In missione per eserciti nemici

di La Mutaforma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno sporco templare e un degno novizio ***
Capitolo 2: *** Rivelazioni dal passato (e l'insolazione di Malik) ***
Capitolo 3: *** Finalmente a nei pressi del tempio di Salomone ***



Capitolo 1
*** Uno sporco templare e un degno novizio ***


La seguente fanfic è scritta in seguito a molti deliri, come nostro solito. Si ringraziano le altre due autrici, Najmee e Akefia_Hilal per la loro collaborazione. Queste tre cape gloriose, quali noi siamo, sono riuscite a trovare dei punti di incontro nel verse di Yu-gi-oh! e di Assassin's Creed. I personaggi presi dall'altro fandom sono Marik Ishtar e Ryou Bakura, e in più, come al solito, la mia amata coppia AltairxMaria.
Join the Brotherhood! E ricordatevi di credere nel cuore delle carte!



"Attenzione, attenzione figli del Signore!

Su di noi si è abbattuta un'immensa disgrazia!

Abbiate cura per le vostre case, per la vostra famiglia e per i vostri sudati averi,

perché tra di noi si aggira una punizione divina!

L'incarnazione del demonio, dai capelli bianchi e gli occhi scuri come l'Inferno!

Chiunque lo veda è pregato di avvertire le guardie,

come predicò Cristo di denunciare i peccati altrui!

Che Dio vi assista!"

 

"L'incarnazione del demonio" osservava, nascosto dall'elmo, con un sorriso beffardo il menestrello che sarebbe diventato presto la sua prossima vittima.

Era appena sgattaiolato fuori dalla finestra di una casetta a cui aveva sgraffignato una proficua somma di monete d'oro, abilmente (forse non troppo, almeno non per lui) celata sotto il pavimento.

Aveva ritirato il suo bottino, adesso mancava il suo omicidio giornaliero, tanto per cominciare bene la giornata.

"Ho sempre odiato questa dannata armatura. Almeno nessuno può riconoscermi."

"Bakura!" un soldato lo raggiunse correndo, e non sembrava avere buone intenzioni.

Quando si sfilò l'elmo, riconobbe il viso di Maria, la sua compagna d'armi.

"Cosa cazzo vuoi?!" sibilò Bakura, come al solito in maniera non troppo amichevole.

"Rivolgiti un'altra volta a me in quel modo, e giuro che ti sgozzo con la mia spada!" disse, mostrandogli l'elsa luccicante. "Sono comunque di grado superiore al tuo!"

"Io non mi scopo il capitano, semplicemente."

"Brutto ciarlatano! A proposito, Roberto ha chiesto di vederti-"

"Cosa ti ho detto? Lo chiami anche per nome, adesso!" la interruppe sgarbatamente.

"Di questo passo ti taglierò la lingua molto presto!" la ragazza aveva perso le staffe.

"Sì, sì, comunque lo raggiungo tra poco. Ho delle commissioni da sbrigare." rivolse uno sguardo veloce al menestrello, che si allontanava in un vicolo buio e isolato.

"Sbrigati, non ti aspetteremo a lungo. E comunque, un sì è più che sufficiente."

L'albino si voltò come se la cosa non lo riguardasse, e seguì la sua preda, premeditando la fine più crudele da affliggergli.

 

Questo è il tuo ultimo viaggio, amico mio.

 


"Visto che hai fatto abbastanza danni qui, a Londra, ho pensato, per il bene della città, di spedirti in missione speciale con un esercito in Terra Santa."

Roberto avrebbe potuto dire anche cose interessanti per la sua carriera, ma Bakura non avrebbe ascoltato comunque. Non ascoltava nessuno, solo sé stesso.

Si limitava ad osservare con uno sguardo assente, vacuo.

"Hai finito?"

"Sono felice di perderti di vista durante il viaggio, adesso sarai un problema di Maria."

"Perché io?! PERCHE' LUI?!" urlò Maria, che aveva accompagnato l'apprendista templare dal maestro.

