Diario semi serio di una ragazza qualunque.

di BowieHalloweenJack
(/viewuser.php?uid=237850)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Infanzia ***
Capitolo 2: *** FORCHETTE NEFASTE ***
Capitolo 3: *** LA SCUOLA ***
Capitolo 4: *** RoMa ***
Capitolo 5: *** CRISTIAN ***
Capitolo 6: *** Trasformazioni ***
Capitolo 7: *** Piccoli problemi di peso. ***
Capitolo 8: *** Inizio di un ERA; CAPAREZZA ***
Capitolo 9: *** DEH'!! ***
Capitolo 10: *** Racchette ***



Capitolo 1
*** Infanzia ***


Scrivo questo diario sotto l’effetto di una droga molto potente e pericolosa,chiamata in gergo comune “Caparezza”. Lui è il mio idolo,il mio mentore,la mia guida spirituale,il mio guru,il mio tutto. Diciamo che sotto la sua musica,o con l’ausilio della sua musica,ho scritto la tesina per l’esame di stato. E sempre con la sua mano affronto la vita di ogni giorno,perché le sue parole mi fanno ricordare che nella vita si può essere razionali senza perdere mai il sorriso.

Ho sempre desiderato scrivere un diario,ma non ne ho mai trovato il tempo né la voglia di farlo. Ogni volta lo interrompevo lasciando le frasi a metà,e quando le rare volte mi fermo a rileggere ciò che ci è scritto giuro che mi sento male dal piangere. Scrivevo orrendamente! Anche ora forse è così,ma prima era qualcosa di assolutamente obbrobrioso. Diciamo che quello che ho in mente non è proprio un diario,ma più una raccolta di ricordi che ho bisogno di tenere sempre con me. Perché? Che cazzo ne so.

 I primi anni

Sara nasce diciannove anni fa in un caldo giorno di primavera. Volete sapere il giorno e il mese? E io non ve li dico. Non li volete conoscere? E a me non me ne frega niente.
 Il mio è un paese relativamente tranquillo. Relativamente, nel senso che se non rompi le palle ai boss mafiosi nascosti nei meandri del paesino,riesci a condurre una vita tranquilla. L’unico problema è che da noi,come quasi in tutti i paesi del sud,scarseggia il lavoro.
 Perciò tantissime persone migrano al nord,al freddo,sperando in un lavoro. Ma questa è una realtà che ben conoscete.

Guardando le mie foto dei periodi da lattante,mi chiedo chi sia quel pervertito che mi scattava le foto mentre ero col culo all’aria e la patatina nuda. Ma soprattutto mi chiedo come mai non sono bella come ero all’epoca. Avevo un visino tondo e piccolino,con dei grandi occhi scuri da cerbiatta,le orecchie piccoline,le labbra a forma di cuore e un ciuffetto di capelli lisci e biondi. Della mia dolce infanzia cresciuta nella bambagia,non ricordo assolutamente una “beata minchia” [cit.Albanese]. I ricordi cominciano ad affiorare solo rimembrando le avventure che risalgono ai tempi dell’asilo. Ricordo la mia collezione ossessiva di bambole Sailor Moon. Avevo tutti i personaggi,di ogni forma e dimensione. E il trauma più brutto fu: perdere tutte quelle fottute bamboline. Ancora oggi se ci ripenso ho gli incubi! Il ricordo più nitido di quel periodo è quello corrispondente al mio primo “atto di violenza”: ho ficcato una forchetta sulla testa di mio cugino. Ok,detta così lascia abbastanza basiti/perplessi,però vi giuro che POSSO SPIEGARVI TUTTO!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** FORCHETTE NEFASTE ***


Forchette nefaste

Uno potrebbe pensare: e non è morto tuo cugino con una forchettata in testa ricevuta a soli  4 anni di età?
No,vi rispondo io. No purtroppo,mi verrebbe da aggiungere. Non fraintendetemi,io non sono una merda,ma mio cugino sì.
Lo era già a due anni,quando scarabocchiava sul MIO libro da colorare,quando perdeva (di proposito) tutti i MIEI giocattoli preferiti.
Io e lui abbiamo sempre avuto questo rapporto di "amore-odio": non vedevamo l'ora di trascorrere un pò di tempo per giocare insieme,e quando ci ritrovavamo insieme ci  sgommavamo di botte. La cosa brutta,è che quegli idioti dei  nostri genitori stentavano a capire che il nostro rapporto era deleterio,e che sarebbe quindi stato meglio per tutti  una NON frequentazione. Loro anzi, fagocitavano questa nostra insana volgia di vederci. E quell'imbecille di mio cugino non faceva altro che sfottermi,per tutto il tempo. Inoltre giocavamo sempre seguendo lo stesso schema: ognuno di noi due sceglieva un personaggio,successivamente si passava alla fase placebo del gioco (ovvero i nostri personaggi erano parte di un'allegra e tranquilla famigliola),e alla fine,SOLO ALLA FINE,veniva fuori la natura vilenta del gioco:I NOSTRI PERSONAGGI SI "SCASSAVANO" DI BOTTE E LUI  VINCEVA SEMPRE.


In mezzo a tutto questo,io tacevo e sopportavo,in quanto i miei genitori (e chiunque qualora io ne avessi parlato) mi avevano suggerito di ignorarlo, Di non badare ai suoi scherzi e alle sue frasi di scherno,perchè  ignorandolo prima o poi  avrebbe smesso di darmi fastidio. Ora io vorrei lanciare un messaggio a tutti coloro che si fossero trovati in una situazione del genere,anche da piccoli: sono TUTTE STRONZATE. Non è assolutamente vero che ignorando questi rompipalle si risolvono i problemi,anzi,è proprio a causa dell'indifferenza che noi itaiani portiamo il nostro Paese al collasso! Una donna potrebbe ignorare le molestie di uno stalker?
No!
Un uomo qualunque potrebbe ignorare quel bastardo del suo capo?
No!
Una ragazza potrebbe ignorare i brufoli?
No!
....E una bambina di 4 anni potrebbe ignorare il cugino sventra-testicoli? NO,NON POTREBBE MAI!


Fu così che nonostante tutto,in un primo momento decisi di ascoltare il consiglio dei miei genitori: ignorare.
Ogni volta che lo vedevo avvicinarsi,giravo i tacchi e andavo a giocare con le mie amichette.
Se lui cominciava a sfottermi,facevo finta di non sentire
(COL PIFFERO,CHE NON SENTIVO!!)
Ma allora,vi starete forse chiedendo,come mai lo inforchettasti?

Presto detto! Un bel giorno si era all'asilo. Ora di pranzo. Mi siedo al tavolo con la tovaglietta a quadretti rossi e bianchi in compagnia di me stessa. Calma piatta. D'un tratto mio cugino (che chiameremo Simo) prende una sediolina,si accomoda vicino a me,e avvicinando il visino strafottente al mio sussurra malignamente: "Sailor Moon fa schifo!" IO divento rossa come un peperone. La bestemmia peggiore mai udita ! Decido di allontanarmi,prendo posto vicino alle mie amiche. Cercando di togliermi dalla testa la provocazione appena ricevuta,mi appresto a fare conversazione (se non sbaglio,quel giorno si parlava di fate e ballerine). Ma Simo,intraprendente,non si dà per vinto e mi raggiunge. Questa volta comincia a sfottermi ad alta voce,e nell'aula si sente solo la sua voce che petula,petula,petula,petula a più non posso. E stavolta non reggo davvero più: afferro saldamente la mia forchettina,e gliela pianto sulla testa.

