Love story

di Lizzy san
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il giorno in cui... ***
Capitolo 2: *** Sto cercando di amarti ***
Capitolo 3: *** My wedding ***
Capitolo 4: *** My life with you ***



Capitolo 1
*** Il giorno in cui... ***


Capitolo 1-Il giorno in cui…
Quel giorno ero in camera mia. Non ero potuta andare a lavoro per dei forti dolori alla pancia, così ero rimasta in camera a riordinare alcune cose.
Non avevo pranzato e, cosa ancora più strana, pensavo ossessivamente a Edgar. Non era da me pensare a quell’uomo così, senza un motivo.
Poi, verso mezzogiorno, sentii bussare alla mia porta. Pensai:- Mio padre non può essere perché è a lavoro. La domestica? No, ha già finito il suo turno ed è andata a casa. Allora chi può essere?- così mi avvicinai alla porta e sentii una voce molto, forse troppo, familiare.
Stava dicendo:-Vai Raven. Devo parlare da solo con Lidya.-. In quel momento sentii bussare una seconda volta.
Allora, sapendo chi c’era dietro la porta, dissi:- Avanti, è aperto.-. Come mi aspettavo entrò l’autore di tutte le mie sventure, un certo Edgar J.C. Ashembert.
Era vestito con uno smoking nero e aveva in mano un mazzo di rose. Si avvicinò a me e disse:-Lidya, sono qui per vedere tuo padre.-.
Io allora gli chiesi:-Perché, Edgar, vuoi vedere mio padre?-, allora lui mi rispose:-Perché devo chiedergli la tua mano. Non riesco più a vivere senza di te. Se non ci sei tu vicino a me la mia vita è vuota. So che insieme a te riuscirò a diventare un uomo migliore.-.-Cosa? Ancora? Edgar io…-, in quel momento sentii qualcosa rompersi dentro di me e mi accorsi che forse, solo un pochino, ero attratta da quella proposta.
Ma non feci in tempo a capire cosa mi stesse succedendo che sentii qualcosa tirarmi il braccio e trascinarmi indietro, verso il mio letto. Mi ritrovai sdraiata, e sopra di me Edgar. Allora lui disse:-Ti voglio Lidya. Questa volta non mi addormenterò subito.- Ero entrata nel panico più puro. Non sapevo più come muovermi per fuggire da quella posizione imbarazzante. Sapevo solo che Edgar era sopra di me e che se non avessi fatto qualcosa lui mi avrebbe fatta sua per sempre. Allora escogitai un trucco che in molte occasioni funziona ancora oggi. Gli dissi:-Edgar, in questo momento non sono pronta per sposarmi. Non so come si deve comportare una buona moglie. Lasciami il tempo di trovarmi un insegnante e di imparare. Poi, allora, ti sposerò.-, in altre parole gli lasciai il beneficio del dubbio.
Così si allontanò da me e poco dopo mi chiese:-Però voglio una garanzia. Devi darmi un bacio.-.
Non sapevo cosa fare, ma per non far saltare tutta la messinscena dovetti baciarlo. Devo dire che all’inizio mi piacque un po’ quel bacio ma quando lui cominciò ad approfondire, mi staccai. Dopo tutto questo lui, ancora molto deluso, se ne andò lasciandomi con la consapevolezza di aver dato il mio primo bacio all’uomo più inaffidabile del mondo.

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Capitolo 2
*** Sto cercando di amarti ***


