E SE...

di sososofia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Niall Horan ***
Capitolo 3: *** Liam Payne ***
Capitolo 4: *** Harry Styles ***
Capitolo 5: *** Louis Tomlinson - Zayn Malik ***
Capitolo 6: *** Stanza 4 ***
Capitolo 7: *** Figurati, sto bene! ***
Capitolo 8: *** Chantal ***
Capitolo 9: *** Bagnoschiuma di ortiche e capperi. ***
Capitolo 10: *** Addio, Chantal... ***
Capitolo 11: *** Febbre ***
Capitolo 12: *** Goodbye X-Factor... o no? ***
Capitolo 13: *** Casa Styles ***
Capitolo 14: *** Truth ***
Capitolo 15: *** Torn ***
Capitolo 16: *** Chance ***
Capitolo 17: *** 2° video tour diary ***
Capitolo 18: *** Ryan ***
Capitolo 19: *** Happy Birthday ***
Capitolo 20: *** Italy ***
Capitolo 21: *** Coma ***
Capitolo 22: *** Normal Administration ***
Capitolo 23: *** Ghana ***
Capitolo 24: *** Teachers ***
Capitolo 25: *** Promise ***
Capitolo 26: *** Perfect Day ***
Capitolo 27: *** Merry Christmas ***
Capitolo 28: *** You're not alone ***
Capitolo 29: *** Welcome ***
Capitolo 30: *** The End...? ***
Capitolo 31: *** GRAZIEEE!! ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Bene… questa è la mia storia. 
Il mio nome è Jade Winston.
Ho sedici anni e sono italiana, ma mi sono trasferita fuori Londra quando avevo tredici anni. 
Non sono un tipo particolarmente loquace ma in compenso amo cantare. 
Sono brava a cantare, non cerco di essere vanitosa, ma so riconoscere che sono abbastanza brava. 
Ho partecipato a molti concorsi e sono stata ribattezzata con molti soprannomi: “la reincarnazione di Whitney Houston” o " la sorella di Celine Dion" e " la ragazza che ha dato lezioni di canto a Alicia Keys". 
Commenti e nomignoli che ovviamente fanno molto piacere. 
Il mio paese era molto fiero di me ed io ero molto contenta, soprattutto quando i ragazzi o le ragazzine per strada mi dicevano che da grandi sarebbero voluti essere come me ed io ogni volta rispondevo con un sincero " grazie" sorridendo a 360°. 
Mia mamma mi aveva pure iscritto, a mia insaputa, al talent show più famoso... X-Factor. 
Forse invece che tenerle il broncio per due settimane, avrei dovuto ringraziarla. 
Ma, voglio raccontare da quando tutto è cominciato...

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Capitolo 2
*** Niall Horan ***


Mamma:- Ed ecco a voi la grande Jade Winston... accogliamola con un grande applauso... WOOHOO...
Io:- Mamma, esci di camera...
Mamma:- Esci? Hai la minima idea di che ore sono?
Io:- L'ora che tu mi lasci dormire... per favore.
Mamma:- La mia bambina non si ricorda neanche il giorno più importante della sua vita... sei sicura di essere mia figlia?
Io:- Se non lo sai te...
Ecco come comincia la mia giornata quotidiana... mamma ogni mattina è stranamente di buon umore, mentre io non ho mai molta voglia di parlare, come del resto in tutto il giorno. Babbo, lui invece è quasi peggio di me, per riuscire a cavargli di bocca una parola deve prima cadere il Big Ben... e non è ancora crollato. 
Mamma:- Dai tesoro alzati che dobbiamo partire prima del previsto... giusto per essere certi di arrivare in tempo!
Io:- Mmmh...
Mi trascinai stancamente fino al bagno e, dopo una doccia veloce, mi misi una T-shirt larga e un paio di jeans vecchi e strappati con le mie polacchine color cappuccino.
Lasciai i capelli sciolti ma portai dietro un laccio per legarli. 
In salotto trovai mia sorella che sedeva rigida e composta come un manico di legno studiando, e facendo scorrere velocemente gli occhi sul foglio, tanto veloce che credevo che le sarebbero usciti gli occhi dalle orbite.
Io:- Sorella...
Alessia, 21 anni, studia all'università, le sue capacità sono quelle di far spuntare una malsana voglia di suicidarsi a chiunque le stia attorno.
Ale:- Bah, m'bocca al lupo! ( tradotto: ciao sorellina, ti auguro buona fortuna)
Scossi la testa e sorrisi. Bacio a babbo e poi di corsa in macchina con mamma.
Rimasi seduta, in silenzio, per venti minuti, guardando le case filare veloci sotto al mio occhio.
Io:- Mamma... e se non mi prendono?
Mamma:- Jade Colette Winston, tu sei nata per cantare, così come tua sorella è nata per diventare un medico, così come io e tuo padre siamo nati per far nascere voi... ognuno in questo mondo ha un ruolo ben preciso... tu sei nata con una voce stupenda e non te ne sei vantata, né hai mai mostrato la tua bravura nel canto a discapito di altri... e se non ti prenderanno non sanno che si perdono...
Era incredibile come avesse messo a tacere tutti i miei dubbi. Forse, cominciavo a capire che genere di amore provano le mamme per le loro figlie/i ... ora non dovevo fare altro che riuscire a capire che cosa prova una figlia per la propria mamma. In famiglia sono stata soprannominata " L'insensibile", dalla mia sorellina adorata e " Ice Woman" da mia cugina. Io non sono né insensibile ne una donna di ghiaccio, solo che non capisco l'utilità dei sentimenti e fatico a capirli. 
Mamma mi sorrise, facendomi capire che avrebbe passato volentieri anche entrambe le ore che mi separavano dal provino, a rispondere alle mie domande... ma non ne feci neanche una.
Passai le due ore a pensare che cosa sarebbe cambiato e, quando mamma frenò davanti all'entrata, curvai le labbra. 
La regola era questa: io potevo darle un bacio, ma lei non poteva toccare me. 
Quel giorno però avevo bisogno un piccolo contatto fisico quindi mi lasciai baciare.
Mi promise che avrebbe tenuto il cellulare acceso e che sarebbe stata dietro alle quinte nel caso avessi avuto bisogno di lei. 
Detti svogliatamente i miei documenti alla donna, che mi consegnò la targhetta con il mio numero per l'audizione. Sorridendo mi indicò una fila lunghissima. 
Camminai posizionandomi all'ultimo posto della fila, sporgendomi in avanti guardando la porta d'entrata che era piccolissima. Sbuffai impaziente facendo saettare nervosamente i miei capelli. 
Un ragazzo davanti a me sollevò la testa dal suo cellulare, che guardava intensamente, e si guardò prima e destra, poi a sinistra e infine si girò guardandomi e sorridendomi. Rimasi per un secondo spiazzata ma poi sorrisi anche io. Quel ragazzo era di una bellezza inaudita: capelli biondi, occhi azzurri, sorriso meraviglioso, anche se i suoi denti erano leggermente storti. Era poco più alto di me e questo lo rendeva adorabile e un bambino bellissimo. 
X:- Ciao... sei un po’ impaziente?
Annuì.
X:- Io sono Niall... Niall Horan.
Mi tese la mano che strinsi con una lieve titubanza.
Niall:- Fammi indovinare: sei un tipo taciturno... quando ti sei iscritta?
Scossi il capo.
Niall:- Ah, non ti sei iscritta tu eh? Io sono venuta ad iscrivermi con mia mamma!
Scossi le spalle.
Niall:- Altro che taciturna... come fanno le tua amiche a parlare con te? Sai una cosa? Scommetto anche che non vuoi dirmi come ti chiami, non è vero?
Io:-...
Niall:- Non fa niente... dobbiamo aspettare qui per almeno altre due ore... quindi, se tu volessi parlarmi...
Sorrise nuovamente prima di rigirarsi e di riprendere a nazzicare con il telefono.
Io:- Jade...
Non so chi mi spinse a parlare, ma quel ragazzo mi ispirava fiducia. Lo vidi sorridere per poi voltarsi nuovamente verso di me.
Niall:- Bene Jade... che ne dici se parliamo un po’?
Feci un profondo respiro per non svenire.
Io:- Ok...
Più che parlare con Niall preferivo ascoltarlo. Era meraviglioso sapere tutto quello che gli era successo, e la sua voce era melodiosa. Non mi accorsi neanche del fatto che la donna per le audizioni ci aveva già chiamato almeno tre volte. 
Anna:- Niall Horan e Jade Winston... Niall Horan e Jade Winston... dove sono Niall e Jade?
Niall:- Qui... siamo qui!
Mi aprì con fare galante la porta e se la chiuse dietro una volta che fu entrato.
Ci sorridemmo.
Da quel momento saremmo diventati rivali.

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Capitolo 3
*** Liam Payne ***


Mi persi. Non posso fare a meno di affermarlo. Quel posto era immerso. 
Mi venne alla mente il giorno in cui eravamo tutti al mercatino di Natale e fermandomi troppo a guardare una palla di Natale persi la mia famiglia. 
Presi a piangere senza ritegno finché Ale non mi ritrovò. Come siamo sciocchi da piccoli. 
Ci sono certe volte in cui rimpiango, però, quando ero piccola, perché ero capace almeno di provare sentimenti. 
Fu tutta colpa sua. 
Colpa di quel ragazzo molto bello che alle medie mi fece capire di essere interessato a me. 
Mi correggo: mi fece credere. 
Infatti… dopo aver instaurato un rapporto (immaginatevi che tipo di rapporto si può avere in seconda media) era molto gentile ma, con il tempo, si rivelò un vero bastardo. 
Mi trattava male, non accettava che avessi amiche, mi ridicolizzava in pubblico e mi usava. 
Ma a me lui piaceva e non avevo il coraggio di lasciarlo… almeno fin quando non fu inevitabile. 
Ricordo ancora il colpo, mentre il naso scricchiolava sanguinando. 
Fu da quel momento che decisi che i sentimenti per me erano off limits. 
Questi erano i miei pensieri mentre cercavo di orientarmi in quel groviglio di stanze e corridoi, finché... 
Niall:- Jade, ehi Jade... 
Mi voltai verso il ragazzo, incurvando le labbra di un millimetro. Forse era appena arrivata la mia salvezza. 
Niall:- Ti sei persa? 
Annuì.
Niall:- Dobbiamo solo aspettare lì dietro vedi? Ci chiameranno e noi faremo il provino. Tu che canti Jade? 
Io:- I will always love you... 
Niall:- Molto pericoloso! E' una canzone molto difficile! Per quale motivo l'hai scelta? 
Io:- E' la canzone preferita di mia mamma. 
Niall:- Ah... 
Cadde il silenzio tra noi due. Probabilmente il ragazzo voleva che gli chiedessi che canzone portava lui. Lo feci giusto perché il ragazzo cominciava a starmi simpatico. 
Io:- Che canzoni porti? Niall:- Oh... emh... I ‘m yours! 
Si vedeva che moriva dalla voglia di dirlo. Il sorriso che aveva stampato in faccia talmente largo e bello che quello di Michelle Hunziker veniva oscurato. 
Cadde di nuovo il silenzio.
Davanti a noi non c'era nessuno, solo un ragazzo dai capelli castani. 
A quanto pare Niall lo conosceva perché lo chiamò a squarciagola. 
Niall:- Liam, ehi Liam! 
Il ragazzo si girò sorridendo gentilmente a Niall. 
Era meraviglioso: capelli castani, occhi color marrone chiaro e un viso dolcissimo da far invidia agli angeli. 
Il "cucciolo" si avvicinò a noi stringendo Niall in una morsa. Niall:- Liam, lei è Jade! 
Sorrisi e il ragazzo ricambiò. 
Niall:- Hai incontrato una tua degna rivale Liam, anche lei come te e Zayn, deve proprio storiare per tirare fuori qualche parola! 
Liam:- Al contrario di te Niall, ci sono persone che preferiscono un po’ di silenzio... 
Il biondo sbuffò incrociando le braccia, in una perfetta imitazione di un bambino capriccioso. 
Liam:- Sai Niall che tra poco è il turno di Harry? 
Niall:- Oh... e, dov'è? 
Liam:- Questo è il punto: non lo trovo. 
Niall:- Che ne dici, andiamo a cercarlo? 
Liam:- Mi dareste una mano a cercarlo? Oddio, grazie... Rispose davvero in modo sincero, con un sorriso così smagliante che mi ricordò lui e dovetti distogliere lo sguardo. Niall:- Forse se ci dividiamo... 
Liam:- Ok... 
Io:- Emh eemh? 
Si voltarono e io alzai le mani in una simulazione di " Harry chi è"? 
Liam:- Oh, Harry è un ragazzo riccio, con occhi verdi... 
Annuì e sparì dietro ad un capannello di persone. 
Vagai per circa dieci minuti, ma nessun avvistamento di ricciolini dagli occhi verdi. 
Vagai a tentoni, finché... un tonfo per terra. Alzai gli occhi, pronto a picchiare chiunque mi fosse venute addosso. Ma faticai un po’ a scorgere gli occhi sotto quella matassa di capelli. 
Quando finalmente alzò lo sguardo vidi i suoi occhi, di un meraviglioso verde. 
Sentì un improvviso calore allo stomaco, che probabilmente mi si trasmise sulle guance. 
Per la prima volta, dopo quasi quattro anni, tornavo a provare qualcosa. 

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Capitolo 4
*** Harry Styles ***


 
Il riccio mi fissava intensamente, con la testa inclinata da un lato e gli occhi socchiusi. Feci uno sforzo immane.
Io:- Harry?
Il ragazzo annuì lentamente.
Io:- Provino...
Harry:- Ma certo il provino! Stavo parlando con... il provino!
Si alzò spolverandosi la maglia e mi tese una mano sorridente. 
La afferrai constatando che la sua era calda e morbidissima mentre la mia ghiacciata. 
Poi prese a correre, trascinandomi con lui, schivando persone e urlando scuse. 
Trovammo poco più in là Niall e Liam, che cercavano Harry anche sotto le tribune delle quinte.
Harry si accasciò sulle tribune, premendosi una mano sul fianco.
Harry:- Ce l'ho... fatta... solo grazie a... emh, aspetta, qual è il tuo nome?
Io:- Jade...
Basta... troppe parole. Il mio limite era stato raggiunto. Dovevo conservare le forze per cantare.
Forse il ragazzo stava per farmi un’altra domanda ma venne fermato da una donna che, con mi fortuna, lo chiamò per salire sul palco. 
Potevamo vedere il suo provino attraverso uno schermo posizionato dietro alle quinte.
Il riccio cantava Isn’t She Lovely e devo dire che non se la cavava male. 
Ok… ok, lo ammetto: era proprio bravo. 
Non mi stupì affatto se passò con tutti i voti positivi.   
Tornò bello sorridente dietro alle quinte, accompagnato da una donna bellissima, sicuramente la mamma. 
Le disse qualcosa e si staccò da lei, venendo incontro a noi.
Harry:- Ce l’ho fatta!
Liam:- Si Harry, lo sappiamo!
Harry:- Ma… come?
Niall:- Laggiù c’è lo schermo!
Il ragazzo si voltò.
Harry:- Oh, sì, non lo avevo visto!
Poi abbracciò Liam, una bella pacca sulla spalla a Niall e abbracciò pure me.
Non so perché mi trattenni dal picchiarlo: se lo avesse fatto mamma, babbo o Alessia, sicuramente si sarebbero ritrovati per terra, naso sanguinante. 
Eppure, se lo avessero fatto Liam e Niall, oltre ad Harry, sono sicura che li avrei stretti forte forte proprio come sto facendo con il riccio. 
Quindi il quesito è: che mi sta succedendo?
 
-___-___-___-
 
Il riccio e la donna sparirono oltre una porta dalla quale poi, la signora ne uscì due minuti dopo. 
Liam entrò quasi tre persone dopo Harry. 
Non sapevo che quel cucciolo fosse già stato lì ma poi rimandato a casa. 
Come potevano fare un torto simile ad un ragazzo in quel modo? 
Ma Liam con la sua esibizione di Cry Me A River passò tranquillamente. 
Anche lui, dopo averci salutato calorosamente, scomparve dietro a quella porta. 
Il turno di Niall si avvicinò in un lampo e quando entrò sentì una sensazione strana stazionarsi nel petto: mi opprimeva e non mi lasciava andare. 
Il suo provino fu molto buono, ma secondo me aveva portato la canzone sbagliata: riuscì a passare solo grazie al voto positivo di Katy.  
Tornò verso di me con le guance chiazzate di rosso e mi dette una pacca sulla spalla. 
Scomparve anche lui lì dietro. 
Avrei cominciato a recitare Seneca solo per sapere che cosa succedeva lì dietro.
X:- Jade Winston... si deve preparare!
Avanzai verso la donna che senza poche cerimonie mi alzo la maglietta fin sotto al seno, per applicarmi un microfono. Neanche per sogno: quella non poteva sperare di toccarmi. 
Le strappai il microfono di mano e me lo applicai da sola. Dopo cinque minuti mi spinse sul palco, dove fui investita da un'ondata di luce e dal frastuono degli applausi. 
Vidi il sorriso sincero di Simon.
Simon:- Molto bene: tu sei Jade Winston non è così?
Annuì.
Simon:- Hai sedici anni...
Annuì.
Simon:- E sei inglese...
Questa volta scossi il capo.
Simon:- No? E di dove sei?
Io:- Italia...
Simon:- Italia... sai, io ci sono stato, è molto bella.
Mi fece nuovamente un sorriso, come per cercare di incoraggiarmi ma il sorriso non fu ricambiato.
Simon:- Bene... che cosa canti?
Io:- I Will Always Love You...
Simon:- Puoi andare.
Presi un bel respiro e buttai fuori tutta la voce. 
Vidi distrattamente i giudici annuire soddisfatti. 
Pronunciai le ultime parole seguita da un applauso. 
Simon:- Ottimo, la tua voce è davvero meravigliosa è un sì da parte di tutti...
Sorrisi e tornai dietro alle quinte strappandomi il microfono dai jeans e andando verso la porta che la donna mi indicava. Finalmente. 
Quando aprì la porta fui sopraffatta da tre persone: una riccia, una castana e una bionda. 
Mi abbracciarono tutti e tre stretti e per un momento mi parve di stare al caldo, come se qualcuno mi avesse immerso in una vasca da bagno. 
Forse, avrei potuto sforzarmi per loro: forse, avrei potuto tirare fuori, qualche altra parolina. 
                                                      

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Capitolo 5
*** Louis Tomlinson - Zayn Malik ***


Harry:- Brava... bravissima!
Niall:- Mi sono quasi messo a piangere!
Liam:- Io ho pianto veramente!
Constatai che il ragazzo aveva davvero pianto, potevo vedere le ciglia grondanti di goccioline trasparenti. 
Risi di gusto. 
Dovevano essere tre anni che non ridevo così, che non ridevo proprio. 
I ragazzi si unirono a me. 
Poi udì qualcuno che urlava il nome del riccio. 
Era un ragazzo dall'aria allegra e simpatica, con un taglio a scodella e due occhi blu, come il cielo. 
Diciamo che era un po’ troppo allegro. 
Harry spalancò le braccia e il ragazzo gli si fiondò letteralmente addosso e per poco non crollarono per terra. Niall si sporse in avanti e li spinse con un indice: loro caddero per terra, in un groviglio di braccia e gambe.
Sentivo qualcosa premermi in gola, così aprì la bocca e sentì una simulazione di risata che alla fine si riformulò, diventando una buona risata. 
A quanto pare, le risa furono così contagiose che più di cento persone si misero a ridere con me, e continuammo finché la porta non si aprì, rivelando mia mamma, leggermente affannata e con gli occhi lucidi dall'emozione, che si colmarono di lacrime, quando mi vide ridere di gusto.
Mamma:- Ma tu... stai ridendo... ridi! Non ridevi da quando lui...
Io:- Mamma... ti supplico... non ne voglio parlare...
Mamma:- Va bene... tesoro sei stata bravissima!
Non capivo per quale motivo si fossero zittiti tutti. 
Avanti, avete urlato fino ad ora, perché non continuate?
Mamma:- Brava tesoro...
Non so perché non ragionai, quel giorno la mia intelligenza era partita per Manchester, feci tre passi avanti e la abbracciai delicatamente. 
Pensavo che tutto andasse per il meglio, almeno fino a quando non la sentì singhiozzare sulla mia spalla.
Io:- ??
Mamma:- Non mi abbracci da tre anni tesoro e da quattro non parli quasi più, tesoro mio, chi è quell'angelo che ti ha fatto cambiare idea?
Guardai Niall, Liam e Harry e, in parte, Louis. 
Mamma li abbracciò tutti e quattro in una volta.
Mamma:- Grazie infinite ragazzi: qualunque cosa abbiate fatto, non sorrideva più da tre anni, da quando...
Le tappai in tempo la bocca e la buttai fuori, chiudendole la parta alle spalle.
La maggior parte della gente, aveva cominciato a chiacchierare, i quattro, invece, mi fissavano con uno sguardo interrogativo.
Niall:- Chi è lui?
Io:- …
Niall:- Un amore non corrisposto? Un ragazzo che ti ha tradito? Il ragazzo con il quale sei fidanzata? Eh? Me lo dici? Eh? Eh? Eh?
Sottolineò ogni eh, con un dito nel mio fianco.
Niall:- Dai, me lo dici?
Lo fulminai e lui ritirò il dito mettendosi le mani in tasca, con lo sguardo basso.
I ragazzi risero piano, fino a quando non si avvicinò a noi una ragazza, sulla ventina sicuramente, bella, alta e mora.
Louis:- Ciao Rebecca!
Reb:- Ehi, ciao ragazzi! Ma tu devi essere Jade… siamo rimasti tutti sbalorditi dal tuo provino, congratulazioni, sei davvero brava! 
Ehi, Louis, non è che verresti con me a far ridere Zayn? Era meno triste quando gli è morto il gatto! 
Sai Jade, Zayn ha alzato gli occhi dal pavimento quando ti ha sentito cantare, gli sei proprio piaciuta!
Tutte quelle parole mi dettero il capogiro. 
Parlava talmente veloce che capì giusto la metà di quello che aveva detto. 
Sorrisi, giusto per vedere l’effetto che sortiva. 
Ciò che però mi dette fastidio è che invece di trascinare Louis, trascinò me all’altro capo della stanza; mi stava toccando da più di dieci secondi e, soprattutto, la conoscevo a mala pena.
Superammo l’ultimo capannello di persone e scorsi, seduto su un divano, un ragazzo moro, occhi color cioccolato, con un viso sconsolo e abbattuto. 
Rebecca si fermò, con le gambe che sfioravano le ginocchia del ragazzo e, chinandosi, lo baciò. 
Poi si ritrasse e ci presentò.
Reb:- Ehi, Zay, lei è Jade, la ragazza del provino, vi lascio soli, così potete parlare!
Io:- Non… io…
Reb:- Su, su… niente storie, voglio vedere il mio ragazzo sorridere…
Mi piegò a forza le ginocchia, affinché io mi sedessi sul divano. Poi fece un sorriso smagliante e, mulinando i capelli, sparì tra la folla. 
Rimasi per un secondo sbalordita, prima di vedere con la coda dell’occhio che il ragazzo, Zay mi pare, mi stava fissando. 
Mi voltai verso di lui, con aria scettica, ma il ragazzo non distolse lo sguardo. 
Mi sorrise e io gli feci una smorfia.
Zayn:- Mi spiace per Rebecca, qualche volta esagera ed è troppo esuberante! 
Stiamo insieme da oggi pomeriggio e crede di sapere tutto di me, ma infondo è una brava ragazza.
Questa volta sorrisi più ampiamente, un sorriso falso ovvio, è da troppo tempo che non ho un motivo per cui sorridere.
Zayn:- Comunque mi chiamo Zayn!
Ah, ecco come si chiama: Zay è un nome orripilante.
Zayn:- Posso chiederti come ti chiami? Cioè, qual è il tuo cognome…
Io:- Winston…
Zayn:- Winston, Jade Winston… bene, piacere Jade.
Mi tese la mano. 
Assottigliai le labbra, dubbiosa, ma poi l’afferrai, con poca convinzione. 
Lo vidi sorridere.
Reb:- Aha! Lo sapevo che quella ragazza non poteva che farti bene! Come va Zay?
Anche lui storse la bocca, come se il nome scelto da lei non fosse di suo gradimento, ma sorrise alzandosi e prendendo la ragazza per mano, scomparendo.

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Capitolo 6
*** Stanza 4 ***


Rimasi seduta su quel divano per altre due ore, entrarono dentro altri dieci ragazzi e sette ragazze. 
Poi, finalmente, entrò un ragazzo, con la maglia dello staff e un auricolare all’orecchio. 
Il suo nome era Jimmy.
Jimmy:- Ragazzi… e ragazze, innanzitutto congratulazioni per i vostri provini, sono stati spettacolari e …
Fu interrotto da un applauso partito da un gruppetto poco distante da me.
Jimmy:- E volevo dirvi che alloggerete tutti in gruppo, senza discussioni…
Mi si strinse lo stomaco. 
Stare a contatto con sconosciuti… per quasi sei mesi… in una stanza simile ad uno sgabuzzino… magari con maschi pervertiti… non che non mi sappia difendere visto che mi sono iscritta a tutte le scuole di lotta e difesa esistenti ma… uffa.
Jimmy:- L’ordine delle stanze sono i seguenti: stanza 1 Karen Bishop, Jack Wellington e Shena Sisley. 
Stanza 2: Marta Scrubbs, Rebecca Ferguson e Chanel Michael. Stanza 3: Zayn Malik, Harry Styles e Louis Tomlinson.
Man mano che lui chiamava i ragazzi si avvicinavano per avere una chiave e poi se ne andavano a sistemare le loro cose.
Jimmy:- Stanza 4: Niall Horan, Liam Payne e Georgia Stewart… no scusate ho sbagliato… Jade Winston!
Sospirai, mentre mi avvicinavo al ragazzo che mi porse la chiave: forse non avrei dormito proprio con sconosciuti! 
Ma ciò che contava di più era che non avrei dormito con maschi pervertiti.
Rimasi di proposito più indietro rispetto a Niall e Liam, chiedendomi se quello fosse davvero ciò che volevo. No, io non volevo questo, tutto quello che volevo era tornarmene nel mio letto, al caldo, magari con il computer a vedere qualche film di paura che non fanno spavento, o a vedere un polpettone rosa che non fa assolutamente piangere. 
Avrei voluto avere tra le mani una bella tazza di cioccolata calda e un paio di biscotti.
Vidi qualcuno che mi sventolava davanti agli occhi una tazzina di cioccolata. 
Mi voltai trovandomi a circa dieci centimetri dalla faccia di Harry Styles: mi allontanai afferrando il bicchiere e ringraziando con un sorriso.
Harry:- Sei triste…
Non era una domanda, ma un’affermazione. 
Harry:- Quando sono triste bevo sempre una buona tazza di cioccolata: sai è un buon rimedio…
Non dissi niente e ne bevvi un sorso: mi scaldò tutta e nonostante fosse bollente la bevvi tutta in un sorso. 
Harry invece strillava come una ragazzina per il calore e la lingua scottata.
Finita la cioccolata rimasi a fissare Harry, a braccia conserte, con le labbra rosse e i ricci sempre in disordine, che tentava di bere quell'intruglio bollente.
Harry:- In che stanza sei?- Mi chiese dopo aver bevuto un sorso della sua cioccolata.- Io sono nella 3!
Gli porsi la chiave, dove era stato scritto un "4" con un pennarello indelebile.
Harry:- Allora siamo vicini di stanza...
Non mi mossi neanche. 
Lui mi squadrò prima di prendere un altro sorso, facendo una nuova smorfia per la lingua scottata.
Harry:- Sai, non riesco a capire per quale motivo tu non parli. Se ti è successo qualcosa di brutto puoi dirmelo, potrei darti qualche consiglio: magai non sono il massimo come consigliere ma potrei darti una mano. 
Altrimenti potrei parlare con tua madre lei me lo direbbe...
Ok... stai calma, mollare un ceffone in pieno corridoio ad un tuo rivale non è molto sportivo non credi?
Io:- Non sai nulla di me, - Sibilai - quindi non intrometterti...
Harry:- Ok... scusa...
Sembrava dispiaciuto. 
Mi passai una mano sulla faccia dalla stanchezza. 
Avevo bisogno di dormire almeno dodici ore di fila. 
Quando anche lui ebbe finito, vale a dire un'era giurassica dopo, gli presi il bicchierino dalle mani e li buttai. 
Lui mi sorrise e mi diede un bacio su una guancia, scomparendo poi nella stanza accanto alla mia. 
Presi i miei due borsoni ed entrai nella stanza. 
Dei ragazzi nessuna traccia. 
Mi appoggiai alla porta e mi toccai la guancia. 
Arrossì lievemente e sorrisi. 
Forse, il primo vero sorriso dopo troppo tempo.

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Capitolo 7
*** Figurati, sto bene! ***


Mi svegliai all'improvviso sentendo dei rumori alla porta. 
Vidi l'ora segnata dalla sveglia sul tavolino e realizzai che qualcuno stava entrando nella stanza alle 3.45. 
Erano in tre e cercavano di fare meno rumore possibile. Scivolai nell'ombra fino ad arrivare alle spalle di uno di essi. Interposi la mia gamba fra le sue, facendogli perdere l'equilibrio e lo scaraventai a terra; gli sfuggì un rantolo strozzato.
Io:- Niall?
Niall:- Jade!
Qualcuno accese la luce. 
La scena poteva apparire divertente: Niall era sdraiato per terra con le mani alzate in segno di resa, Io invece lo stavo puntellando a terra con il gomito e mi tenevo su con un ginocchio puntato nel petto. 
Vidi Liam e Zayn osservarci dubbiosi, scioccati e anche proccupati. 
La porta poi si aprì ed entrarono Harry e Louis, leggermente addormentati.
Mi alzai lasciando Niall per terra e mi ridistesi sul divano tirandomi le coperte sulla testa. 
Niall:- Oh, figurati, sto bene!
Io:- Mi fa piacere...
Liam:- Ma che hai fatto?
Io:- Autodifesa? Sono le 3.45 del mattino! Buonanotte...
Zayn:- Autodifesa per che cosa?
Io:- 'Notte... 
I ragazzi continuarono a borbottare per altri cinque minuti, probabilmente discutendo sulla mia sanità mentale, poi si augurarono la buonanotte. 
Vidi Niall e Liam sparire nell'altra stanza dalla quale riemersero poco dopo, in pigiama.
Liam:- Di là ci sono solo due letti, vuoi che io dorma sul divano?
Scossi la testa.
Liam:- Vuoi dormirci tu?
Acconsentì.
Liam:- Sicura? Se vuoi facciamo a turno!
Scossi nuovamente la testa.
Liam:- Ok, buonanotte.
Sorrisi.
Anche Niall sorrise e si avviò verso la "camera".
Io:- Scusa...
Lo dissi talmente piano che non mi sentì neanche io. 
Ma lui mi sentì eccome. 
Si voltò e mi regalò uno dei suoi splendidi sorrisi, uno di quelli che farebbero sciogliere il cuore anche alla regina di Narnia.
Niall:- Che giornata eh?
Stava tentando di ripiegare sulla conversazione. 
Lo lasciai fare, annuendo.
Lui si sedette accanto a me, ed entrambi rimanemmo a fissare il televisore, come ipnotizzati. 
Niall:- Come ti sembra la casa? Intendo la stanza...
Alzai le spalle e gli indicai i due letti, il divano e il televisore minuscolo.
Niall:- Intendi dire che potrebbe andare meglio?
Annuì. 
Lui mi guardò fisso e io lo lasciai fare. 
Prese un respiro profondo.
Niall:- Come ti senti?
Lo guardai alzando il sopracciglio. 
Lui mi sorrise incoraggiante. 
Non mi era mai capitato di conoscere cinque ragazzi così belli. Nemmeno “lui” eguagliava la loro bellezza. 
Soprattutto perché loro erano belli dentro, erano "innocenti", per così dire. 
Tutti e cinque simili, eppure così diversi. 
Mi soffermai troppo su questo pensiero, non rispondendo alla domanda del ragazzo, che immediatamente me ne fece un’altra, molto più orribile: la domanda che ho sempre temuto.
Niall:- Perché non parli?
Si può sapere per quale motivo sono tutti interessati a me? 
Ma se io ho deciso di non parlare più fino alla mia morte? 
Per quale motivo tutti vogliono sapere tutto di me? 
Per quale motivo sono tutti così impiccioni?
Lui avvertì il mio disagio e si affrettò ad aggiustare il tiro. 
Niall:- Scusa, non volevo impicciarmi! Se un giorno vorrai dirmelo io ti ascolterò volentieri ok?
Annuì.
Niall:- Che ne dici ce ne andiamo a letto? Va bene che abbiamo una settimana prima di cantare nuovamente ma preferirei arrivarci fresco e riposato no?
Gli sorrisi.
Niall:- Allora buonanotte! Posso darti un bacio?
Alzai le spalle lui si avvicinò posandomi un bacio lieve sulla stessa guancia baciata da Harry. 
Gli sorrisi e lui si alzò varcando la porta della stanza. 
Davvero, stavo diventando una rammollita se mi lasciavo baciare così. 
Mia cugina pianse il giorno in cui mi abbracciò e mi diede un bacio, poiché le rifilai un pugno nello stomaco. 
Ripensandoci adesso, mi dispiace anche. 
Al buio del salotto, pensai che probabilmente non mi ci sarebbe voluto molto prima di vuotare il sacco.

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Capitolo 8
*** Chantal ***


Passai circa due giorni a scappare dai ragazzi: era diventato una specie di gara a nascondino nella quale nessuno aveva intenzione di perdere. 
Avevamo una sala di relax davvero grande, aperta dalle 8.00 a.m. alle 10.00 p.m. 
Ero sempre la prima a scendere in sala e l'ultima ad andarmene. 
La prima a scendere in mensa e l'ultima ad uscirne. 
Ero stata additata come la ragazza strana, asociale, che preferiva leggere per le seicentesima volta i libri di Harry Potter, invece che straparlare dei ragazzi o spettegolare sulla collezione Autunno- Inverno. 
Me ne stavo sempre sola, in disparte, e il fatto che alcune persone mi odiassero o che avessero paura di me per il mio ostinato silenzio, aiutava molto. 
Nella sala, mi prendevo la solita poltrona, quella vicina alla finestra, dalla quale vedevo tutto quello che succedeva fuori, mentre a mensa, sempre il solito tavolo, quello nell'angolo, dove nessuno voleva andare a causa di un antico pregiudizio.  A quanto pare in quel tavolo, si erano una volta seduti sei ragazzi e di settimana in settimana essi vennero spediti a casa. 
La cosa successe l'anno dopo, e quello dopo ancora, fino a quando quel tavolo era rimasto completamente inutilizzato. 
La gente è così sciocca che, pensare che forse quella gente non aveva solo avuto un gran talento canoro, era un grande errore. 
Fatto sta che, quando passavo per i corridoi, venivo ricoperta di occhiate paurose e timide ma anche di commenti malevoli e, spesso, insulti. 
Una ragazza in particolare ce l'aveva con me: una tizia che non stava simpatica proprio a nessuno e, se lei era lì grazie alla sua bella voce, io avevo seicento anni e venti mariti. 
Il suo nome era Chantal. 
Vi potete immaginare che ribrezzo mi dava solo sentire quel nome. 
( se tra di voi c'è una Chantal mi dispiace, ma è il primo nome che mi è venuto in mente).
Chantal:- Ecco "Miss non sono degna di voi", propongo un bell'applauso! 
Dì un po’: come hanno fatto i giudici ad ammetterti, cantavi in playback?
Risatine forzate, probabilmente dovute al fatto che era meglio non mettersi contro quella ragazza. 
State pur certi che se una cosa non va fatta, io sono sempre la prima ad infrangere quella regola. 
Vidi spuntare infondo al corridoio tutti e cinque i ragazzi, seguiti da Rebecca.
Io:- Dimmi tu Chantal: Come hanno fatto i giudici ad ammettere TE? 
Devi averli pagati fior di quattrini visto che la tua voce assomiglia al rumore prodotto da un'unghia su una lavagna!
La vidi sbiancare sotto allo spesso strato di fondotinta. 
Si voltò e se ne andò seguita dalle solite galline che tentavano di entrare tra le sue grazie. 
Alcuni sguardi verso di me erano cambiati: ora sembravano solo carichi di ammirazione. 
Percorsi il corridoio fino alla mia camera seguita dai ragazzi, neanche fossero cani. 
Mi fermai sulla porta e mi voltai a fissarli.
Louis:-Wow, sei stata fortissima!
Sorrisi... un sorriso vero.
Zayn:- E noi che pensavamo che ti saresti chiusa in un convento!
Io:- So ancora difendermi... quando voglio...
Harry:- E ci sei riuscita benissimo...
Liam:- Per favore, stai attenta, conosci Chantal e sai...
Niall:- ...Che è capace di tutto: stai pur certa che te la farà pagare...
Reb:- ... Quindi stai attenta... per favore!
Annuì sorridendo, prima di chiudermi in camera e di buttarmi sul divano, addormentandomi e dimenticandomi di cenare.
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice: 
Salve a tutti! 
Mi dispiace se è la prima volta che parlo alla fine di un capitolo, ma non ho mai avuto molta dimestichezza con le nuove tecnologie! 
Sono abbastanza soddisfatta della storia, ma non so se finirla dopo X-Factor oppure continuarla...
Ringrazio le persone che si sono sorbite questo vomito di capra (fic). 
Questo capitolo è uno dei miei preferiti. Finalmente la ragazza tira fuori le palle. (?) 
Devo dire che il carattere del personaggio (Jade) è molto diverso dal mio perchè sono un'inguaribile chiacchierona. Recensite mi raccomando.
Jade- sososofia. 

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Capitolo 9
*** Bagnoschiuma di ortiche e capperi. ***


Domenica.
Era arrivato il momento di cantare. 
Avevo deciso di portare My Heart Will Go Hone di Celin Dion. 
I ragazzi sembravano volermi dare consulenze su tutto quello che facevo e spesso risultavano seccanti.
Venni svegliata da Liam, il solito puntiglioso, che come al solito mi svegliava sempre dieci alle otto, cosicché mettendoci troppo a lavarmi, facevamo tardi a mensa. 
Non che io gli avessi chiesto di aspettarmi, ma Liam insisteva con il fatto che Chantal era capace di tutto e che quindi era meglio che venissi accompagnata. 
Volevano scortarmi da ogni parte: lui e Niall mi volevano seguire anche in bagno ma riuscì a fermarli. 
Mi infilai velocemente sotto alla doccia e mi insaponai. 
Il bagnoschiuma cominciò a bruciarmi e mi affrettai a sciacquarmi velocemente.
Uscì preoccupata dalla doccia e mi guardai allo specchio: la mia pelle era irrimediabilmente chiazzata di rosso e si stava riempendo di bollicini. 
Guardai il flacone: sulla confezione c'era scritto neutro, ma il liquido sapeva di una cosa orribile come ortica e capperi. 
Ed io sono allergica ad entrambi. 
Sorrisi, la situazione era divertente: Chantal non aveva fantasia. 
Mi misi la mia maglia dei Beatles e un paio di jeans con le Converse. 
Poi uscì dal bagno. 
Liam, vedendomi, saltò su.
Liam:- Santo cielo! Che ti è successo?
Io:- Chantal... deve aver messo nel sapone neutro quello all'ortica e capperi. 
Non sapevo neanche esistesse una cosa simile.
Niall:- Devi dirlo a Simon, lui la squalificherà!
Io:- No...
Presi la giacchina e uscì. 
Mi diressi verso la mensa, ed entrando, raccolsi una notevole quantità di sguardi.
Chantal:- Ehi, Jade hai fatto il bagno con le ortiche?
Sorrisi decidendo di stare al suo gioco. 
Io:- Oh, sì, sai qui dietro c'è un campo pieno, perché non provi anche tu a farci un tuffo?
Non era una gran battuta, ma la ragazza non è brava ad improvvisare: erano bastate delle semplici parole per metterla in difficoltà. 
Io:- Sai potrebbe servirti, magari chissà, riuscirebbero a migliorare il tuo aspetto!
Questa volta diventò rossa, quasi quanto i suoi capelli.
Chantal:- Credi di essere bella?
Io:- Affatto...
Chantal:- Beh, io perlomeno so di essere carina: insomma, i miei capelli sono perfettamente lisci, i tuoi hanno una forma che varia dal liscio al mosso. 
I miei capelli sono rossi, i tuoi di un banale marrone. 
I miei occhi sono verdi lucenti, i tuoi sono verdi ma sono spenti. 
Poi io rientro nella taglia di una ragazza, sono 1.65, tu sei 1.71. 
Io porto una trentotto, tu una quaranta. 
Insomma, diciamocela tutta: tu sei banale, scontata, io sono diversa.
Io:- Infatti, ripeto, io non mi ritengo bella! 
Ma tu sai il detto " Chi si loda si imbroda"? 
Dovresti fare attenzione a quello che dici Chantal... ti rendi conto che qui dentro non ti sopporta nessuno? 
Quelle due oche sono con te solo perché tu qui dentro sei influente...
Chantal:- Tu credi di essere simpatica? Tu sei un'asociale...
Io:- Forse se tu avessi passato quello che ho passato io saresti esattamente come me...
Era calato completamente il silenzio. 
Sentivo Liam affannato e preoccupato, Niall che cercava di cogliere ogni mio movimento, mentre il resto delle persone faceva scorrere lo sguardo da ma a lei, come ad una partita di tennis. 
Chantal:- Dillo a tutti coraggio! Di a tutti per quale motivo sei così asociale...
Cominciai a piangere, non vergognandomi assolutamente di quello che avrebbero pensato. 
Aprì la bocca per cominciare a parlare, ma vidi una figura che si parò davanti a me: Niall.
Niall:- Ora basta... sei ridicola Chantal... finitela e tu non avvicinarti a lei!
Aveva parlato con un tono troppo serio per i suoi standard. Era molto arrabbiato. 
Si poteva vedere il suo corpo tremare.
Si girò preoccupato verso di me ma era tardi: ero già uscita. Ed era anche troppo tardi tentare di fermare le lacrime: L'unica soluzione era aspettare.
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Bene... Ho aggiornato due capitoli in un giorno! Ho deciso di farlo perchè una ragazza con una recensione mi ha chiesto di farlo e io ho deciso di accontentarla...
La nostra Jade, sta cedendo, racconterà tutto ai ragazzi? Boh...
Grazie mille per le 10 recensioni.
Jade- sososofia

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Capitolo 10
*** Addio, Chantal... ***


Ero seduta sulla mia poltrona della sala relax, completamente sola. 
La sala si riempiva lentamente e alcune persone mi rivolgevano sorrisi timidi. 
In poco tempo la sala fu piena e un ragazzo, sempre dello staff, entrò con calma.
X:- Io sono Peter, dovete cambiarvi di maglietta, mettendo queste con il numero del vostro provino.
Si levò un'ondata di ovazioni e una ragazza, poco distante da me, chiese se avessimo dovuto cambiarci davanti a tutti.
Peter:- Sì... mi dispiace ma non abbiamo abbastanza camerini, né abbastanza tempo, quindi vi cambierete tutti qui... non voglio storie, siete grandi.
Nessuno aveva intenzione di muoversi: mi alzai e cominciai a camminare. 
Presi la maglia che quel ragazzo teneva in mano ma lui me la tolse. 
Me ne dette un'altra in mano con dietro una serie di numeri : 230687.
Mi tolsi la mia e me la infilai. 
Tornai poi sulla poltrona e sparì dietro al 4° libro di Harry Potter. 
Chi più, chi meno convinto, si cambiò e Chantal si fece fare una muraglia umana dalle sue amiche per potervisi nascondere dietro.
I provini erano molto veloci, quasi ogni due minuti chiamavano tre persone. 
Fui una delle ultime quando entrai nella sala relax le persone erano in un numero nettamente inferiore. 
I ragazzi c'erano e anche Rebecca. 
Fui felice di vedere che non c'era Chantal.
Di nuovo la domenica seguente, avremmo dovuto cantare, avevo già scelto di portare Baby It's You degli Smith. 
Proprio mentre stavo per entrare in camera sentì dei singhiozzi dal bagno delle donne. 
Entrai nel bagno e mi diressi verso l'ultimo cubicolo, dal quale provenivano i singhiozzi. 
Aprì la porta, trovando Chantal rannicchiata a lato del wc, con la testa tra le mani e il corpo scosso dai singhiozzi. 
Rimasi impassibile, mentre entravo stringendomi nel cubicolo, e chiusi la porta. 
Lei alzò lo sguardo, il trucco colato e mi fissò con lo stesso sguardo con cui io avevo fissato il ragazzo quattro anni fa: spaventato e perché no, anche molto rispettoso. 
Io stravedevo per quel ragazzo, che oltre ad essere bello era anche intelligente; non capivo però lo sguardo della ragazza, vi potevo vedere un briciolo di rispetto e ammirazione. Un'emozione che non mi sarei mai aspettata di vedere sul volto della ragazza. 
Chiusi il water e mi ci sedetti sopra. 
Quel posto era talmente stretto che le mie ginocchia battevano contro la porta. 
Mi lasciai, quindi, scivolare giù fino a puntellare le ginocchia poco sotto la maniglia.
Chantal non aveva interrotto il suo contatto visivo con me. 
Le tremava un labbro, chiaro segno di disperazione. 
Se potessi provare sentimenti mi dispiacerebbe per lei. 
Mi frugai un po’ nelle tasche e tirai fuori un pacchetto di fazzoletti. 
Ce ne erano solo quattro.
Chantal:- Che... c-ci fai qui? S-sei venuta a prendermi i-in giro?
Mi disse mentre, tremante, prendeva il fazzoletto che le porgevo.
Io:- Ahahah... ( risata lenta, a presa di giro) non impari mai eh Chantal? Perché dovrei ridere di te?
Chantal:- F-forse perché n-non sono stata... presa!
Io:- E come ti senti? Triste? Delusa? 
Chantal:- Arrabbiata...
Io:- Falso... se fossi veramente arrabbiata non saresti sempre qui. 
Saresti nello studio di Simon a urlare come una posseduta...
Chantal:- Come ti permetti - saltò su con gli occhi che mandavano scintille - non ti permetto di parlarmi così!
Io:- Siediti... e non fare la ragazzina...
Mi aspettavo che urlasse, che magari mi prendesse per i capelli, ma non che mi obbedisse.
Io:- Credimi, so cosa significa essere arrabbiati, sono stata arrabbiata per quasi due anni...
Regnò per un po’ il silenzio, mentre lei continuava a soffiarsi il naso e facendolo risuonare come un trombone. 
Venne poi una domanda che mi colse un po’ impreparata. 
Chantal:- Posso farti una domanda?
E da dove veniva tutto questo rispetto? 
Io:- Me ne hai già fatta una... ma puoi farmene un'altra.
Chantal:- Hai presente il giorno alla mensa? 
Io:- Quando mi hai chiesto per quale motivo sono così asociale?
Chantal:- Emh... sì... vedi tu ti sei messa a piangere e quindi...
Io:- Vuoi sapere perché ho pianto?
Chantal:- Sì!
Io:- Non posso dirtelo.
Lei abbassò lo sguardo poi si alzò e si spolverò la gonna per poi uscire. 
Rimasi lì per quasi altri dieci minuti, buttando nel cestino il pacchetto di fazzoletti vuoti che lei mi aveva consumato.
Poi uscì per tornarmene in camera e la ritrovai dietro all'angolo davanti alla stanza 18, la sua stanza. 
Mi avvicinai a lei e le sussurrai all'orecchio:- Quando ero più piccola ho subito molte delusioni e molti abbandoni quindi mi è difficile fidarmi della gente.
Lei si voltò con uno sguardo strano ma era tardi, ormai l' avevo già sorpassata. 
Mi fermai davanti alla porta della stanza e sussurrai un
:- Addio, Chantal.- 
per poi aprire la porta ed immergermi in un mondo confuso ma divertente. 
 