Silenzio. La maestra sbianca e vede sfumare davanti ai suoi occhi anni e anni di carriera.
Gli occhi di tutti i bambini sono puntati su me e Simo,che stranamente non scoppia in lacrime,nè grida disperato. Anzi.
Ricordò che ammutolì all'istante,si massaggiò la testa con i lacrimoni agli occhi e si allontanò.



Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** LA SCUOLA ***


LA SCUOLA

Non nego che il primo giorno di scuola fu un autentico trauma. Nonostante la maggior parte dei miei amichetti  conosciuti all'asilo capitarono nella mia stessa classe,mi sentivo terribilmente a disagio. In quel luogo le maestre avevano un'aria più severa,le aule erano ordinate,ai muri erano appese delle immagini incomprensibili,tutte colorate di rosa o giallo o blu(che poi scoprii essere cartine geografiche).

Ecco,il primo giorno di scuola,va a sapere perchè,mi ritrovai seduta a fianco una bambina sconosciuta. La prima cosa che feci,come era normale per una bambina di appena sei anni,fu un'attenta osservazione. Aveva capelli liscissimi di un castano tendente al biondo,che contrastava in modo evidente con il colorito scuro della sua pelle. No,non era nera,ma sembrava una bambina dell'America latina...però aveva gli occhi a mandorla ! Mi fece un'effetto stranissimo,perchè era un'accozzaglia di elementi diversi.
Come è normale,anche lei si mise a fissarmi. La cosa mi mise a disagio,perchè sapevo che il mio viso dolce e paffutto mi dava un'aria abbastanza idiota.

Forse a causa di una mutazione genetica,i capelli che fino ai due anni erano stati lisci e biondi,erano diventati riccissimi e scuri,di un castano fittissimo. I miei occhi erano neri(ERANO,PERCHE' ORA,VA A SAPERE COME MAI,SONO NOCCIOLA CHIARO),le guance piene e rosee. La cosa che odiavo di più era la malsana tendenza di mia madre a farmi le "codine". Così sembravo un'idiota,senza ombra di dubbi.

Francesca,si chiama così la bambina-accozzaglia di vari elementi. Io e Francesca diventammo amiche per la pelle. Insieme stavamo bene come le fragole con la panna,ogni pomeriggio giocavamo insieme,e insieme condividevamo la passione per i disegni. Notai subito che lei era molto più brava di me,addirittura troppo brava,per essere una bambina di sei anni. E quando colorava....i suoi disegni erano perfetti,il colore non usciva fuori dai bordi,e il suo album sembrava un libro illustrato per bambini. Ovviamente,io ero invidiosa,ma non riuscivo proprio ad eguagliarla.Inoltre,era la più brava di tutti in qualsiasi materia.
Era brava in matematica.
Era brava in italiano.
Era brava in musica.
Era brava in disegno.
Era brava in informatica.
Ma era una sega in educazione fisica. Questo lo ricordo benissimo! L'unica "materia" in cui faceva letteralmente pena era educazione fisica,che a quei tempi chiamavano Motoria.
Scoordinata,goffa,l'unica volta che riusciva a prendere la palla era quando le arrivava in pieno viso.

Ora questo suo handicap scatenò l'eccitazione dei bulletti della classe,che non perdevano occasione per sfotterla.La chiamavano Dumbo,sia per la grazia da elefante,che per le orecchie a sventola.
E siccome io ero l'unica ad esserle amica,sfottevano anche me. Che,al contrario di Francesca,rispondevo a tono a tutte le offese. Fu così che riuscii a farmi rispettare,almeno per i primi tre anni,dai maschi della classe,che mi vedevano come una di loro. Per le femmine,ero semplicemente un maschiaccio.

Divenni ancora più maschiaccio quando cominciai a tagliare i capelli,optando sempre per un taglio ultra maschile. Rimanevo comunque fedele a Fra e alla nostra amicizia.

E che fine fece Simo? Lui c'era sempre,ed era l'unico maschietto con il quale non andavo d'accordo per niente. E quando lui cominciava a sfottermi,lo seguivano a ruota tutti gli altri. Ovvio,poi smettevano quando li minacciavo tutti nominando la forchetta. Allora Simo zittiva all'istante,e ritornavano tutti a stare per fatti loro.

Francesca mi adorava. E questo non cambiò fino ala quarta elementare,quando arrivò un'altra ragazzina,con evidente traccia di zoccolaggine nelle vene.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** RoMa ***


ROMA

No,non mi sto riferendo alla capitale. Sono le iniziali del nome di questa bambina. RoMa. RoMa mi è stata profondamente sulle palle fin dalla prima volta che entrò in classe. Si presentò come una classica bambina-modello-che studia tutti i giorni-sorride sempre-tutti le sono amici-ma in fondo è una vera vipera.

Si era trasferita da poco nel nostro paese. Lei era di origini pugliesi,e il suo spiccato accento si mescolava meravigliosamente al nostro calabrese.

Le maestre si innamorarono di lei all'istante. in meno di una settimana,ci accorgemmo che era addirittura migliore di Francesca. Ma ,ovviamente,eccelleva ANCHE E SOPRATTUTTO in educazione fisica.

Io erroneamente pensai che tutto ciò avrebbe scatenato l'invidia bastarda da parte di Fra.
E invece anche Fra rimase affascinata dal veleno di RoMa,e ben presto mi ripudiò per lasciarmi nella peste e diventare amica del cuore di RoMa.

E secondo voi,RoMa cosa fece? Faceva finta di provare compassione per me,ma in realtà ne era compiaciuta da morire. Ahhhhhhhhhhhhhh....
Da allora i miei voti cominciarono a calare visibilmente. Avevo sempre avuto la media del Distinto(perchè all'epoca si usavano i giudizi),e scivolai inesorabilmente verso la media del Buono,che era cosa gravissima -.-

HOWEVER,nonostante la mia amica mi avesse abbandonata e i miei voti si dirigevano verso il fallimento,una cosa lievitava. Il mio peso.

Ero sempre stata un pò troppo alta per la miaetà,almeno 8 cm in più. E tutti credevano che da grande sarei diventata una spilungona destinata ad una carriera sportiva come il basket,o la pallavolo,o il nuoto.

Invece,ahimè,a 9 anni mi arrivò il ciclo. Ricordo benissimo che mia madre era al nono mese di gravidanza,e quando trovai un'inquietante macchia rossa sulla mia mutandina era IL MIO COMPLEANNO! TANTI AUGURI SARA! D:

E RoMa continuava a mietere vittime. Dopo le maestre e la mia migliore amica,fu il turno di Simo. Già. mio cugino rimase attratto da quell'essere che era tutto fuorchè umano. Dalla serie:"chi si somiglia si piglia..."

Decisi di lasciar perdere definitivamente Fra,perchè per quanto soffrissi di aver perso la sua amicizia, non potevo certo obbligarla a rimanermi amica.

Mi deidicai alle altre compagne di classe,e devo dire che non mi trovai male in compagnia loro,anche se i miei occhi diventavano saette quando in lontananza scorgevo RoMa ridere con Fra.

