Lettere Nascoste

di kenia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La medesima lettera ***
Capitolo 2: *** un equivoco ***
Capitolo 3: *** risoluzione dell'equivoco:una mosca ***
Capitolo 4: *** l'incontro di Hanna... ***



Capitolo 1
*** La medesima lettera ***


(I cap scritti dal punto di vista di rosy sono i miei cioè di kenia, i cap dal punto di vista di Hanna sono di _Hanna_)



1.
- Ma la smetti di urlare ??? Sei solo una bambina viziata!!!-
- Ma sentila a 20 anni suonati si mette ancora a discutere su chi deve avere la maglia più bella, la mela più grossa ecc. Mi hai stufato!!!-
- Questo è troppo hai davvero esagerato!!- sentì la mano pesante di mia sorella abbattersi sul mio viso dove lasciò un segno molto rosso….
Ma non piansi…ero troppo orgogliosa per potergli dare la soddisfazione di mettermi a piangere…non doveva averla vinta ogni volta lei solo perché era la maggiore…
- Hai dimostrato ancora una volta di essere quello che ho sempre pensato tu fossi….una ragazza viziata!!- Le girai la faccia, e mi diressi fredda e rigida come un palo verso la mia stanza, dietro di me, lei immobile con lo sguardo assente carico di rabbia mentre mia madre ci guardava incapace di decidere se correre dall’una o dall’altra….Era stata sempre incapace di fare la sua scelta tra di noi.
Mi chiusi a chiave nella mia stanza e, sulla mia scrivania sparsi tutte le lettere che avevo scritto a mia sorella. Erano lettere scritte per la maggior parte in momenti di rabbia e di rancore nei suoi confronti, lettere scritte ogni volta che c’era un litigio tra di noi….Quindi ne erano tante…
Le tenevo chiuse in un grazioso scatolino che tenevo sotto il letto, e nessuno conosceva la loro esistenza….nessuno conosceva l’esistenza del confronto tra me e il mio cuore.
Così, anche quella volta, mi sfogai con carta e penna:


Ciao Hanna,
vedi? Abbiamo litigato per la millesima volta ormai…ho perso il conto….
Ho sparso tutte le lettere che ti ho scritto fino ad ora sulla mia scrivania, e mi è venuta da pensare una cosa… Perché sono così stupida da scriverti quando potrei parlarti?Anche perchè ti sto scrivendo, ma tu non lo saprai mai…
Non te lo sei mai chiesto?? Io sì e credo di aver trovato anche la risposta….
Da quando sono nata non c’ è stato un momento da sorelle tra di noi…sempre e solo litigi…ma tu credi che io stia bene?? Ti sbagli.
Ci sto male ogni volta che litighiamo perché tu sei l’unica sorella che ho, con cui dovrei parlare e chiedere consiglio…condividere esperienze e tanto altro….c’è tanto altro da vivere credimi ma…
Con te non ci riesco…non riesco a dialogare, mi cacci sempre…litighiamo sempre c’è solo questo….
Ed io?? Io mi riduco a sfogarmi con uno stupido foglio di carta, in lacrime, con l’illusione che sia mia sorella. Ma non è così…mia sorella in questo momento potrebbe abbracciarmi, ma il foglio di carta non lo fa….tu non lo faresti….
Perché??Perchè c’è tutto questo?Hanna ricordati ci sono cose più importanti…non usare la tua rabbia contro di me, contro tua sorella, ma pensa che ci sono persone che soffrono e muoiono a causa della guerra….
Trasforma il tuo odio in qualcosa di positivo, e ricordati che nonostante tutto sei mia sorella, e anche se desidererei un tuo abbraccio, non oso chiedertelo….
Ti voglio bene…


Rosy


Piegai il foglietto e lo misi tra le altre lettere….quelle che rappresentavano le tante volte in cui ci siamo scontrate….
Misi il pigiama, spensi la luce e mi infilai sotto le coperte mentre una lacrima rigava il mio volto…
- Buona notte…Hanna - e mi addormentai.

