What a disaster , Shakespeare! ...and we just started!

di Bani chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La ceretta NO! ***
Capitolo 2: *** Atto II: Problemi di cuore ***
Capitolo 3: *** Atto III: Complicazioni ***



Capitolo 1
*** La ceretta NO! ***


La ceretta NO!



What a disaster Shakespeare!...and we just started!

La ceretta NO!

 

Purtroppo Sasuke non aveva potuto prolungare la sua malattia. Ormai era più che palese che la febbre era completamente sparita ed era quindi giunto il momento per lui di ritornare a scuola e consegnare quel maledetto compito di letteratura inglese al professor Kakashi. Anche se fosse andata male, cosa di cui dubitava fortemente, il tempo che aveva passato con Sakura era stato il più bello della sua vita. Era una ragazza solare, comprensiva e non lo ossessionava come tutte le altre alle quali interessava solamente il suo aspetto esteriore e sopratutto i suoi soldi. Con lei si sentiva una persona diversa dallo scorbutico ed egocentrico maschilista a cui si atteggiava con le altre ragazze. Lei era speciale, lo aveva capito dal primo istante che l'aveva vista. Dal primo momento che aveva visto i suoi occhi di un vivace verde smeraldo.

Dopo il loro ultimo 'incontro ravvicinato' lei aveva mantenuto la promessa ed era tornata a fargli visita il giorno dopo, e quello dopo ancora. Purtroppo per loro non ci fu la possibilità di continuare ciò che avevano iniziato al loro primo incontro. Sembrava che la sorte gli fosse avversa, tra chiamate improvvise e la presenza quasi ossessionante del fratello di Sasuke, Itachi, avere un momento di intimità era diventata un'impresa impossibile. C'era appena il tempo di scambiarsi una carezza o un bacio a fior di labbra. Ma nulla di più. Ma grazie al cielo era tutto quello di cui avevano bisogno per potersi sentire, anche solo per un millesimo di secondo, non più due persone distinte ma un solo essere perfetto e autosufficiente: nessuna regola nessun fratello, nessuna futura matrigna. Solo loro, indissolubilmente loro.

E con questi pensieri si addormenta, felice di potersi godere anche solo una parte infinitesimalmente piccola di quella meravigliosa felicità che era riuscito a conquistare con così tanta fatica e dopo tanto tempo di sofferenza.

 

 

 

 

 

Ore 7:30 del 23 Gennaio 2012, Konoha High School.

Dopo il ritorno di Sasuke la compagnia era finalmente riunita. Erano tutti riuniti davanti al cancello e,  in attesa che suonasse la campanella che avrebbe dato inizio all’ennesima giornata di studio, avevano iniziato a raccontarsi del più e del meno: di come Shikamaru avesse battuto per l’ennesima volta Temari a scacchi, di come lei si fosse infuriata e a lui fosse toccato "addolcirla" con una sessione pomeridiana di coccole e baci; di come Ino avesse scarrozzato il povero Sai in giro per la città, svaligiandone ogni singolo negozio e facendo sì che il poverino prosciugasse completamente i suoi risparmi, perché non sia mai detto che Ino Yamanaka spenda i suoi soldi...gli altri li devono spendere per lei! Si é poi parlato di come Neji avesse presentato TenTen come sua fidanzata alla famiglia e di come loro l’abbiano persa, stranamente, bene e accogliendola come una figlia, complimentandosi con il ragazzo per la scelta dandogli affettuose pacche sulla schiena, l’unico non molto felice era come al solito Hiashi, lo zio di Neji; diceva che non era la ragazza giusta per il nipote e che non dava onore alla casata degli Hyuga e infrangeva le tradizioni. Al diavolo le tradizioni.

Mentre si parlava, la timida Hinata guardava intensamente con i suoi dolci occhi color madreperla, un ragazzo biondo con gli occhi color del cielo che si vantava con i propri amici di come ieri sera avesse battuto il suo record personale di abbuffata di ramen. Trentatré ciotole per l’esattezza.

"E smettila dobe! A nessuno interessa del tuo stupido record di abbuffata."

"Almeno io ho degli interessi a differenza di qualche stupido teme che come passatempo fa il playboy!"

"Quello che sta parlando è Naruto o il coso che hai in mezzo alle gambe?"

 

...Silenzio...

 

Tutti quanti si girarono ad effetto rallenty con un'espressione che raccoglieva un misto tra lo sconvolto e l'imbarazzato verso la persona che aveva pronunciato quelle parole così...scandalose? Giravano voci sul fatto che Sai fosse della sponda gaia ma nessuno dei suoi amici ci aveva mai dato tanto peso, pensando che fosse uno scherzo.

L'espressione di Ino era quella più sconvolta, ma non ci volle molto perché il suo volto si tramutasse in una maschera di rabbia.

"Ringrazia. Il. Cielo." inizió la bionda rivolgendo l'attenzione di tutti i presenti verso di lei "perché se avessi avuto un'altro paio di scarpe ti avrei già conficcato un tacco in quella tua  testa vuota. Ma queste sono le mie Gucci preferite e mi sono costate un'occhio della testa."

"Ma amore quelle scarpe sono orribili"

 

Ecco che ci siamo. Bomba innescata. Dieci secondi all’esplosione.

 

"Come Sai? Credo di non aver capito bene quello che hai detto." la sua voce era alterata...stava cercando di mantenere il controllo.

 

Otto secondi alla detonazione.

 

"Se Sai è furbo non oserà ripetere quello che ha appena detto" sussurrò TenTen all'orecchio di un Neji dallo sguardo rassegnato.

"Ti ho detto, amore, che quelle scarpe sono orribili"

 

Cinque secondi.

 

"Sai?"

"Si? Che c'é Sakura?" disse con uno sguardo perplesso.

 

Tre secondi.

 

"Ti conviene iniziare a correre"

 

Due.

 

"E perché mai?"

 

Uno.

 

Sakura si limitò semplicemente ad indicare dietro le spalle del povero ragazzo che voltandosi si vide passare davanti agli occhi i momenti più brutti della sua vita. Ma nessuno per quanto disastroso fosse era paragonabile a quello che aveva davanti. La sua fidanzata, più arrabbiata che mai che troneggiava sulla sua figura facendogli venire voglia di scomparire.

 

Zero.

 

"Comincia. A. CORRERE!!!!!!!!" urlò Ino prima di fiondarsi sul malcapitato che nel frattempo aveva iniziato a correre come un disperato per tutto il giardino sotto le facce allibite degli alunni e quelle divertite dei suoi amici che, mentre lui cercava di scampare a morte certa,se la ridevano a più non posso.

"Mai" inizió Sakura cercando di riprendere fiat "e poi mai criticare i gusti di Ino in fatto di moda. Sopratutto se si parla di Gucci. Potrebbe squartarti vivo."

"Già. Meno male che l'ho lasciata." iniziò Shikamaru " in compenso però me ne sono trovato una peggiore" disse indicando Temari.

