Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Ha i capelli rosa, raccolti in due codini. Indossa una
maglietta e un pantaloncino, in tinta con il colore dei suoi capelli.
"Chi sei?"
La ragazza si gira di scatto, rivelando un grazioso
visetto e due occhi color rosa.
D'improvviso questa ragazza, non ha più i capelli
raccolti, ma sciolti, che gli arrivano quasi alla vita e un abito bianco.
Lo guarda sorpreso e poi sorride.
Un dolce sorriso.
Poi uno sparo.
La ragazza cade lentamente a terra, lasciando lo
spettatore impietrito.
Poi di nuovo tutto buio.
-Sigh!- si lamentò una ragazzina.
-Che succede Doremì?- gli venne incontro una compagna di
classe.
Ha i capelli castani ondulati, che gli arrivano alle spalle.
I suoi occhi sono neri e fini.
Doremì e la ragazza erano a scuola. Era il cambio dell'ora e
ad un tratto Doremì iniziò a sospirare. La compagna di classe, sentendo i suoi
sospiri, provò a parlargli.
-Sono la ragazza più sfortunata del mondo!- continuò a
lamentarsi Doremì.
-Esagerata- disse, in tono scherzoso- Che ti è successo di così
grave?
-La verità è che mi sento sola…
-Sola? Ma se ci sono io, Marina e…
-No, non intendevo quello…volevo dire che non ho un ragazzo.
-Questa non è una novità.
-Ah, Moyra, tu non capisci! Mentre la maggior parte delle
ragazze della nostra età, ha già un ragazzo, io non ho ancora incontrato il mio
principe azzurro.
-Chissà, forse è stato rapito dagli alieni- disse una voce.
Doremì e Moyra si voltarono e s'incontrarono con la faccia
divertita di Kotake.
-Kotake! Di che t'impicci!- disse Doremì arrabbiata.
-Eh, eh! Imbranata come sei, difficilmente troverai un ragazzo.
-Ko-ta-ke!- scandì con la voce, in tono di minaccia.
-Che c'è, fa male la verità, eh?
-Ahi, ahi, la vedo brutta…- disse Moyra, vedendo Doremì scoppiare.
Marina entrò in quel momento in classe e vide Doremì che
inseguiva furiosa Kotake.
-Aspetta che ti prendo Kotake e di te non rimarrà che una
briciola!
-Gna, gna- gli fece le boccacce- Non mi prenderai mai, lumaca!
-Siamo alle solite, eh?- disse Marina sospirando- Ma quando
cresceranno?
-Forse mai- disse Moyra, raggiungendo Marina- ma forse è
proprio questo loro legame, che li rende così speciali- sorrise.
-Però a tutto c'è un limite- disse Masaru, seduto al suo banco
e con le braccia dietro la testa- Mi hanno stancato con il loro baccano già di
prima mattina.
In quel momento, passarono di lì Kotake e Doremì correndo.
Masaru sporse il piede lungo il loro tragitto, facendo
cadere Kotake a terra e Doremì sopra di lui.
-Ahi!- si lamentò Doremì- Che male!
-Se magari ti levi di dosso, mi potrei alzare!- disse Kotake
sotto Doremì- Non sei un peso piuma, sai?
-Che vorresti dire?!
-Ih, ih!- ridacchiò Moyra- Masaru vi ha sistemato a dovere.
-Masaru!- Doremì e Kotake si voltarono verso il ragazzo dai
capelli verdi.
-Perché non andate a fare i vostri bisticci amorosi, da
un'altra parte?- disse Masaru, incrociando le braccia.
-Che cosa?!- esclamarono i due ragazzi furiosi.
-Mh…Marina, ti sei accorta del comportamento di Masaru, in
quest'ultimo periodo?- chiese Moyra sottovoce alla compagna.
-Sì, è per via di Hazuki- spiegò Marina- Sente la sua mancanza.
-Ah, è vero. Hazuki si è trasferita in un'altra scuola. Ma
Hazuki e Masaru non si vedono?
-No, ultimamente Hazuki è troppo presa dallo studio.
-Oh. Capisco.
-Guarda, guarda…i due innamorati- Tamaki comparve dietro Moyra
e Marina, sorprendendole- Che ci fate lì per terra?- fece un sorriso malizioso-
Sempre insieme voi due, eh?
Doremì e Kotake si accorsero troppo tardi d'essere ancora
uno sopra l'altro.
Si alzarono velocemente e si spolverarono la divisa, nel
tentativo di nascondere il loro rossore per l'imbarazzo.
Gli altri compagni, nel frattempo, se la stavano ridendo.
"Perché capitano tutte a me?" Pensò Doremì
infastidita.
Poco più tardi, Doremì, Moyra e Marina si diressero nel campo
fuori all'aperto, per fare ginnastica.
-Uffa, oggi non ho proprio voglia di fare ginnastica- disse
Doremì, mentre correva con le altre compagne.
-Se è per questo, non ne hai mai voglia- disse ironica Moyra.
-Spiritosa!
-Oggi ti vedo particolarmente giù, Doremì. Qualcosa non va?-
chiese Marina.
-Non riesce ancora a trovare un ragazzo e per questo si
demoralizza- disse semplicemente Moyra, lasciando Doremì ancora più depressa.
-Oh…beh, non è un problema così grosso.
-Ah, no?- fece ironica Doremì.
-C'è un modo per scoprire l'identità del tuo futuro lui…
-Una magia?- disse Moyra scherzando.
-No, nemmeno quella- disse Doremì soprappensiero.
-Più o meno…è una veggente…una donna che prevede nel futuro.
-Eh?- dissero Doremì e Moyra insieme.
-Sì, lei ti predirà il tuo futuro e l'uomo della tua vita-
disse Marina sorridendo- Credimi, è brava.
-E tu come fai a saperlo?- chiese Doremì.
-Proprio ieri, io e Kimura, ci siamo andati. La veggente mi ha
detto tante cose interessanti e che io e Kimura resteremo insieme- disse
felice.
Poco più in là, c'erano i ragazzi che giocavano a basket.
-Ciao Kimura!- salutò Marina, agitando la mano per farsi notare
dal ragazzo.
-Ciao- la salutò da lontano.
-Eh, beati voi che andate così d'amore e d'accordo- disse
Doremì triste.
Poi notò che accanto a Kimura, c'era Kotake.
Rimase a fissarlo, senza accorgersene.
"Kotake è cambiato dai tempi delle elementari…adesso è
molto più alto di me"
-D'accordo, allora vorrà dire che io e Doremì ci andremo oggi
stesso!
-Eh?- disse Doremì, svegliandosi dai suoi pensieri.
-Ti eri incantata?- chiese Moyra.
-Mhh…io credo che il motivo sia un altro- disse Marina,
indicando Kotake che stava giocando a basket.
-C-che vorresti dire?!- Doremì si agitò.
-Niente, niente- dissero Moyra e Marina, con un sorriso
complice.
Dopo le lezioni, Moyra trascinò Doremì fuori della scuola.
-Aspetta Moyra, non così in fretta!- disse Doremì, con in
fiatone.
-Ok…ma tu non sei curiosa di sapere il tuo futuro?
-Beh, sì…però…se mi dice qualcosa che non mi piace?
-Non essere così negativa…vedrai, andrà tutto bene.
Le due ragazze camminarono per qualche minuto.
Moyra aveva in mano una cartina disegnata da Marina, con le
indicazioni per arrivare dalla veggente.
-Ecco…dovremmo essere arrivati…quella è la tenda della
veggente- disse Moyra, indicando il luogo.
-Oh, non pensavo che avesse così tanti clienti…guarda quanta
gente in fila…
-Sì…- prese per mano Doremì- Su, mettiamoci in fila.
Doremì e Moyra aspettarono qualche minuto e quando fu il
loro turno Moyra entrò per prima.
Poco dopo, uscì dalla tenda, con il sorriso stampato in
faccia.
-Allora, com'è andata?- chiese Doremì curiosa.
-Ottimo…adesso entra tu. E' il tuo turno.
-D'accordo- Doremì entrò dentro la tenda scura, illuminata da
qualche candela.
In fondo c'era un tavolino rotondo e una sedia che era
destinata a lei. Dall'altra parte del tavolino, c'era una donna, con il volto
coperto.
Gli sorrise e la invitò a sedersi.
-Ehm…io…- disse timida.
-Vorresti conoscere il tuo futuro…o meglio il ragazzo della tua
vita. Vero?
-Eh, sì- disse Doremì sorpresa.
-Dunque…- scrutò una sfera di cristallo, posto al centro del
tavolino.
Doremì provò a guardare dentro la sfera, ma non vide niente.
"Non è che mi sta prendendo in giro?" pensò Doremì
Ma poi noto qualche cambiamento nella sfera. S'illuminò e
poi divenne nera.
La donna guardò preoccupata la sfera, poi tornò con lo
sguardo alla ragazza.
-Ti chiami Doremì, vero?
-S- si, ma lei come…?
-Per quanto riguarda l'identità del ragazzo- riprese a parlare,
senza rispondere a Doremì- Per scoprire chi è…dovrai presentarsi domani alle
sette di mattina, lungo il ponte che attraversa il fiume. Lui passerà di lì.
-Ma…come farò a capire che è lui?
-Avrà con sé una borsa verde, con le sigle in bianco L. F. e
sul braccio destro ha un livido.
"Eh? E questa che razza di descrizione è?"
Doremì guardò la donna, con lo sguardo confuso.
-Non preoccuparti, lo riconoscerai subito.
-Ah.
-E per quanto riguarda il tuo futuro…adesso posso solo dirti di
stare in allerta.
-In allerta?
-Sì. Ombre oscure tramano alle tue spalle e ti confonderanno,
fino alla tua disfatta- la guardò seria- Il tuo stesso potere sarà la causa
della tuoi guai.
"Poteri? Non si riferirà alla magia? E poi cosa sono
queste ombre oscure?"
Doremì cominciò a tremare. Un brivido freddo, la percorse la
schiena.
-Però al tuo fianco ci sarà una persona che ti riporterà alla
luce- disse sorridendo.
-Chi?
-E' una persona speciale. Lo scoprirai da sola. Dovrai solo
avere fiducia in lui.
Doremì rimase a guardarla.
-Bene, adesso puoi andare- disse la veggente.
La ragazza si alzò dalla sedia ed uscì.
Moyra gli venne incontro.
-Allora, allora?- chiese curiosa.
-…- Doremì non disse niente e s'incamminò verso casa.
Moyra la guardò mentre si allontanava e gli corse dietro.
-Doremì…che ti ha detto?- chiese preoccupata.
-La donna mi ha detto che domani incontrerò la persona della
mia vita, ma non mi ha dato molti indizi.
-Ah, allora è solo questo- tirò un sospiro di sollievo- Per un
attimo ho temuto il peggio…
-…
-Vedrai che riconoscerai subito il predestinato.
-Mh…sì.
Ma in realtà, il motivo della sua preoccupazione, erano le
parole della donna.
Forse si trattava solo di uno scherzo. E poi, non era certo
che fosse una vera veggente, magari era una truffatrice.
L'unico modo per scoprire la verità, era presentarsi
all'incontro.
Eh, eh…sì, lo so, avevo detto che la prossima fiction che
facevo su Ojamajo Doremì, l'avrei terminata in pochi capitoli…però quella
fiction che ho iniziato, non l' ho terminata e in mancanza di idee per la
continuazione…ho iniziato un'altra ^-^ (c'è un filo logico?)
Spero che questa fiction vi piaccia come le precedenti.
In ogni caso, era una fiction cui stavo già lavorando…alla
fine mi sono decisa di mettere nero su bianco, ed eccola qui. Beh, a dire il
vero, non era come la pensavo originalmente, ma va bene lo stesso.
Per quanto riguarda il titolo, il nome è ispirato alla
canzone finale di Shaman King, ovvero Trust You. Dato che non c'era la versione
in italiano (naturalmente) e poiché non so l'inglese (naturalmente), mi sono
ascoltata la versione in spagnolo. E' carinissima! ^-^ E naturalmente lo è
anche il cartone! (Mi fa morire dal ridere!)
Beh, a parte questi particolari che a pochi interesserà,
cercherò di pubblicare al più presto i capitoli seguenti…e soprattutto cercherò
di rispettare i termini di pubblicazione, ovvero pubblicherò ogni settimana un
capitolo.
I due ragazzi camminarono diretti verso la scuola.
Doremì, ogni tanto, dava uno sguardo al ragazzo.
-Beh, che c'è, adesso?- chiese Kotake, accorgendosi dello
sguardo della ragazza.
-Eh?
N-niente!
-Mh...- la guardò diffidente.
"Non posso credere che davvero lui…no, la veggente si
sarà sbagliata. Come può essere lui…? No, mi rifiuto di crederlo!" pensò
Doremì.
Poco dopo arrivarono a scuola e Kotake si diresse verso il
campo da calcio con i suoi compagni di classe.
"Mh…e adesso che sono qui, cosa faccio? Marina oggi non
viene presto e Moyra verrà giusta al suono della campana" Guardò Kotake
che giocava con gli altri "D'accordo…visto che non ho niente da fare, li
guarderò giocare"
-Gol!- esultò uno dei ragazzi.
Kimura si avvicinò a Kotake.
-Che ti prende?
-Eh?
-Quel pallone avresti potuto benissimo levarglielo dai piedi-
disse Kimura- Ho notato che da alcuni giorni, hai la testa altrove.
-…
-E' successo qualcosa?
-No…non è niente- disse Kotake- vado un attimo a rinfrescarmi.
-D'accordo.
Kotake si allontana dal campo di calcio e si dirige verso la
fontanella.
Raccoglie un po' d'acqua tra le mani e si sciacqua la
faccia.
Le gocce d'acqua gli scivolavano sul viso, fino a cadere a
terra.
"Che significherà?" pensò Kotake "Ogni notte
è la stessa storia…perché quell'incubo mi perseguita? Per di più agitandomi nel
sonno, sono caduto e mi sono fatto male al braccio"
Cercò con le mani l'asciugamano e s'incontrò con Doremì.
-Tieni- gli porse l'asciugamano.
Il ragazzo la guardò stupito, poi prese l'asciugamano.
-Grazie.
-Va tutto bene?- chiese la ragazza preoccupata.
-…
-Puoi parlarne con me, se vuoi- disse dolcemente.
-Non è niente- si allontanò.
-Ma se ti si legge in faccia che c'è qualcosa che ti preoccupa-
lo seguì.
-Da quando ti preoccupi di me?- si girò verso di lei, con aria
dubbiosa.
-Che stai dicendo? Mi sono sempre preoccupata per te! Anche se
litighiamo, siamo sempre amici.
Kotake arrossì leggermente.
-In ogni caso non sono affari tuoi.
-Che?!
-Torna in classe, che tra poco iniziano le lezioni.
-Non ho bisogno che tu mi dica cosa fare!
Il ragazzo si diresse verso il campo, facendo finta di non
ascoltarla.
"Kotake, sei uno stupido!" pensò arrabbiata Doremì
"Non so perché tempo a preoccuparmi per lui!" poi si calmò "Cosa
avrà Kotake? A volte sembra che voglia evitarmi"
La campana della scuola suonò e iniziarono le lezioni.
-Senti, Doremì- disse Moyra, durante la pausa pranzo.
-Sì?
-Non hai sentito di recente Hazuki?
-Mh…mi sembra qualche giorno fa…
-E che ti ha detto?
-Che è molto presa dallo studio, vuole raggiungere il massimo
dei voti e poi si esercita a casa con il violino. Però si trova bene nella
nuova scuola.
-Mh…e di Masaru non ti ha accennato?
-Perché?
-Possibile che non ti sei accorta del comportamento insolito di
Masaru? Sembra che Hazuki non si sia fatta più sentire con lui.
-Davvero? No, a me non ha accennato di questo.
-Pensi che lo voglia evitare?
-E per quale motivo lo farebbe? Sono amici d'infanzia.
-Forse è successo qualcosa…forse hanno litigato o forse Hazuki
ha trovato un ragazzo.
-Che? No, non credo…me lo avrebbe detto.
-Magari non ne ha avuto tempo.
-Hazuki vuole molto bene a Masaru…
-Come tu ne vuoi a Kotake.
Cadde dalla sedia.
-Di che stai parlando?!- si rialzò.
-Calmati, era solo una constatazione.
-Basata su cosa?
-Su stamattina. Vi ho visti mentre parlavate.
-Eri lì?
-Sì, oggi sono arrivati prima e casualmente ho sentito il
vostro discorso- disse Moyra sorridendo- Se ti preoccupi così tanto per lui, un
motivo ci deve essere.
-Nessuno! Perché tutti voi vi fissate su quest'idea?
-Non ci fissiamo…- disse offesa Moyra- Noi ci basiamo solo su
quello che vediamo.
-Vado in bagno- si alzò dalla sedia e si allontanò dalla
classe.
"Accidenti, non ne posso più…prima i compagni di classe
e poi la veggente. Che si siano alleati per rendermi la vita impossibile? Io e
Kotake non staremo mai insieme, questo è sicuro! Siamo troppo diversi e…"
provò a pensare all'incontro di quella mattina "Perché proprio lui doveva
passare per di lì? Perché lui e non un altro?" sospirò "Credo proprio
che non troverò mai un ragazzo"
Si accorse che poco più avanti c'era Kotake, che guardava
fuori dalla finestra, con lo sguardo assorto.
"Mh…devo dire che è cambiato molto…adesso non sembra
più lo stesso bambino che mi prendeva in giro alle elementari" poi si
accorse di quello che stava pensando ed arrossì "Ma che vado a pensare!
Kotake non è cambiato affatto! Continua ad essere il solito odioso
dispettoso!"
Si avvicinò lentamente a Kotake.
-Che stai guardando?- chiese Doremì, facendo sobbalzare il
ragazzo.
-Doremì! Non ti avevo sentito arrivare.
-Lo so…eri troppo preso a guardare fuori dalla finestra. Cosa
c'è d'interessante là fuori?- si mise vicino a lui e guardò fuori dalla
finestra.
Kotake arrossì per la vicinanza con la ragazza, ma non disse
niente.
-Non vedo niente…c'è solo l'ingresso della scuola e qualche
albero…- disse Doremì continuando a guardare fuori dalla finestra.
Kotake continuò a fissare la ragazza, senza che lei se
n'accorgesse.
"Sta diventando sempre più carina…" pensò Kotake.
Poi Doremì si girò verso di lui e Kotake sviò lo sguardo.
-Mh…e poi dici che io sono strana- disse Doremì, incrociando le
braccia.
Kotake gli diede le spalle e cominciò a camminare.
-E adesso dove vai? Ti stavo parlando!
-Vado in un posto dove tu non puoi trovarmi- disse, senza
voltarsi.
-Non sei per niente gentile! Odioso!- gli fece una boccaccia,
ma Kotake non reagì.
"Sciocco! Perché mi eviti?" pensò Doremì,
guardando Kotake che si allontanava.
Kotake camminò per un po' nei corridoi.
Nella sua mente c'era sempre il solito tormento che da
alcuni giorni non gli dava tregua.
Voleva saperne di più. Voleva sapere se aveva visto giusto o
se invece si trattava di un falso allarme.
Voleva esserne sicuro, prima di correre ai ripari.
Sì…ma come averne la certezza?
In quell'istante, un volantino entrò dalla finestra, spinto
dal vento e si parò davanti al viso di Kotake.
"E questo?…Una veggente? Che possa aiutarmi e darmi le
risposte che cerco?"
Eccomi al secondo capitolo…spero che vi piaccia…siamo solo
agli inizi. C'è ancora molto da scrivere ^-^ (spero che l'ispirazione non mi
abbandoni sul più bello -_-')
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato la fiction e
quelli che l' hanno letta (^.^)
Presto pubblicherò il seguito (ovvero tra una settimana) (o
forse di meno). Mi raccomando, continuate a seguire la fiction, perché siamo
solo agli inizi.
Per qualsiasi consiglio, commento o chiarimento, fatemelo
sapere, ok?
Ha i capelli rosa, raccolti in due codini. Indossa una
maglietta e un pantaloncino, in tinta con il colore dei suoi capelli.
"Chi sei?"
La ragazza si gira di scatto, rivelando un grazioso
visetto e due occhi color rosa.
D'improvviso questa ragazza, non ha più i capelli
raccolti, ma sciolti, che gli arrivano quasi alla vita e un abito bianco.
Lo guarda sorpreso e poi sorride.
Un dolce sorriso.
La riconosce, quel sorriso è tipico di lei. Quante volte
l' ha vista sorridere così.
Prova ad avvicinarsi a lei, ma proprio quando sta per
pronunciare il suo nome, un forte vento li avvolge.
Poi uno sparo.
La ragazza cade lentamente a terra, lasciando lo
spettatore impietrito.
Prova a correre verso di lei, ma qualcosa gli impedisce
di muoversi.
Tenta invano di raggiungere la ragazza, ma è inutile.
Poi di nuovo tutto buio.
"E così, sarebbe questa la famosa veggente…" pensò
Kotake, mentre si dirigeva alla tenda.
Però non c'era nessuno nei paraggi. Poi lesse una scritta su
un cartellino, con su scritto che era momentaneamente assente.
"D'accordo, non era destino" fece per andarsene,
ma si bloccò percependo una presenza dietro alle sue spalle.
Si girò di scatto e si trovo davanti una signora, coperta da
un mantello blu.
Kotake rimase immobile, mentre la signora le sorrideva.
-Sei venuto per farti predire il futuro?
-Io…no…cioè, sì…ma è chiuso.
-Sì…ma io sono qui…quindi non c'è problema.
-Lei è la veggente?
-Sì…e tu sei qui perché c'è qualcosa che ti tormenta…vero?
-E lei come…?
-Entra dentro…seduti, parleremo meglio.
Kotake seguì la donna con diffidenza.
-Percepisco che hai timore di me- accese le candele.
-Io? E perché mai?
-Perché forse ti rivelerò cose che non vorresti sentire…- si
sedette sulla sedia- Prego, accomodati.
Il ragazzo si sedette e stette a guardare la donna.
-Dunque…ti chiami Kotake, vero?
-…Sì…
-Kotake, quello che sogni non è un frutto della tua
immaginazione…bensì, io lo definirei una premonizione.
-C-come?
-Da quando sono iniziati questi sogni?
-Uhm…direi da una settimana circa e ogni notte diventano sempre
più completi.
-Mh…sei preoccupato, vero? Hai paura di non poter fare niente
per lei.
-…- chinò il capo, senza sapere cosa dire.
-Purtroppo, se sei venuto qua con la speranza che io abbia una
soluzione, ti sbagli. Questo dipende unicamente dalle persone e dalla loro
volontà. Posso solo dirti di non stare a preoccuparti troppo, perché facendo
così otterrai l'effetto contrario, allontanandola da te. Ti avvertirà il
destino quando sarà il momento di intervenire.
-Però io…
-Sì, lo so che vuoi dirmi, Kotake…ma per il momento non puoi
fare niente…per quanto ti costi ammettere i tuoi sentimenti per lei.
Kotake arrossì di colpo e si alzò dalla sedia.
-Non lasciare che i dubbi ti allontanino da lei, quando n'avrà
più bisogno- disse, mentre il ragazzo se ne stava andando.
-Mh- uscì dalla tenda.
Fuori c'era un bel sole. Kotake si diresse verso casa, anche
se sentiva che i suoi dubbi non si erano dissipati.
Era sera…la luna in cielo splendeva e con i suoi raggi
illuminava il volto di lei e del suo accompagnatore.
Tutto intorno c'era un bel prato fiorito e una piccola
fontana.
-E' davvero bello questo posto- commenta la ragazza
estasiata..
-Mai quanto te…- disse dolcemente l'accompagnatore.
La ragazza si gira verso di lui e gli sorride.
Poi lui si avvicina lentamente verso il suo viso, fino a
sentirne il suo respiro. Il ragazzo unisce le sue labbra a quelle della ragazza
che socchiude gli occhi.
E poi…
-Ahhhhhh!- gridò Doremì, alzandosi dal letto.
Il grido aveva svegliato la famiglia che era accorsa nella
stanza della ragazza.
-Che succede Doremì?- chiese la madre preoccupata.
-Eh…eh-eh- rise imbarazzata- scusatemi, non volevo
svegliarvi…stavo solo sognando.
-Ah, meno male- sospirò il padre.
Così tutta la famiglia si ritirò nella propria stanza.
Doremì sospirò una volta che se ne andarono.
"Cos'era quel sogno? Perché…perché ho fatto quel
sogno?"
L'indomani, Doremì si diresse a scuola con poca euforia.
-Doremì!- una voce la chiamo.
Doremì sobbalzò.
-Eh?- si girò, era Moyra.
-Ehi, che faccia stravolta…non hai dormito bene?
-No, in effetti- ammise.
Le due ragazze entrarono in classe e s'incontrarono con
Kotake.
-Ciao- salutò il ragazzo.
-Ciao
Kotake!- salutò Moyra.
-C- ciao- disse nervosa Doremì.
-Che ti prende Doremì?- chiese Moyra, accorgendosi del suo tono
di voce.
-A me? Niente!- disse velocemente.
Però i due ragazzi non si fidarono della sua risposta e la
fissarono.
-Eh… adesso che ricordo…avevo promesso a Marina di prendermi
cura dei suoi fiori!- disse Doremì, sentendosi a disagio- Arrivo subito!-
scappò via.
-Gli hai fatto qualcosa?- chiese Moyra a Kotake.
-Io? E cosa gli avrei
fatto?
-Non lo so…ma
di sicuro c'entri tu (è_é)*
-Mh… (¬_¬)'
-Ehi ragazzi, che ci fate lì fermi all'ingresso?- chiese Marina.
Moyra e Kotake guardarono la ragazza.
-Hai chiesto a Doremì di prendersi cura dei tuoi fiori?- chiese Moyra.
-Glielo ho chiesto un sacco di volte, ma ha sempre trovato una scusa per
svignarsela. (U_U)'
Moyra guardò Kotake.
-Vedi? E' colpa tua! (ò_-)*
-Ancora con questa storia? (-_-)'
Doremì corse per un
po'…poi si fermò. Il cuore le batteva forte.
"Accidenti, è
tutta colpa di quella veggente!" pensò "Se non fosse stata per tutta
questa storia, io non avrei mai fatto quel sogno e non avrei problemi a
guardarlo in faccia!"
-…Doremì?
Per la seconda volta, Doremì sobbalzò dallo spavento.
-Eh??
-…Che ti prende?- chiese Kotake.
-A me? Niente!
-Questo lo hai già detto…però non ti comporteresti così, se non
ci fosse qualcosa. C'entro io?
-Che?- Doremì arrossì di colpo- M- ma che ti viene in mente!
-Moyra ha detto che è colpa mia, visto che litighiamo spesso.
-Questo è vero, ma in questo caso non c'entri nulla.
"Non è del tutto esatto" pensò Doremì.
-Davvero? Meno male. Ma allora perché sei così strana?
-Io? Questo vale anche per te!- disse cercando di spostare
l'attenzione su di lui.
-Eh?
-Non sono l'unica che si comporta strana.
-Ehm, dunque…- sorrise imbarazzato.
"Non posso certo raccontargli quello che ho sognato"
pensò Kotake.
Si creò un silenzio tra i due, rendendoli sempre più nervosi
e tesi.
"Accidenti, accidenti a quel sogno! Mi ha reso solo più
confusa! Perché non potevo sognare un'altra persona, invece che lui?! Perché
fra tante persone, proprio lui?! E adesso che gli dico?"
-Ehi, ragazzi…
-Ahhhh!- urlarono Kotake e Doremì dallo spavento.
-Ma che vi succede? (°_°)' – chiese Kimura, preoccupato della
reazione dei due ragazzi.
-Kimura, ci hai spaventato!- disse Kotake.
-Scusate…però vi siete accorti che le lezioni sono iniziate?
Per quanto tempo avevate intenzioni di rimanere qui a chiacchierare?
-Cavoli, è vero…- i due ragazzi corsero subito in classe, prima
che l'insegnante se li mangiasse per colazione.
"Per fortuna che è arrivato Kimura…altrimenti non avrei
saputo togliermi da quella situazione" pensarono i due ragazzi, poco prima
di entrare in classe.
-Comunque non posso andare avanti così- disse Doremì.
-Come scusa?- fece Marina.
-Eh?
-Sì, cosa stai dicendo?- chiese Moyra.
-Io…stavo pensando ad alta voce, che sbadata. Eh, eh!- rise.
-Mh…(¬__¬)'- Marina
e Moyra la guardarono con diffidenza.
-Che c'è? (o_o)'
-C'entra Kotake, vero?- chiese Moyra.
-Che? Ancora con questa fissa? Cosa mi dovrebbe interessare di
lui! (ò///ó)
-Allora non lo sai?- chiese Moyra.
-Che cosa? (¬_¬)
-Guarda…- Moyra le indicò una persona fuori dalla finestra- La
vedi?
-Sì, e allora?
-E' la nuova manager del club di calcio- spiegò Marina.
-Non capisco dove volete arrivare. (-_-)
-Non hai sentito? Sembra che gli piaccia Kotake e che lo
ricopra di attenzioni- disse Marina.
-Io ho anche sentito che si è candidata come manager proprio
perché c'era Kotake.
-Ripeto: e allora?
-Possibile che non sei gelosa? Al tuo posto, chiunque lo
sarebbe.
-Io gelosa di Kotake?- si mise a ridere- Ma fammi il piacere,
non sarò mai gelosa di uno come lui.
-D'accordo…poi non dire che non ti avevamo avvertito- disse
Marina.
Marina e Moyra si allontanarono, lasciando Doremì sola con i
suoi pensieri.
"Gelosa?" guardò fuori dalla finestra "Perché
dovrei essere gelosa di quella ragazza? Sì, è carina, ma io che c'entro?"
ripensò al sogno e arrossì "Non significa niente quel sogno! Non mi
lascerò confondere da un sogno! Però perchè mi sento così…?" sospirò
"Vorrei capire i miei sentimenti…"
Che velocità (di solito c'impiego settimane). Allora, come
vi sembra? Ih, ih, siamo ancora agli inizi (^.^)
Pubblico questo capitolo in via eccezionale, perché non sono
sicura di avere tempo più avanti per pubblicare questo capitolo.
Anche perché le vacanze estive sono terminate e bisogna
pensare già allo studio (U.U)
Ma che vado a dire?! (>_<)' Sigh, quest'anno non ho
fatto neanche un giorno di vacanza! (ç_ç)
Sono la ragazza più sfortunata del mondo! (T_T) Sob!
Va bene, vorrà dire che il prossimo anno sparisco per tre
mesi interi! Eh, eh! (^o^)
Vi anticipo che compariranno le altre streghette e i Flat4.
Ah, per quanto riguarda gli amv su Ojamajo Doremi, se volete
che ve li mandi, dovete avere yahoo messenger, perché purtroppo il mio msn
messenger non funziona (-_-)' Me sfigata.
Ha i capelli rosa, raccolti in due codini. Indossa una
maglietta e un pantaloncino, in tinta con il colore dei suoi capelli.
"Chi sei?"
La ragazza si gira di scatto, rivelando un grazioso
visetto e due occhi color rosa.
D'improvviso questa ragazza, non ha più i capelli
raccolti, ma sciolti, che gli arrivano quasi alla vita e un abito bianco.
"Kotake!"
Lo guarda sorpreso e poi sorride.
Un dolce sorriso.
La riconosce, quel sorriso è tipico di lei. Quante volte
l' ha vista sorridere così.
Prova ad avvicinarsi a lei, ma proprio quando sta per
pronunciare il suo nome, un forte vento li avvolge.
Poi uno sparo.
La ragazza cade lentamente a terra, lasciando lo
spettatore impietrito.
Prova a correre verso di lei, ma qualcosa gli impedisce
di muoversi.
Tenta invano di raggiungere la ragazza, ma è inutile.
Delle ombre oscure si contrappongono tra i due ragazzi.
"Doremì!"
Poi di nuovo tutto buio.
-Ahhhhh!
Un grido sveglia per l'ennesima volta la famiglia.
Pop dal suo letto, è stanca di correre ogni volta nella
stanza della sorella, solo per scoprire che stava dormendo.
Così si rigira tra le coperte e cerca di prendere sonno.
Doremì, invece si alza dal letto e va in bagno a darsi una
risciacquata.
"Non ne posso più di questo sogno!" pensò Doremì
"Ogni volta è peggio. Devo smetterla di pensare alle parole della
veggente…sto diventando matta"
Il giorno dopo, Doremì si sveglia presto e si dirige verso
scuola.
Passando per il cancello, sente le voci di qualche ragazzo.
"Devono essere Kotake e gli altri…" pensò Doremì
"E' incredibile la loro voglia di giocare di prima mattina"
Fece per entrare in classe, ma sapeva che non ci sarebbe
stato nessuno, così decise di vedere i ragazzi giocare a calcio.
"Non vado perché c'è Kotake!" tentò di spiegare a
se stessa "Non ho niente da fare, tutto qui"
Eppure sentiva di non essere del tutto sincera.
Si diresse verso il campo sportivo e vide Kotake che usciva
dal campo.
"Forse non si sente bene" pensò Doremì.
Decise di andare a controllare.
Poco prima di arrivare lì, sentì la voce di una ragazza.
Velocemente si nascose dietro un muretto e sbirciò dalla sua postazione.
Vide Kotake che si dava una rinfrescata alla faccia e una
ragazza che gli stava parlando.
Guardò meglio e vide che era la nuova manager.
"E' strano che la manager si trovi qui, fuori
dell'orario scolastico" ci pensò su "Un attimo, perché sto qui
nascosta?"
Decise di uscire allo scoperto, ma si bloccò di nuovo.
-Allora, ci hai pensato?- chiese la ragazza a Kotake.
-…- se ne rimase in silenzio, mentre si asciugava il viso.
-Non mi aspetto subito una risposta…posso aspettare.
"Di che staranno parlando?"
-Non è che il motivo del tuo silenzio, è una certa persona?-
chiese la ragazza sospettosa- Qualche mia compagna di classe mi ha accennato a
questa ragazza…è una tua compagna di classe, vero? Provi qualcosa per lei?
-Questo non t'interessa.
-Certo che sì, Kotake. Lo sai cosa provo per te…e allora perché
non accenni a darmi qualche indizio?
"Una compagna di classe? A chi si riferisce?"
-Una dichiarazione d'amore- disse una voce dietro le sue
spalle.
Doremì ebbe un sussulto, che quasi la fece cadere per terra,
ma riuscì a non farsi scoprire.
-Moyra!- disse sottovoce- Che ci fai qui?
-Pura casualità…stavo girando qui intorno e ti ho visto che
sbirciavi dietro questo muretto ('o').
-Non stavo sbirciando! (>_<)' E poi, da quanto tempo sei
qui?
-Da qualche minuto…giusto il tempo per capire cosa sta
succedendo.
-Ovvero?
-Come prevedevo, la tua rivale ha già fatto una dichiarazione a
Kotake.
-Mia rivale?! (°_°)'
-Beh, credo che sia venuto il momento d'agire…non lascerai che
quella ragazza si porti via il tuo Kotake?
-Il mio, cosa?! (o_o)''
Moyra uscì da dietro il muretto, trascinando Doremì.
-M- ma che fai, così ci scoprono!- disse Doremì a Moyra, ma lei
non l'ascoltò.
-Ciao Kotake! (^-^)- Moyra salutò il ragazzo.
-Moyra!- disse sorpreso. Poi vide Doremì dietro di lei- Doremì…
-Eh, eh, come va?- chiese Moyra, fingendosi ingenua.
-Cosa ci facevate lì dietro? Ci stavate spiando? (¬_¬)-
chiese Kotake.
-Noi? (°o°) No (^-^). Stavamo giusto passando per di qui e…-
poi Moyra diresse il suo sguardo sulla ragazza- tu devi essere la nuova
manager, vero?
-Sì, mi chiamo Jessy.
-Spero di non avervi disturbato…mi sembrava che stavate
parlando di cose importanti- disse Moyra, con il sorriso stampato in faccia.
Mentre Doremì voleva solo sprofondare dall'imbarazzo. Quando
mai aveva deciso di venire presto a scuola!
Kotake guardava con insistenza Doremì, mettendola sempre più
in agitazione. Poi guardò Moyra.
-No, non ci hai disturbato…stavo per tornare in campo- disse
voltandosi.
Kotake si allontanò, lasciando dietro di sé le tre ragazze.
"Accidenti, se non fossero arrivate queste due
impiccione…(-_-)*" pensò delusa Jessy.
Moyra la guardò con un sorrisino.
-Casualmente abbiamo sentito il vostro discorso…è vero che ti
piace Kotake?
Jessy arrossì, ma non volle darla vinta a Moyra.
-…Sì. Qualcosa in contrario? (ò///ó)
-Oh, io no…però saprai anche tu che Kotake è già innamorato di
un'altra ragazza…
-Sì, l' ho sentito dire.
"Ma di quale ragazza stanno parlando?" pensò
Doremì, che si sentiva sempre più a disagio in quella discussione.
-Ebbene, questa è la ragazza…Doremì- indicò la povera Doremì,
che ci capiva sempre meno.
-Che? Dove? Quando? (°O°)''- disse confusa.
-Quindi tu sei la famosa Doremì…- disse Jessy esaminandola.
-S- si…- Doremì indietreggiò, notando come Jessy la stava
fissando con un certo disappunto.
-Mh…sinceramente mi aspettavo di meglio- fece un sorriso
malevole- In questo caso, significa che ho più change- e si allontanò.
-Unf…che presuntuosa!- disse Moyra arrabbiata e si rivolse a
Doremì- Devi fargli vedere chi sei! Non puoi farti battere da lei!
-Ma di che stai parlando?
-Ahh- sospirò- Jessy è innamorata di Kotake, Kotake è
innamorato di te e tu sei innamorata di lui. C'è un intruso e quello è una
certa Jessy.
-Aspetta un attimo…(u.u)- prese un respiro- Lo vuoi capire o
no, che non sono innamorata di Kotake!! (>o<)*- gli gridò in faccia.
-Ah, no? (°_°)'
-No! (è_é)
-E allora perché li stavi spiando? (¬_¬)
-Non stavo spiando! (>///<)' Stavo solo curiosando (u_u)
-Ah (-_-)' Ma dimmi, chi era alla fine il ragazzo che ti ha indicato la
veggente?
-Nessuno! Si è sbagliata! (ò///ó)
-Strano…di solito ci azzecca sempre.
-Andiamo in classe, altrimenti la prof. ci sgrida- disse
Doremì, tentando di evadere il discorso.
Però durante le lezioni non faceva altro che pensare al
sogno che la tormentava.
"Io e lui che…naah, non potrà mai e non deve
succedere!" scrollò la testa "Forse di sera mangio troppo, per questo
faccio quest'incubi. Sì, non c'è altra soluzione" chinò la testa a destra
"E poi non capisco perché Jessy mi abbia lanciato una sfida…io non sono
interessata a Kotake, nonostante Moyra e gli altri la pensino
diversamente" chinò al testa a sinistra "Perché ne sto facendo un
dramma? Si tratta solo di un sogno…non è detto che si avveri per forza!"
-…mì?
"Mh…devo dire che Jessy ha coraggio da vendere…pero non
capisco come gli possa piacere Kotake"
-…oremì?
-Argh!! Non ci capisco niente!!!- si alzò di scatto dalla
sedia.
-Doremì? (O_O)- chiese sorpresa l'insegnante.
Tutta la classe si era voltata a vederla.
-Ehm…sì? (^.^)'- chiese imbarazzata, mentre i compagni di
classe se la stavano ridendo.
-Sapevo che la matematica non è il tuo forte…ma non
c'era bisogno di farne una tragedia. (¬_¬)'
-Eh, eh! (^///^) Mi dispiace. (u_u)'
-Forse è meglio che vai a farti un giro fuori…(u_u)*
-Eh? Ma…(ŏ_ŏ)
-Fuori, ho detto! (ù_ú)**- gli indicò la porta.
-D'accordo…(ó_ò)- ed uscì dalla classe.
"Uffi, è tutta colpa di Kotake!" pensò adirata la
ragazza, fuori della classe "Anzi no, la colpa c'è l' ha la veggente…e
anche Moyra e Marina…e Jessy…e…ahhh, ma cosa mi prende?! Non mi riconosco più!
Sembro impazzita!" sospirò "Va beh…mi farò un giro…"
Nel frattempo, Kotake con la scusa di dover andare in bagno,
era uscito dalla classe.
Aveva osservato Doremì tutto il giorno e aveva notato che
qualcosa la tormentava.
Si guardò intorno, fino a trovare Doremì poco distante di
lì.
Fece per raggiungerla, ma si bloccò, vedendo qualcuno venire
dalla sua parte, senza che lei se n'accorgesse.
-Doremì-chan!- un ragazzo gli corse incontro abbracciandola.
-? (O_O)'- Doremì era rimasta imbambolata tra le braccia del
ragazzo.
Kotake rimase a guardarli, con una faccia ben poco contenta.
-Doremì, quanto mi sei mancata! (^o^)
-S-scusa…ma tu chi sei?- chiese Doremì ancora confusa.
-Ma come non mi riconosci? (°.°)
-No. (°_°)'
Il ragazzo che la stava abbracciando, aveva i capelli di un
colore rosso carminio e due ciuffi lunghi che cadevano sul viso.
-Akatsuki! (°O°)-
esclamò, appena riconobbe i suoi occhi.
-Yes
(^-^)
"Akatsuki?!" esclamò nella sua mente Kotake
"Che ci fa qui?! E poi, perché si prende così tanta confidenza con
Doremì?"
-Ma non eri…
-Sì…ma sono tornato. Anche perché ci sono tante cose che devo
dirti (^-^)
-Ah, sì? (°_°)
Doremì si accorse che Akatsuki la stava ancora
abbracciandola. Sentiva il suo cuore che batteva sempre più forte. Era da tanto
che non sentiva quel calore…
"Che mi succede? Pensavo che la cotta per Akatsuki era
ormai storia passata…eppure, rincontrandolo…è come se si fosse aperto un
vecchio cassetto. Che in realtà continui a piacermi?"
-Kotake? (°_°)-
si voltò e si rese conto che il ragazzo era proprio dietro di loro.
E non aveva la faccia felice. Avrebbe molto volentieri
staccato immediatamente Akatsuki da Doremì.
-Ciao Akatsuki (¬_¬)*-
salutò Kotake e nel frattempo fissava i due, che continuavano a stare
abbracciati- Vedo che finalmente il tuo principe azzurro è sfuggito agli
alieni.
-Eh? ('_')-
si staccò da Akatsuki, rossa in viso- Non è come sembra! (ò///ó)
-Ah, no? Eppure mi sembrava che ti stavi divertendo (¬_¬).
Akatsuki guardò i due mentre discutevano, senza sapere quando
intervenire.
-Ma che stai dicendo, Kotake!…E poi, non sono affari tuoi!
(u///u)
-Hai ragione, non sono affari miei!- sbuffò e volse lo sguardo
altrove. Così fece anche Doremì.
-Siete in ottimi rapporti come sempre (^-^)
-Ma ci vedi o no?! (>o<)- gridarono Doremì e Kotake
insieme.
-Scusate…(°_°)''
-Ragazzi…(u_u)*
I tre ragazzi si accorsero della presenza dell'insegnante. E
non era niente di rassicurabile, lo sguardo minacciatorio che lanciava ai
ragazzi.
-Oh- ho! (O_O)''
-Piantatela con il vostro chiacchiericcio!! (>o<)**
Un'ora dopo, Doremì stava pulendo la classe insieme a
Kotake, mentre una divertita Moyra li guardava appoggiata alla parete.
-Ah, ah, ah! (^o^)- rise di gusto- Se ci penso ancora, non
smetto di ridere!
-Potresti evitare di peggiorare la situazione? (-_-)'- disse Doremì.
-Scusa, ma non tutti i
giorni capita di fare uscire dai gangheri la prof. di matematica. (^.^)
-Mh…non ha voluto
sentire ragioni…(u_u)…e dire che la colpa non è mia.
-Che vorresti dire?! Che è colpa mia? (è_é)*- disse Kotake- Ti
ricordo che sei stata tu ad alzare la voce.
-Perché tu mi hai provocato! E poi, cosa ci facevi fuori della
classe?- chiese sospettosa.
-Io? (°///°) Niente! (>///<) Piuttosto…perché solo noi
due siamo stai puniti, mentre Akatsuki no?
-Perché io non centro niente con i vostri battibecchi (^-^)-
disse Akatsuki, seduto sopra un banco.
-Ma se ti sei messo a correre nel corridoio! (ò_ó)
-Non rincomincerete, spero- disse Moyra- avete ancora molto da
fare…su, con più grinta!
-Perché non ci aiuti, allora?- disse Doremì.
-Scherzi? E' più divertente vedere voi due sgobbare. (^o^)
-La regina, hai detto?- chiese Doremì, ancora sorpresa.
-Sì.
Doremì e Akatsuki si stavano dirigendo verso il negozio
Maho. Era notte e non c'era gente in strada.
-Mh…cosa vorrà da me?
Era passato del tempo, dall'ultima visita al palazzo della regina.
Dall'ultima volta che aveva consegnato i suoi poteri.
-Ecco…- disse Akatsuki preoccupato.
-E' successo qualcosa di grave nel mondo della magia?
-Mh…lo vedrai tu stessa, una volta che saremmo arrivati- la
prese per la mano e la trascino- presto, muoviamoci.
-Aspetta Akatsuki, non correre!
In pochi minuti i due ragazzi raggiunsero il Maho.
"Non è cambiato niente…" pensò sollevata Doremì,
mentre guardava quel negozio che fu l'inizio delle sue avventure.
Akatsuki la condusse attraverso il portale magico.
-Da adesso in poi, non staccare la tua mano dalla mia. Può
essere molto pericoloso- disse Akatsuki serio.
-D'accordo…- disse Doremì, non riuscendo a capire cosa lo
preoccupasse.
Il ragazzo e Doremì attraversarono il portale e una forte
follata di vento li investì.
Doremì chiuse gli occhi, per poi aprirli. Ma quello che vide
non fu altro che una tormenta.
-Ma che succede?- chiese Doremì, tentando di resistere alla
potenza del vento- Dove siamo?
-Ancora uno sforzo e saremo arrivati.
-…mh- però un'altra follata di vento li investì e la mano di
Doremì scivolò via, facendoli separare.
-Akatsuki!- gridò la ragazza, trasportata dal vento.
-Doremì!- gridò il ragazzo, tentando di riprenderla.
Doremì scomparve tra la tormenta.
Chiuse gli occhi e li riaprì.
Davanti a lei c'era una strada ed intorno c'era solo uno
spazio bianco.
-Dove sono?- chiese Doremì- Akatsuki, dove sei?- gridò.
Nessuno rispose.
-Adesso sì che sono nei guai…chissà dove mi ha trascinata la
tormenta- disse triste Doremì e cominciò a camminare.
"Come mai si era creata quella tormenta all'ingresso
del regno della magia? Prima non c'era"
*Eh, eh…*
Un brivido la percosse la schiena.
Doremì si bloccò e si girò di scatto. Aveva sentito una
risata…allora c'era qualcuno?
-Chi è? Akatsuki, sei tu?
"No, è impossibile…quella risata non era sua"
Vide da lontano un onda gigantesca che la stava per
raggiungere.
-Ahhhhhh!- gridò, scappando il più in fretta possibile.
Ma era troppo veloce l'onda, perché lei potesse evitarla.
In pochi secondi, l'onda la travolse.
Chiuse gli occhi pensando di morire affogata, però si
accorse di essere ancora viva.
Aprì gli occhi e rimase stupefatta.
Era stata sommersa da quell'onda gigantesca e stava
respirando sott'acqua.
Ciò non era possibile.
Provò a muoversi nell'acqua, muovendo le gambe e le braccia
come stesse nuotando.
*Sei felice…Doremì?*
Doremì si spaventò. Era la stessa voce di prima, ma da dove
arrivava?
*Sei felice…Doremì?*
Di nuovo e la stessa frase.
Doremì aveva timore ad aprire la bocca, per paura di morire
affogata, ma con sua sorpresa riusciva a parlare.
-Chi sei? E che vuoi?- chiese, guardandosi intorno, nonostante
ci fosse solo acqua intorno a lei.
*Voglio la tua felicità…ti toglierò ad uno a uno le persone
più importanti per te*
-Perché?
*Perché tu non sia più felice. Devi soffrire*
-Soffrire?
Venne di nuovo travolta, ma dall'oscurità.
Si sentì afferrare per il collo e stringere più forte, fino
a farle mancare la respirazione.
-M…ma chi…- disse con fatica e impaurita- …sei?
*Sono la tua ombra. Non sono altro che il frutto della tua
ombra*
-L- la mia…ombra?
*Sì…e presto morirai…*
-Co- cosa?!
*Non ora…*
La presa al collo, diminuì la potenza.
*Non ora…al momento giusto le parti s'invertiranno*
Chiunque la stesse tenendo per il collo, ora l'aveva
lasciata andare, facendola cadere in una voragine senza fine.
-Ahhhh!- gridò disperata.
-Doremì!- una voce la chiamò.
Aprì gli occhi e si ritrovò distesa per terra, con affianco
Akatsuki.
-…A…Akatsuki…che è successo?- chiese ancora scossa.
-Sei stata trascinata dalla tormenta. Per fortuna che non ti ha
portata tanto lontano, altrimenti non ti avrei più trovata.
Doremì si alzò in piedi.
Quello che gli era successo era stato solo un sogno?
"Eppure era così reale…" provò a toccarsi il
collo. La sensazione di venire strozzata, continuava a tormentarla, così come
le parole di quella persona…ammesso che fosse un essere umano "La sua
forza era impressionabile"
-Doremì…tutto bene?- chiese Akatsuki preoccupato- Quando ti ho
trovata, eri sdraiata a terra e continuavi ad agitarti.
-…Non è niente…solo un brutto sogno. A proposito…dove siamo?
Akatsuki la guardò e rimase serio.
-Siamo arrivati.
-Eh?- si guardò intorno e non credette ai suoi occhi.
Tutta la città era coperta da un aurea nera. La gente era
rintanata nella propria casa e chi si trovava fuori, era impegnato in qualche
litigio.
-Non dirmi che questo è…
-Sì, purtroppo.
-Non è possibile…l'ultima volta che ci sono stata, il mondo
della magia era molto differente.
-Le cose sono cambiate da un bel po'…- disse triste.
Doremì guardò il ragazzo senza capire.
-E Hana…dov'è?
-E' al palazzo…vieni, ci stanno aspettando- iniziò a camminare.
Doremì lo seguì e di tanto in tanto si guardava intorno.
Non poteva credere che era cambiato così tanto il regno
della magia.
-Akatsuki…cos'è successo?- chiese.
-Qualche giorno fa, comparve un immensa nube nera che coprì
tutto il regno…e da allora, nessuno è più lo stesso. Sia le streghe, che i
maghi, si comportano in modo strano. Sono diffidenti e litigiosi. E' come se
tutti fossero stati contagiati da un virus…
-E tu?
-Io ne sono rimasto immune, perché possiedo più potere degli
altri e riesco a proteggermi. Però non so fino a quanto il mio potere potrà
resistere.
-Ma questo è terribile! Bisogna fare qualcosa!
-Sì…è per questo sei stata convocata qui…
-Però senza magia, non credo di essere più di tanto utile.
-Non ti preoccupare- sorrise- Eccoci arrivati.
Akatsuki e Doremì entrarono nell'immenso castello e
attraversarono il corridoio. Era quasi deserto…le poche guardie che erano
rimaste immuni al contagio, si erano posizionati all'ingresso del castello.
-Com'è silenzioso questo posto…- disse Doremì.
-Già- ammise Akatsuki.
Aprì il portone ed entrarono nella grande sala di
ricevimento.
Doremì rimase a bocca aperta. Davanti a lei, c'erano tutte
le sue amiche, Hazuki, Aiko, Onpu, Momoko e Hana.
-Amiche!- corse ad abbracciarle.
Tutte quante risero contente del loro incontro. Oltre a
loro, c'erano anche i Flat e tutte le streghe della congrega.
La regina si avvicinò a loro.
-Ragazze…se vi ho convocate qui è per una missione che dovrete
compiere.
-Di che si tratta?- chiese Aiko.
