I belong to you, you belong to me.. forever.

di Choco_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Dicembre, quel mese delle feste natalizie, dei regali di Babbo Natale, dei dolci, delle luci che riempiono strade,case e vetrine dei negozi, della neve, tanta, che comincia a scendere dal cielo piano piano e soffice come lo zucchero filato, il mese ,anche, dei primi e teneri incontri.
Lisa Stewart, liceale di 16 anni, adora Dicembre. Lo ha sempre amato, sin da quando era bambina, quando ancora erano in tre. Lei, sua madre e suo padre. Nemmeno quella volta che a dicembre suo padre si allontanò da casa, lei poté smettere di amare quel mese. Era convinta che, ogni volta, a dicembre sarebbe accaduto qualcosa di bello e, a dicembre, succedono sempre cose belle.
Sempre la stessa casa al numero 4 di Holy Street a Londra, sempre la stessa camera al secondo piano, sempre lo stesso letto, sempre lo stesso panorama fuori dalla finestra; solo l’ arrivo di qualche nuovo grattacielo modificava lo scenario di otto anni prima, ma tutto era sempre lo stesso. Anche sua madre, Lily, la giovane e sempre allegra dottoressa, era sempre la stessa. Quell’ evento non l’ aveva cambiata. Forse fuori sì, ma dentro no. Dentro ha sempre avuto gli stessi sentimenti, ha sempre avuto la stessa armonia, ha sempre avuto la sua allegria, che trasmette in ogni occasione agli altri, e mai con lei si erano trascorsi momenti di noia assoluta.
Forse perché il proprio modello di vita è stato sua madre e mai suo padre, anche Lisa aveva sempre avuto una sua armonia, un suo equilibrio e l’ arrivo di nuovi avvenimenti, sia negativi che positivi non la turbava, anzi le faceva più che piacere. Nonostante tutto intorno fosse sempre lo stesso, a lei non dispiacevano le cose nuove, e ogni volta le affrontava con quel pizzico di curiosità e fascino che posseggono i bambini. Perché anche se le viene riconosciuto di essere matura, anzi, molto matura per la sua età, dentro ha uno spirito da bambina come quello di sua madre. Ha qualcosa che la tiene viva e la rende sempre felice. È piena di amore, ed è pronta ad offrirlo, a chiunque. Che esso sia suo padre, un suo amico, sua madre, il suo nemico, a lei non importa. Ciò che la rende felice, più che sentirsi o essere amata, è che lei ami. E non c’è cosa più bella dell’ amare qualcuno. Questo qualcosa l’ aveva intuito anche Dante.. ‘amore platonico’, diceva lui, consapevolezza e bellezza di saper e voler amare, diceva lei.
Lei e sua madre non potevano dirsi uguali anche nell’ aspetto fisico. Lily aveva 38 anni, lunghi e rossi capelli mossi che alla fine si attorcigliavano in boccoli, legati sempre in una sorta di chignon fatto di fretta di primo mattino, tenuto,spesso, da una matita o una penna, carnagione chiara e qualche lentiggine che ancora traspariva sul suo volto.
Lisa invece era molto alta e, quando sua madre non portava i tacchi, riusciva ad eguagliare la sua altezza. Aveva  lunghi capelli castani e ricci, lo stesso sorriso e la dentatura perfetta di suo padre e un minuscolo neo molto vicino al labbro inferiore nel lato sinistro. In comune lei e sua madre avevano lo stesso sguardo e gli occhi, verdi, come l’ erba di Hyde Park.
