tracy e lo slenderman

di marine the racoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23: La fine ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Era sera, nella tranquilla città di Miolinde City.
Le persone avevano finito di mangiare, e le famiglie si erano riunite per passare una serata insieme, magari vedendo un bel film, ma Tracy non ne aveva voglia.
Tracy era una ragazza di media statura, capelli lunghi castano chiaro, occhi marroni, e aveva una bella pelle, senza lentiggini o imperfezioni.
Invece di aiutare sua madre e rispettare la sua ultima punizione per aver preso 3.5 a matematica, riuscì a sgaiottolare via e rinchiudersi a chiave in camera, in modo che così non potessero costringerla a tornare in salotto, con la sua famiglia.
Camera sua era la classica camera di una 16enne.
I muri erano bianchi, alla finestra di legno grande erano appese delle tende anch'esse bianche.
Sull'armadio erano appesi tanti post di cantanti famosi.
Era in disordine, con un mare di pupazzi ammassati un po’ dappertutto.
Su una scrivania ingombra di libri ci stava il suo computer portatile.
Lo accese, ed andò su Facebook.
Scorse un po’ di notizie, quando dive un immagine che aveva caricato una sua amica.
Era un uomo alto, sui 3 metri, senza volto.
La giacca e i pantaloni neri, e la cravatta rossa.
A Tracy sembrò ricordarle qualcosa, ma non sapeva bene cosa potesse essere, era una sensazione vaga.  
Vide che la sua amica era online, così decise di chattare con lei e chiedere approfondimenti.
La sua amica si chiama Sara.
Sara era una ragazza bassa, capelli lunghi neri, occhi scuri, quasi neri, aveva le lentiggini e portava gli occhiali.
Era una ragazza molto attenta alle mode del momento, spesso non pensava che a quello. Ma gli piacevano anche i misteri  - Ciao Sara, come va? - chiese.
Dopo 5 minuti, Sara gli rispose: - Molto bene amica, te? - - Bene, ma volevo chiederti una cosa: chi è quello nelle immagini? - - è SlenderMan. Si dice che la sua faccia sia così perché casa sua bruciò, e lui perse i tratti del viso e anche suo figlio. Mi sembra una cosa molto stupida! Doveva essere un idiota per tenere in casa da solo un bambino! E poi… - e continuò a parlare e non finire più.
Tracy si stancò presto delle sue chiacchiere, quindi gli disse, interrompendola: - Scusa Sara, ora devo andare, ciao! - - Ciao tesoro, dormi bene! -.
Tracy spense il computer e andò verso la sua libreria per cercare qualcosa da leggere.
Erano tutti libri che aveva letto almeno 3 volte. “Devo andare in libreria a prenderne degli altri! Ci andrò domani!”.
Provò a prendere La scacchiera Nera, il suo preferito, ed iniziò a leggere, ma non riusciva a concentrarsi, perché  le tornavano in mente le immagini di quell’uomo spaventoso.
- Tracy! Tracy Maclomer, esci fuori immediatamente! -. Era sua madre che aveva scoperto dove era.
Allora Tracy andò nel suo nascondiglio, l’armadio, mentre sentiva il padre che stava prendendo a spallate  la porta.
Dentro l’armadio era riuscita a creare uno scompartimento segreto abbastanza grande per riuscire a nascondercisi, così anche se i suoi avessero cercato nell’armadio, non l’avrebbero trovata.
Tracy sentì la porta di camera sua cedere, e suo padre che prendeva a calci tutto quello che trovava.
- Esci fuori, disgraziata! Esci, se non vuoi fare una brutta fine! - urlava suo padre.
Tracy iniziò a tremare: aveva paura, perché sapeva che quando suo padre faceva così, se la prendeva, l’avrebbe frustrata con la sua cintura in cuoio.
Si rannicchiò ancora di più in un angolo tenendo stretto Frankie, la sua papera.
Sentì che dopo vario trambusto, suo padre se ne andava, ma per sicurezza aspettò 15 minuti prima di uscire per verificare che se ne fosse andato veramente.
Quando vide che non c’era nessuno e che poteva uscire, squillò il telefono…
To be continued…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


[…]Squillò il telefono.
Tracy andò lesta a prendere il telefono e rispose, andando subito a nascondersi di nuovo: - Pronto? - - AAAAAAAAAAAH -.
Era la voce di Sara che urlava. - Cosa succede, Sara? - - è arrivato…oddio, ho detto tutte quelle cose, ed ora vuole uccidermi! - aveva una voce lamentosa, come se stesse piangendo a dirotto.
- Chi? Chi è? - - …SLENDERMAN! AAAAAAAAAAAAAAAH! -.
Il telefono divenne muto.
- Pronto Sara? Ci sei ancora? -, ma non rispose nessuno.
- Sara, se è uno scherzo, non è divertente! - .Ancora muto. - Sara, ora vengo lì, e se scopro che è uno scherzo, la pagherai cara! -.
Riattaccò. Era molto preoccupata per la sua amica, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
Uscì dal suo nascondiglio.
Nessuno in vista. Perfetto. Aprì la finestra e scappò di casa.
Corse a casa di Sara, che per fortuna non c’era nessuno, solo alcuni lampioni che emanavano degli spicchi di luce rossa, rendendo la notte ancora più macabra.
Arrivò a casa della sua amica abbastanza velocemente e suonò il campanello.
To be continued…

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


[…]suonò il campanello.
Nessun rumore dentro casa, nessun segno di vita.
La casa era piccola, di modeste dimensioni.
Si riconosceva molto bene per via del suo colore giallo, in mezzo a tutte le altre case bianche.
Tracy cercò sotto lo zerbino una chiave di riserva, poi cercò sotto il vaso, e la trovò.
Entrò in casa. Dentro era tutto buio, ma c’era un silenzio surreale. E molto strano.
Aveva fatto tutto quel casino, possibile che proprio nessuno si fosse svegliato? E Sara? Provò ad andare in cucina: era tutto in ordine.
Andò in salotto, e l’unica cosa fuori posto era la tv accesa, con i disturbi del segnale che non faceva vedere le immagini sotto.
Con un brutto presentimento salì le scale e si ritrovò davanti a tre porte, due laterali e una al centro, chiuse.
Sapeva che quelle laterali portavano alle camere, quella al centro al bagno.
Entrò prima nella camera dei genitori, desiderosa di vedere perché non rispondevano, e…il papà era per terra, con un coltello che lo trapassava da parte a parte nel cuore, invece la madre era ancora nel letto, ma aveva gli occhi aperti e gonfi e la bocca spalancata, come se urlasse.
Tracy era atterrita da quella visione, anche perché dopo si rese conto che c’era sangue ovunque in quella camera, e quello che spiccava maggiormente era un disegno fatto con il sangue: un cerchio con una X che lo attraversava.
Tracy corse nell’altra camera, quella della sua amica, e spalancò la porta.
La sua camera, con i muri di colore arancione chiaro, una piccola finestrella alla parete anch'essa di legno, solitamente ordinata e pulita, era completamente sottosopra.
Non c’era sangue lì, e neppure il corpo di Sara, e la cosa fece preoccupare ancora di più la povera Tracy.
- Dov’è finita? Forse è nel bagno… -, così si diresse nel bagno, piccolo ma confortevole, ma non trovò il corpo.
Adesso Tracy era terrorizzata. Su un ripiano, però, trovò un foglietto.
C’era scritto HELP ME, aiutami, ed era sottolineato. Tracy lo prese, ed all’improvviso le luci di casa si spensero e si riaccesero.
Tracy, sempre più sconvolta, corse via da quella casa. “ Che ci pensino i vicini a chiamare la polizia! ” pensò.
Corse, corse come una pazza verso casa sua.

To be continued…

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


[…]Corse come una pazza verso casa sua.
Quando arrivò, tutte le luci, tranne quelle di camera sua, erano spente.
Vuol dire che erano tutti a letto, e che non avrebbe più incontrato nessuno fino a che non sarebbe tornata per pranzo, domani, perché i suoi genitori si svegliavano e uscivano prima che lei si svegliasse.
Ritornò in camera sua attraversò la finestra aperta, la richiuse silenziosamente, si mise il pigiama e andò a letto.
Per un po’ non riuscì a dormire, ma poi si addormentò.
Sognò di essere lei da piccola, quando aveva 7 anni, in una casa molto grande, a due piani, ma che non aveva mai visto.
Davanti a lei stava una grande porta in mobano, a destra c’era un bel camino acceso e dietro di lei stavano tanti giocattoli.
All’improvviso la porta si apre e un uomo in giacca e cravatta si affaccia, e rimane lì davanti a lei.
Tracy alza lo sguardo in alto e vede che l’uomo non aveva i tratti del viso: era Slendy.
Vorrebbe urlare ma non ci riesce, è come bloccata, allora si gira e rivede il simbolo.
Allora, finalmente, riesce ad urlare e si risvegliò nel suo letto, ricoperta di sudore. Guardò l’orologio. Erano le 5 di mattina, ma Tracy non aveva più sonno, quindi si alza e si dirige verso la cucina.
Lei viveva in un appartamento, quindi non c’erano doppi piani.
In cucina si fece delle uova e le mangiò, poi andò in bagno a prepararsi.
Le immagini del sogno le passavano continuamente davanti agli occhi, ma Tracy cercava di scacciarle.
Dopo che ebbe fatto, essendo ancora presto per andare a scuola, si mise al computer.
Vide che aveva ricevuto una e-mai, l’aprì e lesse.
Era Greta, che gli diceva che voleva parlarle, e di ritrovarsi al solito posto prima che suonasse la campanella.
Tracy era felice di poter parlare con lei, così le avrebbe raccontato tutto.
Quando fù l’ora di uscire, prese la cartella, il giacchetto, l’mp3 e uscì.
Era ancora buio fuori, e la cosa la fece rabbrividire, con i ricordi della scorsa notte, così si strinse nel giacchetto e si diresse verso la fermata dell’autubus.
Accese l’mp3 e si mise le cuffie, e scorse la lista delle canzoni.
Notò che tra la lista era apparsa una nuova canzone, la Slenderman Song.
“ Oh no, ti prego, fai che sia solo una coincidenza! ” pensò, spaventata.
La mise e si mise ad ascoltarla. Faceva così:

Slenderman, Slenderman,

All the children try to run,

Slenderman, Slenderman,

To him it's a part to fun.

