Maybe, i'm dreaming.

di itsmalikswifegirls_
(/viewuser.php?uid=286696)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Semplicemente una sedicenne come tante. ***
Capitolo 2: *** Dare To Dream. ***
Capitolo 3: *** Se è un sogno, non svegliatemi. ***
Capitolo 4: *** Love is in the air. ***
Capitolo 5: *** Baby let me be your last, your last first kiss. ***
Capitolo 6: *** Beautiful night. ***
Capitolo 7: *** Semplice,sembrava tutto così semplice. ***
Capitolo 8: *** Everything's gonna be alright. ***
Capitolo 9: *** In your eyes, irresistible. ***
Capitolo 10: *** Cuts. ***
Capitolo 11: *** A beautiful mistake. ***
Capitolo 12: *** Wrong words. ***
Capitolo 13: *** First time. ***
Capitolo 14: *** Tentazione. ***
Capitolo 15: *** Situazioni scomode. ***
Capitolo 16: *** I've never had the words to say. ***
Capitolo 17: *** Love,sex,perfect. ***
Capitolo 18: *** "I know you've never loved.." ***
Capitolo 19: *** Il concerto. ***
Capitolo 20: *** So can we do it all over again? ***
Capitolo 21: *** "It's the jokes night." ***
Capitolo 22: *** Same mistakes,again. ***
Capitolo 23: *** Go away. ***
Capitolo 24: *** Return. ***
Capitolo 25: *** New begin. ***
Capitolo 26: *** So I'm coming back for you. ***
Capitolo 27: *** 'You're lucky.' 'I know.' ***
Capitolo 28: *** Together is better. ***



Capitolo 1
*** Semplicemente una sedicenne come tante. ***


PROLOGO:
Ciao,sono Alessia,ho 16 anni, vivo da sola con mia madre, in paesino sperduto nei pressi delle Marche. Non ho mai avuto tante amiche, e passo il mio tempo tra la scuola, le lezioni di tennis, e la musica dei miei idoli. Ebbene sì, frequento il terzo anno di liceo delle scienze umane, che si trova nei pressi di casa mia, devo dire che non mi lamento, a scuola vado bene, ho la media abbastanza alta e non ho alcune insufficienze. Ma bando alle ciance, della scuola mi importa poco e niente, mi impegno solo per non sentire mia madre urlare; da come avrete capito non abbiamo buoni rapporti, lei crede ancora che io sia una stupida bambina nonostante abbia la “quasi matura” età di 16 anni. Lei non sopporta che io stia chiusa tutto il mio tempo in camera, ad ascoltare i miei idoli; i miei idoli sono 5 e sono proprio loro: gli One Direction. La loro musica riesce sempre a tirarmi su di morale, a farmi tornare un sorriso sul mio volto pallido e a non far riempire di lacrime i miei grandi occhi verdi. Non sono mai riuscita ad incontrarli e credo che sia uno dei più grandi sogni della mia vita,oltre quello di ritrovare mio padre.
 

Capitolo 1

 
Quella mattina era come tutte le altre domeniche, io che mi alzo alle 11, mamma che predica per casa prendendosela con non si sa chi;
Scesi velocemente  i quattro gradoni  di moquette del piano che mi separava dal resto della casa, e mi ritrovai in cucina con mamma che mi urlava dritto in faccia: “ti pare questa l’ora di mettere piede in questa cucina? Questa casa, cara mia, non è un albergo.” La guardai in cagnesco, dio, la odiavo, ripeteva sempre le stesse cose ormai “-No mamma, scusa mi sono svegliata tardi anche oggi. Devo fare qualcosa per te?-“ le chiesi facendo finta di essere davvero dispiaciuta; “-No Alessia, ormai ho fatto tutto io. Oggi devo andare da zia Anna, vieni vero?”. Mi alzai dalla sedia dove avevo poggiato il mio magro ed esile corpo cinque minuti prima, e senza guardarla dissi: “-Non ne ho voglia.” Mi aspettai qualsiasi cosa, un urlo, uno schiaffo, il solito insulto ma invece dalla bocca di mia madre uscì solo un flebile: “Non fa niente.” Cosa diavolo stava accadendo  a quella donna?
Tornai in camera ballonzolando per le scale, aprii il mio armadio e notai che era stracolmo di vestiti, ma tanto io avrei messo sempre i soliti. Mi cambiai velocemente e indossai un maglione caldo e lungo sopra un paio di comodi leggings neri. Mi accinsi a coprire le cicatrici e le recenti ferite che avevo lungo un braccio, perché sì, io ero autolesionista; lo ero diventata da due anni ormai, non riuscivo a smettere, è stato un impatto potente tanto quanto la dipendenza verso una droga. Scacciai quei pensieri dalla testa ed entrai nel piccolo bagno che si trovava nella mia stanza. Mi guardai allo specchio e truccai leggermente i miei occhi verdi, l’unica cosa che adoravo di me stessa, e mi ravviai i capelli rosso ramati che mi ritrovavo. Sono sempre stati brutti per me, lunghi, lisci come spaghetti e di quel colore che molte stupide ochette della mia età vanno a farsi fare dal parrucchiere; uno stupido rosso. Puah, come si poteva amarlo. Mi guardai infine, un’ultima volta allo specchio, e notai quanto chiara fosse la mia pelle, e come su di essa spiccavano le allegre lentiggini e quelle due piccole macchie rosee che formavano le mie morbide guance.
Sentii la porta di casa sbattere e dedussi che mia madre dovesse essere uscita per andare a fare qualche commissione. Scesi al piano di sotto, e mi accomodai sul soffice divano del mio enorme salotto. Accesi la televisione, litigando con il telecomando e mi apparve sulla schermata un volto che conoscevo fin troppo bene, era Niall Horan, uno dei miei cinque idoli, che stava dando un’intervista per chissà quale radio. Lo ascoltai, rapita, e le uniche cose che capii furono “concerto” , “One Direction”, “Italia”. Gli One Direction in Italia? Non potevo crederci. Era un sogno. Avevo sempre aspettato quel momento, e ora il mio sogno sarebbe potuto diventare realtà. Con un sorriso a 383 denti , corsi al piano di sopra e accesi il piccolo computer sulla mia scrivania, quando si accese digitai frettolosamente il sito di vendite di biglietti online e cliccai sulla finestrella che diceva “One Direction in Italy”; scoprii dunque, c he i miei idoli sarebbero venuti a fare tappe il 19 e 20 maggio  a Verona  e Milano. Diamine, dissi fra me e me, Verona è a sole 4 ore di treno da qui, potrei benissimo andarci da sola. Immaginai me al concerto, a cantare e vivere emozioni con loro, che seguivo ormai da due anni. Rimasi lì a pensare a  loro, e ai loro concerti, e non sentii la porta di casa riaprirsi e chiudersi violentemente per via del vento.
“ALESSIAAAA”-urlò mia mamma dal piano di sotto-“ sbrigati a scendere che qui è quasi pronto.” Sbuffai. Sicuro mi avrebbe chiesto di mettere la tavola, e mi avrebbe iniziato a trattare come una serva.  Pensai di chiedergli subito il permesso per il concerto che si sarebbe tenuto a maggio, quindi presi coraggio, mi strinsi nelle spalle e balbettai: “Mm-mamma, dovrei chiederti una cosa…” lei posò il canovaccio sul tavolo, mi guardò e disse: “Dimmi tutto Alessia.” La freddezza con cui pronunciò il mio nome mi lasciò di stucco, ma non potevo darmi per vinta, insomma, erano i miei idoli quelli per cui stavo lottando. “Il 19 maggio, i miei idoli, terranno un concerto qui in Italia mamma,  a Verona, insomma, io volevo chiederti il permesso per, ehm, poter andare.” Mamma iniziò a ridere, ma ridere proprio di gusto, mi fissò e rispose: “Alessia, no ma dico, sei impazzita? Io che lascio andare te, a 16 anni, a Verona per uno stupido concerto? Non se ne parla, e chiudo qui il discorso.” “Ma mamma..” provai a rispondere- “Alessia,ti ho detto di no, smettila.” Quasi urlo. Gli diedi le spalle e mentre correvo verso la mia stanza gli urlai: “sei la peggiore madre del mondo, ma adesso sono stufa, oggi stesso vado a  vivere da zia Anna.”
Passai le due ore seguenti, senza mangiare, preparando una borsa con tutti i miei vestiti più “belli” e i libri per la scuola, pensando alle parole che avevo detto prima a mia madre, ma non me ne pentii. Ero felice di aver messo in chiaro le cose una volta per tutte. Non si azzardò a salire in camera mia, né tantomeno a venirmi a dire qualcosa, ogni tanto sentivo il tintinnio delle posate mentre mangiava, la televisione ciarlare e il rumore della lavastoviglie messo in moto.
Ricontrollai diecimila volte il contenuto della mia enorme borsa, e quando fui certa di aver messo tutto l’indispensabile scesi le scale e mi avviai verso la porta in silenzio. Sentii alcuni singhiozzi e dopo essermi girata vidi mia madre seduta sul tappeto del salotto, mentre si asciugava due lacrime. Non mi fece nessun effetto, tutte le lacrime, tutto il peso e tutto il sangue che avevo gettato io per i suoi continui rimproveri, le sue continue sberle e i suoi insulti, pare non avessero mai destato nessuna pena in lei, perché ora avrei dovuto avere pena io per lei. Per salutarla le blaterai un semplice “ciao” seguito da un “non cercarmi, se avrò voglia di tornare lo farò di mia volontà.” E detto questo mi chiusi la porta alle spalle e mi ritrovai sola per la strada, e per il gelo di quel febbraio. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Dare To Dream. ***


Capitolo 2
 
Arrivai a casa di zia Anna con il naso gelato e la spalla indolenzita dal peso dell’enorme borsone. Quando mi vide così, mi venne incontro e disse dolcemente: “Nipotina mia, ho parlato con tua madre poco fa, mi ha detto tutto, puoi restare quanto vuoi tesoro, ti ho preparato la stanzetta che ti piaceva tanto da piccolina.” Beh, almeno lei non mi credeva “una bambina”, quanto avrei voluto che mia zia fosse mia mamma, nonostante avesse 12  anni in più di lei.
Zia mi fece strada per il lungo corridoio che ricordavo sempre così, dai muri arancioni e qualche ragnatela sparsa qua e là.

Entrai nella piccola e accogliente cameretta del mio grande cugino Thomas e riposi i miei libri nelle ormai vuote mensole, e i miei vestiti nel suo grande armadio di legno. Mi diressi poi in bagno andando a poggiare le mie cose personali nei vari armadietti, ma mentre infilavo il mio spazzolino in un bicchiere, affianco al lavandino notai qualcosa che non osavo toccare ormai da due settimane; era una comunissima lametta, di quelle piccole con il manico verde che anche io utilizzavo per farmi la ceretta. La sua lama brillava sotto la luce al neon del bagno azzurro di mia zia, e senza pensarci due volte,la presi in mano e la portai all’interno del mio avambraccio. Strinsi forte, la  appoggiai, premetti, chiusi gli occhi e strofinai velocemente; in men che non si dica, fui invasa dall’odore acre del sangue e vidi lo stesso, uscire prima piccole goccioline e poi veri rigoli dal mio piccolo braccio. Presi in fretta un cerotto e lo applicai sulla ferita, gemendo un pochino dal bruciore. Dopodiché sciacquai la lametta e la riposi al posto in cui l’avevo presa, e pulii il tutto.

Passarono ormai due mesi, era Aprile, e io di nascosto da tutti comprai il biglietto per il concerto di Verona e quello per un treno diretto, di sola andata. Tornai solo un paio di volte a casa, e tutte e due le volte mamma non c’era; finii di prendermi i miei vestiti, e presi anche una modesta somma di denaro, avevo deciso di restare per almeno due settimane a Verona, era una vita che mettevo da parte soldi. La scusa per andare a Verona l’avevo, dissi a zia che saremmo partiti per una gita scolastica e quindi anche lei contribuì, aggiungendo alcuni spiccioli e delle banconote.

Il fatidico giorno della mia partenza arrivò, era l’11 maggio, ero consapevole che avrei perso giorni di scuola e che nessuno mai me li avrebbe giustificati, ma non m’importava di niente e di nessuno, ero solo io, come sempre, contro il volere di tutti, solo per poter realizzare un mio sogno. Alla stazione mi accompagnò zia Anna, che procedeva agitatissima trascinando il mio trolley azzurro che conteneva quasi tutto quello che possedevo. Trovato finalmente il mio binario mi lasciò lì davanti, con le lacrime agli occhi e mi salutò dicendomi: “vai piccola e soprattutto, divertiti.” Mi stampò un bacio in fronte, e io entrai  nel vagone, posizionandomi su quattro sedili e iniziai a rileggere ‘Dare To Dream’, il libro degli One Direction.  VERONA STAVO ARRIVANDO.


*per tutte voi che leggete i miei capitoli, scusate se questo era un po' corto, e scusate se ho aggiornato tardi la storia, ho già pronti altri e 3 capitoli, li pubblicherò al più presto, voi per favore, pubblicizzate la storia,e recensite questa FF, grazie mille :)*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Se è un sogno, non svegliatemi. ***


*CIAO GUYS, SCRIVO PRIMA ALMENO SONO SICURA CHE LO LEGGETE,LOL. Comunque,visto che il capitolo che ho pubblicato ogg iera un po' cortino, ho deciso di pubblicare il terzo, anche lui corto:( PERO' PERO' PERO' SE MI RECENSITE LA FF DI QUESTA AMICA CHE STO AIUTANDO, DOMANI VI PUBBLICO IL QUARTO CAPITOLO, LUNGO LUNGO(?) E PIENO DI NEWS. ecco il link della FF:   http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1402491&i=1 

Capitolo 3

Mi trovavo in quel treno diretta al mio sogno, diretta a Verona, per loro. Stavo per addormentarmi sul sedile, quando ad un tratto, sentii dei passi e il rumore di alcune rotelle di valigie entrare dalla porta principale. Fu a quel punto che mi girai, convinta di aver riconosciuto una risata familiare, e incrociai un paio di occhi azzurri che mi fecero restare senza fiato; squadrai quel ragazzo dalla testa ai piedi, e quando lo riconobbi non mi sembrò vero, mio dio, era proprio lui, era Niall Horan, seguito dai suoi quattro compagni che io conoscevo fin troppo bene.

“Hi.”- mi disse Niall sorridendomi. Io rimasi a bocca spalancata, non potevo credere che proprio il mio idolo stesse parlando con me; mi passarono in mente tutti i giorni passati ad ascoltare le loro canzoni, guardare i loro video diari e ridere dietro le loro infinite cazzate, e adesso tutto era così vicino, così reale. Continuai a fissarlo per non so quanto tempo, con le lacrime che premevano per uscire e un urlo soffocato in gola. “Oh God, sei proprio tu.”- risposi in un inglese biascicato. “Si, sono Niall, e volevo chiederti se sono liberi questi due posti davanti a te, sai, per me e per il mio amico Harry.”- “C-certo che sono l-liberi N-Niall.” Balbettai, agitata. Lui fece una specie di cenno ai suoi compagni, che arrivarono stringendo ognuno un bagaglio a mano ed un trolley. “Loro sono Zayn, Louis, Liam ed Harry.”- disse il biondo, continuando a sorridermi. “Lo so, lo so benissimo.”- risposi tutto d’un fiato. Harry poggiò il suo grande beauty-case sopra al tavolino davanti al mio sedile, mi scavalcò con nonchalance e si sedette affianco a me, radioso. Il povero Niall fece una faccia sconsolata e preferì sedersi di fronte a me, tenendo in mano un bicchiere, da cui l’odore proveniente faceva pensare a un caffelatte, e mettendosi affianco una piccola borsa da cui spuntavano alcuni vestiti.

Decisi di darmi una calmata, e iniziai a conversare con Niall naturalmente. Mi parlò di lui, dell’ansia che aveva per questo concerto a Verona, e mi confessò di aver sempre avuto un debole per le ragazze italiane. Dopo quella confessione, arrossii visibilmente, insomma, io ero una loro fans ed ero anche italiana, mi sentivo in qualche modo onorata.  Harry, che non veniva considerato da me e Niall si inserì nella conversazione domandandomi: “Cosa ci fa una bella e giovane ragazza da sola dentro un treno?.” Mi veniva quasi da ridere, io ero lì perché stavo andando a Verona per vedere loro, e invece loro erano lì due seduti davanti a me, e altri e tre sperduti per non si sa quale sedile di quello scompartimento. “Sto andando a Verona per il vostro concerto ragazzi.”- ammisi, ridendo. “Ma che coincidenza! Una Directioner?”- domandò Niall, ironico. “Ah, ah bella battuta biondo.”- controbattei , lasciandomi sfuggire un po’ di sarcasmo. “Bene, hai già un hotel signorina?”- chiese Harry, sempre con quel fare da sono figo e lo so. Dio, poteva permetterselo, lo era davvero. “No Styles, non ancora.” Fu la mia breve risposta. Niall si intromise: “Ottimo, starai nel nostro di hotel, sai ti ho davvero presa in simpatia, ma.. aspetta, non ti ho neanche chiesto come ti chiami! Che maleducato.”  “Vergognati Niall”-fu il rimprovero del riccio. “Niall, stai tranquillo, non voglio crearvi disturbo, e comunque mi chiamo Alessia.” “Non si discute Alessia, starai con noi.” –ordinò Harry. “Ben detto brò.” – ammise Niall. Io mi lasciai convincere: “Va bene ragazzi” – dissi “solo perché me lo chiedete voi.”

Mancavano ormai solo pochi minuti all’arrivo a Verona, chi si sarebbe mai immaginato che io, una semplice ragazza di uno sperduto paesino, avrebbe passato due settimane con i suoi idoli? Era forse un sogno? Pregai con tutta me stessa che non lo fosse davvero. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Love is in the air. ***


*SPAZIO AUTRICE: Ciao principesse(?) scusate il ritardo ma sono stata very very impegnata con le vacanze natalizie e non sono riuscita a postarvi il capitolo prima, bene, non ho ricevuto ancora nessuna recensione e mi piacerebbe che qualcuna di voi me ne lasciasse qualcuna, anche solo per sapere se il mio lavoro vi sta piacendo c: Anyway, volevo chiedervi di passare a leggere la FF "Never without you" di Jameshug, grazie mille a chi lo farà.*

Capitolo 4

Scesi da quel treno con la mente confusa e un enorme sorriso. Portai dietro di me il mio gigante trolley blu elettrico e a tracolla la mia borsa grigia. Pesavano quelle valigie, pesavano da morire, ma non osai lamentarmi perché ero alla stazione con i miei cinque idoli che mi parlavano come fossi stata sempre  una parte della loro vita; non ci fu sensazione più bella dell’essere considerata da delle persone che non sapevano neanche della tua misera esistenza, quattro ore prima.

“Vieni tesoro, da questa parte.” –mi disse Niall, dolcemente, prendendomi la mano. In altre circostanze, se Niall Horan avesse preso la mia mano credo che sarei svenuta, collassata a terra; invece rimasi calma, anche se arrossii visibilmente e ciò non passò inosservato. “Dio, piccola, sei arrossita appena l’irlandese ti ha preso la mano” –urlò prontamente Louis. “Che carini.” –fu il commento da vecchia zia sdolcinata di Zayn sono un Bad Boy e lo so Malik. “
Harry chiamò un taxi per sé, Louis e Liam e intimò a me, Niall e Zayn di cercarcene un altro. Ebbi lo strano sentore che il riccio volesse farmi passare del tempo con Niall, e a dire la verità, la cosa non mi dispiaceva affatto. Salimmo sul taxi che Malik chiamò per noi tre, e io mi accomodai tra Niall e il finestrino. “Sai, sono contento che passerai due settimane con me.. cioè, volevo dire, con noi.” –disse Niall accarezzandomi appena una guancia. Io arrossii, e notai lo sguardo di Zayn dall’altro lato come a voler dire “forza  ragazza, dacci dentro.” Iniziai a ridere senza motivo, per quello stupido pensiero, dopodiché, diedi un piccolo bacio sulla guancia di Niall. Non so dove diamine trovai il coraggio di fare un gesto talmente azzardato, e infatti, me ne pentii subito e blaterai un piccolo “scusa.” Il taxi frenò bruscamente e non sentii la risposta di Niall, perché l’autista ci fece accingere a scendere; eravamo arrivati nel parcheggio del nostro hotel.

Scaricammo i bagagli, e Niall mi prese come sempre la mano,  per accompagnarmi dentro. Rimasi sbalordita quando vidi l’enorme reception e tutti quei cristalli appesi e messi qua e là; doveva trattarsi di un albergo davvero costoso. Mentre ero alle prese con tutti questi pensieri, Zayn mi diede una piccola pacca sulla spalla e mi disse: “Ehi bella addormentata, è mezz’ora che ti stiamo chiedendo se per te va bene essere in stanza con Niall.” IO? IN STANZA CON NIALL? SE VA BENE? MAMMA MIA SE VA BENE. “S-si che va bene Malik.” Risposi io, cercando di non lasciar trasparire alcuna eccessiva gioia. Salimmo le scale, e ognuno si diresse nelle sue stanze, notai che nella camera affianco alla nostra si erano collocati Louis ed Harry, mentre a due porte da noi, c’erano quegli altri due, Liam e Zayn.

Niall aprì la porta della nostra stanza, la camera 169, e mi accorsi che più di una stanza, quella dovesse essere una piazza; era enorme, con un letto incredibilmente grande e a baldacchino, come piaceva a me, un bagno talmente largo in cui si poteva girare con il monopattino e la cabina armadio più bella che io avessi mai visto.  Posai i miei bagagli a terra e rimasi a fissare il resto della stanza a bocca spalancata. “tesoro, ehi, dobbiamo sistemarci.” –mi fece notare Niall, mentre mi sorrideva. Risposi tutto d’un fiato: “Sisi, lo so, oddio, amore mio, è tutto bellissimo.” AMORE MIO? Stavo impazzendo o cosa? Niall arrossì, si sedette sul letto e mi prese una mano: “Wow, amore mio, nessuno me lo aveva mai detto nel modo in cui lo hai detto tu, Alessia.” Il modo in cui disse il mio nome mi fece sussultare, e notandolo così imbarazzato capii che provavo qualcosa per lui, qualcosa che non era semplice amore di una fan verso il suo idolo.

Mi sedetti accanto a lui su quel grande letto e lo abbracciai, forte, fortissimo. Lui ricambiò all’istante il mio abbraccio e mi sussurrò in un orecchio: “Vorrei tenerti con me, per sempre.” Il mio cuore iniziò a battere fortissimo, accelerando sempre di più, dai miei grandi occhi verdi iniziarono a spuntare piccole lacrime che pian piano si trasformarono in sommessi singhiozzi. Avevo la testa sulla spalla di Niall, e tutta la sua t-shirt viola era stata invasa dal mio piccolo lago di lacrime. Dopo un po’, il biondo si accorse che stavo piangendo, mi prese la testa fra le mani e preoccupato mi chiese: “Alessia, cos’hai? Non ti senti bene? Che succede?”. Lo guardai, e mi perdetti in quegli occhi blu oceano che avevo di fronte. “No, Niall stai tranquillo.” –risposi io, fingendo. Stavo piangendo perché non avevo mai trovato nessuno come lui, indipendentemente dal fatto che lui fosse Niall Horan o qualcun altro. “Niall..” –lo chiamai con il cuore in gola. “Niall, promettimi che non mi lascerai mai.” “Non lo farò, te lo prometto.”  Mi asciugai le lacrime e abbozzai un mezzo sorriso. “Adesso avanti principessa, cambiati, che stasera io e ragazzi ti facciamo divertire.”- festeggiò Niall. “Dio, siete stupendi amore!” –ammisi io, dopo aver riniziato a ridere. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Baby let me be your last, your last first kiss. ***


*Spazio autrice*

-Ciao ragazze, adesso la situazione tra Niall e Alessia inizia a farsi piuttosto interessante, vi sarei grata se potreste lasciarmi una vostra recensione, con un vostro parere sulla storia, o anche una critica su quello che non vi piace e vorreste che io modificassi, un abbraccio a tutte voi che leggete, e a presto con il capitolo 6-

Capitolo 5

Mi vestii in fretta, scelsi una semplice gonna aderente nera, e ci misi sopra una comoda camicia bianca. Non indossai neanche i tacchi, preferii mettere delle ballerine nere. Truccai un po’ i miei occhi e lisciai i capelli, i miei capelli rossi.

Uscii dal bagno con fare scocciato, non avevo voglia di andare in discoteca, e da ciò che aveva detto Niall sarebbe stato un posto piuttosto esclusivo, quindi mi sarei sicuro sentita al centro dell’attenzione, cosa che odiavo fin dalla prima elementare. “Smettila di tenermi il muso, amore..” –sentii Niall. “Niall, io non ti tengo il muso ok? E’ solo che non amo stare in mezzo alle persone, sono un tipo solitario io.” Risposi con un tono di voce anche piuttosto seccato, e Horan se ne accorse: “Se non vuoi, accompagniamo gli altri in discoteca ed io e te andiamo a farci una semplice passeggiata per Verona, ti va?” “No Niall, non puoi lasciare gli altri per uscire con me. Vai e divertiti, io guarderò voi e berrò qualcosa.” –decisi io. In realtà avrei voluto davvero andare a fare una passeggiata da sola con lui, ma non volevo essere d’ulteriore impiccio per quei ragazzi. Niall non ammise obiezioni: “Io e te stasera staremo da soli, al diavolo le discoteche, vado a parlare con Liam.” Non ebbi neanche il tempo di fiatare, che Niall era già fuori dalla stanza, diretto in camera di Liam.

Guardai sconsolata la porta, quei ragazzi mi avrebbero odiata, ma poco importava, tra tre giorni ci sarebbe stato il concerto, sarei ripartita prima almeno li avrei dimenticati in fretta e sarei ritornata alla vita di tutti i giorni, con quella scimmia urlatrice di mia madre.

Io e Niall ci ritrovammo per le strade di Verona insieme  a Liam, che decise di non andare in discoteca e di restare a vigilare su me e Niall. ADDIO SERATA TUTTO AMORE CON HORAN.  “Vi trovo in sintonia, a voi due..” –disse Daddy Payne guardando prima me e poi Niall negli occhi. Arrossimmo all’unisono, come una sola persona, e io ammisi: “Beh, non posso negare di non provare qualcosa per l’irlandese.” Non so perché ma con Liam ero a mio completo agio, e non mi dispiaceva parlare con lui dei miei veri sentimenti, anche con Niall presente, perché volevo che lui lo sapesse, volevo che lui sapesse qualsiasi cosa io pensassi su di lui, e volevo anche che dopo averlo saputo, lui dicesse di provare lo stesso per me. “Io non ho mai provato niente del genere, se non con lei.” –fu la breve confessione di Niall. “Beh, ragazzi, vi conoscete da un giorno solo, posso solo dirvi che state vivendo un bel colpo di fulmine.” –sentenziò Liam. Niall rispose, piuttosto innervosito: “No Liam, non è un colpo di fulmine, io non credo a queste cose, voglio davvero che lei resti per sempre con me, e non pensate che io stia scherzando, o che per me lei sia solo un fottuto passatempo. Ricordate che io non mi sono mai innamorato.” E detto questo, il mio biondo, si girò e se ne andò.
Era piuttosto arrabbiato, e mi sentivo in colpa di aver pensato solo per un momento, che Liam potesse avere ragione. “Va da lui.” –mi ordinò Liam. “Vacci, vuole solo te, lo abbiamo capito.” “Grazie Liam, grazie davvero di tutto.” Ci abbracciamo come due vecchi amici, e io presi a correre nella direzione in cui avevo visto sparire Niall.

