L'amore e la luna

di Nadiuska84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: 25 Febbraio... ***
Capitolo 2: *** Che senso ha vivere? ***



Capitolo 1
*** Prologo: 25 Febbraio... ***


Il 25 Febbraio è una data come tante, quasi insignificate, ma che per molti uomini e donne determina il trascorrere della vita, degli anni che passano ed è ciò che accade a due ragazze, così distanti l'una dall'altra, ma con molte più cose in comune di quante non possa sembrare.

***

25 Febbraio 2000 - Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
 

-Buon Compleanno Rosie!!!-
Un grugnito di risposta fu ciò che Alexander Steward ricevette per aver ricordato a Rosie Lockwood che quel giorno avrebbe compiuto 16 anni.
-E dai, il prossimo anno sarai maggiorenne anche tu, finirai questa scuola e ci prenderemo insieme un anno sabbatico tutto per noi andando in giro per il mondo smaterializzandoci e torneremo a casa grandi, abbronzati, rilassati e con belle storie alle spalle da raccontare-
Altro grugnito mentre addentava uno zuccotto di zucca per colazione ed il suo piccolo gufo Leo atterrava al tavolo dei Tassorosso nella sala grande del castello della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, la scuola più famosa di tutto il Regno Unito, 
-Ecco...pure i miei mi ricordano che invecchio- disse lei staccando il piccolo pacchetto legato alla zampa del piccolo gufo dal piumaggio marrone, accompagnato da un biglietto di auguri che iniziò ad emettere la classica canzoncina di "buon compleanno" che portò Rosie a diventare rossa come un pomodoro sotto lo sguardo di tutti che, in quel momento, si girarono istantaneamente.
Dal tavolo dei Grifondoro si alzò un ragazzo praticamente identico ad Alex (entrambi rasentavano 1 metro ed 80 a 17 anni), con gli stessi capelli scuri spettinati ed occhi azzurri profondi. Scompigliò i capelli lunghi e mossi color nocciola di Rosie e disse: -E così la nostra piccola Rosie compie gli anni oggi eh?...vediamo...cosa ti ha regalato questo squattrinato di mio fratello?-
-Sta zitto Luke- disse lui cercando di mettere via il suo pacchettino avendo appena notato come la sciarpa azzurra che Rosie aveva appena scartata fosse diventata delle dimensioni di una pallina da tennis.
Luke ed Alex si volevano bene, erano gemelli, ma erano finiti in casate diverse... Luke era un ragazzo praticamente iperattivo, ma con pochissima voglia di studiare nonostante il suo animo nobile, Alex, dalla sua, oltre all'animo nobile aveva la capacità di impegnarsi a fondo in tutto ciò che faceva ed era per quello che era finito tra i tassorosso.
Si potrebbe pensare, a questo punto, che aveva conosciuto Rosie e si era messo assieme a lei perchè appartenevano alla stessa casa, ma la loro "forte amicizia" iniziò ancor prima, quando lei, piccola e minuta, cadde praticamente addosso ad Alex sul treno diretto alla scuola, ad 11 anni, mentre cercava di issare il suo baule sul portabagagli. Entrambi i gemelli avevano cercato di aiutarla, ma la gentilezza di Alex prevalse per un po' sul comportamento troppo allegro di Luke e chissà, forse quello determinò un po' il fatto che il cappello parlante smistò anche Rosie tra i tassorosso, nonostante suo padre, l'unico genitore mago di origini irlandesi, fosse stato un corvonero.
-Tira fuori quel pacchetto, dai, non fare il timido!! quest'anno puoi ancora vedere la sua reazione direttamente, il prossimo glielo dovrai mandare via gufo visto che lei sarà qui e tu fuori dal castello...- lo incitò Luke sollevando il braccio del fratello che aveva ancora in mano un piccolo sacchettino.
Rosie si addolcì sorridendogli quando aprì il pacchetto dal quale uscì una piccola catenina con appeso un piccolo ciondolo di colore azzurro a forma di cuore.
Alex le spiegò che era un ciondolo speciale, che l'avrebbe accompagnata sempre, ovunque andasse e sul quale era riuscito a fare una magia facendosi aiutare da suo padre. Ovunque lei fosse, se avesse avuto bisogno, sarebbe bastato stringere il ciondolo pensando a lui e lui sarebbe accorso in suo aiuto o le avrebbe dato la forza di superare il pericolo.
-E' in vista del prossimo anno, quando non sarò più qui ad Hogwarts con te, per farti sopravvivere fino alla fine...- Un grosso bacio sulle labbra fu ciò che rivolse Rosie ad Alex sotto lo sguardo di tutti ed un sorrisetto malizioso di Luke, facendosi aiutare a metterselo al collo.
 

