I will catch you if you fall.

di itsJay_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Uno. Ryan? ***
Capitolo 3: *** 2. Sei più bella quando sorridi. ***
Capitolo 4: *** 3. Ti manca? No. ***
Capitolo 5: *** 4. Marshmallow! ***
Capitolo 6: *** 5. Posso? ***
Capitolo 7: *** 6. Il nuovo terzo incomodo. ***
Capitolo 8: *** 7. Owh. ***
Capitolo 9: *** 8. Di nuovo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


 

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I will catch you if you fall.

 

 

Prologo.

Allora ci vediamo dopo scuola?” chiese Daphne a un Ryan alquanto occupato nella scelta di cosa prendere per pranzo.
Non pranzi con me?” allora la stava ascoltando! Il tono di voce di Ryan era un po' triste. Come mai Daphne la sua ragazza, non voleva pranzare al suo tavolo?
No... c'è Justin. Sai che non lo sopporto.” sorrise appena mentre Ryan annuiva.
Però non pranzare da sola, ok? Non sopporto vederti da sola.” continuò il biondo.
Tranquillo. Ci vediamo dopo” Daphne lo salutò con un bacio sulla guancia e si allontanò a grandi passi verso l'uscita della mensa, dove, scontrò il suo sguardo con quello di Justin.
Sbuffò cercando di ignorarlo e si avviò verso il giardino, dove avrebbe potuto leggere il suo libro in santa pace.
Dafne e Ryan stavano insieme da più di un anno e stavano bene insieme.
Né uno, né l'altra, avevano voglia di cambiamenti e tra di loro ormai c'era empatia. Un'empatia che Daphne non aveva mai avuto con nessun altro. Ed era felice così, con lui e nessun altro.
Sorrise pensando a quando Ryan, timidamente, le chiese di uscire per la prima volta. Ringraziò per l'ennesima volta Stacey, la sua amica, che l'aveva obbligata ad accettare. Decisione azzeccata, Ryan era davvero perfetto per lei.

 

Dopo scuola Daphne attese al parcheggio scolastico Ryan, così da poter stare insieme il pomeriggio.
Ryan non tardò ad arrivare e, dopo averla baciata per una manciata di minuti, la fece salire in macchina e si avviarono per casa Hays, la casa di Daphne. Ma essendo venerdì, i due dovevano recarsi nella dimora di campagna della ragazza, come ogni week-end da un anno a quella parte.

Il traffico era parecchio, visto l'orario di punta, e Ryan optò per la super strada, dove il traffico era più scorrevole.
Chiacchieravano tranquillamente mentre ascoltavano le canzoni che la stazione radio trasmetteva.
Daphne canticchiava, stanando tutto, e Ryan la implorava di lasciare in pace le sue orecchie.
Ti prego, risparmiami!” ridacchiò voltandosi a fissarla.
I won't let these little things,slip out of my mouth, but if it's true It's you, It's you. They add up to, I'm in love with you. And all these little things!” cantò lei per irritarlo.
Ti amo anche io, ma risparmiami!” rise ancora Ryan.
In tutta risposta Daphne si limitò a fargli una linguaccia e a sporgersi per baciarlo sulla guancia.
Mentre Ryan usciva dalla super strada e si fermava al semaforo rosso, si voltò a baciarla, gli mancava il suo sapore. E per colpa del bacio, che aveva distratto Ryan dal semaforo ormai verde, si beccarono il suono del clacson del tipo dietro di loro.
Ryan sbuffò staccandosi dalle morbide labbra di Daphne e partì senza controllare.
Si accorse troppo tardi del Tir che li stava per travolgere.
Si voltò a guardare Daphne impaurito, ormai non c'era nulla da fare: il Tir li avrebbe travolti in qualsiasi caso.
Il volto di Daphne era indescrivibile. Ryan vide la sua vita passargli davanti e le sorrise.
Le sorrise perché se quella sarebbe stata l'ultima volta in cui vedeva Daphne, o l'ultima in cui Daphne l'avesse visto, voleva lasciare l'immagine del ragazzo sorridente e spensierato che era.
Daphne ricambiò appena il sorriso, sussurrandogli un flebile “
ti amo.
“Ti amo”. Rispose lui e poi arrivò la botta.
Tutto questo accadde in pochi attimi.
L'auto si ribaltò lasciando i ragazzi privi di senso. Ma non erano entrambi morti.
L'ambulanza arrivò di lì a poco e cercarono in tutti i modi di soccorrerli.

 

Quando riaprì gli occhi, sperò che tutto quello che aveva vissuto fu un banale incubo, ma le pareti bianche d'ospedale, confermarono il contrario.
La triste verità era che l'incidente, purtroppo, era accaduto.
Oddio, hai aperto gli occhi!” la figura di sua madre, però, le apparve sfocata, riuscì a riconoscerla solo grazie al tono di voce, anche se era decisamente alterato dalle lacrime che avevano invaso i suoi occhi.
Infermiera! Infermiera! Ha aperto gli occhi! È sveglia!” urlò, correndo nel corridoio, la donna.
Daphne strofinò il palmo della mano sul viso e, quando riuscì a vedere qualcosa, notò suo padre seduto nell'angolo della stanza, accanto alla finestra, che teneva i gomiti sulle ginocchia e la testa tra le mani.
Papà...” lo chiamò debolmente. Le doleva gran parte del corpo. Soprattutto la parte sinistra di esso.
Papà...” lo richiamò. La seconda volta fu quella buona, il padre di Daphne alzò la testa e le sorrise.
Si alzò dalla poltrona e le si avvicinò.
Come ti senti?” le chiese accarezzandole il viso, facendo attenzione a non farle male.
Dov'è Ryan?” ignorò la domanda del padre, che gliene importava di stare bene? Voleva sapere come stava lui.
Vide il viso del padre rabbuiarsi e sperò di sbagliarsi, ma purtroppo, il “
mi dispiace” pronunciato con tanta amarezza da suo padre le confermò quella triste idea che le si era fatta in testa.
È vivo... vero? Sta solo male, vero?” continuò speranzosa.
Daphne... Ryan, sta bene... è solo in un posto migliore.” continuò lui.
È morto papà?” iniziò a piangere. Non poteva crederci. Era davvero... merda.
Daphne iniziò ad urlare. Si strappò dal braccio la flebo e continuava dimenarsi nel letto.
Non voleva crederci. Si calmò solo quando arrivò l'infermiera e la sedò.

 


 


Hola!
Eccomi con la mia prima long su Bieber.
Spero possa piacere a qualcuno!
Ecco...niente, magari vi chiedete perché nel banner ci sia un cucciolo... beh diciamo che sarà lui ad aiutare qualcuno a fare qualcos'altro con qualcun'altra.
LOL
E che altro dire? 
mi lasciate una recensione? Così se piace la continuo, altrimenti la cancello o la metto come One Shot :)
Ditemi voi bellezze!
Intanto io vi lascio la mia pagina facebook e il mio account Twitter.
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Twitter: @KeepCalmnLove1D

Ci leggiamo nelle recensioni?(:
Un bacio, Manu

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Capitolo 2
*** Uno. Ryan? ***


 

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1. Ryan?

 

Al funerale del giovane erano presenti tutti i suoi amici, oltre ai parenti e Daphne.
Se ne stava seduta in prima fila, di fianco a Karen, la madre di Ryan. Non smetteva di fissare il vuoto davanti a sé e a trattenere le lacrime, odiava piangere in pubblico.
E anche se era il funerale del suo ragazzo, non si sarebbe mostrata debole davanti a tutti, non avrebbe pianto davanti a tutti. Magari lo avrebbe fatto una volta rimasta sola davanti alla lapide, ma davanti a tutti proprio no. Era inaccettabile per lei.
Quando il rete annunciò che la cerimonia era finita e che potevano tornare a casa, Daphne non si mosse dalla sua sedia di plastica.
Salutò i suoi genitori dicendo che aveva bisogno di pensare, anche se pensare in quel momento fu solo atto di puro autolesionismo. Più pensava, più stava male. Era un dato di fatto ormai.
Rimase sola nel cimitero a fissare la fossa che conteneva il corpo del suo ragazzo e sospirò cercando di far uscire le lacrime, ma non le liberò, poiché la sedia che, prima occupava Karen, venne occupata da... Justin?
Il ragazzo aveva il volto distrutto dalla stanchezza. Evidentemente anche lui non se la passava bene.
Daphne non dormiva da tre giorni. Ovvero dal giorno dell'incidente. L'ultima dormita l'aveva fatta grazie al sonnifero che gli infermieri le avevano iniettato nel braccio con forza, per farla calmare.
Justin sospirò strofinandosi la mano sul viso e si voltò a fissarla.
Per una manciata di minuti Daphne cercò di ignorare il suo sguardo ma, notando che il ragazzo non smetteva di fissarla, si voltò e sbottò un falso “Sto bene.”.
Ma non ti ho chiesto come stai...
Oh..beh sto bene
Daphne...non ti ho chiesto niente.
Ok sto da schifo! Come credi che stia?! Lui è morto e io no!” lasciò che una lacrima solcasse la guancia e se l'asciugò cercando di non farsi vedere.
Ehi... in ogni caso non è colpa tua.” rispose lui anche se non ne era pienamente convinto.
Cioè, ovviamente non era lei quella alla guida del tir dopo una sbronza pomeridiana, ma comunque quella strada l'avevano fatta per andare a casa di Daphne... un po' di colpa ce l'aveva. O almeno era questo quello che pensava Justin.
Daphne alzò le spalle e si strofinò le mani sulla gonna nera, poi si alzò e si avvicinò al fosso lasciando cadere una fotografia che li ritraeva sorridenti durante la cena dello scorso Natale.
Ovviamente, aveva una copia di quella foto nell'album fotografico fucsia, che le aveva regalato sua zia Elena alla cresima.

Si voltò e, notando che Justin non aveva ancora smesso di fissarla, sbuffò.
Cosa c'è Bieber? Vuoi darmi fastidio anche oggi? Vuoi prendermi in giro per come mi stanno i capelli? O per come mi sta male questa gonna?
No. Stavo solo pensando.”rispose. Daphne alzò le spalle tornando a fissare la bara dentro al fosso. Lanciò un bacio e sussurrò un “Mi manchi amore.” e si allontanò definitivamente da Ryan.
Uscì dal cimitero e incominciò a vedere tutto offuscato, per colpa delle lacrime che non riusciva a trattenere.

 

Justin rimase lì seduto a fissare il vuoto.
Si sentiva terribilmente perso senza Ryan. Erano amici dall'asilo e non avrebbe mai immaginato di perderlo così presto.
Colpa di Daphne. Era solo colpa sua.
Sì, non poteva essere diversamente.
Se Ryan non avesse avuto l'abitudine di andare con lei in campagna nel week-end ora sarebbe vivo.
Se avesse accettato la sua proposta della partita di basket, a quest'ora sarebbe stato vivo.
Ma lui no. Lui doveva passare quei tre giorni con Daphne in campagna. Non gli bastava vederla durante la settimana a scuola e la sera a casa? No?
Tirò su col naso e roteò la testa verso destra dopo che la sua attenzione venne attirata da un cucciolo che abbaiava.
Un cucciolo di labrador.
Justin si alzò e si avvicinò al cucciolo per vedere se avesse un collare o una medaglietta.
Ma niente. Anche se indossava una medaglietta a forma di osso, su di esso non c'erano informazioni che potevano far pensare che il cane appartenesse a qualcuno. C'era inciso solo un “Ryan”, probabilmente era quello il suo nome.
Perfetto!
Proprio Ryan dovevano chiamarlo?
Ovviamente, sua madre Pattie, non gli avrebbe permesso di tenerlo a casa, o almeno, non prima di essersi accertato che fosse sano. Lo prese in braccio e si avviò verso la sua auto.
Una volta dentro poggiò il cucciolo sul sedile posteriore avviandosi verso casa, per recuperare da internet, l'indirizzo del veterinario più vicino. E sperò con tutto il cuore di non essere obbligato ad andare alla clinica degli Hays. Non voleva correre il rischio di vedere il bel visetto di Daphne.
Ma purtroppo le sue preghiere furono vane.
Persino la madre gli disse che se voleva evitare gli Hays, avrebbe dovuto guidare per più di due ore.
Portò il cucciolo in casa e attese la fine della mattinata, per poter mangiare qualcosa, poiché il suo stomaco lo stava supplicando. Probabilmente non mangiava dalla sera prima, visto che odiava con tutto se stesso fare colazione.
Afferrò dal frigo del prosciutto e lo spezzettò in un piatto per farlo mangiare al cucciolo che non smetteva di abbaiare.
Indovina mamma?” disse alzando un angolo della bocca.
Cosa?
Il nome del cucciolo. Indovinalo” continuò lui infilando nel microonde della pizza avanzata dal giorno prima. “Butsy? Come l'altro che è scappato?” Justin ridacchiò mentre scuoteva la testa. “Riprova, sarai più fortunata” la donna si appoggiò di schiena al piano cottura e pensò per qualche istante ai nomi che potevano essere intuibili, visto che Justin pensava che lo avrebbe indovinato con facilità. Doveva essere il nome di uno dei suoi vecchi cuccioli, sicuramente.
Sbuffò non riuscendo a ricordarne nessuno “Mi arrendo”.
Oh, di già?
” rispose la madre continuando a pensare.
Ryan” rispose amareggiato mentre il campanello dl microonde suonava. La madre rimase a bocca aperta incredula. “E sai dove l'ho trovato? Vicino alla fossa di Ryan. Divertente no?” continuò tirando su col naso. Pattie gli si avvicinò per abbracciarlo e lui non la respinse. Lei sapeva che Ryan era importante per Justin, e persino lei aveva speso qualche lacrima per il ragazzo, ma non si era presentata al funerale per colpa del suo lavoro.
Lo sai che è in un posto migliore? Dio l'ha voluto accanto a sé perché qui sulla Terra aveva finito il suo lavoro.” Pattie usava sempre questa frase per rincuorare chi perdeva un parente caro o un amico, come in questo caso.
Mamma aveva solo diciassette anni. Quale lavoro aveva finito? La sua vita stava incominciando adesso!” sbottò.
È vero. Ma se Dio l'ha voluto con sé ci sarà un motivo. Lo sai Justin. Nulla accade per caso”.
Dio è un egoista e basta. Io Ryan lo volevo qui.
Chi è ora l'egoista? Justin, mangia e vedi di portare quel cucciolo alla clinica o lo lasci in canile.” la madre si staccò dall'abbraccio e se ne andò nella sua stanza a riposare dopo il turno di otto ore in ospedale.
Il ragazzo sospirò iniziando a mangiare la sua pizza mentre fissava il cucciolo che si accucciava sui suoi piedi.
Nulla accade per caso. Poteva il cucciolo avere qualche collegamento con il suo migliore amico?
Una volta finita la pizza si sedette a terra ad accarezzare Ryan.
Sì!” sentì una voce, ma non capiva da dove potesse arrivare. Era una voce maschile, e suo padre non viveva in quella casa, lui non aveva parlato... quindi chi poteva essere stato?
Il cane? Lo sanno tutti che i cani non parlano!
Justin iniziò a ridere della sua stessa idea e prese il cucciolo tra le mani portandoselo davanti al viso.
Tu non parli! Vero?” rise ancora. Aspettava veramente una risposta?
Certo che lo faccio! E, amico, mettimi giù, hai le mani fredde.” Justin sbiancò, letteralmente, e fece cadere il cucciolo a terra.
Ok che dovevi mettermi giù, ma magari potevi essere più gentile!” borbottò il cucciolo sedendosi difronte al ragazzo.
Ma cosa cazzo..?
Il linguaggio. Se ti sentisse tua madre!” continuò il cane. Davvero stava parlando con un cane? E in più, non solo il cane parlava, ma aveva la voce simile a quella del suo migliore amico. Stava impazzendo.
Ryan?” chiese. Se proprio doveva essere pazzo almeno voleva esserne certo!
oh, dannazione, sì! Sono io amico! Sono Ryan!” disse il cane con enfasi.
Si... certo.
Te lo giuro!
Come faccio a sapere che non sto sognando o che non mi sono drogato?” chiese incrociando le braccia al petto.
Tu non ti droghi”...anche questo era vero. Ma il cane come lo sapeva?
E se sto dormendo?” il cucciolo si avvicinò alla sua gamba e gli lasciò un morso.
Justin iniziò ad urlare dal dolore, certo era un cucciolo, non faceva davvero male, ma doveva esagerare sempre, o non era Justin Bieber.
Ok, non sto dormendo, ma dannazione, com'è possibile?
Ti spiego. Sono morto, no? Ma Dio non era molto contento, avevo ancora qualche anno da vivere... poi sarei morto di cancro.. per questo non sono entrato in coma, ma non devo parlare di questo. Il punto è che non dovevo lasciare da solo Daphne. Ero qualcosa tipo il suo angelo custode sulla Terra e lei non sa che fare senza di me, lo so, sembra strano ma Daphne è davvero insicura e necessita qualcuno che la protegga. E qui subentri in gioco te.
il cane/Ryan fece una pausa e fissò i suoi occhi da cucciolo in quelli caramello di Justin.
Io?” il cucciolo, per quanto possibile, annuì e riprese a parlare.
Sei l'unico che può sentirmi. Di conseguenza: l'unico che può aiutarmi” Justin spalancò gli occhi. L'unico che poteva sentirlo?
Mi prenderanno per pazzo se mi vedono parlare con un cane”. Il cagnolino ridacchiò annuendo. Chi non gli avrebbe dato del pazzo?
E poi? Una volta che ti avrò aiutato che succederà?” domanda più che lecita.
Riposerò finalmente in pace.
Justin si rattristò nuovamente. Ryan era morto e quella dentro al cucciolo era solo la sua anima. Sempre se non stava sognando. Era tutto molto discutibile.
Magari era ubriaco.
Che devo fare?” sbuffò infine.
Devi far innamorare di te Daphne.
Che cosa?!