 
 
Angolo Autrice:
Beeeene... salve. Volevo chiedere scusa se il 31 non ho pubblicato, ma era il compleanno di mio babbo, oltre che l'ultimo dell'anno quindi dovevamo festeggiare! Ringrazio chiunque abbia letto o recensito questa fic. Grazie!!!
Per qualunque chiarimento sappiate che potete mandarmi un messaggio o una recensione!
Jade-sososofia.                        

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Capitolo 11
*** Febbre ***


Incontrai molto i ragazzi e Rebecca, vivevo con due di loro, e ci scambiai un po’ di parole. 
Tutti cercavano di farmi parlare, ma nessuno mi chiedeva il motivo di questo sciopero di parole: evidentemente Niall e Harry li avevano avvertiti. 
Probabilmente gli avevano detto che ero capace di strappargli la lingua. 
Domenica ero passata tranquillamente, e anche i ragazzi e Reb ( soprannome di Zayn ), erano passati. 
Nessuno sentiva la mancanza di Chantal e la sera in cui se ne era andata, Louis e Harry erano arrivati in sala relax, con un sacco di dolciumi, bottiglie di coca e Fanta, probabilmente rubati dalla cucina. 
Io non vi ero andata. 
Partecipare ad una festa equivaleva a gente tutta pressata, musica alta e altre cose che non mi vengono in mente. 
Simon credeva che la festa fosse per celebrare il provino appena passato. 
In verità i ragazzi non avevano neanche pensato al provino, la loro unica contentezza era quella di celebrare la partenza di quella smorfiosa. 
La ragazza era partita da una settimana ma, a quanto pare, la notizia era trapelata solo la domenica dopo la sua partenza. Inizialmente si sapeva che la ragazza era malata poi, per convenienza, avevano inventato che stava talmente male da dover tornare a casa.
Durante la settimana Niall si era ammalato e mi era toccato prendermi cura di lui, neanche fossi sua madre.
                                                         - - - - - - - - - - 
Liam:- Jade... Jade alzati!
Socchiusi gli occhi. 
Liam mi stava scuotendo per una spalla, nel tentativo di farmi alzare.
Io:- Eh?
Liam:- Niall è ammalato... ha la febbre a 38.6!
Io:- Povero... - dissi girandomi dall'altra parte - fammi sapere...
Non finì neanche la frase che mi ero riaddormentata. 
Sentivo la voce di Liam che mi incitava ad alzarmi e a vestirmi. 
Liam:- Dai, su, che Simon mi ha dato il permesso di andare in farmacia!
Mi alzai di controvoglia trascinandomi dietro il pile rosso, che usavo come coperta. 
Andai in bagno a sciacquarmi la faccia e entrai nella stanza di Liam e Niall. 
Non vi ero mai stata con il buio ma conoscevo la camera a memoria, visto che fin dal primo giorno avevo rifatto i letti ai ragazzi e sistemato la loro camera per evitare che in quello sgabuzzino nascesse un vero e proprio accampamento. 
Tastai il letto e sentì una presenza. 
Niall:- Jade?
Non avvertendo nessuna risposta capì che ero io. 
Lo spinsi un po’ più in là e mi infilai sotto le coperte accanto a lui e sentì la sua perplessità.
Niall:- Che fai?
Io:- Dormo.
Niall:- Liam? Dov'è?
Io:- In farmacia.
Niall:- Ah, ma...
Io:- Shhh, dormi...
Lo sentì girarsi confuso nel suo letto, fino a quando il suo respiro non divenne regolare e anche io fui inghiottita dal sonno.   
 - - - - - - - 
 
Non seppi se a svegliarmi furono la luce del sole che filtrava dalle tapparelle o i sussurri che provenivano dal salotto, ma qualunque cosa fosse stata, ormai mi aveva svegliato. 
Provai ad alzarmi, realizzando di essere nella camera di Niall e Liam, ma mi accorsi che non riuscivo ad alzarmi. 
Mi trovai le braccia di Niall che mi stringevano la pancia e la sua testa appoggiata sulla mia schiena. 
Russava lievemente e, ogni tanto, tirava su con il naso. 
Gli appoggiai la mano sulla fronte, constatando che era ancora bollente. 
Un movimento in fondo alla stanza mi fece voltare. 
Vidi Zayn appoggiato alla parete, vicino al letto di Liam con le braccia incrociate, mentre fissava il letto con un'espressione così dolce che spero di non dover mai vedere sul mio volto.
Zayn:- Buongiorno...
Agitai la mano.
Zayn:- Dormito bene...
Annuì, mentre cercavo di scollarmi la braccia di Niall da dosso.
Zayn:- Bisogno di aiuto?
Scossi il capo, riuscendo finalmente a liberarmi da quella morsa che mi attanagliava la pancia. 
Mi alzai stiracchiandomi e scuotendo Niall. 
Il ragazzo corrucciò la fronte.
Niall:- No, mamma altri cinque minuti!
Gli mollai una sberla in piena faccia.
Lui si sedette come una molla sul materasso, massaggiandosi la guancia, mentre Zayn ridacchiava, staccandosi dal muro e sollevando Niall praticamente di peso per portarlo in salotto.
Seduti sui divani c’erano Louis, Harry e Rebecca, che chiacchieravano. 
Anzi: i due ascoltavano, mentre la ragazza faceva un monologo e i ragazzi si scambiavano ogni tanto uno sguardo complice, nel tentativo di non ridere e di non sbadigliare.
Alla nostra entrata, i due ragazzi si alzarono per far posto a Niall in mezzo a loro e per coccolarlo; Rebecca, al contrario, decise che invece di sapere come stava il biondo era meglio mangiare la faccia di Zayn. 
Scossi lievemente la testa mentre un leggero fastidio mi attanagliava la pancia. 
Liam tornò solo dieci minuti dopo, con la faccia livida di rabbia e freddo. 
Rabbia, perché senza un documento si erano rifiutati di dargli le medicine... come se uno, poi, arrivato a casa se le mangiasse assieme alla pizza.
E freddo perché, nonostante mi fossi trasferita da quasi cinque anni in Inghilterra, non mi ero ancora abituata al suo clima rigido, così diverso da quello italiano, e il povero Liam era uscito con solo un maglioncino per la foga e la preoccupazione del piccolo irlandese. 
Zayn:- Come non ti hanno dato le medicine? E ora?
Disse preoccupato staccandosi da Rebecca e fiondandosi sul corpicino del biondo conteso da Harry e Louis, che avevano entrambi perso, quando il moro abbracciò Niall. 
Sorrisi difronte a quella scena: si vedeva che si volevano un bene dell'anima e che tutti e cinque erano veri amici... perché solo io non riuscivo a trovarli? 
Un colpo di tosse deciso mi distrasse. 
Mi si illuminò una lampadina in testa: mamma sa quanto io sia introversa e taciturna, quindi sa che andare aggiro per i negozi non mi sarebbe piaciuto, perciò mi avrà sicuramente, riempito il borsone di così tanti farmaci che potrei spacciarne un po’... 
Mi alzai soddisfatta e corsi nella camera dei ragazzi, dove avevo posto tutti i miei bagagli. 
Aprì la tasca laterale vedendo, con soddisfazione, che era piene di pasticche e sciroppi. 
Notai anche un bigliettino rosa shocking, tipico di mamma:
" Ciao, amore. 
Spero che userai queste cose solo se starai male, non vorrei che in un attacco di isteria tu ti divorassi tutte le pastiglie. Segui attentamente tutto quello che dicono i foglietti dei vari medicinali e non prenderne troppi. 
Ti amo.
Mamma."
Uff, quella donna non sa che cosa sia la discrezione.  
Feci volare i medicinali inutili da un capo all'altro della stanza fino a trovare le pasticche per la febbre. 
Ne presi una, con una bottiglia d'acqua e tornai in salotto. Sotto l'occhio vigile di Liam, scostai delicatamente Zayn dal biondo e gli ficcai in bocca la pasticca, con l'acqua.
Io:- Aiutatemi... va portato a letto...
Zayn lo prese sottobraccio e insieme lo portammo in camera. Sembrava che il biondo non avesse neanche una volontà proprio visto che non aveva neanche aperto bocca. 
Stava proprio male. 
Lo coprimmo con una coperta di pile, per farlo stare al caldo. Rimisi a posto le medicine che avevo disseminato per tutta la stanza e mi sedetti accanto a Niall, mentre ogni tanto gli mettevo un cencio bagnato sulla fronte.            
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Ok... un pò mi vergogno! Sono praticamente quattro giorni che non aggiorno! Mi spiace! Voglio dirvi che da ora non potrò più aggiornare regolarmente. Sono in terza media, siamo a metà anno, e già comincio a pensare agli esami. Ma di bello c'è che potete godervi, per ora questo bel capitolo, dove il piccolo Horan è malato. 
Spero che vi piaccia!
Oh, grazie mille per le 18 recensioni. 
Piango ogni volta che le vedo!!
Jade-sososofia.

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Capitolo 12
*** Goodbye X-Factor... o no? ***


Niall era guarito in tre giorni, ma io non avevo avuto tempo per prepararmi. 
Lo vidi da subito; appena iniziata l'audizione era andato tutto male, avevo fatto una stonatura sulla prima frase e nell'ultima avevo balbettato. 
I risultati sarebbero usciti in tre ore, le quali passarono anche troppo velocemente per i miei gusti. 
Questa volta dissero invece chi non era passato, e il mio nome era tra questi. 
Sorrisi inconsciamente: finalmente si tornava a casa. 
Non capivo però per quale motivo non avessero scelto i ragazzi: cantavano davvero bene e, sicuramente, quel rifiuto non sarebbe stato così leggero per loro, come lo era stato per me. 
Infatti vidi poco più in là, Niall seduto su una sedia della sala, con le guance rigate dalle lacrime. 
Mi dispiaceva per lui, così mi sedetti nella sedia accanto alla sua e gli circondai le spalle con un braccio, facendogli posare la sua testa sulla mia spalla, strofinandogli il braccio con la mia mano. 
Poi un ragazzo entrò, dicendo che i giudici volevano vedere me, i ragazzi e altre quattro ragazze.
Ci fece salire sul palco, mentre una strana agitazione cominciava a premermi nel petto. 
I ragazzi si raggrupparono da una parte, le ragazze da un’altra e io rimasi lì in mezzo, ne da un gruppo ne da quell’altro. 
Nicole:- Ragazzi, avete tutti delle belle voci, ma non siete pronti a continuare, non come solisti… 
perciò mi piacerebbe unirvi in un gruppo. 
Ragazze e ragazzi… 
che ne pensate?
Mi mossi automaticamente verso il gruppo femminile, ma venni fermata.
Nicole:- Aspetta Jade… noi pensavamo che forse sarebbe stato meglio se appartenessi al gruppo dei ragazzi. 
Sei una ragazza semplice e soprattutto concreta, potresti calmare gli animi dei ragazzi facendo in modo che non facciano saltare in aria tutto lo studio.
Risata degli spettatori. 
Ridono loro, eh? 
Facile per loro. 
Il mio tanto sperato rientro a casa salta, perché se non accettassi io sarei felice, i ragazzi meno, visto che con un mio rifiuto loro se ne tornerebbero nei loro paesini.
Nicole:- Posso darvi solo tre minuti!
Ci mettemmo a cerchio. 
Quando Niall e Zayn mi posarono una mano, per facilitare la chiusura del cerchio, sulla schiena le tolsi, infastidita.
Liam:- Ragazzi, non so voi, ma io voglio continuare!
Louis:- Anche io ovvio!
Harry:- Io pure!
Niall:- Contate su di me!
Zayn:- Ci sono anche io!
Si voltarono tutti verso di me. 
Mi piaceva il fatto che dipendesse tutto da me. 
Li guardai, crogiolandomi nelle loro suppliche. 
Poi annuì lentamente. 
Sciogliemmo il cerchio e mentre Liam comunicava ai giudici che per noi era ok, Niall mi sussurrò un timido “grazie” all' orecchio, facendomi pentire della mia precedente azione.
Vidi distrattamente Simon allungare una chiave verso Harry, e qualcuno che mi sospingeva fuori dal palco. 
Avevamo avuto un piccolo appartamento, con un salottino e una sola camera, con letti a castello. 
Mi buttai sul letto più isolato possibile, lontano da tutti, aspettando che qualcuno scegliesse il letto sotto al mio. 
Avevo finito con l'addormentarmi, me ne accorsi quando Lou cominciò a scuotermi, per riuscire a farmi alzare dal letto.
Louis:- Ehi, bella addormentata, buongiorno, anzi... buonasera! Sono le 19.30, è ora di cena!
Mi alzai stiracchiandomi e sbadigliando. 
Mi infilai la giacchina che avevo lanciato sul divano nel salotto.
Louis:- Ehi, i ragazzi ti hanno preso la cena! Possiamo sederci al tavolo con te?
Annuì. 
Infondo non mi dispiaceva.
Raggiungemmo la mensa e il nostro tavolo, quello isolato. 
Una volta seduti, io presi il posto più lontano, quello all'angolo, Liam ci chiese silenzio.
Liam:- Che ne dite di brindare alla nostra nuova possibilità di sfondare?
Alzarono i loro bicchieri di succo d'arancia e mi fissarono. Alzai, sbuffando, gli occhi al cielo e presi il bicchiere. 
Dopo il brindisi, Harry prese parola.
Harry:- Ragazzi, Simon ci ha detto che dobbiamo conoscerci meglio, perciò stasera i nostri genitori verranno a prenderci, e domani mattina verrete tutti da me a Holmes Chapel, nel Cheshire!
I ragazzi erano il ritratto della felicità. 
Si vedeva che non stavano più nella pelle.
Io non avevo nulla da dire, anche se non mi sarebbe dispiaciuto poter tornare a casa, anche per una sola notte.
Tornati tutti in stanza facemmo in silenzio le valigie, ognuno immerso nei propri pensieri.
Nessuno aprì bocca fino a quando non venne una ragazza, probabilmente la segretaria, a dire a Zayn di uscire, perchè la madre era arrivata. 
I ragazzi se ne andarono, uno a uno, fino a quando non rimasi sola, percorrendo con il pensiero tutta la strada fatta: ero cresciuta, molto, nonostante fossi in quel posto da poche settimane.
Inoltre mi ero affezionata, affezionata a quei ragazzi che erano riusciti a cavarmi più parole loro in due settimane, che mia mamma in quattro anni. 
Mi costrinsi a pensare a quanta strada avevo fatto anche come persona, mentre Lily, l'assistente di Simon, mi accompagnava nell'atrio, dai miei genitori. 
Vidi mamma, che si guardava distrattamente attorno, Ale, che batteva il piede, ma osservava con una certa impazienza il corridoio dove Lily era sparita da circa due minuti e babbo, che stava immobile con le mani in tasca, sbuffando ogni tanto. Avevo preso molto da lui: oltre che il mio carattere burbero, avevo preso da lui anche la sua impazienza.
Questa era la mia famiglia, magari un pò buffa, ma io l'adoravo. 
E in tutti questi anni l'avevo dimostrato nel modo peggiore possibile. 
Sbucando nell'atrio feci un sorriso enorme. Mamma mi corse in contro, a braccia aperte, ma si fermò, ricordando la nostra regola. 
Cancellai le distanze tra i nostri corpi abbracciandola, e mettendo in quella stretta cose non dette e cose mai fatte. Salutai Alessia con un fugace bacio sulla guancia ed un sorriso sincero e babbo con un abbraccio spacca-ossa, prima di porgere la chiave della stanza alla segretaria e sparire dietro alla porta a vetri.    
Il viaggio di ritorno fu più breve del previsto: forse era l'impazienza di entrare in casa, di rivedere la mia camera, accarezzare i miei cuccioli. 
Posai il borsona, una volta entrata, sul pianerottolo, mentre venivo assalita di coccole dai miei cani, i miei più grandi amici e confidatori.
Osservai il salotto alla luce fioca della lampada: tutto come lo ricordavo. 
I piani lucidati, il divano perfetto, e le foto sul ripiano del camino, perfettamente tirate a lucido.
Mi diressi a passo lento in camera. 
Accesi la luce sul comodino, osservando la camera perfettamente bianca. 
Un giorno, diciamo di quasi tre anni fa, avevo deciso che la camerina lilla non andava più perciò, raggiunto il colorificio all'angolo, avevo comprato tempera bianca e mi ero rifatta la camerina. 
Tutto senza dire niente a nessuno.
Il mio letto dal copriletto azzurro, la libreria con il mio nome intagliato nell'angolo in basso a sinistra, la mia scrivania, piene di formule matematiche, di verbi in latino e autori letterari italiani... tutto esattamente come lo ricordavo. 
Forse anche meglio.
Indossai frettolosamente il pigiama. 
Era un misero pigiama di flanella. 
Figuratevi che copriva con il freddo esterno. 
Osservai per un pò il buio, che si mangiava i particolari degli oggetti fuori dalla finestra. 
Aprì le ante, lasciando che il vento mi penetrasse nella maglia, nei pantaloni, che si impossessasse delle mie ossa. 
Sedetti sul davanzale, con le gambe penzoloni, assaporando quel momento di tranquillità e pace che non sarebbe durato molto.
 
 
 
Angolo Autrice:
Buonasera a tutte quelle che leggono questo coso!
Ok, devo vergognarmi!
Non aggiorno da quasi una settimana!
Dovete sapere che passo metà della mia giovinezza in punizione... 
Dopo che il computer mi è stato tolto per una settimana assieme al televisore, devo dire che finire in punizione è controproducente! 
In questo capitolo, Jade dimostra di essere " umana" e non un robot come sono sicura che molte di voi avranno pensato. 
Mi scuso nuovamente per i ritardi...
Gente, pazienza per favore...
Ciao!
P.S Cercherò di aggiornare sabato/domenica.
P.P.S Jade-sososofia 

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Capitolo 13
*** Casa Styles ***


Mamma:- Eppure sono sicura che fosse qui...
Ale:- No! Dovevi girare a destra cento metri fa!
Mamma:- Ma io credevo...
Ale:- Mamma dai... sei troppo vecchia per queste nuove tecnologie!
Mi infilai le cuffiette, per impedire che mi tirassero in ballo in quella assurda situazione. 
Casa Styles non era poi così difficile da trovare: ma loro volevano assolutamente affidarsi a navigatori satellitari, che ti porterebbero a Miami Beach nonostante tu avessi impostato le coordinate del Monte Everest. 
Il messaggio di Harry non tarda ad arrivare: 
" Dove sei? Stiamo aspettando te! Le nostre mamme vogliono conoscervi!"
Scrissi svogliatamente la risposta.
" Non è colpa mia se mamma e Ale non si fidano delle tue indicazioni."
Il suo messaggio arrivò dopo poco.
" Eppure pensavo di aver scritto abbastanza chiaramente..."
Questo mi avrebbe fatto sprecare tutto il credito.
" No, le tue istruzioni erano chiare: le ho capite anche io. Sono loro che non si fidano della nostra generazione."
Non mi arrivò più alcuna risposta. 
Pensai arrabbiata che non avesse più voluto parlarmi, poi mi accorsi che in quel posto non c'era neanche una tacca nel telefono. 
Lo chiusi spazientita assieme alla musica, mentre mamma chiedeva a mia sorella se avesse impostato le coordinate giuste.
Ale:- Dubiti di me?
Mamma:- A questo punto sì...
Ale:- No! Io ho scritto benissimo tutto! Se tu mi lasciassi guidare...
Mamma:- Per ritrovarmi in una fossa, agonizzante? No, grazie!
Ale:- Guarda che l'esame di guida l'ho passato con il massimo.
'Fatele smettere' - pensai - ' che qualcuno trovi un modo di zittirle'.
Finalmente la dea bendata corse in mio aiuto.(*) 
Vidi una stradina decisamente stretta, sulla sua sinistra, a quasi trecento metri, una graziosa villetta. 
Quella doveva essere casa Styles. 
Allungai la mano, indicando a quelle scellerate la stradina, che mamma imboccò senza troppe cerimonie. 
Intanto Alessia si stava facendo un centinaio di pippe mentali.
Ale:- E se quella non è casa loro? 
E se quando suoniamo ci dicono di no? 
E se ridono di noi? 
E se poi sono dei maniaci che rapiscono belle ragazze, vecchiette e asociali?(**)
Arrivammo in fretta al cancello in ferro battuto. 
Lì fuori ci stavano aspettando tutti. 
Scendemmo di macchina iniziando con le solite presentazioni. Anne chiese al figlio di aiutarmi a portare i miei bagagli in camera. 
Quella che doveva essere la madre di Zayn dette al ragazzo un colpetto nelle costole dicendogli di aiutare Harry a portare le mie cose. 
Ci abbandonò a metà strada sostenendo che non era un lavoro per lui.
Harry:- Scusa per mia madre...
Mi disse, dentro alla nostra "casa". 
In realtà era un bungalow.
Harry:- Spesso è un po’ impicciona, ma a fin di bene... comunque non darle troppa confidenza o non la smetterà più di lamentarsi sulla tua magrezza.
Sghignazzai, e lui parve più che soddisfatto.
I ragazzi ci raggiunsero proprio mentre sistemavo un po’ di cose.
Zayn:- Ciao Jade!
Harry:- Come se ancora non l'avessi vista!
Zayn:- Eh, eh!
Gli feci un breve, brusco cenno del capo.
Niall e Louis mi agitarono la mano, Liam mi sorrise calorosamente. 
Sotto l'occhio vigile dei ragazzi, sfeci almeno la prima valigia: non ebbi tempo di fare altro anche perché fui trascinata via da Harry. 
Che impazienza quel ragazzo!
Mi trascinò per casa, facendo nomi su nomi e dandomi parecchie indicazioni e avvertimenti, che sentì appena.
Entrammo in un salotto molto luminoso, troppo, c'era così tanta luce che mi feriva gli occhi. 
Io odio la luce. 
Preferisco mille volte il buio. 
Mi rilassa. 
Sedetti accanto alla madre di Zayn e a Niall. 
Anne sorrise a tutti, prima di affettare sei fette di torta molto generose. 
Me ne porse una, a mio parere la più grossa, assieme ad una tazza di tè. 
Osservai come incantata la fragolina che stava per toccare il piatto prima di voltarmi verso Niall e porgergli il piatto.
Io:- Vuoi fare cambio?
Sobbalzò, forse per l'assurdità della richiesta, o forse per il fatto che parlavo dopo troppo tempo.
Posò la forchetta che stava portando alla bocca con, diciamo, mezza fetta sopra. 
Niall:- Sicura? Non ho toccato la forchetta ma sai... voi donne!
Gli sorrisi amaramente, prima di sfilargli il piatto di mano e metterci il mio. 
Nessuno si accorse di nulla, erano tutti occupati a tessere le lodi a Anne per la sua torta ma, per un secondo, mi parve che la donna avesse lanciato un'occhiata a me e a Niall, un'occhiata maliziosa, come se lei avesse capito qualcosa. 
Niall stava mangiando la terza o quarta fetta e stava per prenderne un'altra ma la madre lo fermò, dicendo che così sarebbe ingrassato di almeno quindici chili e che con tutta quella torta avrebbe sofferto di colite per la settimana seguente. 
"Niall non mi sembra uno che tiene particolarmente alla linea" pensai, mentre mi mettevo una mano davanti alla bocca per evitare di far vedere a tutti le mie tonsille durante lo sbadiglio," ma sai, non è che lo conosca poi così tanto da poter dire una cosa simile." 
A Anne però, non passò inosservato lo sbadiglio e ci sospinse a tutti e sei fuori, intimandoci di entrare nel bungalow e di andare a dormire, almeno un'oretta.
Niall prese la cosa per oro colato. 
Quel ragazzo o dormiva, o mangiava. 
Prima di entrare Harry ci porse cinque chiavi, una per ognuno. 
Harry:- Queste servono per aprire il bungalow, - spiegò mentre con la sua trafficava nella serratura - la casa è a cinquanta metri da noi, mamma tiene sempre una copia delle chiavi sotto ad un orribile vaso di coccio accanto al dondolo, se avete bisogno, potete andare quando volete.
Detto questo dette uno scatto deciso alla chiave e la serratura emise un'orribile cigolio, prima che la porta si spalancasse. Era una distesa di materassini colorati, dai quali si intravedeva un divano a tre posti, con un divanetto a due e una bella poltrona comoda. 
Si affacciavano tre porte. 
Harry ci spiegò che due erano le camere, con letti matrimoniali e uno era il bagno. 
La cucina era poco più in la della porta : c'era un acquaio, dei fornelli, un frigo e un tavolino da quattro allungabile. 
Sopra ai fornelli, dei cassetti probabilmente contenenti cibo.
Liam:- Mi piace questo posto...
Harry gli sorrise:- E' un po’ incasinato, ma va bene! Ci sono solo due camere quindi solo quattro posti letto!
Zayn:- Mi sembra ovvio che Jade debba dormire in un letto... il problema è che qualcuno deve andare con lei.
Si voltarono verso di me, chiedendomi di scegliere qualcuno. Tirai fuori la soluzione più ovvia.
Io:- Dormite voi nei letti, io dormo sul divano.
Probabilmente non si aspettavano una cosa simile, però assentirono, e mentre sistemavo le mie valigie in un angolo del salotto, qualcuno bussò. 
Si poteva chiaramente sentire che i due fidanzatini dell'anno avrebbero condiviso una camera, mentre Niall, Zayn e Liam avrebbero condiviso un letto matrimoniale.
Vidi Louis attraversare di corsa la stanza, fiondandosi alla porta. 
Anne entrò, piuttosto trafelata, con tre sacchetti della spesa in mano. 
Louis le corse in aiuto prendendo tutto quel ben di dio.
Anne:- Oh, grazie Lou! Sono andata questa mattina a fare spesa e vi ho preso tutto questo! Ho confrontato con le vostre mamme e mi hanno detto che non ci sono problemi e che potete mangiare tutto quello che c'è lì dentro!
I ragazzi uscirono dalle loro rispettive stanze, sorridendo a Anne e sedendosi davanti al televisore, accendendolo su una partita di calcio. 
Anne si parò davanti al televisore, mentre Harry protestava scandalizzato, urlando alla madre di spostarsi.
Anne:- Mi toglierò dal televisore solo quando mi avrete ascoltato... - tutti le rivolsero la loro più completa attenzione. Mi trattenni dal ridere. 
Uomini. 
Che farebbero senza il calcio?- Bene... Dovete stare qui per una settimana quindi: non rompete nulla, non state alzati fino a tardi a fare baccano, guai a voi se vi ubriacate o se scopro che avete portato qui dentro una bottiglia di alcol seppur vuota... Si Harold, mi hai capito!
Disse severa al figlio, che aveva lanciato alla madre uno sguardo contrariato alle parole " no alcol".
Anne:- E, regola più importante: guai a voi - si erse in tutta la sua statura, tanto che i ragazzi si aggrapparono l'uno all'altro - se scopro che avete dato fastidio a quell'angelo di ragazza!
Com'è che adesso mi tira in ballo? 
Che ho fatto io?
Harry sghignazzò prima di assicurare alla madre che avrebbero avuto il massimo di riguardo con me.  
Dopo che Anne se ne fu andata, si stravaccarono sul divano. Liam era l'unico che sedeva in modo composto e protestava più educatamente agli eventuali falli. 
Io me ne stavo sulla poltrona, ad osservare i ragazzi, sfogliando, di tanto in tanto, qualche fumetto che mi ero portata dietro. 
Ok, diciamo che avevo riempito il borsone di fumetti.
Quando Niall fece notare di avere fame erano già le 19.30 e noi non avevamo preparato nulla. 
Il riccio si alzò di malavoglia dal divano, sparendo in cucina.  Zayn iniziò a girare i canali, a caso.
Louis:- Certo che fa freddo, - si sfregò le braccia - ehi Zayn, vieni con me a prendere un po’ di legna?
Zayn lo guardò come se fosse impazzito, Louis allora provò con Liam, che accettò senza pensarci, neanche gli avessero promesso un pacco di caramelle.
Zayn continuò a fare zapping con il telecomando, mentre Niall si era messo ad allungare il tavolo per poter apparecchiare.
Non avevo nessuna intensione di muovermi.  
Mio obbiettivo? 
Abusare della posizione che Anne mi ha attribuito. 
Scherzo, mancanza di voglia. 
I ragazzi tornarono dopo dieci minuti, mentre dalla cucina si levava un odorino niente male e le proteste di Harry, visto che Niall tentava di mangiare qualcosa. 
Louis e Liam erano chini sul focolare, con le guance rosse per il freddo e i capelli scompigliati dal vento. 
Stavano trafficando con un accendino, tentando di accendere la legna bagnata. 
Una scintilla ed ecco che il fuoco comincia a scoppiettare, illuminando di rosso e oro le facce dei due ragazzi chini sul camino.   
Dopo un'altra decina di minuti, il fuoco aveva preso talmente bene che dovetti allontanarmi, per impedire che la parte destra della mia faccia si arrostisse.
Harry:- Forza pelandroni!! Si mangia...
Si lanciarono mormorii di assenso, mentre Niall con gli occhi luccicanti sedeva a tavola, forchetta e coltello alle mani e tovagliolo, infilato nel colletto della maglietta, per evitare di sporcarsi. 
Il nostro chef, ci aveva preparato un pollo arrosto, con i pisellini. 
Era tutto buonissimo. 
Mi sentivo così di buon umore che mi permisi di ridere quando Zayn, dopo un cazzotto nelle costole da parte di Louis, sputò tutta l'acqua in faccia al povero Liam, che rispondeva con esasperati " Tranquillo non è nulla!" o " Solo acqua, tranquillo Zay!".
L'unica cosa che mi dette un pò di fastidio era che Niall mi osservava, come a volermi leggere l'anima. 
E spesso, quando dopo averlo beccato a guardarmi mi sorrideva, credevo che avesse capito più cose di quanto immaginassi. 
Dopo cena, tutti satolli, sedemmo sul divano, dal quale mi alzai per aiutare Liam, che si era gentilmente offerto per lavare i piatti. 
Dopo un pò che lo vidi all'opera, constatai che lui non aveva mai lavato un piatto in vita sua. 
Mi avvicinai di soppiatto, estraendogli il piatto dalle mani.
Io:- Lascia fare a me...
Liam:- Grazie.
Sorrisi sincermante, mentre il ragazzo prendeva un'asciughino per poter asciugare le stoviglie. 
Lavorammo in silenzio, per una decina di minuti, nei quali decisi di ignorare le occhiate indagatrici e profonde che mi lanciava. 
In salotto non volava una mosca e, una volta finito, quando tornammo di là, scoprimmo che non c'era nessuno. 
Liam:- Saranno usciti, - commentò infilandosi un giaccone pesante - vado a cercarli... vuoi venire?
Scossi il capo, mentre aprivo l'ennesimo giornalino. 
Leggere mi era sempre piaciuto, mi piaceva quando potevo immedesimarmi in qualche fanciulla sfigata, o in qualche baldo cavaliere che tenta di salvarla da un feroce drago. 
Se fossi stato in quel poveretto, me ne sarei stata a casa, dove l'unico modo per bruciarsi era mettere la mano sul fornello. 
Odiavo quando le storie finivano bene, perchè mi sembrava ingiusto che i cattivi svanissero così, dopo tutta la fatica che hanno fatto per dividere i due innamorati. 
L'unico libro, anzi gli unici, in cui un cattivo perde, ma in cui il libro mi piace è Harry Potter. 
Strano a dirsi, visto che io ho sempre tifato per Voldy. 
Mi arrivò un refolo freddo al collo. 
Mi voltai vedendo Niall che mi sorrideva. 
Gli sorrisi anche io. 
Tese il braccio, ma inizialmente non notai la cioccolata che mi tendeva. 
Vidi la tazza brillare, illuminata dalla tenue luce del focolare, solo quando la poggiò sul tavolino da fumo ai piedi del divano. Il biondo sorrise, estrendo da qualche parte due coperte di pail e porgendomene una. 
Non volli neanche chiedere dove fossero gli altri: ero sicura che fossero fuori, magari avevano disubbidito a Anne e erano ubriachi, mentre Liam correva di quà e di là fermandoli prima che si affoghino o che, spogliandosi, corrano senza vestiti in casa da Anne e Gemma. 
Quasi come se avesse captato il mio pensiero decise di spiccicare parola.
Niall:- I ragazzi volevano trascorrere la notte qui ubriacandosi un pò, ma Liam gliel'ha impedito.
Annuì senza neanche ascoltare. 
Piombò un silenzio carico di tensione, smorzato solo tre minuti dopo quando i ragazzi entrarono in casa, ridendo. 
Constatai che erano sobrissimi. 
Si disposero ai nostri lati, sui materassini gonfiabili, strofinandosi le braccia e soffiando sulle mani per riscaldarle. Niall si alzò, porgendo la coperta a Louis accanto a lui, e sparendo nella stanza accanto, riemergendone con coperte a sufficienza per tutti. 
Sentivo lo sguardo penetrante di Liam sulla nuca. 
Dopo che tutti si furono coperti e dopo che il biondo ebbe consegnato a tutti una tazza di cioccolata, cadde di nuovo il silenzio.
Liam:- Salve a tutti, mi chiamo Liam James Payne, sono nato il 29/08/93 a Wolwerhapton - levammo storditi lo sguardo sul ragazzo, che ci sorrise - come tutti voi, almeno spero, ho una mamma, un papà e due sorelle più grandi Nicola e Ruth.
Detto questo si zittì. 
Ci guardò, esortandoci a parlare, ma nessuno colse l'invito. 
Liam:- Coraggio ragazzi, - disse con enfasi - dobbiamo passare insieme tutto il periodo di X- Factor, dobbiamo conoscerci, non credete?
Concluse guardandoci imploranti. 
Abbassò la testa, deluso.
Povero Liam, che granchio!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Dovevo metterci angolo dopo quell'orrore di cosa, ma vabbeh! 
Buonasera gente!!! 
Come va? 
Io benissimo * tenta di non far ricordare che non aggiorna da una settimana*. 
Non siate cattivi...
Beeene, il capitolo è anche troppo lungo per i miei gusti!
Volevo sapere come si fa ad aumentare la scrittura, se qualcuno può dirmelo...
(*) Si riferisce alla dea della fortuna.
(**) La bella ragazza sarebbe lei, la vecchia mia mamma, e l'asociale io.
Spero che il capitolo vi piaccia!!
Recensite, tante recensioni!!!
Jade-sososofia

