Nothing scares me anymore.

di rightherewaiting
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We are golden. ***
Capitolo 2: *** Dogs and Barbie Girls. ***
Capitolo 3: *** Maybe not so straight. ***
Capitolo 4: *** Heart and Death. ***
Capitolo 5: *** Coffee order. ***
Capitolo 6: *** Movies quotes. ***
Capitolo 7: *** Funerals suck. ***
Capitolo 8: *** Hold me. ***
Capitolo 9: *** We'll see. ***
Capitolo 10: *** White demon love song. ***
Capitolo 11: *** A bump on the head. ***



Capitolo 1
*** We are golden. ***


 

Nothing scares me anymore.
1. We are golden

 

 

Ho sempre pensato di essere una di quelle persone a cui non importa molto di quello che dice la gente. Ma mi sbagliavo. È difficile fare finta di non sentire le parole che vengono sussurrate alle proprie spalle. È difficile fare finta di non vedere gli sguardi di disprezzo delle persone.

Le parole possono essere usate come scudo, per difendersi. Ma, la maggior parte delle volte, la forza per difendersi manca. E allora le parole diventano armi, che, taglienti più che mai, ti feriscono. Si continua a subire, incassando colpo dopo colpo e alla fine non se ne può più.

Dopo la morte di mia madre non ho più avuto il coraggio di tornare bambino. O forse sono state solo le circostanze a farmi maturare velocemente. Sono solo cresciuto più in fretta degli altri miei coetanei.. anche se ero piccolo sapevo già cosa voleva dire perdere una persona tanto importante. Sapevo già cosa voleva dire piangere per qualcuno che non può vedere le tue lacrime. A quell'età bisognerebbe vivere senza pensieri o preoccupazioni e mio padre aveva fatto di tutto perché fosse così. Ma non era colpa sua se io lo trovavo mentre piangeva di nascosto, soffocando i singhiozzi, per paura che lo potessi sentire.

Un anno fa se ne era andato anche lui, un infarto me lo aveva portato via. Mi ero appena trasferito a New York, per cercare di realizzare uno dei miei più grandi sogni. Avevo sempre amato fotografare, catturare un momento felice, un battito d'ali di una farfalla.. o anche cose stupide, come la scritta scolorita delle mie vecchie converse. E adesso mi ritrovo qui, nella città dove i sogni diventano realtà. Fin da piccolo tutti ti chiedono cosa ti piacerebbe fare da grande. Molti bambini hanno le idee un po' confuse.. chi vuole diventare poliziotto, chi pompiere. Sono quasi tutti mestieri da 'eroe'.. persone che a volte sacrificano anche la loro vita per gli altri. Io ero un po' meno ambizioso, ma comunque determinato. Mi aveva sempre affascinato fermare il tempo con un click. Le persone cambiano, no? Il passare del tempo le fa cambiare, le fa allontanare da te.. mentre le fotografie rimangono sempre così, non si modificano mai.

Proprio ora sto fissando una foto ingiallita dal tempo. Ci siamo io e mio padre che sorridiamo all'obiettivo, siamo seduti sul prato del giardino di casa nostra, sopra ad una coperta a quadretti bianchi e rossi. Stiamo giocando a prendere il tè. Quante cose sono cambiate da allora. È passato molto tempo. Ora lui non è più qui con me.. è lassù, da qualche parte.. forse mi sta guardando dal paradiso? E chi lo può sapere se esiste veramente, il paradiso? Non so più cosa pensare, in questo momento ho solo la vista annebbiata dalle lacrime e tante cose in testa.

Mi sto veramente stancando di perdere le persone a cui tengo di più. Perché le persone se ne vanno tutte prima o poi, anche se non dipende dalla loro volontà. Quindi ho semplicemente smesso di credere nella gente che promette di restare per sempre. È una promessa stupida, perché in ogni caso non potrà mai essere mantenuta.

 

Credo di poter andare avanti da solo, costruendomi attorno un muro impenetrabile, così che nessuno possa scalfirmi. Ma sono solo un illuso, ecco cosa sono. Perché nonostante tutto siamo esseri umani e in qualche modo, sentiamo il bisogno di avere qualcuno vicino. Ma ogni volta che mi domando se nella mia vita, in questo momento, c'è qualcuno che avrò sempre la certezza di avere accanto, la risposta è sempre la stessa, ed è negativa.

Prima mia madre, ora mio padre. Tutti gli amici del Glee non sono che un ricordo, dato che loro sono rimasti a Lima e io mi sono trasferito nella 'grande mela'. La verità è che mi sento maledettamente solo. Ma non sarei più potuto rimanere in un posto del genere, dove la gente ha una mentalità così chiusa e nessuno avrebbe mai accettato un adolescente omosessuale.


La verità è che non ho mai fatto finta di essere altre persone. Sono sempre stato me stesso.. non volevo cambiare per via di quello che pensavano gli altri. Semplicemente non ho mai pensato di essere sbagliato.. ero quello che ero, sono quel che sono.. se agli altri non va bene non sono io il problema. Questo tipo di mentalità mi ha sempre portato non pochi problemi, ma alla fine sono orgoglioso delle scelte che ho fatto. C'è voluto molto coraggio a lasciare Lima e a trasferirmi qui da solo. Bé, solo non è proprio la parola adatt-

“CAZZO! KURT AIUTAMI, DEVO TROVARE UN POSTO DOVE NASCONDERE I MIEI VIBRATORI”

Ecco, appunto. C'era un piccolo problema.. definirlo piccolo non era proprio giusto, anche perché lui era alto molto più di Kurt. In poche parole c'era questo grande problem-

“ODDIO, LI MANGERANNO TUTTI.. LI SCAMBIERANNO PER ORTAGGI, SARA' LA FINE!”

“SEBASTIAN MA SEI RINCOGLIONITO?!”

“Ehiii.. cucciolo, ho letto su nonciclopedia che agli alieni piacciono le zucchine.. tipo.. sai, perché sono verdi e secondo gli studiosi anche la loro pelle è di quel col- ma che poi gli alieni hanno la pelle?”

“Ma cambia spacciatore! E non chiamarmi cucciolo, cretino che non sei altro.”

Sebastian si affacciò alla porta della camera con un sopracciglio alzato e un'espressione confusa.

“Kurt.. stavi piangendo?”

Non ottenendo risposta Sebastian si sedette accanto a Kurt, sul letto. Scorse l'album delle fotografie e si lasciò scappare un sospiro.

“So come ti senti. Siamo entrambi lontani da casa, quindi è normale che ci manchi ogni tanto.. ma non siamo da soli, ci teniamo compagnia assieme, no?”

“Sì, è che.. vedi.. ogni tanto mi viene voglia di prendere un aereo e tornarmene a casa” continuò il più piccolo, tirando sul col naso “mi manca tutto quanto.. è vero che ci sei tu, ma non è la stessa cosa”

“Potrei ufficialmente ritenermi offeso, sai?”

“Lo sai anche tu che non dicevo in quel s-”

“È vero, lo so” lo interruppe l'altro “..dai, lasciamo perdere zucchine, alieni, ricordi malinconici e andiamo al TimeOut?”

“Non so, non mi sento in vena stasera.. poi oggi è sabato, chissà quanta gente ci sarà.” ci rifletté un attimo e poi aggiunse “però forse staccare un po' la spina non mi farebbe male, eh?”

“Esatto, dai, preparati che usciamo, ma non ci mettere trent'anni per fare la doccia”

“Okay, ce ne metterò solo venti” rispose l'altro, con il suo solito sarcasmo.

“Guarda che saremo costretti a farci la doccia assieme se non ti sbrighi!”

“Cinque minuti e sono pronto.”

Ecco, appunto.

 

 

 

*

 

 

 

“Seb, quanto cazzo hai bevuto?!” un Kurt piuttosto alterato, anche lui non del tutto sobrio, stava urlando contro il suo migliore amico, in un vano tentativo di sovrastare la musica del locale.

“Ma non tanto, qualche.. cosa? Guarda, ci sono le lucine verdi nel mio mojito!”

“Sei maggiorenne, adulto e vaccinato, queste sono le chiavi di casa, io vado a farmi un giro, qui dentro non si respira, ciao Seb!”

“Sei uno stronzo!”

Ma Kurt si era già dileguato, sparendo in mezzo alla folla.

Appena uscito dal locale, si concesse una boccata d'aria. Si mise a camminare a zonzo per la città. Nonostante si fosse trasferito lì ormai da qualche mese la bellezza di quel posto continuava lasciarlo senza fiato, giorno dopo giorno.

New York poteva benissimo diventare un'abitudine che non stancava mai, nonostante ci si vivesse ogni giorno della propria vita.

Si mise le cuffie e le collegò al cellulare, continuando a camminare.

 

 

teenage dreams in a teenage circus
running around like a clown on purpose
who gives a damn about the family you come from?
no givin' up when you’re young and you want some

 

sogni da teenager in un circo da teenager
girano intorno proprio come un clown
chissene fotte della famiglia da cui provieni
non arrenderti se vuoi qualcosa e sei giovane

 


Perché non importava quanto fosse stata incasinata la sua vita, fino a quel momento. Aveva un futuro davanti, era giovane, poteva farne qualsiasi cosa della sua vita, poteva costruirsi una carriera, poteva innamorarsi di nuovo, magari crearsi una famiglia.. sarebbe stato duro trovare la persona giusta. Se mai l'avesse trovata.

 

 

now I’m sitting alone
I’m finally looking around
left here on my own
I’m gonna hurt myself
maybe losing my mind

 

ora sono seduto da solo
finalmente mi sto guardando intorno
solo qui da solo
mi farò del male
forse perdendo la testa

 

 

Aveva deciso di lasciarsi tutto alle spalle.. Lima, il McKinley e il Glee. Gli mancavano, ma non aveva intenzione di tornare indietro. Quella città di provincia non era mai stata adatta per lui. Il suo abbigliamento e la sua voglia di vivere sarebbero stati sprecati in un posto del genere. E adesso? Era a New York da solo (o quasi): aveva conosciuto Sebastian e adesso erano diventati quasi come fratelli. Ce l'avrebbe fatta, in un modo o nell'altro.. non sarebbe stato facile.

 

 

we are not what you think we are
we are golden

 

non siamo ciò che pensate voi
siamo d'oro

 

 

Avevano sempre sfruttato qualsiasi motivo per prenderlo in giro. L'omosessualità, la voce non troppo maschile, i vestiti troppo poco.. 'da teenager', ma ora poteva finalmente essere libero di vivere la propria vita.


 

running around again
running around again

 

 

Con un sorriso da cretino, sentendosi passo dopo passo un po' più imbecille, si era trovato a fare delle giravolte con le braccia, trotterellando qua e là in giro per Central Park. Era anche un po' brillo. E chissene frega. Probabilmente nella sua vecchia città l'avrebbero già internato in una clinica psichiatrica, ma era a New York. E dove in ogni altra parte del mondo una cosa del genere sarebbe stata strana, lì era qualcosa che passava facilmente inosservato.

 

Con il fiatone, Kurt si era buttato a peso morto su una panchina. Aveva appallottolato le cuffie e se le era infilate senza cura nella tasca dei jeans. Tanto, anche se le avesse sistemate per bene, una volta tirate fuori, avrebbero lo stesso avuto dei nodi. Le domande esistenziali.. decise di non prestarci molta attenzione, anche perché forse da sobrio sarebbe anche riuscito a compiere un ragionamento decente, ma con l'alcol in corpo, non valeva la pena nemmeno provarci.

 

Poco più in là, un ragazzo stava passeggiando con tranquillità insieme al suo cane. Aveva i capelli scuri e ricci, portava in spalla la custodia di una chitarra e fumava silenziosamente una sigaretta. Assorto nei suoi pensieri, con lo sguardo puntato a terra, non prestava nemmeno molta attenzione al cane, che lo seguiva docilmente. Forse la scena in sé poteva essere estremamente banale, ma c'era qualcosa.. forse l'insieme dei colori.. che lo convinceva particolarmente, quindi tirò fuori dalla tracolla la macchina fotografica e, senza pensarci un attimo in più, scattò.

 

L'uomo si girò con un espressione interdetta, quasi incuriosita.

 

“Merda, il flash.”

 

 




Angolo dell' imbecille che ha osato scrivere questa immensa cagata autrice.

 

Io non lo so. Perché.. non lo so e basta AHAHAHAHAH okay.

Se state leggendo.. vi dico solo grazie, perché siete arrivati fino a qui :)

Non so cosa io stia scrivendo, " l'ispirazione ", se vogliamo chiamarla così, è venuta interamente da questa canzone (che amo, perché Mika è asdfghjk) presente anche nel capitolo.

Vi dico già da subito che non ho idea di quando scriverò, nè di quel che scriverò: ho le idee chiare insomma.

Spero di riuscire ad andare avanti con questa pseudo-storia.. perché mi è sempre piaciuto leggere e adesso mi sto divertendo anche a scrivere :)

Detto questo, vi vorrei lasciare il mio twitter, dove vi terrò aggiornati, dove mi potrete fare qualsiasi domanda e dove potrete sclerare insieme a me e a tutti i gleeks twitteriani! Yeee (?)

Vorrei chiedervi solamente un piccolo favore, anche solo mettendo la storia nelle seguite oppure lasciando una breve recensione mi fareste capire se vi è piaciuta oppure se vi fa schifo *va a piangere nell'angolino* AHAHAHAH

Addio, ♥




*Benedetta

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Dogs and Barbie Girls. ***


Nothing scares me anymore.
2. Dogs and Barbie Girls

 

 

 

 

Ecco, adesso cosa faccio?

Scusi, stavo fotografando il suo cane perché mi piacciono i cani e.. seriamente? Mi piacciono i cani? Ma che caz- no.

Scusi, ma sono un grande appassionato di moda e quei jeans che porta sono davvero, davvero bel- no.

Scusi, aveva un bel culo e quindi volevo farle un servizio fotografico molto dettagliato, per poi incorniciarlo e appenderlo in camera mia, assieme ai poster di Justin Timberlak- no, decisamente no.

 

“Io.. ehm.. scusi.” bella figura del cavolo.

L'altro mi si avvicinò con un sorriso a trentadue denti. Aveva anche il coraggio di prendermi per il culo? Bé.. magari letteralmente non mi sarebbe neanche dispiaciuto poi tanto.. l'idea del servizio fotografico al suo bel culo non era poi così tanto mal- basta, dovevo smetterla di pensare a certe cose. Tutta colpa di Sebastian che nonostante sapesse benissimo che non sarei mai stato in grado di reggere l'alcol se ne fregava altamente, portandomi in locali dove praticamente se non ti ubriacavi avevano quasi il coraggio di guardarti male.

Il mio flusso di pensieri senza senso venne improvvisamente interrotto dall'hobbit, che mi si avvicinò, staccando il guinzaglio e lasciando il cane libero di girovagare per il parco.

“Bé, non credevo di essere diventato già così famoso.” fece ad un tratto. La mia espressione confusa lo spinse a continuare.

“Suono due sere a settimana in un locale qui vicino.. non credevo che i paparazzi arrivassero così presto.. per la cronaca, il mio lato migliore è il destro.” disse il riccioluto, facendomi l'occhiolino.

“Io.. eh? No, scusa, ci deve essere un malint-”

“Stavo scherzando, tranquillo.”

Silenzio imbarazzante. Cosa dico? Forse dare una spiegazione sul perché lo stessi fotografando sarebbe stata una buona idea, tanto per cominciare.

“Io.. scusa per la foto, se vuoi la posso cancellare, è che sono un fotografo e.. non so, il tuo cane è davvero bello, come si chiama?”

Sviare il discorso. Sì.

“Non ti preoccupare per la foto, comunque trovo strano che a te interessi di più il nome del cane, piuttosto che il mio.”

Forse per il modo in cui lo disse, forse per il fatto che l'alcol mi aveva un po' mandato in panne il cervello, mi ritrovai a sorridere come un idiota.

“Piacere, mi chiamo Blaine.” disse, allungandomi la mano.

“Kurt.” risposi, stringendogliela.

 

Anche solo per quei pochi secondi in cui le nostre mani rimasero unite, sentii un brivido percorrermi su per la schiena e delle ghiandaie imitatrici nello stomaco. No, non delle farfalle, ma delle ghiandaie imitatrici. Comunque non ci diedi molto peso ed attribuii quella strana sensazione ai tre bicchieri di tequila che Sebastian mi aveva quasi obbligato a bere poco prima. Quando, inevitabilmente, le nostre mani si ritrovarono ad allontanarsi, incrociai il suo sguardo.

L'avessi mai fatto.

Il mare che si infrange nella sabbia bagnata, azzurro ed oro che si incontrano, ghiaccio e miele, le cascate del Niagara e le piramidi di Cheope.. neanche il cane che stava cagando nell'aiuola lì accanto avrebbe potuto rovinare un momento del genere. Mi ritrovai ad interrompere lo sguardo, dato che lo stavo fissando come un idiota.. e la situazione si stava facendo imbarazzante. E uno che aveva sorpreso Sebastian ad 'intrattenersi' con tre uomini contemporaneamente, se definiva una cosa imbarazzante, voleva dire che lo era per davvero.

Ora che l'avevo osservato da vicino, potevo riconoscere che era davvero un bel ragazzo. Basso eh, perché evidentemente quando Dio stava distribuendo l'altezza lui era fuori in giardino che faceva pupazzi di neve ad agosto, insieme a Gigi d'Alessio.. però era lo stesso guardabile.

Okay, dovevo ammetterlo, era decisamente più che guardabile.

I miei apprezzamenti sull'hobbit che avevo davanti vennero bruscamente interrotti da una suoneria alquanto inusuale..



I'm a barbie girl, in a barbie world,
life in plastic, it's fantastic!
you can brush my hair, undress me everywhere..


 

Mentre cercava di tirare fuori il cellulare dalla tasca dei jeans borbottò qualcosa come “Quel coglione deve avermi di nuovo cambiato suoneria..” e notai che le sue guance si tinsero di rosa, facendolo diventare ancora più adorabile. Io intanto mi ero lasciato scappare una risata.. d'altronde Barbie Girl non era proprio il genere di suoneria che immaginavo potesse avere.. non che io abbia idea di che tipo di persone metterebbero come suoneria quella canzone, però.. ecco.

 

imagination, life is your creation!
come on Barbie, let's go party!

 

Una volta che ebbe tirato fuori il cellulare, lesse il nome del mittente sullo schermo e roteò gli occhi, avvicinando il telefono all'orecchio e rispondendo malamente.

“Cosa c'è? Cos- come sarebbe a dire non l'abbiamo pagato?!”
 

Forse per lasciargli un minimo di privacy, visto che, da quanto avevo capito, la conversazione non doveva essere delle più tranquille, mi ero allontanato di qualche passo, raggiungendo il suo cane. Una volta inginocchiatomi avevo iniziato ad accarezzargli il pelo scuro, notando che era di una piacevole morbidezza. Sul collare rosso pendeva una piccola targhetta argentea, con inciso il suo nome, “Perry”. Mi ricordava molto il cane che avevo da piccolo; me lo aveva regalato papà per il mio undicesimo compleanno, dopo che avevo insistito tanto per avere un animale.

Era un terranova dal pelo nero.. l'avevo chiamato Quasimodo dopo aver visto il gobbo di Notre Dame.. nonostante fosse un animale, l'avevo sempre considerato quasi come un amico. Dato che gli altri bambini mi evitavano per il semplice fatto che preferivo prendere il tè piuttosto che giocare a calcio, non riuscivo mai a farmi delle grandi amicizie.. anzi, molto spesso mi ritrovavo da solo, essendo anche figlio unico.