Lo trovai seduto su una panchina, sotto un grande albero, con la testa fra le mani e la faccia coperta. “Niall..” –iniziai. “No Liam, non voglio sentirti.” Furono le sue uniche parole. “Piccolo idiota, non sono Liam, sono io, Alessia.” Appena sentì il mio nome, si tolse le mani da davanti agli occhi e notai che le lacrime imperlavano le sue ciglia e decoravano i suoi occhi blu oceano, ormai rossi per il pianto. “Amore..” –fu l’unica cosa che riuscì a dirmi.
Io mi avvicinai di più, lui si alzò, e subito dopo sentii le sue morbide mani cingermi i fianchi, lo guardai, eravamo vicinissimi, io poggiai una mano sulla sua nuca, accarezzandogli i capelli, lui mi strinse di più, spostando una delle sue mani sulla parte bassa della mia schiena ed una dietro la mia nuca, facendomi rabbrividire; non smettevamo di fissarci finché non sentii le sue soffici labbra premere appena sulle mie. Mi alzai sulla punta dei piedi e abbracciai il suo collo, lui mi prese in braccio e mi strinse forte a sé, io lo circondai con le mie gambe, come un koala, e schiusi le labbra, per vedere la sua reazione. Le nostre lingue si toccarono, e iniziarono una specie di danza, si cercavano, si volevano, come me e Niall d’altronde. Infilai  una delle mie mani sotto la felpa grigia di Niall e accarezzai i suoi addominali, lui fece lo stesso con me, sbottonò la mia camicia e mi accarezzò la pancia, salendo fin dove il reggiseno permetteva; iniziò a baciarmi il collo, io ansimai leggermente, il collo era il mio punto debole. Lui lasciò tracce umide di saliva nell’ incavo del mio collo e si spinse sotto, verso il petto, dove lasciò l’evidente marchio di un succhiotto.
Decisi di fermarmi lì, scesi da Niall, mi riabbottonai la camicia e lo baciai delicatamente sulle labbra, come per volerlo ringraziare da tanta passione di poco prima. “Niall, io non ho mai baciato nessuno come te, come stasera.” –ammisi io. “Sei stupenda amore mio.”- rispose Niall, sorridendomi. “Non ho mai desiderato nessuna ragazza come desidero te.” Quelle parole fecero scendere un paio di lacrime sulle mie guance, ma che prontamente furono raccolte dalla calda mano di Niall che mi baciò un’ultima volta e mi abbracciò, annusandomi i capelli.

“Finalmente vi ho trovati!” –urlò Liam, che era notevolmente senza fiato, doveva aver corso davvero un sacco per trovarci: “Cosa diamine fate qui dietro?” Niall gli sorrise rispondendo: “Stavamo parlando..” Parlando, certo.. Se solo Payne fosse arrivato dieci minuti prima non so quale scusa avremmo dovuto ricacciare. Io e Niall ci scambiammo uno sguardo d’intesa e scoppiammo a ridere davanti a un Liam che potette solo dire: “Voi due non me la raccontate giusta..” OTTIMA OSSERVAZIONE LIAM PAYNE, OTTIMA DIREI. E detto questo, presi sotto braccio il mio Niall e mi avviai con lui e Liam verso l’hotel, eravamo davvero stanchi. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Beautiful night. ***


Capitolo 6
 
Eravamo appena rientrati in hotel,quando vedemmo Zayn e Louis completamente ubriachi nella hall dell’albergo,sostenuti per le spalle da un Harry Styles vagamente più sobrio.
 
“Mio Dio, cosa devo fare con voi?!” –esclamò Liam con tono di rimprovero. “Andiamo a dormire, avanti!” –ordinò quest’ultimo con il suo tono da vecchio paparino.
Niall iniziò a ridere, e io non potei non osservare quanto bella e contagiosa fosse la sua risata.
“Piccola, noi andiamo vero? Non vorrai vedere ancora questo scempio per molto” –disse Niall, scherzosamente. “Dai Niall, dillo che dici così solo perché vuoi andare in camera per mettertela nel letto.” –obietto Harry, con una faccia maliziosa che più maliziosa non si può.
“Sei un porco.” –lo riprese Niall. “Un porco patentato” –osservò Liam, guardandolo di sottecchi.
“Eddai cosa vuoi che sia una sana scopata?” – fu il commento di un Louis talmente ubriaco da non far altro che ridere di continuo. “Vai, Sali, entra, e BAM!” –concluse Zayn, altrettanto ubriaco.
“NOI CE NE ANDIAMO, BUONANOTTE.” –disse Niall, congedando me e lui dal resto del gruppo. “Notte” –fu quello che riuscii a dire prima di essere trascinata in camera da un frettoloso Niall.
 
Entrammo disinvolti nella stanza, e dei pensieri perversi iniziarono a fare capolino nella mia testolina. Avanti Alessia, non essere stupida, non farete niente di particolare, guarderete la tv e mangerete caramelle fino a star male.
Un’angelica voce mi riportò alla realtà. “Principessa, desideri qualcosa?” –chiese Niall.
SI PORCA MISERIA, DESIDERO TE IN UN LETTO, POSSIBILMENTE SVESTITO. Ok, cosa mi stava accadendo? Via pensieri sporchi,ho detto VIA!

“No Niall, io mi prendo un attimo il bagno ok? Così mi cambio..” –risposi io, prendendo il beauty case e scappando nell’enorme bagno della nostra enorme suite.
Mi lavai i denti, e spazzolai i capelli, lasciandoli morbidi. Levai quel poco di trucco rimasto sul mio viso, e mi sfilai i vestiti, rimanendo così con un paio di slip neri e una canotta. Diamine, avrei dormito così, non penso Niall si sarebbe scandalizzato, anzi..
 
Uscii dalla porta una manciata di minuti dopo, e trovai disteso sul letto un Niall Horan in pigiama, beh, pigiama.. erano dei pantaloni grigi e una canotta bianca, niente di speciale. Mi sedetti su quel letto e tentai di non arrossire alla vista di cotanta bellezza davanti ai miei occhi. Mi sentivo totalmente nuda.
 
 Niall poggiò una delle sue mani sul mio fianco destro e iniziò a baciarmi il collo. Sapevo dove voleva arrivare. Ma non qui. Non stasera. Non dopo due giorni. Mi girai e presi a baciarlo violentemente, mordendo quelle labbra che sapevano di fragola, morbide e lisce. Si allungò velocemente sul letto, tirandomi a sé e facendomi posizionare a cavalcioni su di lui. Sentivo qualcosa premere sul mio bacino. Diamine, là era già tutto sveglio. Fece scivolare una mano sul mio sedere e iniziò a palparlo, senza mai smettere di baciarmi. Avevo il fiato corto per i suoi baci, e soprattutto per quello che mi stava facendo provare con il semplice tocco della sua mano. Ne liberai una dalla sua chioma bionda/mora e gli alzai la canotta, strusciandomi contro i suoi addominali ancora poco evidenti. Lui mi sussurrò: “E’ tutto perfetto adesso.”
 
Avrei voluto staccarmi, far finire lì tutto, ma la sua rapida mano si spostò velocemente dalla mia natica su uno dei miei seni. Iniziò a stringerlo, mentre con la sua lingua ripassava il contorno delle mie labbra ormai quasi asciutte. “N-niall, io non posso.” –balbettai io, gemendo un pochino per il piacere. “Alessia.. ma io..” –disse lui con aria interrogativa. “Niall sono vergine.” –esclamai tutto d’un fiato. “E’ meglio che per ora non ci spingiamo oltre.” –conclusi. “Hai ragione, ho affrettato..” –provò a dire. Non lo lasciai finire, ok, il sesso no. Ma sicuramente avrei potuto dargli piacere in altro modo. Lo zittii con un bacio e presi a giocare con il laccio dei suoi pantaloni. “Non penserai davvero..” –iniziò il biondo. “Sssh.” –lo zittii io.

Di colpo abbassai i suoi pantaloni, e i miei occhi dovettero ammettere che ciò che quei sottili boxer conteneva era davvero qualcosa di grande. Non ci pensai due volte. Feci scivolare una mia piccola mano dentro l’elastico dei suoi boxer, e tra i suoi respiri leggermente affannati, presi il suo membro in mano. Insomma, avrei dovuto saperlo fare no? Pur essendo una verginella ero sempre stata costretta a vedere quei video porno del cazzo con cui i miei compagni di classe si spippettavano durante la lezione, forse sarebbero serviti per una volta.
Iniziai lentamente a muovere la mano, mentre Niall gemeva, e quando aumentai leggermente le spinte lui balbettò. “D-dio Ale, s-stasera mi f-farai impazzire.”
Continuai a dargli piacere, finchè non venne, e soffocai il suo orgasmo infilandogli la lingua tra le labbra.
 
“Mio Dio.” –mi disse poco dopo. “Sei stata davvero perfetta.” –si complimentò.
“Mh,Horan, un giorno vedrò anche io quello di cui sei capace tu.” –risposi con tono alquanto malizioso. Ma cosa cazzo stavo dicendo? Ora sì che sembrerò una grande morta di cazzo che è in astinenza da sesso senza averlo mai fatto.
“Sei tutto Niall.” –me ne uscii io, di colpo. “Cucciola.” –disse lui dolcemente afferrandomi una mano e baciandone delicatamente la punta delle dita. “Dovremmo dormire” –disse poi.
“Hai ragione biondo.” –affermai io,ancora rossa in volto per le emozioni della serata.
“Sai che sei splendida quando arrossisci?” –mi disse Niall, fissandomi con  quegli occhi meravigliosi. “Bugiardo” –risposi io, dandogli un buffetto su una spalla. “Avanti, dormiamo.” –conclusi facendogli l’occhiolino.

Lui si infilò sotto le coperte gridando un “Sissignora, come vuole lei mio bel capitano.” Gli stampai un lieve bacio sulle labbra sorridendo, e mi accoccolai vicino a lui, sotto quelle lenzuola che sapevano d’amore. 


                                                         *SPAZIO AUTRICE*
                                       Ciao popolo, con molto ritardo ecco qui anche il capitolo 6, grazie a tutti quelli che leggono in silenzio la storia,
                                       e grazie a tutti coloro che la metteranno tra le seguite e/o preferite. 

                                       Vi voglio un bene dell'anima, e mi raccomando, lasciatecela qualche recensione c:
                                         Bacino bavoso a tutte :*

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Semplice,sembrava tutto così semplice. ***


*HOLAHOLAHOLA(?) Sciau belle pupe, ho messo anche il capitolo 7 per farvi contente, nessuna di voi dolcezze mi lascia una recensioncina? :c
A presto, bacino bavoso :3*

Capitolo 7
 
Avevo passato tutta la notte tra le calde braccia di Niall, e devo dire che quella sensazione non mi dispiacque affatto.
Mi svegliai accaldata dalla troppa vicinanza dei nostri due corpi durante la nottata, e tastando il cuscino affianco a me, notai a malincuore che era vuoto. Cazzo,avrei dovuto pensarlo! Insomma, sono famosi i ragazzi, hanno da fare, e non possono di certo aspettare in ghiro come me la mattina.
Mi alzai dal giaciglio d’amore con Niall di malavoglia e già di cattivo umore, quando qualcosa sul tavolino affianco al televisore attirò la mia attenzione; era un foglietto giallo fluorescente con alcune righe scritte. Lo lessi. “Ciao tesoro, eri così bella mentre dormivi, non ti ho svegliata, alle 11 ho delle prove qui vicino, tornerò per le 12,fatti trovare nella hall. Buona giornata cucciolo. Niall xx”
 
Strinsi quel bigliettino con due dita tremanti e sorrisi: erano le 11.30, Niall sarebbe tornato a breve.
Mi vestii di fretta,indossando un comodo pantalone grigio di tuta, una maglietta a righe bianche e azzurre e le mie adorate Nike Blazer blu cobalto. Lasciai i capelli morbidi accarezzarmi la schiena e non mi truccai neanche.
 
Scesi sotto alla hall, e mentre mi accomodavo serena su un piccolo divanetto, un cameriere mi chiese: “Buongiorno signorina, posso portarle qualcosa?” “Oh,si grazie, un succo d’arancia fresco.” –risposi. “Certo arriva subito, intanto le lascio la copia di qualche giornale di gossip, se vuole intrattenersi nel frattempo.” –affermò lui,gentilmente. “La ringrazio.” –lo congedai io.

Presi in mano uno di quei classici giornali scandalistici  da spazzatura e subito l’occhio mi cadde sulla prima pagina: “NIALL HORAN E’ STATO INTRAVISTO CON SELENA GOMEZ NEI PRESSI DI LONDRA.” Subito mi sentii mancare. Sfogliai il giornale fino a trovare la pagina che conteneva l’articolo e lessi tutto d’un fiato: “Niall Horan, componente della famosa band anglo-irlandese degli One Direction, è stato intravisto pochi giorni fa all’aeroporto di Londra mentre lui di accingeva a partire per Verona, dove precisamente tra quattro giorni si terrà una delle loro tappe del ‘Take Me Home Tour 2013’. Si direbbe che sia solo un flirt, ma l’attrice e cantante Selena dichiara apertamente di trovarsi molto a suo agio con il ragazzo, e che probabilmente sarà presente alla loro tappa italiana a Milano il 20 maggio.”
Gli occhi mi si riempirono di lacrime, e mi accorsi che Niall era davvero troppo famoso, e troppo bello per poter restare con me,insomma, non stavamo insieme no? E se lui voleva davvero stare con Selena, di certo io non glielo avrei negato. Sono pur sempre una semplice Directioner.
 
Tornai in camera, e iniziai a rimuginare sui momenti passati con Niall. Il bacio, ieri sera, la notte passata abbracciata a lui, nel suo letto, nella sua camera d’albergo. Mi ero illusa che tra me e uno dei miei idoli potesse nascere qualcosa, quindi mi diressi in bagno e presi la lametta, decisa a fare ciò che fino a qualche ora prima, non avrei mai pensato di fare. E rientrai in quel tunnel che ormai da due anni era la mia vita. Autolesionismo. Che modo stupido di risolvere i problemi eh? E mentre ormai il danno era fatto, e le mie lacrime si mescolavano al sangue che scorreva lento dal mio avambraccio, sentii la porta della stanza aprirsi di scatto e mi accorsi che Niall doveva essere rientrato. Non feci in tempo a pensarlo, che mi accorsi di un altro problema: la porta del bagno non era chiusa a chiave. Lavai la lametta velocemente, e tentai di chiudere la porta ma ormai Niall era già lì in quella stanza, con gli occhi sbarrati e un’espressione sconvolta.
 
“Cosa cazzo hai fatto,Alessia?” –disse fissandomi il braccio coperto da un sottile strato di garza imbevuto di liquido rosso. “Spiegami perché.” –ordinò,di nuovo, con le lacrime agli occhi. “Dovrei essere io quella a dover piangere, non tu Niall.” –risposi acidamente. Mi guardò con aria interrogativa,si avvicinò, mi scostò una ciocca di capelli dal viso e mi fissò con quegli occhi blu oceano dove anche il più astuto navigatore si sarebbe perso e ripeté: “Alessia, guardami e dimmi ciò che non và.” Io non ebbi il coraggio di respingerlo, e scoppiando in un pianto isterico, singhiozzai: “N-N-Niall, io non v-voglio rovinare la tua v-vita, t-tu, S-Selena, siete una b-bella coppia d-dico davvero.” Lui mi abbracciò e io lasciai uscire tutte le lacrime che fino a quel momento erano rimaste intrappolate nei miei occhi. “Hai visto quel giornale vero?!” –mi chiese. “Sono balle Alessia,solo balle. Io e Selena ci siamo visti per caso all’aeroporto, lei stava ripartendo per Los Angeles, e poi non sarà presente a nessuna delle nostre tappe, è impegnata con il suo tour.”

Ascoltai la  sua spiegazione in silenzio, ma avevo preso una decisione, e io nonostante la mia fragilità sono sempre stata determinata. “Niall,senti…” –iniziai io. “Io non posso stare con te,anzi, non potrò mai stare con te. Guardaci,io e te non siamo amici, neanche fidanzati. Tu hai la tua vita da star ed io.. beh, io sono solo una sedicenne come tante altre, sono solo una Directioner. Scusa ma io non posso illudermi così per qualcosa che mai succederà Niall. Grazie di tutto, te lo ripeterei all’infinito che sei l’amore della mia vita, che mi sono trovata benissimo con te pur essendoci stata solo due giorni, ma credo peggiorerebbe solo le cose Horan. Spero tu mi perdonerai, ma sono certa che ciò che sto dicendo non cambierà nulla. Addio angelo.”
Mi fiondai fuori dalla stanza senza aspettare la sua reazione e iniziai a piangere, quasi in silenzio. Mi ritrovai a bussare alla porta affianco, dove due occhi color nocciola mi aprirono e mi squadrarono preoccupati. Zayn.
 
“Dio mio Alessia, cosa diamine è successo? Sembri uno zombie. Siediti e racconta.” –disse dolcemente Zayn, prendendomi una mano ed invitandomi a sedere su un divanetto.
“Niente Zayn.. ho “scaricato” Niall. Beh, scaricato è un termine esagerato per due persone che neanche stavano insieme.”-raccontai io. “Alessia, stai sbagliando. Quel ragazzo tiene a te, non l’ho mai visto così preso da qualcuna. Quindi vai da lui e sistema tutto Alessia.”- mi rimproverò quasi Zayn. “No Zayn, Niall è famoso, non ha tempo da perdere con gente come me.” –fu il mio commento. “Basta! Parli di Niall come fosse senza cuore! Pensi che lui adesso si sia già dimenticato che avete passato una notte insieme? Ti sbagli. Quindi se davvero sei innamorata di lui, và in quella stanza e chiarisci qualsiasi cosa ci sia da chiarire. Te lo dico da amico, ma soprattutto te lo dico perché non ho mai visto quel sorriso su Niall come quello che aveva stamattina dopo che ha raccontato a tutti noi del vostro bacio e della vostra serata.” –sbottò Zayn. “Dici che dovrei?..” –azzardai. “Non dico che dovresti, dico che devi Alessia, DEVI.” –fu il suo commento che non lasciò altra scelta. “Grazie Zayn, ci proverò.” –dissi io, abbracciando il bel moro tatuato che avevo di fronte.
 
Uscii svelta dalla stanza di Zayn e Liam per tornare nella mia, e quando fui davanti a quella stanza che la sera prima sapeva d’amore, senza esitare, bussai.
Mi aprirono due occhi azzurri, ormai arrossati dal pianto. Quegli occhi azzurri di cui mi ero innamorata. Che appartenevano all’unico ragazzo che dopo 16 anni si era veramente impadronito del mio cuore. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Everything's gonna be alright. ***


*Ciaux bellezze :3 sono contenta di vedere che ci sono molte persone che leggono la fanfiction in silenzio, grazie a tutte, sono già in procinto di scrivere il nono capitolo ;) 
Un bacino bavossissimo a tutte voi :* A presto!*

Capitolo 8
 

Lui. Lui con le lacrime che gli imperlavano quegli occhi. Uno spettacolo mozzafiato ma allo stesso tempo che faceva male.

“Ommioddio.” –dissi d’un fiato, cercando di trattenere a mia volta le lacrime che premevano per uscire. “S-scusa A-alessia, se devi prendere la tua roba, fa pure con comodo, me ne vado io.” –balbettò Niall ancora in preda ai singhiozzi.
“No. Non sono venuta per andarmene, non stavolta Niall. Ho sbagliato, ho creduto anche solo per un attimo che tu fossi superficiale, ma non lo sei. Sei una favola angelo mio, e io non voglio che questa favola finisca. Io ti amo Niall James Horan.” –esclamai io, urlando quasi, con due lacrime che mi rigavano le guance. “Sono una ragazza normale, che si autolesiona perché non è perfetta, che crede che il fumo sia una buona risorsa per risolvere i problemi, e sono anche una ragazza che si rende conto dell’importanza delle cose una volta che le ha perse. Sono stati i 10 minuti più brutti della mia vita, e sai perché? Perché sapevo di star facendo del male all’unica ragione del mio sorriso. Se non vuoi sentirmi, ti capisco, me ne andrò subito. Il tempo di raccogliere questa roba.” –finii io, riprendendo fiato. Non avevo mai parlato così velocemente, ma dovevo spiegare a Niall che lui per me contava veramente qualcosa.

“Principessa..” –iniziò. “..posso abbracciarti?” –chiese, con il viso che esprimeva il chiaro bisogno di ricevere amore. Senza neanche rispondere, lo presi e lo strinsi forte tra le mie braccia, affondando la faccia nell’incavo tra il suo collo e la spalla, iniziando a singhiozzare e gemere tra le lacrime.
“Sssh, piccola, è tutto finito, io sono qui con te.”-mi tranquillizzò Niall.

Senza neanche pensarci presi e lo baciai, lo trascinai con me in un bacio violento molto passionale, leccandogli le labbra e mordendogli la lingua, facendolo gemere un pochino.
Lui per tutta risposta mi prese per le natiche e mi fece accomodare in braccio a lui, come una bambina. Prese a palpare il mio sedere, mentre io con la lingua disegnavo cerchi e lasciavo strisce umide sul suo collo. Poco dopo mi infilò una delle sue caldi mani su per la schiena, sotto la maglietta, facendomi provare brividi. Scesi dalle sue braccia, e iniziai ad abbracciarlo, infilando le mie mani sotto la sua camicia, andando ad accarezzare il suo ventre. Gliela sbottonai lentamente, bottone per bottone, e quando il lavoro fu fatto, presi a baciargli i pettorali, scendendo giù fino ad andare a toccare la fine dei suoi addominali. Lui notò che io ero ancora fin troppo vestita, e mi strappò di dosso, la sottile t-shirt che conteneva il mio esile corpicino. Rimasi in reggiseno davanti al suo petto nudo, e mi strinsi a lui, sentendo il calore che emanava il suo corpo, e il battito regolare del suo cuore.

Scese a baciarmi sul petto, lasciando qua e là alcune piccole macchie violacee che andava a contornare con la sua lingua, ormai esperta. Arrivo su uno dei miei due seni e iniziò a leccare la parte fin dove il reggiseno delimitava il confine. Gemetti un po’, quel ragazzo sì che sapeva come farti provare piacere.

“Niall.. non ora.” –lo bloccai. “Hai ragione piccola, dobbiamo andare a raggiungere gli altri.” –constatò lui.
Riprendemmo i nostri vestiti che erano stati sparsi nei pressi di quel piccolo metro quadrato che avevamo utilizzato per le nostre, maliziose, perverse, effusioni.
Mi prese per mano e mi disse: “Avanti, paparino Liam sarà contento di vederci di nuovo insieme, andiamo.”

Mi persi di nuovo tra i suoi occhi mentre mi parlava, e solo allora capii sarei andata ovunque con lui, lo avrei seguito fin in capo al mondo. Perché ebbene sì, la semplice sedicenne si stava innamorando.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** In your eyes, irresistible. ***


*Zau principesse! Ecco anche a voi il benedetto capitolo 9! Visto che bell'intreccio, non volevo farla diventare una cosa a tre(?) però poi mi tirava troppo l'idea di Harry con Alessia e quindi u.u 
Grazie a tutte voi,dolci lettrici, sempre se volete eh,lasciatelo un commentino piccinopiccino sotto il capitolo:*
A presto, bacino bavoso a todosss:3*


Capitolo 9
 
Era ormai ora di scendere a recuperare il resto della nostra compagnia, quindi uscimmo dalla nostra stanza e raggiungemmo gli altri, che ci stavano aspettando nella hall.
Quando arrivai lì,mano per mano con Niall,notai lo sguardo di Zayn come a volermi dire “ben fatto Ale.” E gli sorrisi appena, stringendo la mano di Niall, che avevo intrappolato nella mia.
 
“Ma che carini che siete insieme, così dolci, sembrate degli angioletti!” –esclamò Louis, facendo gli occhioni da cucciolo. Scoppiò una risata collettiva. “Diamine Boo, dacci un taglio! Sei diabetico!” –sentenziò Harry, dando di gomito a Zayn. “Già, altro che cose smielate. Qui ci vogliono i fatti..capitemi!”-esclamò il moro dai mille tatuaggi, ammiccando maliziosamente. “Siete un caso perso” –ammise sconsolato Liam. “Solo alle cose sporche pensate” –concluse scuotendo la testa.
“Io vivo per le perversioni, e sono pronto a farmi fuori qualche bella italiana in questi giorni,yeeeeaah!” –urlò Harry,visibilmente eccitato. “Oddio Harry, sei senza fondo proprio! Vieni piccola, andiamo a prendere posto” –mi disse dolcemente Niall, e dopo aver incontrato i suoi occhi, smisi finalmente di sentirmi a disagio. “Certamente.” –risposi.

“Hey, Alessia.. puoi venire un attimo?” –mi sentii chiamare da Harry. Lasciai immediatamente la mano di Niall, borbottai un “Aspetta, torno subito” e mi avvicinai al riccio, che non smetteva di fissarmi con i suoi penetranti occhi verdi. “Dimmi Styles..” –dissi.
“Sei davvero innamorata di Niall?” –mi chiese. E solo per un attimo mi parve di scorgere qualche nota di irritazione nella sua voce.
“Harry, vedi.. è molto complicato. Io non ho mai amato nessun ragazzo, però con Niall provo cose che non ho mai provato, e credo sia questo l’amore, ma potrei anche sbagliarmi. Solo il tempo me lo saprà dire.” –risposi io, cercando di non avvicinarmi troppo a quegli occhi verdi che tentavano tanto. Mi sorrise. Mi manco il fiato per un attimo, e quando ripresi un contegno, lui era già partito in quinta con un monologo:  “Ah, capisco.. beh, se ti serve qualcosa vieni subito da me, insomma, io vorrei passare un po’ più tempo con te, sei una bella ragazza e credo anche che tu sia un’ottima persona con cui poter parlare..quindi,ti va se questo pomeriggio mi raggiungi in stanza? Tranquilla, vorrei conoscerti meglio.. non avere paura.”

Paura di te? Di Harry Styles? Questo ragazzo doveva essersi bevuto il cervello.
Pensai un attimo a ciò che avevo sentito uscire dalla bocca di Harry e mi domandai “Cazzo, Styles e io nella stessa stanza? Lui che vuole parlare con me? Vuole passare più tempo?” Questa faccenda iniziava a puzzarmi sul serio!

“Ma certo che mi andrebbe di stare con te Harry.” –risposi io, sfoderando un sorriso a 3758787 denti. Lui mi sorrise di rimando, e credo che avesse uno di quei sorrisi che quando li vedi, te li ficchi in testa e non li scordi più. In quel sorriso ci vedevo la meraviglia. Quei denti bianchissimi, coperti giusto un po’ da un paio di labbra rosee, che dovevano essere sicuramente morbidissime. Con quelle fossette…Aspetta, cosa cazzo dico? Mi faccio filmini su Harry Styles? Devo smetterla.
“Beh, raggiungiamo gli altri dai tesoro.” –affermò,fissandomi. Porca pupazza, tesoro? Ok, confermo la mia ipotesi di prima: quel ragazzo si era veramente bevuto il cervello.

Senza dire una parola lo seguii nella sala da pranzo, e notai che i ragazzi avevano scelto una saletta molto appartata per non dare nell’occhio, cosa che probabilmente non era servita, visto che molte persone ci indicavano, e alcuni arrivarono perfino al nostro tavolo a chiedere degli autografi.

Mi accomodai tra Niall e Liam e iniziai a fissare il piatto, ripensando alle parole di Harry.
“Tutto bene?” –domandò Niall, preoccupato. “Certo biondo..” –risposi, dandogli un bacetto innocuo sulla guancia.

Iniziammo a mangiare poco dopo, ascoltando le pessime battute di Louis, le solite cose perverse di Harry, e guardando Zayn ridere per qualsiasi cosa, e Liam scuotere la testa ogni tanto, come per dire “Ah,come devo fare con voi”. Niall era visibilmente preso dalle conversazioni e dal cibo, che sembrava ricordarsi solamente ogni tanto di me, e quando lo faceva, mi lanciava occhiate, mi sorrideva appena, e mi accarezzava un ginocchio sotto il tavolo.

Durante il pranzo, Harry mi fissava, e notai che ogni qual volta mi ritrovavo a fissarlo anche io, lui ammiccava, e sfoderava il suo sorriso malizioso.
Dopo aver finito di mangiare, Liam, Louis e Niall, decisero di andare a giocare a biliardo al piano di sotto,affianco alla discoteca, Zayn tornò in camera sia per farsi una doccia e poter fare una videochiamata con Perrie, partita per il suo tour insieme alle Little Mix, ed Harry decise di offrirsi volontario per accompagnarmi in camera, dove io volevo andare per riposare.
Beh, in realtà non volevo andare affatto a riposare, sarei andata a prepararmi per poter andare da Harry più tardi.

