The beatiful girl of the moon

di Dalilangel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LA VERITA' ***
Capitolo 2: *** QUELLA MALEDETTISSIMA SERA ***
Capitolo 3: *** PENSIERi DI UNA MORTA VIVENTE ***
Capitolo 4: *** NUOVO PIANO PER RIPORTARLA DA LUI ***
Capitolo 5: *** L'ALTRA VITA DI UN ERETICA ***



Capitolo 1
*** LA VERITA' ***


Castiel non era sicuro di quello che stava succedendo ma non aveva altra scelta che ucciderla. Angel era impaurita, e anche se a volte i suoi occhi argentati prendevano sembianze di lupi famelici, in quel momento il suo sguardo non poteva staccarsi da Dean.

“Non provare neanche a sfiorarla!” il Winchester stava cercando di proteggerla, ma Angel ormai era con le spalle al muro e l’angelo la stava alzando da terra. Dean, appena vide la scena si attivò, lo staccò dalla ragazza e cercò spiegazioni con il suo solito modo gentile: “Che cazzo stai facendo Castiel?” l’angelo non lo guardò neanche “Stò solo compiendo il mio dovere”. Dean era perplesso, cosa era successo l’altra notte che lui non conosceva? Cosa aveva potuto causare quella reazione in Castiel?

“Dentro di me si trova sangue di vampiro, non è vero?” Angel abbassò gli occhi, forse per la luce o perché il rumore delle palpitazioni del cuore di Dean erano più forti del suo pensiero.
La ragazza si sentiva affamata ma soprattutto vuota come le bottiglie di vodka, che si trovavano sul comodino. Si sedette ai piedi del divano “Non ne ero del tutto sicura, poichè l’unica cosa che ricordo di ieri è il buio totale,…”
“Aspetta un secondo, qualcuno mi può spiegare cosa stà succedendo?...Castiel?” Dean era infuriato e Sam non era ancora rientrato dall’ultimo caso. Angel stava contemplando la situazione, ma non poteva crederci neanche lei. “Ora sono sicuro, dentro di lei scorre del sangue di vampiro”

Castiel tirò su lo sguardo e si rivolse alla ragazza “per questa situazione non c’è rimedio, te ne rendi conto”
Angel non voleva piangere, ma si capiva dalle parole dell’angelo che non si poteva fare più niente per salvarla. Era come avere una malattia terminale per lei. Il mal di testa stava diventando un’orribile seccatura, la fame stava salendo, ma il controllo, per il momento c’era. Tirò uno sguardo verso la pistola del cacciatore “ Non mi sono ancora nutrita, e questo è un bene per voi.”

si alzò davanti a Dean e si trovò ad osservarlo per 10 secondi senza parlare. “Quindi tu pensi che io ti ammazzerò, bè scordatelo, ci deve essere una cura, un rimedio” Dean non poteva minimamente pensare di uccidere la donna che amava, neanche se fosse stata un vampiro famelico o un demone impazzito. Dean non avrebbe mai avuto il coraggio di impugnare quella pistola, era più facile spararsi un colpo in testa. Pensò e ripensò a ieri sera, l'aveva lasciata sola -come ho potuto?-
continuava a ripetersi interminabilmente.
Ad un certo punto la porta si aprì, non c’era nessuno. Castiel scomparve e lasciò i due soli nella stanza, Angel sentì dei passi veloci. Si girò verso Dean, pensò agli ultimi momenti passati con lui. Guardò la finestra e di nuovo la porta e disse “Sono venuti a prendermi".





