Ho trovato il mio posto in questo mondo: le tue braccia♥.

di Mary_Drew
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciao, sono un autolesionista. ***
Capitolo 2: *** Avrò rovinato tutto?!? ***
Capitolo 3: *** Decisioni difficili! ***



Capitolo 1
*** Ciao, sono un autolesionista. ***


Ciao, sono un autolesionista [Capitolo 1]

Eccomi qui seduta sul bordo del mio letto con una lametta, diventata la mia migliore amica, che sta per trapassarmi per l’ennesima volta il braccio. Già mi presento, sono Hope ho 16 anni e si, sono un’autolesionista. Cosa mi ha spinto ad arrivare a tutto ciò?!? Bhè, tutta la mia vita. La mia vita familiare è praticamente inesistente perché  i miei genitori non ci sono mai e quando sono in casa non facciamo altro che litigare tra di noi ed in teoria io ho due fratelli più grandi, ma in pratica si potrebbe anche dire che sono come una figlia unica visto che non li vedo mai. Loro sono molto più grandi di me e così vivono a Stratford, una piccola città in Ontario, Canada. Non li vedo dal giorno esatto che si sono trasferiti lì, il 13 Aprile 2007. Sono passati quasi 6 anni, e passare la mia adolescenza senza nessuno che mi sia accanto fa male.
*6 ANNI PRIMA*
Jack: “Hope non voglio vederti triste, sai che ci vedremo spesso”
Chad: “Già, Jack ha ragione. Noi tre ci vogliamo bene e non sarà di certo un oceano a dividerci” mi rassicurò cercando di non far notare la tristezza nei suoi occhi. Eravamo sempre stati molto legati, io avevo sempre avuto solo loro e sapere che tra poche ore tutto cambierà è un colpo al cuore.
Io: “Promettetemi che tornerete a trovarmi spesso, che non mi lascerete qui sola. Io ho bisogno di voi” dissi tra le lacrime.
Jack: “Promettiamo, parola nostra.”
- - - - - - - 
Si, avevano promesso ma di loro nessuna traccia. Non avevo avuto più nessuna notizia dei miei fratelli, neanche una misera chiamata ed ero delusa da loro, non me lo sarei mai aspettato. Io non ho davvero nessuno, chiunque ragazza normale ha degli amici no?! Ecco perché non sono mai stata normale. Io non ho neanche un amico, non ho legato con nessuno, nel mio liceo sono tutte snob le ragazze ed i ragazzi sono tutti pervertiti ed io sono solo io. Ogni giorno vedo ragazze quasi perfette: truccate perfettamente, vestite perfettamente, con un fisico perfetto e poi arrivo io che a malapena metto il mascara ed un po’ di matita, mi vesto come capita e poi il mio fisico non è invidiabile. Credo che ormai per me non ci sia più niente da fare, non trovo un posto per me in questo mondo. Io davvero non ce la faccio più a vivere in questo modo, a scuola ogni santo giorno mi prendono in giro dandomi della poco di buono, della ragazza senza amici, di quella che rimarrà per sempre solo e bhè questo fa male, fa veramente male. Ecco avrete certamente capito com’è l’andazzo della mia schifosa vita e qual è il motivo per cui mi taglio. Quella lametta in qualche modo mi fa sentire meglio, non so il motivo, forse è perché penso che semplicemente merito del male. Ormai dalla mia vita non mi aspetto più niente se non del sangue che scorre sulle mie braccia.

Quel giorno avevo una lunga giornata a scuola e non ero del tutto convinta di farcela ma come ogni mattina scacciai ogni pensiero dalla mia testa, marinare la scuola non mi avrebbe portato da nessuna parte questo l’avevo capito. Come sempre mi alzai e mi recai in bagno, accesi la radio e partì “Skyscraper” di Demi Lovato

Skies are crying
I am watching
Catching teardrops in my hands
Only silence as it’s ending, like we never had a chance
Do you have to, make me feel like there is nothing left of me?

I cieli stanno piangendo
Io sto osservando
Raccogliendo le lacrime tra le mani
Solo silenzio mentre sta finendo, come se non avessimo mai avuto una possibilità
Devi farmi sentire come se non fosse rimasto niente per me?