Salii con il riccio la prima rampa di scale, e quando lui si accorse che eravamo rimasti soli, e senza nessuno che ci vedesse, mi prese una mano con violenza, e intrecciò le sue lunghe dita alle mie, facendomi arrossire fino alla punta dei capelli.
Il riccio se ne accorse: “Che c’è? Ti mette a disagio darmi la mano?” Mi fissava. “No, è che..” –provai a dire io.
Non mi fece finire a parlare, che con due dita mi sfiorò le labbra e mi fece segno di star zitta. Si avvicinò, mi prese per i fianchi e iniziò a fissarmi. Iniziava davvero a fare caldo lì.
Mi spostò una ciocca di capelli dietro all’orecchio e iniziò a baciarmi il contorno della mascella, appoggiando delicatamente le sue labbra contro la mia pelle. “Dio che ti farei..” –sussurrò. Aria. Avevo bisogno di aria. “Non è il caso Styles..” –provai ad allontanarlo io.
Lui non si diede per vinto, e mi strinse ancora di più verso di sé. A contatto i nostri corpi sembravano combaciare perfettamente, e il mio cuore aveva preso a battere con un ritmo fuori dal normale.
Prese il mio viso tra le sue calde mani, e fece muovere rapidamente la lingua sul contorno delle mie labbra, facendomi fremere dall’eccitazione.
Dio,ci sapeva fare eccome. “No Harry,no..” –lo fermai io. “Lo vuoi anche tu, sento come fremi quando sei a contatto con me piccola, io ti voglio mia dal primo momento che ti ho visto, non sono tipo che si fa avanti per primo, speravo morissi anche tu dietro di me.. ma visto che non è stato così, sono stato io a cercarti. Perché ti voglio mia, prima che sia troppo tardi, prima che tu perda follemente la testa per l’irlandese. Mio dio, Alessia, starti vicino senza toccarti è troppo.” –disse d’un fiato.

Rimasi di stucco per le sue parole, ma non potei negare che adesso volevo mi prendesse, mi toccasse e baciasse in quel momento.
Volevo Harry Styles, in quel preciso istante. 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Cuts. ***


*Ciau piccole, i'm back(?)
Forse il capitolo è un po' cortino ma non avevo ispirazione, ho raccontato la storia dei tagli di Alessia, per far capire qualcosa in più su di lei c: 
Continuate a seguirmi care, un bacino bavoso :3 A presto!*


Capitolo 10
 
Senza volerlo, iniziai a pensare a me ed Harry come coppia, tra baci, carezze, e forse, anche qualcosa in più.
Ma che cazzo? Stavo diventando perversa tutto con una volta?
 
“Beh, me lo dai si o no sto bacio?” –chiese in modo quasi stizzito.
Mi accorsi di essere ancora segregata dalle mani grandi del riccio, e provai a scansarmi da quella stretta così eccitante. “No Harry. Io non ti bacerò.” –risposi, fermamente. “Muori dalla voglia di farlo, ti si legge negli occhi.” –mi fece notare, sorridendo.

Probabilmente era vero.
Era vero che mi si leggeva in quei cazzo di occhi verdi “VOGLIO DANNATAMENTE BACIARE HARRY STYLES.” Ma mi decisi che non lo avrei neanche sfiorato con le labbra. “Smettila, io vado da Niall sotto, nella sala da biliardo, sono stufa di te che ci provi..” –gli dissi, facendo finta di essere davvero arrabbiata. “No. Tu resti con me. Tu non vai da nessuna parte.” –affermò il riccio, stringendomi i polsi.
Il polso sinistro, ricoperto dai tagli freschi di quella mattina, faceva male dentro la morsa che erano le sue dita. Strappai le mie mani dalla sua presa, e provai a correre via, inciampando però, a un gradino, e andando a finire lunga, distesa a terra.
Se solo quel coglione di Harry avesse provato a spiccicare una risatina, giuro che lo avrei preso a pedate in quel bel sedere che si ritrovava.
Feci per rialzarmi e me lo ritrovai davanti, con un sorrisino beffardo sulle labbra
. Mi prese la mano sinistra e la appoggiò sul suo viso, facendo scivolare all’indietro la maglia, e scoprendo,ahimè, i tagli.
“Cosa cazzo è ‘sta roba?” –mi urlò Harry, visibilmente sconvolto.
Non resistetti un attimo in più e mi gettai tra le sue braccia, piangendo a dirotto.
“Dio, Ale.. scusami, io non volevo, e solo che.. che mi fa male..” –si giustificò lui.
“No, Harry, va tutto bene..” –mormorai, tra le lacrime.
“Vieni..” –disse. E con un gesto rapido, mi trascinò alla fine delle scale, dirigendosi verso la propria stanza.
La aprì ed entrammo.
Io mi asciugai le lacrime, e notai che la stanza era molto simile a quella mia e di Niall, forse un po’ più piccola, ma ugualmente magnifica.
“Adesso tu ti siedi qui e mi racconti tutto.” –disse con un tono che non lasciava altra via di scampo.
 
“Avevo quattordici anni. Ero una ragazzina molto incompresa, mia madre mi trattava come una  bambina, nonostante avessi dimostrato molte volte di essere responsabile e abbastanza matura per fare certe cose. Mi trovavo a navigare su Internet, cercando dei biglietti per Torino. Era appena finita la scuola, non avrei passato un’altra estate a piangermi addosso a causa sua; avevo deciso di andare a Torino da mia cugina Ilenia, che aveva un anno in più di me, e certe cose le capiva. Mentre scorrevo i prezzi su alcune pagine, per trovare un biglietto che facesse al caso mio, la porta si spalancò e mia madre iniziò ad urlare, dicendomi di staccarmi da quel benedetto pc. Non le risposi, anzi, feci finta di non aver sentito, e lei per tutta risposta si avvicinò, urlandomi: “Alessia, cosa cazzo fai a quel computer? Sono tre ore che ci sei appiccicata, vuoi degnarti di venire a darmi una fottuta mano in questa casa? Guardala camera tua! Sembra un porcile! Ma fammi vedere,cosa stai guardando?” tentai di coprire la pagina dei biglietti aerei, ma purtroppo mia mamma lesse la scritta “nel carrello” affianco a uno di quei prototipi di biglietti. Iniziò a urlarmi frasi del tipo “vuoi andartene di casa a quattordici anni? Ma chi ti credi di essere? Una maggiorenne?”
Prese a picchiarmi, mi tirò i capelli, mi mollò una schiera di schiaffi, e io riuscii a mantenere i nervi saldi e a non cacciare una lacrima. Quando si fu calmata, andai in bagno, e vidi allo specchio i miei capelli arruffati e la mia faccia rossa, con i segni delle percosse ancora molto evidenti. Fu così che i miei occhi caddero sopra un oggetto luccicante, sulla mensola affianco al lavandino. Quella benedetta lametta. Avevo sentito parlare di autolesionismo, roba simile, da una ragazza che ne aveva parlato su un tema di italiano, e a cui il prof aveva rivolto molte domande. Mi balenò il pensiero, e senza neanche rendermi conto, afferrai l’impugnatura della lametta, e premetti forte, poggiandola sul mio esile braccio. Dapprima sentii solo un grande bruciore, ma dopo, alla vista del sangue che ormai fuoriusciva,iniziai a piangere, a gettare tutte le lacrime che fino ad allora erano rimaste ferme dentro le mie orbite. Capii davvero cosa provavano le ragazze che si tagliavano, e iniziai a farlo, ogni volta che succedeva qualcosa che non mi andava a genio. Litigi con i miei, con i prof, con gli amici. E tanto per finirla, mi lasciò anche il mio ex di allora, proprio in quel periodo che mi trovavo così male con me stessa. E tutto finì perché? Perché diceva che ero ancora una ragazzina, in quanto lui, diciassettenne, non ebbe neanche il coraggio di guardarmi negli occhi. Ma non mi ero innamorata di lui, era solo una cotta. Io non conoscevo l’amore.”

 
Dopo aver raccontato tutta la storia ad Harry, mi sentii sollevata, sperai che avrebbe capito e per tutta risposta, lui sollevò lo sguardo e disse: “Hai una grande forza d’animo piccola, io voglio rimanere per sempre al tuo fianco, lo capisci questo?”. E mi abbracciò.
Il suo corpo a contatto con il mio faceva venire ancora una volta i brividi, e il mio cuore prese a martellare talmente forte che temevo potesse scoppiare da un momento all’altro.

Fu allora che feci qualcosa di molto strano.
Presi tra le mie mani il viso del riccio, e con un dito disegnai il contorno della sua mascella, avvicinandomi sempre di più. Lo guardai un’ultima volta negli occhi, e premetti le mie labbra contro le sue.
Erano come le avevo sempre immaginate, lisce, morbide e calde, sapevano di menta. Lui mi leccò appena il labbro superiore, come per avvertirmi che voleva entrarci, in quella bocca.
Schiusi leggermente le labbra e lui misi avvinghiò addosso, iniziando a perlustrare la mia bocca con la sua veloce ed esperta lingua.
Per tutta risposta io intrecciai le mie dita nei suoi soffici capelli e mi lasciai trasportare da quel bacio, mentre Harry mi accarezzava la schiena, facendomi rabbrividire.
Si staccò da me per guardarmi e dire: “Dio mio.. sei..”. Ma non fece in tempo a finire la frase, che qualcuno bussò violentemente alla porta. 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** A beautiful mistake. ***


*Ciao babes, questo capitolo è piuttosto pervy(?) volevo ringraziare tutte le persone che continuano a leggere questa fan fiction, ci aggiorneremo a breve.
Bacino bavosino a todoss :3*


Capitolo 11
 
Io e Harry ci guardammo per un secondo che  a me parve una vita.
Al di fuori della porta iniziai a sentire “Ragazzi, Harry…Alessia,aprite cazzo!.” Liam.
“E’ Liam.” –osservò Harry. “Che fai, non apri?” –domandai io. Senza neanche rispondere, il riccio si fiondò sulla porta, che aprendosi con un sonoro scatto, rivelò lo splendido Liam Payne. “Non mi aprivate, mi stavo preoccupando ragazzi!” –esclamò Liam. “No è che.. Alessia doveva dirmi cose, mh, come dire, personali ecco.” –fu la pronta risposta di Harry. “Ah, se sono personali, non sarò di certo invadente guys.” –commentò Payne. “Credo sia ora di raggiungere gli altri.” –feci notare ad Harry, alzandomi. “Si, Niall ti va cercando tesoro.” –disse Liam, rivolgendomi un dolce sorriso da cucciolo. “Sono ancora sotto al biliardo?” –domandò Harry.

Dopo aver sentito il nome di Niall, la sua mascella si era contratta, e aveva stretto il suo pugno talmente forte da far diventare le nocche bianche. Avevamo sbagliato a baciarci, ma era successo in un momento di debolezza, insomma, lui sapeva la mia storia, cosa che sapevano solamente due o tre care amiche del paese. “No Harry, credo che Zayn stia parlando con Perrie e Lou si sia fermato a giocare a PES insieme a Niall, nella sua stanza.” –affermò Liam.
“Ok. Ci accompagno Alessia.” –borbottò Harry, con voce piuttosto roca. “Vieni.” –disse poi freddamente, prendendomi il polso, facendo attenzione a non far scoprire le ferite, e trascinandomi fuori dalla stanza, lasciando Liam leggermente impalato.
Richiuse la porta dietro di sé e mi fece fermare.
Eravamo a pochi passi dalla mia stanza, e se qualcuno avesse aperto quella porta, ci avrebbero colti sul fatto.
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò delicatamente le labbra, premendo appena.
Sentii ancora quella sensazione invadermi dalle dita dei piedi fino alla punta dei capelli, e mi attaccai al suo petto; lui spostò una delle sue mani, sotto, nella parte bassa della mia schiena, e mi spinse sempre di più a sé, facendo scontrare i nostri bacini, e mettendo le nostre intimità a contatto.
Sentivo come gli stava piacendo il bacio, che da semplice, diventò sempre più complesso e passionale, fino a diventare un vero e proprio bacio.
Mi staccai appena sentii la maniglia della porta dietro di noi contrarsi appena, e feci giusto in tempo a scansarmelo di dosso, che Liam uscì fuori. “Ma santa miseria, pensavo l’avessi portata in stanza.” –notò Liam. “Ehm, lo stavo facendo, poi abbiamo ripreso a parlare di una faccenda che avevamo interrotto quando hai bussato tu.” –rispose Harry, per poi guardarmi fin troppo maliziosamente.
Non so perché ma una risatina isterica stava per esplodere dalla mia bocca, quindi borbottai veloce un “Io vado, ci vediamo dopo” e corsi verso la mia stanza. Bussai, e mi aprì Louis, con un joystick in mano, evidentemente erano molto presi dalla partita. “Oh ma guarda chi c’è qui!” –esclamò dandomi un bacio in fronte. “Passato bene il pomeriggio con Styles?” –domandò infine.
Certo Louis, più che bene, ci siamo sbaciucchiati tutto il tempo, gli ho raccontato di essere autolesionista e ho anche pensato di scoparlo, ottimo direi.
Stavo diventando una fottutissima pervertita, non ero più timida e riservata, stavo diventando più spigliata e socievole, mh, figo.
“Oh certo, abbiamo parlato e visto la tv, niente di che.” –risposi io, avvicinandomi a Niall, che aveva assistito alla scena, sorridendo appena e fissandomi.
“Ciao piccola.” –mi disse appena mi ebbe talmente vicino per schioccarmi un leggero bacio a stampo. “Ciao patato.” –risposi io, facendo una faccia buffa, talmente buffa che Niall iniziò a ridere, e mi soffermai a pensare a quanto fosse nitida e cristallina la sua risata, l’avrei ascoltata per ore, magari guardando nei suoi occhi verdi.. Cazzo. No. Niall ha gli occhi azzurri. Cosa sto pensando? No, Styles no.

Mi allungai sul letto dietro il piccolo divanetto dove Louis si era riaccomodato pochi secondi prima, e osservai mentre Niall, premendo ‘play’ fece riniziare il gioco e disse a Louis: “Finiamo ciò che avevamo iniziato fratello.” Stetti a guardarli per circa dieci minuti prima di crollare in sonno profondo
. Sognai Harry, inutile negarlo.
Lo sognai con me, in una piscina, intenti a baciarci, avevamo appena finito di fare l’amore. Anche senza averlo mai fatto, lo sognai come una cosa stupenda, insieme a una persona davvero favolosa.

Mi svegliai e guardai subito l’orologio sul telefono, erano le 18e 30, e pareva che Niall non fosse in stanza.
Controllai i messaggi,e le e-mail, ma niente di nuovo. Solo un “Ehi,come va?” da parte di Luna, una delle mie più care amiche.
Digitai un “Tutto bene, forse domani ti chiamo. Salutami tua madre.” Rimisi il cellulare sul comodino, e andai in bagno a sciacquarmi la faccia.
Ero ancora intorpidita dal sonno, che non notai la figura seduta sul divanetto di fianco alla televisione, intenta a leggere una rivista. “Alla buon’ora bell’addormentata.”
Mi girai di scatto per vedere chi diamine avesse parlato e vidi Harry seduto a fissarmi. “ Vaffanculo Styles. Mi hai fatto prendere un colpo” –ammisi, arrossendo. “Sei una meraviglia quando arrossisci. Non so cosa mi ferma dal prenderti e sbatterti su questo letto.” –fu il suo pervertito commento. “Ma per la miseria Harry? Esci, trovati una troietta e scopatela. Io non voglio avere niente a che fare con questo, e adesso per piacere esci. Anzi, dimmi, dov’è Niall?” –domandai io, con un tono piuttosto stizzito. “Niall? E’ con gli altri a fare dello shopping, io ho cacciato la scusa di voler rimanere con Lou,che è di là a farsi la doccia.” –rispose Harry.
“Ah..comunque es..” –non feci in tempo a finire la frase, che mi ritrovai tra le sue calde braccia, stretta intorno al suo petto, mentre lui mi baciava i capelli.
L’occhio mi cadde sul piccolo lembo di pelle che la maglia aveva lasciato scoperto, e ci passai le mie dita, lentamente. Mi accorsi di avere le mani gelide, perché il corpo di Harry fu percorso da un brivido e lui gemette leggermente. “Dio, piccola, sei gelida. Vuoi che ti faccia scaldare?” –propose lui.
Non ebbi il tempo di rispondere che già era sopra di me sul letto, e mi inchiodava con quegli occhi verdi, che stavano diventando smeraldo liquido
. Le sue mani percorsero veloci le linee dai miei fianchi a miei due seni, mentre io feci scivolare la mia mano sul bordo della sua maglietta, alzandola, ed andando a tastare i muscoli della schiena e delle spalle, che andavano a contrarsi vista la posizione.
Velocemente mi spostò la maglietta, e iniziò a baciarmi la pancia, e dopo essere soddisfatto, prese a giocare svelto con i bottoncini dei miei pantaloni, finché non me li tolse completamente, lasciandomi in slip.
“Hai un corpo favoloso.” –sospirò, mentre mi osservava dall’alto.
Ero decisa di voler vedere il suo, quindi gli cacciai la maglietta, lasciandolo a petto nudo, e già dentro di me fremevo per l’eccitazione alla vista della stupefacente bellezza di quel ragazzo.
Prese a baciarmi con foga, mentre io tentavo di slacciare la sua cintura, lottandoci.
Sentivo la sua erezione gonfiarsi sotto i pantaloni, e quindi decisi di liberarla, sbottonandogli quel pezzo di stoffa che ingombrava e lasciandolo in boxer. Cristo, era incredibilmente grande, come quando lo avevo sognato.
Lui decise di finire il suo lavoro, togliendomi la  maglietta, ormai eravamo semi nudi, e io iniziai a farmi strani pensieri. “Prima volta.” Era un pensiero che mi stava dando alla testa negli ultimi cinque minuti. Ero sicura che lui potesse essere quello giusto, ma qualcosa mi bloccava. Niall. Mi venne un groppo in gola dopo quel pensiero, io lo amavo, e mi stavo lasciando andare con il sexy Styles, solo per cosa? Per un’attrazione fisica? Avevo deciso. Non avrei fatto sesso con Harry.

Mi distolse da questi pensieri, strappandomi di dosso il reggiseno, e iniziando a leccare e succhiare a più non posso, facendomi agitare per la troppa eccitazione. Non potevo essere solo io a godere, e quindi, scesi con la mano fino a sopra i suoi boxer, e iniziai a massaggiare il suo membro al di sopra, quando iniziai a sentirlo pulsare, infilai la mano e iniziai a muoverla con frequenza su e giù, sentendo i gemiti lenti di Harry, e guardandolo con quella faccia estasiata che mi creava ancor più eccitazione.
Venne dopo un po’ ansimando forte e urlando il mio nome, e io continuai a baciarlo, finché lui non mi mise una mano nelle mutandine e mi sussurrò all’orecchio: “Alessia, io voglio fare l’amore con te.”

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Wrong words. ***


 Ciao bellezze, ecco anche il nuovo capitolo mlml(?) sarei felice se qualcuna di voi me lo commentsse per sapere se vedete meglio Alessia con Niall o con Hazza :3 nel frattempo grazie a tutte le dolcezze che leggono c:
Un bacino bavosino(ok,sto fuori?) a tutte voi, a prestuss! :*

Capitolo 12

 
Strabuzzai gli occhi davanti a quella, veloce e diretta richiesta da parte del riccio.
Esitai per qualche secondo prima di rispondere e poi ammisi: “No Harry, è meglio che io e te non andiamo oltre. E poi io sono ancora vergine, non sono pronta, non me la sento. Scusa” lui si ritrasse da sopra di me, osservandomi senza dire una parola.
Se si aspettava che gli sarei saltata addosso pregandolo di farmi sua in quel momento, si sbagliava di grosso. “Che c’è? Perché mi fissi?” –chiesi io, piuttosto irritata.
Non ottenni alcuna risposta, quindi mi alzai da quel letto ancora caldo, e recuperai tutti i miei indumenti sparsi sotto il letto, e per la stanza.
“Pensavo lo volessi..” –se ne uscii di colpo Harry
. Lo guardai negli occhi e risposi, cercando di tenere i nervi saldi: “Allora Styles, io sono innamorata di Niall, non so bene se siamo una coppia oppure no, io e te cediamo troppo spesso alle tentazioni, perché per me tu sei solamente questo, una fottuta tentazione.” Dopo le mie, forse un po’ troppo, taglienti parole, Harry fece lo stesso gesto fatto da me prima, raccolse i vestiti, si diede un contegno e si avviò verso la porta blaterando un flebile “E io che ci avevo sperato, ciao.”
Detto questo uscì, e io mi sentii uno schifo, più di quello che mi sentivo di solito.

In quel momento avevo la tentazione di ritornare a rifugiarmi nel mio autolesionismo, ma non ebbi neanche la forza di trascinarmi fino al bagno. Mi rigettai sul letto, e affondai la faccia sul cuscino, inondandolo di lacrime. E quelle lacrime, potevo ammetterlo stavolta, erano per Harry, per Niall, e per il mio comportamento a dir poco scandaloso. Mi sentivo come se li avessi usati entrambi per non si sa che cosa.

Non so quanto tempo passai a dire male a me stessa allungata su quel letto, finché qualcuno non venne a bussare alla porta. Pregai che fosse Harry, che era venuto per dirmi che voleva stare con me, e sperai che mi avesse sbattuto al muro e coinvolto in uno di quei suoi focosi e passionali baci. Ma da un lato volevo fosse Niall, che mi avrebbe abbracciato e detto carinerie mentre mi accarezzava le guance. Aprii e mi ritrovai davanti Liam, con un leggero sorriso stampato in faccia.

“Ale, ciao, ti disturbo?” –domandò lui, gentilissimo. “Oh Liam ma figurati.” –risposi i
o. Mi abbracciò ed entrò nella stanza,rinchiudendosi la porta alle spalle. “Sarò breve, volevo dirti che Niall è insieme a Zayn nella hall, e tra 15 minuti andiamo a cena, quindi mi ha mandato ad avvertirti.” –disse Liam.
“Ehmm, ma come mai Niall ha mandato te?” –esitai.
“Era impegnato a vedere una partita con Zayn e a mangiare caramelle.” –affermò Liam, scuotendo la testa in segno di alta disapprovazione. “Oh mio Dio, sempre il solito!” –esclamai io ridendo.
“Se mi aspetti, dieci minuti e sono pronta.” –conclusi.
Scelsi dall’armadio un paio di jeans scoloriti e una t-shirt ampia e scollata e mi avviai in bagno. Mi ravviai i capelli, indossai gli indumenti scelti ed uscii dal bagno, in cerca di un paio di scarpe, optai per un paio di Vans bianche. Non mi truccai nemmeno.
“Sei stata velocissima, altro che Harry, e tu sei anche una ragazza.” –mi fece notare Liam, abbozzando una risata.
Appena nominò Harry mi si attanagliò lo stomaco. Minchia, non avevo pensato che anche lui facesse ancora parte della band e quindi lo avrei visto e sopportato anche tutta quella serata. Mi chiesi anche come avrei fatto a guardare Niall con il mio solito sguardo da santarellina, facendo finta che non sia successo un bel niente con quel pezzo di figo di Styles.

Scesi nella hall insieme a Payne e il primo che vidi fu proprio l’ultimo che avrei voluto vedere. Harry sonoperfettoeloso Styles. Aveva deciso di farmi morire. Portava un paio di pantaloni di tuta che lasciavano fin troppo l’immaginazione a ciò che contenevano, e una maglietta con un ampio scollo a V, talmente aderente che faceva arrivare a fare pensieri poco casti persino alle suore.
Deglutii mentre sentii il suo sguardo tagliente poggiarsi su di me. Evitai di incontrare i suoi occhi e continuai a camminare, sentendomi fin troppo osservata. Arrivai nei pressi di un divano dove Niall rideva per qualche stronzata detta da Louis, e Zayn accennava a sorridere, senza scomporsi.
Harry invece, che fino a quel momento aveva camminato dietro di me e Liam, ci sorpassò ed andò ad accomodarsi affianco a Louis sul divano e gridando a gran voce: “Louis, se fossi una femmina ti scoperei!” suscitando lo sguardo di rimprovero di Liam, la super risata di Niall, e gli sguardi maliziosi di Malik.
Io andai a salutare Niall, e quando le nostre labbra si toccarono, mi accorsi che mi mancava, mi mancava molto quel tocco con cui lui faceva passare qualsiasi ansia. “Vedo che madre natura ha deciso di concentrarsi tutta su di te. Sei splendida.” –mi disse, tirandomi affianco a sé sul divano e lasciandomi un bacio su una guancia. Non feci a meno di arrossire, e incrociai lo sguardo di Harry, che ci guardava con faccia a dir poco schifata.

“Boo, mi accompagni fuori?” –esclamò il riccio, rivolgendosi a Louis, poco dopo.
“Che diamine devi andare a fare fuori Haz?” –chiese Louis, contrariato dall’idea del riccio.
“C’è aria di cose smielate qui dentro, preferisco andare fuori. Accompagnami.” –ordinò Harry.
Tutti lo guardarono piuttosto sconvolti, e notai sulla bocca di Zayn una smorfia. Io abbassai lo sguardo, perché forse ero l’unica persona che sapeva perché Harry avesse deciso di abbandonare il luogo dove eravamo riuniti tutti insieme, in attesa della cena.
Niall prese a baciarmi sul collo, riportandomi alla realtà. Io incollai le mie labbra sulle sue e presi ad intrecciare le mie dita nei suoi capelli. “Per le scopate si utilizzano le camere.” –commentò Malik, ammiccando. “Sei un porco. Stai diventando come Styles,Zayn, che diamine!” –lo sgridò Liam. “Scuuuuuuusa paparino.” –ironizzò Zayn,schioccando un bacio alla guancia a Liam, che non si trattenette all’impulso di ridere. Anche Niall iniziò a ridere, facendo spuntare un sorrisino anche sul mio, fino ad allora, freddo volto.

Styles. Era lì fuori per colpa mia. “Scusate, vado in bagno.” –dissi interrompendo quella sequela di risate tra ragazzi. Mi alzai dal divanetto e corsi verso l’uscita, altro che bagno. Io dovevo vedere Harry. Uscii fuori, tra il buio e la fresca aria di Verona, e iniziai a camminare intorno all’hotel, finché non sentii un “Andiamo Harry smettila di piangere o ti prendo a sberle.” Cazzo, era Lou. Sentii come risposta un “Boo, io non so perché sto facendo così, la vedo presa da Niall, che per me è come un fratello, e mi sento geloso.” Stavo per perdere gli occhi. Senza pensarci, voltai la curva che mi separava da quei due che stavano parlando e vidi Harry, con il viso coperto dalle lacrime che gli bagnavano i ricci, abbracciato a Louis, che tentava di consolarlo. “Sono una merda” –esclamai, iniziando a piangere. I due si accorsero della mia presenza solo dopo che ebbi spiccicato parola.
Louis si staccò da Harry e mi venne incontro dicendo: “Da quando stai ascoltando?” il suo tono di voce non era arrabbiato, ma né tantomeno contento. “Da pochi secondi.” –risposi io,mentre le lacrime rigavano il mio volto. “Io ti lascio sola con Harry, perché credo che dobbiate dirvi qualcosa, ma se ti azzardi a trattare il mio migliore amico come questo pomeriggio, te la vedrai con me,con Louis Tomlinson.” Quella non era una minaccia, era solo una promessa. Non lo disse per farmi paura, era pur sempre il mio idolo. Lo disse perché davvero teneva a quel ragazzo, e non voleva soffrisse.
Detto quello, se ne andò, e io mi ritrovai sola, con Harry che mi guardava da lontano, come ad aspettare una mia mossa. “Sai.. mi è dispiaciuto tanto trattarti in quella maniera, ma io non volevo essere la tua macchina del sesso Harry. Mi dispiace anche di aver pensato che tu sia un maniaco, astinente e dipendente dal sesso.” –iniziai io. Lui si avvicinò sempre più, e sembrò di rivivere le stesse emozioni di quel pomeriggio.
Eravamo solamente io, lui, e i suoi occhi verdi. 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** First time. ***


Ciau belle :3 questo capitolo è, un po'..come dire pervy c: 
grazie a tutte voi che continuate a seguire la storia, vi voglio bene!
Bacino bavoso:* a presto!

Capitolo 13
 
“Avanti, dimmi che sono un coglione ad aver fatto tutta quella scenata.” –iniziò Harry, dopo essersi ripreso dal suo momento di pianto.
“No,non lo sei ok? Secondo me dovremmo solo finirla qui.” –sentenziai io.
“Finire cosa? Qualcosa che non è mai iniziato?” –domandò. Aveva ragione. Io e lui ci eravamo baciati qualche volta, avevamo fatto i preliminari, ma mai fino ad arrivare a fare sesso o a pensare di metterci insieme.
“Hai ragione riccio, tregua?” –risposi io, allungando la mano come segno di pace.
Lui mi afferrò la mano e mi strinse a sé, sussurrandomi in un orecchio: “E tregua sia.” Ci abbracciammo, e il suo contatto sul mio corpo faceva ancora uno strano effetto, ma avrei imparato a controllarlo.
“Rientriamo dai.” –disse dolcemente Harry, prendendomi una mano e baciandomi delicatamente le nocche.
“Che galantuomo!” –scherzai io, dandogli un buffetto sulla guancia.
“Andiamo, prima che Niall si faccia strane idee.” –concluse lui, mentre ci avviavamo verso l’hotel.
Se non si è fatto strane idee dopo che l’abbiamo quasi fatto nella nostra stanza Styles, se le fa adesso che abbiamo passato cinque minuti qui fuori?

