L'Ultima Discendente dei Black di DumbledoreFan (/viewuser.php?uid=13062)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Conoscenze al n°4 di Privet Drive ***
Capitolo 2: *** Convivenza forzata...o quasi! ***
Capitolo 3: *** Due strade divergevano nel giallo bosco... ***
Capitolo 4: *** Resisti...devi solo arrivare al primo di settembre... ***
Capitolo 5: *** IO ERO UNA BLACK! ***
Capitolo 6: *** Never say thanks! ***
Capitolo 7: *** Mentire è un'arte, e non tutti sono artisti! ***
Capitolo 8: *** Che l'avventura abbia inizio! ***
Capitolo 9: *** Non svegliare il Black che dorme!! ***
Capitolo 10: *** Io non faccio mai niente per niente! ***
Capitolo 11: *** Serpi che pungono... ***
Capitolo 12: *** Richiesta inaspettata... ***
Capitolo 13: *** Maledetta, Maledette, Maledetto... ***
Capitolo 14: *** Cosa tramano le Serpi?! ***
Capitolo 15: *** 'Cause Slytherins do it better!!! ***
Capitolo 16: *** Uomo di parola... ***
Capitolo 17: *** C'è sempre una prima volta... ***
Capitolo 18: *** Lontano dagli occhi, lontano dal cuore... ***
Capitolo 19: *** Beginning's Party ***
Capitolo 20: *** ...alla fine, tu preferisci me a lui. ***
Capitolo 1 *** Conoscenze al n°4 di Privet Drive ***
Ciao a tutti! Beh, Venerdì sera, mi è venuta un'illuminazione, l'ispirazione per scrivere una storia diversa, completamente fuori dai miei standard, e di creare un personaggio opposto ai miei ideali. Una ragazza cattiva, rabbiosa, sarcastica, purosangue, potenziale mangiamorte, irriverente, sfacciata, arrogante, con una storia alle spalle moooolto interessante, che si ritroverà davanti ad un bivio. Due strade divergevano nel giallo bosco... diceva qualcuno!! Un intreccio d'intrighi, pregiudizi, cambiamenti, lotte, e scelte. E' la prima volta che mi cimento nell'inventare un personaggio del genere, che sta dalla sponda opposta, quindi siate clementi!! Vi lascio al primo capitolo!Bacioni, vostra Alexa! Poggiai rumorosamente la testa contro lo schienale di pelle di questo strano mezzo di trasporto babbano. Taxi, mi pare che si chiamasse. Il ciuffo corvino mi finì sugli occhi, e lo scansai indispettita. Puntai gli occhi sul panorama che saettava veloce al di fuori del finestrino appannato dalla pioggia. Quella pioggia gentile e leggiadra, le cui gocce s’infrangevano soavemente sul vetro, dando quella sensazione di freschezza e purezza che solo la pioggia, incontaminata e semplice, sapeva dare, insieme a quel tocco di poesia e innocenza. Lacrime di angeli disperati nel vedere le cattiverie del mondo, e desiderosi di voler purificare il pianeta dalla malvagità e dalla crudeltà. Illusi, gli angeli. Il male aveva messo le radici, nel mondo, e forse, anche un po’ in me. Ma il mio non era male. Era rabbia, frustrazione, solitudine, dolore, voglia di vendetta, di riscatto. Forse, magari, anche di un po’ di felicità. Chiusi gli occhi sospirando, poi li riaprii e con tono freddo e un po’ disgustato mi rivolsi all’autista. “Quanto manca?” chiesi scocciata. L’uomo mi guardò dal lunotto dell’auto. “Abbia pazienza, Signorina…” rispose, tornando a posare lo sguardo sulla strada. Io di pazienza ne avevo avuta anche troppa. E’ da quando sono nata che mi sento dire che devo avere pazienza, che prima o poi si sistemerà tutto, che è solo questione di tempo. Ma io sono stanca di aspettare. L’ho fatto per 16 anni, ora è venuto il momento di agire. Ora che è troppo tardi. Posai gli occhi sulla gabbia coperta da un velo nero, che mi sedeva accanto. Dentro, riposava il mio falco, Andromeda. Ovviamente ben nascota dallo sguardo indiscreto e stupito di quelli sciocchi babbani. Stesi i piedi, poggiandoli sul sedile di fronte al mio, e appoggiai la testa sul pugno chiuso. Fuori dal finestrino si scorgeva un susseguirsi di paesaggi tipicamente inglesi, grandi prati verdi smeraldini e cieli ombrosamente grigi. Ci addentrammo in alcuni quartieri fatti di case quadrate molto curate, e molto uguali fra di loro, fino a fermarci davanti una di esse. Lessi nell’indicazione “Privet Drive n° 4” “Siamo arrivati” asserì l’autista. “Ma va? Non me ne sarei mai accorta!” fu la mia tagliente risposta, mentre mi accingevo ad uscire. Presi la gabbia fra le braccia e sentii il cinguettio contrariato allo spostamento di Andromeda. “Eh stai buona!” le intimai mentre la posavo a terra, e andavo a prendere il baule nella bauliera (scusate l’involontario gioco di parole! ndA). Lo tirai fuori con fatica, ma respinsi l’aiuto dell’uomo quando me lo porse. Sono sempre stata abituata a cavarmela da sola, non ho mai avuto bisogno dell’aiuto di nessuno, ora meno che mai. Posai i miei bagagli sul marciapiede e unii le braccia sotto al seno. L’autista mi salutò e, dopo essere salito nuovamente in macchina, si dileguò. Non lo considerai nemmeno, ero troppo intenta a chiedermi cosa diavolo ci facessi qui, sola, davanti ad una casa sconosciuta, miglia lontana da casa. Stavo per prendere la mia Firebolt ed andarmene, quando una voce mi riscosse dai miei pensieri. “Bonsoir Mademoiselle…perdoni il mio ritardo” Mi voltai di scatto, la mano premuta sulla tasca interna del mantello, dove tenevo la bacchetta, e vidi un uomo molto alto e magro, coperto da una sfavillante veste bordeaux, con degli intensi occhi azzurri dietro una montatura a mezzaluna, e una lunghissima barba argentea. Incarcai le sopracciglia e ghignai. “Albus Silente…è lei che dovevo incontrare?” chiesi quasi delusa. “Temo proprio di sì…” mi rispose sorridendo, e porgendomi la mano. Io lo guardai scettica e non mi mossi da com’ero. “Che ci faccio qui?” domandai scontrosa. “L’ho chiamata per discutere di alcuni affari riguardo…” “La so quella storia, si risparmi la pantomima. Intendevo cosa ci faccio in questo posto babbano!!” Silente mi guardò al di sopra degli occhiali a mezzaluna, e poi annuì. “Devo prendere un ragazzo” “Chi?” “Com’è impaziente Mademoiselle…lo scoprirà a momenti!” Misi le braccia sui fianchi e lo fulminai con lo sguardo. Non sopportavo sentirmi dire che ero impaziente, dopo tutto il tempo che avevo aspettato in silenzio, senza pretendere niente, stando nell’ombra, adattandomi alla situazione che la vita mi aveva posto davanti. L’uomo si avvicinò alla porta dell’abitazione, e con un gesto della mano, fece segno di seguirlo. Mi avvicinai a lui, e aspettai che bussasse. Dopo che lo fece, passarono alcuni istanti, prima che la porta con l’insegna di ottone che diceva “4” si aprisse, lasciando scorgere la figura di un ragazzo della mia età. Aveva dei folti capelli mori, spettinati ed indomabili, era alto e aveva un fisico tonico e asciutto, visibile da sotto la maglietta di cotone e i jeans scoloriti. Contornati da un paio di occhiali rotondi, c’erano due grandi occhi smelardini, intensi e profondi, quasi magnetici. Dalla frangetta scomposta si poteva intravedere una cicatrice a forma di saetta. Non ebbi dubbi sull’identità di quel ragazzo: Harry Potter. “Professor Silente!” esclamò quest’ultimo in direzione dell’uomo che stava al mio fianco, per poi posare il suo sguardo di speranza su di me. Io ricambiai l’occhiata gelidamente, e lo fissai con astio. “Buona sera Harry! Sono abbastanza sicuro che tu abbia ricevuto la lettera con l’avviso che sarei venuto da te stasera…” esordì Silente. “Certo Professore” rispose il ragazzo, senza staccare lo sguardo dal mio, che non accennava minimante ad abbassarsi. “Allora presumo che tu abbia preparato tutta la tua roba…” continuò il vecchio dalla barba argentea. Potter finalmente spostò gli occhi su quest’ultimo, e fece un’espressione imbarazzata. “Quasi Signore…” “Bene, allora ti conviene andare a finire di sistemare il tutto, mentre io scambio due parole con i tuoi adoraboli zii…dove sono?” “Di là in salotto!” “Perfetto…sbrigati, mi raccomando” e detto questo, Silente si avviò verso la stanza a sinistra del corridoio, e chiuse la porta energicamente. Lo sguardo del “Prescelto” (così lo chiamavano ora su tutti i giornali) si posò nuovamente su di me, stavolta molto più interrogativo. “Hai una faccia familiare…” mi disse pensieroso. “Anche tu…di questo periodo sei su un giornale sì, e su un giornale sì…” risposi tagliente e sarcastica, mentre portavo le mani sui fianchi. Il moro ridacchiò appena, e mi porse la mano. “Piacere, io sono Harry…” Lo guardai inarcando i sopraccigli, e non mossi le mani dalla loro posizione. “Che sarà un piacere, lo dici te…” Questa volta il ragazzo sembrò non gradire la battuta, e riportò la mano stesa lungo la vita, guardandomi male. “Io spero che sarà un piacere…” ribattè quasi offeso. “Dubito…” continuai scocciata. “Come ti chiami?” mi domandò curioso. “Cazzi miei! Ora, non hai da preparare le tua cose? Datti una mossa, io non voglio stare qui tutta la sera!” feci acida e scorbutica. “E’ questo il punto! Che ci fai qui stasera?!” ribattè deciso. “Silente non ti ha detto di me?” “Se te lo sto chiedendo, evidentemente no…” Fissai il bambino-che-è-sopravvissuto per qualche attimo, prima di scoppiare in una risata fradda e algida, quasi terrificante, completamente priva di allegria. “Allora preparati, Potter…” esclamai glaciale. Il moro mi lanciò uno sguardo confuso, prima di salire le scale e dileguarsi dal mio campo visivo. Io mi appoggiai stanca sullo stipite della porta. Guardai distrattamente l’orologio che tenevo al polso. Le undici e un quarto. Sbuffai mentre aspettavo. Dal salotto finalmente si affacciò Silente. “Per favore, puoi andare su da Harry e dirgli che dovrà portarsi anche il libro di Pozioni? Grazie…” disse l’uomo, prima di ritornare dentro la stanza, senza darmi tempo di ribattere e rifiutare. Mi diressi irritata al piano superiore, e scorsi subito la stanza di Potter, che era la prima a destra. Tirai un colpo alla porta con le nocche ed entrai nella camera del ragazzo. “Ha detto Silente che devi portare il libro di Pozioni…” feci appogiandomi alla parete. Il moro chino sul baule alzò lo sguardo su di me. “Ma io non l’ho preso il libro di Pozioni! Ai G.U.F.O sono passato con O, Piton non mi ammetterà mai alla sua classe…” “Senti, le tue insulse ragioni non m’interessano, quindi smettila di tediarmi con la tua voce da Grifondoro…io ho solo riferito quello che mi ha detto il vecchio, se tu hai qualche problema tienitelo per te, nella tua anima da eroe patetico e incompreso…” gli sputai addosso ostilitò e odio. Potter mi fissò furente e la sua reazione mi stupì non poco. Con uno scatto fulmineo si avvicinò a me e mi spinse al muro con forza, intrappolandomi fra le sue braccia, e avvicinando minaccioso un dito al petto. “Stammi bene a sentire piccola serpe! Mi sono già rotto le palle di te e delle tue battutine acide! Non ti conosco nemmeno, non so come ti chiami e non ti avevo mai vista prima, e già dopo cinque minuti che ci conosciamo mi vieni contro come se ti avessi fatto chissà quale cosa atroce! Mi vuoi spiegare che cazzo c’hai contro di me?!” mi urlò contro iracondo. Lo guardai impassibile, poi sul mio volto si aprì un sorrisino di scherno. “Hai tirato fuori le unghie, a quanto vedo….” risposi divertita. Lui non si mosse da lì, e continuò a fissarmi male. Decisi che avevo voglia di giocare un po’. Gli misi le mani sul petto e il mio sguardo da astioso si trasformò in malizioso. “Ho fatto arrabbiare il grande Harry Potter….sei sicuro di avermi sbattuto al muro solo per minacciarmi, o avevi qualcos’altro in mente?” la mia voce era strascicata e seducente, le mie mani passavano lenti e esasperanti sul suo petto, per poi scendere sulla sua vita, sulla pancia e sul basso ventre. Lo sguardo del ragazzo ora era sorpreso e divertito allo stesso tempo, la sua espressione si era addolcita. Uomini! Bastano due moine e perdono la testa! “Cos’hai tu, in mente…” ribattè il ragazzo con uno strano sorrisino accondiscendente stampato fra le sue labbra sottili. Mi ci avvicinai pericolosamente fino a che i nostri nasi si sfiorarono. “Qualunque cosa abbia in mente, accetterebbe, Signor Potter?” Il suo sguardo era diventato più voglioso, e si morse il labbro inferiore. “Direi di sì…” soffiò piano. Gli sorrisi e riportai le mani sul suo petto. Poi, dopo qualche istante, premetti su esso, e con forza lo allontanai. “Mi dispiace per te allora…ma io in mente non ho nulla! I Grifondoro mi fanno ribrezzo! Muoviti con quei bagagli, mi sono stufata di stare in questo posto babbano…” esclamai tornando ad avere un tono gelido e ostile. Senza permettergli di rispondere, mi precipitai fuori dalla stanza sbattendo la porta alle mie spalle. Scesi velocemente le scale e tornai ad aspettare alla porta. Dopo qualche minuto, Potter scese trascinandosi dietro il pesante baule. Lo guardai storta mentre scendeva provocando un gran trambusto, le braccia conserte al petto. Arrivato in cima agli scalini, fece cadere poco delicatamente la valigia e sbuffò sedendocisi sopra. Non mi guardava, ma fissava un punto indefinito della stanza. Aveva stampata in volto, l’espressione di uno che gli rode di esser stato fregato così deliberatamente. Finalmente la porta del salotto si aprì e ne uscì un pimpante Silente, che ci sorrise benevolo. Ma quell’uomo sorrideva sempre? Tra un po’ gli sarebbe presa una paresi facciale!! “Harry, ho spiegato ai tuoi zii che la prossima estate dovrai tornare da loro, fino al compimento dei tuoi 17 anni, per tenere vivo l’incantesimo di tua madre…sono stato chiaro?” spiegò il vecchio, pacato. “Certo Signore!” rispose prontamente Potter. “Ora possiamo andare…” fece Silente, aprendo la porta alle mie spalle. “Alleluja!” esclamai findandomi fuori da quella casa. I miei bagagli erano ancora sul marciapiede, e Andromeda dalla gabbia gracchiava stufa di stare rinchiusa. “Andromeda, smettila di lamentarti! Tra un po’ ti faccio uscire!” esclamai tirando un colpetto alla gabbia. “Andromeda?” chiese il vecchio incuriosito. “Coincidenza o nome voluto di proposito?” “Entrambi i casi…” risposi con una piccola nota di malinconia nella voce. “Scusate, ma io non ci sto capendo più niente! Professore, mi vuole spiegare cosa succede?” fece Potter stanco. “Credo che sia arrivato il momento delle presentazioni…Mademoiselle, può gentilmente rendere noto il suo nome?” continuò l’anziano Professore. Sbuffai contrariata, e dissi acida. “Allora, mettiamo le cose in chiaro!Primo, la smetta di chiamarmi Mademoiselle! La Francia l’ho sempre odiata, e anche se ci vivevo, non voglio portarmela dietro! In oltre, parlo l’inglese meglio di tutti e due messi insieme! Secondo, basta con questi insulsi convenevoli che mi stuccano!Terzo, smettiamola con tutta questa farsa intorno al mio nome!” Ci fu un attimo di silenzio, in cui Silente mi guardò con i suoi occhi penetranti che parevano volessero trapassarmi l’anima, e fui costretta ad abbassare lo sguardo. “Harry, sono lieto di presentarti Siria Black” Uhuuuuuuu!!! Siria Black!! Semplice somiglianza, coincidenza, o qualcosa di più?? Beh, dovrete aspettare il prossimo capitolo per i chiarimenti!! Hahaha me perfida!! Bene, allora che mi dite?? Vi piace la storia? Com'è come inizio?? Sono novellina in questo campo, ho bisogno di giudizi!! Quindi, per favore: RECENSITE!!! Grazie a tutti quelli che hanno letto, che hanno intenzione di continuare a farlo, e che lasceranno delle recensioni! Bacioni a tutti! ...---*Alexa*---... Ps: Sto mandando avanti già un'altra storia, una Draco/Hermione intitolata "Il Piccolo Principe" quindi questa storia non potrà essere aggiornata con costanza perchè la D/Hr ha la precedenza! Pps; Per chi legge la mia FF "Il Piccolo Principe", non si preoccupi! Ho avuto questo sbandamento momentaneo, ma domani la aggiornerò e le darò sempre la precedenza, don't worry! Bacioni! |
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Capitolo 2 *** Convivenza forzata...o quasi! ***
Ciao
a tutti!! Bene, eccomi con il secondo capitolo della mia FF! Qui
verrà chiarita la storia di Siria, e ci sarà un
dibattito molto acceso con Harry! Oddio, mi sento così in
colpa a trattarlo male, il mio povero pasticcino! Va beh, la smetto!!
Spero che anche questo chap vi piaccia!Buona lettura!
“Siria
Black?!” chiese confuso Harry, guardandomi stralunato.
“Che
significa?” continuò perplesso.
“Certo,
tanto fenomeno, salvatore del Mondo Magico, ma perspicacia
zero!” esclamai pungente. Il moro mi fulminò con
lo sguardo.
“Credo
che questo non sia il posto adatto per parlarne…”
s’intormise Silente, tirando fuori la bacchetta. Con un tocco
leggiadro fece sparire tutti i nostri bagagli.
“Dove li
ha mandati?” chiesi prontamente.
“Non si
preoccupi, li raggiungeremo subito…nessuno dei due sa
materializzarsi, giusto?? No, infatti…allora avvicinatevi e
tenetevi stretti a me…” spiegò il
vecchio. Un po’ titubante mi avvicinai e gli cinsi il
braccio. Potter fece lo stesso dall’altra parte. Aspettai
qualche attimo, poi sentii uno strappo allo stomaco, e ebbi la
sensazione di non respirare. Entrai in una specie di vortice. Dopo
alcuni istanti il vortice svanì e un’ondata di
aria fresca m’invase i polmoni. Aprii gli occhi che avevo
chiuso in precedenza, e mi ritrovai in una stradina buia con alcune
case cupe. Alzai lo sguardo sul cartello che diceva il nome della via.
“E’
questa Grimmuild Place?” chiesi stranita. Cercai il numero
12, ma all’inizio non lo scorsi. Poi, tra il numero 11 e il
numero 13 si fece spazio un’altra casa, molto più
vecchia, cupa e tetra. Sulla porta di legno massiccio c’era
una targa arrugginita con impresso il numero 12.
“Sì,
esattamente…” rispose Silente. Ci avvicinammo
all’ingresso, e il vecchio aprì la porta,
facendoci entrare. L’ingresso era stretto e scuro, quasi
inqiuietante. Su una parete c’era una tenda che copriva una
parte del muro. L’uomo dalla barba argentea ci fece strada e
ci condusse in un ampio salotto con un grande camino. Mi guardai
intorno curiosa. Quella era la casa dei miei avi,
dell’Antichissima Casata dei Black. Potter si
buttò poco delicatamente su una poltrona.
“Allora,
che ci facciamo qui?” chiese voglioso di chiarimenti. Mi misi
a sedere su un divano di pelle nera, Silente si sedette accanto a me.
“Mi sa
che c’è qualcuno che ha una storia da
raccontare…” disse guardandomi intensamente.
“Considerando
che quella di Potter e del suo sfregio la conoscono tutti, suppongo che
sia la mia…” risposi sarcastica.
“Come ti
ho già detto, il mio nome è Siria Black, e se
fossi un po’ più perspicace avresti già
capito che…” feci un attimo di pausa, guardando
fissa il moro dagli occhi smeralndini, che era notevolmente perplesso.
“Che io
sono la figlia di Sirius Black”
Il silenzio
calò immediatamente nella stanza. Potter mi
guardò con tanto d’occhi, e si aprì in
un’espressione completamente sbigottita. Cominciò
a boccheggiare, balbettando frasi incomprensibili. Sbuffai sonoramente
mentre mi buttavo all’indietro con la schiena.
“Che…che
cosaaaaaaaa?” riuscì finalmente ad esclamare
(quasi urlare).
“Cos’è,
sei anche sordo ora, oltre che sfregiato?!”
Il ragazzo rimase
ancora un altro po’ attonito, poi scosse il capo e disse.
“Non
è possibile…non è
possibile…Sirius mi avrebbe parlato di te, e sicuramente
avrebbe fatto di tutto per starti vicino…”
“Tutte e
tre le tue affermazione, sono errate…possibile è
possibilissimo, la prova del fatto ti siede davanti
(purtruppo)…mio padre non avrebbe mai potuto parlarti di me,
e scommetto che non avrebbe assolutamente fatto di tutto per starmi
vicino, anzi…”
“Perché
non avrebbe potuto parlarmi di te?”
“Molto
semplice…” risposi, prendendo coraggio, ma
soprattutto, cercando di controllare l’istinto di rabbia
incontrollabile che mi persuadeva ogni volta che parlavo di mio padre.
“Lui non
sapeva della mia esistenza”
“Come non
sapeva della tua esistenza??”
“No,
Potter…lui non sapeva di me” ripetei calma,
respirando a fondo.
“E
perché, scusa?” mi chiese sempre più
sconcertato.
Mi alzai in piedi e
gli voltai le spalle. Mi avvicinai alla finestra che dava sul vicolo
tetro, dove una lugubre nebbiolina ormai familiare aleggiava
nell’aria. Sentii gli occhi bruciare, ma non potevo
permettermi di piangere. Ero stufa, stufa di dover star male per
quell’uomo orribile di cui portavo il nome, e non solo. Tutti
questi anni passati a chiedermi chi fosse mio padre, per poi, stanca di
porre domande e non avere mai risposta, ritrovarmi davanti alla crudele
verità.
“Mia
madre non gli ha detto nulla della sua gravidanza nata da una notte con
lui, alla fine del loro settimo anno a Hogwarts. Mia mamma era
follemente innamorata di Sirius. Per questo, gli ultimi giorni di
scuola, non rifiutò le sue avances. Ma il giorno dopo, lui
la liquidò con un “Scusa, ma sei stata una delle
tante”. Ma mia madre era talmente innamorata di lui, che per
lei quella notte bastò. Anche se l’aveva usata
solo perché era in astinenza, ed era la prima ragazza che
gli era capitata a tiro, per lei andava bene così, e quella
notte fu il momento più bello della sua vita.
L’amore è una cosa orribile. Ti fa perdere la cosa
più importante per ognuno di noi: la dignità. E
un uomo o una donna senza dignità, non valgono niente, e fa
bene la gente a usarli, se lo meritano. Le ucciderei tutte, le persone
senza dignità, senza orgoglio. E anche le persone
innamorate. Illuse, patetiche, pietose. Mio padre era una persona
orribile, traditore del sangue puro, un Grifondoro mischiato a tutta la
feccia, e ha fatto una cosa orripilante, per questo alla notizia che
era morto, non ho fatto nemmeno una piega. Anzi, forse mi sono
rallegrata. Ma la peggiore è stata mia mamma, che si
è lasciata usare come fosse stata una bambolina. E non si
è ribellata minimamente, anzi, lo ha anche ringraziato della
stupenda notte passata insieme. Mi vergogno di essere figlia
loro” questo fiume di parole fuoriuscì dalla mia
bocca come veleno dalla bocca di un serpente. Senza che io riuscissi a
vederlo, Silente mi guardò quasi spaventato. Sentii Potter
alzarsi dalla poltrona.
“Le tue
parole sono terrificanti, lo sai?”
Mi voltai
interrogativa verso il ragazzo, che mi guardava con un misto di rabbia,
paura, e incredulità.
“Una
ragazza di 16 anni non può essere così
cattiva…tu non puoi essere la figlia di Sirius. Lui non era
così. Era una persona fantastica, mi voleva bene come
nessuno me ne ha mai voluto, e sono certo che se avesse saputo di avere
una figlia, sarebbe venuto in capo al mondo per trovarti!”
Mi avvicinai con
sguardo astioso al moro. Lo fissai per qualche istante.
“Sei un
illuso, Potter. Sei un illuso perché ti sei fermato alle
apparenze con mio padre, e anche tu sai com’era quando andava
a scuola. Sei un illuso perché credi in tutti quegli stupidi
principi che ci rifilano per farci crescere buoni, come
l’amore e l’amicizia, ma non sanno che nella vita i
buoni non ci guadagnano mai, che non siamo in una storia, e che nella
realtà, non è sempre il bene che vince! Sei un
illuso perché credi di aver avuto la vita più
brutta del mondo, perché credi di aver sofferto solo tu e
che tutti devono compatire il povero
bambino-che-purtroppo-è-sopravvissuto!!Sei un illuso
perché credi di essere il salvatore del mondo magico,
l’unico su cui la gente deve fare affidamento,
l’unico che riuscirà a sconfiggere
l’Oscuro Signore! Beh, sai che ti dico? Io odio gli
illusi!” gli sputai addosso iraconda. Ci scambiammo ancora
qualche sguardo di fuoco, prima che Silente s’intromise.
“Ragazzi,
adesso smettetela! Non siamo qui per litigare! Ora che la Signorina
Black ti ha raccontato la sua storia, possiamo discutere di quello che
c’è da discutere! Risedetevi, per
favore…”
Ubbidimmo alle
parole del vecchio, e ci rimettemmo a sedere.
“Quando
Sirius è morto, ha lasciato in eredità questa
casa a Harry, ma la Signorina Black, essendo la figlia
diretta…”
“E
illegittima…” precisai, ma Silente
m’ignorò.
“Avrebbe
lei diritto alla casa…e visto che dubito che voi
due potrete mettervi mai d’accordo, stavo pensando che la
soluzione migliore sarebbe stata dare la casa ad entrambi”
completò poi quest’ultimo.
“Ehi,
ehi, frena! Io devo dividere la casa dei miei avi, della Nobile e
Antichissima Casata di Black, una delle famiglie più pure
dell’Inghilterra, con il Signor
Ho-Uno-Sfregio-Sulla-Fronte-E-Per-Questo-Sono-Famoso?!?! E’
uno scherzo, spero!!” esclamai indignata.
“Senti
Miss Frigidezza, neanche per me è un piacere dividere la
casa del mio padrino con una come te!!” ribattè
Potter.
“La casa
del tuo padrino? Ma se a sedic’anni se
n’è andato per stare con quei
Potter…”
“Ci
credo, tua nonna era una befana!!”
“Non
parlare così di mia nonna, era una grande donna, con
l’unico difetto di aver fatto un figlio traditore!”
“Grande
donna, certo, ha ripudiato tuo padre e sua cugina Andromeda dalla
famiglia solo perché volevano scegliersi il proprio destino
da soli!”
“Ha fatto
bene, il primo era un laido e la seconda una debole!Non meritavano di
essere dei Black!”
“Ah
sì? Allora perché hai dato il suo nome al tuo
falco?! Sei talmente inculcata di pregiudizi che non riesci nemmeno ad
ammettere che tutto quello che dici sono cavolate in cui nemmeno tu
credi!!”
“Basta
ragazzi!!” urlò Silente, ponendo fine alla
discussione fra me il moro.
“Basta
con queste sciocche discussioni! La casa spetta di diritto a entrambi,
quindi non vedo altra scelta!”
Ci fu un attimo di
estenuante silenzio. Quell’uomo riusciva ad essere
più carismatico di quanto potessi immaginare. Poi, Potter
parlò.
“Scusa,
Signorina-Sono-Cattiva-E-Me-Ne-Vanto, ma come fai a sapere tutte quelle
cose sui Black, e sulla storia di tua madre, se vivevi in
Francia?”
“Prima di
tutto, il tuo sarcasmo è pessimo, e secondo, sulla famiglia
Black mi sono documentata nella mia biblioteca di casa, dove
c’erano esclusivamente documenti inglesi, e molte cose le ho
estrapolate dalla mente di mia madre…” spiegai
riluttante al ragazzo.
“Estrapolate??
Sai usare la Legilmanzia?”
“Molto
meglio di quanto tu possa mai immaginare…”
“Modesta…”
“Simpatico…”
“Non
ricomincerete ora, spero!” fece prontamente Silente,
facendomi quasi sorridere. QUASI! L’uomo dalla barba argentea
si alzò e ci scrutò intensamente per qualche
istante, poi disse.
“Bene,
ora io devo andare…questa casa è abbastanza
sicura per proteggervi, ma manderò immediatamente delle
scorte…mi raccomando, non uccidetevi in questi giorni di
convivenza!”
Silente ci fece
l’occhiolino. Io sbuffai.
“Ci
proveremo…” fu la mia sagace risposta.
L’anziano mago ci salutò e
sparì dopo un familiare “crac”. Io e
Potter ci guardammo in cagnesco, scocciati da questa convivenza forzata.
Bene,
se siete arrivati a leggere fino a qui, vi ringrazio!! Vi sarei
immansamente grata se mi faceste sapere cose ne pensate, quindi
RECENSITE PER FAVORE!
Inoltre ringrazio tanto Azusa92,
Eleanor_2931 e anele87 per le recensioni!! Continuate a
seguirmi!
|
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Capitolo 3 *** Due strade divergevano nel giallo bosco... ***
Buona sera (ok,
quasi notte!) a tutti! Eccomi con il terzo capitolo della mia insolita
FF! Ho notato che molti hanno letto, ma che nessuno mi ha recensito lo
scorso chap!!! Sigh, sigh che tristezza!! Sono abituata troppo bene con
l'altra mia FF, dove ho subito tanta recensioni, per questo mi sono
rattristita tantissimo!! Sigh sigh...va beh, lasciamo perdere
va...comunque, vi lascio a questo nuovo capitolo, che considero
notevolmente intenso! Bacioni a tutti!
Mi alzai e con passo deciso
mi posizionai di fronte a Potter.
“Mettiamo
subito le cose in chiaro, io e te! Per vivere con me, ci vogliono delle
condizioni!”
Il moro si
alzò e si mise la mani sui fianchi, guardandomi con
strafottenza.
“E
cioè?”
“Devi
avere rispetto per la mia famiglia, la cui casa ti ospita
gentilmente…devi adattarti alle mie abitudini e fare quello
che ti dico io…”
“Sei
sicura di essere imparentata con Sirius e non con Hitler?”
“Con
chi??” chiesi interrogativa. Lui scosse il capo.
“Niente,
lascia perdere…” disse, girandosi e incamminandosi
verso la porta.
“Va bene,
cercherò di stare alle tue “condinzioni”
per avere una vita pacifica…ma anche tu devi smetterla con
le tue pessime battutine! Eh, nella vita è un dare e un
avere!” esclamò il ragazzo ghignando.
“Mmm…”
mugugnai con le braccia conserte al petto.
“Lo
prendo per un “va bene”…” fece
con una nota di divertimento nella voce, prima di uscire dal salotto.
Sbuffai sonoramente e decisi di fare un giro panoramico della casa.
Uscii dalla stanza e cominciai a salire le scale scricchiolanti, con
cautela, osservando centimetro per centimetro. Curiosai fra
le stanze da letto, finchè non trovai una camera con
attacato alla parete un grande arazzo verde, sbiadito e liso,
addirittura un po’ mangiucchiato, che ritraeva molti volti e
nomi. In alto c’era una ricamatura fatta con un filo dorato
ancora luccicante, che diceva:
La Nobile e
Antichissima Casata dei Black. “Toujours Pur”
Fissai con
curiosità crescente l’albero genealocigo della mia
famiglia, che risaliva addirittura al Medioevo. Lessi con attenzione la
maggiorparte dei nomi. Avevo trovato la biografia di molti di essi
nelle mie librerie. C’era Phineas Nigellus, che è
stato uno dei più seri Presidi di Hogwarts della storia.
Voleva togliere la possibilità ai mezzosangue di essere
ammessi alla scuola…e la zia Araminta Milliflua! Grande
donna! Voleva rendere legale la caccia ai babbani…peccato
non ci sia riuscita!Posai le dita affusolate sulla superficie di
stoffa, e scesi piano piano, scorrendo dai più antichi avi
ai più recenti parenti. Ad un tratto, l’indice si
scontrò con un cerchietto bruciacchiato. Lessi sotto il nome
“Sirius”.
“Tua
nonna lo ha fatto, quando è scappato di casa…che
donna deliziosa”
Con uno scatto
repentino mi voltai verso la voce che aveva parlato. Harry Potter era
appoggiato allo stipite della porta, le braccia incrociate sul petto.
Lo fissai inarcando le soprecciglia.
“Proprio
deliziosa…ha fatto bene, comunque…”
ribattei tornando ad osservare l’arazzo. Potter mi si
avvicinò cauto.
“No
invece…e tu lo sai…” disse calmo,
affiancandosi a me. Poi indicò un altro cerchietto bruciato
fra due ragazze di nome Narcissa e Bellatrix. Sotto c’era
scritto “Andromeda”.
“Sirius
mi disse che era la sua cugina preferita…”
“Sarà,
ma non era tanto normale…ha sposato un babbano!Che
atrocità!”
Il moro
continuò a tenere lo sguardo fisso sull’albero
genealocigo, e sembrò quasi ignorarmi. Poi
m’indicò un altro nome. Regulus Black.
“E’
morto perché si era unito a Voldemort, ma poi ha avuto paura
e si è tirato indietro. E sai com’è, a
Voldemort non si possono dare le dimissioni. E’ un servizio a
vita, o a morte”
“Sei
molto coraggioso a pronunciare il Suo nome…” gli
feci con una nota di sarcasmo nella voce. Lui scosse il capo.
“Non
capisco perché bisogna avere paura di chiamarlo con il suo
nome….in fondo, la paura di nome non fa che aumentare la
paura della cosa stessa”
“Quindi,
mio zio era un Mangiamorte?”
“Già…che
atrocità!” disse il moro, ma sorrise nel farlo. Io
lo fulminai con lo sguardo, per poi riposarlo sul grande arazzo. Mio
zio non aveva avuto figli.
“Un
momento…se non ho cugini, questo vuol dire che
io…” mi fermai un attimo, e fissai intensamente
gli occhi smeraldini di Potter.
“Che io
sono l’ultima discendente diretta della famiglia
Black…” continuai in un soffio. Il ragazzo
annuì con il capo. Tornai a osservare il cerchiatto
bruciacchiato dove doveva esserci la figura di mio padre. Sotto il suo
nome c’era una targhetta vuota, e subito dopo una linea con
un cerchietto e un’altra targhetta vuota, con
l’eventuale posto per altre. Ci passai le dita sopra.
Lì avrei dovuto esserci io.
“Non
credi che sia venuto il momento di aggiungere un nome
lì?” mi fece inaspettatamente il moro. Lo guardai
interrogativa, ancor di più quando andò verso uno
scrittoio lì di fronte, e mi porse penna e inchiostro. Presi
la piuma e la intinsi, poi un po’ titubante
l’avvicinai all’arazzo, e subito
l’inchiostro impregnò la stoffa. Scrissi a grandi
caratteri il mio nome. Poi lo guardai storcendo il capo, e un lieve
sorriso si fece spazio fra le mie labbra. Ora anche io ero insieme a
tutti gli altri Black.
“Dovresti
mettere anche il nome di tua madre, mi sa…”
continuò Potter.
“Non
credo sia necessario…anzi, non credo che se lo
meriti…” risposi leggermente disgustata nel
pensare a mia madre fra tutti i Black.
“Non puoi
biasimare tua madre, era solo una donna molto
innamorata…”
“La
biasimo proprio per quello! E non voglio sporcare l’arazzo
della Nobile e Antichissima Casata dei Black con il suo nome”
Il ragazzo
sospirò, poi annuì.
“La
famiglia è la tua…l’arazzo è
il tuo…facci quel che vuoi…” disse,
prima di girarsi e avviarsi verso la porta per uscire.
“Potter!”
lo fermai, chiamandolo. Il moro si girò interrogativo verso
di me.
“Sì?”
fece lui.
“Stavo
pensando…quale camera da letto vuoi?” gli chiesi.
“Ehm…non
lo so, per me è indifferente…l’anno
scorso ho dormito nalla prima a sinistra al primo piano,
però è uguale…” rispose
facendo spallucce.
“Va bene
allora, io sto in quella in fondo al corridoio…”
“Perfetto…”
Potter mi sorrise,
e fece di nuovo per andarsene, ma si fermò ancora. Si
girò con un sorriso ancora più ampio.
“Sei
stata gentile ora, lo sai?” esclamò divertito.
“Non me
n’ero
accorta…rimedierò…” risposi
ghignando. Lui ridacchiò e uscì definitivamente
dalla stanza. Lo seguii.
“Potter?”
lo chiamai ancora.
“Che
c’è?” mi rispose di nuovo.
“Dov’è
il bagno?” gli chiesi.
“Vieni,
ti ci accompagno…” disse facendomi strada. Salimmo
le scale, e mi portò davanti ad una porta sulla destra.
“E’
qui…” fece aprendola. Io gli feci un gesto con il
capo.
“Era un
grazie?”
“Sì…sai,
non vorrei essere troppo gentile…” esclamai
sarcastica.
“Beh, io
vado a dormire…ci vediamo domani mattina!” mi
salutò Potter.
“Va
bene…mi raccomando, non fare nessun sogno premonitore sul
Signore Oscuro, Prescelto!” gli risposi sogghignando.
“Guarda
non ci tengo proprio!!”
E detto questo, il
moro scese al piano di sotto, e si dileguò dalla mia vista.
Entrai nel bagno e chiusi la porta. Mi appoggiai su lavandino, e mi
guardai allo specchio. I lunghi capelli setosi, lisci e estremamente
corvini mi ricadevano scomposti sulle spalle. La frangetta che sfociava
in un ciuffo, mi copriva appena gli occhi di pece, incredibilmente
profondi e misteriosi. La bocca carnosa era leggermente screpolata e
abbastanza chiara, in cottraposizione alla carnagione. La maglia nera
con lo scollo a barca faceva scorgere l’ossatura del collo.
Di questi ultimi tempi ero più magra e patita del solito. Da
quando avevo saputo che mio padre era morto, e che avevo diritto di
ereditare la sua casa in Inghilterra, tutta la situazione era
peggiorata. Ovviamente non ero stata male perché Sirius era
morto, ma mi sarebbe piaciuto tanto fargli sapere che aveva una figlia,
e che era stato una persona crudele e orripilante. Inoltre, ritornare
qui, dove si è fatto il mio passato, dove ha vissuto la mia
famiglia, dove si è fatta la mia storia, la nostra storia.
Dove si stava consumando la guerra tra bene e male, in cui
partecipavano molti membri della mia famiglia. Dalla parte del male.
L’anno scorso, Bellatrix Lastrange e suo marito erano evasi
da Azkaban, e ci era andato a finire Lucius Malfoy, ma non sua moglie
Narcissa. E avendo consultato l’arazzo, erano tutti miei
parenti. Generazioni di Black dalla parte del male e di Voldemort,
unica eccezione per mio padre. Traditore. Quanto c’avrebbero
messo i Mangiamorte a trovarmi, quando sarebbero venuti a conoscenza
della mia esistenza? Poco, sicuramente. E a quel punto, cosa
avrei fatto io? Mi sarei lasciata proteggere da Silente e
l’Ordine della Fenice, o mi sarei unita ai mangiamorte?! Mi
sciacquai il viso, e tornai nuovamente nella stanza
dell’arazzo. Guardai intensamente la figura di mio zio
Regulus, e quella bruciacchiata di mio padre Sirius. Avevano scelto
strade opposte, e avevano avuto la stessa sorte, la stessa identica e
catastrofica fine. Entrambi erano morti. E allora, a cosa importava
scegliere, se il nostro destino era già scritto?! Non ci si
poteva mettere solamente da una parte e aspettare?! No, questo lo fanno
i vigliacchi. E io non lo sono. Avrei scelto, avrei preso le mie
responsabilità nel farlo, e avrei combattuto. E sola allora,
sarei potuta morire. In piedi, combattendo per la mia causa. Per tenere
alto l’onore della Nobile e Antichissima Casata dei Black, di
cui ero l’unica discendente. Non potrei sopportare di
disonorare la mia famiglia comportandomi da codarda. Nossignore!
L’importante non sarebbe stato la strada che avrei
intrapreso, ma l’orgoglio e il coraggio con cui
l’avrei fatto.
"Due
strade divergevano nel giallo bosco e io, io scelsi la meno
frequentata. E proprio in questo é la differenza". (Robert
Frost)
Piccolo
grande appello: PER
FAVORE RECENSITE!!!!!!! Per ogni minimo parere
o critica, ho bisogno di sapere che ci siete sennò tutta la
mia autostima cade e scrivo da schifo! Inoltre, aspetterò un
po' delle vostre recensioni prima di postare il quarto capitolo
già scritto, perciò se volete leggerlo,
lasciatemi un commento!!
GRAZIE A
TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO E A QUELLI CHE RECENSIRANNO!
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Capitolo 4 *** Resisti...devi solo arrivare al primo di settembre... ***
Ciao a tutti!! Eccomi, dopo
le vostre recensioni, con il quarto capitolo, dove avremo l'entrata di
altri personaggi che faranno compagnia ad una Siria sempre
più isterica e ad un Harry sempre più
maltrattato! Povero il mio amore! Spero vi piaccia!Bacioni e buona
lettura!!