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Capitolo 2
*** un equivoco ***


2.

Dopo che mia sorella ebbe sbattuto la porta della sua camera con rabbia, stizzita mi avviai verso la mia camera non aspettando la mamma che cercava di corrermi dietro. Le chiusi la porta in faccia, mi gettai sul letto e mi addormentai..Si fa per dire.Continuai a rigirarmi nel sonno,inquieta come non mai,quell'ennesimo litigio mi aveva scosso in maniera particolare.Perchè poi?Cioè,litigavo con Rosy quasi tutti i giorni,dovevo esserci abituata ormai...perchè quella notte il pensiero di quel litigio non mi lasciava adagiare fra le braccia di Morfeo..?Quanto avrei voluto che mia sorella potesse essere degna di questo nome..di confidarmi con lei,di consigliarla,parlarci di quello che ci accadeva nella vita di tutti i giorni...

-Va bene,basta pensarci...- mi dissi,la voce ancora rotta dal pianto silenzioso,gli occhi rossi e gonfi finalmente si chiusero.

 

La mattina dopo mi alzai a malincuore,sembravo aver preso sonno da pochissimo tempo e sbuffai sonoramente scendendo dal letto.Rabbrividii appena quando i miei piedi contrastarono col freddo marmo del pavimento,ma non vi feci poi tanto caso. Scesa a colazione, lavata e vestita di tutto punto,ebbi un tuffo al cuore quando vidi Rosy seduta al tavolo.Mi rivolse uno sguardo freddo,anzi sembrava che io non fossi proprio scesa… o peggio,non fossi mai esistita.

-Buongiorno e ben svegliata anche a te..- sbottai aspra,prendendo posto il più lontano possibile da lei,poi afferrai una fetta di pane e la guardai senza voglia.

-Sarà meglio andar via,ci sono troppi insetti fastidiosi qui in cucina!-riprese Rosy noncurante,mentre si alzava in piedi e usciva dalla stanza. Ribollii dalla rabbia,stringendo i denti per non gridarle contro qualche spregevole appellativo. Come facevi ad essere gentile con una simile arpia?Con un gesto di stizza sbattei la fetta di pane che avevo tra le mani di nuovo nel cestino sul tavolo e mi alzai infuriata più che mai,intenta a fare un giro in bici per tentare di sbollirmi e non esplodere.

 

Presi la bici azzurra,regalo di papà per il mio scorso compleanno,e mi lanciai in corsa per il vialetto.L'aria era fresca e limpida,il venticello che sbuffava sembrava giocare coi miei capelli castani.C'era chi mi diceva che sembravano fili d'ambra....C'era addirittura chi mi chiamava ninfa dei boschi.. capelli castani,occhi ambrati.. ma se avessero soltanto guardato cos'avevo realmente nel cuore,si sarebbero rimangiati ogni stupidaggine. La situazione in cui ogni giorno vivevo,le mie angosce,i litigi con Rosy...quello non poteva assolutamente essere il Paradiso e né tanto meno avrei potuto essere una creatura magica...

 

 

Continuando a pedalare assorta nei pensieri,non mi accorsi di dove stavo andando. Fatto sta che sbattei violentemente contro qualcosa e mi ritrovai a gambe all'aria.

-Ma dannazione,cos'è successo..?- inveii contro quello che credevo fosse un albero,ma mi sbagliavo.

-Fortuna che non mi sei caduta addosso...- disse una giovane voce maschile,che tese una mano per aiutarmi a rimettermi in piedi

-Grazie,ma non ho bisogno del tuo aiuto..!- sibilai acida mentre mi rialzavo da sola e lamentandomi silenziosamente per il dolore della caduta. Mi voltai verso chi voleva aiutarmi e vidi che era un giovane dall'aria distinta,di bell'aspetto. Alto e moro,aveva dei begli occhi azzurri,che stranamente mi guardavano storto .Beh,non aveva tutti i torti,l'avevo quasi investito ed ero stata sgarbata nei suoi confronti….