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Capitolo 14
*** Truth ***


Zayn:- Il mio nome è Zayn Jawaad Malik - iniziò il moro, girando la tazza vuota tra le mani, mentre Liam gli rivolgeva un sorriso meraviglioso - sono nato a Bradford, il 12/01/93, ho una mamma fantastica e un papà meraviglioso e delle sorelle bellissime: Safaa di sette anni, Walyah di quattordici e Donyah di ventitre.
Concluse lasciandosi andare sullo schienale, stanco, come se avesse corso una maratona. 
Niall gurdò un pò di sottecchi, prima di cominciare:- Io mi chiamo Niall James Horan, sono nato a Mullingar il 13/09/93, mia mamma si chiama Maura, mio padre Bob e ho un fratello di ventidue anni, Greg.
Louis:- Io mi chiamo Louis William Tomlinson, adoro la mia famiglia, soprattutto le mie quattro sorelline: Charlotte, Felicitè, Daisy e Pheobe... Sono nato a Doncaster, il 24/12/91, la vigilia di Natale...
Harry scompigliò i capelli al ragazzo prima di cominciare anche lui a parlare.
Harry:- Bene, il mio nome è Harry Edward Styles, sono nato a Holmes Chapel l' 01/12/94, mia mamma e mia sorella le avete già conosciute. 
Mio padre si chiama Des. 
Lui e mia madre sono separati.
Finì con una nota amara nella voce e questa volta fu il turno di Lou di scompigliargli i capelli.
Liam:- Rimani tu Jade...
Levai il mio sguardo da un ciocco di legno insistente, che non ne voleva sapere di bruciarsi, puntandolo in quello sicuro e confortante del castano. 
Sentivo i miei capelli che scivolavano dalla piccola crocchia che avevo fatto di corsa. 
Decisi, così tanto per fare, di finire la mia cioccolata, in un sol sorso, puntando nuovamente lo sguardo sul fuoco. 
Liam non resistette e cominciò ad urlarmi contro, arrabbiato.
Liam:- Basta! Questi sono solo capricci! Non parli con noi da un mese, da quando ti abbiamo conosciuta! Inizialmente ho pensato che fossi solo un pò strana, ma poi ho capito che c'è dell'altro, e voglio sapere che cosa! 
Non puoi... NO ZAYN, non mi calmo!
Sbraitò anche contro il moro, che tentava di fargli abbassare il tono. 
Questo levò le mani dalla felpa del castano, leggermente offeso. 
Continuò a sbraitarmi addosso, mentre sentivo la rabbia che mi opprimeva la gola e si trasformava in scintillanti lacrime di rabbia.
Sarei esplosa. 
O lo avrei picchiato a sangue o avrei confessato tutto. 
E tra le due preferivo la prima.
Liam:- Mi sono stancato! Perchè non ci permetti di aiutarti? Noi vogliamo...
Io:- BASTA! 
Urlai talmente forte che i ragazzi trasalirono, come se non avessero mai sentito la mia voce e, forse, in parte era così. Con un balzo fui in piedi, la tazza un mano, come una granata. Il mio scatto era stato talmente bruciante che il laccino aveva ceduto e una massa di capelli riccioli mi era ricaduta sulla faccia, mischiandosi agli occhi lucidi, sgranati, quasi folli, alla bocca socchiusa, alle nocche bianche che stringevano la tazza a volerla rompere e il petto che si alzava e abbassava frenetico.
Io:- Tu non sai nulla di me - dissi mentre lasciavo scivolare la mano con la tazza lungo il fianco e la mia voce si riduceva ad un sussurro - non sai quello che ho passato. 
Quindi non parlarmi come uno che capisce, perchè non capisci nulla di me!
Conclusi riprendendo il mio posto sul divano, con i capelli che si afflosciavano e le guance che tornavano a essere, come di consueto, pallide.
Liam era ancora in piedi scosso, ma si avvicinò a me, mettendosi in ginocchio e prendendomi una mano.
Liam:- E allora aiutami a capire...
Sussurrò incerto, temendo che lo colpissi con il bicchiere. Un'idea che non mi era nemmeno comparsa nel cervello, in quel momento stavo vivendo una lotta interiore.
" Confidarmi con loro".
" Continuare a vivere la mia vita in pace."
La soluzione più ovvia mi parve la seconda, ma quando vidi il sorriso incoraggiante di Liam, decisi che era arrivato il momento di vuotare il sacco.
Trassi un enorme sospiro.
Io:- Aprite bene le orecchie, non intendo ripetermi nuovamente...
Vidi che tutti si accomodavano più vicino a me possibile, per non perdersi neanche una parola.
Io:- Anche io devo fare questo schemino orribile? - chiesi sprezzante, mentre Liam annuiva - Molto bene: mi chiamo Jade Colette Winston, sono nata il 29/09/94 a Montemassi, in Toscana, quindi Italia. 
I miei veri genitori sono morti quando avevo nove anni e sono finita in orfanotrofio. 
Ho girato almeno quattro o cinque famiglie, le quali mi riportavano lì ogni volta che volevano, fino a quando non sono stata adottata dalla mia attuale famiglia.
Non ho una vera e propria sorella ma voglio considerare Alessia come tale. 
Mi sono trasferita in Inghilterra quando avevo undici anni, abbandonando i pochi amici che mi ero fatta... Soddisfatto?
Chiesi, mentre una lacrima debordava dai miei occhi e Liam prontamente me l'asciugava.
Liam:- No, non sono soddisfatto! Questa cosa è orribile! Mi dispiace molto... ma sento che non è tutto vero?
No. 
Come aveva capito che non era tutto?
Anche gli altri la pensavano come Liam, visto che avevano le facce aggrottate e dispiaciute. 
Io:- No... non è tutto.
Liam:- Ce ne vuoi parlare?
Io:- Non so...
Ma si dai, tanto più rovinata di così. 
Fagli sapere tutto della tua vita, falli entrare così come hai fatto con lui. 
Commetti nuovamente quello sbaglio, abbassa nuovamente le tue barriere, le tue difese. 
Perchè non permetti a questi ragazzi di conoscere ogni singola particella di te? 
Tanto oramai! 
Sciocca, così ti autodistruggi.
Niall:- Magari starai meglio!
Sorrise lui. 
Ecco, fu quel sorriso che mi fece capire che era arrivato il momento di confidarmi.
Che scema. 
Loro sono ragazzi apposto. 
Glielo si legge negli occhi. 
Hanno tutti degli occhi spettacolari, solo i tuoi Jade, di un verde bellissimo, rimangono cupi, offuscati, spenti... come te Jade, spenti. 
Ti sei spenta assieme ai tuoi occhi e alla tua voglia di vivere quel giorno, quel dannato giorno che cerchi ad ogni costo di eliminare dalla tua testa.
Io:- In seconda media, - sospirai mentre tutti evitavano quasi di respirare - c'era un ragazzo, simile per certi versi ad Harry, aveva solo i capelli più chiari, e gli occhi, i suoi occhi erano... come morti. 
Di un verde sfolgorante si, ma era come se dentro di lui non ci fosse nulla, come se gli mancasse un'anima... Era nella mia stessa classe, ovviamente erano tutte innamorate di lui, ma lui sembrò fin da subito interessato a me, visto che spesso si offriva per riaccompagnarmi a casa o qualche volta mi difendeva dai soliti bulli. 
Ovviamente dopo uno o due mesi si diffuse la notizia che il belloccio della scuola stava con una ragazzina che pensava solo a prendere A nel compito di algebra. 
Andava tutto bene, fino a quando...
Louis:- Fino a quando?
Harry:- Shh, non stressarla!
Io:- ... fino a quando lui non cambiò. Divenne più violento più cattivo, più aggressivo me inclusissima. 
Ricordo perfettamente il giorno in cui ricevetti quel colpo al naso - risi rievocando la scena, mentre i ragazzi si stringevano nelle spalle spaventati e disgustati - me lo ruppe con un sol cazzotto, ben piazzato... e il sangue che mi inzuppava il viso e mi entrava in bocca... bleah, quel disgustoso sapore metallico...
Zayn:- E... e che... che fine ha fatto, questo ragazzo?
Io:- Chi, Ryan? Riformatorio... ma non credo che gli abbia fatto gran chè. 
No, credo che sia rimasto lo stesso bastardo di una volta.
Conclusi drammatica mentre mi mettevo una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
Erano tutti spaventati, mi stavo divertendo da morire.
Liam:- E dopo che lui se ne è andato?
Il sorriso scomparve dal mio volto. 
Perchè quel Liam stava rievocando in me ricordi che credevo di aver cestinato?
Io:- Nulla. 
Diciamo che stavo male. 
Ero impazzita, a detta dei medici. 
Hanno detto che ero diventata pazza, folle, che avrei potuto far male a qualcuno. 
Sciocchi. 
Tutto ciò che volevo era morire. 
Andarmene. 
Ho tentato di suicidarmi almeno tre volte prima di perdere la speranza e di continuare a vivere questo schifo di vita! 
Mia madre quasi non dormiva più per controllare che non facessi nulla di stupido. 
Non sapete quanto devo a quella donna... mi è stata vicina in momenti in cui non sopportavo nemmeno me stessa, in cui tentavo di uccidermi nei modi più impensabili, ma più dolorosi possibili. 
Volevo soffrire.
Terminai sollevano la felpa dai miei polsi e mettendo in mostra i tagli che quasi quattro anni prima mi ero inflitta, tentando di morire dissanguata.
I ragazzi sembravano tutti sul punto di vomitare o di svenire.
Niall si avvicinò, sfiorando con le sue mani fredde i miei polsi bollenti, procurandomi una scarica di brividi. 
Iniziò a piangere, mentre mi toccava le cicatrici. 
Liam gli strinse una spalla, mentre Harry gli carezzava i capelli biondi. 
Sollevò il suo sguardo acquoso, per puntarlo nel mio, freddo. Si avvicinò un pò, abbracciandomi delicatamente e affondando il viso nell'incavo del mio collo. 
Alzai lentamente le braccia, fino a stringerle attorno alla sua schiena, mentre il mio corpo era invaso da uno strano calore, un calore dolce e rassicurante.
" Allora è così che ci si sente ad avere degli amici?" pensai mentre sorridendo chiudevo gli occhi, ancora attaccata all'irlandese " mi dispiace solo di non averne avuti prima".
Quei ragazzi erano davvero riusciti ad abbattere tutte le mie protezioni e ci erano riusciti in poco tempo. 
In un mese erano riusciti a farmi vivere nuovamente, visto che io non vivevo da quasi quattro anni.
Anche gli altri ragazzi si unirono a noi, in un abbraccio collettivo, mentre una lacrima solcava nuovamente la mia guancia, accompagnata però da una seconda e da una terza. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve genteeee.
Ok, basta.
E' troppo che non aggiorno e lo so.
Ok, questo capitolo mi piace da far schifo.
Scusate se a qualcuno di voi può dar fastidio quello che ho scritto... 
Arrivederci!!
Jade-sososofia 

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Capitolo 15
*** Torn ***


Aprì lentamente gli occhi. 
Strano, neanche ricordavo di essermi addormentata. 
Vidi uno sprazzo di capelli biondi e mi accorsi di avere la testa di Niall sulla pancia.
La sera prima, senza accorgercene, ci eravamo addormentati tutti assieme, sul divano, uno abbracciato al altro. 
Richiusi gli occhi, finché non mi accorsi che la pressione sulla mia gamba destra era alleviata. 
Aprì un occhio e vidi Zayn che si strusciava gli occhi e si stirava. 
Decisi di alzarmi anche io. 
Gli occhi mi facevano malissimo, avevo pianto per una decina di minuti, anche troppo per i miei limiti.
Mi accorsi che Zayn mi stava sorridendo, e tentai di contraccambiare, se non fosse che anche le labbra mi facevano malissimo.
Quello era colpa del freddo.
 
Zayn:- Ehi, buongiorno!
 
Io:- Giorno…
Vidi che il ragazzo tentava con cura di evitare l’argomento: lo ringraziai mentalmente.
 
Zayn:- Bella giornata vero?
 
Guardai fuori. 
Diluviava.
 
Zayn:- Come non detto eh?
 
Risi, mentre lui rideva con me. 
Non riuscivo a smettere: ridemmo così tanto che riuscimmo a svegliare i ragazzi.
Nessuno sapeva perché ridevamo e nemmeno lo chiesero. 
Si limitarono a sorriderci, ad entrambi mentre, si alzavano e Harry andava in cucina a preparare qualcosa per colazione. Dieci minuti eravamo tutti a tavola, mentre ridevamo per una battuta di Niall e sembrava che tutti, me inclusa, avessimo dimenticato la storia della sera precedente. 
 
Louis:- Ahahha, Niall sei mitico!
 
Liam:- Harry, questo porridge è fantastico!
 
Harry:- Lo so!
 
Disse lui a occhi chiusi, sorridendo compiaciuto, mentre toglieva il mestolo dalla ciotola del porridge. 
Louis ingoiò una cucchiaiata del suo, prima di spingere la testa di Harry contro la ciotola. 
Ridemmo tutti, mentre Harry si sfilava la ciotola dalla testa, con un piccolo 'plop'. 
Mi tesi in avanti, raccogliendo con un dito un po’ di quella sostanza che gli colava dalla faccia.
 
Io:- Ci hai messo troppo zucchero!
 
Liam:- Dai ragazzi basta ridere... - ci intimò mentre passava un panno bagnato sulla faccia di Harry -  comunque vorrei che tu parlassi così tanto ogni giorno!
 
Disse rivolto a me. 
Gli sorrisi dolcemente.
 
Io:- Ci proverò...
 
Questa volta però era una promessa 
 
Louis:- Bene, dopo questa parte sdolcinata – disse mettendomi una mano sulla testa e intrigandomi ancora di più i capelli ricci - io direi di andare a vestirci e di uscire...
 
Harry:- Ma sei impazzito Lou? Non vedi che piove?
 
Louis:- Harry, Harry, Harry... chi ti dice che non si possa fare una bella passeggiata anche con la pioggia?
 
Niall:- Io dico che si può fare!
 
Concluse alzandosi e lavando la sua ciotola, le sue posate e il suo bicchiere.
 
Niall:- Su, veloci che poi andiamo a lavarci, vestirci e ce ne andiamo a fare una passeggiata!
 
Poi sparì dalla cucina entrando in bagno. 
Si formò presto una coda di cinque persone davanti al bagno. Niall fu quello che ci mise di meno. 
Zayn stette in bagno quarantacinque minuti con la scusa del suo ciuffo e, quando finalmente riuscimmo ad uscire fuori erano quasi mezzogiorno. 
A detta di Anne il diluvio sarebbe smesso in primo pomeriggio, quindi ci portammo dietro il pranzo da mangiare da qualche parte.
 
Harry:- Ma dov'è Zayn?
 
Erano quasi venti minuti che eravamo tutti lì fuori. 
Non faceva molto freddo, pioveva solo molto. 
Gemma aveva declinato la nostra offerta dicendo che eravamo pazzi ad uscire con quel tempo, Anne era a lavoro.
 
Liam:- Non so... eccolo.
 
Vedemmo una massa informe di vestiti che tentava di uscire dalla porta, decisamente troppo piccola per quella montagna di vestiti.
 
Io:- Zayn ma che ti sei messo?
 
Zayn:- Ehi, fa freddo fuori - si difese lui, mentre con fatica si 
 
metteva un paraorecchie. - e comunque, se ci tenete, mi sono messo la canottiera, una maglia a maniche corte una felpa pesante e un giaccone doppio strato sintetico e ...
 
Io:- Hai svaligiato una boutique?
 
Zayn:- Ha... simpatica! Prendi un ombrello e mettiti un 
giacchetto più pesante!
 
Disse indicando il mio giacchetto.
 
Io:- Invece di fare battutine orribili, prendilo tu un ombrello.
 
Gliene lanciai uno che afferrò prontamente, e lo aprì, per impedire che quelle goccioline insistenti gli rovinassero i suoi immacolati capelli.
Camminammo ridendo forse per un'ora, forse due, poi, sempre con la pioggia che incombeva cercammo un posto asciutto dove mangiare. 
Non ci eravamo mai allontanati dal sentiero, per paura di perderci.
L'aria si faceva sempre più umida, mentre le gocce più insistenti. 
A metà viaggio, l'ombrello di Niall si ruppe, perché urtò un ramo. 
Gli cedetti il mio, mentre tutti insistevano, vanamente, di entrare sotto ad un ombrello.
In meno di venti minuti avevo i capelli tutti fradici, mentre i jeans erano tutti pieni di chiazze bagnate.
Peggio per me.
Trovammo, un centinaio di metri dopo, una sporgenza sotto la roccia, dove ci sedemmo per ripararci. 
Stendemmo una coperta e aiutammo Zayn a sedersi. Tirammo fuori panini, un dolce e bicchieri a sufficienza per un esercito.
 
Harry:- Ah, mia madre... che donna! Ha fatto quattro panini 
per uno, Niall ne ha sei... - disse rivolgendo uno sguardo strano al ragazzo, che aveva già intristito lo sguardo, per aver saputo di avere quattro panini - e un dolce al cioccolato. 
Ci ha dato una coca, due bottiglie di acqua e una di thè. 
 
Mi appropriai della bottiglia di thè.
 
Io:- Scordatevelo... il thè è mio - ringhiai rivolto a Liam che aveva tentato di prendere la mia bottiglia - nessuno deve toccare il mio thè chiaro?
 
Liam alzò le mani impaurito, versandosi l'acqua nel bicchiere.
 
Niall:- Meglio thè dipendente che tossicodipendente...
 
Louis:- Ah, non saprei… - sussurrò con lo sguardo perso nel vuoto – stiamo pur sempre parlando di lei…
 
Io:- Fingerò di non aver sentito.
 
Tutti risero nei loro bicchieri.
 
Niall:- Havry, qvesta tovta è fantavstica…
 
Liam:- Niall, prima inghiotti il boccone!
 
Niall, alla sua terza fetta di torta, inghiottì il malloppo, seguito da una buona dose di acqua. 
 
Niall:- Dicevo: la torta è fantastica!
 
Zayn:- Direi che fantastica è dir poco!
 
Harry:- Beh, si modestamente in famiglia siamo tutti degli ottimi cuochi.
 
Io:- Ma stai zitto!
 
Presi il bicchiere colmo di coca cola e glielo rovesciai in capo. Si mise a strillare, alzandosi dalla coperta e correndo sotto alla pioggia.
 
Harry:- I miei capelli, O Mio Dio… i miei meravigliosi, lucenti, morbidissimi, riccissimi capelli fantastici! 
Me li hai appiattiti.
 
Io:- Menomale che siamo noi donne quelle attente al look e ai capelli!
 
Harry si avvicinò fino a sedersi accanto a me.
 
Harry:- Da quand’è che fai dello spirito?
 
Io:- E invece tu da quand’è che sei diventato una donna?
 
Ci guardammo in cagnesco mentre i ragazzi, ovvero Liam, Louis e Niall, si alzavano per tenerci buoni. 
Zayn, imbacuccato come era, non poteva fare altro che mangiarsi una seconda fetta di torta e godersi un possibile sbranamento mio e del riccio.
 
Zayn:- Dai ragazzi calmi!
 
Harry:- Calmi? 
Ma ti rendi conto che lei non può essere una ragazza? 
Non pensa ai vestiti, agli smalti, non arrossisce ai complimenti, non parla di ragazzi con le sue amiche ridoline… 
Zayn questa qui, o è aliena, o le hanno impiantato un cuore robotico.
 
Io:- O forse ha semplicemente avuto così tanti traumi che non pensa davvero a queste cose… forse pensa solo che cosa sarebbe successo se i suoi genitori non l’avessero abbandonata…
 
Harry abbassò la testa, dispiaciuto.
 
Niall:- Cosa credi che sarebbe cambiato?
 
Mormorò sedendosi vicino a me, con la sua quarta fetta di torta.
 
Io:- Per prima cosa, sarei sempre in Italia, con la mia vera famiglia, avrei sempre le mie vecchie amiche, non avrei incontrato Ryan, non avrei un naso orribile a causa del suo pugno, non avrei partecipato a quel programma televisivo, non vi avrei incontrato e non sarei in una band con voi e ora, caro Harry, penserei, come dici tu, a smalti, vestiti e ragazzi…
 
Harry:- Mi dispiace, non mi ricordavo che…
 
Io:- Che fossi un mostro? Tranquillo, ci sono abituata!
 
Harry:- No, non mi ricordavo che fossero capitate cose così brutte ad una così bella persona…
 
Mormorò togliendomi una ciocca di capelli bagnati dal viso.
Ma il contatto della sua mano con il mio viso non scaturì assolutamente nulla.
E va bene, lo ammetto: la piccola cotta che mi ero presa per il riccio, mi era appena passata.
 
            - - - - - -
 
Louis:- Ma che sono quelle facce lunghe, attenti o i cavalli potrebbero pensare che li state imitando!
 
Harry:- Se non fossi giù di morale riderei della tua battuta.
 
Eravamo appena tornati dalla nostra gita, uno con l’umore più abbattuto dell’altro e, nel mio caso, bagnati e infangati.
Mi accaparrai il bagno, e stetti sotto l’acqua per molto tempo.
Quando ne uscì era già ora di cena. 
Mi sedetti nel unico posto libero, mangiando in silenzio.
Ci guardavamo di sottecchi l’un l’altro, sperando che qualcuno dicesse qualcosa per distoglierci da quel silenzio tombale.
 
Harry:- Mi dispiace, - ci voltammo verso di lui, aveva le lacrime agli occhi – io, non volevo, mi chiedevo solo perché tu fossi così diversa dalle altre, solo ora mi rendo conto che questo è destino.
 
Louis:- Prego?
 
Harry:- Destino… ci hanno voluto unire in una band perché siamo destinati a fare grandi cose!
 
Niall:- O forse vogliono solo dimostrarci che la vita ti toglie tutto, prima o poi!
 
Harry:- Niall vedi le cose da un punto positivo…
 
Niall:- Un punto positivo? 
Un punto positivo? 
Poco mancava che vi scannaste, prima, siamo solo cinque ragazzi Harry, e una ragazza, che credi di fare…
 
Liam:- Basta ragazzi, ora siamo troppo stanchi, andiamocene a letto, ne parleremo domani mattina…
 
Annuimmo tutti, alzandoci in contemporanea e portando i piatti in cucina.
Tutti sparirono nelle proprie camere, io mi rifugiai sul pianerottolo, avvolta nel mio maglione di lana e con una coperta addosso. 
Accesi la radio, che stava trasmettendo una canzone, di una certa Natalie, mi pare che si chiamasse Torn. 
Non era male come canzone e a quanto pare non ero l’unica.
 
Harry:- Mi piace!
 
Io:- Come? – mormorai girandomi verso di lui-.
 
Harry:- La canzone! Mi piace!
 
Io:- Ok…
 
Harry:- Già…
 
Cadde il silenzio. 
Nell’aria si sentiva chiaramente il suono della voce di quella donna.
 
Harry:- Mi dispiace… io non volevo.
 
Io:- Non fa nulla, spesso me lo dico anche io che sono troppo dura e che non tutti sono come… lui.
 
Harry:- Deve essere stata una cosa orribile!
 
Io:- Non sai quanto.
 
Harry:- Voglio anche scusarmi per il mio comportamento, sai i miei capelli sono sacri per me!
 
Io:- Harry, basta, va tutto bene! … Pensa, che mi ero anche presa una cotta per te!
 
Lui si voltò di scatto verso di me, così velocemente che per poco non perse l’equilibrio. 
E pensare che era seduto.
 
Harry:- Come?
 
Povero cucciolo. 
L’ho traumatizzato. 
Sghignazzai.
 
Io:- Andiamo Harry, non mi credi? E poi io ho detto “ero presa”, è un tempo passato.
 
Harry:- E quando ti sarebbe passata?
 
Perdio la stava prendendo anche meglio del previsto.
 
Io:- Diciamo oggi quando ti ho visto urlare come una femminuccia per un po’ di cola nei capelli.
 
Harry:- Pffff… Ahahah
 
Io:- Ahhhhahahaha… 
 
Ridemmo per quasi tre minuti fino a quando non riuscivamo neanche più a respirare. 
Ce ne andammo a letto, entrambi con il sorriso in volto. 
Si poteva dire che tutto era andato per il meglio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Buonasera. 
No, non mi vergogno di non aggiornare da così tardi. 
Ho tre validi motivi:
- Non funzionava internet.
- I capitoli non si scrivono da soli.
- La scuola.
Ci mettono sotto pressione e quest'anno ho l'esame.
( Ridi pure Erica).
Se ci fosse qualcuno che se lo chiede, ho deciso di lasciare un pò di vuoto tra uno spazio e l'altro perchè sinceramente mi pare brutto vedere tutto attaccato e, rileggendo, mi sono accorta che, chi avesse problemi di vista sicuramente avere tutto attaccato non gli giova. 
Per chi invece avesse occhi immacolati, avere la scrittura così piccola gli farebbe rovinare le retine.
Muahahaha... sono soddisfatta per il mio capitolo.
Il mio preferito però è il precedente.
Mi pare di aver fatto un capitolo abbastanza lungo signorine/ini, quindi...
Ok, se voleste un'anticipazione posso solo dirvi che nel prossimo è passato un pò di tempo e che i ragazzi sono arrivati alla finale. 
Vedrete i ragazzi e Jade ( povera diavola, la scordo sempre) come spero che non li abbiate mai visti.
Ok, dopo questo cantico delle creature che ho scritto invece di un piccolo commento, vi prego di recensire tanto! 
Se non lo fate mi toccherà minacciarvi!
Jade-sososofia

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Capitolo 16
*** Chance ***


Eravamo tornati da Casa Styles da quasi due mesi. 
Sì, il tempo vola, quella sera avevamo deciso di portare Torn. Ci eravamo preparati, eravamo sicuri di potercela fare. Sembrò però, fin dal pomeriggio, che le cose fossero destinate ad andare male.
Louis aveva due linee di febbre, Liam stress post- canto, Zayn una malsana voglia di suicidarsi, perché con Rebecca aveva troncato; Harry era iper euforico e correva di qua e di là, rimbalzando come una molla, Niall ingurgitava più dolci del solito. 
Io, dovendo badare a tutti, ero diventata così stressata che se qualcuno avesse osato solo rivolgermi la parola, la prima cosa che avrebbe visto dopo il suo risveglio sarebbe stato un coro di angeli.
E non sto scherzando. 
I miei capelli più ricci del solito possono provarlo.
Harry:- Che dite? 
           Credete che andremo bene stasera? 
           E se ci sbattono fuori? 
           E se invece vinciamo?
           Pensate che sia possibile? 
           Io credo che…
Io:- Harold smetti di farti questi complessi mentali, neanche fossi una donna con il ciclo. 
Noi canteremo quindi: o la va o la spacca!
Harry:- Forse sì, o forse no… che ne pensi Zay?
Zayn:- Non so e non mi importa! Smetti di chiamarmi Zay… voglio solo morire!
Harry:- Depresso! 
           E tu Niall? 
           Che ne dici, eh? 
           Che ne pensi? 
           Eh, Niall? 
           Che ne pensi?
Niall:- On, sapvei… spevo cve vi favammo passave!
Harry:- Liam? Che ne dici? Credi che passeremo? E se non passiamo?
Liam:- Oh, non so Harry, io ho cantato tutta la settimana – disse con voce insolitamente acuta – spero che vada bene!
Louis:- Guarda Harold: le rondini.
Io:- No, Louis, quelle sono i piccioni della televisione!
Louis impazziva anche con un minimo di febbre. 
Louis:- Piccioni? Arghhhh…
Urlò facendo sobbalzare tutti.
Harry:- Lou? 
           Che hai? 
           Stai bene? 
           Vuoi qualcosa? 
           Morirai, io non voglio che tu muoia! 
           No ti prego dimmi che succede…
Louis:- Harold, la strega di Hansel e Gretel…
Ridacchiò indicandomi. 
In effetti avevo lasciato quella massa informe di capelli sciolti e mi ero chinata su Niall per cercare di togliergli di dosso tutte quelle caramelle.
Io:- Sai, Lou, fingerò di non aver sentito!
Louis ridacchiò nuovamente, poi si alzò, schioccando a Liam un bacio sulla guancia, correndo poi verso Zayn che si lasciò abbracciare e per un attimo mi parve che avesse anche ricambiato, corse addosso a Harry che si calmò un secondo, per poi ricominciare a molleggiare sul posto.
Rubò una caramella a Niall lasciandogli un bacio frettoloso su una guancia, poi si voltò verso di me e in un lampo mi fu addosso. 
Cominciò a darmi un bacio, prima sulla guancia destra, poi sulla sinistra, sul naso e sotto agli occhi.
Io:- Woah, weh, buono… stai buono! Harry? Porteresti questa macchina spara coccole in camera? Lo metti a letto, gli riempi il bicchiere d’acqua e ti assicuri che si addormenti, poi torni di qua…
Troppe coccole per i miei gusti. 
Un abbraccio ci stava, ma i baci solo una persona poteva darmeli, anzi due, ed adesso erano troppo lontane da me.
Il ragazzo fece quanto chiesto. 
Se si trattava di Louis faceva tutto, si sarebbe anche messo a saltare in un parco con un gonnellino Hawaiano e un lampeggiante in testa. 
La cosa mi fece scattare un sorriso che, fortunatamente, non vide nessuno. 
Qualcuno bussò alla porta. 
Aprì, vedendo il sorriso di Rebecca che si affievoliva, per poi tornare smagliante. 
Non ero di certo io la persona che si aspettava.
Io:- Ciao... Rebecca!
Lo dissi abbastanza forte in modo che anche Zayn sentisse. 
Lo visi agitarsi sulla sedia, per poi rivolgermi uno sguardo implorante e scuotendo la testa.
Io:- Se cerchi Zayn, mi ha detto di dirti che non c'è...
La ragazza sbirciò un po’ dentro la camera, appurando che Zayn c'era eccome e che si stava mettendo una mano nei capelli per la mia ingenuità. 
Decise di fingere. 
Me ne accorsi: io sono la regina delle finzioni. 
Ho dovuto mentire per quasi quattro anni. 
Ogni volta che mi chiedevano se stavo bene, mentivo.
Reb:- Oh, capisco! Senti puoi dirgli che vorrei parlargli?
Io:- Certamente, ciao Reb!
Le chiusi la porta in faccia senza neanche aspettare un suo saluto e mi stravaccai sulla sedia più vicina, dopo averla, ovviamente, pulita da tutti i residui dello spuntino del biondo.
Zayn:- Sei la persona più ingenua che io conosca...
Io:- Perché? Che ho fatto?
Zayn:- Nulla... nulla...
Mi voltai verso Niall in cerca di spiegazioni, ma il biondo ingoiò la diciassettesima delle sue merendine, scuotendo il capo.
Harry fece capolino dalla stanza solo in quel momento, dicendo che la febbre di Lou era scesa. 
Tirammo un sospiro di sollievo. 
Almeno un problema era risolto. 
Non scendemmo nemmeno a pranzo. 
Mangiammo un po’ delle merendine di Niall, ci era toccato legarlo alla sedia, ci avrebbe sbranato, e provammo per tutto il pomeriggio. 
Ogni prova andava peggio dell'altra: la prima fu interrotta da qualcuno che aveva bussato e aprendo non c'era nessuno. 
La seconda da Niall che aveva lanciato un urlo appurando che le sue merendine al cioccolato erano finite. 
La terza andò bene. 
La quarta anche meglio. 
La quinta fece pena. 
La sesta ancora peggio. 
Alla settima mi parve di vedere la carta da parati del muro, scollarsi. 
All'ottava eravamo così abbattuti che non riuscivamo neanche a parlare. 
Nella nona stonammo una sola volta. 
La decima andò un po’ meglio.
Volevamo provare un'altra volta, ma fummo interrotti.
Era una certa Leslie, ( non chiedetemi chi sia, non ne ho idea) che sorridendo in modo spropositato a Liam ci avvertì che dovevamo andare. 
Forse era meglio dire che augurava a noi povera plebaglia, gente comune, di perdere, mentre augurava a Liam ogni sorta di bene, magari con un bell'anello al dito.
Ci alzammo in silenzio e, altrettanto zitti, attraversammo il corridoio che portava in sala comune. 
Zayn, appena entrato giocava a nascondino con Rebecca, utilizzando i vari concorrenti come nascondigli. 
La seconda volta che si nascose dietro di me, lo agguantai per il colletto della camicia e lo trascinai avanti. 
Abbassò lo sguardo quando vide che Rebecca lo stava fissando. 
Il nostro turno sarebbe stato solo dopo quello di un certo Matt Cardle, quindi ci toccava quasi subito. 
Eravamo sesti. 
Datemi retta, preferivo così. 
Era meglio vedere fin da subito quanto facevamo schifo. 
L'unica cosa negativa fu che il nostro turno arrivò anche troppo velocemente. 
Mi sto contraddicendo da sola.
Saliti sul palco, per la prima volta fui presa da un'agitazione indescrivibile. 
La cosa era diventata personale. 
Prendemmo un grosso respiro, tutti e sei, prima che Liam attaccasse le prime note di Torn, seguito da un fragoroso applauso.
Quando uscimmo dal palco, la situazione non era delle migliori: in petto sentivo ancora una grande ansia.
Non per portare sfiga ma... questa volta, non saremmo stati graziati.
Tutti raggruppati sul palco, faceva un gran caldo. 
Dopo gruppi e persone mandate via, rimanemmo in tre: noi, Rebecca e quel Matt.
Annunciarono subito che Matt era arrivato primo. 
Lo stomaco iniziò a farsi di piombo. 
Dopo tempo, che a me parve infinito, dissero che Rebecca era arrivata seconda. 
Si alzò dalla nostra parte una grande ondata di sospiri, prima che essi si trasformassero in lacrime, soprattutto da parte del riccio.
Lo abbracciai mentre tentavo di consolarlo.
Io:- Su, su riccio... calmo. Si sistema tutto!
Harry si era fatto scivolare fino a terra e io ero caduta con lui. Ero l'unica che manteneva ancora una certa lucidità mentre gli altri si erano del tutto abbandonati su di me e piangevano senza ritegno.  
Liam era l'unico che era riuscito a mantenere un po’ di autocontrollo, visto che aveva già ricevuto un rifiuto.
Harry:- E... e ora... che... che facciamo?
Disse singhiozzando.
Io:- In che senso?
Harry:- Non... non ci ri-rivedremo più!
Io:- Ma che stai a dì? Idiota, guarda che esistono computer, telefoni, alfabeto morse, i segnali di fumo, treni, navi, macchine... C'è sempre un modo per rivedersi, basta volerlo. Ringrazia la tecnologia e i suoi nuovi ammodernamenti...
Lo vidi sorridere debolmente, prima di continuare a stringermi forte.
Lasciai i ragazzi soli, andando a congratularmi con Rebecca e con Matt. 
Zayn, al mio ritorno, mi accusò di essere una traditrice.
Simon, tra lo stupore di tutti, ci mandò a chiamare, dicendoci di andare nel suo ufficio.
Entrammo nell'ala ovest dell'edificio, dove sinceramente, nessuno di noi aveva mai messo piede. 
Il suo ufficio era accogliente, confortante.
Simon:- Sedetevi...
L'ha detta facile. 
C'erano solo due sedie. 
Mi cedettero una sedia mentre tutti insisterono affinché Niall occupasse quella rimasta. 
Sentì le mani di Liam posarsi sulle mie spalle.
Simon:- Ho chiesto alla mia assistente di portarne altre... quello che però volevo dirvi era un'altra cosa...
Inarcò leggermente il sopracciglio, studiandoci.
Simon:- Quello che volevo dirvi è innanzitutto: congratulazioni! E ovviamente bravi! Quello che però mi preme è che, ragazzi miei, voi avete per le mani un contratto...
Ci guardammo stupiti, mentre la stretta di Liam diventava quasi una cassaforte; era tanto stretta che mi stava impedendo la circolazione.
Simon:- Ovviamente tutto questo dipende se accettate...
Liam:- Sta scherzando vero? - tutti lo guardammo, sorridenti - E' ovvio che accettiamo!
Simon:- Molto bene... vi informo che il contratto verrà visionato domani mattina.
Liam:- Ci saremo!
Era l'unico che riusciva a parlare. 
Harry per l'emozione si era nuovamente messo a piangere, mentre Louis gli accarezzava i capelli ricci.
Una volta usciti, ci incamminammo verso il nostro dormitorio. Niall si fermò, ad un tratto, in mezzo al corridoio.
Zayn:- Nì, che succede?
Niall:- Sai Harry, avevi ragione... questo è destino!
Concluse stringendo il riccio in un abbraccio spaccaossa ma dolce, come lui.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino tutto mio.
Buonasera a Totti (?)
Voglio innanzitutto ringraziare di cuore tutte quelle che mi recensiscono e la ragazza che ha avuto il coraggio di chiedermi di sposarla.
Volevo aggiornare prima di cena, ma sono tornata a casa solo alle 18.30 e la voglia scarseggiava.
Mi ci sono messa alle otto e mezzo, ma ho sbagliato un paio di cose, e lo sconforto ha preso il sopravvento.
Ma ora sono qui, più carica che mai, con solo 45 min. di ritardo.
Il capitolo fa schifo ( lo so, lo so), e non è esattamente quello che mi aspettavo. 
Ci dico solo che il prossimo sarà ... forte.
E ci sarà anche un bel colpo di scena...
Non voglio dirvi altro. 
E, se qualcuno si chiede della possibilità dell'esistenza della coppia Jarry, leggete, leggete...
E recensite.
Dovrei fare un manifesto a tutte quelle che recensiscono.
O magari una statua.
Ci vediamo martedì o mercoledì, gente.
Jade-sososofia

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Capitolo 17
*** 2° video tour diary ***


Era passato altro tempo, eravamo nuovamente cresciuti e il nostro primo singolo era appena uscito, riscuotendo un successo incredibile. 
Con i nostri singoli: " What Makes You Beautiful ", " Gotta Be You " e " One Thing " avevamo, come diceva Harry, "sbaragliato le critiche e scalato la vetta delle classifiche ". 
Ed in effetti era vero. 
Ogni volta che uscivamo non mancavano fan che ci facevano fare chilometri e chilometri di corse. 
E queste erano quelle pazze e scatenate. 
C'erano poi quelle timide che arrossivano e ti chiedevano un autografo e che ti facevano commuovere, da quanto sembravano innocenti e indifese: le avresti abbracciate e strette. 
Quelle spavalde invece che si avvicinavano con un sorriso sicuro, chiedendoti una firma e una bella foto. 
E poi quelle isteriche che attiravano più gente loro urlando, che un cocomero che balla la samba. 
Ma erano comunque fan e tutte sono speciali, qualunque sia il loro carattere e noi avevamo imparato ad apprezzarle sempre e comunque.
Per tradizione, abbiamo ripreso a fare i nostri video diary. Siamo proprio nella nostra sala, a montare l’attrezzatura.
O meglio: io sono stravaccata su una poltrona, Niall mangia una torta ( badate bene: una torta, non un pezzo) alla cannella, Zayn passeggia su e giù, entrando nelle camere di tutti e mettendo a soqquadro le nostre cose, Louis era sparito da un po’, mentre Harold si preparava osservandosi i ricci da ogni angolazione, Liam invece era l'unico che si dedicava anima e corpo al progetto, mentre si metteva le mani nei capelli per capire dove andava attaccato un cavo o per decidere che attaccare gli amplificatori o no. 
Poi lo vedemmo girare per la stanza con la telecamera, scegliendo l'inquadratura migliore, lamentandosi della poca o troppa luce o di come non gli piacesse semplicemente il luogo adibito alle riprese.
 
Zayn:- Ehi, JJ, posso mettermi questa?
 
Disse uscendo di camera mia e del riccio, con la mia preziosa maglietta dei Rolling Stones. 
Arricciai le labbra, con uno sguardo dubbioso, ma lui tese l’espressione nel tipico sguardo cucciolesco e non mi rimase che accettare. 
Hanno cominciato a chiamarmi JJ, cosa che io odio. Inizialmente mi limitavo a non considerarli per un pò, poi però era diventato stressante, ricordarsi chi dovevo ignorare, visto che a quei 5 bambini si era aggiunto anche Paul, il nostro fantastico manager.
Louis ricomparve in quel momento con una manciata di bende in mano e un rotolo di scotch nell’altra. 
 
Louis:- Ehi, Harry, me le metteresti?
 
Harry:- Aspetta solo dieci minuti Lou, finisco di sistemarmi!
 
Louis:- Fa niente… Niall?
 
Il biondo si voltò verso di lui, smarrito.
 
Louis:- No, eh? Liam? Lasciamo perdere… Zayn?
 
Zayn:- Lou, hai sbagliato amico…
 
Louis sospirò sconsolato prima di voltare la testa dalla mia parte. 
Essendomi infilata le cuffie mi ero persa la parte del discorso. Si sedette composto sulla sedia accanto alla mia, posando la testa sulla mia spalla e strusciandocisi contro. 
Mi tolsi le cuffie, stizzita.
 
Io:- Lou, che vuoi?
 
Louis:- Ma no, nulla, nulla... mi metteresti queste?
 
Chiese sventolandomi davanti agli occhi le bende e il nastro di scotch.
 
Io:- Bastava chiedere...
 
Conclusi strappandogli di mano le bende e cominciando ad applicargliele su quella bellissima faccia a schiaffi.
Zayn borbottando scomparve in camera sua con la mia maglietta, dicendo che avrebbe trovato un paio di pantaloni da abbinarci.
Finito di fasciare Louis, il ragazzo mi abbracciò di slancio, muovendosi alla cieca per la stanza.
Scoppiai a ridere, prima che l'inconfondibile trillo del telefono si sostituisse a quello della musica.
Aprì ancora sorridente il messaggio.
 
" Ricorda la mia ultima. "
 
Divenni d'un tratto seria, mentre fissavo il telefono con un'ansia tale che si sarebbe, da un momento all'altro, squagliato. 
 
Zayn:- Ehi, JJ, tutto bene?
 
Mi chiese ansioso, notando la mia faccia lugubre e preoccupata. 
Finsi un sorriso.
 
Io:- Certo... è, è tutto ok!
 
Lui annuì, poco convinto, per poi sorpassarmi e sedersi su una sedia a pochi metri vicino alla mia.
 
" No, non ancora " pensai abbattuta " questo è senza dubbio uno scherzo. 
Ho cambiato casa, telefono e abitudini. 
Non lo vedo da troppo tempo. "
 
Continuai a fissare lo schermo, sperando che qualcuno sbucasse fuori e urlasse " Pesce D'Aprile ", nonostante non fosse il primo di Aprile e che ad Aprile mancassero ancora quattro mesi.
 
" Sciocca, credevi che cambiando numero di telefono non ti avrei ritrovato? 
Hai scordato con chi hai a che fare? "
 
Sospirai. 
Decisi di rispondere. 
E' finito il tempo in cui sopportavo in silenzio, in cui mi nascondevo sotto al piumone piangendo tutte le lacrime possibili. 
Basta piangere, ho compiuto diciotto anni da poco.
 
" No, non ho mai scordato chi sei... spero che invece tu abbia dimenticato chi sono, perchè sono cambiata. "
 
Bloccai lo schermo, aspettando la sua risposta ironica. Nessuno si era accorto dell'improvviso gelo che emanava il mio corpo. 
Tranne Zayn. 
Magari non aveva intuito tutto, ma aveva capito che c'era qualcosa che non andava.
 
" Tesoro, vedo che sei cambiata. 
  Sei ancora più bella di come ti ricordavo... perdonami, ma    non posso dire che tu sia cambiata internamente: sei sempre la solita bastarda di una volta... forse è per questo che mi 
piaci tanto..." 
 
" Non posso dire lo stesso... addio! ".
 
Sapevo che non avrebbe certo smesso. 
Lui mi voleva a tutti i costi. 
E questa volta ce l'avrebbe fatta. 
Questa volta mi avrebbe ammazzato.
 
Liam:- Dai, ragazzi, è tutto pronto, si gira!
 
Grazie Liam. 
Magari, in questo modo, riesco a distrarmi un pò.
                                         - - - - - - -
 
Harry:- Zay, togliti immediatamente quella maglia - si lamentò il riccio appena finito il video - sei ridicolo!
 
Zayn:- Neanche per sogno. Ha un buon odore...
 
Concluse imbarazzato. 
Finsi di non sentire, mentre Lou e Hazza gli lanciavano uno sguardo carico di significati.
 
Lou:- Sentilo ha un buon odore - lo canzonò con un buffetto su una gancia - e di che sa piccolo Zay?
 
Zayn:- Smetti di chiamarmi Zay... è ridicolo! E comunque sa 
di cioccolata... e di Big Buble...
 
Io:- Le Big Buble le ho dentro a quel borsone da un mese...
 
Zayn:- E la cioccolata?
 
Scossi le spalle:- E' un dolce che mi ha fatto mia mamma.
 
Fui colpita alla spalla da qualcosa di non identificato. 
Appena questa cosa si scollò da me riconobbi che era Niall che mi si era lanciato addosso.
 
Niall:- Hai un dolce alla cioccolata nel borsone e non me lo hai detto? Vergognati...
 
Si alzò in un lampo correndo in camera mia, dalla quale riemerse con un discreto cartoccio.
La torta era stranamente intera, nonostante tutti i maltrattamenti riservati a quel borsone.
Notai appeso al foglio di carta stagnola, un bigliettino rosa. 
Lo presi leggendolo ad alta voce.
 
" Cara la mia bambina e i suoi amici,
  Questo è per voi, perchè spero che le cose vi vadano bene.
  Mi raccomando, mettetecela tutta.
  Ehi, Jade, anche tuo cugino è un tuo fan e ha già detto che  da grande ti sposerà.
  Sono fiera di te figliola, e anche di voi ragazzi miei.
  Vi voglio bene come foste miei figli.
  Se quella rompi balle della mi' figliola dovesse darvi noia, ditemelo che la raddrizzo io.
  Spero che la torta sia di tuo gradimento, Niall.
  Il cioccolato non è il tuo cibo preferito?
  Vi voglio bene...
   Manu. "
 
Niall:- Ehi, JJ, chiedi a tua madre se mi adotta? - disse con la bocca piena di torta - diventeremmo fratelli!
 
Io:- Scordatelo! Mi dispiace per quello che...
 
Louis:- Tua madre è la persona più fica che abbia mai conosciuto!
 
Harry:- Concordo! Quella donna è troppo forte! Se non fosse sposata... ci avrei fatto un pensierino!
 
Io:- Ma neanche per sogno!
 
Harry:- Perchè?
 
Io:- Perchè è mia madre!
 
Harry:- Oh, allora mi dovrò accontentare della figlia!
 
Gli alzai il medio, in un gesto decisamente poco carino.
 
Lui ridacchiò:- Ehi, chi ti dice che non mi stessi riferendo a tua sorella?
 
Ammutolì, mentre tutti scoppiavano a ridere.
Squillò il cellulare. 
Mi alzai con la seconda fetta di torta in mano.
Io:- E va bene, riccio. Questa te la passo ma...
 
" Ah, quel ricciolo. 
  Che strano senso dell'umorismo! 
  E' meglio il mio non credi? E sarò ancora più spiritoso,  quando vedrai il moro con la tua maglietta dentro ad una bella  bara..."
 
