L'Ultima Discendente dei Black

di DumbledoreFan
(/viewuser.php?uid=13062)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Conoscenze al n°4 di Privet Drive ***
Capitolo 2: *** Convivenza forzata...o quasi! ***
Capitolo 3: *** Due strade divergevano nel giallo bosco... ***
Capitolo 4: *** Resisti...devi solo arrivare al primo di settembre... ***
Capitolo 5: *** IO ERO UNA BLACK! ***
Capitolo 6: *** Never say thanks! ***
Capitolo 7: *** Mentire è un'arte, e non tutti sono artisti! ***
Capitolo 8: *** Che l'avventura abbia inizio! ***
Capitolo 9: *** Non svegliare il Black che dorme!! ***
Capitolo 10: *** Io non faccio mai niente per niente! ***
Capitolo 11: *** Serpi che pungono... ***
Capitolo 12: *** Richiesta inaspettata... ***
Capitolo 13: *** Maledetta, Maledette, Maledetto... ***
Capitolo 14: *** Cosa tramano le Serpi?! ***
Capitolo 15: *** 'Cause Slytherins do it better!!! ***
Capitolo 16: *** Uomo di parola... ***
Capitolo 17: *** C'è sempre una prima volta... ***
Capitolo 18: *** Lontano dagli occhi, lontano dal cuore... ***
Capitolo 19: *** Beginning's Party ***
Capitolo 20: *** ...alla fine, tu preferisci me a lui. ***



Capitolo 1
*** Conoscenze al n°4 di Privet Drive ***


Ciao a tutti! Beh, Venerdì sera, mi è venuta un'illuminazione, l'ispirazione per scrivere una storia diversa, completamente fuori dai miei standard, e di creare un personaggio opposto ai miei ideali. Una ragazza cattiva, rabbiosa, sarcastica, purosangue, potenziale mangiamorte, irriverente, sfacciata, arrogante, con una storia alle spalle moooolto interessante, che si ritroverà davanti ad un bivio. Due strade divergevano nel giallo bosco... diceva qualcuno!! Un intreccio d'intrighi, pregiudizi, cambiamenti, lotte, e scelte. E' la prima volta che mi cimento nell'inventare un personaggio del genere, che sta dalla sponda opposta, quindi siate clementi!! Vi lascio al primo capitolo!Bacioni, vostra Alexa!

Poggiai rumorosamente la testa contro lo schienale di pelle di questo strano mezzo di trasporto babbano. Taxi, mi pare che si chiamasse. Il ciuffo corvino mi finì sugli occhi, e lo scansai indispettita. Puntai gli occhi sul panorama che saettava veloce al di fuori del finestrino appannato dalla pioggia. Quella pioggia gentile e leggiadra, le cui gocce s’infrangevano soavemente sul vetro, dando quella sensazione di freschezza e purezza che solo la pioggia, incontaminata e semplice, sapeva dare, insieme a quel tocco di poesia e innocenza. Lacrime di angeli disperati nel vedere le cattiverie del mondo, e desiderosi di voler purificare il pianeta dalla malvagità e dalla crudeltà. Illusi, gli angeli. Il male aveva messo le radici, nel mondo, e forse, anche un po’ in me. Ma il mio non era male. Era rabbia, frustrazione, solitudine, dolore, voglia di vendetta, di riscatto. Forse, magari, anche di un po’ di felicità. Chiusi gli occhi sospirando, poi li riaprii e con tono freddo e un po’ disgustato mi rivolsi all’autista.
“Quanto manca?” chiesi scocciata. L’uomo mi guardò dal lunotto dell’auto.
“Abbia pazienza, Signorina…” rispose, tornando a posare lo sguardo sulla strada. Io di pazienza ne avevo avuta anche troppa. E’ da quando sono nata che mi sento dire che devo avere pazienza, che prima o poi si sistemerà tutto, che è solo questione di tempo. Ma io sono stanca di aspettare. L’ho fatto per 16 anni, ora è venuto il momento di agire. Ora che è troppo tardi. Posai gli occhi sulla gabbia coperta da un velo nero, che mi sedeva accanto. Dentro, riposava il mio falco, Andromeda. Ovviamente ben nascota dallo sguardo indiscreto e stupito di quelli sciocchi babbani. Stesi i piedi, poggiandoli sul sedile di fronte al mio, e appoggiai la testa sul pugno chiuso. Fuori dal finestrino si scorgeva un susseguirsi di paesaggi tipicamente inglesi, grandi prati verdi smeraldini e cieli ombrosamente grigi. Ci addentrammo in alcuni quartieri fatti di case quadrate molto curate, e molto uguali fra di loro, fino a fermarci davanti una di esse. Lessi nell’indicazione “Privet Drive n° 4”
“Siamo arrivati” asserì l’autista.
“Ma va? Non me ne sarei mai accorta!” fu la mia tagliente risposta, mentre mi accingevo ad uscire. Presi la gabbia fra le braccia e sentii il cinguettio contrariato allo spostamento di Andromeda.
“Eh stai buona!” le intimai mentre la posavo a terra, e andavo a prendere il baule nella bauliera (scusate l’involontario gioco di parole! ndA). Lo tirai fuori con fatica, ma respinsi l’aiuto dell’uomo quando me lo porse. Sono sempre stata abituata a cavarmela da sola, non ho mai avuto bisogno dell’aiuto di nessuno, ora meno che mai. Posai i miei bagagli sul marciapiede e unii le braccia sotto al seno. L’autista mi salutò e, dopo essere salito nuovamente in macchina, si dileguò. Non lo considerai nemmeno, ero troppo intenta a chiedermi cosa diavolo ci facessi qui, sola, davanti ad una casa sconosciuta, miglia lontana da casa. Stavo per prendere la mia Firebolt ed andarmene, quando una voce mi riscosse dai miei pensieri.
“Bonsoir Mademoiselle…perdoni il mio ritardo”
Mi voltai di scatto, la mano premuta sulla tasca interna del mantello, dove tenevo la bacchetta, e vidi un uomo molto alto e magro, coperto da una sfavillante veste bordeaux, con degli intensi occhi azzurri dietro una montatura a mezzaluna, e una lunghissima barba argentea. Incarcai le sopracciglia e ghignai.
“Albus Silente…è lei che dovevo incontrare?” chiesi quasi delusa.
“Temo proprio di sì…” mi rispose sorridendo, e porgendomi la mano. Io lo guardai scettica e non mi mossi da com’ero.
“Che ci faccio qui?” domandai scontrosa.
“L’ho chiamata per discutere di alcuni affari riguardo…”
“La so quella storia, si risparmi la pantomima. Intendevo cosa ci faccio in questo posto babbano!!”
Silente mi guardò al di sopra degli occhiali a mezzaluna, e poi annuì.
“Devo prendere un ragazzo”
“Chi?”
“Com’è impaziente Mademoiselle…lo scoprirà a momenti!”
Misi le braccia sui fianchi e lo fulminai con lo sguardo. Non sopportavo sentirmi dire che ero impaziente, dopo tutto il tempo che avevo aspettato in silenzio, senza pretendere niente, stando nell’ombra, adattandomi alla situazione che la vita mi aveva posto davanti. L’uomo si avvicinò alla porta dell’abitazione, e con un gesto della mano, fece segno di seguirlo. Mi avvicinai a lui, e aspettai che bussasse. Dopo che lo fece, passarono alcuni istanti, prima che la porta con l’insegna di ottone che diceva “4” si aprisse, lasciando scorgere la figura di un ragazzo della mia età. Aveva dei folti capelli mori, spettinati ed indomabili, era alto e aveva un fisico tonico e asciutto, visibile da sotto la maglietta di cotone e i jeans scoloriti. Contornati da un paio di occhiali rotondi, c’erano due grandi occhi smelardini, intensi e profondi, quasi magnetici. Dalla frangetta scomposta si poteva intravedere una cicatrice a forma di saetta. Non ebbi dubbi sull’identità di quel ragazzo: Harry Potter.
“Professor Silente!” esclamò quest’ultimo in direzione dell’uomo che stava al mio fianco, per poi posare il suo sguardo di speranza su di me. Io ricambiai l’occhiata gelidamente, e lo fissai con astio.
“Buona sera Harry! Sono abbastanza sicuro che tu abbia ricevuto la lettera con l’avviso che sarei venuto da te stasera…” esordì Silente.
“Certo Professore” rispose il ragazzo, senza staccare lo sguardo dal mio, che non accennava minimante ad abbassarsi.
“Allora presumo che tu abbia preparato tutta la tua roba…” continuò il vecchio dalla barba argentea. Potter finalmente spostò gli occhi su quest’ultimo, e fece un’espressione imbarazzata.
“Quasi Signore…”
“Bene, allora ti conviene andare a finire di sistemare il tutto, mentre io scambio due parole con i tuoi adoraboli zii…dove sono?”
“Di là in salotto!”
“Perfetto…sbrigati, mi raccomando” e detto questo, Silente si avviò verso la stanza a sinistra del corridoio, e chiuse la porta energicamente. Lo sguardo del “Prescelto” (così lo chiamavano ora su tutti i giornali) si posò nuovamente su di me, stavolta molto più interrogativo.
“Hai una faccia familiare…” mi disse pensieroso.
“Anche tu…di questo periodo sei su un giornale sì, e su un giornale sì…” risposi tagliente e sarcastica, mentre portavo le mani sui fianchi. Il moro ridacchiò appena, e mi porse la mano.
“Piacere, io sono Harry…”
Lo guardai inarcando i sopraccigli, e non mossi le mani dalla loro posizione.
“Che sarà un piacere, lo dici te…”
Questa volta il ragazzo sembrò non gradire la battuta, e riportò la mano stesa lungo la vita, guardandomi male.
“Io spero che sarà un piacere…” ribattè quasi offeso.
“Dubito…” continuai scocciata.
“Come ti chiami?” mi domandò curioso.
“Cazzi miei! Ora, non hai da preparare le tua cose? Datti una mossa, io non voglio stare qui tutta la sera!” feci acida e scorbutica.
“E’ questo il punto! Che ci fai qui stasera?!” ribattè deciso.
“Silente non ti ha detto di me?”
“Se te lo sto chiedendo, evidentemente no…”
Fissai il bambino-che-è-sopravvissuto per qualche attimo, prima di scoppiare in una risata fradda e algida, quasi terrificante, completamente priva di allegria.
“Allora preparati, Potter…” esclamai glaciale. Il moro mi lanciò uno sguardo confuso, prima di salire le scale e dileguarsi dal mio campo visivo. Io mi appoggiai stanca sullo stipite della porta. Guardai distrattamente l’orologio che tenevo al polso. Le undici e un quarto. Sbuffai mentre aspettavo. Dal salotto finalmente si affacciò Silente.
“Per favore, puoi andare su da Harry e dirgli che dovrà portarsi anche il libro di Pozioni? Grazie…” disse l’uomo, prima di ritornare dentro la stanza, senza darmi tempo di ribattere e rifiutare. Mi diressi irritata al piano superiore, e scorsi subito la stanza di Potter, che era la prima a destra. Tirai un colpo alla porta con le nocche ed entrai nella camera del ragazzo.
“Ha detto Silente che devi portare il libro di Pozioni…” feci appogiandomi alla parete. Il moro chino sul baule alzò lo sguardo su di me.
“Ma io non l’ho preso il libro di Pozioni! Ai G.U.F.O sono passato con O, Piton non mi ammetterà mai alla sua classe…”
“Senti, le tue insulse ragioni non m’interessano, quindi smettila di tediarmi con la tua voce da Grifondoro…io ho solo riferito quello che mi ha detto il vecchio, se tu hai qualche problema tienitelo per te, nella tua anima da eroe patetico e incompreso…” gli sputai addosso ostilitò e odio. Potter mi fissò furente e la sua reazione mi stupì non poco. Con uno scatto fulmineo si avvicinò a me e mi spinse al muro con forza, intrappolandomi fra le sue braccia, e avvicinando minaccioso un dito al petto.
“Stammi bene a sentire piccola serpe! Mi sono già rotto le palle di te e delle tue battutine acide! Non ti conosco nemmeno, non so come ti chiami e non ti avevo mai vista prima, e già dopo cinque minuti che ci conosciamo mi vieni contro come se ti avessi fatto chissà quale cosa atroce! Mi vuoi spiegare che cazzo c’hai contro di me?!” mi urlò contro iracondo. Lo guardai impassibile, poi sul mio volto si aprì un sorrisino di scherno.
“Hai tirato fuori le unghie, a quanto vedo….” risposi divertita. Lui non si mosse da lì, e continuò a fissarmi male. Decisi che avevo voglia di giocare un po’. Gli misi le mani sul petto e il mio sguardo da astioso si trasformò in malizioso.
“Ho fatto arrabbiare il grande Harry Potter….sei sicuro di avermi sbattuto al muro solo per minacciarmi, o avevi qualcos’altro in mente?” la mia voce era strascicata e seducente, le mie mani passavano lenti e esasperanti sul suo petto, per poi scendere sulla sua vita, sulla pancia e sul basso ventre. Lo sguardo del ragazzo ora era sorpreso e divertito allo stesso tempo, la sua espressione si era addolcita. Uomini! Bastano due moine e perdono la testa!
“Cos’hai tu, in mente…” ribattè il ragazzo con uno strano sorrisino accondiscendente stampato fra le sue labbra sottili. Mi ci avvicinai pericolosamente fino a che i nostri nasi si sfiorarono.
“Qualunque cosa abbia in mente, accetterebbe, Signor Potter?”
Il suo sguardo era diventato più voglioso, e si morse il labbro inferiore.
“Direi di sì…” soffiò piano. Gli sorrisi e riportai le mani sul suo petto. Poi, dopo qualche istante, premetti su esso, e con forza lo allontanai.
“Mi dispiace per te allora…ma io in mente non ho nulla! I Grifondoro mi fanno ribrezzo! Muoviti con quei bagagli, mi sono stufata di stare in questo posto babbano…” esclamai tornando ad avere un tono gelido e ostile. Senza permettergli di rispondere, mi precipitai fuori dalla stanza sbattendo la porta alle mie spalle. Scesi velocemente le scale e tornai ad aspettare alla porta. Dopo qualche minuto, Potter scese trascinandosi dietro il pesante baule. Lo guardai storta mentre scendeva provocando un gran trambusto, le braccia conserte al petto. Arrivato in cima agli scalini, fece cadere poco delicatamente la valigia e sbuffò sedendocisi sopra. Non mi guardava, ma fissava un punto indefinito della stanza. Aveva stampata in volto, l’espressione di uno che gli rode di esser stato fregato così deliberatamente. Finalmente la porta del salotto si aprì e ne uscì un pimpante Silente, che ci sorrise benevolo. Ma quell’uomo sorrideva sempre? Tra un po’ gli sarebbe presa una paresi facciale!!
“Harry, ho spiegato ai tuoi zii che la prossima estate dovrai tornare da loro, fino al compimento dei tuoi 17 anni, per tenere vivo l’incantesimo di tua madre…sono stato chiaro?” spiegò il vecchio, pacato.
“Certo Signore!” rispose prontamente Potter.
“Ora possiamo andare…” fece Silente, aprendo la porta alle mie spalle.
“Alleluja!” esclamai findandomi fuori da quella casa. I miei bagagli erano ancora sul marciapiede, e Andromeda dalla gabbia gracchiava stufa di stare rinchiusa.
“Andromeda, smettila di lamentarti! Tra un po’ ti faccio uscire!” esclamai tirando un colpetto alla gabbia.
“Andromeda?” chiese il vecchio incuriosito.
“Coincidenza o nome voluto di proposito?”
“Entrambi i casi…” risposi con una piccola nota di malinconia nella voce.
“Scusate, ma io non ci sto capendo più niente! Professore, mi vuole spiegare cosa succede?” fece Potter stanco.
“Credo che sia arrivato il momento delle presentazioni…Mademoiselle, può gentilmente rendere noto il suo nome?” continuò l’anziano Professore. Sbuffai contrariata, e dissi acida.
“Allora, mettiamo le cose in chiaro!Primo, la smetta di chiamarmi Mademoiselle! La Francia l’ho sempre odiata, e anche se ci vivevo, non voglio portarmela dietro! In oltre, parlo l’inglese meglio di tutti e due messi insieme! Secondo, basta con questi insulsi convenevoli che mi stuccano!Terzo, smettiamola con tutta questa farsa intorno al mio nome!”
Ci fu un attimo di silenzio, in cui Silente mi guardò con i suoi occhi penetranti che parevano volessero trapassarmi l’anima, e fui costretta ad abbassare lo sguardo.
“Harry, sono lieto di presentarti Siria Black”


Uhuuuuuuu!!! Siria Black!! Semplice somiglianza, coincidenza, o qualcosa di più?? Beh, dovrete aspettare il prossimo capitolo per i chiarimenti!! Hahaha me perfida!! Bene, allora che mi dite?? Vi piace la storia? Com'è come inizio?? Sono novellina in questo campo, ho bisogno di giudizi!! Quindi, per favore: RECENSITE!!!
Grazie a tutti quelli che hanno letto, che hanno intenzione di continuare a farlo, e che lasceranno delle recensioni! Bacioni a tutti!
...---*Alexa*---...
Ps: Sto mandando avanti già un'altra storia, una Draco/Hermione intitolata "Il Piccolo Principe" quindi questa storia non potrà essere aggiornata con costanza perchè la D/Hr ha la precedenza!
Pps; Per chi legge la mia FF "Il Piccolo Principe", non si preoccupi! Ho avuto questo sbandamento momentaneo, ma domani la aggiornerò e le darò sempre la precedenza, don't worry! Bacioni!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Convivenza forzata...o quasi! ***


Ciao a tutti!! Bene, eccomi con il secondo capitolo della mia FF! Qui verrà chiarita la storia di Siria, e ci sarà un dibattito molto acceso con Harry! Oddio, mi sento così in colpa a trattarlo male, il mio povero pasticcino! Va beh, la smetto!! Spero che anche questo chap vi piaccia!Buona lettura!

“Siria Black?!” chiese confuso Harry, guardandomi stralunato.
“Che significa?” continuò perplesso.
“Certo, tanto fenomeno, salvatore del Mondo Magico, ma perspicacia zero!” esclamai pungente. Il moro mi fulminò con lo sguardo.
“Credo che questo non sia il posto adatto per parlarne…” s’intormise Silente, tirando fuori la bacchetta. Con un tocco leggiadro fece sparire tutti i nostri bagagli.
“Dove li ha mandati?” chiesi prontamente.
“Non si preoccupi, li raggiungeremo subito…nessuno dei due sa materializzarsi, giusto?? No, infatti…allora avvicinatevi e tenetevi stretti a me…” spiegò il vecchio. Un po’ titubante mi avvicinai e gli cinsi il braccio. Potter fece lo stesso dall’altra parte. Aspettai qualche attimo, poi sentii uno strappo allo stomaco, e ebbi la sensazione di non respirare. Entrai in una specie di vortice. Dopo alcuni istanti il vortice svanì e un’ondata di aria fresca m’invase i polmoni. Aprii gli occhi che avevo chiuso in precedenza, e mi ritrovai in una stradina buia con alcune case cupe. Alzai lo sguardo sul cartello che diceva il nome della via.
“E’ questa Grimmuild Place?” chiesi stranita. Cercai il numero 12, ma all’inizio non lo scorsi. Poi, tra il numero 11 e il numero 13 si fece spazio un’altra casa, molto più vecchia, cupa e tetra. Sulla porta di legno massiccio c’era una targa arrugginita con impresso il numero 12.
“Sì, esattamente…” rispose Silente. Ci avvicinammo all’ingresso, e il vecchio aprì la porta, facendoci entrare. L’ingresso era stretto e scuro, quasi inqiuietante. Su una parete c’era una tenda che copriva una parte del muro. L’uomo dalla barba argentea ci fece strada e ci condusse in un ampio salotto con un grande camino. Mi guardai intorno curiosa. Quella era la casa dei miei avi, dell’Antichissima Casata dei Black. Potter si buttò poco delicatamente su una poltrona.
“Allora, che ci facciamo qui?” chiese voglioso di chiarimenti. Mi misi a sedere su un divano di pelle nera, Silente si sedette accanto a me.
“Mi sa che c’è qualcuno che ha una storia da raccontare…” disse guardandomi intensamente.
“Considerando che quella di Potter e del suo sfregio la conoscono tutti, suppongo che sia la mia…” risposi sarcastica.
“Come ti ho già detto, il mio nome è Siria Black, e se fossi un po’ più perspicace avresti già capito che…” feci un attimo di pausa, guardando fissa il moro dagli occhi smeralndini, che era notevolmente perplesso.
“Che io sono la figlia di Sirius Black”
Il silenzio calò immediatamente nella stanza. Potter mi guardò con tanto d’occhi, e si aprì in un’espressione completamente sbigottita. Cominciò a boccheggiare, balbettando frasi incomprensibili. Sbuffai sonoramente mentre mi buttavo all’indietro con la schiena.
“Che…che cosaaaaaaaa?” riuscì finalmente ad esclamare (quasi urlare).
“Cos’è, sei anche sordo ora, oltre che sfregiato?!”
Il ragazzo rimase ancora un altro po’ attonito, poi scosse il capo e disse.
“Non è possibile…non è possibile…Sirius mi avrebbe parlato di te, e sicuramente avrebbe fatto di tutto per starti vicino…”
“Tutte e tre le tue affermazione, sono errate…possibile è possibilissimo, la prova del fatto ti siede davanti (purtruppo)…mio padre non avrebbe mai potuto parlarti di me, e scommetto che non avrebbe assolutamente fatto di tutto per starmi vicino, anzi…”
“Perché non avrebbe potuto parlarmi di te?”
“Molto semplice…” risposi, prendendo coraggio, ma soprattutto, cercando di controllare l’istinto di rabbia incontrollabile che mi persuadeva ogni volta che parlavo di mio padre.
“Lui non sapeva della mia esistenza”
“Come non sapeva della tua esistenza??”
“No, Potter…lui non sapeva di me” ripetei calma, respirando a fondo.
“E perché, scusa?” mi chiese sempre più sconcertato.
Mi alzai in piedi e gli voltai le spalle. Mi avvicinai alla finestra che dava sul vicolo tetro, dove una lugubre nebbiolina ormai familiare aleggiava nell’aria. Sentii gli occhi bruciare, ma non potevo permettermi di piangere. Ero stufa, stufa di dover star male per quell’uomo orribile di cui portavo il nome, e non solo. Tutti questi anni passati a chiedermi chi fosse mio padre, per poi, stanca di porre domande e non avere mai risposta, ritrovarmi davanti alla crudele verità.
“Mia madre non gli ha detto nulla della sua gravidanza nata da una notte con lui, alla fine del loro settimo anno a Hogwarts. Mia mamma era follemente innamorata di Sirius. Per questo, gli ultimi giorni di scuola, non rifiutò le sue avances. Ma il giorno dopo, lui la liquidò con un “Scusa, ma sei stata una delle tante”. Ma mia madre era talmente innamorata di lui, che per lei quella notte bastò. Anche se l’aveva usata solo perché era in astinenza, ed era la prima ragazza che gli era capitata a tiro, per lei andava bene così, e quella notte fu il momento più bello della sua vita. L’amore è una cosa orribile. Ti fa perdere la cosa più importante per ognuno di noi: la dignità. E un uomo o una donna senza dignità, non valgono niente, e fa bene la gente a usarli, se lo meritano. Le ucciderei tutte, le persone senza dignità, senza orgoglio. E anche le persone innamorate. Illuse, patetiche, pietose. Mio padre era una persona orribile, traditore del sangue puro, un Grifondoro mischiato a tutta la feccia, e ha fatto una cosa orripilante, per questo alla notizia che era morto, non ho fatto nemmeno una piega. Anzi, forse mi sono rallegrata. Ma la peggiore è stata mia mamma, che si è lasciata usare come fosse stata una bambolina. E non si è ribellata minimamente, anzi, lo ha anche ringraziato della stupenda notte passata insieme. Mi vergogno di essere figlia loro” questo fiume di parole fuoriuscì dalla mia bocca come veleno dalla bocca di un serpente. Senza che io riuscissi a vederlo, Silente mi guardò quasi spaventato. Sentii Potter alzarsi dalla poltrona.
“Le tue parole sono terrificanti, lo sai?”
Mi voltai interrogativa verso il ragazzo, che mi guardava con un misto di rabbia, paura, e incredulità.
“Una ragazza di 16 anni non può essere così cattiva…tu non puoi essere la figlia di Sirius. Lui non era così. Era una persona fantastica, mi voleva bene come nessuno me ne ha mai voluto, e sono certo che se avesse saputo di avere una figlia, sarebbe venuto in capo al mondo per trovarti!”
Mi avvicinai con sguardo astioso al moro. Lo fissai per qualche istante.
“Sei un illuso, Potter. Sei un illuso perché ti sei fermato alle apparenze con mio padre, e anche tu sai com’era quando andava a scuola. Sei un illuso perché credi in tutti quegli stupidi principi che ci rifilano per farci crescere buoni, come l’amore e l’amicizia, ma non sanno che nella vita i buoni non ci guadagnano mai, che non siamo in una storia, e che nella realtà, non è sempre il bene che vince! Sei un illuso perché credi di aver avuto la vita più brutta del mondo, perché credi di aver sofferto solo tu e che tutti devono compatire il povero bambino-che-purtroppo-è-sopravvissuto!!Sei un illuso perché credi di essere il salvatore del mondo magico, l’unico su cui la gente deve fare affidamento, l’unico che riuscirà a sconfiggere l’Oscuro Signore! Beh, sai che ti dico? Io odio gli illusi!” gli sputai addosso iraconda. Ci scambiammo ancora qualche sguardo di fuoco, prima che Silente s’intromise.
“Ragazzi, adesso smettetela! Non siamo qui per litigare! Ora che la Signorina Black ti ha raccontato la sua storia, possiamo discutere di quello che c’è da discutere! Risedetevi, per favore…”
Ubbidimmo alle parole del vecchio, e ci rimettemmo a sedere.
“Quando Sirius è morto, ha lasciato in eredità questa casa a Harry, ma la Signorina Black, essendo la figlia diretta…”
“E illegittima…” precisai, ma Silente m’ignorò.
“Avrebbe lei diritto alla casa…e visto che dubito che voi due potrete mettervi mai d’accordo, stavo pensando che la soluzione migliore sarebbe stata dare la casa ad entrambi” completò poi quest’ultimo.
“Ehi, ehi, frena! Io devo dividere la casa dei miei avi, della Nobile e Antichissima Casata di Black, una delle famiglie più pure dell’Inghilterra, con il Signor Ho-Uno-Sfregio-Sulla-Fronte-E-Per-Questo-Sono-Famoso?!?! E’ uno scherzo, spero!!” esclamai indignata.
“Senti Miss Frigidezza, neanche per me è un piacere dividere la casa del mio padrino con una come te!!” ribattè Potter.
“La casa del tuo padrino? Ma se a sedic’anni se n’è andato per stare con quei Potter…”
“Ci credo, tua nonna era una befana!!”
“Non parlare così di mia nonna, era una grande donna, con l’unico difetto di aver fatto un figlio traditore!”
“Grande donna, certo, ha ripudiato tuo padre e sua cugina Andromeda dalla famiglia solo perché volevano scegliersi il proprio destino da soli!”
“Ha fatto bene, il primo era un laido e la seconda una debole!Non meritavano di essere dei Black!”
“Ah sì? Allora perché hai dato il suo nome al tuo falco?! Sei talmente inculcata di pregiudizi che non riesci nemmeno ad ammettere che tutto quello che dici sono cavolate in cui nemmeno tu credi!!”
“Basta ragazzi!!” urlò Silente, ponendo fine alla discussione fra me il moro.
“Basta con queste sciocche discussioni! La casa spetta di diritto a entrambi, quindi non vedo altra scelta!”
Ci fu un attimo di estenuante silenzio. Quell’uomo riusciva ad essere più carismatico di quanto potessi immaginare. Poi, Potter parlò.
“Scusa, Signorina-Sono-Cattiva-E-Me-Ne-Vanto, ma come fai a sapere tutte quelle cose sui Black, e sulla storia di tua madre, se vivevi in Francia?”
“Prima di tutto, il tuo sarcasmo è pessimo, e secondo, sulla famiglia Black mi sono documentata nella mia biblioteca di casa, dove c’erano esclusivamente documenti inglesi, e molte cose le ho estrapolate dalla mente di mia madre…” spiegai riluttante al ragazzo.
“Estrapolate?? Sai usare la Legilmanzia?”
“Molto meglio di quanto tu possa mai immaginare…”
“Modesta…”
“Simpatico…”
“Non ricomincerete ora, spero!” fece prontamente Silente, facendomi quasi sorridere. QUASI! L’uomo dalla barba argentea si alzò e ci scrutò intensamente per qualche istante, poi disse.
“Bene, ora io devo andare…questa casa è abbastanza sicura per proteggervi, ma manderò immediatamente delle scorte…mi raccomando, non uccidetevi in questi giorni di convivenza!”
Silente ci fece l’occhiolino. Io sbuffai.
“Ci proveremo…” fu la mia sagace risposta. L’anziano mago ci salutò  e sparì dopo un familiare “crac”. Io e Potter ci guardammo in cagnesco, scocciati da questa convivenza forzata.


Bene, se siete arrivati a leggere fino a qui, vi ringrazio!! Vi sarei immansamente grata se mi faceste sapere cose ne pensate, quindi RECENSITE PER FAVORE!
Inoltre ringrazio tanto Azusa92, Eleanor_2931 e anele87 per le recensioni!! Continuate a seguirmi!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Due strade divergevano nel giallo bosco... ***


Buona sera (ok, quasi notte!) a tutti! Eccomi con il terzo capitolo della mia insolita FF! Ho notato che molti hanno letto, ma che nessuno mi ha recensito lo scorso chap!!! Sigh, sigh che tristezza!! Sono abituata troppo bene con l'altra mia FF, dove ho subito tanta recensioni, per questo mi sono rattristita tantissimo!! Sigh sigh...va beh, lasciamo perdere va...comunque, vi lascio a questo nuovo capitolo, che considero notevolmente intenso! Bacioni a tutti!

Mi alzai e con passo deciso mi posizionai di fronte a Potter.
“Mettiamo subito le cose in chiaro, io e te! Per vivere con me, ci vogliono delle condizioni!”
Il moro si alzò e si mise la mani sui fianchi, guardandomi con strafottenza.
“E cioè?”
“Devi avere rispetto per la mia famiglia, la cui casa ti ospita gentilmente…devi adattarti alle mie abitudini e fare quello che ti dico io…”
“Sei sicura di essere imparentata con Sirius e non con Hitler?”
“Con chi??” chiesi interrogativa. Lui scosse il capo.
“Niente, lascia perdere…” disse, girandosi e incamminandosi verso la porta.
“Va bene, cercherò di stare alle tue “condinzioni” per avere una vita pacifica…ma anche tu devi smetterla con le tue pessime battutine! Eh, nella vita è un dare e un avere!” esclamò il ragazzo ghignando.
“Mmm…” mugugnai con le braccia conserte al petto.
“Lo prendo per un “va bene”…” fece con una nota di divertimento nella voce, prima di uscire dal salotto. Sbuffai sonoramente e decisi di fare un giro panoramico della casa. Uscii dalla stanza e cominciai a salire le scale scricchiolanti, con cautela, osservando centimetro per centimetro.  Curiosai fra le stanze da letto, finchè non trovai una camera con attacato alla parete un grande arazzo verde, sbiadito e liso, addirittura un po’ mangiucchiato, che ritraeva molti volti e nomi. In alto c’era una ricamatura fatta con un filo dorato ancora luccicante, che diceva:
La Nobile e Antichissima Casata dei Black. “Toujours Pur”
Fissai con curiosità crescente l’albero genealocigo della mia famiglia, che risaliva addirittura al Medioevo. Lessi con attenzione la maggiorparte dei nomi. Avevo trovato la biografia di molti di essi nelle mie librerie. C’era Phineas Nigellus, che è stato uno dei più seri Presidi di Hogwarts della storia. Voleva togliere la possibilità ai mezzosangue di essere ammessi alla scuola…e la zia Araminta Milliflua! Grande donna! Voleva rendere legale la caccia ai babbani…peccato non ci sia riuscita!Posai le dita affusolate sulla superficie di stoffa, e scesi piano piano, scorrendo dai più antichi avi ai più recenti parenti. Ad un tratto, l’indice si scontrò con un cerchietto bruciacchiato. Lessi sotto il nome “Sirius”.
“Tua nonna lo ha fatto, quando è scappato di casa…che donna deliziosa”
Con uno scatto repentino mi voltai verso la voce che aveva parlato. Harry Potter era appoggiato allo stipite della porta, le braccia incrociate sul petto. Lo fissai inarcando le soprecciglia.
“Proprio deliziosa…ha fatto bene, comunque…” ribattei tornando ad osservare l’arazzo. Potter mi si avvicinò cauto.
“No invece…e tu lo sai…” disse calmo, affiancandosi a me. Poi indicò un altro cerchietto bruciato fra due ragazze di nome Narcissa e Bellatrix. Sotto c’era scritto “Andromeda”.
“Sirius mi disse che era la sua cugina preferita…”
“Sarà, ma non era tanto normale…ha sposato un babbano!Che atrocità!”
Il moro continuò a tenere lo sguardo fisso sull’albero genealocigo, e sembrò quasi ignorarmi. Poi m’indicò un altro nome. Regulus Black.
“E’ morto perché si era unito a Voldemort, ma poi ha avuto paura e si è tirato indietro. E sai com’è, a Voldemort non si possono dare le dimissioni. E’ un servizio a vita, o a morte”
“Sei molto coraggioso a pronunciare il Suo nome…” gli feci con una nota di sarcasmo nella voce. Lui scosse il capo.
“Non capisco perché bisogna avere paura di chiamarlo con il suo nome….in fondo, la paura di nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa”
“Quindi, mio zio era un Mangiamorte?”
“Già…che atrocità!” disse il moro, ma sorrise nel farlo. Io lo fulminai con lo sguardo, per poi riposarlo sul grande arazzo. Mio zio non aveva avuto figli.
“Un momento…se non ho cugini, questo vuol dire che io…” mi fermai un attimo, e fissai intensamente gli occhi smeraldini di Potter.
“Che io sono l’ultima discendente diretta della famiglia Black…” continuai in un soffio. Il ragazzo annuì con il capo. Tornai a osservare il cerchiatto bruciacchiato dove doveva esserci la figura di mio padre. Sotto il suo nome c’era una targhetta vuota, e subito dopo una linea con un cerchietto e un’altra targhetta vuota, con l’eventuale posto per altre. Ci passai le dita sopra. Lì avrei dovuto esserci io.
“Non credi che sia venuto il momento di aggiungere un nome lì?” mi fece inaspettatamente il moro. Lo guardai interrogativa, ancor di più quando andò verso uno scrittoio lì di fronte, e mi porse penna e inchiostro. Presi la piuma e la intinsi, poi un po’ titubante l’avvicinai all’arazzo, e subito l’inchiostro impregnò la stoffa. Scrissi a grandi caratteri il mio nome. Poi lo guardai storcendo il capo, e un lieve sorriso si fece spazio fra le mie labbra. Ora anche io ero insieme a tutti gli altri Black.
“Dovresti mettere anche il nome di tua madre, mi sa…” continuò Potter.
“Non credo sia necessario…anzi, non credo che se lo meriti…” risposi leggermente disgustata nel pensare a mia madre fra tutti i Black.
“Non puoi biasimare tua madre, era solo una donna molto innamorata…”
“La biasimo proprio per quello! E non voglio sporcare l’arazzo della Nobile e Antichissima Casata dei Black con il suo nome”
Il ragazzo sospirò, poi annuì.
“La famiglia è la tua…l’arazzo è il tuo…facci quel che vuoi…” disse, prima di girarsi e avviarsi verso la porta per uscire.
“Potter!” lo fermai, chiamandolo. Il moro si girò interrogativo verso di me.
“Sì?” fece lui.
“Stavo pensando…quale camera da letto vuoi?” gli chiesi.
“Ehm…non lo so, per me è indifferente…l’anno scorso ho dormito nalla prima a sinistra al primo piano, però è uguale…” rispose facendo spallucce.
“Va bene allora, io sto in quella in fondo al corridoio…”
“Perfetto…”
Potter mi sorrise, e fece di nuovo per andarsene, ma si fermò ancora. Si girò con un sorriso ancora più ampio.
“Sei stata gentile ora, lo sai?” esclamò divertito.
“Non me n’ero accorta…rimedierò…” risposi ghignando. Lui ridacchiò e uscì definitivamente dalla stanza. Lo seguii.
“Potter?” lo chiamai ancora.
“Che c’è?” mi rispose di nuovo.
“Dov’è il bagno?” gli chiesi.
“Vieni, ti ci accompagno…” disse facendomi strada. Salimmo le scale, e mi portò davanti ad una porta sulla destra.
“E’ qui…” fece aprendola. Io gli feci un gesto con il capo.
“Era un grazie?”
“Sì…sai, non vorrei essere troppo gentile…” esclamai sarcastica.
“Beh, io vado a dormire…ci vediamo domani mattina!” mi salutò Potter.
“Va bene…mi raccomando, non fare nessun sogno premonitore sul Signore Oscuro, Prescelto!” gli risposi sogghignando.
“Guarda non ci tengo proprio!!”
E detto questo, il moro scese al piano di sotto, e si dileguò dalla mia vista. Entrai nel bagno e chiusi la porta. Mi appoggiai su lavandino, e mi guardai allo specchio. I lunghi capelli setosi, lisci e estremamente corvini mi ricadevano scomposti sulle spalle. La frangetta che sfociava in un ciuffo, mi copriva appena gli occhi di pece, incredibilmente profondi e misteriosi. La bocca carnosa era leggermente screpolata e abbastanza chiara, in cottraposizione alla carnagione. La maglia nera con lo scollo a barca faceva scorgere l’ossatura del collo. Di questi ultimi tempi ero più magra e patita del solito. Da quando avevo saputo che mio padre era morto, e che avevo diritto di ereditare la sua casa in Inghilterra, tutta la situazione era peggiorata. Ovviamente non ero stata male perché Sirius era morto, ma mi sarebbe piaciuto tanto fargli sapere che aveva una figlia, e che era stato una persona crudele e orripilante. Inoltre, ritornare qui, dove si è fatto il mio passato, dove ha vissuto la mia famiglia, dove si è fatta la mia storia, la nostra storia. Dove si stava consumando la guerra tra bene e male, in cui partecipavano molti membri della mia famiglia. Dalla parte del male. L’anno scorso, Bellatrix Lastrange e suo marito erano evasi da Azkaban, e ci era andato a finire Lucius Malfoy, ma non sua moglie Narcissa. E avendo consultato l’arazzo, erano tutti miei parenti. Generazioni di Black dalla parte del male e di Voldemort, unica eccezione per mio padre. Traditore. Quanto c’avrebbero messo i Mangiamorte a trovarmi, quando sarebbero venuti a conoscenza della mia esistenza?  Poco, sicuramente. E a quel punto, cosa avrei fatto io? Mi sarei lasciata proteggere da Silente e l’Ordine della Fenice, o mi sarei unita ai mangiamorte?! Mi sciacquai il viso, e tornai nuovamente nella stanza dell’arazzo. Guardai intensamente la figura di mio zio Regulus, e quella bruciacchiata di mio padre Sirius. Avevano scelto strade opposte, e avevano avuto la stessa sorte, la stessa identica e catastrofica fine. Entrambi erano morti. E allora, a cosa importava scegliere, se il nostro destino era già scritto?! Non ci si poteva mettere solamente da una parte e aspettare?! No, questo lo fanno i vigliacchi. E io non lo sono. Avrei scelto, avrei preso le mie responsabilità nel farlo, e avrei combattuto. E sola allora, sarei potuta morire. In piedi, combattendo per la mia causa. Per tenere alto l’onore della Nobile e Antichissima Casata dei Black, di cui ero l’unica discendente. Non potrei sopportare di disonorare la mia famiglia comportandomi da codarda. Nossignore! L’importante non sarebbe stato la strada che avrei intrapreso, ma l’orgoglio e il coraggio con cui l’avrei fatto.

"Due strade divergevano nel giallo bosco e io, io scelsi la meno frequentata. E proprio in questo é la differenza". (Robert Frost)


Piccolo grande appello: PER FAVORE RECENSITE!!!!!!! Per ogni minimo parere o critica, ho bisogno di sapere che ci siete sennò tutta la mia autostima cade e scrivo da schifo! Inoltre, aspetterò un po' delle vostre recensioni prima di postare il quarto capitolo già scritto, perciò se volete leggerlo, lasciatemi un commento!!
GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO E A QUELLI CHE RECENSIRANNO!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Resisti...devi solo arrivare al primo di settembre... ***


Ciao a tutti!! Eccomi, dopo le vostre recensioni, con il quarto capitolo, dove avremo l'entrata di altri personaggi che faranno compagnia ad una Siria sempre più isterica e ad un Harry sempre più maltrattato! Povero il mio amore! Spero vi piaccia!Bacioni e buona lettura!!