Slenderman, Slenderman,

Dressed in darkest suit and tie.

Slenderman, Slenderman,

YOU MUST CERTAIN QUICKLY DIE!!!

A sentire quelle ultime parole, Tracy si levò immediatamente le cuffie e spense l’mp3, spaventata.
A quel punto, era arrivato l’autubus.
Non aveva molti amici, le piaceva stare da sola, e Greta, Lucrezia, Shary e Matteo erano i suoi unici amici rimasti.
Arrivata a scuola, andò nel cortile, vicino alla baracca del custode.

To be continued…

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


[…]Si diresse verso la baracca del custode.
Faceva la 1° superiore, aveva scelto l’indirizzo agrario.
Tracy si appoggiò ad un albero e aspettò.
Dopo un poco arrivò anche la sua amica, Greta.
Era una bella ragazza, alta, snella, capelli biondi, occhi azzurri chiaro, senza una imperfezione, vestiva sempre in modo impeccabile, senza essere ne troppo elegante ne troppo casual.
- Ciao Greta, di cosa volevi parlarmi? - - Ciao Tracy, volevo chiederti se sapevi di Sara - - …si. - - Mi dispiace, poverina, morta così giovane…sai, non è la prima volta che in questo paese le ragazze scompaiono. Solitamente però i genitori rimanevano vivi… - - Davvero non è la prima volta? - - No, si dice che fosse lo Slenderman, o Slendy, a catturare le vittime. - - Beh, Greta, ti devo raccontare delle cose…probabilmente non mi crederai… - - Avanti, sono tutta orecchie -.
E Tracy raccontò tutto, della discussione, della chiamata della casa, del sogno e della canzone.
Si ricordò pure di quel foglio che aveva preso, e che lo aveva ancora in tasca e glielo diede.
Greta studiò attentamente il foglietto. - Questa non è la scrittura di Sara, ne sono sicura! Neanche morta avrebbe scritto in questo modo! - - Allora chi è stato? - - Non lo so. Che ne dici se dopo riuniamo la squadra e ne discutiamo tutti insieme? - - Ok! -.
In quel momento la campanella della scuola suonò.
Greta riconsegnò il foglietto a Tracy e insieme se ne vanno in classe, mettendosi ai propi posti.
A ricreazione vanno dagli altri, ovvero Shary, Matteo e Lucrezia, e gli comunicano che nel pomeriggio si ritroveranno tutti alla gelateria davanti alla scuola, alle 16.00.
Il resto della scuola passò bene per Tracy.
Venne interrogata a biologia, ma prese 7.
Per pranzo andò a mangiare lì vicino in un bar non voleva tornare a casa, ed aspettò lì l’ora prestabilita.
Quindi poi andò alla “riunione”, anche se leggermente annoiata.
Non aveva voglia di incontrare gente, voleva andare in libreria e prendere un libro.
Ma, d'altronde, doveva capire tutta la faccenda.
Quando arrivò erano tutti lì: Lucrezia mangiava un gelato alla crema, Matteo e Shary giocavano con un tablet, Greta sorseggiava una granita in piedi, appoggiata al muro.
Lucrezia, occhi marroni, capelli neri, con gli occhiali, di media altezza.
Era la più riflessiva del gruppo. 
Shary, la timida, era bassa, aveva i capelli scuri, ricci, a caschetto, occhi blu.
Ed infine matteo: capelli castano scuro corti, ricci, occhi verdi, con qualche lentiggine ma non troppe, ed è molto carino.

To be continued…

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


[…]appoggiata al muro.
Greta fu la prima a vederla, e le venne incontro, con in mano un gelato al cioccolato (è il gusto preferito di Tracy), - Tieni, l’ho preso per te! - - Grazie Greta, sei un tesoro! - - Scommetto che non sei neanche passata a casa tua -.
Tracy si rabbuiò, non le piaceva parlare di casa sua.
- No infatti, e credo non ci tornerò per un bel po’! - - Se vuoi puoi stare da noi, abbiamo preso un letto in più perché io potessi dormire con le amiche - - Sarebbe fantastico, ma non vorrei dare noia ai tuoi genitori - - Non ti preoccupare, a loro penso io, ed oggi andremo insieme a prendere le tue cose e fuggire via, a casa mia! -.
Tracy era commossa, voleva più bene a lei che a chiunque altro, era l’unica che la capiva veramente.
- Grazie Greta, sei una vera amica! - - Non c’è di che! - - Hey, laggiù, avete finito di parlottare tra voi oppure possiamo anche andarcene? - era Matteo che aveva parlato.
Si alzò dalla sedia lasciando il tablet a Shary, che se lo prese felicemente tutto per se.
Matteo andò verso Greta e Tracy, e strinse la mano di quest’ultima per salutare: - Sempre nei guai, eh? - - Perché, te non ci vai mai? - ringhiò Tracy.
Odiava quando Matteo faceva lo sbruffone.
- Sbaglio, o siete stati voi a convocarmi? Quindi perché dovrei andarmene proprio ora? - rispose Matteo, ghignando.
- Maledetto! - mugugnò Tracy.
- Ok, ora basta, io e Tracy dobbiamo dirvi delle cose importanti! - si intromise Greta.
Tutti lasciarono quello che stavano facendo rivolgendo l’attenzione a Greta.
- Bene. Allora, ecco la notizia: i rapimenti di bambini sono ricominciati! E Tracy è riuscita ad assistere a l’ultimo! -. Silenzio generale, non volava neppure una mosca.
Lucrezia fu la prima a rompere il silenzio:- Dici che è stato Slendy? -.
Tracy si meravigliò: era forse l’unica che non lo conosceva? - Come fai a conoscerlo? - chiese quindi a Lucrezia.
- Me ne hanno parlato dei miei amici, che hanno sentito parlare di lui dai loro genitori. Hanno detto che hanno sentito storie orribili di bambini rapiti -.
Greta si intromise: - Si, comunque ora vi spiego meglio! - e raccontò per filo e per segno tutto quello che aveva detto Tracy a lei.- Tracy, fagli vedere il foglio! -.
Tracy andò da loro e lo appoggiò sul tavolino dove erano sedute Shary e Lucrezia.
Tutti si allungarono sul tavolo, osservando attentamente il foglietto.
Lucrezia lo prese in mano, poi lo passò a Shary, che lo passò infine a Matteo, che lo restituì a Tracy. - L’hai scritto te? - chiese, confuso.
Tracy scosse la testa. - Ma allora chi può essere stato? La vittima? -.
Greta rispose al posto di Tracy: - La vittima era Sara Galluzzi, ed anche voi saprete bene che quella non era la sua scrittura! -. Altro attimo di silenzio.
Sara Galluzzi era loro compagna di classe, non loro amica però era sempre stata una loro compagna di classe, che tutti loro conoscevano.
Shary si intromise: - Povera Tracy, deve essere stato brutto per lei vedere quelle cose… -. Tracy annuì, triste.
Greta si intromise di nuovo: - Ecco perché non possiamo permettergli di continuare! Dobbiamo fermarlo, prima che prenda qualcun altro! - - Hai ragione, ma come? - chiese dubbiosa Lucrezia.
Greta la guardò, e con assoluta certezza rispose: - …Non lo so. Venite tutti oggi da me? Si cerca un qualche modo insieme! -.
Tutti ci pensano alla sua proposta, e rispondono di si.
Greta allora, felice, disse: - Bene, allora prima andiamo da Tracy e rubiamo le sue cose, e poi corriamo come dei pazzi a casa mia -.
Matteo si mise a ridere e rispose: - Però ci vorrebbe una macchina… - - Non ti preoccupare, i miei mi hanno fatto imparare a guidarne una, ruberò la loro! Quindi, seguitemi, prima si passa da casa mia a prendere le chiavi e la macchina, poi si va a prendere la roba di Tracy e infine tutti a casa mia. -.
Shary, come al solito in questo capitolo, si intromise: - E i tuoi? - - Non vi preoccupate, posso fare come mi pare con i miei amici - - Ok, se lo dici tu… -. Si diressero quindi tutti a casa di Greta.