Gli uomini generalmente seguono la ragione, mentre quasi tutti gli animali agiscono d'istinto. Ci sono persone che più interagiscono con gli uomini, crescendo, più si ritrovano ad odiare la società in cui vivono e più si ritrovano ad amare gli animali. Forse avevo sofferto tanto quando era morto proprio perché si era talmente avvicinato all'essere una persona per me, come un amico, che lo consideravo come tale. Quel cane in qualche modo mi era stato vicino.. mi ero affezionato a lui.

Gli animali mi avevano sempre affascinato tanto perché non chiedevano mai nulla in cambio -il fatto che non fossero in grado di parlare la mia lingua forse sarebbe stata una buona motivazione, ma chi conta ancora gli anni sulle dita delle mani non si interroga granché su quesiti del genere- e avrebbero sempre voluto bene alle persone, in modo completamente libero, originario ed immotivato.

 

Mi ero di nuovo ritrovato a viaggiare con la mente, come mi succedeva sempre quando ero un po' brillo (o forse semplicemente stanco) e non mi ero accorto che intanto Blaine aveva finito la chiamata e mi si era avvicinato.

“Hei, scusami.. io.. c'è stato un piccolo incidente a casa e dovrei andare a controllare.” fece, scompigliandosi i riccioli e sfoggiando uno di quei sorrisi che andavano da un orecchio all'altro. Appoggiò il cellulare sulla panchina lì accanto per abbassarsi e rimettere il guinzaglio al cane.

“Figurati, si è già fatto fin troppo tardi, dovrei anche io ritornare al mio appartamento.”

“Allora.. magari ci rivediamo eh? Ciao Kurt.”

“Ciao Blaine.” Addio, meraviglioso, sodo, sculettante, stupendo, culo di Blaine, aggiunsi mentalmente.

Si caricò in spalla la chitarra e se ne andò, ritornando a percorrere la strada in cui l'avevo immortalato poco tempo prima.

 

Mi sedetti sulla panchina.. ancora non avevo voglia di ritornare a casa, nonostante, come poco prima avevo detto a Blaine, fosse già passata mezzanotte. Usare il termine sedersi forse sarebbe stato poco appropriato, in quanto ero praticamente stravaccato sul ferro freddo, con una delle sbarre fastidiosamente conficcata nella schiena, ma poco importava.. ero talmente stanco che spostarmi e tornare ad una posizione decente sarebbe stato quasi impensabile, in quel momento.

Rimasi un po' lì.. forse ad aspettare qualcosa che non sarebbe mai arrivato.. per esempio un ascensore invisibile come quello di Willy Wonka o un tappeto volante, che mi avrebbero potuto comodamente riportare sul pianerottolo di casa.

Mi ritrovai a ripensare a quegli occhi dal colore indefinibile, sentendone quasi la mancanza, anche se in realtà li avevo visti per la prima volta solo qualche minuto prima. Pensai a quei riccioli scompigliati e alla naturalezza con la quale ci eravamo ritrovati a scambiare qualche parola.

Mi sentivo strano, stufo di qualsiasi cosa mi circondasse, ma felice.. rilassato e stanco.. il tutto allo stesso tempo. Le palpebre stavano incominciando a farsi pesanti e i pensieri sempre più sconnessi ed iniziai a pensare che forse era il caso di alzarmi e tornarmene all'appartamento, quando sentii una vibrazione proveniente da sotto la mia coscia e un suono.. come una musica ovattata..

 

I'm a barbie girl, in a barbie world,
life in plastic, it's fantastic!

 

Ma che caz- perfetto, Blaine si era dimenticato il cellulare sulla panchina.



Angolo dell' imbecille che ha osato scrivere questa immensa cagata autrice.

Sono qui? Sì.
Cosa ci faccio qui? AEHM, non lo so. 

Non so nemmeno come, ma a distanza di una settimana esatta (yee, mi stupisco di me stessa) eccomi qua, con il secondo capitolo.

Devo ringraziare davvero molto tutte le persone che hanno messo la storia fra le seguite, o hanno speso del tempo addirittura per recensirla.. è proprio grazie a voi che questa 'storia' sta prendendo forma.. è grazie a voi che sono andata avanti a scrivere :)

Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto.. non è niente di che.. comunque la canzone è questa.. dai, ammettetelo che l'avete riconosciuta AHAHAHAHAH :') Non so come mi sia venuta in mente.. dovevo pensare ad una suoneria imbarazzante (?) e bom.

Grazie mille in anticipo a quelle persone -se ci saranno- che mi faranno sapere cosa ne hanno pensato con una recensione, siete davvero asdfghjk (?) ♥ chi indovina che cosa non hanno pagato Blaine e il suo coinquilino vince un biscotto (?) OKAY AHAHAHAH 

Al prossimo capitolo, sempre non so come, né quando, né dove..

Un bacione 


*Benedetta

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Maybe not so straight. ***


Nothing scares me anymore.

3. Maybe not so straight

 

Il primo pensiero che attraversò la mente di Blaine, subito dopo aver scoperto che Nick si era dimenticato di pagare l'affitto, fu quello di insultarlo pesantemente. Molto pesantemente. E anche di prenderlo a calci in culo. Sì, insultarlo e anche prenderlo a calci.

 

La regola era una, semplice e chiara: un mese avrebbe pagato Blaine, un mese Nick.

 

La cosa che più lo faceva incazzare non era tanto il fatto in sé, ma ciò che ne conseguiva. Da quel che aveva capito, il padrone di casa aveva dato loro due settimane per trovare un altro appartamento, traslocare e non farsi più vedere.

 

Due settimane.

 

Da spararsi, cazzo!

 

E come se non bastasse, il suo carissimo amico, non era la prima volta che dimenticava l'affitto. Era alquanto noto che Nick non fosse un genio, anzi, probabilmente era anche più immaturo di Blaine, il che era tutto dire - visto che quest'ultimo aveva un'età cerebrale pari a quella di un bambino di cinque anni -, ma per una cosa importante come quella avrebbe almeno potuto impegnare i suoi tre neuroni, no?!

 

No, appunto.

 

Inoltre aveva dovuto dire addio a quegli occhi azzurri incontrati poco prima. Per una volta che a fotografarlo non era stato l'autovelox per eccesso di velocità, cazzarola!

 

Ma doveva correre a casa.. o meglio, la sua ex-casa, visto l'accaduto.. doveva cercare di rimediare al danno che il suo carissimo, imbecillissimo, amico, aveva fatto. Amico eh, perché era pur sempre suo amico.. ma sì, anche imbecille.. perché era imbecille, punto.

 

Forse, parlando civilmente con il proprietario dell'appartamento, avrebbe potuto cercare anche solo di aumentare di qualche giorno il limite entro il quale avrebbero dovuto levare le tende.

 

Certo che anche il padrone di casa però era stronzo, eh!

 

Era anche vero che quando erano andati ad abitare lì era stato molto chiaro riguardo le condizioni per poter vivere in quel condominio.. a Blaine sembrava di sentire ancora il brivido di puro terrore che lo aveva attraversato quando il proprietario gliele aveva praticamente urlate contro.. se non ricordava male erano qualcosa tipo..

 

  • se rompete qualcosa ve la riparate o ve la ricomprate, il tutto, ovviamente, di tasca vostra.

  • il pagamento dell'affitto deve essere puntuale come un orologio svizzero, chiaro?

  • niente chiasso.

  • se quello del piano di sotto si lamenta per il rumore dei tacchi, affaracci vostri, tanto io abito all'ultimo piano.. al massimo potrei lamentarmi del piccioni che cagano sul tetto.

  • niente pomiciate in ascensore o sulle scale, non siete animali in calore, siete persone.. abbiate almeno la decenza di arrivare al pianerottolo.

 

Per quanto riguarda le scarpe col tacco, non aveva ben capito perché glielo avesse detto.. era gay, non una drag queen.

 

 

 

 

*

 

 

Kurt si svegliò a causa dell'insistente suono della sveglia. Ancora mezzo rimbambito, si rese conto che era domenica.. non poteva essere la sveglia, quindi chiunque avesse avuto la malsana idea di chiamare a quell'ora avrebbe potuto benissimo aspettare.

 

Si strinse meglio al cuscino e cercò di riprendere son-

 

Un momento.. da quand'è che il letto è così spigoloso? E com'è che sta respirand-

 

“Sebastian, merda!”

 

L'altro, stordito da quell'urlo nell'orecchio, si tirò su non senza qualche fatica, facendo così cadere l'altro dal divano, ritrovandosi col culo per terra.

 

“Ahia, imbecille!”

 

Aveva aperto due volte la bocca, quella mattina. Entrambe le volte aveva detto una parolaccia. Quando il buongiorno si vede dal mattino, eh?

 

Gli avvenimenti della sera precedente cominciarono a farsi strada nella sua mente.

 

No, non aveva fatto proprio un bel niente con Sebastian, al solo pensiero gli veniva il voltastomaco.

 

Era solo tornato a casa, dopo aver trascorso la serata al TimeOut, ballando oscenamente e strusciandosi senza ritegno con qualcuno il cui nome non aveva la benché minima importanza.. e dopo aveva avuto quello strano incontro con quel ragazzo riccioluto.. il suo nome, invece, se lo ricordava eccome.. e aveva intenzione di non dimenticarsene.

 

Era rincasato, trovando Seb bellamente spaparanzato sul divano. Erano talmente stanchi che il tragitto salotto-camera da letto, era sembrato ad entrambi pari al valico delle Alpi per Annibale e i suoi elefanti, così si era sdraiato sull'amico, che era così sbronzo da non essersene nemmeno accorto.

 

Aveva sognato una chioma di capelli ricci e neri.

 

A proposito di quel Blaine.. lui aveva il suo cellulare, giusto?

 

Caffè. Aveva decisamente bisogno di un caffè. O anche due.

 

“Seb, non sei affatto comodo come materasso, lasciatelo dire.”

 

“E tu in qualità di coperta sei decisamente troppo pesante.. comunque, lo sai che parli mentre dormi?”

 

Kurt, intanto, si era avviato verso la cucina, continuando a parlare con l'amico, praticamente urlandogli le risposte.

 

“Ah, sì? E cosa dico?”

 

“Mah.. bo, più che parlare stavi canticchiando.. sei strano forte.”

 

“Hai bevuto troppo, io non parlo nel sonno, né tanto meno canto!”

 

“Forse ho bevuto davvero un po' troppo..” rispose l'altro, che l'aveva raggiunto in cucina.

 

“Dici?” disse l'altro, sarcastico “Al TimeOut ti sei solo scolato qualche decina di birre, fai te. Non oso immaginare come tu abbia trovato la strada per tornare a casa.”

 

“Ho un ottimo senso dell'orientamento Hummel, che tu ci creda o no.”

 

I due rimasero in silenzio per un po', mentre facevano colazione ai lati opposti del bancone della cucina. Non perché non fossero a proprio agio nello stare vicini - d'altronde avevano dormito uno sopra l'altro -, ma perché un anno prima, quando si erano ritrovati a vivere nello stesso appartamento, si erano seduti così. La prima mattina che avevano condiviso si erano ritrovati ai lati opposti del tavolo. Ora come ora, tutta quella distanza sembrava quasi ridicola, dato che avevano superato qualsiasi tipo di imbarazzo iniziale. Era un po' come una tradizione, per loro. Una di quelle cose stupide, anche inutili forse.. ma era un qualcosa che segnava la loro quotidianità. Senza bisogno di dirselo, si sedevano in quel modo, l'uno a tre metri di distanza dall'altro.

 

Questa era solo una delle tante cose che non avevano bisogno di essere ripetute ad alta voce.. come “chiudi il tappo del dentifricio” o “non andare in giro scalzo, lasci le impronte sul pavimento”.
 

Potevano sembrare stupide, ma quasi indispensabili per una convivenza pacifica.

 

Per la terza volta nel giro di qualche ora, i pensieri di Kurt vennero interrotti dalla suoneria del cellulare di Blaine.

 

Sebastian aggrottò la fronte perplesso e farfugliò qualcosa, con la bocca ancora piena di biscotti.

 

“Cofè?”

 

“Eh?”

 

“Cofè fto fuono?!”

 

“Calma! Allora, okay, hai presente quando avevo detto che sarei andato a fare un giro, fuori dal locale?”

 

“Fì, ma che caff-” un pezzo di biscotto gli era andato di traverso e incominciò a tossire.

 

“Bevi, cretino! Così ti strozzi, non si parla con la bocca piena!” disse Kurt, lanciandogli una bottiglietta d'acqua.

 

“Comunque, dicevo, dopo che sono uscito ho incontrato un ragazzo e ab-”

 

“Bel culo?” lo interruppe Sebastian, con la voce ancora un po' roca per la tosse.

 

“Certo che hai proprio la finezza di uno scaricatore di porto, eh!”

 

“Volevo solo sapere se aveva un bel culo, tutto qui, cucciolo.”

 

“NON CHIAMARMI CUCCIOLO. Comunque sì, aveva un bel culo.. stavo dicendo che ci siam-”

 

“Aaaah, allora hai dato una sbirciatina, eh?”

 

“SEBASTIAN SMYTHE, TAPPATI QUEL BUCO DI CULO CHE TI RITROVI COME BOCCA E LASCIAMI FINIRE!”

 

Il diretto interessato si tappò le orecchie per l'urlo che aveva appena tirato Kurt. Quando voleva una cosa la otteneva, punto. E mai, dico mai, far incazzare Kurt Hummel.

 

Mormorò qualcosa come “e menomale che ero io quello a cui hai dato dello scaricatore di porto” e si zittì, lasciando l'altro libero, finalmente, di continuare.


 

Quando ebbe finito di parlare, fece un cenno all'amico, come per esortarlo ad esprimere il proprio parere.

 

“Per come la vedo io, se ha un bel culo, vale la pena rispondere al telefono ..sicuramente sarà lui che sta chiamando, non trovando più il cellulare.. così glielo riporti e magari, per farti ringraziare, ti fai portare fuori a cena.. che genio che sono!” fece l'altro, complimentandosi addirittura con sé stesso.

 

Kurt ci pensò su un attimo.. da quand'è che dava retta ai piani malefici di Seb? Da mai, appunto. E poi era tutto troppo perfetto.. ci doveva essere sicuramente qualcosa che non andava..

 

Trovato.

 

“Seb, non so nemmeno se gioca per la nostra squadra.. ti ricordi cos'è successo quando ci hai provato con quel tassista etero? Ti voleva quasi denunciare!”

 

“Mapperfavore! Uno che chiama il cane con il cognome di Katy Perry e che ha Barbie Girl come suoneria ti sembra etero?! Okay.. avevi detto che era stato un suo amico, per fargli uno scherzo.. ma comunque ce la doveva aver salvata sul telefono, per poterla mettere, eh! Comunque, ti prego, non farmi ripensare a quello stronzo del tassista.”

 

Bé, effettivamente, adesso che ci pensava bene, non è che Blaine gli avesse dato proprio l'impressione di essere etero, anzi.. si ricordava male oppure gli aveva anche fatto un occhiolino?

 

Intanto Sebastian si era alzato, aveva preso il cellulare di Blaine, aveva sbloccato la tastiera e iniziato a ridere come un imbecille, indicando lo schermo.

 

“Si può sapere cos'hai da ridere tanto?”


“Ti prego, guarda, è o non è adorabile questo fantomatico Blaine?” disse, continuando a ridere.

 

Kurt, incuriosito, si era avvicinato all'amico, notando che sullo sfondo del cellulare c'era una foto di Matt Bomer.

 

E fin lì, poteva, tutto sommato, sembrare una cosa normale.

 

C'era una foto di Matt Bomer (probabilmente modificata con Paint.. da qualcuno le cui abilità artistiche dovevano decisamente lasciare a desiderare) e Blaine, abbracciati l'uno all'altro, in un prato color verde fosforescente.. circondati da fiori e arcobaleni. Il ragazzo riccioluto aveva un'espressione adorabile, cucciolosa.. in confronto i my little pony gli facevano una pippa.

 

Kurt si lasciò scappare una risata e Sebastian esordì con un “Etero, eh?”, in pieno stile Smythe.

 









Angolo dell'autrice.

Ehilà (?), spero che questo capitolo vi sia piaciuto.. finalmente si scopre l'identità del 'misterioso' coinquilino di Blaine! Ho scelto Nick perché amo Curt Mega alla follia.. e poco tempo fa  mi ha risposto su Twitter.. quindi.. yee (?)

E boh, non hanno pagato l'affitto. So che può sembrare esagerata la reazione del proprietario.. infatti lo è.. però.. sì, insomma, a me serviva che Blaine sloggiasse da quell'appartamento.. non vi dirò di più.. immaginazione, usate l'immaginazioneee (?) 

Spero che continuerete a seguire questa 'cosa'.. no, non la definirei propriamente una fanfiction.. è solo qualcosa (?)

Comunque scusatemi se non riesco a fare i tre punti.. ne faccio solo due, non mi piacciono tre. Fatemi pure internare, sono consapevole di essere strana!

Grazie mille per le recensioni, mi fa davvero un grande piacere leggerle e rispondere :) se avete qualunque domanda, dubbio, perplessità o anche solo curiosità.. se volete sapere qualche 'spoiler', potete lasciare una recensione e chiedermi tutto ciò che volete! :)

Detto questo mi dileguo, vado a studiare!

Un bacione 



*Benedetta




 

 

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Capitolo 4
*** Heart and Death. ***



Nothing scares me anymore.

4. Heart and Death



 


 

“Sebastian Smythe, se anche solo ti azzardi a pensare che quelle caramelle possano entrare nella nostra dispensa ti sbagli di grosso.”
 

“Dai, Kurtie, guardale, sembra che mi stiano implorando..” fece, sporgendo il labbro inferiore, cercando di essere il più convincente possibile.
 

Kurt, con uno sguardo tra lo scettico e lo scocciato, stava già per voltargli le spalle, quando Sebastian lo fermò puntandogli un indice al petto e prendendo in mano un pacchetto di caramelle.
 

Comprami, comprami, ti prego, comprami, sono a forma di orsacchiotto” esordì l'altro, con una voce simile a quella di un personaggio di un cartone animato.
 

La piccola scenetta non ebbe grande successo con Kurt, che lo guardava sempre più spazientito.
 

“Non posso lasciarle qui tutte sole!” sbottò allora, alzando il volume della voce e facendo girare qualche cliente.


Sembrava un bambino di quattro anni a cui è stato appena proibito di andare sulle giostre.
 

“Ma se poi le mangi equivale ad ucciderle, quindi se tieni veramente all'incolumità di quei poveri orsetti allora non comprarle!
 

Sebastian, fregandosene di ciò che aveva appena detto il suo coinquilino, le aveva già messe nel carrello, ignorando volutamente lo sguardo assassino lanciatogli dall'amico.
 

Due scaffali più avanti, Kurt notò lo scompartimento dei biscotti. La sua vendetta stava per essere messa in atto. Avanzò di qualche passo, avvistando quelli alla cannella che tanto facevano schifo a Seb e prese il pacchetto formato famiglia, grande quanto una casa.
 

3.. 2.. 1..
 

“Ma quelli lì fanno cagare, prendiamoli al cioccolato!”
 

