Sette anni dopo,la mia nuova vita...

di sweetnight87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sette anni dopo ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***



Capitolo 1
*** Sette anni dopo ***


Erano trascorsi sette anni dallo scontro con i Volturi, la mia piccola Renesmee aveva completato il suo accrescimento, tutto andava bene, finalmente la mia famiglia non era minacciata, beh! In effetti ero stata io il costante pericolo per la mia famiglia, almeno finchè ero umana, ma adesso che ero anch’io una vampira tutto andava per il verso giusto, nessuno correva più il rischio di essere in pericolo e potevo smettere di essere ansiosa e timorosa. Inoltre altra cosa non da poco avevo smesso di frequentare assiduamente il pronto soccorso, penso che ogni tanto i dottori si chiedano il perché non mi vedano più tanto spesso, se non fosse che mi incontrano per la strada, potrebbero pensare che in una delle mie mille cadute sia morta.
La mia trasformazione in vampira, è stata totalmente diversa da come generalmente è per la maggior parte, sono sempre stata sin dall’inizio padrona di me stessa, la mia sete non mi ha mai creato problemi, sono sempre riuscita a dominarla e vincerla, adesso che sono trascorsi sette anni dalla mia nascita sono ancora più sicura di me stessa, ma Jasper teme sempre che possa uscire il lato peggiore di me,  che possa perdere il mio autocontrollo in qualunque momento, è ancora molto sorpreso dalla capacità di adattamento alla mia nuova natura, poiché in tutti i secoli da quando era “nato” non aveva mai conosciuto dei neonati così controllati,una trasformazione come la mia era davvero inusuale. Anche da vampira andavo contro tendenza. D’altronde come dagli torto, anch’io ho visto seppur con i miei occhi d’umana, cosa siano in grado di fare i neonati e nonostante i miei pensieri di quando ero umana non siano proprio nitidissimi, ricordo bene però quanto basta, sò  come sono i neonati, se solo il mio nuovo corpo fosse in grado di tremare al pensiero di Victoria e dei suoi neonati tremerebbe.
Quindi non mi è difficile capire Jasper, immedesimarmi in lui e temere che la parte violenta di  me faccia capolino da un momento all’altro, i vampiri neonati sono davvero imprevedibili e la loro forza un pericolo anche per i più esperti come lui, anch’io temo per la mia famiglia, esattamente come lui teme per Alice, senza contare che se facessi del male a uno di loro non me lo potrei perdonare per l’eternità.
Chiaramente Edward non si pone minimamente il problema che io possa “esplodere” da un momento all’altro, lui è solo stupefatto per come abbia reagito alla trasformazione, ma ovviamente  si fida di me, è per questo che non teme nulla quando capita che vado a trovare Charlie da sola.
Con i branchi di Sam e Jacob non ci sono più tensioni tutto si è appianato, adesso siamo a tutti gli effetti una grande famiglia, il mio desiderio si era avverato grazie alla mia Renesmee.
Sette anni erano davvero volati, Charlie aveva visto crescere Renesmee a tempo di record,  e non si faceva più domande come gli aveva consigliato Jake sette anni prima, quando lo stava preparando prima d’incontrarmi dopo la mia trasformazione, accettava la situazione, anche perchè sapeva che questo era l’unico modo per continuare a vedere anche me.
Davvero, ancora non riesco a credere che si sia abituato a tutte le “stranezze”, al mio aspetto e  alla mia nuova voce.
Mi è impossibile non pensare alle facce fatte da mio padre ad ogni nuova visita mia e di Renesmee, certo sono sicura che si sarà posto le sue domande, ma è anche stato ben attento a non farmele, era spaventato e secondo me lo è ancora al pensiero di perdermi, l’unico modo perchè ciò non accada è non pensare troppo a lungo a quale sia la possibile spiegazione razionale.
Avrei dovuto chiedere ad Edward di ascoltare i suoi pensieri, ma avevo paura che potesse pensare che mi sentivo in colpa verso Charlie, anche se è così e che quindi non fossi più sicura della scelta fatta.