***
 

Quell'unico ciondolo è tutto ciò che, ora, le resta di Alex perchè, nell'anno successivo arrivò via gufo solo un piccolo biglietto di auguri di Luke che, dal suo pab che aveva aperto una volta finita la scuola, per la poca voglia di lavorare e tutti gli accettabili con i quali aveva passato i M.A.G.O., gli augurava "Buon Compleanno".
 

"Quest'anno sarà diverso piccola Rosie per tutti noi.
Per te, oggi, so che sarà ancor più difficile da passare, 
specialmente dopo la sbronza di burrobirra che Alex ti aveva fatto prendere l'anno scorso
facendoti sgattaiolare fuori da Hogwarts per la prima volta.
Vienimi a trovare appena inizia l'estate,
ti aspetto qui al pub, 
Un abbraccio forte,
Luke"
 

Ma Rosie, una volta iniizata l'estate, non andò da Luke. Avevano programmato un viaggio, ma lei rimase a casa a piangere, piangere e piangere tutte le lacrime che potevano uscire dai suoi occhi, sotto lo sguardo preoccupato dei suoi genitori, le telefonate di Luke per sapere come stava, ed il ricordo del viso sfregiato di Alex che, di tanto in tanto, si formava chiaramente nella sua mente portandola a stringere il suo volto sussurrando piano -Alex-.
 

***

25 Febbraio 2000 - Campagna Dublinese
 

Nello stesso istante, mentre Rosie faceva il broncio perchè stava invecchiando, una giovane strega di nome Holly Goodwin, con il viso rigato dalle lacrime stava puntando la bacchetta contro la piccola figlia di 6 anni.
Un'oblivion era l'incanto che si stava apprestando a fare dopo aver fatto sedere la figlia sotto il portico di una vecchia casa di campagna disabitata.
-Mia piccola Holly Tamara Goodwin "Wolf", questo sarà tutto ciò che ricorderai. Quando c'è la luna piena devi stare lontano dalle città, ricordatelo... Tieni accanto a te un animale, cerca di attirarli con la tua capacità mentale.
Non devi aver paura perchè io ti starò sempre accanto visto che porti il mio nome-

Cancellandole poi dalla mente tutti i suoi ricordi passati, il ricordo dei suoi nonni e lasciandole solamente come ricordo quelle ultime parole prima di sparire dopo averla fatta addormentare. 
 

