dentro la palestra, Ino?”
“Guarda bene, Choji.” Disse Shikamaru preoccupato. “Quella ragazza è Sakura e a terra c’è Rock Lee. Che vuoi fare Ino? Non vedi che la stanno aggredendo?”
Ino strinse i denti. “Non è che non voglia aiutarla ma non possiamo intervenire così, magari ci fossero stati Naruto, Sasuke o Kiba… persino Rock Lee è stato abbattuto.”
“Una volta tu e Sakura eravate amiche.”
“Ino…”
“Dimmi Sakura!”
“Anche tu…
“Cosa?”
“Anche tu sei innamorata di Sasuke? Non è così?”
Sakura si liberò dalla stretta di Dosu ma scivolò a terra.
Sentì un forte dolore alla testa e gli occhi appannati.
Cosa c’è sotto il mio fianco…
Cercò con la mano.
IL COLTELLO DI ZAKU!
Lo agguantò velocemente e lo strinse in pugno, nascondendolo allo sguardo dei due ragazzi, ma aveva abbassato la guardia.
“AAAAAAAAAAAAAAAH!”
Kin le stava tirando i capelli. “I tuoi capelli sono più belli dei miei, non c’è che dire. Ma tu sei stata avventata!”
Sakura mostrò il coltello e lo fece scattare.
“Non ti servirà a niente.”
Ino tese le orecchie.
Sakura si voltò, giusto quel poco che le permettesse di vedere Kin in faccia.
Sorrise perfida.
“Chi ha detto che voglia usarlo su di te?!”
Kin stesse un attimo in silenzio poi sgranò gli occhi. “Che vuoi dire?!”
Sakura si mosse velocissimamente ma Ino assistette a quella scena a rallentatore: il coltello si intrufolò tra la massa rosa dei suoi capelli e la divise in due parti, rovinandoli completamente.
“Ino, la sai l’ultima! Si dice in giro che Sasuke preferisca le ragazze con i capelli lunghi!”
“Preferisca le ragazze con i capelli lunghi!”
“Preferisca le ragazze con i capelli lunghi!”
Sakura si alzò, stringendo con la mano convulsa il pugnale.
A Zaku bastò prenderla per le spalle per bloccarla e fare cadere la piccola lama; Sakura si aggrappò al braccio del ragazzo, stringendolo forte e mordendolo.
“LEVATI, STUPIDA!” se avesse continuato a darle colpi sul capo, avrebbe rischiato un trauma cranico.
Loro cercavano informazioni su Sasuke per Orochimaru; Sasuke e Naruto l’avevano difesa da Orochimaru, persino Rock Lee che non c’entrava nulla con quella storia.
Toccava a lei.
Zaku si alzò. “È il momento di darti la lezione che ti meriti, ragazzina.”
“LASCIALA STARE!”
Ino si era posizionata tra i due, affiancata da Shikamaru e Choji.
Choji si voltò verso Shikamaru. “Se chiamavamo la polizia era meglio! Perché devo entrarci anche io?!”
“Ino ha voluto così e io non sono da meno! Lo vuoi capire si o no?!”
Zaku sorrise sadico. “Nessuno ti ha chiesto di intervenire, CICCIONE.”
CICCIONE… CICCIONE… CICCIONE…
Shikamaru inorridì. “Oh no, Choji non sopporta di essere chiamato ciccione…”
“Scusa..? Com’è che mi hai chiamato..? Credo di non aver capito bene..?”
“Ho detto che sei solo un ciccione.”
Choji trasalì e strinse i pugni. “IO NON SONO UN CICCIONE! SONO SOLO ROBUSTO DI COSTITUZIONE!”
Ino esultò dentro di se.
Molto bene, si è arrabbiato…
“ADESSO TI DO LA LEZIONE CHE TI MERITI!” Choji si era buttato su Zaku e lo stava affrontando a testa alta, dimentico del fatto che spesso Ino o Naruto e Kiba, persone che il combattimento lo avevano nel sangue, lo prendessero in giro.