Punta sul vivo, subito la bionda rispose a tono "Crybaby, non mi pareva che ti lamentassi di me ieri pomeriggio, ne quello prima ne quello prima anc-" ma non fece tempo a finire la frase che Shikamaru le aveva già tappato la bocca con un bacio.

"Bleah! Che schifo voi due! Andate a fare le vostre smancerie nella guardiola del bidello, in infermeria, oppure in uno sgabuzzino come fanno gli altri! Per tutti i Kami!"

"Dici così perché non hai la ragazza"

"E sta un po' zitto teme che che nemmeno tu ce l'hai"

"Oh é proprio qui che ti sbagli, io ce l'ho eccome la ragazza, e devo dirti che é la ragazza più bella di tutte"

A queste parole Sakura arrossì, ma prontamente si nascose il volto dietro le ciocche di capelli impedendo agli amici di vedere la sua reazione. Ma fortunatamente nessuno le badava; troppo impegnati a guardare allibiti Sasuke che aveva sfoderato un ghigno trionfante.

"E come mai non ce la presenti? Eh?" intervenne Shikamaru

"Perché stiamo aspettando di conoscerci meglio prima di rendere la cosa ufficiale. E poi voglio fare le cose con calma, senza fretta. Abbiamo aspettato una vita non penso che qualche altro giorno faccia la differenza."

"Sarà..." sbuffo Neji incurante.

"Dicci almeno com'è!" trilló Ino che nel frattempo era tornata trascinando per il colletto della camicia un Sai ormai distrutto e ricoperto di lividi.

“Povero Sai, guarda come l’hai conciato!”

Sakura si affrettò a cambiare discorso, sperando di chiudere la discussione.

“Ah non ti preoccupare frontespaziosa! Ho una punizione molto più severa in serbo per lui.”

“Se stai parlando di fare shopping” biascicò Sai allo stremo delle forze “ti avverto che non ho più nemmeno i soldi per comprarti una paiette del vestito più economico di tutti”

Ino si girò verso di lui e, sollevatogli il mento con due dita, sfoderò un sorriso che andava oltre il malefico.

“Ma io non intendo portarti a fare shopping. Quello deve essere una qualche forma di onore per il mio ragazzo...no no no no. Ti avevo promesso una cosa l’ultima volta che mi hai fatto arrabbiare, ti ricordi cosa ti avevo detto? al prossimo sgarro che mi combini io che cosa ti faccio?”

Il ragazzo deglutì, forse aveva capito cosa lo aspettava, ma non voleva dirlo per paura che fosse qualcosa peggiore di quello che la sua fidanzata aveva in mente.

“Ehmmm ... credo di aver rimosso questo piccolo dettaglio.”

“Ma come cucciolotto” Ino aveva deciso di recitare la parte, voleva farlo cedere “facciamo così. Ti do un piccolo aiutino. Piccino picciò. La tua tortura inizia con la C e finisce con la A. Avanti tesoruccio non è poi così difficile.”

“Forse...una coccola”

“Tesoro ti sto chiedendo una tortura non un divertimento...” il sorriso sulla faccia della ragazza si allargava sempre di più.

Sai iniziava a sudare freddo la situazione stava diventando insostenibile.

 

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN

 

La campanella. Le lezioni stavano per iniziare.

“Uffa non è giusto!!!” sbuffò Ino “proprio adesso che iniziavo a divertirmi”

Nessuno dei ragazzi sapeva quale dei Kami avesse invocato Sai per scampare a quel pericolo. La cosa certa era che sembrava averla passata liscia.

“Non cantare vittoria tanto presto tesoruccio”

Come non detto.

“Ci vediamo alla fine delle lezioni davanti al cancello. Vedi di presentarti altrimenti sono guai ancora più seri di quelli in cui ti trovi già” detto questo iniziò ad avviarsi verso la scuola con un sinuoso ancheggiare dei fianchi che le rendeva la camminata simile a quella di una pantera.

“Che seccatura. Sempre a fare ‘ste scenate tragiche.” sbottò Shikamaru prima di dirigersi anche lui verso la scuola cingendo Temari per i fianchi, erano poi seguiti a ruota da TenTen e Neji e da Naruto e da Hinata che si stava mangiando il bel biondo con ci occhi. Sakura si apprestava a seguirli quando qualcosa, o meglio qualcuno la trascinò verso i cespugli e con fare possessivo le cinse la vita da dietro e iniziò a sussurrarle all’orecchio

“Oh Sakura, dea, ninfa, perfetta, divina! A che cosa, amore mio, posso paragonare gli occhi tuoi? Torbido è il cristallo, al loro confronto. Come mi tentano le tue labbra, codeste ciliegie da baci! Oh lasciamelo baciare questo candore immacolato, lascia che suggelli la mia felicità!” stava per abbandonarsi alla passione che bruciava in lui quando la rosa si voltò e poggiò un dito sulle labbra di lui, chiedendogli di tacere.

“Sasuke dobbiamo andare. Non abbiamo tempo ora.” anche lei voleva continuare ma sapeva che non era quello il momento più adatto.

“Eddai Sakura...non farmi aspettare. Ho già aspettato troppo.”

“Faremo tardi alle lezioni”

“Al diavolo le lezioni” disse per poi fiondarsi sul suo collo niveo iniziando a ricoprirlo di baci

“Ti devo ricordare che devi consegnare il compito su Amleto al prof Kakashi?”

Sasuke si fermò di scatto per poi alzare gli occhi e iniziò a fissarla.

“Sei una guastafeste.”

“Lo so” disse prima di scattare in avanti lasciando un bacio a stampo sulle labbra del moro. Subito lo prese per mano e usciti dai cespugli si diressero correndo verso l’aula di letteratura inglese dove Sasuke doveva fare i conti con un voto da recuperare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La situazione non mi piace. C’è del marcio qui. E ho intenzione di porvi assolutamente rimedio.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La campana che segnava la fine delle lezioni, stava suonando. Per tutti quel suono rappresentava un momento di liberazione, la fine dell’ennesima mattinata di studi e un giorno in meno all’arrivo delle vacanze.

Solo un ragazzo in quel momento malediceva il fatto che quella giornata fosse finita. Se fosse stato per lui in quel momento avrebbe volentieri pulito tutta la scuola , i banchi, le lavagne, i pavimenti, gli armadietti e la palestra, tutti da solo e con uno spazzolino da denti piuttosto che andare in contro alla sua fidanzata che, come gli aveva promesso, si trovava davanti al cancello della scuola in attesa che lui arrivasse.

Questa volta però nessun amico e nessuna campanella avrebbe potuto salvarlo dall’apocalisse.

I suoi passi diventavano sempre più lenti nella speranza di poter ottenere più tempo e di trovare una scusa per saltare l’incontro. Ma sfortunatamente si trovava ormai faccia a faccia con la sua ragazza e tutte le sue possibilità di svignarsela erano svanite in una nuvola di fumo.

“Ciao amore” disse Sai prima di deglutire.

“Ciao tesoro” disse Ino sfoderando un meraviglioso sorriso.