Mi scostai infastidita i capelli nerissimi che si erano andati a posare dispettosi sul mio viso, durante il sonno. Aprii gli occhi stancamente, disturbata dai raggi di luce che penetravano dalla finestra, le cui tende erano rimaste aperte per mia dimenticanza. Guardai svogliatamente l’orologio. Le otto meno dieci.
“Maledizione!” imprecai alzandomi a sedere sul letto. Era mio solito dormire poco, ma visto che la sera scorsa mi ero addormentata all’ora improponibile della quattro, mi meritavo qualche ora di sonno in più. Sbuffai sonoramente. Quel giorno si preannunciava tempesta, e quasi mi fece pena il povero Potter, che avrebbe dovuto sopportarmi tutto il giorno, con un umore che dire nero era un eufemismo. Poi ci ripensai, e all’idea di dover stare tutto il giorno con il bambino-che-è-sopravvissuto (purtroppo) m’incupii ancora di più. Scostai con poca delicatezza il lenzuolo e scesi dal letto. I piedi nudi entrarono a contatto con il pavimento gelido, facendomi salire i brividi sulla schiena. Li ignorai deliberatamente, e mi misi gli shorts neri sopra la maglia lunga, che usavo come pigiama. Lanciai uno sguardo alla gabbia vuota di Andromeda. Il mio falco non era ancora tornato dalla caccia notturna. Mi misi in ginocchio di fronte al baule, e cominciai a rufolarci dento. Dopo averlo messo a soqquadro e aver inveito almeno dieci volte, riuscii a scovare un laccino per i capelli, con il quale me li legai in una coda alta, per evitare che questi potessero finirmi ancora sul viso e aumentare (se possibile) il mio stato di cattivo umore. Uscii dalla camera e sbattei la porta impetuosamente, non curante dell’ora. Scesi velocemente le scale scricchiolanti che rendevano tetra l’atmosfera di quella casa cupa e poco illuminata. Arrivai davanti la cucina, e aprii la porta scocciata. Un misto di sorpresa, nausea e ribrezzo mi pervase quando davanti ai miei occhi trovai la cucina completamente illuminita, con il tavolo apparecchiato e un noto ragazzo dalla chioma corvina scarruffata e gli occhi smeraldini, armeggiare indaffarato ai fornelli. Immediatamente, Harry Potter si voltò verso di me e mi sorrise benevolo. Quanto odiavo il suo sorriso. Era sempre così dolce, così buono, così innocente da farmi venir voglia di vomitare. In realtà, odiavo quasi tutto di lui. Dai capelli sempre spettinati per dargli l’aria da ribelle, che in realtà lo facevano apparire solo trasendato,  ai suoi occhiali rotondi, così ridicoli, che volevano farlo passare per intellettuale, ma invece davano solo l’aria di essere un vero sfigato di prima categoria; dalla sua bocca sempre piegata in quel sorriso nauseabondo, alla sua cicatrice sulla fronte, quel piccolo sfregio che lo aveva fatto diventare il bambino più famoso del mondo. C’era solo una cosa che non riuscivo a odiare di Harry Potter: I suoi occhi.
“Buon giorno coinquilina” mi salutò mentre si dava da fare per cuocere del becon. Io, che quando ero di cattivo umore odiavo sentirmi dire “Buon giorno”, andai su tutte le furie.
“Buon giorno una bella mazza!! Come ti può sembrare un buon giorno, se dopo neanche quattro ore di sonno, devo passare il resto del tempo con te?!?!” esclamai con tono decisamente alterato, e magari più alto del dovuto. Il ragazzo non fece una piega, cosa che mi mandò ancora di più in bestia.
“Siamo nervosette stamattina, a quanto vedo…”  constatò sfornando del pane tostato. Mi buttai pesantemente su una sedia e mi presi il viso con le mani. Il moro continuò a trafficare ai fornelli, poi inaspettatamente, mi poggiò davanti una tazza di caffè, e la zuccheriera. Non avrei dovuto accettare qualcosa fatto da Potter per principio, ma visto che c’era una sola cosa al mondo per la quale provavo amore, (o quasi) e questa era proprio il caffè, presi la tazza con avidità e ne bevvi un bel sorso. Subito mi pervase quel piacevolissimo sapore amarognolo del caffè, inebriandomi le papille gustative, e dandomi una scarica di strana energia. Lanciai uno sguardo interrogativo al ragazzo.
“Come facevi a sapere che mi piace il caffè?” gli chiesi stranita. Lui mi fece spallucce, mettendo sul tavolo biscotti, marmellata, toast, uova e becon.
“Sirius ne andava matto, così ho fatto due più due, e ho pensato che sei pur sempre sua figlia…qualcosa da lui dovevi aver preso per forza!” rispose mettendosi a sedere dalla parte opposta del tavolo. Io rimasi un po’ spiazzata dalla spiegazione del moro, e quasi mi fece schifo avere una cosa in comune con mio padre.
“Pensavo che assomigliargli esteriormente fosse sufficiente, anche perché era l’unica cosa buona che aveva…” ribattei acida. Il ragazzo sospirò e scosse il capo in un segno di rassegnazione.
“Non c’è proprio nulla da fare con te…sei così paurosamente…Black che non so come tu faccia a essere davvero figlia di Sirius” fu la risposta di Potter, con un tono indecifrabile, un misto fra incedulità e rabbia.
“Neanche io so come faccio ad essere la figlia di quel traditore…neanche io…” dissi piano, senza rabbia o disgusto. Solo con malinconia. Il moro mi guardò storcendo il capo. Aveva evidenemente captato la tristezza che celavano le mie parole. Perché lui non sapeva cosa volesse dire odiare il proprio padre più di ogni altra persona al mondo, e reputarlo così diverso, così orribile, e gioire della sua morte, o magari vergognarsi di portare il suo stesso nome, e avere nelle vene il suo stesso sangue. Pensare a lui e provare disgusto. Guardarsi allo specchio ed essere nauseta dal fatto di assomigliare così tanto a lui. Svegliarsi la mattina con l’unico obbiettivo di portare a termine la vendetta prestabilita. Incrociai il mio sguardo di pece con il suo di speranza.
“Non mangi?” mi chiese con semplicità, come a voler portare la nostra conversazione su qualcosa di più futile.
“Cosa credi, che io mi giovi nel mangiare la roba che hai preparato tu?” gli risposi con disprezzo, guardando schifata la tavola imbandita.
“Quando stavo con i miei zii mi usavano come schiavetto, e gli preparavo sempre la colazione. Mi veniva molto bene, magari dovresti provarla…” ribattè tranquillo, con una nota di dolcezza. Non so perché, ma qusto suo essere imperturbabile, mi faceva perdere le staffe.
“Non la mangio per principio la roba cucinata da te, Potter!” pronunciai il suo nome con uno sprezzo inaudito. Lo odiavo e non sapevo neppure perché. Solo che avevo una grande voglia di ferirlo, di farlo soffrire come avevo sempre sofferto io. Forse, provavo un po’ di gelosia nei suoi confronti. Mio padre gli aveva voluto bene. A me invece, no. Non sapeva neanche di me. Ma in fondo, non m’importava. Chi se ne frega se quel sudicio, sporco, traditore aveva voluto bene al Santo disceso in terra, Harry Potter il salvatore del mondo. Io non ho mai avuto bisogno dell’affetto di nessuno, tanto meno del suo. Io ce la fecevo da sola. Avevo solo bisogno di me stessa, e nient’altro. Improvvisamente, una civetta bianca planò dalla finestra aperta, e si andò a posare sulla spalla del ragazzo. Lui le sorrise e prese una lettera che teneva nel becco. L’aprì e la lesse velocemente. Poi la ripiegò e diede un pezzo di becon al gufo. Dalla finestra, entrò finalmente anche Andromeda, la quale si posò leggiadramente sul mio braccio.
“Spero che tu abbia passato una notte migliore della mia, Andromeda…” le dissi guardandola con un mezzo sorriso, e per risposta, il falco mi morse affettuosamente l’orecchio. Mi sporsi sul tavolo e afferrai un biscotto, poi glielo porsi, e lei lo prese con il becco, prima di svolazzare sopra un mobile e sgranocchiarselo in santa pace. Sospirai e finii di bere il mio caffè. Mi alzai in piedi e mi stiracchiai. Potter non mi toglieva gli occhi di dosso, e questa cosa mi dava notevolmente fastidio. Anche perché non mi guardava male, o maliziosamente, ma con nostalgia, con dolcezza e quasi con commozione.
“Potter, la smetti di fissarmi!! Mi dai sui nervi!” gli intimai ostile.
“Scusami…ma vedi è più forte di me…assomigli così tanto a Sirius” fu la sua lieve risposta. Se non fu una mia allucinazione, i suoi occhi s’inumidirono appena, prima di tornare accesi e vivi come sempre. Sbuffai contrariata a quell’affermazione, poi, d’un tratto, sentii bussare alla porta. Ebbi un attimo di leggero panico. Avevo addirittura dimenticato la bacchetta su! Il moro si alzò di scatto e sembrò leggermi nel pensiero.
“Tranquilla, non sono i Mangiamorte che sono venuti a reclutarti…o almeno, non ancora…” e si avvicinò alla porta principale della casa in fondo all’ingresso. La aprì e tre figure ben distinte entrarono dentro. La prima era di un uomo dall’aria un po’ malaticcia, i capelli color sabbia, gli occhi vacui e ambrati, e un enorme graffio sulla guancia sinistra. Quest’uomo abbracciò Harry e si scambiarono una sguardo triste e complice. Poi, posò lo sguardo curioso su di me, guardandomi da capo a piedi. Finalmente lo riconobbi.
“Bene bene…Remus Lupin…l’amico di mio padre, il lupo mannaro…sei ridotto peggio di come ti ho visto nei ricordi di mia madre, sai?” gli dissi fissandolo con disgusto e superiorità. Lui si avvicinò notevolmente a me, senza staccarmi gli occhi di dosso. Poi sorrise.
“Fuori se così “Sirius” ma dentro sei così “Black”…non avrei mai creduto che sua figlia potesse essere come te, Siria…” rispose malinconicamente.
“Ehi scusa, cos’è tutta questa confidenza fra noi due? Non mi sembra che ti abbia autorizzato a chiamarmi con il mio nome! Nessuno lo deve fare…mi ricorda sempre quel laido di mio padre” feci offesa. Poi spostai l’attenzione su una ragazza abbastanza giovane, da lunghi capelli grigi scuri con sprazzi viola, gli occhi chiari e vuoti, l’espressione spenta.
“Tu chi saresti?” le chiedo con arroganza e superiorità.
“Tonks…la figlia di Andromeda” rispose con tono fiero.
“Non ci posso credere!! La mezzosangue di casa Black! Non ti vergogni a presentarti nella casa della Nobile e Antichissima famiglia Black?!?!” esclamai decisamente alterata, ma non aspettai risposta, perché la mia attenzione si spostò ancora, su un nuovo basso e corpulento, sfregiato sul tutto il fiso, e con un occhio magico.
“Malocchio Moody, il famoso Auror…ora si che in questa casa è entrata davvero la peggio feccia! Nonna perdonami!” dissi unendo le mani in segno di preghiera, ruotando gli occhi. Poi li puntai su Potter.
“Che ci fa questa gentaglia qui?” gli chiesi, ma non ebbe il tempo di rispondermi, perché Moody mi si avvicinò molto minacciosamente.
“Senti piccola mocciosa arrogante e saccente, levati di dosso quell’aria di superiorità perché non posso tollerare una cosa del genere! Siamo venuti qui per sorvegliarti anche se avrei il grande impulso di legarti da qualche parte e aspettare che ti venghino a prendere i mangiamorte! La vera feccia siete voi maniaci del sangue puro, assassini e razzisti!” urlò l’auror inaspettatamente. Rimasi leggermente stupita ma non lo diedi a vedere, ovviamente, e continuai a guardarlo con disprezzo e ostilità.
“Primo, io mi tengo tutte le arie che mi pare, secondo, io non ho bisogno di protezione, terzo, che venghino pure i mangiamorte, sono i ben accetti in casa mia! Quarto, non osare a dare della feccia a me e alla mia famiglia, perché noi almeno siamo dei veri maghi, al contrario di mezzosangue e lupi mannari!”gli risposi con astio, ma senza urlare. Lupin si avvicinò al vecchio mago e gli fece cenno di andare indietro.
“Vedi, Silente ci ha incaricato di proteggervi, e così noi faremo. Mi dispiace se la nostra presenza non ti è gradita, ma non ci puoi far nulla…dobbiamo rispettare gli ordini, e così faremo” mi disse calmo. Io sbuffai sonoramente, con le braccia conserte al petto.
“Non vedo il motivo della vostra protezione…i mangiamorte di certo se mi troveranno non vorranno mica farmi del male, al massimo reclutarmi, e riguardo a Potter…non è il Prescelto, l’eroe del mondo che ha affrontato il Signore Oscuro cinque o sei volte?? I mangiamorte gli fanno una pippa…ho avete paura che ci trovi il Signore Oscuro in persona? E credte davvero che lui si smuova per due ragazzini?! Suvvia…” ribattei contrariata. Il lupo mannaro mi guardò interrogativo, poi fece spallucce.
“Le tue ragioni le devi esporre a Silente, non a noi. Noi rispettiamo semplicemente gli ordini…e se ora ci vuoi scusare, avremmo un certa fame, e sento odore di uova e pancetta!” e con un sorriso sghembo, Lupin si avviò in cucina, seguito da Tonks con lo sguardo basso, e Moody che mi avrebbe avadakedrevizzato all’istante. Potter mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio.
“Resisti…devi solo arrivare al primo di settembre…”

Beh, che ne pensate?? Vi è piaciuto come capitolo?? In questo chap ho voluto cercare di far capire più chiaramente i sentimenti di Siria verso suo padre, ma specialmente verso Harry. Lo odia, e non sa neanche lei perchè...ma si sa, chi disprezza compra!! XD Per ora non vi dico altro! Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!
GRAZIE DI AVER LETTO, E MI RACCOMANDO:
RECENSITE!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** IO ERO UNA BLACK! ***


Buona sera a tutti!Ed eccomi qua, con un altro capitolo della nostra Siria, che sfoga una grande rabbia, e non cede alle attenzioni di Harry, che si preoccupa per lei, più avanti scopriremo anche il perchè...spero che questo capitolo vi piaccia, anche perchè si scoprirà ancor di più il forte carattere di Siria!!Bacioni e Buona Lettura!

La situazione che si verificava nella mia (e vorrei precisare bene: MIA!NdSiria) cucina era surreale. O almeno, per me, visto che tutti sembravano essere a proprio agio. Seduta allegramente al tavolo, c’era la nostra “scorta”, formata da: un lupo mannaro, migliore amico di mio padre (che è forse peggio dell’essere lupo mannaro!); una mezzosangue di cui sono anche una lontana parente (che schifo!) e un auror pazzo e orripilante. A completare questo bel quadretto ridente e pezzente c’era Potter, seduto accanto a Lupin, che parlava allegramente con quest’ultimo, mentre sorseggiava spensierato una tazza di caffè. Feci un respiro pronfondo e cercai di mantenere la calma, ma non ebbi molto successo. Io me ne stavo appoggiata con la schiena sullo stipite della porta, le braccia conserte al petto, e la bocca arricciata in una smorfia di disgusto Made-In-Black, che osservavo in cagnesco tutti i presenti. Se avessi potuto, gli avrei avadakedevrizzati all’istante. Ma non si meritano neanche che io mi sciupi e vada ad Azkaban per loro! Quando ad una battuta di Lupin, tutti scoppiarono a ridere, pensavo che avrei avuto una crisi di nervi. Serei stata più contenta se fossero venuti i mangiamorte! Ma il bello, è che questo, era SOLO L’INIZIO!
Bussarono di nuovo alla porta. Che fosse il Signore Oscuro venuto a sbarazzarsi di tutta questa gentaglia e a portarmi in salvo, magari su un bel cavallo bianco?! Se, aspetta e spera! Potter incrociò lo sguardo con il mio, e sorridendomi dolcemente (provocando in me l’istinto di tirargli un pugno e rompergli tutti i denti!) si alzò per andare ad aprire.
“Dimmi che sono i mangiamorte, per favore!” gli dissi sarcastica. Lui rise.
“Neanche questa volta, mi dispiace…” rispose con dissenso, scuotendo il capo e ridacchiando. No, e chi poteva essere ancora?! Il moro andò alla porta e l’aprì di nuovo. Subito una ragazza dai crespi capelli castani (CASTANI!Non biondi-tinti-male come quelli di Emma-Sgualdrina-Watson!NdA) buttò le braccia al collo del Prescelto e lo stritolò (magari!) in un abbraccio mozzafiato. Mio dio che scena vomitevole!! Presto una tinozza!! Dietro, c’era un ragazzo alto e dinoccolato con dei folti capelli rossi, una ragazza con gli stessi identici capelli, solo più lunghi; una donna paffutella e tarchiata sempre dai capelli rossi (ma cos’era, un’invasione?!) e infine, un uomo alto e robusto dalla carnagione scura.
“Harry, finalmente, non vedevamo l’ora di vederti!!” esclamò la riccia quasi commossa (la saga del vomito continua!).
“Già, era ora!! Stavamo troppo in pensiero per te!” ribattè il rosso, e l’altra ragazza subito dietro.
“Non ce la facevamo più!”
“Harry caro, fatti abbracciare!!” la donna andò in contro a Potter e lo strinse anche lei in un forte abbraccio. Per favore uccidetemi!
“Certo, se vi piace tanto il caro Potter, perché non ve lo prendete e lo portate con voi?? Almeno mi togliete un peso!” esclamai sarcastica, guardando ancora più disgustata la scena. Tutti si zittirono immediatamente e mi guardarono curiosi e stupiti per almeno un minuto. Ora sì che stavo davvero perdendo la pazienza!! Vi sembro un fenomeno da baraccone, scusate?!
“Tu…tu sei la figlia di Sirius?!” mi chiese stupita la donna.
“La volete smettere di ricordarmelo tutti!! Come se fosse facile essere la figlia di uno sporco traditore del sangue puro!! Comunque sì, se v’interessa tanto…” fu la mia acida e iraconda risposta.
Ok, avrei voluto prendere qualcosa e sbatterla in testa a Potter, anche se in questo momento non c’entrava molto, solo così, per sfogarmi un po’. Se prima mi guardavano curiosi ora erano proprio sbigottiti. Cos’è, credevano che fossi la santarella devota al padre, che lo considera un santo, e che vuole seguire le sue orme da brava Grifondoro?!?! Pazzesco!!
“Ora, scusate se ve lo chiedo, ma: CHE DIAMINE CI FATE PURE VOI QUI??” esclamai leggermente alterata. LEGGERMENTE.
“Siamo venuti per Harry” rispose la riccia guardandomi storta.
“Bene, l’avete visto? Perfetto, ora quella è la porta, se lo volete, portatevelo via, almeno se ne va anche tutta la scorta a suo seguito!”
“La scorta è anche per te, Siria” disse l’uomo alto. Io lo guardai un attimo e mi aprii nella mia solita risata fredda e gelida, che di allegro non aveva proprio nulla.
“L’ho già detto cinque o sei volte…io non sono in pericolo! Al massimo sono una potenziale recluta!”
Tutti continuarono a fissarmi allibiti, senza proferire parola. Sembrava che avessi detto la scongiura delle scongiure, invece era la sola e semplice verità. Quando se lo metteranno in testa quegli zucconi che io non sono come loro? Che io sono una Black, una vera Black, e che non sono buona?! Ma glielo devo scrivere su un cartellone per farglielo capire?!
“Ehi, Black, ascoltami” si rivolse a me, Potter. Sbuffai.
“Loro sono i miei migliori amici…non trattarli così! Sono venuti a trovarmi e se permetti, questa è anche casa mia, quindi loro stanno quanto mi pare!” esclamò leggermente adirato. Ispirai profondamente, con gli occhi che sprizzavano scintille incandescenti. Mi avvicinai minacciosa al moro, arricciando ancora più violentemente le labbra in un’espressione furibonda.
“Solo una cosa: vaffanculo, Potter!” gli invei contro, prima di voltarmi e correre su più veloce della luce. Volevo allontarmi il più velocemente possibile da lui e tutta quella feccia, che era venuta a contaminare la MIA casa, la casa dei MIEI avi, con la scusa che ci devono proteggere. Non potevo tollerare una cosa del genere!! Era inaudita una tale eresia! In un batter d’occhio ero nella “stanza dell’arazzo” e sbattei con impeto la porta, che solo per un caso miracolato non si ruppe. Mi buttai pesantemente in terra, e battei forte i pugni sul pavimento scricchiolante, facendomi senguinare le mani. E le battei ancora, e ancora, dovevo sfogare quella rabbia incontrastata che mi infuocava l’anima. Chi la voleva la loro protezione, chi lo voleva l’aiuto di quella plebaglia che non valeva nulla!! Io ero una Black, l’ultima Black, e quei poveracci di sotto non mi avrebbero traviata in alcun modo. Perché io non ero come loro. Io non ero come mio padre. E avrei voluto urlarlo al mondo, con rabbia, con ferocia, con orgoglio. La vita mi ha forgiato e fatta crescere così, ormai è troppo tardi. Loro vorrebbero che fossi la buona samaritana, e sono rimasti tutti imbambolati quando hanno visto che non lo sono. Pensavano fossi una piccola “Sirius” versione ragazza, invece, ero una Black anche nelle unghie e nel midollo osseo. Ma soprattutto, nel mio sangue, che avrei sempre onarato sempre perché puro. E se avevano paura che mi sarei unita a Voldemort…beh, facevano bene ad averla!! Se credevano che sarei rimasta nella loro società di gentaglia e feccia, si sbagliavano di grosso! Io avevo una tradizione da onorare, una famiglia di cui tenere alto l’orgoglio. IO NON ERO COME LORO! E non lo sarò mai. IO ERO UNA BLACK!!!!!!!!!!!
Tirai un ultimo feroce pugno al pavimento, con tutte e due le mani grondanti di sangue copioso. Quel sangue di cui andavo tanto fiera. Guardai per un attimo quelle goccie fermiglie che mi uscivano dai graffi profondi, poi fissai per non so quanto l’arazzo della mia famiglia. Ripensai alle parole di Lupin: “Fuori sei così “Sirius”, ma dentro sei così “Black”…”. Chiusi gli occhi, e una lacrima, una sola e dolorosissima lacrima cadde dalle ciglia tese del mio occhio sinistro, scendendomi piano sul volto, solcandomi la guancia, per poi aggrapparsi al mento, e sfociare nel vuoto, per poi disperdersi nella mia maglia. Io non potevo piangere, anche se avrei voluto davvero farlo. Solo i deboli piangono. Solo i BUONI piangono. E io non lo ero. Rimasi così, con lo sguardo perso nel vuoto, le mani che pulsavano di dolore, la rabbia che sfumava, e il dolore vivido nel petto. Poi, un bussare gentile mi distolse da quella specie di stato di trans. Sbuffai.
“Vattene Potter…” dissi ad alta voce, per farmi sentire bene. La porta si aprì producendo un tetro sibilo, e la chioma corvina di Harry Potter si sporse da essa sorridendomi malinconico.
“Come facevi a sapere che ero io?” chiese il ragazzo con una nota di ironia. Io ghignai.
“Chiamalo istinto purosangue, Potter!” risposi sarcastica. Lui si avvicinò lentamente a me, fissandomi con intensità negli occhi. Poi, inaspettatamente, si sedette a gambe incrociate accanto a me.
“Quale parte della frase “Vattene Potter…” non ti è chiara?” gli chiesi acida. Lui mi guardò ancora, storcendo il naso.
“Tutta, a dire il vero…” rispose, mentre cercava di penetrarmi con i suoi occhi smeraldini.
“Mi dispiace per prima, ma io tengo davvero ai miei amici…forse non sai cosa vuol dire, ma spero che presto tu lo possa imparare…”
Distolsi lo sguardo dal lui, e lo posai decisa sull’arazzo della mia famiglia. Non risposi, non sapevo cosa dire.
“Non essere così dura con loro…lo fanno per noi”
“Io non gliel’ho chiesto! Io non lo voglio, d’accordo?!?! E poi non riesco a farci nulla, è più forte di me…quando capirete che io non sono come voi?” esclamai cominciando ad adirarmi di nuovo.
“Già…sei una Black, ormai io l’ho capito…ma ricordati, essere una Black non ti esonera dall’essere un essere umano, e da avere un cuore…” ribattè il moro, guardandomi in tralice. Appoggiai la testa fra le mani. Immediatamente Potter spalancò gli occhi, essendosi accorto delle ferite che ci riportavo sopra.
“Siria, cos’hai fatto sulle mani?!?!?!” esclamò con un tono che era così stranamente…preoccupato! Mi voltai sbigottita verso di lui. Mi aveva chiamata per nome!! Aspettai un attimo per assimilare come fosse stato strano sentirsi chiamare per nome da lui, poi lasciai perdere, e mi guardai le mani. Lui fece altrettando, e aveva un’espressione seriamente allarmata. Me le prese e le osservò crucciato, ma io le ritrassi immediatamente, un po’ per un lieve bruciore, ma soprattutto per quel contatto inaspettato con lui.
“Aspetta qui un attimo…” mi disse, alzandosi velocemente e uscendo in fretta dalla stanza. Tornò subito dopo con una cassettina rossa con sopra una croce bianca. Ne tirò fuori una bottiglietta con del liquido verde e del cotone. Versò quel liquido su quest’ultimo, poi si rimise a sedere davanti a me.
“Stendi le mani” mi disse calmo. Io aspettai un attimo, lanciandogli uno sguardo scettico, poi, con lentezza esasperante, le stesi davanti a lui. Il ragazzo molto delicatemente mi passò il disinfettante su tutte le ferite, facendoci una leggera pressione, e pulendole per bene. Sentii un lievissimo bruciore, ma non feci una piega, e continuai a fissarlo mentre lo vedevo accigliato nel prendersi cura di me. Fu una cosa talmente strana da sembrare raccapricciante. Finito con il cotone, prese una garza, e mi fasciò accuratamente le mani. Infine, alzò lo sguardo e mi sorrise.
“Ecco fatto…stai meglio, ora?” mi chiese anche troppo premuroso.
“Come prima…potevi anche risparmiarti tutte queste attenzioni…” risposi secca, con acidità.
“Grazie proprio non esiste nel tuo vocabolario, eh?”
“Sì, ma non vedo perché dovrei dirti grazie ora visto che non te l’ho chiesto io!”
Il moro ridacchiò e mi guardò esasperato. Poi si alzò e mi porse una mano per aiutarmi ad alzare. Io la fissai inarcando il sopracciglio, poi appoggiai entrambe le mie mani sul pavimento e mi detti una spinta, alzandomi da sola. Mi scossi i vestiti. Potter mi sorrise. Ma perché sorrideva sempre?!
“Oggi andiamo a Diagon Alley a prendere i libri che ti servono per la scuola…” asserì il moro.
“Andiamo?? Chi?” chiesi titubante.
“Tu, io e uno della scorta...” rispose. Io sbuffai sonoramente.
“Se proprio devo…” e detto questo, mi dileguai dalla stanza, sotto lo sguardo rassegnato di Potter.


Bene, che ne dite?? Vi è piaciuto?? Un po' forte e turbolento, specie per i pensieri di Siria, ma credo che la fine lo compensi...riuscirà Harry a far cadere le difese della ragazza Black?? Uhm, chi lo sa!! Spero che il capitolo vi abbia soddisfatto!! Grazie a tutti quelli che hanno letto!!
Ringraziamenti singoli:

Per Nikoletta: Ciao! Grazie mille della recensione, sono molto contenta che la mia storia ti piaccia!! Siria è davvero pazzesca! Al prossimo chap, bacioni!

Per anonimo: Beh, prima di tutto mi scuso per questo piccolo errore di distrazione, ma visto che avevo molta fretta, e dovevo scrivere il capitolo dell'altra mia storia, non ho avuto il tempo di rileggere la FF, cosa che avrei fatto la sera stessa insieme all'altra storia. Credo comunque che la tua recensione sia superflua, antipatica, e anche fuori dal regolamento, che dice chiaramente che bisogna lasciare un parere motivato e articolato sulla storia, non un semplice "bella continua" e neanche il far notare solo un banalissimo errore di battitura (visto che non mi pare di aver messo l'h a tutte le preposizioni "a", ma solo aver avuto una svista verso la fine! Scusa tanto se errare è umano!) di cui mi sarei accorsa io stessa a breve. Se vuoi lasciarmi delle recensioni, gradirei altamente, prima di tutto che ti firmassi (troppo facile essere anonimi per fare i perfettini puntigliosi che alla prima insignificante imperfezione te la fanno notare!), e secondo, che mi esponessi un vero parere sulla storia, e dopo, farmi notare le imperfezioni!! Non ti biasimo perchè l'hai fatto, ma perchè hai fatto SOLO quello. Anche perchè, come ti ho già detto, è fuori dal regolamento. Alla prossima recensione MATURA (sempre che tu la possa formulare!)

Per Pyros Ikari: Ciao! Grazie mielle della recensione e dei complimenti, mi fa un sacco piacere che ti piaccia la mia storia!! Siria è davvero "stronzamente adorabile" ne sono sempre più orgogliosa ogni pagina che passa!! Alla prossima, bacioni, continua a seguirmi, mi raccomando!

Per Summers84: Ciao! Eh sì, proprio carattere Black!! Sono contenta che sia così, perchè mi ci sono impegnata davvero per farla venire così!! Grazie mille della recensione, al prossimo chap!! Bacioni!

Per Selene_90: Ciao!!Grazie mille della recensione, sono così contenta che ti piaccia la storia!!!!!!!!!!! Hai ragione, Siria è stronza, ma anche a me piace molto!! Sulla coppia Harry/Siria non ti possa anticipare nulla, però qualcosa succederà...non subito, un po' più avanti...ma succederà!! Bacioni, al prossimo chappy!!

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Never say thanks! ***


Ciao a tutti!! Eccomi, con un altro chap di questa strana storia!! Purtroppo vi devo dare una brutta notizia:
Domani parto, vado a Londra per comprare l'ultimo e attessisimo libro di Harry Potter, che mi ruberà molto tempo, e m'impegnerà tantissimo in questi giorni, quindi, non so con che frequenza potrò postare e scrivere. Inoltre, quel libro avrà un forte impatto emotivo su di me, e non so come potrò reagire. Non so se lo finirò tranquillamente, facendomene una ragione, o piangerò a dirotto e mi dispererò per settimane non volendo accettare che la cosa più bella del mondo è arrivata alla fine. Vi dico solo che a un'ora dall'uscita dell'ultimo libro, mi sento euforica e disperata allo stesso tempo. E piango di felicità e di tristezza. Non può essere già finito!!
Ma ora basta crogiolarmi nel dolore, e vi lascio il mio ultimo capitolo prima di aver letto Harry Potter and the Deathly Hallows!! Bacionissimi!


Mi buttai all’indietro i capelli corvini, prima di legarli di nuovo in una crocchia stretta, in modo che non nessun ciuffo ribelle uscisse e mi andasse sul viso. M’inginocchiai e cercai nel baule la bacchetta e i soldi. Quando mi alzai mi posizionai scettica davanti allo specchio, con le mani sui fianchi e l’espressione perennemente insoddisfatta. Avevo addosso un paio di hot-pans viola scuro, con un foulard legato in vita a mo’ di cintura, una maglia a mezze maniche di un viola appena più chiaro, con davanti uno strato di pizzo ricamato con filo dorato, e ai piedi un paio di all stars, sempre viola, ovviamente. Sbuffai. Era raro che mi piacessi. A parte il fatto che ero troppo magra, c’era la cosa che mi dava più fastidio di tutti: assomigliavo troppo a mio padre. Mi allontanai scontenta dallo specchio con l’espressione scocciata. Presi il sacchettino di velluto (viola) con dentro alcune decine di galeoni e me lo misi in tasca. In quel momento, sentii bussare.
“Che vuoi, Potter?” esclamai irritata in direzione della porta. Il ragazzo entrò nella stanza e mi guardò dall’alto al basso con sguardo indecifrabile.
“Ti piace il viola, per caso?” mi chiese con sarcasmo. Io lo fulminai con lo sguardo.
“Se sei venuto qui per fare lo spiritoso, allora puoi anche tornartene da dove sei venuto…” gli risposi acida, fissandolo in cagnesco.
“A dire il vero, era venuto a vedere se eri pronta, tra poco dobbiamo andare…” ribattè leggermente indispettito, continuandomi a guardare. Io mi sporsi sul letto per prendere la bacchetta, poi la misi nella tasca di dietro degli shorts, nascondendone una parte con la maglia.
“Non dovresti metterla lì, sai…” fece il moro guardandomi con le braccia conserte al petto. Aveva dei jeans leggermente strappati, una T-shirt bianca con il colletto rigido, bordata d’oro, e un paio di All Star bianche.
“Ma a te non va mai bene niente?!” esclamai infastida.
“Guarda che lo dico per te!! Moody mi ha raccontato di un incidente sconveniente ad un suo amico che è rimasto senza…” e mi lanciò uno sguardo eloquente. Sbuffai ancora (era mio solito farlo, se non ve ne siete accorti! NdSiria) e la tirai fuori ancora.
“E dove la metto, Signor-Mi-Preoccupo-Tanto-Per-Te?!” feci con sarcasmo. Ill moro fece spallucce.
“Mettila in borsa…” disse.
“Ci vediamo giu fra cinque minuti, e si va…” continuò, prima di uscire velocemente dalla stanza, senza darmi il tempo di ribattere che io non portavo quasi mai le borse. Pazienza, chi lo ascolta quel ragazzetto insignificante?! E con dispetto, rimisi la bacchetta nella tasca di prima, solo a punt’all’in su…andai veloce in bagno, mi sciacquai la faccia e lavai le mani. Gettai uno sguardo crucciato al mio riflesso nello specchio, e infene mi accinsi a scendere al piano di sotto, dove all’ingresso, il ragazzo dai capelli corvini mi aspettava con le mani in tasca e l’espressione pensierosa.
“Eccomi Potter…chi ci accompagna?” dissi quando gli fui davanti.
“Tonks” rispose prontamente il moro. Mi aprii in una smorfia di disgusto.
“Beh, tanto erano tutti sullo stesso livello d’impurità, non poteva esserci di meglio” feci tra me e me, con amara consolazione.
“Vieni, andiamo in soggiorno, almeno si parte…” disse il moro, avviandosi nella stanza in fondo al corridoio.
“Si usa la polvere volante?” gli chiesi io. Il ragazzo annuì. Entrammo in sala e vidi Tonks seduta sul divano con uno strano sguardo vaquo. Si era accorta che essere una mezzosangue era davvero una cosa disgustosa e immaginava qualche modo per suicidarsi??
“Oh ragazzi, eccovi!” disse con voce un po’ spenta. Si alzò e prese il vaso della polvere volante, per poi porgerlo a Potter.
“Prendine una manciata, Harry” lo invitò lei. Il moro sollevò una mano, ne prese una manciata, e poi entrò nel camino.
“Vai anche tu, Siria…andiamo tutti insieme…” disse la giovane auror. Avrei voluto ribattere sul fatto che non sarei per principio dovuta andare insieme ad una mezzosangue eccetera eccetera, ma non ne avevo davvero voglia, volevo solo andare in quell’insediamento magico, comprare quelle quattro cosucce, e tornare a casa. Così, sbuffando (non sia mai detto che non lo faccia!!NdSiria!) entrai nel camino, e quando anche Tonks entrò, mi ritrovai praticamente spiaccicata contro Potter, che sembrava decisamente imbarazzato. Si riprese momentaneamente, e disse forte e scandito: “Diagon Alley!” gettando la polvere per terra. Grandi fiamme verdi s’innalsarono su di noi, e in pochi secondi ci ritrovammo nel tanto famoso insediamento magico, tutti impolverati e con la fuliggine sui vestiti. Tossicchiai e mi pulii i vestiti, scuotendoli con le mani fasciate. Poi alzai lo sguardo su una distorta via di negozi eccentrici, che vendevano cose di ogni specie e forma. Decine di maghi frettolosi camminavano su quella strada, facendo i propri acquisti più velocemente possibili per tornare a casa in fretta. Brutta, bruttissima la paura. Ci distorce la mente, la ragione, ci fa fare cose che non avremmo mai creduto, ci annienta le difese, ci distrugge lentamente. Lanciai uno sguardo sbieco a Potter che mi guardò eloquente. Poi c’incamminammo verso la libreria del paese magico.
“Ma io non so che libri devo comprare!” dissi improvvisamente, come rischiarata da un lapsus momentaneo.
“Non ti preoccupare…io ho la lista!” rispose Potter tirando fuori dalla tasca dei suoi jeans un pezzo di pergamena piegato e un po’ stropicciato. Me lo porse e io lo presi aprendolo, e leggendo tutti i titoli. Arrivammo alla libreria, ed entrammo mentre mi guardavo in torno curiosa. Gli scaffali erano traboccanti di libri, e c’erano pile sconnesse e in equilibrio precario praticamente dappertutto. Uno strano tepore dovuto alla grande presenza di carta aleggiava nell’aria. Ci avvicinammo alla cassa, e chiesi poco cortesemente al commesso i libri che mi servivano per la scuola. Lui annuì e sparì dietro a degli scaffali.
“Lo sai che la gentilezza è gratuita?? Non ti costa niente essere gentile!” mi rimbeccò Potter, appoggiandosi con un gomito al bancone.
“Neanche essere sgarbata mi costa nulla, e pensa che fortuna, mi viene anche naturale!” gli risposi con sarcasmo, mentre continuavo a guardarmi in torno con interesse. Adoravo leggere, i libri mi avevano sempre affascinato, specie se trattavano di argomenti misteriosi, come la magia nera, o la mitologia. Inoltre, mi piaceva molto l’odore delle pagine dei libri. Era l’unica cosa che riusciva a rilassarmi davvero.
“Ti piace questa libreria?” mi chiese il moro, notando il mio sguardo perso e curioso.
“Le librerie mi piacciono tutte solo per il semplice fatto che sono librerie, e che costudiscono le cose più sacre del mondo: i libri” risposi con una voce molto più bassa e senza acidità.
“Anche quelli scritti dai mezzosangue?”
“Ora non ti allargare, Potter…”
Il ragazzo ridacchiò esasperato e posò il suo sguardo smeraldino su di me.
“Se non fossi così piena di pregiudizi, su questo punto andresti molto d’accordo con la mia migliore amica Hermione. Anche lei ama i libri, e li considera sacri” disse pensieroso.
“Stai parlando di quella ragazza di stamattina che ti voleva stritolare abbracciandoti e purtroppo non c’è riuscita?!” chiesi riacquistando il mio solito sarcasmo pungente che ormai era il mio ossigeno.
“Sì, di lei…” confermò il ragazzo.
“E con quegli altri due pel di carota, siete tutti degli allegri Grifondoro?” continuai senza staccare lo sguardo da tutto il ben di dio che mi circondava.
“Sì, ovviamente…”
“Meno male, almeno non dovrò più sopportarvi ventiquattr’ore su ventiquattro arrivati a scuola…i dormitori dei Serpeverde sono molto lontani da quelli dei Grifondoro?” gli chiesi interessata.
“Parecchio direi…ma tu, sei così estremamente sicura di finire a Serpeverde?” continuò Potter scettico. Mi girai di scatto verso di lui, guardandolo con tanto d’occhi.
“Sei rimbambito per caso?! Certo che sono estremamente certa di finire a Serpeverde!! Dove dovrei andare, scusa, a Grifondono?! Ma fammi il piacere!” esclamai costernata.
“Io non la escluderei come ipotesi…sai come si dice, tale padre…”
I miei occhi s’ingettarono di rabbia, mentre guardavo il moro dopo che aveva pronunciato quelle parole raccapriccianti. Gli puntai il dito contro, e gli sibilai iraconda.
“Io-non-sono-come-mio-padre! Chiaro, Potter?”
Lui mi guardò intensamente, incastonando i suoi smeraldi nei miei pozzi di pece.
“Cristallina…”
Finalmente in commesso tornò con tutti i libri che mi sarebbero serviti per la scuola. Pagai e senza neanche salutare, uscii dalla libreria a passo di marcia, e la rabbia che mi gorgogliava nel petto e mi traboccava dagli occhi. Potter mi si affiancò e fece pre prendermi la borsa dei libri.
“Dai, vieni te la porto io…” mi disse cordialmente, ma io gli scansai la mano e lo guardai ancora più incazzata.
“Io non ho bisogno di aiuto, Potter! Da nessuno!” gli dissi con tono alterato. Lui annuì tristemente.
“Scusami per prima…”
“No, non ti scuso!! Io non scuso mai nessuno per principio, mi sono spiegata?!” esclamai con il tono di voce che si stava alzando incontrollabilmente.
“Allora dimentica, se non puoi scusarmi…ma avevo sempre la speranza, o l’illusione, che tu potessi essere come Sirius, almeno un po’…ma mi sbagliavo, non c’è niente di lui in te…”
A quelle parole mi rallegrai quasi. Finalmente qualcuno l’aveva capito che io non avevo niente a che fare con Sirius Black.
“Dove dobbiamo andare ora?” gli chiesi, tornando ad avere un tono di voce normale.
“Da Madama McClan per la divisa scolastica…” rispose il ragazzo sorridendomi allegro. Voltai lo sguardo e continuai a camminare, con Potter accanto e Tonks a seguito, che si guardava sempre in torno. Che cosa angosciante!! Arrivammo al negozio di Madama McClan, ed entrammo solo io e Potter, mentre Tonks rimaneva fuori a controllare l’entrata. Una donna abbastanza corpulenta si affacciò da dietro un divisorio e ci sorrise poco convinta.
“Salve ragazzi…che cosa desiderate?” chiese dolcemente.
“Che questa tortua finisca…” sibilai fra i denti.
“Una divisa di Hogwarts per lei…” rispose Harry ricambiando un sorriso tirato. La donna si avvicinò a me e mi squadrò dall’alto in basso.
“Non l’ho mai vista qui, Signorina?” fece lei inarcando il sopracciglio.
“Black! Signorina Black!” risposi con il mento alto e il petto che mi si gonfiava di orgoglio. Madama McClan mi guardò un po’ sorpresa, poi annuì.
“Una divisa per Hogwarts, ha detto, giusto?? Bene, salga su quello sgabello” fece la donna indicandomi un piccolo sgabello fra due divisori, davanti ad uno specchio. Ci salii sopra, mentre Potter si appoggiava al muro, guardandomi in tralice, e unendo le braccia al petto.
“Che casa, Signorina Black?” mi chiese mentre mi prendeva le misure.
“Per la verità…” cominciò Potter, ma io lo interruppi.
“Serpeverde” dissi decisa. La donna annuì, e mi mise addosso una divisa, cominciando a scorciarla e stringerla, finchè non fu della mia misura precisa. Vidi che aveva dalla parte sinistra la ricamatura di un serpente, e i bordi erano verde-argento. Un accoppiamento di classe, non c’è che dire.
Decisi che mi ero stancata dei miei vestiti, così ne comprai altri, alcuni facendomeli fare su misura lì per lì. Risultato, uscii un quarto d’ora dopo dal negozio, con non solo tre divise di Serpeverde, con annessi sciarpe, cappelli e cravatte, ma anche una decina di visti tutti neri e viola.
“Certo, non ti sbizzarrisci molto con i colori tu…” mi disse Potter con ironia, mentre mi portava due pesanti borse (purtroppo fu obbligo visto che avevo due mani sole!).
“Se a me piace il nero e il viola, che ci posso fare io!” risposi, ma questa volta il mio tono era più rilassato e meno acido.
“Ora cosa avete da comprare?” mi chiese Tonks.
“Mi manca un po’ di pergamena, piume e robe varie. Per il resto, tipo calderoni, ingredienti, manici di scopa e roba varia, ho tutto!” dissi.
Ci avviammo verso la cartoleria. Dopo poco ne trovammo una e ci avviammo dentro. Girai lentamente lo sguardo verso le piume che erano esposte, e ne presi tre: una nera, una viola, e una blu cobalto. Feci scorta di pergamene, e mi sbizzarrii nel comprare inchiostro nero e colorato. Ne trovai uno bellissimo verde smeraldo, che s’intonava benissimo al colore della mia casa. Ma la cosa più atroce che successe, e di cui io ancora non mi capacitavo, anzi, che cercavo d’ignorare bellamente, era che la prima cosa che pensai quando vidi quell’inchiostro fu: “Caspita, sembra il colore degli occhi di Potter”.
“Preso tutto?” mi chiese il diretto interessato dei miei pensieri, facendomi ritornare alla realtà.
“Sì, credo di sì” gli risposi un po’ brusca. Lui annuì e ci avviammo insieme alla cassa. Guardò le piume che avevo scelto e rise.
“Ma allora la tua è proprio una mania!!” esclamò sempre mentre rideva. Aveva il volto piegato in una deliziosa smorfia di ilarità, e la sua risata si disperdeva soave nell’aria. Un attimo, ho per caso detto deliziosa?!?! Santo Salazar, sto dando di matto!
“Beh, non hai tutti i torti in fondo…però non ci posso fare nulla…” gli risposi, storcendo la bocca. Lui si sporse verso uno scaffale, e prese una piuma bianca. Pensavo che fosse per sé, invece, quando l’ebbe pagata, me la dette.
“Tieni…vedi se prima o poi ti passa quella mania!” disse ridacchiando allegro. Io presi la piuma e la infilai nella borsa della cartoleria. Lo guardi in quegli occhi smeraldini, che brillavano di speranza, e pensai che anche se odiavo tutto di lui, quegli occhi erano davvero bellissimi. E anche se molte volte l’avrei voltuo picchiare o farlo star male come non mai, quegli occhi mi avevano colpito come niente prima d'ora, perché non erano occhi qualunque. Erano davvero magici. Ecco, sì, quegli occhi, il suo sguardo, pullulavano di magia allo stato puro. Distolsi lo sguardo dai suoi occhi e mi affrettai ad uscire dal negozio. Insieme a Tonks continuammo ad avviarci per le stradine di Diagon Alley, per tornare al camino e prendere la polvere voltante. Potter mi si avvicinò tranquillo, e mi disse piano.
“Non riuscirai mai a dirmelo, non è vero?”
Io mi voltai stranita verso di lui.
“Dirti cosa, scusa?” chiesi interrogativa senza capire. Lui mi sorrise dolcemente.
“Grazie!”
E io, per la prima volta in non so quanto tempo, sorrisi. Un sorriso che non era un ghigno maligno, ma che celava un’innocente ilarità.
“MAI!”


