Lucius
aspettò qualche minuto, cercando di ricomporsi, prima di tornare dai suoi
ospiti.
Nessuno
gli chiese niente; era abbastanza consueto che Voldemort prendesse da parte uno
dei suoi seguaci per affidargli una qualche missione assolutamente segreta.
Questa
volta doveva essere qualcosa di davvero importante, dedusse Severus, notando
rientrare il suo padrone con un inconsueto sorriso soddisfatto che gli
increspava le labbra.
Dedusse
anche che a Lucius quella missione non andasse per nulla a genio, a giudicare
dall’apprensione che stava cercando di nascondere dietro sorrisi affabili agli
invitati.
Ma a
Severus non la si fa, come non riuscì ad ingannare Narcissa, che si avvicinò a
Lucius per sapere cosa era successo.
“Cosa
voleva?” sussurrò. “Non ha preso di nuovo di mira Draco, vero?”
Lucius
scosse la testa.
Narcissa
sospirò sollevata, ma intuì che doveva essere comunque qualcosa di grosso.
“Allora
cosa?”
“Ha
detto... ha detto che vuole provare nuove esperienze, che vuole sapere, cito
testualmente, cosa si prova.”
“Vuole
venire a letto con te.” Commentò lei, cercando di riassumere in breve il
divagare del marito.
Lui
annuì gravemente.
“Tutto
qui?” , osservò lei distrattamente, “E io chissà che mi credevo!”
“Tutto
qui?” , le fece eco lui, sbigottito. “Hai capito quello che ho detto?”
“Certo
che ho capito, ma non mi sembra il caso di farne una tragedia... In fondo, io
trovo che sia giusto che una coppia, ad un certo punto del suo rapporto, faccia
esperienze nuove, sperimenti nuove combinazioni...”
“Cioè
vuoi che tentiamo qualche nuova posizione?”
“Ma no,
dico soltanto che magari potrebbe farci bene, come coppia, provare nuovi
partner, per una volta soltanto, così, per consolidare quello che già ci
unisce...”
Lucius
la fissò allibito. Mai, da quando erano sposati, l’aveva sentita parlare così.
“Capisco...”
mormorò lentamente. “Deduco che tu abbia già pensato a qualcuno, per questa,
ehm... cosa.”
“Naturale.”
Confermò lei. “Ovviamente deve essere una persona affidabile, che non vada a
raccontare la cosa in giro. Dopotutto si tratterà di una volta soltanto, poi
tutto come prima. Un amico, insomma.”
“E
sarebbe?”
“Severus.”
“Ah.”
“E’ la
persona più indicata, a mio parere.” Spiegò lei, pratica.
Lucius
ci pensò su un attimo. Non che la cosa gli andasse a genio, ma almeno Piton
sarebbe stato discreto.
“D’accordo,”
acconsentì infine. “Almeno uno di noi due si divertirà.”
“Grazie,
tesoro, sapevo che avresti capito. Vado a parlare con Severus.”
***
Ascoltando il dialogo fra Voldemort e Malfoy, aveva
dovuto mettersi una mano davanti alla bocca per non scoppiare a ridere e farsi
scoprire.
Povero Lucius, in fondo un po’ gli dispiaceva per lui...
molto in fondo.
Quando li aveva sentiti uscire aveva abbandonato con
cautela il suo nascondiglio ed aveva ripreso le ricerche.
Ma quello che cercava evidentemente non era in quella
stanza.
Meglio andarsene prima che a qualcun altro venisse in
mente di scambiare due parole in privato.
***
La festa era una noia mortale.
Dopo la conversazione con suo padre, Draco l’aveva visto
allontanarsi al seguito dell’Oscuro Signore. Ecco l’unica persona a cui dava
ascolto, a parte Narcissa, ovviamente.
Se fino a qualche minuto prima era deciso ad andare a
cantargliene quattro non appena fosse tornato, nel vedere l’espressione seria
del padre al suo ritorno nella sala, capì che forse era meglio rimandare. Evidentemente
Lucius non era affatto soddisfatto della conversazione con il suo capo.
Vuotò l’ennesimo calice di Idromele Aromatico e si avviò
barcollando verso le sue stanze.
***
Narcissa aveva raggiunto Severus che come al solito
osservava con palese disinteresse e indifferenza lo svolgersi della festa,
considerando il fatto di essere venuto largamente sufficiente a ripagare la
cortesia dei padroni di casa che l’avevano invitato.
“Che posso fare per te, Narcissa?” chiese pacato.
“Ho una proposta da farti.” Replicò lei misteriosa.
“E sarebbe?”
La donna illustrò con poche efficaci parole quello che
voleva da lui.
Severus ascoltò composto la proposta di Narcissa, poi
tacque per alcuni istanti.
“Sarei molto felice di aiutarti,” disse infine, gli occhi
che vagavano sulle persone che occupavano la stanza. “La questione è,”
continuò, “Che il cuore mi impedisce di acconsentire a qualcosa che solitamente
sarei disposto a fare per un’amica.”
Le parole di Severus lasciarono Narcissa non poco
perplessa. Seguì il suo sguardo, perso nella sala, e si accorse del modo in cui
stava guardando il loro padrone, il Signore Oscuro.
“Non gli togli gli occhi di dosso un istante, eh?” gli
chiese.
“Cosa?” mormorò il mago, uscendo dalle sue fantasticherie
e riportando la sua attenzione sulla padrona di casa.
“Non sapevo di questo tuo particolare interesse
per Lui.”
“Sono cose private. Preferirei che non ne parlassi in
giro.”
Narcissa rifletté velocemente. Il rifiuto di Severus cambiava
radicalmente le cose. Però forse poteva risparmiare a Lucius l’ingrato compito
che Voldemort si aspettava da lui.
“Non ti preoccupare non ne farò parola a nessuno. Però
forse c’è una cosa che dovresti sapere riguardo all’Oscuro Signore.”
Gli fece cenno di avvicinarsi e gli mormorò poche parole
all’orecchio.
Le labbra di Severus si dischiusero in uno dei suoi rari
sorrisi.
***
Chi
diavolo si era divertito a spostare la sua stanza?
Erano
ormai dieci minuti che Draco fissava il muro vuoto dove, secondo i suoi
calcoli, avrebbe dovuto trovarsi la porta della sua stanza.
“Ma-
maledetti elfi,” bofonchiò fra sé facendo dietro front, continuando ad
ondeggiare pericolosamente per via della massiccia quantità di alcool che aveva
mandato giù quella sera.
Perse
l’equilibrio, e attese impotente l’impatto col suolo, che però non avvenne.
Due
braccia lo afferrarono da dietro, impedendogli la caduta, rimettendolo in
piedi.
“Fossi
in lei, io starei attento a dove mette i piedi, signor Malfoy. Non ci sarà
sempre qualcuno a prenderla al volo. Potrebbe rischiare di rompersi il suo bel
nobile nasino.”
Draco si
voltò lentamente, per vedere chi l’aveva preso al volo e chi aveva pronunciato
quelle parole tanto offensive.
Appena
gli riuscì a mettere a fuoco il volto della persona dietro di lui, sgranò gli
occhi e spalancò la bocca.
“TU?!?”