Bingo.
 

Con il tono più serio che potesse essere usato per dire una cosa del genere e un sorriso soddisfatto in faccia, Kurt esordì con “Scegli: o le caramelle a forma di orso oppure i biscotti al cioccolato.”
 

In risposta ebbe qualcosa di molto simile ad un grugnito.


 


 

 

 

*

 

 


 


 

“Seb, tieni questa dannata borsa che non riesco a trovare le chiavi di casa!
 

“Kurt.”
 

“Mi scivola, prendila che devo aprire la porta!”
 

“Kurt.”


 

Notando la voce stranamente seria dell'amico, Kurt si girò con un espressione confusa, accorgendosi di qualcosa che non aveva notato prima. Lasciò cadere la borsa a terra con un suono secco, che si diffuse per tutte le scale del condominio. Si avvicinò lentamente a Sebastian, appoggiandogli una mano sulla spalla e iniziando a leggere il foglio appeso alla porta d'ingresso dell'appartamento di fianco al loro.

 

E' venuta a mancare all'affetto dei suoi cari

Marilyn Buckley 1932 – 2012

Addolorati, ne danno triste annuncio i figli Ellen e Jason.

I funerali si terranno il giorno 2 Dicembre.

 

 

Una lacrima silenziosa gli percorse la guancia. Ovviamente gli dispiaceva per la morte della signora Buckley, ma non stava piangendo per quello. Stava piangendo perché quel foglio attaccato alla porta gli riportava alla memoria quello di suo padre.

Della morte di sua madre, invece, non aveva alcun ricordo.. era successo quando era troppo piccolo per potersene ricordare.

Perché ci ricordiamo delle cose che ci sono successe, solo a partire da un certo punto della nostra vita? E' ingiusto.. quelli di cui non potremo mai ricordarci sono gli anni più belli. Sarebbe emozionante poter sapere chi è stata la prima voce che abbiamo udito quando siamo nati. Sarebbe fantastico poter ricordare la nostra prima parola, i nostri primi passi. I nostri genitori non li dimenticheranno mai.. e noi? Noi non possiamo fare altro che stare ad ascoltare i loro racconti.. il nostro primo dentino.. il nostro primo ciuccio.. il nostro primo compleanno.. il nostro primo taglio di capelli.

Morire è la cosa più ingiusta di sempre, ma allo stesso tempo non dovremmo esserne così sorpresi, no? Tutti sanno che prima o poi smetteremo di esistere. Ognuno di noi verrà ricordato nel cuore di chi ci vuole bene.. ma la nostra esistenza cesserà, nel momento in cui il nostro cuore smetterà di battere.


 

Il cuore.


 

Di fatto è un organo molto sensibile, importante, indispensabile. Da i suoi battiti dipende la nostra vita. In più, noi gli diamo un significato così profondo che non potremo mai considerarlo solo una semplice una pompa adibita ad un lavoro esclusivamente meccanico, anche se vitale. Dalle frasi 'mi hai spezzato il cuore' o 'mi fai battere forte il cuore' si può facilmente capire come un organo grande quanto un pugno sia arrivato ad assumere un significato così grande. Gli antichi, appena scoprirono la sua funzione vitale, lo soprannominarono come il padrone assoluto del corpo. Il cuore, di per sé, ha un funzionamento semplice, ma noi gli attribuiamo un grande fascino, in quanto scandisce senza interruzione tutto il corso della nostra vita.

La vita è tanto inaspettata quanto la morte. Ogni giorno, nel mondo, nascerà qualcuno.. così come ogni giorno, nel mondo, morirà qualcuno. La vita è un dono, ma è anche un mistero.. queste parole ricordavano a Kurt la scritta stampata dietro alla fotografia di suo padre, che teneva sul comodino. L'aveva riletta così tante volte che riusciva a ricordarsela a memoria..

 


 

..la vita è un mistero. La morte è la chiave che lo svela. Come tu giri quella chiave scompari nel mistero per sempre”.

Dobbiamo aspettare di morire per girare quella chiave?”

No, puoi girarla subito attraverso il silenzio e scomparendo nel mistero, diventare radioso pure tu”.

Il silenzio è il linguaggio dell'amore.


 

 

Passarono alcuni minuti così, senza parlare. Non c'era bisogno di dire che erano dispiaciuti.. entrambi sapevano che era così che doveva andare. Nelle loro menti viaggiavano pensieri diversi.. frasi che non avevano bisogno di essere dette per poter essere comprese. Ma, ovviamente, Sebastian non riuscì a tenere la bocca chiusa, rompendo quel silenzio che, secondo lui, stava durando fin troppo.
 

“Ci avevo scambiato due parole appena qualche giorno fa..”
 

“Era una vecchietta piuttosto simpatica..”
 

“Quando andavo a casa sua mi chiedeva di bagnarle la peonia che era sistemata troppo in alto perché potesse raggiungerla.”
 

“Sei alto quanto una gru.. chi chiamare se non te?”
 

Si scambiarono un sorriso e rientrarono nel loro appartamento, con la consapevolezza che un giorno, presto o tardi, sarebbero scomparsi anche loro, girando un'ipotetica chiave e scomparendo nel mistero, per sempre.


 


 

 

 

*

 

 


 

“Blaine, sei sicuro che sia il caso di impacchettare già tutto?”
 

“Ho provato a parlare con il proprietario.. ma è irremovibile.. non so cosa dire.”
 

Dopo essere tornato a casa, dopo aver riempito il povero Nick di insulti e dopo averlo preso a calci (Blaine Anderson era un ragazzo di parola.. una volta detta una cosa, o anche solo pensata, la faceva) era andato a cercare di far ragionare il proprietario dell'appartamento, ma non c'era stato verso di fargli cambiare idea. A quanto pare, anche lui era un uomo di parola.
 

“Scusa.. io.. non so proprio come ho fatto a dimenticarmene di nuovo! Sono un cretino.. ti prego, però non prendermi più a calci in culo, ieri mi sono guardato allo specchio e avevo i lividi!”
 

“Senti, Nick, sei stato più che utile come sacco da boxe temporaneo, ma preferisco tornare ad usare quelli veri.. tu hai un po' troppe ossa, potrei farmi male anch'io.. invece i sacchi classici sono piuttosto confortevoli.. attutiscono meglio i colpi.”
 

L'altro si lasciò scappare una risata. Fra di loro era così.. potevano anche litigare, ma non riuscivano a tenersi il muso per più di qualche giorno. E fingere di essere davvero arrabbiati era pressoché inutile, anche perché sapevano fin dal principio che alla fine avrebbero fatto pace, in un modo o nell'altro. L'unica volta in cui Blaine si era veramente incazzato era stata quando il coinquilino aveva rovesciato per sbaglio del caffè sul pianoforte. Blaine non era uno che perdeva facilmente le staffe, anzi, aveva molta pazienza.. per sopravvivere con Nick era necessario essere pazienti. Ma se c'era una cosa che considerava sacra, quella era la musica.. e a ruota, ovviamente, tutti i suoi strumenti musicali.

Non si erano parlati per una settimana. Non sentire Blaine parlare era stato quasi innaturale, anche perché, se ne fosse stato capace, avrebbe continuato a blaterare anche da morto. Nick si era fatto perdonare regalandogli un mini-pianoforte, giustificandosi col fatto che quelli grandi costavano troppo per le sue tasche. Blaine avrebbe benissimo potuto permettersi un nuovo piano, anche perché proveniva da una famiglia più che benestante, solo che l'amico voleva farsi perdonare.. e l'aura di silenzio che circondava il suo coinquilino stava cominciando a farsi preoccupante.
 

“Ascolta, Nick.. io in questi giorni dovrei riuscire a trovare il tempo per cercare qualche appartamento.. anche perché l'esame di questo semestre ormai l'ho dato.. quindi non devo studiare molto.. e fino a giovedì non ho serate al locale. Tu come sei messo?”
 

“Anche io ho tempo, dovremmo riuscire a farcela.. abbiamo due settimane.”


 

 

 

I due coinquilini, nei successivi giorni, si diedero da fare per la ricerca dell'appartamento. Se uno dei due andava in giro per cercare qualche annuncio o visitare qualche appartamento, l'altro rimaneva a casa a impacchettare la roba. Da due giorni a quella parte vivevano tra scatoloni e contenitori di ogni tipo. Avevano lasciato fuori solo le cose indispensabili.. tutti i libri erano stati ritirati e Perry usava uno scompartimento della libreria a mo' di cuccia temporanea.

Le richieste per l'abitazione alla fine non erano nemmeno molte.. non doveva essere troppo distante dall'Università, avere minimo due camere da letto, un bagno, cucina e soggiorno, possibilmente non doveva essere infestato da fantasmi e per il proprietario non doveva essere un problema il cane. Fosse stato un chihuahua avrebbe anche potuto spacciarlo per un peluche di quelli che scodinzolano e abbaiano, ma un terranova di quella stazza non passava facilmente inosservato.

Quell'appartamento era troppo piccolo, in quello non c'era abbastanza luce, in quell'altro ancora non accettavano animali di nessun tipo, eccetto criceti e canarini. Non era facile.

In mezzo a tutto quel trambusto, Blaine aveva anche perso il cellulare, quindi era ancora più difficile contattare eventuali proprietari o tenersi in contatto con Nick, per sapere di qualche novità.

Aveva provato a cercare in giro per tutta la casa, ma del suo cellulare nemmeno la più piccola traccia. Quando aveva chiamato l'ultima volta, un giorno prima, suonava, quindi voleva dire che almeno era salvo.. non era stato schiacciato da un auto o non era rotto, quindi c'era una possibilità che fosse ancora recuperabile.

Quella sera Blaine si stravaccò sul divano con addosso una stanchezza non discutibile. Era stato in giro tutto il giorno e si sentiva come se l'avesse investito un camion. Pensò anche che tra poco tempo si sarebbe scaricata la batteria del cellulare, quindi, con l'ultimo briciolo di energia che gli era rimasta, decise di tentare un'ultima volta. D'altronde, cosa gli costava provare? Digitò il suo numero sul cellulare di Nick e attese. Non gli era comunque rimasta molta speranza.. dato che ormai aveva perso il conto di quante volte avesse chiamato, senza avere alcuna risposta.


 

Uno squillo.

Due squilli.

Tre squilli.

Quattro sq-


 

“Pronto?”

“Oddio, finalmente qualcuno ha risposto!”

“Blaine?”

“Come fai a sapere il mio nome?”

“Sono..” l'altro si interruppe qualche secondo per poi continuare “sono.. ehm.. Kurt.”

“Kurt!”

“Sì, sono io.”

“Che.. come..?”

“Oh, giusto, ecco, io.. l'altra sera avevi dimenticato il tuo cellulare sulla panchina e.. ho deciso di prenderlo.. magari qualcuno, trovandolo, l'avrebbe rubato.. oppure sarebbe andato perso.. quindi..”

“Grazie! Davvero, grazie, è una delle poche buone notizie della giornata!”

“Io.. figurati, dovere. Ecco, se magari mi dici dove abiti potrei portartelo.. oppure se preferisci ci incontriamo da qualche part-”

“No, non disturbarti! Davvero, sei già stato gentilissimo a prenderti la briga di portarlo con te. Me lo vengo io a riprendere, davvero, nessun problema.”

“Va bene.. cioè, se per te va bene così.. ecco, ti do il mio indirizzo così lo recuperi, okay?”

“Perfetto.” rispose sinceramente Blaine, con entusiasmo. Non era felice solo perché aveva ritrovato il cellulare. Anzi, la sua felicità era dovuta soprattutto al fatto che non l'aveva trovato una persona qualsiasi.. ma.. occhi azzurri.. Kurt.

“Bene, abito in un condominio al 950 sulla 3rd Avenue, il quartiere è SoHo.. suona al quarto piano.”

“Oh, non è neanche troppo distante da qui.. meglio così. Ehm.. per te quando sarebbe comodo?”

“Qualsiasi giorno va bene.. fai te!”

“Domani pomeriggio?”

“Domani pomeriggio.”

“Allora a domani.. ehm.. Kurt?

“Mh?”

“Grazie mille ancora!”

Riattaccò con un sorriso che andava da una parte all'altra della faccia e, con il cuore un po' più leggero, si concesse, finalmente, una meritata dormita.










Angolo dell'autrice.


Heilà (?) Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! C
redetemi, mi dispiace davvero per la signora Buckley, ma spero che ci arriviate da soli a capire il perché di questa morte improvvisa (?)

Allora.. la prima parte al spermercato è di una demenzialità che va oltre ogni limite.. ma diciamolo proprio fuori dai denti, tutti i tre capitoli precedenti erano senza senso, quindi almeno sono coerente, no? La scritta dietro alla foto di Burt non è di mia invenzione (?), l'ho copiata tale e quale da quella che ho dietro la foto del mio, di papà, quindi non l'ho scritta io, anche perché non ne sarei mai stata in grado ahah :)

Vorrei ringraziare tutti coloro che seguono questa 'cosa', vi chiedo sempre se avete voglia di lasciarmi una recensione, anche solo due righe per farmi capire se vi piace oppure scrivetemi pure 'ritirati, questa cosa fa schifo' e io la smetterò di tormentarvi, così come ho iniziato :')

Vi saluto, alla prossima! 



*Benedetta
 


 

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Capitolo 5
*** Coffee order. ***






Nothing scares me anymore.


5. 
Coffee order


 

 







 

 

 

 

 

Quella mattina, Kurt si svegliò a causa di qualche raggio di sole che filtrava già dalle tapparelle. Facendo leva con un braccio, raggiunse il cellulare, appoggiato sul comodino. Sbloccò lo schermo e dovette ridurre gli occhi a due fessure, per il fastidio causato da quella luce troppo forte. Stropicciò gli occhi e mise a fuoco, leggendo l'ora: erano le sette meno dieci.. tra qualche paio di minuti si sarebbe dovuto alzare per andare a lavoro, quindi decise di rimanere sotto le coperte, godendosi ancora un po' il calore del piumone direttamente sulla pelle. Era ormai da qualche anno che non usava più il pigiama, non sapeva nemmeno lui perché.. forse per pigrizia? Sta di fatto che quella di andare a dormire in mutande era diventata un'abitudine. Strana, sì, ma pur sempre un'abitudine. Non importava quanto freddo potesse fare, al massimo avrebbe messo qualche coperta in più.

Qualche istante dopo si alzò, ormai ben sveglio, per dirigersi in bagno. Dopo essersi dato una sistemata, attraversò il corridoio e una volta aperta la porta della cucina si ritrovò davanti un ragazzo biondo, girato di schiena.. senza maglietta.

Sempre la solita storia. Sebastian rimorchiava qualcuno, se lo portava a casa, ci andava a letto e poi, la mattina dopo, toccava a lui sbatterlo fuori malamente. La prima volta che era successo di ritrovarsi uno sconosciuto in giro per casa, a Kurt era quasi venuto un infarto dallo spavento. Se non fosse intervenuto Sebastian, quel povero malcapitato, come minimo ci avrebbe rimesso qualche osso. Ormai si era abituato alla solita routine, non ci faceva nemmeno più caso.

 

“Kevin, Tyler, Luke, Mark, Jonathan, Robert, Logan, Dean o James?”

 

L'altro, preso alla sprovvista, fece rovesciare il caffè che stava bevendo, alzandosi velocemente dalla sedia, come se improvvisamente si fosse fatta incandescente.

 

“Oddio! Sei il suo ragazzo, vero?! Te lo giuro, non sapevo che fosse fidanz-”

 

Ma il biondino si interruppe, vedendo l'altro che praticamente si era piegato in due dal ridere, guardandolo con una faccia stupita, ancora un po' spaventata però. Quando Kurt finì di ridere gli rivolse un sorriso gentile e il ragazzo si poté finalmente calmare.

 

“Scusa, cioè, mi dispiace per essere scoppiato a ridere in quel modo, solo che l'idea di Seb fidanzato è davvero, davvero esilarante.”

 

L'altro, sentendo quelle parole, si rilassò visibilmente. Però Kurt non notò che, qualche momento dopo, la sua espressione era cambiata, diventando anche un po' delusa.

 

“Comunque mi chiamo Kurt e no, non sono il suo ragazzo, solo un amico e coinquilino, ecco cosa ci faccio qui.”

 

“Oh.. piacere, Kyle.” fece l'altro, stringendogli la mano.

 

I due si sorrisero e ripresero a fare quello che stavano facendo. Kurt prese una tazza di caffè e qualche biscotto, mentre il biondino si rimise a sedere. Dopo qualche istante Kurt riprese a parlare, sbuffando.

 

“Che palle, non ne avevo azzeccato nemmeno uno.”

 

Lo faceva tutte le volte. Era un gioco, per lui.. cercava di indovinare il nome del ragazzo che Seb si portava a casa. Dieci punti se, nella lista di nomi, era presente quello giusto. Sei punti se una delle iniziali dei nomi era giusta e zero se cannava di brutto. Oggi aveva totalizzato sei punti. Sebastian gli doveva sei dollari. Era questa la condizione che aveva dovuto imporre al suo coinquilino, per poter portarsi a casa chi voleva.

 

In quel momento, la testa del diretto interessato fece capolino dalla porta. Sebastian mimò a Kurt di far sloggiare il ragazzo seduto in cucina, ma l'amico, che si sentiva un po' in colpa per aver fatto prendere un colpo a Kyle, fece finta di non capire cosa gli stesse dicendo.

 

“Ma guarda un po' chi c'è! Buongiorno, bell'addormentato.”

 

“Che stronzo che sei, Hummel.” rispose l'altro, scorbutico.

 

Kyle, che dava le spalle alla porta, non si era accorto dell'arrivo di Sebastian, quindi si girò e arrossì, salutandolo con un appena sussurrato 'ciao'.

 

Kurt, con un sorriso soddisfatto, pensò bene di scappare, letteralmente, dalla cucina, guadagnandosi un'occhiata in cagnesco dal coinquilino. Si diresse in camera, dove rifece il letto, si vestì per andare a lavoro e prese la tracolla con la macchina fotografica e i vari obiettivi al suo interno. Mentre attraversava il corridoio per uscire dall'appartamento, non si accorse del braccio che sporgeva dalla porta della cucina, così si beccò un ceffone dritto in testa e, imprecando contro Sebastian, riuscì, finalmente, ad uscire di casa.

 

Se lo meritava. Nonostante tutto, Kyle (o qualsiasi altro ragazzo di turno), aveva pur sempre un cuore. Almeno la colazione poteva offrirgliela, no? Invece, quasi tutte le volte, praticamente li faceva uscire con la forza da casa, trattandoli malissimo. O, peggio ancora, riservava l'onore a Kurt.. che era comunque abbastanza dispiaciuto per quei poveri ragazzi.

 

Tra l'altro, Kyle sembrava abbastanza simpatico, quindi quella era una perfetta vendetta per aver finito il suo bagnoschiuma alla vaniglia. E poi prendersi gioco di Seb era uno dei suoi passatempi preferiti.

 

Una volta scese le scale, Kurt arrivò in garage, si mise il casco e prese le chiavi della sua motocicletta. Davvero un numero ristretto di newyorkesi era in possesso di un'auto o di una moto.. nonostante questo c'era un sovraffollamento tale da non ridurre nemmeno poi tanto il traffico. Lui, invece, aveva sia auto che moto. Quando poteva, voleva viaggiare per conto suo, senza usare mezzi pubblici maleodoranti o infestati di insetti. E poi, la passione per i motori, era una di quelle cose che gli erano state tramandate da suo padre, quindi non ci avrebbe mai e poi mai rinunciato.