Bene, spero tanto che questo capitolo via sia piaciuto, e ringrazio tutti quelli che hanno letto ed hanno recensito! Purtroppo non posso fare ringraziamenti singoli, perchè domani mi devo alzare alle 4, visto che ho l'aereo per London alle 6 e 40! Ragazzi, non vedo l'ora!! Un bacione grande grande, a Lunedì!! (Sempre se non mi sarò suicidata prima!!XD dai scherzooooo!!!) Ciao Ciao!
Ps: W HARRY POTTER AND THE DEATHLY HALLOWS!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Mentire è un'arte, e non tutti sono artisti! ***


Ma ciao a tutti!! Rieccomi finalmente con un altro nuovo chappy!! Compe potete ben vedere, non mi sono suicidata, anche se sono andata molto vicina a farlo (vedi capitolo 12 di HP and the Deathly Hallows e mio profilo, con particolare attenzione ai personaggi che odio e capirete perchè!XD) ma poi ho pensato a voi, miei carissimi lettori, e mi sono subito detta che non potevo abbandonarvi, vi adoro troppo!! Allora, dopo tutta questa attesa, mi ripresento con un chap abbastanza profondo, l'ultimo prima della partenza per Hogwarts della nostra Siria!! Chissà che combinerà a scuola!! Vi dico solo che ho in mente un sacco di cosucce, molte di queste che riguardano un biondino tutto pepe, estremamente bello e sexy, l'angelo dannato di Hogwarts, colui che porta il nome Draco Malfoy!! Un nome, un programma!! Va beh, ora vi lascio al capitolo, spero che vi piaccia!! Bacionissimi, e ricordate che vi adoro!!

Ps: non ce l'ho fatta a correggere il chap perchè devo andare assolutamente via, quindi se trovate qualche errore di battitura passateci sopra, li rivedrò io personalmente stasera!! Scusate per gli eventuali errori, e bacionissimi ancora!


Feci cadere pesantemente le borse a terra. Le avrei messe a posto poi, quando avrei dovuto preparare il baule per andare a Hogwarts. Mi buttai poco delicatamente sul letto, fissando il baldacchino liso e scuro, e smarrendo la mente in un mare di pensieri che mi avvolsero senza che neanche me ne accorgessi. Pensai alla mia imminente entrata nella scuola di Magia e Stregoneria britannica, a cosa sarebbe successo quando avrei varcato quella soglia. Ormai sarebbe diventata nota la mia esistenza, e già fremevo al solo pensare di tutti i pettegolezzi e i chiacchiericci che si sarebbero innalzati. Pensai a come sarebbe stata la mia vita fra i Serpeverde, se mi avrebbero accettata come l’ultima e purosangue Black, o ripudiata come la figlia di Sirius il traditore, a come sarebbe stato il rapporto fra me e loro, così uguali ma anche così diversi. Se ci fu una cosa che però non mi sfiorò nemmeno, fu proprio il dubbio sulla casa in cui sarei finita. Solo Potter poteva avere dubbi. Eh già…Potter. Lui e i suoi dannatissimi occhi. Che rabbia che mi faceva!! E come se mi avesse letto nel pensiero, sentii bussare la porta.
“Che vuoi?” feci scocciata, alzando appena la testa per scorgere la figura del ragazzo dai capelli corvini entrare sulla soglia della mia stanza.
“E’ quasi ora di cena, e visto che ci tengo al tuo stato fisico (visto che sei anche troppo magra!) volevo sapere se avresti mangiato quello che preparavo io o se volevi prepararti tu stessa la cena da sola…” spiegò Potter, avvicinandosi piano a me. Io lo fissai inarcando il sopracciglio.
“Puoi cucinare tu, io ora non ne ho proprio voglia!” risposi, ributtando la testa indietro. Lui si sedette sul letto accanto a me.
“C’è qualcosa che non ti piace, o a cui sei allergica…”
“Lo vuoi sapere per mio discapito o per evitarmene?” gli chiesi sarcastica, e un ghigno Made-In-Black m’increspò le labbra. Lui rise, inondando l’aria con la sua risata cristallina e leggermente irritante. Forse.
“Lo voglio sapere per il tuo “bene”, non ti preoccupare…” mi rassicurò.
“Beh, odio il formaggio e gli asparagi, per il resto non mi viene in mente niente…”
Il moro continuava a tenere i suoi occhi smeraldini puntati su di me, mi scrutava attentamente, come se stesse cercando qualcosa di nascosto. Questo mi dava noia. Che cosa avevo di tanto anormale per catturare così tanto la sua attenzione?!
“Sai, stasera non c’è la scorta con noi…” disse poi, distogliendo lo sguardo. Io saltai su come una molla e ghignai allegra.
“Davvero?!” esclamai giuliva. Lui annuì, tornando a guardarmi.
“Sì, avevano dell’impegni con l’Ordine, ma credo che ci sia qualcuno a sorvegliare l’esterno…ma in casa, siamo da soli…”
Lanciai uno sguardo sbieco al ragazzo, e un mezzo ghigno mi si aprì di nuovo sul volto.
“E’ una provocazione, Signor Potter?” feci inarcando i sopraccigli. Lui ridacchiò e scosse il capo.
“E’ una costatazione…una semplice e INNOCENTE costatazione…” disse lui, mettendo le mani in alto e tirandosi appena in dietro. La mia espressione permaneva scettica.
“Lo spero per la tua incolumità…”
“Perché, t’interessa??” chiese leggermente sorpreso.
“Beh, no ovviamente, ma siccome Silente si è raccomandato di non ucciderci…” e finii con un’alzata di spalle. Ora era il suo turno di guardarmi scettico, ma si arrese facilmente, e mi rivolse un  sorriso sghembo e poco convinto. Poi spostò la sua attenzione sulle borse di vestiti che avevo lasciato a terra, da dove fuori usciva una sciarpa verde-argento.
“Che succede se non finisci a Serpeverde?” fece il moro. Io lo fulminai con lo sguardo.
“Impossibile che non finisca a Serpeverde, te l’ho già detto…” gli risposi un po’ seccata. Lui aprì bocca per ribattere, ma neanche un soffio proferì dalle sue labbra sottili. Richiuse la bocca e annuì con un fare abbastanza rassegnato. Ma ci fu una cosa che mi stupì e che non mi sarei mai aspettata. Vidi un lampo di delusione attraversare i suoi occhi di speranza, che parvero rattristarsi.
“E’ stata una mia allucinazione, o sei diventato triste?” gli chiesi incredula. Lui incastonò i suoi smeraldi nella mia ombra, e sorrise dolcemente.
“Un po’…” rispose con sincerità. Rimasi a bocca aperta. Attonita.
“E perché?” continua sbalordita. Lui fece spallucce e alzò lo sguardo.
“Beh, avevo cominciato a…come posso dire…abituarmi a te…e l’idea che tra pochi giorni praticamente ci vedremo pochissimo e quando lo faremo ci daremo addosso come la migliore tradizione ad Hogwarts vuole, un po’ mi dispiace…e poi…” lasciò un attimo in sospeso la frase, indeciso se continuare o tacere.
“Beh, so che quest’idea non ti piacerà per niente, quindi scusami, ma…tu sei l’unica cosa che mi ricollega a Sirius. Guardo te e vedo lui. E dovermi ancora una volta separarmi dall’unica cosa che mi resta di lui, mi fa sentire…solo…” terminò il discorso con una certa malinconia. Rimasi abbastanza sconcertata dalla sua rivelezione. E’ vero, odiavo sentirmi associata a mio padre, ma le sue parole mi avevano toccato inaspettatamente. Sapevo molto bene cosa volesse dire sentirsi soli. Era così che mi ero sempre sentita da quando ero nata. Un moto di comprensione per quel ragazzo occhialuto, così diverso da me, mi pervase, ma alla meglio e alla peggio lo respinsi, cercando di rimanere impassibile, con il mio comportamento distaccato che era d’obbligo per una Black nei confronti di uno come Potter.
“Ah…” proferii con un sussurro abbastanza gelido. Sapevo che non dovevo dire altro, perché qualunque altra cosa sarebbe uscita dalla mia bocca, avrebbe compromesso il mio orgoglio. Sapete, ero pur sempre un essere umano anche io, anche sé non potevo darlo a vedere!
“Ti dispiace?” mi chiese con semplicità. Io scossi il capo, senza guardarlo negli occhi, ma sperdendo lo sguardo su ogni particolare della stanza, più possibilmente lontanissimo dagli occhi del ragazzo che mi sedeva accanto.
“Pensavo che ti saresti arrabbiata…ma ormai ho imparato a prenderti con cautela…” disse il Grifondoro con un mezzo sorriso. Trovai un po’ di coraggio per fissare il moro negli occhi, ma appena incrociai il suo sguardo, fui costretta a distogliere il mio. Restamma qualche minuto in silenzio, semplicemente zitti persi nei nostri pensieri. Poi, d’improvviso, il moro si alzò.
“Ora vado a preparare la cena…ti lascio da sola…” fece prima di voltarsi e posare la mano sulla maniglia. Fu proprio in quel momento che non riuscii a trattenermi, e quell’unica silliba mi uscì chiara e nitida dalle mie labbra sottili, pronunciata con vigore e dolcezza, con sicurezza e dubbio. Con una celata richiesta di non essere più sola. Non più.
“No!”
Potter si voltò interrogativo verso di me. Lessi nei suoi occhi la sorpresa, la confusione e la gioia.
“Aspetta…” proferii ancora alzandomi in piedi.
“Che c’è?” mi chiese con dolcezza esasperante. Io lo guardai intensamente, poi un piccolo e maligno ghigno m’increspò le labbra.
“Vengo con te…la solitudine è il primo caso di suicidio, e poi chi glielo racconta al Signore Oscuro che gli hai tolto la sua più grande soddisfazione?! Inoltre, voglio contrallare la cena…non si sa mai che mi avveleni!” mi giustificai. Il moro rise, ma la sua risata era vuota e un po’ delusa. Le mie parole erano di menzogna. Avrei voluto dirgli che non volevo che se ne andasse, che non volevo stare sola, che la sua compagnia non mi faceva schifo, anzi. Ma il mio orgoglio, mi aveva obbligata a fingere indifferenza e sarcasmo. Però caspita, sapevo mentire proprio bene. D’altronde si sa, mentire è un’arte, e non tutti sono artisti!
“Già…” pronunciò questa breve affermazione fra le risa, ma mi sembrò così profondamente sconsolata che credetti che stesse singhiozzando invece che ridendo. Ma fu solo una mia impressione. Forse. Potter aprì la porta e me la indicò con un gesto molto galante.
“Dopo di me…” dissi un po’ altezzosa, passando accanto a lui. Cominciammo a scendere le scale piano, accompagnati dal solito e inquietante scricchiolio. Entrammo in cucina, e il moretto si mise subito a lavoro, cominciando a trafficare con i fornelli. Io lo guardavo un po’ stupita, era insolito vedere un ragazzo così giovane che sapeva cucinare. Apparecchiai in silenzio, e poi mi misi a sedere, le braccia conserte al petto e lo sguardo fisso su Potter.
“Ehi guarda che se continui a guardarmi così mi consumi!!” esclamò dopo un po’ il ragazzo ridacchiando. Io non mi scomposi di una virgola.
“Non guarderei mai “così” uno come te…piuttosto, stavo pensando…” risposi un po’ seccata, buttando la schiena all’indietro.
“E posso avere l’onore di sapere a che cosa pensavi?!”
“No…” fu la mia pronta risposta.
“Eddai, per favore…” insistette il moretto. Io sbuffai.
“Ok…pensavo che guardandoti da qui…sembri un ragazzo normale” confessai storcendo appena la bocca. Lui si fermò con le mani sui fianchi e mi guardò stranito.
“Che vuol dire “sembro” un ragazzo normale?!?! Io SONO un ragazzo normale!! Non mi pare di avere la pelle verde o due teste!” ribattè leggermente indispettito. Io scossi il capo.
“Non in quel senso!! Certo che te non capisci mai nulla, eh?! Nel senso che non sembri il salvatore del mondo che ha sulle spalle il peso dell’umanità…sembri solo un normale adolescente che si dà da fare perché la mamma non c’è…” spiegai. A quelle parole lui s’incupì appena.
“Eh già…vorrei che tutti guardassero a me come un ragazzo “normale” e non come al Prescelto, o al bambino-che-è-sopravvissuto e tutte le altre minchiate…ma forse dovrò sopportare ancora per poco…” disse il moro con malinconia io mi alzai in piedi e mi avvicinai a lui.
“Che intendi?!” feci stranita. Lui si aprì in una gelida risata.
“Credi davvero che sarò in grado di sconfiggere Voldemort?!Andiamo, lui è il secondo mago più potente del mondo, e io solo un ragazzino!!! Da quando è tornato sento la morte che mi alita sul collo! Io…non è facile essere me!” esclamò con gli occhioni verdi che gli diventarono improvvisamente lucidi, finchè una lacrima solitaria passò da sotto gli occhiali rotondi per solcargli una guancia. Con il pollice gliela asciugai delicatamente.
“Credo che nessuno pensi che essere te sia facile…anzi…” dissi in un sussurro, guardandolo e arriciando le labbra.
“Credo che nessuno sappia cosa significa essere me…”
“Ora però non fare la vittima!! Anche perché in fondo…vittime, non lo siamo tutti?” gli feci unendo le braccia al petto. Lui annuì.
“E non piangere più per favore…” feci a mo di supplica. Lui mi sorrise.
“Certo…” rispose con sicurezza.
“E non starti a disperare…come andrà a finire non conta davvero…l’importante è come affronterai la cosa, come combatterai il Signore Oscuro…se poi andrà a finire male, tu saprai di aver dato il meglio” dissi con sicurezza. Era la stessa cosa che pensavo della mia situazione, e pensavo fosse appropriato.
“E io e te, combatteremo contro?” mi chiese triste.
“Beh, forse…ma lo faremo al meglio, no?” risposi incerta. Lui mi guardò male.
“Come mi puoi chiedere di combattere al meglio contro di te?”
“Che cos’ho io che non va?!” feci un po’ indispettita.
“Non riuscirei a combattere contro di te…forse tu avresti la meglio proprio per questo…”
Un mezzo sorriso malinconico m’increspò le labbra.
“Forse Potter…forse…”
Lui annuì e tornò a maneggiare i fornelli. Io mi sedetti ancora, con la testa persa in mille pensieri e interrogativi. Improvvisamente il moro si girò e guardò verso la tavola. Un enorme e raggiante sorriso, come non ne avevo mai visti, gli si aprì in volto.
“Te ne sei accorta, vero?” fece contento.
“Di che cosa?” domandai confusa. Lui sorrise ancora di più e mi rispose felice.
“Mi hai apparecchiato accanto a te…”


Beh, che ne pensate?! Credo che sia un chap particolarmente intenso dove si vede chiaramente che Harry tiene a Siria, che è particolarmente confusa, perchè lo odia, ma quando incrocia i suoi occhi se ne scorda!! In questi ultimi due chap è anche diventata appena più gentile, ma non fateci l'abitudine chiaramente!! Mi ero ripromessa d'inventare un personaggio cattivo, bastardo e arrogante, e non credete che cambi!! Lei rimarrà sempre Siria!! Nel prossimo chap finalmente si va a Hogwarts, dove la storia si farà anche più complicata, perchè si vedranno in primo piano anche i problemi legati alla guerra...beh, spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto!!
Purtroppo come ho già detto devo scappare, e non ce la faccio a ringraziarvi singolarmente (vado sempre di fretta, lo so!!XD) e quindi lo fo in generale!
GRAZIE a tutti quelli che hanno letto, recensito (Pyros Ikary, Kaileena, INFINITY, dilly_23, Dark_Angel, Crist, saretta4ever) e quelli che recensiranno!! Bacioni!

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Che l'avventura abbia inizio! ***


Ciao a tutti!! E' un'ora un po' improponibile per postare, ma si sa che i miei orari sono un po' sballati!! Va beh!! Vi avverto che questo capitolo mi è venuto parecchio lungo (due pagine in più del normale!XD!) perchè non avevo contato che la mattina a Grimmuild Place sarebbe venuta così lunga! E quindi si parte finalmente per Hogwarts, ma non prima che Siria abbia fatto la conoscenza di due ragazzi che le faranno compagnia tutto l'anno scolastico!! Di chi stiamo parlando?? Beh, leggete e vedrete!!Spero che il chap non vi annoii per la lunghezza, ma anzi che vi piaccia di più!! Ora vi lascio leggere!! Un bacione grande grande!!

Passai gli ultimi giorni a Grimmuild Place insolitamente tranquilla. Ero riuscita (più o meno) a farmi una ragione di dover condividere la casa con Harry Potter, il quale, si rivelava giorno dopo giorno meno insoppartibile. Sicccome nessun dei due voleva stare solo, passavamo i pomeriggi insieme, magari anche senza dirci nulla, stare solo fermi a pensare, leggere, scrivere o qualunque altra cosa, ma con la presenza di qualcun altro vicina. C’erano dei momenti, in cui sentivo il suo sguardo premermi addosso, e questo mi metteva a disagio, visto che sapevo che lui guardava me per rivedere Sirius. Prima di andare a dormire, una sera, mi sedetti con lui sul divano, e gli dissi.
“Lo so che per te è dura, ma non si può vivere di ricordi. Il passato ormai è passato, e tu devi andare avanti. Puoi anche guardarmi dalla mattina alla sera, ma questo non ti ridarà mai il tuo padrino. Io sono semplicemente io, e vedere in me lui, ti alimenta soltanto il dolore, perché tu sai che comunque ci sono io, e non Sirius, e allora starai ancora più male. Quindi, te lo chiedo per te, ma anche per me ovviamente, perché credimi, il tuo sguardo è davvero penetrante, e sapere che in me vedi quel laido di mio padre, mi fa accoppanare la pelle: smettila di guardarmi come fossi lui, è accetta che io non sono Sirius, sono Siria! Prima lo farai, meglio sarà per entrambi”
Potter mi guardò intensamente, i suoi grandi occhi smeraldini che brillavano di nostalgia. Annuì tristemente, e dopo un grazie sussurrato, fece la cosa più sconsiderata che avesse potuto mai fare: mi abbracciò. Così, con semplicità, si sporse su di me e mi cinse con le sue braccia, poggiando il suo petto sul mio. Io rimasi paralizzata, rigida e immobile, mentre sentivo il calore del suo corpo che provava a sciogliere il mio ghiaccio. Illuso. Si staccò dopo pochino, vedendo che io non accennavo a cottracambiare, e si dileguò nella “sua” stanza, sapendo di aver esagerato, ma non pentendosene. Mi aveva lasciato di stucco. Di nuovo. Allora forse un pregio quel ragazzo ce l’aveva!! Sapeva sorprendermi…beh, già qualcosa!
La mattina del primo settembre, me ne stavo beatamente dormendo nel mio letto, persa nel mondo di Morfeo, tranquilla del fatto di aver già tutti i bagagli pronti (i quali avevo preparato scrupolosamente la sera prima!) e sapendo che potevo godermi il piacere del dolce dormire per un bel po’. Ma non avevo calcolato una cosa: Harry Potter.
Il ragazzo irruppe nella mia stanza con un’insolita vivacità, e spalancando le finestre, esclamò tutto pimpante.
“Forza Siria, sveglia, stamattina bisogna partire, non possiamo stare a poltrire!!”
Mi girai dalla parte opposta delle finistre, così da evitare la luce, e mi avvolsi nel lenzuolo, mettendo la testa sotto il cuscino. Ma forse il moro non aveva recepito il messaggio, infatti fece il giro del letto e mi si piazzò davanti, mani sui fianchi ed espressione decisa.
“Siria andiamo!!Oggi è il primo di settembre, bisogna partire per Hogwarts!”
“Eclissati Potter” gli ringhia sempre con il capo sotto il guanciale.
“Eddai, ho preparato la colazione, e poi dobbiamo prepararci!!” insistette lui. Alzai la testa, lo fulminai con lo sguardo, per poi spostare quest’ultimo sull’orologio. Le sette e mezzo. Le sette e mezzo?!?!?! LE SETTE E MEZZO?!?!
“POTTER MA TI SEI RINCOGLIONITO TUTTO IN UNA VOLTA?!?! SONO LE SETTE E MEZZO, IL NOSTRO TRENO PARTE ALLE 11, E IO HO GIA’ TUTTI I BAGAGLI PRONTI!!! LEVATI DALLA MIA VISTA PRIMA CHE T’INCENERISCA!!” gli urlai contro rabbiosa. Anzi, debbo usare un’espressione più appropriata: incazzata nera!
“Dai per favore, io li devo finire di preparare, e poi almeno facciamo colazione insieme!!” continuò il ragazzo. Ma voleva proprio morire!
“Non me ne frega nulla dei tuoi bagagli, ne tanto meno della colazione!!” sbraitai, girandomi ancora e rivolgendogli le spalle. Ma lui non demorse. Fece di nuovo il giro del letto.
“Siria dai, non fare così, tanto oggi stiamo tutto il giorno sul treno, ti riposi!!”
“Secondo te se ti uccido il Signore Oscuro ci rimane tanto male o se ne fa una ragione?” chiesi con sarcasmo, girando la testa. Potter si mise a sedere sul letto.
“Ma scusa, se ti alzi ora abbiamo tutto il tempo di fare le cose con calma e per bene…”
“Potter, forse non ti è chiaro il messaggio…io non mi schiodo da questo letto minimo per un’altra ora e mezza, quindi vedi te…” dissi esasperata. Lui sbuffò sonoramente, ma io lo ignorai. Fu allora che il Grifondoro si alzò, si sporse verso di me, e mi prese in braccio con tanto di lenzuolo incorporato, avviandosi fuori dalla stanza.
“A mali estremi, estremi rimedi…” si giustificò ghignando. Io cominciai a sbraitare intimazioni e minacce, per la serie “ti do in pasto agli Inferi se non mi lasci immediatamente!”. Mi agitavo fra le sue braccia, e lo colpivo sulla spalla.
“Ahia mi fai male!!” imprecò mentre scendevamo le scale.
“Potter giuro che appena arriviamo giù ti faccio morire a son di cruciatus!!” urlai in preda ad una crisi isterica.
“Se tu ti fossi alzata di tua spontanea volontà…”
“Perché avrei dovuto farlo, è prestissimo!!”
“Non è mai troppo presto!!”
Aprì la porta della cucina con il gomito, e appena entrati, mi posò su una sedia, davanti al tavolo completamente imbandito per la colazione. Gli lanciai uno sguardo omicida.
“Ti conviene cominciare a correre, Potter…” esclamai minacciosa. Lui rise.
“Mi vorresti uccidere per così poco?! Dai, bevi il caffè che sennò ti si raffredda!” rispose, mettendosi anche lui a sedere di fronte a me. Io sbuffai scocciata e misi il broncio.
“Sei davvero insopportabile Potter, meno male è l’ultimo giorno che passiamo insieme!” dissi irritata. Lui mi guardò male.
“Sempre se non finisci a Grifondoro…” fece poi ghignando. Io gli tirai un piccolo calcio da sotto il tavolo.
“Torna un’altra volta su questa storia e ti farò pentire di essere sopravvissuto a Voldemort…” gl’intimai torva.
“Ok, ok, scusa!”
Io mi avvolsi meglio nel lenzuolo (che sottolineo mi era rimasto addosso quando Potter mi aveva presa di forza e portata giù) e lo guardai imbronciata. Lui mi sorrise.
“Sei adorabile quando sei arrabbiata, lo sai?” disse con naturalezza. Io lo guardai con gli occhi fuori dalle orbite.
“Che hai detto?!”
“Ho detto che sei adorabile quando sei arrabbiata…” ripetè scandito. Io inarcai i sopraccigli e lo fissai scettica.
“Ci stai provando con me, Potter?” chiesi, stavolta ghignando. Lui rise ancora e scosse il capo.
“Mai mi farei tale illusione…” rispose lasciandomi alquanto sorpresa.
“Ecco, vedo che sei un ragazzo giudizioso…”
Finimmo la colazione in silenzio, poi il moro si alzò e andò su, verso il bagno, ma io fui più veloce, e lo precedetti nell’entrare nel gabinetto e chiudendomici dentro. Uscii dieci minuti dopo avvolta in un grande asciugamano bianco di spugna, i capelli corvini bagnati e sparsi sul viso. Potter era appoggiato alla parete che aspettava con le braccia conserte al petto. Lo guardai appena e tornai veloce nella “mia” camera. Mi preparai e vestii molto sobriamente, un paio di jeans chiari, una camicetta di raso nera e degli stivaletti di pelle. Mi scossi i capelli ancora umidi con un asciugamano, per poi legarli in una coda alta. Controllai i bagagli, dentro c’era tutto l’occorrente che mi serviva, così presi il baule e lo portai fuori dalla stanza appena in tempo per vedere passare Potter sgocciolante con solo addosso un asciugamano bianco legato in vita e i capelli bagnati e più spettinati del solito. Mi sorrise leggermente prima di sparire dietro ad una porta. Non potetti far a meno di notare il suo corpo snello e il suo petto scolpito, con gli addominali delineati perfettamente.
“Però….” feci tra me e me, ma scacciai subito l’immagine di Potter in asciugamano e mi avviai alle scale portandomi dietro il pesante baule. Dannata restrizione della magia ai maghi minorenni, come minimo ci cadrò dalle scale con quella maledetta valigia. Fortunatamente, sul primo scalino mi raggiunse il Prescelto, che prese il baule e lo portò giù con facilità. Arrivati in fondo alle scale gli sorrisi con gratitudine.
“Ora però tu mi aiuti con i miei…” disse strattonandomi gentilmente per il braccio, riportandimi al piano superiore. Lo aiutai a ultimare il baule e a chiuderlo, per poi portarlo giù insieme al mio, e alle gabbie di Edvige e Andromeda. Arrivò la “scorta” che comprendeva un Lupin più pimpante del solito, una Tonks più cupa, e un Malocchio più scontroso che mai. Verso le dieci e mezzo si partì per King’s Cross con una macchina stregata dataci in dotazione del Ministero della Magia. Arrivammo poco dopo nella trafficatissima stazione, dove si vedeva sfrecciare gente di ogni tipo, per poi scomparire negli scompartimenti dei treni che partivano anche loro veloci verso le mete prestabilite. Era incredibile la varietà e la moltitudine di persone presenti in quella stazione, dai lavoratori ai turisti, dai residenti ai viaggiatori, dagli inglesi agli stranieri.
“Aspettate un attimo…voi volete dirmi che il treno per la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, parte da una stazione babbana?!?!” feci incredula. Lupin rise.
“Certo che no!! L’entrata al binario da cui parte l’espresso per Hogwarts, sta in questa stazione babbana, ma può essere oltrepassata solo dai maghi” spiegò facendo strada fra i binari.
“E che binario sarebbe?” chiesi confusa.
“Il binario 9 e ¾!” rispose con ovvietà. Lo guardai ancora più confusa.
“Il binario 9 e ¾?!?!?!”
“Sì, ci si arriva passando fra i binari 9 e 10”
Anche se lui provava a chiarirmi, rimanevo ancora perplessa, finché non ci trovammo davanti una colonna di mattoncini con i cartelli che dicevano 9 e 10, messi ai lati. Potter mi si avvicinò.
“Ora devi passare attraverso questa colonna. Basta che ci corri incontro, e invece di schiantarti, ci passerai dentro, ritrovandoti poi al binario 9 e ¾…lo so che è strano, anche io la prima volta ero parecchio stranito” mi disse a bassa voce. Io annuii e lanciai uno sguardo sbieco la colonna. Controllai se nessun babbano mi stesse guardando, per poi dirigermi velocemente proprio dritta verso la colonna. E invece di andarci a sbattere e spiaccicarmici direttamente contro, la trapassai, ritrovandomi qualche secondo dopo, davanti ad un enorme treno scarlatto con l’insegna “Expresso per Hogwarts”. Il grande binario era completamente affollato da ragazzi con appresso pesanti bauli, che salutavano i genitori, o chiacchieravano con gli amici appena rivisti. Ma in tutti i loro sguardi, c’era una nota di paura e tristezza.
“Mi onorerai della tua presenza, durante il viaggio?”
Mi girai di scatto e notai solo ora che Potter era arrivato insieme ai membri della scorta.
“Visto che non conosco nessun’altro, credo proprio di sì” fu la mia secca risposta. Il moro cominciò a farsi strada fra la gente, fino a che non raggiunse la Red Family, più annessa la ragazzina ricciuta e amante dei libri, a quello che mi aveva detto Potter. Rimasi in disparte, abbastanza lontana, guardandomi in torno incuriosita. Ma ad un certo punto, un ragazzo mandò a sbattere il suo baule contro il mio, facendo dondolare la gabbia di Andromeda.
“Ehi ma che cavolo fai!!” esclamai irritata, tirando indietro il carrello con i bagagli.
“Oh mio dio, scusami tanto, ho perso il controllo del carrello, non l’ho fatto apposta!!” disse desolato.
“Vorrei anche vedere se l’avevi fatto apposta…” ribattei, rassicurando un po’ il mio falco, che si era indispettito. Poi alzai gli occhi sul ragazzo. Aveva dei corti capelli neri, un viso dai lineamenti delicati, e due grandi occhi blu cobalto che brillavano d’intensità. La bocca carnosa incorniciava dei denti bianchissimi. Mi squadrò un attimo confuso.
“Ohi aspetta…io non ti ho mai vista prima…di che casa sei?” mi chiese senza staccarmi gli occhi di dosso.
“Beh, ovviamente Serpeverde, manca solo la conferma ufficiale del cappello parlante, però…” risposi ghignando appena.
“Mi vuoi dire che sei nuova?”
“Sì…mi sono trasferita da pochissimo in Inghilterra…”
“Wow, stupendo, un’altra bella ragazza fra noi Serpi!!Ehi Draco, hai sentito?!” esclamò girandosi indietro e facendo un cenno a qualcuno dietro di lui. In quel momento un ragazzo gli si affiancò, e se non avesse avuto un ghigno un po’ troppo perfido e sarcastico sul volto, avrei giurato che fosse stato un angelo. Aveva dei capelli biondissimi, lunghi fino all’altezza del mento, che gli aleggiavano intorno al collo, con alcuni ciuffi ribelli gli che gli ricadevano davanti agli occhi. Forse gli occhi più belli che abbia mai visto: erano un misto di nebbia e ghiaccio, di neve e tempesta, di un colore che variava dal celeste chiarissimo al grigio intenso. Erano freddi ma allo stesso tempo incredibilmente intensi. Aveva la carnagione diafana e le labbra sottili. Il corpo era muscoloso al punto giusto, snello e asciutto, eretto in un portamento regale, e trasudava eleganza e fascino. Senza contare il suo sorrisino provocante e incredibilmente sexy che aveva stampato in volto mentre mi sguadrava da cima a piedi. Rimasi appena imbambolata davanti a tutta quella bellezza, e giurai di non aver mai visto qualcuno di tanto bello in vita mia. Come avevo già detto, sembravo un angelo salito dall'inferno, l'incarnazione divina del peccato, il sesso impersonificato in un ragazzo, e non mi sarei di certo stupita se questo si fosse chiamato Eros!! Sarebbe stato un nome più che azzeccato!
“Ho sentio Blaise, ho sentito...” fece con tono interessato al moretto, prima di rivolgersi a me.
“Come ti chiami?” mi chiese puntando i suoi occhi di ghiaccio sui miei di pece.
“Ti basta sapere che il mio cognome è Black…” risposi sorridendogli. Tutti e due rimasero alquanto stupiti.
“Black?! E’ impossibile…” bofonchiò il ragazzo che doveva chiamarsi Blaise.
“Niente è impossibile…” ribattei sarcastica. Il biondino mi si avvicinò.
“Quei Black? La Nobile e Antichissima Casata dei Black?” chiese confuso.
“Sì, esattamente…”
“E di chi saresti figlia?”
“Prefirerei dimenticare di chi sono figlia, perché non io sono affatto come il vile traditore di mio padre, e l'essernene imparentata così strettamente mi disgusta non poco…”
Lui spalancò gli occhi.
“Tu sei figlia di Sirius Black?!”
“Purtroppo…evitate di ricordarmelo, per favore…”
I due amici si guardarono un attimo, poi si sorrisero.
“Non c’è dubbio…è una Serpeverde!” esclamò il moretto, per poi girarsi di nuovo verso di me. Ma in quel preciso istante, arrivò Potter.
“Ehi Siria ma dove diavolo ti eri caccia…” esordì per poi bloccarsi di colpo nel vedere i due ragazzi che mi stavano davanti.
“Bene, bene guarda chi c’è…come va Sfregiato?” fece il biondo con tono ostile, guardando in cagnesco il moro. Lui cottraccambiò.
“Molto meglio di quanto possa andare a te, Malferret…” rispose, per poi rivolgersi di nuovo a me.
“Che ci facevi con loro?!” chiese quasi arrabbiato. Io feci spallucce.
“Lui –indicai Blaise- mi è venuto addosso con il baule per sbaglio, e abbiao scambiato due parole, niente di che Potter, non ti allarmare…” risposi con non curanza.
“Andiamo a cercare uno scompartimento nel treno…tanto loro te li dovrai sorbire tutto l’anno…” e detto questo mi trascinò praticamente via dai due ragazzi sempre più perplessi, o almeno quanto me, che non riuscivo assolutamente a comprendere il comportamento del moro. Salimmo sul treno con appresso i bagagli e cominciammo a cercare uno scompartimento libero insieme ai due amichetti di Potter.
Che l’avventura abbia inizio!

Bene, che ve ne pare?? Oh, finalmente la nostra Siria si è scontrata con le mie serpi preferite, ed è rimasta di stucco davanti a quel ben di Dio che è Dracucciolo!! E ci credo, io me lo fossi ritrovata davanti, sarei svenuta!! E non dimentichiamoci del mitico Blaise, il quale stringerà una bella amicizia con Siria!!E poi c'è Harry, che se non ve ne sieti accorti, era un po' gelosetto di quei due...solo istinto di protezione o qualcosa di più?! Boh, chi lo sa! (Forse tu che sei la scrittrice?! NdTutti *con sarcasmo* Va beh, facevo per dire! NdAlexa) ed il prossimo capitolo sarà l'arrivo a Hogwarts e lo smistamento. Ma siamo proprio sicuri che vada a Serpeverde?!?!
Ok ok, la smetto!!
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e che recensiranno!!
Un grazie speciale a: Kaileena1987, dilly_23,  crilli (ricorda di spiegarmi che cosa intendi per buchi! XD) e Dark_Angel per avermi recensito!! Siete mitiche!!
Bacionissimi e al prossimo capitolo!!

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Non svegliare il Black che dorme!! ***


Ed eccomi finalmente con il nuovo capitolo!! Mi scuso per il grande ritardo, ma prima sono partita per le vacanze, e poi sono praticamente caduta in depressione post-fine di Harry Potter, spero che sarete comprensivi e capirete. Bene, in questo capitolo finalmente la nostra Siria arriva a Hogwarts, ha il primo impatto con i luoghi che sono completamente nuovi, e viene smistata!Finalmente vi toglierete il dubbio (che secondo me non c'era, ma va beh!) Spero che sia valsa la pena aspettare!!Bacioni grandi grandi, e buona lettura!

Aprii svogliatamente gli occhi, le cui palpebre si erano fatte incredibilmente pesanti. Misi a fuoco il posto dove mi trovavo: ero in uno scompartimento del treno per Hogwarts, i due amici di Potter se n’erano andati a controllare il treno, e io mi ero appisolata sulla sua spalla…SULLA SUA SPALLA?! Mi scostai di botto, facendo prendere al moro un bello spavento.
“Ti sei svegliata, eh?!” fece sorridendo. Io mi strusciai gli occhi.
“Non volevo appoggiarmi a te…” precisai subito, mentre mi aggiustavo i capelli.
“E’ che ero stanca, visto che qualcuno stamattina mi ha buttato giù dal letto ad un’ora incivile…” continuai tagliente.
“Ora incivile!!! Erano le sette e mezzo, mica le quattro di mattina!!” ribattè, ma io lo fulminai con lo sguardo.
“Comunque non ti preoccupare…non mi davi noia…” disse tranquillo.
“Infatti io non mi preoccupo…” feci sarcastica, buttandomi all’indietro sul sedile, e posando lo sguardo sul paesaggio che scorreva veloce al di là del finestrino. Allungai i piedi e li poggiai sui sedili vuoti di fronte a me, sbadigliando. Mi voltai verso il ragazzo che mi sedeva accanto.
“Quanto manca?” chiesi un po’ troppo gentile.
“Non molto…credo che dovremmo cominciare a cambiarci…” rispose alzandosi e sporgendosi per prendere il baule. Io lo imitai, tirando fuori dalla mia valigia la divisa scolastica. In fine mi piazzai davanti al moro con aria minacciosa.
“Voltati, e non osare sbirciare mentre mi cambio altrimenti giuro che imprecherai contro il Signore Oscuro per non averti ucciso prima!” gli dissi torva e lui sembro leggermente spaventato mentre annuiva. Per sicurezza, con una mossa ripentina gli sfilai gli occhiali, almeno ero più sicura che anche se si fosse girato, non avrebbe visto nulla. Poi, con la velocità della luce mi cambiai, senza indossare però ne cravatta, ne tunica, che mettevano chiaramente in mostra lo stemma di Serpeverde. Preferivo indossarli quando avrei avuto la conferma ufficiale. Restituii gli occhiali a Potter, e mi voltai verso il finestrino, dandogli le spalle e permettendogli di cambiarsi. Guardai le colline dal manto smeraldino sfrecciare veloci sotto un cielo decisamente ombroso. Poi, lo sguardo mi cadde involontariamente sulla sinistra del finestrino, dove si vedeva il riflesso del ragazzo che si cambiava. Il suo fisico tonico era di nuovo in bella vista. Distolsi immediatamente gli occhi da lì, leggermente imbarazzata, e gli puntai per terra. Dannato Potter!
“Ho fatto…” disse Potter con voce atona, e io mi girai, sedendomi di nuovo. Passammo il resto del viaggio in una specie di silenzio che sembrava infastidire un po’ il ragazzo. Io ero immersa in una interessante lettura e non avevo nessuna intenzione di venirne fuori. Finalmente il treno si fermò e si sentì tutto il trambusto degli studenti che facevano per uscire. I due amici di Potter tornarono per riprendere i bagagli, io trascinai fuori dallo scompartimento il mio baule. Feci andare avanti Potter e lo seguii un po’ incerta. Usciti dal grande treno scarlatto, ci dirigemmo verso delle strane carrozze trainate dal niente. Mi guardavo quasi febbrilmente intorno, attirata da tutto quello che c’era, e che per me era nuovo e sconosciuto. Salii su quella strana carrozza nera insieme a Potter, e subito dopo ci alzammo in volo. Fra la familiare foschia che accompagnava da tempo l’atmosfera inglese, scorsi la grandiosa scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Un enorme castello che riportava alcuni tratti gotici, pieno di torri e torrette di varie grandezze, con grandi finestre delle quali molte illuminate, e dall’aria incredibilmente maestosa e imponente, era stanziato su una collina e sembrava vegliare su un grande lago scuro. Al cospetto di quest’ultimo c’era un grande parco, in cui si scorgeva un campo da Quidditch. Poco lontano dal parco, c’era una foresta incredibilmente inquietante. Quel panorama era infinitamente suggestivo e spettacolare.
“Bello, vero?” mi sussurrò Potter all’orecchio. Io mi girai e storsi la bocca.
“Favoloso” dissi inarcando le sopracciglia. In pochi minuti la carrozza atterrò davanti alla sontuosa entrata del castello. Scesi cominciando a guardarmi in torno sempre più curiosa, puntando gli occhi su tutto, annusando addirittuara l’aria che mi sembrava differente. Ad un certo punto, quando ebbi posato il baule, vidi una signora dall’aria austera e l’espressione rigida e severa avvicinarmisi impettita.
“Signorina Black?” mi fece quando mi fu davanti.
“In persona” risposi leggermente spocchiosa. Lei mi sguadrò dall’alto in basso per un attimo.
“Io sono la Professoressa McGrannitt, e la pregherei di seguirmi insieme ai ragazzi del primo anno, per spiegarle la formula di smistamento” disse fermamente, e senza aspettare nemmeno un mio cenno, s’incamminò verso una fredda scalinata di pietra. La seguii svogliatamente, ritrovandomi davanti un immenso portone di legno massiccio, e un gruppo abbondante di primini incredibilmente bassi. La Professoressa McGrannitt spiegò in come venivano suddivisi i ragazzi, e con che criterio. Spiegò delle quattro case e del Cappello Parlante. Poi si rivolse direttemente a me.
“Lei aspetterà appena fuori dalla Sala Grande, ed entrà dopo l’annuncio del Preside, per poi essere smistata, tutto chiaro?”
Io annuii distrattamente, tenendo la tunica in braccio e la cravatta in tasca. Non avrei dovuto aspettare ancora molto per indossarle. Finalmente!
I primini entrarono nella Sala Grande (che solo quando vidi mi resi conto che non ci poteva essere nome più azzeccato!) spaesati e leggermente intimoriti, mentre si guardavano in torno sconcertati e sorpresi. La cerimonia dello smistamento non fu molto lunga, e piano piano, tutti gli studenti del primo anno si erano adeguatamente posizionati al tavolo della propria casa, e io cominciai a fare capolino dal portone, essendomi stancata di stare lì a non fare niente. In quel momento Albus Silente si alzò dalla sua poltrona centrale.
“La cerimonia dello smistamento non è ancora terminata!Lo so che è dura aspettare oltre il nostro delizioso banchetto, ma dovrete tener duro ancora per poco!” esordì l’uomo dalla barba argentea sorridendo, e molti nella Sala annuirono e ridacchiarono.
“Quest’anno, tutti i ragazzi del sesto anno avranno una compagna in più…si è trasferita attualmente dalla Francia, e anche lei ora sarà adeguatamente smistata…prego, Signorina Black, entri pure…”
Dopo che Silente ebbe pronunciato il mio nome un incredibile vociare si alzò all’interno nella Sala, ma venne immediatamente zittito dalla mia entrata. Varcai la soglia della maestosa Sala Grande con portamento elegante e fiero, la testa alta e lo sguardo fisso davanti a me. Incrociai le braccia sotto il seno, mentre i miei passi rimbombavano gravi nel silenzio fatto di pensieri, riflessioni e curiosità. Gli occhi di tutti i presenti erano puntati su di me, ma questo non m’intimoriva per niente. Passai fra i due tavoli centrali, uno di questi era quello di Grifondoro, e appena incrociai il suo sguardo, Potter mi fece un sorriso che doveva essere incoraggiante. Io ricambiai con una specie di smorfia e continuai ad avviarmi verso uno sbagello di legno con sopra un cappello di feltro tutto rattoppato. Arrivata lì davanti mi fermai, fissando la Professoressa McGrannitt.
“Siria Black. Prego…” disse indicandomi lo sgabello, dopo averlo liberato. Io mi ci sedetti composta, con la schiena dritta e le braccia sempre conserte al petto. Solo ora ebbi una panoramica centrale della grandiosa Sala, ricolma di candele sospese e il cui soffitto rispecchiava il cielo che vi era all’esterno. Socchiusi appena gli occhi quando la Professoressa mi adagiò sul capo il vecchio cappello. Improvvisamente, sentii una vocina dentro la mia testa.
“Un’altra Black a quanto vedo…l’ultima Black…diamo un’occhiata alla tua mente…” disse il Cappello Parlante, e mi sentii incredibilmente a disagio.
“Hai un carattere incredibilmente forte, ma è solo una protezione per un grande dolore che porti dentro di te e una certa paura…sei incredibilmente orgogliosa, e sei presa da un grande moto di vendetta verso tuo padre…sei sicura di te, un po’ egoista, vuoi far vedere a tutti che sei degna del nome che porti e sei pronta a tutto per farlo…vedo anche grande determinazione e ambizione…beh, la casa più appropriata è sicuramente:” il Cappello Parlante smise di parlare nella mia testa e gridò a tutti.
“SERPEVERDE!”
Non potetti resistere nel tirare un sospiro di sollievo. Mi alzai con un peso in meno sullo stomaco e mi avviai verso il tavolo verde-argento, che stava vigorosamente applaudendo, con un ghigno soddisfatto stampato in volto. Ma non potetti fare a meno di sibilare a Potter, mentre gli passavo accanto: “Te l’avevo detto!”
Lui mi sorrise sbieco, ma non disse niente. Arrivata al tavolo feci una carrellata visiva di tutti i presenti, cercando di trovare un posto adatto in cui sedermi, ma ad un tratto vidi il ragazzo moro che stamattina mi aveva urtato con il baule, che mi faceva segno di sedersi accanto a lui, e visto che non avevo niente di meglio, m’infilai la tunica e mi sedetti vicino a lui.
“Beh, che dici se io e te ricominciamo da capo senza urtarci?!” fece il ragazzo sorridendo.
“Io sono Blaise Zabini, è un piacere averti fra noi…” disse prendendomi alla sprovvista la mano e sfiorandola con le labbra. Io ghignai appena.
“Questo lo dici tu, Zab…” proferì una vocetta acuta di fronte a me. Mi voltai verso la proprietaria di quella voce: era una brunetta formosa e snob, che mi guardava scettica. La guardai male.
“Lei è Pansy Parkinson…” disse Blaise lanciandole anche lui un’occhiataccia.
“Non ho bisogno che mi presenti, so farlo benissimo da sola!Piuttosto, qui ci sarebbe qualcuno che deve presentarsi accuratamente…” ribattè scandendo bene l’ultima parola. Io mi voltai verso il moretto.
“Mangia lo yogurt scaduto per colazione o è così acida di suo?” chiesi con noncuranza, mentre un’abbondante parte dei presenti si apriva in una leggera risatina. Pansy mi lanciò uno sguardo omicida.
“Purtroppo è così al naturale…” ridacchiò Zabini.
“Non ti sei ancora presentata, comunque…” ribattè la Parkinson.
“La McGrannit mi ha gia presentata…se tu eri troppo impegnata a smaltarti le unghie di quel pessimo rosa shocking, non è un mio problema…” risposi tagliente, mentre dalla tasca tiravo fuori la cravatta verde argento, e me la passavo dietro al collo. Intanto, le Serpi ridacchiarono di nuovo.
“Comunque sarò magnanima stasera…io sono Siria Black” dissi arrendevole alla fine, tentando di allacciarmi la cravatta.
“A questo c’eravamo arrivati tutti…ma dimmi, Siria, hai un cognome molto importante…di chi sei figlia?” chiese tagliente. Tra i presenti si era stanziato uno strano silenzio, che stonava con il chiacchiericcio che inondava la Sala dopo l’imminente comparsa del sontuoso banchetto. Io storsi la bocca in una tipica espressione Made-In-Black.
“Se vuoi sapere se discendo dalla Nobile e Antichissima Casata dei Black, la risposta è sì, Pansy…”
Lei continuò a squadrarmi sospettosa, ma quanti aprì bocca per ribattere, una ragazza bionda e affascinante al suo fianco l’ammutolì.
“Eddai Pansy, rilassati…è una Serpe, ha il veleno nelle vene, si vede…” disse, per poi rivolgersi a me con una specie di ghigno che doveva essere amichevole.
“Io sono Daphne Greengrass…” poi indicò alcuni compagni e me li presentò per ordine.
“Loro sono Theodore Nott, Millicent Bullstrode, Vincent Tiger, Gregory Goyle e…” si soffermò un attimo, finchè non sentii una voce familiare alla mia sinistra.
“Draco Malfoy”
Mi voltai di scatto, ritrovandomi davanti al ragazzo biondo che stamattina era insieme a Blaise. E dovevo ammettere che con la divisa stava ancora meglio. Gli feci un sorrisino incerto.
“Piacere” sibilai mentre tentavo invano di farmi il nodo alla cravatta. Blaise, che notò la mia difficoltà, si sporse su di me e prese entrambe le parti della cravatta, annodandola velocemente.
“A Beuxbaton non ce le avevate le cravatte?” chiese il moro con un sorriso divertito.
“No…sinceramente è la prima volta che prendo in mano una cravatta in tutta la mia vita…” dissi arricciando la bocca mentre osservavo il modo in cui mi faceva il nodo. Finito mi rivolse un altro sorriso. Io mormorai una specie di grazie e spostai l’attenzione su tutto il cibo che si era materializzato davanti a noi.
“Come mai ti sei trasferita in Inghilterra, Siria?” mi chiese d’un tratto Draco, e posai di nuovo lo sguardo sulla sua elegante figura.
“Una serie di circostanze improrogabili mi hanno portata ad approdare qui…” risposi vagamente mentre sentivo il suo sguardo farsi pesante su di me.
“Sei sempre così vaga?” mi domandò sarcastico. Io sorrisi.
“Più o meno…” ribattei servendomi alcune patate arrosto.
“Magari perché nasconde qualcosa…” azzardò acida Pansy Parkinson.
“Oh sì…” feci seria, sfidandola con lo sguardo.
“In realtà sono la figlia illegittima di Silente e la McGrannitt” sbottai sarcastica, provocando uno scroscio di risate. Io non feci una piega, e mi beccai l’occhiata furente della Parkinson. E’ una mia impressione, o a pelle non dovevo esserle tanto simpatica?!
“Pansy non ha tutti i torti, comunque…” disse all’improvviso il ragazzo che doveva essere Theodore Nott. Mi fissò negli occhi per qualche istante, con scetticismo.
“Sei purosangue?” mi chiese senza staccarmi gli occhi di dosso.
“Che razza di domande, certo che sono purosangue!” risposi un po’ seccata. Non sopportavo che mi facessero quella specie di terzo grado.
“E, come mai conosci Potter?” rincarò la dose Malfoy.
“Circostanze e obblighi in comune…niente di rilevante…” feci addentando una patata. Il biondo lanciò un’occhiata a Blaise, che fece spallucce e disse sarcastico.
“Le piace fare la misteriosa…”
Io non ribattei, tenendo lo sguardo fisso sul piatto.
“Ma se sei una Black, che ci facevi in Francia?” continuò Pansy imperterrita. A quel punto non mi trattenni più.
“Sentite, gradirei molto che la smettesse con questo interrogatorio. Odio le domande, e non c’è bisogno che me le porgiate!Se non siete d’accordo…non è un mio problema!” sbottai irritata. Blaise mi guardò inarcando i sopraccigli.
“Hai proprio un bel caratterino…” sentenziò ghignando. Io non seppi se prenderlo come un complimento o meno.
“Sai come si dice, Bla?” fece Draco, piegando le sue belle labbra in un sorriso divertito.
“Mai svegliare il Black che dorme!”