You can take everything I have
You can break everything I am
Like I’m made of glass
Like I’m made of paper
Go on and try to tear me down
I will be rising from the ground
Like a skyscraper!
Like a skyscraper!

Puoi prendere tutto quel che ho
Puoi distruggere tutto quel che sono
Come se fossi fatta di vetro
Come se fossi fatta di carta
Va avanti e cerca di farmi a pezzi
Mi alzerò dal suolo
Come un grattacielo!
Come un grattacielo!

As the smoke clears
I awaken, and untangle you from me
Would it make you, feel better to watch me while I bleed?
All my windows, still are broken
But I’m standing on my feet

Mentre il fumo si dirada
Io mi sveglio e ti allontano da me
Ti farebbe sentire meglio osservarmi mentre sanguino?
Tutte le mi finestre, sono ancora rotte
Ma io resto in piedi

Go run, run, run
I’m gonna stay right here
Watch you disappear, yeah
Go run, run, run
Yeah it’s a long way down
But I am closer to the clouds up here

Vai, corri, corri, corri
Io resterò qui
A guardarti sparire
Vai, corri, corri, corri
Si, è una lunga strada
Ma sono più vicina alle nuvole quassù
[ho messo solo una volta il ritornello]

“Ah Demi vorrei avere tutta la forza che hai tu” dissi fra me e me. Feci una doccia, mi vestii e andai a scuola. Arrivai in quel tanto odiato edificio e non appena mi avvicinai al cancello sbucò di fronte a me Allyson, la ragazza più popolare della scuola. Ci odiavamo a vicenda ma a differenza sua io l’avevo sempre ignorata lei invece mi faceva in continuazione dei dispetti ed io non avevo mai reagito semplicemente perché ero debole, ero solitaria e lei invece aveva attorno a sé tutte quelle oche che definiva amiche.
Sobbalzai e lei esclamò
“Guarda un po’ chi si rivede,  la sfigata della scuola.”
Io: “Allyson per favore, lasciami in pace. Non ti ho mai fatto niente perché devi mettermi in ridicolo?! Perché devi farmi sentire una nullità?! Sai anche io sono un essere umano ed ho dei sentimenti ed anche se ignoro tutti questi insulti, fa male. Per favore basta.” Provai a farla ragionare
Lei scoppiò in una sonora risata, non era buon segno.
Allyson: “Pensi davvero che io ti lascerò in pace?! Hai sbagliato personaggio mia cara.” E se ne andò seguita da quelle galline.
Diventava ogni giorno più difficile, non sapevo quanto ancora avrei potuto resistere. 


*Spazio autrice*
Salve a tutti. Allora?! Vi piace l'inizio? Devo continuare? Per favore fatemi sapere altrimenti non continuo.
Grazie per aver letto.

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Capitolo 2
*** Avrò rovinato tutto?!? ***


Avrò rovinato tutto!?! [Capitolo 2]