To be continued…

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


[…]Si diressero tutti a casa di Greta.
Greta aprì la porta, controllò che in giro non ci fossero i suoi, prese le chiavi della macchina ed entrò. - Salite, su! - invitò gli altri.
Shary però aveva un po’ paura: - Sei sicura di sapere come si guida questa cosa? - - Si, certo, altrimenti non vi avrei fatto salire! E potete anche chiedere a Tracy! - - Si, effettivamente un poco sa guidare, non sa far molto bene i parcheggi, ma apparte quello… - - Visto? Quindi,salta su! - - O-ok… -, così anche Shary salì in macchina, e Greta partì a tutto gas.
Tracy non lo aveva rivelato, ma la guida di Greta era pura follia, solo che fino ad ora era sempre riuscita a non farsi beccare dalla polizia e, miracolosamente, a non fare nessun tipo di incendente stradale, nonostante la velocità folle.
Quindi, Matteo, Shary e Lucrezia, ai sedili posteriori, per tutto il tragitto urlarono come degli assatanati, mentre Tracy rimase tranquilla e guardava fuori dal finestro davanti a se, mentre Greta urlava dalla gioia di andare così velocemente.
Arrivarono in un baleno a casa di Tracy.
Tracy consegnò le sue chiavi a Greta, che riuscì a intrufolarsi con tutta tranquillità in camera sua, prendere tutta la sua roba compreso il suo pc, ed andarsene, e tutto questo senza essere minimamente scoperta.
Rientrò in macchina. Tracy, scioccata, gli chiese: - come ci sei riuscita? Intendo a non farti beccare! -.
Greta scrollò le spalle e ripartì a tutto gas, diretta verso casa sua.
Però, mentre si stavano allontanando, Shary iniziò ad urlare più del normale: - AIUTO, UN SIGNORE CI STA INSEGUENDO, E CI STA SPARANDO!!!! -.
Tracy si voltò: era suo padre, con il suo fucile, che stava sparando a destra e manca: - RITORNATE QUI, BRUTTI FURFANTI! COME OSATE ENTRARE IN CASA MIA E PRENDERE LA ROBA DI MIA FIGLIA!? -.
Greta prese la testa della sua amica e la fece abbassare: - Stai giù, almeno non ti vede e lui non scopre che sei a casa nostra! -, detto questo, accelerò, mentre gli altri di dietro si misero sotto i sedili, per non essere beccati da qualche pallottola.
Riuscirono a seminare abbastanza facilmente il padre di Tracy, e riuscirono a tornare tutti interi a casa di Greta.
Quando scesero, Lucrezia aveva il mal di auto.
Matteo invece, andò da Greta, e gli disse: - NON SALIRò MAI Più SU QUELLA MACCHINA, HAI CAPITO?! MAI Più! - e se ne andò dentro casa.
Greta scrollò le spalle e mugugnò una risposta come: - Che sarà mai un po’ di velocità… - ed entrò anche lei, seguita da tutti gli altri.

To be contined…

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


[…]Entrò anche lei, seguita da tutti gli altri.
Si sistemarono sul divano.
Greta prese dalla cucina patatine in sacchetto e coca cola, che riservava nelle occasioni speciali.
Si sistemarono tutti insieme sul divano.
Tracy prese da Greta il suo pc e lo accese.
Notò subito un file che non aveva mai visto.
Era una cartella, che si chiamava Haunt.
Si chiese cosa potesse essere, l’aprì e vide che era un file .exe.
Chiamò Greta: - Greta, l’hai scaricato te questo file? -.
Greta si avvicinò all’amica e guardò: - No, non l’ho scaricato io. Si prova? - gli chiese, con occhi luccicosi, - Magari è qualcosa di bello, o importante…aspetta, prendo il cavo che collega il pc alla tv, così possiamo vedere meglio tutti! -, così va in camera sua, prende il cavo e collega il pc alla tv.
Tracy intanto teneva sulle ginocchia il suo pc e si era seduta sul divano, insieme a tutti gli altri.
Poco dopo, anche Greta li raggiunse, e disse a Tracy: - Vai, comincia pure! -.
Tracy annuì, e avviò il gioco.
Cliccò New Game nel menù, e cominciò.
Riuscì a prendere ben 5 biglietti, quando all’improvviso apparvero dei disturbi video.
Tutti si spaventarono.
Poco dopo, i disturbi video sparirono.
Shary chiese, preoccupata: - È-è normale che ci siano questi disturbi? - - Non lo so, non l’ho mai visto prima questo gioco - rispose Tracy, preoccupata anche lei.
All’improvviso, sentirono dei rumori nel gioco. Sempre più spaventati, osservarono attentamente lo schermo, mentre Tracy, con il cuore in gola, fece correre il proprio personaggio. Ma la curiosità ebbe la meglio, e si girò per vedere cosa era che faceva rumore.
Vide lo stesso essere che vide nel sogno e nelle immagini su Facebook avvicinarsi sempre più velocemente verso di loro.
Tutti si misero ad urlare, e Greta urlò a Tracy: - TRACY, SCAPPA, SCAPPA, GIRATI E SCAPPA! -, ma Tracy rimase impietrita.
Fissava Slenderman, come in trans, mente quest’ultimo si avvicinava sempre di più e i disturbi del segnale si fecero sempre più intensi.
Allora, siccome Tracy non muoveva un muscolo, rimanendo a fissare imbambolata lo schermo mentre tutti gli altri urlavano dal terrore, il gioco finì con il game over.
Tracy uscì immediatamente dal gioco, sconvolta, mentre tutti gli altri cercavano di calmarsi.
Si accorsero intanto che era venuto buio fuori, e anche nella stanza non c’era luce.
Allora Shary andò ad accendere la luce, ma non si accendeva, nonostante cliccasse più volte il pulsante.
Si rivolse a Greta, con voce piagnucolosa: - Greta, perché la luce non si accende? -.
Greta sbiancò come un cencio, e mentalmente ringraziò che era al buio, in modo che nessuno potesse accorgersene: - C-c-come non si accende? Non è possibile… -. All’improvviso si sentì bussare alla porta.
Tutti si girarono verso di essa, spaventati a morte.
Cosa stava succedendo? Chi era quello alla porta?

To be contined…

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


[…]Chi era quello alla porta? Greta prese un vaso di vetro e disse a Matteo di aiutarla.
Matteo aprì la porta e Greta stava per spaccare il vaso in testa a qualcuno quando…videro che davanti a loro non c’era nessuno.
Greta rimase lì, immobile, a fissare il vuoto, dove prima c’era qualcuno che aveva bussato alla loro porta.
Matteo disse: - Come è possibile che lì non c’è nessuno? Dove sarà andato? -. Greta, con un groppo in gola, ribattè: - E…se fosse stato…Slendy? - si girò verso gli altri.
Shary tremava di paura, Lucrezia tratteneva il fiato e Tracy la guardava spaventata.
- Allora siamo tutti in pericolo! - rispose Tracy.
Greta richiuse la porta, quando sentirono dei rumori che provenivano dal giardino.
Allora si diressero tutti alla finestra che dava sul giardino, e videro che lì c’era un uomo vestito di nero, in giacca e cravatta che disegnava sul loro muro con della vernice nera.
L’uomo, quando finì, alzò il viso su di loro, e loro poterono notare che non aveva ne occhi, ne naso, ne bocca.
Tutti si misero ad urlare, tirarono le tende e corsero al lato opposto della stanza.
Shary si mise a piangere: - Era lui, era lui, aiuto, era lui! Aiutaci signore, cosa facciamo adesso? -.
Tracy invece non disse niente, non singhiozzava neppure, fissava solo la finestra come in trans.
Greta la osservò: c’era qualcosa che non andava, non si era mai comportata così la sua amica! Di solito nelle situazioni in cui aveva paura, Tracy iniziava a tremare forte, a battere i denti e ad agitarsi tutta, mentre adesso era immobile come una statua, e continuava a fissare la finestra.
Matteo interruppe i suoi pensieri: - Propongo di armarci tutti e andare a vedere cosa stesse disegnando sul muro! -.
Tutti annuirono.
Shary prese una spazzola, Lucrezia dei coltelli, Greta impugnò il suo vaso e Matteo prese un joystick, mentre Tracy prese delle forbici ed andarono fuori.
Arrivati al muro, rimasero a guardare.
C’era una grande X sopra un cerchio.
Tracy si avvicinò al disegno e provò a toccarlo, ma Greta gli prese il braccio: - Cosa stai facendo? Sei impazzita? - Tracy si riscosse: -Scusa. Questo simbolo l’ho già visto…era a casa di Sara ed era nel mio sogno! - aggiunse sgomenta.
Greta scosse la testa: - Non credo che sia una coincidenza…. - si girò verso gli altri  - Ok ragazzi, per oggi abbiamo fatto abbastanza, ci rivediamo domani alla stessa ora qui, a casa mia.
D’ora in avanti questa sarà la nostra base, che ne dite? -.
Lucrezia intervenne: - Scusa se te lo dico, ma mi sembra piuttosto pericoloso.
Lui sa dove siamo ora. -
Greta scosse la testa: - Lui sa SEMPRE dove sono le sue vittime, anche se non ha occhi per vedere -.
Rientrarono tutti dentro casa per prendere le propie cose e tornarsene a casa.
Quando entrarono, attaccato alle tende della finestra che dava sul giardino, c’era attaccato un altro biglietto.
Greta l’ho prese.
In quel momento si sentì un rumore strano, come dei tamburi che suonavano.
Il rumore durò per circa un minuti, poi smise.
Tutti si guardarono fra di loro.
- Ho paura!!! - disse Shary.
Lucrezia l’abbraccio e gli disse: - Tutti noi l’abbiamo, vero? -.
Tutti risposero con un si.
Matteo si avvicinò a Greta: - Che cosa dice? -.
Siccome era ancora buio in quella stanza perché la luce non era ancora tornata, Greta andò verso la finestra, scostando le tende, e per un secondo gli parve di vedere Slendy osservarli lontano, dagli alberi che stavano 60 metri più in là della loro casa, ma quando sbattè le palpebre non vide più niente, quindi ritornò al foglietto.
- Dice: Sempre guarda, no occhi….Credo si riferisca al fatto che lui non ha gli occhi, ma riesce sempre a sapere dove sei. - Tracy interruppe con un commento: - Wow, sembra quasi una conferma alla nostra ipotesi di prima! -.
Tutti rimasero in silenzio, e sempre in silenzio presero le loro cose e se ne andarono.
Rimasero solo Tracy e Greta, al buio.
Si sedettero sul divano, ed aspettarono l’arrivo dei genitori di Greta.
Quando arrivarono, trovarono Tracy e Greta assopite, ed accesero la luce.
Greta fu la prima a risvegliarsi: - C-cosa? La luce…funziona? - allora si mise a scuotere Tracy: - Hey Tracy, sveglia, la luce funziona! -.
Tracy, ancora assonnata, chiese: - Ah si? -, poi notò i genitori di lei che li stavano guardando, e balzò in piedi, insieme a Greta.