Fino al 12 dicembre di otto anni fa, in quella casa non erano solo lei, la madre e l’amore, tanto forte che poteva quasi incarnare un personaggio reale, ma vi era anche il padre. Lui e sua madre erano sempre stati innamorati, sin da ragazzi. Quando si sono conosciuti erano entrambi adolescenti e all’ età di venti anni si erano già sposati e poi qualche anno dopo era nata Lisa. In quella casa si era sempre respirato amore e il padre, quando Lisa aveva 8 anni, aveva voluto fuggire dall’ amore per finire a rifugiarsi in un altro luogo pieno di quel sentimento: il cuore di una donna diversa da sua madre. Questa era la spiegazione che si dava Lisa. Non aveva mai provato un sentimento d’ odio verso suo padre e se pure lui l’ avesse odiata, lei avrebbe continuato ad amarlo. Era questa la sua forza. Aveva certo sofferto la sua assenza i primi anni del suo allontanamento da casa ma poi si era abituata. Perché conta sempre quello che si ha, quello che si fa, non quello che non si ha, che non si fa, o che fanno gli altri. E Lisa aveva l’ amore, e Lisa sapeva amare. E non è forse l’ amore la cosa più importante che abbiamo nella vita? Per quanto si possa essere restii nei confronti di questo sentimento, per quanto la gente, delusa da una storia d’amore, delusa da una persona, delusa o illusa, non possa ritenere importante questo sentimento, esso lo è. Esso è la base del nostro essere. Esso è la base della nostra felicità.
Molti direbbero che è la base anche di molte sofferenze, della pazzia spesso, è la base dei dubbi, è la base dell’ incertezza, è la base dell’ ignoto. E temono l’ amore perché temono l’ ignoto, ma non hanno smesso nemmeno un minuto di amare, anche solo senza accorgersene, perché altrimenti non ci sarebbe nulla che li terrebbe in vita. Sarebbero solo esseri che respirano, ma sono morti dentro. Non hanno nulla, né cuore né cervello. Sì, perché in realtà fa tutto il nostro cervello, mentre il cuore batte, batte, batte.. con intensità maggiore o minore a seconda della felicità che si prova in quel momento.
Anche quel giorno era il 12 dicembre, ma al contrario di otto anni prima, l’ amore,sempre protagonista, avvicinava, non allontanava, univa non divideva, si manifestava, non si nascondeva.
Lisa era appoggiata sul letto della sua cameretta intenta a guardare fuori dalla finestra. In lontananza si poteva scorgere il London Eye, nonostante si trovasse molto lontano dal luogo in cui abitava lei. Ci era stata quando era piccola con i suoi genitori e si ricordava alla perfezione la vista che si godeva da lì su. Tutto intorno era diventato una riproduzione in scala di Londra. Tutto si era rimpicciolito e le persone sembravano tante formichine che frettolosamente camminavano per le strade, si fermavano nei negozi o fuori dai bar e le auto sembravano i giocattoli che venivano ‘guidati’ dalla mano di un bambino fantasma. Era tutto così meraviglioso lassù e nessuno turbava quella pace.
Lisa però stava pensando all’ evento che si sarebbe tenuto quella sera. Niente di speciale, questo è vero, ma era comunque un evento nuovo che si stava manifestando nella sua vita. Lei e sua madre erano state invitate a cena a casa del dottor Robert Styles, un grande amico di Lily.
Lisa l’ aveva visto in più occasioni e da quelle poche egli era risultato, agli occhi della ragazza, un signore simpatico e molto gentile ma soprattutto un bravo medico. Era stato l’ unico, tra i tanti dottori da cui era stata visitata, che era riuscito a trovare dei sedativi per la sua asma. È una brutta convivenza quella con l’ asma e chi ne soffre può ben capire.  Almeno una volta al mese, come nel caso di Lisa, sei costretto a svegliarti nel bel mezzo della notte perché fatichi a respirare e a prendere fiato .
Robert aveva più o meno la stessa età di Lily, infatti era ancora molto giovane. Anche egli, come sua madre, aveva divorziato da sua moglie otto anni fa e aveva un figlio, Harry, della stessa età di Lisa, che viveva con lui.
Lily e Robert si sono conosciuti in ospedale durante uno dei tanti turni che si tengono la notte. Sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui si sono conosciuti, eppure entrambi si ritrovano ancora in quello stesso ospedale di dieci anni prima a svolgere il loro lavoro, a mandare avanti la loro solida amicizia, che pian piano si sta trasformando in un qualcosa di più profondo.
Lily dice sempre a Lisa che il rapporto che ha col dottor Styles è quello di collega-amico. Uno di quei colleghi che più che essere colleghi sono amici. Quelli che vogliono aiutarti in ogni situazione, vogliono darti consigli, non vogliono farti pesare la giornata e sono sempre gentili, quelli che ci tengono che tu sia sempre felice, e infine, diceva lei, che ‘lui è uno dei pochi che ti fa sentire viva.’