"Perché andate molto d'accordo. E magari, se siamo lontani un po' di tempo, lui capirà che non andiamo a letto insieme."

"Spero che tu non senta la sua mancanza." sogghignò Bakura.

"Fottetevi entrambi." disse Maria.

 

 

"Odion, dove sei? Ho tanta fame.. ho tanta sete.."

un bambino biondo dalla pelle scura arrancava in una landa di terra sconosciuta, senza che nessuno gli tendesse la mano. Il sole abbagliante inondava tutto attorno a lui, e ogni cosa era diventata luce.

Improvvisamente sentì una stretta alla spalla e pensò di stare per morire.

"Hey! Mi senti? Sto parlando con te!"

Un ragazzo gli urlò contro, facendolo ritornare alla realtà.
 

Schiuse lentamente i suoi grandi occhi viola, reincontrando finalmente un viso conosciuto.

"Hey, Marik, sei sveglio?"

"No." il biondo scocciato disse, con voce assonnata.

"Allora ti conviene svegliarti, abbiamo l'addestramento."

"Taci, Altair. Non mi interessa salire di grado e tagliarmi un dito, ho già subìto abbastanza danni sulla mia schiena." Ripensò alle sue cicatrici da custode di tombe.

"Non puoi avvalerti del diritto di uccidere qualcuno, se non sai rinunciare ad una piccola parte di te." l'assassino gli rammentò uno dei punti chiave del loro credo.

"Non voglio uccidere nessuno, voglio solo dormire. Ricordi quando mi hai soccorso presso le mura di Masyaf? Ecco, devo ancora recuperare il sonno perduto."

"E' successo sei anni fa!"

"Buonanotte, Altair." Marik si nascose sotto le coperte, tentando invano di riaddormentarsi mentre il suo amico borbottava frasi sconclusionate uscendo dalla porta.

 

Marik venne svegliato di soprassalto da qualcuno che lo scuoteva violentemente.

"Fottiti, Altair, ti ho già detto che non ho nessuna fottuta intenzione di andare a quel cazzo di addestramento solo per poter imparare la fottutissima ed inutile arte dell'uccidere i fottuti templari."

Era sufficientemente arrabbiato da usare un linguaggio meno formale del suo solito.

"Immagino che invece dovrai farlo, se hai intenzione di rimanere qui, novizio!"

Malik calcò pesantemente l'ultima parola.

"Scusa, Malik. Pensavo che al posto tuo ci fosse Altair. Mi preparo e scendo in cortile." disse, sconfitto.

"La tua presenza è richiesta altrove, novizio. Nello studio del maestro Al Muhalim."

"Al Muhalim? Cos'ho fatto stavolta? Sono rimasto a dormire più del dovuto? Chiedi una spiegazione ad Altair."

"Muoviti, novizio."

"Smettila di chiamarmi novizio, sono sei anni che mi chiami novizio, sono novizio per scelta!" si lamentò.

Malik si allontanò sicuro che in quel caso si sarebbe preparato con più fretta del solito, cosa che accadde.

Prima di uscire, però, non mancò di borbottare un altro "novizio".

 

"... per questi motivi, ho scelto voi quattro per recarvi al tempio di Salomone, per recuperare il tesoro dei templari. Se necessario, avete il permesso di ucciderne qualcuno, senza infrangere le regole del credo, ovviamente." dopo uno sproloquio filosofico, finalmente Al Muhalim giunse al punto della situazione.

"COSA?! Perché io?! Io sono un novizio, come dice sempre Malik." Esclamò Marik, (no, non è un errore di battitura.) dopo che gli altri avevano accettato l'incarico.

"Ti sei dimostrato degno per essere un novizio, e la tua presenza potrebbe tornare utile ai tuoi superiori." Spiegò Al Muhalim.

"Come esca, magari. Stupido fortunato novizio."
"Sei un simpaticone, Malik." asserì Altair.