 


SWAG.
Ciao belle!
Ho tipo scritto il capitolo in un'ora. ero abbastanza ispirata oggi, lol.
Bene.. vi ringrazio per le recensioni!
E volevo spiegarvi un po' il capitolo precedente.
Non ho parlato molto dell'incidente perché in realtà non dovevo nemmeno metterlo, dovevo solo raccontarlo più avanti nella storia, ma volevo piangere allora l'ho scritto come prologo.
Questa storia sarà abbastanza triste, come avrete intuito e un po' vi chiedo scusa.
Mi dispiace farvi piangiucchiare o cose così.
E sarà anche un po' divertente, con qualche battutina pessima... il personaggio di Justin sarà abbastanza strano. Così come quello di Daphne.
Daphne Hays è già apparsa in una delle mie Longe sui One Direction, ma qui sarà un po' meno stronza. Prometto!
Ok, detto questo che ne dite di lasciarmi una recensione?
Un bacio, Manu

Twitter: @xCatchingfire_

ps. avete notato che il viola del discorso è leggermente più scuro? fateci l'occhio perchè il colore rispecchia l'umore di Daphne :)

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Capitolo 3
*** 2. Sei più bella quando sorridi. ***


 

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2. Sei più bella quando sorridi.

Come poteva andare tutto meglio se lei si sentiva sempre peggio senza Ryan?
Non sorrideva da un mese e mezzo ormai, e i suoi amici e i suoi parenti non speravano più di tanto di rivedere quel sorriso che le illuminava il viso.
Si alzò dal letto e si fissò le gambe troppo magre.
Daphne aveva smesso di mangiare la settimana dopo il funerale. Era praticamente uno scheletro in piedi, non che prima fosse grassa, ma almeno riusciva a tenere su i pantaloni senza cinture o altri supporti... le andava tutto largo e faceva fatica a trovare vestiti che le andassero.
Si era tinta da sola i capelli di rosso, ma sbagliando il dosaggio erano diventati rosa. E i capelli, erano l'unica cosa colorata in lei.
Indossava solo maglioni neri, pantaloni neri alternandoli a qualche gonna lunga, e anfibi neri. Nessuno la riconosceva più. Non era più la ragazza solare di prima.
La madre la obbligava ad andare da uno psicologo due volte a settimana, ma nemmeno lui riusciva a strapparle qualche parola... qualche pensiero. Niente.
Daphne era solo ciò che vestiva: nero.
E nel nero sono racchiuse un sacco di cose.
Il buio è nero, ad esempio. E nel buio si nascondono tutte le paure di una persona.
Nel buio ci sono le tenebre. Chi non è spaventato dalle tenebre? Cosa c'è nelle tenebre? Non si sa.
E il non sapere a cosa si va incontro fa paura, a chiunque. Anche a Chuck Norris.
Si alzò dal letto e si trascinò davanti all'armadio. Ne estrasse dei jeans neri e un maglione oversize nero e di lana, con delle borchie sulle spalle. Si legò i capelli rosa in una crocchia morbida e indossò una bandana come fascetta, per evitare ciuffi ribelli sul viso.
Si andò a lavare il viso e i denti e dopo pensò al trucco. Tanto mascara e tanta matita nera. Nient'altro.
Infilò gli stivali ed uscì dalla sua camera raggiungendo la madre in cucina.
Buongiorno Daphne.” la salutò la donna mentre cucinava dei pancakes.
Stai cucinando?
Pancakes ai mirtilli, i tuoi preferiti!” esclamò contenta la madre.
Perché sorrideva così tanto? Era felice? E perché?
Non ho appetito.” rispose piatta Daphne.
Dovrai pur mangiare qualcosa! Non puoi mica affrontare sei ore di scuola a stomaco vuoto!” continuò con quell'entusiasmo la donna. Da dove la prendeva tutta quella felicità alle otto del mattino?
Non ho appetito e basta.” sbottò facendo capire che non voleva continuare il discorso.
La madre sospirò mettendo sul piatto l'ultimo pancake che stava in padella.
Non sapeva più che fare con sua figlia. Le aveva provate di tutte.
Almeno hai voglia di andare a scuola?” domandò sedendosi di fronte a lei.
Non molta, ma ci andrò lo stesso... sono obbligata
Vuoi venire in clinica con me? Ci sono parecchie cose da fare e se mi dai una mano finisco prima e magari potremmo fare un po' di shopping pomeriggio” la proposta in sé non era malvagia. Anche perché aveva bisogno di vestiti, ma non era dell'umore adatto.
Avrebbe mai avuto l'umore adatto per fare qualcosa?!
Decise di accettare la proposta della madre così da evitare anche l'interrogazione di francese: non aveva studiato nulla.
Va bene, ma non mi metto dietro alle pratiche in ufficio!” ci tenne subito a precisarlo perché sapeva quanto la madre odiasse stare in ufficio a compilare fatture su fatture.
La madre ridacchiò alzandosi da tavola per afferrare le chiavi dell'auto e quelle della clinica.
Andiamo? Tuo padre mi starà aspettando per dargli il cambio” disse a Daphne per distrarla dai suoi pensieri.
Si alzò dalla sedia e seguì la madre nell'auto e attese di arrivare alla clinica in silenzio.
Non aveva nulla da dire, ma stare zitta non era la migliore soluzione. Se non parlava la sua mente si affollava di pensieri e frasi che la facevano impazzire. Così, si allungò verso lo stereo e lo accese. Un po' di musica l'avrebbe distratta, o forse no, ma tentar non nuoce.
Per fortuna, nessuna delle canzoni trasmesse, le riportò alla mente ricordi di Ryan o Ryan. E il viaggio fino alla clinica fu abbastanza sereno.
Perché abbastanza? Perché nonostante il silenzio privo di imbarazzo, l'aria che si respirava nell'abitacolo era abbastanza tesa. Daphne era sempre sull'attenti, pronta a cambiare stazione radio nel caso in cui essa trasmetteva una canzone che le ricordava Ryan. O loro due insieme.

 

 

Daphne aveva appena finito di assistere sua madre mentre vaccinava un cucciolo di siamese quando si accasciò su una delle poltroncine della clinica. Era esausta.
Erano parecchi mesi che non andava ad aiutare i suoi in clinica e si era dimenticata quanto fosse faticoso stare dietro agli ordini di sua madre. “Prendi quel flacone lì!” “Vai da Erika, chiedile di darti l'antibiotico!” “Porta queste carte al terzo piano da Marco!” insomma, aveva faticato parecchio. Era anche vero che stando lì a correre a destra e a manca le aveva fatto bene. Non aveva pensato nemmeno una volta a Ryan. Anche se era abbastanza triste vedere che nessuno si fosse interessato a chiederle il perché della sua assenza a scuola. Ryan l'avrebbe riempita di sms.
Sbuffò passandosi una mano sulla fronte, era addirittura sudata!
Sentì la porta aprirsi e si voltò a fissare chi stesse entrando.
Bieber? Con un cane?

Sia la ragazza che il ragazzo rimasero sorpresi. Che ci faceva lì lui? E da quando aveva un cane?
Si alzò in piedi e cercò di allontanarsi in fretta, ma sentì le zampe del cane seguirla e si fermò a fissare il labrador.
Che ci fai qui, Bieber?
Ciao anche a te, bellezza!” borbottò lui cercando di sorridere. Il cane iniziò ad abbaiargli contro come se lo stesse sgridando. “Hai ragione, scusa.” sussurrò. Parlava col cane? Daphne lo fissò con sguardo assassino prima di essere travolta dalle feste del cane del ragazzo. Le zampe del cane stavano sul ventre della ragazza mentre scodinzolava in attesa delle coccole. Daphne si chinò sul cane e iniziò ad accarezzarlo tutto “Ehi bello! Vuoi le coccole eh? Il tuo padrone ti trascura, ci scommetto!
Va che ti sento” disse Justin. Chissà, magari Daphne aveva fatto quei commenti pensando che se ne fosse andato.
Almeno non hai bisogno dell'apparecchio acustico. Non sei felice?” commentò sarcastica sfoggiando un piccolo sorriso.
Di che hai bisogno?” continuò fissando il ragazzo.
Devo far fare a Ryan un controllo. Avevo preso l'appuntamento con tua madre due settimane fa”.
Ryan? Davvero il bastardo aveva chiamato Ryan il suo cane?
Sei un stronzo” mormorò cercando di trattenere le lacrime. Come aveva avuto il coraggio di nominarlo con così tanta noncuranza? Il cane iniziò ad abbaiare e Justin si accorse dell'espressione abbattuta della ragazza. Non aveva intenzione di farla stare male. Ne era davvero mortificato.
Non l'ho scelto io il nome. Davvero! Ho trovato questo cane e l'ho preso con me, basta!” cercò di giustificarsi. Il cane aveva preso a mordicchiare il maglione di Daphne, cercava di aiutare Bieber?
Ti accompagno da mia madre. Seguimi senza fiatare.
Daphne, davvero. Credimi. Non l'ho scelto io il nome.
Ti ho detto di non. Fiatare.” disse scandendo le ultime due parole.
Daphne... io” ritentò.
Zitto!” sbottò infine. Ne aveva già abbastanza di quel ragazzo.
Il cane ringhiò, ma non in direzione di Daphne, ma verso il suo padrone. Strano, no?
Justin si sentiva davvero, davvero, davvero, mortificato.
Justin lasciatelo dire: sei un vero coglione.” commentò Ryan.
Justin si limitò ad annuire, così evitando di far pensare che fosse pazzo a parlare con un cane.
Entrò nella stanza dove la madre di Daphne scriveva qualcosa a computer e aspettò.
Vide la donna sorridergli e dire a Daphne di aspettare lì, per assisterla, poiché sarebbe stato interessante anche per lei. vide la ragazza roteare gli occhi al cielo mentre si sedeva dietro la scrivania, dove poco prima sedeva la madre.
Alla fine non vide niente di quella visita, ma quando la madre le disse che l'iniezione a Ryan l'avrebbe fatta lei, Daphne iniziò a tremare.
Si sentiva male soltanto al sentir pronunciare quel nome.
Ryan aveva un piccolo problema al cuore, ma era normale. Il cane era nato solo per ospitare l'anima del ragazzo, e il ragazzo era morto, di conseguenza non poteva stare bene al cento per cento, sarebbe stato troppo bello.
Prese la siringa e si avvicinò al cane.
Mamma, devo proprio?” la madre annuì e basta. Daphne fissò lo sguardo in quello del cane e liberò la siringa dall'involucro sterilizzato.
Non ti faccio male. Promesso.” si sentì in obbligo a rassicurare il cane, ma perché? In fondo era solo un cane. Non era nemmeno in grado di pensare.
Mi fido di te.” rispose Ryan, ma la ragazza udì solo un pianto canino.
Gli accarezzò il capo e si avvicinò alla zampa posteriore per inserire l'ago.
Fu soddisfatta del risultato notando che il cane non si era lamentato nemmeno un po'.
Rimase anche a fissare la siringa vuota, chissà che magari non l'avesse affatto inserita nella carne del cane.
Sorrise buttando l'oggetto nel cestino e poi accarezzò il cane sulla testa finché sua madre non disse a Justin di tornare il mese dopo e il cane scese dal lettino raggiungendo il suo padrone.
Sei più bella quando sorridi.” Justin parlò senza pensare, ma Daphne sembrò non averlo sentito. Per sua fortuna.