Mi
scostai infastidita i capelli nerissimi che si erano andati a posare
dispettosi sul mio viso, durante il sonno. Aprii gli occhi stancamente,
disturbata dai raggi di luce che penetravano dalla finestra, le cui
tende erano rimaste aperte per mia dimenticanza. Guardai svogliatamente
l’orologio. Le otto meno dieci.
“Maledizione!”
imprecai alzandomi a sedere sul letto. Era mio solito dormire poco, ma
visto che la sera scorsa mi ero addormentata all’ora
improponibile della quattro, mi meritavo qualche ora di sonno in
più. Sbuffai sonoramente. Quel giorno si preannunciava
tempesta, e quasi mi fece pena il povero Potter, che avrebbe dovuto
sopportarmi tutto il giorno, con un umore che dire nero era un
eufemismo. Poi ci ripensai, e all’idea di dover stare tutto
il giorno con il bambino-che-è-sopravvissuto (purtroppo)
m’incupii ancora di più. Scostai con poca
delicatezza il lenzuolo e scesi dal letto. I piedi nudi entrarono a
contatto con il pavimento gelido, facendomi salire i brividi sulla
schiena. Li ignorai deliberatamente, e mi misi gli shorts neri sopra la
maglia lunga, che usavo come pigiama. Lanciai uno sguardo alla gabbia
vuota di Andromeda. Il mio falco non era ancora tornato dalla caccia
notturna. Mi misi in ginocchio di fronte al baule, e cominciai a
rufolarci dento. Dopo averlo messo a soqquadro e aver inveito almeno
dieci volte, riuscii a scovare un laccino per i capelli, con il quale me
li legai in una coda alta, per evitare che questi potessero finirmi
ancora sul viso e aumentare (se possibile) il mio stato di cattivo
umore. Uscii dalla camera e sbattei la porta impetuosamente, non curante
dell’ora. Scesi velocemente le scale scricchiolanti che
rendevano tetra l’atmosfera di quella casa cupa e poco
illuminata. Arrivai davanti la cucina, e aprii la porta scocciata. Un
misto di sorpresa, nausea e ribrezzo mi pervase quando davanti ai miei
occhi trovai la cucina completamente illuminita, con il tavolo
apparecchiato e un noto ragazzo dalla chioma corvina scarruffata e gli
occhi smeraldini, armeggiare indaffarato ai fornelli. Immediatamente,
Harry Potter si voltò verso di me e mi sorrise benevolo.
Quanto odiavo il suo sorriso. Era sempre così dolce,
così buono, così innocente da farmi venir voglia
di vomitare. In realtà, odiavo quasi tutto di lui. Dai
capelli sempre spettinati per dargli l’aria da ribelle, che
in realtà lo facevano apparire solo trasendato, ai
suoi occhiali rotondi, così ridicoli, che volevano farlo
passare per intellettuale, ma invece davano solo l’aria di
essere un vero sfigato di prima categoria; dalla sua bocca sempre
piegata in quel sorriso nauseabondo, alla sua cicatrice sulla fronte,
quel piccolo sfregio che lo aveva fatto diventare il bambino
più famoso del mondo. C’era solo una cosa che non
riuscivo a odiare di Harry Potter: I suoi occhi.
“Buon
giorno coinquilina” mi salutò mentre si dava da
fare per cuocere del becon. Io, che quando ero di cattivo umore odiavo
sentirmi dire “Buon giorno”, andai su tutte le
furie.
“Buon
giorno una bella mazza!! Come ti può sembrare un buon
giorno, se dopo neanche quattro ore di sonno, devo passare il resto del
tempo con te?!?!” esclamai con tono decisamente alterato, e
magari più alto del dovuto. Il ragazzo non fece una piega,
cosa che mi mandò ancora di più in bestia.
“Siamo
nervosette stamattina, a quanto vedo…”
constatò sfornando del pane tostato. Mi buttai pesantemente
su una sedia e mi presi il viso con le mani. Il moro
continuò a trafficare ai fornelli, poi inaspettatamente, mi
poggiò davanti una tazza di caffè, e la
zuccheriera. Non avrei dovuto accettare qualcosa fatto da Potter per
principio, ma visto che c’era una sola cosa al mondo per la
quale provavo amore, (o quasi) e questa era proprio il
caffè, presi la tazza con avidità e ne bevvi un
bel sorso. Subito mi pervase quel piacevolissimo sapore amarognolo del
caffè, inebriandomi le papille gustative, e dandomi una
scarica di strana energia. Lanciai uno sguardo interrogativo al ragazzo.
“Come
facevi a sapere che mi piace il caffè?” gli chiesi
stranita. Lui mi fece spallucce, mettendo sul tavolo biscotti,
marmellata, toast, uova e becon.
“Sirius
ne andava matto, così ho fatto due più due, e ho
pensato che sei pur sempre sua figlia…qualcosa da lui dovevi
aver preso per forza!” rispose mettendosi a sedere dalla
parte opposta del tavolo. Io rimasi un po’ spiazzata dalla
spiegazione del moro, e quasi mi fece schifo avere una cosa in comune
con mio padre.
“Pensavo
che assomigliargli esteriormente fosse sufficiente, anche
perché era l’unica cosa buona che
aveva…” ribattei acida. Il ragazzo
sospirò e scosse il capo in un segno di rassegnazione.
“Non
c’è proprio nulla da fare con te…sei
così paurosamente…Black che non so come tu faccia
a essere davvero figlia di Sirius” fu la risposta di Potter,
con un tono indecifrabile, un misto fra incedulità e rabbia.
“Neanche
io so come faccio ad essere la figlia di quel
traditore…neanche io…” dissi piano,
senza rabbia o disgusto. Solo con malinconia. Il moro mi
guardò storcendo il capo. Aveva evidenemente captato la
tristezza che celavano le mie parole. Perché lui non sapeva
cosa volesse dire odiare il proprio padre più di ogni altra
persona al mondo, e reputarlo così diverso, così
orribile, e gioire della sua morte, o magari vergognarsi di portare il
suo stesso nome, e avere nelle vene il suo stesso sangue. Pensare a lui
e provare disgusto. Guardarsi allo specchio ed essere nauseta dal fatto
di assomigliare così tanto a lui. Svegliarsi la mattina con
l’unico obbiettivo di portare a termine la vendetta
prestabilita. Incrociai il mio sguardo di pece con il suo di speranza.
“Non
mangi?” mi chiese con semplicità, come a voler
portare la nostra conversazione su qualcosa di più futile.
“Cosa
credi, che io mi giovi nel mangiare la roba che hai preparato
tu?” gli risposi con disprezzo, guardando schifata la tavola
imbandita.
“Quando
stavo con i miei zii mi usavano come schiavetto, e gli preparavo sempre
la colazione. Mi veniva molto bene, magari dovresti
provarla…” ribattè tranquillo, con una
nota di dolcezza. Non so perché, ma qusto suo essere
imperturbabile, mi faceva perdere le staffe.
“Non la
mangio per principio la roba cucinata da te, Potter!”
pronunciai il suo nome con uno sprezzo inaudito. Lo odiavo e non sapevo
neppure perché. Solo che avevo una grande voglia di ferirlo,
di farlo soffrire come avevo sempre sofferto io. Forse, provavo un
po’ di gelosia nei suoi confronti. Mio padre gli aveva voluto
bene. A me invece, no. Non sapeva neanche di me. Ma in fondo, non
m’importava. Chi se ne frega se quel sudicio, sporco,
traditore aveva voluto bene al Santo disceso in terra, Harry Potter il
salvatore del mondo. Io non ho mai avuto bisogno dell’affetto
di nessuno, tanto meno del suo. Io ce la fecevo da sola. Avevo solo
bisogno di me stessa, e nient’altro. Improvvisamente, una
civetta bianca planò dalla finestra aperta, e si
andò a posare sulla spalla del ragazzo. Lui le sorrise e
prese una lettera che teneva nel becco. L’aprì e
la lesse velocemente. Poi la ripiegò e diede un pezzo di
becon al gufo. Dalla finestra, entrò finalmente anche
Andromeda, la quale si posò leggiadramente sul mio braccio.
“Spero
che tu abbia passato una notte migliore della mia,
Andromeda…” le dissi guardandola con un mezzo
sorriso, e per risposta, il falco mi morse affettuosamente
l’orecchio. Mi sporsi sul tavolo e afferrai un biscotto, poi
glielo porsi, e lei lo prese con il becco, prima di svolazzare sopra un
mobile e sgranocchiarselo in santa pace. Sospirai e finii di bere il
mio caffè. Mi alzai in piedi e mi stiracchiai. Potter non mi
toglieva gli occhi di dosso, e questa cosa mi dava notevolmente
fastidio. Anche perché non mi guardava male, o
maliziosamente, ma con nostalgia, con dolcezza e quasi con commozione.
“Potter,
la smetti di fissarmi!! Mi dai sui nervi!” gli intimai ostile.
“Scusami…ma
vedi è più forte di me…assomigli
così tanto a Sirius” fu la sua lieve risposta. Se
non fu una mia allucinazione, i suoi occhi s’inumidirono
appena, prima di tornare accesi e vivi come sempre. Sbuffai contrariata
a quell’affermazione, poi, d’un tratto, sentii
bussare alla porta. Ebbi un attimo di leggero panico. Avevo addirittura
dimenticato la bacchetta su! Il moro si alzò di scatto e
sembrò leggermi nel pensiero.
“Tranquilla,
non sono i Mangiamorte che sono venuti a reclutarti…o
almeno, non ancora…” e si avvicinò alla
porta principale della casa in fondo all’ingresso. La
aprì e tre figure ben distinte entrarono dentro. La prima
era di un uomo dall’aria un po’ malaticcia, i
capelli color sabbia, gli occhi vacui e ambrati, e un enorme graffio
sulla guancia sinistra. Quest’uomo abbracciò Harry
e si scambiarono una sguardo triste e complice. Poi, posò lo
sguardo curioso su di me, guardandomi da capo a piedi. Finalmente lo
riconobbi.
“Bene
bene…Remus Lupin…l’amico di mio padre,
il lupo mannaro…sei ridotto peggio di come ti ho visto nei
ricordi di mia madre, sai?” gli dissi fissandolo con disgusto
e superiorità. Lui si avvicinò notevolmente a me,
senza staccarmi gli occhi di dosso. Poi sorrise.
“Fuori se
così “Sirius” ma dentro sei
così “Black”…non avrei mai
creduto che sua figlia potesse essere come te,
Siria…” rispose malinconicamente.
“Ehi
scusa, cos’è tutta questa confidenza fra noi due?
Non mi sembra che ti abbia autorizzato a chiamarmi con il mio nome!
Nessuno lo deve fare…mi ricorda sempre quel laido di mio
padre” feci offesa. Poi spostai l’attenzione su una
ragazza abbastanza giovane, da lunghi capelli grigi scuri con sprazzi
viola, gli occhi chiari e vuoti, l’espressione spenta.
“Tu chi
saresti?” le chiedo con arroganza e superiorità.
“Tonks…la
figlia di Andromeda” rispose con tono fiero.
“Non ci
posso credere!! La mezzosangue di casa Black! Non ti vergogni a
presentarti nella casa della Nobile e Antichissima famiglia
Black?!?!” esclamai decisamente alterata, ma non aspettai
risposta, perché la mia attenzione si spostò
ancora, su un nuovo basso e corpulento, sfregiato sul tutto il fiso, e
con un occhio magico.
“Malocchio
Moody, il famoso Auror…ora si che in questa casa
è entrata davvero la peggio feccia! Nonna
perdonami!” dissi unendo le mani in segno di preghiera,
ruotando gli occhi. Poi li puntai su Potter.
“Che ci
fa questa gentaglia qui?” gli chiesi, ma non ebbe il tempo di
rispondermi, perché Moody mi si avvicinò molto
minacciosamente.
“Senti
piccola mocciosa arrogante e saccente, levati di dosso
quell’aria di superiorità perché non
posso tollerare una cosa del genere! Siamo venuti qui per sorvegliarti
anche se avrei il grande impulso di legarti da qualche parte e
aspettare che ti venghino a prendere i mangiamorte! La vera feccia
siete voi maniaci del sangue puro, assassini e razzisti!”
urlò l’auror inaspettatamente. Rimasi leggermente
stupita ma non lo diedi a vedere, ovviamente, e continuai a guardarlo
con disprezzo e ostilità.
“Primo,
io mi tengo tutte le arie che mi pare, secondo, io non ho bisogno di
protezione, terzo, che venghino pure i mangiamorte, sono i ben accetti
in casa mia! Quarto, non osare a dare della feccia a me e alla mia
famiglia, perché noi almeno siamo dei veri maghi, al
contrario di mezzosangue e lupi mannari!”gli risposi con
astio, ma senza urlare. Lupin si avvicinò al vecchio mago e
gli fece cenno di andare indietro.
“Vedi,
Silente ci ha incaricato di proteggervi, e così noi faremo.
Mi dispiace se la nostra presenza non ti è gradita, ma non
ci puoi far nulla…dobbiamo rispettare gli ordini, e
così faremo” mi disse calmo. Io sbuffai
sonoramente, con le braccia conserte al petto.
“Non vedo
il motivo della vostra protezione…i mangiamorte di certo se
mi troveranno non vorranno mica farmi del male, al massimo
reclutarmi, e riguardo a Potter…non è il
Prescelto, l’eroe del mondo che ha affrontato il Signore
Oscuro cinque o sei volte?? I mangiamorte gli fanno una
pippa…ho avete paura che ci trovi il Signore Oscuro in
persona? E credte davvero che lui si smuova per due ragazzini?!
Suvvia…” ribattei contrariata. Il lupo mannaro mi
guardò interrogativo, poi fece spallucce.
“Le tue
ragioni le devi esporre a Silente, non a noi. Noi rispettiamo
semplicemente gli ordini…e se ora ci vuoi scusare, avremmo
un certa fame, e sento odore di uova e pancetta!” e con un
sorriso sghembo, Lupin si avviò in cucina, seguito da Tonks
con lo sguardo basso, e Moody che mi avrebbe avadakedrevizzato
all’istante. Potter mi si avvicinò e mi
sussurrò all’orecchio.
“Resisti…devi
solo arrivare al primo di settembre…”
Beh, che
ne pensate?? Vi è piaciuto come capitolo?? In questo chap ho
voluto cercare di far capire più chiaramente i sentimenti di
Siria verso suo padre, ma specialmente verso Harry. Lo odia, e non sa
neanche lei perchè...ma si sa, chi disprezza compra!! XD Per
ora non vi dico altro! Spero che il capitolo sia stato di vostro
gradimento!
GRAZIE
DI AVER LETTO, E MI RACCOMANDO:
RECENSITE!!!!!!!
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Capitolo 5 *** IO ERO UNA BLACK! ***
Buona sera a
tutti!Ed eccomi qua, con un altro capitolo della nostra Siria, che
sfoga una grande rabbia, e non cede alle attenzioni di Harry, che si
preoccupa per lei, più avanti scopriremo anche il
perchè...spero che questo capitolo vi piaccia, anche
perchè si scoprirà ancor di più il
forte carattere di Siria!!Bacioni e Buona Lettura!
La situazione che si
verificava nella mia (e vorrei precisare bene: MIA!NdSiria) cucina era
surreale. O almeno, per me, visto che tutti sembravano essere a proprio
agio. Seduta allegramente al tavolo, c’era la nostra
“scorta”, formata da: un lupo mannaro, migliore
amico di mio padre (che è forse peggio dell’essere
lupo mannaro!); una mezzosangue di cui sono anche una lontana parente
(che schifo!) e un auror pazzo e orripilante. A completare questo bel
quadretto ridente e pezzente c’era Potter, seduto accanto a
Lupin, che parlava allegramente con quest’ultimo, mentre
sorseggiava spensierato una tazza di caffè. Feci un respiro
pronfondo e cercai di mantenere la calma, ma non ebbi molto successo.
Io me ne stavo appoggiata con la schiena sullo stipite della porta, le
braccia conserte al petto, e la bocca arricciata in una smorfia di
disgusto Made-In-Black, che osservavo in cagnesco tutti i presenti. Se
avessi potuto, gli avrei avadakedevrizzati all’istante. Ma
non si meritano neanche che io mi sciupi e vada ad Azkaban per loro!
Quando ad una battuta di Lupin, tutti scoppiarono a ridere, pensavo che
avrei avuto una crisi di nervi. Serei stata più contenta se
fossero venuti i mangiamorte! Ma il bello, è che questo, era
SOLO L’INIZIO!
Bussarono di nuovo
alla porta. Che fosse il Signore Oscuro venuto a sbarazzarsi di tutta
questa gentaglia e a portarmi in salvo, magari su un bel cavallo
bianco?! Se, aspetta e spera! Potter incrociò lo sguardo con
il mio, e sorridendomi dolcemente (provocando in me l’istinto
di tirargli un pugno e rompergli tutti i denti!) si alzò per
andare ad aprire.
“Dimmi
che sono i mangiamorte, per favore!” gli dissi sarcastica.
Lui rise.
“Neanche
questa volta, mi dispiace…” rispose con dissenso,
scuotendo il capo e ridacchiando. No, e chi poteva essere ancora?! Il
moro andò alla porta e l’aprì di nuovo.
Subito una ragazza dai crespi capelli castani (CASTANI!Non
biondi-tinti-male come quelli di Emma-Sgualdrina-Watson!NdA)
buttò le braccia al collo del Prescelto e lo
stritolò (magari!) in un abbraccio mozzafiato. Mio dio che
scena vomitevole!! Presto una tinozza!! Dietro, c’era un
ragazzo alto e dinoccolato con dei folti capelli rossi, una ragazza con
gli stessi identici capelli, solo più lunghi; una donna
paffutella e tarchiata sempre dai capelli rossi (ma cos’era,
un’invasione?!) e infine, un uomo alto e robusto dalla
carnagione scura.
“Harry,
finalmente, non vedevamo l’ora di vederti!!”
esclamò la riccia quasi commossa (la saga del vomito
continua!).
“Già,
era ora!! Stavamo troppo in pensiero per te!”
ribattè il rosso, e l’altra ragazza subito dietro.
“Non ce
la facevamo più!”
“Harry
caro, fatti abbracciare!!” la donna andò in contro
a Potter e lo strinse anche lei in un forte abbraccio. Per favore
uccidetemi!
“Certo,
se vi piace tanto il caro Potter, perché non ve lo prendete
e lo portate con voi?? Almeno mi togliete un peso!” esclamai
sarcastica, guardando ancora più disgustata la scena. Tutti
si zittirono immediatamente e mi guardarono curiosi e stupiti per
almeno un minuto. Ora sì che stavo davvero perdendo la
pazienza!! Vi sembro un fenomeno da baraccone, scusate?!
“Tu…tu
sei la figlia di Sirius?!” mi chiese stupita la donna.
“La
volete smettere di ricordarmelo tutti!! Come se fosse facile essere la
figlia di uno sporco traditore del sangue puro!! Comunque
sì, se v’interessa tanto…” fu
la mia acida e iraconda risposta.
Ok, avrei voluto
prendere qualcosa e sbatterla in testa a Potter, anche se in questo
momento non c’entrava molto, solo così, per
sfogarmi un po’. Se prima mi guardavano curiosi ora erano
proprio sbigottiti. Cos’è, credevano che fossi la
santarella devota al padre, che lo considera un santo, e che vuole
seguire le sue orme da brava Grifondoro?!?! Pazzesco!!
“Ora,
scusate se ve lo chiedo, ma: CHE DIAMINE CI FATE PURE VOI
QUI??” esclamai leggermente alterata. LEGGERMENTE.
“Siamo
venuti per Harry” rispose la riccia guardandomi storta.
“Bene,
l’avete visto? Perfetto, ora quella è la porta, se
lo volete, portatevelo via, almeno se ne va anche tutta la scorta a suo
seguito!”
“La
scorta è anche per te, Siria” disse
l’uomo alto. Io lo guardai un attimo e mi aprii nella mia
solita risata fredda e gelida, che di allegro non aveva proprio nulla.
“L’ho
già detto cinque o sei volte…io non sono in
pericolo! Al massimo sono una potenziale recluta!”
Tutti continuarono
a fissarmi allibiti, senza proferire parola. Sembrava che avessi detto
la scongiura delle scongiure, invece era la sola e semplice
verità. Quando se lo metteranno in testa quegli zucconi che
io non sono come loro? Che io sono una Black, una vera Black, e che non
sono buona?! Ma glielo devo scrivere su un cartellone per farglielo
capire?!
“Ehi,
Black, ascoltami” si rivolse a me, Potter. Sbuffai.
“Loro
sono i miei migliori amici…non trattarli così!
Sono venuti a trovarmi e se permetti, questa è anche casa
mia, quindi loro stanno quanto mi pare!” esclamò
leggermente adirato. Ispirai profondamente, con gli occhi che
sprizzavano scintille incandescenti. Mi avvicinai minacciosa al moro,
arricciando ancora più violentemente le labbra in
un’espressione furibonda.
“Solo una
cosa: vaffanculo, Potter!” gli invei contro, prima di
voltarmi e correre su più veloce della luce. Volevo
allontarmi il più velocemente possibile da lui e tutta
quella feccia, che era venuta a contaminare la MIA casa, la casa dei
MIEI avi, con la scusa che ci devono proteggere. Non potevo tollerare
una cosa del genere!! Era inaudita una tale eresia! In un batter
d’occhio ero nella “stanza
dell’arazzo” e sbattei con impeto la porta, che
solo per un caso miracolato non si ruppe. Mi buttai pesantemente in
terra, e battei forte i pugni sul pavimento scricchiolante, facendomi
senguinare le mani. E le battei ancora, e ancora, dovevo sfogare quella
rabbia incontrastata che mi infuocava l’anima. Chi la voleva
la loro protezione, chi lo voleva l’aiuto di quella plebaglia
che non valeva nulla!! Io ero una Black, l’ultima Black, e
quei poveracci di sotto non mi avrebbero traviata in alcun modo.
Perché io non ero come loro. Io non ero come mio padre. E
avrei voluto urlarlo al mondo, con rabbia, con ferocia, con orgoglio.
La vita mi ha forgiato e fatta crescere così, ormai
è troppo tardi. Loro vorrebbero che fossi la buona
samaritana, e sono rimasti tutti imbambolati quando hanno visto che non
lo sono. Pensavano fossi una piccola “Sirius”
versione ragazza, invece, ero una Black anche nelle unghie e nel
midollo osseo. Ma soprattutto, nel mio sangue, che avrei sempre onarato
sempre perché puro. E se avevano paura che mi sarei unita a
Voldemort…beh, facevano bene ad averla!! Se credevano che
sarei rimasta nella loro società di gentaglia e feccia, si
sbagliavano di grosso! Io avevo una tradizione da onorare, una famiglia
di cui tenere alto l’orgoglio. IO NON ERO COME LORO! E non lo
sarò mai. IO ERO UNA BLACK!!!!!!!!!!!
Tirai un ultimo
feroce pugno al pavimento, con tutte e due le mani grondanti di sangue
copioso. Quel sangue di cui andavo tanto fiera. Guardai per un attimo
quelle goccie fermiglie che mi uscivano dai graffi profondi, poi fissai
per non so quanto l’arazzo della mia famiglia. Ripensai alle
parole di Lupin: “Fuori sei così
“Sirius”, ma dentro sei così
“Black”…”. Chiusi gli occhi, e
una lacrima, una sola e dolorosissima lacrima cadde dalle ciglia tese
del mio occhio sinistro, scendendomi piano sul volto, solcandomi la
guancia, per poi aggrapparsi al mento, e sfociare nel vuoto, per poi
disperdersi nella mia maglia. Io non potevo piangere, anche se avrei
voluto davvero farlo. Solo i deboli piangono. Solo i BUONI piangono. E
io non lo ero. Rimasi così, con lo sguardo perso nel vuoto,
le mani che pulsavano di dolore, la rabbia che sfumava, e il dolore
vivido nel petto. Poi, un bussare gentile mi distolse da quella specie
di stato di trans. Sbuffai.
“Vattene
Potter…” dissi ad alta voce, per farmi sentire
bene. La porta si aprì producendo un tetro sibilo, e la
chioma corvina di Harry Potter si sporse da essa sorridendomi
malinconico.
“Come
facevi a sapere che ero io?” chiese il ragazzo con una nota
di ironia. Io ghignai.
“Chiamalo
istinto purosangue, Potter!” risposi sarcastica. Lui si
avvicinò lentamente a me, fissandomi con
intensità negli occhi. Poi, inaspettatamente, si sedette a
gambe incrociate accanto a me.
“Quale
parte della frase “Vattene Potter…” non
ti è chiara?” gli chiesi acida. Lui mi
guardò ancora, storcendo il naso.
“Tutta, a
dire il vero…” rispose, mentre cercava di
penetrarmi con i suoi occhi smeraldini.
“Mi
dispiace per prima, ma io tengo davvero ai miei amici…forse
non sai cosa vuol dire, ma spero che presto tu lo possa
imparare…”
Distolsi lo sguardo
dal lui, e lo posai decisa sull’arazzo della mia famiglia.
Non risposi, non sapevo cosa dire.
“Non
essere così dura con loro…lo fanno per
noi”
“Io non
gliel’ho chiesto! Io non lo voglio, d’accordo?!?! E
poi non riesco a farci nulla, è più forte di
me…quando capirete che io non sono come voi?”
esclamai cominciando ad adirarmi di nuovo.
“Già…sei
una Black, ormai io l’ho capito…ma ricordati,
essere una Black non ti esonera dall’essere un essere umano,
e da avere un cuore…” ribattè il moro,
guardandomi in tralice. Appoggiai la testa fra le mani. Immediatamente
Potter spalancò gli occhi, essendosi accorto delle ferite
che ci riportavo sopra.
“Siria,
cos’hai fatto sulle mani?!?!?!” esclamò
con un tono che era così stranamente…preoccupato!
Mi voltai sbigottita verso di lui. Mi aveva chiamata per nome!!
Aspettai un attimo per assimilare come fosse stato strano sentirsi
chiamare per nome da lui, poi lasciai perdere, e mi guardai le mani.
Lui fece altrettando, e aveva un’espressione seriamente
allarmata. Me le prese e le osservò crucciato, ma io le
ritrassi immediatamente, un po’ per un lieve bruciore, ma
soprattutto per quel contatto inaspettato con lui.
“Aspetta
qui un attimo…” mi disse, alzandosi velocemente e
uscendo in fretta dalla stanza. Tornò subito dopo con una
cassettina rossa con sopra una croce bianca. Ne tirò fuori
una bottiglietta con del liquido verde e del cotone. Versò
quel liquido su quest’ultimo, poi si rimise a sedere davanti
a me.
“Stendi
le mani” mi disse calmo. Io aspettai un attimo, lanciandogli
uno sguardo scettico, poi, con lentezza esasperante, le stesi davanti a
lui. Il ragazzo molto delicatemente mi passò il disinfettante su
tutte le ferite, facendoci una leggera pressione, e pulendole per bene.
Sentii un lievissimo bruciore, ma non feci una piega, e continuai a
fissarlo mentre lo vedevo accigliato nel prendersi cura di me. Fu una
cosa talmente strana da sembrare raccapricciante. Finito con il cotone,
prese una garza, e mi fasciò accuratamente le mani. Infine,
alzò lo sguardo e mi sorrise.
“Ecco
fatto…stai meglio, ora?” mi chiese anche troppo
premuroso.
“Come
prima…potevi anche risparmiarti tutte queste
attenzioni…” risposi secca, con acidità.
“Grazie
proprio non esiste nel tuo vocabolario, eh?”
“Sì,
ma non vedo perché dovrei dirti grazie ora visto che non te
l’ho chiesto io!”
Il moro
ridacchiò e mi guardò esasperato. Poi si
alzò e mi porse una mano per aiutarmi ad alzare. Io la
fissai inarcando il sopracciglio, poi appoggiai entrambe le mie mani
sul pavimento e mi detti una spinta, alzandomi da sola. Mi scossi i
vestiti. Potter mi sorrise. Ma perché sorrideva sempre?!
“Oggi
andiamo a Diagon Alley a prendere i libri che ti servono per la
scuola…” asserì il moro.
“Andiamo??
Chi?” chiesi titubante.
“Tu, io e
uno della scorta...” rispose. Io sbuffai sonoramente.
“Se
proprio devo…” e detto questo, mi dileguai dalla
stanza, sotto lo sguardo rassegnato di Potter.
Bene, che ne dite??
Vi è piaciuto?? Un po' forte e turbolento, specie per i
pensieri di Siria, ma credo che la fine lo
compensi...riuscirà Harry a far cadere le difese della
ragazza Black?? Uhm, chi lo sa!! Spero che il capitolo vi abbia
soddisfatto!! Grazie a tutti quelli che hanno letto!!
Ringraziamenti
singoli:
Per
Nikoletta: Ciao! Grazie mille della recensione, sono molto contenta che
la mia storia ti piaccia!! Siria è davvero pazzesca! Al
prossimo chap, bacioni!
Per
anonimo: Beh, prima di tutto mi scuso per questo piccolo errore di
distrazione, ma visto che avevo molta fretta, e dovevo scrivere il
capitolo dell'altra mia storia, non ho avuto il tempo di rileggere la
FF, cosa che avrei fatto la sera stessa insieme all'altra storia. Credo
comunque che la tua recensione sia superflua, antipatica, e anche fuori
dal regolamento, che dice chiaramente che bisogna lasciare un parere
motivato e articolato sulla storia, non un semplice "bella continua" e
neanche il far notare solo un banalissimo errore di battitura (visto
che non mi pare di aver messo l'h a tutte le preposizioni "a", ma solo
aver avuto una svista verso la fine! Scusa tanto se errare è
umano!) di cui mi sarei accorsa io stessa a breve. Se vuoi lasciarmi
delle recensioni, gradirei altamente, prima di tutto che ti firmassi
(troppo facile essere anonimi per fare i perfettini puntigliosi che
alla prima insignificante imperfezione te la fanno notare!), e secondo,
che mi esponessi un vero parere sulla storia, e dopo, farmi notare le
imperfezioni!! Non ti biasimo perchè l'hai fatto, ma
perchè hai fatto SOLO quello. Anche perchè, come
ti ho già detto, è fuori dal regolamento. Alla
prossima recensione MATURA (sempre che tu la possa formulare!)
Per Pyros
Ikari: Ciao! Grazie mielle della recensione e dei complimenti, mi fa un
sacco piacere che ti piaccia la mia storia!! Siria è davvero
"stronzamente adorabile" ne sono sempre più orgogliosa ogni
pagina che passa!! Alla prossima, bacioni, continua a seguirmi, mi
raccomando!
Per
Summers84: Ciao! Eh sì, proprio carattere Black!! Sono
contenta che sia così, perchè mi ci sono
impegnata davvero per farla venire così!! Grazie mille della
recensione, al prossimo chap!! Bacioni!
Per
Selene_90: Ciao!!Grazie mille della recensione, sono così
contenta che ti piaccia la storia!!!!!!!!!!! Hai ragione, Siria
è stronza, ma anche a me piace molto!! Sulla coppia
Harry/Siria non ti possa anticipare nulla, però qualcosa
succederà...non subito, un po' più avanti...ma
succederà!! Bacioni, al prossimo chappy!!
...---*Alexa*---...
|
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Capitolo 6 *** Never say thanks! ***
Ciao a tutti!!
Eccomi, con un altro chap di questa strana storia!! Purtroppo vi devo
dare una brutta notizia:
Domani
parto, vado a Londra per comprare l'ultimo e attessisimo libro di Harry
Potter, che mi ruberà molto tempo, e m'impegnerà
tantissimo in questi giorni, quindi, non so con che frequenza
potrò postare e scrivere. Inoltre, quel libro
avrà un forte impatto emotivo su di me, e non so come
potrò reagire. Non so se lo finirò
tranquillamente, facendomene una ragione, o piangerò a
dirotto e mi dispererò per settimane non volendo accettare
che la cosa più bella del mondo è arrivata alla
fine. Vi dico solo che a un'ora dall'uscita dell'ultimo libro, mi sento
euforica e disperata allo stesso tempo. E piango di felicità
e di tristezza. Non può essere già finito!!
Ma ora
basta crogiolarmi nel dolore, e vi lascio il mio ultimo capitolo prima
di aver letto Harry Potter and the Deathly Hallows!! Bacionissimi!
Mi buttai
all’indietro i capelli corvini, prima di legarli di nuovo in
una crocchia stretta, in modo che non nessun ciuffo ribelle uscisse e
mi andasse sul viso. M’inginocchiai e cercai nel baule la
bacchetta e i soldi. Quando mi alzai mi posizionai scettica davanti
allo specchio, con le mani sui fianchi e l’espressione
perennemente insoddisfatta. Avevo addosso un paio di hot-pans viola
scuro, con un foulard legato in vita a mo’ di cintura, una
maglia a mezze maniche di un viola appena più chiaro, con
davanti uno strato di pizzo ricamato con filo dorato, e ai piedi un
paio di all stars, sempre viola, ovviamente. Sbuffai. Era raro che mi
piacessi. A parte il fatto che ero troppo magra, c’era la
cosa che mi dava più fastidio di tutti: assomigliavo troppo
a mio padre. Mi allontanai scontenta dallo specchio con
l’espressione scocciata. Presi il sacchettino di velluto
(viola) con dentro alcune decine di galeoni e me lo misi in tasca. In
quel momento, sentii bussare.
“Che
vuoi, Potter?” esclamai irritata in direzione della porta. Il
ragazzo entrò nella stanza e mi guardò
dall’alto al basso con sguardo indecifrabile.
“Ti piace
il viola, per caso?” mi chiese con sarcasmo. Io lo fulminai
con lo sguardo.
“Se sei
venuto qui per fare lo spiritoso, allora puoi anche tornartene da dove
sei venuto…” gli risposi acida, fissandolo in
cagnesco.
“A dire
il vero, era venuto a vedere se eri pronta, tra poco dobbiamo
andare…” ribattè leggermente
indispettito, continuandomi a guardare. Io mi sporsi sul letto per
prendere la bacchetta, poi la misi nella tasca di dietro degli shorts,
nascondendone una parte con la maglia.
“Non
dovresti metterla lì, sai…” fece il
moro guardandomi con le braccia conserte al petto. Aveva dei jeans
leggermente strappati, una T-shirt bianca con il colletto rigido,
bordata d’oro, e un paio di All Star bianche.
“Ma a te
non va mai bene niente?!” esclamai infastida.
“Guarda
che lo dico per te!! Moody mi ha raccontato di un incidente
sconveniente ad un suo amico che è rimasto
senza…” e mi lanciò uno sguardo
eloquente. Sbuffai ancora (era mio solito farlo, se non ve ne siete
accorti! NdSiria) e la tirai fuori ancora.
“E dove
la metto, Signor-Mi-Preoccupo-Tanto-Per-Te?!” feci con
sarcasmo. Ill moro fece spallucce.
“Mettila
in borsa…” disse.
“Ci
vediamo giu fra cinque minuti, e si va…”
continuò, prima di uscire velocemente dalla stanza, senza
darmi il tempo di ribattere che io non portavo quasi mai le borse.
Pazienza, chi lo ascolta quel ragazzetto insignificante?! E con
dispetto, rimisi la bacchetta nella tasca di prima, solo a
punt’all’in su…andai veloce in bagno, mi
sciacquai la faccia e lavai le mani. Gettai uno sguardo crucciato al
mio riflesso nello specchio, e infene mi accinsi a scendere al piano di
sotto, dove all’ingresso, il ragazzo dai capelli corvini mi aspettava con le mani in tasca e
l’espressione pensierosa.
“Eccomi
Potter…chi ci accompagna?” dissi quando gli fui
davanti.
“Tonks”
rispose prontamente il moro. Mi aprii in una smorfia di disgusto.
“Beh,
tanto erano tutti sullo stesso livello d’impurità,
non poteva esserci di meglio” feci tra me e me, con amara
consolazione.
“Vieni,
andiamo in soggiorno, almeno si parte…” disse il
moro, avviandosi nella stanza in fondo al corridoio.
“Si usa
la polvere volante?” gli chiesi io. Il ragazzo
annuì. Entrammo in sala e vidi Tonks seduta sul divano con
uno strano sguardo vaquo. Si era accorta che essere una mezzosangue era
davvero una cosa disgustosa e immaginava qualche modo per suicidarsi??
“Oh
ragazzi, eccovi!” disse con voce un po’ spenta. Si
alzò e prese il vaso della polvere volante, per poi porgerlo
a Potter.
“Prendine
una manciata, Harry” lo invitò lei. Il moro
sollevò una mano, ne prese una manciata, e poi
entrò nel camino.
“Vai
anche tu, Siria…andiamo tutti insieme…”
disse la giovane auror. Avrei voluto ribattere sul fatto che non sarei
per principio dovuta andare insieme ad una mezzosangue eccetera
eccetera, ma non ne avevo davvero voglia, volevo solo andare in
quell’insediamento magico, comprare quelle quattro cosucce,
e tornare a casa. Così, sbuffando (non sia mai detto che non
lo faccia!!NdSiria!) entrai nel camino, e quando anche Tonks
entrò, mi ritrovai praticamente spiaccicata contro Potter,
che sembrava decisamente imbarazzato. Si riprese momentaneamente, e
disse forte e scandito: “Diagon Alley!” gettando la
polvere per terra. Grandi fiamme verdi s’innalsarono su di
noi, e in pochi secondi ci ritrovammo nel tanto famoso insediamento
magico, tutti impolverati e con la fuliggine sui vestiti. Tossicchiai
e mi pulii i vestiti, scuotendoli con le mani fasciate. Poi alzai lo
sguardo su una distorta via di negozi eccentrici, che vendevano cose di
ogni specie e forma. Decine di maghi frettolosi camminavano
su quella strada, facendo i propri acquisti più velocemente
possibili per tornare a casa in fretta. Brutta, bruttissima la paura.
Ci distorce la mente, la ragione, ci fa fare cose che non avremmo mai
creduto, ci annienta le difese, ci distrugge lentamente. Lanciai uno
sguardo sbieco a Potter che mi guardò eloquente. Poi
c’incamminammo verso la libreria del paese magico.
“Ma io
non so che libri devo comprare!” dissi improvvisamente, come
rischiarata da un lapsus momentaneo.
“Non ti
preoccupare…io ho la lista!” rispose Potter
tirando fuori dalla tasca dei suoi jeans un pezzo di pergamena piegato
e un po’ stropicciato. Me lo porse e io lo presi aprendolo, e
leggendo tutti i titoli. Arrivammo alla libreria, ed entrammo mentre mi
guardavo in torno curiosa. Gli scaffali erano traboccanti di libri, e
c’erano pile sconnesse e in equilibrio precario praticamente
dappertutto. Uno strano tepore dovuto alla grande presenza di carta
aleggiava nell’aria. Ci avvicinammo alla cassa, e chiesi poco
cortesemente al commesso i libri che mi servivano per la scuola. Lui
annuì e sparì dietro a degli scaffali.
“Lo sai
che la gentilezza è gratuita?? Non ti costa niente essere
gentile!” mi rimbeccò Potter, appoggiandosi con un
gomito al bancone.
“Neanche
essere sgarbata mi costa nulla, e pensa che fortuna, mi viene anche
naturale!” gli risposi con sarcasmo, mentre continuavo a
guardarmi in torno con interesse. Adoravo leggere, i libri mi avevano
sempre affascinato, specie se trattavano di argomenti misteriosi, come
la magia nera, o la mitologia. Inoltre, mi piaceva molto
l’odore delle pagine dei libri. Era l’unica cosa
che riusciva a rilassarmi davvero.
“Ti piace
questa libreria?” mi chiese il moro, notando il mio sguardo
perso e curioso.
“Le
librerie mi piacciono tutte solo per il semplice fatto che sono
librerie, e che costudiscono le cose più sacre del mondo: i
libri” risposi con una voce molto più bassa e
senza acidità.
“Anche
quelli scritti dai mezzosangue?”
“Ora non
ti allargare, Potter…”
Il ragazzo
ridacchiò esasperato e posò il suo sguardo
smeraldino su di me.
“Se non
fossi così piena di pregiudizi, su questo punto andresti
molto d’accordo con la mia migliore amica Hermione. Anche lei
ama i libri, e li considera sacri” disse pensieroso.
“Stai
parlando di quella ragazza di stamattina che ti voleva stritolare
abbracciandoti e purtroppo non c’è
riuscita?!” chiesi riacquistando il mio solito sarcasmo
pungente che ormai era il mio ossigeno.
“Sì,
di lei…” confermò il ragazzo.
“E con
quegli altri due pel di carota, siete tutti degli allegri
Grifondoro?” continuai senza staccare lo sguardo da tutto il
ben di dio che mi circondava.
“Sì,
ovviamente…”
“Meno
male, almeno non dovrò più sopportarvi
ventiquattr’ore su ventiquattro arrivati a
scuola…i dormitori dei Serpeverde sono molto lontani da
quelli dei Grifondoro?” gli chiesi interessata.
“Parecchio
direi…ma tu, sei così estremamente sicura di
finire a Serpeverde?” continuò Potter scettico. Mi
girai di scatto verso di lui, guardandolo con tanto d’occhi.
“Sei
rimbambito per caso?! Certo che sono estremamente certa di finire a
Serpeverde!! Dove dovrei andare, scusa, a Grifondono?! Ma fammi il
piacere!” esclamai costernata.
“Io non
la escluderei come ipotesi…sai come si dice, tale
padre…”
I miei occhi
s’ingettarono di rabbia, mentre guardavo il moro dopo che
aveva pronunciato quelle parole raccapriccianti. Gli puntai il dito
contro, e gli sibilai iraconda.
“Io-non-sono-come-mio-padre!
Chiaro, Potter?”
Lui mi
guardò intensamente, incastonando i suoi smeraldi nei miei
pozzi di pece.
“Cristallina…”
Finalmente in
commesso tornò con tutti i libri che mi sarebbero serviti
per la scuola. Pagai e senza neanche salutare, uscii dalla libreria a
passo di marcia, e la rabbia che mi gorgogliava nel petto e mi
traboccava dagli occhi. Potter mi si affiancò e fece pre
prendermi la borsa dei libri.
