Scambio di corpi di milly92 (/viewuser.php?uid=28249)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alla festa di Harry ***
Capitolo 2: *** Lo scambio di corpi ***
Capitolo 3: *** L'incatesimo ***
Capitolo 4: *** Una vita nuova con sorprese e sbagli ***
Capitolo 5: *** Rimpianti, momenti romantici e lotte ***
Capitolo 6: *** Ritorno a scuola: prefetto figo e futura sposa secchiona ***
Capitolo 7: *** La minaccia ***
Capitolo 8: *** Il segreto svelato ***
Capitolo 9: *** Non ci posso credere ***
Capitolo 10: *** Cosa provi per me? ***
Capitolo 11: *** Ad Hogsmeade ***
Capitolo 12: *** Litigi e brutte nitizie ***
Capitolo 13: *** Le scuse ***
Capitolo 14: *** La bella addormentata si risveglia ***
Capitolo 15: *** Come sorelle ***
Capitolo 16: *** Il ballo ***
Capitolo 17: *** Epilogo- Un anno dopo ***
Capitolo 1 *** Alla festa di Harry ***
capitolo uno
Capitolo uno- Alla festa
Nel giardino della Tana c’era un gran
chiasso: Harry Potter stava festeggiando i suoi diciassette anni. Voci, luci,
dolci, palloncini e tanto altro ancora irrompeva nella normale quiete della
Tana, anche a causa dei numerosi invitati.
Erano tutti i compagni di scuola del ragazzo, che in più avevano portato
vari amici a loro volta. Le note dell’ultima canzone delle Sorelle Stravagarie
si dileguava per tutto il giardino, accompagnando le conversazioni degli invitati. Erano le nove e la festa era
appena iniziata, quindi era un po’ troppo poco movimentata. Ma non c’era
bisogno del caos: l’importante era essere alla festa più bella dell’anno. Con
una certa ansia, il festeggiato era vicino il tavolo delle bibite con il suo
migliore amico Ron Weasley; il fatto era che la sua amata Ginny, che voleva
conquistare approfittando della festa, non era ancora scesa insieme ad
Hermione. Ma cercò di nascondere la sua
ansia all’amico, ovviamente senza successo. ”Harry, che c’è? Hai una faccia,
non sembra proprio il tuo compleanno….” Harry, che si stava guardando intorno
in cerca della ragazza, ascoltò a stento l’amico. ”Eh? No, no, è che sono
ansioso, ehm… Questa è la mia prima festa di compleanno e conosco solo la metà
degli invitati!” “Beh, l’idea di dire agli invitati di portare altra gente è
stata di Ginny…” “Davvero?” chiese Harry, all’improvviso contento: se era stata
un’idea di Ginny, beh…. Allora era perfetta! Vicino a loro si c’era Dean
Thomas, che, come il festeggiato, si guardava continuamente intorno,
sicuramente in cerca della sua ex ragazza, Ginny, sperando in una
riconciliazione. Questo fece capire ad Harry che doveva darsi una mossa: Ginny
sarebbe stata sua. Intanto, Luna Lovegood, che era appena arrivata, gli si
avvicinò. “Ciao, Harry! Buon compleanno!” disse, e gli porse un pacchetto verde
smeraldo. “Ciao, Luna! Grazie, non dovevi!” Luna gli sorrise e, da dietro di
lei, avanzò una ragazza molto bella, alta quasi quanto lui, con lunghi capelli
dorati e mossi e dei grandi occhi blu. “Questa è mia cugina Tiffany, è del
sesto anno di Grifondoro” disse Luna, e i due si presentarono. Dopodiché si
allontanarono, raggiungendo gli altri.
Qualche piano più su, la tanto amata Ginny
con la sua cara amica Hermione era nella sua stanza, guardandosi allo specchio
per l’ennesima volta. Era convinta che il suo vestito bianco e rosso non le
andasse bene, e che i lunghi capelli rossi non stessero bene alzati con due
mollettine. Sbuffò. “Piantala, Ginny, stai benissimo! Lo stenderai, stai pur
sicura!” le disse Hermione, che indossava un abito rosa sgargiante lungo appena
sopra il ginocchio in tinta con le unghie. “Non è vero! Scommetto che sta
facendo lo stupido con qualcuna carina… ma lo sai che deve venire anche Tiffany
Strong, una delle più belle del mio anno? La doveva portare Luna!” “E allora? Ginny, tu sei una delle più belle
del tuo anno, anzi, se non la più bella in assoluto!” Le ricordò Hermione, con
un tono un po’ troppo amaro. Il fatto è che lei era la più brava, ma
ultimamente avrebbe preferito avere un titolo più da miss che da sapientona. E
odiava quando Ginny faceva la finta insicura. “Ok” accettò
quest’ultima, “Ma se non mi pensa…
gliela farò vedere io, farò la scema con…”
“Dean?” propose Hermione. “E’ già
qui, l’ho appena visto dalla finestra.” “Nooo! Con Dean no! Poi chissà che pensa… “ “Perché,
Ginny, se fai la scema con qualcun altro che pensa?” ribattè Hermione, e le
fece cenno di scendere. Decisa, la rossa si guardò un’ultima volta allo
specchio, si aggiustò i capelli sulle spalle, sorrise alla sua immagine
riflessa nello specchio e, dopo essersi aggiustata il lucidalabbra perlato che
Fred e George le avevano regalato in occasione dello scorso compleanno insieme ad altri trucchi
per il viso, uscì dalla stanza e si avviò verso la gloria che l’attendeva a
qualche piano di distanza.
Harry stava parlando con Neville di Quidditch quando la sua amata irrompette
nella festa con passo elegante e iniziando a salutare tutti i suoi conoscenti,
come una famosa cantante. “Harry, hai visto l’ultima partita del Puddlemare
United? Baston è diventato ancora più bravo…” disse Neville, concitato. Ma
Harry non lo aveva per niente ascoltato: aveva appena avvistato una
capigliatura rosso fiammante decorata con alcune mollettine. “Si, Neville, infatti…
Ora devo andare, mi stanno chiamando…” inventò, e se ne andò, lasciandolo da
solo. Sorpassò un gruppetto di Tassorosso che stava parlando proprio in mezzo
al giardino e si ritrovò davanti Ginny. Rimase senza fiato. Era bellissima, in
tutto e per tutto… Stava chiacchierando con una ragazza di cui non conosceva il
nome. Poi vicino a lei notò Hermione. Anche lei era molto carina: gli sembrava
di rivivere il Ballo del Ceppo…. Decise di parlare prima con lei. “Hermione!
Finalmente sei uscita!” Hermione gli sorrise. “Si… Vabbè, io gli auguri te li
ho già fatti oggi, ma ti ho fatto un piccolo pensierino. Questo è per te”
disse, porgendogli un pacco rettangolare dorato. “Oh, grazie… Wow! E’… E’
bellissima…” Le restituì il sorriso: gli aveva regalato una foto incorniciata
di loro due con Ron all’ultima gita ad Hogsmeade. “Prego” le rispose l’amica; Harry non riuscì a
trattenersi e l’abbracciò. Di solito per le ragazze provava sentimenti diversi
dal comune, ma per Hermione ne aveva uno particolare: amicizia? No. Un qualcosa
di più grande, inestimabile, grandioso… Non un sentimento d’amore, ma di puro
affetto. Per lui era come una sorella. Quando si separarono, si sorrisero
appena e la ragazza fu chiamata da Calì Patil, che era venuta con suo sorella
Padma e il loro ragazzi, Luke e Michael. Ginny aveva osservato la scena con gli
occhi che emanavano lampi: possibile che Hermione facesse tanto la santarellina
con lei, e poi appena si trovava davanti Harry non si lasciava perdere
un’occasione per buttarcisi addosso? Ma prima che potesse fare qualche altro
pensiero, il suo amato Harry la salutò. “Ciao, Ginny. Complimenti, stasera sei
ancora più bella del solito… Ti va di fare quattro passi?”Tutto era svanito.
L’improvvisa rabbia verso Hermione, l’ansia… “Certo!” e così si avviarono.
Intanto, Ron stava facendo da dj e si
stava divertendo un mondo. Stava mixando un pezzo di un nuovo gruppo magico,i
“BlackWiz”, quando una ragazza alta, bionda, con i capelli molto ricci e i gli
occhi di un castano intenso gli si avvicinò. Indossava uno sfarzoso ed elegante
vestito lilla, che si intonava con i due fermagli che portava fra i capelli
facendo scendere sul volto alcuni riccioli ribelli. Il suo cuore aumentò i
battiti, come non gli succedeva da tempo, anzi, non gli era mai successo prima…
Si chiamava Lola Grant, era del quinto anno di Grifondoro, e lui aveva una
cotta segreta per lei da quell’inverno, quando l’aveva conosciuta nella sala
comune di Grifondoro. Era Natale, Harry ed Hermione erano partiti per le
vacanze Natalizie e lei, una sera mentre era da solo davanti al camino, gli si
era avvicinata chiedendogli se era il fratello di Fred e George perché voleva ordinare
delle Merendine Marinare per saltare le lezioni di Erbologia. Da quel momento
erano diventati amici e avevano trascorso le vacanze insieme, poi, al ritorno
dei loro amici, non avevano avuto più occasione per parlarsi. Ma Ron se ne era
invaghito dal primo momento e la sognava tre notti si ed una no, quando era
stanco e quindi non sarebbe venuta bene nella sua immaginazione. “Ciao, Ron!”lo
salutò la ragazza, raggiungendo la sua postazione. “Ciao… Lola! Anche tu qui?”
“Si, sono venuta con mio cugino, sai, Ernie Macmillan…” Si guardarono per un lungo istante, poi
ingiunse Seamus Finnigan. “Ehi, Ron, senti, ho appena conosciuto una tipa
carina… Non è che potresti annunciare l’inizio dei balli, possibilmente un
lento? Sai, così posso…” Fece un gesto eloquente con la mano destra. “Ho
capito, Seamus… ok!” “Grazie, Ron!” lo
salutò, facendogli l’occhiolino,e se ne andò dalla tipa. Lola rise. “Che
pazienza ci vuole con questi amici, eh?>> “Infatti… Lola, che canzone
preferisci ascoltare?” Lola nascose un mezzo sorriso. “Non è che vorrei
ascoltare una canzone… Ma preferirei ballare “I love you” dei “BadPrice” Ron, colto l’autoinvito, mise la canzone con
un nodo alla gola, disse: “Bene, ragazzi! Diamo inizio alle danze!” alla sua
bacchetta, diventata microfono, per poi saltare giù dallo sgabello e prendere
per mano Lola, conducendola verso la pista da ballo e iniziando a ballare
insieme alle altre coppie. Poggiò le mani sui suoi fianchi, e la ragazza
contornò il suo collo con le braccia, stringendolo forte. Si guardarono negli
occhi, poi Lola avvicinò la testa al petto di Ron, e ballarono abbracciati per
tutta la canzone. Seamus, notando l’amico, per restituirgli il favore occupò la
postazione da dj al suo posto e mise le canzoni successive, in modo da
lasciargli del tempo libero con Lola.
A qualche metro di distanza, fuori dal
giardino, un ragazzo e una ragazza spiavano l’andamento della festa. Lui aveva
una capigliatura biondo platino, lei, invece, dei lisci capelli scuri e una
mascella molto pronunciata, seguita da un’espressione molto dura. Indossava una
lunga veste nera e aveva le unghie dipinte all’ultima moda serpentesca, nere e
verdi “Draco, allora era vero! Potterino ha organizzato una festa… Non vale! E’
troppo tranquilla, guarda Weasley come fa il dolce con quella…” Non era
possibile che quella sera Pansy Parkinson non dovesse adempiere al suo lavoro
di “Rovina Grifondoro”. Draco Malfoy, dal canto suo, disse: “Giusto!E certi
dicono che è la migliore festa dell’anno! Bah! La festa migliore dell’anno in
quella catapecchia dei Weasley?! Nooo! Comunque, a costo di far andare tutto
bene, io non entrerò lì dentro, Pansy! E’ meglio che lo sai!” “Dai, Draco!
Pensa che risate, a settembre, quando lo racconteremo a tutta la sala comune!
La festa di Potter rovinata da noi, i migliori Serpeverde che la scuola abbia
mai avuto in mille anni…” Preso dalle manie di grandezza, Malfoy si decise ad
entrare. Quella sera si annunciava molto divertente…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Lo scambio di corpi ***
capitolo due
Capitolo due- Scambio di corpi
La festa procedeva tranquilla, e arrivò al
culmine quando, alle dieci e un quarto, arrivarono Fred e George, che vennero
salutati come dei degni eroi per la loro grandezza: nessuno, anche dopo due
anni, aveva dimenticato la loro grandiosa fuga da quell’incubo chiamato non più
Hogwarts ma “regno della Umbridge”. Così, i gemelli presero la postazione da dj
(notando con un mare di risate Ron che se ne stava vicino a Lola tutto
sorridente) e iniziarono ad annunciare le canzoni, non tralasciando il piccolo
particolare di fare la pubblicità al loro negozio di scherzi e ai nuovi
prodotti. Questo, ovviamente, non andò molto giù ad Hermione, che si pronunciò
con un aspro “Siamo ad una festa, non al mercato!”, ma tutto le passò quando le
si avvicinò un ragazzo che non aveva mai visto prima. La chiamò. “Ehm, scusa, tu
sei Hermione Granger, vero?” La ragazza si girò: un ragazzo molto alto, con i
capelli un po’ lunghi di un castano ramato e grandi occhi che sembravano
dorati, vestito nel migliore stile Babbano che si possa mai immaginare, la
guardava interrogativo, sorridendole appena. Quella vista la fece arrossire.
“Oh… si,si,sono io…” “Io sono Chris
Sanders, sto all’ultimo anno di Corvonero. Piacere di conoscerti”. Le porse la
mano e lei la stinse, molto debolmente:si sentiva mancare. “Ti volevo dire che
io sono nuovo ad Hogwarts, prima ho studiato a casa perché i miei genitori non
volevano che stessi lontano da loro tutto l’anno, solo ora che sono
maggiorenne me lo hanno concesso… E alcuni
mi hanno detto che tu sei la più brava del nostro anno, se non di tutta la
scuola, quindi volevo chiederti se una volta tornati a scuola mi avresti potuto
aiutare con lo studio, se qualche argomento di base non lo conosco….” Hermione
annuì, con un’aria un po’ frastornata, per poi aggiungere: “Certo! Non ci sono
problemi”. Chris sorrise ampiamente. “Grazie. Ehm, Hermione, ti va di fare un
giro con me?”. Questo fu troppo, per Hermione, che cacciò gli occhi fuori dalle
orbite, sicura che quella sera sarebbe stata quella fortunata, e accettò con
più naturalezza possibile anche se non era sicura di esserci riuscita nel
migliore dei modi.
A qualche metro di distanza, Harry era
seduto a tavolino con Ginny , parlando del più e del meno. “Ci sono speranze
che quest’anno possa ritornare nella squadra?”chiese la rossa, recitando
perfettamente la parte della finta preoccupata. Tuttavia, Harry ci cascò e
tentò di rassicurarla. “Ma certo, Ginny! Anzi, sei così brava che non dovrai
fare il provino, fai conto di essere già in squadra!” e, approfittando del
momento, prese le mani della ragazza tra le sue, accarezzandogliele, e
guardandola negli occhi. Ginny, dal canto suo, spostò la sedia il più vicino
possibile a quella di Harry e disse:”Grazie, cucciolo” e, per ringraziarlo
ancora di più ovviamente, si sporse verso di lui e gli diede un bacio sull’orlo
delle labbra per poi guardarlo con uno sguardo compiaciuto. Sembrava volergli
dire qualcosa con quegli occhi luccicanti, qualcosa che il ragazzo capì
perfettamente prendendola per mano e facendole segno di seguirlo. La condusse
dall’altra parte del giardino, deserta e poco illuminata.”Ginny , cosa volevi
dirmi con quel gesto?” “Io? Beh, a me
sembra che lo hai decifrato perfettamente, portandomi qui” esclamò, e prima che Harry potesse
risponderle,gli strinse le braccia attorno al collo e lo baciò. Quello, senza
dubbio, fu il compleanno migliore di Harry.
La festa continuava, e diventava sempre
più incandescente mano a mano che il tempo passava. Basta pensare a quello che
stava succedendo a Harry e Hermione… ma Ron? Che fine aveva fatto? Beh, lui non
era da meno: dato che tutti erano in mezzo la pista da ballo, era seduto su
un’altalena a dondolo con Lola, parlando e conoscendosi meglio. “Mi ricordo che
quest’anno sei stato per un po’ con Lavanda Brown…” buttò lì Lola, curiosa di
sapere qualcosa in più sulla vita privata del suo nuovo “Amico”. Ron fece una
faccia strana, la stessa che faceva ogni volta che vedeva un ragno
particolarmente grosso. “Oh, si… Ma non ci badare, non mi piaceva. Ci sono
stato solo per…” “Per fare rabbia alla Granger?”Chiese Lola con un sorriso
curioso. Questa volta lui fece una faccia sincera, “No. Lo dicono tutti, ma non
è vero. L’ho fatto per darla a vedere a mia sorella, per farle capire che anche
io posso avere una ragazza, dopo che mi ha accusato di avere “l’esperienza di
un dodicenne” Anche Lola fece una faccia seria, ancora più di lui, se
possibile. “Io non lo avrei fatto. Vedi, io ho quindici anni e a differenza
delle mia amiche, non ho mai avuto un
ragazzo e quindi, non ne ho mai baciato uno. Loro a volte me lo rinfacciano,
insultandomi anche, ma io non me ne frego. Faccio le cose solo se me la sento,
e mettermi con un ragazzo che non mi piace non è nelle mie intenzioni.” Queste parole furono accolte da Ron con molta
sorpresa. Non sembrava affatto una di quelle solite quindicenni pazze e chiacchierone,
ma una vera e propria… donna. Ma la cosa che più lo sorprese fu che, bellissima
com’era, non aveva mai avuto un ragazzo. Possibile? “Hai ragione, Lola. E’ solo
che… Beh, lo sai come siamo stupidi noi ragazzi! Ma davvero non sei mai stata
fidanzata? Non ci credo!” Lola rise. “E perché non ci credi, scusa?” Ron
arrossì, ma si decise a dire la verità. “Beh, Lola, tu sei una delle ragazze
più belle, simpatiche e dolci oltre che
intelligenti che abbia mai conosciuto….” “Ho capito cosa vuoi dire. “ mormorò
lei “Ma a parte che io, fino a poco tempo fa, non ero molto sicura di me
stessa…. E poi, chi ha detto che non ho dei corteggiatori?” “Ma davvero? Posso sapere il nome di qualcuno?”
Lola si tolse una ciocca di capelli
dorati dagli occhi con un movimento molto elegante per poi rispondere: “Ok…
allora: Dean Thomas prima che si mettesse con tua sorella, Seamus Finnigan
quando ero al terzo anno, Neville Paciock tutt’ora… Insomma, metà del tuo
dormitorio più Terry Steeval, Colin Canon, ehm… ah, si… addirittura il povero
Cedric Diggory nonostante fosse cinque anni più grande di me e… non ci crederai
mai, ma Blaise Zabini e Vincent Tiger…” Ron era sbalordito: possibile che Lola
fosse così popolare, anche tra i suoi amici? Ma, ovviamente, una come lei è
ovvio che piacesse a così tanta gente… e addirittura a dei Serpeverde! Aveva
avuto la prova che Tiger non era così stupido come voleva sembrare. “Wow, Lola!
E tra questi nessuno ti è mai interessato?” Lola scosse il capo. “No, tranne
Cedric, ma ero troppo piccola, ero al secondo anno… Invitò prima me al Ballo
del Ceppo, ma io non me la sentii così lui invitò Cho Chang. Ma ora il mio
cuore appartiene ad un altro…” Il cuore di Ron batté più forte. “E ti pareva! O
sono assillanti o sono già innamorate!” pensò. Tuttavia fece finta di niente.
“Ah, davvero? E chi è?” Lola lo guardò per un po’ dritto negli occhi, forse per
capire qualcosa, poi rispose: “Lo scoprirai…” e con questa nota enigmatica si
avvicinò a suo cugino Ernie per domandargli qualcosa, lasciando Ron confuso ma
pazzamente innamorato.
Hermione e il suo nuovo amico Chris
passeggiavano per il giardino. Tutte le ragazze, tra cui anche Lavanda Brown
(che solo in quel momento sembrava essersi dimenticata il suo RonRon) la
guardavano invidiose. Possibile che, secchiona e nemmeno tanto bella com’era,
riusciva sempre a beccarsi i ragazzi migliori? Prima Viktor Krum, poi questo
bellissimo sconosciuto, insomma! Ma lei si limitava a sorridere e fare finta di
non essersi accorta di nulla: le piaceva godersi un po’ di celebrità, ogni
tanto, che non riguardasse il massimo voto in qualche materia. Aveva scoperto
che lei e Chris erano nati lo stesso giorno dello stesso anno, e che gli
sarebbe tanto piaciuto aver frequentato Hogwarts tutti e sette gli anni. Poi… “Oh,
guarda Hermione! Dall’altra parte del giardino non c’è nessuno… Ti va di
starcene un po’ li, cosi possiamo starcene un po’ in pace?” “Oh, oh… ok!”
rispose felice la ragazza, al settimo cielo. E così si avviarono in quel
giardino, dove fino a poco tempo prima c’erano Harry e Ginny, ora nella camera
della ragazza. Vi giunsero, poi Chris le accarezzò i capelli. “Hermione, anche
se ci conosciamo da poco” disse “Devo dirti una cosa…” Hermione non credeva alle sue orecchie.
“D-davvero????” Chris annuì, continuando
ad accarezzarle i capelli. “Si. Hermione…”
“Si?” Silenzio tombale. Poi…. “Io…
io penso che tu sia una grande sciocca Babbana dal sangue sporco!” E rise, a lungo e in modo molto squallido.
Hermione era rimasta immobile, sicura di non aver sentito bene. Ma prima che
potesse domandare qualcosa… i bei
lineamenti di Chris iniziarono a mutare…. Lasciando, poco a poco, il posto a…
Pansy Parkinson. La ragazza iniziò, anzi continuò, a sghignazzare. “Ahhhh! Ah
ah ah!!! Granger, ti dovresti vedere allo specchio! Hai una faccia! Ma che
pensavi, che uno schianto come quello desse retta a te???Ahhhhh!! Ah ah! Era
tutto uno scherzo, ed ora…” Prese la bacchetta, ma prima che potesse
pronunciare qualche altro incantesimo, Hermione, infuriata come non mai per
l’accaduto e per il modo in cui era stata umiliata da quell’imbucata, estrasse
la sua. Poi… Nello stesso istante, pronunciarono “Expelliarmus!” puntandosi le
bacchette contro e qualcosa accadde. La terra iniziò a tremare, l’aria si fece
gelida, come se ci fossero in giro dei Dissennatori, e…. “Aaaaaaahhhhhhhh!”. Si
guardarono. E scoprirono l’orribile verità. Hermione aveva urlato con la voce
di Pansy e Pansy con la sua. Hermione indossava un vestito nero, e Pansy un
vestito rosa sgargiante. Hermione aveva le unghie dipinte di nero e verde,
Pansy di rosa. Hermione aveva i capelli lisci, Pansy li aveva ricci… Hermione
aveva davanti a sé una sua copia ed anche Pansy. E l’orribile verità venne a
galla. Si erano scambiate di corpo. Poco lontano, si udì un fruscio tra i
cespugli e l’ultima ciocca di capelli biondi che aveva visto l’accaduto se ne
ritornò alla festa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** L'incatesimo ***
capitolo tre
Capitolo tre- L’incantesimo
Ancora sotto shock,Pansy ed Hermione si
guardarono strabiliate e con la bocca semi aperta. La prima ad urlare fu Pansy.
“Ahhhhrrrrgggh! Oh Dio…. Granger, sono nei tuoi panni di sporca Mezza
Babbana…. Ma…. Ma cosa…?” Hermione dal
canto suo, dopo la prima espressione di orrore, se ne stava con la mano sotto
il mento ed aveva assunto un’espressione pensosa. Pansy continuava a gemere,
incontrollata.”Piantala, Parkinson! Sto cercando di ricordare che incantesimo
abbiamo appena effettuato! Mi sembra di averlo letto pochi giorni fa su
“Incantesimi di ogni genere”. Ora lo vado a prendere!” disse, e iniziò a
marciare dritta spedita verso la Tana. Poi, dopo aver percorso dieci metri,
vide l’orlo della sua veste e si ricordò di avere le sembianze di Pansy. “No!Uffa…
Senti, devi andarci tu! Io non posso entrare con le tue sembianze…” Pansy la
guardò come se fosse matta. “Che? Ma stai male? Io entrare lì? Nella baracca
dei Weasley…?” Hermione perse la pazienza e non riuscì a controllarsi. “Senti,
idiota, se non entri dovrai passarci tutta l’estate lì!” ma Pansy ebbe un lampo
di genio. “Non c’è ne bisogno!” esclamò, pronunciò: “Accio incantesimi di ogni genere!” e il libro apparve, svolazzando.
Hermione non riuscì a nascondere una piccola lode nel suo sguardo. “Bene”
mormorò, lo prese tra le mani e iniziò a consultarlo con molta padronanza, come
se conoscesse il volume pagina per pagina. Dopo qualche minuto lo trovò, e
lesse tutto l’articolo riguardante per i seguenti dieci minuti. Poi gemette.
Pansy la guardò, consapevole che di sicuro non c’erano buone notizie. “Cosa
dice?” “Beh… qui dice che siamo soggette
allo “Scambius corporis”, un incantesimo che colpisce le persone che
pronunciano lo stesso incantesimo nello stesso istante provando lo stesso
sentimento di rabbia reciproca… E….” Inghiottì. “E termina dopo cinque mesi…. Qui
dice che serve per far provare alle persone che hanno provato la rabbia cosa si
prova a vivere nei panni dell’altro… Non c’è nessun contro incantesimo e soprattutto nessuno lo deve sapere perché
glielo abbiamo detto noi altrimenti l’incantesimo durerà per sempre…” si guardarono attonite per qualche secondo,
poi Pansy esplose. “Vuoi dire che dovrò vivere nel tuo corpo fino al….” contò
sulle mani “ Trentuno dicembre?” Hermione annuì. “Si!Oh, no, ma come si fa?