 

Quel pomeriggio, dopo lo shopping e il parrucchiere – che l'aveva fatta tornare miracolosamente mora – con la madre, Daphne si sedette davanti al pc della sua camera e iniziò a vagare sul web.
Aprì la mail, per leggere la posta che aveva ricevuto e cestinarne la maggior parte. Dopo tre pagine di posta ne trovò una che arrivava da un social network che non usava dai tempi della terza media.
Rientrò in quel profilo dove ormai nessuno la cercava, e iniziò a cancellare tutte le foto da sopra e rifare tutto.
Rese il profilo più recente, mettendo foto recenti e foto un po' più vecchie e aggiornò anche lo status. Le basto scrivere un semplice “Che noia, nessuno online da tenermi compagnia?x” per ricevere decine di visite al suo profilo.
Gente che l'aggiungeva tra le amicizie e chi già le commentava le foto facendole complimenti, a parer suo, esagerati.
Uno in particolare le rimase in mente.
Non diceva nulla di che ma la colpì “Già ti amo, sei una Dea!”. Nulla di particolare no? Ma l'ultimo “ti amo” che aveva sentito, usciva dalle labbra di Ryan. Non pensava che un ti amo detto da uno sconosciuto potesse farla sentire male.
Senza volerlo, Daphne si ritrovò a piangere davanti a quella frase e ad odiare con tutta se stessa quel ragazzo che aveva osato scriverlo con così tanta facilità.
La gente non dava più peso a ciò che scriveva?



 


Eccomi di nuovo qui!
Scusate se ci ho messo un po' di più dell'altra volta, ma tra le feste e i parenti dove trovavo il tempo per scrivere e perfezionare questo capitolo di cacca?
Allora.
Vi ringrazio tantissimo!
Siete stupende!
Non aspettavo ADDIRITTURA quattro recensioni al capitolo precedente!
Sinceramente non me ne aspettavo nemmeno mezza, non pensavo di meritarne addirittura quattro!
Non sarò mai una di quelle che dicono " a quattro recensioni aggiorno", non vi obbligo a recensire i miei capitoli o le mie storie, vi chiedo dei pareri, non vi punto le pistole alla tempia se essi non arrivano! :)
Ringrazio anche chi su twitter mi scrive complimenti, a parer mio, eccessivi, siete davvero bellissime tutte quante!**
Che altro aggiungere?
ah sì, parliamo del capitolo.
Qui non succede chissà che cosa. Bieber fa un po' il pirla e Daphne sta diventando buia.
Sta entrando nella depressione più totale(?)
Quando Justin dice "Daphne...io..." dovete leggerlo come lo dice Peeta Mellark in Hunger Games, quando Katniss vuole salvarlo e lui dice che tanto è inutile perché morirà. My tribute feelings çç
Dovreste vedere la mia faccia mi sono imbronciata veramente AHAHAHAHAHAH
Ma andando avanti (ora sto sorridendo :33) in questo capitolo c'è un pezzo che mi piace in un modo assurdo. 
E' quando Daphne dice "Non ti farò male. Lo Prometto" e Ryan risponde "Mi fido di te" come se lei potesse sentirlo. 
Inutile dirvi che sono scoppiata a piangere da sola AHAHAHAHAHAHAH
Poi. Il sito al quale Daphne torna ad aggiornare è Netlog. Chi non lo ha avuto? LOL
Io ce l'ho ancora ahahahahahah
*THE CITY NEVER SLEEEPPSSSSS!* cantate con me ed Ed Sheeran, su.
Che altro dirvi? 
Ah sì.
Tra un po' cambio il banner. Non so quando ma lo cambierò perché ho cambiato il volto di Daphne.
Ho deciso di usare il volto di Janelle Evans, una delle ragazze di Teen Mom 2.
Boh, mi piace tanto quella ragazza, e secondo me ci sta nel personaggio di Daphne, vi metto anche una foto, così vi fate un'idea.
E che altro?
Niente, se volete lasciatemi un parere, aggiornerò appena il capitolo quattro (CHE HO IN MENTE DI SCRIVERE TRA OGGI E DOMANI) sarà decente, anche se la vedo dura, faccio schifo a scrivere ciò che immagino çç
Vabbeh, vi lascio anche il mio account Facebook (attenti a guardare le foto, non vorrei tramautizzarvi), quello Twitter e la pagina Facebook dove mi trovate sempre uu
Volete anche Netlog? AHAHAHAH

 

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Janelle Evans alias Daphne Hays :)



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Mio Facebook, non fate caso alla mia faccia orrenda :3


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LO AMO AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH E' JOSH HUTCHERSON, IL MIO MARITINO :3
Comunque questo è il mio Twitter :3

E la pagina facebook è questa:  My drug is Twitter ϟ

 


Alla prossima
un bacione
Manuela 
 
 
 

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Capitolo 4
*** 3. Ti manca? No. ***


 

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3. Ti manca? No.

 

Daphne faceva muovere velocemente le sue dita sui pulsanti della tastiera del suo pc, era in chat con uno dei tanti ragazzi che la consideravano una dea. Erano passati solo due giorni da quando aveva riaperto il profilo e già aveva degli spasimanti.
Era in chat con un certo Matteo di Roma che, però, parlava perfettamente in inglese. Daphne dopo qualche minuto riuscì a scoprire che il ragazzo viveva a poche ore da lei grazie ad un corso che stava frequentando.
Ok, forse non lo aveva scoperto. Ok, glielo aveva detto lui, ma che differenza fa?
Si erano persino scambiati i numeri di cellulare. Daphne sembrava alquanto presa da questo Matteo. Tanto da mangiare persino qualcosa durante la giornata. Sua madre era tornata a sperare di poterla sorridere, anche se non sapeva il perché della poca allegria che la figlia aveva. Preferiva non chiedere se questo comportava ad una Daphne spensierata.

Da Matteo: Scusa se non ti ho calcolata. La mia ex è ancora innamorata di me, è davvero... stressante.

A Matteo: Non preoccuparti! Povero lui... troppe spasimanti tra i piedi...

Da Matteo: Non dirmi che una bella ragazza come te non ne ha! Scommetto che il tuo ex sta per mozzarsi da solo le mani per averti lasciato andare!

Ryan. Daphne abbandonò la forchetta con la pasta infilzata e buttò il cellulare sul tavolo. Cosa stava facendo? Stava tradendo Ryan. Come aveva osato?
Si stava davvero sentendo con un ragazzo? Lei amava Ryan. Questo Matteo non era nessuno per poterli dividere.
Scusami tanto.” mormorò cercando di trattenere le lacrime. “Non voglio abbandonarti.” continuò in un sussurro così che poteva sentirsi solo lei.
Tutto bene Daphne?” chiese preoccupata la madre.
Daphne sollevò le spalle, recuperò il cellulare e tornò in camera sua.
Cosa ho fatto? Non mi perdonerai mai, vero?” ovviamente le sue domande erano rivolte a Ryan. E, ovviamente, sapeva che Ryan non avrebbe potuto risponderle.
Inserì nello stereo il CD che Ryan le aveva fatto qualche mese prima e iniziò ad ascoltarlo dalla terza tappa: Little Things. La canzone.
Chiuse gli occhi immaginandosi il giorno in cui Ryan gliela dedicò.
Stavano insieme da tre mesi e sia Daphne che Ryan erano sdraiati sotto un acero, c'era solo il vento a disturbarli.
Ryan le accarezzava i capelli facendola rilassare al massimo. “Sei perfetta.” le disse dolcemente.
Non è vero” ribatté piccata lei.
Si invece.” continuò lui.
Daphne si sdraiò di pancia così da poterlo fissare in faccia. “Non prendermi in giro, Ryan. Non sono perfetta
Sei perfetta per me” rispose velocemente lui.
Senza volerlo Daphne sorrise. Sorrise anche se era sdraiata sul suo letto e non sul prato con Ryan.
Sorrise perché ricordare il volto di Ryan le faceva credere che lui fosse ancora lì con lei. lo ricordava così bene. Con tutti i piccoli particolari del suo volto. La cicatrice sul sopracciglio, quei piccoli taglietti che si faceva col rasoio, perché era ancora troppo imbranato per farsi la “barba” in modo decente.
Sono troppo imperfetta per chiunque, Ryan” disse sia quella volta, sia adesso mentre stava sul letto.
Smettila. Amo i tuoi difetti. Ti rendono perfetta. Lo so che odi le tue lentiggini, ma ti rendono simpatica a prima vista. So che odi il tuo neo sopra al labbro, ma è bellissimo e adorabile. So che odi il tuo naso o i tuoi denti. Ma io li amo. So che odi tutto in te, ma io amo te e tutte le tue piccole cose” si avvicinò al volto di Daphne per baciarla, ma poco prima del bacio lei mormorò “Ringrazia gli One Direction, dai.”.
Ryan ridacchiò e Daphne lo seguì, sia sul prato, sia sul letto.
Grazie, One Direction.” sapeva benissimo che se non lo avesse detto Daphne non gli avrebbe permesso di baciarla. E poi, il ricordo delle loro labbra unite che si muovevano la fece scoppiare in un pianto quasi isterico.
Aveva bisogno del suo Ryan.
Oppure, aveva semplicemente bisogno di distrarsi.
E il cellulare si illuminò mostrando la chiamata in arrivo: Matteo.

 

Ryan, hai rotto, mettiti comodo per una buona volta!” sbottò Justin sotto al piumone. Ok che era il suo migliore amico ma non riusciva a dormire se quello stupido non se ne stava un attimo fermo.
Non ci riesco. Sta succedendo qualcosa di brutto” ringhiò.
Non mordermi o non ti do la pappa!” lo rimproverò Justin. Oltre all'aspetto da cane, Ryan, aveva ereditato la poca pazienza e l'aspetto cattivo di un cane che vuole azzannarti.
Hai ragione, scusa. Ma sta succedendo davvero qualcosa di brutto”.
Justin si alzò a sedere rinunciando all'idea di dormire.
Sentiamo. A chi starebbe succedendo qualcosa di brutto?
Daphne.” rispose immediatamente lui.
A quel punto Justin non poté fare a meno di sembrare, almeno, interessato.
E come lo sai?” chiese curioso.
Credo sia istinto canino. Non puoi capire sciocco babbano.
Dovevi finire ad Hogwarts, almeno saresti sembrato un cane parlante normale.” borbottò.
Smettila di fare il simpatico e mettiti le scarpe. Muoviti.
E dove andiamo?
Da mia nonna. Che dici?
Justin roteò gli occhi al cielo e sbuffò.
Casa Hays alle undici di sera. Non posso chiedere di meglio!” mormorò rassegnato all'idea che avrebbe rivisto Daphne.
Perché tutte a lui?!
Guidò mantenendo il silenzio fino a quando non fu davanti a casa Hays, che doveva fare?
Si ma che devo fare qui?”domandò a Ryan.
Assicurarti che Daphne stia bene.
E cosa faccio? Busso alle undici di sera a casa di qualcuno per vedere se Daphne sta bene?
Ottimo piano.” disse Ryan congratulandosi con Justin.
Seriamente. Busso, apre uno dei suoi e dico che voglio assicurarmi che la figlia stia bene? Non credi bastino loro?
Dì che Daphne ha un tu quaderno e che te lo deve ridare perché devi studiarci sopra
Alle undici di sera?
Sì. Hai avuto una partita e te ne sei accorto solo ora.
Justin ci pensò qualche istante. Poi annuì e scese dall'auto e si fece seguire da Ryan fino alla porta di casa Hays.
Continuava a ripetersi che probabilmente avrebbe fatto la figura dell'idiota anche se avesse avuto una scusa migliore. Erano pur sempre le undici di sera.
Si avvicinò alla porta e fu quasi tentato di tornare in dietro, ma qualcosa, o meglio Ryan, lo obbligava ad andare avanti.
Suonò ed attese davanti alla porta qualcuno.
Dopo due minuti – nei quali Justin pregò Dio che nessuno aprisse – la chioma nera di Daphne fece capolino davanti a lui.
Bieber? Che ci fai qui?” sbottò cercando di allungare la maglietta dei Muse che usava come pigiama. Era la sua maglia preferita... era di Ryan un tempo. E a Ryan gliel'aveva regalata Justin. Quasi si arrabbiò col cane ma dovette trattenersi: Daphne aspettava una risposta.
Di sicuro la scusa del quaderno con Daphne non era credibile visto che a stento si salutavano.
C'era un'altra scusa da poter usare. Quella dell'accertarsi che stesse bene. Ma per cosa? Né Bieber né Hays erano interessati alla salute dell'altro... fissò Ryan e fu colpito da un'idea geniale!
Ryan ha vomitato. È normale? Volevo andare in clinica, ma stavo per addormentarmi in macchina.” Idea geniale! Perché non era venuta in mente prima a Ryan stesso?
Oh, stai male piccolo? Il tuo padrone ti fa mangiare schifezze?” Ryan d'istinto portò la coda tra le gambe mentre si lasciava accarezzare da Daphne che stava accovacciata davanti a lui.
Vieni, vedo in cucina se la scorta dei medicinali di mamma c'è ancora” disse rialzandosi e facendo strada a Justin verso la cucina.
Siediti, vado a cercare dei pantaloncini... ci sono sempre guardoni in giro.” continuò Daphne notando lo sguardo fisso di Justin sulle sue gambe.
Il ragazza sorrise imbarazzato mentre Daphne lasciava la stanza.
È per questo che sei il mio migliore amico! Sei un genio!” esultò Ryan.
Fai piano o la scusa del vomito non regge” sussurrò il ragazzo. Ryan si accucciò a terra e aspettò.
“Hai visto quant'è bella? Non la trovi perfetta?” mormorò Ryan.
È una bella ragazza, lo ammetto.
Lei è perfettamente perfetta.” ringhiò Ryan.
Calmo bello. È perfetta, come vuoi” sul muso di Ryan sembrò dipingersi un espressione soddisfatta. Mai dire in sua presenza che la sua donna non fosse prefetta. Lo era e basta.
Ha un bel paio di gambe” continuò Justin.
Ti piacciono? Io le uso per dare i calci a quelli che me le fissano” Justin sobbalzò voltandosi verso l'ingresso della cucina.
Non vorrei mai trovarmi nei loro panni!” esclamò lui come se nulla fosse.
Daphne alzò un angolo della bocca come per sorridere ma poi fissò gli occhi sul cane e si ricordò che l'animale stava male e si precipitò ad accarezzarlo ancora un po'.
Poi non si sa da dove, ma Justin pose la domanda che voleva fare da un po'.
Ti manca?
No.” rispose subito lei.
Sicura? Non ho nemmeno detto chi, eppure tu hai risposto... vuol dire che pensavi a lui...
Non mi va di parlarne, Justin.” lo aveva chiamato per nome, era un buon segno.
Ryan si sentiva impotente, avrebbe voluto dire a Daphne che era tutto ok e che lui era lì, lì con lei, ma non poteva.
Avrebbe voluto stringerla a sé ancora una volta. Avrebbe voluto dirle che l'amava, che lei era forte e poteva farcela a superare la sua mancanza.
Manca tanto anche a me, sai? Lo conoscevo sin dai tempi dell'asilo.” ora Justin era seduto di fronte a lei sul pavimento, e anche lui aveva iniziato ad accarezzare Ryan. Ryan che stava iniziando a mugugnare qualcosa che Justin non voleva riferire a Daphne.
Questa era la sua maglia preferita... ha ancora un po' del suo profumo addosso” mormorò lei.
Gliel'avevo regalata io. Sai perché era la sua preferita?” chiese lui pensando che lei sapesse. Ma scosse la testa. E lui sospirò. “Perché indossava quella maglietta quando ti vide per la prima volta e disse 'Ehy Biebs, guarda quella? Non è bellissima?'.
Davvero?” Daphne cercò di trattenersi, ma una lacrima solcò il suo viso, abbassò il capo per nascondersi, ma ormai lui l'aveva vista.
Si Daphne. E se vuoi piangere, parlare, picchiare, fallo con me. Non tenerti tutto dentro, starai solo peggio.
Io ti odio, ricordatelo.” Justin ridacchiò e le si sedette accanto aspettando una sua mossa. Fu del tutto sorpreso però, di ritrovarsela tra le braccia, con la testa sul suo petto, stretta alla maglia mentre singhiozzava come una bambina.
Ti odio Justin
Shh.”
Grazie amico” mormorò Ryan mentre poggiava il muso sulla gamba di Daphne “Sono qui piccola.” e lì, anche a Justin scappò una lacrima.