Ma poi successe l'irreparabile: RoMa decise di contraccambiere l'interesse di Simo,ed esendo troppo occupata a farsi desiderare,dedicò minime attenzioni a Fra. La quale,mi dispiace ammetterlo,tornò a testa bassa dalla sottoscritta.

Io stupidamente la riaccolsi a braccia aperte e tornammo ad essere amiche come prima. O quasi.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** CRISTIAN ***


[ Se per caso c'è qualcuno che segue questo mio "diario",vogliate scusarmi per la lunga assenza...tra università,esami,lavoro,è difficile districarsi e riuscire a scrivere qualcosa...! Comunque volevo aggiungere,che non  verrò presa da un attacco di gotta fulminante se doveste recensire,per cui non temete! Armatevi di una tastiera e scrivete tutto ciò che pensate su ciò che state leggendo: se la storia vi è piaciuta,se la storia non vi è piaciuta,se pensate che debba ritirarmi,se pensate che scrivo da schifo...insomma,scrivete! Un oceano di saluti ] -BowieLove93


CRISTIAN


O QUASI sta a significare questo: Il posto di migliore amica/o era stato preso da Cristian.
Cristian era nella mia stessa classe fin dalla prima elementare,ma nessuno di noi si era mai premurato di cagarlo anche solo di striscio (trad: lo ignoravano tutti).
Il perchè è presto detto: Cristian era un bambino alto,cicciottello,con la faccia da babbeo,un neo abnorme al centro della fronte che spiccava mostruosamente,alito fetente e sandali aperti con inevitabile calzino bianco(in perfetto stile "Turista tedesco").

Inoltre tutti sapevano della sua predisposizione ad un comportamento tendenzialmente effeminato. Mi spiego: durante le scuole elementari,i bambini sono irresistibilmente attratti dal fascino magnetico del pallone. E così continua per tutta la vita.
Ma Cristian adorava giocare con le bambole,e non aveva paura di nasconderlo.


Quindi tutti lo additavano canzonandolo con cose tipo: RICCHIONE,FROCIO,ecc..


A me faceva una gran pena e,inoltre, non avevo (non ancora) la tendenza a giudicare solo dalle apparenze,perciò decisi che avrei provato ad essergli amica.
E fu così che un giorno durante la ricreazione,mentre tutti si erano catapultati fuori gridando come degli invasati,io rimasi in classe assieme a Cri. Mi avvicinai al suo banco stringendo tra le mani le mie due fettine di pane con dentro il prosciutto crudo( lo chiamavano panino..) e,tentando di fare conversazione esordii con un :

-Ciao.

Lui mi fissò un attimo,poi rispose:- Ciao.
Diedi un morso al panino:-Perchè non esci insieme agli altri?
-Perchè non ci esci tu insieme agli altri?
Giusta osservazione:- Perchè volevo parlare un pò con te.(che innocenza!)
-Io non voglio parlare con nessuno,vattene! (antipatico)
-Perchè?
-Perchè mi chiamano frocio.
-Allora ignorali!
-Lasciami in pace
La CONVERSAZIONE STAVA PRENDENDO UNA BRUTTA PIEGA....
-Ma io che ti ho fatto??
-Sei brutta,non mi piaci,lasciami in pace.
IO brutta?pensai. E tu allora??-Non offendere!
-Sei un cesso!
-E tu sei antipatico!
-Sei cicciona!
-E tu sei uno stronzo!
Cristian rimase un attimo perplesso,poi esclamò:-Hai detto una parolaccia!
-SI'!
E lui,non si sa perchè,in tutta risposta afferrò il mio panino e lo fece volare attraverso la stanza. Atterrò con un tiepido *splat* in mezzo alla polvere,ai piedi del cestino.

Rimasi alquanto(perchè ho scritto alquanto?oddio che schifo -.-) scioccata da questo gesto. E poi ero furiosa,per due motivi:
1) volevo solo fare due chiacchiere e lui si era permesso di offendermi;
2) IL MIO PANINO AL PROSCIUTTO;MA CAZZO >_<

Corsi a raccogliere il mio panino insudiciato e pieno di polvere,poi mi riavvicinai allo stronzetto. Lo guardai:

-Mia mamma dice sempre che non si deve giocare con il cibo,perchè è prezioso e ci sono bambini che muoiono di fame e mangerebbero di tutto.
-E a me cosa me ne importa?
-Sai che loro mangerebbero anche questo panino lercio?
-E quindi??
-E quindi,sai che sapore ha un panino lercio?

Non aspettai una sua risposta,ma ficcai l'intero panino al prosciutto,polvere e capelli nella bocca di Cristian. Il quale rimase sorpreso da questo gesto,perciò perse l'equilibrio e cadde col culo per terra. Mi accorsi che voleva sputare il panino,ma io gli chiusi la bocca con entrambe le mani. Povero,evidentemente si morse la sua stupida lingua,perchè cominciò a piangere. Lo fissai negli occhi e sibilai: -Mangialo TUTTO.

Dopodichè,diventammo amici per la pelle.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Trasformazioni ***


Scusate la luuuuunga assenza!
Sono troppo pigra per mettermi al pc e trascrivere ciò che butto giù nei miei appunti! :P buona lettura!
 BowieLove93


Ogni tanto mi guardo allo specchio e mi chiedo:PERCHE'.
Perchè Dio,hai permesso che i miei capelli diventassero ogni giorno più ricci e più scuri?
Perchè Dio,hai permesso ai miei occhi di perdere colpi ogni anno(col risultato finale di TALPONA)?
Perchè Dio,hai permesso al ciclo mestruale di venirmi a fare visita alla tenera tenera età di 9 anni? Compromettendo così la mia crescita!

In pratica a 9 anni avevo i peli nei posti più impensabili,le tette di una quattordicenne,la super-vista di DareDevil e il fisico massiccio di un neo-calciatore.
E magari fosse stato proprio quello di un Neo-calciatore! Magari! Ero molto più cicciona.

Vedi Dio,al mondo esistono disgrazie ben peggiori.
Ma a 9 anni non è carino sentirsi apostrofare con epiteti che non sto qui a ripetere,essendo al cospetto di anime candide (ah-ehmm..)

Così i miei ormoni sballati hanno fatto sì che il mio fisico divenisse armonioso e pieno di grazia come quello di un elefante obeso.
Nessun maschio mi considerava bella,nè tantomeno carina,nè tantomeno discreta. Anzi,a dire la verità,era già tanto che riuscissero a capire che io fossi una femmina!

Sorvoliamo gli odiosi anni trascorsi alle elementari e voliamo direttamente alle medie.

Le medie. Che incubo.
Dante Alighieri nell'Inferno non avrebbe potuto fare di peggio.

I primi giorni,dopo l'inserimento,erano trascorsi in modo abbastanza piacevole. Ero in classe con Fra,con la quale già da tempo avevo recuperato fortunatamente un buon rapporto.

Inoltre i nuovi compagni di classe sembravano simpatici. Eh,ho usato il giusto verbo:"sembravano".
Sotto la loro pelle secondo me abitavano i VISITORS,talmente si sono dimostrati crudeli.

Erano dei veri e propri bulli,tutti dal primo all'ultimo senza esclusione di colpi,che dovevano sfogare le loro insoddisfazioni su un bersaglio.