E Siria è ufficialmente una SERPEVERDE! E' vero, sarebbe stato divertente vedere la sua reazione nell'essere stata smistata a Grifondoro, ma lei è una Serpe a tutti gli effetti!!Non c'è nulla di dire!! In oltre, sono un po' di parte, visto che sono una Slytherin dichiarata e orgogliosa di esserlo! Per chi sperava nella coppia Siria/Harry gli dico di non disperare, perchè ci sarà qualche svolta interessante! Siria in questo chap conosce anche i suoi nuovi compagni di casa, un po' scettici e diffidenti, ma pur sempre i suoi nuovi compagni di casa, tra cui spicca il bello e dannato Draco (Dracucciolo per gli amici!) Malfoy...chissà che succederà!Hahaha me leggermente sadica...va beh, ringrazio tutti quelli che hanno letto e in anticipo quelli che recensiranno!!
E ora, i ringraziamenti singoli:

Per Cattiva_Dentro: Con quale coraggio potevo farla finire a Grifondoro?!?! SLYTHERIN RULES FOREVER!

Per Lucia: Ciao! E' vero, sarebbe stato mooolto divertente vedere come avrebbe reagito se fosse stata smistata tra i Grifoni, ma lei è troppo Serpe, e poi non ho avuto il coraggio! Grazie mille della recensione, son contenta che Sira ti piaccia! E spero che anche se è finita nella casa verde-argento, il chap ti sia piaciuto ugualmente! E non disperare per Siria/Harry!! Baci!

Per Soraya: Ciao dudì!! Eheheh son contenta che la storia ti piaccia, anche se in fondo la conosci tutta perchè te ne ho parlato!! Grazie del supporto con lo scrivere, e soprattutto quella che mi hai dato in questo momento difficile! Mi sarei suicidata se non avessi avuto te! Ti voglio un mondo di bene, per sempre!! E ricorda: IN LUST WE TRUST!

Per Kaileena1987: Ciao!! E' vero, sono sadica, ma non avrei mai potuta farla finire tra i Grifoni! Insomma, ho creato un personaggio del genere proprio per farla essere Serpeverde fino all'osso, come me d'altronde!Sei fortunata che anche io ami quella bastardissima casa, e non l'avrei potuta tradire per niente al mondo! Ti ringrazio molto per la recensione, e sono contenta che Siria ti piaccia, avevo molto paura che non piacesse come personaggio!! Bacioni, alla prossima!

Per M2: Ciao!Ti ho accontentato e l'ho mandata nella tua (come mia d'altronde) casa preferita!Grazie della recensione, son contentissima che Siria ti stia simpatica!! Bacioni alla prossima!

Per crilli: Ciao!Beh sì, lo devo ammettere, radcliffe mi fa schifo xD!!(battuta con ovvio sarcasmo! Come potrebbe farmi schifo quel bel pasticcino??) Va beh, starò più attenta agli errori di battitura, un piccolo problema per me, che scrivo super veloce, e di notte, quindi al buio!XD Grazie per il consiglio, baci!

Per INFINITY: Ciao! Prima di tutto, grazie mille per la recensione!! Il rapporto Harry-Siria è molto strano, ora che lei è stata smistata tra le Serpi (proprio non potevo metterla fra i Grifoni!) prenderà una piega ancora più particolari!Grazie ancora, bacioni e alla prossima!

Per Pyros Ikari: Hahaha ciao!! La tua recensione mi ha fatto molto ridere!!Non ti preoccupare, non sono una vampira, ma sono molto più produttiva di notte che di giorno, ieri ho avuto addirittura il coraggio di pubblicare all'una! Ma il peggio è una mia amica che mi ha recensito all'una e venti!! Hahaha comunque, non sai quanto sono felice che Siria ti piaccia così tanto, non è stato facile crearla!Ho sempre paura che mi prenda sfaccettature "Mary-Sue" e cerco in tutti i modi che non sia così. Anche il rapporto con Harry è proprio: devastante!Bacioni al prossimo chap!

Per dilly_23: Ciao!!Grazie mille per la recensione e per i complimenti, sono felice di constatare che anche questa mia storia ti piaccia! La scena di Harry che prende Siria dal letto è esilarente, quando la scrivevo avevo un sorrisone enorme stampato in faccia. Purtroppo le tue previsioni non sono state giuste, l'ho messa a Serpeverde con il nostra amato Dracucciolo...ma quant'è bello da uno a dieci, 100?!?! Va beh, non divaghiamo! Bacioni e alla prossima recensione!

Per Tribe: Ciao! Ti ringrazio per la recensione e son contenta che la storia ti piaccia! Baci e alla prossima!

Per Dark_Angel: Ciao bella!Grazie per la "prima" recensione, son contenta che l'evoluzione di questa storia ti piaccia!! Comunque hai ragione su Draco, non sverrei, anche io gli salterei addosso!! Hahaha e dopo sarebbe censura!! Va beh, non divaghiamo! Quando torni dalla vacanze leggi il chap, mi raccomando!! Bacioni tvttb!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Io non faccio mai niente per niente! ***


Ciao a tutti mie prodi! (Ok, questa me la potevo risparmiare!XD) e finalmente sono tornata con un altro capitolo dell'Ultima discendente dei Black!Mi scuso in primis se vi ho fatto aspettare un po', ma ho avuto dei piccoli problemi nello scrivere questo capitolo, che in realtà ho in testa da parecchio tempo. Avrei dovuto postarlo due giorni fa, ma non riuscivo a scriverlo, facevo un pezzetto e mi fermavo, un pezzetto e mi fermavo, che tortura!! Tra l'altro mi è venuto anche leggermente più lunghino del solito, ma penso che per voi sia meglio! Allora, in questo chap vedremo una Siria novellina a Hogwarts che cerca disperatamente di ricordarsi la strada per i sotterranei, che poi viene convocata dal grande capo (alias Silente) che gli affiderà una strana missione. Che cosa?? Leggete e scopritelo!!Bacioni e buona lettura!

Quando il banchetto finì, tutti si alzarono provocando un gran baccano con le panche che grattarono per terra. Pansy andò in cima alla fila di Serpeverde per guidare quelli del primo anno, mentre Blaise mi fece segno di stargli vicino.
“Il dormitorio di Serpeverde si trova nei sotterranei della scuola, che non sono particolarmente difficili da raggiungere, il problema è poi trovare la Sala Comune…” mi spiegò il moretto, e io annuii cercando di memorizzare bene le sue parole. Mi fece segno di allungare il passo, e dopo aver sceso una lunga e fradda rampa di scale ci ritroviamo in quelli che devono esseri i sotterranei. L’aria è fredda e umida, non c’erano finestre, e c’era un atmosfera molto algida. Le pareti erano spoglie, e c’era un silenzio estenuante. Feci un piccolo sorriso. Mi piaceva quell’atmosfera!!
“Ora, fai molta attenzione…” mi disse Blaise, e ci fermammo di botto.
“Arrivata qui, devi girare alla seconda a destra” spiegò, e io cercadi di memorizzare “seconda a destra”. Girammo e mi ritrovai in un altro corridoio quasi identico a quello precedente.
“Ora invece dobbiamo svoltare la prima a sinistra” continuò il moretto, mentre io mi guardavo sempre in torno per scovare qualche particolare che avrebbe potuto aiutarmi nel ricordare la strada. Altro corridoio, stessa storia.
“Di qua, di nuovo a sinistra…”
Ok, avevo il brutto presentimento che mi sarei persa più di una volta, visto che davvero sembrava tutto uguale! Blaise intuì la mia preoccupazione e mi sorrise incoraggiante.
“Dai, non è una tragedia!! Te la ricorderai la strada, vedrai non è poi così difficile…prova a ridirmela fin qui?” fece il moretto divertito.
“Seconda a destra, sinistra, sinistra…” ripetei decisa. Il ragazzo annuì vigorosamente.
“Ora qui in fondo a destra…”
Intanto, dietro di noi c’era un gruppo di Serpeverde più o meno nostri coetanei, e più in disparte Theodore Nott e Draco Malfoy parlvano assiduamente di qualcosa che doveva essere abbastanza importante. Più indietro ancora, c’erano tutti i primini che erano ancora più intimoriti e attoniti di me, ma la maggiorperte delle Serpi aveva già raggiunto la Sala Comune. Continuai a guardarmi in giro, poi Blaise riacquistò la mia attenzione.
“Siamo quasi arrivati…di qua a destra e poi sempre in fondo…” e ancora una volta svoltammo. Decisi di distogliere l’attenzione da quei corridoi così dannatamente uguali, e posarla su un soggetto moolto più interessante. Draco Malfoy aveva appena finito di parlare con Theodore e stava andando avanti da solo, con un elegante passo lento e cadenzato che trasudava fascino. Teneva lo sguardo basso e pensieroso, e le mani in tasca, ma all’improvviso ne tolse una per passarsela fra i capelli biondissimi. Un gesto estremamente seducente, e io rimasi quasi incantata a fissarlo. Solo la voce di Blaise, mi riscosse dai miei pensieri non proprio innocenti.
“La porta della Sala Comune è nascota in questa parete…” disse il moro, indicandomi una parete sulla nostra sinestra. Una parete VUOTA tutta UGUALE! Santo Salazar, ma un posto migliore per il tuo dormitorio no, eh?!
“E io come accidenti faccio a sapere dov’è nascosta?!” sbottai irritata. Il moro mi fece un segno verso la parte di fronte. C’era una fila di armature distanziate da meno di un metro.
“Settima armatura” continuò Zabini. Io le contai con lo sguardo fino alla settima, dove ci fermammo. Mi guardai di nuovo intorno, ma poi sospirai rassegnata.
“Non ci arriverò mai!!”
“Dai, non è una tragedia, in fondo è abbastanza semplice!! Seconda a destra, sinistra, sinistra, destra e destra…settima armatura in fondo…” riepilogò Blaise, e io cercai di memorizzare accuratamente. Annuii incerta.
“Oh, che stupido, quasi mi dimenticavo il trucchetto!!” esclamò improvvisamente, battendosi una mano sulla fronte. Io lo guardai interrogativa, corrugando le sopracciglia.
“C’è un trucco per ricordare la strada per i dormitori!!” spiegò.
“E che aspettavi a dirmelo?!?!?!” esclamai spazientita. Ma all’improvviso sentii una voce sussurrarmi calda all’orecchio.
“Se lo guardi dall’alto, il percorso per arrivare alla Sala Comune di Serpeverde, delinea una “S”…basta solo avere un po’ d’immaginazione”
Mi voltai di scatto e riconobbi la figura accattivante di Draco dietro di me, che mi sorrideva divertito. Io ci pensai un attimo su, ripercorrendo la strada con la mente, ovviamente dall’alto…
Oh caspita, era vero!! Lanciai uno sguardo intenso al biondino e ghignai.
“La nuova parola d’ordine, Dra?” chiese Blaise, fermo davanti alla parete vuota. Malfoy si rivolse a lui.
“Serpentese”
Al sentir quella parola, la porta scorrevole nascosta fra la fredda pietra si aprì lasciandoci passare. Ok, avrei dovuto anche ricordarmi la parola d’ordine…
Entrammo in uno sfarzoso sotterraneo lungo, dal soffitto basso, con le pareti di pietra ricoperti di arazzi verdi rifiniti d’argento, e un grande camino in marmo. Sparsi qua e la c’erano divani e poltrone verdi scuro, tavoli in ferro battuto e sedie in ciligio rivestite anch’esse di pelle. Appese al soffitto c’erano raffinate lampade cilindriche di vetro verdi, che emanavano luce soffusa.
“Notevole…” fu il commento che proferii appena ebbi avuto la panoramica generale della Sala Comune. Questa era ancora meglio di Grimmuild Place!
“Già, non è niente male…” rispose Draco, avviandosi verso una poltrona poca distante dal camino, e io e Blaise lo seguimmo, sedendoci su un divano lì accanto. Mi misi comoda e esclamai trionfale.
“Casa dolce casa”
Le due Serpi ridacchiarono divertite, e il moro al mio fianco ribattè.
“Puoi dirlo forte Siria!”
Malfoy annuì, e cominciò a cercare qualcosa nel suo mantello. Dopo un attimo tirò fuori un pacchetto di sigarette, e la sua bacchetta. Io lo guardai interrogativa.
“Si può fumare a scuola?” chiesi incredula. Lui ghignò.
“No….ma noi siamo Serpeverde…” rispose porgendomi il pacchetto. Io sogghignai di rimando e ne sfilai una, per poi portarmela alle labbra, e accendermela con un tocco di bacchetta. Blaise sbuffò.
“A lei offri e a me no?” fece falsamente offeso. Io ridacchiai mentre sbuffavo una nuvoletta di fumo, e il biondino lanciò poco delicatamente le sigarette a Zabini, che le prese al volo.
“Grazie amico…” rispose tutto contento. In quel momento arrivarono Pansy e Daphne, che si posizionarono in un divanetto di fronte al nostro, con l’aria un po’ stanca. Pansy continuava a guardarmi male, mentre Daphne si rivolse a me con una specie di sorriso.
“Ho visto che sei nel dormitorio con noi e Millicent…” mi disse.
“Buono a sapersi!” ribattei anche io con un mezzo sorriso. La Parkinson improvvisamente si alzò e andò verso Draco. Si sporse verso di lui, e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Il biondino le sorrise malizioso e lei le stampò un leggero bacio sulle labbra, prima di lanciarmi uno sguardo di sfida e allontanarsi. Sentii uno strano gorgoglio allo stomaco, ma lo ignorai, cercando di sembrare il più rilassata possibile, aiutata dalla sigaretta che tenevo fra le labbra.
“Non fare caso a Pansy, è semplicemente scettica con i nuovi arrivati…piano piano si abituerà…” cercò di rassicurarmi Blaise, e io annuii distrattamente. Posai la testa all’indietro, mentre facevo l’ultimo tiro. Intanto, Zabini e la Greengrass avevano cominciato a parlare della squadra di Serpeverde, e io concentravo l’attenzione sul biondino alla mia sinistra, ripensando a come quel bacio fra lui e la Parkinson mi avesse dato fastidio.
“Sai giocare a Quidditch, Siria?” mi chiese Daphne riportandomi alla realtà.
“Molto bene, azzarderei…a Beuxbaton ero cacciatrice della squadra del mio “club” (che sarebbe come la “casa” qui a Hogwarts)…” risposi ripensando a tutte le volte che ero finita nell’infermeria giocando a Quidditch.
“Hai detto cacciatrice?” domandò improvvisamente Malfoy. Annuii vigorosamente.
“E’ perfetto!!L’anno scorso ci è proprio andato via uno dei cacciatori!” esclamò Blaise allegro. Sia Draco che Daphne annuirono con il capo.
“Tieniti libera per sabato…farò i provini per cacciatore e portiere…” mi disse il biondo.
“D’accordo…sei tu il capitano della squadra?” feci incuriosita.
“Ovviamente…” rispose con un ghigno compiaciuto. In quel momento la porta della Sala Comune si aprì, ed entrò un uomo vestito in una lunga tunica nera, i capelli dall’aria unticcia e un grande naso adunco. Blaise spense all’istante la sigaretta, e da lì capii che era un professore. Questo si avvicinò a noi con aria gelida.
“Signorina Black?” mi chiamò, e io mi girai leggermente intimorita.
“Il Professor Silente la vuole vedere” disse freddamente.
“Non ho fatto niente!!” esclamai in mia difesa, e i ragazzi vicini a me ridacchiarono.
“E’ vero Professor Piton, è stata sempre qui con noi…” fece Blaise in mia difesa, ma manteneva l’aria divertita.
“Non è una cosa proprio positiva, Signor Zabini…e ora, Signorina Black, se vuole seguirmi…” sentenziò il Professor Piton, mentre si avviava di nuovo verso l’uscita della Sala Comune.
“Buona fortuna” mi fecero in coro il moro e la bionda, mentre Draco mi rivolse solo un sorriso sbieco, che io ricambiai leggermente, prima di alzarmi e seguire il professore. Uscimmo velocemente dalla Sala, e a passo svelto risalimmo i sotterranei. La figura inquietante dell’uomo mi accompagnò fino al primo piano, dove ci fermammo davanti ad un gargoyle di pietra. Durante tutto il tragitto non dissi una parola, ma squadrai timidamente l’uomo dall’aria gelida, e una smorfia cattiva disegnata nel volto. Davanti alla statua, Piton disse.
“Pallini acidi” e il gargoyle si spostò, lasciando spazio ad una scala a chiocciola.
“Il Preside l’aspetta dentro” mi disse sempre con il suo tono distaccato.
“Grazie…” risposi, prima che l’uomo si dileguasse. Ero leggermente preoccupata all’idea che Silente volesse vedermi. Che cosa voleva?!
Salii le scale e mi ritrovai davanti ad una porta di legno intarsiato. Feci per bussare, ma prima che le mie nocche toccassero la porta, sentii la voce del Preside invitarmi ad entrare. Aprii la porta ed entrai nell’ufficio di Silente, una stanza circolare, piena di libri antichi e oggetti strani. L’uomo dalla barba argentea era dietro la sua scrivania che mi sorrideva cordiale.
“Prego Signorina Black, si accomodi…” mi disse il Preside, e io mi sedetti su una sedia di fronte alla sua scrivania. Mi fissò per un estenuante attimo con quei suoi occhi azzurri e acquosi, più penetranti di una lama affilata, e io dovetti spostare lo sguardo sulle mani che tenevo in grembo. Pensai che fino ad allora, Silente era l’unica persona di cui non avevo saputo tenere lo sguardo. Ma poi una vocina scomoda si fece spazio nella mia mente, rivangando un ricordo…
Harry Potter…
Fortunatamente il Preside mi distolse dai miei pensieri.
“Credo che si stia chiedando per quale ragione l’ho chiamata nel mio ufficio…” iniziò l’uomo.
“In effetti…” risposi, alzando di nuovo lo sguardo, riacquistando quella sicurezza che mi era stata tolta.
“Ebbene, devo parlarle. Devo chiederle due…come posso dire…favori?” continuò il Professore, e io lo guardai storto.
“Due favori?? A me?” ribattei sorpresa. Silente annuì.
“Proprio a lei…”
Avrei voluto rispondergli con insolenza, dicendogli che io non facevo favore a dei babbanofili come lui, ma ancora una volta incrociai il suo sguardo, e la mia arroganza cadde miseramente.
“Per esempio?” domandai distaccata.
“Prima di tutto, devo chiederle una cosa che forse non le farà molto piacere, ma che mi sembra importante…” esordì il Preside.
“Vorrei che lei non tagliasse i rapporti con Harry”
Io strabuzzai gli occhi di pece in un’espressione sbalordita.
“Come scusi?!?!?!” chiesi pregando di aver capito male.
“Ho detto che vorrei che lei non tagliasse i rapporti con Harry” ripetè l’uomo.
“Allora, primo potrebbe anche darmi del tu, e secondo, per quale ignobile ragione non dovrei tagliere i rapporti con Potter?!” sbottai indignata.
“Ti spiego subito. Forse Harry te l’ha già fatto capire, ma tu sei l’unica cosa che gli rimane di Sirius, la sua ultima speranza di avere una famiglia, perciò è come se tu fossi diventata una specie di “famiglia”, e credo che perdere anche te sarebbe un vero strazio per lui. E questo lo renderebbe incredibilmente vulnerabile a Voldemort. Perciò, non ti chiedo di stare sempre e solo con lui, solo di salutarlo per i corridoi, studiarci qualche volta assieme, ritrovarvi un pomeriggio per fare una partita a scacchi, qualsiasi cosa, basta che non lo abbandoni totalmente…” spiegò il Preside, e io lo guardai alienata. Dovevo mettere in chiaro la situazione.
“Professore, sono convinta che lei si è reso conto di quanto io non sopporti Potter e…” cominciai, ma venni interrotta da Silente.
“Non più di tanti…tu credi di odiare Harry più di quanto lo fai in realtà…vedrai, non sarà una tragedia, anzi…”
Continuai a fissarlo sconvolta. Quell’uomo non sapeva cosa stava dicendo! Ero venuta a Hogwarts proprio per levarmi quel Potter dai piedi una volta per tutte, e lui mi diceva che avrei dovuto frequentarlo ancora?! Quante bottiglie di FireWhisky si era scolato a cena?! Provai a ribattere, ma l’uomo dalla barba argentea m’interruppe ancora.
“La seconda cosa che vorrei che facessi, è molto più importante della precendente…” si soffermò un attimo, fissandomi negli occhi.
“Vorrei che mi tenessi d’occhio Draco Malfoy”
Questa volta non solo strabuzzai gli occhi, ma spalancai anche la bocca.
“Che cosa?!?!?!?!” esclamai completamente attonita.
“Ho dei sospetti rilevanti su quel ragazzo, e vorrei affidarti questa specie di missione. Vorrei che tenessi d’occhio i suoi spostamenti e le sue azioni, per vedere se fa qualcosa che non dovrebbe…e non parlo di semplici marachelle ai Grifondoro…parlo di qualcosa di molto più serio…” e mi lanciò uno sguardo eloquente. A quel punto capii.
“Lei crede che Draco sia immischiato con i Mangiamorte e i loro affari?”
“Ho dei sospetti che potrebbero farmelo pensare…ovviamente non accuso nessuno, ma per quello che so, tu sei l’unica persona di cui posso fidarmi tra i Serpeverde per affidarti un compito del genere…”
“Come fa a sapere che si può fidare di me?? Non mi pare che io ancora mia sia unita a voi, no?” sbottai indispettita. L’uomo mi guardò storto.
“Posso fidarmi proprio per questo…perché sono sicuro che ancora non hai deciso…”
“Ma lei lo sa vero, che se io non decidessi un giorno di stare con lei, questa missione le si ritorcerebbe contro, no?”
“Per allora sarò preparato…” ribattè il Preside, sorridendo.
“Allora siamo d’accordo?” mi domandò speranzoso.
“Aspetti un attimo…lei non crederà mica che io faccia questo per niente, no?! Io non faccio mai niente per niente!” sentenziai decisa. Lui annuì.
“Avevo immaginato che mi avresti detto una cosa del genere…e io per questi due favori sono pronto a ricompensarti…cosa vuoi?” mi chiese Silente. Io ci pensai su, poi mi venne in mente che tra le materie avrei dovuto sceglierne una aggiuntiva fra Divinazione, Cura Contro le Creature Magiche, e Babbanologia.
“Voglio essere esonerata dalla materia aggiuntiva, e prendere Aritmanzia” dissi convinta, e il Preside annuì. Poi mi venne in mente un'altra cosa che mi sarebbe potuta essere molto utile.
“E voglio avere l’accesso consentito alla Sezione Proibita della libreria”
Il Professor Silente mi squadrò per un minuto buono, con un’espressione pensosa, ma alla fine cedette e acconsentì.
“Allora siamo d’accordo” sentenziai stringendo la mano del Preside. Mi alzai e dopo aver salutato il Professor Silente, uscii dal suo ufficio e scesi le scale a chiocciola. Poi mi guardai un attimo in torno.
Un momento…com’era la strada per arrivare ai Sotterranei?!

Ed eccoci alla fine del decimo capitolo. All'inizio vediamo Siria che prende confidenza nell'ambiente delle Serpi, e mette l'attenzione su un bel biondino (giù le mani dal mio Dracucciolo!!NdME IN PREDA A CRISI DI GELOSIA), poi viene misteriosamente convocata da Silente che le chiede di compiere una strana missione, oltre a quella di mantenere i rapporti con Harry: tenere d'occhio Draco Malfoy. Che cosa avrà in mente Silente? E cosa farà Siria? Come si comporterà con lui e Harry? E cosa trama Draco per far insospettire Silente??
Questo e molto altro nella prossima puntata!!

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito, ma purtroppo non posso soffermarmi per i ringraziamenti singoli!! Bacioni, e al prossimo capitolo!!

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Serpi che pungono... ***


Ed eccomi qua, con Siria e un nuovo capitolo!! Vi avverto, è un capitolo un po' forte e non molto lungo, perchè in realtà è un capitolo diviso a metà, che ho preferito spezzettare per renderlo più scorrevole. Ci sarà una grande litigata molto accesa, e anche abbastanza colorita, fra...non ve lo dico!! E si scopriranno i pensieri di Siria riguardo alla missione che le ha dato il grande, unico e inimitabile Albus Silente!!Quindi, dopo questa piccola premessa, vi lascio al chap che spero vi possa piacere!!Un bacione, e buona lettura!!

Dopo aver girato una buona mezz’ora e aver tirato una serie d’imprecazioni che sarebbero bastate per una vita, riuscii a trovare la Sala Comune, e a non essere scovata dal bisbetico custode della scuola, visto che ormai il coprifuoco era passato da un pezzo. Intanto, la mia mente rimuginava febbrilmente sulle parole di Silente e sulla strana missione che mi aveva affibbiato. Tenere d’occhio Draco Malfoy. Premettendo che gli occhi ce li avrei sempre tenuti su Draco, per OVVI motivi, non capivo cosa spingesse il Preside a chiedermi una cosa tanto audace. Dovevo spiare un mio compagno. E lui l’aveva chiesto a me, che ero più con i Mangiamorte che con lui. E’ vero, tecnicamente non avevo ancora deciso, forse perché non mi si era mai presentata la vera occasione, ma sapevo che era una responsabilità che presto avrei dovuto prendere. Scegliere. Tutti i giorni, inaspettatamente, noi scegliamo su qualunque cosa. I capelli li lavo stamani o stasera? Mi porto una piuma di riserva a lezione o no? La bacchetta la lascio nel dormitorio o la porto con me? Domande stupide ed elementari che ci ripetiamo continuamente nella quotidianità. E scegliamo. Magari optiamo per la scelta sbagliata, o magari no. Il punto è che scegliamo. Siamo sempre portati a scegliere, perché non si può avere tutto.
E questo chi l’ha detto?!
Distolsi la mente per un attimo e tornai a quello che stavo pensando prima. Tenere d’occhio Malfoy. Cosa poteva architettare un ragazzo di neanche diciassette anni di tanto pericoloso per destare il Preside ad ingaggiare una sua compagna di casa per pedinarlo? Perché era questo che Silente mi aveva velatamente chiesto. Non avevo problemi morali, se è quello che stavate pensando. Io non mi facevo mai quel tipo di problemi.
Ero pur sempre una Serpeverde, e se questo poteva darmi un’adeguata ricompensa, andava bene. Ma non potevo non ammettere che tutta quella situazione era…strana. Bofonchiai la parola d’ordine ed entrai nella Sala Comune, avviandomi a passo spedito verso i dormitori femminili. E fu lì, per le scale, che incrociai il protagonista dei miei pensieri. Draco Malfoy stava scendendo con passo svelto, i capelli leggermente in disordine, la camicia leggermente stropicciata, la cravatta annodata male e la tunica in mano. Alzò di botto gli occhi di ghiaccio su di me. E ghignò.
“Che hai combinato per stare tutto questo tempo nell’ufficio del Preside?” mi chiese curioso. Io feci spallucce.
“Niente, avevamo solo da discutere di certe faccende per il mio trasferimento qui…” risposi con non curanza. Lui inarcò un sopracciglio.
“E ci hai messo così tanto tempo?”
Io abbassai lo sguardo leggermente imbarazzata.
“Ok, lo ammetto: mi sono persa!”
A quel punto il biondo ridacchiò sommessamente.
“Ci avrei scommesso. E’ normale i primi tempi…” ribattè Draco.
“Senti, tu lo sai qual è il dormitorio mio, di Pansy, Daphne e Millicent?” gli chiesi rendendomi conto che io non ne avevo la più pallida idea. Lui annuì.
“Sali le scale, il terzo a destra” m’indicò. Io stirai un piccolo sorriso.
“Grazie…buona notte” lo salutai avviandomi su.
“’Notte…” ricambiò con un cenno della mano prima di dileguarsi per le scale dei dormitori maschili. Istintivamente controllai fino a che punto saliva, e quando sentii una porta chiudersi alle sue spalle salii di corsa le scale ed entrai velocemente nella mia stanza. Le mie compagne erano già a letto, così io mi cambiai velocemente e le imitai. Mi rannicchiai sotto le coperte, e ricominciai a rimuginare. C’era una cosa che avevo praticamente quasi dimenticato: Potter.
                                                       *
La mattina seguente mi svegliai molto presto, come era mia solito fare, così mi concessi un bagno caldo nella vasca, visto che le altre ragazze si sarebbero svegliate minimo fra un ora. Mi crogiolai per un po’ nell’acqua, passandomi la schiuma fra le mani e godendomi quel tepore ideale nell’autunno inglese. Dopo un po’ uscii dalla vasca e mi avvolsi in un candido asciugamano di spugna bianco e mi misi un attimo a sedere bordo della vasca. Come avrei fatto oggi a seguire Malfoy? E specialmente…come avrei fatto a parlare con Potter? Sbuffai mentre prendevo la bacchetta e mi asciugavo distrattamente i capelli corvini. Poi tornai i stanza e mi vestii accuratamente, con parsimonia e diligenza, riuscendo anche ad annodarmi la cravatta (più o meno!). Guardai distrattamente l’orologio che portavo al polso, e segnava la sette meno dieci. Sbuffai ancora ritrovandomi a più di un’ora e mezzo dalle lezioni con un bel niente da fare. Pescai dal mio baule uno dei primi libri che trovai e mi fiondai come una saetta in Sala Comune, a quel ora del mattino deserta e gelida, buttandomi sulla prima poltrona che mi capitò a tiro, e cominciando a leggere “Come gli uomini scoprirono i Draghi” di Adrian McBrown. Non era solitamente il genere che preferivo, ma avevo una predisposizione naturale per il libri, forse il fatto che ho passato maggior parte della mia infanzia rinchiusa nella libreria di casa a fare ricerche sulla mia famiglia. Così, leggevo tutti i generi e tutte le specie di libri che c’erano in questo mondo. Ero immersa nella lettura quando lo scalpettio che veniva ai piani di sopra mi distrasse. La quiete era giunta al termine, ma non mi diedi per vinta e continuai a tenere gli occhi incollati alle pagine, scorrendo velocemente le parole. Molti ragazzi cominciarono a scendere dai dormitori, alcuni che si avviavano subito fuori dalla Sala Comune, altri che si sedevano dove capitava ad aspettare qualche compagno ritardatario. Alcune compagni mi lanciarono sguardi incuriositi, ma io non li degnai di uno sguardo, che alzai solo quando riconobbi la voce ormai a me nota di Draco Malfoy, che stava scendendo anche lui, accompagnato da Blaise Zabini, mentre parlava assiduamente con Tiger. Il moro quando mi vide si divise un attimo dal gruppetto per venirmi in contro. Poggiò la testa sullo schienale della poltrona e mi guardò stranito.
“Come fai a leggere già a quest’ora di mattina?! A me verrebbe il mal di stomaco, fidati!” mi disse divertito. Io ghignai, alzandomi in piedi e chiudendo di scatto il libro.
“Non avevo niente da fare…ed è già un po’ che sono sveglia…” mi giustificai. Lui mi guardò negli occhi.
“Capisco…”
In quel momento dai dormitori femminili, scesero Daphne e Pansy, e non mi servì molto per capire come certe ragazze si facevano notare. Portavano la gonna un po’ troppo corta per spacciarla per una divisa scolastica, la camicia e il golfino molto più attillate, e invece dei mocassini classici vestivano un paio di decollete tacco 25. Notai anche una marcata linea di eye-lyner e uno spesso strato di lucidalabbra. Le ragazze in questione si avvicinarono a noi.
“Buon giorno!” esclamò Daphne dando un bacio sulla guancia a Blaise.
“Buon giorno…” ribattè il moretto.
“’Giorno” bofonchiai io.
“’Giorno” ribattè Pansy guardandomi sempre in cagnesco. Io ovviamente ricambiai in pieno. Non ero di certo una che le mandava a dire le cose, io!
“Siria, come mai non c’eri stamattina?” mi chiese Daphne mentre ci avviavamo in Sala Grande.
“Di solito mi sveglio molto presto la mattina” risposi semplicemente.
“Non è che hai passato la notte fuori?” chiese subito acida Pansy.
“Sì, hai ragione, mi hai scovata…sono stata tutta la notte nel letto di Piton…quella del Preside era una scusa!!” ribattei con sarcasmo, anche se avrei voluto schiantarla per tutte le volte che alludeva che potessi fare qualcosa d’illecito. E a proposito: dov’era Draco?! Mi guardai un attimo in torno, e adocchiai la sua chioma bionda poco lontano da noi.
“Ce n’hai di lingua biforcuta, eh?” fece divertita Daphne.
“Anche troppa…non ti dovresti rivolgere così a me…non sai chi sono!” disse irata la morettina.
“Oddio, tremo dalla paura…sei tu quella che non sai chi sono io…” risposi a tono, cominciando a sentire la rabbia che brulicava nel petto.
“Invece lo so benissimo, sei la figlia del traditore della tua stessa famiglia, non so che ci fai qui tra le Serpi, dovresti startene con i Grifondoro, come tuo padre!” esclamò tagliente Pansy. Gli occhi cominciarono a sprizzarmi scintille di rabbia e mi fermai di botto incenerendola con lo sguardo.
“Ascoltami bene, sciacquetta da quattro soldi, non hai nessunissimo diritto di dirmi dove devo stare, perché io sono molto più Serpeverde di te, e il mio sangue è cento volte più puro del tuo, quindi ti dovresti solo inchinare a me invece di fare tanto l’acida!! Se sei nervosa perché Malfoy non te lo da, cazzi tuoi, anzi, nemmeno quelli!!” sbottai con tale fervore che l’aria vibrava attraverso le mie parole pronunciate con ira. Vidi la mora avvampare di rabbia e imbarazzo e avvicinarsi minacciosamente a me, con l’indice alzato nella mia direzione.
“Non osare darmi della sciacquetta, piccola ingrata risalita dal basso, fino a un mese fa marcivi in Francia e ora vieni qui e credi di essere la padrona del mondo”
“Io non credo di essere la padrona del mondo, anche se ne avrei tutto il diritto, e vorrei informare il tuo cervello menomato che sei tu quella che mi dava addosso un minuto sì e un minuto sì senza nemmeno conoscermi!”
“Avevo tutto il diritto di farlo!! L’ho visto subito che vuoi portarmi via Draco, basta solo vedere come lo guardi!!” esclamò Pansy, e lì si tradì. Ecco cos’è che non andava. Io mi misi a ridere gelidamente, una risata che faceva davvero paura. Algida e fredda, che risuonava stonata fra le pareti di pietra.
“Sei veramente una stupida, e anche un’insicura se hai paura che io possa portarti via il tuo Draco…che poi non vedo perché si dovrebbe sbarazzare della sua puttanella” ribattei sprezzante. Lei s’infervorì ancor di più.
“Io non sono la puttanella di nessuno, capito?!”
“E’ vero, non sei la puttanella di nessuno…sei la puttanella di tutti!”
“Non permetto di essere offesa da uno stupida ragazzina come te, feccia dei purosangue e pivella, una Grifondoro mancata!”
A quel punto non ci vidi più dalla rabbia e in attimo avevo puntato la mia bacchetta contro la sua gola. Sentii il suo respiro smorzarsi e la paura attraversare i suoi occhi verdi.
“Un’altra parola e finisci insieme a mio padre, sono stata chiara?” gli sputai addosso, ma improvvisamente sul suo volto si aprì un ghigno maligno.
“Mossa sbagliata Black…dimentichi che sono un prefetto e…”
“E che puoi togliere punti alla mia casa, che è anche la tua, tra l’altro?? O cosa, mettermi in punizione e farmi scrivere cento volte “Non offendere Pansy, perché la verità fa male”?!?! Ma fammi il piacere!” sbottai seriamente divertita. Gli altri ragazzi guardavano la scena attoniti, ma nessuno osava metter bocca, almeno, nessuno fino a quel momento.
“Ehi, che succede?”
Voltai lo sguardo e vidi Draco con le braccia conserte al petto guardare la scena inorridito. Io sorrisi.
“Stavo facendo capire alla tua sgualdrina che bisogna portare rispetto alle persone superiori…non ti pare?” gli dissi con voce falsamente smielata. Lui fece scorrere il suo sguardo indecifrabile da Pansy a me, e vice versa. Poi mi fece un cenno.
“Posa la bacchetta Siria, credo che Pansy abbia capito ormai…” mi disse, e io obbedii, fissando per un ultima volta la mora in cagnesco, prima di allontanarmi a grandi passi fieri dal corridoio. Scambiai una rapida occhiata con Malfoy, un’occhiata indecifrabile, né severa né dolce, solo un’occhiata. Ma sapevo che quello sarebbe stato un ottimo diversivo per parlare con lui, e quindi tenerlo d’occhio.
Prossima mossa: trovare Potter.

E anche questo 11 capitolo è finito!! Credo che prima o poi questa litigata fra Pansy e Siria sarebbe dovuta accadere, e meglio prima così ci togliamo subito il dente, e la facciamo finita!! Spero che abbiata apprezzato questa sfuriata che credo abbia riavviato la storia, e che credo abbia messo in chiaro un paio di cose. Prima di tutto, i rapporti fra personaggi. Vadiamo Pansy intimorita da Siria, Siria abbastanza irrascibile che non sopporta Pansy, e Draco, nel mezzo, che però accenna di più a stare con la causa di Siria, e lei si ritrova servita su un piatto d'argento la possibilità di instaurare in vero rapporto con lui, e appunto controllarlo, ma più avanti scopriremo che questa è sola una scusa che Siria da a se stessa per...ehi, ma quante cose vi sto dicendo!!Basta così, piano piano si sapranno!! Spero che il chap vi sia piaciuto, alla prossima!!
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e che recensiranno!! Bacionissimi!!!
Ed ora i ringraziamenti singoli:

Per Dark_Anegl: Ciao bella!! Beh, grazie per la recensione, e ti do più che ragione: SOPPRIMIAMO IL CARLINO!! Hahaha ci sentiamo alla prossima recensione, e su msn!! Bacioniii!!

Per Pyros Ikary: Ma ciao!!Non so perchè, ma tutte le volte che mi lasci le recensioni mi fai ridere!!E già, ma cosa avrà in mente il mitico Albussino?!?! E chi lo sa?? (tu forse, che sei l'autrice e la mente malaata di questa storia NdTutti sconsolati Upsss...avete ragione!!NdA imbarazzata!!) Va bieeen, comunque ti ringrazio per la recensione, mi raccomando, ci sentiamo al prossimo capitolo!! Bacionissimi!! (Ps: ho trasferito i miei figli in un'altra scuola!XD Catch they, if you can!)