 


Eccomi qui!
Ci ho messo poco eh?
Non siete contente?
In realtà sono io quella contenta.
Mi avete lasicato quattro recensioni allo scorso capitolo*-*
SONO CONTENTISSIMA!
Non me ne aspettavo così tante, davvero!
Così ho scritto velocemente il capitolo che avevo in testa e senza rileggerlo lo sto pubblicando.
Anche perchè se lo rileggessi morirei affogata tra le mie lacrime.
Vi chiedo scusa, so che sono troppo malinconica, ma Daphne non po' dimenticarsi così in fretta di Ryan.
Provate a capirla povera stellina.
E Matteo... tenetevelo buono in mente(?)
Lui tornerà.
Che altro?
Ah sì.
Mi lasciate un parere? Peeeeeeeeeeer favore *occhi da cucciolo Ryan*
Un grosso bacio, Manu || xCatchingfire_

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Capitolo 5
*** 4. Marshmallow! ***


 

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5. Marshmallow!

 

Muoviti scansa fatiche!” urlò Daphne.
Calmati!” rispose Justin.
No, devi muoverti o me ne vado a casa!” urlò divertita nel veder un Bieber goffo che risaliva la collina.
Quando finalmente lui la raggiunse Daphne si sedette a terra e lo intimò a fare lo stesso.
Ryan era arrivato in cima prima di tutti. Era lì con loro perché Daphne si era affezionata a quel cane, le sembrava familiare, come se boh, non sapeva nemmeno lei come. Lo sentiva suo e basta.
Fissò il panorama davanti a sé e stette in silenzio, non sentiva il bisogno di dire niente.
Justin invece stava immobile a fissarla. Era veramente bellissima e il vento che le scompigliava i capelli non faceva altro che farla sembrare ancora più bella.
È perfetta, non è vero?” sentì dire a Ryan. Justin si trovò ad annuire senza riflettere. Daphne giorno dopo giorno diventava sempre più importante per lui e da quando lei aveva pianto sul suo petto, era diventato facile per lui leggerla e capire ciò che provava. E in quel momento Daphne provava serenità, aveva liberato la mente da tutto ciò che la torturava e se ne stava lì al vento a rilassarsi.
Sentendosi osservata si voltò verso il ragazzo e gli sorrise “Che hai da fissare?” chiese senza scomporsi.
Nulla” disse lui girandosi a fissare il panorama.
Che ne dici di rotolarci giù dalla collina?” chiese tranquillo.
Daphne spalancò gli occhi “Cosa?
Sì hai capito. Da bambina lo avrai fatto sicuramente” ridacchiò.
Non faccio certe cagate, Bieber. Ho diciassette anni, mica tre” borbottò infastidita. Non amava quel tipo di cose. Non amava tornare bambina. Non amava molto essere spensierata e felice. Non le sembrava giusto nei confronti di Ryan.
Andiamo!” la incitò Justin.
Ho detto di no
Hai detto che non fai certe cagate... non hai detto di no
Ma quello implica ad un no, Justin!
Tipregotipregotiprego!” disse velocemente unendo le mani a mò di preghiera.
Non attacca Bieber”. Justin sbuffò e vide Daphne sorridere soddisfatta.
Dille che è una codarda, che non ha gli attributi. È il suo punto debole” suggeri Ryan.
Justin si voltò a fissarlo e alzò un pollice in segno di gratitudine.
Codarda” tossì lui.
Daphne si voltò a fissarlo e con un dito si sollevò il sopracciglio “Fai finta che non ci sia il dito. La mia faccia sarebbe quella” disse. A quel punto Justin non poté trattenere una risata e scoppiò a riderle in faccia.
Stai ridendo della mi incapacità nell'alzare un sopracciglio?” continuò Daphne piccata e anche un po' offesa.
Sei così adorabile!” disse lui ridendo.
Adorabile? Si aspettava un altro aggettivo per essere descritta in quel momento... tipo buffa, o incapace o ancora imbranata. Ma non adorabile.
Gli sorrise cercando di nascondere il rossore delle sue guance e fissò davanti a sé.
Allora ti rotoli o no?” insisté Justin.
Uffa. Ho detto di no
Codarda” tossì nuovamente lui.
Che hai osato dire?” Daphne lo fulminò con lo sguardo. Se Daphne avesse avuto la vista assassina Bieber sarebbe morto tre volte in un secondo.
Il ragazzo si toccò, per scaramanzia ovvio.
Daphne lo fissò cercando di non ridere ma fu un tentativo invano. Scoppiò a ridere nello stesso istante in cui Justin si accorse che lei lo aveva visto mentre si toccava i gioielli.
Tossì cercando di nascondere l'imbarazzo.
Allora rotoliamoci!” gridò lui.
No!
Dove sono i tuoi attributi? Eh Daphne?” Daphne ghignò a quella domanda e rispose sorridendo “Beh non lo so. So che tu hai appena constatato di averli ancora interi”. Il biondo sorrise. Se la meritava una battuta del genere.
Ti do due minuti per controllare se li hai persi” continuò lui.
Daphne aprì la scollatura e si fissò il petto. Di sottecchi riuscì anche a vedere un Bieber che cercava di trasformarsi in una giraffa per guardare meglio nella scollatura.
Daphne scosse la testa e fece finta di non averlo visto.
Credi che siano scomparsi?” disse alzando di scatto la testa cogliendolo con le mani nel sacco.
Lui, per nascondere l'evidenza, balbettò qualcosa di incomprensibile e poi scosse la testa. “No, credo ci siano ancora” disse infine cercando di sorridere.
Daphne si alzò da terra e si mise le mani in tasca sbuffando.
Solo una volta Bieber, e se dirai qualcosa a qualcuno negherò!”disse puntandogli il dito contro. Sul viso di Justin si fece ampio un sorriso e si sdraiò su un fianco mentre aspettava che Daphne facesse lo stesso.
Pronta?
Sono nata pronta.” replicò lei.
Justin ridacchiò e dopo aver contato fino a tre iniziò a rotolarsi fino ai piedi della collina.
Entrambi ridevano spensierati mentre Ryan li rincorreva abbaiando.
Quando finirono la loro “corsa” si ritrovarono a ridere a crepa pelle.
Hai le foglie tra i capelli Justin” rise la mora.
Il ragazzo iniziò a smuovere il ciuffo con la mano cercando di liberarsi delle faglie impigliate tra i suoi bellissimi capelli. Poi sbuffò vedendo che nessuna foglia cadeva al suolo. Erano in estate, come potevano esserci foglie a terra?
Ora mi prendi anche in giro?
No, mai” ghignò Daphne.
Mmh..” Justin le si avvicinò in modo pericoloso e lei temeva quello che stava per accadere.
Non osare!” lo intimò.
Perché? Per caso soffri il solletico?” ridacchiò. Ryan, giorno dopo giorno, svelava all'amico ogni piccolo segreto di Daphne, ogni piccolo dettaglio su cosa le piaceva e cosa no. Sapeva per certezza che Daphne soffriva il solletico, ma doveva fingere il contrario.
Allungò le braccia fino a posare le sue mani sui fianchi della ragazza standole a cavalcioni sopra.
Iniziò a solleticarla ovunque e la risata di Daphne era estremamente buffa! Tanto da farlo ridere anche lui.
La ragazza si dimenava sotto di lui e il ragazzo decise di tenerla più salda in modo da non mettere in pericolo il suoi gioielli. Ci teneva ancora alla loro incolumità.
Smettila!” riuscì ad urlare Daphne durante quella tortura.
La gente che passava da quella parte del parco, probabilmente li scambiava per due ragazzi innamorati che si divertivano a farsi scherzi, come biasimarli? Justin era praticamente seduto sul ventre della ragazza e lei non diceva nulla per farlo spostare di lì e in più si lasciava toccare il corpo senza timore che lui potesse toccarle il seno o altro. Non erano certo atteggiamenti di due che sono solo amici.
Ma nessuno dei due vedeva nell'altro l'immagine di un possibile amante.
Non sfioravano nemmeno l'idea di poter essere amanti.
Beh Justin era obbligato a pensare a Daphne come qualcosa di più di una semplice amica, ma solo perché era Ryan ad obbligarlo, chiariamoci.
Mai” rispose Justin continuando a torturarla.
Ti prego!” urlò e Justin si fermò un attimo a fissarla e le permise di riprendere un po' di fiato.
Cosa?” disse lui. Voleva che lei continuasse le sue suppliche.
Cosa, cosa?” Daphne non capiva.
Ti prego... cosa?
Ti prego, Justin?” chiese non del tutto convinta.
Padrone.” la corresse lui.
Padrone?” Justin si limitò ad annuire.
Da quando saresti il mio padrone?” chiese stizzendosi appena. Nessuno poteva avere il il permesso di esercitare potere su di lei ed era una delle poche cose che a Ryan era sfuggito di dire all'amico. “Ops.” borbottò il cane notando l'amico in difficoltà.
Dille che hai della caramelle. Non farle credere che vuoi il potere!” abbaiò. Justin annuì e sorrise davanti alla faccia stizzita di Daphne.
Da quando io ho le caramelle” disse sicuro.
Che caramelle?” vide il viso di Daphne rilassarsi appena. Le caramelle la facevano calmare?
Marshmallow” suggerì pronto Ryan.
Quelle gommose” disse vago Justin.
Quelle gommose, quali?” continuò ad indagare lei.
Quelle che puoi arrostire con un bastoncino”.
Gli occhi della ragazza si trasformarono in cuoricini e sorrise.
Ti prego padrone dammi i marshmallow!” urlò.
Justin ridacchiò e scese dal corpo della ragazza andandosi a sedere di fianco a lei mentre anche lei si alzava e si metteva comoda.
Daphne iniziò a fissarlo con il suo sguardo assassino. Dove cavolo erano i marshmallow? Lui aveva capito che Daphne lo fissava per le caramelle e decise di alzarsi per andarglieli a comprare.
Andiamo dai marshmallow” disse tendendole la mano per aiutarla ad alzarsi. Lei fu un po' titubante. Dargli o non dargli la mano? Era questo il problema.
O meglio, non era più di tanto il gesto o l'unione delle loro mani... si trattava di fiducia.
Daphne era già pronta a fidarsi di Justin? Era già pronta a farsi aiutare da lui per alzarsi?
Rifiutò la mano dicendo che ce la faceva anche da sola e si alzò. Lui scosse le spalle non dando tanto peso al rifiuto della mano e si avviò verso il supermercato più vicino.
Rimasero in silenzio fino a quando Daphne non ricevette una chiamata. Fu davvero sorpresa di leggere quel nome sul display. Non si sentivano da un giorno e non sentiva più di tanto la sua mancanza... e poi era la prima volta che avrebbe sentito la sua voce. Doveva ammetterlo era un po' agitata. Justin la fissò turbato e lei sorrise schiacciando il tasto verde.
Ciao Matteo!” disse cercando di sembrare veramente entusiasta.
E questo chi cazzo è?, si chiese Justin.
Non aveva tempo per i terzi incomodi, proprio no.
Ryan aveva i giorni contati ormai.

 

Era psicologicamente pronta ad affrontare una video chat? In più con uno semi sconosciuto, diamine!
Quel pomeriggio aveva sentito la sua voce, e che voce, diamine! Daphne sentiva il basso ventre bruciare, era quel tipo di voce dal tono basso e roco, quel tono di voce che Daphne amava così tanto, trovava estremamente attraenti i ragazzi con voci del genere. Erano voci calde e mature secondo lei. era per questo Liam Payne era il suo amore platonico. Aveva quella voce così sexy! Diamine!
Si sistemò i capelli e il trucco e cambiò maglietta indossandone una più scoperta. Non sapeva bene come comportarsi, cercava di sentirsi a suo agio.. e per fortuna che era nella sua cameretta!
Cercando di nascondere l'agitazione a se stessa si sedette di fronte al pc e sistemò la webcam.
Era “pronta”.