Il primo pensiero di Sai fu che si fosse dimenticata della punizione. Il suo cuore aveva ricominciato a battere in modo regolare. Sai provava una sensazione di leggerezza talmente tanto intensa da sentirsi ad un palmo da terra...

 

“Allora vogliamo andare? La tua punizione ci aspetta!”

 

....per poi rovinare al suolo.

E ti pareva! Sarebbe stato troppo bello che non si fosse ricordata!

 

“Ma non dovremmo aspettare gli altri?” indugiò Sai

“Gli altri sono già andati via. Avevano deciso di andare fuori a mangiare un boccone tutti insieme. Siamo solo io e te. Quindi ora muoviamoci!”

La ragazza lo prese per mano e saltellando allegra lo trascinò verso casa sua. Il ragazzo in un primo momento sembrò non capire il perché la sua ragazza lo stesse portando proprio a casa sua ma non riuscì a formulare la domanda che subito la bionda lo anticipò.

“Se ti stai chiedendo perché siamo a casa mia, bhè ma è proprio perchè è qui che si svolgerà la tua punizione!”

Sai sentiva che stava per svenire. Se in quel momento gli avessero misurato la pressione, lo sfigmomanometro sarebbe sicuramente esploso.

La ragazza lo trascinò in camera sua e lo fece sedere sul letto.

“Aspettami qui. Se ti azzardi a scappare giuro che la punizione diventerà ancora più grave.” disse la ragazza prima di sparire dietro la porta.

Il silenzio riempiva la stanza in cui Sai avrebbe affrontato il suo destino.

Dopo pochi minuti la ragazza ritornò in camera portando con se una borsa viola e con contorni bianchi dal contenuto ignoto.

“Girati e togliti i pantaloni, poi coricati sul letto”

In quel momento Sai credette che la fidanzata avesse perso il senno. Prima voleva torturarlo e adesso voleva farlo? Valle a capire tu le donne.

Fece come gli aveva ordinato. Sbottonatosi i pantaloni e riposti piegati su una sedia si coricò sul letto.

Nel frattempo la ragazza si era cambiata e aveva indossato una semplicissima canotta bianca e dei pantaloncini fucsia super corti, e si sedette a cavalcioni sopra di lui e avvicinatasi al suo orecchio gli sussurrò poche parole.

“Solleva le braccia sopra la testa e chiudi gli occhi”

Sai la guardò con un’espressione interrogativa dipinta sul volto.

“Ti prego....” disse la ragazza guardandolo con i suoi grandi occhi azzurri.

Sai si arrese e ancora leggermente titubante sollevò le mani e chiuse lentamente gli occhi.

Un leggero tintinnio gli fece aprire gli occhi, ma era troppo tardi quando finalmente si accorse di essere stato letteralmente ammanettato alla testiera del letto della ragazza.

“Sei stato un bambino molto cattivo, Sai.” disse Ino prendendo la borsetta che aveva portato con se prima e che aveva abbandonato vicino all’armadio. “E tu sai che i bambini cattivi devono essere puniti.” la sua mano scivolò dentro la borsa.

“I-I-Ino... che cosa hai in mente di fare?” la voce di Sai era spezzata iniziava sentire un brivido di terrore lungo tutta la schiena. La ragazza intanto aveva iniziato ad estrarre una strana confezione dalla borsetta.

“Ora dovrai vedertela con me e con la...”

“Ti prego non farlo....!”

“CERETTA!!!”

 

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”

 

 

L’urlo giunse chiaro e tondo all’orecchio di un gruppo di ragazzi che si stavano tranquillamente gustando un delizioso piatto di ramen.

“A-avete sentito anche voi?”

“Purtroppo si Hina-chan. Ho paura che Sai non se stia passando tanto bene.” disse TenTen che si teneva stretta a Neji

“Non pensate che dovremmo andare ad aiutare” disse Temari

“Noooo. Penfo che Ino poffa cavarfela beniffimo da sola!” bofonchiò Naruto col la bocca piena di ramen.

“La smetti di dire cavolate una volta per tutte? Guarda che seccature” sbottò Shikamaru raccogliendo il consenso di tutti

“E poi” continuò il ragazzo “penso che sia Sai quello che necessita il maggior aiuto in questo momento”

Tutti si guardarono ed annuirono.

Di certo nessuno si sarebbe permesso di intromettersi in una vendetta. Sopratutto se quella era la vendetta di Ino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La biblioteca degli autori

 

Eccomi! Siccome sono a corto di idee per la mia altra fic di Naruto “Il popolo del serpente piumato” ho ripensato alle parole di ValetantovalE e di PiKaPiKaGiRl che mi avevano suggerito di tramutare la mia One-Shot di “What a disaster, Shakespeare!...on maybe not?” in una long in un primo momento non avevo considerato molto fattibile questa idea, in quanto ero impegnata con l’altra fic, ma ora che l’ho sospesa a tempo indeterminato posso dedicarmi a questa nuova fanfic! Purtroppo non so con precisione quando avrò la possibilità di aggiornare, anche perchè devo trovare le frasi giuste da inserire in ogni scena. Ma mi impegno sin da ora a informare chiunque recensirà e inserirà la storia tra le ricordate/seguite/preferite, degli eventuali aggiornamenti che effettuerò.

Vi ringrazio sin da ora per aver letto il primo capitolo della mia fic e spero che abbiate voglia di leggere anche il seguito.

 Prima di concludere dedico questo primo capitolo a ValetantovalE e a PiKaPiKaGiRl, grazie mille per tutto!

Al prossimo aggiornamento!

 

Bani chan


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Capitolo 2
*** Atto II: Problemi di cuore ***


Atto II

What a disaster Shakespeare!...and we just started!

Atto II: Problemi di cuore

 

 

Dopo aver passato un paio di ore a scherzare e a scommettere se il giorno dopo il povero Sai si sarebbe presentato a scuola, la compagnia si sciolse. Le ragazze si diressero verso la casa di Hinata, mentre i ragazzi si diressero verso l’attico di Sasuke.

Ancora prima che l’Uchiha riuscisse ad aprire completamente la porta, Naruto si era già fiondato davanti alla tv al plasma e impugnato il telecomando della Wii si era cimentato in una partita a Mario Kart.

“Mettiti pure comodo, mi raccomando non fare complimenti!” ironizzò Sasuke

“Non dirlo troppo forte, potrebbe prenderti in parola...ah che seccatura” disse Shikamaru per poi sprofondare tra i cuscini del divano.

Lentamente Neji cercò lo sguardo dell’Uchiha, trovatolo spostò i suoi occhi violetti da quelli scuri del moro ad un punto indeterminato dietro al televisore, Sasuke fece un lieve cenno della testa e lasciandosi sfuggire un ghigno.

Senza farsi vedere dal biondo, cosa estremamente facile data la maniacale attenzione che Naruto stava dando alla televisione, Neji riuscì ad andare dietro la televisione e ‘accidentalmente’ staccò la spina della corrente.

“No, no, no, no, nononononononoooooo! Sasuke cosa è successo alla tv?!” l’espressione del biondo era tra lo sconvolto e l’incazzato nero, se non saltava fuori una risposta credibile, Sasuke si sarebbe trovato con un forte mal di testa tra qualche ora.

