IL FILO DEL DESTINO

di Selene_90
(/viewuser.php?uid=22988)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti salverò ***
Capitolo 2: *** Due compleanni differenti ***
Capitolo 3: *** Parole nell'anima ***
Capitolo 4: *** Parole nell'anima II parte ***
Capitolo 5: *** Sei tu quello che io voglio! ***



Capitolo 1
*** Ti salverò ***


Salve a tutti…lo so lo so vi starete chiedendo come mi permetto a pubblicare una nuova fic quando ne ho altre appena iniziate!!!! Ma è stato veramente più forte di me! Avevo questa storia in mente da un casino di tempo e finalmente mi sono decisa a scriverla. Non preoccupatevi cercherò di aggiornare in tempi brevi anche le altre mie fic.

La prima parte del primo capitolo è un POV  di Silente mentre la seconda parte è sempre un POV di Silente però con la funzione un po’ più da narratore, quindi sono scritte con un tempo diverso…

P.s. solo il primo cap è in POV!.

Buona lettura a tutti

 

 

Capitolo 1

Ti Salverò!

 

POV di Silente

 

Ero lì impegnato nello scontro con 5 mangiamorte… i migliori per così dire ,quelli che avevano una remota possibilità di tenermi testa ;una volta non l’avrebbero avuta..una volta li avrei messi fuori gioco con un unico colpo.

Ma la vecchiaia ha anche i suoi lati negativi.

I miei incantesimi hanno perso di intensità e potenza ,la mia velocità e diminuita e gli anni che porto si fanno finalmente sentire..

Non me ne rammarico e non ho rimpianti… Ma siamo in guerra e non posso permettermi di essere debole ,non in questo momento..non adesso.

Ti vedo inginocchiarti a terra tenere tra le tue mani sporche di sangue quel corpo della persona che ami più della tua stessa vita.

Si è tuffata davanti all’Avada Kedavra per te. Per salvarti!

Voldemort se ne sta lì poco distante da te beandosi di tutto il tuo dolore con un ghigno soddisfatto sulle labbra.

Tu stai urlando in questo momento… grida di rabbia ,disperazione ,vendetta.

Lo stringi maggiormente a te come se il solo gesto potesse riportarlo in vita e piangi, piangi come non hai mai fatto in vita tua.

Ti conosco bene Harry e quelle lacrime per te significano molto di più di quel che si vede.

Schivo un colpo di Malfoy senior e la mia attenzione ritorna a te..ancora inginocchiato a terra con il corpo del tuo Draco tra le braccia. Li scosti delicatamente i capelli davanti al viso e perfino io da qui riesco a vedere il sorriso sul suo volto..

È morto per te Harry mi verrebbe da dire…è morto per salvarti, per salvare la persona che amava con tutto il cuore..

Ma anche dirtelo non cambierebbe le cose…hai perso troppe persone a te care Harry. Tutti quelli che amavi si sono sacrificati per te!... tutti!

Hai ancora il segno delle lacrime versate poco prima per i tuoi migliori amici… eccoli lì… abbracciati l’uno all’altro distesi a terra ,privi di vita. Si sono protetti a vicenda sotto il tuo sguardo ,e so che ti sei maledetto per non averli potuti salvare; erano la cosa che più si avvicinava ad una famiglia insieme a Draco ,e li hai persi.

Riesco a mettere fuori gioco quattro mangiamorte tutti insieme… mi rimane solo Bellatrix.

Quante volte ti ho sentito dire che volevi vendetta contro di lei?? Troppe volte Harry ed ora sento le tue iridi verdi come la speranza posarsi su di me ,ancora bagnate di lacrime salate…

Ti vedo guardare negli occhi Bellatrix e stringere ancora di più a te il corpo di Draco e voltarti ,infine, a guardare Voldemort che è proprio dinnanzi a te.

Ormai siamo rimasti in pochi Harry.. troppo pochi per avere qualche speranza….

Ti vedo dare a Draco un bacio sulle labbra..delicato dolce..come la promessa che ben presto vi sareste rivisti…la paura si fece largo nel mio cuore troppo vecchio per dover sopportare anche la tua perdita.

Non morire Harry..ti prego non morire..

Un pensiero egoista..molto egoista da parte mia..ma ormai sei come un figlio per me…

Anche se so che adesso giocherai il tutto per tutto….ti vedo alzarti e posizionarti davanti a Voldemort.

Gli occhi ancora umidi dalle lacrime….

Ti stai avvicinando sempre di più..il braccio che portava la bacchetta improvvisamente privo di essa…

Sposto il mio sguardo fino a rintracciarla appoggiata sul petto di Draco, stretta tra le sue mani….

Perché l’hai lasciata lì Harry? Perché?...e molte domande in quel momento trovarono una risposta.

Sento le lacrime uscire dai miei stanchi occhi… ho capito Harry…lo dissi ad alta voce come se lui potesse sentirmi…,

Non avevo più nemici da contrastare oramai..erano stati tutti sconfitti…tutti tranne Voldemort.

 Ti Guardo avanzare verso di lui con la testa ancora bassa..i passi regolati..non di fretta non di rabbia ,ma solo di vendetta…una vendetta calma.

Sei arrivato lì di fronte, alzi la testa e ciò che vedo mi fa’ tremare le gambe.

I tuoi occhi sono privi di vita… sempre così splendenti e luminosi adesso sono così vuoti da sembrare inesistenti…

Un’altra lacrima seguì le precedenti.

Vedo Voldemort alzare la bacchetta intimorito e pronunciare quelle due parole che hanno decretato tutto il tuo destino.

 

Lo vedo ghignare soddisfatto contento ,per così dire,realizzato! finalmente aveva ottenuto quello che voleva ,ma non si è accorto di una cosa…

Hai alzato il braccio Harry ,posizionando il palmo della tua mano aperto davanti a lui.

Un enorme esplosione di luce verde riempì quasi tutto il campo di battaglia.

Per diversi secondi nessuno riuscì a vedere niente….

Avevo il cuore che mi si era fermato Harry..sapevo cos’era successo..ma non volevo crederci comunque.

Mi avvicino a te…ti vedo riverso a terra con la pancia all’insù ,gli occhi chiusi ed un sorriso felice sul volto… non cera bisogno di controllare… non volevo un’ulteriore  conferma.

Lupin si avvicina correndo..lo osservo inginocchiarsi al tuo capezzale e sentirti le pulsazioni…. una lacrima dopo l’altra comincia a scorrere lungo il suo viso..

Improvvisamente mi sento molto più vecchio di quello che in realtà sono.

La guerra è finalmente finita,si ma a che prezzo?

Guardo il corpo di Voldemort più in là sgretolarsi pian piano e diventare polvere.

Ormai e tutto finito… ed osservando in questo momento la tua espressione felice mi sfugge un piccolo sorriso..

Hai trovato la pace Harry…

Finalmente!.

Poche parole uscirono dalle mie labbra…

-Riposa in pace ragazzo mio-.

 

***

 

Sono  passate diverse settimane da quel giorno ma non riuscivo ne ancora a smettere di pensarci..vedevo la gente sopravvissuta soffrire per te Harry...la famiglia Weasley era distrutta, Molly continuava a piangere per tutti e tre…per loro eri sempre stato come un figlio Harry-.

Lupin sembrava più vecchio che mai..ormai aveva perso tutte le persone a lui care..solo Tonks era ancora viva ,ringraziando il cielo-.

-La gente è ancora sconvolta Harry per quello che ti è successo -dissi parlando ad una vecchia foto che avevo di Harry insieme ai suoi due amici…. me l’aveva data Lupin… sapeva che in un certo senso ne avevo bisogno…

Ripensai a molte cose quel pomeriggio.

 

Ripensai a Tom,alla sua smania di potere e immortalità ,ripensai a te Harry a tutte le sofferenze che hai dovuto passare.

Ho qui in questo momento i risultati del tuo mago…

Non sei neanche riuscito a vederli…..

Con un gesto della mano li incorniciai e li appesi al muro ;eri come un figlio per me Harry..forse non te lo mai detto ma tutto quello che ho fatto lo fatto per te… tenerti all’oscuro di molte cose importanti della tua vita..della profezia… Volevo solo proteggerti.

I miei pensieri ritornarono a Tom… se gli avessi fatto cambiare idea quando era giovane tutto questo non sarebbe mai successo ,ma non ne avevo avuto il potere per farlo..non si fidava di me, mi vedeva come un ostacolo al suo obbiettivo.

Fissai il cassetto di fronte a me…da quanto non era più stato aperto?.

Da troppo tempo mi dissi.

Da quando lo avevo ricevuto in dono…

Lo presi in mano…era uno strano ciondolo..una catenina molto delicata e sottile.

Un cimelio di Salazar Serpeverde…un altro!..non il medaglione dove Voldemort aveva messo parte della sua anima.

 

Era molto rischioso farlo..questo lo sapevo ,ripensai agli ultimi giorni e mi dissi che dovevo almeno tentare… non avevo più niente da perdere.

Ripensai ancora a tutta la vita che avresti dovuto rivivere….

-Mi dispiace coinvolgerti ancora ragazzo mio-.

Una lacrima sfuggì dal miei occhi per nascondersi nella lunga barba bianca ,mentre avevo appena preso la decisione più difficile della mia vita.

 

***

 

Mi trovavo di fronte alla tua casa Harry… ormai distrutta.

Entrai e vidi il corpo di James Potter riverso a terra con la bacchetta ancora in mano e gli occhi aperti sbarrati dal terrore.

Salì le scale sapendo già cosa aspettarmi ,e così fu.

Vidi Lily Potter anch’ella priva di vita riversa al suolo con le braccia ancora strette al piccolo Harry, non piangeva e di questo mi sorpresi.  Aveva un enorme taglio sulla fronte dalla quale sgorgava sangue ,molto sangue.

I suoi grandi occhioni verdi si posarono su di me come ad avere conforto ed una spiegazione del perché la sua mamma non si muoveva più.

Lo presi in braccio… dovevo fare in fretta..non cera più molto tempo da lì a poco sarebbe arrivato Agrid a prenderlo. Li misi la collanina al collo e poi la spezzai a metà….

Era un serpente arrotolato su se stesso con un incisura fatta apposta per poterla spezzare ,ma con un incantesimo adatto.

Appena fatto vidi il risultato della mia azione. Il piccolo Harry si sdoppiò tra le mie braccia diventando così due Harry….

-Non distruggerò le cose belle che hai passato durante la tua vita Harry -dissi per poi rimetterlo a terra dov’era poco prima. Strinsi maggiormente tra le mie braccia l’altro Harry ;stessi occhi ,stessi capelli ,stessa cicatrice…

Erano uguali.

In fondo erano sempre la stessa persona solo divisa in due…

Sentì che era ora di andare…

Guardai un’ultima volta l’Harry che avrebbe rivissuto la sua vita così com’era stata… gli posai un bacio sulla piccola testolina..

-Non temere Harry… andrà tutto bene…- il bimbo continuava a fissare il suo sosia tra le mie braccia…sentì i passi di Agrid rimbombare nella casa…

-Buona fortuna Harry Potter -dissi per poi sparire con l’altro se stesso tra le braccia.

 

 

Una volta al sicuro tirai fuori dalla tasca del mantello una giratempo..non una normale giratempo...una decisamente più forte e potente…

Molto pericolosa se nelle mani sbagliate.

La misi vicino al mezzo medaglione che Harry aveva ancora appeso al collo.

Spostai la particolare lancetta esattamente di  67 volte indietro…

Tutto cominciò a diventare nero ,una leggera luce appena appena visibile fece la sua comparsa ,strinsi Harry maggiormente a me…la luce divenne sempre più grande ,sempre più accecante fin che non mi ritrovai nuovamente con i piedi per terra. Sembrava aver funzionato..almeno così credevo.

Mi smaterializzai direttamente all’interno delle mura di Hogwarts ,in quello che tempo addietro era stato il mio vecchio ufficio di insegnante di trasfigurazione.

 

Appena entrai mi vennero alla mente molti ricordi,un infinità di ricordi che pensavo di aver ormai dimenticato.

Era esattamente il 31 ottobre del 1930.

Lo stesso giorno in cui avevo appena attivato la giratempo.

Scrutai ancora il piccolo Harry tra le mie braccia guardarsi attorno curioso.

All’improvviso sentì la porta dello studio aprirsi.

Uno stupefatto più giovane me stesso mi stava fissando con la bocca leggermente aperta dalla sorpresa.

Chissà come ,sembrava aver compreso immediatamente la gravità della situazione…il suo sguardo cadde inequivocabilmente al piccolo ancora tra le mie braccia che stava dormendo beatamente….

Ci impiegai tuta la notte  a spiegare tutto al mio più giovane me stesso.

Molte espressione solcarono il suo viso: dalla sorpresa iniziale ,allo sbigottimento  fino alla comprensione finale del tutto… Molti dubbi dovevano ancora essere svelati ma aveva capito il motivo principale della mia venuta.

Gli spiegai di cosa sarebbe stato il nostro futuro ,della vita di Tom, di quella di Harry delle sue sofferenze,degli Horcrux…e qui lo vidi abbassare il viso mortificato e con il cuore pieno di colpe che gli si sarebbero aggiunte con il passar degli anni.

-Abbiamo fatto molti errori durante la nostra vita -gli dissi fissandolo negli occhi ;l’unica differenza tra di noi erano le rughe in più che dimostravano la differenza d’età.- Per questo voglio darli una seconda possibilità- dissi indicando Harry.

-Sarò molto affezionato a lui?-mi chiese non smettendo di osservarlo.

Un sorriso fece la sua comparsa sul mio stanco volto….

-É come un figlio per me- dissi osservando il fagotto che dormiva ignaro tra le mie braccia.

Lo passai tra le braccia del mio più giovane alter ego… lo vidi osservarlo con la consapevolezza di tutto quello che gli sarebbe successo ;percorse con lo sguardo la sua fresca cicatrice..artefice del suo destino.

In quel momento avevamo appena cambiato il corso della storia e nulla sarebbe più tornato come prima.

Era ormai mattina presto del primo novembre… la notte era passata portando sconvolgenti rivelazioni su un futuro che nessun uomo avrebbe mai voluto essere messo al corrente.

Avevo fatto un patto con il mio me stesso più giovane…un patto di sangue per così dire…

Sapeva di tutto ma non poteva intervenire in niente..questa era un peso grandissimo da portare, ma in fondo glielo dovevamo ,per stare sconvolgendo ulteriormente la sua giovane vita.