Daphne: Ok, ci sono :)
Matteo: Chiamo io allora.

Attese qualche secondo prima di vedere comparire sul desktop una finestra nera con due pulsanti. Uno verde e uno rosso.
Sospirò e premette quello verde e attese qualche secondo prima di vedere il viso di Matteo.
Era strano, in foto sembrava molto più brutto!
Rimase sorpresa, invece, di vedere che Matteo era un gran bel ragazzo e che aveva delle grandi spalle. Sorrise muovendo la mano destra, mentre con l'altra si copriva la bocca.
Lei odiava i suoi denti.
Stettero qualche istante in silenzio poiché lui aveva qualche problemino con il microfono, ma per fortuna riuscì a risolvere tutto in fretta.
Sei davvero bellissima” sorrise lui sistemandosi sulla sua sedia.
Oh...grazie! Tu sei... diverso rispetto alle foto che hai” disse insicura.
Lo sentì ridacchiare e lei si spalmò sullo schienale della sua sedia girevole. “Sono foto di tre anni fa. Non ho molta voglia di aggiornare il profilo, sono pigro” continuò ridacchiando.
Hai una bellissima pronuncia!” disse lei per la millesima volta.
Grazie Daphne.” lei si sentì mancare al suono della sua voce che pronunciava il suo nome. Era veramente una bella voce.
Parlottarono del più e del meno e solo quando sua madre la chiamò per la cena si accorse che erano già passate due ore.
Si era trovata così a suo agio nel parlare con Matteo che non si era resa conto del tempo che passava, dimenticandosi persino di studiare francese per l'interrogazione del giorno successivo. oh. Alzò le spalle, c'est la vie! La professoressa se ne sarebbe fatta una ragione e lei si sarebbe presa una F.
“Devo andare a cena” borbottò lei.
“Oh, ci sentiamo dopo! Buon appetito!”
“Grazie, anche a te!” e spense la webcam. Stava per spegnere anche la chat ma vide che Matteo stava digitando qualcosa.

Matteo: Hai anche un bel corpo. Metti una foto in costume?

Cosa? Daphne rimase qualche secondo ferma a fissare la frase.
Che avrebbe fatto? Era pur sempre una foto in costume... non era chissà che cosa...
Agii senza rifletterci troppo.

Daphne: Domani vado in piscina con un amico... magari posso farmene una! ;)

Chiuse la chat e spense il pc senza aspettare la sua risposta.
Sentiva un peso all'altezza dello stomaco me non gli diede peso. Probabilmente era la fame. O forse no...








 



Buonasera gente!
Oddio siete tutte bellissime!
SEI recensioni allo scorso capitolo. Scherziamo?
Mi volete morta, per caso?
Cioè io non me le aspettavo, giuro!
Penso sempre che le mie storie siano sotto la media (come originalità della trama ed estensione del brano) e che quindi la gente non venga attratta
dalla roba sotto alla mediocrità.
Ma voi siete così carine da dirmi che questa storia sia carina (non sarà mai bella! Mai.), rimmarrà sempre e al massimo carina :)
Parlando del capitolo.
Diciamo che è abbastanza di passaggio.
Non succede chissà che, ma intravediamo meglio il personaggio di Matteo, che di viso, associo ad un giovane Ian Somerhalder :3
Spero che i continui accenni agli One Direction non vi disturbino, ma io li amo tanto tanto e 
(come nelle loro fanfiction che scrivo inserisco sempre un po' di Justin), mi
sembrava giusto che inserissi anche un po' di loro qui.
Prometto che non saranno altro che accennati.
non arriveranno a rubare il cuore a Daphne.
Inoltre: ho partorito il nuovo banner! *coro da stadio*
Ditelo che fa pena, non abbiate paura, lo so pure io çç
E' che non trovo molte foto di Janelle Evans (Alias Daphne Hays) e quindi non ho molte foto da poter utilizzare.
Sorry.
Che altro?
Ah sì!
Ringrazio infinite volte tutte le ragazze che recensiscono||mettono tra le preferite||tra le seguite||ricordate.
Siete tutte perfette per me.


I'm in love with you, and all your little things.

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Capitolo 6
*** 5. Posso? ***


 

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5. Posso?

 

Aveva postato la foto soltanto quella mattina e, al suo rientro dalla giornata in piscina con Bieber, la trovò commentata e votata da oltre cinquanta persone che aveva tra gli amici. In più, aveva ricevuto moltissime richieste d'amicizia con piccole presentazioni poco caste.
Anche molte ragazze, evidentemente omosessuali, avevano fatto proposte oscene alla povera Daphne che non sapeva che fare.
Era solo una foto in costume, dannazione!
Non pensava di poter attirare tanti pervertiti per così poco.
Si sentiva così in imbarazzo!
Dannazione a Matteo e alla su bravura nel persuadere la gente.
Sbuffò aprendo l'ennesimo messaggio di un ragazzo più grande di lei.

Alex: Sei davvero, davvero, bellissima. Ti va di incontrarci?
Daphne: Ehm, non ti conosco nemmeno.
Alex: Potremmo conoscerci! Sabato sera?
Daphne: Non esco con sconosciuti...
Alex: Allora hai la webcam? Potrei farmi conoscere ;)
Daphne: Tramite webcam?
Alex: Sì! Non sei obbligata a partecipare, puoi anche guardare e basta. È eccitante.
Daphne: Curati.

Cliccò il tasto che le permetteva di bloccare l'utente. Sarà stata la quindicesima volta in quel giorno. Era quasi sull'orlo di una crisi isterica quando sentì bussare alla sua porta. Chiuse velocemente internet e aprì una foto a caso di Liam Payne, così da fingere che stava guardando le sue foto per l'ennesima volta.
Ma sbagliò a cliccare file e le si aprì una foto che aveva quasi completamente rimosso dalla mente.
Un giorno, aveva collegato il suo telefono al computer e aveva copiato tutte le foto che aveva scattato quel pomeriggio su di esso. Aveva creato una cartella apposta che le racchiudeva tutte, ma una le era sfuggita e l'aveva dimenticata lì sul desktop per diversi giorni e quando la stava spostando nella cartella “Pomeriggio al mare con Ryan” la trascinò nella cartella “Liam Payne” così, ora, si ritrovava a trattenere i singhiozzi mentre Bieber entrava nell'abitacolo.
Doveva sempre farsi vedere in lacrime da lui? Che diamine!
Bieber entrò in stanza con un sorrisone enorme e dietro di lui spuntava Ryan, non così contento quanto il padrone. Lo sentiva che c'era qualcosa che non andava!
Quando Daphne alzò lo sguardo su di lui, e lui si accorse delle lacrime che le solcavano piano le gote, si affrettò ad abbracciarla. Senza chiederle nulla. Era lì, con la testa appoggiata alla spalla della ragazza, le mani che le accarezzavano la schiena e il corpo che oscillava cullandola piano.
Le sussurrava all'orecchio di calmarsi, che lui era lì, lì con lei, e che qualsiasi cosa fosse successa sarebbe finita presto e si sarebbe sistemato tutto. Si sarebbe sistemato tutto. E lei ci credeva.
Daphne si stava fidando di Justin.
Stava accettando la mano di Justin. Cinse la vita del biondo con le sue esili braccia e Justin rimase quasi immobile a quel tocco: non se l'aspettava.
Così come non se l'aspettava Ryan, che rimase lì seduto sul pavimento a fissarli... era triste. Sapeva che Daphne stava ricominciando a fidarsi degli altri, e la cosa lo terrorizzava terribilmente tanto. Si sarebbe dimenticata di quello che avevano passato insieme? Si stava dimenticando di tutti quei ti amo sussurrati così che solo loro potevano sentirli?
Si stava dimenticando di tutto quello che c'era stato tra loro?
Aveva quasi voglia di mordere il sedere di Justin, ma lui, stava solo eseguendo gli ordini che Ryan gli aveva impartito: far innamorare di sé Daphne. E, nel profondo, sapeva che anche Justin si stava innamorando della sua donna. Sapeva anche che lui, ormai, non poteva più far sorridere Daphne come avrebbe potuto fare Justin. E si sentì morire una seconda volta.
Si sentì sprofondare. Andava giù, sempre più giù... mentre quei due ancora si abbracciavano.

 

Hai preso la farina?” chiese Daphne al biondo.
Lui sbuffò fissandola. Lo credeva davvero così scemo? Sapeva che se ne avesse chiesto conferma lei avrebbe risposto con un sì trattenendo le risate, così, evitò di chiederle conferma della sua scemenza e le mostrò il pacchetto azzurro all'interno del cestino per la spesa.
Mi sorprendi sempre di più, Bieber” sorrise lasciandogli un bacio sulla guancia.
Fu la seconda volta in un giorno, chi Justin si ritrovò spiazzato da un gesto di Daphne.
Sorrise cercando di nascondere il rossore che piano piano nasceva sulle sue gote. Sembrava un idiota, sì, ma sembrava anche un idiota innamorato.
Davvero? Aspettate. Davvero Justin sembrava un idiota innamorato?
Era davvero amore quello che provava per Daphne? Insomma, prima della morte del suo migliore amico, non la poteva nemmeno vedere! E la motivazione era molto semplice: più tempo Ryan stava con Daphne, meno tempo Ryan stava con Justin.
Era pura e semplice gelosia la motivazione del suo odio nei confronti della mora.
Si ritrovò a sorridere tra sé fino a quando Daphne non lo richiamò.
Ti ripeto la domanda, ma sta attendo Bieber. Dobbiamo fare quelli con gocce di cioccolato o preferisci quelli con la frutta secca?” chiese nuovamente la ragazza con un tono abbastanza scocciato. Non era un'amante della spesa.
Invece a lui piaceva andare nei super mercati a fare spesa. Lo rilassava.
Non mi piace la frutta secca” lagnò lui.
Daphne ridacchiò prendendo tre scatole con gocce di cioccolato già fatte. Non aveva voglia di faticare per dei biscotti.
Addirittura tre confezioni? Non ne basta una?” domandò. Sì, gli piaceva fare la spesa, ma non voleva finire del tutto i suoi risparmi. Quel giorno ne aveva spesi abbastanza in piscina!
Diciassette dollari per due ingressi non erano di certo pochi!
Ne basterebbe una e mezza...” incominciò Daphne “Ma conoscendomi mangerò più gocce di quelle che finiranno nell'impasto.” si giustificò facendo spallucce. Justin sollevò gli occhi al cielo esasperato. Non poteva trattenersi a mangiare gocce di cioccolato per una volta?
Prendiamone solo due” brontolò cercando di posare una scatola sullo scaffale dal quale era stata presa dalla ragazza.
Tre o non faccio i biscotti per il compleanno di tua mamma” lo minacciò.
Chiamerò zia...” bofonchiò.
Daphne si finse offesa portando le braccia al petto e allontanandosi da Justin il più velocemente possibile.
Dannazione! Sbuffò rumorosamente prima di ributtare nel cestino la confezione di cioccolato e correrle dietro.
Daphne” la richiamò, ma questa non si voltò, anzi, accelerò il passo.
Daphne!” continuò afferrandole il polso. Diavolo se correva!
Che c'è?” sbuffò lei. lui le indicò le tre confezioni nel cestino e la vide sorridere prima di allacciargli le braccia intorno al collo.
Grazie!” strillò lei come una bimba felice e gli lasciò un bacio sulla punta del naso.
Lui sorrise fissandola mentre toglieva le braccia dal suo collo e si allontanava di poco.
Le afferrò velocemente un polso e appoggiò il cestino a terra così da liberarsi l'altra mano e da poterla appoggiare sulla base della schiena di lei, così permettendosi di annullare la distanza tra i loro corpi.
Era il momento adatto?
Daphne sapeva benissimo cosa stava per accadere. Gli avrebbe permesso di farlo?
Gli avrebbe permesso di prendersi del tutto cura di lei?
Si sarebbe fidata al cento per cento di lui?
Erano così vicini... sentiva il suo respiro caldo sul suo viso e non riuscì a trattenere un sorriso.
Era passato così tanto tempo da quando doveva dare il primo bacio a qualcuno. Non era mai stata una da relazioni durature. La sua relazione più lunga durò tre mesi. Prima che arrivasse Ryan, ovvio.
Posso?” chiese titubante lui.
Per un istante si rabbuiò ma poi tornò a fissare gli occhi color caramello di Justin e si disse che sì, Ryan avrebbe voluto che lei ricominciasse a fidarsi di qualcuno.
Che sì, Ryan avrebbe voluto che un altro poteva prendersi cura di lei.
E sapeva anche, che Ryan avrebbe voluto che il suo migliore amico la rendesse felice. Perché Ryan si fidava di Justin, perché non poteva farlo anche lei.
e non ci fu bisogno di nessuna risposta, perché ogni parola sembrava insensata quando le labbra di Daphne incontrarono quelle del ragazzo.
Fu proprio in quel momento che aprì di scatto gli occhi.
Voleva vederla.
E invece di trovarsi la lingua di Daphne, si ritrovò in faccia quella di Ryan che cercava di svegliarlo.
Che schifo.
Aveva sognato tutto perché Daphne gli aveva dato buca.
Dovevano andare a fare la spesa, ma lei aveva annullato tutto all'ultimo minuto.
E ora stava pomiciando con Ryan, che schifo!