-Come avrete visto, la situazione in questo mondo sta pian
piano peggiorando. Solo noi abitanti di questo castello, siamo rimasti immuni
al potere nero che si impossessato della città.
-Non c'è un rimedio?- chiese Hazuki.
-Sì…ma non vi nascondo che si tratta di una missione pericolosa
per chiunque- disse seria- I responsabili della nube nera, si nascondono in una
parte remota di una dimensione, collegata al nostro.
Tutti quanti erano attenti a quello che diceva la regina.
-Dovrete andare nel loro covo e raccogliere un fiore che solo
in quella dimensione esiste e che è l'unico antidoto alla loro magia.
-Ma perché non può andare una qualsiasi strega?- chiese Momoko.
-Il loro incantesimo è così forte che per non venire
contagiati, abbiamo utilizzato il nostro potere, fino ad esaurirlo. Il viaggio
per l'altra dimensione, richiederebbe troppa energia e nessuno di noi potrebbe
affrontare un viaggio simile, adesso. Una volta che avremmo l'antidoto,
potremmo ristabilire l'ordine.
-Beh, allora, sarà un gioco da ragazzi. Andremo là, prenderemo
il fiore, sconfiggeremo i cattivi e torneremo…
-No!- disse la regina, sorprendendo Momoko- Non dovete
assolutamente confrontarvi con loro. Il loro potere è diverso dal vostro. Non
siete capaci di sconfiggerli. Dovete solo recuperare il fiore e ritornare- poi
guardò i quattro ragazzini- loro vi accompagneranno e vi aiuteranno se vi
troverete in difficoltà.
-Va bene- disse Doremì.
-Siete sicure di poter accettare la missione? E' molto
rischioso e purtroppo, non possiamo che contare su di voi.
-Non c'è problema- disse Onpu- Noi possiamo farcela. Vero
ragazze?
-Sì- dissero in coro.
-Ottimo, vi riconsegno i vostri poteri- la regina chiuse gli
occhi e una luce circondò le ragazze- Ecco fatto…adesso siete in grado di
affrontare il viaggio.
-Ma non rischiamo di venire contagiate?- chiese Hazuki.
-No, voi non siete di questo mondo…è per questo che Hana non
potrà seguirvi…sarebbe troppo pericoloso per lei.
-Che? Ma io volevo andare!- si lamentò Hana.
-No, non ricominciare Hana. Doremì e le altre saranno in grado
di farcela. Confido in voi, ragazze.
-Non si preoccupi- disse Doremì.
-Quando partiamo?- chiese Momoko.
-Partirete domani sera. Poi le vostre fatine vi sostituiranno
nel vostro mondo.
Doremì e le ragazze uscirono dal palazzo.
-Allora, ci vediamo domani sera, d'accordo?- disse Onpu.
Kotake si alzò dal letto e si preparò. Uscì di casa e si
diresse a scuola.
"Quell'Akatsuki…non poteva apparire in un momento
migliore di questo?"
-Kotake!
Il ragazzo si girò e vide Doremì.
-Doremì, cosa ci fai qui?
-Come cosa ci faccio qui? Sto andando a scuola, no?
-Sì, ma non a quest'ora. Non è da te.
-Lo trovi strano?
-Sì, da una persona che si sveglia tardi, che fa disastri ed è
un impiastro.
-Kotake…mi vuoi far arrabbiare già di prima mattina? (-_-)*-
disse Doremì- E poi perché lo vedi così il mio cambiamento? Non è positivo che
stia cambiando?
-…no, ti preferisco come sei di solito.
Doremì rimase a guardarlo stupita. Il ragazzo guardò la
strada.
I due proseguirono il cammino senza parlare.
-Akatsuki frequenterà la scuola da noi?- chiese Kotake.
-Sì.
-Come mai si è trasferito a metà stagione?
-Eh…è una lunga storia- disse Doremì nervosa- Piuttosto, ho
sentito dire che questa settimana avete una partita contro una squadra di
un'altra scuola.
-Sì. I giocatori di quella squadra non sono un granché, ma è il
suo capitano che ci preoccupa…
-L' hai già visto in azione?
-No, ma ho sentito molto parlare di lui.
Si fermano davanti ad un incrocio e aspettano che il
semaforo sia verde.
Le macchine gli passano davanti, creando molto rumore con il
loro motore.
Con loro c'erano altre sei persone, che aspettavano il
segnale del semaforo per attraversare la strada e raggiungere il proprio posto
di lavoro.
Kotake pensò alle parole della veggente. Ancora adesso gli
era difficile accettare che quel sogno si avverasse. Doveva in qualche modo
impedirlo.
"Però la veggente ha detto che non posso fare niente…mi
devo solo limitare a starle vicino…mh…sarà difficile"
Il colore del semaforo cambiò e le persone incominciarono ad
attraversare la strada. Kotake e Doremì seguirono il gruppo in silenzio.
D'improvviso si sentì un rombo di un motore in lontananza.
I due ragazzi si girarono e videro una macchina rossa venire
a tutta velocità contro di loro.
-Ahhhh!- gridò Doremì spaventata.
Kotake l'afferrò per la vita e si lanciò lontano dalla
strada, appena in tempo.
La macchina passò davanti a loro, senza diminuire la
velocità. Svoltò l'angolo e scomparve.
La gente guardò sorpresa la macchina che si era allontanata,
poi rivolsero l'attenzione ai due ragazzi, che erano caduti a terra.
-Mh…- Doremì aprì gli occhi e vide Kotake accanto a lei,
nell'intento di proteggerla- Ko…Kotake!- gridò.
-Mh…?- aprì gli occhi e si sedette.
-Tutto bene, Kotake?- chiese Doremì preoccupata.
-…Sì…e tu?
-Solo qualche graffio.
-Meno male- tirò un sospiro di sollievo- La macchina?- si
guardò intorno, ancora frastornato.
-Se n'è andata…
-State bene, ragazzi?- chiese una signora, aiutandoli ad
alzarsi in piedi.
-Sì, grazie signora- disse Doremì.
-Certo che c'è n'è di gente pazza, qui- disse la signora
arrabbiata- Per poco finivate sotto quella macchina! Dov'è la polizia quando
serve?
La signora continuò a parlare, ma Kotake non gli prestava
attenzione. Guardava la strada dove era sparita la macchina e sentiva che era
solo l'inizio.
Eccomi con il quinto capitolo. Allora, come vi sembra la
fiction?
In ogni caso, è ancora troppo presto per dire che siamo
verso la fine…
Eh, come sono contenta…ho avuto finalmente la conferma che
nell'ultima puntata di Ojamajo Doremi, Kotake fa a Doremì una vera e propria
dichiarazione! ^.^ Che felicità! Anche perché stavo quasi per uccidere gli
autori dell'anime (-_-)*
Appena potrò, pubblicherò una mini-serie a fumetti su Peter
Pan no Boken (è stato il mio personaggio preferito fin dall'infanzia ^-^)
Ha i capelli rosa, raccolti in due codini. Indossa una
maglietta e un pantaloncino, in tinta con il colore dei suoi capelli.
"Chi sei?"
La ragazza si gira di scatto, rivelando un grazioso
visetto e due occhi color rosa.
D'improvviso questa ragazza, non ha più i capelli
raccolti, ma sciolti, che gli arrivano quasi alla vita e un abito bianco.
"Kotake!"
Lo guarda sorpreso e poi sorride.
Un dolce sorriso.
La riconosce, quel sorriso è tipico di lei. Quante volte
l' ha vista sorridere così.
E' lo stesso sorriso di cui si è innamorato la prima
volta.
"Ti stavo aspettando…"
La ragazza allunga la mano verso di lui.
Prova ad avvicinarsi a lei, ma proprio quando sta per
pronunciare il suo nome, un forte vento li avvolge.
Poi uno sparo. Chiude gli occhi. Il cuore smette di
battere.
La ragazza cade lentamente a terra, lasciando lo
spettatore impietrito.
Prova a correre verso di lei, ma qualcosa gli impedisce
di muoversi.
I suoi piedi diventano pesanti.
"Questo è il suo destino…non puoi impedirlo"
Una voce si fa eco in quella tragedia.
"Chi parla? Io non voglio che accada questo…per me
lei è troppo importante!"
Tenta invano di raggiungere la ragazza, ma è inutile.
Delle ombre oscure si contrappongono tra i due ragazzi.
"Doremì!" grida.
L'immagine della ragazza si allontana sempre più da lui,
quasi come inghiottita da quell'oscurità.
"Doremì…" le lacrime incominciano a scivolare
sul viso "Perché non ho potuto fare niente per salvarti?"
Poi di nuovo tutto buio.
-Senti, sei sicuro di voler andare a scuola? (ó_ò)- chiese
Doremì.
-Sì (ù_ú)
-Però, dopo una caduta simile, forse è meglio che vai a
riposare…se vuoi avviso io l'insegnante…
-Come vuoi che ti dica, che sto bene?- disse Kotake, scocciato
dall'insistenza della ragazza.
-Se lo dici tu…- disse un po' diffidente.
Doremì guardò il ragazzo, aveva lo sguardo serio e guardava
sempre dritto a sé.
-Senti, Kotake, come mai sei arrabbiato?
Kotake guardò la ragazza seriamente.
-Perché non dovrei esserlo?! Hanno cercato d'investirti,
stupida! E' possibile che non sei minimamente preoccupata?!- disse Kotake
alzando la voce.
Doremì rimase senza parole.
Aveva ragione, la macchina stava puntando su di lei. Se
c'era una persona che doveva essere arrabbiata era lei.
-Non c'è bisogno di farne una tragedia…non mi sono fatta
niente…- disse Doremì, cercando di far sembrare l'accaduto, un semplice
incidente.
-Sì, ma per poco non finivi sotto le ruote di quel
pazzo!
-Lo so…però…
-Sei una stupida! (Ò_Ó)*
-Cosa?! (ò_-)*- disse Doremì infuriata.
-Non sai che paura mi sono preso, quando ho visto quella
macchina avanzare verso di te- chinò il capo- Ho temuto di perderti…
Doremì guardò il ragazzo e si sorprese delle sue parole. Si
avvicinò un po' al ragazzo e gli sorrise.
-…Grazie Kotake- disse dolcemente- Se non fosse stato per
te…beh, solo Dio saprebbe dove sarei ora- disse cercando di sembrare spiritosa-
Apprezzo molto che ti sei preoccupato per me…ma ora, preferirei passarci sopra.
E' stata una brutta esperienza e vorrei non pensarci per tutta la giornata, se
mi è possibile.
Kotake alzò gli occhi e si trovò faccia a faccia con la
ragazza. I loro visi erano molto vicini.
Il ragazzo sentì il suo cuore battere all'impazzata. Avrebbe
voluto dire qualcosa, ma le immagini del sogno gli tornavano in mente. Si
allontanò di scatto dalla ragazza e continuò a camminare in direzione della
scuola.
-Kotake?- Doremì guardò il ragazzo, un po' perplessa-
Aspettami!- lo rincorse- Perché sei scappato via?
-Se non ci muoviamo, rischiamo di arrivare tardi a scuola.
-…solo questo?
-Doremì-chan!
Kotake riconobbe subito la voce e non fece una faccia
felice.
-Akatsuki!- disse Doremì, vedendo il ragazzo correre verso di
loro.
-Ciao Kotake- salutò Akatsuki.
-Ciao Akatsuki- salutò con poca voglia. Poi si diresse verso il
campo di calcio.
Doremì guardò il ragazzo mentre si allontanava. Akatsuki
smise di sorridere e divenne serio.
-Allora, stai bene?
-Eh?
-Intendo, non ti sei fatta nulla, vero?
-Ma di cosa stai parlando?
-Parlo dell'incidente accaduto poco fa.
-Ah…ma come fai a saperlo?
-Non ricordi che sono uno stregone?
-Ah, già…beh, mi sono presa uno spavento…sembrava che quella
macchina c'è l'avesse con me- disse, cercando di riderci sopra.
-E' così.
Doremì smise di sorridere.
-Come?
-Pensi davvero che sia stato un banale incidente?
-No?
-No, qualcuno ti ha preso di mira.
-E chi?
-Questo non lo so…ma ha che vedere con il mondo della magia. Ho
potuto percepire chiaramente la presenza di qualcuno con i poteri, che
manovrava la macchina.
-Che cosa?! Questa poi…cos'altro mi devo aspettare?
-Niente di positivo…anche perché ho il vago sospetto che
c'entri con chi ha attaccato il mondo delle streghe.
-Vuoi dire che forse sanno che andremo da loro?
-Sì.
-Allora, in questo caso…anche le altre saranno in pericolo!
Devo correre ad avvisarle!
-Aspetta!- la prese per il braccio.
-Aspettare cosa?! Le mie amiche si trovano in pericolo e io
devo aspettare?!
-Non ti agitare…le tue amiche stanno bene.
-Come fai a saperlo?
-Perché io e gli altri ci siamo incaricati di vegliare su di
voi.
-Come?
-Sapevamo che prima o poi, vi avrebbero attaccato…per questo ci
siamo premuniti.
-Lo sapevate…e non ci avete avvertito! Ti rendi conto che non
solo io, ma anche Kotake, potevamo venire travolti dalla macchina?!
-Non pensavo che avrebbero agito così in fretta…in ogni caso,
non vi sarebbe successo nulla…se Kotake non sarebbe intervenuto, avrei
utilizzato la magia.
Il suono della campana interrose il loro discorso.
-E' da stamattina che ti vedo soprappensiero. E dire che ieri
eri felice come una pasqua.
-Felice?
-Sì, da quando tu e quel ragazzo vi siete rincontrati.
-Vuoi dire Akatsuki?
-Sì, lui. Dimmi, c'è qualcosa tra voi due?- chiese sospettosa.
-Che? (o///o)- arrossì.
-Quando lui ti ha abbracciato, non hai provato niente?
-Non so di cosa stai parlando (¬///¬)'- disse nervosa.
-Suvvia, pensavi che la voce non si fosse diffusa? Povero
Kotake, non lo invidio per niente.
Doremì si alzò dalla sedia.
-Moyra, stai vaneggiando! (ò///ó) Non è successo niente. E'
possibile che credi sempre a quello che dicono gli altri?
-Non puoi negare che ti ha abbracciato (¬_¬)
-Siamo amici, non ci trovo niente di strano (U_U) E poi è stato
lui ad abbracciarmi. (U///U)'
-E' possibile che significhi qualcosa…sicura che non è
innamorato di te? ('o')
-No, te l' ho già detto. Ammetto che un tempo ero innamorata di
lui, ma ora non è più così.
-Sarà, però io credo che ci sia qualcosa sotto (¬_¬)
-Moyra, sei incorreggibile (-_-)'- disse sospirando e uscì
dalla classe.
-Dove vai, adesso?
-Vado a prendere una boccata d'aria.
-Ti seguo.
-E perché?
-Non si sa mai, ti possono rapire gli alieni o…
-Sì, sì, ho capito (u_u)'
Doremì e Moyra uscirono dall'edificio scolastico e si
sedettero sul prato, davanti al campo sportivo.
-Guarda, Kotake e gli altri stanno giocando- disse Moyra.
Doremì fissava i ragazzi che giocavano, senza darci tanta
attenzione.
-Accipicchia che sguardo serio, deve essere successo qualcosa
di grave, oggi.
-Eh?
-Non sembri la solita Doremì…c'è qualcosa che non va?
-Mh…stavo solo pensando…- chinò la testa.
-A Jessy e a come batterla? (°o°)
-Perché hai questa fissa?! (ù_ú)
-Scusa, scusa…stavo solo scherzando- disse Moyra- Sai, mentre
tu eri soprapensiero in classe, ho notato che Kotake e Akatsuki continuavano a
guardarti…c'entrano loro con quello che ti è successo?
-No, non precisamente…
-Allora che è successo?
-E' stata una giornata pesante, Moyra, non ho voglia di
parlarne.
-D'accordo, come vuoi.
Dal campo di calcio, si sentì un fischio e delle persone che
parlavano.
-Cosa sarà successo?- chiese Moyra.
"Kotake!" pensò preoccupata Doremì.
Doremì si alzò da terra e raggiunse di corsa il campo.
-Aspetta, Doremì!- la rincorse Moyra.
Doremì si fece strada tra i ragazzi presenti sul campo e
vide Kotake seduto per terra. Accanto a lui, c'erano i suoi compagni di squadra
e la manager.
-Stai bene?- chiese Doremì.
Kotake alzò la testa sorpreso.
-Doremì…cosa ci fai qui?
-Sarà meglio portarti in infermeria- disse Jessy, per tagliare
corto- Vieni, ti accompagno.
Doremì e Kimura seguirono i due fino all'infermeria.
-Mh…non è niente di grave- disse l'infermiera esaminando la
gamba di Kotake.
-Vedete, non è niente- disse Kotake a Kimura e Jessy- Vi siete
preoccupati per nulla.
-In ogni caso, sarà meglio che per oggi, tu non giochi- disse
l'infermiera.
-Eh??- disse sorpreso Kotake.
-Mi hai sentito bene. Non ho intenzione di correre rischi e
lasciarti andare. Oggi rimarrai qui.
-Oh, no- disse Kotake triste- Proprio in vista della partita.
-Non ti preoccupare Kotake- disse Kimura- Presto tornerai in
campo- sorrise- Adesso sarà meglio che raggiunga gli altri. Jessy, vieni.
-Eh? Ma è mio compito di manager, restare qui a sorvegliarlo-
disse Jessy, tentando di inventarsi una scusa credibile.
-Ci penserà Doremì, no?- guardò Doremì.
-Come? Ah, sì- fece cenno di sì.
-Ottimo, adesso andiamo.
-…Sì- disse un po' delusa e uscì dalla stanza.
"Accidenti a questa guastafeste…per una volta che
potevamo restare soli!"
-Allora, come hai fatto a farti male?- chiese Doremì a Kotake.
-Mi sono scontrato con un ragazzo, niente di più.
-Mh.
-Come mai eri lì?
-Io? Beh, ero lì in giro, ho sentito il fischio e…beh, credo di
essermi spaventata per niente- sorrise imbarazzata- Deve essere per stamattina…
-Doremì…
-Sì?
-Volevo parlarti di una cosa…
-Dimmi…
-Ecco…è difficile da spiegare…- disse imbarazzato.
-Di che si tratta?
-Di un sogno…
-Eh?
"Un sogno? Che si tratti del mio stesso sogno?
Possibile che…? No, è impossibile…ma se fosse così?"
Doremì arrossì di colpo, ma Kotake non se ne accorse, perché
aveva lo sguardo altrove.
-So che può sembrare strano, ma quel sogno…forse può essere un
avvertimento…
-Un avvertimento? Ma cosa hai sognato?
Kotake chinò il capo.
-Io…ti ho sognata…era tutto buio…c'eravamo solo io e te…
Doremì notò il suo sguardo triste e si avvicinò al ragazzo.
-Kotake…cosa succede nel sogno?- chiese preoccupata.
-…ecco…poi…- chiude gli occhi- no, non ci riesco.
-Kotake…- si china su di lui e lo abbraccia- Sta tranquillo.
Qualsiasi cosa tu abbia sognato, non sarà così grave, non credi? E poi si
tratta di un sogno…
Kotake rimane immobile. Non si sarebbe aspettato che Doremì
l'abbracciasse.
Poteva sentire tutto quel calore che trasmetteva.
Si trovava bene tra le sue braccia e improvvisamente quei
dubbi gli sembravano svaniti.
-Doremì- la stringe forte verso di sé- Io ti…
-Salve!- la porta si spalancò e apparsero all'ingresso Moyra e
Akatsuki.
Tutti e quattro si guardarono stupiti, senza dire niente.
Doremì e Kotake rimasero impietriti nella loro posizione.
-Te lo dicevo che dovevamo bussare, Akatsuki (U_U)'- disse
Moyra, appoggiando le mani ai fianchi.
-Che state facendo? ('o')- chiese Akatsuki.
-Non lo vedi? Si stanno abbracciando per dimostrare il loro
affetto reciproco (UoU)- disse Moyra.
-Eh?? (O///O)'- Doremì e Kotake si staccarono immediatamente e
girarono il loro sguardo in direzioni opposte.
-Che ci fate qui?- chiese Doremì.
-Beh, sei scappata via e mi ha lasciata piantata lì…così sono
venuta a cercarti…Venendo qui ho incontrato Akatsuki…ed eccoci qui. Esauriente
la spiegazione?
-Mh…sì.
-Piuttosto, puoi uscire un attimo? Dovrei parlarti in privato.
-D'accordo- si alzò dalla sedia e seguì Moyra.
Akatsuki chiuse la porta e si sedette sulla sedia.
-Vedo che stai facendo progressi…- disse Akatsuki.
-Come?
-Intendo con Doremì…un tempo non vi sareste abbracciati…
-Che vorresti dire?
Akatsuki sorrise alla reazione di Kotake.
-Visto che adesso non c'è Doremì, penso che tu riesca ad essere
sincero con te stesso…quindi, ti farò una semplice domanda…l'ami?
Kotake divenne tutto rosso e chinò la testa imbarazzato.
-Eh…perché me lo chiedi?
-Suvvia Kotake, non siamo più alle elementari…non riesci a
rispondere?
Il ragazzo fece una smorfia e guardò altrove.
-Io…non lo so…so solo che gli sono molto affezionato.
-Mh…- Akatsuki incrociò le braccia e si appoggiò al muro- è un
bel problema…anch'io sono messo male…
-Eh?
-Provo per Doremì un sentimento speciale…ma non saprei
spiegarlo…non so neanche se sia amore o no.
I due ragazzi si guardarono e sospirano allo stesso momento.
-Chiamala stregoneria o altro…ma sono sicura che Ryu non
mentisse- disse Moyra seria- E poi quel simbolo disegnato per terra…sono sicura
che si tratti di qualche maleficio.
-Pensi che qualcuno voglia far del male a Kotake?
-Non lo so…sai che non credo molto in queste cose…maghi,
folletti, gnomi…beh, alle fate sì, però tutto ciò è strano. E non sono l'unica
a pensarlo. Altri ragazzi che erano presenti alla scena hanno riferito che è
successo qualcosa di anomalo.
Doremì rimase pensierosa. Era possibile che c'entrasse
qualche personaggio del mondo della magia?
-Ma per quale motivo?
-Mh…non saprei…però ti consiglio di stare in allerta.
-Senti Moyra…non è che mi disegneresti questo simbolo?
-Moyra ha ragione- disse Akatsuki, esaminando il foglietto-
Qualcuno ha fatto una magia…
-Per quale motivo uno c'è l'avrebbe con Kotake?- chiese Doremì
preoccupata.
Akatsuki guardò di nuovo il disegno di Moyra.
-Mh…chi ha utilizzato questa magia…deve essere davvero molto
forte.
-Eh?
-Tempo fa esisteva un libro pieno di formule potenti…il
problema è che per utilizzarle, bisognava avere il pieno controllo dei propri
poteri, altrimenti la magia rischiava di perdere il controllo, causando guai.
Alla fine, la regina ha deciso di far sparire quel libro, in un posto lontano.
-Tu pensi che qualcuno l'abbia trovato?
-Sì…e molto probabilmente è l'autore della nube nera.
Ha i capelli rosa, raccolti in due codini. Indossa una
maglietta e un pantaloncino, in tinta con il colore dei suoi capelli.
"Chi sei?"
La ragazza si gira di scatto, rivelando un grazioso
visetto e due occhi color rosa.
D'improvviso questa ragazza, non ha più i capelli
raccolti, ma sciolti, che gli arrivano quasi alla vita e un abito bianco.
"Kotake!"
Lo guarda sorpreso e poi sorride.
Un dolce sorriso.
La riconosce, quel sorriso è tipico di lei. Quante volte
l' ha vista sorridere così.
E' lo stesso sorriso di cui si è innamorato la prima
volta.
"Ti stavo aspettando…"
La ragazza allunga la mano verso di lui.
Prova ad avvicinarsi a lei, ma proprio quando sta per
pronunciare il suo nome, un forte vento li avvolge.
Poi uno sparo. Chiude gli occhi. Il cuore smette di
battere.
La ragazza cade lentamente a terra, lasciando lo
spettatore impietrito.
Prova a correre verso di lei, ma qualcosa gli impedisce
di muoversi.
I suoi piedi diventano pesanti.
"Questo è il suo destino…non puoi impedirlo"
Una voce si fa eco in quella tragedia.
"Chi parla? Io non voglio che accada questo…per me
lei è troppo importante!>
Tenta invano di raggiungere la ragazza, ma è inutile.
Delle ombre oscure si contrappongono tra i due ragazzi.
"Doremì!" grida.
"Se gli vuoi bene, allontanati da lei"
Si gira e vede una persona…ha i capelli corti e un
vestito nero.
"Dimenticala" gli ripete.
Lui la guarda sbigottito e poi si gira verso la ragazza.
L'immagine della ragazza si allontana sempre più da lui,
quasi come inghiottita da quell'oscurità.
"Doremì…" le lacrime incominciano a scivolare
sul viso "Perché non ho potuto fare niente per salvarti?"
Poi di nuovo tutto buio.
Suonò la campana e le lezioni finirono.
Masaru si alzò dalla sedia. Appoggiò la cartella sul banco e
mise dentro il libro di matematica.
Diede uno sguardo alla classe. La maggior parte dei compagni
erano già usciti dall'aula, tranne Doremì e Kotake che erano ancora seduti e
presi con i loro pensieri. Sembrava che non avessero sentito la campana.
Moyra si alzò dal banco e svegliò Doremì dai suoi pensieri.
Entrò in quel momento un ragazzo di un'altra classe.
-Ciao Doremì- chan!- salutò il ragazzo.
Doremì lo guardò e lo salutò.
-Ciao Akatsuki…
-Sei pronta?- chiese.
-Sì, solo un attimo- si alzò dalla sedia e mise dentro la
cartella il suo astuccio.
Masaru guardò qualche banco indietro. Kotake stava guardo il
gruppetto con insistenza.
Doremì si girò verso il ragazzo e Kotake girò velocemente lo
sguardo altrove. Così si allontanò dal gruppo e si avvicinò al ragazzo, che era
seduto ancora al suo posto.
-Kotake…vuoi che ti accompagni a casa tua?- chiese dolcemente.
Kotake si girò verso la ragazza e la guardò.
Masaru ancora in piedi, guardò incuriosito i due ragazzi.
Notò che qualcosa era cambiato tra i due, ma era ancora troppo presto per una
svolta definitiva.
Moyra e Akatsuki raggiunsero Doremì. Kotake guardò Akatsuki
e chiuse il libro che aveva ancora sul banco e lo mise nella cartella.
-No, grazie- rispose a Doremì.
-Sicuro? La gamba non ti fa male?
-Solo un po', ma c'è la faccio anche da solo.
-Dai, Doremì, andiamo- la chiamò Moyra impaziente.
-Vai, non farli aspettare- disse Kotake a Doremì, cercando di
sorridere.
-D'accordo…- disse Doremì insicura- ci vediamo domani…- si
allontanò.
Doremì raggiunse Akatsuki e Moyra, e insieme uscirono dalla
classe.
-Sei sicuro della tua scelta?- chiese Masaru avvicinandosi a
Kotake.
Kotake lo guardò. Non si era neanche accorto della presenza
di Masaru.
-…Credo di sì- si alzò dalla sedia e prese la cartella.
-Ciao- una ragazza entrò nella loro classe.
-Ciao Jessy- salutò Kotake- Cosa ci fai qui?
-Sono venuta ad aiutarti- rispose semplicemente la ragazza.
-Ti ringrazio, ma non ne ho bisogno- rispose lui freddamente.
La ragazza sbuffò e incrociò le braccia.
-Mi dispiace, ma come manager, non posso rischiare che tu
peggiori la tua salute.
-Sono semplicemente caduto…non mi sono rotto niente- rispose
lui scocciato.
-Non bisogna trascurare niente- rispose lei.
Masaru prese la sua cartella e uscì dalla classe. Kotake
uscì subito dietro di lui e Jessy al suo seguito.
Il ragazzo dai capelli verdi camminò per il corridoio e uscì
dall'edificio. Da lontano vide Moyra, Doremì e Akatsuki fermi al cancello.
Erano intenti a parlare con qualcuno.
Normalmente non gli sarebbe interessato e avrebbe tirato
avanti.
Ma quella era un'occasione speciale, se lo sentiva. Rallentò
il passo e vide le due persone con cui parlavano.
Una dei due, era una ragazza, dai capelli marroni lunghi
fino la spalla.
Sorrise, non appena riconobbe in quella ragazza, una vecchia
amica d'infanzia e fece per raggiungere il gruppo, ma si bloccò non appena
riconobbe anche l'altra persona. Era un ragazzo e aveva i capelli corti, di
colore arancione. Era Fujio. Entrambi indossavano la stessa divisa.
La ragazza notò Masaru e abbozzò un sorriso.
Doremì notò il sorriso dell'amica e si girò. Vide Masaru
impalato quasi vicino a loro.
Kotake poco dietro a Masaru, guardò l'espressione del
ragazzo un po' sorpresa e un po' arrabbiata.
Masaru guardò il ragazzo che era accanto alla sua amica
d'infanzia e poi lanciò uno sguardo poco compiaciuto alla ragazza.
Riprese a camminare, ma più velocemente. Passò vicino al
gruppetto e la ragazza fece per salutarlo, ma lui la ignorò. Tirò avanti e
oltrepassò il cancello.
La ragazza chinò la testa triste, senza dire niente.
Calò in silenzio tra i presenti.
Doremì non capì cosa stesse succedendo e guardò Kotake, che
era stato raggiunto da Jessy.
Kotake guardò per un momento Doremì e poi proseguì il suo
cammino, allontanandosi dalla scuola.
-La vuoi finire?- disse spazientita una ragazzina, dai capelli
blu.
-Che cosa?- chiese stupito il ragazzino biondo, che la stava
seguendo.
-Di seguirmi!- disse lei, girandosi verso di lui e appoggiando
le mani ai fianchi.
-Non ti sto seguendo…- disse lui.
-E invece sì!- si voltò e riprese a camminare, accelerando il
passo.
Il ragazzo fece lo stesso, rimanendo sempre dietro di lei.
Aiko diede una sbirciata dietro di lei e ritrovò Leon alle
calcagne.
"Non si arrende!" pensò Aiko, innervosita e
cominciò a correre.
Lo stesso fece Leon.
I due iniziarono un'assurda corsa lungo i corridoi della
scuola.
Una ragazzina uscì dalla classe. Aveva i capelli corti
castani e due occhi verdi. Alzò lo sguardo dai libri che aveva in mano, giusto
in tempo per vedere Aiko arrivare. Alzò la mano per salutarla.
-Aiko, ciao!
Aiko fece un cenno di saluto, ma non si fermò.
-Ciao Maria!- e continuò la sua corsa, sorpassandola. Leon
passò subito dietro di lei.
Maria li guardò, ancora con la mano alzata. Sorrise.
-Sempre in forma, quei due.
Aiko uscì dall'edificio scolastico e raggiunse il giardino
della scuola.
Si appoggiò all'albero e sospirò sollevata.
-Finalmente, me ne sono sbarazzata.
-Di chi?- Leon, sbucò da dietro l'albero.
-Ahhh!- si staccò dall'albero e gli tirò un pugno.
-Ahi! Perché?
-Perché mi hai spaventata!- disse arrabbiata. Ma non rimase a
lungo con l'espressione arrabbiata e pian piano la sua smorfia divenne una
sorriso.
-…sì, grazie- disse Hazuki, bevendo la sua tazza di the.
Hazuki e Doremì si trovavano in un bar all'aperto, mentre
Akatsuki e Fujio si erano allontanati per un po', per permettere alle due
ragazze di parlare.
-Senti Hazuki, ma che è successo fra te e Masaru? Prima ti è
passato vicino, senza salutarti.
-Ecco…forse avrà frainteso…- disse triste.
-Frainteso? Per che cosa? (°o°)
-Ecco…da quando mi sono iscritta ad un'altra scuola…non ho
avuto tempo per chiamarlo. E così, vedendomi con Fujio…di sicuro mi avrà
frainteso.
-Mh…a proposito, cosa ci facevi con Fujio? ('o')
-Si è iscritto alla mia stessa scuola- spiegò- E insieme
abbiamo deciso di venire da te.
Doremì la guardò ancora con sguardo interrogante.
-Piuttosto…come vanno le cose con Kotake? (^-^)
-Come dovrebbero andare? (o_o)
-Non so…continuante a litigare?
-Ah, quello lo facciamo ogni giorno. Anche se…- alzò lo
sguardo- ultimamente sono successe tante cose e…
-E?
-Sì, insomma, sto iniziando a vedere Kotake sotto un'altra
luce…
-Niente, niente…però mi fa piacere sentire queste frasi da te.
Significa che stai crescendo.
-Che intendi dire? (-_-)'
-Lo capirai tu stessa più avanti. Piuttosto, chi era la ragazza
che seguiva Kotake? E' una tua compagna di classe?
-No, è la manager del club di calcio, di cui Kotake fa parte-
spiegò.
-Mh…mi sembra carina…tu che ne pensi?
-Sono d'accordo con te. Perché me lo chiedi?
-Stavo pensando…potrebbero formare una bella coppia, questa ragazza
insieme a Kotake.
-Che cosa?! (Ò_Ó)- si alzò di scatto in piedi, sorprendendo la
clientela del bar- Cioè…(~_~)'- si schiarì la voce e si sedette-…non credo
proprio (U.U)'
-Come mai ti sei scaldata? (O.O)
-Io sono normale (ù_ú) E' una tua impressione. E' solo che
penso che Kotake abbia un altro tipo di gusti in fatto di ragazze (¬.¬)
-Gli piacciono tipi come te? (°-^)
-Sì (U.U)…cioè no! (ò///ó)- scosse la testa- Voglio dire,
Kotake pensa al calcio…non è proprio il tipo ad interessarsi di ragazze.
-Ah, sì? E tu come fai a saperlo? (O.O)
-Sesto senso (U.U)
-Mh, certo (-_-)'
-Allora, come va?- chiese Akatsuki.
-Meglio, grazie- sorrise Hazuki- Possiamo andare.
-Sì, stasera dovremo essere in perfetta forma, per compiere la
nostra missione- disse con energia Doremì.
-Speriamo solo che vada tutto bene- disse Hazuki.
-Ma sì, cosa dovrebbe andare storto? (^o^)- disse sorridente
Doremì.
Niente. Tutto buio. Nessuna porta, nessuna finestra…neanche
tracce di un muro o mobili.
-Ma dove mi trovo?- si alzò in piedi- Ragazze? Dove siete?-
gridò.
Sentì solo l'eco della sua voce.
-Sono sola?
All'improvviso, riuscì a riconoscere un oggetto.
Si avvicinò e tastò l'oggetto davanti a lei.
Sì, si trattava di uno specchio. Riusciva a vedere se stessa
riflessa.
"Cosa ci fa qui, questo specchio?"
Poi la sua immagine scomparve, quasi distorta, per far
comparire al suo posto un altro profilo.
Doremì sbatté più volte le palpebre, dalla incredulità.
L'immagine era di un ragazzo, dai capelli e occhi blu.
-…Kotake?
Il ragazzo di fronte a lei sorrise e appoggiò le sue mani
sullo specchio, posizionandoli alla stessa altezza di quelle di Doremì.
Si guardarono a lungo, poi l'immagine di Kotake scomparve,
così com'era apparsa.
-Kotake!- gridò Doremì.
Appoggiò la testa sullo specchio.
-…che sta succedendo?
All'improvviso, lo specchio scomparve e il buio si dissolse.
Doremì rimase a guardare altre quattro ragazze impalate in
piedi, sparse nella stanza.
-Ragazze! Dov'eravate finite!- disse felice Doremì.
-Non lo so…- disse Hazuki disorientata- Era buio…e ho provato a
chiamarvi, però nessuno rispondeva.
-E poi è comparso uno specchio- disse Momoko, continuando-
All'inizio c'era la mia immagine riflessa…ma poi…
-E' comparsa quella di qualcun altro- disse Onpu- Dopodiché è
scomparso lo specchio e l'oscurità.
-E ci siamo trovate tutte qua- disse infine Aiko- In questa
stanza diroccata.
-Però…come ci siamo finite? Non eravamo state risucchiate dal
buco nero?
-Sì…- disse Hazuki- Forse era un collegamento per entrare qui.
-Qualcuno ci ha voluto trascinare qui…- disse Onpu.
-Per quale motivo?- chiese Momoko- Non sarà una trappola?
-Chiunque sia stato, mi ha fatto perdere la pazienza!- Aiko
prese la sua bacchetta magica e l'agitò, pronunciando la formula magica.
-Aspetta!- la fermò Onpu- Non vorrai farci scoprire?
-Ma…
-Prima cerchiamo di uscire da qui, così capiremo dove ci
troviamo- disse Onpu.
-Mh…la porta è chiusa con un sigillo.
-E adesso come usciamo?- chiese Doremì e si appoggiò al muro-
Ahhh!- gridò.
-Che succede?- chiesero le ragazze, voltandosi.
Doremì si alzò da terra, spolverandosi la gonnella.
-Ahi, credo di essermi appoggiata su un muro mobile.
-Un passaggio segreto!- esclamò Hazuki.
-C'è un corridoio- disse Momoko, sbirciando dietro il muro-
Proviamo ad andare…forse porta verso l'uscita.
-D'accordo…però, prudenza ragazze- disse Onpu- Potrebbero
esserci delle trappole.
Le cinque ragazze avanzarono con cautela.
-Mh…che corridoio spettrale…non ci saranno i fantasmi?- chiese
Momoko.
-Fantasmi?- gli occhiali di Hazuki si appannarono e la voce si
fece tremolante.
-Oh- no!- disse Doremì, raggiungendo l'amica- Non c'è nessun
fantasma, tranquilla- disse sorridendo.
-Sicura?- chiese Hazuki.
-Sì.
-Mh…non ci saranno fantasmi…però i scheletri, sì- disse Aiko.
-Scheletri?!- esclamarono le altre ragazze, sobbalzando
dall'orrore.
Appoggiati alla parete del corridoio, c'erano degli
scheletri, ormai ridotti quasi in cenere.
-Strano…- disse Aiko.
-Cosa?- chiese Doremì, mentre le altre ragazze erano attaccate
dietro di lei dallo spavento.
-Questi scheletri…non sono tutti umani…
-Sentite, che ne dite di fare le vostre supposizioni, una volta
uscite da qua?- disse Onpu.
-Già, questo posto mette i brividi- disse Momoko.
Le cinque ragazze ripresero a percorrere il corridoio, fino
a giungere ad un'altra stanza.
Intorno c'erano scaffali pieni di boccette e altro ancora.
Mentre al centro, su un piccolo altarino, c'era un fiore azzurro, chiuso in una
campana di vetro.
-Che sia quello?- chiese Momoko.
-Sì, secondo la descrizione della regina, si tratta di quel
fiore che cerchiamo- disse Hazuki, aggiustandosi gli occhiali.
-D'accordo, prendiamolo e filiamocela via- disse Aiko.
Doremì si avvicinò e alzò il vetro che proteggeva il fiore.
Irradiava di una misteriosa luce azzurra.
La ragazza la prese tra le mani delicatamente, cercando di
non rovinare l'unica salvezza per il regno delle streghe.
-Ragazze, qui c'è un uscita…- disse Momoko, indicando una
piccola porticina.
-Andiamo presto- disse Aiko, poi si girò a vedere Doremì, che
era rimasta incantata a guardare il fiore- Doremì, che fai lì in piedi!
-Eh? Ah, sì…arrivo!
Uscirono da quella porta e in pochi minuti si trovarono
fuori.
-Adesso non ci resta che cercare i ragazzi e possiamo levar le
tende- disse Momoko.
Doremì sentì un lieve rumore e si girò di scatto.
Nell'oscurità di quella notte e dalle ombre degli alberi, non riuscì a notare
niente.
-Doremì, abbiamo trovato i ragazzi- disse Aiko- Ma…che ti
prende?
-Mh…no, niente d'importante.
Così raggiunse le ragazze, senza accorgersi che qualcuno le
stava osservando in mezzo a quella vegetazione.
Salve, salve! Dunque che dire…ma quanto ci ho impiegato ho
pubblicarlo? Sigh, è per via degli impegni! (-_-)'
Beh, a parte questo, per quanto riguarda i video musicali
dedicati a Ojamajo Doremi, potete vederli nel mio
sito…http://yachan.altervista.org/Berrylove/index.htm
Se non vi apparirà subito, ritentate più volte (non so
perché, ma questo sito ha sempre dei problemi -_-)
Aiko finì di allacciarsi le scarpe e si alzò da terra.
Guardò davanti a sé. Una fila di ragazzi si preparava per il salto del cavallo.
Alcune ragazzine nella fila chiacchieravano od erano impaurite dall'esercizio di ginnastica.
Una ragazzina in mezzo a quelle persone, guardava davanti a sé, mentre stringeva i pugni. Si girò e notò Aiko.
Sorrise e salutò. Aiko rispose al suo saluto. Conosceva da poco quella ragazza, Maria, ma già dal primo giorno le era piaciuta come persona e così avevano stretto subito amicizia. Anche se i loro caratteri così differenti, sembravano non combaciare.
Mentre la salutò, non si accorse però, che anche in quella fila, c'era lui.
Sì, quel ragazzino che da pochi giorni iniziava a perseguitarla dovunque: Leon.
I suoi capelli biondi, una volta lunghi e legati in un codino, adesso erano corti.
Il ragazzo alzò la mano e l'agitò, salutando a voce alta Aiko.
Aiko lo guardò imbarazzata, senza sapere se ignorarlo o farlo tacere tirandogli una scarpa.
-Guarda Aiko, questa volta ti batto!- disse lui tutto convinto.
Aiko appoggiò una mano sulla fronte per disperazione.
Quante di quelle assurde sfide gli aveva lanciato, da quando si erano conosciuti?
Arrivato il suo turno, il ragazzo prese la rincorsa e fece un bel balzo, appoggiando prima le braccia sul cavallo e spingendosi con il corpo in avanti.
Cadde perfettamente in piedi, con le mani alzate, come per pavoneggiarsi.
Le compagne di classe di Aiko, rimasero sbalordite e applaudirono contente.
Leon, oltre ad avere un corpo atletico, aveva dei splendidi occhi azzurri, che facevano impazzire le ragazze.
Non a caso era uno dei FLAT.
Leon si girò verso Aiko e sorrise soddisfatto. A lui non interessava tanto il compiacimento delle ragazze della scuola. Aveva accettato l'incarico di proteggere Aiko, per potersi mettere sempre in competizione con lei.
Era questo ciò che gli dava più soddisfazione.
"Quasi mi dispiace un po' per lui" pensò sarcasticamente "Perderà di nuovo la faccia".
Aiko strinse bene la fascia che aveva sulla fronte e si avvicinò davanti alla postazione per il salto. Ora era il suo turno.
Maria, Leon e tutti i compagni di classe, rimasero a guardare la ragazza che si preparava.
Ormai, era nota a tutti la rivalità tra Leon e Aiko. Però ogni loro scontro, era sempre spettacolare, da rimanerne a bocca aperta. Così non vedevano l'ora che si sfidassero in qualche sport.
Aiko prese una bella rincorsa e con un agile salto, saltò il cavallo ancora più velocemente di Leon.
Tutti applaudirono.
-Hop la!- disse divertita Aiko, mentre vedeva Leon che si disperava.
"Eppure…non capisco perché nell'immagine dello specchio, sia comparso Leon"
"Eppure, non capisco perché nell'immagine dello specchio, sia comparso Kotake" pensò Doremì.
Appoggiò la testa al muro, tenendosi in equilibrio con la sedia.
"Sta succedendo qualcosa di strano…ma cosa?" alzò lo sguardo al soffitto "Nonostante la missione abbia avuto esito positivo…sento che qualcosa sta per accadere"
-Doremì!
-Ahhh!- Doremì sussultò e cadde a terra con la sedia.
-Tutto bene? ('-')
-Moyraaaa! (>o<)*- disse Doremì per terra- Ti sembra questo il modo di chiamarmi? Mi hai fatto prendere di nuovo uno spavento!
-Scusa…eri così soprapensiero…- si guardò in giro- oggi non c'è Akatsuki?
-No.
-Peccato…piuttosto, volevo farti vedere una cosa…- Moyra prese un vecchio libro dal suo zainetto e si chinò per terra.
-Cos'è?- chiese curiosa.
-Un libro che la mia famiglia si tramanda in generazioni e generazioni.
-Oh, e di cosa tratta?
-Guarda tu stessa- le porse il libro.
Doremì spolverò la copertina verde scuro e cercò di leggere le scritte in oro impresse sul libro.
-Ma in che lingua è? (@_@)
-In un antica lingua del nostro paese…la leggenda racconta che tanti anni fa, le streghe convivessero con gli umani. Ma poi a causa dell'egoismo degli esseri umani…le streghe decisero di trasferirsi in un'altra dimensione e chiusero ogni contatto con loro.
-Oh.
"Ricordo che la Regina c'è ne aveva parlato tempo fa. Ma come fa Moyra a saperlo?"
-La mia antenata ha trovato questo libro per puro caso…ma non riuscì mai a comprovare l'esistenza delle streghe. E' morta senza riuscire nel suo intento.
"Se solo sapesse che c'è l' ha davanti a lei…" (-_-)'
-Ogni discendente della mia famiglia ha lottato per continuare le ricerche interrotte…ma senza grandi risultati. Infine arrivo io…
-Tu?
-Sì, la mia famiglia è fissata con queste cose, ma io no. Al contrario, ho sempre pensato che fossero pazzi…per questo mi ero rifiutata di continuare la tradizione di famiglia. Finché…
"N- non avrà mica scoperto che sono una strega?!" (O_O)''
-…non è successo quell'episodio a Kotake.
-Ah, la partita…
-Sì, e così mi sono insospettita e ho sfogliato questo libro. Ero sicura di averlo già visto, ed infatti l' ho trovato.
-Cosa?
-Ma il simbolo! Quello che era stato marchiato per terra!
-Che cosa?!
-Guarda qui…- aprì il libro in una pagina, con una raffigurazione.
Doremì rimase sorpresa. Com'era possibile che Moyra possedesse un libro proveniente dal mondo della magia? E come poteva la sua famiglia essere a conoscenza dell'esistenza delle streghe?
-Si tratta di una formula particolare…basta disegnare questo simbolo per terra e pronunciare delle parole…e il risultato è quello che già conosci.
"Un magia…Aspetta…Akatsuki una volta mi ha parlato di un libro…il libro proibito…com'è possibile che la famiglia di Moyra lo possegga? Non ne esisteva solo uno? E poi non era stato mandato in un posto sperduto?"
-Doremì, mi stai ascoltando?- disse scocciata Moyra.
-Eh, sì, sì…è solo che tutto questo sembra così assurdo…
-E' quello che ho pensato io all'inizio…ma tutto torna.
-Ma tu riesci a leggere quello che c'è scritto?
-Non proprio…finora la mia famiglia è riuscita a tradurre solo poche frasi.
-Un attimo…- guardò meglio il libro- ma questo libro è stato diviso in due.
-Sì, la mia antenata l' ha trovato così.
"E così, forse l'autore della magia, possiede la seconda metà"
-La cosa più strana è che da un bel po' di giorni, trovo il libro in un posto differente da dove l'avevo messo la notte precedentemente.
-Vedo che finalmente hai trovato il posto che ti si addice- disse una voce femminile- Il luogo che fa per te è il pavimento.
Doremì alzò lo sguardo.
-Tamaki!
-Del resto che ci posso fare, se hai un livello così inferiore al mio?- disse pavoneggiandosi e spostandosi i capelli.
-Mhhh…- Doremì si alzò da terra e alzò la sedia- Su questo ho i miei dubbi.
-Piuttosto, che stavate confabulando voi due, prima? E quel libro ammuffito?
-Non è ammuffito!- disse Moyra, mettendosi davanti a Tamaki.
-Ah, no? Ma non vedi che è pure diviso a metà? Sembrava quasi che stavate compiendo una stregoneria.
Doremì cominciò a sudare freddo.
-Eh…ma che dici Tamaki?- ridacchiò- Non sei per niente spiritosa.
-Per tua norma- disse Moyra a Tamaki- Questo libro ha un elevato valore!
-Ah, sì?
-Sì, perché è un libro con formule…mhhhh!- Doremì le tappò subito la bocca.
-Come?
-Eh, eh, eh...voleva dire formule di matematica…(^-^)''
-Capisco…in effetti ne avete proprio bisogno- disse con un sorrisino malizioso e si allontanò ridendo.
-Perché l' hai fatto? (è_é)- disse Moyra a Doremì.
-Senti, Tamaki è per eccellenza la miglior pettegola…questa storia è già abbastanza complicata, anche senza il suo aiuto.
-Mh…peccato che io non sia una strega, altrimenti le avrei già lanciato un sortilegio.
-Credimi, non servirebbe a niente (-_-)'
-Eh? (°.°) Piuttosto, non sai se Kotake ha nemici?
-Nemici…no, non che io sappia…
-E' possibile che quella persona ci ritenti di nuovo…chissà forse è stata proprio una strega che si è trasferita in questo mondo e frequenta questa scuola!
-Non esagerare (^_^)'
-Non esagero! (è_é) Questa storia mi sta appassionando! Sono sempre più decisa a scovare questa strega e di rivelarlo al mondo intero! Così la mia antenata potrà dormire in pace! Sì, farò così! A noi due, strega!
-Regina…mi ha fatto chiamare?- chiese Akatsuki, inchinandosi.
-Sì…
-Qual'è il motivo?
-Sta succedendo qualcosa di grave…
-Ovvero?
-La nube nera era solo l'inizio…presto riceveremo altri attacchi e non solo noi…
-Intende dire…
-Sì, la terra. Ho percepito nella zona di Misora, la presenza di qualcuno…Anche tu te ne sarai accorto, no?
-Sì e ho l'impressione che vogliano qualcosa…
-Non tarderanno ad attaccare. Il loro obbiettivo…
-…sono le cinque apprendiste?
-Sì. Dalle informazione che hai raccolto, il loro potere è molto forte…ed utilizzano una magia sconosciuta…- stette in silenzio- quindi il libro è stato sicuramente ritrovato.
-Che ha intenzione di fare?
-Fermarli…prima che sia troppo tardi. Convocherò un assemblea…poi vedremo come agiremo.
Doremì si sedette sulla sedia e incrociò le braccia.
-Questa scrittura è ancora più antica di quanto credessi…(v_v)- disse Majorika, appoggiando il libro sul tavolino.
-Quindi non lo sai leggere (-_-)'
-No, però nel regno magico ci sarà senz'altro qualcuno che potrà farlo.
-Per fortuna che Moyra mi ha imprestato il libro, così potremmo scoprire qualcosa d'interessante.
-Piuttosto, stavo pensando a quello che vi è successo nell'altra dimensione.
-Mh?
-Se i nostri nemici posseggono l'altra metà del libro, avranno acquisito molto potere. E mi sembra strano, che non si siano accorti della vostra presenza. In fondo, voi avete avuto a che fare con la magia da pochi anni…il loro livello è nettamente più alto del vostro. E allora, perché non vi hanno fermato?
Seguì un attimo di riflessione.
-Majorika…
-Sì?
-Stavo pensando…hai idea di chi viva nell'altra dimensione e il perché faccia tutto questo?
-…E' ancora troppo presto perché tu lo sappia…
-Majorika, io devo sapere! Voglio sapere perché ha tentato di far del male a me e alle mie amiche…e anche a Kotake.
Majorika si alzò dalla sedia a dondolo e si avvicinò allo specchio.
-Ti ho già detto che è troppo presto…
-Presto per che cosa?- scattò in piedi- Cos'è che non devo sapere?
-Non insistere…il mondo della magia custodisce molti segreti…e molti di quelli…sono dolorosi.
-Uffi, non ne posso più di questi misteri!- sbuffò infastidita e si diresse verso la porta- A domani, Majorika- uscì dalla negozio Maho e salì su per gli scalini.
Majorika sentì i passi di Doremì allontanarsi sempre più.
Rimase ferma davanti allo specchio e fissò la sua immagine.
-Oltre i confini, oltre la magia, alberga un nuovo mondo…quella è la dimensione dimenticata…quella è la parte più oscura dei nostri cuori.