Io ero perfetta. E siccome Fra girava sempre insieme a me,ben presto anche lei divenne bersaglio di sherzi davvero orribili.

Ma come,Sara che fino alla 5° elementare era  una leonessa?... Non so come mai,ma dagli  11 ai 13 anni il leone si assopì, si prese una vacanza,andò in pensione,se ne scapò in quel di vattelapesca chissà...

Per questo quando loro mi sfottevano io non trovavo mai il coraggio di rispondere a tono. Mai che alzassi gli occhi verso i miei carnefici,subivo a testa bassa.
Fra,che Dio la benedica,ogni tanto invece si faceva sentire.
Per questo un bel giorno Roberta,una mia compagna di classe dalla femminilità praticamente inesistente,la trascinò fino a dentro al bagno delle ragazze,le sbattè le spalle al uro e le disse...non ho idea di cosa le disse in verità,perchè Fra non me l'ha mai detto. Fattosta che evidentemente l'aveva minacciata di spellarla viva  se solo avesse ancora cercato di ribellarsi al loro regime del bullismo.

Perchè mi prendevano in giro? Semplice.
Innanzitutto perchè non seguivo le stupide mode di quei tempi,tipo:
andare in giro con l'ombelico di fuori mettendo in mostra la propria ciccia;

mettere i lacci delle scarpe DENTRO le scarpe,perchè(non ci è dato sapere come mai) era severamente vietato metrere in bella mostra i lacci;

truccarsi come delle squallide sgualdrine(che sinceramente....LE RAGAZZINE  CHE A 11 ANNI SI TRUCCANO COME PROSTITUTE NON LE POSSO PROPRIO VEDERE,NE' ORA NE' MAI POTRO'! UNDICENNI,SIETE IN ASCOLTO??? SE SI',SAPPIATE CHE SIETE RIDICOLE TRUCCATE FINO ALL'ESTREMO E VESTITE COME DELLE PUTTANE! GIA' CI FANNO BRUTTA FIGURA LE PUTTANE DI 30 ANNI CHE SI CONCIANO COSI',FIGURARSI LE RAGAZZINE...OK AL LUCIDALABBRA,A UN PO' DI MATITA...MA POI E' ROBA DA PANDEMONIO!)(scusate lo sfogo);

perchè a differenza loro io avevo una testa MIA e quindi ragionavo con I MIEI PENSIERI  cercando di distinguermi dalla massa di capre che avevo attorno;

perchè leggevo WITCH.
Ora,per chi non lo sapesse,WITCH è una rivista a fumetti. La trama,in spiccioli,parla di 5 normali ragazze unite da poteri magici. E detta così non dice nulla,ma la storia era molto carina e permettava alla tua fantasia di uscire fuori,ESPRIMERSI. Per Dinci.

Ad ogni modo,loro mi mettevano in croce per questi futili motivi -.-'' cerebrolesi.

Finchè un bel giorno.....
La natura decise di porre fine al tremendo scherzo fattomi fino ad allora. Volle scusarsi con me. E sapete cosa fece? Innanzitutto rallentò la mia miopia(che galoppava contenta verso la strada del "per sempre") ,poi decise di farmi crescere di qualche centimetro. Non molti,in realtà,però oh meglio di  niente.

Misteriosamente il mio corpo cominciava ad assumere una forma "femminile":le curve si sparsero nei posti giusti,i chili scendevano e i miei denti avrebbero detto ADDIO FOREVER all'apparecchio.
Ma tutto questo accadde mooooooooooolto lentamente.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Piccoli problemi di peso. ***


Vorrei dire giusto due paroline a proposito dei chili di troppo che dopo qualche anno andarono a farsi benedire.

Non è che la sottoscritta sia dimagrita perché avesse cominciato a fare del sano sport,una dieta più equilibrata,o un voto alla Madonna (sempre sia lodata).

No. Semplicemente quelle merde secche dei miei compagni di classe mi mettevano talmente in soggezione,che ero arrivata a trovare brutto il mio modo di vivere. Mi facevo schifo,ripetendo a me stessa che ero un essere repellente,che ero brutta,stupida e cicciona.

Ero convinta che se fossi dimagrita sarei diventata più carina.

Ma io non volevo essere carina,perché in quella classe nessuno meritava una bella ragazza. Mi ero convinta che se i prof e i miei genitori si fossero accorti di un improvviso dimagrimento,magari avrebbero cominciato ad indagare sui rapporti che vigevano all’interno della classe,e FORSE avrebbero finalmente capito che qualcosa non andava.

Diciamo che questo è un discorso che riguarda i professori; i miei genitori già avevano capito che DOVEVA esserci qualcosa di strano all’interno del gruppo classe: perché la mia unica amica era Fra? Perché non tornavo mai a casa contenta della giornata scolastica trascorsa? Perché piangevo spesso?

Non voglio difendermi o giustificarmi. Ma avevo problemi solo a stringere amicizie all’interno della mia classe. Nelle altre sezioni avevo numerosi amici. Che mi accettavano per quella che ero,non mi giudicavano e non sfottevano. Ogni tanto mi sfogavo con loro,che ripetevano più o meno le stesse cose : resisti,stringi i denti (che non mi riusciva difficile,avendo l’apparecchio),questi anni passeranno in fretta. Il problema è che più ignoravo,più sfottevano. Tipo mio cugino quando era piccolo.

 

Perciò,tornando al discorso di prima,cominciai a non mangiare. O meglio,mangiavo di meno,e ciò che ingerivo spesso lo rigettavo nel cesso.

Ora capisco che sbagliavo anche io facendo così,perché l’intento dei miei compagni era proprio quello di farmi del male. Ma all’epoca era il gesto migliore che mi venisse in mente per attirare l’attenzione su di me.

E così dimagrivo. Da 57 kg per 1,55 di altezza all’età di 13 anni, passai in un mese a pesare 49 kg. Poi 47,46,45. Arrivata a 43 mi fermai.

Cercavo di mettermi i vestiti più larghi per non farlo notare subito. Ma evidentemente la mia faccia giallastra,con le occhiaie e le guance sciupate suggeriva qualcosa. Eh,no,non ero uno zombie.

I compagni cominciarono a fare battute,non molto convinte,sul fatto che stessi dimagrendo. Fra me ne chiese una ragione. Le risposi che non doveva preoccuparsi,era una cosa naturale dimagrire durante la crescita.

<> disse <non  mi sembra molto normale>>.

Uhm. Ero stata fregata. Nel frattempo i professori vollero vederci chiaro in questa situazione.

Cominciarono a parlare in privato con me e con Fra,sperando di risolvere il problema. Non lo risolsero. Non si sa perché,ma ogni volta che in una classe ci sono di questi problemi,i prof fingono di avere fette di salame al posto degli occhi e gorgonzola stagionato al posto dei tappi di cerume.

Non vedono mai niente: il misfatto accade sempre quando loro non sono in classe.

Non sentono mai niente: il misfatto accade sempre quando sono impegnati in una conversazione telefonica con la cognata,la moglie,il marito,l’amante,l’avvocato ecc.

E ogni volta che ci sfogavamo con loro (sotto richiesta,perché non lo avremmo fatto spontaneamente) ripetevano sempre:

<>. Seee,vabbuò… in realtà noi stavamo in disparte proprio perché i nostri compagni ci escludevano dalla vita di classe.

