The Janitor.

di diciannovegennaio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno. ***
Capitolo 2: *** Due. ***
Capitolo 3: *** Tre. ***
Capitolo 4: *** Quattro. ***



Capitolo 1
*** Uno. ***


CAP1
Uno.

Quando dicevano che la fortuna è cieca, dicevano sul serio. Dora era fermamente convinta che, se le sarebbe passata davanti, la fortuna si sarebbe allontanata nemmeno se avesse avuto la lebbra. Proprio in quel momento, mentre si infilava affannata il giacchetto di jeans, lanciò uno sguardo alla sveglia sul suo comodino.
-Merda!.- erano le 8:00 e lei era ancora lì. La cosa che più la irritava, era il fatto che non poteva usare nessuna delle scuse che un normale studente, al quarto anno di liceo, userebbe. Non poteva dire "C'era traffico" , nessun "ero a piedi"e nemmeno "un marrocchino mi tartassava i coglioni con i suoi fazzoletti che nessuno comprerà mai". Perché? Forse perché suo fratello era un fallito e si era trovato a fare il bidello della sua stessa scuola? Oppure perché insieme erano andati a vivere nella scuola stessa? Ogni normale adolescente odia le mattinate perse a scuola più della febbre a 40 d'estate, eppure lei aveva la strabiliante fortuna di starci 24h su  24 e la cosa la faceva infuriare e non poco. Questo fatto di vivere a scuola le si era ritorto contro quando, a causa del suo sonno pesante, non aveva sentito la sveglia. La professoressa di matematica aveva trovato divertente beffeggiarla sulla sua abitazione. Dora sorrise spontaneamente quando ripensò a come la cosa si era sviluppata in meglio, dal canto suo, e in peggio, dal canto di suo fratello..

-Signorina Tomlinson, sa che ore sono?- domandò retorica quella sottospecie di folletto con gli occhiali. Dora sospirò, portandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.
-In realtà no, signora.- rispose annoiata.
-Sono le 8 e venti, signorina Tomlinson.- rispose acuta.
-Bè, mi scusi ma..-
-Ma cosa?- la interruppe e non c'era cosa più odiosa per Dora, essere interrotta mentre parlava. - Sbaglio o lei abita nell'appartamento riservato ai bidelli? Dovrebbe essere la prima ad entrare a scuola e invece? Si vergogni!-
Cercando di evitare di appiccare fuoco ai capelli di ogni suo compagno di classe che ridacchiò divertito facendo crescere nella professoressa Hoody, così si chiamava, la convinzione assurda che fosse una professoressa competente e simpatica, Dora corrucciò la fronte.
-Non credi di stare esagerando? Non ho sentito la sveglia, non c'è bisogno di far cadere il mondo.- ribatté arrogante.
Forse furono le parole, ma di sicuro fu il tono che usò Dora, che fece diventare di un colore simile al porpora acceso la faccia dell'insegnante.
-Fossi in lei mi riguarderei il libro delle buone maniere così da smetterla di essere così maleducata.-
-E io fossi in lei mi guarderei un pò allo specchio così da considerare l'idea di farsi due baffi!-
Aveva esagerato. Lo vide chiaramente da come l'aria in quella classe si ghiacciò e da come la professoressa, seduta alla cattedra, si immobilizzò all'istante.
Con la coda dell'occhio vide qualche suo compagno di classe nascondere il viso tra le braccia, altri distogliere lo sguardo, e altri ancora mordersi le labbra per non ridere.
Sorrise.
Mossa sbagliata. Mossa assolutamente sbagliata.
Fu in un secondo e con la sua voce stridula che la Hoody la buttò gentilmente fuori dalla classe.
Dora non si demoralizzò: si sentiva potente in quel momento.

Peccato che suo fratello non l'avesse pensata allo stesso modo. Essendo più grande di quattro anni, ed essendo il suo unico e solo tutore al mondo oltre a suo padre che stava a kilometri di distanza da lei e suo fratello, Louis, così si chiamava, l'aveva sgridata quelle che alla ragazza parvero ripetendole fino alla nausea quanto fosse importante il rispetto per un insegnate e che non poteva rispondere in quel modo ad un adulto.
Va bene. L'aveva quasi convinta, ma la magia del bravo fratellone venne spezzata quando un insegnante che passava per i corridoi in quel momento inciampò nel carrello da custode rovesciando detersivi ed acqua sporca.
Non soffermiamoci troppo sulla sua reazione, visto che quel corridoio l'aveva appena pulito.
Si rese conto di esse rimasta immobile per la stanza quando l'urlo di suo fratello la fece rinvivire.
-E' SUONATA, IDIOTA! COSA ASPETTI, BABBO NATALE?-
Erano le 8:05.
Afferrò il suo zaino e se lo mise su una spalla sola.
Ecco la sfortuna, gentile e puntuale come al solito che rese più facile far impigliare il manico dello zaino alla maniglia della porta. In fatto che stesse correndo non aiutò: venne catapultata a terra in un millesimo di secondo.
-Ma madonna santa!- imprecò urlando. Sentì il fratello correre da lei ma quando la vide a terra e lo zaino attaccato alla maniglia della porta scoppiò a ridere.
-Dimmi...dimmi che no-non è s-su-successo davvero! Hahahahah!- si era addirittura piegato in due lo stronzo.
Sbuffando Dora si rialzò, cercando di reprimere la consapevolezza di quanto le assomigliasse: avevano gli stessi occhi azzurri e i capelli dello stesso colore. Dora aveva i capelli molto più lunghi, che in quel momento erano legati in una treccia che ricadeva sulle spalle e sulla schiena ed erano mossi, e poi la bocca di lei era molto più carnosa di quella sottile di Louis. Il fatto che si somigliassero, non frenò Dora dal mandarlo a quel paese facendolo ridere più forte.
-Ma vai a lavorare, cretino!-  sbraitò sbattendo forte la porta di casa.
In quel momento, la seconda campanella suonò.
Erano le 08:10 e lei era veramente una cogliona.
Attaccò a correre, mentre scendeva a 3 scalini alla volta le scale rischiò di rompersi l'osso del collo ma non si fermò.
Era quasi arrivata, sapeva che dopo aver svoltato l'angolo avrebbe visto la sua classe infondo al corridoio. Infatti, continuando a correre girò veloce e.. BOOM.
-Ma porco cane! Madonna rincorsa dai cocomeri in discesa!- sbraitò quando realizzò che era finita in terra.
Una risata le fece alzare il viso per poi spalancare gli occhi sorpresa.
-Dio?- sussurrò in trans.
Il ragazzo smise di ridere, continuando però a sorridere divertito. -Come?-
Rendendosi conto della stramegagalattica figura di merda si affrettò a rialzarsi, sistemandosi i jeans che fasciano le sue gambe.
-Che ne dici di guardare dove vai la prossima volta?- domandò sarcastica.
-E tu che ne dici di evitare di correre come una pazza nei corridoi?-
-Si dal il caso che mi stai facendo ritardare!-
-Sei tu che continui a parlare, non io. Io sto lavorando.-
In effetti, fino a quel momento non aveva notato la divisa che indossava.
E' identica a quella di Louis, pensò.
Oh. Mio. Dio.
-Sei un bidello!?- domandò incredula.
-Già, ne hai mai visto uno?- rispose  strafottente.
Per qualche secondo rimase a contemplare il suo sorriso a 32 denti, bianchissimi. Trance che durò poco grazie alla suo orgoglio.
-Che servizio scadente..- borbottò assicurandosi di farsi sentire. Non arrivò risposta, ma solo una fragorosa risata che la fece irritare.