Ma come poteva dubitarne, ero sicura della scelta che avevo fatto, io e lui per sempre, questo era tutto quello che contava, io, lui e nostra figlia.
Renesmee aveva completato il suo accrescimento ed anche se dalla sua nascita erano trascorsi sette anni essendo per metà vampira, il suo accrescimento era stato  più veloce rispetto alla norma e quindi nonostante i suoi sette anni umani, né dimostrava 17, aveva così raggiunto il suo massimo sviluppo
Il suo aspetto non era mutato molto, la sua pelle era sempre tra il color crema e l’avorio, le sue guance infiammate di colore, ma meno paffutelle, più snella, d’ adulta, il sorriso era rimasto quello di sempre, ampio e consapevole, le labbra erano le stesse, rosa perla.
I suoi capelli   rossi ramati erano sempre una cascata di  boccoli la cui crescita si era arrestata.
La somiglianza con Edward, me e Charlie era impressionante, non poteva non essere mia figlia e Charlie lo sapeva bene.
Ogni volta che lo guardavo era come se sentissi i suoi pensieri, conosco bene mio padre, oltre all’incredulità per una crescita così veloce, in Renesmee vede la me di prima, Edward e lui chiaramente
Altro che la nipote di Edward, aveva finto di crederci, ma sapeva bene che non  era così
Frequentava il liceo di Forks, era la migliore del suo corso.
Era stimata dai professori, ammirata e corteggiata da molti amici e compagni, ma come avevo fatto io molti anni prima non aveva occhi per nessuno se non per Edward, lei invece non  aveva occhi se non per Jacob
Stava in mezzo agli umani senza problemi, la sua “fedina penale” era pulita
Renesmee andava a trovare Charlie anche da sola, ci fidavamo di lei.
Per non far insospettire Charlie sulle sue abitudini alimentari, aveva anche imparato a mangiare il cibo degli umani, certo non la faceva impazzire, ma mantenere l’anonimato agli occhi di Charlie era la priorità.
L’unica a non conoscere Renesmee era mia madre, non ci vedevamo dal giorno del matrimonio.
Ci eravamo tenute in contatto solo telefonicamente, lei e Phil viaggiavano molto nei periodi in cui il campionato era fermo.
Ero sicura che però avesse intuito qualcosa, ma non mi aveva mai chiesto niente, certo anche dopo la trasformazione non ero migliorata nel dire le bugie, ma finchè mia madre non mi chiedeva nulla, di certo non avrei toccato io l’argomento, anche se non mi piaceva nasconderle la verità, le avevo sempre detto tutto.
Certo avrei dovuto invitarla, non correva rischi, anche la mia “fedina penale” era pulita.
Comunque ero sicura che prima o poi la verità sarebbe venuta a galla, già sette anni prima aveva intuito il profondo legame che mi univa ad Edward, ,queste erano state le sue parole, avevo avuto i brividi lungo la schiena sentendo quelle parole, avevo pensato:< Ecco qui, mi ha  beccata!
Per lei ero un libro aperto, a differenza di quanto accadeva ad Edward, quando io non rimuovevo lo scudo dalla mia mente.
Mai avrei pensato che un paio di giorni dopo queste mie riflessioni, sarebbe arrivata.
Era una mattina molto calda e soleggiata per i canoni di Forxs.
Renesmee non era andata a scuola, ma non per questo era rimasta a casa, era andata di buon’ora a La Push,
Nonostante fosse per metà umana e come tutti loro sentisse il bisogno di dormire, erano poche le ore che trascorreva a letto
Era un sollievo che l’invisibile confine tra la zona vampira e zona dei licantropi fosse stata smantellata grazie all’imprinting di Jacob per lei.
Il legame che li univa era davvero fortissimo c’era già ancora prima che Renesmee venisse al mondo, erano inseparabili da quel momento.
Ogni momento in cui entrambi erano liberi lo passavano insieme, ero felice che finalmente anche Jacob avesse trovato l’amore e non soffrisse più a causa mia, se ripenso al male che gli ho fatto, povero Jake!.
