Scambio di corpi

di milly92
(/viewuser.php?uid=28249)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alla festa di Harry ***
Capitolo 2: *** Lo scambio di corpi ***
Capitolo 3: *** L'incatesimo ***
Capitolo 4: *** Una vita nuova con sorprese e sbagli ***
Capitolo 5: *** Rimpianti, momenti romantici e lotte ***
Capitolo 6: *** Ritorno a scuola: prefetto figo e futura sposa secchiona ***
Capitolo 7: *** La minaccia ***
Capitolo 8: *** Il segreto svelato ***
Capitolo 9: *** Non ci posso credere ***
Capitolo 10: *** Cosa provi per me? ***
Capitolo 11: *** Ad Hogsmeade ***
Capitolo 12: *** Litigi e brutte nitizie ***
Capitolo 13: *** Le scuse ***
Capitolo 14: *** La bella addormentata si risveglia ***
Capitolo 15: *** Come sorelle ***
Capitolo 16: *** Il ballo ***
Capitolo 17: *** Epilogo- Un anno dopo ***



Capitolo 1
*** Alla festa di Harry ***


capitolo uno

Capitolo uno- Alla festa

Nel giardino della Tana c’era un gran chiasso: Harry Potter stava festeggiando i suoi diciassette anni. Voci, luci, dolci, palloncini e tanto altro ancora irrompeva nella normale quiete della Tana, anche a causa dei numerosi invitati.  Erano tutti i compagni di scuola del ragazzo, che in più avevano portato vari amici a loro volta. Le note dell’ultima canzone delle Sorelle Stravagarie si dileguava per tutto il giardino, accompagnando le conversazioni  degli invitati. Erano le nove e la festa era appena iniziata, quindi era un po’ troppo poco movimentata. Ma non c’era bisogno del caos: l’importante era essere alla festa più bella dell’anno. Con una certa ansia, il festeggiato era vicino il tavolo delle bibite con il suo migliore amico Ron Weasley; il fatto era che la sua amata Ginny, che voleva conquistare approfittando della festa, non era ancora scesa insieme ad Hermione.  Ma cercò di nascondere la sua ansia all’amico, ovviamente senza successo. ”Harry, che c’è? Hai una faccia, non sembra proprio il tuo compleanno….” Harry, che si stava guardando intorno in cerca della ragazza, ascoltò a stento l’amico. ”Eh? No, no, è che sono ansioso, ehm… Questa è la mia prima festa di compleanno e conosco solo la metà degli invitati!” “Beh, l’idea di dire agli invitati di portare altra gente è stata di Ginny…” “Davvero?” chiese Harry, all’improvviso contento: se era stata un’idea di Ginny, beh…. Allora era perfetta! Vicino a loro si c’era Dean Thomas, che, come il festeggiato, si guardava continuamente intorno, sicuramente in cerca della sua ex ragazza, Ginny, sperando in una riconciliazione. Questo fece capire ad Harry che doveva darsi una mossa: Ginny sarebbe stata sua. Intanto, Luna Lovegood, che era appena arrivata, gli si avvicinò. “Ciao, Harry! Buon compleanno!” disse, e gli porse un pacchetto verde smeraldo. “Ciao, Luna! Grazie, non dovevi!” Luna gli sorrise e, da dietro di lei, avanzò una ragazza molto bella, alta quasi quanto lui, con lunghi capelli dorati e mossi e dei grandi occhi blu. “Questa è mia cugina Tiffany, è del sesto anno di Grifondoro” disse Luna, e i due si presentarono. Dopodiché si allontanarono, raggiungendo gli altri.

Qualche piano più su, la tanto amata Ginny con la sua cara amica Hermione era nella sua stanza, guardandosi allo specchio per l’ennesima volta. Era convinta che il suo vestito bianco e rosso non le andasse bene, e che i lunghi capelli rossi non stessero bene alzati con due mollettine. Sbuffò. “Piantala, Ginny, stai benissimo! Lo stenderai, stai pur sicura!” le disse Hermione, che indossava un abito rosa sgargiante lungo appena sopra il ginocchio in tinta con le unghie. “Non è vero! Scommetto che sta facendo lo stupido con qualcuna carina… ma lo sai che deve venire anche Tiffany Strong, una delle più belle del mio anno? La doveva portare Luna!”  “E allora? Ginny, tu sei una delle più belle del tuo anno, anzi, se non la più bella in assoluto!” Le ricordò Hermione, con un tono un po’ troppo amaro. Il fatto è che lei era la più brava, ma ultimamente avrebbe preferito avere un titolo più da miss che da sapientona. E odiava quando Ginny faceva la finta insicura. “Ok”  accettò quest’ultima, “Ma se non mi pensa… gliela farò vedere io, farò la scema con…” “Dean?” propose Hermione. “E’ già qui, l’ho appena visto dalla finestra.”  “Nooo! Con Dean no! Poi chissà che pensa… “ “Perché, Ginny, se fai la scema con qualcun altro che pensa?” ribattè Hermione, e le fece cenno di scendere. Decisa, la rossa si guardò un’ultima volta allo specchio, si aggiustò i capelli sulle spalle, sorrise alla sua immagine riflessa nello specchio e, dopo essersi aggiustata il lucidalabbra perlato che Fred e George le avevano regalato in occasione dello  scorso compleanno insieme ad altri trucchi per il viso, uscì dalla stanza e si avviò verso la gloria che l’attendeva a qualche piano di distanza.

Harry stava parlando con Neville  di Quidditch quando la sua amata irrompette nella festa con passo elegante e iniziando a salutare tutti i suoi conoscenti, come una famosa cantante. “Harry, hai visto l’ultima partita del Puddlemare United? Baston è diventato ancora più bravo…” disse Neville, concitato. Ma Harry non lo aveva per niente ascoltato: aveva appena avvistato una capigliatura rosso fiammante decorata con alcune mollettine. “Si, Neville, infatti… Ora devo andare, mi stanno chiamando…” inventò, e se ne andò, lasciandolo da solo. Sorpassò un gruppetto di Tassorosso che stava parlando proprio in mezzo al giardino e si ritrovò davanti Ginny. Rimase senza fiato. Era bellissima, in tutto e per tutto… Stava chiacchierando con una ragazza di cui non conosceva il nome. Poi vicino a lei notò Hermione. Anche lei era molto carina: gli sembrava di rivivere il Ballo del Ceppo…. Decise di parlare prima con lei. “Hermione! Finalmente sei uscita!” Hermione gli sorrise. “Si… Vabbè, io gli auguri te li ho già fatti oggi, ma ti ho fatto un piccolo pensierino. Questo è per te” disse, porgendogli un pacco rettangolare dorato. “Oh, grazie… Wow! E’… E’ bellissima…” Le restituì il sorriso: gli aveva regalato una foto incorniciata di loro due con Ron all’ultima gita ad Hogsmeade. “Prego”  le rispose l’amica; Harry non riuscì a trattenersi e l’abbracciò. Di solito per le ragazze provava sentimenti diversi dal comune, ma per Hermione ne aveva uno particolare: amicizia? No. Un qualcosa di più grande, inestimabile, grandioso… Non un sentimento d’amore, ma di puro affetto. Per lui era come una sorella. Quando si separarono, si sorrisero appena e la ragazza fu chiamata da Calì Patil, che era venuta con suo sorella Padma e il loro ragazzi, Luke e Michael. Ginny aveva osservato la scena con gli occhi che emanavano lampi: possibile che Hermione facesse tanto la santarellina con lei, e poi appena si trovava davanti Harry non si lasciava perdere un’occasione per buttarcisi addosso? Ma prima che potesse fare qualche altro pensiero, il suo amato Harry la salutò. “Ciao, Ginny. Complimenti, stasera sei ancora più bella del solito… Ti va di fare quattro passi?”Tutto era svanito. L’improvvisa rabbia verso Hermione, l’ansia… “Certo!” e così si avviarono.

Intanto, Ron stava facendo da dj e si stava divertendo un mondo. Stava mixando un pezzo di un nuovo gruppo magico,i “BlackWiz”, quando una ragazza alta, bionda, con i capelli molto ricci e i gli occhi di un castano intenso gli si avvicinò. Indossava uno sfarzoso ed elegante vestito lilla, che si intonava con i due fermagli che portava fra i capelli facendo scendere sul volto alcuni riccioli ribelli. Il suo cuore aumentò i battiti, come non gli succedeva da tempo, anzi, non gli era mai successo prima… Si chiamava Lola Grant, era del quinto anno di Grifondoro, e lui aveva una cotta segreta per lei da quell’inverno, quando l’aveva conosciuta nella sala comune di Grifondoro. Era Natale, Harry ed Hermione erano partiti per le vacanze Natalizie e lei, una sera mentre era da solo davanti al camino, gli si era avvicinata chiedendogli se era il fratello di Fred e George perché voleva ordinare delle Merendine Marinare per saltare le lezioni di Erbologia. Da quel momento erano diventati amici e avevano trascorso le vacanze insieme, poi, al ritorno dei loro amici, non avevano avuto più occasione per parlarsi. Ma Ron se ne era invaghito dal primo momento e la sognava tre notti si ed una no, quando era stanco e quindi non sarebbe venuta bene nella sua immaginazione. “Ciao, Ron!”lo salutò la ragazza, raggiungendo la sua postazione. “Ciao… Lola! Anche tu qui?” “Si, sono venuta con mio cugino, sai, Ernie Macmillan…”  Si guardarono per un lungo istante, poi ingiunse Seamus Finnigan. “Ehi, Ron, senti, ho appena conosciuto una tipa carina… Non è che potresti annunciare l’inizio dei balli, possibilmente un lento? Sai, così posso…” Fece un gesto eloquente con la mano destra. “Ho capito, Seamus… ok!”  “Grazie, Ron!” lo salutò, facendogli l’occhiolino,e se ne andò dalla tipa. Lola rise. “Che pazienza ci vuole con questi amici, eh?>> “Infatti… Lola, che canzone preferisci ascoltare?” Lola nascose un mezzo sorriso. “Non è che vorrei ascoltare una canzone… Ma preferirei ballare “I love you” dei “BadPrice”  Ron, colto l’autoinvito, mise la canzone con un nodo alla gola, disse: “Bene, ragazzi! Diamo inizio alle danze!” alla sua bacchetta, diventata microfono, per poi saltare giù dallo sgabello e prendere per mano Lola, conducendola verso la pista da ballo e iniziando a ballare insieme alle altre coppie. Poggiò le mani sui suoi fianchi, e la ragazza contornò il suo collo con le braccia, stringendolo forte. Si guardarono negli occhi, poi Lola avvicinò la testa al petto di Ron, e ballarono abbracciati per tutta la canzone. Seamus, notando l’amico, per restituirgli il favore occupò la postazione da dj al suo posto e mise le canzoni successive, in modo da lasciargli del tempo libero con Lola.

A qualche metro di distanza, fuori dal giardino, un ragazzo e una ragazza spiavano l’andamento della festa. Lui aveva una capigliatura biondo platino, lei, invece, dei lisci capelli scuri e una mascella molto pronunciata, seguita da un’espressione molto dura. Indossava una lunga veste nera e aveva le unghie dipinte all’ultima moda serpentesca, nere e verdi “Draco, allora era vero! Potterino ha organizzato una festa… Non vale! E’ troppo tranquilla, guarda Weasley come fa il dolce con quella…” Non era possibile che quella sera Pansy Parkinson non dovesse adempiere al suo lavoro di “Rovina Grifondoro”. Draco Malfoy, dal canto suo, disse: “Giusto!E certi dicono che è la migliore festa dell’anno! Bah! La festa migliore dell’anno in quella catapecchia dei Weasley?! Nooo! Comunque, a costo di far andare tutto bene, io non entrerò lì dentro, Pansy! E’ meglio che lo sai!” “Dai, Draco! Pensa che risate, a settembre, quando lo racconteremo a tutta la sala comune! La festa di Potter rovinata da noi, i migliori Serpeverde che la scuola abbia mai avuto in mille anni…” Preso dalle manie di grandezza, Malfoy si decise ad entrare. Quella sera si annunciava molto divertente…

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Lo scambio di corpi ***


capitolo due

Capitolo due- Scambio di corpi

La festa procedeva tranquilla, e arrivò al culmine quando, alle dieci e un quarto, arrivarono Fred e George, che vennero salutati come dei degni eroi per la loro grandezza: nessuno, anche dopo due anni, aveva dimenticato la loro grandiosa fuga da quell’incubo chiamato non più Hogwarts ma “regno della Umbridge”. Così, i gemelli presero la postazione da dj (notando con un mare di risate Ron che se ne stava vicino a Lola tutto sorridente) e iniziarono ad annunciare le canzoni, non tralasciando il piccolo particolare di fare la pubblicità al loro negozio di scherzi e ai nuovi prodotti. Questo, ovviamente, non andò molto giù ad Hermione, che si pronunciò con un aspro “Siamo ad una festa, non al mercato!”, ma tutto le passò quando le si avvicinò un ragazzo che non aveva mai visto prima. La chiamò. “Ehm, scusa, tu sei Hermione Granger, vero?” La ragazza si girò: un ragazzo molto alto, con i capelli un po’ lunghi di un castano ramato e grandi occhi che sembravano dorati, vestito nel migliore stile Babbano che si possa mai immaginare, la guardava interrogativo, sorridendole appena. Quella vista la fece arrossire. “Oh… si,si,sono io…”  “Io sono Chris Sanders, sto all’ultimo anno di Corvonero. Piacere di conoscerti”. Le porse la mano e lei la stinse, molto debolmente:si sentiva mancare. “Ti volevo dire che io sono nuovo ad Hogwarts, prima ho studiato a casa perché i miei genitori non volevano che stessi lontano da loro tutto l’anno, solo ora che sono maggiorenne  me lo hanno concesso… E alcuni mi hanno detto che tu sei la più brava del nostro anno, se non di tutta la scuola, quindi volevo chiederti se una volta tornati a scuola mi avresti potuto aiutare con lo studio, se qualche argomento di base non lo conosco….” Hermione annuì, con un’aria un po’ frastornata, per poi aggiungere: “Certo! Non ci sono problemi”. Chris sorrise ampiamente. “Grazie. Ehm, Hermione, ti va di fare un giro con me?”. Questo fu troppo, per Hermione, che cacciò gli occhi fuori dalle orbite, sicura che quella sera sarebbe stata quella fortunata, e accettò con più naturalezza possibile anche se non era sicura di esserci riuscita nel migliore dei modi.

A qualche metro di distanza, Harry era seduto a tavolino con Ginny , parlando del più e del meno. “Ci sono speranze che quest’anno possa ritornare nella squadra?”chiese la rossa, recitando perfettamente la parte della finta preoccupata. Tuttavia, Harry ci cascò e tentò di rassicurarla. “Ma certo, Ginny! Anzi, sei così brava che non dovrai fare il provino, fai conto di essere già in squadra!” e, approfittando del momento, prese le mani della ragazza tra le sue, accarezzandogliele, e guardandola negli occhi. Ginny, dal canto suo, spostò la sedia il più vicino possibile a quella di Harry e disse:”Grazie, cucciolo” e, per ringraziarlo ancora di più ovviamente, si sporse verso di lui e gli diede un bacio sull’orlo delle labbra per poi guardarlo con uno sguardo compiaciuto. Sembrava volergli dire qualcosa con quegli occhi luccicanti, qualcosa che il ragazzo capì perfettamente prendendola per mano e facendole segno di seguirlo. La condusse dall’altra parte del giardino, deserta e poco illuminata.”Ginny , cosa volevi dirmi con quel gesto?”  “Io? Beh, a me sembra che lo hai decifrato perfettamente, portandomi qui”  esclamò, e prima che Harry potesse risponderle,gli strinse le braccia attorno al collo e lo baciò. Quello, senza dubbio, fu il compleanno migliore di Harry.

La festa continuava, e diventava sempre più incandescente mano a mano che il tempo passava. Basta pensare a quello che stava succedendo a Harry e Hermione… ma Ron? Che fine aveva fatto? Beh, lui non era da meno: dato che tutti erano in mezzo la pista da ballo, era seduto su un’altalena a dondolo con Lola, parlando e conoscendosi meglio. “Mi ricordo che quest’anno sei stato per un po’ con Lavanda Brown…” buttò lì Lola, curiosa di sapere qualcosa in più sulla vita privata del suo nuovo “Amico”. Ron fece una faccia strana, la stessa che faceva ogni volta che vedeva un ragno particolarmente grosso. “Oh, si… Ma non ci badare, non mi piaceva. Ci sono stato solo per…” “Per fare rabbia alla Granger?”Chiese Lola con un sorriso curioso. Questa volta lui fece una faccia sincera, “No. Lo dicono tutti, ma non è vero. L’ho fatto per darla a vedere a mia sorella, per farle capire che anche io posso avere una ragazza, dopo che mi ha accusato di avere “l’esperienza di un dodicenne” Anche Lola fece una faccia seria, ancora più di lui, se possibile. “Io non lo avrei fatto. Vedi, io ho quindici anni e a differenza delle mia amiche,  non ho mai avuto un ragazzo e quindi, non ne ho mai baciato uno. Loro a volte me lo rinfacciano, insultandomi anche, ma io non me ne frego. Faccio le cose solo se me la sento, e mettermi con un ragazzo che non mi piace non è nelle mie intenzioni.”  Queste parole furono accolte da Ron con molta sorpresa. Non sembrava affatto una di quelle solite quindicenni pazze e chiacchierone, ma una vera e propria… donna. Ma la cosa che più lo sorprese fu che, bellissima com’era, non aveva mai avuto un ragazzo. Possibile? “Hai ragione, Lola. E’ solo che… Beh, lo sai come siamo stupidi noi ragazzi! Ma davvero non sei mai stata fidanzata? Non ci credo!” Lola rise. “E perché non ci credi, scusa?” Ron arrossì, ma si decise a dire la verità. “Beh, Lola, tu sei una delle ragazze più  belle, simpatiche e dolci oltre che intelligenti che abbia mai conosciuto….” “Ho capito cosa vuoi dire. “ mormorò lei “Ma a parte che io, fino a poco tempo fa, non ero molto sicura di me stessa…. E poi, chi ha detto che non ho dei corteggiatori?”  “Ma davvero? Posso sapere il nome di qualcuno?” Lola  si tolse una ciocca di capelli dorati dagli occhi con un movimento molto elegante per poi rispondere: “Ok… allora: Dean Thomas prima che si mettesse con tua sorella, Seamus Finnigan quando ero al terzo anno, Neville Paciock tutt’ora… Insomma, metà del tuo dormitorio più Terry Steeval, Colin Canon, ehm… ah, si… addirittura il povero Cedric Diggory nonostante fosse cinque anni più grande di me e… non ci crederai mai, ma Blaise Zabini e Vincent Tiger…” Ron era sbalordito: possibile che Lola fosse così popolare, anche tra i suoi amici? Ma, ovviamente, una come lei è ovvio che piacesse a così tanta gente… e addirittura a dei Serpeverde! Aveva avuto la prova che Tiger non era così stupido come voleva sembrare. “Wow, Lola! E tra questi nessuno ti è mai interessato?” Lola scosse il capo. “No, tranne Cedric, ma ero troppo piccola, ero al secondo anno… Invitò prima me al Ballo del Ceppo, ma io non me la sentii così lui invitò Cho Chang. Ma ora il mio cuore appartiene ad un altro…” Il cuore di Ron batté più forte. “E ti pareva! O sono assillanti o sono già innamorate!” pensò. Tuttavia fece finta di niente. “Ah, davvero? E chi è?” Lola lo guardò per un po’ dritto negli occhi, forse per capire qualcosa, poi rispose: “Lo scoprirai…” e con questa nota enigmatica si avvicinò a suo cugino Ernie per domandargli qualcosa, lasciando Ron confuso ma pazzamente innamorato.

Hermione e il suo nuovo amico Chris passeggiavano per il giardino. Tutte le ragazze, tra cui anche Lavanda Brown (che solo in quel momento sembrava essersi dimenticata il suo RonRon) la guardavano invidiose. Possibile che, secchiona e nemmeno tanto bella com’era, riusciva sempre a beccarsi i ragazzi migliori? Prima Viktor Krum, poi questo bellissimo sconosciuto, insomma! Ma lei si limitava a sorridere e fare finta di non essersi accorta di nulla: le piaceva godersi un po’ di celebrità, ogni tanto, che non riguardasse il massimo voto in qualche materia. Aveva scoperto che lei e Chris erano nati lo stesso giorno dello stesso anno, e che gli sarebbe tanto piaciuto aver frequentato Hogwarts tutti e sette gli anni. Poi… “Oh, guarda Hermione! Dall’altra parte del giardino non c’è nessuno… Ti va di starcene un po’ li, cosi possiamo starcene un po’ in pace?” “Oh, oh… ok!” rispose felice la ragazza, al settimo cielo. E così si avviarono in quel giardino, dove fino a poco tempo prima c’erano Harry e Ginny, ora nella camera della ragazza. Vi giunsero, poi Chris le accarezzò i capelli. “Hermione, anche se ci conosciamo da poco” disse “Devo dirti una cosa…”  Hermione non credeva alle sue orecchie. “D-davvero????”  Chris annuì, continuando ad accarezzarle i capelli. “Si. Hermione…”  “Si?” Silenzio tombale. Poi….  “Io… io penso che tu sia una grande sciocca Babbana dal sangue sporco!”  E rise, a lungo e in modo molto squallido. Hermione era rimasta immobile, sicura di non aver sentito bene. Ma prima che potesse  domandare qualcosa… i bei lineamenti di Chris iniziarono a mutare…. Lasciando, poco a poco, il posto a… Pansy Parkinson. La ragazza iniziò, anzi continuò, a sghignazzare. “Ahhhh! Ah ah ah!!! Granger, ti dovresti vedere allo specchio! Hai una faccia! Ma che pensavi, che uno schianto come quello desse retta a te???Ahhhhh!! Ah ah! Era tutto uno scherzo, ed ora…” Prese la bacchetta, ma prima che potesse pronunciare qualche altro incantesimo, Hermione, infuriata come non mai per l’accaduto e per il modo in cui era stata umiliata da quell’imbucata, estrasse la sua. Poi… Nello stesso istante, pronunciarono “Expelliarmus!”  puntandosi le bacchette contro e qualcosa accadde. La terra iniziò a tremare, l’aria si fece gelida, come se ci fossero in giro dei Dissennatori, e…. “Aaaaaaahhhhhhhh!”. Si guardarono. E scoprirono l’orribile verità. Hermione aveva urlato con la voce di Pansy e Pansy con la sua. Hermione indossava un vestito nero, e Pansy un vestito rosa sgargiante. Hermione aveva le unghie dipinte di nero e verde, Pansy di rosa. Hermione aveva i capelli lisci, Pansy li aveva ricci… Hermione aveva davanti a sé una sua copia ed anche Pansy. E l’orribile verità venne a galla. Si erano scambiate di corpo. Poco lontano, si udì un fruscio tra i cespugli e l’ultima ciocca di capelli biondi che aveva visto l’accaduto se ne ritornò alla festa.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'incatesimo ***


capitolo tre

Capitolo tre- L’incantesimo

Ancora sotto shock,Pansy ed Hermione si guardarono strabiliate e con la bocca semi aperta. La prima ad urlare fu Pansy. “Ahhhhrrrrgggh! Oh Dio…. Granger, sono nei tuoi panni di sporca Mezza Babbana….  Ma…. Ma cosa…?” Hermione dal canto suo, dopo la prima espressione di orrore, se ne stava con la mano sotto il mento ed aveva assunto un’espressione pensosa. Pansy continuava a gemere, incontrollata.”Piantala, Parkinson! Sto cercando di ricordare che incantesimo abbiamo appena effettuato! Mi sembra di averlo letto pochi giorni fa su “Incantesimi di ogni genere”. Ora lo vado a prendere!” disse, e iniziò a marciare dritta spedita verso la Tana. Poi, dopo aver percorso dieci metri, vide l’orlo della sua veste e si ricordò di avere le sembianze di Pansy. “No!Uffa… Senti, devi andarci tu! Io non posso entrare con le tue sembianze…” Pansy la guardò come se fosse matta. “Che? Ma stai male? Io entrare lì? Nella baracca dei Weasley…?” Hermione perse la pazienza e non riuscì a controllarsi. “Senti, idiota, se non entri dovrai passarci tutta l’estate lì!” ma Pansy ebbe un lampo di genio. “Non c’è ne bisogno!” esclamò, pronunciò: “Accio incantesimi di ogni genere!” e il libro apparve, svolazzando. Hermione non riuscì a nascondere una piccola lode nel suo sguardo. “Bene” mormorò, lo prese tra le mani e iniziò a consultarlo con molta padronanza, come se conoscesse il volume pagina per pagina. Dopo qualche minuto lo trovò, e lesse tutto l’articolo riguardante per i seguenti dieci minuti. Poi gemette. Pansy la guardò, consapevole che di sicuro non c’erano buone notizie. “Cosa dice?”  “Beh… qui dice che siamo soggette allo “Scambius corporis”, un incantesimo che colpisce le persone che pronunciano lo stesso incantesimo nello stesso istante provando lo stesso sentimento di rabbia reciproca… E….” Inghiottì. “E termina dopo cinque mesi…. Qui dice che serve per far provare alle persone che hanno provato la rabbia cosa si prova a vivere nei panni dell’altro… Non c’è nessun contro incantesimo  e soprattutto nessuno lo deve sapere perché glielo abbiamo detto noi altrimenti l’incantesimo durerà per sempre…”  si guardarono attonite per qualche secondo, poi Pansy esplose. “Vuoi dire che dovrò vivere nel tuo corpo fino al….” contò sulle mani “ Trentuno dicembre?” Hermione annuì. “Si!Oh, no, ma come si fa? Vivere nel tuo corpo, frequentare i Serpeverde, essere la ragazza di Malfoy… ma soprattutto dover vivere con la tua famiglia e non dover più frequentare i miei amici….>” L’altra cacciò gli occhi fuori dalle orbite, come se solo in quel momento si fosse accorta di quello a cui andava incontro e batté un piede a terra per la frustrazione. “No, no, non può essere! Ma ci sarà pure un contro incantesimo!” disse, e prese tra le mani il grande libro per controllare. Quando vide che Hermione aveva ragione, si buttò sul prato. “Su, Pansy”  disse Hermione chiamandola per la prima volta per nome  “Dobbiamo farcela, e soprattutto non dobbiamo cadere nella tentazione di dirlo a nessuno… ok?” Pansy fece un verso scettico. “Si, tanto a te che te ne frega??? Sarai nei panni della migliore Serpeverde di Hogwarts… Invece sono io che dovrò essere per cinque mesi la sfigata….”ma si interruppe. “Ok” aggiunse “Dobbiamo farcela. Allora, dobbiamo solo comportarci come l’altra. Dobbiamo dirci le cose che ci serviranno per parlare con gli altri, e magari anche qualche segreto…. Oddio, quindi dovrò rimanere qui con Potter e gli altri….” si guardarono, sconvolte, e iniziarono a raccontarsi tutto ciò che sarebbe stato utile all’altra per “sopravvivere”.