Irritazione che aumentò quando arrivò davanti alla sua classe.
Trovò la porta aperta, segno che la professoressa non era ancora entrata. Un moto di rabbia le salì in corpo.
-Cioè, spiegatemi! Io ho sudato sette camicie per arrivare in classe e poi la prof. non c'è?- sbraitò, buttando il suo zaino sul banco.
Il suo compagno di banco, nonché migliore amico di suo fratello ridacchiò. -Dovresti essere contenta!.-
-No, Harry, non sono contenta! Mi sono fatta tre rampe di scale a corsa, rischiando molteplici volte di uccidermi o di rimanere comunque paralizzata a vita, ho quasi ucciso un fotomodello vestito da bidello e poi quella troia non è ancora in classe!?-
-Chi è la 'troia', signorina Tomlinson?- chiese la professoressa Hoody.
-Lei, signora Hoody.- rispose stizzita lanciandole una veloce occhiata per poi tornare a guardare Harry che aveva gli occhi sbarrati.
Lo guardò confusa per poi deglutire a vuoto mentre nella classe calò il silenzio. Chiuse gli occhi.
Aspetta! PROFESSORESSA HOODY?
No. No. No, no, no, no no.
Li riaprì e guardò Harry nel panico.
-Ce l'ho dietro, vero?- mimò con il labiale.
Harry annuì, desolato, mimando un flebile si con la bocca.
Dora sopirò e lentamente si voltò verso la causa dei suoi peccati.
-Vada fuori! E ci rimanga per tutta l'ora, chiaro!?-
-Cristallino.- borbottò. Riafferrando il suo zaino guardò Harry, che anche quella volta, avrebbe dovuto seguire la lezione di matematica da solo, che rideva sotto i baffi.
-Poi mi spiegherai questa storia del fotomodello travestito da bidello.- sussurrò.
Dora annuì e sorrise.
-Si muova!- strillò quella vecchiccia.
-Ho capito, ho capito! Per Dio!- esclamò.
L'insegnate fece per dire qualcosa ma Dora era già uscita fischiettando come se fosse una cosa normalissima quella di essere sbattuta fuori di classe ogni volta che c'era matematica.
Harry sorrise istintivamente.
Dora Tomlinson non sarebbe mai cambiata.








Ciao!
Sono sempre io.
Grazie ad una mia amica - appunto Dora- mi è venuta l'idea per questa FF.
Non so come si evolverà. Di  solito prima mi faccio una traccia generale della storia, ma questa volta vado a  caso.
So almeno quanto voi quello che accadrà ma spero che comunque vi piaccia.
Spero in una vostra recensione, sarebbe davvero importante per me.
Un bacio,
Elena. :)

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Capitolo 2
*** Due. ***


CAP2 Due.

-Spiegami un attimo la storia del fotomodello travestito da modello!-
Dora alzò gli occhi dal suo libro per puntarli in quelli di Harry. Sbuffando chiuse tutto concentrandosi sul riccio che la guardava in attesa.
-Niente. Ho solo conosciuto il nuovo bidello della scuola.- rispose annoiata.
Harry la guardò confuso, puntando il suo sguardo nel vuoto.
-E cosa c'entra il fotomodello?- chiese.
Dora lo guardo per un paio di secondi, cercando di capire se era davvero così idiota o era solo una sua impressione. Afferrò il libro che stava sfogliando poco fa e gli diede una botta in testa facendo sussultare il suo amico.
-Era un modo per dire che è bello, no!? Testa vuota che non sei altro!-
Scoppiarono a ridere finché entrambi non  tornarono al suo pranzo. Be, pranzo era un parolone. Quella che aveva davanti era una semplice pizzetta che non aveva ancora toccato. La squadrò attentamente prima di toccarla con un dito.
Sembrava commestibile.
-Se non la mangi tu, sarà lei a mangiare te.- l'avvertì Harry ridacchiando.
-E se è avvelenata? Se dentro ci sono sostanze chimiche che mi friggono il cervello?- domandò schizzinosa.
-E dai, Dora! Io la sto mangiando!- le fece notare.
La ragazza alzò un sopracciglio. -E' questo che mi preoccupa..- borbottò riabbassando il viso.
-Che cosa?- domandò Harry che non aveva capito.
Grugnì qualcosa che doveva essere inteso come 'niente' ma Harry capì lo stesso.
Con un sospiro afferrò la pizzetta e ci attaccò un morso.
-QUESTA E' PLASTICA!- sbraitò, sputando il boccone da qualche parte intorno a lei. Afferrò l'acqua che aveva davanti e la bevve in un solo sorso nel tentativo di togliersi quel saporaccio chimico dalla bocca. Intanto Harry rideva talmente forte che qualche studente si voltava, ogni tanto, per osservarci. A Dora li era sempre piaciuto il modo in cui rideva l'amico. Aveva una bella risata, squillante ma non sguaiata e nemmeno odiosa come quelle di qualche stupida ragazza nei d'intorni. Era piacevole e coinvolgente, infatti ben presto anche lei si era unita a lui.
-Sai vero che ora pulisci tu?-
I due si voltarono, smettendo di ridere, a vedere chi avesse parlato.
-Ho per caso un grembiule azzurro?- domandò Dora a Louis, che la fissò confuso.
-No..- rispose cauto.
-E mi chiamo Louis?-
-Tu ti chiami Dora! Ma che cazzo dici?- Dora sorrise e si allungò a batterli una mano sulla spalla.
-Questo dimostra che non sono un bidello e che questo è il tuo lavoro.-
In un primo momento sorrise, non solo perché Harry aveva preso a ridere, ma perché si stava immaginando suo fratello a sgobbare davanti ai suoi occhi. Purtroppo per lei, anche Louis sorrise e questo voleva dire una sola cosa: 'rompimento di cazzo'.