Shikamaru riuscì a stendere un Kinuta Dosu già ferito.
Ino però non aveva mai praticato lotta e sicuramente non era il tipo che aveva il coraggio di far del male a qualcuno.
“Sakura ci sta mettendo troppo.”
“Infatti, di solito sono io quello che ritarda.”
“Naruto, aspettami all’ingresso, io la vado a cercare.”
Sasuke corse per il corridoio stringendo la fascia dello zaino. Scese le scale in fretta, verso il seminterrato, per poi attraversare il cortile in direzione della palestra.
La visione davanti ai suoi occhi lo spinse ad affondare la mano nella tasca dello zaino per recuperare qualcosa che aveva ricevuto poco tempo prima.
“KIN! MUOVITI!” urlarono Zaku e Dosu.
Kin si occupò di Ino che però aveva agguantato il coltello abbandonato a terra.
Ma non servì.
“SAKURA!”
La ragazza dai capelli rosa mutilati alzò lo sguardo. “Sasuke… sei tu…”
“Dimmi chi ha osato farti del male!”
Shikamaru lasciò andare Kinuta Dosu e con uno scatto recuperò due sbigottiti Ino e Choji. “Andiamocene da qui, prima che Uchiha se la prenda pure con noi!”
Le dita sporche di Sakura indicarono principalmente l’immagine leggermente sbiadita di Zaku Abumi.
Sasuke gli si parò davanti con uno sguardo omicida. “Come hai osato farle del male... dimmelo bastardo…” il braccio andò a bloccare Zaku per il collo.
Con la mano libera gli strinse un braccio e con uno scatto lo fece mettere in modo tale che gli desse le spalle; poggiò una gamba sulla sua schiena e strattonò il braccio con forza.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!”
“SASUKE, BASTA!” Sakura si era alzata di scatto e lo aveva abbracciato da dietro. “Lascialo stare! Non ne vale la pena!”
Sasuke stette un attimo immobile per poi mollare la presa su Zaku.
Si voltò verso Dosu, che lo aveva raggiunto subito dopo aver notato il nastro azzurro con disegnato il serpente. Il nastro che gli aveva dato Orochimaru.
“Sei più potente di noi… Sasuke Uchiha… e vogliamo chiederti scusa per quello che abbiamo fatto.”
Sakura vide che stava slacciando il nodo del nastro d’argento, su cui era disegnata la nota, legato al braccio.
Glielo consegnò dopo aver fatto un lieve inchino.
“La Banda del Suono proverà sempre grande rispetto verso di te.”
I tre si dileguarono sotto lo sguardo rabbioso del ragazzo, che stringeva i due nastri.
“Sasuke, non seguirli mai… ti prego…”
Sakura si era stretta a lui più di prima. Sentì la maglietta pulita, che aveva indossato subito dopo aver giocato a calcio, inumidirsi: stava piangendo.
E ne aveva tutte le ragioni.
“Vieni Sakura.” Le passò un braccio attorno alle spalle, non prima però di averle accarezzato i capelli tagliati malamente.
Prese da terra quel coltello che quella sera era passato di mano in mano e, dopo aver preso le cose della ragazza dallo spogliatoio, uscirono dalla palestra.
“Ti accompagno a casa.”
The mountains cuts off the town from view,
like a cancer growth is removed by skill. Let it be revealed. A waterfall, his madrigal. An inland sea, his symphony. Undinal songs urge the sailors on till lured by sirens' cry.