Decisi di continuare ad ignorare quegli insulti, come sempre. La campanella suonò e mi aspettavano due lunghe ore di fisica, materia che odiavo. Entrai nell’aula con un passo svelto e con la testa bassa, non mi piaceva essere notata. La professoressa Wilson ci annunciò che aveva corretto i compiti in classe che avevamo fatto la settimana prima. Disse tutti i voti e prima di dire il mio si soffermò a leggere il mio nome
“Hope so che non ti piace la mia materia, ma nonostante ciò hai fatto il compito migliore della classe. Ottimo lavoro.”
Non ero meravigliata, di più. Forse questa era l’unica cosa positiva del non avere amici, io avevo molto tempo da dedicare allo studio e questo era il risultato. Andai al mio posto e sentivo le voci dei miei compagni che dicevano
“Guarda oltre ad essere sfigata è anche secchiona”
“Oddio questa cicciona prende anche bei voti”
Tutte cose di questo genere, non ce la feci più. Avevo le lacrime che stavano per scendere ma continuavo a ripetermi “Non qui, per favore..” così con un filo di voce chiesi di andare in bagno e lì scoppiai in un pianto. Dopo svariati minuti mi asciugai le lacrime, mi feci forza e uscii da quel bagno decisa a tornare in classe ad a sfoggiare un falso sorriso a tutti. E così fu, non ci furono domande.
Arrivai all’ora di pranzo stanca morta, quella Giovedì era davvero stressante. Decisi di sedermi sulle scale del corridoi, non avevo per nulla voglia di passare altri 60 minuti sotto gli occhi di tutta la scuola. Mi misi lì seduta in un angolino ad ascoltare la mia Demi. L’ora di pranzo passò così con quella voce soave che mi risuonava nelle orecchie. La campanella mi riportò alla realtà: un’ultima ora di letteratura e poi a casa.
Entrai nell’aula e notai che vicino al mio banco c’era seduta una ragazza che non avevo mai visto. Lei era magrissima, aveva i capelli marroni proprio come i miei e gli occhi verdi che avrebbero fatto invidia a due smeraldi. Appena vide che mi sedetti al posto accanto a lei mi fece un sorriso e si presentò
“Ciao, mi chiamo Abigail. Sono nuova, ti dispiace se mi sono seduta qui?!”
Sembrava.. gentile e anche simpatica, due qualità totalmente assenti nella mia vita.
Io: “Ciao, io mi chiamo Hope e no, non preoccuparti resta pure. Mi dispiace solo che hai scelto la vicina di banco sbagliata” dissi sorridendole, volevo avvertirla che io ero la “non accettata” della scuola.
Abigail: “Hope, che bel nome. Comunque perché avrei sbagliato a scegliere?!?” mi chiese ironicamente
Io: “Bhè, se vuoi essere amica con praticamente tutta la scuola non dovresti farti vedere con me” dissi convinta che dopo quella frase non mi avrebbe più rivolto parola
Abigail: “Ma io non voglio essere amica con gli altri, voglio essere amica con te!” mi disse sorridendo
Io spalancai gli occhi a quelle parole, non me l’aspettavo “S-sicura?” dissi sottovoce
Abigail: “Certo” mi disse
Quella poteva diventare la mia prima amica, era strano ma anche eccitante. Passammo tutta l’ora del professor Smith a parlare, volevamo conoscerci meglio, scoprire tante cose della vita dell’altra. L’ora passò in un attimo ed io ormai ero sicura si aver trovato un’amica. Mi raccontò che lei si era appena trasferita a Londra dall’Irlanda, mi rivelò praticamente tutta la sua vita ed io le raccontai quasi tutto. Si quasi perché non volevo spaventarla, non volevo dirle che la mia era una vita senza senso. Le dissi che non avevo amici e che tutti mi prendevano in giro per il mio aspetto fisico. Lei mi rassicurò dicendomi che per lei ero bellissima ed io ricevetti per la prima volta in 16 anni di vita, un complimento. Però non le dissi dei miei fratelli e soprattutto della mia amata lametta. Uscimmo dal Liceo insieme e ci salutammo, tornai a casa felice. Accesi il mio adorato pc e entrai su Facebook, vidi che avevo una notifica
“Allyson Brown ti ha taggato in una foto” subito sbarrai gli occhi e curiosa aprii quest’immagine. Era una foto di me ed Abigail all’uscita della scuola, lessi la descrizione e mi sentii lacerata dentro
“Guardate ragazzi, la balenottera della scuola si rende ridicola davanti agli occhi della nuova arrivata. La giovane sfigata non ha capito che stando con la novellina accentua sempre di più la sua ciccia.”