-Dora smetti di brontolare!- la riprese Louis. -C'è del succo all'arancia sotto quella sedia.- aggiunse poi.
Per la ragazza, quello fu troppo. Smise di passare il mocio sul pavimento per voltarsi verso quel mostro di suo fratello che se ne stava comodo comodo su una delle tante sedie azzurre della mensa scolastica.
-Sai Louis, se non ti cheti adesso, dove ti ritrovi questo spazzolone?- domandò con un sorriso finto. Il ragazzo di fronte a lei ridacchio, alzando le mani.
-Non ti disturberò più, promesso.- disse, mettendosi le mani dietro la nuca e stendendo le gambe avanti.
-E' il minimo, visto che sono qui per colpa tua!- ribattè riprendendo a strusciare con più foga. Ma perché quei cretini degli studenti non la buttano nel cestino la loro merda? si chiese scordandosi per un momento che anche lei faceva parte di quei 'cretini degli studenti'. Cercò di non pensarci.
-Se tu non avessi sputato tutto in terra non saremmo qui.- ribattè convinto il moretto.
-Se tu fossi competente nel tuo lavoro ci staresti tu, e non io. Ma io l'avevo detto che il servizio delle pulizie è scadente! L'ho sempre detto e lo dirò in eterno!- sbraitò.
-Addirittura?-
Il mocio le scivolò di mano e cadde con un tonfo in terra che procurò l'eco per tutta la stanza.
Si voltò verso chi aveva parlato, dimostrando che non era suo fratello.
-Venuto anche tu a vedere chi sgobba al posto tuo?- lo riprese, raccattando lo spazzolone e riprendendo a strusciare.
-Stai strusciando nello stesso punto da mezz'ora.-
Lo ignorò continuando a strusciare. Quando si rese conto che effettivamente il fotomodello travestito da bidello era alle sue spalle che rideva con Louis si voltò di nuovo.
-Perché sei qui?- domandò sibilando.
Il ragazzo la guardò divertito, per poi sedersi di fianco a suo fratello. Mentre si sedeva, Dora potè osservare quanto, effettivamente, fosse davvero bello.
Aveva gli occhi scuri - e lei amava gli occhi scuri -, i capelli neri spettinati in una specie di cresta, e la pelle color cappuccino. I lineamenti del viso, dritti e schifosamente perfetti, lo rendevano quasi un un Dio greco. Dora si chiedeva cosa avesse pensato sua madre per farlo così divinamente perfetto.
-E perché vi conoscete?- domandò subito dopo, vedendo che i due ragazzi si stavano sorridendo e dando una pacca sulla spalla da veri badboy.
Idioti, pensò.
-Zayn sarà il mio assistente.- rispose Louis. Dora guardò il moro e poi di nuovo suo fratello.
-E Zen chi sarebbe? Il tuo nuovo amico immaginario?- lo beffeggiò ridacchiando perfida.
-No, sono io e mi chiamo Zayn.- intervenne lui, sorridendo divertito.
-Gran bel nome di merda.- borbottò. Louis scoppiò a ridere mentre Zayn la fissava confuso. Anche lei  rise per poi rimettere nel carrello dei bidelli il mocio e lo strofinaccio. Che poi a cosa serve un carrello se alla fine usi sempre lo stesso straccio? Mha.
-Mi immagino com'è il tuo.- se era un invito a farsi dire il nome Dora, non lo colse. Troppo impegnata a mettere apposto non si voltò nemmeno a rispondere. Zayn, invece, si voltò verso di Louis che però mimò di tenere la bocca chiusa. Il moro prese a fissarla insistentemente finché lei non decise a voltarsi.
-Stai aspettando che ti dica il mio nome?- domandò scettica. Zayn annuì.
Dora sospirò. -Sei sopravvissuto per tutto questo tempo senza saperlo, puoi resistere un altro pò.-
-Devo sapere come si chiama la sorella del mio capo!- ribattè.
La ragazza guardò prima lui e poi suo fratello che si era messo già una mano sulla faccia prevedendo la reazione di sua sorella. Dora scoppiò a ridere non credendo veramente che Zayn avesse associato il termine 'capo' a Louis.
Ricordava, infatti, le numerose volte in cui suo fratello l'aveva costretta a giocare a qualsiasi cosa purché lui avrebbe fatto il 'capo'. Perfino a nascondino voleva esserlo, è colpa sua infatti, se Dora ha ancora dei dubbi sulla funzione di quel gioco. Una volta, Louis, voleva giocare agli Scout - che gioco è poi? - per i bosci e avevano finito per perdersi nel giardino di casa loro. Un'altra volta Louis - è sempre colpa sua - voleva giocare a gli Esploratori e anche lì, aveva recato danni a Dora che era tornata a casa con un bernoccolo e un ginocchio sbucciato. Inoltre il fratello aveva preso il vizio a usare la scusa del fare il capo per sottomettere la povera Dora che era finita più volte a pensare di commettere un omicidio. La ragazza si domandava se era colpa della sua infanzia turbata dal fratello maggiore che li procurava ancora incubi.
Quando smise di ridere i due ragazzi erano sempre nelle solite posizioni. Louis scuoteva la testa disperato, mentre Zayn, non abituato agli atteggiamenti strambi  della ragazza, era rimasto a fissarla stranito e timoroso di essere infettato da chissà quale malattia.
-Certo, fai in modo che Louis sia il tuo capo e finirai ad avere al posto delle tue bambole un ammasso di plastica polverizzata!- la frecciatina* colpì in pieno Lousi che la guardò allibito.
-Ancora con questa storia, Dora? Oramai hai 17 anni!- rispose esasperato il fratello.
-Ti chiami Dora allora!- esclamò Zayn, forse cercando di attirare una qualche minima attenzione. Dora l'accontentò: si voltò verso di lui con uno sguardo con cui di solito si guarda i casi persi.
-Però, sei perspicacie! Non pensavo nella scuola dei bidelli insegnassero ad essere così intelligenti!-
Louis corrucciò al fronte. -Esiste una scuola di bidelli?-
Dora sospirò, chiudendo gli occhi e passandosi una mano sulla faccia desolata.
Se pensate di aver visto la persona più stupida del mondo, non avete ancora conosciuto Lousi William Tomlinson.






Per chi non avesse afferrato il concetto:

*Frecciatina: quando dici qualcosa  a qualcuno con espliciti riferimenti che riguarda un'altra persona.
Spero di essere stata chiara :)


   






Ehmm.. Ciao.
Vedo che non piace molto ma oramai l'ho iniziata.
Che ne dite di lasciarmi una recensione? Scrivetemela anche se pensate che faccia schifo.
Please?
Un bacio,
Elena. :)
Per qualsiasi cosa mi trovate qui:
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Capitolo 3
*** Tre. ***


CAP3
Scusate il ritardo!!
Spero vi piaccia. Fatemi sapere, ok?
Un bacio,
Elena. :)


Il buongiorno si vede dal mattino
ct. Zayn Malik.








    
     Stava camminando in un prato verde, in una radura per la precisione, stile quella di Twilight solo che era da sola e non con un fustacchione come Edward e tanto meno spuntavano vampiri con le treccine e licantropi.
Era lei, con uccellini canterini e margherite fiorite che passeggiava come Heidi e con la mente vuota. 
Rilassata e contenta come non mai si era seduta sull'erba umida e poi, arrendendosi al completo relax, si era distesa supina in compagnia di chissà quale motivo per essere lì e senza nemmeno la benché minima percezione di dove fosse se non in una piccola radura.
No, non si era drogata e tanto meno si chiamava Bella Swan. Lei era Dora ed era completamente immersa nel suo sonno senza la minima preoccupazione dell'orario indicato dalla sveglia che trillava da quasi mezzora.
Non sapeva nemmeno, se proprio vogliamo dirlo, che suo fratello e la sua mente diabolica stavano pianificando qualcosa.
Quel qualcosa, Louis lo sapeva bene, non sarebbe piaciuta a Dora che si sarebbe sicuramente infuriata non appena avrebbe realizzato cos'era successo.
Questo non lo fermò ad afferrare il primo secchio che aveva trovato ed a riempirlo d'acqua fredda.
Una mente con minimo di QI si sarebbe astenuta da mettere in pratica quello scherzetto ma il ragazzo non poteva certo perdere l'occasione di far irritare la sua cara e dolce sorellina che dormiva beata.
Fu proprio quella visione che lo fece sorridere estasiato per poi versare il liquido addosso a Dora. 
Quest'ultima con un grido acuto si era alzata di scatto, sentendo il freddo pungerle il viso e ogni parte del corpo.
Si guardò intorno senza però trovare la più piccola traccia di un essere umano ma, prima che fosse troppo tardi, captò nell'aria una risata sommessa e una porta che si chiudeva.
Fece due più due e una lampadina immaginaria sopra la sua testa si accese per poi scoppiare dalla rabbia. Strinse i pugni così forte da far diventare le nocche bianche e mentre continuava a chiedersi, invano, cosa avesse fatto così orribile da ritrovarsi un fratello così coglione.. urlò.
-VAFFANCULO, STRONZO!!!-