***
 

Se da una parte una ragazza "festeggiava" il suo compleanno inconsapevole che dall'anno successivo la sua vita sarebbe stata diversa, una bimba di 6 anni, sempre nel regno unito, originaria di Dublino come il padre di Rosie, veniva abbandonata dalla madre.
Quando si svegliò si ritrovò sola, in mezzo alle colline irlandesi, senza ricordare da dove venisse, sapendo solo il suo nome, ma troppo piccola per sapere a chi doveva rivolgersi. L'unica sua forza era la magia infantile che scaturiva in lei nei momenti di pericolo e la sua forza di lycan, motivo per il quale la madre l'aveva abbandonata.
Iniziò a cammina senza una meta. 
Mesi e mesi passarono, riuscendo a recuperare qualche tozzo di pane rubacchiando qua e là e sentendosi sazia, dopo le notti di luna piena, quando si risvegliava con i vestiti sempre più lacerati.
Era piccola, sola, e molti uomini pensavano che fosse indifesa, ma si sbagliavano non appena cercavano di avvicinarla.
Sulla sua pelle chiara i lividi di quegli uomini duravano poco, scomparivano in fretta, e lei riusciva a salvarsi perchè la rabbia scatenava il gene del lupo innato in lei, ringhiava anche se non completamente trasformata, scappava, e fuggiva.
Nell'estate dei suoi 7 anni, mentre Rosie era sul suo letto a piangere, lei si svegliò nuda e svestita dopo una notte di luna piena durante la quale si era nutrita mangiando una volpe. Una mano la scosse svegliandola, un ragazzo di 15 anni con il visto sporco ed il terriccio sotto le unghie.
-Non aver paura, non voglio farti del male...- le disse vedendola mettersi in allerta.
-Mi chiamo Oliver e vivo con altri ragazzi per strada qui in città...- gli disse ancora chiedendole poi il nome.
-Tamara...-rispose lei di botto ricordandosi le parole di quella che doveva essere sua madre; ne portava il nome, le aveva detto che le sarebbe stata accanto perchè portava il suo nome, ma lei non l'aveva mai vista e di getto rifiutò il nome Holly dicendo Tamara.
-Da dove vieni?-
-Non lo so...- rispose ancora con la sua esile vocina di bambina lasciandosi poi prendere in braccio da quel ragazzo più grande che era gentile e non provava a toccarla malamente a differenza di tutti quegli uomini che aveva incontrato in un anno e che le promettevano aiuto avendo in mente, invece, tutt'altro.
La portò con se, in città, facendole mangiare qualcosa per poi portalre, verso sera, dal resto del suo gruppo di ragazzi. 
Il più piccolo del gruppo, Michael, aveva con se un piccolo coniglietto che lei iniziò a fissare. Quello, emettendo un piccolo versetto, balzò dalle mani di Michael in quelle di Tamara che inziò ad abbracciarlo e stringerlo forte a se. La luna piena era stata il giorno prima, ma quella notte era ancora troppo tonda per impedire a quelli come lei di trasformarsi e lei lo sapeva. 
"Tieni con te un animale" erano sempre le parole che sentiva nella testa nei giorni attorno al plenilunio.
-Guardala Oliver, fa paura...non può stare qui- disse Melania, la più grande del gruppo di ragazzi di strada, orfani, dopo Oliver guardandola negli occhi azzurri tondi e spalancati.
-Sono d'accordo con lei-  disse Kevin, un ragazzo della stessa età di Melania, ovvero 14 anni.
Oliver rifiutò di farla andare via visto che era una bambina sola come tutti loro, ma Holly Tamara Goodwin "Wolf" non poteva comunque stare in città. Senza dire una parola scappò via, correndo, lasciando tutti con lo sguardo stupito continuando a stringere l'animale al petto.
Iniziarono a cercarla, ma senza successo. La notte arrivò, ma ancora nulla... Solo al mattino, quando il sole iniziò ad illuminare tutto attorno a loro scorsero un corpicino accovacciato ai piedi di un albero con tutti gli abiti stracciati.
Furono Melania e Kevin a trovarla così e, vedendo la piccola bambina accovacciata  e con dei graffi sulle braccia, la preserò in braccio portandola da Oliver nel luogo dell'appuntamento che si erano dati.
Li i graffi erano scomparsi ma nessuno riuscì a cacciare via una bambina sola che dormiva ai piedi di un albero poichè tutti ricordavano di aver trascorso almeno una notte così, a dormire ai piedi di una quercia.
Quando si svegliò guardò tutti e con le lacrime agli occhi disse: -io non sono cattiva...non volevo fare male al suo coniglio...- guardando Michael singhiozzando rumorosamente.
Sentì più mani sulle spalle e voci che la rassicurarono...-Non preoccuparti...anche noi l'avevamo preso per cena...- portandola piano piano a smettere di piangere e dandole altri vestiti un po' sporchi e troppo grandi per lei per coprire il suo piccolo fisico.

***

Era il 2001 quando le loro vite avevano appena iniziato a prendere pieghe diverse.