Mi cadde la fetta dalle mani, come nei film, mentre afferravo il telefono con entrambe le mani.
 
Liam:- Che succede? - esclamò a mezz'aria, nell'atto di alzarsi dalla sedia.
 
Io:- N-nulla, tranquilli...
 
Riposi il telefono nella borsa, per poi stringerla al petto, sedendomi su una poltroncina e acciambellandomici. 
Presi una coperta poco distante e mi coprì tutta, testa compresa, addormentandomi, nel giro di pochi minuti.
                                        - - - - - - - -
Il mondo da caldo qual'era divenne fresco, finchè non sentì il peso sullo stomaco alleggerirsi e decisi di aprire gli occhi. Sbirciai Zayn, che poggiava la mia borsa sulla poltrona vicina. Gli afferrai un polso, costringendolo e rendermela e facendolo sobbalzare.
 
Zayn:- Ehi, JJ, come ti senti? Dieci minuti fa stavi piangendo e volevamo svegliarti, ma poi hai smesso...
 
Disse lui dolcemente. 
Nel salotto c'eravamo solo noi due, ma le porte delle camere erano chiuse, cosa che intesi come il fatto che i rispettivi proprietari erano rientrati nei propri abitacoli. 
Mi toccai incredula gli occhi, notando un leggero gonfiore e, successivamente, le guance, constatando che erano bagnate.
 
Zayn:- Dai, trovamene uno...
 
Io:- ??
 
Zayn:- Di soprannomi... ti da tanto noia che io ti chiami JJ, trovami tu un soprannome per me, in modo che tu mi ci possa chiamare!
 
Annuì. 
Credevo che stesse parlando di difetti, perchè in tal caso la risposta sarebbe stata: 
 
" nessuno. Tu sei la perfezione fatta persona ".
 
Io:- ... Zazà ...
 
Zayn:- Ma dai, sembra il nome di qualche fenomeno da baraccone!
 
Io:- Zazà mi piace!
 
Affermai convinta e sorridente.
Lui mi fissò per un pò.
 
Zayn:- Questo soprannome ti fa ridere?
 
Io:- Molto!
 
Zayn:- E allora vada per Zazà... mi basta vederti ridere anche solo per un secondo, per far sì che tutto vada bene...
 
Lo fissai con dolcezza, prima di rifilargli un pizzicotto sul braccio.
 
Zayn:- Ahi, - esclamò strofinandosi il punto leso - piccola serpe... se ti acchiappo...
 
Disse lui cominciando a corrermi dietro. 
Passammo circa tre minuti a correre, saltando sui divani, schivando sedie e ridendo come dementi. 
Fino a quando Zayn non mi prese.
Mi buttò sul divano e cominciò a farmi il solletico senza pietà, fino a quando non sopraggiunsero i ragazzi, attratti dalle mie risa isteriche, che, invece di aiutare me, aiutarono lui. 
Mi ritrovai con ben cinque ragazzi addosso che mi facevano il solletico.
 
Io:- Ahahah... basta... b-basta... v-vi prego... Ahahah!
 
Liam:- Ahahah... dai, ci siamo divertiti abbastanza!
 
Si staccarono tutti tranne Zayn, che si sedette vicino a me, circondandomi le spalle con il suo braccio.
Un altro squillo. 
Mi alzai titubante dopo aver scacciato, dolcemente, il braccio di Zayn.
 
" Sappi che questa è l'ultima volta che permetto che lui ti tocchi. 
 La prossima volta lo rivedrai attraverso una foto: quella della sua tomba".
 
Sorrisi: non è cambiato di una virgola. 
Dice, dice, ma poi non fa. 
Minacce a vuoto che vennero sepolte assieme al mio cellulare, dentro la borsa.
                            - - - - - - 
E' passato un mese e devo dire che forse il ragazzo è cambiato davvero.
Comincio ad essere assalita dalla paura. 
Niall è stato quasi investito da un motorino. 
Al conducente è caduto un foglietto, con una sola lettera : 
la R. 
La R di Ryan.
Harry e Louis, invece, una mattina sono scesi in cortile e hanno trovato la macchina di Lou completamente, dipinta. 
Un finestrino era stato urtato, ma non rotto e sopra un altro bigliettino. 
 
" Chi gioca col fuoco finisce per scottarsi. R. ", lessi.
 
Posai il biglietto sul tavolo della cucina, lasciandomi scivolare sulla sedia, il volto pallido illuminato dalla luce della lampada alogena.
 
Niall:- Chi è che vuole farci del male?
 
Chiese piangendo. 
Aveva paura, come tutti nella stanza. 
Quel ragazzo era, con il tempo, diventato il mio migliore amico, era mio dovere fare di tutto per proteggerlo.
Lasciai che piangesse liberamente sulla mia spalla, mentre gli accarezzavo i capelli, vegliata dallo sguardo ansioso di Liam e quello acquoso di Zayn.
 
Io:- Vado a farmi una doccia... magari scopro che è tutto un sogno e che sono sonnambula...
 
Conclusi affranta, commettendo l'errore più grave della mia vita: lasciai il cellulare in cima al tavolino.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Eccomi alla riscossaaaaa!
Ho deciso di aggiornare prima perchè sono troppo buona...
Sono andata un pò avanti, è vero, ma se dovessi scrivere per filo e per segno tutto quello che succede, credo che diventerebbe un mattone e che una fic di 500 capitoli non se la incul... non la leggerebbe nessuno. ( perdonate la finezza, colpa delle mie migliori amiche. ) 
Vogliamo parlare di quel pervertito di Harold? ( Lena chiedo perdono, ma tanto è tra amici ).
E di Niall che diventerebbe mio fratello? Mica male eh? Mi dispiace solo che sia stato quasi investito. QUASI...
E di Zayn? Quel ragazzone meravigliosamente dolcioso? Che carino...
In questo capitolo spero di aver reso più o meno l'idea di quello che successivamente dovrebbe succedere...
Vi chiederete perchè ho aggiornato prima...
Non solo perchè sono una persona buonissima, altruista, sempre pronta ad aiutare gli altri e gentile; ma anche perchè questa settimana sarà peggio di quella del ciclo. Sarò sommersa da interrogazioni ( storia ) e sinceramente non avevo voglia di promettervi il capitolo se poi non posso mantenerlo.
Spero che il capitolo vi piaccia...
Se avete osservazioni, impressioni, se il capitolo vi fa schifo, se fa vomitare, se qualcuno di voi si è suicidato e ora mi sta contattando dal mondo dei morti, se invece vi piace, se non ci avete capito una mazza, se volete spiegazioni... recensiteee!
Voglio una marea di recensioni.
No abbiate paura di scrivere, che tanto ho sempre risposto a tutti quegli angeli che mi hanno scritto...
Vado a vedere Supernatural, gente.
A venerdì, o forse prima.
Jade-sososofia.

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Capitolo 18
*** Ryan ***


L'errore fu pagato duramente, visto che venni strappata dal mio paradiso appena entrata in bagno. 
Un furioso Zayn entrò, senza neanche bussare, trascinandomi fuori e dicendo che gli dovevo una spiegazione.
Raggiunsi il salotto, dove i ragazzi avevano in mano qualcosa: il mio telefono.
Mi tastai stupidamente le tasche appurando che se loro lo avevano in mano era assai impossibile che il telefono fosse nelle mie tasche. 
Niall stava piangendo ancora più forte, in un modo così orribile che mi si strinse il cuore. 
Louis e Harry invece si fissavano tra di loro, stringendosi in un abbraccio. 
Liam invece levò il suo sguardo penetrante su di me, facendomi inghiottire a vuoto.
 
Liam:- Ci sono cose che devi spiegarci: " Ricorda la mia ultima", "Tesoro, vedo che sei cambiata. Sei ancora più bella di come ti ricordavo... perdonami, ma non posso dire che tu sia cambiata internamente: sei sempre la solita bastarda di una volta... forse è per questo che mi piaci tanto...", " Sappi che questa è l'ultima volta che permetto che lui ti tocchi. La prossima volta lo rivedrai attraverso una foto: quella della sua tomba". 
Jade, che cosa non ci stai dicendo?
 
Niall singhiozzò ancora più forte e mi avvicinai a lui, con ormai le lacrime agli occhi. 
Lui mi respinse, cosa che mi fece letteralmente cadere. Mi sedetti accanto a Zayn, tenendomi la testa nelle mani.
 
Liam:- Jade... Ti ricordo che Niall è stato quasi investito e che la macchina di Louis è conciata peggio di quando passa la parata di carnevale quindi...
 
Io:- E' lui... - sussurrai con gli occhi sbarrati che fissavano il vuoto - è di nuovo lui!
 
Zayn:- Ma lui non era al riformatorio?
 
Io:- Non so... avrà scontato la sua pena...
 
Liam:- Da quanto va avanti questa storia?
 
Io:- Da quasi un mese...
 
Niall:- Un mese? - sussurrò lui, facendomi voltare. 
Mi ero scordato di quanto quel ragazzo fosse bello - ti fai minacciare da un mese?
 
Louis:- Che vuole da te?
 
Louis era serissimo, cosa davvero preoccupante.
 
Io:- Quello che voleva tempo fa: che io morissi…
 
Niall si lasciò andare ad un grido strozzato, alzandosi come una molla dal divano e buttandosi praticamente sul pavimento davanti al divano.
 
Niall:- Cosa?
 
Disse con un fil di voce.
 
Io:- Hai capito perfettamente... non sarà felice finché non sarò morta... forse posso facilitargli il compito...
 
Niall:- NO!
 
Urlò come un forsennato, buttandosi nelle mie braccia.
 
Liam:- Voglio sapere tutto… nei minimi particolari!
 
Io:- …Ok…
 
Liam:- Ok?
 
Lo vidi voltarsi verso Zayn e sussurrargli qualcosa che capì benissimo … “la sta prendendo meglio di come credevo”.
 
Io:- Che… che volete sapere?
 
Liam:- Tutto…
 
Io:- Tutto cosa?
 
Louis:- Tutto quello che è successo quel giorno!
 
Io:- E va bene… Sapete, all’epoca avevo una sola amica: Rosie. 
Avevo lasciato tutti e mi ero trasferita qui… Rosie è stata l’unica con la quale ho legato… avete visto, non sono particolarmente socievole.
 
Giochicchiai un po’ con la manica della felpa di Niall ancora attaccato a me. 
 
Io:- Il giorno in cui mi misi con quel ragazzo, lei mi fece i complimenti, ma era strana… avevo visto nei suoi occhi un’ombra di preoccupazione… se me ne fossi accorta prima, forse…
 
Harry:- Probabilmente ti avrebbe fatto del male ugualmente…
 
Io:- Probabilmente sì… comunque, dicevo: trascorse, quanto, due settimane… sì, due settimane, e fu allora che cominciò a cambiare… era diventato ossessivo. 
Dove vai? 
Con chi parlavi ieri? 
Vuoi che ti riaccompagni a casa? 
Vuoi che ti dia una mano con i compiti? 
E altro…
Ovviamente, credevo che fosse molto protettivo, che non volesse che mi accadesse qualcosa, ma lui cambiò nuovamente: divenne improvvisamente violento. 
Non solo con gli altri, ma anche con me…
 
Louis:- Ma questo lo sappiamo…
 
Zayn:- Louis…
 
Gli lanciò un’occhiata torva, come per dirgli di tacere, perché quei ricordi erano brutti… e non posso dargli torto.
Io però gli sorrisi, per nulla arrabbiata.
 
Io:- Lo so Lou… ma devo iniziare dal principio, quindi è meglio che vi racconti tutto a grandi linee…
 
Niall mi osservava incantato, mentre Liam non aveva ancora aperto bocca, assorto nei suoi pensieri. 
 
Io:- Bene… non mi ha mai picchiata, no… o almeno, non ancora… Mi trattava solo in modo rude, brusco, freddo, neanche gli avessi fatto il torto più grande del mondo.
Mi strattonava di qua e di la e se, per qualche motivo, rifiutavo un suo eventuale accompagnamento a casa, allora mi trascinava per strada per un braccio e una volta davanti a casa mia mi lasciava il braccio, mi stampava un bacio sulla guancia e se ne andava. 
Neanche il tempo di chiudere gli occhi che era già sparito…  
Era una sorta di ombra ossessiva… non sapevi se c’era o no, ma una volta che lo vedevi, sapeva imporre la sua presenza. 
Un giorno, però, mi vide parlare con un mio compagno di classe, nonché suo amico, lui mi dette una leggera pacca sulla spalla, e l’altro si infuriò… molto… fu la prima volta che mi mise le mani addosso… Un ceffone in pieno viso…
 
Liam:- Quante altre volte è successo…?
 
Io:- Tante… forse troppe… Non sapevo più che scusa inventare per i lividi ai polsi o le guance perennemente chiazzate di rosso…
 
Harry:- E??
 
Io:- E… poi è avvenuto l’inevitabile…
 
Niall:- Cioè?
 
Io:- Rosie mi aveva detto da tempo di lasciarlo, di farmi rispettare, ma io morivo di paura, avevo paura che questa volta mi facesse male seriamente… dissi chiaramente a Rosie che non saremmo potute più essere amiche… non fu una scelta mia, fu lui che mi costrinse, diceva che quella ragazza mi avrebbe rovinato. 
Un giorno, comunque, decisi di mettere in pratica quello che Rosie mi aveva suggerito… 
Decisi chiaramente di lasciarlo…
 
*Flashback*
 
Io:- Basta, Ryan, finiamola…
 
Ryan:- Come?
 
Socchiuse gli occhi, minaccioso. 
Stavo già pentendomene, quando capii che se non lo avessi fatto non sarei mai più stata libera…
 
Io:- Hai capito benissimo…
 
Ryan:-… Ok… ma prima, vediamoci nel parco dietro la scuola alla fine delle lezioni, ok?
 
Io:- Ok…
 
Avevo accettato tranquillamente, aveva un sorriso rassicurante e uno sguardo sereno. 
Credevo che volesse evitare di far sentire a tutti.
La campanella della fine della giornata arrivò in un lampo.
Abbandonai la folla festante che si preparava a festeggiare il venerdì pomeriggio, e mi diressi nel retro. 
Erano ormai le quattro e dieci. 
Sedetti su una panchina. 
Diciamo che feci appena in tempo a sfiorarla che balzai in piedi, avendolo visto arrivare.
Gli sorrisi e lui mi sorrise di rimando, prima di mollarmi un cazzotto talmente forte sul naso da strapparmi un urlo. 
Lui mi tappò la bocca e si premette un indice sulle labbra…
 
Ryan:- Shhh… così togli tutto il divertimento… tranquilla, non ci annoieremo…
 
Concluse stringendo nuovamente la mano a pugno…
 *fine*
 
Io:- Non ricordo molto… Molto evidenti sono i pugni… Non so quanto tempo passò… forse una ventina di minuti…
Poi sentì qualcuno arrivare gridare e la pressione sul mio corpo che diminuiva.
 
Niall aveva gli occhi sbarrati, come la prima volta: avevo cercato di raccontare tutto nei minimi particolari.
 
Io:- Mi mollò un ultimo cazzotto, in mezzo alle costole e poi sparì, sibilandomi una frase “ peggio per te, puttana.” Il rumore delle scarpe sull’asfalto e qualcuno che mi alzava la testa, voci confuse, degli strilli e una voce che mi diceva che avevano chiamato un’ambulanza e la polizia… il rumore delle sirene e poi nulla… il vuoto…
 
Liam aveva lo sguardo basso, fissava la punta delle sue scarpe come se le trovasse interessanti... 
 
Io:- Non hai nulla da dire?
 
Rimase immobile, per poi scattare come una molla e venire ad abbracciarmi.
 
Liam:- Che è successo dopo?
 
Mormorò perso in una ciocca riccia dei miei capelli.
 
Io:- Nulla… mi sono risvegliata in ospedale con i miei genitori lì vicino e in più c’era il bidello, con un mazzo di rose – sorrisi ricordando l’uomo panciuto con quel sorriso contagioso, che si era levato il berretto e mi aveva salutato – è stato lui a trovarmi… lui ha denunciato Ryan, che nel frattempo era stato preso… a quanto pare ero caduta in coma, per tre settimane, con tre costole rotte, una incrinata e il naso ridotto ad una sfoglia di pan di spagna.  
 
Louis:- E…
 
Io:- Basta… la mia storia finisce qui… non mangiai per giorni, ero diventata una specie di ameba, non mangiavo, non dormivo, ma vivevo e respiravo, e, negli ultimi tempi, ero 
predisposta a manie suicide…
 
Mentre tutti abbassavano tristi la testa, Niall ne approfittò per farmi sentire un po’ di amore, che sembrava essere trapelato via dalle finestre di quella stanza.
 
Niall:- Non sei sola, ci siamo noi qui con te!
 
Io:- Sì… ma per quanto ci sarete Niall?
 
Zayn:- Per sempre… o almeno fino a quando tu ci vorrai tra i piedi…
 
Sorrisi, felice.
 
Louis:- Dai mettiamoci tutti stretti che si dorme qui sul divano.
 
Ci sistemammo in modo da non gravare troppo l’uno sull’altro, e ci coprimmo con una coperta, per poi sprofondare in un sonno privo di sogni.
 
“ Ora si gioca a carte scoperte, piccola”. 
 
Recitava il messaggio appena aperto. 
Scorsi cinque teste che si giravano verso lo schermo per poi, sorridere tristemente e consolarmi dal pianto disperato in cui ero caduta…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice
Mi permetto di dire che a me questa cosa fa proprio schifo...
Mi ci sono voluti tre giorni ed è venuta una schifezza...
Ma mi rifarò nel prossimo capitolo...
Ho tutto in mente, non resta che scriverlo!
Non sono una persona che ha una particolare attitudine per le parolacce, ma questa volta ci stava bene...
Ryan deve fare un pò la parte dello s*****o, no??
Anche se premetto che non so che cosa potrebbe succedere alla fine... finale bello? Finale brutto?
Lasciatemi una recensione in cui mi date un parere sul capitolo e in cui mi dite come volete che finisca...
( io volevo che finisse male, ma un'amica mi ha minacciato ).
Ringrazio chiunque la legga, anche se non lascia recensioni, e spero che piaccia questa sottospecie di fic.
Ringrazio chi invece mi recensisce ad ogni capitolo e mi esprime le proprie impressioni sul capitolo...
Ringrazio le mie amiche che me la leggono e mi sopportano...
Infine ringrazio mia moglie, e mio marito ( sono sposata due volte) che mi sopportano anche come coniuge...
Ok, vado ad affogarmi sotto ad un ponte
Bye, alla prossima gente.
Jade-sososofia

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Capitolo 19
*** Happy Birthday ***


Zayn:- Guarda qua!!
 
Ringhiò a tono basso sbattendomi davanti al naso un giornale. 
Ancora assonnata lo presi in mano, tentando di leggere la notizia in prima pagina che aveva occupato un bel po’ di spazio. 
Le figure nella foto stavano ridendo e si tenevano per mano. 
Una era bionda, l’altra mora… non ci misi molto a capire che le persone in cima a quella pagina eravamo io e Niall.
Che avevamo fatto per meritarci un articolo così lungo sul quotidiano?
 
Io:- Non vedo… che c’è scritto?
 
Chiesi pigramente, bevendo la mia tazza di latte e masticando lentamente la mia fetta biscottata con la nutella.
 
Zayn:- C’è scritto – sbottò, cercando di darsi un ritegno – 
 
“Avvistati per Londra Niall Horan e Jade Winston, due dei sei noti componenti della famosa band, One Direction. 
I due passeggiavano indisturbati tra le vie londinesi. 
Sono stati beccati da un nostro esperto fotografo, mentre uscivano da un ristorante tenendosi per mano. 
In un’intervista fatta tempo fa al nostro giornale, avevano dichiarato di essere solo amici, ma le cose potrebbero essersi evolute. 
I due ragazzi avranno una relazione? 
I componenti della loro band ne saranno al corrente?
 Come la prenderanno le Directioners? 
E se la loro relazione non dovesse funzionare, che ne sarà dei One Direction? 
(Per ulteriori informazioni recatevi a pagina otto e nove).”
 
Io:- Ah, ah…
 
Zayn:- Ah, ah? E' tutto quello che sai dire?
 
Io:- Che dovrei dire? Dovrei strepitare, uscire di casa, prendere la macchina e fiondarmi nello studio del 
giornale, minacciando di morte il direttore e obbligandolo a smentire tutto?
 
Zayn:- Beh, sì...
 
Io:- Ahahaha... Zayn, ne hai di immaginazione!
 
In quel momento entrò Niall, probabilmente buttato giù dal letto da terremoto-Liam. 
Si sedette nello sgabello della cucina di casa Direction, accanto al mio, sorseggiando il suo latte. 
Si lasciò scivolare sulla mia spalla e chiuse gli occhi quando Zayn iniziò la sua lunga serie di domande. 
La rivelazione sconvolse Niall almeno quanto aveva sconvolto me. 
Noi siamo migliori amici, che ognuno dica quello che vuole, noi non dobbiamo niente a nessuno.
Entrò Louis bello sorridente, e uno si chiede come abbia fatto, visto che la sera precedente eravamo andati a letto alle due di notte, per finire di preparare la festa a sorpresa di Harry. 
Vide Zayn torvo, che ci lanciava occhiate poco carine e omicide, mentre io e Niall eravamo appoggiati l'uno al altro, nel tentativo di non cadere addormentati, in quel momento il ragazzo capì che quella mattina qualcuno si era alzato dalla parte sbagliata del letto e che era meglio evitare le domande.
A smorzare quell'aria tesa ci si mise il campanello. 
Quando il fatidico rumore giunse alle nostre orecchie mi fiondai giù dallo sgabello, sentendo Niall imprecare, in quanto era scivolato giù e aveva battuto l'orecchio sinistro sul piano di legno.
Corsi alla porta, l'aprì e balzai al collo di Paul, che tanto incautamente aveva suonato.
 
Io:- Buongiorno!!!
 
Paul:- Ehi, buongiorno!! Com'è tutta quest'allegria di prima mattina?
 
Mi chiese lui abbracciandomi calorosamente e regalandomi un bacio sulla fronte.
 
Io:- Non so... forse perché oggi è il compleanno di Hazza, o perché finalmente andiamo all'Alan Carr Show...
 
Paul:- Proprio di questo volevo parlarvi: lo show è stato rimandato a oggi pomeriggio! Ero venuto ad avvertire 
Liam che non vi svegliasse presto ma, a quanto vedo, non ho fatto in tempo...
 
Io:- Oh... Ma dai, non importa!! Vieni dentro a fare colazione con noi!!
 
Lo presi per un braccio tirandolo dentro, mentre lui protestava dicendo che aveva già fatto colazione.
 
Io:- Dai Paul... solo una brioche...
 
Paul:- No, dai... accetto però un bel bicchiere di latte!
 
Io:- Bicchiere di latte in arrivo!
 
Conclusi sorridente mentre estraevo una stoviglia. 
Vidi con orrore che aveva già impugnato il giornale. 
Tentai di strapparglielo ma lui aveva già letto tutto. 
Con mia grande sorpresa rise.
 
Paul:- Hanno preso proprio un bel granchio!! 
 
Rise affondando poi il faccione dentro alla tazza che per poco non gli cadde dalle mani quando spiccai un balzo e lo raggiunsi mollandogli un bel bacione sulla guancia.
 
Harry:- Ehi, gente, sono più vecchio di un anno!!
 
Zayn:- Ehi, Styles, auguri!
 
Il ragazzo di nome Zayn che aveva tenuto il broncio fino a quel momento si alzò e attanagliò Harry, cominciando a scompigliargli quei ricci. 
Dopo Zayn, toccò a Niall fiondarglisi addosso, poi il suo migliore amico Louis, poi io.
 
Io:- Tanti auguri ragazzone... - sussurrai da sopra la sua spalla - sei un bel ragazzo, ma rimani il solito rompi scatole - conclusi per smorzare l'improvviso momento strappalacrime e sdolcinato che si era creato.
 
Gli mollai un pugnetto sul braccio, mentre tutti scoppiavano a ridere.
 
Liam:- Dai ragazzi andate a vestirvi!! Oh, buongiorno Paul... siamo in ritardo?
 
Paul:- Al contrario Liam... per una volta siete in perfetto orario, ma hanno rimandato lo show a oggi pomeriggio!
 
Liam allargò gli occhi, poi rilassò le spalle e scosse la testa, sparendo dalla cucina.
 
Liam:- Andate comunque a prepararvi...
 
Ci urlò dal salotto.
Fui l'ultima ad impossessarmi del bagno. 
Dopo quaranta minuti che Zayn era dentro Louis e Niall erano entrati dopo aver forzato la serratura con una mia forcina e avevano buttato fuori Zayn, in accappatoio.
Lui arrabbiato si limitò ad inveire contro i due per poi riservargli un gesto poco carino, che fu intercettato da Paul.
 
Paul:- Guai a te se ti ripesco a farlo un'altra volta! Giuro che ti mozzo le dita!
 
Per evitare qualche scappellotto, Zayn si rifugiò in camera sua. 
Sentì Harry sul divano ridacchiare, prima che la porta del bagno si aprisse e che ne uscissero un Louis e un Niall perfettamente lavati, vestiti, puliti e profumati.
 
Io:- Ma come avete fatto in soli cinque minuti? Avete fatto la doccia assieme?
 
Louis:- Tu non fare domande e non avrai spiacevoli risposte!
 
Terminò il discorso il castano, facendomi l'occhiolino. 
Mi chiusi in bagno, poggiando sul lavandino i miei jeans e la mia maglia di David Bowie.
Aspettai che l'acqua della doccia fosse calda, poi mi infilai sotto, lasciando che l'acqua portasse via alcuni problemi, ma che ne riportasse a galla altri. 
Mi permisi di pensare, mentre mi insaponavo, a Ryan.
 
"Non mi manda un messaggio da quasi quattro giorni... forse è la volta buona". Mi sciacquai il sapone di dosso.
 
"Magari adesso si è arreso e mi lascerà vivere la mia esistenza in pace". Mi insaponai bene i capelli. 
 
"Mi spieghi, Jade, come fai a pensare una cosa simile?". Mi spostai sotto al getto d'acqua che in poco tempo portò via una buona parte del sapone.
 
" Ti hanno sempre dipinto come la pessimista di turno, ma se pensi che lui ti lascerà in pace, ti sei bevuta il cervello". Chiusi la doccia e misi una mano fuori dalla tendina tastando qualcosa di morbido che mi sapeva di asciugamano. 
Me lo avvolsi addosso e strizzai i capelli, nell'altro asciugamano che avevo trovato. 
Asciugai i capelli, mi vestì e tirai fuori una cosa del tutto inutilizzata. 
La piastra per capelli. 
Mai utilizzato un aggeggio del genere in vita mia. 
Dopo essermi scottata solo tre volte, finalmente i miei capelli avevano assunto una forma decisamente liscia, che contornai con mezzo barattolo della lacca di Zayn. 
Ce ne spruzzai praticamente tutta perché, altrimenti, in meno di dieci minuti un cespugli pari a quello di Styles, o forse peggio, avrebbe fatto capolino.
Uscì soddisfatta dal bagno, osservano compiaciuta Niall che mi sorrideva, Louis che aveva chiuso la bocca a Zayn, il quale c'era rimasto male e Harry che rideva per la reazione esagerata di Zayn.
 
Zayn:- Beh, ... comunque... stai bene!
 
Concluse nel più completo imbarazzo, percorrendo il vialetto ed entrando in macchina sbattendo forte la portiera.
 
Io:- Ahahaha... ah, povero Zayn! Andiamo dai ragazzi. 
 
Passai le chiavi di casa a Liam che chiuse tutto e si sedette accanto a Paul.
Il viaggio per l'Alan Carr Show, fu lungo, considerando il megagalattico traffico londinese.
Quando scendemmo di macchina era tardi e ci toccò prepararci in fretta e furia.
 Iniziò una lotta improvvisa perché la stilista voleva a tutti i costi infilarmi un tubino nero, o un vestito a motivi leopardati, al posto dei miei jeans e delle converse.
 Il suo nome era Danelee.
 
Dan:- Ti prego Jade…
 
Mi supplicò lei sventolandomi davanti agli occhi il vestito e aggrappandosi, stanca, allo schienale del divano.
 
Io:- Mai! – strillai balzando sui cuscini del divano di fronte- non mi metterò mai un vestito!
 
I miei strilli durarono ben poco, visto che arrivò Paul e mi costrinse a cambiarmi. 
Saremmo saliti sul palco solo tra dieci minuti e, una volta truccata e dietro le quinte, nessuno si accorse che ero sgattaiolata verso il bagno di servizio e che mi ero riappropriata dei miei vestiti.
Uscì dal bagno giusto in tempo. Vidi la stilista mettersi le mani nei capelli, mentre io le sorridevo e le mandavo un bacio volante.    
La ragazza stava per tornare alla carica, quando il cameramen le fece segno di fermarsi e in un lampo, fummo dentro agli studi. 
Salutammo Alan e ci sedemmo su un divano microscopico.
Ad un certo punto dello show, mi alzai e mi sedetti per terra, stringendo tra le braccia un cuscino del divano.
 
Alan:- Aspetta, ti faccio portare una sedia!
 
Io:- No… grazie, davvero, non importa!!
 
Alan:- Molto bene… allora, dopo aver ispezionato Harry, Louis e Zayn, direi che possiamo cominciare con te!
 
Io:- Bene…
 
Alan:- Ho letto, tempo fa, di una domanda che una ragazza voleva farti e ho deciso di riproporla. 
La ragazza scrisse se per caso ti era mai piaciuto un componente della band o se tuttora uno di loro ti piace.
 
Portai alle labbra la bottiglia di vetro, bevendo tranquillamente un sorso prima di sorridere e osservare le espressioni basite di Louis, Zayn e Liam e quelle ridenti di Harry e Niall, i quali sapevano tutto.
 
Io:- Sì…
 
Alan:- Ma davvero? –sorrise compiaciuto, neanche gli avessero promesso una caramella davvero grande- e possiamo sapere chi era o è?
 
Io:- Non sono solita a raccontare i fatti miei in televisione ma sì, perché no… mi piaceva Harry!
 
Si levò un fischio prolungato mentre Harry e Niall scoppiavano a ridere, Louis e Liam li seguirono poco dopo, Zayn invece si limitò a scoccarmi un’occhiata preoccupata per poi accennare ad un sorrisetto preoccupato.
 
Alan:- Wow… e di un po’, non è che infondo ti piace ancora?
 
Insinuazioni?
Quest’uomo sta facendo insinuazioni poco divertenti.
 
Io:- No… mi è passata tanto tempo fa!
 
Alan:- Ok… sappi che non ti credo.
 
Scoppiammo nuovamente tutti a ridere.
 
Alan:- Ci guardiamo le vostre foto più recenti?
 
Fece partire una registrazione, fatta con un collage delle nostre foto, che ovviamente fi fermò su quella mia e di Niall, che ci tenevamo per mano.
 
Alan:- Ammetto che questa foto mi è piaciuta da subito… Che avete da dire!
 
Niall:- Quello che abbiamo detto questa mattina a Zayn quando ci ha mostrato l’articolo: siamo migliori amici, ci vogliamo bene e non vedo per quale motivo nasconderlo alla gente…
 
Si levarono un coro di applausi e Alan annunciò la fine dell’intervista, solo dopo aver fatto l’ispezione anche agli ultimi due.
Nei camerini ci cambiammo al volo e salimmo in macchina. Invece di prendere la strada che ci avrebbe riportato a casa, prendemmo la via opposta.
 
Harry:- Dove stiamo andando?
 
Louis:- Vedrai piccolo Hazza…
 
Ben presto gli occhi di Harry divennero lucidi, quando vide che ci eravamo fermati in una discoteca. 
All’entrata c’erano la madre, la sorella e il padre; vicino a loro tutti gli amici di Harry, che esclamarono ad una sola voce:- Tanti auguri Harry!
 
Il ragazzo si mise quasi a piangere e in men che non si dica, 
eravamo tutti dentro, pressati l’uno all’altro, con la musica a palla e i primi bicchieri che iniziavano a gironzolare.
Ero seduta al balcone con un bicchiere di aranciata in mano  osservavo i miei cinque ragazzi: Liam era seduto su una sedia con Danielle e stavano chiacchierando, Niall stava strimpellando con una chitarra, Zayn ci provava spudoratamente con qualunque forma vivente gli capitasse, Harry e Louis invece, erano raggomitolati in un angolo della discoteca assieme ad un gruppo di amici. 
Finì di bere la mia aranciata ma, mentre tentavo di alzarmi, sentì una mano fare pressione sulla mia spalla e una voce, fin troppo conosciuta che sussurrava:- Finalmente ci vediamo!! 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Buonasera!!
Il capitolo dovrebbe essere abbastanza lungo.
In teoria avrebbe dovuto esserlo ancora di più, ma non avevo voglia di scrivere altro e un'amica mi chiedeva sempre quando avrei pubblicato il prossimo capitolo, quindi eccomi.
Ringrazio ancora una volta chi mi recensisce, perchè ha davvero una grande pazienza ed un'infinita forza di volontà.
Spero che abbiate capito chi è quello che mi parla.
Notte.
Jade-sososofia 

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Capitolo 20
*** Italy ***


Smisi immediatamente di pensare. 
Sentivo solo la testa che ronzava in continuazione e una mano calda che sostava sopra alla mia spalla coperta dal giacchetto di jeans.
La visuale però cambiò.
Vedevo non più le persone che mi ballavano a circa due metri di distanza, ora stavo passando in mezzo a queste persone, guidata sempre dalla mano calda che mi stringeva dolcemente la spalla. 
Sentivo solo una grande sorpresa e, forse, il mio cervello non aveva del tutto capito chi fosse colui che mi stava spingendo fuori e che mi aveva aperto la porta, per lasciare che io uscissi al freddo di quel primo di febbraio. 
In poco tempo ci eravamo allontanati di un pò, finché non sentì che toccavo qualcosa di freddo e liscio.
Mi ero seduta su una panchina, con lo sguardo sgranato e impaurito. 
La mano sulla mia spalla non era svanita, anzi: il proprietario della mano stringeva la stoffa di quel giacchetto, come a volerla rompere, fino a quando non mise anche l'altra mano sull'altra spalla e mi si avvicinò tanto da sentire il suo calore sulla guancia.
 
- Finalmente ci vediamo di persona... mi sei mancata...-
 
In quel momento realizzai tutto e balzai in piedi voltandomi. 
Ma lui si era coperto il volto con un braccio e con foga mi costrinse a sedermi nuovamente sulla superficie fredda della panchina.
 
Io:- Che vuoi, Ryan?
 
Ryan:- Come cosa voglio... sbaglio o te l'avevo detto già quattro anni fa? Tu sei mia, che tu lo voglia o no...
 
Io:- Basta, non ne posso più di questi giochini...
 
Ryan:- Ma questi non sono giochini... non si gioca più... ora si fa sul serio...
 
Inghiottì a vuoto. 
Il parco era completamente deserto e non ci avrei guadagnato nulla a colpirlo.
 
Ryan:- Sai, ho letto l'articolo su di te e di quel biondo - cominciò lui serafico, cominciando a togliermi i capelli lisci dalla faccia e accarezzandoli - che mi dici?
 
Io:- Nulla che debba interessarti...
 
Ryan:- Ah, sì...
 
Aggravò un po’ la presa sui miei capelli.
 
Ryan:- Sicura?
 
Io:- Assolutamente...
 
Ryan:- Ahhh... bene... hai dei bei capelli... hai fatto una permanente?
 
Io:- Piastra...
 
Ryan:- Piastra... Non fa nulla, sei carina ugualmente...
 
Io:- Che vuoi Ryan? 
 
Ryan:- Ora arriva il bello... non vuoi più vendicarti?
 
Io:- No... non ho mai voluto vendetta, se è questo che ti interessa...
 
Ryan:- Ah no?
 
Avevo il cuore a mille e sembrava che l'aria attorno a me palpitasse con la stessa intensità del mio battito cardiaco.
 
Io:- La miglior vendetta è il perdono!
 
Il ragazzo scoppiò in una risata rauca che mi esplose nelle orecchie. "Niall, ti prego".
 
Ryan:- La miglior vendetta - "Zayn, almeno tu" - è il perdono - "Liam, sei sempre così accorto" - ma ti senti quando parli? - "Louis, Harry..."- Non dirmi che davvero hai intenzione di perdonarmi...
 
Io:- No... perciò non desidero la vendetta: non sono disposta a perdonarti, semplicemente mi limito a continuare la mia esistenza sperando che tu sparisca...
 
Uno scossone e la mia spina dorsale sbatté contro la spalliera in ferro.
 
Ryan:- Smettila... finiscila di fare l'eroina...
 
Il suo tono di voce era cambiato: non era più dolce, satirico, adesso era minaccioso, quasi gutturale.
 
Ryan:- Mi sono stancato di giocare, quindi fai la brava altrimenti...
 
- Altrimenti?
 
Mi voltai verso la figura del ragazzo che aveva parlato, con le lacrime che ormai avevano ripreso, come di consueto il loro percorso sulle mie guance. 
Era basso, con i capelli castani, ma esprimeva una grande forza di volontà e, perché no, anche un certo fascino. Non mi sarei mai aspettata di essere salvata da Josh Devine in persona.
 
Josh:- Altrimenti che cosa?... Amico, ti conviene lasciarla andare, il suo braccio sta diventando viola...
 
Sentì lentamente, la presa sul mio avambraccio scemare, fino a scomparire e il sangue tornare in circolo. 
Mi alzai in fretta, con un gemito, fino a raggiungere Josh, che mi abbracciò con molta delicatezza, togliendosi il maglione e poggiandomelo sulle spalle.
Con la faccia premuta sul petto del ragazzo, guardai il mio vecchio compagno con attenzione.
Inutile negare che, nonostante la follia impressa nei suoi occhi, sia ancora bello. 
I capelli corti, ricci, in disordine, ora scompigliati dal venticello traditore; gli occhi, color verde chiaro, che si stanno incupendo a causa del batterista che deve aver rovinato un momento fantastico, almeno per lui.
 
Josh:- Sto aspettando...
 
Ryan:- Tu quindi saresti Josh Devine, il batterista di quella band da strapazzo?
 
Josh:- Esattamente...
 
Non voglio negare ancora che anche il batterista comincia ad incutermi un certo terrore: il suo tono perfettamente pacato, distante, freddo... questo tono non gli appartiene. 
E' sempre stato considerato un Niall 2, vista la risata facile e il buon umore impresso sul suo viso. 
 
Ryan:- Bene... meglio sapere sempre con chi si ha che fare, no?
 
Sogghignò e Josh incurvò appena le labbra, aumentando la stretta sulle mie spalle.
 
Ryan:- E' stato un piacere fare la tua conoscenza Josh Devine... quanto a te, mia cara, ricorda che non è finita... riuscirò a trascinarti giù con me...
 
Sparì così, nell'ombra degli alberi, mentre Josh aveva tentato di inseguirlo, ma lo avevo fermato, non volevo che qualcuno si facesse male a causa mia.
 
Josh:- Perché mi hai fermato? Avrei potuto trattenerlo...
 
Io:- Non importa, lascia stare...
 
Mi strinsi maggiormente al suo petto, mentre lui mi aiutava a camminare. 
La botta alla schiena non era da sottovalutare, considerando anche il materiale sul quale avevo sbattuto.
Raggiungemmo la porta del locale, sulla quale arrivarono in quel momento tutti e cinque.
 
Harry:- L'avete trovata?
 
Louis:- No... Niall?
 
Niall:- Josh mi ha detto che era meglio dividerci e andare ognuno per conto nostro: ho controllato la parte est del parco, Josh quella ovest... ma non so se l'ha trovata...
 
Josh:- Eppure, Niall, ti avevo detto che di me ti puoi fidare...
 
Si voltarono tutti verso il batterista che sorrideva stringendomi tra le braccia. 
Vidi Zayn asciugarsi le lacrime dalla faccia e sciogliersi dall'abbraccio con Liam.
 
Zayn:- Santo cielo, allora stai bene... Madonnina, non sai che paura... mi sono voltato verso lo sgabello sul quale eri seduta e non c'eri più - asserì tremante mentre mi stringeva le braccia in vita - ho avuto tanta paura per te... soprattutto con quel pazzo maniaco che ti perseguita...
 
Mi strinse forte la schiena, tanto da strapparmi un gemito. 
Mi lasciò al volo, mentre Josh gli spiegava in breve la situazione. 
Mi promisero che per quella sera saremmo andati a letto e che ne avremmo discusso tutti domani mattina, mentre Harry, l'indomani mi avrebbe portato all'ospedale.
 
                                    - - - - - - - - - 
 
Erano passati mesi. 
Il giorno dopo tutti si erano scordati della visita in ospedale ed io non avevo fatto nulla per ricordarlo. 
La schiena faceva ancora male, ma era inutile ricordarlo. 
Se evitavo movimenti bruschi, non avrei dovuto temere nulla... e non credo che guardare un film sull'Ipad di Niall mentre sto comodamente seduta su un aereo che tra soli venti minuti atterrerà a Milano, possa causare problemi. Nemmeno Zayn e Liam che discutono sulle fan migliori o Harry e Louis che giocano a non-so-cosa, possano causare problemi.
Ryan è scomparso da quel giorno e non si è fatto più sentire, segno che sta architettando qualcosa di malvagio. 
Il suo silenzio mi inquieta più di Shining, il film di paura che ho obbligato al biondo di mettere. 
Lui sta con il viso nascosto dentro alla sua giacca, mentre ogni tanto ne emerge per poi rituffarvici. 
Fa molto più paura Ryan, ve lo assicuro.
 
Zayn:- No, ti dico che le inglesi sono meravigliose...
 
Liam:- Ma le americane...
 
Zayn:- Sì, ok... le americane sono calorose, ma le inglesi sono delle belle ragazze...
 
Senti te che discorsi.
Nessuno con il cervello apposto discuterebbe su cose del genere, come del resto non discuterebbe nemmeno sull'assegnazione dei punti per una stupida partita a carte. 
Ma chi è che mi assicura che le persone che mi stanno attorno sono normali?
 
Louis:- Ma no, Harry... Ti ripeto che se ho in campo una carta trappola, ti ho fregato...
 
Harry:- Invece no Louis... io ho giocato una carta magia e ho distrutto tutte quelle sul tuo campo, più ho reso neutre tutte le tue carte trappola e magia...
 
Appare molto normale il fatto che stiano discutendo su una partita a Yu ghi-Ho...
Sono rinchiusa in un aereo con dei pazzi. 
Le uniche due persone dalle quali potrei avere un minimo di confronto stanno: una russando forte e l'altra sta ascoltando la musica dal suo Ipod, facendo battere un bacchetta sul ripiano foderato del seggiolino.
 
- Si avvisa i gentili passeggeri che l'aereo sta per atterrare all'aeroporto di Milano; pertanto vi preghiamo di allacciare le cinture durante l'atterraggio. Grazie mille per aver volato con la nostra compagnia. -
 
"Maledetta vocetta metallica" penso mentre Paul cade quasi per terra a causa di uno scossone violento da parte di Zayn - "le odio, non potrebbero... ma che è tutto questo casino?"
 
Non sono l'unica a pensarlo, evidentemente.
 