 


 
Ciao belle!
Scusate il ritardo, lo so sono una pessima e cattiva ragazza ç_ç
Ma non ero convinta del capitolo e non riuscivo ad allungarlo, perché, ammettiamolo, questo è corto.
Tanto corto, ho provato ad allungarlo, ma se lo allungassi ci sarebbe un capitolo in meno poi...
Allora, questo capitolo è abbastanza di passaggio.
Dico abbastanza perché avrete capito che Bieber mlmlml Daphne.
Ovvio, no?
L'ha baciata nel sogno, vorrà pur dire qualcosa!
Qualcosa.
Come sono simpy.
Nel prossimo capitolo i due faranno la spesa e Matteo, non sarà più così tanto virtuale.
Oops, forse questo non dovevo scriverlo. 
Colpa mia.
Ok.
Che dire?
Vi ringrazio per le recensioni (che sono calate, evidentemente la storia è peggiorata ç_ç), per aver messo la storia tra le preferite,
seguite o ricordate. Siete la mia forza :)
Altro da dire?
Ah sì, mi si è rotto lo schermo dell'iPhone.
Non potete capire quanto sono in lutto.
Metà schermo tutto crepato.
Madò, mi sento male.
Non riesco nemmeno a guardarlo, non vedo l'ora di farlo aggiustare, il mio bambino.
Si chiama Rauhl, in onore di Kidrauhl.
E niente...
Ora me ne vado a dormire, domani devo fare l'hostess a scuola per quelli di terza media che vengono a vedere la scuola che faccio e dovrò indossare i tacchi per sei ore.
Help me ç_ç
Vabbeh a voi fotte proprio so....
Me ne vo i lech!
Buona notte!

ah!
Recensite?
Per Daphne e Justin almeno?
perfavore,perfavore,perfavore,perfavore!

Manu x


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Capitolo 7
*** 6. Il nuovo terzo incomodo. ***


 

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6. Il nuovo terzo incomodo.

 

Afferrò la grande borsa di pelle beige e la mise a tracolla per dirigersi alla sua auto. Prima di andare da Justin doveva andare a scuola e ritirare gli ultimi moduli da spedire al college al quale era stata ammessa. Harvard l'attendeva! Era così felice di avercela fatta ad entrare in quell'università, la sognava sin da quando era piccola, non avrebbe rinunciato per niente al mondo a frequentarla, e pensare che mancavano soltanto cinque settimane al suo trasferimento la faceva andare su di giri. Era contentissima!
Salii in auto sorridendo tra sé e si avviò verso il suo umile liceo canadese.
Quando arrivò parcheggiò l'auto nel posteggio che di solito usava Ryan e si ritrovò a pensare a quell'ultimo bacio che si erano dati in quel luogo.
Sorrise. Ryan avrebbe voluto vederla sorridere, perché quel parcheggio per loro era un posto dove ci si sorrideva e basta.
Sospirò oltrepassando la soglia dell'edificio che per quattro anni era stata obbligata a frequentare e si avviò velocemente alla segreteria dove la preside e colleghe stavano chiacchierando animatamente.
Daphne tossì per farsi notare da qualcuno e vide la preside voltarsi e perdere subito il sorriso che fino a poco prima aveva.
Cosa l'aveva rattristata?
Fece spallucce e iniziò a parlare spiegando il motivo della sua visita.
La preside annuiva con veemenza e alla fine le consegno una cartellina con dentro i moduli da portare il giorno dell'inizio del semestre. Si congratulò con lei per i risultati ottenuti al test di ammissione e le fece qualche domanda sul cosa voleva frequentare e quali fossero i suoi obbiettivi. Daphne si rispose senza chiedere perché di tale interesse, insomma era la preside e certe cose doveva già saperle, o no?
E tu come stai?” le chiese infine la donna.
Daphne ci pensò un istante: come stava? Non lo sapeva con certezza. Era triste ma fisicamente stava bene... “
Bene, credo” rispose incerta.
La donna annuì per l'ennesima volta e le posò una mano sulla spalla “
Sai, quando mi hanno detto di Ryan mi sono sentita male anche io. Mi dispiace tanto per quello che è accaduto Daphne, vorrei soltanto dirti, come abbiamo detto ai Butler, che se vuoi sfogarti la psicologa della scuola è sempre disponibile e se ne hai bisogno può venire anche a casa tua...” la donna provò a sorriderle ma Daphne era arrabbiata. Non capiva il perché di tale sentimento ma era arrabbiata tantissimo.
Come osava immischiarsi? La preside poi! Come... cavolo.
Proprio lei. proprio lei che aveva minacciato più volte Ryan di farlo bocciare perché la sua media in chimica era bassissima.
Vedo già uno psicologo. Uno con una laurea vera, sa. Non come la tipa che si scopa gli alunni qui” ringhiò la ragazza. Era risaputo da tutti che la psicologa della scuola era una ninfomane, ma la preside diceva che se non si faceva cogliere con le mani nel sacco – o con un ragazzo tra le gambe – allora non poteva cacciarla. Daphne odiava quella donna. Più volte Ryan era stato obbligato ad andare ad una di quelle sedute obbligatorie e ogni volta la donna faceva delle avance al ragazzo.
Era arrivato al punto di dire che era omosessuale per allontanarla, ma non servì a molto.
Daphne non aspettò la risposta della donna, le diede le spalle e si allontanò di fretta cercando di non voltarsi.
Passò davanti all'armadietto di Ryan e si avvicinò a fissarlo.
Era pieno di scritte.
Frasi che altri ragazzi gli avevano dedicato. Alcuni avevano attaccato delle foto, altri dei bigliettini.
Con grande sforzo, Daphne li staccò dal metallo e li infilò nella sua tracolla.
C'era anche un peluche a forma di rana: l'animale preferito del ragazzo.
Sospirò e si allontanò prima che i ricordi potessero invaderle la mente e renderla più triste di quando già non era.
Camminò velocemente nel corridoio vuoto e inevitabile fu il flashback che quasi la fece0 cadere, tanto sembrava vero.
Si ricordò di quando rimase a scuola in punizione e ormai era giunta l'ora di andarsene a casa. Ricordò di essere nello stesso punto nel quale, qualche mese prima, Ryan le saltò sulla schiena facendola quasi cadere.
Che ci fai qui?” aveva urlato lei dopo essersi ripresa dalla spavento.
Ryan la fissò negli occhi mentre sfoggiava il sorriso più bello che Daphne avesse mai visto “
Sono venuto a prendere la mia ragazza!” rispose come se fosse un'ovvietà.
Ti ricordi che devo andare in clinica ad aiutare i miei? Mia madre sarà fuori con l'auto...” proseguì lei triste. Voleva passare del tempo con Ryan, ma la punizione glielo impedì quel giorno. Ryan si tirò una mano in fronte, se l'era dimenticato.
Va beh, ti accompagno da quella bomba sexy di mia suocera” rispose intrecciando le sue dita con quelle della ragazza. Daphne sorrise mentre camminavano nel corridoio e facevano dondolare la mano, come se fossero bambini, e discutevano dell'orribile imitazione di Duffy Duck fatta dal ragazzo quel giorno a pranzo.
Ridacchiò, sia quel giorno, sia adesso mentre da sola, usciva dalla scuola verso la sua auto.
Daphne?” si sentì chiamare da quella voce così... sexy!
Si voltò e fu sorpresa di vedere Matteo in carne ossa davanti a lei.
Che cosa ci faceva lì, lui?
Matteo?” era, wow, dal vivo era cento volte meglio.
Il ragazzo le si avvicinò allargando un sorriso sul suo volto mentre si chinava ad abbracciarla.
Wow sei così sexy!” commentò lui al suo orecchio. Inaspettatamente, Daphne, si ritrovò ad arrossire come non le capitava da tempo. Sorrise imbarazzata mentre scioglieva l'abbraccio con il ragazzo e indietreggiò per fissarlo.
Che ci fai qui?” chiese lei cercando di non pensare al fatto che lui se la stava divorando con lo sguardo. Il ragazzo le sorrise, ma per motivi sconosciuti, Daphne si sentì in pericolo. Quel sorriso era troppo sinistro per i suoi gusti.
In realtà speravo di vederti, sai ieri mi avevi detto che dovevi ritirare dei moduli al liceo e ho sperato di vederti!” disse e a Daphne sembrò sincero. Fece spallucce sorridendo appena.
Stavo per andare da un amico... non ho molto tempo da dedicarti... per quanto resterai in città?” chiese cortesemente. In realtà sperava che Matteo rimanesse solo quel giorno in città a se ne andasse addirittura la sera stessa, le metteva paura dal vivo. Sapeva che era un bravo ragazzo ma i suoi occhi la fissavano in un modo ambiguo da farla spaventare.
Tutta la settimana, possiamo vederci domani, se non hai da fare!” disse con tanto entusiasmo che la fece ridacchiare.
Devo vedere cosa vuole fare Justin. Magari possiamo andare tutti in piscina!” propose lei.
Avrei preferito qualcosa di più riservato Daphne” in quel momento la ragazza si sentì cadere. Il modo in cui pronunciava il suo nome la faceva impazzire, letteralmente.
Ah, beh magari il pomeriggio andiamo in piscina e la sera mangiamo una pizza da me!” continuò. L'idea di rimanere da sola con lui non la entusiasmava molto, ma non doveva farglielo notare, non avrebbe mai voluto che lui potesse rimanerci male.
Matteo annuì e si misero d'accordo per vedersi il giorno dopo alla piscina comunale.

 

Domani andiamo in piscina” disse a Justin mentre impastava i biscotti.
Ma ci siamo andati due giorni fa...” borbottò lui.
Chi se ne frega?” continuò lei afferrando una goccia di cioccolato e lanciandogliela addosso subito dopo.
Justin alzò le sopracciglia e la fissò storto. “
Ah, la metti così, eh?” iniziò a riempirsi la mano con della Nutella e le si avvicinò pericolosamente.
Non ne hai il coraggio” rise Daphne liberandosi le dita dall'impasto.
Scopiamo?” rise Justin. Poi subito dopo sbiancò “Volevo dire scommettiamo! Scommettiamo!” disse notando l'espressione divertita di Daphne.
Daphne scosse il capo e afferrò una manciata di farina, senza esitazioni lanciò il contenuto del suo pugno sulla faccia di Bieber. Che ovviamente rimase a bocca aperta, lasciando che anch'essa si riempisse di farina bianca.
Adesso. Sei. Morta.” scandì bene lui mentre Daphne era piegata su se stessa ridendo senza trattenersi.
Le si avvicinò e le posò la mano sporca di Nutella sulla piccola scollatura della maglia della ragazza. Fu in quel momento che Daphne smise di ridere.
Si alzò in piedi e lo fissò torva.
Poi si girò verso il lavabo e riempì un bicchiere d'acqua e fece per berlo, ma poco prima di appoggiarlo alle labbra, lo rovesciò in testa a Justin, che ancora una volta rimase a bocca aperta... beh almeno ebbe l'opportunità di sciacquarsi la farina che aveva in bocca. Daphne gli fece un occhiolino e disse “
Non ringraziarmi” mentre si voltava a posare il bicchiere nel lavabo.
Sono a casa!” si sentì urlare dall'ingresso di casa. Justin iniziò a tossire: se sua madre avesse visto tutto quel casino sarebbe impazzita. Come minimo.
Mi hai sentito Justin? Justin...?” Pattie entrò in cucina e rimase immobile dinnanzi a tale orrore. La sua cucina era un disastro. E non solo per la lotta di farina, acqua e Nutella.
Buona sera signora Mallette!” la salutò Daphne mentre cercava di coprire la macchia di nutella dal petto. Ma finì col macchiare la maglia e rinunciò all'apparire pulita.
Daphne?” chiese titubante. Pattie conosceva gli Hays da prima che Justin nascesse, ed erano parecchi anni che non vedeva la figlia di Mara Hays. L'ultima volta che l'aveva vista fu alla scuola elementare... ma i suoi ricordi della bambina combaciavano perfettamente con la giovane donna che le stava di fronte. Daphne aveva lo stesso viso allegro e vispo che aveva da bambina.
Oh, quanto tempo cara! Come stai?” chiese una volta essersi ripresa dai ricordi.
Sporca, ma tutto normale!” ridacchiò Daphne. Pattie ridacchiò mentre annuiva e fissò in modo truce Justin che dietro Daphne cercava di darsi una ripulita.
Vieni a farti una doccia cara, ora Justin sistema tutto o lo uccido. Vero caro?” sorrise la donna. Daphne ridacchiò avvicinandosi alla donna, Justin rimase immobile e deglutì a fatica. Non gli piaceva il tono che la madre aveva appena utilizzato.
 

Che uomo di casa!” esclamò Daphne entrando in cucina dopo la doccia.
Indossava una vecchia maglia di Pattie e un paio di pantaloni di una vecchia tuta di Justin.
Mentre Justin stava lavando tutto il casino che insieme avevano fatto. “Ho messo i biscotti in forno” disse chiudendo il getto d'acqua calda del lavabo.
Quanto tempo fa?” Daphne annusò l'aria, effettivamente c'era proprio un buon profumo.
Doveva congratularsi con Justin?
Dici minuti. Altri cinque e direi che sono pronti” continuò sicuro della cazzata che stava dicendo. “Devono cuocere almeno mezz'ora, Justin
Lui alzò le spalle indifferente. “Volevo dire altri venti minuti. Tu non ti sbagli mai?
No” disse convinta afferrando una scatola di gocce di cioccolato e iniziando a mangiarle.
Offrì la scatola a Justin e lui ne estrasse una manciata piena di gocce che iniziò a mangiare.
Oggi ho visto Matteo” borbottò lei.
Matteo?” Justin non aveva sentito molto parlare di lui, sapeva solo che, purtroppo, esisteva e gli avrebbe portato guai, se lo sentiva.
Un amico. Molto carino. Domani te lo faccio conoscere.
Per questo vuoi andare in piscina?” disse serrando le labbra riducendole ad una riga sottile. Era geloso? Forse un po' alla fine aveva promesso a Ryan di proteggerla e di farla innamorare di sé. Ryan aveva anche il tempo contato e non voleva che l'amico se ne andasse senza la certezza che la sua Daphne fosse al sicuro con l'amico.
Daphne annuì e Justin sentii la rabbia crescere in sé. Dovette tirare un pugno contro la parete per evitare di urlare o fare scenate.
La ragazza sobbalzò per il gesto mentre lui incominciò ad imprecare a bassa voce.
Tutto apposto?” chiese timidamente.
Si” sbottò lui massaggiandosi la mano con le nocche arrossate.
Ti riaccompagno a casa. Domani andiamo in piscina per le dieci, va bene?” cercò di mantenere un tono di voce calmo e pacato mentre Ryan ringhiava appena. Probabilmente anche a lui dava fastidio il nuovo terzo incomodo: Matteo.