Da dietro la televisione sbucò lentamente Neji reggendo in una mano la presa della corrente “Scusa Naruto, devo averla staccata per sbaglio inciampandoci sopra”  sul suo volto lo Hyuga sfoggiava un ghigno di soddisfazione mentre Shikamaru stava ridendo a crepapelle e anche Sasuke si stava concedendo un momento per ridersela di gusto.

“Sasuke sei uno stronzo!” iniziò il biondo “sei solo un infantile! Non volevi che io battessi il tuo record e così hai fatto fare il lavoro sporco a Neji!”

All’Uchiha iniziò a salire la pressione “Punto primo, l’infantile qui sei tu che ancora ti ostini a continuare a giocare con le macchinine  che usavi da quando avevi cinque anni, secondo, io non ho mai giocato a quel gioco insulso, ci gioca solo mio fratello, e terzo, anche se detenessi il record, tu saresti troppo impedito per poterti anche solo avvicinare a quel punteggio.”

“Staresti  che sono una schiappa, teme?”

“Mi pare di averlo reso particolarmente esplicito, baka.”

Tra i due iniziò uno scontro di sguardi, l’atmosfera si stava riscaldando e Neji e Shikamaru si sentirono in dovere di fermarli non appena li videro impugnare dei cuscini, presi tra quelli sparsi sul pavimento

“Sentite ragazzi, avete già disintegrato tutti i cuscini a casa di Neji l’ultima volta e non mi sembra il caso di sacrificarne altri .” disse Shikamaru avvicinandosi annoiato ai due contendenti. Odiava quando si comportavano così; sembravano due bambini e lui non sopportava i bambini.

Lentamente il biondo e il moro abbassarono il braccio che impugnava con una presa ferrea l’arma e lasciarono che gli altri due amici gli togliessero dalle mani i cuscini.

“Che si fa allora? io mi annoio...” mugugnò il biondo che si era steso pigramente sulla poltrona.

“Cazzo Naruto vuoi chiudere quel forno?” disse irritato il moro

“Ne teme, che scorbutico!”

“Senti tu, brutto-”

 

Driiiiiiiin driiiiin

 

“E adesso chi cazzo è!” sbraito il moro, ormai sembrava destino che il suono di un telefono  lo interrompessero nei momenti meno opportuni. A grandi falcate si diresse verso il telefono e, alzata la cornetta, cercò di rispondere con un tono di voce il più cortese e pacato possibile.

“Pronto? Ah buonasera signora Uzumaki”

In quel preciso istante Naruto si irrigidì come se fosse diventato improvvisamente di pietra.

“Ah, vuole sapere se Naruto è qui?”

Subito il biondo si destò dal suo stato comatoso e si affrettò a sbracciarsi, mimando con gesti disperati di non dire nulla.

“Ma certo che è qui! Glielo passo subito, arrivederci signora” con soddisfazione il moro porse la cornetta al biondo che nel frattempo stava imprecando in tutti i modi possibili.

“Ti giuro che questa me la paghi cara, teme!” susibilò Naruto avvicinandosi a Sasuke.

Dopo qualche momento di indecisione decise con riluttanza di prendere in mano la cornetta e fare una chiacchierata con il diavolo in persona.

“Ciao mamma....”

Nonostante non fosse in vivavoce i tre amici riuscirono a sentire distintamente un “PEZZO DI IDIOTA” provenire dall’interlocutore dall’atra parte del telefono.

“Scusa mamma...mi sono...ma io...no ti prego...e come faccio a....lei no...va bene mamma...ciao”

“Wow Naruto sei proprio riuscito a farla incazzare di brutto, complienti”

“Non è colpa mia! Mi ero dimenticato di essere ancora in punizione e mi tocca pagarne le conseguenze adesso, o meglio, quando arrivo a casa.”

“Bhe allora ti conviene metterti in marcia dobe. Hai poco tempo e mota strada da fare per arrivare a casa.” la voce di Sasuke aveva assunto un tono divertito.

“Purtroppo per te non mi posso muovere da qui me lo ha tassativamente proibito.”

“E allora come fai a tornare a casa, Einstein?” disse Shikamaru tra uno sbadiglio e l’altro.

“Mi viene a prendere tra qualche minuto Sakura. Ha detto che era appena arrivata e siccome lei, a differenza mia, è una persona matura e responsabile mi viene a prendere in macchina, perchè lei la sa guidare evitando di andare ad abbracciare un platano.”

Mentre il biondo continuava a tergiversare su come sua madre avesse più fiducia in sua sorella che in lui, Sasuke al solo sentir pronunciare il nome di Sakura, iniziò a vagare con la mente a quel giorno, durante il quale, mentre la pioggia batteva insistentemente sui vetri, lui e la rosa avevano scoperto l’uno qualcosa in più dell’altro. Senza accorgersene sfoderò un’involontario sorriso.

“Comunque Naruto una cosa non mi quadra.” iniziò Neji “dove eri stato il pomeriggio in cui, tornando a casa, ti sei andato a schiantare contro la macchina di tua madre?”

Naruto si girò verso lo Hyuga e lo guardo interrogativo con quella sua solita faccia da sberle.

“Ma che cazzo te ne frega! Stavamo parlando di cose serie e tu te ne salti fuori con ste stronzate?!”

“Se fossero stronzate come dici tu allora perchè stai diventando rosso come un peperone e grondi di sudore? C’è per caso qualcosa che dovremo sapere,Uzumaki?”

“M-ma d-di che c-cosa stai parlando,Neji! Sapete che non vi nasconderei mai nulla!”

“Ok ormai è palese. Avanti chi è?” sbadigliò Shikamaru

“Chi è c-chi?” balbetto Naruto sull’orlo di una crisi di panico.

“La ragazza che hai conosciuto e di cui ti sei innamorato, Naruto.”

“Che??!!” disse il biondo strabuzzando gli occhi fuori dalle orbite

“Avanti Naruto non fare il finto tonto!” sentenziò Neji “ti stai comportando nella stessa maniera di quando eravamo alle medie e ti eri preso una cotta stratosferica per la Sajuki.”

“Ma di che cazzo parli, idiota! io non mi sono mai preso una cotta per lei!” cerco di difendersi il biondo.

“Santa pazienza, Naruto! Le lasciavi ogni giorno un buono per mangiare il ramen da Ichiraku! Vi ricordate che la poveretta lo evitava come la peste? E’ stata persino costretta a ambiare scuola.”

“Ma la vuoi piantare di raccontare i fattacci miei in giro per il mondo brutto-”

“La smetterò quando finalmente ci dirai chi è la fortunata, o in questo caso sarebbe meglio dire sfortunata.”

Calò il silenzio, Naruto li scrutava uno per uno, se lo avessero scoperto due su tre si sarebbero messi a ridere come delle iene, mentre il terzo avrebbe cercato di strozzarlo, dando inizio ad una lunga serie di attentati alla sua persona. E siccome Naruto alla SUA pelle ci teneva MOLTO, decise di andare con i piedi di piombo.