To be contined…

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


[…]Saltò in piedi insieme a Greta.
Tracy a quel punto era davvero in imbarazzo.- Ehm…salve! -.
I genitori guardarono immediatamente Greta, che anche lei era in imbarazzo.
- Greta, dobbiamo parlare, adesso! - disse suo padre.
Così Greta venne presa per un braccio e la portarono in cucina, lasciando Tracy lì, da sola.
Si mise a sedere sul divano, e sperò di poter captare qualche frammento di discorso.
Dopo un po’ sentì che Greta e i suoi stavano urlando, ma non capiva cosa stessero dicendo, così prese una rivista che era davanti a se e si mise a leggerla.
Dopo un po’ Greta ricomparve ed annunciò a Tracy: - Va tutto bene, puoi rimanere per quanto ti pare! - - Yuuuuu! - saltò su e abbracciò forte Greta - Sapevo che potevo contare su di te, grazie! - e poi andò dai genitori di Greta, e li ringraziò dal profondo del cuore.
I genitori, imbarazzati, gli dissero che non aveva di che preoccuparsi, che poteva stare tranquilli, e le lasciarono sole, andando in camera loro.
Allora Tracy e Greca trascorsero la serata a giocare all’xbox, ad Assassin Creed 3, poi cenarono tutti insieme ed infine andarono a letto.
Quando Tracy si addormentò, sognò di essere in un grande prato verde.
C’era un po’ di vento, ma si stava bene.
Era di nuovo piccola, verso i 7 anni.
Tracy si sentì stranamente felice.
Corse per tutto il prato, si mise anche a rotolare giù per una collinetta erbosa, finì in un campo di fiori e rimase lì, a fissare il cielo.
Poco dopo, però, sentì qualcuno che la chiamava.
Allora si alzò di scatto, e vide che quella voce proveniva da un bosco.
Allora Tracy, anche se a piedi nudi, entrò nel bosco correndo.
Via via la voce diveniva sempre più forte, quando ad un certo punto la voce che la chiamava iniziò ad urlare: - TRACY, VAI VIA DI QUI, CORRI, NON VENIRE! - .
Tracy si spaventò moltissimo, ma invece di correre corse ancora più veloce verso quella voce.
- NO TRACY, NON VENIRE, è PERICOLOSO, VAI VIA! -, adesso la voce aveva anche un tono piagnucolante.
Tracy si fermò, in preda al terrore.
Non sapeva cosa fare: andare via, come diceva la voce, oppure andare a vedere cosa stava succedendo?
La voce parlò di nuovo: - NO, NON INDUGIARE, NON STARE FERMA, CORRI VIA, E FAI PRESTO, NON POSSO TRATTENERLO A LUNGO! -.
Allora Tracy decise subito: sarebbe corsa via!
Si girò, ma mentre lo stava facendo un urlo straziante squarciò l’aria: - NOOOOO! -. Tracy girò la testa, ma andò a sbattere contro qualcuno. Guardò davanti a se: era una giacca nera. Alzò lo sguardo, e vide che era Slendy.
A quel punto, Tracy si svegliò dall’incubo, urlando.
Greta si svegliò subito: - Cosa succede? -.
Tracy, in preda ad una crisi isterica per il sogno, raccontò dell’incubo.
Greta stette ad ascoltare in silenzio tutto quanto. - Interessante…mi chiedo quale è il collegamento tra te e questi sogni…. - - Non lo so, ma vorrei solo che smettessero! Mi fanno tanta paura! -.
Greca pensò: - Credo che ti toccherà sopportare fino a che non risolveremo questa questione con Slendy! -.
Tracy pianse ancora più violentemente a queste parole: non voleva fare altri sogni! Non come quelli almeno! Erano così spaventosi, e quella voce che la chiamava e poi gli diceva che doveva andarsene…e si chiese: che fine aveva fatto quella persona? Perché all’inizio la chiamava e poi gli diceva di andarsene via?

To be contined…

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


[…]Perché all’inizio la chiamava e poi gli diceva di andarsene via? Greca però riuscì a distoglierla da questi pensieri.
Si alzarono, si vestirono, e siccome era sabato, e loro il sabato non andavano a scuola, giocarono all’Xbox, aspettando l’ora di incontro con gli altri.
Per fortuna arrivò presto, e tutti erano lì, nel salotto di Greta, alle 16.00 in punto.
Tracy raccontò a tutti del suo incubo.
Shary si nascose sotto un cuscino, Lucrezia pensava sul suo significato mentre Matteo e Greta discutevano sui particolari.
Dopo cinque minuti, la scena era ancora la stessa, allora Tracy chiese: - Che ne dite se si prova ad affrontare direttamente lo Slenderman? -.
Silenzio di tomba.
Tutti si girarono a guardare Tracy, scioccati. Shary rispose: - Ti sei fritta il cervello? Ti prego, dimmi di si! - - Perché? - - Secondo te, se nessun bambino rapito da lui è tornato ci sarà un motivo, no? - - Si, ma magari potrei avere qualche possibilità… -, e Matteo si mise in mezzo: - Aspetta, aspetta, hai detto IO?! Ho sentito bene? - - Si! - - Non se ne parla neppure! - - Perché? - - Troppo pericoloso! Se lo dovessimo incontrare, lo faremo tutti insieme! - - Da quando ti interessa così tanto la mia salute? -.
Matteo arrossì, e guardò da un altra parte prima di rispondere: - Non mi interessa la tua salute, è solo che mi dispiacerebbe per Greta, e poi voglio rincontrarlo. Voglio chiedergli che fine ha fatto mio cugino! –.
Greta si intromise: - Quando è sparito? - - Una settimana fa…Però non l’avevo ricollegato a Slendy… -.
Tutti andammo da lui e l’abbracciammo, cercando di consolarlo.
Matteo all’inizio si fece abbracciare, poi però si liberò a strattoni.
Non sopportava di mostrarsi debole ed indifeso.
Dopo che tutti si ricomposero, si misero tutti a sedere.
Lucrezia disse: - E se si giocasse di nuovo al gioco? -. Tutti la guardarono male.
Allora fu Tracy a parlare: - Ragazzi, se non riusciamo ad affrontarlo, non andremo mai da nessuna parte! Facciamo così: questa settimana ci prepareremo tutti, sia mentalmente che fisicamente, cercheremo di conoscere più cose possibili su di lui, e poi lo affronteremo -.
Tutti si guardarono fra di loro.
Dopo un poco, tutti dissero che erano d’accordo, allora si dettero appuntamento tra una settimana, e se ne andarono tutti.
Erano le nove di sera.
Allora cenarono, e dopo andarono al PC per vedere nuove informazioni.
Girarono siti. Guardarono video e documentari.
Alla fine, scoprirono che lo Slenderman era un essere alto 3 metri, sempre vestito in quel modo, con 6 tentacoli alla schiena, ed era senza volto per via di un incendio scoppiato in casa sua.
In quell’incendio perse suo figlio, e si dice che quindi lui vada a giro per cercarlo.
Non si sa cosa succede ai bambini, ci sono due versioni contrastanti: quella che li rapisce e li porta in una dimensione parallela, e li tenga prigionieri lì, e un’altra ancora, più macabra: che se li mangi.
Nessuno sa come sconfiggerlo, anche perché nessuno è mai tornato da lui.
Si dice che se si guardano i suoi tentacoli, si viene ipnotizzati e che quindi ci si consegna spontaneamente.
Dopo tutte quelle notizie, andarono a letto.