Rientrammo nella hall, e quattro paia di occhi ci scrutarono. Incontrai lo sguardo di Niall, che sembrava leggermente arrabbiato. Dio, che Louis avesse parlato? Avesse detto ciò che Harry gli aveva riferito, o solamente accennato qualcosa?
“Quanto tempo! Sto morendo di fame!” –ci urlò Niall. Ecco perché era arrabbiato, eravamo in ritardo di dieci minuti per la cena, che tragedia!
“Stai diventando suscettibile Horan!” –gli dissi io.
“Ho fame amore, e quando l’irlandese ha fame nessuno lo ferma.”-rispose lui, ridendo.
Tutti accennarono a qualche risatina mentre ci avviavamo nella piccola saletta dove eravamo soliti mangiare.

Dopo cena, i ragazzi si misero d’accordo su come volevano passare la serata.
“Io voglio andare sotto in discoteca!” –urlò Louis, esibendosi in una strana ed orripilante danza.
“Tu dopo ieri sera, la discoteca al rivedrai al prossimo tour!” –commentò Liam, facendo riferimento alla precedente serata da ubriaconi di cui prese parte anche Louis.
“A me va bene il biliardo, come sempre.” –affermò Zayn, grattandosi il mento.
“No Malik, il biliardo mi ha già frantumato le palle!” –esclamò Harry, con la sua, ehm, finezza.
“Voi fate ciò che volete, ma io e Alessia stasera stiamo da soli.” –e ne uscì Niall.
Quell’affermazione fece spuntare non pochi sorrisetti maliziosi e qualche occhiata ammiccante nella nostra direzione, finché Niall non replicò: “E guarderemo un film mangiando pop-corn e facendoci le coccole.”
“Ma certo Niall.. le coccole le farai tu, con qualcos’altro che non sono le mani!” –commentò Zayn.
“Pervertito.” –gli risposi io.
Louis ed Harry non smettevano di ridere,e allora Niall sbottò: “Per voi due è facile! Ve ne portate a letto una al giorno.”
“Ehi, vacci piano. Io sono fidanzato, te lo ricordo.” –fece notare Malik, assumendo una posizione da ‘sonofigoeloso’.
“Noi andiamo, mi raccomando Lee, tieni a bada gli ormoni del moro e del riccio, e anche il senso dell’alcool per Boo.” –disse Niall.
“Tranquillo, sono nelle mie mani, ahimè.” –rispose Liam, con uno sguardo da cane bastonato.
“Buon proseguimento!” –urlarono all’unisono i restanti tre, con uno sguardo che sprizzava perversione da tutti i pori. Iniziai a pensare che forse avevano ragione, avrei dovuto lasciarmi andare una volta per tutte, e questa volta davvero, con Niall.

Salimmo nella stanza, e per tutto il tragitto rimuginai sul “buon proseguimento” che ci avevano ‘augurato’ i ragazzi. Forse avrei dovuto farlo  davvero, non me ne sarei pentita. E poi il voler tornare in camera così prima da parte di Niall, qualcosa doveva pur significare.
Ci sdraiammo sul letto, e decidemmo di vederci ‘Titanic’.

“Oh piccola, non ho il cibo!” –si lamentò Niall.
“Tranquillo, non avrai tempo per pensare alla fame.” –risposi io. Ero piuttosto decisa. Volevo fare l’amore con lui.

Mi misi a cavalcioni su di lui e iniziai a baciarlo, con foga.
Evidentemente capì dove volevo arrivare, perché poggiò una sua mano sul mio fondoschiena, iniziando a palparlo leggermente. Il suo tocco al di sopra dei jeans era fin troppo eccitante per i miei gusti, così iniziai a baciarlo scendendo lungo il collo e lasciando tracce violacee miste a saliva, come per marchiare il mio territorio.
Abilmente, ribaltò la situazione, e si mise lui a cavalcioni su di me, baciandomi il collo e ciò che del petto, era scoperto.
Gli tolsi velocemente la maglietta, la sua pelle era bollente, e sentivo qualcosa crescere nei pressi del mio bacino.
Capii che anche lui si stava eccitando.
Mi infilò le mani sotto la t-shirt e iniziò a percorrere con le dita, la mia schiena, toccando ogni singola vertebra della mia spina dorsale, come a volerla memorizzare per sempre.
Mi ritrovai in reggiseno, e così, iniziai a sbottonare i suoi pantaloni, con una mano molto veloce, per poterlo far mio il più in fretta possibile. Liberai le sue cosce dalla stretta dei jeans, e il mio occhio cadde sul suo membro ormai in preda all’eccitazione, talmente pronto quasi da far scoppiare i boxer.
Fece lo stesso con i miei stretti jeans, lasciandomi con la semplice biancheria, e iniziando a baciarmi la pancia, fino ad arrivare a sfiorare con il naso, il bordo dei miei slip.
Infilai due dita nei boxer, e li calai giù, iniziando a massaggiare la sua erezione.
Lui si liberò definitivamente da quel pezzo inutile di stoffa, e mi sussurrò: “Più veloce piccola, più veloce.”
Ubbidii ai suoi ordini ed iniziai a pompare sempre più forte sul suo membro, mentre il suo respiro si faceva sempre più affannato, e la sua erezione pulsava, segno che l’orgasmo era imminente.
Venne dopo un po’, emettendo gemiti e grandi sospiri.
Con due mani mi afferrò dietro la schiena e iniziò a baciarmi il petto, mentre tentava di sganciare i due ferretti che tenevano ben ancorate le due coppe ai miei seni.
Dopo averci giocato un po’,lo tolse e lo gettò chissà dove nella stanza, afferrando un mio capezzolo tra le labbra e succhiandolo.
Iniziai a provare una forte eccitazione e un dolore sul basso ventre, così gettai la testa all’indietro e mi lasciai intorpidire da quel senso di benessere.
Si staccò dal mio seno sodo, ormai con entrambi i capezzoli divenuti turgidi dall’eccitazione.
Mi abbassò con furia gli slip, infilando due dita nella mia intimità e muovendole appena. Provai un’emozione straordinaria, mista ad un piacere immenso.
“Sei bagnata. Dio, ma sei sicura di volerlo fare?” –mi chiese, lentamente.
“Si Niall, fammi tua ti prego.” –sussurrai, in preda alla più grande eccitazione. Non riuscivo neanche a parlare.
Senza pensarci due volte, pescò qualcosa dalla tasca dei suoi jeans poggiati sul letto, e notai una bustina tonda.
“Sai, Harry mi ha detto che poteva servirmi..” –ammise ridendo.
Mi sfuggì una risatina isterica anche a me, mentre lui si infilava il preservativo.
“Sei davvero pronta?” –chiese, preoccupato.
“Si.” Deglutii. Infilò la punta del suo membro e iniziò a far abituare la mia intimità alla sua presenza, e quando fu pronto spinse.
La mia verginità si lacerò in un istante, e un dolore mi percorse il corpo, facendomi urlare.
Lui soffocò il mio urlo con un bacio, mentre con una mano asciugò le lacrime che mi stavano cadendo.
Passò alcuni minuti in quella posizione per far abituare il mio interno, e il dolore pian piano si trasformò in piacere, e lo pregai di riniziare.
Si appoggiò sui gomiti per non farmi peso addosso e ricominciò a spingere, facendomi gemere.
Dopo alcune spinte, ne seguirono altre sempre più forti.
Non smettemmo un attimo di baciarci e arrivammo insieme all’apice del piacere, gemendo e ansimando.
Lui uscì da me, e si allungò al mio fianco.

“E’ stato bellissimo.” –mi sussurrò, accarezzandomi un fianco.
“La mia prima volta con te. Una favola.” –ammisi io,abbracciandolo.
I nostri corpi nudi e sudati si strinsero ancora per un po’, per poi crollare in un sonno profondo, mentre le parole e le note di ‘Titanic’ si diffondevano nella stanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Tentazione. ***


Ciaux peipss(?) i'm back. 
Sorry per il ritardo con cui ho pubblicato il capitolo, ma questi ultimi tempi ho avuto mooolto da fare con la scuola, capitemi e.e
Anyway, grazie a tutte voi che continuate a leggere, i love you:3
Bacini bavosi a tutte, a presto c:

Capitolo 14
 
Mi svegliai con il sapore delle labbra di Niall ancora addosso, e un piacevole calore aleggiava nella stanza.
Mi rigirai nel letto, e mi accorsi di indossare un’enorme camicia, talmente lunga da coprirmi in modo casto anche le ginocchia. Chi mi aveva vestita? Forse Niall. Ma ciò significava che era sveglio.

Allungai una mano fino a tastare la presenza di un’altra figura affianco a me, nel letto.
Potevo dedurre che il figurino si trovava semi-disteso sul letto, con le braccia dietro la nuca.
Tenendo ancora gli occhi socchiusi, avvicinai la mia mano alla sua testa, ed a riempire la mia mano, non furono capelli lisci, resi ispidi dal gel, ma piuttosto erano morbidi e sembravano essere ricci.
Oh cazzo, no. Non poteva essere lui. Lo sentii ridere, e riconobbi la sua risata.

Mi misi a sedere spalancando gli occhi e guardai Harry che mi fissava divertito.
“Ma ti pare il modo? Ero mezza nuda sotto questo letto, e quando mi sveglio trovo te e non Niall? Se questo è uno scherzo, non è divertente Styles.” –lo rimproverai.
“Dai calmati, Niall è andato a fare le prove, era il turno suo con Zayn, io ho dato prima.” –mi rispose lui, con dolcezza.
“..e quindi hai deciso di rovinare il risveglio a me, ottimo.” –dissi io, scendendo dal letto e infilandomi il primo paio di leggins, sotto lo sguardo scrupoloso del riccio.
“No, sono venuto a prendermi cura di te, mentre il tuo adorato principino è via per un po’,baby.” –sentenziò lui, forse con troppa malizia.
“Non chiamarmi baby, è irritante.” –risposi seccata. “..e comunque non sei il benvenuto.”
“Ma hai il ciclo? Diamine, hai una serpe per capello!” –esclamò lui.
Forse stavo esagerando davvero,insomma, mica mi aveva violentata.
“Scusami Harry, è che la mattina appena sveglia sono intrattabile.” –affermai io.
“Scuse accettate. Ma solo se prometti di passare il resto della mattinata con me.” –ordinò.
“E sentiamo..” –iniziai. “Cosa hai intenzione di farmi fare stamane?”
“Mmh, potrei pensarci. Tu intanto inizia col metterti qualcosa che ti copra, perché altrimenti ti ridarò indietro sudata.” –commentò, ammiccando verso la direzione della mia enorme camicia aperta.
“Cazz…” –borbottai prima di scappare in bagno, con una manciata di vestiti addosso.

Ne uscii dopo un po’, perfettamente vestita e truccata, pronta per “divertirmi.”
“Mh, bene bene signorina. Dove vuole che la porti?” –chiese Harry, imitando il fare gentile di un perfetto galantuomo.
“Possiamo andare in un negozio di cosmetici? Ti prego.” –lo pregai io, facendo gli occhioni dolci.
“Oh no, mi tocca.” –rispose lui, alzando gli occhi al cielo.

Esultai facendogli una linguaccia, e mi avviai con lui, verso il centro di Verona.
Arrivammo in un negozio che sembrava un hotel per quanto grande fosse e per quante lucine avesse.
Harry portava un paio di occhiali da sole enormi, un cappellino ampio e teneva indosso anche il cappuccio, per non farsi riconoscere. Purtroppo il suo astuto travestimento, non riusciva a camuffare la sua incredibile bellezza, e fu costretto comunque, a firmare autografi e farsi fotografie con decine di ragazzine.
“Voi italiane, siete favolose.” –commentò Harry dopo aver firmato forse, il cinquantesimo autografo.
“Dio, ti adorano!” –esclamai ridendo io, e trascinandomelo dietro nel reparto profumi.
“Ecco, adesso voglio scegliermene uno.” –gli feci notare io, iniziando ad aprire più confezioni possibili.
“Vuoi che te lo scelga io?” –domandò Harry.
“Hai idee?” –ribattei io.
“Senti, prova questo..” –disse porgendomi una boccettina nera, con una sottilissima scrittina rosa.
“Oh, è afrodisiaco Haz.” –risposi io, dopo aver annusato nell’incavo del mio polso, quel profumo.
Guardai il cartellino del prezzo e lessi la scritta “180euro”. Era carissimo.
“No guarda.. non posso Harry..” –iniziai.
“Cosa pensi che ci sia a fare io qui?” –domandò.
Avevo già capito dove voleva arrivare, e mi sentivo piuttosto idiota.
“Prendilo e portalo a casa baby.” –mi ordinò , mettendomi in mano una di quelle scatolette ancora integre.
“Lo accetto solo perché sei tu.” –risposi io, abbassando lo sguardo e arrossendo.
“Non avrei permesso un tuo rifiuto.” –ammise lui, soffiandomi le parole sul collo e facendomi rabbrividire.
Alzai lo sguardo e mi ritrovai a pochi centimetri dal suo volto; talmente vicino da poter sentire il suo respiro addosso. I nostri occhi si ritrovarono incatenati, verde con verde. Si avvicinò lentamente e appoggiò le sue calde labbra sulle mie. Avvampai, ma mi ripresi subito da quello stupendo torpore e mi staccai.
“Lo sai..” –dissi io.
“Si lo so. Andiamo?” –rispose lui, rivolgendomi un sorriso ampio che subito mi fece tornare a mio agio.
Ci avviamo alla cassa, e appena arrivati notai le occhiate di quella certa “Carla” commessa, che erano fin troppo maliziose.
Avrei preso la sua testa e gliel’avrei chiusa dentro il registratore di cassa che batteva con quelle unghie ricostruite.
Pagammo, e notai la faccia sprezzante con cui mi guardò quando Harry mi porse il pacchettino e mi prese per una mano, invitandomi ad uscire dal locale.

Tornammo all’hotel, e per tutto il tragitto, non feci che pensare alla gelosia che avevo provato dopo le maliziose occhiate della maliziosa commessa al mio malizioso Harry. Cavolo, ho detto mio? No che non l’ho detto.
Harry mi accompagnò fin sopra la scalinata dove si trovava la mia camera, e dopo avermi accarezzato i capelli, e baciato una guancia mi disse: “Và, Niall sarà già rientrato.”
Io mormorai un “Grazie di tutto Haz.” E mi fiondai in camera.

Trovai Niall intento a sfidare Malik all’Xbox. Ormai era diventata una tradizione che lo trovassi sempre attaccata a quell’aggeggio.
“Principessa.” –esclamò quando mi vide rientrare, e mollato il joystick, mi venne incontro stampandomi un bacio sulle labbra.
“Ciao bellezza” –risposi io. “Buongiorno Zayn.”
“Oh, ciao Ale, passata bene la mattinata con Harry?” –chiese.
“Certo, Harry è molto cortese con le signorine Zayn, dovresti saperlo.” –risposi io-
“Fin troppo.” –fece per rispondere Niall, divertito.
Ricominciarono a giocare, mentre io mi diressi in bagno a spruzzare il mio nuovo acquisto.
“A cosa giocate?” –domandai, una volta essermi in profumata per benino, sedendomi sulla poltroncina affianco al divano dove stavano giocando Niall e Zayn.
“Need for Speed.” –rispose Zayn. “Niall è un tale asino a questo gioco.”
Niall gli diede di gomito borbottando un “EEEHI” e poi rivolgendomi un sorriso adorabile mi chiese: “Tesoro, cosa preferiresti fare questo pomeriggio? Sai, domattina  ho le prove tutto il giorno, e domani pomeriggio sarò in Arena a provare il sound, visto che dopodomani c’è il concerto.”
Dio, il benedetto concerto. Me ne ero quasi dimenticata. Era quello il vero motivo per cui io ero a Verona.
“Non so Niall.. decidiamo dopo, ok?” –risposi io.
“Dopo pranzo si vedrà.” –sentenziò lui, riavviando il gioco e riprendendo la sfida contro Zayn.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Situazioni scomode. ***


Le mie picliine c: Ciauz a tutte,mlml. 
Che storia intrigante u.u 
Grazie a voi che continuate a seguire la mia FF, 
bacini bavosini :3 a presto!

Capitolo 15
 
Il pranzo lo passai stando con me stessa, ridendo appena a qualche battuta, a stringendo la mano di Niall sotto il tavolo. Ogni tanto mi scambiavo occhiate d’intesa con Harry, e anche solo il suo sguardo mi faceva stare bene.

Dopo pranzo, ognuno si ritirò nella propria stanza: avevo sentito dire da Liam e Zayn che alle cinque, uno alla volta, sarebbero tornati almeno per mezz’ora nello studio di registrazione a provare ancora un po’, e quindi iniziai a pensare a come poter passare la giornata da sola, o in compagnia di qualche delizioso film.

“Piccola, io ho le prove dalle cinque e mezzo alle sette. Devo starti lontano un’ora e mezza ancora, sarà dura non poterti baciare.” –esclamò Niall, fiondandosi sulle mie labbra mentre eravamo intenti ad osservare un programma su MTV seduti sul divano di camera  nostra.
“Tranquillo, credo che andrò con Lou, visto che lui ha le prove per ultimo..” –risposi io, ricambiando il veloce bacio.
“Ma come non si fa a volerti bene? Accetti qualsiasi cosa. Avanti vieni qui.” –mi disse, aprendo le braccia in segno di volermi accogliere nella sua stretta. Non esitai e mi gettai tra le sue braccia,affondando il viso sul suo petto e respirando a fondo il suo inebriante profumo.
Mi prese il viso con le due mani, e iniziò a baciarmi prima dolcemente, poi sempre con più foga, finché non ci ritrovammo avvinghiati letteralmente, ed io, seduta su di lui.

Ci baciammo per un lasso di tempo che mi sembrò lunghissimo, fino a quando sentimmo qualcuno bussare alla porta.
“Ma che diamine, sempre nei momenti più..” –imprecai io.
“Ce lo restituiranno tutto questo tempo tesoro.” –mi promise Niall, ridendo.
Corse ad aprire la porta e ci ritrovammo in camera le due allegre figure di Zayn e Louis.
“Che ci fate qui?” –domandò Niall, divertito.
“Hey brò, siamo noi eh! Siamo venuti a giocare a PES.” –rispose Louis.
“Dovevo immaginarlo..” –commentai io, sconsolata.
I due ospiti si accomodarono sul divano, e io lasciai lì per loro, una ciotola di arachidi e due birre.
“Sei un tesoro.” –mi disse Niall, stampandomi un leggero bacio dopo esser andato ad accendere la console.
“Gne gne gne.” –lo presi in giro. “Piuttosto Boo, Haz è in camera?” –chiesi.
“Si, credo di si..” –mi rispose lui, masticando la manciata di arachidi che si era preso.
“Bene, credo che andrò da lui a far due chiacchiere. Liam?” –domandai.
“Web chat con Danielle.” –sentenziò Zayn, ammiccando.
“Uuuh questioni di cuore, quindi..” –scherzò su Niall.
“Idiota.” –ammettei io, dondolando la testa.
“Fa’ la brava con Harry..” –si raccomandò Niall.
“Oh mio Dio Niall, cosa vuoi che succeda?” –chiesi, piuttosto seccata.
In realtà sapevo benissimo cosa sarebbe potuto accadere, ma stavo auto convincendo me stessa a non lasciarmi andare ad Harry, che era solo un’angelica tentazione.
“No Alessia, Niall ha ragione.. sono un po’ di giorni che vedo Harry molto attivo, per quanto riguarda il bozzo che tiene chiuso nei pantaloni.” –mi avvertì Louis, da malizioso.
Niall gli diede di gomito per intimargli il silenzio, ma sotto sotto anche lui era divertito, mentre Zayn non si lasciò scappare la sua fragorosa risata.

Mi richiusi la porta alle spalle, ancora sorridendo per l’ironia maliziosa di Tomlinson, e mi avviai verso la camera di Boo e Styles.
Bussai leggermente, e in men che non si dica, mi aprì un Harry Styles in pantaloncini e canotta, da mozzare il fiato.
“Baaabe, non ti aspettavo.” –mi salutò, schioccandomi un energico bacio sulla guancia destra.
“No infatti.. neanch’io mi aspettavo l’invasione da parte di Louis e Zayn della mia stanza e la presa in ostaggio di Niall, per le loro eterne sfide ai videogames.” –risposi io, scuotendo il capo.
“Avanti, resta con me. Se non ci fossi tu avrei passato il mio pomeriggio prima delle prove, vedendomi qualche film o dedicando qualche particolare attenzione al mio amico qui sotto.” –ammise indicandosi un leggero rigonfiamento nelle zone basse dei suoi pantaloncini.
“Dio, che emerito maiale.” –commentai, non del tutto schifata.
“Che ti piacerebbe fare?”

Quella domanda scatenò un esercito di ormoni dentro il mio corpo,  e l’unica cosa che mi veniva in mentre era il sesso. Sesso. Sesso. Sesso con Harry. Con Harry Styles.

Mentre mille e più perversioni mi invadevano allegramente il cervello, mi leccai d’istinto le labbra sentii Harry mormorare: “Leccati ancora le labbra in quel modo, e ti giuro, te lo giuro adesso Alessia, ti sbatto su questo letto e ti faccio mia.”
Lo disse con malizia, ma anche con determinazione, e ciò rendeva il tutto fortemente eccitante.
“Oh mamma..” –risposi quasi senza fiato.
Immaginavo già il fisico del riccio disteso sul letto sopra il mio corpo, potevo sentire il calore della sua pelle, sentivo già le sue labbra percorrere ogni centimetro del mio corpo. Ed una sensazione nel basso ventre iniziava a farsi sentire. Non potevo avere voglia di Harry Styles, non potevo e basta.

Evidentemente lui non riuscì a bloccarsi come feci io, e per giunta mi si gettò addosso, facendomi ribaltare sul letto e attaccandosi alle mie labbra, che ormai erano bramose di un suo bacio.
Leccai il contorno delle sue labbra, finalmente felice di aver ottenuto ciò che desideravo, mi prese da sotto le natiche e mi fece accomodare seduta su di lui, mentre con la lingua era intento a percorrere la strada che dal mio collo portava alle mie clavicole e poi, al mio petto.
Le sue grandi mani iniziarono ad esplorare il territorio sotto la mia maglietta.
Era tutto così dannatamente perfetto, finché…

“Ma si può sapere cosa cazzo state facendo voi due?”. Un urlo ci fece tornare alla realtà. Ci voltammo entrambi con il cuore a mille, e ci ritrovammo dietro un Liam piuttosto sconvolto.
“Cazzo.” –fu l’unica cosa che riuscimmo a dire all’unisono io ed Harry.

Ci attendeva qualcosa di in aspettabile.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** I've never had the words to say. ***


Ciau siete le mie piccole preferite c:
°momentosdolcy.
anyway, graaazie come sempre a tutte, vi adoro.
Baciotti bavosi a tutte, a presto :3

Capitolo 16
 
“Qualcuno si degna di spiegare come stanno le cose? Sono esterrefatto.” –ci gridava Liam, fissandoci con gli occhi spalancati.
“Senti,Liam..” –provò a parlare Harry.
Io ero pietrificata, avrei voluto spiegare ma le parole  mi morivano in gola.
“Dio, vi prego. Ditemi che ho visto male. Ma vi rendete conto? Voi due. Insieme. Oh mio Dio.” –continuò Liam.
“Liam cazzo! Lasciami spiegare!” –esclamò Harry,zittendo il compagno.
“Avanti..” –lo istigò quest’ultimo.
“A me Alessia è sempre piaciuta, mi trovo bene con lei, è una buona amica, confidente e tutto il resto. Vederla felice con Niall è fin troppo per me, ma tenerla lontano, non poterci parlare, non poterla accarezzare.. mi dispiace Liam, la colpa è mia. Mi sono lasciato sopraffare da tutte queste belle sensazioni che lei mi trasmette. Ormai mi avete etichettato anche voi del gruppo come il ‘puttaniere.’ Ma con lei è diverso; lei ha il potere di farmi cambiare umore anche solo con il suo sorrisetto sghembo che tanto mi piace. Non sono sicuro di amarla, ed è per questo che non voglio ulteriormente ferirla. Ho finito la mia predica.” –rispose Harry.

Le lacrime iniziarono a sgorgare copiose dalle mie orbite, sia perché Liam ci aveva scoperti e perché se avesse parlato avrei perso l’amicizia degli altri ragazzi ed avrei perso Niall, e sia per le meravigliose parole di Harry, che mi erano entrate dentro ed avevano portato calore.
“Harry.. abbiamo sbagliato entrambi. Le cose si fanno in due.” –riuscii a dire.
Liam ci fissava sbigottito, ma l’espressione adirata di poco prima era scomparsa, ed ora il suo viso aveva assunto la rilassata piega di chi vuole ascoltare una storia.
“Ragazzi, io non dirò nulla.. ve lo prometto. Ma giuratemi che questa è stata la prima ed ultima volta. Altrimenti non potrete neanche più stare seduti vicini. Lo dico per il vostro bene, e soprattutto per il bene di Niall.” –sentenziò, calcando le parole dell’ultima frase rivolgendomi lo sguardo.

Io abbassai la testa, ero profondamente arrabbiata con me stessa. Mi ero ripromessa che non sarebbe accaduto più nulla con Styles ed invece alla prima occasione mi fiondo da lui e lo bacio con fin troppa passione. In un certo senso il pensiero di stare con Harry all’oscuro degli altri sembrava una cosa maliziosa, perché eravamo solo io e lui; ma adesso che Liam è consapevole di come stanno i fatti, credo che ci metterà un occhio al riguardo e che non ci lascerà mai più stare da soli.
Ed in fondo, io ed Harry, ce lo siamo davvero meritati.

“Adesso per piacere, parlatene voi due da soli, e tu, Alessia, promettimi che andrai da Niall nella vostra stanza, porta anche Harry. Ma niente  più giochetti del genere.” –ci raccomandò Liam, uscendo dalla stanza.
Sibilammo un leggero “Ok.” Seguito da alcuni sospiri, e restammo di nuovo soli.

“Se solo Liam avesse detto..” –iniziò il riccio.
“Sssh.” –lo zittii. “Basta, ci ha dato una seconda chance e non dobbiamo sprecarla. Sapevamo anche noi di star commettendo un errore e ce ne siamo fregati Harry. Siamo noi quelli che hanno sbagliato.” –conclusi, stringendogli una mano.
“Lo sai che non posso vederti solo come una semplice amica, ma siccome non voglio perderti, ci metterò impegno.” –mi disse, abbassando lo sguardo.
“Ehi, anche io tengo a te, sappilo.” –ribattei io, alzandogli il mento con due dita e facendo combaciare i nostri occhi verdi.
“Perfezione.” –disse, ed io lo avvolsi in un abbraccio.
“..I’ve never had the word sto say, but now i’m asking you to stay, for a little while inside my arms.” –mi canticchiò leggermente nell’orecchio durante il nostro caldo abbraccio.

Lottai per fermare le lacrime che si stavano facendo largo intorno ai miei occhi imperlando le ciglia.
“Promettimi che saremo amici per sempre.” –esclamai. Sembravo una bambina dell’asilo, timorosa di perdere il suo giocattolo preferito.
“Forever.” –fu l’unica parole con cui espresse il concetto. Era semplice ma efficace, rendeva bene ciò che volevamo entrambi. Probabilmente non avrei potuto più baciare quelle calde e soffici labbra, non avrei potuto affondare le mani in quei morbidi ricci, oppure vedere la sua espressione maliziosa e sensuale dopo aver abbandonato la mia bocca dopo un fugace bacio rubato; ma poco importa, non lo avrei perso, ed era quello ciò di cui avevo bisogno.