-O-uffi, perché devono essere così misteriosi con me?- disse Doremì, mentre camminava in un viale verso casa- L'altra dimensione…la nube nera…il libro proibito…ahhh, non ci capisco niente!- si mise le mani tra i capelli.
-A volte un problema ci sembra irrisolvibile, perché lo vediamo dal lato sbagliato.
Doremì si voltò e si trovo davanti una signora.
"La veggente! Che ci fa qui? Non mi sono neanche accorta della sua presenza"
-Che intende dire?
-La soluzione a volte ci è a portata di mano…solo che non c'è ne accorgiamo. Apri le porte del tuo cuore.
"Ma che sta dicendo? (ò_ô)"
-Senta…l'altra volta mi ha detto che dovevo stare in allerta e che delle ombre oscure tramano alle mie spalle…che significa?
-Verrai di nuovo messa alla prova per la battaglia finale…- disse mantenendo il suo sguardo impassibile.
-Eh?
-E questa volta saranno a rischio più persone. Il tuo stesso potere, causerà la sconfitta.
"Ci capisco sempre di meno. Perché non può parlare con più semplicità? (-_-)"
-E quando verrò messa alla prova?
-Domani…- iniziò a camminare e oltrepassò Doremì- E niente sarà più come prima.
-Ehi, aspetti! Io…- si voltò, ma non trovò nessuno.
Eh, eh, eh (^_^)' Sì, lo so, sono una che non mantiene i
propri propositi. Infatti mi ero ripromessa di pubblicare un capitolo a
settimana e invece…beh, lo vedete voi il risultato (u_u)'
In ogni caso, dopo aver passato intere giornate, o quasi, al
mio sito, mi sono decisa a riprendere le fiction (quanto mi mancavano! ç_ç)
In ogni caso, spero che vi sia piaciuto questo capitolo,
perché manca molto alla fine…ammesso che l'ispirazione non mi abbandoni.
Ringrazio tutti che continuano a commentare la fiction!
Grazie!
Ah, per chi lo volesse sapere, all'inizio di questo
capitolo, c'è un brano…ebbene, questa è una canzone è il secondo ending di Shaman King. Naturalmente finora
non c'è una traduzione in italiano, ma ho cercato di tradurre il brano che a
sua volta è stato tradotto in spagnolo. Spero che la traduzione sia corretta
(^.^)
-Mh, niente commenti per favore (-_-)'- disse Doremì
dirigendosi verso il retro della scuola, insieme a Moyra.
-Neanche che stai benissimo? (°-°)
-Mi sento solo un pagliaccio (>_<)- si guardò di nuovo.
Il vestito bianco che le aveva fatto indossare la madre le arrivava alle
ginocchia e sulle spalle ricadevano i lunghi capelli rosa- Del resto si tratta
solo di una gita…perché mi devo conciare così?
-La maggior parte di noi, indossa un completo elegante o una gonna-
disse Moyra- Ma visto che tu ti sei abituata a indossare solo i pantaloncini, è
chiaro che ti senti a disagio.
-Uhhh, non vedo l'ora di tornarmene a casa (>_<)''
-Di già? Non siamo neanche a metà giornata. Oh, ecco Marina.
Ciao!- salutò da lontano.
Marina era davanti al pulmino, insieme ad altre compagne di
classe. Si girò verso le due ragazze e le andò incontro.
-Ciao Moyra, ciao Doremì!- sorrise- Mi sorprende di vedere
Doremì con i capelli sciolti. Stai bene così.
-Sarà, ma io preferisco i miei soliti codini- disse Doremì e
salì sul pulmino.
La maggior parte della classe si era già sistemata
all'interno del pulmino.
Doremì attraversò il corridoio, mentre con lo sguardo
cercava dei posti liberi. I compagni la guardavano sorpresi e nessuno fiatava.
"Mh…come mi sento a disagio con lo sguardo degli altri
su di me"
In fondo al pulman si era seduto Kotake, con Kimura ed altri
ragazzi.
Kotake notò l'arrivo di Doremì e la riconobbe subito.
Smise di parlare con Kimura e si mise a guardare la ragazza.
Rimase sbalordito, non tanto per la sorpresa…quanto per la
coincidenza.
"E' come nel mio sogno" pensò Kotake preoccupato.
Doremì notò lo sguardo di Kotake ed evitò di guardarlo in
faccia.
"E' già abbastanza imbarazzante, senza che lui continui
a fissarmi" (-///-)
-Doremi-chan!- salutò Akatsuki.
-Ciao Akatsuki!
-Wow, sei uno splendore! (^-^)
-Eh, eh. Grazie (^////^)
Una volta che arrivarono tutti i ragazzi, il pulmino iniziò
ad avviarsi.
-Che ne dite di una partita a Poker?- chiese Moyra ai compagni.
Tutti la guardarono stupiti (O_O)
-Sai giocare a Poker?- chiese Marina.
-Sì, è il mio gioco preferito, soprattutto se si scommettono
soldi (^-^)
-Moyra, non cambierai mai (-_-)'- disse Doremì.
-Ma scusa, il Poker è l'anima degli intraprendenti (è_é)
-Sbaglio, o ho sentito la parola "Poker"?- chiese
l'insegnate con aria poco rassicurabile, mentre si avvicinava al gruppetto.
"Ahi, ahi, qui si mette male"- pensarono i
ragazzi.
"Se la prof. si arrabbia…"- pensò Marina.
"Qui ci becchiamo una clamorosa punizione"- pensò
Kotake.
"Spero solo che Moyra, non dica niente di
compromettente"- pensò Doremì.
-Sì, prof!- disse Moyra sorridendo- Vuole unirsi a noi?
-?!! (O_O)'''- tutti i compagni rimasero a guardare Moyra.
-E me lo chiedi?- rispose l'insegnante guardandola- Certo che
sì (^-^)
-?? (O_O)'''- i ragazzi rimasero a guardare, mentre l'insegnate
si sedeva con loro.
-Beh, che fate?- chiese Moyra, guardando tutti- Volete
partecipare sì o no?
-Ma non è illegale? (-_-)'- disse Marina.
-Figurati!- disse Moyra.
-Cos'è il Poker? ('o')- chiese Akatsuki curioso.
-E' un modo divertente per passare il tempo (^-^)- disse Moyra.
"Già, come no" (-_-)'- pensò Doremì- "per lei
lo è di sicuro"
Alla fine, tra alcune incertezze, i ragazzi iniziarono a
giocare e a divertirsi, mentre il pulman continuava il suo tragitto.
"Non ci posso credere" (-_-)' pensò Doremì
"Anche Tamaki si è unita al loro gruppo…per non parlare del povero
Akatsuki, che Moyra ha trascinato nel gioco"
Doremì si sistemò bene nella sua sedia, lontana dai fanatici
del Poker e guardò dal finestrino.
Nonostante tutti si stessero divertendo, lei non riusciva a
distrarsi. Aveva troppi pensieri per la testa.
-Doremì…?
Doremì si girò e vide in piedi Kotake che la guardava
preoccupato.
-Kotake…come mai non sei con i fanatici del poker?
-Eh- sorrise- Diciamo che non sono in vena di giocare. E penso
che lo stesso valga per te.
Doremì gli sorrise.
-In effetti, hai ragione.
-…ehm, mi posso sedere qui con te? I miei amici sono stati
trascinati dalla furia di Moyra (-_-)'
-Certo (^-^)
Seguì il silenzio, Doremì continuò a guardare fuori dal
finestrino, senza badare al panorama.
Kotake nel frattempo guardava ogni tanto la ragazza e poi
davanti a sé.
-…eh…Doremì?
-Sì?- si girò verso di lui.
-Stai bene vestita così…sei molto più carina.
-Eh? (O_O)'- Doremì rimase sorpresa delle parole di Kotake.
"Kotake mi ha appena detto che sono carina?"
-Ehh- disse imbarazzato- volevo dire, che almeno non sembri il
solito maschiaccio.
"Non so se dovrei prenderlo come un complimento o
un'offesa" (-_-)' "Va beh, per questa volta, gliela faccio passare liscia"
-Grazie- sorrise.
All'improvviso il pulman fece una manovra brusca e
scaraventò i passeggeri da una parte all'altra.
Il conducente girò velocemente il volante, facendo ruotare
il pulman, ma almeno evitò che il mezzo finisse fuori strada, in un burrone.
-Ra- ragazzi…tutto bene?- chiese l'insegnante, cercando di
alzarsi.
-S- sì…stiamo bene- disse Kimura (@_@)'- Solo qualche
ammaccatura.
-Uffi, ma che è successo?- chiese Moyra- Proprio adesso che
stavo vincendo io (ç_ç).
-Moyra, non mi sembra il momento (-_-)'- disse Marina.
Doremì aprì gli occhi e si trovò sopra Kotake, abbracciato a
lui.
I due si guardarono imbarazzati.
-Ehh…io…non è come pensi (@////@)'- disse Doremì, rossa come un
pomodoro.
-…stai bene? (°////°)
-S- sì…(°////°)
Calò di nuovo il silenzio tra i due. Finché un rumore di una
patatina sgranocchiata, li riportò alla realtà.
Doremì e Kotake si voltarono e videro tutta la classe che li
stava osservando, compresa Moyra che stava pregustando la scena con un
pacchetto di patatine.
-C- che ci fate qui? (O///O)- dissero agitati Kotake e Doremì,
mettendosi seduti.
-Oh, non preoccupatevi di noi, continuante pure (^-^)- disse
Moyra, continuando a mangiare la sua patatina.
-(-////-)' Piuttosto, che è successo?- chiese Doremì.
-E' quello che sta chiedendo la prof. all'autista- disse
Marina.
Tutti quanti uscirono dal pulman e constatarono cosa era
successo.
-Non so come sia potuto succedere- disse l'autista confuso
all'insegnante- Prima di venire, ho fatto personalmente revisionare i freni…
Akatsuki si guardava intorno, serio. Doremì si avvicinò a
lui.
-Akatsuki?
-C'era qualcuno…- disse, continuando a guardare intorno.
-Chi? Non mi dirai che sono stati…
-Sì, quelli dell'altra dimensione.
-Che cosa?!- esclamò.
I compagni si girarono verso Doremi, guardandola stupiti.
-Eh, eh, eh- rise nervosamente- niente, niente- poi si girò e
tornò seria- E' impossibile che si tratti di loro! Non era già conclusa la
storia?
-No, era solo l'inizio.
-Ma perché…?
Akatsuki non rispose, ma la fissò preoccupato.
-…cerca solo di non allontanarti da me e non ti succederà
niente.
"Okey, okey, non è affare mio…e allora perché la sto
seguendo?"- si chiese Kotake, seguendo il sentiero che aveva imboccato
Doremì "In fondo è solo una amica…perché mi dovrei preoccupare così tanto
per lei?"
Continuò a camminare, cercando di non farsi vedere da
Doremì.
"Sì, ma…dove si è nascosta? Non la trovo più…sembra si
sia volatilizzata"
All'improvviso una luce accecante arrivò da dietro un luogo
nascosto.
"Ma cosa…?"
-Ehi, il freno ha ripreso a funzionare!
Sentì gridare da un suo compagno.
"Come? Com'è possibile che l'autista abbia fatto così
in fretta?" poi si ricordò di Doremì e si guardò in giro "Accidenti,
se non torna subito, la prof. si arrabbierà con lei"
-Kotake, che ci fai qui? (°o°)- chiese sorpresa Doremì.
-Ma da dove sei spuntata (O_O)'!- disse agitato Kotake.
-Io? Piuttosto tu, mi stavi seguendo, per caso? (¬_¬)- chiese
dubbiosa.
-Chi, io? Figuriamoci! (ù///ú) E poi per che cosa? Anche
vestita così, sei sempre la solita imbranata.
-Kotake, sei non vuoi fare una brutta fine, ti consiglio di
muoverti (-_-)*
-Imbranata, imbranata!- le fece le smorfie.
-Okey (u_u)…Kotake, sei morto! (ÒoÓ)*
Kotake avvertendo il pericolo iniziò a correre, mentre
Doremì lo rincorreva infuriata.
"Cos'era quella luce…? Centrerà qualcosa con
Doremì?" pensò Kotake, mentre correva verso il pulman.
-Ti sfido Aiko!- Leon gli puntò il dito- Una gara di nuoto!
-Piantala Leon! (ù_ú)- disse scocciata Aiko, senza girarsi-
Siamo in gita…non rovinare tutto con le tue sfide idiote.
-Ma…- disse deluso Leon, poi si parò davanti alla ragazza- Se
non accetti, vorrà dire che sai di perdere!
-Che?! (ò_ó)* - disse arrabbiata, poi si calmò- Unf, lo so, è
una tattica per convincermi…ma non ci riuscirai! (U_U)- lo scansò e si avvicinò
a Maria- Che ne dici di una nuotata? (^-^)
-Eh?- disse sorpresa- Io…- abbassò lo sguardo-…non posso (ó_ò).
-Perché?- chiese Aiko sorpresa.
-Beh…- abbassò la voce- non so nuotare.
-Che?! (O_O)'- esclamò sorpreso Leon, che aveva origliato- Non
sai nuotare, alla tua età?!
Maria indietreggiò triste.
-Leon!- lo rimproverò- Non c'è niente di strano a non saper
nuotare!
-Ma…chiunque sa nuotare!
Aiko notò che Maria se ne stava in silenzio con lo sguardo
fisso per terra.
-Leon, ancora una parola e giuro che non ti rivolgerò più la
parola! (>_<)*
-Eh?! (O_O) D'accordo… (=_=)' - acconsentì.
-Senti Maria- disse Aiko- non devi essere triste…
-La fai facile…tu non hai questo tipo di problema…tu riesci in
qualsiasi sport…
Aiko sorrise e si sedette per terra.
-Sai…anch'io non sapevo nuotare…
-Davvero?
-Sì…era il mio punto debole, non riuscivo neppure a
galleggiare.
-E come hai fatto?
-Semplice, Doremì e tutte le mie amiche mi hanno aiutata a superare
questo ostacolo. E alla fine ci sono riuscita- la guardò- Se ci credi, puoi
farcela anche tu, Maria.
-Mh- disse convinta.
-Bene, e adesso che ne dici se ti aiuto io a nuotare?
-Eh? Davvero lo faresti?
-Perché no?- sorrise.
-Wow, allora sì! (^-^)
-Che fai tu, Leon?
-Mh…(U_U) visto che non ho altro da fare…vi aiuto anch'io.
-Guarda Doremì!- disse Moyra, indicando il paesaggio fuori dal
finestrino.
-Eh…lo vedrei volentieri…se non mi stessi schiacciando!
(>_O)'
-Ops, scusa! (^-^)'- levò la mano dalla testa di Doremì, che
l'aveva utilizzata come appoggio- Guarda il mare!
-Sembra che sia la prima volta che vedi il mare (-_-)
-In effetti…il mare è sempre stata la mia passione!
-Ti ricordo che non siamo qui solo per nuotare, ma anche per
fare un giro turistico della zona.
-Uhh, Doremì, come mai oggi sei così seria? (>.<)
-Io? No, ti sbagli (°.°)
-Invece sì…sei strana…(=_=) Ah, ho capito! (°o°) Ma non
preoccuparti per lui (^-^).
-Chi, scusa? (ò_-)
-Ma di Kotake, no? Sei preoccupato per lui, vero?
-Che cosa?! (>o<)' Ti sbagli! Non c'entra niente questa
volta!
-Questa volta? (-_-)'
Il pulman si fermò in quel momento e l'autista aprì le
porte.
-Forza, si scende- disse l'insegnante, facendo scorrere i
ragazzi.
Doremì prese il suo bagaglio e uscì dal pulman, dopo Moyra e
Marina.
Si fermò a guardare l'orizzonte del pomeriggio.
"In fondo…ha ragione Moyra…c'è qualcosa che mi
tormenta…ma non posso dirglielo"
Doremì rimase incantata, senza accorgersi degli sguardi di
Akatsuki e Kotake.
"Eppure…anche se stessi a spiegarlo…non servirebbe
niente" si spostò una ciocca dei capelli "La veggente…perché quelle
parole? Sembra che in realtà sappia molte più cose…ma allora, chi è in realtà?
Vorrei…vorrei capirci qualcosa…"
-Doremì…- la voce di Marina la riportò alla realtà- Andiamo,
altrimenti ci lasceranno indietro i nostri compagni.
-Ah, sì, vengo.
Akatsuki camminava poco distante da Doremì e le sue amiche.
Fissava la ragazza dai capelli rosso Magenta e di tanto in tanto guardava la
strada.
Sapeva cosa tormentava Doremì, ma non era ancora in grado di
fare niente. Non poteva, non ancora. Neanche raccontargli dell'altra dimensione
o delle decisioni del Concilio delle Streghe.
Ciao a tutti, da quanto tempo, vero? Come al solito sono
sempre in ritardo nel fare gli aggiornamenti delle mie fiction (-_-)'
Va beh, il testo della canzone all'inizio è il primo ending
di Shaman King, tradotto da me (^-^). Naturalmente non vi assicuro che la
traduzione sia perfetta, ma credo che si avvicini un po'.
E poi questa canzone è quella che mi ha ispirato per il
titolo della fiction, Trust You.
Ah, volevo solo ringraziare chi segue ancora questa fiction
(nonostante i ritardi) e che non posso ringraziare di persona.
Arigatou!
Bye!
Ps: La parola One-chan sta per sorella, ma forse mi sbaglio (-_-)'
Tu
vedrai com'è bello sognare senza pensare…perchè ci sono sempre di più persone
che sognano un altro mondo ridendo allo stesso modo
Con dolcezza
Al camminare
Il vento accarezza i
miei capelli
non
c'è nessun posto come il tuo per me
E tutto è
Uguale a ieri
Il pomeriggio passa
lento
E quasi è notte qui
Non c'è nessuna
novità
I miei occhi senza
volere
Rimangono nei tuoi
E vogliono vedere
quel che porterà
il futuro
la giustizia si
estende davanti
nella tua vita ci
sarà qualcosa
d'interessante
arriva senza timore
riempie il meglio
ogni istante
non temere mai il tuo
destino
il tuo potere divino
sempre ti aiuterà
Devi averne fiducia
E mai dubitare
Tu potrai trionfare
Aprì
gli occhi...dove si trovava?
Si guardò intorno...niente, nessun'anima viva.
Chinò la testa triste, ma poi avvertì la presenza di qualcuno.
"Chi sei?"
Si girò di scatto e si trovò davanti a sé un ragazzo.
"Kotake"
Lo guardò stupito. Poi gli sorrise e allungò la mano verso di lui.
"Ti stavo aspettando..." disse dolcemente.
Il ragazzo fece per raggiungerla, ma un forte vento s'intromise tra di loro.
Il vento mosse i suoi capelli lunghi e la gonna del vestito bianco.
Poi uno sparo.
Una fitta e poi la perdita dei sensi.
Si lasciò cadere a terra, mentre sentiva la sua fine vicina.
Si accasciò sul suolo.
E poi di nuovo buio.
Doremì
aprì gli occhi di scatto, spaventata.
Era buio
e non vedeva molto…però i suoi occhi si stavano abituando.
Era in
una camera, una stanza da letto e non era sola…sì, nella stessa stanza c'erano
altre tre ragazze.
Adesso
ricordava…era in gita con la sua classe ed erano arrivate all'hotel di tardo
pomeriggio.
Avevano
cenato e poi si erano sistemate in camera, dove avevano chiacchierato fino a
tardi.
Quell'incubo
l'aveva stordita. Si mise seduta sul letto a castello.
Era buio,
ma la lieve luce della luna illuminava sufficientemente la stanza.
"Che
ore saranno? Forse è quasi mattina…"
Moyra che
dormiva nel letto sopra di lei, non si era accorta che Doremì si era svegliata.
"Meglio
così"- pensò Doremì- "Mi ci vuole una boccata d'aria fresca, per
riprendermi dallo spavento"
Si alzò
dal letto e con molta cautela uscì dalla stanza, cercando di non fare rumore e
svegliare le altre ragazze.
"Ahh,
che incubo…"- pensò Doremì mentre camminava nel corridoio semi illuminato
"Sembra che questi sogni si succedano uno dopo l'altro"
Si avviò
verso l'atrio al pian terreno, dove c'era una saletta che si apriva verso un
grazioso giardinetto.
-Oh…-
disse sorpresa, una volta entrata lì- Kotake!
Il
ragazzo si girò di scatto e guardò la ragazza, facendogli gesto di abbassare la
voce.
-Shhh, vuoi svegliare tutti?
-Ops, scusa…in effetti è tardi…che ora è?
-Sono le 2.00…
-Oh.
Doremì si avvicinò a Kotake, che stava seduto sul divano,
guardando il giardino di fuori.
-Che succede, non riesci a dormire?- chiese il ragazzo.
-Mh…no…neanche tu?
-Sì…
-Hai fatto degli incubi?
-…- Kotake rimase zitto e fece cenno di sì.
-Anche io…- si sedette vicino a lui- E non so perché…ma credo
che i nostri sogni siano collegati.
-Eh?! Hai fatto lo stesso sogno?
-Hai sognato che qualcuno mi sparava, no?
-S- si…
-Avresti potuto dirmelo anche prima, invece di tenertelo per
te.
-Ecco io…non n'ero sicuro e poi…- disse insicuro e preoccupato-
Ma se hai fatto lo stesso sogno…vuol dire che…
-Sta tranquillo- sorrise dolcemente- Il fatto che abbiamo fatto
lo stesso sogno, non significa niente…è solo una coincidenza. Non mi succederà
niente.
-Ma allora come ti spieghi l'incidente con la macchina?
-Ehhh (°_°)' Dunque…quella…
"In realtà, è stata provocata dall'altra dimensione…Ma
come faccio a spiegarglielo?"
-Semplice sbadataggine- Doremì rise nervosamente.
-Mh…(¬_¬) sarà, ma non mi convinci…non è che mi nascondi
qualcosa?
-Chi, io? Nooo, figurati! (^_^)''
-Uhm…forse hai ragione tu…credo di aver esagerando…
-Credi?- Doremì lo guardò sorridendo.
-Ok, ok…ho esagerato…soddisfatta?
-Eh, eh- rise- Comunque…grazie per esserti preoccupato per me.
I due si sorrisero.
-Mh…- Doremì rimase a pensare- e se l'incidente con la macchina
non fosse che una conseguenza della caduta alla gita di sesta elementare?
-Che?
-Sì, quando mi hai fatto cadere su una buccia di banana nella
scalinata, ricordi?
-Che stai dicendo…è solo una credenza…e poi non sono ancora
passati tre anni dall'accaduto.
-Beh, quasi…però, chissà…
-E poi…- Kotake si alzò in piedi- in quel caso, ci sarò io con
te…
Doremì rimase a guardare Kotake sorpresa. In effetti, quando
Doremì era caduta a causa della buccia di banana di Kotake, lui per farsi
perdonare aveva preso la buccia e si era fatto cadere apposta. E per consolarla
le aveva assicurato che se qualcosa le sarebbe accaduto, lui sarebbe stato con
lei. Ma in quell'occasione, Doremì non aveva ben interpretato le sue parole.
-Eh, sei davvero strano, Kotake…- sorrise al ricordo di quella
gita.
-Perché?
-Un momento mi prendi in giro e in un altro cerchi di aiutarmi…A
volte non riesco proprio a capirti.
-Credimi, non sei la sola…- rise- Beh, adesso che è tutto
sistemato, posso tornare in stanza a dormire.
-Già, anch'io…mi sta tornando il sonno.
-E dire che per un momento ho creduto alle parole di quella
veggente- rise imbarazzato, mentre si avviavano.
-Di quale veggente stai parlando?
-Oh…è una signora che leggeva il futuro…così diceva il
volantino…
-Che?! (OoO)
-Zitta!- le tappò subito la bocca e le parlò a bassa voce- Sei
matta?! Vuoi che tutti ci sentano?
-N- no…scusa, mi è scappato…
-Beh, allora io vado. Buona notte- e si diresse in camera sua.
"Questo è un guaio"- pensò Doremì, rimanendo lì
ferma "Allora, vuol dire che non si tratta di una coincidenza…"
Nel frattempo a poca distanza da lei, c'era una persona
nascosta dall'oscurità che la osservava.
Doremì rimase per qualche minuto impalata e poi se ne tornò
in stanza.
La persona uscì dall'oscurità, dove solo i raggi della luna,
potevano illuminarlo, nonostante quei ciuffi rossi che gli ricadevano sul viso.
-Manca poco…- disse bisbigliando e si voltò in un'altra
direzione.
-Sveglia dormigliona!- Moyra saltò sopra il letto di Doremì,
facendola sobbalzare dallo spavento.
-Moyra! (O_O)
-Eh, eh…come va? (^-^)
-Uhhh…proprio adesso che stavo per addormentarmi…(=_=)'
-Non hai dormito? Hai mangiato troppo ieri sera? (°.°)
-No, no…- si alzò dal letto con fatica-…è solo un brutto sogno…
-Oh…beh, giù in mensa è già pronta la colazione. Marina e
Tamaki sono già scese…Te la senti?
-Sì…adesso mi vesto e scendo anche io…
-Ok, allora io ti precedo- Moyra uscì dalla stanza, chiudendo
la porta.
"Ahhh, a causa di quel sogno, non sono riuscita a
chiudere occhio…"- Doremì si tolse il pigiama e indossò il suo vestito
"Però, è meglio non parlarne con Kotake…non voglio che si preoccupi per
me…"
Dopo essersi preparata, uscì dalla stanza e chiuse la porta.
All'improvviso comparve davanti ai suoi occhi Akatsuki.
-Ciao Doremi-chan (^-^)
-Ahhh! (O_O)
-Eh? (°_°)'
-Eh, eh...scusa, è che mi sei apparso dal nulla e…(U_U)'
-Sembri stanca…non hai dormito?
-Eh, eh…si nota? In effetti non ho dormito per niente (-_-)'
-Mh…
-Senti, Akatsuki…io stavo pensando a quest'ultimi
avvenimenti…mi sapresti dire cosa sta succedendo? Insomma, non capisco perché
quelli dell'altra dimensione c'è l'abbiano con noi e poi…chi sono loro?
Akatsuki la guardò serio.
-E' meglio per te non sapere niente per il momento.
-Cosa?!- esclamò Doremì- Akatsuki, io sono confusa! Un incubo
mi tormenta da giorni e non solo me, poi gli incidenti e…
-…
-Tu sai qualcosa, vero?- disse Doremì afferrandolo per le
braccia- Per favore, dimmelo Akatsuki!
-Ehi, che sta succedendo? ('o')- chiese Moyra sorpresa.
-Moyra…hai una tempestività incredibile nei momenti meno
opportuni… (-_-)'
-Mh? (°_°) Sono venuta a chiamarti, visto che non arrivavi
ancora…ma se volete, vi lascio subito soli…anche se non nascondo che mi
piacerebbe assistere (^-^).
-Moyra (=_=)''
-No, non importa- disse Akatsuki sorridendo e sciogliendosi
dalla presa di Doremì- Tanto stavo per andarmene. Ci vediamo dopo, Doremì.
Ciao!
-Eh? Ah, aspetta un attimo, Akatsuki…Accidenti, mi è sfuggito
(T_T).
-(°_°)
-Che hai da fissarmi, Moyra? (¬_¬)
-E' successo qualcosa tra voi due? Quando sono arrivata eravate
così vicini (^-^)
-Non fraintendere, Moyra! (ò_ó)
-Beh, a quanto pare non sono l'unica di quel parere…anche
Kotake che era con me, avrà pensato la stessa cosa.
-Kotake era con te? (O_O)'
-Sì ('_'), se n'è andato via subito…e non sembrava per niente
contento.
-Accidenti, questa non ci voleva- disse agitata.
-Ih, ih (^-^)…sei contesa da due ragazzi, non è romantico?
-Moyra, non c'è niente da scherzare! (>_<)*- disse
arrabbiata.
-Uyy, Doremì, ma che hai? Non ti avevo vista così.
-E' che io…!- si bloccò e sospirò- Lascia perdere…sto
delirando.
-Deve essere davvero la prima volta che hai due contendenti,
per ridurti così (U_U).
-Oh, Kotake-
Doremì si trovò Kotake dall'altra parte del corridoio.
Il ragazzo la guardò
e poi tornò indietro.
-Eh? Aspetta
Kotake!- lo inseguì- Kotake, che ti prende!
Kotake continuava a
camminare velocemente ignorandola. Doremì si stancò e si mise davanti al
ragazzo, fermando la sua camminata.
-Mi stai a
sentire? Si può sapere cosa ti ho fatto perché tu mi eviti!
-N- non ti sto
evitando- disse insicuro, evitando di guardarla in faccia.
-C'è l' hai con
me per qualcosa?
-…
-Kotake, parla!-
disse Doremì arrabbiata.
-Ti piace, vero?
(¬_¬)
-Eh? Di chi stai
parlando? (ò_ô)
-Di Akatsuki! (ù_ú)
-Come?- Doremì
arrossì di colpo- Non capisco perché me lo domandi…(u///u)
-Vi ho visto
stamattina…
-Ah, capisco…ma
vedi, prima che tu equivochi, non è successo niente, te lo posso garantire. E
poi…non capisco perché devo darti qualche spiegazione al riguardo. Sono affari
miei, non credi?
-Infatti non ho
nessuna intenzione di intromettermi! (ò_ó)- disse Kotake.
-E allora perchè
ti stavi comportando così…se non fosse assurdo, mi era sembrato che tu fossi
geloso…(¬_¬)
-Che?! (ò///ó)- esclamò Kotake tutto rosso- P- perché
dovrei essere geloso di te?!
-Calmati, stavo
scherzando…non è il caso di agitarsi così (°_°)'. Beh, se è tutto chiarito, me
ne posso andare.
-Ehm, Doremì…
-Sì?
-Ecco…mi chiedevo
se più tardi…te la sentissi di fare un giro, con me…
-Eh?
-Adesso non
fraintendere anche tu- disse Kotake arrossendo- E' solo che mi sembra che tu
abbia bisogno di rilassarti…
-Io? O Tu?
(¬_¬)' Comunque, a me va bene.
-Davvero? Allora a dopo.
-Ok, ciao- lo salutò.
"E poi dice che sono io la strana…"
All'improvviso si sentì raggelare. Si voltò di scatto e vide
un ombra dietro l'angolo.
-Chi è?- chiese spaventata.
Ma nessuno rispose e l'ombra scomparve in un attimo.
Doremì rimase a fissare là dove prima qualcuno la stava
osservando…ma chi?
-Aiko! Aiko!-
disse Leon scotendola, per rianimarla.
Le gocce di acqua
passavano dai capelli di Leon al viso di Aiko.
-Mh…?- si
svegliò.
-Aiko, stai
bene?- chiese Maria, china vicino a lei.
-C- cos'è
successo?
-Sei sprofondata
nell'acqua…e Leon è venuto a salvarti- disse Maria, con le lacrime agli occhi-
Mi dispiace, non dovevo chiamarti…è colpa mia se hai rischiato di annegare.
-Sta tranquilla-
disse debolmente Aiko- Non è niente…e non è colpa tua- si girò verso Leon-
Grazie per avermi salvata.
-Eh? Ah…non è
niente…
-Ma cos'è
successo?- chiese Maria- Non ti sei sentita bene?
-Mh…no, è che…-
Aiko rimase pensierosa e guardò Leon che rimase silenzioso- Senti Maria, non è
che potresti andarmi a prendere l'asciugamano, per favore?
-Eh? No, no…torno
subito- si alzò in piedi e corse verso le borse.
Aiko tornò a guardare
Leon.
-Cos'era?- chiese
seria.
-Non so di che
parli…
-Invece lo sai!
Lo hai visto anche tu!
Leon si alzò in
piedi.
-Aspetta!- Aiko
tentò di alzarsi in piedi, ma barcollò.
-Attenta!- Leon l'aiutò
a tenersi in piedi- Non ti sei ancora ripresa del tutto.
-Leon, cos'era
quella cosa che mi ha trascinata in acqua?
-Ecco…
-Era qualcosa di
strano e molto forte. Per quanto mi muovessi non riuscivo a liberarmi dalla sua
presa.
-Forte te lo
sarai immaginata…
-No, non me lo
sono immaginata! Ascolta, ho avuto l'impressione già dall'inizio che tutti voi
ci state nascondendo qualcosa…qualcosa che non volete che sappiamo! E la tua
presenza qui lo dimostra!
-Ti sbagli! Io
sono qui solo perché…
-Leon, non
raccontarmi bugie!
-Ehi…perché state
litigando?- chiese Maria, portando con se l'asciugamano di Aiko.
-Niente…- dissero
i due senza guardarsi.
-Ho visto che qui
intorno ci sono altre scolaresche…- disse Maria- deve essere proprio il periodo
in cui le classi vanno in gita…
-In effetti se mi
ci fai pensare, c'è molta gente in questa zona…
-Sentite, visto
che non è ancora ora di tornare dall'insegnante che ne dite di fare un giro ai
mercatini?- chiese Maria.
-Mh…se proprio ti
va…ci si può farci un salto.
-Bene, allora io
saluto…- Leon fece per andarsene, ma Aiko lo afferrò per il braccio e lo guardò
minacciosamente.
-Tu non vai da
nessuna parte…non abbiamo finito il discorso, noi due!
-Ehh (°_°)'…eh,
eh…non mi vorrai trascinare con voi, spero (^-^)'.
-Immagini giusto,
Leon. Verrai con noi a fare compere!
-Che?! (O_O) Non
ci penso per niente! Fare compere è una cosa da femminucce!
Maria si rattristò e
Aiko lo fulminò con gli occhi.
Doremì e le altre
compagne stavano facendo un giro per i mercatini, alla ricerca di qualche
regalo da portare agli amici.
-Che ne dite
questo?- disse Moyra, mostrando l'oggetto.
-E a chi vorresti
regale quella cornamusa? (-_-)'''- chiese Tamaki.
-Naturalmente al
ragazzo del mio destino!
-Che stai
dicendo?- disse Tamaki squadrandola.
-Ah, ho capito,
ti stai riferendo a quello che ti ha detto la veggente, vero?- disse Marina.
Doremì sussultò a
quella parola.
-Esatto! Appena
lo incontrerò, sarà amore a prima vista e insieme suoneremo la dolce musica
dell'amore!
-A volte è anche
peggio di Doremì (-_-)'- disse Tamaki.
-Che vuoi? (¬_¬)*
-Ma non credi di esagerare, Moyra?- chiese Marina- Così
facendo, lo farai scappare…
-Non mi direte che credete alle dicerie di quella
donna?- disse Tamaki in tono di superiorità.
-Ma come, Tamaki…non eri stata la prima a voler andare
da lei?- chiese Shimakura confusa.
-Shimakura!- la rimproverò Tamaki.
-Ah-ha!- disse Moyra sorridendo maliziosamente- E
così…sarebbero solo dicerie?
-Aspettate, non è come credete…è stata Shimakura a
costringermi ad andare, anche se io non volevo.
-Che cosa?!- esclamò Shimakura.
-Cosa sei andata
a fare lì?- chiese Moyra- Pensavo che eri così perfetta che non avevi bisogno di
conoscere il tuo futuro.
-Ecco io…- disse
Tamaki- Volevo solo avere una conferma…
-Non eri andata a
chiederle di trovarti un ragazzo?- disse Shimakura ingenuamente.
Tamaki la fulminò.
-A proposito, che cosa ti ha detto la veggente?- chiese
Marina a Moyra.
-Eh, eh…che era questione di tempo…prima o poi il mio
futuro ragazzo sarebbe apparso davanti a me. Una dolce musica ci avrebbe unito.
-Una musica? Allora è un musicista?- chiese Nobuko.
-Non lo so…ma non vedo l'ora di incontrarlo (^///^).
-Uhm…ne potrebbe venire fuori un bel romanzo- disse
Nobuko, prendendo appunti.
-Anche Doremì, se non sbaglio è venuta con te, no?-
chiese Marina e si girò verso Doremì- Che cosa ha detto a te la veggente?
Doremì sembrò non averla sentita.
-Doremì, ci sei?-
chiese Moyra, agitando la mano davanti alla ragazza- Qui terra…ci ascoltate lì?
Abbiamo seri problemi di ricezione, non vi sentiamo. Passo e chiudo.
-Mi sono solo
incantata Moyra, non rimbecillita (=_=)*
-Ah, ecco,
problema risolto con l'audio (^-^).
-Stavamo
dicendo…cosa ti ha detto la veggente?- chiese Marina- L' hai trovato il
ragazzo?
-C- come?-
arrossì.
-Ma sì…non eri tu
quella che cercava disperatamente il ragazzo della tua vita?
-Beh, adesso non
esageriamo (-_-)'' E poi…
La ragazza si mise a
ricordare ciò che le aveva detto la veggente e della persona che aveva
incontrato nel ponte, come predetto dalla signora.
"In fondo…sapeva
molte cose…e forse non era una causalità che Kotake si trovasse lì…"
Doremì rimase a pensarci "Eppure, se quello che aveva detto fosse
vero…Kotake sarebbe…"
Doremì arrossì ancora
di più, mentre le sue amiche rimasero ad aspettare la sua risposta.
-Allora?- chiese
spazientita Tamaki- Chi sarebbe lo sfortunato ragazzo che ti dovrà sopportare?
-Eh? Ah…ecco…che ne dite di mangiare qualcosa?
-Non cambiare tema, Doremì- disse Marina.
-Eh, eh…ma io ho davvero fame…e poi è già ora di
pranzare, no?
-Mh…in effetti non ha torto- disse Shimakura, guardando
l'orologio.
-Bene, allora andiamo a mangiare qualcosa!- disse Moyra.
-Uff!- sospirò sollevata Doremì- L' ho scampata bella.
-Ah, Doremì, naturalmente il discorso non finisce qui-
disse Marina da lontano.
Tu
vedrai com'è bello sognare senza pensare…perchè ci sono sempre di più persone
che sognano un altro mondo ridendo allo stesso modo
Con dolcezza
Al camminare
Il vento accarezza i miei capelli
non
c'è nessun posto come il tuo per me
E tutto è
Uguale a ieri
Il pomeriggio passa lento
E quasi è notte qui
Non c'è nessuna novità
I miei occhi senza volere
Rimangono nei tuoi
E vogliono vedere quel che porterà
il futuro
la giustizia si estende davanti
nella tua vita ci sarà qualcosa
d'interessante
arriva senza timore
riempie il meglio
ogni istante
non temere mai il tuo destino
il tuo potere divino sempre ti aiuterà
Devi averne fiducia
E mai dubitare
Tu potrai trionfare
Aprì
gli occhi...dove si trovava?
Si guardò intorno...niente, nessuna anima viva.
Chinò la testa triste, ma poi avvertì la presenza di qualcuno.
"Chi sei?"
Si girò di scatto e si trovò davanti a sé un ragazzo.
"Kotake"
Lo guardò stupito. Poi gli sorrise e allungò la mano verso di lui.
"Ti stavo aspettando..." disse dolcemente.
Il ragazzo fece per raggiungerla, ma un forte vento si intromise tra di
loro.
Il vento mosse i suoi capelli lunghi e la gonna del vestito bianco.
Poi uno sparo.
Una fitta e poi la perdita dei sensi.
Si lasciò cadere a terra, mentre sentiva la sua fine vicina.
Si accasciò sul suolo.
E poi di nuovo buio.
-Bene, e adesso facciamo pausa- disse il
regista.
-Brava, Onpu, sei stata fenomenale- disse uno
dei tecnici.
-Eh, eh, grazie- sorrise.
-Senti Onpu- disse la madre raggiungendo la
figlia- Ho sentito dire che qui vicino c'è una bella spiaggia non troppo
affollata…Il regista mi ha detto che ci puoi andare nella pausa.
-Ah, bene- disse Onpu contenta- Mi ci voleva un
po' di relax.
Onpu prese le sue
cose e si mise degli occhiali da sole e un capello per coprirsi da sguardi
indiscreti.
Camminò per un po',
fino a giungere alla spiaggia. Guardò incantata il mare e si tolse gli
occhiali.
-Lo so che sei lì, Toru- disse senza girarsi.
-Eh?- un ragazzo sbucò da dietro la roccia-
Come hai fatto a scoprirmi?
-Diciamo che sarai pure un mago, ma non sei per
niente bravo nei travestimenti- disse Onpu girandosi- E' tutta la mattinata che
mi segui, che cosa vuoi?
-Niente- disse Toru.
-Ah, sì? E allora mi spieghi il tuo pedinamento
a cosa è dovuto?
-Non ti stavo pedinando…ero qui in giro per
puro caso.
-Già, raccontala ad un'altra persona- disse
appoggiando la borsa sulla spiaggia- In ogni caso adesso lasciami in pace, che
voglio riposarmi.
-Eh? Non posso rimanere qui? Non ti darò nessun
disturbo.
-Senti, oggi non è giornata- disse leggermente
irritata.
-Cos' hai?- chiese il ragazzo dai capelli
azzurri.
-Niente!
-Non sembrerebbe…
-Oh, insomma Toru, lasciami in pace, per
favore!- disse innervosita dall'insistenza del ragazzo.
-D'accordo, come vuoi- disse un po' triste e
allontanandosi lentamente.
Onpu si sdraiò
sull'asciugamano che aveva appoggiato sulla sabbia.
"Forse sono
stata un po' dura con Toru"- pensò Onpu- "Ma in fondo, adesso non me
la sento di dargli spiegazioni del mio comportamento. Da quando siamo andate
nell'altra dimensione, non mi sento più sicura. Temo che prima o poi ci
succederà qualcosa…"
Onpu provò a
ricordare il momento in cui si era trovata sola, nel buio di quella stanza
dell'altra dimensione. Uno specchio le si era parato davanti con la sua
immagine riflessa. Ma non era lei, o meglio era lei ma senza divisa da
apprendista strega. Si avvicinò per vedere meglio, ma scomparve quell'immagine
per riapparirne un'altra. Era una donna e un uomo. Sorridevano e la salutavano,
mentre pian piano si allontanavano.
-Mamma, papà!- gridò Onpu spalancando gli
occhi.
Sbatté più volte le
palpebre, mentre cercava di riprendere il normale ritmo di respiro.
"Mi sono
addormentata"- si tolse gli occhiali da sole e si mise seduta- "E'
ora di tornare indietro"
Si alzò e sistemò le
sue cose. Si diresse poi verso l'accampamento, dove c'erano tutti.
-Onpu cara, per fortuna stai bene!- disse la
madre venendole incontro e abbracciandola forte.
-Mamma, che succede?- chiese preoccupata Onpu.
-Pochi minuti dopo che te ne sei andata, il camper
per le riprese ha iniziato a prendere fuoco. C'è voluto un bel po' per domare
le fiamme.
-Ma state tutti bene, vero?
-Sì, ma la maggior parte degli attrezzi e le
riprese che hai fatto, erano lì dentro. Sono tutte bruciate ora.
-Alcune cose si sono salvate per fortuna- disse
il regista, venendole incontro- Però, non potremmo concludere le riprese, senza
l'adeguata attrezzatura. Quindi, nel frattempo che aspetteremo che gli altri
operatori ci portino il materiale, ci fermeremo per un po' qui presso un hotel.
-Abbiamo già preso accordi con il proprietario,
che ha subito riservato le nostre stanze- continuò la madre.
-Ah, bene.
-Mi scuso per l'inconveniente, ma vedrete che
termineremo tutto entro il tempo prestabilito.
-Non importa- disse Onpu cercando di sorridere-
E poi, ne potrò approfittare per fare un giro.
-Bene. Adesso vi saluto che vado ad aiutare gli
altri operatori- disse il regista allontanandosi.
-Sai cara?- disse la madre alla figlia- Il
fuoco era molto alto e con il vento che tirava, credevamo che non si sarebbe
più spento- le sorrise- Ma poi quasi come per magia, si è spento.
-Davvero?- disse sorpresa Onpu, mentre di
sfuggita guardò dietro di loro di alcuni metri. Un ragazzo la stava guardando
nascosto dietro un albero, ma poi si accorse dello sguardo di Onpu e si nascose
bene.
"Toru? Sarà
stato lui a spegnere le fiamme, mentre io non c'ero…"
Onpu si limitò a
sorridergli e si allontanò con la madre.
-Doremì?- chiese Marina- Ti vedo
distratta...non vuoi venire con noi? Avevamo deciso di andare alle altre
bancarelle.
-No, grazie...preferisco fare un giretto per
conto mio- disse Doremì e si alzò dalla panchina.
"Se non sbaglio,
Kotake mi ha detto di aspettarlo alla banchina vicino al mare…"
Camminò per un po',
assorta nei suoi pensieri.
Perché...perchè quel sogno? Cosa voleva significare? E il suo sogno era
identico a quello di Kotake? Allora, non si poteva parlare di una semplice
coincidenza. Quello era un avvertimento.
Sì, ma perchè?
Si fermò e rimase a guardare il mare e le sue onde.
Sentì dei passi dietro di lei.
Si girò e si trovò davanti Kotake, che la guardava con aria seria.
-Kotake- disse sorpresa.
Il ragazzo non
rispose e rimase a fissarla. Era visibilmente preoccupato.
"Già, adesso che è qui potremo chiarire le cose con calma"
Sorrise e allungò la mano.
-Ti stavo aspettando...
Ma si accorse solo
all'ultimo momento delle sue parole.
Si bloccò con la mano in avanti.
Una brezza marina, mosse i capelli della ragazza e il vestito bianco.
Kotake continuò a guardare la ragazza, come se stesse rivivendo il suo sogno,
il suo peggior incubo.
E sapeva cosa sarebbe successo poi.
Era destino. Non c'era modo di impedirlo.
Uno sparo.
Si sentì il tonfo di una caduta.
Silenzio.
Doremì aprì gli
occhi, aspettandosi di vedere il continuo del suo sogno, ma qualcosa era
cambiato. Kotake era vicino a lei e la teneva stretta fra le sue braccia.
Solo qualche istante dopo, capì che Kotake si era gettato su di lei per
salvarla.
-Kotake?- lo chiamò.
Non si mosse.
-Kotake?!- lo scrollò spaventata.
Niente.
"Com'è
possibile? Non doveva finire così...dovevo esserci io al suo posto..."-
pensò Doremì, guardando Kotake steso a terra.
-Kotake, svegliati per favore!- incominciò a
piangere- Ti prego, non voglio che succeda questo...rispondimi, ti prego!- lo
prese fra le sue braccia- Non puoi lasciarmi...non adesso che...che io...-
arrossì- sei uno sciocco!
Seguì il silenzio.
-Non sai dirmi qualcosa di meglio?- Kotake aprì
gli occhi e guardò la ragazza, sbuffando.
Doremì rimase
paralizzata....Kotake la stava guardando ed era vivo. Anche fin troppo vivo.
-Kotake...?- disse meravigliata, con le lacrime
agli occhi- Sei vivo?
-Sì...fortunamente, nessuno dei due si è fatto
male.
Doremì lasciò cadere
Kotake per terra.
-Ahi! Ma che ti prende? (>_<)*- si
lamentò il ragazzo.
Doremì si alzò in
piedi e gli fece una linguaccia.
-Così impari, stupido! Non sai che spavento mi
hai fatto prendere! (ò_-)*
-Non sembrava... (¬_¬)- girò la testa altrove, un po' deluso.
-E che ti aspettavi? (ò_ó)
-Non so- si girò verso di lei- che stavi
dicendo prima?
-Allora, che intenzioni avevi?- chiese un ragazzo dai capelli rossi,
mentre fissava la persona che aveva davanti a sé.
-Tsk…- sbuffò e sorrise- E così avevi capito le mie intenzioni…sei stato
bravo.
-Piantala, ti sto chiedendo cosa avevi intenzione di fare!
-Eh, eh…prova a indovinare…eppure non dovrebbe essere così difficile per
te…
-Lasciala in pace- disse serio.
-Chi credi di essere per potermi dare ordini? Ah, già…sei il futuro re
del regno dei maghi…di un regno che tra non molto non ci sarà più- sorrise e si
voltò.
-E adesso dove pensi di andare?!
-Eh, eh…sarai pure riuscito ad anticipare una mia mossa, ma la partita la
sto vincendo io- schioccò le dita e scomparve in una coltre di fumo.
Il ragazzo rimase in silenzio, mentre il lieve fumo si
diradava trasportato dal vento.
Guardò a terra nell'erba. Giaceva una pistola.
Ancora un minuto e quella pistola avrebbe colpito il suo
bersaglio. Per fortuna che era riuscito ad agire velocemente e toglierle la
pistola, facendola cadere per terra e modificando quindi la traiettoria del
proiettile.
Ma quando sarebbe finita questa storia?
Si girò e guardò in lontananza. Da quel punto, nascosto tra
la vegetazione, si poteva vedere Doremì e i compagni di classe. Normalmente
anche un tiratore esperto non sarebbe riuscito a sparare da quella distanza, ma
con l'aiuto della magia era possibile.
La ragazza dai capelli lunghi si girò, non appena riconobbe
le voci di chi la chiamava.
-Momo-chan! Hazuki-chan!
Aiko-chan! Onpu-chan! Che ci fate qui?
-Come "cosa ci facciamo qui"? Ho sentito uno sparo e sono corsa
qui!- disse Aiko agitata.
-Come stai? Stai bene? Sei ferita? Chi ti ha sparato?- chiese Hazuki
preoccupata.
-State tranquille, io sto bene…mi ha salvata Kotake.
-Che?!- esclamarono le ragazze.
-Piuttosto…come sapevate che ero in pericolo?
Le quattro ragazze si guardarono tra loro.
-Ho sentito la tua voce…- disse Momoko.
-Già, anch'io…- confermò Aiko.
-Ci stavi chiamando- disse Onpu.
-Io? No, non l' ho fatto.
-Allora chi può essere stato?- chiese Hazuki.
-Qualche nemico?- disse Aiko.
-Ma a che scopo?
-Stanno succedendo troppe cose strane- disse Hazuki.
-Già- annuì Onpu- Il fatto stesso che ci troviamo tutte qua…forse non è
una coincidenza.
-E poi, poche ore fa, ho quasi rischiato di annegare, trascinata
sott'acqua da qualcosa…- disse Aiko.
-Che cosa?!- esclamarono le altre.
-Sto bene, però mi sono presa un bello spavento.
-A me è successo che il camper delle riprese ha preso fuoco- disse Onpu.
-E a me, qualcuno ha tentato di sparare- disse Doremì- Nonché un
incidente con il pulman.
-Strano- disse Hazuki- Anche a me è successo qualcosa di simile, prima di
arrivare qua ad Urimi con la classe. L'autista del pulman si è sentito male e
abbiamo rischiato di sbandare.
-Invece nella mia scuola, si è allagata la mia aula a causa di una falla
alle tubature dell'acqua- disse Momoko.
Le ragazze si guardarono tra loro.
-Qualcuno si sta divertendo a farci dei dispetti- disse Hazuki.
-Io non li chiamerei dispetti, ma scherzi di cattivo gusto- disse Onpu.
-Allora, siamo in pericolo?- disse Doremì.
-Questo spiegherebbe l'improvvisa comparsa dei Flat- disse Aiko.
-Infatti, anche a me è sembrato che Akatsuki nascondesse qualcosa…
Rimasero in silenzio.
-In ogni caso…- Doremì sorrise- Sono contenta che siamo tutte qua
riunite.
-Già, anch'io- disse Onpu.
-Beh, siccome è tutto a posto, io devo tornare in classe. Altrimenti
Bessy si preoccuperà.
-Anch'io…- disse Aiko- prima che Maria mi dia della dispersa.
-Mia madre mi sta aspettando all'hotel- disse Onpu.
-Io mi sono allontanata dal mio gruppo di classe- disse Hazuki- Mi
staranno cercando.
-Capisco, ci sentiamo più tardi- disse Doremì.
Le cinque ragazze si salutarono e ognuno si avviò per la sua
strada.
-Ma non erano le tue amiche?- chiese Kotake, venendo incontro a Doremì.
-Mh? Ah, sì…
-Di cosa stavate parlando?
-Niente di particolare…piuttosto, dove sono gli altri?
-L'insegnante ha portato la classe in albergo, così poteva andare ad
avvisare la polizia.
-Perché non sei andato con loro?
-Ti ho aspettato. Non mi fidavo a lasciarti sola.
-Non credi di esagerare Kotake? In fondo mica sono in pericolo di morte.
Kotake la guardò seriamente.