Dall’altra parte del prato, Harry e Ginny camminavano mano nella mano, rendendo noto il fatto che si fossero messi insieme. Tante delle ammiratrici di Harry e degli ammiratori di Ginny si guardarono risentiti, addirittura Dean se ne andò senza salutare. I primi ad intravederli della famiglia Weasley erano stati Fred e George, che si erano guardati strabiliati ed erano accorsi vicino la nuova coppietta. “Ginny, ma cosa ci fai… così… con Harry?” chiese Fred, puntando l’indice contro le loro mani congiunte come se fossero delle armi letali. Ginny, che aveva già previsto questo lato della cosa, staccò la sua mano da quella di Harry e se la parò davanti. “Calma! Io e Harry stiamo insieme… Precisamente da un’ora, undici minuti e ventidue secondi, ok?”  “Ma… ma… Harry è nostra sorella!” Harry li guardò preoccupato. “Lo so ragazzi! Ma, insomma, mi conoscete, sapete che tratterò vostra sorella con i guanti… Potete fidarvi!!!”  esclamò cercando di convincerli; George, dopo qualche secondo esclamò: “Va bene, ma, Harry ti avverto… La mamma ne sarà contentissima, hai passato i guai…” Si sorrisero e i gemelli si allontanarono, parlottando concitati. Ginny e Harry si sorrisero e si avviarono verso una delle tante panchine vuote, ma purtroppo si imbatterono in Ron, che non li vide subito dato che era occupato ad adocchiare Lola che parlava con Susan Bones. Tuttavia, si girò e…. “Harry!Ginny! Ma cosa diavolo…? Harry, è mia sorella!” Così ai due toccò ripetere la predica e Ron sembrò un po’ meno tranquillo dei gemelli. Dopo un po’, i due migliori amici si accorsero che erano secoli che non vedevano la loro migliore amica. “Ehi, ma dov’è Hermione?”  chiese Ron, guardandosi intorno. Vero… Dov’era Hermione???

“Allora, la tua camera è quella in fondo al corridoio del secondo piano e dormi con Ginny, ad Hogwarts il tuo dormitorio è al primo, invece, la quarta porta a destra e dormi con Lavanda e Calì… Attualmente non ti piace nessuno e se mi chiedono di Krum non vi sentite più ma litighi ogni secondo con Weasley e dai consigli d’amore a Potter…” Disse Pansy; lei ed Hermione avevano passato gli ultimi quaranta minuti a dirsi le cose essenziali che facevano di solito. Hermione annuì. “Invece tu dormi al quarto piano della sala comune di Serpeverde con Millicent , Julie, Anne e Amanda; Malfoy  detesta essere chiamato Dracuccio, i tuoi genitori si chiamano Christine e Jack e dormi al secondo piano delle tua villa…. E soprattutto tu stasera eri qui per rovinare la festa ad Harry…” Si guardarono, decise ma ancora spaventate. Ma, chissà perché, quel momento di crisi, anzi, quei futuri cinque mesi, le avevano unite a tal punto di non insultarsi più a vicenda, almeno per il momento. “Ohhh! Sono le undici e mezzo! Hermione devi andare, ho detto a Draco che per le undici e un quarto sarei tornata!” disse Pansy, molto allarmata perché si avvicinava il momento di separarsi e iniziare a recitare il ruolo della secchiona sfigata. Hermione sembrava della stessa idea. “Oh, ok… quindi gli dico che…?”  “Che sei riuscita a stregare un panino di Paciock… Poi inventa sul momento l’effetto che ha sortito… E dici che non ti sei fatta vedere”  si guardarono, tremanti. Da quel momento in poi non sarebbero state più se stesse per i prossimi cinque mesi. Come avrebbero fatto? Con questa domanda, si spararono, ognuna verso i propri destini.

Draco Malfoy era a una decina di metri dalla Tana, appoggiato con le spalle ad un muretto. Non ce l’aveva fatta ad entrare in quella casa, e poi era rimasto a controllare che tutto filasse liscio. Quando Hermione lo vide, iniziò a sudare. Lì iniziava il “Gioco”. Doveva solo recitare. Tutto qui. Ma se l’avesse baciata?!? Insomma, lui era sempre il suo, di Pansy, ragazzo. E quindi di conseguenza ora che aveva le sembianze di Pansy si sarebbe dovuta comportare come lei… il solo pensiero la fece tremare. Quando Malfoy la vide, le andò incontro. “Pansy! Era ora! Allora, che hai fatto?” Hermione deglutì. Ecco arrivato il momento. La voce non le usciva. “Oh, non ho potuto fare granchè dato che non sei venuto…” e tentò di fare una faccia da Serpeverde per il rimprovero. “Ho solo stregato il panino a Ne…  a Paciock, voglio dire! Ehmm…  così le patatine hanno preso vita e hanno inziato… a rincorrerlo… e a parlare con la voce della… nonna!” si sentì compiaciuta per la bugia fenomenale inventata su due piedi e anche Malfoy ne sembrò entusiasto. Purtroppo per lei, disse: “Bravissima, amore!” e la abbracciò. Hermione rimase folgorata: non si immaginava un Malfoy così premuroso se lo immaginava versione fidanzato, e non aveva mai avuto modo di saperlo, dato che in pubblico non lo aveva mai visto abbracciato o roba del genere con Pansy. Ma quell’abbraccio fu la cosa che la rimase ancora più colpita, un vero abbraccio colmo d’amore e non freddo e distaccato come avrebbe immaginato. Quando la lasciò andare, sorrideva. “Davvero, angelo mio, sei davvero in gamba! Non ti cambierei per nessuno al mondo… Per te perderei il mio sangue puro…” le accarezzò il viso e poi… Poi, come c’era d’aspettarselo in un momento così dolce, tentò di baciarla. “No… no, non può essere!!!” pensò Hermione, sconvolta: baciare Malfoy non era nei suo programmi! Fortunatamente, l’astuzia non l’abbandonò. “Oh, grazie… Dracuccio!” disse, trionfante per l’idea geniale. Malfoy si ritirò all’istante, assumendo un’espressione gelida. “Quante volte ti ho detto che non devi chiamarmi così, eh??”  sbottò, allontanandosi all’istante. Se l’era scampata! Ma non poteva evitarlo a lungo… e poi, vederlo incazzato così le incuteva timore. “Scusami, Draco, solo che stavamo così bene… Me lo ero dimenticato… Non è colpa mia se mi mandi in tilt!” Disse Hermione, cercando di fare la dolce senza correre il rischio di vederlo ancora arrabbiato. Il fatto era che la faceva paura… E se per la rabbia le avesse fatto qualcosa, tipo scagliato una maledizione Cruciatus? O peggio, l’Avada Kedavra? A mali estremi, estremi rimedi. Malfoy sembrò rincuorato da  quell’affermazione. “Scusa, Pansy, non volevo essere così crudele… Ma mi conosci…” Le si avvicinò di nuovo, questa volta costringendola a stare con le spalle contro quel muro di pietra. Il cuore della ragazza batteva a mille. Ma ormai, si era rassegnata… doveva. Doveva farlo. O Malfoy si sarebbe insospettito. E  se l’avesse lasciata? Chi l’avrebbe sentita Pansy? Doveva, doveva. Malfoy non si accorse di questa sua battaglia interna, e le sorrise passandole una mano tra i capelli. “Facciamo pace?” chiese, con una voce così sensuale che non sembrava affatto lui. Hermione, suo malgrado, fu costretta a sorridere come se la cosa le interessasse, riuscendo a nascondere quella paura che provava. “Bene” approvò il ragazzo, e prima che Hermione potesse prepararsi meglio psicologicamente, prese il suo capo tra le mani e la baciò dolcemente ma allo stesso tempo con passione, e a lungo. Hermione non ci credeva. Stava baciando il ragazzo che da sette anni le rendeva la vita impossibile! E la cosa più terrificante era che quel bacio le piaceva! Era il secondo bacio che riceveva nella sua vita; il primo lo aveva ricevuto da Viktor Krum, ma non era stato niente di sensazionale, un semplice bacio a stampo di cinque secondi, invece ora… Un vero e proprio bacio, come li aveva visti solo nei film Babbani, e che le procurava un lunghissimo brivido lungo la schiena. E il lato peggiore della cosa fu che dopo i primi secondi anche lei iniziò  a partecipare. Malfoy le accarezzava il viso, e lei dopo un po’ attorcigliò le braccia attorno al suo collo, stringendolo forte… Tutto questo durò a lungo, molto a lungo, e quando si separarono, si guardarono negli occhi. “Pansy, non mi avevi mai baciato così… Per la prima volta mi sono sentito davvero in paradiso! Cosa ti è successo?”  le chiese con aria di introspezione. Hermione abbassò lo sguardo, era ancora sotto-shock. “Oh… ohh… Beh, sai, solo oggi ho capito quanto è difficile cavarsela senza di te!” Malfoy parve convinto. “Ok, andiamo. Ho posato la scopa a un centinaio di metri da qui. Ti porto a casa” la prese per mano e iniziarono a camminare nella notte appena giunta. Troppe cose in poco tempo, per Hermione! Era stordita da quel bacio, cosa le era successo??? Non aveva capito più niente, non si rendeva conto di quel che stava facendo… E soprattutto il fatto che Malfoy non fosse come sembrava le dava molto a pensare.

Alla Tana, Pansy si dava da fare. Era appena uscita allo scoperto e tanta gente che non aveva mai frequentato le chiedeva di avvicinarsi e le invitava alle loro subdole conversazioni da sciocchi Grifondoro. Chissà come se la stava cavando la Granger, pensava, e per fortuna non poteva saperlo. Riuscì ad evitare alcune paperette dei primi anni, ma poi non poté scampare alle grinfie di Lavanda Brown. Le corse incontro, tutta agghindata nel suo vestito di seta nero aderentissimo e con i capelli legati, e le rivolse un enorme sorriso da concorso di bellezza. “Hermione, cara!” sghignazzò “Come va? Ho notato con piacere che prima eri in dolce compagnia…” Pansy non poté tirare indietro il suo carattere da piccola serpe. “Ma che vuole questa? Ora do un po’ di onore alla Granger, questa risposta rimarrà nella storia” pensò, e disse, con finta voce affettuosa e sognante: “Oh, si chiamava Chris, è il mio ex ragazzo, ma l’ho piantato pochi giorni fa perché non mi meritava… Tuttavia,l’hai visto, mi sbava ancora dietro… Comunque, noto che invece a te non ti sbava ancora nessuno dietro dopo We… ehm, Ron! Come mai?” Lavanda era colpita: lei ed Hermione, dopo tutte quelle catastrofi che si erano succedute l’ano prima, non parlavano mai di Ron. “Beh, sai, sono io che non mi faccio gironzolare dietro! Ho una reputazione…”     “Davvero? E da quando? Non mi sembrava ce l’avessi qualche mese fa, quando andavi in giro a far vedere a tutti che eri capace di sbaciucchiarti!” la zittì Pansy, perfida, e dopo un’occhiata sfacciata le girò le spalle e se ne andò, rimanendo Lavanda a bocca aperta come una stupida. Pansy era soddisfatta: dopotutto con le sembianze di Hermione era sempre a contatto con le Grifondoro e poteva prenderle in giro quanto voleva. E poi, forse sarebbe riuscita a farle acquisire una posizione sociale più alta e ad essere almeno un po’ più popolare….  Questi pensieri furono interrotti dalla voce di Harry. “Hermione! Hermione! Finalmente! Ma che fine avevi fatto?” Pansy si girò: davanti a lei c’era l’ostacolo più grande, uno dei pochi che si sarebbe potuto accorgere che lei non era lei. “Pansy, fai la brava! Sii gentile e adorabile e non se ne accorgerà!”. “Ciao Harry! Scusa, ma ero di là a parlare con alcune amiche… Tu che fai?”  domandò, sentendosi sollevata per la naturalezza di quelle parole appena pronunciate. Harry sorrise,e disse tutto concitato: “Mi sono messo con Ginny! Ti rendi conto?”  “Oh, mi fa piacere, molto piacere!”  Il loro discorso fu interrotto da Ron. “Hermione! Ma dov’eri? Comunque, senti, devi darmi un consiglio…. Hai capito in che campo, no?”  Pansy lo guardò interrogativa. Oh no! E che consigli poteva mai dargli? In che campo? Hermione gli aveva detto che di solito litigavano solamente….Per fortuna, Harry disse. “Chi è la fortunata?” così la ragazza capì che parlava di sentimenti. Ron arrossì.” Ehm… Lola Grant quella del quinto di Grifondoro… Bionda, alta, stupenda, dolce, sensibile….” e mentre si disperdeva in questo elenco, il suo viso era illuminato da una luce che solo il vero amore poteva conferirgli. I due risero. “Dimmi”  lo invitò Pansy, e lui iniziò a raccontargli del loro incontro e le chiese come poteva fare per conquistarla. Pansy non sapeva che fare: insomma,parlare di sentimenti con una Serpeverde! Era uno scandalo! Ma intanto doveva rispondergli, e decise di dirgli la cosa più ovvia. “Beh, fai il carino e se lei ci sta invitala ad uscire” Ron sorrise. “Grazie, Hermione,sei una vera amica!” esclamò, e se ne andò quasi saltellando.

Mezzanotte. Hermione era seduta sul “suo” letto con indosso la camicia da notte viola di Pansy. La casa era bellissima, anche se si vedeva che i proprietari erano Serpeverde, ma era così stordita da tutti gli avvenimenti che erano successi nelle ultime tre ore… aveva il corpo di Pansy Parkinson! Pansy, la ragazza che ha sempre detestato! E invece, ora… non sapeva che pensare di lei: e soprattutto, del suo ragazzo. Draco! Possibile che quel romanticone fosse davvero Draco Malfoy? Il ragazzo conosceva già i genitori, ed erano anche in confidenza, avevano preso una tazza di caffè tutti e quattro insieme poi Draco l’aveva accompagnata nella sua camera e le aveva dato la buonanotte. Ora era lì, confusa, disorientata… chissà come procedeva la festa. Intanto, Harry e gli altri già le mancavano. Chissà se si erano accorti che non era lei. Aveva paura, però, che il carattere di Pansy, specialmente una volta giunti a scuola, avrebbe portato a qualche litigio…. O, peggio, l’avrebbero trovata meglio di lei dato che non passava le giornate sui libri ed era molto più disposta alle perdite di tempo? Il solo pensiero le fece venire il mal di stomaco. Così decise di andare a dormire.

Tre del mattino. La festa era finita da poco, e Pansy era nella stanza che divideva con Ginny. Aveva il mal di testa, quest’ultima non aveva fatto altro che riempirle la testa raccontandolo tutto quello che era successo tra lei ed Harry. Ma soprattutto stava male. Voleva la sua casa, i suoi genitori, il suo amato Draco… Il solo pensiero che Hermione l’avrebbe dovuto baciare le faceva venire un’enorme rabbia. Ma soprattutto, era strabiliata dal fatto che una parte di sé trovava simpatici Ron ed Harry… Anzi, più che simpatici! Avevano riso, scherzato insieme, e aveva conosciuto tanta gente nuova…. Tutte le sue credenze di sette lunghi anni erano scomparse in meno di tre ore! Ma rimaneva sempre il fatto che casa Weasley era una baracca e che non avrebbe saputo come dormirci dentro. Era preoccupatissima… Una volta ad Hogwarts, cosa sarebbe successo? Ovviamente, Hermione avrebbe studiato, e avrebbe reso pubblica la sua immagine da secchiona! Il solo pensiero la fece rabbrividire. Immaginava già le serpeverdi più popolari dire: “Guardate, Pansy Parkinson è una secchiona! E noi che la invitavamo ai nostri pigiama party!”. Si rigirò tra le coperte, ansiosa. Come aveva fatto a cacciarsi in un guaio del genere?! Il brutto era che non lo poteva dire a nessuno… ce l’avrebbe fatta? Ce la doveva fare altrimenti, per tutta la vita sarebbe stata Hermione Granger.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una vita nuova con sorprese e sbagli ***


capitolo quattro

Capitolo quattro- Una  vita nuova con sorprese e sbagli

“Pansy, tesoro, sono solo le otto! Dormi un altro po’, ne hai bisogno, principessa mia! Va bene se alle undici ti mando Margaret con la colazione a letto?” Hermione guardava Christine Parkinson a bocca aperta. Per lei aver dormito fino alle otto era già troppo, di solito in estate alle sette era già sveglia perché aiutava sua madre, e quella perfetta sconosciuta le permetteva di dormire altre tre ore, e con la colazione a letto per di più? Era un sogno! “Va bene…. Mamma!” disse, sentendo una fitta di invidia verso Pansy e la sua vita da regina. Fece per tornare nella sua camera quando la madre la richiamò. “Pansy? Comunque ti ho prenotato l’appuntamento per la prova del vestito per domani sera alle quattro, ok?” Hermione si bloccò. Che doveva succedere la sera dopo? Pansy non le aveva detto nulla! Iniziò a sudare freddo, e decise di controllare nell’agenda di Pansy. Disse: “Ok!” e corse in camera sua. Aprì il cassetto e dopo avervi rovistato per bene, trovò un diario. Lo aprì e al due agosto portava: “Cena a casa Malfoy ore 9 p.m. Non vedo l’ora! Spero che i nostri genitori ci chiedano cosa abbiamo intenzione di fare in futuro, così potremmo dirgli che tra massimo due anni vogliamo sposarci! Dracuccio ti amooo!” Hermione lesse quelle parole con gli occhi fuori dalle orbite. La bocca si era seccata, e aveva quasi un giramento di testa. Andare a cenare dai Malfoy?! Ma, soprattutto, annunciare le loro nozze?! Cioè,insomma, avevano diciassette anni appena, e poi… E poi cosa, insomma?! Non lo sapeva nemmeno lei. Era confusa, strabiliata, indecisa, nervosa…  cosa fare? Doveva prepararsi uno di quei discorsi da Serpeverde, ovvio. Ma prima avrebbe dormito fino alle undici e ci avrebbe pensato dopo colazione.

“Hermione, ti svegli si o no?!? Sono le otto e mezzo!!” urlò Ginny, scocciata. Ma cosa succedeva ad Hermione? Di solito, era lei a svegliarla già alle sette, invece stava dormendo come uno scoiattolo in letargo. La risposta di Pansy fu un grugnito impercettibile, e si voltò dall’altra parte con i cuscino sopra il capo. “Svegliaaaa!” urlò ancora Ginny, ma invano. La presunta Hermione non aveva intenzione di alzarsi. Così, la ragazza decise di ricorrere ad un metodo più efficace: andò in bagno, riempì una scodella di acqua (una scodella per non bagnare troppo e non sentire le urla di sua madre) e gliela versò addosso. La reazione di Pansy fu prevedibile. Si alzò di soprassalto, urlando, e sbraitò:” Oh, ma che ti è preso, idiota? Ieri mi sono lisciata i cape…” ma si ammutì quando si ricordò di essere Hermione Granger, che di capelli lisci ne aveva visti l’ombra una sola volta nella sua vita. Ginny la guardò strabiliata. “Hermione, ma quali capelli lisci?!”  “Oh, scusa, stavo sognando…”  “Sicura di star bene? Ti vedo un po’ strana oggi…” Pansy scosse il capo. “No, sto bene, ora vado a lavarmi i capelli” Ginny scosse il capo. “Ma che, sei pazza? Devi venire subito in cucina, io ed Harry dobbiamo annunciare il nostro fidanzamento a mamma e papà! Vestiti subito e scendi!” e con queste parole uscì di corsa. Pansy sbuffò, andò in bagno e indossò dei pantaloncini di jeans con una fascia fuxia e dei sandali con la zeppa. Tentò di asciugare i capelli con la bacchetta, ma ci riuscì a stento dato che i capelli di Hermione erano molto folti e li legò in una comoda treccia. Quando uscì dalla stanza si ritrovò Ron davanti, che la guardava sbalordito. “Che ti guardi?!” chiese, aspra, ma il ragazzo non le toglieva gli occhi di dosso. “Hermione, stai benissimo… così! Dovresti indossarli più spesso!” Ma Pansy non vi badò e scese, facendo finta di non aver capito che i pantaloncini, a giudizio di Ron, le stavano bene. Anche la famiglia Weasley la riempì di complimenti, poi alle nove arrivò il signor Weasley. Salutò la famiglia, e appena lui e la moglie si sedettero a tavola, Harry e Ginny si alzarono. “Mamma, papà, io ed Harry dobbiamo dire una cosa a voi e a tutta la famiglia.” disse Ginny , ignorando i loro sguardi di sorpresa. Fred, George e Ron si guardarono. “Diteci, ragazzi” li invitò la signora Weasley, e il marito annuì. “Beh” disse Harry “Io e Ginny volevamo annunciarci che ieri sera, alla mia festa… ci siamo fidanzati” e prese la mano di Ginny nella sua. La signora Weasley era immobile, e suo marito pareva stordito. “Cosa? Ma.. ma.. ma è stupendo!” esclamò la donna, correndo ad abbracciarli. “Ginny, non potevi scegliere un ragazzo migliore! Harry, mi hai resa felicissima!” esclamò, per poi scoppiare in lacrime. Dal canto suo, il signor Weasley era ancora immobile, come se non avesse capito. Poi si decise a parlare. “Cioè, fidanzati… fidanzati? Fidanzati… come i veri fidanzati? Voglio dire…” E lì parve riprendersi. “Harry! Cioè, tu sei il fidanzato di mia figlia? Mia figlia, a quattordici anni…”  “Papà, ne ho sedici!”  “… Fidanzati… Credo andrò a dormire…” disse, ritornando sotto shock, e uscì dalla cucina. Pansy in quel momento ricordò l’anno prima, quando lei e Draco avevano annunciato il fatto che stessero insieme ai loro genitori, e si ricordò di Hermione, che di sicuro lo aveva baciato. Cercò di stare calma, e ci riuscì solo quando la famiglia Weasley scoppiò a ridere per la reazione del capofamiglia.

“Signorina Parkinson, è stupenda! Non ho mai visto una ragazza così stupenda e graziosa in venti anni di carriera…” disse Madama McQueen battendo le mani e sbattendo le sue voluminose ciglia. Hermione era andata a provare  il vestito per la cena insieme a Draco e sua madre; le avevano messo davanti un vestito nero e argento, che in quel periodo erano i colori più indicati per una ragazza di gran classe Serpeverde. Ad Hermione non piaceva per niente, ma doveva indossarlo per forza. “Pansy, è vero, sei magnifica… sei ancora più elegante della cena dell’anno scorso… Spero che piacerà a Narcissa! Cosa ne pensi, Draco?”  “Mia madre lo apprezzerà già solo perché è Pansy ad indossarlo! Christine, ma come ha fatto a far nascere una creatura così meravigliosa?” Hermione arrossì, non riusciva a credere che quello fosse il tanto detestato Draco, e in cuor suo lo ammirava sempre di più mano a mano che passavano le ore. Aveva una paura enorme di innamorarsi di lui. Ma i suoi pensieri furono interrotti da una domanda della madre. “Tesoro, io vado, ho un appuntamento con zia Rose tra mezz’ora. Ti lascio qui con Draco. Arrivederci, Madama McQueen. Ciao”li salutò e se ne andò. Hermione si cambiò, pagò e smaterializzò il pacco nella sua camera perché Draco l’aveva invitata a fare una passeggiata. La condusse in un bosco molto tranquillo. Stavano camminando, guardandosi solamente, quando Draco osservò: “Per me questo è un giorno speciale… E’ un anno che stiamo insieme!” Hermione lo guardò. Meno male che lo aveva detto lui! Altrimenti come avrebbe fatto a saperlo? “Pansy” continuò Draco “E’ stato un anno bellissimo, favoloso, ma soprattutto nelle ultime ventiquattro ore sei più dolce, passionale…  Comunque, ricordi quello di cui parlammo qualche settimana fa? Riguardo la cena?”  “S-si” “Bene, sei d’accordo se diciamo che vogliamo sposarci al più presto una volta terminata Hogwarts?”  Notò l’espressione strabiliata di Hermione, così parò le mani davanti. “Pensaci, ma lo fai sapere domani al solito modo, ok?” Hermione annuì, ma capì di essere in un mare di guai: doveva assolutamente parlare con Pansy! Doveva dirle se accettava di sposarlo così presto, e soprattutto qual era il solito modo. E se Pansy avesse detto che non voleva sposarlo? Sa la sarebbe dovuta vedere lei, Hermione! “Ok”  riuscì a dire. I fatti iniziavano a complicarsi.