“Andiamo?..” –chiese piano.
“Camera mia, we are coooooming!” –esclamai urlando e facendo gesti in aria.
Lui rise, e mi prese per mano conducendomi per il corridoio, fino ad arrivare davanti alla porta di camera mia.
Bussammo velocemente e ci aprì la celestiale visione di un Zayn Malik conn un joystick in una mano e una birra nell’altra.
“Ehi amico.” –salutò Harry, tirandogli una pacca sulla spalla e poi cercò la mia guancia per lasciarci sopra un buffetto, in simbolo di bentornata.
Entrammo e trovammo Louis e Niall curiosi di scoprire chi ci fosse dietro quella porta, e alla nostra vista, Louis assunse un’espressione maliziosa fin troppo malefica, mentre Niall si aprì in un gran sorriso.
“Ta-dàààà! Siamo quiii!” –urlai io allegramente.
“Il figone del gruppo e la ragazza dell’irlandese sono venuti a farvi compagnia.” –si inserì Harry, imitando i gesti fatti da me in precedenza prima di uscire dalla sua stanza.

Tutti risero, finché Zayn non sbottò: “Hey, vacci piano. Chi ti ha detto che  il figone del gruppo sei tu? Non lo vedi Jawaad com’è figo,bello e fotomodello?”
“Avanti Zayn torna sul divano a farti stracciare a PES.” –lo istigò Niall, ridendo.
“A proposito, vecchio maiale di un Hazza..hai tentato di violentare la bella Alessia di là?” –chiese Louis, dando di gomito a Zayn, che era appena tornato ad accomodarsi sul divano.
“Oh diamine Boo, come devo fare con te? Sei più perverso di Zayn!” –rispose Harry, scuotendo la testa.
“Harry, ti avverto, è roba mia.” –aggiunse Niall, facendo un’occhiata da finto duro.
Harry alzò le mani borbottando uno “Scuuuuusa” ed io commentai: “Niall, amore, non ti faevo così possessivo.”
“Non lo conosci baby, lui pensa che una ragazza sia come il cibo, tutta sua.” –mi rispose di rimando Zayn.
“Già..ti mangerebbe,tutto.” –commentò Louis.
“Lou, il contatto con Harry ti fa alquanto male, lo sto notando da giorni.” –ammise Niall, guardandolo con il occhi stravolti.
“Avanti Niall, non fare il pignolo. Ammetti che non ti sei fatto un pensierino sopra Alessia e la finisco.” –scherzò Louis.
“Si dia il caso che io e Niall abbiamo già messo in pratica il pensierino.” –mi inserii io, guardando fisso Louis con la sua stessa faccia maliziosa.
Dapprima Niall diventò rosso come un pomodoro, dopodiché scoppiò a ridere fragorosamente.
“Hai trovato pan per i tuoi denti Boobear.” –osservò Harry, dando una pacca d’incoraggiamento sulla spalla di Louis.
“Lo credo anche io.” –ammise Louis, sconsolato.
Zayn e Niall non smettevano di ridere, e mentre tutti ridevano, la porta della stanza,ancora leggermente socchiusa, si spalancò ed apparve un Liam Payne leggermente sudato.
“Ragazzi, mi ha chiamato il manager, dobbiamo andare a fare le prove adesso tutti insieme, domani abbiamo il concerto.” –esclamò trafelato.
“Ma di già?” –chiese Louis con un’espressione da cane bastonato.
“Nooo,eravamo al culmine del divertimento.” –ammise Niall.
“Ma cazzo” –esclamò Zayn,gettando il suo joystick sul divano.
“Sarà meglio che ci sbrighiamo.” –concluse Harry.

Uno alla volta, mi salutarono con un bacio sulla guancia, e solo il biondo si fermò a baciarmi appassionatamente sulle labbra.
“Ciao piccola, tornerò. Ti penserò mentre canto, promesso.” –mi salutò Niall, chiudendo la porta.

Sospirai per le ultime parole da esso pronunciate e mi distesi sul letto, abbandonandomi in un sonno profondo.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Love,sex,perfect. ***


Buonpomeriggiuz piciuss(?) oggi lo spazio autrice sarà ricco,lol.
Alooora, voglio dire grazie alle 3 splendide che mi hanno recensito, io vi amo.
Poooi, voglio dire a Micaela, Meri e Valentina che sono delle testine di minchia, e sono la ragione del mio sorriso.
Ed infine, voglio comunicarvi che ci sarà una scena 'vietata ai minori di 18' in questo capitolo:3
That's all! 
Vi voglio bene, bacini bavosini e a presto.xx


Capitolo 17
 

Sognai i profondi occhi di Niall e i morbidi ricci di Hazza, e quando mi svegliai erano passate due ore e mezzo da quando i ragazzi avevano lasciato l’albergo ed erano andati alle prove.

Mi alzai dal letto ancora con gli occhi gonfi dal sonno e mi trascinai in bagno per andarmi a sciacquare il viso  con dell’acqua fresca.
Tornai nella stanza da letto con un asciugamano sul volto mentre premevo leggermente per finir ad asciugare le ultime gocce d’acqua, quando sentii il mio telefono suonare. Corsi verso il comodino, lo presi in mano e notai che la chiamata in arrivo proveniva da una mia grande amica, Luna.

“Pronto?” –aprii la telefonata io.
“Pronto,Alessia, sei tu?” –mi rispose la voce dall’altro capo.
“E chi dovrebbe essere idiota!” –risposi ridendo.
“Oddio, mi manchi da morire piciù.” –ammise lei. Piciù era il soprannome che ci eravamo date a vicenda da circa tre anni, ero legata a Luna, sapeva dell’autolesionismo, del mio essere Directioner in modo sfegatato e anche dell’amore spropositato verso Niall Horan.
“Come ve la passate in quella noiosa scuola?” –domandai.
“Mah, alla fine solito.. stiamo programmando per la gita di fine anno. Ma tu, hai intenzione di tornare?” –mi chiese,piuttosto tesa.
“Io? Si, credo..” –risposi, non del tutto convinta. Tornare lì? Non potevo immaginare di dover lasciare i ragazzi.. e Niall.
“Quando? Sono impaziente di rivederti piciù.” –disse.
“Non lo so Lù.. il concerto dei ragazzi è domani.. io ho il biglietto del treno con ritorno libero, quindi posso scegliere il giorno.” –le spiegai.
Dopo il concerto non puoi ripartire?” –domandò lei, insistendo.
“Si potrei.. ma non lo farò piciù. Non tornerò dopodomani.” –affrettai a concludere io.
“Uffa.” –si lamentò Luna.
“Tranquilla babe.. ci rivedremo.” –risposi io.
“Piciù stai attenta a quello che fai.” –si raccomandò.
“Certo Lù..ora devo lasciarti, ci sentiamo per messaggio.” –la congedai io.
“Non dimenticarti di me.” –rispose, intristita.
“Ma figurati.. ti voglio tanto bene piciù.” –la salutai io.
“Anch..” –fu tutto quello che riuscii a sentire, perché misi subito giù la telefonata.
Parlare con Luna era molto liberatorio a volte, ma in quel momento avevo fin troppo da fare.
E poi lei mi aveva anche chiesto di far ritorno nel luogo dovevo vivevo il mio inferno, con mia madre. Già, mia madre. Non avevo mai pensato a lei per i cinque giorni trascorsi a Verona e mai l’avrei fatto.
Insomma, non gliene fregava niente di sua figlia, per non averla più cercata da quando si era trasferita a casa di sua sorella.
Mia madre non sarebbe cambiata mai, si sapeva.

Scacciai quei pensieri e mi misi alla ricerca di qualcosa di carino da poter indossare per cena. Pescai dalla cabina armadio un’ampia maglietta con un gigante teschio fatto di strass sul davanti e un paio di leggins marrone chiaro. Presi le Vans bianche, e mi vestii. Di lì a qualche minuto i ragazzi sarebbero tornati, ed io ero impaziente.
Mi sedetti sul divano in perenne attesa, e accesi la televisione per avere compagnia.

Pochi minuti dopo, la porta si spalancò, ed entrò un Niall particolarmente trafelato.
Doveva essere stanchissimo dopo le prove.
“Ciao amore.” –mi salutò, dandomi un bacio sulle labbra che di casto aveva fin poco.
“Com’è andata?” –chiesi io.
“Tutto ok. Non abbiamo avuto tempo di provare il sound in Arena, quindi dovremmo andarci domattina presto e dovrò lasciarti di nuovo sola a dormire. Mi dispiace tesoro.” –ammise lui.
“Ma tranquillo Horan, dormirò fino a tardi sicuramente. Voglio essere in forma per il vostro concerto.” –scherzai io.
“Te l’ho già detto, è impossibile non volerti. Adesso scusami, corro a farmi una doccia e poi scendiamo dagli altri. Vedo che sei già pronta.” –notò lui.
“Non avevo nulla da fare.. comunque va’ o faremo aspettare gli altri. E poi credo che il tuo delizioso pancino voglia essere riempito.” –lo presi in giro.
“Ben detto.” –rispose baciandomi la punta del naso,  prima di fuggire in bagno.

Tornai sorridendo al mio divano, mentre sentivo l’acqua della doccia che veniva aperta, e iniziai a farmi alcuni film mentali sul biondo sotto la doccia. I pensieri erano poco casti, e ben presto mi accorsi di aver assunto una di quelle maliziose facce che vedevo sul volto di Louis e talvolta su quello di Harry o Zayn. Diamine, avrei dovuto smetterla.

Mentre ridevo con chissà quale programma in televisione, la porta del bagno si aprì di scatto, e un Niall Horan fasciato solo in un accappatoio, gocciolando, si avviava verso la sua parte di cabina armadio.
“Niall, tesoro, non puoi uscire dal bagno solo con un accappatoio.” –gli feci notare io.
“Ti dà fastidio?” –mi chiese.
“Non è una questione di fastidio, più che altro di ormoni impazziti.” –risposi io. Sembravo la reincarnazione di Louis.
“Troppo contatto con Lou ti fa male piccola.” –scherzò. Ecco, lo aveva notato anche lui.
“Ops. Parlo sempre a sproposito.” –tentai di zittirmi.
“Andiamo, smettila, vieni qui.” –disse lui, avvicinandosi a me sul divano.

Quando lo ebbi abbastanza vicino, lo tirai per i lembi dell’accappatoio e lo feci cadere sulla parte di divano libera, accanto a me. Iniziammo a baciarci, famelici. In un attimo mi fu sopra, entrambi eravamo consapevoli che  la faccenda non sarebbe andata a finire mangiando tarallucci, quindi iniziai a darmi da fare.
Con una velocità che spaventò anche me stessa, tirai il laccio dell’accappatoio, facendolo aprire, e iniziai ad accarezzare il suo petto, ancora leggermente bagnato.
Lui mi allungò sul divano, infilando le sue mani ai due lati dei miei leggins, e abbassandoli leggermente, lasciandomi in slip. Io calciai via le scarpe, e scesi l’accappatoio di Niall fino a metà schiena, e cominciai a baciargli le spalle lentamente, a volte fermandomi per disegnari cerchi con la mia lingua sulle sue clavicole.
Lui, invece, finì quello che aveva iniziato, e mi tolse del tutto i pantaloni. Io legai le mie gambe attorno la sua vita, e sentii la sua erezione premermi sotto.
D’istinto mi cacciai la maglietta, e Niall prese a baciarmi i seni, nella parte superiore, non coperta dal reggiseno.
Abilmente lo slacciò, e lo appoggiò sul tavolino che avevamo affianco. Iniziai a gemere quando ad un tratto prese uno dei miei capezzoli, ormai induriti, tra le labbra ed iniziò a succhiarlo avidamente.
Ero paonazza dall’eccitazione, avrei voluto farlo mio in quel momento,ma evidentemente lui voleva farmi impazzire, perché non si decideva a togliermi gli slip.
Per tutta risposta, presi in mano la sua erezione ormai fattasi grande e iniziai a pompare, mentre lui sospirava e gemeva.
“S-si, c-così piccola.” –balbettò.
Quando sentii che ormai stesse per venire, tolsi la mano. E lui non ne fu contento.
Mi tolse gli slip con un movimento lesto, e infilò due dita nella mia intimità muovendole in circolo, facendomi quasi gridare dal piacere. Quando fui abbastanza pronta, allargai le gambe e lui entrò in me, con una veloce spinta.
Provai dolore, ma non fu come la prima volta che feci l’amore con lui.
Restò nella posizione iniziale per un po’,per farmi abituare alla sue presenza, e poi prese a spingere,lentamente.
“ti prego, più forte.” –lo pregai io, cingendogli il collo con le braccia, e baciandolo.
“Lo vuoi davvero?” –domandò, ansimando.
“Cazzo Niall si.” –risposi io, gettando la testa all’indietro e sospirando.
Aumentò il ritmo, e quando fummo al culmine del piacere, ci liberammo con un orgasmo entrambi, crollando uno sopra all’altro su quel divano.

“E’ stato meraviglioso Niall.” –ammisi, poco dopo.
“Amore.” – mi rispose lui avvolgendomi in un abbraccio.
“Credo sia tardissimo. Sbrighiamoci.” –notai io.
“Sì, ora rivestiamoci e andiamo.” –concluse lui.
Raccolsi i miei vestiti sparsi sotto il divano, mentre Niall corse a recuperare i suoi, lasciati sul letto
Ci preparammo in pochissimo tempo, e raggiungemmo gli altri nella nostra saletta appartata, nella sala ristorante.

“Quanto cavolo di tempo ci vuole a farsi una doccia?” –domandò Liam, appena ci vide arrivare mano per la mano.
“Scusate guys.” –rispose Niall,prendendo posto.
“Secondo me avete fatto altro che non sia stato lavarsi.” –fece notare Zayn.
“O perlomeno si sono lavati.. non con acqua però!” –ironizzò Louis.
“Diamine Louis, siamo a tavola.” –rispose Harry,disgustato.
“Attenzione attenzione, il re del sesso che si scandalizza?” –scherzò Niall.
“Per piacere, finitela e mangiamo.”- mi inserii io.
“Concordo con Alessia.” –mi rispose ammiccando Liam.

Mangiammo le pietanze che ci servirono, e dopo cena, decidemmo sul da farsi.
“Che ne dite, bowling?” –propose Zayn.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** "I know you've never loved.." ***


Eeeehi,sexy ladieees(?) come state? 
Bene, il prossimo capitolo sarà quello del concerto, e siccome finora è andato tutto fin troppo alla grande, ci sarà una sooorpresona immensa,mlml. 
Anyway, volevo dire alla mia amica Mariantonietta che è un'idiota patentata, che mi manca, e che la amo. 
Dopo queste sdolcinatezze, vi lascio alla lettura:3
..e grazie a tutte quelle che leggono, recensiscono e mi contattano per messaggi. I love you all c:
Bacini bavosi:3


Capitolo 18
 
“Bowling?” –esclamò Liam,alzando un sopracciglio.
“Sooo exciting!” –urlò Niall, alzando un braccio in aria.
“Si, io ci sto, adoro il bowling..” –risposi io,ammiccando nella direzione di Zayn.
“L’importante è che stiamo insieme.” –ribatté Louis.
“Ohu, piccolo Louis coccoloso.” –lo prese in giro Harry,abbracciandolo con fare da femminuccia.
“Aggiudicato il bowling.” –concluse Liam, iniziando a camminare verso l’uscita.

Niall mi mise una mano intorno alla vita, e ci dirigemmo fuori.
“Ti straccerò tesoro.” –mi sussurrò in un orecchio, sfiorandomi la guancia con le labbra.
“Non ne sarei così sicura, biondo.” –risposi io, stampandogli un veloce bacio.
Ci accorgemmo di essere rimasti indietro solo quando Louis ci urlò: “Piccioncini, sbrigatevi, non vorremo fare tardi per colpa delle vostre effusioni.”
Scuotemmo entrambi la testa, e ci mettemmo in coda dietro gli altri, ridendo.

Prendemmo un taxi, che stava passando al momento, e l’autista ci fece notare che per arrivare al bowling più vicino ci voleva circa un quarto d’ora di auto. La cosa non mi dispiacque affatto.
Pur essendo maggio, l’aria era ancora fresca, e il fatto di poter restare in macchina abbracciata a Niall, rendeva il tragitto favoloso.

Passai quindici minuti ascoltando le loro solite stupidaggini, e i perversi commenti di Harry su una certa ‘Rebecca Ferguson’ ai loro tempi di X-Factor, e venì fuori che quella ragazza frequentò Zayn, in quel periodo.

Arrivammo, e mi ritrovai avanti un vero e proprio imponente edificio, non quelle solite salette da bowling che si trovano nei centri commerciali nei paesi vicino il mio. Quella era davvero bellissima, stile casinò di Las Vegas.

Mi aspettavo di trovare la sala stracolma, invece c’erano solo poche famigliole con due o tre ragazzini urlanti che si godevano la loro partita sotto lo sguardo attento dei genitori.
Le piste da gioco erano 18, tutte larghissime e lunghissime.

Liam si avvicinò gentilmente alla cassa, dove troneggiava una commessa dall’aria acida, intenta a limarsi le unghie, masticando in modo fastidiosamente disgustoso il suo chewing-gum.
“Mh, desidera?” –chiese.
“Vorremmo giocare.” –rispose Liam.
“Quanti siete?” –domandò, mentre premeva alcuni tasti su un pc lì affianco.
“Ne siamo sei,signorina.” –ribatté Payne.
“Nomi per favore?” –ci chiese. E finalmente notai una punta di dolcezza nella sua voce da perfettina pignola.
“Zayn, Liam, Harry, Louis, Niall e Alessia.” –elencò Louis, che si intromise.
“Nomi già sentiti..strano. Comunque, la vostra pista è la numero 15.” –disse lei, porgendoci delle tesserine.
“La ringrazio.” –si congedò Liam.
“Ah, scusatemi…” –ci richiamò. “..dovete indossare delle speciali scarpe per salire in pista, sapete, motivi di igiene..”
“Non si preoccupi. Dove possiamo trovarle?” –domandò Liam, teneramente.
“C’è uno scaffale in ogni pista, prendetele pure da lì. Se manca qualche numero potete venire qui a chiedere.” –ci indicò lei.
“La ringrazio ancora signorina.” –salutò Liam, rivolgendole un sorriso.
“Psst, Liam..” –gli sussurrò ad un orecchio Louis. “..sei fidanzato.”
“Eh?..” –chiese Liam, non capendo dove volesse arrivare l’amico.
“Le occhiate con la commessa..” –rispose Louis, dandogli di gomito.
“Dio, Louis, smettila.” –lo zittì Liam, alzando gli occhi al cielo.

Ci dirigemmo verso la nostra pista, e una volta aver trovato le giuste scarpe, decidemmo di iniziare  giocare. Notammo i nostri nomi scritti su un grande televisore al plasma disposto sulle nostre teste, ed il primo a dover iniziare era Zayn.
“Avanti Malik, che pallone scegli?” –chiese Harry, fin troppo eccitato.
“Penso che prenderò quella da otto chili, per ora.” –rispose il moro.
“Uuuh, poco per te Zayn.” –esclamò Niall.
“Hai ragione Horan, sono abituato ad alzare cose ben pesanti.” –commentò Zayn, con faccia maliziosa.
Liam si mise una mano in faccia come a voler simboleggiare un “non è possibile” e guardammo Zayn tirare la sua prima battuta.
La palla rotolò allegramente e colpi alcuni birilli lasciandone in piedi solo due.
“Questo sì che si chiama giocare.” –si esaltò Zayn, allargando le braccia, come avesse vinto la coppa del mondo.
“Bitch, please. E’ il mio turno now.” –rispose Louis.
Prese anch’esso una palla da otto chili, e tirò, intenzionato a battere il record del precedente.
Non si sa come, ma fece strike.
“YEEEEEEEEY.” –urlò Louis, esultando come un bambino. “This is the swagmastah from Doncastah gente!” –esclamò infine.
“Chiamasi fortuna del principiante Boo..” –lo schernì Harry.
“Stai zitto Haz. Non farai mai di meglio.” –si pavoneggiò Tommo.
“E’ il momento di Niall, se non vi dispiace.” –si inserì Niall, prendendo una palla.
“Avanti tesoro, battili tutti.” –commentai io.
“Solo per te.” –mi rispose, ammiccando.
Lanciò il pallone, che seguì la stessa traiettoria di quello di Louis, andando a mettere a segno un secondo strike.
“Chi è il campione Boobear?” –gli urlò in faccia Niall.
“Ehi piano biondo, era solo il primo turno..” –lo scansò Louis.

Passammo la serata in questa maniera, urlando come bambini dopo uno strike, e quando dopo alcuni tentativi, riuscii a buttare a terra la bellezza di quasi tutti i birilli, lasciandone in piedi uno solo, Niall mi prese in braccio, mi fece fare un giro su me stessa, e mi baciò appassionatamente davanti agli occhi di tutti.

Ci accorgemmo che ormai erano le undici e mezza passate, eravamo rimasti solo noi ed altri due gruppetti di ragazzini a giocare, ed era ora di tornare in hotel; prendemmo di nuovo un taxi, e durante il tragitto mi addormentai accoccolata sul comodo braccio di Niall.
Arrivati davanti l’hotel, mi svegliò baciandomi delicatamente e sussurrandomi: “Tesoro, siamo arrivati.”

Scendemmo, mentre io continuavo a sbadigliare e a stiracchiarmi per il sonno, e dopo averci augurato la buonanotte a vicenda, ognuno si ritirò nelle proprie stanze.
Il tempo di svestirci e metterci in tenuta notturna, che io e Niall eravamo già a letto.
Dopo in vani tentativi di riprendere il beato sonno in cui ero piombata nel taxi, dopo essermi rigirata per la millesima volta, dissi a Niall, che stava ancora vedendo la televisione: “Niall, non riesco a prendere sonno.”
“Aspetta, spengo la tv e cerco di fartelo venire io.”- mi rispose.
Ma certo Niall, certo. Con te affianco sicuro il sonno mi torna.

Spense la tv, si distese del tutto affianco a me, mi circondò con le sue braccia e prese a cantarmi in un orecchio:
“..I know you’ve never loved, the crinkles by your eyes, when you smile, you’ve never loved, the stomach or your thighs.. the dimples in your back at the bottom of your spine, but I love them endlessly..”
Mi addormentai, cullata dalla sua voce da angelo, e dalle parole di quella canzone che avevo sempre amato.
La mia mente però, era completamente spostata all’evento che si sarebbe tenuto il giorno dopo: il concerto.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Il concerto. ***


Ciao amori della mia vita(?)
Questo capitolo è lunghissimo, e ho deciso di metterlo oggi perché indovinate un po'? Inizia il tour! Sono al settimo cielo,per la miseria!
Ok,la smetto. Insomma, dopo questo capitolo viene il bello, tutto si complica e... No,non vi dico altro,leggere per sapere(?)
Voglio ringraziare le anime che continuano a leggermi in silenzio, tutte quelle che recensiscono e mi mandano messaggi privati con 47847 complimenti, e poi voglio fare un rigraziamento particolare a 'loveyouzayn' perché mi ha recensito tutti i capitoli. IO TI AMO,SAPPILO.<3
ultimissima cosina, TANTI AUGURI ALLA MIA CARISSIMA AMICA MICAELA CHE E' UNA MERAVIGLIA E NON SA DI ESSERLO. SEI QUINDICENNE BABY, TI AMO.<3
ora mi dileguo,skst.
Bacini bavosi piciù:3 a presto!


Capitolo 19
 
Mi svegliai, e dal sole che batteva insistente sulla mia finestra, dedussi che doveva essere mattino inoltrato,scalciai via il restante del lenzuolo e mi catapultai fuori dal letto. Ero fin troppo eccitata all’idea che quella sera ci sarebbe stato il concerto, che andavo ballando e ridendo da sola per la stanza.
Mentre correvo a recuperare un paio di jeans poggiato sul divano, notai un bigliettino lasciato sul tavolino lì vicino. Chi se non Niall?
Lo lessi ad alta voce assaporando ogni singola parola:
‘Ciao tesoro,
so che non mi hai trovato, ma oggi prove tutto il giorno.
Torno solo per una breve pausa pranzo, mi dispiace.
Mi mancherai da morire.
Niall.xx’

Si, avevo idea del poco tempo che avrei passato con Niall quel giorno, ma ben poco importava, quello era il suo lavoro, ed era anche il motivo del mio sorriso ,quindi avrei evitato di fare la bambina capricciosa.
Mi lavai e vestii velocemente, e decisi che sarei uscita un po’ quella mattina, tanto i ragazzi non sarebbero rientrati sicuramente prima dell’una passata.

Avevo appena messo il naso fuori dalla porta dell’albergo, che mi ritrovai un cartellone pubblicitario con i cinque volti dei miei cinque ragazzi al di fuori. Su c’era scritto: “Stasera, Aren di Verona, grande performance della band più conosciuta al mondo, One Direction.’
Siccome avevo poca ansia, ci mancavano anche i tabelloni per la strada.
Sorridendo, continuai a camminare e mi ritrovai nel luogo stracolmo di negozi dove avevo fatto acquisti con Harry in precedenza.
Entrai in uno di quei negozietti per noi teenagers che vendeva magliettine e roba del genere a poco prezzo, e ne comprai almeno sei.
Erano comode, con delle scritte e piccoli disegno, insomma, i classici vestiti da sedicenne.
Pagai e uscii fuori con alcuni sacchetti al seguito, e proseguii la mia camminata.

Dopo un’ora e mezza, dieci buste con vestiti, e un mega gelato al cioccolato, decisi di tornare in hotel.
Controllai il cellulare, che era ancora sotto il silenzioso, e trovai due chiamate perse, una di Harry e una di Niall seguite da un messaggio del riccio: “you know i’ll be your life, your voice, your reason to be.. buongiorno baby, ho solo due minuti di pausa per scriverti un messaggio, volevo dirti che anche se non ci provo pù con te, non significa che qualcosa sia cambiato. Ah, p.s quando stamattina guarderai il sole, sappi solo che mi ricorda il tuo sorriso e che mi scalda il cuore. Xx”
Quel messaggio mi fece avvampare di rossore, la dolcezza di Harry era inaudita e struggente.
Non risposi, forse per la troppa paura di ammettere a me stessa che quel riccio il mio cuore lo facesse battere eccome.

Camminai sognante, ripensando alle parole di quel messaggio, e per poco non mi travolsi dei bambini che scorrazzavano per i marciapiedi e non andai a sbattere a non si sa quanti pali della luce.
Rientrai in hotel, stanca e sudata, e dopo aver poggiato gli acquisti, optai per una doccia rigenerante.

Uscii dal getto d’acqua e avvolsi i miei capelli in un asciugamano, finendomi ad asciugare il corpo e iniziando a vestirmi.
Sentii bussare alla porta, controllai l’ora ed era quasi l’una. Dovevano essere tornati quei cinque.

Aprii la porta con un sorriso a trentadue denti ed esclamai, convinta: “Niall amore mio!”
Ne seguì un: “Non sono Niall, ma sull’amore mio possiamo lavorarci.” Harry Styles, cazzo.
“Oh mio dio, cosa ci fai qui?” –domandai,allibita.
“Non avendo ricevuto alcuna risposta allo smielato sms di questa mattina, ho preferito farti una visita di persona.” –mi rispose, poggiandomi una mano sulla guancia, e carezzandola piano.
“Non farti vedere qui dentro.. insomma, Liam.” –mi agitai.
“Tranquilla, siamo tornati solo io e Zayn, abbiamo finito in anticipo. Louis deve provare al pianoforte e Niall alla chitarra, e Daddy ha preferito restare con loro a controllare che lavorassero davvero e non si perdessero in risate.” –mi tranquillizzò.
“Ah, beh, io devo asciugarmi i capelli Harry..” –dissi io, senza senso.
“Devo smetterla di guardarti le labbra, mi chiamano. Le voglio sulle mie, adesso.” –mi provocò, fissandomi e leccandosi il labbro superiore.
“Oh cazzo, facciamola finita.” –sbottai, e mi avvinghiai sulle sue, mordendole.
“Piano, so che sei famelica.” –mi rispose, tirandomi a sé e facendo combaciare i nostri corpi.
Il bacio si trasformò in qualcosa di passionale ed eccitante.

“B-basta..” –balbettai, staccandomi.
“Tu non hai idea di quanto io ti voglia.” –mi fece notare, puntandomi un dito contro.
“E’ sbagliato.. vedila come vuoi, ma è sbagliato.” –la finii io.
“Ho ceduto. Sono un perdente. Avevo ripromesso a me stesso di non farlo più.” –si accusò.
“No, anche io l’ho fatto. Adesso ricomponiamoci.” –tentai di riaggiustare io.
“Stasera, su quel palco, te lo giuro, non avrò occhi che per te. Ho intenzione di dedicarti molti pezzi di molte canzoni, quindi sta ben attenta, quando mi vedrai fare questo..” –disse imitando il gesto della vittoria, attaccando l’indice e il medio. “..rivolto al pubblico, saprai che è per te.”
“Sei di una dolcezza..” –iniziai.
“Ssssh..” –mi zittì, poggiando con delicatezza il suo indice sulla mia bocca semi aperta “..non dire altro. Adesso ti lascio sola. Ricordati, sei mia.” –concluse uscendo dalla porta, in silenzio.