Mi stava guardando con quei suoi occhioni grandi di un verde lucente ,magnifico e splendente. Mi domandai se al mio ritorno li avrei mai più rivisti quegli occhi.

Decisi di non pensarci..non ora almeno.

 

Alzai gli occhi dal bimbo tra le mie braccia. Ero lì. In quel luogo dove mi sarei recato non più di 10 anni più tardi.. un colpo di vento fece rabbrividire Harry tra le mie braccia..

Era giunto il momento. Dovevo compiere il suo nuovo destino.

Appoggiai Harry in una cricchia dove venivano messi apposta i bambini abbandonati ,con una lettera lì vicino.

In quella lettera avevo scritto tutto quello che per il momento dovevano sapere di Harry.

 

La scena mi parve estremamente famigliare. Lo avrei rifatto molti anni più tardi solo in un contesto differente.

Sperai con tutto il cuore di fare la cosa più giusta.

Lo guardai un’ultima volta ,le manine protese verso di me ,i suoi occhioni che mi pregavano di prenderlo in braccio, di sentirsi al sicuro. Un’ultima lacrima mi cominciò a sgorgare dagli occhi per poi cadere sul suo faccino.

Restai diverso tempo a guardarlo mentre pian piano chiudeva gli occhi lasciandosi abbracciare dalle calde braccia di Morfeo.

Mi alzai ma il mio sguardo non lo lasciò neanche per un momento.

-Buona fortuna Harry Potter! -dissi per poi attivare la giratempo e tornare nel mio desolato futuro.

-Compi il tuo destino figliolo-.

 

 

Angolino:

 

Allora che vi sembra???

Lasciate un commentino per favore, anche per dire che fa schifo!

Fatemi sapere se volete che descriva anche un po’ l’infanzia di Harry bambino o preferite direttamente a quando sono grandi??? Piccolo suggerimento perché sono indecisa!

Fatemi sapere mi raccomando

Un bacione Selene

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Due compleanni differenti ***


cap 2 il filo del destino

Allora che dire…. Mi scuso immensamente per il mostruoso ritardo!non ho proprio scusantie  vi prometto che non ricapiterà più almeno se posso evitarlo….

Ho deciso di cambiare il titolo in quanto ho visto altre storie con un titolo simile…quindi ho preferito cambiarlo…

Un grazie anticipato a coloro che recensire ranno comunque!

Bacioni e buona lettura

 

 

Capitolo 2

Due compleanni differenti

 

-No…vi prego…non ho fatto niente…zia- Esclamò con le lacrime agli occhi un bambino di quasi otto anni

Cappelli neri come la notte e luminosi occhi verdi ,coperti da due buffi e vecchi occhiali a lenti rotonde

Si ritrovò spalle al muro, lo stesso muro che delimitava il sottoscala nel quale era stato costretto a vivere fino a quel momento, la porta aperta poco più in là alla sua destra ,ma al momento sembrava troppo impaurito per accorgersene.

Osservava con le lacrime che scendevano copiose dai suoi occhi smeraldini ,la figura di suo zio con una cintura in mano che se la sbatteva più volte sul palmo della mano con aria minacciosa come se si stesse preparando allo schiocco che poco dopo avrebbe sentito sulla pelle del bambino

-Zio…zia…- disse guardando precipitosamente dall’uno all’altro

Le mani stringevano quasi maniacalmente un pezzo di carta alquanto vecchio e logoro…gli angoli della foto strappati, probabilmente consumati tra le sue mani

-Vi prego….lasciatemela tenere- disse ormai arrendendosi  alle lacrime che sgorgavano impetuose

-Ma guarda piagnucoli come una femminuccia- disse la voce canzonatoriaa di suo cugino Duddley che si trovava proprio dietro la gonna di sua madre ,guardandolo con quell’aria superiore e soddisfatta che dedicava specialmente a lui!

Vide zio Vernon farsi avanti continuando a far schioccare la frusta minacciosa

Automaticamente fece un passo indietro trovandosi veramente con le spalle al muro

-Vi prego…- gemette ancora terrorizzato spostando velocemente lo sguardo da uno zio all’altro

-STAI ZITTO RAGAZZO! COME TI SEI PERMESSO DI FRUGARE TRA GLI EFFETTI PERSONALI DI TUA ZIA- sbottò minaccioso diminuendo ancora la distanza tra loro

Harry abbassò lo sguardo fissandolo in quel pezzo di carta tra le sue mani che gli aveva regalato i giorni più belli della sua vita.

Anche se piegata poteva vedere lo stesso la faccia sorridente di una giovane donna sui vent’anni con un lieve accenno di pancia…capelli rossi e due fantastici occhi verdi risaltavano immediatamente a prima vista.

Sua madre!

Che suono strano quella semplice parola!

…madre…

Non l’aveva mai conosciuta! non l’aveva neanche mai vista prima di trovare ,per caso ,in un vecchio scatolone presente proprio nel suo sottoscala ,quella vecchia foto sgualcita…

Sua madre stava nel mezzo con un raggiante e meraviglioso sorriso che la faceva  sembrare una dea… dietro di lei coloro che dovevano essere i suoi nonni a quanto aveva capito ,poco prima di morire e in un angolo remoto della foto ,in lontananza rispetto a quelle tre persone sorridenti ,stava sua zia Petunia con sguardo omicida e disgustato allo stesso tempo e le braccia incrociate al petto.

-Ragazzo ho detto dammi quella foto- ringhiò rabbioso suo zio

Sollevò solo allora lo sguardo immaginandosi di fargli il più male possibile! Come si permettevano di chiederli questo?. Non faceva niente di male ad avere una foto di sua madre…perché continuavano a negarglielo così ostinatamente?

-Perché non posso tenerla?- sbottò con quanta più disperazione avesse nella voce

-È mia madre ho il diritto di avere una sua foto- continuò fregandosene delle lacrime che scendevano velocemente dai suoi occhi…

-PERCHÉ?- continuò urlando poco prima di sentire la cintura scattare verso di lui velocemente e produrre un rumore secco segno che era arrivata a destinazione.

Il bambino si accasciò a terra stringendosi con forza il punto nel quale la cintura  aveva strappato la sua maglia e un lieve ematoma faceva la sua comparsa

-NON OSARE A PARLARCI COSÌ STUPIDO MOCCIOSO- urlò furibondo il capofamiglia dei Dursley per poi strappare rabbiosamente la foto dalla mano del piccolo e rompendogliela a metà! Per poi buttarla con rabbia a terra.

Harry alzò lo sguardo furioso ,e in quel momento la terra sotto ai suoi piedi cominciò a tremare ,le luci si spensero e i vetri sbatterono improvvisamente causando la caduta di diversi vasi

-S…smettila- urlò terrorizzata sua zia ponendosi a protezione di Duddley con le braccia aperte

Harry a quell’urlo si calmò ,e così com’era venuto ,il tremore finì e tutto sembrò tornare alla normalità.

Il bimbo ancora col fiatone e la stretta ben salda sulla foto sbarrò gli occhi sorpreso ,rievocando nella sua mente le sensazioni appena sentite dentro se.

Cos’era successo?

Era stato lui  a provocare tutto questo?

Non era possibile!

Ma i suoi pensieri vennero bruscamente interrotti dalle forti e ruvide mani di suo zio che lo avevano preso con forza per un braccio sbattendolo con rabbia oltre la porta che delimitava il suo territorio...il sottocala.

Cadde malamente a terra sbucciandosi un ginocchio e sbattendo il zigomo su un scalino che di conseguenza arrossì immediatamente

Poteva sentire ancora tra le mani il contatto ruvido ed allo stesso tempo magico che quel semplice foto gli provocava.

-NON OSARE FARE MAI PIÙ COSE STRANE- tuonò la voce di suo zio aldilà della porta -E STARAI PER DUE GIORNI SENZA CIBO NE ACQUA!- per poi sbattere furiosamente la porta!

Harry si rialzò  lentamente in piedi scivolando poco dopo appoggiandosi al muro ,tenendo tra le mani tremanti la foto di sua madre. Poteva vedere ,che per sua fortuna ,la parte della foto che suo zio era riuscito a strapparli era quella dove era presente sua zia...tirò un impercettibile sospiro di sollievo osservando il volto disteso e sereno di sua madre mentre teneva la mano appoggiata sul ventre. Era come una specie di carezza…chiuse gli occhi profondamente immaginandosi la sensazione che avrebbe potuto provare in tal caso ,e una lacrima solitaria viaggiò lungo il suo volto fino a ricadere con un semplice “splok” sulla foto.

 

 

Viaggiando attraverso anni lunghi quanto istanti  un’altra lacrima solitaria scese dagli occhi di un bambino moro profondamente addormentato sotto le sponde di un albero dalle sporgenti chiome.

 

 

-Ehi Potter che diavolo fai piangi?- sbeffeggiò la voce arrogante di un ragazzino alto circa sul metro e 50 ,grandi occhi azzurri e cappelli biondi…

Il soggetto in questione aprì gli occhi assonnati rimanendo sorpreso di trovarseli umidi

Automaticamente si portò un dito all’occhio catturando con esso la lacrima galeotta. Poteva vederla ancorata sulla sua mano…una semplice lacrima…

Perché? Perché stava piangendo?

E mentre se lo chiedeva , velocemente ,come scene di un film ,le immagini di un bambino moro  e occhi verdi che veniva picchiato da un uomo grasso e con la faccia da maiale gli balzarono improvvisamente alla mente.

Sgranò gli occhi sorpreso apparentemente incurante delle tre figure che stavano avanzando verso di lui.

Quel bambino era lui! com’era possibile? Era proprio uguale a lui: stessi capelli ,stessi occhi ,occhiali pressoché identici ,stesso viso…

Com’era possibile?

-Che c’è Potter? sei anche sordo adesso?- sbottò ironica la stessa voce che lo aveva svegliato

Alzò lo sguardo immediatamente immergendosi nella visuale di tre ragazzini con le braccia incrociate al petto e sul viso un ghigno per niente rassicurante

Con un movimento veloce della mano si asciugò gli occhi alzandosi con una nuova e dura espressione in volto

-Lasciami in pace Rayan!- disse tranquillamente allontanandosi dall’albero che lo aveva ospitato fino a quel momento

Stava per sorpassarli quando uno di loro cappelli scuri ,così come gli occhi ,lo afferrò per un braccio sbattendolo a terra

Il bambino venne subito circondato dagli altro due trovandosi così in trappola

-Non parlarci così Potter!...non sei nessuno!-

-Perché voi si?- ribadì di rimando con la rabbia che cominciava a farsi sentire

Era sempre la solita storia: Quando si trovava da solo ecco che quei tre svenivano prontamente a rompergli le palle…

-Sei solo un misero ragazzino che si nasconde dietro l’ombra di Riddle ,che per dirla tutta non è neanche lui tutto questo granché- disse ghignando. Il moro si alzò di colpo spintonando il ragazzo biondo che aveva parlato

Rayan McDonald! Il bullo più bullo di tutto l’orfanotrofio!

-Se Tom non è tutto questo granché come mai appena lo vedi scappi come un coniglio?- chiese fronteggiandolo a meno di un metro dal suo viso

-Io non ho paura di Riddle sia chiaro-.

Il bimbo arcuò un sopracciglio incuriosito

-A no?- Chiese avvicinandosi lentamente -allora com’è che ti avvicini a me solamente quando Tom non è nei paraggi?-

-Stai zitto Potter!non parlare così- intervenne un altro bambino più basso dei tre e piuttosto robusto che rispondeva al nome di Gregor Smiles.

-Non ti impicciare Greg!non costringermi a farti male! ribatté il moro facendosi sempre più avanti

-Potter te lo ripeto non sei nessuno! Sei solo un miserabile!Neanche i tuoi genitori ti volevano- continuò spregevole -hanno preferito di gran lunga morire piuttosto che averti come figlio-

Le risate degli altri due si levarono immediatamente

Il moro non si scompose più di tanto! –già…ma almeno i miei non mi hanno abbandonato- terminò tagliente guardandolo dritto negli occhi!

-Non ti permettere Potter ad insultare i miei genitori o…-

-o cosa McDonald?- disse ormai stufo di quella conversazione

-Non ci fai nessuna paura ricordatelo Potter-

Il bimbo in questione si avvicinò talmente rapidamente al suo volto da non essere neanche visto e con freddezza gli strinse la mano alla gola.

-Io non ho nessun bisogno di far paura ad uno come te McDonald…ricordatelo!- scandì serio per poi mollare la presa dalla sua gola e superarlo senza più degnarlo di uno sguardo.

Il biondo si massaggiò la parte lesa e qualcosa in quel momento scattò nella sua mente…

Fece per metterla in pratica quando una voce fin troppo conosciuta lo fece bloccare sul posto

-Io non lo farei se fossi in te McDonald- disse con una freddezza da mettere i brividi

Il moro a quella frase si girò di scatto trovando Tom poco lontano da lui che si avvicinava lentamente verso il suo obbiettivo!

Tom quando ci si metteva sapeva mettere i brividi

Arrivò fino a trovarsi di fronte ai tre ragazzi che lo guardavano timorosi!

-Adesso sparite! Non voglio più trovarvi vicino ad Harry mai più! intesi? disse fulminandoli con lo sguardo

I tre annuirono velocemente cominciando a correre impauriti lontano dai due.

Tom si mise le mani in tasca con fare annoiato fissando i suoi occhi color onice in quelli smeraldini dell’amico.

-Tutto bene Harry?- chiese arcuando un sopracciglio che indicava tutto il suo scetticismo in quel momento

-Ma certo Tom! anche se arrivi sempre nel momento meno opportuno- disse sghignazzando mollandoli una pacca sulla schiena

Tom incrociò le braccia al petto con espressione pensierosa…

-Tu dici Potter?-

-Dico Riddle!-

Per poi allontanarsi verso l’interno dell’edificio ridendo come vecchi amici che in effetti erano.

 

 

Due occhi azzurri come il mare avevano seguito tutto l’accaduto

Harry Potter e Tom Riddle!i due bambini più strani di tutto l’orfanotrofio

Non era saggio mettersi contro di loro…bastava solamente che qualcuno ce l’avesse con Harry ,ad esempio ,che Tom diventava una bestia e la stessa cosa era nel caso contrario.

Tutti i bambini cercavano di starli alla larga! Era sempre stato così…fin da quando erano piccoli

Tom con una personalità e un carisma da vero capo ,duro con chi se lo meritava e gentile solo con una persona…lui!