To be continued…

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


[…]Dopo tutte quelle notizie, andarono a letto.
Tracy era spaventata, aveva paura di fare un altro incubo.
Tracy guardò Greta che dormiva.
Sembrava un angelo, con tutti i capelli scarmigliati, e quella faccia serena, senza preoccupazioni.
La invidiava: lei non aveva tutti questi problemi, come gli incubi.
E poi, quando aveva visto Slenderman fuori dalla finestra, si era sentita strana, come se ci fosse qualcosa che la attirasse ma allo stesso tempo la ripugnasse e la volesse far scappare via.
Una vocina nella sua testa disse che magari si stava innamorando, ma lei agitò la testa a destra e sinistra per scacciare quel pensiero.
Era impossibile, era troppo vecchio, e poi non era neppure il suo tipo!
Tracy si rigirò nel letto diverse volte, non voleva addormentarsi, però dopo un po’ si arrese al sonno e si addormentò.
Anche quella volta si trovava nel prato pieno di fiori, e anche stavolta sentì la voce che la chiamava nel bosco.
Stavolta però la voce che la chiamava era diversa, più mascolina, con un tono di voce molto più basso.
Tracy andò lo stesso verso la foresta, e appena si addentrò un po’ più in profondità, sentì sempre la stessa voce, femminile stavolta, che le urlava: - NO TRACY, NON VENIRE QUI, NON CAPISCI CHE è UNA TRAPPOLA? SCAPPA VIA, ORA, E CORRI Più VELOCE DEL VENTO, SE VUOI SALVARTI! -.
Allora Tracy si mise a correre, più velocemente che poteva, ma avvertiva qualcuno alle sue spalle, in continuazione, e vedeva ombre nere che la inseguivano.
La voce femminile riprese: - NON FERMARTI, O TI PRENDERà! E NON PROVARE A NASCONDERTI, LUI SA SEMPRE DOVE SEI! -.
L’altra voce maschile riprese appena finì quella femminile: - Tracy, perché corri via? Mi vuoi abbandonare qui? Ti prego, rimani un altro po’, ci divertiremo insieme! Possiamo giocare a nascondino…. -.
Tracy era quasi tentata di rimanere, solo per vedere chi era che la chiamava, ma ad un tratto capì: la voce che la chiamava era quella di Slendy, ma la voce femminile non sapeva ancora di chi era.
Tracy guardò davanti a se.
Vedeva già la fine del bosco, il punto da dove era arrivata, e corse ancora più velocemente.
Poggiò un piedino nudo sull’erba del prato e pensò “finalmente”, quando si sentì prendere in vita.
Era un tentacolo nero.
E fù presa e riportata dentro la foresta.
Tracy si risvegliò urlando.
Anche Greta si risvegliò: - Hai fatto un altro incubo? –, chiese assonnata.
Tracy annuì con la testa.
Greta riprese: - Dobbiamo cercare qualcuno che ti aiuti, non possiamo andare avanti così! Ogni notte hai un incubo… - Tracy si alzò, si mise le pantofole e aprì la finestra.
Greta la raggiunse, tanto per fargli compagnia e perché oramai anche il suo sonno se n’era andato.
Tracy e Greta guardarono fuori.
La città era bellissima, di notte, con tutte le luci dei lampioni e dei locali accesi.
Vivevano in una città né troppo piccola né troppo grande, ed era abbastanza turistica, ogni tanto arrivavano turisti dai paesi vicini, ma mai troppo lontani.
Greta all’improvviso lanciò un gridolino.
Tracy la guardò, e Greta indicò un punto.
Accanto ad un albero davanti la loro casa, stava lo Slenderman.
Era appoggiato all’albero, a braccia incrociate, e sembrava stesse aspettando qualcuno.
Si sentì una voce: - Quando è che ti deciderai? -.
Greta e Tracy si guardarono, stupite.
Capirono immediatamente che era stato lui a parlare.
Quando guardarono di nuovo l’albero, non c’era più, era sparito.
Tracy e Greta richiusero la finestra e ritornarono in camera.
To be continued…

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


[…] Ritornarono in camera.
Greta si sedette sul letto, Tracy si sedette su una sedia della scrivania.
La stanza di Greta era semplice: 2 letti affiancati da 2 comodini con 2 batjure, una scrivania, un computer, un armadio pieno di vestiti e una porta collegava il bagno alla camera.
I muri erano color caffellatte, la finestra in legno aveva le inferiate con decori a fiore, aveva le tende verdi chiaro.
Greta si rivolse a Tracy, sconvolta: - Come abbiamo fatto? - - Cosa? - - A SENTIRE LO SLENDERMAN! - - …Non lo so! - - Insomma…NON HA UNA BOCCA! COME HA FATTO HA PARLARE? - - Perché, per te è normale che un uomo non abbia volto, ha i tentacoli, sa teletrasportarsi ecc? - - …Hai ragione! - - La cosa che mi spaventa di più è il messaggio che ci ha mandato - - Ha detto…”Quando è che ti deciderai? - - Si - - Intendeva…di quando dovremmo incontrarlo? - - Forse… O forse intendeva il mio sogno… - - Già, non mi hai raccontato del sogno di stanotte -.
Tracy raccontò tutto.
Greta fu attenta per tutto il racconto, poi fece una domanda: - Ma la voce del sogno che aveva Slendy e quella di prima erano uguali? - - Si - - Allora non ci sono dubbi, era lui! - - Continuo a chiedermi chi fosse la voce femminile… - - Scommetto che prima o poi lo scoprirai! - - …Si, lo credo anch’io! - - Senti…oggi è domenica, ci divertiamo, e domani diciamo agli altri che dobbiamo accorciare i tempi.
Non credo riuscirai a resistere altrimenti! -.
Tracy gli sorrise, grata. – No, hai ragione! -, prese una coperta, se la avvolse intorno e riprese: - Sai, quel sogno…mi fa tanta paura! – Greta scese dal letto e la abbracciò – Shhhhh, non ti preoccupare, finirà tutto presto! - - Lo spero! -.
Tracy guardò l’orologio.
Videro che erano le 7.00 di mattina, e fuori era ancora buio, essendo novembre.
Lo fece notare a Greta, che si staccò da Tracy, andò in cucina e tornò dopo 5 minuti con un paio di vassoi, piatti, bicchieri e ogni ben di Dio.
– Shhhh! – sussurrò Greta. – Ho razziato il frigo e la dispensa, ma facciamo piano e veloce se non vogliamo finire nei guai! -.
Tracy prese un vassoio, prese una fetta bella grossa di pane e andò a cucinare.
Poi fece anche le frittelle, portò anche lo sciroppo al cioccolato e ne mangiarono fino a scoppiare.
Insieme, ci bevvero l’aranciata.
Quando finirono, erano le otto, così rimisero tutto a posto, si lavarono e vestirono, lasciarono un biglietto, dicendo quando sarebbero tornate e dove andarono, ed uscirono.
Andarono in centro, a caccia di qualche bel vestito ma non troppo costoso.
Nel bel mezzo della caccia, appena sucirono dal decimo negozio di scarpe, Tracy vide un tendone.
Richiamò Greta e si avvicinarono.
Era un tendone blu notte decorato da tante stelline, e aveva appeso all’ingresso un cartello di legno con scritte d’orate: La Cartomante.
To be contined…

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


[…]La Cartomante.
Greta storse la bocca: - Non mi fido. Non credo a queste cose! - - Beh, io invece voglio provare! - - Ok, allora io sarò laggiù! – rispose, indicando un altro negozio di scarpe.
– Ok, a dopo. Naturalmente abbiamo i telefoni! – Greta annuì e si allontanò, allora Tracy entrò.
Dentro era buio, se non fosse per qualche candela qui e là che rischiarava di poco la stanza.
In mezzo stava una grande scrivania in mogano e due sedie.
Sulla scrivania stava una campanella d’argento.
Tracy la suonò.
Arrivò da chissà dove una signora grassoccia, sulla mezza età.
Gli occhi scuri pesantemente truccati, i capelli castano scuro raccolti in una crocchia disordinata, tanto che alcuni capelli ricadevano ribelli e disordinati sulle spalle.
La signora andò verso la scrivania. – Bonjure my cher, cosa ti porta qui? -.
Tracy rispose, intimidita: - Vorrei avere delle risposte a delle mie domande - - Ah, my cher, tutti vorrebbero avere risposte, ma vedi, a volte è meglio non sapere. Ecco perché tanta gente non viene mai a consultarci! - - Io…vorrei sapere… - - Se riuscirai a sopravvivere alla tua “sfida”? - - …si - - Bene, allora sediamoci e interroghiamo le carte! -.
La cartomante prese una sedia e si sedette.
Tracy la imitò.
La cartomante mescolò il mazzo e predispose le carte.
Girò la prima. – Hmmm…Vedo paura, insicurezza. Sai cosa potresti perdere, e ne hai paura! -.
Girò la seconda carta, e sgranò gli occhi, sorpresa: - Uuuuuuh…un essere malvagio ti sta cercando! Sa dove sei, e sta cercando di prenderti! Stai molto attenta, my cher, farà di tutto per prenderti! Ti consiglio di non stare mai da sola! -.
La cartomante girò la terza e ultima carta. – Hmmm…interessante! Stai ricevendo un aiuto inaspettato da una persona che non conosci! - -Chi? - - Non posso dirtelo, my cher, lo devi scoprire tu! Ma…. -, si alzò dalla sedia, sparì dietro un'altra tenda e ritornò poco dopo con una collana.
Era una sottile collana fatta di anellini d’argento.
Pendeva da essa una figura intagliata nel legno.
Era un aquila.
La cartomante lo dette a Tracy. – Ecco, tieni. L’ha intagliato una tribù di pellerossa. È fatta di un albero sacro. L’aquila rappresenta la libertà e la guida -.
Tracy prese il gioiello e lo rimirò.
Poi guardò la cartomante: -….Grazie! - - Purtroppo non posso fare niente per i tuoi incubi, ma quello saprà aiutarti, beh, almeno come potrà. - - Grazie ancora! -.
La cartomante andò all’uscita e scostò un lembo di tenda: - Adesso vai, my chere, che tu possa vincere le tue paure! -.
Tracy ringraziò di nuovo e se ne andò, ma prima di andarsene la cartomante gli disse: - E torna quando vuoi, io sarò sempre qui! -.
Quando uscì dalla tenda, vide che il sole stava calando.
Controllò l’orologio. Erano le 17.00. Di già?! Ci aveva messo si e no 20 minuti!
Chiamò Greta al telefono…