Sfrecciava per le strade della città che non dorme mai, già molto trafficata alle prime ore del mattino. Si stava dirigendo in ufficio, pronto per un altro servizio fotografico, quando scattò il semaforo rosso e si dovette fermare. Un'orda di persone stava attraversando la strada, pronta per un altro giorno di lavoro, di scuola o di svago. Fra tutte quelle, un anziano signore che portava al guinzaglio un cane nero, attirò la sua attenzione.

Quel cane gli ricordava tanto.. Perry. Improvvisamente, si ricordò della telefonata della sera prima. Quel pomeriggio sarebbe dovuto passare Blaine a riprendersi il cellulare! Scattò il verde e con un sorriso, invisibile ai passanti per colpa del casco, accelerò, imponendosi di arrivare velocemente a lavoro, così che, quel pomeriggio, sarebbe potuto tornare a casa il più velocemente possibile, per poter incontrare nuovamente quel ragazzo conosciuto casualmente un paio di giorni prima.

 

 

*

 

 

Un altro scatto e giuro che non ce la faccio più.

 

Kurt, quel giorno, aveva avuto un ingaggio come fotografo ad una sfilata di moda, cosa che si stava rivelando più che stancante. Nonostante lui fosse sempre stato un appassionato, se avesse visto anche solo un'altra borsa di Louis Vuitton l'avrebbe scaraventata giù da quel palazzo. Tra l'altro, soffriva anche di vertigini.. quindi non era il massimo trovarsi al diciannovesimo piano. Durante la pausa, aveva provato ad avvicinarsi ad una finestra per prendere una boccata d'aria, ma si era dovuto subito tirare indietro, dopo aver visto la distanza che lo separava dalla terraferma.


Tutto sommato si era anche divertito, amava il suo lavoro. In alcune occasioni come quella, era anche circondato da personaggi rilevanti, famosi.. ma non ne poteva davvero più. Aveva scattato centinaia e centinaia di foto, ininterrottamente. Gli era venuto anche un mal di schiena assurdo, dato che era in piedi da ore, intento a portare a termine il suo lavoro al meglio.


Secondo ciò che aveva detto il suo capo, per le tre doveva essere finito tutto l'ambaradan. Erano le quattro meno venti. Non voleva fare tardi, dato che sarebbe dovuto passare Blaine.


Al limite se avesse fatto tardi c'era a casa Seb, poteva aprire lui.


No. E' fuori discussione che Sebastian e Blaine abbiano qualsiasi tipo di interazione in mia assenza.


Uno scatto.

 

Sebastian gli racconterà di quando mi sono cadute le mutande stese sul balcone e sono dovuto andare a recuperarle in strada.

 

Un altro scatto.

 

Mi sputtanerà, si vendicherà per la faccenda di Kyle, questo è più che sicuro, oddio, no, ti prego, no.

 

Un altro scatto ancora.

 

Lo incastrerà, non lo farà uscire fino a quando non sarò tornato e, nel momento in cui metterò piede in casa, Blaine mi guarderà con una faccia schifata, a causa di tutte le cos-


“Signore e signori, sono stato davvero onorato di aver potuto presentare questa sfilata, ahimè ormai giunta a termine.”

 

Ahimè un cazzo, finalmente posso uscire da questo dannatissimo grattacielo e tornarmene a casa.

 

 

 

 

*

 

 

 

Una volta piombato in casa, aveva subito chiesto a Sebastian se Blaine fosse già passato. Ottenuta la risposta, fortunatamente negativa, si era letteralmente buttato all'interno della doccia. Dopo una giornata come quella, tutto ciò di cui aveva bisogno, era la piacevole sensazione dell'acqua bollente che scorreva sul corpo. Era proprio sotto la doccia che provava i suoi discorsi per la vittoria del suo primo IPA*, era sotto la doccia che progettava i suoi piani per la pace nel mondo.. era sotto la doccia che pensava a quanto la vita fosse piena di opportunità per portare a term-

 

Ding dong.

 

No. Quello non era il campanello, vero? Oddio. E adesso come cazzo faccio?!

 

Non seppe esattamente quanto tempo ci mise.. ma uscì dalla doccia, si infilò la prima cosa che gli capitò a tiro dopo essersi asciugato velocemente e piombò in salotto con il fiatone. Altro che Usain Bolt, pff.


Tutto a un tratto.. Blaine. Sul divano di casa sua.


In quel momento, il ragazzo si girò, sentendo dei passi dietro di lui, sfoggiando uno dei più bei sorrisi che avesse mai visto.


“Ehi! Ciao Kurt!” disse con entusiasmo.


“C-ciao! Ehm.. come va? Il.. il cellulare te l'ha già dato Sebastian?” Dio, perché devo balbettare così?! Kurt, datti una svegliata.


“Tutto bene! Sì, certo, grazie mille ancora!”


“Figurati.. vuoi.. vuoi un caffè, un tè, succo, qualche cosa?” Qualche cosa, sul serio? Kurt, sei imbecille, cosa vuoi che beva, l'acqua del cesso? Lui è così.. perfetto e oddio, lo sto fissando come uno scemo, vero?


“Un caffè andrà benissimo!”

 

“Dio, devo allontanarmi di almeno due isolati, altrimenti da qui a momenti rischio di affogare in mezzo a glitter, arcobaleni e unicorni. E.. Kurt, io e te dobbiamo ancora fare un certo discorsino riguardo stamattina. Ciao Blaine, un vero piacere! Sono sicuro che ci rivedremo presto. Usate il preservativo, mi raccomando!” Brutto figlio di.. Sebastian, cazzo! Ma dico io, non poteva starsene zitto per una buona volta?!


E così Seb se ne uscì sbattendo la porta, con un fare quasi teatrale.


Kurt e Blaine si girarono contemporaneamente l'uno verso l'altro. Blaine, sconvolto, con un'espressione tra il divertito e lo scandalizzato; Kurt che invece non sapeva se buttarsi dalla finestra o se scavarsi una buca nel parquet, per poi auto-seppellirsi al suo interno. Ci fu qualche istante in cui rimasero così, senza dire nulla.. certo che Sebastian se lo sarebbe potuto risparmiare eh.. comunque, il primo a parlare fu Blaine.


“Quindi.. lui, non.. non è il tuo fidanzato?” chiese con un sopracciglio alzato, confuso.


“Come?! No, no, no, assolutamente no. È solo il mio coinquilino.. e anche un mio amico.. sai, non è sempre così insopportabile. E.. non stare a sentire quello che dice, parla solo per dare aria alla bocca.”

 

“Okay, certo.. ho capito, bene.. ehm.. allora, quel caffè?” disse il moro con un sorriso.

 

“Certo, vieni con me. Grazie per essere passato tu a riprenderti il cellulare, comunque.”

 

I due si diressero in cucina, dove Blaine prese posto su uno sgabello, e continuarono a chiacchierare.

 

“Non ti preoccupare, tanto in questi ultimi giorni sono sempre in giro.. hai presente l'altra sera, quando sono praticamente dovuto scappare dopo quella chiamata?”

 

Kurt annuì.


“Ecco, non ti starò qui a spiegare tutta la storia, ma in poche parole il padrone di casa ci ha sbattuto fuori, dato che Nick si è dimenticato di pagare l'affitto.. e stiamo cercando un appartamento.”

 

“Oh! Mi dispiace davvero.. ma.. ehm, chi sarebbe Nick..?”

 

“Coinquilino e amico imbecille, abbiamo qualcosa in comune!”

 

“Capito.” rispose Kurt con un sorriso, per poi continuare “Allora, io di solito il caffè lo prendo ristretto, per te come lo faccio?”

 

“Mh, mi piace prenderlo lungo.”

 

Momento di silenzio.
Imbarazzo.
Sgomento.













Angolo dell'autrice.


*IPA: International Photography Award, esiste veramente.


Ciao a tutti! Prima cosa: grazie, grazie, grazie, grazie, grazie mille a coloro che continuano a seguire questa storia! Siete fantastici! :)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.. ecco, il finale è un tantino demenziale, ma amen, dai AHAHAHAH :')

Vi starete chiedendo chi è questo fantomatico Kyle.. bé, è lui, io lo amo, vi dico solo questo. 
Una cosa importante: ho creato un profilo fake di Facebook, aggiungetemi, ogni tanto lì faccio sapere qualcosa anche di inerente alla fanfiction! 
Comunque, so che magari i capitoli non sono lunghissimi.. ma preferisco scrivere poco, ma ogni settimana, piuttosto che aggiungere un capitolo lungo, una volta al mese.. essendo io, prima che autrice, soprattutto una lettrice, so che è davvero 'brutto' quando si legge un capitolo e non si ricorda cosa è successo in quello precedente, talmente tanti sono i giorni passati fra un aggiornamento e l'altro! :)
Spero condividiate questa opinione! :) 
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia (almeno, finora) lasciandomi una recensione, così posso sapere se continuare o meno! :) 
Hasta luego! :)




*Benedetta

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Capitolo 6
*** Movies quotes. ***




Nothing scares me anymore.


6. Movies quotes




 





 

Una volta finito di bere il caffè, lungo per Blaine e ristretto per Kurt, i due ragazzi si spostarono in salotto, sedendosi sul divano. Continuarono a parlare del più e del meno.. Kurt che si lamentava degli stupidissimi scherzi di Sebastian e Blaine che faceva lo stesso con Nick. Si ritrovarono più volte a ridere proprio come fanno due amici di vecchia data, neanche loro rendendosi conto di come riuscissero ad andare così d'accordo. Avevano una chimica invidiabile a molti: superato l'imbarazzo iniziale, avevano cominciato a chiacchierare, così scoprendo di essere entrambi originari dell'Ohio.. ognuno dei due, dentro di sé, si chiedeva perché cavolo non si fossero incontrati prima.


Ma si sa, che quando ci si diverte, il tempo sembra passare davvero troppo velocemente. Kurt ricordava di quando era un liceale.. durante le ore di letteratura, le più odiate dal ragazzo, guardava l'orologio appeso al muro, aspettava cinque minuti, alzava la testa e ne erano passati appena due. Ebbe come un deja vu, quando guardò l'orologio sistemato di fronte alla libreria.. ma quella volta altro che due minuti, erano ormai passate tre ore.

 

“-ndo siamo andati in montagna, ci siamo fermati in una baita per pranzare.. Nick ha fatto per spostarsi un po' più in là, trascinando le chiappe sulla panca.. le schegge del legno sono passate dal tessuto dei pantaloni e se ne è ritrovate una decina conficcate nel culo! E poi indovina chi gliele ha dovute togliere, armandosi di pinzetta per sopracciglia?! Dio, che schifo..” il moro si interruppe con un'espressione confusa dipinta in volto e poi riprese “Kurt, perché fai quella faccia? Sì, okay, ha fatto un po' schifo, però Nick lo conosco da tanto tempo, alla fine siamo ami-”


“Blaine, guarda che ore sono.” fece, indicando l'orologio appeso alla parete alle spalle del riccio.

 

Il ragazzo girò il collo quanto bastava per leggere l'ora, per poi ritornare a guardare Kurt, con un'espressione a dir poco basita.


I due non si erano nemmeno accorti che il sole era tramontato da un pezzo. Avevano cominciato a parlare, non si erano fermati un attimo.. e ora si ritrovavano esterrefatti nel guardare le lancette dell'orologio, che segnavano un orario ben diverso da quello che si sarebbero aspettati.


“Non.. non credevo che fossero già le sette e mezza! Il tempo è volato.. forse è meglio che vada, ti ho praticamente invaso casa.. magari avevi anche altri programmi per stasera..”

 

“A dire il vero il mio super programma per questa sera aveva molto a che fare con il guardare la replica del mio film preferito.. dato che oggi lo danno su NBC.. e di ordinare cinese. Ma sono ancora in tempo, dato che inizia alle nove. Che seratona, eh?” fece il ragazzo, con un tono tutt'altro che allegro.

 

Blaine rimase a fissare Kurt per alcuni istanti.. come se stesse provando a ricordarsi qualcosa. Dopo poco il suo sguardo si illuminò e parlò con un filo di voce, appena un sussurro.

 

“Ovunque sarai e qualunque cosa stia accadendo nella tua vita, tutte le volte che ci sarà la luna piena, tu cercala nel cielo.”

 

I due incrociarono lo sguardo. Blaine, soddisfatto di aver fatto centro e Kurt, a dir poco sorpreso dal fatto che Blaine conoscesse addirittura a memoria una frase di Dear John.



“Tu.. tu lo conosci?”

 

“Vorrai scherzare spero, è anche uno dei miei film preferiti! E poi.. sì insomma.. Channing Tatum! Non dirmi che non hai visto Magic Mike?”

 

“Credevo preferissi Matt Bomer..” Kurt si tappò subito la bocca con le mani, pentendosi di quello che aveva appena detto e cercando di scusarsi, iniziando a balbettare come un idiota “cioè, era.. era impostata come.. come sfondo.. non.. non ho potuto non vederla!”

 

Vista la situazione venutasi a creare, si ritrovarono a ridere ancora una volta, l'ennesima di quel pomeriggio. Tutto normale, no? Due ragazzi che si erano parlati.. vediamo.. due volte in croce?


Kurt, intanto, stava combattendo dentro di sé, cercando il coraggio di chiedere qualcosa.. era un'occasione che non aveva proprio intenzione di lasciarsi scappare. Quando mai gli sarebbe capitato di nuovo?

 

“Blaine.. non.. non è che vorresti fermarti a cena? Cioè, vera e propria cena non è, dato che avevo intenzione di ordinare cinese.. anche perché toccava a Seb fare la spesa.. e in frigo non c'è un bel niente, escludendo un uovo scaduto che gioca a scala quaranta con un barattolo di cetrioli.. però poi possiamo guardare quel film.. ovviamente solo se ti va! Se hai da fare vai pure, non ti preoccupare, non c'è nessun problema, d'altronde non è che posso mica obbligarti! Noi non apparteniamo a nessuno e nessuno appartiene a noi.”

 

Sto balbettando come un coglione. Che cazzo ho appena detto? Quella non era una citazione di colazione da Tiffany, vero?! Dio, sono un pirla. Un pirla! Dov'è finito il carattere di Kurt strafottente.. quello a cui non gliene frega nulla di niente e nessuno? Ah, già, è andato a puttane appena ha visto quei fottuti occhi. Ma da chi cazzo li ha presi quegli occhi? Dal padre o dalla madre? Vuoi vedere che li ha presi dallo Spirito Santo? Ma a che porca troia sto pensando?! E da quando il mio io interiore dice così tante parolacce?!


Ma la voce gentile di Blaine interruppe quel ridicolo sproloquio che la mente di Kurt stava producendo alla velocità della luce.


“Tranquillo, certo che mi va!” rispose il riccio con un ampio sorriso “comunque.. anche colazione da Tiffany.. niente male come film!”


Sono un coglione, ecco cosa sono.

 

 

 

*

 

 

 

I titoli di coda stavano ormai scorrendo sul televisore, quando Kurt e Blaine vennero interrotti dal rumore delle chiavi nella serratura. O meglio, non vennero interrotti proprio per niente, talmente intenti a chiacchierare da non essersi nemmeno accorti della presenza di Sebastian, che ormai era entrato in casa. Non stavano facendo altro che parlare da ore.. ore.


“Ehi, voi due, avete usato le precauzioni come vi avevo suggerito almeno?”



Kurt si girò di scatto, sul momento non accorgendosi nemmeno della voce strascicata dell'amico.



“Sebastian.. hai finito con questa storia? Hai fracassato giusto un tantino il cazzo, sai? E a proposito di rompere.. perché non mi hai detto che hai rotto la maniglia della doccia?! Stamattina mi è rimasta in mano!”


Le cose si rompono in continuazione.. le unghie.. le maniglie delle porte.. i piatti.. i bicchieri.. i coglioni.. i cuori.. sai Kyle, quel tipo di ieri sera, vero? Ecco, io credo proprio di aver rotto il suo.”


Kurt si rese conto finalmente delle condizioni in cui si trovava l'amico e lo raggiunse, dato che a mala pena si reggeva in piedi. Aveva evidentemente bevuto.. e anche tanto.


“Dio, sei ubriaco marcio, dove sei stato?!”


“Non.. so?”


Blaine, che era stato zitto fino a quel momento, si alzò dal divano, vedendo che Kurt non era in grado di reggere il peso di Sebastian, aiutandolo.


“E' il caso che ti aiuti, non ce la fai da solo.. lo portiamo in camera sua?”


“Sì.. è meglio di sì.”

 

Dopo aver steso Sebastian a letto, Kurt e Blaine uscirono dalla sua stanza. Il riccio notò l'espressione preoccupata del ragazzo.

 

“Va.. tutto bene? Ti vedo un po' sconvolto.. non mi avevi detto che Sebastian era un tipo.. piuttosto.. come dire, mondano?”


“Ma sì, è che di solito l'alcol lo regge benissimo, è abituato.. strano che si sia ridotto così.. comunque..
mondano? Seriamente, Blaine? Non sento quella parola da almeno.. due anni.”

 

 

 



“Kurt.. non credi che sia un po' azzardato vestirti con quel kilt per il tuo ultimo Prom? A me sembra un po' troppo.. mondano.”

“Mondano? Papà, ma come parli? Comunque a me piace, ci ho lavorato tanto.. perché non dovrei metterlo?”

“Mondano, frivolo, chiamalo come ti pare.. comunque hai ragione, trovo che tutto sommato ti stia bene figliolo.. e mi raccomando per questa sera, sta' attento.”


 

 

 

 

 

“Kurt.. mi stai ascoltando?”


“Sì.. scusa, ho come avuto.. un deja vu.”

 

“Oh.. okay, comunque è meglio che ora vada.. per davvero, questa volta.” fece il riccio, con un sorriso che.. Dio, che sorriso.


“Certo.. scusa per averti fatto rimanere così tant-”


“Smettila di scusarti.” lo interruppe Blaine con gentilezza “se avessi voluto davvero andarmene lo avrei fatto subito dopo essermi ripreso il cellulare, non credi?”


“Bé, in effetti..”


“Ma volevo restare, davvero. Era da tanto tempo che non mi trovavo così bene con una persona. Anzi, grazie a te, per avermi fatto rimanere.” disse Blaine, appena un attimo prima di salutare Kurt con un abbraccio e di chiudersi la porta alle spalle.



Ma come può una persona essere tanto adorabile?


 

 









Angolo dell'autrice.


Ehi, buona sera - giorno - pomeriggio - notte (?) a tutti quanti (:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anzi, spero che non vi abbia fatto schifo AHAHAH
E' pieno zeppo di Klaine, solo alla fine compare un Sebastian piuttosto sconvolto :') e Kyle.. vedremo ;)
Voglio ringraziarvi tutti quanti.. siete.. tanti. Troppi, per quel che penso io.. cioè, voi leggete anche le cazzate che scrivo? Io boh, mando un abbraccio virtuale a tutti :')
Grazie mille a tutti coloro che spenderanno del tempo per recensire, siete sempre adorabili! :') Grazie, grazie, grazie, davvero.
Ed è così che Benedetta vi dice ciaaaao (?), come Sue Sylvester, sì :')




*Benedetta

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Funerals suck. ***



Nothing scares me anymore.