“Aaaaaaaaaaarrrrrrgggggghhhhhhhhhh!!!!!” urlò Pansy dal bagno della sua camera. Era sola in casa, fortunatamente, Ginny era uscita con Harry, Ron era uscito senza dire dove andava, il signor Weasley era al lavoro, Fleur era con la signora Weasley a fare alcune commissioni per il matrimonio e i gemelli erano al negozio. Pansy era terrorizzata: aveva appena fatto lo shampoo, e i “suoi” capelli erano ritti, gonfi e crespi, cioè, non che Hermione portasse i capelli perfettamente ordinati, ma erano proprio a stile manicomio, quasi ritti, conferendogli l’aspetto di una che aveva preso la corrente. Come faceva Hermione a mantenerli un po’ meno gonfi? Iniziò a girovagare per la stanza, alla ricerca di qualche crema, e finalmente la trovò sulla mensola dei prodotti di bellezza. Era una confezione rossa, e in grossi caratteri gialli c’era scritto:

Per capelli rossi un po’ sbiaditi e lisci. Risultati già dopo la prima applicazione grazie alla polvere di pelo di gatto persiano: i tuoi capelli risplenderanno di un rosso lucente e impeccabile.

Tuttavia, Pansy non lo lesse e subito si precipitò ad applicare la crema. Aveva appena finito quando un gufo bussò alla porta. Lo fece entrare e aprì la missiva. Subito capì che era di Hermione. La lettera diceva:

Pansy,                                                                                                                                          spero sia filando tutto liscio. A me abbastanza bene, ma mi devi spiegare molte cose. Per prima cosa, ho saputo che domani dovrò andare a cena dai Malfoy. Cosa dovrò dire?! Tua madre e Draco mi hanno accompagnata a comprare un vestito nero e argento per l’occasione. Poi Draco mi ha detto, anche se già l’avevo letto sulla tua agenda, che volete sposarvi e mi ha chiesto se domani vogliamo dire ai nostri genitori che vogliamo sposarci appena finita Hogwarts e mi ha dato del tempo per riflettere. Che cosa gli devo rispondere? Credo che a quest’ora la casa sia sgombra, se è così ti aspetto vicino al camino così possiamo parlare a quattr’occhi dal camino della tua stanza. Fai in fretta,

                                                                                                 Hermione

Pansy non avrebbe mai accettato di parlare via camino con qualcuno con i capelli bagnati legati in un turbante, ma era urgente. Hermione aveva letto la sua agenda? Draco aveva deciso di anticipare le nozze? Cosa doveva rispondergli…? Si, ovviamente, ma era pronta? Sposarsi… Con questa domanda che le gironzolava per la testa, si mise in contatto con Hermione. Si ritrovarono faccia a faccia. Pansy notò con una fitta allo stomaco lo sfondo della sua adorata camera. “Hai fatto lo shampoo? Hai saputo domarli?” chiese Hermione preoccupata. “Penso di si, ho usato una crema che stava sulla mensola della tua stanza…” Hermione sospirò. “Meno male!”  ma ovviamente non sapeva che la sua sosia aveva usato quella di Ginny. Iniziarono a parlare, raccontandosi tutto per filo e per segno. “Beh, di a Draco che accetto”  disse alla fine Pansy.” Ok, ma hai una faccia! Sei sicura? Guarda che è una cosa importante! E poi qual è il vostro solito modo per comunicare?”  “Vedi, nel mio cassetto c’è un braccialetto con cui si può parlare con la parola d’ordine “Draco”. Comunque  lo so, non c’è bisogno che mi ricordi che è una cosa importante! Certo che sono sicura, solo che avremo solo diciotto anni e forse lo sposerai tu e non io!” Hermione la guardò sbalordita, togliendosi una ciocca dei capelli scuri da davanti agli occhi. “Ma che dici…! Guarda che tra cinque mesi sarà tutto finito…”  “Ma dai, davvero sei convinta che riusciremo a tenere la bocca chiusa? Tanto a te che importa, farai una bella vita da signora Malfoy!”  “Pansy, piantala! Non è vero,staremo zitte e tutto finirà… E poi, non pensi che anche io rivoglio la mia vita?”  Ribattè Hermione infervorata, anche se una parte di sé mentiva, dato che stava vivendo una vita da principessa. Pansy fece un verso scettico. “Lo hai baciato, vero?” chiese infine, con una voce amara. “Ehm… cosa?!”  “Piantala. Dimmi se lo hai baciato” “Ehm… Beh, ovviamente sì”  Pansy avrebbe tanto voluto gettarle le fiamme del camino addosso. “E che ti ha detto?”  “Nulla, cosa doveva dire…”  “Bugiarda! Dimmelo!” Era arrabbiata nera,non riusciva a capacitarsi che Draco avesse anche commentato il bacio di quella Mezzosangue. “Pansy, non…”  “Dimmi la verità!”  “E’ rimasto scioccato, ha detto che si è sentito in paradiso!”  disse quasi tutto d’un fiato, mortificata. “Ma non è colpa mia, se non lo avessi baciato lo avrebbe capito, e la prima volta ho anche tentato di scansarlo chiamandolo Dracuccio…”  Pansy ascoltò quest’ultima affermazione cercando di apprezzare la sua volontà, ma ci riuscì in piccola parte. “Che ti devo dire… Comunque, domani sera parla un po’ della scuola, di Piton e roba del genere. Chiama i genitori di Draco per nome ma usando il lei e ricorda che il venticinque torna mia sorella Jenny dall’Egitto perché lavora come spezza incantesimi per la Gringott, ok?”  “Ok,e tu invece che hai fatto?”  “Niente di che, Ginny ed Harry stanno insieme…” Hermione strabuzzò gli occhi.”Davvero?” “Si, e stamattina lo hanno annunciato a tutti, e io ho indossato alcuni tuoi pantaloncini di jeans con una fascia fuxia e sandali con la zeppa…”  disse, come se niente fosse. Hermione stava per affogarsi. “Che hai fatto?! Quelli erano un regalo dei miei che non ho mai messo! E che hanno detto gli altri?!?”  Pansy scrollò le spalle, cercando di ricordare. “Mi hanno fatto molti complimenti, ma soprattutto Ron non mi toglieva gli occhi di dosso, non faceva altro che ripetermi che stavo benissimo e dovevo vestirmi spesso così, aveva quasi la bava alla bocca…”  Hermione era arrossita, non riusciva a crederci. Ma che aveva nel cervello Pansy? Aveva ragione a dire che era più tonta di un troll che aveva preso una botta in testa. “Senti, non ti azzardare mai più a vestirti così che ti ammazzo! Vestiti sempre seria…”  “Si, si, mamma mia! Ma come sei noiosa! Senti devo andare, i capelli si stanno asciugando da soli…”  “Ok ciao”  “Ciao e non baciare troppo Dracuccio mio!”  “E tu non andare in giro scollata…” Pansy ritornò nel salotto della Tana e si recò in bagno, si sentiva i capelli quasi asciutti. Tolse l’asciugamano dai capelli, si guardò allo specchio  e…. “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaasrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrgggggggggggggggggggggggggggghhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!” gridò a squarciagola. Davanti a lei c’era un’Hermione con i capelli rossi fiammanti e lisci: sembrava la figlia della signora Weasley. Ma cosa era successo? Prese la crema, lesse e capì tutto… andò nella sua stanza e sulla mensola trovò un’altra crema per capelli ricci e crespi. A quella si riferiva Hermione! Ma come aveva potuto sbagliare? Non aveva letto l’etichetta! Con un nodo alla gola si riguardò allo specchio: cosa raccontare agli altri?

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Rimpianti, momenti romantici e lotte ***


capitolo cinque

Capitolo cinque- Rimpianti,momenti romantici e lotte

Pansy stava sudando freddo: quello era l’evidente segno che non era lei, e Ginny già quella mattina aveva notato delle stranezze! Cosa fare? Ma prima che potesse pensarci, tutta la famiglia Weasley ritornò. Pansy non li aveva nemmeno sentiti arrivare, così non chiuse nemmeno la porta del bagno e Ginny entrò. La reazione è facile da prevedere. Era rimasta immobile, sbalordita. “Hermione, che…? “ Pansy si girò dall’altra parte: cosa inventare? Decise di dire la verità, in parte, ovviamente. “Ehm, Ginny, ho lavato i capelli e per la fretta ho sbagliato a prendere la crema sulla mensola… Ho preso la tua per capelli rossi sbiaditi invece che quella per capelli ricci e crespi!” Ginny scoppiò a ridere. Poi, prima che potessero dire qualcos’altro, Harry passò per il bagno e si fermò. Come Ginny, era incredulo e si stropicciò gli occhi essendo sicuro di non aver visto bene. “Hermione! Ma cosa…?!” e anche lui scoppiò a ridere. Pansy s’infervorò. “Ehi, ma andatevene al diavolo!” e li sospinse fuori dalla stanza con la forza e chiuse la stanza a chiave. All’improvviso, si manifestò tutta la rabbia che non aveva provato nelle ultime ore. Scoppiò a piangere, rendendosi conto che la sua vita sarebbe stata complicata e snervante. Rimase lì finché non bussò Ron. “Hermione, sono ore che sei lì dentro! Tutto ok? L’ultima volta eri rinchiusa con un troll… Dai, posso entrare?”  “Vai a rompere qualcun altro, idiota!!”  sbottò Pansy, non riuscendo a nascondere le lacrime nella voce. “Ok, allora mi costringi ad usare le maniere forti…  Ti avviso, sto entrando, non è colpa mia se poi ti trovo mezza nuda…” si sentì un piccolo “Alohomora!  e il ragazzo entrò. Ma non rise quando la vide, al contrario le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, che tuttavia Pansy distolse. “Dai, Hermione! Perchè fai così? A tutti capita di sbagliare, non fa niente, tanto tra un mese la colorazione si toglierà! “ Pansy lo guardò. “Senti, se vuoi fare il comprensivo con me non ci riesci rosso! Ok? Ora vai a trovare qualcun altro da scocciare”  e fece per uscire, ma Ron la bloccò con un braccio.”Hermione, ma cosa dici? Non mi avevi mai parlato in questo modo! Cosa ti prende?!”  “Mi prende che se non mi fai passare ti levo quell’espressione da deficiente che hai stampata in faccia e te la attacco sulle figurine dei maghi dispersi!”  disse Pansy, infervorata, e tolse il braccio del ragazzo per poi andarsene in giardino correndo. Ovviamente si era resa conto di cosa avrebbe comportato essere Hermione Granger, ma solo in quel momento sembrava essersi resa davvero conto di tutto quello che la aspettava, che sarebbe successo, che sarebbe cambiato…

Draco Malfoy passeggiava per l’immenso giardino della sua maestosa villa, con indosso dei jeans scuri e una maglietta nera a mezze maniche. C’era una lieve brezza che gli faceva venire la pelle d’oca, ma stava bene così. Era molto pensieroso, e preferiva camminare quando aveva qualcosa a cui pensare. Il fatto era che Pansy lo stava sorprendendo, all’improvviso l’aveva vista più matura, timida e cresciuta, come l’aveva dimostrato il fatto che avesse preferito pensarci su quando le aveva chiesto se l’anno dopo l’avrebbe voluto sposare. Questa nuova Pansy le piaceva molto di più, ed era davvero la donna dei suoi sogni. Prima di questo cambiamento era eccessivamente elettrica, dinamica, pettegola, e stava seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di lasciarla. Ora invece ne era innamorato più che mai.  I suoi pensieri furono interrotti da una voce alle sue spalle. “Draco, ti stavo cercando!” Il ragazzo si voltò: un uomo sulla quarantina alto, con lisci capelli biondi platino e dei profondi occhi grigi stava venendo verso di lui. “Buonasera, padre” disse. “Draco, è un po’ che non parliamo da soli, ultimamente siamo stati molto lontani per il mio lavoro. Come stai? Ti vedo strano e cresciuto!”  “Padre, non è niente, solo che tuo figlio è davvero innamorato della sua ragazza,tutto qui.” Lucius Malfoy gli riservò uno sguardo strano, quasi di rimprovero. “Draco! Lo sai che l’amore è una cosa effimera, che prima o poi ci lascia, scomparendo e rimanendoci delusi,te l’ho sempre detto!” Anche Draco lanciò uno sguardo indecifrabile al padre. “Queste sono solo tue ipotesi, padre. Io amo Pansy e nessuno mi farà mai cambiare idea.“ E con queste parole se ne andò, lasciando da solo il padre che  si chiese cosa aveva fatto di male per meritarsi un figlio che credeva nell’amore.

Hermione era seduta sul divano del salotto. Pensava ad Harry e Ron, a Ginny che doveva essere felicissima perché stava con Harry, alle nozze di Bill e Fleur… E poi il giorno dopo ci sarebbe stata quella maledetta cena a casa Malfoy. Aveva paura di sembrare strana, e non sapeva come comportarsi perché se avesse fatto la pettegola e immatura ragazzina diciassettenne Draco se ne sarebbe accorto. Decise di non pensarci quando si ricordò che doveva ancora dare la risposta a Draco. Andò nella sua stanza e trovò il famoso braccialetto, disse “Draco” e poi si sentì un’interferenza. “Pansy!” disse la voce del ragazzo. Hermione sospirò, sollevata. Ce l’aveva fatta. “Draco! Senti io ci ho pensato e…”  “Allora?”  “Certo che voglio sposarti!”  “Amore mio! Sapessi quanto sono felice…” Hermione dal canto suo si morse il labbro e si guardò allo specchio. Pansy Parkinson le restituiva lo sguardo. E se fosse davvero stato come pensava quest’ultima? Se avessero davvero svelato l’incantesimo a qualcuno e sarebbe rimasta per sempre nel suo corpo? Sarebbe stata per sempre la signora Malfoy? Il solo pensiero le fece venire il mal di stomaco, ma solo perché una parte di lei era felice al solo pensiero… “Hermione, ma cosa pensi!” si disse, buttandosi sul letto. Quella era proprio una brutta faccenda.

Ron era in sella alla sua scopa, turbato per il comportamento di Hermione. Decise di non pensarci e continuò a volare, avviandosi a Dreamming Street, dove abitava Lola Grant. Sperava  di incontrarla per strada, non gli andava di andarla a trovare a casa. Assorto in questi pensieri, posò la scopa in un prato nei dintorni e  iniziò a camminare, guardandosi intorno. Poi una coda di cavallo bionda e riccia apparve quando girò l’angolo, era lei, con indosso dei jeans e una maglietta azzurra e stava cantando la canzone che avevano ballato la sera prima, “I love You”.

“ I love you prince of my life, you are the star of my sky, I will love you forever…”

Ron sorrise: era un buon segno il fatto che stesse cantando quella canzone, voleva dire che quel momento le era rimasto impresso… Decise di fare qualcosa di romantico, tanto per farla sorridere un po’. Fortunatamente lei era di spalle così non lo aveva vista. Per Ron quello era il momento giusto per fare colpo, la strada era deserta e c’era il tramonto… Decise di andarle vicino e continuare la canzone.

“I love you princess of my life, you are so beautiful and nice, when I see you I see the paradise…I would be there with you because I love you, I will love you forever…”

Terminò il ritornello e Lola si girò, rimanendo stupita. Quando lo vide rimase a bocca aperta. “Ron! Ma che ci fai qui?”  “Niente, facevo un giro lontano da casa” Lola arrossì. “Oh Dio, hai sentito che stavo cantando la canzone che abbiamo ballato ieri sera…”Ron fece finta di non capire. “E allora? Che fa?” Lola scrollò le spalle e decise di cambiare argomento.” Facevo un giro, tanto per distrarmi dalla solitudine, è così brutta l’estate!”  “Perchè? Insomma, in estate non c’è scuola, siamo più liberi di fare quello che vogliamo…”. Lola fece uno sguardo sognante. “Quello che voglio fare è avere avventure, ed io le ho solo ad Hogwarts, cioè, il massimo che mi è capitato è sgaiattolare nella sala dei prof  per vedere se c’erano i test di Pozioni…” Ron rise. “Dovresti essere amica di Harry, non ti annoieresti mai! Comunque, se ti va di vivere un’avventura ci sono sempre io, se ricordi che posso materializzarmi…” Gli occhi della ragazza brillarono. “Davvero? Insomma,non è illegale…?” Ron fece l’occhiolino. “No, e poi sarebbe una bella avventura fare qualcosa di illegale, non trovi?!”  Lola annuì, entusiasta, e lo abbracciò. “Grazie Ron!” Il ragazzo arrossì, e decise dove portarla. Le sarebbe piaciuto di sicuro… si smaterializzarono e si ritrovarono a Londra. Erano in un luna park. Ron aveva preso quest’idea da un film Babbano che Hermione gli aveva fatto vedere un pò di anni prima, e sperò che quest’idea piacesse a Lola. C’era tanta gente, bambini minuscoli con in mano lo zucchero filato e i palloncini, mamma premurose che gli tenevano la mano. C’erano degli strani “monumenti” simili a quelli del film e Ron ricordò che si chiamavano giostre, tutte illuminate alla luce del tramonto. “Ron, ma dove…?” chiese Lola, esterrefatta. Non era mai stata in quel luogo così strano ma allo tempo così magnifico e affascinante. Il ragazzo le rivolse un sorriso rassicurante. “Si chiama Luna Park, è un luogo dove vanno i Babbani per divertirsi, ora seguimi…” La condusse davanti alla ruota panoramica. Lola sgranò gli occhi: non credeva che i Babbani, nonostante fossero privati della magia, avessero le risorse per creare quelle cose meravigliose. “Dai vieni!” la invitò Ron, e la fece salire sopra la giostra. Ma Lola assunse un’espressione strana appena la ruota iniziò a salire. “Che c’è?”  “Ron, io… io soffro di vertigini!!!” Ron rimase mortificato. “Lola, io non lo sapevo…”  La ragazza non rispose , ma tremava. “Ron, mi gira la testa”  “Tra un po’ finirà, vieni qui, vediamo se ti passa,comunque non ti avrei mai portata qui se lo avessi saputo!” Lei si avvicinò, e il ragazzo le accarezzò i capelli, stringendola a sé. Dal canto suo, Lola si sentì subito meglio.

“Allora, Pansy, cosa vorresti fare una volta finiti gli studi ad Hogwarts?” chiese Narcissa Malfoy alla sua futura nuora mentre la cameriera stava servendo il dolce. Hermione  e i genitori erano arrivati a casa alle otto e per tutta la cena non si era parlato altro che di lavoro, del Ministero della Magia e del professor Piton. Fortunatamente era quasi finita; la ragazza non si sentiva a suo agio lì, con quelle persone che non pensavano altro che criticare gli altri e addirittura ad un certo punto erano fuoriusciti anche i nomi di Ron, Harry e lei, e si era dovuta trattenere dal non buttare in faccia a Lucius Malfoy la bottiglia di Burrobirra. Non lo sopportava proprio, e questa era una motivazione in più per impegnarsi a tenere la bocca chiusa: tra tanti suoceri, Lucius Malfoy era l’ultimo che avrebbe preferito! Ma era arrivato il momento che Draco tanto attendeva: annunciare le loro nozze. Le fece segno che avrebbe parlato lui per primo e si schiarì la voce. I loro genitori lo guardarono, perché si aspettavano una risposta da Pansy, non da lui. Jack Parkinson tremava: era un brutto segno che, proprio riguardo il suo futuro, Pansy lasciasse rispondere il suo ragazzo, e nella sua mente non riuscì a pensare altro che a qualcosa di brutto, tipo che sua figlia fosse incinta. Tremava, e se fosse stato vero? Gli avrebbe rotto la faccia a quel bamboccio, di sicuro, ma i suoi pensieri furono interrotti proprio da quest’ultimo. “Bene, io e Pansy volevamo annunciarvi che Pansy è…”  Il signor Parkinson non gli lasciò finire la frase e iniziò ad urlare, pensando di aver pensato giusto. “Allora è così? Bene, bene, Pansy, fuori da casa mia! E quanto a te, idiota, avresti potuto aspettare, hai trascinato mia figlia nell’inganno! Il bambino ve lo crescerete voi, io non vi aiuterò!” Tutti guardavano Jack Parkinson strabiliati, Hermione specialmente. La cameriera si era immobilizzata nell’atto di servire il dolce a Narcissa Malfoy.Poi sua moglie rise. “Tesoro! Ma cosa ti è saltato in mente?! Draco mica ha detto che nostra figlia è incinta?!? Ma stai bene? Lo dicevo io che non dovevi bere quell’idromele, ti fa alzare la pressione…” L’uomo arrossì: si era lasciato trasportare dalla paura, che figuraccia, ma almeno non era vero, sua figlia non era incinta!! Draco ritossì, e tutti lo guardarono. “Vi stavo dicendo, Pansy è stata felicissima di accettare la mia proposta di matrimonio e abbiamo deciso di sposarci al più presto una volta terminati gli studi ad Hogwarts.”  Silenzio. La cameriera si affrettò a servire l’ultima porzione di dolce e se ne fuggì in cucina, sicura che sarebbe successo il pandemonio. Le due donne si guardavano vacue, poi Lucius fu il primo a prendere in mano la situazione. “Cosa?” chiese, con una faccia assassina. Tuttavia Draco si sentiva spavaldo. “Ho appena detto che io e Pansy abbiamo deciso di sposarci appena terminati gli studi, padre” Lucius perse il controllo e tentò di alzarsi, ma sua moglie lo trattenne. “Calma, caro, calma, ora ne parliamo!” L’atmosfera era fredda e impaurita, Hermione avrebbe tanto voluto fuggirsene da quella casa. La seconda a parlare fu la signora Parkinson. La sua voce tremava appena, ma decisa a risolvere la questione. <> iniziò a dire, guardando sua figlia in tralice. “Ma, ragazzi, insomma, avrete appena diciott’anni! Perché non le posticipate, solo di pochi anni? Insomma, così potete ancora godervi la gioventù, trovarvi un lavoro con più calma, e il tutto con il nostro appoggio…” Ma il signor Malfoy la interruppe. “Scusami, Christine, ma dopo questo mio figlio non avrà nessun appoggio da parte mia, e di conseguenza nemmeno da mia moglie, vero cara?” chiese minacciosamente alla moglie, la quale si guardò intorno spaventata.” Lucius, non fare così!” chiese con veemenza, ma il marito le puntò la bacchetta contro. Hermione e la signora Parkinson sobbalzarono, la cameriera spiava il tutto con un’aria impaurita. “Cosa?? Donna, vuoi che abbandoni anche te…?”  “Basta!” Hermione si era alzata, cacciando fuori tutto il suo coraggio di Grifondoro. “Mi scusi, Lucius, ma non capisco perché se la prende tanto! Insomma, cosa le costa parlarne con noi? Così non risolve niente, se non mettendosi davvero contro suo figlio!”  Lucius la guardò sprezzante. “Pansy, ti stai lasciando trascinare da mio figlio, o sei tu che lo trascini nel mondo del coraggio, dell’amore…? Volete capire o no che l’amore non esiste e ne rimarrete fregati tra nemmeno dieci anni?”  Queste parole furono ascoltate con attenzione dai presenti, che sentivano l’atmosfera sempre più pressante, ma Narcissa ne parve offesa. “Ah, è così? Allora perchè non me lo dici in faccia che non mi ami più?”  sbottò, con gli occhi che luccicavano. “ Ma Narcissa, non fraintendere…”  “Ah no? Guarda che io lo avevo capito, sai? Sempre al Ministero, sempre a cena con i tuoi amici e tua moglie ha dovuto crescere tuo figlio! Poi, diciassette anni dopo, te ne esci dicendo a tuo figlio che l’amore non esiste… Cosa pretendi, dopo essertene infischiato di lui da sempre? Sono anni che mi tengo dentro queste parole!! Draco?” chiese infine a suo figlio, “Ti impartisco la mia benedizione, e anche a te Pansy. “Il marito se ne andò fuori, sbattendo la sedia e la porta violentemente, mentre i Parkinson autorizzavano la figlia a sposarsi. Ma Hermione  e Draco sapevano che oramai era iniziata una battaglia, e che Lucius Malfoy li avrebbe ostacolati fino allo sfinimento.