Tutti scoppiarono in una fragorosa risata, tranne il maestro e Marik, ovviamente.



I templari si erano già stanziati al tempio di Salomone, quando gli assassini partirono per la loro missione.

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Capitolo 2
*** Rivelazioni dal passato (e l'insolazione di Malik) ***


 Il viaggio era stato molto noioso. All'inverosimile. Come fissare la vernice che si asciuga nel deserto (non c'è posto migliore per far asciugare la vernice). Quindi, per rallegrarsi a Bakura sarebbe bastato appropriarsi di un soddisfacente bottino.

L'unica cosa che avrebbe potuto divertirlo sarebbe stata rigirarsi tra le sue mani l'anello che aveva visto al dito di Maria.

Avrebbe dovuto aspettare la situazione adatta: quando sarebbe stata l'occasione giusta, il templare avrebbe saputo riconoscerla e coglierla.

La situazione perfetta si presentò quando osservò Maria dirigersi verso la tenda dove avevano lasciato la tinozza con l'acqua per la quale lei aveva lottato molto. (Nel suo essere donna, forse l'igiene aveva un valore diverso).

Entrò nella tenda senza farsi vedere dal resto dei soldati, e fece scivolare il tendaggio alle sue spalle.

Perfettamente inosservato.

Quanto poteva essere furba Maria? Doveva averlo nascosto tra le sue cose, probabilmente nemmeno con molta cura.

Cominciò a rovistare tra i suoi vestiti, poi sotto il guanciale, per terra, poi in giro. Niente.

Niente.

Niente.

Dopo alcuni minuti si innervosì e sbatté l'elmo a terra con una bestemmia.

"Porca puttana! Dove cazzo sarà quel fottuto anello?!"

Stava quasi per slacciarsi la spada dalla cintura, ma si ricordò di non aver controllato nell'elsa della spada della giovane.

Era lì!

Quella donna era stata perversamente geniale, ma lui lo era ancora di più, nonostante non lo fosse stato abbastanza da non allertare Maria avendo sbattuto l'elmo a terra.

"Cosa cazzo ci fai qui, nella mia stanza?!" urlò l'intrepida templare, ancora avvolta in un telo e coi capelli bagnati, tirandogli la spada di mano per puntargliela contro.

Quando la ragazza gli accostò ancora di più la spada alla gola, l'albino realizzò di aver lasciato i suoi capelli in bella vista.

"Tu, demonio!"

Sentirono parlottare dall'esterno e riconobbero la voce di Roberto che li aveva raggiunti anzitempo per la missione.

"Che cosa succede in quella tenda?"

"Dannazione!" disse il giovane.

Maria notò l'anello tra le mani del ladro.

"Parla e non lo rivedrai mai più." Minacciò Bakura, avendo notato dove aveva posato il suo sguardo e dirigendosi a recuperare il suo elmo.

 

 

 

Dopo un interminabile viaggio il gruppo di assassini fermò i cavalli presso un’oasi, una macchia di verde nel deserto.

Malik urlava “NOVIZIO!” (non a causa delle allucinazioni) alle povere pietre che evidentemente si erano offese, dato che non gli rispondevano. Kadar fingeva di non essere fratello di suo fratello, nonostante il fatto che fossero palesemente imparentati, e non ci fosse nessun’altro tranne loro.

Marik e Altair molto più pacificamente si erano dissetati e stavano parlando da buoni amici cresciuti insieme da fratelli in modo non gay.

“Altair perché mi hai aiutato?”

“A scendere da cavallo? Perché ti saresti potuto rompere la testa” rispose il siriano piattamente, con la solita simpatia alla Malik. Persino uno scorpione del deserto sarebbe risultato più affettuoso.

“Che simpaticone! Intendevo quel giorno a Masyaf, sei anni fa” specificò Marik, stanco che Altair cercasse di evitare l’argomento.