-Era come nel sogno…tutto corrispondeva. Non capisco chi possa aver
sparato…
-Kotake…
"Il sogno corrisponde come nei nostri sogni…la veggente
aveva predetto giusto"- pensò Doremì e abbassò lo sguardo- "Però, non
posso dire niente a Kotake, perché dovrei anche rivelargli il mio
segreto…"
-Beh, adesso non pensiamoci più- Doremì cercò di sorridere- Se n'occuperà
la polizia. Noi nel frattempo torniamo dagli altri, altrimenti si
preoccuperanno ulteriormente.
Kotake fece cenno di sì ed insieme iniziarono ad incamminarsi.
-E' un peccato, però. Abbiamo dovuto rimandare la passeggiata…- disse
Doremì.
-Ormai ci sto facendo l'abitudine- disse Kotake, incrociando le braccia
dietro la testa- Intorno a te succedono sempre cose strane.
-Che vorresti dire?
-Voglio dire che tu mi stai nascondendo qualcosa…- la guardò- Ma se non
ne vuoi parlare, non ti obbligo. Penso che tu abbia un buon motivo per non
dirlo. Solo non voglio che ti accada qualcosa. Sappi che io sono qui se hai
bisogno d'aiuto.
-Kotake- Doremì lo guardò sorpresa e qualcosa si mosse dentro di lei-
Io…io sono…
-Ehi, Doremi-chan, Kotake!
I due ragazzi si girarono e videro Akatsuki che correva
verso di loro.
-Akatsuki, dove ti eri cacciato?- chiese Doremì.
-Ero tornato in albergo, quando i nostri compagni sono arrivati e mi
hanno raccontato quello che è successo. State bene?
-Noi sì- disse Kotake- Stavamo tornando in albergo.
-L'insegnante è uscita. Ha detto che tornerà subito e di iniziare a
mangiare se abbiamo fame.
-D'accordo, allora andiamo- disse Kotake.
Akatsuki e Kotake si allontanavano pian piano, mentre Doremì
li seguiva a pochi passi dietro di loro.
"E' stata una fortuna…sì, è stata una fortuna che
Akatsuki sia arrivato…altrimenti, avrei finito per rivelare la verità a
Kotake…che io sono una strega…"
Ci ho impiegato un bel po', per completare questo capitolo,
perché mi passava sempre l'ispirazione. Ma adesso ho quasi bene in mente il
seguito, che si concluderà penso entro quattro o cinque capitoli (spero di meno
-_-'). Beh, sempre meglio di niente, pensavo che non sarei neanche arrivata a
metà storia (^_^)'
Tu
vedrai com'è bello sognare senza pensare…perché ci sono sempre di più persone
che sognano un altro mondo ridendo allo stesso modo
Con dolcezza
Al camminare
Il vento accarezza i miei capelli
non
c'è nessun posto come il tuo per me
E tutto è
Uguale a ieri
Il pomeriggio passa lento
E quasi è notte qui
Non c'è nessuna novità
I miei occhi senza volere
Rimangono nei tuoi
E vogliono vedere quel che porterà
il futuro
la giustizia si estende davanti
nella tua vita ci sarà qualcosa
d'interessante
arriva senza timore
riempie il meglio
ogni istante
non temere mai il tuo destino
il tuo potere divino sempre ti aiuterà
Devi averne fiducia
E mai dubitare
Tu potrai trionfare
Di nuovo buio…e lei camminava lungo un sentiero.
Non sapeva dove andava, ma qualcosa la stava guidando…in
quell’oscurità.
Davanti a lei apparve una foresta…non una foresta come
quelle che aveva visto in televisione, ma diversa. Come dire…magica.
Poi comparvero delle piccole casette. Casette che sulla
terra non esistevano più. Era come essere tornati sulla terra di tanti anni
fa…ma l’ambiente rimaneva sempre ostile.
Un laghetto apparve a pochi passi da lei.
Si fermò e si chinò, come per bere.
Ma l’immagine che si rifletté sul lago…era diversa.
Sì, era lei, lo poteva capire dal viso…ma quel taglio di
capelli, non era suo. Li aveva più corti rispetto al solito e il colore era più
scuro. Quasi come se quell’atmosfera grigia si fosse portato via i colori.
Lo sguardo della ragazza era triste, quasi preoccupato.
Provò ad avvicinare la mano a quel riflesso, ma al
contatto con l’acqua essa svanì, facendo posto alla sua immagine.
Ma ancora c’era qualcosa che non andava. Quello sguardo
così freddo, non era il suo.
L’immagine sorrise, senza che lei muovesse le labbra.
“Sei felice, Doremì?”
Si spaventò…quell’immagine parlava?
“Presto non lo sarai più…”
-C-chi sei?- cercò di dire.
Qualcosa le diceva che quella persona, che non era lei,
l’aveva già incontrata. Ma dove?
“E’ ancora presto per dirti chi sono…ma presto ci incontreremo…”
Doremì si distese sul letto e rimase a pensare.
Il sogno, lo sparo…tutto si era avverato.
Allora non era una coincidenza?
Se Kotake non fosse intervenuto, il finale sarebbe stato
identico al sogno.
Ma non capiva…chi era stato a sparare? Chi è che le voleva
così male da far questo?
Si girò di lato.
Non capiva…stava succedendo qualcosa, qualcosa di grande…
Il sogno simile a quello di Kotake, la strana nube nera nel
paese delle streghe, lo strano comportamento di Akatsuki, il libro nero e tutti
gli avvenimenti strani…tutto portava a qualcosa.
Guardò il medaglione magico che aveva in mano, illuminato
dalla luce della luna.
Sentiva che la soluzione stava a pochi passi, però perché
tutti questi misteri?
Chiuse gli occhi, ma li riaprì sentendo una presenza.
Davanti a lei a pochi passi c’era una persona.
Doremì guardò sorpresa senza riuscire a reagire, né a
parlare. Come aveva fatto ad entrare? Perché nessuna delle sue compagne se
n’era accorta? E perché sembrava sorriderle, come se aspettasse che lei la
seguisse?
La figura si girò e si avviò verso la porta.
Doremì si alzò, tentando di raggiungerlo, ma si ritrovò sul
letto sdraiata.
Si guardò intorno. Lo aveva solo sognato?
Appoggiò la mano sulla fronte…a volte lo stress le provocava
questi scherzi…ma un dubbio le sorse…e se non fosse stato un sogno?
D’improvviso il medaglione che aveva in mano iniziò a
luccicare.
-Ma cosa…?- Doremì si alzò e fissò sbalordita l’oggetto.
La ragazza si alzò dal letto e uscì dalla stanza, quasi alla
ricerca di qualcosa di cui non aveva neanche idea.
Nel buio della notte poteva solo farsi guidare dalla luce
della luna.
Non c’era nessuno in giro, c’era solo calma piatta. Forse
era davvero stressata.
Fece per tornare indietro, ma proprio davanti a sé, a pochi
metri comparve qualcuno.
-Chi sei?- chiese timorosa.
La figura non rispose e le fece cenno di seguirla. Si voltò
e iniziò a correre.
Lei incerta lo seguì, fino ad arrivare ad un’altra stanza ed
ebbe un brutto presentimento vedendo la porta semi aperta.
Aprì la porta lentamente e guardò i tre ragazzi che
dormivano tranquilli, anche fin troppo. La finestra era spalancata e nessuno
sembrava essersene accorto.
Doremì si accorse della mancanza di una persona e uscì di
fretta dalla stanza.
“Dov’è, dov’è”- pensò disperata Doremì cercando per i corridoi.
Arrivò al pian terreno ed uscì dall’edificio. Notò fuori una
persona e le andò incontro.
-Kotake!- esclamò sollevata.
-…Doremì?- il ragazzo si girò sorpreso- E tu che ci fai qui
alzata?
-Tu cosa ci fai qui! Non ti ho trovato in stanza!
-Sì, ero uscito, perché era comparso qualcuno nella stanza.
-Che cosa?!
-L’ho seguito fin qui, ma poi è scomparso- si guardò in giro-
che strano…
-Forse sarà uno scherzo di qualcuno…
-Uno scherzo di cattivo gusto. Non sai come mi sono spaventato,
quando è comparso vicino a me. E poi…- ci pensò su- Ho come l’impressione di
averlo già visto da qualche parte…
-L’hai visto in faccia?
-No, era troppo buio…però ho avuto come una specie di
presentimento…
-Ah…- Doremì rimase pensierosa.
Ora era più che sicura…non era presa di mira solo lei…quella
persona era interessata anche a Kotake. Ma perché?
-Doremì?- Kotake guardò l’espressione preoccupata di Doremì-
Senti, non è successo niente di grave…non ti preoccupare- cercò di sembrare
sereno.
Quel giorno era stato pesante per entrambi…e non era il caso
che lei avesse altre preoccupazioni.
-Su, andiamo a dormire…
-D’accordo…
-A proposito…come facevi a sapere che non ero in stanza? (Ø_Ø)-
chiese Kotake sospettoso.
-Per caso…- disse indeciso- per caso quelle ragazze che ti sono
venute incontro ieri…erano le tue amiche?
-Sì- Doremì non riusciva a capire che volesse.
-E tra loro, c’era…Hazuki?
-Ah, ma certo (^-^)- disse sorridente- Anche lei, insieme alla
sua classe, è in gita a Urimi.
-Capisco…- si voltò e si allontanò.
-Che?- Doremì guardò il compagno di classe che si allontanava-
Ma che voleva?
-Chi?- comparve alla sue spalle Moyra.
-Ahhh!- sussultò Doremì spaventata- Moyra!
-Che ti prende? Hai visto un fantasma?
-Non mi spuntare così all’improvviso!- disse innervosita.
-Mh…- Moyra la osservò- Sembri tesa. E’ per quello che è
successo ieri?
-Beh, sai, non tutti i giorni mi capita che vogliano spararmi-
disse con ironia.
-Sai…ci ho pensato a lungo stanotte. All’inizio non volevo
crederci, però…- disse seria- Tutto quello che è successo finora…ho
l’impressione che tu sia stata presa di mira da una strega.
-Eh? (°_°)’ Ma dai, Moyra, è impossibile (^.^)’
-Dici? Lo sparo, il guasto al pullman…
“Nonché, l’incidente con la macchina”- pensò Doremì- “…ma è
meglio che Moyra non lo sappia”
-E poi, la ferita di Kotake…
-Che c’entra Kotake con me? Se c’è l’avessero con me, perché
coinvolgere Kotake?
-E’ qui che ti sbagli…anch’io non capivo che collegamento ci
potesse essere tra questi episodi- fece una pausa- Ma adesso ho capito, lei
cerca di renderti debole, colpendo nei tuoi punti deboli.
-I miei punti deboli…
Doremì ci pensò su…in fondo il ragionamento di Moyra non era
del tutto errato. Da quanto le avevano raccontato le sue amiche, anche loro
avevano rischiato la vita. Questo voleva dire, che quella persona, cercava di
fare del male ai suoi amici…solo per colpire lei?
-A- aspetta…- disse Doremì incerta- prima hai fatto accenno
allo sparo…ma qui non c’entra la magia, no? Quindi…
-No- disse Moyra movendo la testa- Sono andata a fare un
sopralluogo…e con dei calcoli rapidi, ho trovato il punto dove è partito lo
sparo.
-Eh? La polizia ha detto che non ha trovato niente.
-Sì, perché se fosse stata una persona normale, lo avrebbero
trovato. Però il luogo è da tutt’altra parte…dove una normale pistola non
sarebbe riuscita a sparare.
-Ma cos’è che ti rende sicura per queste affermazioni?
-Ho trovato un simbolo…un simbolo magico.
-Uno del libro che avevi?
-Sì…era ben nascosto…e per di più era stato quasi cancellato.
Come se ci fosse venuta un’altra persona prima di me, per cancellare le prove-
batté la mano sul petto con un sorriso da superbia- Ma non ha tenuto conto
delle mie abilità di investigatrice.
“Non mi sembra il momento per vantarsene (^_^)’ ”
-Adesso non ti resta che affidarti a me.
-Eh?
-Come abile cacciatrice di streghe, ti proteggerò io- disse
convinta e facendo un segno di vittoria.
-Moyra (^_^)’’ Non credo che…
-Vedrai Doremì, la strega che ti ha preso di mira, avrà pane
per i suoi denti! A costo di essere la tua stessa ombra!
-Che?! (O_O)’’’ Hai intenzione di starmi appiccicata per tutto
il tempo?
-Certo, è necessario! Se dovesse riapparire, posso entrare
subito in azione.
-E dimmi…come hai intenzione di fermarla? (-_-)
-…- voltò il suo sguardo al cielo- Oggi è proprio una bella
giornata, vero?
Kotake guardava fuori dalla finestra, quando notò un ragazzo
dai capelli verdi, che stava fuori sdraiato sul prato.
-Ehi, non credo che sia una buona idea…- disse Kotake,
andandogli incontro- Le previsioni meteorologiche dicono che pioverà.
-Che piova, non m’interessa- disse scocciato, continuando a
fissare il cielo.
-Ah, sì? (^_^)* Peggio per te!- fece per andarsene, ma poi si
fermò.
Non capiva perché, ma sentiva che non doveva andarsene.
Sentiva che Masaru aveva qualcosa che non andava…e come aveva imparato da
Doremì…mai voltare le spalle a chi ha bisogno di una mano.
“Mh…in questi casi, che farebbe Doremì?”
Lui e Masaru non erano, come molti definirebbero, grandi
amici…A Kotake gli piace praticare gli sport, mentre Masaru preferisce passare
le giornate a suonare o a rilassarsi. Sì, all’apparenza non avrebbero niente in
comune. Però, chissà perché, sentiva che in fondo non erano poi così diversi.
-Senti…- si sedette vicino a lui- C’è qualcosa che non va?
-Non ho niente…
-Non si direbbe. Sei di umore nero.
-Non ne ho voglia di parlare.
Kotake guardando gli atteggiamenti di Masaru riuscì a
capire.
-E’ per Hazuki?
Masaru sentì come una nuova fitta al cuore.
-No- rispose lui, cercando di sembrare calmo.
Ma non ci riusciva…non questa volta.
-Avete litigato? Sai, quando io e Doremì litighiamo…
-Non puoi paragonarci a te e Doremì- disse Masaru facendolo
zittire- Noi siamo diversi…è più complicato…
-Che vorresti dire?- disse un po’ offeso Kotake- Proprio non vi
capisco…vi volete bene, siete fatti uno per l’altro, eppure…
-Senti, dovresti guardarti prima te- disse Masaru mettendosi
seduto- Non capisco come si possa essere così sciocchi.
-Che?!
La tensione tra i due stava pian piano aumentando.
-Tu e Doremì continuate a rincorrervi all’infinito…non vi
stancate mai?
-Ehi, io non…!
-E’ facile per te parlare…ma dimmi, se un giorno…se un giorno
Doremì se ne dovesse andare…tu che faresti? Continueresti a fingere? Fingeresti
fino all’ultimo che tutto va bene…e la lasceresti andare via?
Kotake rimase senza parole. Era la prima volta che ci
pensava…era sempre stato sicuro che lui e Doremì sarebbero rimasti vicini…non
si era mai posto il problema di una probabile separazione…
-Allora?- disse Masaru sapendo di aver colpito nel punto
giusto- In fondo è normale…è dall’asilo che capitate nelle stesse classi.
Silenzio.
-Capisci adesso? Puoi voler bene ad una persona…ma quando ci si
allontana, i sentimenti cambiano e anche le amicizie…si conosce nuova gente e
ci si innamora…
-Non ti credevo così profondo- disse Kotake in modo scherzoso,
come risvegliato dal suo trance- E comunque…- si alzò in piedi- Tu le vuoi
bene?
-Eh?- disse sorpreso Masaru- Ma ti stavo dicendo che…
-Ho chiesto se le vuoi bene- insistette Kotake, senza
ascoltarlo.
Masaru non sapeva cosa dire. Kotake sembrava serio.
-…sì- ammise lui tra l’imbarazzato e il triste.
-E allora dove sta il problema?- disse Kotake sorridendo e
guardando Masaru- Una cosa che ho imparato da Doremi è non bisogna demordere
mai…anche se al momento i vostri rapporti non sono come una volta, non per
questo si può smettere di voler bene ad una persona.
Il ragazzino dai capelli verdi guardò sorpreso Kotake. Era
cambiato…non era più lo stesso bambino che pensava solo al calcio.
“Chissà”- pensò Masaru- “forse è l’età che cambia le
persone, oppure sono le persone a cui vogliamo bene che ci cambiano?
Noi…subiamo l’influsso della persona che abbiamo a fianco?”
Kotake si girò per andarsene, ma si fermò, rimanendo di
spalle a Masaru.
-E riguardo alla tua domanda…non sarà la lontananza a cambiare
i miei sentimenti. Qualsiasi cosa accada- e si allontanò.
Non c’era che dire, Kotake stava crescendo. Presto la parte
infantile di lui, sarebbe pian piano scomparsa.
-Ah, Kotake…
-Non serve che mi ringrazi…- fece un cenno, con la mano come
per salutarlo, senza girarsi.
-No, non è quello…
Sdeng. Kotake andò a sbattere contro un albero. Era troppo
impegnato a voler apparire come un ragazzo maturo, che non aveva guardato
davanti a sé.
“Sì, si vede che ha subito l’influsso di Doremì (-_-)’ ”
-Forse sarebbe meglio che tu rimanga in hotel con me…stanno
succedendo strane cose qui intorno- disse preoccupata la donna- E poi, sarai
stanca dopo quello che è successo…
-Mamma, io sto bene…e poi adesso non stiamo girando, quindi non
mi può succedere niente. E per non essere assediata dai fans, mi travestirò-
disse mostrando una giacchetta e un berretto.
-Mh…- disse indecisa- D’accordo…ma sta attenta. Non stare troppo
in giro.
-Va bene…- ed uscì dalla stanza dell’hotel.
Una volta fuori dall’hotel, camminò lungo la vegetazione.
Non era prudente per una star del suo calibro, girare da sola in un posto quasi
deserto. Però lei non voleva nessuno con sé…voleva stare sola e pensare. Mentre
era impegnata alle riprese del film, doveva essere concentrata solo sul suo
personaggio e non le era possibile pensare ad altro.
Ma adesso che non stava recitando…sentiva che lentamente,
dei sentimenti di smarrimento e incertezza la stavano assalendo.
Troppe domande senza risposta…e anche quello che era
accaduto a Doremì non le era chiaro. Al momento dello sparo, la sua unica
preoccupazione era che lei stesse bene. Non aveva chiesto in dettaglio cosa
stava succedendo…era chiaro che però non si trattava una cosa semplice. Anche
il sorriso sforzato di Doremì…sembrava quasi che volesse nascondere qualcosa.
“Conoscendola, potrebbe anche trovarsi in guai seri e non
farne parola per non farci preoccupare”.
-Allora?- chiese una voce lontana.
Onpu si sorprese. Pensava di essere sola lì. Sarebbe stato
un guaio se qualcuno l’avrebbe scoperta.
Si coprì bene con il capello e gli occhiali.
-…ho riferito l’accaduto alla Regina.
Onpu si bloccò, proprio mentre si stava allontanando. Quella
voce le era famigliare…già, dove l’aveva sentita prima?
Decide si dare un occhiata, però senza farsi vedere.
Tra la vegetazione, nascosta dagli alberi e cespugli, notò
un gruppetto di persone.
-Quindi, siamo agli sgoccioli?
-Sì. Se hanno fatto in modo di riunirle, significa che non
tarderanno ad attaccare di nuovo…e questa volta con più forza.
Onpu riconobbe la voce. Era di Akatsuki. Lì vicino c’erano i
suoi amici, compreso Toru.
“Ecco perché non si era fatto vedere in tutta la giornata…”-
pensò Onpu- “Ma di cosa staranno parlando in un posto così isolato? E perché
hanno fatto accenno alla Regina? Sarà successo qualcos’altro nel mondo della
magia?”
-Come dobbiamo agire, adesso?- chiese Leon.
-Dobbiamo prepararci a combattere- disse Akatsuki.
-E’ da tempo che ci stiamo preparando- disse Toru quasi
impaziente.
-Lo so, ma non potevamo agire subito…dovevamo capire le loro
intenzioni- disse Akatsuki.
-Per questo la Regina ci ha chiesto di sorvegliare il gruppo di
Doremì?- chiese Fujio.
-Già, ma non potevamo dire loro la verità…ci è stato chiesto di
mantenere il segreto.
-Ahh- disse Leon un po’ scocciato- Ma non sai quanta fatica mi
costi sfuggire alle domande di Aiko. Ogni giorno diventa più insistente.
-E’ normale, visto che loro sono il bersaglio…hanno già
avvertito il cambiamento degli eventi…
-Mi domando perché non attacchino subito, invece di limitarsi a
dei piccoli incantesimi…- disse Fujio.
-Hanno un preciso scopo…renderle deboli. Anche la nube nera era
nei loro piani.
-Una specie di trappola per le allodole?
-Già- Akatsuki fece cenno di sì.
-Ma se scoprissero la verità e volessero fare qualcosa?- chiese
Leon un po’ incerto.
-In quel caso…- Akatsuki lo guardò seriamente- Le fermeremo, ad
ogni costo. Non si devono avvicinare al mondo della magia…non adesso almeno.
Finirebbero per fare una brutta fine.
-Ma perché?- insistette Toru- In fondo anche loro sono brave e
già in altre occasioni hanno salvato il mondo della magia.
-Questo è un caso particolare…la loro magia sarebbe inefficace
contro loro…
I tre ragazzi stettero zitti. Nessuno di loro era contento
del compito che gli era stato affidato…ma dovevano mantenere il segreto,
proprio per il bene delle streghette.
-Bene, io adesso torno dalla mia classe- disse Akatsuki,
staccandosi dall’albero su cui era appoggiato- E fareste bene a fare lo stesso
anche voi, se non volete che s’insospettiscano ulteriormente.
Akatsuki, seguito da Fujio e Leon si allontanarono. Toru
rimase qualche minuto lì, poi si voltò dall’altra parte e s’incamminò.
Onpu non credeva alle sue orecchie…cosa stava succedendo nel
mondo della magia? Perché erano tutti in allarme? E perché rischierebbero la
vita, avvicinandosi al mondo della magia?
Eh, eh…e dopo un periodo che sembra lunga come una
vita…ritorna dalle ceneri Trust You! Chi ha seguito questa fan fiction, sa
perché era stata interrotta (quindi non mi dilungherò nella spiegazione).
Però spronata dalle richieste dei lettori di Trust You…sono
riuscita ad andare avanti con la storia. Certo, non era così originariamente…è
stata modificata in alcuni punti, perché mi è difficile ricordarmi cosa avevo
scrivo (^_^)’.
In ogni caso, spero che sia migliore…e che finalmente si
arrivi alla sospirata fine.
Tu
vedrai com'è bello sognare senza pensare…perché ci sono sempre di più persone
che sognano un altro mondo ridendo allo stesso modo
Con dolcezza
Al camminare
Il vento accarezza i miei capelli
non
c'è nessun posto come il tuo per me
E tutto è
Uguale a ieri
Il pomeriggio passa lento
E quasi è notte qui
Non c'è nessuna novità
I miei occhi senza volere
Rimangono nei tuoi
E vogliono vedere quel che porterà
il futuro
la giustizia si estende davanti
nella tua vita ci sarà qualcosa
d'interessante
arriva senza timore
riempie il meglio
ogni istante
non temere mai il tuo destino
il tuo potere divino sempre ti aiuterà
Devi averne fiducia
E mai dubitare
Tu potrai trionfare
Di nuovo buio…e lei camminava lungo un sentiero.
Non sapeva dove andava, ma qualcosa la stava guidando…in
quell’oscurità.
Davanti a lei apparve una foresta…non una foresta come
quelle che aveva visto in televisione, ma diversa. Come dire…magica.
Poi comparvero delle piccole casette. Casette che sulla
terra non esistevano più. Era come essere tornati sulla terra di tanti anni
fa…ma l’ambiente rimaneva sempre ostile.
Un laghetto apparve a pochi passi da lei.
Si fermò e si chinò, come per bere.
Ma l’immagine che si rifletté sul lago…era diversa.
Sì, era lei, lo poteva capire dal viso…ma quel taglio di
capelli, non era suo. Li aveva più corti rispetto al solito e il colore era più
scuro. Quasi come se quell’atmosfera grigia si fosse portato via i colori.
Lo sguardo della ragazza era triste, quasi preoccupato.
Provò ad avvicinare la mano a quel riflesso, ma al
contatto con l’acqua essa svanì, facendo posto alla sua immagine.
Ma ancora c’era qualcosa che non andava. Quello sguardo
così freddo, non era il suo.
L’immagine sorrise, senza che lei muovesse le labbra.
“Sei felice, Doremì?”
Si spaventò…quell’immagine parlava?
“Presto non lo sarai più…”
-C-chi sei?- cercò di dire.
Qualcosa le diceva che quella persona, che non era lei,
l’aveva già incontrata. Ma dove?
“E’ ancora presto per dirti chi sono…ma presto ci incontreremo…”
-E così…è così che stanno le cose…- disse Doremì pensierosa.
-Quel Leon me la pagherà!- disse infuriata Aiko, alzandosi in
piedi.
-No, aspetta Aiko- disse Onpu- Loro non sanno che li stavo
ascoltando…è meglio per il momento fare finta di niente.
-Che?! E lasciare che quei tipi la facciano franca?
-Calmati Aiko- disse Hazuki- Non è certo con la forza che
riusciremmo a sapere di più.
-Yes- disse Momoko- Hazuki ha ragione. La pazienza è la virtù
dei deboli.
-Momo-chan…si dice “la pazienza è la virtù dei forti”- disse
Hazuki.
-Ah, già. Eh, eh (^.^)’ Sorry!
-Non m’interessa- disse Aiko- Io non sopporto chi mi mente.
-D’accordo…hanno sbagliato, questo lo sappiamo- disse Momoko,
incrociando le braccia e guardando Aiko con sospetto- Ma tu, Aiko, perché te la
prendi così tanto?
-Eh? Ah…io…non lo so- disse confusa Aiko.
-In ogni caso, alla luce di questi fatti…cosa facciamo?- chiese
Onpu e tutte guardarono Doremì.
Doremì stette un momento a pensarci.
-Sapete…normalmente io direi di andare là, ma questa volta…
“Ho l’impressione che tu sia stata presa di mira da una
strega”
“Lei cerca di renderti debole, colpendo nei tuoi punti
deboli”
Nella sua mente erano rimaste le parole di Moyra.
-Forse non è una buona idea…- disse incerta- Non sappiamo
niente di quello che ci aspetta, una volta arrivati al mondo della magia. E
poi, la situazione potrebbe essere cambiata, rispetto a come ce la ricordavamo
noi. Sarebbe come un salto nel vuoto…
Le quattro ragazzine ci pensarono su…in fondo Doremì non
aveva torto.
Onpu guardò Doremì. Aveva un espressione diversa dal solito.
Era come se avesse paura…ma di cosa?
Però sarebbe stato inutile chiederlo in quel
momento…probabilmente avrebbe finto che tutto andasse bene.
-D’accordo…- disse Aiko, sorprendo le altre.
Di solito Aiko si sarebbe opposta con tutte le forze.
Avrebbe contestato la scelta di Doremì e avrebbe cercato di convincerle ad
andare.
Ma questa volta era diverso. Sentiva che in quello che
diceva Doremì, c’era del giusto. Non era il caso di andarci leggeri.
-Aspetteremo che venga il momento buono…- disse Hazuki,
sorridendo alle amiche- E poi decideremo.
Doremì stava camminando lungo una stradina. Doveva tornare
all’albergo, prima che le sue compagne di stanza di accorgessero della sua
assenza.
Si sentiva strana. Forse era quella luna così strana…o forse
era per quello che le aveva raccontato Onpu…o cos’era?
Paura? Sì, non era la luna, era lei che era strana…
-Doremì…
-Sì?- Doremì si voltò ad ascoltare Onpu. Erano
rimaste solo loro due, le altre si erano già incamminate.
-Ecco…preferivo chiedertelo in privato…- disse
guardandola seriamente- Stai bene?
-Eh?- disse sorpresa Doremì- Certo che sì…
Onpu continuava a guardarla.
-Doremì…sai, non sei costretta ad essere sempre
allegra…ogni tanto puoi anche tu avere paura…
-Onpu…
-Io…- disse appoggiando la mano su petto- Ho avuto
paura al momento dell’incendio…ho avuto paura per mia madre. Avevo il terrore
che le fosse successo qualcosa- strinse forte la mano- Ancora adesso ho paura,
non lo nascondo. Però io sono una attrice, non posso abbattermi. Non so cosa ci
riservi il nostro futuro. Ma…io so che se saremmo sincere e unite, c’è la potremmo
fare. Per questo…se c’è qualcosa che ti tormenta…volevo dirti che noi siamo
qui.
Doremì fece cenno di sì e poi se ne andò.
Onpu aveva ragione, Doremì aveva paura. Ma non paura di cosa
le sarebbe successo…
Aveva paura per le persone che la circondavano…
“Lei cerca di renderti debole, colpendo nei tuoi punti
deboli”
Perché? Perché le tornavano in mente le parole di Moyra?
Se era vero…se era vero, tornare nel mondo della magia,
sarebbe risultato fatale per le sue amiche.
Non poteva rischiare. Non poteva mettere in pericolo le loro
vite. Non se lo sarebbe mai perdonata.
Anche a costo di affrontare il pericolo da sola.
-Sei nottambula?
Doremì sussultò. C’era qualcuno sveglio?
-Akatsuki…sei tu.
Il ragazzo era appoggiato al muro dell’albergo e guardava
Doremì.
-Ah, io- cercò di trovare una scusa convincente- Stavo facendo
un giro…
-A quest’ora?- disse con una certa ironia- Quando l’insegnante
ci ha proibito di uscire di notte?
Doremì capì che era inutile mentirgli. Lui lo sapeva dov’era
andata.
-Io…devo andare in stanza…- disse Doremì, sviando il suo
sguardo- Le mie compagne si insospettiranno se non mi trovano a letto.
Akatsuki non disse niente, mentre Doremì lo sorpassò
entrando dentro l’albergo.
-Doremì…
-Dimmi…
-Non fare sciocchezze…
Doremì aspettò qualche secondo prima di rispondergli, poi si
girò con un sorriso sul viso.
Aiko era distesa sul suo letto e pensava ai suoi
atteggiamenti.
Era vero. Ultimamente, era più agitata del solito. Forse…era
perché si sentiva impotente?
Quel giorno che l’aveva salvata Leon…se non ci fosse stato
lui, lei sarebbe…?
No, non voleva pensarci.
Però questo significava, che questa volta non era in grado
di difendersi da sola. Quindi lei, era debole? Se qualcuno si sarebbe trovato
in difficoltà…lei non avrebbe potuto fare niente?
Strinse forte le coperte a sé. Odiava sentirsi così. Non sopportava
che le mentissero e che qualcuno si divertisse alle sue spalle.
Era odiosa quella situazione.
“Non sappiamo niente di quello che ci aspetta, una volta
arrivati al mondo della magia”
Quando Doremì l’aveva detto, era come se qualcosa l’avesse
bloccata. Fino a quel momento voleva sapere tutta la verità, anche a costo di
ribaltare il mondo della magia. Ma quelle parole e l’espressione di Doremì…non
l’aveva mai vista così turbata. Era come se per un momento, si stesse vedendo
allo specchio. Anche se tentava di nasconderlo, lei si sentiva così. Turbata
dai nuovi avvenimenti e dalle probabili conseguenze.
“Sarebbe come un salto nel vuoto…”
Sapeva che per il bene di tutte, si sarebbe dovuta calmare.
Ma una parte di lei, gridava e si ribellava.
Cosa fare?
-Ai-chan…tutto bene?
Aiko alzò lo sguardo e vide Maria in piedi davanti al suo
letto.
-Maria…- disse Aiko, sorpresa di vederla sveglia a quell’ora.
-Se ti senti male, vado a chiamare l’insegnante…
-No, non è necessario- disse Aiko cercando di fermarla- Adesso sto
bene.
-Se c’è qualcosa che non va…puoi parlarmene- disse Maria
sorridendole dolcemente- Non sono brava a dare consigli, ma so ascoltare. E se
ti vuoi sfogare, io sono qui.
Aiko guardò la ragazza che aveva di fronte. Per un momento,
per un breve istante, era come se l’immagine di Doremì si sopraponesse a quella
di Maria. Alcuni atteggiamenti di Maria, le ricordavano Doremì.
Già, Doremì era sempre disponibile per gli altri e quando
aveva bisogno di aiuto, chiedeva alle sue amiche. Ma adesso che tutte si erano
divise…Doremì aveva qualcuno al suo fianco? Qualcuno che nei momenti tristi, le
stesse vicino?
Le tornò in mente l’espressione preoccupata di Doremì.
Quel giorno in cui si erano dovute separare, l’aveva
sorpresa l’atteggiamento di Doremì. Credeva che nonostante le sue goffaggini,
la sua allegria riusciva a superare ogni momento triste. Ma poi, si era resa
conto che…in fondo non era diversa da loro. Anche lei aveva bisogno di qualcuno
per andare avanti.
E se n’era accorta troppo tardi, insieme alle altre. Doremì
aveva finto di saper superare la separazione, ma in realtà ne soffriva in
silenzio, senza dirlo neanche alle sue amiche.
Se lei fosse stata sincera fin dall’inizio…forse non si
sarebbe rinchiusa dentro il Maho. Ma era anche vero, che se lei avesse tentato
di convincerle a stare tutte unite, la loro separazione sarebbe stata più
difficile.
Per questo lei non aveva detto niente, per evitare che le
sue amiche si sentissero in colpa a lasciarla sola.
-Sto bene, ti ho detto (U.U)- disse Doremì, mentre mangiava.
-Mh, non ti credo…- disse la compagna di fianco, mentre la
osservava scrupolosamente.
-Senti, Moyra, capisco che vuoi proteggermi…ma stai esagerando-
disse Doremì, appoggiando la sua ciotola di riso sul tavolo.
-Proteggerti da che?- chiese Marina, che stava di fronte a
loro.
Doremì non rispose e si riempì la ciotola di altro riso.
-Vedi, Marina…- disse Moyra, guardandola seriamente- Doremì è
minacciata da alieni.
-Alieni?- disse Marina tra lo stupita e preoccupata.
Chissà perché, ma Moyra aveva la capacità di rendere vere,
anche delle stupidaggini. E naturalmente, Marina ci cascava sempre.
-Che assurdità- disse Tamaki, che stava vicino a Marina- Gli
alieni non esistono…al massimo, l’alieno sei tu.
-Spiritosa- disse con sarcasmo.
-Io ho finito- disse Doremì appoggiando le bacchette sul
tavolo- Vado a fare un giro- si alzò in piedi.
-D’accordo, però non stare via tanto- disse Marina- Più tardi
dobbiamo uscire con la classe.
-Va bene- disse allontanandosi.
-Ah, Doremì…- Moyra si alzò e la raggiunse- Non ti devi
allontanare, senza avvisarmi…se no, come faccio a proteggerti?- disse
guardandosi in giro.
-Moyra…
-Sì?- disse continuando a guardarsi intorno.
-Smettila.
-Eh?- si bloccò e la guardò- Come hai detto?
-Ho detto di smetterla di seguirmi- si girò verso di lei- Non
ho bisogno di una guardia del corpo. Non c’è nessuno che mi vuole fare del
male. Non c’è nessuna strega. E l’ultima cosa che vorrei, è averti tra i piedi!
-Doremì…- disse scioccata Moyra.
-Lasciami in pace- e si voltò, allontanandosi.
Che ti sta succedendo, Doremì?- pensò Moyra triste, mentre
vedeva Doremì che le dava le spalle e si allontanava.
Doremì camminò tenendo lo sguardo a terra.
Sapeva che l’aveva ferita. Lo sapeva bene. Ma non aveva
alternativa.
Scusami Moyra…- pensò Doremì stringendo forte le mani- Ma se
è vero, che vogliono fare del male a chi mi sta intorno…preferisco rimanere
sola.
Akatsuki stava osservando la scena, nascosto dietro ad un
angolo.
Una signora sfogliava le pagine di un libro…la scrittura era
molto antica, anche per lei…
Purtroppo per quanto avesse tentato e ritentato di
decifrarlo, non era servito a niente. Neanche il gruppo di streghe più abili
erano riuscite a leggere il libro.
Eppure, c’era qualcuno in grado di leggerlo ancora…ma chi?
Le venne in mente il volto di una persona…all’epoca era la
sua insegnante di magia. Dopo aver conseguito il suo diploma, non l’aveva più
rivista…o meglio, le sue ambizioni e la rivalità con un’altra strega, l’avevano
occupata tutto il tempo.
Ricordava vagamente quella donna. Era molto severa e
rimproverava in continuazione lei e la sua rivale, perché continuavano a
bisticciare. Però, ogni tanto si lasciava andare in qualche dolce sorriso e
capitava ogni tanto che per addolcire qualche punizione che aveva inferto a
lei, le offriva dei dolci e qualche perla di saggezza.
Quanto tempo era passato…chissà se era ancora viva?
In ogni caso, valeva lo sforzo di controllare. Uscì da una
stanza piena di libri e uscì con la scopa in mano. Se era ancora viva quella
donna, forse sarebbe riuscita a decifrare il libro.
Un ragazzino dai capelli color blu entrò dentro una stanza
enorme, dove tanti altri suoi coetanei stavano passando il tempo con giochi e
chiacchiere.
-Marina…- si guardò in giro Kotake- Non è con voi Doremì?
-No, aveva detto che sarebbe andata a fare un giro…
-Però…- disse Yada, che stava ascoltando - Non è strano che non
sia ancora arrivata?
-Trattandosi di Doremì, non mi stupisco che si sia dimenticata
che dovevamo uscire…- disse con superiorità Tamaki.
-Mh…e Moyra? E’ andata con lei?
-No- disse Marina preoccupata- Si è chiusa in camera e non
capisco perché.
-Come?- disse perplesso Kotake, conoscendo il carattere esuberante
di Moyra.
-Già, non vuole parlare con noi- spiegò Marina- E’ come se…
-Sicuramente ha litigato con Doremì- disse Tamaki decisa-
Perché se no, Doremì sarebbe uscita da sola e lei invece è rimasta qui?
-Strano…proverò a parlarle io. Chissà che non sappia dov’è
andata Doremì…- disse Kotake, uscendo dalla sala ricreazione.
-Come mai cerchi Doremì?- chiese Tamaki, prima che lui uscisse.
-Mh? Che intendi dire?
-Suvvia Kotake, sei sempre alle costole di Doremì, non le lasci
mai tregua…- disse Tamaki, alzando le spalle- Cosa sei, il suo cane?
-Che?!
-Oppure…c’è qualcos’altro?- disse Tamaki, lasciando in vago la
domanda.
-Non c’è niente!- disse lui innervosito- Sono semplicemente
preoccupato per lei, come amico! Cosa c’è di male!
Tamaki guardò sorpresa Kotake.
-Calmati, era solo una domanda…
-Non sono in vena di continuare questa assurda discussione!- il
ragazzino uscì, sbattendo dietro di sé la porta.
-Assurdo, non è così che si risponde ad una signorina- disse
offesa Tamaki, poi si accorse che la stavano guardando i compagni- Beh, che
c’è? Ho solo detto la verità.
Marina e gli altri tornarono ai loro posti.
-Ma che hanno tutti oggi?- chiese Marina, alzando le spalle.
Kotake salì le scale a passò davanti alla porta della stanza
e bussò.
-Moyra? Sei dentro?- chiese.
-…- nessuna risposta.
-Moyra, sai dov’è andata Doremì? Marina ha detto che è uscita
da un bel po’…e tra poco dobbiamo uscire con la classe…
-…non è tornata?
-No.
Si udì un rumore di piedi che si avvicinavano alla porta.
Poi un giro di chiavi e la porta si aprì a malapena per permettere alla
ragazzina di guardare Kotake.
-Io…non so dov’è andata Doremì…- disse triste.
-E’ successo qualcosa?- chiese Kotake preoccupato.
-Mh…ecco…- disse incerta- Doremì non ha voluto che la
seguissi…sembrava adirata con me…mi detesta.
Kotake sorrise come divertito.
-Impossibile, Doremì non è il tipo da detestare qualcuno,
soprattutto un amica.
-Noi non siamo amiche…me ne sono accorta da come ha voluto
disfarsi di me.
-Eh? Ma come mai?
-Uhm…
-Mi vuoi spiegare che sta succedendo?- chiese Kotake, sempre
più deciso a farla parlare.
Moyra sporse la testa fuori dalla porta e guardò ai due lati
del corridoio.
-Bene, non c’è nessuno…- disse Moyra.
-Chi dovrebbe esserc…- non fece in tempo a terminare la frase,
che fu trascinato da Moyra dentro la stanza.
-Qui non dovrebbero riuscire a sentirci…- chiuse la porta.
Kotake guardò con più preoccupazione la ragazzina.
-Ehm…Moyra, sicura di sentirti bene? Vuoi che chiami
l’insegnante?
-Ci mancherebbe altro!- disse seria, poi abbassò lo sguardo-
Ecco, devi sapere che…- Moyra spiegò brevemente quello che era successo, su i
suoi sospetti per gli incidenti, del libro nero, e altro ancora.
Quando finì di parlare, nessuno dei due parlò. Regnò il
silenzio in quella stanza semi oscura.
-Ahhh, finalmente!- disse d’un tratto Moyra, spaventando
Kotake- Mi sento meglio, ora che te ne ho parlato- lo guardò- Lo so a cosa stai
pensando Kotake. Pensi che sono pazza e non so cosa…e in fondo, non ti darei
torto se tu lo pensassi…però- abbassò di nuovo lo sguardo- è la verità. E io
vorrei fare qualcosa per Doremì.
Kotake continuò a rimanere in silenzio.
-…è per questo che vi comportavate in quel modo strano?
-Mh- fece cenno di sì, poi si bloccò- Chi è che è strano?-
disse offesa.
-Vedo che ti sei ripresa- disse Kotake, appoggiando le mani ai
fianchi.
-…non ridi?- chiese Moyra perplessa.
-Beh, forse se me l’avessi detto in un altro momento…ma gli
ultimi avvenimenti, mi hanno dato molto da pensare- disse serio e poi si voltò
verso la porta per aprirla- Però ora mi preme più trovare Doremì.
Si udirono delle voci e dei passi venire verso di loro.
Kotake e Moyra uscirono dalla stanza e videro con sorpresa e sollievo che era
Doremì, seguita da Marina che le stava parlando, senza che lei l’ascoltasse con
attenzione.
Appena Doremì si accorse della presenza dei due, si fermò e
li guardò. All’inizio era sorpresa, ma poi tornò seria.
-Oh, sei riuscito a parlare con Moyra. Bene- disse Marina a
Kotake- Stavo dicendo a Doremì che la stavi cercando e che l’insegnante ci
vuole tra cinque minuti nell’atrio principale…
-Mh…- Kotake guardò Doremì- Dov’eri andata?
-E a te che importa?- rispose velocemente e con tono arrogante-
Sembra che ultimamente, volete starmi tutti appresso- disse guardando
velocemente Moyra- Mi volete tenere sotto controllo, per caso?
-Che modo di rispondere è?- disse Kotake irritato dal suo tono-
Eravamo solo preoccupati. E’ pericoloso che ti aggiri da sola, dopo quello che
è successo…
-La faccenda dello sparo è ormai storia chiusa- disse Doremì
con disinvoltura- Quel che è stato, è stato. Non sono in pericolo e non voglio
che mi stiate addosso solo per questo.
-Doremì- intervenne Marina, che si meravigliava del
comportamento della ragazzina- Nessuno vuole starti appresso…
-E allora, lasciatemi stare. Non voglio nessuno. Siete solo un
disturbo per me- disse con tono acido.
Seguì di nuovo un breve silenzio.
-…io vado, prima che l’insegnante si arrabbi- disse Kotake
sorpassandola- E ti consiglio di fare altrettanto, se non vuoi essere
rimproverata.
-Non ho bisogno che tu me lo dica- e se ne andò in stanza.
Moyra e Marina iniziarono a scendere, senza aprire bocca.
Dopo pochi minuti tutta la classe si trovava nell’atrio
principale, con l’insegnante che controllava che non mancasse nessuno.
-Bene…- disse soddisfatta- Ora che ci siamo tutti, possiamo
andare.
Il gruppo uscì dall’ albergo e s’incamminò.
-Ehi, Marina…ma che succede?- chiese Tamaki sottovoce a Marina-
Moyra è stranamente silenziosa, Kotake non provoca Doremì e cosa più strana,
Doremì se ne sta in disparte.
-Mh…- Marina non sapeva cosa rispondere. Il ricordo di come si
era comportata Doremì la teneva in ansia- Ehm, forse è meglio lasciarla stare
per un po’.
Akatsuki osservava tutto, mentre se ne stava in mezzo gli
altri compagni.
La classe fece un giro di perlustrazione nella zona storica
del paese e dopo un po’ si fermarono a riposare.
-Che camminata…- disse Tamaki sbuffando- E’ possibile che
l’insegnante sia così sadica? Guardate, le mie belle scarpette, appena
comprate, sono già rovinate.
Si aspettò che qualcuno le rispondesse, ma nessuno fiatò.
-Ehi, dico a voi, ma che vi prende? Vi hanno tagliato la
lingua?
-Perché non te ne stai un po’ zitta?- chiese Masaru- Non vedi
che nessuno ha voglia di parlare?
-E’ questo che non è normale! Dico io, sono abituata a sentire
Doremì e Kotake bisticciare, a Moyra che spara assurdità, a Marina che parla di
sdolcinatezze…e invece niente.
-E la cosa ti dispiace?- chiese Masaru sorpreso.
-Neanche un po’…- disse lei con atto di superiorità- ma voglio
scoprire cosa c’è sotto- si avvicinò a Doremì che era seduta su un muretto-
Ebbene?
-Lasciami in pace, Tamaki- rispose lei seccata.
-No, non ci penso proprio. Che ti è preso? Hai litigato con la
tua amichetta o il tuo fidanzatino?
Moyra fece per intervenire, ma si bloccò senza sapere cosa
dire.
-Perché non ti fai gli affari tuoi?
-Perché non mi va- disse in tono di sfida- Sei strana, ti
comporti in modo insolito e…
-Tamaki, per favore, smettila di dar fastidio a Doremì- disse
Moyra, riuscendo ad avere la parola.
-Non ho bisogno di un difensore!- disse arrabbiata Doremì- Me
la so cavare da sola.
-Ma…
-Doremì- cercò di dire Kotake.
-E tu non intrometterti!- balzò in piedi- Non ho niente di
strano!- scosse la testa- Lo volete capire che non voglio avere niente a che
fare con voi!- si allontanò correndo- Lasciatemi stare!
I compagni la guardarono straniti, mentre si allontanava.
-Ma che gli prende a Doremì? Non si era mai comportata così…-
disse Kimura.
-Era questo, quello che volevi ottenere?- chiese Masaru a
Tamaki.
-Io…- disse perplessa- volevo solo smuovere la situazione…non
pensavo che…
-E’ colpa mia…- disse Moyra triste- sono io che ho cominciato
con questa storia e che l’ha stressata…avrei dovuto starmene zitta.
-No, non è colpa tua- disse Kotake con tono gentile.
-Però…
-Ci conosciamo da anni e gliene ho fatte passare di peggio-
disse quasi in tono scherzoso- Ma nonostante tutte le nostre litigate, abbiamo
sempre fatto la pace. Doremì non è il tipo da comportarsi così…- disse Kotake
pensieroso- Non mi convince tutta questa storia.
Continua…
********************************************************************************Anf,
anf…che faticaccia…(-_-)’ Ma quando finirò questa fiction? E dire che manca
veramente poco…ed ho anche gli occhi che mi bruciano per la febbre, sigh! Va
beh, io cerco di impegnarmi (*o*), perciò mi raccomando, continuate a sostenermi
(^o^).
Non sapeva dove andava, ma qualcosa la stava guidando…in
quell’oscurità.
Davanti a lei apparve una foresta…non una foresta come
quelle che aveva visto in televisione, ma diversa. Come dire…magica.
Poi comparvero delle piccole casette. Casette che sulla
terra non esistevano più. Era come essere tornati sulla terra di tanti anni
fa…ma l’ambiente rimaneva sempre ostile.
Un laghetto apparve a pochi passi da lei.
Si fermò e si chinò, come per bere.
Ma l’immagine che si rifletté sul lago…era diversa.
Sì, era lei, lo poteva capire dal viso…ma quel taglio di
capelli, non era suo. Li aveva più corti rispetto al solito e il colore era più
scuro. Quasi come se quell’atmosfera grigia si fosse portato via i colori.
Lo sguardo della ragazza era triste, quasi preoccupato.
Provò ad avvicinare la mano a quel riflesso, ma al
contatto con l’acqua essa svanì, facendo posto alla sua immagine.
Ma ancora c’era qualcosa che non andava. Quello sguardo
così freddo, non era il suo.
L’immagine sorrise, senza che lei muovesse le labbra.
“Sei felice, Doremì?”
Si spaventò…quell’immagine parlava?
“Presto non lo sarai più…”
-C-chi sei?- cercò di dire.
Qualcosa le diceva che quella persona, che non era lei,
l’aveva già incontrata. Ma dove?
“E’ ancora presto per dirti chi sono…ma presto ci incontreremo…”
Camminava e ancora camminava. Il cielo era grigio e rendeva
ancora più triste quella giornata.
C’era tanta gente che passava per i negozi del paese. Le
passavano accanto, sfiorandola appena, ma risultando a lei quasi
impercettibili. Non sapeva con precisione dove andare. Voleva solo allontanarsi
da lì.
Si sentiva una sciocca per come si era comportata, ma non
aveva alternative. Doveva allontanarsi da tutti.
-Sei preoccupata?
Doremì si voltò verso la voce e guardò stupita la persona
con il mantello blu.
-Lei, qui?!
La signora fece cenno di sì.
-Sono venuta ad avvisarti…
-Che cosa?- chiese curiosa Doremì- Anche perché io avrei tante
domande da farle e…
La signora fece cenno di stare zitta e Doremì obbedì.
-Si sta avvicinando il momento…
-Il momento di che?
La signora mise una mano sulla bocca di Doremì per farla
tacere.
-Non ho tanto tempo…il cammino che hai scelto, ti porterà ad un
nuovo bivio…e la tua scelta, qualsiasi essa sia, comporterà la perdita di
qualcuno…
La perdita?- pensò Doremì spaventata.
-Ma nonostante tutto…non dovrai pentirti della tua scelta e non
guardarti indietro.
Doremì voleva chiederle il significato della sua frase, ma
la mano della signora le tappava la bocca.
-Ricorda…il tuo stesso potere sarà la causa della tuoi guai.
Non perdere la tua luce…
Nel momento in cui lasciò la bocca di Doremì, si allontanò
velocemente.
-Aspetti, io ho altre cose da chiederle!- la inseguì, però si
accorse che era scomparsa.
Doremì si appoggiò ad una parete, per prendere fiato per la
corsa improvvisa.
Sentiva che in lei nascevano altre domande, altri dubbi,
altre incertezze…
Cosa devo fare?- si chiese Doremì- Perché deve
essere così complicato?
Sentì qualche goccia d’acqua caderle in testa…in breve si
accorse che stava piovendo.
Ma non le interessava…non le interessava che iniziava a
piovere a dirotto e che si sarebbe bagnata tutta. Non le importava. Ciò che
voleva sapere in quel momento, era cosa fare per non mettere più in pericolo la
vita degli altri.
Ma non riusciva a trovare una risposta.
Con poca volontà in corpo si staccò dalla parete…doveva
raggiungere l’albergo. L’insegnante si sarebbe infuriata con lei, se non
sarebbe tornata subito. Così s’incamminò per le stradine poco affollate.
Però non se la sentiva…aveva tentato di allontanarsi il più
possibile dagli altri, ma le era difficile.
Quanto avrebbe resistito?
Si fermò e chiuse gli occhi. Le gocce della pioggia cadevano
sul suo viso incessantemente.
Era come se accentuassero il suo senso di colpa. Lei…avrebbe
dovuto prendere una decisione, sapendo che altre persone ci perderebbero la
vita? Era una responsabilità che non voleva prendersi.