Mi girava la testa per il contatto ravvicinato con la bellezza divina di quel ragazzo.
Cazzo, pensai. L’ho baciato di nuovo. Sapeva di menta, menta freschissima.

Finii di asciugarmi i capelli, mi diedi una veloce truccata, e scesi sotto alla hall, dove trovai Zayn intento a leggere un giornale.
“Malik.” –lo salutai, abbracciandolo.
“Alessia, sei bellissima.” –ricambiò lui, baciandomi una guancia. Avevo smesso di conoscere il significato del verbo ‘respirare.’
“Quanto tempo ci vorrà ancora prima del pranzo? Ho una fame da lupi.” –gli chiesi, con faccino da cucciolo.
“Stanno tornando.. mi ha appena mandato un messaggio Liam. Harry è su a farsi la doccia.” –mi rispose, accarezzandomi i capelli.

Restammo a discutere del più e del meno per alcuni minuti, quando le porte girevoli dell’albergo si aprirono, accogliendo Niall,Liam e Louis all’interno della reception.
“Niall!” –gli corsi incontro io.
Mi abbracciò e mi stampò un bacio sulle labbra, borbottando un “Piccola, mi sei mancata.”
“Avanti guys, si mangia! Che Tommo ha una fame..” –disse Louis.
“Ben detto brò.” –rispose Niall mentre si scambiava un ‘cinque’ con un Tomlinson impegnato ad armeggiare con il cellulare.
In men che non si dica, scese anche Harry, e quando i nostri sguardi si incrociarono e lui mi sorrise, io arrossii.

Entrammo come un sol uomo nella sala ristorante privata, e spazzolammo qualsiasi traccia di cibo che ci fu servito nel piatto.
“Ragazzi, sono le tre. Tra mezz’ora Paul ci scorta di nuovo in Arena, manca ancora il sound.” –disse Liam.
“Lavoro, lavoro ovunque..” –si lamentò Louis.
“Andiamo Lou, adori cantare!” –lo semi rimproverò Niall.
“Non è quello il punto..” –rispose lui.
“Esco fuori a fumare, vi aspetto lì. Ciao Ale, a stasera.” –mi salutò Zayn, facendomi l’occhiolino.
“Buona fortuna Malik, sei il migliore.” –gli feci cenno io.
“Il migliore sono io, e non si discute.” –scherzò Louis.
“Andiamo Boo, devo prendere delle cose che mi servono per stasera in stanza, accompagnami.” –esclamò Harry, provando ad alzare Louis di peso dalla sedia.
“Harry, ragazzo mio, è un concerto, non un nightclub, non hai bisogno di preservativi!” –rispose lui.
“Oh mamma, aiutateli.” –commentò Liam, scuotendo la testa. Niall prese a ridere in modo spontaneo come suo solito.
“Andiamo maiale..” –disse Harry, tirando uno schiaffetto dietro il collo di Louis che sobbalzò ed infine si convinse ad andare.
“Ciao Ale, ricorda il migliore sono io.” –mi disse, mentre mi scompigliava i capelli.
“Lou, ti voglio bene, e in bocca al lupo anche a te.” –gli risposi, riaggiustandomi.
“Crepi.” –commentò.
“Ciao baby, a stasera.” –mi sussurrò piano Harry in un orecchio, suscitando l’attenzione di Niall e portando un’espressione sbalordita sul viso di Liam. Perché azzardava tanto quel ragazzo?!
“Ciao Harry, good luck.” –lo salutai, imitando il suo accento inglese.

Sparirono al di là della porta, e Liam decise di andare il camera a fare una telefonata a Danielle, prima delle prove.
“Liam, ci vediamo stasera, sarete fantastici come vostro solito.” -lo incoraggiai io, abbracciandolo.
“Ale, grazie di tutto.” –rispose, dileguandosi.

“Siamo rimasti solo io e te..” –mi fece notare Niall, tirandomi a sé e baciandomi.
“Lo so.. torni in camera?” –domandai.
“No tesoro, raggiungo Zayn o non faremo in tempo.” –mi rispose,desolato.
“Ah, fa nulla.. io questo pomeriggio dormo, almeno stasera, ho energie.” –affermai.
“Brava la mia piccola. Ti adoro.” –mi disse, dandomi un altro bacio poco casto.
“Sarai il migliore sopra quel palco, ti prego, falli fuori tutti, fagli vedere chi sei.” –esclamai io, guardandolo fisso negli occhi blu come l’oceano.
“Piccola, solo per te. Stasera mi vedrai cantare come non ho mai fatto, e i miei occhi saranno a cercarti nel pubblico.” –mi rispose. Apposto proprio! Adesso saranno due a fissarmi durante il concerto. E io, chi guarderò?
“Devo andare..” –mi distolse dai miei pensieri Niall.
“Vai amore.” –risposi.
“Sei l’unica per me.” –disse, abbracciandomi.
“Ciao amore mio, a stasera.” –mi allontanai io, salutandolo con la mano.

Lo guardai sparire oltre la porta, e salii in camera, chiudendomi dietro la porta e allungandomi sul letto.
Digitai un “good luck boys. Xx” e lo inviai a Niall.
Non ebbi il tempo di leggere un’eventuale risposta, perché mi addormentai, cullata dalle note di ‘Little Things’ e mi lasciai trasportare dai sogni.

Quando mi svegliai, erano le cinque e mezzo, e ricordai vagamente, che i cancelli dell’Arena si sarebbero aperti alle sette circa.
Avevo tutto il tempo per prepararmi con cura.
 Scelsi una di quelle magliette comprate il mattino stesso e la mia scelta cadde su una di quelle t-shirt con sfondo della bandiera inglese e la scritta ‘Rock Me’.
Fin troppo provocante, ma l’avevo scelta sia per quello, e sia per onorare la canzone dei ragazzi con quel titolo malizioso.
Mi preparai un giacchino leggero da portare nel caso avessi avuto freddo, e aspettai ansiosamente le sei e mezzo, mangiandomi ciò che restava delle mie già rovinate unghie.

Le sei e mezzo arrivarono così velocemente, che no ebbi il tempo di iniziare a torturare i miei rossi capelli, e detto questo, scesi sotto e uscii in attesa che qualche taxi passasse il più in fretta possibile.
Una manciata di minuti dopo, ero seduta in taxi diretta all’Arena.
Dal nostro albergo l’Arena distava solo dieci minuti in auto, tragitto che avrei potuto fare anche a piedi, ma data la mia imbranataggine, probabilmente, mi sarei persa anche con le indicazioni dei cartelli stradali.

Arrivai e tremavo dall’agitazione di poterli ascoltare davvero ,sapendo che alcune di quelle canzoni sarebbero state dedicate a me, da quelle due bellezze di ragazzi.
Mi misi in fila, e cercai di non dare nell’occhio, e mentre giocherellavo con il pendente del mio cellulare, sentii un boato proveniente dalle ragazze che avevo intorno, mi voltai per veder cosa diavolo fosse successo, e notai un figurino con una maglia rossa e una giacca blu, capelli biondi e occhi azzurri, farsi strada insieme al suo bodyguard in mezzo a quel branco di Directioners impazzite.
Quando fu a distanza dalla quale i miei occhi potevano identificare chi fosse, capii che era Niall.
Ma cosa cazzo ci faceva fuori dall’Arena?

Mi si avvicinò con Paul, mentre le ragazze ci guardavano e alcune lo facevano sprezzanti.
“Devi entrare con me nel backstage,secondo te avrei lasciato che ti sedessi così lontano da non poter guardare i tuoi occhi verdi?” –mi disse, abbracciandomi.
“N-niall..” –balbettai. “..non so che dire, guarda quante ragazze.”
“Andiamo, prima che ti assaliscano.” –concluse, abbracciandomi, e facendo segno a Paul di ripartire.
Paul riprese la sua “cavalcata” nel frastuono delle fans urlanti, che ci additavano o si limitavano a commentare “Lascia stare Niall” o roba simile.
Non è che ce ne importammo più di tanto, anche se avrei voluto che Niall si fermasse almeno a salutare tutte quelle fans. Non volevo un trattamento ‘privilegiato.’

“Di qua.” –ci ordinò Paul,conducendoci dentro quello che sembrava un lungo tunnel.
Riuscimmo davanti all’enorme palco dell’Arena e mi resi conto di non aver mai visto nulla di più grande.
C’erano i ragazzi sul palco, che si sistemavano le cuffiette nelle orecchie e provavano a cantare qualcosa.
I posti erano ancora tutti vuoti, mancando una mezz’ora circa all’apertura dei cancelli.
Si sarebbe riempito tutto, chissà che splendore.

“Ti lascio qui tesoro, mi rimprovererai stasera in albergo. Ti adoro.” –mi disse Niall, baciandomi velocemente, e sparendo dietro il backstage. Riuscì poco dopo e raggiunse gli altri, mentre io decisi di andare a vedere quale fosse il mio posto scelto da Niall, insieme a Paul.

“Alessia ..giusto?” –mi chiese Paul, mentre camminavamo per l’Arena.
“S-si..” –balbettai. Ero poco a mio agio quando non c’erano i ragazzi insieme a me.
“Devi aver rubato il cuore al biondo, non lo vedo così felice fin dai tempi in cui ha mangiato le ultime ali di pollo fritte da Nando’s.” –affermò il bodyguard. Quel commento mi fece scoppiare a ridere, e anche sul volto di Paul, che finora era rimasto serio, spuntò un sorriso che mi fece sentire a casa, come con i ragazzi.

“Ecco, è uno dei pochi posti vip. Lo ha scelto il tuo amoroso, non io.” –mi indicò un posto al di sotto del palco, dove si vedeva perfettamente tutto, e talmente vicino che se avessi solo allungato una mano, sarei riuscita a toccare quella di uno dei miei idoli.
“Niall si è scomodato, avevo già un posto..” –risposi io,sconsolata.
“Ci teneva a farti questa sottospecie di regalo.” –mi confessò Paul.
“Niall mi ha già regalato fin troppo.. e non parlo di oggetti materiali.” –affrettai a dire io.
“Vi vedo molto affiatati, ma sappi che non piacerà ai manager. Ci manca poco che siano anche loro a decidere chi del gruppo può fidanzarsi e chi no.” –ammise Paul, visibilmente triste.
“..immaginavo.” –fu l’unica cosa che riuscii a dire. Ero agitatissima: il management non poteva non permetterci di stare insieme, non l’avrebbe avuta vinta, non stavolta.
“Ti lascio Alessia, devo andare, tra dieci minuti si apriranno i cancelli, e di certo qualche birbantella cercherà di sgaiattolare nel backstage per vedere i cinque. Sono stato molto felice di conoscerti.” –mi salutò Paul ,andandosene.
“Ti ringrazio Paul, per me è lo stesso.” –risposi, gentilmente.

I cancelli si aprirono poco dopo, ed un fiume di gente oltrepassò l’entrata dell’Arena, ed andò a prendere posto.
C’erano già le prime ragazze urlanti, quelle che gettavano un fiume di lacrime, chi si abbracciava, e chi invece era già intenta a comprarsi montagne di oggetti dei ragazzi alle bancarelle lì vicino.
Erano tutte come me, con un sogno che si sarebbe realizzato tra una manciata di minuti, ed era una sensazione bellissima.
I posti vip affianco ai miei, furono occupati da ragazzine visibilmente ricche e snob, seguite dalle loro amichette fortunate, che le scorazzavano dietro come cagnolini sbavosi, solamente per la fama e per i soldi. E chissà quante Directioners si sarebbero meritate quel posto, piuttosto che quella razza di gentaglia,pensai.

Salirono sul palco il resto della band, come Josh il batterista e i chitarristi, non appena il sole fu calato ed il buio iniziava ad avvolgere l’Arena.

Le luci si spensero e tutte le fans, me compresa, iniziarono a scalpitare, tutte curiose e ansiose di vederli sul palco.
Le prime note di Live While We’re Young risuonarono in quel posto, e furono seguite da un boato liberatorio da parte di tutte le ragazze bramose di poterli vedere ed ascoltare finalmente, dal vivo.

Una nuvola di falso fumo ci avvolse, e la voce di Liam che attaccava con la prima strofa ci fece rizzare i peli sulle braccia dall’emozione.
Uno ad uno uscirono, belli come principi usciti da chissà quale fiaba, e rapirono i nostri sguardi, riempirono le nostre orecchie e fecero battere forte i nostri cuori.

La seconda canzone scelta era ‘Up All Night’ come a voler simboleggiare il passato, che comunque non andava dimenticato.
Cantai a squarciagola ogni singola strofa di ogni singola canzone, era come un urlo liberatorio, davanti a tutto ciò che avevo accumulato negli anni.
Eravamo solo io, loro, e le loro voci.

Attaccarono con ‘Moments’ e guardai Harry fissare nella mia direzione, e fare il nostro segnale segreto. Arrossii anche se non poteva vedermi, e capii che la canzone era dedicata a me.
“Don’t wanna be without you..” cantava Harry, ed insieme a lui, anche il mio cuore cantava, mentre le lacrime presero a scendere sul mio viso, annebbiandomi la vista.

Il seguente brano scelto fu ‘Over Again’ una delle canzoni più commuoventi del loro album, ed infatti passai tutto il tempo in cui la cantarono, piangendo.
Arrivò finalmente il turno di ‘More Than This.’ e quando fu il turno di Niall e del suo assolo, iniziai a fremere, impaziente.

Mi accorsi solo in quel momento che lui non era presente sul palco, e un’ondata di panico mi attanagliò lo stomaco.
Lo vidi ricomparire poco dopo, con una rosa in mano, ed uscendo dalla porta del backstage, venne verso di me, fissandomi e cantando:
“’..If I’m louder, would you see me?Would you lay down in my arms and rescue me…”.
Mi porse la rosa, e mentre gli altri cantarono all’unisono il ritornello, mi baciò.
E lo fece davanti a 12.000 persone.
Davanti agli occhi sbalorditi di Harry.

Per tutto il resto del concerto, mi godei le canzoni ma in mente avevo sempre il gesto di Niall, e mi rivedevo come un flashback gli occhi spalancati di Harry, che ci fissavano.
Non riuscivo a capire perché si fosse sconvolto tanto, insomma, ci aveva visti miriadi di volte baciarci quando eravamo in hotel.
Continuavo a non capire.

Alla fine del concerto, vidi l’Arena pian piano svuotarsi, e le ragazze con il pass, affrettarsi a mettersi in coda sotto il vigile sguardo di un attento Paul.

Io rimasi lì,seduta su quella poltroncina, dove per due ore e mezza, mi ero sentita la ragazza più felice del mondo, ma dove soprattutto, per una volta, mi sentii amata veramente da qualcuno che anch’io amavo veramente.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** So can we do it all over again? ***


 Eyooooh(?) salve bella gente, Lorenza è qui presente!
Vi ho detto il mio nome,bene, lol.
Insomma, questo capitolo mi fa un po' schifo, però qua la faccenda si fa scottante,mlml.
Alors, piccola info: IO NON HO NULLA CONTRO LA SWIFT, SOLO CHE IN QUESTO PERIODO CI STAVA LEI DI MEZZO CON I RAGAZZI QUINDI HO SCELTO LEI, NON ATTACCATEMI PLS. 
Voglio salutare di nuovo la Melchiorre, che mi manca sempre taaanto. Ciao Melchy,ti amo.<3
..Anyway, grazie sempre a tutte, bacini bavosi:3
*si dilegua*

Capitolo 20
 
Restai seduta a guardarmi le mani per un bel po’ finché non sentii la voce di Paul raggiungermi le orecchie e chiamarmi: “Alessia, Alessia,vieni qui.” 

Mi alzai e raggiunsi un gruppetto di persone davanti alla porta che dava dietro, nel backstage.
Notai una figura snella e bionda, che dovevo aver visto molte volte in qualche video o qualche fotografia: una modella,pensai.

Mi avvicinai, e gli occhi di Niall, che sembravano malinconici, mi raggiunsero.
Non riuscivo a capire nulla di quella faccenda.
Fui accolta da un abbraccio da parte di Paul, che mi disse ad un orecchio: “Senti, promettimi che capirai.”
Quelle parole furono una mazzata grande nello stomaco. Che cosa c’era da capire?

Mi voltai verso il gruppo, dove incontrai gli occhi di otto persone che mi fissavano.
Riconobbi al’istante il figurino biondo visto poco prima.
Era lei, la cantante country, Taylor Swift.
Non mi meravigliò che fosse lì, insomma, sapevo che fosse amica dei ragazzi, ma cosa c’entrava lei con la faccenda?

“Ah,quindi lei è la famosa Alessia.” –disse un signore vestito elegante, probabilmente il manager dei ragazzi.
“S-si..sono io.” –balbettai.
“Bene, ho saputo che lei ha stretto molta amicizia con i miei ragazzi in quest’ultima settimana.” –affermò lui, calcando maggiormente sulla parola “amicizia”, quasi fosse un crimine.
“Si, più o meno..” –risposi io, sempre non capendo niente di niente.
“Allora le spiegherò in breve quello che ho spiegato ai ragazzi dietro le quinte. Lei signorina, se vuole restare amica dei ragazzi, deve farsi da parte con la sua storiella insieme al signorino Niall Horan..” –iniziò. Quelle parole mi fecero avvampare. Sapeva tutto?
“.. vuole sapere il perché? Bene, è semplice. Io e il manager della qui presente cantante signorina Taylor Swift, abbiamo deciso di permettere a lei e ad uno dei nostri ragazzi, in questo caso il signorino Horan, di frequentarsi, in quanto le relazioni fra le star sono molto gettonate per la pubblicità.” –concluse, con un sorrisino ironico che mi scatenò la voglia di prenderlo a sberle.

Non riuscì a rispondere, mi tremava la voce, gli occhi mi si riempirono di lacrime; guardai uno ad uno i ragazzi, e notai il terrore nel volto di Niall, lo stupore nei visi di Liam e Zayn,  l’incredulità nel volto di Louis e una tristezza infinita negli occhi di Harry.
Non ci pensai due volte, e corsi verso il riccio abbracciandolo, in lacrime, mentre Taylor mi fissava con un sorriso beffardo.
Evidentemente lei era d’accordo di frequentare Niall, chi è che non avrebbe voluto.
“Sssh piccola.” –mi sussurrò Harry, stringendomi.
Forse Niall si aspettò che io corressi ad abbracciare lui, ma non volevo complicare ulteriormente le cose, anche se ormai avevo capito di averlo perso.
“Spero che le cose siano chiare, da stasera la Swift alloggerà con voi nel vostro stesso hotel,  precisamente in stanza con Niall. Obiezioni? Nessuna? Bene, ora leviamo il disturbo. Signorina Taylor, se vuole seguirmi.” –disse infine il manager, portandosi dietro quella faccia da pesce lesso.

Sparirono dietro le quinte, e io rimasi ancorata al petto di Harry, singhiozzando sotto lo sguardo di tutti gli altri presenti.
“Alessia..” –mi chiamò Niall.
Alzai di poco lo sguardo per poterlo vedere in faccia, e guardai i suoi occhi rossi, e le lacrime scendergli sulla guancia.
“Non piangere, per favore.” –lo pregai,staccandomi da Harry.
“Come faccio? Me lo hanno ordinato. Uscire con una che neanche mi piace.” –ammise, abbracciandomi e baciandomi i capelli.
“Lo fai perché hai un cuore d’oro amore, non preoccuparti, non ti lascerò mai.” –risposi, tirando su con il naso.
“Se torniamo in hotel e quella bionda tinta è lì con quel suo sorrisino in quella faccia da sberle che si ritrova, vi giuro inizio ad urlare peggio di una femminuccia.” –commentò Louis, aggrottando le sopracciglia. Dopo quell’affermazioni riuscii a ridere anche io, avrei voluto avere un Louis personale, per farmi ridere quando ne avevo bisogno.
“Io non capisco.. sono ancora sconvolto.” –ammise Liam.
“Ormai non c’è niente da capire. Il management che abbiamo noi è una merda,si sa.” –ribatté Zayn.
“..Ragazzi, mi dispiace che sia caduto proprio io sotto le grinfie di quell’arpia bionda.” –disse Niall.
“Saremo dalla tua parte Nialler, promesso.” –rispose Zayn, dando una pacca sulla spalla di Niall.
“Dobbiamo decidere con chi starà Alessia adesso..” –iniziò Niall.
“Io voglio stare con Louis.” –risposi io.
“Lo zio Louis è qui per te!” –esclamò Tommo, abbracciandomi. Ricambiai, ridendo.
“Ma io..?” –chiese sconsolato Harry.
“Starai con noi.” –dissi tutto d’un fiato, accogliendolo nel nostro abbraccio a tre.
“YEEEEY” –esultò il riccio.
“Grazie ragazzi.” –disse Niall.
“Questo e altro per te.” –rispose Lou.
“Bene, credo che dobbiamo andare.” –commentò Paul, che fino a quel momento aveva osservato la scena in silenzio.
“Purtroppo..” –ammise Liam.
“PESCE LESSO I’M READY!” –urlò Louis.
“Sssh, zitto.” –lo zittii io, ridendo. Harry mi poggiò una mano sulla spalla, e seguiti dagli altri, entrammo nella limousine dei ragazzi.

Arrivammo dopo cinque minuti in hotel, e nella hall trovammo Taylor con le sue valigie, ad aspettarci.
“Quanto tempo ci avete messo.” –sbottò la bionda.
“Tutto il tempo che vogliamo. Sai, Niall voleva prepararsi psicologicamente prima di doverti stare vicino.” –commentò acido Louis.
“Non fai ridere caro Louis, e piuttosto, io nel letto con il biondino non ci dormo.” –ammise lei, schifata.
“Vuol dire che dormirai per terra cara, Niall non lascia il letto a nessuno.” –ribatté Zayn.
“Che massa di ragazzini irritanti.” –commentò lei, scocciata. Adesso mi aveva davvero rotto le scatole.
“Non mi importa un fico secco di quello che pensi tu finta bionda, già ci hai rovinato fin troppo l’esistenza e adesso ti permetti anche di voler decidere dove dormire e ti lamenti per qualsiasi cosa? Se non ti va bene, prendi quelle tue colorate valigine, e tornatene a fanculo da dove sei venuta, razza di faccia da pesce lesso che non sei altro.” –le urlai in faccia io, in preda all’ira.

Lei spalancò gli occhi e non ebbe il tempo di rispondere, perché un applauso si levò dalla parte dei ragazzi che stavano ridendo come idioti.
“..e con questo buonanotte regina del country.” .-la salutai, andandomene verso le stanze, seguita da Harry.

“Ehi, non ti sei contenuta proprio eh?” –scherzò Harry, mentre entravamo nella stanza sua e di Louis, che conoscevo bene.
“Mi ha già rotto tre quarti di ciò che non ho ancor prima di essere arrivata.” –risposi io, ancora ribollente di rabbia.
“Sei stata grande.” –ammise lui, poggiandomi le mani sui fianchi e fissandomi. Cazzo, era così bello.
“Piuttosto..” –iniziò. “..non ti darà fastidio vivere dentro la mia stessa stanza?”-mi chiese.
“No, perché dovrebbe..” –risposi, riscaldandomi.
“Sei tutta rossa baby. Sei sempre la più bella,anche quando ti arrabbi.” –disse.
“H-harry, smettila..” –tentai di farla finita io.
“Vai a metterti il pigiama, ti aspetto qui. Hai bisogno di dormire.” –mi ordinò, cambiando discorso.
Non provai a opporre resistenza, e mi rinchiusi in bagno, portando con me il pigiama.
Ne uscii poco dopo, vestita, lavata e pronta.

Trovai Harry sul letto di fronte, a fissarmi con un sorrisetto idiota stampato sulla faccia.
“Cazzo guardi?” –domandai, facendogli una linguaccia.
“Ehi ehi ehi, nessuno si prende gioco di Harry Styles.” –fece finta di arrabbiarsi lui, alzandosi di scatto.
Iniziai a scappare per la stanza, finendo addosso ad una sedia piena di vestiti, e cadendo distesa su un lunghissimo divano. Harry mi si gettò sopra, esclamando: “Ti ho presa.”
“Harold, spostati.” –tentai di alzarmi io.
“Come scusa? Come mi hai chiamato?” –chiese, ridendo.
“Harold.” –ribattei.
“Non chiamarmi Harold.” –ordinò.
“Harold.” –lo istigai.
“NO.” –esclamò.
“HAROLD, HAROLD E ANCORA HAROLD.” –lo presi in giro.
“Smettila.”
“Harold.”
“Finiscila.”
“Harold.”
“Sei bellissima.”
“Anche tu,Harold.” Porca miseria, che cosa avevo detto in quel momento,mi ero messa nei guai.
“Che cosa hai detto?” –domandò Harry.
“Niente.” –affrettai a dire.
“Ripetilo.” –disse alzandosi.
“Sei bellissimo Harold.” –ammisi io, tutto d’un fiato.
Mi tirò a sé, facendomi alzare, e baciandomi con tutta la passione che un essere umano potesse avere.
Mi trascinò fino al letto, dove ci distendemmo vicini.
“Non voglio fare nulla Alessia, voglio solo dormire affianco a te.” –mi sussurrò.
“Abbracciami Harry Styles.” –gli ordinai.
Mi avvolse tra le sue braccia e si infilò sotto le lenzuola insieme a me, attaccandosi al mio corpo.
Mi baciò il collo più volte, e sentivo il suo respiro sul volto.
“…so can we do it all over again?” mi canticchiò il riccio.
Mi voltai e lo baciai, per poi addormentarmi cullata dalla sua voce, come la ninna nanna più dolce del mondo.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** "It's the jokes night." ***


Ciao piccole, skst se il capitolo di oggi è cortino, ma non ho ispirazione :c
sorry ;o
Bacini bavosini a tutte:3 SEE YOU SOON!

Capitolo 21
 

Dormii un sonno agitato, non feci altro che smuovermi nelle coperte, e alla fine lanciai Harry fuori dal letto verso le quattro del mattino.
Dopo aver borbottato un “per la miseria”, se ne andò,trascinando un plaid, sul divano, perché l’altro letto singolo era occupato da un Louis che dormiva beatamente.

Io mi alzai, e mi catapultai in corridoio, per prendere una boccata d’aria fresca.
Non c’era il balcone? Direte voi.
Ebbene sì, il balcone c’era eccome, ma io avevo intenzione di andarmi a riprendere ciò che era mio, visto che la finta bionda non era a conoscenza del fatto che l’altro mazzo di chiavi della stanza che condivideva con il mio Niall, era nelle mie mani.

Corsi verso la stanza di Niall, strusciandomi contro il muro, e mettendomi in agguato come un leone mentre attende la sua preda, e quando arrivai davanti alla porta, senza pensarci due volte, la aprii e mi ritrovai davanti un’angelica visione.

La baldracca era allungata nel letto matrimoniale dove ero solita dormire con l’irlandese, come una vacca in calore, e occupava tutto il letto anche essendo striminzita come un manico di scopa.
La guardai con faccia schifata,e iniziai a fargli delle linguacce, mentre lei sorrideva, anche nel sonno.
Non so chi mi fermò dal svegliarla prendendola a schiaffi, tanto mi era caduto sulle scatole quel suo sorriso beffardo che mai si levava da quella faccia da gattina morta.

Cercai con gli occhi Niall, e lo trovai a poltrire sul divano, solo con il pigiama indosso.
Biascicai un “neanche le coperte gli ha lasciato miss gatta morta.”
E mi avvicinai al divano, cercando di non fare il minimo rumore.
Accarezzai i capelli di Niall, svegliandolo.
“A-alessia.” –disse con la voce ancora impastata dal sonno.
“Sssh!” –lo zittii io. “..Pesce lesso dorme, e non vorrei svegliarla, è irritante già di suo.” –conclusi.
“Che ci fai qui?” –mi chiese.
“Sono scappata. Di là non si respirava.” –ammisi.
“Saranno stati i piedi di Lou,puzzano a morte.” –commentò.
“Ma no, idiota.. che pensi!” –risposi io, dandogli di gomito.
“Avanti, allungati.” –mi intimò.
“No Niall, vieni di là tu.. io nella stessa stanza con la falsa bionda, senza una mazza da cricket in mano non ci dormo.” –ribattei.
“Andiamocene da qua, e smettila di fare la stupidina!” –mi rimproverò.
“Ah? La difendi anche?” –domandai, facendo la finta offesa.
“Che cretina.” –rispose lui, baciandomi i capelli mentre ci avviavamo fuori.