Per Soraya: beh Dudì, questo è il tipo di storia proprio come piace a te!! Direi che è fatta apposta! Spero che anche sto chappy ti sia piaciuto!!Bacionissimi, tvumdb, e w Sirry&Remmy!!In lust we trust!

Per dilly_23: Ciao!! Devo ammettere che "povera" è l'ultimo aggettivo che affibbierei a Siria, ma in un certo senso...XD...io a Siria avrei da suggerirgli un bel modo per comportarsi con Draco e Harry ;) ma ovviamente non glielo dico perchè per ora me la spasso io con loro!!Hahaha dai, a parte gli scherzi, grazie mille per la recensione, spero che anche questo chap ti sia piaciuto!! Bacionissimiiiii tvttb!Alla prossima!

                                                                   _____
Per Rara 93: Ciao tesoro!!! Che dirti, sono molto (notare la stanghetta sopra che sta per "periodico"!!) contenta che la mia storia ti piaccia così tanto!! E' vero, si fa interessante, e per la tua gioia al prossimo chap Siria incontrerà Harry, ma non ti posso assicurare nulla sul fatto che lei non si metta con Dracucciolo!!Ma non disperare...basta dare tempo al tempo!Ti ringrazio un'infinità di volte per i complimenti, sei un tesoro sul serio!! Spero che anche questo chap ti piaccia, e ti aspetto al prossimo!!Bacionissimi, tvtttb!

Per SakiJune: Mentre leggevo la tua recensione avevo gli occhioni che luccicavano...hai detto esattamente l'unica cosa che volevo sentirmi davvero dire: Silente IC. Siccome è il mio personaggio preferito in assoluto (sennò non mi chiamerei DumbledoreFan!!) ci tengo tantissimo a farlo In Charcter!!Quindi ti ringrazio tanto, anche per avermi messo tra i preferiti!!Bacioni, al prossimo capitolo!!

Per Lucia: Ciao bella! Beh, sì, Siria è proprio furbetta, ha trovato un bel tornaconto. Mica stupida!! Noto che praticamente TUTTI preferiscono la Siria/Harry alla Siria/Draco (come me, d'altronde!!) ma siccome questa storia è già stata impostata, per ora non posso garantirti niente: PER ORA!! Poi chissà, con il tempo, piano piano, magari qualcuno verrà a conoscenza che la sottile linea tra odio e amore esiste, no?! XD Comunque no, non tengo conto di Harry Potter 7, e prendo solo in considerazione alcuni argomenti del 6°, ma niente di più!!Comunque mi fa piacere sapere che ti ho incuriosito, e ti ringrazio per la recensione!!Bacioni, alla prossima!!

Per Draias: Ciao! Grazie per la recensione, son contenta ti averti incuriosito!! Ho aggiornato abbastanza presto, no?! XD baci, al prossimo capitolo!

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Richiesta inaspettata... ***


Sono in ritardo, lo so, non importa che me lo fate notare!! xD ok, sto cominciando a dare di matto...ve ne siete accorti anche voi, eh?? Va beh, cerchiamo di riprendere un po' di senno ahimè perduto...sono in ritardo, e vi chiedo perdono, ma dovete sapere che tra una settimana ricomincia la scuola (finalmente!! Non ne posso più delle vacanze!! E non prendetemi per pazza, ma io AMO la scuola!) però non ho ancora ultimato i compiti! Senza contare che, essendo rimasta indietro con il Piccolo Principe, di conseguenza sono rimasta indietro anche con questa, e avevo perso un po' d'ispirazione! In più, volevo prendermi una piccola pauda perchè non sembra, ma a volte scrivere è stressante...va beh, comunque finalmente eccomi con questo chap, che ho cercato di allungare almeno di una pagina e mezzo, perchè ho notato che già due di voi mi avevano fatto notare che erano un po' corti, e io per principio non posso tollerare le storie corte, infatti io quando compro i libri, prendo sempre in considerazione due caratteristiche: lunghi e difficili. Ovviamente non ho potuto fare un gran chè, visto che era un chap divoso a metà, però vi posso assicurare che il prossimo lo farò minimo otto pagine. Se li volete più lunghi, basta chiedere, se non mi freno so essere molto prolissa. Comunque, ora vi lascio al capitolo. Bacioni e buona lettura...

Quando finalmente uscii dai sotterranei la rabbia che avevo addosso si era abbastanza sbollita. Non del tutto, ovviamente, perché sentivo ancora un ardore nel petto, che avrei voluto tanto sfogare addosso a quella lurida sgualdrina che aveva osato darmi della feccia. Della Grifondoro. Rabbrividii a quel pensiero, sentendo che cominciavo a surriscaldarmi di nuovo. Non avevo idea di come avesse potuto essere talmente insolente, rivolgendosi a me con quel tono superbo e astioso, lei che di me non sapeva proprio un bel niente. Come tutti, del resto. Lei sei era permessa di giudicarmi quando nessuno avrebbe avuto  il diritto di farlo. Perché nessuno mi conosceva davvero.

Arrivata davanti all’entrata della Sala Grande, mi sporsi per vedere se Potter era seduto al tavolo dei Grifoni, ma per mia sfortuna, non lo trovai. Dove poteva essere finito? Cavolo, quando non lo volevo ce l’avevo sempre tra i piedi, ora invece che mi “serviva”, che una specie di rapporto non proprio di odio con lui mi avrebbe fruttato l’accesso alla Sezione Proibita in biblioteca, sparisce! Per di più, in questa scuola avevo una possibilità su un milione di non perdermi. Sospirai, e mentre vedevo alcuni ragazzi di Grifondoro scendere da una rampa di scale, decisi che sarebbe stato opportuno fare a ritroso la loro strada, che magari portava verso la loro Sala Comune, e che quindi mi dava numerose possibilità di scovare Potter.
Avanzai decisa cominciando a salire gradino per gradino, guardando curiosa i quadri animati che borbottavano al mio passaggio.
“Beh, che avete da confabulare?!” feci irritata, mutando il mio sguardo da interessato a corrucciato.
“Non avete mai visto una studentessa di Serpeverde?” dissi ancora con acidità, mentre continuavo a salire le scale.
“Ma te la prendi anche con i quadri?? Non risparmi proprio nessuno, eh?!” esclamò una voce a me ben nota. Mi voltai ritrovandomi davanti a Harry Potter, appena balzato giù da una scala che stava cambiando direzione. Aveva gli occhiali leggermente penzoloni, la cravatta quasi completamente slacciata, il mantello tenuto con un dito su una spalla, la borsa di pelle a tracolla, e gli occhi di speranza velati ancora di sonno. Senza contare i capelli più spettinati di sempre. Io ghignai.
“Sì, sai avendo già finito le persone con cui prendermela, mi rimanevano solo i quadri!” risposi con sarcasmo.
“Addirittuara hai già finito le persone?? Wow, è un record!” ribattè ironico. Poi cominciò ad incamminarsi giù per le scale, e io lo seguii.
“E che ci facevi qui? Dove stavi andando?” mi chiese guardandomi interrogativo. Io feci spallucce.
“Ti stavo cercando…” risposi con una certa nonchalance. Lui mi guardò ancor più dubbioso.
“Non dirmi che ti manco di già!” fece ridendo, e io gli tirai un colpo ben assestato sulla spalla.
“Non essere stupido, Potter!” gli dissi a denti stretti.
“Dai, non ti scaldare subito!!Stavo scherzando…” si giustificò il moro, e io lo guardai gelida.
“Io non mi scaldo mai, Potter…non mi avevi accusato di essere di ghiaccio?” ribattei mentre scendevo elegantemente l’ultima rampa di scale. Lui sembrò pensarci su.
“Già, hai ragione…sei un po’ una contraddizione, lo sai?” rispose, e io lo guardai un attimo male.
“Comunque non mi hai ancora detto perché mi stavi cercando…” continuò il Grifondoro, fermandosi e appoggiandosi alla parete. Oh Santo Salazar, e ora che gli dicevo?! Non potevo dirgli di Silente e del nostro “patto”, quindi mi serviva una scusa, credibile, e al momento. Rimasi impassibile davanti ai suoi occhi e lavorai febbrilmente a qualcosa di attendibile.
“Te la cavi bene come portiere a Quidditch?” buttai lì cercando di rimanere indifferente. Lui sembrò un attimo stranito.
“Insomma…perché?”
“Sabato ho il provino per diventare cacciatrice, magari potevi renderti davvero utile in qualcosa con un paio di allenamenti…non che ne abbia bisogno, però…”
Ok, di tutte le idee che potevo inventarmi per trovare una scusa, proprio questa?! Certo che mi ero rimbambita tutta d’un botto!! La rabbia mi aveva dato alla testa…va beh, almeno avrei fatto contento quel pazzo di Preside, no? Potter sembrò sorpreso, ma alla fine sorrise.
“Qual è il tuo secondo fine?” mi chiese quasi divertito. Ma era proprio così evidente che non avrei chiesto niente di questo a Potter senza un secondo fine?! Mio Dio stavo diventando prevedibile!
“Nessun secondo fine, Potter, come sei diffidente!! I Grifondoro non sono quelli che danno sempre fiducia a tutto e a tutti?”
“E i Serpeverde non sono quelli che in tutto tramano sempre qualcosa sotto?” ribattè il moro, incrociando le braccia al petto. Io sbuffai.
“Se non vuoi, meglio per me, così non devo sorbirmi più di tanto la tua insopportabile presenza…” feci acida. A quel punto lui sorrise.
“Oh, ora si che ti riconosco!” esclamò Potter giulivo. Io lo fulminai con lo sguardo.
“Comunque per me va bene…” rispose infine senza abbandonare il suo sorriso. Io sospirai. Ok, dai, non potrà essere così disastroso. E poi dovevo pensare a quello che avrei ottenuto per un oretta con Potter. In fondo, posso anche divertirmi a prenderlo un po’ in giro. Magari posso sfogare su di lui le mie frustrazioni. Ehi, mi piaceva vedere la cosa da questo punto di vista. Ghignai, forse un po’ troppo maligna.
“Perfetto…” dissi incamminandomi verso l’entrata della Sala Grande. Potter mi seguì repentinamente.
“Si potrebbe fare anche oggi, visto che non possiamo avere già compiti arretrati il primo giorno di lezioni…” mi fece dietro.
“Non mi stupirei di certo se tu fossi già in dietro oggi…comunque, bisogna chiederlo il campo?” gli chiesi mentre mi fermavo davanti all’entrata.
“Sì, al direttore della propria casa…” rispose Potter. Io annuii.
“Ti faccio sapere l’orario poi…” e senza dire altro entrai nella Sala dirigendomi velocemente al tavolo delle Serpi. Mi lasciai cadere su una panca di fianco a Blaise e di fronte a Draco, prendendo una tazza e versandoci un abbondante dose di caffè. Il moretto degli occhi di cobalto mi guardò interrogativo.
“Come va?” mi chiese abbastanza dubbioso. Io gli lanciai uno sguardo crucciato.
“Una meraviglia…” risposi con tale freddezza che pensavo di aver congelato l’aria con le mie parole. Il ragazzo mi squadrò comprensivo, e forse anche un po’ timoroso.
“Beh, Pansy ha un po’ esagerato…ma si sentiva…minacciata da te, ecco…” bofonchiò e io rimasi stranita.
“La stai giustificando??”
“Non proprio…volevo che capissi che…beh…”
“Non ti ha attaccato per nulla” terminò Malfoy mentre sorseggiava del the. Io bevvi un abbondante sorso di caffè e lo guardai incuriosita.
“Su questo non avevo dubbi…” risposi adagiando la tazza sul tavolo e addentando un biscotto al burro.
“Certo, credo che ora tu possa stare certa che prima di andarti contro la gente ci penserà su due volte…devi essere molto abile con la bacchetta…” esclamò Blaise abbastanza divertito.
“In effetti lo sono…e non solo con la bacchetta…” gli feci l’occhiolino e lui ricambiò con un delizioso sorriso. Però nel mentre lanciai uno sguardo eloquente a Draco che sembrò abbastanza divertito. Vidi il professor Piton avvicinarsi ai ragazzi del sesto anno, noi compresi. Quando arrivò a me, mi fece un ghigno sghembo prima di spiegarmi tutto sul mio corso.
“Signorina Black, il Preside ci ha reso noti dei risultati che ha ottenuto nella scuola francese, e sono venute alla luce le sue abilità in Difesa Contro le Arti Oscure, Pozioni e Trasfigurazione, perciò è stata accettata in questi corsi, per di più c’è Incantesimi, e seguirà anche Astronomia, Antiche Rune e Storia della Magia. Per quanto riguarda la materia aggiuntiva…” mi guardò con sguardo eloquente.
“Seguirà Aritmanzia…ci sono domande?” mi chiese dandomi l’orario delle lezioni con scritto tutto.
“Sì…posso usufruire del campo da Quidditch questo pomeriggio?” gli chiesi ripiegando accuratamente l’orario. Il professore mi lanciò uno sguardo interrogativo, poi annuì.
“Da che ora?” mi domandò.
“Dalle sei alle sette sarà più che sufficiente, la ringrazio…” risposi garbatamente, mentre gli occhi scuri e gliaciali di Piton indugiavano un po’ su di me.
“Oh, quasi dimenticavo…il Professor Silente mi ha chiesto di darle questa…” disse il professore, tirando fuori dal mantello nero una busta di pergamena ingiallita.
“Grazie…” feci prendendo la busta e squadrandola curiosa. L’uomo mi congedò con un cenno e spostò la sua attenzione su Blaise. Io aprii la lettera e ne tirai fuori un pezzetto di pergamena con sopra un messaggio scritto con calligrafia elegante e lineare.


La Signorina Siria Black è dal sottoscritto Albus Silente autorizzata a consultare i libri della biblioteca che sono costuditi nella sezione proibita in ogni momento e situazione per tutto l’anno scolastico.
Ossequi…
                                                                                                                               Albus Silente


Sorrisi soddisfatta nel leggere quelle parole, e alzai il mio sguardo grato verso il Preside dalla barba argentea che mi guardava con un sorriso ampio increspato fra le labbra sottili. Era un piacere fare affari con il Preside, lo dovevo ammettere. Cominciava a starmi davvero simpatico…
“Cos’è quella lettera?” mi chiese curioso Draco. Io infilai velocemente il permesso dentro la busta e lo riposi in una tasca interna del mantello.
“Niente che ti possa importare…” risposi guardandolo male. Il biondo si sporse sul tavolo per avvicinarsi in modo minaccioso e divertito allo stesso tempo verso di me, sogghignando malignamente.
“Qualcuno qui ha dei segreti…” sussurrò il ragazzo suadente.
“Forse…chi non ne ha?” ribattei con lo stesso tono, essendo appena misteriosa. Draco si fece più vicino.
“In effetti…ma io scoprirò il tuo, Siria…” mi disse in un bisbiglio. Io lo guardai inarcando i sopraccigli. Avvicinai le labbra al suo orecchio.
“Dubito…ma anche io scoprirò il tuo, Draco…” soffiai senza temere di sbilanciarmi troppo. Il biondino mi guardò piegando la testa da un lato, e ghignò con divertimento.
“Sai, credo che io e te abbiamo più cose in comune di quello che pensiamo” mi disse, tornando a sedersi normalmente. Io annuii con il capo.
“Sì, lo credo anche io…” risposi con una specie di sorriso che m’increspò le labbra chiare. Sapevo che ero sulla strada giusta per poter essere in grado di scoprire quello che tramava e che stava facendo insospettire Silente. E se era una cosa che poteva influire a mio favore sulla mia scelta, beh, mi dispiace molto per quel Preside che cominciava ad acquistare la mia simpatica…
“Che confabulate voi due?” s’intromise Blaise guardandoci dubbioso. Io mi girai quasi di scatto.
“Niente, chiacchiere da nulla…” mentii lanciando uno sguardo complice a Draco che annuì. Ma il moro non sembrava convinto.
“Guarda che se fate così poi la Parkinson ha ragione ad essere gelosa, eh!” disse sarcastico, e io lo guardai male.
“Non dire sciocchezze Blaise, come hai visto sono di collera facile…” ribattei dura. E lui al contrario rise.
“Oh lo so, non preoccuparti!” rispose prendendo la borsa da terra.
“Io non mi preoccupo…dovresti farlo tu!!” dissi con un sorriso maligno. Buttai giù l’ultimo sorso di caffè e mi alzai in piedi. Mi stiracchiai appena le braccia, e m’infilai il mantello con i colori e lo stemma di Serpeverde. Poi detti uno sguardo distratto all’orario. Prime due ore: Pozioni.
“E’ Piton l’insegnante di Pozioni?” chiesi mentre mi mettevo la borsa in spalla. Draco scosse il capo in segno di dissenso.
“Lo era. Silente ha assunto un nuovo professore, e ora Piton insegna Difesa Contro le Arti Oscure” mi rispose alzandosi anche lui.
“Anche voi due avete pozioni?” domandai a Malfoy e Zabini.
“Sì, e mi sa che siamo gli unici di Serpeverde…la selezione per Pozioni era parecchio rigida…” rispose Blaise, dando l’ultimo morso al suo cornetto.
“Non è stato ammesso anche Theodore?” fece Draco.
“Non lo so, ma può essere…” disse il moro, ed anche lui si alzò.
“Beh, che dite, c’incamminiamo?” chiese poi. Io e il biondino annuimmo e a grandi passi uscimmo dalla Sala Grande, diretti di nuovo nei sotterranei per la lezione di Pozioni.

E anche questo 12 capitolo è finito. Che ve ne pare?? Non succede niente di speciale, vediamo una Siria che combina un allenamento Harry un po' inconsciamente, un po' per caso, e un po' per far contento quel Preside che giorno dopo giorno le piace sempre di più. Scusate, ma io proprio non ce la facevo a fare un personaggio che odi Silente, è più forte di me, è il personaggio che amo di più di tutti e non posso per principio farlo odiare. Ah, poi possiamo anche vedere un certo feeling che si sta creando fra Dracucciolo e Siria, che si stuzzicano a vicenda. Dai, anche se sono ugali, però devono essere una coppia parecchio esplosiva, no?? Vi dovrà piacere almeno un pochino pochino?! Ok, sto divagando, però non ci posso fare nulla, a me piace, anche se preferisco Harry/Siria...va bene, non vi dico più niente, solo un enorme GRAZIE a tutti quelli che hanno letto!!
E ora, i ringraziamenti singoli:

Per dilly_23: Ciao tesoro!! Allur, beh sì, Pansy se l'è decisamente cercata, e Siria non è una che si fa dire quelle cose, anzi!! Hai detto bene te, è forte...ma fino a quanto? XD Grazie mille per la recensione, spero che il chap ti sia piaciuto!Bacioni, alla prossima, tvtttttb!

Per INFINITY: Ciao! Beh, Pansy ha un po' esagerato, era meglio se se ne stava buona...però ora credo che ci penserà due volte prima di dire su a Siria!E poi hai ragione, Siria ha un carattere davvero particolare, e avrei paura ad averla come nemica!! XD Grazie per la recensione, bacioni e alla prossima!

Per Pyros Ikari: te l'ho già detto che tutte le volte che mi lascia una recensione mi fai ridire?? Sì, ma te lo ridico!! Hihihi grazie per la fiducia che riponi in me e nella mia bravura nello scrivere, spero davvero di non averti deluso!! Non lo sopporterei! XD Grazie mille per la recensione, alla prossima!!Bacioniiiii!

Per SakiJune: beh, prima di tutto ti ringrazio per la recensione e per i complimenti, però non sono tanto contenta di aver mostrato la mia bravura facendoti provare disgusto per la mia casa...ti dirò, forse perchè è la mia casa, e se io fossi sotto il cappello parlante lo minaccerei di scucirlo se non mi mette a Serpeverde, però capisco che per chi non c'è abituato, deve essere un'atmosfera orribile....comunque, a me interessa solo che la storia ti piaccia e che tu mi reputi brava!! Tutto il resto è noia! XD Bacioni, e al prossimo capitolo!

Per Lucia: Ciao Lucia!! Allora, sì, è vero, è stato proprio un bel botta e risposta, e ovviamente Siria ha avuto la meglio...quando la fanno arrabbiare, altro che Serpe, diventa un'anaconda!! Hihihi sotto questo aspetto sembra un po' me, che sembro tanto buona tanto buona ma appena mi fai arrabbiare divento peggio di Voldemort! Non sai quante volte ho fatto piangere la mia migliore amica...va beh, comunque, per la tua gioia, Harry e Siria dovranno passare un'ora insieme nel campo da Quidditch...chissà...hihihi va beh, ti ringrazio per la recensione, e ne aspetto una prossima! Bacioni!

Per Draias: Ciao!! Beh, son contenta che trovi la mia storia sempre più interessante! Come ho già detto mi sto impegnando per allungare i capitoli, perchè anche io odio le cose corte, ma ho sempre paura di annoiarvi! Comunque concordo, Pansy se l'è cercata e l'ha avuta, ben gli sta! Concordo anche su Draco, bono e dire poco! Va beh, spero che il chap ti sia piaciuto, e grazie per la recensione!!Un bacione!

Per Soraya: Hai visto dudì, Siria la mette in riga la Pansy malefica!!Hahaha bacioni, tvumdb IN LUST WE TRUST SEMPRE E COMUNQUE!

Per Rara93: E finalmente sei la prima!! Per questo un grazie speciale a parte! Poi, devo dire che sono molto contenta che il chap ti sia piaciuto, specialmente la litigata. E sì, Siria è proprio una vera Serpe, l'ho fatta apposta, e tutte le volte che rispondeva a Pansy ghignavo come una matta!!Spero che la mossa trovare Potter ti sia piaciuta!! XD e ancora ti dico, che anche se molto probabilmente per ora mi orienterò su una Draco/Siria, basta solo avere un po' di pazienza, e chissà!XD Ti ringrazio ancora per la recensione e ne aspetto un'altra. Bacioni, alla prossima!!

Ed ora tutti a tifare Milan!!Bacionissimi!!

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Maledetta, Maledette, Maledetto... ***


I' M REALLY, REALLY, REALLY SORRY!!! Sul serio, scusate tanto il ritardo, ma ho avuto dei problemi con l'altra mia storia, quindi questa è dovuta stare in coda!! Vi avverto comunque che aggiornerò meno recentemente per via della scuola, però cercherò il più possibile di essere costante, promesso!! Allora, questo capitolo è un po'...burrascoso, ma spero che vi piaccia!! Ma non vi faccio aspettare oltre, le ciance in fondo al chap!!Bacioni e buona lettura!!

Percorremmo la strada a ritroso per i sotterranei fianco a fianco, in religioso silenzio. Mi sistemai meglio la borsa sulle spalle, mentre Blaise al mio fianco sfogliava svogliatamente il libro di Pozioni Avanzate. Sulla mia sinistra, Draco camminava tranquillamente con le mani in tasca e lo sguardo dritto davanti a sé, perso nei suoi pensieri. Io, nel mezzo ai due, guardavo di sottecchi il biondo, incuriosita da ogni suo minimo movimento. Storcevo di tanto in tanto la bocca, pensando a come avrei potuto tenerlo d’occhio in quell’ora che avrei dovuto allenarmi al campo da Quidditch. Continuai a squadrarlo per tutto il tragitto, finchè voltò gli occhi di scatto per incontrare i miei.
“Perché mi fissi?” mi chiese subito, tra il sospettoso e il divertito. Blaise, che fino a quel momento non aveva badato a me, alzò lo sguardo dalle pagine del suo libro e lo puntò dritto su di noi.
“E’ vietato?” ribattei ostentando sicurezza. Lui si stampò in volto un ghigno di palese malizia.
“Non che non lo è, sennò dovrei punire tutte le ragazze di questa scuola!” replicò e sia lui che Zabini ridacchiarono. Io inarcai i sopraccigli scettica.
“E io invece non sono della stessa opinione…sei troppo sicuro di te…” feci incrociando le braccia al petto. Lui sogghignava imperterrito. Si fece un po’ più vicino a me.
“Ma se fino a dieci secondi fa mi mangiavi con gli occhi…” mi disse con voce strascicata ed incredibilmente sensuale avvicinando le labbra al mio orecchio, e quando il suo fiato andò a solleticarmi la pelle, sentii un brivido scendermi lungo tutta la schiena. Ma ovviamente io rimasi impassibile, guardandolo male.
“Questo lo credi tu…sei un po’ egocentrico…e poi a me non piacciono i biondi, ho un debole per i mori!!” esclamai, voltandomi e sorridendo a Blaise che sembrava molto divertito. Con molta audacia mi passò un braccio intorno alle spalle, facendomi irrigidire immediatamente.
“Sentio Draco?? Ha un debole per i mori…” ripetè con ironia, e il biondino ghignò compiaciuto. Io mi allontanai dal moro, guardandolo eloquente.
“Ehi, guarda che non ti mangio mica!” ribattè indispettito Blaise.
“Lo so, ci mancherebbe…” risposi con ovvietà, stringendomi nelle spalle.
“Credo che abbia paura che un contatto “caldo” potesse scioglierla…sai com’è, devi stare attento quando sei fatto di ghiaccio!” esclamò sarcastico Malfoy, e io lo fulminai con uno sguardo omicida.
Finalmente arrivammo nell’aula di Pozioni, fuori dalla porta c’era un piccolo capannello di persone, al massimo una decina. Notai quello che avevo imparato a chiamare il Trio dei Miracoli, capeggiato da Potter e spalleggiato da Hermione-So-Tutto-Io-Granger e Ron-Donnola-Weasley. Sì, come potete vedere i miei compagni di casa mi avevano istruito a dovere su come funzionava lì. Allungai velocemente il passo, dirigendomi il più in fretta possibile verso Potter. Quando gli fui davanti questo mi guardò interrogativo, ancor di più i suoi amici.
“Alle sei in punto, Potter. Non tardare. Le conseguenze potrebbero essere disastrose per te…” dissi con un tono di voce talmente fermo che non ammetteva nessuna replica. Lui annuì deciso.
“Non tarderò, promesso…” rispose determinato. Io feci un cenno impercettibile con il capo e girai i tacchi, senza più degnarlo di attenzione. Me ne tornai a grandi falcate tra Draco e Blaise che mi guardavano curiosi, e nel mentre si erano affiancati a Nott. Il biondo guardò accuratamente in cagnesco Potter, per poi rivolgermi uno sguardo crucciato.
“Non è che con “ho un debole per i mori”, ti riferivi a Potter?” mi fece sarcastico. Se il mio sguardo avesse potuto tagliare, ora Draco sarebbe stato ridotto in brandelli.
“Fottiti Malfoy…” digrignai tra i denti.
“Con te molto volentieri…” ribattè con provocazione. I miei occhi si accesero d’ira, e gli tirai un calcio dritto e preciso sullo stinco.
“Ahia!!” brontolò contrariato.
“Maiale!” risposi indignata, mentre la porta dell’aula si aprì e tutti entrammo più o meno ordinatamente…noi Serpverde di sedemmo al tavolo più lontano da quello di Grifondoro. Io, invece di mettermi tra Draco e Blaise, mi misi fra Nott e Zabini, evitando accuratamente il biondo, essendo ancora offesa. Lui se ne accorse e mi picchiettò sulla spalla, sovrastando Blaise.
“Dai, non fare l’offesa…scherzavo…” disse piano. Io non mi voltai nemeno a guardarlo.
“Eclissati Malfoy….e poi non si fanno questi “scherzi” di così poco gusto…” risposi acida. Blaise arrivò a prendere le mie difese.
“Ha ragione Dra, potevi avere più classe…”
“Ma tu da che parte stai???” fece indispettito il biondino dagli occhi di ghiaccio. Zabini fece spallucce e capì che era meglio stare in disparte. Fortunatemente il professore richiamò l’attenzione di tutti.
“Allora ragazzi, vedo che siamo in pochi…chi è la Signorina Black?” chiese guardandosi intorno. Io sbuffai sonoramente, e feci un gesto stizzito con la mano.
“Sono io, perché?” chiesi un po’ seccata. Lui mi guardò sorridendo raggiante.
“Non capita tutti i giorni di avere l’ultima Black nel proprio corso…” si giustificò, avanzando a grandi passi verso di me. Io ghignai.
“Beh, non ha tutti i torti, sa com’è…sono unica!” esclamai ostentando una certa superbia. Il Professor Lumacorno mi guardò comprensivo.
“Unica, e una vera Serpverde, non c’è che dire…”
Io sorrisi soddisfatta, mentre rivolsi involontariamente uno sguardo a Potter.
“Va beh, bando alle ciance, e cominciate a tirar fuori la bilancia, gli ingredienti, e naturalmente il vostro libro di Pozioni Avanzate” disse con voce grossa, tornando a rivolgersi alla classe intera. Io presi tutto il necessario e lo posizionai sul tavolo accanto a quella di Blaise che mi sorrise incoraggiante.
“Bene, come potete vedere ho preparato alcune pozioni abbastanza famose, che dovreste più o meno conoscere tutti, almeno per sentito dire…partiamo da quella…” fece il professore indicando il calderone più vicino al nostro tavolo. Sembrava acqua limpida che bolliva, e non ebbi dubbi su cosa fosse. La mano della Granger era scattata in aria prontamente, ma io la precedetti.
“E’ Veritasserum” risposi quasi con fare annoiato, mentre poggiavo il viso sulla mano aperta.
“Corretto Signorina Black, ma dovrebbe alzare la mano prima di parlare…” mi rimproverò bonariamente il Professore. Poi si spostò su un’altra pozione, più vicina al tavolo dei Corvi.
“E quella?” chiese ancora, e questa volta la Granger fu più veloce.
“E’ la Pozione Polisucco” rispose subito, lanciandomi quasi uno sguardo di sfida che ricambiai con uno di sufficienza.
“Eccellente…e ora, quella?” disse indicando il paiolo più vicino ai Grifoni.
Purtroppo lei era molto più vicina, e rispose di nuovo per prima.
“E’ Amortentia, il filtro d’amore più potente del mondo!” rispose compiaciuta. Lumacorno sorrise lodevole.
“Esatto!Le sue caratteristiche?”
“Il colore madreperlaceo sia della pozione che del fumo, e il fatto che cambi odore per ognuno di noi, rispecchiando ciò che più ci attrae…”
Un sorriso a dir poco diabolico mi si aprì in volto quando udii la risposta della Grifondoro. Feci scattare in alto la mano con uno slancio fulmineo.
“Sì, Signorina Black?” mi diede la parola Lumacorno, interrompendo la Granger che non ne fu molto contenta.
“La nostra So-Tutto-Io ha sbagliato…la caratteristica del fumo della Amortentia non è il colore, ma bensì la forma a spirale, ma se evidentemente gli leggesse davvero i libri, invece di nascondercisi dietro, queste cose le saprebbe…” ribattei con voluta acidità nella voce. I miei compagni di casa si aprirono in una fragorsa risata, i Corvonero ridacchiarono, e il tavolo dei Grifondoro rimase immobile, mentre Hermione diventava paonazza e abbassava lo sguardo. Lumacorno mi squadrò per un attimo, e poi annuì.
“Beh, hai ragione…10 punti a Serpeverde…” esclamò con un grande sorriso. Io sorrisi soddisfatta e battei il cinque ad un Blaise particolarmente contento. Draco si sporse di nuovo oltre la schiena di Zabini e mi disse.
“Però, hai capito come si fa a mettere in riga i Grifoni!!Complimenti!”
In risposta a quella esclamazione, sogghignai ancor di più. L’unico Tassorosso della classe fece cadere l’attenzione su un altro calderone più in fondo. Mi alzai appena e ne vidi chiaramente il contenuto dorato. Neanche per quella ebbi dubbi.
“Beh, signori e signore, quella è una pozione assai curiosa e complicata…” cominciò il Professore, ma io lo presi per tempo.
“Felixis Felicis, non è vero?”
Lumacorno sembrò molto sorpreso e compiaciuto.
“E’ esatto!! Beh, qui mi obblighi a mettere altri 10 punti a Serpeverde!”
Sorrisi di nuovo soddisfatta. Questo Professore cominciava a piacermi!
                                                  *
La mattina trascorse non troppo noiosa. A Pozioni, Potter era riuscito ad aggiudicarsi una piccola bottiglia di Felix Felicis, e ne rimasi visibilmente irritata ed incredibilmente seccata, visto che la mia pozione era solo appena più scura della sua, decisa nel tentativo di fargliela pagare quel pomeriggio stesso! Dopo Pozioni, avevo avuto Difisa Contro le Arti Oscure, dove mi divertii un sacco a vedere Piton maltrattare i Grifondoro, Potter in particolar modo; e poi, dopo ancora, due ore di Trasfigurazione molto intense ma a suo modo interessanti. Mi resi subito conto che fortunatamente le cose erano molto simili alla scuola francese, a parte tutta la storia dei punti e delle case. Il pranzo fu tranquillo, e fortunatamente il pomeriggio l’avevamo libero. Lo passai per la maggiorparte in Sala Comune con Draco e Blaise a fare i compiti che si accumolavano sempre di più, e che diventavano ogni materia più difficile. Aiutai Zabini con Trasfigurazione, materia in cui ero inconsciamente ferrata, mentre Malfoy se ne stava un po’ più in disparte, sulla sua poltrona, con il suo tema di Pozioni, che svolse senza particolari difficoltà. Alla fine arrivò la fatidica ora, e mi alzai un po’ intorpidita dal divano.
“Io vado, ci vediamo a cena…” dissi senza dare troppe spiegazione. Blaise mi salutò calorosamente, mentre Draco si limitò ad un cenno distratto e ad uno sguardo penetrante. Velocemente, salii nel mio dormitorio al momento deserto, presi di slancio la scopa e il mantello, e poi scesi di nuovo per andarmene a grandi passi dalla Sala Comune di Serpeverde. Alla meglio e alla peggio riuscii a raggiungere la Sala d’Ingresso. Aprii l’imponente portone senza fatica e mi avviai nel parco fresco e ventilato. Caspeltavo velocemente l’erba ispida, mentre guardavo curiosa il Lago Nero incresparsi sotto le carezze del vento. Tutt’intorno, c’erano tante querce e salici, e al di là della sponda opposta si poteva vedere il panorama delineato dai dolci lineamenti delle colline. Mi strinsi appena nel mantello quando il vento si fece più intenso, e raggiunsi con passo spedito il campo da Quidditch. Potter non era ancora lì. Lancai uno sguardo distratto all’orologio al mio polso, che segnava le sei meno dieci, per la sua fortuna. Mi sedetti poco delicatamente sugli spalti e tirai fuori dal mantello una sigaretta magica al mio aroma preferito, caffè. Quelle che al posto del fumo acre emanavano l’inconfondibile odore amaro del caffè, e invece del sapore aspro che ti lasciava in bocca il tabacco, t’inondava le papille gustative con il rilassante sapore tipico della caffeina. L’accesi con un movimento deciso della bacchetta e aspirai una grande boccata, lasciando cadere la schiena all’indietro e puntellandomi con i gomiti. Il cielo era picchiettato di nuvole bianche che si stavano allargando sempre di più. L’aria si stava facendo umida, e scommettei che la notte avrebbe piovuto. Portai di nuovo la sigaretta alla bocca e feci un altro sostanzioso tiro, per poi lanciare un’occhiata veloce all’entrata del campo. Osservai di nuovo l’orologio, mancava pochi minuti alle sei, ed ecco che vidi la familiare (purtroppo!!NdSiria) figura di Potter varcare la porta degli spogliatoi. Mi fece un cenno con il braccio e subito dopo salì sugli spalti.
“Buona sera…” mi salutò sedendosi accanto a me. Io in risposta sbuffai un po’ di fumo e feci un ultimo tiro, ciccando la sigaretta a terra. Mi alzi in piedi, rassettando appena il mantello.
“Andiamo?” gli feci sgarbatamente, e senza aspettare risposta mi avviai giù, con la mia Firebolt in mano. Lui mi seguì prontamente. Mi diressi verso lo stanzino delle scope per prendere la pluffa, e quando Potter mi concesse “galantemente” il suo aiuto, io lo rifiutai in malo modo, imbronciata.
“Ehi, non ce l’avrai mica con me perché oggi a Pozioni ho vinto il Felix Felicis?” fece portando le braccia conserte al petto. Io lo perforai con lo sguardo, storcendo la bocca.
“CERTO che ce l’ho con te perché hai vinto il Felix Felicis, oggi!! Tu non dovevi nemmeno essere ammeso ai M.A.G.O., invece io amo Pozioni, è la mia materia preferita!Hai ammesso che la tua era fortuna mentre il mio è talento!Non è giusto!! La mia pozione era identica alla tua, ma si vede che Lumacorno ha qualche preferenza…” esclamai un po’ troppo ad alta voce con tono irritato e seccato, mentre sbattevo forte la pluffa a terra.
“Ehi, calmati!! Primo, Lumacorno ha preferenze, è vero, ma non di certo solo per me, e secondo, la mia non è stata solo fortuna, ho eseguito le istruzioni perfettamente e mi sono meritato quella cavolo di pozione della fortuna!! E poi io ho preso O al G.U.F.O. di Pozioni, quindi dovevo essere ammesso ai M.A.G.O.! Ma sai qual è il tuo problema?? Che non riesci ad ammettere che qualcuno è stato più bravo di te!!” sbottò irritato avvicinandosi di un passo.
“Ma sentilo!! Io so ammettere quando qualcuno è più bravo di me, il problema è che tu non sei stato più bravo di me!Solo sfacciatamente più fortunato!!Non sapevi nemmeno cos’era il Felix Felicis, e non me ne stupisco, te ne stai fra babbani, traditori e mezzosangue, ovvio che lo diventi anche tu!!” gli dissi contro facendomi anche io più vicina di un passo, tanto che ci ritrovammo faccia a faccia, con i nasi quasi che si sfioravano, mentre ci uccidevamo a vicenda con lo sguardo.
“Beh, sempre meglio stare con loro che con delle stupide ragazzine viziate, superficiali e stronze come te!! Hai il veleno al posto del sangue, non sai cosa vuol dire ridere o sorridere, sei praticamente una statua di ghiaccio, sempre pronta a pungere e credendo di poter dominare il mondo solo perché fai di cognome Black!! Hermione è cento mila volte migliore di te!!” fece infervorito, puntandomi l’indice contro. Io con uno scatto di rabbia glielo presi e lo strinsi con rabbia, mentre lui fece una smorfia di dolore.
“Come osi dire che quella sudicia mezzosangue so-tutto-io è migliore di me?? Sei davvero uno stupido insolente che si è ridotto a diventare feccia!! E poi senti da che pulpito vien la predica, da San Potter, il salvatore del mondo che crede che tutti lo adorino e lo venerino!! Povero illuso! Il Signore Oscuro ti da la caccia, e spero che ci metta davvero poco a scovarti!!” gli urlai contro, mentre liberavo il suo dito da quella morsa micidiale. Lui se lo massaggiò appena ma non distolse un secondo i suoi occhi di speranza dai miei di ombra e, se possibile, si avvicinò ancor di più minaccioso.
“Non sai nemmeno quello che dici!Potevi benissimo chiedere aiuto al tuo caro Draco, o al tuo caro Zabini, invece sei venuta da me, quindi non vuoi assolutamente la mia fine, vuoi solo che io lo creda!! Sei così incredibilmente incosciente e così schifosamente egocentrica, mi fai quasi schifo!” il moro pronunciò queste parole con ira repressa, ed io, completamente fuori di me, gli tirai un sonoro schiaffo sulla guancia, lasciandogli impresso le mie cinque dita.
“Primo, io non ho chiesto l’aiuto a nessuno, secondo, Draco e Blaise sono almeno un milione di volte migliori di te, e preferirei di certo la loro compagnia che la tua, insulsa e sgradevole; terzo, l’egocentrica qui non sono io, e quarto, non azzardarti più a rivolgerti a me in quel modo!!Sei tu quello che fa schifo!!” gli dissi sibilando con odio, quasi come fossi un serpente pronto a mordere.
“E ora puoi anche andartene, meno ti vedo e meglio è!!” ribattei, prendendo la pluffa da terra, e salendo veloce in groppa alla mia scopa, spiccando il volo senza dedicare più uno sguardo a Potter, che rigido e rabbioso, se ne andò a grandi falcate dal campo, mentre io rimasi per aria a sfogare la rabbia lanciando con estrama forza la pluffa contro gli anelli. Non lo sopportavo, era più forte di me, quel ragazzo mi dava troppo sui nervi!! Il suo finto buonismo mi dava il volta-stomaco, e decisi di sbattermene altamente del patto con Silente. Chi se ne fregava se diventava vulnerabile al Signore Oscuro, anzi, per me era meglio, così si sarebbe tolto dai piedi più in fretta. Era odioso e insopportabile, non riuscivo proprio a tollerare la sua presenza. E mi chiedevo come mai avessi questa repulsione per quel ragazzo che conoscevo da così poco. Non lo sapevo, o forse lo sapevo e non volevo ammetterlo, sta di fatto che odiavo Harry Potter. Feci un ultimo tiro con così tanto fervore che la pluffa picchiò sul bordo dell’anello facendolo tremare. Velocemente scesi sugli spalti e mi accesi un’altra sigaretta che speravo mi potesse calmare. Ma dopo il quarto tiro capii che neanche se ne avessi fumate cento mi sarei calmata. Così la spensi a terra, appena in tempo per sentire una goccia cadere dall'alto. Alzai gli occhi e vidi il cielo che si era incupito con grandi nuvoloni grigi, e che la pioggia era imminente. Sbuffai, presi di corsa la scopa, mi riparai sotto il mantello e cominciai a correre verso il castello imprecando.
Maledetta pioggia, maledette sigarette, maledetto Quidditch, maledetto parco, maledetta Inghileterra…MALEDETTO POTTER!!

Ok, so che vi aspettavate un capitolo più amorevole, ma visto che io sono una Serpeverde DOC ho voluto complicare ancora di più le cose fra Siria e Harry...scusate questa piccola mia mania, ma odio le cose facili per principio!! XD c'è stata una bella discussione accesa dove anche il nostro Harry ha finalmente tirato fuori gli artigli, non so perchè ma avevo l'impressione di averlo fatto troppo accondiscendente con i piccoli "soprusi" di Siria, perciò l'ho fatto riscattare!! XD possiamo anche notare in questo capitolo, non solo il talento di Siria in Pozioni, e l'amore per quella materia, ma anche un certo conflitto con Hermione...XD beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto comunque!! Purtroppo non posso dilungarmi con i ringraziamenti singoli (Pyros Ikari perdonami!!) quindi faccio un mega GRAZIE a tutti e vi prometto che aggiornerò a tempo debito!!
Bacionissimi!

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Cosa tramano le Serpi?! ***


Incredibile, sono di nuovo in ritardo!! Faccio schifo, eh?? Sì, lo so, ma con me dovete avere pazienza. E un periodo no per la scrittura, quindi per favore, perdonatemi, anche perchè non potete immaginare quanto ci sto male quando non riesco a scrivere, è una tortura!! Comunque ce l'ho fatta, ho finalmente sfornato un altro capitolo che io definisco di "transizione" ovvero quelli in cui non ci sono eventi eclatanti, ma che sercono come anelli di congiunzione...e inoltre, troverete alcuni passaggi molto..."utili" per il seguito...diciamo che vi metto qualche quesito in testa!! Hihihi quindi, vi chiedo di nuovo scusa e vi lascio al chap!!