Paul:- Chi è che sta urlando?
 
Man mano che scendiamo le urla aumentano. 
Non vorrei che vicino all'aeroporto ci fosse un macello per la soppressione i maiali, non sopporterei una cosa simile. 
Ma una volta varcata la soglia dell'aereo, mi scappa un sorriso.
Pressate, tutte appiccicate, che tentano di scavalcare le transenne e fermate dalle guardie del corpo, non ci sono dei maiali, ma bensì le nostre meravigliose Directioner.
Paul ci concede dieci minuti per foto ed autografi. 
Loro credono che io abbia scordato l'italiano, ma in realtà capisco benissimo quando fanno: 
"O Mio Dio... sto vedendo Louis Tomlinson !!", 
"Cielo, guarda come sono fighi Zayn e Liam", 
"Harry, mi ha guardato e mi ha sorriso, ora svengo" o 
" Niall è troppo figo" o anche 
" Vorrei essere quella ragazza! Non solo è bella, ma sta anche tutti i giorni con cinque fighi pazzeschi e ha una voce fighissima". 
 
Mi scappa sempre da ridere ed è difficile contenersi. 
Ognuno di noi ha ricevuto diverse cose dalle fan: io due braccialetti e una fan stava per mettermi una collana, se Paul non mi avesse detto che era ora di andare... in tal caso mi è semplicemente toccato prenderla e mandarle un bacio volante.
Ora capisco il perchè di tanta fretta: dobbiamo esibirci davanti a molte fan e alla televisione.
       
                                                        - - - - - - - - - - 
 
Zayn:- Ahahahahahah... Cielo... Ahahahaha
 
Inglesi. 
Il loro umorismo è terribile.
Mi sono solo limitata a tradurre una piccola barzelletta che una fan ha scritto su un palloncino regalato a Niall, che subito scoppino a ridere neanche uno avesse detto la battuta più bella del mondo.
 
Io:- Scusami, ma che ci trovi in divertente in: "Qual'è il colmo per un idraulico? Avere una figlia che non capisce un tubo"? Non mi sembra molto divertente...
 
Zayn:- Voi italiani avete uno strano senso dell'umorismo!
 
Io:- Noi, eh?
 
Toc, toc.
 
Paul:- Ragazzi? Jade è li con voi?
 
Io:- Sì, sono qui, che succede? Che ho combinato?
 
Paul:- Tranquilla, non hai combinato nulla... ci sono delle persone che vogliono vederti qui...
 
Io:- Ok... mandamele!
 
Dopo mezzo minuto la porta si aprì timidamente, lasciando passare tre figure. 
Una castana mossa, l'altra rossa e liscia e l'ulitma molto alta e castana liscia. 
Mi alzai con lo sguardo stupito e le braccia lungo i fianchi.
 
Io:- Elena... Erica... Rachele...
 
Mi sorrisero.
 
- Sofia...-
 
In un lampo eravamo incollate come le sardine in scatola e stavamo tutte piangendo... o meglio: Elena era diventata una fontana vivente, io avevo gli occhi lucidi e Erica si limitava a tirare su con il naso. 
Sapevo quante odiasse piangere. 
Rachele ridacchiava, ma anche lei era commossa.
 
Erica:- Non sei cambiata di una virgola, eh Sofia?
 
Io:- Jade...
 
Elena:- Scusaci, ma per noi sarai sempre e solo Sofia...
 
Rache:- La nostra bellissima ragazza...
 
Ci abbracciammo nuovamente, mentre i ragazzi ci guardavano commossi.
 
Harry:- Ma che fai Jade? Non ci presenti queste belle ragazze?
 
Io:- Già perdonatemi... Lei è Elena - indicai la ragazza castana al mio fianco - mentre lei è Erica - indicai la rossa, 
che rispose con un agile gesto della mano - e lei è Rachele - conclusi indicando la spilungona al mio fianco - sono le mie vecchie amiche, prima che i miei genitori morissero e che io mi trasferissi...
 
Elena:- Già... ma ci siamo informate sai? Siamo al corrente di tutto...
 
Rache:- Ed è veramente orribile quello che ti è successo 
 
Erica:- Sappiamo anche di quel galletto! Dammelo un pochino quel tronfio, che lo riduco ad un brodo di pollo... di quello Knor, però...
 
Le zittì entrambe con un bell' abbraccio. 
Tutto sembrava aver finalmente preso la giusta piega: ero circondata da nuovi amici, avevo rincontrato i vecchi e facevo la cosa che più mi entusiasmava.
L'unico problema era Ryan, ma anche quello si sarebbe risolto: o la disfatta sua o la mia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Ci si rivede gente...
Il capitolo mi sembra abbastanza lungo e spero che soddisfi le vostre aspettative.
Abbiamo l'entrata in scena di nuovi personaggi ( Elena, Erica e Rachele sono tre delle mie migliori amiche ).
Ho saputo inoltre che da un uccellino che sono gelose per un complimento che ho fatto in risposta ad una recensione.
Ragazze, voi sapete che io vi amo più della mia stessa vita (?)...
Leggete e recensite Girls o Boys...
Ciao!!

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Capitolo 21
*** Coma ***


“-E’ facile- dicevano – Non ti perderai – dicevano… ah, ma io non ci casco più, la prossima volta ci vengono loro a Bradford a prendere Zaza…”
 
Svoltai a sinistra ed estrassi quella specie di “cartina” che Liam e Louis avevano disegnato, fermandomi in uno spiazzo. C’era un parco, che avevo appena sorpassato, un negozio di dolci, che riesco a vedere da qui.
 
Io:- Secondo le istruzioni devo prendere la prima a destra, dopo il negozio di dolci!
 
Riposi la carta dentro alla tracolla e ingranai la prima. 
Misi la freccia, sentendo che il motore protestava per la seconda che avevo ingranato. 
Misi nuovamente la prima e estrassi la cartina. 
 
“Continua per cento metri”
 
Io:- So io quanti sono cento metri…
 
“ Fino al cartello, con su scritto RIMOZIONE FORZATA”
 
Io:- Meglio…
 
“ Gira a destra e parcheggia: la casa di Zayn è quella rosa pesca”.
 
Io:- Rosa pesca? Spero che il ragazzo abbia sorelle piccole e che non sia stato lui a scegliere il colore della facciata…
 
Trovare un buco dove parcheggiare la mia “piccola” era un’impresa da matti, ma una volta che riuscì a trovare un posto parcheggiai la mia Impala e spensi il motore.
 
Io:- Ripassiamo: la grande è Doniyah, che non ci dovrebbe essere perché è in vacanza col fidanzato. 
Walihya è la mezzana: lei è a casa sicuramente, magari fuori con qualche amica.
Safaa è la piccola di casa ed ha gli occhi azzurri, poi uno si chiede come ha fatto ad averli, ma vabbè…
La madre è Trisha e il padre Yaser… bene, dovrei ricordarmi tutto! Spero che non saltino fuori con l’albero genealogico, perché potrei mandare tutto a quel paese…
 
Scesi di macchina e mi fissai nel finestrino, mentre chiudevo a chiave la mia “bambina”. 
La accarezzai delicatamente…
 
Io:- Tranquilla, piccola, torno tra poco…
Percorsi la strada fino al cancelletto in ferro battuto, che aprì cigolando e percorsi il vialetto, fermandomi ad un passo dal portone in legno, perfettamente tirato a lucido.
Presi un bel respiro e suonai al campanello. 
Giusto in tempo a toccare quel bottoncino in ottone che mi trovavo in una casa semplice e accogliente, con una donna leggermente più bassa di me, che mi stava abbracciando.
 
Trisha:- Oh, tesoro, sei arrivata… e in perfetto orario direi: sono le tre spaccate!
 
Io:- Salve signora…
 
Asserì non troppo convinta mentre la stringevo.
 
Trisha:- Ah, sei ancora più magra della piccola Perrie… ma che mangiate? Anzi, la domanda più adeguata è : ma voi mangiate?
 
Io:- Emhh… sì, direi che mangio… e anche troppo…
 
Trisha:- Forse non abbastanza… ma vieni tesoro che ti presento la mia famiglia…
 
Io:- No, signora, non ce n’è bisogno, io e Zayn dobbiamo andare e non voglio essere di distur…
 
Trisha:- Ma no piccola, ma che disturbo… e poi quel disgraziato di Zayn si sta ancora vestendo, sai quanto ci tiene…
 
Ridacchiai ben consapevole di come fosse uno dei miei amici.
Seguì la donna in salotto, dove su un divano c’era un uomo, Yaser, che leggeva il giornale.
Lo ripiegò all’entrata della moglie e congiunse le dita sul petto sorridendomi, quando entrai io, con un po’ di imbarazzo.
 
Yaser:- Oh, ma tu devi essere la piccola Jade… Sì, Zayn ci ha parlato di te fino allo stress… sembra quasi che sia tu la sua fidanzata e non Perrie…
 
Ridacchiò della sua battuta e io lo assecondai, ma lui non parve soddisfatto. 
 
Yaser: Dimmi un po’: quanti anni hai?
 
Trisha:- Yaser…
 
Yaser:- Tesoro, devo assicurarmi che le persone con le quali mio figlio esce siano apposto!
 
Io:- Uscire? No, vede…
 
Yaser:- Ti prego, rispondi…
 
Io:- Diciotto…
 
Yaser:- Molto bene. E dimmi un po’: anche a te come a Perrie piacciono solo i cani? A lei quelli piccoli però…
 
Io:- No, io non faccio distinzione tra grande o piccolo… a me poi piacciono tutti gli animali…
 
Yaser:- Bene… e senti…
 
Trisha:- Eh, no eh… è soltanto una ragazza… non ti permetto 
di farle l’interrogatorio.
 
Yaser:- E va bene… avevo già in mente un centinaio di domande, ma mi limito a farne una sola: dimmi, ti piacciono le macchine?
 
Io:- Le macchine?
 
Yaser:- Le macchine… Zayn dice che hai la patente…
 
Io:- Mi chiede se mi piacciono le macchine? Sono la mia vita dopo il canto!
 
Yaser:- Bene, bene… e dimmi…
 
 
Zayn:- Papà, ti prego…
 
Il ragazzo aveva uno sguardo divertito e scocciato. 
Gli sorrisi mentre lui mi agitò la mano. 
Era appena spuntato dalla tromba delle scale e aveva un borsone in mano.
 
Yaser:- Solo una cosa Zayn… Bene piccola Jade, dimmi che macchina hai?
 
Io:- Una Chevrolet Impala del ’67…
 
Asserì fieramente, mentre l’uomo si voltava verso il figlio.
 
Yaser:- Ragazzo mio, mi aspetto che tu sposi questa ragazza…
 
Zayn:- Papà!
 
Trisha:- Yaser!!
 
Yaser:- Che c’è?
 
Zayn:- Hai detto la stessa cosa anche di Perrie…
 
Yaser:- Sì, forse… ma la ragazza ama gli animali e le macchine e soprattutto ha una Chevrolet Impala del ’67!!
 
Zayn:- Sì, poi ne riparliamo…
 
In quel momento entrò la piccola Safaa, con gli occhi lucidi e un orsacchiotto di pezza in mano. 
Si aggrappò al pantalone della madre tirandolo, affinché la donna si abbassasse al suo livello.
 
Trisha:- Che c’è Safaa?... No, te l’ho già detto, Zayn se ne andrà domani mattina e adesso lo devi salutare…
 
La piccola cominciò a piangere, mentre Zayn rimproverava la madre, prendendo la sorellina in collo.
Osservai l’orologio appeso alla parete: erano le 15.32.
 
Io:- Zayn, è tardi…
 
Lui annuì posando la sorellina a terra e dandole un bacio sulla fronte. 
Sparì dietro alla porta, tornando poi con un borsone.
Salutai Yaser e Trisha, poi mi chinai per salutare la piccola Safaa, che mi lasciò un bacio umido lungo la guancia.
 
Io:- Che ne dici: ti andrebbe bene di venire con noi a Londra?
 
La piccola mi guardò sorpresa, il padre sorrise alle mie spalle, ma la madre sembrava lievemente preoccupata.
 
Trisha:- Ma, no… vi darebbe fastidio, è piccola e vorrebbe giocare e poi noi non possiamo venirla a prendere stasera e mia sorella non è neanche a casa, altrimenti l’avrei lasciata da lei…
 
Io:- Non ci sono problemi… posso riportarla io stasera. 
Sono abituata a guidare con il buio e mi farebbe piacere se la piccola potesse stare un po’ con suo fratello.
 
Yaser:- Perché no? Tesoro, a te va bene?
 
La piccola annuì contenta abbracciandomi.
La madre sospirò, per poi annuire e baciare me, Zayn e Safaa.
 
Trisha:- Ti prego, vai piano!
 
Io:- Non si preoccupi signora!!
 
Uscimmo di casa, mentre sia io che Zayn tenevamo per mano la piccola. 
Raggiungemmo a breve la mia macchina
 
Io:- Tesoro ti avevo detto che sarei tornato presto… 
 
Sussurrai.
 
Safaa:- Wow, un’ Impala…
 
Mi voltai sorpresa verso la bambina.
 
Safaa:- Emh… papà è un fissato…
 
Io:- Sì… lo immaginavo… Dai tutti a bordo! Ehi, Zayn, non aprire la portiera tenendolo per il vetro, me lo riempi di impronte!
 
Zayn:- Scusa!
 
Io:- Poco male… se mi sporchi la macchina ti giuro che te la faccio ripulire.
 
Safaa scoppiò a ridere e Zayn chiuse la portiera troppo forte, beccandosi uno scappellotto da parte mia.
 
- - - - - - - - 
 
Una volta arrivati, Liam non sapeva se picchiarci o se baciarci dalla contentezza nel saperci vivi.
 
Io:- Ma dai Liam, non siamo stati via così tanto…
 
Liam:- Tre ore! Siete stati via tre ore!
 
Zayn:- Sì, poco male… ma dov’è Safaa?
 
Io:- O Cristo! Safaa, scansati…
 
Scattai in avanti, cercando di far spostare la bambina dal mezzo della strada. 
Vidi una macchina sfrecciare a tutta velocità e riconobbi il ragazzo alla guida. 
Colpì Safaa alle spalle e la vidi cadere e toccare il marciapiede. 
Sorrisi, consapevole del fatto che non avrei fatto in tempo a spostarmi. 
Lanciai un’occhiata veloce a Zayn e Liam, prima che la macchina mi prendesse in pieno, facendomi fare un volo di tre metri.
 
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Quando ripresi conoscenza sentì solo un gran vociare attorno a me. 
I ricordi parevano sfocati. 
Avevo visto Ryan che sorrideva contento, quando mi aveva visto in mezzo alla strada. 
Il suo obbiettivo non era di schiacciare la bambina, la piccola Safaa, lui adorava i bambini. 
Il suo obbiettivo ero io. 
 
___/\___/\___/\
 
?:- Il suo battito si sta stabilizzando, era ora!
 
??:- Come fai a dirlo, sei un dottore Styles?
 
“Ah, c’è Harry… e quel tono scocciato mi pare di Elena”
 
Harry:- No… ma guardo molti film…
 
Elena:- Si vede…
 
Sorrisi e socchiusi gli occhi. 
Rimasi ferita da tutto il bianco presente in quella stanza. Piano, piano avvertì l’eccitazione delle persone che mi attorniavano.
 
Io:- Chi non muore… si rivede…
 
Scoppiarono tutti in un pianto disperato, Erica inclusa.
 
Niall:- Ci riconosci tutti?
 
Io:- Non dovrei?
 
Liam:- Il dottore ha detto che potresti avere amnesie, forse temporanee, forse permanenti… hai sbattuto la testa sul paraurti della macchina e poi sull’asfalto…
 
Io:- Bene…
 
Louis:- Ci riconosci?
 
Io:- Sììììì… Louis, Niall, Liam, Elena, Rache, Eri…
 
Additai ognuno, fino a considerare le persone ai piedi del letto.
 
Io:- … No, di te non mi ricordo…
 
BOOM.
Elena era crollata per terra, svenuta. 
Mentre Harry, Liam e Rache si affaccendavano attorno a lei, Louis mi pose una domanda.
 
Louis:- Ti ricordi che fai parte degli One Direction?
 
Io:- Ovvio…
 
Louis:- E sai dirmi chi siamo?
 
Io:- Sì… io, te, Harry, Niall e Liam… 
 
Louis:- Oh…
 
Divennero tutti tristi, mentre osservavo curiosamente il ragazzo al quale tutti stavano dando sonore pacche sulla spalla.
 
Io:- Tu chi sei? Il mio ragazzo? Il mio migliore amico? Un amico dei ragazzi?
 
?:- Davvero non ti ricordi chi sono?-
 
Scossi la testa.
Si sedettero tutti sconfortati, mentre io li osservavo curiosi.
Il ragazzo moro aveva gli occhi lucidi e in breve una lacrima debordò dalle sue ciglia.
Se l’asciugò velocemente .
Si alzò e venne verso il letto, tendendomi una mano, sorridendo a più non posso. 
Credevo che la sua bocca sarebbe rimasta in quel modo per sempre. 
 
?:- Il mio nome è Zayn Jawaad Malik, piacere!
 
Gli strinsi la mano convinta. 
Il ragazzo mi sembrava un tipo apposto. 
 
“Avrei mille volte preferito scordarmi di Ryan, che dimenticarmi di un ragazzo del genere”, pensai tranquillamente, mentre Niall spariva dalla camera per chiamare un dottore. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Salveeee... Ho deciso di aggiornare prima, non so perchè, non me lo chiedete! Sono fatta così: io improvviso!
Che ne dite del colpo di scena?
A me piaceva molto!!
Ma il povero piccolo Zayn non si è lasciato scoraggiare, ora mi conoscerà meglio!!
L'ho rimosso dalla mente del tutto!!
L'Impala è una macchina stupenda...
Se volete vederla cercate "Chevrolet Impala 1967". 
Di per certo vi apparirà nera!!!
Mi piacciono le macchine... non chiedetemi i nomi perchè sono una schiappa, ma le macchine mi piacciono quasi tutte!
QUASI...
Arrivederci al prossimo capitolo... RECENSITEEEE!
Jade-sososofia

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Capitolo 22
*** Normal Administration ***


Io:- E così tu saresti un nostro compagno di band?
 
Il ragazzo sorrise, per poi scacciare Liam dalla sedia più vicina al mio letto, accomodandosi e poggiando i gomiti sul materasso del letto di ospedale.
 
Zayn:- Sì… sono un tuo compagno di band… eri venuta a prendere me a Bradford. Eravamo appena arrivati qui, quando hai avuto l’incidente. 
 
Io:- Capisco… 
 
Mi accasciai sul cuscino, mentre sentivo il dottore e Niall tornare di corsa.
 
Io:- Safaa!!
 
Scattai a sedere sul letto, balzando come una molla e iniziando a urlare e strepitare per i muscoli delle gambe indolenziti.
Iniziai ad agitarmi, temendo che alla piccola fosse successo qualcosa. 
Il battito cardiaco iniziò ad accelerare e il dottore ed i ragazzi tentavano invano di tenermi calma. 
Vennero perfino due inservienti a tenermi ferma, mentre il dottore mi iniettava un sedativo adatto per gli orsi. 
Mi ero messa a strillare, rifiutandomi di farmi toccare. Il dottore aveva gentilmente spinto tutti fuori e ora stava ragguagliando i ragazzi su quell’attimo di pazzia.
 
Louis:- Che è successo?
 
Dottore:- L’euforia, lo stress… è come se qualcosa la tormentasse… voi ne sapete nulla?
 
Si scambiarono tutti un’occhiata, ma avendo promesso di stare zitti non fiatarono.
 
Dottore:- La ragazza è stata molto fortunata. Se il signore qui presente – indicò Zayn – non le avesse sollevato la testa e non avesse chiamato immediatamente l’ambulanza, probabilmente la vostra amica non sarebbe qui… Ha subito molte lesioni interne, tante delle quali erano già presenti e non hanno fatto altro che peggiorare. Ma la vostra amica, dopo una settimana di coma si è ripresa brillantemente… la ragazza ha una volontà di ferro molto forte… soprattutto per il trauma cranico. Si è ripreso, è completamente svanito. La ragazza ha un angelo che la protegge. Bene, signori… il sedativo ha effetto per soli dieci minuti, dopo di che la ragazza si sveglierà… Buona giornata!
 
Zayn:- Buona giornata un corno. – sibilò il ragazzo una volta che il dottore ebbe svoltato l’angolo – di certo JJ non si è dimenticato di lui…
 
Si lasciò cadere sulla poltrona nella sala d’aspetto, nascondendo la testa tra le mani.
 
Harry:- Dai Zayn andrà tutto bene… ragazze, per favore, andreste a prenderci un bel bicchiere di caffè? Ne abbiamo bisogno…
 
Le ragazze annuirono in silenzio, lasciando gli uomini attorno al corpo di Zayn, che si rifiutava di emettere segnali di vita.
 
Liam:- Zayn che vuoi fare? Innanzitutto dobbiamo avvisare Paul, poi le fans e spiegare per quale motivo non si ricorda di te… non possiamo permettere che la memoria non torni più, se fosse così per lei saresti un estraneo e non posso vederti soffrire…
 
Zayn:- Una delle persone che mi sono più care non si ricorda di me… come faccio a non soffrire… sai che a lei tengo molto…
 
Niall:- L’importante è che sia viva…
 
Zayn:- Già…
 
Louis:- Già… e menomale che hai pensato a sollevarle la testa.  
 
Harry:- Che significa?
 
Zayn:- Significa che i suoi polmoni, essendo lacerati, 
avrebbero fatto passare il sangue… sarebbe morta annegata nel suo stesso sangue…
 
Liam:- Tranquillo, Zay… fermeremo quello psicopatico.
 
Io:- Emh… qualcuno mi dice che giorno è?
 
Si voltarono verso di me e mi corsero incontro.
 
Io:- Ehi, sono stata in coma e addormentata con un sonnifero per balene… la convalescenza è finita!
 
Niall:- Stai bene?
 
Io:- Perfettamente! Che giorno è?
 
Harry:- Venerdì 24.
 
Io:- Sono stata in coma per una settimana?
 
Annuirono, mentre il ragazzo moro, Zayn credo, si grattava la testa. 
Mi passai la mano sul braccio che prudeva, già rosso per le iniezioni.
 
Niall:- No, non ti dovevi alzare, ti sei tolta anche la flebo… vieni, ti porto nuovamente a letto.
 
Io:- Letto? Non sia mai! Sono arzilla, sveglia, pimpante…
 
Cominciai a saltare qua e la per la stanza, ridendo. 
Uno strappo alla schiena mi fece perdere l’equilibrio, ma due braccia arrestarono la caduta. 
Mi ritrovai a dieci centimetri dalla faccia di quel Zay, Zayn.
 
Zayn:- Torna a letto, sei ancora debole… ti ho salvato la vita una volta, non so se ci riesco una seconda…
 
Arrossì furiosamente prima di risistemarmi e partire a passo di carica verso il letto. Scostai le coperte e mi ci infilai sotto. Nessuno si accorse che Zayn, grazie al suo carnato lievemente più scuro, era arrossito a sua volta.
 
    - - - - - - 
 
Io:- Ma che ca…
 
Indossai il giacchetto e presi le chiavi della caldaia. 
Uscì nel giardino, ricoperto da un sottile strato di neve. Secondo le previsioni sarebbe ricominciato a nevicare la sera stessa. 
Toccai il tubo gelato. 
Armeggiai un po’ con le chiavi, prima di inserire quella giusta nella serratura e aprire lo sportello. 
Iniziai a premere un paio di bottoni a caso e ad abbassare o alzare qualche levetta. 
Avvertì l’acqua tornare in circolo nei tubi, prima di cedere definitivamente. 
Presi il cellulare e chiamai l’idraulico, che non sarebbe potuto venire prima di domani a causa della neve. 
Non potevo non farmi una doccia. Avevo obbedito al dottore che mi aveva vietato di farmi una doccia il giorno stesso per via delle cuciture, ma dopo otto giorni che non entri sotto ad un getto d’acqua, preferirei tuffarmi in una carretta di pesce marcio che starti vicino. 
Sarei pur sempre potuta andare da Niall. 
A che servono gli amici, se non aiutarti nei momenti di bisogno? 
E quale bisogno era più persistente di questo? 
Presi un borsone e ci ficcai dentro un paio di jeans, una maglia, una felpa, biancheria pulita, l’asciugamano, il phon, lo shampoo, il bagnoschiuma e la spugna. 
Chiusi la porta a chiave e attraversai velocemente la strada, stringendomi nel cappotto; suonai al campanello, iniziano a dondolarmi sulle ciabatte e tentando di chiudermi il colletto del pigiama. 
Mi sarebbe venuta una sincope, poco ma sicuro.
Attesi per qualche secondo, prima che la porta si aprisse di scatto e ne uscisse una testa bionda. 
 
Io:- Ciao Nialler, non è che…
 
Mi bloccai vedendo una figura dai capelli rossi sbucare da dietro il divano. 
Feci un rapido calcolo mentale prima di arrossire furiosamente e balbettare scuse a raffica, gesticolando. 
Scappai via, estraendo le chiavi della macchina. 
 
Sentì Erica in sottofondo:- Ma che hai capito? Ma guarda te: uno non più nemmeno andare a casa di un amico a giocare a Monopoli e a mangiare biscotti alla crema che subito viene frainteso!
 
Anche Eri e Nì arrossirono, prima di urlarmi di tornare indietro, ma ormai ero in macchina diretta verso la casa dei ragazzi più vicina: casa Payne.
Sperai vivamente che almeno lui non fosse “impegnato”, altrimenti sarei dovuta andare da Harry e Louis e, se neanche loro ci fossero stati, da quel Zayn. 
E preferisco di no, visto che quando mi parla mi sento strana e sviluppo manie omicide ogni volta che lui guarda o sorride alle mie ragazze. 
Suono al campanello e vedo una cresta mora venire ad aprirmi. 
Ah, no, è solo Zayn… eh?
 
Zayn:- Ciao.
 
Io:- Emh… ciao?  
Ci squadrammo. 
Dopo un po’ distolsi lo sguardo: l’imbarazzo era troppo evidente.
 
Io:- Liam?
 
Lo vidi intristirsi.
 
Zayn:- Ah… non c’è… E’ fuori con Danielle… 
 
Io:- Ah…
 
Bene. 
Non vedevo l’ora di andarmene.
 
Zayn:- So che non ti ricordi di me, ma se posso aiutarti…
 
Arrossì ancora di più.
 
Io:- Emh… mi chiedevo se…
 
Zayn:- Sì?
 
Io:- Se potessi farmi una doccia…
 
Sorrise, per poi farmi cenno di entrare.
 
Gli passai davanti ed entrai in salotto. 
 
Zayn:- Fammi indovinare: ti si sono gelati i tubi della caldaia…
 
Io:- Sì…
 
Zayn:- Hai pensato di poter sistemare tutto e hai premuto un paio di tasti a caso…
 
Io:- Sì…
 
Zayn:- E hai bloccato l’acqua calda.
 
Io:- Ah, ah…
 
Zayn:- AHAHAHAH… ti conosco bene… dai, vieni…
 
Attraversai la cucina e iniziai a salire le scale a chiocciola che portavano al piano superiore. 
Osservai le spalle del moro sparire dietro ad una porta e armeggiare con il riscaldamento. 
Poi, l’acqua che iniziava a scorrere.
 
Zayn:- Vieni, l’acqua è calda.
 
Lo ringraziai con un sorriso.
 
Io:- Stavi per uscire vero?
 
Zayn:- Sì… come…?
 
Io:- Beh, non credo che staresti in casa vestito in questo modo.
 
Zayn:- Ricordi qu… 
 
Io:- No, scusa, non mi ricordo nulla di te Zayn…
 
Zayn:- E allora vedremo di farti ricordare.
 
Se ne uscì con queste parole, rivolgendomi un gran sorriso e uscendo dal bagno chiudendosi dietro la porta. 
Giocai per una quarantina di minuti con la schiuma dentro alla vasca, prima di ricordarmi che non ero a casa mia. 
Mi asciugai in fretta, mi vestì e riponendo tutte le cose dentro alla borsa, uscì di corsa dal bagno fiondandomi in salotto, per ringraziare il ragazzo e correre a casa mia, per chiudermi dentro a doppia mandata. 
In salotto vidi Zayn, seduto rigido sul divano, con le mani strette a pugno poggiate sulle ginocchia. 
Accanto a lui, la piccola Perrie con un’espressione sorpresa. Beh, vedere la compagna di band del tuo ragazzo scendere dal piano superiore, non è il massimo. 
Le regalai un sorriso imbarazzato, prima di rivolgermi al moro.
 
Io:- Emh… grazie della doccia… ciao.
 
Sorrise. 
Da serio qual’era, aveva sorriso. 
Solo per me. 
Mi sentì improvvisamente più leggera. 
Uscì dalla porta sentendo Perrie urlare e Zay di conseguenza. 
 
                  - - - - - - - 
 
Io:- Brr… che freddo.
 
Chiusi il portaombrelli e cominciai a salire la prima rampa di scale. 
La nostra sala di registrazione era al quinto. 
Arrivata al piano prescelto, tirai la maniglia dell’unica porta ed entrai nella saletta. 
Mi stupì, nel vedere solo Liam e Zayn, credevo di essere in ritardo stratosferico. 
Salutai velocemente Liam, che era chino sul moro e gli accarezzava il braccio. 
Anche se non mi ricordavo di lui, gli dovevo delle scuse. 
Il ricordo della loro litigata, quella mattina, mi fece sorridere, ma evitai di farlo.
 
Io:- Emh… Zayn?
 
Il ragazzo alzò la testa dalle braccia di Liam, fissandomi.  Inghiottì a vuoto. 
Spero non ce l’abbia con me. 
 
Io:- Emh… volevo scusarmi per oggi… Io… Vi ho sentito urlare e non…
 
Zayn:- Non fa nulla… anzi: volevo ringraziarti… 
 
Io:- Come? E perché?
 
Zayn:- Io e Perrie ci siamo lasciati. Avevamo dei problemi già da tempo e sinceramente non posso stare con una ragazza che mi lascia 31 chiamate in 30 minuti.
 
Io:- Capisco… scusami.
 
Zayn:- No, non scusarti.
 
Chiuse gli occhi poggiandosi al petto di Liam.
Lottavo per reprimere un sorriso, per non scoppiare a ridere e dire “alla faccia tua Perald”.
 
Io:- Mi è venuta voglia di una cioccolata – asserì con un sorrisone ampio – voi ne volete una?
 
Liam:- Sì… per me. Zay?
 
Il ragazzo aprì un occhio, prima di sospirare e annuire:- Ok.
 
Sorrisi ancora di più e uscì praticamente di corsa. 
Sentita la porta scattare, iniziai a ridere e a saltare in tondo, piangendo anche.
Avvistai la testa di Niall che si era fatto cinque rampe di scale tutte di corsa. 
Povero, aveva le guancie arrossate e il cappello arancione, completamente coperto di neve. 
Gli saltai addosso, ridendo e cominciando a baciarlo sulle guance. 
Gli saltai in collo, allacciandogli le gambe alla vita. 
Lui si unì alla mia risata ma, con me in collo, perse l’equilibrio e rotolammo giù per due rampe di scale.
 
Niall:- Ahi. Perché sei così felice?
 
Continuai a ridere.
Eravamo ruzzolati per una trentina di gradini e eravamo ancora sdraiati per terra. 
Vivi. 
Ammaccati, ma vivi. 
Niall si massaggiava la guancia, resa rossa per la botta. 
Avevo solo un discreto quantitativo di lividi e un taglio sopra al sopracciglio, ma tutto sommato stavo bene.  
Inoltre sapere che Zayn e Perrie si sono lasciati mi dava quella scarica di adrenalina in più: ero felice.
 
Niall:- Allora, mi dici che succede?
 
Non risposi neanche stavolta, ma mi rannicchiai vicino al ragazzo, che mi fece segno di appoggiarmi sulla sua spalla.
 
Niall:- Allora?
 
Io:- Hai saputo che Zayn e Perrie si sono lasciati?
 
Niall:- Sì. Me lo ha detto Liam mezz’ora fa. Ma che centra?
 
Io:- Sono confusa…
 
Niall:- Anche io, in questo momento…
 
Io:- Quando l’ho scoperto, mi sono sentita… felice.
 
Niall:- Mmh.
 
Io:- Mmh? Tutto qui?
 
Mi fece cenno di tacere, passandomi un braccio attorno alle spalle e facendomi accomodare meglio sulla sua spalla.
Intrecciammo le nostre gambe in un groviglio, e rimanemmo sdraiati sulle mattonelle fredde. 
 
Niall:- C’è una sola spiegazione: ti stai innamorando di Zayn.
 
Non feci in tempo a dire al ragazzo che forse stava impazzendo, perché sentì due voci che mi chiamavano: una era impaziente, l’altra preoccupata.
Il cuore cominciava a giocarmi brutti scherzi, perché non era possibile avere le palpitazioni ogni volta che sento la voce del moro, o lo vedo.
Liam si affacciò dalle scale e chiamò Zayn. 
Scesero i gradini a rotta di collo, rischiando anche loro di cadere.
 
Liam:- Che è successo? Vi siete fatti male?
 
Io:- Nulla che non si possa rimediare con una buona dormita… dammi una mano, Liam.
 
Mentre Zayn sollevava il biondo, Liam mi prese di peso, ridendo alle mie bestemmie e parolacce rivolte verso di lui, mentre gli intimavo di lasciarmi andare altrimenti gli avrei sguinzagliato dietro un cucchiaio.
 
Io:- Anzi, ripensandoci è meglio che io stia così…
 
Liam:- Come mai?
 
Io:- Ho una visuale perfetta del tuo sedere… 
 
I due scoppiarono a ridere, mentre Liam protestava, scandalizzato.
 
Io:- Ah.. avanti non fare il santarellino, che tra voi cinque, tu sei il peggio… Sai, qualche volta Danielle mi racconta…
 
Liam:- JADE!!!
 
Io:- E’ inutile che urli, te la devi rifare con la tua ragazza!
 
Aprì con malagrazia la porta della sala e mi poggiò su una poltrona. 
Tese a Zayn una cassetta del pronto soccorso, presa da chissà dove e sparì nel piccolo bagno.
 
Io:- Comunque hai un bel sedere.
 
Niall sghignazzò, mentre Zayn sorrise a mala pena.
Liam si affacciò dal bagno sorridente.
 
Liam:- Davvero?
 
Annuì:- Ma quello di Louis è più bello!
 
Louis:- Chi mi nomina e perché?
 
Il castano era appena entrato e con la sua solita grazia aveva scaraventato il giacchetto sul’attaccapanni. 
Alzai la mano.
 
Io:- Io ti nomino… stavamo parlando del tuo bel sedere.
 
Lui sorrise prima di mettersi a camminare per la stanza sculettando e pavoneggiandosi.
 
Zayn:- Hai esagerato…
 
Soffiò a pochi centimetri dalla mia faccia, mentre mi metteva del cotone imbevuto di acqua ossigenata sul taglio.
 
Sorrisi:- Lo so… ma è troppo divertente.
 
Lui sorrise, finendo di medicarmi in silenzio. 
Quando si allontanò da me lo afferrai per il polso.
 
Io:- Grazie…
 
Lui scosse le spalle:- Normale amministrazione!
 
Liam:- Ma Harry?
 
Louis smise di camminare rivolgendo uno sguardo colpevole a Liam.
 
Louis:- Emh… mi ha detto che usciva… dice che possiamo fare le prove, lui non viene!
 
Liam gli rivolse uno sguardo incavolato e Louis sorrise agitando la mano, a mo di saluto.
 
Io:- Vabbe… dai, iniziamo.
 
Conclusi, parando Louis con il mio corpo dall’ira di Liam.
 
- - - - - - - -   
 
Zayn:- Liam… Liam, coraggio!!
 
Il ragazzo sdraiato sul piccolo divano si voltò dall’altra parte, mugugnando qualcosa. 
Louis e Niall se ne erano appena andati. 
Louis avrebbe accompagnato il biondo a casa, io sarei andata via con la macchina, mentre Liam e Zayn a piedi. 
L’unico problema era che Liam non si svegliava.
 
Zayn:- Liam… dai Liam!
 
Io:- Carica il tuo amico sui sedili posteriori della mia macchina… vi accompagno io.
 
Zayn:- Ok… grazie.
 
Sorrisi e scesi le rampe per aprire la porta e poi lo sportello al ragazzo.
 
Io:- Ci siamo?
 
Lui annuì. 
Durante il viaggio lo vidi sorridere al cellulare.
Una volta fermata la macchina davanti casa sua ebbi il coraggio di chiedergli perché sorridesse.
 
Zayn:- Ieri pomeriggio ho pubblicato la notizia della tua ripresa e molte fan hanno commentato. Una ha scritto: “menomale, voi due dovete sposarvi”.
 
Scoppiai a ridere, ma la mia testa fu colta da un capogiro.
 
“Yaser:- Ragazzo mio, mi aspetto che tu sposi questa   ragazza…
 
Zayn:- Papà!
 
Trisha:- Yaser!!
 
Yaser:- Che c’è?
 
Zayn:- Hai detto la stessa cosa anche di Perrie…
 
Yaser:- Sì, forse… ma la ragazza ama gli animali e le macchine e soprattutto ha una Chevrolet Impala del ’67!!”
 
Il moro era chino su di me, con lo sguardo preoccupato.
 
Zayn:- Tutto bene?
 
Io:- Sì… infondo anche tu padre ha detto che dobbiamo sposarci!
 
Il suo sguardo era il ritratto della serenità.
 
Zayn:- Eh, già, lo ha detto anche lui… aspetta un secondo, vuoi dire che…
 
Io:- Già… me ne sono ricordata…
 
Zayn:- AHAHAHA… E’ meraviglioso.
 
Mi abbracciò al volo, stampandomi un bacio su una guancia.
Poi lesse un commento sotto, rattristandosi.
“Sono felice che si sia ripresa, ma mi dispiace molto per lui e Perrie”.
 
Lessi il messaggio, posandogli una mano sulla spalla.
 
Io:- Mi spiace Zayn… è tutta colpa mia… non faccio a meno di crederlo!
 
Zayn:- Scherzi? Tu hai risolto la situazione!
 
Io:- No… non credo… ma infondo Zayn, si vive una volta sola no?
 
Zayn:- Sì… grazie mille, mi hai fatto capire una cosa importante!
 
Gli sorrisi. 
Lui scese dalla macchina e scaricò anche Liam, si aggrappò allo sportello.
 
Zayn:- Grazie di tutto!
 
Scossi le spalle:- Normale amministrazione!
 
Lui rise, salutandomi con una mano.
 
- - - - - - - -
 
Quando parcheggiai la macchina era passata la mezzanotte. Aprì il cancello e percorsi il vialetto. 
Stavo per inserire la chiave nella toppa, quando mia accorsi di una scatola, forata alle parti, con sopra un biglietto.
 
“Un piccolo regalo per la tua guarigione. 
Spero che tu ti rimetta presto. 
So che ne hai sempre desiderato uno. 
Il suo nome è Floyd ed è già stato registrato.”
 
Aprì curiosamente la scatola. 
Un piccolo Labrador, color miele, di non più di quattro mesi, stava bevendo dentro ad una ciotola. 
Mi vide e mi salutò, con un piccolo abbaio. 
Lo presi in collo, dandogli un bacino sulla punta del naso. 
Lui contraccambiò leccandomi la faccia e scodinzolando. 
Lo strinsi al petto.
 
Io:- Benvenuto in famiglia, piccolo Floyd…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Yeeeeeeaaaahhh!!! Salve!
Perdonatemi se non ho aggiornato, so che sono in ritardo stratosferico!!
Sono a casa con la febbre da lunedì e ho avuto tempo per scrivere! 
Questo capitolo mi piace troppo e sinceramente, l'entrata in scena del piccolo Floyd è necessaria!
Visto che Jade ricorda? Muahahaha!!
Con chi sarà uscito il piccolo Harry? Che succederà?
Prometto che cercherò di aggiornare prima!!!
Lots of love-
RECENSITE.
Jade-sososofia 

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Capitolo 23
*** Ghana ***


Io:- Su, coraggio Floyd.
 
Il cagnolino venne verso di me. 
Era una settimana che avevo il cucciolo e non sapevo ancora chi ringraziare. 
La prima notte era così spaventato che gli avevo permesso di dormire nel letto con me e da allora non si era più mosso. Paul ci aveva lasciato una settimana libera, perché, a detta sua, quello che avremmo fatto sarebbe stato sensazionale.
 
Io:- Su, piccolo, andiamo a fare una girata!
 
Lasciai che mi leccasse le mani e il viso, poi gli agganciai il collare e gli misi il guinzaglio. 
Secondo il veterinario, il piccolo aveva la forza di un leone, pertanto doveva essere tenuto stretto e litigato se avesse dato strattoni.
 
Io:- Piano cucciolo… no, Floyd, piano… FLOYD.
 
Uno strattone più forte ed ecco che l’amore della mia vita correva dentro al parco. 
Cominciai ad andargli dietro, mentre le mie gambe si riprendevano dalla pigrizia mattutina.
Lo vidi scodinzolante tra le braccia di un ragazzo e, quando si voltò, fui costretta a fermarmi.
 
Ryan:- Ma che bel cucciolo.
 
Continuò ad accarezzarlo, facendo un passo avanti. Indietreggiai con troppa foga e lo vidi ridere.
 
Ryan:- Tranquilla, non approfitto delle persone che hanno uno svantaggio! Hai perso la memoria e questo è un grande svantaggio… ci rivedremo quando sarai tornata in te!
 
Io:- E se non recuperassi la memoria?
 
Ryan:- Lo farai, tranquilla! Altrimenti te la farò tornare io!
 
Si avvicinò quel tanto che bastava per rendermi il cane. 
Lo strinsi al petto, controllando che non gli fosse successo nulla. 
Ryan mi afferrò per le spalle e, approfittando del fatto che non potessi respingerlo, mi spinse contro di lui, poggiando le sue labbra sulle mie. 
Quando si staccò da me mi scompigliò i capelli, accarezzò il cane dietro alle orecchie e, mettendosi le mani nelle tasche dei jeans, sparì. 
Lo osservai, mentre attraversava la strada, aiutando una signora anziana ad attraversare.
 
Io:- Perché? E’, Floyd? Perché è così cattivo con me, mentre con gli altri è un ragazzo adorabile?
 
Il cane mi leccò una guancia.
 
Io:- Già, non pensiamoci!
 
Aprì la portiera della macchina poggiando il cane sul sedile anteriore. 
Non capivo perché dovevamo trovarci alle otto di mattina in sala di registrazione. 
Chissà se Zayn sì sarebbe alzato. 
Scossi la testa ripetutamente, mentre il cane si era accoccolato sulle zampe e mi guardava.
Gli accarezzai la testa.
 
Io:- Tranquillo, la mamma è solo molto stanca.
 
Parcheggiai la macchina ancora shiockata e iniziai a salire le solite cinque rampe di scale. 
Mi stampai un sorriso in faccia ed entrai.
Si girarono immediatamente quattro facce verso di me e si levò un coro di “ohw”.
Il piccolo fu immediatamente circondato dai ragazzi che lo accarezzavano e lo coccolavano.
 