 

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Capitolo 2
*** Che senso ha vivere? ***


Rosie Lockwood aveva ormai vent’anni. Era una ragazza, ormai, alta un metro e sessantatre, con lunghi capelli castani leggermente mossi, una frangetta sulla fronte altaed occhi color nocciola.
Quegli occhi, un tempo, quando era una bambina, erano vispi e vivaci, guardavano tutto ciò che c’era attorno a loro curiosi e venivano accompagnati sempre da un ampio sorriso a trentadue denti.
Le risate erano all’ordine del giorno, sia a casa che a scuola, anche se, durante i mesi scolastici, risuonavano ancor più forti grazie a quel ragazzino di nome Alex Steward.
Rosie era una bambina che possedeva una gran voglia di vivere ed ammirava il lavoro di suo padre.
Suo padre, John Lockwood, era un mago purosangue originario di Dublino, in Irlanda. Il nonno, purtroppo, era mancato per vecchiaia quando Rosie aveva appena 4 anni, troppo piccola per ricordarsene, ma sua nonna, invece, era ancora in vita e continuava a dilettarsi nell'arte magica delle pozioni come quando era giovane. L’anziana signora si chiamava Josephine, ma tutti la chiamavano e conoscevano come Jo e voleva molto bene a Rosie o, per lo meno, le aveva voluto molto bene.
Da piccola Rosie passava gran parte delle estati con la nonna paterna, poiché entrambi i genitori lavoravano e non volevano lasciarla da sola e, viste le sue doti magiche, era più sicuroche stesse con Jo anziché con i nonni materni che erano dei semplici babbani. La madre di Rosie, Elizabeth Brown, infatti, era una babbana di nascita, nata e cresciuta a Londra, dove aveva conosciuto John per puro caso o, forse, per un divertente volere del destino. John Lockwood,infatti, si era materializzato proprio davanti ad Elizabeth che, in preda allo shock per aver visto un uomo comparire dal nulla, gli svenne tra le braccia. Quando riaprì gli occhi vide un bel ragazzo moro sorridergli dolcemente e non riuscì a resistere ad un suo invito; iniziò a frequentarlo scoprendo, pian piano, che era un mago, che lavorava al Ministero della Magia per la Cooperazione Internazionale tra maghi e che, quindi, esisteva realmente "il mondo delle fiabe". Lo sposò dopo due anni dal loro incontro e dalla loro unione nacque la piccola Rosie che, fin da subito, allietò le loro giornate con divertenti segnali di magia infantile. Proprio per la difficoltà di mascherare la magia infantile i genitori di Rosie decisero di non far sapere ai suoi nonni materni che il loro genero era un mano e la nipotina una strega, motivo per cui iniziarono ad andarli a trovare solamente per le feste comandate (Natale, Pasqua, ecc. ) ed in estate lasciavano Rosie da Jo che, quindi, crebbe volendo molto bene alla nonna.
Quello, fino al suo sedicesimo compleanno, quando Rosie portò addirittura Alex a conoscere sua nonna. L’estate del 2000 fu l’ultima che lei passò in compagnia del ragazzo, ma fu anche la più intensa visti i sentimenti che provavano l’uno per l’altra.
Non si erano messi insieme da tanto, perché a scuola c’erano sempre troppe anime curiose che non si facevano i fatti propri e anche perché, per anni, Alex aveva avuto le fette di prosciutto sugli occhi, considerandola solo come “la piccola Rosie”. Solo una buona amica, a cui aveva sempre preferito ragazze più grandi. “Scommettiamo che non gliela da?”  era la tipica fra che lei, allora, rivolgeva al fratello gemello di Alex, dopo uno sbuffo, ricevendo come risposta un “Ok, 1 galeone, ma se mio fratello la conquista tu esci con me”, accompagnata da un piccolo pizzicotto affettuoso sulla guancia ed un successivo scuotimento di testa di lei. Luke sapeva fin troppo bene, infatti, che lei era troppo presa da Alex anche se, alla fine, era arrivata a voler bene anche a lui.
Si misero insieme solamente all’inizio di quel suo sesto anno di scuola, quando anche Alex si rese conto di quanto lei fosse innamorata e di quanto complicato fosse, per lui, strarne senza, dopo aver fatto una scenata di gelosia pazzesca solo per averla vista abbracciata ad un ragazzo del suo stesso anno.
La felicità che avevano iniziato a vivere, tuttavia, durò troppo poco perché, mentre lei si apprestava ad iniziare il suo settimo anno di scuola, programmando il viaggio che avrebbero fatto insieme una volta sostenuti i M.A.G.O., un lupo mannaro stroncò la vita del giovane.