“Dai,
vieni te la porto io…” mi disse cordialmente, ma
io gli scansai la mano e lo guardai ancora più incazzata.
“Io non
ho bisogno di aiuto, Potter! Da nessuno!” gli dissi con tono
alterato. Lui annuì tristemente.
“Scusami
per prima…”
“No, non
ti scuso!! Io non scuso mai nessuno per principio, mi sono
spiegata?!” esclamai con il tono di voce che si stava alzando
incontrollabilmente.
“Allora
dimentica, se non puoi scusarmi…ma avevo sempre la speranza,
o l’illusione, che tu potessi essere come Sirius, almeno un
po’…ma mi sbagliavo, non c’è
niente di lui in te…”
A quelle parole mi
rallegrai quasi. Finalmente qualcuno l’aveva capito che io
non avevo niente a che fare con Sirius Black.
“Dove
dobbiamo andare ora?” gli chiesi, tornando ad avere un tono
di voce normale.
“Da
Madama McClan per la divisa scolastica…” rispose
il ragazzo sorridendomi allegro. Voltai lo sguardo e continuai a
camminare, con Potter accanto e Tonks a seguito, che si guardava sempre
in torno. Che cosa angosciante!! Arrivammo al negozio di Madama McClan,
ed entrammo solo io e Potter, mentre Tonks rimaneva fuori a controllare
l’entrata. Una donna abbastanza corpulenta si
affacciò da dietro un divisorio e ci sorrise poco convinta.
“Salve
ragazzi…che cosa desiderate?” chiese dolcemente.
“Che
questa tortua finisca…” sibilai fra i denti.
“Una
divisa di Hogwarts per lei…” rispose Harry
ricambiando un sorriso tirato. La donna si avvicinò a me e
mi squadrò dall’alto in basso.
“Non
l’ho mai vista qui, Signorina?” fece lei inarcando
il sopracciglio.
“Black!
Signorina Black!” risposi con il mento alto e il petto che mi
si gonfiava di orgoglio. Madama McClan mi guardò un
po’ sorpresa, poi annuì.
“Una
divisa per Hogwarts, ha detto, giusto?? Bene, salga su quello
sgabello” fece la donna indicandomi un piccolo sgabello fra
due divisori, davanti ad uno specchio. Ci salii sopra, mentre Potter si
appoggiava al muro, guardandomi in tralice, e unendo le braccia al
petto.
“Che
casa, Signorina Black?” mi chiese mentre mi prendeva le
misure.
“Per la
verità…” cominciò Potter, ma
io lo interruppi.
“Serpeverde”
dissi decisa. La donna annuì, e mi mise addosso una divisa,
cominciando a scorciarla e stringerla, finchè non fu della
mia misura precisa. Vidi che aveva dalla parte sinistra la ricamatura
di un serpente, e i bordi erano verde-argento. Un accoppiamento di
classe, non c’è che dire.
Decisi che mi ero
stancata dei miei vestiti, così ne comprai altri, alcuni
facendomeli fare su misura lì per lì. Risultato,
uscii un quarto d’ora dopo dal negozio, con non solo tre
divise di Serpeverde, con annessi sciarpe, cappelli e cravatte, ma
anche una decina di visti tutti neri e viola.
“Certo,
non ti sbizzarrisci molto con i colori tu…” mi
disse Potter con ironia, mentre mi portava due pesanti borse (purtroppo
fu obbligo visto che avevo due mani sole!).
“Se a me
piace il nero e il viola, che ci posso fare io!” risposi, ma
questa volta il mio tono era più rilassato e meno acido.
“Ora cosa
avete da comprare?” mi chiese Tonks.
“Mi manca
un po’ di pergamena, piume e robe varie. Per il resto, tipo
calderoni, ingredienti, manici di scopa e roba varia, ho
tutto!” dissi.
Ci avviammo verso
la cartoleria. Dopo poco ne trovammo una e ci avviammo dentro. Girai
lentamente lo sguardo verso le piume che erano esposte, e ne presi tre:
una nera, una viola, e una blu cobalto. Feci scorta di pergamene, e mi
sbizzarrii nel comprare inchiostro nero e colorato. Ne trovai uno
bellissimo verde smeraldo, che s’intonava benissimo al colore
della mia casa. Ma la cosa più atroce che successe, e di cui
io ancora non mi capacitavo, anzi, che cercavo d’ignorare
bellamente, era che la prima cosa che pensai quando vidi
quell’inchiostro fu: “Caspita, sembra il colore
degli occhi di Potter”.
“Preso
tutto?” mi chiese il diretto interessato dei miei pensieri,
facendomi ritornare alla realtà.
“Sì,
credo di sì” gli risposi un po’ brusca.
Lui annuì e ci avviammo insieme alla cassa.
Guardò le piume che avevo scelto e rise.
“Ma
allora la tua è proprio una mania!!”
esclamò sempre mentre rideva. Aveva il volto piegato in una
deliziosa smorfia di ilarità, e la sua risata si disperdeva
soave nell’aria. Un attimo, ho per caso detto deliziosa?!?!
Santo Salazar, sto dando di matto!
“Beh, non
hai tutti i torti in fondo…però non ci posso fare
nulla…” gli risposi, storcendo la bocca. Lui si
sporse verso uno scaffale, e prese una piuma bianca. Pensavo che fosse
per sé, invece, quando l’ebbe pagata, me la dette.
“Tieni…vedi
se prima o poi ti passa quella mania!” disse ridacchiando
allegro. Io presi la piuma e la infilai nella borsa della cartoleria.
Lo guardi in quegli occhi smeraldini, che brillavano di speranza, e
pensai che anche se odiavo tutto di lui, quegli occhi erano davvero
bellissimi. E anche se molte volte l’avrei voltuo picchiare o
farlo star male come non mai, quegli occhi mi avevano colpito come niente prima d'ora, perché non erano occhi qualunque. Erano davvero magici.
Ecco, sì, quegli occhi, il suo sguardo, pullulavano di magia
allo stato puro. Distolsi lo sguardo dai suoi occhi e mi affrettai ad
uscire dal negozio. Insieme a Tonks continuammo ad avviarci per le
stradine di Diagon Alley, per tornare al camino e prendere la polvere
voltante. Potter mi si avvicinò tranquillo, e mi disse piano.
“Non
riuscirai mai a dirmelo, non è vero?”
Io mi voltai
stranita verso di lui.
“Dirti
cosa, scusa?” chiesi interrogativa senza capire. Lui mi
sorrise dolcemente.
“Grazie!”
E io, per la prima
volta in non so quanto tempo, sorrisi. Un sorriso che non era un ghigno
maligno, ma che celava un’innocente ilarità.
“MAI!”
Bene, spero tanto
che questo capitolo via sia piaciuto, e ringrazio tutti quelli che
hanno letto ed hanno recensito! Purtroppo non posso fare ringraziamenti
singoli, perchè domani mi devo alzare alle 4, visto che ho
l'aereo per London alle 6 e 40! Ragazzi, non vedo l'ora!! Un bacione
grande grande, a Lunedì!! (Sempre se non mi sarò
suicidata prima!!XD dai scherzooooo!!!) Ciao Ciao!
Ps: W HARRY
POTTER AND THE DEATHLY HALLOWS!
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Capitolo 7 *** Mentire è un'arte, e non tutti sono artisti! ***
Ma
ciao a tutti!! Rieccomi finalmente con un altro nuovo chappy!! Compe
potete ben vedere, non mi sono suicidata, anche se sono andata molto
vicina a farlo (vedi capitolo 12 di HP and the Deathly Hallows e mio
profilo, con particolare attenzione ai personaggi che odio e capirete
perchè!XD) ma poi ho pensato a voi, miei carissimi lettori,
e mi sono subito detta che non potevo abbandonarvi, vi adoro troppo!!
Allora, dopo tutta questa attesa, mi ripresento con un chap abbastanza
profondo, l'ultimo prima della partenza per Hogwarts della nostra
Siria!! Chissà che combinerà a scuola!! Vi dico
solo che ho in mente un sacco di cosucce, molte di queste che
riguardano un biondino tutto pepe, estremamente bello e sexy, l'angelo
dannato di Hogwarts, colui che porta il nome Draco Malfoy!! Un nome, un
programma!! Va beh, ora vi lascio al capitolo, spero che vi piaccia!!
Bacionissimi, e ricordate che vi adoro!!
Ps: non ce l'ho fatta a correggere il chap perchè devo
andare assolutamente via, quindi se trovate qualche errore di battitura
passateci sopra, li rivedrò io personalmente stasera!!
Scusate per gli eventuali errori, e bacionissimi ancora!
Feci cadere pesantemente le
borse a terra. Le avrei messe a posto poi, quando avrei dovuto
preparare il baule per andare a Hogwarts. Mi buttai poco delicatamente
sul letto, fissando il baldacchino liso e scuro, e smarrendo la mente
in un mare di pensieri che mi avvolsero senza che neanche me ne
accorgessi. Pensai alla mia imminente entrata nella scuola di Magia e
Stregoneria britannica, a cosa sarebbe successo quando avrei varcato
quella soglia. Ormai sarebbe diventata nota la mia esistenza, e
già fremevo al solo pensare di tutti i pettegolezzi e i
chiacchiericci che si sarebbero innalzati. Pensai a come sarebbe stata
la mia vita fra i Serpeverde, se mi avrebbero accettata come
l’ultima e purosangue Black, o ripudiata come la figlia di
Sirius il traditore, a come sarebbe stato il rapporto fra me e loro,
così uguali ma anche così diversi. Se ci fu una
cosa che però non mi sfiorò nemmeno, fu proprio
il dubbio sulla casa in cui sarei finita. Solo Potter poteva avere
dubbi. Eh già…Potter. Lui e i suoi dannatissimi
occhi. Che rabbia che mi faceva!! E come se mi avesse letto nel
pensiero, sentii bussare la porta.
“Che
vuoi?” feci scocciata, alzando appena la testa per scorgere
la figura del ragazzo dai capelli corvini entrare sulla soglia della
mia stanza.
“E’
quasi ora di cena, e visto che ci tengo al tuo stato fisico (visto che
sei anche troppo magra!) volevo sapere se avresti mangiato quello che
preparavo io o se volevi prepararti tu stessa la cena da
sola…” spiegò Potter, avvicinandosi
piano a me. Io lo fissai inarcando il sopracciglio.
“Puoi
cucinare tu, io ora non ne ho proprio voglia!” risposi,
ributtando la testa indietro. Lui si sedette sul letto accanto a me.
“C’è
qualcosa che non ti piace, o a cui sei allergica…”
“Lo vuoi
sapere per mio discapito o per evitarmene?” gli chiesi
sarcastica, e un ghigno Made-In-Black m’increspò
le labbra. Lui rise, inondando l’aria con la sua risata
cristallina e leggermente irritante. Forse.
“Lo
voglio sapere per il tuo “bene”, non ti
preoccupare…” mi rassicurò.
“Beh,
odio il formaggio e gli asparagi, per il resto non mi viene in mente
niente…”
Il moro continuava
a tenere i suoi occhi smeraldini puntati su di me, mi scrutava
attentamente, come se stesse cercando qualcosa di nascosto. Questo mi
dava noia. Che cosa avevo di tanto anormale per catturare
così tanto la sua attenzione?!
“Sai,
stasera non c’è la scorta con
noi…” disse poi, distogliendo lo sguardo. Io
saltai su come una molla e ghignai allegra.
“Davvero?!”
esclamai giuliva. Lui annuì, tornando a guardarmi.
“Sì,
avevano dell’impegni con l’Ordine, ma credo che ci
sia qualcuno a sorvegliare l’esterno…ma in casa,
siamo da soli…”
Lanciai uno sguardo
sbieco al ragazzo, e un mezzo ghigno mi si aprì di nuovo sul
volto.
“E’
una provocazione, Signor Potter?” feci inarcando i
sopraccigli. Lui ridacchiò e scosse il capo.
“E’
una costatazione…una semplice e INNOCENTE
costatazione…” disse lui, mettendo le mani in alto
e tirandosi appena in dietro. La mia espressione permaneva scettica.
“Lo spero
per la tua incolumità…”
“Perché,
t’interessa??” chiese leggermente sorpreso.
“Beh, no
ovviamente, ma siccome Silente si è raccomandato di non
ucciderci…” e finii con un’alzata di
spalle. Ora era il suo turno di guardarmi scettico, ma si arrese
facilmente, e mi rivolse un sorriso sghembo e poco convinto.
Poi spostò la sua attenzione sulle borse di vestiti che
avevo lasciato a terra, da dove fuori usciva una sciarpa verde-argento.
“Che
succede se non finisci a Serpeverde?” fece il moro. Io lo
fulminai con lo sguardo.
“Impossibile
che non finisca a Serpeverde, te l’ho già
detto…” gli risposi un po’ seccata. Lui
aprì bocca per ribattere, ma neanche un soffio
proferì dalle sue labbra sottili. Richiuse la bocca e
annuì con un fare abbastanza rassegnato. Ma ci fu una cosa
che mi stupì e che non mi sarei mai aspettata. Vidi un lampo
di delusione attraversare i suoi occhi di speranza, che parvero
rattristarsi.
“E’
stata una mia allucinazione, o sei diventato triste?” gli
chiesi incredula. Lui incastonò i suoi smeraldi nella mia
ombra, e sorrise dolcemente.
“Un
po’…” rispose con sincerità.
Rimasi a bocca aperta. Attonita.
“E
perché?” continua sbalordita. Lui fece spallucce e
alzò lo sguardo.
“Beh,
avevo cominciato a…come posso dire…abituarmi a
te…e l’idea che tra pochi giorni praticamente ci
vedremo pochissimo e quando lo faremo ci daremo addosso come la
migliore tradizione ad Hogwarts vuole, un po’ mi
dispiace…e poi…” lasciò un
attimo in sospeso la frase, indeciso se continuare o tacere.
“Beh, so
che quest’idea non ti piacerà per niente, quindi
scusami, ma…tu sei l’unica cosa che mi ricollega a
Sirius. Guardo te e vedo lui. E dovermi ancora una volta separarmi
dall’unica cosa che mi resta di lui, mi fa
sentire…solo…” terminò il
discorso con una certa malinconia. Rimasi abbastanza sconcertata dalla
sua rivelezione. E’ vero, odiavo sentirmi associata a mio
padre, ma le sue parole mi avevano toccato inaspettatamente. Sapevo
molto bene cosa volesse dire sentirsi soli. Era così che mi
ero sempre sentita da quando ero nata. Un moto di comprensione per quel
ragazzo occhialuto, così diverso da me, mi pervase, ma alla
meglio e alla peggio lo respinsi, cercando di rimanere impassibile, con
il mio comportamento distaccato che era d’obbligo per una
Black nei confronti di uno come Potter.
“Ah…”
proferii con un sussurro abbastanza gelido. Sapevo che non dovevo dire
altro, perché qualunque altra cosa sarebbe uscita dalla mia
bocca, avrebbe compromesso il mio orgoglio. Sapete, ero pur sempre un
essere umano anche io, anche sé non potevo darlo a vedere!
“Ti
dispiace?” mi chiese con semplicità. Io scossi il
capo, senza guardarlo negli occhi, ma sperdendo lo sguardo su ogni
particolare della stanza, più possibilmente lontanissimo
dagli occhi del ragazzo che mi sedeva accanto.
“Pensavo
che ti saresti arrabbiata…ma ormai ho imparato a prenderti
con cautela…” disse il Grifondoro con un mezzo
sorriso. Trovai un po’ di coraggio per fissare il moro negli
occhi, ma appena incrociai il suo sguardo, fui costretta a distogliere
il mio. Restamma qualche minuto in silenzio, semplicemente zitti persi
nei nostri pensieri. Poi, d’improvviso, il moro si
alzò.
“Ora vado
a preparare la cena…ti lascio da sola…”
fece prima di voltarsi e posare la mano sulla maniglia. Fu proprio in
quel momento che non riuscii a trattenermi, e quell’unica
silliba mi uscì chiara e nitida dalle mie labbra sottili,
pronunciata con vigore e dolcezza, con sicurezza e dubbio. Con una
celata richiesta di non essere più sola. Non più.
“No!”
Potter si
voltò interrogativo verso di me. Lessi nei suoi occhi la
sorpresa, la confusione e la gioia.
“Aspetta…”
proferii ancora alzandomi in piedi.
“Che
c’è?” mi chiese con dolcezza
esasperante. Io lo guardai intensamente, poi un piccolo e maligno
ghigno m’increspò le labbra.
“Vengo
con te…la solitudine è il primo caso di suicidio,
e poi chi glielo racconta al Signore Oscuro che gli hai tolto la sua
più grande soddisfazione?! Inoltre, voglio contrallare la
cena…non si sa mai che mi avveleni!” mi
giustificai. Il moro rise, ma la sua risata era vuota e un
po’ delusa. Le mie parole erano di menzogna. Avrei voluto
dirgli che non volevo che se ne andasse, che non volevo stare sola, che
la sua compagnia non mi faceva schifo, anzi. Ma il mio orgoglio, mi
aveva obbligata a fingere indifferenza e sarcasmo. Però
caspita, sapevo mentire proprio bene. D’altronde si sa,
mentire è un’arte, e non tutti sono artisti!
“Già…”
pronunciò questa breve affermazione fra le risa, ma mi
sembrò così profondamente sconsolata che credetti
che stesse singhiozzando invece che ridendo. Ma fu solo una mia
impressione. Forse. Potter aprì la porta e me la
indicò con un gesto molto galante.
“Dopo di
me…” dissi un po’ altezzosa, passando
accanto a lui. Cominciammo a scendere le scale piano, accompagnati dal
solito e inquietante scricchiolio. Entrammo in cucina, e il moretto si
mise subito a lavoro, cominciando a trafficare con i fornelli. Io lo
guardavo un po’ stupita, era insolito vedere un ragazzo
così giovane che sapeva cucinare. Apparecchiai in silenzio,
e poi mi misi a sedere, le braccia conserte al petto e lo sguardo fisso
su Potter.
“Ehi
guarda che se continui a guardarmi così mi
consumi!!” esclamò dopo un po’ il
ragazzo ridacchiando. Io non mi scomposi di una virgola.
“Non
guarderei mai “così” uno come
te…piuttosto, stavo pensando…” risposi
un po’ seccata, buttando la schiena all’indietro.
“E posso
avere l’onore di sapere a che cosa pensavi?!”
“No…”
fu la mia pronta risposta.
“Eddai,
per favore…” insistette il moretto. Io sbuffai.
“Ok…pensavo
che guardandoti da qui…sembri un ragazzo normale”
confessai storcendo appena la bocca. Lui si fermò con le
mani sui fianchi e mi guardò stranito.
“Che vuol
dire “sembro” un ragazzo normale?!?! Io SONO un
ragazzo normale!! Non mi pare di avere la pelle verde o due
teste!” ribattè leggermente indispettito. Io
scossi il capo.
“Non in
quel senso!! Certo che te non capisci mai nulla, eh?! Nel senso che non
sembri il salvatore del mondo che ha sulle spalle il peso
dell’umanità…sembri solo un normale
adolescente che si dà da fare perché la mamma non
c’è…” spiegai. A quelle
parole lui s’incupì appena.
“Eh
già…vorrei che tutti guardassero a me come un
ragazzo “normale” e non come al Prescelto, o al
bambino-che-è-sopravvissuto e tutte le altre
minchiate…ma forse dovrò sopportare ancora per
poco…” disse il moro con malinconia io mi alzai in
piedi e mi avvicinai a lui.
“Che
intendi?!” feci stranita. Lui si aprì in una
gelida risata.
“Credi
davvero che sarò in grado di sconfiggere Voldemort?!Andiamo,
lui è il secondo mago più potente del mondo, e io
solo un ragazzino!!! Da quando è tornato sento la morte che
mi alita sul collo! Io…non è facile essere
me!” esclamò con gli occhioni verdi che gli
diventarono improvvisamente lucidi, finchè una lacrima
solitaria passò da sotto gli occhiali rotondi per solcargli
una guancia. Con il pollice gliela asciugai delicatamente.
“Credo
che nessuno pensi che essere te sia
facile…anzi…” dissi in un sussurro,
guardandolo e arriciando le labbra.
“Credo
che nessuno sappia cosa significa essere me…”
“Ora
però non fare la vittima!! Anche perché in
fondo…vittime, non lo siamo tutti?” gli feci
unendo le braccia al petto. Lui annuì.
“E non
piangere più per favore…” feci a mo di
supplica. Lui mi sorrise.
“Certo…”
rispose con sicurezza.
“E non
starti a disperare…come andrà a finire non conta
davvero…l’importante è come affronterai
la cosa, come combatterai il Signore Oscuro…se poi
andrà a finire male, tu saprai di aver dato il
meglio” dissi con sicurezza. Era la stessa cosa che pensavo
della mia situazione, e pensavo fosse appropriato.
“E io e
te, combatteremo contro?” mi chiese triste.
“Beh,
forse…ma lo faremo al meglio, no?” risposi
incerta. Lui mi guardò male.
“Come mi
puoi chiedere di combattere al meglio contro di te?”
“Che
cos’ho io che non va?!” feci un po’
indispettita.
“Non
riuscirei a combattere contro di te…forse tu avresti la
meglio proprio per questo…”
Un mezzo sorriso
malinconico m’increspò le labbra.
“Forse
Potter…forse…”
Lui
annuì e tornò a maneggiare i fornelli. Io mi
sedetti ancora, con la testa persa in mille pensieri e interrogativi.
Improvvisamente il moro si girò e guardò verso la
tavola. Un enorme e raggiante sorriso, come non ne avevo mai visti, gli
si aprì in volto.
“Te ne
sei accorta, vero?” fece contento.
“Di che
cosa?” domandai confusa. Lui sorrise ancora di più
e mi rispose felice.
“Mi hai
apparecchiato accanto a te…”
Beh, che ne
pensate?! Credo che sia un chap particolarmente intenso dove si vede
chiaramente che Harry tiene a Siria, che è particolarmente
confusa, perchè lo odia, ma quando incrocia i suoi occhi se
ne scorda!! In questi ultimi due chap è anche diventata
appena più gentile, ma non fateci l'abitudine chiaramente!!
Mi ero ripromessa d'inventare un personaggio cattivo, bastardo e
arrogante, e non credete che cambi!! Lei rimarrà sempre
Siria!! Nel prossimo chap finalmente si va a Hogwarts, dove la storia
si farà anche più complicata, perchè
si vedranno in primo piano anche i problemi legati alla guerra...beh,
spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto!!
Purtroppo
come ho già detto devo scappare, e non ce la faccio a
ringraziarvi singolarmente (vado sempre di fretta, lo so!!XD) e quindi
lo fo in generale!
GRAZIE a
tutti quelli che hanno letto, recensito (Pyros Ikary, Kaileena,
INFINITY, dilly_23, Dark_Angel, Crist, saretta4ever) e
quelli che recensiranno!! Bacioni!
...---*Alexa*---...
|
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Capitolo 8 *** Che l'avventura abbia inizio! ***
Ciao a tutti!! E'
un'ora un po' improponibile per postare, ma si sa che i miei orari sono
un po' sballati!! Va beh!! Vi avverto che questo capitolo mi
è venuto parecchio lungo (due pagine in più del
normale!XD!) perchè non avevo contato che la mattina a
Grimmuild Place sarebbe venuta così lunga! E quindi si parte
finalmente per Hogwarts, ma non prima che Siria abbia fatto la
conoscenza di due ragazzi che le faranno compagnia tutto l'anno
scolastico!! Di chi stiamo parlando?? Beh, leggete e vedrete!!Spero che
il chap non vi annoii per la lunghezza, ma anzi che vi piaccia di
più!! Ora vi lascio leggere!! Un bacione grande grande!!
Passai gli ultimi giorni a
Grimmuild Place insolitamente tranquilla. Ero riuscita (più
o meno) a farmi una ragione di dover condividere la casa con Harry
Potter, il quale, si rivelava giorno dopo giorno meno insoppartibile.
Sicccome nessun dei due voleva stare solo, passavamo i pomeriggi
insieme, magari anche senza dirci nulla, stare solo fermi a pensare,
leggere, scrivere o qualunque altra cosa, ma con la presenza di qualcun
altro vicina. C’erano dei momenti, in cui sentivo il suo
sguardo premermi addosso, e questo mi metteva a disagio, visto che
sapevo che lui guardava me per rivedere Sirius. Prima di andare a
dormire, una sera, mi sedetti con lui sul divano, e gli dissi.
“Lo so
che per te è dura, ma non si può vivere di
ricordi. Il passato ormai è passato, e tu devi andare
avanti. Puoi anche guardarmi dalla mattina alla sera, ma questo non ti
ridarà mai il tuo padrino. Io sono semplicemente io, e
vedere in me lui, ti alimenta soltanto il dolore, perché tu
sai che comunque ci sono io, e non Sirius, e allora starai ancora
più male. Quindi, te lo chiedo per te, ma anche per me
ovviamente, perché credimi, il tuo sguardo è
davvero penetrante, e sapere che in me vedi quel laido di mio padre, mi
fa accoppanare la pelle: smettila di guardarmi come fossi lui,
è accetta che io non sono Sirius, sono Siria! Prima lo
farai, meglio sarà per entrambi”
Potter mi
guardò intensamente, i suoi grandi occhi smeraldini che
brillavano di nostalgia. Annuì tristemente, e dopo un grazie
sussurrato, fece la cosa più sconsiderata che avesse potuto
mai fare: mi abbracciò. Così, con
semplicità, si sporse su di me e mi cinse con le sue
braccia, poggiando il suo petto sul mio. Io rimasi paralizzata, rigida
e immobile, mentre sentivo il calore del suo corpo che provava a
sciogliere il mio ghiaccio. Illuso. Si staccò dopo pochino,
vedendo che io non accennavo a cottracambiare, e si dileguò
nella “sua” stanza, sapendo di aver esagerato, ma
non pentendosene. Mi aveva lasciato di stucco. Di nuovo. Allora forse
un pregio quel ragazzo ce l’aveva!! Sapeva
sorprendermi…beh, già qualcosa!
La mattina del
primo settembre, me ne stavo beatamente dormendo nel mio letto, persa
nel mondo di Morfeo, tranquilla del fatto di aver già tutti
i bagagli pronti (i quali avevo preparato scrupolosamente la sera
prima!) e sapendo che potevo godermi il piacere del dolce dormire per
un bel po’. Ma non avevo calcolato una cosa: Harry Potter.
Il ragazzo irruppe
nella mia stanza con un’insolita vivacità, e
spalancando le finestre, esclamò tutto pimpante.
“Forza
Siria, sveglia, stamattina bisogna partire, non possiamo stare a
poltrire!!”
Mi girai dalla
parte opposta delle finistre, così da evitare la luce, e mi
avvolsi nel lenzuolo, mettendo la testa sotto il cuscino. Ma forse il
moro non aveva recepito il messaggio, infatti fece il giro del letto e
mi si piazzò davanti, mani sui fianchi ed espressione decisa.
“Siria
andiamo!!Oggi è il primo di settembre, bisogna partire per
Hogwarts!”
“Eclissati
Potter” gli ringhia sempre con il capo sotto il guanciale.
“Eddai,
ho preparato la colazione, e poi dobbiamo prepararci!!”
insistette lui. Alzai la testa, lo fulminai con lo sguardo, per poi
spostare quest’ultimo sull’orologio. Le sette e
mezzo. Le sette e mezzo?!?!?! LE SETTE E MEZZO?!?!
“POTTER
MA TI SEI RINCOGLIONITO TUTTO IN UNA VOLTA?!?! SONO LE SETTE E MEZZO,
IL NOSTRO TRENO PARTE ALLE 11, E IO HO GIA’ TUTTI I BAGAGLI
PRONTI!!! LEVATI DALLA MIA VISTA PRIMA CHE
T’INCENERISCA!!” gli urlai contro rabbiosa. Anzi,
debbo usare un’espressione più appropriata:
incazzata nera!
“Dai per
favore, io li devo finire di preparare, e poi almeno facciamo colazione
insieme!!” continuò il ragazzo. Ma voleva proprio
morire!
“Non me
ne frega nulla dei tuoi bagagli, ne tanto meno della
colazione!!” sbraitai, girandomi ancora e rivolgendogli le
spalle. Ma lui non demorse. Fece di nuovo il giro del letto.
“Siria
dai, non fare così, tanto oggi stiamo tutto il giorno sul
treno, ti riposi!!”
“Secondo
te se ti uccido il Signore Oscuro ci rimane tanto male o se ne fa una
ragione?” chiesi con sarcasmo, girando la testa. Potter si
mise a sedere sul letto.
“Ma
scusa, se ti alzi ora abbiamo tutto il tempo di fare le cose con calma
e per bene…”
“Potter,
forse non ti è chiaro il messaggio…io non mi
schiodo da questo letto minimo per un’altra ora e mezza,
quindi vedi te…” dissi esasperata. Lui
sbuffò sonoramente, ma io lo ignorai. Fu allora che il
Grifondoro si alzò, si sporse verso di me, e mi prese in
braccio con tanto di lenzuolo incorporato, avviandosi fuori dalla
stanza.
“A mali
estremi, estremi rimedi…” si giustificò
ghignando. Io cominciai a sbraitare intimazioni e minacce, per la serie
“ti do in pasto agli Inferi se non mi lasci
immediatamente!”. Mi agitavo fra le sue braccia, e lo colpivo
sulla spalla.
“Ahia mi
fai male!!” imprecò mentre scendevamo le scale.
“Potter
giuro che appena arriviamo giù ti faccio morire a son di
cruciatus!!” urlai in preda ad una crisi isterica.
“Se tu ti
fossi alzata di tua spontanea volontà…”
“Perché
avrei dovuto farlo, è prestissimo!!”
“Non
è mai troppo presto!!”
Aprì la
porta della cucina con il gomito, e appena entrati, mi posò
su una sedia, davanti al tavolo completamente imbandito per la
colazione. Gli lanciai uno sguardo omicida.
“Ti
conviene cominciare a correre, Potter…” esclamai
minacciosa. Lui rise.
“Mi
vorresti uccidere per così poco?! Dai, bevi il
caffè che sennò ti si raffredda!”
rispose, mettendosi anche lui a sedere di fronte a me. Io sbuffai
scocciata e misi il broncio.
“Sei
davvero insopportabile Potter, meno male è
l’ultimo giorno che passiamo insieme!” dissi
irritata. Lui mi guardò male.
“Sempre
se non finisci a Grifondoro…” fece poi ghignando.
Io gli tirai un piccolo calcio da sotto il tavolo.
“Torna
un’altra volta su questa storia e ti farò pentire
di essere sopravvissuto a Voldemort…”
gl’intimai torva.
“Ok, ok,
scusa!”
Io mi avvolsi
meglio nel lenzuolo (che sottolineo mi era rimasto addosso quando
Potter mi aveva presa di forza e portata giù) e lo guardai
imbronciata. Lui mi sorrise.
“Sei
adorabile quando sei arrabbiata, lo sai?” disse con
naturalezza. Io lo guardai con gli occhi fuori dalle orbite.
“Che hai
detto?!”
“Ho detto
che sei adorabile quando sei arrabbiata…”
ripetè scandito. Io inarcai i sopraccigli e lo fissai
scettica.
“Ci stai
provando con me, Potter?” chiesi, stavolta ghignando. Lui
rise ancora e scosse il capo.
“Mai mi
farei tale illusione…” rispose lasciandomi
alquanto sorpresa.
“Ecco,
vedo che sei un ragazzo giudizioso…”
Finimmo la
colazione in silenzio, poi il moro si alzò e andò
su, verso il bagno, ma io fui più veloce, e lo precedetti
nell’entrare nel gabinetto e chiudendomici dentro. Uscii
dieci minuti dopo avvolta in un grande asciugamano bianco di spugna, i
capelli corvini bagnati e sparsi sul viso. Potter era appoggiato alla
parete che aspettava con le braccia conserte al petto. Lo guardai
appena e tornai veloce nella “mia” camera. Mi
preparai e vestii molto sobriamente, un paio di jeans chiari, una
camicetta di raso nera e degli stivaletti di pelle. Mi scossi i capelli
ancora umidi con un asciugamano, per poi legarli in una coda alta.
Controllai i bagagli, dentro c’era tutto
l’occorrente che mi serviva, così presi il baule e
lo portai fuori dalla stanza appena in tempo per vedere passare Potter
sgocciolante con solo addosso un asciugamano bianco legato in vita e i
capelli bagnati e più spettinati del solito. Mi sorrise
leggermente prima di sparire dietro ad una porta. Non potetti far a
meno di notare il suo corpo snello e il suo petto scolpito, con gli
addominali delineati perfettamente.
“Però….”
feci tra me e me, ma scacciai subito l’immagine di Potter in
asciugamano e mi avviai alle scale portandomi dietro il pesante baule.
Dannata restrizione della magia ai maghi minorenni, come minimo ci
cadrò dalle scale con quella maledetta valigia.
Fortunatamente, sul primo scalino mi raggiunse il Prescelto, che prese
il baule e lo portò giù con facilità.
Arrivati in fondo alle scale gli sorrisi con gratitudine.
“Ora
però tu mi aiuti con i miei…” disse
strattonandomi gentilmente per il braccio, riportandimi al piano
superiore. Lo aiutai a ultimare il baule e a chiuderlo, per poi
portarlo giù insieme al mio, e alle gabbie di Edvige e
Andromeda. Arrivò la “scorta” che
comprendeva un Lupin più pimpante del solito, una Tonks
più cupa, e un Malocchio più scontroso che mai.
Verso le dieci e mezzo si partì per King’s Cross
con una macchina stregata dataci in dotazione del Ministero della
Magia. Arrivammo poco dopo nella trafficatissima stazione, dove si
vedeva sfrecciare gente di ogni tipo, per poi scomparire negli
scompartimenti dei treni che partivano anche loro veloci verso le mete
prestabilite. Era incredibile la varietà e la moltitudine di
persone presenti in quella stazione, dai lavoratori ai turisti, dai
residenti ai viaggiatori, dagli inglesi agli stranieri.
“Aspettate
un attimo…voi volete dirmi che il treno per la scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts, parte da una stazione
babbana?!?!” feci incredula. Lupin rise.
“Certo
che no!! L’entrata al binario da cui parte
l’espresso per Hogwarts, sta in questa stazione babbana, ma
può essere oltrepassata solo dai maghi”
spiegò facendo strada fra i binari.
“E che
binario sarebbe?” chiesi confusa.
“Il
binario 9 e ¾!” rispose con ovvietà. Lo
guardai ancora più confusa.
“Il
binario 9 e ¾?!?!?!”
“Sì,
ci si arriva passando fra i binari 9 e 10”
Anche se lui
provava a chiarirmi, rimanevo ancora perplessa, finché non
ci trovammo davanti una colonna di mattoncini con i cartelli che
dicevano 9 e 10, messi ai lati. Potter mi si avvicinò.
“Ora devi
passare attraverso questa colonna. Basta che ci corri incontro, e
invece di schiantarti, ci passerai dentro, ritrovandoti poi al binario
9 e ¾…lo so che è strano, anche io la
prima volta ero parecchio stranito” mi disse a bassa voce. Io
annuii e lanciai uno sguardo sbieco la colonna. Controllai se nessun
babbano mi stesse guardando, per poi dirigermi velocemente proprio
dritta verso la colonna. E invece di andarci a sbattere e
spiaccicarmici direttamente contro, la trapassai, ritrovandomi qualche
secondo dopo, davanti ad un enorme treno scarlatto con
l’insegna “Expresso per Hogwarts”. Il
grande binario era completamente affollato da ragazzi con appresso
pesanti bauli, che salutavano i genitori, o chiacchieravano con gli
amici appena rivisti. Ma in tutti i loro sguardi, c’era una
nota di paura e tristezza.
“Mi
onorerai della tua presenza, durante il viaggio?”
Mi girai di scatto
e notai solo ora che Potter era arrivato insieme ai membri della scorta.
“Visto
che non conosco nessun’altro, credo proprio di
sì” fu la mia secca risposta. Il moro
cominciò a farsi strada fra la gente, fino a che non
raggiunse la Red Family, più annessa la ragazzina ricciuta e
amante dei libri, a quello che mi aveva detto Potter. Rimasi in
disparte, abbastanza lontana, guardandomi in torno incuriosita. Ma ad
un certo punto, un ragazzo mandò a sbattere il suo baule
contro il mio, facendo dondolare la gabbia di Andromeda.
“Ehi ma
che cavolo fai!!” esclamai irritata, tirando indietro il
carrello con i bagagli.
“Oh mio
dio, scusami tanto, ho perso il controllo del carrello, non
l’ho fatto apposta!!” disse desolato.
“Vorrei
anche vedere se l’avevi fatto apposta…”
ribattei, rassicurando un po’ il mio falco, che si era
indispettito. Poi alzai gli occhi sul ragazzo. Aveva dei corti capelli
neri, un viso dai lineamenti delicati, e due grandi occhi blu cobalto
che brillavano d’intensità. La bocca carnosa
incorniciava dei denti bianchissimi. Mi squadrò un attimo
confuso.
“Ohi
aspetta…io non ti ho mai vista prima…di che casa
sei?” mi chiese senza staccarmi gli occhi di dosso.
“Beh,
ovviamente Serpeverde, manca solo la conferma ufficiale del cappello
parlante, però…” risposi ghignando
appena.
“Mi vuoi
dire che sei nuova?”
“Sì…mi
sono trasferita da pochissimo in Inghilterra…”
“Wow,
stupendo, un’altra bella ragazza fra noi Serpi!!Ehi Draco,
hai sentito?!” esclamò girandosi indietro e
facendo un cenno a qualcuno dietro di lui. In quel momento un ragazzo
gli si affiancò, e se non avesse avuto un ghigno un
po’ troppo perfido e sarcastico sul volto, avrei giurato che
fosse stato un angelo. Aveva dei capelli biondissimi, lunghi fino
all’altezza del mento, che gli aleggiavano intorno al collo,
con alcuni ciuffi ribelli gli che gli ricadevano davanti agli occhi.
Forse gli occhi più belli che abbia mai visto: erano un
misto di nebbia e ghiaccio, di neve e tempesta, di un colore che
variava dal celeste chiarissimo al grigio intenso. Erano freddi ma allo
stesso tempo incredibilmente intensi. Aveva la carnagione diafana e le
labbra sottili. Il corpo era muscoloso al punto giusto, snello e
asciutto, eretto in un portamento regale, e trasudava eleganza e
fascino. Senza contare il suo sorrisino provocante e incredibilmente
sexy che aveva stampato in volto mentre mi sguadrava da cima a piedi.
Rimasi appena imbambolata davanti a tutta quella bellezza, e giurai di
non aver mai visto qualcuno di tanto bello in vita mia. Come avevo
già detto, sembravo un angelo salito dall'inferno,
l'incarnazione divina del peccato, il sesso impersonificato in un
ragazzo, e non mi sarei di certo stupita se questo si fosse chiamato
Eros!! Sarebbe stato un nome più che azzeccato!
“Ho
sentio Blaise, ho sentito...” fece con tono interessato al
moretto, prima di rivolgersi a me.
“Come ti
chiami?” mi chiese puntando i suoi occhi di ghiaccio sui miei
di pece.
“Ti basta
sapere che il mio cognome è Black…”
risposi sorridendogli. Tutti e due rimasero alquanto stupiti.
“Black?!
E’ impossibile…” bofonchiò il
ragazzo che doveva chiamarsi Blaise.
“Niente
è impossibile…” ribattei sarcastica. Il
biondino mi si avvicinò.
“Quei
Black? La Nobile e Antichissima Casata dei Black?” chiese
confuso.
“Sì,
esattamente…”
“E di chi
saresti figlia?”
“Prefirerei
dimenticare di chi sono figlia, perché non io sono affatto
come il vile traditore di mio padre, e l'essernene imparentata
così strettamente mi disgusta non poco…”
Lui
spalancò gli occhi.
“Tu sei
figlia di Sirius Black?!”
“Purtroppo…evitate
di ricordarmelo, per favore…”
I due amici si
guardarono un attimo, poi si sorrisero.
“Non
c’è dubbio…è una
Serpeverde!” esclamò il moretto, per poi girarsi
di nuovo verso di me. Ma in quel preciso istante, arrivò
Potter.
“Ehi
Siria ma dove diavolo ti eri caccia…”
esordì per poi bloccarsi di colpo nel vedere i due ragazzi
che mi stavano davanti.
“Bene,
bene guarda chi c’è…come va
Sfregiato?” fece il biondo con tono ostile, guardando in
cagnesco il moro. Lui cottraccambiò.
“Molto
meglio di quanto possa andare a te, Malferret…”
rispose, per poi rivolgersi di nuovo a me.
“Che ci
facevi con loro?!” chiese quasi
arrabbiato. Io feci spallucce.
“Lui
–indicai Blaise- mi è venuto addosso con il baule
per sbaglio, e abbiao scambiato due parole, niente di che Potter, non
ti allarmare…” risposi con non curanza.
“Andiamo
a cercare uno scompartimento nel treno…tanto loro te li
dovrai sorbire tutto l’anno…” e detto
questo mi trascinò praticamente via dai due ragazzi sempre
più perplessi, o almeno quanto me, che non riuscivo
assolutamente a comprendere il comportamento del moro. Salimmo sul
treno con appresso i bagagli e cominciammo a cercare uno scompartimento
libero insieme ai due amichetti di Potter.
Che
l’avventura abbia inizio!
Bene,
che ve ne pare?? Oh, finalmente la nostra Siria si è
scontrata con le mie serpi preferite, ed è rimasta di stucco
davanti a quel ben di Dio che è Dracucciolo!! E ci credo, io
me lo fossi ritrovata davanti, sarei svenuta!! E non dimentichiamoci
del mitico Blaise, il quale stringerà una bella amicizia con
Siria!!E poi c'è Harry, che se non ve ne sieti accorti, era
un po' gelosetto di quei due...solo istinto di protezione o qualcosa di
più?! Boh, chi lo sa! (Forse tu che sei la scrittrice?!