Now as the river dissolves in sea, so Neptune has claimed another soul. And so with gods and men the sheep remain inside their pen, until the Shepherd leads his flock away. The sands of time were eroded by the river of constant change
Firth of Fifht – Genesis
L’angolo per i lettori:
Ragaz scusate se non ho aggiornato subito ma sapete già che al momento sono un po’ occupata, vi chiedo scusa. ^^
Inu_Kagghy: Valechan ^^ tessssssssora, me la faccio addosso come Sakura se penso al tuo forcone XDDD cmq non ti preoccupare perché quella che fa veramente tardi sono io, ma cerco ogni volta di riparare ^^
Comunque Sakura finalmente è più vicina a Sasuke e anche Rock Lee ha avuto la sua parte, ho voluto curare molto la rivincita di Sakura in questo caso. Shino purtroppo non ha agito in questo capitolo, così come la coppia Kurenai/Asuma che non si è vista (a parte il commento su Asuma e il fumo XDD)
Hayate lo dovevo mettere per forza, primo perché poverino è morto in missione, secondo perché mi serve per introdurre Genma e una possibile coppia Genma/Shizune ghghgh ma intanto pensiamo a Kakashi/Anko e Naruto/Hina un baiocco
Beckill: gioiuzza mia! Torni oggi… che bello! Allora puoi recensirmi ^^ comunque… condividiamo gli stessi gusti musicali, sono felice! Spero che ti piacciano anche i Genesis che assieme ai Pink Floyd sono i padri della musica rock ^^ comunquezzzz Hinata in questo capitolo si è spinta un pochettino… nel prossimo capitolo sarà completamente protagonista. Un abbraccio!!!
vampirosolitario91: Kakashi e Anko sono una coppia che per me è scontata ^^ io li adoro cmq Sasuke in questo capitolo mi è piaciuto particolarmente, dimostra di provare qualcosa per Sakura, a presto ^^
Felicia91: mi fa piacere che ti piaccia, fammi sapere anche per questo capitolo =) cmq ho dato una lettura veloce a una tua ff, appena ho tempo la leggo più attentamente e lascio una recensione, perché ha una trama interessante ;-)
mimi_chan92: ho cercato di fare del mio meglio ma come sempre sono arrivata con tremendo ritardo, esorcizzatemi perché va contro la mia volontà aggiornare con così poca costanza.
hina22688: ghghghgh Hinata mi piace troppo, è troppo troppo tenera e gentile, l’ho già detto a beckill cmq… nel prossimo capitolo sarà protagonista al 100% e col tempo sverrà sempre meno ^^
bambi88: gioia, i professori sono sicuramente dei pazzi e in questo capitolo Gai ne ha dato la piena prova O.o (parlo come una che sta scrivendo una recensione, non come un’autrice lol) cmq ho già detto che il prossimo capitolo sarà incentrato su Hinata, anche se ci sarà un pezzettino di trio della Sabbia quindi apparirà Temari, anche se ancora non s’incontrerà con Shikamaru (purtroppo t.t) un bacione Roberta
layla the punkprincess: per la tua gioia ho inserito il tre della Banda del Suono (sarà più interessante quando ci sarà il Quartetto del Suono) ^^ cmq il loro ruolo non è ancora sfumato anzi, più in là scriverò un capitolo dedicato a loro (in qualche modo), fai caso all’episodio della prima serie di naruto in cui l’hokage riesce a sigillare dentro di se le anime dei due hokage risuscitati ^^
sasusaku: in questo capitolo hai finalmente potuto vedere un tributo alla coppia espressa dal tuo nickname, spero che tu sia soddisfatta, un bacio!!
eringad: non ti preoccupare, comunque questo è il seguito, dimmi cosa ne pensi perché sono curiosa ^^
Ringrazio Andrearomanista, DarkPhoenix, gryffyndor_ery e Kaled per avermi aggiunta tra i preferiti. ^^
Sì ragazzi,
dopo veramente tanto tempo sono tornata.
Mi dispiace
veramente tantissimo di avervi abbandonati a storia iniziata ma purtroppo ho
attraversato una fase molto critica che, per fortuna, ho superato da diverso
tempo ma che mi ha privato del respiro giusto per scrivere non solo questa
storia ma tutto quello che ero riuscita a elaborare prima di avere questa
crisi.
Un saluto
speciale va ad Inu_Kagghy, Beckill
e bambi88.