Harry Potter!

Quel ragazzino dal carattere allegro e solare…gentile con tutti, capace di tirare su di morale le persone con un solo sorriso.  

La cosa strana è che era senza amici…nonostante il suo buon carattere non aveva fatto amicizia con nessuno…molte volte si chiudeva in se stesso assorto in chissà quanti più complicati pensieri estraendosi dal mondo intero.

Una sola persona era stata in grado di abbattere quel muro che si era costruito attorno….e questa persona era proprio Riddle!

Erano l’uno l’opposto dell’altro!...già da cominciare dal carattere: Tom aveva quel nonsoché di tenebroso e distorto che non si addiceva per niente ad un bambino di quell’età: era arrogante e sicuro di se oltre ogni dire, mentre Harry aveva quel carattere e quella spontaneità che ti disarmavano.

ma nonostante queste loro piccole differenze si erano trovati subito.

Erano stati attratti l’uno verso l’altra come i poli opposti di una calamita….e in alcuni frangenti la personalità di uno riusciva a placare quella dell’altro; erano una coppia perfetta!

Sembravano assorti nel loro piccolo mondo che non ammetteva nessun’altro all’interno!

Una cosa era certa; se fosse successo qualcosa ad uno di loro l’altro ne sarebbe stato rovinato.

-Da quanto posso vedere va tutto bene- disse una vecchia voce profonda ,la stessa voce proprietaria di quegli occhi azzurri come il mare.

Una lunga barba bianca risaltava a prima vista ,seguita immediatamente da una lunga veste dai colori più strani; ricordava quei personaggi delle antiche leggende di maghi e cavalieri…ma tutto questo era assurdo…o no???

La direttrice dell’orfanotrofio sorrise malinconica ricordandosi la prima volta che quello strano individuo dagli occhiali a mezzaluna aveva fatto la sua comparsa all’orfanotrofio con in braccio un bambino dagli occhi verde speranza…come scordarsi quella notte.

Era il primo novembre di otto anni prima...il sole stava facendosi spazio tra le nubi per uscire allo scoperto e dare inizio così ad una nuova giornata.

Era seduta sulla sedia della sua scrivania ,un pacco enorme di fogli tra le sue mani che aspettavano solo di essere compilati ,quando qualcosa di strano catturò la sua attenzione: assottigliò leggermente gli occhi cercando di mettere a fuoco la figura inginocchiata davanti al cancello dell’edificio.

Lo vedeva di tre quarti ,anziano con una lunga barba ed una veste decisamente fuori dal normale ,teneva tra le braccia un fagotto…nessun dubbio su cosa poteva essere…un bambino!

Un altro!

lo stava abbandonando! un’altra povera creatura costretta a trascorrere la sua infanzia dentro quell’edificio.

Gli si stringeva il cuore ogni volta che ne vedeva arrivare uno ,perché sapeva benissimo tutte le atroci sofferenze alle quali sarebbe stato sottoposto. Lo osservò per diversi minuti…la speranza nel suo cuore che cambiasse idea e che avrebbe ripreso con se quel piccolo fagotto…una speranza vana! Che sparì così com’era arrivata quando lo vide sparire sotto i suoi occhi.

Non poteva crederci. Quell’uomo era letteralmente sparito.

Si precipitò verso il cancello dove già in lontananza poteva vedere il fagotto posto nella cricchia

Lo prese in braccio e rimase impressionata dallo sfregio presente sulla sua fronte….

Una strana cicatrice a forma di saetta ,non si sapeva il motivo ma sembrava essere  recente ,molto recente. Solo dopo averlo preso in braccio si accorse della lettere presente li vicino.

Non avrebbe mai più potuto scordarsi quelle parole…in tutta la sua vita.

In quegli 8 anni la lettera era sempre ,e ancora tuttora ,conservata gelosamente nel suo cassetto.

-Beh si direi di si!- rispose lei alla domanda dell’uomo. Ormai si era abituata a quel bizzarro vecchietto così come lo chiamava bonariamente

Da quel giorno veniva lì ogni anno…due volte l’anno per la precisione. Il 31 luglio e il 31 dicembre. La data di compleanno dei due bambini più pestiferi di tutto l’orfanotrofio.

E prontamente portava un regalo per i due. Erano dei pezzi di vetro se così potevano essere chiamati…avevano le forme più strane molto lontane dall’avere un significato logico!

Ogni anno ne portava una ,e come ogni anno si incastrava con quella dell’anno precedente. Sembravano dei veri e propri semplici pezzi di vetro ma il materiale e la consistenza erano totalmente differenti. Non tagliavano ,ma neanche riflettevano per questo! più volte Tom aveva provato a sbarazzarsene ripugnandoli come oggetti inutili ,ma prontamente questi ,come dotati di vita propria ,ritornavano tra le sue mani; alla fine si era arreso trovandosi a guardarli ancora con odio quando li sorprendeva nel suo cassetto.

La direttrice non aveva detto loro da chi provenivano quei strani regali…ne cosa volessero dire,ma in effetti come poteva? neanche lei lo sapeva!

L’unica cosa che aveva detto ai due bambini era di conservarli fino all’loro undicesimo compleanno.

E solo allora si sarebbe scoperto il mistero.

Testuali parole di quel vecchio uomo!

Entrambi erano molto scettici a riguardo ,ma in particolare Harry ,che riusciva a trovare  quel nonsochè di divertente in quella storia ,pensava di potersi fidare di quel misterioso personaggio che regalava loro quegli strani pezzi di vetro!

Che significavano???

Una cosa era certa! Non vedeva ora che arrivasse il suo undicesimo compleanno per poterlo scoprire.

-Devo dedurre che ne abbia un altro?- esclamò la voce della direttrice comodamente seduta sulla sua sedia.

Gli occhi dell’uomo scintillarono

-Ovviamente!- sorrise per poi lasciare il piccolo pacchettino nelle mano della donna!

-Ovviamente!- sorrise lei di rimando.

 

 

 

-Tom…aspetta dove mi porti?- chiese con il fiatone inciampando leggermente nei suoi stessi pantaloni

Si era sentito svegliare nel bel mezzo della notte con una mano premuta fortemente sulla sua bocca impedendoli di emettere alcun suono.

Chiunque avrebbe urlato trovandosi in una situazione del genere...ma non lui…o no…di certo! dopo anni passati a contatto con un certo Riddle ci si abituava al suo modo di svegliarti…

Succedeva sempre così!

-Tom?-

-O ma che palle Harry! Stai zitto e seguimi! Se ci scoprono sono guai!- esclamò a bassa voce l’altro

-Ma dove andiamo?- disse a fatica cercando di stare dietro all’amico che si guardava velocemente intorno con un cipiglio pericolosamente alzato

-direi direttamente in punizione se non chiudi quella boccaccia- aggiunse scorbutico

Harry a quella frase si lasciò andare ad un sorriso liberatorio…

I ricordi delle loro innumerevoli punizioni gli sfrecciarono a tutta velocità davanti agli occhi

E nuovamente un sorriso si increspò sulle sue labbra.

Camminarono per diversi minuti una volta usciti dal cancello dell’orfanotrofio.Tom sicuro come sempre ,lui un po’ meno! Ma ormai era fuori no? Perché preoccuparsi adesso! Così messi via i diversi dubbi mentali si decise a seguire il compagno.

Il paesaggio stava mutando velocemente. Tutto il contrario di quello dell’orfanotrofio e contorni.

Gli alberi diventavano sempre più radi ed una leggera brezza solleticava i loro volti

Solo dopo essere arrivato a destinazione si accorse del posto meraviglioso dove Tom l’aveva portato.

Si potevano vedere benissimo le onde sbattere fragorosamente addosso alla scogliera sottostante ,sentire quel rumore lo faceva sentire in pace con se stesso e benché fosse buio una leggera foschia lo faceva sembrare illuminato.

-Tom- disse meravigliato il bimbo.

-ma perché mi hai portato qui?sai non penso proprio che io sia il tuo tipo quindi…-

-o piantala cretino- disse sbuffando e sedendosi a terra

Harry lo imitò sedendosi di fianco

Restarono diversi secondi in silenzio ,ognuno assorto nelle sensazioni che quel meraviglioso paesaggio stava loro infondendo finché un suono meccanico interruppe quel silenzio.

L’orologio da polso di Harry aveva segnato la mezzanotte

-Tom allora…?-

-Potter tu proprio non riesci a stare zitto e ricevere degli santi auguri in santa pace?- Chiese scontroso

Harry alzò un sopracciglio incuriosito

-Buon compleanno Potter- e senza guardarlo in faccia gli lanciò al volo un piccolo pacchettino che venne preso prontamente al volo dal moretto ancora con gli occhi sgranati dalla sorpresa

-Non dirmi che te ne eri dimenticato vero?- Chiese l’altro divertito.

-Se ti dicessi di si che mi risponderesti?- disse leggermente imbarazzato rigirandosi tra le mani il pacchettino color verde scuro

-Che sei sempre lo stesso Potter!-

Harry sorrise osservando ancora il regalo tra le sue mani

-Grazie Tom -disse per poi scoccarli un veloce bacio sula guancia.

-Ahh Potter sempre il solito smielato…non ci si bacia tra uomini- disse con faccia disgustata

-Grazie dell’informazione…quando lo sarai diventato non ti bacerò più -concluse sornione aprendo finalmente il pacchetto.

-Cretino!- ribadì sbuffando divertito.

 

*

 

-Tanti auguri Harry! Esprimi un desiderio!- Si disse ad alta voce un bambino moro chiuso nel suo sottoscala ,con l’unico regalo che in quel momento poteva desiderare…la foto di sua madre tra le mani.

-Grazie mamma! grazie papà!- Per poi sprofondare nel mondo dei sogni cullato dalla consapevolezza di aver appena compiuto 8 anni.

Ancora dieci e sarebbe uscito da quell’inferno.

 

 

 

 

 Angolino:

un enorme grazie a tutti quelli che hanno recensito il mio primo cap! vi adoro e prometto di non metterci più tanto come sta volta per aggiornare!baci

 

 

Fenicebianca: grazie mille! Scusa umilmente l’enorme attesa!!!spero tu continua a recensirmi comunque!

Themina: grazie mille tesoro!. Avevo anch’io quell’inclinazione per di più solo che all’ultimo ho deciso di far rivedere un po’ anche la loro infanzia! Grazie cmq del suggerimento!tvtttttttb dimmi che ne pensi!

Gokychan: grazie come sempre tesoruccio mio!!!!sono contenta ti piaccia! E scusa l’immane assenza per il secondo cap! ndme che si vergogna clamorosamente!!!fammi sapere! Tvtttttttttttb anch’io tantissimo! Ciao bacioni

kristin: interessante la  prevvisione…chissà che non si avveri!hehe!!!! che ti sembra????me lo fai un piccolo commentino nonostante il tempo vergognoso che ci ho messo a pubblicarlo???spero di si! Grazie di tutto e bacioni tvttttttb!

Kitty91: grazie tesoro!!! Con il tuo incoraggiamento mi sono decisa  a darmi una mossa!!! Ormai avevo perso l’ispirazione!!! Grazie grazie

Ximeng: ciao piccolina!!!! Sono felicissima ti piaccia! Onorata!! E grazie per il tuo bellissimo commentino!!! Mi hai fatto piangere tu a me! Allora che mi dici????baxoni

Ruby: grazie 1000! Spero che anche questo cap ti sia piaciuto anche se sostanzialmente non succede granchè!beh cmq grazie ancora e fammi sapere! Ciao ciao

Rea14: grazie grazie grazie! Non sai che emozione sapere di averti fatto addirittura scendere qualche lacrima!!!!(nel senso buono intendo ndme). Visto l’aggiornamento abbastanza presto! Almeno dalla tua recensione!!!hehe! cmq grazie di tutto!!bacioni e spero tu commenti ancora!bacioni

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Parole nell'anima ***


cap 3 filo destino

Scusate scusate scusateeeeeeeeeeeeee! Non so veramente come farmi perdonare questo increscioso ritardo! In compenso ho già pronti altri 3 chappy oltre a questo! Così il tempo tra uno e l’altro non sarà così lungo. P.S. ho aggiornato anche il "IL MISTERO DEI TEMPI" a chi interessasse!!!!

Innanzitutto questo capitolo era lungo il doppio ma ho preferito dividerlo per non renderlo troppo pesante. Fatemi sapere che così aggiorno subito, subito visto che l’altro è praticamente pronto

Ancora scusate e bacioni a  tutti gli angioletti che recensiscono

 

 

 

 

Capitolo 3

Parole dall’anima   1^ Parte

 

 

 

Una casa…

Era una bella casa vista da fuori.

Quelle case che ti sanno di famiglia, di affetto e amore! Peccato che la verità non fosse più lontana di così.

Un giardino ben curato, alcune cose alquanto strane ai suoi occhi, che potevano considerarsi delle macchine, spiccavano in primo piano.

Uno strano odore gli invase le narici. Cercò in tutti i modi di capire di cosa si trattasse ma niente. Non aveva memoria di un odore così particolare.

L’immagine divenne sfuocata all’improvviso e due occhi stretti come lame d’acciaio gli balzarono direttamente in primo piano. La pupilla di un colore misto tra il bianco e il giallo, e poi un ringhio di quei gutturali, rabbiosi che non prevedevano nulla di buono. Assolutamente nulla di buono.

La bava luccicava mentre scendeva tra i denti canini dell’animale.

La testa aveva preso a girargli, aveva ancora quel odore impresso nei polmoni e nel cervello, il ringhio aumentava sempre più, come se qualcuno avesse alzato il volume. Sentiva la nausea presentarsi violenta mentre la vista dava i primi segni di cedimento.

Il tutto venne bruscamente interrotto da qualcosa…una risata e per finire un nome, pronunciato con voce divertita da quella che poteva essere solo un maiale.

-Suvvia Squarta! non giocare con la spazzatura- lo riprese la voce maligna di una donna talmente larga da far benissimo concorrenza alla stazza di zio Vernon, beh non per niente era la sorella.

Nonché sua zia Marge.

-“E chi la vuole una zia così…meglio morire piuttosto che dover sopportare lei e questo suo cane pulcioso”-

-Squarta mi hai sentito?- ripeteva quella fastidiosa voce -rischi di prenderti chissà quali germi. Allontanati subito!-

-Vernon fai qualcosa! se il mio dolce Squarta si ammala di chissà cosa da quella specie di spazzatura vivente dopo te la faccio pagare intesi?-

E mentre un riluttante zio Vernon, che decisamente avrebbe preferito continuare ad assistere alla scena del cane di sua sorella che azzanna suo nipote, lo prendeva e lo allontanava dal braccio ormai sanguinante del bambino, una risata insensibile si diffuse per tutta la casa.