Quell'essere era un discendente del famoso mannaro Fenrir Greyback, seguace di Lord Voldemort dei tempi che furono e capace di mordere anche in assenza di luna piena grazie a geni innati di lycan, anche se non completamente trasformato. Non tutti i lupi mannari sono uguali, alcuni nascono con il gene, riescono a dominare meglio la loro natura, a trasformarsi, seppur non completamente, anche quando non vi è il plenilunio. E' da loro che hanno origine i semplici licantropi, coloro che vengono maledetti dopo che sono stati morsi. Un lycan non presenta un morso, mentre un licantropo avrà sempre con se, sul corpo, la cicatrice dei denti che hanno penetrato la sua carne e che lo legherà per sempre al suo creatore, il lupo alfa, dal quale dipendono e che cercheranno sempre di compiacere. L'astro argenteo guida e governa le loro trasformazioni, ma i lycan adulti riescono a governare questa loro natura più facilmente dei giovani e dei licantropi che, purtroppo, dovrebbero subire atroci torture per far fuoriuscire la bestia che è in loro.
Quel mannaro era un lycan, Chuck Greyback, e stava per uccidere o forse semplicemente trasformare un piccolo bambino di 5 anni, quando Luke ed Alex lo intravidero nel vicolo cieco fuori dal pub a Diagon Alley che, grazie ad un po’ di aiuti finanziari, Luke aveva voluto aprire a tutti i costi appena finita la scuola. Alex lo aiutava solamente la sera ed il 4 ottobre del 2000 era una di quelle notti. Si mise in mezzo, con Luke che lo seguì a ruota mettendosi a lottare. Il mannaro era adirato contro i due ragazzi per aver interrotto la "sua cena" e durante il duello Luke venne morso al braccio destro. Emise un grido doloroso che eruppe nell'aria, ma cercò di non svenire per il dolore e si occupò di portare dentro al pub il bimbo mentre Alex iniziò a scagliare  incantesimi  anche per vendicare il morso inflitto al fratello. Nessun incanto era però così potente; riuscì a schiantarlo qualche volta, ma Chuck non perse mai i sensi, anzi, si rialzava subito. Balzò spesso sul corpo di Alex affondando le sue zanne nella carne morbida fino a quando non lo dilaniò del tutto.
Luke tornò fuori dopo aver affidato il bimbo ad una delle sue cameriere,  ma ormai era troppo tardi, poichè il mannaro, ormai sazio, se n'era andato lasciando solamente il corpo esanime di Alex sulla strada.
Gli Steward’s avvisarono i genitori di Rosie la sera stessa e questi fecero lo stesso con lei senza riuscire, però, a convincerla a restare al castello.
Voleva vederlo, ma, quando si trovò accanto a lui, riuscì solamente a stringere forte nella mano il suo medaglione azzurro. Vedendola così scossa non le dissero che anche Luke era stato morso, evitarono tutti di dirle quel particolare che ignorò per molto tempo a venire.
Aveva ancora sedici anni quando accadde tutto ciò e, l’anno seguente, Luke cercò di contattarla a scuola e durante l’estate tutti i giorni, ottenendo, però, scarsi risultati. Gli mandò gli auguri di compleanno al posto del fratello, si presentò a scuola durante le partite di quidditch, notando però che lei, invece di cavalcare la sua adorata Firebolt in cerca del boccino per i tassorosso, se ne stava seduta in panchina. Riceveva solo lievi cenni di saluto da parte sua quando riusciva a mettersi sul suo cammino, ma niente di più.  
Passò un anno, ed un altro ancora. Così, senza successo, decise di andare in Irlanda, dove la vita, per lui, sarebbe stata più semplice. Era diventato un mannano, ma senza che Rosie lo sapesse, ed era venuto a conoscenza che in Irlanda c’era un gruppo di licantropi che avrebbero potuto aiutarlo a vivere in pace con la sua nuova natura e, forse, anche a trovare un modo per ridestare la “piccola Rosie” dall’apatia in cui stava cadendo.
-Che senso ha vivere senza di lui?-
Sembrava non avesse più uno scopo per vivere anche se, nel suo cuore, iniziò a smuoversi qualcosa quando a scuola le parlarono della pozione antilupo.
I suoi genitori erano preoccupati, ma non sapevano cosa fare per la figlia che rispondeva sempre –Non preoccupatevi… sto bene-, stando poi sui libri ogni giorno nonostante l’ultimo anno di scuola fosse finito da un pezzo. Non voleva lavorare, non aveva voglia di fare niente ed i suoi genitori non riuscivano a convincerla a fare dei colloqui, anche perché lei mentiva sull’esito o sul fatto di essersi presentata.
Non era nemmeno più andata in Irlanda da sua nonna per l’angoscia che provava nel ripensare alla sua ultima estate con lui ed iniziò a non pensare più nemmeno a dove se ne fosse andato Luke.
Aveva solo un’idea in testa, per trovare di nuovo un senso per vivere, che le occupò quattro anni. Passati questi si presentò alla porta del Ministero della Magia, sotto lo sguardo stupito dei suoi genitori che fecero un sorriso speranzoso, solo dopo aver metabolizzato la notizia che stava per presentare un curriculum per entrare a lavorare al settore di Cura e Controllo delle Creature Fantastiche.
 