    Ebbene si, il suo era il risveglio giusto per essere di buon umore per tutto il resto del giorno. Infatti, non stava nemmeno camminando per i corridoi con un toro impazzito durante la pausa pranzo, e non insultava nemmeno chiunque intralciasse il suo cammino.
No, peggio.
Camminava dritta, rigida  e veloce, tanto che Harry - che non si peritava a nascondere la sua risatella - cercava di fermarla ringraziando mentalmente Louis, al pari della sua intelligenza,  per essere così maledettamente geniale.
Dora non la pensava così.
All'ennesima spallata che ricevette, nonostante fosse colpa sua, sbraitò come una pazza.
-Porca miseria, guarda dove cazzo cammini, idiota!-
Il ragazzo, che fece per risponderle seccato, venne fermato un Harry che all'improvviso divenne preoccupato, non tanto per la sua migliore amica ma per il ragazzo stesso.
-Amico, scusala.-
-Scusala un cazzo! Ma che si dia una calmata e si copra la notte.- ribatté il ragazzo che, ovviamente, non aveva afferrato il concetto che Harry gli stava praticamente buttando addosso.
Harry fece appena in tempo a interporsi fra lui e Dora, che lei provò a saltare addosso allo sconosciuto.
-CHE SI COPRA!? CHE SI COPRA, HAI DETTO?! IO MI ERO COPERTA BENISSIMO, TESORO, MA IL FATO CAZZUTO E DEI GENITORI COGLIONI HANNO SFORNATO OLTRE  A ME UN MISERABILE IDIOTA!-
Si liberò dalla presa di Harry e continuò a camminare furiosa.
-Dora!- la richiamò il riccio, correndole appresso.
-Stanne fuori Harry. E' una cosa che devo risolvere da sola.- rispose atona.
-Stai parlando come Harry Potter e qui non vedo nessun pelato senza naso, perciò..- 
-Non ancora, Styles!- lo interruppe. - Appena avrò trovato quel cretino li strapperò ogni capello e credimi, il naso non sarà l'unica cosa che staccherò da suo corpo.-
Ci volle tutta la sua forza interiore per  non scoppiare a ridere, sapendo che quell'atto avrebbe fatto si che lui entrasse direttamente nel mirino di Dora.
-Dove cazzo è ?- borbottò, guardandosi intorno. Quando i suoi occhi si fermarono in un punto, Harry capì che non poteva evitare l'apocalisse.
-TU!- sbraitò, puntando un dito verso sinistra. 
Infatti poco più in là, suo fratello stava ridendo con una biondina che Dora catalogò subito come troia e un ragazzo.
Non ci badò. Caricò direttamente il fratello, senza fare caso alle altre due persone e a Harry che cercava di fermarla.
Con uno spintone fece sbattere suo fratello contro gli armadietti che tremarono. Molti studenti si voltarono, curiosi e Harry, disperato, si mise le mani nei folti ricci.
-RISPONDIMI!- urlò.
-A cosa dev...- cercò di dire in sua difesa leggermente terrorizzato.
-STA ZITTO!- lo fermò rossa dalla rabbia. -DIMMI COME E' POSSIBILI ESSERE PIU' STUPIDI!?-
-Bè, più stupidi di te è difficile trovarli..-
-LOUIS STO PER UCCIDERTI!- era fuori di sè, non solo perché ogni essere vivente su  questo schifo di mondo sapeva della facilità con cui Dora perdeva la pazienza, ma perché la ragazza stava impazzendo per cercare di contenere le sue mani che avrebbero volentieri lasciato le proprie impronte digitali sulla faccia di quel deficiente.
-SEI UN BABBEO. UN ODIOSO BABBEO..-
-Signorina Tomlinson..-
-..E NON SOLO MI HAI SVEGLIATO IN UN MODO AL QUANDO OBBROBRIOSO..-
-Signorina Tomlinson!-
-.. MA PERCHè SEI COSì STUPIDO!-
-Signorina Tomlinson!!-
-..VORREI TANTO SAPERE COSA PENSAVA MAMMA QUANDO TI HA DATO AL MONDO..-
-Signorina Tomlinson!!-
-..E COSA INVECE L'ABBIA FERMATA DA BATTERE IN UNO SPIGOLO DEL TAVOLINO UN DECEREBRATO, MONOEURONE COME TE!-
-Signorina Tomlinson!!-
-CHE CAZZO VUOI!?- Questa volta non lo gridò al fratello ma a quella vocetta stridula che presa dalla rabbia non aveva ricollegato al corpo. Quando ovviamente si voltò a vedere chi era quella mente catta, si ritrovò davanti la sua adorata professoressa di matematica che la guardava sconcertata.
-Non è il momento professoressa! Perciò se vuole mandarmi da preside puo rimandare a dopo la fine della pausa pranzo perché sarei capace di mangiarla e ricagarla intera.- disse fissandola negli occhi.
Si voltò di nuovo verso suo fratello che non sapeva se ridere o piangere vista la situazione. -Se farai un altro passo falso, giuro, ti manderò all'altro mondo.-
-Questa la dice la mamma di Ron nel secondo film.- osservò qualcuno alle sue spalle.
-Ecco dove l'avevo già sentita.- rispose quello che doveva essere Harry.
Si voltò con istinti omicidi a fior di pelle. -Per l'esattezza dice 'ti riporteremo subito a casa!' e comunque non sono cazz.. JESSICA!-
Il suo umore cambiò in quello che parve un nano secondo. Alla vista di Jessica, la sua migliore amica da anni che si era trasferita momentaneamente in Irlanda con la famiglia per motivi di lavoro, sorrise estasiata, prima di correre ad abbracciarla.
L'amica, che prima aveva chiamato troia, rideva a crepapelle, fino alle lacrime.
-Dio cosa ci fai qui!?- domandò Dora, sciogliendo l'abbraccio per guardarla meglio.
Come minchia faceva ad essere sempre più bella quella quella ragazza? I capelli biondi si erano allungati, arrivandole fino alle spalle, era sempre bassa ma adorabile con quei due occhi azzurri cielo. Jessica era sempre stata una ragazza bellissima.
-Siamo tornati. E sono arrivata giusto in tempo! Questa sfuriata non avrei potuto perdermela per niente al mondo.- rispose ridacchiando.
-Già, nemmeno noi.-
Un'occhiata alla sua destra e il fatto di aver fatto una grandissima figura di merda le crollò addosso. Non solo perché mezzo istituto aveva assistito ai suoi strani cambi d'umore ma perché, oltre alla professoressa che ancora fumava di rabbia e senza parole, Zayn ridacchiava con quel pezzente di Harry.
Dora fece per riprendere anche i due ma una voce assolutamente insopportabile la precedette.
-Signorina Tomlinson..-
-HO CAPITO!- sbottò. -Dio santo in questa scuola mi salteranno i nervi un giorno o l'altro.- continuò rivolta verso Jessica.
-Salgo da te oggi pomeriggio.- sussurrò, prima di squagliarsela insieme a tutti gli altri.
-Saranno presi provvedimenti, signorina Tomlinson.- la riprese quando la ragazza si era voltata verso di lei. Con un sospiro Dora seguì la professoressa che sculettava con quel culo flaccido verso la presidenza.
-Se dice ancora 'Signorina Tomlinson' giuro la mando a fanculo!- borbottò mentre passava tra Louis, Zayn ed Harry che, non si sa perché, era ancora lì. I tre ridacchiarono sotto i baffi.
-Signorina Tomlinson!- 
Ammazzami, Harry Potter.