Spero che mi
perdoniate e che torniate a seguire la mia storia, farò di tutto per farvi
viaggiare con le mie parole.
Capitolo 7
Non dirò una parola
Everyone needs
love…
You know that it's
true,
someday you'll
find someone…
That'll fall in
love with you
but oh the time it
takes;
When you're all
alone
someday you'll
find someone…
That you can call
your own
but till then ya better...
My Michelle – Guns
N’Roses
“Uffa, quanto vorrei che tu fossi qui.”
Sapere di aver rischiato la vita non
sembrava tangerla minimamente; sapere che Ino, che nella sua vita aveva un
tempo ricoperto un ruolo importante, si fosse preoccupata per lei evidentemente
non era abbastanza.
In quel momento gli occhi verdi di Sakura,
fissi sul soffitto di norma bianco adesso incupito dal buio della notte, non
volevano saperne di chiudersi, per andare ad ammirare i mondi inesplorati nel
profondo della sua anima; si limitavano a disegnare quelli già conosciuti
proprio su quel soffitto all’apparenza anonimo, a colorare il supporto del
lampadario di metallo con mille colori, a modificare lo sguardo di quei personaggi
famosi stampati sui poster appesi nella sua camera unicamente con quei
profondissimi occhi neri, neri come quella stessa notte illuminata solo dalla
luce di qualche lampione che filtrava attraverso le aperture della persiana.
Era bello sapere che qualcuno si fosse
preoccupata per lei, soprattutto sapere che ad averlo fatto fosse stato Sasuke, anche se Rock Lee aveva decisamente dimostrato di
essere una persona su cui poter contare.
Il solo ricordo del ragazzo che la
riportava a casa da sua madre (che aveva strillato con leggero terrore
vedendola con alcune abrasioni e i capelli falciati) la fece sorridere e
sospirare con emozione.
Rock Lee non aveva riportato gravi lesioni
ma anche lui era stato accompagnato a casa sua con il sostegno di Naruto che si trovava fuori dalla palestra al momento
dell’aggressione dei due ragazzi.
Sakura non sapeva che anche il suo amico
da capelli biondi in quel momento stava guardando fisso il soffitto della sua,
di camera.
Lui però non sognava come lei, non
riusciva a capacitarsi di quanto fosse stata fortuita la situazione: se fosse
stato lui ad accorgersi per primo che Sakura stesse tardando, l’idea di entrare
per vedere cosa stesse succedendo sarebbe stata sua, anche se non era molto
sicuro che la sua abilità di mettere al tappeto quei tre delinquenti sarebbe
stata pari a quella di Sasuke.
Il suo disappunto si manifestò nei giorni
successivi, quando vide Sakura moltiplicare le sue attenzioni nei confronti del
giovane Uchiha, che però comunque non sembrava
particolarmente preso.
Era come se qualcosa lo preoccupasse, come
se tutto ciò che gli accadesse attorno fosse solo un superfluo filo scucito dal
ricamo accurato del grande arazzo dell’insieme.
Di ciò se n’era perfettamente accorto il
professor Hatake che, alla fine dell’ora di storia
precedente la ricreazione di un caldo mercoledì di aprile, si era rivolto a lui
con curioso interesse.
“Sasuke, va
tutto bene?”
Sasuke si era tolto la giacca della divisa e si
era snodato leggermente il nodo della cravatta.
“Tutto bene, professore.”
La voce non tradì la stanchezza che invece
si poteva percepire di fronte alla scompostezza nel vestiario del ragazzo;
tuttavia Kakashi non desistette nel suo intento e
continuò a rivolgersi a Sasuke.
“Socrate diceva: le parole false non solo sono cattive per conto loro, ma infettano
anche l’anima con il male. Non mi voglio fare i fatti tuoi ma se c’è
qualcosa che ti turba, sappi che puoi parlarne. Io qui non sono solo una
macchina di voti e nozioni che scalda una sedia.”