Aveva paura ad aprire gli occhi. La paura stava contagiando la sua mente ed il suo corpo. Si accorse di essere legata ad elle catene, -che ore sono?- Si chiese. Dopo qualche secondo ricordò: un paio di vampiri erano entrati nella stanza ma non per ucciderla, bensì per rapirla. Non poté fermare le lacrime di paura. Il suo corpo sembrava di pezza, non aveva forze in corpo ed era così stanca che non riusciva neppure a scuotere le catene.
Decise all’ora di aprire gli occhi. Era in un magazzino della città, le finestre erano coperte da dei teloni gialli ma Angel capii che era notte.
Si guardò intorno, il magazzino era gigantesco, e piuttosto che un magazzino assomigliava più ad un capannone. Scrutò di striscio una persona, “Chi sei, e perché mi hai portato qui?” l’uomo, o meglio il vampiro, non le rispose ma si avvicinò a lei; ormai era capace di indentificare i suoi simili e il rumore dei passi le faceva venire il vomito. Angel lo riconobbe subito, era un uomo muscoloso, alto e giovane ed il sacchetto pieno di sangue che aveva in mano assomigliava ad un Big-Mach.

Era affamata e l’odore che proveniva da quell’orribile busta di plastica la faceva tirare fuori i denti. Cercò di controllarsi ma non ci riuscì. “Hai fame non è vero?” lei annuì con la testa.

“Se ti dò questa busta saresti pronta ad aiutarci?” ad Angel gli sembrava tutto più chiaro.

Un paio di mesi fa lei e i due fratelli stavano seguendo una pista nel South Dakota ; avevano scoperto uno spacciatore di sangue che aveva già diffuso la sua droga in tutto il paese e che aveva già portato dalla sua parte un grosso esercito si vampiri. riuscirono ad ucciderlo ma non riuscirono, evidentemente, ad uccidere la sua idea.

“Dov’è Dean?” lo guardò con aria di sfida e di rabbia. Il dolore alla testa che provava non era comparabile alla voglia di frantumare quel sacchetto in tanti pezzettini. “Stai parlando del ragazzo che era con tè? Bè l’abbiamo lasciato in vita…per ora” rideva mentre lo diceva, per questo Angel, questa volta, cercò ripetutamente di liberarsi “Cosa volete da me?”

“Vogliamo solo che tu ti nutri e poi verrà tutto da sé” Angel aveva paura, ma non per lei, ma per Dean e Sam. Sarebbe morta per loro, soprattutto per Dean, ma se avesse bevuto quel sangue avrebbe perso il controllo e sicuramente non avrebbe potuto non ubbidire a suo padre, cioè la persona che aveva davanti, cioè colui che gli aveva fatto bere il suo sangue la sera prima.





Appena Sam entrò nella camera d’albergo si avvicinò a Dean, per fortuna era solo svenuto. “Cos’è successo?” gli chiese. Dean, appena riprese i sensi, non gli rispose ma si limitò a guardare l’ora. Erano le 17 e 15 ed era ormai passate 4 ore dal rapimento della ragazza. Non si dava pace per quello che era successo ad Angel “L’anno presa Sam” prese la giacca di pelle ed e uscì dalla porta e Sam lo raggiunse “Dean dove stai andando, dov’è Angel?”
“Ti spiego tutto in macchina” per quello che era avvenuto quel mattino corse il più velocemente alla macchina. Ma ormai era troppo tardi per piangersi addosso, aveva già perso troppo tempo e non poteva permettersi di perderne dell’altro.

“Stiamo girando almeno da trenta minuti, sai almeno dove andare?” Dean gli aveva raccontato tutto, ma sinceramente non lo sapeva neanche lui dove cercare. “Sò solo che devo ritrovarla” il Winchester cercava di non pensare alla peggiore delle ipotesi. Perché avevano rapito proprio lei? Dopo svariate domande capi, l’avevano rapita perché sapevano che era il suo punto di forza, era l’unica persona a cui non poteva sparare oltre a Sam. Ma capì inoltre che volevano il suo aiuto

Poi si ricordò del Sud dakota, quel figlio di puttana stava cercando di reclutare un grosso numero di vampiri per il suo folle piano, ma l’unica cosa certa è che era morto.