To be contined…

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Chiamò Greta al telefono. – Ah, grazie a Dio, mi stavo preoccupando! Aspetta lì, sto arrivando, non sono tanto lontana - - Ok, a tra poco -.
Tracy vide un venditore ambulante lì vicino che vendeva crèpe e cioccolata calda.
Decise di prendersi una cioccolata calda e si sedette su una panchina lì vicino.
Tirava un venticello fresco ma gelido.
Gli alberi erano spogli, tristi.
 Il mese preferito di Tracy era ottobre, con i colori giallo oro e arancione.
 Dopo 3 minuti arrivò Greta. – Dai, torniamo a casa, o faremo tardi! -.
Tracy annuì e la seguì.
Tornarono a casa, cenarono, finirono i compiti ed andarono a dormire.
Anche quella notte, Tracy ebbe l’incubo.
 Però stavolta il sogno finì diversamente: Tracy, guidata da una bellissima aquila dalle piume nere pece e gli occhi d’oro liquido, riuscì a sfuggire dalle grinfie dello Slenderman, e quando cercava di prenderla con i tentacoli, l’aquila li bloccava beccandoli con il suo becco.
 Quando Tracy, sempre nel sogno, riuscì ad arrivare sana e salva nel prato, vide qualcuno.
 Anche ella era una bambina!
E le assomigliava pure: aveva i suoi stessi capelli, più lunghi però, che gli arrivavano a metà schiena, gli stessi occhi, i tratti del viso molto simili.
La bambina si avvicinò a Tracy correndo, e le sorrise: - Brava, finalmente sei riuscita a scappare! Adesso sai che non è impossibile sfuggirgli! -.
Tracy sobbalzò, sorpresa: aveva la stessa voce della ragazza che le urlava di andarsene.
 La bimba riprese: - Mi dispiace dirti che non è ancora finita, deve ancora venire il peggio. E mi raccomando, stai attenta da Lui! -.
 La bambina tirò fuori una cosa dal suo vestitino bianco, dove davanti stavano due piccole taschine.
 Anche lei era a piedi nudi. Quello che tirò fuori era un anello con una pietra rossa sopra.
Glielo mise. – Farò il possibile per aiutarti, ma tu indossa questo, e non levartelo mai! -. All’improvviso la bimba sembrò allarmata: - Oh no, non posso più rimanere, altrimenti sono guai ancora peggiori! -.
 La bimba cominciò a correre verso il bosco.
Tracy cercò di fermarla, di dirle che non doveva andare di là, ma la piccola, sempre correndo, le urlò: - NON PREOCCUPARTI, IO NON CORRO NESSUN PERICOLO, NON Più -.
 La bambina sparì dietro gli alberi.
 Tracy allora si svegliò.
Per la prima volta, dopo quel fattaccio a casa di Sara, non si era svegliata senza provare paura.
Tracy provò allora a tornare a dormire, e non sognò nient’altro fino alle 6.30 di mattina, quando la sveglia annunciò che era ora di alzarsi.

To be contined…

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


[…]quando la sveglia annunciò che era ora di alzarsi. Siccome Greta era pigrona, tempo addietro lei e i suoi genitori avevano deciso di mettere la sveglia nel bagno, in modo da essere sicuri che non si sarebbe riaddormentata, e così facendo che non facesse tardi a scuola. Tracy fu la prima a svegliarsi, quindi buttò giù dal letto ( nel senso letterale) Greta e andarono in bagno, si prepararono ed uscirono. Sull’autobus, Greta si rivolse a Tracy: - Mi fai ascoltare qualcosa? -. Tracy annuì tirò fuori l’mp3 e cuffie, lo accese e mise gli Skillet. Ad un punto, nel bel mezzo della canzone, divenne tutto muto, e si aprì un’altra canzone:
 
Slenderman, Slenderman,
All the children try to run,
Slenderman, Slenderman,
To him it's part of the fun,
Slenderman Slenderman,
Dressed in darkest suit and tie,
Slenderman slenderman,
You most certainly will die!

 
Tracy fece per levarsi le cuffie, ma Greta la bloccò, e gli fece segno che doveva continuare. Allora, anche se riluttante, si rimise la sua parte di cuffia e continuò ad ascoltare:

Slenderman Slenderman ,
His branching arms are for collecting,
Slenderman Slenderman,
His face is empty of expressing,
Slenderman Slenderman,
He won't let you say goodbye,
Slenderman, Slenderman,
you must certainly will die.

You must certainly will die! (x4 v.)

Slenderman Slenderman,
Somentimes hums a lowly drone,
Slenderman Slenderman,
He will warder’ round your home,
Slenderman Slenderman,
Blends in well within the trees,
Slenderman Slenderman,
In the fog he's hard to see,
Slenderman Slenderman,
Dressed in darkest suit and tie,
Slenderman Slenderman,
You most certainly die!


Quando la canzone finì, ritornò la canzone precedente, e ripartì dal punto dove si era interrotta.
Greta era agitata, dopo quella canzone non riusciva a stare ferma sul sedile.
Tracy invece era inquieta, guardava fuori dal finestrino nervosamente, cercando di perforare il buio dove non era illuminato dai lampioni.
Arrivarono presto a scuola.
C’era ancora tempo prima che suonasse la campanella, così andarono al loro solito luogo di incontro, il loro “rifugio”.
Ci trovarono Shary. – Oh, ragazze, speravo di trovarvi! Volevo dirvi: domani sera i miei genitori vanno fuori città, e pensavo di invitare il nostro gruppo e fare un poco di festa! -.
Siccome Shary era paurosa, e quindi anche molto timida, non aveva amici se non loro.
Tracy guardò Greta con uno sguardo che diceva: “ Se non andiamo, mi consegno direttamente allo Slenderman!”
Sapete, una cosa che faceva bene Shary era organizzare feste! In qualche modo, riusciva sempre ad accontentare tutti!
Greta ci pensò un po’ su, e decise che si, sarebbero andate.
Shary saltò dalla gioia, prese le mani di Greta e Tracy, le strinse affettuosamente e calorosamente e le ringraziò.
E in quel momento suonò la campanella.
Entrarono tutte.
La giornata andò bene, nessuna di loro beccò un interrogazione o verifica.
Tornarono a casa subito dopo scuola, fecero i compiti, chiacchierarono del più e del meno (anche della canzone, ma dopo averla tradotta, non potevano far di più che mettersi ancora più in guardia).
Poi cenarono e dormirono.
Quella notte, stranamente, Tracy non ebbe nessun incubo.
Perché nessuno lo sapeva, ma sarebbe successa una cosa orribile il giorno dopo…
To be contined…   