Appena fui sotto il portico della scuola mi tolsi il mantello con cui mi riparavo dalla pioggia snervante, sbuffando sonoramente. Mi scossi appena, per togliere un po’ di gocce e un po’ di rabbia che mi ribolliva nel petto. Tirai fuori la bacchetta e con un movimento secco feci sparire scopa e mantello che ricomparsero nel dormitorio. Per mia fortuna, dall’ingresso dei sotterranei vidi spuntare Blaise, Pansy, Daphne, Theodore e…Draco. Mi vennero incontro mentre io cercavo di assumere un’espressione non troppo scocciata, anche se avrei voluto molto volentieri sbattere forte qualcosa contro il muro (la testa di Potter, per esempio!).
“Ehi là, Siria!” mi salutò Blaise, sorridendo. Gli feci un cenno.
“Ciao Blaise!Draco, Theodore, Daphne…” salutai evitando accuratamente di nominare Pansy che indispettita trascinò via la Greengrass e Nott, andando a passo spedito verso la Sala Grande.
“Dove sei stata con questo bel tempo?” mi chiese sarcastico il biondo mentre mi univo a loro verso la Sala.
“Al campo da Quidditch, un po’ di sano allenamento non fa mai male…” risposi cercando con ogni minima cellula del mio corpo di rimanere calma e non ripensare alla litigata con quello schifoso essere di nome Potter.
“Già, sabato ci sono i provini…” fece con non curanza.
“Sarà un…ehm…piacere averti in squadra, non credi?” disse Blaise con uno strano sorrisino stampato in volto.
“Non è detto che prendiamo lei…” dichiarò con un pizzico di acidità Malfoy, ghignando soddisfatto del bel colpo assestato. Io lo incenerei con lo sguardo, ma non feci una piega, cercando di mantenere la mia solita calma glaciale che da sempre mi caratterizzava.
“Mi supplicarai di avermi in squadra, caro Draco…” replicai con sicurezza, mentre anche io sogghignavo con sarcasmo. Entrambi incastonammo i propri occhi in quegli dall’altro, con uno sguardo tra l’omicida e l’ironico.
“Forse…devo ancora vederti all’opera…” ribattè in fine il biondo. Io ridacchiai.
“Suvvia, siamo Serpeverde!! Da quand’in qua si fanno queste scelte con un giusto e morale criterio? Non è la casa dei favoreggiamenti questa?” risposi con un certo divertimento, ed entrambi i ragazzi scoppiarono a ridere. Io mi limtai ad una smorfia trionfante mentre varcavamo l’ingresso della Sala Grande.
“Dieci a zero per Siria, pluffa al centro!” esclamò Blaise senza curarsi d’interrompere il suo risolino. Draco fece finta d’indispettirsi.
“Ma siamo sempre all’inizio…” disse con tono un po’ troppo strascicato, e, girandosi verso di me, mi fece l’occhiolino, che ricambiai con un’occhiata scettica. Ci sedemmo ai soliti posti centrali, e io cercai accuratamente di non puntare lo sguardo verso il tavolo rosso-oro.
La cena proseguì placida e calma senza suscitare dialoghi accesi. Invece di punzecchiare Pansy, decisi d’ignorarla perché ne avevo già avuto abbastanza con Potter, il quale, purtroppo, riuscì ad individuare i miei occhi, che gli mandarono sguardi iracondi e assassini. Lui ricambiava in pieno, e tutte le volte era costretto a distogliere lo sguardo, rendendomi ogni volta più soddisfatta.
“Eri da sola al campo da Quidditch?” mi chiese inaspettatamente Draco su due piedi, a voce bassa, quasi per non farsi sentire. Io mi voltai verso di lui guardandolo in tralice. Poi ghignai.
“Perché, t’interessa sul serio?” gli feci di rimando. Lui scosse le spalle.
“Potrebbe…e poi era così per chiedere, scusa se volevo smettere di star qui a mangiare in silenzio…ah, ho capito il problema…il fiato caldo ti soglie, eh?” ribattè con sarcasmo.
“Smettila di sfottere, io sono di ghiaccio quanto te…e se proprio t’interessa saperlo…no, non ero da sola” risposi quasi indispettita, riportando lo sguardo sul piatto. Lui inarcò le sopracciglia.
“Davvero? Allora ecco perché non volevi rispondermi…un giorno a Hogwarts e già ti sei fatta il ragazzo? Complimenti! Chi è quel santo che dovrà sopportarti?” esclamò sempre a presa di giro, ridacchiando. Io lo trucidai con gli occhi. Mi feci più vicina a lui, affinchè potessi mantenere il tono basso e tagliente, senza farmi sentire.
“Primo, non è che io non volevo risponderti, sei tu che sei impertinente; secondo, io il ragazzo non ce l’ho, perché come hai detto tu nessuno riesce a sopportarmi! E poi per chi mi hai preso, per Pansy Parkinson? Guarda che io non sono come lei, e nemmeno come te…” fu la mia pungente risposta. Il suo ghiaccio trovò la mia pece, ci squadrammo algidi, ma leggevo nei suoi occhi di argento fuso molto di più. Alla fine avvicinò le sue labbra al mio orecchio, sussurrandomi mentre il suo respiro s’infrangeva sulla mia pelle, e una scarica di brividi sfilava sulla mia schiena.
“Lo so…è per questo che m’ineteresso”
Si allontanò appena per tornare a guardarmi dritto negli occhi. Io rimasi immobile, priva di espressione, ma sentivo ancora una scossa nella spina dorsale. Poi scossi il capo, sogghignando.
“Che bugiardo che sei…” esclamai tornando alla mia cena. Per questo non vidi il suo sorrisino farsi strada fra le sue labbra perfette. Quando anche il dolce fu servito, Draco si alzò.
“Dove vai??” gli chiesi sarcastica, scandendo le parole con tono smielato.
“Perché, t’interessa davvero?” rispose con altrettanto sarcasmo, ed entrambi cominciammo a ridacchiare. Gli altri evidentemente non capirono l’ironia, infatti ci guardarono accigliati.
“In effetti sì…se vai in Sala Comune vengo con te, almeno non rischio di girare a vuoto per mezz’ora…” risposi infine.
“Non hai ancora imparato la strada?” esclamò Blaise sconcertato. Io lo guardai malissimo.
“Che fai, metti il dito nella piaga? E poi sono qui da un giorno scarso!Facile per voi!” replicai indispettita. Draco smorzò la discussione.
“Sì, vado in Sala Comune, quindi o ti dai una mossa o ti lascio a vagare per i sotterranei…” fece avviandosi verso l’uscita della Sala Grande. Mi alzai al volo dalla panca, lo seguii con passo svelto e m’incamminai con lui. Il silenzio regnò fra di noi per un bel po’, mentre i nostri passi rimbombavano cupi fra le pareti austere. Tenevo le braccia conserte sotto il seno, e fissavo dritta davanti a me, cercando di non posare i miei occhi sulla sua perfetta figura. Lui sembrava fare altrettanto, ma inaspettatamente, ruppe la quiete.
“Perché te e Potter a cena vi lanciavate sguardi omicidi?” chiese curioso. A quel punto lo guardai piegando le sopracciglia.
“Abbiamo avuto una…”piccola”…discussione” risposi infine rimanendo impassibile come sempre. Lui annuì.
“Praticamente oggi hai fatto fuori si Pansy che Potter…sei incredibile…chi sarà la prossima vittima?” domandò con tono scherzosamente preoccupato. Io gli lanciai un’occhiataccia.
“Tu, se non la finisci…” ribattei alterata. In contrapposizione lui rise.
“Eh dai, lo sai che io scherzo…e poi anche tu infierisci…” si avvicinò di qualche passo a me.
“E se fossi io il carnefice nel tuo gioco?” fece falsamente minaccioso ma realmente intrigante. Non mi resi nemmeno conto che ci eravamo fermati e che i suoi occhi di tempesta mi guardavano ammiccante, mentre lui era così pericolosamente vicino. Avrei voluto rispondergli “sarei volentieri la tua vittama” ma dovetti trattenermi a causa di un fattore fondamentale: l’orgolio.
“Saresti un’incosciente…e poi sono sempre io la carnefice” fu la mia risposta mentre tornai a camminare con passo rigido, senza guardarlo. Lui mi raggiunse con aria divertita.
“Questo lo dici te…” bofonchiò tra sé. Cercai di virare la conversazione su qualcosa che mi sarebbe stato realmente utile.
“Hai da finire il tema di Trasfigurazione?” gli chiesi allora. Lui fece spallucce.
“In realtà sì…” fu la sua risposta concisa. Io annuii con la testa, e il silenzio regnò di nuovo fra noi finchè non arrivammo nella Sala Comune. Entrammo nella lussuosa stanza ed entrambi reuperammo l’occorrente e ci posizionammo sul tavolo di legno scuro. Draco si spaparanzò sulla sedia e si accese una sigaretta. L’odore acrede del fumo mi arrivò subito alle narici, e io lo guardai inclinando appena la testa da un lato. Portai meccanicamente una mano in tasca ma ricordai di aver lasciato il pacchetto nel mantallo. Sbuffai sonoramente e mi accasciai sul tavolo. Il biondo fece dondolare la sua sigaretta quando sulle sue labbra si disegnò un sorriso sghembo.
“Tieni…” mi disse porgendomi una sigaretta delle sue. La presi e me la portai alle labbra, poi l’accesi con la bacchetta, che appoggiai sul tavolo.
“Grazie…” risposi mentre sbuffavo il fumo. Sentivo il sapore della menta penetrarmi nella gola, e mi rilassai appena.
“E’ la seconda che ti offro in un giorno…non prenderci l’abitudine…” esclamò ironico. Io inarcai le sopracciglia.
“Non ti preoccupare, non lo farò…e poi non ti faranno mica specie un paio di sigarette…se vuoi te le ridò, ma non so se ti piacciono quelle aromatizzate!” ribattei mentre facevo un altro tiro.
“Aromatizzate a cosa? The? Cacao? Mi sembravi un tipo da menta, però…” ipotizzò squadrandomi critico.
“Sei lontano…caffè!” ribattei e lui mi guardò curioso.
“Già, caffè…sì, ci stai…”
“Comunque mi piace anche la menta se è per questo…”
Lui annuì appena, tirò fuori pergamena, penna e calamaio e si mise a rileggere il tema prima di continuare. Io lo osservavo mentre la sigaretta si consumava, e più lo guardavo, più mi rendevo conto di quanto i suoi tratti fossero perfetti, di quanto avesse le sembianze di un angelo. Un angelo dannato. Distolsi l’attenzione e spensi la sigaretta un po’ troppo brutalmente, perché il mozzicone si spezzò; e mi misi a ripassare trasfigurazione mentre la Sala Comune si ripopolava piano piano.
Anche Blaise e Daphne fecero la loro apparizione poco dopo, e si unirono a noi mentre Draco arrotolava la pergamena del compito ultimato.
“Ciao ragazzi, che combinate?” fece Zabini con tono un po’ troppo ammiccante.
“Studiavamo Bla, studiavamo…” scandì Draco con tono minaccioso. Lui annuì subito.
“Certo!Figuriamoci…noi invece ci siamo fermati a sfottere il Trio dei Miracoli…Siria, che hai fatto a Potter?? Sembrava parecchio incazzato con te!” esclamò Blaise, spostando lo sguardo su di me. Io feci spallucce.
“Gli ho solo dato del traditore, della feccia, dell’insolente e dell’arrogante, e ho sperato che il Signore Oscuro lo facesse fuori…” risposi cono nonchalance.
“Wow, questo sì che il giusto trattamento che spetta a Potter e la sua banda!Bravissima!” disse la Greengrass battendo le mani.
“Eh sì, la Black ha già capito come ci si comporta…Serpeverde D.O.C…” sentenziò Draco.
“O forse qualcosa di più…” disse Zabini eloquente, lanciando due sguardi intensi ai due.
“Calma Bla, calma…è troppo presto, ci vuole tempo…” ribattè il biondo tranquillo, mentre io cercavo di capire di che cosa stessero parlando.
“A me non sembra…andiamo, ha tutte le carte in regola…” replicò il moro.
“Non tutte…gliene manca una, abbastanza fondamentale…” precisò Daphne puntando gli occhi su di me. Blaise a quel punto annuì.
“Scusate, di che diamene state parlando?” sbottai irritata. Odiavo essere tenuta in disparte, lo ero stata per troppo tempo. Draco scosse il capo.
“Cose top-secret, non ti preoccupare, tutto a tempo debito…” rispose alzandosi in piedi.
“Devo andare a parlare con Theodore…” si giustidicò prima di avviarsi da una parte della Sala, dove Nott sedeva con Pansy parlando fitto di qualcusa. Mi ci volle solo un piccolo ragionamento per capire che c’era qualcosa sotto, e che questi ragazzi stessero tramando qualcosa di poco lecito. Forse allora le supposizioni del Preside erano sensate, forse Malfoy stava DAVVERO facendo qualcosa di losco. E di cosa stavano parlando prima, cos’era che non avevo, qual’era la carta che non avevo in regola, e soprattutto per cosa? Mi stavo confondendo ancor di più, non riuscivo a trovare il nesso logico che collegava le poche parole delle tre Serpi.
“Non ti preoccupare Siria, niente di sconvolgente…se continui così, saprai presto…” disse Blaise prima di alzarsi, e dopo avermi rivolto un lieve sorriso, si avviò pure lui con Draco.
“Vai anche tu, Daphne…” le dissi poggiando la testa sulle braccia intrecciate sul tavolo. Lei fece segno di no.
“Volevo chiederti delle cose, se per te va bene…niente di personale, domande abbastanza accessibili, non ti allarmare” rispose facendosi più vicina con la sedia a me. Io la guardai male.
“Non mi piacciono le domande, pensavo di aver già chiarito questo punto” feci incrociando le braccia al petto. Lei annuì con il capo.
“Non puoi pretendere di evitarle per sempre, no?” replicò la bionda.
“Per sempre no…ma per un po’ sì!”
Daphne ridacchiò mettendosi elegantemente la mano sulla bocca. Poi si ricompose e mi squadrò decisa.
“Dimmi Siria…che rapporto c’è tra te e Potter? Perché vi conoscete? E per favore…non essere troppo vaga” fece improvvisamente seria. Io sospirai.
“Io e Potter ci conosciamo perché avevamo una persona…in comune. Io però non lo posso sopportare sinceramente, ma vogliono che passi un po’ del tempo con lui…” spiegai restia, ma arrendendomi.
“Quella persona era tuo padre?” domandò senza preoccuparsi di essere insiensibile. E con me non ce n’era bisogno. Io non ero per niente sensibile.
“Sì, hai indovinato…” risposi inflessibile.
“E lui? Che pensa di te?” continuò imperterrita.
“Che sono una stronzetta arrogante piena di pregiudizi che si crede la migliore del mondo…ma che pretendeva?? Sono una Serpeverde!!” sbottai sfogandomi. Daphne annuì.
“Che ti ha detto Silente quando ti ha convocato ieri sera?” domandò ancora. Io feci spallucce.
“Certe burocrazie per il passaggio dalla mia scuola a questa…niente di speciale…” risposi vaga.
“Solo questo?” insistette incerta. Annuii.
“Solo questo. Ora me la concedi una domanda a me?” feci alterata, e senza nemmeno aspettare la risposta, le chiesi.
“Perché questo interrogatorio?”
Lei andò subito sulla difensiva.
“Non vogliamo avere tra di noi gente che se la fa con i Grifoni, tutto qui…”
“Ti sembro un tipo che se la fa con i Grifoni, io??” inveii indispettita.
“No, certo che no, era solo sicurezza…” replicò, ma capii immediatamente che c’era qualcosa di più sotto, perché le cose non quadravano, mancava un tassello del puzzle. Stavo per chiedere altro, ma l’arrivo di Draco e Blaise mi bloccò sul nascere.
“Chi viene con noi per una capatina notturna al Lago?”


Beh, che ne pensate? Un capitoletto non troppo turbolento, dove vediamo nascere una certa complicità fra Draco e Siria, e dove si capisce che le Serpi stiano architettando qualcosa di losco. Cosa sarà? Mah! E ora arrivano Bla e Dra  che se ne escono con questa bella proposta...che succederà?? Lo so, infierisco, ma adoro farlo!Beh, vi lascio alle vostre supposizioni, scervellatevi pure, ma mi raccomando: RECENSITE!!

Mi scuso di nuovo immensamente per il ritardo, purtroppo ho il timore che diventerà un'abitudine! Ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia, e quelli che hanno commentato!! GRAZIE GENTE!! Siete fenomenali, vi adoro tutti, e senza di voi forse mi abbatterei così tanto che non scriverei nemmeno più! Poi penso a voi e mi faccio forza, quindi ancora GRAZIE!

Bacioni enormi!!

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 'Cause Slytherins do it better!!! ***


Ciauuuu ragazzi miei adorati!!Eccomi finalmente con un altro bel capitoletto della cara FF su Siria!Vi ho fatto aspettare un po', lo so, ma dovete portare pazienza con la vostra cara Alexa!XD
Allur, vi avverto che pure questo è una specie di chap di transizione, però mi è davvero piaciuto scriverlo, perchè nel suo "non avere nulla di speciale", è intenso...ho unito questi ragazzi di Serpeverde in una serata spensierata all'insegna delle risa, dell'allegria, della serenità...ho voluto far vedere che anche se siamo Serpeverde, siamo prima di tutto esseri umani, e che anche noi qualche volta cazzeggiamo con i nostri amici, magari essendo anche un po' brilli...insomma, ho voluto dare la prova che...I SERPEVERDE LO FANNO MEGLIO!!!XDXDXDXD Ma quanto sarò di parte?!?!?!?!?! Va beh, la smetto va, e vi lascio al capitolo...
Bacioni e Buona Lettura!

Ah, un'ultima cosa: 'CAUSE SLYTHERINS DO IT BETTER!XD

Mi strinsi appena nel mantello mentre ci avviavamo verso il parco della scuola, attraversando i corridoi freddi e deserti. Blaise era in testa, controllava accuratamente che non ci fosse nessuno, e ci dava il via libera. Dietro, Daphne e Pansy parlottavano qualcosa tra di loro, ridacchiando. Dopo, c’erano Draco e Theodore, che si scambiavano qualche parola di sfuggita, di tanto in tanto. Ed infine, c’ero io. Dietro tutti, che me ne stavo in silenzio a rimuginare sul perché di quelle domande, e sullo strano comportamento dei Serpeverde. C’era qualcosa che non andava, e stava avvalorando la teoria del Preside.
D’un tratto ci fermammo di botto. Blaise si affacciò per il corridoio, poi si rivolse a noi.
“Non c’è nessuno…possiamo andare…” disse riprendendo il cammino, che, da quello che ricordavo, portava alla Sala d’Ingresso. Guardavo in basso e camminavo piano, mentre la mia testa era bombardata di domande a cui non sapeva dare risposte. Possibile che la mia vita fosse una domanda continua, e sempre senza risposta? Forse, quando verrà il giorno in cui smetterò di pormele, sarà meglio per tutti.
“Siria?” mi sentii chiamare da Draco poco più avanti a me. Alzai lo sguardo.
“Non stare indietro, poi ti perdi e dobbiamo mandare le squadre a cercarti” mi rimbeccò con sarcasmo. Io gli feci una smorfia e allungai il passo, mettendomi al suo pari.
“Sempre il solito simpaticone…” borbottai storcendo la bocca. Lui ghignò.
“Sempre!”
Ci squadrammo per un attimo, nell’oscurità del castello. I suoi occhi sembravano brillare di luce propria mentre i miei si nascondevano fra le tenebre.
“Illuiminami Draco, stiamo infrangendo il coprifuoco per andare al Lago a fare cosa?” gli chiesi, riportando lo sguardo dritto davanti a me.
“Nulla di che, una passeggiata…sei sempre così sospettosa?” rispose il biondo.
“Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio” replicai con solennità. Lui inarcò le sopracciglia, e annuì con il capo.
“Effettivamente…” convenne, mentre sentivo pesare i suoi occhi magnetici su di me. Non parlammo più, mantenemmo un silenzio fragile e spesso, rotto solo dai nostri passi. Quando varcammo il portone dell’Ingresso, l’aria pungente tipica del clima autunnale c’investì in pieno, dandoci qualche scarica di brividi. Non era freddo però, si stava abbastanza bene, e la luna quasi piena splendeva imponente nel cielo trapuntato di stelle. C’era una vista magnifica, non essendoci nessuna luce ad offuscare il paesaggio celeste, tutti gli astri erano nitidi e visibili in tutto il loro sfavillio. L’aria era piatta, non tirava neanche una brezza di vento, e l’acqua del Lago era uno specchio ombroso pronto a riflettere lo splendore del cielo. Le morbide curve delle colline si stanziavano dietro al Lago per creare un paesaggio quieto. In lontananza, la Foresta Proibita era ricoperta da una nebbiolina tetra, e dava un senso d’inquietudine d’innanzi alla tranquillità che emanava il Lago.
“Ehi Siria, ti piace qui di notte?” mi chiese Blaise mentre scendevamo sull’erba e ci avviavamo verso la riva.
“Non male, non male…” risposi senza entusiasmo. Lui mi guardò dubbioso.
“Tutto qui?”
Io feci spallucce.
“Tutto qui…sai com’è, non sono il tipo che si fa entusiasmare da queste cose…però si sta bene…” risposi pacatamente, già che sentivo la tensione allentarsi. Respiravo profondamente l’aria fresca mentre camminavamo sulla riva.
“Peccato che presto queste serate saranno solo un vano ricordo…” proferì Daphne con un sospiro.
“Già…il freddo è alle porte, scommetto che tra un po’ arriverà la prima neve…” disse Pansy con un po’ di malinconia.
“Dai, l’inverno non è così male!Anzi…” ribattè Theodore in disaccordo con le ragazze.
“In effetti a me piace il freddo…” intervenì Draco a favore di Nott.
“Ma dai, come fa a piacervi l’inverno?? Sapete quant’è meglio una bella giornata di primavera, o d’estate, con il sole che splende e quel piacevolissimo tepore…” replicò Blaise schierandosi con le ragazze.
“Bla, non è che sotto sotto sei una femmina?” lo schernì Malfoy.
“Mi stai dando del frocio Dra?” s’indispettì il moro.
“Naaah…solo un pochino!” rispose mentre sia lui che Theodore scoppiavano a ridere.
“Sono più etero di voi due messi insieme!” esclamò con orgoglio. Draco lo guardò male.
“Questa è pesa…” sanzionò il biondino.
“Comunque, guardate che Blaise ha ragione, sia sul fatto dell’inverno, sia che è meglio di voi!” s’intromise Daphne scatenando l’ilarità fra lei, Pansy e Zabini. Nott e Malfoy rimasero un attimo di stucco.
“Questa ce la pagate!” fece Theodore offeso, e Draco annuì. Quando gli altri smisero di ridacchiare, la Greengrass si rivolse a me.
“E te, Siria? Preferisci l’inverno o l’estate?”
“L’inverno, decisamente…d’estate potrei sciogliermi!” dissi anticipando sul nascere la battuta che già vedevo stampata sulle labbra di Blaise. Tutti ridacchiarono.
“Dai, seria, perché?” insistette Draco.
“Mi piace la neve, e il freddo in generale…” risposi un po’ evasiva.
Continuammo a pessaggiare, finché non decidemmo di sederci sul prato. Pansy aveva portato nella borsa una coperta verde smeraldo, che stese sull’erba. Poi tirò fuori una bottiglia di quello che sembrava un ottimo FireWhisky, e sei bicchierini di vetro, che posò sulla coperta. Draco si prodigò ad aprire la bottiglia, e a versarne il contenuto in ogni bicchiere, mentre tutti ci sedavamo per terra. Il biondo ne prese uno, e lo alzò in aria.
“Propongo un brindisi…” esordì, e anche noi imitammo il suo gesto.
“A noi! Perché i Serpeverde lo fanno meglio!” esclamò, e tutti battemmo delicatemente i bicchieri l’uno con gli altri. Poi io lo avvicinai alla bocca e buttai giù un sorso di quella bevanda forte, che t’incendiava la gola piacevolmente.
“Buonissimo!L’hai portato tu, Blaise?” chiese Theodore dopo aver bevuto il whisky tutto d’un sorso. Lui scosse il capo.
“No, l’ha portato Daphne, non è così?” fece guardando la bionda.
“Hai indovinato Bla…però ne ho potuto portare una bottiglia sola, quindi mi sa che dovremo andare a fare rifornimento…” rispose la Grengrass.
“Guardate che noi ci s’hanno un paio di bottiglie in camera…” replicò Theodore.
“Sai quanto ci durano a noi due bottiglie?!” disse sarcastico Draco.
“Effettivamente…” affermò Blaise versandosi un altro bicchiere di whisky. Io finii il mio con un ultimo sorso, mentre sentivo un piacevole torpore riscaldarmi. Poggiai il bicchiere sulla coperte, e presi ad armeggiare nel mantello. Tirai fuori il pacchetto delle sigarette e ne estrassi una.
“Ehi, Malfoy?” chiamai Draco, per poi lanciargli il pacchetto che lui prese al volo.
“Ce le ho le sigarette Black…” disse interrogativo.
“Lo so…ma te ne devo due, non ricordi?” feci mentre mi accendevo la sigaretta che tenevo fra le labbra con un colpo di bacchetta.
“Ah già…” esclamò tirandone fuori una e guardandola per un attimo.
“Sai, non avevo mai provato le sigarette magiche aromatizzate al caffè…a te, poi, ti facevo più in tipo da menta…” spiegò mentre tirava fuori la bacchetta e si accendeva a sua volta la sigaretta.
“Neanche io le ho mai provate al caffè…posso?” chiese Blaise. Io annuii distratta mentre facevo un tiro.
“Certo, certo, prendete pure…ne ho un’abbondante scorta…”
I ragazzi si sporsero per sfilare una sigaretta, e qualche attimo dopo tutti l’avevano fra le labbra, accesa, e l’inconfondibile aroma del caffè stava invadendo l’aria.
“Siria, puoi togliermi una curiosità?” mi chiese dopo un po’ Draco.
“Dipende che curiosità…” risposi mentre mi voltavo verso di lui.
“Mi sono sempre chiesto come le altre parti del mondo magico vivono la Guerra…cioè, per noi è l’argomento più importante, la prima cosa, ma per gli altri paesi?? In Francia che dicevate?” domandò il biondo. Io feci un tiro prima di rispondere.
“Ovviamente ne parlavano spesso…anzi, proprio sempre…trattavamo l’argomento con frequenza, però non ci siamo mai sentiti minacciati. Cioè, era una cosa vostra, del MUK (Magic United Kingdom!ndA), noi ne parlavamo me sempre con un punto di vista “dall’alto”, tranquillo, come se fosse una cosa che non ci riguardava per nulla…era solo a livello d’informazione…ci sentivamo al sicuro, come se un po’ di mare potesse difenderci…non siamo consapevoli del fatto che se il Signore Oscuro vince la Guerra qui, in men che non si dica invaderà anche gli altri stati…” spiegai accuratamente.
“Come ti senti ad essere stata catapultata sul palcoscenico della Guerra?? Qui tutti ne facciamo parte…” fece Blaise mentre versava un altro po’ di FireWhisky nei bicchieri. Io nel mentre ciccai la sigaretta in terra, e feci spallucce.
“Non è di certo stata una passeggiata…mi sono ritrovata da spettatrice a partecipante in prima persona…qui è tutto così…strano…tutti sono coinvolti, ma proprio tutti, e mi sento un po’…fuori luogo…” dissi io. A quel punto, Draco si aprì in una risata amara, che non aveva niente a che fare con l’allegria o il divertimento, era qualcosa di aspro, di satirico.
“Tu, fuori luogo?!?! Andiamo Siria, sei l’ultima discendente diretta della famiglia Black, tu puoi essere tutto, tranne che fuori luogo qui…” esclamò Malfoy, ancora con la risata amara sulle labbra. Io abbassai lo sguardo, presi il bicchierino di whisky, e lo buttai giù tutto d’un fiato. Il liquore invase prepotentemente la gola, mentre la sentivo andare in fiamme. Posai di scatto il bicchiere e tornai a fissare Draco.
“Forse hai ragione…sta di fatto, però, che la situazione è molto più complicata di quello che credi…” risposi, mentre sentivo caldo all’altezza dello stomaco.
“Addirittura più complicata di quello che credo?? Ma allora è proprio una tragedia!” fece con sarcasmo. Io lo fulminai con lo sguardo.
“Ti conviene non scherzare su questo, Malfoy…potresti pentirtene…non mi va di sentirti ironizzare su di me, anche perché non sai un cazzo…” ribattei tagliente, la mia voce sembrava un sibilo di serpente, le mie parole avevano il gusto del veleno. Draco mi guardò eloquente.
“E’ vero, non so nulla…ma prima o poi lo dovrò venire a sapere, o no?” replicò il biondino, tranquillo.
“Potrebbe…ma fidati…più poi che prima…”
Ci fu uno scambio intenso di sguardi fra me e la serpe bionda, finchè Blaise non cercò di ristabilire la pace.
“Ok ragazzi, calmi, avete battibeccato abbastanza…”
“Non è mai abbastanza…” esclamai con sarcasmo, ghignando e cercando di lasciar perdere l’arrabbiatura, anche perché, ora che ci pensavo bene, non potevo permettermi di litigare con Draco, perciò cercai di rimediare al danno, e di controllare la mia ira funesta sempre pronta a prendere fuoco.
“Effettivamente, come posso darti torto…battibeccare con te è un tale divertimento…almeno fino ad un certo punto…” fu la pronta risposta del biondino, che mi guardò mentre sulle sue labbra perfette si apriva un ghigno divertito. Ci fu un attimo di silenzio, tutti stavamo evidentemente pensando a qualcosa, nel mentre che bevavamo qualche altro bicchiere di FireWhisky. Ormai sentivo le guance arrossate e infuocate, l’effetto dell’alcohol si faceva sentire, ma incurante buttai giù un altro bicchiere. Anche la testa cominciava un po’ a pulsare, ma c’ero abituata. Dopo qualche attimo gettai lo sguardo sulla superficie perfetta del Lago. D’un tratto, mi alzai in piedi e andai verso la riva. M’inginocchiai e allungai una mano verso l’acqua, fino ad immergere la punta delle dita. Sorrisi. L’acqua era tiepida, come mi aspettavo.
“Non vorrai mica fare il bagno?” fece allarmata Daphne.
“L’acqua sarà gelata!” esclamò Theodore.
Mi alzai e mi voltai verso i Serpeverde.
“Certo che voi proprio non sapete nulla, eh?? Di giorno, l’acqua tende a prendere il calore, quindi è fredda, mentre di notte, tende a rilasciarlo…quindi ora è tiepida…comunque non voglio fare il bagno…ci tengo alla mia salute…” risposi con un sorrisino soddisfatto. I ragazzi si alzarono a loro volta e andarono a toccare la superficie dell’acqua.
“Caspita, è vero…” esclamò Blaise sorpreso.
“Ma allora perché d’inverno, la notte, è gelata?” chiese Theodore.
“Semplice…l’aria è più fredda del calore che ha preso l’acqua durante il giorno, quindi diventa gelata…” risposi di nuovo. M’inginocchiai un’altra volta, tirai un po’ su le maniche della camicia, e immergei la mano nell’acqua, muovendola un po’. Draco s’inginocchiò accanto a me.
“Scusa, se non volevi fare il bagno, perché sei venuta in riva?” mi domandò dubbioso. Sul mio volto si aprì un sorriso che dire malefico era un eufemismo.
“Per fare…questo!”
Mentre pronunciavo quell’ultima parola alzai di scatto la mano che era immersa nell’acqua, spruzzando e bagnando il biondino sulla faccia, un po’ sui capelli e un po’ sul petto. Tutti scoppiarono in una risata fragorosa, io compresa, che fu molto probabilmente dovuta all’abbondante quantità d’alcohol che mi girava nelle vene, perché erano rare le occasioni nelle quali ridevo. Lui rimase un attimo atterrito, poi mi lanciò uno sguardo truce, che avrebbe incenerito chiunque…tranne me, che continuavo a ridacchiare soddisfatta.
“Questa me la paghi…” sussurrò minaccioso, e io allora mi alzai in piedi velocemente e feci qualche passo indietro. Lui si alzò a sua volta e mi venne incontro. Era sicuramente più lucido di me, quindi era avvantaggiato.
Intanto, anche gli altri avevano cominciato a schizzarsi, e non badavano a me e Draco, che da un momento all’altro avremmo cominciato a rincorrerci. Il biondo si avvicinò ancora a me, così di scatto cominciai a correre, con lui dietro, che mi raggiunse subito. Mise il braccio ad avvolgere i miei ginocchi, l’altro sulla schiena e mi tirò su senza sforzo.
“Malfoy, lasciami immediatamente, giuro che ti ammazzo!” sbraitai isterica. Era la seconda volta in poco tempo che un ragazzo mi tirava su di forza…
“Guarda che hai cominciato te, e ora pagherai le conseguenze…” disse mentre si avvicinava pericolosamente al Lago. Intuii al volo quello che voleva fare.
“Draco, fermati immediatamente!!Se lo fai te ne pentirai amaramente!!” strepitasi cercando di divincolarmi.
“Uhh, che paura che mi fai, mi tremano le ginocchia…” fece sarcastico, mentre ormai era sulla riva.
“Draco, Draco sei pazzo!Mettimi giù o giuro che ti crucio fino a domani l’altro…” lo minacciai ma lui se ne infischiò.
“Correrò il rischio…e poi ne vale la pena…”
I suoi occhi brillavano di divertitimento maligno, e sorrideva tutto compiaciuto. Cominciò a dondolarmi, e lì ebbi l’illuminazione. Così, mentre stava per buttarmi in acqua, gli dissi.
“Io cadrò anche in acqua, ma tu verrai con me…”
Lo strinsi forte per la camicia e quando mi buttò lui mi seguì, così cademmo rovinosamente in acqua, che grazie al cielo non era troppo fredda, anche se faceva quell’effetto visto il tepore che dava l’alcohol. Quando entrambi risalimmo, Blaise e Daphne cominciarono ad applaudire, mentre Pansy e Theodore erano tornati a sedere e si stavano fumando una sigaretta.
Il biondo Serpeverde nuotò verso di me.
“Certo che sei proprio una stronza, lo sai?” fece sarcastico. Io annuii.
“Certo che lo so!E ne vado anche fiera! Forza, usciamo, prima che prendiamo la broncopolmonite…” risposi mentre mi avviavo verso la riva. Uscii dall’acqua e subito una scarica di brividi freddolisi mi scese lungo tutto il corpo, e sentivo il freddo avvolgermi. Corsi verso il punto dove avevo lasciato il mantello, tirai fuori la bacchetta, e con un paio di incantesimi tornai asciutta, anche se il freddo persisteva. Così, buttai giù un altro sorso di FireWhisky, e subito mi sentii meglio.
“Io e te abbiamo un conto in sospeso che dobbiamo saldare da sobri, ricordatelo…” m’intimò Draco, anche lui prontamente asciugato con qualche colpo di bacchetta.
“Eh chi se lo scorda…” esclamai sarcastica, stringendomi nel mantello.
“Comunque dovresti bere più spesso…mi sa che è l’unica cosa che ti può sciogliere…” fece il biondo mentre anche lui si avvolgeva nel mantello.
“Veramente ce n’è anche un’altra…” dissi con tono malizioso, dettato inconfutabilmente dall’alcohol, solo dall’alcohol…
Draco mi guardò dritto negli occhi, mentre sorrideva ammiccante.
“E sarebbe?”
Io ricambiai il sorriso divertita.
“Te lo farò presente quando sarò sobria…” risposi e non gli lasciai nemmeno il tempo di ribattere, perché mi girai verso gli altri Serpeverde e gli dissi.
“Buona notte raga, io me ne torno dentro…ci vediamo domani!”
E così m’incamminai verso il castello, senza voltarmi indietro. Non ci si volta mai indietro, si deve sempre guardare avanti, fieri, decisi, orgogliosi. Però, dentro di me, mandavo l’orgoglio a farsi friggere pregavo supplichevole il cielo di ricordare la strada per la Sala Comune di Serpeverde…



Alluuuur, che mi dite?? Vi è piaciuto?? Avete visto che anche se siamo Serpeverde, ogni tanto ci sappiamo divertire anche noi?!?! (ok, lo ammetto, questo chap è stato una specie di rivincita personale, però spesso noi Slytherins siamo incompresi, in fondo pure noi siamo ragazzi...amici...anche se li teniamo dentro, e non li facciamo mai vedere o intuire, anche noi abbiamo dei sentimenti...beh, magari non molti, però li abbiamo, in fondo in fondo...molto in fondo...quindi volevo darvi l'occasione di vederci sotto un aspetto più spensierato...ma comunque vedete che alla fine non ci smentiamo mai!XD)
Come sono carini Dracucciolo e Siriuccia che bisticciano, si schizzano, cadono in acqua...dai, come fate a dire che non vi piacciono, sono così dannatamente Serpeverde che sembrano fatti l'uno per l'altra...in questo chap li ho davvero amati...XDXDXD

Va beh, lascio i giudizi a voi, io me ne torno a letto (me ha la febbre!!:(:(:( ) e aspetto con ansia le vostre recensioni!!
Ovviamente lascio un mega GRAZIE a tutti colorono che hanno letto e a chi ha recensito lo scorso chap, ovvero: scheggia94, Dark_Angel, StarDust7, Ice Woman, *Eirene*, Tigre94, *cassy*, Pyros Ikari, Kattiva, Lucia e Nikoletta!
Grazie mille ragazzi, vi adoro, senza di voi non sarei nulla!!

Bacioni grandi grandi (ok, magari meglio di no, non vorrei attaccarvi la febbre...)

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Uomo di parola... ***


Salve miei fidi lettori!! Come va?? Io tutto apposto, sono tornata con questo bel capitoletto della vostra storia adorata sulla cara Siria!! Ok, allora, questo chap non è lunghissimo, e diviso i tre parti, di cui due ambientate nello stesso giorno. Ci sarà un breve stacco temporale perchè non volevo dilungarmi giorno per giorno, sennò veniva una noia assurda, e il tempo non passava mai!!In questo capitolo tornerà Harry, anche se per poco, e poi ovviamente ci sarà il caro Dracucciolo! (me sbava al solo pronunciare il suo nome!XD). Che dire ancora, spero che il cap vi piaccia!!
Bacioni e Buona Lettura!