NdTutti *con sarcasmo* Va beh, facevo per dire! NdAlexa) ed il prossimo
capitolo sarà l'arrivo a Hogwarts e lo smistamento. Ma siamo
proprio sicuri che vada a Serpeverde?!?!
Ok
ok, la smetto!!
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto e che recensiranno!!
Un
grazie speciale a: Kaileena1987, dilly_23, crilli (ricorda di
spiegarmi che cosa intendi per buchi! XD) e Dark_Angel per avermi
recensito!! Siete mitiche!!
Bacionissimi
e al prossimo capitolo!!
...---*Alexa*---...
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Capitolo 9 *** Non svegliare il Black che dorme!! ***
Ed eccomi finalmente con il
nuovo capitolo!! Mi scuso per il grande ritardo, ma prima sono partita
per le vacanze, e poi sono praticamente caduta in depressione post-fine
di Harry Potter, spero che sarete comprensivi e capirete. Bene, in
questo capitolo finalmente la nostra Siria arriva a Hogwarts, ha il
primo impatto con i luoghi che sono completamente nuovi, e viene
smistata!Finalmente vi toglierete il dubbio (che secondo me non c'era,
ma va beh!) Spero che sia valsa la pena aspettare!!Bacioni grandi
grandi, e buona lettura!
Aprii svogliatamente gli
occhi, le cui palpebre si erano fatte incredibilmente pesanti. Misi a
fuoco il posto dove mi trovavo: ero in uno scompartimento del treno per
Hogwarts, i due amici di Potter se n’erano andati a
controllare il treno, e io mi ero appisolata sulla sua
spalla…SULLA SUA SPALLA?! Mi scostai di botto, facendo
prendere al moro un bello spavento.
“Ti sei
svegliata, eh?!” fece sorridendo. Io mi strusciai gli occhi.
“Non
volevo appoggiarmi a te…” precisai subito, mentre
mi aggiustavo i capelli.
“E’
che ero stanca, visto che qualcuno stamattina mi ha buttato
giù dal letto ad un’ora
incivile…” continuai tagliente.
“Ora
incivile!!! Erano le sette e mezzo, mica le quattro di
mattina!!” ribattè, ma io lo fulminai con lo
sguardo.
“Comunque
non ti preoccupare…non mi davi noia…”
disse tranquillo.
“Infatti
io non mi preoccupo…” feci sarcastica, buttandomi
all’indietro sul sedile, e posando lo sguardo sul paesaggio
che scorreva veloce al di là del finestrino. Allungai i
piedi e li poggiai sui sedili vuoti di fronte a
me, sbadigliando. Mi voltai verso il ragazzo che mi sedeva
accanto.
“Quanto
manca?” chiesi un po’ troppo gentile.
“Non
molto…credo che dovremmo cominciare a
cambiarci…” rispose alzandosi e sporgendosi per
prendere il baule. Io lo imitai, tirando fuori dalla mia valigia la
divisa scolastica. In fine mi piazzai davanti al moro con aria
minacciosa.
“Voltati,
e non osare sbirciare mentre mi cambio altrimenti giuro che imprecherai
contro il Signore Oscuro per non averti ucciso prima!” gli
dissi torva e lui sembro leggermente spaventato mentre annuiva. Per
sicurezza, con una mossa ripentina gli sfilai gli occhiali, almeno ero
più sicura che anche se si fosse girato, non avrebbe visto
nulla. Poi, con la velocità della luce mi cambiai, senza
indossare però ne cravatta, ne tunica, che mettevano
chiaramente in mostra lo stemma di Serpeverde. Preferivo indossarli
quando avrei avuto la conferma ufficiale. Restituii gli occhiali a
Potter, e mi voltai verso il finestrino, dandogli le spalle e
permettendogli di cambiarsi. Guardai le colline dal manto smeraldino
sfrecciare veloci sotto un cielo decisamente ombroso. Poi, lo sguardo
mi cadde involontariamente sulla sinistra del finestrino, dove si
vedeva il riflesso del ragazzo che si cambiava. Il suo fisico tonico
era di nuovo in bella vista. Distolsi immediatamente gli occhi da
lì, leggermente imbarazzata, e gli puntai per terra. Dannato
Potter!
“Ho
fatto…” disse Potter con voce atona, e io mi
girai, sedendomi di nuovo. Passammo il resto del viaggio in una specie
di silenzio che sembrava infastidire un po’ il ragazzo. Io
ero immersa in una interessante lettura e non avevo nessuna intenzione
di venirne fuori. Finalmente il treno si fermò e si
sentì tutto il trambusto degli studenti che facevano per
uscire. I due amici di Potter tornarono per riprendere i bagagli, io
trascinai fuori dallo scompartimento il mio baule. Feci andare avanti
Potter e lo seguii un po’ incerta. Usciti dal grande treno
scarlatto, ci dirigemmo verso delle strane carrozze trainate dal
niente. Mi guardavo quasi febbrilmente intorno, attirata da tutto
quello che c’era, e che per me era nuovo e sconosciuto. Salii
su quella strana carrozza nera insieme a Potter, e subito dopo ci
alzammo in volo. Fra la familiare foschia che accompagnava da tempo
l’atmosfera inglese, scorsi la grandiosa scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts. Un enorme castello che riportava alcuni tratti
gotici, pieno di torri e torrette di varie grandezze, con grandi
finestre delle quali molte illuminate, e dall’aria
incredibilmente maestosa e imponente, era stanziato su una collina e
sembrava vegliare su un grande lago scuro. Al cospetto di
quest’ultimo c’era un grande parco, in cui si
scorgeva un campo da Quidditch. Poco lontano dal parco, c’era
una foresta incredibilmente inquietante. Quel panorama era
infinitamente suggestivo e spettacolare.
“Bello,
vero?” mi sussurrò Potter all’orecchio.
Io mi girai e storsi la bocca.
“Favoloso”
dissi inarcando le sopracciglia. In pochi minuti la carrozza
atterrò davanti alla sontuosa entrata del castello. Scesi
cominciando a guardarmi in torno sempre più curiosa,
puntando gli occhi su tutto, annusando addirittuara l’aria
che mi sembrava differente. Ad un certo punto, quando ebbi posato il
baule, vidi una signora dall’aria austera e
l’espressione rigida e severa avvicinarmisi impettita.
“Signorina
Black?” mi fece quando mi fu davanti.
“In
persona” risposi leggermente spocchiosa. Lei mi
sguadrò dall’alto in basso per un attimo.
“Io sono
la Professoressa McGrannitt, e la pregherei di seguirmi insieme ai
ragazzi del primo anno, per spiegarle la formula di
smistamento” disse fermamente, e senza aspettare nemmeno un
mio cenno, s’incamminò verso una fredda scalinata
di pietra. La seguii svogliatamente, ritrovandomi davanti un immenso
portone di legno massiccio, e un gruppo abbondante di primini
incredibilmente bassi. La Professoressa McGrannitt spiegò in
come venivano suddivisi i ragazzi, e con che criterio.
Spiegò delle quattro case e del Cappello Parlante. Poi si
rivolse direttemente a me.
“Lei
aspetterà appena fuori dalla Sala Grande, ed
entrà dopo l’annuncio del Preside, per poi essere
smistata, tutto chiaro?”
Io annuii
distrattamente, tenendo la tunica in braccio e la cravatta in tasca.
Non avrei dovuto aspettare ancora molto per indossarle. Finalmente!
I primini entrarono
nella Sala Grande (che solo quando vidi mi resi conto che non ci poteva
essere nome più azzeccato!) spaesati e leggermente
intimoriti, mentre si guardavano in torno sconcertati e sorpresi. La
cerimonia dello smistamento non fu molto lunga, e piano piano, tutti
gli studenti del primo anno si erano adeguatamente posizionati al
tavolo della propria casa, e io cominciai a fare capolino dal portone,
essendomi stancata di stare lì a non fare niente. In quel
momento Albus Silente si alzò dalla sua poltrona centrale.
“La
cerimonia dello smistamento non è ancora terminata!Lo so che
è dura aspettare oltre il nostro delizioso banchetto, ma
dovrete tener duro ancora per poco!” esordì
l’uomo dalla barba argentea sorridendo, e molti nella Sala
annuirono e ridacchiarono.
“Quest’anno,
tutti i ragazzi del sesto anno avranno una compagna in
più…si è trasferita attualmente dalla
Francia, e anche lei ora sarà adeguatamente
smistata…prego, Signorina Black, entri
pure…”
Dopo che Silente
ebbe pronunciato il mio nome un incredibile vociare si alzò
all’interno nella Sala, ma venne immediatamente zittito dalla
mia entrata. Varcai la soglia della maestosa Sala Grande con portamento
elegante e fiero, la testa alta e lo sguardo fisso davanti a me.
Incrociai le braccia sotto il seno, mentre i miei passi rimbombavano
gravi nel silenzio fatto di pensieri, riflessioni e
curiosità. Gli occhi di tutti i presenti erano puntati su di
me, ma questo non m’intimoriva per niente. Passai fra i due
tavoli centrali, uno di questi era quello di Grifondoro, e appena
incrociai il suo sguardo, Potter mi fece un sorriso che doveva essere
incoraggiante. Io ricambiai con una specie di smorfia e continuai ad
avviarmi verso uno sbagello di legno con sopra un cappello di feltro
tutto rattoppato. Arrivata lì davanti mi fermai, fissando la
Professoressa McGrannitt.
“Siria
Black. Prego…” disse indicandomi lo sgabello, dopo
averlo liberato. Io mi ci sedetti composta, con la schiena dritta e le
braccia sempre conserte al petto. Solo ora ebbi una panoramica centrale
della grandiosa Sala, ricolma di candele sospese e il cui soffitto
rispecchiava il cielo che vi era all’esterno. Socchiusi
appena gli occhi quando la Professoressa mi adagiò sul capo
il vecchio cappello. Improvvisamente, sentii una vocina dentro la mia
testa.
“Un’altra
Black a quanto vedo…l’ultima
Black…diamo un’occhiata alla tua
mente…” disse il Cappello Parlante, e mi sentii
incredibilmente a disagio.
“Hai un
carattere incredibilmente forte, ma è solo una protezione
per un grande dolore che porti dentro di te e una certa
paura…sei incredibilmente orgogliosa, e sei presa da un
grande moto di vendetta verso tuo padre…sei sicura di te, un
po’ egoista, vuoi far vedere a tutti che sei degna del nome
che porti e sei pronta a tutto per farlo…vedo anche grande
determinazione e ambizione…beh, la casa più
appropriata è sicuramente:” il Cappello Parlante
smise di parlare nella mia testa e gridò a tutti.
“SERPEVERDE!”
Non potetti
resistere nel tirare un sospiro di sollievo. Mi alzai con un peso in
meno sullo stomaco e mi avviai verso il tavolo verde-argento, che stava
vigorosamente applaudendo, con un ghigno soddisfatto stampato in volto.
Ma non potetti fare a meno di sibilare a Potter, mentre gli passavo
accanto: “Te l’avevo detto!”
Lui mi sorrise
sbieco, ma non disse niente. Arrivata al tavolo feci una carrellata
visiva di tutti i presenti, cercando di trovare un posto adatto in cui
sedermi, ma ad un tratto vidi il ragazzo moro che stamattina mi aveva
urtato con il baule, che mi faceva segno di sedersi accanto a lui, e
visto che non avevo niente di meglio, m’infilai la tunica e
mi sedetti vicino a lui.
“Beh, che
dici se io e te ricominciamo da capo senza urtarci?!” fece il
ragazzo sorridendo.
“Io sono
Blaise Zabini, è un piacere averti fra
noi…” disse prendendomi alla sprovvista la mano e
sfiorandola con le labbra. Io ghignai appena.
“Questo
lo dici tu, Zab…” proferì una vocetta
acuta di fronte a me. Mi voltai verso la proprietaria di quella voce:
era una brunetta formosa e snob, che mi guardava scettica. La guardai
male.
“Lei
è Pansy Parkinson…” disse Blaise
lanciandole anche lui un’occhiataccia.
“Non ho
bisogno che mi presenti, so farlo benissimo da sola!Piuttosto, qui ci
sarebbe qualcuno che deve presentarsi
accuratamente…” ribattè scandendo bene
l’ultima parola. Io mi voltai verso il moretto.
“Mangia
lo yogurt scaduto per colazione o è così acida di
suo?” chiesi con noncuranza, mentre un’abbondante
parte dei presenti si apriva in una leggera risatina. Pansy mi
lanciò uno sguardo omicida.
“Purtroppo
è così al naturale…”
ridacchiò Zabini.
“Non ti
sei ancora presentata, comunque…”
ribattè la Parkinson.
“La
McGrannit mi ha gia presentata…se tu eri troppo impegnata a
smaltarti le unghie di quel pessimo rosa shocking, non è un
mio problema…” risposi tagliente, mentre dalla
tasca tiravo fuori la cravatta verde argento, e me la passavo dietro al
collo. Intanto, le Serpi ridacchiarono di nuovo.
“Comunque
sarò magnanima stasera…io sono Siria
Black” dissi arrendevole alla fine, tentando di allacciarmi
la cravatta.
“A questo
c’eravamo arrivati tutti…ma dimmi, Siria, hai un
cognome molto importante…di chi sei figlia?”
chiese tagliente. Tra i presenti si era stanziato uno strano silenzio,
che stonava con il chiacchiericcio che inondava la Sala dopo
l’imminente comparsa del sontuoso banchetto. Io storsi la
bocca in una tipica espressione Made-In-Black.
“Se vuoi
sapere se discendo dalla Nobile e Antichissima Casata dei Black, la
risposta è sì, Pansy…”
Lei
continuò a squadrarmi sospettosa, ma quanti aprì
bocca per ribattere, una ragazza bionda e affascinante al suo fianco
l’ammutolì.
“Eddai
Pansy, rilassati…è una Serpe, ha il veleno nelle
vene, si vede…” disse, per poi rivolgersi a me con
una specie di ghigno che doveva essere amichevole.
“Io sono
Daphne Greengrass…” poi indicò alcuni
compagni e me li presentò per ordine.
“Loro
sono Theodore Nott, Millicent Bullstrode, Vincent Tiger, Gregory Goyle
e…” si soffermò un attimo,
finchè non sentii una voce familiare alla mia sinistra.
“Draco
Malfoy”
Mi voltai di
scatto, ritrovandomi davanti al ragazzo biondo che stamattina era
insieme a Blaise. E dovevo ammettere che con la divisa stava ancora
meglio. Gli feci un sorrisino incerto.
“Piacere”
sibilai mentre tentavo invano di farmi il nodo alla cravatta. Blaise,
che notò la mia difficoltà, si sporse su di me e
prese entrambe le parti della cravatta, annodandola velocemente.
“A
Beuxbaton non ce le avevate le cravatte?” chiese il moro con
un sorriso divertito.
“No…sinceramente
è la prima volta che prendo in mano una cravatta in tutta la
mia vita…” dissi arricciando la bocca mentre
osservavo il modo in cui mi faceva il nodo. Finito mi rivolse un altro
sorriso. Io mormorai una specie di grazie e spostai
l’attenzione su tutto il cibo che si era materializzato
davanti a noi.
“Come mai
ti sei trasferita in Inghilterra, Siria?” mi chiese
d’un tratto Draco, e posai di nuovo lo sguardo sulla sua
elegante figura.
“Una
serie di circostanze improrogabili mi hanno portata ad approdare
qui…” risposi vagamente mentre sentivo il suo
sguardo farsi pesante su di me.
“Sei
sempre così vaga?” mi domandò
sarcastico. Io sorrisi.
“Più
o meno…” ribattei servendomi alcune patate arrosto.
“Magari
perché nasconde qualcosa…”
azzardò acida Pansy Parkinson.
“Oh
sì…” feci seria, sfidandola con lo
sguardo.
“In
realtà sono la figlia illegittima di Silente e la
McGrannitt” sbottai sarcastica, provocando uno scroscio di
risate. Io non feci una piega, e mi beccai l’occhiata furente
della Parkinson. E’ una mia impressione, o a pelle non dovevo
esserle tanto simpatica?!
“Pansy
non ha tutti i torti, comunque…” disse
all’improvviso il ragazzo che doveva essere Theodore Nott. Mi
fissò negli occhi per qualche istante, con scetticismo.
“Sei
purosangue?” mi chiese senza staccarmi gli occhi di dosso.
“Che
razza di domande, certo
che sono purosangue!” risposi un po’ seccata. Non
sopportavo che mi facessero quella specie di terzo grado.
“E, come
mai conosci Potter?” rincarò la dose Malfoy.
“Circostanze
e obblighi in comune…niente di
rilevante…” feci addentando una patata. Il biondo
lanciò un’occhiata a Blaise, che fece spallucce e
disse sarcastico.
“Le piace
fare la misteriosa…”
Io non ribattei,
tenendo lo sguardo fisso sul piatto.
“Ma se
sei una Black, che ci facevi in Francia?” continuò
Pansy imperterrita. A quel punto non mi trattenni più.
“Sentite,
gradirei molto che la smettesse con questo interrogatorio. Odio le
domande, e non c’è bisogno che me le porgiate!Se
non siete d’accordo…non è un mio
problema!” sbottai irritata. Blaise mi guardò
inarcando i sopraccigli.
“Hai
proprio un bel caratterino…” sentenziò
ghignando. Io non seppi se prenderlo come un complimento o meno.
“Sai come
si dice, Bla?” fece Draco, piegando le sue belle labbra in un
sorriso divertito.
“Mai
svegliare il Black che dorme!”
E
Siria è ufficialmente una SERPEVERDE! E' vero, sarebbe stato
divertente vedere la sua reazione nell'essere stata smistata a
Grifondoro, ma lei è una Serpe a tutti gli effetti!!Non
c'è nulla di dire!! In oltre, sono un po' di parte, visto
che sono una Slytherin dichiarata e orgogliosa di esserlo! Per chi
sperava nella coppia Siria/Harry gli dico di non disperare,
perchè ci sarà qualche svolta interessante! Siria
in questo chap conosce anche i suoi nuovi compagni di casa, un po'
scettici e diffidenti, ma pur sempre i suoi nuovi compagni di casa, tra
cui spicca il bello e dannato Draco (Dracucciolo per gli amici!)
Malfoy...chissà che succederà!Hahaha me
leggermente sadica...va beh, ringrazio tutti quelli che hanno letto e
in anticipo quelli che recensiranno!!
E
ora, i ringraziamenti singoli:
Per
Cattiva_Dentro: Con quale coraggio potevo farla finire a Grifondoro?!?!
SLYTHERIN RULES FOREVER!
Per
Lucia: Ciao! E' vero, sarebbe stato mooolto divertente vedere come
avrebbe reagito se fosse stata smistata tra i Grifoni, ma lei
è troppo Serpe, e poi non ho avuto il coraggio! Grazie mille
della recensione, son contenta che Sira ti piaccia! E spero che anche
se è finita nella casa verde-argento, il chap ti sia
piaciuto ugualmente! E non disperare per Siria/Harry!! Baci!
Per
Soraya: Ciao dudì!! Eheheh son contenta che la storia ti
piaccia, anche se in fondo la conosci tutta perchè te ne ho
parlato!! Grazie del supporto con lo scrivere, e soprattutto quella che
mi hai dato in questo momento difficile! Mi sarei suicidata se non
avessi avuto te! Ti voglio un mondo di bene, per sempre!! E ricorda: IN
LUST WE TRUST!
Per
Kaileena1987: Ciao!! E' vero, sono sadica, ma non avrei mai potuta
farla finire tra i Grifoni! Insomma, ho creato un personaggio del
genere proprio per farla essere Serpeverde fino all'osso, come me
d'altronde!Sei fortunata che anche io ami quella bastardissima casa, e
non l'avrei potuta tradire per niente al mondo! Ti ringrazio molto per
la recensione, e sono contenta che Siria ti piaccia, avevo molto paura
che non piacesse come personaggio!! Bacioni, alla prossima!
Per
M2: Ciao!Ti ho accontentato e l'ho mandata nella tua (come mia
d'altronde) casa preferita!Grazie della recensione, son contentissima
che Siria ti stia simpatica!! Bacioni alla prossima!
Per
crilli: Ciao!Beh sì, lo devo ammettere, radcliffe mi fa
schifo xD!!(battuta con ovvio sarcasmo! Come potrebbe farmi schifo quel
bel pasticcino??) Va beh, starò più attenta agli
errori di battitura, un piccolo problema per me, che scrivo super
veloce, e di notte, quindi al buio!XD Grazie per il consiglio, baci!
Per
INFINITY: Ciao! Prima di tutto, grazie mille per la recensione!! Il
rapporto Harry-Siria è molto strano, ora che lei
è stata smistata tra le Serpi (proprio non potevo metterla
fra i Grifoni!) prenderà una piega ancora più
particolari!Grazie ancora, bacioni e alla prossima!
Per
Pyros Ikari: Hahaha ciao!! La tua recensione mi ha fatto molto
ridere!!Non ti preoccupare, non sono una vampira, ma sono molto
più produttiva di notte che di giorno, ieri ho avuto
addirittura il coraggio di pubblicare all'una! Ma il peggio
è una mia amica che mi ha recensito all'una e venti!! Hahaha
comunque, non sai quanto sono felice che Siria ti piaccia
così tanto, non è stato facile crearla!Ho sempre
paura che mi prenda sfaccettature "Mary-Sue" e cerco in tutti i modi
che non sia così. Anche il rapporto con Harry è
proprio: devastante!Bacioni al prossimo chap!
Per
dilly_23: Ciao!!Grazie mille per la recensione e per i complimenti,
sono felice di constatare che anche questa mia storia ti piaccia! La
scena di Harry che prende Siria dal letto è esilarente,
quando la scrivevo avevo un sorrisone enorme stampato in faccia.
Purtroppo le tue previsioni non sono state giuste, l'ho messa a
Serpeverde con il nostra amato Dracucciolo...ma quant'è
bello da uno a dieci, 100?!?! Va beh, non divaghiamo! Bacioni e alla
prossima recensione!
Per
Tribe: Ciao! Ti ringrazio per la recensione e son contenta che la
storia ti piaccia! Baci e alla prossima!
Per
Dark_Angel: Ciao bella!Grazie per la "prima" recensione, son contenta
che l'evoluzione di questa storia ti piaccia!! Comunque hai ragione su
Draco, non sverrei, anche io gli salterei addosso!! Hahaha e dopo
sarebbe censura!! Va beh, non divaghiamo! Quando torni dalla vacanze
leggi il chap, mi raccomando!! Bacioni tvttb!
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Capitolo 10 *** Io non faccio mai niente per niente! ***
Ciao a tutti mie
prodi! (Ok, questa me la potevo risparmiare!XD) e finalmente sono
tornata con un altro capitolo dell'Ultima discendente dei Black!Mi
scuso in primis se vi ho fatto aspettare un po', ma ho avuto dei
piccoli problemi nello scrivere questo capitolo, che in
realtà ho in testa da parecchio tempo. Avrei dovuto postarlo
due giorni fa, ma non riuscivo a scriverlo, facevo un pezzetto e mi
fermavo, un pezzetto e mi fermavo, che tortura!! Tra l'altro mi
è venuto anche leggermente più lunghino del
solito, ma penso che per voi sia meglio! Allora, in questo chap vedremo
una Siria novellina a Hogwarts che cerca disperatamente di ricordarsi
la strada per i sotterranei, che poi viene convocata dal grande capo
(alias Silente) che gli affiderà una strana missione. Che
cosa?? Leggete e scopritelo!!Bacioni e buona lettura!
Quando il banchetto
finì, tutti si alzarono provocando un gran baccano con le
panche che grattarono per terra. Pansy andò in cima alla
fila di Serpeverde per guidare quelli del primo anno, mentre Blaise mi
fece segno di stargli vicino.
“Il
dormitorio di Serpeverde si trova nei sotterranei della scuola, che non
sono particolarmente difficili da raggiungere, il problema è
poi trovare la Sala Comune…” mi spiegò
il moretto, e io annuii cercando di memorizzare bene le sue parole. Mi
fece segno di allungare il passo, e dopo aver sceso una lunga e fradda
rampa di scale ci ritroviamo in quelli che devono esseri i sotterranei.
L’aria è fredda e umida, non c’erano
finestre, e c’era un atmosfera molto algida. Le pareti erano
spoglie, e c’era un silenzio estenuante. Feci un piccolo
sorriso. Mi piaceva quell’atmosfera!!
“Ora, fai
molta attenzione…” mi disse Blaise, e ci fermammo
di botto.
“Arrivata
qui, devi girare alla seconda a destra” spiegò, e
io cercadi di memorizzare “seconda a destra”.
Girammo e mi ritrovai in un altro corridoio quasi identico a quello
precedente.
“Ora
invece dobbiamo svoltare la prima a sinistra”
continuò il moretto, mentre io mi guardavo sempre in torno
per scovare qualche particolare che avrebbe potuto aiutarmi nel
ricordare la strada. Altro corridoio, stessa storia.
“Di qua,
di nuovo a sinistra…”
Ok, avevo il brutto
presentimento che mi sarei persa più di una volta, visto che
davvero sembrava tutto uguale! Blaise intuì la mia
preoccupazione e mi sorrise incoraggiante.
“Dai, non
è una tragedia!! Te la ricorderai la strada, vedrai non
è poi così difficile…prova a ridirmela
fin qui?” fece il moretto divertito.
“Seconda
a destra, sinistra, sinistra…” ripetei decisa. Il
ragazzo annuì vigorosamente.
“Ora qui
in fondo a destra…”
Intanto, dietro di
noi c’era un gruppo di Serpeverde più o meno
nostri coetanei, e più in disparte Theodore Nott e Draco
Malfoy parlvano assiduamente di qualcosa che doveva essere abbastanza
importante. Più indietro ancora, c’erano tutti i
primini che erano ancora più intimoriti e attoniti di me, ma
la maggiorperte delle Serpi aveva già raggiunto la Sala
Comune. Continuai a guardarmi in giro, poi Blaise riacquistò
la mia attenzione.
“Siamo
quasi arrivati…di qua a destra e poi sempre in
fondo…” e ancora una volta svoltammo. Decisi di
distogliere l’attenzione da quei corridoi così
dannatamente uguali, e posarla su un soggetto moolto più
interessante. Draco Malfoy aveva appena finito di parlare con Theodore
e stava andando avanti da solo, con un elegante passo lento e cadenzato
che trasudava fascino. Teneva lo sguardo basso e pensieroso, e le mani
in tasca, ma all’improvviso ne tolse una per passarsela fra i
capelli biondissimi. Un gesto estremamente seducente, e io rimasi quasi
incantata a fissarlo. Solo la voce di Blaise, mi riscosse dai miei
pensieri non proprio innocenti.
“La porta
della Sala Comune è nascota in questa
parete…” disse il moro, indicandomi una parete
sulla nostra sinestra. Una parete VUOTA tutta UGUALE! Santo Salazar, ma
un posto migliore per il tuo dormitorio no, eh?!
“E io
come accidenti faccio a sapere dov’è
nascosta?!” sbottai irritata. Il moro mi fece un segno verso
la parte di fronte. C’era una fila di armature distanziate da
meno di un metro.
“Settima
armatura” continuò Zabini. Io le contai con lo
sguardo fino alla settima, dove ci fermammo. Mi guardai di nuovo
intorno, ma poi sospirai rassegnata.
“Non ci
arriverò mai!!”
“Dai, non
è una tragedia, in fondo è abbastanza semplice!!
Seconda a destra, sinistra, sinistra, destra e
destra…settima armatura in fondo…”
riepilogò Blaise, e io cercai di memorizzare accuratamente.
Annuii incerta.
“Oh, che
stupido, quasi mi dimenticavo il trucchetto!!”
esclamò improvvisamente, battendosi una mano sulla fronte.
Io lo guardai interrogativa, corrugando le sopracciglia.
“C’è
un trucco per ricordare la strada per i dormitori!!”
spiegò.
“E che
aspettavi a dirmelo?!?!?!” esclamai spazientita. Ma
all’improvviso sentii una voce sussurrarmi calda
all’orecchio.
“Se lo
guardi dall’alto, il percorso per arrivare alla Sala Comune
di Serpeverde, delinea una “S”…basta
solo avere un po’ d’immaginazione”
Mi voltai di scatto
e riconobbi la figura accattivante di Draco dietro di me, che mi
sorrideva divertito. Io ci pensai un attimo su, ripercorrendo la strada
con la mente, ovviamente dall’alto…
Oh caspita, era
vero!! Lanciai uno sguardo intenso al biondino e ghignai.
“La nuova
parola d’ordine, Dra?” chiese Blaise, fermo davanti
alla parete vuota. Malfoy si rivolse a lui.
“Serpentese”
Al sentir quella
parola, la porta scorrevole nascosta fra la fredda pietra si
aprì lasciandoci passare. Ok, avrei dovuto anche ricordarmi
la parola d’ordine…
Entrammo in uno
sfarzoso sotterraneo lungo, dal soffitto basso, con le pareti di pietra
ricoperti di arazzi verdi rifiniti d’argento, e un grande
camino in marmo. Sparsi qua e la c’erano divani e poltrone
verdi scuro, tavoli in ferro battuto e sedie in ciligio rivestite
anch’esse di pelle. Appese al soffitto c’erano
raffinate lampade cilindriche di vetro verdi, che emanavano luce
soffusa.
“Notevole…”
fu il commento che proferii appena ebbi avuto la panoramica generale
della Sala Comune. Questa era ancora meglio di Grimmuild Place!
“Già,
non è niente male…” rispose Draco,
avviandosi verso una poltrona poca distante dal camino, e io e Blaise
lo seguimmo, sedendoci su un divano lì accanto. Mi misi
comoda e esclamai trionfale.
“Casa
dolce casa”
Le due Serpi
ridacchiarono divertite, e il moro al mio fianco ribattè.
“Puoi
dirlo forte Siria!”
Malfoy
annuì, e cominciò a cercare qualcosa nel suo
mantello. Dopo un attimo tirò fuori un pacchetto di
sigarette, e la sua bacchetta. Io lo guardai interrogativa.
“Si
può fumare a scuola?” chiesi incredula. Lui
ghignò.
“No….ma
noi siamo Serpeverde…” rispose porgendomi il
pacchetto. Io sogghignai di rimando e ne sfilai una, per poi portarmela
alle labbra, e accendermela con un tocco di bacchetta. Blaise
sbuffò.
“A lei
offri e a me no?” fece falsamente offeso. Io ridacchiai
mentre sbuffavo una nuvoletta di fumo, e il biondino lanciò
poco delicatamente le sigarette a Zabini, che le prese al volo.
“Grazie
amico…” rispose tutto contento. In quel momento
arrivarono Pansy e Daphne, che si posizionarono in un divanetto di
fronte al nostro, con l’aria un po’ stanca. Pansy
continuava a guardarmi male, mentre Daphne si rivolse a me con una
specie di sorriso.
“Ho visto
che sei nel dormitorio con noi e Millicent…” mi
disse.
“Buono a
sapersi!” ribattei anche io con un mezzo sorriso. La
Parkinson improvvisamente si alzò e andò verso
Draco. Si sporse verso di lui, e gli sussurrò qualcosa
all’orecchio. Il biondino le sorrise malizioso e lei le
stampò un leggero bacio sulle labbra, prima di lanciarmi uno
sguardo di sfida e allontanarsi. Sentii uno strano gorgoglio allo
stomaco, ma lo ignorai, cercando di sembrare il più
rilassata possibile, aiutata dalla sigaretta che tenevo fra le labbra.
“Non fare
caso a Pansy, è semplicemente scettica con i nuovi
arrivati…piano piano si
abituerà…” cercò di
rassicurarmi Blaise, e io annuii distrattamente. Posai la testa
all’indietro, mentre facevo l’ultimo tiro. Intanto,
Zabini e la Greengrass avevano cominciato a parlare della squadra di
Serpeverde, e io concentravo l’attenzione sul biondino alla
mia sinistra, ripensando a come quel bacio fra lui e la Parkinson mi
avesse dato fastidio.
“Sai
giocare a Quidditch, Siria?” mi chiese Daphne riportandomi
alla realtà.
“Molto
bene, azzarderei…a Beuxbaton ero cacciatrice della squadra
del mio “club” (che sarebbe come la
“casa” qui a Hogwarts)…”
risposi ripensando a tutte le volte che ero finita
nell’infermeria giocando a Quidditch.
“Hai
detto cacciatrice?” domandò improvvisamente
Malfoy. Annuii vigorosamente.
“E’
perfetto!!L’anno scorso ci è proprio andato via
uno dei cacciatori!” esclamò Blaise allegro. Sia
Draco che Daphne annuirono con il capo.
“Tieniti
libera per sabato…farò i provini per cacciatore e
portiere…” mi disse il biondo.
“D’accordo…sei
tu il capitano della squadra?” feci incuriosita.
“Ovviamente…”
rispose con un ghigno compiaciuto. In quel momento la porta della Sala
Comune si aprì, ed entrò un uomo vestito in una
lunga tunica nera, i capelli dall’aria unticcia e un grande
naso adunco. Blaise spense all’istante la sigaretta, e da
lì capii che era un professore. Questo si
avvicinò a noi con aria gelida.
“Signorina
Black?” mi chiamò, e io mi girai leggermente
intimorita.
“Il
Professor Silente la vuole vedere” disse freddamente.
“Non ho
fatto niente!!” esclamai in mia difesa, e i ragazzi vicini a
me ridacchiarono.
“E’
vero Professor Piton, è stata sempre qui con
noi…” fece Blaise in mia difesa, ma manteneva
l’aria divertita.
“Non
è una cosa proprio positiva, Signor Zabini…e ora,
Signorina Black, se vuole seguirmi…”
sentenziò il Professor Piton, mentre si avviava di nuovo
verso l’uscita della Sala Comune.
“Buona
fortuna” mi fecero in coro il moro e la bionda, mentre Draco
mi rivolse solo un sorriso sbieco, che io ricambiai leggermente, prima
di alzarmi e seguire il professore. Uscimmo velocemente dalla Sala, e a
passo svelto risalimmo i sotterranei. La figura inquietante
dell’uomo mi accompagnò fino al primo piano, dove
ci fermammo davanti ad un gargoyle di pietra. Durante tutto il tragitto
non dissi una parola, ma squadrai timidamente l’uomo
dall’aria gelida, e una smorfia cattiva disegnata nel volto.
Davanti alla statua, Piton disse.
“Pallini
acidi” e il gargoyle si spostò, lasciando spazio
ad una scala a chiocciola.
“Il
Preside l’aspetta dentro” mi disse sempre con il
suo tono distaccato.
“Grazie…”
risposi, prima che l’uomo si dileguasse. Ero leggermente
preoccupata all’idea che Silente volesse vedermi. Che cosa
voleva?!
Salii le scale e mi
ritrovai davanti ad una porta di legno intarsiato. Feci per bussare, ma
prima che le mie nocche toccassero la porta, sentii la voce del Preside
invitarmi ad entrare. Aprii la porta ed entrai nell’ufficio
di Silente, una stanza circolare, piena di libri antichi e oggetti
strani. L’uomo dalla barba argentea era dietro la sua
scrivania che mi sorrideva cordiale.
“Prego
Signorina Black, si accomodi…” mi disse il
Preside, e io mi sedetti su una sedia di fronte alla sua scrivania. Mi
fissò per un estenuante attimo con quei suoi occhi azzurri e
acquosi, più penetranti di una lama affilata, e io dovetti
spostare lo sguardo sulle mani che tenevo in grembo. Pensai che fino ad
allora, Silente era l’unica persona di cui non avevo saputo
tenere lo sguardo. Ma poi una vocina scomoda si fece spazio nella mia
mente, rivangando un ricordo…
Harry
Potter…
Fortunatamente il
Preside mi distolse dai miei pensieri.
“Credo
che si stia chiedando per quale ragione l’ho chiamata nel mio
ufficio…” iniziò l’uomo.
“In
effetti…” risposi, alzando di nuovo lo sguardo,
riacquistando quella sicurezza che mi era stata tolta.
“Ebbene,
devo parlarle. Devo chiederle due…come posso
dire…favori?” continuò il Professore, e
io lo guardai storto.
“Due
favori?? A me?” ribattei
sorpresa. Silente annuì.
“Proprio
a lei…”
Avrei voluto
rispondergli con insolenza, dicendogli che io non facevo favore a dei
babbanofili come lui, ma ancora una volta incrociai il suo sguardo, e
la mia arroganza cadde miseramente.
“Per
esempio?” domandai distaccata.
“Prima di
tutto, devo chiederle una cosa che forse non le farà molto
piacere, ma che mi sembra importante…”
esordì il Preside.
“Vorrei
che lei non tagliasse i rapporti con Harry”
Io strabuzzai gli
occhi di pece in un’espressione sbalordita.
“Come
scusi?!?!?!” chiesi pregando di aver capito male.
“Ho detto
che vorrei che lei non tagliasse i rapporti con Harry” ripetè
l’uomo.
“Allora,
primo potrebbe anche darmi del tu, e secondo, per quale ignobile
ragione non dovrei tagliere i rapporti con Potter?!” sbottai
indignata.
“Ti
spiego subito. Forse Harry te l’ha già fatto
capire, ma tu sei l’unica cosa che gli rimane di Sirius, la
sua ultima speranza di avere una famiglia, perciò
è come se tu fossi diventata una specie di
“famiglia”, e credo che perdere anche te sarebbe un
vero strazio per lui. E questo lo renderebbe incredibilmente
vulnerabile a Voldemort. Perciò, non ti chiedo di stare
sempre e solo con lui, solo di salutarlo per i corridoi, studiarci
qualche volta assieme, ritrovarvi un pomeriggio per fare una partita a
scacchi, qualsiasi cosa, basta che non lo abbandoni
totalmente…” spiegò il Preside, e io lo
guardai alienata. Dovevo mettere in chiaro la situazione.
“Professore,
sono convinta che lei si è reso conto di quanto io non
sopporti Potter e…” cominciai, ma venni interrotta
da Silente.
“Non
più di tanti…tu credi di odiare Harry
più di quanto lo fai in realtà…vedrai,
non sarà una tragedia, anzi…”
Continuai a
fissarlo sconvolta. Quell’uomo non sapeva cosa stava dicendo!
Ero venuta a Hogwarts proprio per levarmi quel Potter dai piedi una
volta per tutte, e lui mi diceva che avrei dovuto frequentarlo ancora?!
Quante bottiglie di FireWhisky si era scolato a cena?! Provai a
ribattere, ma l’uomo dalla barba argentea
m’interruppe ancora.
“La
seconda cosa che vorrei che facessi, è molto più
importante della precendente…” si
soffermò un attimo, fissandomi negli occhi.
“Vorrei
che mi tenessi d’occhio Draco Malfoy”
Questa volta non
solo strabuzzai gli occhi, ma spalancai anche la bocca.
“Che
cosa?!?!?!?!” esclamai completamente attonita.
“Ho dei
sospetti rilevanti su quel ragazzo, e vorrei affidarti questa specie di
missione. Vorrei che tenessi d’occhio i suoi spostamenti e le
sue azioni, per vedere se fa qualcosa che non dovrebbe…e non
parlo di semplici marachelle ai Grifondoro…parlo di qualcosa
di molto più serio…” e mi
lanciò uno sguardo eloquente. A quel punto capii.
“Lei
crede che Draco sia immischiato con i Mangiamorte e i loro
affari?”
“Ho dei
sospetti che potrebbero farmelo pensare…ovviamente non
accuso nessuno, ma per quello che so, tu sei l’unica persona
di cui posso fidarmi tra i Serpeverde per affidarti un compito del
genere…”
“Come fa
a sapere che si può fidare di me?? Non mi pare che io ancora
mia sia unita a voi, no?” sbottai indispettita.
L’uomo mi guardò storto.
“Posso
fidarmi proprio per questo…perché sono sicuro che
ancora non hai deciso…”
“Ma lei
lo sa vero, che se io non decidessi un giorno di stare con lei, questa
missione le si ritorcerebbe contro, no?”
“Per
allora sarò preparato…”
ribattè il Preside, sorridendo.
“Allora
siamo d’accordo?” mi domandò speranzoso.
“Aspetti
un attimo…lei non crederà mica che io faccia
questo per niente, no?! Io non faccio mai niente per niente!”
sentenziai decisa. Lui annuì.
“Avevo
immaginato che mi avresti detto una cosa del genere…e io per
questi due favori sono pronto a ricompensarti…cosa
vuoi?” mi chiese Silente. Io ci pensai su, poi mi venne in
mente che tra le materie avrei dovuto sceglierne una aggiuntiva fra
Divinazione, Cura Contro le Creature Magiche, e Babbanologia.
“Voglio
essere esonerata dalla materia aggiuntiva, e prendere
Aritmanzia” dissi convinta, e il Preside annuì.
Poi mi venne in mente un'altra cosa che mi sarebbe potuta essere molto
utile.
“E voglio
avere l’accesso consentito alla Sezione Proibita della
libreria”
Il Professor
Silente mi squadrò per un minuto buono, con
un’espressione pensosa, ma alla fine cedette e
acconsentì.
“Allora
siamo d’accordo” sentenziai stringendo la mano del
Preside. Mi alzai e dopo aver salutato il Professor Silente, uscii dal
suo ufficio e scesi le scale a chiocciola. Poi mi guardai un attimo in
torno.
Un
momento…com’era la strada per arrivare ai
Sotterranei?!
Ed eccoci alla fine
del decimo capitolo. All'inizio vediamo Siria che prende confidenza
nell'ambiente delle Serpi, e mette l'attenzione su un bel biondino
(giù le mani dal mio Dracucciolo!!NdME IN PREDA A CRISI DI
GELOSIA), poi viene misteriosamente convocata da Silente che le chiede
di compiere una strana missione, oltre a quella di mantenere i rapporti
con Harry: tenere d'occhio Draco Malfoy. Che cosa avrà in
mente Silente? E cosa farà Siria? Come si
comporterà con lui e Harry? E cosa trama Draco per far
insospettire Silente??