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Capitolo 3
*** risoluzione dell'equivoco:una mosca ***


3.

Quella fu la peggior notte della mia vita. Sognai che…cadevo da un burrone e…mia sorella, Hanna, era lì…ferma e immobile…mi guardava cadere eppure non muoveva un singolo muscolo pur di aiutarmi, anzi, forse un muscolo lo mosse…quello facciale per stamparsi sul volto freddo un sorriso sarcastico e soddisfatto…mentre cadevo nel vuoto…

Mi alzai di soprassalto, i lunghi capelli biondi color dell’oro incollati al viso e gli occhi verdissimi gonfi di pianto…

No non poteva essere così…non poteva essere così cattiva da lasciarmi morire…

Mi alzai dal letto e corsi in bagno per una doccia veloce sotto l’acqua fredda…. Mi avrebbe rinfrescato le idee ma intanto le lacrime non smettevano di scendere e si confondevano con lo scroscio d’acqua gelida.

Stetti forse, un po’ più del dovuto ma quando uscì, mi sentì davvero meglio.

Indossai l’abito a fiori smesso di mia sorella, e aggiustai i lunghi capelli in un nastro rosa di raso che sembrava una farfalla tra i lunghi boccoli biondi.

Sarà anche un abito di seconda mano ma quello era il mio preferito e la Berlino di quegli anni attraversava momenti difficilissimi, soprattutto per noi poveri…quindi, non potevo permettermi di pretendere qualcosa di nuovo solo per me, ma continuavo a sperare che presto le cose sarebbero cambiate.

Scesi in cucina dove un odore di pane tostato e marmellata si spandeva per tutta la stanza e presi posto al mio solito posto…

Bhè c’è una piccola cosa di me…odio gli insetti e dopo il malinteso che successe in cucina quella mattina li odiai ancora di più.

Mentre addentavo la mia fetta di pane cosparsa di marmellata, vidi volare una mosca e già iniziai ad osservarla in modo sprezzante, quando quest’ultima si posò proprio sulla camicetta di Hanna.

Avevo capito che Hanna avrebbe capito male, che avrebbe pensato che stavo guardando lei così, tuttavia non cercai nessuna scusa…non dovevo giustificarmi con nessuno ne tantomeno con lei.

Di conseguenza lei si accomodò dall’altro lato opposto del tavolo…prevedibile, lo faceva sempre quando stava arrabiata con me si allontanava sempre. Quella mosca odiosa iniziò a volarmi intorno e istintivamente pronunciai una frase rivolta agli insetti e mi alzai un po’ seccata per andare a lavarmi le mani, lasciai la porta del bagno socchiusa e sentì Hanna sbattere il pane nel cestino e uscire di corsa….

*Ecco…ho fatto un altro guaio….ma perché nessuno mi capisce non mi sembra di essere nata su Marte*

Dissi dando un pugno al lavandino mentre un’altra lacrima scese sul mio viso…

Mi asciugai le mani e anche quella lacrima con il dorso della mano, aspettai che il rossore agli occhi si attenuasse, e corsi in camera mia.

Presi la mia vecchia macchina fotografica…era un ricordo di mio padre da allora la portavo sempre con me…fotografavo tutto e poi cercavo di disegnarlo, quindi, presi anche il mio album da disegno e corsi di sotto.

“Ciao mamma vado al parco..”

Dissi ed uscì senza aspettare risposta da parte della mamma.

 

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Capitolo 4
*** l'incontro di Hanna... ***


4.

Intanto, continuavo a perdermi negli occhi del ragazzo, ma ad un tratto mi disse….

-Beh,sembra che invece tu non possa fare a meno del mio aiuto...- con una risatina,indicando con un cenno la mia bicicletta...rotta.

 Mi voltai e per poco non caddi in lacrime quando la vidi ammaccata e il manubrio che pendeva da un lato.