Non voleva.
Si sentiva così amareggiata…avrebbe voluto chiedere l’aiuto
delle sue amiche…di sicuro loro l’avrebbero aiutata, tutte insieme avrebbero
preso la giusta decisione.
Ma lei era sola in quel momento. Non poteva coinvolgere le
altre persone.
Aprì lentamente gli occhi e notò una persona che stava
qualche metro davanti a lei.
La pioggia offuscava la sua vista, non riusciva a vedere
bene. Rimase immobile, quasi ad aspettare.
La persona lentamente si avvicinò a lei e la coprì con
l’ombrello che aveva in mano.
Doremì alzò lo sguardo debolmente e vide lo sguardo della
persona, un sorriso dolce e allo stesso tempo preoccupato. Ma non disse niente.
-Come sapevi che ero qui?- chiese quasi a bassa voce.
-…lo sapevo e basta.
Doremì lentamente sorrise mentre lo guardava e delle piccole
lacrime le uscirono dagli occhi.
-…Sciocco.
E quasi come incantata da quella pioggia e da quel suo
sguardo, lo abbracciò.
Dentro di sé avrebbe voluto supplicarlo di aiutarla…ma la
voce non le usciva, c’erano solo le lacrime.
Il ragazzo ricambiò l’abbraccio, sentendosi in quel momento
impotente.
Non sapeva come aiutarla ad uscire da quell’angoscia che la
stava torturando. L’unica cosa che era in grado di fare, era abbracciarla per
calmarla.
-Doremì…io starò al tuo fianco…qualsiasi cosa succeda…
La ragazza non disse niente. Si limitò solo a piangere,
quasi come se quella pioggia stesse cancellando le sue preoccupazioni. Si
sentiva bene…dopo tanto tempo, finalmente riusciva ad essere sincera con se
stessa.
-Calmati Moyra- disse Kimura, mentre Moyra continuava a tirare
la manica del ragazzino- Non li vedo ancora.
-Ma com’è possibile? Dovrebbero essere già tornati…- continuò
ad assillarlo.
-Ehm, saranno a breve qui- disse Marina, cercando di staccare
Moyra da Kimura, con un sorriso sulle labbra.
-Gelosia, eh?- disse Maki a Nobuko, indicando Marina.
-Già.
-Che si fa?- chiese Tamaki- Abbiamo inventato una scusa
all’insegnante…però presto si accorgerà della loro assenza.
-Non credo che Masaru sia bravo ad intrattenere l’insegnante-
disse preoccupata Marina.
-Accidenti, sarei dovuta andarci anch’io- disse Moyra agitata.
-E che sarebbe servito? Tanto ti saresti persa- disse Kimura.
-Guarda Moyra, stanno arrivando- disse Akatsuki indicando in
fondo al viale.
Tutti si girarono a guardare, ma non si vedeva altro che la
strada.
-Ma non c’è nessuno- disse deluso Watabe.
-Sei sicuro che non ti servano un paio di occhiali?- disse
Tamaki ironica.
Akatsuki si limitò a sorridere, sicuro di quello che aveva
detto. Gli altri erano perplessi e non capivano da dove gli venisse quella
sicurezza.
-Se lo dici tu, ci credo- disse Moyra, calmandosi.
-Certo, tra matti si va d’amore e d’accordo- continuò a dire
Tamaki.
-Aspetta…- disse Nobuko- Io incomincio a vedere qualcosa.
-Anch’io- disse Marina.
-Sono loro!- disse Kimura felice.
-Come facevi sapere che stavano arrivando?- chiese sospettoso
Watabe.
Akatsuki sorrise di nuovo, come se non ci fosse niente di
strano.
-Chissà, forse sono un mago- disse tranquillamente.
-Già, chi mancavano solo un altro che si crede un mago- disse
Tamaki sospirando.
-Ehi, io sono un mago!- disse offeso Watabe, che come hobby si
dilettava a fare spettacoli di magia.
-Certo, e io sono una famosa investigatrice!- disse convinta
Nobuko.
-Ehm, adesso non esageriamo- disse Maki facendola stare zitta.
-Sono loro…- disse Doremì, guardando in fondo al viale.
-Già, erano tutti preoccupati per te, dopo che te ne sei andata
via.
-Mh…- chinò lo sguardo, rimanendo sempre attaccata al braccio
di Kotake.
-Cosa c’è adesso?
-Forse non è una buona idea…
-Che ti salta in mente ora? Mi sembra che ne avevamo parlato
durante il tragitto!
-Sì, però…- disse indecisa- Forse loro non vorranno parlarmi…
-Pensi davvero che ti avrebbero aspettato, se fossero
arrabbiati con te?
-Ma…
-Insomma Doremì, ti stai comportando come una bambina- disse
Kotake spazientito.
-E tu, da quando ti comporti da ragazzo maturo?- disse offesa.
-Cos’è, ti da fastidio?
-Forse…- disse voltandosi.
Kotake la guardò senza capire.
-Sei cambiato più di quanto mi aspettassi…speravo che nonostante
dovessimo crescere, noi non saremmo cambiati…però pian piano mi rendo conto,
che tutto è destinato a cambiare…
Lasciò la frase in sospeso, mentre si ricongiungevano con
gli altri compagni di classe.
-Mh…da quanto mi ricordo…dovrebbe trovarsi da queste parti…- la
donna si guardò in giro, poi fermò una passante- Scusi, sa se qui abita una
certa Majosakura?
La donna ci pensò su e poi guardò in alto, verso la cima di
un monte.
-Dovrebbe vivere lì, se è ancora viva…
-Mh…okey, grazie- salì sulla sua scopa e riprese il suo
viaggio.
Certo che, si poteva scegliere un luogo più raggiungibile-
pensò, mentre volava.
-Ehm…- disse una ragazzina dai capelli color rosso magenta.
-Ehm…- disse l’altra ragazzina con la stessa incertezza.
Le due ragazzine abbassarono lo sguardo e nessuno fiatò.
Doremì era seduta sul letto e Moyra invece se ne stava in piedi, nella loro
stanza.
-…scusami- disse Doremì.
-…ah, no, scusami tu. Io non…
-No, non ti devi scusare…sono io che mi sono comportata male.
-No, è colpa mia.
-No, mia.
Stettero zitte di nuovo ed infine risero insieme.
-Di chi sia la colpa, non importa- disse Moyra- L’importante è
che tu sia qui.
-…sei gentile- fece un pausa- Per quello che ho detto, io non…
-Non importa- scosse la testa- Posso capire come ti senti
adesso…e ti confesso, che se fossi al tuo posto, sarei impazzita- rise.
-…grazie- sorrise.
-Sai cosa?- si sedette sul letto, vicino a lei- Mi sono
sorpresa.
-Come?
-Di Kotake- alzò le spalle- Insomma, da come me l’avevi
descritto al periodo delle elementari, pensavo che fosse l’eterno bambino
indeciso…ma oggi- sorrise- mi ha sorpreso per come si è comportato.
-Davvero?- disse stupita Doremì.
-Ha mantenuto la calma, è venuto a cercarti e…- fece un’altra
pausa- Sì, Kotake è proprio una brava persona. Ormai non sembra più il
ragazzino che conoscevamo.
-Già, me ne sono accorta- disse Doremì, abbassando lo sguardo.
-Mh? Che hai Doremì?- chiese curiosa Moyra- Non dirmi che ti
dispiace! Dovresti essere contenta che sta maturando.
-Sì, lo sono, però…- sospirò.
E’ come se mi stesse lasciando indietro…
-Però?- insistette Moyra, vedendola pensierosa.
-Ah, niente, niente- sorrise- Finalmente potrò stare
tranquilla, senza che lui mi faccia i dispetti- ridacchiò.
Anche Moyra si unì alla risata.
-Ah, Tamaki ha comprato dei favolosi dolcetti!- disse Moyra
d’improvviso- Per scusarsi, te li vuole offrire.
-Davvero gentile- sorrise- E poi, ho proprio una certa fame…
-Lo immaginavo…- si alzò- Scendo giù e te li vengo a portare.
-Grazie.
Moyra uscì dalla stanza e chiuse la porta.
Doremì sorrise e si lasciò cadere sul letto. Poi il suo
sorriso divenne un sospiro.
-E così il protettore è intervenuto per salvare la sua dama…-
disse Akatsuki con le mani incrociate.
-Tu sai cosa sta succedendo, vero?- disse Kotake guardando il
ragazzo dai capelli rossi.
-…
-Ehi, mi stai ascoltando?!- lo afferrò per il colletto e lo
sbatté contro il muro- Non te lo sto chiedendo più come un favore.
-Che cambierebbe anche se tu lo sapessi- lo guardò con la
stessa serietà di Kotake- Non potresti fare niente. E allora…che senso ha? Non
è meglio non sapere niente e andare avanti?
-Che discorsi sono!- disse Kotake arrabbiato. Poi abbassò il
tono di voce- Tu non ti sei mai innamorato?
-Eh?- si stupì Akatsuki.
-Dovresti sapere che quando si provano questi sentimenti, non
c’è niente che possa fermarti. E qualsiasi cosa tu dirai o che scoprirò da
solo, non cambierà la mia decisione- lo lasciò andare e si allontanò.
Akatsuki guardò il ragazzino mentre si allontanava e si
aggiustò il colletto. Si era stupito, la forza di Kotake rispetto al passato,
era aumentata.
“Tu non ti sei mai innamorato?”
Certo, che domande. Lui si era già innamorato, più di una
volta…
Nel periodo in cui il suo regno si trovava in difficoltà,
aveva avuto il compito di rapire la piccola Hana. Ma per fare questo, avrebbe
dovuto sbarazzarsi delle sue tutrici. Per questo aveva architettato di fare
amicizia con loro e conquistare la loro fiducia. Era un compito semplice e
nessuno ci avrebbe rimesso. Ma non aveva tenuto conto, con chi aveva a che
fare.
La piccola Doremì era imbranata, ma era sempre disposta ad
aiutare gli altri. Non le importava chi fosse, se qualcuno era in pericolo, lei
accorreva ad aiutarlo. Era questa energia e bontà che sprigionava la bambina,
che l’aveva incuriosito. Pian piano che il tempo passava in sua compagnia, si
affezionava a lei. E senza accorgersene, erano diventati amici.
Ma poi, dovette rendere conto del piano e rapire la piccola
Hana…anche a costo di rovinare la loro amicizia. Era una cosa da niente, si era
ripetuto, ma faceva male.
Sapeva che piaceva a Doremì e che nel momento in cui gli
avrebbe raccontato la verità, sarebbe finita la bella fiaba.
Però con sua grande sorpresa, nonostante lo shock iniziale,
lei l’aveva ascoltato e gli aveva teso la mano. La loro amicizia era ancora
salva…ma aveva perso molto di quello che c’era prima.
Doremì gli era ancora amica, ma non era più la stessa cosa.
E ne aveva avuto la conferma, quando l’aveva incontrata in occasione di una
gita. Lei era più distaccata, nonostante fosse molto gentile con lui.
Con il tempo, si era reso conto che questo distacco gli
faceva male, perché lui era veramente innamorato di lei, ma credendo fosse solo
amicizia e gratitudine, si era allontanato da lei. Pensava che era la cosa
giusta…ma non era servito a cancellare i suoi sentimenti.
Quando la regina aveva commissionato al suo gruppo, il
compito di proteggerle, lui ne era contento perché aveva l’opportunità di
rivederla. E sperava che standole affianco, le cose sarebbero migliorate. Però,
dovette ricredersi di nuovo. Osservandola da lontano, non c’era ombra di
dubbio, che ora lei non provava i suoi stessi sentimenti.
Le sue attenzioni, seppur goffamente, erano dirette ad
un’altra persona. E non sarebbero tornate più da lui.
-Ehi- disse un ragazzino dai capelli blu, entrando nella
stanza.
-Ehi- rispose la ragazzina, salutandolo.
-Come va adesso?
-Direi bene.
Kotake sorrise e si sedette su una sedia che era lì vicino.
-Ci hai fatto preoccupare, lo sai?- disse Kotake con un tono di
rimprovero, ma anche di sollievo- La prossima volta, pensaci prima di
comportarti così.
-Mh- fece cenno di sì- Scusa…
Kotake rimase a guardarla, mentre lei teneva lo sguardo
abbassato.
-Che ti sta succedendo, Doremì?- disse serio, ma con un tono
preoccupato.
-Eh?- la ragazzina alzò lo sguardo.
-E’ per quello che ti ha raccontato Moyra…è per quello che ti
comporti così?
-Ah…- disse stupita Doremì. Capì che Moyra ne aveva parlato con
lui- E così lo sai…- cercò di sorridere- Eh, eh, certo che è strana Moyra…da un
giorno all’altro tira fuori storie assurde, fa concorrenza a Nobuko.
-Io ci credo.
Doremì si zittì e guardò sorpresa Kotake.
-Come?
-Io credo a quello che ha detto Moyra…beh, non del tutto. Ma in
parte penso che ci possa essere un fondo di verità.
-M- ma è assurdo, Kotake…lo sai anche tu che la magia non
esiste- disse Doremì turbata, cercando di sembrare tranquilla- Maghi,
folletti…andavano bene quando eravamo bambini, ma adesso siamo grandi e…
-Molti fenomeni della vita non sono spiegabili dalla scienza-
disse lui, con un tono quasi da adulto.
Doremì non sapeva cosa dire. Era spaventata dal pensiero che
Kotake potesse arrivare a scoprire la verità, ovvero che lei era una strega.
Se avesse detto qualcosa di sbagliato, lui l’avrebbe
smascherata e per lei sarebbe stata la fine.
Kotake osservò Doremì e notò di nuovo quell’espressione di
terrore e ansia che aveva visto in lei in altre occasioni. Era chiaro che stava
nascondendo qualcosa, ma cosa?
Perché non si confidava con lui? Insieme avrebbero potuto
fare qualcosa.
E invece lei, aveva sempre cambiato discorso, quasi avesse
paura.
Ma la cosa che più lo amareggiava, era che lei sembrava più
vicina ad Akatsuki in quei momenti, come se fossero più in confidenza, come se
lei si fidasse più dell’altro ragazzo, che di lui.
-Ah…ma quanto c’impiega?- disse Doremì movendo le mani
nervosamente- Moyra aveva detto che mi avrebbe portato dei dolcetti, da parte
di Tamaki.
Di nuovo. Kotake ascoltò la ragazzina, come se fosse un
disco a ripetizione.
Ancora una volta aveva evitato il discorso. L’aveva lasciato
in sospeso, come se non avesse importanza.
Che fare? Tralasciare quei dubbi che lo assillavano o
affrontarli una volta per tutte?
-Perché fai così?
Doremì lo guardò senza capire.
-Eviti le mie domande e fai finta di nulla- spiegò lui.
-M- ma no, che dici- disse Doremì sorridendo- E’ solo che mi
sembrano discorsi così assurdi, che non vale la pena di starci pensare.
-Assurdo?- disse Kotake quasi irritato- Tutto questo ti sembra
assurdo? O sono io che non ti vado bene?- disse alzandosi- O forse Akatsuki è
la persona migliore, con cui parlare di questo? Ti va bene lui, no?
Doremì era quasi spaventata da quell’improvviso cambiamento
di umore.
-Che ti prende Kotake? Io non volevo dire questo…
-Ma lo pensavi! Tu preferisci Akatsuki a me!
Silenzio. Quest’ultima affermazione, aveva gettato
scompiglio nei loro cuori. Le loro guance si arrossirono quasi in sintonia.
Kotake imbarazzato da quello che aveva detto, cercò di
moderare il suo tono e le sue parole.
-Perché hai più confidenza con Akatsuki? Non puoi confidarti
con me, una volta ogni tanto?- disse quasi abbassando la voce- Io…non conto
niente per te?
-N- no…non è questo…- strinse forte le mani nella lenzuola- Credimi,
io vorrei essere sincera con te…però…- chinò il capo- non posso.
-Perché?
-Beh…- disse incerta, mentre evitava di guardarlo negli occhi-
è un po’ complicato…
-Cos’è complicato?- insistette Kotake, irritato per quel giro
di parole.
-Oh, insomma, Kotake!- disse Doremì esasperata- Non posso!
Questo è tutto!
-Io credo che tu abbia solo paura di affrontare il problema!
Doremì era al limite della pazienza e si alzò in piedi per
averlo di fronte a lei.
-Io non ho paura!
-Sì che c’è l’hai!
-Ti dico di no!
-E invece sì! Da quando ti sei salutata con le tue vecchie
amiche, sei cambiata!
-C- come?- disse Doremì, quasi timorosa.
-Non te ne sei accorta?- insistette Kotake- Sembri un’altra
persona, da quando non stai più con le tue amiche! E’ come se la Doremì che
conoscevo, fosse morta nel giorno del nostro diploma…
La ragazzina indietreggiò, quasi spaventata da quella
rivelazione.
Era così? Lei era cambiata? Com’era possibile? A lei, le
sembrava di essere sempre la solita.
-Pensavo che con il tempo ti saresti ripresa…ma invece stai
peggiorando.
-Io non…non è vero…- un brivido la percosse. Si sentiva strana.
Come se per la prima volta stesse aprendo gli occhi. Era così, che gli altri la
vedevano?- E…e tu, allora?- disse d’improvviso, quasi riprendendosi da quello
stato.
-Io cosa?
-Sei cambiato anche tu dalle elementari! Non sembri più tu…ti
atteggi in altro modo e…- disse agitata movendo le mani.
-Doremì…- disse prendendola per le mani, quasi come per
calmarla- E’ normale…io sto crescendo.
Doremì spalancò gli occhi. Ancora una volta…ancora una volta
stava sbattendo contro quel muro invisibile.
Le tornò alla mente l’immagine delle sue amiche, al momento
che si erano salutate davanti al Maho…l’ultima volta che le aveva viste, prima
che ognuna prendesse la strada che aveva scelto.
Era perché dovevano crescere, così le avevano detto nel
momento che si erano voltate e si erano allontanate.
Non voleva…non voleva.
Scosse la testa e si staccò dalla presa del ragazzino.
-E perché? Perché non puoi rimanere il Kotake che conoscevo?
Quel bambino fastidioso, che gli piaceva farmi i dispetti…ma che in fondo…gli
volevo bene?
Kotake guardò dispiaciuto Doremì. Cosa poteva dirle? Se
avesse detto qualcosa di sbagliato, avrebbe perso la fiducia dell’amica.
-Non è così terribile crescere…- disse dolcemente- Sì, forse si
deve rinunciare a qualche privilegio e farsi carico di responsabilità più
grandi…ma passo dopo passo, si riescono a superare le prime difficoltà…-
sorrise- Non è come dicevi sempre? Mai arrendersi…E anche se il nostro aspetto
cambia…noi rimaniamo gli stessi, solo un po’ più adulti.
Di tutta risposta, ricevette un cuscino in faccia.
-Sciocco, non capisci!- disse Doremì con in mano un altro
cuscino.
-…hai rovinato un bellissimo discorso (-_-)*. Non hai idea di
quanto ci abbia impiegato per farlo!
-Non m’interessa, fuori di qui!- gli tirò una cucinata, senza
lasciarlo parlare.
-Ok, ok, ho capito…- ed uscì di fretta.
Appena chiuse la porta dietro di sé, tirò un sospiro. Non
era andata come sperava…però pensava che insistendo, alla fine avrebbe reagito
e chissà che le cose non sarebbero migliorate…
Alzò lo sguardo per andarsene, ma si accorse che c’era una
persona lì davanti.
-Moyra! Mi hai spaventato!- disse sorpreso Kotake.
-Ah, ehm…scusate…ero venuta, ma poi vi ho sentito parlare e…non
volevo disturbarvi, così ho aspettato…
-Hai sentito?- disse quasi sottovoce per l’imbarazzo.
-…sì- disse lei un po’ imbarazzata dall’argomento- M-ma non
l’ho fatto apposta- disse agitando le mani- Davvero, io…non ho ascoltato tutto.
-Beh, tanto non c’è niente di strano- disse Kotake ridendo
nervosamente. La discussione che aveva avuto con Doremì era…come
dire…imbarazzante? Forse perché, era sembrata una scenata di gelosia? O forse
perché voleva dirle qualcosa d’importante, ma ne era uscito fuori qualcosa di
farfugliato?
-Già, eh eh- ridacchiò anche Moyra, cercando di sembrare
tranquilla- Ah, già, Doremì stava aspettando i dolci…è meglio non farla
aspettare oltre- ed entrò in stanza.
Kotake si grattò la testa e si allontanò.
-Doremì, co…- gli arrivò una cucinata in faccia-…me va?- finì
la frase confusa.
-Ops, scusa Moyra…ti avevo scambiata per Kotake.
-Ah…(-_-)’- disse la ragazzina, mentre appoggiava sul letto il
cuscino- E così, per salutarvi, vi prendete a cuscinate? Cos’è, una nuova moda?
-N- no, è che…- disse imbarazzata, senza sapere che scusa
inventarsi.
-Non c’è bisogno che mi spieghi…si sentiva anche fuori dalla
stanza.
-S- si è sentito?- disse Doremì arrossendo leggermente. Non si
capacitava ancora di quello che aveva detto. Cosa gli era successo?
D’improvviso era come le fosse scattata un molla e si sentiva strana. E poi,
dopo quello che gli aveva detto Kotake…- Ah, ah, scusa…non deve essere stato un
bel spettacolo- disse ridendo.
-Figurati, mi sono divertita (^-^).
-Come? (°_°)’
-Certo, è meglio discutere, piuttosto che rimanere in
silenzio…perché se no, sembra che ci sia qualcosa da nascondere.
-…
-Quando avete smesso di parlarvi, sembrava che qualcosa fra di
voi si era rotto…- appoggiò i dolcetti sul tavolino della stanza- invece
vedervi così, è come essere tornati a qualche tempo fa…
-…mh. Però…questa è solo un illusione, no?
-Uhm…sai, credo di aver capito cosa ti succeda…hai paura che
crescendo, tu perda l’amicizia di Kotake, vero?
-Ah…ecco…- si agitò.
-Eh, eh…certo che sei buffa, quando si parla di Kotake.
-Unf- sbuffò offesa- Vuoi un altro cuscino in faccia?- disse
agitando un cuscino in mano.
-Ah, no, pietà…- disse Moyra ridacchiando- D’accordo,
d’accordo…lasciamo stare per oggi discorsi così seri…e concentriamoci su
qualcosa di più dolce…come questi dolci. In fondo, oggi è stata una giornata
pesante, non trovi?
-Sì- fece cenno di sì e appoggiò il cuscino sul letto. Appena
lo fece, ricevette in faccia un cuscino. Quando cadde il cuscino per terra,
vide Moyra ridere.
-Ben ti sta- disse ridendo- Giustizia è fatta.
-Ah, sì?- la ricorse con il cuscino- Adesso vedremo!
-Ah, aspetta, scherzavo, scherzavo!- disse mentre correva per
la stanza.
Uyyy, mi sono dilungata come al solito (-_-)’ ma al prossimo
capitolo ci sarà finalmente una svolta, ve lo garantisco…come? No, no…non l’ho
ancora scritto, però ho tutto in testa…infatti per prima cosa la creo nella
testa, dopodiché quando la scrivo, cerco di migliorarla. E’ per questo che
quello che inizialmente penso, non è quello che alla fine scrivo.
Va beh…dopo un piccolo commento…ritorno alla storia. Anche
perché, una volta terminato, potrò passare ad altro, cioè a terminare le altre
fiction…che naturalmente nessuno di voi li avrà letto, ma che spero, un giorno,
possiate leggerle.
-Saaalve!- disse una donna spalancando la porta di una casetta.
Due signore si girarono sorprese e videro una donna dai
capelli color verde scuro e un naso fino a punta.
Nessuno delle due donne, riuscirono a spiaccicare parola
dalla sorpresa e dalla risolutezza dell’estranea.
-Non scomodatevi a farmi entrare- disse lei entrando a buon
passo nella casa- Dov’è Majosakura?
-Ah…ma lei chi è?- disse finalmente una donna.
-Ehi, qui le domande le faccio…è una caso d’emergenza!
-Ah, ecco…lei…- disse l’altra donna, farfugliando qualcosa.
-Eh, eh…la solita Majorika, eh?- disse un’altra donna, uscendo
da una stanza, coperta da un tendina scura.
-Ah, la vecchia Majosakura! La stav…- non fece in tempo a
terminare, che si beccò una bastonata sulla testa.
-Arrogante e poco educata…non sei migliorata, sai?- disse la
donna, dai capelli neri raccolti in tre codini, mentre abbassava il bastone da
passeggio- Ho sentito parlare molto di te…si dice che tu abbia avuto delle
apprendiste streghe, che sono diventate famose per aver salvato più volte il
regno della magia…non ti credevo in grado di avere buone relazioni con gli
umani.
-Uh…il tuo colpo con il bastone, non ha perso forza nel tempo-
disse Majorika massaggiandosi la testa e ricordando le bastonate che riceveva dall’insegnante-
Però non sono venuta qui per una rimpatriata.
-Lo supponevo…- disse lei, facendo cenno alle altre due donne
di far spazio sul tavolo.
Loro eseguirono subito, si alzarono dalle loro sedie,
rimisero a posto le carte e sistemarono per bene il tavolo.
-Sediamoci- disse Majosakura.
-Mh- Majorika si sedette e aspettò che la donna si sedesse.
-Ebbene, cosa ti porta qui? C’è un'altra catastrofe in arrivo?
-Questo- Majorika appoggiò il libro sul tavolo.
Majosakura esaminò per bene il libro. Sfogliò le prime
pagine, mentre le due dite scorrevano velocemente sulla carta.
-Mh…è una scrittura antica…
-Questo lo sapevo anch’io (-_-)’. Quello che volevo sapere è se
tu sei in grado di decifrarlo.
-Quanto?- disse con un gesto della mano, come per chiedere
qualcosa.
-Non ho soldi con me- disse Majorika intuendo il suo gesto.
-Unf…si dice che anche tu abbia aiutato la Regina e che ti sia
presa cura della piccola Hana, per non dire di quanto successo abbia avuto il
negozio Maho. Non credo che tu non abbia niente con te.
-Uhm, venale come al solito, eh? Si vede che sei la nonna di
Majodelia- disse sbuffando e appoggiandosi bene con la schiena alla sedia-
D’accordo, ti pagherò, anzi ti pagherà la Regina profumatamente, una volta che
avrai completato il tuo compito.
-Uh…sembra proprio che si tratti di vitale importanza. Allora
era vero quello che si vociferava in giro…che il regno è minacciato dall’altra
dimensione…
-Più o meno…ma non mi è permesso dire di più…- appoggiò la mano
sul tavolo in modo deciso- Voglio sapere cosa c’è scritto su questo libro.
-…sarà fatto- disse lei. Poi diede uno sguardo in giro- Nel
frattempo che sei qui, perché non dai un aiuto alle mie domestiche a dare una
ripulita alla casetta?
-Perché mai mi dovrei sporcare per pulirti la casa?!- disse
irritata.
-Forse perché sono l’unica in grado di tradurre questo libro,
no?- rispose lei, con una certa ironia- Altrimenti non avresti fatto tutta
questa strada per arrivare qui…
Majorika sbuffò. Aveva ragione. Aveva assolutamente bisogno
di Majosakura e finché non terminava, le conveniva assecondarla.
-E va bene, vecchia decrepit…- un’altra bastonata le arrivò in
testa-…volevo dire, va bene, adesso pulisco…- disse allontanandosi e
massaggiandosi la testa.
La donna sorrise soddisfatta e tornò con lo sguardo serio,
verso il libro che aveva di fronte. Si prospettava una lunga nottata.
-Momoko…- la chiamò l’amica dalla carnagione scura.
-Sì, che c’è?- la ragazzina dai capelli biondi e due simpatici
codini, si girò per guardarla.
-Come, che cosa c’è?- ripetè con un tono dubbioso.
-Non capisco…
-Neanche io…hai appena eseguito un esercizio di educazione
fisica ed hai fatto cilecca.
-Può capitare, Bessy…- disse Momoko, alzando le spalle.
-No- disse decisa l’amica- tu sei brava in atletica e prendi
buoni voti. Non mi spiego perché adesso tu non…
-Non credi di esagerare, Bessy?- disse Momoko, ridendo- Ho solo
inciampato…
-Certo, e ieri allora?
-Ti riferisci a quel piccolo guaio a lezione di cucina?
-Piccolo?- disse sbalordita- Piccolo io lo direi ad una pentola
che cade o ad un set di piatti che si frantuma…ma tu hai addirittura rischiato
di bruciare il forno!
-Ehh, puoi finirla di ricordarmelo, per favore?- disse un po’
imbarazzata, ricordando le sgridate dell’insegnante.
-Gli insegnanti stavano ancora sistemando il guaio, causato
dall’allagamento della scuola e adesso ti ci metti tu con il forno.
-D’accordo Bessy, è stato un incidente…la prossima volta starò
attenta.
-E che mi dici dei tuoi pasticcini?
-In che senso?
-Da qualche giorno, sono diventati inmangiabili…è come se
d’improvviso non sapessi più cucinare. Il che è strano, visto che sei la
migliore.
-Uhm…in effetti- disse Momoko pensandoci su- Non capisco,
eppure faccio le stesse identiche cose…
-Ehi, Momoko, Bessy…- disse una voce da lontano- se non vi
muovete, ce ne andremo senza di voi.
-Sì, stiamo arriviamo- disse Momoko.
-Uhm…
-Cosa c’è?- Momoko si girò verso l’amica.
-Quel ragazzo- fissò la persona che le aveva chiamato.
-James? Che hai con lui?
-Sai che, anche lui vuole diventare un cuoco?
-Sì, lo sapevo, e allora?
-Non ti sembra strano che d’improvviso, tu non riesci più a
cucinare bene e lui è addirittura migliorato?
-Che insinui?- disse Momoko stupita- Che lui…?
-Fin da piccoli eravate in competizione e se non erro, prima
che tu ti trasferissi in Giappone, l’hai superato un sacco di volte.
-Bessy…James sarà pure un ragazzo insopportabile, ma non
farebbe niente di cattivo.
-Ma non ricordi, quanti tiri mancini ti ha fatto?
-Sì, ma io l’ho sempre battuto comunque.
-E’ vero…e devo anche ammettere che nel periodo, che eri in
Giappone, lui si è migliorato tanto, però…dovresti stare attenta.
-Come vuoi- si travestì da investigatore, con una pipa in
bocca- lo terrò d’occhio.
-Mare, spiaggia e…calcio!- disse Kimura estraendo dal suo
borsone, un pallone- Con questo, ci divertiremo un sacco- disse tutto allegro.
-Wow, lo avevi nascosto proprio bene- disse Akatsuki-
L’insegnante ci aveva raccomandato di non portare il pallone.
-Sì, perché aveva paura che combinassimo qualche casino…ma staremo
cauti, vedrai. E lei non si accorgerà di niente.
-E da quando il calcio non è chiassoso?- disse Watabe,
aggiustandosi i suoi occhiali.
-Oh, non fare il solito menagramo Watabe- disse Kimura
scocciato- Sarà come tornare ai vecchi tempi, eh Tetsuya?
Si aspettò una risposta, ma nessuno fiatò.
-Tetsuya?- si girò per vedere il ragazzino.
-Eh?- disse lui, quasi come svegliato.
-Ehi, che ti prende Tetsuya? Non bastava Doremì, adesso anche
tu?
-Eh, eh…ero solo un po’ assorto…che stavate dicendo?
-Oggi andiamo a giocare a calcio…- disse Kimura, indicando il
pallone che aveva in mano.
-Potremmo invitare anche qualcun altro a giocare, così sarà più
divertente- propose Akatsuki.
-Giusto, ho sentito che ci sono scolaresche in giro…magari
riusciamo ad arruolarne qualcuno- disse Kimura- Che ne dici, Tetsuya?
-Eh? Ah…sì, sì, buona idea…
-Per caso c’è qualcosa che non va? Quando si tratta di calcio,
sei sempre il primo a lanciarti…mentre adesso sembra che non t’interessi
minimamente- disse Kimura deluso.
-Un atteggiamento simile, si dice anche per uno che è
innamorato…- disse Akatsuki, guardando Kotake.
-Davvero? Allora, finalmente tu…- disse Kimura, con la bocca
aperta dalla sorpresa.
-No, non è così!- disse agitato Kotake.
-Se non sbaglio anche tu ti comportavi così Kimura, quante tempo
fa…- disse Yada, cercando di farlo stare zitto.
-Già, era nel tempo in cui uscivi con Marina, o sbaglio?- disse
Kotake, prendendo al volo l’opportunità per cambiare tema.
-Eh!- arrossì e si alzò in piedi- Bando alle ciance,
muoviamoci!
Kotake guardò Akatsuki, mentre l’altro ragazzino si limitò a
sorridergli.
Momoko alzò la testa e s’incontrò con il suo compagno di classe.
Un ragazzino dai capelli castani e da ciocche bionde. I suoi occhi erano di un
colore chiaro ed era di statura alta.
-James…che ci fai qui?- disse mentre continuava il suo lavoro.
-Sono venuto ad aiutarti, no?- si chinò come lei, per aiutarla
a mettere via i palloni.
-James…- disse con gli occhi commossi.
-Sia chiaro che non volevo venire- disse subito- Mi ci ha
costretto l’insegnante. Ha detto che in due avremmo fatto in fretta.
-Ah…volevo dire che era strano…- disse Momoko sospirando-
Comunque, ho già quasi finito.
-Ho visto…sei veloce- disse lui, guardandosi intorno nello
stanzino degli attrezzi.
Momoko diede uno sguardo veloce al ragazzino. Le venne in
mente i ricordi di quando erano piccoli e non si potè trattenere dal farsi una
risata.
-Perché mi fissi e ridi?- disse lui offeso- Sono così buffo?
-No, no…non è la tua faccia- disse lei, cercando di
controllarsi- E’ che mi è venuto in mente un ricordo…
-Quale?
-Ricordi di quando stavamo gareggiando e sei inciampato,
cadendo su un sacco di farina?- rise di nuovo- Eri così ricoperto di farina,
che sembravi un fantasma.
-Unf, non c’è niente da ridere- disse James, incrociando le
braccia.
-Scusami, è che eri così imbranato da piccolo…bastava che ti
cadessero gli occhiali, per andare a sbattere contro un palo.
-Beh, adesso non può più accadere, visto che non porto gli
occhiali- s’indicò gli occhi.
-Già, è vero. Adesso hai le lenti a contatto…ma in fondo, non
cambia il fatto che senza di essi, brancoli nel buio.
-Hai ragione, sono imbranato…- disse con una voce quasi sarcastica
e diede una gomitata ad un sacco- Ops, che sbadato- finse una voce da stupito,
mentre il sacco cadeva, facendo rotolare tutte le palline in tutto lo stanzino.
-Ahhh, James!- disse Momoko disperata e guardando con sospetto
il ragazzino, che fischiava tranquillamente- Non sei cambiato! Il solito
dispettoso!
-Io non ho fatto niente- disse con voce di innocente.
-Unf, incominciò a credere che sia stato tu a sabotare i miei
pasticcini- disse mentre si chinava per raccogliere le palline.
-Come puoi dire questo!- disse arrabbiato.
-Era solo una supposizione.
-E io che…- strinse forte le mani-…ero così felice, del tuo
ritorno…
-Eh?- disse sorpresa Momoko, alzando lo sguardo- Io pensavo che
non ti ero simpatica…
-Il fatto che siamo avversari, non vuol dire che non ti trovo
simpatica! E neanche che ti saboterei i dolci! Sono cambiato, rispetto al
passato…- si voltò verso la porta- Ma forse tu sei diventata più arrogante, per
accorgertene!
-James…- si alzò in piedi, ma il ragazzino se n’era già
andato-…e adesso quanto c’impiego a sistemare tutto?- disse sospirando e
guardando il disordine- Poteva aiutarmi, prima di scappare via.
-No, non abbiamo litigato…- disse Momoko, mentre apriva il suo
libro- Abbiamo solo parlato e poi lui se n’è andato via.
-Allora era arrabbiato.
-Ma se non gli ho fatto niente.
-Gli avrai detto qualcosa.
-Ho detto solo che era imbranato da bambino. Cosa c’è di
strano? E poi lui, ha fatto cadere le palline da tennis. Così mi sono
arrabbiata e gli ho detto che non è cambiato rispetto al passato- girò la
matita, guidata dal tono della sua voce- Gli ho detto pure, che forse era lui
il sabotatore…
-Gli hai detto questo? Ci credo che era arrabbiato.
-Ma scusa, non è quello che pensavi anche tu?
-Sì, ma…- appoggiò il mento sulla mano- Ci ho riflettuto e mi
sono ricordata di alcune cose…E da lì, ho capito che non poteva essere lui.
-E da dove questa convinzione?
-Mi ricordo che mi avevi raccontato di quella tua amica…come si
chiamava?- disse riflettendo- Quella con quei buffi codini e quel viso così
allegro…
-Doremì?
-Sì, leì…mi avevi raccontato di un compagno di classe che la
tormentava con i suoi dispetti.
-Sì, e allora?
-Però mi hai fatto anche capire che, nonostante tutto erano
buoni amici.
-Sì…
-Com’è che ancora non l’hai capito? Dovrei ormai aver imparato
dalla tua amica Doremì. Molti ragazzini, preferiscono fare i dispetti, pur di
non affrontare la questione.
Majorita piantò lo straccio sul pavimento e si precipitò
dalla donna.
-Cosa?- chiese ansiosa.
-Il dolcetto che avevo comprato durante un viaggio- disse la
donna vittoriosa ed esaminando il dolce- Mi chiedo se sia ancora
commestibile…vuoi provare tu per prima?
Majorita abbassò il capo e strinse forte le mani.
-Adesso basta!- sbattè le mani sul tavolo- Sono ore e ore che
sono qui…e ancora niente! E lei mi fa prendere uno spavento per quel…quel…-
guardò meglio il reperto- quel dolce ammuffito! Non lo mangerei neanche sotto
tortura!
-Peccato, non sai che ti perdi- e se lo inghiottì.
A Majorika per poco non veniva da vomitare, ma si trattenne.
-Comunque sia, non hai da scaldarti tanto…ho già finito.
-Che? (°_°)’- rimase stupefatta Majorika- E perché non me l’ha
detto subito?
-Perché finalmente stavi pulendo bene la casa- disse
Majosakura, con un sorriso divertito.
-Questa poi…- Majorika non aveva neanche la forza di arrabbiarsi,
così si sedette sulla sedia e guardò la signora- Allora?
Majosakura fece cenno alle due donne di portarle il the.
-Prendiamoci qualcosa di caldo…perché sarà un lungo racconto…
-Sapevo di trovarti qui…- disse Momoko, guardando un ragazzino
seduto davanti ad una casetta.
-E’ cominciato tutto qui, vero?
-Sì- disse guardando la casetta- E’ lì che ho conosciuto la
persona che mi ha insegnato a preparare i dolci.
-E che ci ha fatto conoscere.
-Mh…se non fosse stato per lei, non avrei conosciuto Bessy e
tutti voi.
-Sì, però poi tu…ti sei trasferita in Giappone.
-Già…e devo dire che all’inizio non ero per niente contenta…ma
poi- sorrise- ho incontrato delle persone fantastiche.
-E’ un peccato che lei non ci sia più…sarebbe stato bello
ritornare nella sua pasticceria, adesso che eri tornata.
Momoko sospirò. Ricordò quanto aveva dovuto lottare, per
sconfiggere la sua tristezza dovuta dalla morte della donna.
-Oh, scusa…non dovevo parlarne- disse il ragazzino, vedendo
l’espressione triste di Momoko.
-Non importa, James…adesso è tutto a posto- cercò di sorridere-
Piuttosto mi dispiace a me, non ci vedevamo da così tanto tempo e io ti ho
accusato ingiustamente.
-Anch’io ho esagerato…- sorrise- Sai, quando sei tornata, ero
contento perché avremmo potuto riprendere la nostra rivalità…ma poi hai
iniziato a perdere colpi…come se d’improvviso non fossi più tu.
-In effetti, anche Bessy me l’ha fatto notare. E non capisco
perché…in fondo, mi comporto come sempre, però c’è sempre qualcosa che non
va…Ho sempre quell’impressione che non dipenda da me…
-Un altro rivale?
-No, non credo- scosse la testa- Questa volta, è qualcosa di
più…
-Yeah!- esclamarono Moyra e Doremì, mentre si buttavano in
acqua insieme.
-Aspettate- disse Maki seguendole- siete dei fulmini.
-Oh, finalmente un po’ di relax…- disse Tamaki, sistemando
l’asciugamano sulla sabbia e sistemandosi per prendere il sole, ma non fece in
tempo a rilassarsi, che un getto d’acqua la investì- C-cosa?!
-Scusa Tamaki- dissero le altre.
-Grr, guardate prima dove schizzate!
-Perché non ti tuffi anche tu?- chiese Doremì.
-Perché è da bambini, giocare nell’acqua- disse con tono di
superiorità e spostandosi con l’asciugamano.
-Bambini…noi siamo dei bambini, Moyra?- chiese Doremì.
-Boh, se bambini vuol dire fare i dispetti a Tamaki, allora sì
(^-^)- disse con un sorrisino.
-Mentre loro stanno in acqua, noi possiamo giocare- disse
Kimura mentre sistemava il pallone sulla sabbia.
-Bisogna delimitare la porta- disse Yada.
-Quei due massi andranno bene- disse Watabe, indicando due
oggetti.
Kotake nel frattempo stava guardando il mare, assorto nei
suoi pensieri e Akatsuki gli si avvicinò.
-Continuerai a guardarla da lontano, senza fare niente?- chiese
d’improvviso Akatsuki.
-Come?
-E’ Doremì la persona di cui sei innamorato, no?
-Non sono affari che ti riguardano- sbuffò e voltò lo sguardo.
-Tu mi avevi chiesto se mi ero mai innamorato…- disse Akatsuki,
catturando l’attenzione di Kotake- Ebbene, sì…e ne sono ancora innamorato. E
anche se sarà più difficile, riuscirò a farla innamorare di nuovo di me.
-Mh- fece una smorfia- Da dove ti viene questa sicurezza?
-Dal fatto, che ancora adesso voi non avete fatto nessun
progresso- disse sorridendogli.
-Unf, sono sempre un passo davanti a te.
-Dimentichi che io…so molte più cose su lei. Perché credi che
siamo così in confidenza?
Si sentì un rumore. Kotake aveva tirato un calcio al masso che
stava lì vicino.
-Se pensi che questo mi crei qualche problema, ti sbagli. Non
ho bisogno di sapere tutto di lei, per farmi voler bene…
-Però non puoi negare, che ti crea qualche fastidio, eh?-
insistette Akatsuki, con il suo solito sorriso.
-Ehi, Tetsuya, Akatsuki! Venite, presto!- li chiamò da lontano
Kimura.
-Sai? Mi viene proprio ora in mente, che non abbiamo terminato
la nostra sfida…ricordi, alla gita…- disse Akatsuki, mentre i due si avviavano
a passo lento.
-Già, ricordo perfettamente…sarebbe l’ideale riprendere adesso
la nostra sfida.
Uh, sto per battere il record di capitoli di Secret of my
heart (°_°)’ e il peggio è che la sospirata fine non mi è ancora apparsa
all’orizzonte. Sooob!
Va beh…nel frattempo cercherò di continuare le altre fan
fiction…
Eh, eh…credo di aver fatto un po’ di confusione con le
parole in corsivo…i pensieri li scrivo in corsivo e i ricordi dentro le
virgolette.
I presenti tifavano per i due protagonisti della partita.
-Ma che succede?- chiese Marina.
-Non vedi? I soliti che vogliono mettersi in mostra- disse
Tamaki.
-Questa volta è diverso…- disse Moyra guardandoli da lontano.
Doremì che era vicino a lei, la guardò.
-Che intendi dire?
-Uh, Doremì…possibile che ti è così difficile capirlo?
-Non capisco…
-Perché credi che s’impegnino così? E’ perché vogliono
dimostrare ad una persona, di essere i migliori. Perché sanno che quella
persona li sta guardando. E’ una specie di gara…
-E chi è questa persona?
-La persona che amano…
-Ohh…- disse stupita, poi ci pensò su- Che?! La persona che
amano?- esclamò come risvegliata.
-Sei a scoppio ritardato?
-E’ che mi ha stupito quello che hai detto (-_-)’…- fece una
piccola pausa- Come sai che sono innamorati?
-Queste cose si capisco al volo- disse con tono da
intenditrice.
-Mh…- disse un po’ indecisa, lanciando qualche occhiata al
campo- E tu sai chi è?
Moyra si girò verso Doremì.
-Intendo dire…se sai di chi sono innamorati…- disse Doremì
leggermente imbarazzata- Non che m’interessi. E’ semplice curiosità…- aggiunse,
come per giustificarsi.
Moyra sospirò e ritornò con lo sguardo verso il campo.
-…Quando ti deciderai ad aprire gli occhi?
-Come?
-Con il tuo comportamento stai facendo soffrire tanta gente…
Doremì la guardò stupita. Lo sguardo di Moyra era serio,
forse un po’ triste. Cosa intendeva dire con la sua frase? E chi sarebbero
queste persone che farebbe soffrire?
-Oh…- Moyra si rese conto di quello che aveva detto- Scusa, non
so che mi abbia preso…- disse con una risatina nervosa.
-Non ti devi scusare- disse Doremì, guardandola sempre con
incertezza.
Per alcuni minuti, aveva visto in Moyra uno sguardo
differente dal solito. E non si spiegava il perché la preoccupava. Era solo un
presentimento…ma aveva quasi paura di andare a fondo della vicenda. Avrebbe
dovuto farlo, ma una parte di lei preferì evitarlo.
Moyra notò il suo silenzio.
-Per chi stai tifando?- chiese rompendo il silenzio.
-Come?
-Sono curiosa. Per chi fai il tifo? Per Akatsuki o per…Kotake?-
l’ultima parola la disse con una certa enfasi.
Doremì non capì perché quella domanda la rese così nervosa,
e divenne tutta rossa.
-Non fa differenza- disse cercando di sembrare normale-
L’importante è che non si facciano male.
-Oh, su, Doremì…davvero non c’è nessuno dei due che preferisci?
-I- io…- voltò lo sguardo- vado in paesino.
-Cosa?
-Ho sete, vado a prendermi qualcosa da bere.
-Aspetta, ma così all’improvviso? Se vuoi ci vado io…tu rimani
qui a guardare.
-No, non importa- si allontanò di fretta.
-Ahhh- sospirò Moyra disperata- Mi farà morire uno di questi
giorni.
-Eh? Ah, no…niente- disse lei sorridendo imbarazzata.
-Ah, okey…- disse la ragazzina, continuando a mangiare.
Aiko si guardò in giro. La classe intera era lì che stava
mangiando. Si mise in bocca un boccone e continuò a guardarsi intorno.
Niente, non c’era traccia di lui.
-Stai cercando qualcuno?- chiese Maria che era seduta di fronte
a lei.
-No, no- mosse le mani in segno di no.
Maria la guardò un po’ sospettosa e riprese a mangiare.
Aiko continuò a guardarsi in giro.
-Va bene, lo ammetto- guardò Maria- Sto cercando Leon. Non si è
presentato alla mensa.
-Oh, Leon…non lo sapevi? Ha chiesto all’insegnante di mangiare
prima, perché non si sentiva bene.
-Cosa? E quando ha finito? E dov’è adesso?- disse agitata Aiko.
Maria la guardò con gli occhi spalancati dalla sorpresa e
anche i compagni di classe la guardarono.
-Eh…ah…- Aiko si mise una mano dietro la testa e cercò di
sorridere.
-Leon è in stanza ed ha finito da mezz’ora…se eri preoccupata
per lui, potevi dirmelo.
-Non sono preoccupata per lui!- disse subito Aiko. Poi moderò
la voce- Devo parlargli…
-D’accordo, dopo mangiato andiamo da lui.
-No, devo andare adesso, prima che sia troppo tardi…- si alzò
in piedi, cercando di non farsi notare- Se ti chiede qualcosa l’insegnante, io
sono tornata in stanza, perché non mi sentivo bene, okey?
-Uh, sì…- Maria guardò Aiko che pian piano sgattaiolava dalla
stanza- Ahhh, quando cambierà?
Per quanto ancora avrebbe resistito a quelle domande
insistenti di Moyra? Per quanto ancora sarebbe scappata dalla verità?
Era comodo per lei restare lì immobile, sperando che
rimanendo identica, le cose non sarebbero cambiate mai.
E invece si sbagliava.
Tutto stava cambiando, ad una velocità impressionante.
E’ normale…io sto crescendo
Crescere…perché le faceva questo effetto la parola crescere?
Ne aveva così paura?
Hai paura che crescendo, tu perda l’amicizia di Kotake, vero?
Forse era vero…lei aveva bisogno dell’amicizia di Kotake.
Tutto quel tempo passato insieme, nelle buone e cattive esperienze. Lui era la
persona che riusciva a capirla, come le sue amiche di un tempo. Nessun altro
l’avrebbe compresa come lui.
Da quando ti sei salutata con le tue vecchie amiche, sei cambiata!
Era come se Kotake avesse preso il posto delle sue amiche.
Ma era la cosa giusta?
La sua idea era che Kotake ci sarebbe stato lì in qualunque
situazione, come le sue amiche?
“Ma è assurdo”- disse la sua mente- “Kotake non può prendere
il loro posto!”
Io credo che tu abbia solo paura di affrontare il problema!
“Io non ho paura!”- ripeté la sua mente.
Sembri un’altra persona, da quando non stai più con le tue
amiche! E’ come se la Doremì che conoscevo, fosse morta nel giorno del nostro
diploma…
“Non è vero! Io sono la stessa! Non sono cambiat…”
Si bloccò.
Era questo? Lei…si stava rifiutando di cambiare? In poche
parole…lei non voleva crescere?
La paura di perdere di nuovo gli amici, di dover affrontare
un nuovo cambiamento…l’aveva così spaventata, da non riuscire più a crescere?
Si guardò riflessa sulla vetrina del negozio.
La sua immagine stava cambiando, ma dentro era la stessa. La
stessa bambina che tentava di salvare il suo piccolo mondo di affetti e che si
rifiutava di accettare la realtà.
“Come sono patetica…”
Anche se il nostro aspetto cambia…noi rimaniamo gli stessi, solo un po’ più
adulti.
Cambiare per diventare degli adulti…l’insegnante Seki
rimproverava molto i suoi alunni, proprio perché voleva che i suoi allievi imparassero
a diventare degli esemplari adulti.
Quando ti deciderai ad aprire gli occhi?
Moyra aveva ragione…non poteva continuare così con quella
sua assurda commedia. Trascinare nella sua opera teatrale, tutte le persone,
come se fossero dei burattini. Non poteva nascondere i suoi sentimenti e i suoi
timori a lungo.
L’immagine di Doremì cambiò radicalmente, facendo spazio
alla figura di un’altra ragazzina.
Sorpresa, Doremì indietreggiò. Ma poi si fermò e toccò il
vetro.
Era ora di reagire. Doveva reagire, una volta per tutte.
Aiko salì velocemente le scale, verso i dormitori.
Era certa che Leon stesse bene e che in realtà tramasse
qualcosa. Di qualsiasi cosa si trattasse, lo avrebbe affrontato una volta per
tutte.
Ci aveva pensato a lungo, la decisione di Doremì di stare in
attesa era giusta, ma non per lei. Sentiva che dentro di lei sarebbe scoppiato
qualcosa, se non avrebbe fatto qualcosa subito.
Era a metà delle scale, quando d’improvviso si sentì strana
e tutto intorno si stava deformando.
Si guardò intorno allarmata e prima che potesse fare
qualcosa, si accorse che i gradini stavano scomparendo, facendo posto ad una
discesa ripida.
Spaventata e agitata, indietreggiò, sentendosi mancare
l’equilibrio e lasciò andare il corrimano. Chiuse gli occhi, aspettandosi di
scivolare e cadere giù, ma invece una mano l’afferrò e la tenne in aria,
evitandole di cadere giù. La sollevò e la portò alla fine delle scale.
-Tutto bene?- chiese il ragazzino, guardandola serio.