-Su, su squarta vieni qui piccolino della mamma- articolò zia Marge, per quanto la bocca piena glielo consentisse, sbattendo la mano grossa quanto una bistecca sul divano di fianco a sé.

Il cane ubbidì al volo adocchiando quella grossa mano cicciottella come se fosse veramente carne da addentare.

-“Magari lo facesse”- pensò un piccolo bambino dagli occhi verde smeraldo.

-Dì un po’ Vernon  è ancora qui questa peste? quand’è che vi deciderete a mandarlo per strada’ dovrebbe vivere in mezzo ai suoi simili!-

Il disprezzo che quelle parole racchiudevano in loro era ben visibile. Nonostante l’interessato fosse a soli pochi metri di distanza da loro, ne aveva parlato come se non ci fosse, o forse, come se non ci fosse mai veramente stato.

-S…simili?- Farfugliò l’uomo in evidente agitazione facendosi un po’ d’aria con l’enorme mano.

-Certo! Come dico sempre io i criminali dovrebbero stare insieme ai criminali e non approfittare del buon cuore di famiglie come la nostra Vernon caro- disse come se la cosa fosse ovvia.

A quelle parole l’uomo si rilassò visibilmente mentre il suo colorito tornava normale.

Harry aveva osservato, o per meglio dire, sentito tutta la discussione, mentre il capo era rivolto verso il basso come a non volere vedere niente, come a non esserne degno, come a lasciarsi scivolare quelle parole addosso senza che la sua mente ne registrasse anche gli sguardi.

 Vernon si sedette sulla poltrona di fronte a sua sorella, osservando con sguardo di fuoco il sangue che scendeva dalla mano appena morsa. Un urlo interruppe la risposta che stava fuoriuscendo dalle sue labbra.

 Petunia era appena entrata in salotto ed osservava come disgustata suo nipote. Beh, in effetti non c’era niente di strano in questo. Decisamente niente di strano. Era da quando era entrato nella sua vita che non aveva fatto altro che riservargli sguardi del genere, mai una carezza, mai una parola dolce, mai neanche solo un bacio sulla fronte.

Mai niente.

Sua zia gli si avvicinò prendendolo da un orecchio e tirandolo fuori dal soggiorno.

-Vai a lavarti scellerato, mi stai imbrattando tutto il pavimento con il tuo sudicio sangue-

Il bimbo si arrestò in mezzo al corridoio mentre un’unica parola prendeva forma nella sua mente reclamando quel posto che sapeva essere suo di diritto. Non riusciva a spiegarsi il perché ma sapeva che era giusto così.

“Mezzosangue”

Con un ‘intensità e famigliarità disarmanti. Cantilenata una volta dietro l’altra…

“Mezzosangue”

“Mezzosangue”

“Mezzosangue”

-MI HAI SENTITO?- gli urlò zia Petunia ad una spanna di distanza.

-HO DETTO VAI A LAVARTI E STASERA NIENTE CENA- e come ad enfatizzare tutto lo prese malamente per un braccio spingendolo in avanti.

-NON TI VOGLIO VEDERE FINO A  DOMATTINA. E ADESSO SPARISCI!-

E mentre sentiva i passi ormai lontani di sua zia si costrinse a non far cadere quella lacrima che era in procinto di farlo.

Non aveva più senso farlo.

Salì le scale di corsa tenendosi ancora la mano ferita

Era stufo di quella vita. Avrebbe voluto morire anche lui insieme ai suoi genitori, e si chiese se non fosse stato meglio così infondo, ma poi un dubbio lo assalì. E se neanche i suoi genitori gli avessero voluto bene in realtà?

Se non fossero morti lui che vita avrebbe fatto? Si augurò con tutto se stesso che fosse meglio di quella che stava facendo con i suoi zii, e nel profondo del suo cuore conosceva già molto bene la risposta.

Entrò in bagno e molto lentamente aprì il rubinetto dell’acqua

Ci  mise la mano sotto sentendo malapena la sensazione rinfrescante che gli procurava a contatto con la ferita.

Gli odiava tutti ormai. Voleva solo andarsene lontano da quel posto, lontano da quelle persone.

Si riscosse dai suoi pensieri quando una fitta particolarmente forte lo colpì in pieno facendolo rabbrividire, ed avvolta la mano in un pezzo di carta, scese le scale dirigendosi nella sua stanza, ovvero il sottoscala, sfuggendo per un pelo all’agguato che il cane di zia Marge gli aveva riservato.

Sbatté la porta ben consapevole che alla fine avrebbe pagato anche questo suo gesto.

Ma ormai non aveva nessuna importanza, non mentre un sospiro di sollievo nasceva involontariamente dalle sue labbra. Si distese sul letto esaminandosi con sguardo assorto la mano bendata, ripensando ancora a quella strana parola balzatogli in mente poco prima.

 

 

***

 

 

 

-Harry?-

-Ehi Potter-

-POTTER! -

Il moro ritornò come da uno stato di trans: la fronte leggermente sudata mentre il suo sguardo corse automaticamente alla sua mano destra.

Sangue…ricordava sangue. Tanto sangue. Troppo sangue.

-Era anche ora direi- proruppe una voce bisbigliata ma seccata.

 Il moro sentendosi chiamare si volse verso il suo compagno che sbuffava contrariato mentre tentava di calmare il battere furioso del suo cuore.

-Sai…mi chiedo perché diamine sono tuo amico?-

Il moretto dagli occhi di giada lo guardò confuso ghignando successivamente mentre un sbadiglio stava nascendo sulle sue labbra.

-Ti prego Potter non rispondere- aggiunse scocciato -Era più che altro una costatazione-.

Il bambino si stiracchiò leggermente mentre tratteneva a stento un altro sbadiglio sempre tenendosi inconsapevolmente la mano destra stretta nella sinistra.

Prima o poi avrebbe dovuto fare chiarezza in tutta quella strana storia. Non era la prima volta, e chissà perché avrebbe scommesso tutto l’oro del mondo che non sarebbe stata neanche l’ultima.

-È possibile sapere come mai il tuo cervellino ti pone questi asfissianti dubbi proprio ora? Durante la lezione di matematica?- chiese costringendosi a deviare l’attenzione da quel particolare e singolare episodio, naturalmente dipende dai punti di vista.

-Potter la tua domanda contiene già la risposta. Non farmi veramente pentire di essere tuo amico- e con un sorriso di sghembo sulle labbra spostò la sua attenzione nuovamente alla signora Evelyn che stava spiegando cose alquanto inutili alla lavagna.

-Tzè cretinate- sbuffò una volta visto cosa stava spiegando rispostando la sua attenzione a tutt’altro

Nonostante Tom fosse un genio praticamente in ogni materia, in matematica faceva proprio schifo, o magari non ci si impegnava apposta. Difficile dirlo.

Ma conoscendo Tom nulla era da escludere.

Harry lo guardò come assorto, mentre un senso d’odio non suo albergava nel suo animo.

Adorava Tom…e gli voleva un mondo di bene.

Come gli ripeteva in più d’un occasione, lui era tutta la sua famiglia, non gli serviva nessun altro, e prontamente Tom alzava gli occhi al celo dicendogli di crescere e che proprio non ci si vedeva con lui in versione mamma chioccia ad allevare un pargolo.

Inutile dire le varie sberle che si beccava da un adirato Harry mentre gli urlava dietro che preferiva di gran lunga le ragazze e che lui era un gran cretino.

Non avrebbe rinunciato all’amicizia di Tom tanto facilmente, neanche se fosse stato lui stesso a volerlo. Non voleva diventare solo. Non solo come…

E lì si bloccò

Nella sua mente stava pensando ad un’unica parola…

 

Come me

 

Come il protagonista di tutte quelle strane visioni che gli riempivano la mente.

Voleva risposte, le pretendeva. Cosa diamine gli stava succedendo?

Il suo viso si adombrò mentre catalogava ogni singola di quelle strane visioni avute fin’ora.

Non sapeva da quanto erano iniziate ma, anche se aveva la certezza che non fossero da molto tempo, si sentiva in un certo senso completo quando le viveva.

Non erano sogni, ma qualcosa di molto più realistico. Erano come se le stesse vivendo in quel momento. Era lui a viverle. Poteva sentire ogni singola emozione quasi meglio di come percepiva quelle che realmente viveva. Sentiva il dolore provato dall’altro se stesso, così come lo aveva soprannominato, come se fosse il proprio.

Molte volte si era chiesto se magari avesse  un gemello, da quello che riusciva a capire tramite i pensieri del suo alter ego anche lui era senza famiglia, viveva con dei maiali praticamente, che lo trattavano come spazzatura vera e propria, e in quel momento quegli occhi gli balzarono in mente contro la sua volontà.

-Squarta- disse come disgustato

Quel nome attirò l’attenzione di Tom che si girò  con uno sguardo scettico verso di lui.

-Potter nonostante io possa capire questi strani pensieri verso quest’inutile materia e naturalmente verso colei che la insegna, non penso che il modo migliore per risolvere la questione sia…

e qui si interruppe  guardandolo diritto negli occhi smeraldino mentre sollevava scettico il labbro superiore

…-“ squartarla” -

Harry lo osservò come se fosse sceso da chissà quale pianeta per poi non riuscire più a trattenersi e scoppiargli a ridere in faccia tenendosi addirittura la pancia con una mano dal troppo ridere, mentre con l’altra si tappava la bocca per non farsi sentire.

Tom assottigliò lo sguardo

Odiava quando Harry rideva di lui.

Era una cosa che non aveva mai sopportato e vederlo lì che non smetteva ma anzi continuava, seguendo qualche strana idea comparsa in quella sua testa malata, lo faceva imbronciare ancora di più.

Inutile dire che si trovarono entrambi cacciati dall’aula in meno di un secondo da un’adirata signorina Evelyn, mentre le risate del moro la facevano adirare ancora di più.

-Hai finito?- chiese scontroso incrociando le braccia al petto.

Il moro si stava ancora asciugando le lacrime dagli occhi quando, vedendo lo sguardo assassino dell’amico, scoppiò nuovamente a ridere beccandosi un’occhiataccia ancora più pungente se possibile.

-Ehi Tom…dai dove vai…- pronunciò a fatica cercando di ricomporsi, fallendo miseramente, mentre l’impulso di ridere non se n’era per niente andato.

-Dai Tom…Ok, Ok smetto…- disse praticamente urlandoli contro

Ma il moro non rallentava l’andatura continuando a camminare imperterrito

-Ok scusa Tom…e poi non possiamo allontanarci dall’aula, dai…?!?!?-

Il moro si fermò guardandolo negli occhi

Harry rise divertito, un’altro tipo di risata differente da quella precedente, come di un’amara consapevolezza nota solo a loro due, e avviandosi verso Tom capì che gli era già passata.

Infondo per quanto poteva restare arrabbiato con lui quando esibiva quei grandi occhioni come da cane bastonato???

Neanche un minuto a parere di Tom che lo agguantò per un braccio trascinandoselo dietro mentre con la coda dell’occhio vide apparire un altro piccolo sorriso sul volto dell’amico.

-cretino- buttò lì Tom

-credulone-

-idiota-

-doppio credulone- mentre il sorriso non accennava ad abbandonarlo

 

-Potter te la mai detto nessuno che ridi troppo?-

- Direi di si Tom-

-E chi sarebbe questo genio? Sentiamo!-

-Tu- per poi superarlo e correre verso la porta d’uscita

Per loro la lezione ormai era finita…esattamente quando gli avevano sbattuti fuori dall’aula.

Ormai tutti gli insegnanti sapevano che quando ne sbattevano uno fuori dall’aula, dopo non dovevano aspettarsi di ritrovarselo lì fuori ad aspettare tranquillamente.

Soprattutto se si stava parlando di loro.

Chiamiamola pure politica di Tom ed Harry.

Quasi inconsciamente, come la cosa più normale del mondo, si diressero entrambi verso il loro luogo…quello dove andavano sempre, e guai a chi osasse disturbarli, non accorgendosi però di due occhi color del ghiaccio che gli stavano osservando, ma soprattutto che stavano osservando lui…Harry.

-Finalmente ti ho trovato- sussurrò avvolto nell’oscurità mentre capelli biondissimi brillavano come avvolti da luce propria!

-“Vediamo cosa sai fare”- pensò sadicamente dopo aver mosso agilmente con un movimento delicato e aggraziato una strana asticella di legno tra le sue mani.

 

-Allora che ne dici?- il moro dagli occhi di giada fece finta di pensarci ma ad un’occhiata inteneritrice del suo compagno si interruppe scoppiando a ridere

-Certo che si Tom…che domande fai?- chiese come oltraggiato

Tom lo guardò male -tu un giorno o l’altro farai una brutta fine Potter e ti posso assicurare che sarà per mano mia se continui così- disse scherzando- ma a quelle parole l’amico si bloccò di colpo e l’immagine di un lampo verde e di un urlo gli riempirono la mente.

Tom vide immediatamente il cambiamento d’espressione sul suo viso e preoccupato gli si avvicinò

-Potter?-

-Harry- disse scuotendolo visto che non si muoveva di un centimetro ancora nella stessa posizione di prima.

Ma la sua mente era altrove, la voce di Tom gli giungeva come un eco lontano e privo di importanza mentre ben altro passava davanti ai suoi occhi

Una luce verde un urlo

 

Lily scappa prendi Harry

Lily

Lily

Un lampo verde, la voce di un uomo, l’urlo di una donna, un lampo verde…

-HARRY!!!-

L’urlo di Tom interruppe quel susseguirsi di immagini e suoni

-T…Tom- disse deglutendo a  vuoto

Il viso sbiancato di colpo mentre quell’urlo continuava a rivivere ben nitido nella sua mente

Non si accorse minimamente di essersi lasciato cadere a terra ed aver abbracciato l’amico mentre lacrime salate solcavano le sue guance

Tom rimase basito dal comportamento dell’amico rispondendo quasi meccanicamente al suo abbraccio. Una strana morsa si era impadronita di lui mentre qualcosa di fastidioso all’interno del suo stomaco si muoveva senza sosta.