Ora Lisa era in una situazione un po’ ambigua. Doveva andare a cena a casa del dottor Styles, e mentre lui e sua madre chiacchieravano animatamente, come fanno sempre, lei ed Harry sarebbero stati ad annoiarsi a morte, scrutandosi ogni tanto a vicenda, giusto per vedere se negli occhi dell’ altro traspariva noia come nei propri.  Harry e Lisa sono coetanei, frequentano lo stesso liceo e più volte a settimana gli stessi corsi, ma hanno sempre ignorato l’uno l’ esistenza dell’ altro, non approfondendo il loro rapporto di ‘compagni di classe’ in uno d’ amicizia. Non si erano mai rivolti una parola e nemmeno uno sguardo. Come se nessuno dei due per l’ altro fosse mai esistito e d’ altronde capita spesso ai ragazzi inglesi. Ci sono persone importanti come il vicino di banco con cui cominci a legare subito e stringi una serie di patti annunciati con gli sguardi e altre per niente importanti e addirittura invisibili. Per esempio il vicino di banco, come te, si annoia durante le lezioni pedanti di alcuni professori e prende a fare con te un discorso i cui argomenti variano dal ‘che palle ‘sto professore, ma quando la smette di parlare?!?!’  ‘ZzZZzzZ’ a qualcosa di più impegnativo come parlare di sport, di ragazzi, di musica..
Tra l’ altro era stata Alice, sua migliore amica e compagna di banco nella maggior parte dei corsi a scuola, ad indicarle chi era Harry Styles. Sì, perché quando i professori fanno l’ appello Lisa si concentra solo a rispondere ‘presente’ quando arrivano al suo nome. Non bada nemmeno a collegare i nomi degli altri alle proprie facce. Al contrario di Alice che conosceva quasi tutto il liceo, lei conosceva solo poche persone, e degli altri non le importava un granché. Per una settimana era stata a parlarle, senza freno, di quanto fosse bello Harry Styles, che vanta la fama di uno dei più bei ragazzi del liceo, che è serio rispetto ad altri ragazzi, che ha rispetto delle ragazze e non fa commenti sgradevoli, e su quanto lei fosse fortunata, addirittura, a cenare insieme a lui, nella sua casa, sulla sua stessa tavola. Fantasticava, anche, che lui, da gentiluomo qual è, le avrebbe versato l’ acqua, le avrebbe sistemato la sedia, le avrebbe fatto qualche complimento.
A Lisa il solo pensiero che un estraneo le avrebbe dato così tante attenzioni, spaventava.
All’ improvviso Lisa balzò dal letto perché qualcuno stava bussando alla porta della sua camera. Andò ad aprire. Era sua madre.
-“Tesoro, sei pronta?”
-“No mamma, non ho ancora preparato nulla, sono appena le 7. Sono uscita dalla doccia pochi secondi fa e adesso sto per scegliere qualcosa da indossare.”
-“Mi fa piacere che tu non abbia più insistito per non venire,sai? Ci divertiremo, vedrai, e poi Robert ti ha invitata per conoscerti meglio. Se tu non fossi venuta, l’ intera cena non avrebbe senso.”
-“Ah, ma davvero?!?” – Le rispose Lisa sarcastica – “ Non sapevo che questa sera si sarebbe parlato di me. Posso anche non venirci, sarò lo stesso la protagonista e sia chiaro N-O-N- V-O-G-L-I-O- E-S-S-E-R-L-O !”-  Disse calcando molto le ultime parole. Lily scoppiò a ridere.
- “ Ma cos’ hai capito, sciocchina? Robert ci tiene che tu venga questa sera, e ti assicuro che non ci annoieremo. Ora vado a prepararmi che tra un’oretta partiamo”.
-“Mamma guarda! Nevica!” Disse Lisa indicando fuori dalla finestra.
-“Hai ragione tesoro! – esclamò con sorpresa-  “Spero che non si scateni la tempesta. Capita sempre così, quando devi fare qualcosa di bello, c’è sempre qualcosa che deve andare storto e ti deve rovinare i progetti.” Disse guardando fuori dalla finestra.