Il ragazzo fece un cenno di assenso senza
dire una parola, come per dire che aveva capito.
“Due onigiri e
una Sprite, per cortesia…”
Hinata pagò ciò che aveva appena ordinato per
poi indietreggiare dal bancone con andamento incerto. Si guardò intorno con il
suo sguardo grigio chiaro e prese a camminare lungo il corridoio del primo
piano della scuola in direzione della classe.
“Ehi Hinata!
Dimmi che c’è ancora qualcosa da mangiare!”
“Kiba! Beh, si…
qualcosa è rimasto ma vai subito.”
“Mi fai compagnia? Quella demente della Mitarashi mi ha trattenuto per mezza ricreazione per farmi
vedere il compito di arte e non sono riuscito a venire subito.”
“Com’è andata?”
“Bene dai, 85 anche se poteva andare
meglio. E a te?”
“S-s-sono sicura che potrai prendere di
più… io ho preso 95.”
“Bravissima! Ero sicuro che ti fosse
andato benissimo, però mentre che c’era poteva metterti 100.”
Hinata arrossì. “Non è un problema…”
Quando si furono avvicinati al bancone, Kiba uscì dei soldi dalla tasca. “Mi dà due tramezzini e
una mezza minerale.” Poi si voltò di nuovo a guardare Hinata.
“Sì ma a te piace l’arte. Non volevi diventare architetto?”
“S-s-si… mi piacerebbe. Ma bisogna vedere
cosa vuole mio padre… vorrebbe che studiassi legge per portare avanti
l’attività del suo studio legale…”
Hinataabbassò lo sguardo.
Kiba la guardò per qualche secondo: e già, non
ci aveva pensato… Hyuuga era un ricco bastardo.
“Ma la vita è tua, non di tuo padre… e tu
hai ancora tante cose da imparare, da vedere, e se tu lo vuoi non sarà di certo
un manuale di Diritto Privato a segnare per sempre la tua esistenza.”
Si erano fermati a pochi passi dalla
soglia della loro classe, dove ancora qualcuno stava facendo lo spuntino o,
come Shino, si portava avanti nei compiti.
“Kiba, mi serve
assolutamente il tuo quaderno di Giapponese Antico! Choji
ha versato sul mio la salsa di soia del suo piatto di tonno e adesso non si
legge più niente! E Morino oggi mi interrogherà sicuramente, sono rovinato!
Sakura non mi vuole dare il suo perché dice che anche lei è senza voti!”
Forse una persona che camminava dall’altra
parte della città non aveva sentito per poco le urla di Naruto
che, alla loro vista, aveva scavalcato alcuni banchi con un paio di manovre
poco delicate ed era uscito dalla classe.
Kiba mise le mani avanti agitando il
tramezzino che stava trangugiando. “Che cosa?! È proprio un idiota, ti
presterei il mio quaderno ma l’ho lasciato a casa perché già ho il voto e non
mi deve più interrogare!”
“E ORA COME FACCIO?!”
“Tranquillo, N-n-naruto…
ti presto il mio… penso che n-n-non avrai problemi a capire la mia scrittura…”
Naruto puntò i suoi brillanti occhi azzurri su Hinata, che in quel momento stava tormentando la linguetta
della lattina di Sprite che aveva bevuto mentre camminava con Kiba.
“Dici sul serio?!”
“S-s-si… certo… a me non serve…”
“Aaaaaah! Hinata sei una vera amica, non so come farei senza di te!”
Naruto abbracciò la ragazza con un trasporto
tale che fece smettere di respirare la ragazza e la fece diventare di un colore
degli stessi toni di un pomodoro molto maturo.
Kiba assistette alla scena divertito, mentre
il ragazzo biondo continuava a gioire per il colpo di fortuna.
“Insomma, potreste togliervi dai piedi?”