Così,io e Fra decidemmo di fare come ci consigliavano tutti: stringemmo i denti e resistemmo fino alla fine. Recuperai qualche kg,arrivando a pesarne 53 per 1,57 (evvai,mi ero allungata :D).

Piano piano i nostri amati compagni del cazzo cominciarono a trattarci LEGGERMENTE meglio. Nel senso che non ci sfottevano più,ci ignoravano per la maggior parte del tempo.

E,nell’Aprile della 3° media,conobbi il ragazzo che fu la mia croce per i successivi 6 mesi: Checco.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Inizio di un ERA; CAPAREZZA ***


Uhm…rileggendo ogni tanto ciò che ho pubblicato,mi rendo conto ( a parte gli errori grammaticali assurdi che mi fanno arricciare le dita dei piedi) che la storia viene pubblicata a mozziconi…mancano pezzi,alcune frasi sono misteriosamente scomparse…

E poi ho anche notato con orrore che ho fatto sparire alcuni personaggi della mia vita con troppa facilità. Quindi ora cerco di rimediare subito!

Simo: per tutta la durata delle scuole medie è stato in un’altra sezione,perciò FORTUNATAMENTE abbiamo potuto ignorarci meglio. Si è frequentato con RoMa (anche lei in una sezione diversa) fino alla fine della seconda media,poi lei lo ha lasciato per il figlio della prof di educazione fisica (A sorpresa vorrei spezzare una lancia a favore di mio cugino: sinceramente,MEGLIO SIMO! Nonostante sia un grandissimo stronzo guastafeste,Simo è il ritratto sputato di Jared Leto. Uno Jared Leto dai capelli neri e gli occhi castani,ma sempre Jared Leto è). Mentre il figlio della prof assomigliava a MagiCarp,quel Pokémon coi labbroni grossi….insomma,ci siamo intesi.

Cristian: lui frequentava una sezione diversa,ma siamo restati comunque amici. Anzi,notai che durante le medie si era allungato ed era dimagrito un sacco,però aveva sempre l’espressione da visitatore tedesco.

Poi non vi ho parlato di mio fratello,Daniele. Il mio magico,fantastico e adorabile fratellino.

In barba ad ogni logica,non sono MAI stata gelosa di lui. MAI. L’ho adorato lo adoro tuttora,anche se a volte lo strozzerei.

Daniele è nato quando io avevo nove anni. Appena lo vidi,un bambolotto: piccolino,tondo tondo,con questo incredibile ciuffetto di capelli nerissimi sulla fronte e gli occhioni più enormi e azzurri che avessi mai visto *_* cucciolo patatone piccino picciò.

Siamo legatissimi,abbiamo un legame molto forte,e ora che io sono all’università si sente molto solo. Non vediamo l’ora di riabbracciarci,e puntualmente quando siamo di nuovo insieme,litighiamo quasi sempre. Come è normale,d’altronde,tra fratello e sorella. Poi io ho 20 anni,lui 11,perciò è pure inevitabile..

Ovviamente anche Daddi ha subito la mutazione genetica: dai capelli neri e gli occhi chiari è passato ai capelli biondi e gli occhi nocciola. Ed ha il visino più dolce di tutti. ^^

Comunque.

Mi sembra di avervi accennato a Checco,durante lo scorso capitolo,oui? Bien.

Io e Checco ci conoscemmo nell’Aprile della mia terza media. All’epoca il mio corpo si era deciso ad assumere forme femminili: ero abbastanza alta (1,63 per una tredicenne non è poco),le curve erano nei punti giusti e avevo un paio di gambe seriamente notevoli. I capelli da ricci erano diventati mossi (per lo stress causato dai miei adorabili compagni,credo) e gli occhi erano dolci,come sempre. Come sempre avevo ancora l’apparecchio,ma ormai mi ci ero abituata.

In quel tempo (sembro il Diacono quando legge il Vangelo la Domenica :D comincia quasi sempre così: In quel tempo..ecc ecc) frequentavo Marika,una ragazza che era nella stessa classe di Cristian. Con Marika non era semplicemente amicizia: era AMORE VISCERALE. Cioè…del tipo che lei aveva la stessa esperienza negativa con i compagni e l’unica persona a starle vicino era Cristian (come per me con Fra).

Marika è sempre stata bellissima: alta,magra e asciutta,con i capelli castani ricci ricci e un sorriso fantastico. Ora,non chiedetemi perché la sfottessero i suoi compagni di classe perché non ne ho idea.

Frequentava in quel periodo una compagnia di ragazze e ragazzi più grandi. L’età media oscillava tra i 16 e i 19 anni.

Erano tutti molto simpatici. Marika mi presentò a loro,e subito mi accorsi che c’era qualcuno che scodinzolava un po’ troppo la coda nei miei confronti. Bah,nonostante fossi completamente a digiuno sul campo delle esperienze sessuali e sfiorassi la santità, io sono una donna. E una donna certe cose le capisce. Perciò compresi subito che questo tipo,Checco,provava interesse verso di me.

Checco all’epoca aveva 19 anni. Non era molto alto,aveva i capelli castani e gli occhi scuri. Segni particolari? Un autentico cesso. Non aveva PER niente un bel sorriso. Anzi,meno sorrideva e meglio era per tutti. Poi comunque era brutto: tipo un incrocio fra Ben Affleck dopo uno scontro frontale con un tir e Shrek dopo tre mesi di dieta.

Mi rendo conto che non è carino dire queste cose in sua assenza, anzi se qualcuno vuole chiamare e fargli leggere tutto questo può anche. Ed è ingiusto sputare nel piatto dove hai mangiato. Però,che volete fa,l’esperienza parla.

Ci mettemmo insieme attraverso complicati sotterfugi,non coinvolgendo i miei genitori: non volevo che sapessero. Perché,voi lo sapete come sono i genitori con il figlio alle prese con i primi amori: si trasformano in spie del Kgb e ti seguono OVUNQUE  e tu non te ne accorgeresti.

Mi chiedo cosa mi fece accettare la proposta di Checco. La risposta sta nel fatto che era praticamente IL RPIMO IN ASSOLUTO a mostrarsi interessato fisicamente a me. E,sorpresa delle sorprese,nonostante non fosse un bel ragazzo,sapeva usare le mani molto bene. MOLTO bene. Non sapeva baciare,purtroppo,peccato.

Così,in un certo senso,io rimasi con lui per ben 6 mesi e mezzo. In un certo senso,perché stavo con lui solo per approfondire la mia conoscenza in campo sessuale V.V

 

Nell’estate del 2007,feci gli esami di terza media. Li superai (COME ERA OVVIO,SCUSATEMI TANTO u.u) con successo. Da quel momento sentii di essere LIBERA: VIA DALLE PALLE QUELLE MERDE DEI COMPAGNI CARNEFICI,VIA DALLE PALLE TRE ANNI DI TORTURE,Sì!!! Tutti via dalle palle,finalmente….

L’estate del 2007 la trascorsi in compagnia di Marika,Checco,Cristian…nuovi a mici. E Fra?

Fra non aveva visto molto di buon occhio questa mia relazione con Checco. Diceva che non ci vedeva bene insieme,che palesavamo un po’ troppo la nostra passione,che al di là del sesso per me lui non contava niente e lo sapevo.