 

7. Funerals suck

 





Blaine, subito dopo aver chiuso la porta dell'appartamento di Kurt, non aveva assolutamente la più pallida idea di come si sentisse. Cosa provava, non lo sapeva neanche lui.. e non aveva nemmeno un minimo termine di paragone, dato che non gli era mai successa una cosa simile. Ogni singola volta, prima di trovarsi a proprio agio con una persona, si faceva mille pippe mentali, non riusciva a capire come si dovesse comportare e si faceva prendere dal panico.

E con Kurt? Bé, con lui non era successo niente di simile. Con quel ragazzo dagli occhi azzurri, gli veniva naturale essere sé stesso.. non doveva neanche sforzarsi per apparire sicuro di sé, perché l'altro sembrava sempre essere.. felice. E lo stesso valeva per lui.

Alzò gli occhi al cielo, ammirando uno dei quartieri più suggestivi della città. Pieno di negozi, aperti fino a tarda sera, artisti di strada ed insegne luminose in ogni dove. Quando era andato ad abitare lì, ormai un anno prima, aveva dovuto riconoscere che era uno dei più bei posti che avesse mai visto in vita sua.

Si infilò una mano all'interno della tasca, per afferrare il pacchetto di sigarette, ma le sue dita toccarono solo il ruvido tessuto dei jeans. Ora ricordava.. le aveva finite il giorno prima e non aveva avuto il tempo materiale per ricomprarle, così, due isolati più avanti, decise di entrare in un bar dall'aria anonima.

“Un pacchetto di Lucky Strike da dieci, per favore.”

Intanto che l'uomo dietro al bancone si era girato per prenderle, Blaine prestò attenzione alla canzone che stava passando alla radio.


 

change your ways while you're young


boy, one day you'll be a man


smile like you mean it

 

Così, proprio come recitava il testo della canzone, si ritrovò a sorridere.. un po' a modo suo. E questo gli ricordò.. Kurt. Dio, quel ragazzo aveva uno dei modi di sorridere più adorabili che avesse mai visto. Quando rideva gli si illuminavano gli occhi, arricciava il naso e scopriva i denti, quasi sempre resi invisibili dalle sue labbra sottili.. e quanto era perfet-
 

“Scusi.. signore?”

Blaine si risvegliò da quella specie di trance in cui era piombato, senza rendersi conto di star sorridendo.. in un modo abbastanza inquietante.

“Sì.. ehm.. sì? Oh, scusi.. quant'è?” fece il ragazzo, tirando fuori il portafoglio.

“Sono $5.85”

“Ecco qua, tenga il resto.”

Così facendo, il riccioluto uscì dalla porta, facendo tintinnare il campanello, sotto lo sguardo decisamente stranito dell'anziano signore seduto dietro al bancone.

 

Dopo qualche decina di minuti, neanche lui seppe come, dato che aveva la testa ovunque fuorché sul collo, si ritrovò davanti al portone di casa. Salì le scale e non fece nemmeno in tempo ad infilare le chiavi nella toppa ch-

“Blaine! L'ho trovatoo! L'ho trovatoooo!”

Bene, non era nemmeno entrato in casa che Nick aveva già iniziato ad urlare.

“E sentiamo, di grazia, cosa avresti trovato di così tan-”

“L'appartamento perfetto!”

Blaine sgranò gli occhi, rivalutando la dubbia utilità del suo coinquilino.

“Bé?”


Nick aggrottò le sopracciglia “bé cosa?”

Dubbia utilità magari no, ma discutibile intelligenza.. quello decisamente sì.

“Dimmi com'è, no?! Idiota!”

“Oh! Certo. Ecco guarda..” l'amico gli si avvicinò con un catalogo in mano, così Blaine poté notare i vari ambienti di cui era composto l'appartamento “..non è molto lontano da qui, ci sono stato oggi pomeriggio con l'agente immobiliare mentre tu.. mentre tu dov'eri?”

“Ti racconto poi..” rispose distrattamente l'amico, intento a leggere la descrizione del condominio “..dove si trova di preciso?”

“Aspetta, dovrebbe esserci scritto lì da qualche parte.. comunque è a qualche decina di isolati da qui.. eccolo lì.”

 


950, 3rd Avenue – SoHo

 

 

 

*

 

 

 

2 Dicembre 2012, ore 17.00

“Sebastian! Dove hai messo la spazzola?!”

“Cosa cazzo ne so.. penso di averla lasciata in bagno, l'ho usata prima sotto la doccia!”

“Trovata! Ti prego, dimmi che l'hai usata solo ed esclusivamente per spazzolarti i capelli e non per altri scopi molto meno innocenti.”

L'amico, con uno sguardo che aveva ben poco dell'amichevole, fece capolino dalla porta del bagno, squadrando Kurt da capo a piedi. L'altro se ne accorse dopo qualche secondo ed esordì con un “bé?”, emesso con la più innocente delle voci.

“A questo punto non so davvero chi sia il più scandaloso o pervertito, fra noi due.”

“Senti, se dovessi elencarti tutte le tue battutine a sfondo sessuale che neanche il più arrapato dei sedicenni farebbe, ci ritroveremmo a fare tardi al giudizio universale! E non so se te ne sei accorto, ma avremmo dovuto essere in chiesa già qualcosa come venti minuti fa, quindi siamo sulla buona strada!”

“Allora, diamoci una calmata.. facciamo così, andiamo solo al cimitero per la sepoltura, okay? Così almeno saltiamo anche la predica del prete su vita, morte e miracoli della signora Buckley, tanto alla fine la conoscevamo appena, dai.. cosa ce ne frega!”

“Sebastian! Abbi almeno un po' di rispetto per chi non è più qui con noi..”

Kurt, in risposta, ebbe una risata. E Sebastian, invece, ricevette un ceffone.

 


 

*

 

 

“Ci dobbiamo proprio andare a questo funerale? Dai, Blaine, alla fine quella vecchietta è schiattata ad ottant'anni suonati.. andremo ad abitare nel suo cacchio di appartamento e basta, non l'abbiamo nemmeno mai vista!”

“Nick! Abbi almeno un po' di rispetto per chi non è più qui con noi..”

Blaine, in risposta, ebbe una risata. E Nick, invece, ricevette un ceffone.

 

 

*

 

“I funerali fanno cagare il cazzo.”

“Sebastian! Dio, se sei pirla! Piantala di dire cose del genere e smettila di tirare sassolini dentro alla buca! Fra poco lì dentro ci sarà una persona sepolta, renditi conto! Tu le bagnavi la peonia.. non ti fa rattristire nemmeno un po'?”

“Sì.. però non ho niente da fare e piuttosto che stare ad ascoltare parole che mi farebbero cadere i coglioni ancora un po' più in basso, preferisco lanciare sassolini.”

I due rimasero un attimo in silenzio. Kurt che, anche se non esplicitamente come Seb, condivideva la sua stessa opinione. Odiava i funerali. Gli facevano sempre tornare alla mente ricordi che avrebbe preferito non avere. Quando era piccolo non era ancora perfettamente in grado di rendersi conto del significato che aveva qualcosa di così profondo come la morte.. quando gli avevano detto che la mamma non sarebbe più tornata, aveva risposto dicendo che sarebbe stato un peccato, perché quando cucinava papà faceva tutto schifo.

A ripensarci adesso, gli veniva da ridere e da piangere allo stesso tempo. L'ingenuità dei bambini ci fa tornare a pensare a come eravamo da piccoli. Col passare del tempo si cambia, ma allo stesso tempo si rimane sempre sé stessi.

Per esempio, se lui si fosse immaginato Seb da piccolo, sarebbe riuscito a vedere lo stronzo di turno che ti pasticcia il disegno per dispetto.. o quello che ti infila le palline di mollica di pane nella felpa. Gli anni potranno anche passare tanto in fretta quanto vuoi, ma tu non potrai mai cancellare il tuo passato.. rimarrai per sempre legato ad esso, in un modo o nell'altro.

“Seb.. cos'è successo con quel Kyle? L'altra sera, quando sei tornato a casa ubriaco..”

“Un casino.. sono un po' un pirla, Kurt..” disse l'amico, fissando un punto indefinito nella ghiaia e sfilacciandosi la sciarpa.

“Ho.. io.. la mattina che ci hai lasciati soli.. bé, allora, innanzitutto la sera prima ci eravamo incontrati al TimeOut e poi.. sai come va di solito, no? Me lo sono portato a letto e basta.. io avrei anche chiuso lì, ma la mattina dopo mi ha chiesto se gli andava di vederci di nuovo.. e io.. dai, sai come sono fatto, no? In poche parole gli sono scoppiato a ridere in faccia.”

“Sei un po' stronzo..”

“Lo so, non c'è bisogno che tu me lo dica eh.. comunque, potrebbe anche sembrare strano, ma ho un cuore.. quindi alla fine siamo andati a fare un giro.. e tra una cosa e l'altra abbiamo passato fuori tutta la giornata. Quando ci siamo salutati mi ha baciato.. e io..”

“E tu?” lo esortò a continuare.

“E io.. niente, gli ho chiesto il numero di cellulare.”

“E lui? Cos'ha detto? Ma scusami, perché gli avresti spezzato il cuore allora?!”

“Lui.. lui..”

“Lui?!”

“Lui.. è Wind.. e io ho i messaggi gratis solo con Vodafone! Quindi è da tre giorni che non lo sento.. e non posso fare la ricarica, perché altrimenti mi va a puttane l'abbonamento!”

Kurt non era incredulo.. di più.

“Sebastian..” la voce dell'amico era poco più che un sussurro.. leggermente inquietante tra l'altro.

“Dimmi..” fece l'altro, con cautela, quasi intimorito.

“VATTENE UN PO' AFFANCULO!”

“Scusi signore, non è che potrebbe abbassare la voce, siamo in un cimitero, nel bel mezzo di un
funerale.. non so se se ne è reso conto..”

Kurt non notò la voce stranamente famigliare e quasi.. sarcastica.. con la quale erano state pronunciate quelle parole. Sentì solo qualcuno che stava picchiettando sulla sua spalla, così si girò. Stava per ribattere dicendo che tanto erano tutti morti, quindi non gliene poteva fottere una beata fava a nessuno, quando invece rimase con la bocca aperta e con il dito indice a mezz'aria, quasi imbambolato.

Si ritrovò davanti una massa informe di riccioli neri che sembrava proprio appartenere a..

“Blaine?!”






Angolo dell'autrice.


Ehi, ciao a tutti ^^

Spero che questo capitolo sia stato qualcosa di.. decente? Non so ahah :) Grazie mille a tutti quelli che hanno letto! 

La canzone presente nel capitolo è una delle mie preferite.. è questa.. e boh, volevo mettercela :') Spero vi piaccia!

Che dire del capitolo? Sebastian è un pirla mica da ridere, Nick idem con patate, Kurt urla nel bel mezzo di un funerale, Blaine è presissimo da Kurt e cuori, arcobaleni, glitter e gay bacon Klaine! (?) E.. nei prossimi capitoli.. vedremo (finalmente) Kurt e Blaine.. vivere sotto lo stesso tetto! Solo, ovviamente, in due appartamenti separati.. soltanto da un pianerottolo ;)

Ringrazio, come sempre, tutti voi.. che seguite questa mia storia.. e niente, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! Quindi.. non siate timidi e ditemi se c'è qualcosa che non va o che dovrei cambiare, davvero, non farebbe altro che farmi migliorare! :)

Un bacione, alla prossima! 

*Benedetta





 

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Capitolo 8
*** Hold me. ***



Nothing scares me anymore.

8. Hold me


 

 

 

 

“Blaine?!”

“Così hanno deciso di chiamarmi i miei genitori.”

Kurt era spiazzato. Non si aspettava affatto di incontrarlo di nuovo.. soprattutto solo dopo appena una settimana.

“Cosa.. cosa ci fai qui? Conoscevi la signora Buckley?”

“No, bé.. in realtà non ho proprio idea di chi fosse, ma si da il caso che abbia affittato l'appartamento in cui abitava.. e mi sembrava carino almeno venire al suo funerale.. sai..”

L'altro ci mise un attimo per collegare i vari elementi, mettendoli insieme.. quindi.. Blaine sarebbe diventato il suo nuovo vicino di casa?! Oh porca trota, oh porca trota, oh porca tr-

“Bé? Non sei contento? Hai una faccia.. ”

Io.. sì, certo, solo.. sono solo un po' sorpreso, tutto qui.” rispose Kurt con un sorriso.

“Effettivamente la convivenza, di solito, è preceduta dal frequentarsi, dal fidanzamento.. e infine seguita dal matrimonio, ma per questi due faremo un'eccezione.. evviva gli sposini!”

Sebastian. Ditemi che non è vero. Non l'ha appena detto e io non lo sto strozzando e io.. ma Dio santo, perché non se ne sta zitto una buona volta?!

Blaine, grazie al cielo, decise di ignorare quel coglione del suo migliore amico.

“Ehm.. Kurt, questo è Nick! Nick, Kurt.”

“Te la fai con uno sposato?! Kurt, non si fanno queste cose! Persino io, prima di copulare, chiedo almeno se è impegnato o no!” sussurrò Sebastian all'orecchio di Kurt.

“Seb! E' solo un suo amico, idiota!”

“Comunque, piacere, Blaine mi ha parlato molto di te..” disse Kurt.

“Ehm.. ragazzi, non vorrei interrompervi - come se prima si fosse fatto problemi nel farlo, 'sto coglione - ma ci stanno guardando tutti.. che ne dite se ci sediamo?”

“Oh.. sì, ecco, venite, qui c'è posto..” fece Kurt, ma poco prima di sedersi ebbe come un flash.. “Nick! Attento, queste panche sono di legno.”

Il ragazzo passò da uno sguardo interrogativo ad uno imbarazzato e infine ad uno accusatorio in due secondi circa.

“Gliel'hai raccontato?!” urlò, rivolgendosi a Blaine.

Quest'ultimo, insieme a Kurt, rispose con una fragorosa risata.

 

 

*

 


“Nick, attento a quello scatolone, ci sono dentro gli spartiti!”

Quattro ore. Erano quattro fottutissime ore che Blaine e il suo coinquilino facevano avanti e indietro per le scale. Da dove era uscita tutta quella roba?!

Nell'appartamento accanto al loro, altri due ragazzi, spaparanzati sul divano a guardare la televisione, sentivano un via vai di scatole, mobili, urli ed insulti dalla discutibile finezza.

“Non sarà il caso di aiutarli, Seb?”

Se tu hai voglia buon per te, io non ho intenzione di rimuovere il mio bellissimo culo da questa comodissima poltrona, intesi?”

E con un affettuosissimo “fanculo”, Kurt sbatté la porta di casa, raggiungendo l'altra parte del pianerottolo.

“NICK, STA' FERMO! QUELLI SONO I MIEI TUBETTI DI LUBRIFIC- gel.. quelli sono i miei tubetti di gel.. Kurt? Cosa ci fai qui?” disse Blaine, con uno sguardo a dir poco sorpreso.

“Ehm.. diciamo che potrei aver sentito Nick tirar giù una decina di Santi contemporaneamente, quindi sono venuto a darvi una mano..”

“Giuro che ti faccio una statua.” rispose Blaine, con un sorriso sincero.

“Addirittura? - si lasciò scappare una risata nervosa - allora.. cosa c'è da fare?”

“Bé.. mancano una decina di scatoloni da portare su e.. poi dovremmo verniciare!” disse Blaine con entusiasmo.

Un'ora più tardi, i tre ragazzi erano tutti armati di vernice e pennelli, intenti ad imbiancare il salotto. L'appartamento non era troppo diverso da quello di Kurt.. anzi, sembravano quasi gemellati: si entrava e ci si trovava davanti ad un piccolo salotto; proseguendo verso destra c'era una cucina, non troppo grande, e andando avanti c'erano un bagno, una stanza insonorizzata - che Kurt attribuì appartenere a Blaine e ai suoi strumenti - e due camere da letto. Era un appartamento bello grande, perfetto per due ragazzi della loro età. Certo, l'affitto non era di una cifra esorbitante, ma era comunque abbastanza alto, data la zona della città. Ma ai due ragazzi i soldi bastavano, non avendo nessuno da mantenere ed essendo entrambi provenienti da famiglie a dir poco benestanti. Nonostante questo, Kurt poté notare le converse consumate del riccio, ma decise di chiudere un occhio.. o forse tutti e due, dato che comunque stavano imbiancando, e di certo non era necessario vestirsi esageratamente bene per un compito come quello.

Avevano iniziato a dipingere il salotto, di un bordeaux piuttosto forte. Blaine aveva la testa rivolta verso l'alto, mentre stuccava alcuni buchi presenti nel soffitto. Nick stava mettendo lo scotch al battiscopa, Kurt stava coprendo il parquet con i fogli del New York Times e infine Perry era in giro, tutta scondizolante, ad esplorare il nuovo ambiente.

“Blaine, mettiamo un po' di musica?” fece Nick, dopo qualche minuto di silenzio generale.

“Mh mh” rispose l'altro, concentrato al massimo per non cadere dalla scala.

“Che CD volete che mett- cazzo! Merda, non è possibile, fanculo, ma porc-”

“E non ricominciare con le bestemmie! Cos'hai combinato?!” urlò Blaine.

“Ho fatto rovesciare il secchio!”

“Ma stare un po' attento a dove metti quei cazzo di piedi no, eh?!” disse Blaine, scendendo dalla scala e iniziando ad inseguirlo, armato di spatola.

“SENTI, NANO DA GIARDINO, IO NON HO IL 35 DI PIEDE, HO IL 42, NON SONO ALTO UN METRO E UN CULO COME T-”

“BRUTTA TESTA DI CAZZO, SE TI PRENDO VEDI CHE COSA TI SUCC-”

“Ehi, ehi, vediamo di darci una calmata qui, eh!” disse Kurt, cercando di separarli.

“Ma ha cominciato lui!” fece il riccioluto, col tono di un bimbo capriccioso.

Lo sguardo dell'altro lo fece zittire all'istante.

“Io ora vado a ricomprarlo mentre voi due pulite il pavimento, intesi?!”

“No.. senti Kurt, l'ha rotto lui e ci va lui - disse Blaine - non è vero mio carissimo coinquilino?!”

“E va bene..” fece Nick, uscendo dalla porta con la coda fra le gambe.

“E' un disastro vivente!” esordì il ragazzo, appena il suo migliore amico sparì dietro la porta.

“Non posso dire il contrario, ma fidati quando ti dico che Sebastian è molto, molto peggio.. comunque, dove sono i CD di cui parlava prima?”

“Guarda, sono in quel contenitore lì, sulla libreria, accanto alla cuccia del cane.”

“Alla faccia!” disse sorpreso Kurt “..ci saranno almeno un centinaio di artisti diversi qua dentro.. vediamo.. The Killers, Red Hot Chili Peppers, David Bowie, Guns 'n Roses.. mica male!”

Il ragazzo si girò, appena sentì il fruscio di giornali dietro le sue spalle. Deglutì alla vista del culo di Blaine, che si era abbassato per pulire il pavimento.

“Metto su qualcosa e poi ti aiuto a sistemare il danno..”

 

looking out my window

an angel in robes appeared and nearly pulled me apart

a million miles of freedom, a million miles of road

but I still don't know where to start

 

Kurt aveva raggiunto l'altro ragazzo, accovacciandosi vicino a lui e aiutandolo a togliere la vernice dal parquet. Ovviamente, dove l'aveva rovesciata? Nell'unico punto ancora non coperto dai giornali, ovvio.