-“In ogni caso prendiamo la macchina, forse non hai capito, abbiamo preso un impegno e si porta a termine.”
-“Tu hai preso un impegno” –precisò Lisa, ma non in tono accusatorio.
-“Ho ancora il diritto di fare le tue veci, sono pur sempre tua mamma.” Disse Lily sarcastica,per poi scoppiare a ridere. Dopo essersi accorta dell’ affermazione della mamma e sentendo la sua risata, scoppiò a ridere anche lei. Lily aveva la capacità di far tornare tutto come prima quando dopo una discussione faceva una delle sue battutine e scoppiava a ridere, e la sua risata ti travolgeva.
In meno di un’ oretta erano entrambe pronte. Lily indossava un paio di jeans stretti, una casacca beige abbastanza lunga, tenuta  ferma da una cintura e un paio di stivali. Lisa invece aveva un paio di leggins neri con un maglione grigio sopra e degli stivali. Scesero al piano inferiore, si avvicinarono all’ attaccapanni e presero i rispettivi cappotti, poi indossarono cappelli, sciarpe e guanti. Era l’ inizio di dicembre, era ancora autunno, ma fuori c’ era già un gelo invernale. Lily corse a prendere le chiavi della macchina e Lisa il suo cellulare. Quando lo ripose in una delle tasche Lily si avvicinò e le disse:
-“Ah, ah,ah signorinella- ammonendola- guai a te se stasera usi questo aggeggio per parlare o scrivere messaggini alla tua amica Alice. Innanzitutto non è corretto per le altre persone che sono  intorno a te a tavola e né ti permetto di allontanarti, se ti annoi, con quell’affare o rintanarti in altre stanze a parlare. Amore fallo per me dai, solo questa sera. Poi vedrai che nemmeno ce ne sarà bisogno. Faremo tutto tranne che annoiarci, te lo garantisco.”
Lisa avvertendo il tono pacifico, ma di rimprovero e richiesta, della madre, perché sicuramente per lei questa cena sarebbe stata più che importante, lo posò in tasca e annuì, sorridendole. 
Scesero giù in garage dall’ interno della casa, entrarono in auto e partirono diretti a casa di Robert. Nonostante la neve, si poteva camminare per strada, anche se lentissimamente.
 La casa del dottor Styles era un villino molto simile a quello di Lisa e Lily e inoltre non era molto distante da casa loro. Quando scese dall’auto, Lisa trovò quel posto molto familiare, ci era già stata, ma non ricordava quando. La mamma si avvicinò e le disse:
-“Come vedi quella è la casa di Louis.”
Ecco perché le sembrava così familiare quel luogo, ci veniva sempre da bambina e ultimamente era stata invitata ad una delle feste di Johanna la madre di Louis Tomlinson, uno dei suoi più grandi amici.
Lily bussò al citofono per farsi aprire il cancello, poi entrò e parcheggiò. Scesero definitivamente dall’ auto e trovarono un signore ed un ragazzo sull’ uscio della porta ad accoglierle. Entrambi con un grosso sorriso sul viso.
Lily si avvicinò alla porta e Lisa la seguì a ruota posizionandosi dietro di lei, quasi a nascondersi da quei due uomini che con quel loro sorriso sembravano smontare le persone e disarmarle di insulti.




                                                                                                                                                        
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Salve! Sono Choco_ e spero mi lascerete una recensione per poter capire se posso o non posso andare avanti con la storia. Per ora ho già scritto i primi tre capitoli. Li pubblicherò in seguito se lo permetterete.
A presto.. e un grazie in anticipo a chi leggerà la mia storia e un altro per chi avrà il piacere di recensire.
Baci
:)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2



Lily era arrivata sull’ uscio della porta proprio dove si trovavano Robert e suo figlio. Entrambi erano alti ed Harry superava addirittura di qualche centimetro suo padre.
Lily e Robert si salutarono affettuosamente con due baci sulle guance, poi la signora strinse calorosamente la mano ad Harry che gliela stava porgendo.
-“Mamma e quanto sei cresciuto Harry!”
Sul viso del ragazzo comparve quel sorriso che simula l’ imbarazzo quando si ricevono dei complimenti e gli occhi all’ improvviso diventarono ancora più vivaci e anche contenti.