Alla fine di un’altra giornata, Pansy, dopo essere stata tutto il giorno seduta in giardino, se ne andò a dormire. Non ce la faceva più, voleva la sua vita. E poi, si era anche persa la cena a casa dei Malfoy. Chissà com’era andata! Sperò con tutto il suo cuore che fosse filato tutto liscio e che nessuno avesse sospettato di Hermione,e soprattutto che i genitori avessero acconsentito alle loro nozze. Con questi pensieri si addormentò, sognando di restare tutta la vita con i capelli rossi e costretta a portare i fiori sulla tomba della signora Weasley per questo.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ritorno a scuola: prefetto figo e futura sposa secchiona ***


capitolo sei

Per le due ragazze le vacanze passarono lentamente. Hermione la trascorse soprattutto in compagnia di Draco e fu costretta a studiare di notte o nei momenti in cui era da sola, perché altrimenti gli altri si sarebbero insospettiti nel vederla studiare in estate. E la cosa le dava ai nervi perché quell’anno avrebbe avuto anche i M.A.G.O. e non poteva prepararsi perfettamente! Il contrario era successo a Pansy: verso il dieci agosto, Harry le chiese come mai non aveva ancora aperto mezzo libro, e così fu costretta a stare ore ed ore nella sua camera a fare finta di studiare quando poi pensava a tutt’altro. Non riusciva a pensare al fatto che per i prossimi cinque mesi  avrebbe dovuto passarli tra i libri! Insomma, avrebbe sprecato metà del suo ultimo anno ad Hogwarts a fare la secchiona piuttosto che divertirsi a fare la bulletta con i piccoli del primo anno e a pomiciare con Draco! Il solo pensiero la fece rabbrividire. Ma il primo settembre arrivò e i guai per entrambe iniziarono per davvero. Fortunatamente, la colorazione ai capelli di Pansy svanì il giorno prima della partenza per Hogwarts ed ella ringraziò il cielo, perché avrebbe preferito rimanere a casa Weasley piuttosto che andare in giro per i corridoi conciata così, e soprattutto non aveva voglia di ascoltare la ramanzina di Hermione. Quando quest’ultima vide i suoi amici sull’ Espresso per Hogwarts provò una stretta al cuore perché si ricordò che non poteva andarli a salutare, e li osservò ridere e scherzare con Pansy, la quale non fu brava come lei nel trattenersi e appena vide Draco gli saltò addosso. “Dracoooo!” urlò, e gli gettò le braccia al collo. Il ragazzo subito la allontanò, con un’aria disgustata e sorpresa allo stesso tempo, dicendo: “Granger, ma che ti prende?!”  Pansy arrossì, ricordandosi solo in quel momento di avere le sembianze della ragazza più detestata dal suo fidanzato. Hermione decise di intervenire. “Oh, Draco, io e la Granger abbiamo fatto una scommessa e abbiamo deciso che nel caso lei avesse perso avrebbe dovuto abbracciarti, e ha perso…” inventò, stava diventando davvero brava a dire bugie! Draco parve convinto, lanciò un’occhiataccia a quella che credeva essere Hermione e prese per mano quella che invece credeva essere la sua ragazza. Quella vista fece bollire di rabbia Pansy. “Hermione, ma che ti prende?”  chiese Ron, ma non ascoltò la risposta perché aveva appena avvistato Lola e la andò a salutare. Per le due ragazze fu una cosa stranissima doversi sedere a tavoli diversi da quelli occupati negli ultimi sei anni. Un ragazzo che Hermione non conosceva le si avvicinò. “Ciao, Pansy! Draco…” gli strinse la mano con grande rispetto per poi tornare a rivolgersi alla ragazza. “Che corsi frequenterai quest’anno, Pansy?” Hermione non sapeva che rispondere. “Oh, quelli… quelli che frequentavo l’anno scorso” azzardò. Il ragazzo sorrise. “Oh, mi fa piacere, così potremo vederci molto spesso!” gongolò il Serpeverde, mandando su tutte le furie Draco. “Ehi, Greyspell vai a provarci con la ragazza di qualcun altro, intesi?” disse, mettendo in fuga il ragazzo. Poi se la prese con Hermione. “Ma dico io, Pansy, quello ci prova con te e tu ci stai pure?”  “Ma no, Draco, non avevo capito le sue intenzioni, ho solo risposto!”  “Cosa? Pansy, Greyspell ti corteggia da quando stavamo al terzo anno e mi dici che non avevi capito le sue intenzioni?”  Hermione abbassò il capo. Come ribattere? “Oh, ma perché quello era Greyspell? Non lo avevo riconosciuto con tutti quei brufoli…” buttò lì, e ringraziò il cielo quando il Preside scelse quel momento per annunciare l’inizio del banchetto. Al tavolo di Grifondoro le cose non andavano meglio. Pansy si era seduta vicino Neville perché i “suoi” migliori amici erano seduti rispettivamente vicino Ginny e Lola, la quale aveva cambiato posto lasciando il solito gruppetto di amiche. Alla sua sinistra c’erano Calì e Lavanda, la quale guardava Ron e Lola che parlavano allegramente con un’aria assassina. Pansy non riuscì a trattenersi. “Ti dà fastidio, eh? “Lavanda, che stava bevendo un bicchiere di succo di zucca,cacciò gli occhi fuori dalle orbite ed evitò per un pelo di affogarsi. “Senti un po’, Hermione, sei tu quella che mi sta dando fastidio, intesi? Non so cosa ti ho fatto, ma mi stai proprio scocciando, sei diventata invadente e pettegola!” Pansy decise di affrontarla. Sapeva che Lavanda aveva sempre infastidito un po’ Hermione, così decise di finirla. “Sono anni che mi scocci, scusa eh, ora non posso nemmeno ricambiare? Stai sempre in mezzo, mi sparli dietro… E poi sei irritata con me perché dopo Ron nessuno più ti viene dietro, anche perché eri tu ad andarci dietro, e invece io ho la fila dietro di me!” Lavanda divenne paonazza, le guance diventarono rosse di fuoco. “E’ così che la pensi?” sbraitò. “Tu non sai cosa… Non sai niente di me! Quante volte ho pianto a causa tua quando mi rubasti il mio unico grande amore, piccola vipera…”  “Oh, grazie, è un complimento detto da te, vecchia fattucchiera da quattro soldi! E poi io non ti ho rubato niente, sei tu che sei così insicura di te stessa, sai di non valere niente che immaginavi che ti tradisse, ma non era niente vero…”  Intanto l’atmosfera si stava riscaldando, tutti le guardavano e seguivano le conversazioni. La voce di Lavanda era ancora più acuta del solito. “Ah si? E allora che ci facevate nello stesso dormitorio quella sera?”  “Gli avevo prestato un libro! Sei così ossessiva che pensi solo a male!” rispose Pansy, facendola scappare dalla tavola, piangendo. Tutti guardavano Pansy con la bocca aperta, Harry, Ron, Ginny, Lola, Neville e Calì compresi. Hermione Granger che affrontava in quel modo Lavanda Brown? La notizia fece il giro della scuola in poco tempo. Poi l’atmosfera fu alleggerita da Silente, che annunciò alla scuola che il trentuno dicembre ci sarebbe stato un ballo in onore dei 1010 anni di Hogwarts. Hermione e Pansy si guardarono: il loro ultimo giorno in simbiosi lo avrebbero trascorso tra un ballo e l’altro. Come di consueto, dopo cena e dopo aver guidato i piccoli del primo anno nelle rispettive sale comuni a causa del loro dovere di prefetto, le ragazze salirono nei rispettivi dormitori. Hermione fu costretta a fare la simpaticona con Millicent, Julie, Anne e Amanda. “Allora Pansy, cosa hai fatto quest’estate con Draco?” chiese Anne mentre si infilava la camicia da notte, con un sorriso malizioso. “Oh, abbiamo passato un sacco di tempo insieme e mi ha chiesto di sposarlo” disse Hermione. Le tre ragazze si immobilizzarono. Poi la guardarono con gli occhi fuori dalle orbite. “No! Pansy, non puoi aver detto di si, no! Ti rovinerai la vita!” Hermione scosse il capo: lo sapeva meglio di loro, ma era stata Pansy a decidere. “Ragazze, fatevi gli affari vostri!” sbottò, con finto tono irritato, e iniziò a pettinarsi i capelli. Le amiche le rivolsero un ultimo sguardo prima di ritornare a fare quello che stavano facendo prima dell’eclatante notizia. Pansy invece se la stava godendo un mondo: Lavanda aveva così  vergogna per il modo in cui era stata affrontata che aveva chiesto a Ginny di fare cambio dormitorio. Ormai la ragazza era diventata un mito, a tal punto che Calì le rivelò che Lavanda non stava più tanto simpatica nemmeno a lei. Le tre ragazze se la spassarono un mondo quella notte, organizzando un pigiama party e invitando altre ragazze tra cui Lola e altre del quinto e del sesto anno tra cui anche Tiffany, la cugina di Luna. L’argomento principale, oltre alla discussione tra la Granger e la Brown, era il ballo.”Allora, con chi ci andrete?”chiese Lola mentre beveva un sorso di Burrobirra dalla bottiglia di Pansy. “Ovviamente io con Harry!” annunciò Ginny entusiasta, passandosi una mano tra i capelli, togliendosi da davanti agli occhi la frangia. Le altre dissero un vago “Boh!”, e Pansy si ricordò di dover chiedere a Hermione con chi voleva andarci. Non sapeva perché, ma notò che Tiffany la guardava sempre e quando le parlava aveva il sorriso sulle labbra. Alle quattro del mattino, tutte tornarono nei loro dormitori e il giorno dopo iniziarono le lezioni. Entrambe dovettero incontrarsi per dirsi quali corsi seguire e a Pansy venne il mal di stomaco al solo pensiero di dover frequentare tutti quei corsi. Ma c’era qualcosa di diverso ormai: nessuna delle due riusciva a comportarsi  come l’altra. “Troppo forte, Hermione! Un altro po’ e il bambino ci rimaneva sotto!” commentò Ron tra una risata e l’altra, e batté il cinque con quest’ultima. “Eh, lo so! Ma la prossima volta imparano questi mocciosetti a prendersi i posti migliori in sala comune! Buuu!” fece infine vicino ad un altro bambino che la stava guardando, facendolo correre il più lontano possibile da lei. Ma Harry non parve convinto. “Hermione, ma cosa ti è successo? Insomma, l’anno scorso eri la prima a difendere i piccoli del primo anno, non potevamo nemmeno cacciarli dalle poltrone che subito ci rimproveravi…” Pansy fece spallucce, pensando un po’ prima di rispondere. “Harry, vedi, questo è l’ultimo anno che passiamo qui, e personalmente voglio godermelo. E ho anche deciso di studiare di meno, insomma, non serve a niente starsene lì a studiare quando fuori da quelle mura c’è qualche bel ragazzo che ti aspetta!” Questo discorso fece rimanere i due ragazzi a bocca aperta; si guardarono, come se fossero sicuri di non aver udito bene. “Hermione, ma stai bene?” chiese Ron posandole una mano sulla fronte come per verificare se avesse la febbre, e la ragazza rise. “Certo! Ehi, bella questa canzone! Chi l’ha messa?” chiese, ascoltando una canzone che proveniva dal fondo della sala comune, allegra e con un ritmo spensierato. “Io!” disse un ragazzo, avvicinandosi. Pansy non lo aveva mai visto prima, era alto, biondo con gli occhi verdi ed indossava dei jeans chiari e una camicia azzurra sbottonata. Quella vista fece imbambolare Pansy. Tuttavia si riprese quando il ragazzo le porse la mano. “Piacere, io sono Robert McGranitt”  “Io sono P.. Cioè, Hermione Granger! Piacere mio! Hai detto McGranitt?” Il ragazzo sorrise. “Si, sono il nipote di Minerva McGranitt!” Pansy lo guardò meglio: non avevo proprio preso da sua zia…! Poi le venne in mente una domanda: che ci faceva lì il nipote della sua insegnante di Trasfigurazione? Non era mai stato ad Hogwarts prima… come se le avesse letto nel pensiero, Robert disse: “Sono qui perché sono un tirocinante, ho finito la scuola l’anno scorso ma non ho studiato qui perché c’era mia zia, e quindi avrebbero pensato che mi trattasse meglio del dovuto, così ho frequentato una scuola privata della mia città. Ora però rimarrò qui tutto l’anno per il tirocinio, voglio diventare insegnante di incantesimi. Assisterò alle lezioni del professor Vitious. Ma hai detto che fai di cognome Granger?” Pansy annuì. “Mia zia mi parla spesso di te, dice che sei bravissima! Comunque, vieni a ballare questa canzone prima che finisce!” Pansy non se lo fece ripetere due volte, si recò nella parte della sala più isolata e lei e Robert iniziarono a ballare. Harry e Ron rimasero a guardare quella scena imbambolati, ed entrambi bofonchiarono:” Non è lei!”. Intanto, attorno a Pansy e Robert si era formata la folla ed altre persone iniziarono a ballare. Pansy si scatenò, salì su un tavolo ed iniziò a ballarci su, ridendo per le lodi ricevute da tutti i ragazzi. “Hermione sei grande!” urlavano in coro. “Bis! Bis!”.  Nello stesso momento, a qualche piano di distanza, la vera Hermione era seduta su una panca della biblioteca intenta a tradurre una lettura di Antiche Rune. Ormai era lì da tre ore, e tutte le ragazze che la conoscevano la guardavano strabiliate. “Amore, ma che fai? Studi? Sei lì da tutto il pomeriggio!” Hermione alzò a forza lo sguardo dal suo dizionario. Si ritrovò davanti il “suo” ragazzo, e con suo dispiacere quella vista la fece sentire meglio. “Lo so Draco,ma ti ho già detto che quest’anno voglio andare meglio a scuola. Credimi, è una tortura per me, ma voglio avere buoni voti ai M.A.G.O.” Draco aprì bocca, ma subito la richiuse. “Ok, io sto un po’ qui” disse, e le si sedette vicino. Era una cosa strana per Hermione, avere qualcuno che la osservasse mentre studiava, le era capitato solo con Viktor, ma allo stesso temo le fece molto piacere. Alle otto finì la traduzione e i due si recarono nella sala comune di Serpeverde; mentre scendevano le scale che conducevano al piano terra incrociarono Pansy e Robert che ridacchiavano. Le due si guardarono, poi il cuore di  Hermione iniziò a galoppare  forte: ma cosa saltava in mente a Pansy? Andarsene in giro con quello sconosciuto, anche se carino, e molto… Al loro arrivo nella sala comune, molte ragazze accerchiarono Hermione. “Pansy, ma dov’eri?”  chiese Julie. “In biblioteca”  “In biblioteca? E che ci facevi lì?” chiese Millicent, come se Hermione avesse detto che era andata a visitare uno zoo safari. “Studiavo! Sapete quella cosa che inizia con s…” rispose seccata Hermione, e Amanda scoppiò a ridere. “Pansy, ti hanno vista le altre ragazze e hanno detto che non ti inviteranno al loro prossimo pigiama party e nemmeno ai seguenti… ma vuoi diventare vecchia prima del tempo?” chiese, con un’occhiata maligna. “Fatti i fatti tuoi, idiota” sibilò Draco, e lui ed Hermione presero posto su una poltrona il più lontano possibile da loro.  Draco la abbracciò. La ragazza si lascò stringere con dolcezza, anzi, anche lei lo abbracciò. “Mi dispiace che ti abbiano esclusa” mormorò Draco, ma Hermione scrollò le spalle.” Fa niente. E’ tempo di crescere,ormai! “. Ma dentro di sé sentiva una grande inquietudine. Quell’anno era iniziato da schifo, già solo per il fatto di dover frequentare i Serpeverde, ma soprattutto perché sentiva il cuore battere sempre più forte per quel ragazzo che in quel momento la teneva tra le sue braccia. Tutte le sere si ripeteva “Io odio Malfoy”, ma funzionava sempre di meno, e stare in sua compagnia le piaceva sempre di più. Cosa fare? Lasciare perdere ovvio… ma in cuor suo Hermione sapeva che ci sarebbe riuscita molto difficilmente.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La minaccia ***


capitolo sette

Capitolo sette-  La minaccia

“Cosa? Ti ha chiesto di uscire? Pansy, è il nipote della McGranitt!” sibilò Hermione con voce acuta. Le due ragazze erano nel bagno di Mirtilla Malcontenta, che al momento fortunatamente non era presente, e si stavano raccontando un po’ gli accaduti degli ultimi giorni. Era già metà ottobre. “Si, Hermione! Dai, lo faccio per te, è carino, studioso… Il tuo tipo perfetto! E poi, con l’immagine che ti sto creando, un ragazzo è obbligatorio!”  “Quale immagine? Ah, si, quella della cubista bulletta!” ribattè acida Hermione. Non le andava proprio giù che tutta Hogwarts sapeva che la Granger fosse cambiata e che fosse ritenuta un modello per le ragazze che l’anno prima non facevano altro che criticarla. “Senti chi parla! Per mezzo tuo dovrò ricostruire la mia immagine, a gennaio! Tutti sanno che Pansy Parkinson ha preso il posto della Granger!” Ma l’altra non ribattè: aveva sentito dei passi. Si guardò intorno, e si trovò davanti Tiffany Strong, con le braccia incrociate ed un sorriso compiaciuto più del solito sulle labbra. Prima che potessero domandare qualcosa, affermò: “So il vostro segreto” .Pansy ed Hermione si guardarono terrificate, poi Tiffany spiegò: “So che siete soggette allo Scambio Corporis, ho assistito personalmente allo scambio quest’estate, alla festa di Harry. Non preoccupatevi” aggiunse quando le due ragazze si guardarono ancora più spaventate, “Ho controllato e non rimarrete intrappolate per sempre nel corpo dell’altra, perché non siete state voi a dirlo. Tuttavia, la cosa potrebbe succedere se lo raccontassi a qualcuno.” Entrambe tremavano, cosa voleva questa? E poi, come avevano fatto a non accorgersi che qualcuno aveva assistito al loro scambio? Fu chiaro che le stava minacciando, volendo ottenere qualcosa in cambio. “Cosa vuoi per tenere la bocca chiusa?” chiese Hermione, avanzando e affrontandola faccia a faccia. “Wow, hai compreso… Granger!” osservò la ragazza con un ghigno. “Beh, dovrete fare una cosa semplicissima: far si che Neville Paciock mi inviti al ballo. Lui se ne sta sempre appiccicato a Lola Grant nonostante lei lo abbia già respinto due volte perché ci va con Ron Weasley, e quindi non mi calcola nemmeno.” Anche Pansy si avvicinò, ero i fare un verso disgustato. “Bleah! Ma dico io Strong, certo che te li vai a scegliere, eh?”  “Senti chi parla! E poi non devo di certo dare retta a te Parkinson! Comunque, non avete scelta: o mi aiutate o dirò a tutti il vostro segreto. E parlerò anche se decide di andarci con qualcun’altra che non sia io, intesi?”. Detto questo se ne andò, lasciandole nel panico. “Ed ora che accidenti facciamo?” chiese Pansy. “Dobbiamo convincere Neville, ovvio. Ma mi sa che dovrai agire solo tu, insomma, io sto nel tuo corpo e non mi pare che siate molto amici! Io escogiterò il piano e tu eseguirai, immagino!” dichiarò Hermione, iniziando a marciare su e giù per il bagno, pensando. Non ci voleva proprio! Ma cinque secondi dopo arrivò la proprietaria del bagno. “Ehi, che ci fate voi due nel bagno di Mirtilla?” le ragazze si guardarono disperate: ci mancava solo lei! “Scusa, ma perché c’è scritto il tuo nome sopra?” sbottò Pansy, ma Mirtilla parve non sentirla. Fissava Hermione in uno strano modo. “Tu sei la fidanzata di Draco, vero?” chiese, con tono un po’ irritato. “Ehm, si” rispose la ragazza mentre Pansy le lanciava un’occhiataccia. Mirtilla fece una faccia ancora più triste. “Uh… E’ un ragazzo così carino e dolce… Abbiamo tanto in comune… Peccato sia già occupato! Nessuno pensa mai alla povera Mirtilla…. Ahhh!” e si buttò a capofitto in un water. Pansy ed Hermione si guardarono in tono eloquente: meglio uscire ora che c’era quell’orecchio indiscreto. Si accordarono e decisero di inviarsi una lettera quella sera e di passare all’azione l’indomani: prima si sarebbero liberate di Tiffany, meglio era.

“Ron!!! Hai saputo, sabato abbiamo il fine settimana libero ad Hogsmeade!!!” esclamò Lola entusiasta, attraversando la Sala Comune saltellando. Ron si girò e rimase pietrificato, un po’ come gli succedeva prima con Fleur quando gli compariva davanti all’improvviso. Davanti a lui c’era una Lola sorridente con una minigonna a scacchi fuxia e neri e una felpa rosa. Lo guardava radiosa, e appena il ragazzo si riprese disse: “Ah, ah… Allora ci… ci andiamo insieme? Sempre se ti va, ovviamente…” Lola saltellò nuovamente. “Certo che mi va!” Gli diede un bacio sulla guancia e se ne andò dalle sue amiche. Neville aveva visto quella scena e se ne stava zitto zitto. Pansy lo aveva notato e si avvicinò: doveva indagare, sapere… Solo in quel modo sarebbe diventata la signora Malfoy…..

_____________Ecco il nuovo capitolo, l’ho scritto subito e scusate se è un po’ piccolo!Grazie a tutti per le recensioni! X Gaia: ora hai scoperto chi ha assistito alla scena! Cosa ne pensi? Forse la vedrai la faccia di Draco qnd scoprirà di chi si è innamorato… Ihih! Ti dico solo questo! Baci, e recensite please! Kisses, milly92

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il segreto svelato ***


capitolo otto

Capitolo otto_ Il segreto svelato

“Neville! Ciao, come va?” disse Pansy, avvicinandosi al ragazzo che se ne stava mogio mogio. “Bene” rispose con un filo di voce. Ron si era avvicinato a Lola e al suo gruppetto e stavano parlando molto animatamente. Pansy fece finta di non sapere niente. “Ma sei sicuro? Sembri così triste…” Neville la guardò, indeciso sul da farsi. Confidarsi o meno? Insomma, lei era Hermione, quella che la aveva aiutato tante volte in tutti quegli anni… Decise di confidarsi. “Sai, Herm, è che… Insomma, mi piace Lola! Ma lei non se ne frega minimamente di me, e andrà al ballo con Ron…” Quelle parole fecero tenerezza a Pansy, che per la prima volta da tanto tempo sentiva pietà per qualcuno. Avrebbe tanto voluto aiutare Neville a conquistare Lola, ma doveva farlo andare al ballo con Tiffany, altrimenti avrebbe parlato… Cosa fare? “Neville, coraggio… Tanto mica può stare sempre con Ron! Perché non provi ad andare al ballo con qualcun’altra? Forse in questo modo lei si accorgerà di te e… E verrà da te… Sai, va a finire sempre così!” Insomma, non era proprio un piano eccezionale ma almeno lui sarebbe andato al ballo con Tiffany, poi chi se ne sarebbe fregato del resto… Peccato che era proprio su questo che si sbagliava. Dopo quelle parole, Neville parve rincuorato e tornò a sorridere.  Pansy ed Hermione si incontrano in un corridoio deserto del quinto piano, e Pansy raccontò di Neville. “Mi stai dicendo che hai convinto Neville ad andare al ballo con qualcun’altra per poi infischiarsene di lei e tentare di far ingelosire Lola?” chiese Hermione, scioccata ed incredula. “Si!” rispose Pansy, raggiante. “Ottimo piano, vero?” aggiunse, soddisfatta. “Cosa? Ma sei pazza? Insomma,a Tiffany questo non andrà giù, potrà sempre aprire la bocca…” Pansy sbuffò. “Ma cosa stai dicendo, insomma, il ballo è il 31 dicembre, il giorno in cui l’incantesimo svanirà, quindi anche se apre bocca, l’incantesimo sarà terminato e chi pensi che le crederà?”. Hermione tacque: in effetti Pansy aveva ragione… Ma il suo silenzio venne interrotto da una voce irata che spuntò da dietro l’angolo. “Ah, allora è così, vero? Togliamocela dai piedi, poi chi se ne frega di lei!”.  Era di nuovo Tiffany, le braccia incrociate e lo sguardo che emanava lampi. Le due ragazze erano paralizzate. Si guardarono terrorizzate, poi il loro sguardo vagò su Tiffany. “Ehi ma che fai, ci segui?” sbottò Pansy infastidita, ma Hermione le diede una gomitata. “Tiffany, non è come credi, davvero…” Tiffany fece una risata maligna. “Si, si come no! Ma a chi volete prendere in giro? Ma tanto ormai a me non importa niente, sono stata fin troppo buona a tenere la bocca chiusa per due mesi e mezzo…” “Cosa?” Chiesero le due ragazze terrorizzate. No, Tiffany non poteva fare una cosa simile! Ma quest’ultima non sembrava affatto di quest’idea. “Avete capito bene. E poi grazie all’acuto ingegno della nostra Pansy Parkinson, Neville ha invitato mia cugina Luna, quindi i patti sono patti…” Aveva un’espressione irata che non donava affatto ai suoi tratti angelici. Il terrore delle ragazze sembrava l’unica cosa che la tirava su e che la faceva astenere dal piangere. Dette queste parole, fece per andarsene, ma Pansy la inseguì. “Aspetta, ragiona, non è mica colpa nostra se Neville non ti vuole! E poi tu solo ieri ci hai avvisate, non abbiamo nessuna colpa…” Tiffany sembrava non sentirla. Camminava dritta spedita, come se stesse facendo una marcia. Anche Hermione le raggiunse. “Tiffany, anche se rivelerai la verità non cambierà niente! Neville andrà sempre al ballo con tua cugina…” La riempirono di suppliche, ma la ragazza sembrava essere diventata sorda. E prima che potessero raggiungere altro si trovarono davanti Draco con il tirocinante di Incantesimi, Robert McGranitt. I due salutatorono le ragazze, ma Tiffany disse: “Aspettate prima di essere così felici! Seguitemi…”. I due erano perplessi. “Ehi, cosa vuoi da noi, Strong? Ah, e c’è anche la Granger… Perciò si sentiva questa puzza…” Pansy rimase bloccata, dall’inizio dell’anno non aveva mai ricevuto un insulto del genere dal suo amato. Ma poi fu distratta da Robert, ancora più affascinante del solito… “Draco, non è il caso di insultarla!” esclamò Hermione. “Si Draco, potrei anche punirti, è come se fossi un insegnante…” Disse Robert. “Basta con queste sciocchezze! Rimanete qui, devo andare a chiamare un po’ di persone… Sigillo!” esclamò Tiffany  inviperita, e li chiuse dentro un’aula. Ormai Pansy ed Hermione sudavano freddo, da lì a breve sarebbero rimaste incatenate per sempre nel corpo dell’altra… “Robert, insomma sei un tirocinante di incantesimi! Liberaci!” urlò Pansy, isterica. Ma Robert scosse il capo. “Non posso perchè…” non ebbe il tempo di spiegare che Tiffany era già di ritorno con Harry, Ron e Ginny, che avevano un’aria interrogativa. Il volto di Hermione si pietrificò a guardarli. Ormai mancava poco. Prima che potesse trattenersi disse: “Tiffany, ti prego!” con aria di supplica, ma la ragazza ghignò. Si sedette su un banco e iniziò a parlare. Hermione avrebbe tanto voluto farle qualche incantesimo per fermarla, ma la bacchetta era nel suo dormitorio… “Vi starete chiedendo perchè vi ho portati qui. Ora lo saprete. Bene, non notate niente di diverso in Hermione e Pansy dall’inizio di agosto?” Tutti si guardarono. “Io conosco solo Hermione, e da settembre” disse Robert. “Beh, insomma, Hermione ora è più… sveglia, più vivace… Ma perché?” chiese Ron, ed Harry e Ginny annuirono. Invece la cosa non sembrava voler andare giù a Draco. “Sono affari miei, non ho intenzione di parlare con voi del comportamento di Pansy!” “Su, Malfoy,non dirmi che ultimamente la tua ragazza non è più calma, studiosa…” Lo spronò Tiffany, ghignando. “Ok, e allora? Dove vuoi arrivare?” Ci fu un coro di: “Giusto, cosa vuoi dire?”. Tiffany sorrise. Se la stava godendo un mondo. Ecco arrivato il momento tanto atteso. “Bene, io ho la risposta a tutte queste cose insolite!” Pansy ed Hermione si alzarono. “Tiffany, Taci! Ti aiuteremo, ma taci!”. Tiffany scosse il capo, mentre gli altri assistevano assistiti alla scena. “Insomma, cos’è questa storia? Su cosa deve tacere?” “Sul fatto che sono soggette allo Scambius Corporis, ovvero… Signore e signori, Dalla sera del 31 luglio Hermione Granger è nei panni di Pansy Parkinson e viceversa.” Stop. Silenzio. Poi…

 

Ecco il nuovo capitolo! Ringrazio tutti coloro che hanno letto, finalmente ho risolto i problemi con l’html ed ho modificato tutto il carattere  della storia… così potete leggerla senza ke vi venga il mal di testa! Please, recensite se vi va! Fatemi sapere cosa ne pensate! Kisses, milly92

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Non ci posso credere ***


capitolo nove

Ecco il nono capitolo… Scritto in pochissimo tempo, tutto d’un fiato! Ci vediamo a  fine capitolo per i ringraziamenti!