“Che idiota di un amico che ho..” sospirò Blaine, alzando il braccio per pulirsi dal sottile strato di sudore che aveva in fronte con una manica della felpa.

“Guarda che ti sei sporcato con la vernice..” ridacchiò Kurt.

“Dove? Qui?” fece l'altro, cercando di pulirsi strofinando con la mano - sporca di vernice - sul naso.

“Fermo! Così non fai altro che peggiorare la situazione..” disse l'altro, sempre sorridendo, togliendo la mano dalla faccia di Blaine e aiutandolo, passando con il pollice sulla guancia del riccioluto.

 

I believe that we never have to be alone

 

Kurt, intento far venir via la vernice dalla guancia, guardava con attenzione quel punto preciso, leggermente arrossato, della pelle dell'altro. Blaine, invece, non riusciva a distogliere lo sguardo da quegli occhi dal colore indefinibile.. non capiva se erano azzurri, verdi o grigi.. o chissà di quale altro colore. Dagli occhi, passò a fissare il suo naso e poi scese un po' più in giù, soffermandosi sulle labbra, che stavano giusto a pochi centimetri dal suo viso.


I'm not afraid, you stand beside me
 

Non seppe bene come, o soprattutto perché, ma sentì qualcosa dentro. Si rese conto che lo voleva.. e quindi lo fece. Si allungò quel poco che bastava per far incontrare le loro labbra e fece scivolare una mano dietro al collo dell'altro, per sentirlo più vicino. Kurt, in un primo momento, cercò di opporre resistenza, spalancando gli occhi dalla sorpresa, ma poi li chiuse e.. Blaine lo stava baciando. Quel Blaine. Decise di lasciare da parte tutte le domande relative a quel gesto.. almeno in quel momento non voleva dover pensare a niente.

 

all my life I've been trying to find my place in the world

 

Blaine ebbe come la sensazione di aver trovato il suo posto nel mondo. Gli sembrò stupido pensare una cosa del genere, in un momento come quello.

Dopo qualche istante il più basso piegò la testa un po' più a destra, approfondendo il bac- oh. Questo sì che gli era nuovo. Mentre le loro lingue facevano conoscenza l'una con l'altra, il ragazzo notò la presenza di un corpo estraneo.. una pallina fredda fra di loro.. era.. divertente? Come aveva fatto a non accorgersi che Kurt aveva un piercing alla lingua? Dio, se non fosse stato per la mancanza d'aria sarebbe rimasto con le labbra sulle sue per.. sempre, per sempre, che cazzo.

Quando, qualche minuto dopo, si staccarono l'uno dall'altro - ossigeno di merda - a Blaine sembrò di essere tornato coi piedi per terra, nel suo mondo.. perché no, prima non era sulla terraferma, non poteva essere così.. stupendo, qualcosa di reale.

Si fissarono negli occhi, rimanendo immobili, per un tempo che, almeno a loro, sembrò un infinità. Avevano entrambi le labbra arrossate, mille pensieri in testa e il cuore che batteva a mille.

Cosa cazzo era appena successo?

“Qui- quindi.. quindi, hai.. hai il piercing alla lingua?” balbettò Blaine, sforzandosi per non ridere a causa dell'assurdità della domanda.

A quanto pare, Kurt non si fece problemi a riguardo, scoppiando a ridere senza alcun contegno.

“Ehi! Cioè.. mi sembrava una cosa intelligente forse? Da chiedere.. così..” si giustificò il riccioluto.

“No.. cioè, sì.. bé.. cioè - farfugliò l'altro - allora. Sì, ho il piercing alla lingua, ma non è una cosa recente, anzi.. me lo sono fatto quando avevo quindici anni.”

“Oh.. e i tuoi genitori ti hanno lasciato farlo, così piccolo?” si interessò Blaine.

Lo sguardo dell'altro si rabbuiò in pochi istanti e si mise a giocherellare con l'angolo di un giornale, stropicciandolo nervosamente.

“Blaine.. tu.. credo che tu sia una di quelle persone a cui possa dire cose come questa.. insomma, per te ha contato almeno qualcosa quel che è successo un attimo fa, non.. non è così?” tentennò Kurt.

“Certo.. io.. penso che voglia passare del tempo con te.. o almeno tentare di conoscerti un po' meglio.. non credo di essermi mai sentito così bene con.. nessuno, prima d'ora.” fece l'altro, sfiorando il ginocchio di Kurt con un pollice, sistemandosi più vicino a lui.

“Credo che.. lo stesso valga per me.”

Le sue parole furono solo un sussurro, ma a Blaine arrivarono ben chiare. Anche a Kurt importava qualcosa. Ancora non sapevano cosa, di preciso. Ma non aveva particolare importanza, in quel momento.

“Io.. ho bisogno di parlare con qualcuno.. e credo che tu sia quella persona, o almeno, in questo momento è quel che sembri.”

“Non.. solo, non aver paura, io sono qui e credimi, a meno che anche il proprietario di questo condominio non ci sfratti per colpa di Nick, credo che ci rimarrò ancora per un bel po'.” cercò di sdrammatizzare Blaine.

Erano seduti a gambe incrociate, l'uno di fronte all'altro. Erano tutti e due un po' sporchi di vernice, circondati da un ambiente a dir poco incasinato, pieno di scatoloni, polvere, vernice e disordine ovunque. Forse non era il luogo adatto, ma seppero entrambi che, di certo, era il momento adatto. Ora o mai più, no?

Così si scambiarono un sorriso e Kurt cominciò a parlare..

L'adolescenza è un periodo di merda, durante il quale non fai altro che sentirti inadatto in ogni singolo contesto: sei sempre troppo alto, troppo pigro, troppo diverso, troppo basso, troppo felice, troppo magro, troppo solo, troppo secchione, troppo sfigato. Non sai ancora quel che farai in futuro, non hai ancora trovato la tua strada.. oppure hai già in mente quel che vorresti diventare, ma sei convinto che non ci riuscirai mai. Ti senti già adulto, ma allo stesso tempo vorresti tornare bambino ad ogni costo e invece sei una cazzo di via di mezzo. Poi succedono cose come la morte delle persone a cui si tiene di più e tutto quel casino non fa che diventare ancora peggio di prima.

Così Kurt decise di ribellarsi a tutto ciò che lo circondava.. e a Blaine raccontò proprio di questo. Gli raccontò di quando aveva iniziato a fumare, ad uscire senza chiedere il permesso e Dio solo sa quante pene aveva fatto passare a suo padre che lo aspettava a casa senza vederlo ritornare. Solo la sua malattia fece cambiare le cose: quando un giorno tornò a casa e trovò gli esami dell'ospedale, si rese finalmente conto di quel che stava facendo. Da cosa stava scappando, dal futuro? E con che speranza ci sarebbe potuto riuscire, poi? Decise di darci un taglio, definitivamente. Fu proprio di questo che parlò a Blaine. E lui non fece domande, rimase ad ascoltare, in silenzio.

Ma ormai Kurt aveva già tinto il ciuffo di azzurro, aveva fatto quel dannato piercing alla lingua e aveva qualche decina di buchi alle orecchie. Trasformandosi in un modo così radicale aveva cambiato qualcosa? Assolutamente no. Ma era troppo tardi. I capelli, col tempo, erano poi tornati del loro colore naturale, aveva smesso di mettere quelle inutili ferraglie alle orecchie e il piercing se lo era tenuto.. tanto, ormai.

E quando il ragazzo ebbe finito di parlare, alzò lo sguardo, incontrando gli occhi lucidi di Blaine. Lui non aveva più lacrime da versare e, anche quella volta, mentre raccontava del suo passato, non aveva pianto. Aveva solo una voce strana e quasi fredda, mentre spiegava che cosa gli era successo.. sembrava quasi che stesse parlando di un'altra persona, non di sé stesso.

“Kurt..” la voce del ragazzo non era altro che un debole sospiro. Dopo quelle parole, non era riuscito a non farsi scappare qualche lacrima e la voce roca dal pianto ne era la conferma. Blaine sapeva esattamente come ci si sentisse ad essere inadatto, diverso. Quelle stesse sensazioni le aveva provate in prima persona.

Decise di sporgersi un po' in avanti, chiedendo, silenziosamente, il permesso per potersi avvicinare. Anche l'altro si mosse di qualche centimetro, sempre con lo sguardo puntato verso il basso, mentre fissava un punto indefinito sulla carta di giornale. Dopo qualche attimo circondò le spalle di Kurt, racchiudendolo in un caldo abbraccio. Non avevano bisogno di parole. Poco importava del fatto che un attimo prima si fossero baciati, molte volte un abbraccio è persino più intimo di un bacio. In alcuni momenti ricevere un abbraccio è tutto ciò che serve.

Non si accorsero della porta d'ingresso che veniva spalancata e continuarono a rimanere così, stretti l'uno all'altro, sotto lo sguardo a dir poco sorpreso di Nick che, senza dire nulla, abbandonò il secchiello di vernice a terra e tornò sui suoi passi.









Angolo dell'autrice.

Taa daaaan! Oh mio Dio, è sabato! :O E da quando aggiorno di sabato? :O 
Bé, d'ora in poi, ovviamente v.v (?) okay, scusate AHAHAHAH sono ancora mezza rincoglionita dalla 4x14 *^*
E niente.. commenti su questo capitolo? 


BLAINE REALIZES IT'S KURT THAT HE ADORES,

BUT NOTHING COULD PREPARE ME FOR..

THEY KISSED, HOLY SHIT, CUE THE CONFETTI AND MAKE A .GIF!

scusate AHAHAHAH :')
La canzone del capitolo è questa  e sì, sono di nuovo i The Killers perché.. *rullo di tamburi* il 12 giugno andrò al loro concerto, a Milano.. quindi.. niente, mi dispiace davvero tanto.. forse non avrete il continuo di questa fanfiction perché morirò alla vista di Brandon Flowers :') 
Sto divagando, come al solito. Ringrazio tutti voi che seguite questa ff e la recensite e addio, siete troppi cwc 
Fatemi sapere cosa ne pensate del piercing di Kurt e dei Kliss e di Nick che rovescia la vernice e la reazione di Blaine al piercing è.. come dire? Autobiografica, sì.. if you know what I mean mlmlml (?) AHAHAHAHAH
Alle recensioni risponderò appena posso, scusatemi, sono pessima çç
Addio, vi lowo tutti, dal primo all'ultimo (?)


*Benedetta

 

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Capitolo 9
*** We'll see. ***



Nothing scares me anymore.


9. We'll see.








Quando finirono di raccontarsi entrambi un po' del loro passato, si sentirono meglio. Avevano capito che per continuare a conoscersi dovevano essere sinceri tra di loro. Così Blaine raccontò a Kurt di come era stato difficile farsi accettare di propri genitori per quello che era, indipendentemente dal sesso della persona che avrebbe scelto di amare.

 

La famiglia non è che sia sempre, per tutti, un luogo magico in cui tutto va per il verso giusto. E Blaine, da ingenuo, spesso aveva creduto che suo padre lo facesse per proteggerlo, per fargli capire che era meglio cambiare, facendo finta di essere qualcun altro. Ma la violenza e le botte non centravano proprio nulla con il proteggere.

 

Aveva sognato abbracci e parole di conforto, aveva sperato che suo padre e sua madre lo avrebbero potuto accettare, con il passare del tempo. Credeva che la sua casa sarebbe stata un luogo sicuro, in cui proteggersi da un mondo troppo freddo, pieno di pregiudizi, falsi luoghi comuni e ignoranza. Quanto si era sbagliato.


Ma quello era il passato. Non aveva più niente a che fare con lui. Qualcuno avrebbe potuto pensare che Blaine fosse scappato.. bé, non era andata affatto così. Se suo padre avesse mai deciso di cambiare idea sul suo conto, lui non sarebbe rimasto comunque. Quando aveva comunicato ai suoi genitori che sarebbe andato a vivere con il proprio migliore amico, a New York, non c'erano stati addii pieni di lacrime, ma solo un biglietto aereo, una valigia consumata e le battute insensate di Nick, che cercava di tirargli su il morale.

 

Quello che non riusciva a capire il suo migliore amico, però, era che Blaine non era triste. Lo era stato per troppo tempo. Aveva frequentato un corso riguardante arti dello spettacolo, cinema e storia della musica ed era finalmente lontano da quella cittadina di provincia.. aveva in mano la sua vita, libero di farne quel che voleva. Fin da piccolo aveva preso lezioni private di pianoforte e poi, individualmente, aveva iniziato con la chitarra, quindi aveva già un po' di esperienza alle spalle, oltre alla determinazione e ad una grandissima passione.


Quando poi aveva fatto un provino per suonare qualche sera a settimana in un locale vicino al suo appartamento, si era convinto sempre più che quella era la sua strada. E quando l'avevano accettato, ne aveva avuto la conferma.

 

I soldi, poi, non erano un problema. Era nato in una famiglia dove i bicchieri di cristallo venivano messi a tavola anche a colazione e il cane aveva una ciotola con inciso il suo nome. Nonostante tutto quello che aveva passato con suo padre e sua madre, pur di non averlo tra i piedi, gli passavano mensilmente una somma di denaro più che sufficiente, per un ragazzo che non aveva ancora nessuno da mantenere.


Ora, sia Kurt che Blaine, erano quindi consapevoli di aver avuto un passato tutt'altro che facile. E il futuro? Ce l'avevano davanti.. prevederlo sarebbe stato difficile, ma c'era tempo, perché sarebbe arrivato un giorno alla volta.

 

 

*



Il sole era ormai tramontato da qualche ora e Kurt e Blaine stavano finendo di pulire l'appartamento, quando sentirono il rumore delle chiavi nella serratura.


Con un ridicolo passo felpato, Nick entrò nell'appartamento, tenendo una mano sugli occhi. I due ragazzi, una volta che lo ebbero visto, si scambiarono uno sguardo interrogativo. Quando poi l'altro idiota rischiò di cadere inciampando nel tappeto, Blaine si decise a parlare.


“Si può sapere cosa cavolo stai combinando?!”


Nick aprì le dita della mano quanto bastava per accorgersi che Kurt e Blaine erano vestiti e no, non stavano facendo un bel niente se non mettere in ordine, quindi tirò un sospiro di sollievo.


“Nah, niente, lascia stare, vado a farmi una doccia.”


E con queste parole si chiuse la porta del bagno alle spalle, lasciando gli altri due, per l'ennesima volta, confusi e sconcertati.


Blaine fece spallucce, dato che era abituato alle stranezze del suo amico, e riprese a mettere i feltrini adesivi sotto le gambe della poltrona. Kurt diede un'occhiata all'orologio e si accigliò, vedendo che ormai erano passate ore, e a malincuore si alzò in piedi, prendendo la giacca fra le mani.

 

“Credo che debba andare a vedere cosa sta combinando Sebastian.. sai, è ora di cena e l'ultima volta che ha tentato di cucinare qualcosa per poco non abbiamo dovuto chiamare i pompieri..”

 

Blaine gli si avvicinò, accompagnandolo alla porta. Le cose che si erano detti, quel bacio e un po' tutta la situazione che si era creata, contribuirono ad aumentare l'inevitabile imbarazzo.

 

“Certo.. bé, ecco, non.. dopo che.. allora” iniziò Blaine, per poi fermarsi con un sospiro e una risata appena accennata “noi due..”

 

“Sì.” rispose velocemente l'altro.

 

“Sì cosa?” fece Blaine, confuso.

 

“Ehm.. non so.. vediamo..” e Kurt era ancora più confuso dell'altro.

 

“Vediamo cosa?”

 

“Blaine!”


“Blaine cosa?”

 

“La vuoi piantare?” disse Kurt, ridendo.

 

“La vuoi piantare cosa? Non sono mica un giardiniere..”

 

Blaine.

 

“Okay..” si arrese l'altro, sempre sorridendo.

 

Kurt ci pensò su un attimo, rimanendo in silenzio e cercando di mascherare un sorriso, fallendo miseramente. “Okay cosa?”


“Ma vedi che anche tu sei pirla allora!” sbottò l'altro, fingendosi arrabbiato.

 

Due cretini, sembriamo due emeriti cretini, pensarono entrambi.

 

“Scusa, scusa, hai ragione.” fece il più alto, ridendo e poi sforzandosi di apparire deciso “Allora. Facciamo le persone serie..” disse interrompendosi e alzando lo sguardo, puntandolo dritto in faccia a Blaine “Cosa ridi adesso?!”

 

“Va bene, la smetto.” disse il riccioluto, stringendo le labbra in un tentativo di rimanere serio.

 

“Noi due.” fece Kurt, autoritario.

 

“Sì.” rispose l'altro, seriamente.

 

“Vedremo.” disse Kurt, con una semplicità disarmante e un'alzata di spalle.

 

“Vedremo cosa?”

 

E sta zitto, porco Adam Lambert. Chiudi quella bocca. Oppure usala per fare qualcosa di più utile, non per parlare.

 

“Se funziona, no?” fece il più alto, con ovvietà.

 

“E come faremo a ved-” ma Blaine venne interrotto dalle labbra di Kurt, che si poggiarono delicatamente sulle sue, costringendolo finalmente a chiudere quella dannatissima bocca. Preso alla sprovvista, si lasciò sfuggire un sospiro, per poi rispondere al bacio dopo qualche istante, stringendo la vita dell'altro, per sentirlo più vicino a sé.

 

Con nonchalance, Nick uscì dalla porta del bagno con un asciugamano e basta legato in vita. Si fermò di colpo alla vista dei due ragazzi avvinghiati sull'uscio di casa e, con uno sguardo piuttosto assente, quasi annoiato, rimase lì a fissarli.

 

Qualche istante dopo, Blaine lo vide e strabuzzò gli occhi, allontanandosi velocemente da Kurt, che gli lanciò un'occhiata confusa. Seguendo lo sguardo del ragazzo, l'altro si accorse della presenza di Nick, spostandosi immediatamente.


Erano ridicoli. Un minuto prima erano spatasciati l'uno sull'altro, mentre adesso erano a tre metri di distanza.

 

“Scialli, vi avevo già beccato questo pomeriggio, continuate pure.. anzi, fate come se non ci fossi.”, fece Nick, proseguendo sulla sua strada e andando in camera sua.

 

I due si riavvicinarono, ma non seguirono il suo consiglio, scambiandosi un timido sorriso. Kurt aprì la porta con l'intento di uscire, sussurrando “Allora.. ci vediamo..”

 

“Vedremo.” rispose Blaine, con un occhiolino.

 

Kurt attraversò il pianerottolo e trovò la porta stranamente socchiusa. Titubante, entrò, appoggiando le chiavi sul mobile vicino all'entrata, come suo solito. Attraversò il corridoio, sempre con una strana inquietudine. Accese la luce del salotto e trovò due scarpe diverse, un paio di pantaloni.. una camicia e delle mutand- no, quelli che aveva appena sentito provenire dall'altra stanza non erano gemiti.


Giuro che lo uccido.

 

Sforzandosi di non andare ad insultare Seb per qualunque cosa stesse succedendo nella sua camera da letto, prese un pacchetto di patatine e una birra dalla dispensa e si rinchiuse a chiave nella sua stanza, sbattendo la porta tanto forte da far tremare i muri. Raccattò le cuffie e il portatile, buttandosi sul letto, cercando qualche film da guardare il più velocemente possibile ed alzando il volume al massimo.