Con quel suo gesto Lily aveva lasciato sua figlia scoperta. Nella sua testa stava imprecando contro la madre perché aveva troppa vergogna di essere lì in quel momento. In seguito Robert le si avvicinò, prima le diede la mano come aveva fatto poco prima Harry con sua madre, e poi con un sorriso sornione, mentre la ragazza avvicinava la sua, la salutò allo stesso modo con cui aveva salutato sua madre.
-“Che c’è Lisa, hai già dimenticato chi sono?” Le chiese senza smettere di sorriderle. Il suo sorriso non era falso, né stentato, era davvero contento che loro due fossero lì. Dopo due o tre secondi Robert fece entrare Lily in casa, ed Harry e Lisa si salutarono per la prima volta.
-“Ciao, piacere Harry” Le disse tutto contento.
-“Lisa”- le disse lei un po’ in imbarazzo.
-“Vieni, entra.” E Lisa entrò nella villetta degli Styles.  Era rimasta ferma nell’ androne dopo aver fatto appena due passi, aspettando Harry che stava chiudendo la porta. Poi lui la guidò nella sala da pranzo che si trovava oltre l’ immenso salone. Lì intanto c’erano già Lily e Robert che chiacchieravano animatamente. Lisa si lasciò sfuggire un sospiro. Ecco continueranno tutta la serata così, ne sono certa, ed io con ‘sto qui a morire d’imbarazzo. Non pensavo che la mamma si dimenticasse così facilmente di me quando le si para davanti un bel signore.
Intanto Robert, accortosi della presenza dei due ragazzi chiese al figlio di appendere i cappotti di Lily e Lisa. Lisa fu distolta dai suoi pensieri dalla richiesta di Harry.
-“Dammi il cappotto che l’ appendo.”
Subito cominciò a sbottonarsi il cappotto e glielo porse, e così anche il cappello e la sciarpa. Harry li appese e fece lo stesso con gli indumenti di Lily.
Di fronte a Lily c’era una tavola rettangolare apparecchiata per quattro. C’erano due sedie vicine, parallele ad altre due.
“Beh ragazze, prego.” Esclamò Robert per poi far accomodare Lily su una delle sedie e accompagnarla fino al tavolo. Lisa rise, perché i gesti di Robert sono gentili, ma anche buffi. Poi lanciò un’ occhiata a suo figlio che sembrava imbambolato, e prese ad indicargli Lisa con la testa. La muoveva su e in giù, da Harry a Lisa. Harry mosse le labbra in un “Ahh, me n’ero dimenticato” indirizzato al padre, che fu letto da tutti i presenti. Poi si avvicinò a Lisa e imitò il gesto che poco prima aveva fatto il padre.
-“ Perdonalo piccola Lisa”. Le disse Robert facendo una faccia strana, chiudendo gli occhi e sospirando.
Lisa si lasciò sfuggire una risata molto più che sonora. Il solo movimento strano di Robert le suscitava un riso pazzesco. E infondo non c’è niente di migliore per rompere il ghiaccio di una bella risata, e lui, signori, ne è il re.. o forse no, non è lui il re..
-“Lascia stare non fa niente.” Le disse stando al gioco della commedia tragicomica che aveva cominciato Robert.
-“Eh no signorino, te ne esci così senza nemmeno chiedere scusa?”
Lisa non poté trattenersi più e riprese a ridere. Anche Harry ormai era diventato attore nella scena messa in atto dal padre.
-“Scusami, davvero, non era mia intenzione dimenticare una delle prestigiose regole del Galateo.” E subito dopo rise anche lui.
-“Figurati”. Le rispose semplicemente Lisa.
-“Ahhhh, figliolo”- fece Robert disperato- “sei proprio un broccolo! La signorina qui presente è troppo gentile, tu non meriti scuse per questa tua dimenticanza.  Eppure io ricordo alla perfezione di averti insegnato le buone maniere. Starò anche invecchiando ma riesco ancora a riconoscere una bronchite da una bronchiolite e a ricordare altre cose..”
Ok, vi lascio immaginare la sala da pranzo di casa Styles in cui rimbombano le risate sonore di quattro allegri personaggi, ognuno con una risata particolare, la più contagiosa senza ombra di dubbio, quella di Lily.