-L- Leon- disse ancora scossa Aiko e si guardò indietro, per
vedere che l’immagine della discesa scompariva lentamente, per far spazio alle
scale. Come se non si fossero mai mosse di lì- Leon, tu l’hai visto?- chiese
guardando il ragazzino, quasi per chiedere conferma della sua visione- C’erano
le scale e d’improvviso…
-Devi stare più attenta- disse solo, lasciandole andare il
braccio e scendendo le scale tranquillamente.
-Leon!- disse Aiko arrabbiata- Io lo so che l’hai visto! Non me
lo sono immaginata!
-Mh, certo…- disse lui, quasi ignorandola e fermandosi
all’inizio dei gradini.
Si chinò e guardò attentamente un piccolo simbolo intagliato
nel gradino.
-Cosa stai guardando?- chiese lei scendendo dalle scale.
-Niente- disse Leon alzandosi in piedi.
-Perché non sei sincero con me?- chiese Aiko.
-Io sono sincero.
-E allora perché mi menti? Vuoi nascondermi qualcosa che non
devo sapere? Riguarda il mondo della magia, vero?
Leon non rispose e questo fece arrabbiare di più Aiko.
-Perché hai detto all’insegnante che non ti sentivi bene? Hai
qualcosa in mente, vero? Rispondimi una volta tanto! Non c’è la faccio più a
sopportare tutti questi misteri!
Il ragazzino biondo sospirò e la guardò.
-Io non vorrei mentirti, ma se ti ostini a saperne di più,
potrebbe succedere qualcosa a te e alle tue amiche.
-…allora è vero- Aiko lo guardò seria, confermando i suoi
dubbi.
Leon chinò la testa, senza saper cosa dire.
-Rimani in stanza e non muoverti…- si allontanò- Cercheremo di
risolvere la situazione…vedrai, non succederà niente alle tue amiche.
-Leon…- Aiko si avvicinò a lui- Noi possiamo aiutarvi e…- non
fece in tempo a terminare, che vide la mano veloce di Leon andare dietro la sua
testa e darle un colpetto. Come se d’improvviso le fosse venuto sonno, iniziò a
chiudere gli occhi e a lasciarsi cadere.
Il ragazzino l’afferrò, per non farla cadere.
-Mi dispiace Aiko…- sussurrò- ma non voglio che corri rischi…
-Era ora che tornassi…- disse Moyra, guardando Doremì.
-Scusami…mi sono persa per le viette…- disse ridacchiando.
-Mh…okey…comunque sei ancora in tempo per vedere la fine- disse
indicando dei ragazzini giocare sulla sabbia- Chi fa questo gol, ha vinto.
-Sbaglio, o adesso c’è più gente che sta giocando?
-La sfida tra Kotake e Akatsuki era diventata così avvincente,
che dei ragazzi passando di qui, hanno voluto parteciparci- disse Marina.
-Che patetici- disse Tamaki dietro di loro- Perché perdere
tempo dietro un insulsa palla?
-Quando si tratta di amore, tutto è lecito- disse Moyra.
-Guardate, Kotake si sta avvicinando alla porta!- disse Maki.
-Akatsuki gli sta appresso!- disse Marina.
Il gruppetto guardò attento la partita, ma ad un tratto un
vento forte arrivò da dietro Doremì, scompigliandole i capelli e facendola
paralizzare.
Si girò di scatto e guardò dietro di lei. Non c’era niente,
a parte sabbia, mare e qualche roccia.
Era come se un brivido gelido, le avesse appena sfiorato la
pelle, oltrepassandola.
Rimase lì a fissare qualche secondo, che sentì d’immediato
la voce di Kotake e subito dopo le voci della gente.
Si voltò e vide Kotake seduto per terra, che si sfregava gli
occhi, quasi innervosito e Akatsuki che si era bloccato, guardando il
ragazzino.
La palla era lì a pochi centimetri da loro, ma nessuno dei
due si muoveva. Così un ragazzino si approfittò della loro distrazione, per
andare nel campo avversario e fare inevitabilmente gol. Si sentì l’ovazione dei
ragazzini…la squadra di Akatsuki aveva vinto.
Yada guardò preoccupato Kotake che non si era ancora alzato
da terra e cercava affannosamente di sfregarsi gli occhi. Erano bastate le urla
dei vincitori, per fargli capire che aveva perso. Strinse i pugni con rabbia.
Nonostante avesse vinto la squadra di Akatsuki, il ragazzino
dai capelli rossi non esultava e continuava a guardare impallidito il ragazzino
seduto a terra.
-Ma cos’è successo a quei due?- chiese Maki.
-Kotake, cos’hai?- Yada si avvicinò a Kotake, mentre intorno a
loro la gente si divertiva senza farci caso.
-Masaru…io…non riesco più…- disse agitato e coprendosi gli
occhi.
Yada non capì, però intuì che Kotake non stava scherzando.
-Ti porto all’hotel…c’è la fai ad alzarti?- chiese Yada.
-Mh…sì…- cercò di alzarsi, traballando.
-Aspetta, ti aiuto- Akatsuki sembrò essersi svegliato dal suo
stato di coma ed aiutò Kotake.
-Cosa succede?- chiese Kimura, vedendoli lì fermi- Tetsuya, ti
sei fatto male?
-N-no…- cercò di dire Kotake, sforzandosi di sembrare
tranquillo.
-Noi lo portiamo in hotel a farlo visitare…- disse Yada.
-D’accordo…
-Perché stanno portando via Kotake?- chiese preoccupata Marina.
-Non lo so, all’improvviso è caduto, come se lo avessero spinto
e da lì non si è più alzato- disse Moyra, poi si girò verso Doremì e la vide lì
immobile.
Era successo di nuovo e sotto gli occhi di lei. Non era
riuscita a far niente.
Lei cerca di renderti debole, colpendo nei tuoi punti deboli
-Ragazze, che facciamo?- chiese Tamaki.
-Sembrava grave…- disse preoccupata Marina.
-State tranquille, non è niente…sono sicura che non è niente-
disse Moyra, cercando di avere un tono convincente e dando veloci sguardi a
Doremì che non parlava- Sentite, noi ci avviamo all’hotel, ok? Se succede
qualcosa, ve lo facciamo sapere.
-Veniamo anche noi- disse Marina.
-E’ inutile andare in tanti…- disse Moyra movendo la testa-
Creeremo solo confusione per niente- prese per mano Doremì e la trascinò- Ci
vediamo dopo, okey?
Le ragazzine salutarono le loro amiche che si avviavano,
mentre si guardavano con aria preoccupata.
Majorika camminò lungo il corridoio del castello, fino ad
arrivare nel salone principale, dove la Regina la stava aspettando.
-Majorika…sei arrivata- disse la Regina alzandosi dal suo
trono.
Majorika si chinò e poi guardò seria la Regina.
-Era come prevedevamo…hanno trovato il modo di aprire un varco
ed espandersi perfino nel mondo degli umani.
-Da quando sono riusciti ad aprire il sigillo?- la Regina
guardò la donna che le stava accanto.
-Mi dispiace…le guardie dicono di non essersene accorti…
-In ogni caso, il passaggio era stato bloccato da tanti anni…-
disse Majorika- era chiaro che prima o poi si sarebbe indebolito.
-Gli F4 insieme ad Alexander andranno a verificare.
-Mia regina, non è consigliabile mandare i ragazzini lì- disse
Majorika.
-Sono stregoni a pieno titolo- disse la donna accanto alla regina-
Sono addestrati ad assolvere questi incarichi.
-Forse…ma non questa volta.
-Manderò altre persone con loro.
-Non basterà- disse Majorika- Il sigillo è quasi ormai
distrutto e anche volendo bloccare il varco un’altra volta, la loro magia è
diventata così forte, che apriranno un altro varco come hanno già fatto.
-Hai qualche idea?
-Regina, io ci ho pensato a lungo…e credo che la soluzione si
trovi proprio dalle persone che loro cercano.
-Ma è rischioso- disse la donna- E’ come darle direttamente le
ragazze.
-Combattere l’oscurità con la luce…lo hanno sempre fatto. Sono
le uniche che possono farlo, si tratta anche di una battaglia personale- disse
Majorika- E poi, se conosco le mie ragazze…- sorrise- verranno loro stesse qui.
-Allora?- chiese l’insegnante in ansia, mentre il dottore
metteva via la piccola torcia nella sua borsa.
Il dottore fece cenno alla donna, di uscire dalla stanza, mentre
Kotake rimaneva lì seduto con gli occhi chiusi.
-Mi dispiace…- disse triste, scotendo la testa- E’ la prima
volta che mi capita un caso simile. Ben poche sono le persone che perdono la
vista da un momento all’altro, senza un effettiva causa.
-Ma allora…- disse l’insegnante portandosi la mano alla bocca.
-Non è detto che sia definitivo- cercò di dire il dottore- E’
probabile che sia un malessere momentaneo…ma questo lo può dire solo il tempo.
-Kotake…non ci vedrà più?- chiese Moyra stupita.
Il dottore si girò e vide quattro ragazzini lì che lo
guardavano. Non si era accorto che stavano ascoltando.
L’insegnante fece cenno di sì.
-Kotake ha perso la vista.
Lei cerca di renderti debole, colpendo nei tuoi punti deboli
La voce continuava a ripetersi nella sua mente. Mentre
sentiva che l’angoscia dentro di lei stava crescendo sempre più.
E il senso di colpa aumentava con il formarsi delle lacrime
agli occhi.
-Doremì…- Moyra guardò triste l’amica.
Lei non parlava. Sentiva un groppo in gola.
D’istinto, corse via, lasciando i suoi amici lì. Moyra fece
per seguirla, ma Akatsuki la precedette.
-Dove ti eri cacciato?- chiese la ragazzina dai capelli viola.
-Il mio manager mi aveva chiamato…- disse lui tranquillo- Sai,
mi ha trovato una parte in…
-Capisco- si alzò dalla sua sedia e iniziò a camminare.
Il ragazzino dai capelli azzurri la inseguì.
-Ehi, Onpu, che hai? Perché te sei andata?
-Non lo vedi? Sto camminando- disse un po’ scorbutica.
-Sì, lo so…però…- disse lui confuso- Tutto bene?
Onpu si girò per dire qualcosa, ma si bloccò e riprese a
camminare.
-Non sono affari miei, di quello che tu e i tuoi amichetti
state architettando, ma…- lo guardò seria- Voglio che vi sia chiaro una
cosa…noi siamo in grado di proteggerci da sole e qualsiasi nemico dovremo
affrontare…lo faremo insieme, noi cinque…senza il vostro aiuto- si voltò.
-Onpu…hai ascoltato…?
-Sì. Non era mia intenzione, però è successo.
-Io non credo che voi siate deboli- disse lui un po’ triste- E’
solo che questa battaglia…vi riguarda troppo personalmente.
-Che intendi dire?- chiese lei incuriosita.
-Voglio dire che…se fosse stato un altro nemico, non dovremmo
tenervi tutto nascosto, però questa volta, è diverso…temendo che il nemico
fosse troppo forte per voi, la Regina ha preferito lasciarvi all’oscuro di
tutto.
-All’oscuro di cosa?- chiese Onpu.
Toru abbassò la testa.
-Capisco…ti hanno chiesto di stare zitto- disse Onpu e alzò la
testa al cielo- E va bene, non insisterò più.
-…scusa.
Seguì un momento di silenzio tra i due.
-Noi…andremo stasera- disse Toru quasi a bassa voce- Porteremo
a termine questo incarico, così voi potrete stare tranquille.
Onpu lo guardò seriamente, mentre lui si voltava per
andarsene.
-Toru…
-Dimmi- disse lui, girando di lato la testa.
-Stai attento.
Toru sorrise sollevato e fece cenno di sì.
-Vedrai, ci rivedremo di nuovo sotto i palchi degli spettacoli-
disse prima di sparire.
Onpu rimase a fissare l’orizzonte…la giornata stava volgendo
al termine.
Doremì corse con tutte le sue forze, con le lacrime che le
coprivano la vista.
Arrivò alla spiaggia, ormai deserta, con il sole che
tramontava all’orizzonte. Fermò la sua corsa su quelle orme lasciate sulla
sabbia dai ragazzini.
Cadde sulle ginocchia e appoggiò le mani sulla sabbia.
Davanti a lei, un piccolo simbolo, ormai quasi cancellato da altre tracce, che
sparì con un nuovo soffio di vento.
Le lacrime le scesero sulla guancia, fino a cadere sulla
soffice sabbia. Strinse le mani, raccogliendo la sabbia.
-Cosa vuoi?!- disse alzando sempre più la voce con rabbia- Cosa
vuoi da me? Perché continui a farmi questo?!
Silenzio.
-Cos’è che vuoi ottenere con tutto questo?! Perché non mi
affronti, una volta per tutte!
Continuò a piangere, disperata.
Dei passi leggeri si avvicinarono a lei.
-…Doremì…
Riconobbe la voce e strinse più forte le mani, quasi
trattenendo la rabbia tra le lacrime.
-Lo sapevi…lo sapevi dall’inizio…ma non hai fatto niente.
-…mi dispiace…mi ha preso alla sprovvista- chinò la testa- Non
sono riuscito ad agire in tempo.
-Akatsuki…io sono stanca. Non riesco a rimanere con le mani in
mano, vedendo cosa sta succedendo. Kotake non c’entra niente…perché accanirsi su
di lui?
Il ragazzino fece per rispondere, ma si fermò.
-Lui non potrà più vedere…ed è solo per colpa mia- le lacrime
non si fermavano- Solo mia.
-Non è vero Doremì…tu non lo potevi prevedere.
-Piantala Akatsuki!- disse arrabbiata- Non cercare di far
sembrare tutto normale, quando non lo è. Non potrò mai perdonarmi per quello
che è successo a Kotake.
-Doremì, io…
-Basta con le bugie, Akatsuki…non voglio sentire altro da te.
Lasciami da sola.
-…va bene- indietreggiò intristito per non poter consolare la
ragazzina- Mi dispiace che la mia presenza non ti sia stata d’aiuto…ma ora devi
pensare a confortare il tuo amico. Finirà tutto entro stasera…tieni duro ancora
un po’. - si sforzò di sorridere- Ci vediamo presto…Doremì- e scomparve.
Doremì alzò la testa, con il viso in lacrime e si girò, dove
prima c’era il ragazzino.
Tranquilli, ragazzi, non mi sono dimenticata di questa fiction…è
solo che ero bloccata su un piccolo passaggio…okey, un gran passaggio (U_U)’.
Comunque sia, sembra essermi tornata un po’ di ispirazione, per portare a
termine la fan fiction…e la finirò…uhm, prevedo in tre capitoli, perché ormai
non manca molto. So già che penserete “era ora”. E in effetti…ammetto che
quando l’ho iniziata non sapevo che mi sarei dilungata così tanto.
In ogni caso, una volta terminata…passerò ad un’altra
fiction. Non l’avevo più accennata, perché ero incerta se farlo o no…ebbene,
credo che lo farò. Prossimamente, al termine di questa fan fiction (o forse
prima), il continuo di Prima o poi! (^o^) Beh, con un altro titolo, chiaramente
(^-^)’
Lo faccio per chi gli è rimasta nel cuore quella fiction e
perché personalmente, mi è piaciuta (^.^). La svilupperò meglio, chiarendo
certi passaggi, tralasciati per motivi di tempo.
Fatemi sapere se questa proposta, vi può interessare o per
dirmi “Ferma, non toccare la fiction, altrimenti combini un macello (O.O)’ ”.
Ps: Ricordate che per motivi di tempo, pubblicò i capitoli
prima sul mio sito www.berrylove.org
Il ragazzino era sdraiato sul letto. Aveva gli occhi coperti
dalle bende.
Stupendo, era da pochi giorni lì e già aveva perso la vista.
Stupendo.
Ma come era potuto succedere?
Stava giocando e per poco avrebbe fatto gol, finché una follata
d’aria improvvisa lo colpì in pieno.
Non capì come questo l’avesse potuto far cadere. Si sentì
prudere gli occhi ed iniziò a sfregarseli, con una strana e fastidiosa
sensazione. Pensava si trattasse solo di sabbia che gli era entrata negli occhi
e quando sentì dei ragazzini esultare, capì che la sua squadra aveva perso.
Stupendo, oltre al danno, la beffa.
Era confuso e amareggiato.
Il dottore aveva detto che forse c’era una buona probabilità
che recuperasse la vista, ma il suo tono non gli era sembrato convincente.
Non avrebbe più visto il sole del mattino? Non sarebbe
potuto più entrare in una famosa squadra di calcio? Non avrebbe più visto gli
altri…non avrebbe più visto lei.
A questo punto, iniziava a credere davvero che qualcuno
gliele stava iettando.
I suoi amici avevano cercato di risollevargli il morale, ma
era difficile, visto l’entità del problema.
Non voleva sentirsi più compatito dalle persone, quindi
aveva chiesto di essere lasciato in pace, fino al momento del ritorno a casa.
Si sentiva strano in quella stanza vuota. Da lontano si
sentivano le voci dei ragazzi che si divertivano e avrebbe voluto sprofondare
all’idea che le cose sarebbero cambiato da lì in poi.
Era così dura.
E poi…non aveva sentito la sua voce, tra le persone che lo
avevano fatto visita. Incuriosito, aveva chiesto a Masaru dove fosse lei.
Lui si limitò a dire che al momento non se la sentiva di
vederlo, tralasciando i dettagli.
Allora, non era preoccupata per lui?
Poi sentì la voce di Moyra dirgli che sarebbe sicuramente
venuta a vederlo. Akatsuki era andata a cercarla.
Akatsuki…ricordava ancora quella sfida. Era davvero una
sfortuna che gli fosse capitato quell’incidente in quel momento.
…ne sono ancora innamorato. E anche se sarà più difficile,
riuscirò a farla innamorare di nuovo di me
Cosa poteva ora lui fare in quelle condizioni?
Continuerai a guardarla da lontano, senza fare niente?
Se già c’erano delle incomprensioni tra i due, adesso
sarebbe stato peggio.
Se pensi che questo mi crei qualche problema, ti sbagli.
Non ho bisogno di sapere tutto di lei, per farmi voler bene…
Perché aveva detto quello? In fondo lui…lei…
Sospirò.
Ormai doveva essere già sera. A questo punto…non sperava più
nell’arrivo di Doremì. Chissà, forse era arrabbiata con lui per quella loro
piccola discussione. Che poi, non capiva perché le sue buone intenzioni
venivano sempre ritorte contro.
In qualsiasi caso, quando si avvicinava alla ragazzina per
poterla aiutare, finiva con il litigare e per fare la parte del ragazzo
cattivo. Ma non voleva questo.
Voleva solo…dimostrarle che lui era accanto a lei…in ogni
momento.
Sdraiò la schiena sul letto e cercò di non pensarci.
-James, ti sbagli…per questa ricetta serve questo ingrediente-
disse una ragazzina dai capelli biondi.
-No, ti dico che ha bisogno di quest’altro ingrediente- disse
il ragazzino.
-Ne so più io di te, delle ricette di questo libro.
-E io ti dico che sbagli!
-Ehi, voi due- disse la ragazzina dai capelli viola e
carnagione scura che stava di fronte a loro due- Abbiamo deciso di riprendere
il vecchio libro di ricette, scritto dalla proprietaria della pasticceria, per
poterli fare assaggiare alla gente. Però se continuiamo così, o meglio, se
continuate così, anche oggi non concluderemo niente.
-Non è colpa mia Bessy…James è un testardo.
-E tu una cocciuta, Momoko. Per ogni ricetta bisogna fare
qualche modifica.
-Le sue ricette sono perfette così come sono. Non hanno bisogno
di modifiche!
-Insomma, voi due!- disse Bessy esasperata- Non sapete cosa sia
il lavoro di squadra, eh?
-Perché scaldarsi così tanto per delle semplici ricette?- disse
un’altra ragazzina dai capelli biondi, seduta tranquillamente su una sedia.
-Non è una semplice ricetta!- dissero insieme James e Momoko.
-Oh, beh, almeno in qualcosa siete d’accordo- disse Bessy
ironicamente.
I due ragazzini si guardarono a vicenda stupiti, poi con una
smorfia si voltarono le spalle.
-E siamo da capo…- disse disperata la ragazzina di fronte a
loro.
-Doremì, che ci fai tu qui?- chiese sorpresa Moyra, vedendo la
ragazzina seduta insieme agli altri a mensa.
-Mangio, non vedi?- disse Doremì tranquilla, facendole vedere
la ciotola.
-Non dico questo- disse Moyra irritata- Non lo sai che Kotake
ti sta aspettando?
-Ah, sì…?- disse lei quasi disinteressata.
-Come, ah sì?- Moyra si inginocchiò vicino a lei- Te ne sei
andata via all’improvviso e adesso te ne stai tranquilla qui a mangiare e…
-Te l’ha detto lui?- chiese Doremì senza scomporsi e
interrompendo Moyra.
-Come?
-Ti ha chiesto Kotake, che dovevo andargli a far visita?
-N- no…- disse incerta- non esplicitamente, però…
-Allora, non te l’ha detto- affermò, continuando a mangiare.
-Doremì, non ti capisco proprio…- disse arrabbiata Moyra- Lo
sai cosa intendo. Kotake ci è rimasto male, quando si è accorto che non c’eri e
che te n’eri andata con Akatsuki.
-Perché ti scaldi così tanto?- chiese Doremì tranquilla.
-Io…!- si bloccò e abbassò lo sguardo- Beh, siete miei amici e…
-Capisco…- Doremì appoggiò la ciotola vuota sul tavolo e si
alzò in piedi.
Moyra guardò la ragazzina girarsi tranquillamente verso
l’uscita. Solo quando le passò vicino, notò gli occhi di lei. Erano rossi.
Doveva aver pianto molto, nonostante si dimostrasse tranquilla.
-Dove vai adesso?- chiese Moyra.
-In camera. Sono stanca e voglio riposarmi.
-Non puoi!
-Perché?- disse Doremì, mentre usciva dalla stanza.
-Non pensi a Kotake?
-A volte…- disse Doremì rimanendo di spalle a Moyra- mi capita
di pensare, che per Kotake la persona più giusta…saresti tu.
-M- ma…- Moyra arrossì di colpo.
-Non posso fare a meno di pensarci. Io non faccio che combinare
disastri, litigare con lui e non comprenderlo. Mentre in realtà, vorrei essere
spontanea come lo sei tu con lui. Però è tutto inutile.
-Doremì…
La ragazzina dai capelli color rosso magenta si allontanò
con calma.
-Prima che te ne vai, volevo dirti una cosa, Doremì…- disse
Moyra seria- Sta attenta a come ti comporti…non voglio che Kotake soffra
ulteriormente- abbassò la testa triste.
-Hazuki…dove stai andando?- chiese un ragazzino dai capelli
color arancio, che guardava la ragazzina.
-Io…- non sapeva cosa dire. Non si aspettava che Fujio
l’avrebbe scoperta.
Il ragazzino sospirò guardando lo sguardo timoroso e incerto
della ragazzina.
-D’accordo…puoi andare Hazuki…non sarò io a trattenerti.
-Fujio, io…
-Non c’è bisogno che tu aggiunga altro…conosco i tuoi
sentimenti.
-…grazie- sorrise sollevata e voltandosi, se ne andò di fretta.
Fujio guardò triste Hazuki che si allontanava. Era dura
ammetterlo…ma non aveva alcuna possibilità contro Masaru. L’aveva sfidato più
volte, anche in sfide assurde, solo con l’intento di conquistarsi l’attenzione
di Hazuki. Ma non era servito. Sperava allora che la lontananza cambiasse il
loro rapporto…e invece, si era sbagliato. Lei voleva veramente bene a Masaru.
Ed un sentimento così forte, non sarebbe riuscito mai a spezzarlo.
Sospirò di nuovo e guardò lì dove si era diretta
Hazuki.
-…a presto, piccola Hazuki…- sorrise e scomparve per
magia.
-Hazuki?- disse un ragazzino dai capelli color verdi, sentendo
dei passi nel buio.
-Masaru…- comparve Hazuki rallentando la sua corsa. Una volta
arrivata vicino a lui, si fermò e sorrise timidamente.
Masaru ricambiò il sorriso.
I due rimasero a guardarsi dolcemente in quella notte di
luna piena.
La porta della stanza si aprì leggermente ed entrò una
figura nascosta dal buio della notte.
Indossava degli indumenti originali di color rosa e un
capello a punta.
Camminò sicura, ma con cautela per non fare rumore.
Si avvicinò al letto e guardò il ragazzino dai capelli color
blu.
Per anni era scappata di fronte a quei sentimenti che
stavano crescendo in lei, cercando di rinchiuderli in un cassetto lontano,
lontano. Però non era servito e più passava il tempo, con più il cassetto si
apriva, facendo apparire la verità.
I suoi veri sentimenti, così fragili e sensibili avevano
paura di accettare la realtà.
Però ora non era il momento di incertezze.
Lei doveva mettere fine a quella lunga tortura che la stava
portando sul baratro della disperazione, insieme alla persona che poteva dire
ora con sicurezza, contava davvero molto per lei.
Era la persona che nel bene e nel male, c’era. Nonostante i
litigi e le brutte parole che si scambiavano in un momento di rabbia, loro
rimanevano uno accanto all’altro. Quasi temendo di lasciare la mano dell’altra
persona, per poi perdersi nell’oscurità.
Erano uno il sostegno dell’altro e fino ad allora, nessuno
dei due se n’era accorto.
Poi un giorno finalmente, quei sentimenti celati davanti a
tutti ed a se stessa, erano usciti da quel polveroso cassetto e le avevano
chiarito tutti i suoi dubbi. Non del tutto, almeno. Era ancora troppo presto,
per fare spazio a quei sentimenti nel suo cuore.
Ma sapeva già, che non c’è n’era bisogno…perché essi
albergavano nel suo cuore, da un infinità di tempo.
Ora era il momento di prendere una decisione. Rimanere lì e
guardare impotente la perdita della persona che più voleva bene o…mettere fine
a quella tortura. Ma per farlo, doveva affrontare lei il problema. Sapeva che
una volta affrontato, molti misteri si sarebbero svelati.
Ma quello che non sapeva…e se avrebbe rivisto il sorriso di
lui.
Non era certa di questo, perché sentiva che si stava
buttando alla cieca.
Era per quello, che ora più che mai, desiderava poter fare
uscire quei sentimenti dalla sua bocca, per mettere a tacere la sua
interminabile angoscia.
Però ora, lui stava dormendo così beatamente…a quanto pare
non era proprio destino che i due si riconciliassero, non era nel destino di
Doremì poter esaudire un sogno d’amore.
Chinò la testa e avvicinò le sue labbra al viso di lui,
baciandolo delicatamente sulle guance del ragazzino.
Era così magico quel momento, desiderato da lei da tempo.
Però, come nelle favole…la magia scompare in pochi minuti e si ritorna nella
dura realtà.
Era ora di andare. Era ora di salutarlo…forse per l’ultima
volta.
-Non ti dimenticare di me…- sussurrò all’orecchio.
Fece per alzare la testa, quando a sorpresa, si sentì
afferrata per la mano.
Guardò stupita il ragazzino che inclinava leggermente la
testa, con gli occhi coperti dalle bende.
-…chi è?- chiese.
La ragazzina rimase di pietra, sentendosi prigioniera dalla
sua stretta di mano. Che fare?
Il ragazzino sdraiato sul letto, non vedeva chi aveva di
fronte, ma aveva la certezza che ci fosse qualcuno.
La persona non rispose e rimase immobile.
Kotake provò ad alzare la testa per avvicinarsi
all’individuo.
-Non avvicinarti!- disse Doremì d’istinto, per poi portarsi la
mano sulla bocca, quasi pentita.
Kotake si bloccò e guardò sorpreso quella figura.
Quella voce…non l’aveva sentita bene…ma gli era famigliare…
-Chi sei?- ripeté.
Non c’è la faceva più. Doveva andarsene,
altrimenti…altrimenti…
Staccò bruscamente la sua mano con quella di lui e salì
velocemente sulla sua scopa, per poi uscire volando dalla finestra.
Non prima di essersi voltata verso di lui, un ultima volta.
-No, aspetta, non andartene!
Il ragazzino si guardò smarrito nella stanza, con la mano
ancora in aria, movendosi quasi cercando la persona. Ma era scomparso.
Si toccò la guancia con la mano. Quella sensazione provata,
era così particolare, così speciale che vari dubbi gli vennero alla mente.
-C’è mancato poco- disse Doremì in sella alla sua scopa- Se mi
avesse scoperto…se avesse visto che ero io…avrebbe scoperto che sono…- chinò la
testa triste.
Non si era neanche accorta che era sveglio. E se avesse
capito chi era? No, impossibile, era bendato e non poteva vederla.
E se l’avesse intuito dalla sua voce?
Scosse la testa.
No, non era il momento. Ci avrebbe pensato più tardi, una
volta terminata la sua missione.
Si doveva recare nel mondo della magia e questa volta da
sola. Non voleva coinvolgere le sue amiche. Non se lo sarebbe perdonata se
sarebbe successo qualcosa a loro.
Strinse forte la scopa e accelerò l’andatura del volo.
Una ragazzina dai capelli blu aprì con lentezza gli occhi,
per vedersi davanti Maria che la scuoteva preoccupata.
-M- Maria…? Cosa…come…?- chiese confusa.
-Meno male…sei sveglia- disse sollevata Maria e si sedette sul
letto.
Aiko alzò la testa e vide che era sdraiata sul letto.
-Ma cosa ci faccio qui?
-Era quello che volevo chiederti…eri andata a cercare Leon e
poi non ti sei fatta più sentire. Quando vengo qui, ti trovo sdraiata sul letto
e non c’era verso di svegliarti. Non sai che paura mi sono presa.
-Paura…Leon…- ripeté come frastornata, poi si ricordò- Leon!-
si alzò di scatto- Dov’è?- si guardò in giro.
-E’ in stanza…ma non ci hai parlato?
Aiko scese dal letto ed uscì di corsa dalla stanza, mentre
Maria la seguiva con preoccupazione.
-Leon!- spalancò la porta, ritrovandosi dei ragazzini seduti
per terra, intenti a giocare a carte.
Tutti la guardarono con gli occhi spalancati dalla sorpresa.
-Dov’è Leon?- chiese subito Aiko con il fiato corto.
-Ehm…è qui, non lo vedi?- un ragazzino indicò la persona che
stava seduto con loro.
Aiko guardò con occhi sorpresi quella persona.
I ragazzini non capirono perché aveva quell’espressione sul
suo volto, quasi di incredulità.
-Tutto bene Aiko?- chiese uno dei ragazzini.
-Aiko…cosa ti prende?- giunse Maria.
La ragazzina non rispose e se ne andò di fretta.
-Aiko!- Maria che si era appena fermata la chiamò e poi guardò
i ragazzini che la guardavano storta- S-scusate…è solo stanca…- disse Maria
imbarazzata e riprese a seguire Aiko.
Aiko si diresse di fretta verso la sua stanza. Nessuno
sembrava essersene accorto. Era l’unica che aveva visto la realtà…quella
persona che giocava lì non era Leon, bensì un ologramma magico. Quindi,
significava che Leon se n’era andato. Chissà da quanto.
Entrò in stanza, si chinò per terra e frugò nella sua borsa.
Rimani in stanza e non muoverti…Cercheremo di risolvere la
situazione…vedrai, non succederà niente alle tue amiche.
Le parole di Leon le tornarono in mente. Le parole che gli
disse prima di farla addormentare.
Mi dispiace Aiko…ma non voglio che corri rischi…
-Quell’idiota…- tirò fuori il suo medaglione e lo strinse tra
le mani- ma questa me la paga!
-Aiko…con chi stai parlando?- disse Maria comparendo
all’ingresso della stanza.
-Maria- Aiko si girò per guardarla.
-Che stai facendo? Perché hai preso il tuo zaino?- chiese Maria
in ansia.
-Maria…- si alzò in piedi e appoggiò una mano sulla sua spalla-
Ti fidi di me?
Maria la guardò confusa, poi notando lo sguardo serio di
Aiko fece cenno di sì.
-Bene…allora non chiedermi niente…sarebbe troppo difficile
spiegarti quello che sto per fare…devi solo non farmi scoprire dall’insegnante.
-D- dov’è che vai?- chiese Maria, vedendo Aiko avvicinarsi alla
finestra.
-Lontano…- disse senza girarsi.
Maria sospirò, capendo che non avrebbe ottenuto altre
informazioni.
-Torna presto…Aiko- disse sorridendole.
Aiko si girò e sfoggiò il suo caratteristico sorriso. Con la
mano, fece il gesto dell’okey.
-Certo!- disse Aiko- Tu aspettami- e saltò giù dalla finestra.
-Aiko!- Maria corse alla finestra spaventata e guardò giù. Non
c’era nessuno- …stai attenta.
-Regina…gli F4 e Alexander sono arrivati al castello…- disse
una donna dagli occhi fini, inchinandosi davanti alla regina.
-Mh…sì, va bene. Falli entrare.
-Subito- la donna si alzò e se ne andò.
La regina guardò la signora che era con lei.
-Majorika…il tempo stringe.
-Lo so- fece cenno di sì- Ma sono più che sicura che non si
faranno attendere- si avvicinò al balcone- Vorrei solo non esserne così sicura,
per risparmiarle questa tortura- aggiunse triste.
La signora volse il suo sguardo al cielo.
-Al di là della dimensione, al di là del portale, alberga la parte
di noi stessi più nascosta. La nostra oscurità.
E’ cortina, lo so…però mi sembrava adatto interromperlo qui
(^-^)…okey (U_U)’, lo ammetto, ero rimasta parecchio indietro con questa fan
fiction e quindi sto cercando di abbreviarla.
Ringrazio di nuovo chi sta seguendo la fan fiction. Presto
questa fiction finirà, quindi tenete duro, okey? (^-^)
-Regina, attendiamo il vostro ordine e noi ci avvieremo- disse
Akatsuki, inchinato davanti alla regina, con affianco gli altri componenti
degli F4 e Alexander.
-Mh…sì, sì…- disse incerta la regina, dando uno sguardo veloce
a Majorika, che continuava a guardare fuori dal balcone.
-Mi scusi regina, ma la situazione è davvero seria, non li
possiamo trattenere a lungo- disse la donna consigliera della regina.
-…Sì, hai ragione- disse convinta la regina e guardò i ragazzi-
D’accordo, avete il mio permesso…
-Un attimo!
Una voce improvvisa, interrompe la regina e tutti si girano
per vedere chi era entrato nel salone.
Majorika sorride insieme alla sua fatina Lala.
-C’è ne hai messo di tempo- disse Majorika.
-Doremì!- esclamò sorpreso Akatsuki alzandosi in piedi- Cosa ci
fai qui! Dovevi restare nel mondo degli umani!
-E perdermi il divertimento?- disse ridacchiando, mentre il
ragazzo la guardava preoccupato- Questo è il mio compito- tornò seria e guardò
Akatsuki.
Poi superò il ragazzo e arrivò davanti alla regina.
-Sapevo che saresti arrivata- disse Majorika.
-Regina, Majorika, io…
-Sì, lo so, non c’è bisogno che spieghi- disse la regina, con
un cenno della mano- Majorika mi ha spiegato la tua situazione…se è quello che
ti senti di fare, io non ti tratterrò.
-Regina, ma…- fece per contraddire Akatsuki, ma fu taciuto da
un suo cenno della mano.
-Ma sappi che quello che ti attende, potrebbe essere molto
doloroso…- continuò a parlare la regina.
-Al di là della dimensione, al di là del portale, alberga la
parte di noi stessi più nascosta. La nostra oscurità- disse Majorika e Doremì
la guardò perplessa- Capirai una volta arrivata.
-Mh- fece cenno di sì.
-Regina, Doremì non può venire! Sa bene che potrebbe essere
rischioso per lei.
-Io ho già deciso Akatsuki- disse seria Doremì- Andrò lì da
sola.
“Sono scappata anche fin troppo a lungo…”
-Oh, ma non sarai sola, Doremì- disse Lala, indicandole di
guardarsi indietro.
Doremì guardò sorpresa altre quattro streghette, ferme
all’entrata. Anche i ragazzi erano stupiti quanto lei.
-Ragazze…voi qui?
Le quattro ragazzine si guardarono tra loro e sorrisero a
Doremì.
-Volevi fare tutto da sola?- disse Aiko.
-Noi siamo una squadra, non ricordi?- disse Momoko.
-Il problema riguarda tutte noi- disse Hazuki.
-Solo insieme, noi riusciamo a vincere- terminò Onpu.
-Amiche…- Doremì le guardò preoccupata- Non voglio che veniate,
potrebbe succedervi qualcosa…
-Lo stesso vale per te Doremì- disse una ragazzina dai lunghi
capelli biondi.
-Hana!- esclamarono Doremì e la regina.
-Cosa ci fai qui? Ti avevo chiesto di rimanere in camera tua-
disse la regina.
-Non potevo starmene in stanza, al pensiero che il mio paese e
le mie amiche siano in pericolo- disse decisa Hana- Io un giorno diventerò una
regina, ed è giusto che inizi ad assumermi le responsabilità. Per favore…lasciami
andare.
La regina non disse niente. Era la prima volta che la vedeva
così determinata. Da quando era tornata nel mondo delle streghe, si era
dedicata allo studio, ma continuava a fare i capricci come una bambina. Ora,
era come se anche lei, fosse cresciuta un po’.
-Va bene…- la regina fece cenno di sì- Doremì e tutti voi…le
sorti del paese della magia è nelle vostre mani- guardò il gruppetto- Buona
fortuna.
-Ottimo ragazzi, andiamo- disse Alexander.
-No Alexander, tu rimarrai qui- disse la regina.
-C-come? Però anch’io voglio rendermi utile.
-Se succedesse qualcosa, abbiamo bisogno di qualche aiuto in
più. I ragazzi se la caveranno.
-Uh…se me lo chiede lei…in questo caso rimarrò qui a proteggere
il palazzo.
-Noi andiamo…
I ragazzini si congedarono ed uscirono fuori dalla sala.
Majorika li seguì e fermò Doremì.
-Doremì…credo che questo ti potrà essere d’aiuto- le mostrò il
libro.
-Il libro nero…- disse Doremì sorpresa.
-Contro le loro magie, dovete essere in grado di difendervi.
-D’accordo- Doremì prese il libro.
-Ah, un’altra cosa…- disse la signora, prima che se ne andasse-
Qualsiasi cosa succeda…ricorda che tutti noi ti appoggiamo. Non arrenderti.
-Già, questo posto avrebbe bisogno di una bella lucidata.
-Ci penso io- disse Hana alzando la sua bacchetta.
-Ferma!- la bloccò Aiko- Ti sembra il momento di giocare?
-Uhh…io non sto giocando- disse sbuffando.
-Mh…non so se è stata una buona idea portarti con noi- disse
Aiko.
-Eh? Anch’io sono preoccupata per le sorti del mio paese!
Voglio fare qualcosa!
-Sì, sì, ma ora calmati principessa Hana- dissero Fujio e Toru
nell’intento di farla zittire.
Il gruppetto era da circa venti minuti in cammino da quando
avevano attraversato il confine per la nuova dimensione. Il passaggio era stato
un po’ burrascoso, ma almeno non gli era capitati qualche imprevisto come
l’ultima volta. Ora avevano raggiunto il castello e avevano varcato la soglia.
Nessun problema fino a quel momento. E questo non era per
niente rassicurabile.
L’atmosfera si era fatta molto tesa e ci si parlava di rado.
Anche perché ognuno aveva più pensieri per la testa.
Hazuki camminava vicino a Momoko guardandosi intorno, con la
paura di ritrovarsi da un momento all’altro un fantasma. Però stringeva i denti
e continuava a camminare. Il pensiero di rivedere Masaru, la rassicurava. E
poi, era più tranquilla da quando avevano chiarito gli equivoci, in quella
notte dove i due si erano incontrati in segreto…
Hazuki arrossì di colpo, poi scrollò la testa.
Momoko che era accanto a lei, la guardò senza capire e poi
tornò ai suoi pensieri.
“James…”- pensò la ragazzina. Poco prima di andarsene,
avevano litigato per una ricetta. Che ora poi, non ricordava neanche il senso.
Sospirò.
Il fatto che siamo avversari, non vuol dire che non ti trovo simpatica!
Com’è che ancora non l’hai capito? Dovresti ormai aver
imparato dalla tua amica Doremì. Molti ragazzini, preferiscono fare i dispetti,
pur di non affrontare la questione.
Era vero che ora si trovava nella stessa situazione di
Doremì? Ci pensò…James non era cattivo in fondo, avevano trascorso insieme
l’infanzia in quel negozio di dolci. Era chiaro che sarebbero diventati
rivali…entrambi aspirano a diventare i migliori pasticceri.
Ricordò che qualcuno chiese alla sua insegnante strega il
perché, nonostante la sua bravura, si ritrovasse ancora in quella vecchia
pasticcera sconosciuta a molti. Lei sorridendo rispose che non era certo la sua
bravura che voleva dimostrare, non era pasticcera perché voleva diventare
famosa. Il suo desiderio era solo di vedere la gente che assaggiava i suoi
dolci, dimenticare i dispiaceri e sentirsi bene. Non c’era migliore
gratificazione che saper di aver reso felice anche solo una persona, con la
propria magia dei dolci.
Momoko sorrise a quel ricordo…da quel giorno lei prese la
decisione nel suo cuore di emulare la sua insegnante. E anche quando lei se ne
andò, lasciandole quell’orecchino arancione, lei si promise di migliorarsi e un
giorno prendere il suo posto, per continuare il sogno della sua insegnante.
Però…aveva esagerato. Nell’intento di velocizzare il suo
apprendimento, aveva scordato il vero motivo che lo portava a diventare
pasticcera. Lei voleva rendere felici le persone.
Che sciocca…l’apparizione di James l’aveva agitata, ma
almeno ora si era accorta del suo errore.
Non vedeva l’ora di tornare a casa e mettersi a cucinare e
poi…poi voleva farlo provare a James per chiedergli un parere. Certo, perché
avere un rivale, non vuol dire che bisogna considerarlo un nemico. Anzi, era la
persona che l’avrebbe aiutata a migliorarsi, perché poteva contare nel suo
giudizio sincero.
Leon camminava dietro Aiko. Da quando era arrivata al
castello della regina, non gli aveva parlato. Evidentemente, era arrabbiata con
lui. Però non poteva fare altrimenti. Come spiegare? Sapeva che Aiko era forte,
ma allo stesso tempo era un umana e quando la regina aveva loro ordinato di
proteggerle, si era reso conto della gravità della situazione. Da quel giorno,
continuava a seguire Aiko con lo sguardo, ma sentiva che in parte non lo faceva
solo per dovere…a lui piaceva stare in sua compagnia. E non certo per qualche
assurda sfida.
Quando Aiko era stata trascinata in acqua da quello strano
essere, lui si era molto spaventato, perché temeva di perderla. Ci teneva a
lei.
Però era così complicato spiegarlo ad una
ragazza…soprattutto ad Aiko.
Aiko continuava a camminare senza fermarsi. Sapeva che
dietro di lei c’era Leon e che probabilmente la stava guardando.
Doveva essere arrabbiata, lo doveva essere dopo quello che
aveva fatto…ma allora perché si sentiva rassicurata vicino a Leon? Era assurdo.
Da quando era arrivato, non aveva fatto che crearle
problemi.
Ma allo stesso tempo, non poteva negare di essersi divertita
in sua compagnia. Lontano da quel suo ruolo di stregone, era un semplice
ragazzino che gli piaceva scherzare e cercare avversari del suo calibro. Aveva
conosciuto questo suo lato standogli vicino volente o nolente.
Credeva che dopo quei giorni passati insieme, si era creata
una sincera amicizia e fiducia nell’altro. E invece, lui l’aveva tenuta
all’oscuro di tutto e cercato di bloccarla. Ed era questa la sua rabbia. Lei
non era certo debole, da aver bisogno di una persona che la difendesse. Lei
aveva solo bisogno di un amico come lui, su cui contare nei momenti difficili.
Possibile che lui non riuscisse a capirlo?
Onpu si guardò intorno. Hana camminava vicino a lei e guardava
Doremì. Non capiva perché la ragazzina sembrava quasi evitare di parlarle, come
se sentisse che non era il momento giusto. E anche lei lo poteva percepire.
Doremì era in testa a tutti e aveva la schiena rivolta a loro. Da quella
posizione, non era possibile scrutare il volto di lei. Ma era come se Doremì
stessa cercasse di allontanarsi dagli altri.
Abbassò lo sguardo. Era preoccupata per l’amica, sicuramente
si stava pentendo di aver coinvolto le altre persone.
Perché non la smetteva di tormentarsi? Non bastava la
difficile situazione in cui erano?
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma si trattenne.
Quell’atmosfera rendeva tutti rigidi. Bastava paragonarla alle altre missioni,
per capire. Il carisma di ognuna di loro, riusciva a tranquillizzare gli animi.
Ma ora tutti sembravano assorti nei loro pensieri e questo non giovava alla
situazione.
Lei stessa si chiedeva se in quella missione sarebbe potuto
andare storto qualcosa. Il pensiero della madre, della sua carriera, la faceva
intristire. Non voleva dare un dispiacere alla madre e non riuscire a
realizzare il suo sogno. Ma non voleva neanche lasciare il gravoso compito alle
sue amiche e neanche Toru. Era di sicuro un ragazzino che aveva ancora molto da
imparare del mondo dello spettacolo, ma anche lei aveva molto da imparare
nell’essere più spontanea. Chissà, in fondo la sua presenza non era poi così
negativa.
Credeva di sapere ormai tutto. Il mondo del lavoro le aveva
fatto credere di essere diventata un adulta. Ma da quando aveva incontrato
Toru, aveva avuto qualche incertezza. Era un egocentrico e un po’ infantile, ma
c’è ne metteva di volontà per cambiare.
E anche lei voleva cambiare. Non voleva ridursi ad essere
uno di quei adulti che le giravo intorno. Lei voleva essere migliore. Una
persona che sarebbe potuta piacere ai bambini, agli anziani e agli adulti. Una
volta fuori di lì, avrebbe iniziato a fare qualche modifica nei suoi piani. Sì,
sentiva che un poco alla volta c’è la poteva fare.
Akatsuki camminava accanto a Doremì e la osservava in
silenzio.
Avrebbe desiderato tenere lontano Doremì e le sue amiche da
quella dimensione. Sapeva che il vero scopo di loro, era quello di attirarle
nel loro covo. Immerse nell’oscurità, i loro poteri sarebbero stati meno
efficaci. Era quasi scontato che avrebbero avuto la peggio.
E allora perché? Perché la regina aveva cambiato idea e
aveva permesso che facessero a modo loro?
Era assurdo. Loro non sono persone qualsiasi, sono nate da
una maledizione e lì sono rimaste.
Era così chiaro il loro piano, rendere instabili le
streghette, per poi farle venire da loro e vendicarsi.
Le aveva viste più volte intorno alle ragazze, mentre
attuavano i loro piani. Però per ordine della Regina, gli era stato ordinato di
rimanere solo ad osservare le loro mosse. Però era dura, vedere la persona
importante per lui, cadere sempre più nella disperazione. Si ricordava molto
bene l’espressione della ragazza, mentre gli chiedeva disperatamente delle
spiegazioni. E lui era costretto a fare la parte del cattivo e tenerla
all’oscuro di tutto. Quando invece avrebbe voluto dirle tutto e mettere fine
alla sua sofferenza.
Avrebbe dovuto fermarli il giorno stesso dello sparo.
L’aveva avuta davanti a sé, eppure si era bloccato e se l’era fatta sfuggire.
Forse per quell’espressione dei suoi occhi…a parte la durezza, rifletteva un
sentimento nascosto…qualcosa che aveva visto più volte nello sguardo di
un’altra persona.
Guardò di nuovo la ragazza che camminava davanti a lui.
Abbassò lo sguardo triste.
Ma chissà poi…se c’è l’avrebbe fatta a fermarla. I poteri di
questi personaggi erano sconosciuti a tutti…persino alla Regina. Anche se si
aspettava che prima o poi il confine con l’altra dimensione sarebbe stato
varcato, erano stati tutti colti impreparati.
-Che complicati che sono gli esseri umani…- disse una voce
avvolta nell’oscurità.
-Sì…- disse un’altra voce- Che noia tutti questi pensieri. Ma
proprio non riescono a non farsi delle paranoie?
-Tacete voi- disse la terza voce- Concentriamoci sul nostro
compito. Dobbiamo fermarli.
-Sì, sì, facciamoli fuori.
-Non servirà. Li abbiamo resi abbastanza inquieti e poi
conosciamo i loro punti deboli. Sarà facile sbarazzarci di loro.
-Dove mi stai portando?- chiese insistentemente il ragazzino.
-Eri curioso di conoscere la verità, no?- la persona lo teneva
per mano e lo stava conducendo lungo il percorso.
-Non mi hai ancora detto chi sei.
-Diciamo che sono venuta a salvarti.
-Salvarmi? E da chi?
-Sì…da una persona di tua conoscenza…
-Non capisco…
-Capirai, capirai…
I due continuarono a camminare in silenzio. Dopo un po’, il
ragazzino si fermò.
-Insomma, quando arriviamo? E quando mi darai delle
spiegazioni?
-…Più volte ti sei chiesto come mai la tua amica e Akatsuki si
intendessero così a meraviglia.
-Tu come fai a…- disse sorpreso Kotake, ma non fece in tempo a
terminare.
-E che lei nascondesse qualche segreto, che non voleva metterti
al corrente.
-Tu sai…?
-Sì- lo interrose di nuovo e sorrise- Ti sei chiesto anche
perché succedessero fatti insoliti intorno a lei.
-Mh…
-Ebbene, è presto svelato… la tua amica in realtà è una strega.
-Cosa?- esclamò incredulo e con una certa risatina.
-Togliti la benda- disse seria.
-Perché?
-Non vuoi vedere con i tuoi occhi?
-Io…non posso- chinò la testa triste, stringendo le mani.
-E chi dice di no? Con i miei speciali occhiali, riuscirai a
vedere.
-Eh, non credo che dei semplici occhiali, possano…- Kotake si
tolse le bende e si mise gli occhiali con poca convinzione. Aprì bene gli
occhi- Ma come…? Io…- si tolse gli occhiali e non vide nulla. Si rimise gli
occhiali e tornò a vedere.
-Sorpreso, eh?
-Sorprendenti questi occhiali…- si voltò verso la persona che
gli stava parlando e vide una ragazzina- Ma tu…perché tu assomigli…?
La ragazzina sorrise soddisfatta.
-A dopo questa domanda. Adesso riesci a vedere da quel
specchio?
Kotake confuso guardò lo specchio.
-Cosa c’è da vedere?
-Guarda meglio…questo non è uno specchio, bensì una finestra
verso un’altra stanza.
Il ragazzino si grattò la testa perplesso. Sembrava tutto
così anormale.
Poi vide delle figure muoversi. Aguzzò meglio lo sguardo e
riconobbe nel gruppo Akatsuki. Portava una strana divisa e accanto a lui c’era
un’altra persona. Aveva uno stravagante capello a punta e anche la sua divisa
era particolare.
Vide la persona agitare un bastone e far aprire per incanto
una porta chiusa.
-Non credo ai miei occhi…come ci è riuscita?
-Magia.
-Magia?- il ragazzino guardò prima lei, poi lo specchio.
Ora poteva distinguere bene la persona. Aveva dei capelli
color rosso magenta e una spilla a forma di nota musicale.
-N- non è possibile…lei è…
-Ora mi credi, eh?
-E’ assurdo…non è possibile. Streghe, magia e altro…non
esistono.
-Questo posto è creato dalla magia e anche i tuoi occhiali lo
sono.
-Gli occhiali…?- toccò le lenti incerto.
Lentamente gli vennero in mente tutti i fatti insoliti che
gli erano successi…ora capiva. Il mistero che avvolgeva la sua compagna di
classe, era quello. Lei era una strega.
-Allora, lei…è davvero una strega…Ma quando è successo? Da
quando lei ha dei poteri?- appoggiò le mani sullo specchio.
-Da molto tempo, Kotake.
-N- no…me lo avrebbe detto…lo avrebbe fatto- disse con la voce
che gli tremava leggermente. Non voleva credere che lei gli avesse tenuto
nascosto un simile segreto.
-E perché? Lei non ti considera.