“Sam hai saputo?” Castiel comparve, come al suo solito, all’improvviso sul sedile posteriore dell' Impala nera metallizzata, che sterzò dopo pochi secondi “Perché cazzo questa mattina ci hai abbandonato? Non sai che per la tua codardia hanno preso Angel brutto figlio di…” “Scusami se sono andato via, ma ho avuto dei problemi per la mia localizzazione. Per quanto riguarda Angel, non possiamo fare più niente”

“Di cosa stai parlando? Finché non beve sangue di uomo possiamo ancora salvarla!” “Dean, ormai l’avrà già bevuto e avrà già perso il controllo” Dean guardò verso l’alto e cercò di trattenere le lacrime, lo sapeva benissimo, ma non voleva arrendersi all’inevitabile “Mi dispiace ma dovremo ucciderla”

“Ehi, ci deve essere una soluzione, insomma, stiamo parlando di Angel…” “Non c’è modo di riportare alla normalità un vampiro…l’ho già localizzata, ma non posso venire con voi...” in quel momento nessuno chiese il perché.  

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Capitolo 2
*** QUELLA MALEDETTISSIMA SERA ***


Entrò nel bar per dimenticare la discussione avuta con Dean. Angel non agli aveva mai urlato addosso, ma quello stronzo se lo meritava. Le aveva rigato la sua auto, un Audi modello TT, ed aveva le prove.

Si sedette al bar, chiamò il barman e ordinò una bevanda super alcolica, che aveva come nome “Super Tequila Bum Bum” o qualcosa di simile. Ne ordinò 7 o 8 e dopo pochi minuti di tracannamento si sentì uno schifo. Pensò all’auto, perché era arrabbiata?

-Ah! Giusto ecco perché sono arrabbiata- pensò. La sua vita prima di conoscere Dean e Sam era un vero incubo. Lavorava per suo cugino nel Michigan e per lui uccise demoni, licantropi, bestie assassine ed anche persone. Il significato che aveva per lei quella macchina non lo conosceva nessuno, neppure Dean. Era come l'Impala per i Winchester, e dentro a quell’Audi si trovavano i suoi ricordi, come il vestito da spogliarellista che teneva nel baule, oppure il coltellino svizzero sotto il sedile. Ma il ricordo più bello era quello situato nel sedile posteriore e lei lo ricordava molto bene.

Si alzò dalla sedia, barcollò un po’ ed uscì dal retro del bar, era troppo ubriaca per rimanere in piedi. Si scaraventò su dei sacchi dell’immondizia, qualcosa le dava fastidio, era la sua calibro 7, perché era nel suo giubbotto? La tirò fuori “Questo lavoro mi farà impazzire” disse ad alta voce. Guardò dietro di sé, un uomo la stava seguendo, forse voleva aiutarla? “Chi sei?” domandò, ma non rispose.

Ormai era fuori città e se quell’uomo l’avesse uccisa nessuno se ne sarebbe accorto, almeno fino al mattino. L’uomo incominciò a correre verso di lei, era un corridoio lungo 50 metri, e lui lo stava percorrendo troppo velocemente. Angel impugnò la pistola e sparò un colpo. Caddero a terra tutte e due, ma lo sconosciuto si rialzò quasi subito, lei invece per alzarsi dovette attaccarsi ad un cassonetto dell’immondizia ed il suo equilibrio riuscì a farla correre nel senso opposto. Lo sconosciuto, dopo averla raggiunta, le prese il braccio e la scaravento su una finestra.

Angel non aveva la coerenza per reagire ed infatti, sentì la sua schiena rompersi quando la finestra di una signora finì in tante lastre. Fece una caduta altrettanto piacevole quando rovesciò 4 cassonetti dell’immondizia. Angel aveva la faccia piena di sangue “Chi cazzo sei?” disse respirando affannosamente

“Il tuo incubo peggiore” anche se era ubriaca comprese la gravità della situazione. Il vampiro staccò una lastra di vetro dalla sua schiena, la ragazza gridò di dolore, aveva affrontato di peggio ma la paura la fece urlare nella speranza che qualcuno la sentisse. La bestia fece un taglio lungo tutto il suo braccio, e le lacrime di sangue che scendevano come pioggia, le appoggiò sulla bocca di Angel. La ragazza annusò, era un odore terribile ma allo stesso tempo dolce. Sentì la voce di quel vampiro, ma non l’ascoltò, era troppo occupata a bere quel sangue che scorreva su quel braccio bianco come il latte e liscio come la seta.