Vivere nel tuo corpo, frequentare i Serpeverde, essere la ragazza di Malfoy… ma
soprattutto dover vivere con la tua famiglia e non dover più frequentare i miei
amici….>” L’altra cacciò gli occhi fuori dalle orbite, come se solo in quel
momento si fosse accorta di quello a cui andava incontro e batté un piede a
terra per la frustrazione. “No, no, non può essere! Ma ci sarà pure un contro
incantesimo!” disse, e prese tra le mani il grande libro per controllare.
Quando vide che Hermione aveva ragione, si buttò sul prato. “Su, Pansy” disse Hermione chiamandola per la prima volta
per nome “Dobbiamo farcela, e
soprattutto non dobbiamo cadere nella tentazione di dirlo a nessuno… ok?” Pansy
fece un verso scettico. “Si, tanto a te che te ne frega??? Sarai nei panni
della migliore Serpeverde di Hogwarts… Invece sono io che dovrò essere per
cinque mesi la sfigata….”ma si interruppe. “Ok” aggiunse “Dobbiamo farcela.
Allora, dobbiamo solo comportarci come l’altra. Dobbiamo dirci le cose che ci
serviranno per parlare con gli altri, e magari anche qualche segreto…. Oddio,
quindi dovrò rimanere qui con Potter e gli altri….” si guardarono, sconvolte, e
iniziarono a raccontarsi tutto ciò che sarebbe stato utile all’altra per
“sopravvivere”.
Dall’altra parte del prato, Harry e Ginny
camminavano mano nella mano, rendendo noto il fatto che si fossero messi
insieme. Tante delle ammiratrici di Harry e degli ammiratori di Ginny si
guardarono risentiti, addirittura Dean se ne andò senza salutare. I primi ad
intravederli della famiglia Weasley erano stati Fred e George, che si erano
guardati strabiliati ed erano accorsi vicino la nuova coppietta. “Ginny, ma
cosa ci fai… così… con Harry?” chiese
Fred, puntando l’indice contro le loro mani congiunte come se fossero delle
armi letali. Ginny, che aveva già previsto questo lato della cosa, staccò la
sua mano da quella di Harry e se la parò davanti. “Calma! Io e Harry stiamo
insieme… Precisamente da un’ora, undici minuti e ventidue secondi, ok?” “Ma… ma… Harry è nostra sorella!” Harry li
guardò preoccupato. “Lo so ragazzi! Ma, insomma, mi conoscete, sapete che
tratterò vostra sorella con i guanti… Potete fidarvi!!!” esclamò cercando di convincerli; George, dopo qualche
secondo esclamò: “Va bene, ma, Harry ti avverto… La mamma ne sarà
contentissima, hai passato i guai…” Si sorrisero e i gemelli si allontanarono,
parlottando concitati. Ginny e Harry si sorrisero e si avviarono verso una
delle tante panchine vuote, ma purtroppo si imbatterono in Ron, che non li vide
subito dato che era occupato ad adocchiare Lola che parlava con Susan Bones.
Tuttavia, si girò e…. “Harry!Ginny! Ma cosa diavolo…? Harry, è mia sorella!”
Così ai due toccò ripetere la predica e Ron sembrò un po’ meno tranquillo dei
gemelli. Dopo un po’, i due migliori amici si accorsero che erano secoli che
non vedevano la loro migliore amica. “Ehi, ma dov’è Hermione?” chiese Ron, guardandosi intorno. Vero…
Dov’era Hermione???
“Allora, la tua camera è quella in fondo
al corridoio del secondo piano e dormi con Ginny, ad Hogwarts il tuo dormitorio
è al primo, invece, la quarta porta a destra e dormi con Lavanda e Calì…
Attualmente non ti piace nessuno e se mi chiedono di Krum non vi sentite più ma
litighi ogni secondo con Weasley e dai consigli d’amore a Potter…” Disse Pansy;
lei ed Hermione avevano passato gli ultimi quaranta minuti a dirsi le cose
essenziali che facevano di solito. Hermione annuì. “Invece tu dormi al quarto
piano della sala comune di Serpeverde con Millicent , Julie, Anne e Amanda; Malfoy detesta essere chiamato Dracuccio, i tuoi
genitori si chiamano Christine e Jack e dormi al secondo piano delle tua
villa…. E soprattutto tu stasera eri qui per rovinare la festa ad Harry…” Si
guardarono, decise ma ancora spaventate. Ma, chissà perché, quel momento di
crisi, anzi, quei futuri cinque mesi, le avevano unite a tal punto di non
insultarsi più a vicenda, almeno per il momento. “Ohhh! Sono le undici e mezzo!
Hermione devi andare, ho detto a Draco che per le undici e un quarto sarei
tornata!” disse Pansy, molto allarmata perché si avvicinava il momento di
separarsi e iniziare a recitare il ruolo della secchiona sfigata. Hermione
sembrava della stessa idea. “Oh, ok… quindi gli dico che…?” “Che sei riuscita a stregare un panino di
Paciock… Poi inventa sul momento l’effetto che ha sortito… E dici che non ti
sei fatta vedere” si guardarono,
tremanti. Da quel momento in poi non sarebbero state più se stesse per i
prossimi cinque mesi. Come avrebbero fatto? Con questa domanda, si spararono,
ognuna verso i propri destini.
Draco Malfoy era a una decina di metri
dalla Tana, appoggiato con le spalle ad un muretto. Non ce l’aveva fatta ad
entrare in quella casa, e poi era rimasto a controllare che tutto filasse
liscio. Quando Hermione lo vide, iniziò a sudare. Lì iniziava il “Gioco”.
Doveva solo recitare. Tutto qui. Ma se l’avesse baciata?!? Insomma, lui era
sempre il suo, di Pansy, ragazzo. E quindi di conseguenza ora che aveva le
sembianze di Pansy si sarebbe dovuta comportare come lei… il solo pensiero la
fece tremare. Quando Malfoy la vide, le andò incontro. “Pansy! Era ora! Allora,
che hai fatto?” Hermione deglutì. Ecco arrivato il momento. La voce non le
usciva. “Oh, non ho potuto fare granchè dato che non sei venuto…” e tentò di
fare una faccia da Serpeverde per il rimprovero. “Ho solo stregato il panino a
Ne… a Paciock, voglio dire! Ehmm… così le patatine hanno preso vita e hanno
inziato… a rincorrerlo… e a parlare con la voce della… nonna!” si sentì
compiaciuta per la bugia fenomenale inventata su due piedi e anche Malfoy ne
sembrò entusiasto. Purtroppo per lei, disse: “Bravissima, amore!” e la
abbracciò. Hermione rimase folgorata: non si immaginava un Malfoy così
premuroso se lo immaginava versione fidanzato, e non aveva mai avuto modo di
saperlo, dato che in pubblico non lo aveva mai visto abbracciato o roba del
genere con Pansy. Ma quell’abbraccio fu la cosa che la rimase ancora più
colpita, un vero abbraccio colmo d’amore e non freddo e distaccato come avrebbe
immaginato. Quando la lasciò andare, sorrideva. “Davvero, angelo mio, sei
davvero in gamba! Non ti cambierei per nessuno al mondo… Per te perderei il mio
sangue puro…” le accarezzò il viso e poi… Poi, come c’era d’aspettarselo in un
momento così dolce, tentò di baciarla. “No… no, non può essere!!!” pensò
Hermione, sconvolta: baciare Malfoy non era nei suo programmi! Fortunatamente,
l’astuzia non l’abbandonò. “Oh, grazie… Dracuccio!” disse, trionfante per
l’idea geniale. Malfoy si ritirò all’istante, assumendo un’espressione gelida.
“Quante volte ti ho detto che non devi chiamarmi così, eh??” sbottò, allontanandosi all’istante. Se l’era
scampata! Ma non poteva evitarlo a lungo… e poi, vederlo incazzato così le incuteva
timore. “Scusami, Draco, solo che stavamo così bene… Me lo ero dimenticato… Non
è colpa mia se mi mandi in tilt!” Disse Hermione, cercando di fare la dolce
senza correre il rischio di vederlo ancora arrabbiato. Il fatto era che la
faceva paura… E se per la rabbia le avesse fatto qualcosa, tipo scagliato una
maledizione Cruciatus? O peggio, l’Avada Kedavra? A mali estremi, estremi rimedi.
Malfoy sembrò rincuorato da
quell’affermazione. “Scusa, Pansy, non volevo essere così crudele… Ma mi
conosci…” Le si avvicinò di nuovo, questa volta costringendola a stare con le
spalle contro quel muro di pietra. Il cuore della ragazza batteva a mille. Ma
ormai, si era rassegnata… doveva. Doveva farlo. O Malfoy si sarebbe
insospettito. E se l’avesse lasciata?
Chi l’avrebbe sentita Pansy? Doveva, doveva. Malfoy non si accorse di questa
sua battaglia interna, e le sorrise passandole una mano tra i capelli.
“Facciamo pace?” chiese, con una voce così sensuale che non sembrava affatto
lui. Hermione, suo malgrado, fu costretta a sorridere come se la cosa le
interessasse, riuscendo a nascondere quella paura che provava. “Bene” approvò
il ragazzo, e prima che Hermione potesse prepararsi meglio psicologicamente,
prese il suo capo tra le mani e la baciò dolcemente ma allo stesso tempo con
passione, e a lungo. Hermione non ci credeva. Stava baciando il ragazzo che da
sette anni le rendeva la vita impossibile! E la cosa più terrificante era che
quel bacio le piaceva! Era il secondo bacio che riceveva nella sua vita; il
primo lo aveva ricevuto da Viktor Krum, ma non era stato niente di
sensazionale, un semplice bacio a stampo di cinque secondi, invece ora… Un vero
e proprio bacio, come li aveva visti solo nei film Babbani, e che le procurava
un lunghissimo brivido lungo la schiena. E il lato peggiore della cosa fu che
dopo i primi secondi anche lei iniziò a
partecipare. Malfoy le accarezzava il viso, e lei dopo un po’ attorcigliò le
braccia attorno al suo collo, stringendolo forte… Tutto questo durò a lungo,
molto a lungo, e quando si separarono, si guardarono negli occhi. “Pansy, non
mi avevi mai baciato così… Per la prima volta mi sono sentito davvero in
paradiso! Cosa ti è successo?” le chiese
con aria di introspezione. Hermione abbassò lo sguardo, era ancora sotto-shock.
“Oh… ohh… Beh, sai, solo oggi ho capito quanto è difficile cavarsela senza di
te!” Malfoy parve convinto. “Ok, andiamo. Ho posato la scopa a un centinaio di
metri da qui. Ti porto a casa” la prese per mano e iniziarono a camminare nella
notte appena giunta. Troppe cose in poco tempo, per Hermione! Era stordita da
quel bacio, cosa le era successo??? Non aveva capito più niente, non si rendeva
conto di quel che stava facendo… E soprattutto il fatto che Malfoy non fosse
come sembrava le dava molto a pensare.
Alla Tana, Pansy si dava da fare. Era
appena uscita allo scoperto e tanta gente che non aveva mai frequentato le
chiedeva di avvicinarsi e le invitava alle loro subdole conversazioni da
sciocchi Grifondoro. Chissà come se la stava cavando la Granger, pensava, e per
fortuna non poteva saperlo. Riuscì ad evitare alcune paperette dei primi anni,
ma poi non poté scampare alle grinfie di Lavanda Brown. Le corse incontro,
tutta agghindata nel suo vestito di seta nero aderentissimo e con i capelli
legati, e le rivolse un enorme sorriso da concorso di bellezza. “Hermione,
cara!” sghignazzò “Come va? Ho notato con piacere che prima eri in dolce
compagnia…” Pansy non poté tirare indietro il suo carattere da piccola serpe.
“Ma che vuole questa? Ora do un po’ di onore alla Granger, questa risposta
rimarrà nella storia” pensò, e disse, con finta voce affettuosa e sognante: “Oh,
si chiamava Chris, è il mio ex ragazzo, ma l’ho piantato pochi giorni fa perché
non mi meritava… Tuttavia,l’hai visto, mi sbava ancora dietro… Comunque, noto
che invece a te non ti sbava ancora nessuno dietro dopo We… ehm, Ron! Come mai?”
Lavanda era colpita: lei ed Hermione, dopo tutte quelle catastrofi che si erano
succedute l’ano prima, non parlavano mai di Ron. “Beh, sai, sono io che non mi
faccio gironzolare dietro! Ho una reputazione…” “Davvero? E da quando? Non mi sembrava ce
l’avessi qualche mese fa, quando andavi in giro a far vedere a tutti che eri
capace di sbaciucchiarti!” la zittì Pansy, perfida, e dopo un’occhiata
sfacciata le girò le spalle e se ne andò, rimanendo Lavanda a bocca aperta come
una stupida. Pansy era soddisfatta: dopotutto con le sembianze di Hermione era
sempre a contatto con le Grifondoro e poteva prenderle in giro quanto voleva. E
poi, forse sarebbe riuscita a farle acquisire una posizione sociale più alta e
ad essere almeno un po’ più popolare…. Questi pensieri furono interrotti dalla voce
di Harry. “Hermione! Hermione! Finalmente! Ma che fine avevi fatto?” Pansy si
girò: davanti a lei c’era l’ostacolo più grande, uno dei pochi che si sarebbe
potuto accorgere che lei non era lei. “Pansy, fai la brava! Sii gentile e adorabile
e non se ne accorgerà!”. “Ciao Harry! Scusa, ma ero di là a parlare con alcune
amiche… Tu che fai?” domandò, sentendosi
sollevata per la naturalezza di quelle parole appena pronunciate. Harry
sorrise,e disse tutto concitato: “Mi sono messo con Ginny! Ti rendi conto?” “Oh, mi fa piacere, molto piacere!” Il loro discorso fu interrotto da Ron. “Hermione!
Ma dov’eri? Comunque, senti, devi darmi un consiglio…. Hai capito in che campo,
no?” Pansy lo guardò interrogativa. Oh
no! E che consigli poteva mai dargli? In che campo? Hermione gli aveva detto
che di solito litigavano solamente….Per fortuna, Harry disse. “Chi è la
fortunata?” così la ragazza capì che parlava di sentimenti. Ron arrossì.” Ehm…
Lola Grant quella del quinto di Grifondoro… Bionda, alta, stupenda, dolce,
sensibile….” e mentre si disperdeva in questo elenco, il suo viso era
illuminato da una luce che solo il vero amore poteva conferirgli. I due risero.
“Dimmi” lo invitò Pansy, e lui iniziò a
raccontargli del loro incontro e le chiese come poteva fare per conquistarla.
Pansy non sapeva che fare: insomma,parlare di sentimenti con una Serpeverde!
Era uno scandalo! Ma intanto doveva rispondergli, e decise di dirgli la cosa
più ovvia. “Beh, fai il carino e se lei ci sta invitala ad uscire” Ron sorrise.
“Grazie, Hermione,sei una vera amica!” esclamò, e se ne andò quasi saltellando.
Mezzanotte. Hermione era seduta sul “suo”
letto con indosso la camicia da notte viola di Pansy. La casa era bellissima,
anche se si vedeva che i proprietari erano Serpeverde, ma era così stordita da
tutti gli avvenimenti che erano successi nelle ultime tre ore… aveva il corpo
di Pansy Parkinson! Pansy, la ragazza che ha sempre detestato! E invece, ora…
non sapeva che pensare di lei: e soprattutto, del suo ragazzo. Draco! Possibile
che quel romanticone fosse davvero Draco Malfoy? Il ragazzo conosceva già i
genitori, ed erano anche in confidenza, avevano preso una tazza di caffè tutti
e quattro insieme poi Draco l’aveva accompagnata nella sua camera e le aveva
dato la buonanotte. Ora era lì, confusa, disorientata… chissà come procedeva la
festa. Intanto, Harry e gli altri già le mancavano. Chissà se si erano accorti
che non era lei. Aveva paura, però, che il carattere di Pansy, specialmente una
volta giunti a scuola, avrebbe portato a qualche litigio…. O, peggio,
l’avrebbero trovata meglio di lei dato che non passava le giornate sui libri ed
era molto più disposta alle perdite di tempo? Il solo pensiero le fece venire
il mal di stomaco. Così decise di andare a dormire.
Tre del mattino. La festa era finita da
poco, e Pansy era nella stanza che divideva con Ginny. Aveva il mal di testa,
quest’ultima non aveva fatto altro che riempirle la testa raccontandolo tutto
quello che era successo tra lei ed Harry. Ma soprattutto stava male. Voleva la
sua casa, i suoi genitori, il suo amato Draco… Il solo pensiero che Hermione
l’avrebbe dovuto baciare le faceva venire un’enorme rabbia. Ma soprattutto, era
strabiliata dal fatto che una parte di sé trovava simpatici Ron ed Harry… Anzi,
più che simpatici! Avevano riso, scherzato insieme, e aveva conosciuto tanta
gente nuova…. Tutte le sue credenze di sette lunghi anni erano scomparse in
meno di tre ore! Ma rimaneva sempre il fatto che casa Weasley era una baracca e
che non avrebbe saputo come dormirci dentro. Era preoccupatissima… Una volta ad
Hogwarts, cosa sarebbe successo? Ovviamente, Hermione avrebbe studiato, e
avrebbe reso pubblica la sua immagine da secchiona! Il solo pensiero la fece
rabbrividire. Immaginava già le serpeverdi più popolari dire: “Guardate, Pansy
Parkinson è una secchiona! E noi che la invitavamo ai nostri pigiama party!”. Si
rigirò tra le coperte, ansiosa. Come aveva fatto a cacciarsi in un guaio del
genere?! Il brutto era che non lo poteva dire a nessuno… ce l’avrebbe fatta? Ce
la doveva fare altrimenti, per tutta la vita sarebbe stata Hermione Granger.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Una vita nuova con sorprese e sbagli ***
capitolo quattro
Capitolo quattro- Una vita nuova con sorprese e sbagli
“Pansy, tesoro, sono solo le otto! Dormi
un altro po’, ne hai bisogno, principessa mia! Va bene se alle undici ti mando
Margaret con la colazione a letto?” Hermione guardava Christine Parkinson a
bocca aperta. Per lei aver dormito fino alle otto era già troppo, di solito in
estate alle sette era già sveglia perché aiutava sua madre, e quella perfetta
sconosciuta le permetteva di dormire altre tre ore, e con la colazione a letto
per di più? Era un sogno! “Va bene…. Mamma!” disse, sentendo una fitta di
invidia verso Pansy e la sua vita da regina. Fece per tornare nella sua camera
quando la madre la richiamò. “Pansy? Comunque ti ho prenotato l’appuntamento per la
prova del vestito per domani sera alle quattro, ok?” Hermione si bloccò. Che
doveva succedere la sera dopo? Pansy non le aveva detto nulla! Iniziò a sudare
freddo, e decise di controllare nell’agenda di Pansy. Disse: “Ok!” e corse in
camera sua. Aprì il cassetto e dopo avervi rovistato per bene, trovò un diario.
Lo aprì e al due agosto portava: “Cena a casa Malfoy ore 9 p.m. Non vedo l’ora!
Spero che i nostri genitori ci chiedano cosa abbiamo intenzione di fare in futuro,
così potremmo dirgli che tra massimo due anni vogliamo sposarci! Dracuccio ti
amooo!” Hermione lesse quelle parole con gli occhi fuori dalle orbite. La bocca
si era seccata, e aveva quasi un giramento di testa. Andare a cenare dai
Malfoy?! Ma, soprattutto, annunciare le loro nozze?! Cioè,insomma, avevano
diciassette anni appena, e poi… E poi cosa, insomma?! Non lo sapeva nemmeno
lei. Era confusa, strabiliata, indecisa, nervosa… cosa fare? Doveva prepararsi uno di quei
discorsi da Serpeverde, ovvio. Ma prima avrebbe dormito fino alle undici e ci
avrebbe pensato dopo colazione.
“Hermione, ti svegli si o no?!? Sono le
otto e mezzo!!” urlò Ginny, scocciata. Ma cosa succedeva ad Hermione? Di
solito, era lei a svegliarla già alle sette, invece stava dormendo come uno
scoiattolo in letargo. La risposta di Pansy fu un grugnito impercettibile, e si
voltò dall’altra parte con i cuscino sopra il capo. “Svegliaaaa!” urlò ancora
Ginny, ma invano. La presunta Hermione non aveva intenzione di alzarsi. Così,
la ragazza decise di ricorrere ad un metodo più efficace: andò in bagno, riempì
una scodella di acqua (una scodella per non bagnare troppo e non sentire le
urla di sua madre) e gliela versò addosso. La reazione di Pansy fu prevedibile.
Si alzò di soprassalto, urlando, e sbraitò:” Oh, ma che ti è preso, idiota?
Ieri mi sono lisciata i cape…” ma si ammutì quando si ricordò di essere
Hermione Granger, che di capelli lisci ne aveva visti l’ombra una sola volta
nella sua vita. Ginny la guardò strabiliata. “Hermione, ma quali capelli
lisci?!” “Oh, scusa, stavo sognando…” “Sicura di star bene? Ti vedo un po’ strana
oggi…” Pansy scosse il capo. “No, sto bene, ora vado a lavarmi i capelli” Ginny
scosse il capo. “Ma che, sei pazza? Devi venire subito in cucina, io ed Harry
dobbiamo annunciare il nostro fidanzamento a mamma e papà! Vestiti subito e
scendi!” e con queste parole uscì di corsa. Pansy sbuffò, andò in bagno e
indossò dei pantaloncini di jeans con una fascia fuxia e dei sandali con la
zeppa. Tentò di asciugare i capelli con la bacchetta, ma ci riuscì a stento
dato che i capelli di Hermione erano molto folti e li legò in una comoda
treccia. Quando uscì dalla stanza si ritrovò Ron davanti, che la guardava
sbalordito. “Che ti guardi?!” chiese, aspra, ma il ragazzo non le toglieva gli
occhi di dosso. “Hermione, stai benissimo… così! Dovresti indossarli più
spesso!” Ma Pansy non vi badò e scese, facendo finta di non aver capito che i
pantaloncini, a giudizio di Ron, le stavano bene. Anche la famiglia Weasley la
riempì di complimenti, poi alle nove arrivò il signor Weasley. Salutò la
famiglia, e appena lui e la moglie si sedettero a tavola, Harry e Ginny si
alzarono. “Mamma, papà, io ed Harry dobbiamo dire una cosa a voi e a tutta la
famiglia.” disse Ginny , ignorando i loro sguardi di sorpresa. Fred, George e
Ron si guardarono. “Diteci, ragazzi” li invitò la signora Weasley, e il marito
annuì. “Beh” disse Harry “Io e Ginny volevamo annunciarci che ieri sera, alla
mia festa… ci siamo fidanzati” e prese la mano di Ginny nella sua. La signora
Weasley era immobile, e suo marito pareva stordito. “Cosa? Ma.. ma.. ma è
stupendo!” esclamò la donna, correndo ad abbracciarli. “Ginny, non potevi
scegliere un ragazzo migliore! Harry, mi hai resa felicissima!” esclamò, per
poi scoppiare in lacrime. Dal canto suo, il signor Weasley era ancora immobile,
come se non avesse capito. Poi si decise a parlare. “Cioè, fidanzati…
fidanzati? Fidanzati… come i veri fidanzati? Voglio dire…” E lì parve
riprendersi. “Harry! Cioè, tu sei il fidanzato di mia figlia? Mia figlia, a
quattordici anni…” “Papà, ne ho sedici!”
“… Fidanzati… Credo andrò a dormire…”
disse, ritornando sotto shock, e uscì dalla cucina. Pansy in quel momento
ricordò l’anno prima, quando lei e Draco avevano annunciato il fatto che
stessero insieme ai loro genitori, e si ricordò di Hermione, che di sicuro lo
aveva baciato. Cercò di stare calma, e ci riuscì solo quando la famiglia
Weasley scoppiò a ridere per la reazione del capofamiglia.
“Signorina Parkinson, è stupenda! Non ho
mai visto una ragazza così stupenda e graziosa in venti anni di carriera…”
disse Madama McQueen battendo le mani e sbattendo le sue voluminose ciglia.
Hermione era andata a provare il vestito
per la cena insieme a Draco e sua madre; le avevano messo davanti un vestito
nero e argento, che in quel periodo erano i colori più indicati per una ragazza
di gran classe Serpeverde. Ad Hermione non piaceva per niente, ma doveva
indossarlo per forza. “Pansy, è vero, sei magnifica… sei ancora più elegante
della cena dell’anno scorso… Spero che piacerà a Narcissa! Cosa ne pensi,
Draco?” “Mia madre lo apprezzerà già
solo perché è Pansy ad indossarlo! Christine, ma come ha fatto a far nascere
una creatura così meravigliosa?” Hermione arrossì, non riusciva a credere che
quello fosse il tanto detestato Draco, e in cuor suo lo ammirava sempre di più
mano a mano che passavano le ore. Aveva una paura enorme di innamorarsi di lui.
Ma i suoi pensieri furono interrotti da una domanda della madre. “Tesoro, io
vado, ho un appuntamento con zia Rose tra mezz’ora. Ti lascio qui con Draco.
Arrivederci, Madama McQueen. Ciao”li salutò e se ne andò. Hermione si cambiò,
pagò e smaterializzò il pacco nella sua camera perché Draco l’aveva invitata a
fare una passeggiata. La condusse in un bosco molto tranquillo. Stavano
camminando, guardandosi solamente, quando Draco osservò: “Per me questo è un
giorno speciale… E’ un anno che stiamo insieme!” Hermione lo guardò. Meno male
che lo aveva detto lui! Altrimenti come avrebbe fatto a saperlo? “Pansy”
continuò Draco “E’ stato un anno bellissimo, favoloso, ma soprattutto nelle
ultime ventiquattro ore sei più dolce, passionale… Comunque, ricordi quello di cui parlammo
qualche settimana fa? Riguardo la cena?” “S-si” “Bene, sei d’accordo se diciamo che
vogliamo sposarci al più presto una volta terminata Hogwarts?” Notò l’espressione strabiliata di Hermione,
così parò le mani davanti. “Pensaci, ma lo fai sapere domani al solito modo,
ok?” Hermione annuì, ma capì di essere in un mare di guai: doveva assolutamente
parlare con Pansy! Doveva dirle se accettava di sposarlo così presto, e
soprattutto qual era il solito modo. E se Pansy avesse detto che non voleva
sposarlo? Sa la sarebbe dovuta vedere lei, Hermione! “Ok” riuscì a dire. I fatti iniziavano a
complicarsi.