Harry non era tipo da piangere per qualsiasi sciocchezza. In effetti le volte che lo aveva fatto si potevano contare sulle dita di una mano. Era anche per questo che erano diventati amici, era una persona forte, orgogliosa, sicura di se e soprattutto capace di affrontare qualsiasi situazione a testa alta.

Ma in quel momento rimase senza parole mentre sentiva sulla propria pelle lacrime e i tremiti che scuotevano il suo corpo.

-Harry…-

-Harry guardami-

Lo disse dolcemente cercando però di imprimere in quelle poche parole il comando che si aspettava avesse eseguito

Ma il moro non accennava ad alzare il viso ancora sprofondato nell’incavo del collo di Tom

Improvvisamente si ricordò quale furono state le parole che aveva innescato tutto ciò.

-Ehi Harry ascolami….guarda che stavo scherzando…Harry? affermò alzandoli il viso con due dita costringendolo a guardarlo negli occhi non permettendoli di sfuggire al suo sguardo

-HARRY ASCOLTAMI! Se è per quello…- il tono improvvisamente più dolce

-No Tom…- sussurrò fiebilmente

-Io…scusa non so cosa mi sia preso- disse staccandosi dal corpo confortante dell’amico e asciugandosi con una manica della veste gli occhi ancora umidi

-Harry-

-No niente Tom...veramente- e fece per girarsi sfuggendo così a quegli occhi carbone

Voleva sfuggire allo sguardo dell’amico da quelle pozze che nel profondo sapeva essere collegate alla morte

Si diede del cretino per aver pensato quelle cose di Tom, ma quel lampo verde e quelle urla ritornarono nuovamente nella sua mente.

Chiuse gli occhi girandosi per sfuggire inconsciamente a Tom ma si ritrovò impossibilitato a farlo quando sentì una presa ben ferrea sul suo polso

-Tom ti prego ho bisogno di stare solo- ma il moro al contrario strinse maggiormente la presa sul suo polso obbligandolo a voltarsi e fronteggiarlo-

Harry si sentì bruciare sotto quello sguardo

Cosa gi avrebbe detto?

Scusa Tom ma ce qualcosa che mi dice che tu sei responsabile della morte dei miei genitori?

 

Lily

 

Sua madre si chiamava Lily.

Lily come?

E suo padre?

-Tom- proferì tristemente non riuscendo a sfuggire a quello sguardo scrutatore

-Adesso non te ne vai di qui finché non mi spieghi che accidenti ti sta succedendo- e il suo tono di voce non ammetteva repliche.

Gli occhi smeraldini del bambino si abbassarono per diversi secondi per poi rialzarsi decisi in quelli neri di Riddle.

 

-So come sono morti i miei genitori-.

 

 

 

 

Scusate se non rispondo alle recensioni ma ho proprio il tempo limitato.

Nel prossimo chappy risponderò a tutti. Promesso!

Fatemi sapere..ci tengo tantissimo.

Ah si… anche se in ritardo BUON ANNO A TUTTI!.....XXD

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Parole nell'anima II parte ***


REC VERE

ECCO QUI.               APPENA AGGIUNTE LE RISPOSTE ALLE RECENSIONI DEI CAPITOLI 2 E 3 IN FONDO AL CAPITOLO

Eccomi qui…..nuovamente a rompervi i cosidetti…. Spero che vi piaccia questo chappy! P.S leggete le note in fondo al capitolo!!!!

Buon capitolo

 

 

 

Capitolo 4

Parole nell’anima II parte

 

 

 

Stava fissando ormai  da tempo ormai indefinito quella piccola lancetta muoversi avanti di poco ogni secondo che passava.

I secondi lasciavano lentamente spazio ai minuti i quali con un po’ di fortuna avrebbero lasciato posto alle ore.

-“Ancora un’ora”- si disse  guardando quasi speranzoso l’orologio  posto nel salotto dei Dursley. Inutile dire che quando vuoi disperatamente una cosa la sorte ti si mette contro con tutte le sue forze.

Era stato costretto con la forza da un indiscutibile zia Petunia a uscire dal suo sottoscala, nel quale era stato “gentilmente” invitato a restare e non farsi più vedere, finché evidentemente non avevano cambiato idea valutando l’opzione che sfruttarlo in cucina a preparare da mangiare avrebbe reso di più che non lasciato in pace una volta tanto.

Un piccolo uccellino di legnò segnò col suo cinguettio metallico la mezz’ora appena scoccata. -“Ancora mezz’ora”-  pensò rassegnato. E con un po’ di fortuna non l’avrebbe rivista per almeno un paio d’anni.

 Venne distratto dalla sua contemplazione quando si sentì strattonare violentemente da un braccio.

-Quando ti fa una domanda devi rispondere- si sentì urlare da suo zio

Ormai i suoni di quelle urla erano sempre gli stessi. Gi sentiva come ovattati e viveva la scena come a rallentatore, fuori dal mondo. Sapeva già cosa sarebbe successo, perché dargli la soddisfazione di farsi vedere anche terrorizzato? Era come se una coltre di indifferenza avesse preso vita sul suo volto e nel suo cuore. La situazione non sarebbe mai cambiata. Evidentemente era questo che si meritava. Ormai si ritrovava a pensarlo sempre più spesso.

Era sempre stato trattato come un “diverso”, come una specie di animale malato da cui è meglio prendere le distanze per non essere contaminato.

-STO PARLANDO CON TE PICCOLO INGRATO-

Chiuse per una frazione di secondo gli occhi cercando di non lasciarsi sfuggire nessun’altra valida motivazione che desse il via a suo zio.

-Vai immediatamente a portare da bere a zia Marge-

-ORA- gli sbraitò contro vedendo che il bambino sembrava non averlo nemmeno ascoltato

-Si zio Vernon- sussurrò abbassando lo sguardo per fare ciò che gli era stato ordinato

Ritornò pochi minuti dopo con un brocca piena d’acqua fresca. L’aveva riempita talmente tanto, augurandosi che quel maiale  la bevesse tutta d’un colpo e magari cominciasse a gonfiarsi come un pallone e rotolare in giro per casa.

L’idea lo fece sorridere mentre cercava di non far spandere a terra neanche una goccia d’acqua.

Come se l’avesse espresso ad alta voce quel piccolo demonio di un cane si avventò contro la sua gamba cercando in tutti i modi di fargli perdere l’equilibrio e causare inevitabilmente l’inevitabile.

-Ehi Squarta, su…Squarta- cercò di scostarlo con difficoltà mentre gli occhi porcini di suo zio avevano preso a fissarlo con il solito sguardo disgustato, con un occhiata che se avesse potuto incenerirlo a quest’ora si sarebbe trovato a terra in un mucchietto di cenere.

-Squarta-

Sembrava quasi una supplica la sua

-Allora ragazzo risuonò la voce appesantita di suo zio -Non sei neanche capace di portare un po’ d’acqua?-

-Vernon non capisco ancora perché lo tieni qui- intromettendosi in quella che sembrava essere divenuta la nuova scusa per mettere in evidenza chissà quali sue infinite mancanze e infermità mentali.

-Non è neanche capace a fare le cose più semplici. Sei sicuro che non abbia qualche problema? Cioè più di quanti ne abbia già- si corresse subito dopo, mentre una luce strana balenava nel suo sguardo troppo intento a squadrarlo da cima a fondo, mentre continuava a scrutare il ragazzino che tentava invano di allontanare il cane dalla sua gamba.

La voce di zia Marge continuò imperterrita come se avesse avuto la risposta che desiderava

-Beh in fondo non c’è di che sorprendersi, non è colpa sua- continuò imperterrita mentre una traccia di soddisfazione traspariva ad ogni parola che la sua lingua sputava fuori.

Il bimbo aveva ancora lo sguardo abbassato mentre cercava in tutti i modi di non prestarle attenzione, cosa che a quanto pareva, riusciva perfettamente mentre alzava fiero lo sguardo come a volerla sfidare.

-Basta guardare i suoi genitori…-

-Da quello che mi avete raccontato erano dei poco di buono- ribadì spalmandosi della marmellata su una fetta di pane, il quale in quel momento suscitò in lHarry una pena incredibile sapendo dove sarebbe andato a finire, e soprattutto notando quanto l’avesse sovraccaricato. Sembrava ci avesse riversato sopra l’intero barattolo.

Il bambino serrò le labbra per non lasciarsi uscire niente a quella provocazione.

Non gli avrebbe permesso di insultare ulteriormente i suoi genitori. Non erano poco di buono, e questo lui se lo sentiva nel profondo del cuore, se lo sentiva nello sguardo dolce e carico d’amore di sua madre nell’unica foto sua che possedeva e conservava gelosamente, come un tesoro prezioso che in effetti era.

Poteva dire quello che voleva ma lui sapeva qual’era la verità! Era una sensazione indecifrabile a parole. Avvertiva quel calore disumano all’interno del suo petto seguito da un immane tristezza e vuoto ogni volta che guadava quella foto, o che inconsciamente pensava a loro.

 Non riusciva però a capire il motivo di tale odio nei loro confronti. Solo perché alla fine si erano dovuti occupare di lui? Non erano sempre parte della famiglia?sua madre non era forse la sorella di zia Petunia? Perché tutto questo disprezzo? Perché tutta questa cattiveria?

 Rimase assorto in quei pensieri evidentemente troppo allungo  per i standard di sua zia che cominciò a chiamarlo ripetutamente con quella sua voce stridula in stile molto cornacchia.

-Piccolo insolente vuoi rispondermi?-

Il bimbo si riscosse dai suoi pensieri facendo tentennare leggermente la brocca tra le sue mani inondando di conseguenza il volto del cane che non si era staccato un attimo dalla sua gamba.

Questo subito cominciò ad abbaiare contro il bambino tirando come un ossesso il lembo di stoffa che ormai si trovava tra le sue fauci.

-Allora ragazzo- risuonò la voce pesante di suo zio -Quanto ci metti con quell’acqua?-

Harry stava perdendo la pazienza

-Lascia stare Vernon- si intromise la voce di zia Marge mentre si levava via gli ultimi residui di quello che era  stato il suo precedente spuntino.

Si sentì il suo sguardo disgustato che lo analizzava da cima a fondo. Scosse leggermente il capo mentre commentava molto probabilmente quello che le era passato per la testa.

-Troppo buono Vernon. Troppo buono- ripeté con una luce di rimprovero negli occhi mentre poteva vedere zio Vernon accomodarsi meglio sulla sedia che a parere del bambino ben presto non sarebbe stata più in grado di sostenerlo

-Adesso dammi ragazzo- ordinò strappandogli malamente la brocca dalle mani.

Che dire? Troppo ovvia la conseguenza.

Il gesto fu talmente veloce ed imprevedibile che la brocca gli sfuggì di mano frantumandosi in mille pezzi inzuppando di conseguenza Marge da cima a fondo.

Quello che successe dopo fu praticamente il caos.

Lo strillo di sua zia si udì in tutta la casa, come se avesse appena visto un rapinatore davanti agli occhi intento a derubarla, seguito dal rumore altrettanto fastidioso dello strascicare della sedia di zio Vernon il quale si era alzato per prendere il bambino dall’orecchio ed allontanarlo da lì.

Zia marge si alzò imprecando senza preoccuparsi minimamente di farsi sentire.

Maledetto moccioso hai visto Vernon cosa ha fatto? Me l’ha rovesciata addosso

-Io…io…- cercò di dire il bimbo mentre inconsapevolmente cercava di mettere più distanza possibile tra lui e loro con il timore che da li a quel momento sarebbe successo qualcosa, come se inconsapevolmente quei pochi passi l’avrebbero tratto in salvo dalla sua imminente punizione.

-Vieni qui piccolo impertinente. Come hai osato far cadere l’acqua addosso a Marge?- Il viso di suo zio era ormai diventato una maschera color fuoco, le pupille dilatate e non si sarebbe per niente sorpreso se da un moment all’altro gli fosse uscito del fumo dalle orecchie.

Del tutto inconsapevole si appiattì ulteriormente al muro alle sue spalle mentre si rendeva malapena conto di zia petunia la quale cercava in tutti i modi di asciugare il vestito di zia Marge.

Era pronto alla punizione che gli sarebbe arrivata da lì a poco. Poco importava se lui non avesse fatto niente

-Io…io…-

Deglutì a vuoto mentre le parole non trovavano la strada per uscirgli dalle labbra.

-Tu cosa piccolo disgraziato? Sei tale ed quale a quegli insulsi dei tuoi genitori. Si meritavano di morire. Hanno fatto un piacere all’intera umanità tranne che a noi- sbraitò contro suo nipote

-Vernon- il tono ammonitrice di zia petunia interruppe quelle assordanti urla mentre più di un paio d’occhi la guardarono con stupore e incredulità.

-Vai in camera tua adesso- sentenziò d’un tratto -ma prima chiedi scusa a Marge-

Harry spostò lo sguardo ancora incredulo dalla figura di sua zia che lo aveva salvato molto probabilmente da una sfuriata in grande stile da parte di suo zio

Perché l’aveva fatto?

-z..zia…-

Voleva capire, voleva capire il perché.

Poteva sembrare una cose dal tutto senza senso e priva di qualsiasi significato logico, ma lui voleva sapere.

-mi hai sentito ragazzo?-

Improvvisamente si sentì strattonare da un braccio con violenza e sbattere addosso al muro mentre registrava anche troppo bruscamente l’impatto che quel gesto aveva provocato.

Si morse il labbro per non emettere nessun gemito di dolore. Non doveva dimostrare loro alcuna scusa per poi poter ridere di lui.

Non ne avevano bisogno

Gli occhi gli si inumidirono appena mentre il dolore si faceva sempre più forte.

-Sparisci! ORA!-

Ma lui non si mosse. Voleva sapere il perché della difesa di sua zia

 

Oh piccolo Harry…Non lo sai che il verbo volere non esiste nel tuo vocabolario? Il volere e l’avere sono solo per pochi eletti piccolo!

Ma la testardaggine, come si sa, è l’ultima a morire, così come la speranza.

 

Che in fondo in fondo l’avesse fatto perché gli voleva un po’ di bene? Gli bastava un gesto affermativo da parte di sua zia. Da parte di colei che era la sorella di sua madre.

Sangue del suo sangue

L’unica figura femminile che più si avvicinava ad una madre.

-Zia…- sembrava quasi supplicarla con quella semplice richiesta che racchiudeva in sé molto più di quello che poteva sembrare.