Ad un certo punto lo sconosciuto lo tirò via, Angel cercò di rimanere lucida ma non ci riuscì. Lo vide andarsene, ma prima, non conoscendo il perché, si avvicinò alla ragazza e gli diede un bacio sulla guancia sussurrandogli “Scusa se ti ho fatto male, ma vedrai che tra poco starai meglio”

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Capitolo 3
*** PENSIERi DI UNA MORTA VIVENTE ***


La vita fà schifo.
Dopo aver rivisto e rivisto i miei genitori, ero decisa anche io a salvare vite come facevano loro... ma in un altro modo, non come i dottori, anche se maneggiare bisturi non mi sarebbe dispiaciuto.

Forse trovare un ragazzo era nei miei piani, ma ora che i miei ricordi sono andati non mi importa più di niente. Vorrei solo che questo mal di testa mi lasci in pace.
E una figura soprattutto mi assilla, una figura nitida e non molto chiara, un ragazzo, un uomo, che ho cercato di proteggere, ma invano.
Ma non penso di essere morta, no non ancora. Ma non penso neanche di essere viva, non del tutto. Questo dolore è assillante meglio aprire gli occhi e vedere che cosa sono diventata e cercare di rendermi utile.

Vedendo sopra di lei quel ragazzo, Angel non si spaventò, ora niente poteva più spaventarla.
Gli prese il collo e cercò di intimidirlo tirando fuori i canini e sbattendolo contro la parete grigia, non aveva niente in mente, non sapeva nemmeno cosa stesse facendo.

Il ragazzo non reagì, anzi la lasciò fare e prima di porgli una domanda, vide uno specchio. Lo guardò, come si guarda il proprio ragazzo baciare un’altra ragazza. “Non c’è... o mio dio non c’è”

Lasciò la presa, e si avvicinò allo specchio. –ti prego compari, ti prego- sfiorò lo specchio con le dita come per accarezzare la sua immagine che non c’era, e poi due lacrime scesero dai suoi occhi gialli. “Perchè non riesco a vedermi”

Singhiozzò per un secondo e poi prese lo specchio e lo ruppe, lanciandolo sul muro.

“Stai calma ora ci sono io” la abbracciò e lei si sedette sul letto, accogliendo le sue braccia “ora non devi preoccuparti di nulla, finché sarai vicino a me non potranno farti nulla” Angel alzò la testa, era confusa.

Sembrava conoscere quel ragazzo da sempre. Le loro labbra sembravano attirate le une dalle altre, finché come delle calamite si incontrarono, e da quel momento incominciarono le scintille.
Dopo un pò di minuti lo guardò negli occhi rossi e chiese “Chi è che mi dovrebbe fare del male”
Lui le mise una mano nei capelli e la baciò di nuovo, finché Angel non si lasciò andare al turbine di emozioni che emanava.

Fecero l’amore in tutte le posizioni possibili ed immaginabili, poi dopo qualche ora di passione sfrenata lei volle risposte.

L’unica cosa che volle approfondire era sapere per prima cosa da chi doveva scappare.
Lui si fece serio, la guardò con occhi pieni di animosità e le disse “dai tuoi amici”

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Capitolo 4
*** NUOVO PIANO PER RIPORTARLA DA LUI ***


C’erano una volta due fratelli, i loro nomi erano Dean, il maggiore, e Sam, il minore.
Avevano gusti diversi: al primo piacevano le auto, le donne e la caccia.
A Sam invece piaceva lo studio e la vita tranquilla.