Però all’epoca pensai che si sbagliasse. Pensai che lei,totalmente estranea alle relazioni con l’altro sesso,che era di una purezza così limpida da sembrare asessuata,si sbagliasse di grosso. Mentre quella che era caduta inesorabilmente e precipitevolissimevolmente in errore ero io.

Infatti,dopo i primi mesi,Checco cominciò a starmi bellamente sulle palle. Quando ci incontravamo pomiciavamo e basta,nonostante le richieste da parte mia di approfondire anche l’aspetto intellettuale della relazione. Ogni volta che mi sbottonava i jeans e provavo a dirgli:”Perché oggi non chiacchieriamo?” lui metteva il muso.

Cazzo metti il muso??

Secondo lui non c’era bisogno di parlare troppo. Ci volevamo bene,era questo che contava. E io mi ripetevo sempre che avrei dovuto aspettarmelo un comportamento infantile del genere da uno che al primo appuntamento se ne esce fuori con un Ti Amo.

Come scusa??? Ti Amo??? Ma mi ami cosa,che mi hai vista da soli cinque minuti,MINCHIONE? Ma io,povera pesciolina lessa,non facevo una piega. Mi lasciavo convincere che aveva ragione,doveva avere ragione lui.

Che poi,detto tra noi,era geloso di tutti. PERFINO di Fra,in quanto era l’unica a non volere uscire in nostra compagnia,perciò quando io non uscivo con lui per passare un po’ di tempo con lei. Lui metteva il muso. Ma questo agli inizi. Poi cominciò ad essere un vero e proprio caso patologico,e nella testa si architettava le trame cinematografiche di chissà quante seghe mentali. Secondo la sua testa piena di polistirolo,chissà che potevamo combinare insieme io e Fra. Mm. CHE CAZZAROLA POTEVAMO COMBINARE INSIEME IO E FRA??? Parlavamo,ci divertivamo,ci scambiavamo opinioni,con lei ,cazzo!, stavo benissimo. Oltretutto è sempre stata intelligentissima e piena di cultura. Per me era un toccasana,dopo i pomeriggi cerebrolesi in compagnia di Checco.

E mi faceva le storie ogni volta. E cosa avete fatto. E dove siete andate. E chi avete visto.

Una volta ero appena tornata a casa dopo un pomeriggio a casa di Fra. Lui durante quelle ore mi aveva chiamata sul cell. Io e Fra ci siamo guardate esasperate. Rispondo. Ciao amò. Tutt’apposto,amò. Sono con Fra,amò. Sì amò. No amò. Poi mi mise in attesa perché doveva rispondere un’altra chiamata. Io poggiai il telefonino sul tavolo e tornai a parlare con la mia migliore amica.

Disgraziatamente,quel maledetto telefonino si spense. Causa: batteria scarica. Merda. Non ci badai. Poi sarei tornata a casa,avrei collegato il telefono al caricabatterie e mi avrebbe richiamato.

Porca puttana rottinculo. Non fosse mai successo. Quando tornai a casa e potei accendere il telefonino….maramiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiia,il F-I-N-I-M-O-N-D-O era successo. Era esplosa la terza guerra mondiale,sul mio cellulare. 3.0000000000000090909098897987 messaggi,un TOT assurdo di chiamate perse. E non vi dico che ci era scritto in quei messaggi…mi aveva chiamato in tutti i modi,e mi dava della puttana. Chissà che avevamo combinato per spegnere il cell,eh??

Non ci vidi più. Cominciai a vedere tutto rosso,anzi. Come il Toro,mio segno zodiacale.

Lo richiamai. Due squilli. Il clic che mi avvisava che aveva risposto. Non gli diedi neanche il tempo di dire Pronto.

<  SONO TRE MESI CHE MI TORTURI LE PALLE E I COGLIONI CON LE SCUSE Più ASSURDE,MO’ BASTA!!! NON MI FARE ULTIMATUM PERCHé NON SCEGLIEREI TE,CRETINO DI MERDA! HAI CAPITO? E COMUNQUE,IO NON CI STO CON UNO CHE MI CHIAMA PUTTANA! SE MI VUOI LASCIARE,LASCIAMI,PERCHé TANTO A ME DI TE NON ME NE FREGA UN CAZZO!>>  e chiusi. Mamma e papà avevano sentito tutto,ma rimasero in religioso silenzio.

In men che non si dica,la situazione si capovolse. Si profuse in un mare di scuse,che io “accettai”. Se volevo uscire con le amiche,specialmente con Fra,non faceva storie. Così,semplicemente. Visto? Altro che la violenza. Bastano due semplici chiacchiere e si aggiusta tutto. ^^

A settembre 2007 cominciai il primo anno alle superiori. Mi ero iscritta al Magistrale, Fra invece al Classico.

Mi ritrovai in classe con Marika e Cristian e tante facce nuove. Ero terrorizzata e temevo di passare l’inferno che avevo sopportato per tre anni. pensavo che i miei nuovi compagni fossero ancora più cattivi,e io per cinque anni non avrei potuto sopportarli. Mi sbagliavo di grosso. Scoprii di essere una persona simpatica,spiritosa e gradita. Andavo d’accordo con tutti. Nessuno mi giudicava. Se c’erano problemi,ne discutevamo tutti insieme. I 5 anni trascorsi al liceo sono stati i più meravigliosi vissuti finora.

Successero un mucchio di cose. Ma proprio un mucchio. Ogni anno un cambiamento. Da oggi in poi,perciò ogni capitolo sarà dedicato a un anno del Liceo. Questo è…un “prologo”,diciamo.

A settembre,cominciai finalmente ad allontanarmi da quella palla al piede di Checco. Quando ci lasciammo definitivamente,non versai neanche una lacrimuccia. All’inizio forse sì,perché ero triste. Poi però capii che il mio corpo(divenuto una leccornia e una meraviglia agli cocchi di tutti) meritasse di più di un cesso a pedali.

Lui si disperò. Pianse. Cercò addirittura di corrompere mio padre. Ma il mio papino,il sosia di Claudio Bisio,nisba. Non gli diede tregua.

Di lui mi rimase un cd. Inizialmente volevo buttarlo,ma qualcosa mi spinse ad ascoltarlo. Era un cd che aveva fatto per un amico,ma me lo regalò dicendo che questo si era già fatto una copia. Non lo avevo mai messo,né allo stereo né al pc. Un giorno lo inserii nello stereo di casa. Ero sola. Le prime 10 acanzoni erano da discoteca,brani techno,due dei Linkin Park….ma poi…poi cominciava Caparezza.

La mia prima esperienza con Caparezza,risalente a un anno prima,non era andata bene. Avevano mandato il videoclip di “Fuori dal Tunnel” su Top of the Pop. Non mi era piaciuta granchè…un cantante è questo?mi chiedevo stizzita. Con tutti quei capelli…naa. Non faceva per me.

Invece quel dì glorioso…UNA FOLGORAZIONE! Stavo ascoltando “Torna Catalessi” e avevo capito di essermi innamorata. A 14 anni,primo anno da liceale,mi innamorai di Caparezza.

Scaricai i testi. Usciva una canzone? Scaricala di brutto. E vai tutto il giorno a zompare per la stanza cercando di andare a tempo con il suo ritmo.