“E va bene vi racconterò cosa è successo, però non vi svelerò il suo nome ne qualsiasi altra caratteristica fisica. Queste sono l mie condizioni.”

Gli altri tre che si erano intanto raggruppati sul divano iniziarono a parlottare tra di loro, senza che Naruto potesse sentirne l’argomento.

“Sempre meglio di niente. Accettiamo le tue condizioni ed ora sputa il rospo.” sentenzio a nome di tutti Neji

Arrendendosi a dover vuotare il sacco, il biondo si sedette sulla poltrona e iniziò a raccontare:

“Shikamaru ha ragione. Mi piace una ragazza, e quel pomeriggio ero andato a spiarla, non fraintendete non sono un guardone, volevo solo guardarla da lontano. E tornando a casa sono andato addosso alla macchina della mamma. Il resto o sapete”

“Fammi capire bene dobe,” iniziò Sasuke “tu sei andato a spiare di nascosto una ragazza e vorresti dire che non sei un guardone? Ha! Questa è bella! Me la devo annotare da qualche parte, chi lo sa forse un giorno ne avrò abbastanza per scrivere una tua biografia. Secondo me venderebbe miliardi di copie!” disse sarcastico il moro

“AhAhAh divertente teme, davvero! Sei proprio in vena di scherzare!” disse Naruto con tono offeso. “Tu non sai che cosa significa sognare una ragazza ogni benedetta notte! Così a portata di mano da poterla toccare, così reale. Ma poi quando apri gli occhi ti accorgi che era tutto un sogno.”

Invece Sasuke lo sapeva benissimo, perchè era ormai da una settimana che gli succedeva lo stesso sognando Sakura, sognando i suoi occhi, le sue labbra increspate in un dolce sorriso, la sua pelle liscia come seta...essere li li per toccarla e poi svegliarsi all’improvviso.

“Oh vuol dire che la regina Mab è venuta a farti visita!”

Tutti si voltarono verso Shikamaru.

“E chi sarebbe questa regina Mab?” domando Naruto

Lentamente Shikamaru si alzò dal divano e continuò:

“E’ la levatrice delle fate, e se ne viene in forma non più grossa che d’una pietra d’agata all’indice d’un consigliere comunale.”

“Ti prego Shikamaru non iniziare con sta storia pure tu!” lo prego Neji

“Di che stai parlando?” intervenne l’Uchiha

“E’ una storiella che gira a scuola, una buffonata per mettere un po’ di paura ai bietoloni.”

“E’ trainata su un cocchio trainato da quisquiglie attraverso i nasi degli uomini quand’essi giacciono addormentati. I raggi delle ruote sono lunghe zampe di grillo e il mantice è fatto di ali di cavalletta, le redini di sottilissima bava di ragno, le gualdrappe di rugiadosi raggi di luna e la frusta....crack!” Shikamaru battè le mani facendo sussultare i tre che si erano persi ad immaginare le fattezze di quella misteriosa creaturina di cui il moro stava parlando.

“E’ fatta di ossa di mosca e di formica e in questo stato galoppa una notte dop l’altra nel cervello degli amanti e li fa delirare d’amore, oppure sulle labbra delle ragazze, che subito sognano baci.”

“Basta Shikamaru. Tu parli di niente.” intervenne Neji “Non esiste nessuna regina Mab.”

“Tuttavia” continuò Shikamaru incurante delle parole del moro “c’è un modo per impedirle di tormentarti l’animo ogni notte nei sogni.”

“E quale sarebbe.” intervenne Naruto, particolarmente interessato a quella storia surreale.

“Ma è semplice” disse il moro come se stesse per dire una cosa banale ed ovvia “l’unico modo è conquistare colei che ti ha rubato il cuore, renderla tua e fare in modo che tutto il mondo sappia che tu per lei daresti la vita.”

Calò improvvisamente il silenzio, Naruto deglutì sonoramente.

“Però bisogna che ti sbrighi, potrebbe sfuggirti e sarebbe veramente un peccato” il tono di voce di Shikamaru era quasi divertito, e poi vedere la faccia sconvolta e in preda al panico di Naruto non aveva prezzo.

 

DinDon

 

Sasuke, da padrone di casa, si alzò ed andò ad aprire alla porta, e si ritrovò davanti una meravigliosa ed inconfondibile capigliatura rosa.

 

“Mio buon signore,” iniziò la pelirosa sfoggiando un sorriso raggiante “com’è stata vostra altezza nelle ultime ore*?”

 

Sasuke si voltò prontamente indietro per assicurarsi che nessun curioso stesse sbirciando. Accertatosene, ritornò ad incrociare il suo sguardo con quello smeraldino di lei.

 

“Vi ringrazio umilmente. Bene” si avvicinò e le lasciò un delicato bacio a stampo a fior di labbra “Bene” un’altro bacio “Bene” posiziono una mano dietro la nuca della ragazza e avvicinatala a se la travolse con un passionale bacio, nel quale le loro lingue si intrecciarono in una vorticosa danza.

 

“Ehi Sas’ke! perchè ci stai mettendo così tanto con chi stai parlando?”

Da dietro l’angolo sbucò la folta chioma ribelle di Naruto.

Maledetto baka! Sasuke si ritrovò a lanciare maledizioni a non finire al biondo. Ormai era diventata una maledizione! Non si poteva avere un momento di praivacy.

 “Saku-chan sei arrivata finalmente”

“Ciao fratello” iniziò la rosa “scusa se ci ho messo tanto ad arrivare, ho trovato traffico.” poi voltandosi verso il moro “E tu brutto idiota” all’affermazione Sasuke si voltò verso la ragazza ed aggrottò le sopracciglia “mi fai entrare o vogliamo fare una partita a carte qua fuori sul pianerottolo”

 

Idiota? Nessuno si permette di dargli dell’idiota. Soprattutto una ragazza, anzi doveva ritenersi fortunata che apparteneva al gentil sesso, altrimenti sarebbero stati veramente guai seri.

Con la velocità di un bradipo in coma Sasuke si scostò dalla porta facendo passare la ragazza, nel frattempo Naruto era andato a salutare gli altri due pelandroni che erano rimasti comodamente seduti sul divano.

Con scatto fulmineo il moro prese la ragazza per i polso e attiratala a se la fece aderire perfettamente al suo torace.

“Mi sento molto offeso.” Sakura lo guardava con fare interrogativo “nessuno mi ha ma dato dell’idiota. Soprattuto la mia ragazza”

“Scusami, Sasuke-kun” adorava quando pronunciava il suo nome “ma non potevo fare altrimenti, eravamo rimasi d’accordo che nessuno doveva sapere del nostro piccolo segreto” la ragazza intreccio le mani dietro il collo del moro e alzandosi in punta di piedi sussurro dolcemente all’orecchio del moro

“Sabato Naruto deve andare a fare una visita medica di controllo e i miei genitori devono accompagnarlo” Sasuke non riusciva a capire dove la rosa volesse andare a parare “Io dovrei restare a casa tutta da sola, in una casa così grande...” con le dita la ragazza iniziò a disegnare dei cerchi sul petto del moro “Forse potresti venire a farmi una visita. Così posso farmi perdonare per quello che ho detto dieci minuti fa”

Sul volto di Sasuke si dipinse un sorriso malizioso, si sentiva soddisfatto.