Ma nel profondo, il fratello maggiore sapeva che una vita spericolata non avrebbe colmato il vuoto che il padre aveva lasciato, e adesso stava per perdere anche la sua ragazza.
Perché era sua e di nessun altro.

L’avrebbe difesa con tutti i mezzi possibili cercando di starle sempre accanto.
Ma ora l’aveva persa. Sapeva che non c’erano cure e pensare che non l’avrebbero trasformata era una perdita di tempo.
Ma ormai non sapeva più a cosa credere, cosa fare o cosa provare.

Era lì a guardare il soffitto della camera dell’albergo, mentre Sam lo guardava da sopra “Dormi?” chiese in tono gentile. Dean infastidito si girò sul fianco e chiuse gli occhi “Che domanda stupida” sussurrò.

“E’ da due giorni che non mangi e non esci, non puoi...” “Non provare a dirmi come comportarmi, hai capito!” Sam si sedette accanto a lui.

“Mi dispiace...la conosciamo da moltissimo tempo e ucciderla non sarà facile neanche per me” guardò in basso e i suoi occhi si riempirono di rabbia.
“Quindi tu stai dicendo che vuoi arrenderti Sam.” era da un po’ che non lo chiamava per nome, e questo lo fece sobbalzare. Dean si sedette sul letto e guardò il fratello “Tu non immagini neppure cosa provo io in questo momento. E il bello è che fa’ male, cazzo se fa’ male. Io non potrei ucciderla. Non potrei sopportare i suoi occhi...”

Ormai Dean si era alzato, e mentre pronunciava quelle parole, la sua mano tremante versò quel liquido fino all’orlo del bicchiere.

Mandò giù ogni goccia di rum dentro a quel bicchiere di cristallo e poi il suo sguardo si posò su Castiel per pochi secondi. “Come mai così in ritardo, dimmi cosa hai trovato di così interessante, andiamo” lo disse sogghignando, ma Castiel vide un’amarezza in quelle parole mai vista prima.

“Ho avuto dei problemi con alcuni angeli, mi hanno localizzato e mi hanno braccato...”
“ahahahah ma non farmi ridere, se non li avessi cercati te non ti avrebbero mai trovato. Invece di cercare una cura tu...” Dean si mise una mano sul petto. I battiti del suo cuore stavano accellerando.
Bum bum, bum sempre più pesanti e veloci.

Ma Sam sembrava avere tutto sotto controllo “Comunque non sei riuscito a trovare niente su una cura?”
“Ho cercato dappertutto ma no, non l’ho ancora trovata.” “Ti prego non illudermi con il tuo “ancora”.
Dean questa volta sembrava più razionale, come se un' idea brillante l'avesse colto di sorpresa, e lui l'avesse accettata. Se ne accorse anche Sam “Però... potremo farla diventare buona, intendo portarla dalla nostra parte; l’abbiamo fatto la prima volta, perché non riprovarci.” disse Dean

L’angelo e Sam si guardarono con occhi smarriti.
Non volevano deludere quel ragazzo innamorato, a tal punto da farsi ammazzare per quella ragazza.

“Non posso abbandonarla, dobbiamo farlo per lei. E’ da troppo tempo che caccia insieme a noi e per me è come una della famiglia. E la famiglia non si abbandona”

Sam annuì dicendo “Tentiamo, ma non posso assicurarti che funzionerà” si girò verso l’angelo, dandogli un occhiata tipo –assecondiamolo-.

Castiel spazientito si rivolse a Dean “Le daremo solo una possibilità, ma se le cose precipitano interverrò personalmente”.

“Tranquillo non servirà” Dean era sicuro di quello che faceva, ed era altrettanto sicuro di poter riprendersi Angel.