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


[…]Perché nessuno lo sapeva, ma sarebbe successa una cosa orribile il giorno dopo…
Il giorno dopo Tracy e Greta erano eccitate per via della festa.
A scuola non stettero attente neppure un minuto, tanto erano felici di svagarsi un po’, ci voleva proprio una bella festa per dimenticare tutti i guai e i problemi avuti fino ad ora.
Quando uscirono da scuola, andarono a fare shopping, in cerca di un abito, scarpe e accessori adatti alla festa.
Tornarono a casa che erano le 17.00.
La festa era alle 19.00.
Spiegarono ai genitori di Greta dove erano, e quando riuscirono a farli calmare, erano le 18.45.
Tracy aveva un bellissimo vestito lungo, da sera, color blu mare che brillava alla luce per via di alcuni fili argentati intrecciati con il vestito, ma resi praticamente invisibili.
Le scarpe erano stivali dello stesso colore.
Portava due fermezzine ai lati della testa, lasciando scoperte le orecchie perfettamente tonde con due bellissimi orecchini a pendolo con la base a forma di farfalle color lapislazzuli. Greta invece indossava un vestito anch’essa lungo, nero, ma con uno spacco fino alle cosce.
Anche lei indossava degli stivali, di pelle nera con cerniera ai lati e un tacco lungo.
Si era fatta uno chignon.
Si era messa il mascara e la matita nera.
Tracy invece si era messa solo un poco di lucidalabbra.
Finalmente, alle 19.45, uscirono, presero la macchina ed andarono da Shary.
Lei viveva in una bella casa, in periferia, in una villetta.
Aveva un giardino grandissimo delimitato da una staccionata color mogano.
La casa era di colore bianco.
Stando in periferia, c’erano tanti alberi, tanto che a pochi passi da lì stava un bosco.
La casa aveva in tutto 3 piani: uno superiore, piano terra e una cantina grandissima.
Era lì che si trovava la festa.
Tracy suonò al campanello.
Shary li fece entrare, prese i loro cappotti e li appese all’appendiabiti di ferro attaccato al muro.
Poi li accompagnò in cantina.
Era un luogo, come previsto, spazioso, che era stato ripulito ed addobbato a festa.
Una TV al plasma grandissima trasmetteva musica dalla radio.
Al centro del soffitto stava una palla da discoteca che illuminava con i suoi raggi bianchi la stana, altrimenti al buio.
Da una parte stava una porta.
– È il bagno. – Spiegò Shary. – E da quella parte c’è il buffet. – disse, indicando vicino la porta del bagno. – Sapete, siete le prime che…-. Non riuscì a finire la frase che suonò il campanello.– Ah, scusatemi, è arrivato qualcuno! -.
Si allontanò.
Anche lei era vestita di nero, ma a pezzi, maglietta scollata e gonna molto mini attillata.
Portava il tacco 12 e aveva capelli raccolti in una treccia.
Tracy si avvicinò a Greta e sussurrò: - Certo che quando si fa festa, lei diventa un’altra persona! -.
Greta annuì e continuò ad osservare le scale, da dove erano arrivate, curiosa di sapere chi sarebbe arrivato.
Tracy allora si avvicinò al buffet.
C’era così tanta roba! Bignè al cioccolato, crema e nocciola, ciambelle con cioccolato, senza niente, crema, nocciola e pure fragola!
Pizza, wurstel, salamini, olive verdi, Ketchup e maionese, patatine e poi bottiglie di Sprite, acqua sia naturale che gassata, Coca cola e aranciata. – Wow, e siamo solo in 5! Se fossimo di più, per quanti avrebbe apparecchiato, per un esercito? -.
Arrivarono Lucrezia e Matteo.
To be contined…

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


[…]Arrivarono Lucrezia e Matteo.
Lucrezia aveva una maglia marrone scollata e attillata, abbellita da qualche payette, e jeans neri.
Portava delle scarpe normali, senza tacco, e i capelli erano acconciati in una semplice coda di cavallo.
Non era truccata.
Matteo invece era vestito con una semplice maglietta, e dei pantaloni semplici.
Solo le scarpe, di camoscio marrone, era l’unica cosa elegante del suo completo.
Shary, seccata e un po’ indignata, andò da lui: - Ma come ti sei vestito? Siamo tutti eleganti, ed ora arrivi te…- - Hey, hey, calmati dolcezza, a me piace essere originale! - - NON CHIAMARMI DOCEZZA! Lo sai che odio quando qualcuno mi chiama così! Allora fai come ti pare, non so se la prossima volta ti inviterò! -. Arrabbiata, risale le scale e sparisce.
Tracy si avvicinò a Matteo: - Sai una cosa? Ha ragione! Sei un ingrato a venire in questo modo! - - Senti, non volevo mettermi in giacca e cravatta per cercare di non far ricordare a nessuno quel “coso”, ok? Quando cerco di fare qualcosa per qualcuno, vengo sempre trattato male! -, ribatté, sbuffando. 
Tracy rimase in silenzio, pensando a quello che aveva detto Matteo ( e rimanendo impressionata per quel buon pensiero, ma non lo avrebbe mai ammesso).
– Allora, ora rimedieremo al danno fatto! -, lo prese per mano e lo trascinò su per le scale.
Si fermarono e rimasero in silenzio, per sentire qualche rumore che li avrebbe guidati da lei.
Quando arrivò, lo seguirono ed entrarono in camera di Shary.
Lei alzò la testa dis catto verso di loro. – Non si usa più bussare? - - Scusa, è che volevo dirti una cosa. - - Spara. -. Tracy prese Matteo e lo mise davanti a se. – Avanti, digli tutto! -. Matteo spiegò tutto.
Shary sospirò. – Scuse accettate. Comunque, ora ho altro nella testa! -. Prese dalla scrivania un foglio.
C’era scritto: Bella festa, ma manca ancora qualcosa nell’aria: il terrore! In fondo alla “lettera” è firmato con un simbolo, nessun nome.
Erano 2 occhi con una sola pupilla sovrapposta.
Un occhio era in orizzontale, l’altro in verticale, e si incrociavano nel mezzo, dove stava la pupilla.
Si guardarono. Shary aveva paura, glielo si leggeva negli occhi.
Anche Matteo era preoccupato.
Mi chiesi quali emozioni stessi mostrando.
All’improvviso Matteo disse: - Andiamo tutti giù, stiamo tutti insieme, così potremo proteggerci a vicenda! - - Wow, hai ragione! Finalmente hai detto qualcosa di inteligente! -, disse ghignando Tracy.
Shary ridacchiò nascondendo la bocca con una mano.
Matteo sbuffò. – Ci vogliamo muovere o dobbiamo aspettare la morte di qualcuno? -. Allora ritornarono tutti alla festa.
Trovarono Lucrezia e Greta che ballavano Gangnam Style su Radio RTL, allora si aggiunsero anche loro.
Quando finirono, ognuno chiacchierò con chi preferiva.
All’improvviso la tv iniziò ad avere i disturbi del segnale…
To be contined…
 

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


[…]All’improvviso la tv iniziò ad avere i disturbi del segnale.
Dopo poco, i disturbi lasciarono il posto alla figura dello Slenderman.
I ragazzi si radunarono, mettendosi tutti accanto.
Qualcosa nell’ombra iniziò a muoversi.
Matteo prese la mano di Tracy.
All’improvviso dall’ombra uscirono dei tentacoli, più neri della notte, che immobilizzarono tutti quanti.
Tutti si dibatterono ed urlarono, cercando di liberarsi.
La TV si spense, lasciando tutti completamente al buio, facendo urlare ancora di più tutti.
Shary era quella che urlava di più, quando iniziò ad urlare queste parole: - AIUTO! AIUTO! LASCIATEMI ANDARE! NOOOO! MI TRASCINANO VIA, AIUTO! NOOOOO! -, e la sua voce svanì nel nulla.
Tutti urlarono il nome di Shary, ma non ottennero risposta.
La TV si riaccese, e riapparve lo Slenderman.
Da come scuoteva le spalle su e giù si capiva che stava ridendo, anche se non aveva la bocca.
I ragazzi furono subito liberati.
Grazie alla TV accesa, riuscivano a guardarsi attorno.
Shary era sparita, non c’era più.
Su un muro, con il sangue, era disegnato il simbolo dello Slenderman, il cerchio e la X.
Matteo stava ancora stringendo la mano di Tracy.
Lucrezia domandò: - Dove è finita Shary? -.
All’improvviso la voce dello Slenderman rimbombò nella stanza.
Aveva un tono derisorio. – Ahahahahahah, vi siete divertiti? Io si, molto! Non vi preoccupate per la vostra amica, sta bene. Per ora. Sapete, solitamente non uccido gente innocente, a meno che non venga costretto. E lo sarò, se Tracy non verrà da me.- disse, indicandola.
Tracy sbiancò, fece un passo indietro e strinse quasi istintivamente la collana che portava al collo.
Matteo si rivolse allo Slenderman: - Cosa vuoi da lei? -.
Lo Slenderman si rimise a ridere. – Ragazzo, lei mi appartiene. Fin da quando era bambina che mi appartiene. Come sua sorella, è uno dei pezzi mancanti - - Per cosa? - - Per ritrovare mio figlio -.
Tracy si intromise: - Io ho una sorella? - -Gemella, per l’esattezza. La rivedrai se verrai. E se non verrai, ucciderò Shary e prenderò gli altri, fino a che rimarrai sola e nessuno potrà più proteggerti. A quel punto ti consegnerai obbligatoriamente -.
Dicendo questo, la TV si spense e tornò la luce. Erano tutti molto tristi e scioccati.
Tracy iniziò a piangere
To be contined…