“Non è quello che faccio sempre?” rispose l’assassino. Pur in silenzio, Altair soccorreva sempre chi si trovava in difficoltà; perché non avrebbe dovuto farlo con il giovane biondo?

L’Ishtar lo afferrò per il polso e lo scaraventò a terra strattonandolo violentemente mentre un criceto del deserto li osservava. (Così, a caso)

“Adesso tu starai fermo lì e ascolterai tutta la mia storia, capito?! E alla fine mi abbraccerai!” urlò lui con sguardo omicida e completamente folle.

Guardandolo negli occhi Altair ricordò quanto fosse pericoloso avere a che fare con Marik incazzato come un atomobilista. Nel deserto. In mezzo al traffico. Coi cavalli senza benzina (ops, acqua)

Uvspqxcythrjyasdoythf.

Dicevamo.

Aveva avuto a che fare anni prima con il suo piccolissimo problema di schizofrenia, una cosina da niente, si cura facilmente. Aveva solo cercato di uccidere tutto ciò che respirava a Masyaf.

“Va bene. Ma non ti scaldare”

“Non mi sto scaldando!!”

“Comunque ero già seduto prima, non c’era bisogno di spingermi”

“Ti ho fatto male? Sembri una principessina! Adesso sta zitto e fa parlare me!” Attraverso le  sue parole, Marik rivisse quel terrore che era stato la sua infanzia. Rivisse tutti gli anni di prigionia-segregazione che gli erano stati imposti dai custodi di tombe. Rivisse gli sguardi sofferenti di suo fratello adottivo Odion che tentava di renderlo felice nonostante l’oscurità a cui erano stati costretti. Ed infine rivisse il giorno della sua iniziazione.

“…un giorno, molto brutto, bruttissimo, il più brutto che ci sia-”

“Marik!”

“Va bene. Va bene. Dicevo, quel giorno, alla giovane, tenera età di otto anni ho subito la più  grande tortura che si possa infliggere ad un bambino”

“Hai visto Bambi?” disse l’assassino con ironia.

“No, quello è successo un mese fa” rise “E’ qualcosa che può essere paragonato a Bambi. Mio padre prese un coltello incandescente, mi legò e mi incise sulla schiena CAZZO in egiziano. No scherzo, è il segreto dei custodi di tombe”

“Allora non è peggio di Bambi”

“Niente è peggio di Bambi. Sul serio, Altair”

“Marik, ti stai dilungando. Allora?” fece l’incappucciato, stizzito.

“Allora ho ucciso mio padre”

“Oh. Non me ne fotte un cazzo”

“ALTAIR!” gridò Marik, stringendo i pugni.

“Sul serio Marik” spiegò il siriano “Ormai è passato. Basta che da adesso in poi non infranga il credo. Sai, a volte un omicidio è più giustificabile del silenzio” disse Altair, con il tono di voce che si usa per dire qualcosa di… figo?

“Che cosa dovrebbe significare?”

“E’ semplice, novizio” intervenne Malik “Quello che quel novizio di Altair sta cercando di noviziarti noviziosamente è che sei troppo novizio per noviziare queste noviziaggini”

…Forse aveva detto troppe volte “novizio” alle pietre e ai granelli di sabbia, e per quello lo stava ripetendo all’infinito. Il sole in testa fa male. Molto male.

“Ma voi conoscete quest’uomo? No perché io non riesco a capire chi sia” disse Kadar, esasperato.

“Oh, non lo so, magari un novizio?” disse brillantemente Malik.

“Che carino, ti sei chiamato novizio da solo frat…ehm, sconosciuto”

“Malik” fece Altair con tono solenne “Sei un coglione”

 

 

Roberto, incazzoso come una faina, entrò nella tenda dove si trovavano i due litiganti.

“Cosa diavolo sta succedendo?!”

“Nulla” affermò Bakura con noncuranza, liberandosi dalla presa di Maria e avviandosi verso l’uscita.

“Non provare ad uscire di qui!” lo ammonì il comandante dei templari.