Questo e
molto altro nella prossima puntata!!
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto e recensito, ma purtroppo non posso
soffermarmi per i ringraziamenti singoli!! Bacioni, e al prossimo
capitolo!!
...---*Alexa*---...
|
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Capitolo 11 *** Serpi che pungono... ***
Ed eccomi qua, con
Siria e un nuovo capitolo!! Vi avverto, è un capitolo un po'
forte e non molto lungo, perchè in realtà
è un capitolo diviso a metà, che ho preferito
spezzettare per renderlo più scorrevole. Ci sarà
una grande litigata molto accesa, e anche abbastanza colorita,
fra...non ve lo dico!! E si scopriranno i pensieri di Siria riguardo
alla missione che le ha dato il grande, unico e inimitabile Albus
Silente!!Quindi, dopo questa piccola premessa, vi lascio al chap che
spero vi possa piacere!!Un bacione, e buona lettura!!
Dopo aver girato una buona
mezz’ora e aver tirato una serie d’imprecazioni che
sarebbero bastate per una vita, riuscii a trovare la Sala Comune, e a
non essere scovata dal bisbetico custode della scuola, visto che ormai
il coprifuoco era passato da un pezzo. Intanto, la mia mente rimuginava
febbrilmente sulle parole di Silente e sulla strana missione che mi
aveva affibbiato. Tenere
d’occhio Draco Malfoy. Premettendo che gli occhi
ce li avrei sempre tenuti su Draco, per OVVI motivi, non capivo cosa
spingesse il Preside a chiedermi una cosa tanto audace. Dovevo spiare
un mio compagno. E lui l’aveva chiesto a me, che ero
più con i Mangiamorte che con lui. E’ vero,
tecnicamente non avevo ancora deciso, forse perché non mi si
era mai presentata la vera occasione, ma sapevo che era una
responsabilità che presto avrei dovuto prendere. Scegliere.
Tutti i giorni, inaspettatamente, noi scegliamo su qualunque cosa. I
capelli li lavo stamani o stasera? Mi porto una piuma di riserva a
lezione o no? La bacchetta la lascio nel dormitorio o la porto con me?
Domande stupide ed elementari che ci ripetiamo continuamente nella
quotidianità. E scegliamo. Magari optiamo per la scelta
sbagliata, o magari no. Il punto è che scegliamo. Siamo
sempre portati a scegliere, perché non si può
avere tutto.
E
questo chi l’ha detto?!
Distolsi la mente
per un attimo e tornai a quello che stavo pensando prima. Tenere
d’occhio Malfoy. Cosa poteva architettare un ragazzo di
neanche diciassette anni di tanto pericoloso per destare il Preside ad
ingaggiare una sua compagna di casa per pedinarlo? Perché
era questo che Silente mi aveva velatamente chiesto. Non avevo problemi
morali, se è quello che stavate pensando. Io non mi facevo
mai quel tipo di problemi.
Ero pur sempre una
Serpeverde, e se questo poteva darmi un’adeguata ricompensa,
andava bene. Ma non potevo non ammettere che tutta quella situazione
era…strana. Bofonchiai la parola d’ordine ed
entrai nella Sala Comune, avviandomi a passo spedito verso i dormitori
femminili. E fu lì, per le scale, che incrociai il
protagonista dei miei pensieri. Draco Malfoy stava scendendo con passo
svelto, i capelli leggermente in disordine, la camicia leggermente
stropicciata, la cravatta annodata male e la tunica in mano.
Alzò di botto gli occhi di ghiaccio su di me. E
ghignò.
“Che hai
combinato per stare tutto questo tempo nell’ufficio del
Preside?” mi chiese curioso. Io feci spallucce.
“Niente,
avevamo solo da discutere di certe faccende per il mio trasferimento
qui…” risposi con non curanza. Lui
inarcò un sopracciglio.
“E ci hai
messo così tanto tempo?”
Io abbassai lo
sguardo leggermente imbarazzata.
“Ok, lo
ammetto: mi sono persa!”
A quel punto il
biondo ridacchiò sommessamente.
“Ci avrei
scommesso. E’ normale i primi tempi…”
ribattè Draco.
“Senti,
tu lo sai qual è il dormitorio mio, di Pansy, Daphne e
Millicent?” gli chiesi rendendomi conto che io non ne avevo
la più pallida idea. Lui annuì.
“Sali le
scale, il terzo a destra” m’indicò. Io
stirai un piccolo sorriso.
“Grazie…buona
notte” lo salutai avviandomi su.
“’Notte…”
ricambiò con un cenno della mano prima di dileguarsi per le
scale dei dormitori maschili. Istintivamente controllai fino a che
punto saliva, e quando sentii una porta chiudersi alle sue spalle salii
di corsa le scale ed entrai velocemente nella mia stanza. Le mie
compagne erano già a letto, così io mi cambiai
velocemente e le imitai. Mi rannicchiai sotto le coperte, e ricominciai
a rimuginare. C’era una cosa che avevo praticamente quasi
dimenticato: Potter.
*
La mattina seguente
mi svegliai molto presto, come era mia solito fare, così mi
concessi un bagno caldo nella vasca, visto che le altre ragazze si
sarebbero svegliate minimo fra un ora. Mi crogiolai per un
po’ nell’acqua, passandomi la schiuma fra le mani e
godendomi quel tepore ideale nell’autunno inglese. Dopo un
po’ uscii dalla vasca e mi avvolsi in un candido asciugamano
di spugna bianco e mi misi un attimo a sedere bordo della vasca. Come
avrei fatto oggi a seguire Malfoy? E specialmente…come avrei
fatto a parlare con Potter? Sbuffai mentre prendevo la bacchetta e mi
asciugavo distrattamente i capelli corvini. Poi tornai i stanza e mi
vestii accuratamente, con parsimonia e diligenza, riuscendo anche ad
annodarmi la cravatta (più o meno!). Guardai distrattamente
l’orologio che portavo al polso, e segnava la sette meno
dieci. Sbuffai ancora ritrovandomi a più di un’ora
e mezzo dalle lezioni con un bel niente da fare. Pescai dal mio baule
uno dei primi libri che trovai e mi fiondai come una saetta in Sala
Comune, a quel ora del mattino deserta e gelida, buttandomi sulla prima
poltrona che mi capitò a tiro, e cominciando a leggere
“Come gli uomini scoprirono i Draghi” di Adrian
McBrown. Non era solitamente il genere che preferivo, ma avevo una
predisposizione naturale per il libri, forse il fatto che ho passato
maggior parte della mia infanzia rinchiusa nella libreria di casa a
fare ricerche sulla mia famiglia. Così, leggevo tutti i
generi e tutte le specie di libri che c’erano in questo
mondo. Ero immersa nella lettura quando lo scalpettio che veniva ai
piani di sopra mi distrasse. La quiete era giunta al termine, ma non mi
diedi per vinta e continuai a tenere gli occhi incollati alle pagine,
scorrendo velocemente le parole. Molti ragazzi cominciarono a scendere
dai dormitori, alcuni che si avviavano subito fuori dalla Sala Comune,
altri che si sedevano dove capitava ad aspettare qualche compagno
ritardatario. Alcune compagni mi lanciarono sguardi incuriositi, ma io
non li degnai di uno sguardo, che alzai solo quando riconobbi la voce
ormai a me nota di Draco Malfoy, che stava scendendo anche lui,
accompagnato da Blaise Zabini, mentre parlava assiduamente con Tiger.
Il moro quando mi vide si divise un attimo dal gruppetto per venirmi in
contro. Poggiò la testa sullo schienale della poltrona e mi
guardò stranito.
“Come fai
a leggere già a quest’ora di mattina?! A me
verrebbe il mal di stomaco, fidati!” mi disse divertito. Io
ghignai, alzandomi in piedi e chiudendo di scatto il libro.
“Non
avevo niente da fare…ed è già un
po’ che sono sveglia…” mi giustificai.
Lui mi guardò negli occhi.
“Capisco…”
In quel momento dai
dormitori femminili, scesero Daphne e Pansy, e non mi servì
molto per capire come certe ragazze si facevano notare. Portavano la
gonna un po’ troppo corta per spacciarla per una divisa
scolastica, la camicia e il golfino molto più attillate, e
invece dei mocassini classici vestivano un paio di decollete tacco 25.
Notai anche una marcata linea di eye-lyner e uno spesso strato di
lucidalabbra. Le ragazze in questione si avvicinarono a noi.
“Buon
giorno!” esclamò Daphne dando un bacio sulla
guancia a Blaise.
“Buon
giorno…” ribattè il moretto.
“’Giorno”
bofonchiai io.
“’Giorno”
ribattè Pansy guardandomi sempre in cagnesco. Io ovviamente
ricambiai in pieno. Non ero di certo una che le mandava a dire le cose,
io!
“Siria,
come mai non c’eri stamattina?” mi chiese Daphne
mentre ci avviavamo in Sala Grande.
“Di
solito mi sveglio molto presto la mattina” risposi
semplicemente.
“Non
è che hai passato la notte fuori?” chiese subito
acida Pansy.
“Sì,
hai ragione, mi hai scovata…sono stata tutta la notte nel
letto di Piton…quella del Preside era una scusa!!”
ribattei con sarcasmo, anche se avrei voluto schiantarla per tutte le
volte che alludeva che potessi fare qualcosa d’illecito. E a
proposito: dov’era Draco?! Mi guardai un attimo in torno, e
adocchiai la sua chioma bionda poco lontano da noi.
“Ce
n’hai di lingua biforcuta, eh?” fece divertita
Daphne.
“Anche
troppa…non ti dovresti rivolgere così a me…non sai chi
sono!” disse irata la morettina.
“Oddio,
tremo dalla paura…sei tu quella che non sai chi sono io…”
risposi a tono, cominciando a sentire la rabbia che brulicava nel petto.
“Invece
lo so benissimo, sei la figlia del traditore della tua stessa famiglia,
non so che ci fai qui tra le Serpi, dovresti startene con i Grifondoro,
come tuo padre!” esclamò tagliente Pansy. Gli
occhi cominciarono a sprizzarmi scintille di rabbia e mi fermai di
botto incenerendola con lo sguardo.
“Ascoltami
bene, sciacquetta da quattro soldi, non hai nessunissimo diritto di
dirmi dove devo stare, perché io sono molto più
Serpeverde di te, e il mio sangue è cento volte
più puro del tuo, quindi ti dovresti solo inchinare a me
invece di fare tanto l’acida!! Se sei nervosa
perché Malfoy non te lo da, cazzi tuoi, anzi, nemmeno
quelli!!” sbottai con tale fervore che l’aria
vibrava attraverso le mie parole pronunciate con ira. Vidi la mora
avvampare di rabbia e imbarazzo e avvicinarsi minacciosamente a me, con
l’indice alzato nella mia direzione.
“Non
osare darmi della sciacquetta, piccola ingrata risalita dal basso, fino
a un mese fa marcivi in Francia e ora vieni qui e credi di essere la
padrona del mondo”
“Io non
credo di essere la padrona del mondo, anche se ne avrei tutto il
diritto, e vorrei informare il tuo cervello menomato che sei tu quella
che mi dava addosso un minuto sì e un minuto sì
senza nemmeno conoscermi!”
“Avevo
tutto il diritto di farlo!! L’ho visto subito che vuoi
portarmi via Draco, basta solo vedere come lo guardi!!”
esclamò Pansy, e lì si tradì. Ecco
cos’è che non andava. Io mi misi a ridere
gelidamente, una risata che faceva davvero paura. Algida e fredda, che
risuonava stonata fra le pareti di pietra.
“Sei
veramente una stupida, e anche un’insicura se hai paura che
io possa portarti via il tuo Draco…che poi non vedo
perché si dovrebbe sbarazzare della sua
puttanella” ribattei sprezzante. Lei
s’infervorì ancor di più.
“Io non
sono la puttanella di nessuno, capito?!”
“E’
vero, non sei la puttanella di nessuno…sei la puttanella di
tutti!”
“Non
permetto di essere offesa da uno stupida ragazzina come te, feccia dei
purosangue e pivella, una Grifondoro mancata!”
A quel punto non ci
vidi più dalla rabbia e in attimo avevo puntato la mia
bacchetta contro la sua gola. Sentii il suo respiro smorzarsi e la
paura attraversare i suoi occhi verdi.
“Un’altra
parola e finisci insieme a mio padre, sono stata chiara?” gli
sputai addosso, ma improvvisamente sul suo volto si aprì un
ghigno maligno.
“Mossa
sbagliata Black…dimentichi che sono un prefetto
e…”
“E che
puoi togliere punti alla mia casa, che è anche la tua, tra
l’altro?? O cosa, mettermi in punizione e farmi scrivere
cento volte “Non offendere Pansy, perché la
verità fa male”?!?! Ma fammi il
piacere!” sbottai seriamente divertita. Gli altri ragazzi
guardavano la scena attoniti, ma nessuno osava metter bocca, almeno,
nessuno fino a quel momento.
“Ehi, che
succede?”
Voltai lo sguardo e
vidi Draco con le braccia conserte al petto guardare la scena
inorridito. Io sorrisi.
“Stavo
facendo capire alla tua sgualdrina che bisogna portare rispetto alle
persone superiori…non ti pare?” gli dissi con voce
falsamente smielata. Lui fece scorrere il suo sguardo indecifrabile da
Pansy a me, e vice versa. Poi mi fece un cenno.
“Posa la
bacchetta Siria, credo che Pansy abbia capito
ormai…” mi disse, e io obbedii, fissando per un
ultima volta la mora in cagnesco, prima di allontanarmi a grandi passi
fieri dal corridoio. Scambiai una rapida occhiata con Malfoy,
un’occhiata indecifrabile, né severa né
dolce, solo un’occhiata. Ma sapevo che quello sarebbe stato
un ottimo diversivo per parlare con lui, e quindi tenerlo
d’occhio.
Prossima mossa:
trovare Potter.
E anche questo 11
capitolo è finito!! Credo che prima o poi questa litigata
fra Pansy e Siria sarebbe dovuta accadere, e meglio prima
così ci togliamo subito il dente, e la facciamo finita!!
Spero che abbiata apprezzato questa sfuriata che credo abbia riavviato
la storia, e che credo abbia messo in chiaro un paio di cose. Prima di
tutto, i rapporti fra personaggi. Vadiamo Pansy intimorita da Siria,
Siria abbastanza irrascibile che non sopporta Pansy, e Draco, nel
mezzo, che però accenna di più a stare con la
causa di Siria, e lei si ritrova servita su un piatto d'argento la
possibilità di instaurare in vero rapporto con lui, e
appunto controllarlo, ma più avanti scopriremo che questa
è sola una scusa che Siria da a se stessa per...ehi, ma
quante cose vi sto dicendo!!Basta così, piano piano si
sapranno!! Spero che il chap vi sia piaciuto, alla prossima!!
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto e che recensiranno!! Bacionissimi!!!
Ed ora i
ringraziamenti singoli:
Per
Dark_Anegl: Ciao bella!! Beh, grazie per la recensione, e ti do
più che ragione: SOPPRIMIAMO IL CARLINO!! Hahaha ci sentiamo
alla prossima recensione, e su msn!! Bacioniii!!
Per Pyros
Ikary: Ma ciao!!Non so perchè, ma tutte le volte che mi
lasci le recensioni mi fai ridere!!E già, ma cosa
avrà in mente il mitico Albussino?!?! E chi lo sa?? (tu
forse, che sei l'autrice e la mente malaata di questa storia NdTutti
sconsolati Upsss...avete ragione!!NdA imbarazzata!!) Va bieeen,
comunque ti ringrazio per la recensione, mi raccomando, ci sentiamo al
prossimo capitolo!! Bacionissimi!! (Ps: ho trasferito i miei figli in
un'altra scuola!XD Catch they, if you can!)
Per Soraya:
beh Dudì, questo è il tipo di storia proprio come
piace a te!! Direi che è fatta apposta! Spero che anche sto
chappy ti sia piaciuto!!Bacionissimi, tvumdb, e w
Sirry&Remmy!!In lust we trust!
Per
dilly_23: Ciao!! Devo ammettere che "povera" è l'ultimo
aggettivo che affibbierei a Siria, ma in un certo senso...XD...io a
Siria avrei da suggerirgli un bel modo per comportarsi con Draco e
Harry ;) ma ovviamente non glielo dico perchè per ora me la
spasso io con loro!!Hahaha dai, a parte gli scherzi, grazie mille per
la recensione, spero che anche questo chap ti sia piaciuto!!
Bacionissimiiiii tvttb!Alla prossima!
_____
Per Rara
93: Ciao tesoro!!! Che dirti, sono molto (notare la stanghetta sopra
che sta per "periodico"!!) contenta che la mia storia ti piaccia
così tanto!! E' vero, si fa interessante, e per la tua gioia
al prossimo chap Siria incontrerà Harry, ma non ti posso
assicurare nulla sul fatto che lei non si metta con Dracucciolo!!Ma non
disperare...basta dare tempo al tempo!Ti ringrazio
un'infinità di volte per i complimenti, sei un tesoro sul
serio!! Spero che anche questo chap ti piaccia, e ti aspetto al
prossimo!!Bacionissimi, tvtttb!
Per
SakiJune: Mentre leggevo la tua recensione avevo gli occhioni che
luccicavano...hai detto esattamente l'unica cosa che volevo sentirmi
davvero dire: Silente IC. Siccome è il mio personaggio
preferito in assoluto (sennò non mi chiamerei
DumbledoreFan!!) ci tengo tantissimo a farlo In Charcter!!Quindi ti
ringrazio tanto, anche per avermi messo tra i preferiti!!Bacioni, al
prossimo capitolo!!
Per Lucia:
Ciao bella! Beh, sì, Siria è proprio furbetta, ha
trovato un bel tornaconto. Mica stupida!! Noto che praticamente TUTTI
preferiscono la Siria/Harry alla Siria/Draco (come me, d'altronde!!) ma
siccome questa storia è già stata impostata, per
ora non posso garantirti niente: PER ORA!! Poi chissà, con
il tempo, piano piano, magari qualcuno verrà a conoscenza
che la sottile linea tra odio e amore esiste, no?! XD Comunque no, non tengo conto di Harry Potter 7, e prendo solo in considerazione alcuni argomenti del 6°, ma niente di più!!Comunque mi fa piacere
sapere che ti ho incuriosito, e ti ringrazio per la
recensione!!Bacioni, alla prossima!!
Per Draias:
Ciao! Grazie per la recensione, son contenta ti averti incuriosito!! Ho
aggiornato abbastanza presto, no?! XD baci, al prossimo capitolo!
...---*Alexa*---...
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Capitolo 12 *** Richiesta inaspettata... ***
Sono
in ritardo, lo so, non importa che me lo fate notare!! xD ok, sto
cominciando a dare di matto...ve ne siete accorti anche voi, eh?? Va
beh, cerchiamo di riprendere un po' di senno ahimè
perduto...sono in ritardo, e vi chiedo perdono, ma dovete sapere che
tra una settimana ricomincia la scuola (finalmente!! Non ne posso
più delle vacanze!! E non prendetemi per pazza, ma io AMO la
scuola!) però non ho ancora ultimato i compiti! Senza
contare che, essendo rimasta indietro con il Piccolo Principe, di
conseguenza sono rimasta indietro anche con questa, e avevo perso un
po' d'ispirazione! In più, volevo prendermi una piccola
pauda perchè non sembra, ma a volte scrivere è
stressante...va beh, comunque finalmente eccomi con questo chap, che ho
cercato di allungare almeno di una pagina e mezzo, perchè ho
notato che già due di voi mi avevano fatto notare che erano
un po' corti, e io per principio non posso tollerare le storie corte,
infatti io quando compro i libri, prendo sempre in considerazione due
caratteristiche: lunghi e difficili. Ovviamente non ho potuto fare un
gran chè, visto che era un chap divoso a metà,
però vi posso assicurare che il prossimo lo farò
minimo otto pagine. Se li volete più lunghi, basta chiedere,
se non mi freno so essere molto prolissa. Comunque, ora vi lascio al
capitolo. Bacioni e buona lettura...
Quando finalmente uscii dai sotterranei la rabbia che avevo addosso si
era abbastanza sbollita. Non del tutto, ovviamente, perché
sentivo ancora un ardore nel petto, che avrei voluto tanto sfogare
addosso a quella lurida sgualdrina che aveva osato darmi della feccia.
Della Grifondoro. Rabbrividii a quel pensiero, sentendo che cominciavo
a surriscaldarmi di nuovo. Non avevo idea di come avesse potuto essere
talmente insolente, rivolgendosi a me con quel tono superbo e astioso,
lei che di me non sapeva proprio un bel niente. Come tutti, del resto.
Lei sei era permessa di giudicarmi quando nessuno avrebbe
avuto il diritto di farlo. Perché nessuno mi
conosceva davvero.
Arrivata davanti
all’entrata della Sala Grande, mi sporsi per vedere se Potter
era seduto al tavolo dei Grifoni, ma per mia sfortuna, non lo trovai.
Dove poteva essere finito? Cavolo, quando non lo volevo ce
l’avevo sempre tra i piedi, ora invece che mi
“serviva”, che una specie di rapporto non proprio
di odio con lui mi avrebbe fruttato l’accesso alla Sezione
Proibita in biblioteca, sparisce! Per di più, in questa
scuola avevo una possibilità su un milione di non perdermi.
Sospirai, e mentre vedevo alcuni ragazzi di Grifondoro scendere da una
rampa di scale, decisi che sarebbe stato opportuno fare a ritroso la
loro strada, che magari portava verso la loro Sala Comune, e che quindi
mi dava numerose possibilità di scovare Potter.
Avanzai decisa
cominciando a salire gradino per gradino, guardando curiosa i quadri
animati che borbottavano al mio passaggio.
“Beh, che
avete da confabulare?!” feci irritata, mutando il mio sguardo
da interessato a corrucciato.
“Non
avete mai visto una studentessa di Serpeverde?” dissi ancora
con acidità, mentre continuavo a salire le scale.
“Ma te la
prendi anche con i quadri?? Non risparmi proprio nessuno,
eh?!” esclamò una voce a me ben nota. Mi voltai
ritrovandomi davanti a Harry Potter, appena balzato giù da
una scala che stava cambiando direzione. Aveva gli occhiali leggermente
penzoloni, la cravatta quasi completamente slacciata, il mantello
tenuto con un dito su una spalla, la borsa di pelle a tracolla, e gli
occhi di speranza velati ancora di sonno. Senza contare i capelli
più spettinati di sempre. Io ghignai.
“Sì,
sai avendo già finito le persone con cui prendermela, mi
rimanevano solo i quadri!” risposi con sarcasmo.
“Addirittuara
hai già finito le persone?? Wow, è un
record!” ribattè ironico. Poi cominciò
ad incamminarsi giù per le scale, e io lo seguii.
“E che ci
facevi qui? Dove stavi andando?” mi chiese guardandomi
interrogativo. Io feci spallucce.
“Ti stavo
cercando…” risposi con una certa nonchalance. Lui
mi guardò ancor più dubbioso.
“Non
dirmi che ti manco di già!” fece ridendo, e io gli
tirai un colpo ben assestato sulla spalla.
“Non
essere stupido, Potter!” gli dissi a denti stretti.
“Dai, non
ti scaldare subito!!Stavo scherzando…” si
giustificò il moro, e io lo guardai gelida.
“Io non
mi scaldo mai, Potter…non mi avevi accusato di essere di
ghiaccio?” ribattei mentre scendevo elegantemente
l’ultima rampa di scale. Lui sembrò pensarci su.
“Già,
hai ragione…sei un po’ una contraddizione, lo
sai?” rispose, e io lo guardai un attimo male.
“Comunque
non mi hai ancora detto perché mi stavi
cercando…” continuò il Grifondoro,
fermandosi e appoggiandosi alla parete. Oh Santo Salazar, e ora che gli
dicevo?! Non potevo dirgli di Silente e del nostro
“patto”, quindi mi serviva una scusa, credibile, e
al momento. Rimasi impassibile davanti ai suoi occhi e lavorai
febbrilmente a qualcosa di attendibile.
“Te la
cavi bene come portiere a Quidditch?” buttai lì
cercando di rimanere indifferente. Lui sembrò un attimo
stranito.
“Insomma…perché?”
“Sabato
ho il provino per diventare cacciatrice, magari potevi renderti davvero
utile in qualcosa con un paio di allenamenti…non che ne
abbia bisogno, però…”
Ok, di tutte le
idee che potevo inventarmi per trovare una scusa, proprio questa?!
Certo che mi ero rimbambita tutta d’un botto!! La rabbia mi
aveva dato alla testa…va beh, almeno avrei fatto contento
quel pazzo di Preside, no? Potter sembrò sorpreso, ma alla
fine sorrise.
“Qual
è il tuo secondo fine?” mi chiese quasi divertito.
Ma era proprio così evidente che non avrei chiesto niente di
questo a Potter senza un secondo fine?! Mio Dio stavo diventando
prevedibile!
“Nessun
secondo fine, Potter, come sei diffidente!! I Grifondoro non sono
quelli che danno sempre fiducia a tutto e a tutti?”
“E i
Serpeverde non sono quelli che in tutto tramano sempre qualcosa
sotto?” ribattè il moro, incrociando le braccia al
petto. Io sbuffai.
“Se non
vuoi, meglio per me, così non devo sorbirmi più
di tanto la tua insopportabile presenza…” feci
acida. A quel punto lui sorrise.
“Oh, ora
si che ti riconosco!” esclamò Potter giulivo. Io
lo fulminai con lo sguardo.
“Comunque
per me va bene…” rispose infine senza abbandonare
il suo sorriso. Io sospirai. Ok, dai, non potrà essere
così disastroso. E poi dovevo pensare a quello che avrei
ottenuto per un oretta con Potter. In fondo, posso anche divertirmi a
prenderlo un po’ in giro. Magari posso sfogare su di lui le
mie frustrazioni. Ehi, mi piaceva vedere la cosa da questo punto di
vista. Ghignai, forse un po’ troppo maligna.
“Perfetto…”
dissi incamminandomi verso l’entrata della Sala Grande.
Potter mi seguì repentinamente.
“Si
potrebbe fare anche oggi, visto che non possiamo avere già
compiti arretrati il primo giorno di lezioni…” mi
fece dietro.
“Non mi
stupirei di certo se tu fossi già in dietro
oggi…comunque, bisogna chiederlo il campo?” gli
chiesi mentre mi fermavo davanti all’entrata.
“Sì,
al direttore della propria casa…” rispose Potter.
Io annuii.
“Ti
faccio sapere l’orario poi…” e senza
dire altro entrai nella Sala dirigendomi velocemente al tavolo delle
Serpi. Mi lasciai cadere su una panca di fianco a Blaise e di fronte a
Draco, prendendo una tazza e versandoci un abbondante dose di
caffè. Il moretto degli occhi di cobalto mi
guardò interrogativo.
“Come
va?” mi chiese abbastanza dubbioso. Io gli lanciai uno
sguardo crucciato.
“Una
meraviglia…” risposi con tale freddezza che
pensavo di aver congelato l’aria con le mie parole. Il
ragazzo mi squadrò comprensivo, e forse anche un
po’ timoroso.
“Beh,
Pansy ha un po’ esagerato…ma si
sentiva…minacciata da te, ecco…”
bofonchiò e io rimasi stranita.
“La stai
giustificando??”
“Non
proprio…volevo che capissi
che…beh…”
“Non ti
ha attaccato per nulla” terminò Malfoy mentre
sorseggiava del the. Io bevvi un abbondante sorso di caffè e
lo guardai incuriosita.
“Su
questo non avevo dubbi…” risposi adagiando la
tazza sul tavolo e addentando un biscotto al burro.
“Certo,
credo che ora tu possa stare certa che prima di andarti contro la gente
ci penserà su due volte…devi essere molto abile
con la bacchetta…” esclamò Blaise
abbastanza divertito.
“In
effetti lo sono…e non solo con la
bacchetta…” gli feci l’occhiolino e lui
ricambiò con un delizioso sorriso. Però nel
mentre lanciai uno sguardo eloquente a Draco che sembrò
abbastanza divertito. Vidi il professor Piton avvicinarsi ai ragazzi
del sesto anno, noi compresi. Quando arrivò a me, mi fece un
ghigno sghembo prima di spiegarmi tutto sul mio corso.
“Signorina
Black, il Preside ci ha reso noti dei risultati che ha ottenuto nella
scuola francese, e sono venute alla luce le sue abilità in
Difesa Contro le Arti Oscure, Pozioni e Trasfigurazione,
perciò è stata accettata in questi corsi, per di
più c’è Incantesimi, e
seguirà anche Astronomia, Antiche Rune e Storia della Magia.
Per quanto riguarda la materia aggiuntiva…” mi
guardò con sguardo eloquente.
“Seguirà
Aritmanzia…ci sono domande?” mi chiese dandomi
l’orario delle lezioni con scritto tutto.
“Sì…posso
usufruire del campo da Quidditch questo pomeriggio?” gli
chiesi ripiegando accuratamente l’orario. Il professore mi
lanciò uno sguardo interrogativo, poi annuì.
“Da che
ora?” mi domandò.
“Dalle
sei alle sette sarà più che sufficiente, la
ringrazio…” risposi garbatamente, mentre gli occhi
scuri e gliaciali di Piton indugiavano un po’ su di me.
“Oh,
quasi dimenticavo…il Professor Silente mi ha chiesto di
darle questa…” disse il professore, tirando fuori
dal mantello nero una busta di pergamena ingiallita.
“Grazie…”
feci prendendo la busta e squadrandola curiosa. L’uomo mi
congedò con un cenno e spostò la sua attenzione
su Blaise. Io aprii la lettera e ne tirai fuori un pezzetto di
pergamena con sopra un messaggio scritto con calligrafia elegante e
lineare.
La Signorina
Siria Black è dal sottoscritto Albus Silente autorizzata a
consultare i libri della biblioteca che sono costuditi nella sezione
proibita in ogni momento e situazione per tutto l’anno
scolastico.
Ossequi…
Albus Silente
Sorrisi
soddisfatta nel leggere quelle parole, e alzai il mio sguardo grato
verso il Preside dalla barba argentea che mi guardava con un sorriso
ampio increspato fra le labbra sottili. Era un piacere fare affari con
il Preside, lo dovevo ammettere. Cominciava a starmi davvero
simpatico…
“Cos’è quella lettera?” mi
chiese curioso Draco. Io infilai velocemente il permesso dentro la
busta e lo riposi in una tasca interna del mantello.
“Niente che ti possa importare…” risposi
guardandolo male. Il biondo si sporse sul tavolo per avvicinarsi in
modo minaccioso e divertito allo stesso tempo verso di me, sogghignando
malignamente.
“Qualcuno qui ha dei segreti…”
sussurrò il ragazzo suadente.
“Forse…chi non ne ha?” ribattei con lo
stesso tono, essendo appena misteriosa. Draco si fece più
vicino.
“In effetti…ma io scoprirò il tuo,
Siria…” mi disse in un bisbiglio. Io lo guardai
inarcando i sopraccigli. Avvicinai le labbra al suo orecchio.
“Dubito…ma anche io scoprirò il tuo,
Draco…” soffiai senza temere di sbilanciarmi
troppo. Il biondino mi guardò piegando la testa da un lato,
e ghignò con divertimento.
“Sai, credo che io e te abbiamo più cose in comune
di quello che pensiamo” mi disse, tornando a sedersi
normalmente. Io annuii con il capo.
“Sì, lo credo anche io…”
risposi con una specie di sorriso che m’increspò
le labbra chiare. Sapevo che ero sulla strada giusta per poter essere
in grado di scoprire quello che tramava e che stava facendo
insospettire Silente. E se era una cosa che poteva influire a mio
favore sulla mia scelta, beh, mi dispiace molto per quel Preside che
cominciava ad acquistare la mia simpatica…
“Che confabulate voi due?” s’intromise
Blaise guardandoci dubbioso. Io mi girai quasi di scatto.
“Niente, chiacchiere da nulla…” mentii
lanciando uno sguardo complice a Draco che annuì. Ma il moro
non sembrava convinto.
“Guarda che se fate così poi la Parkinson ha
ragione ad essere gelosa, eh!” disse sarcastico, e io lo
guardai male.
“Non dire sciocchezze Blaise, come hai visto sono di collera
facile…” ribattei dura. E lui al contrario rise.
“Oh lo so, non preoccuparti!” rispose prendendo la
borsa da terra.
“Io non mi preoccupo…dovresti farlo
tu!!” dissi con un sorriso maligno. Buttai giù
l’ultimo sorso di caffè e mi alzai in piedi. Mi
stiracchiai appena le braccia, e m’infilai il mantello con i
colori e lo stemma di Serpeverde. Poi detti uno sguardo distratto
all’orario. Prime due ore: Pozioni.
“E’ Piton l’insegnante di
Pozioni?” chiesi mentre mi mettevo la borsa in spalla. Draco
scosse il capo in segno di dissenso.
“Lo era. Silente ha assunto un nuovo professore, e ora Piton
insegna Difesa Contro le Arti Oscure” mi rispose alzandosi
anche lui.
“Anche voi due avete pozioni?” domandai a Malfoy e
Zabini.
“Sì, e mi sa che siamo gli unici di
Serpeverde…la selezione per Pozioni era parecchio
rigida…” rispose Blaise, dando l’ultimo
morso al suo cornetto.
“Non è stato ammesso anche Theodore?”
fece Draco.
“Non lo so, ma può essere…”
disse il moro, ed anche lui si alzò.
“Beh, che dite, c’incamminiamo?” chiese
poi. Io e il biondino annuimmo e a grandi passi uscimmo dalla Sala
Grande, diretti di nuovo nei sotterranei per la lezione di Pozioni.
E anche questo 12
capitolo è finito. Che ve ne pare?? Non succede niente di
speciale, vediamo una Siria che combina un allenamento Harry un po'
inconsciamente, un po' per caso, e un po' per far contento quel Preside
che giorno dopo giorno le piace sempre di più. Scusate, ma
io proprio non ce la facevo a fare un personaggio che odi Silente,
è più forte di me, è il personaggio
che amo di più di tutti e non posso per principio farlo
odiare. Ah, poi possiamo anche vedere un certo feeling che si sta
creando fra Dracucciolo e Siria, che si stuzzicano a vicenda. Dai,
anche se sono ugali, però devono essere una coppia parecchio
esplosiva, no?? Vi dovrà piacere almeno un pochino pochino?!
Ok, sto divagando, però non ci posso fare nulla, a me piace,
anche se preferisco Harry/Siria...va bene, non vi dico più
niente, solo un enorme GRAZIE a tutti quelli che hanno letto!!
E ora, i
ringraziamenti singoli:
Per
dilly_23: Ciao tesoro!! Allur, beh sì, Pansy se
l'è decisamente cercata, e Siria non è una che si
fa dire quelle cose, anzi!! Hai detto bene te, è forte...ma
fino a quanto? XD Grazie mille per la recensione, spero che il chap ti
sia piaciuto!Bacioni, alla prossima, tvtttttb!
Per
INFINITY: Ciao! Beh, Pansy ha un po' esagerato, era meglio se se ne
stava buona...però ora credo che ci penserà due
volte prima di dire su a Siria!E poi hai ragione, Siria ha un carattere
davvero particolare, e avrei paura ad averla come nemica!! XD Grazie
per la recensione, bacioni e alla prossima!
Per Pyros
Ikari: te l'ho già detto che tutte le volte che mi lascia
una recensione mi fai ridire?? Sì, ma te lo ridico!! Hihihi
grazie per la fiducia che riponi in me e nella mia bravura nello
scrivere, spero davvero di non averti deluso!! Non lo sopporterei! XD
Grazie mille per la recensione, alla prossima!!Bacioniiiii!
Per
SakiJune: beh, prima di tutto ti ringrazio per la recensione e per i
complimenti, però non sono tanto contenta di aver mostrato
la mia bravura facendoti provare disgusto per la mia casa...ti
dirò, forse perchè è la mia casa, e se
io fossi sotto il cappello parlante lo minaccerei di scucirlo se non mi
mette a Serpeverde, però capisco che per chi non
c'è abituato, deve essere un'atmosfera orribile....comunque,
a me interessa solo che la storia ti piaccia e che tu mi reputi brava!!
Tutto il resto è noia! XD Bacioni, e al prossimo capitolo!
Per Lucia:
Ciao Lucia!! Allora, sì, è vero, è
stato proprio un bel botta e risposta, e ovviamente Siria ha avuto la
meglio...quando la fanno arrabbiare, altro che Serpe, diventa
un'anaconda!! Hihihi sotto questo aspetto sembra un po' me, che sembro
tanto buona tanto buona ma appena mi fai arrabbiare divento peggio di
Voldemort! Non sai quante volte ho fatto piangere la mia migliore
amica...va beh, comunque, per la tua gioia, Harry e Siria dovranno
passare un'ora insieme nel campo da
Quidditch...chissà...hihihi va beh, ti ringrazio per la
recensione, e ne aspetto una prossima! Bacioni!
Per Draias:
Ciao!! Beh, son contenta che trovi la mia storia sempre più
interessante! Come ho già detto mi sto impegnando per
allungare i capitoli, perchè anche io odio le cose corte, ma
ho sempre paura di annoiarvi! Comunque concordo, Pansy se
l'è cercata e l'ha avuta, ben gli sta! Concordo anche su
Draco, bono e dire poco! Va beh, spero che il chap ti sia piaciuto, e
grazie per la recensione!!Un bacione!
Per Soraya:
Hai visto dudì, Siria la mette in riga la Pansy
malefica!!Hahaha bacioni, tvumdb IN LUST WE TRUST SEMPRE E COMUNQUE!
Per Rara93:
E finalmente sei la prima!! Per questo un grazie speciale a parte! Poi,
devo dire che sono molto contenta che il chap ti sia piaciuto,
specialmente la litigata. E sì, Siria è proprio
una vera Serpe, l'ho fatta apposta, e tutte le volte che rispondeva a
Pansy ghignavo come una matta!!Spero che la mossa trovare Potter ti sia
piaciuta!! XD e ancora ti dico, che anche se molto probabilmente per
ora mi orienterò su una Draco/Siria, basta solo avere un po'
di pazienza, e chissà!XD Ti ringrazio ancora per la
recensione e ne aspetto un'altra. Bacioni, alla prossima!!
Ed ora
tutti a tifare Milan!!Bacionissimi!!
...---*Alexa*---...
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Capitolo 13 *** Maledetta, Maledette, Maledetto... ***
I' M REALLY, REALLY,
REALLY SORRY!!! Sul serio, scusate tanto il ritardo, ma ho avuto dei
problemi con l'altra mia storia, quindi questa è dovuta
stare in coda!! Vi avverto comunque che aggiornerò meno
recentemente per via della scuola, però cercherò
il più possibile di essere costante, promesso!! Allora,
questo capitolo è un po'...burrascoso, ma spero che vi
piaccia!! Ma non vi faccio aspettare oltre, le ciance in fondo al
chap!!Bacioni e buona lettura!!
Percorremmo la strada a
ritroso per i sotterranei fianco a fianco, in religioso silenzio. Mi
sistemai meglio la borsa sulle spalle, mentre Blaise al mio fianco
sfogliava svogliatamente il libro di Pozioni Avanzate. Sulla mia
sinistra, Draco camminava tranquillamente con le mani in tasca e lo
sguardo dritto davanti a sé, perso nei suoi pensieri. Io,
nel mezzo ai due, guardavo di sottecchi il biondo, incuriosita da ogni
suo minimo movimento. Storcevo di tanto in tanto la bocca, pensando a
come avrei potuto tenerlo d’occhio in quell’ora che
avrei dovuto allenarmi al campo da Quidditch. Continuai a squadrarlo
per tutto il tragitto, finchè voltò gli occhi di
scatto per incontrare i miei.
“Perché
mi fissi?” mi chiese subito, tra il sospettoso e il
divertito. Blaise, che fino a quel momento non aveva badato a me,
alzò lo sguardo dalle pagine del suo libro e lo
puntò dritto su di noi.
“E’
vietato?” ribattei ostentando sicurezza. Lui si
stampò in volto un ghigno di palese malizia.
“Non che
non lo è, sennò dovrei punire tutte le ragazze di
questa scuola!” replicò e sia lui che Zabini
ridacchiarono. Io inarcai i sopraccigli scettica.
“E io
invece non sono della stessa opinione…sei troppo sicuro di
te…” feci incrociando le braccia al petto. Lui
sogghignava imperterrito. Si fece un po’ più
vicino a me.
“Ma se
fino a dieci secondi fa mi mangiavi con gli
occhi…” mi disse con voce strascicata ed
incredibilmente sensuale avvicinando le labbra al mio orecchio, e
quando il suo fiato andò a solleticarmi la pelle, sentii un
brivido scendermi lungo tutta la schiena. Ma ovviamente io rimasi
impassibile, guardandolo male.
“Questo
lo credi tu…sei un po’ egocentrico…e
poi a me non piacciono i biondi, ho un debole per i mori!!”
esclamai, voltandomi e sorridendo a Blaise che sembrava molto
divertito. Con molta audacia mi passò un braccio intorno
alle spalle, facendomi irrigidire immediatamente.
“Sentio
Draco?? Ha un debole per i mori…”
ripetè con ironia, e il biondino ghignò
compiaciuto. Io mi allontanai dal moro, guardandolo eloquente.
“Ehi,
guarda che non ti mangio mica!” ribattè
indispettito Blaise.
“Lo so,
ci mancherebbe…” risposi con ovvietà,
stringendomi nelle spalle.
“Credo
che abbia paura che un contatto “caldo” potesse
scioglierla…sai com’è, devi stare
attento quando sei fatto di ghiaccio!” esclamò
sarcastico Malfoy, e io lo fulminai con uno sguardo omicida.