“Sono da te alle quattro”

“Facciamo alle tre e mezza, così poi ti fermi anche a mangiare a casa mia per cena con la scusa che eri venuto a salutare Naruto. Non sospetteranno nulla e noi passeremo del tempo insieme senza dare nell’occhio”

“Sei tremenda.” ghignò Sasuke “E non sai quanto mi piace. Ok, andata. Ci vediamo sabato. Non vedo l’ora”

“Neppure io” e prima che arrivasse Naruto suggellarono il patto con un veloce bacio.

 

“Grazie Teme per i pomeriggio. Ci si vede domani a scuola!”

“A domani” Sasuke stava per chiudere la porta quando dal salotto si percepì chiara la voce di Shikamaru:

“Non ti dimenticare quello che ti ho detto Naruto potrebbe essere la tua unica possibilità!”

“Ci si vede baka” disse il moro chiudendo definitivamente la porta.

 

“Di che cosa stava parlando Shikamaru?” domandò Sakura curiosa dopo essere salita in macchina.

“Ma nulla di importante, sai com’è Shika, a volte parla per dar aria alla bocca. Soprattutto quando dorme poco”

 

“Ma è semplice”

 

le parole di Shikamaru gli rimbombavano nella testa

 

“l’unico modo è conquistare colei che ti ha rubato il cuore, renderla tua e fare in modo che tutto il mondo sappia che tu per lei daresti la vita.”

 

“Sakura-chan?”

“Si?”

“Ho bisogno che tu mi faccia un favore”

“Dipende da che tipo di favore”

“Però devi giurarmi che non lo dirai mai a nessuno. Nemmeno sotto tortura.”

“Va bene, però adesso dimmi che favore vuoi che ti faccia?”

Potresti darmi il numero di Hinata?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La biblioteca degli autori

 

Heilà!

So che sono leggermente in ritardo, ma d’altro canto ve lo avevo detto che ci avrei messo parecchio tempo per aggiornare. Purtroppo la scuola non concede respiro e sono poche le volte che posso ritagliarmi del tempo per scrivere! Lo stesso ritardo ci sarà, probabilmente anche per il prossimo capitolo. Mi dispiace causare problemi ma non ho altra scelta. Riconfermo l’impegno che ho preso di informare gli eventuali aggiornamenti a chi si dirà interessato alla fic!

Grazie per essere arrivati fino alla fine! Ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.

Per qualsiasi critica, apprezzamento o dubbio non esitate a chiedere! sarò ben lieta di dare delucidazioni!

 

Una piccola precisazione:

*la traduzione corretta sarebbe ‘in questi ultimi giorni’ però per adattarla ho dovuto fare qualche modifica

 

Shikamaru: La regina Mab. monologo di Mercuzio. “Romeo e Giulietta”

Sasuke e Sakura: incontro tra Amleto e Ofelia. “Amleto”

 

Spero che vi sia piaciuto!

A presto!

 

Bani chan

 

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Capitolo 3
*** Atto III: Complicazioni ***


Capitolo 3

What a disaster

Shakespeare!...and we just

started!

 

Atto III: Complicazioni

 

 

Sabato 12 Ottobre, ore 15:15 a casa Namikaze/Uzumaki

 

Era ormai passata mezz’ora da quando i suoi genitori avevano iniziato a farle mille raccomandazioni, o meglio, sua madre era rimasta li mezz’ora a farle mille raccomandazioni: “Allora, se hai fame ti ho lasciato dei takoyaki in frigo, basta solo che te li scaldi un po’ prima di mangiarli, non vorrei mai che ti si bloccassero la digestione. Mi raccomando se suonano al campanello prima guarda alla finestra, se non lo conosci lascialo fuori, anzi, chiunque sia lascialo fuori, così sono più tranquilla. In caso di bisogno hai il numero di telefono mio e di papà, e su questo biglietto ci sono altri numeri in caso ci sia un’emergenza.”

“Ti sei ricordata di mettere anche il numero da chiamare in caso venga rapita dagli alieni, mamma?”

“No quello-” Kushina si fermò di colpo e senza pensarci un secondo sferrò un pugno in testa al figlio lasciandogli un’enorme bernoccolo in testa.

“Ahia mamma!” piagnucolò il biondo

“Azzardati a prendermi per i...fondelli ancora e vedi cosa ti combino! Hai visto Minato! Continua pure a viziare così tuo figlio e vedrai come andrà a finire! Ha preso tutto da te!”

“Tesoro non ti pare di esagerare un po’ Naruto ha solo fatto un’innocente battuta. Non ha mica fatto saltare in aria una palazzina, non credi di aver reagito troppo aggressivamente nei suoi confronti?” disse il marito cercando di calmarla posandole le mani sulle spalle, probabilmente prima di tornare a casa si sarebbe fermato in farmacia a prendere una buona scorta di tranquillante...sarebbe tornato sicuramente utile in futuro.

“Ma amore stiamo per lasciare a casa tutta sola la nostra tenera Sakura. Come pretendi che stia tranquilla. E’ così fragile ed indifesa...e se le capitasse qualcosa?”

Sakura che era stata in silenzio per tutto il tempo iniziava a sentirsi in imbarazzo. Maledizione! aveva 18 anni, non 3!

“Mamma non ti preoccupare sono grande e so difendermi benissimo da sola. E poi chi vuoi che venga. Oh guarda come si è fatto tardi coraggio andate” disse la rosa cercando di convincere i suoi ad andarsene finalmente via.

“Va bene tesoro, noi andiamo ma tu stai attenta, ok?” le disse la madre dandole un leggero buffetto sulla guancia e sorridendole amorevolmente.

“Certo mamma stai tranquilla. Andate piano per strada.”

“Lo faremo tesoro! A dopo!” disse Minato prima di uscire trascinando di peso la moglie fuori di casa e chiudendosi la porta alle spalle.

Finalmente si trovo a pensare la ragazza temevo che non se ne sarebbero più andati.

Rimasta sola diede uno sguardo veloce all’orologio e si accorse con sua grande sorpresa che erano le 15:25 e che Sasuke sarebbe arrivato di li a pochi minuti. Si catapultò come un tornado in camera sua e indossò in quattro e quattr’otto paio di jeans sotto una maglietta extralarge e raccolse i capelli in una treccia morbida. Non era certo il modo migliore per presentarsi al proprio ragazzo ma per questa volta avrebbe dovuto accontentarsi.

 

Dal piano di sotto si senti il suono del campanello di casa.

E’ arrivato!

In meno di un nano-secondo Sakura corse giù per le scale e si fiondò verso la porta di ingresso e senza pensarci due volte la spalancò.

Aveva il cuore che le batteva per l’emozione e le sue guance iniziavano ad imporporarsi.

“Mi scusi signorina, disturbo?”