***

 
Mentre Rosie scendeva nell’atrio del Ministero della Magia per cercare di ottenere un posto al livello di Cura e Controllo delle Creature Fantastiche in Irlanda, una bimba di 10 anni se ne stava sdraiata a terra, osservando intensamente un grosso cervo.
Un’anziana strega, Jo, si avvicinò cauta alla bimba dai capelli corvini chiedendole:
-Cosa stai facendo piccola?-
-Lo sto convincendo a non andare via perché così questa sera non avrò fame e così domani potranno mangiare solo i miei amici.- rispose sicura Tamara senza distogliere lo sguardo dal cervo che camminava solamente attorno a lei.
-Lo cacci stanotte? Perché non adesso?- chiese incuriosita la strega.
-Perché stanotte c’è la luna piena, no? E non posso tornare in città stasera-rispose ancora Tamara a denti stretti sentendosi disturbata.
Josephine, essendo una strega oramai da molti anni, sentendo nominare la luna piena, capì subito che si trattava di una licantropa e, così, cercò di convincerla ad andare con lei, visto che era solo una bambina.
Aveva aiutato Luke durante la luna piena, senza farlo sapere a Rosie come da sua richiesta, e così non aveva paura di una bambina. Continuò ad osservarla per alcuni minuti in silenzio rompendolo solo dopo un po' dicendo:
-Senti piccola, perché non vieni con me? Ti do io da mangiare ed anche una bella tazza di the bollente!- cercando di convincerla a seguirla.
Tamara scosse subito la testa visibilmente senza perdere di vista il cervo che iniziava a dimenarsi come se fosse scosso da crisi epilettiche. Nella testa di Tamara c'era una voce che le ripeteva in continuazione di non avvicinarsi agli umani nelle notti di luna piena, la voce della madre, di quella donna che l'aveva lasciata anni prima cancellandole parte di ricordi.
-Non fa bene mangiare cose crude, credimi- continuò Jo -Io so cosa puoi mangiare, so cosa sei...- e fu con quelle ultime parole che attirò lo sguardo di Tamara.
La perdita del contatto visivo con il cervo fece in modo che gli spasmi di quest'ultimo cessarono dandogli la possibilità di fuggire mentre Tamara, con i suoi occhi color del cielo completamente spalancati, osservò la vecchia domandano: -COSA SONO? TU SAI COSA SONO? TU SAI PERCHE' SONO DIVERSA DAI MIEI AMICI?-
A quelle parole Jo non rispose con voce, ma si limitò soltanto a fare un cenno di affermazione, allungando la mano verso la bimba che gliela prese titubante, ma la seguì fino alla casa che si trovava poco oltre la radura, immersa in un piccolo boschetto.
Tamara divorò il petto di pollo che le cucinò Jo e scolò la bevanda offertole, credendo fosse the anche se, in verità, era una pozione antilupo che lei custodiva nel caso in cui Luke gliene avesse chiesta dell’altra.
Quando riuscì a farla addormentare raccontandole una storia stando sedute su una poltrona davanti al camino accarezzandole piano la fronte, Jo la chiuse a chiave in quella che un tempo era la stanza di sua nipote Rosie durante le estati.
Ringhi e rumori stridenti di artigli sui mobili furono gli unici suoni che si sentirono durante la notte, fino al mattino, quando finalmente la lupa in cui si era trasformata Tamara nella notte si accasciò a terra addormentandosi.