-Non montarti la testa- proferì guardandolo dall’alto in basso stringendo gli occhi come se stesse osservando un insetto particolarmente grosso nel bel mezzo del soggiorno

Ecco quattro semplici parole che gli fecero buttare nella spazzatura anche quel poco di speranza che era rimasta viva in lui.

-Non pensare che io ti abbia in qualche modo difeso ragazzino! Sono pienamente d’accordo con le parole di Vernon, e non sai quanto preghi ogni notte di poter tornare indietro così da non prenderti più con noi. Sei stata la disgrazia più grande mai capitata alla mia famiglia, dopo naturalmente la nascita di tua madre- dichiarò storcendo il naso con le braccia incrociare al petto

Il silenzio regnava incontrastato in quel momento, ed una strana “cosa” prese vita nell’animo del bambino.

Non sapeva come definirla

Rabbia, delusione?vendetta per le parole appena uscite dalle sue labbra?

Forse

-Non sai quante volte preghi perché quello che è successo ai tuoi genitori accada anche a te petulante ragazzino e ci lasci finalmente liberi di vivere la nostra vita-

Harry aveva abbassato la testa per tutto il tempo mentre quelle parole affilate come lame rimbombavano nella sua testa.

L’illusione che almeno sua zia non lo considerasse alla stregua di un insetto, ma almeno come un essere umano, si era fatta spazio pian piano nella sua mente e spezzata con l’opposto della velocità da sua zia.

-E adesso come ha detto tuo zio chiedi scusa a zia Marge e sparisci di qui-

Harry alzò gli occhi dal pavimento per fissarli in quelli malapena dischiusi di sua zia.

 

-No!-

 

Un sussurro appena udibile

-Come hai detto?- gracchiò sua zia

-Ho detto no!- pronunciò questa volta a voce più alta.

Aveva gli occhi fissi in quelli dei suoi zii talmente stretti da bruciarli persino. Oppure erano le lacrime imprigionate in esse a farlo?

Forse entrambe.

-Ripetilo se hai il coraggio- si intromise suo zio stringendoli malamente il braccio

-Ho detto no- strepitò ad alta voce -è stata lei a far cadere l’acqua non io e…-

-Come osi? Vernon tu non dici niente?- La voce indignata di zia Marge sovrastò quelle dei suoi zii che gli urlavano dietro.

-Vernon non puoi permetterli che mi parli così! Vernon!-

-Chiedi scusa o te ne pentirai moccioso-

-Non ci penso neanche- ma ancora prima di finire la frase senti qualcosa di forte costringerlo a girare la testa dall’altra pare e l’impronta di 5 dita fu immediatamente visibile sulla sua guancia.

-HO DETTO CHIEDI SCUSA-

La respirazione di zio Vernon sembrava alquanto messa male da ad osservare il colorito paonazzo che si era impadronito di lui

-NO- urlò ancora con tutta la rabbia che in quel momento si scoprì di possedere, e senza preavviso tutti i bicchieri presenti sul tavolo scoppiarono uno dietro l’altro spargendo pezzi di vetro in tutte le direzione

Le urla di sua zia furono ben udibili e senza aspettare che il secondo schiaffo finisse dritto là dov’era finito il primo prese a correre fuori da quell’inferno. con le lacrime che uscivano dai suoi occhi annebbiandoli la vista.

Senza neanche rendersene conto aprì la porta di casa cominciando a correre fuori, per i vialetti, incurante che due occhi cristallini lo stavano seguendo molto attentamente.

 

 

***

 

 

-Che cosa?-

Forse  a tutto questo cera una spiegazione. Anzi doveva esserci una spiegazione più che valida.

-Come sarebbe a dire che hai scoperto come sono morti i tuoi genitori?- chiese un sospettoso Tom

-Potter sei sicuro di star bene?- disse scrutandolo attentamente mentre i battiti del suo cuore cominciavano a calmarsi.

Oh dio, non che il suo aspetto al momento potessero indurlo a pensare di si ma quello sguardo…il suo sguardo…

era la cosa più vera che avesse mai visto.

La luce che brillava in esso era carica di una cosa che neanche lui sapeva ben definire

-Te lo ripeto so come sono morti i miei genitori-

Tom lo fissò attentamente prima di prenderlo per un braccio e farlo sedere a forza a terra

-Non so in che punto e quando tu abbia sbattuto la testa Potter ma la cosa è grave a quanto vedo. Lo sapevi come sono morti i tuoi anche ieri se è per quello- disse stiracchiandosi leggermente le ossa intorpidite tentando così di far scemare la tensione accumulata tutta d’un colpo.

Ormai il sole cominciavo a sparire all’orizzonte lasciando spazio ad una leggera brezza invernale

-Tom…-

Una strana inquietudine si era impadronita di lui mentre ripeteva nella mente il tono con il quale aveva appena pronunciato il suo nome

-Ti ripeto so come sono morti i miei genitori- e questa volta il suo sguardo mandò quella scintilla di verità ed assoluta convinzione che solo a lui riusciva.

Ma la testardaggine e le proprie convinzioni sono dure a morire

-In un incidente… -

-No- lo interruppe senza lasciarlo finire

Il moro arcuò le sopracciglia come incuriosito

-Almeno che negli incidenti non si vedano luci verdi- e il suo sussurro si perse come acqua nel vento

Tom fece per ribattere ma un rumor sospetto lo costrinse a fermarsi facendolo voltare di scatto.

-Ma cosa…?-

E poi fu solo il buio mentre il suo corpo cadeva a terra inconsapevole di quello che sarebbe accaduto di lì a poco.

 

 

***

 

Il bambino cadde a terra quasi senza neanche accorgersene.

Stava correndo con gli occhi inondati di lacrime amare, lacrime che avevano caratterizzato la sua vita fino ad allora. Gli odiava…gli odiava tutti.

Stava correndo con tutte le sue forze non prestando attenzione realmente a dove andava. Sapeva solo di voler mettere più distanza possibile tra lui e loro,avrebbe corso finché le sue gambe magre glielo avessero permesso.

Non gli importava il freddo, non gli importava del fatto che aveva addosso solo una semplice maglietta di cotone in cui ci sarebbe stato dentro altre due volte volendo, non gli importava di sentire l’aria pungente congelare quelle gocce salate che sgorgavano dai suoi occhi ed andavano a morire nel vento come diamanti…

Semplicemente non gli importava.

 Alzò lo sguardo frastornato mentre tentava di mettere a fuoco cosa lo avesse fatto cadere a terra, o per meglio dire chi

Gli occhiali a terra poco distanti, la lente sinistra rotta

-Mi scusi io…- ma le parole gli si bloccarono in gola, per qualche sconosciuto motivo impossibilitate  a continuare

-Buongiorno piccolo-

L’uomo aveva parlato con una voce a lui estremamente familiare

Dove poteva averla mai sentita??? Lo vide chinarsi e raccoglierli gli occhiali. L’ultima cosa che udì prima di sentirsi alzare in piedi delicatamente.

-G…grazie- boccheggiò con una strana sensazione alla base dello stomaco

L’uomo sorrise mentre i suoi occhi incredibilmente blu brillarono di vita propria e gentilmente gli riconsegnava gli occhiali mettendoglieli direttamente sul naso.

Harry poté giurare che prima erano rotti mentre osservava gli occhiali che sembravano essere diventati come nuovi.

Alzò lo sguardo perplesso ma davanti a lui ormai c’era solo il vuoto.

 

 

 

 

 

 

FINE ANCHE QUESTO CHAPPY!!!! Volevo dirvi solo due paroline…

Alloooooraaaaa: come abbiamo potuto vedere questo chappy è quasi interamente concentrato sul piccolo Harry dei Dursley e poco su l’altro Harry e Tom! Ma non preoccupatevi…il prox cap sarà tutto il contrario.

Come vediamo inoltre Harry comincia a ribellarsi a soprusi dei suoi zii, direi che è anche ora….hehhe

Ma sarà veramente così?

Pulce nell’orecchio…chi sarà il misterioso personaggio alla fine del chap che gli riconsegna gli occhiali? E cos’è successo a Tom?

Aspetto recensioni! Sia buone che brutte fa comunque piacere! Un bacio a tutti e mi raccomando commentate! Voglio sapere cosa ne pensate.

P.S. LE RISPOSTE ALLE RECENSIONI LE SCRIVO DOMANI E LE POSTO SOTTO IL CAPITOLO PERCHÉ ADESSO SONO STANCA MORTA! QUINDI DOMANI VERSO IL POMERIGGIO VE LE TROVERETE LÌ SOTTO IN QUANTO DEVO DARE RISPOSTE MOLTO IMPORTANTI AD ALCUNI DI VOI CHE ME LE HANNO GENTILMENTE CHIESTE.

A DOMANI

LE RISPOSTE DEL CAPITOLO 2:

 

Neko Tensai:Ohhh grassie 1000!!!! Sai che mi metti in difficoltà????magari è proprio così come dici tu!! Sono felicissima che ti piaccia tanto! Attendo un tuo commentino! Bacioni

Lien: che bello una tua recensioneeeee!!!! Mamma mia veramente bellissimo!!!mi fa piacere che anche tu ami questi due paring! D’altronde sono meravigliosi!!!! Grazie ancora e spero di ricevere presto un tuo commentino a luce nell’ombra! Sarebbe un onore sapere cosa ne pensi! Bacioni

Ruby:hehehe!!!! Grazie veramente tesoro dei complimenti! bacioni

Resha91:ciao ciao ciaoooooooo!!! Ciao piccola!!!! Che bello un tuo commentino!!!! *0*!!! Grazie per il genietto. Per il fatto che uno sogna l’altro….mmm difficile da spiegare…adesso come adesso non posso dire granchè..ancora un po’ di pazienza…chissà che magari non succede anche il contrario!!hehe kiss

Rea14: ma ciaooooo!!!Guarda che però voglio i diritti d’autore intesi??? Hehehe!!! Thanks per la recensione e ancora di più perché segui la mia ficcy. Sono veramente felice che riesce a coinvolgerti bacioni a presto spero cara!

MonnyLove:Caraaaaaaaaaa! Ma grazie! Come sempre sei troppo gentile!!! Che dire senon ancora grazie? By by

Sere13:Ohhhhhh grazie grazie graziie! Me felicissima che ti piaccia la mia ficcy!!!! Baci baci ciao alla prox

Fenicebianca:Grazie 1000! Ricevere i tuoi parere è sempre bellissimo! Veramente! Scusa il ritardo dell’aggiornamento! Bacioni grandi grandi

Lullaby: salve lully!!!!! Grazie come sempre! Certo che non me ne scordo….a breve l’aggiornamento! Contenta? kiss

gokychan: ciao carissimaaaaaaaaaaa! Da quanto tempooooo! Grazie per tutte le cosucce carinissime che hai scritto nella tua recensionina!!!! Il mio cuoricino sta scoppiando…. Strabacioni tvttttttttttb

kitty91:vedo che sei sempre tra le più…vediamo…come dire? Sostenitrici della morte dei Dursley? Heheh!!! Beh ti capisco però!diciamo che prima o poi avranno cio che si meriteranno!! Contenta? kissoli

Andy14: Grazie piccola! Me onoratissima di ricevere i tuoi commentino preziosi!!! Hehhe lo so lo so sono malvagia ad averti lasciato in quel modo… Sai una cosa? Penso che molti parteciperanno a questa tua iniziativa verso i Dursley!!! Bax tesoro!

Zia Voldy: Grazie carissima! Non sai che gioia si per me ricevere una tua recensione! Salto sempre sulla sedia quando capita!!!hehe (starai pensando questa è matta…  -___- beh…può essere) Ancora grazie di seguire la mia ficcina! Bacioni e ancora complimenti x la tua di ficcy!!! kiss

 

 

RISPOSTE CAPITOLO 3

Kristin: ciaoooooooo piccolaaaaaaaaaaa!!!ma dai non fa niente! mi basta sapere che ti piace!!! Grazie moltissimo della recensione naturalmente!!!sinceramente quelle sono le parti che preferisco anch’io!!! hehe!!! Per tua gioia il cap 5 sarà quasi tutto su di loro!!!! E perché no….anche il 6!!!

Per sapere il proprietario dagli occhi gelidi dovrai penso aspettare il prox cap o almeno in quello avrai un’indizio!!! Grazie ancora cucciola tvtttttttttttb! È sempre un piacere leggere le tue rec! Kiss

Lullaby: scusaaaa l’attesa!!!!! Me che si inchina davanti a te!!! Sono veramente orgogliosa che  ti piaccia la ficcy! Ad ogni tuo commento sempre di più! visto aggiornamento veloce??? Bacioni cucciola!!!

Zia Voldy: buondì carissima!!!!!non dirlo a me!!!penso che si noti abbastanza quanto detesto tutta quella famiglia di ciccioni!!! Grazie delle varie recensioni che mi hai lasciato!! Me onoratissima!!! Hehhe penso che il numero delle fans di Tommino cominci ad aumentare veramente!!!beh speriamo! Bacioni ancora e grazie mille! Kiss

 

Zafirya , fenice bianca, MonnyLove:  innanzittutto grazie mille a tutte tre per le belle cose scritte e adesso rispondo a tutte su alcune domande che mi avete posto:

allora: l’harry n 1 (dei Dursley) per il momento non ha ancora nessuna visione del n 2..però non è detto che non le avrà…. Tra breve avrete la risposta.

Il tuo dubbio zafirya è più che lecito in quanto il n1 non dovrebbe essere ancora nato, ma il fatto è che il viaggio di silent ha causato una vera e propria distorsione temporale però ciò non significa che siano in due mondi paralleli! Mettiamola così: succederanno fatti che confermeranno alcune cose del futuro belle o brutte che siano! (nn posso divulgarmi).

Diaciamo che con questa risposta ho anche risposto alla successiva in quanto esiste sempre il tom originario ma con due Harry che poi è uno solo però diviso a metà per così dire. Lo so che è complesso e forse mi starete maledicendo in questo momento ma la cosa avrà piu senso con l’andar del tempo!!!

Spero di aver risolto un po’ di vostre domande! Se così non fosse perdonatemi e chiedetemi pure quello che volete! Cercherò di rispondere a quanto mi è possibile!