Capitolo 2- Sto cercando di amarti.
Il giorno dopo, arrivata alla residenza del Conte Cavaliere Blu, mi ritrovai di fronte Edgar con un sorriso alquanto malizioso stampato sul viso. Non sapevo cosa avesse in mente ma sapevo che non era niente di buono. Poi lui mi chiese:-Lidya, ieri mi hai detto che volevi diventare una buona moglie. Allora io, tornato a casa, mi sono messo a pensare e poi ho trovato la soluzione. Chiamerò un maestro che ti insegni come prenderti cura del tuo futuro marito.- Ancora oggi non capisco come dalla sua mente escano idee così malsane. Ma torniamo al discorso di prima. Io alle sue parole rimasi di sasso. Non avevo mai sentito un’idea più assurda di quella. Ma mi accorsi poco tempo dopo che il ragionamento filava. Se io avessi imparato subito come essere una buona moglie allora avrei sposato Edgar in un futuro molto prossimo. Credo che in quel momento avrei voluto rispondergli che avrei preferito cercare da sola un insegnante ma per la seconda volta avvertii quella sensazione di… non so come definirla. Era quella del giorno prima, quando lui mi aveva chiesto di sposarlo. Quindi non replicai e, nei giorni seguenti, seguendo il mio cuore, lo aiutai a cercare un maestro. La scelta ricadde su una vecchietta dall’aria dolce. Presto, però, mi accorsi che non era affatto dolce, al contrario era molto severa e se avessi sbagliavo qualcosa avrei dovuto  ricominciare tutto da capo. Poi, un giorno, ascoltai una conversazione tra la vecchietta ed Edgar. Lei stava dicendo:-Conte, secondo un parere personale la ragazza che avete scelto come sposa, non è adatta a voi. Lei è pasticciona, sgraziata, e poi credo…che non voglia sposarvi. Ma, Conte, se gradite ancora i miei servigi allora saprò istruirla a dovere.-. Edgar non aveva risposto e si era limitato ad annuire. Così io avevo finito per ascoltare con più attenzione quello che diceva la vecchia. Arrivò poi il giorno in cui avrei dovuto dare prova di ciò che avevo imparato. Era il giorno del mio esame finale. Per prima cosa mi alzai molto presto quella mattina per andare alla residenza. Dovevo regalare al mio futuro marito un “dolce risveglio”. Così ancora prima che lui si svegliasse io entrai in camera sua e mi avvicinai al letto. Lui aveva un viso sereno ed io potei dedurre che stesse facendo un sogno molto bello. Mi inginocchiai e seguendo i consigli della vecchia, cominciai ad accarezzargli la fronte. Dopo alcuni tocchi vidi le sue palpebre contrarsi e lo chiamai. Lui però fece una cosa che non mi sarei mai aspettata. Ancora con gli occhi chiusi, cominciò ad agitarsi gridando:- Madre, madre dove siete? No, non andate via! Restate con me!-. Non sapevo cosa fare. Dovevo fermarlo e soprattutto svegliarlo. Ma lui non cercava di rendere le cose più facili, anzi, più cercavo di farlo stare fermo più lui si dimenava. Allora dovetti passare alle maniere forti. Salendo sul letto mi misi a cavalcioni su di lui e gli tirai uno schiaffo. Ammetto che forse sono stata troppo violenta con lui ma alla fine è il risultato che conta. Infatti lui si svegliò subito e trovandomi sopra di lui diventò tutto rosso. Forse quella fu la prima volta che lo vidi in quelle condizioni. Ma io non ero da meno. Anche io ero diventata tutta rossa. Poi lui pronunciò il mio nome e disse:- Cosa ci fai qui Lidya. Non mi dire che…- io allora mi affrettai a rispondere:- Non…non è quello che pensi. Tu ti stavi agitando e allora… per fermarti io…- lui rimase un po’ perplesso ma poi si convinse. Mi prese in braccio e mi chiese:- Lidya, perché sei venuta in camera mia?-. Io risposi:- Oggi è il giorno del mio esame. Dovrò essere una brava moglie per un giorno.-. Lui sembrò essere felice della nuova notizia, e da quel momento cominciò la mia giornata da brava mogliettina. Per iniziare dovetti fare colazione insieme ad Edgar. Poi uscimmo per una passeggiata in paese, aiutai Edgar ad amministrare i suoi territori e per finire cenammo insieme. Arrivava il momento in cui ci saremmo dovuti separare. In quella giornata mi ero resa conto che il suo lavoro non era del tutto inutile. Arrivati davanti alla sua camera, io feci per salutarlo ma lui prendendomi per un braccio mi spinse dentro e chiuse a chiave la porta. Mi disse avvicinandosi a me:-Non ti preoccupare, Lidya, non voglio farti del male. Voglio solo parlarti. Ti devo chiedere una cosa.- allora io risposi:- Avanti parla-. Lui, evidentemente imbarazzato, mi disse- Volevo chiederti se tu mi ami veramente.-. Cosa avrei dovuto rispondere? No, non ti amo. Oppure Si, ti amo da morire? In verità non risposi nessuna delle due opzioni. Non risposi, ma mi lanciai verso di lui e lo baciai. Quella forse fu una delle notti più speciali della mia vita.

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Capitolo 3
*** My wedding ***