“Aaaaaaaaaaarrrrrrgggggghhhhhhhhhh!!!!!”
urlò Pansy dal bagno della sua camera. Era sola in casa, fortunatamente, Ginny
era uscita con Harry, Ron era uscito senza dire dove andava, il signor Weasley
era al lavoro, Fleur era con la signora Weasley a fare alcune commissioni per
il matrimonio e i gemelli erano al negozio. Pansy era terrorizzata: aveva
appena fatto lo shampoo, e i “suoi” capelli erano ritti, gonfi e crespi, cioè,
non che Hermione portasse i capelli perfettamente ordinati, ma erano proprio a
stile manicomio, quasi ritti, conferendogli l’aspetto di una che aveva preso la
corrente. Come faceva Hermione a mantenerli un po’ meno gonfi? Iniziò a
girovagare per la stanza, alla ricerca di qualche crema, e finalmente la trovò
sulla mensola dei prodotti di bellezza. Era una confezione rossa, e in grossi
caratteri gialli c’era scritto:
Per
capelli rossi un po’ sbiaditi e lisci. Risultati già dopo la prima applicazione
grazie alla polvere di pelo di gatto persiano: i tuoi capelli risplenderanno di
un rosso lucente e impeccabile.
Tuttavia, Pansy non lo lesse e subito si
precipitò ad applicare la crema. Aveva appena finito quando un gufo bussò alla
porta. Lo fece entrare e aprì la missiva. Subito capì che era di Hermione. La
lettera diceva:
Pansy,
spero sia filando tutto
liscio. A me abbastanza bene, ma mi devi spiegare molte cose. Per prima cosa,
ho saputo che domani dovrò andare a cena dai Malfoy. Cosa dovrò dire?! Tua
madre e Draco mi hanno accompagnata a comprare un vestito nero e argento per
l’occasione. Poi Draco mi ha detto, anche se già l’avevo letto sulla tua
agenda, che volete sposarvi e mi ha chiesto se domani vogliamo dire ai nostri
genitori che vogliamo sposarci appena finita Hogwarts e mi ha dato del tempo
per riflettere. Che cosa gli devo rispondere? Credo che a quest’ora la casa sia
sgombra, se è così ti aspetto vicino al camino così possiamo parlare a
quattr’occhi dal camino della tua stanza. Fai in fretta,
Hermione
Pansy non avrebbe mai accettato di parlare
via camino con qualcuno con i capelli bagnati legati in un turbante, ma era
urgente. Hermione aveva letto la sua agenda? Draco aveva deciso di anticipare
le nozze? Cosa doveva rispondergli…? Si, ovviamente, ma era pronta? Sposarsi… Con
questa domanda che le gironzolava per la testa, si mise in contatto con
Hermione. Si ritrovarono faccia a faccia. Pansy notò con una fitta allo stomaco
lo sfondo della sua adorata camera. “Hai fatto lo shampoo? Hai saputo domarli?”
chiese Hermione preoccupata. “Penso di si, ho usato una crema che stava sulla
mensola della tua stanza…” Hermione sospirò. “Meno male!” ma ovviamente non sapeva che la sua sosia
aveva usato quella di Ginny. Iniziarono a parlare, raccontandosi tutto per filo
e per segno. “Beh, di a Draco che accetto” disse alla fine Pansy.” Ok, ma hai una faccia!
Sei sicura? Guarda che è una cosa importante! E poi qual è il vostro solito
modo per comunicare?” “Vedi, nel mio
cassetto c’è un braccialetto con cui si può parlare con la parola d’ordine
“Draco”. Comunque lo so, non c’è bisogno
che mi ricordi che è una cosa importante! Certo che sono sicura, solo che
avremo solo diciotto anni e forse lo sposerai tu e non io!” Hermione la guardò
sbalordita, togliendosi una ciocca dei capelli scuri da davanti agli occhi. “Ma
che dici…! Guarda che tra cinque mesi sarà tutto finito…” “Ma dai, davvero sei convinta che riusciremo a
tenere la bocca chiusa? Tanto a te che importa, farai una bella vita da signora
Malfoy!” “Pansy, piantala! Non è
vero,staremo zitte e tutto finirà… E poi, non pensi che anche io rivoglio la
mia vita?” Ribattè Hermione infervorata,
anche se una parte di sé mentiva, dato che stava vivendo una vita da
principessa. Pansy fece un verso scettico. “Lo hai baciato, vero?” chiese
infine, con una voce amara. “Ehm… cosa?!” “Piantala. Dimmi se lo hai baciato” “Ehm… Beh,
ovviamente sì” Pansy avrebbe tanto
voluto gettarle le fiamme del camino addosso. “E che ti ha detto?” “Nulla, cosa doveva dire…” “Bugiarda! Dimmelo!” Era arrabbiata nera,non
riusciva a capacitarsi che Draco avesse anche commentato il bacio di quella
Mezzosangue. “Pansy, non…” “Dimmi la
verità!” “E’ rimasto scioccato, ha detto
che si è sentito in paradiso!” disse
quasi tutto d’un fiato, mortificata. “Ma non è colpa mia, se non lo avessi
baciato lo avrebbe capito, e la prima volta ho anche tentato di scansarlo
chiamandolo Dracuccio…” Pansy ascoltò
quest’ultima affermazione cercando di apprezzare la sua volontà, ma ci riuscì
in piccola parte. “Che ti devo dire… Comunque, domani sera parla un po’ della
scuola, di Piton e roba del genere. Chiama i genitori di Draco per nome ma
usando il lei e ricorda che il venticinque torna mia sorella Jenny dall’Egitto
perché lavora come spezza incantesimi per la Gringott, ok?” “Ok,e tu invece che hai fatto?” “Niente di che, Ginny ed Harry stanno insieme…”
Hermione strabuzzò gli occhi.”Davvero?” “Si, e stamattina lo hanno annunciato a
tutti, e io ho indossato alcuni tuoi pantaloncini di jeans con una fascia fuxia
e sandali con la zeppa…” disse, come se
niente fosse. Hermione stava per affogarsi. “Che hai fatto?! Quelli erano un
regalo dei miei che non ho mai messo! E che hanno detto gli altri?!?” Pansy scrollò le spalle, cercando di
ricordare. “Mi hanno fatto molti complimenti, ma soprattutto Ron non mi
toglieva gli occhi di dosso, non faceva altro che ripetermi che stavo benissimo
e dovevo vestirmi spesso così, aveva quasi la bava alla bocca…” Hermione era arrossita, non riusciva a
crederci. Ma che aveva nel cervello Pansy? Aveva ragione a dire che era più
tonta di un troll che aveva preso una botta in testa. “Senti, non ti azzardare
mai più a vestirti così che ti ammazzo! Vestiti sempre seria…” “Si, si, mamma mia! Ma come sei noiosa! Senti
devo andare, i capelli si stanno asciugando da soli…” “Ok ciao” “Ciao e non baciare troppo Dracuccio mio!” “E tu non andare in giro scollata…” Pansy
ritornò nel salotto della Tana e si recò in bagno, si sentiva i capelli quasi
asciutti. Tolse l’asciugamano dai capelli, si guardò allo specchio e….
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaasrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrgggggggggggggggggggggggggggghhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!”
gridò a squarciagola. Davanti a lei c’era
un’Hermione con i capelli rossi
fiammanti e lisci: sembrava la figlia della signora Weasley. Ma cosa
era
successo? Prese la crema, lesse e capì tutto… andò
nella sua stanza e sulla
mensola trovò un’altra crema per capelli ricci e crespi. A
quella si riferiva
Hermione! Ma come aveva potuto sbagliare? Non aveva letto
l’etichetta! Con un
nodo alla gola si riguardò allo specchio: cosa raccontare agli
altri?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Rimpianti, momenti romantici e lotte ***
capitolo cinque
Capitolo cinque- Rimpianti,momenti romantici e lotte
Pansy stava sudando freddo: quello era
l’evidente segno che non era lei, e Ginny già quella mattina aveva notato delle
stranezze! Cosa fare? Ma prima che potesse pensarci, tutta la famiglia Weasley
ritornò. Pansy non li aveva nemmeno sentiti arrivare, così non chiuse nemmeno la
porta del bagno e Ginny entrò. La reazione è facile da prevedere. Era rimasta
immobile, sbalordita. “Hermione, che…? “ Pansy si girò dall’altra parte: cosa
inventare? Decise di dire la verità, in parte, ovviamente. “Ehm, Ginny, ho
lavato i capelli e per la fretta ho sbagliato a prendere la crema sulla
mensola… Ho preso la tua per capelli rossi sbiaditi invece che quella per
capelli ricci e crespi!” Ginny scoppiò a ridere. Poi, prima che potessero dire
qualcos’altro, Harry passò per il bagno e si fermò. Come Ginny, era incredulo e
si stropicciò gli occhi essendo sicuro di non aver visto bene. “Hermione! Ma
cosa…?!” e anche lui scoppiò a ridere. Pansy s’infervorò. “Ehi, ma andatevene
al diavolo!” e li sospinse fuori dalla stanza con la forza e chiuse la stanza a
chiave. All’improvviso, si manifestò tutta la rabbia che non aveva provato
nelle ultime ore. Scoppiò a piangere, rendendosi conto che la sua vita sarebbe
stata complicata e snervante. Rimase lì finché non bussò Ron. “Hermione, sono
ore che sei lì dentro! Tutto ok? L’ultima volta eri rinchiusa con un troll…
Dai, posso entrare?” “Vai a rompere
qualcun altro, idiota!!” sbottò Pansy,
non riuscendo a nascondere le lacrime nella voce. “Ok, allora mi costringi ad
usare le maniere forti… Ti avviso, sto
entrando, non è colpa mia se poi ti trovo mezza nuda…” si sentì un piccolo “Alohomora!” e il ragazzo entrò. Ma non rise quando la
vide, al contrario le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, che tuttavia
Pansy distolse. “Dai, Hermione! Perchè fai così? A tutti capita di sbagliare,
non fa niente, tanto tra un mese la colorazione si toglierà! “ Pansy lo guardò.
“Senti, se vuoi fare il comprensivo con me non ci riesci rosso! Ok? Ora vai a
trovare qualcun altro da scocciare” e
fece per uscire, ma Ron la bloccò con un braccio.”Hermione, ma cosa dici? Non
mi avevi mai parlato in questo modo! Cosa ti prende?!” “Mi prende che se non mi fai passare ti levo
quell’espressione da deficiente che hai stampata in faccia e te la attacco
sulle figurine dei maghi dispersi!” disse Pansy, infervorata, e tolse il braccio
del ragazzo per poi andarsene in giardino correndo. Ovviamente si era resa
conto di cosa avrebbe comportato essere Hermione Granger, ma solo in quel
momento sembrava essersi resa davvero conto di tutto quello che la aspettava,
che sarebbe successo, che sarebbe cambiato…
Draco Malfoy passeggiava per l’immenso
giardino della sua maestosa villa, con indosso dei jeans scuri e una maglietta
nera a mezze maniche. C’era una lieve brezza che gli faceva venire la pelle
d’oca, ma stava bene così. Era molto pensieroso, e preferiva camminare quando
aveva qualcosa a cui pensare. Il fatto era che Pansy lo stava sorprendendo,
all’improvviso l’aveva vista più matura, timida e cresciuta, come l’aveva
dimostrato il fatto che avesse preferito pensarci su quando le aveva chiesto se
l’anno dopo l’avrebbe voluto sposare. Questa nuova Pansy le piaceva molto di
più, ed era davvero la donna dei suoi sogni. Prima di questo cambiamento era
eccessivamente elettrica, dinamica, pettegola, e stava seriamente prendendo in
considerazione l’ipotesi di lasciarla. Ora invece ne era innamorato più che
mai. I suoi pensieri furono interrotti
da una voce alle sue spalle. “Draco, ti stavo cercando!” Il ragazzo si voltò:
un uomo sulla quarantina alto, con lisci capelli biondi platino e dei profondi
occhi grigi stava venendo verso di lui. “Buonasera, padre” disse. “Draco, è un
po’ che non parliamo da soli, ultimamente siamo stati molto lontani per il mio
lavoro. Come stai? Ti vedo strano e cresciuto!” “Padre, non è niente, solo che tuo figlio è
davvero innamorato della sua ragazza,tutto qui.” Lucius Malfoy gli riservò uno
sguardo strano, quasi di rimprovero. “Draco! Lo sai che l’amore è una cosa
effimera, che prima o poi ci lascia, scomparendo e rimanendoci delusi,te l’ho
sempre detto!” Anche Draco lanciò uno sguardo indecifrabile al padre. “Queste
sono solo tue ipotesi, padre. Io amo Pansy e nessuno mi farà mai cambiare
idea.“ E con queste parole se ne andò, lasciando da solo il padre che si chiese cosa aveva fatto di male per
meritarsi un figlio che credeva nell’amore.
Hermione era seduta sul divano del
salotto. Pensava ad Harry e Ron, a Ginny che doveva essere felicissima perché
stava con Harry, alle nozze di Bill e Fleur… E poi il giorno dopo ci sarebbe
stata quella maledetta cena a casa Malfoy. Aveva paura di sembrare strana, e
non sapeva come comportarsi perché se avesse fatto la pettegola e immatura
ragazzina diciassettenne Draco se ne sarebbe accorto. Decise di non pensarci
quando si ricordò che doveva ancora dare la risposta a Draco. Andò nella sua
stanza e trovò il famoso braccialetto, disse “Draco” e poi si sentì
un’interferenza. “Pansy!” disse la voce del ragazzo. Hermione sospirò,
sollevata. Ce l’aveva fatta. “Draco! Senti io ci ho pensato e…” “Allora?” “Certo che voglio sposarti!” “Amore mio! Sapessi quanto sono felice…”
Hermione dal canto suo si morse il labbro e si guardò allo specchio. Pansy
Parkinson le restituiva lo sguardo. E se fosse davvero stato come pensava
quest’ultima? Se avessero davvero svelato l’incantesimo a qualcuno e sarebbe
rimasta per sempre nel suo corpo? Sarebbe stata per sempre la signora Malfoy?
Il solo pensiero le fece venire il mal di stomaco, ma solo perché una parte di
lei era felice al solo pensiero… “Hermione, ma cosa pensi!” si disse,
buttandosi sul letto. Quella era proprio una brutta faccenda.
Ron era in sella alla sua scopa, turbato
per il comportamento di Hermione. Decise di non pensarci e continuò a volare,
avviandosi a Dreamming Street, dove abitava Lola Grant. Sperava di incontrarla per strada, non gli andava di
andarla a trovare a casa. Assorto in questi pensieri, posò la scopa in un prato
nei dintorni e iniziò a camminare,
guardandosi intorno. Poi una coda di cavallo bionda e riccia apparve quando
girò l’angolo, era lei, con indosso dei jeans e una maglietta azzurra e stava
cantando la canzone che avevano ballato la sera prima, “I love You”.
“ I love you prince of
my life, you are the star of my sky, I will love you forever…”
Ron
sorrise: era un buon segno il fatto che stesse cantando quella canzone, voleva
dire che quel momento le era rimasto impresso… Decise di fare qualcosa di
romantico, tanto per farla sorridere un po’. Fortunatamente lei era di spalle
così non lo aveva vista. Per Ron quello era il momento giusto per fare colpo,
la strada era deserta e c’era il tramonto… Decise di
andarle vicino e continuare la canzone.
“I love you princess of my life, you are so beautiful
and nice, when I see you I see the paradise…I would be there with you because I
love you, I will love you forever…”
Terminò
il ritornello e Lola si girò, rimanendo stupita. Quando lo vide rimase a bocca
aperta. “Ron! Ma che ci fai qui?” “Niente,
facevo un giro lontano da casa” Lola arrossì. “Oh Dio, hai sentito che stavo
cantando la canzone che abbiamo ballato ieri sera…”Ron fece finta di non
capire. “E allora? Che fa?” Lola scrollò le spalle e decise di cambiare
argomento.” Facevo un giro, tanto per distrarmi dalla solitudine, è così brutta
l’estate!” “Perchè? Insomma, in estate
non c’è scuola, siamo più liberi di fare quello che vogliamo…”. Lola fece uno
sguardo sognante. “Quello che voglio fare è avere avventure, ed io le ho solo
ad Hogwarts, cioè, il massimo che mi è capitato è sgaiattolare nella sala dei
prof per vedere se c’erano i test di
Pozioni…” Ron rise. “Dovresti essere amica di Harry, non ti annoieresti mai!
Comunque, se ti va di vivere un’avventura ci sono sempre io, se ricordi che
posso materializzarmi…” Gli occhi della ragazza brillarono. “Davvero?
Insomma,non è illegale…?” Ron fece l’occhiolino. “No, e poi sarebbe una bella
avventura fare qualcosa di illegale, non trovi?!” Lola annuì, entusiasta, e lo abbracciò. “Grazie
Ron!” Il ragazzo arrossì, e decise dove portarla. Le sarebbe piaciuto di
sicuro… si smaterializzarono e si ritrovarono a Londra. Erano in un luna park.
Ron aveva preso quest’idea da un film Babbano che Hermione gli aveva fatto
vedere un pò di anni prima, e sperò che quest’idea piacesse a Lola. C’era tanta
gente, bambini minuscoli con in mano lo zucchero filato e i palloncini, mamma
premurose che gli tenevano la mano. C’erano degli strani “monumenti” simili a
quelli del film e Ron ricordò che si chiamavano giostre, tutte illuminate alla
luce del tramonto. “Ron, ma dove…?” chiese Lola, esterrefatta. Non era mai stata
in quel luogo così strano ma allo tempo così magnifico e affascinante. Il
ragazzo le rivolse un sorriso rassicurante. “Si chiama Luna Park, è un luogo
dove vanno i Babbani per divertirsi, ora seguimi…” La condusse davanti alla
ruota panoramica. Lola sgranò gli occhi: non credeva che i Babbani, nonostante
fossero privati della magia, avessero le risorse per creare quelle cose
meravigliose. “Dai vieni!” la invitò Ron, e la fece salire sopra la giostra. Ma
Lola assunse un’espressione strana appena la ruota iniziò a salire. “Che c’è?” “Ron, io… io soffro di vertigini!!!” Ron
rimase mortificato. “Lola, io non lo sapevo…” La ragazza non rispose , ma tremava. “Ron, mi
gira la testa” “Tra un po’ finirà, vieni
qui, vediamo se ti passa,comunque non ti avrei mai portata qui se lo avessi
saputo!” Lei si avvicinò, e il ragazzo le accarezzò i capelli, stringendola a
sé. Dal canto suo, Lola si sentì subito meglio.
“Allora,
Pansy, cosa vorresti fare una volta finiti gli studi ad Hogwarts?” chiese
Narcissa Malfoy alla sua futura nuora mentre la cameriera stava servendo il
dolce. Hermione e i genitori erano
arrivati a casa alle otto e per tutta la cena non si era parlato altro che di
lavoro, del Ministero della Magia e del professor Piton. Fortunatamente era
quasi finita; la ragazza non si sentiva a suo agio lì, con quelle persone che
non pensavano altro che criticare gli altri e addirittura ad un certo punto
erano fuoriusciti anche i nomi di Ron, Harry e lei, e si era dovuta trattenere
dal non buttare in faccia a Lucius Malfoy la bottiglia di Burrobirra. Non lo
sopportava proprio, e questa era una motivazione in più per impegnarsi a tenere
la bocca chiusa: tra tanti suoceri, Lucius Malfoy era l’ultimo che avrebbe
preferito! Ma era arrivato il momento che Draco tanto attendeva: annunciare le
loro nozze. Le fece segno che avrebbe parlato lui per primo e si schiarì la
voce. I loro genitori lo guardarono, perché si aspettavano una risposta da
Pansy, non da lui. Jack Parkinson tremava: era un brutto segno che, proprio
riguardo il suo futuro, Pansy lasciasse rispondere il suo ragazzo, e nella sua
mente non riuscì a pensare altro che a qualcosa di brutto, tipo che sua figlia fosse
incinta. Tremava, e se fosse stato vero? Gli avrebbe rotto la faccia a quel
bamboccio, di sicuro, ma i suoi pensieri furono interrotti proprio da
quest’ultimo. “Bene, io e Pansy volevamo annunciarvi che Pansy è…” Il signor Parkinson non gli lasciò finire la
frase e iniziò ad urlare, pensando di aver pensato giusto. “Allora è così?
Bene, bene, Pansy, fuori da casa mia! E quanto a te, idiota, avresti potuto
aspettare, hai trascinato mia figlia nell’inganno! Il bambino ve lo crescerete
voi, io non vi aiuterò!” Tutti guardavano Jack Parkinson strabiliati, Hermione
specialmente. La cameriera si era immobilizzata nell’atto di servire il dolce a
Narcissa Malfoy.Poi sua moglie rise. “Tesoro! Ma cosa ti è saltato in mente?!
Draco mica ha detto che nostra figlia è incinta?!? Ma stai bene? Lo dicevo io
che non dovevi bere quell’idromele, ti fa alzare la pressione…” L’uomo arrossì:
si era lasciato trasportare dalla paura, che figuraccia, ma almeno non era
vero, sua figlia non era incinta!! Draco ritossì, e tutti lo guardarono. “Vi
stavo dicendo, Pansy è stata felicissima di accettare la mia proposta di
matrimonio e abbiamo deciso di sposarci al più presto una volta terminati gli
studi ad Hogwarts.” Silenzio. La
cameriera si affrettò a servire l’ultima porzione di dolce e se ne fuggì in
cucina, sicura che sarebbe successo il pandemonio. Le due donne si guardavano
vacue, poi Lucius fu il primo a prendere in mano la situazione. “Cosa?” chiese,
con una faccia assassina. Tuttavia Draco si sentiva spavaldo. “Ho appena detto
che io e Pansy abbiamo deciso di sposarci appena terminati gli studi, padre”
Lucius perse il controllo e tentò di alzarsi, ma sua moglie lo trattenne. “Calma,
caro, calma, ora ne parliamo!” L’atmosfera era fredda e impaurita, Hermione
avrebbe tanto voluto fuggirsene da quella casa. La seconda a parlare fu la
signora Parkinson. La sua voce tremava appena, ma decisa a risolvere la
questione. <> iniziò a dire, guardando sua
figlia in tralice. “Ma, ragazzi, insomma, avrete appena diciott’anni! Perché
non le posticipate, solo di pochi anni? Insomma, così potete ancora godervi la
gioventù, trovarvi un lavoro con più calma, e il tutto con il nostro appoggio…”
Ma il signor Malfoy la interruppe. “Scusami, Christine, ma dopo questo mio
figlio non avrà nessun appoggio da parte mia, e di conseguenza nemmeno da mia
moglie, vero cara?” chiese minacciosamente alla moglie, la quale si guardò
intorno spaventata.” Lucius, non fare così!” chiese con veemenza, ma il marito
le puntò la bacchetta contro. Hermione e la signora Parkinson sobbalzarono, la
cameriera spiava il tutto con un’aria impaurita. “Cosa?? Donna, vuoi che
abbandoni anche te…?” “Basta!” Hermione
si era alzata, cacciando fuori tutto il suo coraggio di Grifondoro. “Mi scusi,
Lucius, ma non capisco perché se la prende tanto! Insomma, cosa le costa
parlarne con noi? Così non risolve niente, se non mettendosi davvero contro suo
figlio!” Lucius la guardò sprezzante. “Pansy,
ti stai lasciando trascinare da mio figlio, o sei tu che lo trascini nel mondo
del coraggio, dell’amore…? Volete capire o no che l’amore non esiste e ne
rimarrete fregati tra nemmeno dieci anni?” Queste parole furono ascoltate con attenzione
dai presenti, che sentivano l’atmosfera sempre più pressante, ma Narcissa ne
parve offesa. “Ah, è così? Allora perchè non me lo dici in faccia che non mi
ami più?” sbottò, con gli occhi che
luccicavano. “ Ma Narcissa, non fraintendere…” “Ah no? Guarda che io lo avevo capito, sai?
Sempre al Ministero, sempre a cena con i tuoi amici e tua moglie ha dovuto
crescere tuo figlio! Poi, diciassette anni dopo, te ne esci dicendo a tuo
figlio che l’amore non esiste… Cosa pretendi, dopo essertene infischiato di lui
da sempre? Sono anni che mi tengo dentro queste parole!! Draco?” chiese infine
a suo figlio, “Ti impartisco la mia benedizione, e anche a te Pansy. “Il marito
se ne andò fuori, sbattendo la sedia e la porta violentemente, mentre i
Parkinson autorizzavano la figlia a sposarsi. Ma Hermione e Draco sapevano che oramai era iniziata una
battaglia, e che Lucius Malfoy li avrebbe ostacolati fino allo sfinimento.
Alla
fine di un’altra giornata, Pansy, dopo essere stata tutto il giorno seduta in
giardino, se ne andò a dormire. Non ce la faceva più, voleva la sua vita. E
poi, si era anche persa la cena a casa dei Malfoy. Chissà com’era andata! Sperò
con tutto il suo cuore che fosse filato tutto liscio e che nessuno avesse
sospettato di Hermione,e soprattutto che i genitori avessero acconsentito alle
loro nozze. Con questi pensieri si addormentò, sognando di restare tutta la
vita con i capelli rossi e costretta a portare i fiori sulla tomba della
signora Weasley per questo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Ritorno a scuola: prefetto figo e futura sposa secchiona ***
capitolo sei
Per le due ragazze le vacanze passarono
lentamente. Hermione la trascorse soprattutto in compagnia di Draco e fu
costretta a studiare di notte o nei momenti in cui era da sola, perché
altrimenti gli altri si sarebbero insospettiti nel vederla studiare in estate.