Mi buttai stancamente su uno scalino, e presi la testa fra le mani. Pulsava, pulsava terrebilmente, e mi maledeii più di una volta per l’abbondante quantità di alcohol ingerita la sera scorsa. Ovvio, ero stata peggio, ma il mal di testa era decisamente insopportabile. L’aria mattutina era fresca, e sul Parco c’era una leggera foschia. Me ne stavo sulla scalinata d’ingresso, cercando un po’ di refrigerio e un po’ di tranquillità. In quelle condinzioni non ero assolutamente in grado di dormire (beh, se non lo ero da normale, figuriamoci da mezza sbronza). Estrassi dalla tasca le sigarette, e me ne accesi velocemente una, la prima della giornata. Feci un lungo tiro, e soffiai lentamente il fumo. Mi presi nuovamente la testa fra le mani, tenendo gli occhi fissi per terra, mentre la sigaretta mi pensolava tra le labbra. Ero talmente presa dal mio mal di testa che non mi ero nemmeno accorta dell’arrivo di qualcuno.
“Fumi già di prima mattina? Guarda che ti viene il voltastomaco”
Alzai stancamente lo sguardo, e incrociai gli occhi di speranza di Harry Potter.
“Veramente a vedere te mi viene il voltastomaco…” ribattei acida, facendo un altro tiro con la sigaretta. Lui mi guardò male.
“Devi essere ridotta davvero male se già a quest’ora del mattino ti butti sulle sigarette…” esclamò il moro. Il suo tono era aspro, duro, non c’era ironia nelle sue parole, e i suoi occhi ne erano la prova. Non brillavano con la luce di sempre, sembrava come se la sua speranza si fosse spenta.
“Come se t’importasse…” replicai con amarezza, senza staccare i miei occhi di pece dai suoi. Il suo sguardo s’incupì.
“Cosa ti fa pensare che non me ne importi?” chiese quasi offeso, mentre si faceva più vicino. Io mi aprii in una risata algida, tetra, che dell’iralità e del divertimento, non aveva proprio nulla.
“L’ultima volta che ci siamo parlati mi hai dato della stronza frigida e montata…” risposi con ovvietà. Lui si sedette sugli scalini accanto a me.
“E tu dell’illuso stupido e raccomandato…” ribattè prontamente.
“Ma io non ti ho detto che m’importa di te…” dissi di nuovo, con altrettanta ovvietà. Lui annuì.
“Vero…”
Buttai la sigaretta ormai consumata per terra, e la schiacciai con il tacco del mocassino. Ci fu qualche minuto di silenzio, dove io cercavo in ogni modo di non guardare il moro, mentre, in contrapposizione sentivo il suo sguardo premere fortemente su di me, quasi volesse attraversarmi. Sbuffai, poi mi rivolsi a Potter.
“Che ci fai qui? Con il mal di testa che ho sei l’ultima persona che ho voglia di vedere…” feci acida, voltandomi finalmente verso di lui.
“Ti sei già sbronzata dopo due giorni? Ma che vita che fate voi Serpeverde?! Comunque sono qui perché non riesco a dormire, e visto che non c’è nessun divieto, io me ne sto qui…se hai qualche problema con la mia presenza, puoi anche andartene…” rispose a tono. Io lo fulminai con lo sguardo.
“Ok, ora me ne vado, ma dimmi una cosa Potter: dopo la litigata che abbiamo fatto, come puoi contraddirmi quando ti dico che di me non t’importa niente?”
Lui mi guardò intensamente, i suoi occhi erano ricominciati a brillare. Sorrise leggermente.
“Il mio legame a te, per quanto ti possa disgustare, è troppo profondo per essere spezzato da una semplice litigata, che non è stata la prima, e non sarà sicuramente l’ultima” rispose senza smettere di sorridere. Io annuii, per poi alzarmi dagli scalini, e rassettarmi la gonna.
“Ci puoi giurare, Potter”
                                                        *
La settimana passò lenta e tranquilla, tra lezioni e compiti, che ci sommergevano letteralmente. Ma almeno mi davano una mano a tenere sott’occhio Draco, che, sempre impegnato con quelli, non poteva gironzolare per la scuola, ma se ne stava sempre nei paraggi, così che potessi controllarlo. A parte la vicenda dei giorni scorsi, e qualche strano discorso con Blaise, niente del comportamento del biondo mi era sembrato sospetto. Forse Silente aveva preso un granchio…
Il sabato mattina mi alzai come sempre presto, mentre tutte le mie compagne erano ancora nel mondo nei sogni. Mi stiracchiai appena, prima di scendere velocemente dal letto e correre in bagno per una bella doccia calda. Mi tolsi i vestiti velocemente, e subito sentii i brividi di freddo attravaersarmi il corpo. Con un movimento frettoloso aprii l’acqua calda e mi buttai sotto il getto che subito mi riscaldò. E mentre il flusso dell’acqua mi scivolava delicatamente addosso, pensavo al provino di Quidditch imminente. Non avevo paura, non avrei dovuto averne, per principio. La paura annebbia la mente, e t’impedisce di pensare e agire con ragionevolezza. E poi non ha da Serpeverde avere paura. O almeno, darlo a vedere. In realtà tutti hanno paura, anche se solo pochi di essi lo fanno vedere, spinti a nascondersi dall’orgoglio.
Quando ebbi finito di insaponarmi e sciacquarmi, mi appoggiai un attimo alla parete della doccia, mentre l’acqua scorreva e il vapore annebbiava il vetro. Sospirai. In realtà pensavo anche a Potter, a quello che mi aveva detto qualche giorno fa. Avevamo un legame, e io non volevo capacitarmene. Mi sembrava così assurdo che io e lui potessimo essere uniti in qualche modo. Io non lo sopportavo!! E il bello è che non sapevo nemmeno il perché! Mi sembrava una cosa ovvia, assolutamente normale. Tutto di lui mi dava sui nervi, il suo finto buonismo, il suo vittimismo, il suo coraggio stupido, il suo modo di fare sempre mieloso. Non potevo resistere un’ora insieme a lui senza litigarci, a meno che tutti e due rimanessimo zitti e fermi. Eppure tra me e Potter c’era un legame. Legame creato da Sirius. E io non potevo farci niente, non potevo romperlo, un po’ come una specie di parantela. Per di più, si era messo in mezzo Silente. Ci teneva davvero a Potter, dovrebbe essergli molto riconoscente. Era un uomo molto saggio, il Preside, peccato che non condivida le sue idee. Peccato che stia dalla parte “sbagliata”…o almeno per me.
Chiusi l’acqua di scatto e uscii velocemente dalla doccia, mentre m’infilavo l’accapatoio e mi ci avvolgevo dentro, infreddolita. Mi asciugai in fretta, e tornai in camera silenziosamente. Non volevo che le mie compagne di stanza mi lapidassero perché le avevo svegliate ad un’ora così indecente il sabato mattina. Mi avvicinai al mio armadio e guardai con aria critica i vestiti. Visto che dovevo giocare a Quidditch, optai per un paio di pantaloni elasticizzati neri e una felpa viola non troppo leggera perché faceva abbastanza freddo. Mi vestii velocemente, legai i capelli nella mia solita coda alta, presi il mantello al volo e scesi di corsa le scale del dormitorio, scalino dopo scalino fino all’ultimo, prima di sbucare nella lussuosa e maestosa Sala Comune di Serpeverde. Pensavo di essere da sola, a quell’ora del sabato mattina, ma mi accorsi subito della presenza di qualcun altro. E non un altro qualunque. Spaparanzato elegantemente sul divano di pelle scura, con le mani incrociate sul petto, e una gamba che penzolava stancamente, c’era Draco Malfoy. Tra le sue labbra era imprigionata una sigaretta che bruciava lenta, mentre i suoi occhi di ghiaccio, fitti come la nebbia e intensi come l’argento, guardavano il soffitto con sguardo perso. Anche se era sabato, portava la divisa di scuola, ovviamente a modo suo. La cravatta quasi slacciata, la camicia fuori dai pantaloni, i primi due bottoni rigorosamente slacciati che lasciavano intravedere il petto scolpito e muscoloso, il mantello lasciato a giacere per terra. Era incredibile, ma addosso a lui, donava anche la semplice e cupa divisa scolastica. Aveva i capelli un po’ spettinati, con qualche ciuffo dispettoso che gli andava a stuzzicare la fronte e a coprirgli un po’ gli occhi indispettiti, ma nonostante questo era immobile, a pensare. Feci qualche passo verso di lui e subito spostò lo sguardo dal soffitto a me.
“Buon giorno Draco” lo salutai sedendomi sul bracciolo del divano dove lui era steso. Il biondino stirò le sue labbra deliziose e invitanti in quello che doveva essere un sorriso.
“’Giorno Siria…svegliata bene stamani?” mi chiese di rimando. Io feci spallucce.
“Meglio di tutte le altre mattine di sicuro…e tu? Come mai già sveglio?” gli domandai incuriosità, senza staccare gli occhi di dosso alla sua statuaria figura. Lui scrollò le spalle a sua volta.
“Il Quidditch mi fa quest’effetto…” rispose con non curanza, alzandosi a sedere e ritornando più composto. Io scesi dal bracciolo e presi posto accanto a lui, incatenando i miei occhi di carbone ai suoi di iceberg.
“Sempre?” feci inarcando le sopracciglie. Lui annuì.
“Sempre” confermò deciso. Restammo qualche istante a guardarci negli occhi. Adoravo i suoi occhi, riuscivano ad essere sia inespressivi, completamente apatici, sia incredibilmente intensi e vivi, ricolmi di sensazioni e emozioni. Ad un certo punto ciccò la sigaretta nel posa cenere per terra e ruppe il silenzio.
“Sei tesa?”
Io lo guardai un po’ male, e scossi vigorosamente il capo.
“Assolutamente…non ho motivo di esserlo” risposi convinta. Lui mi guardò dubbioso.
“Sempre così sicura…non lo sai che ci sono molti altri candidati che potrei tranquillamente scegliere al tuo posto?” ribattè avvicinandosi con il viso. Io mi aprii in un sorrisino divertito, e mi feci più vicina a mia volta.
“Lo so, certo che lo so…ma nonostante questo, tu scieglierai me” replicai con convinzione, sfidandolo con lo sguardo. Eravamo a pochi centimetri di distanza, i nostri respiri si scontravano fra loro. Draco alzò la mano e cominciò ad accarezzarmi il collo, sensualmente, mentre venivo assalita dai brividi.
“Come fai ad esserne così sicura?” mi chiese con voce roca, strascicata, estremamente suadente. Io sorrisi appena.
“Non sarà così?” ribattei divertita. Lui spostò la mano dal collo al viso, e con il pollice mi accarezzò le labbra. Poi ritrasse la mano, si allontanò un         poco, e ghignò a sua volta.
“Sì, sarà così”
                                                        *                                                       
Mi levai pigramente in volo, osservando con aria critica il campo da Quidditch, ma specialmente i partecipanti al provino. Eravamo una decina, sette ragazzi e altre tre ragazze, alcuni erano del settimo anno, il resto tutti del quinto. Del sesto ero l’unica, perché due ragazze e un ragazzo del mio anno che erano venuti per il provino, avevano fatto retro-front quando mi avevano visto. Blaise m’aveva preso in giro per almeno dieci minuti, prima che dovessi scendere in campo.
Dopo pochi attimi, fece l’ingresso in campo la squadra di Serpeverde, capitanata da Malfoy, che mi rivolese un cenno con il capo, prima di spiccare il volo con tutti gli altri a seguito. Ci fece fare un po’ di “riscaldamento”, volo e passaggi, finchè non si andò alla prova decisiva dei tiri in porta. Il portiera di Serpeverde era Gerard Fills, un ragazzo alto e scuro del settimo anno. Daphne ci mise in fila, io ero la quinta a tirare. E mentre il primo ragazzo si apprestava verso la porta, Blaise planò verso di me, posizionandosi al mio fianco.
“Nervosa?” mi chiese tra l’apprensivo e il divertito, mentre teneva gli occhi fissi sulla porta e sul provetto cercatore.
“Neanche un po’…non ne ho il motivo” risposi prontamente. Il primo lancio andò dentro il secondo anello.
“Non male come tiro…” commentò Blaise.
“Sì, ma è scarso di equilibrio, non ha una gran tecnica” dissi a mia volta, e infatti, mentre tirava di nuovo oscillò pericolosamente sulla scopa e la palla finì dritta fra le mani di Gerard. Draco scosse il capo, e fu la volta di una ragazza, del quinto anno. I primi due tiri andarono decisi a segno.
“Brava questa…è anche carina!” esclamò Blaise con un sorrisino malizioso. Io sorrisi a mia volta.
“Sempre a quello pensate…comunque non ha una grande tecnica di volo…”
Gli altri due tiri li sbagliò, e l’ultimo andò a segno. Draco fece un altro cenno, ed ecco il terzo, che ne buttò dentro quattro su cinque.
“Fortuna…è troppo poco deciso, e non sa tenere la pluffa” commentai, e infatti la pluffa all’ultimo tiro gli stava per cadere di mano.
“Riesci a trovare i difetti a tutti, te?” fece il moretto divertito. Io scrollai le spalle.
“Se la gente ce l’ha, non posso mica ignorarli” ribattei con ovvietà.
Il quarto a tirare era un ragazzo del settimo anno.
“E questo che problema ha?” mi chiese ironico Blaise. Io ghignai.
“Adesso lo vedrai”
Il ragazzo si avvicinò mesto agli anelli e tirò placidamente. La palla venne subito presa da Gerard, che, se avesse voluto, avrebbe fatto anche in tempo a prendersi un caffè prima di afferrarla. Draco scosse di nuovo il capo, più vigorosamente, e anche quel candidato se ne andò a testa china. Blaise mi mise una mano sulla splla, con fare incoraggiatore.
“In bocca al drago!” disse sorridendo. Io soghignai.
“Credi che ne avrebbe il coraggio, il drago?” esclamai divertita, e il moretto rise, per poi scuotere il capo. Io annuii e mi avvicinai alla porta. Mi passarono la pluffa, la presi al volo e guardai con sguardo critico la porta. Con la mano feci sobbalzare leggermente la pluffa, poi, di scatto, la scagliai forte dentro l’anello centrale. Gerard aveva intercettato il mio movimento, ma non ce l’aveva fatta a prenderla in tempo. Un altro tiro, un altro goal che andò preciso nell’anello più basso. E così, anche gli altri tre, uno dopo l’altro, uno più convinto e magari l’altro meno, finirono con precisione dentro gli anelli. Draco sorrise compiaciuto.
“Bene gente, abbiamo trovato il nostro ceacciatore!! Ora potete anche andarvene!” esclamò il biondino soddisfatto, mentre volava verso gli anelli.
Un ragazzino del quinto anno sbuffò e cercò di protestare, ma gli bastò un’occhiata raggelante da Draco per zittirsi e andarsene in silenzio, senza ribattere. Blaise e Daphne si avvicinarono a me. Quest’ultima mi strinse la mano, sorridendo.
“Benvenuta nella squadra, Siria!” mi disse allegra. Blaise fu più audace, e mi abbracciò leggermente.
“Non c’erano dubbi che prendessimo te, e tu lo sapevi!” esclamò giulivo. Io sorrisi compiaciuta.
“Diciamo che avevo avuto la garanzia!” ribattei divertita. Anche gli altri ragazzi e ragazze della squadra vennero a stringermi la mano e a darmi il benvenuto. Poi scendemmo dalle scope e andai nello spogliatoio per ritirare la divisa, mentre tutti uscivano dal campo. Ad aspettarmi, appoggiato alla parete, c’era Draco. Mi sorrise lievemente.
“Sono un uomo di parola, io” esclamò porgendomi alcuni indumenti verde e argento, che dovevano essere la divisa da Quidditch.
“Non ne avevo dubbi…” ribattei prendendola dalle sue mani.
“Avrei preso te comunque…gli altri erano degli schifi” si giustificò poi, prendendosi dal mantello una sigaretta. Io lo guardai scettica.
“Io non credo…ammittilo che mi hai preso perché volevi me!”
Lui mi guardò inarcando i sopraccigli, mentre si accendeva la sigaretta.
“No che non l’ammetto, servirebbe solo per far crescere il tuo ego già smisurato” rispose facendo un tiro, e soffiando il fumo bianco dalle sue labbra delicate. Io m’imbronciai.
“Ha parlato quello che si crede un Dio sceso in terra…”
“Certo!Il Dio del sesso!”
Io lo squadrai con tanto d’occhi, cercando di mettere in dubbio, con lo sguardo, quello che però era la più ovvia evidenza. O almeno, quello che lo sembrava.
“Ma sentilo!E poi sono io quella montata!” dissi indispettita, incrociando le braccia al seno. Lui sorrise divertito.
“Va bene…ti ho scelto perché volevo te, e perché te l’avevo detto…contenta?!” esclamò di rimando. Io mi avvicinai lentamente a lui, sciolsi le braccia e gli sorrisi maliziosa. Eravamo vicinissimi, così gli tolsi la sigaretta dalle labbra, sorridendo di più. Ma invece di togliere le distanze, le ri-allungai.
“Grazie!” dissi, e con la sua sigaretta fra le labbra, me ne tornai al castello.


E anche questo chap si è concluso!! Beh, che ne pensate? Vi è piaciuto?? Il primo pezzo prende in considerazione Harry e Siria, mentre gli altri due Draco e Siria. Ma specialmente, la casa Slytherin si mette in testa che con il prescelto c'è un legame infrangibile, che le piaccia o no! A differenza, invece, le piacerebbe "crearlo" con il caro Draco! (e chi non lo vorrebbe?? Io bel legame con lui ce l'avrei in mente!!XD) Poi, viene presa nella squadra di Quidditch di Serpeverde (scontato, ma obbligatorio per quello che ho in mente!) e anche qui ce ne saranno delle belle! Insomma, credo non ci sia nulla da spiegare, mi pare tutto chiaro! Quindi, lascio un mega GRAZIE a tutti coloro che hanno letto e che recensiranno!!
E ora, che finalmente ho tempo, i ringraziamenti singoli!!

Per Pyros Ikari: Ciao caro! Grazie per la gentile clemenza, ma lo sai che anche le tue minacce di morte mi fanno piacere!XD Invece quelle su Draco un po' meno, povero il mio cucciolo!! (ok, scusa, ma mi fa questo effetto, un po' come Daniel Radcliffe, non ci posso fa nulla!) ad ogni modo, sono contenta che il chap ti sia piaciuto, e spero vivamente che anche questo sia di tuo gradimento! (Dracucciolo a parte!!XD) bacioni grandi grandiii!

Per StellaMars: Ciau! Grazie mille per la recensione, mi ha fatto davvero piacere sapere che la mia FF ti piace, e spero che anche questo chap sia stato di tuo gradimento. Bacioni, alla prossima!

Per INFINITY: Ciaoooo!! Beh, prima di tutto ti dico che non fa niente se non hai recensito l'altro chap, non muore mica nessuno!XD E poi ti ringrazio una cifra per la recensione, sono felicissima che tu abbia trovato il chap superbo, e soprattutto che tu abbia apprezzato questo mio tentativo di far vedere i Serpeverde sotto un'altra luce! Spero che anche questo chap ti sia piaciuto! Bacioni e alla prossima! Ps: 'COUSE SLYTHERINS DO IT BETTER!

Per Ice Woman: Ciau Dudì! Beh, grazie mille per la rec, tu sei sempre troppo gentile!! Che dire, spero che anche questo chap ti sia piaciuto!!Bacioni, ti voglio un mondo di bene, in lust we trust!!!

Per *Eirene*: Ciao my sweet Gryffindor! Beh, alla tua rec ti ho giù risposto su msn, quindi mi limito a ringaziarti di nuovo e a dirti che ti adoro! Bacioni, tadbxseo la tua fabulous Slytherin!

Per StarDust: Ciau cara!! Beh, sono contenta che anche da malata riesco ad essere creativa e a sfornare bei lavori, ma preferisco farlo da sana!!XD Grazie mille per la recensione, sono contenta che il chap ti sia piaciuto, e che tu condivida la mia scelta di mettere una pausa e far vedere gli Slytherin sotto un'altra luce...in fondo sono ragazzi anche loro! Per quanto riguarda la Draco/Siria...oddio, un pochino incesto è, ma almeno non sono cugini carnali, quindi diciamo che si potrebbe anche sorvolare...anche perchè li adoro insieme! Però anche Harry è Harry...XD via, sarà meglio che vada anche io!!Bacioni e alla prossima!

Per Dark_Angel: Ciau tessora!!Anche a te ho già risposto su msn, quindi mi limito a ringraziarti di nuovo, e a sperare che anche questo chap sia stato di tuo gradimento!! Un bacione grande grande!

Per Lucia: Ciao! Beh, grazie mille della recensione, sono contenta che il chap ti sia piaciuto, e spero che anche questo sia bello, anche se non ho più la febbre! (meno male!) baci al prossimo capitolo!

Per Kattiva: XDXDXD Grazie mille per la rec, ma sinceramente preferisco guarire!! Comunque spero che il chap sia venuto bene lo stesso, anche se non sto più male!Baci alla prossima!

Per Tigre94: Ciau! Beh, anche io preferisco Siria quando tira fuori le unghie, ma dovevo darle un po' di tregua, già lei di suo litigherebbe anche con i muri se potesse...Comunque grazie mille per la recensione, spero che anche questo chap ti sia piaciuto!Bacioni, alla prossima!


...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** C'è sempre una prima volta... ***


Quanto ritardo...sono pessima, lo so, ma purtroppo sono stata male, parecchio male. Per riassumervi la mia situazione, non mangiavo ne dormivo, quindi il blocco dello scrittore era stato inevitabile. Ora mi sono ripresa, ma non è stato facile...comunque, eccovi finalmente questo bel capitoletto...spero che vi piaccia...

L’ora di storia della magia passava troppo lentamente. La monotona voce di Ruf inondava la stanza come un fiume in piena che però tutti ignoravano. C’erano solo pochi coraggiosi che ascoltavano il barboso fantasma, gli altri per di più dormivano, chiacchieravano o giocavano. Io me ne stavo nel banco in fondo alla classe sulla filda di destra, che disegnavo a penna sulla pergamena che doveva essere riservata agli appunti, sbadigliando di tanto in tanto. Nel posto accanto a me, vicino alla finestra, sedeva Draco, tutto spaparanzato sul banco che scarabocchiava annoiato sul banco. Davanti c’erano Blaise e Theodore, che ogni tanto si giravano per qualche chiacchiera.
“Mi annoio…” bofonchiò il biondino al mio fianco, sbuffando.
“Non è un mio problema…” risposi senza staccare gli occhi dalla pergamena. Draco sbuffò ancor di più.
“Ricordami di non stare più accanto a te nelle lezioni di Storia della Magia…” borbottò sarcastico. Io roteai gli occhi.
“Non te l’ho mica imposto io…” ribattei a tono. Lui si alzò a sedere e si sporse verso di me.
“Che disegni?” chiese curioso cercando di sbirciare sul foglio. Ma io fui più veloce e lo ritrassi subito.
“Non sono affari tuoi…” feci fulminandolo con lo sguardo.
“Oddio, cosa sarà mai!!” sbottò un po’ troppo a voce alta, infatti il prof. lo guardò un attimo male.
“Non importa, io non mostro i miei disegni, specialmente quando non sono finiti…” mi giustificai. Lui inarcò un sopracciglio.
“Allora perché li fai, se nessuno può ammirarli?” domandò scettico.
“Perché mi piace, ok? E poi te lo ribadisco: non sono affari tuoi…”
Lui fece una faccia scocciata e sbuffò di nuovo.
“Come vuoi, Regina dei Ghiacci…” esclamò sarcastico, buttando indietro la schiena. Io lo guardai malissimo, prima di riporre seccata la pergamena nella borsa. Mi rimisi a sedere con le braccia conserte al petto, annoiata e imbronciata. Bastava una scintilla per farmi alterare, e quando questa accadeva, addio cara bella ispirazione per disegnare. Non era molto che avevo riscoperto questa passione. Non ero così incredibilmente brava, me la cavavo un po’, però mi rilassava, e non era facile rilassare un tipo come me, per nulla. Ero così irritabile che i miei stati di tranquillità duravano una manciata di minuti. Non avevo soggetti in particolare che disegnavo, mi piaceva un sacco fare le stanze, i luoghi in generale, rigorosamente in bianco e nero. Non ero brava a colorare, ero sprecisa e non mi piaceva, rovinavo sempre il disegno. Così lo lasciavo in bianco e nero, giocavo con la luce e le ombre, con il drappeggio, senza sfumature di colori. I miei disegni erano come vecchie foto in bianco e nero che stavano ferme, quelle un po’ sciupate e lise dal tempo, quelle che si tenevano in soffitta fra i bauli dei nostri ricordi.
Senza ispirazione il mio impegno era vano, così cercai di distrarmi. D’un tratto però sentii la mano di Draco sul mio braccio. Ebbi un lieve sussulto, mentre mi resi conto che si era avvicinato e sporto su di me per sussurrarmi qualcosa all’orecchio.
“Puoi aiutarmi con i compiti di Trasfigurazione, oggi pomeriggio?” mi chiese piano, mentre sentivo le sue labbra strusciarmi sull’orecchio. Io mi voltai verso di lui e lo guardai scettico.
“Se per aiutarti intendi farti tutti i compiti, te lo puoi anche scordare, anzi, non ti dovrebbe nemmeno passarti per l’anticamera del cervello…non faccio mai niente per niente…” conclusi con una mia massima. Lui si aprì in un sorriso che non mi piaceva per niente. E perché era così vicino?
“Chi ti ha detto che non avrai nulla in cambio?” fece con voce suadente e un po’ strascicata, mentre con la mano che era appoggiata sul mio braccio scese lentamente sui fianchi. I suoi occhi magnetici mi guardavno con malizia, e mi ci volle un nano secondo per capire le intenzioni del biondo. Fermai la sua mano con la mia con un movimento fulmineo e duro.
“Non ci provare neanche lontanamente, se non vuoi finire schiantato contro una parete, o peggio…ma chi credi che sia, la tua sgualdrina di turno?! Per chi mi hai preso???” gli ringhiai a denti stretti mentre la morsa della mia mano stringeva iraconda la sua. Lui rimase impassibile, anzi, non mutò di una virgola il suo sorrisino malizioso e il suo sguardo tutt’altro che casto.
“Ho solo detto che non volevo farti fare il lavoro gratis, non ti scaldare…” si giustificò con aria divertita. Allentai la presa.
“Sono disposta ad aiutarti, ma se credi che ti faccia i compiti sei un illuso…ti darò solo una mano…” esclamai mettendo le cose in chiaro. Lui si aprì in un enorme sorriso.
“Solo quella?” chiese con malizia, fiero del suo bel doppiosenso così ben riuscito. La mia risposto non tardò ad arrivare dritta nel suo stinco, e il suo bel faccino venne contorto da un’espressione sofferente.
“Cazzo Siria!” inveì contro di me.
“Ah, ora è anche colpa mia?! Ma sentilo!! Come se fossi io a fare sempre queste battutine stupide e irritanti!” ribattei a tono.
“Come se fossi io a prendermela subito per tutto…stavo solo scherzando…” disse indispettito.
“Tieniteli per te questi “scherzi” allora…” risposi imbronciandomi.
“E sai cosa? Oggi Trasfigurazione te la fai da solo, e se la McGrannit ti da un T non è un mio problema!” continuai poi. Lui sbuffò, poi mi girò la mano che era ancora ferma sulla sua senza che me ne fossi accorta. Strusciava delicatamente il pollice sul dorso freddo.
“Ok, ritiro quello che ho detto…pace?” fece con un tono un po’ troppo sarcastico per stare con un affermazione così innocente e fanciullesca.
“Lo fai solo per i compiti…” replicai sempre imbronciata.
“Sono un Serpeverde, cosa pretendi? Sono consapevole che nella vista bisogna scendere a compromessi…” si giustificò con ovvietà. Io ritrassi la mano dalla sua velocemente.
“Va bene, oggi sono buona…” mi arresi con sarcasmo. Lui inarcò uno soprecciglio.
“Se oggi sei buona m’immagino quando sei cattiva…” replicò lui con altrettanto sarcasmo. Io lo guardai male.
“Se continui così non tarderà il momento in cui non ti servirà più immaginare…solo ricordare!” ribattei io. Lui scosse il capo sorridendo, e si distese di nuovo sul banco, guardando fuori dalla finestra. I miei occhi vagliarono la stanza, finchè non incrociarono uno sguardo a me ben noto. Avevo ignorato che la lezione era condivisa con Grifondoro, finchè non incrociai gli occhi di Potter. Stavo con la schiena appoggiata al muro, e mi guardava sorridendo. Lo fissai per qualche istante, senza ricambiare il sorriso, per poi tornare a fissare la figura trasparente del professore.
                                                       *
Uscita dalla classe dopo quell’ora estenuante mi appoggiai alla parete per aspettare quei fannulloni di Draco e Blaise che erano lenti come uno schiopodo zoppo. Avevamo l’ora di buco che avremmo passato a sgobbare come ippogrifi sui compiti. Sbuffai sonoramente.
“Ciao Siria…”
Mi voltai verso quella voce. Harry Potter si era avvicinato gentile. Gli feci un cenno con il capo che era il mio saluto più cortese. Almeno nei suoi confronti.
“Ho saputo che sei stata scelta come nuova cacciatrice dei Serpeverde…complimenti” disse il moro appoggiando la spalla al muro. Io feci spallucce.
“Niente di speciale…tu sei nella squadra di Grifondoro?” chiesi con la più totale noncuranza. Lui sorrise compiaciuto.
“Sono il capitano…” rispose con un pizzico d’orgoglio. Io feci spallucce.
“Ah…” borbottai, guardando distrattamente l’orologio. Lui mi mise una mano sulla spalla facendomi voltare di scatto.
“Ce l’hai ancora con me?” mi chiese interrogativo. Io scrollai la spalla e lui tolse la mano.
“Veramente ce l’ho sempre avuta con te…” risposi con ovvietà.
“Lo so, ma non in quel senso…dopo che abbiamo litigato…” si spiegò.
“Effettivamente sono una che porta rancore…” acconsentii.
“Pensavo che le cose si fossero sistemate…”
“Tra me e te non si sistemeranno mai, Potter…è una questione di principio”
“Non essere così categorica e generale!! Io mi riferisco al fatto della litigata, poi se mi odi a priscindere non c’entra…” sbottò esasperato.
Lo fissai per qualche istante nei suoi occhi smeraldini. Poi feci spallucce.
“Va bene…oggi mi sento buona…” ribadii con un lieve sorriso.
“Wow, una giornata da segnare sul calendario!” esclamò ridendo.
“Non fare tanto lo spiritoso Potter, che magari ci ripenso…” dissi calma, sempre con un sorrisino divertito.
“Ok, ok, scusa…” fece senza smettere di ridere. In quel momento piombarono fuori dall’aula Blaise e Draco.
“Ehi Siria, eccoci…” esclamò il moretto. Io feci un cenno veloce a Potter.
“Ciao…” gli dissi di sfuggita.
“Ci vediamo Siria…” mi rispose di rimando. Intanto mi ero affiancata ai due ragazzi.
“Sempre con calma voi, eh?” feci sarcastica. Draco mi guardò indagatore.
“Che ridevi con Potter?” mi chiese dubbioso.
“Primo, era lui che rideva, a me non piace ridere. Secondo non sono affari tuoi…” risposi a tono mentre c’incamminavamo verso la Sala Comune di Serpeverde. Il biondo non rispose, continuò però a fissarmi come in cerca di qualcosa. Il suo sguardo stava diventando esasperante.
“Senti, smettila di fissarmi così!! Non ho una relazione segreta con Potter, se è quello che stai pensando, che schifo! Solo qualche chiacchiera…” sbottai alla fine. Ora anche Blaise mi guardava dubbioso. Stavamo scendendo nei sotterranei deserti, così mi accesi veloce una sigaretta. Draco si rilassò.
“Dai, fammi fare un tiro…” disse porgendo la mano.
“No!” risposi indespittita.
“Suvvia, era più che lecito che ti chiedessi cosa facevi con lo Sfregiato, era normale!!” esclamò per giustificarsi. Feci spallucce.
“Dai Siria, Draco ha ragione, è strano vedere te parlare con Potter, ci siamo solo un po’ straniti, tutto qui…” fece più tranquillamente Blaise. Lo fissai nei suoi grandi occhi blu e increspai le labbra in un sorriso incerto.
                                                        *
“Uffa, non ci sto capendo niente!” si lamentò il biondino accanto a me, sbuffando e picchiando la mano su un libro. Io alzai gli occhi dalla pergamena e lo fissai interrogativa.
“Che c’è ancora che non hai capito?” gli chiesi leggermente scocciata.
“Quest’ultima parte…sulla trasfiguarzione delle parti umane…è così…complicata, ingarbugliata!” fece esasperato, buttandosi in dietro sulla sedia. Mi sporsi verso il suo libro per guardare il testo.
“Dove non hai capito?” gli domandai calma. Lui si avvicinò e m’indicò il punto con il dito. Lessi attentamente il pezzo dove si parlava del procedimento per trasfigurare alcune parti del corpo rispetto al colore, come capelli, sopracciglia, occhi…
“…l’incantesimo appena citato porta al mutamento dei pigmenti…è semplice, vedi, qui c’è spiegato un po’ più chiaramente” dissi mentre gli mostravo il rigo in questione. Lui si sporse ancor di più sul libro, tanto che le nostre guance distavano solo pochi centimetri. Per via della stretta vicinanza stese il braccio sinistro sulle mie spalle. Io lo scostai in malo modo. Lui protestò quasi capriccioso.
“Non c’entro!”
“Appoggialo sullo schienale della sedia, allora…” ribattei fissandolo con sguardo truce.
“Non c’arrivo!” brontolò indicando la sedia effettivamente un bel po’ indietro. La portai più avanti.
“Ora sì…”
Lui mi guardò storcendo il capo.
“Paura di scioglierti?” mi chiese con sarcasmo.
“Oggi hai per caso deciso di voler morire in maniera lenta e dolorosa?” risposi con altrettanto sarcasmo. Lui ghignò, per poi tornare a posare l’attenzione al libro, mentre io tornai al mio tema. Passammo un po’ di tempo in silenzio, poi Draco sbuffò di nuovo per l’ennesima volta.
“Non riesco a studiare così!” si lamentò per l’ennesima volta dell’ennesima cosa. La prossima volta che mi chiederà di aiutarlo lo vede…
“Che c’è ora?!” domandai esasperata.
“Non sono rilassato…” rispose, e cominciò a rufolare in borsa, facendone uscire proprio quello che temevo. Tra le sottili dita diafane il biondo teneva una sigaretta.
“Ma io dico, hai perso il cervello?? Sei pazzo?!?!?! NON PUOI FUMARE IN BIBLIOTECA!! Sai che se disgraziatamente vola una scintilla qui brucia tutto?!?! Questo luogo è sacro, i libri sono sacri!” gli ringhiai cercando di contenere il mio tono iracondo a livelli bassi. Gli sfilai veloce la sigaretta dalle mani e lo fulminai con lo sguardo.
“Santo Salzar Siria, sembri la Granger!” esclamò seccato.
“Che fai, offendi?” feci indispettita.
“Ma no…senti, io non riesco a studiare senza nemmeno una piccola pausa sigaretta, quindi andiamo da un’altra parte!!Non possiamo andare in Sala Comune come tutte le persone normali, scusa?” ribattè Draco.
“E’ troppo affollato, già non ci capisci nulla di tuo, figuriamoci se c’è anche confusione…” spiegai unendo le braccia sotto il seno.
“Va beh, se vogliamo evitare la confusione, andiamo in camera mia, così nessuno ci disturba…” replicò il biondo sorridendo sornione. Sbuffai.
“Sì, oggi hai deciso di morire in maniera lenta e dolorosa…toglimi una curiosità, fai così con tutte?”
Lui fece spallucce.
“Più o meno sì…” rispose con non curanza.
“Ah, allora è normale…comunque, visto che oggi mi sento così immensamente buona, te lo dico a parole, la devi finire. La prossima volta passo alle bacchette!” esclamai minacciosa.
“Come sei violenta…” disse divertito. Io lo incenerii con lo sguardo.
“Solo quando serve…” ribattei prontamente. Ci squadrammo per qualche secondo, mentre tenebre e nebbia si mescolavano fra loro. Alla fine cedetti.
“Va beh, ti concedo la pausa sigaretta, ma fai presto…” gli dissi poi.
“Come, te niente?” mi chiese inarcando le sopracciglia. Feci spallucce.
“Prima finisco il tema, tanto mi manca poco” risposi io. Lui si alzò.
“Come vuoi tu…torno subito” si congedò prima d’incamminarsi con quel suo passo regale e quel suo atteggiamento sensuale fuori dalla biblioteca. Sospirai. Era disumanamente bello. Ma dopo appena qualche secondo venni fulminata da un pensiero: l’ho lasciato andare via da solo!! Mi battei una mano forte contro la fronte e mi alzai di scatto, precipitandomi fuori dalla biblioteca in un baleno, dandomi mentalmente della stupida!! E questo lo chiamavo tenere d’occhio?? Ero pessima! Appena uscita mi guardai subito in torno con aria smarrita.
“Che c’è, due secondi senza vederci e già ti sono mancato?”
Draco era appoggiato alla parete d’angolo con la sigaretta fra le labbra.
“Ci ho ripensato, pausa anche per me…” feci con nonchalance, tirando fuori dal mantello una sigaretta a mia volta. Mi avvicinai a lui e l’accesi con la sua, per poi soffiare lontano un po’ di fumo bianco. Intanto ci guardavamo dritti negli occhi, come poco prima.
“Dai, ammettilo che sei venuta fuori di corsa perché non puoi fare a meno del sottoscritto!” fece la Serpe con divertente arroganza.
“Ti piacerebbe…” gli sussurrai all’orecchio. Lui posò la sua mano sulla mia vita, mentre restava così vicino. Si avvicinò a sua volta al mio orecchio.
“Direi di sì…” bisbigliò sensuale. Lo ammetto, quel ragazzo era irresistibile!
“E a te?” continuò senza allontanarsi di un millimetro. Feci un tiro prima di rispondere.
“Forse…”
Ok, Draco Malfoy poteva anche essere quello che era, ma il mio orgoglio era ferreo. Così mi allontanai sorridendogli e appoggiandomi alla parete opposta. Lui fece un lungo tiro, senza staccarmi gli occhi di dosso, come me d’altronde. Mentre ero così vicina a lui non negavo che la voglia di assaggiare le sue labbra appetitose non mi aveva pervaso, come quella di stringermi a lui, però non ero una che si concedvae subito, per nulla. Ero una che gli faceva sudare, faticare, e anche soffrire prima di concedersi. E per quanto Draco potesse essere così assurdamente attraente, il mio lato subdolo prevaleva.
Il biondino sbuffò lentamente del fumo bianco.
“Lo sai che nessuna prima mi aveva mai detto “forse”?!” fece stupito.
“C’è sempre una prima volta” ribattei scrollando le spalle e portandomi la sigaretta alla bocca. Lui sorrise divertito.
“Infatti…ricordatelo, c’è sempre una prima volta, per tutto…” mi disse con tono che sembrava quasi una minaccia, per poi ciccare la sigaretta in terra e rientrare in biblioteca dopo avermi rivolto un ultimo, magnetico e malizioso sguardo.

Allora, com'è?? Vorrei precisare un paio di cosette, per non farvi magari fraintendere la situazione: Draco non prova niente di particolare per Siria, ora. Io l'ho sempre visto un po' così, che con le ragazze non si faceva pregare, anzi, che si comportava sempre in questo modo..."affettuoso", con tutte...poi è ovvio, se non lo fa con la Granger è normale, ma con le ragazze della sua casa! Per di più Siria è così particolare come ragazza, che un po' lui ci si perde, anche perchè ritrova un po' del suo carattere in lei, ma non c'è un vero e proprio sentimento, ora. Al contrario di Blaise, che sta cominciando ad affezionarsi a Siria...tutto chiaro?? Per quanto riguarda Harry...beh, lui sì, è affezionato a Siria, e si vede. Sarà molto divertente descrivere la prima partita di Quidditch Gryffindor vs Slytherin...XDXDXD

Ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno recensito, purtroppo non ho tempo di fare i ringraziamenti singoli, solo uno piccolo piccolo:

Lucia: Siria perfetta? Guarda che se dici così mi offendo!XDXDXD Scherzo, però mi sembra strano vedere Siria perfetta quando ha più difetti che capelli in capo...magari sa giocare a Quidditch, è brava a scuola, ma se ci fate caso, solo in alcune materie non scelte a caso...per il resto è praticamente l'imperfezione fatta persona!XD

Ok, dopo questo piccolo chiarimento vi lascio!!XD Bacioni a tutti e RECENSITE!!

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Lontano dagli occhi, lontano dal cuore... ***


Lo so che non ci sarebbe scuse, ma io una ce l'avrei: la mia vita non va più bene come prima. Mi scuso, davvero, ma non riuscivo a scrivere non riuscivo a fare niente. Ma ce l'ho fatta. Ho ripreso a inventare e buttare giù, e mi sono sentita subito meglio...spero che possiate almeno un po' perdonarmi, e che il mio capitolo sia un passo in più per farlo...
Buona lettura!!