“Ah signorine, vi vedo poco entusiaste riguardo alla cena, non siete proprio curiose di sapere cosa abbiamo cucinato ?”
A questo punto entrò in scena un nuovo personaggio: Lily.
“Cosa avete cucinato per noi, miei carissimi chef?” Disse con fare ancora più teatrale di Robert, gesticolando anche e modificando la sua voce. Lisa, avendo osservato la scena più che sconvolta, si mise una mano sulla fronte coprendosi gli occhi e scosse la testa lentamente, a destra e a sinistra, simulando un disperato ‘no, questa non è mia madre, dove si è cacciata?!?!’
Harry la guardò e sorrise.
 Il gesto di Lisa, uscito così spontaneo in mezzo a quella recita, era l’ unica cosa che portò alla realtà, e quindi fuori da quella scena, due personaggi, lei ed Harry. Quando si tolse la mano dagli occhi incrociò lo sguardo di Harry che poco prima la stava osservando. Harry che era seduto di fronte a lei le disse:
-“Non ti preoccupare, immagina me in che situazione sono..” Alludendo ai gesti e alla sceneggiata messa in atto dal padre.
-“Non credo sia normale per mia madre, non oso immaginare se in ospedale mettono in scena commedie di Pirandello.”
Harry rise. “ Ma te li immagini ? Quanto sono buffi. Ancora continuano.”
Lisa spostò lo sguardo sui due “adulti”. Robert elencava i piatti che avevano cucinato lui ed Harry per loro e Lily sembrava molto sorpresa ed entusiasta di assaggiarli. Ma né Lisa né Harry li stavano a sentire.
Sembrava che i ruoli si fossero invertiti. Due ragazzi che fanno commenti sui loro genitori ritornati bambini.
-“Beh, guardiamo il lato positivo, siamo d’ un tratto tutti felici.” Lo rincuorò Lisa.
Già, erano tutti felici, e la felicità molto spesso è annessa anche all’amore.

“Carciofoooo ! Non è che da bravo bambino verresti a darmi una mano?” Robert chiamò Harry in cucina per farsi aiutare a portare dei piatti.
Lily e Lisa erano finalmente rimaste sole.
“Allora come ti sembra? Tanto tragica la situazione? Hai visto che ti stai divertendo?”
“Già, però potresti contenerti alcune volte..”
“Ma dai, siamo tutti così allegri, che ti importa?! Tanto è sempre Robert che comincia, daremo la colpa a lui nel caso in cui ti scandalizzerai..”
“Mamma ma ti senti? Sembri una bambina di cinque anni!” Disse Lisa ridendo.
“Cara.. lo sono.” Disse riproducendo una faccia molto ‘modesta’ [come questa (u.u).]
Mentre Lisa avrebbe voluto continuare a parlare con sua madre, comparvero Robert ed Harry con quattro piatti in mano.
“Voilà madame, c’est la primà prelibatessà de la maison des Styles” Porse il piatto a Lily e poi avvicinò la mano al volto facendo finta di arricciarsi dei baffi-fantasma.
Poi indicò di nuovo Harry che aveva appoggiato un piatto sul posto dove era seduto lui e l’altro dove era seduta Lisa. Robert tossicchiò e Harry si riprese dalla sua piccola trance, in cui cadeva ogni volta che rimaneva a fissare Lisa.
“Ahh, giusto.. Madamoiselle, ecco a lei.” E Lisa gli sorrise in segno di riconoscimento.
Come antipasto non era niente di tanto speciale, era la solita mozzarella con contorno di affettati come prosciutto crudo o salame. Il primo invece era pasta con la panna e funghi porcini e come secondo c’era del pesce spada grigliato, che, vi assicuro, è una meraviglia. Non posso certo nascondervi che durante questi pasti Robert non abbia fatto una della sue facce buffe o una battuta. Infatti Lisa stava quasi per strozzarsi con l’ acqua e per poco Harry invece non sputava la sua in faccia alla povera Lisa.

-“Insalataaa!”
Harry porse la scodella d’ insalata a suo padre.
-“Ma che hai capito,salame, tu sei insalata.”