“Okay allora, restiamo qui” si spaparanzò sul giaciglio della giovane, senza darsi pensiero “Una partitella a scopone?”

No perché sai, nella parola scopone c’è SCOP. A Bakura piace.

“Sono stufo della tua impertinenza! E di Maria che non me la da più di due ore. Tutti e due in cella di isolamento!”

“Ma perché anche io?!” urlò la templare.

“E Roberto vince tutto!”

“Tu non chiamarmi per nome” fece il comandante “E tu sei una troietta. E a me così girano”

“Tua madre è una troietta!”

Roberto ti afferrò entrambi per i gomiti e li trascinò lontano, fino a chiuderli in cella.

Avrebbero avuto molto tempo per diventare amici (?). O forse di più.

Ma Maria sperava di no, perché era promessa ad un altro uomo più bello, più alto e più abbronzato (e non era Marik).

 

Ehm, scusate, Altair mi ha rubato la tastiera.   

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Capitolo 3
*** Finalmente a nei pressi del tempio di Salomone ***


Tanti fazzolettini imbevuti più tardi (Malik si era preso una bella insolazione) arrivarono a –coordinate geografiche impossibili, quindi diremo “nei pressi del tempio di Salomone”.
“Allora novizi” chi avrà parlato? Io davvero non lo so. “hgtuyoytfrcfsa *bisbigli vari* bigtfradrrxvjhrcts”
 
Parecchi bisbigli dopo, sempre a “nei pressi del tempio di Salomone”.
“Tutto chiaro?”
Chiaro, chiarissimo. Trasparente. Nel senso che non si capisce un cazzo.
Come in ogni missione di Assassin’s Creed la dinamica sarà la seguente: arrivare, ascoltare gente, uccidere tutto.
“E non dimentichiamoci di sconfiggerli ad un gioco di carte per bambini”
“Considerando che dobbiamo aspettare i templari altrimenti la trama non va avanti” intervenne Kadar “Che facciamo nel frattempo?”
“Giochiamo ad un gioco di carte per bambini!” disse con entusiasmo Marik.
 