Kotake si girò per guardare la ragazzina.
-Lo sanno solo le sue amiche, streghe anch’esse e il suo amico
Akatsuki, che guarda caso è uno stregone.
Adesso molte cose stavano tornando al proprio posto. Il
gruppetto di Doremì, Akatsuki…
-E sai, cosa? E’ stata proprio Doremì a causarti quei
incidenti.
-Non ci credo! Stai mentendo!- disse arrabbiato.
-Pensaci, è una strega. E per di più non ti sopporta. Motivo in
più per vendicarsi.
-No, no!- scosse la testa.
-Accettalo Kotake, è Doremì che ti ha reso cieco.
Il ragazzino si bloccò e scivolò giù le mani sullo specchio.
-…non ci credo…Doremì non mi farebbe niente del genere.
-Eppure l’ha fatto e adesso sta per raggiungerci.
-…
-Non vuoi fargliela pagare per quello che ti ha fatto? Non ti
ha considerato che un elemento di disturbo. Lei sta bene solo con Akatsuki.
Kotake non rispose, l’amarezza che provava non gli faceva
aprire bocca. Solo una grande tristezza provava nel cuore. Sentiva che qualcosa
stava lentamente scomparendo fino a lasciare un gran vuoto dentro di lui.
Il gruppetto giunse davanti ad una porta molto grande.
-E adesso?- chiese Momoko.
-La si apre- disse Leon.
-Potrebbe essere pericoloso- disse Fujio.
-Mai come noi…- spuntarono quattro figure davanti alla porta.
-M- ma…- dissero stupiti i presenti.
-Ci assomigliano- disse Hazuki.
-Sì, è vero- disse Hana sorpresa- Sembrano Hazuki, Aiko, Onpu e
Momoko.
-Lo siamo- risposero loro.
Il gruppetto si guardò senza capire.
-Ma come, venite ad affrontarci e non sapete neanche chi è il
vostro nemico?
-E dire che vi abbiamo tenuto d’occhio per tutto questo tempo.
-Ci stavate spiando?- Hazuki guardò il gruppetto.
-Ciò significa che siete voi le artefici di quei incidenti.
-Ma che bravi…- sorrisero le quattro ragazze.
-Perché…? Per quale motivo c’è l’avete con noi?
-Per vendetta, no?- disse una alzando le spalle- Che credete,
che a noi faccia piacere rimanere qui, mentre altri se la spassano?
-Non capisco…- Doremì guardò perplessa le quattro ragazze.
-E’ inutile discutere con loro…- disse Leon- Prima dobbiamo
fermarle.
-Avete sentito? Ci vuole fermare?- disse una ridacchiando.
-Per chi ci hai prese? Conosciamo tutto su di voi…anche i
vostri pensieri e le vostre paure. E vi stavamo aspettando…per eliminarvi- una
di loro lanciò una sfera di magia, che andò dritta verso Doremì.
La ragazza presa alla sprovvista, si sentì spingere via.
-Ahi…- aprì gli occhi- Akatsuki.
-Tzk, fortunata.
-Prima di tutto dovrete vedervela con noi- disse Akatsuki.
-Già, siamo venuti fin qui per questo scopo- disse Toru.
-Uff, mi sembra che non abbiano capito…- disse una di loro
sbuffando e guardando le sue compagne.
-Beh, eliminare qualche persona in più, non è un problema…se è
per realizzare il nostro scopo.
-Il nostro capo sarà contento.
-Non sono tutte qui, allora- disse Hana.
-In effetti…- disse dubbioso Fujio- le presenze che avevamo rilevato
erano cinque. L’ultima si troverà in fondo al corridoio.
-Bene, non ci resta che combattere- disse Leon.
“Qui potrebbe andare per le lunghe”- pensò Aiko.
-Doremì…- disse Aiko- Devi andare.
-Eh?- Doremì guardò l’amica.
-Hai ragione- disse Hazuki- Noi rimarremo qui e le terremo
occupate.
-Perché? Non ho intenzione di lasciarvi qui!- disse Doremì
contrariata.
-E a che scopo? Noi siamo in grado di farcela da sole.
-Però…
-E poi, ci siamo anche noi con loro- disse Fujio.
-Akatsuki, tu vai con Doremì- disse Toru.
-Siete sicuri?- Akatsuki guardò i suoi amici. Per quanto
conoscesse le loro capacità, aveva sempre il timore che non c’è la facessero da
soli.
-Certo- disse Leon e sorrise- Fidati di noi.
-…d’accordo.
-Doremì…- disse Onpu.
-No! Io non me ne vado!- scosse la testa- Solo insieme li
batteremo…come abbiamo sempre fatto!
-Doremì non c’è scelta!- disse Onpu- Cerca di capire…tu sei
l’unica che può salvare la situazione. Non vogliamo che sprechi la tua energia,
prima del momento decisivo.
-Onpu…
-E poi non combatteremo da sole…- disse Momoko- noi siamo un
gruppo, ricordi?
-Momoko.
-Ti vogliamo un gran bene, mamma- disse Hana abbracciandola-
Per questo confidiamo in te.
-Hana.
-Le sorti del mondo della magia e anche del nostro mondo, sono
affidate a te.
-Hazuki.
-Non preoccuparti per noi. Ci rivedremo molto presto. Ti
raggiungeremo appena avremmo terminato.
-Aiko….- socchiuse gli occhi- Sì, avete ragione. Io vi
aspetterò.
-Bene…ora andate- disse Hana, spingendo Akatsuki e Doremì.
-S- sì…- i due si avviarono verso la porta.
-Ehi, voi due…dove credete di andare?- disse una delle quattro,
posizionandosi davanti alla porta- Di qui non si passa.
-Questo lo credete voi…- Leon e Aiko usarono la loro magia per
bloccare la ragazza.
-Ehi!- disse la ragazza movendosi per liberarsi dalla loro magia.
-Ottimo!- dissero insieme Leon e Aiko.
-Adesso!- Doremì e Akatsuki si guardarono e aprirono la porta,
attraversandola e allontanandosi di corsa.
-Ahh, stanno scappando!- disse una delle quattro.
-Lasciali andare- disse un’altra- Il capo l’aveva previsto. Ora
occupiamoci di loro.
-Mhh…- la ragazza bloccata, si liberò dall’incantesimo- Non è
che sia un granché la loro magia.
-Si è liberata- disse Toru.
-D’accordo ragazzi. Ora tocca a noi. E’ la resa dei conti.
Uhm…uhm…non è che mi convinca molto questo capitolo. Mh…ho
cercato più volte di darci un aggiustata e il risultato è questo.
Comunque ora la storia sta procedendo…beh, sì, ci sono
ancora qualche buco da riempire, però la fan fiction sta per terminare. Ad
occhio e croce dovrebbero mancare tre capitoli…perciò continuate a seguire
questa fan fiction! Mi raccomando! Sono decisa a portarla al termine, yeah!
Una ragazzina dai capelli color rosa magenta correva lungo i
corridoi interminabili. Dietro di lei non c’era più nessuno. Di tutte quelle
persone che si erano recati in quella dimensione, solo lei era ancora in piedi.
Doveva correre, più in fretta, più in fretta…doveva
sbrigarsi ad arrivare a destinazione.
La vita dei suoi amici dipendeva da lei, ormai.
Era dura pensare che ora al suo fianco non c’erano le sue
amiche. Le aveva perse durante il percorso. E ad ogni suo passo sentiva che le
perdeva una dopo l’altra.
Anche Akatsuki che l’aveva seguita fino all’ultimo, l’aveva
protetta per poter arrivare fino alla fine.
-Vai Doremì, ti copro io- disse il ragazzo,
fermandosi davanti a degli oggetti che si muovevano grazie alla magia.
-Akatsuki…non ti lascio qui.
-Se vogliamo portare a termine la missione, qualcuno
si deve sacrificare.
-Ma io non voglio!- disse con le lacrime agli occhi.
-Vuoi rendere invano quello che hanno fatto i nostri
amici?!- disse lui, rimanendole di spalla- Per favore…vai.
-…Akatsuki.
-Tranquilla…ti raggiungerò non appena avrò sistemato
le loro trappole.
-D’accordo…ti aspetto- disse questo, mentre
s’incamminava- Promettimelo.
-…sì- sorrise lui.
Tutte l’avevano salutata mentre i loro cammini si
separavano. Con un sorriso sulle labbra, ognuno di loro aveva deciso di
combattere la loro battaglia con un avversario e l’avevano mandata avanti,
perché lo sapevano che la vera battaglia doveva affrontarla proprio lei.
Correva con le lacrime agli occhi. Ciò che non voleva che
accadesse, stava succedendo davvero. E sembrava un circolo vizioso. Non
terminava, non finché non sarebbe stata completamente sola.
Ti toglierò ad uno a uno le persone più importanti per te.
Ma ora era giunto il momento per arrendersi…stava
raggiungendo il suo traguardo. Adesso l’avrebbe avuta di fronte a lei.
Si fermò dopo aver attraversato l’ingresso e lì c’era una
persona che la stava aspettando.
-Finalmente…ci incontriamo- disse Doremì guardando di fronte a
lei.
-Già…anche se io ti conosco meglio di quanto pensi.
Doremì vide che la persona si stava avvicinando, permettendo
alla poca luce di illuminare il suo viso.
-Ciao Doremì…sei felice?- sorrise.
La ragazzina rimase paralizzata.
-Tu…sei…- guardò la ragazzina dai capelli corti neri.
-Non trovi che ci assomigliamo, eh?- sorrise e si volteggiò
come una bambina- Lo dicono in tanti.
-Ma tu, chi sei in realtà?
La ragazzina si fermò e guardò Doremì.
-Ma te, naturalmente.
-Che cosa?!
-Oh, beh, ma gli altri mi chiamano Welly.
-N- non capisco…
-Non sai cosa si dice? Al di là della dimensione, al di là del
portale, alberga la parte di noi stessi più nascosta. La nostra oscurità.
-Non capisco…
Welly alzò lo sguardo al cielo.
-E’ presto detto…quando nasce una strega, ne nasce un’altra in
questa dimensione. Solo che questa metà, nasconde i desideri più oscuri del
cuore e quindi è più pericolosa. In questa dimensione vengono raccolte solo le
parti oscure, questo perché una regina del passato ha creato questa dimensione
per allontanarci dal paese delle streghe e rinchiuderci qui dentro.
-Voi siete rimaste qui dentro…
-Sì, senza la possibilità di poter uscire. Per anni e anni. E
solo perché ognuna di loro ha paura della sua parte malvagia.
-Ma io non sono nata nel paese delle streghe…ho ricevuto solo
in seguito la magia. Com’è possibile che tu sia me?
-Non è così…- fece cenno di no con il dito- Chiunque riceve un
potere dalla Regina, rientra a far parte di questo mondo e di conseguenza si
crea la sua copia oscura.
-Quindi…tu sei me…sei nata quando Majorika mi ha consegnato il
kit per apprendista strega.
-Ad ogni magia che facevi, ad ogni livello che raggiungevi, io
acquisivo sempre più potere e conoscenza. Così che sono cresciuta.
-Ad ogni magia…- pensò Doremì riflessiva- Allora anche le mie
amiche…
-In questa dimensione ci sono anche le loro copie e mi sono
state di grande aiuto il giorno che siete venute qui.
-Quel giorno…tu eri lì! E scommetto che il vortice che mi aveva
risucchiato, l’avevi creato tu.
-Certo. Chi altro potrebbe essere capace di così tanto?
-Ma qual è il tuo scopo?
-Fin da quando sono nata, non bramo altro che di poter uscire
di qui e vendicarmi. E per fare questo, mi serviva un grande potere. Un giorno
trovai per caso un libro nero con degli incantesimi. Era stato abbandonato in
questa dimensione da lungo tempo e nessuno ne conosceva l’esistenza. Ma era
stato spezzato in due e molti incantesimi erano incompleti, soprattutto mancava
un incantesimo che mi avrebbe permesso di diventare forte. E alla fine ho
trovato l’altra copia…
-Quella della nonna di Moyra!
-Già. Una volta trovato il modo, dovevo attirarti a me…io non
potevo più di tanto avvicinarmi a te, eri tu che dovevi venire di spontanea
volontà qui.
-Ma perché?
-Perché tu sei la chiave. Il tuo potere è forse così forte che
potrebbe sconfiggere la Regina stessa. Ed è quel potere di cui ho bisogno per
completare l’incantesimo.
-E’ assurdo, io non ho mai avuto quel potere. Mi sono sempre
limitata a qualche magia, niente di più.
-A tutti viene affidato la magia, dipende ad ognuno saperlo
aumentare in maniera giusta. E tu, mia cara, hai raggiunto una quantità utile
per i miei scopi. Insieme alla magia delle tue amiche streghette, distruggeremo
queste barriere.
-Io non te lo permetterò!
-Non credo che tu abbia scelta. Io e te siamo la stessa
persona. Stessi pensieri, stessi ricordi, stesse incertezze. Io so tutto di te,
ti ho tenuta d’occhio da così tanto tempo e so con certezza quali sono i tuoi
punti deboli.
Doremì indietreggiò intimorita.
Se i nostri nemici posseggono l'altra metà del libro,
avranno acquisito molto potere. E mi sembra strano, che non si siano accorti
della vostra presenza. In fondo, voi avete avuto a che fare con la magia da
pochi anni…il loro livello è nettamente più alto del vostro. E allora, perché
non vi hanno fermato?
-Perché quando siamo venuti qui la prima volta…non sei comparsa
subito?
-Era ancora presto…volevo constatare con i miei occhi la tua
debolezza. Il mio obiettivo è che anche tu te ne rendessi conto.
-Di cosa? Non capisco…
-Lo specchio, Doremì…- disse lei- Lo specchio rifletteva ciò
che abbiamo nel cuore o che scopriremo di avere.
Doremì spalancò gli occhi.
-…Kotake.
Welly sorrise.
-E’ lui il tuo punto debole, no?
-Stavi mirando a lui, fino dall’inizio?
-Sapevo che prima o poi i tuoi sentimenti sarebbero venuti a
galla. Era solo questione di tempo.
-Tu…tu hai…- disse Doremì arrabbiata- Tu hai architettato tutto
questo…- strinse forte le mani- Perché accanirti su di lui…perché non mi hai
affrontato di persona!
-E perdermi il divertimento?- sorrise divertita- Avresti dovuto
vederti nei panni della ragazzina confusa dai sentimenti. Eri così patetica-
rise.
-Adesso basta! Tu gli hai fatto del male e io te la farò
pagare!
-Non lo farai- disse sicura.
-E perché no?
-Non l’hai ancora capito, Doremì? Io ho il tuo punto debole- si
girò- Sei lì? Vieni avanti…c’è una persona che ti vorrebbe vedere.
-Chi…?- Doremì guardò incuriosita la persona che usciva
dall’oscurità e si avvicinò alla ragazzina- Ko…Kotake! Cosa ci fai qui?-
spalancò gli occhi dalla sorpresa.
Il ragazzino non rispose e la guardò serio, quasi assente.
-Non credi che le divise da strega siano piuttosto
eccentriche?- disse Welly a Kotake.
Lui non rispose e continuava a guardare Doremì.
-L’hai portato tu qui?! Come hai potuto! Kotake non ci vede!
-Ti sbagli…ora ci vede benissimo, con questi speciali occhiali-
indicò gli occhiali di Kotake.
-Kotake…- Doremì guardò il ragazzino.
-E’ stata davvero una sorpresa per lui sapere che tu eri una
strega.
-Tu…tu gli hai detto…- disse timorosa.
-Voleva delle risposte, che tu ti rifiutavi sempre di dargli, e
io gliele ho date- la ragazzina alzò le spalle- Non sta bene mentire- disse con
un sorriso.
Doremì si sentì tremare le gambe dalla tensione. Kotake
sapeva che era una strega e ora la stava guardando senza dire niente. Perché
non reagiva o diceva qualcosa? Quel silenzio era torturante per lei.
Perché doveva succedere questo…perché?
-Kotake…- cercò di dire Doremì.
Il ragazzino la guardò arrabbiato, poi voltò la testa.
Doremì rimase impalata a guardarlo. Perché l’aveva guardata
con tanto astio? Era arrabbiato perché non gli aveva detto che era una strega?
Non era così che si sarebbe immaginata il loro rincontro.
-…mi detestavi così tanto?
Doremì guardò confusa il ragazzino.
-…perché l’hai fatto?
-Cosa?
-Hai fatto in modo che io rimanessi cieco…
Doremì stupita guardò la ragazzina che sorrideva e poi
Kotake.
-Io non ho fatto niente del genere, Kotake!
-Sei una strega, utilizzi la magia e i tuoi amici hanno poteri
magici…mi hai tenuto all’oscuro di tutto!
-E’ vero, io sono una strega, ma non avrei mai potuto farti del
male!
-Ormai non so più cosa sia vero o no…mi hai sempre mentito.
-Kotake, credimi…tu sei un mio amico e sono affezionata a te.
Per questo io non…- delle lacrime uscirono dagli occhi- Io non…- le parole non
le uscivano più dalle labbra.
C’era troppa tristezza nel suo cuore. Kotake credeva che lei
lo odiasse, mentre invece era l’inverso. Era troppo importante per lui.
Ma ormai qualsiasi cosa tentasse di dire, sarebbe risultata
falsa alle orecchie di lui.
Cosa poteva fare? Si sentiva così sola…le sue amiche non
erano al suo fianco.
-Kotake- si coprì gli occhi che lacrimavano- Non posso credere
che tu pensi che possa farti del male. E’ solo un inganno di lei. Io non volevo
neanche coinvolgerti.
-Mi sembra che sprechi le parole al vento, mia cara Doremì-
Welly si avvicinò a lei e abbassò la voce- Però posso venirti incontro…rinuncia
ai tuoi poteri e Kotake riacquisterà la vista.
Doremì alzò la testa e la guardò.
-Come…?
-E’ semplice, dammi la tua magia…e Kotake avrà salva la vita.
-Darti la mia magia…è assurdo! Non lo farò mai!
-Non tieni alla vista di Kotake?
-Sì, ma…
-E allora, perché indugi?- allungò la mano verso di lei- Forza…
Sarebbe bastato quello? Che lei le desse i suoi poteri e
Kotake sarebbe stato salvo?
-M- ma…chi mi dice che manterrai la promessa?
-Chissà…è un rischio che devi correre per salvare la sua vita…
Doremì guardò da lontano Kotake. Non la guardava ancora.
Tutto quello che era successo, era stata colpa sua. I
sentimenti verso di lui, l’avevano messo in quella situazione. Lui conduceva la
sua vita senza problemi, finché lei non l’aveva trascinato in quel posto.
Se c’era un modo per rimettere le cose al loro proprio
posto, allora lei l’avrebbe fatto a costo di rimetterci i propri poteri.
In fondo…la magia serviva per questo, no? Se l’era sempre
ripetuto, con la magia avrebbe cercato di aiutare le persone che le stavano a
cuore. E Kotake era uno di questi.
Con la mano toccò una piccola sfera al centro del petto e
sprigionando una piccola luce, la divisa di Doremì scomparve, facendo posto ai
suoi abiti normali.
Kotake notò la luce e guardò sorpreso Doremì. Non capiva
bene cosa stesse succedendo, né di cosa le due ragazze si erano dette.
-Tieni- diede una piccola sfera alla ragazzina, sentendo il
rimorso per le persone che credevano in lei.
“Mi dispiace…mi dispiace”- si ripeteva nella mente.
Sapeva che con quel gesto stava compromettendo l’esito della
missione. Ma non aveva alternative.
-Mh…- Welly la prese e la esaminò- Sorprendente…ma non è questo
a cui mi riferivo.
-Come? Ma è quello il mio ciondolo…
-Io volevo la tua forza interiore…è di quella che ho bisogno.
Doremì la guardò preoccupata. Non capiva a cosa si stesse
riferendo.
-La magia che ti ha dato la regina non è sufficiente…tu
possiedi un potere che si è sviluppato nel tempo.
-Ma di che potere stai parlando?
-Uhm, già…non sei riuscita ancora ad utilizzarla…- ci pensò su-
In questo caso, farò a modo mio. Lo estrarrò io da te.
-M- ma…- disse Doremì incerta- Cosa succederà a me?
-Non sei disposta a perdere la tua vita, per Kotake?
La ragazzina dai capelli color rosso magenta, abbassò lo
sguardo.
Se questo potesse bastare…se questo servisse a cancellare il
suo senso di rimorso…non le sarebbe importato della sua vita.
-…va bene- fece cenno di sì. Ormai era decisa.
-Vedrai, sentirai poco dolore- disse la ragazzina e mise due
dite sulla fronte di Doremì- Ti sentirai solo un po’ debole…- una piccola luce
nera scaturì dalle dita di lei- Ma del resto è un sacrificio giusto, solo una
di noi due può vivere.
Doremì non disse niente e sentì lentamente che le sue forze
la stavano abbandonando.
Chiuse gli occhi e aspettò che tutto terminasse, mentre una
lacrima le scese sulla guancia.
“Mi dispiace amiche mie…Akatsuki…Hana…Non posso mantenere la
mia promessa”
Kotake guardò sempre più preoccupato la scena. Cosa stava
succedendo? Perché Doremì se ne stava lì impalata? Cosa le stava facendo?
Pian piano un senso di timore lo pervase, quando vide il
volto di lei sempre più pallido.
Non capiva cosa stesse capitando, ma non se la sentiva di
rimanere lì a guardare e volle fermarla.
-Che stai facendo!- cercò di bloccarla, ma la ragazzina con
l’altra mano lo sbatté a terra con una magia- Urgh…- disse dolorante Kotake a
terra, mentre si toccava il petto dove aveva ricevuto il colpo.
Doremì sentì la voce di Kotake, ma non riusciva più a
muoversi e la loro voce sembrava ormai un sussurro. Intorno a lei era sempre
più nero, scuro…tutto stava scomparendo.
-Per chi mi hai preso…? Ora che ho finalmente la possibilità di
riscattarmi…non me la farò certo sfuggire.
-C- che intenzioni hai…?- disse a fatica Kotake, mentre tentava
di rialzarsi.
-Non l’hai ancora capito? Che stupido…- sorrise- E ora mettiti
da parte e non darmi noie.
Kotake fece per ribattere, ma non fece in tempo a fare
qualche passo, che vide arrivare una scheggia e colpire la mano di Welly,
facendola indietreggiare.
-Ahio…ma cosa?- Welly si toccò la mano dolorante.
Doremì ormai quasi senza energia, cadde a terra.
Kotake guardò come il corpo della ragazzina indietreggiò e
lentamente cadeva per terra. E lì rivide la stessa scena del suo incubo. Lei,
che priva di vita, si accasciava a terra.
-Doremì!- il ragazzino che aveva lanciato la scheggia, si
avvicinò a Doremì.
Doremì non rispose e aprì debolmente gli occhi. Guardò una
figura sfumata di un ragazzo.
Chi poteva essere?
Non fece in tempo a scoprirlo, perché le forze
l’abbandonarono prima e chiuse gli occhi.
-Akatsuki…sei arrivato- disse Welly- Ma troppo tardi…ho già
quello che mi serve.
-Lei è parte di te…perché la vuoi eliminare?
-Sono stata nell’oscurità troppo a lungo…era questo ciò che
volevo, prendermi ciò che mi aspettava di diritto- guardò la mano- E adesso c’è
l’ho- la strinse.
Welly allungò la mano nella loro direzione, con sguardo
minaccioso.
-Anche se sei arrivato…il tuo potere è nulla in confronto al
mio. Adesso vi eliminerò- una luce nera illuminò la mano della ragazzina, ma
non fece in tempo, che si sentì spinta via.
Si alzò arrabbiata e guardò il ragazzino che l’aveva spinta.
-Kotake, cosa ti è preso!
-Non te lo permetterò.
-Perché? Non volevi anche tu la vendetta?
-Io non ho mai detto questo!- gli occhi si riempirono degli
occhi- Io non avrei voluto in nessun caso che le facessi del male! Non avevo
idea di quali fossero le tue vere intenzioni!
-E’ destino. O lei o io- riprovò di nuovo a raggruppare la sua
magia- Devo eliminarla per forza!
-No!- si mise in mezzo- Non puoi farlo!
-Kotake…- Akatsuki guardò sorpreso il ragazzino umano.
-Non sei arrabbiato per quello che ti ha fatto? Questo è quello
che deve scontare!
-Non m’interessa…non m’interessa più…qualsiasi cosa abbia fatto
o altro…non m’interessa di fronte all’idea di non vederla più. Non voglio che le
fai del male.
-…Non posso crederci- disse arrabbiata Welly- Però per te è
troppo tardi. La tua cara Doremì si è sacrificata per farti riavere la tua
vista e riportarti alla tua solita vita.
Kotake rimase senza parole. Cosa aveva fatto Doremì? Allora,
prima…
Si girò per vedere Doremì e Akatsuki. Lo stregone abbassò lo
sguardo amareggiato, come per confermare la verità.
Kotake provò a togliere gli occhiali che aveva addosso e
incredibilmente ci vedeva, come se non avesse mai perso la vista.
Era tutto vero.
-Non è possibile…- disse ancora incredulo.
-Accettalo Kotake, ormai è finita.
-…No…- disse come scioccato.
Akatsuki strinse forte le mani. Era davvero tutto perduto?
Gli altri erano stati sconfitti e l’unica salvezza, era rappresentata da
Doremì. Ma ora lei non c’era più. E per di più, il nemico aveva preso i suoi
poteri.
“Doremì…”- Akatsuki guardò la ragazzina- “Perché l’hai
fatto? Perché hai rischiato la tua vita per lui? E’ davvero così importante per
te…?”
Conosceva già la risposta, ma faceva fatica ad accettarlo.
Era bastato così poco per sconfiggerli? E il sacrificio di Doremì era servito a
qualcosa? Ora era rimasto solo lui. Cosa poteva fare?
-…non è finita- disse d’un tratto Kotake.
-Come?- la ragazzina lo guardò sorpresa.
-Ho detto che non è finita- disse deciso- Non hai ancora vinto.
Si voltò e raggiunse Doremì.
-Doremì, io lo so che sei viva!- cercò di scrollarla- Non può
averti sconfitto così facilmente.
-Kotake- Akatsuki non capiva perché si comportava così. Non
aveva capito che era ormai tutto inutile?
-Perché te ne stai lì impalato?- disse Kotake arrabbiato.
-Eh, io…- Akatsuki non sapeva cosa rispondere.
-Ti arrendi anche tu così facilmente?
-Cosa vuoi che faccia? Ormai ha un potere più grande del mio!
-Senza la magia, non sei niente, quindi? La magia non è la
soluzione a tutto!
-Però…
-Io sono sicuro che Doremì è ancora viva. Ha solo bisogno di
recuperare le energie.
-Cosa state farneticando? Vi faccio notare che non siete ad un
pic-nic, ma avete di fronte me.
Ti avvertirà il destino quando sarà il momento di intervenire
-Doremì svegliati!- Kotake la strinse forte.
“Io devo salvarla!”
-Per favore…- disse con le lacrime agli occhi- Ti supplico…non
morire…
Akatsuki guardò sorpreso e triste la scena. Era così forte
il sentimento che provava quel ragazzo da non lasciarla andare? Anche quando
sembrava tutto perduto?
Forse…gli umani non erano così inferiori a loro, come aveva
sempre creduto. Credere in quello che si fa. Doremì e le sue amiche avevano
dato sempre dimostrazioni in quello che credevano.
Lui…lui non poteva esserne da meno.
Si alzò in piedi.
-Kotake…ti affido Doremì.
-…eh?
-Mentre tu cercherai di svegliare Doremì, io mi occuperò di
Welly.
-Però…
-Io sono sicuro che se la chiamerai tu, lei ti sentirà.
Beeene, un altro capitolo! E siamo alla fine!! Cioè, non è
la fine, manca un poco…ma proprio poco! Cioè, aspetta che conto…dovrebbero
essere giusto due capitoli!! Incredibile, è quasi terminato!! Non ci posso
credere! Uhm…però prima di esultare, aspetto fino alla fine, poi festeggerò.
Una strada trafficata, tanta gente che camminava di
fretta per giungere in ufficio o a scuola.
Certe cose non cambiavano neanche con gli anni. Sì, si
erano chiaramente evoluti, ma non abbastanza.
L’uomo guardava curioso intorno a sé. I suoi lunghi
capelli rossi gli arrivavano alle spalle.
Mentre camminava, si vide passare davanti dei bambini che
correvano per il marciapiede.
Li sentiva sussurrare parole come “la sveglia non è
suonata” “L’insegnante mi sgriderà” “Sono rimasto alzato per giocare” “Ho
dimenticato di fare i compiti” e li guardava allontanarsi.
Quei ragazzi li riportavano alla memoria alcuni ricordi
del passato. Di quando lui era un ragazzino e non aveva occhi che per una
persona. Una ragazzina speciale, che con la sua semplicità aveva catturato il
suo cuore. E quel sentimento lo seguiva sempre, anche dopo anni, anche dopo che
se n’era andata via…
Ricordava bene la battaglia che avevano intrapreso
insieme. La loro ultima battaglia. E di come si sentiva, guardando la ragazza e
sentendosi in colpa per averla spinta fin lì. Era convinto che la morte di lei
così vicina era dovuta alla sua inesperienza.
-Doremì!- la bambina dai buffi codini si girò e guardò un
gruppetto di bambine che le venivano incontro.
-Amiche…ciao!
-Ciao!- la salutarono.
-Ma…che hai fatto ai tuoi capelli?- chiese sorpresa Doremì ad
Hana.
-Ti piacciono?- disse la pimpante bambina dai lunghi capelli
rossi- Onpu mi ha detto che le star devono sempre cambiare…così ho deciso di
cambiare il colore dei miei capelli- sorrise- Guarda, sono come i tuoi.
-Che cosa?!- esclamò la bambina- Ma sei impazzita?? Alla tua
età non dovresti tingerti i capelli!
-Uyy…però pensavo che ti avrebbe fatto piacere…- disse
dispiaciuta Hana.
-Ma Hana, cosa diranno a scuola? E la Regina?
-Oh, non preoccuparti…basterà levarmeli.
-Eh? (°.°)’
Hana levò velocemente i capelli dalla testa, che si scoprì
essere una semplice parrucca.
-Che?! (OoO)’
-Ih, ih…piaciuto lo scherzetto mamma? (^.^)
-Oh, Hana (~_~)’ Sempre la solita.
Le bambine risero tutte insieme.
-Ah, oggi c’è da fare quel manifesto per il negozio di
Majorika- disse Hazuki.
-Ha intenzione di fare una grande svendita, in vista delle
grandi feste- disse Momoko.
-Ovvero, altro lavoro extra per noi- disse Aiko.
-Uffi, la solita sfruttatrice- disse Doremì- Ma quando andremo
a negozio, mi sentirà!- sbuffò con la sua caratteristica smorfia.
La campana suonò e i compagni di scuola si avviarono verso
le loro classi. Doremì s’incamminò anche lei, ma dopo pochi passi si fermò e si
girò.
-Amiche…?- guardò sorpresa le compagne che se ne stavano lì
ferme dov’erano e la guardavano con un sorriso triste- Andiamo, altrimenti la
Sensei ci sgriderà…
-Doremì…- disse Onpu- Noi non possiamo venire.
-Come?- Doremì guardò confusa le amiche- Che state dicendo? Su,
non facciamo tardi.
-No, Doremì- Momoko scosse la testa- Questa volta non potremo
venire con te.
-…Che scherzo è questo? Vi state prendendo gioco di me? Non ci
casco questa volta- Doremì prese per mano Aiko, ma la sua mano scivolo via-
Aiko…?
-Scusami Doremì…ma nessuna di noi sta scherzando. E’ ora che tu
vada avanti da sola.
-C- che…state…dicendo?- Doremì guardò preoccupata le amiche.
-Siamo state sempre al tuo fianco, anno dopo anno…e lo saremo
sempre- disse Hazuki- Ma è giunto il momento che tu ti svegli e affronti la
realtà.
-Di che stai parlando Hazuki? Quale realtà?
-Svegliati Doremì…- disse Hana- Questo è solo un sogno.
Doremì spalancò gli occhi.
-C- cosa?- ridacchiò nervosamente- E’ impossibile…voi siete qui
davanti a me…e questa è la scuola…è questa la realtà.
-E’ la realtà che tu hai voluto creare per fuggire.
-No….
-Non potrai a lungo fuggire nei tuoi sogni.
-No…
-E’ ora di crescere.
-No!- gridò accasciandosi sulle ginocchia- No…non è vero…-
disse in lacrime.
-Perché piangi?- si girò e vide la strega dai capelli verdi.
-Ma…Majorika…ma tu…
-…ho l’aspetto umano? Sì, ho riacquistato il mio aspetto da
molto tempo. E c’eri anche tu…ricordi?
-Io…non…
-Non puoi rimpiangere il tuo passato, non puoi scappare dalla
realtà…
-Per favore…smettetela! Basta, non voglio sentire!
-Perché fai così…?- chiese Hana.
-Perché…perché so che quando mi risveglierò, la realtà sarà
un’altra…voi non ci sarete e io sarò sola. Io non voglio.
-Doremì…tu sai quanto siamo affezionate a te…- disse Aiko- Sei
la persona che più degli altri ci ha comprese e ci ha aiutate.
-Abbiamo affrontato problemi di ogni tipo…- disse Onpu- abbiamo
litigato e abbiamo fatto pace.
-E siamo cresciute con te, giorno dopo giorno- disse Hana.
-E’ per questo, che qualsiasi cosa succeda, noi ti sosterremo
sempre Doremì…perché noi crediamo in te.
Doremì guardò le amiche.
-Ora le nostre vite sono in mano tua- disse Momoko-…e spetta te
salvarci e salvare gli altri che hanno fiducia in te.
-Però io…non so se…- abbassò lo sguardo- io sono debole, non
posso aiutarvi.
-La forza c’è l’hai in te, Doremì…
Le figure delle sei bambine e di Majorika si allontanarono,
fino a scomparire.
-Non mi lasciate…- disse Doremì allungando la mano.
Intorno a lei si creò l’oscurità. Abbassò lo sguardo triste.
-Perché mi avete abbandonata…?
-Stupida!
La bambina spalancò gli occhi e vide un bambino dai capelli
blu, che la guardava con sguardo severo.
-Ko…Kotake…
-Che aspetti a svegliarti!- gli disse lui- Non posso aspettarti
in eterno!
-M- ma…
-Possibile che tu mi debba sempre dare dei problemi?
-Ehi! Io non…- Doremì si alzò in piedi, pronta a ribattere.
-Era ora- disse lui sorridendo.
Doremì rimase senza parole, guardando Kotake che gli porgeva
la mano.
-Andiamo…ci stanno aspettando.
Intorno a lui si creò una piccola luce, che pian piano
s’ingrandiva facendo scomparire l’oscurità che la circondava.
-Kotake…- guardò la sua mano e timidamente la strinse con la
sua- Andiamo.
-Doremì…aprì gli occhi- disse Kotake con le lacrime agli occhi.
Erano da parecchi minuti che tentava invano di svegliarla.
Ma sembrava tutto inutile. Non accennava a muoversi, né ad aprire gli occhi.
-Sei una sciocca…sei una sciocca- disse mentre le stringeva la
mano- Non mi dovevi lasciare.
-Perché non vi arrendete una volta per tutte?- disse la
ragazzina- E’ morta perché le ho preso tutta la sua energia.
-Sei tu che sbagli!- disse Kotake- Doremì non si arrenderà così
facilmente. Io ho fiducia in lei.
-Io sono dello stesso parere- disse Akatsuki alzandosi in
piedi.
Le energie stavano per venirgli a meno. Aveva cercato di
tener testa al suo avversario, ma era davvero troppo forte. Conosceva
incantesimi che gli erano sconosciuti e questo la rendeva ancora più
pericolosa.
-Io proteggerò Doremì e lo farò perché le voglio bene- allungò
le mani- Utilizzerò l’ultima magia che mi è rimasta per fermarti.
Kotake guardò il ragazzo.
Era come temeva, quindi. Lui era innamorato di Doremì.
Guardò Akatsuki che agitando le mani, qualcosa scaturì da
esse e imprigionò la ragazza.
-C’è l’hai fatta- disse Kotake.
-No…non basta- disse con lo sguardo preoccupato e chinandosi
dalla fatica.
-Ma se non si può muovere.
-Ho consumato tutta la mia energia…e la magia cesserà a breve.
-Vuoi dire che…
-Sì, che presto tornerà libera- si accasciò al suolo.
Kotake guardò Doremì.
-Che aspetti a svegliarti!- gli disse lui- Non posso aspettarti
in eterno! Possibile che tu mi debba sempre dare dei problemi?
In quel momento sentì un leggero scossone da parte della
ragazza, il cui viso sembrava tormentato da qualcosa.
-Doremì…- disse lui ancora incredulo.
Doremì aprì bene gli occhi e vide accanto a lei Kotake.
-Kotake…- disse lei sorridendo debolmente, nonostante non
ricordasse bene cosa stesse succedendo.
Kotake guardò la ragazza, poi la prese per le spalle e la
strinse forte.
-Sciocca! Sei una sciocca!
-Ko…take?- disse lei confusa.
-Dove volevi andartene senza di me?- disse con voce angosciata,
ma allo stesso tempo felice mentre continuava ad abbracciarla- Non lasciarmi…ho
bisogno di te.
Doremì riacquistando pian piano i ricordi, con dolcezza
ricambiò l’abbraccio.
Si sentiva così strana. Era una sensazione tenera e dolce,
come quando non si vede una persona da tanto tempo. Ma per lei, lui era più che
una semplice persona. Era il ragazzo a cui voleva bene.
-Scusami…- disse lei- Io volevo dirtelo…volevo davvero dirti
che sono una strega…
-Non importa…non ha più importanza adesso. Non m’interessa
sapere chi sei…per me resterai sempre la solita Doremì pasticciona.
La ragazza rimase in silenzio. Non sapeva se prenderla come
un offesa. Le aveva dato della pasticciona, anche se in fondo sapeva di
esserlo. Però le sue parole non avevano quel solito tono scherzoso, erano serie
e profonde. Voleva dirle che non gli importava che fosse una strega…per lui
Doremì non sarebbe cambiata.
E a quelle parole, tutte le sue ansie pian piano svanivano.
-Ma bene…e così alla fine sei viva.
La voce della ragazza, riportò Doremì alla realtà presente.
Si staccò dall’abbraccio di Kotake e guardò il suo nemico.
-Welly…
-Però ormai è tardi, streghetta…anzi, umana. Ho io il potere e
i tuoi amici sono stati sconfitti.
-Sconfitti?- Doremì notò un ragazzino sdraiato per terra-
Akatsuki!
-Doremì…- disse lui con fatica- Sono contento che sei ancora
viva.
-Akatsuki…ma cos’è successo?
-Ha utilizzato tutto il suo potere- spiegò Kotake- L’ha fatto
per salvarci ed attendere il tuo risveglio.
-Ma…- abbassò lo sguardo- Perché…? Io non sono capace di fare
niente ora…non ho più i miei poteri. Sono inutile.
“Ho deluso le aspettative di tutti, ma soprattutto delle mie
amiche…loro contavano su di me. E io le ho deluse”
-Finalmente te ne rendi conto. Non puoi fare più niente ormai.
-Doremì, non ti arrenderai così facilmente!- disse Kotake
arrabbiato.
-Eh?
-Tutti quanti stanno aspettando che tu intervenga.
-Ma ti ho detto che…
-E allora? Hai perso i poteri, d’accordo, ma non si risolve
tutto con la magia.
Doremì guardò il ragazzo. Dove l’aveva già sentita una frase
simile?
-Ti ricordo che se sei qui…è perché tutti si fidano di te…e
anch’io sono sicuro che tu possa salvarci.
-Kotake…
Il ragazzo la guardò negli occhi.
-Ho fiducia in te…
Ombre oscure tramano alle tue spalle e ti confonderanno,
fino alla tua disfatta. Il tuo stesso potere sarà la causa della tuoi guai.
Però al tuo fianco ci sarà una persona che ti riporterà
alla luce.
“Che si riferisse a questo
la veggente? La luce…è Kotake? E’ lui che mi ha risvegliato”
E' una persona speciale. Lo scoprirai da sola. Dovrai solo
avere fiducia in lui.
Il suo sguardo divenne
sicuro.
-Hai ragione Kotake…io c’è la posso fare- fece cenno di sì con
convinzione.
-E come speri di fare?- disse Welly.
-Lottando con tutte le mie forze. Se tu sei parte di me…è
compito mio fermarti.
-Ma tu ora sei una semplice umana e il tuo amico mago non è in
grado di aiutarti, lo stesso vale per le tue amiche. E poi, la spilla con i
poteri della Regina è in mano mia.
-Non mi servirà. Ti sconfiggerò con le formule del libro.
-Come?
-Ho sempre creduto che i poteri non nascano per caso…tutti noi
siamo capaci di fare magie.
-Stai farneticando! Solo le persone nate nel mondo della magia,
possono usare la magia!
-Eppure tu hai voluto la mia energia…e io non sono nata nel
mondo magico. Forse tu vuoi solo nascondere il fatto, che io potevo sconfiggerti
senza il potere della Regina. Perché io posseggo un potere diverso. Non è così?
Avevi paura di me…per questo hai cercato di indebolirmi…
-…taci!- le lanciò una scossa elettrica vicino a lei. Doremì
rimase immobile fissandola- Vediamo cosa sei capace.
-Doremì, prendi- Akatsuki le passò il libro.
-Grazie…- sfogliò velocemente il libro e pronunciò una formula
magica. Si formò un onda d’acqua che si scagliò contro Welly.
-Tutto qui?- velocemente creò una barriera che la protesse- Te
l’ho già detto, non puoi far niente contro di me.
-Questo lo dici tu.
Le due iniziarono una battaglia a colpi di magia. Kotake
guardava le due ragazze scontrarsi, ma per quanto Doremì si difendesse bene,
era chiaramente in svantaggio. Ad ogni attacco di Welly, Doremì indietreggiava.
“Non si è ripresa del tutto”- pensò preoccupato Kotake e
guardò Akatsuki sdraiato per terra “E sembra che Akatsuki non abbia retto alla
fatica”.
-Sembri deboluccia, piccola Doremì- disse sorridendo Welly-
Forse…tu stessa non sei sicura delle tue parole?
-Ti sbagli.
-E invece lo vedo chiaramente nei tuoi occhi…- si avvicinò a
lei- Anche se tu vincessi…cosa speri che ti aspetti al tuo ritorno?
Doremì la guardò confusa.
-Io voglio solo salvare i miei amici…
-E credi che questo basti per tenerli legati a te ancora una
volta? Ma guardati…predichi così bene, ma io so che dentro di te ci sono dei
lati malvagi…
-Non è vero!- disse indietreggiando.
-Ah, sì…?- la guardò con sfida, poi mosse lentamente le labbra-
Gelosia…Invidia…Rabbia. Perché credi che io sia così potente?
-Basta…
-“Vorrei che lui guardasse solo me” “Vorrei essere più
spontanea e decisa” “Vorrei essere come Moyra”
La ragazza spalancò gli occhi e guardò spaventata Welly.
-Non sono questi i tuoi pensieri? Non dirmi che non hai
desiderato essere come lei, senza doveri, senza difetti, decisa e sicura…“A
volte mi capita di pensare, che per Kotake la persona più giusta saresti tu”,
non erano queste le tue parole?
Doremì fece un altro passo indietro.
-Basta…
Welly la guardò divertita. Sapeva di star vincendo, la stava
lentamente indebolendo.
-Tu ti senti inferiore…non ti senti in grado di amare una
persona senza combinare disastri. Te lo dicono anche le tue esperienze
passate…“Nessuno mi amerà…”
-Basta, sta zitta!- Doremì scosse la testa confusa- Non
parlare…- disse con le lacrime che le uscivano dagli occhi- Non farlo…
-Cos’è Doremì, hai paura?-disse Welly- Hai paura di conoscere le tue debolezze?
-…
-Io credo che Moyra e Kotake formerebbero una bella coppia.
Presto anche lui ti lascerà….così come hanno fatto le tue amiche…
Akatsuki iniziò a riprendere i sensi, sentendo in sottofondo
le voci delle due ragazze. Era sdraiato sul pavimento, poco vicino allo
scontro.
Aprì gli occhi e si rese conto della situazione. Welly
mirava a sconfiggere Doremì dall’interno, perché una volta indebolita, era
certa della sua vittoria.
E Welly conosceva molto bene i punti deboli di Doremì. Per
questo voleva tenerla fuori dalla battaglia, ma era stato inutile. Lui stesso
non era in grado di sconfiggere Welly.
Akatsuki guardò poco distante da lui, c’era Kotake.
Casualmente lui era più vicino allo scontro ed era riuscito ad ascoltare i
discorsi delle ragazze…ma Kotake? Da lì in fondo, aveva sentito qualcosa?
Guardò di nuovo Doremì. Stava piangendo…
Forse lui era debole in quel momento, ma Doremì era l’unica
speranza e doveva aiutarla.
-Doremì- cercò di tenere su almeno la testa- Sta solo cercando
di confonderti le idee! Non darle retta!
Doremì si girò e vide il ragazzo. Era sorpresa di vederlo
ancora in grado di parlare.
-Però…- disse insicura.
-E’ dura essere una ragazza e allo stesso tempo l’unica in
grado di salvare gli altri, eh?
Verrai di nuovo messa alla prova per la battaglia
finale…E questa volta saranno a rischio più persone.
-Devi scegliere tra l’amore e il dovere…e questo ti confonde,
dando a me più forza.
Doremì si sbilanciò indietreggiando e cadde per terra.
Il tuo stesso potere, causerà la sconfitta.
“Non va bene così…più mi faccio indietro, più lei acquista potere. Devo…devo reagire…Cosa posso fare?”- abbassò la testa.
La soluzione a volte ci è a portata di mano…solo che non
c'è ne accorgiamo.
“Cosa devo fare amiche
mie? Perché non siete qui quando ho più bisogno di voi? Mi sento così sola”
Apri le porte del tuo cuore.
Doremì si bloccò e rimase
a pensare. Quando era svenuta, aveva fatto un sogno…forse era lì la soluzione?
…qualsiasi cosa succeda, noi ti sosterremo sempre
Doremì…perché noi crediamo in te.
Non era vero che era sola. Le sue amiche erano tutte lì con
lei.
Ora le nostre vite sono in mano tua e spetta te salvarci e
salvare gli altri che hanno fiducia in te.
E credevano in lei.
La forza c’è l’hai in te, Doremì…
Ora le era chiaro…quel sogno, erano loro che in qualche modo
la aiutavano…che tutti la aiutavano.
“Che stupida che sono…”- si asciugò le lacrime.
-Ragazze…io c’è la metterò tutta. Non vi deluderò- si alzò da
terra e si mise in piedi.
Welly la guardò sorpresa. Perché era ancora in piedi? Non
avevano fatto effetto i suoi sistemi di intimidazione?
-Hai ragione tu…- disse Doremì.
Welly la guardò confusa.
-Quindi, sai di aver perso?
-Hai ragione tu quando dici che vorrei essere un’altra persona.
E’ vero, ho sempre visto ogni mio lato come un difetto, ma con più crescevo con
più cercavo sempre di nasconderlo a me stessa. Mi sono sentita inutile nel
tentativo di non separarmi dalle mie amiche…perché per loro i miei difetti
erano dei pregi. Mi avevano sempre sostenuto ed ero convinta che questo mi
bastasse. Però quando se ne sono andate, ho dovuto far conto con una nuova
realtà, con altre persone e allora ho iniziato a nascondermi, convinta che
nessuno mi avrebbe accetta per com’ero…che nessuno mi avrebbe amata. L’ultimo
mio appoggio era proprio Kotake, ma ho capito che neanche lui ci sarebbe stato
per sempre. Ed è forse lì che ho desiderato essere un’altra persona. Una
ragazza che riesce ad adattarsi ad ogni situazione, una persona che Kotake
avrebbe potuto voler bene, una persona come Moyra.
-Vedi? Tu stessa lo stai ammettendo che senza gli altri, non
sai far niente.
-Ma ti sbagli quando dici che sono sola…la mia forza è
rappresentata dai miei amici…dal loro ricordo, dalle avventure passate, da
tutti insegnamenti appresi…io sono ancora circondata da tanto amore…ma ero
troppo presa a compiangermi, per rendermene conto. E’ per questo che avevi
bisogno della mia forza…perché essendo tu la mia parte oscura, non riesci a
comprendere questi sentimenti.
-Ebbene…sembra che la mia strategia non abbia avuto effetto con
te. Ma questo non vuol dire che la situazione sia cambiata…rimango ancora
adesso la più forte.
-Io porterò a compimento la mia missione. Ho fatto una promessa
e la voglio mantenere. E’ ora di mettere fine a questa storia!
-Sono d’accordo- disse Welly- Quest’ultimo scontro deciderà chi
di noi due ha diritto di rimanere.
-Bene…
Le due ragazze si guardavano. Sapevano che era il momento
decisivo. Dovevano impiegare tutte le loro forze, altrimenti avrebbero finito
per soccombere e la fatica di entrambe, sarebbe stata sprecata.
Allora…in teoria avrei già finito di scrivere la storia, ma
manca giusto riempire qualche buco qua e là e sistemare qualcosina…Sì, Trust
You sta per terminare, finalmente. E il capitolo che seguirà, molto
probabilmente sarà l’ultimo. Non vi anticipo niente per non rovinarvi il finale
e spero che alla fine vi piacerà.
Questo capitolo già mi si è prolungato a lungo e cercando di
sbrigarmi, spero di non aver rovinato la storia. Mi scuso se troverete degli
errori, cercherò di stare più attenta.
Comunque, ci vediamo al prossimo capitolo per commenti vari!
Ciao!
Appoggiò la giacca all’ingresso e togliendosi le scarpe
si avviò per il corridoio, fino a passare davanti al soggiorno. Si fermò
notando un libro appoggiato sul tavolino della sala.
Era un album di fotografie.
Entrò in soggiorno e si sedette sul divano, mentre
prendeva in mano l’album.
Sfogliò le prime pagine.
Erano piene di persone, tutte sorridenti, chi
imbronciato, chi indispettito, chi lasciando qualche lacrima, chi scherzando…ma
erano tutti felici.
Si soffermò ad una fotografia…era stata scattata dopo
quell’episodio…
Ancora adesso ricordava gli avvenimenti che lo avevano
portato a quel giorno.
Riusciva anche a sentire le emozioni
provate…quell’angoscia e tristezza che lo svegliavano nella notte. Il ricordo
della morte di una persona importante…
Una grande luce scaturì nello scontro delle due ragazze.
Nessuna delle due voleva cedere. Era in gioco il destino di molte persone.
E ora le due ragazze, una di fronte all’altra, si battevano
per ciò che credevano e lo facevano a colpi di magia con le formule magiche
prese dallo stesso libro diviso a metà.
Quell’enorme energia sprigionata dai loro corpi, che fu
raggruppata in un'unica sfera magica, stava proprio tra le due ragazze. Chi
delle due avrebbe ceduto per prima, la sfera l’avrebbe investita interamente
concludendo la battaglia.
-Non puoi sperare di vincermi…io sono la più forte!- gridò Welly.
-Io non spero…io ci credo! Così come sono sicura che le mie
amiche mi stiano sostenendo!
-La tua convinzione ti porterà solo alla sconfitta!
Doremì cercò di sostenere il potere magico, ma era troppo
anche per lei che aveva consumato le sue energie.
-Doremì, non arrenderti!- la ragazza si sentì chiamare e
girandosi vide tutte le sue compagne.
-Amiche…c’è l’avete fatta…
-Ne dubitavi?- disse Aiko trionfante, ma anche stanca. Così
come lo erano gli altri.
-Forza!- incitò Momoko, seguita da tutti gli altri.
-Noi siamo qui con te!
Doremì li guardò sorpresa. Poi fece cenno di sì con la
testa, sorridendo convinta.
-Sì…- si girò per guardare la sua avversaria- Welly, io vincerò
e lo farò per tutte due…
Welly la guardò senza capire e la sfera magica iniziò ad
ingrandirsi, fino a che la luce emessa inondò il posto.
-Sembra che la luce ci abbia investito…- disse Fujio.
-Non era la luce…era la magia di Doremì.