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Capitolo 5
*** L'ALTRA VITA DI UN ERETICA ***


“Ti senti meglio ora” disse Ian “non fare complimenti, sei mia ospite” il suo sorriso fece esaltare Angel, che a sua volta ricambiò con una sorta di smorfia. Era sicura che quella villa fosse di quel ragazzo, tanto bello e tanto spaventoso allo stesso tempo.

“ Questo sangue, è delizioso dove l’hai preso” chiese lei con tono pacato. La casa era gigantesca e assomigliava molto ad una villa del XIX secolo; tutto era tenuto con gran cura, ed era strabiliante come quel' unica domestica, giovane e bella come lui, la tenesse in modo impeccabile .
“Sai ho parecchi numeri in rubrica sotto il nome di macellaio di fiducia” Angel sorrise e lo sguardo di Ian si fece tenero guardando il suo viso.

“Non ti senti solo” le chiese, curiosa di sapere cosa facesse tutto il tempo in quella casa. Teneva quel sacchetto di sangue stretto al petto con la mano destra, e con la sinistra stringeva una coperta di lino, l'unica cosa che la teneva al caldo
“Ora ho te” Si avvicinò a lei, e come un leone pronto a correre dietro alla preda, gli mise le mani attorno ai fianchi, e cercò le sue labbra provando ad attirarla verso di lui.

Ma lei non accettò il suo invito, ed invece si spostò in fretta vicino al fuoco. Lo guardò intensamente, come attirata dalle fiamme di quel camino, che sembravano danzare.
“Ti prego. Non giocare con il fuoco” disse lei “potresti scottarti e sai che alla fine succederà”

Lasciò cadere la coperta fino a sotto le spalle “perchè sono così attratta da te?” disse lei spostando lo sguardo su di lui e avvicinandosi sempre di più e cercandolo sussurò "dimmelo o non potrò giocare di nuovo con te" sorridendo si tirò in dietro e passò alla finestra

“Non avrei mai pensato che fossi così stronza” aggiunse. Questa volta la coperta cadde da sé, e rimase nuda davanti alla finestra aperta, a rimuginare.
“Non mi sono mai accorta di quanto fossero belle le stelle. Così luminose e così piccole ai nostri occhi.”

Ian non riuscì a capire dove volesse arrivare con quei discorsi. “Che ci faccio in questo posto, perché mi hai trasformato, e perché i miei ricordi non mi danno emozione alcuna, perchè sono attratta da te? ” lo guardò negli occhi rosso fuoco. Lui la rendeva confusa, e ogni volta che lo guardava la vita perdeva ogni senso. In meno di un secondo se lo ritrovò davanti, le prese la mano e le disse con il sorriso sulla bocca “Mi concede questo ballo” “ Sì, ma la mus...” non fece in tempo a finire la frase che THE GOO GOO DOLLS partì.

“Sei brava, dove hai imparato a ballare così bene?” Sembrava tranquillo mentre danzava con lei, e non sembrava molto turbato dalle domande che aveva posto Angel.

“Ti prego non fare la persona gentile con me, lo so’ che fai solo finta di essere così” Angel gli strinse la mano così forte che Ian dovette lasciarla “Wow quel sangue ti ha propio rinvigorito”

“Dimmi cosa stà succedendo” Angel cambiò tonalità di voce, come se due personalità fossero in conflitto fra di loro ogni secondo da quando si era trasformata.

Una gentile e umile, e un’altra spietata e oscura. Ed il problema era che non riusciva a controllarle, o meglio, non le lasciava chiuse dentro di se’.

“Bè tu cosa vuoi sentirti dire?”
“La verità, nient’altro che quella”.
Silenzio. Quello che sentirono fù un silenzio che durò per ben due minuti.
Raccolse la coperta e raggiunse Valery, la cameriera “Le porto all'ora" "Ci servirà un pò di sangue per riscaldare l'atmosfera" disse lui eccitato. “Però vuoi delle risposte. Bè se vuoi che ti racconti tutto, ma proprio tutto, dovrò iniziare dal principio,...”

Angel ascoltò terrorizzata.

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