Capitolo 3 – My wedding

Vorrei tanto dire che il mio matrimonio seguì lo schema classico, ma non posso proprio. Infatti non è stato per niente un matrimonio normale. Ora vi racconterò perché.
Tutto cominciò dal mio abito da sposa. Ero intenta a scegliere tra le migliaia di abiti che Raven mi aveva portato, quando entrò in camera mia una ragazza che come mi vide mi disse:- Per favore, signora, nascondetemi. C’è un uomo là fuori che mi ha detto delle cose strane e mi ha anche minacciato.- così io decisi di nasconderla in camera.
In quel momento però sentii una voce in corridoio che diceva:-Dov’è, dov’è. Devo chiedere a quella ragazza dov’è Lidya.- Allora uscii dalla mia camera per affrontare quell’uomo senza un minimo di tatto e mi ritrovai davanti la persona meno opportuna. Era Kelpie. Appena mi vide rimase di stucco, ma ripresosi mi caricò in spalla e aprì un portale per il mondo delle fate.
Già una volta avevo attraversato insieme a lui quel portale e vi giuro non fu una bella esperienza. Così venimmo scaraventati vicino un fiume. Sapevo che quello era il territorio di Kelpie, poi lui mi prese e mi appoggiò su un giaciglio d’erba profumata. Si sistemò vicino a me e mi chiese:-Lidya, è vero che sposerai quel dannato Conte?-ed io gli risposi:-Si, Kelpie. Tra due giorni sposerò Edgar.-. Lui strinse i pugni e disse:- Allora non mi lasci altra scelta. Ti terrò qui, in modo che non possa andare alla cerimonia.-. Io presa alla sprovvista cercai di convincerlo a lasciarmi andare, ma non era facile convincere quel cocciuto.
Poi all’improvviso mi venne in mente un’idea geniale, così dissi:- Purtroppo, Kelpie, non c’è più niente che tu possa fare per impedirmi di stare con Edgar.- lui mi guardò con aria interrogativa e mi chiese:- Perché? Io posso fare di tutto.- ma io dissi con totale disinvoltura:- No, Kelpie, quello che è fatto è fatto. Tu non  puoi distruggere quello che c’è stato tra me ed Edgar, ne tantomeno la vita che porto in grembo.- in quel momento vidi Kelpie prima strabuzzare gli occhi e poi scurirsi in volto. Mi disse:-Così quel bastardo ti ha fatto del male. Non lo perdonerò. Dimmi, Lidya, quando è successo, ti ha costretta oppure te l’ha chiesto e tu hai acconsentito?- non mi aspettavo quella domanda ma per non mettere in mezzo Edgar più di quanto non ci fosse dissi:- No, non mi ha costretta. Sono io che sono andata in camera sua quella notte.- Allora Kelpie si calmò un po’, ma si vedeva a vista d’occhio la sua furia incontrollabile uscirgli anche dalle orecchie.
Poi mi fece un’altra domanda:- Lidya, tu non hai paura di partorire?- la domanda era molto semplice, ma mi creò molti problemi rispondervi. Tutto quello che riuscii a dire furono delle frasi sconclusionate. Infatti fino a quel momento non mi ero mai posta il problema. Sapevo che il parto procura dolore sia alla madre che al bambino, ma mi rassicuravo dicendomi che prima o poi capita a tutti. Però c’erano stati dei casi in cui la madre non aveva retto ed era morta poco dopo. Comunque Kelpie accettò le mie parole. Ma proprio in quel momento vidi una luce accecante e mi ritrovai difronte Edgar, Nico e Raven.
Edgar si chinò verso di me e mi chiese- Lidya, come stai? Questo cavallo ti ha fatto del male?- io allora mi affrettai a rispondere di no, ma Kelpie sbottò e disse:- Ma guarda, ha parlato proprio colui che…- si interruppe quando vide la mia faccia, così mi prese per un braccio e mi tirò verso un luogo in disparte dove mi disse:- Non mi dire che non gliel’hai ancora detto. Guarda che se non lo farai al più presto la situazione degenererà.- gli dissi che gliel’avrei detto così io ripartii verso il mondo degli umani con i miei amici.
Due giorni dopo ero in abito da sposa e stavo per accingermi a percorrere la navata della chiesa , quando le due piccole fatine Marigold e Sweetpea vennero  ad augurarmi, anche da parte della loro regina, le loro felicitazioni.
Era venuto il momento. Ora non potevo più tirarmi indietro. Così, cominciai a percorrere la distanza che c’era tra me e l’altare con estrema leggerezza, proprio come mi aveva insegnato Tompkins. Sentivo tutti gli sguardi puntati su di me, ero al centro dell’attenzione. Arrivata vicino al mio futuro sposo, al suo sguardo, divenni rossa. Ma quando pensai a quei matrimoni in cui i due sposi non si amano e hanno molti amanti, in quel momento capii che io da quel momento non avrei mai tradito Edgar. Forse allora capii perché ero così in ansia quando Kelpie mi aveva rapita oppure perché avevo prestato più attenzione alle parole della vecchia. Perché io amavo veramente colui che adesso era vicino a me a recitare il rito del matrimonio.
Per questa occasione ci furono tre giorni di festa totale e quando la notte del terzo giorno stavo per andare a letto, mi ritrovai davanti Raven che mi fece segno di seguirlo. Mi ritrovai davanti alla stanza di Edgar e capii perché Raven mi aveva portato lì. Ormai ero la consorte del Conte Cavaliere Blu. Non mi ero ancora abituata a l’evidenza. Così entrai e trovai Edgar sul divano in posizione di meditazione. Mi sedetti vicino a lui e gli chiesi :- Cosa ti preoccupa tanto?- e lui dopo poco rispose:-Mi preoccupavo per te. Stavo pensando che tu dovrai dormire insieme a me. Io non sono sicuro di riuscire a resistere alla tua vicinanza.-. Io allora intenerita dal suo sguardo gli risposi:- E chi ti ha detto che devi trattenerti. Ormai sono tua moglie, quindi resteremo insieme finché morte non ci separi.- detto questo lo presi per mano e lo portai al letto. Lo spinsi e mi misi sopra di lui. Quella fu la mia prima notte di matrimonio.
Non sapevo però che notti come quella si sarebbero succedute molte altre volte nella mia vita.