Altri giorni altre lezioni. L’ora d’incantesimi era l’ultima della mattinata, grazie al cielo, e non era nemmeno troppo pesante, almeno non la parte pratica. Io, Draco e Blaise eravamo come sempre nei banchi in fondo, che ci esercitavamo con alcuni incantasimi abbastanza semplici, mentre chiacchieravamo di alcune frivolezze.
“Mi sa che tra qualche giorno dovremo fare una visitina furtiva a Hogsmeade” fece d’un tratto il moro agitando distratto la bacchetta.
“Già, abbiamo finito le scorte di “FW”, come sempre d’altronde…ci accompagnerai Siria?” chiese Draco girandosi verso di me. Io feci spallucce, tenendo gli occhi sul banco.
“Se non ho nulla di meglio da fare…” risposi vagamente. Tutti e due mi guardarono storti.
“Cos’avrai di meglio da fare che stare con due bellissimi ragazzi come noi?” brontolò Blaise. Io ghignai. Ci sarei dovuta andare comunque, non potevo permettere che Draco gironsolasse per il paese magico con Blaise senza che io lo tenessi d’occhio. Almeno me lo aveva chiesto lui di sua spontanea volontà, almeno mi avrebbe reso il compito più facile.
“Lascia stare Zab, se non vuole venire…” fece poi Draco con distrazione. Alzai gli occhi verso di lui.
“Voglio venire…” chiarii subito. La bionda serpe sorrise compiaciuto.
“Lo sapevo che non puoi resistere…” ridacchiò poi tutto soddisfatto.
“Guarda che io vengo per Blaise!” ribattei subito facendogli una smorfia. Blaise fece un gesto di giubilo e cominciò a ridere, prendendo in giro Draco che rimase falsamente imbronciato. Io sghignazzai, mentre tornavo a concentrarmi sugli incantesimi.
“E quando si farebbe questa fantomatica gita furtiva?” chiesi rivolta al moro. Lui sembrò pensarci un attimo.
“Beh, magari domani sera, che dici Dra?” rispose Blaise. Lui annui increspando le labbra.
“Sì, direi che va bene…” ribattè il biondino. In quel momento suonò la campanella.
                                                        *
In Sala Comune, quel pomeriggio, io, Blaise e Draco (come al solito) cercavamo di fare i compiti e tentavamo ogni pretesto per evetarli. Dopo un po’, il moro si dileguò dicendo che aveva bisogno di una lunga pausa nelle cucine, così io e il biondo rimanemmo soli sommersi dai libri. C’era un gran via vai in quella Sala, e a me dava incredibilmente noia, tanto da innervosirmi e farmi scattare per ogni piccola cosa.
“Siria, per favore, rilassati, okey? Mi sta facendo diventare pazzo! Calmati!” fece Draco dopo un po’, esasperato dalla mia prorompente irritazione. Sbuffai forte.
“C’è troppo trambusto qui…non si può andare in biblioteca?” chiesi scocciata. Lui scosse il capo vigorosamente.
“Non si può fumare lì, e mi da ai nervi quel posto…” ribattè deciso. Io sbuffai ancora.
“Di certo meglio che qui pieno di tutti questi primini che si gingillano e fanno giochi stupidi…ma tu che sei un prefetto non puoi farli stare zitti e fermi?” domandai esasperata. Lui ridacchiò.
“Certo, e che gli dico per fargli stare zitti e fermi? Che gli tolgo punti?? Forse non ti sei accorta che sono della nostra stessa casa…”
Dalle mie labbra proruppe l’ennesimo sbuffo, e mi ributtai sullo studio, cercando di escludere tutti i chiacchiericci e il rumore. Vorrei essere meno suscettibile. Dopo una decina di minuti di trambusto, con studenti che sfrecciavano di qua e di là, ridendo e strepitando stavo per impazzire.
“Non ce la faccio più Draco! Ho bisogno di silenzio!” esclamai allo stremo della pazienza. Lui mi guardò un attimo pensieroso, poi fece spallucce.
“Saliamo in camera allora…” propose il biondo. Il mio no era già sulla punta delle mie labbra quando connettei il cervello. Se stavo anche solo due minuti in più a studiare in quella confusione facevo un infanticidio multiplo, ma non volevo stare in una camera da letto sola con Draco. Potevo andarmene nella mia, ma l’avrei perso di vista. Messa alle strette, bofonchiai un non convinto “andiamo” e raccolsi in fretta tutte le mie cose che erano appoggiate sul tavolino davanti al fuoco.
Ci avviammo a passo svelto su per le scale del dormitorio maschile, salimmo fino in cima ed entrammo in una stanza singola che era quella riservata ai prefetti. Era molto grande, con uno spazioso letto a baldacchino, drappeggiato con della stoffa molto pregiata di seta verde smeraldo, bordato e ricamato d’argento. Essendo la camera più alta, non si vedava più la familiare luce verdastra che penetrava dal lago, ma bensì la chiara luce del sole, e, da due grandi finistre alte si poteva intravedere sprazzi di cielo.  Sotto queste c’era una grande scrivania di legno scuro, e proprio lì accanto, era appoggiato alla parete un’enorme specchio con la cornice argentata. Davanti al letto c’era un grande guardaroba di ciliegio, con accanto una libreria piena di volumi. Agli angoli erano poste due poltrone di pelle verde scura. Nel complesso la stanza era molto grande e lussuosa, come tutto qui, del resto.
Chiusa la porta, il silenzio che si formò mi rilassò all’istante.
Draco mi fece segno di poggiare le mie cose sulla scrivania, nel mentre trascinava una poltrona per farmi sedere.
“Bella la stanza…certo che ci trattiamo bene noi Serpeverde…” commentai quando mi fui accomodata. Draco sorrise.
“Ci meritiamo solo il meglio…è di suo gradimento il silenzio, Regina dei Ghiacci?” fece ironico con tono servizievole. Io gli feci una smorfia.
“Molto spiritoso…ehm, com’è che ti chiamano? Ah sì, Principe delle Serpi!” ribattei a tono.
“Touchè…” concordò il biondino. Poi chinò il capo e si rimise a studiare Pozioni. Io sospirai e mi ributtai a mia volta sui libri, scrivendo a ritmo quasi frenetico sulla pergamena, spesso senza neppure posarci gli occhi.
Finalmente, dopo un’ora e mezzo, chiusi con uno scatto secco il libro di Trasfigurazione e Draco si girò di colpo verso di me. Vidi i suoi occhi ghiacciati farsi interrogativi.
“Già finito?” chiese leggermente sorpreso. Io annuii con il capo e mi stiracchiai. Anche lui chiuse il libro.
“Finisco di ripassare stasera, ora non ne ho più voglia!” disse sbadigliando appena. Poi mi guardò. Dritto e preciso negli occhi, per un tempo che mi sembrò un’eternità. Mi guardava e basta, eppure mi faceva uno strano effetto. Il suo sguardo non era il solito, non riuscivo nemmeno a scorgere cosa c’era di diverso, trasmetteva un’intensità che non avevo mai visto.
“Perché mi guardi così?” chiesi in un soffio. Lui stirò quello che doveva essere una specie di sorriso.
“Cercavo di vedere se c’è qualcosa oltre…” rispose enigmatico.
“Oltre cosa scusa?” ribattei senza capire.
“Oltre i tuoi occhi…tipo la tua anima…”
“No, mi dispiace, è stata tolta per fare posto a tutto questo sarcasmo!” replicai ridacchiando. Lui scosse il capo ridendo a sua volta, poi mi guardò di nuovo serio. Infine cambiò discorso.
“Che facciamo ora?” chiese interrogativo. Solo ora mi resi conto di com’era la situazione. Io e Draco, chiusi da soli in una camera da letto, senza niente da fare. Un misto di agitazione ed eccitazione mi strinse lo stomaco. Feci spallucce indiferrente, la solita espressione impeccabile in volto, non volevo mostrare quella specie di disagio che mi aveva pervaso. Sarebbe stato un punto a suo favore. Vidi un luccichio di malizia sprizzare dai suoi occhi. Non era un buon segno. Con un movimento fluido si fece più vicino.
“Io una mezza idea ce l’avrei…” sussurrò con voce strascicata, facendo volutamente passare la lingua sulle labbra. Voleva farmi impazzire, e detto tra di noi, ci stava riuscendo.
“Che io non approvo, e tu lo sai…” ribattei immediatamente, con fermezza. Lui inarcò le sue sopracciglia chiarissime.
“Sì, ma devo ancora capire il perché…” disse avvicinandosi un altro po’. Feci un gran respiro, raccimolando tutto il mio autocontrollo. Perché diamine doveva essere così disumanamente affascinante?!?!
Mi alzai di botto, girandogli le spalle e cominciando a passeggiare per la stanza.
“Cosa ne dice Pansy che ora passi tutto il tempo con me e non con lei?” chiesi aspra, più di quanto avrei voluto per non scompormi troppo. Lo sentii alzarsi a sua volta.
“Non è proprio contenta, ma diciamo che in quelle volte che ci vediamo so come farmi perdonare…”
Anche se non lo vedevo, sapeva che stava sorridendo sornione. Incrociai le braccia al petto e feci finta di guardare i libri sugli scaffali indifferente.
“Beh, mi sembra strano che gli basti una notte con te per passare sopra al fatto che passiamo insieme un sacco di tempo, da soli…” dissi cercando di tenere un tono apatico. Sentii le sue braccia stringermi possessivamente i fianchi e sobbalzai appena presa alla sprovvista. Non mi ero accorta che si era avvicinato così tanto. Si accostò al mio orecchio e sussurrò sensuale.
“Perché non t’immagini nemmno com’è una notte con me…potrei dartene una dimostrazione…” e le sue labbra si strusciarono sulla mia pelle, scendendo lentamente sul mio collo, delineando una scia di baci infuocati. Una scarica quasi elettrica di brividi mi attraversò la spina dorsale facendomi involontariamente inarcare la schiena un po’. Il suo corpo aderiva perfettamente al mio, sentivo i suoi capelli biondissimi solleticarmi la pelle mentre la sua bocca torturava piacevolmente il mio collo. E sapevo che non avrei dovuto, e sapevo che non potevo dargliela vinta, ma in quel momento sentii l’irrefrenabile desiderio di stare così, ferma, e lasciare che Draco continuasse quella specie di tortura, che di spiacevole aveva solo il nome. Le mani del biondino cominciarono a muoversi lentamente sulla mia pancia, e le sue labbra risalirono il mio mento. Socchiusi appena gli occhi. Poi, quando sentii la sua bocca avvicinarsi alla mia, mi scanzai, allontanandomi da lui che non oppose resistenza.
“Basta giocare, Draco…non vorrai dare alla Parkinson un motivo valido per essere gelosa, vero?” esclamai girandomi verso di lui. Il biondino ghignò.
“Perché Pansy lo dovrebbe venire a sapere?? Lontano dagli occhi lontano dal cuore!” ribattè lui.
“E io invece mi chiedo perché con tutte le ragazze che cadrebbero ai tuoi piedi con uno schiocco di dita (Io in primisi! XD Nda!) stai a perdere tempo con me che non voglio cedere…” replicai con le braccia conserte al petto e le labbra arricciate. Draco sorrise divertito.
“Proprio per questo…perché sei l’unica che non vuole cedere…sennò è troppo facile!”
Dire che lo fulminai con lo sguardo era un eufemismo. Avrei voluto volentieri andarmene via sbattendogli la porta in faccia, ma, ahimè, i patti erano chiari: Tieni d’occhio Draco Malfoy.
“Visto che abbiamo finito di studiare, perché non ce ne torniamo giù?” feci poi cercando di sbollire un po’ di collera. Non avrei dovuto dirlo, perché l’espressione che dipinse il volto etereo del ragazzo era a dir poco maliziosa e compiaciuta.
“Che c’è, non ce la fai a stare chiusa da sola con me in una stanza?? Hai paura di poter cedere??” rispose allora Draco. Avrei voluto prenderlo a schiaffi, davvero, come si permetteva di dirmi così?? Credeva di essere tanto irresistibile?? (sì, è c’ha pure ragione!!Nda!) Beh, era il momento di cambiare le carte in tavola…avrei preso io in mano la situazione. Il mio sguardo da iracondo si fece sornione, la malizia sprizzava dalle mie iridi di pece. Mi avvicinai lentamente a lui, rigirandomi una piccola ciocca di capelli che era sfuggita alla crocchia stretta. Con l’altra mano gli afferrai delicatamente la cravatta e lo avvicinai a me. Un misto di soddisfazione e sorpresa avvampò nei suoi occhi. Sorrisi. Oh, ora sarei stata io a dirigere il gioco, e in queste cose sapevo essere maledettamente sadica. Appoggiai le mie mani sul suo petto scultoreo, e poi posai le labbra sul suo collo, lentamente, non c’era fretta. La sua pelle sapeva di sapone di marsiglia. Lievemente con la lingua tracciai piccole scie e lo sentii inarcare la schiena. Mi cingeva di nuovo, ma non si muoveva. Io invece, ondeggiavo appena, strusciando il bacino proprio nel suo punto più delicato. Le mie mani si erano insinuate sotto la sua camicia, e le passavo piano lungo i suoi addominali perfettamente scolpiti. E lì mi chiesi: ma un difetto fisico ce l’aveva? Non poteva essere così fottutamente perfetto!!Eppure lo era…
Dopo qualche altro minuto di tortura da parte mia, questa volta, sentii la sua eccitazione premere, e sorrisi sommessamente mentre le mie labbra non volevano staccarsi dal suo collo. Improvvisamente però, proprio mentre Draco stava per sollevarmi la testa e baciarmi, mi staccai di botto, allontanandomi con un movimento talmento repentino da lasciarlo un attimo spaesato. Sbuffai.
“Senti, io mi sto annoiando, andiamo giù, che voglio cercare Blaise…” fu la mia uscita. Un moto di profondo piacere mi pervase quando vidi la sua espressione farsi attonita, lasciandolo con la bocca leggermente aperta. Quello era sadismo puro. Quando Draco si rese conto che avevo fatto tutto solo per ripicca, mi fulminò con lo sguardo.
“Sei una stronza…”
“Ci sei arrivato finalmente…”
Due attimi di sguardi omicidi, poi il biondo cercò di ricomporsi, ma rimase sempre un po’ imbronciato. Lo capii dal tono con il quale mi disse.
“Forza, andiamo a cercare Blaise”
Dieci a zero per me, pluffa al centro!
                                                        *
In Sala Comune, aspettavamo Blaise in silenzio. Non ci parlavamo, ma ci squadravamo a vicenda in cagnesco.
“Senti, io mi sono stufato di stare qui…vado a fare un giro, tu aspetta Blaise qui…” disse scocciato. E a quel punto mi diedi mentalmente della stupida. Ora ce l’aveva con me, e se ne voleva andare da solo. Cosa mi inventavo ora? Si alzò dal divano su cui era seduto e mi guardò un attimo, fecendo un lieve cenno di saluto. Quando si voltò per andare via, mi alzai di scatto anche io e per fermalo gli afferrai la mano.
“Aspetta!” esclamai prima che potessi fermarlo. Draco si girò, lanciò uno sguardo interrogativo verso alla mia mano che teneva la sua, poi guardò me e ghignò.
“Vuoi chiedermi scusa per prima?? Perché se è così dimmelo subito che ci avviamo di nuovo in camera mia…” disse compiaciuto. Perché doveva essere così?! Gli lasciai la mano con uno strattone, spingendola via, e lo guardai malissimo. Stronzo.
“No, volevo solo dirti che quando tornerai, ci sono buone probabilità che non troverai me e Blaise qui!” ribattei offesa. Vidi la sua espressione compiaciuta sparire, e diventare più dura.
“Perfetto…” bofonchiò stringendo le labbra, per poi voltarsi ed andare via a grandi falcate. Stupida io, stronzo lui. Rovinava sempre tutto, e io che cercavo sempre di assecondarlo per stargli alle calcagna, la prima carognata e se ne va imbronciato. Ok, in parte era colpa mia, ma non riuscivo a resistere quando faceva quelle uscite. Rimaneva perciò una sola possibilità: lo dovevo pedinare.
Mi avvicinai all’uscita dalla Sala Comune, e facendo capolino, vidi Draco che girava l’angolo. Fortunatamente i corridoi erano particolarmente affolati, perciò lo seguii silenziosamente, rimanendo a distanza, fino alla Sala D’Ingresso. Mi confondevo fra gli studenti, un po’ mi ci nascondevo dietro. Mentra camminavo tra i ragazzi, mi sciolsi i capelli, così da confondermi un po’. Draco sembrava come sempre impassibile e freddo, ma camminava a testa bassa e aveva uno sguardo leggermente seccato. Lo seguii su per le scale, dietro ad un gruppetto di Corvonero, mi feci largo fra alcuni Grifondoro (che una volta tanto erano utili) fino ai piani un po’ più alti, che erano i meno affolati, quindi il pedinamento diventava più difficile. Grazie al cielo incrociai sempre qualche studente che copriva i miei passi, e io camminavo con passo felpato accanto al muro e alle collonne, nascondendomi ogni tanto dietro le armature, le statue, i quadri o le aule aperte. Ma Draco aveva l’aria di uno che si era etraniato completamente dal mondo esterno. Il difficile però, venne a quello che contai essere il settimo piano. Era completamente deserto. Mi accucciai dietro il passamano delle scale, sperando che non si girasse e non tornasse indietro. Non lo fece. Camminò dritto fino a metà, poi si fermò. Io mi abbassai ancor di più, nascosta dalla colonna centrale della ringhiera in pietra. Vidi Draco guardarsi in torno. Trattenni il respiro finchè non si voltò di nuovo verso la parete. A quel punto fece una cosa stranissima. Camminò avanti e indietro tre volte davanti ad una specie di quadro, (non riuscivo a vedere precisamente cos’era), poi qualcosa comparve nel muro e…e Draco ci sparì dentro. Mi alzai di scatto e vidi quella che doveva essere una porta che spariva. Rimasi a guardare a bocca aperta quello che era appena successo. Mi avvicinai di corsa verso il muro accanto ad un quadro molto stupido di un troll in tutù. Misi una mano sulla superficie fredda, ce la strusciai, ma non successe niente. Era dura e gelata, come tutti i muri del resto. Provai anche a fare avanti e indietro come Draco poco prima, ma nulla accadde. Così mi posizionai davanti alla parete con le braccia sui fianchi. Questo era decisamente strano. Incredibilmente strano!! Non riuscivo a capire cosa fosse successo precisamente, e soprattutto dove diavolo si fosse cacciato Draco!! Rimasi davanti a quella parete scervellandomi e cercando in torno, e dopo almeno dieci minuti che gironzolavo lì, decisi di aspettare finchè il biondino non fosse ricomparso. Incrociai le braccia al petto e guardai accigliata la parete, quando…
“Siria, che diamine ci fai qui?”
Mi voltai di scatto verso la voce che aveva parlato alle mie spalle. Ecco, mi ci mancava solo Potter…


Che ne dite?? Non è venuta male, dai...non so come faccia Siria ha resistere a Draco, insomma...porca Watson, è così dannatamente favoloso!!Però Siria è troppo stronza per cedere...almeno, non subito...hihihi e sì, lo sappiamo tutti dov'è finito Draco, tranne l'ultima Black, ma quello che nessuno sa (tranne me ovviamente!! muhaaa) è che ci fa Draco lì dentro! Oh, si scoprirà con il tempo...e ora come dice Sir, ci mancava solo Potter!! Che succederà?? Beh, tutto a tempo debito nel prosismo chap!! Spero che questo vi sia piaciuto, e sarei veramente felice se mi lasciaste una bella recensione!! (anche se non me la meriterei!)

GRAZIE INFINITE A CHI HA RECENSITO E A CHI HA LETTO!!VI ADORO!

...---*Alexa*---...

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Beginning's Party ***


Oh, che bello, una volta che sono in ritardo ma che non è colpa mia!! Il caricabbatterie del mio pc ha deciso di rompersi, e ovviamente niente carica, niente computer. E visto che è un Apple (i meglio!!XD) o lo ordinavo (pagando una barca di spese di spedizione) o andavo in un Apple Store. Naturalmente ho optato per la seconda. E sono andata a Londra, nel più grande Apple Store del mondo!!XD (Sia chiaro, non ci sono andata solo per quello, era già programmato quando mi si è rotto!! XD ) Il tempo di finire il chap, ed eccomi di nuovo, per la serie chi non muore si rivede, con la storia di Siria. Beh, che dire, spero che vi piaccia!!
Buona lettura!!


Quando incrociai gli occhi smeraldini di Potter non riuscii a credere di essere così dannatamente sfigata. Con tutti i posti che c'erano nella nostra immensa scuola, proprio lì doveva venire, mentre pedinavo Draco!!
"Potrei farti la stessa domanda Potter..." risposi seccata, mettendo le braccia sui fianchi e arricciando le labbra come era mia solito fare.
"Stavo scendendo dalla Sala Comune, è qui vicina..." si giustificò il moro indicando il corridoio dietro di sè, per poi scrutarmi nuovamente con aria dubbiosa. Passò lo sguardo da me alla parete in cui era sparito Draco almeno quattro volte, poi si avvicinò di qualche passo.
"Tu piuttosto??" ripetè interrogativo, quasi preoccupato. Io lo squadrai male.
"Cercavo Blaise..." gli dissi scocciata. Era la scusa che avevo pensato per Draco, così decisi di essere coerente e rifilarla anche a lui, che mi guardò corrucciato.
"Ah..." commentò con voce atona. "Beh, qui non c'è..." continuò poi seccato. Mi guardai intorno. Caspita, dovevo inventarmi qualcosa per stare lì ad aspettare Draco. Mi avvicinai velocemente al Bambino Sopravvissuto.
"Beh, allora Potter, dimmi, quando c'è la partita Grifoni-Serpi?" gli domandai con più calma e gentilezza. Lui sorrise immediatamente. Gli si leggeva in faccia che era contento che mi mettessi a fare conversazione con lui. Povero illuso.
"Tra meno di due settimane Siria!!" rispose allegro. Io feci un mezzo sorrisino.
"Non vedo l'ora, per stracciarvi!" esclamai, non con tono aggressivo ma ben sì scherzoso. Lui ridacchiò.
"Questo è tutto da vedere sai...come vanno gli allenamenti? Sei in forma?" chiese sinceramente interessato. Mi stava prendendo il dubbio: non è che Potter si era preso una cotta per me??
"Certo che sono in forma, che razza di domande!! Gli allenamenti vanno alla grande, mi diverto un sacco a giocare a Quidditch!" risposi appoggiandomi al corrimano di pietra. Lui si mise lì accanto a me, spalla a spalla.
"Lo credo, è una delle cose più belle del mondo...sai, sono curioso di vedere come giochi...ho sentito delle voci che dicevano che eri bravissima a Beauxbatons!" commentò il Prescelto sorridendomi gentilmente. Per un istante di pura incoscienza mi venne l'impulso di ricambiare, ma non lo feci, voltando lo sguardo verso la parete.
"Quelle voci dicevano il vero...modestamente parlando!" esclamai ghignando. "Comunque anche a me sono giunte certe voci le quali dicevano che te la cavi..."
"Che me la cavo?? Cara tu sei davanti al miglior giocatore della scuola!!!" sbottò divertito. Io inarcai le sopracciglia.
"Che c'è, mi devo inginocchiare?? E poi sei il migliore della scuola solo perchè Hogwarts non ha ancora visto me!" ribattei sogghignando. Lui mi guardò male, ma sorridendo.
"Senti, ti do l'indirizzo della modestia, dovresti andare a farle visita..."
"Oh, ci dovremmo andare insieme visto che neppure tu sei da meno!!"
Lui rise, poi mise le mani avanti.
“Ok, touchè, tregua…” disse con le labbra ancora sporche delle sue risate. Poi mi si parò davanti, e mi posò una mano sul braccio. Io lo guardai interrogativa.
“Come stai? Ti trovi bene qui? Sai, anche se non mi sopporti, io posso ascoltarti se ti vuoi sfogare di qualunque cosa, insomma…io ci sono…come d’estate” fece incredibilmente serio. Le sue parole mi impedirono di scostarlo via brutalmente, e mi convinsero a stare semplicemente ferma a guardarlo, smeraldo contro pece.
“Va tutto bene” risposi semplicemente, con voce bassa. Bugiarda, che bugiarda che ero. Non andava tutto bene. Niente era mai andato bene.
Lui sembrava convinto dalle mie parole. Modestamente ero un’abile attrice. Lentamente, fece scivolare la sua mano dal mio braccio, arrivando al polso, per poi scendere ancora e cingermi delicatamente, quasi con timore, le dita. In quegli attimi non distolse nemmeno per un secondo gli occhi dai miei. Io, scostai la mano quasi subito, e nemmeno m’accorsi che da dietro era arrivato qualcuno. Anzi, che era apparso qualcuno.
“Siria?” chiese dubbioso. Riconobbi subito la voce di Draco, e mi voltai di scatto, facendo un passo indietro da Potter.
“Draco…” dicendolo sorrisi involontariamente. Non avrei dovuto sorridergli, avrei dovuto essere ancora arrabbiata con lui, eppure fu un gesto spontaneo. Il biondo intanto stava massacrando con lo sguardo Potter, aveva un lampo negli occhi solitamente glaciali, un lampo che non tutti potevano notare. Mi si avvicinò repentinamente, e subito mi cinse con un braccio i fianchi stringendomi forte a lui, possessivo. Lo lasciai fare. Voleva torturare un po’ Potter, il che non mi dispiaceva affatto.
“Che ci facevi qui con lui?” mi chiese senza staccare gli occhi dal moro, che ricambiava lo sguardo combattivo e omicida.
“Stavo cercando Blaise perché in Sala Comune non si faceva vedere, sono finita qui e ho incontrato Potter…” gli spiegai con voce atona. Lui annuì distrattamente. Il Prescelto non disse una parola, si limitò a scrutare il biondo con irruenza. Ma Draco evidentemente non ne aveva abbastanza. Con un lieve ghignò strusciò le labbra sul mio orecchio e mi sussurrò sensualmente.
“Andiamo bellissima?” caricando con enfasi entrambe le parole, per poi lasciarmi un bacio sulla guancia. Io annuii leggermente.
“Andiamo…Potter…” dissi alla fine a mo’ di saluto. Lui mi sorrise.
“Ciao Siria…ci vediamo!” mi rispose dolcemente, ma Draco mi aveva già quasi trascinato via. Avevo la brutta sensazione di essere fra due fuochi. In compenso però non dovevo più seguire Draco di nascosto, visto che ce l’avevo appiccicato proprio di fianco che mi portava. Scendemmo le scale in silenzio, ma quando svoltammo l’angolo del corridoio sottostante al settimo mi staccai bruscamente da lui.
“Sono ancora arrabbiata con te…” precisai con fermezza. Lui mi fece fermare proprio in un angolo, e incrociò le braccia al petto.
“Io anche…ora poi!! Stavi mano nella mano con Potter!!” sbottò contrariato. Io lo guardai male, con uno sguardo inceneritore, e mi feci avanti di un passo, puntandogli l’indice nel petto.
“Primo, io ci stavo solo scambiando due parole, non stavo mano nella mano con Potter. Secondo, se anche fosse, sono cazzi miei e non ho da rendere conto a te, hai
capito?” esclamai infervorata. Lui inarcò un sopracciglio, poi addolcì la sua espressione che si era fatta dura. Non disse niente, semplicemente
afferrò il mio dito e lo porto giù, senza lasciare la presa della sua mano
sulla mia.
Mi guardò fisso, con il suo solito sguardo indecifrabile, ma io non mi scomposi
di una virgola.
“E ora che ci ripenso…che c’è, ti rodeva vedermi con Potter?” lo stuzzicai
con un ghigno maligno e divertito. Draco lo ricambiò.
“Ti piacerebbe, eh?” esclamò sorridendomi. Mi diede incredibilmente sui nervi, perché in fondo, un po’ era vero.
“Non lo so se mi piacerebbe, ci devo pensare…comunque è vero…ti rodeva da
morire!” lo provocai di nuovo, con tono di sfida.
“E sentiamo, perché? Come hai detto tu, ci stavi solo scambiando due parole,
perché doveva rodermi questo quando io posso stringerti, baciarti, chiamarti “bellissima”…perché dovrei essere geloso delle due parole che scambi con
quel pezzente?” chiese sicuro di avere la vittoria di quella nostra piccola sfida
in pugno.
“Te l’ho solo lasciato fare perché sono sadica…tu dovresti averlo già
scoperto, no?” feci richiamando quello che era successo poco tempo fa
nella sua camera.
Lui ghignò.
“E’ solo questione di tempo…”
“Sei troppo sicuro di te…”
“Non lo sarei se non avessi la certezza che succederà…”
“E come fai ad averla?”
“Perché se non fosse per il tuo dannato orgoglio a quest’ora mi saresti già
saltata addosso…” rispose mordicchiandosi distrattamente il labbro inferiore
e sorridendomi. E non aveva mica tutti i torti…ma non l’avrei ammesso
neanche sotto tortura. Gli feci una smorfia e lo guardai male.
“Sempre il solito…senti, voglio trovare Blaise, diamoci una mossa!” dissi bruscamente spostandolo e avviandomi giù per le scale. Draco mi seguì in silenzio, affiancandosi a me e guardandomi insistentemente. Io sbuffai, perché odiavo seriamente il fatto che mi fissasse, però non dissi nulla, più che altro cercavo di ignorarlo.
“Tu che ci facevi lì, se è possibile saperlo?” chiesi cercando di estrapolare qualche informazione utile.
“Non è possibile…” rispose pronto, spostando all’improvviso lo sguardo. A quel punto fui io a fissarlo.
“Dai, io te l’ho detto che facevo là…” ribattei contrariata.
“Non m’importa…”
Lo afferrai per il braccio, e lo feci voltare.
“Dai dimmi, visto che tu t’interressi dei fatti miei, io m’interesso dei tuoi…”
“Se te lo dico me lo dai un bacio?” mi chiese sornione, con il suo solito sorrisetto beffardo e malizioso sul volto, quello che faceva sciogliere. Io scossi il capo rassegnata.
“Certo che con te non c’è proprio speranze, vero?” feci esasperata. Lui si staccò dalla mia presa e riprese a camminare lungo il corridoio mentre lo seguivo. Dopo qualche istante, parlò.
“Facevo solo un giro…non pensare male…” disse piano. Rinunciai subito a fargli altre domande: sapevo che quello era il massimo che potevo ottenere, senza dargli qualcosa in cambio almeno. Eh sì, era un viscido sporco ricattatore, ma d’altronde era il Principe di Serpeverde.
Quando arrivammo nella Sala d’Ingresso finalmente trovammo Blaise che si avviava verso la Sala Comune.
“Blaise!!” lo chiamai facendo voltare il moro, che mi sorrise allegro.
“Ciao Siria, ciao Draco…” ci salutò venendoci incontro.
“E’ un’ora che ti cerco!” dissi dando più credibilità alla mia scusa. Nonostante il mio tono scocciato, lui sembrava compiaciuto da quello che gli avevo detto.
“Beh, io vi stavo venendo a cercare ora perché dovevo dirvi delle novità…” spiegò appoggiandomi una mano sulla vita e incitandomi a camminare verso i sotterranei. Io non mi ritrassi, avevo fatto l’abitudine ai tocchi di Blaise, l’unico che osava così tanto (in pubblico, almeno) e ora non mi davano più fastidio, se erano moderati. Draco affilò lo sguardo, e m’affiancò in silenzio.
“Novità di che tipo?” chiesi curiosa.
“Ho parlato con Daph e Theo, è tempo di dare la festa di apertura” disse, rivoltò più a Draco che a me. Il biondino annuì.
“Certo, è ora. I Serpeverde non aspettano altro, è la festa che tutta la scuola c’invidia…” disse con una nota d’orgoglio.
“La festa d’apertura? Che cos’è?” domandai dubbiosa.
“La festa d’apertura dell’anno scolastico per noi Serpeverde…” rispose prontamente Bla quasi con ovvietà. Io inarcai le sopracciglia.
“Ma l’anno scolastico è già cominciato da quasi un mese!!” ribattei io.
“Sì, ma non vorrai farmi credere che te subito ti rimetti in marcia?? Ci vuole almeno un mese per attutire la botta e riabituarci alla scuola, per questo noi festeggiamo…si pensava questo week-end, dopo la gita ad Hogsmeade, che dici?” chiese a Draco. Lui fece spallucce.
“Va bene, ma allora stasera oltre al Fire Whisky andiamo a prendere tutto il necessario?” domandò mentre Bla annuiva. Poi si guardarono eloquenti fra di loro e io li osservai attenta. Alla fine Blaise si voltò verso di me.
“Naturalmente vieni anche tu, vero?? Ci servirebbe proprio una mano!” esclamò il moro tornando allegro come prima.
“Sì, vengo…ma andiamo solo noi tre?” chiesi interrogativa.
“No, ovviamente, verrano anche gli altri…” rispose prontamente Bla. Io capii subito che gli altri erano Daphne, Pansy e Theodore. Era chiaro che quei cinque formavano un solido gruppo e che combinavano di tutto insieme.
“Precisamente che c’è da prendere?” feci cercando di capire di preciso quanto sarebbe stata clandestina e proibita la cosa. Certo, più lo era, meglio era! Fu Draco a rispondermi.
“Beh, una vasta scorta di alcohol, sicuramente…certe decorazioni per la stanza, qualcosa da mangiare…il più lo faremo con la magia…”
Chissà perché avevo l’impressione che questa roba non l’avremmo pagata. Era veramente curiosa su questa fatto della festa. Non che non ci avessi mai partecipato, ovviamente, ma in Francia non le facevamo a scuola. Era assolutamente vietato, ma come avevo subito capito venendo qui, per i Serpeverde niente è vietato.
“Sono invitati solo i Serpeverde, immagino…” feci con ovvietà. I due ragazzi annuirono.
“Ovviamente, solo i Serpeverde, anche perché la facciamo nella nostra Sala Comune, con adeguate protezioni…ma tanto anche se Piton ci scoprisse non ci direbbe nulla” commentò Blaise tranquillo.
“Ma come bisogna vestirci a queste feste? A Beuxbatons non ne facevamo, perciò penso proprio di non avere niente da mettermi…” dissi pensierosa. Effettivamente non c’erano abiti da festa nel mio baule, e sapevo come sarebbero andate in tiro tutte. Il mondo delle apparenze.
I due ragazzi fecero contemporanemanete scorrere il loro sguardo su di me, con una punta di malizia, poi Draco mi sorrise.
“Beh, sabato puoi andare a Hogsmede a comprare qualche bel vestito, no? Ci sono tanti bei posti…” mi rispose il biondino. Io annuii, in fondo mi era sempre piaciuto fare shopping, anche se con me era molto più faticoso del normale: non mi andava mai bene niente, quindi trovare la cosa giusta era un’impresa.
Comunque, colsi quell’occasione al volo.
“Mi accompagnate voi, vero?? Io non sono mai stata ad Hogsmeade…” feci con un tono che non ammetteva repliche. Blaise non ne avrebbe fatte comunque, e neanche Draco sembrava contrariato.
“Non c’è problema!!” rispose il moro al volo. Io feci un lieve sorrisetto.
Arrivammo finalmente nella Sala Comune, e il biondino entrò per primo. Io e Bla lo seguimmo finchè non trovammo il tavolo dove erano seduti “gli altri”. Blaise gli annunciò immediatamente che la data della festa d’inizio era stata decisa, e tutti sembravano incredebilmente entusiasti. Scoprii ben presto che quella era una delle feste più attese dell’anno, non solo dai Serpeverde, ma da tutto il resto della scuola, che sperava tutti gli anni un’eccezione per partecipare. Daphne mi spiegò che quella non era l’unica grande festa, ma ce n’erano altre quattro molto attese, la festa d’Inverno, di Primavera, d’Estate, e di Chiusura, e che si svolgevano più o meno a due mesi di distanza, a parte l’ultima, che si faceva l’ultimo week-end dell’anno scolastico. Non potevo credere che in quella scuola ci fosse un preciso calendario di feste, con tanto di date fisse e grandi preparativi. Ma la cosa che davvero stentavo a credere è che i professori non fossero a conoscenza di queste feste. Non sapevo bene perché, ma ero certa che Silente lo sapesse ma lasciasse fare.
“Stasera allora ci vieni a dare una mano, Siria?” chiese Daphne riscuotendomi dai miei pensieri. Annuii con il capo.
“Sì, certo…”
La bionda si voltò verso Pansy e le lanciò uno sguardo eloquente. Avevo imparato ad ignorare quei continuii messaggi silenziosi che si lanciavano tra di loro, senza che io sapessi il loro significato. Era veramente estenuante.
“Beh, tieniti pronta allora, le nostre gite sono sempre ricche di sorprese…”
Già immaginavo a cosa si riferisse Daphne. E non vedevo l’ora


Che ve ne pare?? Certo oh che le Serpi ne inventano di sotto-terra, ma d'altronde, siamo i migliori!! Draco non molla mai ovviamente, ma nemmeno Potter è da meno!! E poi c'è Blaise, che ancora non s'è capito che intenzioni ha, ma non sarebbe male una cosa alla tipo "tra i due litiganti il terzo gode..." XD Boh, vedremo!!
Grazie a tutti quelli che hanno letto e commentato!! Mi raccomando, lasciate una bella recensione!! E questa volta non era colpa mia!! XD

Bacioniiiii!!

...---°Alexa°---...

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** ...alla fine, tu preferisci me a lui. ***


Oh mio Dio! E' passato un anno e quattro mesi dal mio ultimo aggiornamento, eppure eccomi qui, di nuovo, perchè tipo in questi giorni sto riprendendo a scrivere tutte le FF che avevo in sospeso, e non solo. Visto che ci sono avverto subito i miei vecchi fan, (se sempre ci sono xD) che ho ricominciato a scrivere anche "Il Piccolo Principe". Insomma, in questi giorni ne vedrete davvero delle belle!! Intanto godetevi questo capitoletto dell'Ultima Discendente dei Black! Enjoy the chapter!

Decidemmo di incamminarci prima che scattasse il coprifuoco, così che fosse più facile aggirarci per i corridoi. Blaise, durante la cena, mi aveva spiegato di alcuni passaggi segreti che c’erano nella scuola, che li erano utili per sgattaiolare fino ad Hogsmeade senza fare troppa strada e senza essere scoperti. Mi spiegò anche come agivano.
“Di solito ci dividiamo e lasciamo un palo a controllare, prima a Hogsmeade e poi a Hogwarts…” illustrò Blaise.
“E se viene beccato?” chiesi confusa. Lui fece un sorrisino e sfilò dalla tasca un orologio tondo, da taschino. Me lo mostrò, io lo presi e lo squadrai senza capire.
“Questo è un orologio un po’ speciale…serve per metterci in contatto tra di noi. Ne abbiamo uno per ognuno. Guarda, il vedi questi bottoncini sul lato?” mi disse girando l’orlogio su un fianco. Io notai i quattro piccoli pulasantini circolari con sopra una lettera.
“Li abbiamo fatti mettere noi. Di solito questi funziano solo fra due, a noi ci serviva che si collegassero fra di loro. Così abbiamo fatto mettere questi bottoncini, ognuno corrisponde all’orologio di tutti gli altri. A seconda di con chi voglio parlare, schiaccio il pulsante corrispondente, il quadrante sparisce, ci appare colui che ha l’orologio et voilà il palo che viene beccato avverte gli altri, o comunque possiamo tenerci in contatto se succede qualcosa” concluse compiaciuto. Io lo ero quanto lui.
“E’ geniale…” commentai.
“Modestamente è stata una mia idea…” sorrise Bla.
“C’avrei scommesso” ribattei con sarcasmo. Lui si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò.
“Mi sa che dovremmo recuperarne uno anche per te” il suo respiro mi s’infranse sulla pelle e sentii il suo dolce odore, simile alla vaniglia, stuzzicarmi le narici. Io lo guardai con aria dubbiosa.
“Dici? Non è una cosa…tra di voi?”
Lui si allontanò un po’ da me e mi osservò inclinando la testa.
“Beh sì, ma se cominci a scorrazzare con noi ne avrei bisogno…” rispose con ovvietà. Io distolsi lo sguardo e arricciai la bocca, pensando. C’era qualcosa che non tornava. Qualcosa di molto più profondo di una semplice “amicizia” fra quei cinque. E forse in tutto questo stava la chiave del “tenere d’occhio Draco Malfoy”. Quest’ultimo, arrivò proprio in quel momento e si sedette accanto a Blaise.
“Che confabulate voi due soli soletti?” chiese sarcastico. Io roteai gli occhi.
“Organiziamo una fuga d’amore…vuoi unirti?” ribattei con altrettanto sarcasmo. Blaise m’ignorò e rispose al biondo.
“Gli stavo spiegando come agiamo di solito…”
Draco annuì e guardò il suo orologio da polso.
“Tra un po’ cominciamo a muoverci…” sancì distrattamente, buttando indietro la schiena.
“Siria, tu rimarrai sempre con noi, così ti facciamo vedere un po’…” mi disse Blaise con tono tranquillo.
“Pensavo che mi avreste lasciato a fare il palo…sono una pivella…” feci notare io. Il moro annuì con il capo.
“Proprio per quello vieni con noi…il palo è uno dei ruoli più importanti che c’è, da cui dipende la salvezza di tutti…di solito ci alterniamo…questa volta lo farà Theo” mi spiegò.
“Io odio fare il palo” commentò Draco.
“Ti perdi tutto il divertimento, e non puoi sbagliare…non sono così affidabile…”
“Meno male che te lo dici da solo, Dra…” replicò Blaise.
“Sì va beh tanto se non me lo dico io me lo dite voi, Serpi che non siete altro…” ribattè il biondino.
“Senti da che pulpito vien la predica, dal Principe delle Serpi…” continuò Bla ridacchiando.
“In effetti…” m’intromisi io alzando gli occhi al cielo.
“Ehi non vale due contro uno!” brontolò Draco contrariato.
“Siccome noi Serpeverde siamo l’onestà fatta persona…” feci io beffarda. Rannicchiai le gambe e appoggiai la testa allo schienale del divano, socchiudendo gli occhi. Blaise si appoggiò a me, facendo scivolare il braccio sotto la mia schiena e cincendomi i fianchi. Stavo per scansarlo quando incrociai lo sguardo tagliente di Draco. Così lo lasciai fare, in fondo non mi dava più molto fastidio. Dopo un po’ di silenzio, arrivarono gli altri tre e io mi staccai dal moro.
“Penso che possiamo andare…sennò facciamo troppo tardi e scatta il coprifuoco” fece Daphne. Ci alzammo in piedi ma non andammo.
“Avete preso tutto?” chiese la bionda con aria dubbiosa. Tutti annuirono all’unisono, meno che me, che me ne stavo in disparte con le braccia conserte ad osservare.
“Il palo lo faccio io” disse Theodore.
“Vi coprirò a Hogsmeade per un po’, poi me ne torno qui a Hogwarts a controllare. Tenete gli orologi a portata di mano, come sempre”
“Ci divideremo in due, io e Draco andremo a recuperare l’alcohol, Daphne e Pansy tutto il resto. Siria viene con noi” continuò Blaise.
“Ci ritroviamo davanti a Mielandia, chi arriva per primo avverte gli altri, e il palo” fece Pansy lasciando trasparire una certa ovvietà.
“Muoviamoci…” dichiarò Draco con fermezza, e tutti ci avviammo fuori dalla Sala Comune. Salimmo i piani della scuola tranquillamente, c’erano ancora un po’ di studenti in giro, che ci osservavano con una certa soggezione, forse perché ci muovevamo tutti insieme. Arrivammo al passaggio della Strega Orba, quello di cui mi aveva parlato Blaise prima. Mi aveva spiegato che portava direttamente alle cantine del negozio di dolci più grande di Hogsmeade, e che l’aveva costruito Tosca Tassorosso per andare a prendersi i dolciumi. Si usciva dal negozio ed eravamo in centro alla cittadina. Lo imboccammo velocemente. Il passaggio ero piccolo e buio, così ognuno dovette accendere la bacchetta e procedemmo in fila. Io rimasi in fondo e Draco mi si affiancò.
“Che ha in più di me?” mi domandò piano, seriamente dubbioso. Io lo guardai male.
“Chi?” chiesi interrogativa.
“Blaise…con me fai tante storie e a lui invece lo lasci fare tranquillamente…” spiegò irritato. Io ghignai.
“Mi sta simpatico…” risposi divertita. Lui mi guardò in cagnesco.
“Ah se è per quello…” commentò non curante.
“Che c’è, sei geloso?” lo stuzzicai. Lui mi lanciò uno sguardo fulminante.
“Ovviamente no…era solo un fatto di orgoglio”
“Certo certo…” lo schernii io. Draco continuò a squadrarmi male.
“E’ solo che con lui fai tutta la carina, e con me non cedi…e non riesco a capire come tu possa preferire lui a me. E’ ridicolo”
Il biondino aveva un tono indignato. Forse era vero, non era geloso. Io scossi le spalle e sogghignai.
“E’ solo un fatto di orgoglio” ripetei le sue parole con sarcasmo. Lui tramutò il suo sguardo da omicida a interrogativo. Non disse nulla.
“E poi scusa, ora che ci ripenso, ti credi tanto irresistibile?? Credi di essere l’unico? Potrei tranquillamente preferire Blaise per un milione e mezzo di ragioni!” ribattei indispettita. Lui mi lanciò uno sguardo di sufficienza.
“Certo che mi credo irresistibile…”
“Io ti resisto”
“Per ora…”
Ci guardammo fissi negli occhi, in silenzio, poi Draco continuò.
“Sentiamo, perché preferiresti lui a me?”
“Perché è più gentile, più affabile, più amabile, meno isterico, meno insopportabile, meno insistente, meno irritante, meno assillante, meno egocentrico, meno scontroso e potrei continuare fino a domani mattina…”
Non ebbi la reazione che mi aspettavo. Non ribattè con sarcasmo pungente o con qualche battuta sgradevole. Si mise a ridere. Leggero, aveva una risata cristallina. Era la prima volta che lo sentivo ridere, ridere davvero.
“Siria, hai esattamente elencato le ragioni per le quali, alla fine, tu preferisci me a lui…”
Il mio sguardo si assottigliò, diventando affilato e tagliente. Mi voltai senza rispondere, e indispettita mi allontanai appena. Lui continuò a ridere.
Arrivammo alla fine del passaggio poco dopo, e c’intrufolammo di soppiatto nelle cantine del negozio. Theodore salì piano le scale e controllò che non ci fosse nessuno, poi ci fece salire. Non ero mai stata in quella bottega. Era stracolma di ogni tipo di dolciume esistente, alcuni dei quali non avevo mai visto. Cioccolata, zucchero, caramelle di ogni specie e di ogni forma. Tutti gli scaffali e i mobili erano dipinti di colori pastello incredibilmente…dolci! Il pavimento azzurro, gli scaffali rosa, il soffitto giallino. Era da diabete.
Blaise si avvicinò alla porta del negozio sfoderando la bacchetta e pronunciò con sicurezza l’alhomora. La serratura non si mosse.
“Ah Bla sei un incapace…” sbottò Draco spostando il moro che era rimasto interdetto dinnanzi al suo fallimento. Il biondino ripetè l’incantesimo ma nuovamente non accadde niente.
“Ah ah!!” lo schernì Blaise con tono cansonatorio. Lo sguardo assassino di Draco non tardò ad arrivare.
“Siete sicuri di aver fatto bene l’incantesimo?” fece Pansy diffidente.
“Certo che siamo sicuri, è un incantesimo che s’impara al primo anno, santo Salazar!” proruppe il Principe delle Serpi, indignato ed irritato. Riprovò ma la porta non si aprì. E improvvisamente, proprio in quel momento, mi venne in mente. Lì, sul mobile della vecchia casa dei Black, il volantino sulle nuove norme di sicurezza da mettere in atto per proteggersi dai Mangiamorte.
“Ma certo!” esclamai a quel punto facendomi avanti. Scansai Draco e tirai fuori la bacchetta.
“Voi evidentemente non avete letto il volantino sulle nuove norme di sicurezza…” commentai mentre mi posizionavo davanti alla maniglia. Ovvio che non l’avevano letto. Da chi dovevano proteggersi? Dai loro genitori?? Ci vivevano con i Mangiamorte...
Mossi la bacchetta con un movimento deciso, sussurrando l’incantesimo, e la serratura si spezzò, mentre la porta cigolava verso l’esterno.
“Potevi sfondare la porta, tanto che c’eri…” disse acido Draco, palesemente infastidito dal fatto che io fossi riuscita dove lui aveva sbagliato. Io gli feci una smorfia.
“Preferivi tornare al castello e fartela tutta a piedi?? T’avrebbe fatto bene…” ribattei a tono.
“Va beh, Theo mentre noi andiamo tu rimetti a posto qui, ok??” cercò di calmare la situazione Blaise. Theodore annuì. Nel mentre io e il biondino ci scambiammo uno sguardo astioso. Era incredibile come lo si potesse guardare un secondo prima adorante e un secondo dopo omicida. Bla, con una mano sulla mia spalla, m’incitò ad uscire silenziosamente. L’aria era fredda, c’era una leggere foschia per le strade del villaggio magico, scuro e misterioso. Mi feci guidare dal moro mentre la combriccola si divideva. Noi prendemmo una stradina sulla destra con cautela, stringendoci nei mantelli neri, con circospezione. Ad un certo punto i due si fermarono davanti ad una porticina di legno. Entrammo lentamente senza fare il minimo rumore. Sembrava il retro di uno squallido negozio. I due spostarono qualche cassa e qualche tappetto, scoprendo una botola. Blaise si chinò a terra e l’aprì, posando il coperchio lì accanto, per poi pulirsi le mani. Infine, con un gesto cortese della mano m’invitò ad entrare dentro. Guardai appena quello che c’era sotto, ma non riuscii a scorgere molto, così mi sedetti per terra e con le gambe entrai nella botola, spingendomi giù con le braccia. Un piccolo salto e atterrai. Mi spostai per permettere a Draco di scendere a sua volta. Tirò fuori la bacchetta e fece luce, cominciando a cercare in giro. La stanza a quanto vedevo era piena di bottiglie, casse, botti e roba del genere. Mi porse la bacchetta per tenergliela mentre lui cominciava a prendere bottiglie su bottiglie e a passarle a Blaise che era rimasto sopra. Quando evidentemente erano abbastanza, si strusciò le mani al mantello e riprese la sua bacchetta, spengendo la luce.
“Siria, vieni qui sotto la botola. Ti faccio risalire” fece il biondo. Io mi avvicinai a lui, lanciando uno sguardo in altro verso la mora Serpe. Draco allora si abbassò un po’, mi cinse le gambe ai ginocchi, e mi tirò su senza il minimo sforzo. Blaise mi afferrò e mi fece sedere sul bordo della botola. Mi alzai e mi rassettai i vestiti. Intanto Draco era saltato, si era aggrappato e con le braccia e l’aiuto di Blaise si era tirato su. Quest’ultimo prese dal mantello una specie di sacco scuro e lo aprì, cominciando ad infilarci dentro tutte le bottiglie che avevano preso. Doveva essere un sacco con il fondo magico, perché sembrava non riempirsi mai. Lo aiutai a sistemare il tutto, poi quando finimmo, chiuse il laccio e fece cenno di andare. Ci avviammo dunque fuori, richiudendo la porta senza farci notare. Arrivati davanti Mielandia avvertimmo immediatamente Theo e gli altri. Cercando di passare inosservati aspettammo le ragazze che arrivarono una decina di minuti più tardi, anche loro avevano in mano un sacco identico al nostro.
“Ce l’abbiamo fatta…abbiamo dovuto aspettare che due maghi mezzi ubriachi ci lasciassero via libera…” disse Daphne a bassa voce mentre rientravamo nel negozio, assicurandoci che nessuno ci stesse guardando. Chiusi la porta e aggiustai la serratura con qualche colpo di bacchetta, poi rimisi l’incantesimo com’era. Nel cubicolo per tornare a scuola, Blaise mi si affiancò e mi chiese.
“Allora, com’è stata la tua prima missione?”
Io ghignai.
“Intrigante, devo ammettere…” risposi compiaciuta, ed effettivamente era vero: la circospezione, la segretezza, l’intrufolarsi nei negozi, tutti gli oggetti magici che servivano…era fantastico! Sentii Draco alle mie spalle sporgersi leggermente verso di me e sussurrare:
“E pensa che questo è solo l’inizio…”

Che posso dire, grazie a tutti quelli che recensiscono, hanno recensito e seguano la mia storia, spero che alcuni di quelli appassionati non si siano dimenticati di me e di Siria. Non ci sono scuse, ma io chiedo il vostro perdono. E spero di riacquistare la vostra passione per questa storia!! Voi forse non vi ricordate di noi...ma io e Siria ci ricordiamo bennissimo di voi e non abbiamo mai smesso di volervi bene per le bellissime recensioni che ci avete lasciato! Fatemi sapere quello che ne pensate di questo capitolo, e rendereste una ragazza che ha appena riscoperto il piacere della scrittura, la più felice del mondo!
Perciò RECENSITE!

Grazie infinite!!

That's all folks!

Ps: Se vi piacciono le Draco/Hermione vi consiglio di andare a leggere la mia storia "Obligation, Judgment or Truth?". Non ve ne pentirete!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=149153