-Ma ora dov’è?- chiese Hazuki guardandosi intorno.
Ben presto la luce si dissolse, facendo posto ad una figura
di una ragazza che se ne stava in piedi.
-Chi avrà vinto?- chiese preoccupato Toru.
-…Doremì- dissero insieme Kotake e Akatsuki.
-Ma allora…ha vinto?- chiese speranzosa Hana.
Tutti guardarono la ragazza che ancora se ne stava in piedi
e non apriva bocca. Lentamente il suo corpo iniziò a barcollare, fino a cadere.
-Doremì!- Kotake e
Akatsuki cercarono di prenderla prima che cadesse.
I due ragazzi si guardarono. Entrambi avevano avuto gli
stessi istinti.
Doremì pareva in apparenza priva di vita, ma poi aprì gli
occhi affaticata.
-Doremì, come va?- chiese Kotake. Lei sembrò un po’ confusa, ma
poi abbozzò un sorriso.
I due tirarono un sospiro di sollievo. Stava bene.
-Guardate, c’è qualcuno sdraiato per terra- disse Leon.
-E’ Welly…- disse Akatsuki.
-Questo significa…che Doremì c’è l’ha fatta!- esclamarono Aiko
e Momoko.
Il gruppetto iniziò a festeggiare. Avevano vinto la
battaglia.
-Welly!- esclamarono un gruppetto di ragazze appena arrivate.
-Ma loro sono…le nostre avversarie- disse Onpu, vedendo quel
gruppetto di ragazze avvicinarsi a Welly.
-Sono riuscite a riprendersi dopo la battaglia- disse Leon
osservandole.
-E pare che non siano sole…- Fujio guardò le altre figure di
persone che uscivano allo scoperto e guardavano dispiaciuti la ragazza che
stava per terra.
I ragazzi notarono la somiglianza con molte persone del
mondo della magia. A quanto pareva…erano in tanti.
-E’ stata sconfitta…- disse una del gruppetto.
-E’ stato tutto inutile…- un’altra si accasciò a terra.
Doremì le guardò poi cercò di alzarsi in piedi.
-Aspetta…sei ancora debole…- disse Kotake.
-Voglio solo…avvicinarmi a Welly.
Kotake e Akatsuki si guardarono e poi lasciarono andare la
ragazza.
-Welly…- Doremì la guardava.
-Che vuoi adesso? Hai chiaramente vinto tu, mi hai sconfitto su
tutta la linea. Tu sei più forte di me.
-La verità è che il mio potere deriva dai miei amici…loro
credono in me e questo mi da una forza incredibile. Ed è una cosa che mi ero
scordata, da quando mi sono allontanata dalle mie amiche. Ho creduto di non
potercela fare da sola e questo mi ha reso debole. Se i miei amici non mi
avessero aperto gli occhi, tu mi avresti sicuramente battuta.
-A che serve ora? Non ho ottenuto il mio scopo. Non sono stata
in grado di eliminarti. Non sono stata in grado di cambiare il mio destino.
-Ti sbagli…tu puoi cambiare il tuo destino. Le tue intenzioni
erano giuste, ma le hai attuate a discapito degli altri.
-Tsk, che vuoi capirne tu.
-Ti dovrei odiare per quello che ci hai fatto e la sofferenza
arrecata…ma non posso. Tu sei parte di me e quei sentimenti che provi sono gli
stessi che io ho provato. Sembrava che il mio destino fosse già segnato, quando
ho creduto di perdere le persone importanti per me. Non voglio che questo
capiti anche ad altre persone, non voglio che si ripeta la stessa sofferenza.
-Neanche tu puoi cambiare il destino di noi…saremmo costrette
per altre decine di anni a soffrire in questa dimensione e sperare inutilmente
un giorno di potercene andare.
Doremì guardò la ragazza che era accasciata al suolo, poi
guardò triste il libro.
-Io forse…posso fare qualcosa…con l’energia che mi è rimasta,
posso cambiare il vostro destino.
-E’ inutile. Hai esaurito tutte le energie, per potermi
battere. E comunque, perché vorresti aiutarci?
-Perché tu…perché tutte voi siete parte di noi…se dovessi
lasciare le cose come stanno, questa battaglia sarà stata inutile, per
entrambe.
-E come credi di fare? Non pensi che ci abbia già tentato
anch’io? Solo l’energia al massimo potere poteva cambiare le cose.
-Io posso provarci.
-Non c’è ne sarà bisogno- disse una signora avanzando
lentamente.
-M- ma lei è…?!- esclamarono Doremì e Kotake stupiti.
-Sì, voi mi avete conosciuto come una semplice veggente…ma in
realtà io sono Katerine Junta.
-Eh?- Doremì ci pensò su- Curioso…avete lo stesso cognome di…
-Sì, in effetti io sono la sua antenata.
-Antenata?- chiese confusa Doremì- Com’è possibile? Pensavo che
dopo tanti anni…
-Sì, il mio corpo è morto, ma la mia anima è rimasta viva e mi
sono spostata nei corpi dei miei discendenti, generazione dopo generazione,
grazie a un incantesimo che mi era stato fatto dalla Regina.
-Ma perché?
-Passando in corpo in corpo, cercavo di trasmettere un po’
delle capacità che possedevo in modo che un giorno sarebbero stati in grado di
tramandare e proteggere il libro. Le ho indotte anche a credere nelle streghe,
perché i ricordi del mondo magico non venisse cancellato del tutto. L’ultimo
corpo dove riposavo, era appunto quello di Moyra.
-Moyra…ma lei lo sa?
-No, non del tutto almeno. Sono stata a lungo nel suo corpo,
pensando che ormai non ci fosse più pericolo…finché la tua presenza mi ha messo
in allerta. Ho percepito la tua energia…sapevo che un giorno ci saremmo riviste
di persona e che la persona che poteva sistemare questo problema, eri proprio
tu.
-Aspetta...- pensò perplesso Kotake- Ma se riposavi nel corpo
di Moyra, com'è che io ti ho visto di persona?
-Già...- Doremì ci pensò su- Ricordo che c'era con me Moyra,
quando siamo andate dalla veggente.
-Non è impossibile se esiste la magia- disse la signora
sorridendo- In realtà io non mi sono mai mossa dal corpo di Moyra, quella che
avete visto non era altro che la mia immagine, resa concreta con la magia. Ma
l'incantesimo aveva breve durata, così che la magia scompariva dopo qualche
minuto.
-Ma ora Moyra, dov’è?
-Quando ho percepito nuovi cambiamenti nell’aria, ho lasciato
il suo corpo e mi sono recata qui. Ora lei sta dormendo nell’albergo…
-Perché non ci ha detto subito quello che stava per accadere?-
chiese Kotake.
-Non potevo intromettermi in questa battaglia…Doremì aveva
bisogno di affrontare se stessa e le sue paure, così come le sue compagne. Il
mio unico aiuto, potevo darlo attraverso dei consigli che prima o poi avreste
compreso- la signora guardò i due ragazzi- E così è stato…
Doremì e Kotake si guardarono, poi sviarono il loro sguardo
imbarazzati.
-Ehhh, l’amore…non trovate che sia un sentimento molto confuso?
Ma allo stesso tempo è così immenso e dolce. Una volta che si impara a
comprenderlo, tutto sembra più facile- Katerine guardò la ragazza stesa a
terra- In quanto a voi…è da tempo che vi tengo d’occhio…tu e le tue compagne
avete dato non pochi problemi a Doremì e i suoi amici.
-E allora?- disse Moyra girandosi dall’altra parte- L’ho fatto
solo per la nostra salvezza.
-La regina precedente aveva predetto che sarebbe accaduto
questo…è per questo che ha fatto in modo che io rimanessi in vita e che potessi
reincarnarmi nei miei discendenti …io sono l’unica umana che era a conoscenza
del libro nero, perché ero presente quando fu scritto dalla Regina. Ma con il
tempo e le guerre tra i due mondi, il libro fu andato disperso, ma
fortunatamente sono riuscita a recuperare una parte del libro prima di tornare
nel mondo umano. L’altra metà rimase nel mondo magico. Ho tenuto quella metà
nascosta, nell’attesa che un giorno le guerre cessassero e che si ristabilisse
l’armonia tra i due mondi…purtroppo ci vorrà più tempo del previsto. Ma almeno,
grazie al libro, io posso sistemare uno degli errori della Regina.
-Tu puoi fare qualcosa?- chiese sorpresa Onpu.
-Certo…ma servirà la collaborazione di tutti, una volta
terminato. Vi chiedo solo di lasciarle andare…so che hanno commesso molti
errori…però possono cambiare.
Doremì guardò le sue amiche. Fecero cenno di sì…anche loro
avevano capito che in fondo non erano cattive, dopotutto erano pur sempre parte
di loro.
-Va bene…- disse Doremì, poi guardò Welly- Ora hai l’opportunità
per cambiare il tuo destino. Non sprecarlo.
-Sì…- disse Welly- Lo stesso vale per te- le sorrise. Un
sorriso sincero per la prima volta.
Doremì la guardò contenta. Dentro di sé aveva capito che
qualcosa era cambiato anche in lei.
-Ora noi andiamo…- Welly si voltò, seguita dalle altre- La
prossima volta che c’incontreremo…sarà quando saremo una il riflesso
dell’altra, come una volta.
-Certo.
Le giovani apprendiste salutarono gli altri, ripensando agli
ultimi istanti dei loro combattimenti. A modo loro, le persone dell’altra
dimensione erano riuscite a farle affrontare i loro lati oscuri e a renderle
più sicure.
-Bene, è ora di salutarsi giovani stregoni…- disse Katerine- Ci
sono persone che aspettano ansiosi il ritorno degli eroi.
-E lei?- chiese Doremì. La signora scosse la testa.
-Io rimarrò qui- disse lei - Ora che il mio compito è
terminato…non c’è più bisogno che torni nel corpo di Moyra.
-M- ma…
-Queste persone hanno più bisogno di me e io di un posto dove
stare tranquilla…la nuova dimensione sarà il posto giusto…una volta che
l’avremmo reso un posto migliore, non ci saranno più barriere a dividerle.
-Io mi impegnerò che questo accada il più presto possibile-
disse Hana decisa- Una volta diventata la nuova Regina, mi impegnerò affinché
voi possiate avere la vostra libertà.
-Bene, sono sicura che c’è la farai…- Katerine sorrise alla
piccola Hana, poi guardò tutto il gruppetto- Ricordate…ognuno di noi nasconde
una parte oscura, a volte lo vediamo e altre volte no. Però…non bisogna
scappare…è parte dell’essere umano avere delle debolezze. L’importante è non
arrendersi mai…questa è la battaglia più faticosa e interminabile che vi
aspetta nel corso della vostra vita- guardò le due parti del libro che aveva in
mano- Vorrei vedere una nuova generazione, che non ha più paura di mostrarsi
per così com’è. Una generazione che sia fiera dei suoi lati positivi che
negativi…perché questo è parte della vita.
La signora si voltò per andarsene con le altre persone
nell’altra dimensione, poi prima di scomparire guardò Doremì.
Silenzio. Una donna dai lunghi capelli biondi e ondulati si
diresse sul palco. Dietro di lei le streghe della Congrega.
-Vi ringrazio di essere tutti qui presenti- disse la donna
rivolta a quella folla di persone, streghe, stregoni e abitanti del mondo della
magia- Colgo questo momento per ringraziare le persone che ci hanno salvati da
un imminente fine.
Tutti diressero i loro sguardi a quei ragazzi vicino alla
donna.
-Questi ragazzi sono stati in grado di compiere una missione di
vitale importanza…il problema legato all’altra dimensione…con un potere che
neanche io sarei riuscita a superare- sorrise, mentre guardava i ragazzi che
erano rimasti imbarazzati dalla folla che li osservava- Ora non sussiste più
quel problema con l’altra dimensione e siamo fuori pericolo. Oggi questi
ragazzi sono qui tra noi dopo che hanno compiuto un miracolo. Ed è a loro che è
dedicata questa festa. Per ringraziarli per quello che hanno fatto per noi.
I presenti iniziarono ad applaudire e sorridere contenti.
Essi erano salvi grazie a dei ragazzi formidabili.
Il gruppetto dei ragazzi si guardò tra di loro, poi ognuno
di loro accolse l’applauso a modo loro. Hana saltellava contenta, Leon faceva
qualche acrobazia, mentre Aiko cercava di trattenerlo da ulteriori imbarazzi.
Toru si alzò con grazia una ciocca di capelli dal viso e Onpu esibiva un
grazioso sorriso. Alexander e i fans dei due esultarono contenti. Momoko
sventolava la mano con allegria, mentre Hazuki con più discrezione salutava.
Fujio avrebbe volentieri suonato la sua trombetta, ma Leon gliel’aveva
sequestrata. Ed infine gli ultimi tre, Doremì ridacchiava imbarazzata ma
contenta, per Kotake era ancora un mondo così strano ma ricambiò gli applausi e
per Akatsuki che non era la prima volta, salutò con inchino.
La donna si girò per guardare Majorika. Le sorrise. Aveva
fatto bene a fidarsi dei consigli di Majorika, lei conosceva bene il potenziale
delle ragazzine.
-E ora…si dia inizio ai festeggiamenti!- disse la Regina e
iniziò la musica.
Tutti esultarono, per poi darsi alle danze.
-Wow…che emozione- disse Momoko contenta.
-Mi tremavano le ginocchia- disse Hazuki.
-Io mi sono divertita- disse Hana.
-Se solo qualcuno non si mettesse come al solito in mostra…-
disse Aiko guardando Leon.
-Ehi, non è vero.
La Regina e Majorika si avvicinarono a loro.
-Ragazzi, siete stati bravissimi- disse Majorika.
-Già…il mondo della magia vi è debitori.
-Per così poco? Eh eh- ridacchiò Doremì.
-Ma se ci hai quasi rimesso la vita- la rimbeccò Kotake.
-Uhhh, è vero, eh eh.
-Ma ora che fine farà quella dimensione?- chiese Onpu.
-La signora Katerine, insieme alle altre streghette, si occuperanno
di rendere quella dimensione migliore. Noi poi impareremo a non nascondere i
nostri lati oscuri.
-Ora che non esiste più alcun sigillo alla porta dimensionale è
solo questione di tempo…- disse Majorika- Le persone potranno iniziare ad avere
una nuova vita.
-Meno male- disse sollevata Doremì.
Majorika la guardò, poi appoggiò una mano sulla sua spalla.
-Doremì…ogni giorno tu mi sorprendi. Sei stata in grado di
salvarci un’altra volta …
-Beh, ecco…è grazie al sostegno dei miei amici.
-Mi dispiace di averti messo in pericolo…ma ero certa che prima
o poi te ne saresti accorta da sola.
-Come?
-Per poter sconfiggere il tuo alter-ego hai utilizzato un
potere nuovo. E questo potere è migliore di qualsiasi magia.
-Tu lo sapevi?
-Certo…da quando ci siamo conosciuti. All’inizio non me n’ero
accorta, dovuto alla tua inesperienza. Credevo che il motivo per cui facevi
fatica ad apprendere la magia, era perché ne eri negata, ma solo con il tempo
ho appreso che tu avevi già un potere dentro di te.
-Già…- ripensò alla battaglia.
-Prima non potevo parlartene, ma ora che ne hai preso
padronanza…hai pensato a concludere il tuo apprendistato da strega?
Doremì aprì gli occhi sorpresa.
-Vuoi dire…strega per sempre?
-So che la Regina te l’aveva proposto tempo fa e che avevi
rifiutato…ma è come se questo mondo continuasse ad aver bisogno di te.
-Rimanere qui per sempre…
-Potrai anche tornare nel tuo mondo un giorno…- disse la Regina
ascoltando i loro discorsi- Non subito, però.
Doremì si girò per guardare Kotake, poi guardò le due donne.
-Vi ringrazio Regina, Majorika…ma io ho già tutto quello che
basta per essere felice. Ho imparato ad apprezzare quel che mi circonda e sono
ansiosa di andare avanti con le mie forze.
-Comprendo la tua decisione Doremì…spero comunque che un giorno
tu possa tornare nel mondo della magia.
-Certamente- disse Doremì e guardò Hana- Io sono sicura che un
giorno tra i due mondi non ci saranno più barriere, così come nell’altra
dimensione.
Majorika e la Regina sorrisero. Doremì era fiduciosa dei
grandi progressi che avrebbe portato Hana e anche se era consapevole di non
poter assistere, sapeva che la ragazza avrebbe fatto del suo meglio.
-E’ giunto il momento di salutarci- disse Alexander triste.
-Già, è ora di tornare nel nostro mondo- disse Hazuki.
-Di già?- disse delusa Hana.
-Si preoccuperanno se non torniamo subito- disse Aiko.
-Sì…
Seguì qualche minuto di silenzio, mentre le ragazze si
guardavano senza saper cosa dire.
Era venuto il momento di salutarsi per sempre, sia dal mondo
della magia, che dagli amici.
Le sette ragazze erano tristi, ma sapevano che quel momento
sarebbe arrivato.
-Amiche…- disse Doremì- prima di salutarvi, volevo ringraziarvi
per quello che avete fatto per me…la vostra amicizia, il vostro sostegno, il
vostro credere in me…mi hanno aiutato sempre ad andare avanti. E mi dispiace di
aver dubitato di voi, di aver creduto che mi avevate lasciata indietro.
Quest’avventura mi ha aiutato a guardarmi dentro e ora non ho paura di
salutarvi…perché voi ci sarete sempre con me, anche fra mille anni.
-Lo stesso vale per noi- disse Onpu, seguita da gesti di
consenso da parte delle altre amiche.
-Noi resteremo amiche, perché ci unisce la fiducia che abbiamo
tra di noi- disse Momoko.
-E un giorno ci rincontreremo sicuramente- disse Aiko.
-E io farò del mio meglio per che quel giorno sia
indimenticabile- disse Hana.
Le ragazze si strinsero in un abbraccio di gruppo. I
presenti li guardavano dolcemente. Sapevano che la loro amicizia era sincera.
-Unite per sempre…- sussurrò Doremì.
-Ehi, che ne dite di una foto?- propose Alexander.
-Già, hai ragione…- disse Momoko- così conserveremo il ricordo
della nostra ultima avventura.
-Bene, allora mettetevi in posa…- Alexander fece comparire un
omino a forma di macchina fotografica, poi si affrettò a raggiungere gli altri
per la foto.
Doremì guardò quella piccola luce che emetteva la lente
della macchina fotografica e ricordò l’ultima foto fatta con le sue amiche.
-E ora sorridete- disse la macchinetta.
Le ragazze si guardarono tra di loro con un sorriso e
abbracciandosi tra di loro, gridarono insieme.
Doremì avanzò con adagio nel corridoio, fino a giungere alla
porta. La aprì cautamente e cercando di non fare rumore.
Vide all’interno della stanza, delle ragazze che stavano
dormendo tranquillamente nei loro letti.
“Per fortuna non si sono accorte della mia assenza…”
Fece per entrare, ma si sentì appoggiare una mano sulla
spalla. L’impulso fu quello di sussultare e mettersi ad urlare, ma una mano
sulla bocca le impedì di fiatare.
-Shh! Hai intenzione di svegliare l’intera classe?
Doremì si girò di scatto.
-Moyra! Ma che ti salta in mente!
-Abbassa la voce o l’insegnante ci scoprirà.
Doremì cercò di calmarsi e guardò la compagna che le faceva
segno di seguirla.
-Dove stiamo andando?- chiese Doremì.
-Fuori. C’è un bel panorama di notte, sai?
-Ma non possiamo uscire.
-Non ci scoprirà nessuno.
Le due ragazze uscirono fuori e si sedettero per terra.
-Bello vero?- disse Moyra guardando il cielo.
-Mh, sì hai ragione- assentì Doremì, poi guardò incerta Moyra-
Come mai eri sveglia?
-Non riuscivo a dormire…- disse lei- Sai, mi è capitato di
sognarti…
-Oh.
-Ho sognato che lottavi con una persona…per la precisione, con
la tua ombra. E poi…era come se l’ombra ti avesse inghiottito.
Doremì guardò sbalordita la ragazza. Sembrava come se avesse
realmente assistito al combattimento.
-Ma poi…una luce ti ha tirato fuori…e sei diventata poi tu
stessa quella luce- disse Moyra sorridendo- Sei riuscita a sconfiggere le ombre
che ti perseguitavano…
-Moyra…tu…
-Una volta mia nonna mi ha detto che avevo delle capacità
particolari e per questo mi aveva affidato il compito di cercare la verità sul
libro…io a lungo mi sono rifiutata di crederle, anche se dentro di me sentivo
una strana energia. Ma non ci ho mai fatto caso…fino a quando ti ho conosciuto.
Sentivo che eri diversa da tutti gli altri.
La ragazza la guardò preoccupata.
-Ed ho percepito la stessa sensazione, quando è arrivato
Akatsuki…sapevo che voi due eravate particolari…come dire magici…
Doremì sentì il suo cuore battere forte. Che avesse scoperto
il suo segreto?
-E tutti quei misteri che giravano intorno a te, ne erano la
prova. E’ per questo che ti ho parlato del libro e te l’ho dato…qualcuno in
sogno mi ha detto di fidarmi di te.
-Ricordi chi era?
-No…so solo che è dentro di me da tanto tempo…o meglio, lo era-
disse un po’ triste e si toccò il petto- Credo che se ne sia andata…Non so lo
dire con certezza, ma tutte quelle sensazioni che percepivo prima, ora non le
sento più.
L’amica abbassò lo sguardo. Sapeva bene chi era quella
persona di cui parlava e che se n’era andata perché aveva terminato la sua
missione.
-E’ così, vero?- chiese Moyra senza guardare Doremì.
-…sì- rispose debolmente.
-Suppongo che abbia terminato quello che doveva fare…tu credi
che tornerà?- Moyra si girò per guardare Doremì, aspettandosi una risposta.
Doremì la guardò incerta e poi sorrise.
-Certo…un giorno, molto lontano…la rincontrerai.
Moyra sorrise sollevata dalle sue parole.
-Per quanto riguarda il libro…
-Ah, dunque…il libro…- Doremì non sapeva che scusa inventarsi.
Il libro era stato dato a Katerine.
-Non fa niente- scosse la testa- Sono sicura che ora sia in
buone mani.
-…sì.
-E poi, credo che come investigatrice facessi pena, eh eh- rise
imbarazzata- Non ho fatto che causarti grattacapi.
-No, ti sbagli- Doremì scosse la testa- Il tuo aiuto mi è stato
utile. Grazie alla tua proverbiale insistenza, ora riesco a vedere dentro di me
senza timore…ed accettare i miei sentimenti.
-Davvero?- disse lei contenta- Pensavo solo che la mia presenza
ti fosse di peso…- abbassò lo sguardo un po’ triste- è solo che sentivo che
qualcosa stava accadendo…ma non sapevo come aiutarti. Solo ora capisco il
perché dei tuoi timori…ed è per questo che io non ti chiederò altro su questa
faccenda. Anzi, credo che con il tempo il ricordo di questo sogno si cancellerà
…- alzò lo sguardo per vederla- solo ti chiedo una cosa…
-Dimmi…
-Ora che non ho più le mie capacità particolari…rimarrai
comunque mia amica, nonostante io ora sia diversa?
Doremì la guardò sorpresa, poi le appoggiò una mano sulla
spalla.
-Ehi, tu rimarrai la solita Moyra, con o senza capacità
particolari. E noi rimarremo amiche…anche se le nostre strade si divideranno un
giorno. Perché ho capito quanto sia importante questo nostro processo di
crescita e che questo non potrà cambiare ciò che siamo.
-Doremì- Moyra la guardò sorpresa per un istante, poi sorrise-
Sembra proprio che tu abbia superato le tue difficoltà…
-Sì…per questo volevo chiederti scusa…- Doremì abbassò lo
sguardo- Io volevo scappare da una realtà che non mi piaceva e questo ha solo
portato a dei sentimenti negativi…ho iniziato ad essere invidiosa di te e
gelosa di Kotake…temevo che Kotake avrebbe finito per odiarmi e quindi
preferire te, perché sembravi avere ben in chiaro le tue idee, mentre io ancora
vagavo nell’ignoto. Mi sono comportata proprio come una sciocca.
-Già, hai ragione, sei proprio una sciocca- disse Moyra
sorridendo- Kotake è un ragazzo in gamba, premuroso e gentile, ed è per questo
che mi è simpatico…ma fin dall’inizio ho capito che lui non aveva occhi che per
te. Più volte sono rimasta sorpresa come il suo atteggiamento cambiava quando
si trattava di te…lui ti vuole molto bene e anche se ti può essere sembrato che
volessi approfittare della situazione, io speravo davvero che un giorno ti
saresti accorta dei suoi sentimenti. Per questo non facevo che stuzzicarti-
ridacchiò.
Doremì era rossa in viso, un po’ per quello che aveva detto
su Kotake e un po’ perché si sentiva davvero sciocca a non essersene accorta.
-Grazie Moyra- disse Doremì.
-Di niente, amica. Domani torneremo a Misora…alla nostra
normale vita scolastica…
-…già, la solita routine…di cui non mi stancherò mai- disse
Doremì ridacchiando.
Eh eh, scherzavo. Che dire…sì, lo so, doveva essere l’ultimo
capitolo…e in effetti lo era…finché non ho visto la lunghezza delle pagine. Ero
costretta a dividerlo in due…comunque non temete che il seguito è già pronto.
-Non credi che l’alba sia meravigliosa?- disse Fujio.
-Già, ha qualcosa di magico- annuì Hazuki.
-Sai, mi mancherà questo mondo quando sarò tornato a casa. Ho
imparato molte cose qui. Ma la cosa che mi mancherà di più…sarà la tua
presenza.
-Fujio…
-Sì, lo so Hazuki. Non c’è bisogno che tu me lo dica- sorrise
un po’ dispiaciuto- So che nel tuo cuore c’è un altro ragazzo…e questo lo
accetto, perché so che ti renderà felice. Più di quanto possa fare io.
-…grazie.
-Solo una cosa…non cambiare, rimani la dolce Hazuki di adesso.
So che raggiungerai grandi traguardi e io ti guarderò da lontano.
-Mi sono proprio divertita- disse Maria contenta, mentre seduta
sul suo banco- Questa gita è stata fantastica ed ho imparato a nuotare grazie a
te e a Leon.
-Sì…anche per me questa gita è stata divertente e…- Aiko
ripensò alla battagli con l’altra se stessa- E molto istruttiva.
Maria la guardò senza capire.
-A proposito…non vedo Leon. Eppure mi sembrava di averlo visto
a scuola. Di solito è sempre tra i piedi con qualche sua assurda sfida.
-Ora che ci penso…l’ho visto andare il Segreteria.
-Come mai?
-Boh- Maria alzò le spalle.
-Beh, proverò a vedere se è ancora lì- Aiko si alzò dal suo
banco- Ci vediamo dopo- salutò Maria ed uscì dalla classe.
“Chissà che starà tramando?”- pensò Aiko- “Al ritorno dalla
gita mi era sembrato strano…che mi nasconda ancora qualcos’altro?”
Poi notò un ragazzo che usciva da una stanza.
-Leon- disse Aiko sorpresa- Era ancora in Segreteria?
Il ragazzo sembrò sorpreso di vederla lì. Poi abbassò lo
sguardo dubbioso.
-Che c’è? Spero che non avrai combinato qualche altro guaio.
-Per chi mi hai preso?- disse lui un po’ offeso, poi sospirò
deciso a parlare- Aiko…io me ne vado.
-Cosa?!- esclamò Aiko sorpresa.
-Beh, sì…il mio compito è ormai terminato. Non ha senso
rimanere ancora qui. E poi…- la guardò un po’ imbarazzato- Credo che la mia
presenza ti creerebbe solo disagi.
-Ma che dici!- disse Aiko- Credi di essere solo un disturbo per
me?
-Mh…ecco, io…
-Sei uno sciocco!
-Eh!- disse lui sorpreso.
-Possibile che tu non l’abbia ancora capito?
-…
-Leon, io…- si bloccò.
Era la prima volta che si trovava in una situazione simile.
E mai si sarebbe immaginata di ritrovarcisi proprio con Leon. Proprio lei che
era considerata la coraggiosa e determinata del gruppo, in quel momento si
sentiva indecisa e imbarazzata.
-Aiko…
-…Ti voglio bene!- dissero i due nello stesso tempo e poi si
guardarono confusi.
La dichiarazione era stata così improvvisa per entrambi, che
non poterono fare a meno di riderci sopra.
-Io…ho intenzione di tornare…un giorno- disse speranzoso.
-Leon…allora sei deciso- disse lei triste.
-Sì, io ho dei doveri nel mio mondo. Ma non per questo mi
dimenticherò di te. In fondo, per poterci vedere di nuovo…basterà attraversare
il portale magico.
-Già…
-E se anche un giorno il portale venisse sigillato…io tornerò
comunque da te.
-E io ti aspetterò- disse lei con un sorriso- Però mi
raccomando, non farmi aspettare troppo. Lo sai come sono impaziente, io.
-Eh, eh, già. E poi, sono anch’io ansioso di poterti battere in
qualche sport. Vedrai come sarò diventato forte.
-Oh, Leon- disse lei sospirando rassegnata.
-Eh, che c’è?
-Niente…- sorrise- fai un buon viaggio e torna da me un giorno.
-Non posso crederci- disse Tamaki perplessa e scioccata- Non
posso credere che ciò sia successa davvero.
-Cosa? Che la predizione abbia azzeccato o che ti abbia
battuto?- disse Moyra con un sorrisino.
-E’ assurdo- disse Tamaki.
-Eh eh, devo dire che non capita tutti i giorni di incontrare
per caso, un ragazzo appassionato della musica che ascolti tu…- disse Doremì.
-Proprio quando il Pullman si ferma per una sosta, insieme ad
un altro bus di un’altra scuola- continuò Marina- e casualmente, la radio di
una macchina trasmette la vostra canzone, così che vi conoscete.
-Ehh, la forza dell’amore…e della musica, in questo caso.
-Com’è che si chiama la band musicale?- chiese Nobuko.
-Sono gli Street Music (*o*). Sento già che nascerà un grande
amore (^///^)- disse Moyra felice.
-A proposito…non è che gli avrai regalato quella cornamusa,
vero? (^.^)’- chiese Doremì preoccupata.
-Uh, perché? (°.°) Mi sembrava contento quando gliel’ho dato.
-Okey, l’avrà presa per pazza (-_-)’…- disse Marina sottovoce.
-O forse lui è pazzo come lei (¬_¬)’- rispose Tamaki sottovoce.
-Comunque, questo dimostra che la veggente aveva ragione. Aveva
predetto che il mio futuro ragazzo sarebbe apparso
davanti a me. Una dolce musica ci avrebbe unito.
-Sì …- Doremì ricordò la predizioni che le aveva fatto la prima
volta e di come confusa aveva incontrato Kotake in quel ponte- aveva proprio
ragione- sorrise dolcemente pensando al ragazzo, poi alzò lo sguardo
incontrandosi con le facce curiose delle ragazze.
-E tu perché sorridi?- chiese Tamaki con sospetto.
-Già, anche a te aveva fatto qualche predizione la veggente,
no?- disse Marina.
-Eh eh, questa volta non potrai scappare via, cara Doremì-
ridacchiò Moyra.
-Ehm (°-°)’…
-Doremì…posso parlarti un momento?- chiese Akatsuki.
-Ma certo!- lei lo guardò con gli occhi luccicanti. Era apparso
proprio nel momento giusto- Scusate ragazze…ma devo proprio andare…ne
riparleremo, okey?- e scappò via, trascinando Akatsuki.
-Uff, come al solito- dissero le ragazze insieme.
-Grazie, il aiuto è stato provvidenziale- disse Doremì una
volta che si erano allontanati.
Il ragazzo la guardò senza capire.
-Eh, eh, lascia stare. Piuttosto, di cosa volevi parlare?
-Penso che tu ti ricorda il motivo, per cui sono venuto in
questa scuola…
-Eh? Sì…- disse confusa la ragazza- Ma non capisco perché me lo
stia dicendo.
-Il mio compito, come quello per i miei amici, è terminato-
Doremì lo guardò sorpresa.
-Già…vero…la battaglia si è conclusa…- disse lei leggermente
preoccupata di cosa questo significasse.
-Questo è il ultimo giorno a Misora…anche sulla terra.
-Perché te ne devi andare? Pensavo che ti trovassi bene qui.
-Io sono un apprendista stregone ed ho dei doveri verso il mio
mondo. Se vogliamo che non esistano più la barriera tra il mondo umano e quello
magico, ognuno si dovrà impegnare…così come Hana, ho intenzione di fare molti
cambiamenti nel mio Regno.
Doremì abbassò la testa.
-Allora…
-Sì, devo andare.
-Mh…
-Però prima di salutarti, volevo parlarti.
Doremì lo guardò.
-Dalla prima volta che ci siamo conosciuti…sono cambiate molte
cose. Sia la nostra amicizia che i nostri sentimenti…Quella volta che ci siamo
incontrati in occasione di una gita, avevo notato dei cambiamenti…tu non eri la
stessa. E avevo il presentimento che la volta che ci saremmo rivisti…i nostri
sentimenti sarebbero cambiati. Speravo che ti accorgessi di me in questo
periodo…ma ora so che qualsiasi cosa io faccia…non servirà a niente.
-Akatsuki…tu…
-Però vorrei che tu sapessi comunque…che ti amo e ti amerò
sempre…sei stata il mio primo amore e anche se ho sprecato l’opportunità di
stare con te, i miei sentimenti non cambieranno.
La ragazza arrossì alle parole di Akatsuki. Non si aspettava
una dichiarazione da parte sua.
-Vorrei solo che tu mi confermassi i miei dubbi…in modo da
potermene andare tranquillo- la guardò-…lo ami?
-Ahh!- esclamò spaventato e si girò verso la ragazza- Momoko,
ma che ti prende! Disturbarmi nel pieno della mia concentrazione!
-La tua concentrazione per…- guardò l’impasto di un dolce messo
sul tavolo- un purè?- disse sconcertata.
-E’ una mousse, mousse!- disse lui offeso.
-Ah, giusto…ma sicuro di aver seguito bene la ricetta? Mi
sembra preoccupante il suo colore.
-E’ così- si difese lui- Ho solo modificato alcuni ingredienti.
-Oh…adesso capisco. Questo spiega il suo strano colorito.
-Ehi, guarda che è buona.
-Mhh…- provò ad assaggiarlo- Sì, in effetti è buona, però…- si
guardò intorno- potresti aggiungerci questo per dargli un gusto migliore.
-Eh?- la guardò stupito- Ma non sei tu la prima a non volere
modifiche sulle ricette?
-Le cose sono destinate a cambiare…- disse lei sorridendo- E
non è detto che qualche modifica non possa essere una cosa positiva. In fondo,
molte invenzioni sono quelle che sono, perché ciascuno si è impegnato a dare il
suo contributo e perfezionarlo con più tentativi.
-Uh…(°.°)’- lo guardò incredulo- Che è successo, hai preso una
botta in testa? (¬.¬)'
-Però, questo non significa che ti darò il permesso di cambiare
tutte le ricette del libro (^-^).
-Lo immaginavo…(-_-)’
I due si sorrisero.
-Allora, a che punto sei?
-Stavo giusto dando un occhiata a questo libro…
In quel momento entrarono dentro il piccolo negozietto due
ragazze.
-Guarda…- la ragazza dalla carnagione scura, indicò i due
ragazzi intenti a lavorare- Sembra che abbiano smesso di litigare e siano
giunti ad un accordo.
-Era ora…- disse la ragazza dai capelli biondi ondulati- Non ne
potevo più di vederli litigare.
-Sai che significa questo?- disse l’altra.
-Mh?
-Che nonostante la rivalità e opinioni diverse, si può sempre
giungere ad un accordo.
La ragazza bionda li guardò sorpresa.
-Già…
-Quei due faranno molta strada…ne sono sicura. Ma fino ad
allora, dovranno imparare ad accettarsi…
-Ehi, voi due- Momoko le chiamò- Se avete smesso di
chiacchierare, venite a darci una mano o James finirà per far scoppiare il
forno.
-Kotake-kun, sei stato
bravissimo- disse una ragazzina- Hai giocato molto bene.
-Grazie…- ringraziò lui,
mentre prendeva le sue cose per tornarsene a casa.
-Senti, visto che gli altri
sono già andati, volevo approfittare di questo momento per parlarti…
-Mh?- lui la guardò, mentre si
sistemava l’asciugamano sulle spalle.
-Io…tu mi piaci!- esclamò la
ragazzina, sorprendendo Kotake che rimase silenzioso.
-Come?- disse lui incredulo.
-E’ da tempo che volevo
dirtelo e con l’opportunità di essere manager della squadra di calcio, ho
sperato che tu ti accorgessi di me…- lei lo guardò arrossita, aspettandosi una
risposta.
-Ehh…dunque…- alzò lo sguardo
al cielo, imbarazzato- Come dire…a dire il vero, io…
-Sei innamorato di un’altra
ragazza?
-Eh!- disse lui agitato.
-Dimmi…è quella ragazza, vero?
-Uh…io…- sospirò, non poteva a
lungo tentennare. Doveva essere sincero, almeno nei confronti della sua
manager- Sì…- disse leggermente arrossito- Le voglio molto bene.
-…bene- tentò di sorridere-
Almeno lo hai ammesso…anche se ci è voluto più tempo del previsto.
-Jessy…
-No, sta tranquillo…io sto
bene. Certo, fa un po’ male…ma passerà…lei lo sa?
-…no.
-E cosa aspetti?
-Ehi, non è una cosa facile da
dire.
-E me lo dici a me?- disse lei
con ironia- Però, poi ci si sente meglio…- gli sorrise e si voltò- Ci vediamo
domani agli allenamenti, Kotake-kun.
La ragazzina si allontanò, mentre
Kotake prendeva la sua borsa e guardava la scuola. Ormai molti degli studenti
se n’erano tornati a casa.
Anche lei se n’era sicuramente
andata via.
Sospirò e si mise sulle spalle la
borsa.
Dichiararsi? Bel problema…come
poterle dire ciò che provava, senza desiderare di scappare via dall’imbarazzo?
E poi…la paura di non essere
ricambiato.
Sapeva che la vita era fatta anche
di questi momenti, ma proprio non poteva farne a meno?
Che poteva dirle? Frasi tipo…Sai,
mi piaci da molto…oppure…ti amo…
-Argh! Che sciocchezze, io
non…
-Ciao Kotake! (^-^)
-Ahhh! Non ho fatto niente!
(>o<)’- sobbalzò indietro.
-Eh? (o_o)’- la ragazza lo
guardò stupita- Ma che ti prende?
-S- sei tu Doremì?
-No, sono la Regina…(¬_¬)- disse lei con ironia- Certo che sono io! (U_U)*
-Perché mi sei apparsa
all’improvviso!
-Ehi, sei tu che ti spaventi
per poco (-_-)*
-E tu…e tu…- non sapeva come
ribattere, dovuto allo spavento. E poi, spaventato per cosa? Come se avesse
qualcosa da nascondere- Cosa ci fai qui?
-Ti aspettavo per fare la
strada insieme.
-Eh?- Kotake la guardò
stupito.
-Ti da fastidio?
-No, no- scosse la testa.
-Bene…- i due s’incamminarono.
Kotake si sentiva a disagio
accanto alla ragazza…soprattutto dopo quello che le aveva detto Jessy.
-Sai, stavo pensando che la Regina è stata gentile…ti ha
lasciato tenere i ricordi sul mondo della magia, a patto che tu non ne faccia
parola con nessuno- disse Doremì- Solitamente avrebbero cancellato i ricordi…-
lo guardò- sono contenta che questo non sia successo. Sarebbe stato più
difficile continuare a nasconderti la verità.
Il ragazzo la guardò triste.
-Mi dispiace…ammetto di averti
stressato con questa storia…
-No…in fondo, ero io stessa
che volevo parlartene prima. Non voglio più avere segreti con te…
-Doremì…- Kotake guardò la
ragazza- Io ti…
-Sì?- lei si girò per
guardarlo sorridendo.
-Ehh…io…- le parole affogarono
nella gola- non so…
-Non sai?- Doremì lo guardava
strano- Di che parli?
Kotake cercò di rimediare.
-Non so quanto ancora le
nostre strade seguiranno lo stesso percorso…
Doremì rimase silenziosa. Sapeva
ciò che voleva dirle.
-Sì, capisco…sono cosciente
che un giorno ognuno seguirà il proprio destino.
-Però…io vorrei passare il più
tempo possibile con te…con la persona con cui mi sento a mio agio. Con la
persona che mi piace…- disse lui con un sussurrò.
-Kotake- sembrò sorpresa, poi
sorrise. Era ora di cambiare il suo destino, come le aveva detto Welly. Ora era
in grado di farlo- anche tu mi piaci molto…
-Eh- i due arrossirono.
-Non so dire da quando provo
questi sentimenti per te…so solo che con il tempo aumentavano e io ne avevo
paura. Paura che tu ti prendessi gioco di me, che potessi rifiutarmi, che la
nostra amicizia potesse rovinarsi per colpa mia. Ma dopo aver affrontato me
stessa…io mi sento più sicura. Ora…- lo guardò dolcemente- Ora posso dirti con
chiarezza che io ti amo…
Il ragazzo rimase silenzioso per
qualche istante. Doremì era davanti a lui e le aveva appena detto che
l’amava…l’amava…
Doremì guardò il ragazzo che non
aveva aperto bocca. Abbassò lo sguardo dispiaciuta, ma cercò di non smettere di
sorridere. In fondo, era una cosa che doveva fare. Dopo che Akatsuki l’aveva
messa con le spalle al muro, per ammettere i suoi sentimenti per Kotake e dopo
quei giorni passati a guardarlo con un solo pensiero per la testa…non se la
sentiva più di tacere.
Perciò, anche se temeva la sua
reazione, ora era pronta ad accettare il suo rifiuto.
Fece per dire qualcosa…ma delle
braccia la avvolsero, stringendola al corpo del ragazzo.
-Credevo che questo giorno non
sarebbe mai arrivato…- disse lui- E che i miei sentimenti non sarebbero mai
stati ricambiati.
-K- Kotake…- Doremì era stupita
dal suo gesto- Ma…
-…Ti amo anch’io, Doremì- la
strinse dolcemente.
Doremì non credeva alle sue
orecchie. Allora…lui l’amava?
-Kotake…- lo abbracciò anche
lei.
Finalmente i loro cuori si erano
uniti in un unico abbraccio. Quei giorni così difficili…ora erano solo dei
lontani ricordi. I ricordi del loro cuore…
-Qualsiasi cosa ci riserverà
il futuro…io continuerò ad amarti- disse Kotake.
-E io amerò te…perché tu sei
la mia salvezza, la mia luce.
-E tu sei la mia
speranza…tutto ciò in cui credo…piccola Doremì.
I due si sorrisero dolcemente.
Da lontano un ragazzo dai capelli
rossi li stava osservando. Erano davvero carini così abbracciati…anche se
avrebbe desiderato stare al posto dell’altro ragazzo.
Ma ormai doveva accettarlo…Doremì
amava Kotake e lui la ricambiava. Era sempre stato così…e lo sarebbe rimasto.
-Bene…è ora di andare…- disse
il ragazzo a se stesso. Diede un’altra occhiata alla coppietta- Ti auguro di
essere sempre felice, Doremì.
E con uno schiocco di dita,
scomparve via.
-Mh?- Doremì si girò.
-Che succede?- chiese Kotake.
La ragazza fissò dietro di sé.
-…no, niente- scosse la testa
e gli sorrise- Andiamo.
-Sì.
I due ripresero a camminare in
quel tardo pomeriggio, uno accanto all’altro.
Qualche giorno dopo Doremì e Kotake erano stati invitati
alla festa di Tamaki, insieme ad altri loro compagni di classe.
Tutti sembravano starsi divertendo. E anche loro due.
Anche se stavano insieme, il loro rapporto non era cambiato.
Entrambi si sentivano bene in compagnia dell’altro.
Tamaki era intenta a fare uno di quei discorsi egocentrici e
senza termini, mentre Moyra cercava di vivacizzare l’atmosfera.
Marina e Kimura se ne stavano in un angolino a chiacchierare
per conto loro.
Kotake diede uno sguardo fuori dalla finestra e poi prese
dolcemente per mano Doremì.
-Ti va di fare un giro fuori?- chiese lui.
-…sì- sorrise.
I giardini di quel posto erano meravigliosi, soprattutto di
notte, perché li facevano apparire speciali.
Era sera…la luna in cielo splendeva e con i suoi raggi
illuminava il volto di lei e del suo accompagnatore.
Tutto intorno c'era un bel prato fiorito e una piccola
fontana.
-E' davvero bello questo posto- commenta la ragazza estasiata.
-Mai quanto te…- disse dolcemente l'accompagnatore.
La ragazza si gira verso di lui e gli sorrise.
Poi lui si avvicina lentamente verso il suo viso, fino a
sentirne il suo respiro. Il ragazzo unisce le sue labbra a quelle della ragazza
che socchiude gli occhi.
E poi…
“Ehi, ma è successo come nel mio sogno!”- pensò sorpresa
Doremì, mentre i due si staccavano lentamente- “Non è possibile che abbia
sognato la stessa scena”
-A che pensi?- chiese lui rosso in viso dopo essersi baciati.
-Eh? Ah…ah, ah, ah- rise imbarazzata- No, niente…
-Ah…d’accordo…
Seguì qualche minuto di silenzio imbarazzante. Nessuno
sapeva cosa dire, dopo il loro primo bacio.
-Ecco…a dire il vero, stavo pensando ad una cosa…
-Mh?
-P- però non devi prendermi in giro- disse lei timida, mentre
guardava il ragazzo.
-Sarà difficile.
-Che? (-_-)*
-Eh, eh (^-^). Di cosa si tratta?
-Ci crederesti che ho sognato questo momento molte sera
fa?
Kotake la guardò e rimase in silenzio quasi sorpreso, mentre
Doremì lo scrutava in attesa di una sua reazione.
-Che coincidenza…anch’io ho fatto lo stesso sogno (°.°)’
-Davvero? (°_°)’
I due si guardarono stupiti e si domandarono se dietro a
quel sogno non ci fosse qualcuno.
-Tu credi che qualcuno ci stia manipolando?- chiese Doremì
preoccupata- Forse è stata l’antenata di Moyra…
-Non importa- la prese per mano- Chiunque sia, non m’interessa.
A me basta averti vicino adesso. Il resto non conta.
Doremì arrossì alle parole di lui e strinse la mano di lui.
-Hai ragione.
Dopo tanto tempo non si sentiva serena e felice come in quel
momento. Stava con la persona che più le trasmetteva sicurezza e aveva smesso
di sentirsi sola.
Ora capiva il senso del crescere e si dava della sciocca
nell’aver tanto temuto quei sentimenti per Kotake e di perdere le sue amiche.
Crescere non significa sempre separarsi dagli altri…è solo
una nuova avventura, più emozionante e divertente.
E ora lo sapeva.
-Kotake…non hai l’impressione di esserci dimenticati di
qualcosa d’importante?- Doremì guardò il ragazzo, che anche lui si poneva la
stessa domanda.
L’uomo appoggiò l’album sul tavolino e tirò un sospiro di
malinconia. Quanto tempo era passato? E quante altre avventure della loro
adolescenza avevano affrontato?
Il tempo era passato lento, ma allo stesso tempo veloce come
un soffio di vento primaverile.
Una donna uscì dalla stanza da letto, dove poco prima si
stava vestendo e preparando per uscire.
-Tetsuya? Sei arrivato finalmente- disse la donna entrando
dentro il salotto.
-Stavo ricordando qualche nostra avventura…- rispose l’uomo
continuando a guardare l’album di foto.
-Ahh, quella foto- la donna si appoggiò al bordo del divano e
accinse le sue braccia intorno al collo dell’uomo- E’ incredibile quanto
sembravamo buffi…il futuro era ancora un mistero per noi.
-Sì…ma già da allora avevo in chiaro i miei sentimenti per una
certa ragazzina…
-Eh? Chi?- chiese Doremì ingenuamente e facendo il broncio.
-Sciocca, sto parlando di te amore- disse lui guardandola
dolcemente- Anche se c’è n’è voluto di tempo perché tu lo capissi…
-Eh eh- ridacchiò la donna imbarazzata- Però alla fine si è
concluso tutto bene- alzò gli occhi al cielo- Nonostante non abbiamo smesso di
litigare per delle sciocchezze.
-Chissà, forse in fondo è il nostro modo di amarci…- ridacchiò
divertito Kotake- Piuttosto, a che ora arriveranno gli ospiti?
-Oh, già, vero- la donna si alzò agitata- Me ne stavo quasi
dimenticando…devo sistemare la tenda, i sopramobili, i tappeti…
-Calma, calma- Kotake cercò di trattenerla per le spalle- La
casa è perfetta così com’è.
-Ma io voglio fare una bella figura…è da così tanto tempo che
non li vedo.
-Ohh, io credo proprio che farai un figurone…e poi scommetto
che le tue amiche vorranno vedere te e non la casa.
-Uhm…se lo dici tu- disse lei cercando di calmarsi- Però…però
sono agitata comunque…
-Andrà tutto bene…mi fido di te- gli sorrise dolcemente.
-Tetsuya- disse lei contenta.
I due si guardarono per qualche istante, prima di
avvicinarsi per baciarsi.
-…ma questo odore…- chiese l’uomo interrompendo l’atmosfera-
c’è qualcosa che sta bruciando?
-Eh? …Ahhh! L’arrosto!- Doremì si precipitò in cucina.
-Uh…certo, mi fido di te, Doremì…però ho ancora il terrore per
la tua cucina.
-Spiritoso!- si sentì dall’altra stanza.
Kotake ridacchiò divertito…gli piaceva ancora prenderla in
giro.
Proprio in quel momento suonò alla porta e Kotake si diresse
verso l’ingresso per ricevere gli invitati.
Dall’altra parte della porta, un bel gruppetto di persone
chiacchieravano tra di loro e aspettavano ansiosi che la porta venisse aperta.
L’uomo giunse alla porta, seguito da Doremì che era uscita
dalla cucina, e aprirono la porta sfoggiando in bel sorriso.
-Benvenuti…
Tu
vedrai com'è bello sognare senza pensare…perché ci sono sempre di più persone
che sognano un altro mondo ridendo allo stesso modo
Okey…okey…un piccolo respiro…uno solo…uff…uahhhhhh!!!
Finito, finito, finito! Yeah! Ma non ci posso credere! Aspetta, da quanto tiro
avanti questa fan fiction? Mi sembra da una eternità! Ed è terminata con il
capitolo 22! E dire che come al solito, questa storia era stata immaginata
diversamente…modificata di capitolo in capitolo…soprattutto dopo che tutti gli
appunti mi si erano stati cancellati…però alla fine, grazie al vostro sostegno
e aiuto, l’ho terminata.
Uhh, però ho dovuto rileggermi più volte i vecchi capitoli,
per ricordarmi cosa avevo scritto…ma tu guarda che memoria (-_-)’.
Ohhh, non mi sentivo così da quando avevo terminato Secret
of my heart, ricordate quanto mi ci era voluto?
Naturalmente continuo a ringraziare voi, lettori assidui di
questa fan fiction, che ha avuto più momenti di blocco. Ho letto ciascuno dei
vostri commenti e anche se non ho potuto rispondere, ne ho tenuto molto in
conto. Soprattutto per gli errori…scusatemi, cercherò di migliorarmi.
E quindi, stavo dicendo, con questo ultimo capitolo…posso
finalmente mettere la parola fine alla fan fiction…soprattutto a quelle
dedicate a Ojamajo Doremi.
Ho pensato più volte di fare il continuo di qualche vecchia
fan fiction…e ci sto provando con Prima o Poi…ma visto che ho già altre storie
da terminare, preferisco scriverlo con calma. Quando avrò terminato, lo
inserirò. Comunque, si tratterà di un piccolo seguito che avrà solo due
capitoli.
Comunque, posso ritenermi soddisfatta…il cartone Ojamajo
Doremi ha continuato a piacere, nonostante adesso non venga più trasmesso in
tv.
Detto questo, sperando che la storia e la fine vi siano
piaciute, posso finalmente salutarvi e augurarmi che ci potremmo rivedere in
qualche altra mia fan fiction…