E la cosa le dava ai nervi perché quell’anno avrebbe avuto anche i M.A.G.O. e
non poteva prepararsi perfettamente! Il contrario era successo a Pansy: verso
il dieci agosto, Harry le chiese come mai non aveva ancora aperto mezzo libro,
e così fu costretta a stare ore ed ore nella sua camera a fare finta di
studiare quando poi pensava a tutt’altro. Non riusciva a pensare al fatto che
per i prossimi cinque mesi avrebbe dovuto passarli tra i libri! Insomma,
avrebbe sprecato metà del suo ultimo anno ad Hogwarts a fare la secchiona
piuttosto che divertirsi a fare la bulletta con i piccoli del primo anno e a
pomiciare con Draco! Il solo pensiero la fece rabbrividire. Ma il primo
settembre arrivò e i guai per entrambe iniziarono per davvero. Fortunatamente,
la colorazione ai capelli di Pansy svanì il giorno prima della partenza per
Hogwarts ed ella ringraziò il cielo, perché avrebbe preferito rimanere a casa
Weasley piuttosto che andare in giro per i corridoi conciata così, e
soprattutto non aveva voglia di ascoltare la ramanzina di Hermione. Quando
quest’ultima vide i suoi amici sull’ Espresso per Hogwarts provò una stretta al
cuore perché si ricordò che non poteva andarli a salutare, e li osservò ridere
e scherzare con Pansy, la quale non fu brava come lei nel trattenersi e appena
vide Draco gli saltò addosso. “Dracoooo!” urlò, e gli gettò le braccia al
collo. Il ragazzo subito la allontanò, con un’aria disgustata e sorpresa allo
stesso tempo, dicendo: “Granger, ma che ti prende?!” Pansy arrossì,
ricordandosi solo in quel momento di avere le sembianze della ragazza più
detestata dal suo fidanzato. Hermione decise di intervenire. “Oh, Draco, io e
la Granger abbiamo fatto una scommessa e abbiamo deciso che nel caso lei avesse
perso avrebbe dovuto abbracciarti, e ha perso…” inventò, stava diventando
davvero brava a dire bugie! Draco parve convinto, lanciò un’occhiataccia a
quella che credeva essere Hermione e prese per mano quella che invece credeva
essere la sua ragazza. Quella vista fece bollire di rabbia Pansy. “Hermione, ma
che ti prende?” chiese Ron, ma non ascoltò la risposta perché aveva
appena avvistato Lola e la andò a salutare. Per le due ragazze fu una cosa
stranissima doversi sedere a tavoli diversi da quelli occupati negli ultimi sei
anni. Un ragazzo che Hermione non conosceva le si avvicinò. “Ciao, Pansy!
Draco…” gli strinse la mano con grande rispetto per poi tornare a rivolgersi
alla ragazza. “Che corsi frequenterai quest’anno, Pansy?” Hermione non sapeva
che rispondere. “Oh, quelli… quelli che frequentavo l’anno scorso” azzardò. Il
ragazzo sorrise. “Oh, mi fa piacere, così potremo vederci molto spesso!”
gongolò il Serpeverde, mandando su tutte le furie Draco. “Ehi, Greyspell vai a
provarci con la ragazza di qualcun altro, intesi?” disse, mettendo in fuga il
ragazzo. Poi se la prese con Hermione. “Ma dico io, Pansy, quello ci prova con
te e tu ci stai pure?” “Ma no, Draco, non avevo capito le sue intenzioni,
ho solo risposto!” “Cosa? Pansy, Greyspell ti corteggia da quando stavamo
al terzo anno e mi dici che non avevi capito le sue intenzioni?” Hermione
abbassò il capo. Come ribattere? “Oh, ma perché quello era Greyspell? Non lo
avevo riconosciuto con tutti quei brufoli…” buttò lì, e ringraziò il cielo
quando il Preside scelse quel momento per annunciare l’inizio del banchetto. Al
tavolo di Grifondoro le cose non andavano meglio. Pansy si era seduta vicino
Neville perché i “suoi” migliori amici erano seduti rispettivamente vicino
Ginny e Lola, la quale aveva cambiato posto lasciando il solito gruppetto di
amiche. Alla sua sinistra c’erano Calì e Lavanda, la quale guardava Ron e Lola
che parlavano allegramente con un’aria assassina. Pansy non riuscì a
trattenersi. “Ti dà fastidio, eh? “Lavanda, che stava bevendo un bicchiere di
succo di zucca,cacciò gli occhi fuori dalle orbite ed evitò per un pelo di
affogarsi. “Senti un po’, Hermione, sei tu quella che mi sta dando fastidio,
intesi? Non so cosa ti ho fatto, ma mi stai proprio scocciando, sei diventata
invadente e pettegola!” Pansy decise di affrontarla. Sapeva che Lavanda aveva
sempre infastidito un po’ Hermione, così decise di finirla. “Sono anni che mi
scocci, scusa eh, ora non posso nemmeno ricambiare? Stai sempre in mezzo, mi
sparli dietro… E poi sei irritata con me perché dopo Ron nessuno più ti viene
dietro, anche perché eri tu ad andarci dietro, e invece io ho la fila dietro di
me!” Lavanda divenne paonazza, le guance diventarono rosse di fuoco. “E’ così
che la pensi?” sbraitò. “Tu non sai cosa… Non sai niente di me! Quante volte ho
pianto a causa tua quando mi rubasti il mio unico grande amore, piccola
vipera…” “Oh, grazie, è un complimento detto da te, vecchia fattucchiera
da quattro soldi! E poi io non ti ho rubato niente, sei tu che sei così
insicura di te stessa, sai di non valere niente che immaginavi che ti tradisse,
ma non era niente vero…” Intanto l’atmosfera si stava riscaldando, tutti
le guardavano e seguivano le conversazioni. La voce di Lavanda era ancora più
acuta del solito. “Ah si? E allora che ci facevate nello stesso dormitorio
quella sera?” “Gli avevo prestato un libro! Sei così ossessiva che pensi
solo a male!” rispose Pansy, facendola scappare dalla tavola, piangendo. Tutti
guardavano Pansy con la bocca aperta, Harry, Ron, Ginny, Lola, Neville e Calì
compresi. Hermione Granger che affrontava in quel modo Lavanda Brown? La
notizia fece il giro della scuola in poco tempo. Poi l’atmosfera fu alleggerita
da Silente, che annunciò alla scuola che il trentuno dicembre ci sarebbe stato
un ballo in onore dei 1010 anni di Hogwarts. Hermione e Pansy si guardarono: il
loro ultimo giorno in simbiosi lo avrebbero trascorso tra un ballo e l’altro.
Come di consueto, dopo cena e dopo aver guidato i piccoli del primo anno nelle
rispettive sale comuni a causa del loro dovere di prefetto, le ragazze salirono
nei rispettivi dormitori. Hermione fu costretta a fare la simpaticona con
Millicent, Julie, Anne e Amanda. “Allora Pansy, cosa hai fatto quest’estate con
Draco?” chiese Anne mentre si infilava la camicia da notte, con un sorriso
malizioso. “Oh, abbiamo passato un sacco di tempo insieme e mi ha chiesto di
sposarlo” disse Hermione. Le tre ragazze si immobilizzarono. Poi la guardarono
con gli occhi fuori dalle orbite. “No! Pansy, non puoi aver detto di si, no! Ti
rovinerai la vita!” Hermione scosse il capo: lo sapeva meglio di loro, ma era
stata Pansy a decidere. “Ragazze, fatevi gli affari vostri!” sbottò, con finto
tono irritato, e iniziò a pettinarsi i capelli. Le amiche le rivolsero un ultimo
sguardo prima di ritornare a fare quello che stavano facendo prima
dell’eclatante notizia. Pansy invece se la stava godendo un mondo: Lavanda
aveva così vergogna per il modo in cui era stata affrontata che aveva
chiesto a Ginny di fare cambio dormitorio. Ormai la ragazza era diventata un
mito, a tal punto che Calì le rivelò che Lavanda non stava più tanto simpatica
nemmeno a lei. Le tre ragazze se la spassarono un mondo quella notte,
organizzando un pigiama party e invitando altre ragazze tra cui Lola e altre
del quinto e del sesto anno tra cui anche Tiffany, la cugina di Luna.
L’argomento principale, oltre alla discussione tra la Granger e la Brown, era
il ballo.”Allora, con chi ci andrete?”chiese Lola mentre beveva un sorso di
Burrobirra dalla bottiglia di Pansy. “Ovviamente io con Harry!” annunciò Ginny
entusiasta, passandosi una mano tra i capelli, togliendosi da davanti agli
occhi la frangia. Le altre dissero un vago “Boh!”, e Pansy si ricordò di dover
chiedere a Hermione con chi voleva andarci. Non sapeva perché, ma notò che
Tiffany la guardava sempre e quando le parlava aveva il sorriso sulle labbra.
Alle quattro del mattino, tutte tornarono nei loro dormitori e il giorno dopo
iniziarono le lezioni. Entrambe dovettero incontrarsi per dirsi quali corsi seguire
e a Pansy venne il mal di stomaco al solo pensiero di dover frequentare tutti
quei corsi. Ma c’era qualcosa di diverso ormai: nessuna delle due riusciva a
comportarsi come l’altra. “Troppo forte, Hermione! Un altro po’ e il
bambino ci rimaneva sotto!” commentò Ron tra una risata e l’altra, e batté il
cinque con quest’ultima. “Eh, lo so! Ma la prossima volta imparano questi
mocciosetti a prendersi i posti migliori in sala comune! Buuu!” fece infine
vicino ad un altro bambino che la stava guardando, facendolo correre il più
lontano possibile da lei. Ma Harry non parve convinto. “Hermione, ma cosa ti è
successo? Insomma, l’anno scorso eri la prima a difendere i piccoli del primo
anno, non potevamo nemmeno cacciarli dalle poltrone che subito ci rimproveravi…”
Pansy fece spallucce, pensando un po’ prima di rispondere. “Harry, vedi, questo
è l’ultimo anno che passiamo qui, e personalmente voglio godermelo. E ho anche
deciso di studiare di meno, insomma, non serve a niente starsene lì a studiare
quando fuori da quelle mura c’è qualche bel ragazzo che ti aspetta!” Questo
discorso fece rimanere i due ragazzi a bocca aperta; si guardarono, come se
fossero sicuri di non aver udito bene. “Hermione, ma stai bene?” chiese Ron
posandole una mano sulla fronte come per verificare se avesse la febbre, e la
ragazza rise. “Certo! Ehi, bella questa canzone! Chi l’ha messa?” chiese,
ascoltando una canzone che proveniva dal fondo della sala comune, allegra e con
un ritmo spensierato. “Io!” disse un ragazzo, avvicinandosi. Pansy non lo aveva
mai visto prima, era alto, biondo con gli occhi verdi ed indossava dei jeans
chiari e una camicia azzurra sbottonata. Quella vista fece imbambolare Pansy.
Tuttavia si riprese quando il ragazzo le porse la mano. “Piacere, io sono
Robert McGranitt” “Io sono P.. Cioè, Hermione Granger! Piacere mio! Hai
detto McGranitt?” Il ragazzo sorrise. “Si, sono il nipote di Minerva
McGranitt!” Pansy lo guardò meglio: non avevo proprio preso da sua zia…! Poi le
venne in mente una domanda: che ci faceva lì il nipote della sua insegnante di
Trasfigurazione? Non era mai stato ad Hogwarts prima… come se le avesse letto
nel pensiero, Robert disse: “Sono qui perché sono un tirocinante, ho finito la
scuola l’anno scorso ma non ho studiato qui perché c’era mia zia, e quindi
avrebbero pensato che mi trattasse meglio del dovuto, così ho frequentato una
scuola privata della mia città. Ora però rimarrò qui tutto l’anno per il
tirocinio, voglio diventare insegnante di incantesimi. Assisterò alle lezioni
del professor Vitious. Ma hai detto che fai di cognome Granger?” Pansy annuì.
“Mia zia mi parla spesso di te, dice che sei bravissima! Comunque, vieni a
ballare questa canzone prima che finisce!” Pansy non se lo fece ripetere due
volte, si recò nella parte della sala più isolata e lei e Robert iniziarono a
ballare. Harry e Ron rimasero a guardare quella scena imbambolati, ed entrambi
bofonchiarono:” Non è lei!”. Intanto, attorno a Pansy e Robert si era formata
la folla ed altre persone iniziarono a ballare. Pansy si scatenò, salì su un
tavolo ed iniziò a ballarci su, ridendo per le lodi ricevute da tutti i
ragazzi. “Hermione sei grande!” urlavano in coro. “Bis! Bis!”. Nello
stesso momento, a qualche piano di distanza, la vera Hermione era seduta su una
panca della biblioteca intenta a tradurre una lettura di Antiche Rune. Ormai
era lì da tre ore, e tutte le ragazze che la conoscevano la guardavano
strabiliate. “Amore, ma che fai? Studi? Sei lì da tutto il pomeriggio!”
Hermione alzò a forza lo sguardo dal suo dizionario. Si ritrovò davanti il
“suo” ragazzo, e con suo dispiacere quella vista la fece sentire meglio. “Lo so
Draco,ma ti ho già detto che quest’anno voglio andare meglio a scuola. Credimi,
è una tortura per me, ma voglio avere buoni voti ai M.A.G.O.” Draco aprì bocca,
ma subito la richiuse. “Ok, io sto un po’ qui” disse, e le si sedette vicino.
Era una cosa strana per Hermione, avere qualcuno che la osservasse mentre
studiava, le era capitato solo con Viktor, ma allo stesso temo le fece molto
piacere. Alle otto finì la traduzione e i due si recarono nella sala comune di
Serpeverde; mentre scendevano le scale che conducevano al piano terra
incrociarono Pansy e Robert che ridacchiavano. Le due si guardarono, poi il
cuore di Hermione iniziò a galoppare forte: ma cosa saltava in
mente a Pansy? Andarsene in giro con quello sconosciuto, anche se carino, e
molto… Al loro arrivo nella sala comune, molte ragazze accerchiarono Hermione.
“Pansy, ma dov’eri?” chiese Julie. “In biblioteca” “In biblioteca?
E che ci facevi lì?” chiese Millicent, come se Hermione avesse detto che era
andata a visitare uno zoo safari. “Studiavo! Sapete quella cosa che inizia con
s…” rispose seccata Hermione, e Amanda scoppiò a ridere. “Pansy, ti hanno vista
le altre ragazze e hanno detto che non ti inviteranno al loro prossimo pigiama
party e nemmeno ai seguenti… ma vuoi diventare vecchia prima del tempo?”
chiese, con un’occhiata maligna. “Fatti i fatti tuoi, idiota” sibilò Draco, e
lui ed Hermione presero posto su una poltrona il più lontano possibile da
loro. Draco la abbracciò. La ragazza si lascò stringere con dolcezza,
anzi, anche lei lo abbracciò. “Mi dispiace che ti abbiano esclusa” mormorò
Draco, ma Hermione scrollò le spalle.” Fa niente. E’ tempo di crescere,ormai!
“. Ma dentro di sé sentiva una grande inquietudine. Quell’anno era iniziato da
schifo, già solo per il fatto di dover frequentare i Serpeverde, ma soprattutto
perché sentiva il cuore battere sempre più forte per quel ragazzo che in quel
momento la teneva tra le sue braccia. Tutte le sere si ripeteva “Io odio
Malfoy”, ma funzionava sempre di meno, e stare in sua compagnia le piaceva
sempre di più. Cosa fare? Lasciare perdere ovvio… ma in cuor suo Hermione
sapeva che ci sarebbe riuscita molto difficilmente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** La minaccia ***
capitolo sette
Capitolo
sette- La minaccia
“Cosa?
Ti ha chiesto di uscire? Pansy, è il nipote della McGranitt!” sibilò Hermione
con voce acuta. Le due ragazze erano nel bagno di Mirtilla Malcontenta, che al
momento fortunatamente non era presente, e si stavano raccontando un po’ gli
accaduti degli ultimi giorni. Era già metà ottobre. “Si, Hermione! Dai, lo
faccio per te, è carino, studioso… Il tuo tipo perfetto! E poi, con l’immagine
che ti sto creando, un ragazzo è obbligatorio!” “Quale immagine? Ah, si, quella della cubista
bulletta!” ribattè acida Hermione. Non le andava proprio giù che tutta Hogwarts
sapeva che la Granger fosse cambiata e che fosse ritenuta un modello per le ragazze
che l’anno prima non facevano altro che criticarla. “Senti chi parla! Per mezzo
tuo dovrò ricostruire la mia immagine, a gennaio! Tutti sanno che Pansy
Parkinson ha preso il posto della Granger!” Ma l’altra non ribattè: aveva
sentito dei passi. Si guardò intorno, e si trovò davanti Tiffany Strong, con le
braccia incrociate ed un sorriso compiaciuto più del solito sulle labbra. Prima
che potessero domandare qualcosa, affermò: “So il vostro segreto” .Pansy ed
Hermione si guardarono terrificate, poi Tiffany spiegò: “So che siete soggette
allo Scambio Corporis, ho assistito personalmente allo scambio quest’estate,
alla festa di Harry. Non preoccupatevi” aggiunse quando le due ragazze si
guardarono ancora più spaventate, “Ho controllato e non rimarrete intrappolate
per sempre nel corpo dell’altra, perché non siete state voi a dirlo. Tuttavia,
la cosa potrebbe succedere se lo raccontassi a qualcuno.” Entrambe tremavano,
cosa voleva questa? E poi, come avevano fatto a non accorgersi che qualcuno
aveva assistito al loro scambio? Fu chiaro che le stava minacciando, volendo
ottenere qualcosa in cambio. “Cosa vuoi per tenere la bocca chiusa?” chiese
Hermione, avanzando e affrontandola faccia a faccia. “Wow, hai compreso…
Granger!” osservò la ragazza con un ghigno. “Beh, dovrete fare una cosa
semplicissima: far si che Neville Paciock mi inviti al ballo. Lui se ne sta sempre
appiccicato a Lola Grant nonostante lei lo abbia già respinto due volte perché
ci va con Ron Weasley, e quindi non mi calcola nemmeno.” Anche Pansy si
avvicinò, ero i fare un verso disgustato. “Bleah! Ma dico io Strong, certo che
te li vai a scegliere, eh?” “Senti chi
parla! E poi non devo di certo dare retta a te Parkinson! Comunque, non avete
scelta: o mi aiutate o dirò a tutti il vostro segreto. E parlerò anche se
decide di andarci con qualcun’altra che non sia io, intesi?”. Detto questo se
ne andò, lasciandole nel panico. “Ed ora che accidenti facciamo?” chiese Pansy.
“Dobbiamo convincere Neville, ovvio. Ma mi sa che dovrai agire solo tu,
insomma, io sto nel tuo corpo e non mi pare che siate molto amici! Io
escogiterò il piano e tu eseguirai, immagino!” dichiarò Hermione, iniziando a
marciare su e giù per il bagno, pensando. Non ci voleva proprio! Ma cinque
secondi dopo arrivò la proprietaria del bagno. “Ehi, che ci fate voi due nel
bagno di Mirtilla?” le ragazze si guardarono disperate: ci mancava solo lei! “Scusa,
ma perché c’è scritto il tuo nome sopra?” sbottò Pansy, ma Mirtilla parve non
sentirla. Fissava Hermione in uno strano modo. “Tu sei la fidanzata di Draco,
vero?” chiese, con tono un po’ irritato. “Ehm, si” rispose la ragazza mentre
Pansy le lanciava un’occhiataccia. Mirtilla fece una faccia ancora più triste. “Uh…
E’ un ragazzo così carino e dolce… Abbiamo tanto in comune… Peccato sia già
occupato! Nessuno pensa mai alla povera Mirtilla…. Ahhh!” e si buttò a
capofitto in un water. Pansy ed Hermione si guardarono in tono eloquente:
meglio uscire ora che c’era quell’orecchio indiscreto. Si accordarono e
decisero di inviarsi una lettera quella sera e di passare all’azione
l’indomani: prima si sarebbero liberate di Tiffany, meglio era.
“Ron!!!
Hai saputo, sabato abbiamo il fine settimana libero ad Hogsmeade!!!” esclamò
Lola entusiasta, attraversando la Sala Comune saltellando. Ron si girò e rimase
pietrificato, un po’ come gli succedeva prima con Fleur quando gli compariva
davanti all’improvviso. Davanti a lui c’era una Lola sorridente con una
minigonna a scacchi fuxia e neri e una felpa rosa. Lo guardava radiosa, e
appena il ragazzo si riprese disse: “Ah, ah… Allora ci… ci andiamo insieme?
Sempre se ti va, ovviamente…” Lola saltellò nuovamente. “Certo che mi va!” Gli
diede un bacio sulla guancia e se ne andò dalle sue amiche. Neville aveva visto
quella scena e se ne stava zitto zitto. Pansy lo aveva notato e si avvicinò:
doveva indagare, sapere… Solo in quel modo sarebbe diventata la signora
Malfoy…..
_____________Ecco
il nuovo capitolo, l’ho scritto subito e scusate se è un po’ piccolo!Grazie a
tutti per le recensioni! X Gaia: ora hai scoperto chi ha assistito alla scena!
Cosa ne pensi? Forse la vedrai la faccia di Draco qnd scoprirà di chi si è
innamorato… Ihih! Ti dico solo questo! Baci, e recensite please! Kisses,
milly92
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Il segreto svelato ***
capitolo otto
Capitolo
otto_ Il segreto svelato
“Neville!
Ciao, come va?” disse Pansy, avvicinandosi al ragazzo che se ne stava mogio
mogio. “Bene” rispose con un filo di voce. Ron si era avvicinato a Lola e al
suo gruppetto e stavano parlando molto animatamente. Pansy fece finta di non
sapere niente. “Ma sei sicuro? Sembri così triste…” Neville la guardò, indeciso
sul da farsi. Confidarsi o meno? Insomma, lei era Hermione, quella che la aveva
aiutato tante volte in tutti quegli anni… Decise di confidarsi. “Sai, Herm, è
che… Insomma, mi piace Lola! Ma lei non se ne frega minimamente di me, e andrà
al ballo con Ron…” Quelle parole fecero tenerezza a Pansy, che per la prima
volta da tanto tempo sentiva pietà per qualcuno. Avrebbe tanto voluto aiutare
Neville a conquistare Lola, ma doveva farlo andare al ballo con Tiffany,
altrimenti avrebbe parlato… Cosa fare? “Neville, coraggio… Tanto mica può stare
sempre con Ron! Perché non provi ad andare al ballo con qualcun’altra? Forse in
questo modo lei si accorgerà di te e… E verrà da te… Sai, va a finire sempre
così!” Insomma, non era proprio un piano eccezionale ma almeno lui sarebbe
andato al ballo con Tiffany, poi chi se ne sarebbe fregato del resto… Peccato
che era proprio su questo che si sbagliava. Dopo quelle parole, Neville parve
rincuorato e tornò a sorridere. Pansy ed
Hermione si incontrano in un corridoio deserto del quinto piano, e Pansy
raccontò di Neville. “Mi stai dicendo che hai convinto Neville ad andare al
ballo con qualcun’altra per poi infischiarsene di lei e tentare di far
ingelosire Lola?” chiese Hermione, scioccata ed incredula. “Si!” rispose Pansy,
raggiante. “Ottimo piano, vero?” aggiunse, soddisfatta. “Cosa? Ma sei pazza?
Insomma,a Tiffany questo non andrà giù, potrà sempre aprire la bocca…” Pansy
sbuffò. “Ma cosa stai dicendo, insomma, il ballo è il 31 dicembre, il giorno in
cui l’incantesimo svanirà, quindi anche se apre bocca, l’incantesimo sarà
terminato e chi pensi che le crederà?”. Hermione tacque: in effetti Pansy aveva
ragione… Ma il suo silenzio venne interrotto da una voce irata che spuntò da
dietro l’angolo. “Ah, allora è così, vero? Togliamocela dai piedi, poi chi se
ne frega di lei!”. Era di nuovo Tiffany,
le braccia incrociate e lo sguardo che emanava lampi. Le due ragazze erano
paralizzate. Si guardarono terrorizzate, poi il loro sguardo vagò su Tiffany.
“Ehi ma che fai, ci segui?” sbottò Pansy infastidita, ma Hermione le diede una
gomitata. “Tiffany, non è come credi, davvero…” Tiffany fece una risata
maligna. “Si, si come no! Ma a chi volete prendere in giro? Ma tanto ormai a me
non importa niente, sono stata fin troppo buona a tenere la bocca chiusa per
due mesi e mezzo…” “Cosa?” Chiesero le due ragazze terrorizzate. No, Tiffany
non poteva fare una cosa simile! Ma quest’ultima non sembrava affatto di
quest’idea. “Avete capito bene. E poi grazie all’acuto ingegno della nostra
Pansy Parkinson, Neville ha invitato mia cugina Luna, quindi i patti sono
patti…” Aveva un’espressione irata che non donava affatto ai suoi tratti
angelici. Il terrore delle ragazze sembrava l’unica cosa che la tirava su e che
la faceva astenere dal piangere. Dette queste parole, fece per andarsene, ma Pansy
la inseguì. “Aspetta, ragiona, non è mica colpa nostra se Neville non ti vuole!
E poi tu solo ieri ci hai avvisate, non abbiamo nessuna colpa…” Tiffany
sembrava non sentirla. Camminava dritta spedita, come se stesse facendo una
marcia. Anche Hermione le raggiunse. “Tiffany, anche se rivelerai la verità non
cambierà niente! Neville andrà sempre al ballo con tua cugina…” La riempirono
di suppliche, ma la ragazza sembrava essere diventata sorda. E prima che
potessero raggiungere altro si trovarono davanti Draco con il tirocinante di
Incantesimi, Robert McGranitt. I due salutatorono le ragazze, ma Tiffany disse:
“Aspettate prima di essere così felici! Seguitemi…”. I due erano perplessi.
“Ehi, cosa vuoi da noi, Strong? Ah, e c’è anche la Granger… Perciò si sentiva
questa puzza…” Pansy rimase bloccata, dall’inizio dell’anno non aveva mai
ricevuto un insulto del genere dal suo amato. Ma poi fu distratta da Robert,
ancora più affascinante del solito… “Draco, non è il caso di insultarla!”
esclamò Hermione. “Si Draco, potrei anche punirti, è come se fossi un
insegnante…” Disse Robert. “Basta con queste sciocchezze! Rimanete qui, devo
andare a chiamare un po’ di persone… Sigillo!”
esclamò Tiffany inviperita,
e li chiuse
dentro un’aula. Ormai Pansy ed Hermione sudavano freddo, da
lì a breve
sarebbero rimaste incatenate per sempre nel corpo
dell’altra… “Robert, insomma
sei un tirocinante di incantesimi! Liberaci!” urlò Pansy,
isterica. Ma Robert
scosse il capo. “Non posso perchè…” non ebbe
il tempo di spiegare che Tiffany
era già di ritorno con Harry, Ron e Ginny, che avevano
un’aria interrogativa.
Il volto di Hermione si pietrificò a guardarli. Ormai mancava
poco. Prima che
potesse trattenersi disse: “Tiffany, ti prego!” con aria di
supplica, ma la
ragazza ghignò. Si sedette su un banco e iniziò a
parlare. Hermione avrebbe
tanto voluto farle qualche incantesimo per fermarla, ma la bacchetta
era nel
suo dormitorio… “Vi starete chiedendo perchè vi ho
portati qui. Ora lo saprete.