Renesmee sin da piccola non amava cacciare, il sangue animale non le andava a genio, ma ciò nonotante non aveva mai attaccato nessuno, io ed Edward eravamo davvero fieri di lei.
Solo grazie a Jake per lei la caccia era un gioco, la necessità diventava una gara a chi abbatteva più animali, ma ovviamente contavano anche le dimensioni della povera vittima, tutto pur di far distrarre Renesmee dal pensiero che doveva cacciare e cibarsi di animali.
Era stata più volte in grado di far diventare le sue iridi nere come la pece, la necessità di bere spariva, è talmente testarda, Edward dice che somiglia a me.
Mentre una mattina mi esercitavo con Edward a spostare da me lo scudo che protegge i miei pensieri, suonarono alla porta.

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Capitolo 2
*** L'incontro ***


Quando aprì, rimasi sorpresa
«Bella sei tu!»
Mi affrettai a rispondere
«Mamma!»
«Bella!»
«Si!Sono io!»
Chissà come appariva di presenza la mia nuova voce a mia madre, chissà se ormai si era abituata, io no, ed erano passati ben sette anni dalla mia trasformazione, sarà che nella mia vita umana ero sempre stata “normale” ed adesso faticavo ad accettarmi, ad essere “perfetta”
Nel viso di mia mamma leggevo stupore, ma non paura, vedermi dopo sette anni e dopo la trasformazione, chissà che effetto avevo suscitato in lei!
Mentre io ero ancora intenta a studiare la sua reazione, mi abbracciò
«Bella, sei bellissima! Il matrimonio ti dona»
Penso che anche lei avesse intuito che era meglio non fare troppe domande, ed accettare le cose per come si presentavano
«Gra… graz… grazie»
Ero sorpresa!
Edward mi raggiunse e mi cinse a sé
«Buongiorno Edward»
«Buongiorno…..mam…mamma»
Non avevo mai visto Edward così tanto in difficoltà con le parole, se tutta la situazione non mi preoccupasse, riderei!
«Accomodiaoci in salone» Il suo tono era tranquillo come sempre
Nonostante fosse in difficoltà con le parole, riuscì come sempre grazie ai suoi modi che stregavano l’interlocutore a portare la discussione dove voleva lui il suo tono era tranquillo come sempre
Dopo una breve occhiata in salone, Renee chiese degli altri
Dopo una breve occhiata in salone, Renee chiese degli altri
«Dove sono tutti?»
«Oh mamma sono tutti fuori! Ma come mai sei qui?»
«Che c’è Bella? Perché sei agitata? Non ti fa piacere che io sia qui?»
Il mio tono di voce era teso e Renee se né accorse
«No…… Cioè, si, certo, è che…»
Ad un tratto sentì Edward che mi accarezzava la schiena, il suo tocco aveva il potere di farmi rilassare e dimenticare ciò che mi preoccupava.
«Renee» Disse ad un tratto Edward
«Dobbiamo parlarti di una cosa…»
«Lo so già! O meglio la immagino!»
Prima guardò me, poi Edward, un ampio sorriso le illuminava il viso
«Davvero?» Aggiunse Edward

«Ma si certo, era ora dopo sette anni, anzi cominciavo a pensare
che non volevate farmi,anzi farci diventare nonni»
Edward tratteneva il sorriso
«Mamma!»
«Bella tranquilla io sono qui mi prenderò cura di voi, senza contare che ci sono Esme, Alicee Rosalie, tu Edward stai tranquillo andrà tutto bene»
«Mamma, beh, ecco……io non sono……incinta»
«Ah! No!»
Renee era delusa, le si leggeva chiaramente sul viso, anche se tentava di nasconderlo
«Allora proprio non volete che io diventi nonna»
A questo punto intervenne Edward
«Renee… vedi tu sei già nonna>poi guardo me, mi strinse la mano e la baciò
Poi guardo me, mi strinse la mano e la baciò
Lo sguardo di mia madre era perplesso
«Si mamma è così!»