Capitolo nove- Non ci posso credere

“Non ci posso credere!” Esclamò Draco, frustrato. La sua frustrazione era dovuta al fatto che nella sua mente i fatti si collegavano… Era dopo la festa di Harry che Pansy era cambiata! No, non poteva essere. Gli altri erano ancora sotto shock; e Pansy ed Hermione si guardavano, come a dire: “E’ finita”. “Si, Malfoy ha ragione! Non può essere! Hermione ce lo avrebbe detto!” disse Harry, sicuro di sé. “Infatti” concordarono Ron e Ginny mentre lanciavano sguardi strani alla ragazza. Tiffany sembrava ancora più soddisfatta per tutto lo scompiglio che aveva creato. “Non ve lo ha detto perché secondo l’incantesimo se le persone soggette allo Scambius Corporis rivelano a qualcuno lo scambio rimarranno incatenate per sempre nel corpo dell’altro”. Robert si mosse e guardò le ragazze sotto una luce diversa. Aveva capito tutto… “Lo Scambius corporis? E’ una cosa molto rara… Tiffany, ma sei pazza? Hai rivelato… Aspetta! Tu come lo fai a sapere?” Il ghigno soddisfatto di Tiffany si allargò, ora sembrava una vera e propria arpia. “Semplicemente perché ho assistito allo scambio!”. “Ora basta!” disse Hermione, trattenendo le lacrime con uno sforzo sovrumano, e l’attenzione di tutti si concentrò su di lei. Si sedette sulla cattedra e fece cenno a Pansy di aiutarla. “Non potete capire! State qui con la bocca aperta, a fare domande… Mentre quelle che dovrebbero stare male siamo noi! Io e Pansy! Per due mesi e mezzo abbiamo dovuto abituarci ad un nuovo stile di vita tutto nuovo e che abbiamo sempre detestato, abbiamo dovuto cambiare amicizie, vivere nella paura… Poi arriva una brutta megera e rovina tutto! Vi rendete conto? Sarò intrappolata per sempre nel corpo di Pansy!” E scoppiò a piangere, seguita da Pansy. Le due ragazze, poi, si abbracciarono miracolosamente. Pansy Parkinson ed Hermione Granger abbracciate, dopo sei anni di astio reciproco. Intorno c’era il silenzio. Poi ci fu un rumore di sedia sbattuta. Era Draco. “Avete confermato? Cioè, io sono stato due mesi e mezzo con la Granger? Guardami negli occhi!” Aggiunse rivolto a quest’ultima. Hermione lo guardò. “Si, è vero Draco, cioè Malfoy… Sei stato con me. Cosa potevo fare?” La faccia di Draco impallidì ancora di più, rimase immobile. Poi spalancò lievemente la bocca, evidentemente per ribattere, ma poi si zittì ed uscì sbattendo la porta.

Le due ragazze non si calmavano, ma Pansy stava ancora peggio perché in quel momento aveva avuto una brutta conferma: non amava più il suo caro Draco. Vederlo andarsene non le aveva procurato nessun dispiacere, e questa convinzione aumentò quando Robert la abbracciò. Lo strinse forte, mentre lui le accarezzava i capelli. Si sentiva in colpa, ma dopo che aveva conosciuto Robert per lei non esisteva più nessun’altro, fingeva di rendersi gelosa se Hermione le raccontava qualcosa che aveva fatto con i suo ragazzo, ma da un mesetto non le importava più. Cosa fare?  Non ci capiva più niente. Niente. Vuoto assoluto. Troppe certezze messe insieme.

“Hermione, vieni qui…” Harry, Ron e Ginny la strinsero in un abbraccio collettivo.  “Immagino come ti senti….” Buttò lì Ginny. No, non lo poteva immaginare. Hermione piangeva, piangeva… Anche perché sapeva di aver perso per sempre colui che ormai amava. L’aveva rimproverata, e non poteva far altro che pensare a quegli occhi di ghiaccio feriti e sorpresi… Intrappolata per sempre nel corpo di Pansy Parkinson, senza speranze… E senza lui. Possibile che amasse Draco Malfoy? Negli ultimi giorni non ce l’aveva fatta più, se ne era resa conto per davvero, aveva cercato di stargli vicino il più possibile… Il ricordo del loro ultimo bacio l’assaliva. “Hermione! Non devi pensare a lui, ma al fatto che resterai per sempre Pansy Parkinson!” si diceva, ma non ce la faceva.  Era un dolore terribile, indescrivibile…

Intanto Tiffany, combinato il pasticcio per cui era tanto fiera, ritornò nella sala Comune, non sapendo quanti cuori aveva infranto… Anche quello di un particolare biondino di Serpeverde, che al momento era chiuso nella sua stanza a fissare il vuoto,stordito. Non era possibile che la Pansy che tanto amava fosse Hermione Granger. Come aveva fatto a non accorgersene? Quel sorriso così diverso, ingenuo, solare… e ricco di amore. “Ma cosa sto pensando…”. Prese una foto di loro due, che era stata scattata due settimane prima, e la guardò. I loro volti sorridevano, felici.  Specialis Revelio! Esclamò, e la foto cambiò: al posto di Pansy, ora c’era Hermione. Quella vista gli fece galoppare il cuore, facendolo sobbalzare. Non, non poteva essere. “Non ci posso credere”.

 

E così siete arrivati anche alla fine di questo capitolo! Grazie a tutti quelli che hanno letto e a Sorellina Malfoy per aver recensito! Ho aggiornato subito, contenta? Sono felice che questa fic ti sia piaciuta! Continua a leggere e fammi sapere cosa ne pensi! Kisses, milly92.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Cosa provi per me? ***


capitolo dieci

Capitolo dieci- Cosa provi per me?

I giorni passavano, la vita continuava, le lacrime scorrevano… La gente si chiariva. Dopo tutti gli accaduti, solo dopo due settimane Pansy si decise a parlare con Draco, che da quando aveva avuto la sconvolgente notizia dello scambio di corpi era diventato taciturno e non si vedeva mai in giro, tranne che per frequentare le lezioni. Circolava notizia che la promettente coppia di sposini di serpeverde si fosse lasciata, e nessuno aveva detto nulla per contrastare questa voce, anche perchè non si sapeva la verità.

 “Draco?” disse intimorita la ragazza, bussando alla porta del Serpeverde.

“Entra”.

 Si guardarono per un lungo istante, poi Pansy si decise a parlare.

“Senti, mi dispiace per tutto questo… Figurati io come ci sto… Ancora non ci credo, mi sembra impossibile dover rimanere intrappolata per sempre in questo corpo… Comunque… Draco, io non ti amo più. Forse è un segno del destino, ma… Fino a qualche mese fa avrei fatto di tutto per rimanere con te ma… Andrò al ballo con Robert”.

Draco la guardò. E fu un colpo duro capire che quella notizia non gli faceva né caldo né freddo. Fece un brusco cenno con la testa, senza guardarla negli occhi; l’unica cosa che riuscì a dire fu: “OK, sii felice”. La ragazza lo salutò e se ne andò, contenta di essersi tolta un peso dallo stomaco. Seduta su una delle poltrone della sala comune trovò Hermione, tutta sola.

“Ciao, Herm”

“Oh, ciao Pansy… Cosa ci fai qui?”

 “Ho parlato con Draco… E’ tutto ok, ci siamo lasciati definitivamente. Tu come stai?”

Hermione le sorrise debolmente.

“Come dovrei stare? Ma non penso sei la persona più adatta con cui parlarne…”

Pansy la guardò e scosse il capo.

“Non credevo che lo avrei mai detto ma… Puoi ritenermi un’amica. Puoi fidarti di me. Ti voglio bene”.

Hermione annuì.

“Si, Pansy hai ragione. Anche per me sei un’amica. Andiamo a fare una passeggiata, così ti spiego tutto?”

“Certo!”.

Così quello stranissimo duetto si incamminò a braccetto  verso il lago, sotto gli occhi di una strabiliata Hogwarts. 

 

Ginny era in biblioteca con Harry, a svolgere i compiti per il giorno dopo. Si guardavano e si sorridevano tra una frase e l’altra, ma più che altro era un modo per non parlare di tutto ciò che era successo. Poi Ginny non ce la fece più. 

“Harry, ma come fai a studiare? Io non faccio altro che pensare alla povera Herm… E’ questione di ore prima che tutti lo sappiano, è un record che una cosa del genere sia rimasta segreta per due settimane… Ma il peggio è…”

“Cosa?” chiese Harry mentre metteva i libri nella borsa e si soffermava a guardarla.

Ginny si fermò. Non poteva mica dire quello che stava per dire. No, non poteva rivelargli che Hermione era innamorata di Malfoy, sarebbe stata la ragazza a decidere quando dirglielo e soprattutto se dirglielo.

“No, niente, dicevo… Il peggio è che rimarrà nel corpo di Pansy. Ti giuro, appena becco Tiffany da sola le lancio un’Orcovolante che non se la dimenticherà per tutta la vita!”

Harry sorrise a malincuore all’indignazione della sua ragazza. “Ok, farò in modo di esserci”.

 

“Pansy, io non ce la faccio più, io… io credo di amarlo” disse Hermione alla sua nuova amica mentre passeggiavano nei dintorni del lago. Ormai era pomeriggio inoltrato e il sole iniziava a calare. Pansy le lanciò uno sguardo strano, tra la compassione e la consapevolezza di sapere come si sentiva. Lei aveva fatto di tutto per mettersi con Draco! Ed ora era una cosa stranissima stare lì a parlare con la ragazza che aveva sempre detestato dandole consigli.

“Herm, non ti preoccupare… Da quello che mi hai detto, lui ama il tuo modo di essere, era più dolce quando eri al mio posto… E’ troppo sconvolto, tutto qui. Poi per tutto questo tempo ti ha insultata… E’ orgoglioso; è difficile ammettere di provare qualcosa per una ragazza che hai sempre deriso…”.

Si sedettero sulla riva del lago. Hermione non sapeva che fare. Sapeva solo che senza Draco la sua vita non aveva più senso di essere vissuta. La notte non dormiva, e si domandava: “E se tutto questo non fosse successo? Cosa farei ora? Chi amerei?”.

 “Pansy, secondo te… Dovrei parlargli?”.

“Si, Herm. Assolutamente”. Hermione si morse un labbro e decise di farsi coraggio. Dopotutto era sempre una Grifondoro e doveva farsi onore.

Neville era in sala comune a mangiare qualche cioccorana quando vide qualcosa, anzi, qualcuno, che gli abbagliò la vista. Era una ragazza bionda molto bella, e lui la conosceva solo come la cugina di Luna. Strano, ma prima di quel momento non aveva mai notato quanto fosse carina. Poi ricordò le parole di “Hermione”. No, non voleva seguire le parole di Hermione, insomma, Lola era felice e contenta con Ron, che senso aveva perdere tempo a sbavarle dietro? Decise di provare a conoscerla.

 “Ciao, io sono Neville”.

 Tiffany per un po’ non sveniva.

 “Oh, ciao, io sono Tiffany”.

“Come va?”.

Un semplice sguardo e un sorriso.

 “Bene… Sono contenta che ci siamo conosciuti, sai…”

Neville divenne paonazzo:una ragazza contenta di conoscerlo?! 

“Davvero?”

 “Si, davvero… Comunque hai le labbra sporche di cioccolato…” disse Tiffany, e gli tolse lo sporco con un gesto molto sensuale.

Neville arrossì, si strinse nelle spalle, e chiese tutto d’un fiato:”Ti va di venire a fare un giro con me?”.

“Con piacere!” e i due si avviarono, lievemente imbarazzati.

 

Hermione camminava per il corridoio che conduceva al dormitorio dei ragazzi di Serpeverde; quando raggiunse quella di Draco si fermò di botto. Le mancava il respiro, nn riusciva a pensare. Dopo qualche minuto si decise e bussò. Quando sentì la voce del ragazzo lo stomaco le si attorcigliò.

 “Avanti”.

Con le mani tremanti, la ragazza aprì la porta, entrò e la richiuse. Davanti a lei c’era un Draco piuttosto sorpreso,seduto su un’elegante poltrona verde, a torso nudo e con dei jeans chiari sicuramente costosissimi. La sola vista la fece vacillare.

“Ciao” disse, senza fiato, come se avesse appena finito di correre per tutto il castello.

Draco la squadrò, e per un istante parve indeciso, poi bofonchiò un piccolo: “Ah, sei tu!”.

“Si… senti ti volevo dire, riguardo tutta questa situazione…” Ma fu interrotta.

Il biondo le si avvicinò e disse: “Ho già dimenticato tutto, stai tranquilla”.

Come ormai succedeva spesso, gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime. Possibile che avesse già dimenticato tutto? Doveva dirgli quello che pensava, a tutti i costi.

“No, Draco, in realtà io non ho affatto dimenticato! Io… Insomma, non so come la penserai, sarò anche una Mezzosangue, tutto quello che dici, ma… tutta questa storia è servita a farmi capire che… io non ti conoscevo, solo ora ho capito come sei in realtà… io ti amo”.

 Quest’ultima frase l’aveva detta quasi sussurrando. La reazione di Draco fu strana. Rimase a bocca aperta, e il suo colorito pallido divenne roseo.

“Cosa? No, Granger, non dire sciocchezze, no… Insomma, è stato quello che è stato ma… noi non possiamo, cioè…”

Quelle parole colpirono la ragazza come una tempesta. Tutti i suoi sogni si infransero, tutte le illusioni svanirono… Voleva solo stare con lui, come prima! Era chiedere troppo? Forse sì, a giudicare dall’aria del ragazzo, che la guardava con quegli occhi, dedicandole uno sguardo che nessuno avrebbe saputo decifrare. Cos’era? Indecisione? Imbarazzo?... Amore?

 “Draco… Ricordi tutto quello che dicesti a tuo padre quando gli comunicasti che volevi sposarmi…?”

“Io non volevo sposare te, ma Pansy!”

 “Ma in quel momento Pansy ero io! Sei stato tu a dire che Pansy non ti aveva mai baciato come me… che ti eri sentito in Paradiso…”.

Draco la fissò. Non sapeva che fare. Non sapeva cosa provava. Cioè, sapeva cosa provava, e fin troppo bene, ma una cosa era mettersi contro suo padre per sposare un’amica di famiglia, un’altra era opporsi per stare con una mezzosangue. Aveva un vuoto assoluto. “No, Hermione… Non si può…”.

 Ormai quest’ultima aveva un tono supplichevole, e parve leggergli nel pensiero.

 “Insomma, per un istante dimentica che sei un Purosangue! Cosa provi per me?”

Draco guardò per terra, non riusciva a sostenere il suo sguardo. In quel momento sapeva solo che questa discussione prima sarebbe finita, meglio era, altrimenti avrebbe ceduto e non avrebbe esitato a baciarla.

“Niente”. E sentì il cuore scoppiare mentre la chioma riccia della ragazza spariva, accompagnato da una serie di singhiozzi.

 

“Sono uno stupido!” Pochi minuti dopo che Hermione aveva lasciato la sua stanza, Draco scagliò un pugno il muro per la frustrazione. Possibile che non ce l’aveva fatta? Quelle due settimane le aveva passate a pensare cosa fare, e si era quasi convinto a dirle cosa provava in realtà… Qual’era il suo problema? Suo padre, il suo orgoglio… L’orgoglio era quasi stato superato, ma l’ostacolo che non riusciva era suo padre, non aveva ancora dimenticato la sua espressione quando si era messo contro di lui pur di sposare Pansy… Ma Hermione aveva ragione: era lei, non Pansy! Che differenza c’era? C’era, c’era… Doveva solo starle lontano e ci sarebbe riuscito. Riuscito in cosa? Ah, si, a lasciarsi comandare dal padre. Eppure la visione di quello sguardo innamorato non se ne andava dalla sua testa.

 

Tiffany e Neville passeggiavano per il cortile. Ormai stavano parlando da più di un’ora e si erano conosciuti meglio, scoprendo di avere in comune tante cose. Neville la voleva invitare al ballo, e solo in quel momento trovò il coraggio.

“Tiffany, ti… ti andrebbe di venire al ballo con me? A tua cugina non dispiacerà!”

Tiffany lo guardò con gli occhi spalancati, sprizzante di felicità. “

Si!” esclamò, abbracciandolo.

Poi… la sua felicità scomparve. Oltre la spalla di Neville aveva visto Pansy ed Hermione con un’aria da funerale. E se ne pentì.

“Perché l’ho fatto? Insomma, ora Neville me lo ha chiesto… Io sarò felice, e loro no… Non ne hanno nessuna colpa… “ pensò, purtroppo troppo tardi. Ma da quel momento la coscienza non le diede pace finché non si decise a fare il suo dovere.

 

E così siete giunti anche alla fine di questo capitolo! L’ho letto e riletto prima di pubblicarlo, penso sia molto importante dato che ora vengono a galla tutti i veri sentimenti … Voi cosa ne pensate del fatto che ho fatto pentire Tiffany?? Ringrazio Gaia e Ci chan per aver recensito , ragazze spero di non avervi deluse con questo capitolo! Fatemi sapere al più presto! Sto facendo di tutto per aggiornare la storia al più presto! E infine ringrazio tutti coloro che hanno letto e che hanno inserito questa storia tra i preferiti! Grazieeeeeeeeee!  Al prossimo capitolo ^_^ milly92.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Ad Hogsmeade ***


capitolo undici

Capitolo undici- Ad Hogsmeade

Ormai era giunto novembre, e ad Hogwarts l’agitazione cresceva perché si avvicinava sempre di più il Ballo in onore dei 1010 anni di Hogwarts. Sembrava di rivivere l’agitazione che c’era stata tre anni prima per il Ballo del Cappo: ragazze che sghignazzavano per i corridoi, ragazzi che inventano strane strategie per invitare una dama al ballo… Fu con questa agitazione e inopportuno buonumore che Pansy e Ginny, strano ma vero, si allearono per cercare di tirare su il  morale della loro Hermione. La ragazza, dopo la terribile conversazione con Draco, non era più se stessa: stava sempre zitta, pensierosa, non discuteva più con Ron ma soprattutto… Era calata nel rendimento scolastico! Evidentemente passava molte notti insonni, perché spesso aveva grandi occhiaie scure sotto gli occhi e un’aria da zombie. Quindi, per tirarla un po’ su, Ginny e Pansy la portarono con loro ad Hogsmeade per comprare un vestito per il ballo.

“Ragazze, vi dico che è inutile, io non ci andrò al ballo!” disse Hermione per la centesima volta mentre varcava i cancelli della scuola con le due amiche alle calcagna.

“Oh, dai, Herm, piantala, tu ci verrai e basta! Sarai così bella che il biondino striscerà ai suoi piedi…” affermò Ginny, con tono allegro e minaccioso contemporaneamente, lanciando occhiate a Pansy per aiutarla.

“Certamente!” confermò l’altra.

Hermione rimase zitta e continuò a camminare. Dopo qualche minuto, Ginny riprese a parlare.

“Herm, hai intenzione di dire ad Harry cosa ti succede veramente? Io non ce la faccio più a mentirgli… Lo sai, ti vuole bene come una sorella e non ce la fa a vederti così…”

“Cosa devo dirti! Diglielo!” rispose la ragazza con voce acuta; il solo pensiero della faccia di Harry quando avrebbe saputo di chi si era innamorata la fece rabbrividire.

“No, Herm, non hai capito… Glielo devi dire tu!”

“Si, infatti, anche io penso sia meglio così…” s’intromise Pansy, annuendo.

Hermione si morse un labbro.

“Ok, ok… Appena ho tempo…”

 

“Ron! Che bello qui…” esclamò Lola, tutta contenta. Era andata per la seconda volta ad Hogsmeade con Ron, il quale questa volta l’aveva portata lontano dal villeggio, su una collinetta dove si trovava un prato fiorito, stranamente ancora intatto dato che era già novembre.

Ron sorrise, soddisfatto. Strano, ma quella ragazza aveva risvegliato in lui un ragazzo romantico, pronto a far di tutto pur di vederla sorridere.

“Mi fa piacere che ti piaccia…”

Poco dopo erano stesi sul prato, poco distanti l’uno dall’altra. Ron avrebbe tanto voluto stringerla a sé, ma era intimorito. Stava ancora decidendo cosa fare quando la ragazza scattò a sedere. Si tolse la sciarpa, la posò vicino la borsa e poi si ristese. In quel piccolo momento, Ron aveva steso il braccio, dove lei ci appoggiò il capo.

“Oh, scusa Lola, non volevo…”
“No, figurati! Anzi, si sta bene così…” e senza nessun’altra parola si sistemò meglio e lo abbracciò, passandogli una mano attorno al collo. Si sorrisero. Rimasero così, abbracciati…

 

Harry vagava per le stradine di Hogsmeade, da solo. Ginny era con le ragazze, Ron con Lola, Neville con Tiffany… Quando aveva saputo con chi usciva quest’ultimo, si astenne con molta difficoltà dal rivelare all’amico con che genere di persona aveva un appuntamento. Per di più era molto preoccupato per Hermione, che dopo essere rimasta per sempre imprigionata nel corpo di Pansy era sempre più giù. Ormai non credeva che questo fosse l’unico problema, doveva esserci qualcos’altro… Certo! Aveva capito! Era preoccupata perché Ron usciva con Lola! Tra loro c’era sempre stata una certa affinità, e ovviamente ora le doveva dispiacere tantissimo che a Ron interessasse qualcun’altra… Decise di entrare ai Tre Manici di Scopa, e prese una Burrobirra. Poco distante da lui, tutto solo c’era Malfoy che sorseggiava quello che sicuramente doveva essere del Whisky Incendiario. Lo guardò, e il ragazzo incrociò il suo sguardo. Harry subito distolse il suo, ma con sua grande sorpresa Malfoy si sedette al suo tavolo. Si guardarono interrogativi, poi Malfoy disse:

“Ciao, Potter”

“Ciao, Malfoy” rispose Harry, sorpreso per quel saluto amichevole e non scontroso come il solito.

Continuarono ad osservarsi, poi Draco si schiarì la voce ed esordì:

“Ehm… Da solo? Dov’è la Weasley?”

Sentendo chiamare la sua ragazza “La Weasley”, Harry si irritò parecchio, ma la faccia di Malfoy non era maligna così decise di rispondere.

“E’ in giro con Hermione e Pansy… Sai, Hermione sta troppo giù ultimamente così sono andate a fare shopping per il ballo…” rispose.

Draco aveva spalancato gli occhi al suono di quelle parole, e ci mise molto per ricomporre la sua normale espressione. Poi, quando parve sconfortato al massimo bisbigliò:

“Tu al mio posto cosa faresti?”

Harry non capiva. Al suo posto? Cosa intendeva?

“Ehm, scusa, eh, al tuo posto… cosa?”

Draco parve sorpreso, era sicuro che Hermione ne avrebbe parlato con il grandioso Potter, nonché suo amico fraterno di sempre. Alla fine, visto che Harry non capiva, gli spiegò tutto… E ad ogni parola il volto del moro si pietrificava  sempre di più…

 

Hermione, Ginny e Pansy, improbabile trio di Hogwarts, passeggiavano allegramente, dando uno sguardo a tutti i negozi di vestiti esistenti per le vie di Hogsmeade. Hermione stava sorridendo di più rispetto a prima, e per qualche minuto non pensò alla sua situazione angosciosa, concentrandosi di più sul vestito da scegliere, ma anche sul tema da iniziare di Incantesimi.

“Herm, questo è meraviglioso! Provalo!” disse Pansy, tenendo tra le mani con molta attenzione, quasi come se come un minimo tocco avrebbe potuto danneggiarlo, un meraviglioso vestito rosa e bianco lungo, con il collo a barca a mezze maniche e con una rosa lilla brillantinata stampata verso l’estremità dell’abito.  Hermione e Ginny si voltarono, e rimasero stupite.