Bene, non notate niente di diverso in Hermione e Pansy
dall’inizio di agosto?”
Tutti si guardarono. “Io conosco solo Hermione, e da
settembre” disse Robert.
“Beh, insomma, Hermione ora è più… sveglia,
più vivace… Ma perché?” chiese Ron,
ed Harry e Ginny annuirono. Invece la cosa non sembrava voler andare
giù a
Draco. “Sono affari miei, non ho intenzione di parlare con voi
del
comportamento di Pansy!” “Su, Malfoy,non dirmi che
ultimamente la tua ragazza
non è più calma, studiosa…” Lo spronò
Tiffany, ghignando. “Ok, e allora? Dove
vuoi arrivare?” Ci fu un coro di: “Giusto, cosa vuoi
dire?”. Tiffany sorrise.
Se la stava godendo un mondo. Ecco arrivato il momento tanto atteso.
“Bene, io
ho la risposta a tutte queste cose insolite!” Pansy ed Hermione
si alzarono.
“Tiffany, Taci! Ti aiuteremo, ma taci!”. Tiffany scosse il
capo, mentre gli
altri assistevano assistiti alla scena. “Insomma,
cos’è questa storia? Su cosa
deve tacere?” “Sul fatto che sono soggette allo Scambius
Corporis, ovvero…
Signore e signori, Dalla sera del 31 luglio Hermione Granger è
nei panni di
Pansy Parkinson e viceversa.” Stop. Silenzio. Poi…
Ecco
il nuovo capitolo! Ringrazio tutti coloro che hanno letto, finalmente ho risolto
i problemi con l’html ed ho modificato tutto il carattere della storia… così potete leggerla senza ke
vi venga il mal di testa! Please, recensite se vi va! Fatemi sapere cosa ne
pensate! Kisses, milly92
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Non ci posso credere ***
capitolo nove
Ecco
il nono capitolo… Scritto in pochissimo tempo, tutto d’un fiato! Ci vediamo a fine capitolo per i ringraziamenti!
Capitolo nove- Non ci posso credere
“Non ci posso credere!” Esclamò Draco, frustrato. La
sua frustrazione era dovuta al fatto che nella sua mente i fatti si collegavano…
Era dopo la festa di Harry che Pansy era cambiata! No, non poteva essere. Gli altri
erano ancora sotto shock; e Pansy ed Hermione si guardavano, come a dire: “E’
finita”. “Si, Malfoy ha ragione! Non può essere! Hermione ce lo avrebbe detto!”
disse Harry, sicuro di sé. “Infatti” concordarono Ron e Ginny mentre lanciavano
sguardi strani alla ragazza. Tiffany sembrava ancora più soddisfatta per tutto
lo scompiglio che aveva creato. “Non ve lo ha detto perché secondo l’incantesimo
se le persone soggette allo Scambius Corporis rivelano a qualcuno lo scambio
rimarranno incatenate per sempre nel corpo dell’altro”. Robert si mosse e
guardò le ragazze sotto una luce diversa. Aveva capito tutto… “Lo Scambius
corporis? E’ una cosa molto rara… Tiffany, ma sei pazza? Hai rivelato… Aspetta!
Tu come lo fai a sapere?” Il ghigno soddisfatto di Tiffany si allargò, ora
sembrava una vera e propria arpia. “Semplicemente perché ho assistito allo
scambio!”. “Ora basta!” disse Hermione, trattenendo le lacrime con uno sforzo
sovrumano, e l’attenzione di tutti si concentrò su di lei. Si sedette sulla
cattedra e fece cenno a Pansy di aiutarla. “Non potete capire! State qui con la
bocca aperta, a fare domande… Mentre quelle che dovrebbero stare male siamo
noi! Io e Pansy! Per due mesi e mezzo abbiamo dovuto abituarci ad un nuovo stile
di vita tutto nuovo e che abbiamo sempre detestato, abbiamo dovuto cambiare
amicizie, vivere nella paura… Poi arriva una brutta megera e rovina tutto! Vi
rendete conto? Sarò intrappolata per sempre nel corpo di Pansy!” E scoppiò a
piangere, seguita da Pansy. Le due ragazze, poi, si abbracciarono
miracolosamente. Pansy Parkinson ed Hermione Granger abbracciate, dopo sei anni
di astio reciproco. Intorno c’era il silenzio. Poi ci fu un rumore di sedia
sbattuta. Era Draco. “Avete confermato? Cioè, io sono stato due mesi e mezzo
con la Granger? Guardami negli occhi!” Aggiunse rivolto a quest’ultima. Hermione
lo guardò. “Si, è vero Draco, cioè Malfoy… Sei stato con me. Cosa potevo fare?”
La faccia di Draco impallidì ancora di più, rimase immobile. Poi spalancò
lievemente la bocca, evidentemente per ribattere, ma poi si zittì ed uscì
sbattendo la porta.
Le due ragazze non si calmavano, ma Pansy stava
ancora peggio perché in quel momento aveva avuto una brutta conferma: non amava
più il suo caro Draco. Vederlo andarsene non le aveva procurato nessun
dispiacere, e questa convinzione aumentò quando Robert la abbracciò. Lo strinse
forte, mentre lui le accarezzava i capelli. Si sentiva in colpa, ma dopo che
aveva conosciuto Robert per lei non esisteva più nessun’altro, fingeva di
rendersi gelosa se Hermione le raccontava qualcosa che aveva fatto con i suo
ragazzo, ma da un mesetto non le importava più. Cosa fare? Non ci capiva più niente. Niente. Vuoto assoluto.
Troppe certezze messe insieme.
“Hermione, vieni qui…” Harry, Ron e Ginny la
strinsero in un abbraccio collettivo. “Immagino
come ti senti….” Buttò lì Ginny. No, non lo poteva immaginare. Hermione piangeva,
piangeva… Anche perché sapeva di aver perso per sempre colui che ormai amava. L’aveva
rimproverata, e non poteva far altro che pensare a quegli occhi di ghiaccio
feriti e sorpresi… Intrappolata per sempre nel corpo di Pansy Parkinson, senza
speranze… E senza lui. Possibile che amasse Draco Malfoy? Negli ultimi giorni
non ce l’aveva fatta più, se ne era resa conto per davvero, aveva cercato di stargli
vicino il più possibile… Il ricordo del loro ultimo bacio l’assaliva. “Hermione!
Non devi pensare a lui, ma al fatto che resterai per sempre Pansy Parkinson!”
si diceva, ma non ce la faceva. Era un
dolore terribile, indescrivibile…
Intanto Tiffany, combinato il pasticcio per cui era
tanto fiera, ritornò nella sala Comune, non sapendo quanti cuori aveva infranto…
Anche quello di un particolare biondino di Serpeverde, che al momento era
chiuso nella sua stanza a fissare il vuoto,stordito. Non era possibile che la
Pansy che tanto amava fosse Hermione Granger. Come aveva fatto a non
accorgersene? Quel sorriso così diverso, ingenuo, solare… e ricco di amore. “Ma
cosa sto pensando…”. Prese una foto di loro due, che era stata scattata due
settimane prima, e la guardò. I loro volti sorridevano, felici. Specialis
Revelio! Esclamò, e la foto cambiò: al posto di Pansy, ora c’era Hermione. Quella
vista gli fece galoppare il cuore, facendolo sobbalzare. Non, non poteva essere.
“Non ci posso credere”.
E così siete arrivati anche alla fine di questo capitolo! Grazie a
tutti quelli che hanno letto e a Sorellina Malfoy per aver recensito! Ho
aggiornato subito, contenta? Sono felice che questa fic ti sia piaciuta!
Continua a leggere e fammi sapere cosa ne pensi! Kisses, milly92.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Cosa provi per me? ***
capitolo dieci
Capitolo dieci- Cosa provi per me?
I giorni passavano, la vita continuava, le lacrime
scorrevano… La gente si chiariva. Dopo tutti gli accaduti, solo dopo due
settimane Pansy si decise a parlare con Draco, che da quando aveva avuto la
sconvolgente notizia dello scambio di corpi era diventato taciturno e non si
vedeva mai in giro, tranne che per frequentare le lezioni. Circolava notizia
che la promettente coppia di sposini di serpeverde si fosse lasciata, e nessuno
aveva detto nulla per contrastare questa voce, anche perchè non si sapeva la
verità.
“Draco?” disse
intimorita la ragazza, bussando alla porta del Serpeverde.
“Entra”.
Si guardarono
per un lungo istante, poi Pansy si decise a parlare.
“Senti, mi dispiace per tutto questo… Figurati io come
ci sto… Ancora non ci credo, mi sembra impossibile dover rimanere intrappolata
per sempre in questo corpo… Comunque… Draco, io non ti amo più. Forse è un
segno del destino, ma… Fino a qualche mese fa avrei fatto di tutto per rimanere
con te ma… Andrò al ballo con Robert”.
Draco la guardò. E fu un colpo duro capire che quella
notizia non gli faceva né caldo né freddo. Fece un brusco cenno con la testa,
senza guardarla negli occhi; l’unica cosa che riuscì a dire fu: “OK, sii
felice”. La ragazza lo salutò e se ne andò, contenta di essersi tolta un peso
dallo stomaco. Seduta su una delle poltrone della sala comune trovò Hermione,
tutta sola.
“Ciao, Herm”
“Oh, ciao Pansy… Cosa ci fai qui?”
“Ho parlato con
Draco… E’ tutto ok, ci siamo lasciati definitivamente. Tu come stai?”
Hermione le sorrise debolmente.
“Come dovrei stare? Ma non penso sei la persona più
adatta con cui parlarne…”
Pansy la guardò e scosse il capo.
“Non credevo che lo avrei mai detto ma… Puoi ritenermi
un’amica. Puoi fidarti di me. Ti voglio bene”.
Hermione annuì.
“Si, Pansy hai ragione. Anche per me sei un’amica.
Andiamo a fare una passeggiata, così ti spiego tutto?”
“Certo!”.
Così quello stranissimo duetto si incamminò a braccetto
verso il lago, sotto gli occhi di una
strabiliata Hogwarts.
Ginny era in biblioteca con Harry, a svolgere i compiti
per il giorno dopo. Si guardavano e si sorridevano tra una frase e l’altra, ma
più che altro era un modo per non parlare di tutto ciò che era successo. Poi
Ginny non ce la fece più.
“Harry, ma come fai a studiare? Io non faccio altro che
pensare alla povera Herm… E’ questione di ore prima che tutti lo sappiano, è un
record che una cosa del genere sia rimasta segreta per due settimane… Ma il
peggio è…”
“Cosa?” chiese Harry mentre metteva i libri nella borsa
e si soffermava a guardarla.
Ginny si fermò. Non poteva mica dire quello che stava
per dire. No, non poteva rivelargli che Hermione era innamorata di Malfoy,
sarebbe stata la ragazza a decidere quando dirglielo e soprattutto se
dirglielo.
“No, niente, dicevo… Il peggio è che rimarrà nel corpo
di Pansy. Ti giuro, appena becco Tiffany da sola le lancio un’Orcovolante che
non se la dimenticherà per tutta la vita!”
Harry sorrise a malincuore all’indignazione della sua
ragazza. “Ok, farò in modo di esserci”.
“Pansy, io non ce la faccio più, io… io credo di
amarlo” disse Hermione alla sua nuova amica mentre passeggiavano nei dintorni
del lago. Ormai era pomeriggio inoltrato e il sole iniziava a calare. Pansy le
lanciò uno sguardo strano, tra la compassione e la consapevolezza di sapere
come si sentiva. Lei aveva fatto di tutto per mettersi con Draco! Ed ora era
una cosa stranissima stare lì a parlare con la ragazza che aveva sempre
detestato dandole consigli.
“Herm, non ti preoccupare… Da quello che mi hai detto,
lui ama il tuo modo di essere, era più dolce quando eri al mio posto… E’ troppo
sconvolto, tutto qui. Poi per tutto questo tempo ti ha insultata… E’
orgoglioso; è difficile ammettere di provare qualcosa per una ragazza che hai
sempre deriso…”.
Si sedettero sulla riva del lago. Hermione non sapeva
che fare. Sapeva solo che senza Draco la sua vita non aveva più senso di essere
vissuta. La notte non dormiva, e si domandava: “E se tutto questo non fosse
successo? Cosa farei ora? Chi amerei?”.
“Pansy, secondo
te… Dovrei parlargli?”.
“Si, Herm. Assolutamente”. Hermione si morse un labbro
e decise di farsi coraggio. Dopotutto era sempre una Grifondoro e doveva farsi
onore.
Neville era in sala comune a mangiare qualche cioccorana
quando vide qualcosa, anzi, qualcuno, che gli abbagliò la vista. Era una
ragazza bionda molto bella, e lui la conosceva solo come la cugina di Luna.
Strano, ma prima di quel momento non aveva mai notato quanto fosse carina. Poi
ricordò le parole di “Hermione”. No, non voleva seguire le parole di Hermione,
insomma, Lola era felice e contenta con Ron, che senso aveva perdere tempo a
sbavarle dietro? Decise di provare a conoscerla.
“Ciao, io sono
Neville”.
Tiffany per un
po’ non sveniva.
“Oh, ciao, io
sono Tiffany”.
“Come va?”.
Un semplice sguardo e un sorriso.
“Bene… Sono
contenta che ci siamo conosciuti, sai…”
Neville divenne paonazzo:una ragazza contenta di
conoscerlo?!
“Davvero?”
“Si, davvero… Comunque
hai le labbra sporche di cioccolato…” disse Tiffany, e gli tolse lo sporco con
un gesto molto sensuale.
Neville arrossì, si strinse nelle spalle, e chiese
tutto d’un fiato:”Ti va di venire a fare un giro con me?”.
“Con piacere!” e i due si avviarono, lievemente
imbarazzati.
Hermione camminava per il corridoio che conduceva al
dormitorio dei ragazzi di Serpeverde; quando raggiunse quella di Draco si fermò
di botto. Le mancava il respiro, nn riusciva a pensare. Dopo qualche minuto si
decise e bussò. Quando sentì la voce del ragazzo lo stomaco le si attorcigliò.
“Avanti”.
Con le mani tremanti, la ragazza aprì la porta, entrò e
la richiuse. Davanti a lei c’era un Draco piuttosto sorpreso,seduto su
un’elegante poltrona verde, a torso nudo e con dei jeans chiari sicuramente
costosissimi. La sola vista la fece vacillare.
“Ciao” disse, senza fiato, come se avesse appena finito
di correre per tutto il castello.
Draco la squadrò, e per un istante parve indeciso, poi
bofonchiò un piccolo: “Ah, sei tu!”.
“Si… senti ti volevo dire, riguardo tutta questa
situazione…” Ma fu interrotta.
Il biondo le si avvicinò e disse: “Ho già dimenticato
tutto, stai tranquilla”.
Come ormai succedeva spesso, gli occhi di Hermione si
riempirono di lacrime. Possibile che avesse già dimenticato tutto? Doveva
dirgli quello che pensava, a tutti i costi.
“No, Draco, in realtà io non ho affatto dimenticato!
Io… Insomma, non so come la penserai, sarò anche una Mezzosangue, tutto quello
che dici, ma… tutta questa storia è servita a farmi capire che… io non ti
conoscevo, solo ora ho capito come sei in realtà… io ti amo”.
Quest’ultima
frase l’aveva detta quasi sussurrando. La reazione di Draco fu strana. Rimase a
bocca aperta, e il suo colorito pallido divenne roseo.
“Cosa? No, Granger, non dire sciocchezze, no… Insomma,
è stato quello che è stato ma… noi non possiamo, cioè…”
Quelle parole colpirono la ragazza come una tempesta. Tutti
i suoi sogni si infransero, tutte le illusioni svanirono… Voleva solo stare con
lui, come prima! Era chiedere troppo? Forse sì, a giudicare dall’aria del
ragazzo, che la guardava con quegli occhi, dedicandole uno sguardo che nessuno
avrebbe saputo decifrare. Cos’era? Indecisione? Imbarazzo?... Amore?
“Draco… Ricordi
tutto quello che dicesti a tuo padre quando gli comunicasti che volevi
sposarmi…?”
“Io non volevo sposare te, ma Pansy!”
“Ma in quel
momento Pansy ero io! Sei stato tu a dire che Pansy non ti aveva mai baciato
come me… che ti eri sentito in Paradiso…”.
Draco la fissò. Non sapeva che fare. Non sapeva cosa
provava. Cioè, sapeva cosa provava, e fin troppo bene, ma una cosa era mettersi
contro suo padre per sposare un’amica di famiglia, un’altra era opporsi per
stare con una mezzosangue. Aveva un vuoto assoluto. “No, Hermione… Non si
può…”.
Ormai quest’ultima
aveva un tono supplichevole, e parve leggergli nel pensiero.
“Insomma, per un
istante dimentica che sei un Purosangue! Cosa provi per me?”
Draco guardò per terra, non riusciva a sostenere il suo
sguardo. In quel momento sapeva solo che questa discussione prima sarebbe
finita, meglio era, altrimenti avrebbe ceduto e non avrebbe esitato a baciarla.
“Niente”. E sentì il cuore scoppiare mentre la chioma
riccia della ragazza spariva, accompagnato da una serie di singhiozzi.
“Sono uno stupido!” Pochi minuti dopo che Hermione
aveva lasciato la sua stanza, Draco scagliò un pugno il muro per la
frustrazione. Possibile che non ce l’aveva fatta? Quelle due settimane le aveva
passate a pensare cosa fare, e si era quasi convinto a dirle cosa provava in
realtà… Qual’era il suo problema? Suo padre, il suo orgoglio… L’orgoglio era
quasi stato superato, ma l’ostacolo che non riusciva era suo padre, non aveva
ancora dimenticato la sua espressione quando si era messo contro di lui pur di
sposare Pansy… Ma Hermione aveva ragione: era lei, non Pansy! Che differenza
c’era? C’era, c’era… Doveva solo starle lontano e ci sarebbe riuscito. Riuscito
in cosa? Ah, si, a lasciarsi comandare dal padre. Eppure la visione di quello
sguardo innamorato non se ne andava dalla sua testa.
Tiffany e Neville passeggiavano per il cortile. Ormai
stavano parlando da più di un’ora e si erano conosciuti meglio, scoprendo di
avere in comune tante cose. Neville la voleva invitare al ballo, e solo in quel
momento trovò il coraggio.
“Tiffany, ti… ti andrebbe di venire al ballo con me? A
tua cugina non dispiacerà!”
Tiffany lo guardò con gli occhi spalancati, sprizzante
di felicità. “
Si!” esclamò, abbracciandolo.
Poi… la sua felicità scomparve. Oltre la spalla di
Neville aveva visto Pansy ed Hermione con un’aria da funerale. E se ne pentì.
“Perché l’ho fatto? Insomma, ora Neville me lo ha
chiesto… Io sarò felice, e loro no… Non ne hanno nessuna colpa… “ pensò,
purtroppo troppo tardi. Ma da quel momento la coscienza non le diede pace
finché non si decise a fare il suo dovere.
E così siete giunti anche alla fine di questo capitolo!
L’ho letto e riletto prima di pubblicarlo, penso sia molto importante dato che
ora vengono a galla tutti i veri sentimenti … Voi cosa ne pensate del fatto che
ho fatto pentire Tiffany?? Ringrazio Gaia e Ci chan per aver recensito ,
ragazze spero di non avervi deluse con questo capitolo! Fatemi sapere al più
presto! Sto facendo di tutto per aggiornare la storia al più presto! E infine
ringrazio tutti coloro che hanno letto e che hanno inserito questa storia tra i
preferiti! Grazieeeeeeeeee! Al prossimo
capitolo ^_^ milly92.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Ad Hogsmeade ***
capitolo undici
Capitolo undici- Ad Hogsmeade
Ormai era giunto novembre, e
ad Hogwarts l’agitazione cresceva perché si avvicinava sempre di più il Ballo
in onore dei 1010 anni di Hogwarts. Sembrava di rivivere l’agitazione che c’era
stata tre anni prima per il Ballo del Cappo: ragazze che sghignazzavano per i
corridoi, ragazzi che inventano strane strategie per invitare una dama al
ballo… Fu con questa agitazione e inopportuno buonumore che Pansy e Ginny,
strano ma vero, si allearono per cercare di tirare su il morale della loro Hermione. La ragazza, dopo
la terribile conversazione con Draco, non era più se stessa: stava sempre
zitta, pensierosa, non discuteva più con Ron ma soprattutto… Era calata nel
rendimento scolastico! Evidentemente passava molte notti insonni, perché spesso
aveva grandi occhiaie scure sotto gli occhi e un’aria da zombie. Quindi, per
tirarla un po’ su, Ginny e Pansy la portarono con loro ad Hogsmeade per
comprare un vestito per il ballo.
“Ragazze, vi dico che è
inutile, io non ci andrò al ballo!” disse Hermione per la centesima volta
mentre varcava i cancelli della scuola con le due amiche alle calcagna.
“Oh, dai, Herm, piantala, tu
ci verrai e basta! Sarai così bella che il biondino striscerà ai suoi piedi…”
affermò Ginny, con tono allegro e minaccioso contemporaneamente, lanciando
occhiate a Pansy per aiutarla.
“Certamente!” confermò
l’altra.
Hermione rimase zitta e
continuò a camminare. Dopo qualche minuto, Ginny riprese a parlare.
“Herm, hai intenzione di dire
ad Harry cosa ti succede veramente? Io non ce la faccio più a mentirgli… Lo
sai, ti vuole bene come una sorella e non ce la fa a vederti così…”
“Cosa devo dirti! Diglielo!”
rispose la ragazza con voce acuta; il solo pensiero della faccia di Harry
quando avrebbe saputo di chi si era innamorata la fece rabbrividire.
“No, Herm, non hai capito…
Glielo devi dire tu!”
“Si, infatti, anche io penso
sia meglio così…” s’intromise Pansy, annuendo.
Hermione si morse un labbro.
“Ok, ok… Appena ho tempo…”
“Ron! Che bello qui…” esclamò
Lola, tutta contenta. Era andata per la seconda volta ad Hogsmeade con Ron, il
quale questa volta l’aveva portata lontano dal villeggio, su una collinetta
dove si trovava un prato fiorito, stranamente ancora intatto dato che era già
novembre.
Ron sorrise, soddisfatto.
Strano, ma quella ragazza aveva risvegliato in lui un ragazzo romantico, pronto
a far di tutto pur di vederla sorridere.
“Mi fa piacere che ti
piaccia…”
Poco dopo erano stesi sul
prato, poco distanti l’uno dall’altra. Ron avrebbe tanto voluto stringerla a
sé, ma era intimorito. Stava ancora decidendo cosa fare quando la ragazza
scattò a sedere. Si tolse la sciarpa, la posò vicino la borsa e poi si ristese.
In quel piccolo momento, Ron aveva steso il braccio, dove lei ci appoggiò il
capo.
“Oh, scusa Lola, non volevo…”
“No, figurati! Anzi, si sta bene così…” e senza nessun’altra parola si sistemò
meglio e lo abbracciò, passandogli una mano attorno al collo. Si sorrisero.
Rimasero così, abbracciati…
Harry vagava per le stradine
di Hogsmeade, da solo. Ginny era con le ragazze, Ron con Lola, Neville con
Tiffany… Quando aveva saputo con chi usciva quest’ultimo, si astenne con molta
difficoltà dal rivelare all’amico con che genere di persona aveva un
appuntamento. Per di più era molto preoccupato per Hermione, che dopo essere
rimasta per sempre imprigionata nel corpo di Pansy era sempre più giù. Ormai
non credeva che questo fosse l’unico problema, doveva esserci qualcos’altro…
Certo! Aveva capito! Era preoccupata perché Ron usciva con Lola! Tra loro c’era
sempre stata una certa affinità, e ovviamente ora le doveva dispiacere
tantissimo che a Ron interessasse qualcun’altra… Decise di entrare ai Tre
Manici di Scopa, e prese una Burrobirra. Poco distante da lui, tutto solo c’era
Malfoy che sorseggiava quello che sicuramente doveva essere del Whisky Incendiario.
Lo guardò, e il ragazzo incrociò il suo sguardo. Harry subito distolse il suo,
ma con sua grande sorpresa Malfoy si sedette al suo tavolo. Si guardarono
interrogativi, poi Malfoy disse:
“Ciao, Potter”
“Ciao, Malfoy” rispose Harry,
sorpreso per quel saluto amichevole e non scontroso come il solito.
Continuarono ad osservarsi,
poi Draco si schiarì la voce ed esordì:
“Ehm… Da solo? Dov’è la
Weasley?”
Sentendo chiamare la sua
ragazza “La Weasley”, Harry si irritò parecchio, ma la faccia di Malfoy non era
maligna così decise di rispondere.
“E’ in giro con Hermione e
Pansy… Sai, Hermione sta troppo giù ultimamente così sono andate a fare
shopping per il ballo…” rispose.
Draco aveva spalancato gli
occhi al suono di quelle parole, e ci mise molto per ricomporre la sua normale
espressione. Poi, quando parve sconfortato al massimo bisbigliò:
“Tu al mio posto cosa
faresti?”
Harry non capiva. Al suo
posto? Cosa intendeva?
“Ehm, scusa, eh, al tuo posto…
cosa?”
Draco parve sorpreso, era
sicuro che Hermione ne avrebbe parlato con il grandioso Potter, nonché suo
amico fraterno di sempre. Alla fine, visto che Harry non capiva, gli spiegò
tutto… E ad ogni parola il volto del moro si pietrificava sempre di più…
Hermione, Ginny e Pansy,
improbabile trio di Hogwarts, passeggiavano allegramente, dando uno sguardo a
tutti i negozi di vestiti esistenti per le vie di Hogsmeade. Hermione stava
sorridendo di più rispetto a prima, e per qualche minuto non pensò alla sua
situazione angosciosa, concentrandosi di più sul vestito da scegliere, ma anche
sul tema da iniziare di Incantesimi.
“Herm, questo è meraviglioso!
Provalo!” disse Pansy, tenendo tra le mani con molta attenzione, quasi come se
come un minimo tocco avrebbe potuto danneggiarlo, un meraviglioso vestito rosa
e bianco lungo, con il collo a barca a mezze maniche e con una rosa lilla
brillantinata stampata verso l’estremità dell’abito. Hermione e Ginny si voltarono, e rimasero
stupite.