Scoppiai in un pianto isterico durato almeno un’ora. In quell’ora pensai molto e presi una decisione: diventare magra, proprio come Abigail. La giornata passò  molto velocemente ed io non toccai cibo, quello era il mio modo di dimagrire. Decisi che d’ora in avanti avrei fatto solo colazione la mattina e così fu. Passò la prima settimana, poi la seconda ed infine una terza ed io dimagrivo sempre di più. Io ed Abigail ormai eravamo inseparabili ma lei non era ancora a conoscenza dei miei fratelli. Alla terza settimana di “digiuno” i miei genitori mi chiamarono e mi annunciarono che l’indomani avremmo passato una giornata tutti e tre insieme, non li vedevo da ben tre settimane pur vivendo sotto lo stesso tetto, assurdo.
Il giorno successivo mi svegliai verso le 11:30, era Sabato e quindi non c’era scuola, andai in cucina e trovai mamma bella come non mai e stranamente di buon umore. Mi vide ed un sorriso spuntò sul suo volto
Mamma: “Hope, piccola mia. Mi dispiace, non ci siamo viste per tre settimane.” E mi abbracciò, quell’atteggiamento così affettuoso mi piaceva così ricambiai l’abbraccio.  “Ma quanto ti sei dimagrita!?! Non va bene così” esclamò osservandomi meglio
Io: “Ma come non va bene?!? Io sono contentissima!” esclamai fiera di me.
Mamma: “No, Hope fa male dimagrire così tanto in poco tempo.”
Aveva ragione ma io mi ero posta un traguardo ed io ancora non l’avevo raggiunto, mancava poco però.
Io: “Si mamma, hai ragione.” Poi salutai papà, anche lui molto allegro.
Papà: “Hope io e la mamma volevamo dirti che ieri ha chiamato Jack” a quelle parole il mio cuore perse dei battiti
Io: “J-jack?!” chiesi spiazzata da quella frase
Mamma: “Già, ha detto che gli dispiace non aver chiamato per tutto questo tempo ma..” non la lasciai finire
Io: “Gli dispiace?!? Ed io cosa dovrei dire!? Mi avevano promesso che si sarebbero fatti sentire spesso ed io ci ho sempre sperato ma quella telefonata, quella misera telefonato non arrivava mai. Mi sono sentita sola per sei lunghi anni e lui adesso se ne esce con un “mi dispiace”?!? No, non funziona così, io gli voglio bene, gliene vorrò sempre ma questo non è il comportamento giusto!” dissi urlando con le lacrime che scorrevano come due fiumi sulle mie guance rosee. Quella notizia mi aveva spiazzato ed i miei genitori non sapevano cosa rispondere alla mia reazione. Erano d’accordo con me, quella era la verità ma ammetterlo era doloroso, anche per me. Non volò più una parola in quella casa e mi andai a chiudere in camera, ignorai ogni telefonata di Abigail che sicuramente aveva fatto arrivare la preoccupazione alle stelle, ma in quel momento c’eravamo solo io e la mia lametta. Lei c’era sempre, non mancava mai. Quando stavo per fare l’ennesimo taglio sul mio polso sentii bussare alla mia porta e feci scomparire quell’arma tagliente
“Avanti” sussurrai. Mamma entrò e mi disse che alla porta c’era una ragazza per me. All’inizio mi chiesi chi poteva essere ma poi vidi comparire sulle scale di casa la faccia ansiosa di Abigail
Abigail: “Ma cosa è…” non le diedi il tempo di finire perché l’abbracciai spontaneamente e lei ricambiò senza batter ciglio
Io: “Abigail grazie” sussurrai
“Quante volte ti ho detto che devi chiamarmi Abby!?! E comunque non dirlo neanche per scherzo, le amiche servono a questo!” disse lei con quel suo sorriso sul volto
Io: “Va bene ABBY” e scoppiammo entrambe in una sonora risata.
Andammo in camera e ci sedemmo sul letto
Abby: “Perché stavi piangendo?? Cosa è successo??”
Io: “Non penso che tu voglia saperlo!”
Abby: “Scherzi?! Siamo migliori amiche oramai e io sono qui per questo!”
Era incredibile, lei ispirava fiducia, si questa è la frase esatta. Così le raccontai tutta la storia dei miei fratelli tralasciando però l’autolesionismo. Lei ascoltò in silenzio tutti gli “scheletri” che avevo tenuto nell’armadio per troppo tempo, non mi ero mai aperta così tanto con qualcuno. Finì di parlare e vidi che lei non rispondeva
Abby: “P-per-perché non me l’hai detto prima??” un velo di tristezza si posò sul mio volto, a quel punto era chiaro che Abby non voleva più essere mia amica.