“Non fare l’idiota ed entra” ridacchiò lei

“Ai suoi ordini” senza farselo ripetere due volte entrò in casa e chiuse la porta.

“Scusa se non sono molto elegante” iniziò lei indicandosi “ma non ho avuto tempo di rendermi più presentabile” disse arrossendo per l’imbarazzo mentre lui la squadrava meditabondo per poi sfoggiare un ghigno malizioso.

“Lo so. Ho visto i tuoi uscire con il dobe meno di tre minuti fa. E poi non ti preoccupare” con calma iniziò ad avvicinarsi a lei per poi prenderla per i fianchi “sei bellissima anche così”

“Come siamo galanti oggi...cosa c’è, abbiamo mangiato troppo zucchero?”

“E dai non fare tanto la spiritosa, anche perchè ti devo per caso ricordare che tu devi farti perdonare qualcosa?” era ad un soffio dalle sue labbra

“Ah, allora sei qui solo per questo?” cercò di fare la finta offesa, ma non era mai stata brava a fingere purtroppo.

“No, e lo sai benissimo” disse lui cercando di trattenersi dal ridere

“Allora cosa facciamo? abbiamo tutto un pomeriggio a disposizione.”

Il moro, allontanatosi leggermente, fece finta di pensarci su un po’, poi abbassò lo sguardo per incontrare quello di lei e sussurrarle “Sorprendimi”

Lei lo guardò stupita, ma subito le sue labbra s’incurvarono in un sorrisetto diabolico

“Oh, Uchiha, non avresti dovuto proprio provocarmi” la rosa lo prese per la cintura dei pantaloni e con uno strattone lo avvicinò a se “sai che divento pericolosa”

“Oh ti prego Sakura” la stava provocando “per il momento ho sentito solo parole e pochi fatti, anzi, nemmeno uno.”

“Bene, ora me la paghi”

La rosa sembrò volersi fiondare sulle labbra del moro, ma all’ultimo si fermò a pochi millimetri

“Troppo facile così” e deviò sul collo del ragazzo e, per averci miglior accesso gli tolse il giubbotto e lo lasciò cadere, incurante.

Il moro si beava dell’inebriante odore dei capelli di lei, effettivamente era proprio riuscita a sorprenderlo, non se lo sarebbe mai aspettato un comportamento simile, non poteva però concedersi il lusso di darglielo a vedere.

Con un movimento fulmineo si abbassò e afferratele le gambe sollevandola da terra e prendendola in braccio.

“Non crede di passarla liscia così.”

“Non l’ho mai pensato” si staccò dal suo collo ancora desiderosa di molto, molto di più “la mia camera è la seconda sulla destra in cima alle scale.” la ragazza sembrava quasi aver letto nel pensiero del moro, che non se lo fece ripetere due volte e la portò di peso i cima alle scale, diede un calcio alla porta per entrare e fece lo stesso per richiuderla.

Adagiò la rosa sul letto e la contemplò per qualche secondo; era bella proprio come quel giorno in cui lei era andata a casa sua per dargli i compiti.

Al moro per poco non scappò da ridere.

"A me sembra di averla già vista questa scena" nel mentre le stava sbottonando i pantaloni e nel far scorrere la zip se ne sentì l’inconfondibile rumore.

"A me invece non sembra che avessimo iniziato così"

"Lo so. Ma sai com’é: di tanto in tanto é bello variare, altrimenti si cade nella monotonia"

"Oh, per carità non sia mai" la rosa fece scorrere la mano sui pettorali di lui, ancora coperti dalla maglietta, per poi scendere sempre più giù e sentire il membro eccitato del moro.

"Ti basta veramente poco, Sasuke" ironizzò lei "non me lo sarei mai aspettato"

"É da diverse settimane che mi sto sognando questo momento, concedimi di gustarmelo fino in fondo" e con uno scatto improvviso le mani si aggrapparono ai jeans di lei e con lentezza inverosimile iniziò a farli scivolare lungo le morbide cosce di lei, fino a toglierli del tutto e lanciandoseli alle spalle. Stava già per affondare le mani sotto la maglietta di lei, quando la rosa gli prese le mani e lo fermò.

"Non così in fretta. Adesso tocca a me."

Lentamente si sollevó, portandosi seduta sul letto difronte al ragazzo, iniziò a delineare con le dita il profilo del volto del moro, si avvicinò a lui e con leggerezza gli lasciò un bacio sulla fronte.

Ancora no del tutto soddisfatta, gli tolse la maglietta e iniziò a lasciare un ascia di casti baci sui suoi pettorali per poi scendere sugli addominali; la sua pelle bruciava e al solo pensare che lui era tutto suo, le fece provare una sensazione di appagamento indescrivibile. Si sentiva felice, sapeva che lui ormai era diventato una parte di lei, la sua parte migliore. Tutti i battibecchi che c'erano stati tra di loro erano solo un ridicolo mezzuccio per autoconvincersi di di non essere innamorata di lui; ma il semplice fatto che ora erano lì, insieme, le faceva dimenticare tutto il resto.

"A cosa stai pensando?" Sasuke la desta dal fiume dei suoi pensieri.

"Nulla di particolare, stavo pensando a che rapporti c'erano tra noi due prima di arrivare a questo punto" il moro la guardò con aria perplessa "cioè, non che lo rimpianga, anzi sono molto contenta di essere qui adesso, stavo solo pensando a come abbiamo fatto a vivere l'uno senza l'altro per tutto questo tempo..."

"Beh...probabilmente mentendo a noi stessi, obbligandoci a credere che ci odiassimo a vicenda" con due dita sollevò il mento alla rosa "ma adesso basta pensare al passato. Iniziamo a pensare al presente"

E detto questo azzerò la distanza tra le loro labbra e le loro lingue iniziarono una danza vorticosa, il desiderio di unirsi aumentava di attimo in attimo, di respiro in respiro. La passione li infiammava e li spingeva ad avere, anche solo per un'istante, la certezza di avere davanti a se l'unica persona in tutto l'universo che potesse renderli completi.

 

Din Don, Din Don.

 

"Che cos’è stato?" protestò il moro

"Non ti preoccupare è stata la tua immaginazione, credi amor mio, era la tua immaginazione"

"Era il campanello, non la mia immaginazione, devi andare ad aprire" iniziò ad alzarsi ma la rosa gli lanciò le braccia al collo e lo ritrascinò sul letto, riprendendo a ricoprirlo di baci.

"Forse hai ragione" asserì il moro "è stata solo la mia immaginazione" e riprese a godersi le ormai insistenti attenzioni della rosa.

 

Din Don, Din Don, Din Don, Din Don.

 

"Cazzo il campanello...devo andare ad aprire" mugugnò la rosa.

"Te lo sei immaginato...vieni qui" la prese per i fianchi e ricominció a baciarla

"Sasuke" bacio "non me lo sono immaginato" un altro bacio "era il campanello...devo andare ad aprire"

"Ma tua madre non ti riempie la testa di stronzate del tipo ’non aprire agli sconosciuti’ o roba simile? Avanti lascia perdere e continuiamo" il moro si rifondo sulle labbra della rosa ma lei lo scostò subito e gli prese il viso tra le mani.