“E’ magnifico!” esclamò la
riccia, per la prima volta davvero entusiasta dopo tanto tempo. “Vado subito a
vedere come mi sta!”.
Le altre due si sorrisero:
finalmente Hermione sembrava essersi dimenticata per un po’ dei suoi problemi.
Quando la ragazza uscì dal
camerino, le due amiche rimasero sbalordite.
“Stupenda! Ora voglio vedere come
farà a resisterti quel biondastro…! Ora hai davvero superato il fascino di suo
padre…” contemplò Ginny, invece il giudizio di Pansy, dopo secoli, fu da
Serpeverde.
“Magnifico! Eh, ovviamente,
grazie al mio colore di capelli e i miei fianchi…”.
Ginny finse di mollarle un
pugno, poi, scosse da risate, andarono alla cassa a pagare.
“Ho comprato il vestito, ma a
cosa serve se non ho il cavaliere?!” mormorò Hermione, all’improvviso di nuovo
triste.
“E invece tu lo avrai…”
Tentarono di rassicurarla le altre.
Ormai era ora di pranzo, e Ron
e Lola erano ancora distesi sul prato, abbracciati.
“Vorrei che questo momento non finisse mai…” sospirò
Lola, la testa poggiata contro il petto di Ron, che le stava accarezzando i
capelli.
Quelle parole risvegliarono Ron.
“”C-cosa? Cioè..”
Lola parve mortificata e alzò
lo sguardo, impaurita.
“Scusa, io… volevo solo
essere… sincera. Ma se non…”
“No, no che hai capito… Anzi, ne sono
contentissimo… Io mi sento al settimo cielo….” Rivelò Ron, rosso in viso. Si
decise a guardarla negli occhi, e si sentì sopraffatto dalla voglia di darle un
bacio. Ma non ne aveva il coraggio. Provò ad avvicinarsi, e Lola non oppose
resistenza.” Forza Ron...” pensò.
Piano piano, appoggiò le
labbra a quelle della ragazza, che rimase immobile. Poi, dopo qualche secondo,
Lola lo abbracciò e schiuse le labbra. Sempre abbracciati, si sedettero e
continuarono così per tantissimo tempo,
circondati dalla loro complicità.
“Chi vuoi prendere in giro,
Malfoy” sibilò Harry, agghiacciato da quel racconto che gli sembrava simile ad
un romanzo horror. “Hermione non può essersi innamorata di te, dopo tutto
quello… Insomma, tu sei Draco Malfoy!”.
“Piacere, lo sapevo già”
rispose il biondo sarcastico, prima di continuare. “Senti, Potter, questa è la
verità. Se vuoi darmi un consiglio, bene, altrimenti me ne andrò…”
“Ehm… No, no, dai, ti credo”
disse Harry, a stento conscio di quello che diceva. E lui che aveva pensato che
Hermione stesse così per mezzo di Ron! “Non so che dirti. Insomma, hai
affrontato tuo padre già quest’estate, cosa ti costa farlo di nuovo? Non puoi
vivere nell’infelicità per sempre, se Hermione è capace di renderti felice!”
Draco ascoltò con attenzione,
più indeciso di prima. Sembrava facile parlare per Potter, non capiva cosa si
provava…
“Ok, ci penserò” affermò. Si alzò,
andò a pagare il Whisky incendiario e
fece per uscire quando si voltò e disse: “Grazie per il consiglio… Harry”.
“Come hai potuto? Mi hai fatto
fare la figura dell’idiota! Non ne sapevo nulla…” sbraitò Harry, marciando su e
giù per un’aula vuota del terzo piano, dopo essere ritornato da Hogsmeade. Hermione
lo guardava intimorita, con le lacrime agli occhi; Ginny era evidentemente
preoccupata, come se avesse il presentimento che il suo ragazzo si fosse
scagliato da un momento all’altro su di lei, Pansy cercava di tranquillizzarlo.
“Harry! Ti prego, comprendimi!
E’ stato difficile per me capirlo,avevo paura… lascia perdere!”
Il suo sguardo era
supplichevole. Harry si decise a calmarsi, e ci mise un po’. Poi, quando il suo
respiro tornò regolare, annunciò: “ Voleva un consiglio da me.”
Le tre ragazze rimasero a
guardarlo; il cuore della riccia batteva forte.
“U-un c-consiglio?”
“Si. Mi ha chiesto cosa avrei
fatto se fossi stato nei suoi panni. Gli ho detto che se ne deve infischiare
del padre, dopotutto lo ha già affrontato una volta… Ha detto che ci penserà… E
mi ha anche chiamato per nome!”
La gioia di Hermione era
indescrivibile. Lo abbracciò, singhiozzando, e mormorando infiniti: “Grazie”.
Le
due ragazze si guardarono: “Speriamo…”.
Ecco l’undicesimo capitolo! Scusate
il titolo, è un po’ banale, ma non mi veniva in mente nient’altro… ^_^ Grazie a Ci chan per aver recensito lo scorso
capitolo… Ti è piaciuto questo nuovo cap? Cosa ne pensi? Per piacere,
recensiteeeee! Pleaseeee! Grazie mille a tutti coloro che hanno letto e che
leggeranno… La vostra milly92.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Litigi e brutte nitizie ***
capitolo dodici 2
Capitolo
dodici- Litigi e brutte notizie
“Harry! Harry,
mi sono messo con Lola!”.
Ron entrò nel
dormitorio tutto raggiante, così tanto che a stento non andò a sbattere contro
la porta ancor prima di aprirla. Vi trovò Harry seduto sul letto, intento a leggere
chissà quale libro con aria preoccupata. Ron si insospettì.
“Ehi, Harry,
mi hai sentito?”
Solo in quel
momento Harry parve rendersi conto della sue presenza. Sussultò e lo guardò.
“Oh, Ron, sei
tu… Scusa, ero sovrappensiero… Cosa stavi dicendo?”
Ron parve
deluso che Harry non avesse sentito la notizia durante la sua fenomenale
entrata.
“Oh, stavo
dicendo che mi sono messo con Lola” disse, con il tono ancora più allegro.
Harry gli
sorrise per quello che poteva, il ricordo di tutto quello che era successo ad
Hogsmeade era ancora vivo nella sua mente e non riusciva ancora a
capacitarsene.
“Mi fa
piacere” disse.
Ma Ron non ne
parve convinto.
“Harry, è
successo qualcosa? Hai litigato con Ginny?” chiese, sedendosi vicino a lui.
“No, Ron, no,
è che… Sono venuto a sapere che… Hermione è innamorata di Malfoy”.
Il rosso
rimase per un secondo a bocca aperta, poi scoppiò a ridere.
“Ma cosa dici…
Hermione… Malfoy… “ e continuò a dire parole disconnesse tra una risata e
l’altra.
Questo diede
molto fastidio ad Harry; insomma, Ron dopo che aveva saputo dello scambio di
corpo ci era rimasto male per i primi giorni, poi aveva continuato a
comportarsi come sempre, cioè standosene tutto il tempo con Lola, e
infischiandosene completamente della sua migliore amica intrappolata per sempre
nel corpo di Pansy Parkinson.
“Ron, fai il
serio. E’ vero”
“Oh, scusa, è
che mi sembra impossibile… Herm innamorata di quella serpe…”
Rimase zitto
per qualche secondo, poi disse: “Oh, beh, fatti suoi”.
Al suono di
quelle parole Harry si arrabbiò: possibile che a Ron non importasse più niente
di Hermione?
“Ron, come
puoi dire questo? Insomma, una volta queste parole ti avrebbero mandato in
tilt…” esclamò, cercando di mantenere regolare il tono della sua voce ma con
scarso risultato.
“Appunto,
Harry! Una volta, non ora…”
“Cosa vuoi
dire?”
“Insomma,
prima pensavo di provare qualcosa per Hermione, invece ora ho capito di amare
Lola…”
Harry si alzò,
in modo da fronteggiare Ron.
“Lola! Lola di
qua, Lola di là… E’ da settembre che non parli d’altro! Non devi per forza
essere innamorato di una persona per fregartene di lei! Hermione ti ha sempre
aiutato, è nostra amica… E tu non te ne freghi minimamente di lei, ora che sta
attraversando un periodo difficile!”
Anche Ron si
alzò, sovrastandolo di parecchi centimetri.
“Scusa tanto,
eh! Ma cosa vuoi che faccia? Il suo elfo domestico?” ribattè, alzando la sua voce.
“Non dico
questo! Insomma, che ne parliamo a fare… Fai finta che non ti abbia detto
nulla!” esclamò Harry, deciso a finire una volta per tutte quella discussione
che altrimenti sicuramente sarebbe sfociata in un litigio.
“Ah, facciamo
finta di niente, tanto Ron lo stupido dimentica tutto! Vero?”
“Ron…”
“Basta, Harry,
questa volta mi hai davvero rotto. Sempre pronto ad aggredire e giudicare gli
altri solo perché non fanno la buona azione della giornata come te, piccolo
eroe dei miei stivali…!” E con queste
parole se ne uscì dalla stanza, premurandosi di sbattere la porta il più forte
possibile.
Cosa fare? Lei
o l’onore della mia famiglia?
Ma che domande Draco, l’onore della tua
famiglia, no?
No! No, io la
amo, lei mi ha fatto cambiare…
Draco, l’amore non esiste… Lo dice
sempre tuo padre, ricordi?
Ma che se ne
vada al diavolo! Non è vero, l’amore esiste altrimenti io non sarei in queste
condizioni..!
Ma che sciocchezze stai dicendo… sei
fuori di te…
No! Anzi, non
sono mai stato più cosciente di adesso! Mi sembra che la mia vita sia iniziata
solo ora… Prima non aveva nessun senso vivere…
Taci! Sei un Malfoy!
Al momento non
me ne importa, sinceramente… Basta, ora vado da lei e le dico cosa provo
davvero…
Fallo e te ne pentirai per sempre…
Draco si
fermò. Pentirsene? Era l’unico verbo che gli faceva paura al momento…
Hermione era
appena uscita dalla Sala Grande con Ginny, che ultimamente sembrava sacrificare
molto del suo tempo da trascorrere con
Harry per tirarla un po’ su.
“Gin, adesso
devo andare in biblioteca, devo finire il tema di Incantesimi. Ci vediamo dopo”
disse, controllando nella borsa se aveva tutto il necessario per svolgere i
compiti.
Ginny sbuffò.
“Dai Herm, li farai domani, è sabato sera, circola voce che ci sarà un festino
in un aula segreta del quinto piano. Vieni con noi!”
Hermione,
imperturbabile, scosse il capo.
“No, Gin
grazie, ma sto trascurando davvero la scuola, è ora che mi riprenda un po’…”
“Appunto, devi
riprenderti, e i libri ti faranno solo male! Hai certe occhiaie! Dai, vieni…”
Tentò nuovamente la rossa, ma Hermione scosse di nuovo il capo.
“No, Gin, ti
ripeto, devo studiare! Tanto ci starò poco, sono stanca” e se ne andò verso la
biblioteca, impedendole di risponderle. Eppure Ginny era preoccupata, aveva uno
strano presentimento.
Hermione
arrivò in biblioteca e guardò l’orologio: erano le otto, tra un’ora la
biblioteca avrebbe chiuso , doveva sbrigarsi. Si sistemò in un tavolo lontano
dagli altri, nascosto da uno scaffale. Iniziò a scrivere, con il pensiero
costante sulle parole di Harry. Draco ci avrebbe pensato… Insomma, gli ci
voleva così tanto? Era così poco importante per lui? E inevitabilmente davanti
ai suoi occhi rifiorirono tutti i bei momenti passati con Draco, il loro primo
bacio, la cena con i familiari, quando aveva annunciato che era disposto ad
infischiarsene del padre… All’improvviso si sentì girare la testa e le parve di vedere
una luce violacea davanti ai suoi occhi; il cuore le fece male, sentì una
strana stretta attorno ad esso, attorno a lei sentiva solo un’insieme di voci
incomprensibili e poi tutto scomparve in un unico vortice nero…
“Amore! Cosa
fai qui tutto solo?”. Ginny era appena arrivata in sala comune e trovò Harry
seduto su una poltrona a leggere Il
profeta della sera. Lo baciò e gli si sedette accanto, circondandogli il
collo con le braccia. Solo in quell’istante vide Ron seduto dall’altra parte
della sala comune stranamente solo, senza Lola tra le calcagna, a fissare il
vuoto, e subito capì che c’era qualcosa che non quadrava. “Ehi, perché tu e Ron
ve ne state da soli?”
Harry alzò lo
sguardo dalla rivista. “Abbiamo litigato”.
“Cosa? Come
mai?”
E il ragazzo
le spiegò tutta la situazione. Prima che Ginny potesse commentare in qualche
modo, la porta della sala comune si aprì bruscamente ed apparve Pansy, che
correva come una matta.
“Harry,
Ginny…” disse, con il fiatone. “Hermione è in infermeria e sta per essere
portata al san Mungo!Madama Pince l’ha trovata in biblioteca, come se fosse
svenuta… Ma è una cosa più grave… E solo
ora ho capito che tutta la scuola sa dello scambio di corpi…” Aggiunse a bassa
voce.
Ron aveva
sentito tutto. Si avvicinò, pallidissimo come gli altri tre.
“Ha… Ha perso
i sensi?” chiese il rosso, come se si fosse dimenticato del litigio e guardando
Harry.
“Lo dicevo io
che non stava bene… Me lo sentivo!” affermò Ginny, angosciata. Poi i quattro
ragazzi si affrettarono ad andare in infermeria.
“Non è
possibile. No, non può essere. Tu sei sempre stata così forte, non puoi
crollare così per un bastardo come me…” pensò Draco, appena arrivato in
infermeria. Hermione era lì, con i capelli di Pansy appoggiati sul cuscino,
creando una specie di ventaglio. Sembrava un angelo. Dopo varie proteste di
Madama Chips, le si sedette vicino e la prese per mano. Era uno stupido. Solo
in quel momento l’aveva capito.
“Madama Chips,
cos’ha precisamente?” chiese, con la voce che tremava.
“Oh, non è
certo perché dobbiamo aspettare il referto del san Mungo, è un ramo della
medicina magica molto avanzato, ma penso sia… insomma, si è saputo in tutta la
scuola che lei e la signora Parkinson sono state soggette ad uno scambio di
corpi permanenti , e quindi quando il corpo di una persona soggetta in questo
incantesimo subisce stress, forti emozioni, dolore profondo… Per farla breve, penso
sia soggetta a “Scambite”, e se è così, sono molto rari i casi in cui si può
guarire…”
Detto questo,
la donna andò nel suo ufficio per controllare a che punto erano quelli del san
Mungo.
Draco tremava.
Solo in rari casi si poteva guarire? Strinse la mano di Hermione il più forte
possibile, e in quel momento capì che se le cose sarebbero andate male, se ne
sarebbe pentito a vita.
Harry, Ginny,
Pansy e Ron arrivarono di corsa e quello che videro li fece rimanere ancora più
scioccati. Draco era chino su Hermione, mentre le stringeva la mano. Si
avvicinarono e Draco li infornò delle parole di Madama Chips. Aveva ancora gli occhi rossi.
“Andrà tutto
bene” disse Ron, posandogli una mano sulla spalla. Il ragazzo annuì.
Pochi minuti
dopo arrivarono i Signori Granger, che appena videro Pansy le saltarono
addosso.
“Hermione,
piccola, ora stai bene!” disse la signora Granger, preoccupatissima.
“No, vedete.. In realtà vostra figlia è là” disse Pansy,
guadagnandosi uno sguardo d’incomprensione dai due.
E così anche il dodicesimo capitolo è
terminato. Sinceramente penso di essere stata un po’ troppo tragica… Cosa dite,
mi merito un coro pieno di “Buuuu!” o può essere accettabile? Vi è piaciuta la
parte introspettiva di Draco?Ve lo chiedo per favore: RECENSITE, PLEASEEE!
Riguardo lo scorso capitolo, ringrazio america92 per aver recensito, tutti
coloro che hanno letto e che hanno inserito questa fic tra i preferiti…
Grazieeeee, sono commossa! Kiss, milly92. Al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Le scuse ***
cap 13 2
Ecco il tredicesimo capitolo! Volevo dirvi che ho
inserito anche Silente, anche se nel settimo anno dovrebbe essere morto, ma non
ce l’ho fatta a non inserirlo! E poi credo avete capito che in questa fan fic
non sto tenendo conto della guerra e di Voldemort! Ci vediamo a fine capitolo!
Buona lettura!
Capitolo tredici- Le scuse
“Cioè, state dicendo che nostra figlia in realtà è…
Cioè, la nostra Hermione non è lei, ma è quest’altra ragazza…?” Il signor
Granger era chiaramente diviso tra la preoccupazione per lo stato di salute di
sua figlia e l’orrore per il fatto che ella in realtà non era nel suo corpo.
Tutti annirono, e due secondi dopo la signora
Granger dovette sedersi e Madama Chips dovette farle una camomilla per farla
calmare. L’atmosfera ovviamente non era delle migliori, e ciò aumentò ancora di
più quando arrivarono i Guaritori del san Mungo, che portarono con loro
Hermione.
“Può venire solo una persona con la ragazza” affermò
uno dei guaritori.
Draco fece per offrirsi, ma rimase fermo a causa di
un’occhiataccia ricevuta dal padre della ragazza, il quale seguì la figlia,
rassicurando la moglie che si sarebbero visti a breve.
Ormai erano le dieci, e ai ragazzi fu imposto di
andare nei loro dormitori, così che il giorno dopo sarebbero potuti andare a
trovare Hermione insieme a sua madre, la quale era ancora scossa e rimase in
infermeria tutta la notte, non avendo un posto dove dormire.
“Si sieda, signorina Strong”. La voce calma di
Silente eccheggiò per tutto il suo ufficio. Davanti a lui c’era una Tiffany
pallidissima, con indosso ancora la divisa. Nonostante l’orario, era stata
convocata dal Preside per chiarire un pò tutta la questione.
Tremante, la ragazza si accomodò di fronte al
Preside, e prese a guardare per terra.
“Per favore, guardami Tiffany”.
Tiffany alzò lo sguardo. Il preside la guardò negli
occhi, e accennò un sorriso.
“Tiffany, so che sei dispiaciuta” affermò Silente,
con un tono simile a quello di un padre per la figlia. “Ma vorrei tanto sapere
perché l’hai fatto. Credo hai saputo cosa è successo alla signorina Granger,e
un po’ è anche colpa tua, onestamente”.
Gli occhi della ragazza si inumidirono, e riuscì a
dire solo un tremante: “Lo so, professore”
“Perché l’hai fatto?” chiese nuovamente Silente.
“Professore… Insomma, non lo so nemmeno io! So solo
che ero accecata dalla rabbia… Per una volta volevo essere io a comandare la
situazione, in sei anni nessuno di loro due mi ha mai dato retta! Insomma,
Hermione è famosa per le sue doti, per la sua condotta scolastica, Pansy è rispettata
da tutto e da tutti… Ed io ero nell’ombra. Pensavo che con quel ricatto
sarebbero diventate mie amiche, alla fine… ma poi… Poi non ci ho capito più
nulla, sentivo tutto il potere nelle mie mani…” rispose, ancora tremante. Dopo
quest’ultima affermazione abbassò di nuovo lo sguardo.
Silente ascoltò con attenzione. Poi si aggiustò una
delle pieghe che si erano formate sulle maniche del suo vestito viola.
“Ci sono tanti modi per stringere amicizia, Tiffany.
Dovresti saperlo. E anche per conquistare il cuore della persona che si
desidera”. Affermò infine, con tono grave, facendo capire alla ragazza che
sapeva di Neville.
“Lo so, lo so! Non pensi che a me non importa nulla…
Ci sto male! E non solo perché ormai non posso fare dieci metri senza essere
additata ogni tre secondi…!” sbottò, come se avesse dimenticato con chi stava
parlando.
“Tiffany, io non voglio punirti” disse Silente,
giungendo le mani. “Volevo solo sapere la verità, sai che nemmeno la metà delle
voci che circolano sono vere… Punirti non servirebbe a niente, la Signorina
Granger e la Signorina Parkinson non riavranno
il proprio corpo. Ti chiedo solo una cosa.”
Tiffany rialzò lo sguardo. Tirò su con il naso, si
asciugò gli occhi e disse: “Mi dica, Professore”.
“Per favore, domani raggiungi la Signorina Granger
al san Mungo e chiedile scusa. Ci vediamo alle nove qui, userai la
Metropolvere”. E le sorrise nuovamente, incoraggiante.
Tiffany ricambiò il sorriso suo malgrado. “Va bene,
professore. A domani”.
Le ore passarono lentamente. Nessuno dei ragazzi
dormì molto. Alla fine la domenica mattina giunse, inondando di sole i loro
dormitori, e si precipitarono in Infermeria senza nemmeno andare a fare
colazione. Rassicurarono la signora Granger e insieme si avviarono al san Mungo
con la Metropolvere. La donna fu molto spaventata, tanto che dovette andare con
Ron, stringendogli convulsamente il braccio. Sembrava proprio Hermione. Con
loro c’era anche Draco, che sembrava aver seppellito l’ascia di guerra per il
momento. Hermione era stata trasferita in un reparto riservato, ed era
possibile farle visita solo dalle nove alle undici e dalle quattro alle sette.
“Hermione…” sussurrarono quasi all’’unisono, e la
Signora Granger raggiunse il marito, abbracciandolo.
“L’infermiera
della scuola aveva ragione. Hermione ha quella… ehm… malattia che ha detto lei… Ma da quel che ho
capito è simile al coma, cara”. Disse il signor Granger alla moglie, la quale
si lasciò sfuggire un singhiozzo prima di buttarsi tra le sue braccia.
Entrambi così uscirono dal corridoio, lasciando i
ragazzi lì.
“Hermione, ce la farai” sussurrò Harry,
accarezzandole il volto.
“Dai, Herm, sei tutti noi” disse Ron, pallidissimo.
“Herm, ricordi, c’è il ballo a fine anno! Non devi
mancare… Tutti vogliono vedere il tuo vestito… Sarai bellissima, sarai la
regina della festa!” esclamò Ginny, forse non sapendo bene cosa dire.
“Si, Herm, devi esserci…” concordò Pansy, con
un’aria un po’ sconvolta. Doveva essere strano vedere se stessa su un letto in
un reparto riservato.
Poi tutti guardarono Draco, che era rimasto vicino
la porta. Stavano per dire qualcosa quando la porrà si aprì, rivelando Tiffany.
Aveva in mano una rosa bianca.
“Cosa ci fai tu, qui?” l’aggredì subito Ginny,
scattando in avanti.
“Scusate, io…” disse Tiffany, e si avvicinò al
letto.
Tutti non smettevano di fissarla, così si decise a
spiegarsi.
“Ragazzi, vi prego, so che è terribile quello che ho
fatto… Insomma, me ne sono pentita amaramente… Per favore, smettiamola… Non
serve a niente…”
Poi si voltò verso Hermione. Le posò la rosa vicino
al viso, e disse: “Scusami, Hermione, davvero. Io… Beh, hai capito”.
Rossa in viso, dopo aver detto queste parole, si
guardò intorno. Nessuno le rivolse la parola, c’era ancora troppo rancore.
Forse la ragazza lo comprese, perché scrollò le spalle e li salutò con un
piccolo: “Ciao”. Uscì dalla stanza, dopodiché prese a correre per il corridoio,
guadagnandosi molti rimproveri dai Guaritori di passaggio.
“Non capisco proprio dove vuole arrivare quella”
sbottò Ron, sedendosi su una sedia.
“Infatti, ha chiesto scusa solo ad Hermione, e a me
no!” disse Pansy, arrabbiata. “Bisogna finire in un letto d’ospedale per
meritarsi le scuse di quella?”
Harry e Ginny annuirono. Dopo qualche minuto, Draco
si decise a parlare.
“Volete capire che è dispiaciuta?” disse,
avvicinandosi.
“Si, Malfoy, ma... Insomma, poteva decidersi prima!”
esclamò Harry, guardandolo dritto negli occhi.
“Si, Potter, giusto, tanto tu sei un tipo che non sa
cosa vuol dire scusarsi, giusto? Non puoi capire”. Ribattè secco Malfoy.
A quelle parole Ron si alzò. “Malfoy ha ragione,
Harry. Ricorda che mi dovresti ancora delle scuse.”
Harry arrossì. “Ron, ma che… Insomma…”
“Basta!” disse Ginny, avvicinandosi ai due. “Questa
situazione è ridicola, fate pace!” .
“Uh, perché avevano litigato?” chiese Malfoy,
sorpreso per il fatto che il suo discorso , senza volerlo, aveva centrato la
situazione dei due inseparabili amici.
“Si” disse Ginny.
“Ok , ok! Ok… Ron, scusa.”
I due si sorrisero e si strinsero la mano. Ginny
parve soddisfatta.
Lo sguardo di Draco vagò su Hermione, e non poté
resistere nel prenderla per mano. Le si sedette vicino, e rimase così, a
fissarla.
“Ciao, Neville” disse Tiffany appena arrivò in sala
comune. Neville stava scrivendo qualcosa su una pergamena. Alzò lo sguardo.
“Ciao” rispose senza entusiasmo, e ricominciò a
scrivere, senza considerarla.
“Neville, ora ti ci metti anche tu?”
“Senti, quella che non ci si deve mettere sei
proprio tu! Per colpa tua Hermione è in ospedale…” dichiarò il ragazzo, il
volto paffuto pieno di rabbia.
“Ma Neville…” lo supplicò Tiffany, in un sussurro.
“Neville un corno! Senti, ora basta, sono stata fin
troppo tollerante con te, ma soprattutto stupido… Se Hermione guarisce, può
darsi che ti perdonerò, altrimenti dimenticati il mio nome”. Detto questo si
alzò e se ne andò nel dormitorio, lasciandola li da sola, in preda
all’angoscia.
“Mi dispiace, ma l’orario di visita è terminato.
Potete tornare oggi alle quattro” disse una Guaritrice dall’aria gentile ai
ragazzi e ai signori Granger.
Rassegnati, i ragazzi tornarono a scuola mentre i
genitori di Hermione decisero di rimanere lì, ad aspettare.
Per tutti loro quei corridoi sembravano spettrali, e
niente poteva tirar loro su il morale, specialmente quando videro un Guaritore
informare una donna anziana che suo marito non ce l’aveva fatta.