     Stavano ridendo da circa un'ora, spaparanzate sul divano di casa Tomlinson. Un'ora a mangiare schifezze di ogni genere, raccontarsi tutto quello che non avevano potuto vivere insieme e Jessica era piacevolmente sorpresa di essere ritornata e di aver ritrovato la sua migliore amica identica a come l'aveva lasciata.
    Forse era anche più idiota.
-...spiegami: ti sembra una cosa normale? A me, sinceramente no. Un giorno di questi chiamerò qualche laboratorio e chiederò se per caso hanno scambiato un esperimento andato male con quello che sarebbe dovuto essere mio fratello.-
-Dora, gli esperimenti sugli essere umani sono illegali da un pezzo.- le fece notare ridacchiando.
-A tutti capita di sbagliare. Tuttavia, ci deve essere una spiegazione. Dopo 17 anni non ho ancora capito come ho fatto a sopravvivere con un essere sottosviluppato come Louis anche perché...-
Ariborda. 
Dora non si sarebbe mai stancata di buttare merda su suo fratello. Eppure lei lo adorava. Jessica vedeva i suoi occhi quando incrociavano quelli di Louis, così simili, e poteva giurare che Dora non amasse nessuno come amava suo fratello.
Forse perché era l'unico che si era preso cura di lei quando i genitori erano assenti, oppure perché era suo fratello e basta.
Nonostante la sua migliore amica non l'avrebbe mai ammesso, avrebbe dato la vita per lui ed avrebbe ammazzato chiunque lo avrebbe fatto soffrire anche se passava la maggior parte del suo tempo a dire che l'unico che voleva uccidere era lui.
-E dimmi, come si chiama quel moretto?- chiese Jessica, succhiando dalla cannuccia uno dei famosi frappè di Dora: erano la cosa più buona del mondo.
-Chi Zayn? Lui è un altro idiota messo al mondo per uno scherzo di madre natura.- rispose, continuando a ingurgitare gelato al caffè.
-Ah si? E com'è che appena hai visto che c'era anche lui, stamani, sei arrossita?-
Dora incominciò a tossire freneticamente, dandosi colpi sul petto e diventando rossa. Stava affogando.
Jessica si avvicinò e prese a darle pacche sulla schiena, finché la ragazza non si calmò.
-La prossima volta che decidi di sparare stronzate, avvisami. Almeno evito di mettermi in bocca qualsiasi cosa che possa uccidermi.- ribattè, tornando a mangiare il gelato a gambe incrociate.
-E comunque,- riprese facendo sorridere Jessica che se lo aspettava. - se non l'hai notato non c'era solo lui ad assistere ma mezza scuola, è una reazione normale: imbarazzarsi per avere un fratello idiota.-
-Certo, giusto. Che idiota: perché non ci sono arrivata da sola?- domandò retorica Jessica.
La bionda sorseggiò il suo frappè, guardandosi intorno. L'appartamento non era male, alla fine. Dora lo descriveva come una stalla per vacche, ma alla fine era ok. Aveva una cucina piccola che si separava dal salotto solo grazie a un muretto. Aveva due camere da letto minuscole e un bagno di 2 metri quadri ma alla fine era accogliente, nonostante la perenne confusione. Voltò lo sguardo verso destra e incrociò lo sguardo di Dora, scettico e sospettoso.
-Che c'è?- domandò la bionda.
-Qualunque cosa stia pensando, smettila.- disse. Jessica spalancò gli occhi.
-Non stavo pensando a niente!- ribattè.
-Certo, infatti non pensi che a me mi piace Zayn.- disse incrociando le braccia al petto.
-Ah-ah!- esclamò Jessica, puntandole un dito contro. -Ammettilo che ti piace! Sei l'unica in questa stanza che stava ancora pensando a lui.-
-Menti.-
-Io stavo osservando la casa e tu stavi pensando a Zayn.- continuò. 
-Ma per favore!- disse sbuffando.
Infilandosi con foga un cucchiaio di gelato si chiese se anche la sua migliore amica fosse stata affetta dalla stessa malattia di Louis. Probabilmente no, anche perché non c'erano legami consanguinei, ma doveva trattarsi di una malattia della stessa gravita di quella che affliggeva la famiglia Tomlinson, perché pensare che  a lei, Dora Tomlinson, potesse piacere Zayn era un oltraggio alla sua intelligenza.
Certo. Zayn era bello, molto bello, ed affascinante... ma no! rimaneva un'idiota!
Dopo quella conclusione soddisfacente, qualcuno prese a bussare interrottamente alla porta di casa, costringendola ad alzarsi.
Quando aprì la porta, si trovò l'ultima persona che in quel momento aveva la forza e la voglia di vedere.
-Che vuoi?- disse sibilando.
-Devi venire a scontare la tu.. santissimi!- rispose Zayn.
-Non parlo la lingua dei deficienti perciò metti in fila due parole che abbiano senso una dopo l'altra.- ribattè scocciata.
-Accogli sempre i tuoi ospiti vestita così?- domandò evitando le parole di Dora.
-Di cosa acciminchia stai parlando Zayn?!-
In tutta risposta, il moro accennò con il capo le sue gambe e solo a quel punto lei capì a cosa si riferisse.
L'aveva sempre detto che il brutto vizio di girare per casa in mutante e con una misera canotta le sarebbe ritorto conto, ma di certo non pensava in quel modo. Evitando di far vedere il rossore che aveva sulle guance, Dora si voltò per afferrare i pantaloni della tuta di suo fratello e se li infilò.
-Così non migliori le cose..- mormorò Zayn alle sue spalle.
-Placa i tuoi spiriti bollenti, biondo..-
-Sono moro.- fece notare.
-...Non è roba alla tua portata.- ribattè ignorandolo.
Quando vide che Zayn stava per contro attaccare sbuffò.
-Sei venuto qui per irritarmi le ovaie o vuoi dirmi perché sei qui così posso tornare ai miei impegni?- domandò.
-I tuoi impegni eh...- rispose guardando alle sue spalle.
In effetti, il tavolino pieno di cibo, di coca cola e Jessica che lo salutava con una mano, non erano la giusta copertura.
-Ognuno ha i suoi, ma evidentemente te ti gratti il culo tutto il giorno invece di pulire pavimenti.- 
Una risata acuta intervenne alle sue spalle, da Jessica per la precisione, che la fece sorridere.
L'occhiata truce del moro non la toccò minimamente, se non si conta il fatto dell'improvviso apprezzamento che frullò per il suo cervello.
Sexy.
Convincendosi che era la coca cola e l'accoppiata salato-dolce a darli alla testa si riscosse.
-Ero venuto a chiamarti perché, non so se te lo sei dimenticato, la professoressa ti ha dato una punizione precisa, ovvero, aiutare noi a pulire la scuola per una settimana.-
-Noi? Di chi parli esattamente?- domandò terrorizzata.
-Di me e di tuo fratello, ovviamente.-
-Io li faccio causa.- sbottò sbattendo la porta con forza.