 

 

*

 

Il mattino seguente, quando si svegliò, Kurt aveva tutte le buone intenzioni per insultare Sebastian in sette lingue, nove dialetti e accenti diversi. Partì in quarta, convinto di trovarlo in cucina, dato che era stato svegliato dai rumori di caffettiera, cassetti, frigo, e dal profumo del caffè. Rimase con l'indice puntato in aria quando trovò un ragazzo girato di schiena, che smanettava coi fornelli.

 

“Brandon, Marcus, Lucas, Jeremy, Matt, John..” ma il biondino si girò.. “K- Kyle?!”

 

Oh.









Angolo della pirla.

*canticchia* buoooona domenica c: (?) spero che per voi sia una bella giornata, anche se a me le domeniche fanno schifo #SAPEVATELO (?)

Spero che il capitolo sia qualcosa di leggibile, massì dai, passabile, c'è stato di peggio. Kyle Kyle Kyle.. muhahaha. Nick è pirla. Blaine e Kurt mi fanno venire il diabete dal troppo fluff, blah (?), no dai, amateli, sono cuccioli.

Comunicazione di servizio per tutti i CrissColfer shippers: sto traducendo una ff CrissColfer
here  ;)

Vi lascio, anche se mi odiate io voglio bene a tutti quanti, tiè! (?)

Addio :')


*Benedetta



 

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Capitolo 10
*** White demon love song. ***


 

Nothing scares me anymore.


10. White demon love song.

 

 

 

 





“Oh, ciao Kurt!” fece il biondino, allegramente.
 

Che cazzo sorridi, idiota. Sono le sette di mattina e nessun normale essere umano al di sotto dei settant'anni si sveglierebbe di buon'umore a quest'ora, soprattutto se avesse voluto restarsene nel letto e non alzarsi per il rumore di un insopportabile spadellare a destra e a manca.
 

Il ragazzo prese una tazza di caffè e si avvicinò al bancone della cucina, trascinò lo sgabello e si sedette, prendendo il viso tra le mani e fissando una briciola sulla superficie liscia del tavolo.
 

Kyle, sempre con quel sorriso stampato in faccia - Dio se è inquietante questo tizio! - soffiò via la briciola, facendo risvegliare Kurt dallo stato di trance in cui era piombato. A malincuore, dovette aprir bocca per parlare.
 

“Qual buon vento ti porta qui?” disse, con un tono svogliato e tutt'altro che amichevole.
 

L'altro iniziò a saltellare da un piede all'altro, cinguettando qualcosa di incomprensibile.. e questo fu abbastanza.


Kurt afferrò per la maglia Kyle, che intanto stava continuando a blaterare cose senza senso, portandolo di peso davanti alla camera di Sebastian. Lo spinse dentro, facendolo atterrare in malo modo sul letto, e chiuse la porta.

 

Una mezz'oretta dopo era già pronto per andare a lavorare. Quel giorno si dovette vestire in un modo piuttosto diverso dal solito, più elegante, perché aveva un matrimonio e, nonostante lui non dovesse apparire nelle foto, non poteva certo presentarsi in pigiama.
 

Scese le scale e si fiondò in garage, mettendosi il casco e prendendo la moto. Quel giorno, nonostante l'aria fosse piuttosto fredda, c'era un bel sole.
 

Mentre si dirigeva in ufficio, dove avrebbe preso tutto ciò che aveva bisogno per il servizio fotografico, notò che quasi tutte le vetrine dei negozi erano già addobbate con luci, abeti finti e varie decorazioni natalizie.
 

Ora come ora, quel periodo non lo faceva impazzire.. da piccolo, invece, era sempre elettrizzato quando arrivavano le vacanze di Natale. Non vedeva l'ora di poter fare l'albero con sua madre, ma quando era morta lui e suo padre avevano smesso di decorare così sfarzosamente tutta la casa. A che pro lo avrebbero dovuto fare? Erano solo loro due, quindi si limitavano a scambiarsi i regali e a guardare i film natalizi che davano in televisione.
 

Arrivò al condominio dove lavorava, parcheggiò la moto e salì, salutando James, il portiere, che come sempre lo fece entrare con un sorriso. Prese l'ascensore e arrivò al settimo piano, entrando nel suo ufficio. Non era dei più grandi, ma non gli importava molto, visto che la maggior parte del tempo la passava fuori da lì. C'era una parete interamente vetrata, grazie alla quale poteva avere una vista spettacolare sulla città. Al lato opposto della porta era posizionata una scrivania nera, con computer, fax, stampante e fogli ovunque.
 

Prese il fascicolo del matrimonio e uscì dalla porta, attraversando il corridoio e- no. Ti prego no, Adam non riesco a tollerarlo prima delle undici di mattina. Bé, adesso che ci penso non lo tollero a tutte le ore del giorno, però che cazzo, daai.
 

Adam. Biondino, insopportabile, impiegato nel settore, non sa nemmeno prendere in mano una macchina fotografica, infatti porta solo a sviluppare le foto. Ci prova con Kurt da quando.. da sempre.
 

“Ehi Kurtie!” fece l'impiegato, avvicinandosi troppo, a Kurt.
 

“Sì?” rispose l'altro con un falsissimo sorriso.
 

“Mi chiedevo..” disse Adam, con tono lascivo “..cosa fai stasera?” facendo scorrere un indice sulla giacca di pelle del ragazzo.
 

“Sono impegnato.” si affrettò a rispondere Kurt, allontanandosi il più velocemente possibile da quell'insopportabile individuo.
 

“Ah sì?” fece l'altro, inquisitorio “Per quel che ne so io non c'è stato nessuno dopo Tyler, Alex, Brandon, Jack, Mar-”
 

“Senti, ti risparmio la lista dei miei ex, anche perché altrimenti si farebbe tardi e io fra un'ora ho un servizio. Comunque, intendevo che sono impegnato perché ho da fare, non perché sto con qualcuno.” lo interruppe Kurt, abbastanza scocciato.


“Ah sì?” senti, quell' “ah sì” te lo puoi ficcare dove dico io “..e cosa avresti di così importante da fare?”


Oh ma fatti i cazzi tuoi, no?!
 

“Non ti interessa. E adesso devo andare, perché, a differenza tua, mi pagano per fare qualcosa di utile, non per scorrazzare in giro o per portare il caffè al capo.”
 

“Sì, certo, come no.. addio Hummel.. anzi, a presto.”
 

A mai più, vorrai sperare.

 

 

*

 

“Com'era la sposa?”


“Una gnocca!”
 

“Lo sposo?”
 

“Un cesso.”
 

“E perché l'ha sposato, allora?”
 

“L'amore è cieco.. o il portafoglio è pieno, chi lo sa.”
 

“Io piuttosto mi sposerei un figo della madonna, però con il portafoglio vuoto. Anzi, adesso che ci penso.. non mi sposerei proprio.”


“Sì, ma tu sei Sebastian. Un nome una garanzia.”

 

“Il solo e l'unico. Passami il sale.”
 

“Credimi, menomale che ci sia solo tu. Un altro Sebastian non so se sarei in grado di reggerlo. Comunque.. non ti sposeresti proprio, eh? E cosa mi dici di Kyle?”
 

Al ragazzo andò di traverso l'acqua che stava bevendo e si mise a tossire. Quando ebbe finito, guardo Kurt con uno sguardo scettico.
 

“Matrimonio?! Per ora stiamo solo.. uscendo. Suona anche a me strano dirlo, ma è così.. e bé, poi vedremo.”
 

Vedremo. Gli ricordava qualcosa.. o meglio, qualcuno.
 

Il resto della cena passò tranquillamente, fra una battuta sul culo delle damigelle e sui concorrenti del talent show che stavano dando alla televisione.
 

“Ehi, è il tuo turno di portare giù la spazzatura!” fece Sebastian, quando Kurt gli porse il sacchetto.


“Non è vero! Io l'ho portata giù la settimana scorsa, tocca a te.” replicò Kurt, lanciandogli il sacco nero addosso.
 

“Io non mi muovo da qui.” disse Seb, deciso a non staccare le chiappe dalla sedia, rilanciando il sacchetto per terra.
 

“E va bene! Ma giuro che se la prossima settimana non la porti giù tu col cavolo che passo l'aspirapolvere anche in camera tua!”
 

“Sì mamma!” lo prese in giro l'altro.
 

“Oh, ma vaffanculo!” urlò Kurt, chiudendosi la porta alle spalle e ritrovandosi sul pianerottolo di fronte ad un ragazzo basso e riccioluto.
 

“Chi è che deve andare affanculo?” chiese con tono giocoso Blaine.
 

“Ehm.. Sebastian.. è un pirla..” rispose sorridendo Kurt.
 

“Capito. Stai portando giù la spazzatura?”
 

“Sì.. lo stavo mandando a cagare proprio perché oggi toccava a lui, ma sostiene il contrario. Comunque, tu dove vai di bello?”
 

“A lavorare!” fece Blaine, alzando la custodia della chitarra che aveva in mano.
 

“Oh.. giusto..”
 

“Mi chiedevo..” il riccioluto abbassò lo sguardo, guardandosi le scarpe “..che fai stasera?”
 

“Niente di particolare..” rispose l'altro, sempre sorridendo.
 

“Ti.. ti andrebbe di venire con me, al locale? Non importa se non puoi.. ecco, comunque non devi preoccuparti, è un posto tranquillo, non circolano droghe o cose del genere, al massimo qualcuno alza un po' troppo il gomito ogni tanto, ma puoi stare certo ch-”
 

“Blaine.”
 

“Scusa.. a volte tendo un po' a straparlare..”
 

“Un po'?” fece Kurt, ridacchiando.


“Hai ragione.. allora.. vieni oppure no? Ecco, perché sarei già un po' in ritardo..” chiese Blaine, con uno sguardo da.. cucciolo. Non c'era altro modo per descriverlo.

 

“Lasciami prendere la giacca e le chiavi. Arrivo tra un attimo, mi ci vorranno due minuti d'orologio.” rispose l'altro, sorridendo e rientrando nell'appartamento, lanciando la spazzatura a Sebastian e ordinandogli di portarla giù più tardi.
 

Quando Kurt uscì dalla porta, trovò Blaine ancora lì ad aspettarlo. Gli sorrise e si incamminò verso le scale, ma vide che l'altro non lo stava seguendo.
 

“Blaine?”
 

“Hai.. hai una moto?” chiese l'altro, vedendo il casco tra le mani del ragazzo.
 

“Ehm.. sì. Se vuoi però andiamo con la macchina o in metro.. o a piedi, come preferisci. E che avevi detto che eri in ritardo..” fece l'altro.
 

“No, no, la moto va bene, io sarei andato a piedi, ma è okay.. solo.. la sai guidare?”
 

L'altro gli lanciò uno sguardo scettico. “Certo che la so guidare! Se l'ho comprata vuol dire che sono capace di andarci.”
 

Queste parole non rassicurarono per niente Blaine, che, fifone com'era, non accennava a muoversi. Così, Kurt lo prese per la giacca, scendendo le scale di corsa e rischiando di farlo inciampare.
 

“Okay, okay, mi muovo.. ma sta' calmo, non tirare, è di Hugo Boss!”
 

“Sei così.. gay!”
 

“Se è per questo anche tu.” rispose l'altro, con un tono da finto strafottente.
 

“Come se ti dispiacesse! E poi tu sei.. gay! Io sono solo gay.”
 

“Eh?” fece l'altro, confuso.
 

“Senti, non eravamo in ritardo? Andiamo, su, mettiti il casco.” fece Kurt, montando in sella alla sua piccola.
 

Il riccioluto tirò su una gamba, cercando di salire facendo leva con l'altra. Al primo tentativo non ci riuscì, anche per colpa della chitarra che gli impediva di muoversi bene. Così, Kurt gliela prese di mano e l'altro fece un saltello per raggiungere il sellino.
 

Blaine, imbarazzato, non sapeva bene come comportarsi, così si allontanò un po' dall'altro, per non stargli troppo addosso. Dietro il casco, Kurt ridacchiò sommessamente, non facendosi sentire dal moro che intanto si sforzava per non stare troppo appiccicato alla sua schiena.
 

“Attento alle curve.” si sentì dire il moro, un attimo prima di spiaccicarsi contro l'altro ragazzo tipo koala, appena Kurt accelerò un po'.
 

“Non andare troppo forte, sono ancora troppo giovane per morire!” urlò spaventato, stringendosi alla vita dell'altro.
 

“Ma non sto andando veloce.. il limite è di quaranta all'ora e sto andando appena a trenta!” replicò Kurt, divertito. “Come si chiama il posto dove lavori?”
 

“Phenomenon, è due quartieri più avanti del TimeOut, lo conosci quello, no?”
 

“Sì..” rispose Kurt vagamente, sorridendo al ricordo della sera in cui aveva incontrato Blaine.
 

Dopo circa una decina di minuti, arrivarono a destinazione. Blaine non si accorse di quanto aveva tenuto stretto il ragazzo fino a quando Kurt non parcheggiò la moto e gli si dovette staccare di dosso.


“Allora? Piaciuto il giretto in moto?” fece Kurt, ridendo e prendendo a braccetto l'altro, che gli lanciò un'occhiata tutt'altro che amichevole.
 

“Io non ci salgo più in moto con te!” rispose Blaine, mettendo su un broncio adorabile.
 

“E, di grazia, come avresti intenzione di tornare a casa?”
 

“A piedi! O in metro!”
 

“Sì, certo, come no.. sotto sotto scommetto che ti è piaciuto starmi tutto spatasciato addosso!”
 

“Entriamo, ti presento un mio amico.. pensa che lo conosco da quando ero alto così!” fece Blaine, indicando approssimativamente l'altezza di un metro e trenta.
 

“Non cambiare argomento!” disse l'altro, ridacchiando e facendo arrossire Blaine “Comunque.. vorrai dire che lo conosci da quando eri basso così!”
 

“Che stronzo! E per la cronaca tu non sei nemmeno poi tanto più alto di me!”
 

“Certo, certo.. intanto per salire sulla moto non mi ci è voluta la scala a pioli..” rise Kurt, facendo allontanare Blaine, imbronciato.
 

I due entrarono nel locale, già pieno di gente. Blaine si avvicinò al bancone del bar e Kurt lo seguì, sedendosi con lui su uno sgabello.
 

“Jeff!” chiamò il riccioluto.
 

Come spuntato dal nulla, si ritrovarono davanti un ragazzo biondo, alto e anche piuttosto carino.
 

“Ehilà Blaine, oggi suoni?”
 

“Lavoro qui da mesi ormai, dovresti saperlo! Comunque, questo è Kurt.”
 

“Ciao Kurt, piacere, sono Jeff.” fece il ragazzo, stringendogli la mano. “Cosa vi porto?”
 

“Io solo una birra, che devo lavorare. E tu?” disse Blaine, rivolgendosi a Kurt.
 

“Un mojito.”
 

Il biondino si allontanò, andando a prendere le ordinazioni di qualche altro cliente.
 

“Quello che devi sapere su Jeff è che è un pirla. E, se te lo stai chiedendo, non mentire, lo so che te lo sei chiesto, tutti se lo chiedono, è biondo naturale. Ah, ed è innamorato di Nick. E Nick di lui. Ma non si danno una svegliata. Io ci ho provato eh, ma niente.”
 

“Qualcuno te l'ha chiesto?” fece Kurt, ridendo sotto i baffi.
 

“Cazzo oh, sei simpatico come uno sputo in un occhio stasera!” replicò Blaine, fintamente offeso.


Kurt, per farsi perdonare, si avvicinò a Blaine, schioccandogli un bacio.

 

“Sulla guancia?! Oh, andiamo!” si lamentò l'altro.
 

Qualche minuto dopo, Blaine dovette lasciare l'amico da solo per salire sul palco, dato che l'avevano appena chiamato. Prese la chitarra e prese posizione davanti al microfono.

Da quel che poteva notare Kurt, ci sapeva davvero fare con il pubblico. Lo intratteneva e riscuoteva anche piuttosto successo, soprattutto fra le ragazzine più giovani. Rimase a guardarlo per tutta la sera. Ogni tanto si scambiavano qualche sguardo e Blaine sembrava davvero a proprio agio nello stare sul palco, davanti a tante persone.

 

Era ormai l'una passata, quando Blaine annunciò il suo ultimo numero.


“Vorrei.. dedicare questa canzone..” iniziò il moro, quasi timidamente.

 

No.
 

“Ad una persona che non conosco da molto tempo..”


Non lo sta facendo sul serio. Perché mi sta guardando? No.

 

“Ma che, sul serio, sento molto vicino a me, per qualche strana ragione..”
 

Datemi una pala, una bara, una lapide e un cimitero che mi voglio sotterrare.
 

“Kurt, questa è per te.” fece Blaine, con un occhiolino indirizzato nella mia direzione.

 

white demon, where’s your selfish kiss? - bianco demone, dov'è il tuo bacio egoista?

 

Kurt era.. spiazzato. Faceva fatica a sostenere il suo sguardo, perché in quegli occhi avrebbe trovato quel che cercava.. e non era sicuro di voler sapere la risposta a tutte le sue domande. Non voleva.. sapere. A lui sarebbe bastato andare avanti in quel modo, senza rendere esplicito nulla, semplicemente.. vivendo.

 

let us be in love - lasciaci essere innamorati

let’s do old and grey - lasciaci invecchiare

 

Non aveva particolarmente voglia di dare un nome a tutto. Quel che stavano passando in quel momento era solo.. qualcosa. Ma evidentemente Blaine aveva voglia di metterlo in imbarazzo. Per l'amor del cielo, sì, un imbarazzo assolutamente piacevole. Nessuno gli aveva mai dedicato una canzone.. ed era.. strano.

 

I won’t make you cry - non ti farò piangere

I will never stray - non vagherò mai

 

Blaine non accennava a voler togliere lo sguardo da Kurt, che, inconsapevolmente, aveva iniziato a sorridere un po'. Perché con Blaine era così. Non c'era nient'altro da fare. Come può, una persona che conosci da così poco tempo, farti quest'effetto?

 

I will do my part - farò la mia parte

let us be in love tonight - stanotte lasciaci essere innamorati

 

E forse quella notte, davvero, si resero conto di qualcosa. Qualcosa che li teneva legati, in qualche strano modo. Avevano ancora tutto il tempo del mondo per conoscersi, per stare insieme.. per vivere. Furono finalmente consapevoli di una cosa, però. Avrebbero vissuto molti momenti insieme.. e questo li fece sentire in un modo strano. Soprattutto Kurt, che fino a poco tempo fa, aveva perso qualsiasi tipo di fiducia nel trovare qualcuno che gli sarebbe stato accanto. C'erano stati vari Paul, vari James, vari Tyler.. che avevano avuto tutto il tempo per riuscire a farlo sentire bene, davvero. E non ci avevano nemmeno provato. Blaine, anche senza accorgersene, lo aveva fatto stare meglio. Per certo, loro due, sarebbero diventati.. qualcosa. Insieme. E l'importante non era stabilire che cosa, esattamente. Ma c'erano, l'uno per l'altro.. e sapere questo era più che sufficiente, per entrambi. Non avevano bisogno di leggere la mano di qualche indovino del luna park, per essere certi che non si sarebbero detti addio. Dentro di loro, avevano deciso che sarebbe stato così.

 

 

 

 

Angolo della pirla che scrive continuamente stronzate autrice.