Io:- Ma Zayn?
 
Chiesi notando l’assenza del moro.
 
Liam:- Io l’ho chiamato e me ne sono andato. Quando sono uscito si stava alzando.
 
Se ne uscì lui, scuotendo le spalle.
 
Louis:- Ma chi è il tesorino di papà, eh?
 
Harry:- Ma no, tu sei il mio unico tesorino…
 
Harry e Louis si lanciarono un’occhiata un po’ omicida prima di cercare di ingraziarsi il cucciolo.
Un rimbombo per le scale ed ecco che la porta si apre e Zayn compare, con una mano premuta sul fianco e con il fiatone.
 
Zayn:- Fermi tutti! Non potete fare nulla senza il componente migliore!
 
Risi assieme agli altri, mentre il mio amore correva incontro al moro per balzargli in collo.
 
Zayn:- Ahh… ciao, Floyd, ci rivediamo!
 
Sorrisi contenta prima di notare una cosa.
 
Io:- Un momento… significa che…
 
Estrassi il biglietto che c’era sopra alla scatola, notando una piccola “Z” all’estremità inferiore della carta.
Venni scossa da un’ improvviso capogiro. 
Rividi la firma di Zayn sopra al contratto, il nostro primo contratto.  
I ragazzi erano chini su di me. 
 
Io:- Me lo hai regalato te?
 
Il ragazzo annuì sorridente. 
Sorrisi al cucciolo prendendolo in braccio e poggiandolo poi sulle braccia di Zayn. 
Dopo lo abbracciai mentre il cane si spostava dal mio petto a quello di Zayn.
Il cane cominciò ad abbaiare per attirare la nostra attenzione; ci sedemmo quindi tutti e sei in cerchio, facendo giocare Floyd e attendendo l’arrivo di Paul.
 
Paul:- O, bene ci siete tutti!
 
Ci disse 15 minuti dopo il nostro arrivo, aprendo la porta e sporgendo dentro la stanza il suo faccione.
 
Paul:- Oh, ma chi è questo piccolo cucciolo? 
 
Si chinò su Floyd che gli fece una doccia completa.
 
Paul:- Oh… bello! Ma non potrai portarlo!
 
Io:- Portarlo dove?
 
Paul:- In Ghana!
 
Niall:- Ghana.
 
Paul:- Ghana.
 
Liam:- E che ci andiamo a fare in Ghana?
 
Paul:- A migliorarvi!
 
Zayn:- A migliorarci?
 
Paul:- Vi danno degli idioti che non sanno cantare e dei montati? Dimostriamogli che si sbagliano!
 
Io:- Quindi questa sarebbe tutta una specie di pubblicità che ci facciamo? 
 
Paul:- Esatto!
 
Io:- Beh, ESATTO UN CAVOLO! La gente laggiù sta male, muoio milioni di bimbi ogni minuto e noi dovremmo andare laggiù a sventolare in faccia alle persone che non hanno nulla tutti, i milioni che prendiamo? MA FATEMI IL PIACERE!
 
Paul:- Non sono io che vi obbligo… sono ordini superiori!
 
Io:- E CHE VADANO A FARSI FRIGGERE I COSIDETTI ORDINI 
SUPERIORI, IO NON CI STO!
 
Sapevo che era sbagliato rifarsela con Paul, ma è l’unica cosa che posso fare, non posso di certo andare e prendere a sberle il produttore della Modest.    
Gli altri non sapevano che dire, ma era chiaro che anche loro ci stavano male.
 
Paul:- Mi spiace ragazzi…
 
Io:- E va bene…
 
Sputai, sorprendendo perfino me stessa.
 
Io:- Lo faremo, ma se vedo anche una sola telecamera aggiro, giuro che pianto tutto e torno in Inghilterra.
 
Paul annuì furiosamente, prima di uscire intimandoci di andare a fare le valigie. 
Saremmo partiti quella sera, per essere l’indomani mattina in aeroporto.   
 
Io:- Questa me la pagano.
 
Louis:- Che piano hai?
 
Io:- Nessuno!
 
Harry:- Nessuno?
 
Liam:- Non vuoi fare nulla?
 
Io:- No. Mi comporterò naturalmente! Ma giuro che se trovo anche una sola telecamera, mando tutto a gambe all’aria.
 
Zayn:- Accordato allora va bene?
 
Non seppi nemmeno per quale motivo mi dessero corda, ma in quel momento ero felice che lo facessero.
Raggiunsi arrabbiata la macchina entrando e sbattendo la porta e intimando a Floyd di sedersi per bene.
Poggiai la testa sul volante freddo, sospirando. 
 
Io:- Scusami cucciolo. Non è colpa tua. E nemmeno tua...
 
Asserì mentre accarezzavo lo sportello dell'Impala.
Partì subito per essere in un tempo decente. 
Gettai le chiavi sul tavolo, una volta entrata, e volai in camera estraendo la valigia dall'armadio. 
Lo riempì in tempo record, la portai in salotto, per poi caricarla nel bagagliaio dell'Impala. 
Dovevo portare il piccolo Floyd a casa dei miei genitori e tornare entro sera. 
Un'impresa particolarmente impossibile.
 
Io:- Dai piccola, fagli vedere chi è che comanda! Fagli mangiare la polvere dei tuoi pneumatici, bella...
    
                                                - - - - - - - 
 
Paul:- Sei in ritardo...
 
Gli lanciai un'occhiata poco rassicurante e lui con la scusa del pilota si dileguò.
Rifilai ai ragazzi una di quelle occhiate alla "JJ è incazzata, non scassate le palle". 
Venti minuti dopo eravamo tutti sul nostro aereo privato, cosa che mi fece arrabbiare ancora di più.
Certo, non possiamo usare lo stesso aereo che usano i comuni mortali. 
Rifilai a Niall una semplice scusa per poter dormire almeno dieci minuti.
Quando mi svegliai dovevamo essere già arrivati perchè intorno a me c'era fermento. 
Non eravamo dentro all'aereo però, eravamo fuori e faceva abbastanza freddo. 
Paul mi stava portando in braccio e non mi aveva svegliato, probabilmente per non doversi sorbire una di quelle che lui definiva "scenate da bimbi piccoli". 
E forse era meglio così. 
Mi feci portare comodamente in collo, come una principessa fino nella hall dell'hotel quando mi stiracchiai e mi feci posare in terra. 
Sequestrai le chiavi della stanza a Niall, scoprendo che Harry sarebbe stato il mio coinquilino.   
Presi la valigia e mi diressi verso l'ascensore, premendo il tasto del terzo piano. 
Quando le porte si aprirono trascinai la valigia, percorrendo il corridoio lussuoso, facendo scorrere lo sguardo da un numero all'altro sulle porte. 
Camera 248.  
Estrassi la tessera magnetica ed entrai. 
La camera era semplice, con due letti separati da un comodino, un tavolo, un televisore, tre grandi vetrate e una porta che sicuramente portava al bagno. 
Mi gettai sul letto più vicino, senza neanche togliermi le scarpe e chiusi gli occhi. 
Eravamo già arrivati in Ghana, il mio piccolo mi mancava e solo poche ore prima Ryan mi aveva baciato. 
Forse è per questo che sono tanto di cattivo umore.
 
Harry:- Pensieri?
 
Domandò chiudendosi dietro alle spalle la porta e poggiando le proprie valigie vicino al suo letto. 
Si tolse la giacca, il cappello e in poco anche i vestiti, rimanendo in boxer e canottiera. 
Poi si stese accanto a me, obbligandomi a togliermi il giacchetto e togliendomi le scarpe. 
Aveva in continuazione uno strano sorriso sulle labbra, e la cosa mi irritava: se io sono triste lui non può essere felice, non vale.
 
Io:- Smetti di sorridere come un’imbecille e dimmi che cavolo ti succede!
 
Lui fece una smorfia.
 
Harry:- Qualcuno ha bevuto dell’acido?
 
Lo presi per il collo della canottiera e lo strattonai, facendolo avvicinare. 
 
Io:- Dimmi che ti succede, avanti!
 
Lui si liberò di tutta calma dalla mia stretta, sdraiandosi accanto a me. 
 
Harry:- Hai presente una settimana fa, quando ho avuto quell’appuntamento?   
 
Io:- Sì! Con chi cacchio sei uscito?
 
Harry:- Ci stavo arrivando.
 
*
Harry:- Ti stai divertendo?
 
La ragazza accanto a lui sorrise timida. 
Cosa che non sarebbe mai successa. 
Elena è disponibile, giudiziosa, romantica, insomma tutto quello che vuoi: ma mai timida.
Harry però parve soddisfatto. 
Infondo la capiva: non doveva esser facile camminare in un luna park fianco a fianco con il tuo idolo. 
 
Elena:- Harry…?
 
Il ragazzo si voltò verso di lei, facendo spuntare le sue adorabili fossette.
 
Harry:- Dimmi…
 
Elena sorrise ancora di più.
 
Elena:- Grazie.
 
Harry scoppiò in una risata prorompente, per poi prenderle la mano.
 
Harry:- Che ne dici, ti va di provare il tiro a segno?
 
Elena:- D’accordo Styles, si gioca uno contro l’altra, ma se poi perdi, non piangere!
 
Harry:- Vedremo. –concluse trascinandola verso la bancarella del tiro a segno.
 
- - - - - - - -
 
Elena:- Grazie mille… sono stata davvero bene!
 
Harry:- Sono contento… vuoi che ti dia una mano con tutti quei peluche? 
 
Elena:- No, grazie…
 
Proseguirono nel silenzio, fino a quando inevitabilmente, con più di una decina di pupazzi in mano, non le cadde uno.
Si chinano entrambi per prenderlo, trovandosi a dieci centimetri di distanza. 
Si sorridono come due sciocchi, mentre si avvicinano lentamente.
Stanno per toccarsi, quando … SPLASH!
Qualcuno pensa bene di tirare un bel gavettone proprio in testa ai due, che si allontanano, come se si fossero scottati.  
 
Harry:- Credo che sia meglio andare…
 
Elena:- Vero?
 
Salgono sulla macchina, entrambi pieni di imbarazzo. 
In un lampo sono davanti alla casa delle tre ragazze. 
La macchina si ferma, ma lui è il primo a scendere. 
Passa davanti al cofano e, come un perfetto gentiluomo, apre la portiera.
 
Elena:- Harry, grazi…
 
Non riesce a finire che il ragazzo l’ha già presa per i fianchi e avvicinata a lui, in un bellissimo bacio. 
Lui si stacca, le accarezza la guancia e risale in macchina, imboccando la prima via. 
Elena è confusa, vorrebbe dargli dell’idiota, ma non ci riesce. 
*
 
Io:- Così l’hai baciata e te ne sei andato!
 
Harry:- Sì.
 
Io:- Idiota!
 
Harry:- Anche tu? Ci ha già pensato Louis ad insultarmi, ti prego, almeno tu, evita.
 
Io:- E ha fatto bene… ma scusa: non puoi andartene così… 
chissà poverina come c’è rimasta…
 
Il ragazzo sussurrò qualcosa a mezz’aria, mentre si alzava dal mio letto per entrare nel suo, che mi sapeva di:- Ne riparleremo quando avrai baciato Zayn?
 
Io:- Come?
 
Harry:- Come?
 
Io:- L’ho detto prima io!
 
Harry:- Cosa hai detto prima tu?
 
Io:- Come.
 
Harry:- Come cosa?
 
Io:- Ma fanculo!
 
Dissi scoppiando a ridere. 
Lui si risedette accanto a me, sorridendo.
 
Harry:- Visto che ci sono riuscito a farti ridere? Liam mi deve 30 sterline.
 
Io:- Avete scommesso?
 
Harry:- Sì… prima che tu mi ammazzi – disse notando un guizzo rosso infondo ai miei occhi – mi dici perché sei triste?
 
Abbassai lo sguardo mentre lui mi pettinava i capelli, prima facendo una coda immaginaria, poi una treccia, infine una crocchia. 
 
Mi toccai le labbra prima di balbettare:- R-Ryan…
 
Harry:- Che ti ha fatto?
 
Io:- Mi ha baciato…
 
Lui mollò di colpo i miei capelli, sedendosi davanti a me e prendendomi il viso con le mani. 
Notò lo sguardo impaurito, perso, dubbioso… e si commosse. Mi accarezzò una guancia sorridendomi e lasciandomi un piccolo bacio sulla guancia per poi farmi appoggiare la testa sulla sua spalla.
 
Harry:- Grazie per esserti confidata con me…
 
Io:- Nulla… infondo siamo fratelli, e non ci dovrebbero essere segreti tra fratelli, no?
 
Harry:- Se è per questo nemmeno incesti!
 
Ghignò alludendo a me e a Zayn.
 
Gli mollai un pugno sullo zigomo, ma poi mi pentì ed estrassi un ghiacciolo dal frigobar, ponendoglielo sulla guancia.
 
Harry:- Ahi, ahia… accidenti, mi fai male…
 
Io:- Chi bello vuole apparire, un po’ di male deve soffrire…
 
Harry:- Non credo che uno zigomo gonfio possa aiutare!
 
Scoppiai in una risata gioviale, prima di sentire Liam che batteva sul muro della stanza accanto, chiedendo silenzio. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ed ecco a voi la scrittrice peggiore dell'anno!!! Wohooo!
Accogliamola con un bel applauso. 
Non mi uccidete vero se vi dico che dovevo pubblicare oggi pomeriggio, ma ho passato due ore a fissare l'omino sulla liana di Temple Run due. 
Dai, una mia amica ci stava giocando e non mi pareva bello scrivere, no?
Comunque eccoci.
A quanto pare tutti si sono accorti del feeling che c'è tra JJ ( e sottolineo il soprannome, Lena) e Zazà. Se ne sono accorti tutti tranne i due diretti interessati, ma tanto... 
Se ne accorgono tranquilli...
Comunque, si è formata almeno una coppia ( o diciamo che ci prova ).
Signori, per ora è tutto, fatemi ovviamente sapere che ne pensate.
Ciaooo!
Jade-sososofia 

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Capitolo 24
*** Teachers ***


Io:- Ahia! Styles, se ti prendo giuro che ti faccio lo scalpo!
 
Asserì arrabbiata mentre mi massaggiavo il fondoschiena.
Non è per niente carino essere buttata giù dal letto. 
E quando dico essere buttata giù, significa essere buttata giù.
 
Harry:- Ahahha… dai alzati che fuori c’è il sole e ci aspetta una giornata impegnativa…
 
Concluse ridendo e tirando le tende, lasciando che un sole pallido mi colpisse la faccia, ancora assonnata.
Sbadigliai, alzandomi e stiracchiandomi.
 
Io:- Che dobbiamo fare oggi?
Chiesi, prendendo una canottiera bianca e un paio di Jeans sopra al ginocchio.
 
Harry:- Dobbiamo andare in un villaggio. C’è gente che ha bisogno di un aiuto.
 
Io:- Ok.
 
Harry:- Sbrigati che dobbiamo andare a fare colazione!
 
Mi rimproverò lui con lo sguardo serio, ponendo le mani sui 
fianchi. 
Ero contenta che prendesse la cosa sul serio, quindi evitai di prenderlo troppo in giro.
 
Io:- Mi sembri Liam… vado a farmi una doccia poi scendo.
 
Mi chiusi in bagno ed estrassi il cellulare, accedendo alla mia Playlist.
Mi infilai velocemente sotto l’acqua scrosciante e mi insaponai altrettanto velocemente, risciacquandomi poco dopo. 
Mi detti un’asciugata veloce e mi vestì, raccogliendo i capelli in una crocchia e lasciando i ciuffi ricci della frangetta liberi.
Presi il telefono e le mie Converse, indossandole. 
La canottiera e i boxer che Niall mi aveva prestato per dormire e li buttai in lavatrice, assieme ai panni degli altri, per poi avviarla.  
Scesi le tre rampe di scale ed entrai nel ristorante dell’albergo, dove trovai i ragazzi ad un tavolo. 
Erano stati gentili a prendermi una brioche alla cioccolata e un caffè caldo, ma quella mattina, non avevo proprio fame. 
Mi sedetti al mio posto, mentre tutti mi salutarono allegri. Risposi con un sorriso tirato, mentre Niall mi aggiungeva lo zucchero nel caffè, me lo girava e me lo porgeva. 
Lo presi, per non sembrare egoista e portai la tazzina alle labbra, senza bere realmente. 
Niall si rese conto della mia inadeguatezza e, mentre gli altri parlavano, si avvicinò a me, parlandomi nell’orecchio.
 
Niall:- Che c’è che non va?
 
Io:- Non so.
 
Niall:- Come sarebbe a dire che non sai?
 
Io:- No, non so che mi succede… mi sento strana.
 
Niall:- Per via del luogo?
 
Io:- No.
 
Niall:- Per via dell’orario?
 
Avrei voluto consentire, ma mi costrinsi a scuotere la testa. Non era quello il reale motivo.  
 
Niall:- Per via di Ryan?
 
Questa volta avrei voluto negare, ma la mia testa aveva annuito.
Il ragazzo sospirò, posando la tazzina di tè sul tavolo. 
Si passò stancamente la mano sulla faccia, come per scacciare qualcosa.
 
Niall:- Non ti ha fatto del male vero?
 
Io:- No. Non fisicamente.
 
Niall:- E che ti ha fatto?
 
Chiese lui sospirando. 
Per ingannare l’ansia, presi un bel sorso di caffè bollente.
 
Io:- Mi ha baciato.
 
Aggiunsi schietta, mentre lui soffocava nel suo tè e si metteva a tossire, attirando non solo l’attenzione dei ragazzi, ma anche quella delle persone agli altri tavoli, che lo guardavano con disapprovazione.
 
Io:- Fai piano se non vuoi che ci sentano.
 
Gli sibilai, prendendo un tovagliolo, imbevendolo di acqua e passandogli le mani e le braccia, completamente zuppe di tè bollente.
 
Niall:- Ti ha baciato…
 
Continuò a ripetere la frase, articolando ciascuna parola con un deciso movimento delle labbra. 
 
Io:- Sì, mi ha baciato. Ora smetti di comportarti come un bimbo di cinque anni, Zayn ci osserva!
 
Niall si avvicinò ancora di più al mio orecchio, parlando con un tono di voce finalmente rilassato.
 
Niall:- Non fingere che ti dispiaccia!
 
Gli tirai un pugno ben assestato sul petto, mentre lui rideva e gemeva di dolore allo stesso tempo. Fermò Liam nell’atto di alzarsi.
 
Niall:- Sto bene Lee… è solo un pugno!
 
Finì di bere il mio caffè, per poi voltarmi verso Niall e ridergli in faccia. 
 
Niall:- Non credere che sia finita qui…
 
Sussurrò un secondo prima di buttarmisi addosso, facendomi il solletico.
Cominciai a sghignazzare senza ritegno, mentre Louis e Harry scommettevano. 
Con un colpo deciso mi liberai di Niall, bloccandolo con le braccia dietro la schiena.
 
Niall:- Ok, ok… mi arrendo.
 
Lo lasciai andare mentre Louis dava imbronciato dieci sterline ad Harry. 
Niall tornò alla riscossa, solo che questa volta mi abbracciò e mi dette un bacio sulla guancia.
 
Zayn:- Ehi, Nì, se volevi le tue solite coccole mattutine non c’era bisogno di picchiarla.
 
Io:- Non si tratta di coccole mattutine. Niall farebbe meglio a starsene zitto, se non vuole che lo accoltelli. Stava solamente cercando di farsi perdonare!
 
Harry:- Gli hai detto quella cosa?
 
Io:- Sì.
 
Harry divenne improvvisamente serio e annuì.
 
Zayn:- Che cosa?
 
Niall:- Nulla di importante Zay…  
 
Zayn:- Beh, che i due fidanzatini si raccontassero tutto, non era una novità, ma che anche Harry sapesse…
 
Liam:- Puoi dirci quello che succede, siamo fratelli…
 
Sospirai per poi alzarmi e correre incontro a Paul.
 
Io:- Paul, ma che bello vederti! – urlai a piena voce, prima di sussurrargli minacciosa all’orecchio – portami via da qui, prima che quei pazzi mi costringano a fare qualcosa di stupido.  
 
Paul:- Ok... Dai, ragazzi venite! Ci aspetta il pullman.
 
Salutai i tre ragazzi, tutti imbronciati e uscì di corsa, aprendo lo sportello del nostro mezzo e chiudendomelo dietro velocemente. 
Gli altri mi imitarono dopo poco, mentre mi scrutavano, chi divertito chi scocciato, attraverso lo specchietto retrovisore.
 
Paul:- Tutti pronti? Ci aspettano solo dieci minuti di macchina. 
Il villaggio di cui siamo ospiti, è soprattutto abitato da bambini.
 
Io:- Bambini... 
 
Paul:- Come promesso, ho vietato le telecamere.
 
Io:- Bene.
 
Paul:- Ma non so se manterranno la promessa.
 
Voltai velocemente la testa verso l'uomo.
 
Io:- Come?
 
Paul:- Ripeto, sono ordini superiori.
 
Sbuffai scocciata, scendendo velocemente di macchina e sbattendo la portiera, una volta arrivata. 
Si avvicinò subito una donna, che sorrise a tutti e strinse una mano a Paul. 
Chiacchierarono un po’, mentre noi sei ci guardavamo attorno, vedendo facce curiose che si affacciavano dalle "case" e vi rientravano. 
 
Paul:- Dai ragazzi, venite: vi presento Juliana. E' la moglie del capo del villaggio. Il marito non c'è in questo momento, ma dice che può presentarci i bambini. Chiede se è possibile che gli insegniate a scrivere. 
 
Niall:- Certo.
 
Ci sorrise incoraggiante prima di avvicinarsi alla donna e stringerle la mano. 
Lo imitammo, prima che la donna ci sospingesse in una via. Raggiungemmo un edificio più vecchio degli altri, privo della porta e di un solo piano. 
Scostò la tenda e borbottò qualcosa in arabo, o in un'altra lingua, per poi voltarsi verso di noi e sorriderci, facendoci segno di accomodarci. 
Entrammo nella stanza, dove erano presenti solo due finestre, ad una discreta altezza, prive di vetro. 
Una lavagna, piuttosto vecchia e dall’aria malconcia. 
Erano del tutto assenti i banchi: i bambini sedevo per terra, uno accanto all’altro, usando una sola matita e dei fogli dall’aria particolarmente vecchia. 
Mi si strinse il cuore.
Inghiottì a vuoto, per poi sorridere ai piccoli che ascoltavano rapiti la donna che gli stava sicuramente spiegando il motivo della nostra incursione.
Si avvicinò a noi, mentre i bambini sorridevano.
 
Juliana:- I piccoli sono entusiasti!
 
Il suo accento era lievemente diverso dal nostro, lo si percepiva bene.
 
Juliana:- Il vostro amico, Paul credo, ha detto che avete penne e fogli a sufficienza. Mi fareste davvero un gran piacere, se gli insegnaste a scrivere un po’.
 
Sorrisi alla donna.
 
Io:- Stia tranquilla. Ci pensiamo noi.
 
Accompagnai la donna fuori, aprendole la tenda e scrutandola fino a quando non si fu allontanata. 
Zayn, su supporto di Louis, aveva preso la parola e se la stava cavando bene, visto che i bambini sorridevano allegri.
Desideravamo solo che si rilassassero, quindi portammo loro dei fogli e dei colori. 
Pastelli, matite, gessi, pennarelli. 
C’era di tutto.
Distribuì i fogli ai vari bambini, per poi sedermi a terra davanti alla lavagna.
 
Zayn:- Vorrei che disegnaste qualcosa che vi piace. Un vostro desiderio, o il vostro futuro. Disegnate piccoli: la fantasia è l’unica cosa che le persone non possono togliervi.
 
Sgranai gli occhi e arricciai le labbra. 
Zayn mi ricambiò l’occhiata, scuotendo le spalle.
 
Io:- Non vale copiare le frasi dai film – gli sibilai una volta che si fu seduto per terra accanto a me.
 
Zayn:- Che vuoi farci…
 
Troncai la discussione osservando i bambini che spiavano i lavori dei compagni prima di mettersi a lavorare, con impegno. 
L‘occhio mi cadde in un angolo della stanza, dove una bambina stava disegnando. 
Sembrava così piccola.
La indicai al biondo che annuì. 
Mi alzai tremolante, percorrendo la stanza e sedendomi di fronte alla piccola. 
 
Io:- Ciao piccola. 
 
Lei mi rivolse un’occhiata frettolosa, per poi rimettersi a disegnare.
 
Io:- Come ti chiami?
 
Sperai che rispondesse, cosa che non accadde.
 
Io:- Quanti anni hai?
 
Silenzio.
 
Io:- Non mi vuoi proprio dire il tuo nome?
 
La piccola posò il pastello blu, prendendo quello rosso. 
Capì che non voleva essere disturbata, quindi mi alzai, per andarmene, quando qualcosa o meglio qualcuno mi tratteneva. 
Voltai la testa, vedendo la bambina che mi tratteneva per l’occhiello dei jeans.
Mi porse il foglio, sulle quali erano rappresentate due figure, che dovevano essere lei e la madre. 
 
Sorrisi al disegno mentre lei sussurrava:- Jasmine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Eccomi!! Bene, salve a tutti.
La storia terminerà (credo) tra cinque o sei capitoli!
Credo che a molte di voi farà piacere!!
Nel prossimo capitolo si ritorna dal Ghana.
Volevo scusarmi per avervi fatto attendere ben quattro giorni, ma il capitolo andava scritto e la voglia se ne era andata.
Ma sotto minacce di un'amica, sono tornata!
Bene...
Non so più che dire!
Ah, sì, gli Zade o gli Jayn, non so se ci saranno. O almeno se saranno proprio loro due.
Vi informo, come ho già fatto un pò di tempo fa, che FORSE io e una mia amica pubblicheremo una storia. Nell'ultimo capitolo vi farò sapere SE e QUANDO.
Grazie mille ragazze/i ( se ci dovesse essere qualche bel maschietto!) 
RECENSIONIIIII.
Voglio tante recensione ragazze, state calando!
Jade-sososofia

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Capitolo 25
*** Promise ***


- Avanti, o faremo tardi per le riprese!- mi urlò Harry dalle scale.
 
- Arrivo! – sbottai io di rimando, prendendo la carta magnetica dal comodino e uscendo, chiudendo la porta.
 
Corremmo giù per le scale, passando per il ristorante e uscendo dalla pota a vetri, che dava sulla strada dove il furgoncino rosso ci aspettava. 
Salimmo, mentre Harry si chiudeva dietro lo sportello e salutava i ragazzi con un gesto pigro della mano. 
 
- Ancora tardi? – ci chiese Paul, guardandoci attraverso lo specchietto retrovisore.
 
- Sì – annuì Harry – ma la colpa è tutta sua!
 
- Mia? – chiesi io – non sono di certo io quella che si è messa a giocare a Fifa fino alle due di notte e che ha coinvolto la compagna di stanza in una partita, che sono diventate sedici!
 
- Sì, sì. Ma sei tu che hai voluto giocare una seconda volta! – rise il riccio.
 
- E tu una terza! – obbiettai.
 
-Sì, sì. Tanto la colpa ricade sempre su di me!
 
Si lamentò Harry, facendo il labbruccio a Louis, che lo abbracciò fulminandomi con lo sguardo. 
Comincerei ad avere seri dubbi sulla loro eterosessualità, se solo Hazza non fosse fidanzato e se la sera precedente non avesse chiamato la sua dolce fidanzata, nonché mia migliore amica, per sussurrarle paroline diabetiche e la buonanotte. 
 
- Bah. – borbottai, mentre Niall imprecava contro una sottospecie di game boy.
 
- Sei solo gelosa perché non hai ancora trovato il fidanzato. – ghignò il riccio sotto ai baffi.
 
Era diventata sua abitudine prendermi in giro per l’evidente rossore che nasceva sulle guance mie e del moro, se stavamo troppo vicini.
Harry rise, contento della vittoria. 
Tirai fuori la lingua, facendogli una pernacchia in pieno viso, mentre mi giungeva alle orecchie la risata bassa e penetrante di Paul.
Ero felicissima di poter tornare al villaggio. 
Dopo nemmeno una settimana, tra me e la piccola Jasmine era nata una sottile amicizia, una cosa piccola e delicata ma altrettanto meravigliosa.
Il nostro rapporto si basava più che altro sulle confidenze: se ci capitava di non vederci durante il giorno, ci promettevamo che la sera saremmo state nel nostro luogo super segreto, dove potevamo raccontarci le cose a vicenda. 
E i suoi racconti non erano mai belli: spesso mi raccontava dei sogni che riguardavano sua madre, morta tempo prima, di come ogni sera tornava a casa stanca, dopo aver lavorato tantissimo o di come non potesse andare a trovare il fratello che si trovava in ospedale, gravemente ammalato.
La sera precedente mi aveva raccontato che si era innamorata di un ragazzino della sua classe, ma che lui non la vedeva neanche. 
Avrei voluto che ci fosse stato Liam; lui era l'unico in grado di dispensare consigli, senza ridere o ciondolare in giro mangiando gelati. 
Quindi le avevo suggerito di cominciare a parlargli, magari per augurargli il buongiorno. 
 
- Smetti di agitarti, o rischi di sentirti male! - mi disse il mio presunto migliore amico, senza neanche staccare gli occhi da quel trabiccolo tecnologico.
 
- Non ci riesco, non ce la faccio! Devo vedere Jasmine, o rischio di sentirmi male! - asserì nervosa, mordendomi l'unghia del mignolo destro.
 
- Donne... - scosse la testa il biondo, sospirando.
 
Iniziai a fare respiri profondi e quando il motore si spense mi fiondai fuori, correndo per l'ormai conosciuta via.
 
- SalveJulianastaprorpiobene:dovepossotrovareJasmine? - urlai a pieni polmoni.
 
- Come? Cara parla con calma! - mi fece lei preoccupata, mentre anche i ragazzi scendevano sconsolati.
 
- Dove posso trovare Jasmine?
 
- Oh... - sussurrò lei, sottraendo il suo sguardo dal mio e torcendosi il panno bagnato che stava per tendere, tra le mani 
- Emh, vedi cara, c'è stato un piccolo problema...
 
Smisi di agitarmi sul posto, rivolgendo la piena attenzione alla donna. 
Perchè avevo una paura terrificante di quello che stava per dire?
 
- Vedi, lei si è ammalata... ha preso la malaria...
 
Rimasi immobile per una frazione di secondo, prima di iniziare ad ondeggiare sul posto, con le parole della donna che mi rimbombavano nella testa.
 
- Oh, oh... - esclamò Niall prima di afferrarmi per i fianchi e scuotermi forte.
 
- Quando è successo? E come? - sussurrai in un sol sospiro, mentre le lacrime premevano per uscire, ma che trattenevo, per orgoglio.
 
- Ieri sera, era andata a trovare il fratello, il piccolo Juan, e si è sentita male... se volete potete...
 
- Andare a trovarla? E' proprio quello che voglio fare. - esclamai secca, come se la colpa fosse tutta della donna.
 
Rivolsi uno sguardo a Niall, che annuì prendendomi la mano e lasciandosi trascinare tra le varie tende, mentre cercavo di raggiungere quella dell'ospedale.
La strada era ormai impressa nel mio cervello; tante volte l'avevo percorsa, quando la bambina mi chiedeva di accompagnarla per vedere il fratellino. 
Superai una donna e la figlia , fermandomi poi davanti ad una tenda nera, un pò più grossa delle altre e stringendo maggiormente la mano del biondo, il quale capì che dovevamo esserci.  
 
- Sono Jade: posso vedere Jasmine e suo fratello? - borbottai al capo infermiere, il quale scosse la testa.
 
La bambina era grave e non sapevano se ce l'avrebbe fatta. 
Il fratello era morto durante la notte.
Inspirai profondamente, per impedirmi di piangere. 
Volevo bene a qual bambino: mi ero ritrovata a raccontargli delle favole senza neanche rendermene conto, con il suo sguardo indagatore, simile a quello della sorella, che pareva sondarti l'anima con una sola occhiata o quel sorriso che rivolgeva alla sorella ogni volta che andava a trovarla. 
Un sorriso puro e semplice in grado di far piangere il cuore. 
E nonostante la differenza di età, nonostante i miei 20 anni e il loro 12 e 10, mi ero ritrovata a volergli bene come se ne vuole ad un fratello o ad una sorella, e sapere che ne hai perso uno, e che una è sospesa tra la vita e la morte, mette tutto in prospettiva.
Non seppi neanche quando arrivarono i ragazzi, tutti trafelati, seguiti dai compagni di Jasmine e di Juan che chiedevano notizie. 
Strano a dirlo, ma la parola sembrava avermi abbandonato.
 
- Fissi quella tenda come a volerla distruggere, ma ora più che mai devi avere forza. - mi sussurrò Niall baciandomi una guancia e accarezzandomi i capelli - E poi, lei è forte... sai solo tu tutto quello che ha sopportato e sai che ce la farà.
 
Mi voltai stizzita, per rispondergli a tono, ma quando un'infermiera uscì dalla tenda con un'aria malaticcia e stanca, costrinsi le mie gambe a muoversi e a fermarla.
 
- Come sta Jasmine? 
 
La donna si voltò verso di me, mentre sentivo dei respiri 
mozzati alle mie spalle.
 
- Lei è Jade?
 
Annuì con uno scatto.
 
- La piccola non ce l'ha fatta. E' morta. Mi ha chiesto di dirle che non le perdonerà il fatto di non essere andata a trovarla...
 
- Sta scherzando? -  chiesi, mentre il mio corpo non riceveva più segnali dal cervello e iniziava a tremare convulsivamente.
 
- Lo vorrei, signorina... vorrei che fosse solo uno scherzo...
 
Sospirai forte, prima di ritrovarmi a singhiozzare su una spalla, che riconobbi come quella del moro. 
Singhiozzavo rumorosamente, tirando su con il naso e bagnando la maglietta del ragazzo, che mi sussurrava qualcosa e mi diceva di calmarmi, anche se stava piangendo senza ritegno pure lui.
Mi separai da lui dopo una decina di minuti, strofinandomi gli occhi gonfi e scappando via. 
Mi sentivo ridicola in quel momento. 
Volevo solo evitare che mi vedessero piangere, nonostante mi avessero già visto farlo. 
Mi ritrovai a fermarmi, duecento metri dopo, con le costole che mi facevano male e il fiatone. 
Senza accorgermene ero nel nostro luogo segreto, non poi così segreto, trattandosi di una spiaggia, ma lei mi aveva detto che non ci veniva mai nessuno.
Mi sedetti sul tronco di un albero, caduto probabilmente con la pioggia di quella notte.
 
                                            - - - - - - - - - - -
 
- Jade! - esclamò una voce fin troppo conosciuta, ma cha aveva assunto una sfumatura irritata e preoccupata.
 
E Zayn aveva ragione ad essere preoccupato. 
Ero sparita da quasi cinque ore e nonostante il freddo e la fame mi implorassero di tornare indietro, ero rimasta lì, ripensando alle parole di Jasmine, cercando di perdonarmi per non essere stata lì con lei. 
Fui raggiunta dal moro e da un bambino. 
Quel bambino. 
E sembrava piuttosto turbato.
 
- Ti prego, torna là e di ai ragazzi che l'ho trovata! - asserì il moro, mentre si sedeva accanto a me.
 
Il bambino si allontanò di corsa, mentre il moro gli urlava un 'grazie'.
 
- Il bambino è Pablo, la madre era spagnola e il padre di qui. Vi ha visto venire qui una volta e mi ha suggerito di venire a dare un'occhiata. E' un bel posto. - aggiunse, guardandosi intorno. 
 
Era piacevole ascoltare la risacca del mare, stavo così bene, che per un secondo di tutto e di tutti.
 
- Devi tornare, non serve a nulla scappare... hai anche fame - ribattè sorridendo all'indirizzo del mio stomaco.
 
- Non ne ho voglia. 
 
- Ma ti verrà qualcosa se stai al freddo!   
 
- Non mi interessa.
 
 Il moro sbuffò, mettendosi una mano tra i capelli, togliendosi la sua giacca e cedendomela. 
 
- Tieni. - borbottò ponendola sulle mie spalle e attirandomi a lui per far scorrere le sue mani sul mio braccio.
 
- Ma così ti ammali tu - sussurrai notando la pelle d'oca che si era creata sul suo braccio a contatto con l'aria fredda del pomeriggio. O meglio della sera, visto che il tramonto stava lasciando spazio alle prime luci della sera.
 
Mentre fissavo il mare, fui scossa da un capogiro diverso da quelli che avevo avuto durante il giorno. 
Questa volta avrei ricordato qualcosa, e questo lo sapeva anche il moro, che mi aveva lasciato andare e mi sorrideva.
Come in un film mi passarono davanti delle immagini riguardanti il moro. 
Lui che mi stringeva la mano quando ci eravamo conosciuti, lui che mi diceva che ero ingenua, lui che mi piangeva sulla spalla, lui e la sua faccia sconcertata dopo aver saputo che mi piaceva il riccio. 
A poco, a poco, stavo recuperando tutte le informazioni.
 
- Stai bene? Che ricordi? - mi chiese Zayn, allegro.
 
- Tutto... io... ricordo tutto. - sussurrai mentre mi stringevo le gambe al petto e poggiavo la testa sulle ginocchia.
 
Il ragazzo rimase un secondo sconvolto, prima di sorridere e sghignazzare senza controllo.
 
- Ahahah... ricorda tutto! Tutto, tutto? - chiese bloccandosi con le braccia in aria.
 
Gli sorrisi alzandomi a mia volta e annuì.
Lui si rimise a saltare, prima di annullare la distanza tra di noi, poggiando le sue labbra sulle mie in un bacio perfetto.       
Ci fu uno scroscio di risa e un gran battere di mani, seguiti da un 'Finalmente' e da qualche 'Ce l'hanno fatta'.
Ci separammo, leggermente sconvolti. 
Rimanemmo attaccati, come per cercare di formulare quello che era appena successo. 
Lui mi stava tenendo per i fianchi, mentre io gli avevo passato le braccia attorno al collo e mi ero alzata sulle punte, per eliminare quei 5 centimetri.
 
- Come si dice? - chiese Niall fingendo di cercare le parole - incestoooo!
 
Urlò il ragazzo a pieni polmoni, facendoci sobbalzare tutti.
 
- Attento Louis, altrimenti cercherà di portarti a letto. - scherzò il riccio.
 
- Ah sì? La mettiamo di questi termini? - urlai mentre gli correvo dietro e loro scappavano per tutta la spiaggia, prendendomi in giro quando loro riuscivano a sfuggirmi di qualche centimetro. 
 
Corsi dietro a Louis che saltava da una parte al'altra come un gatto.
 
- Ora capisco perchè Harry e tu vi trovate tanto d'accordo sui gatti... -  il tono era lievemente malizioso, ed entrambi avvertirono la leggera provocazione. 
 
Non ci volle molto, prima che i ragazzi cominciassero a correre dietro a me. 
Con mia grande sfortuna, tentai di rifugiarmi dietro a Zayn che quando vide i tre correre come pazzi verso di lui, si scostò borbottando qualcosa come 'non posso rovinarmi i capelli'.
Liam ridacchiava contento, quando i tre mi presero per buttarmi in acqua che, tra parentesi, era gelata.
 
- Questa me la pagherete... -  balbettai a mollo nell'acqua fredda.
 
- Chi è che sarebbe un gatto? - rise Boo.
 
- Chi è che si dovrebbe portare a letto un gatto? - gli fece eco il riccio.
 
- Voi? - asserì dubbiosa, mentre Harry e Louis entravano in acqua e mi spingevano sotto. 
 
- Bastardiii! E' f-fredda! - strillai battendo i denti.
 
I due si passarono un braccio attorno alle spalle e ridacchiarono soddisfatti.
Zayn e Liam si avvicinarono, mentre il primo entrava con un sorriso in acqua e mi sollevava di peso, aiutandomi ad uscire.
 
- Tra tre ore abbiamo l'aereo - disse il biondo serio - hanno seppellito Jasmine e Juan tre ore fa, se vuoi prima di andarcene, ti accompagniamo...
 
- No, preferirei di no... poi non riuscirei più ad andarmene.
Liam annuì comprensivo, abbracciandomi.
 
- Emh... mmh, mmh. - tossì nervoso Zayn.
 
Liam mi lasciò andare con una risata.
 
                                              - - - - - - - - - 
 
- Svegliati... Jade! 
 
Mi aggrappai al braccio del moro portandomi un dito alla bocca, facendogli cenno di tacere.
 
- Siamo arrivati Jade!! Jade... - il moro non sapeva più che dire - Jade... qui fuori c'è Jensen Ackles che ti vuole conoscere...
 
Scattai a sedere come una molla, guardandomi attorno convulsivamente. 
Rimasi delusa nel vedere che c'era solo Zayn. 
Lui invece pareva offeso.
 
-  Ah, bene, preferisci Jensen Ackles a me... bene! -  sbottò mettendo su il broncio.
 
Gli sorrisi posandogli un bacio sulla guancia.
 
- Dai non fare l'offeso.
 
- Non sono offeso, sono offesissimo.
 
Gli ridacchiai in faccia, sorpassandolo e scendendo le scalette attraversando l'aeroporto, semivuoto, essendo le sette di mattina.  
Ritirai le valigie e raggiunsi i ragazzi, seguita da Zayn, sempre imbronciato.
 
- Ti sei rimessa? - sempre il solito sussurro, che mi costrinse a fermarmi e che fece voltare anche i ragazzi.
 
- Sì... - un sussurro, appena accennato, ma che fece sorridere l'altro.
 
- Bene... sappi che allora non mi fermerò davanti a niente e a nessuno... anche se dovessi uccidere chiunque tenti di nasconderti a me... farò di tutto pur di trascinarti via - ghignò.
 
Mollai il borsone che cadde per terra, con un tonfo che si propagò in ogni angolo del luogo. 
Anche Paul non sapeva che dire. 
Lui non si era mai trovato faccia a faccia con lui, anche se aveva fatto di tutto per evitare che a qualcuno di noi accadesse qualcosa di brutto.
- Aspetta... - bisbigliai avvicinandomi. Mi rincuorai vedendo che non si allontanava. 
Con altri tre passi gli fui abbastanza vicino da poter notare le diverse sfumature di verde nei suoi occhi - voglio che tu mi prometta una cosa.
 
Lui ghignò. 
Probabilmente aveva capito che tentavo di scendere a patti, ma se quelli si sarebbero rivoltati contro di me, non mi sarebbe importato nulla. 
Gli presi le mani, tra le mie.
 
- Ti prego, promettimi che la cosa rimarrà tra me e te, che non coinvolgerai nessuno. Questa faccenda riguarda me e te. Solo noi. - sussurrai stanca.
 
Lui parve pensarci. - Perchè no? Ok, tesoro, te lo prometto! - si avvicinò baciandomi un angolo della bocca.
 
Si dileguò in fretta, mentre gli altri si avvicinavano alla stessa velocità.
 
- Stai bene? - soffìò Boo.
 
- Che ti ha detto? - domandò Hazza.
 
Scossi la testa a tutto quel fiume di parole. - Portatemi a casa. - fu tutto quello che riuscì a dire.
                      