     -Ehilà sorellina! Pensavamo non saresti mai venuta!-
Se stava cercando di fare il carino e il gentile per rimediare al brutto scherzo di essere nato, stava pisciando fuori dal vaso.
-Te. Zitto.- disse solo, impugnando lo spazzolone che stava diventando il compagno con cui passare i pomeriggi.
-E dai! Ti ho chiesto scusa mille volte, cos'altro devo fare?- domandò sbuffando, esattamente come un piccinaccolo frignone.
-Ucciderti sarebbe la soluzione giusta.- rispose sorridendo amorevolmente.
-Il buongiorno si vede dal mattino..- 
Nonostante l'avesse solo sussurrato, Dora lo sentì come se glielo avesse detto in faccia. In un primo momento non seppe se tirargli direttamente lo spazzolone o un tavolino dritto nelle gengive. In questo caso di indecisione, scelse semplicemente di far cadere il secchio di spazzatura senza nemmeno fingere che fosse un increscioso incidente.
Zayn rimase incredulo per un momento: da una parte sperava che fosse solo una visione e dall'altra si auto convinceva che non l'aveva fatto apposta.
Il ghigno che trovò su quella faccia d'angelo di Dora gli fece capire che non era nessuno delle due.
Balbettò parole incomprensibili, indicando freneticamente la sporcizia in giro e Dora e se stesso.
-Tranquillo, Zayn, non ti affaticare. Imparerai a fare un discorso di senso compiuto quando oramai nessuno avrà più bisogno di te, nel frattempo però, pulisci e evita di sparare battutine cazzute in grado di farmi irritare, grazie.-
Louis che si era goduto la scena e che aveva letto le intenzioni di sua sorella nei suoi occhi fin dall'inizio, scoppiò a ridere. Non solo per la faccia epica di Dora, ma per quella di Zayn.
Louis aveva ormai aveva ventun'anni e aveva imparato a non farsi abbindolare dalla faccia da cucciolo che aveva sua sorella quando si limitava a stare zitta e tranquilla ma Zayn, il nuovo arrivato, doveva ancora fare i conti con la ragazza che si celava dietro quella buffonata.
Dora era tutto tranne che un agioletto: era ribelle, sarcastica, stronza -come in quel caso-, ironica, pungente e senza peli sulla lingua.
Dentro quel corpicino all'apparenza innocuo si nascondeva un'anima burrascosa e assolutamente imprevedibile che, nemmeno Louis che era suo fratello e loro genitori, avevano imparato a domare. Lui si ricordava bene quando Dora era talmente incazzata con il suo ragazzo per averla tradita ed era, ora che ci ripensava, uno dei ricordi più spassosi del mondo. Sul momento però, si era preoccupato e arrabbiato anche lui, non solo perché la sua sorellina era stata presa per il culo da un coglione, ma perché non aveva mai visto Dora così infuriata.
Quel pomeriggio aveva lanciato a Louis, che era li per placare la ragazza, tutti i piatti che aveva trovato in cucina, e le sedie che si torvavano intorno al tavolino, erano misteriosamente comparse nel bagno. Aveva gridato, urlato e il giorno dopo, quando era rientrata a scuola, era una maschera di ghiaccio che ingannava tutti tranne Louis che l'aveva pedinata con lo sguardo tutto il giorno. Infatti, come temeva, appena aveva incrociato la bionda con il quale il suo ex l'aveva tradita e che si era rivelata una sua falsa-amica aveva caricato. 
Lui aveva provato a fermarla, davvero, ma non era arrivato in tempo. Quando riuscì a bloccarla e a portarla via, sul pavimento giacevano già molte delle ciocche dei capelli della bionda la quale frignava mentre si asciugava il naso, dal quale colava sangue, e che aveva una guancia violacea. 
Dora ne era uscita intatta.
E proprio in quel momento, quando la guardava che riprendeva a strusciare indifferente nonostante l'insistente sguardo furioso del moro, che si rendeva conto di quanto fosse orgoglioso di lei.

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Capitolo 4
*** Quattro. ***


CAP4



L'ha già persa





-Posso farti una domanda?- 
Zayn si voltò verso Dora che, invece di pulire quel tavolo, si era messa comoda su una sedia a gambe incrociate e lo guardava sgobbare. Prima di rispondere, il ragazzo non poté a meno di notare quanto Dora fosse carina. I capelli dritti e castani incorniciavano quel viso dolce in maniera schifosamente perfetta, e poi aveva degli occhi molto belli e più chiari rispetto a quelli di Louis anche se potevano essere facilmente definirsi uguali.
-Da quanto di periti a farmi una domanda?- rispose Zayn, scansando quei pensieri.
La faccia di Dora lo fece ridere, ma si trattenne per non scatenare di nuovo l'ira della ragazza che si era appena placata.
-Volevo essere gentile ma te devi smontarmi al primo tentativo.- sbuffò incrociando le braccia al petto.
-Scusami, dimmi pure.- ridacchiò.
-No, vaffanculo.- 
Dora riprese a pulire il ripiano di nuovo irritata. Ma perché la professoressa Hoody non si uccideva invece di assegnare una punizione come quella alla povera Dora? La ragazza continuava a chiederselo, e non tanto perché era costretta a passare la maggior parte del suo tempo libero con suo fratello e quel deficiente di Zayn -che già era un supplizio- ma perché era obbligata a pulire la merda di chissà quanti studenti.
Da quando si era arresa a quel vincolo, Dora si era ritrovata a impedire che anche un solo studente buttasse il proprio cibo in giro. Quella mattina per esempio, aveva gentilmente chiesto a una biondina di riporre le sue cartacce in posti più consoni..

-Scusa.- La bionda si era  voltata annoiata, ma quando aveva visto che si trattava della sorella di Louis Tomlinson aveva subito rivolto alla mora un sorriso da vomito. Che poi - si chiedeva Dora - perché mio fratello doveva fare colpo su elementi come quella?
-Ciao Dora, che piacere rivederti.- 
Dora ci provava davvero ad essere gentile, sul serio, ma poi arrivava Jennifer Houston e le mandava all'aria i piani. Aveva cercato di dimenticare quella brutta giornata in cui aveva sorpreso la bionda e suo fratello da soli in casa.... nudi... nel SUO letto, ma evidentemente la ragazza ci teneva a traumatizzarla a vita.
-Il piacere è tutto tuo.- ovviamente di lei non si poteva di certo dire che non fosse sincere. -Comunque, è tua quella bottiglia?- aveva chiesto.
La bionda aveva annuito, leggermente confusa. -Bene,-aveva continuato Dora. -Sei al corrente dell'esistenza dei cestini?- 
-Certo,  ma che domande fai?- Jennifer, ovviamente, non c'era arrivata da sola. 
-E il pavimento ti sembra un cestino?- quando vide la ragazza scuotere la testa Dora sorrise.
-Bene. Forse a casa tua sei abituata in un altro modo, e con questo non intendo dire che la tua famiglia è un ammasso di idioti - non certo che no - ma qui siamo a scuola e , se proprio non te lo ricordi, io ci vivo. Inoltre, mio fratello ci lavora e di recente anche io e siccome non intendo passare l'interi pomeriggi a raccattare la tua spazzatura mi faresti un grandissimo piacere a schioccarti quella bottiglia in culo se proprio nel cestino non ce la vuoi buttare.-
Qualcuno rise, ma Dora non voleva dare spettacolo. Perciò intimò alla bionda con un'occhiata gelida di raccattare la sua bottiglia e buttarla via. Quando la vide alzarsi scocciata sorrise amorevolmente, ma appena notò che la stava buttando nel cestino sbagliato ritornò seria.
-Sai leggere? C'è scritto organico. Ti conviene buttarla nella plastica se non vuoi ricevere una mia chiamata oggi che ti invita a portare il tuo culo rifatto qui a scuola per toglierla da quel cestino.- teneva il tono di voce calmo, ma ovviamente era irritata.
Jennifer aveva sbuffato e Dora si costrinse a non perdere la testa almeno quella volta. Appena sentì il tappo del cestino sbattere e la bionda tornare al suo posto, accennò un applauso ironico accompagnata da alcuni simpaticoni che volevano sembrare ganzi. Per questo motivo si girò verso di loro, e anche se non li conosceva li ghiacciò con gli occhi.
-Questo vale anche per voi.- disse. Alzò un pò la voce, prima di continuare. -A chiunque venga la brillante idea di buttare la sporcizia in terra, gli consiglio di contare fino a 100 e poi alzare il culo per buttarla nel cestino.-