Quando si riprese dalla notizia ci guardò con sguardo accusatorio poi
«E dov’è la mia nipotina? Che aspettate a presentarmi lei o lui»
«Beh! veramente è una lei e si chiama Renesmee, ma la momento non è qui»
Aggiunse Edward
«Si, vedi mamma è fuori, ma tornerà presto»
«Bella,perché non mi hai detto nulla, cosa temevi? Mi sembra di averti dimostrato che non devi preoccuparti della mia opinione, sbaglio o non ti ho messo il bastone tra le ruote quando mi hai detto che ti saresti sposata, adesso mi tocca conoscere mia nipote dopo sette anni, povera piccola come la prenderà?»
«Beh!» Sul piccola mia madre in parte si sbagliava, infatti Renesmee aveva si sette anni, ma come Jake né dimostrava qualcuno in più, i numeri per la mia nuova famiglia non hanno mai avuto un gran significato. Ero talmente tesa che se i miei occhi avessero potuto versare ancora lacrime l’avrebbero fatto, quella situazione era surreale, per la tensione iniziai a stringere la mano di Edward con troppa forza!
Lui con il dorso della stessa mano stritolata nella mia morsa fece scorrere il suo dorso sulla mia guancia, «andrà tutto bene» Me lo sussurrò più volte ma non riusciva a calmarmi, un dettaglio mi distrasse, rispetto ai primi mesi la mia forza era diminuita, me né resi conto perché ricordai che dopo la trasformazione al mio risveglio quando con troppa foga strinsi Edward a me gli sentì dire «ahi!» Per la prima volta, ora invece non aveva battuto ciglio.
Dopo quel silenzio, che fù alquanto imbarazzante.
«Bella, Bella, pronto…»
«Si mamma, dimmi!»
«Dov’è la mia nipotina? Per non essere qui suppongo che o dorma o  sia fuori con Esme!
Comunque rimane il fatto ragazzi che sono davvero delusa da voi perché non me l’avete detto che ero nonna?
Anzi… Ho come l’impressione che fossi l’unica a non esserne al corrente vero! Sono sicura che Charlie sà tutto!»
Beh che Charlie sapesse tutto era vero, ed era anche un sollievo altrimenti non saremmo ancora qui! Mia mamma capì che ci aveva preso, ma sorvolò!
«Mamma, non sapevo come dirtelo!»
Se fossi stata ancora umana certamente avrei sudato freddo e sarei arrossita
«Bella mi offendi! Ti perdono solo perché me la presenti. Intanto che aspettiamo raccontatemi che si dice da queste parti e come sta Charlie?»
«Papà sta bene mamma, e qui è tutto solito»
Proprio in quel momento la porta d’ingresso si aprì e la voce melodiosa e da soprano di Renesmee chiamò: «mamma, papà»
Mia madre vedendomi alzare e vedendo voltare Edward verso il luogo di provenienza di quella voce rimase perplessa, i miei movimenti furono così veloci che mia madre rimase a bocca aperta e divenne ancora più perplessa, credo che a metterle qualche dubbio fosse stata anche la voce di Renesmee che non era esattamente quella di una bambina di sette anni, con sguardo indagatore scrutò prima Edward e poi me, intanto Renesmee era entrata in salotto
«Mamma lei è Renesmee» E la indicai
Mia madre era confusa
«Lei è tua nipote»
E la indicai
Mia madre era confusa
Mia mamma stava facendo la stessa cosa che aveva fatto Charlie quando gli avevo presentato Renesmee, stava cercando di darsi una spiegazione, faceva i conti e non le tornavano, com’era possibile che si trovasse dinnanzi a una diciassettenne? Nove mesi di gravidanza, anche considerando che fosse stata concepita subito dopo il matrimonio, o che io fossi già incinta quando avevo spostato Edward le cose non tornavano, avrebbe dovuto trovarsi dinnanzi ad una bimba di sette anni e non ad una liceale.
«Mamma so che c’è qualcosa che non ti torna, ma ti prego non farmi domande, è meglio per tutti»
Le si leggeva in volto che era sconvolta, mi sarei fatta dire da Edward quali fossero state le impressioni di mia mamma e che risposte si era data…
Edward mi strinse a sé
Renesmee che di solito preferiva sempre ”spiegarsi” usando il suo talento, questa volta capì che non era il caso farlo e con Renee parlò: «ciao!»