*Spazio Autrice*
Ragazze ho letto le vostre recensioni, so che devo migliorare. Voi per favore continuate a dirmi cosa ne pensate affinchè io possa migliorare sempre. Ditemi se devo continuare. 
Volevo anche dirvi che presto entrerà nella storia Justin, abbiate pazienza. Ho già in mente tutta la storia, ho solo bisogno della vostra approvazione e di tempo per scrivere i capitoli. 
Un bacio Mary.

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Capitolo 3
*** Decisioni difficili! ***


Decisioni difficili [Capitolo 3]

A quel punto il mondo mi era crollato addosso. Stavo perdendo l’unica amica che io avessi mai avuto in 16 anni di vita, era una sensazione orribile, logorante. Lei non riusciva a parlare e delle lacrime stavano iniziando a scendere sul mio volto
Io: “Abby, non credevo che questo potesse mettere a rischio la nostra amicizia” dissi cercando di trattenere i singhiozzi. In quel periodo stavo diventando sempre più debole, nessuno mi aveva mai vista piangere, nessuno aveva mai conosciuto le mie debolezze, poi un bel giorno arriva una ragazza mai vista prima che si prende tutta la mia fiducia.
Ero ancora lì, aspettando qualche sua parola che finalmente arrivò
Abby: “I-io non sono arrabbiata, noi siamo ancora amiche. Sono rimasta meravigliata perché nessuna ragazza prima d’ora mi aveva confidato così tanto della sua vita. Ci conosciamo da poco ma abbiamo già un legame speciale.” Disse lei evidentemente emozionata
Io: “Stai dicendo sul serio!?” dissi meravigliata della sua reazione
Abby: “Certo, non smetterei mai di essere amica con te per un motivo così. Anzi io voglio starti vicino, voglio aiutarti a superare il rancore, se si può chiamare così, che porti nei confronti dei tuoi fratelli.”
Io: “Io non porto rancore verso di loro, solo non capisco il motivo per cui in 6 anni non hanno mai fatto una telefonata a casa solo per dirmi ‘hey noi stiamo bene e sai ci manchi!’ mi sarebbe bastato questo. Non chiedevo tanto, no?!” dissi spiegandole tutto quello che provavo
Abby: “Si hai ragione. Io ho un’idea, perché non chiedi a tua mamma il motivo per cui avevano chiamato?! Non l’hai lasciata finire prima!” aveva ragione, così decisi di farmi coraggio e seguire il suo consiglio. Andai da mamma e lei felice mi rispose “Volevano stabilire un contatto con te, volevano tornare ad essere i tuoi fratelli maggiori. Ti prego prova almeno a salutarli, non chiedo altro. Mi hanno lasciato il loro numero lì, prendilo e pensa bene a tutto quello che ti ho detto!” Così feci, raggiunsi Abby che era ancora in camera mia e le mostrai il numero
“Ma quanto sono lunghi i numeri canadesi!?” disse lei cercando di sdrammatizzare
“Hai ragione, ma cosa devo fare?!” chiesi io preoccupata
Abby: “Facciamo così: io adesso devo andare a casa, te pensa a ciò che vuoi fare con quel numero e poi domani ne riparliamo eh?!”
Io: “Si va bene” dissi convinta che riflettere da sola mi avrebbe fatto bene. Abby se ne andò ed io come sempre mi chiusi in camera per decidere cosa avrei fatto con quelle cifre che potevano cambiare il rapporto con Jack e Chad. Presto si fece buio, erano le 22:00 ed io ancora non avevo preso una decisione.
“Lascerò far tutto al destino..” pensai tra me e me mentre presi un foglio. Decisi di scrivere su un bigliettino “CHIAMARE” e sull’altro “NON CHIAMARE” piegai i pezzi di carta e iniziai a confonderli tra loro. Le mie mani tremavano vistosamente, presi un bigliettino, lo aprii e rimasi a guardare la scritta nera per un paio di minuti, la decisione era presa. 

*Spazio Autrice*
Ciao ragazzi! Allora!? Vi sta iniziando a piacere la storia?? Non preoccupatevi, Justin sarà presente. Dovete solo avere pazienza. Detto questo, recensite per favore:)
Un bacio, Mary

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