“Aspetta un attimo..” –lo fermai io,mentre rientravo velocemente nella stanza, dirigendomi in bagno.
“Che diamine vuoi fare?” –mi chiese Niall, vedendomi riuscire dal bagno con un intero tubetto di dentifricio tra le mani.
“Oh.. guarda e impara!” –risposi io.
Aprii il tubetto, e iniziai a far cadere il viscido contenuto sulla faccia da pesce lesso della biondina, che sentendosi infastidita, iniziò a toccarsi il viso, spalmandosi il dentifricio per tutto il volto.
Niall iniziò a ridere,e prima di andarsene, la fotografai con il mio cellulare per mostrarla agli altri, e sputai un “ben ti sta”, fuggendo insieme a Niall verso la camera di Louis e Harry.

La porta era ancora socchiusa come l’avevo lasciata, quindi entrammo ancora ridendo, destando l’attenzione di Harry che non stava davvero dormendo, sul divano.
“Che diamine avete da ridere voi due? Sono le cinque del mattino.” –sbottò il riccio.
“Mah, nulla.. ho sabotato faccia da pesce lesso.” –ammisi, abbracciando Niall.
“Come? Cioè.. eh?” –chiese Harry, sconvolto.
“Dentrificio in faccia! La mia ragazza è la migliore!” –esclamò Niall,baciandomi velocemente.
“Sssh, finirete per svegliare Boobear, e da appena sveglio è più suscettibile di una ragazzina snob con un’unghia rotta!” –ci avvertì Harry,mettendosi l’indice contro le labbra.

“..è tardi ormai, Haz.” –sentenziò un Louis appena sveglio.
“Ecco,che vi avevo detto? Adesso ci dirà male a tutti.” –aggiunge Harry, sconsolato.
“No, Hazza smettila di trattarmi come fossi un neonato. Ho sentito che stavano nominando la gattina morta bionda dell’altra stanza e mi sono incuriosito,avanti, sentiamo!” –ci esortò a parlare Louis, fissandoci con un sorriso sexy anche da appena sveglio.
“Niente.. ero in camera di Niall a controllare la situazione, e siccome abbiamo deciso di fuggire di qua, ho voluto lasciare un regalino alla Swift, spalmandogli un bel quantitativo di dentrificio sulla faccia da sberle che si ritrova.” –esclamai raggiante, agitando la manina in segno di vittoria.
“Dio mio, sei una grande!” –si complimentò Louis, tirandomi il cinque.

“Adesso credo sia ora di andare a dormire miss scherzetti.” –commentò Niall.
“Eddai, ma ormai siamo svegli! Andiamo a svegliare Jawaad e Payne?” –chiesi, saltellando.
“Dai dai dai!” –ribatté Harry, alzando il pugno in aria.
“Zayn appena sveglio tutto intontito è uno spettacolo favoloso.” –ammise Louis.
“Lo sapete che è meglio non stuzzicare un can che dorme..” –aggiunse Niall, prudente.
“EDDAI, SMETTILA!” –urlammo all’unisono noi altri, ridendo.

Niall si lasciò convincere, e ci avviamo come investigatori segreti verso la camera dei due malcapitati.
“Tre,due,uno..AZIONE!” –urlò Louis aprendo di scatto la porta e facendo urlare Liam come una ragazzina.
“Che cosa cazzo vi è saltato in quei brilli cervellini?” –ci domandò Liam, visibilmente irritato.
“Mah, era serata di scherzi..” –generalizzò Harry.
“Ho rischiato un attacco di cuore, cretini.” –ammise Liam,alzandosi dal letto.
“..And I’m like ‘OW’!” –esclamò Niall, mimando le parole della loro stessa canzone.
“..You’re living me an heart attack..” –proseguì Louis, ridendo come un idiota.
“Oh fatela finite.” –li zittì Liam, chiudendosi in bagno.

“E’ il turno di Malik.” –sussurrai piano.
“Vai Ale sveglialo tu..” –mi incitò Harry.
“Aspettate, mi serve del ghiaccio…” –esclamai.
“Harry, controlla nel mini bar affianco al televisore..” –gli ordinò Louis.

Harry tornò con un secchiello stracolmo di cubetti di ghiaccio, ed io mi avviai silenziosamente verso il letto di Zayn.
Mi girai verso i ragazzi che mi guardavano con un sorrisetto malefico piazzato in viso, e mimando un “tre,due, uno..” con le dita, feci scivolare alcuni cubetti sotto la t-shirt che Zayn stava indossando.
“Ma che cazzo è!” –urlò il moro, alzandosi di scatto e mettendosi a sedere sul letto.
Quella reazione fu seguita da delle risate fragorose da parte dei ragazzi, e anche da un sorrisino di approvazione da parte di Liam che stava uscendo dal bagno proprio in tempo per godersi la scena.
“Voi me la pagherete.” –ci mise in guardia Malik.
“Malik, l’idea è stata mia, scusami.” –lo guardai facendo gli occhi da cucciolo.
“Mmmh, non mi inganni signorina.” –scherzò lui, arruffandomi i capelli.

“E adesso..” –iniziò Harry.
“Che facciamo?” –concluse Louis.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Same mistakes,again. ***


Ciao amori miei, grazie ancora a tutte quelle che leggono e recensiscono, siete la mia vita.<3
Scusate il ritardo, ma non ho mai ispirazione e la scuola mi assorbe(?)
Anyway, ci aggiorniamo prestissimo peips, vi aaamo. bacini bavosi:£
P.s Valentina,Micaela e Mariantonietta, siete delle grandissime cazzone, vi adoro.
*si dilegua*

Capitolo 22
 
“Eh.. che facciamo?” –lo incalzò Liam.
“Io vado a farmi un doccia. Grazie a voi stupidi e ai vostri demenziali giochetti, c’è qualcuno qui che si è gelato.” –sbottò Zayn, allargando le braccia. Tutti risero, non curanti del fatto che non fossero neanche le sei del mattino.

“Avanti, obbligo o verità?”–chiese Harry, sedendosi sul letto da dove si era appena alzato Zayn.
“Sì cazzo! Ho una voglia matta di giocarci!” –esclamò Niall, sedendosi sul letto di Liam, di fronte ad Harry.
“Gioco anch’io!” –si intromise Liam, sedendosi affianco a Niall.
“Ma.. non dovremmo aspettare Malik?” –domandai.
“Naah, Malik non è mai di buon umore appena sveglio. Avanti Ale, vieni anche tu.” –mi rispose Louis, gettandosi addosso ad Harry, che cacciò un gemito soffocato.

Mi accomodai sulle gambe di Niall, e attesi che il gioco iniziasse.
Cosa vuoi che sia Ale, solamente due bacetti, pensai.
Me ne sarei ricreduta molto presto di quella veloce affermazione.
“Inizio io!” –urlò raggiante Louis, alzandosi in piedi. “Liam, obbligo o verità?” –domandò.
“Ehm.. verità.” –rispose Liam, grattandosi la testa.
“Bene! Quand’è stata l’ultima volta che hai fatto sesso?” –chiese Lou.

Liam diventò rosso in viso, mentre Harry e Niall scoppiarono a ridere, e sentimmo perfino Zayn sogghignare dalla porta del bagno.
“Ehm.. prima che Danielle partisse per il tour, circa tre mesi fa.” –rispose balbettando Liam.
“Ops Liam, è molto tempo che il tuo amichetto resta chiuso in gabbia.” –affermò Louis, indicandoil centro del cavallo dei pantaloni del pigiama di Liam, che subito abbassò lo sguardo.
“Oh andiamo Louis..” –cercò di dissuaderlo Payne. “Ora tocca a me!” –esclamò subito dopo lo stesso Liam. “Alessia, obbligo o verità?” –chiese rivolgendomi lo sguardo.
Iniziai a fare mente locale della richiesta, ed elaborai le possibili opzioni in base alla mia scelta.

“Obbligo.” –risposi, dopo aver pensato.
“Ahia.” –commentò Louis. Niall sorrideva e potevo sentire il suo respiro sulla schiena, mentre Harry mi fissava.
“Siccome se ti faccio baciare Niall, la cosa diventa banale.. mh, vediamo.. palpa il bel didietro di Louis!” –formulò infine.
Sbarrai gli occhi, seguita a ruota da Styles, mentre Niall scoppiò a ridere.
“Avanti Ale, ho un bel culo sì o no?” –chiese Louis. Fin troppo Lou, fin troppo, pensai.
“Ma Niall…” –iniziai.
“Amore, tranquilla, è solo un gioco.” –mi incoraggiò lui, facendomi alzare.
“Siamo tutti con te!” –ammise Liam, mentre osservava ogni mia mossa. Harry non osò proferire parola, ma potevo benissimo sentire il suo sguardo bruciarmi addosso, ad ogni mia piccola mossa.
Louis si alzò, e io avvicinandomi, allungai la mano, fino a sentire il bel sedere di Tomlinson, riempire il palmo della mia mano.
Cazzo, era davvero un bel culo.

“Ecco fatto.” –esclamai, raggiante.
“Neanche El mi ha mai palpato così ragazzi!” –ammise Louis, sorridendo.
“Gran bella mossa!” –mi diede il ‘cinque’ Niall.
Harry continuava a non parlare, si limitava solo a fissarmi e continuava a leccarsi le sue labbra carnose, sapendo che quel gesto avrebbe fatto impazzire i miei già danzanti ormoni.

Passammo un po’ di tempo a giocare a quello squallido gioco, e tutto quello che mi fecero fare fu baciare appassionatamente Niall per quasi un minuto, rischiando la morte sia per soffocamento che per esplosione di ovaie, mi fecero sedere a cavalcioni su Harry, in modo molto poco pudico, e quando sentii il suo amico svegliarsi sotto il mio sedere, per poco non gettai un urlo, seguita dal suo sguardo che si era fatto tutto ad un tratto malizioso.

Zayn uscì dal bagno dopo più di una mezz’ora, vestito lavato e profumato.
“Sei peggio di una ragazza.” –lo schernì Louis.
“La colpa è anche tua, Tommo.” –lo additò il moro.
“Eddai Zayn, stavano scherzando.” –cercò di ammorbidirlo Liam.
“Mh, sveglierò anche te con il ghiaccio,Liam.” –sentenziò Zayn, passandosi una mano tra i capelli e ravvivando il ciuffo, ormai tornato moro.
Mentre il sole iniziava ad affiorare dalle finestre del nostro albergo, ognuno di noi si accingeva a preparare la propria valigia, in viste del fatto che il pomeriggio, saremmo dovuti andare a prendere il treno per raggiungere Milano, la prossima tappa del loro tour.

Tornai nella stanza di Harry e Louis, seguita dai rispettivi proprietari e mentre iniziavo a raccattare abiti e oggetti dal pavimento e dalle mensole, sentimmo un urlo selvaggio provenire dalla stanza di Niall, il che probabilmente stava a dire che la finta bionda si era svegliata ed aveva fatto la triste scoperta.

“Mi sa che la tua amichetta ha visto il bel lavoretto che gli hai fatto stanotte.” –mi disse Harry, sorridendo.
“Ben gli sta a quella faccia da..” –tentai di dire io.

Non riuscii a finire la frase, perché la porta della stanza si spalancò, e Taylor, ancora in pigiama e con la faccia macchiata di dentifricio, mi urlò: “Tu! Io ti faccio sparire dalla faccia della Terra, brutta imbecille che non sei altro! Ma tieniti il tuo biondino, chi diamine me lo ha fatto fare a mettermi in mezzo a dei mocciosi come voi cinque.”

Louis uscì dal bagno con lo spazzolino in mano e iniziò a guardare la Swift, ridendo come un matto.
“E tu che hai da ridere, idiota?” –lo insultò lei.
“Hey, Taylor, vacci piano con Louis, è il mio migliore amico.” –la riprese Harry.
Taylor si accorse che ad averla nominata era stato Harry, ed iniziò a lanciargli occhiate languide da solita gattina morta.
“Oh, scusami Harry.. io non volevo, davvero.” –finse di scusarsi lei, poggiando una mano sulla spalla di Styles, e facendola scivolare fino ai suoi fianchi.

La rabbia prese a ribollirmi dall’alluce del piede fino alla punta dei capelli. Avrei così voluto strappargli tutti quei capelli, uno ad uno.
Harry si scrollò la finta bionda di dosso e le disse: “Non hai nient’altro di meglio da fare?”
“Harry, tesoro..” –iniziò lei.
“Ma tesoro un corno!” –sbottai io, cacciandola dalla stanza. “Quale parte di levati dalle palle, non ti è chiara?” –le domandai, fin troppo adirata.

Sì, è vero, ero innamorata di Niall, ma avevo un senso di protezione verso Styles, e non riuscivo a negare di essere totalmente attratta da lui.
“Io chiamo il mio manager e me ne torno in Texas.” –urlò lei, fuggendo in stanza.
“Si, va’ dove cazzo ti pare!” –le urlò dietro Louis, che finalmente era uscito dal bagno.

“Sei stata gelosa, eh baby?” –mi chiese Harry, prendendomi per i fianchi e facendo scontrare i nostri corpi.
“No. Solo mi ha dato fastidio che ci provasse anche con te, insomma, si è già impadronita della mia stanza, e non so per quanto tempo si prenderà anche il mio Niall.” –risposi, scansandomi dalla sua presa.
“Mh, Alessia,Alessia,Alessia.. io ti piaccio, te lo leggo negli occhi.” –commentò, avvicinandosi pericolosamente.
“Ma che stai dic..” –non finii neanche a formulare la frase, perché due labbra carnose fermarono ogni tentativo da parte mia di spiccicar parola. Rimasi immobile, inerme mentre lui continuava a baciarmi velocemente, accarezzandomi la schiena.

“Ehi Harry, sono venuti a riportarti questa magli..” –sentimmo dire da qualcuno.
Ci staccammo, e la prima cosa che vidi, furono due occhi azzurri come l’oceano, e capii.
Era Niall.
Erano i suoi occhi.
Ed erano gli occhi di colui di cui mi ero innamorata.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Go away. ***


Ciao amori miei, scusate il ritardo, è un periodo orribile, e non sono riuscita ad aggiornare tra scuola ed altro :c
Scusate anche se il capitolo è corto ma non ho ispirazione.
Voglio dire a Mattia che mi manca da morire, e che deve capire che io lo amo. #momentodidepressione.
Vi voglio bene, ancora grazie a tutte.<3
bacini bavosini, a presto:3

Capitolo 23
 
“Qualcuno si degna di dirmi che cosa vuol dire tutto questo?” –chiese Niall, che rimase impietrito davanti la porta della stanza.
“Credo che è meglio che io riassuma tutto..” –rispose Harry, stringendomi un braccio.
“N-no” –balbettai. “Lo farò io.” –ordinai.
“Sei sicura?” –domandò il riccio, inchiodandomi con lo sguardo.
“Si, ora lasciaci soli.” –lo cacciai.
Harry uscì, seguito dallo sguardo glaciale e riluttante di Niall che subito dopo fu posato su di me.
“Avanti..” –mi incitò, avvicinandosi.

Il fatto che fosse così calmo, mi agitava, perché chiunque altro sarebbe stato furioso nel vedere la sua ragazza baciare uno dei suoi migliori amici.
“Insomma, è iniziato tutto da quando Harry mi ha detto di provare interesse per me, io non sono riuscita a dirgli di no.
Adesso con il fatto che sia arrivata anche Taylor, mi sono sentita, come dire, ‘tradita.’
Ma non starò di certo qua a chiederti di capirmi, a giustificarmi, perché ho sbagliato e ti chiedo scusa, quindi oggi stesso, me ne andrò.
Non verrò affatto con voi a Milano, tornerò nel mio paese, avete bisogno di stare insieme ragazzi, e io qui sono solo elemento di distrazione. Poi tu ed Harry dovete rappacificarvi, e con me tra i piedi non credo che diventi la cosa più semplice di questo mondo.
Quindi Niall, ti chiedo scusa ancora una volta, da oggi potrai vivere sereno la tua vita, e per favore, non cercarmi, non pensarmi, insomma, fai finta che io non sia mai esistita Horan.”
Sputai quelle parole tutto d’un fiato, e dopo aver assistito allo sbalordimento del biondo, lasciai la stanza, dirigendomi nella mia, dopo aver poggiato un ultimo e fugace bacio su quelle morbide labbra.

La camera era vuota, non c’era traccia di quella guastafeste di Taylor, quindi cacciai il mio trolley dall’armadio ed iniziai a riempirlo, svuotando ogni mensola e cassetto dai miei oggetti personali.
Ma pensai che non potevo andarmene così, senza salutare i miei ragazzi, ma non avrei avuto comunque tempo, dato il fatto che loro sarebbero dovuti andare ben presto in aeroporto.
Non ci pensai due volte ed iniziai a scarabocchiare freneticamente su dei pezzetti di carta, con una mezza matita spuntata.
 
“Louis.
Non sai quanto mi mancherai Tommo, tu che con il tuo sorriso e le tue battute mi illumini il mondo.
Quando vorrai, puoi chiamarmi ok?
Io per te ci sarò sempre, e vorrei abbracciarti fino a star male.
-Alessia.”

 
“Liam.
Che dire di te? Sei perfezione, nient’altro.
I tuoi consigli mi hanno sempre portato sulla buona strada, e non dimenticherò mai nemmeno una delle tue parole.
Ti prometto che starò bene, ti penserò e sorriderò.
I love you Daddy.
-Alessia.”

 
“Zayn.
Ciao Malik, mi mancheranno i tuoi abbracci, che farebbero sentir bene  anche la più sola delle persone.
Il tuo odore di miele che si diffondeva in ogni stanza dove entravi..
La smetto qua, altrimenti bagnerei il foglio di lacrime.
Sappi solo che sei una delle poche persone che amo in questa vita, ti voglio bene.
-Alessia.”


“Harry.
All’inizio non volevo scriverti, ma perché avrei dovuto salutare tutti tranne te? Ù7
Insomma, apparte quello che c’è stato tra di  noi, non posso negare il fatto che tu sia una persona magnifica.
Harry, abbracciarti mi rendeva potente. Poter affondare le mani nei tuoi morbidi ricci mi faceva star bene. E le tue labbra.. oh Harry, le tue labbra al sapor di menta, avrebbero potuto rapire chiunque, non mi sarei mai stancata di baciarle.
Ma perché mi sto perdendo in questi sentimentalismi? Me ne sto solo andando in fondo.
Will always remember you.
-Alessia.”

 
“Niall.
Scusa.
Scusa perchè non sono riuscita a darti quello che volevi.
Scusa perché non sono stata quello che volevi.
Ti avrò anche rovinato la mia, ma sappi una cosa: tu sei la mia. Sei la mia vita Niall.
La prima volta che ti baciai, ho capito che non avrei mai voluto più baciare nessun altro in tutta la mia vita, ma alla prima occasione, ho sbagliato. L’errore l’ho commesso.
Semplicemente guardandoti ho capito cosa vuol dire la parola ‘amare.’ Perché tu sei amore.
Oh, i tuoi occhi Niall. Spero nessun’altra ci si perderà mai, perché non potrà mai ritrovare la via del ritorno, perché i tuoi occhi sono come un labirinto, tutti cercano di uscirne ma pochi ci riescono, e chi ci riesce amore, non sa cosa si perde.
Ho il tuo sguardo intrecciato nel mio, e non dimenticherò mai come mi hai fatto sentire bene.
Ci ho messo poco per conoscerti, per amarti, ma ci metterò una vita per dimenticarti.
Ma che dico, io non ti dimenticherò mai, succeda quel che succeda.
Restarai sempre l’unico amore eterno della mia vita.
Ti amo.
Per sempre.
Tua.

-Alessia.”
 

Piangendo, consegnai le buste alla reception incaricandole di darle ai ragazzi, mentre mi gettavo nel traffico intenso di Verona a quell’ora, con i miei bagagli, diretta ad andarmene.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Return. ***


Hi cucciole, I'm back(?)
scusate se aggiorno tardi, ma sono indaffarata,lol.
dal prossimo capitolo comunque, ci saranno varie svolte nella storia,mhmh.
GRAZIE ALLE 7 PERSONE CHE MI HANNO MESSO TRA LE PREFERITE, E LE 7 TRA LE SEGUITE, VI AMO.
Grazie anche a tutte le principesse che mi recensiscono, e a coloro che leggono in silenzio.
Micaela, sei perfetta, ricordatelo.
Mariantonietta,senza te sarei persa.
Mattia, grazie per esserci ogni giorno di più amore mio.

A presto patate, bacini bavosi:3

Capitolo 24

Il viaggio in taxi che mi portava alla stazione, fu struggente.
Tutto ricordava loro, persino le fottute canzoni che portavano alla radio.
Ma la cosa che più mi faceva star male, era il fatto di aver lasciato Niall proprio nel momento in cui mi aveva scoperta con Harry, e me ne ero andata, come una vigliacca, senza riuscire ad affrontare ciò che mi stava accadendo, ero proprio così, una vigliacca.

Scaricai le valige dal cofano con le lacrime agli occhi, aiutata dall’autista, che dopo essersi preso i suoi soldi, ripartì sgommando con la sua auto.
Aspettai ansiosa al binario l’arrivo del treno, che dopo una manciata di minuti, arrivo puntuale.
Mi accomodai velocemente su uno degli scompartimenti, e una volta sistematami cercai di affrontare le ore del viaggio dormendo e tentando di non ricordare i giorni passati lì a Verona.

“….Quindi Niall, ti chiedo scusa ancora una volta, da oggi potrai vivere sereno la tua vita, e per favore, non cercarmi, non pensarmi, insomma, fai finta che io non sia mai esistita Horan.”        

Mi svegliai dal più grande incubo che avessi mai fatto. Avevo ricordato le squallide parole dette a Niall per sfuggire a tutto quello che mi stava succedendo.
Le lacrime mi bagnarono le guance, e velocemente, tirai su con il naso per non attirare l’attenzione da parte degli altri passeggeri.
Il tempo in treno lo passai leggendo varie riviste di immondizia varia, che le cameriere incaricate, mi offrivano gentilmente, sorridendomi e domandandomi svariate volte se avessi bisogno di qualcosa.

Sì,avevo bisogno del mio amato Niall, e io l’avevo lasciato, perso, abbandonato senza una ragione, solo per paura.
Quel senso di colpa mi attanagliava lo stomaco e mi tappava la gola. Avrei voluto sparire. Sì,esatto. Sparire.
Non avrei causato sofferenze a nessuno, e nessuno si sarebbe mai accorto che Alessia non stesse su questo mondo.
La stazione di quel paesino era ancor più schifosa dell’ultima volta che l’avevo lasciata.
Ed ero tornata senza neanche avvertire zia Anna. Poco importava, di sicuro non mi avrebbe cacciata di casa.

Percorsi il vialetto di casa di zia, tenendomi stretta i miei bagagli, ed una volta arrivata davanti il portone, ebbi timore di suonare il campanello.
  Mentre ancora rimuginavo, la porta si aprì e mi trovai davanti l’ultima persona che mi sarei voluta trovare davanti in un momento così squallido: mia madre.
“Ma tu guarda chi si rivede.” –mi sputò addosso lei.
“Lasciami entrare..” –risposi, abbassando la testa e tentando di entrare.
“No eh. Stavolta tu non vai da nessuna parte ragazzina.
Ma chi ti credi di essere? Sei andata via di casa e va bene, non ti ho cercata.
Vai dalla zia e quando arrivo qui, lei mi dice che tu sei a Verona per una gita? Ma chi stai prendendo in giro?
Sei andata al concerto di quei cinque cretini che tanto ti piacciono, non è così? Io sono pur sempre tua madre,ingrata!” –urlò lei.
“Non ci sei stata per sedici anni nella mia misera vita, e ti ricordi di me solo quando non sono a casa?
Ti è mai importato niente di quello che volessi io veramente, dei miei sogni e delle mie aspirazioni? No mamma.
Quindi quella che dovrebbe farsi un bell’esame di coscienza per quanto riguarda l’essere ingrata sei proprio tu.
E adesso lasciami stare, anzi, lasciaci. Credo che zia si sia altamente rotta le scatole di sentirti gridare.” –controbattei, scansandola e correndo al di sopra delle scale,che davano nella cameretta dove alloggiavo.

La sentii urlare.
Ma poco importava, si era avuta quello che si meritava anche mia madre.
E poi, chiamare ‘cinque cretini’ il motivo del mio sorriso, era decisamente troppo.
Senza contare che tra quei cinque c’era il ragazzo che tanto amavo.

Sorrisi amaramente al ricordo, e chiusi gli occhi, immaginando la mia prima volta con lui, le nostre pelle nude che si toccavano, e quel piacevole calore che emanava il suo contatto su di me, i suoi occhi che durante l’amplesso sembravano zaffiro liquido, la morbidezza delle sue labbra e la delicatezza del suo tocco.
Quelle semplici sensazioni riempirono i miei occhioni verdi di lacrime, facendomi tremare il labbro, e facendomi sentire freddo, come se fossi nuda per una strada durante una tormentosa nevicata.
Ma era proprio così che mi sentivo senza di lui, incompleta.

Gettai i miei vestiti tolti dai bagagli per terra, e trovai incastrata dentro la maglietta un pezzo di carta piegato in quattro. Il mio cuore ebbe un sussulto, e prese a farmi male, come se si fosse spezzato in tanti piccoli pezzettini e io non sapessi quale seguire.

“Forse non la leggerai mai, ma spero tu la legga, perché dopo tutto quello che è successo mi sento amaramente in colpa. Avrei dovuto lasciarti stare fin dal primo momento, ma non riuscivo a non percepire un senso di fastidio nel sol vedere come i tuoi occhi si perdevano nell’azzurro di quelli di Niall.
Why can’t you look at me like that?
Avrei voluto così tanto che tutti i tuoi baci si poggiassero su di me.
Your lipexpress to my neck.
Le tue mani, una volta intrecciai le mie dita nelle tue e capii che non avrei mai voluto toccare nessun’altra come lo facevo con te.
Your fingertips so touchable.
Adesso mi sento un idiota a scriverti, non mi vorrai mai sentire, ti ho rovinato la vita, ma sappi solo che tu hai illuminato la mia.
Baby, you light up my world like nobody else.
Scusa, pensavo avremmo potuto essere perfetti insieme, ma una è la verità: tu sei perfetta, con o senza me.
You’re perfect to me.
Scusami, ancora, ancora tanto.
Tuo, finché vorrai, Harry.”

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** New begin. ***


Amori miei,sono qui,yo!
Insomma, la faccenda si fa calda eh(?) non preoccupatevi, gli One Direction non spariranno, tra massimo tre capitoli saranno di nuovo quì con noi,lol.
Voi state bene? mi auguro di si.
Grazie come sempre a tutte, e non continuerei se non fosse per voi, vi devo tutto.
un mega iper bacionissimo(?) al patatone del mio Mattia, skstm.
Vi lovvo, a presto, bacini bavosi:3

Capitolo 25

Harry. Chi mai lo avrebbe immaginato? Si beh, forse me lo doveva.
Ma comunque in quel momento non era in pole position nei miei pensieri, quindi non diedi molta importanza a quella lettera, anche se nel leggerla mi si era stretto il cuore. Adoravo quel ragazzo, avevamo sbagliato, ma in fondo l’unica ad aver davvero sbagliato, ero io.

Passai il resto della giornata gettata sul letto a dormire, dovevo recuperare le notti insonni passate a Verona, svagandomi con i miei ,ormai ex, migliori amici.
Mi ricordai che in quel paesino comunque avevo una cara amica, e decisi di mandarle un messaggio, almeno avrei avuto qualcuno con cui passare il resto dei miei miseri giorni, apparte la lametta, che ormai era tornata a far parte della mia vita.

‘Piciù,sono tornata.
Sì lo so, all’improvviso e senza dirti niente; se ci vediamo ti mostro le foto del mio soggiorno a Verona.
Un bacio.xx’


la risposta non tardò ad arrivare:

‘Piccola, sono contenta che sei tornata.
Da Nicolas, tra una mezz’ora.
Mi mancavi.xx’


Nicolas era il proprietario di una deliziosa pasticceria nel mio paese, ed era il cugino di Luna.
Lui, ventunenne, era il nostro migliore amico, e ci ascoltava sempre quando avevamo un problema, ma mai fino al punto di arrivarci a confidare con amori, autolesionismo, problemi in famiglia, e roba varia.