Per me è un genio. Cioè prendete i testi: quanti cantanti sono in grado di mettere per iscritto la situazione in cui versa la società umana senza farti deprimere? Quanti hanno il coraggio di denunciare le ingiustizie e lo schifo che ci gira intorno inesorabilmente? Quanti sono in possesso di un’intelligenza che permette di scriverci su una canzone? Eh.

Lui è il VERO ILLUMINISTA del nostro millennio. Una persona che non si fa infinocchiare dai pregiudizi,dagli stereotipi,che non si fa influenzare dalla religione,che agisce controvento,che prende le decisioni con la sua testa. E’ un uomo da sposare. All’epoca avevo solo 14 anni,ma ora che ne ho 20 me ne fotto della differenza d’età,se lo trovo per strada gli faccio la proposta. Magari poi scopro che è già sposato,oppure non è il tipo da matrimonio. Non mi interessa,una cosa è certa: ha cambiato in meglio il mio modo di vedere le cose e mi ha permesso di affrontare le difficoltà della vita con più leggerezza e lucidità,e lui questo non lo sa. Uf. Dovrò trovare il modo di fargli sapere che esisto.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** DEH'!! ***


Deh'!

Dopo anni e anni mi ricordo di aver iniziato a scrivere un diario su Efp, e di non averlo mai continuato....

Mi avrete dato per dispersa!?

Niente paura, eccomi qua... ancora viva... si fa per dire... Maledetta a me e al giorno che ho deciso di iscrivermi all'Università!

Brrr..ho i brividi solo a pensarci...

Comunque.

 E niente, un bel giorno vengo qui su Efp perché volevo vedere se c'erano nuove storie, se gli autori che seguo avessero pubblicato o aggiornato qualcosa insomma, e vado per curiosità sul mio account..."Gestisci le tue storie".. apro...e mi trovo "DIARIO SEMI-SERIO DI UNA RAGAZZA QUALUNQUE".

NUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!

 E chi se ne ricordava?!

 Mi sono strappata i capelli pensando a quanto fossi rincoglionita e in PESSIMO ritardo, ho maledetto (te pareva) l'università e tutti i corsi, ho maledetto il lavoro ( che non c'è) , ho afferrato al volo il pacchetto di sigarette (e non ne ho fumato neanche una, perché le avevo finite)...

'Nsomma, na disgrazia. Poi mi è anche venuta (come se non bastasse) la brillante idea di rileggere sto diario per vedere a che punto sono arrivata.

Na disgrazia.
Na disgraziata.
N'abominio.

Che è sta schifezza?? Ma non mi vergogno a scrivere così??? C'ho ventun'anni e scrivo come na bambinetta!

Beh, errare è umano, certo. Ma a parte. A parte.
Che è sta cosa che ho scritto..."Raccontarvi i miei cinque anni di liceo capitolo per capitolo..." Ma quando pensavo di riuscirci?? Pfffffffffffffffffffffffffffffffff.

Che io manco mi ricordo che è successo in quei cinque anni...così...i tratti salienti... cazzate... so' altre le cose che io ho voglia di scrivere qui...

Fatemi riorganizzare n'attimino le idee,magari qualcosa ripescherò nella memoria...'spé...

Uhm... Forse potrei dirvi che in classe eravamo tutte femmine, eccezion fatta per tre maschi. Ho frequentato il Liceo Psico-Pedagogico (ex Magistrale...). Ed era già un miracolo avere TRE maschi in una classe al pedagogico! Iscrizioni prevalentemente femminili...

Devo dire che mi sono trovata bene con tutti i miei nuovi compagni. Con qualcuno di più,con altri di meno... Ma ero felice!

Avevamo la secchiona (MaryFra) che stranamente non era né cessa né antipatica.

Avevamo l'emo (CRISTIAN!!) che stava sul cazzo a tutti perché se la tirava di brutto.

Avevamo il pluribocciato (Antonio) che a 17 anni frequentava ancora il primo Liceo, e che - dato il suo essere il più grande gli conferiva un fascino allucinante- rimorchiava tutte.

Avevamo la puzzona (Jess) che ha provocato più infarti del film "L'Esorcista".

E poi avevamo la Piaga Sociale. La Peste Nera. La scassacazzo a vita. La stalker pazza. Chiamiamola Giuseppa. Anzi, Peppa.

Peppa era una piattola. Il pidocchio che si attaccava al tuo cuoio capelluto e succhiava via tutta la tua voglia di vivere. Peppa all'inizio era la mia nuova "migliore amica". Non era come Fra... era più aperta, simpatica, chiacchierona. Eravamo inseparabili.

Poi successe un patatrac. Un'idiozia, roba di bambini, cazzate che si risolvono in cinque minuti. Ma lei fece l'errore di parlarne ai genitori. Che non capirono l'inutilità della questione e vi si accanirono, come se non ci fosse un domani.

E Peppa non si prendeva MAI le sue responsabilità e colpe. Scoprimmo che era orgogliosa a livelli vergognosi, e non chiedeva scusa se tu rpima non andavi da lei in ginocchio.

Durante il secondo anno divenne la più odiata della classe, dopo Cristian. Perfino Cristian riusciva a odiarla, pensate un po'...

Non le si poteva dire nulla che subito scoppiava in lacrime e partiva con la tragedia greca: sottofondo musicale drammatico, lacrime di coccodrillo, e un copione che recitava sempre e solo le seguenti parole:

"Dovete capirmi, io ho problemi a casa..."

Ah,sì? Pensi di essere l'unica sulla faccia di questa merdosa terra ad avere problemi con i genitori? E poi, scusa, anche se fosse? Nulla ti da il diritto di scaricare tutto sulle persone che tu chiami "amici". Ok lo sfogo, certo. Ma prendersela con chi non c'entra nulla, cosa risolve? Niente.

Lei no. Non lo capiva. Era la vittima della situazione. E noi eravamo delle vipere.

Per carità.Cercavamo di trattarla con gentilezza, così per non farla sentire un'esclusa. Poi ovviamente c'erano davvero le stronze che la tormentavano sempre. Ma lei non faceva distinzioni. Ci trattava tutte da stronze.

E guai se magari ti beccava a bisbigliare con la tua compagna di banco!

"Scommetto che parlate male di me.."
diceva in tono MOLTO FALSAMENTE ironico.
Uuuuuh, quante volte le ho risposto "SI!!!!" solo per farla incazzare.

Tutto sommato, i cinque anni da liceale sono proceduti abbastanza bene. Ci siamo divertiti, ci siamo incazzati, abbiamo fatto sega a scuola a go-go, abbiamo fumato come i Turchi, a volte abbiamo pure studiato... e ora ognuno è per lasua strada. Frequento ancora due mie compagne di classe con le quali sono in ottimi rapporti...

...ma è fuori dalla scuola che è successo il bello.


Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Racchette ***


Dicevamo? Ah sì, che il bello successe FUORI dall’ambiente scolastico.

Dopo la delusione sentimentale avuta da Kekko, decisi di chiudere i cancelli e non intrecciare altre relazioni. Avevo solo quattordici anni, erano altre le cose su cui concentrarmi.