A tutti i lettori:
Grazie a chi ha letto questi 3 capitoli della mia fanfiction.
Spero che vi sia piaciuta e che non sia stata così noiosa. Grazie mille.

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Capitolo 4
*** My life with you ***


Quel giorno era il nostro primo anniversario di nozze. Stavo accingendomi ad andare a letto, ma volevo fare mentalmente il resoconto di questa splendida giornata. Ricordavo che quella mattina, quando mi sono svegliata Edgar mi stava carezzando i capelli. Sentivo il suo profumo inebriante e non volevo aprire gli occhi per godermi quel momento. Poi l’ho sentito sospirare e gli ho detto:- Cosa c’è, Edgar che ti preoccupa?- e lui sorpreso mi ha risposto:- Ah, Lidya, sei sveglia. Comunque non è niente.- non ho detto niente anche se la sua risposta non mi ha del tutto convinta. Dopo colazione uscimmo per una breve  passeggiata in giardino, poi però lui si rinchiuse in ufficio e non uscì fino a quella sera. Io pertanto sono andata in città a fare compere. Feci visita a casa di mio padre e ritornai a palazzo.
Ad aspettarmi c’era Edgar. Quando scesi mi disse:- Lidya, puoi venire un attimo con me?-
Guardai i suoi occhi e avevano un aspetto molto preoccupato. Così lo seguii e lui mi portò nel bosco adiacente il palazzo.
Quando fu sicuro che nessuno potesse sentirci si fermò e mi chiese:- Lidya, perché di questi tempi alla prima occasione vai in città ? Hai forse un amante?- ed io, presa dal panico gli ho risposto:- Ma cosa ti viene in mente!!! Io vado in città per fare delle visite mediche.- Mi pentii subito di quello che avevo detto infatti il suo sguardo divenne ancora più preoccupato e mi chiese:- Perché? Sei forse malata?- e cominciò a camminare verso di me. Più lui avanzava più io indietreggiavo.
Ad un certo punto mi ritrovai con la schiena contro un albero e lui mi intrappolò. Poi guardandomi negli occhi mi chiese:- Lidya dimmi la verità. Sei malata?
- No. Non sono malata. O meglio, quello che ho non so se si può definire una malattia...
- Allora perché hai bisogno di andare da un medico?
- Io… non so come spiegartelo… ma … a dire la verità… sono incinta!-.
Lui rimase a bocca aperta per qualche attimo ma poi sorridendomi mi chiese:- Avevi paura di dirmelo, vero? Avevi paura della mia reazione? Ma perché, è una notizia bellissima.
- Io... avevo solo paura che tu non fossi pronto ad apprendere la notizia.- mi sorrise e dopo avermi baciato la fronte mi disse- Lidya mettiti in testa che io ci sarò sempre per te e che tu puoi dirmi tutto quello che vuoi.-. Mi sentii subito meglio e lo abbracciai ma poco dopo svenni. Non so il perché: sarà per le forti emozioni provate o per la stanchezza oppure per ambedue le cose. Quando mi svegliai ero nel mio letto e vicino a me c’era Edgar con la testa poggiata sulle lenzuola avvolto in una coperta. Stava dormendo. Poco dopo entrò Raven insieme al dottore. Mi rassicurarono ed io li pregai di non svegliare Edgar. Se ne andarono lasciando me vicino ad Edgar. Poco dopo i suoi occhi si aprirono e vedendomi sveglia si illuminarono. La prima cosa che disse fu – Lidya come stai? E il bambino?- lo rassicurai e lui mi baciò.
 
Nove mesi dopo
Sono così felice! Finalmente il nostro bambino è nato. Ha i capelli color rame e, a mio avviso, dei bellissimi occhi color viola malva. Ma… un attimo. Sta ridendo per qualcosa. Chi c’è che lo fa ridere così tanto? Ah è una fata. Ma allora questo vuol dire che lui potrà vedere le fate come me. Lui si che potrà succedere al titolo di Conte Cavaliere Blu. Devo dirlo ad Edgar. Ne sarà felicissimo. Piccolo mio come sarà orgoglioso il tuo papà. Spero che tu diventi un bravo governatore per il popolo delle fate. Sarai bravissimo.
Ti voglio bene
                                                   La tua mamma, Lidya Carlton.

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