 

Ximeng: eccoti qui cara!!!come sempre grazie! Sto diventando ripetitiva!!!hihi!!! l’uomo biondo??? Pazienza pazienza…presto ci saranno indizi!! Per harry e Draco diciamo che non manca così tanto quanto puo sembrare!!! Dico solo che i due avranno modo di incontrarsi prima di Hogwarts!!! Ops!!! 0__0 mi è scappato!!!! Hihi bax tesoro! Kiss

Kitty91:il tuo odio verso loro continua ad aumentare a quanto vedo! Hehehe e questo non può farmi altro che piacere!!! Fidati!! Visto che ho aggiornato presto??? Spero di si! kissoli

Andy14:Grazie come sempre! Spero che anche questo chappy ti piaccia! bacionissimi

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Sei tu quello che io voglio! ***


prova 5

Ecco qui un nuovo capitolo tutto per voi ma in particolare lo dedico alla mia GOKYCHAN. Spero che tu adesso stia un po’ meglio! ( per quello che mi avevi scritto nello scorso chappy)bacioni

 

 

Capitolo 5

Sei tu quello che io voglio!

 

 

 

 

 

Quel periodo dell’anno era in assoluto il suo preferito.

Quell’aria ancora tipicamente estiva veniva rinfrescata da quella che tentava di prendere il suo posto, come il regolare ciclo delle stagioni imponeva, creando così una brezza fresca e delicata che sapeva di libertà, di trasgressione alle regole, di vita.

Quel movimento sinuoso che le foglie compivano mentre si staccavano dai rami degli alberi più grandi, lo incantava completamente, il suo sguardo non riusciva a staccarsene quando con una lentezza quasi esasperante raggiungevano terra, come se in realtà, non volessero mai giungere a destinazione.

Il colore delle foglie gli faceva venir  voglia di osservarle per ore intere senza mai stancarsene. Quelle tonalità di verdi che passavano gradualmente ai gialli più meravigliosi non lo inondavano di tristezza come molto spesso accadeva, ma al contrario gi donavano una tranquillità quasi eterna.

Amava perdersi in quei colori quando poteva, quando nessuno lo guardava, quando per qualche strano motivo la presenza di Tom al suo fianco veniva a mancare.

Proprio come in questo momento.

Chiuse gli occhi, e quando lì riaprì, il trovarsi di fronte quel paesaggio non gli fece l’effetto sperato.

Dio, cos’era successo? era accaduto tutto troppo in fretta!

 

Tom…

 

Una mano appoggiata delicatamente sulla sua spalla lo distrasse dai suoi pensieri  facendolo voltare a guardare a chi appartenesse.

Un’anziana donna dallo sguardo dolce e amabile si rifletté nelle sue iridi smeraldine mentre un piccolo sorriso nasceva spontaneo sulle sue labbra.

-Harry, se vuoi puoi entrare adesso- gli si rivolse dolcemente, mentre i suoi occhi esprimevano più di mille parole.

Annuì col capo, uno strano magone gli impediva di proferire parola e la sensazione di sconforto e disagio quasi lo invase completamente quando vide il volto pallido di Tom mimetizzarsi tra le coperte dell’infermeria.

-Su, vai Harry. Ha solo bisogno di riposare un po’ e tornerà come nuovo- cercò di confortarlo l’anziana donna dandogli un piccolo colpetto sulla schiena e scompigliandoli affettuosamente i capelli corvini.

Non poté impedirsi di annuire nuovamente mentre le parole cercavano invano di uscire dalle sue labbra.

Tom aveva un cerotto sulla fronte e uno che gli copriva il zigomo destro mentre da quello che poteva vedere la caviglia destra era tutta fasciata. Poteva scorgere diversi tagli anche sulle braccia. Il volto insolitamente pallido in confronto alla solita cera.

Non aveva mai visto Tom così, anche se era una sciocchezza, anche per una semplice botta alla testa e qualche graffio…non ci era abituato.

In genere era lui che finiva sempre in quelle condizioni, durante tutte le loro avventure, era lui quello che chissà come se ne usciva sempre con qualcosa, mentre Tom l’unica cosa con cui se ne usciva era il suo solito ghigno da “ tipico Potter! solo tu puoi ridurti così!”.

Sorrise a quel ricordo cercando di calmare quell’agitazione crescente che albergava dentro di se.

Era ancora in piedi vicino al suo letto fermo e immobile.

Inutile negarlo

Vederlo in quelle condizioni non aveva fatto altro che aumentare il magone che già si portava dentro.

Sentì la porta della piccola infermeria chiudersi alle sue spalle e solo allora, come ridestato da mille pensieri, si accorse che decisamente era il caso di sedersi un po’.

Trascinò una sedia fino al suo letto cercando di fare il minimo rumore possibile. Rimase per diversi minuti ad osservare colui che era la persona più vicina ad una famiglia che avesse mai avuto. Il volto era pallido ma non come gli era sembrato appena entrato, mentre i capelli, solitamente in ordine sempre impeccabili, assomigliavano sempre più ai suoi in quel momento.

Quasi senza accorgersene, prese la mano di Tom tra le sue, prima con tentennamento iniziando a giocare solo con un dito, poi man mano acchiappandosi tutta la mano. La fissò con insistenza , quasi senza rendersene conto, cominciando a parlare più a se stesso che a qualcuno in particolare.

Andò avanti per diverso tempo parlando di tutto quello che gli veniva in mente in quel momento, e dopo che anche l’ultimo sussurro uscì dalle sue labbra si addormentò appoggiato con la testa sul letto di Tom, mentre la mano stretta tra le sue rispose inconsapevolmente alla stretta.

 

-Mi dispiace Tom- sussurrò mentre Morfeo l’aveva ormai accolto tra le sue braccia.

 

 

Il mattino seguente, così come la signore Dolly, lì trovò entrambi profondamente addormentati. L’anziana donna si ritrovò a sorridere mentre si accorse che quel monellaccio non le aveva ubbidito per niente  continuando a restare lì. Infatti, durante la notte era entrata per controllare che tutto andasse bene e non si era per niente sorpresa di trovare il piccolo Harry ancora lì.

Quel bambino poteva essere un birbante, e quanto insolito e strano ragazzino, ma se c’era una cosa di cui non si sarebbe mai sorpresa era la profonda amicizia che lo legava a  Tom, a quel bambino altrettanto strano…altrettanto solo. Forse più solo di tutti i bambini che avesse visto passare in quell’istituto. E lei ne aveva visti passare veramente tanti.

Si era avvicinata lentamente, scuotendo leggermente il bambino suggerendoli di tornarsene ne nel suo letto,  ma quando questi aveva alzato i suoi occhini verdi smeraldo contornati da un gonfiore rosso ed aveva rifiutato, aveva tentato almeno di farlo distendere nel letto vicino, ma a quanto vedeva con scarsi risultati.

Di questo passo si sarebbe ammalato pensò rassegnata e contrariata scuotendo leggermente il capo.

Prese una coperta disposta sul letto vicino e gliela posò delicatamente sulle spalle facendo attenzione a non svegliarlo, per poi lasciare nuovamente l’infermeria dopo aver appoggiato due vassoi di cibo sul comodino lì di fianco.

Tom mugugnò qualcosa di incomprensibile nel sonno mentre un qualcosa di particolare lo induceva ad aprire gli occhi. Si stiracchiò leggermente aprendo lentamente due pozzi di petrolio che erano i suoi occhi per poi subito rinchiuderli.

La luce gli veniva proprio contro causandogli un evidente fastidio. Istintivamente portò una mano a coprirsi il volto ma si accorse di non riuscirci.

Aveva la mano destra bloccata. Impossibilitata a muoversi e stretta in un inusuale colore.

Si allarmò inizialmente non capendo a cosa fosse dovuta la sua immobilità, ma quando il suo sguardo scorse una cespuglio non ben definito di capelli capì qual’era la causa.

Troppo stanco per fare alcunché strinse la presa nella sua mano addormentandosi poco dopo.

 

 

Un sonoro sbadiglio risuonò quasi amplificato nella piccola e silenziosa infermeria.  Un bambino dagli occhi color speranza  sollevò il viso ancora assonnato dalle bianche lenzuola, mentre sulla sua guancia spiccava un segno rosso per via della posizione in cui aveva dormito.

Aveva la mano calda, quasi intorpidita e non ne comprese immediatamente il perché. Solo quando riconobbe la figura di Tom ancora dormiente, i fatti del pomeriggio precedente gli passarono davanti come un secchio d’acqua gelata.

 

 

INIZIO FLASHBACK

 

Tom fece per ribattere ma un rumore sospetto lo costrinse a fermarsi facendolo voltare di scatto.

-Ma cosa…?-

E poi fu solo il buio mentre il suo corpo cadeva a terra inconsapevole di quello che sarebbe accaduto di lì a poco.

Era successo tutto così velocemente da non capire esattamente neanche cosa fosse successo.

Un attimo prima stava parlando con Tom e un attimo dopo osservava il suo corpo a terra apparentemente privo di vita. Era successo tutto dannatamente veloce che anche il semplice prenderne atto gli era sembrata un’azione fin troppo lunga.

Si stava per alzare e dirigersi verso Tom quando qualcosa era entrato nella sua visuale con altrettanta velocità.

Una strana asticella di legno era  a meno di 10 centimetri dal suo volto, rigida e inflessibile quasi da far paura, ma mai come la mano bianca e pallida ricoperta di vene che la reggeva.

La pelle bianca si interrompeva all’attaccatura di un lembo di veste nera di quella che doveva essere la manica, mentre i suoi occhi si alzavano come a rallentatore arrivando in prossimità del volto.

Non riuscì a mantenere un sobbalzo quando i suoi occhi incontrarono quelli dell’uomo di fronte a lui. Era alto come una montagna, corporatura robusta, viso affilato e spigoloso dai tratti duri e le guance come incavate, ma gli occhi…gli occhi sembravano spenti, vitrei, in qualche modo assenti.

E la cosa non gli piaceva per niente.

Prima ancora di riuscire a dire o fare qualcosa, o anche solo pensarlo, si era ritrovato quell’asticella premuta a forza sulla sua gola mentre una mano scarna dell’uomo si era posata sui suoi capelli corvini strattonandoli con forza obbligandolo così ad assumere un inclinazione alquanto scomoda e dolorante.

Cercò istintivamente di scostarsi da quella stretta che stava diventando sempre più opprimente ma di conseguenza ad ogni suo tentativo questa si faceva sempre più forte.

Aveva l’impressione che i capelli gli si staccassero improvvisamente mentre tentava con tutto se stesso di non far uscire dai suoi occhi lacrime di dolore.

-C…chi sei?-

L’uomo emise una risata simile ad un latrato mentre avvicinava il suo viso pericolosamente a quello del moro.

Aveva una paura cane, ma non gliel’avrebbe dimostrata. In quel momento l’unica cosa che occupava i suoi pensieri era la vista di Tom di fronte a lui.

-Oh non preoccuparti per il tuo amichetto, si riprenderà- lo derise l’uomo come se gli avesse letto nel pensiero

-O almeno lo farà se tu…- e qui fece una pausa che lasciava ben poco all’intuito -…ti comporterai come richiesto moccioso-

Il moro strinse gli occhi mentre sentiva dentro di se crescere un nuovo sentimento…rabbia, mentre la paura era solo un lontano ricordo.

-Fai il duro ragazzino?- Ancora quella risata da mettere i brividi mentre il legno freddo di quella cosa che aveva in mano gli procurava molti più brividi dell’uomo stesso.

La sentiva scorrere lungo la sua gola, la presa di quell’essere lo costringeva a piegare il capo all’indietro mentre lui si divertiva a tracciare segni immaginari sul suo volto, passando dalla gola, risalendo sulla guancia per poi fermarsi sulla sua tempia destra. Non ne capiva il motivo ma percepiva quella cosa come qualcosa di pericoloso, benché  fosse semplicemente un pezzo di legno.

Harry continuava a guardare con sguardo duro l’uomo  cercando di comunicagrli quanto in realtà non fosse spaventato o tremante come era normale invece che fosse e contemporaneamente non perdeva di vista il corpo di Tom a terra.

L’uomo seguì il suo sguardo e quando vi scorse l’altra figura del ragazzino un ghigno sinistro si appropriò delle sue labbra facendo mostra di una dentatura galla e appuntita verso i canini.

 

Chi era quell’uomo? Sempre se di uomo si poteva chiamare

 

 -Temi per il tuo amichetto, eh?- una luce divertita guizzò nelle sue iridi.

-Stai tranquillo- disse avvicinando il suo volto al suo -non è lui che cerchiamo-

Mai parole più false furono dette inconsapevolmente, o forse no?

Gli strinse con forza il mento facendogli così sollevare il viso, mentre con forza se lo rigirava da una parte all’altra come a esaminarlo.

Il bimbo strinse maggiormente lo sguardo per non lasciarsi sfuggire nessun gemito di dolore mentre l’uomo di fronte a sé lo lasciò all’improvviso scaraventandolo a terra.

-…Anche se non sembra- asserì ancora studiandolo critico.

Harry non si chiese neanche cosa volesse dire con quelle parole troppo occupato a guardare orripilato la sua mano sporca di sangue.

Ma il sangue non era suo.

Era caduto di fianco a Tom e per attutire la caduta aveva proteso in avanti la mano per non crollare addosso al corpo dell’amico, e solo in quel momento si era accorto del liquido rosso che scendeva dalla sua testa.

Quando era successo? Perché prima non lo aveva notato?

Non gli sembrava che Tom avesse sbattuto la testa.

Cercò di voltarlo lentamente per costatare le sue condizioni dimentico ormai del tutto dell’uomo alle sue spalle che aveva causato tutto questo, ma prima che le sue dita arrivassero a destinazione si ritrovò sollevato di peso mentre per qualche strano motivo il suo corpo era come congelato.

 L’unica cosa che ricordava era una strana parola sussurrata dall’uomo prima che il suo corpo smettesse di rispondere ai suoi comandi.

Era cosciente di tutto quello che gli accadeva intorno, come, ad esempio, la camminata strascicata dell’individuo mentre si avvicinava a Tom ancora riverso a terra, il gesto quasi canzonatorio che la bacchetta compiva su e giù quasi volesse ridere di lui, così come il suo proprietario.

Aprì la bocca coll’intento di avere spiegazioni mentre uno strano sentimento si impossessava di lui, un sentimento che aveva superato la paura, un sentimento che aveva superato l’incredulità, la rabbia, la sorpresa nell’essersi ritrovato immobilizzato da un secondo all’altro, lo spavento per le condizioni di Tom.

Il coraggio, e la determinazione di non lasciargliela vinta a quel mostro per nessun motivo.

In quel momento sentiva che tutto sarebbe andato bene, non sapeva neanche lui definire questa strana certezza, ma sapeva che alla fine se la sarebbero cavata da quella situazione, con una convinzione che non aveva assolutamente niente di ottimistico.