 


––––––––––––

ECCOMI ECCOMI ECCOMI!
Scusate il ritardo ma ho le mie motivazioni!
Uno: ero poco ispirata, e le cose senza ispirazione non le faccio perché già con l'ispirazione fanno cagare, pensate se le facessi senza.
Farebbero cagare il quadruplo!
Due: C'è stato il mio compleanno martedì, HO FATTO DICIOTTO ANNI FUCK YEAH, e ho avuo tutta la settimana piena.
Martedì ho fatto il tattto e sto organizzando la festa per i 18 quindi ho poco tempo per stare al pc.
Tre: ogni volta che dicevo di avere l'ispirazione non avevo modo di buttare giù delle bozze e quindi mi dimenticavo tutto.
Sorry.
Poi.
Vi ringrazio infinitamente per le recensioni che sono di nuovo aumentate
Siete fantastiche.
In più devo dirvi una cosa importante.
Una mia amica sta seguendo questa FF e se ne è innamorata
(?), come ha fatto non si sa, visto che fa pena, ma ok. Non critico i gusti altrui LOL

#notarelacoerenzainesistente

E lei vuole essere il cane. Ovvero Ryan.
Quindi il cane ha dentro anche l'anima di Michela oltre a quella di Ryan.
Contenta, Mich?
E che altro?
Ringrazio infinitamente tutte quelle che hanno messo la storia tra le preferite/ seguite/ ricordate.
Siete
hsdfkjghfkdgjkd
E ora me ne vado :3
Spero questa cacca vi piaccia!
Come sempre: mi lasciate una recensione? Peeeer favore!

Manu x


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Capitolo 8
*** 7. Owh. ***


 

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7. Owh.

 

La giornata in piscina fu esattamente come Justin se l'era immaginata: noiosa.
Daphne non lo aveva calcolato neanche, era stata tutto il tempo impegnata a flirtare con quel pompato che era Matteo.
Justin si era ritrovato ad indossare le vesti del terzo incomodo, oltre ad un costume stretto e vecchio.
Si era annoiato da morire mentre Daphne e Matteo si divertivano a schizzarsi l'acqua addosso e a rincorrersi per il prato dietro la piscina.
Però, ora chi stava portando a casa Daphne? Di certo non Matteo che, dopo aver chiesto se Daphne avesse casa libera e aver ricevuto un no come risposta, doveva andare con qualcuno a fare la spesa.
Perché la spesa la devi fare improvvisamente, solo se Daphne ha casa occupata.
Justin si ritrovò a stringere più del dovuto le mani intorno al volante e Daphne si preoccupò.
Che gli prendeva?
Tutto ok?
Certo” rispose immediatamente.
Daphne si voltò a fissare la strada. Stavano andando davvero ad una velocità esagerata per essere in città.
Puoi rallentare?
Non sto andando forte
Puoi rallentare?” ripeté lei con più enfasi. Era terrorizzata. E come biasimarla?
Justin sembrò non udirla così lei iniziò ad andare nel panico.
Flashback continui la portavano al giorno più brutto della sua vita e si ritrovò a piangere senza volerlo. Senza accorgersene.
Piangeva in silenzio.
Senza farsi notare.
Quando Justin prese una buca con troppa velocità, però, iniziò a singhiozzare più animatamente, facendo abbassare e alzare il busto con troppa velocità, come se avesse appena smesso di percorrere la maratona a New York.
Justin si voltò a fissarla e si spaventò iniziando ad imprecare per la sua stupidità.
Accostò immediatamente e si slacciò la cintura per andare dalla parte opposta dove Daphne stava seduta.
Continuava a piangere e a tenere gli occhi chiusi mentre il respiro si accelerava sempre più, Justin era seriamente preoccupato. “Daphne” la chiamò.
La ragazza iniziò a dondolarsi avanti e indietro sul sedile, sentendosi l'aria mancare.
Daphne..” riprovò lui, ma lei non sembrava sentirlo.
Daphne mi senti?” niente.
Daphne continuava a piangere senza parlare o aprire gli occhi. Come se fosse svenuta tra i singhiozzi.
Almeno respirava, anche se in modo assurdo, ma respirava.
Justin si passò una mano tra i capelli e ne tirò le punte. Allacciò la cintura di sicurezza a Daphne e tornò al lato del guidatore.
Prese il cellulare di Daphne dalla sua borsa e chiamò la madre.
La donna rispose quasi subito, con un tono normale e pacato.
Signora Hays?” iniziò Justin mettendosi la cintura di sicurezza. “Daphne ha mai sofferto di attacchi di panico?
Justin? Che stai dicendo?” chiese la donna allarmata.
Daphne ne sta avendo uno. Credo. Andavo troppo veloce in macchina e ha iniziato a piangere. Probabilmente è in iperventilazione. Non so che fare” disse sincero iniziando a guidare verso l'ospedale.
La sto portando in ospedale, non so che altro fare signora” continuò sentendo il silenzio dall'altra parte della cornetta.
Sono a due ore dall'ospedale, aspettami lì, caro” disse dopo quella che sembrava un'attesa infinita.
Va bene” disse chiudendo la telefonata.

 

Inserì la banconota nel distributore di bibite e digitò velocemente il numero aspettando che la sua bottiglietta d'acqua cadesse nel cassettone.
Aprì il cassettone e subito ne bevve un sorso avvicinandosi all'uscita della sala d'attesa per andare dal paninaro.
L'ansia e il nervoso gli mettevano appetito.
Acquistò una focaccia farcita con insalata, prosciutto, uova e maionese. Una focaccia da re! Se ci fosse stato suo padre l'avrebbe chiamata così, sicuramente.
Mangiò fuori dall'ospedale la sua focaccia e aspettò qualche minuto prima di rientrare in ospedale.
L'aria viziata all'interno dell'edificio gli dava fastidio, vedere tutta quella gente malata gli dava fastidio. Gli ospedali in generale gli davano fastidio.
Anche perché, ogni volta che andava in un ospedale era solo per brutte cose.
L'ultima volta che era andato in ospedale era per Ryan... e beh Ryan poi non lo aveva più visto se non sotto forma di cane...
quando rientrò nel reparto d'ospedale dove Daphne era stata ricoverata, trovò nella sala d'attesa Mr. Hays impegnato a leggere una rivista.
Non aveva mai parlato con il padre di Daphne, beh nemmeno con la madre, ma lui rispetto alla moglie incuteva più timore.
Si sedette e iniziò a giocherellare con le dita, impaziente di sapere come stesse Daphne.
Vai a casa ragazzo” disse l'uomo.
Justin lo fissò senza capire perché, perché voleva che se ne andasse?
Vai a casa, su.” continuò l'uomo.
Perché?” chiese.
L'uomo posò il giornale sulle gambe e abbassò gli occhiali da vista.
Daphne non ha bisogno di un ragazzino attorno.” iniziò fissandolo. “Non credi che abbia sofferto abbastanza? Non credo abbia superato la storia di Ryan, perché non le dai tregua?
Perché Ryan, il cane, ha il tempo contato.
Mancava un mese alla fine della seconda vita di Ryan, e Justin non aveva ancora fatto innamorare di sé Daphne.
Lei non sa cosa è meglio per Daphne..” borbottò il ragazzo.
L'uomo inarcò un sopracciglio, sorpreso quasi. “E tu lo sai?” ridacchiò sinceramente divertito.
Ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei, perché è fragile” sussurrò.
E tu, ragazzino, saresti in grado di prenderti cura di lei?” l'uomo rise attirando l'attenzione su di sé. Tornò serio in poco tempo e fissò nuovamente l'espressione seria di Justin. “Non hai nemmeno il coraggio di dirlo con un tono di voce normale, riesci solo a sussurrarlo” continuò.
Io voglio prendermi cura di Daphne” disse più sicuro Justin, dopo aver preso un lungo sospiro.
Non puoi, sei solo un ragazzino. Vai a casa, dai” continuò arrogante l'uomo.
Justin scosse il capo e decise di non tener testa all'uomo. Si alzò e senza salutarlo si diresse verso l'ascensore.
Si diede dello stupido da solo. Non poteva arrendersi così facilmente.

 

Quando l'effetto della morfina svanì, Daphne riaprì gli occhi confusa e frastornata. La testa le faceva male e continui flashback dell'incidente con Ryan le tornavano in mente.
La stanza d'ospedale era maledettamente simile a quella di quando le dissero che il suo Ryan era morto e, suo padre seduto accanto a lei non faceva altro che farle tornare in mente la tragica notizia.
Pensò subito a dove potesse essere Justin in quel momento.
Era sicurissima che fosse stato lui a portarla lì.
La ragione non le era tanto chiara, ma sapeva che era stato lui.
D'altronde la stava riaccompagnando a casa... quindi era stato lui per forza.
Justin?” chiese attirando, finalmente, l'attenzione del padre. L'uomo alzò la testa dal giornale e le sorrise.
Come ti senti?” chiese ignorando la sua domanda.
Bene. Dov'è Justin?” chiese spaventata. Che gli fosse successo qualcosa? Avevano avuto un altro incidente? Iniziò a sudare freddo e a tremare, spaventata. no. Non poteva perdere anche Justin.
È andato a casa subito dopo che ti ha portata qui” rispose l'uomo.
Daphne emise un sospiro di sollievo, almeno era vivo, ma subito si rabbuiò.
Perché non era rimasto lì con lei? Perché l'aveva abbandonata ai medici?
Come mai non è restato?” chiese.
Aveva da fare.” spiegò l'uomo “Vado a chiamare l'infermiera, tua madre arriverà tra poco” disse uscendo dalla stanza.
Daphne si ritrovò ancora più spaesata dopo le motivazioni di Justin per l'abbandono.
Aveva da fare? Che cosa? Non poteva annullare gli impegni per stare lì con lei?
Continuava a porsi queste domande cercando una risposta per poter giustificare le gesta del ragazzo... ma non c'erano risposte che potevano giustificare il suo abbandono.
Forse Ryan doveva fare i bisogni..., pensò, ma si diede della stupida da sola: Ryan poteva anche farla nel giardino di casa Bieber.
Hai mal di testa?” l'arrivo dell'infermiera la distrasse da tutto.
Si limitò ad annuire e la donna estrasse dalla tasca del suo camice un cilindro arancione con delle pastiglie dentro.
Posò il contenitore sul comodino accanto al letto, spense la flebo e staccò il tubicino di plastica dal braccio di Daphne, dove una farfallina viola teneva il suo ago all'interno della vena.
Vado a prenderti una pastiglia per il mal di testa, poi ti spiego cosa sono queste” disse indicando le pastiglie sul comodino. “Fame?” chiese poi ma Daphne si limitò a scuotere il capo.
La donna uscì dalla stanza lasciandola ancora una volta sola in balia dei suoi pensieri... che caso strano, riguardavano tutti Justin e la sua fuga dall'ospedale.
Quando l'infermiera tornò, si portò dietro sé anche la madre di Daphne, che con affanno raggiunse la figlia al letto e iniziò ad accarezzarle i capelli.
Mi sono spaventata così tanto!” esclamò “Come ti senti piccola?” chiese sedendosi accanto al letto.
Ho mal di testa” spiegò semplicemente la ragazza.
La madre annuì mentre l'infermiera iniziò a farle l'esame della pressione e successivamente a prelevarle un po' di sangue.
Poi finalmente le diede la pasticca per il mal di testa.
Questi sono dei calmanti...” iniziò la donna prendendo il tubetto in mano “devi prenderne una al giorno. Finché non finisci il tubetto. Poi tornerai in ospedale a fare un controllo e vedremo se dovrai continuare a prenderle, ma voglio che tu veda uno psicologo”.
Vedo già uno psicologo ogni due settimane
Allora facciamo che ci vai ogni settimana Daphne. Attacchi di panico, come quello che hai avuto, non sono da sottovalutare.” disse. Daphne annuì sbuffando. Odiava andare dallo psicologo. Insomma... non era mica pazza!
Dopo poco le donne lasciarono nuovamente Daphne da sola e il cellulare della ragazza prese a vibrare.
Era Justin. Che voleva?
Pronto?” biascicò.
Ehy Daphne!” salutò lui.
Che c'è?
Come stai?”chiese lui. Daphne sentì la rabbia crescere in sé. Prima l'abbandonava poi le telefonava per sapere come stava?
Ti importa?” disse acida.
Ehm.. si? Senti io volevo rimanere lì con te, ma
Zitto, mio papà mi ha detto tutto”lo interruppe.
Davvero?” chiese sinceramente stupito dalle azioni dell'uomo.
Sì. E mi fai schifo, sai?
Schifo? Come scusa?!” si stava innervosendo, oh oh.
Sì Bieber. Stavo male e te ne sei andato via così. E perché? Perché avevi da fare? Pensavo di essere importante per te!” quasi strillò.
Ma è così! Senti sono qua sotto... puoi dirmi la stanza così salgo e ti spiego per davvero com'è andata?” chiese esasperato. Ovviamente lo aveva immaginato che il padre di Daphne le avesse rifilato una storiella per la sua assenza, ma cadere così in basso.
Daphne disse a Justin la stanza e anche il piano per sicurezza e attese ansiosa l'arrivo del biondo.
Quando Justin fece capolino nella stanza istintivamente sorrise, ma subito tornò ad avere un'espressione seria, doveva rimanere arrabbiata.
Come stai?” chiese subito lui, chiudendosi la porta alle spalle.
Che palle, tutti a chiedermi la stessa cosa!” esclamò. Justin ridacchiò sedendosi sul bordo del letto. “Mi hai fatto spaventare, ma in compenso ho mangiato un buon panino qua fuori, mentre aspettavo tuo padre, sai” Daphne rimase sorpresa. Lui aveva aspettato suo padre?
Quindi non te ne sei andato subito?” lui scosse il capo.
Tuo padre mi ha cacciato. Dice che non devo starti intorno e bla bla bla.” disse muovendo la mando.
Bla bla bla?” chiese lei divertita.
Sì. Dice che sono solo un ragazzino e che non posso prendermi cura di te.” mormorò. Daphne non riuscì a non sorridere.
Prenderti cura di me?” chiese innocentemente. Lui annui fissandosi le scarpe. Poi si voltò a fissarla mentre le faceva un sorriso timido.
Perché?” gli chiese e allora lui le si avvicinò di più, spostandosi piano sul letto ed evitando di darle le spalle.
Allungò una mano ad accarezzarle il volto e lei chiuse gli occhi, respirando l'odore del ragazzo.
E Justin non resistette un secondo di più.
Appoggiò le sue labbra a quelle di Daphne e attese una manciata di secondi prima di picchiettare la lingua sulle labbra della ragazza. Lei non ci mise molto a schiudere le labbra e a ricambiare il bacio.
Era come se entrambi aspettassero quel momento da secoli, ma la realtà era che solo in quel momento si accorsero entrambi del desiderio che tra loro c'era sempre stato.
Il bacio ne era soltanto la conferma.




