Dissolvenza sui templari. Ancora in pausa.
Clichè scontatissimo. 
Bakura che legge manga a caso (ovviamente porno gay). Maria vestita a bere un caffè che ancora dovevano inventare.
Ehm.. ragazzi.. noi avremmo dissolto su di vi, eh.
E Maria si catapultò a prepararsi buttandosi nella doccia per fare l’effetto bagnato (se qualcuno non l’avesse notato era ancora in telo.) e Bakura, nascondendo una certa.. cosa.. nei suoi pantaloni scaraventò via il manga porno gay, corse a dare un bacio a Marik e si ordinò pipistrelli, vestiti ed elmo per la scena.
Per coloro che conoscono Yu-Gi-Oh! COLPO DI SCENA BAKURA E’ IL FIGLIO DI BATMAN.
Dicevamo, seriamente, (parafrasate, noi STAVAMO parlando seriamente.) i due erano stati buttati a forza nella cella d’isolamento.
Maria si stava lamentando perché non aveva vestiti, Bakura si lamentava del fatto che lei non fosse un uomo, (ma questo avreste dovuto scoprirlo più tardi, o così erano i piani) anche se la giovane non ci fece caso.
La ragazza si arrese, dato che nessuno l’ascoltava e ritornò a sedersi sul letto fatto di legno e ferro (molto comodo, si direbbe) presente nella cella.
Quale momento migliore per diventare amici?
“Non mi guardare, tu! SONO PROMESSA AD UN UOMO ALTO BELLO ED ABBRONZATO CHE NON E’ MARIK!” Si lamentò Maria cercando di coprirsi il più possibile.
.. Scusate.. Altair ha DI NUOVO rubato la tastiera, adesso lo caccio.
“Ah non preoccuparti. Non che mi importi molto.” Rispose il ragazzo, annoiato.
“Aspetta.. allora non avevo sentito male. Ti stavi davvero lamentando del fatto che non fossi un uomo!”
"Tsk. Taci, troia." disse Bakura, secco.
"Ma è immorale! È contro la legge cristiana! E poi... eh? Troia a chi?!"
"Sai com'è, trovo più immorale il fatto di andare a letto con il capo per salire di grado."
"Hai idea di cosa voglia dire essere una donna nell'esercito?!"
"Se dovevi fare la troia col capo potevi almeno farlo di mestiere..."
Maria esitò, titubante. "Che cazzo di ragionamento è?"
"Un illuminante ragionamento sul nobile mestiere più antico al Mondo."
"Continua a non avere senso, io volevo combattere e ucidere i pagani... tanti pagani."
"... Ma stai zitta. Avresti potuto ucciderli... anche... scopando? Dalla.. mattina alla sera?" Bakura aveva esaurito le offese.
"Il tuo parlare continua a non avere assolutamente senso! È normale tra voi ladri-assassini-stupratori di pecore e bestiame?"
"Potresti non urlarlo porca puttana troia di quella che è tua madre?"
"... Ti andrebbe di restituirmi l'anello?" si addolcì Maria, tentando un approccio meno battagliero.
"Mi sembra che non fossero questi gli accordi."
"Gli accordi non prevedevano che saremmo arrivati a questo punto."
"Avresti dovuto immaginarlo dato che hai sbraitato come una menomata..."
"Avresti dovuto immaginarlo dato che sei andato nella mia tenda!"
"Avresti dovuto immaginare che qualcuno l'avrebbe fatto dato che possiedi un anello d'oro!"
Le fottute tende non hanno mai avuto una porta, e Bakura sapeva bene che se non l'avesse rubato lui sarebbe comunque arrivato qualche brigante.
"Ritento l'approccio meno bellico. Potresti, gentilmente, per-favore, visto-che-sei-una-brava-persona, rendermi l'anello di mia proprietà che per sbaglio è finito nelle tue mani?"
Bakura ci rifletté a lungo per trovare un approccio "meno bellico", come aveva detto Maria.
"... No." Non trovò risposta migliore e meno maleducata.
"Com'è essere omosessuale? Parliamone." Così, a caso.
"Non sono cose che ti riguardano."
"La trama deve andare avanti. Potresti diventare mio amico e basta? Dai che abbiamo lasciato quegli stronzi a giocare a carte da tipo un'ora, solo perchè tu devi fare la checca isterica."
"Ugh. Okay. Il mio copione non era questo, io devo essere quello che s'incazza con tutti, sennò sarei stato il signorino Ryou Bakura, e non Yami Bakura, ti pare? E poi non voglio essere OOC."
(Ottimo modo per sembrare IC, non vi pare? Pensavate che fossimo delle novizie? EH? EHHHH?)
"Okay allora a questo punto della trama dovremmo essere best friends forevah."
"Uhhh... 'kay."
Guarda caso, arrivò Roberto a rompere il cazzo per andare in missione.
"Ciao. Stronzi, avete già sufficientemente sfracassato le nespole. E visto che puntate tanto sul gioco di squadra da bravi best friends che siete, andiamo in missione a spaccare i culi assassini."
E si diressero a "nei pressi del Tempio di Salomone". Tra l’altro alla missione partecipò anche un certo Celestino-con-la-C-grande, dopo capirete il significato della sua presenza.
 
 
Molte partiti di briscola dopo, e molti altri "novizi" di Malik che perdeva (è diventato il nostro motto, un novizio al giorno toglie il Rafik di torno!)  arrivarono finalmente TUTTI al Tempio di Salomone. (Quello vero! Non solo nei pressi!)
Gli assassini, molto silenziosamente nonostante Marik, raggiunsero i quattro templari e origliarono i loro discorsi templareschi.
Molto interessanti.
E bisbigliarono anche loro sul da farsi, in quel modo che mette tanta suspence nei cartoni della Disney.
*fuytasfdyrccohthtgnlgngngn*

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