La velocità con cui le guance di Hinata sbiancarono, nell’udire quella voce, fu
incalcolabile persino per Kiba che la stava guardando
direttamente da diversi minuti; Naruto sembrò
accorgersi del fatto che qualcosa non andasse quando vide che nella sua stretta
soffocante la ragazza aveva cominciato a tremare.
“Sii più gentile la prossima volta.”
Sbottò Naruto.
“Come se dei vostri stupidi problemi di
scuola ne importasse qualcosa a qualcuno.”
Neji li superò con tre lunghi passi ed entrò
in classe scuotendo la sua liscia chioma nera, gonfiando il petto e camminando
spedito in direzione del suo banco.
La presenza incombente di HiashiHyuuga nella vita di Hinata, forse, non era un problema poi così grave.
Anko quella mattina non si era svegliata
particolarmente di buon umore e ciò non era di certo una novità.
Messo piede fuori di casa, però, il suo
sguardo diffidente si era rilassato in maniera insolita e non era più
disturbato dinanzi alla prospettiva di passare dieci ore della sua giornata
presso la Leaf High School.
Aveva camminato in direzione della fermata
della metro, posta di fronte al palazzo in cui si trovava il suo coloratissimo
appartamento, quando un cespuglio di capelli argentei aveva colpito la sua
attenzione.
“Kakashi?”
“Ah ma allora il mio nome te lo ricordi.”
“Ma che ci fai qui?!”
“Mi trovavo nei paraggi. Vuoi un
passaggio?”
Kakashi fece un cenno al suv
su cui stava poggiato e il cui colore era uguale a quello dei suoi capelli. Anko inarcò un sopracciglio.
“È un BMW, vero?”
“Colpito e affondato.”
“Quando l’hai comprato?”
“La settimana scorsa ma me l’hanno
consegnata ieri pomeriggio perché il colore era troppo richiesto e dovevano
portarla al concessionario.”
Anko alzò il capo in segno di sorpresa e
approvazione e si avvicinò all’automobile, facendo segno che aveva intenzione
di salire.
“E come mai così in orario?”
“Volevo scatenare la tua invidia di fronte
al mio nuovo acquisto dunque non mi è risultato difficile arrivare qui senza
incappare in imprevisti di qualsivoglia tipo.”
“Certo, non andando a piedi è difficile
incontrare vecchiette armate di spesa o incapaci di attraversare la strada.”
Kakashi si grattò la testa sorridendo
stupidamente e aprì la portiera sinistra dell’auto, facendo segno ad Anko di salire. “Dopo di lei.”
Anko fece una smorfia ma obbedì, dopodiché Kakashi occupò il posto di destra e mise in moto per andare
a introdursi lungo la strada, alla volta del liceo.
“E questi?” la donna non aveva fatto in
tempo ad allacciare la cintura che aveva già notato sul cruscotto una pila di
libriccini tutti dello stesso autore e dai titoli incentrati sulla stessa
tematica.
“Il
paradiso della pomiciata… Le tattiche
della pomiciata… Le violenze della
pomiciata… questo Jiraiya non ha niente di meglio
da fare che scrivere queste sciocchezze? TU non hai niente di meglio da fare
che leggerle?”
“Ognuno ha i suoi passatempi.”
“Sì certo, come no?” Anko
prese i tre libriccini e li squadrò con curiosità innata.
“Se vuoi te li presto.” Esordì Kakashi con lo stesso stupido sorriso.
“Non ci contare!” Anko
li rigettò sul cruscotto ma l’impatto fece sussultare uno dei tre libri dal
quale cadde un nastro con su cucita una targhetta su cui era incisa una piccola
foglia.
“Ma questa…?”
Anko non ebbe il tempo di formulare alcun
pensiero, dato che Kakashi aveva velocemente sfilato
l’oggetto dalle mani della collega per riporlo all’interno della giacca.
“Questa non è affar
tuo.”
“Ma quella foglia, io lo so cos’è!”
“Ed è meglio che non ne parli qui.” sbottò
Kakashi. “Scendi, siamo arrivati.”