Erano stati bravi, non poteva negarlo. Non aveva più sorpreso nessuno a buttare niente in terra, e se a qualcuno cascava una goccia di sugo sul tavolo, si affrettava anche a pulirla prima che Dora potesse mangiarlo vivo. Con dispiacere di Louis, i sacchi dell'immondizia erano diventati più pesanti: causa dei suoi continui lamenti.
Zayn, invece, non brontolava mai. Se Louis gli chiedeva di aiutarlo lui lo faceva, se gli chiedeva di pulire quel corridoio lo faceva. 
-Perché ti sei ritrovato a fare il bidello?- domandò rompendo il silenzio.
-Era questa la domanda?- chiese lui, ridacchiando. 
-Rispondi e basta!- lo riprese.
-Perché lo vuoi sapere?- domandò. Lei sbuffò.
-Non puoi semplicemente rispondere?- chiese. Lui scosse la testa ridendo. Dora sospirò continuando a passare lo straccio sul tavolo. Se avrebbe scoperto chi aveva rovesciato il succo lì sopra lo avrebbe ucciso.
-Me lo domandavo perché non sembri aver bisogno di soldi. Insomma, la maglietta con la quale sei venuto sarà costata minimo 80 euro.- fece notare.
-Infatti io non ho bisogno di soldi.-
-E allora perché?- insistette, tornado seduta con le gambe incrociate per ascoltarlo.
-Il giudice ha stabilito che per scontare la pena dovevo lavorare a tempo indeterminato qui dentro.- rispose tranquillo al contrario di Dora che quasi cadde dalla sedia.
-Giudice°? Pena? Qui dentro?- esclamò facendo ridere Zayn.
-Dopo la terza denuncia per rissa mia hanno messo alle strette: galera o bidello? La scelta che ho fatto è ovvia, no?- disse. Si alzò in piedi, guardandosi in torno per vedere se si era scordato di pulire qualcosa. Si passò una mano sulla fronte mentre pensava e Dora s'incantò.
Il giudice, la pena e tutto quanto svanirono dalla sua testa lasciando un unico fatto ovvio: lui era sempre più bello.
Quella punizione aveva anche i suoi vantaggi e uno di questi era passare il tempo a osservare Zayn lavorare. L'unico in effetti perché quando parlava riusciva solo a irritarla.
-E i tuoi genitori?- chiese curiosa.
Lui fece spallucce. -A loro non  interessa.-
A quelle parole si ritrovò a sorridere amara, mentre lo seguiva nello sgabuzzino per posare gli attrezzi. 
-Cos'era?- domandò Zayn.
-Cos'era cosa?- chiese di rimando.
-Quello sorrisetto, cosa voleva dire?- domandò.
-Quale sorrisetto?-
-Dora..- la riprese guardandola storto.
-Niente! Diciamo che ti capisco.- rispose piano, evitando di guardarlo.
Sentiva una sensazione strana, molto probabilmente dovuta al freddo ma sembrava c'entrasse anche - e soprattutto - il fatto che per una volta non si stavano punzecchiando ma stavano parlando come persone serie.
-Anche i tuoi sono cosi?- domandò lui.
-Mio padre scassa veramente il cazzo.- ridacchiò. Zayn scoppiò a ridere, mentre apriva la porta. Fece entrare prima lei e poi la seguì dentro. Ognuno prese a sistemare le cose che aveva usato mentre Dora si chiedeva dove minchia fosse suo fratello.
-E tua madre?- domandò ad un tratto.
Il flacone di detersivo che aveva in mano scivolò a terra, facendo un casino assordante. Dopo i primi cinque secondi di smarrimento si chinò a raccattarlo, evitando di voltarsi a guardare lo sguardo confuso di Zayn.
-Mia madre è morta.- rispose secca. Buttò in un angolo della stanza lo straccio ed uscì, raggiungendo il cortile.
Non si sorprese di vedere il moro al suo fianco dopo poco che la guardava preoccupato. Quando si decise ad alzare gli occhi, a Dora venne quasi da ridere.
-Non guardarmi così, sei patetico!- ridacchiò.
Zayn sorrise, appoggiandosi al muro con le braccia incrociate.
-Dora, se hai bisogno di parlare io..-
-Fermo, fermo, fermo.- disse interrompendolo. -Malik, non so cosa ti stia passando per la testa ma se stai cercando di fare il gentile, sappi che non ti si addice per niente, perciò evita.-
-Che tu ci creda o no, io sono gentilissimo. Se tu che sei scorbutica.- ribatté corrucciando la fronte.
-Come vuoi.- borbottò Dora.
-Adesso andiamo a pulire quei pavimenti. Mi viene l'ulcera solo al pensiero.-


Quella mattina non era proprio giornata. Aveva fatto un sorriso solo a Jessica ma poi aveva messo di nuovo quella faccia che incuteva timore. Non a caso, quando un rimino le andò a finire addosso, dopo averla guardata in faccia aveva sussurrato uno 'scusa' terrorizzato prima di fuggire via.
Bravo.
Intanto però, mentre le ore passavano, la sua irritazione non accennava a diminuire e il bello è che sapeva anche il perché.
Suo padre.
Lui, quell'uomo che dopo non essersi fatto vivo per mesi adesso chiamava e si comportava come potesse dire quello che gli passava per la testa. Era infuriata, incazzata nera come poche volte lo era stata ed era per non rifarsela con le insegnati - che non erano tutte come la Hoody - e con Jessica che era risalita in casa e si era messa a guardare uno stupido film senza capo e ne coda che doveva essere comico - sulla copertina c'era scritto così - ma che a lei faceva piangere.
Ad un certo punto aveva anche pensato di farlo, ma poi si era detta: 'io non piango mai, perché dovrei farlo per uno stupido film?'. La risposta era arrivata in modo immediato: 'forse perché non piangerei per il film?'.
Aveva stretto i denti e si era costretta a cercare il divertimento nelle battute tristi degli attori di quel film, e domandandosi perché dopo anni di tecnologia avanzate e sviluppo dell'uomo, i registi non avessero ancora capito come far ridere il pubblico.
Intanto, nei corridoio della scuola, durante la pausa pranzo Louis cercava con lo sguardo Jessica visto che di sua sorella non c'era traccia. La vide proprio al suo armadietto e trascinandosi dietro il suo carrellino, si era avvicinato a lei.
-Jess.- la ragazza si era voltata e quando aveva incontrato gli occhi chiari del ragazza aveva sorriso timida, arrossendo un pò.
-Ciao.- disse.
-Ciao, senti hai per caso visto Dora?- domandò. Jessica sospirò e chiuse l'armadietto.
-Tua sorella dopo la terza ora ha detto di sentirsi male ed è andata a farsi fare il permesso per tornare a casa.- rispose. 
-Grazie.- sussurrò per allontanarsi quasi subito.
Con maniere poco gentili, si fece spazio nella folla, avvicinandosi a Zayn che stava filtrando con una rossa niente male.
-Zayn, ce la fai da solo?- domandò. Il moro aveva spostato gli occhi su di lui, e quando aveva visto la sua espressione preoccupata era diventato serio.
-Certo, cos'è successo?- domandò.
-Niente di preoccupante. Mia sorella non si sente bene e volevo andare a vedere come stava.- rispose. Zayn non era convinto, aveva capito che c'era qualcosa di più, ma siccome non aveva ancora visto Dora quella mattina, capì che c'entrava comunque lei e senza pensarci un minuto accettò. Guardò suo fratello sorriderli tirato e ringraziarlo per poi scappare via.