Renesmee era imbarazzata e per sfuggire allo sguardo di mia madre alzò gli occhi al cielo, era sorprendente quanto in quei momenti somigliasse ancora di più a Edward.
In un momento in cui mia madre osservava stupefatta Renesmee, Edward mi sussurrò
«Mi dispiace averti complicato così tanto la vita»
Lo guardai in cagnesco poi gli dissi:«smettila, non pensarle nemmeno certe cose, da quando, sei entrato a far parte della mia vita, da quel giorno ho iniziato a vivere davvero»
Rimase a guardarmi perplesso, continuai a guardarlo in cagnesco poi aggiunsi:« sai che noia sarebbe stato essere umani, così è più divertente»
«Bella!» Mi rimproverò bonariamente
 Mi lanciò un’occhiataccia, ma non riuscì a sostenerla a lungo di fronte al mio sorriso e sorrise anche lui.
«Che c’è! Ho detto solo la verità!»
«Ma se solo fossi stato umano, non avremmo avuto bisogno di ricorrere a bugie e sotterfugi»
Intanto Renesmee stringeva la mano di Renee e si erano allontanate, presa dall’apprensione mi stavo avvicinando, ma Edward mi fermò,
«Lascia che si conoscano, è tutto ok, stanno solo chiacchierando!»
Intanto casa stava iniziando a ripopolarsi Esme, Alice ed Emmett erano rientrati dalla caccia.
Non sò per quanto tempo Renesmee rimase con Renee, ma era tutto tranquillo e io ero meno tesa!
La giornata trascorse velocemente e visto la presenza di mia mamma dovemmo sforzarci tutti di comportarci maggiormente da umani, Esme aiutata da Alice cucinò, Emmett aveva iniziato ad apparecchiare, ma si vedeva che non lo faceva spesso così colse al volo l’occasione che gli si presentò quando entrarono Rosalie e Jasper,
Emmett gli andò vicino, lì guardò strizzando l’occhio poi disse: «abbiamo ospiti oggi si mangia, e voi dovete apparecchiare, ordini di Esme», intanto Alice ed Esme che avevano sentito risero, Rosalie rimase  perplessa a guardare Emmett,«si si, ho capito dai qua, ci penso io!»
Jasper intanto si era allontanato, pensava di essersela cavato, ma Rosalie lo chiamò schiarendosi la voce «ehm…guarda che oggi è il tuo turno per apparecchiare, quindi vieni qui»
Jasper, guardò Rosalie perplesso poi,«scusa mi ero dimenticato che oggi fosse il mio turno» e ghignò
La comitiva era allegra la giornata prometteva bene, nulla poteva andare storto!
Fù il pranzo più strano da quando ero diventata una vampira.
Tutto fù tranquillo e l’ora di pranzo trascorse velocemente non ci sforzammo troppo di essere umani, non c’era bisogno, Renee aveva capito!
Mi sentivo sollevata!Tutto andava per il verso giusto, i miei guai erano finiti davvero? Speravo di si, ma non ero certa della risposta!
Era un pomeriggio estivo, ma come al solito nuvoloso e freddo per la stagione, mentre ero seduta insieme a mia madre sul portico ad osservare il cielo, uno strano senso d’ansia mi pervase, Renee se né accorse e mi guardò fissa in viso, io per tutta risposta mi alzai e andai all’interno, era in corso una discussione bisbigliata tra Alice e Renesmee.
Nello stesso momento in cui arrivai, Edward era dietro di me, il viso scuro, severo, già sapeva, lo guardai curiosa in volto, ma era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse che lo guardavo!
Alice e Renesmee sparirono, Edward era ancora in ascolto dei loro pensieri, ma adesso che sapevano di essere controllate avevano cambiato argomento, stavano decidendo se andare a caccia.
Io avevo sentito qualcosa ma non avevo potuto prestare molta attenzione alla conversazione tra mia figlia e mia cognata…

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