-“Wow papà stai facendo una ratatouille stasera.”
-“In ogni modo, insalata,” -continuò Robert, marcando il soprannome adottato da lui pochi secondi prima- “è il momento del dolce, vieni con me di là.”
Tornarono dopo poco con una grossa torta al cioccolato.
-“Questo è l’ unico alieno della serata, ragazze. Viene dalla pasticceria dei Payne. Vi assicuro è buonissima.” Tagliò quattro fette molto grandi. Lily si lamentò dicendo che aveva mangiato tanto e non poteva ingozzarsi di cioccolata perché le donne tengono anche alla loro forma.
-“Ma tanto sei bella anche grassa.” Le rispose Robert.
Lisa lasciò scivolare la forchetta da mano, scioccata dall’affermazione di Robert che non era stata dichiarata con tono sarcastico come quelle precedenti, anzi era serio ed Harry fissava il suo bicchiere con sguardo vuoto. Né Lily né Robert si erano accorti della reazione dei due ragazzi, troppo presi a guardarsi negli occhi e a perdersi l’uno nell’altro.
Robert continuò a fare battute ma solo Lily sembrava seguirlo, mentre Harry e Lisa finivano di mangiare il dolce in silenzio. Dopo poco tutto sembrò tornare come prima, anche i due ragazzi continuarono a ridere e a scherzare.
-“Ancora non ci credo che voi due abbiate preparato tutto questo per noi, da soli e con le vostre mani!”- disse Lily –“Davvero complimenti. Tutto squisito.”
Harry e Robert ringraziarono e sembrarono molto entusiasti dei complimenti ricevuti. Lily e Lisa non sapevano quanto tempo avevano impiegato per non fare pasticci con il cibo..

-“Zucchino, aiutami a sparecchiare”.
Inutile precisare da chi e a chi era rivolta la richiesta. Lily e Lisa si alzarono dal tavolo e diedero una mano ad Harry e a Robert.
-“No no no no no.” Robert sembrava quasi scioccato.
-“State ferme, facciamo noi, siete nostre ospiti.”
-“È sempre bene dare una mano, non ti preoccupare, non ci dispiace” – Insistette Lily mentre portava i piatti sporchi in cucina.
-“Dove vanno questi?”- chiese Lisa ad Harry indicandogli i bicchieri.
-“Lascia a me, vanno qui nella lavastoviglie.”
-“Ahh. Però così non va bene, le femmine vincono sempre! Melanzana, la prossima volta dobbiamo opporre più resistenza. Va bene?” Disse sempre con quel suo fare teatrale, carico di energia.
-“Sissignore, comandante supremo delle verdurine!” Harry si posizionò davanti al padre e lo salutò a mo’ di soldato in una parata.
Ok, questa scena non si poteva proprio vedere ed è per questo motivo che Lisa era quasi stesa a terra dalle risate e Lily si tratteneva la pancia che le faceva male a causa del troppo ridere.
-“Basta o mi farete morire”. Disse, Lily.
-“Il modo migliore di morire è morire dalle risate, un mio amico me lo dice sempre.” Le disse Harry.
-“Anche a me !” Aggiunse Lisa, confermando quello che aveva detto Harry.
-“ Forse conosco anche io questo tuo amico caro Harry. Ma sono troppo giovane per morire!! Vi supplico.” E poi continuò a ridere ricordandosi della scena.
Harry e  Lisa erano ritornati in sala da pranzo. Lisa si ricordò di Alice a cui aveva promesso di scrivere della serata, ma aveva anche promesso a sua madre di non usare il cellulare. Intanto l’ aggeggio si trovava nelle tasche del cappotto. Si avvicinò all’ appendi abiti e prese il cellulare dalla tasca. Poi tornò indietro in sala. Harry seguiva i suoi movimenti con lo sguardo. Lisa non ci fece per niente caso. Si fermò davanti a lui, che era appoggiato alla spalliera esterna del divano e gli chiese dove fosse il bagno.
-“Vieni ti accompagno”
Lisa lo seguì. Entrò in bagno, chiuse la porta e accese il telefono. Le erano arrivati una dozzina di messaggi e cinque chiamate, tutti da parte di Alice. Ne lesse uno.