 


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HO PAURA DI VOI(?)
ahahahah davvero vi chiedo infinitamente scusa!
Avevo il blocco, non riuscivo a scrivere çç
ringrazio xHaribobeibi e Hoplessy per avermi ricordato che non aggiornavo da un po' lol
Davvero perdonatemi çç
Non riuscivo a scrivere il capitolo e devo dire che il risultato è popo una merda.
Cioè a me non piace.
In più si sono baciati sljlashkla
però i guai non sono terminati shlkhzsl

HO FATTO LA RIMA, SKST.

Ok, me ne vado... mi lasciate un parere?çç
Spero di aggiornare settimana prossima ma non prometto nulla çç

VENERDI' IL BIBO FA DICIANNOVE ANNI, MADO' QUANTO E' VECCHIO.
Mi viene da piangere.

me ne vado c:


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Capitolo 9
*** 8. Di nuovo. ***


 

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8. Di nuovo.

 

Altra visita in ospedale superata, sua madre aveva saggiamente deciso di lasciarla un po' in pace.
Daphne non ne poteva proprio più.
Ormai era rinchiusa in quella stanza da una settimana e non tollerava più il cibo insapore dell'ospedale. Per fortuna, Justin, ogni tanto le portava delle pizzette, o sicuramente avrebbe già dato di matto, a costo di sembrare realmente matta... d'altronde era o non era ricoverata nel reparto psichiatrico?
Ma non era pazza o matta o come volete. Aveva solamente bisogno di affetto, nient'altro.
Se ne stava tranquillamente sdraiata nel suo letto a leggere una rivista, la TV era accesa poiché il suo compagno di stanza ne era dipendente. O la TV stava accesa o lui urlava. Persino di notte rimaneva accesa, per fortuna, almeno di notte, l'uomo si infilava gli auricolari e l'ascoltava senza disturbarla.
Era lunedì ovvero il giorno della chiacchierata, come il venerdì. Ovvero il giorno dell'incontro con lo psicologo.
Non sopportava l'uomo di tarda età che le avevano assegnato, ma non aveva nemmeno voglia di chiederne un altro, poteva sempre capitargliene uno peggio. Magari uno con la bava alla bocca o uno che sputava ad ogni S che pronunciava.
Rabbrividii soltanto al pensiero. Che schifo, avrebbe dovuto comprarsi un ombrellino para-sputi.
Di fronte a sé c'erano altri due letti, occupati da un ragazzo poco più grande di Daphne e da una donna sulla cinquantina. Entrambi molto silenziosi. Daphne non si era mai preoccupata di stringere amicizia almeno col ragazzo. Del resto non era obbligata a farlo, no?
La donna era fuori dalla stanza in quel momento, era il suo turno dal dottore, in pratica le camere contenevano quattro posti letto ed essi venivano occupati da persone in cura dallo stesso psicologo, e il reparto psichiatrico era diviso in settori, per facilitare gli infermieri che chiamavano i pazienti dei diversi dottori.
Daphne si voltò verso il comodino, attirata dalla vibrazione del suo cellulare. Si ritrovò a sorridere: era un messaggio di Justin.
Ehy ribelle, ti vanno una cioccolata con panna, un muffin al cioccolato e un bacio di Justin?(:” ridacchiò componendo la risposta: “Come dire di no ad un muffin al cioccolato? Starbucks, vero?
Tutto Starbucks, tranne il bacio, quello è Bieber ;)
Daphne ridacchiò dicendogli di fare in fretta, poiché mancavano solo due ore prima del suo turno con lo psicologo. La donna, ricoverata in quella stanza, era appena uscita con un'infermiera e dopo di lei toccava al ragazzo, poi a Daphne e bla bla bla.
Sobbalzò quando dopo pochi minuti si ritrovò Justin in stanza. Come aveva fatto in così poco tempo? L'ospedale distava venti minuti da Starbucks!
Ero già qua sotto quando ti ho mandato il primo messaggio...” spiegò alzando le spalle. Daphne ridacchiò fregandosene delle occhiatacce da parte dell'altro ragazzo in stanza, un buon motivo per non parlargli era quello: la guardava sempre male.
Justin le posò un bacio sulla fronte e si sedette sul letto affianco a lei.
Allora, come stai?” le chiese accarezzandole la mano con il pollice.
Affamata! Dove sono le cibarie?” chiese fissandolo. Lui le sorrise e indicò il sacchetto di carta marrone che aveva poggiato ai piedi del letto.
Andiamo in veranda a mangiarli?” propose alzandosi.
Lei annuì e si alzò, si infilò la vestaglia azzurra e le vecchie pantofole di Ryan prima di seguirlo verso la veranda del reparto.
Aveva tenuto pochi oggetti del suo, ormai ex ragazzo, e le pantofole erano tra questi oggetti. Gliele aveva regalate lei e lui non le aveva mai usate, poiché ogni volta che lei era a casa di Ryan gliele rubava e lui preferiva girare scalzo per casa, ed era questo il principale motivo per cui gliele aveva regalate. Sorrise al ricordo del rumore dei piedi nudi di Ryan sul pavimento mentre correva per casa per inseguirla, o mentre camminava velocemente per andare in bagno, o quando si allontanava per preparare dei popcorn, o semplicemente camminava per casa... gli mancava parecchio.
Tutto bene?” Justin aveva subito notato il suo cambiamento d'umore: improvvisamente aveva smesso di sorridere.
Lei annuì con poca convinzione e trascinò Justin con sé in veranda. Una volta giunti a destinazione prese il viso di Justin tra le mani e iniziò a baciarlo con foga. Justin cercò di avvicinarsi al tavolino lì vicino e ci poggiò il sacchetto con bevande calde e dolci prima di prendere il viso di Daphne tra le mani e staccarla di poco dal suo viso.
Tutto bene piccola?” chiese nuovamente e in risposta ricevette uno sbuffo.
Che diamine le prende?, si chiese il giovane fissandola. Daphne provò a baciarlo di nuovo per distrarlo ma Justin non si lasciò baciare, sorpresa, Daphne si sedette e iniziò a frugare nel sacchetto.
Mi dici che ti prende?!” chiese esasperato mentre si sedeva di fronte alla ragazza e afferrava il suo bicchiere di cioccolata. Era ancora tiepida. Tolse il tappo dal bicchiere e la lasciò raffreddare ancora un po'.
Nulla. Ho fame, voglio il muffin che mi hai promesso” disse seccamente.
Come si dice?” ghignò lui.
Per favore Justin, mi dai quel cazzo di muffin?” infinita finezza. Justin ridacchiò.
E poi mi dici come mai ti sei rattristata?” lei sbuffò annuendo, almeno le avrebbe dato il muffin.
Una volta accontentata Daphne, Justin iniziò a sorseggiare la sua bevanda. Nonostante fossero in estate faceva abbastanza freddo. Beh è risaputo che in Canada non fa mai molto caldo, la cioccolata calda è adatta in ogni stagione dell'anno.
Allora?” la incitò il ragazzo.
Allora cosa?” chiese lei masticando avidamente il suo muffin.
Daphne” la rimproverò lui. Sapeva benissimo che stava cercando di sviare il discordo, e sapeva anche che Daphne sapeva che lui sapeva che lei volesse sviare il discorso.
Justin” disse pulendosi le labbra con un fazzoletto. “Cosa vuoi sapere, caro?” disse sedendosi sulle ginocchia e allentando la vestaglia, permettendo così a Justin di guardare nella sua scollatura.
Il ragazzo si ritrovò a deglutire cercando di concentrarsi sul viso della sua ragazza... ma era più forte di lui, loro chiamavano Justin! O almeno lui si giustificava così.
Non parlano Justin.” ridacchiò Daphne facendo muovere i petto durante la risata. “Riesci almeno a non sbavare? Ci sono gli infermieri in giro” continuò divertita.
Lo trovi divertente?” chiese cercando di non fissarle il petto.
Sinceramente sì.” confessò sorridendo.
Ho gli ormoni a mille ogni giorno. Mi sveglio male, o bene dipende dai punti di vista, ogni mattina e tu sei ricoverata qui. Come posso controllarmi dal non fissarti le tette se le metti in mostra?” chiese serio fissando alla sua destra mentre sorseggiava la sua bevanda.
Com'è che ti svegli tutte le mattine?” chiese trattenendo le risate.
Il pensiero di un Justin impegnato al bagno la divertiva, e non poco.
Justin la fissò sbalordito. Lo faceva a posta!
Hai capito” tagliò corto.
Daphne sporse il labbro inferiore e Sbatté qualche volta di troppo le palpebre “No... non ho capito” disse con la vocina da bambina innocente.
Justin rise fissandola e finì di bere la sua bevanda calda.
Dove vuoi arrivare, piccola?” le chiese sistemandosi sulla sedia.
Volevo solo capire come ti svegli la mattina.... ti svegli incazzato?
No...” rispose calmo e stando al gioco della mora.
Felice?
Non esattamente” ghignò.
Daphne si sporse a baciargli la punta del naso, poi, trovandosi il tavolo di impiccio, spostò la sua sedia di fianco a quella del biondo che la fissava attentamente.
Si ritrovarono così l'uno al fianco dell'altra e Daphne allungò il viso per posare le sue labbra su quelle del ragazzo e baciarlo appassionatamente. Sapeva di cioccolata e caramello.
Iniziò a giocherellare con i capelli corti del ragazzo e si sentii bene. Si sentii completa.
Si era persino dimenticata di dove si trovava in quel momento.
Gli accarezzò il collo continuando a baciarlo e a farsi baciare dalle morbide labbra di Justin.
Daphne” la chiamò lui quando lei passò a baciargli il collo, non poteva tentarlo in quel modo e in quel luogo soprattutto.
Le poggiò le mani sulle spalle e la spostò da sé, rise vedendo l'espressione corrucciata e contrariata della mora. “Ti sembra il luogo?” le chiese sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Daphne sbuffò incrociando le braccia al petto.
Scusa” borbottò seccata “E' che... boh, mi sento sola e ho bisogno di attenzioni. O almeno così dice quel vecchio dello psicologo” continuò biascicando le parole.
E quindi il tuo psicologo ti ha detto di saltarmi addosso il prima possibile?” ridacchiò fissandola.
Daphne arricciò il naso fissandolo “Non esattamente...” ridacchiò anche lei.
lui le si avvicinò e le lasciò un bacio sulla guancia.
Non abbiamo fretta” le disse dolcemente continuando a riempirle la guancia di baci.
Lei sorrise e si voltò a lasciargli un bacio sulle labbra prima di iniziare a bere la sua cioccolata.

 

Quando Justin tornò a casa lo spettacolo che gli si presentò davanti non era dei migliori che potesse aspettarsi.
Sua madre, che gli aveva aperto la porta poiché come sua consuetudine si era scordato le chiavi, aveva l'affanno e stava correndo di nuovo su per le scale urlandogli di seguirlo. Preoccupato Justin le corse dietro e una volta raggiunta la cima delle scale si ritrovò Ryan sdraiato a terra con la lingua di fuori che respirava a fatica.
Che gli è successo, mamma?!” chiese spaventato.
Non era pronto a dirgli addio di nuovo.
Non lo so! Io ero in doccia e l'ho sentito abbaiare in modo strano! Sono corsa fuori dalla doccia e lui stava così!” urlò.
“Calmati mamma. Vai a chiamare la dottoressa Hays, sto qui con lui” disse sedendosi di fronte all'amico.
Pattie annuì scendendo le scale e prima che Justin iniziasse a parlare, si assicurò che la madre non potesse sentirlo.
Te ne stai andando? Mi abbandoni di nuovo?” gli chiese cercando di controllare la voce.
Il Grande Capo mi rivuole, Biebs.” disse cercando di respirare normalmente.
Ma non puoi andartene! ... e Daphne?”gli chiese sperando di avere più tempo per salutarlo.
Ryan tossì e Justin si abbassò ad abbracciarlo.
Lei ora...ha te” disse.
Abbiamo ancora bisogno di te Butler” mormorò.
A quanto pare no... grazie Justin... grazie per averla presa con te...
Ti voglio bene Ryan.” e lì non riuscì più a trattenersi. Bagnò con qualche lacrima il pelo del cane continuando ad accarezzarlo.
Anche io Biebs. Prenditi cura di Daphne... ci vediamo quando sarai vecchio” sussurrò triste.
Non puoi restare per salutare Daphne? Per favore. Non andartene di nuovo. Ti prego.
Dopo pochi istanti Pattie raggiunse il biondo e Ryan aveva smesso di respirare.
Di nuovo.









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Oddio sto aggiornando!
Riuscite a crederci?
BUONA PASQUA SPLENDORI!
Allora inizio con lo scusami per il ritardo ma davvero ho un sacco di cose da fare e non trovo mai il tempo per scrivere!
Dall'ultimo aggiornamento ho fatto un sacco di cose!

  1. Ho avuto l'influenza con febbre alta per una settimana, non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto!
  2. sono andata a londra due giorni :3
  3. appena tornata da Londra sono partita per Bologna
  4. Sono andata al concerto di Justin :33
  5. Fase depressione post concerto. Non potevo scrivere di lui o morivo.
  6. Ho iniziato a fare la tesina per gli esami ç_ç

Quindi scusatemi, davvero.
Cercherò di essere più costante nell'aggiornare, facciamo che tenerò di aggiornare almeno una volta a settimana.
Quindi se oggi è domenica, domenica prossima probabilmente ci sarà il capitolo nuovo.
Se ho tempo aggiorno anche prima!
Comuuuunque, avete visto il nuovo banner?*^*
Ho cambiato per l'ennesima volta la faccia a Daphne.
Questa è Lucy Hale, Aria in Pretty Little Liars *^^^*
Io la amo.
E basta!
Ringrazio le ragazze che mi hanno contatta spronandomi ad aggiornare :)
Siete tutte bellissimissime!
Un bacio e a domenica!

Manu

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ps. nel mio account fb c'è la mia foto con il Biebs kjsgjkgfskasd
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