Iniziai a frequentare il PalaSport: è una struttura adibita a “palestra”, in teoria attrezzata fin nei minimi dettagli per consentire ai ragazzi che lo desiderano di praticare lo sport che preferiscono, senza dover sborsare un soldo.- Ovviamente il servizio è rivolto solo a chi frequenta la scuola, perché nelle ore di Educazione Motoria veniva usato come palestra (in quanto la mia scuola all’epoca non ne possedeva una…)-

In pratica è solo un enorme palazzone che all’interno ospita un grande campo che viene usato per  giocare a Calcio. Possiede una rete da pallavolo, che a volte viene usata per le partite di tennis o i tornei di badminton. Alle pareti ci sono due sbarre per fare gli allenamenti di ginnastica, alcuni materassoni vari… ah, è anche dotato di un tavolo da ping-pong.

Nel suo complesso non è male, il problema è che sta cadendo a pezzi praticamente da sempre, e nessuno ha mai pensato a ristrutturarlo. Sarebbe ora: i bagni e gli spogliatoi sono in condizioni pietose, e tecnicamente si tiene in piedi con lo sputo.

Comunque. Andavo lì tre volte a settimana, in compagnia di Peppa .

Peppa andava pazza per la pallavolo. Era anche brava, mi ricordo, ma se la tirava troppo. Andava a raccontare agli altri che lei faceva “pallavolo sì, ma in privato” sottolineando la parola privato (non ho capito, se paghi per fare sport vuol dire che sei più brava o semplicemente ti fa più cool? O più idiota? Oppure “IN PRIVATO” vuol dire che nessuno deve saperlo? Allora di’ che fai PALLAVOLO TOP-SECRET ).

Anche io ero bravina a pallavolo, ma cercavo di svignarmela e trovavo qualcos’altro da fare quando i prof ci mettevano sotto allenamento. Non perché non mi piacesse, sia chiaro, ma perché c’erano alcuni ragazzi del quinto che mi avevano preso di mira. Ovviamente da chi mi erano stati aizzati contro? Da quella bella personcina che è il mio adorato cuginetto, Simo.

Loro erano amici strettissimi di mio cugino, in quanto giocavano a calcetto insieme. Chissà quali cose ridicole aveva raccontato loro… misteriosamente, ogni volta che giocavo a pallavolo, il loro pallone finiva nella mia traiettoria: miravano alla mia testa, o ai miei occhiali.

Francamente non mi sarebbe dispiaciuto farmi rompere gli occhiali da loro, così avrei avuto una scusa in più per rompere i loro culi pelosi, e magari farmi pagare dai loro genitori un nuovo paio di occhiali.

Il problema è che non potevo rischiare di sputare fuori il cervello ogni santa volta per colpa delle loro pallonate. Potentissime tra l’altro e, altra curiosità, magicamente i professori incaricati di sorvegliarci diventavano cechi, sordi e anche muti ogni qualvolta che questi “geni” tentavano di spiattellarmi contro un muro con il loro pallone.

Così per un po’di tempo abbandonai Peppa agli allenamenti di pallavolo, mentre io giocavo a badminton. Scoprii con piacere *leggi: ribrezzo* che un’altra mia cara conoscenza giocava a badminton: RoMa.

Almeno al liceo ero stata risparmiata dalla tortura di ritrovarmela in classe.

E poi, che ve lo dico a fare: lei era sempre e comunque la più brava: era una cosa sola con la racchetta, non mancava mai una palla, e ogni volta che segnava un punto faceva uno di quei sorrisetti odiosi come per dire: “Oh che culo ho vinto ancora ma sono troppo umile e modesta per esultare quindi mi trattengo”.

Anche io mi dovevo trattenere. Dalla voglia di prenderla a racchettate sulle gengive.

Io giuro... non so come rendervi meglio l’idea della sua antipatia. Ecco, è una di quelle classiche persone che anche dopo tre ore di duro allenamento sotto il sole rovente non mostra il minimo segno di sudore e ha i capelli perfettamente in ordine. Mentre io somigliavo a un mocio vileda, in confronto.

Bene,ora odiatela!

Eh-eh…

All’inizio pensai di non essere portata affatto per quel tipo di sport: proprio non riuscivo a prendere quel volano, niente, io cercavo di calcolare le distanze e dirigere al meglio la mia racchetta, ma quella SWISSSSSSS e andava da tutt’altra parte.

Non avevo visto nessuno fare così pena a badminton. Quasi quasi rimpiangevo le pallonate in testa. Inoltre dovevo sopportare le occhiate di scherno da parte di RoMa

ero sul punto di mollare tutto e non mettere mai più piede al PalaSport, quando, con un’impennata di orgoglio, decisi che avrei resistito. Se avessi sventolato bandiera bianca, avrei solo dato una soddisfazione a quelli che mi credevano una povera stupida, goffa e incapace.

Così iniziai ad impegnarmi ancora di più. Andavo anche cinque volte a settimana ad allenarmi, rimanevo sempre un’ora in più… Avevo così tanta voglia di dimostrare a me stessa e agli altri che valevo qualcosa, che presi ad allenarmi facendomi tenere fermo un braccio dietro la schiena. Non scherzo. Mi allenavo usando il destro e mi facevo tenere da Peppa il sinistro dietro la schiena; e viceversa. Lei correva il rischio di ricevere una racchettata in fronte, ma non fa nulla.

Finché diventai VERAMENTE brava. Tanto che, un giorno, presi coraggio e chiesi a RoMa se le andasse una sfida. Le feci quella richiesta perché così, forse, gli altri avrebbero visto quanto fossi migliorata e mi avrebbero guardata con occhi diversi.

Lei mi lanciò un’occhiata dall’alto in basso prima di accettare. Poi aggiunse che avremmo fatto meglio a giocare a squadre: due contro due.

Nessun problema. Convinsi Peppa a giocare nella mia squadra, anche se non era il massimo, ma non importava. Avevo un’adrenalina che non potete immaginare…

Miss Perfezione prese con sé un secchioncino al quarto anno di Liceo Classico, un fighetto figlio di papà che giocava a Tennis.

Dalle loro facce capii che erano convintissimi di avere la vittoria in pugno.

All’inizio non successe nulla di eclatante, loro segnarono tre punti nei primi dieci minuti e io e Peppa giocammo in maniera discreta. Poi segnai il primo punto. E un altro. E un altro ancora. E ancora ancora e ancora...dopo il sesto punto consecutivo diventò una sfida personale tra me e quella vipera.

Ricordo che tutti ci guardavano, come se non ci fosse nessun altro in quel palazzetto. Nessuno osava aprire bocca, seguivano le nostre mosse, come se le racchette in realtà fossero spade,e noi due gladiatori che si sfidavano all'ultimo sangue.

Dopo non so quanto tempo, guardai RoMa negli occhi. Lei che per tanto tempo era stata la regina indiscussa di TUTTO, veniva umiliata da una pivella come la sottoscritta.

Finalmente ero riuscita a farla sudare!! Vaffanculo!!!

-Basta così, sì?- le chiesi, candidamente.

La vidi stringere gli occhi, come se l’avessi offesa a morte. Si limitò a scrollare le spalle e commentò:

-Per oggi può bastare, sono stanca e ho un mucchio di cose da studiare…

Muhahahahahhahaah sì, raccontalo a qualcun altro. Io avevo vinto, lei aveva perso.  Ero riuscita a dimostrare che nessuno, neanche lei,  è perfetto.

TA-DAAAAAAAAAAAAAAAAN! IT’S KARMA, BITCH!

Da quel giorno continuai a giocare a badminton, lei invece non venne più neanche al PalaSport.

Forse sta ancora studiando, chissà.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1489127