Oibò, eccoci qua :) aluuura, vediamo. In questo capitolo entrano in azione (?) due nuovi personaggi, Jeff e Adam, yuppi ya yeaah! Spero vi piacciano v.v 
Blaine e Kurt mi fanno venire il diabete, quindi ogni tanto ci metto un po' di Bitchy!Kurt che non fa mai mai mai male AHAHAHAH :') La canzone che Blaine dedica a Kurtie è questa, sempre dei The Killers, scusate, non uccidetemi çç
Spero vi sia piaciuto! Non ho idea del perché, ma ci ho messo secoli a scrivere :O infatti adesso è meglio che vada a studiare un po' :')
Alla prossima! Oh, anzi, no, attenzione! Ho un annuncio, o meglio, un parere da chiedervi.. dovete scegliere:

1. Vojo la Klaine, solo la Klaine, per sempre la Klaine, ma non mi dispiacciono né Kyle, né Jeff.
2. Vojo principalmente Klaine, ma mi piacerebbe un po' di Niff sniff sniff e un po' di Sebyle tanto per gradire (?)
3. Vojo diciamo un po' di Klaine, un po' di Niff e un po' di Sebyle.
4. Sebastian e Kyle bumbano per conto loro, idem per Jeff e Nick, ma io vojo i miei Kurt e Blaine.
5. Di Jeff e Nick nun me frega 'na beata fava, vojo Klaine ebbasta.
6. Scegli tu, tanto poi non seguirai i nostri consigli.

La sei mi sembra la più veritiera, ma voi il vostro parere datemelo comunque, insomma ahò AHAHAHAH :')

*Benedetta

 

 

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Capitolo 11
*** A bump on the head. ***




Nothing scares me anymore.


11. A bump on the head.
 







Dopo la canzone che segnò definitivamente i loro destini, non furono necessarie inutili parole per scandire le loro nuove posizioni. Non ci fu nessun “ma allora stiamo insieme?”, non ci fu nessun “non vedevo l'ora che me lo chiedessi”, così come non ci fu nessun “quella canzone era per me?” o “certo che lo era, Kurt”, perchè.. semplicemente non ne avevano avuto bisogno.

Erano passati ormai mesi da quando si erano messi insieme, in silenzio. Sempre senza dire nulla, avevano cercato di fare di tutto per unire le loro routine, creandone una tutta loro. All'inizio c'erano stati tanti baci, perché sentire le labbra dell'altro sulle proprie era una sensazione nuova e.. bellissima, ovviamente. E a nessuno dei due dispiaceva affatto, anzi. Andando avanti con il tempo, continuavano a scoprire le mille sfaccettature dei loro caratteri, le qualità, i punti di vista.. e, perché no, anche i difetti. Ma a loro andava più che bene anche così. Non doveva andare per forza tutto alla perfezione, non era quello che avevano in mente per il loro futuro. Non pensavano neanche di dover per forza stabilire dei confini, dei limiti, e guardando avanti si rendevano conto che, per ora, volevano vivere così. Oltre a Kurt e Blaine, ovviamente, c'erano anche Sebastian e Nick. Insomma, ogni persona che si rispetti deve andare d'accordo con il ragazzo del proprio migliore amico.. altrimenti si è fottuti.. appunto.

In quel preciso istante, Sebastian e Blaine erano spaparanzati sul divano, godendosi un pomeriggio senza impegni, mentre invece Kurt era a lavoro, come ogni santo giorno. Blaine, sdraiato con una ciotola di popcorn in mano, stava aiutando l'altro a preparare il suo prossimo esame. Non ci capiva un bel niente di quella roba.. chimica.. stechiometria.. boh. Davanti ai suoi occhi, comparivano scritte come questa:

 

NaOH + H3PO4 -----> Na3PO4 + H2O

NaOH + H3PO4 -----> Na3PO4 + 3H2O

MNaOH: 23 + 16 + 1 = 40 g/mol
MNa3PO4: (23 * 3) + 31 + (16 * 4) = 164 g/mol

 
e a Blaine poteva benissimo sembrare un messaggio in codice in linguaggio alieno. Proprio in quel momento, gli stava facendo alcune domande sulla produzione di fosfato di sodio da idrossido di potassio.. e non avrebbe saputo nemmeno da che parte girarsi, se non avesse avuto il libro davanti. Sebastian era considerato dalla maggioranza delle persone come uno spaccone, arrogante, figlio di papà. Ma solo chi lo conosceva veramente aveva l'esclusiva di poter davvero scoprire che persona si celava dietro all'apparenza. Mai giudicare un libro dalla copertina, no? Ecco, mai giudicare Sebastian dalla quantità di preservativi che compra ogni mese.
 
I due ragazzi vennero distratti dal vibrare del cellulare sul tavolino.
 
“E' il tuo amato.” esordì Sebastian, con aria annoiata, facendo così rizzare la schiena a Blaine, che si sistemò subito. Il ricciolo tirò giù i piedi dal tavolino di cristallo e raccolse i rimasugli dei pop corn dai pantaloni, sentendo già risuonargli nelle orecchie un'immaginaria minaccia di morte da parte di Kurt, per avergli unto il divano.
 


Ore 17.54 – a Pirla:

Qui sta piovendo, lì? Se piove devi tirare dentro i panni.

 

Ore 17.56 – a Demente:

Ciao mammina, aspetta un atomo, adesso guardo.


Ore 17.57 – a Pirla:

Seb, stai ancora studiando chimica?

 

Ore 18.03 – a Demente:

Sì, perché lo chiedi? Il tuo cagnolino mi sta tenendo compagnia, aiutandomi a studiare. Comunque non piove, tranquillo.

 

Ore 18.05 – a Pirla:

Hai appena scritto atomo al posto di attimo. Tra l'altro noi non abbiamo un cane.. hai comprato un cane senza dirmelo?!

 

Ore 18.06 – a Demente:

Ma va, idiota, intendevo il ricciolino alto un metro e una banana che ultimamente è sempre qui che ti aspetta.. cazzo, abitiamo ad un appartamento di distanza, cosa gli cambierebbe spaparanzarsi a tre metri e mezzo da qui?

 

Ore 18.09 – a Pirla:

Blaine?! Trattalo bene, idiota.

 

Ore 18.12 – a Demente:

Certo.. mi sta anche aiutando.. ti pensa sempre, mlmlml.

 

Ore 18.12 – a Pirla:

Eh?

 

Ore 18.14 – a Demente:

Massì, prima stavo ripassando l'ibridizzazione del tipo sp3d del fosforo..

 

Sebastian alzò lo sguardo dallo schermo del cellulare, per guardare cosa stava combinando Blaine. Il ragazzo era tutto concentrato nell'impresa di 'leccare' i pochi pop corn rimasti dalla ciotola. Seb, alla vista dell'altro, fece una faccia schifata.. e riprese a scrivere a Kurt.

 

Ore 18.15 – a Pirla:

E allora, cosa c'entro io col fosforo?

 

La faccia schifata di Sebastian si trasformò gradualmente in uno strano ghigno.. quasi inquietante.

 

Ore 18.17 – a Demente:

Beh, quando si fornisce energia al fosforo.. l'orbitale 3s..

 

Ore 18.19 – a Pirla:

L'orbitale 3s..?

 

Ore 18.19 – a Demente:

Si eccita. E gli sei venuto in mente tu.. mlmlml.

 

Ore 18.23 – a Pirla:

Sebastian..

 

Ore 18.24 – a Demente:

Sì?

 

Ore 18.25 – a Pirla:

Vaffanculo. Andate affanculo tu e i tuoi mlmlml, che tra l'altro non hanno nemmeno senso!

 

Ore 18.27 – a Demente:

Dai, non prendertela, scherzavo, ahahah. Comunque stasera mi serve avere casa libera.

 

Ore 18.28 – a Pirla:

E per quale strana ragione dovrei accettare di andare a dormire da Blaine?

 

Ore 18.30 – a Demente:

Perché è eccitato AHAHAHAHAAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH no, scusa, in realtà è perché viene Kyle.. e sì, insomma.. fra una cosa e l'altra..

 

Ore 18.32 – a Pirla:

PIANTALA SEBASTIAN SMYTHE. Sì, so io come andrà a finire con Kyle.

 

Ore 18.33 – a Demente:

Va bene, va bene.. allora? Per la casa libera?

 

Ore 18.34 – a Pirla:

Chiedi a Blaine se c'è spazio nel suo letto.

 

“Blaine, c'è spazio nel tuo letto?” chiese Sebastian. Blaine, in risposta, lo guardo interrogativo, ma poi collegò il mittente degli sms alla domanda, e rispose affermativamente, sorridendo.

 

Ore 18.35 – a Demente:

Pff, come se non lo sapessi quanto spazio c'è! Comunque ha detto di sì.

 

Ore 18.36 – a Pirla:

E va bene, allora farò questo grande sacrificio..

 

Ore 18.36 – a Demente:

Come se ti dispiacesse dormire col tuo hobbit.

 

Ore 18.38 – a Pirla:

Se continui così sei sulla buona strada per farmi cambiare idea, sappilo.

 

Ore 18.41 – a Demente:

Scusa, ti voglio bene amore della mia vita, non ti lascerò mai, ti lovvo troppixximo x favòré nn kambiare mai (idea).

 

Ore 18.42 – a Pirla:

..fai paura.

 

Ore 18.42 – a Demente:

..lo so.

 

Ore 18.43 – a Pirla:

Ecco, l'importante è esserne consapevoli. Tra cinque minuti arrivo, aprimi la porta che ho dimenticato le chiavi.

 

“Blaine, mi fai un favore?” chiese con voce quasi supplicante Sebastian.

“Implica il dover alzarmi da questo divano?” rispose con voce assonnata il ricciolino.

“Sfortunatamente sì. Ma implica anche il rivedere il tuo Kurtuccio piccoluccio carinuccio culettuccio uccio uccio e arcobalenuccio gayucc-”

“Hai finito?! Dov'è Kurt?” lo interruppe.

“Se alzi il culo e apri la porta d'ingresso lo scoprirai.”

Blaine si alzò dal divano in men che non si dica, raggiungendo l'ingresso in poche falcate e aprendo la porta. Non fece nemmeno in tempo ad aprir bocca per salutare Kurt, che si ritrovò le labbra sulle sue, per alcuni secondi che tolsero il fiato ad entrambi. Blaine approfondì il bacio, portando una mano ai capelli del suo ragazzo, facendolo gemere. Vennero interrotti da un indiscreto colpo di tosse e da un “te l'avevo detto che era eccitato..” da parte di Sebastian, il che portò Kurt ad allontanarsi bruscamente da Blaine, per poi avvicinarsi al divano e afferrare un cuscino, sbattendoglielo in testa a Seb.

Quando la furia di Kurt ebbe finito, Sebastian esordì con un: “Mi hai fatto male!” tra il combattuto e l'incazzato.

“E' fatto di piume, pirla!”

“Ma mi hai beccato proprio con la zip!”

“Vedi dove te la tiro la prossima volta, la zip!”

Non diede il tempo a Sebastian di ribattere, perché prese Blaine per mano, trascinandolo fuori dall'appartamento e sbattendo la porta. Il riccioluto si ritrovò con le spalle al muro, incastrato in una piacevole morsa tra Kurt e la parete.

“Ciao.” sussurrò Blaine, sulle labbra del più alto.

“Ciao.” rispose divertito il ragazzo, per poi continuare “non ci eravamo ancora salutati..”

“Già, qualcuno mi ha fermato prima che potessi proferire parola..” si lamentò con un finto broncio Blaine.

“Parli troppo.” ribatté Kurt, unendo le loro labbra.

Blaine lo spinse in avanti, stringendo la sua camicia, nel bisogno di sentirlo il più vicino possibile. Percorsero i pochi metri che li separavano dalla porta dell'appartamento continuando a baciarsi e cercando di non inciampare l'uno nei piedi dell'altro.

Quando furono davanti all'uscio, Blaine trafficò qualche momento con le chiavi, abbassando la testa per infilarle nella serratura. Kurt, invece, iniziò a mordicchiargli il lobo dell'orecchio, scendendo con la lingua sul collo e provocando diversi gemiti di piacere all'altro.

Appena Blaine alzò la testa, si impossessò nuovamente delle sue labbra, spingendoli dentro l'appartamento e iniziando ad arrancare come potevano verso il divano. Blaine, sempre con gli occhi chiusi, ribaltò le posizioni e spinse l'altro in avanti, facendolo ridacchiare e atterrare di schiena sul divano.

Qualche istante dopo, il riccioluto era a cavalcioni sopra di lui, intento a sbottonargli la camicia. Alzò lo sguardo dalla pelle incredibilmente chiara di Kurt, fissandolo per qualche istante.

“Sei bellissimo.” mormorò, appena prima di abbassarsi di nuovo e di unire le loro labbra con un altro bacio.

“CHI VA LA'?! SONO ARMATO DI OMBRELLO, NON TI CONVIENE!”

“NICK?! SE-SEI NUDO! NUDO! COPRITI IL TUO DI OMBRELLO, COGLIONE!” urlò in preda al panico Blaine, allontanandosi immediatamente da Kurt.

“WOAH! O-oh.. ehm.. oddio! Scusatemi n-non sapevo che foste voi, credevo che fosse un ladro o.. o qualcuno che non foste voi, oddio..” farfugliò l'altro, iniziando a coprirsi.. bé.. lì.. con un cuscino.

“Si può sapere cosa ci fai in giro completamente nudo?!”esordì Kurt, riallacciandosi la camicia e alzandosi dal divano, affiancando Blaine, che guardava sconcertato l'amico.

“Eh.. è che di solito, quando sono solo in casa, sto nudo.. mi da un senso di libertà.. e credevo che Blaine rimanesse da te a dormire, come ormai succede da settimane!”

“Libertà?! Ma fatti curare, idiota! E pensavi sul serio che un ladro si sarebbe intimidito.. con un ombrello?!” si lamentò Blaine, prendendo per mano Kurt e allontanandosi dal salotto.

I due arrivarono in camera di Blaine, dove, sparito ogni minimo tipo di 'scintilla' si lasciarono andare ad una risata, un po' per la situazione generale, un po' perché avevano appena visto.. Nick. Nudo. Evviva. O forse no.

“Ti dispiace se mi faccio una doccia? Oggi ho praticamente perso il conto delle modelle e dei modelli che hanno posato per quella rivista.. di cui sinceramente non ricordo nemmeno il nome..” fece Kurt.

“Figurati, anzi, almeno ho un po' di tempo per rimettere a posto in giro.. sicuramente Nick avrà già cenato e la cucina sarà un disastro..” rispose Blaine dolcemente “quando hai finito ceniamo e poi ci guardiamo un film, che ne dici?”

“Mi sembra perfetto. Ascolta.. non ho voglia di andare di là per prendere dei vestiti.. non è che..” iniziò il più alto, aprendo l'anta dell'armadio.

“Certo, per te non c'è nessun problema, non mi dai fastidio se vai in giro nudo.” scherzò Blaine, ridacchiando.

“Blaine!” lo rimproverò, iniziando a frugare nel cassetto in cerca di vestiti che non fossero fucsia, a pois o con scritte dal discutibilissimo gusto, come senza t-shirt sono anche meglio oppure stasera faccio il bravo.

“Prendo questa maglietta, queste mutande.. viola.. e questi pantaloni.. che sono il meno peggio.” decise Kurt, ammirando con una faccia piuttosto schifata gli indumenti che aveva tra le mani.

“Ehi! Qualche problema con il mio guardaroba?”

“No, ma va.. diciamo che se fossi daltonico o cieco sarebbe molto meglio, tutto qui.” fece sarcastico Kurt, dirigendosi verso il bagno.

Entrò e iniziò a spogliarsi, ma quando fu rimasto in mutande si accorse che Blaine aveva aperto la porta e lo stava spiando.

“Blaine.. devo davvero farmi una doccia.. e tu devi preparare qualcosa per cena, su, esci!” si lamentò.

“Dai..” insistette Blaine, per poi arrendersi definitivamente all'occhiata assassina del ragazzo e acconsentire, chiudendo la porta e incamminandosi verso la cucina.

“Aspetta! Blaine!” si sentì chiamare da Kurt, dopo appena qualche secondo.

Ghignò e riaprì la porta del bagno. “Già cambiato idea, Hummel? Devo ammettere che credevo che ci avresti messo almeno qualche minuto in più, tuttavia la cosa non mi dispiace affatto..”

“Mi dispiace deludere le tue aspettative, ma ti volevo chiedere di andarmi a prendere il cellulare, ho visto che c'è una cassa per mettere la musica, ne approfitto..” rispose l'altro, entrando nella doccia e accendendo l'acqua.

Blaine, deluso più che mai, tornò in camera da letto, per poi riconsegnare il cellulare a Kurt.

“Scusa.. ho le mani bagnate, tieni la spina, me lo infili tu?”

..me lo infili tu. Ma vaffanculo Kurt.

“Certo amore, come vuoi tu.” acconsentì Blaine, cercando di arrivare alla cassa, posizionata sul bordo della doccia.. troppo in alto, per uno come lui. Si mise in piedi sul water, per poi, finalmente raggiungere quella che gli sembrava la vetta di uno dei più alti monti del mondo. Non sbirciò. Non sarebbe stato giusto nei confronti di Kurt.. e poi, sinceramente, non era la prima volta che vedeva l'altro nud- e va bene, sbirciò eccome. Ma si sentì in colpa. Però sbirciò. Insomma, Kurt Hummel è nella tua doccia, tu hai l'opportunità di vederlo nudo e non lo fai? Andiamo.

Scese dal water, avvisando l'altro che la sbarra della doccia non doveva essere molto stabile come appoggio per una cassa. Neanche a dirlo, due minuti dopo, Kurt stava tirando giù santi di cui non aveva mai sentito nemmeno il nome, dopo essergli arrivata la cassa dritta sulla testa.

Non doveva andare per forza tutto alla perfezione, perché ritrovarsi con un bernoccolo in testa non era il massimo, ma a loro andava bene così. Andava più che bene così.. con un bernoccolo in testa.

 










 

Angolo dell'autrice.

Che poi non è un angolo.. insomma, dove lo vedi l'angolo? Prendi un gognometro e misuralo. Non ce la fai, proprio perché non è un angolo, punto.

Okay, ho finito di sparare cavolate ^^ 

Saaalve c: lo so, sono in ritardo sulla tabella di marcia.. quale tabella di marcia? Pff, chi voglio prendere in giro, non so nemmeno da che parte sono girata, figuriamoci se ho una tabella di marcia :') Anyway, ho avuto molto da studiare in quest'ultimo periodo e ogni giorno combatto la mia lotta contro il latino, capitemi pls :') 

Arriviamo al capitolo: la prima parte. Un salto temporale.. perché ci sta ogni tanto, dai ahah :') Poi.. lo scambio di sms tra Kurt e Seb che arriva a picchi di demenza mai visti prima d'ora (?) poi Kurt e Blaine che si incricetano, quindi niente di nuovo (AHAHAH) e Nick. Nudo. Sconvolgente, eh? Poi Kurt e la doccia.. la cassa sul bordo è autobiografica. Il bernoccolo pure c: e i doppisensi a gogò anche (?) 

Prima che vi lasci, vi voglio ringraziare, tanto. Voi che leggete, che continuate a seguire questa cosa senza senso, voi che recensite, voi che siete silenziosi, ma so che ci siete.. solo.. grazie.




*Benedetta

 

 

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