Sentendo quelle parole, Draco sussultò.
“Non preoccuparti, ce la farà” lo rassicurò Ginny,
cordiale.
“Ce la deve fare” rispose lui, voltandosi e
continuando a camminare.
__________________________________________________________________________________E
così avete letto anche questo capitolo! Passo subito ai ringraziamenti:
X Cattiva_Dentro: So che i signori Granger non
dovrebbero vedere Hogwarts, infatti anche io non sapevo come farli venire, ma
poi ho pensato che quindi non avrebbero nemmeno potuto accompagnare la figlia a
Diagon Alley dato che i Babbani non possono vedere l’entrata del Paiolo Magico,
eppure ci vanno. Quindi perché non avrebbero potuto entrare ad Hogwarts? ^_^
Cmq grazie mille per la recensione!
X Gaia: Non ti preoccupare, sei perdonata per il
ritardo! Basta che ora commenti subito! Scherzo! :-P Grazie per i complimenti,
mi hai fatta arrossire.. :-D Hai ragione, Tiffany non voleva fare del male per
davvero, e infatti si scopre in questo capitolo il vero motivo delle sue
azioni! Ti dico solo che una cosa l’hai centrata, non dico cosa per non
togliere la sorpresa alle altre lettrici, ma forse mi hai capita! A presto,
continua a farmi sapere cosa ne pensi, e ancora grazie!
X *stellina-malfoy*: Mi fa piacere che trovi questa
fic più interessante di tutte… Non ho parole… Hai visto, Draco li sta
affrontando i pregiudizi poco a poco… Ho aggiornato il più presto possibile!
Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo… Grazie mille.
X Liuzza: Lo farò sicuramente! Grazie mille!
Continuo nel ringraziare tutti coloro che hanno
letto, non mi sarei mai aspettata che la
mia prima fic raggiungesse 700 letture, e tutti coloro che hanno
inserito questa fic tra i preferiti! Grazieeeeeeeeeeee! Al prossimo capitolo!
^_^ kiss, milly92.
P.s. Voglio avvertirvi che al massimo ci saranno
solo altri due capitoli… La storia giunge alla fine… sigh!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** La bella addormentata si risveglia ***
cap14
Capitolo quattordici- La bella addormentata si
risveglia
Sono qui, da sola. Deve essere molto tardi.
Scambite. Tsk. E’ facile dare un nome a queste cose, ma non sanno davvero come
sto. Io li posso sentire. Sento i loro commenti, le loro voci… Solo che non ho
la forza di reagire, come se il posto dove mi trovo ora è più appagante della
mia vita. Qui non ho problemi, non devo dare retta a nessuno, non c’è nessun
biondino a tormentare la mia vita… L’ho sentito mentre mi stringeva la mano. Ma
non ce l’ho fatta. E’ più forte di me, non ce la faccio a risvegliarmi… eppure
vorrei… Cosa voglio? Non lo nemmeno io. Tutta questa storia è assurda. Forse se
non fosse successo nulla quel maledetto 31 luglio, ora sarei più felice. Non lo
so. So solo che anche se mi svegliassi non ce la farei a continuare a vivere
con questo groppo sullo stomaco. Questo groppo causato da tutto quello che
vorrei dirgli, che potrebbe risolversi con quelle due parole… Io gliele ho già
dette… Ora tocca a lui… Lo farà? IO,
Hermione Jane Granger ridotta in queste condizioni per il ragazzo che mi ha
sempre snobbato… Che strana la vita… Si, la vita… Devo farcela, la vita è un
dono troppo prezioso per sprecarla… Ma non ce la faccio….
I giorni passavano lentamente, gravidi di attesa.
Harry e gli altri passavano le giornate tra lo studio e la preoccupazione.
Hermione non dava segni di vita, e i medici si rifiutavano di dare qualsiasi
giudizio; avevano il permesso di andare al San Mungo solo durante i
finesettimana, e gli altri cinque giorni della settimana li trascorrevano tra
le lezioni, le preoccupazioni, e gli sguardi di tutti, compresi gli insegnanti.
Addirittura la McGranitt alla fine della sua lezione del mercoledì fermò Pansy.
“Signorina Parkinson? Venga un attimo qui prima di
andare, le devo parlare.”
Pansy rimase sbalordita. Era sicura che le avrebbe
parlato della sua relazione con Robert, che di sicuro non approvava. Negli
ultimi giorni se li vedeva abbracciati per i corridoi storceva il naso e a
stento li salutava. Così decise di partire in quarta.
“Professoressa, io voglio davvero bene a suo nipote,
non…”
“Parkinson, ma cosa dici. Non voglio farti nessuna
ramanzina, sebbene sarei molto più contenta se mio nipote uscisse con ragazze
che non frequentassero Hogwarts. Volevo chiederti come sta la signorina
Granger.”
Pansy parve sollevata. “Oh, come sempre,
professoressa. Le cose non sono cambiate, ma noi continuiamo a sperare. “
La McGranitt le regalò uno dei suoi rarissimi
sorrisi. “Bene, allora. Arrivederci”.
“Buona giornata”. Pansy si avviò verso la Sala
Grande per il pranzo, pensierosa. Certo che Robert era stato proprio una
sorpresa. Solo un mese prima di conoscerlo aveva accettato la proposta di
matrimonio di Draco… era giovane, dopotutto, e le cose cambiano a quell’età.
Così aveva imparato la lezione: nel caso
remoto che Robert le avesse chiesto di sposarla su quattro piedi, sapeva cosa
rispondere. Ma la cosa più tragica era stata dire ai suoi dello scambio di
corpi permanente e che si era lasciata con Draco.
Ormai Hermione era in ospedale da un mese. L’ultima
domenica di novembre Harry, Ginny Ron e Pansy non poterono andarla a trovare a
causa di una valanga di compiti per il giorno dopo, ma Draco non si arrese e si
decise ad andare lo stesso in ospedale.
“Draco, scusa, come farai domani?” chiese Pansy, con
il sopracciglio levato.
“Oh, me li passerete voi” rispose il ragazzo
noncurante, prima di avviarsi verso il camino della Sala comune dove avrebbe
preso la Metropolvere.
Pansy fece per ribattere, ma Ginny la trattenne.
“Insomma, potrebbe decidersi proprio oggi!” bisbigliò.
“Oh, Draco, vengo con te” si offrì Robert,
seguendolo.
“Ok” rispose il biondo indifferente.
Ormai conoscevano il San Mungo a memoria. Hermione
era sempre lì, con vicino i suoi genitori. Appena li videro gli diedero il
cambio, con un sorriso forzato.
“Ciao Hermione” la salutò Robert.
“Ciao, angelo mio” sussurrò Draco, arrossendo
appena.
Robert capì la situazione perché inventò di andare a
prendere una tazza di caffè, che aveva preso a scuola solo mezz’ora prima, e si
allontanò.
Un po’ più sollevato, Draco le si sedette vicino e,
come di consueto, prese la sua mano tra le sue.
Ma all’improvviso sentì qualcosa scattare dentro di lui, tutto quello
che si teneva dentro da giorni parve chiedere di uscire. E così iniziò a
parlare come un fiume in piena.
“Sei sempre più bella, ogni giorno che passa. Sai,
stanotte ti ho sognata. Ma avevi le tue sembianza, non quelle di Pansy. Non
parlavi, mi guardavi e mi sorridevi. Hermione, insomma, dovevi essere in
pericolo mortale per farmi decidere a parlare”.
Eccolo, è qui vicino a me. Lo sento. Sta
pronunciando frasi bellissime, che nessuno mi aveva mai detto. Ho tanta voglia
di sorridere, di abbracciarlo. Ancora ce la faccio, sono divisa in due, e
prevale la parte che mi dice che qui si sta meglio… no, ce la devo fare, voglio
guardarlo negli occhi! Non voglio morire… No… Ce la devo fare diamine…! La sua
voce mi giunge melodiosa, come il più romantico tra i suoni esistenti in
natura, più bella di un “Eccezionale” gracchiato dal professor Vitius… Dai,
Hermione, hai fatto tante cose nella tua vita… Non fermarti… Ce la devo fare…
“Sai, ci ho riflettuto molto durante questo mese.
Mattina e sera. Insomma, cosa me ne frega? Io ho paura di mio padre, ma lui non
è nessuno rispetto alla morte! Tu puoi andartene da un momento all’altro, ed io
che giustificazione potrò mai avere per perdonarmi questo terribile errore?
Avere paura di mio padre? No. Lui non è nessuno. Ricordi cosa ti dissi, una
volta? Perderei il mio sangue puro per te. Ed è vero. Hermione, non mi
abbandonare… Io sarò al tuo fianco, perché… perché ti amo”.
Ecco. Me lo ha detto. Non ci posso credere.
All’improvviso sento una forza enorme dentro di me, vedo una luce dorata… sento
ritornarmi la volontà! Sono libera di fare quello che voglio! Mi ama! E’ una
sensazione bellissima… Mano a mano la mia libertà di reagire torna… Sento la
mia mano muoversi…
Draco sentì la stretta di Hermione. Il suo cuore
accellerò all’improvviso. Forse aveva immaginato. Poi… Poi vide Hermione
muovere il capo, e sussurrare un debole: “Draco…”. Era senza parole. Non sapeva
cosa fare. La ragazza continuava a muoversi, addirittura aprì gli occhi,
regalandogli uno sguardo pieno d’amore.
“Anche io ti amo”, e strinse la sua mano ancora più
forte. Dopo lo shock iniziale, il ragazzo sorrise come nessuno lo aveva mai
visto sorridere, le fece cenno di zittire ed uscì a chiamare i Guaritori.
Appena varcò la soglia della porta, vide Robert. Lo
abbracciò, e urlò: “si è svegliata! E’ sveglia! Chiama i guaritori, presto! E’
sveglia! E’ viva!”
Robert era incredulo. “Oh Dio! Corro a chiamarli!”e
corse all’impazzata per il corridoio.
“Ragazzi, è guarita! Hermione si è risvegliata!”
urlarono i due ragazzi due ore dopo per tutta la Sala d’Ingresso, dove stavano
i loro amici.
Harry, Ginny, Ron e Pansy si guardarono, e si
abbracciarono per la gioia, saltando come pazzi.
Il resto della scuola, avendo udito, si unì ai
festeggiamenti generali, anche persone come Lavanda Brown, ancora memore del
litigio avuto in settembre, si aprirono a malincuore in un sorriso, quando,
ancora inviperita, un mese prima aveva commentato con un soddisfatto: “Ben le
sta!”.
“Cos’è questo chiasso?” chiese con disapprovazione
la professoressa McGranitt, sbucando fuori dalla Sala Grande.
“Professoressa, Hermione si è svegliata!” urlarono
tutti in coro.
La McGranitt rimase immobile, poi fece: “Davvero?
Oh, wow! Cioè… ragazzi, smettetela e tornate nei vostri dormitori! Oh Dio, sta
bene, grazie al cielo…”
Quando poi i ragazzi seppero il motivo per cui
Hermione si era svegliata, rimasero ammaliati.
“Così, si fa… Draco!” esultò Harry, dandogli un
amichevole pacca sulla spalla.
“Grazie Harry. Solo che non posso più farle visita,
perché il Guaritore ha detto che potrebbe causarle un altro shock! Quindi mi sa
che la rivedrò tra un mese” aggiunse, rattristito.
“Dai, Draco, l’importante è che ora sa i tuoi
sentimenti e che non li negherai più” lo consolò Ginny, sorridente.
Per la prima volta Draco le sorrise. “Come se non ti
avessi sentita stamattina, quando hai fermato Pansy”.
“Herm è la mia migliore amica! E voglio che sia
felice, anche se con te. Ma dopotutto ho cambiato un po’ idea sul tuo conto… Mi
hai stupita… E come fai mezzo passo falso…!” aggiunse falsamente minacciosa,
facendo ridere tutti.
Ormai le cose si erano quasi risolte, tranne per il
fatto che le due ragazze erano ancora intrappolate perennemente nel corpo
dell’altra.
“Allora, quanto le ci vorrà per guarire
completamente?” chiese il signor Granger mentre la moglie piangeva ancora per
la gioia.
“Un mese. Dobbiamo accertarci che stia davvero bene,
tra un paio di settimane la potremo rispedire a casa. Ha bisogno di riposo.
Dopo le vacanze natalizie potrà anche tornare a scuola, con ancora le sembianze
della compagna ovviamente”.
“Ma ci sarà un ballo a scuola a fine mese! Non può parteciparvi?” chiese la
madre, contenta che sua figlia fosse guarita ed ora disposta a farle fare tutto
quello che avrebbe potuto rischiare di non fare più.
“Penso di sì, se andrà tutto bene” rispose il
Guaritore prima di congedarsi.
Il giorno dopo, i ragazzi ebbero il permesso di
andare a trovare la loro amica; all’improvviso i corridoi del San Mungo parvero
più allegri del solito, quasi accettabili, addirittura.
Quando entrarono, vi trovarono una sorpresa. Tiffany
era lì, e le due ragazze stavano parlando animatamente. Si bloccarono
all’entrata. Poi Hermione li vide. Anche se aveva ancora un colorito pallido e
le ombre scure sotto gli occhi, il suo sorriso ripagava il tutto. Anche Tiffany
sorrideva.
“Ragazzi! Che bello vedervi…! Venite qui, fatevi
abbracciare!” era radiosa.
Uno ad uno, la salutarono e la abbracciarono,
facendo qualche commento.
“Vi chiedo una cosa: perdonate Tiffany. Ci siamo
chiarite, è tutto ok” disse, scambiando uno sguardo d’intesa con la bionda, che
parve molto sollevata.
“Ok, ok, ma mi sa che devi delle scuse anche a me!”
dichiarò Pansy.
Tiffany arrossì.
“Certo! Insomma, credevo che fosse chiaro… In questo
caso… Scusami Pansy!”
Si strinsero la mano, dopodiché l’atmosfera fu molto
più leggera.
“Ho saputo che non posso vedere Draco finché non
sarò completamente guarita…” mormorò Hermione poco dopo, dopo essersi
raccontati un po’ tutto quello che era successo durante la sua “assenza”.
“Dai, bella addormentata, resisterai, e lo vedrai al
ballo, come in tutte le favole…!” sghignazzò Ron, e gli altri annuirono ridendo.
“Sapete, tra due settimane tornerò a casa. Passerò
le vacanze lì.” Li informò la riccia.
“Ah! Lo sai, Silente ha spostato il ballo al primo
gennaio proprio per te, quindi fai in modo di esserci!” disse Ginny.
“Si, il dottore ha detto che forse posso venirci,
ma… Pansy, volevo chiederti una cosa…”
“Dimmi”
“Ti andrebbe di passare le vacanze a casa mia? Sai,
potremmo passare un po’ di tempo insieme… Poi andremo insieme al ballo… Sempre
se non hai impegni con Robert, ovviamente…”
Pansy rimase sbalordita e sorrise come una bambina.
“Certo che mi va!”
“Ok, allora è deciso! Ragazzi, ma aspetto anche una
vostra visita ogni tanto…!” aggiunse.
Ad Hogwarts il famoso principe che aveva salvato la
bella addormentata era nei pressi del lago. Si sentiva più felice che mai. Era
libero, si sentiva leggero come una piuma. Pieno solo di amore, che per tanti
anni aveva ignorato… “Ma ora posso recuperare…” si disse. Dopotutto, la sua
favola era appena iniziata.
E un altro capitolo è terminato… Non so se essere
soddisfatta o triste perché mi sono affezionata a questa storia… ! Voglio
annunciarvi che avevo sbagliato nel precedente capitolo, ora ne mancano due per
la fine della storia! Passo subito ai ringraziamenti!
X ladimarie: Hai visto, Herm ce l’ha fatta! Aspetto con
ansia un tuo giudizio!
X Gaia: Ecco, ho aggiornato il prima possibile! Mi
dispiace prima a me che stia già terminando questa ff, ma tornerò subito appena
terminata questa con un paio di one shot
che ho già scritto e una nuova ff di 5- 6 capitoli… Contenta? J Mi dispiace ma
non torneranno indietro nel tempo! Grazie mille per la recensione, fammi sapere
cosa ne pensi di questo cap!
X malfy: Grazie per i complimenti! Hai visto, non
devi più essere dispiaciuta per Tiffany, hanno fatto pace! Fammi sapere cosa ne
pensi di questo nuovo cap, e ancora grazie!
X Liuzza: si, Draco è stato dolcissimo! Mi dispiace,
ma la risposta l’avrai nel prossimo capitolo! Recensisci anche questo cap, se
ti va! Grazie mille.
X Cattiva_Dentro: All’inizio nemmeno io me lo
immaginavo così dolce, però poi mi sono abituata! E’ che mi piace vederlo così
romantico sotto la sua maschera da duro!in fondo anche lui ha un cuore! Grazie per
la recensione!
Terminati i ringraziamenti… Che dire, spero vi
piaccia questo capitolo, l’ho scritto con il cuore, mi sentivo felice quando ho
scritto il risveglio di Herm! Mi sa che mi sto affezionando troppo… Sigh… Al
prossimo capitolo! ^_^ milly92.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Come sorelle ***
cap15
Capitolo quindici- Come sorelle
Natale quell’anno giunse più caldo, come a voler
riscaldare i cuori di coloro che avevano sofferto per qualcosa accaduto durante
il periodo in cui quel caldo era d’obbligo ma che in realtà non c’era stato,
offuscato dal gelo procurato dalla preoccupazione. Per le strade di Londra si
vedevano giganteschi alberi di Natale spuntare dai saloni delle graziose
villette, adornati con grazia e cura dai rispettivi proprietari. L’atmosfera
per strada era allegra, e tutti sembravano volersi più bene. Tra questi c’erano
due ragazze diciassettenni, apparentemente diversissime tra loro, ma in realtà
accumunate da tante cose… Tra cui amare o aver amato lo stesso ragazzo, o
sapere perfettamente come ci si sente nel corpo dell’altra.
Le due ragazze erano nella loro stanza, ridendo e
scherzando come due sorelle. Hermione aveva ripreso a camminare da una
settimana, e ormai riusciva anche a scendere le scale senza l’aiuto di nessuno.
Il suo colorito era ritornato roseo, e le ombre scure sotto gli occhi erano
quasi scomparse. Quasi ogni giorno, i loro amici le andavano a trovare,
rallegrando le loro giornate con qualche nuova notizia divertente e qualche
battuta.
“Ragazzi, sapete che vi dico? Quando tornerò a
scuola non mi darò più allo studio in continuazione, privandomi di vivere!
Insomma, me la sono vista brutta, e ora voglio godermi tutto quello che ho
rischiato di perdere!” Annunciò un’Hermione entusiasta ad un gruppo di amici
sbalorditi.
“Pansy, non è che si è scambiata con qualcun altro,
tipo Lavanda?” chiese Ron, facendo ridere tutti.
“No, dai. E’ vero, voglio essere davvero felice da
oggi in poi. Iniziando dal ballo!” dichiarò la riccia, sorridendo al solo
pensiero su cosa l’aspettava quel giorno.
“Così si fa!” rispose Ginny, seduta sulle gambe di Harry.
Poi qualcuno bussò alla porta, era la Signora
Granger.
“Scusate, ragazzi! Hermione, c’è questo pacco per
te…” disse, consegnando un enorme pacco incartato accuratamente alla figlia.
Poi se ne andò, chiudendo delicatamente la porta. Hermione vi trovò vicino un
biglietto.
“Chi te lo manda?” chiese Harry, curioso. Hermione
lesse, poi gli passò il biglietto.
Cara
Hermione ,
spero
la tua convalescenza prosegua per il meglio. Come avrai saputo, il ballo è
stato spostato al 1 gennaio. Spero il regalo ti piaccia, ma soprattutto che ti
si utile. Buon Natale.
Albus Silente
Intanto Hermione aveva già scartato il regalo,
rivelando un grosso librone rosso, con su la scritta: “Gli enigmi dei sortilegi
meno noti: soluzioni”.
Tutti assunsero un’aria un po’ astia vedendo il
volume, e Pansy chiese: “Non lo leggerai, vero?”
Hermione parve turbata.
“Non lo so… Secondo me vuole dirmi qualcosa… Sapete
com’è, Silente!”
Visto che tutti non la smettevano di guardarla,
aggiunse: “Ma non lo leggerò per il momento, state tranquilli!” e gli altri
sospirarono, sollevati.
Tra gli altri regali, Hermione ne aveva ricevuto uno
anche da parte di Draco: insieme alla foto dove c’erano loro due che il ragazzo
aveva trasformato con l’incantesimo “Specialis Revelio!”, c’era una collana di
diamanti rosa e bianco con degli orecchini identici e una rosa rossa. Lei
invece gli aveva regalato un dvd babbano, “I passi dell’amore” (dato che Draco
non aveva un lettore dvd era un pretesto per farlo venire a casa sua e vederlo
insieme) che assomigliava tremendamente alla loro storia, e un maglione dei
BlackWiz, il gruppo preferito del ragazzo.
Mano a mano arrivò la fine di dicembre. Hermione e
Pansy li trascorrevano in compagnia delle tecnologie babbane che Pansy non
conosceva (era rimasta ammaliata dalla tv, la piastra per capelli e dei film),
cucinando qualche dolce natalizio e imbrattando la cucina, e andando anche a
fare qualche giro nel parco vicino la casa di Hermione, che era praticamente
guarita al 100% anche se con qualche difficoltà. L’ultimo dell’anno cenarono
con le pietanze della signora Granger, che era una buona cuoca, poi salirono
nella loro camera ad aspettare le undici e mezzo, quando sarebbero giunti anche
Harry e gli altri, compresi Robert e Lola.
Mentre erano nella loro stanza, lo sguardo di
Hermione fu rapito dal libro di Silente sulla mensola. Improvvisamente curiosa,
lo prese tra le mani, ignorando le proteste di Pansy. Guardò l’indice. Tra
tante voci, una la colpì.
“Il
mistero di sempre: lo Scambius Corporis. C’è chi giura che è solo una fandonia.
Pag. 422”.
Con il cuore in gola, iniziò a sfogliare
freneticamente le pagine, chiamando Pansy la quale subito accorse. Pag. 422.
Dopo il titolo seguiva un grosso articolo scritto in modo minuscolo.
“Herm, forse…”
“Pansy, non so…”.
Ma il loro discorso fu interrotto dall’orologio da
polso di Hermione, che iniziò a suonare come una sveglia.
“Cos’è?” chiese Pansy, distraendosi momentaneamente
dal libro.
La ragazza fece spallucce, spegnendolo.
“Niente, Pansy, è solo che in questo momento ci
saremmo dovute trasformare di corpi… Misi la sveglia la notte stessa della…”
Ma le sue parole furono soffocate da un improvviso
vortice. L’aria intorno a loro si raggelò, la stanza iniziò a muoversi… Una
lampada cadde per terra…
“Ahahaaaaaah!” urlarono, ritrovandosi per terra.
Alzandosi,la vista di Pansy fu oscurata da un’enorme massa lucente
di capelli scuri e lisci che le ricaddero davanti agli occhi…
Hermione si ritrovò davanti allo specchio e vide se
stessa, la sua vera se stessa, restituirle lo sguardo.
Si voltarono, guardandosi. Poi rimasero immobili
prima di ricominciare ad urlare, ma per la contentezza.
Impossibile, ma ognuno era ritornata nel proprio
corpo.
I signori
Granger accorsero, spaventati, e rimasero sbalorditi nel vedere che le due
ragazze si abbracciavano, saltellando felici.
“Cosa è successo?” chiesero in coro, guardando
Pansy.
“No, mamma. Hermione sono io!” esclamò la ragazza
con le sembianze della figlia.
I due erano semplicemente scioccati.
“Cosa? Ma lo scambio di corpi…” disse la Signora
Granger, confusa.
“Mamma, abbiamo riavuto i nostri corpi!”
Dopo aver festeggiato abbastanza, le due ragazze
presero a leggere l’articolo e rimasero sorprese da un pezzo di esso:
Questo
incantesimo fu inventato dal Mago Gered nel 1654, che moriva dalla voglia di
trovarsi nei panni del conte più ricco e famoso del momento, il conte George
VI. Così, dopo tanta fatica, riuscì nel suo intento e fece in modo di ritornare
nel proprio corpo dopo cinque mesi, data in cui doveva andare ad un importante
congresso di Magia Oscura e non poteva mancarvi. Ma per impedire che il conte
raccontasse in giro l’accaduto, inventò il fatto che se avesse aperto bocca
sarebbe rimasto intrappolato per sempre nel suo corpo. Dopo cinque mesi tutto
tornò normale, ma da quel momento si diffuse la voce che nel caso qualcuno
avesse parlato i due soggetti sarebbero rimasti per sempre intrappolati nel
corpo del’altro. Ma sono solo sciocchezze secondo recenti studi, infatti le
figlie del Mago Isaach praticarono questo incantesimo nel 1976 dopo un litigio
e non resistettero e raccontarono la storia ai loro genitori e dopo cinque mesi
esatti sono tornate nel rispettivo corpo…
Dopo aver letto le due ragazze non sapevano se
ridere o piangere.
“Insomma! Ci siamo preoccupate per nulla… E il bello
è che anche i guaritori, Madama Chips, Silente
erano convinti che saremmo rimaste per sempre intrappolate…!” disse Hermione,
posando il libro sullo scaffale.
“Non so proprio che dire…! Ma ora ho di nuovo i miei
capelli… scusami, Herm, ma i tuoi sono difficilissimi da gestire… Lo sai che la
prima volta che li lavai usai la crema di Ginny invece che la tua e si
colorarono di rosso?!” raccontò Pansy, un pò malinconica.
“Davvero?”
E rimasero a parlare finché non arrivarono i ragazzi
alle undici e mezzo.
“Robert!” esclamò Pansy, saltandogli addosso e
baciandolo non appena il ragazzo varcò la porta della stanza. Tutti rimasero
sbalorditi.
Robert subito si staccò.
“Hermione, ma sei impazzita?!” esclamò, guardando
Hermione con aria di scusa.
Le due ragazze scoppiarono in una fragorosa risata.
“Amore, Pansy sono io!” esclamò.
Tutti rimasero confusi, poi le due dissero: “ Ci
siamo riscambiate di corpo! Era tutta una sciocchezza!”.
Ci volle un pò prima che tutti ci credessero,dopo
aver letto l’articolo e arrivò la mezzanotte.