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


[…]Tracy iniziò a piangere, Matteo cercò di consolarla, ma lei si liberò dalla sua presa e scappò.
Scappò via, lontano dalla casa e dai suoi amici, che potevano da un momento all’altro morire.
Le suonò il telefono.
Era suo padre.
Diceva che l’aveva trovata e che la voleva alla casa di Greta tra 15 minuti.
Tracy pensò che voleva sapere di sua sorella, quindi ci andò.
Arrivata, vide suo padre davanti al vialetto.
Era un uomo alto, robusto, i capelli castani lisci portati corti e appiattiti sulla testa. Aveva gli occhi castano scuro e un pizzetto.
I vestiti erano semplici, a tinta unita, marrone e nero.
Quando la vide, andò a grandi passi verso di lei. – Adesso vieni con me! -.
Fece per afferrarla per i capelli, ma lei riuscì a sottrarsi e corse via.
Suo padre la inseguì.
Una delle caratteristiche di Tracy era che correva più veloce del vento, ed aveva un ottima resistenza, quindi riuscì facilmente a seminare suo padre e prendere la chiave di casa che qualche tempo fa gli aveva dato Greta.
Entrò in casa, andò in cucina e cercò un coltello.
Trovò quello da macellaio e lo prese. In quel momento, entrò suo padre. – Ti ho trovata! Adesso devi venire con me -.
Si diresse verso di lei, ma lei tirò fuori il coltello e lo puntò verso suo padre. – NO! Ora tu mi dici tutto quello che sai! - - Su chi? - - Su mia sorella -.
Calò il silenzio.
Dopo un poco, il padre chiese: - Come fai a sapere di lei? - - Me ne ha parlato lo Slenderman. Dovresti conoscerlo, giusto? - - …si -. Andò barcollando verso una sedia e si sedette. – Lo conosco piuttosto bene - - Cosa è successo? - - Beh, eravate nelle vostre culle, nella vostra camera, quando noi ci assentammo. Siamo usciti per andare al mercato. Ci abbiamo impiegato mezz’ora. Quando siamo tornati, siamo venuti nella vostra camera per assicurarci che stavate bene, ma le culle erano vuote. Sul muro c’era quel cerchio con la X. Te eri riuscita a nasconderti sotto la cassapanca dei vestiti. Tempo dopo, io e tua madre scoprimmo che anche altri figli dei vicini erano scomparsi. Tutti dicevano la stessa cosa: che era stato un uomo alto, pallido e vestito elegantemente. E lo stesso simbolo, sempre dopo il rapimento, sul muro. Fu così che lo si conobbe. Da allora, ci stiamo impegnando perché non prenda anche te. - - Troppo tardi - - Cosa? - - Io mi consegnerò dopodomani - - Perché? - - Non voglio che nessun altro muoia - - Quindi l’hai incontrato? Intendo, faccia a faccia? - - Così si può dire -.
Suo padre si mise le mani fra i capelli appoggiando i gomiti sulle gambe, ripetendo Non è possibile continuamente, come una nenia.
– Adesso, voglio rimanere qui, fino a che avrò tempo da vivere -.
Suo padre non rispose, ma si alzò e a passo svelto se ne andò.
Dopo un poco tornò Greta e i suoi genitori.
I genitori andarono a letto, Greta invece abbracciò Tracy, poi la prese per mano e andarono a letto.
To be contined…

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Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


[…]la prese per mano e andarono a letto.
Quella notte, Tracy fece un sogno diverso dal solito.
Sognò di essere circondata dal buio.
Non c’era un filo di luce. In mezzo a quel buio, però, riconobbe la sua sorellina morta.
Lei gli chiese: - Sei proprio decisa a consegnarti? -.
Tracy annuì, e restituì l'anello alla sorella, che lo prese e lo rimise in tasca.
– Allora credo che ci rincontreremo…- - Si - - Beh, allora sogni d’oro, e a presto! -.
Tutto svanì, e Tracy non sognò più niente per quella notte.
Lunedì tornarono a scuola, e Tracy disse ai suoi amici: - Domani non verrò a scuola, e neanche i giorni seguenti, perché stanotte mi consegnerò -.
Tutti la fissarono, scioccati.
Lucrezia balbettò: - Ma non puoi farlo! - - Si invece, non voglio che nessuno di voi si faccia del male, men che meno morire! - - Ci deve essere un altro modo, per salvare tutti noi, Shary e fermare quel mostro! - - Ci ho pensato, ma guardiamo la realtà, non esiste! -. Tutti guardarono in modo triste Tracy. Greta si girò e corse via. Tracy gli corse dietro. Sentì la campanella, ma continuò a correre.
Tanto, avrebbe perso tante altre lezioni oltre a quella, pensò.
Greta si fermò poco dopo, cercando di riprendere fiato. – Greta, non scappare! -.
A quelle parole, Greta si irrigidì e non mosse un muscolo, ma abbassò la testa e non si girò verso la sua amica. – Greta, devi cercare di capire. Lo faccio per voi! -.
Greta non rispose, così Tracy andò davanti a lei.
Stava piangendo! – N-non voglio perderti! Sei come una sorella, non voglio che tu muoia! - - Anche io non vorrei, ma devo. Preferisco morire io per tutti che voi per me. Non me lo perdonerei mai. - - MA IO NON MI PERDONO UGUALMENTE!!! –e scoppiò in singhiozzi.
– Perché non ti perdoni? - - Mi ero giurata di proteggerti e di volerti bene come ad una sorella, ed ora…-.
Tracy la abbracciò.
Anche Greta, che si aggrappò a lei.
In seguito non lo avrebbe dimenticato, quell’odore di cannella.
Non lo dimenticò mai.
Decisero di non andare a scuola quel giorno, e camminarono per la città.
Andarono al parco, nei negozi.
Andarono anche al lago.
Tracy si staccò la collana e la diede a Greta. – Così avrai sempre un pezzo di me. - - Senti, e se tu provassi a scappare? - - Come? - - Magari lo Slenderman ti mostra Shary, te la prendi e scappi via - -…ci potrei provare - - Ti prego, giurami che ci proverai - -Ok, ci proverò -.
Greta sorrise.
Presto arrivò la sera.
To be continued…

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Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


[…]Presto arrivò la sera.
Avevano trascorso tutto il tempo fuori.
Cenarono, giocarono ed andarono a letto.
Ma nessuna delle due dormì.
Arrivarono le 1:30. Si vestirono e scesero.
Quando aprirono la porta per uscire, trovarono tutti riuniti lì fuori.
– Cosa ci fate qui? – chiese Tracy, sorpresa.
– Siamo venuti per fare il tifo per te! – rispose Lucrezia.
– Scommetto che tra pochi giorni ti rivedremo spuntare con Shary, ed allora saprai quante preoccupazioni inutili ci avrai dato! – affermò Matteo.
Tracy si rivolse a Greta: - Li hai chiamati tu, vero? - - Beccata -.
Tracy abbracciò forte l’amica: - Grazie, sorella! -.
Si staccò.
Salutò tutti.
E si inoltrò verso gli alberi.
Verso le tenebre.
To be continued…(per la fine)

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Capitolo 23
*** Capitolo 23: La fine ***


[…]Verso le tenebre.
Nessuno la rivide più.
Il giorno dopo tornò Shary.
Quando incontrò gli altri, corse verso di loro piangendo.
Tutti gli chiesero di Tracy, ma lei non rispose.
Non rispose neppure in futuro, ma ogni volta che glielo si chiedeva, si metteva a piangere.
Greta era quella che stava peggio.
Andò in depressione.
Poi trovò un ragazzo, e riuscì a risollevarsi.
Si sposarono e fecero un bambino.
Greta da adulta non cambiò quasi per niente, se non per quell’aria da adulta, di chi ha visto fin troppo, e qualche piccola ruga.
Il bambino lo chiamarono Michael.
Ma una notte, Greta si svegliò.
Continuava ad avere incubi dove lo Slenderman uccideva Tracy.
Andò nella camera del bambino.
Era grande e spaziosa, con una grande finestra che si apriva su un bel verde prato, e offriva una bella vista sul mare.
La stanza era di colore blu cielo, con un armadio, un comodino, una sedia e una scrivania.
Il bambino stava dormendo tranquillamente.
Era così carino.
I pochi capelli biondi, gli occhioni grandi del colore del cielo chiusi da quelle delicate palpebre rosa.
Andò alla finestra e la aprì.
Tirava un bel venticello.
C’era anche una magnifica luna piena.
Inziò a sentirsi osservata, quindi si girò.
Dietro di lei c’era Tracy!
Aveva i vestiti sporchi e stracciati, i piedi nudi, ed era ricoperta di sangue.
Gli occhi non c’erano più, al suo posto solo due pozze oscure.
Sorrideva malignamente.
Greta si appoggiò al cornicione della finestra, spaventata. – Non è possibile..-.
Tracy continuò a guardare lei, poi il bambino, e infine lei.
Si mise a ridere e canticchiò: - Slenderman Slenderman, he won't let you say goodbye -.
Po guardò il piccolo e riprese: - Slenderman, Slenderman, YOU MUST CERTAINLY WILL DIE!! -.
Detto questo, scomparse.
Greta, ancora sconvolta, si girò verso la finestra e guardò fuori.
Lo Slenderman era lì sotto, vicinissimo, con Tracy al suo fianco.
Si tenevano la mano.
Greta capì che l’incubo non era ancora finito.

    FINE


-----------------------------------ANGOLO AUTRICE--------------------------------------
Ragazzi, sono felice di essere riuscita a finire questa storia. Spero vi sia piaciuta, io mi sono molto divertita mentre la scrivevo. A forza di immaginare tutte le scene, mi è venuta pure la fobia xD. Mi raccomando, recensite e fatemi sapere la vostra idea e magari anche qualche consiglio!!! :)
Bye Bye, e mi raccomando: ATTENTI A SLENDY, POTREBBE ESSERE PIù VICINO DI QUANTO PENSIATE!!!
"Non è detto che una cosa che non si vede non ci sia per forza" (cit.libro di cui nn ricordo il titolo xD)

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