“E’ magnifico!” esclamò la riccia, per la prima volta davvero entusiasta dopo tanto tempo. “Vado subito a vedere come mi sta!”.

Le altre due si sorrisero: finalmente Hermione sembrava essersi dimenticata per un po’ dei suoi problemi.

Quando la ragazza uscì dal camerino, le due amiche rimasero sbalordite.

“Stupenda! Ora voglio vedere come farà a resisterti quel biondastro…! Ora hai davvero superato il fascino di suo padre…” contemplò Ginny, invece il giudizio di Pansy, dopo secoli, fu da Serpeverde.

“Magnifico! Eh, ovviamente, grazie al mio colore di capelli e i miei fianchi…”.

Ginny finse di mollarle un pugno, poi, scosse da risate, andarono alla cassa a pagare.

“Ho comprato il vestito, ma a cosa serve se non ho il cavaliere?!” mormorò Hermione, all’improvviso di nuovo triste.

“E invece tu lo avrai…” Tentarono di rassicurarla le altre.

 

Ormai era ora di pranzo, e Ron e Lola erano ancora distesi sul prato, abbracciati. 

“Vorrei che  questo momento non finisse mai…” sospirò Lola, la testa poggiata contro il petto di Ron, che le stava accarezzando i capelli.

Quelle parole risvegliarono Ron.

“”C-cosa? Cioè..”

Lola parve mortificata e alzò lo sguardo, impaurita.

“Scusa, io… volevo solo essere… sincera. Ma se non…”

“No,  no che hai capito… Anzi, ne sono contentissimo… Io mi sento al settimo cielo….” Rivelò Ron, rosso in viso. Si decise a guardarla negli occhi, e si sentì sopraffatto dalla voglia di darle un bacio. Ma non ne aveva il coraggio. Provò ad avvicinarsi, e Lola non oppose resistenza.” Forza Ron...” pensò.

Piano piano, appoggiò le labbra a quelle della ragazza, che rimase immobile. Poi, dopo qualche secondo, Lola lo abbracciò e schiuse le labbra. Sempre abbracciati, si sedettero e continuarono così  per tantissimo tempo, circondati dalla loro complicità.

 

“Chi vuoi prendere in giro, Malfoy” sibilò Harry, agghiacciato da quel racconto che gli sembrava simile ad un romanzo horror. “Hermione non può essersi innamorata di te, dopo tutto quello… Insomma, tu sei Draco Malfoy!”.

“Piacere, lo sapevo già” rispose il biondo sarcastico, prima di continuare. “Senti, Potter, questa è la verità. Se vuoi darmi un consiglio, bene, altrimenti me ne andrò…”

“Ehm… No, no, dai, ti credo” disse Harry, a stento conscio di quello che diceva. E lui che aveva pensato che Hermione stesse così per mezzo di Ron! “Non so che dirti. Insomma, hai affrontato tuo padre già quest’estate, cosa ti costa farlo di nuovo? Non puoi vivere nell’infelicità per sempre, se Hermione è capace di renderti felice!”

Draco ascoltò con attenzione, più indeciso di prima. Sembrava facile parlare per Potter, non capiva cosa si provava…

“Ok, ci penserò” affermò. Si alzò, andò a pagare il Whisky incendiario  e fece per uscire quando si voltò e disse: “Grazie per il consiglio… Harry”.

 

“Come hai potuto? Mi hai fatto fare la figura dell’idiota! Non ne sapevo nulla…” sbraitò Harry, marciando su e giù per un’aula vuota del terzo piano, dopo essere ritornato da Hogsmeade. Hermione lo guardava intimorita, con le lacrime agli occhi; Ginny era evidentemente preoccupata, come se avesse il presentimento che il suo ragazzo si fosse scagliato da un momento all’altro su di lei, Pansy cercava di tranquillizzarlo.

“Harry! Ti prego, comprendimi! E’ stato difficile per me capirlo,avevo paura… lascia perdere!”

Il suo sguardo era supplichevole. Harry si decise a calmarsi, e ci mise un po’. Poi, quando il suo respiro tornò regolare, annunciò: “ Voleva un consiglio da me.”

Le tre ragazze rimasero a guardarlo; il cuore della riccia batteva forte.

“U-un c-consiglio?”

“Si. Mi ha chiesto cosa avrei fatto se fossi stato nei suoi panni. Gli ho detto che se ne deve infischiare del padre, dopotutto lo ha già affrontato una volta… Ha detto che ci penserà… E mi ha anche chiamato per nome!”

La gioia di Hermione era indescrivibile. Lo abbracciò, singhiozzando, e mormorando infiniti: “Grazie”.

Le due ragazze si guardarono: “Speriamo…”.

Ecco l’undicesimo capitolo! Scusate il titolo, è un po’ banale, ma non mi veniva in mente nient’altro… ^_^  Grazie a Ci chan per aver recensito lo scorso capitolo… Ti è piaciuto questo nuovo cap? Cosa ne pensi? Per piacere, recensiteeeee! Pleaseeee! Grazie mille a tutti coloro che hanno letto e che leggeranno… La vostra milly92.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Litigi e brutte nitizie ***


capitolo dodici 2

Capitolo dodici- Litigi e brutte notizie

“Harry! Harry, mi sono messo con Lola!”.

Ron entrò nel dormitorio tutto raggiante, così tanto che a stento non andò a sbattere contro la porta ancor prima di aprirla. Vi trovò Harry seduto sul letto, intento a leggere chissà quale libro con aria preoccupata. Ron si insospettì.

“Ehi, Harry, mi hai sentito?”

Solo in quel momento Harry parve rendersi conto della sue presenza.  Sussultò e lo guardò.

“Oh, Ron, sei tu… Scusa, ero sovrappensiero… Cosa stavi dicendo?”

Ron parve deluso che Harry non avesse sentito la notizia durante la sua fenomenale entrata.

“Oh, stavo dicendo che mi sono messo con Lola” disse, con il tono ancora più allegro.

Harry gli sorrise per quello che poteva, il ricordo di tutto quello che era successo ad Hogsmeade era ancora vivo nella sua mente e non riusciva ancora a capacitarsene.

“Mi fa piacere” disse.

Ma Ron non ne parve convinto.

“Harry, è successo qualcosa? Hai litigato con Ginny?” chiese, sedendosi vicino a lui.

“No, Ron, no, è che… Sono venuto a sapere che… Hermione è innamorata di Malfoy”.

Il rosso rimase per un secondo a bocca aperta, poi scoppiò a ridere.

“Ma cosa dici… Hermione… Malfoy… “ e continuò a dire parole disconnesse tra una risata e l’altra.

Questo diede molto fastidio ad Harry; insomma, Ron dopo che aveva saputo dello scambio di corpo ci era rimasto male per i primi giorni, poi aveva continuato a comportarsi come sempre, cioè standosene tutto il tempo con Lola, e infischiandosene completamente della sua migliore amica intrappolata per sempre nel corpo di Pansy Parkinson.

“Ron, fai il serio. E’ vero”

“Oh, scusa, è che mi sembra impossibile… Herm innamorata di quella serpe…”

Rimase zitto per qualche secondo, poi disse: “Oh, beh, fatti suoi”.

Al suono di quelle parole Harry si arrabbiò: possibile che a Ron non importasse più niente di Hermione?

“Ron, come puoi dire questo? Insomma, una volta queste parole ti avrebbero mandato in tilt…” esclamò, cercando di mantenere regolare il tono della sua voce ma con scarso risultato.

“Appunto, Harry! Una volta, non ora…”

“Cosa vuoi dire?”

“Insomma, prima pensavo di provare qualcosa per Hermione, invece ora ho capito di amare Lola…”

Harry si alzò, in modo da fronteggiare Ron.

“Lola! Lola di qua, Lola di là… E’ da settembre che non parli d’altro! Non devi per forza essere innamorato di una persona per fregartene di lei! Hermione ti ha sempre aiutato, è nostra amica… E tu non te ne freghi minimamente di lei, ora che sta attraversando un periodo difficile!”

Anche Ron si alzò, sovrastandolo di parecchi centimetri.

“Scusa tanto, eh! Ma cosa vuoi che faccia? Il suo elfo domestico?”  ribattè, alzando la sua voce.

“Non dico questo! Insomma, che ne parliamo a fare… Fai finta che non ti abbia detto nulla!” esclamò Harry, deciso a finire una volta per tutte quella discussione che altrimenti sicuramente sarebbe sfociata in un litigio.

“Ah, facciamo finta di niente, tanto Ron lo stupido dimentica tutto! Vero?”

“Ron…”

“Basta, Harry, questa volta mi hai davvero rotto. Sempre pronto ad aggredire e giudicare gli altri solo perché non fanno la buona azione della giornata come te, piccolo eroe dei miei stivali…!”  E con queste parole se ne uscì dalla stanza, premurandosi di sbattere la porta il più forte possibile.

 

Cosa fare? Lei o l’onore della mia famiglia?       

Ma che domande Draco, l’onore della tua famiglia, no?

No! No, io la amo, lei mi ha fatto cambiare…

Draco, l’amore non esiste… Lo dice sempre tuo padre, ricordi?

Ma che se ne vada al diavolo! Non è vero, l’amore esiste altrimenti io non sarei in queste condizioni..!

Ma che sciocchezze stai dicendo… sei fuori di te…

No! Anzi, non sono mai stato più cosciente di adesso! Mi sembra che la mia vita sia iniziata solo ora… Prima non aveva nessun senso vivere…

Taci! Sei un Malfoy!

Al momento non me ne importa, sinceramente… Basta, ora vado da lei e le dico cosa provo davvero…

Fallo e te ne pentirai per sempre…

Draco si fermò. Pentirsene? Era l’unico verbo che gli faceva paura al momento…

 

Hermione era appena uscita dalla Sala Grande con Ginny, che ultimamente sembrava sacrificare molto del suo tempo da trascorrere  con Harry per tirarla un po’ su.

“Gin, adesso devo andare in biblioteca, devo finire il tema di Incantesimi. Ci vediamo dopo” disse, controllando nella borsa se aveva tutto il necessario per svolgere i compiti.

Ginny sbuffò. “Dai Herm, li farai domani, è sabato sera, circola voce che ci sarà un festino in un aula segreta del quinto piano. Vieni con noi!”

Hermione, imperturbabile, scosse il capo.

“No, Gin grazie, ma sto trascurando davvero la scuola, è ora che mi riprenda un po’…”

“Appunto, devi riprenderti, e i libri ti faranno solo male! Hai certe occhiaie! Dai, vieni…” Tentò nuovamente la rossa, ma Hermione scosse di nuovo il capo.

“No, Gin, ti ripeto, devo studiare! Tanto ci starò poco, sono stanca” e se ne andò verso la biblioteca, impedendole di risponderle. Eppure Ginny era preoccupata, aveva uno strano presentimento.

Hermione arrivò in biblioteca e guardò l’orologio: erano le otto, tra un’ora la biblioteca avrebbe chiuso , doveva sbrigarsi. Si sistemò in un tavolo lontano dagli altri, nascosto da uno scaffale. Iniziò a scrivere, con il pensiero costante sulle parole di Harry. Draco ci avrebbe pensato… Insomma, gli ci voleva così tanto? Era così poco importante per lui? E inevitabilmente davanti ai suoi occhi rifiorirono tutti i bei momenti passati con Draco, il loro primo bacio, la cena con i familiari, quando aveva annunciato che era disposto ad infischiarsene del padre…  All’improvviso  si sentì girare la testa e le parve di vedere una luce violacea davanti ai suoi occhi; il cuore le fece male, sentì una strana stretta attorno ad esso, attorno a lei sentiva solo un’insieme di voci incomprensibili e poi tutto scomparve in un unico vortice nero…

 

“Amore! Cosa fai qui tutto solo?”. Ginny era appena arrivata in sala comune e trovò Harry seduto su una poltrona a leggere Il profeta della sera. Lo baciò e gli si sedette accanto, circondandogli il collo con le braccia. Solo in quell’istante vide Ron seduto dall’altra parte della sala comune stranamente solo, senza Lola tra le calcagna, a fissare il vuoto, e subito capì che c’era qualcosa che non quadrava. “Ehi, perché tu e Ron ve ne state da soli?”

Harry alzò lo sguardo dalla rivista. “Abbiamo litigato”.

“Cosa? Come mai?”

E il ragazzo le spiegò tutta la situazione. Prima che Ginny potesse commentare in qualche modo, la porta della sala comune si aprì bruscamente ed apparve Pansy, che correva come una matta.

“Harry, Ginny…” disse, con il fiatone. “Hermione è in infermeria e sta per essere portata al san Mungo!Madama Pince l’ha trovata in biblioteca, come se fosse svenuta…  Ma è una cosa più grave… E solo ora ho capito che tutta la scuola sa dello scambio di corpi…” Aggiunse a bassa voce.

Ron aveva sentito tutto. Si avvicinò, pallidissimo come gli altri tre.

“Ha… Ha perso i sensi?” chiese il rosso, come se si fosse dimenticato del litigio e guardando Harry.

“Lo dicevo io che non stava bene… Me lo sentivo!” affermò Ginny, angosciata. Poi i quattro ragazzi si affrettarono ad andare in infermeria.

 

“Non è possibile. No, non può essere. Tu sei sempre stata così forte, non puoi crollare così per un bastardo come me…” pensò Draco, appena arrivato in infermeria. Hermione era lì, con i capelli di Pansy appoggiati sul cuscino, creando una specie di ventaglio. Sembrava un angelo. Dopo varie proteste di Madama Chips, le si sedette vicino e la prese per mano. Era uno stupido. Solo in quel momento l’aveva capito.

“Madama Chips, cos’ha precisamente?” chiese, con la voce che tremava.

“Oh, non è certo perché dobbiamo aspettare il referto del san Mungo, è un ramo della medicina magica molto avanzato, ma penso sia… insomma, si è saputo in tutta la scuola che lei e la signora Parkinson sono state soggette ad uno scambio di corpi permanenti , e quindi quando il corpo di una persona soggetta in questo incantesimo subisce stress, forti emozioni, dolore profondo… Per farla breve, penso sia soggetta a “Scambite”, e se è così, sono molto rari i casi in cui si può guarire…”

Detto questo, la donna andò nel suo ufficio per controllare a che punto erano quelli del san Mungo.

Draco tremava. Solo in rari casi si poteva guarire? Strinse la mano di Hermione il più forte possibile, e in quel momento capì che se le cose sarebbero andate male, se ne sarebbe pentito a vita.

 

Harry, Ginny, Pansy e Ron arrivarono di corsa e quello che videro li fece rimanere ancora più scioccati. Draco era chino su Hermione, mentre le stringeva la mano. Si avvicinarono e Draco li infornò delle parole di Madama  Chips. Aveva ancora gli occhi rossi.

“Andrà tutto bene” disse Ron, posandogli una mano sulla spalla. Il ragazzo annuì.

 

Pochi minuti dopo arrivarono i Signori Granger, che appena videro Pansy le saltarono addosso.

“Hermione, piccola, ora stai bene!” disse la signora Granger, preoccupatissima.

“No, vedete.. In realtà vostra figlia è là” disse Pansy, guadagnandosi uno sguardo d’incomprensione dai due.

 E così anche il dodicesimo capitolo è terminato. Sinceramente penso di essere stata un po’ troppo tragica… Cosa dite, mi merito un coro pieno di “Buuuu!” o può essere accettabile? Vi è piaciuta la parte introspettiva di Draco?Ve lo chiedo per favore: RECENSITE, PLEASEEE! Riguardo lo scorso capitolo, ringrazio america92 per aver recensito, tutti coloro che hanno letto e che hanno inserito questa fic tra i preferiti… Grazieeeee, sono commossa! Kiss, milly92. Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Le scuse ***


cap 13 2

 

Ecco il tredicesimo capitolo! Volevo dirvi che ho inserito anche Silente, anche se nel settimo anno dovrebbe essere morto, ma non ce l’ho fatta a non inserirlo! E poi credo avete capito che in questa fan fic non sto tenendo conto della guerra e di Voldemort! Ci vediamo a fine capitolo! Buona lettura!

Capitolo tredici- Le scuse

“Cioè, state dicendo che nostra figlia in realtà è… Cioè, la nostra Hermione non è lei, ma è quest’altra ragazza…?” Il signor Granger era chiaramente diviso tra la preoccupazione per lo stato di salute di sua figlia e l’orrore per il fatto che ella in realtà non era nel suo corpo.

Tutti annirono, e due secondi dopo la signora Granger dovette sedersi e Madama Chips dovette farle una camomilla per farla calmare. L’atmosfera ovviamente non era delle migliori, e ciò aumentò ancora di più quando arrivarono i Guaritori del san Mungo, che portarono con loro Hermione.

“Può venire solo una persona con la ragazza” affermò uno dei guaritori.

Draco fece per offrirsi, ma rimase fermo a causa di un’occhiataccia ricevuta dal padre della ragazza, il quale seguì la figlia, rassicurando la moglie che si sarebbero visti a breve.

Ormai erano le dieci, e ai ragazzi fu imposto di andare nei loro dormitori, così che il giorno dopo sarebbero potuti andare a trovare Hermione insieme a sua madre, la quale era ancora scossa e rimase in infermeria tutta la notte, non avendo un posto dove dormire.

 

“Si sieda, signorina Strong”. La voce calma di Silente eccheggiò per tutto il suo ufficio. Davanti a lui c’era una Tiffany pallidissima, con indosso ancora la divisa. Nonostante l’orario, era stata convocata dal Preside per chiarire un pò tutta la questione.

Tremante, la ragazza si accomodò di fronte al Preside, e prese a guardare per terra.

“Per favore, guardami Tiffany”.

Tiffany alzò lo sguardo. Il preside la guardò negli occhi, e accennò un sorriso.

“Tiffany, so che sei dispiaciuta” affermò Silente, con un tono simile a quello di un padre per la figlia. “Ma vorrei tanto sapere perché l’hai fatto. Credo hai saputo cosa è successo alla signorina Granger,e un po’ è anche colpa tua, onestamente”.

Gli occhi della ragazza si inumidirono, e riuscì a dire solo un tremante: “Lo so, professore”

“Perché l’hai fatto?” chiese nuovamente Silente.

“Professore… Insomma, non lo so nemmeno io! So solo che ero accecata dalla rabbia… Per una volta volevo essere io a comandare la situazione, in sei anni nessuno di loro due mi ha mai dato retta! Insomma, Hermione è famosa per le sue doti, per la sua condotta scolastica, Pansy è rispettata da tutto e da tutti… Ed io ero nell’ombra. Pensavo che con quel ricatto sarebbero diventate mie amiche, alla fine… ma poi… Poi non ci ho capito più nulla, sentivo tutto il potere nelle mie mani…” rispose, ancora tremante. Dopo quest’ultima affermazione abbassò di nuovo lo sguardo.

Silente ascoltò con attenzione. Poi si aggiustò una delle pieghe che si erano formate sulle maniche del suo vestito viola.

“Ci sono tanti modi per stringere amicizia, Tiffany. Dovresti saperlo. E anche per conquistare il cuore della persona che si desidera”. Affermò infine, con tono grave, facendo capire alla ragazza che sapeva di Neville.

“Lo so, lo so! Non pensi che a me non importa nulla… Ci sto male! E non solo perché ormai non posso fare dieci metri senza essere additata ogni tre secondi…!” sbottò, come se avesse dimenticato con chi stava parlando.

“Tiffany, io non voglio punirti” disse Silente, giungendo le mani. “Volevo solo sapere la verità, sai che nemmeno la metà delle voci che circolano sono vere… Punirti non servirebbe a niente, la Signorina Granger e la Signorina Parkinson non riavranno  il proprio corpo. Ti chiedo solo una cosa.”

Tiffany rialzò lo sguardo. Tirò su con il naso, si asciugò gli occhi e disse: “Mi dica, Professore”.

“Per favore, domani raggiungi la Signorina Granger al san Mungo e chiedile scusa. Ci vediamo alle nove qui, userai la Metropolvere”. E le sorrise nuovamente, incoraggiante.

Tiffany ricambiò il sorriso suo malgrado. “Va bene, professore. A domani”.

 

Le ore passarono lentamente. Nessuno dei ragazzi dormì molto. Alla fine la domenica mattina giunse, inondando di sole i loro dormitori, e si precipitarono in Infermeria senza nemmeno andare a fare colazione. Rassicurarono la signora Granger e insieme si avviarono al san Mungo con la Metropolvere. La donna fu molto spaventata, tanto che dovette andare con Ron, stringendogli convulsamente il braccio. Sembrava proprio Hermione. Con loro c’era anche Draco, che sembrava aver seppellito l’ascia di guerra per il momento. Hermione era stata trasferita in un reparto riservato, ed era possibile farle visita solo dalle nove alle undici e dalle quattro alle sette.

“Hermione…” sussurrarono quasi all’’unisono, e la Signora Granger raggiunse il marito, abbracciandolo.

 “L’infermiera della scuola aveva ragione. Hermione ha quella… ehm…  malattia che ha detto lei… Ma da quel che ho capito è simile al coma, cara”. Disse il signor Granger alla moglie, la quale si lasciò sfuggire un singhiozzo prima di buttarsi tra le sue braccia.

Entrambi così uscirono dal corridoio, lasciando i ragazzi lì.

“Hermione, ce la farai” sussurrò Harry, accarezzandole il volto.

“Dai, Herm, sei tutti noi” disse Ron, pallidissimo.

“Herm, ricordi, c’è il ballo a fine anno! Non devi mancare… Tutti vogliono vedere il tuo vestito… Sarai bellissima, sarai la regina della festa!” esclamò Ginny, forse non sapendo bene cosa dire.

“Si, Herm, devi esserci…” concordò Pansy, con un’aria un po’ sconvolta. Doveva essere strano vedere se stessa su un letto in un reparto riservato.

Poi tutti guardarono Draco, che era rimasto vicino la porta. Stavano per dire qualcosa quando la porrà si aprì, rivelando Tiffany. Aveva in mano una rosa bianca.

“Cosa ci fai tu, qui?” l’aggredì subito Ginny, scattando in avanti.

“Scusate, io…” disse Tiffany, e si avvicinò al letto.

Tutti non smettevano di fissarla, così si decise a spiegarsi.

“Ragazzi, vi prego, so che è terribile quello che ho fatto… Insomma, me ne sono pentita amaramente… Per favore, smettiamola… Non serve a niente…”

Poi si voltò verso Hermione. Le posò la rosa vicino al viso, e disse: “Scusami, Hermione, davvero. Io… Beh, hai capito”.

Rossa in viso, dopo aver detto queste parole, si guardò intorno. Nessuno le rivolse la parola, c’era ancora troppo rancore. Forse la ragazza lo comprese, perché scrollò le spalle e li salutò con un piccolo: “Ciao”. Uscì dalla stanza, dopodiché prese a correre per il corridoio, guadagnandosi molti rimproveri dai Guaritori di passaggio.

“Non capisco proprio dove vuole arrivare quella” sbottò Ron, sedendosi su una sedia.

“Infatti, ha chiesto scusa solo ad Hermione, e a me no!” disse Pansy, arrabbiata. “Bisogna finire in un letto d’ospedale per meritarsi le scuse di quella?”

Harry e Ginny annuirono. Dopo qualche minuto, Draco si decise a parlare.

“Volete capire che è dispiaciuta?” disse, avvicinandosi.

“Si, Malfoy, ma... Insomma, poteva decidersi prima!” esclamò Harry, guardandolo dritto negli occhi.

“Si, Potter, giusto, tanto tu sei un tipo che non sa cosa vuol dire scusarsi, giusto? Non puoi capire”. Ribattè secco Malfoy.

A quelle parole Ron si alzò. “Malfoy ha ragione, Harry. Ricorda che mi dovresti ancora delle scuse.”

Harry arrossì. “Ron, ma che… Insomma…”

“Basta!” disse Ginny, avvicinandosi ai due. “Questa situazione è ridicola, fate pace!” .

“Uh, perché avevano litigato?” chiese Malfoy, sorpreso per il fatto che il suo discorso , senza volerlo, aveva centrato la situazione dei due inseparabili amici.

“Si” disse Ginny.

“Ok , ok! Ok… Ron, scusa.”

I due si sorrisero e si strinsero la mano. Ginny parve soddisfatta.

Lo sguardo di Draco vagò su Hermione, e non poté resistere nel prenderla per mano. Le si sedette vicino, e rimase così, a fissarla.

 

“Ciao, Neville” disse Tiffany appena arrivò in sala comune. Neville stava scrivendo qualcosa su una pergamena. Alzò lo sguardo.

“Ciao” rispose senza entusiasmo, e ricominciò a scrivere, senza considerarla.

“Neville, ora ti ci metti anche tu?”

“Senti, quella che non ci si deve mettere sei proprio tu! Per colpa tua Hermione è in ospedale…” dichiarò il ragazzo, il volto paffuto pieno di rabbia.

“Ma Neville…” lo supplicò Tiffany, in un sussurro.

“Neville un corno! Senti, ora basta, sono stata fin troppo tollerante con te, ma soprattutto stupido… Se Hermione guarisce, può darsi che ti perdonerò, altrimenti dimenticati il mio nome”. Detto questo si alzò e se ne andò nel dormitorio, lasciandola li da sola, in preda all’angoscia.

 

“Mi dispiace, ma l’orario di visita è terminato. Potete tornare oggi alle quattro” disse una Guaritrice dall’aria gentile ai ragazzi e ai signori Granger.

Rassegnati, i ragazzi tornarono a scuola mentre i genitori di Hermione decisero di rimanere lì, ad aspettare.

Per tutti loro quei corridoi sembravano spettrali, e niente poteva tirar loro su il morale, specialmente quando videro un Guaritore informare una donna anziana che suo marito non ce l’aveva fatta.

Sentendo quelle parole, Draco sussultò.

“Non preoccuparti, ce la farà” lo rassicurò Ginny, cordiale.