                                                              - - - - - - - - -  
 
Dopo aver mandato via tutti mi feci una doccia e mi sedetti sul divano, con una bella tazza di tè in mano.
La sera scese presto. 
Stavo per andare a letto, quando suonò il campanello. Con i ragazzi ci eravamo accordati che sarebbe stato un fischio lungo e due brevi. 
Corsi alla porta e quando l'aprì, Zayn mi si fiondò addosso, chiudendo il portone con il piede.
 
- Ma che ci fai qui? Paul ci ha vietato di stare insieme da soli. - dissi io.
 
- Ma come? Non ti va di aumentare il pericolo? - rise lui, indicando le scale che portavano al piano superiore.
 
- Pericolo è il mio secondo nome. - ridacchiai, prima di trascinarlo di sopra, chiudendo la porta della camera a chiave.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Squillino le trombe gente e suonino i tamburi! 
Non solo Sosò è tornata, ma ha anche fatto svegliare quei due!!
Muahahahahah...
Mi sento malvagissima questa sera!
Chiedo umilmente scusa a Elena, per il nome che ho usato all'interno della storia.
Vi avverto gente: pochi capitoli, e Sosò si leva di torno!
Ma non vi libererete così facilmente di me: io sono dap-per-tut-to!
Questa cosa fa tanto Ryan!
Ci vediamo al prossimo capitolo.
(mercoledì o giovedì)
Ciao!
Jade-sososofia

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Capitolo 26
*** Perfect Day ***


Fatti fare i due scatti alla chiave dentro la serratura, mi girai per guardare Zayn, era davvero bello.
 
Io: “Ora che facciamo qui?”
 
Z: “Beh, se sei d’accordo… Qualcosa da fare si trova…”
 
Mi guardò con sguardo malizioso, avevo inteso cosa voleva farmi capire (e chi non avrebbe capito?!).
Sorrisi timidamente mentre mi avvicinavo a lui. 
Accerchiai le mie braccia intorno al suo collo, lui mi afferrò i fianchi e, facendo ben aderire i nostri petti l’uno all’altro, ci baciammo. 
Un bacio incredibile… 
Sicuramente il migliore della mia vita, fino a quel momento.
Quando si tolse le scarpe io mi sedetti sul letto. 
Il moro si mise vicino a me, posizionando la sua mano destra sul mio fianco e con l’altra spostando una ciocca di capelli che mi era caduta davanti al viso quando l'avevo abbassato prima che potesse vedere il rossore sulle mie guance.
Avvicinò il mio viso al suo e le nostre labbra si unirono in un altro splendido bacio. 
Alzò con la mano fredda la mia maglietta fino a scoprire l’ombelico, ma non ci feci caso, ero presissima dei suoi occhi e dal quel momento magico. 
Pian piano mi trovai sdraiata sul letto sotto lui, lui senza camicia e io che lo fissavo incantata.
Mi coinvolse in altri baci bellissimi prima di liberarci a vicenda di quei vestiti che, con il calore dei nostri corpi vicini, non servivano.
                                                                   - - - - - - - - - 
Aprì pigramente un occhio, poi l'altro e infine mi stiracchiai. 
Mi sentivo un pò indolenzita. 
Mi voltai dall'altra parte del letto, dove il moro dormiva placidamente. 
Un'altra forma indistinta dormiva ai piedi del letto. 
Mi strofinai gli occhi stancamente, cercando di assumere una posizione comoda. 
Cosa ci faceva Floyd sul mio letto?
Scossi la testa, dicendomi che molto probabilmente era un sogno.
 
- Se è così, non svegliatemi. - sussurrai in un sorriso.
 
Floyd aprì gli occhietti, alzandosi pigramente e venendomi incontro.
Dopo una bella leccata in faccia potei constatare che tutto questo non era un sogno. 
Scesi dal letto, rabbrividendo al contatto freddo dei piedi con il parquet e indossai biancheria nuova e una maglia, che risultò essere quella del moro, per le sue gigantesche dimensioni.
Saremmo sicuramente finiti nei guai, ma non interessava a nessuno dei due. 
 
- Vieni piccolo.
 
Battei lievemente le mani, per non svegliare il moro, ma sufficientemente forte perchè il cucciolo mi sentisse. 
Scesi le scale con lentezza ed entrai in cucina. 
Fui attratta non solo dall'ordine, ma anche dal solito foglio rosa che era appiccicato al frigorifero tirato a lucido.
 
" Buongiorno cara!
Paul mi ha detto che sareste tornati ieri sera, quindi io e babbo abbiamo pensato di farvi una sorpresa.
Ti ho riportato io Floyd. 
Era troppo nervoso senza di te e rischiava di distruggermi la casa, senza contare che ha fatto saltare i nervi a tua sorella.
Quando ho visto il disastro in cucina mi sono messa a sistemare.
Cara dovresti avere più rispetto per le tue cose. 
Inoltre avevo pensato di portarti qualcosa da mangiare vista la tua dispensa vuota.
Ringrazia il fatto che tuo padre sia rimasto in macchina, altrimenti tu e il moro vi ritrovereste sotto terra.
Ma insomma tesoro.
Però eravate carinissimi.
Tua sorella vi ha fatto una foto, mentre dormivate abbracciati.
Credo che voglia usarla per ricattarti.
Voglio dei nipotini, sai?
Con affetto.
Mamma"
 
Scossi la testa, esasperata, mentre il cane mi correva tra le gambe, cercando di attirare la mia attenzione. 
Gli grattai la testa, mettendogli poi nella sua ciotola, la dose di croccantini.
Scrocchiai le dita ed apparecchiai la tavola per due. 
Tirai fuori la padella, quando dei passi strascicati mi colsero di sorpresa.
 
- Giorno. - asserì il moro con uno sbadiglio.
 
- Giorno... dovresti metterti qualcos'altro addosso, non credi? 
 
- lo sgridai, indicandogli i boxer che indossava.
 
- Ma siamo solo io e te in casa. 
 
- Non mi importa. Se dovesse venire qualcuno, con la lentezza che ci metteresti a salire su, Harry e Elena avranno già procreato.
 
Si avvicinò lentamente, scoccandomi un bacio a lato della bocca.
 
- Ahahaha - rise lui stancamente, agguantando una sedia. - Harry mi ha appena mandato un messaggio: a quanto pare anche lui e Elena non hanno passato la notte a giocare a carte...
 
- Bene! - borbottai con un sorriso, mentre accendevo il fornello.
 
- ... E anche Niall e Erica.
 
- ... Ah. A quanto pare dobbiamo essere stati via parecchio.
 
- Forse. Senti non fare quella faccia - sbottò osservando il mio viso - capisco che Niall è il tuo migliore amico, ma non puoi farlo vivere in una campana di vetro. Mi pare che anche noi non abbiamo giocato a Twister stanotte, ma stai pur certa che a Niall non ha dato fastidio.
 
- Infatti non mi ha dato fastidio, Erica è una delle mie migliori amiche, so che di lei posso fidarmi, -  dissi, mentre la mia voce si alzava di qualche ottava - trovo solo strano che appena tornati dal Ghana, siamo tutti infilati in un letto. Adesso mi dirai che Louis e Rachele sono diventati nonni? 
 
Inutile dire che cercare di litigare con il moro era quasi impossibile. 
Bastarono due semplici occhiate, prima che entrambi scoppiassimo a ridere. Fummo interrotti dal campanello.
 
- Controlla che la padella sia calda per favore - dissi al ragazzo, prima di correre in soggiorno e, di conseguenza, alla porta.
 
- Buongiorno, come va? - asserì un certo ricciolo, una volta aperto il portone, che mi pareva di buon umore. La fidanzata non era con lui, strano. - Io benissimo!
 
Mi studiò per un secondo, come per cercare di notare qualcosa, che probabilmente gli stava sfuggendo in quel momento. 
Poi scosse il capo, entrando e dirigendosi in cucina. Lo seguì sovrappensiero, prima di scontrarmi con la sua schiena.
 
- Ahia!! - strillai massaggiandomi il naso - si può sapere perchè ti sei fermato?- continuai arrabbiata, entrando in cucina e mettendomi vicino ai fornelli. 
Lo sguardo del riccio si muoveva da me a Zayn, incredulo.
 
- Che ci fa Zayn a casa tua alle 9.30 di sabato mattina con addosso solo un paio di boxer?
 
Guardai Zayn: credevo che Harry sapesse. 
Credevo che il ragazzo avesse già detto tutto ai ragazzi.
 
- Ahhh... - disse Harry battendosi una mano sulla fronte - ecco perchè mi sembravi strana prima: tralasciando le occhiaie che fanno paura, hai addosso la maglietta di Zayn, con quell'orribile odore di fumo. - concluse disgustato. -  Comunque... CONGRATULAZIONI!
 
Trillò con un balzo, afferrando me e Zayn, prendendoci a forza le mani ed unendole, per poi rovistare nella credenza, e lanciando dello zucchero, come se fosse del riso.
 
- Ma li hai capiti sti due? Ci mettono secoli a dirsi che si piacciono, ma ad andare a letto un paio di ore, eh?
 
Zayn scosse il capo, mentre io arrossì lievemente, tentando di colpire il riccio, che si scansò abilmente. 
Si sedette al tavolo, di fronte a Zayn.
 
- Non è che ci faresti un cappuccino? - chiese con un enorme sorriso.
 
Mi portai le mani sui fianchi per ribattere, ma il trillo del campanello mi interruppe per la seconda volta, in una mattinata.
Attraversai nuovamente il salotto, dirigendomi alla porta.
 
- Finalmente – sbottò Liam entrando dentro – ma insomma, dove hai il telefono? Ti ho chiamato almeno dieci volte… Zayn non ha dormito in casa e… che ci fai con la maglia di Zayn?
 
Domandò perplesso.
 
- Dai, vieni. - gli feci, per poi tornare in cucina, mentre Payne mi seguiva come un segugio, con il fiato sul collo.
 
La padella era bollente e pronta per essere utilizzata. 
Nel frattempo Zayn aveva spiegato tutto a Liam.
 
- Quindi è andata così - borbottò Liam, passandosi una mano nei capelli. 
 
Harry si era alzato e stava cercando qualcosa nel frigo, avendo intuito la sfuriata che il biondiccio avrebbe fatto.
 
- Voi siete convinti, soddisfatti, di tutto ciò? - chiese facendo scorrere lo sguardo sul moro, il quale annuì, per poi fissarmi, e, ottenuta la mia conferma, sorrise - allora ok... non posso dividervi, no?
 
Zayn gli rivolse un grande sorriso.
Il campanello trillò per la terza volta. 
Zayn mi lanciò un'occhiata divertita, mentre scocciata come ero, strinsi troppo forte l'uovo che avevo in mano, facendolo rompere.
Percorsi nuovamente il salotto, diretta al portone, che aprì violentemente, facendomi sventagliare i capelli.
Feci a Louis e a Niall un cenno brusco.
 
- A quanto pare questa mattina avete preso casa mia come un porto di mare. - sbottai scocciata, mentre rientravo in cucina, seguita dai ragazzi, confusi.
 
Ripartirono le spiegazioni, che si conclusero con dei fischi di ammirazione da parte di Harry e Louis che fecero arrossire Zayn e infuriare me, che scagliai un uovo, che colpì la fronte di Hazza.
 
- Non fare quella faccia Styles, - disse il biondo in mia difesa - te lo sei meritato. Bene... che si mangia?
 
Chiese con un sorrisone rivolto verso di me.
 
- Non vorrete mangiare qui? 
 
- Forse è meglio di no - disse Harry abbassando il tovagliolo che stava usando per pulirsi - non vorrei morire avvelenato a soli vent'anni.
 
Lo zittì con uno sguardo più che convinto.
 
- Beh, visto che ci siamo - disse Liam - approfittiamo della tua ospitalità!
 
- Veramente la mia idea era quella di fare colazione SOLO con Zayn. Ma se vi unite anche voi impiastri... colazione tipica inglese o facciamo qualcosa di diverso?
 
- Fai i pancake?
 
Fissai il moro. 
Poi alzai le spalle e annuì.
Mentre Niall aggiungeva piatti a tavola, i ragazzi cominciarono a parlare del Take Me Home tour che sarebbe iniziato quella sera stessa.
 
- Ragazzi, in realtà io e Niall siamo qui per un preciso motivo... - disse Louis estraendo da dentro alla giacca un giornale, che lanciò a Zayn. - congratulazioni, piccioncini, siete finiti in prima pagina.
 
A Zayn bastò osservare l'immagine sulla facciata del giornale, per sbiancare e capire che la cosa non sarebbe rimasta segreta.
C'eravamo dati un solo bacio in pubblico, quando eravamo in Ghana, e proprio in quel momento doveva passare il fotografo del Day News?
 
- Paul mi ha chiamato - continuò Louis - dice che i capi vogliono che smentiate tutto. Dovete dire che era per scommessa, gioco, eravate ubriachi o quello che volevi, basta che questa notizia sembri falsa. Volevano perfino trovarvi delle coperture...
 
A quel punto la padella mi scivolò quasi di mano. 
Un conto era che mi chiedessero di far girare delle telecamere, che ci riprendono mentre piangiamo, un'altra è che cerchino di appiopparmi una copertura, facendo in modo che non possa stare con il ragazzo che mi piace da tre anni, perchè sì, Zayn mi piace dai tempi di X-Factor. 
E dopo averlo visto con Rebecca e poi con Perrie, non è giusto che me lo portino via così presto. 
Ho finto, e sono stata male, ma ora arriva il momento della vendetta. 
Nessuno, sconfigge Jade Winston quando si arrabbia. 
E la Modest lo sa.
Sbattei la padella sul ripiano in marmo, per poi battere le mani sul ripiano del tavolo, sporta verso il viso di Louis, a soli dieci centimetri di distanza.
 
- Ah, sì? Beh, vediamo se ci riescono.
 
Vidi il moro sorridere soddisfatto, prima che qualcuno mi tirasse per la maglia.
 
- Siediti - mi disse Niall, gelido - non è il momento per fare scenate.
 
- Già, troveremo una soluzione. - disse Louis con sguardo furbo.
 
- Cioè? - chiesi, alzandomi stancamente.
La frittella che stavo cuocendo era, ovviamente, completamente carbonizzata. 
Non mi rimase che buttarla nel secchio e stendere sul fondo della padella una nuova cucchiaiata del composto.
 
- Non gli rimarrà che accettare, Louis. - disse Harry diversi secondi dopo - lo sai che abbiamo un contratto.
 
 
- Che non si può infrangere. - disse il biondo.
- Forse potrebbero pur sempre tradire le loro coperture. - tentò di scherzare Liam in un sorriso.
 
Gli puntai il cucchiaio contro, schizzandolo con il composto delle frittelle.
 
- Non ci scherzare Liam, non è una cosa bella da fare. Tradire qualcuno è una cosa brutta!
 
- Lo so, scherzavo - disse lui sorridendo e alzando le mani, supplicandomi di spostare il cucchiaio.
 
Posai il piatto delle frittelle in tavola, mentre Harry annaffiava le proprie con un barattolo di sciroppo d'acero.
 
- Ahh... menomale che c'è Lou, altrimenti sareste tutti nei guai... - si pavoneggiò Louis.
 
- Che hai in mente, Boo?
 
- Non chiamarmi con quello stupido soprannome, Hazza!
 
- E allora tu non chiamarmi Hazza!D'accordo Boo Bear?
 
- Allora siamo d'accordo Harold!
 
Niall gli lanciò un'occhiata che li convinse a smettere. 
Non avevo mai visto il mio migliore amico così freddo, nè con me, nè coi ragazzi. 
Che fosse successo qualcosa?
 
- Jade... Jade sei con noi? Jade smetti di guardare Niall come se volessi mangiartelo! - rise Liam.
 
- Ah...? Oh, sì, sto ascoltando... - dissi in ritardo, mentre Louis aggrottava un sopracciglio.
 
- Va bene... allora, - disse diventando serio - la mia idea è questa: loro vogliono darvi delle coperture, per non far capire che siete... emh, avete capito. Bene, e se noi non gli dessimo il tempo?
 
- In che senso? - chiese Zayn, infilzando con la forchetta un pezzo di frittella.
 
- Nel senso - Loui si fermò per bere un bicchiere di succo - che stasera inizia il tour, quindi...
 
- Quindi? - chiedemmi impazienti.
 
- Voi due potreste...
 
- Potremmo? - urlammo ormai isterici, io e Zayn.
 
- Potreste fare un coming out!
 
- Ma il coming out non è quello che fanno gli omosessuali per dichiarare di essere gay? - chiesi.
 
- Oh, sì quello... accidenti quante storie vi fate! - disse Louis agitando la mano con noncuranza.
 
La sedia al mio fianco strusciò. 
Niall si alzò con sguardo cupo, sparendo dalla porta della cucina.
Lo fissai per qualche secondo, prima di alzarmi per seguirlo. Una mano arrestò il mio percorso, stringendosi attorno al mio polso.
 
- Dagli tempo. -sussurrò la voce calda del moro, per poi far scivolare la presa e stringerla attorno alla mia mano, in una stretta quasi possessiva.
 
Quando sentì la porta sbattere, mi alzai in piedi, stringendo la mano di Zayn, per poi lasciarla. 
Mi affacciai in giardino, vedendo Niall sdraiato a pancia all'insù per terra. 
Lo raggiunsi, tirandomi la maglietta il più giù possibile. 
Gli rivolsi un sorriso enorme, prima di sdraiarmi accanto a lui.
Ci fissavamo di sfuggita, cercando di capire le intenzioni dell'altro.
 
- Non può succedere a me... tu sei solo mia. - sussurrò il biondo.
 
- Come? - chiesi stupidamente, staccando lo sguardo dalle nuvole.
 
- Tu sei mia. Sei la mia migliore amica - disse posandomi una mano sulla guancia - e se dovessi soffrire? Se la cosa non durerà?
 
- Niall, non me ne preoccupo io, perché tu?
 
- Appunto... ho fatto una promessa a me stesso. - sussurrò portando la sua mano dietro alla nuca.
 
- Non pensarci, non ora. L'idea di Lou è buona e questa sera la metteremo in pratica. Cosa c'è che non va?
 
- Io... non voglio...
 
- Niall? Sei... geloso?  - chiesi in una risata.
 
Il biondo divenne scarlatto per la sorpresa di essere stato scoperto.
Balzò a sedere in un lampo.
 
- Geloso?... Io?... M-ma no... che dici?
 
Gli risi in faccia, per poi abbracciarlo, affondando la testa nel suo collo.
 
- Ah, Niall! Tu sei il mio migliore amico. L'unico. Sei insostituibile. Tu hai paura che io soffra e che la band possa sciogliersi, con una nostra rottura. Tranquillo, pensi che metterei me stessa davanti agli interessi della band? Voi siete la mia famiglia. Vi voglio più bene di quanto sembri.
 
Il biondo sospirò rilassato.
 
- Credo che dovrei entrare e scusarmi con i ragazzi... - disse lui mortificato.
 
- Non ce n'è bisogno - sorrisi indicando la tendina della finestra che si era velocemente abbassata.
 
Gli presi la mano per trascinarlo dentro. 
Davanti alla porta, con uno strattone, mi fece voltare e aderire al suo petto.
 
- Io e te saremo amici per sempre, vero?
 
Sorrisi contro la sua spalla. 
Perché tutta questa insicurezza all'improvviso?
 
- Sì.
 
- Per sempre?
 
- Per sempre.
                                                               - - - - - - - -
- Non se ne parla neanche! - sbottò Zayn.
 
- Dammi una buona ragione! - gli urlai di rimando.
 
Niall era seduto su una sedia, con sguardo rassegnato. 
Ero ancora in culottes e maglietta e il concerto sarebbe dovuto cominciare già quindici minuti fa, ma Zayn aveva davvero fatto di tutto per rimandarlo.
 
- Mi spieghi che hai contro questi? - gli chiesi abbassando il tono di voce e mostrandogli i pantaloncini corti a vita alta - pensi che non abbia il fisico per indossarli?
 
- Sai benissimo che non è per questo, tu sei bellissima. Ma non voglio che tu ti faccia vedere più del dovuto.
 
Mi voltai verso Liam, che nel frattempo era entrato, con sguardo incredulo.
 
- Puoi metterti questi? -  mi chiese Zayn, allungandomi un paio di jeans lunghi, strappati sulle ginocchia.
 
Lo guardai fisso, per poi sorridere - Solo perché sei tu!
 
Il moro sorrise soddisfatto.
                                                                - - - - - - - 
La nostra canzone era They Don't Know About Us. 
E la canzone era arrivata. 
Era il momento di far sapere la verità.
Mentre Louis cantava la parte di Zayn, io e il ragazzo ci scambiammo un cenno d'intesa. 
Il cameraman, d'accordo con noi, ci riprese, e per lo stadio si diffusero le immagini di me e Zayn che ci avvicinavamo, facendo incontrare le nostre labbra.
 
- Direi che questo è un giorno perfetto - sussurrò lui, prima di darmi un lieve bacio a stampo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Ed eccomi qui con un giorno di ritardo!!! Yeaaaaaahh!
Comunque questo capitolo non mi piaceva e tentavo ad ogni modo di riaggiustarlo!
Ringrazio la mia amica Elena, per avermi fatto la parte iniziale, non sarei mai riuscita a scrivere quella cosa senza mettermi a ridere o vergognarmi.
Propongo uno standing ovation per lei.
Finalmente un pò di pace per i nostri ragazzi!!!
Godetevi questo schifo di capitolo e RECENSITEEEEE!!!!!
Per favore fate tante recensioni... io ci rimango male quando vedo che calano!!
Jade-sososofia 

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Capitolo 27
*** Merry Christmas ***


- Vuoi calmarti per un secondo? 
 
Chiese esasperato Zayn, togliendomi il piatto di biscotti carbonizzati che avevo in mano.
 
- Calmati? – mi impuntai – mi dici di calmarmi? Hai idea di che  ora sia?
 
- L’ora che tu ti beva una bella camomilla!
 
- Se tu mi avessi dato una mano a pulire casa, a fare i biscotti e a preparare l’albero, non mi ritroverei a strillare come un’isterica.
 
- Ma tu sei isterica!
 
- Malik, vuoi trovarti fuori sotto alla neve?
 
- Scherzavo! – si affrettò lui.
 
- Ti conviene! - sbottai aprendo di colpo lo sportello del forno, che urtò il pavimento,
 
- Calmati, tesoro...
 
Mi sussurrò Zayn, prendendomi per le spalle e togliendomi dalle mani il vassoio.
Lo infornò, impostando il timer.
 
- Perchè sei così agitata? - chiese.
 
Poi posò una mano sulla mia guancia.
 
- Beh... oggi mi presenti ufficialmente alla tua famiglia... a tutta la tua famiglia... e... sono, un pò... nervosa.
 
Zayn sorrise per poi stringermi al suo petto con una risata bassa che gli scosse il petto e mi rimbombò nelle orecchie.
 
- Ma dai... sono delle brave persone... e se dovessero esagerare ci penserà mio padre a metterli in riga. Mio padre stravede per te! Credimi, prima o poi ti chiederà di fargli fare un giro sulla tua macchina.
 
- Anche due, se stasera non muoio...
 
- Andrà tutto bene, vedrai...
 
Mi separai da lui, baciandogli una guancia.
 
- Dai, mettiti comoda... - disse sedendosi sul divano, lasciando piccole pacchette sul tessuto. Mi lanciai accanto a lui, mentre tirava fuori l'Ipad dalla mia borsa, iniziando una partita a Fruit-Ninja. 
 
- Era il campanello? - chiese lui, dopo una decina di minuti.
 
- Sì.
 
- Vado ad aprire?
 
- No, vado io.
 
Mi alzai con un sospiro e mi diressi alla porta.
Aprì il portellone, trovando Louis e Rache che, come al solito, si stavano baciando. 
Stavano insieme da nemmeno un mese, ma si baciano più di quanto lo facciamo io e Zayn, anche se abbiamo compiuto un anno come coppia quattro mesi fa. 
Mi appoggiai allo stipite della porta, fissandoli per un po’  di tempo.
 
- Quando avete finito di copulare davanti casa mia suonate.
 
Poi chiusi la porta, sedendomi nuovamente accanto a Zayn e sistemandomi meglio sul suo fianco. 
 
- Chi era?
 
- Louis e Rache… che come al solito tentavano di figliare davanti casa nostra!
 
- Dovrei denunciarli per disturbo della quiete pubblica. – rise lui.
 
- Potremmo… - Sussurrai io lasciandogli un bacio all’angolo della bocca.
 
Lui rise, accomodandosi meglio sul divano e prendendo a baciarmi con maggiore foga.
Mi fece stendere sul divano, sotto di lui posando l’iPad sul tavolo.
Un rumore forte ci fece sobbalzare e cademmo entrambi dal divano.
Mentre Zayn mi aiutava ad alzarmi, osservai la finestra, dalla quale si intravedeva una macchia bionda perfettamente riconoscibile.
Accompagnata dal moro, aprì la porta, sorridendo all’indirizzo di Erica e Niall, entrambi con le guance rosse con un cappellino di Natale che risaltava parecchio. 
Dietro di loro, Louis e Rache, avvinghiati, che almeno avevano avuto la decenza di separarsi.
 
- Avete vinto i campionati di apnea? – chiesi rivolta ai due.
 
Entrambi mi alzarono il medio, prima che Rachele si staccasse da Louis, abbracciandomi. 
Infondo, quando eravamo piccole, ci eravamo promesse che ci saremmo sposate. 
Non una cosa particolare, solo una scemata tra amiche, che però assume importanza, se tieni molto a quella persona. 
E io tengo particolarmente a Rache. 
Così come a Elena e Erica. 
Sarei persa senza di loro.
 
- E voi invece? State cercando di cambiare divano? – rise Erica – Non l’avete fatto anche ieri sera? E ieri mattina? E la sera prima ancora?
 
- Noi abbiamo una vita! Se tu e Niall non…
 
- Non fraintendere… Ma noi non usiamo di certo il tavolo o una sedia…
 
- Questo dovrei chiederlo ai mobili di casa tua!
 
- Emh… Potreste smetterla? – chiese Zayn, in imbarazzo.
 
- Sì, meglio… - sussurrai staccandomi da Rachele e facendo segno alle coppie di entrare.
 
- Hai preparato i biscotti? – chiese Niall, annusando.
 
 
- B-biscotti? – chiesi fissando Zayn, che ricambiò preoccupato la mia occhiata.
 
Scattammo nello stesso istante in cucina. 
Estrassi la teglia dal forno, lanciandola sul tavolo.
Niall osservò i biscotti con circospezione.
 
- Ahh… non è cambiato proprio nulla, eh? Zayn è sempre il solito distratto e tu non hai ancora imparato a cucinare!
 
- Niall, la neve fuori dalla porta ti sta chiamando.
 
Zayn sorrise. – Oh, il campanello! – disse.
 
Poi sparì in salotto. 
In breve si diffuse un gran vociare. Riconoscibili erano la voce calma di Elena e quella roca di Harold.
 
- Faccio gli omaggi ai nostri ospiti – guardai severa Niall – per favore Erica, trattieni il tuo fidanzato.
 
Arrivai in salotto, dove Zayn e Harry stavano facendo una sottospecie di lotta.
Diciamo che Styles gli stava tirando i capelli, e Zayn strillava tentando di scappare.
 
- Styles, se mi rovini il fidanzato, ti castro!
 
- Ma come sei pungente, JJ… sei in astinenza?
 
- Harry… - lo ammonì Elena, che aveva capito che la mia occhiata doveva essere tutt’altro che amichevole.
 
- Mia eroina… - sussurrò Zayn, nascondendosi dietro di me.
 
- Ti proteggo io, tesoro – allargai le braccia, parandolo da Harry – ora che ci penso dovrei avere un vestito da Wonder Woman, di sopra. 
 
- Harry!!!
 
- Louis!!!
 
I due si saltarono addosso, come se non si vedessero da un anno.
 
- Più e più volte ho dubitato della vostra eterosessualità, ma ora non so davvero che pensare! – dissi.
 
Come prima, Louis e Harry mi mandarono a quel paese, tanto per coronare la magia del Natale.
 
- Liam, doveva essere già arrivato da una decina di minuti. – disse Zayn preoccupato.
 
In quel momento il campanello suonò.
 
Zayn corse alla porta, e una volta aperta, si fiondò tra le braccia di Liam, che rideva.
 
- Calmo Zay, sono qui…
 
- Accidenti a te, Lee… mi hai fatto prendere un tale spavento!
 
- Tranquillo, ora sono qui!
 
Gli fece Liam, stringendolo, mentre la figura riccia dietro di loro sorrideva.
 
- Va bene, va bene, ora basta! Liam staccati dal mio ragazzo, se vorrai avere dei bambini… Oh, ciao Danielle!
 
- Ciao Jade! – disse lei ridendo, sporgendosi e baciandomi una guancia.
 
Invitai tutti ad entrare, Eri e Nialler insisterono calorosamente per non sedersi sul divano.
 
- Come mai così tardi? Vi siete trattenuti! – feci maliziosa, mollando un paio di gomitate nel fianco di Danielle.
 
Liam sputò il tè, Danielle rise, per poi spiegarmi.
 
 
- No, Liam non trovava le chiavi della macchina. Quindi è arrivato tardi a prendermi!
 
- Ohh… certooooo!
 
- Puoi credermi!
 
- Sì, sì… tutti così dite! Scommetto che il tuo ragazzo si sia trattenuto per altri motivi!
 
Liam mi osservò alzando il sopracciglio. 
Poi abbracciò Zayn scoccandogli un bacio sulla guancia.
Mi guardò, con aria di sfida.
Finì di bere tranquillamente il mio tè, poi alzai un sopracciglio, con diffidenza.
 
-Continua  Payne… e vedrai che ci sarà un paziente in più all’ospedale. Un paziente al quale hanno tagliato le palle!
 
          - - - - - - - - - 
 
- Parcheggia qui!
 
- Ma Zazà, a casa tua manca quasi un chilometro!
 
- Lo so, ma voglio farti vedere una cosa!
 
- Va bene!
 
Parcheggiai la mia piccola nel posto che il mio ragazzo mi indicava.
Spensi il motore e uscì dalla macchina, lanciando un’occhiataccia a Zayn quando sbatté troppo forte la portiera.
Carezzai il cofano della macchina e lasciai un bacio sulla scritta “Chevrolet” grigia metallizzata.
 
- Puoi evitare di baciare sempre quella macchina? Sembra quasi che tu stia con lei e non con me!
 
- Beh, certamente, non rischi che ti rompano un vetro o che ti rubino…
 
- Bah…
 
- Questo perché ti tengo stretto!
 
Gli dissi arpionandogli un braccio.
 
- Sì… dai vieni!
 
Mi prese la mano, trascinandomi lungo la via innevata.
 
- Ehi, guarda che casa tua è di là!
 
- No, cioè sì, ma ci arriviamo di qua!
 
Lo seguì senza fiatare, con il cuore che mi rimbombava nel petto e sembrava volermi uscire fuori dalla cassa toracica.
Passammo davanti ad un parco, completamente innevato, dove dei bambini stavano costruendo un piccolo pupazzo di neve.
Mi aggiustai la papalina e scrollai, con la mano libera, un po’ di neve dai ricci.
 
- Quelli laggiù ti stanno guardando. – fece Zayn.
 
- Ovvio, non mi hanno mai visto!
 
- No, non credo che sia per questo! – strinse maggiormente la mia mano, aumentando il passo.
 
Ignorò completamente le voci che lo stavano chiamando, fino a quando non fu inevitabile.
 
- Ehi, Zayn… ma come, non si salutano più gli amici?
 
Il ragazzo si voltò arrabbiato, prima che la sua faccia diventasse un misto di stupore e felicità.
Lasciò la mia mano, per fiondarsi addosso al ragazzo che aveva parlato, ridendo come uno scemo e lasciandogli sonore pacche sulla schiena.
 
- Danny!! Accidenti a te, non ti avevo riconosciuto!
 
- Ci credo! Hai tirato dritto senza neanche vedere chi ti avesse salutato! Immagino che lei sia Jade! E immagino che tu non sia cambiato per nulla! Sempre quella mania di tenerti stretta la fidanzata senza neanche farla respirare, eh?
 
Vidi Zayn abbassare la testa, lievemente imbarazzato.
 
- Chi dice che mi dia fastidio? Se è per questo Zayn ha trovato una degna rivale!
 
Il ragazzo al mio fianco sorrise, per poi mettermi una mano sul fianco e stringermi a se.
Danny invece rise, tendendomi una mano,
 
- Io sono Danny! Visto che Zayn prima non mi ha contraddetto, tu sei Jade, non è vero?
 
- Esattamente – dissi stringendogli la mano – a quanto pare Zayn, hai un amico che ti segue, non è così?
 
- Oh, no, vedi, l’ultima volta che Zayn è tornato qui è stato due anni fa, quando stava ancora con la tizia bionda! Solo che mi parlava molto di te, descrivendoti come una ragazza bellissima, riccia e con gli occhi verdi, quindi ho tirato ad indovinare!
 
Risi, ignorando Zayn che, dietro di me, stava minacciando il suo amico di una morte lenta e dolorosa. 
 
- Va bene… Ciao Danny ci vediamo!! Vieni Jade! – disse il ragazzo a denti stretti.
 
- Che c’è, ti vergogni ad …
 
- Siamo arrivati!
 
Trillò il moro con la voce più alta di qualche decibel.
 
- Perché stiamo entrando a casa tua dal retro come dei ladri?
 
- Ma perché questa è una sorpresa!
 
- Eh?
 
- Beh, avevo detto che saremmo arrivati verso le 19.00, mentre invece sono appena le 18.00! Sarà una bella sorpresa!!
 
- Sì… Certo…
 
- Dai vieni!
 
Mi trascinò verso la staccionata, scavalcandola.
Poi mi fece vedere dove mettere il piede destro e dove quello sinistro, afferrandomi poi i fianchi e aiutandomi ad attraversare.
 
- Ecco, ed adesso suoniamo il campanello.
E premette il bottoncino in ottone. 
La porta si aprì dopo poco e comparve sulla soglia Trisha, con un grembiule addosso e uno sguardo sorpreso, che divenne subito allegro.
 
- Ragazzi! Ma che bella sorpresa!
 
Mi immagino la loro idea di sorpresa se si stupiscono per così poco.
 
- Dai venite!
 
- Mamma, noi abbiamo portato questi!
 
Zayn prese la mia borsa, estraendo tre bottiglie di spumante e due di spumante analcolico, per i più piccoli.
 
- Ma che vi siete messi a fare! Dai entrate, non state qui sulla soglia che fa freddo!
 
Zayn mi indicò la porta facendomi segno di entrare.
Mi chinai un po’, per poter baciare Trisha.
 
- Mia cara ragazza! Ma come sei cresciuta! Mi sembri ancora più grande! Sei alzata?
 
- No, non credo signora!
 
- Non darmi del lei! Sei ancora più bella dell’ultima volta!
 
- Beh, grazie! Anche lei… cioè, anche tu stai molto bene!
 
- Ahh, che tesoro! Dai venite, che vogliono tutti vedervi.
 
Perché? 
Ma chi me l’ha fatto fare? 
Ma io che ho fatto di male per meritare questo dalla vita?
 
- Nervosa?
 
Chiese Zayn mentre stavamo entrando in salotto.
 
- No… ma che dici? Vorrei solo sotterrarmi!
 
- Andrà tutto bene, vedrai! Oggi con la tua famiglia è andata benissimo!
 
- Ma tu eri perfetto! Anche mio padre stravede per te!
 
- E il mio per te! Tranquilla, se saranno troppo pesanti ci penso io!
 
- Hohohoh… ecco il mio ragazzo! – esclamò bonariamente Yaser – e la sua incantevole fidanzata!
 
Mi parve per un secondo di vedere Yaser e Zayn scambiarsi un’occhiata complice.
 
- Salve Yaser! – ridacchiai mentre lo abbracciavo.
 
- Bene mia cara: lascia che ti presenti la mia famiglia. – esclamò giulivo, indicando la marea di persone accalcate in salotto.
 
Le presentazioni durarono per una quindicina di minuti, ma tutti sembravano contenti e disposti ad accettarmi in famiglia. Per questo, quando ci sedemmo a tavola, il mio cuore si era molto alleggerito.
Mi trovavo seduta tra Zayn e Doniya, di fronte a me, Ruby, la cugina di Zayn. 
Fu quindi inevitabile iniziare a parlare di ragazzi, con Zayn che qualche volta faceva il suo intervento in modo stizzito, commentando amaramente, la mia scelta di Jensen Ackles come attore preferito, rimediando un bacio da parte mia e una serie di scappellotti dalla sorella.
Dopo cena ci trasferimmo in salotto, dove l’albero di Natale illuminava a giorno tutta la sala.
Safaa e i suoi cuginetti, mi chiesero di aiutarli a scartare i regali. 
Mi sedetti quindi, sul tappeto, guardando con un sorriso i bambini che stavano scartando i loro pacchetti. 
Quando Trisha entrò con un vassoio pieno di bicchieri mi alzai aiutandola e mentre stavo versando un po’ di champagne, qualcuno tirò l’angolo della mia felpa.
Mi voltai, ma non c’era nessuno. 
Abbassai lo sguardo: Zayn era in ginocchio sul pavimento, con una mano dentro alla tasca, dalla quale tirò fuori una scatolina.
 
- Jade, vuoi sposarmi? – sussurrò.
 
Lo disse rapido, in un fil di voce, senza neanche darmi il tempo di focalizzare la situazione.
Sgranai gli occhi.
Nel salotto era sceso il silenzio. 
Yaser osservava contento Zayn.
Probabilmente lui sapeva.
Poi, senza preavviso, mi tuffai addosso a lui, ridendo e nascondendo il viso nell’incavo del suo collo, con un impeto tale che perse l’equilibrio e ci fece cadere per terra.
 
- Lo prendo per un sì!
 
- Anche cento!
 
- Ahahaha! Ti amo JJ!
 
- Ti amo Zazà!
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Ed ecco a voi, con il premio per la scrittrice più terrificante dell'anno : sososofia!!!
Ci tengo a dire, prima che me ne dimentichi, che tutto quello che ho scritto inizialmente sulle mie amiche, lo penso veramente!!
Per una volta, invece che delle solite note di fine capitolo, che sono piuttosto barbose, voglio ringraziare moltissimissimo Rachele, Erica, Elena, Maddalena, Michela e Francesca che sono delle mie grandissime amiche, alle quali voglio molto bene!
Grazie ragazze, per avermi intorno da tredici lunghi anni!
Grazie mille!!! Vi voglio un mondo di bene!
Per parlare del capitolo, devo dire che è lungo, e che fino ad adesso è quello che preferisco!!!
Recensite in tante e fate un grandissimo applauso alle mie amiche, senza le quali non avrei continuato a postare la mia storia!!!!
Jade-sososofia

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Capitolo 28
*** You're not alone ***


- Voglio entrare, lo avete capito o no?
 
Mi aggrappai a Erica, con le lacrime agli occhi.
Era uno spettacolo raro vedere Zayn infuriato, che vuole a tutti i costi entrare e vedere il mio vestito.
 
- Fatemi passare!! Hazza, lo dico per la tua incolumità!
 
- Oh, caro… con tutte le minacce che mi rivolgeva Louis, credimi, sono pronto a tutto.
 
- Fatemi passare! Sono sei mesi che mi sbandierate in faccia di quanto sia bella la mia ragazza vestita da sposa… sapete una cosa? Ora voglio vederla!
 
- Ahia! – strillò Liam – muoviti JJ, cambiati, altrimenti entrerà! E VOI SMETTETE DI RIDERE!
 
- Dai, stai calmo Lee… - gli fece Danielle, completamente abbandonata su una sedia, mentre rideva a più non posso – non arrabbiarti per così poco!
 
- Così poco? MA CHE VI SIETE FUMATE?? Ho un migliore amico, che è diventato pazzo, perché vuole vedere la sua fidanzata vestita da sposa! Ci sta letteralmente uccidendo! Tra poco ci prenderà a morsi.
 
Scossi il capo stroncando sul nascere una risata.
Bloccai Elena nell’atto di mettermi il velo e mi affacciai alla porta, con le ragazze che dietro strillavano dicendomi di non farmi vedere.
Niall era seduto su una sedia, con qualcosa in mano, mentre osservava Zayn che scalciava, urlando a Liam di lasciarlo, mentre Hazza e Lou tentavano di tenerlo fermo.
 
- Ragazzi lasciatelo.
 
Zayn si voltò verso di me, deluso nel vedere il legno della porta.
 
- E tu smettila di fare il bambino: se proprio non riesci a trattenerti, vai fuori e conta le macchine… vai, forza!!! Circolare!
 
- Ma io voglio vederti!
 
- Zayn lo sai che porta sfortuna?
 
- Non credo a queste fandonie! Sono cavolate che spara la gente per far si che al ragazzo sull’altare venga un infarto quando vede la propria fidanzata che entra.
 
- Neanche io ci credo! Credo piuttosto alla teoria dello sposo morto in strane circostanze ucciso dalla futura moglie!
 
- Emh… sì, in quello ci credo anche io! Emh… io credo… sì, credo che andrò a contare le macchine! 
 
- Bravo cucciolo…
 
Mi richiusi la porta alle spalle, tornando in mezzo alla stanza, un po’ impossibilitata da tutto quel tulle.
 
- Vi piace, ragazze?
 
- Non deve piacere a noi – disse Rachele in una mezza risata.
 
- Già, non siamo noi che ci sposiamo! – fece Danielle.
 
- E poi sì, il vestito è bello, ma il problema sei tu! – fece Erica, facendo l’occhiolino a Elena.
 
- Perché? – chiesi esagitata – che ho? Sono troppo alta? Sono bassa? Sono grassa? Ditemelo!! Sì, lo so, sono grassa! Non è colpa mia se il cibo mi chiama!! Uffaaa… non sono Niall che mangia come un porco e non mette su nulla!!!
 
- Calmati JJ! Stavo scherzando!! – rise Erica – sei perfetta, oserei dire anche troppo!
 
- Ahhh… menomale… allora che dite: me lo faccio confezionare così o vogliamo farci altre modifiche?
 
- Secondo me è perfetto! – disse Elena.
 
- Già… e poi, sono tre mesi che veniamo qui a fare modifiche e direi che adesso è perfetto davvero!
 
- Bene… allora me lo tolgo e lo porto da quella signora! Aiutatemi!
 
Dopo una decina di minuti, riuscì a togliermi quel coso di dosso e mentre le ragazze lo facevano incartare, i ragazzi ed io ci sedemmo.
 
- Allora domani ti sposi! – disse Niall in un sospiro che gli svuotò i polmoni. – No… la mia piccola si sposa!
 
Disse melodrammatico mentre mi si buttava addosso. 
Arrivò sia a me che a Niall un violento schiaffo sulla nuca. 
I capelli rossi di Erica parvero prendere vita.
 
- Ma bravo!! E così mi tradisci con una tua compagna di band? Ma che razza di fidanzato saresti?
 
- Ma no, tesoro…
 
- Tesoro tua nonna! – sbottò Erica, non riuscendo, però, a trattenere un sorriso – Ne riparleremo a casa!
 