-Oddio,come la riparo adesso..?- mormorai nervosa,dato che tenevo molto a quella bici.

Non era di gran valore commerciale,però ne aveva uno affettivo che andava ben oltre l'immaginabile...Mi ricordava mio padre...Con uno sbuffo indispettito,mi voltai furente verso il giovane,manco avesse rotto lui la bici o avesse provocato il piccolo incidente

-Ah si?E di grazia sentiamo,com'è che vorresti aiutarmi?- chiesi velenosa,le mani scattate sui fianchi.

Non era da me comportarmi in quel modo,il mio carattere era caratterizzato da ben altro..

Gentile,affabile,sempre col sorriso sulle labbra. Sorriso che puntualmente svaniva dal mio volto ogni volta che litigavo con Rosy.

Era mai possibile che diventassi così irascibile dopo un litigio?Vorrei vedere altri al mio posto:avere una sorella e non poterci parlare come fanno tutti quelli che hanno fratelli; anzi no, parlavamo eccome, solo che i nostri discorsi erano fatti di parole cariche d'odio, e questo non era poi molto positivo. La risata del ragazzo mi fece tornare a quello che stavo facendo.

-Ovvio,riaccompagnandoti a casa!E' il minimo che possa fare per quello che accidentalmente ho provocato alla tua povera bicicletta...-  disse in tono più serio,e sembrava sinceramente dispiaciuto per l'accaduto.

Avevo ragione a credere di averlo preso troppo duramente,in fondo era lui ad essere stato investito da me e non il contrario. Mi fermai ed emisi un sonoro sospiro,  prima di abbassare lo sguardo per rimettere in ordine la gonna sgualcita dopo la rovinosa caduta

-Ti prego di perdonarmi,ero io sovrappensiero e non ti ho visto arrivare...- farfugliai dispiaciuta,con fare timido,rialzando a fatica gli occhi chiari sul giovane,che però sorrideva cordiale.

-Oh non temere.. ti capisco. Piacere,mi chiamo Alexander..- fece avvicinandosi a dove ero ferma io e accennando un piccolo inchino.

Per un piccolissimo attimo i nostri sguardi si incrociarono e arrossii furiosamente; lui sembrò accorgersene e fece una risatina.

-Io sono Hanna...piacere mio...- sorrisi volgendo lo sguardo alla strada, che in quell'ora stava cominciando a trafficarsi.

-Bene Hanna...andiamo a casa..?-

-Oh no no,lascia stare,posso andare benissimo da sola...-

Non feci neanche in tempo a finire la frase o a farlo rispondere,che stavo già scappando via,diretta alla mia abitazione. Però non so come,dimenticai lì per il vialetto la mia bici e l'avrei rivista soltanto qualche giorno dopo..

Ma come facevo ad essere sempre tanto timida?Una mia conversazione non durava più di qualche minuto,poi riuscivo sempre a sprofondare in quell'abisso di insicurezza che mi contraddistingueva. Ecco,avrei potuto parlarne con mia sorella!Invece la conversazione sarebbe culminata in litigio,altro che timidezza...La rabbia mi ribolliva nelle vene solo se pensavo alla questione di stamattina a colazione.."insetto fastidioso" ha osato chiamarmi!

Camminavo ormai da qualche minuto, i passi divenivano via via più spediti.. volevo solo tornarmene a casa e chiudermi in camera mia a pensare, o magari a scrivere l'ennesima lettera,di cui ormai avrò perso il conto. Persa nel vasto labirinto della mia mente,in cui ancora sbattevano le parole"insetto fastidioso", arrivai di fronte all'entrata del Parco e vidi che Rosy vi stava entrando,su una spalla una borsa,i lunghi capelli biondi rilucevano alla luce del sole. Sicuramente stava andando lì a disegnare,o a scattare fotografie,le sue grandi passioni...

Dio solo sa quanto avrei voluto entrare lì insieme a lei,magari a chiacchierare o a scattare foto insieme,invece girai i tacchi e tornai sulla mia strada.

 

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