Finalmente
arrivammo nell’aula di Pozioni, fuori dalla porta
c’era un piccolo capannello di persone, al massimo una
decina. Notai quello che avevo imparato a chiamare il Trio dei
Miracoli, capeggiato da Potter e spalleggiato da
Hermione-So-Tutto-Io-Granger e Ron-Donnola-Weasley. Sì, come
potete vedere i miei compagni di casa mi avevano istruito a dovere su
come funzionava lì. Allungai velocemente il passo,
dirigendomi il più in fretta possibile verso Potter. Quando
gli fui davanti questo mi guardò interrogativo, ancor di
più i suoi amici.
“Alle sei
in punto, Potter. Non tardare. Le conseguenze potrebbero essere
disastrose per te…” dissi con un tono di voce
talmente fermo che non ammetteva nessuna replica. Lui annuì
deciso.
“Non
tarderò, promesso…” rispose
determinato. Io feci un cenno impercettibile con il capo e girai i
tacchi, senza più degnarlo di attenzione. Me ne tornai a
grandi falcate tra Draco e Blaise che mi guardavano curiosi, e nel
mentre si erano affiancati a Nott. Il biondo guardò
accuratamente in cagnesco Potter, per poi rivolgermi uno sguardo
crucciato.
“Non
è che con “ho un debole per i mori”, ti
riferivi a Potter?” mi fece sarcastico. Se il mio sguardo
avesse potuto tagliare, ora Draco sarebbe stato ridotto in brandelli.
“Fottiti
Malfoy…” digrignai tra i denti.
“Con te
molto volentieri…” ribattè con
provocazione. I miei occhi si accesero d’ira, e gli tirai un
calcio dritto e preciso sullo stinco.
“Ahia!!”
brontolò contrariato.
“Maiale!”
risposi indignata, mentre la porta dell’aula si
aprì e tutti entrammo più o meno
ordinatamente…noi Serpverde di sedemmo al tavolo
più lontano da quello di Grifondoro. Io, invece di mettermi
tra Draco e Blaise, mi misi fra Nott e Zabini, evitando accuratamente
il biondo, essendo ancora offesa. Lui se ne accorse e mi
picchiettò sulla spalla, sovrastando Blaise.
“Dai, non
fare l’offesa…scherzavo…”
disse piano. Io non mi voltai nemeno a guardarlo.
“Eclissati
Malfoy….e poi non si fanno questi
“scherzi” di così poco
gusto…” risposi acida. Blaise arrivò a
prendere le mie difese.
“Ha
ragione Dra, potevi avere più classe…”
“Ma tu da
che parte stai???” fece indispettito il biondino dagli occhi
di ghiaccio. Zabini fece spallucce e capì che era meglio
stare in disparte. Fortunatemente il professore richiamò
l’attenzione di tutti.
“Allora
ragazzi, vedo che siamo in pochi…chi è la
Signorina Black?” chiese guardandosi intorno. Io sbuffai
sonoramente, e feci un gesto stizzito con la mano.
“Sono io,
perché?” chiesi un po’ seccata. Lui mi
guardò sorridendo raggiante.
“Non
capita tutti i giorni di avere l’ultima Black nel proprio
corso…” si giustificò, avanzando a
grandi passi verso di me. Io ghignai.
“Beh, non
ha tutti i torti, sa com’è…sono
unica!” esclamai ostentando una certa superbia. Il Professor
Lumacorno mi guardò comprensivo.
“Unica, e
una vera Serpverde, non c’è che
dire…”
Io sorrisi
soddisfatta, mentre rivolsi involontariamente uno sguardo a Potter.
“Va beh,
bando alle ciance, e cominciate a tirar fuori la bilancia, gli
ingredienti, e naturalmente il vostro libro di Pozioni
Avanzate” disse con voce grossa, tornando a rivolgersi alla
classe intera. Io presi tutto il necessario e lo posizionai sul tavolo
accanto a quella di Blaise che mi sorrise incoraggiante.
“Bene,
come potete vedere ho preparato alcune pozioni abbastanza famose, che
dovreste più o meno conoscere tutti, almeno per sentito
dire…partiamo da quella…” fece il
professore indicando il calderone più vicino al nostro
tavolo. Sembrava acqua limpida che bolliva, e non ebbi dubbi su cosa
fosse. La mano della Granger era scattata in aria prontamente, ma io la
precedetti.
“E’
Veritasserum” risposi quasi con fare annoiato, mentre
poggiavo il viso sulla mano aperta.
“Corretto
Signorina Black, ma dovrebbe alzare la mano prima di
parlare…” mi rimproverò bonariamente il
Professore. Poi si spostò su un’altra pozione,
più vicina al tavolo dei Corvi.
“E
quella?” chiese ancora, e questa volta la Granger fu
più veloce.
“E’
la Pozione Polisucco” rispose subito, lanciandomi quasi uno
sguardo di sfida che ricambiai con uno di sufficienza.
“Eccellente…e
ora, quella?” disse indicando il paiolo più vicino
ai Grifoni.
Purtroppo lei era
molto più vicina, e rispose di nuovo per prima.
“E’
Amortentia, il filtro d’amore più potente del
mondo!” rispose compiaciuta. Lumacorno sorrise lodevole.
“Esatto!Le
sue caratteristiche?”
“Il
colore madreperlaceo sia della pozione che del fumo, e il fatto che
cambi odore per ognuno di noi, rispecchiando ciò che
più ci attrae…”
Un sorriso a dir
poco diabolico mi si aprì in volto quando udii la risposta
della Grifondoro. Feci scattare in alto la mano con uno slancio
fulmineo.
“Sì,
Signorina Black?” mi diede la parola Lumacorno, interrompendo
la Granger che non ne fu molto contenta.
“La
nostra So-Tutto-Io ha sbagliato…la caratteristica del fumo
della Amortentia non è il colore, ma bensì la
forma a spirale, ma se evidentemente gli leggesse davvero i libri,
invece di nascondercisi dietro, queste cose le
saprebbe…” ribattei con voluta acidità
nella voce. I miei compagni di casa si aprirono in una fragorsa risata,
i Corvonero ridacchiarono, e il tavolo dei Grifondoro rimase immobile,
mentre Hermione diventava paonazza e abbassava lo sguardo. Lumacorno mi
squadrò per un attimo, e poi annuì.
“Beh, hai
ragione…10 punti a Serpeverde…”
esclamò con un grande sorriso. Io sorrisi soddisfatta e
battei il cinque ad un Blaise particolarmente contento. Draco si sporse
di nuovo oltre la schiena di Zabini e mi disse.
“Però,
hai capito come si fa a mettere in riga i
Grifoni!!Complimenti!”
In risposta a
quella esclamazione, sogghignai ancor di più.
L’unico Tassorosso della classe fece cadere
l’attenzione su un altro calderone più in fondo.
Mi alzai appena e ne vidi chiaramente il contenuto dorato. Neanche per
quella ebbi dubbi.
“Beh,
signori e signore, quella è una pozione assai curiosa e
complicata…” cominciò il Professore, ma
io lo presi per tempo.
“Felixis
Felicis, non è vero?”
Lumacorno
sembrò molto sorpreso e compiaciuto.
“E’
esatto!! Beh, qui mi obblighi a mettere altri 10 punti a
Serpeverde!”
Sorrisi di nuovo
soddisfatta. Questo Professore cominciava a piacermi!
*
La mattina
trascorse non troppo noiosa. A Pozioni, Potter era riuscito ad
aggiudicarsi una piccola bottiglia di Felix Felicis, e ne rimasi
visibilmente irritata ed incredibilmente seccata, visto che la mia pozione era solo
appena più scura della sua, decisa nel tentativo di
fargliela pagare quel pomeriggio stesso! Dopo Pozioni, avevo avuto
Difisa Contro le Arti Oscure, dove mi divertii un sacco a vedere Piton
maltrattare i Grifondoro, Potter in particolar modo; e poi, dopo
ancora, due ore di Trasfigurazione molto intense ma a suo modo
interessanti. Mi resi subito conto che fortunatamente le cose erano
molto simili alla scuola francese, a parte tutta la storia dei punti e
delle case. Il pranzo fu tranquillo, e fortunatamente il pomeriggio
l’avevamo libero. Lo passai per la maggiorparte in Sala
Comune con Draco e Blaise a fare i compiti che si accumolavano sempre
di più, e che diventavano ogni materia più
difficile. Aiutai Zabini con Trasfigurazione, materia in cui ero
inconsciamente ferrata, mentre Malfoy se ne stava un po’
più in disparte, sulla sua poltrona, con il suo tema di
Pozioni, che svolse senza particolari difficoltà. Alla fine
arrivò la fatidica ora, e mi alzai un po’
intorpidita dal divano.
“Io vado,
ci vediamo a cena…” dissi senza dare troppe
spiegazione. Blaise mi salutò calorosamente, mentre Draco si
limitò ad un cenno distratto e ad uno sguardo penetrante.
Velocemente, salii nel mio dormitorio al momento deserto, presi di
slancio la scopa e il mantello, e poi scesi di nuovo per andarmene a
grandi passi dalla Sala Comune di Serpeverde. Alla meglio e alla peggio
riuscii a raggiungere la Sala d’Ingresso. Aprii
l’imponente portone senza fatica e mi avviai nel parco fresco
e ventilato. Caspeltavo velocemente l’erba ispida, mentre
guardavo curiosa il Lago Nero incresparsi sotto le carezze del vento.
Tutt’intorno, c’erano tante querce e salici, e al
di là della sponda opposta si poteva vedere il panorama
delineato dai dolci lineamenti delle colline. Mi strinsi appena nel
mantello quando il vento si fece più intenso, e raggiunsi
con passo spedito il campo da Quidditch. Potter non era ancora
lì. Lancai uno sguardo distratto all’orologio al
mio polso, che segnava le sei meno dieci, per la sua fortuna. Mi
sedetti poco delicatamente sugli spalti e tirai fuori dal mantello una
sigaretta magica al mio aroma preferito, caffè. Quelle che
al posto del fumo acre emanavano l’inconfondibile odore amaro
del caffè, e invece del sapore aspro che ti lasciava in
bocca il tabacco, t’inondava le papille gustative con il
rilassante sapore tipico della caffeina. L’accesi con un
movimento deciso della bacchetta e aspirai una grande boccata,
lasciando cadere la schiena all’indietro e puntellandomi con
i gomiti. Il cielo era picchiettato di nuvole bianche che si stavano
allargando sempre di più. L’aria si stava facendo
umida, e scommettei che la notte avrebbe piovuto. Portai di nuovo la
sigaretta alla bocca e feci un altro sostanzioso tiro, per poi lanciare
un’occhiata veloce all’entrata del campo. Osservai
di nuovo l’orologio, mancava pochi minuti alle sei, ed ecco
che vidi la familiare (purtroppo!!NdSiria) figura di Potter varcare la
porta degli spogliatoi. Mi fece un cenno con il braccio e subito dopo
salì sugli spalti.
“Buona
sera…” mi salutò sedendosi accanto a
me. Io in risposta sbuffai un po’ di fumo e feci un ultimo
tiro, ciccando la sigaretta a terra. Mi alzi in piedi, rassettando
appena il mantello.
“Andiamo?”
gli feci sgarbatamente, e senza aspettare risposta mi avviai
giù, con la mia Firebolt in mano. Lui mi seguì
prontamente. Mi diressi verso lo stanzino delle scope per prendere la
pluffa, e quando Potter mi concesse “galantemente”
il suo aiuto, io lo rifiutai in malo modo, imbronciata.
“Ehi, non
ce l’avrai mica con me perché oggi a Pozioni ho
vinto il Felix Felicis?” fece portando le braccia conserte al
petto. Io lo perforai con lo sguardo, storcendo la bocca.
“CERTO
che ce l’ho con te perché hai vinto il Felix
Felicis, oggi!! Tu non dovevi nemmeno essere ammeso ai M.A.G.O., invece
io amo Pozioni, è la mia materia preferita!Hai ammesso che
la tua era fortuna mentre il mio è talento!Non è
giusto!! La mia pozione era identica alla tua, ma si vede che Lumacorno
ha qualche preferenza…” esclamai un po’
troppo ad alta voce con tono irritato e seccato, mentre sbattevo forte
la pluffa a terra.
“Ehi,
calmati!! Primo, Lumacorno ha preferenze, è vero, ma non di
certo solo per me, e secondo, la mia non è stata solo
fortuna, ho eseguito le istruzioni perfettamente e mi sono meritato
quella cavolo di pozione della fortuna!! E poi io ho preso O al
G.U.F.O. di Pozioni, quindi dovevo essere ammesso ai M.A.G.O.! Ma sai
qual è il tuo problema?? Che non riesci ad ammettere che
qualcuno è stato più bravo di te!!”
sbottò irritato avvicinandosi di un passo.
“Ma
sentilo!! Io so ammettere quando qualcuno è più
bravo di me, il problema è che tu non sei stato
più bravo di me!Solo sfacciatamente più
fortunato!!Non sapevi nemmeno cos’era il Felix Felicis, e non
me ne stupisco, te ne stai fra babbani, traditori e mezzosangue, ovvio
che lo diventi anche tu!!” gli dissi contro facendomi anche
io più vicina di un passo, tanto che ci ritrovammo faccia a
faccia, con i nasi quasi che si sfioravano, mentre ci uccidevamo a
vicenda con lo sguardo.
“Beh,
sempre meglio stare con loro che con delle stupide ragazzine viziate,
superficiali e stronze come te!! Hai il veleno al posto del sangue, non
sai cosa vuol dire ridere o sorridere, sei praticamente una statua di
ghiaccio, sempre pronta a pungere e credendo di poter dominare il mondo
solo perché fai di cognome Black!! Hermione è
cento mila volte migliore di te!!” fece infervorito,
puntandomi l’indice contro. Io con uno scatto di rabbia
glielo presi e lo strinsi con rabbia, mentre lui fece una smorfia di
dolore.
“Come osi
dire che quella sudicia mezzosangue so-tutto-io è migliore
di me?? Sei davvero uno stupido insolente che si è ridotto a
diventare feccia!! E poi senti da che pulpito vien la predica, da San
Potter, il salvatore del mondo che crede che tutti lo adorino e lo
venerino!! Povero illuso! Il Signore Oscuro ti da la caccia, e spero
che ci metta davvero poco a scovarti!!” gli urlai contro,
mentre liberavo il suo dito da quella morsa micidiale. Lui se lo
massaggiò appena ma non distolse un secondo i suoi occhi di
speranza dai miei di ombra e, se possibile, si avvicinò
ancor di più minaccioso.
“Non sai
nemmeno quello che dici!Potevi benissimo chiedere aiuto al tuo caro
Draco, o al tuo caro Zabini, invece sei venuta da me, quindi non vuoi
assolutamente la mia fine, vuoi solo che io lo creda!! Sei
così incredibilmente incosciente e così
schifosamente egocentrica, mi fai quasi schifo!” il moro
pronunciò queste parole con ira repressa, ed io,
completamente fuori di me, gli tirai un sonoro schiaffo sulla guancia,
lasciandogli impresso le mie cinque dita.
“Primo,
io non ho chiesto l’aiuto a nessuno, secondo, Draco e Blaise
sono almeno un milione di volte migliori di te, e preferirei di certo
la loro compagnia che la tua, insulsa e sgradevole; terzo,
l’egocentrica qui non sono io, e quarto, non azzardarti
più a rivolgerti a me in quel modo!!Sei tu quello che fa
schifo!!” gli dissi sibilando con odio, quasi come fossi un
serpente pronto a mordere.
“E ora
puoi anche andartene, meno ti vedo e meglio è!!”
ribattei, prendendo la pluffa da terra, e salendo veloce in groppa alla
mia scopa, spiccando il volo senza dedicare più uno sguardo
a Potter, che rigido e rabbioso, se ne andò a grandi falcate
dal campo, mentre io rimasi per aria a sfogare la rabbia lanciando con
estrama forza la pluffa contro gli anelli. Non lo sopportavo, era
più forte di me, quel ragazzo mi dava troppo sui nervi!! Il
suo finto buonismo mi dava il volta-stomaco, e decisi di sbattermene
altamente del patto con Silente. Chi se ne fregava se diventava
vulnerabile al Signore Oscuro, anzi, per me era meglio, così
si sarebbe tolto dai piedi più in fretta. Era odioso e
insopportabile, non riuscivo proprio a tollerare la sua presenza. E mi
chiedevo come mai avessi questa repulsione per quel ragazzo che
conoscevo da così poco. Non lo sapevo, o forse lo sapevo e
non volevo ammetterlo, sta di fatto che odiavo Harry Potter. Feci un
ultimo tiro con così tanto fervore che la pluffa
picchiò sul bordo dell’anello facendolo tremare.
Velocemente scesi sugli spalti e mi accesi un’altra sigaretta
che speravo mi potesse calmare. Ma dopo il quarto tiro capii che
neanche se ne avessi fumate cento mi sarei calmata. Così la
spensi a terra, appena in tempo per sentire una goccia cadere dall'alto. Alzai gli occhi e vidi il cielo che si era incupito con grandi
nuvoloni grigi, e che la pioggia era imminente. Sbuffai, presi di corsa
la scopa, mi riparai sotto il mantello e cominciai a correre verso il
castello imprecando.
Maledetta pioggia,
maledette sigarette, maledetto Quidditch, maledetto parco, maledetta
Inghileterra…MALEDETTO POTTER!!
Ok, so che vi
aspettavate un capitolo più amorevole, ma visto che io sono
una Serpeverde DOC ho voluto complicare ancora di più le
cose fra Siria e Harry...scusate questa piccola mia mania, ma odio le
cose facili per principio!! XD c'è stata una bella
discussione accesa dove anche il nostro Harry ha finalmente tirato
fuori gli artigli, non so perchè ma avevo l'impressione di
averlo fatto troppo accondiscendente con i piccoli "soprusi" di Siria,
perciò l'ho fatto riscattare!! XD possiamo anche notare in
questo capitolo, non solo il talento di Siria in Pozioni, e l'amore per
quella materia, ma anche un certo conflitto con Hermione...XD beh,
spero che il capitolo vi sia piaciuto comunque!! Purtroppo non posso
dilungarmi con i ringraziamenti singoli (Pyros Ikari perdonami!!)
quindi faccio un mega GRAZIE
a tutti e vi prometto che aggiornerò a tempo debito!!
Bacionissimi!
...---*Alexa*---...
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Capitolo 14 *** Cosa tramano le Serpi?! ***
Incredibile, sono
di nuovo in ritardo!! Faccio schifo, eh?? Sì, lo so, ma con
me dovete avere pazienza. E un periodo no per la scrittura, quindi per
favore, perdonatemi, anche perchè non potete immaginare
quanto ci sto male quando non riesco a scrivere, è una
tortura!! Comunque ce l'ho fatta, ho finalmente sfornato un altro
capitolo che io definisco di "transizione" ovvero quelli in cui non ci
sono eventi eclatanti, ma che sercono come anelli di congiunzione...e
inoltre, troverete alcuni passaggi molto..."utili" per il
seguito...diciamo che vi metto qualche quesito in testa!! Hihihi
quindi, vi chiedo di nuovo scusa e vi lascio al chap!!
Appena fui sotto il portico della scuola mi tolsi il mantello con cui
mi riparavo dalla pioggia snervante, sbuffando sonoramente. Mi scossi
appena, per togliere un po’ di gocce e un po’ di
rabbia che mi ribolliva nel petto. Tirai fuori la bacchetta e con un
movimento secco feci sparire scopa e mantello che ricomparsero nel
dormitorio. Per mia fortuna, dall’ingresso dei sotterranei
vidi spuntare Blaise, Pansy, Daphne, Theodore e…Draco. Mi
vennero incontro mentre io cercavo di assumere un’espressione
non troppo scocciata, anche se avrei voluto molto volentieri sbattere
forte qualcosa contro il muro (la testa di Potter, per esempio!).
“Ehi là, Siria!” mi salutò
Blaise, sorridendo. Gli feci un cenno.
“Ciao Blaise!Draco, Theodore, Daphne…”
salutai evitando accuratamente di nominare Pansy che indispettita
trascinò via la Greengrass e Nott, andando a passo spedito
verso la Sala Grande.
“Dove sei stata con questo bel tempo?” mi chiese
sarcastico il biondo mentre mi univo a loro verso la Sala.
“Al campo da Quidditch, un po’ di sano allenamento
non fa mai male…” risposi cercando con ogni minima
cellula del mio corpo di rimanere calma e non ripensare alla litigata
con quello schifoso essere di nome Potter.
“Già, sabato ci sono i
provini…” fece con non curanza.
“Sarà un…ehm…piacere averti
in squadra, non credi?” disse Blaise con uno strano sorrisino
stampato in volto.
“Non è detto che prendiamo
lei…” dichiarò con un pizzico di
acidità Malfoy, ghignando soddisfatto del bel colpo
assestato. Io lo incenerei con lo sguardo, ma non feci una piega,
cercando di mantenere la mia solita calma glaciale che da sempre mi
caratterizzava.
“Mi supplicarai di avermi in squadra, caro
Draco…” replicai con sicurezza, mentre anche io
sogghignavo con sarcasmo. Entrambi incastonammo i propri occhi in
quegli dall’altro, con uno sguardo tra l’omicida e
l’ironico.
“Forse…devo ancora vederti
all’opera…” ribattè in fine
il biondo. Io ridacchiai.
“Suvvia, siamo Serpeverde!! Da quand’in qua si
fanno queste scelte con un giusto e morale criterio? Non è
la casa dei favoreggiamenti questa?” risposi con un certo
divertimento, ed entrambi i ragazzi scoppiarono a ridere. Io mi limtai
ad una smorfia trionfante mentre varcavamo l’ingresso della
Sala Grande.
“Dieci a zero per Siria, pluffa al centro!”
esclamò Blaise senza curarsi d’interrompere il suo
risolino. Draco fece finta d’indispettirsi.
“Ma siamo sempre all’inizio…”
disse con tono un po’ troppo strascicato, e, girandosi verso
di me, mi fece l’occhiolino, che ricambiai con
un’occhiata scettica. Ci sedemmo ai soliti posti centrali, e
io cercai accuratamente di non puntare lo sguardo verso il tavolo
rosso-oro.
La cena proseguì placida e calma senza suscitare dialoghi
accesi. Invece di punzecchiare Pansy, decisi d’ignorarla
perché ne avevo già avuto abbastanza con Potter,
il quale, purtroppo, riuscì ad individuare i miei occhi, che
gli mandarono sguardi iracondi e assassini. Lui ricambiava in pieno, e
tutte le volte era costretto a distogliere lo sguardo, rendendomi ogni
volta più soddisfatta.
“Eri da sola al campo da Quidditch?” mi chiese
inaspettatamente Draco su due piedi, a voce bassa, quasi per non farsi
sentire. Io mi voltai verso di lui guardandolo in tralice. Poi ghignai.
“Perché, t’interessa sul
serio?” gli feci di rimando. Lui scosse le spalle.
“Potrebbe…e poi era così per chiedere,
scusa se volevo smettere di star qui a mangiare in
silenzio…ah, ho capito il problema…il fiato caldo
ti soglie, eh?” ribattè con sarcasmo.
“Smettila di sfottere, io sono di ghiaccio quanto
te…e se proprio t’interessa saperlo…no,
non ero da sola” risposi quasi indispettita, riportando lo
sguardo sul piatto. Lui inarcò le sopracciglia.
“Davvero? Allora ecco perché non volevi
rispondermi…un giorno a Hogwarts e già ti sei
fatta il ragazzo? Complimenti! Chi è quel santo che
dovrà sopportarti?” esclamò sempre a
presa di giro, ridacchiando. Io lo trucidai con gli occhi. Mi feci
più vicina a lui, affinchè potessi mantenere il
tono basso e tagliente, senza farmi sentire.
“Primo, non è che io non volevo risponderti, sei
tu che sei impertinente; secondo, io il ragazzo non ce l’ho,
perché come hai detto tu nessuno riesce a sopportarmi! E poi
per chi mi hai preso, per Pansy Parkinson? Guarda che io non sono come
lei, e nemmeno come te…” fu la mia pungente
risposta. Il suo ghiaccio trovò la mia pece, ci squadrammo
algidi, ma leggevo nei suoi occhi di argento fuso molto di
più. Alla fine avvicinò le sue labbra al mio
orecchio, sussurrandomi mentre il suo respiro s’infrangeva
sulla mia pelle, e una scarica di brividi sfilava sulla mia schiena.
“Lo so…è per questo che
m’ineteresso”
Si allontanò appena per tornare a guardarmi dritto negli
occhi. Io rimasi immobile, priva di espressione, ma sentivo ancora una
scossa nella spina dorsale. Poi scossi il capo, sogghignando.
“Che bugiardo che sei…” esclamai
tornando alla mia cena. Per questo non vidi il suo sorrisino farsi
strada fra le sue labbra perfette. Quando anche il dolce fu servito,
Draco si alzò.
“Dove vai??” gli chiesi sarcastica, scandendo le
parole con tono smielato.
“Perché, t’interessa davvero?”
rispose con altrettanto sarcasmo, ed entrambi cominciammo a
ridacchiare. Gli altri evidentemente non capirono l’ironia,
infatti ci guardarono accigliati.
“In effetti sì…se vai in Sala Comune
vengo con te, almeno non rischio di girare a vuoto per
mezz’ora…” risposi infine.
“Non hai ancora imparato la strada?”
esclamò Blaise sconcertato. Io lo guardai malissimo.
“Che fai, metti il dito nella piaga? E poi sono qui da un
giorno scarso!Facile per voi!” replicai indispettita. Draco
smorzò la discussione.
“Sì, vado in Sala Comune, quindi o ti dai una
mossa o ti lascio a vagare per i sotterranei…”
fece avviandosi verso l’uscita della Sala Grande. Mi alzai al
volo dalla panca, lo seguii con passo svelto e m’incamminai
con lui. Il silenzio regnò fra di noi per un bel
po’, mentre i nostri passi rimbombavano cupi fra le pareti
austere. Tenevo le braccia conserte sotto il seno, e fissavo dritta
davanti a me, cercando di non posare i miei occhi sulla sua perfetta
figura. Lui sembrava fare altrettanto, ma inaspettatamente, ruppe la
quiete.
“Perché te e Potter a cena vi lanciavate sguardi
omicidi?” chiese curioso. A quel punto lo guardai piegando le
sopracciglia.
“Abbiamo avuto
una…”piccola”…discussione”
risposi infine rimanendo impassibile come sempre. Lui annuì.
“Praticamente oggi hai fatto fuori si Pansy che
Potter…sei incredibile…chi sarà la
prossima vittima?” domandò con tono scherzosamente
preoccupato. Io gli lanciai un’occhiataccia.
“Tu, se non la finisci…” ribattei
alterata. In contrapposizione lui rise.
“Eh dai, lo sai che io scherzo…e poi anche tu
infierisci…” si avvicinò di qualche
passo a me.
“E se fossi io il carnefice nel tuo gioco?” fece
falsamente minaccioso ma realmente intrigante. Non mi resi nemmeno
conto che ci eravamo fermati e che i suoi occhi di tempesta mi
guardavano ammiccante, mentre lui era così pericolosamente
vicino. Avrei voluto rispondergli “sarei volentieri la tua
vittama” ma dovetti trattenermi a causa di un fattore
fondamentale: l’orgolio.
“Saresti un’incosciente…e poi sono
sempre io la carnefice” fu la mia risposta mentre tornai a
camminare con passo rigido, senza guardarlo. Lui mi raggiunse con aria
divertita.
“Questo lo dici te…”
bofonchiò tra sé. Cercai di virare la
conversazione su qualcosa che mi sarebbe stato realmente utile.
“Hai da finire il tema di Trasfigurazione?” gli
chiesi allora. Lui fece spallucce.
“In realtà sì…” fu
la sua risposta concisa. Io annuii con la testa, e il silenzio
regnò di nuovo fra noi finchè non arrivammo nella
Sala Comune. Entrammo nella lussuosa stanza ed entrambi reuperammo
l’occorrente e ci posizionammo sul tavolo di legno scuro.
Draco si spaparanzò sulla sedia e si accese una sigaretta.
L’odore acrede del fumo mi arrivò subito alle
narici, e io lo guardai inclinando appena la testa da un lato. Portai
meccanicamente una mano in tasca ma ricordai di aver lasciato il
pacchetto nel mantallo. Sbuffai sonoramente e mi accasciai sul tavolo.
Il biondo fece dondolare la sua sigaretta quando sulle sue labbra si
disegnò un sorriso sghembo.
“Tieni…” mi disse porgendomi una
sigaretta delle sue. La presi e me la portai alle labbra, poi
l’accesi con la bacchetta, che appoggiai sul tavolo.
“Grazie…” risposi mentre sbuffavo il
fumo. Sentivo il sapore della menta penetrarmi nella gola, e mi
rilassai appena.
“E’ la seconda che ti offro in un
giorno…non prenderci
l’abitudine…” esclamò
ironico. Io inarcai le sopracciglia.
“Non ti preoccupare, non lo farò…e poi
non ti faranno mica specie un paio di sigarette…se vuoi te
le ridò, ma non so se ti piacciono quelle
aromatizzate!” ribattei mentre facevo un altro tiro.
“Aromatizzate a cosa? The? Cacao? Mi sembravi un tipo da
menta, però…” ipotizzò
squadrandomi critico.
“Sei lontano…caffè!” ribattei
e lui mi guardò curioso.
“Già, caffè…sì,
ci stai…”
“Comunque mi piace anche la menta se è per
questo…”
Lui annuì appena, tirò fuori pergamena, penna e
calamaio e si mise a rileggere il tema prima di continuare. Io lo
osservavo mentre la sigaretta si consumava, e più lo
guardavo, più mi rendevo conto di quanto i suoi tratti
fossero perfetti, di quanto avesse le sembianze di un angelo. Un angelo
dannato. Distolsi l’attenzione e spensi la sigaretta un
po’ troppo brutalmente, perché il mozzicone si
spezzò; e mi misi a ripassare trasfigurazione mentre la Sala
Comune si ripopolava piano piano.
Anche Blaise e Daphne fecero la loro apparizione poco dopo, e si
unirono a noi mentre Draco arrotolava la pergamena del compito ultimato.
“Ciao ragazzi, che combinate?” fece Zabini con tono
un po’ troppo ammiccante.
“Studiavamo Bla, studiavamo…”
scandì Draco con tono minaccioso. Lui annuì
subito.
“Certo!Figuriamoci…noi invece ci siamo fermati a
sfottere il Trio dei Miracoli…Siria, che hai fatto a
Potter?? Sembrava parecchio incazzato con te!”
esclamò Blaise, spostando lo sguardo su di me. Io feci
spallucce.
“Gli ho solo dato del traditore, della feccia,
dell’insolente e dell’arrogante, e ho sperato che
il Signore Oscuro lo facesse fuori…” risposi cono
nonchalance.
“Wow, questo sì che il giusto trattamento che
spetta a Potter e la sua banda!Bravissima!” disse la
Greengrass battendo le mani.
“Eh sì, la Black ha già capito come ci
si comporta…Serpeverde D.O.C…”
sentenziò Draco.
“O forse qualcosa di più…”
disse Zabini eloquente, lanciando due sguardi intensi ai due.
“Calma Bla, calma…è troppo presto, ci
vuole tempo…” ribattè il biondo
tranquillo, mentre io cercavo di capire di che cosa stessero parlando.
“A me non sembra…andiamo, ha tutte le carte in
regola…” replicò il moro.
“Non tutte…gliene manca una, abbastanza
fondamentale…” precisò Daphne puntando
gli occhi su di me. Blaise a quel punto annuì.
“Scusate, di che diamene state parlando?” sbottai
irritata. Odiavo essere tenuta in disparte, lo ero stata per troppo
tempo. Draco scosse il capo.
“Cose top-secret, non ti preoccupare, tutto a tempo
debito…” rispose alzandosi in piedi.
“Devo andare a parlare con Theodore…” si
giustidicò prima di avviarsi da una parte della Sala, dove
Nott sedeva con Pansy parlando fitto di qualcusa. Mi ci volle solo un
piccolo ragionamento per capire che c’era qualcosa sotto, e
che questi ragazzi stessero tramando qualcosa di poco lecito. Forse
allora le supposizioni del Preside erano sensate, forse Malfoy stava
DAVVERO facendo qualcosa di losco. E di cosa stavano parlando prima,
cos’era che non avevo, qual’era la carta che non
avevo in regola, e soprattutto per cosa? Mi stavo confondendo ancor di
più, non riuscivo a trovare il nesso logico che collegava le
poche parole delle tre Serpi.
“Non ti preoccupare Siria, niente di
sconvolgente…se continui così, saprai
presto…” disse Blaise prima di alzarsi, e dopo
avermi rivolto un lieve sorriso, si avviò pure lui con Draco.
“Vai anche tu, Daphne…” le dissi
poggiando la testa sulle braccia intrecciate sul tavolo. Lei fece segno
di no.
“Volevo chiederti delle cose, se per te va
bene…niente di personale, domande abbastanza accessibili,
non ti allarmare” rispose facendosi più vicina con
la sedia a me. Io la guardai male.
“Non mi piacciono le domande, pensavo di aver già
chiarito questo punto” feci incrociando le braccia al petto.
Lei annuì con il capo.
“Non puoi pretendere di evitarle per sempre, no?”
replicò la bionda.
“Per sempre no…ma per un po’
sì!”
Daphne ridacchiò mettendosi elegantemente la mano sulla
bocca. Poi si ricompose e mi squadrò decisa.
“Dimmi Siria…che rapporto c’è
tra te e Potter? Perché vi conoscete? E per
favore…non essere troppo vaga” fece
improvvisamente seria. Io sospirai.
“Io e Potter ci conosciamo perché avevamo una
persona…in comune. Io però non lo posso
sopportare sinceramente, ma vogliono che passi un po’ del
tempo con lui…” spiegai restia, ma arrendendomi.
“Quella persona era tuo padre?” domandò
senza preoccuparsi di essere insiensibile. E con me non ce
n’era bisogno. Io non ero per niente sensibile.
“Sì, hai indovinato…” risposi
inflessibile.
“E lui? Che pensa di te?” continuò
imperterrita.
“Che sono una stronzetta arrogante piena di pregiudizi che si
crede la migliore del mondo…ma che pretendeva?? Sono una
Serpeverde!!” sbottai sfogandomi. Daphne annuì.
“Che ti ha detto Silente quando ti ha convocato ieri
sera?” domandò ancora. Io feci spallucce.
“Certe burocrazie per il passaggio dalla mia scuola a
questa…niente di speciale…” risposi
vaga.
“Solo questo?” insistette incerta. Annuii.
“Solo questo. Ora me la concedi una domanda a me?”
feci alterata, e senza nemmeno aspettare la risposta, le chiesi.
“Perché questo interrogatorio?”
Lei andò subito sulla difensiva.
“Non vogliamo avere tra di noi gente che se la fa con i
Grifoni, tutto qui…”
“Ti sembro un tipo che se la fa con i Grifoni,
io??” inveii indispettita.
“No, certo che no, era solo sicurezza…”
replicò, ma capii immediatamente che c’era
qualcosa di più sotto, perché le cose non
quadravano, mancava un tassello del puzzle. Stavo per chiedere altro,
ma l’arrivo di Draco e Blaise mi bloccò sul
nascere.
“Chi viene con noi per una capatina notturna al
Lago?”
Beh, che ne
pensate? Un capitoletto non troppo turbolento, dove vediamo nascere una
certa complicità fra Draco e Siria, e dove si capisce che le
Serpi stiano architettando qualcosa di losco. Cosa sarà?
Mah! E ora arrivano Bla e Dra che se ne escono con questa
bella proposta...che succederà?? Lo so, infierisco, ma adoro
farlo!Beh, vi lascio alle vostre supposizioni, scervellatevi pure, ma
mi raccomando: RECENSITE!!
Mi scuso di
nuovo immensamente per il ritardo, purtroppo ho il timore che
diventerà un'abitudine! Ringrazio tutti coloro che leggono
la mia storia, e quelli che hanno commentato!! GRAZIE
GENTE!! Siete fenomenali, vi adoro
tutti, e senza di voi forse mi abbatterei così tanto che non
scriverei nemmeno più! Poi penso a voi e mi faccio forza,
quindi ancora GRAZIE!
Bacioni
enormi!!
...---*Alexa*---...
|
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Capitolo 15 *** 'Cause Slytherins do it better!!! ***
Ciauuuu ragazzi
miei adorati!!Eccomi finalmente con un altro bel capitoletto della cara
FF su Siria!Vi ho fatto aspettare un po', lo so, ma dovete portare
pazienza con la vostra cara Alexa!XD
Allur, vi
avverto che pure questo è una specie di chap di transizione,
però mi è davvero piaciuto scriverlo,
perchè nel suo "non avere nulla di speciale", è
intenso...ho unito questi ragazzi di Serpeverde in una serata
spensierata all'insegna delle risa, dell'allegria, della
serenità...ho voluto far vedere che anche se siamo
Serpeverde, siamo prima di tutto esseri umani, e che anche noi qualche
volta cazzeggiamo con i nostri amici, magari essendo anche un po'
brilli...insomma, ho voluto dare la prova che...I SERPEVERDE LO FANNO
MEGLIO!!!XDXDXDXD Ma quanto sarò di parte?!?!?!?!?! Va beh,
la smetto va, e vi lascio al capitolo...
Bacioni e
Buona Lettura!
Ah,
un'ultima cosa: 'CAUSE SLYTHERINS DO IT BETTER!XD
Mi strinsi appena nel
mantello mentre ci avviavamo verso il parco della scuola, attraversando
i corridoi freddi e deserti. Blaise era in testa, controllava
accuratamente che non ci fosse nessuno, e ci dava il via libera.
Dietro, Daphne e Pansy parlottavano qualcosa tra di loro, ridacchiando.
Dopo, c’erano Draco e Theodore, che si scambiavano qualche
parola di sfuggita, di tanto in tanto. Ed infine, c’ero io.
Dietro tutti, che me ne stavo in silenzio a rimuginare sul
perché di quelle domande, e sullo strano comportamento dei
Serpeverde. C’era qualcosa che non andava, e stava
avvalorando la teoria del Preside.
D’un
tratto ci fermammo di botto. Blaise si affacciò per il
corridoio, poi si rivolse a noi.
“Non
c’è nessuno…possiamo
andare…” disse riprendendo il cammino, che, da
quello che ricordavo, portava alla Sala d’Ingresso. Guardavo
in basso e camminavo piano, mentre la mia testa era bombardata di
domande a cui non sapeva dare risposte. Possibile che la mia vita fosse
una domanda continua, e sempre senza risposta? Forse, quando
verrà il giorno in cui smetterò di pormele,
sarà meglio per tutti.
“Siria?”
mi sentii chiamare da Draco poco più avanti a me. Alzai lo
sguardo.
“Non
stare indietro, poi ti perdi e dobbiamo mandare le squadre a
cercarti” mi rimbeccò con sarcasmo. Io gli feci
una smorfia e allungai il passo, mettendomi al suo pari.
“Sempre
il solito simpaticone…” borbottai storcendo la
bocca. Lui ghignò.
“Sempre!”
Ci squadrammo per
un attimo, nell’oscurità del castello. I suoi
occhi sembravano brillare di luce propria mentre i miei si nascondevano
fra le tenebre.
“Illuiminami
Draco, stiamo infrangendo il coprifuoco per andare al Lago a fare
cosa?” gli chiesi, riportando lo sguardo dritto davanti a me.
“Nulla di
che, una passeggiata…sei sempre così
sospettosa?” rispose il biondo.
“Fidarsi
è bene, ma non fidarsi è meglio”
replicai con solennità. Lui inarcò le
sopracciglia, e annuì con il capo.
“Effettivamente…”
convenne, mentre sentivo pesare i suoi occhi magnetici su di me. Non
parlammo più, mantenemmo un silenzio fragile e spesso, rotto
solo dai nostri passi. Quando varcammo il portone
dell’Ingresso, l’aria pungente tipica del clima
autunnale c’investì in pieno, dandoci qualche
scarica di brividi. Non era freddo però, si stava abbastanza
bene, e la luna quasi piena splendeva imponente nel cielo trapuntato di
stelle. C’era una vista magnifica, non essendoci nessuna luce
ad offuscare il paesaggio celeste, tutti gli astri erano nitidi e
visibili in tutto il loro sfavillio. L’aria era piatta, non
tirava neanche una brezza di vento, e l’acqua del Lago era
uno specchio ombroso pronto a riflettere lo splendore del cielo. Le
morbide curve delle colline si stanziavano dietro al Lago per creare un
paesaggio quieto. In lontananza, la Foresta Proibita era ricoperta da
una nebbiolina tetra, e dava un senso d’inquietudine
d’innanzi alla tranquillità che emanava il Lago.
“Ehi
Siria, ti piace qui di notte?” mi chiese Blaise mentre
scendevamo sull’erba e ci avviavamo verso la riva.
“Non
male, non male…” risposi senza entusiasmo. Lui mi
guardò dubbioso.
“Tutto
qui?”
Io feci spallucce.
“Tutto
qui…sai com’è, non sono il tipo che si
fa entusiasmare da queste cose…però si sta
bene…” risposi pacatamente, già che
sentivo la tensione allentarsi. Respiravo profondamente
l’aria fresca mentre camminavamo sulla riva.
“Peccato
che presto queste serate saranno solo un vano
ricordo…” proferì Daphne con un sospiro.
“Già…il
freddo è alle porte, scommetto che tra un po’
arriverà la prima neve…” disse Pansy
con un po’ di malinconia.
“Dai,
l’inverno non è così
male!Anzi…” ribattè Theodore in
disaccordo con le ragazze.
“In
effetti a me piace il freddo…”
intervenì Draco a favore di Nott.
“Ma dai,
come fa a piacervi l’inverno?? Sapete
quant’è meglio una bella giornata di primavera, o
d’estate, con il sole che splende e quel piacevolissimo
tepore…” replicò Blaise schierandosi
con le ragazze.
“Bla, non
è che sotto sotto sei una femmina?” lo
schernì Malfoy.
“Mi stai
dando del frocio Dra?” s’indispettì il
moro.
“Naaah…solo
un pochino!” rispose mentre sia lui che Theodore scoppiavano
a ridere.
“Sono
più etero di voi due messi insieme!”
esclamò con orgoglio. Draco lo guardò male.