Qualcuno stava bussando alla porta ma Dora non aveva voglia di andare ad aprire. Il film era finito - se Dio voleva- e aveva deciso di dormire per rilassarsi un pò, ma ovviamente c'era gente che aveva il brillante tempismo di andare a trovarla nei momenti meno opportuni.
-Dora sò che sei lì.- suo fratello pensava di dire qualcosa di intelligente con quella frase ma aveva forato in pieno. Dora non voleva nascondersi, voleva solo starsene da sola almeno quel giorno ma quando suo fratello parlò di nuovo...
-Non devi ascoltarlo.-
..lei capì di aver bisogno di lui.
Si alzò dal divano e corse ad aprire la porta. Suo fratello aveva il fiatone, segno che aveva salito le scale di corsa, ed aveva ancora il camice da bidello, segno che aveva lasciato l'igiene della scuola nelle mani di Zayn.
Fece per fare una battutina pungente ma tutto quello che riuscì a fare fu abbassare la testa mentre le lacrime prendevano a scendere. Non passò neanche un secondo che Louis la stava abbracciando, e prendendola in collo la riportava in camera sua.
-Va tutto bene, piccola.- sussurrò, sdraiandosi con lei sul quel letto piccolo.
-Mi d-dispiace Louis, mi dispiace davvero t-tanto.- 
Dora non piangeva mai, ma le rare volte che era successo - come in quel momento - era colpa di loro padre. Quell'uomo non lo faceva neanche apposta, ma aveva finito per far nascere in sua sorella un inesorabile senso di colpa che la stava facendo sprofondare. Era stato per questo motivo che Louis l'aveva portata via, lontana da quelle accuse che non si meritava.
-Non dirlo Dora, non è colpa tua.-
-Invece si. Se non fossi nata, Louis, se non fossi nata mamma sarebbe viva e...- aveva sbraitato, liberandosi da quella presa e facendo su e giù per la stanza. Louis l'aveva seguita e prendendole il viso tra le mani grandi l'aveva guardata negli occhi.
-Ma io non avrei te.- disse. -E te sei la cosa più importante della mia vita, sorellina.-


     Quel pomeriggio Louis aveva lasciato sua sorella nelle mani di Jessica e di Harry, e aveva riferito alla professoressa che Dora non si sentiva bene e che avrebbe saltato la punizione quel giorno. Lui, intanto, stava raggiungendo Zayn che stava pulendo i corridoi del secondo piano e quando lo vide alzò una mano dandoli una pacca sulla spalla.
-Ciao bello.- disse, afferrando lo spazzolone e incominciando a strusciare.
-Ciao, come stai? Non hai una bella cera.- gli fece notare. Louis ridacchiò ma poi si lasciò cadere a terra, con la schiena appoggiata agli armadietti. Zayn lo raggiunse quasi subito, con l'espressione seria che faceva trasparire tutta la sua preoccupazione.
-Dora..- sussurrò in risposta alle domande che affioravano dagli occhi del moro.
-Dora? Sta bene? Cos'è successo?- domandò subito allarmato.
-Sta bene, tranquillo.- subito il ragazzo si rilassò e si mise seduto di fianco a Louis aspettando che si sentisse pronto per parlare di quello che - era evidente - lo preoccupava tanto.
-Tu sai che nostra madre è morta?- domandò.
-Me l'ha detto Dora ieri, ma non ho insistito.- rispose.
-Nostra madre è morta di parto. Era sempre stata una donna delicata, e la mia nascita l'aveva indebolita molto, ma dopo quattro anni rimase incinta di Dora e lei e mio padre decisero di tenerla e rischiare.- spiegò. 
Zayn capì senza nemmeno sentire altro e sospirò appoggiando la testa dietro di se.
-Il caso volle che nostra madre non superasse la nascita di Dora.-
-E lei si sente responsabile.- disse Zayn. Non era una domanda ma Louis annuì.
-Si. Ma questo senso di colpa è nato principalmente da nostro padre che non fa altro che rinfacciarglielo.- continuò.
-Ma come..?- borbottò Zayn, incredulo e improvvisamente arrabbiato con quell'uomo.
-Già. Ieri, comunque, ha chiamato ma io ero fuori e ha risposto Dora,sai cosa le ha detto?- domandò retorico.
Zayn scosse il capo, improvvisamente sorpreso di vedere la faccia di Louis, sempre sorridente e allegra, prendere quella smorfia arrabbiata, delusa e soprattutto triste che non si addiceva per niente alla persona che lui era.
-Le ha detto che è colpa sua se io mi sono ritrovato a fare il bidello, che è colpa sua se io sono cresciuto senza madre e che lei non sarebbe mai dovuta nascere.- sbottò stringendo i pugni.
-E sai cos'è la cosa che mi manda in bestia?- domandò ricevendo una risposta negativa da parte di Zayn che l'ascoltava in silenzio. -Che a queste stronzate lei ci crede. Lei non soffre per la perdita di mamma, lei soffre perché pensa sia colpa sua che io - disse quella parole come se fosse sporca - sono cresciuto senza di lei. Mia sorella soffre perché ha fatto soffrire me, e io non lo sopporto.- 
-Mi dispiace Louis..- mormorò, dando pacche sulla schiena a quel ragazzo che era diventato suo amico in così poco tempo.
-Io l'ho portata lontana da lui appena compiuti diciotto anni perché non volevo che crescesse con quelle convinzioni. A mio padre non gli è mai importato di lei, la considera una cosa superflua, un'errore, e le poche volte che la sente per sbaglio , perché lui chiama sempre me non lei,  non fa altro che ricordarle che lui la considera .. niente.-
-Gliel'hai mai detto? A tuo padre, intendo. Gliel'hai mai detto che così la perderà?- domandò cauto. 
Louis si voltò a guardarlo negli occhi e il moro rabbrividì vedendoli umidi. Il sorriso che il ragazzo fece non era uno dei suoi soliti: era amaro, tremolante e triste. 
-L'ha già persa, Zayn. E a lui non importa.-


 








Ciaoo!
E' più forte di me.. è stato inevitabile aggiungere
qualcosa di triste!! ahah
Spero che comunque lo appreziate!
Tuttavia, nel prossimo Dora tornerà la stessa, non demoralizzatevi.
A presto!
Elena. :)

ps: 
grazie mille a tutti voi! 

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