Voleva crederci.

Nonostante la bocca aperta e le corde vocali pronte a vibrare l’aria che da lì a poco sarebbe passata tra loro, dalle sue labbra non uscì alcun suono .

Un lampo di spavento e incomprensione passò nelle sue iridi smeraldine che venne, però, presto sostituito dalla paura quando vide l’uomo avvicinarsi in modo inquietante a Tom. Lo fissò per diversi secondi con un ghigno stampato sul volto che si estendeva man mano che i secondi passavano per poi nascere in una sonora risata sinistra.

Mille e più domande passarono per la mete di Harry in quel momento

Il chi era quel’uomo? primo tra tutti. Cosa voleva da lui e da Tom? O a quanto aveva potuto capire solo da lui?

E soprattutto era magia quello che gli aveva appena visto fare?

Impossibile, cercò di convincersi ma l’immobilità alla quale il suo corpo era sottoposto gli dimostrava l’opposto.

Lo vide aggirare il corpo dell’amico mentre il suo sguardo folle non aveva abbandonato neanche per un secondo il suo corpo.

Fece voltare Tom con un poderoso calcio nei fianchi, che gemendo inconsciamente dal dolore, si ritrovò a fissare smarrito la figura sfuocata in piedi davanti a lui. Cercò di mettere a fuoco quell’ombra, mentre la testa gli girava sempre di più e una voce gridava il suo nome quasi canzonatorio, anzi no...non il suo nome. Quello di Harry.

Oddio, Harry!

Tentò di issarsi sui gomiti, ma quando una mano rude lo prese dai capelli alzandolo di peso un dolore mai provato lo pervase completamente.

Chiuse gli occhi quando si sentì tirare talmente forte da credere che i sui capelli si sarebbero staccati, non vedendo così  lo sguardo furioso di Harry.

Dannazione!

Perché Tom non si accorgeva di lui?

Perché stava succedendo tutto questo?

-Smettila- tentava di urlare a quell’uomo, -smettila di torturalo-.

-SMETTILA!-

 Lo urlò talmente forte quando vide Tom riperdere i sensi e il suo corpo rimanere inerme e immobile retto ancora dalla mano dell’uomo che lo teneva sollevato dai capelli, che non si accorse neanche quando le sue parole smisero di essere una preghiera rivolta verso il nulla e divennero invece uno sfogo per qualcos’altro.

-SMETTILA- e mentre queste parole lo colpirono letteralmente facendolo sbalzare a cinque metri di distanza, il corpo di Tom ormai privo di alcun sostegno si afflosciò al suolo.

Il tempo sembrò quasi fermarsi mentre l’uomo veniva scaraventato lontano da loro con una forza spaventosa, e lo sapeva, lo sentiva che era stato lui la causa di tutto quello.

Aveva il fiato pesante e sentiva quella poderosa forza che lo aveva invaso scemare tutta d’un tratto, mentre anche il suo corpo sembrava quasi svuotarsi, come un fiore  privo della sua linfa vitale.

Cominciava a vedere tutto sfuocato e quindi non fu molto sicuro di vedere quello che in effetti aveva appena visto, o che pensava aver visto.

L’uomo si era rialzato da terra con uno sguardo stupito, e orgoglioso quasi, mentre ironicamente una strana luce balenò nei suoi occhi, prima che lo vide sparire sotto i suoi occhi.

Ma come ho detto non fu sicuro neanche di quello quando sentì definitivamente le forze abbandonarlo e l’unica cosa ormai certa era l’urlo di una donna che si dirigeva verso di loro.

 

 

FINE FLASHBACK

 

 

Ritornò dai suoi pensieri quando una voce piuttosto ironica gli giunse alle orecchie facendogli automaticamente sorgere un sorriso mentre parole come “ vedo che sai proprio come trattare chi sta male” o una cosa del genere rimbombavano nella piccola stanzetta silenziosa.

-A giudicare dalla tua battutina direi che non stai poi così male come pensavo- ribatté apparentemente aspro mentre qualcosa dentro di lui si era ricucito

Che sia stato il suo cuore? Il sollievo nel vederlo finalmente star bene?

Tom mise su un finto broncio voltando il viso dal lato opposto continuando a borbottare contro la stupidità di un certo individuo.

Harry in quel momento non seppe perché lo fece, che cos’era quella forza misteriosa che lo spinse a farlo, ma lo fece e basta, si sporse sul letto e abbracciò Tom che rimase per un attimo interdetto.

Non era abituato a questi slanci affettuosi da parte dell’amico, e prima ancora di rendersene conto rispose all’abbraccio chiudendo gli occhi, mentre una piccola vocina nella sua coscienza continuava a ripeterli quanto importante fosse quel ragazzetto moro che gli stava spezzando le ossa in quel momento.

Senza aprire gli occhi pensò di mettere le cose ben in chiaro

-Se lo dici a qualcuno Potter sei morto intesi?-

Sentì Harry abbandonarsi ad una risata sulla sua spalla prima di staccarsi e mostrare così a Tom uno dei sui ghigni migliori.

-Per chi mi hai preso Tom? C’e in gioco anche la mia reputazione- esclamò in tono altezzoso per poi scoppiare a ridere trascinando anche un più che scettico Riddle.

 

 

Erano passati diversi giorni dall’incidente e benché Tom avesse chiesto spiegazione del perché uno come lui fosse finto in infermeria , Harry aveva sempre in qualche modo cercato di evitare l’argomento facendolo di conseguenza arrabbiare, prendendolo poi in giro dicendogli che “non doveva agitarsi tanto in quanto era ancora debole e convalescente”.

Inutile dire quanto questo invece lo spronasse ad avere proprio l’atteggiamento opposto.

Si erano anche accorti che durante “l’incidente “ Tom si era slogato una caviglia e l’ematoma nero in bella mostra che spiccava ne era la conferma!

Quindi l’umore di Tom in quei gironi era veramente pessimo.

Tra Harry che se la svignava quando lui tentava di fargli domande sul perché dovesse girare aiutato da un bastone come un vecchio,  e per il fatto di DOVER girare con quel bastone come un vecchio, parlargli normalmente era diventata una vera impresa.

Già detto di che colore era il suo umore? No?

Beh ,una sola parola…nero!

I giorni procedevano sempre in questo modo, con Harry che evitava di parlarne e con Tom che stranamente aveva smesso di chiedere spiegazioni.

Questo almeno, finché un giorno non lo braccò letteralmente, costringendolo con le “buone”, a suo parere, a raccontargli quello che era successo poco più di una settimana prima.

-Lo sapevo che la tua era solo una tattica- sbuffò il ragazzino sistemandosi meglio gli occhiali che gli erano scivolati sula punta del naso.

Si ritrovò costretto a raccontargli dell’uomo che gli aveva puntato la bacchetta alla gola, che lo aveva  schiaffeggiato ed immobilizzato; gli aveva raccontato anche, che quando aveva cominciato a prendersela con lui, non ci aveva più visto e si era sentito sopraffare da una rabbia incontenibile e… però a quel punto si era bloccato. Aveva deciso alla fine, dopo giorni di riflessioni di dire a Tom tutta la verità, benché neanche lui la conoscesse veramente, ma non ci era riuscito, concludendo il tutto nel dire che l’uomo ad un certo punto se ne era andato velocemente a causa di alcuni rumori, e dopo lui era svenuto.

Non era una bugia, diciamo più che altro un mezza verità, in quanto se ne era andato veramente per quel motivo.

Per tutto il racconto Tom non aveva aperto bocca mentre assimilava tutto quel strano susseguirsi di fatti, mentre qualcosa di non ancora ben definito si era impossessato di lui quando aveva sentito dire da Harry quello che aveva provato quando lo aveva visto maltrattato da quell’uomo.

Tom l’aveva guardato in modo scettico ma aveva lasciato cadere l’argomento. Sapeva che Harry aveva omesso di raccontargli qualcosa  di importante ma preferì non indagare oltre, se l’avesse voluto sarebbe venuto a parlarne.

-Stupido sentimentale- sbuffò a racconto concluso smorzando così l’atmosfera tesa che si era venuta a creare mentre il moro liberò il fiato trattenuto inconsciamente e il suo cuore riprendeva a battere normalmente.

 

***

 

-Bambini silenzio- risuonò la voce della direttrice mentre quasi simultaneamente ogni bambino seduto ai tavoli della mensa smetteva di chiacchierare tra loro per prestare attenzione alla donna che si era appena alzata in piedi.

Parlò per diversi minuti di cose abbastanza noiose a parere di Tom ed Harry che invece erano molto più interessati a conversare tra loro ricevendo diverse occhiate scocciate Miranda Swat che sedeva di fronte a loro.

Una piccola “so tutto io” così come l’aveva sopranominata Tom, capelli biondissimi ed occhi scuri incorniciavano quello che sarebbe stato senza dubbio un bel visino se solo il carattere non fosse stato così pessimo.

Tom le rispose ghiacciandola con lo sguardo e lei non si permise neanche più ad incrociare i loro sguardi.

Il discorso aveva preso un piega veramente noiosa a parere dei due, mentre Tom per poco non imprecava ad alta voce esprimendo così quello che la maggior parte di loro pensava solo.

Parole come “settimana prossima” e “possibili nuovi genitori” furono percepite da entrambi che si irrigidirono al solo udirle.

Nuovi genitori avrebbe di conseguenza significato la loro separazione che era una cosa che nessuno dei due avrebbe mai permesso e soprattutto  accettato.

Ma anche a questo c’era rimedio. In fondo quale pazzo avrebbe adottato uno dei due?

-.…e per concludere… per domani è stata organizzata una breve visita allo zoo qui vicino…-

Non riuscì nemmeno a finire la frase che mormorii concitati invasero la sala, e per la direttrice continuare fu pressoché impossibile.

Tom sbuffò infastidito mentre la notizia dello zoo non gli faceva ne caldo ne freddo. Si voltò per cercare con lo sguardo il suo migliore amico e non si sorprese affatto di vedere nelle sue iridi smeraldo impazienza ed eccitazione.

A questo punto era ovvio…

Harry non vedeva l’ora di andarci.

Con un’ulteriore sbuffò inforcò con forza il pezzo di carne nel suo piatto maledicendo chiunque avesse inventato una cosa inutile come gli zoo.

 

 

 

 

 

Finiiiiiiitoooooooo!!!Anche questo andato! Per la gioia di chi preferisce Harry e Tom ecco qui un capitolo incentrato solo su di loro!

Volevo anche dire per chi aspettasse l’aggiornamento di “GUARDIA & LADRO” lo avrà martedì o mercoledì, e posterò sempre in uno di quei due giorni, salvo imprevisti!

Adesso ringrazio quelle fantastiche persone che hanno lasciato un commentino! Grazie 1000!

Ringrazio anche coloro che hanno aggiunto la fic tra i loro preferiti! Grazie ancora!

Allen_Anne_Black
angama
angelika4ever
Bluking
cesar85
cesarina89
diavolettadark
fanny80
Ginny W
giochan
HPalessandra
kagchan
kirapotter
kristin
kyoasakura
Lady Slytherin
lclc
lelith
Lunastortalupin
max2002
naru_sasu_fan
Neko_tensai
PiccolaSerpe
rinslet
sliver
themina
Tigre94
tom13
verity1987
xla
Yaku
yoko_kage13
Zia Voldy
_G0tik4_

 

 E mi raccomando….Commentate ,commentate! Vi ci vuole mezzo minuto e renderete felice l’autrice!

Baci!!!

 

 

Rotavirus: wow una nuova lettrice! Benvenutissima cara! Sono contentissima della tua recensione! Grazie ancora! Diciamo che la tue deduzione non è del tutto errata! Presto chissà avrai conferma! Hihi. Diciamo che ci hai azzeccato su tutto! Bacioni e spero di ricevere un’altra tua recensione! Kiss

Ximeng: ammmmoooooooooorrrrrrrrrrrrrraaaaaaaaaaaaaaaa!!!! Ciao cucciolotta!!! Kissà perché a tutti ricorda Silente….Mahhhh!!! ehehe!!! Postato presto no? Ciao ciao piccola!

Zia Voldy: tesoro esprimi a pieno i miei stessi pensieri direi!!! Ma sarà il tempo a decidere la giusta vendetta per quei maiali… AHAHAHAHAHAH!!!!!  Ok ecco sono tornata in me! Hai una brutta influenza su di me sai? Bacioni e grazie 1000 per la recensione! Bax

Andy 14: che bello ricevere le tue recensioni piccola!Hai visto che sono filata subito a scrivere? Ehehe! Bax e fammi sapere cosa ne pensi! Ciaoooo!

Tigre94: beh….svuotiamo il sacco…. È proprio Silente! Direi che non puo intervenire più di tanto, ma chissà! La mia mente malata cambia idea ogni tre minuti…quindi….! Grazie tantissimo per la recensione! Sei un tesoro! Bacioni e fammi sapere cosa ne pensi! Kiss

Kitty91:capito capito!!! Direi che l’altro personaggio non centra con l’aggressione a  tom come hai potuto vedere, ma non ho detto neanche che non c’entra!!. Hihi ciaoooo

Lullaby: calma calma!!! Tom come hai visto sta benone no? Un po’ martoriato ma bene direi!!!! Che ne dici? Baz

Miriam: non preoccuparti piccola, capita!!! Sono felicissima che ti piacciano quei due anche perché io li adoro gia di loro quindi….ciaoooo aspetto un tuo commentino! Kiss

Goky: tesoroooooooooooooooooooooo!!!! Finalmente ti rivedo nei meandri di questa fic!!!hihi!!! veramente bellissimo rivederti nuovamente! Come mai un po’ giu? Non voglio assolutamente che la mia sorellina si senta così! Spero che questo chappy ti risollevi un po’ il morale in caso dovesse essere ancora a terra! Ti voglio bene piccola e lo sai che non voglio vederti così! Bacioni e fammi sapere cosa ne pensi! Ciaooooo piaccola!!!!

Titania77: non preoccuparti carissima! Scegli tu dove recensire, se vuoi fallo qui gia che ci siamo!!!! Per la trama non dirlo a me! Anche il mio unico neurone è in piena crisi esistenziale!lo sto sfruttando un po’ tanto ultimamente. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto con tutto il cuore! Bacioni

Silly90: sono contentissima ti piaccia! Fammi sapere cosa ti sembra anche questo chappy! Ciaooooo e grazie!!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=147350