“Questa
è pesa…” sanzionò il
biondino.
“Comunque,
guardate che Blaise ha ragione, sia sul fatto dell’inverno,
sia che è meglio di voi!” s’intromise
Daphne scatenando l’ilarità fra lei, Pansy e
Zabini. Nott e Malfoy rimasero un attimo di stucco.
“Questa
ce la pagate!” fece Theodore offeso, e Draco
annuì. Quando gli altri smisero di ridacchiare, la
Greengrass si rivolse a me.
“E te,
Siria? Preferisci l’inverno o l’estate?”
“L’inverno,
decisamente…d’estate potrei
sciogliermi!” dissi anticipando sul nascere la battuta che
già vedevo stampata sulle labbra di Blaise. Tutti
ridacchiarono.
“Dai,
seria, perché?” insistette Draco.
“Mi piace
la neve, e il freddo in generale…” risposi un
po’ evasiva.
Continuammo a
pessaggiare, finché non decidemmo di sederci sul prato.
Pansy aveva portato nella borsa una coperta verde smeraldo, che stese
sull’erba. Poi tirò fuori una bottiglia di quello
che sembrava un ottimo FireWhisky, e sei bicchierini di vetro, che
posò sulla coperta. Draco si prodigò ad aprire la
bottiglia, e a versarne il contenuto in ogni bicchiere, mentre tutti ci
sedavamo per terra. Il biondo ne prese uno, e lo alzò in
aria.
“Propongo
un brindisi…” esordì, e anche noi
imitammo il suo gesto.
“A noi!
Perché i Serpeverde lo fanno meglio!”
esclamò, e tutti battemmo delicatemente i bicchieri
l’uno con gli altri. Poi io lo avvicinai alla bocca e buttai
giù un sorso di quella bevanda forte, che
t’incendiava la gola piacevolmente.
“Buonissimo!L’hai
portato tu, Blaise?” chiese Theodore dopo aver bevuto il
whisky tutto d’un sorso. Lui scosse il capo.
“No,
l’ha portato Daphne, non è
così?” fece guardando la bionda.
“Hai
indovinato Bla…però ne ho potuto portare una
bottiglia sola, quindi mi sa che dovremo andare a fare
rifornimento…” rispose la Grengrass.
“Guardate
che noi ci s’hanno un paio di bottiglie in
camera…” replicò Theodore.
“Sai
quanto ci durano a noi due bottiglie?!” disse sarcastico
Draco.
“Effettivamente…”
affermò Blaise versandosi un altro bicchiere di whisky. Io
finii il mio con un ultimo sorso, mentre sentivo un piacevole torpore
riscaldarmi. Poggiai il bicchiere sulla coperte, e presi ad armeggiare
nel mantello. Tirai fuori il pacchetto delle sigarette e ne estrassi
una.
“Ehi,
Malfoy?” chiamai Draco, per poi lanciargli il pacchetto che
lui prese al volo.
“Ce le ho
le sigarette Black…” disse interrogativo.
“Lo
so…ma te ne devo due, non ricordi?” feci mentre mi
accendevo la sigaretta che tenevo fra le labbra con un colpo di
bacchetta.
“Ah
già…” esclamò tirandone
fuori una e guardandola per un attimo.
“Sai, non
avevo mai provato le sigarette magiche aromatizzate al
caffè…a te, poi, ti facevo più in tipo
da menta…” spiegò mentre tirava fuori
la bacchetta e si accendeva a sua volta la sigaretta.
“Neanche
io le ho mai provate al caffè…posso?”
chiese Blaise. Io annuii distratta mentre facevo un tiro.
“Certo,
certo, prendete pure…ne ho un’abbondante
scorta…”
I ragazzi si
sporsero per sfilare una sigaretta, e qualche attimo dopo tutti
l’avevano fra le labbra, accesa, e l’inconfondibile
aroma del caffè stava invadendo l’aria.
“Siria,
puoi togliermi una curiosità?” mi chiese dopo un
po’ Draco.
“Dipende
che curiosità…” risposi mentre mi
voltavo verso di lui.
“Mi sono
sempre chiesto come le altre parti del mondo magico vivono la
Guerra…cioè, per noi è
l’argomento più importante, la prima cosa, ma per
gli altri paesi?? In Francia che dicevate?”
domandò il biondo. Io feci un tiro prima di rispondere.
“Ovviamente
ne parlavano spesso…anzi, proprio
sempre…trattavamo l’argomento con frequenza,
però non ci siamo mai sentiti minacciati. Cioè,
era una cosa vostra, del MUK (Magic United Kingdom!ndA), noi ne
parlavamo me sempre con un punto di vista
“dall’alto”, tranquillo, come se fosse
una cosa che non ci riguardava per nulla…era solo a livello
d’informazione…ci sentivamo al sicuro, come se un
po’ di mare potesse difenderci…non siamo
consapevoli del fatto che se il Signore Oscuro vince la Guerra qui, in
men che non si dica invaderà anche gli altri
stati…” spiegai accuratamente.
“Come ti
senti ad essere stata catapultata sul palcoscenico della Guerra?? Qui
tutti ne facciamo parte…” fece Blaise mentre
versava un altro po’ di FireWhisky nei bicchieri. Io nel
mentre ciccai la sigaretta in terra, e feci spallucce.
“Non
è di certo stata una passeggiata…mi sono
ritrovata da spettatrice a partecipante in prima persona…qui
è tutto così…strano…tutti
sono coinvolti, ma proprio tutti, e mi sento un
po’…fuori luogo…” dissi io. A
quel punto, Draco si aprì in una risata amara, che non aveva
niente a che fare con l’allegria o il divertimento, era
qualcosa di aspro, di satirico.
“Tu,
fuori luogo?!?! Andiamo Siria, sei l’ultima discendente
diretta della famiglia Black, tu puoi essere tutto, tranne che fuori
luogo qui…” esclamò Malfoy, ancora con
la risata amara sulle labbra. Io abbassai lo sguardo, presi il
bicchierino di whisky, e lo buttai giù tutto d’un
fiato. Il liquore invase prepotentemente la gola, mentre la sentivo
andare in fiamme. Posai di scatto il bicchiere e tornai a fissare Draco.
“Forse
hai ragione…sta di fatto, però, che la situazione
è molto più complicata di quello che
credi…” risposi, mentre sentivo caldo
all’altezza dello stomaco.
“Addirittura
più complicata di quello che credo?? Ma allora è
proprio una tragedia!” fece con sarcasmo. Io lo fulminai con
lo sguardo.
“Ti
conviene non scherzare su questo, Malfoy…potresti
pentirtene…non mi va di sentirti ironizzare su di me, anche
perché non sai un cazzo…” ribattei
tagliente, la mia voce sembrava un sibilo di serpente, le mie parole
avevano il gusto del veleno. Draco mi guardò eloquente.
“E’
vero, non so nulla…ma prima o poi lo dovrò venire
a sapere, o no?” replicò il biondino, tranquillo.
“Potrebbe…ma
fidati…più poi che prima…”
Ci fu uno scambio
intenso di sguardi fra me e la serpe bionda, finchè Blaise
non cercò di ristabilire la pace.
“Ok
ragazzi, calmi, avete battibeccato abbastanza…”
“Non
è mai abbastanza…” esclamai con
sarcasmo, ghignando e cercando di lasciar perdere
l’arrabbiatura, anche perché, ora che ci pensavo
bene, non potevo permettermi di litigare con Draco, perciò
cercai di rimediare al danno, e di controllare la mia ira funesta
sempre pronta a prendere fuoco.
“Effettivamente,
come posso darti torto…battibeccare con te è un
tale divertimento…almeno fino ad un certo
punto…” fu la pronta risposta del biondino, che mi
guardò mentre sulle sue labbra perfette si apriva un ghigno
divertito. Ci fu un attimo di silenzio, tutti stavamo evidentemente
pensando a qualcosa, nel mentre che bevavamo qualche altro bicchiere di
FireWhisky. Ormai sentivo le guance arrossate e infuocate,
l’effetto dell’alcohol si faceva sentire, ma
incurante buttai giù un altro bicchiere. Anche la testa
cominciava un po’ a pulsare, ma c’ero abituata.
Dopo qualche attimo gettai lo sguardo sulla superficie perfetta del
Lago. D’un tratto, mi alzai in piedi e andai verso la riva.
M’inginocchiai e allungai una mano verso l’acqua,
fino ad immergere la punta delle dita. Sorrisi. L’acqua era
tiepida, come mi aspettavo.
“Non
vorrai mica fare il bagno?” fece allarmata Daphne.
“L’acqua
sarà gelata!” esclamò Theodore.
Mi alzai e mi
voltai verso i Serpeverde.
“Certo
che voi proprio non sapete nulla, eh?? Di giorno, l’acqua
tende a prendere il calore, quindi è fredda, mentre di
notte, tende a rilasciarlo…quindi ora è
tiepida…comunque non voglio fare il bagno…ci
tengo alla mia salute…” risposi con un sorrisino
soddisfatto. I ragazzi si alzarono a loro volta e andarono a toccare la
superficie dell’acqua.
“Caspita,
è vero…” esclamò Blaise
sorpreso.
“Ma
allora perché d’inverno, la notte, è
gelata?” chiese Theodore.
“Semplice…l’aria
è più fredda del calore che ha preso
l’acqua durante il giorno, quindi diventa
gelata…” risposi di nuovo.
M’inginocchiai un’altra volta, tirai un
po’ su le maniche della camicia, e immergei la mano
nell’acqua, muovendola un po’. Draco
s’inginocchiò accanto a me.
“Scusa,
se non volevi fare il bagno, perché sei venuta in
riva?” mi domandò dubbioso. Sul mio volto si
aprì un sorriso che dire malefico era un eufemismo.
“Per
fare…questo!”
Mentre pronunciavo
quell’ultima parola alzai di scatto la mano che era immersa
nell’acqua, spruzzando e bagnando il biondino sulla faccia,
un po’ sui capelli e un po’ sul petto. Tutti
scoppiarono in una risata fragorosa, io compresa, che fu molto
probabilmente dovuta all’abbondante quantità
d’alcohol che mi girava nelle vene, perché erano
rare le occasioni nelle quali ridevo. Lui rimase un attimo atterrito,
poi mi lanciò uno sguardo truce, che avrebbe incenerito
chiunque…tranne me, che continuavo a ridacchiare soddisfatta.
“Questa
me la paghi…” sussurrò minaccioso, e io
allora mi alzai in piedi velocemente e feci qualche passo indietro. Lui
si alzò a sua volta e mi venne incontro. Era sicuramente
più lucido di me, quindi era avvantaggiato.
Intanto, anche gli
altri avevano cominciato a schizzarsi, e non badavano a me e Draco, che
da un momento all’altro avremmo cominciato a rincorrerci. Il
biondo si avvicinò ancora a me, così di scatto
cominciai a correre, con lui dietro, che mi raggiunse subito. Mise il
braccio ad avvolgere i miei ginocchi, l’altro sulla schiena e
mi tirò su senza sforzo.
“Malfoy,
lasciami immediatamente, giuro che ti ammazzo!” sbraitai
isterica. Era la seconda volta in poco tempo che un ragazzo mi tirava
su di forza…
“Guarda
che hai cominciato te, e ora pagherai le
conseguenze…” disse mentre si avvicinava
pericolosamente al Lago. Intuii al volo quello che voleva fare.
“Draco,
fermati immediatamente!!Se lo fai te ne pentirai
amaramente!!” strepitasi cercando di divincolarmi.
“Uhh, che
paura che mi fai, mi tremano le ginocchia…” fece
sarcastico, mentre ormai era sulla riva.
“Draco,
Draco sei pazzo!Mettimi giù o giuro che ti crucio fino a
domani l’altro…” lo minacciai ma lui se
ne infischiò.
“Correrò
il rischio…e poi ne vale la pena…”
I suoi occhi
brillavano di divertitimento maligno, e sorrideva tutto compiaciuto.
Cominciò a dondolarmi, e lì ebbi
l’illuminazione. Così, mentre stava per buttarmi
in acqua, gli dissi.
“Io
cadrò anche in acqua, ma tu verrai con
me…”
Lo strinsi forte
per la camicia e quando mi buttò lui mi seguì,
così cademmo rovinosamente in acqua, che grazie al cielo non
era troppo fredda, anche se faceva quell’effetto visto il
tepore che dava l’alcohol. Quando entrambi risalimmo, Blaise
e Daphne cominciarono ad applaudire, mentre Pansy e Theodore erano
tornati a sedere e si stavano fumando una sigaretta.
Il biondo
Serpeverde nuotò verso di me.
“Certo
che sei proprio una stronza, lo sai?” fece sarcastico. Io
annuii.
“Certo
che lo so!E ne vado anche fiera! Forza, usciamo, prima che prendiamo la
broncopolmonite…” risposi mentre mi avviavo verso
la riva. Uscii dall’acqua e subito una scarica di brividi
freddolisi mi scese lungo tutto il corpo, e sentivo il freddo
avvolgermi. Corsi verso il punto dove avevo lasciato il mantello, tirai
fuori la bacchetta, e con un paio di incantesimi tornai asciutta, anche
se il freddo persisteva. Così, buttai giù un
altro sorso di FireWhisky, e subito mi sentii meglio.
“Io e te
abbiamo un conto in sospeso che dobbiamo saldare da sobri,
ricordatelo…” m’intimò Draco,
anche lui prontamente asciugato con qualche colpo di bacchetta.
“Eh chi
se lo scorda…” esclamai sarcastica, stringendomi
nel mantello.
“Comunque
dovresti bere più spesso…mi sa che è
l’unica cosa che ti può
sciogliere…” fece il biondo mentre anche lui si
avvolgeva nel mantello.
“Veramente
ce n’è anche
un’altra…” dissi con tono malizioso,
dettato inconfutabilmente dall’alcohol, solo
dall’alcohol…
Draco mi
guardò dritto negli occhi, mentre sorrideva ammiccante.
“E
sarebbe?”
Io ricambiai il
sorriso divertita.
“Te lo
farò presente quando sarò
sobria…” risposi e non gli lasciai nemmeno il
tempo di ribattere, perché mi girai verso gli altri
Serpeverde e gli dissi.
“Buona
notte raga, io me ne torno dentro…ci vediamo
domani!”
E così
m’incamminai verso il castello, senza voltarmi indietro. Non
ci si volta mai indietro, si deve sempre guardare avanti, fieri,
decisi, orgogliosi. Però, dentro di me, mandavo
l’orgoglio a farsi friggere pregavo supplichevole il cielo di
ricordare la strada per la Sala Comune di Serpeverde…
Alluuuur, che mi
dite?? Vi è piaciuto?? Avete visto che anche se siamo
Serpeverde, ogni tanto ci sappiamo divertire anche noi?!?! (ok, lo
ammetto, questo chap è stato una specie di rivincita
personale, però spesso noi Slytherins siamo incompresi, in
fondo pure noi siamo ragazzi...amici...anche se li teniamo dentro, e
non li facciamo mai vedere o intuire, anche noi abbiamo dei
sentimenti...beh, magari non molti, però li abbiamo, in
fondo in fondo...molto in fondo...quindi volevo darvi l'occasione di
vederci sotto un aspetto più spensierato...ma comunque
vedete che alla fine non ci smentiamo mai!XD)
Come sono
carini Dracucciolo e Siriuccia che bisticciano, si schizzano, cadono in
acqua...dai, come fate a dire che non vi piacciono, sono
così dannatamente Serpeverde che sembrano fatti l'uno per
l'altra...in questo chap li ho davvero amati...XDXDXD
Va beh,
lascio i giudizi a voi, io me ne torno a letto (me ha la febbre!!:(:(:(
) e aspetto con ansia le vostre recensioni!!
Ovviamente
lascio un mega GRAZIE
a tutti colorono che hanno letto e a chi ha recensito lo scorso chap,
ovvero: scheggia94,
Dark_Angel, StarDust7, Ice Woman, *Eirene*, Tigre94, *cassy*, Pyros
Ikari, Kattiva, Lucia e Nikoletta!
Grazie
mille ragazzi, vi adoro, senza di voi non sarei nulla!!
Bacioni
grandi grandi (ok, magari meglio di no, non vorrei attaccarvi la
febbre...)
...---*Alexa*---...
|
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Capitolo 16 *** Uomo di parola... ***
Salve miei fidi
lettori!! Come va?? Io tutto apposto, sono tornata con questo bel
capitoletto della vostra storia adorata sulla cara Siria!! Ok, allora,
questo chap non è lunghissimo, e diviso i tre parti, di cui
due ambientate nello stesso giorno. Ci sarà un breve stacco
temporale perchè non volevo dilungarmi giorno per giorno,
sennò veniva una noia assurda, e il tempo non passava
mai!!In questo capitolo tornerà Harry, anche se per poco, e
poi ovviamente ci sarà il caro Dracucciolo! (me sbava al
solo pronunciare il suo nome!XD). Che dire ancora, spero che il cap vi
piaccia!!
Bacioni e
Buona Lettura!
Mi buttai stancamente su
uno scalino, e presi la testa fra le mani. Pulsava, pulsava
terrebilmente, e mi maledeii più di una volta per
l’abbondante quantità di alcohol ingerita la sera
scorsa. Ovvio, ero stata peggio, ma il mal di testa era decisamente
insopportabile. L’aria mattutina era fresca, e sul Parco
c’era una leggera foschia. Me ne stavo sulla scalinata
d’ingresso, cercando un po’ di refrigerio e un
po’ di tranquillità. In quelle condinzioni non ero
assolutamente in grado di dormire (beh, se non lo ero da normale,
figuriamoci da mezza sbronza). Estrassi dalla tasca le sigarette, e me
ne accesi velocemente una, la prima della giornata. Feci un lungo tiro,
e soffiai lentamente il fumo. Mi presi nuovamente la testa fra le mani,
tenendo gli occhi fissi per terra, mentre la sigaretta mi pensolava tra
le labbra. Ero talmente presa dal mio mal di testa che non mi ero
nemmeno accorta dell’arrivo di qualcuno.
“Fumi
già di prima mattina? Guarda che ti viene il
voltastomaco”
Alzai stancamente
lo sguardo, e incrociai gli occhi di speranza di Harry Potter.
“Veramente
a vedere te mi viene il voltastomaco…” ribattei
acida, facendo un altro tiro con la sigaretta. Lui mi guardò
male.
“Devi
essere ridotta davvero male se già a quest’ora del
mattino ti butti sulle sigarette…”
esclamò il moro. Il suo tono era aspro, duro, non
c’era ironia nelle sue parole, e i suoi occhi ne erano la
prova. Non brillavano con la luce di sempre, sembrava come se la sua
speranza si fosse spenta.
“Come se
t’importasse…” replicai con amarezza,
senza staccare i miei occhi di pece dai suoi. Il suo sguardo
s’incupì.
“Cosa ti
fa pensare che non me ne importi?” chiese quasi offeso,
mentre si faceva più vicino. Io mi aprii in una risata
algida, tetra, che dell’iralità e del
divertimento, non aveva proprio nulla.
“L’ultima
volta che ci siamo parlati mi hai dato della stronza frigida e
montata…” risposi con ovvietà. Lui si
sedette sugli scalini accanto a me.
“E tu
dell’illuso stupido e raccomandato…”
ribattè prontamente.
“Ma io
non ti ho detto che m’importa di te…”
dissi di nuovo, con altrettanta ovvietà. Lui
annuì.
“Vero…”
Buttai la sigaretta
ormai consumata per terra, e la schiacciai con il tacco del mocassino.
Ci fu qualche minuto di silenzio, dove io cercavo in ogni modo di non
guardare il moro, mentre, in contrapposizione sentivo il suo sguardo
premere fortemente su di me, quasi volesse attraversarmi. Sbuffai, poi
mi rivolsi a Potter.
“Che ci
fai qui? Con il mal di testa che ho sei l’ultima persona che
ho voglia di vedere…” feci acida, voltandomi
finalmente verso di lui.
“Ti sei
già sbronzata dopo due giorni? Ma che vita che fate voi
Serpeverde?! Comunque sono qui perché non riesco a dormire,
e visto che non c’è nessun divieto, io me ne sto
qui…se hai qualche problema con la mia presenza, puoi anche
andartene…” rispose a tono. Io lo fulminai con lo
sguardo.
“Ok, ora
me ne vado, ma dimmi una cosa Potter: dopo la litigata che abbiamo
fatto, come puoi contraddirmi quando ti dico che di me non
t’importa niente?”
Lui mi
guardò intensamente, i suoi occhi erano ricominciati a
brillare. Sorrise leggermente.
“Il mio
legame a te, per quanto ti possa disgustare, è troppo
profondo per essere spezzato da una semplice litigata, che non
è stata la prima, e non sarà sicuramente
l’ultima” rispose senza smettere di sorridere. Io
annuii, per poi alzarmi dagli scalini, e rassettarmi la gonna.
“Ci puoi
giurare, Potter”
*
La settimana
passò lenta e tranquilla, tra lezioni e compiti, che ci
sommergevano letteralmente. Ma almeno mi davano una mano a tenere
sott’occhio Draco, che, sempre impegnato con quelli, non
poteva gironzolare per la scuola, ma se ne stava sempre nei paraggi,
così che potessi controllarlo. A parte la vicenda dei giorni
scorsi, e qualche strano discorso con Blaise, niente del comportamento
del biondo mi era sembrato sospetto. Forse Silente aveva preso un
granchio…
Il sabato mattina
mi alzai come sempre presto, mentre tutte le mie compagne erano ancora
nel mondo nei sogni. Mi stiracchiai appena, prima di scendere
velocemente dal letto e correre in bagno per una bella doccia calda. Mi
tolsi i vestiti velocemente, e subito sentii i brividi di freddo
attravaersarmi il corpo. Con un movimento frettoloso aprii
l’acqua calda e mi buttai sotto il getto che subito mi
riscaldò. E mentre il flusso dell’acqua mi
scivolava delicatamente addosso, pensavo al provino di Quidditch
imminente. Non avevo paura, non avrei dovuto averne, per principio. La
paura annebbia la mente, e t’impedisce di pensare e agire con
ragionevolezza. E poi non ha da Serpeverde avere paura. O almeno, darlo
a vedere. In realtà tutti hanno paura, anche se solo pochi
di essi lo fanno vedere, spinti a nascondersi dall’orgoglio.
Quando ebbi finito
di insaponarmi e sciacquarmi, mi appoggiai un attimo alla parete della
doccia, mentre l’acqua scorreva e il vapore annebbiava il
vetro. Sospirai. In realtà pensavo anche a Potter, a quello
che mi aveva detto qualche giorno fa. Avevamo un legame, e io non
volevo capacitarmene. Mi sembrava così assurdo che io e lui
potessimo essere uniti in qualche modo. Io non lo sopportavo!! E il
bello è che non sapevo nemmeno il perché! Mi
sembrava una cosa ovvia, assolutamente normale. Tutto di lui mi dava
sui nervi, il suo finto buonismo, il suo vittimismo, il suo coraggio
stupido, il suo modo di fare sempre mieloso. Non potevo resistere
un’ora insieme a lui senza litigarci, a meno che tutti e due
rimanessimo zitti e fermi. Eppure tra me e Potter c’era un
legame. Legame creato da Sirius. E io non potevo farci niente, non
potevo romperlo, un po’ come una specie di parantela. Per di
più, si era messo in mezzo Silente. Ci teneva davvero a
Potter, dovrebbe essergli molto riconoscente. Era un uomo molto saggio,
il Preside, peccato che non condivida le sue idee. Peccato che stia
dalla parte “sbagliata”…o almeno per me.
Chiusi
l’acqua di scatto e uscii velocemente dalla doccia, mentre
m’infilavo l’accapatoio e mi ci avvolgevo dentro,
infreddolita. Mi asciugai in fretta, e tornai in camera
silenziosamente. Non volevo che le mie compagne di stanza mi
lapidassero perché le avevo svegliate ad un’ora
così indecente il sabato mattina. Mi avvicinai al mio
armadio e guardai con aria critica i vestiti. Visto che dovevo giocare
a Quidditch, optai per un paio di pantaloni elasticizzati neri e una
felpa viola non troppo leggera perché faceva abbastanza
freddo. Mi vestii velocemente, legai i capelli nella mia solita coda
alta, presi il mantello al volo e scesi di corsa le scale del
dormitorio, scalino dopo scalino fino all’ultimo, prima di
sbucare nella lussuosa e maestosa Sala Comune di Serpeverde. Pensavo di
essere da sola, a quell’ora del sabato mattina, ma mi accorsi
subito della presenza di qualcun altro. E non un altro qualunque.
Spaparanzato elegantemente sul divano di pelle scura, con le mani
incrociate sul petto, e una gamba che penzolava stancamente,
c’era Draco Malfoy. Tra le sue labbra era imprigionata una
sigaretta che bruciava lenta, mentre i suoi occhi di ghiaccio, fitti
come la nebbia e intensi come l’argento, guardavano il
soffitto con sguardo perso. Anche se era sabato, portava la divisa di
scuola, ovviamente a modo suo. La cravatta quasi slacciata, la camicia
fuori dai pantaloni, i primi due bottoni rigorosamente slacciati che
lasciavano intravedere il petto scolpito e muscoloso, il mantello
lasciato a giacere per terra. Era incredibile, ma addosso a lui, donava
anche la semplice e cupa divisa scolastica. Aveva i capelli un
po’ spettinati, con qualche ciuffo dispettoso che gli andava
a stuzzicare la fronte e a coprirgli un po’ gli occhi
indispettiti, ma nonostante questo era immobile, a pensare. Feci
qualche passo verso di lui e subito spostò lo sguardo dal
soffitto a me.
“Buon
giorno Draco” lo salutai sedendomi sul bracciolo del divano
dove lui era steso. Il biondino stirò le sue labbra
deliziose e invitanti in quello che doveva essere un sorriso.
“’Giorno
Siria…svegliata bene stamani?” mi chiese di
rimando. Io feci spallucce.
“Meglio
di tutte le altre mattine di sicuro…e tu? Come mai
già sveglio?” gli domandai incuriosità,
senza staccare gli occhi di dosso alla sua statuaria figura. Lui
scrollò le spalle a sua volta.
“Il
Quidditch mi fa quest’effetto…” rispose
con non curanza, alzandosi a sedere e ritornando più
composto. Io scesi dal bracciolo e presi posto accanto a lui,
incatenando i miei occhi di carbone ai suoi di iceberg.
“Sempre?”
feci inarcando le sopracciglie. Lui annuì.
“Sempre”
confermò deciso. Restammo qualche istante a guardarci negli
occhi. Adoravo i suoi occhi, riuscivano ad essere sia inespressivi,
completamente apatici, sia incredibilmente intensi e vivi, ricolmi di
sensazioni e emozioni. Ad un certo punto ciccò la sigaretta
nel posa cenere per terra e ruppe il silenzio.
“Sei
tesa?”
Io lo guardai un
po’ male, e scossi vigorosamente il capo.
“Assolutamente…non
ho motivo di esserlo” risposi convinta. Lui mi
guardò dubbioso.
“Sempre
così sicura…non lo sai che ci sono molti altri
candidati che potrei tranquillamente scegliere al tuo posto?”
ribattè avvicinandosi con il viso. Io mi aprii in un
sorrisino divertito, e mi feci più vicina a mia volta.
“Lo so,
certo che lo so…ma nonostante questo, tu scieglierai
me” replicai con convinzione, sfidandolo con lo sguardo.
Eravamo a pochi centimetri di distanza, i nostri respiri si scontravano
fra loro. Draco alzò la mano e cominciò ad
accarezzarmi il collo, sensualmente, mentre venivo assalita dai brividi.
“Come fai
ad esserne così sicura?” mi chiese con voce roca,
strascicata, estremamente suadente. Io sorrisi appena.
“Non
sarà così?” ribattei divertita. Lui
spostò la mano dal collo al viso, e con il pollice mi
accarezzò le labbra. Poi ritrasse la mano, si
allontanò
un
poco, e ghignò a sua volta.
“Sì,
sarà così”
*
Mi levai pigramente
in volo, osservando con aria critica il campo da Quidditch, ma
specialmente i partecipanti al provino. Eravamo una decina, sette
ragazzi e altre tre ragazze, alcuni erano del settimo anno, il resto
tutti del quinto. Del sesto ero l’unica, perché
due ragazze e un ragazzo del mio anno che erano venuti per il provino,
avevano fatto retro-front quando mi avevano visto. Blaise
m’aveva preso in giro per almeno dieci minuti, prima che
dovessi scendere in campo.
Dopo pochi attimi,
fece l’ingresso in campo la squadra di Serpeverde, capitanata
da Malfoy, che mi rivolese un cenno con il capo, prima di spiccare il
volo con tutti gli altri a seguito. Ci fece fare un po’ di
“riscaldamento”, volo e passaggi, finchè
non si andò alla prova decisiva dei tiri in porta. Il
portiera di Serpeverde era Gerard Fills, un ragazzo alto e scuro del
settimo anno. Daphne ci mise in fila, io ero la quinta a tirare. E
mentre il primo ragazzo si apprestava verso la porta, Blaise
planò verso di me, posizionandosi al mio fianco.
“Nervosa?”
mi chiese tra l’apprensivo e il divertito, mentre teneva gli
occhi fissi sulla porta e sul provetto cercatore.
“Neanche
un po’…non ne ho il motivo” risposi
prontamente. Il primo lancio andò dentro il secondo anello.
“Non male
come tiro…” commentò Blaise.
“Sì,
ma è scarso di equilibrio, non ha una gran
tecnica” dissi a mia volta, e infatti, mentre tirava di nuovo
oscillò pericolosamente sulla scopa e la palla
finì dritta fra le mani di Gerard. Draco scosse il capo, e
fu la volta di una ragazza, del quinto anno. I primi due tiri andarono
decisi a segno.
“Brava
questa…è anche carina!”
esclamò Blaise con un sorrisino malizioso. Io sorrisi a mia
volta.
“Sempre a
quello pensate…comunque non ha una grande tecnica di
volo…”
Gli altri due tiri
li sbagliò, e l’ultimo andò a segno.
Draco fece un altro cenno, ed ecco il terzo, che ne buttò
dentro quattro su cinque.
“Fortuna…è
troppo poco deciso, e non sa tenere la pluffa” commentai, e
infatti la pluffa all’ultimo tiro gli stava per cadere di
mano.
“Riesci a
trovare i difetti a tutti, te?” fece il moretto divertito. Io
scrollai le spalle.
“Se la
gente ce l’ha, non posso mica ignorarli” ribattei
con ovvietà.
Il quarto a tirare
era un ragazzo del settimo anno.
“E questo
che problema ha?” mi chiese ironico Blaise. Io ghignai.
“Adesso
lo vedrai”
Il ragazzo si
avvicinò mesto agli anelli e tirò placidamente.
La palla venne subito presa da Gerard, che, se avesse voluto, avrebbe
fatto anche in tempo a prendersi un caffè prima di
afferrarla. Draco scosse di nuovo il capo, più
vigorosamente, e anche quel candidato se ne andò a testa
china. Blaise mi mise una mano sulla splla, con fare incoraggiatore.
“In bocca
al drago!” disse sorridendo. Io soghignai.
“Credi
che ne avrebbe il coraggio, il drago?” esclamai divertita, e
il moretto rise, per poi scuotere il capo. Io annuii e mi avvicinai
alla porta. Mi passarono la pluffa, la presi al volo e guardai con
sguardo critico la porta. Con la mano feci sobbalzare leggermente la
pluffa, poi, di scatto, la scagliai forte dentro l’anello
centrale. Gerard aveva intercettato il mio movimento, ma non ce
l’aveva fatta a prenderla in tempo. Un altro tiro, un altro
goal che andò preciso nell’anello più
basso. E così, anche gli altri tre, uno dopo
l’altro, uno più convinto e magari
l’altro meno, finirono con precisione dentro gli anelli.
Draco sorrise compiaciuto.
“Bene
gente, abbiamo trovato il nostro ceacciatore!! Ora potete anche
andarvene!” esclamò il biondino soddisfatto,
mentre volava verso gli anelli.
Un ragazzino del
quinto anno sbuffò e cercò di protestare, ma gli
bastò un’occhiata raggelante da Draco per zittirsi
e andarsene in silenzio, senza ribattere. Blaise e Daphne si
avvicinarono a me. Quest’ultima mi strinse la mano,
sorridendo.
“Benvenuta
nella squadra, Siria!” mi disse allegra. Blaise fu
più audace, e mi abbracciò leggermente.
“Non
c’erano dubbi che prendessimo te, e tu lo sapevi!”
esclamò giulivo. Io sorrisi compiaciuta.
“Diciamo
che avevo avuto la garanzia!” ribattei divertita. Anche gli
altri ragazzi e ragazze della squadra vennero a stringermi la mano e a
darmi il benvenuto. Poi scendemmo dalle scope e andai nello spogliatoio
per ritirare la divisa, mentre tutti uscivano dal campo. Ad aspettarmi,
appoggiato alla parete, c’era Draco. Mi sorrise lievemente.
“Sono un
uomo di parola, io” esclamò porgendomi alcuni
indumenti verde e argento, che dovevano essere la divisa da Quidditch.
“Non ne
avevo dubbi…” ribattei prendendola dalle sue mani.
“Avrei
preso te comunque…gli altri erano degli schifi” si
giustificò poi, prendendosi dal mantello una sigaretta. Io
lo guardai scettica.
“Io non
credo…ammittilo che mi hai preso perché volevi
me!”
Lui mi
guardò inarcando i sopraccigli, mentre si accendeva la
sigaretta.
“No che
non l’ammetto, servirebbe solo per far crescere il tuo ego
già smisurato” rispose facendo un tiro, e
soffiando il fumo bianco dalle sue labbra delicate. Io
m’imbronciai.
“Ha
parlato quello che si crede un Dio sceso in terra…”
“Certo!Il
Dio del sesso!”
Io lo squadrai con
tanto d’occhi, cercando di mettere in dubbio, con lo sguardo,
quello che però era la più ovvia evidenza. O
almeno, quello che lo sembrava.
“Ma
sentilo!E poi sono io quella montata!” dissi indispettita,
incrociando le braccia al seno. Lui sorrise divertito.
“Va
bene…ti ho scelto perché volevo te, e
perché te l’avevo
detto…contenta?!” esclamò di rimando.
Io mi avvicinai lentamente a lui, sciolsi le braccia e gli sorrisi
maliziosa. Eravamo vicinissimi, così gli tolsi la sigaretta
dalle labbra, sorridendo di più. Ma invece di togliere le
distanze, le ri-allungai.
“Grazie!”
dissi, e con la sua sigaretta fra le labbra, me ne tornai al castello.
E anche questo chap
si è concluso!! Beh, che ne pensate? Vi è
piaciuto?? Il primo pezzo prende in considerazione Harry e Siria,
mentre gli altri due Draco e Siria. Ma specialmente, la casa Slytherin
si mette in testa che con il prescelto c'è un legame
infrangibile, che le piaccia o no! A differenza, invece, le piacerebbe
"crearlo" con il caro Draco! (e chi non lo vorrebbe?? Io bel legame con
lui ce l'avrei in mente!!XD) Poi, viene presa nella squadra di
Quidditch di Serpeverde (scontato, ma obbligatorio per quello che ho in
mente!) e anche qui ce ne saranno delle belle! Insomma, credo non ci
sia nulla da spiegare, mi pare tutto chiaro! Quindi, lascio un mega
GRAZIE a tutti coloro che hanno letto e che recensiranno!!
E ora, che
finalmente ho tempo, i ringraziamenti singoli!!
Per Pyros
Ikari: Ciao caro! Grazie per la gentile clemenza, ma lo sai che anche
le tue minacce di morte mi fanno piacere!XD Invece quelle su Draco un
po' meno, povero il mio cucciolo!! (ok, scusa, ma mi fa questo effetto,
un po' come Daniel Radcliffe, non ci posso fa nulla!) ad ogni modo,
sono contenta che il chap ti sia piaciuto, e spero vivamente che anche
questo sia di tuo gradimento! (Dracucciolo a parte!!XD) bacioni grandi
grandiii!
Per
StellaMars: Ciau! Grazie mille per la recensione, mi ha fatto davvero
piacere sapere che la mia FF ti piace, e spero che anche questo chap
sia stato di tuo gradimento. Bacioni, alla prossima!
Per
INFINITY: Ciaoooo!! Beh, prima di tutto ti dico che non fa niente se
non hai recensito l'altro chap, non muore mica nessuno!XD E poi ti
ringrazio una cifra per la recensione, sono felicissima che tu abbia
trovato il chap superbo, e soprattutto che tu abbia apprezzato questo
mio tentativo di far vedere i Serpeverde sotto un'altra luce! Spero che
anche questo chap ti sia piaciuto! Bacioni e alla prossima! Ps: 'COUSE
SLYTHERINS DO IT BETTER!
Per Ice
Woman: Ciau Dudì! Beh, grazie mille per la rec, tu sei
sempre troppo gentile!! Che dire, spero che anche questo chap ti sia
piaciuto!!Bacioni, ti voglio un mondo di bene, in lust we trust!!!
Per
*Eirene*: Ciao my sweet Gryffindor! Beh, alla tua rec ti ho
giù risposto su msn, quindi mi limito a ringaziarti di nuovo
e a dirti che ti adoro! Bacioni, tadbxseo la tua fabulous Slytherin!
Per
StarDust: Ciau cara!! Beh, sono contenta che anche da malata riesco ad
essere creativa e a sfornare bei lavori, ma preferisco farlo da
sana!!XD Grazie mille per la recensione, sono contenta che il chap ti
sia piaciuto, e che tu condivida la mia scelta di mettere una pausa e
far vedere gli Slytherin sotto un'altra luce...in fondo sono ragazzi
anche loro! Per quanto riguarda la Draco/Siria...oddio, un pochino
incesto è, ma almeno non sono cugini carnali, quindi diciamo
che si potrebbe anche sorvolare...anche perchè li adoro
insieme! Però anche Harry è Harry...XD via,
sarà meglio che vada anche io!!Bacioni e alla prossima!
Per
Dark_Angel: Ciau tessora!!Anche a te ho già risposto su msn,
quindi mi limito a ringraziarti di nuovo, e a sperare che anche questo
chap sia stato di tuo gradimento!! Un bacione grande grande!
Per Lucia:
Ciao! Beh, grazie mille della recensione, sono contenta che il chap ti
sia piaciuto, e spero che anche questo sia bello, anche se non ho
più la febbre! (meno male!) baci al prossimo capitolo!
Per
Kattiva: XDXDXD Grazie mille per la rec, ma sinceramente preferisco
guarire!! Comunque spero che il chap sia venuto bene lo stesso, anche
se non sto più male!Baci alla prossima!
Per
Tigre94: Ciau! Beh, anche io preferisco Siria quando tira fuori le
unghie, ma dovevo darle un po' di tregua, già lei di suo
litigherebbe anche con i muri se potesse...Comunque grazie mille per la
recensione, spero che anche questo chap ti sia piaciuto!Bacioni, alla
prossima!
...---*Alexa*---...
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Capitolo 17 *** C'è sempre una prima volta... ***
Quanto
ritardo...sono pessima, lo so, ma purtroppo sono stata male, parecchio
male. Per riassumervi la mia situazione, non mangiavo ne dormivo,
quindi il blocco dello scrittore era stato inevitabile. Ora mi sono
ripresa, ma non è stato facile...comunque, eccovi finalmente
questo bel capitoletto...spero che vi piaccia...
L’ora di storia
della magia passava troppo lentamente. La monotona voce di Ruf inondava
la stanza come un fiume in piena che però tutti ignoravano.
C’erano solo pochi coraggiosi che ascoltavano il barboso
fantasma, gli altri per di più dormivano, chiacchieravano o
giocavano. Io me ne stavo nel banco in fondo alla classe sulla filda di
destra, che disegnavo a penna sulla pergamena che doveva essere
riservata agli appunti, sbadigliando di tanto in tanto. Nel posto
accanto a me, vicino alla finestra, sedeva Draco, tutto spaparanzato
sul banco che scarabocchiava annoiato sul banco. Davanti
c’erano Blaise e Theodore, che ogni tanto si giravano per
qualche chiacchiera.
“Mi
annoio…” bofonchiò il biondino al mio
fianco, sbuffando.
“Non
è un mio problema…” risposi senza
staccare gli occhi dalla pergamena. Draco sbuffò ancor di
più.
“Ricordami
di non stare più accanto a te nelle lezioni di Storia della
Magia…” borbottò sarcastico. Io roteai
gli occhi.
“Non te
l’ho mica imposto io…” ribattei a tono.
Lui si alzò a sedere e si sporse verso di me.
“Che
disegni?” chiese curioso cercando di sbirciare sul foglio. Ma
io fui più veloce e lo ritrassi subito.
“Non sono
affari tuoi…” feci fulminandolo con lo sguardo.
“Oddio,
cosa sarà mai!!” sbottò un
po’ troppo a voce alta, infatti il prof. lo guardò
un attimo male.
“Non
importa, io non mostro i miei disegni, specialmente quando non sono
finiti…” mi giustificai. Lui inarcò un
sopracciglio.
“Allora
perché li fai, se nessuno può
ammirarli?” domandò scettico.
“Perché
mi piace, ok? E poi te lo ribadisco: non sono affari
tuoi…”
Lui fece una faccia
scocciata e sbuffò di nuovo.
“Come
vuoi, Regina dei Ghiacci…” esclamò
sarcastico, buttando indietro la schiena. Io lo guardai malissimo,
prima di riporre seccata la pergamena nella borsa. Mi rimisi a sedere
con le braccia conserte al petto, annoiata e imbronciata. Bastava una
scintilla per farmi alterare, e quando questa accadeva, addio cara
bella ispirazione per disegnare. Non era molto che avevo riscoperto
questa passione. Non ero così incredibilmente brava, me la
cavavo un po’, però mi rilassava, e non era facile
rilassare un tipo come me, per nulla. Ero così irritabile
che i miei stati di tranquillità duravano una manciata di
minuti. Non avevo soggetti in particolare che disegnavo, mi piaceva un
sacco fare le stanze, i luoghi in generale, rigorosamente in bianco e
nero. Non ero brava a colorare, ero sprecisa e non mi piaceva, rovinavo
sempre il disegno. Così lo lasciavo in bianco e nero,
giocavo con la luce e le ombre, con il drappeggio, senza sfumature di
colori. I miei disegni erano come vecchie foto in bianco e nero che
stavano ferme, quelle un po’ sciupate e lise dal tempo,
quelle che si tenevano in soffitta fra i bauli dei nostri ricordi.