Poi si allontanò. 
Il cellulare in tasca iniziò a vibrare.
Sullo schermo la scritta “ Zazà” era evidente.
 
- Zayn? Che succede? Sei uscito tredici minuti fa!
 
- Ti prego mi sto annoiando… se ti interessa sono passate tredici macchine rosse, due bus, tre taxi e quindici macchine nere.
 
- Emh, sì, credo che tu ti stia annoiando… va bene, aspettami lì che arrivo!   
 
Con una scusa uscì dal negozio, addocchiando Zayn, che si era fermato contro un palo e stava parlando con qualcuno che riconobbi come... Perrie.
Mi avvicinai sorridendo alla bionda , in realtà alla viola, che ricambiò il mio sorriso, anche se tristemente.
Avevo cercato di avere meno contatti possibili con lei, non me la sentivo di sbandierarle in faccia che le avevo rubato il fidanzato. 
Cosa che però Zayn non condivideva, visto che ne approfittò per sorridermi e prendermi una mano.
 
- Ho saputo che vi sposate... - balbetò Perrie - beh, congratulazioni.
 
- Perrie io... - tentai.
 
- No, lascia perdere... se siete felici insieme, va bene così. 
Ci... ci vediamo ragazzi!
 
Si allontanò, dirigendosi verso le strisce pedonali. 
Poco prima di attraversare ci rivolse un sorriso e agitò la
mano per aria.
Quando fu scomparsa cominciai a colpire Zayn con dei pugni, in ogni parte del suo corpo che riuscivo a
raggiungere.
 
- Ahia!! - strillò lui - perchè mi picchi?
 
- Ma che razza di teatrino era, quello? Eh?? Ti sembra bello sbandierare in faccia alla tua ex che ci sposiamo?
 
- Smettila di colpirmi - fece lui afferrandomi i polsi - lei ci stava provando spudoratamente con me, ma io ho messo in chiaro le cose.
 
- Wow... a che dobbiamo tutta questa fedeltà, Malik?
 
- Lo sai il motivo. - disse serio.
 
Sospirai, per poi passarmi una mano nei capelli.
 
- Vieni con me... - dissi ad un tratto - voglio portarti in un posto speciale.
 
- Che posto?
 
- Poche domande e sali in macchina... e non sbattere lo sportello, o ti ammazzo.
 
Guidai per una trentina di minuti, arrivando fuori città, in campagna. 
Parcheggiai la macchina sotto ad un cipresso e scendendo, feci segno a Zayn di seguirmi.
Entrammo, attraverso il cancello, in un grande spiazzo, che somigliava più ad un grande giardino, costellato di lapidi di marmo.
 
- Perchè siamo al cimitero? - chiese lui.
 
Non risposi. 
Mi limitai a prenderlo per mano e a condurlo attraverso quel labirinto di lapidi che sembravano tutte uguali.
Mi fermai davanti a tre lapidi, un pò polverose. 
Pulii le foto sopra di esse e sorrisi.
 
- Zayn, ti presento i miei genitori ... e mia sorella.
 
- Non sapevo che fossero sepolti a Londra.
 
- I miei genitori li hanno fatti portare qui dopo che mi hanno adottato. Credevano che mi sarebbe piaciuto venire a trovarli ogni tanto. Inutile dire, che non ci vengo da quasi un anno.
 
- Mi dispiace Jade... non sai neanche quanto. - sussurrò lui, accovacciandosi accanto a me.
 
- Credimi, dispiace di più a me - dissi in un fil di voce - è stata tutta colpa mia.
 
- Perchè?
 
- Se non le avessi chiesto di scaldarmi il latte, lei non avrebbe acceso il fornello, non lo avrebbe lasciato incustodito e la casa non avrebbe preso fuoco... mia madre e mio padre sono morti in quell'incendio, e io e mia sorella eravamo sole. Nonostante sapesse che era colpa mia, mia sorella non mi ha mai rinfacciato nulla; ha deciso di andarsene lentamente, di consumarsi in silenzio. Avrei mille volte preferito che mi ritenesse responsabile, che mi urlasse contro, che mi picchiasse... non ha mai fatto nulla. Se ne è andata, si è consumata come una candela. E mi ha lasciato sola.
 
- Tu non sei sola... ci sono io.
 
- Lo so... e che Dio mi perdoni, certe volte ringrazio il cielo che le cose siano andate in questo modo. Altrimenti non avrei mai incontrato i ragazzi... e te.
 
- Tranquilla... non ti lascio sola. Dovrai sopportarmi per altri 75 anni!!
 
- Saranno anni meravigliosi, credimi Zazà.
 
Lui mi sorrise, per poi alzarsi in piedi.
 
- Vieni. Torniamo a casa, che domani mattina ti voglio pimpante e allegra. Non voglio vedere mia moglie con un muso lungo.
 
- Mia moglie... Mmh, suona bene!! -  risi prima di seguirlo fuori da quel tempio di desolazione e tristezza.
 
                                                         - - - - - - - - - - - 
 
 
- Sveglia tesoro e buon anniversario!! - trillò Zayn mentre saltellava dalla mia parte del letto.
 
Floyd, che dormiva beato tra le mie braccia, si alzò, facendo le feste all'uomo di casa.
 
- Zayn... dormi...
 
- Ma come dormi... guarda che sono tre mesi che siamo sposati, amore mio, dobbiamo festeggiare.
 
- Intendi fare tutte queste cerimonie ogni volta che facciamo un mese assieme? - conclusi, alzandomi dal letto, visto che era ormai impossibile che mi riaddormentassi.
 
- Amore mio - disse Zayn ridacchiando - visto che sei stata male in questi giorni, che hai avuto il vomito ed alcuni mancamenti, ecco il mio regalo di anniversario.
 
La porta di camera si aprì, ed entrarono tutti i ragazzi, comprese le loro fidanzate, in pigiama e con una grossa torta in mano.
 
- Così altro che vomito - risi osservando la quantità enorme di cioccolata sulla torta - mi verrà il diabete. Grazie mille Zay!!
 
Baciai mio marito, per poi alzarmi e andare, come tutte le mattine, ad accarezzare la pancia di Rachele, che si stava facendo vedere. 
Louis l'aveva messa incinta in un batter d'occhio, ma nessuno dei due sembrava essersi pentito. 
L'unica cosa che un pò mi preoccupava, era coma avrebbe fatto il bambino a sopravvivere con due genitori pazzi come loro.
Quella mattina però, Rachele sembrava meno incline a lasciarsi toccare la pancia. 
Quando le sfiorai l'addome lei mi afferrò il braccio, portandomi a portata di orecchio.
 
- Quando hai intenzione di parlare? - chiese abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo.
 
- Rache, non ho assimilato nemmeno io, come potrebbe reagire lui?
 
- Reagirà bene. Siete sposati, grandi e vaccinati. Prendetevi le vostre responsabilità.
 
Sorrisi ai ragazzi che ci stavano guardando e loro tornarono a scannarsi.
 
- Da quand'è che mi fai la morale. "Siete sposati, grandi e vaccinati"? 
 
- Da adesso. - poi urlò - dai ragazzi, venite in salotto. Voi due auguratevi il buongiorno come si deve. - mi fece l'occhiolino, mentre si chiudeva la porta alle spalle.
 
Zayn si sedette davanti a me e si sporse per darmi un bacio. Mi voltai di lato, in modo che potesse baciarmi la guancia.
 
- Che succede? Devi dirmi qualcosa? - chiese lui, intuendo che c'era qualcosa che non andava. - Puoi dirmelo. Ora siamo soli.
 
- No, non siamo soli. - dissi, sperando che capisse al volo.
 
- Ah, no? - chiese confuso, controllando sotto al letto, dentro all'armadio...
 
- Stupido vieni qui.
 
Lui si sedette ancora più confuso accanto a me.
 
- Non siamo soli nel senso che... c'è qualcuno a parte noi due...
 
- Beh, questo l'avevo capito!
 
- Nel senso che c'è qualcuno qui dentro. - mi toccai la pancia.
 
Lui sgranò gli occhi e sbiancò lievemente. 
Mi fissò come un pesce fuor d'acqua e mi preparai all'esplosione che... non venne.
No, invece di urlarmi contro, Zayn mi abbracciò, ridendo in tono delicato.
 
- E' meraviglioso. Avremo un bambino per casa!
 
Prese a baciarmi, prima tranquillamente poi con foga.
Mi staccai da lui.
 
-Aspetta solo un secondo - risposi alla sua occhiata confusa.
 
Presi un foglio e ci scrissi sopra. 
Poi lo appesi fuori dalla porta, chiudendola a doppia mandata.
 
- Che ha appeso quella pazza? - chiese Danielle.
 
- Un foglio. C'è scritto... "Lavori in corso"!?!? - rise Elena.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Chiedo umilmente perdono per l'assenza.
Non so che mi è preso. Il capitolo era pronto da due o tre giorni, ma non facevo altro che cambiare qui e la.
Inoltre sto scrivendo una nuova storia, Non sui 1D, e devo dire che mi ha appassionato molto.
Davvero, vorrei scusarmi. 
Il capitolo non è il massimo, ma se continuavo a tenerlo lì, mancava poco che mi mettesse le radici nel computer, quindi ho preferito postarlo in tutta la sua bruttezza.
Louis e Rache, stanno lavorando parecchio, gente.
Mancano pochi capitoli e mi tolgo di torno!!!
Vi lascio con questo bellissimo pensiero!!! 
Ci vediamo!
Jade-sososofia

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Capitolo 29
*** Welcome ***


Vi è mai capitato di amare così tanto una persona, che non appena vi da torto, vorreste strozzarla?
Bene, è quello che ora vorrei fare a quell’ingrato di mio marito.
 
- No e poi no!
 
- Abbassa la voce, JJ.
 
- Stai zitto, biondino, non dirmi quello che devo fare!
 
- Niall ha ragione, Jade, smetti di strillare!
 
- Oh, no, tesoro! Sono isterica, va bene? Una pazza isterica, per di più incinta!
 
- Calmati Jade, stai sudando! E nelle tue condizioni…
 
- Me ne frego delle mie condizioni! Nelle mie condizioni non posso muovermi, non posso fare grandi sforzi, non posso cantare troppo, non posso andare a giro da sola, non posso guidare la mia piccola… ho già detto che non posso guidare la mia Baby?
 
Zayn scosse la testa, lasciandosi cadere sulla sedia. 
Sapeva di combattere una battaglia persa. Se mi mettevo in testa una cosa, nessuno mi faceva cambiare idea.
Questo sarà l’ultimo concerto prima del parto, hanno detto. Solo che le mie condizioni sono peggiorate, e mi hanno detto che stasera sarebbe meglio se non mi esibissi. 
Diciamo che la Modest e mio marito me l’hanno imposto.
 
- Ascoltami… - tentò Zayn nuovamente, asciugandosi la fronte e rimboccandosi le maniche della camicia – tra due settimane dovrebbero nascere i bambini…
 
- APPUNTO! Due settimane Zayn Malik… due settimane! In due settimane potrei già aver fatto il giro di tutta l’Irlanda a piedi!
 
- L’Irlanda non è poi così piccola sai? – ribatté Niall offeso, mentre Erica gli dava uno scappellotto sulla testa, incrociando poi le mani sulla pancia, sorridendo ai due sposati, che in quel momento sembravano più propensi a scannarsi.
 
Era uno spettacolo giornaliero, vedere i due che battibeccavano, anche se si volevano un gran bene. 
La consideravano una specie di modo per fare attrattiva.
 
- Se in’incosciente! Hai due creature a carico! Non una: due! E tu vorresti mettere a repentaglio la loro vita per un capriccio?
 
- Zayn, stiamo parlando di un concerto, non di una spedizione in Africa in mezzo a giaguari e leoni.
 
- Fa lo stesso: se tu dovessi cadere? Se svenissi? Se ti sentissi male? Se ti venisse il mal di testa con tutte quelle urla? – chiese lui, dando finalmente sfogo alle sue paure, che aveva taciuto per quasi nove mesi.
 
- Se cado mi alzo. Se svengo mi riprenderò. Se mi dovessi sentire male, andrò a fare un controllo. Se mi dovesse venire il mal di testa prenderò un’aspirina. Zayn, ti prego, non farti dei problemi proprio ora!
 
- Ma io mi preoccupo per te!
 
- Lo so! Lo fai anche troppo bene, a volte! – gli risposi, scatenando ilarità nel marito.
 
- Comunque non ti esibirai. Starai dietro alle quinte.
 
- No. Io canterò, Zayn. E non sarai tu a fermarmi.
 
- Ma…
 
- Discorso chiuso mio caro.
 
Uscii dalla stanza seguita da tutte le ragazze. 
Prima di chiudere la porta, giunse chiara la voce di Harry
 
- Zayn, sei un rammollito! Le donne vanno comandate, devi avere polso fermo!
 
Uno strillo poco mascolino fece capire che Louis stava tentando di soffocarlo con il cuscino.
                       - - - - - - -
 
- Sicura?
 
- Zayn, se me lo chiedi di nuovo, ti strappo la lingua!
 
- E va bene, andiamo!
 
Attraversammo tutti e sei (otto) il backstage, arrivando poi sul palco. 
Scoprì che mio marito, mi aveva fatto una bella sorpresa. 
Aveva fatto mettere in mezzo al palco, una bella e comoda poltrona, con scritto “ per belle mamme in attesa”. 
Mi voltai stizzita verso di lui, che finse di fischiettare, per poi spostarsi e parlare con Liam.
Dovetti cantare tutte e sedici le canzoni da seduta, alla diciassettesima e ultima canzone, però, feci a modo mio.
Mi alzai, durante il mio turno, facendo scattare a Zayn i moti di panico.
Cantai con il sorriso, fino a quando, non sentì un tonfo al cuore e il peso della pancia alleggerirsi. 
Chinai lo sguardo, per quanto mi fosse possibile, per osservare la chiazza d’acqua sul legno del palco.
Rimasi immobile, cercando di capire, che cosa stesse succedendo, fino a quando non avvertì la voce frettolosa e ansiosa di Zayn all’orecchio, che mi sussurrava di muovermi. 
Venni trascinata praticamente di peso, giù dal palco, diretta poi nei camerini e quindi all’uscita d’emergenza. 
Fuori, Paul ci stava aspettando, dicendo che aveva appena chiamato l’ambulanza.
Afferrai Zayn per il bavero della maglia e, mentre iniziavo a respirare pesantemente, iniziai a parlargli, per concentrarmi su qualcosa.
 
- Devi prendere la patente, capito? Quella della macchina, della moto, del pullman, del treno, del trattore… di quello che vuoi, ok? Basta che tu prenda la patente!
 
- Anche quella del jet e delle astronavi?
 
Chiese tentando di farmi ridere, riuscendo solo a strapparmi una smorfia.
In lontananza si sentiva il rombo dell’ambulanza, che sfidava il traffico londinese. 
Completamente coperta di sudore, stanca e debole, venni caricata sul mezzo, che sfrecciò per le strade londinesi, diretta all’ospedale.
I medici tentavano di far calmare Zayn, che dal nervoso stava respirando a fatica e rischiava di svenire, tant’era pallido.
 
- Non sentirti male, mi servi vivo!
 
- Sto bene, sto bene…
 
Sussurrò lui, prendendomi una mano, mentre le prime contrazioni iniziavano a farsi sentire, lasciandomi una smorfia contrariata.
All’ospedale, mi scesero su una barella, perché non riuscivo a camminare dal dolore.
In sala parto erano già tutti pronti.
 
- Zayn, se non te la senti puoi…
 
- No, vengo dentro…
 
Rimase a debita distanza dal letto, mentre ogni tanto allungava il collo, per osservare la mia faccia, sempre attraversata dalla fatica a dal dolore. 
Iniziò a muoversi su e giù, attirando lo sguardo compassionevole di qualche infermiera, respirando più forte di me e più frequente, come se fosse lui, steso su un lettino.
Con le ultime forze, presi un barattolo e glielo scagliai contro, mancandolo di pochi centimetri.
 
- Non sei tu incinta e non stai per partorire due bambini, quindi smettila di comportarti così!! Fuori, vai fuori!!!
 
- Ma..
 
- Nessun ma, Zayn Malik, Vai fuori!!
 
Strillai senza forza, accasciandomi sul cuscino, completamente sudata e stremata, mentre i medici mi chiedevano un ultimo sforzo.
Fuori dalla porta, c’erano tutti i ragazzi, tutti eccitati e preoccupati, quando videro Zayn uscire, pallido come un cencio e sentirono Jade urlare.
 
- Che succede? Che ha? Sta bene? – raffiche di domande che partirono da tutti e che travolsero la mente di Zayn.
 
- Mi ha buttato fuori, perché respiravo troppo forte!
 
- Esagerata! – fu il commento di Harry, che rimediò uno scappellotto da parte della moglie.
 
- Non dire così Harry: sono certa che lei ha avuto buoni motivi per mandarlo fuori!
 
- Uno dei suoi attacchi di isteria? – domandò Niall.
 
- Smettila, Niall, non parlare male della mia migliore amica, perché ti sbatto fuori casa! – disse Erica, seria. – Credo che Zayn stesse passeggiando su e giù. Lei odia vedere la gente che si muove a scatti, se lei è nervosa.
 
- Ok… ma lei è esagerata!
 
Battibecchi vari, che distrassero i ragazzi fuori dalla porta, fino a quando la porta non si aprì e ne uscì il medico.
Zayn scattò come una molla, balzandogli quasi addosso.
 
- Allora, dottore, come sta?
 
- Può stare tranquillo – asserì lui, togliendosi la mascherina – sua moglie e i suoi figli stanno bene! La signora mi ha detto che non conoscevate la natura dei due bambini: sono un maschio e una femmina. La bambina è nata per prima, il maschio a tre minuti di distanza! Congratulazioni! 
 
Poi se ne andò, facendo segno all’uomo di entrare dentro.
Uccisero, per entrare per primi, ovviamente i maschi, fino a quando le loro rispettive non li fermarono, facendo entrare solo Zayn.
La stanza era in penombra, per lasciare che i piccoli si abituassero alla poca luce, anche se avevano ancora gli occhi chiusi.
Raggiunse il letto sedendomisi accanto, per poi abbracciarmi, e osservare i bambini: erano entrambi abbastanza pallidi di pelle, ma avevano preso il colore dei capelli del padre e i riccioli della madre, 
Per gli occhi, avremmo dovuto aspettare.
 
- Sono bellissimi. – disse Zayn, mentre prendeva la bambina dalle braccia della madre.
 
- Lo so. – dissi – Hanno preso da me!
 
Lo provocai un po’, e lui acconsentì. 
 
- Menomale che hanno preso dalla migliore! Chissà come sarà la loro vocina!
 
- Caro, dovremo aspettare!
 
- Sono bellissimi – ripeté lui – mia cara, faticheremo a tenerti lontano da tutti i ragazzi!
 
- Quanto a te, principino, dovremo abituarci ad avere stuoli di ragazze che ti acclamano sotto alla finestra. – risi io.
 
- Dobbiamo dargli un nome. – fece notare Zayn.
 
- Che nome vorresti dargli?
 
- Io pensavo… - disse lui abbassando lo sguardo – Beh, solo se sei d’accordo, io pensavo a Jasmine e Juan.
 
Abbassai a mia volta lo sguardo, per puntarlo sulle mattonelle. Erano passati quasi due anni, dalla loro morte.
 
- Ok… - dissi io serena. – Per me va bene, sono bellissimi.
 
Mi scostai un po’ dal materasso, facendo in modo che Zayn si sdraiasse accanto a me e che potessi posare la testa sul suo addome, con i bambini che si erano addormentati.
Vi è mai capitato di essere così felici, da poter incendiare il cielo? Ricordatevi delle due piccole vite che sono nate oggi, proprio da quel cielo incendiato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice.
Torno dopo due belle settimane che non mi faccio vedere. Ho aspettato una vita, prima di pubblicare, solo perchè ho la febbre alta e non capisco un'accidente di quello che faccio.
Stamattina mi sento meglio, ed ecco che mi metto a pubblicare, dopo aver pianto come una stupida, per un bellissimo film.
Vi avviso che questo è il penultimo capitolo.
Nel prossimo e ultimo capitolo, ci saranno due finali, uno bello e uno brutto.
Questo perchè avrei voluto che la storia finisse tragicamente, ma le mi amiche mi hanno minacciato di staccarmi il capo, ed ecco che quindi mi ritrovo a fare due finali.
Godetevi il capitolo, perchè ci vorrà un pò, prima che posti l'ultimo.
Coraggio, fanciulle, un ultimo capitolo e Jade si toglie dai piedi.
Buona fortuna per la lettura!!!
Jade-sososofia
P.S. Vedo se riesco a pubblicare la settimana prossima. ma credo che sarà difficilissimissimissimo.

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Capitolo 30
*** The End...? ***


Qui finisce la nostra storia. 
Ci sarebbe stato molto da dire e tanto da ascoltare, ma qui le nostre strade si dividono. 
Jade è cambiata, grazie ai suoi compagni di band, alle sue amiche e ai suoi figli, che il cielo le ha donato e che, probabilmente, non esiterebbe a toglierglieli.
Questa storia può avere molti finali, uno più bello dell’altro, ma io ve ne proporrò due. 
Sta a voi scegliere quello più adatto…
 
- Zayn? Zayn, aiuta i bambini a prepararsi!
 
Silenzio.
 
- Zayn, mi hai sentito?... Zayn non fare lo stupido.
 
Ancora silenzio. 
Salii spazientita le scale, per andare al piano di sopra.
Frugai in camera dei due bambini, in bagno e, infine, in camera nostra.
 
- Ma dove…? Ahhhhhh!! – strillai spaventata, quando tre corpi mi balzarono addosso, facendomi cadere sul letto dietro di me.
 
- AHAHAHAH! – risero, tutti e tre, lieti di avermi fatto perdere almeno dieci anni di vita.
 
- ZAYN! – strillai arrabbiata, osservando il ciuffo di mio marito emergere da sotto le coperte del letto appena RIFATTO. – Ma cosa insegni ai tuoi figli?
 
- Che la mamma è bella anche quando si arrabbia! – mi disse lui, circondandomi con un braccio le spalle.
 
- Ruffiano… - sibilai, mentre accarezzavo i capelli di Jasmine. 
 
- Mamma, non prendertela con papà. Siamo stati noi a chiederlo! – piccolo ruffiano di Juan, che cosa non faresti per proteggere tuo padre?
 
- Lo so… - dissi sorridendo, mentre prendevo un cuscino – per questo vi meritate una punizione.
 
Colpì delicatamente Juan sulla pancia, sfiorando poi Jasmine su un fianco. 
Si scatenò in un lampo una guerra di cuscini, che durò per una 
decina di minuti, fino a quando ci abbandonammo stanchi sul materasso.
 
- Mamma? 
 
- Che c’è, Jasmine? 
 
- Quando andiamo a trovare gli zii?
 
- Presto tesoro, presto!
 
- Papà? – chiese invece Juan.
 
- Che c’è, rospo? – rispose Zayn, mentre si accomodava sul letto, abbracciandoci tutti e tre contemporaneamente.
 
- Papà, ma zia Waly, non viene più a trovarci?
 
- Non può, Juan. Sai che aspetta un cuginetto e che non può muoversi!
 
Ad occhi estranei, potremmo essere una di quelle famiglie perfette, quelle della pubblicità, che si alzano tutte contente e con il sorriso stampato in faccia.
Errore. 
Le incomprensioni, come in tutte e famiglie, c’erano anche nella nostra. 
E dopo una settimana di litigi e soprattutto di lavoro, che ci aveva portato via dai nostri figli, avevamo deciso che avremmo trascorso tutto il sabato al luna park.
 
- Dai, andate a prepararvi!
 
- Dove andiamo? – chiese Jasmine, mentre con una mano si ravvivava i capelli, un gesto talmente tanto da Zayn, da lasciarmi interdetta per un secondo.
 
- Al luna park, J & J. Ci divertiremo molto! – rise Zayn.
 
I due bambini cominciarono a saltellare sul materasso, mentre io e Zayn ridevamo.
Poi scesero di corsa e si presero per mano, correndo in camera a prepararsi.
Mi sdraiai nuovamente accanto a mio marito e rimanemmo in silenzio a contemplare il soffitto.
 
- Otto anni… - prese la mia mano, con la fede, per poi intrecciarla alla sua. – Sono passati otto anni!
 
- Sette da quando abbiamo i bambini… passa in fretta il tempo, eh, Zazà?
 
- Troppo velocemente… così mi ritroverò vecchio e nonno senza neanche battere ciglio.
 
- Ma smettila. – gli tirai una cuscinata. – Godiamoci il tempo prima di diventare vecchi e brutti.
 
- Nel tuo caso solo vecchia! – sorrise, tentando di intenerirmi.
 
Lo ammetto, ma se lo dite a qualcuno negherò fino alla morte, ci riuscì anche.
 
- Grazie Zayn…
 
- MAMMA! MAMMA! Mamma, Juan non mi lascia entrare nel bagno!
 
- Juan, fai entrare anche tua sorella! – urlò Zayn. – Altrimenti non ti porto nel tunnel dell’orrore!
 
- Ma papà… va bene! Vieni Jas… 
 
- Tunnel dell’orrore? – domandai io scettica, alzando un sopracciglio.
 
- Infatti… entrerai tu con lui… ma non dirglielo!
 
Risi di cuore, abbracciando Zayn. 
Poi mi alzai e aprì l’armadio, buttando sul letto jeans, una canottiera, una camicia vecchia e un giacchetto in pelle, molto rocchettara.
 
- Vado a vestirmi di sotto. – sussurrai sfiorando le labbra di Zayn – guarda che i due non combinino disastri… almeno nella norma!
 
Scesi di corsa di sotto e in un lampo ero pronta. 
Dieci minuti alle dieci, scesero i miei due angioletti, talmente belli che mi venne da piangere.
Tutti e quattro salimmo in macchina, con me al volante. 
Zayn, poi, non aveva mantenuto la promessa: non aveva preso la patente… ma infondo, che importa?
Dopo una mezz’oretta, eravamo fuori Londra, diretti al più grande luna park di tutta la Gran Bretagna.
 
- Mamma, mi prendi lo zucchero filato?
 
- Papà, andiamo sulle montagne russe?
 
- Mamma, ma è facile il tiro al bersaglio?
 
- Papà, ma il circo è aperto?
 
- Mamma, è vero che hai paura dei pagliacci?
 
- Allora, tesoro? – chiese crudele Zayn. – E’ vero che hai paura dei pagliacci?
Sgranai gli occhi, arrossendo lievemente. 
Rafforzai la presa sul volante, quasi a volerlo piegare. 
 
- Io… non ho paura dei clown… assolutamente…
 
- Allora mamma… - disse Jasmine sventolandomi davanti agli occhi un clown di pezza.- Ti presento Sparkey… è un mio amico…
 
- TOGLI QUEL COSO!! – strillai come un’ossessa.
 
Zayn iniziò a ridere.
 
Mi voltai verso di lui, sorridendo, prima che qualcosa colpisse il fianco della mia baby. 
Era accaduto troppo in fretta. 
Vidi solamente Zayn sbattere la testa sul finestrino accanto a lui e il sangue che colava a fiotti, imbrattandogli il viso e i vestiti, mentre il petto smetteva di alzarsi e abbassarsi.
Il ferro del guad rail aveva trapassato il finestrino, come fosse burro, e mi si era conficcato nel petto, tremendamente vicino al cuore.
Rivolsi un’occhiata allo specchietto, osservando i miei bambini illesi, ma spaventati. 
Regalai un debole sorriso a Jasmine e un saluto a Juan, che mi stavano guardando e iniziai a piangere dal dolore della ferita e della perdita di mio marito, afferrando, con una mano gelida, una delle sue, ancora calde, e mi parve di sentire una scarica di adrenalina. 
Probabilmente dovute alla morte che incombeva.
 
- Ragazzi… la mamma… v-vi vuole… bene… n-non… dim-menticatelo mai…
 
Troppo stanca per fare altro, la presa sfuggì alla mano di Zayn e l’ultima cosa che vidi e che udì, prima di lasciarmi andare contro la gomma del volante, furono gli occhi pieni di amore di Jasmine e la frase dolce di mio figlio.
 
- Anche noi ti vogliamo bene, mamma…
 
Poi solo buio.
 
Dal camion che ci era venuto addosso, uscì un uomo, giovane e di bell’aspetto. 
Alto, riccio e con gli occhi verdi. 
Avanzò verso la macchina, mentre un sorriso soddisfatto prese possesso del suo volto.
 
- Ce l’ho fatta, Jade… ti avevo detto che non mi sarei dato per vinto. – ringhiò contro la macchina, dove vedeva la donna respirare lentamente, con un rivolo di sangue che le colava dal naso. – Mi dispiace solo aver fatto fuori tuo marito… ti amava così tanto… forse quasi quanto me…
 
Rimase lì, ad osservare la donna che lentamente chiudeva gli occhi e si lasciava cadere nel buio della morte.
Le portiere dei sedili posteriori si aprirono con fatica. 
Ryan osservò i due piccoli bambini scendere.
 
- Vieni Jasmine… - stava dicendo l’ometto. – Ti aiuto a scendere.
 
Si allontanarono dalla macchina e osservarono i genitori, entrambi morti.
 
- La mamma non sarà contenta quando vedrà la macchina, Juan.
 
- Lo so, Jas, ma le diremo che non è stata colpa nostra.
 
Il piccolo prese la mano della sorella e si voltò, notando l’uomo che non aveva ancora visto.
 
- Ciao! – lo salutò. – Sei un amico della mamma e del papà?
 
- Solo della mamma, piccolo! – rispose pazientemente L’uomo, mentre si avvicinava ai due bambini. 
 
Jasmine si nascose timorosa dietro al fratello.
 
- Assomigli a zio Harry, ma non sei lui!
 
- No, sono zio Ryan!
 
- La mamma e il papà stanno dormendo? – chiese timidamente Jasmine.
 
- Sì. Ma non si sveglieranno per un po’!
 
- E noi che facciamo? – chiese pratico il bambino.
 
- Potreste venire con me! La mamma avrebbe sicuramente accettato!
 
- Ok. – rispose felice Juan, afferrando la mano di Ryan.
 
Jasmine sembrava restia a fidarsi dell’uomo, ma il fratellino la convinse.
 
- Vieni, Jas. Hai sentito? E’ un amico di mamma! 
 
- Ok…
 
Afferrò anche lei la mano di Ryan e insieme si incamminarono verso il camion e sparirono, diretti verso Londra. 
                          - - - - - - - - - - - 
 
- Zayn? Zayn, aiuta i bambini a prepararsi!
 
Silenzio.
 
- Zayn, mi hai sentito?... Zayn non fare lo stupido.
 
Ancora silenzio. 
Salii spazientita le scale, per andare al piano di sopra.
Frugai in camera dei due bambini, in bagno e, infine, in camera nostra.
 
- Ma dove…? Ahhhhhh!! – strillai spaventata, quando tre corpi mi balzarono addosso, facendomi cadere sul letto dietro di me.
 
- AHAHAHAH! – risero, tutti e tre, lieti di avermi fatto perdere almeno dieci anni di vita.
 
- ZAYN! – strillai arrabbiata, osservando il ciuffo di mio marito emergere da sotto le coperte del letto appena RIFATTO. – Ma cosa insegni ai tuoi figli?
 
- Che la mamma è bella anche quando si arrabbia! – mi disse lui, circondandomi con un braccio le spalle.
 
- Ruffiano… - sibilai, mentre accarezzavo i capelli di Jasmine. 
 
- Mamma, non prendertela con papà. Siamo stati noi a chiederlo! – piccolo ruffiano di Juan, che cosa non faresti per proteggere tuo padre?
 
- Lo so… - dissi sorridendo, mentre prendevo un cuscino – per questo vi meritate una punizione.
 
Colpì delicatamente Juan sulla pancia, sfiorando poi Jasmine su un fianco. 
Si scatenò in un lampo una guerra di cuscini, che durò per una decina di minuti, fino a quando ci abbandonammo stanchi sul materasso.
 
- Mamma? 
 
- Che c’è, Jasmine? 
 
- Quando andiamo a trovare gli zii?
 
- Presto tesoro, presto!
 
- Papà? – chiese invece Juan.
 
- Che c’è, rospo? – rispose Zayn, mentre si accomodava sul letto, abbracciandoci tutti e tre contemporaneamente.
 
- Papà, ma zia Waly, non viene più a trovarci?
 
- Non può, Juan. Sai che aspetta un cuginetto e che non può muoversi!
 
Ad occhi estranei, potremmo essere una di quelle famiglie perfette, quelle della pubblicità, che si alzano tutte contente e con il sorriso stampato in faccia.
Errore. 
Le incomprensioni, come in tutte e famiglie, c’erano anche nella nostra. 
E dopo una settimana di litigi e soprattutto di lavoro, che ci aveva portato via dai nostri figli, avevamo deciso che avremmo trascorso tutto il sabato al luna park.
 
- Dai, andate a prepararvi!
 
- Dove andiamo? – chiese Jasmine, mentre con una mano si ravvivava i capelli, un gesto talmente tanto da Zayn, da lasciarmi interdetta per un secondo.
 
- Al luna park, J & J. Ci divertiremo molto! – rise Zayn.
 
I due bambini cominciarono a saltellare sul materasso, mentre io e Zayn ridevamo.
Poi scesero di corsa e si presero per mano, correndo in camera a prepararsi.
Mi sdraiai nuovamente accanto a mio marito e rimanemmo in silenzio a contemplare il soffitto.
 
- Otto anni… - prese la mia mano, con la fede, per poi intrecciarla alla sua. – Sono passati otto anni!
 
- Sette da quando abbiamo i bambini… passa in fretta il tempo, eh, Zazà?
 
- Troppo velocemente… così mi ritroverò vecchio e nonno senza neanche battere ciglio.
 
- Ma smettila. – gli tirai una cuscinata. – Godiamoci il tempo prima di diventare vecchi e brutti.
 
- Nel tuo caso solo vecchia! – sorrise, tentando di intenerirmi.
 
Lo ammetto, ma se lo dite a qualcuno negherò fino alla morte, ci riuscì anche.
 
- Grazie Zayn…
 
- MAMMA! MAMMA! Mamma, Juan non mi lascia entrare nel bagno!
 
- Juan, fai entrare anche tua sorella! – urlò Zayn. – Altrimenti non ti porto nel tunnel dell’orrore!
 
- Ma papà… va bene! Vieni Jas… 
 
- Tunnel dell’orrore? – domandai io scettica, alzando un sopracciglio.
 
- Infatti… entrerai tu con lui… ma non dirglielo!
 
Risi di cuore, abbracciando Zayn. 
Poi mi alzai e aprì l’armadio, buttando sul letto jeans, una canottiera, una camicia vecchia e un giacchetto in pelle, molto rocchettara.
 
- Vado a vestirmi di sotto. – sussurrai sfiorando le labbra di Zayn – guarda che i due non combinino disastri… almeno nella norma!
 
Scesi di corsa di sotto e in un lampo ero pronta. 
Dieci minuti alle dieci, scesero i miei due angioletti, talmente belli che mi venne da piangere.
Tutti e quattro salimmo in macchina, con me al volante. 
Zayn, poi, non aveva mantenuto la promessa: non aveva preso la patente… ma infondo, che importa?
Dopo una mezz’oretta, eravamo fuori Londra, diretti al più grande luna park di tutta la Gran Bretagna.
 
- Mamma, mi prendi lo zucchero filato?
 
- Papà, andiamo sulle montagne russe?
 
- Mamma, ma è facile il tiro al bersaglio?
 
- Papà, ma il circo è aperto?
 
- Mamma, è vero che hai paura dei pagliacci?
 
- Allora, tesoro? – chiese crudele Zayn. – E’ vero che hai paura dei pagliacci?
 
Sgranai gli occhi, arrossendo lievemente. 
Rafforzai la presa sul volante, quasi a volerlo piegare. 
 
- Io… non ho paura dei clown… assolutamente…
 
- Allora mamma… - disse Jasmine sventolandomi davanti agli occhi un clown di pezza.- Ti presento Sparkey… è un mio amico…
 
- TOGLI QUEL COSO!! – strillai come un’ossessa.
Zayn iniziò a ridere.
 
- Ma cosa ridi? – chiesi, mentre cambiavo marcia.
 
- Sei troppo buffa! – rise lui, mentre rispondeva al cellulare che aveva cominciato a squillare.
 
- Ciao, Dani… Sì… al luna park… ok… sì, va bene… sì, non ci sono problemi… ciao Dani, ciao! Era Danielle… lei e Liam sono al luna park assieme a tutti gli altri. Si sono incontrati per caso e hanno deciso di chiamarci per stare tutti insieme!
 
- Ok! – sorrisi contenta. – Ah… ricordati che se chiamerai nuovamente Danielle, Dani, chiederò il divorzio!
 
Lui scoppiò nuovamente a ridere, una risata così contagiosa, che anche i nostri due pulcini dietro, iniziarono a sghignazzare.
Arrivammo al luna park una ventina di minuti dopo.
Parcheggiammo la macchina molto lontano, perché i posti erano completamente occupati.
In lontananza, dopo aver camminato chilometri, vedemmo la chioma riccia di Danielle, quella rossa di Erica e la matassa informe di Harry che si stavano sbracciando.
Erica e Niall si erano portati dietro il loro erede maschio (anche unico) Michael, Elena e Harry, la loro progenie: Aisha, Thomas e Martin. 
All’ospedale, quando era nata Aisha, Elena aveva fatto lo scalpo a Harry perché lui voleva chiamarla Darcy. 
Povero Harry, qualche volta gli rido ancora in faccia per questo.
 
- Eccovi finalmente! – disse Erica, con smetteva un secondo di carezzare i capelli di Michael, che lanciava sguardi esasperati al padre. 
 
Il mio migliore amico gli lanciava un’occhiata che sembrava molto “taci e sopporta”.
Si levarono subito orde di contestazioni, su chi volesse andare in un posto o in un altro.
Infine, ignorando i commenti negativi miei e di Zayn, salirono tutti sulla ruota panoramica.
Liam e Danielle, che ancora non avevano figli, ma che sarebbero nati a breve, proposero di portare i nostri, mentre io e Zayn, a causa delle vertigini, saremmo rimasti a terra.
 
- Siamo due stupidi! – commentò lui, sedendosi vicino a me.
 
- A chi lo dici! Non possiamo avere paura dell’altezza! 
 
- Scherzavo! Volevo che tu mi dicessi che non sono stupido ma bellissimo!
 
- Ma questo era sottointeso!
 
- Se c’è una cosa che ho imparato, è che con te è meglio sentirsi dire le cose!
 
Sorrisi scuotendo il capo, mentre i nostri bambini ci salutavano dagli scomparti in vetro.
Zayn mi afferrò la mano, tirandomi su con velocità e correndo verso la fila del London Eye.
 
- Che vuoi fare? – chiesi, conoscendo la risposta.
 
- Secondo te?
 
- Io ho paura dell’altezza, idiota!
 
- Ma io sono con te!
 
- Allora sì che sono tranquilla!
 
- Ehi? – domandò lui. – Ti fidi di me?
 
- Purtroppo sì.
 
- Bene. Allora sappi che fino a quando sarai con me, tutto andrà bene!
 
- Grazie. Ti amo, Zayn.
 
- Anche io, Jade!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
OHOHOHOHOHO!! FESTEGGIATE GENTE!! CI SIAMO!!
La storia termina qui.
Mi scuso se all'inizio dei due finali, la parte è la solita, ma non sapevo davvero come fare!
J & J, sarebbe Juan & Jasmine, abbreviati! Non so, mi sembrava carino!!
Adesso, vi farò venire un be colpo al cuore: SCRIVERò UN ALTRO CAPITOLOOOOO!
Scherzo. Non mi linciate.
Sarà semplicemente un uovo capitolo, in cui ringrazierò persona per persona, coloro che mi hanno sostenuto e recensito.
Solo perchè è l'ultimo capitolo e siete contente di liberarvi di me, non significa che non dobbiate mettere recensioni su recensioni!!
Faccio i complimenti alla mia Rache, che non la sua nuova storia "Drunk" mi sta tenendo sulle spine! Andate a dare un'occhiata, merita tutta!
Ora passiamo a argomenti più belli!
FORSE, dico FORSE, tornerò assieme ad una mia amica con una nuova storia. Ve lo dirò nel prossimo capitolo!!
Bene gente, Jade si dilegua.
Ci vediamo ai ringraziamenti!!
Jade-sososofia

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Capitolo 31
*** GRAZIEEE!! ***


Sono tornata! Non ci credo, ce l’ho fatta!!
 
Yuppiiiiiiii… Ok, divento seria! 
 
Ci tengo a dire, che non ho aggiornato per tutto questo tempo, perché me ne ero dimenticata! 
 
Sono una persona che mantiene fede alle promesse, magari in ritardo, ma lo fa! 
Quando poi me ne sono ricordata, mi è venuto lo sconforto, perché mi sono resa conto che tengo molto a questa FF e a tutte voi!
 
Quindi, dopo quasi due mesi che me ne sto in panciolle, pubblico i tanto agognati ringraziamenti:
 
- Meghy… Grazie mille per aver recensito, anche se gli ultimi capitoli… mi hai fatto capire che infondo, la storia non era poi così brutta.
 
- Chiaretta directioner … anche tu, hai recensito solo gli ultimi, ma non importa ugualmente… grazie infinite!!
 
- Charlie_Green… che ha apprezzato tantissimo la mia storia… almeno così dice la recensione!!
 
- FlyfreeflyFly… grazie a te, che mi segui da sempre… dall’inizio di questa schifezza!! Grazie mille!!
 
- Jessssssica… amore… io non so che dirti… non bastano poche parole per ringraziarti di tutto!! Amore, grazie infinite!! Grazie mille, maritino mio!
 
- Giorgia 98 … Ehi, Gio, grazie di tutto!! Ciao piccolo genietto della matematica!! Continua a scrivere, che lo fai bene!!
 
- Rache_Mori la mia piccola che mi ha tradito, ma che mi fa ridere e incazzare tutti i giorni! Grazie piccola!
 
- maggie_stewart… la mia piccola Eriiiii!!! Il gomito non mi fa più male, se ti interessa!! Grazie di tutto!! Love ya!
 
Ed infine:
 
- Isaaa_ … la mia piccola trasgry, che scriverà con me la mia nuova storia!!! Weeeeeeeee!!! Pubblicheremo presto!! Forse ( se sono magnanima) Lo faccio sabato!!
 
Ok… per ultimo, ( poi ti tolgo dalle palle) ringrazio tutti coloro che hanno seguito, preferito e ricordato la mia storia!! 
 
Davvero grazie mille!
 
Prima di andarmene, vorrei ringraziare le tante altre persone che mi hanno recensito, quali Spongiina,  Elyx18Tommy17, libero __ 07, Musadirectioner98 e tanti altri, che mi hanno davvero fatto piacere!!
 
Ecco, brutte traditrici, mi avete fatto piangere, e vi giuro che Jade non deve piangere, NON DEVE… altrimenti che figura ci fa con il piccolo Jawaad??
 
Alla prossima Babes.
 
Jade-sososofia
 
P.S. Non riesco a smettere di scrivere!! Mi sento male, non voglio lasciarvi!!

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