"So quanto ci tieni a fare questa cosa, ci tengo tanto quanto te. Ma non così. Adesso vado giù vedo chi è, chiedo che cosa diavolo vuole e quando me lo sarò finalmente levato dalle scatole riprendiamo da dove avevamo interrotto. Va bene?"

Il moro aveva una faccia imbronciata. Era la terza volta che succedeva ’sta cosa e stava veramente iniziando a perdere la pazienza.

"Due parole: Fai. Presto."

"Ovviamente"

La rosa si rimise in fretta i pantaloni e uscì velocemente dalla stanza chiudendo la porta.

Si ritrovò in meno di un secondo pronta ad aprire agli ospiti particolarmente indesiderati e non appena l'aprì venne investita da un tornado di capelli biondo platino.

"I-Ino! Che diamine ci fai qui?!" ecco che si comincia

"Ciao frontespaziosa! Sono solo venuta a fare un salto per salutarti!" cinguettò la bionda

"Ok...ora che mi hai vista mi hai salutato e mi hai quasi fatto prendere un colpo puoi andare" la rosa prese sotto braccio l’amica e la condusse velocemente  verso la porta, ma la bionda fu più agile e si riuscì a sottrarre alla presa della rosa.

"Ehi quanta fretta! Per caso mi stai nascondendo qualcosa?" la squadrava con sguardo indagatore e la rosa iniziava a sudare freddo.

"Ma-ma noo Ino...co-cosa ti fa pensare che io stia nascondendo qualcosa..."

"Non sei mai stata brava a dire le bugie...avanti sputa il rospo: chi c'è in casa con te?" la bionda punto l'indice con fare inquisitorio verso la rosa

"E toglimi da davanti quelle unghie smaltate! Mi da sui nervi!"

"Sakura Uzumaki non cambiare discorso! Ora dimmi che cosa stai nascondendo o giuro su tutti i Kami che lo scoprirò da sola!"

 

Ecco Sherlock Holmes al femminile in azione.

 

"Ino ti ho già detto che non c’è nessuno! ehi ma...dove stai andando?”

“Siccome non c’è nessuno, andiamo in camera tua così controlliamo che non ci sia veramente nessuno”

Panico. Ino avrebbe scoperto tutto e Sakura avrebbe potuto dire addio ad ogni sua più minuscola speranza di privacy.

“Ino non c’è nulla in camera mia! Avanti ti prego torniamo giù” ma sembrava che in quel momento la sua amica avesse dimenticato le orecchie sul comodino quel giorno.

“Avanti frontespaziosa che ti costa”

“In quella camera c’è solo tanto disordine!”

“Per piacere, lo sappiamo entrambe che sei una maniaca dell’ordine. E poi mi hai appena detto che non hai nulla da nascondere”

La bionda iniziò ad abbassare lentamente la maniglia della camera da letto della rosa.

“Ino non-”

Troppo tardi. La porta era ormai spalancata.

“Oh mio Dio Sakura non posso crederci”

 

 

Naruto era seduto su quella maledetta sedia in quella maledetta sala d’aspetto da più di un’ora. Ma era possibile essere costretti ad aspettare per così tanto tempo per farsi un controllo?! In quel momento il biondo avrebbe tanto voluto essere a casa a giocare alla play sta-...ah no era in punizione quindi non avrebbe potuto giocarci comunque.

Ma certo! Avrebbe chiamato il teme! Così almeno avrebbe passato un po’ di tempo.

Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e iniziò a scorrere le voci in rubrica quando al sua attenzione si fermò su un nome: Hinata-chan.

 

“Mi potresti dare il numero di Hinata?”

“Naruto non sta a me dartelo. Perchè non glielo chiedi?”

“Eddai sei mia sorella! Dovresti aiutarmi!”

“In questo caso no”

“Ti prego....”

“Eh non fare quello sguardo da pesce lesso!...no non mi convincerai...Naruto, basta....ah! e va bene. guarda nel telefono... lo trovi tra i preferiti”

 

Sua sorella sembrava acida, orgogliosa, violenta, prepotente...ma alla fine aveva un cuore d’oro. L’importante era non farle osservazioni ed andava tutto bene.

Era da quando gli aveva dato il numero di Hinata-chan che aveva intenzione di messaggiarle, ma non sapeva che cosa scriverle. Pensava di aver fatto un passo in avanti e invece si trovava da punto e a capo.

Si ritrovò a scrivere e cancellare molti e molti messaggi...ad un certo punto prese coraggio e decise che le avrebbe scritto un messaggio breve, semplice ma anche di carattere:

 

A: Hinata-chan

 

Ciao :)

 

 

Signori e signori ecco il nuovo Einstein!

 

 

Ma come diavolo gli era saltato in mente di scrivere una cosa del genere! Adesso lo avrebbe preso per pazzo e addio speranze

 

Bip Bip

 

 

Nuovo messaggio da: Hinata-chan

 

Ciao :) chi sei? non ho il tuo numero :)

 

 

Il biondo si trovò improvvisamente a sorridere. Ok le aveva risposto...e ora cosa doveva fare?

 

 

A: Hinata-chan

 

Mi chiamo Minoru. Mi sono trasferito a Konoha da poco. Ti ho vista qualche giorno fa uscire dal liceo :) volevo conoscerti e quindi ho chiesto in giro il tuo numero :)

 

 

Ecco. Aveva fatto la cavolata. E adesso? come avrebbe fatto? Non poteva semplicemente dire chi era veramente? Noo! Troppo facile! Lui era Nauto Uzumaki, la parola semplicità non faceva parte del suo vocabolario!

 

 

 

 

Nuovo messaggio da: Hinata-chan

 

Capito :) hai detto che ti sei appena trasferito...da dove vieni?

 

 

Ora si era veramente cacciato in una situazione più grande di lui. Avrebbe tanto voluto che sua sorella fosse lì in quel momento...a proposito...

 

chissà come se la stava spassando Sakura.

 

 

 

 

 

La biblioteca degli autori

 

Ok come preannunciato il capitolo si è fatto aspettare molto, anzi, oserei dire fin troppo!

Purtroppo non ho mai tempo e gli impegni mi stritolano ed ho avuto tempo solo adesso per poter ultimare il capitolo e postarlo. chiedo umilmente perdonooo!

 

Alcune piccole precisazioni:

-Il nome di cui Naruto si serve per presentarsi ad Hinata, che è Minoru, significa verità, è un po’ contraddittorio ma secondo me ci calza a pennello!

-Nella ennesima scena d’amore interrotta della SasuSaku ho inserito una rivisitazione della scena quinta atto terzo di “Romeo e Giulietta”

 

 

 Spero che vi sia piaciuto! Sappiate dirmi che ne pensate, ogni commento è ben gradito!

 

Colgo l’occasione per augurare, anche se in ritardo, gli auguri di Buon Natale e di augurare anche, questa volta in anticipo, un Felice Anno Nuovo!

 

Alla prossima!

 

Bani chan

 

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