Fuori dalla camera di Hermione iniziò uno spettacolo
pirotecnico, fatto di fuochi d’artificio di mille colori. Ginny, Ron e Pansy
non li avevano mai visti e ne rimasero ammaliati.
“Esprimete un desiderio” disse Hermione.
Solo all’una i fuochi scomparirono completamente.
“Cosa hai espresso?” chiese Hermione a Pansy quella
sera, quando andarono a dormire.
“Beh, sarò matta ma… Ho espresso di rimanere tua
amica anche se questa storia è finita…”
“Anche io! Oltre al fatto che domani al ballo filerà
tutto liscio, ovviamente” aggiunse Hermione con una mezza risata, abbracciando
l’amica.
“Non ti preoccupare, andrà per il meglio. Ma ti
rendi conto? Siamo state per cinque mesi nel corpo dell’altra… Prima ci
odiavamo, senza nemmeno un perchè, invece ora siamo maturate… Siamo amiche…”
disse Pansy, con gli occhi lucidi.
“Per me ormai sei come una sorella” dichiarò
Hermione.
“Anche tu… Sorellina!” rispose
Pansy, sorridendo come nessuno l’aveva mai vista sorridere.
Ecco il penultimo capitolo… Cosa ne pensate? Sono
stata un po’ cattiva, dal titolo del capitolo non si capisce che ritornano nel
corpo dell’altra, volevo lasciare un po’ di suspance… Vi è piaciuta la storia
del mago Gered? Comunque, passo ai ringraziamenti:
X Malfy: Sono contenta che ti sia piaciuto il
capitolo precedente! Grazie per la recensione (purtroppo solitaria, sigh!),
fammi sapere cosa ne pensi di questo se ti va! Ancora grazie infinitamente!
Inoltre ringrazio coloro che hanno letto e che hanno
inserito questa fic tra i preferiti. Cosa dire… Recensiteeee Pleaseeee!!!!!!!!
^_^ al prossimo capitolo che, ahimè, sarà l’ultimo! Kiss, milly92.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Il ballo ***
capitolo sedici
Signori e signori, ecco a voi l’ultimo capitolo! Vi aspetto
a fine capitolo per proporvi una mia idea… Buona lettura!
Capitolo sedici- Il ballo
La notizia dello Scambio di Corpi riuscito tra
Hermione e Pansy fece il giro tra gli studenti di Hogwarts in meno dodici ore,
grazie a Robert e Ginny che si diedero alla pazza gioia raccontandolo in lungo
e in largo. Ovviamente, la notizia giunse anche a Draco, che rimase colpito ed
entusiasta allo stesso momento.
Hermione e Pansy si sarebbero preparate insieme e
poi si sarebbero materializzate appena fuori i cancelli di Hogwarts dato che
nella scuola non ci si poteva Materializzare.
Il ballo sarebbe iniziato alle otto nella Sala
Grande, e alle cinque già iniziarono a prepararsi.
Pansy arricciò i suoi capelli e li legò in una
mezzacoda con un fermaglio intonato con il suo vestito bianco e azzurro, mentre
Hermione li lisciò esattamente come tre anni prima, ma li rimase sciolti,
decorandoli solo con un fermaglio fatto di strass bianchi. Poi indossò i
gioielli che le aveva regalato Draco per Natale, che andavano perfetti con il
colore dell’abito. Invece Pansy indossò un collier di diamanti azzurri con
degli orecchini abbinati. Si truccarono in modo leggero, erano già bellissime
così.
Emozionate, si smaterializzarono fuori la scuola e
un mago vestito elegantemente le aprì il cancello, sorridendo. Mano a mano che
raggiungevano l’ingresso i loro cuori aumentavano sempre di più i loro battiti,
specialmente quello di Hermione che avrebbe rivisto il suo amato dopo un mese.
Ma era anche preoccupata: e se Draco si fosse
vergognato di avvicinarsi a lei davanti a tutta la scuola? Decise di non pensarci.
Quando arrivarono nella Sala d’Ingresso subito
notarono i cambiamenti e le decorazioni natalizie, tra cui c’era il vischio.
Tirarono un lungo sospiro appena videro la porta
della Sala Grande, e si avviarono verso la soglia, emozionate più che mai.
Sembrava che già tutta la scuola stesse lì ad
aspettarle. I loro occhi furono rapiti da un mare colorato di abiti colorati diversi
tra loro, brillantinati, fatti di paillettes … sembrava di essere ad una
sfilata, gli occhi di tutti puntati su loro due mentre avanzavano.
Scorsero Ginny, mano nella mano con Harry, radiosa
nel suo vestito oro, e una Lola sorridente con indosso un vestito fuxia e
abbracciata a Ron, che almeno in quell’occasione era vestito decentemente.
Ma erano sovrastate da uno striscione con i coloro
di Grifondoro e Serpeverde fusi, con la scritta: “Bentornate nei vostri corpi”.
Emozionata, Pansy vide Robert avanzare verso di lei
e porgerle il braccio- la McGranitt sorrideva!-, andandosene subito in mezzo
agli altri con lui.
Hermione rimase lì, ansiosa, gli occhi di tutti
puntati su di lei. Dopo qualche gravoso secondo di attesa, Hermione lo vide.
Bellissimo nel suo completo nero, Draco Malfoy le si
avvicinò e, con una calma estenuante, le fece il baciamano. La ragazza arrossì,
non le sembrava vero! Era un sogno!
Dopodiché l’attenzione di tutti parve calare e gli
studenti tornarono a parlare tra loro.
Hermione incrociò lo sguardo di Silente,
indecifrabile, poi tornò ad occuparsi del suo cavaliere, che la guardava
ipnotizzato.
“Sei bellissima…” sussurrò, passandole una mano
sulla guancia, accarezzandola.
“Oh, grazie. Ma è tutto merito tuo” rispose
Hermione, sollevata che le cose stessero andando per il meglio.
“Comunque volevo chiederti scusa… per tutto. Per
questi sei anni d’inferno che ti ho fatto passare, per il modo in cui ti ho
mentito…”
Deciso a chiarirsi una volta per tutte, Draco prese
Hermione per mano e la trascinò in una terrazza appena fuori la Sala Grande,
che sembrava essere stata costruita per l’occasione.
Si affacciava sul parco di Hogwarts, pieno di fate e
luci per l’occasione, e si vedeva tutta Hogsmeade.
C’era un cielo stellato, limpido, senza nemmeno una
nuvola.
“E’ bellissimo, qui!” esclamò Hermione, senza fiato.
“Si” convenne Draco, poi si decise a continuare.
“Beh, dicevo… Scusami. Da oggi inizia una nuova vita”
Si sorrisero, ed Hermione annuì.
Draco continuò ad accarezzarle il volto, e le alzò
il mento con la mano, in modo da fissarla negli occhi.
“Detto questo… Vuoi diventare la mia ragazza?”
chiese infine, avvicinandola a sé.
La ragazza non era dentro di sé per la gioia. Represse
a stento un saltello, e disse un sonoro: “Si!”, che fece gioire Draco.
“Ti amo Hermione, più della mia stessa vita,
davvero. Senza di te non sarebbe tutto così fantastico” disse, con una voce
calda e suadente.
“Anche io ti amo Draco” annunciò Hermione.
Si guardarono negli occhi per parecchi istanti, poi
Draco la afferrò per la vita e la strinse a sé. Erano quasi naso contro naso.
Senza voler attendere di più, la baciò. Hermione
provò un forte brivido, peggio del loro primo bacio, e gli mise una mano dietro
la nuca, come se avesse avuto paura che se ne potesse andare un’altra volta.
Rimasero così per parecchi minuti, poi, dopo che
sembrò passare un’eternità, il ragazzo chiese: “Allora, andiamo a ballare?”
“Ok…”
Mano nella mano ritornarono nella Sala Grande, sotto
gli occhi di tutti che guardavano quella scena curiosi.
Le danze non erano ancora iniziate, e i due furono
raggiunti dai loro amici, che sorridevano furbi.
“Hermione, sei stupenda!” esclamò Lola, squadrandola
da capo a piedi.
“Grazie, anche tu stai benissimo, Lola!”
“Herm, sei magnifica!” disse Harry. Ginny fece finta
di essere offesa.
“Ah, è così? A me hai detto solo che ero eccezionale…
sono gelosa!”
“Dai, Ginny, sei favolosa!” disse Hermione, ridendo.
Ma lo sguardo della ragazza fu rapito da Tiffany:
era tutta sola, seduta su una delle tante sedie vuote, con le gambe incrociate
e con l’aria triste. Notò che stava guardando Neville, il quale stava parlando
con Calì.
A stento rispose a Ron che chiese se stava con Draco
e le si avvicinò.
Tiffany era molto bella, con indosso un vestito
bianco merlettato e una fantasia dorata sull’orlo dell’abito.
“Ciao” la salutò, sedendosi vicino a lei.
Tiffany la guardò.
“Oh, ciao Hermione” disse, con una voce triste.
“Come va?”
“Malissimo. Ti ricordi cosa ti dissi su Neville
quando ti venni a trovare?”
“Si”
“Ancora non mi perdona. Eppure sei guarita…!”.
Hermione le sorrise, compassionevole. Sapeva come si
sentiva, così raggiunse Neville…
Quando si aprirono le danze, Pansy e Robert incitarono
tutti gli altri a raggiungerli, così che iniziarono a ballare tra un sorriso e
l’altro.
“Certo che non sei male a ballare…” dichiarò
Hermione mentre ballava con il suo ragazzo, che le teneva abilmente le mani
attorno la vita e la faceva volteggiare abilmente ogni tanto. Lui sorrise.
“Deve ancora esistere qualcosa in cui non sono male,
Hermione...” rispose, per poi chinarsi a baciarla.
Pochi metri più in là Tiffany e Neville ballavano.
“Neville, non sai quanto ci tengo a te…!” rivelò
Tiffany, mettendo la testa sulla sua spalla.
Neville a stento riuscì a parlare, nessuna ragazza
gli aveva mai detto qualcosa del genere…
“Non sai quanto è stato duro starti lontano, Tiffany”
rispose, guardandola negli occhi.
Radiosa, Tiffany non ce la fece più ad aspettare. Il
momento tanto atteso era arrivato, e se Neville era tanto timido, beh, toccava
a lei fare il primo passo. Rispose al suo sguardo e piegò il capo, baciandolo… Inutile
dire come si sentì Neville…!
Vicino a loro ballavano Harry e Ginny.
“Harry, ricordi questa canzone..?” chiese Ginny,
malinconica.
“Certo… Come potrei dimenticarla? Il nostro primo
bacio…” rispose lui, cercando di non calpestarle i piedi.
Non si accorsero che vicino a loro c’erano Dean e
Lavanda; il ragazzo guardava quella scena invidioso….
“Ron, vedo che le mie esercitazioni di ballo sono
servite!” sghignazzò Lola.
“Dai, tesoro, non si può pretendere tutto dalla
vita! Non solo il tuo ragazzo è un asso del Quidditch e popolare, pretendi che
sia anche un ottimo ballerino…?” chiese Ron, sorridendole.
“Pansy, volevo chiederti una cosa….” Iniziò Robert,
attirando l’attenzione della ragazza.
“Dimmi”
“So che non hai ancora terminato gli studi, che…
Insomma, Vitious andrà in pensione l’anno prossimo ed ho avuto il suo posto. Così
volevo chiederti se… Se ti andrebbe di sposarmi”. Disse quest’ultima frase
guardandola dritto negli occhi.
Pansy era rimasta immobile. Di nuovo? Sapeva cosa
rispondere.
“Senti Rob, questa cosa già mi è capitata con Draco.
Ho accettato ma non sapevo a cosa andavo incontro… Ora ho capito cosa vuol
dire. Insomma, siamo giovani! Rob, io ti amo, ma voglio anche godermi la
gioventù…”
Stranamente Robert sorrise.
“Bene… Va benissimo Pansy, ci penseremo più in là,
hai ragione. Pensiamo a divertirci!” e la baciò dolcemente.
Verso le undici Hermione e Pansy si incontrarono
sulla terrazza dove poche ore prima Draco aveva condotto Draco. Si sorrisero.
“Sorellina! Come mai qui?” chiese Pansy.
“Potrei farti la stessa domanda… No, è che in realtà
stavo pensando a tutto questo. Può sembrare tutto un colpo di sfiga ma
pensandoci bene, se tutta questa storia non avesse avuto inizio ora non sarei
così felice.”
Pansy annuì.
“Infatti. Non saremmo maturate… Lo sai Rob mi ha chiesto
se volevo sposarlo ed io gli ho risposto che è ancora presto.”
“Brava, è la cosa migliore. Se non fosse successo…
Insomma, tu di sicuro staresti ancora con Draco, ed io sarei ancora single, non
lo conoscerei per com’è davvero…” disse Hermione, guardando il paesaggio
sottostante.
“Si” convenne Pansy, “ Ma soprattutto non saremmo
così legate. Te l’ho già detto, ma non lo smetterò mai di dire”
Si abbracciarono. “Promettiamoci che rimarremo
amiche per sempre” disse Hermione.
“Si. Per sempre” rispose Pansy. Dopodiché tornarono nella Sala Grande dai
loro ragazzi e amici, continuando a divertirsi.
FINE (Anzi, questo è solo
l’inizio…!)
__________________________________________________________________________________
E così siamo giunti alla fine… T_T
Cosa ne pensate?
Passo ai ringraziamenti:
X Litosfera: Sono contenta che ti sia piaciuta!
Fammi sapere se ti è piaciuto questo capitolo se ti va! Grazie!
X Gufo: Grazie per aver inserito questa storia tra i
preferiti e per i complimenti… Anche io ti adoro ^_^
X Liuzza: Eh si era tutto falso… Di la verità, solo
a me possono venire in mente queste idee strampalate…! XD Ecco l’ultimo
capitolo, spero ti piaccia e di non deluderti… Fammi sapere cosa ne pensi…
Ancora Grazie!
Grazie a tutti coloro che hanno letto, che hanno
inserito questa storia tra i preferiti e a Gemellina Dolly per avermi inserito
tra i suoi autori preferiti. Grazieeeee!
Terminati i ringraziamenti, volevo dirvi che ho
avuto una piccola ideuzza: cosa ne dite se inserisco anche l’epilogo? Ho già
una mezza idea… Che dite allora, lo scrivo? Fatemi sapere, nel frattempo non
scrivo che questa fic è completa, ok? Aspettando un vostro parere… la vostra
milly92.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Epilogo- Un anno dopo ***
epilogo
Come proposto e richiesto, ecco l’epilogo!
Spero vi piaccia…
Epilogo- Un anno dopo
L’estate quell’anno giunse prima del solito,
rendendo molto difficile studiare per i ragazzi del settimo anno che dovevano studiare
sodo per affrontare i M.A.G.O. Ma tuttavia ce la fecero, ed ottenendo anche
buoni risultati…
Una volta terminati gli esami, Hermione, Pansy e i
loro amici ebbero davanti a sé tutta l’estate per divertirsi e sprecare
l’energia repressa.
“No, Ron, sei un idiota, non devi mettere i
palloncini! Compie diciotto anni, non tre, e poi è una festa a sorpresa! Sai
che vuol dire? Che se vede i palloncini spuntare dall’entrata subito capisce…”
sbottò Ginny, sbuffando contro suo fratello che aveva commesso il terribile
errore di sforzarsi di essere carino.
Ron la guardò torvo. “Ma come sei simpatica! Come se
non sapessi che sei arrabbiata perché volevi andare a cena da solo con lui
invece che fare questa piccola festicciola con i nostri amici..!” esclamò con
aria furba, mentre la sorella per un pelo non rovesciava a terra tutti i
piatti.
“Ed avrei torto? Insomma, oggi è un anno che stiamo
insieme! E poi dammi una mano, lo sai che non sono ancora maggiorenne…”
“Lo sarai tra un po’… Sai, è istruttivo fare le cose
alla Babbana, me lo dicevano sempre Fred e George!” sghignazzò il rosso,
contento del privilegio ancora negato alla sorella minore, la quale sembrava
sul punto di scagliargli addosso tutto ciò che le capitasse a tiro.
Fortunatamente la loro lite fu repressa grazie a
Lola, Neville e Tiffany che giunsero per aiutarli ad organizzare la festa a
sorpresa ad Harry, che quella sera sarebbe andato alla Tana con lo scopo di
portare Ginny a cena fuori per il loro anniversario, ma in realtà si sarebbe imbattuto nella festa. Ma sarebbe stata
diversa rispetto a quella dell’anno precedente; ci sarebbero stato solo gli
amici più intimi e, sperando, nessuno scambio di corpi.
Alle sette era già tutto pronto, e i ragazzi si
andarono a preparare per la festa.
“Allora, mancano solo Pansy, Robert, Hermione e
Draco” contò Lola, molto carina nel suo miniabito bianco e rosa. Ron non le
staccava gli occhi di dosso.
“Ho qualcosa che non va?” chiese la ragazza
preoccupata.
Ron scosse il capo.
“No, certo che no…! Sei favolosa, come sempre”
rispose, e fece per avvicinarsi quando passò la signora Weasley, minacciosa.
“Ron, io e tuo padre allora usciamo. Mi raccomando,
fate i bravi e comportatevi bene…” si raccomandò.
“Certo mamma, certo” rispose Ron, contento di
togliersela dai piedi.
Appena i Signori Weasley uscirono, arrivarono Pansy
e Robert.
“Salve gente!” li salutò allegri la ragazza,
scambiando un bacio frettoloso con le amiche.
“E’ qui la festa?” chiese ironico Robert.
“Si, almeno fino a quando Hermione e Draco si
decideranno a venire…” rispose tetro Ron.
Neville rise, accompagnato da Tiffany. Invece Pansy
parve preoccupata.
“Da quel che so, Hermione sarebbe dovuta andare a
prendere il thé a casa di Draco, per conoscere i genitori…” disse, e Robert
annuì.
I Weasley si
rabbuiarono.
“Sicuro che è ancora viva, allora? Lucius Malfoy è
sempre pieno di sorprese, non si sa mai…!” disse Ginny, sperando di alleviare
l’atmosfera.
Ma la risposta le venne dal’entrata del giardino, da
cui provenivano una serie di voci allegre e risate.
“Non ci posso credere, amore…”
“A chi lo dici…”
Appena videro gli amici, Hermione e Draco li
salutarono affettuosamente.
“Stavamo giusto parlando di te, Herm! Allora sei
viva! Sai, pensavamo che Lucius…” iniziò Ginny, ma fu sovrastata dalle risate
dei due piccioncini.
“Si può sapere cosa è successo?” chiese Tiffany.
“Oh, ragazzi, non potete capire… Sto simpatica a
Narcissa…!” rivelò la riccia, facendo rimanere tutti con la bocca aperta.
“Si” confermò Draco, “Hanno iniziato a parlare e
hanno scoperto di avere tante cose in
comune! Addirittura mamma in gran segreto leggeva le opere di una famosa
scrittrice Babbana… Chi era, tesoro?”
“Oh, Jane Austen” rispose la ragazza, ancora
sorridente.
“Ma davvero?” chiesero Lola e Ginny all’unisono.
“Si si” rispose Hermione, mentre Draco la
abbracciava a sé.
“E Lucius?” chiese Neville interessato.
“Oh, niente di che. Mi ha salutata, mi ha fatto
qualche domanda, poi è uscito…” lo informò Hermione, facendo spallucce.
Evidentemente Narcissa Malfoy aveva conquistato un po’
di potere su suo marito…
Ma la conversazione fu troncata da un sonoro crac.
Evidentemente Harry si era appena smaterializzato fuori al giardino.
Silenziosamente, spensero le luci con la bacchetta e si nascosero dietro ai
tavoli, attendendo.
Dopo qualche secondo si udì la voce di Harry.
“Buonasera! Ma cosa…?”
Subito riaccesero le luci ed urlarono un sonoro:
“Sorpresa!” uscendo da dietro i tavolini.
Harry era rimasto a bocca aperta, poi sorrise.
“Ragazzi, ma cosa… Non dovevate disturbarvi…!”
disse, mentre Ginny gli saltava addosso.
“Dai, Harry, ormai il trentuno luglio è una data
importante” disse Neville saggiamente.
“Si, si, e bisogna festeggiare! Ogni trentuno luglio
e trentuno dicembre!” esclamò Tiffany, sorridente, mentre gli porgeva il regalo
e gli dava gli auguri.
“Giusto!” disse Hermione. “Il trentuno dicembre
tutti a casa mia, si fa un bel party… Insomma, sono bei ricordi!”
Come ormai succedeva raramente, Draco ghignò. “Oh,
certo tesoro, tra un po’ verranno segnati anche in rosso sul calendario, stanne
pur certa…!” disse ironico, facendo ridere tutti.
La festa
proseguì allegra e spensierata. Alle dieci e mezza Pansy ed Hermione si
guardarono. “Un anno fa a quest’ora…” dissero, per poi ridere.
“Allora ragazzi, voi cosa volete fare ora che avete
finito la scuola?” chiese Lola interessata, essendo la più piccola del gruppo.
“Io ed Harry andremo a lavorare al Ministero come
Auror di sicuro, vero?” chiese Ron per conferma al suo migliore amico, che
annuì.
“Oh, anche io verrò al Ministero” li informò Draco, “Ma penso che andrò in qualche altro reparto,
non so ancora quale. Hermione mi sta dando una mano…”
“Infatti” convenne la ragazza “Ma sapete, non
sappiamo ancora dove fare domanda… Anche io vorrei lavorare lì ma non so se ho
i requisiti giusti…!” aggiunse preoccupata.
“Oh, certo, con tutti “Eccezionale” ai tuoi
M.A.G.O., di certo non ti prenderanno” ribattè Neville sarcastico.
Gli esami erano andati abbastanza bene per tutti,
ognuno aveva preso voti tra “Oltre ogni previsione” ed “Eccezionale”, anche
Neville, al quale sembrava che la presenza di Tiffany al suo fianco gli facesse
bene. Ovviamente Hermione, dopo aver trascurato un po’ lo studio, il che voleva
dire che stava in biblioteca solo dalle sei alle otto ogni giorno ed ogni tanto
solo dalle nove alle undici in sala comune a studiare, appena iniziò aprile si
lasciò prendere la mano ed iniziò a studiare peggio di prima, guadagnandosi
così il massimo dei voti in tutto. Anzi, prese anche la lode in Trasfigurazione
e Aritmanzia. E, miracolosamente, coinvolse anche Pansy nello studio…!
Verso le undici e mezza, Draco e Robert si
allontanarono con una scusa e al loro ritorno…
“Hermioneeeeeee!!!!”
“Pansyyyyyyyyyy!”
“Ragazziiiiiiiiiiii!”
“Aiutoooooooo!”
Tutti si precipitarono dal luogo dove provenivano le
urla, ovvero il retro del giardino.
Vi trovarono i due con un’aria sconvolta, con le
bacchette in mano che si guardavano terrorizzati.
“Cosa è successo?!” chiesero tutti in coro, poi
Hermione e Pansy si avvicinarono ai loro ragazzi.
“Oh Dio, Robert, ma come sono stretti i tuoi
pantaloni…!” disse Robert, guardando Draco.
Le due ragazze si guardarono e poi…
“Aaaaaaaaaaahhhhhhhh!” urlarono.
Gli altri sembravano scioccati come loro. Non poteva
essere successo di nuovo…
“Ragazzi, ma dico io, non avete imparato niente
dall’esperienza delle vostre ragazze?” chiese Harry con tono severo.
“Non è colpa mia se Draco è un idiota!” disse Draco,
accennando a Robert.
“Oh, basta! No, non ci voglio credere… non può
essere successo…” disse Pansy debolmente, passandosi una mano sulla fronte.
“Insomma, vi
siete scambiati di corpo…! Ma dico io…!” sbottò Hermione.
Draco e Robert si guardarono.
“Ma è per una giusta causa che abbiamo commesso
quest’errore…” dissero.
“Cioè?” chiese Tiffany.
I due si guardarono, poi…
“E’ tutto uno scherzo…!” esclamarono, ridendo e
battendo il cinque.
Pansy ed Hermione gli saltarono addosso.
“Ma siete idioti!”
“Dai amore, era solo uno scherzo, calma!”
… E così anche il diciottesimo compleanno di Harry
passò, più o meno sereno. Ma l’importante ormai, era stare insieme e
divertirsi. Erano giovani e intelligenti, alle prese con il futuro… si il
futuro. Quello che sarebbe stato lo avrebbero accettato, sempre cercando di
ottenere il massimo… Tra uno scambio di corpi e l’altro! Si, perché a volte
quelli che sembrano degli imprevisti malevoli poi diventano delle occasioni per
crescere ed imparare. E noi li abbiamo degli esempi, no? Due nomi, Hermione e
Pansy, due cuori… E un’unica voglia di vivere la vita con accanto le persone
che amano e a cui vogliono bene.
E così è finita, e questa volta per davvero! Non
sapete quanto mi dispiace, mi ero così affezionata! Forse ora la posso
comprendere la nostra mitica mamma Row quando ha terminato il settimo libro…
XD.
Allora, che ne pensate? Vi è piaciuto l’epilogo?
Fatemi sapere!
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita capitolo
dopo capitolo, leggendo, recensendo, inserendo questa storia tra i preferiti e
addirittura me tra i loro autori preferiti… Un grazie di cuore a tutti! Scusate
ma non posso ringraziarvi uno ad uno perché non ho molto tempo, spero capirete!
Grazie, grazieeee!
Volevo dirvi che al massimo all’inizio della
settimana prossima pubblicherò una one- shot che ho scritto prima di questa ff
e che solo ora mi sono decisa a pubblicare, devo solo riguardarla un po’.
Curiosi? Non so se vi interessa, ma vi dico il titolo: “Dalla sfera della
professoressa Cooman”.
Inoltre appena avrò un pò di tempo (scusate, ma ho
ancora una decina di versioni di latino e
greco da fare… L)
ma ormai penso tra massimo una settimana, pubblicherò l’inizio di una mia nuova
long fic dal titolo “Miss Hogwarts” di cui ho scritto solo un capitolo per il
momento e un pezzo di un capitolo più avanti, tipo il quinto o il sesto. Eppure
la storia non è come sembra dal titolo… Poi vedrete!
Infine vorrei
pubblicare qualche one- shot su Ron/Hermione che devo ancora scrivere in attesa
di altre ispirazioni…
Sperando di non avervi annoiato, vi saluto! Ma
prima, pleaseeee, recensite questo epilogo, fatemi questo piccolo regalino!
Grazie mille!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=148898
|