Anko non poté non protestare ma quel pensiero
la tormentò per tutta la mattinata, tanto che non ebbe nulla da obiettare
nemmeno di fronte al fatto che il compito di NarutoUzumaki fosse sufficiente e per niente al livello dei
compiti di altri suoi compagni di classe.
Anzi, si ritrovò persino ad assegnare un
pari voto ai compiti di arte dei due cugini Hyuuga
nonostante quello svolto da Neji fosse scritto in maniera
decisamente più articolata rispetto a quello di Hinata
e niente sapendo che avrebbe potuto gettare le basi di una vera e propria
guerra.
“Dannazione, questo sudoku
non ne vuole proprio sapere di risolversi.”
Shikamaru Nara odiava la scuola.
Odiava aspettare l’auto del padre alla
fine delle lezioni davanti al cancello della scuola.
Odiava lo sport.
Odiava qualunque cosa che richiedesse un
minimo di impegno.
E decisamente gli piaceva il sudoku, gli piacevano gli scacchi, gli piaceva lo shouji. Ma odiava quei momenti in cui ciò che gli piaceva
rischiava di farsi impegnativo e odiava se stesso poiché non era in grado di
lasciarsi andare alla stessa pigrizia che lo attanagliava di norma durante il
resto della giornata.
Una volta aveva letto una di quelle
riviste di scienza e miracolosamente aveva scoperto di soffrire di una malattia
chiamata pigrizia nevrastenica. Il
nome di per sé poteva risultare contraddittorio ma la verità era quella.
Shikamaru era perfettamente in grado di
innervosirsi ogni qual volta gli si presentasse un intoppo, qualcosa di
imprevisto che richiedesse in qualche modo ulteriore fatica.
E in tutto questo detestava amaramente
chiunque osasse intromettersi tra la sua fatica e la sua pigrizia.
“Serve una mano?”
Le mani del ragazzo si poggiarono sul
muretto tempestato di muschio della scuola e i suoi occhi si sollevarono in
direzione della voce che si era appena rivolto a lui, una voce femminile mai
sentita e il cui tono sostenuto era ben lontano da quello stridulo e talvolta
irritante della voce di Ino Yamanaka.
La proprietaria di quella voce era una
ragazza che forse aveva un anno in più di lui e dei voluminosi capelli biondo
cenere, legati in quattro code bizzarre.
“No.”
“Dai, fa vedere.”
Il ragazzo inarcò un sopracciglio.
“Faccio da solo.”
La ragazza mosse le dita della mano destra
perentoriamente.
Shikamaru sbuffò e consegnò il ritaglio di giornale
e la matita con la quale aveva tracciato i numeri, sperando vivamente che non
fosse in grado di risolverlo.
La ragazza impugnò la matita con fare
pratico e sbruffone, guardò il riquadro di ottantuno caselle e cancellò diversi
numeri per poi scriverne altri. Infine fece un sorriso scaltro e arrogante.
“Era più facile del previsto.”
Shikamaru le strappò di mano il foglio e osservò i
numeri. La soluzione quadrava.
“Non ti avevo chiesto di risolverlo, hai
insistito tu.”
“Puoi sempre rifarlo.”
“Non ci proverò la stessa soddisfazione.”
“Siamo permalosi. Come ti chiami?”
“Fatti i fatti tuoi.”
“Io lo so chi sei, sei Shikamaru
Nara, quello del primo anno che si è iscritto alla gara di matematica dell’istituto.”
Shikamaru stavolta aggrottò entrambe le
sopracciglia. “Ma di che t’impicci…”
“Di niente, sono solo felice di notare che
un mio possibile avversario che rischiava di strapparmi la nomina di vincitrice
più giovane degli ultimi dieci anni non è poi così bravo come sembra.”
Le palpebre di Shikamaru
si socchiusero leggermente. “Ma chi sei, razza di strega?”
La ragazza si poggiò le mani sui fianchi e
sorrise con fare denigratorio.