“Ce la deve fare” rispose lui, voltandosi e continuando a camminare.

__________________________________________________________________________________E così avete letto anche questo capitolo! Passo subito ai ringraziamenti:

X Cattiva_Dentro: So che i signori Granger non dovrebbero vedere Hogwarts, infatti anche io non sapevo come farli venire, ma poi ho pensato che quindi non avrebbero nemmeno potuto accompagnare la figlia a Diagon Alley dato che i Babbani non possono vedere l’entrata del Paiolo Magico, eppure ci vanno. Quindi perché non avrebbero potuto entrare ad Hogwarts? ^_^ Cmq grazie mille per la recensione!

X Gaia: Non ti preoccupare, sei perdonata per il ritardo! Basta che ora commenti subito! Scherzo! :-P Grazie per i complimenti, mi hai fatta arrossire.. :-D Hai ragione, Tiffany non voleva fare del male per davvero, e infatti si scopre in questo capitolo il vero motivo delle sue azioni! Ti dico solo che una cosa l’hai centrata, non dico cosa per non togliere la sorpresa alle altre lettrici, ma forse mi hai capita! A presto, continua a farmi sapere cosa ne pensi, e ancora grazie!

X *stellina-malfoy*: Mi fa piacere che trovi questa fic più interessante di tutte… Non ho parole… Hai visto, Draco li sta affrontando i pregiudizi poco a poco… Ho aggiornato il più presto possibile! Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo… Grazie mille.

X Liuzza: Lo farò sicuramente! Grazie mille!

 

Continuo nel ringraziare tutti coloro che hanno letto, non mi sarei mai aspettata che la  mia prima fic raggiungesse 700 letture, e tutti coloro che hanno inserito questa fic tra i preferiti! Grazieeeeeeeeeeee! Al prossimo capitolo! ^_^ kiss, milly92.

P.s. Voglio avvertirvi che al massimo ci saranno solo altri due capitoli… La storia giunge alla fine… sigh!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** La bella addormentata si risveglia ***


cap14

Capitolo quattordici- La bella addormentata si risveglia

Sono qui, da sola. Deve essere molto tardi. Scambite. Tsk. E’ facile dare un nome a queste cose, ma non sanno davvero come sto. Io li posso sentire. Sento i loro commenti, le loro voci… Solo che non ho la forza di reagire, come se il posto dove mi trovo ora è più appagante della mia vita. Qui non ho problemi, non devo dare retta a nessuno, non c’è nessun biondino a tormentare la mia vita… L’ho sentito mentre mi stringeva la mano. Ma non ce l’ho fatta. E’ più forte di me, non ce la faccio a risvegliarmi… eppure vorrei… Cosa voglio? Non lo nemmeno io. Tutta questa storia è assurda. Forse se non fosse successo nulla quel maledetto 31 luglio, ora sarei più felice. Non lo so. So solo che anche se mi svegliassi non ce la farei a continuare a vivere con questo groppo sullo stomaco. Questo groppo causato da tutto quello che vorrei dirgli, che potrebbe risolversi con quelle due parole… Io gliele ho già dette… Ora tocca  a lui… Lo farà? IO, Hermione Jane Granger ridotta in queste condizioni per il ragazzo che mi ha sempre snobbato… Che strana la vita… Si, la vita… Devo farcela, la vita è un dono troppo prezioso per sprecarla… Ma non ce la faccio….

 

 

I giorni passavano lentamente, gravidi di attesa. Harry e gli altri passavano le giornate tra lo studio e la preoccupazione. Hermione non dava segni di vita, e i medici si rifiutavano di dare qualsiasi giudizio; avevano il permesso di andare al San Mungo solo durante i finesettimana, e gli altri cinque giorni della settimana li trascorrevano tra le lezioni, le preoccupazioni, e gli sguardi di tutti, compresi gli insegnanti. Addirittura la McGranitt alla fine della sua lezione del mercoledì fermò Pansy.

“Signorina Parkinson? Venga un attimo qui prima di andare, le devo parlare.”

Pansy rimase sbalordita. Era sicura che le avrebbe parlato della sua relazione con Robert, che di sicuro non approvava. Negli ultimi giorni se li vedeva abbracciati per i corridoi storceva il naso e a stento li salutava. Così decise di partire in quarta.

“Professoressa, io voglio davvero bene a suo nipote, non…”

“Parkinson, ma cosa dici. Non voglio farti nessuna ramanzina, sebbene sarei molto più contenta se mio nipote uscisse con ragazze che non frequentassero Hogwarts. Volevo chiederti come sta la signorina Granger.”

Pansy parve sollevata. “Oh, come sempre, professoressa. Le cose non sono cambiate, ma noi continuiamo a sperare. “

La McGranitt le regalò uno dei suoi rarissimi sorrisi. “Bene, allora. Arrivederci”.

“Buona giornata”. Pansy si avviò verso la Sala Grande per il pranzo, pensierosa. Certo che Robert era stato proprio una sorpresa. Solo un mese prima di conoscerlo aveva accettato la proposta di matrimonio di Draco… era giovane, dopotutto, e le cose cambiano a quell’età. Così aveva imparato la lezione:  nel caso remoto che Robert le avesse chiesto di sposarla su quattro piedi, sapeva cosa rispondere. Ma la cosa più tragica era stata dire ai suoi dello scambio di corpi permanente e che si era lasciata con Draco.

Ormai Hermione era in ospedale da un mese. L’ultima domenica di novembre Harry, Ginny Ron e Pansy non poterono andarla a trovare a causa di una valanga di compiti per il giorno dopo, ma Draco non si arrese e si decise ad andare lo stesso in ospedale.

“Draco, scusa, come farai domani?” chiese Pansy, con il sopracciglio levato.

“Oh, me li passerete voi” rispose il ragazzo noncurante, prima di avviarsi verso il camino della Sala comune dove avrebbe preso la Metropolvere.

Pansy fece per ribattere, ma Ginny la trattenne. “Insomma, potrebbe decidersi proprio oggi!” bisbigliò.

“Oh, Draco, vengo con te” si offrì Robert, seguendolo.

“Ok” rispose il biondo indifferente.

 

Ormai conoscevano il San Mungo a memoria. Hermione era sempre lì, con vicino i suoi genitori. Appena li videro gli diedero il cambio, con un sorriso forzato.

“Ciao Hermione” la salutò Robert.

“Ciao, angelo mio” sussurrò Draco, arrossendo appena.

Robert capì la situazione perché inventò di andare a prendere una tazza di caffè, che aveva preso a scuola solo mezz’ora prima, e si allontanò.

Un po’ più sollevato, Draco le si sedette vicino e, come di consueto, prese la sua mano tra le sue.  Ma all’improvviso sentì qualcosa scattare dentro di lui, tutto quello che si teneva dentro da giorni parve chiedere di uscire. E così iniziò a parlare come un fiume in piena.

“Sei sempre più bella, ogni giorno che passa. Sai, stanotte ti ho sognata. Ma avevi le tue sembianza, non quelle di Pansy. Non parlavi, mi guardavi e mi sorridevi. Hermione, insomma, dovevi essere in pericolo mortale per farmi decidere a parlare”.

 

Eccolo, è qui vicino a me. Lo sento. Sta pronunciando frasi bellissime, che nessuno mi aveva mai detto. Ho tanta voglia di sorridere, di abbracciarlo. Ancora ce la faccio, sono divisa in due, e prevale la parte che mi dice che qui si sta meglio… no, ce la devo fare, voglio guardarlo negli occhi! Non voglio morire… No… Ce la devo fare diamine…! La sua voce mi giunge melodiosa, come il più romantico tra i suoni esistenti in natura, più bella di un “Eccezionale” gracchiato dal professor Vitius… Dai, Hermione, hai fatto tante cose nella tua vita… Non fermarti… Ce la devo fare…

 

“Sai, ci ho riflettuto molto durante questo mese. Mattina e sera. Insomma, cosa me ne frega? Io ho paura di mio padre, ma lui non è nessuno rispetto alla morte! Tu puoi andartene da un momento all’altro, ed io che giustificazione potrò mai avere per perdonarmi questo terribile errore? Avere paura di mio padre? No. Lui non è nessuno. Ricordi cosa ti dissi, una volta? Perderei il mio sangue puro per te. Ed è vero. Hermione, non mi abbandonare… Io sarò al tuo fianco, perché… perché ti amo”.

 

Ecco. Me lo ha detto. Non ci posso credere. All’improvviso sento una forza enorme dentro di me, vedo una luce dorata… sento ritornarmi la volontà! Sono libera di fare quello che voglio! Mi ama! E’ una sensazione bellissima… Mano a mano la mia libertà di reagire torna… Sento la mia mano muoversi…

Draco sentì la stretta di Hermione. Il suo cuore accellerò all’improvviso. Forse aveva immaginato. Poi… Poi vide Hermione muovere il capo, e sussurrare un debole: “Draco…”. Era senza parole. Non sapeva cosa fare. La ragazza continuava a muoversi, addirittura aprì gli occhi, regalandogli uno sguardo pieno d’amore.

“Anche io ti amo”, e strinse la sua mano ancora più forte. Dopo lo shock iniziale, il ragazzo sorrise come nessuno lo aveva mai visto sorridere, le fece cenno di zittire ed uscì a chiamare i Guaritori.

Appena varcò la soglia della porta, vide Robert. Lo abbracciò, e urlò: “si è svegliata! E’ sveglia! Chiama i guaritori, presto! E’ sveglia! E’ viva!”

Robert era incredulo. “Oh Dio! Corro a chiamarli!”e corse all’impazzata per il corridoio.

 

“Ragazzi, è guarita! Hermione si è risvegliata!” urlarono i due ragazzi due ore dopo per tutta la Sala d’Ingresso, dove stavano i loro amici.

Harry, Ginny, Ron e Pansy si guardarono, e si abbracciarono per la gioia, saltando come pazzi.

Il resto della scuola, avendo udito, si unì ai festeggiamenti generali, anche persone come Lavanda Brown, ancora memore del litigio avuto in settembre, si aprirono a malincuore in un sorriso, quando, ancora inviperita, un mese prima aveva commentato con un soddisfatto: “Ben le sta!”.

“Cos’è questo chiasso?” chiese con disapprovazione la professoressa McGranitt, sbucando fuori dalla Sala Grande.

“Professoressa, Hermione si è svegliata!” urlarono tutti in coro.

La McGranitt rimase immobile, poi fece: “Davvero? Oh, wow! Cioè… ragazzi, smettetela e tornate nei vostri dormitori! Oh Dio, sta bene, grazie al cielo…”

Quando poi i ragazzi seppero il motivo per cui Hermione si era svegliata, rimasero ammaliati.

“Così, si fa… Draco!” esultò Harry, dandogli un amichevole pacca sulla spalla.

“Grazie Harry. Solo che non posso più farle visita, perché il Guaritore ha detto che potrebbe causarle un altro shock! Quindi mi sa che la rivedrò tra un mese” aggiunse, rattristito.

“Dai, Draco, l’importante è che ora sa i tuoi sentimenti e che non li negherai più” lo consolò Ginny, sorridente. 

Per la prima volta Draco le sorrise. “Come se non ti avessi sentita stamattina, quando hai fermato Pansy”.

“Herm è la mia migliore amica! E voglio che sia felice, anche se con te. Ma dopotutto ho cambiato un po’ idea sul tuo conto… Mi hai stupita… E come fai mezzo passo falso…!” aggiunse falsamente minacciosa, facendo ridere tutti.

Ormai le cose si erano quasi risolte, tranne per il fatto che le due ragazze erano ancora intrappolate perennemente nel corpo dell’altra.

 

“Allora, quanto le ci vorrà per guarire completamente?” chiese il signor Granger mentre la moglie piangeva ancora per la gioia.

“Un mese. Dobbiamo accertarci che stia davvero bene, tra un paio di settimane la potremo rispedire a casa. Ha bisogno di riposo. Dopo le vacanze natalizie potrà anche tornare a scuola, con ancora le sembianze della compagna ovviamente”.

“Ma ci sarà un ballo a scuola a  fine mese! Non può parteciparvi?” chiese la madre, contenta che sua figlia fosse guarita ed ora disposta a farle fare tutto quello che avrebbe potuto rischiare di non fare più.

“Penso di sì, se andrà tutto bene” rispose il Guaritore prima di congedarsi.

 

Il giorno dopo, i ragazzi ebbero il permesso di andare a trovare la loro amica; all’improvviso i corridoi del San Mungo parvero più allegri del solito, quasi accettabili, addirittura.

Quando entrarono, vi trovarono una sorpresa. Tiffany era lì, e le due ragazze stavano parlando animatamente. Si bloccarono all’entrata. Poi Hermione li vide. Anche se aveva ancora un colorito pallido e le ombre scure sotto gli occhi, il suo sorriso ripagava il tutto. Anche Tiffany sorrideva.

“Ragazzi! Che bello vedervi…! Venite qui, fatevi abbracciare!” era radiosa.

Uno ad uno, la salutarono e la abbracciarono, facendo qualche commento.

“Vi chiedo una cosa: perdonate Tiffany. Ci siamo chiarite, è tutto ok” disse, scambiando uno sguardo d’intesa con la bionda, che parve molto sollevata.

“Ok, ok, ma mi sa che devi delle scuse anche a me!” dichiarò Pansy.

Tiffany arrossì.

“Certo! Insomma, credevo che fosse chiaro… In questo caso… Scusami Pansy!”

Si strinsero la mano, dopodiché l’atmosfera fu molto più leggera.

“Ho saputo che non posso vedere Draco finché non sarò completamente guarita…” mormorò Hermione poco dopo, dopo essersi raccontati un po’ tutto quello che era successo durante la sua “assenza”.

“Dai, bella addormentata, resisterai, e lo vedrai al ballo, come in tutte le favole…!” sghignazzò Ron, e gli altri annuirono ridendo.

“Sapete, tra due settimane tornerò a casa. Passerò le vacanze lì.” Li informò la riccia.

“Ah! Lo sai, Silente ha spostato il ballo al primo gennaio proprio per te, quindi fai in modo di esserci!” disse Ginny.

“Si, il dottore ha detto che forse posso venirci, ma… Pansy, volevo chiederti una cosa…”

“Dimmi”

“Ti andrebbe di passare le vacanze a casa mia? Sai, potremmo passare un po’ di tempo insieme… Poi andremo insieme al ballo… Sempre se non hai impegni con Robert, ovviamente…”

Pansy rimase sbalordita e sorrise come una bambina. “Certo che mi va!”

“Ok, allora è deciso! Ragazzi, ma aspetto anche una vostra visita ogni tanto…!” aggiunse.

 

Ad Hogwarts il famoso principe che aveva salvato la bella addormentata era nei pressi del lago. Si sentiva più felice che mai. Era libero, si sentiva leggero come una piuma. Pieno solo di amore, che per tanti anni aveva ignorato… “Ma ora posso recuperare…” si disse. Dopotutto, la sua favola era appena iniziata.

 

E un altro capitolo è terminato… Non so se essere soddisfatta o triste perché mi sono affezionata a questa storia… ! Voglio annunciarvi che avevo sbagliato nel precedente capitolo, ora ne mancano due per la fine della storia! Passo subito ai ringraziamenti!

X ladimarie: Hai visto, Herm ce l’ha fatta! Aspetto con ansia un tuo giudizio!

X Gaia: Ecco, ho aggiornato il prima possibile! Mi dispiace prima a me che stia già terminando questa ff, ma tornerò subito appena terminata questa  con un paio di one shot che ho già scritto e una nuova ff di 5- 6 capitoli… Contenta? J Mi dispiace ma non torneranno indietro nel tempo! Grazie mille per la recensione, fammi sapere cosa ne pensi di questo cap!

X malfy: Grazie per i complimenti! Hai visto, non devi più essere dispiaciuta per Tiffany, hanno fatto pace! Fammi sapere cosa ne pensi di questo nuovo cap, e ancora grazie!

X Liuzza: si, Draco è stato dolcissimo! Mi dispiace, ma la risposta l’avrai nel prossimo capitolo! Recensisci anche questo cap, se ti va! Grazie mille.

X Cattiva_Dentro: All’inizio nemmeno io me lo immaginavo così dolce, però poi mi sono abituata! E’ che mi piace vederlo così romantico sotto la sua maschera da duro!in fondo anche lui ha un cuore! Grazie per la recensione!

Terminati i ringraziamenti… Che dire, spero vi piaccia questo capitolo, l’ho scritto con il cuore, mi sentivo felice quando ho scritto il risveglio di Herm! Mi sa che mi sto affezionando troppo… Sigh… Al prossimo capitolo! ^_^ milly92.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Come sorelle ***


cap15

Capitolo quindici- Come sorelle

Natale quell’anno giunse più caldo, come a voler riscaldare i cuori di coloro che avevano sofferto per qualcosa accaduto durante il periodo in cui quel caldo era d’obbligo ma che in realtà non c’era stato, offuscato dal gelo procurato dalla preoccupazione. Per le strade di Londra si vedevano giganteschi alberi di Natale spuntare dai saloni delle graziose villette, adornati con grazia e cura dai rispettivi proprietari. L’atmosfera per strada era allegra, e tutti sembravano volersi più bene. Tra questi c’erano due ragazze diciassettenni, apparentemente diversissime tra loro, ma in realtà accumunate da tante cose… Tra cui amare o aver amato lo stesso ragazzo, o sapere perfettamente come ci si sente nel corpo dell’altra.

Le due ragazze erano nella loro stanza, ridendo e scherzando come due sorelle. Hermione aveva ripreso a camminare da una settimana, e ormai riusciva anche a scendere le scale senza l’aiuto di nessuno. Il suo colorito era ritornato roseo, e le ombre scure sotto gli occhi erano quasi scomparse. Quasi ogni giorno, i loro amici le andavano a trovare, rallegrando le loro giornate con qualche nuova notizia divertente e qualche battuta.

“Ragazzi, sapete che vi dico? Quando tornerò a scuola non mi darò più allo studio in continuazione, privandomi di vivere! Insomma, me la sono vista brutta, e ora voglio godermi tutto quello che ho rischiato di perdere!” Annunciò un’Hermione entusiasta ad un gruppo di amici sbalorditi.

“Pansy, non è che si è scambiata con qualcun altro, tipo Lavanda?” chiese Ron, facendo ridere tutti.

“No, dai. E’ vero, voglio essere davvero felice da oggi in poi. Iniziando dal ballo!” dichiarò la riccia, sorridendo al solo pensiero su cosa l’aspettava quel giorno.

“Così si fa!” rispose Ginny, seduta sulle gambe di Harry.

Poi qualcuno bussò alla porta, era la Signora Granger.

“Scusate, ragazzi! Hermione, c’è questo pacco per te…” disse, consegnando un enorme pacco incartato accuratamente alla figlia. Poi se ne andò, chiudendo delicatamente la porta. Hermione vi trovò vicino un biglietto.

 

“Chi te lo manda?” chiese Harry, curioso. Hermione lesse, poi gli passò il biglietto.

Cara Hermione ,

spero la tua convalescenza prosegua per il meglio. Come avrai saputo, il ballo è stato spostato al 1 gennaio. Spero il regalo ti piaccia, ma soprattutto che ti si utile. Buon Natale.

                                                                                       Albus Silente

Intanto Hermione aveva già scartato il regalo, rivelando un grosso librone rosso, con su la scritta: “Gli enigmi dei sortilegi meno noti: soluzioni”.

Tutti assunsero un’aria un po’ astia vedendo il volume, e Pansy chiese: “Non lo leggerai, vero?”

Hermione parve turbata.

“Non lo so… Secondo me vuole dirmi qualcosa… Sapete com’è, Silente!”

Visto che tutti non la smettevano di guardarla, aggiunse: “Ma non lo leggerò per il momento, state tranquilli!” e gli altri sospirarono, sollevati.

Tra gli altri regali, Hermione ne aveva ricevuto uno anche da parte di Draco: insieme alla foto dove c’erano loro due che il ragazzo aveva trasformato con l’incantesimo “Specialis Revelio!”, c’era una collana di diamanti rosa e bianco con degli orecchini identici e una rosa rossa. Lei invece gli aveva regalato un dvd babbano, “I passi dell’amore” (dato che Draco non aveva un lettore dvd era un pretesto per farlo venire a casa sua e vederlo insieme) che assomigliava tremendamente alla loro storia, e un maglione dei BlackWiz, il gruppo preferito del ragazzo.

 

Mano a mano arrivò la fine di dicembre. Hermione e Pansy li trascorrevano in compagnia delle tecnologie babbane che Pansy non conosceva (era rimasta ammaliata dalla tv, la piastra per capelli e dei film), cucinando qualche dolce natalizio e imbrattando la cucina, e andando anche a fare qualche giro nel parco vicino la casa di Hermione, che era praticamente guarita al 100% anche se con qualche difficoltà. L’ultimo dell’anno cenarono con le pietanze della signora Granger, che era una buona cuoca, poi salirono nella loro camera ad aspettare le undici e mezzo, quando sarebbero giunti anche Harry e gli altri, compresi Robert e Lola.

Mentre erano nella loro stanza, lo sguardo di Hermione fu rapito dal libro di Silente sulla mensola. Improvvisamente curiosa, lo prese tra le mani, ignorando le proteste di Pansy. Guardò l’indice. Tra tante voci, una la colpì.

“Il mistero di sempre: lo Scambius Corporis. C’è chi giura che è solo una fandonia. Pag. 422”.

Con il cuore in gola, iniziò a sfogliare freneticamente le pagine, chiamando Pansy la quale subito accorse. Pag. 422. Dopo il titolo seguiva un grosso articolo scritto in modo minuscolo.

“Herm, forse…”

“Pansy, non so…”.

Ma il loro discorso fu interrotto dall’orologio da polso di Hermione, che iniziò a suonare come una sveglia.

“Cos’è?” chiese Pansy, distraendosi momentaneamente dal libro.

La ragazza fece spallucce, spegnendolo.

“Niente, Pansy, è solo che in questo momento ci saremmo dovute trasformare di corpi… Misi la sveglia la notte stessa della…”

Ma le sue parole furono soffocate da un improvviso vortice. L’aria intorno a loro si raggelò, la stanza iniziò a muoversi… Una lampada cadde per terra…

“Ahahaaaaaah!” urlarono, ritrovandosi per terra.

Alzandosi,la vista di  Pansy fu oscurata da un’enorme massa lucente di capelli scuri e lisci che le ricaddero davanti agli occhi…

Hermione si ritrovò davanti allo specchio e vide se stessa, la sua vera se stessa, restituirle lo sguardo.

Si voltarono, guardandosi. Poi rimasero immobili prima di ricominciare ad urlare, ma per la contentezza.

Impossibile, ma ognuno era ritornata nel proprio corpo.

 I signori Granger accorsero, spaventati, e rimasero sbalorditi nel vedere che le due ragazze si abbracciavano, saltellando felici.

“Cosa è successo?” chiesero in coro, guardando Pansy.

“No, mamma. Hermione sono io!” esclamò la ragazza con le sembianze della figlia.

I due erano semplicemente scioccati.

“Cosa? Ma lo scambio di corpi…” disse la Signora Granger, confusa.

“Mamma, abbiamo riavuto i nostri corpi!”

 

Dopo aver festeggiato abbastanza, le due ragazze presero a leggere l’articolo e rimasero sorprese da un pezzo di esso:

Questo incantesimo fu inventato dal Mago Gered nel 1654, che moriva dalla voglia di trovarsi nei panni del conte più ricco e famoso del momento, il conte George VI. Così, dopo tanta fatica, riuscì nel suo intento e fece in modo di ritornare nel proprio corpo dopo cinque mesi, data in cui doveva andare ad un importante congresso di Magia Oscura e non poteva mancarvi. Ma per impedire che il conte raccontasse in giro l’accaduto, inventò il fatto che se avesse aperto bocca sarebbe rimasto intrappolato per sempre nel suo corpo. Dopo cinque mesi tutto tornò normale, ma da quel momento si diffuse la voce che nel caso qualcuno avesse parlato i due soggetti sarebbero rimasti per sempre intrappolati nel corpo del’altro. Ma sono solo sciocchezze secondo recenti studi, infatti le figlie del Mago Isaach praticarono questo incantesimo nel 1976 dopo un litigio e non resistettero e raccontarono la storia ai loro genitori e dopo cinque mesi esatti sono tornate nel rispettivo corpo…

Dopo aver letto le due ragazze non sapevano se ridere o piangere.

“Insomma! Ci siamo preoccupate per nulla… E il bello è che anche i guaritori, Madama Chips, Silente erano convinti che saremmo rimaste per sempre intrappolate…!” disse Hermione, posando il libro sullo scaffale.

“Non so proprio che dire…! Ma ora ho di nuovo i miei capelli… scusami, Herm, ma i tuoi sono difficilissimi da gestire… Lo sai che la prima volta che li lavai usai la crema di Ginny invece che la tua e si colorarono di rosso?!” raccontò Pansy, un pò malinconica.

“Davvero?”

E rimasero a parlare finché non arrivarono i ragazzi alle undici e mezzo.

“Robert!” esclamò Pansy, saltandogli addosso e baciandolo non appena il ragazzo varcò la porta della stanza. Tutti rimasero sbalorditi.

Robert subito si staccò.

“Hermione, ma sei impazzita?!” esclamò, guardando Hermione con aria di scusa.

Le due ragazze scoppiarono in una fragorosa risata.

“Amore, Pansy sono io!” esclamò.

Tutti rimasero confusi, poi le due dissero: “ Ci siamo riscambiate di corpo! Era tutta una sciocchezza!”.

Ci volle un pò prima che tutti ci credessero,dopo aver letto l’articolo e arrivò la mezzanotte.

Fuori dalla camera di Hermione iniziò uno spettacolo pirotecnico, fatto di fuochi d’artificio di mille colori. Ginny, Ron e Pansy non li avevano mai visti e ne rimasero ammaliati.