A mezzogiorno la bambina si risvegliò sotto le coperte, con un pigiama addosso e vedendo sul comodino latte e biscotti per colazione.
Scese in cucina a piedi nudi dopo aver divorato quel ben di dio, ritrovando la vecchia attaccata ai fornelli intenta a far muovere gli arnesi grazie ad un piccolo bastoncino di legno.
La guardò con due occhi curiosi esclamando: -Wow!! come ci riesci?- avvicinandosi a lei per poi chiederle:
-Chi sei? Cosa sei tu? Come ci riesci? e come fai a sapere cosa sono io? Perché dopo la luna piena non ho mai fame mentre i miei amici continuano ad averne?-
-Come ti chiami?- chiese Jo prima di risponderle.
-Holly Tamara Goodwin “Wolf”, non so nient’altro, solo questo, ma chiamami Tamara- rispose lei elencando tutto il nome che si ricordava solo per la voce di quella donna che le risuonava nella mente: "ricordati solo il nome, tu sei Holly Tamara Goodwin "Wolf" ed io ti staro sempre accanto solo perchè mi chiamo Holly, esattamente come te piccina mia", l'unico ricordo che riusciva ad avere prima del viso di Oliver, il ragazzo che l'aveva trovata ed accolta nella banda.
-Lo hai detto tu stessa cosa sei… Wolf… Lupo… non credo di sbagliarmi nel dirti che sei una mannara, ma non ne sono del tutto certa, dovremmo cercare informazioni… -
-Voglio sapere chi e cosa sono! non ricordo niente prima dei sei anni… PERCHE’ NON RICORDO NIENTE? -aggiunse Tamara, gridando le ultime parole perché, in quei quattro anni trascorsi con la banda di ragazzi di strada di Oliver, non aveva ancora trovato un senso alla sua vita e al perché non ricordava nient’altro che un volto.
-Posso provare ad aiutarti a scoprire chi sei, ma non ti garantisco nulla. Ad ogni modo, io sono nonna Jo- le rispose lei, porgendole ancora un po’ di cibo che Tamara prese in mano guardandola.
Non lo mangiò, ma osservando il cibo i suoi occhi si illuminarono e disse:
-devo andare, torno domani, te lo prometto, ma ora devo andare-uscendo dalla casa per dirigersi verso la città, salutando solo “nonna Jo” con la sua piccola mano sull'uscio della porta prima di mettersi a correre a piedi nudi senza voltarsi indietro nemmeno una volta.
 

***

 

“E’ vero, lavoro al Ministero della Magia nel settore di Cura e Controllo delle Creature Fantastiche,
ma non posso aiutarti a nascondere una mannara che non risulta nemmeno registrata.
Non dovresti nemmeno chiedermi una cosa del genere perché è per colpa
di quelli non registrati come lei che io ho perso Alex.
Devi farla registrare al Ministero.
Rosie
 
 
“Ha solo 10 anni e non sa nemmeno che cos’è,
non posso traumatizzarla più del necessario anche perché, forse, non è solo una mannara.”




Note dell'autrice: ok...l'attesa è stata lunga, ma finalmente ho postato il secondo capitolo per chi avesse letto il primo e fosse curioso di scoprire come continua. Non so ancora dove mi porterà la storia, ho cose in mente, ma scrivo di getto perciò io dico "ciò che sarà sarà".
Per ora ecco a voi il secondo capito, dove avete potuto scoprire qualcosa in più sulle due protagoniste della mia storia.

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