Mi vestii, e comunicai le mie intenzioni a zia Anna, che mi diede il permesso di uscire da quella casa che mi soffocava.
Altro che mamma.
Lei non aveva mai capito cosa volessi io davvero nella vita, mi trattava come fossi un bambolotto da poter vestire quando gli pare.
Non ero così.

C’era una nebbiolina fastidiosa, ma il tepore dell’estate che si stava avvicinando era alquanto presente, ed in fondo era piacevole camminare per le stradine ghiaiose che portavano al nostro piccolo ‘centro’.

“Oddio mio, sei sempre più bella piciù.” –strillò Luna, correndo ad abbracciarmi appena entrai nel negozio.

Nicolas mi fissava sorridendo, mentre esponeva un vassoio stracolmo di bignè alla crema,nella sua lucida vetrina.

“Ciao Lù, mi sei mancata davvero tanto.” –risposi. Era vero. Era l’unica amica che avevo, e mi mancava.
“Signorina, mi ha detto Luna che qualcuna è andata a realizzare il suo sogno a Verona.” –esclamò Nicolas, uscendo da dietro il bancone e dandomi un bacio sulla fronte.
Quelle parole furono un po’ taglienti, perché era proprio a Verona che avevo abbandonato l’amore della mia vita.

“Sì, è stato tutto molto strafigo.” –sintetizzai, per non lasciar trasparire il dolore.
“Voglio sapere tutti tuttissimi i dettagli.” –urlò stridula, Luna.
Era fatta così, in ogni cosa ci metteva il triplo dell’entusiasmo che meritava, ed era sempre eccessivamente allegra. Io non l’avevo mai vista piangere, se non per la troppa felicità.

“Un altro giorno piciù, sono spossata, e vorrei un bicchiere di coca cola Nì.” –ordinai, fingendomi una ricca signora, a Nicolas, che mi fece una linguaccia, avviandosi verso il bancone per esaudire la mia richiesta.

“A breve dovrebbe arrivare un mio amico, sai, stasera come chiudo il negozio, andiamo a far baldoria in un locale qui vicino.” –ci comunicò Nicolas, appoggiandomi tra le mani un bicchiere con la mia bevanda preferita.
“Uh, e chi è costui?” –chiese ironicamente Luna, mentre si tormentava le ciocche dei lunghi capelli corvini.
“Edward, te lo ricordi Lù? Quel ragazzo che ha il padre americano..” –disse Nicolas.
“Ah sì! Quel figo da paura?” –domandò Luna, strabuzzando gli occhi con aria sognante.
“Luna, sei sempre la solita.” –rispose scuotendo il capo Nicolas.

Sembrava così tanto Liam, quando rimproverava gli altri.
Seguivo la conversazione, ma con la mente ero proiettata ancora a Verona, non riuscivo a pensare ad altro.
Andarmene così, senza una spiegazione..

“TERRA CHIAMA ALESSIA!” –mi urlò Luna in un orecchio, facendomi sobbalzare dallo sgabello su cui ero seduta.
“Eh? Cioè, scusate, pensavo che avrei dovuto finire una faccenda..” –mi giustificai.
Sentimmo una porta aprirsi velocemente, e l’aria che proveniva da fuori invase per un attimo il locale.
Mi girai, e mi ritrovai un gigante dalle enormi mani, con un sorriso angelico sul volto.

“Ciao Nì!” –esclamò,dandosi un cinque con Nicolas.
“Ed! sempre alla grande.” –rispose Nicolas.

Luna aveva fottutamente ragione, quel ragazzo era un dio greco.
Occhi azzurri, e capelli corvini, con l’espressione da perfetto americano. Incontrai il suo sguardo, e sentii il mio stomaco stringersi.
Gli occhi azzurri erano un must per me, erano simili a quelli di Niall, e dentro lo sguardo dello sconosciuto ci intravidi tutti i bei momenti passati con l’irlandese.

“Hi, io sono Edward.” –mi salutò, porgendomi una mano.
“C-ciao, Alessia.” –balbettai.

Il contatto con la sua grande mano, portò alla mia mente altri ricordi. Non sarei mai uscita da quel ciclo vizioso che era il mio amore per Niall.

“Sei di qui?” –mi chiese, sorridendomi.
Mi persi nel suo sguardo e nel suo sorriso, mi mancava solo la bava alla bocca. Luna mi diede una gomitata, e tornando connessa sul mondo gli risposi:
“Sì, sono la migliore amica sia di Luna che di Nicolas.”
“Piacere di conoscerti, Alessia.” –commentò il moro.
“Piacere mio.” –riuscii a dire.

“Qualcosa da bere brò?” –chiese Nicolas ad Edward, che intanto chiacchierava animatamente con Luna, che se lo sta mangiando con gli occhi.
“No grazie, faremo con calma dopò.” –gli rispose Ed, non scomponendosi neanche.

‘Brò.’ Quell’appellativo lo usavano i ragazzi per chiamarsi l’un l’altro. Era troppo, temevo di esplodere.
“Ragazzi, io.. torno a casa, ho molto da fare e..” –iniziai.
“Già vai via?” –mi domandò Edward, cogliendomi di sorpresa.
“Ehm, si.. “ –blaterai.
“Sai Ed, Alessia è tornata poco fa da una gita scolastica, ed è molto stanca.” –affermò Luna, come sempre partendo in quinta sulle faccende.
“Ah, mi dispiace. Ci rivedremo vero?” –chiese ancora.
Oh ma diamine, ero io o quel ragazzo stava davvero sperando di rivedermi?
“Certo. Sono sempre qui dentro.” –confermai.
“Ah, a presto allora.” –rispose lui, sorridendo.
Si avvicinò e mi lasciò un bacio su una guancia.
Quanta confidenza si era già preso, mamma mia.

Salutai il resto della combriccola e uscii dal negozio di Nicolas con ancora un macigno di emozioni addosso.
Una cosa era certa. Quel ragazzo non era Niall, non lo avrebbe mai sostituito, però il suo carattere, mi piaceva, mi faceva sentire a mio agio.

‘Bah Alessia, una bella dormita ti farà più che bene’, pensai, mentre rientravo in casa e salutavo mia zia, che era felicemente accoccolata sul divano a guardare un film, facendo le coccole a Rufus, il suo barboncino peloso.

Salii in camera, decisi di mettermi le cuffie, e sotto le delicate note di ‘Over Again’, tra le lacrime, mi lasciai trasportare nel sonno.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** So I'm coming back for you. ***


Ciao bellezze, sono tornata yo!
Il capitolo della svolta,mlmlml, sono troppo felice di averlo scritto.
Comunque voglio darvi un consiglio, non innamoratevi troppo delle persone, ci rimarrete  male. 
Non ho pubblicato proprio per questo, capitemi pls.
Grazie ai Moda' che sabato 30 a Rimini mi hanno fatto sognare.
Grazie a Meri e Mica che ci sono sempre qualsiasi cosa accada.
Grazie anche a Mattia, che nonostante tutto, mi ha fatto capire cosa significhi davvero 'amare.'

stop ai sentimentalismi, io mi dileguo, lollino.
vi amo, lo sapete no?
bacini bavosi:3

Capitolo 26

Mi stiracchiai.
La finestra era già aperta, ed il sole penetrava ovunque.
Maledetta Alessia, quando imparerai a chiuderla?
Mi gettai fuori dal letto in men che non si dica, e infilai i primi vestiti che spuntavano al di fuori dell’armadio semi aperto.

Il sole fuori mi ricordava che ormai era fine maggio, che mancavano al massimo due settimane di scuola, e che sarebbe iniziata l’estate. Bene, dal momento in cui diventai una fottuta autolesionista odiavo l’estate.
Ero costretta ad indossare masse di braccialetti sui polsi, per poter portare qualche maglia estiva, senza le mie adorate maniche lunghe e larghe.

“Ale, tesoro. Tutto apposto?” –mi chiese zia, mentre mi porgeva una tazza di caffellatte.
“Sì zia, tutto ok. Mi sono divertita molto a Verona.” –risposi frettolosa.
“mi fa tanto di quel piacere amore. Che cosa farai oggi? Insomma, è domenica. Domani hai scuola no?” –domandò lei.
“Non ho problemi con i compiti, lo sai zì.
Comunque credo che me ne andrò da Nicolas come mio solito, a far chiacchiere con Luna e a mangiare ciambelle.” –ammisi, alzandomi dal tavolo e andando a poggiare la tazza nel lavandino.
“Fuori fa molto caldo tesoro, sono uscita  prima mentre appendevo i panni con Rufus, e ho dovuto farmi una doccia, per quanto ho sudato.” –disse lei, iniziando a lavare i residui di colazione.

Salii in camera, presi il mio cellulare e digitai il numero di Luna, dava la segreteria.
Fanculo Luna, pensai, starà ancora dormendo.

Uscii di casa lo stesso, urlando per salutare zia Anna, che probabilmente stava passando l’aspirapolvere, perché non ottenni risposta.
Mia zia era una maniaca del pulito e dell’ordine.

Camminai a passo svelto, ma decisi di non andare subito da Nicolas, e mi fermai a sedere in una panchina vicino ad una fontana.
Ieri i ragazzi avevano il concerto a Milano, chissà dove sono, se si divertono, se qualche volta gli capito nei pensieri.
Le lacrime mi scesero in automatico.
Odiavo quello che avevo fatto, ma l’avevo fatto per me, e per loro.

“Sapevo che ti avrei rivista.”
Una voce mi destò dai miei pensieri, era limpida e cristallina.
Niall.
La sua voce.
Non poteva essere.

“Ehi ti ho spaventata?” –domandò la voce,avvicinandosi.
Mi accorsi di chi fosse solo quando me lo ritrovai ad un palmo dal naso. Edward.
“Ah, no.. Edward, pensavo fossi un’altra persona, mi sono lasciata prendere..” –biascicai.
“Va tutto bene, ci sono io qui.” –mi disse, abbracciandomi.
Non lo strinsi, non volevo, lasciai che mi abbracciò ma non ricambiai.
Aveva la voce simile a Niall, i suoi occhi.
Sembrava tutto fatto apposta.


“Scusa Ed, io devo andare.” –ammisi, freddamente, alzandomi.
“Ci rivedremo..” -la sua sembrava quasi una speranza, una domanda.
“Da domani ho scuola, non credo uscirò più i pomeriggi, scusami.” –risposi, cercando di andarmene.
“Posso avere il tuo numero?” –mi chiese, prendendomi una mano.

La domanda mi lasciò spiazzata, non mi ero neanche portata il cellulare dietro, potevo usarla come scusa.
“Guarda, ho dimenticato il cellulare a casa, non mi ricordo mai il mio numero a memoria, mi dispiace. Io.. io sono proprio imbranata Edward, scusami e ciao.” –risposi, dileguandomi e lasciandolo con gli occhi spalancati.
Avrà pensato che io sia esaurita, ma poco male, io non avrei mai voluto darglielo il mio numero.

Tornai a casa leggermente scossa, non volevo vederlo Edward, no.
Trovai zia Anna intenta a sistemare qualcosa simile a delle verdure in una gigantesca pentola, e la salutai, accarezzando il morbido muso di Rufus, che si stava rilassando su una sedia lì vicino.

Una chiamata senza risposta, mh sarà Luna che si sarà svegliata.
Controllai.
Il numero non lo avevo salvato in rubrica.
Che quello stalker di Edward si fosse fatto dare il mio numero da Luna o Nicolas?
No, me lo avrebbero almeno chiesto.
Premetti la cornetta verde e mi misi in attesa di una risposta.

“Alessia.”
La voce dietro il telefono mi era troppo familiare, ma non riuscivo a distinguere di chi fosse. Era maschile, profonda, calda, leggermente roca.
“Sì, chi è?” –chiesi, agitandomi.
“Non mi riconosci?” –domandò la voce.
“N-no.” –balbettai.
“Sono Harry.” –si rivelò.

Il mio cuore perse un battito, come potevo non averlo riconosciuto.
E poi sapevo benissimo che i ragazzi avessero il mio numero, nonostante io gli avessi intimato di lasciarmi in pace.
“Mio dio Harry.” –urlai quasi.
“Sssh, va tutto bene baby.” –mi rassicurò.
“Ti prego, vieni da me, vieni a prendermi e portami via. Niall? Dov’è Niall? Amore mio dov’è?” –piagnucolai.
“Adesso calmati. Vuoi parlare con Niall?” –mi chiese.
“Sì.” –risposi di fretta, non sapendo ancora a cosa stessi andando incontro.

Harry mi mise in attesa, e quando sentii una voce dietro la cornetta rimasi pietrificata.
“Amore mio.” –la voce che pronunciava la frase, pareva rotta e in lacrime.
“N-niall.” –balbettai.
“Piccola, mio dio. Non posso crederci. Sei tu? Amore sei tu?” –chiese innumerevoli volte.
“Sì, sono io.” –parlavo a monosillabi dalla troppa emozione.
“Vengo a prenderti, ti giuro, ti riporto qui con me. Mi manchi.” –ammise.
“Vieni, io ho bisogno di te.” –risposi, piangendo.
“A breve piccola, a breve amore mio. Te lo prometto.” –disse.
“Io ti amo.” –osai come risposta.
“Ti amo anch’io.”
Quando ascoltai quelle parole, mi sentii rinascere.
Non avrei mai dovuto abbandonare quel ragazzo in quel modo, io lo amavo, lui mi amava.

“Adesso piccola, cerco un treno e vengo subito, il tuo paese me lo ricordo ancora."–ammise, ridendo.
La sua risata era come musica per le mie orecchie, mi riscaldò il cuore, era la cosa più bella del mondo.
“Amore, devo salutarti. Ci vediamo prestissimo. Ti amo.” –concluse lui.
“Ti amo.” –risposi, chiudendo la chiamata.

Mi gettai sul letto, e tra le lacrime, stampai un sorriso.
Niall sarebbe tornato, per me.
Sarebbe venuto a prendermi a breve.
Non potevo crederci, io e Niall, di nuovo insieme.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** 'You're lucky.' 'I know.' ***


Ciao peipite(?)
Aggiorno all'una di notte perché sono trasgry. No veramente ho la febbre,domani niente scuola e posso spassarmela,yey.
Comunque TAAADA',Niall is back,yoyo.
Grazie sempre a tutte, le recensioni che ricevo sono dolcissime, I LOVE YOU.xxxxx (feel like Danielle su  Twitter,lollino.)
A presto cupcakes, bacini bavosi:3

Capitolo 27

La musica risuonava a palla nella piccola stanzetta della casa di zia Anna dove ero solita passare il mio tempo a deprimermi, e tutto questo perché?
Beh,Niall tornava a prendermi.
E’ la cosa più bella che potesse mai succedere, ‘simple but effective’, lo diceva sempre Harry.

Sulle morbide note di ‘Drunk’, mi lasciai interamente trasportare nel pomeriggio dedicato allo studio prima di rivedere Niall, che in effetti, non sapevo neanche per che ora sarebbe arrivato, se fosse arrivato.

Intorno alle sei del pomeriggio decisi di farmi viva in cucina, dove l’odore di torta al cioccolato mi tappò il naso, facendomi assaporare la dolcezza che vagava in casa.
Era tutto così perfetto.

“Ziaaa!” –urlai.
“Oh tesoro, cos’è questa allegria che ti porti dietro?” –mi chiese,sorridendomi e poggiando il grembiule appena tolto su una sedia.
“Mmmh, quando sarà ti dirò ok?” –lasciai intendere, ammiccando.
“E’ per via di un ragazzo?” –domandò lei,lasciando trasparire un sorrisino.
“A tempo debito saprai zietta.” –risposi, facendole una smorfia.
“Birichina.” –concluse.

Feci per andarmene in salotto, quando lei mi richiamò:
“Ale,scusami, mica avresti il tempo di portare Rufus fuori? Io devo andare a casa di tua madre, a prendere anche roba per te e non so neanche se rientrerò a cena,scusami davvero.”
“No zia,figurati, mangerò qualcosa con Luna, e porterò Rufus con me, tranquilla.” –risposi.
“Sei un amore.” –disse lei,avvicinandosi e stampandomi uno dei suoi soliti sdolcinati baci in fronte.

Mi fiondai in salotto, dove trovai Rufus accucciato sul suo cuscino preferito sulla quale passava la maggior parte del suo tempo.
“Ehi palla pelosa.” –lo stuzzicai.
Per tutta risposta mi venne incontro, mi saltò addosso e come feci per abbassarmi, mi leccò puntualmente la guancia.
“Rufus,piccolo!” –lo richiamai, ridendo.
Mi inseguì fino in camera, e mi fissava con un faccino dolce, mentre cambiavo la mia felpa.
“Ti farò conoscere Niall, quel ragazzo meraviglioso.
Però ricorda Rufus, non guardarlo mai negli occhi, sono letali, per occhi ha due pezzi di mare dov’è possibile perdersi, te lo dico per esperienza.” –lo misi in guardia,prendendolo in braccio e strofinandogli il pelo sulla testa.
Lui per tutta risposta,mi leccò il naso.

Mentre eravamo alle prese con quella scenetta smielata ‘padroncina-cane’, la porta si spalancò e apparve mia zia intenta ad osservarci con aria quasi commossa.
“Amori miei, siete belli insieme. Adesso io vado, mi raccomando fate i bravi, a dopo, ciao Ale.” –si raccomandò, chiudendosi la porta dietro.
Accesi lo stereo e con ‘Party Rock Anthem’ degli LMFAO  e Rufus che saltellava abbaiando, finii di prepararmi per uscire.

Appena messo il guinzaglio a Rufus, uscii, mandando un sms a Luna e dicendole che ci saremmo dovute incontrare per le sette  e mezza da Nicolas.
Mi arrivò il suo sms di risposta quasi subito:
“Sono già lì,abbiamo ordinato una pizza, c’è anche Ed.”
Mio Dio, mi sarei dovuta sopportare ancora le sue avances quella sera?
Sarebbe arrivato Niall, me lo sentivo.
E avrei chiuso una volta per tutte questa storia, anche se Edward, non si poteva negarlo, era davvero un bel bocconcino.

Una volta arrivati,presi Rufus in braccio ed entrai nel locale.
Le pizze fumanti erano ben disposte sui tavolini ordinatamente preparati da Nicolas, e tre paia di occhi mi scrutavano.

“Ciao, lui è Rufus, il cane di mia zia. Stasera mi sono improvvisata dog-sitter.” –salutai.
“Ciao piciù, e questo cucciolo? E’ adorabile.” –rispose Luna, abbracciando Rufus, che le saltellò addosso.
“Ciao Ale, tutto ok?” –chiese Nicolas, baciandomi una guancia.
“Certo.” –risposi.
“Ciao Alessia, sei.. incantevole.” –mi salutò Edward, che fece per baciarmi.
“G-grazie.” –balbettai,scostandomi per evitare il suo tocco.
Notai che Nicolas e Luna si erano scambiate un’occhiata d’intesa come se sapessero qualcosa.
“Tutto bene ragazzi?” –domandai.
“Edward,ma perché non glielo dici?” –sbottò Nicolas.
“Dire che cosa?” –mi allarmai.
“A me piaci Alessia, può sembrare affrettata come cosa, ma dalla prima volta che ti ho vista qui dentro, non lo so, ho provato qualcosa..” –ammise Edward.
“Io non so che dire, ehm.. io ho il ragazzo.” –mi lasciai scappare.
“che cosa?!” –urlò Luna, sputando il pezzo di pizza che si era appena messa in bocca.
“sì, l’ho conosciuto a Verona,storia lunga e…”

Il mio inizio di sproloquio fu fermato dal trillo del mio cellulare.
“Pronto?” –risposi.
“Ale, sono Niall, sono all’ingresso del tuo paese, in una piazza tipo ‘piazza Cuonzo’..” –mi comunicò la voce.
“Davvero? Vengo a prenderti.” –risposi con gli occhi lucidi.

Di corsa aprii la porta del locale e mi misi a correre.
Piazza Cuonzo distava solo alcuni metri dalla pasticceria di Nicolas ed era molto facile raggiungerla.
Arrivata,notai due sagome in lontananza, e quando mi avvicinai, un ragazzo biondo dall’aria spaesata, mi venne incontro.

“Dio mio,sei sempre più bella.” –mi disse prima di baciarmi.
Niall. Il mio Niall. Baciarlo di nuovo era come catapultarsi in paradiso, mi sentivo bene, mi sentivo viva.
“Ti amo.” –sussurrai.
“Ti amo più di ogni altra cosa al mondo, mi sei mancata.” –fu la sua risposta.

Mi strinse in un abbraccio, e le lacrime mi scivolarono dagli occhi, bagnando la sua profumata felpa.
“Scusa, per tutto.” –biascicai.
“Ti ho già perdonato qualsiasi cosa amore.” –mi rispose,baciandomi.

Solo allora mi accorsi che Nicolas,Luna ed Edward mi avevano seguita, e osservavano la scena sbalorditi.
“Ragazzi, lui è Niall Horan, il mio ragazzo. E loro sono Luna, la mia migliore amica, Nicolas, il mio migliore amico ed Edward, un mio amico americano.” –li presentai.
“Potevi dirmelo che ti eri messa con uno degli One Direction eh!” –sbottò Luna, ancora sconvolta.
“Beh, io..” –tentai di giustificarmi.
“Brava la mia piccolina.” –affermò Nicolas, pizzicandomi la guancia.
“You’re lucky.” –disse Edward a Niall, dandogli una pacca sulla spalla.
“Yeah, I know.” –rispose Niall, afferrando il concetto.

Salutammo gli altri,e una volta tornata in possesso del mio adorato cagnolino, che prontamente leccò tutta la faccia di Niall come regalo di benvenuto, tornai a casa,tenendomi per mano il mio sogno, l’unica parte di me che amavo.
Eravamo io e Niall, come sempre.
E mi bastava.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Together is better. ***


Ciao belle,mlml.
Questi giorni scrivo molto e sapete perché? Non mi va di studiare,yeey.
Sono trasgry e quindi non faccio i compiti,yoyo.
Bene, vi avverto che c'è una parte un po'.. come dire, HARD lì sotto, skstm ma dovevo farla una eh.
Grazie sempre a tutte/i, a tutte quelle che mi recensiscono(siete gli amori miei OuO) e grazie anche a coloro che leggono in silenzio.
Vi amo da morire, ora mi dileguo.
A presto, bacini bavosini:3

Capitolo 28

Non ero più sola.
C’era Niall lì con me, al mio fianco, allungato in quel piccolo e scomodo divano, a mangiucchiare patatine.

“Ehi, cosa c’è che non va? Sei silenziosa.” –mi fece notare.
“No, è che ancora non ci credo.” –risposi, mettendomi a sedere.
Si tirò su anche lui, e sorrise.
“Devi crederci piccola, siamo io e te, e andrà tutto bene.” –mi rassicurò, prendendomi le mani e baciandomi dolcemente.
“Avevo bisogno di queste.” –sussurrai, sfiorando le sue calde labbra con la punta dell’indice.

Mi sollevò e mi fece accomodare sulle sue gambe, a cavalcioni.
Prese a baciarmi, mentre io iniziavo a sudare, convinta che la serata non sarebbe andata a finire di certo giocando a dama.
Si tolse la maglietta con un gesto fulmineo, e le mie guance presero fuoco alla vista di quella grazia di Dio.
Continuava a baciarmi il collo, con insistenza, ed io iniziavo a fremere.
Non mi ero accorta di volerlo così tanto.

Cercai la zip dei suoi jeans, e quando la trovai, la tirai giù senza alcuna esitazione, toccandolo dalla parte esterna, sui boxer.
Un gemito strozzato arrivo  dalla sua bocca mentre mi baciava, seguito da ansimi e sospiri irregolari.
Mi bastò poco per scostare la stoffa dei boxer e trovare il suo membro; ed una volta preso, iniziai a massaggiarlo ripetutamente su e giù, mentre la sua durezza riempiva la mia piccola mano.

Quando mi sembrò abbastanza, mi scostai da lui, lasciando che si riprendesse dall’estasi del gesto.
“Come mi hai fatto godere.” –mi disse, ancora ansimando.
Quelle parole mi fecero arrossire all’istante, non ero abituata a ‘far godere’ qualcuno.

“Piccola, sei a disagio vedo.” –notò Niall, abbracciandomi.
“No è che..” –balbettai.
“Sssh, adesso tocca a me.” –disse, facendomi fremere.
Mi allungò sul divano, e rapidamente si trovò su di me, fissandomi negli occhi.
Con un movimento veloce mi divise le gambe, e scese piano il morbido tessuto dei pantaloni, facendolo scivolare sulle mie cosce.
Entrò in me con molta delicatezza, con due dita, facendomi sobbalzare.
Chiusi gli occhi e mi lasciai andare a quella dolce e favolosa sensazione, e mentre lui disegnava cerchi con il suo indice sul mio clitoride, io tentai di fargli un succhiotto su una spalla, quasi per marcare il ‘territorio.’
Non so come, ma i suoi gesti mi fecero provare un piacere enorme, e venni dopo alcuni minuti di stupefacente agonia, crollando tra le sue braccia, mentre mi baciava i capelli.

L’abbaiare di Rufus ci fece tornare alla realtà, e vedemmo le luci dell’auto di mia zia affiorare nel vialetto di casa.
“Porca puttana, mia zia!” –esclamai.
Recuperammo gli indumenti e salimmo a chiuderci in camera mia, almeno avremmo avuto il tempo di rivestirci e di dire a zia Anna che stavamo facendo i compiti.

“Tesoroooo! Sono a casa!” –sentimmo urlare dal piano di sotto.
Io e Niall ci scambiammo uno sguardo di intesa, e dopo esserci rivestiti, decidemmo di andare a presentarci come fidanzati ufficiali a zia Anna.
“Zia, lui è Niall Horan, il mio fidanzato.”
Sottolineai la parola fidanzato con un espressione della voce molto forte.
“Ah, io Ale.. Insomma, non sapevo.. Aspetta, ma lui non è quello dei tuoi poster?” –chiese, scrutando Niall da vicino.
Lui si lasciò scappare una risatina a dir poco isterica.
“Sì zia, è lui.” –risposi, di fretta, arrossendo.
“Oh mio Dio. Ma io non so che dire, insomma.. è davvero un bel ragazzo, complimenti.” –ammise, abbracciandomi.
Era commossa, e se non si fosse staccata avrei iniziato a piangere anche io dietro di lei.
Niall ci osservava con uno sguardo dolcissimo e un sorrisone stampato sul volto.

Zia si accorse di lui, e con aria da bonacciona le andò vicino e le urlò quasi:
“Oh andiamo! Abbraccio anche te bel ragazzone! Benvenuto in famiglia!” e gli stampò due baci su una guancia.
Scoppiammo tutti e tre a ridere all’unisono, seguiti dall’abbaiare festoso di Rufus, che ci saltellava intorno, felice.

Quello per me era davvero l’esempio di una famiglia unita, non come in casa di mia madre, dove tutto doveva essere fatto alla perfezione e sotto i suoi ordini, il che la faceva sembrare più un campo di concentramento, che una famiglia.
Se solo avessi riportato e presentato Niall in casa mia, si sarebbe scatenato un putiferio, tra i ‘è un ragazzo famoso’ e ‘a sedici anni non si può essere innamorati, si è ancora immaturi.’
Queste sì che sono davvero delle grandi stronzate, io ero innamorata, tanto innamorata di Niall, innamorata come nessuno lo era stato mai.

“Beh ragazzi, voi fate ciò che volete. Niall caro, resti a dormire da noi? Ti preparo il letto in camera di Ale se vuoi.” –disse zia Anna, interrompendo i miei pensieri.
“Oh si figuri signora, non vorrei creare disturbo.” –fu l’educata risposta di Niall.
“Chiamami Anna ragazzo, e poi, ma quale disturbo, sei il fidanzato della mia bambina. Corro subito a preparare tutto!” –esclamò raggiante la zia, uscendo dal salotto e correndo su per le scale.

“Tua zia è wow, come te d’altronde.” –mi disse Niall, avvicinandosi.
“Mh, sai chi altro è wow?” –gli domandai, tirandolo per la maglietta.
“No,chi?” –rispose, stando al mio gioco.
“Tu.” –risposi, baciandolo.

Continuammo a baciarci per un tempo che mi parve infinito, e una volta che ci fummo staccati, mi guardò negli occhi e io mi ci persi, come ogni volta che il verde dei miei si scontrava con il blu dei suoi.
“Ale..” –sussurrò.
“Dimmi..” –balbettai.
“Credo..” –biascicò.
“Cosa?” –chiesi.
“Credo proprio di essermi innamorato di te.” 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1480051