“Esprimete un desiderio” disse Hermione.

Solo all’una i fuochi scomparirono  completamente.

“Cosa hai espresso?” chiese Hermione a Pansy quella sera, quando andarono a dormire.

“Beh, sarò matta ma… Ho espresso di rimanere tua amica anche se questa storia è finita…”

“Anche io! Oltre al fatto che domani al ballo filerà tutto liscio, ovviamente” aggiunse Hermione con una mezza risata, abbracciando l’amica.

“Non ti preoccupare, andrà per il meglio. Ma ti rendi conto? Siamo state per cinque mesi nel corpo dell’altra… Prima ci odiavamo, senza nemmeno un perchè, invece ora siamo maturate… Siamo amiche…” disse Pansy, con gli occhi lucidi.

“Per me ormai sei come una sorella” dichiarò Hermione.

“Anche tu… Sorellina!” rispose Pansy, sorridendo come nessuno l’aveva mai vista sorridere.

Ecco il penultimo capitolo… Cosa ne pensate? Sono stata un po’ cattiva, dal titolo del capitolo non si capisce che ritornano nel corpo dell’altra, volevo lasciare un po’ di suspance… Vi è piaciuta la storia del mago Gered? Comunque, passo ai ringraziamenti:

X Malfy: Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente! Grazie per la recensione (purtroppo solitaria, sigh!), fammi sapere cosa ne pensi di questo se ti va! Ancora grazie infinitamente!

Inoltre ringrazio coloro che hanno letto e che hanno inserito questa fic tra i preferiti. Cosa dire… Recensiteeee Pleaseeee!!!!!!!! ^_^ al prossimo capitolo che, ahimè, sarà l’ultimo! Kiss, milly92.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Il ballo ***


capitolo sedici

Signori e signori, ecco a voi l’ultimo capitolo! Vi aspetto a fine capitolo per proporvi una mia idea… Buona lettura!

Capitolo sedici- Il ballo

La notizia dello Scambio di Corpi riuscito tra Hermione e Pansy fece il giro tra gli studenti di Hogwarts in meno dodici ore, grazie a Robert e Ginny che si diedero alla pazza gioia raccontandolo in lungo e in largo. Ovviamente, la notizia giunse anche a Draco, che rimase colpito ed entusiasta allo stesso momento.

Hermione e Pansy si sarebbero preparate insieme e poi si sarebbero materializzate appena fuori i cancelli di Hogwarts dato che nella scuola non ci si poteva Materializzare.

Il ballo sarebbe iniziato alle otto nella Sala Grande, e alle cinque già iniziarono a prepararsi.

Pansy arricciò i suoi capelli e li legò in una mezzacoda con un fermaglio intonato con il suo vestito bianco e azzurro, mentre Hermione li lisciò esattamente come tre anni prima, ma li rimase sciolti, decorandoli solo con un fermaglio fatto di strass bianchi. Poi indossò i gioielli che le aveva regalato Draco per Natale, che andavano perfetti con il colore dell’abito. Invece Pansy indossò un collier di diamanti azzurri con degli orecchini abbinati. Si truccarono in modo leggero, erano già bellissime così.

Emozionate, si smaterializzarono fuori la scuola e un mago vestito elegantemente le aprì il cancello, sorridendo. Mano a mano che raggiungevano l’ingresso i loro cuori aumentavano sempre di più i loro battiti, specialmente quello di Hermione che avrebbe rivisto il suo amato dopo un mese.

Ma era anche preoccupata: e se Draco si fosse vergognato di avvicinarsi a lei davanti a tutta la scuola? Decise di non pensarci.

Quando arrivarono nella Sala d’Ingresso subito notarono i cambiamenti e le decorazioni natalizie, tra cui c’era il vischio.

Tirarono un lungo sospiro appena videro la porta della Sala Grande, e si avviarono verso la soglia, emozionate più che mai.

Sembrava che già tutta la scuola stesse lì ad aspettarle. I loro occhi furono rapiti da un mare colorato di abiti colorati diversi tra loro, brillantinati, fatti di paillettes … sembrava di essere ad una sfilata, gli occhi di tutti puntati su loro due mentre avanzavano.

Scorsero Ginny, mano nella mano con Harry, radiosa nel suo vestito oro, e una Lola sorridente con indosso un vestito fuxia e abbracciata a Ron, che almeno in quell’occasione era vestito decentemente.

Ma erano sovrastate da uno striscione con i coloro di Grifondoro e Serpeverde fusi, con la scritta: “Bentornate nei vostri corpi”.

Emozionata, Pansy vide Robert avanzare verso di lei e porgerle il braccio- la McGranitt sorrideva!-, andandosene subito in mezzo agli altri con lui.

Hermione rimase lì, ansiosa, gli occhi di tutti puntati su di lei. Dopo qualche gravoso secondo di attesa, Hermione lo vide.

Bellissimo nel suo completo nero, Draco Malfoy le si avvicinò e, con una calma estenuante, le fece il baciamano. La ragazza arrossì, non le sembrava vero! Era un sogno!

Dopodiché l’attenzione di tutti parve calare e gli studenti tornarono a parlare tra loro.

Hermione incrociò lo sguardo di Silente, indecifrabile, poi tornò ad occuparsi del suo cavaliere, che la guardava ipnotizzato.

“Sei bellissima…” sussurrò, passandole una mano sulla guancia, accarezzandola.

“Oh, grazie. Ma è tutto merito tuo” rispose Hermione, sollevata che le cose stessero andando per il meglio.

“Comunque volevo chiederti scusa… per tutto. Per questi sei anni d’inferno che ti ho fatto passare, per il modo in cui ti ho mentito…”

Deciso a chiarirsi una volta per tutte, Draco prese Hermione per mano e la trascinò in una terrazza appena fuori la Sala Grande, che sembrava essere stata costruita per l’occasione.

Si affacciava sul parco di Hogwarts, pieno di fate e luci per l’occasione, e si vedeva tutta Hogsmeade.

C’era un cielo stellato, limpido, senza nemmeno una nuvola.

“E’ bellissimo, qui!” esclamò Hermione, senza fiato.

“Si” convenne Draco, poi si decise a continuare. “Beh, dicevo… Scusami. Da oggi inizia una nuova vita”

Si sorrisero, ed Hermione annuì.

Draco continuò ad accarezzarle il volto, e le alzò il mento con la mano, in modo da fissarla negli occhi.

“Detto questo… Vuoi diventare la mia ragazza?” chiese infine, avvicinandola a sé.

La ragazza non era dentro di sé per la gioia. Represse a stento un saltello, e disse un sonoro: “Si!”, che fece gioire Draco.

“Ti amo Hermione, più della mia stessa vita, davvero. Senza di te non sarebbe tutto così fantastico” disse, con una voce calda e suadente.

“Anche io ti amo Draco” annunciò Hermione.

Si guardarono negli occhi per parecchi istanti, poi Draco la afferrò per la vita e la strinse a sé. Erano quasi naso contro naso.

Senza voler attendere di più, la baciò. Hermione provò un forte brivido, peggio del loro primo bacio, e gli mise una mano dietro la nuca, come se avesse avuto paura che se ne potesse andare un’altra volta.

Rimasero così per parecchi minuti, poi, dopo che sembrò passare un’eternità, il ragazzo chiese: “Allora, andiamo a ballare?”

“Ok…”

Mano nella mano ritornarono nella Sala Grande, sotto gli occhi di tutti che guardavano quella scena curiosi.

Le danze non erano ancora iniziate, e i due furono raggiunti dai loro amici, che sorridevano furbi.

“Hermione, sei stupenda!” esclamò Lola, squadrandola da capo a piedi.

“Grazie, anche tu stai benissimo, Lola!”

“Herm, sei magnifica!” disse Harry. Ginny fece finta di essere offesa.

“Ah, è così? A me hai detto solo che ero eccezionale… sono gelosa!”

“Dai, Ginny, sei favolosa!” disse Hermione, ridendo.

Ma lo sguardo della ragazza fu rapito da Tiffany: era tutta sola, seduta su una delle tante sedie vuote, con le gambe incrociate e con l’aria triste. Notò che stava guardando Neville, il quale stava parlando con Calì.

A stento rispose a Ron che chiese se stava con Draco e le si avvicinò.

Tiffany era molto bella, con indosso un vestito bianco merlettato e una fantasia dorata sull’orlo dell’abito.

“Ciao” la salutò, sedendosi vicino a lei.

Tiffany la guardò.

“Oh, ciao Hermione” disse, con una voce triste.

“Come va?”

“Malissimo. Ti ricordi cosa ti dissi su Neville quando ti venni a trovare?”

“Si”

“Ancora non mi perdona. Eppure sei guarita…!”.

Hermione le sorrise, compassionevole. Sapeva come si sentiva, così raggiunse Neville…

 

Quando si aprirono le danze, Pansy e Robert incitarono tutti gli altri a raggiungerli, così che iniziarono a ballare tra un sorriso e l’altro.

“Certo che non sei male a ballare…” dichiarò Hermione mentre ballava con il suo ragazzo, che le teneva abilmente le mani attorno la vita e la faceva volteggiare abilmente ogni tanto. Lui sorrise.

“Deve ancora esistere qualcosa in cui non sono male, Hermione...” rispose, per poi chinarsi a baciarla.

 

Pochi metri più in là Tiffany e Neville ballavano.

“Neville, non sai quanto ci tengo a te…!” rivelò Tiffany, mettendo la testa sulla sua spalla.

Neville a stento riuscì a parlare, nessuna ragazza gli aveva mai detto qualcosa del genere…

“Non sai quanto è stato duro starti lontano, Tiffany” rispose, guardandola negli occhi.

Radiosa, Tiffany non ce la fece più ad aspettare. Il momento tanto atteso era arrivato, e se Neville era tanto timido, beh, toccava a lei fare il primo passo. Rispose al suo sguardo e piegò il capo, baciandolo… Inutile dire come si sentì Neville…!

 

Vicino a loro ballavano Harry e Ginny.

“Harry, ricordi questa canzone..?” chiese Ginny, malinconica.

“Certo… Come potrei dimenticarla? Il nostro primo bacio…” rispose lui, cercando di non calpestarle i piedi.

Non si accorsero che vicino a loro c’erano Dean e Lavanda; il ragazzo guardava quella scena invidioso….

 

“Ron, vedo che le mie esercitazioni di ballo sono servite!” sghignazzò Lola.

“Dai, tesoro, non si può pretendere tutto dalla vita! Non solo il tuo ragazzo è un asso del Quidditch e popolare, pretendi che sia anche un ottimo ballerino…?” chiese Ron, sorridendole.

 

“Pansy, volevo chiederti una cosa….” Iniziò Robert, attirando l’attenzione della ragazza.

“Dimmi”

“So che non hai ancora terminato gli studi, che… Insomma, Vitious andrà in pensione l’anno prossimo ed ho avuto il suo posto. Così volevo chiederti se… Se ti andrebbe di sposarmi”. Disse quest’ultima frase guardandola dritto negli occhi.

Pansy era rimasta immobile. Di nuovo? Sapeva cosa rispondere.

“Senti Rob, questa cosa già mi è capitata con Draco. Ho accettato ma non sapevo a cosa andavo incontro… Ora ho capito cosa vuol dire. Insomma, siamo giovani! Rob, io ti amo, ma voglio anche godermi la gioventù…”

Stranamente Robert sorrise.

“Bene… Va benissimo Pansy, ci penseremo più in là, hai ragione. Pensiamo a divertirci!” e la baciò dolcemente.

 

Verso le undici Hermione e Pansy si incontrarono sulla terrazza dove poche ore prima Draco aveva condotto Draco. Si sorrisero.

“Sorellina! Come mai qui?” chiese Pansy.

“Potrei farti la stessa domanda… No, è che in realtà stavo pensando a tutto questo. Può sembrare tutto un colpo di sfiga ma pensandoci bene, se tutta questa storia non avesse avuto inizio ora non sarei così felice.”

Pansy annuì.

“Infatti. Non saremmo maturate… Lo sai Rob mi ha chiesto se volevo sposarlo ed io gli ho risposto che è ancora presto.”

“Brava, è la cosa migliore. Se non fosse successo… Insomma, tu di sicuro staresti ancora con Draco, ed io sarei ancora single, non lo conoscerei per com’è davvero…” disse Hermione, guardando il paesaggio sottostante.

“Si” convenne Pansy, “ Ma soprattutto non saremmo così legate. Te l’ho già detto, ma non lo smetterò mai di dire”

Si abbracciarono. “Promettiamoci che rimarremo amiche per sempre” disse Hermione.

“Si. Per sempre” rispose Pansy.  Dopodiché tornarono nella Sala Grande dai loro ragazzi e amici, continuando a divertirsi.

                              FINE (Anzi, questo è solo l’inizio…!)

__________________________________________________________________________________

E così siamo giunti alla fine… T_T

Cosa ne pensate?

Passo ai ringraziamenti:

X Litosfera: Sono contenta che ti sia piaciuta! Fammi sapere se ti è piaciuto questo capitolo se ti va! Grazie!

X Gufo: Grazie per aver inserito questa storia tra i preferiti e per i complimenti… Anche io ti adoro ^_^

X Liuzza: Eh si era tutto falso… Di la verità, solo a me possono venire in mente queste idee strampalate…! XD Ecco l’ultimo capitolo, spero ti piaccia e di non deluderti… Fammi sapere cosa ne pensi… Ancora Grazie!

Grazie a tutti coloro che hanno letto, che hanno inserito questa storia tra i preferiti e a Gemellina Dolly per avermi inserito tra i suoi autori preferiti. Grazieeeee!

Terminati i ringraziamenti, volevo dirvi che ho avuto una piccola ideuzza: cosa ne dite se inserisco anche l’epilogo? Ho già una mezza idea… Che dite allora, lo scrivo? Fatemi sapere, nel frattempo non scrivo che questa fic  è completa, ok?  Aspettando un vostro parere… la vostra milly92.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Epilogo- Un anno dopo ***


epilogo

Come proposto e richiesto, ecco l’epilogo!

Spero vi piaccia…

Epilogo- Un anno dopo

L’estate quell’anno giunse prima del solito, rendendo molto difficile studiare per i ragazzi del settimo anno che dovevano studiare sodo per affrontare i M.A.G.O. Ma tuttavia ce la fecero, ed ottenendo anche buoni risultati…

Una volta terminati gli esami, Hermione, Pansy e i loro amici ebbero davanti a sé tutta l’estate per divertirsi e sprecare l’energia repressa.

“No, Ron, sei un idiota, non devi mettere i palloncini! Compie diciotto anni, non tre, e poi è una festa a sorpresa! Sai che vuol dire? Che se vede i palloncini spuntare dall’entrata subito capisce…” sbottò Ginny, sbuffando contro suo fratello che aveva commesso il terribile errore di sforzarsi di essere carino.

Ron la guardò torvo. “Ma come sei simpatica! Come se non sapessi che sei arrabbiata perché volevi andare a cena da solo con lui invece che fare questa piccola festicciola con i nostri amici..!” esclamò con aria furba, mentre la sorella per un pelo non rovesciava a terra tutti i piatti.

“Ed avrei torto? Insomma, oggi è un anno che stiamo insieme! E poi dammi una mano, lo sai che non sono ancora maggiorenne…”

“Lo sarai tra un po’… Sai, è istruttivo fare le cose alla Babbana, me lo dicevano sempre Fred e George!” sghignazzò il rosso, contento del privilegio ancora negato alla sorella minore, la quale sembrava sul punto di scagliargli addosso tutto ciò che le capitasse a tiro.

Fortunatamente la loro lite fu repressa grazie a Lola, Neville e Tiffany che giunsero per aiutarli ad organizzare la festa a sorpresa ad Harry, che quella sera sarebbe andato alla Tana con lo scopo di portare Ginny a cena fuori per il loro anniversario, ma in realtà si sarebbe  imbattuto nella festa. Ma sarebbe stata diversa rispetto a quella dell’anno precedente; ci sarebbero stato solo gli amici più intimi e, sperando, nessuno scambio di corpi.

Alle sette era già tutto pronto, e i ragazzi si andarono a preparare per la festa.

“Allora, mancano solo Pansy, Robert, Hermione e Draco” contò Lola, molto carina nel suo miniabito bianco e rosa. Ron non le staccava gli occhi di dosso.

“Ho qualcosa che non va?” chiese la ragazza preoccupata.

Ron scosse il capo.

“No, certo che no…! Sei favolosa, come sempre” rispose, e fece per avvicinarsi quando passò la signora Weasley, minacciosa.

“Ron, io e tuo padre allora usciamo. Mi raccomando, fate i bravi e comportatevi bene…” si raccomandò.

“Certo mamma, certo” rispose Ron, contento di togliersela dai piedi.

Appena i Signori Weasley uscirono, arrivarono Pansy e Robert.

“Salve gente!” li salutò allegri la ragazza, scambiando un bacio frettoloso con le amiche.

“E’ qui la festa?” chiese ironico Robert.

“Si, almeno fino a quando Hermione e Draco si decideranno a venire…” rispose tetro Ron.

Neville rise, accompagnato da Tiffany. Invece Pansy parve preoccupata.

“Da quel che so, Hermione sarebbe dovuta andare a prendere il thé a casa di Draco, per conoscere i genitori…” disse, e Robert annuì.

I Weasley  si rabbuiarono.

“Sicuro che è ancora viva, allora? Lucius Malfoy è sempre pieno di sorprese, non si sa mai…!” disse Ginny, sperando di alleviare l’atmosfera. 

Ma la risposta le venne dal’entrata del giardino, da cui provenivano una serie di voci allegre e risate.

“Non ci posso credere, amore…”

“A chi lo dici…”

Appena videro gli amici, Hermione e Draco li salutarono affettuosamente.

“Stavamo giusto parlando di te, Herm! Allora sei viva! Sai, pensavamo che Lucius…” iniziò Ginny, ma fu sovrastata dalle risate dei due piccioncini.

“Si può sapere cosa è successo?” chiese Tiffany.

“Oh, ragazzi, non potete capire… Sto simpatica a Narcissa…!” rivelò la riccia, facendo rimanere tutti con la bocca aperta.

“Si” confermò Draco, “Hanno iniziato a parlare e hanno scoperto  di avere tante cose in comune! Addirittura mamma in gran segreto leggeva le opere di una famosa scrittrice Babbana… Chi era, tesoro?”

“Oh, Jane Austen” rispose la ragazza, ancora sorridente.

“Ma davvero?” chiesero Lola e Ginny all’unisono.

“Si si” rispose Hermione, mentre Draco la abbracciava a sé.

“E Lucius?” chiese Neville interessato.

“Oh, niente di che. Mi ha salutata, mi ha fatto qualche domanda, poi è uscito…” lo informò Hermione, facendo spallucce.

Evidentemente Narcissa Malfoy aveva conquistato un po’ di potere su suo marito…

Ma la conversazione fu troncata da un sonoro crac. Evidentemente Harry si era appena smaterializzato fuori al giardino. Silenziosamente, spensero le luci con la bacchetta e si nascosero dietro ai tavoli, attendendo.

Dopo qualche secondo si udì la voce di Harry. “Buonasera! Ma cosa…?”

Subito riaccesero le luci ed urlarono un sonoro: “Sorpresa!” uscendo da dietro i tavolini.

Harry era rimasto a bocca aperta, poi sorrise.

“Ragazzi, ma cosa… Non dovevate disturbarvi…!” disse, mentre  Ginny gli saltava addosso.

“Dai, Harry, ormai il trentuno luglio è una data importante” disse Neville saggiamente.

“Si, si, e bisogna festeggiare! Ogni trentuno luglio e trentuno dicembre!” esclamò Tiffany, sorridente, mentre gli porgeva il regalo e gli dava gli auguri.

“Giusto!” disse Hermione. “Il trentuno dicembre tutti a casa mia, si fa un bel party… Insomma, sono bei ricordi!”

Come ormai succedeva raramente, Draco ghignò. “Oh, certo tesoro, tra un po’ verranno segnati anche in rosso sul calendario, stanne pur certa…!” disse ironico, facendo ridere tutti.

 La festa proseguì allegra e spensierata. Alle dieci e mezza Pansy ed Hermione si guardarono. “Un anno fa a quest’ora…” dissero, per poi ridere.

“Allora ragazzi, voi cosa volete fare ora che avete finito la scuola?” chiese Lola interessata, essendo la più piccola del gruppo.

“Io ed Harry andremo a lavorare al Ministero come Auror di sicuro, vero?” chiese Ron per conferma al suo migliore amico, che annuì.

“Oh, anche io verrò al Ministero” li informò Draco,  “Ma penso che andrò in qualche altro reparto, non so ancora quale. Hermione mi sta dando una mano…”

“Infatti” convenne la ragazza “Ma sapete, non sappiamo ancora dove fare domanda… Anche io vorrei lavorare lì ma non so se ho i requisiti giusti…!” aggiunse preoccupata.

“Oh, certo, con tutti “Eccezionale” ai tuoi M.A.G.O., di certo non ti prenderanno” ribattè Neville sarcastico.

Gli esami erano andati abbastanza bene per tutti, ognuno aveva preso voti tra “Oltre ogni previsione” ed “Eccezionale”, anche Neville, al quale sembrava che la presenza di Tiffany al suo fianco gli facesse bene. Ovviamente Hermione, dopo aver trascurato un po’ lo studio, il che voleva dire che stava in biblioteca solo dalle sei alle otto ogni giorno ed ogni tanto solo dalle nove alle undici in sala comune a studiare, appena iniziò aprile si lasciò prendere la mano ed iniziò a studiare peggio di prima, guadagnandosi così il massimo dei voti in tutto. Anzi, prese anche la lode in Trasfigurazione e Aritmanzia. E, miracolosamente, coinvolse anche Pansy nello studio…!

Verso le undici e mezza, Draco e Robert si allontanarono con una scusa e al loro ritorno…

“Hermioneeeeeee!!!!”

“Pansyyyyyyyyyy!”

“Ragazziiiiiiiiiiii!”

“Aiutoooooooo!”

Tutti si precipitarono dal luogo dove provenivano le urla, ovvero il retro del giardino.

Vi trovarono i due con un’aria sconvolta, con le bacchette in mano che si guardavano terrorizzati.

“Cosa è successo?!” chiesero tutti in coro, poi Hermione e Pansy si avvicinarono ai loro ragazzi.

“Oh Dio, Robert, ma come sono stretti i tuoi pantaloni…!” disse Robert, guardando Draco.

Le due ragazze si guardarono e poi…

“Aaaaaaaaaaahhhhhhhh!” urlarono.

Gli altri sembravano scioccati come loro. Non poteva essere successo di nuovo…

“Ragazzi, ma dico io, non avete imparato niente dall’esperienza delle vostre ragazze?” chiese Harry con tono severo.

“Non è colpa mia se Draco è un idiota!” disse Draco, accennando a Robert.

“Oh, basta! No, non ci voglio credere… non può essere successo…” disse Pansy debolmente, passandosi una mano sulla fronte.

 “Insomma, vi siete scambiati di corpo…! Ma dico io…!” sbottò Hermione.

Draco e Robert si guardarono.

“Ma è per una giusta causa che abbiamo commesso quest’errore…” dissero.

“Cioè?” chiese Tiffany.

I due si guardarono, poi…

“E’ tutto uno scherzo…!” esclamarono, ridendo e battendo il cinque.

Pansy ed Hermione gli saltarono addosso.

“Ma siete idioti!”

“Dai amore, era solo uno scherzo, calma!”

… E così anche il diciottesimo compleanno di Harry passò, più o meno sereno. Ma l’importante ormai, era stare insieme e divertirsi. Erano giovani e intelligenti, alle prese con il futuro… si il futuro. Quello che sarebbe stato lo avrebbero accettato, sempre cercando di ottenere il massimo… Tra uno scambio di corpi e l’altro! Si, perché a volte quelli che sembrano degli imprevisti malevoli poi diventano delle occasioni per crescere ed imparare. E noi li abbiamo degli esempi, no? Due nomi, Hermione e Pansy, due cuori… E un’unica voglia di vivere la vita con accanto le persone che amano e a cui vogliono bene.

                                                                 The end

E così è finita, e questa volta per davvero! Non sapete quanto mi dispiace, mi ero così affezionata! Forse ora la posso comprendere la nostra mitica mamma Row quando ha terminato il settimo libro… XD.

Allora, che ne pensate? Vi è piaciuto l’epilogo? Fatemi sapere!

Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita capitolo dopo capitolo, leggendo, recensendo, inserendo questa storia tra i preferiti e addirittura me tra i loro autori preferiti… Un grazie di cuore a tutti! Scusate ma non posso ringraziarvi uno ad uno perché non ho molto tempo, spero capirete! Grazie, grazieeee!

Volevo dirvi che al massimo all’inizio della settimana prossima pubblicherò una one- shot che ho scritto prima di questa ff e che solo ora mi sono decisa a pubblicare, devo solo riguardarla un po’. Curiosi? Non so se vi interessa, ma vi dico il titolo: “Dalla sfera della professoressa Cooman”.

Inoltre appena avrò un pò di tempo (scusate, ma ho ancora una decina di versioni di latino e  greco da fare… L) ma ormai penso tra massimo una settimana, pubblicherò l’inizio di una mia nuova long fic dal titolo “Miss Hogwarts” di cui ho scritto solo un capitolo per il momento e un pezzo di un capitolo più avanti, tipo il quinto o il sesto. Eppure la storia non è come sembra dal titolo… Poi vedrete!

 Infine vorrei pubblicare qualche one- shot su Ron/Hermione che devo ancora scrivere in attesa di altre ispirazioni…

Sperando di non avervi annoiato, vi saluto! Ma prima, pleaseeee, recensite questo epilogo, fatemi questo piccolo regalino! Grazie mille!    

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=148898