‘Hey, allora ? Com’è Styles?’
Lisa si fermò a riflettere su quella domanda. Com’è Styles?
Beh, com’è.. È simpatico, gentile quando il padre non lo mette in imbarazzo, ha dei begl’ occhi, ha un sorriso sincero. Tutto sommato non è male come persona.
Oh, Lis, ma che pensieri fai, insomma?
‘Perché non rispondi? Ti sei già persa nei suoi occhi?’
I suoi occhi, già, erano di un verde molto più chiaro di quelli di Lisa. E ridevano, ridevano in continuazione. Sanno fare anche i complimenti i suoi occhi.
Dai, Lis, ti stai facendo influenzare troppo da Alice .Basta leggere messaggi. Lo farai a casa.
Spense di nuovo il telefono e ritornò giù in sala. I tre erano nel grande salotto seduti sul divano mentre aspettavano che lei tornasse dal bagno per scegliere cosa fare.
-“Propongo una bella partita a Scala 40: Genitori contro figli. Accettate la sfida, verdurine?”
-“Ci sto.” Esclamò Lisa mentre guardava Harry, cercando conferma.
-“Anche io” Disse lui sorridendole.
-“Bene, bene, bene. Prendo le carte. Sedetevi nel frattempo.”
Harry si sedette di fronte a Lisa e Lily si posizionò di fianco ai due ragazzi, seduta di fronte ad una sedia vuota, il posto destinato a Robert.

All’ inizio i genitori erano molto ma molto fortunati. Schieravano scale e chiudevano sempre prima. All’ improvviso mentre toccava a Robert pescare una carta dal mazzo,questi si fermò ad osservare Harry che contemplava Lisa, concentrata sulle sue carte. Era stranamente contento.
“Sedanuccio mio, sei geloso dei ricci della bella Lisa, eh?”
Lisa alzò lo sguardo dalle sue carte, era diventata tutta rossa e si poteva dire lo stesso di Harry. Suo padre purtroppo non stava mai zitto. Doveva sempre metterlo in imbarazzo. Lisa dal canto suo non era abituata ai complimenti, che le provocavano sempre la stessa reazione da ‘cado dalle nuvole’ o da ‘sono spiazzata’.
I ragazzi, quasi a vendicare il ‘torto’, chiamiamolo così, di Robert conclusero l’intera partita a carte, vincendo. Erano così felici che batterono il cinque animatamente.
Robert invece sembrava disperato.  Era steso a terra con le gambe all’ insù. Lily al contrario se la rideva. All’ improvviso si era avvicinata a lui cercando di convincerlo che era solo un gioco, uno dei tanti modi di passare la serata. Robert sembrò quasi non ascoltare. Poi propose una serie di giochi da tavolo. Monopoli, Uno, Mikado, Scale e Serpenti ecc.
Optarono tutti per Mikado e cominciarono a far cadere i bastoncini sul tavolo. In questo gioco Lily vinse ben tre volte, Lisa ed Harry due ciascuno e Robert zero.
Beh, in quanto al gioco era proprio sfortunato il povero Robert. Ma in amore …


Eccomi qui dopo un’ assenza di quasi otto mesi! Yuppy !! (?)
No, non c’è niente da esultare, lo so. Ho pubblicato solo perché mi è arrivata una recensione al capitolo precedente e quindi, come richiesto, questo è il secondo capitolo.  Questa storia è già terminata, nel senso che non devo scrivere più capitoli ma sono tutti pronti da mesi. AHAHAHAHA Ammetto che nella stesura ci sono delle incongruenze con i ‘miei’ pensieri e quelli di Lisa. Ma diciamo che è più una sorta di marchio del mio stile, che, ammetto, è più che pesante da seguire. A volte uso un linguaggio troppo criptico..
Tornando alla storia aspettatevi delle sorprese!! Questo è un noiosissimo capitolo di passaggio, ammetto che il prossimo sarà più interessante :) Grazie a chi recensirà! Un bacio e fatemi sapere diversi pareri, non scrivetemi solo per dirmi di passare dalle vostre storie!
Pubblicherò un capitolo di questa storia e uno dell’altra, credo, prima della partenza per le vacanze (10 agosto).

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