Senza ispirazione
il mio impegno era vano, così cercai di distrarmi.
D’un tratto però sentii la mano di Draco sul mio
braccio. Ebbi un lieve sussulto, mentre mi resi conto che si era
avvicinato e sporto su di me per sussurrarmi qualcosa
all’orecchio.
“Puoi
aiutarmi con i compiti di Trasfigurazione, oggi pomeriggio?”
mi chiese piano, mentre sentivo le sue labbra strusciarmi
sull’orecchio. Io mi voltai verso di lui e lo guardai
scettico.
“Se per
aiutarti intendi farti tutti i compiti, te lo puoi anche scordare,
anzi, non ti dovrebbe nemmeno passarti per l’anticamera del
cervello…non faccio mai niente per
niente…” conclusi con una mia massima. Lui si
aprì in un sorriso che non mi piaceva per niente. E
perché era così vicino?
“Chi ti
ha detto che non avrai nulla in cambio?” fece con voce
suadente e un po’ strascicata, mentre con la mano che era
appoggiata sul mio braccio scese lentamente sui fianchi. I suoi occhi
magnetici mi guardavno con malizia, e mi ci volle un nano secondo per
capire le intenzioni del biondo. Fermai la sua mano con la mia con un
movimento fulmineo e duro.
“Non ci
provare neanche lontanamente, se non vuoi finire schiantato contro una
parete, o peggio…ma chi credi che sia, la tua sgualdrina di
turno?! Per chi mi hai preso???” gli ringhiai a denti stretti
mentre la morsa della mia mano stringeva iraconda la sua. Lui rimase
impassibile, anzi, non mutò di una virgola il suo sorrisino
malizioso e il suo sguardo tutt’altro che casto.
“Ho solo
detto che non volevo farti fare il lavoro gratis, non ti
scaldare…” si giustificò con aria
divertita. Allentai la presa.
“Sono
disposta ad aiutarti, ma se credi che ti faccia i compiti sei un
illuso…ti darò solo una
mano…” esclamai mettendo le cose in chiaro. Lui si
aprì in un enorme sorriso.
“Solo
quella?” chiese con malizia, fiero del suo bel doppiosenso
così ben riuscito. La mia risposto non tardò ad
arrivare dritta nel suo stinco, e il suo bel faccino venne contorto da
un’espressione sofferente.
“Cazzo
Siria!” inveì contro di me.
“Ah, ora
è anche colpa mia?! Ma sentilo!! Come se fossi io a fare
sempre queste battutine stupide e irritanti!” ribattei a tono.
“Come se
fossi io a prendermela subito per tutto…stavo solo
scherzando…” disse indispettito.
“Tieniteli
per te questi “scherzi”
allora…” risposi imbronciandomi.
“E sai
cosa? Oggi Trasfigurazione te la fai da solo, e se la McGrannit ti da
un T non è un mio problema!” continuai poi. Lui
sbuffò, poi mi girò la mano che era ancora ferma
sulla sua senza che me ne fossi accorta. Strusciava delicatamente il
pollice sul dorso freddo.
“Ok,
ritiro quello che ho detto…pace?” fece con un tono
un po’ troppo sarcastico per stare con un affermazione
così innocente e fanciullesca.
“Lo fai
solo per i compiti…” replicai sempre imbronciata.
“Sono un
Serpeverde, cosa pretendi? Sono consapevole che nella vista bisogna
scendere a compromessi…” si giustificò
con ovvietà. Io ritrassi la mano dalla sua velocemente.
“Va bene,
oggi sono buona…” mi arresi con sarcasmo. Lui
inarcò uno soprecciglio.
“Se oggi
sei buona m’immagino quando sei
cattiva…” replicò lui con altrettanto
sarcasmo. Io lo guardai male.
“Se
continui così non tarderà il momento in cui non
ti servirà più immaginare…solo
ricordare!” ribattei io. Lui scosse il capo sorridendo, e si
distese di nuovo sul banco, guardando fuori dalla finestra. I miei
occhi vagliarono la stanza, finchè non incrociarono uno
sguardo a me ben noto. Avevo ignorato che la lezione era condivisa con
Grifondoro, finchè non incrociai gli occhi di Potter. Stavo
con la schiena appoggiata al muro, e mi guardava sorridendo. Lo fissai
per qualche istante, senza ricambiare il sorriso, per poi tornare a
fissare la figura trasparente del professore.
*
Uscita dalla classe
dopo quell’ora estenuante mi appoggiai alla parete per
aspettare quei fannulloni di Draco e Blaise che erano lenti come uno
schiopodo zoppo. Avevamo l’ora di buco che avremmo passato a
sgobbare come ippogrifi sui compiti. Sbuffai sonoramente.
“Ciao
Siria…”
Mi voltai verso
quella voce. Harry Potter si era avvicinato gentile. Gli feci un cenno
con il capo che era il mio saluto più cortese. Almeno nei
suoi confronti.
“Ho
saputo che sei stata scelta come nuova cacciatrice dei
Serpeverde…complimenti” disse il moro appoggiando
la spalla al muro. Io feci spallucce.
“Niente
di speciale…tu sei nella squadra di Grifondoro?”
chiesi con la più totale noncuranza. Lui sorrise compiaciuto.
“Sono il
capitano…” rispose con un pizzico
d’orgoglio. Io feci spallucce.
“Ah…”
borbottai, guardando distrattamente l’orologio. Lui mi mise
una mano sulla spalla facendomi voltare di scatto.
“Ce
l’hai ancora con me?” mi chiese interrogativo. Io
scrollai la spalla e lui tolse la mano.
“Veramente
ce l’ho sempre avuta con te…” risposi
con ovvietà.
“Lo so,
ma non in quel senso…dopo che abbiamo
litigato…” si spiegò.
“Effettivamente
sono una che porta rancore…” acconsentii.
“Pensavo
che le cose si fossero sistemate…”
“Tra me e
te non si sistemeranno mai, Potter…è una
questione di principio”
“Non
essere così categorica e generale!! Io mi riferisco al fatto
della litigata, poi se mi odi a priscindere non
c’entra…” sbottò esasperato.
Lo fissai per
qualche istante nei suoi occhi smeraldini. Poi feci spallucce.
“Va
bene…oggi mi sento buona…” ribadii con
un lieve sorriso.
“Wow, una
giornata da segnare sul calendario!” esclamò
ridendo.
“Non fare
tanto lo spiritoso Potter, che magari ci ripenso…”
dissi calma, sempre con un sorrisino divertito.
“Ok, ok,
scusa…” fece senza smettere di ridere. In quel
momento piombarono fuori dall’aula Blaise e Draco.
“Ehi
Siria, eccoci…” esclamò il moretto. Io
feci un cenno veloce a Potter.
“Ciao…”
gli dissi di sfuggita.
“Ci
vediamo Siria…” mi rispose di rimando. Intanto mi
ero affiancata ai due ragazzi.
“Sempre
con calma voi, eh?” feci sarcastica. Draco mi
guardò indagatore.
“Che
ridevi con Potter?” mi chiese dubbioso.
“Primo,
era lui che rideva, a me non piace ridere. Secondo non sono affari
tuoi…” risposi a tono mentre
c’incamminavamo verso la Sala Comune di Serpeverde. Il biondo
non rispose, continuò però a fissarmi come in
cerca di qualcosa. Il suo sguardo stava diventando esasperante.
“Senti,
smettila di fissarmi così!! Non ho una relazione segreta con
Potter, se è quello che stai pensando, che schifo! Solo
qualche chiacchiera…” sbottai alla fine. Ora anche
Blaise mi guardava dubbioso. Stavamo scendendo nei sotterranei deserti,
così mi accesi veloce una sigaretta. Draco si
rilassò.
“Dai,
fammi fare un tiro…” disse porgendo la mano.
“No!”
risposi indespittita.
“Suvvia,
era più che lecito che ti chiedessi cosa facevi con lo
Sfregiato, era normale!!” esclamò per
giustificarsi. Feci spallucce.
“Dai
Siria, Draco ha ragione, è strano vedere te parlare con
Potter, ci siamo solo un po’ straniti, tutto
qui…” fece più tranquillamente Blaise.
Lo fissai nei suoi grandi occhi blu e increspai le labbra in un sorriso
incerto.
*
“Uffa,
non ci sto capendo niente!” si lamentò il biondino
accanto a me, sbuffando e picchiando la mano su un libro. Io alzai gli
occhi dalla pergamena e lo fissai interrogativa.
“Che
c’è ancora che non hai capito?” gli
chiesi leggermente scocciata.
“Quest’ultima
parte…sulla trasfiguarzione delle parti
umane…è così…complicata,
ingarbugliata!” fece esasperato, buttandosi in dietro sulla
sedia. Mi sporsi verso il suo libro per guardare il testo.
“Dove non
hai capito?” gli domandai calma. Lui si avvicinò e
m’indicò il punto con il dito. Lessi attentamente
il pezzo dove si parlava del procedimento per trasfigurare alcune parti
del corpo rispetto al colore, come capelli, sopracciglia,
occhi…
“…l’incantesimo
appena citato porta al mutamento dei pigmenti…è
semplice, vedi, qui c’è spiegato un po’
più chiaramente” dissi mentre gli mostravo il rigo
in questione. Lui si sporse ancor di più sul libro, tanto
che le nostre guance distavano solo pochi centimetri. Per via della
stretta vicinanza stese il braccio sinistro sulle mie spalle. Io lo
scostai in malo modo. Lui protestò quasi capriccioso.
“Non
c’entro!”
“Appoggialo
sullo schienale della sedia, allora…” ribattei
fissandolo con sguardo truce.
“Non
c’arrivo!” brontolò indicando la sedia
effettivamente un bel po’ indietro. La portai più
avanti.
“Ora
sì…”
Lui mi
guardò storcendo il capo.
“Paura di
scioglierti?” mi chiese con sarcasmo.
“Oggi hai
per caso deciso di voler morire in maniera lenta e dolorosa?”
risposi con altrettanto sarcasmo. Lui ghignò, per poi
tornare a posare l’attenzione al libro, mentre io tornai al
mio tema. Passammo un po’ di tempo in silenzio, poi Draco
sbuffò di nuovo per l’ennesima volta.
“Non
riesco a studiare così!” si lamentò per
l’ennesima volta dell’ennesima cosa. La prossima
volta che mi chiederà di aiutarlo lo vede…
“Che
c’è ora?!” domandai esasperata.
“Non sono
rilassato…” rispose, e cominciò a
rufolare in borsa, facendone uscire proprio quello che temevo. Tra le
sottili dita diafane il biondo teneva una sigaretta.
“Ma io
dico, hai perso il cervello?? Sei pazzo?!?!?! NON PUOI FUMARE IN
BIBLIOTECA!! Sai che se disgraziatamente vola una scintilla qui brucia
tutto?!?! Questo luogo è sacro, i libri sono
sacri!” gli ringhiai cercando di contenere il mio tono
iracondo a livelli bassi. Gli sfilai veloce la sigaretta dalle mani e
lo fulminai con lo sguardo.
“Santo
Salzar Siria, sembri la Granger!” esclamò seccato.
“Che fai,
offendi?” feci indispettita.
“Ma
no…senti, io non riesco a studiare senza nemmeno una piccola
pausa sigaretta, quindi andiamo da un’altra parte!!Non
possiamo andare in Sala Comune come tutte le persone normali,
scusa?” ribattè Draco.
“E’
troppo affollato, già non ci capisci nulla di tuo,
figuriamoci se c’è anche
confusione…” spiegai unendo le braccia sotto il
seno.
“Va beh,
se vogliamo evitare la confusione, andiamo in camera mia,
così nessuno ci disturba…”
replicò il biondo sorridendo sornione. Sbuffai.
“Sì,
oggi hai deciso di morire in maniera lenta e
dolorosa…toglimi una curiosità, fai
così con tutte?”
Lui fece spallucce.
“Più
o meno sì…” rispose con non curanza.
“Ah,
allora è normale…comunque, visto che oggi mi
sento così immensamente buona, te lo dico a parole, la devi
finire. La prossima volta passo alle bacchette!” esclamai
minacciosa.
“Come sei
violenta…” disse divertito. Io lo incenerii con lo
sguardo.
“Solo
quando serve…” ribattei prontamente. Ci squadrammo
per qualche secondo, mentre tenebre e nebbia si mescolavano fra loro.
Alla fine cedetti.
“Va beh,
ti concedo la pausa sigaretta, ma fai presto…” gli
dissi poi.
“Come, te
niente?” mi chiese inarcando le sopracciglia. Feci spallucce.
“Prima
finisco il tema, tanto mi manca poco” risposi io. Lui si
alzò.
“Come
vuoi tu…torno subito” si congedò prima
d’incamminarsi con quel suo passo regale e quel suo
atteggiamento sensuale fuori dalla biblioteca. Sospirai. Era
disumanamente bello. Ma dopo appena qualche secondo venni fulminata da
un pensiero: l’ho lasciato andare via da solo!! Mi battei una
mano forte contro la fronte e mi alzai di scatto, precipitandomi fuori
dalla biblioteca in un baleno, dandomi mentalmente della stupida!! E
questo lo chiamavo tenere d’occhio?? Ero pessima! Appena
uscita mi guardai subito in torno con aria smarrita.
“Che
c’è, due secondi senza vederci e già ti
sono mancato?”
Draco era
appoggiato alla parete d’angolo con la sigaretta fra le
labbra.
“Ci ho
ripensato, pausa anche per me…” feci con
nonchalance, tirando fuori dal mantello una sigaretta a mia volta. Mi
avvicinai a lui e l’accesi con la sua, per poi soffiare
lontano un po’ di fumo bianco. Intanto ci guardavamo dritti
negli occhi, come poco prima.
“Dai,
ammettilo che sei venuta fuori di corsa perché non puoi fare
a meno del sottoscritto!” fece la Serpe con divertente
arroganza.
“Ti
piacerebbe…” gli sussurrai all’orecchio.
Lui posò la sua mano sulla mia vita, mentre restava
così vicino. Si avvicinò a sua volta al mio
orecchio.
“Direi di
sì…” bisbigliò sensuale. Lo
ammetto, quel ragazzo era irresistibile!
“E a
te?” continuò senza allontanarsi di un millimetro.
Feci un tiro prima di rispondere.
“Forse…”
Ok, Draco Malfoy
poteva anche essere quello che era, ma il mio orgoglio era ferreo.
Così mi allontanai sorridendogli e appoggiandomi alla parete
opposta. Lui fece un lungo tiro, senza staccarmi gli occhi di dosso,
come me d’altronde. Mentre ero così vicina a lui
non negavo che la voglia di assaggiare le sue labbra appetitose non mi
aveva pervaso, come quella di stringermi a lui, però non ero
una che si concedvae subito, per nulla. Ero una che gli faceva sudare,
faticare, e anche soffrire prima di concedersi. E per quanto Draco
potesse essere così assurdamente attraente, il mio lato
subdolo prevaleva.
Il biondino
sbuffò lentamente del fumo bianco.
“Lo sai
che nessuna prima mi aveva mai detto
“forse”?!” fece stupito.
“C’è
sempre una prima volta” ribattei scrollando le spalle e
portandomi la sigaretta alla bocca. Lui sorrise divertito.
“Infatti…ricordatelo,
c’è sempre una prima volta, per
tutto…” mi disse con tono che sembrava quasi una
minaccia, per poi ciccare la sigaretta in terra e rientrare in
biblioteca dopo avermi rivolto un ultimo, magnetico e malizioso sguardo.
Allora,
com'è?? Vorrei precisare un paio di cosette, per non farvi
magari fraintendere la situazione: Draco non prova niente di
particolare per Siria, ora. Io l'ho sempre visto un po'
così, che con le ragazze non si faceva pregare, anzi, che si
comportava sempre in questo modo..."affettuoso", con tutte...poi
è ovvio, se non lo fa con la Granger è normale,
ma con le ragazze della sua casa! Per di più Siria
è così particolare come ragazza, che un po' lui
ci si perde, anche perchè ritrova un po' del suo carattere
in lei, ma non c'è un vero e proprio sentimento, ora. Al
contrario di Blaise, che sta cominciando ad affezionarsi a
Siria...tutto chiaro?? Per quanto riguarda Harry...beh, lui
sì, è affezionato a Siria, e si vede.
Sarà molto divertente descrivere la prima partita di
Quidditch Gryffindor vs Slytherin...XDXDXD
Ringrazio
infinitamente tutti quelli che hanno recensito, purtroppo non ho tempo
di fare i ringraziamenti singoli, solo uno piccolo piccolo:
Lucia:
Siria perfetta? Guarda che se dici così mi offendo!XDXDXD
Scherzo, però mi sembra strano vedere Siria perfetta quando
ha più difetti che capelli in capo...magari sa giocare a
Quidditch, è brava a scuola, ma se ci fate caso, solo in
alcune materie non scelte a caso...per il resto è
praticamente l'imperfezione fatta persona!XD
Ok, dopo
questo piccolo chiarimento vi lascio!!XD Bacioni a tutti e RECENSITE!!
...---*Alexa*---...
|
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Capitolo 18 *** Lontano dagli occhi, lontano dal cuore... ***
Lo
so che non ci sarebbe scuse, ma io una ce l'avrei: la mia vita non va
più bene come prima. Mi scuso, davvero, ma non riuscivo a
scrivere non riuscivo a fare niente. Ma ce l'ho fatta. Ho ripreso a
inventare e buttare giù, e mi sono sentita subito
meglio...spero che possiate almeno un po' perdonarmi, e che il mio
capitolo sia un passo in più per farlo...
Buona lettura!!
Altri giorni altre lezioni.
L’ora d’incantesimi era l’ultima della
mattinata, grazie al cielo, e non era nemmeno troppo pesante, almeno
non la parte pratica. Io, Draco e Blaise eravamo come sempre nei banchi
in fondo, che ci esercitavamo con alcuni incantasimi abbastanza
semplici, mentre chiacchieravamo di alcune frivolezze.
“Mi sa
che tra qualche giorno dovremo fare una visitina furtiva a
Hogsmeade” fece d’un tratto il moro agitando
distratto la bacchetta.
“Già,
abbiamo finito le scorte di “FW”, come sempre
d’altronde…ci accompagnerai Siria?”
chiese Draco girandosi verso di me. Io feci spallucce, tenendo gli
occhi sul banco.
“Se non
ho nulla di meglio da fare…” risposi vagamente.
Tutti e due mi guardarono storti.
“Cos’avrai
di meglio da fare che stare con due bellissimi ragazzi come
noi?” brontolò Blaise. Io ghignai. Ci sarei dovuta
andare comunque, non potevo permettere che Draco gironsolasse per il
paese magico con Blaise senza che io lo tenessi d’occhio.
Almeno me lo aveva chiesto lui di sua spontanea volontà,
almeno mi avrebbe reso il compito più facile.
“Lascia
stare Zab, se non vuole venire…” fece poi Draco
con distrazione. Alzai gli occhi verso di lui.
“Voglio
venire…” chiarii subito. La bionda serpe sorrise
compiaciuto.
“Lo
sapevo che non puoi resistere…”
ridacchiò poi tutto soddisfatto.
“Guarda
che io vengo per Blaise!” ribattei subito facendogli una
smorfia. Blaise fece un gesto di giubilo e cominciò a
ridere, prendendo in giro Draco che rimase falsamente imbronciato. Io
sghignazzai, mentre tornavo a concentrarmi sugli incantesimi.
“E quando
si farebbe questa fantomatica gita furtiva?” chiesi rivolta
al moro. Lui sembrò pensarci un attimo.
“Beh,
magari domani sera, che dici Dra?” rispose Blaise. Lui annui
increspando le labbra.
“Sì,
direi che va bene…” ribattè il
biondino. In quel momento suonò la campanella.
*
In Sala Comune,
quel pomeriggio, io, Blaise e Draco (come al solito) cercavamo di fare
i compiti e tentavamo ogni pretesto per evetarli. Dopo un
po’, il moro si dileguò dicendo che aveva bisogno
di una lunga pausa nelle cucine, così io e il biondo
rimanemmo soli sommersi dai libri. C’era un gran via vai in
quella Sala, e a me dava incredibilmente noia, tanto da innervosirmi e
farmi scattare per ogni piccola cosa.
“Siria,
per favore, rilassati, okey? Mi sta facendo diventare pazzo!
Calmati!” fece Draco dopo un po’, esasperato dalla
mia prorompente irritazione. Sbuffai forte.
“C’è
troppo trambusto qui…non si può andare in
biblioteca?” chiesi scocciata. Lui scosse il capo
vigorosamente.
“Non si
può fumare lì, e mi da ai nervi quel
posto…” ribattè deciso. Io sbuffai
ancora.
“Di certo
meglio che qui pieno di tutti questi primini che si gingillano e fanno
giochi stupidi…ma tu che sei un prefetto non puoi farli
stare zitti e fermi?” domandai esasperata. Lui
ridacchiò.
“Certo, e
che gli dico per fargli stare zitti e fermi? Che gli tolgo punti??
Forse non ti sei accorta che sono della nostra stessa
casa…”
Dalle mie labbra
proruppe l’ennesimo sbuffo, e mi ributtai sullo studio,
cercando di escludere tutti i chiacchiericci e il rumore. Vorrei essere
meno suscettibile. Dopo una decina di minuti di trambusto, con studenti
che sfrecciavano di qua e di là, ridendo e strepitando stavo
per impazzire.
“Non ce
la faccio più Draco! Ho bisogno di silenzio!”
esclamai allo stremo della pazienza. Lui mi guardò un attimo
pensieroso, poi fece spallucce.
“Saliamo
in camera allora…” propose il biondo. Il mio no
era già sulla punta delle mie labbra quando connettei il
cervello. Se stavo anche solo due minuti in più a studiare
in quella confusione facevo un infanticidio multiplo, ma non volevo
stare in una camera da letto sola con Draco. Potevo andarmene nella
mia, ma l’avrei perso di vista. Messa alle strette,
bofonchiai un non convinto “andiamo” e raccolsi in
fretta tutte le mie cose che erano appoggiate sul tavolino davanti al
fuoco.
Ci avviammo a passo
svelto su per le scale del dormitorio maschile, salimmo fino in cima ed
entrammo in una stanza singola che era quella riservata ai prefetti.
Era molto grande, con uno spazioso letto a baldacchino, drappeggiato
con della stoffa molto pregiata di seta verde smeraldo, bordato e
ricamato d’argento. Essendo la camera più alta,
non si vedava più la familiare luce verdastra che penetrava
dal lago, ma bensì la chiara luce del sole, e, da due grandi
finistre alte si poteva intravedere sprazzi di cielo. Sotto
queste c’era una grande scrivania di legno scuro, e proprio
lì accanto, era appoggiato alla parete un’enorme
specchio con la cornice argentata. Davanti al letto c’era un
grande guardaroba di ciliegio, con accanto una libreria piena di
volumi. Agli angoli erano poste due poltrone di pelle verde scura. Nel
complesso la stanza era molto grande e lussuosa, come tutto qui, del
resto.
Chiusa la porta, il
silenzio che si formò mi rilassò
all’istante.
Draco mi fece segno
di poggiare le mie cose sulla scrivania, nel mentre trascinava una
poltrona per farmi sedere.
“Bella la
stanza…certo che ci trattiamo bene noi
Serpeverde…” commentai quando mi fui accomodata.
Draco sorrise.
“Ci
meritiamo solo il meglio…è di suo gradimento il
silenzio, Regina dei Ghiacci?” fece ironico con tono
servizievole. Io gli feci una smorfia.
“Molto
spiritoso…ehm, com’è che ti chiamano?
Ah sì, Principe delle Serpi!” ribattei a tono.
“Touchè…”
concordò il biondino. Poi chinò il capo e si
rimise a studiare Pozioni. Io sospirai e mi ributtai a mia volta sui
libri, scrivendo a ritmo quasi frenetico sulla pergamena, spesso senza
neppure posarci gli occhi.
Finalmente, dopo
un’ora e mezzo, chiusi con uno scatto secco il libro di
Trasfigurazione e Draco si girò di colpo verso di me. Vidi i
suoi occhi ghiacciati farsi interrogativi.
“Già
finito?” chiese leggermente sorpreso. Io annuii con il capo e
mi stiracchiai. Anche lui chiuse il libro.
“Finisco
di ripassare stasera, ora non ne ho più voglia!”
disse sbadigliando appena. Poi mi guardò. Dritto e preciso
negli occhi, per un tempo che mi sembrò
un’eternità. Mi guardava e basta, eppure mi faceva
uno strano effetto. Il suo sguardo non era il solito, non riuscivo
nemmeno a scorgere cosa c’era di diverso, trasmetteva
un’intensità che non avevo mai visto.
“Perché
mi guardi così?” chiesi in un soffio. Lui
stirò quello che doveva essere una specie di sorriso.
“Cercavo
di vedere se c’è qualcosa
oltre…” rispose enigmatico.
“Oltre
cosa scusa?” ribattei senza capire.
“Oltre i
tuoi occhi…tipo la tua anima…”
“No, mi
dispiace, è stata tolta per fare posto a tutto questo
sarcasmo!” replicai ridacchiando. Lui scosse il capo ridendo
a sua volta, poi mi guardò di nuovo serio. Infine
cambiò discorso.
“Che
facciamo ora?” chiese interrogativo. Solo ora mi resi conto
di com’era la situazione. Io e Draco, chiusi da soli in una
camera da letto, senza niente da fare. Un misto di agitazione ed
eccitazione mi strinse lo stomaco. Feci spallucce indiferrente, la
solita espressione impeccabile in volto, non volevo mostrare quella
specie di disagio che mi aveva pervaso. Sarebbe stato un punto a suo
favore. Vidi un luccichio di malizia sprizzare dai suoi occhi. Non era
un buon segno. Con un movimento fluido si fece più vicino.
“Io una
mezza idea ce l’avrei…”
sussurrò con voce strascicata, facendo volutamente passare
la lingua sulle labbra. Voleva farmi impazzire, e detto tra di noi, ci
stava riuscendo.
“Che io
non approvo, e tu lo sai…” ribattei
immediatamente, con fermezza. Lui inarcò le sue sopracciglia
chiarissime.
“Sì,
ma devo ancora capire il perché…” disse
avvicinandosi un altro po’. Feci un gran respiro,
raccimolando tutto il mio autocontrollo. Perché diamine
doveva essere così disumanamente affascinante?!?!
Mi alzai di botto,
girandogli le spalle e cominciando a passeggiare per la stanza.
“Cosa ne
dice Pansy che ora passi tutto il tempo con me e non con
lei?” chiesi aspra, più di quanto avrei voluto per
non scompormi troppo. Lo sentii alzarsi a sua volta.
“Non
è proprio contenta, ma diciamo che in quelle volte che ci
vediamo so come farmi perdonare…”
Anche se non lo
vedevo, sapeva che stava sorridendo sornione. Incrociai le braccia al
petto e feci finta di guardare i libri sugli scaffali indifferente.
“Beh, mi
sembra strano che gli basti una notte con te per passare sopra al fatto
che passiamo insieme un sacco di tempo, da soli…”
dissi cercando di tenere un tono apatico. Sentii le sue braccia
stringermi possessivamente i fianchi e sobbalzai appena presa alla
sprovvista. Non mi ero accorta che si era avvicinato così
tanto. Si accostò al mio orecchio e sussurrò
sensuale.
“Perché
non t’immagini nemmno com’è una notte
con me…potrei dartene una
dimostrazione…” e le sue labbra si strusciarono
sulla mia pelle, scendendo lentamente sul mio collo, delineando una
scia di baci infuocati. Una scarica quasi elettrica di brividi mi
attraversò la spina dorsale facendomi involontariamente
inarcare la schiena un po’. Il suo corpo aderiva
perfettamente al mio, sentivo i suoi capelli biondissimi solleticarmi
la pelle mentre la sua bocca torturava piacevolmente il mio collo. E
sapevo che non avrei dovuto, e sapevo che non potevo dargliela vinta,
ma in quel momento sentii l’irrefrenabile desiderio di stare
così, ferma, e lasciare che Draco continuasse quella specie
di tortura, che di spiacevole aveva solo il nome. Le mani del biondino
cominciarono a muoversi lentamente sulla mia pancia, e le sue labbra
risalirono il mio mento. Socchiusi appena gli occhi. Poi, quando sentii
la sua bocca avvicinarsi alla mia, mi scanzai, allontanandomi da lui
che non oppose resistenza.
“Basta
giocare, Draco…non vorrai dare alla Parkinson un motivo
valido per essere gelosa, vero?” esclamai girandomi verso di
lui. Il biondino ghignò.
“Perché
Pansy lo dovrebbe venire a sapere?? Lontano dagli occhi lontano dal
cuore!” ribattè lui.
“E io
invece mi chiedo perché con tutte le ragazze che cadrebbero
ai tuoi piedi con uno schiocco di dita (Io in primisi! XD Nda!) stai a
perdere tempo con me che non voglio cedere…”
replicai con le braccia conserte al petto e le labbra arricciate. Draco
sorrise divertito.
“Proprio
per questo…perché sei l’unica che non
vuole cedere…sennò è troppo
facile!”
Dire che lo
fulminai con lo sguardo era un eufemismo. Avrei voluto volentieri
andarmene via sbattendogli la porta in faccia, ma, ahimè, i
patti erano chiari: Tieni d’occhio Draco Malfoy.
“Visto
che abbiamo finito di studiare, perché non ce ne torniamo
giù?” feci poi cercando di sbollire un
po’ di collera. Non avrei dovuto dirlo, perché
l’espressione che dipinse il volto etereo del ragazzo era a
dir poco maliziosa e compiaciuta.
“Che
c’è, non ce la fai a stare chiusa da sola con me
in una stanza?? Hai paura di poter cedere??” rispose allora
Draco. Avrei voluto prenderlo a schiaffi, davvero, come si permetteva
di dirmi così?? Credeva di essere tanto irresistibile??
(sì, è c’ha pure ragione!!Nda!) Beh,
era il momento di cambiare le carte in tavola…avrei preso io
in mano la situazione. Il mio sguardo da iracondo si fece sornione, la
malizia sprizzava dalle mie iridi di pece. Mi avvicinai lentamente a
lui, rigirandomi una piccola ciocca di capelli che era sfuggita alla
crocchia stretta. Con l’altra mano gli afferrai delicatamente
la cravatta e lo avvicinai a me. Un misto di soddisfazione e sorpresa
avvampò nei suoi occhi. Sorrisi. Oh, ora sarei stata io a
dirigere il gioco, e in queste cose sapevo essere maledettamente
sadica. Appoggiai le mie mani sul suo petto scultoreo, e poi posai le
labbra sul suo collo, lentamente, non c’era fretta. La sua
pelle sapeva di sapone di marsiglia. Lievemente con la lingua tracciai
piccole scie e lo sentii inarcare la schiena. Mi cingeva di nuovo, ma
non si muoveva. Io invece, ondeggiavo appena, strusciando il bacino
proprio nel suo punto più delicato. Le mie mani si erano
insinuate sotto la sua camicia, e le passavo piano lungo i suoi
addominali perfettamente scolpiti. E lì mi chiesi: ma un
difetto fisico ce l’aveva? Non poteva essere così
fottutamente perfetto!!Eppure lo era…
Dopo qualche altro
minuto di tortura da parte mia, questa volta, sentii la sua eccitazione
premere, e sorrisi sommessamente mentre le mie labbra non volevano
staccarsi dal suo collo. Improvvisamente però, proprio
mentre Draco stava per sollevarmi la testa e baciarmi, mi staccai di
botto, allontanandomi con un movimento talmento repentino da lasciarlo
un attimo spaesato. Sbuffai.
“Senti,
io mi sto annoiando, andiamo giù, che voglio cercare
Blaise…” fu la mia uscita. Un moto di profondo
piacere mi pervase quando vidi la sua espressione farsi attonita,
lasciandolo con la bocca leggermente aperta. Quello era sadismo puro.
Quando Draco si rese conto che avevo fatto tutto solo per ripicca, mi
fulminò con lo sguardo.
“Sei una
stronza…”
“Ci sei
arrivato finalmente…”
Due attimi di
sguardi omicidi, poi il biondo cercò di ricomporsi, ma
rimase sempre un po’ imbronciato. Lo capii dal tono con il
quale mi disse.
“Forza,
andiamo a cercare Blaise”
Dieci a zero per
me, pluffa al centro!
*
In Sala Comune,
aspettavamo Blaise in silenzio. Non ci parlavamo, ma ci squadravamo a
vicenda in cagnesco.
“Senti,
io mi sono stufato di stare qui…vado a fare un giro, tu
aspetta Blaise qui…” disse scocciato. E a quel
punto mi diedi mentalmente della stupida. Ora ce l’aveva con
me, e se ne voleva andare da solo. Cosa mi inventavo ora? Si
alzò dal divano su cui era seduto e mi guardò un
attimo, fecendo un lieve cenno di saluto. Quando si voltò
per andare via, mi alzai di scatto anche io e per fermalo gli afferrai
la mano.
“Aspetta!”
esclamai prima che potessi fermarlo. Draco si girò,
lanciò uno sguardo interrogativo verso alla mia mano che
teneva la sua, poi guardò me e ghignò.
“Vuoi
chiedermi scusa per prima?? Perché se è
così dimmelo subito che ci avviamo di nuovo in camera
mia…” disse compiaciuto. Perché doveva
essere così?! Gli lasciai la mano con uno strattone,
spingendola via, e lo guardai malissimo. Stronzo.
“No,
volevo solo dirti che quando tornerai, ci sono buone
probabilità che non troverai me e Blaise qui!”
ribattei offesa. Vidi la sua espressione compiaciuta sparire, e
diventare più dura.
“Perfetto…”
bofonchiò stringendo le labbra, per poi voltarsi ed andare
via a grandi falcate. Stupida io, stronzo lui. Rovinava sempre tutto, e
io che cercavo sempre di assecondarlo per stargli alle calcagna, la
prima carognata e se ne va imbronciato. Ok, in parte era colpa mia, ma
non riuscivo a resistere quando faceva quelle uscite. Rimaneva
perciò una sola possibilità: lo dovevo pedinare.
Mi avvicinai
all’uscita dalla Sala Comune, e facendo capolino, vidi Draco
che girava l’angolo. Fortunatamente i corridoi erano
particolarmente affolati, perciò lo seguii silenziosamente,
rimanendo a distanza, fino alla Sala D’Ingresso. Mi
confondevo fra gli studenti, un po’ mi ci nascondevo dietro.
Mentra camminavo tra i ragazzi, mi sciolsi i capelli, così
da confondermi un po’. Draco sembrava come sempre impassibile
e freddo, ma camminava a testa bassa e aveva uno sguardo leggermente
seccato. Lo seguii su per le scale, dietro ad un gruppetto di
Corvonero, mi feci largo fra alcuni Grifondoro (che una volta tanto
erano utili) fino ai piani un po’ più alti, che
erano i meno affolati, quindi il pedinamento diventava più
difficile. Grazie al cielo incrociai sempre qualche studente che
copriva i miei passi, e io camminavo con passo felpato accanto al muro
e alle collonne, nascondendomi ogni tanto dietro le armature, le
statue, i quadri o le aule aperte. Ma Draco aveva l’aria di
uno che si era etraniato completamente dal mondo esterno. Il difficile
però, venne a quello che contai essere il settimo piano. Era
completamente deserto. Mi accucciai dietro il passamano delle scale,
sperando che non si girasse e non tornasse indietro. Non lo fece.
Camminò dritto fino a metà, poi si
fermò. Io mi abbassai ancor di più, nascosta
dalla colonna centrale della ringhiera in pietra. Vidi Draco guardarsi
in torno. Trattenni il respiro finchè non si
voltò di nuovo verso la parete. A quel punto fece una cosa
stranissima. Camminò avanti e indietro tre volte davanti ad
una specie di quadro, (non riuscivo a vedere precisamente
cos’era), poi qualcosa comparve nel muro e…e Draco
ci sparì dentro. Mi alzai di scatto e vidi quella che doveva
essere una porta che spariva. Rimasi a guardare a bocca aperta quello
che era appena successo. Mi avvicinai di corsa verso il muro accanto ad
un quadro molto stupido di un troll in tutù. Misi una mano
sulla superficie fredda, ce la strusciai, ma non successe niente. Era
dura e gelata, come tutti i muri del resto. Provai anche a fare avanti
e indietro come Draco poco prima, ma nulla accadde. Così mi
posizionai davanti alla parete con le braccia sui fianchi. Questo era
decisamente strano. Incredibilmente strano!! Non riuscivo a capire cosa
fosse successo precisamente, e soprattutto dove diavolo si fosse
cacciato Draco!! Rimasi davanti a quella parete scervellandomi e
cercando in torno, e dopo almeno dieci minuti che gironzolavo
lì, decisi di aspettare finchè il biondino non
fosse ricomparso. Incrociai le braccia al petto e guardai accigliata la
parete, quando…
“Siria,
che diamine ci fai qui?”
Mi voltai di scatto
verso la voce che aveva parlato alle mie spalle. Ecco, mi ci mancava
solo Potter…
Che ne dite?? Non
è venuta male, dai...non so come faccia Siria ha resistere a
Draco, insomma...porca Watson, è così
dannatamente favoloso!!Però Siria è troppo
stronza per cedere...almeno, non subito...hihihi e sì, lo
sappiamo tutti dov'è finito Draco, tranne l'ultima Black, ma
quello che nessuno sa (tranne me ovviamente!! muhaaa) è che
ci fa Draco lì dentro! Oh, si scoprirà con il
tempo...e ora come dice Sir, ci mancava solo Potter!! Che
succederà?? Beh, tutto a tempo debito nel prosismo chap!!
Spero che questo vi sia piaciuto, e sarei veramente felice se mi
lasciaste una bella recensione!! (anche se non me la meriterei!)
GRAZIE
INFINITE A CHI HA RECENSITO E A CHI HA LETTO!!VI ADORO!
...---*Alexa*---...
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Capitolo 19 *** Beginning's Party ***
Oh, che bello, una
volta che sono in ritardo ma che non è colpa mia!! Il
caricabbatterie del mio pc ha deciso di rompersi, e ovviamente niente
carica, niente computer. E visto che è un Apple (i
meglio!!XD) o lo ordinavo (pagando una barca di spese di spedizione) o
andavo in un Apple Store. Naturalmente ho optato per la seconda. E sono
andata a Londra, nel più grande Apple Store del mondo!!XD
(Sia chiaro, non ci sono andata solo per quello, era già
programmato quando mi si è rotto!! XD ) Il tempo di finire
il chap, ed eccomi di nuovo, per la serie chi non muore si rivede, con
la storia di Siria. Beh, che dire, spero che vi piaccia!!
Buona
lettura!!
Quando incrociai gli occhi
smeraldini di Potter non riuscii a credere di essere così
dannatamente sfigata. Con tutti i posti che c'erano nella nostra
immensa scuola, proprio lì doveva venire, mentre pedinavo
Draco!!
"Potrei farti la
stessa domanda Potter..." risposi seccata, mettendo le braccia sui
fianchi e arricciando le labbra come era mia solito fare.
"Stavo scendendo
dalla Sala Comune, è qui vicina..." si giustificò
il moro indicando il corridoio dietro di sè, per poi
scrutarmi nuovamente con aria dubbiosa. Passò lo sguardo da
me alla parete in cui era sparito Draco almeno quattro volte, poi si
avvicinò di qualche passo.
"Tu piuttosto??"
ripetè interrogativo, quasi preoccupato. Io lo squadrai male.
"Cercavo Blaise..."
gli dissi scocciata. Era la scusa che avevo pensato per Draco,
così decisi di essere coerente e rifilarla anche a lui, che
mi guardò corrucciato.
"Ah..."
commentò con voce atona. "Beh, qui non c'è..."
continuò poi seccato. Mi guardai intorno. Caspita, dovevo
inventarmi qualcosa per stare lì ad aspettare Draco. Mi
avvicinai velocemente al Bambino Sopravvissuto.
"Beh, allora
Potter, dimmi, quando c'è la partita Grifoni-Serpi?" gli
domandai con più calma e gentilezza. Lui sorrise
immediatamente. Gli si leggeva in faccia che era contento che mi
mettessi a fare conversazione con lui. Povero illuso.
"Tra meno di due
settimane Siria!!" rispose allegro. Io feci un mezzo sorrisino.
"Non vedo l'ora,
per stracciarvi!" esclamai, non con tono aggressivo ma ben
sì scherzoso. Lui ridacchiò.
"Questo
è tutto da vedere sai...come vanno gli allenamenti? Sei in
forma?" chiese sinceramente interessato. Mi stava prendendo il dubbio:
non è che Potter si era preso una cotta per me??
"Certo che sono in
forma, che razza di domande!! Gli allenamenti vanno alla grande, mi
diverto un sacco a giocare a Quidditch!" risposi appoggiandomi al
corrimano di pietra. Lui si mise lì accanto a me, spalla a
spalla.
"Lo credo,
è una delle cose più belle del mondo...sai, sono
curioso di vedere come giochi...ho sentito delle voci che dicevano che
eri bravissima a Beauxbatons!" commentò il Prescelto
sorridendomi gentilmente. Per un istante di pura incoscienza mi venne
l'impulso di ricambiare, ma non lo feci, voltando lo sguardo verso la
parete.
"Quelle voci
dicevano il vero...modestamente parlando!" esclamai ghignando.
"Comunque anche a me sono giunte certe voci le quali dicevano che te la
cavi..."
"Che me la cavo??
Cara tu sei davanti al miglior giocatore della scuola!!!"
sbottò divertito. Io inarcai le sopracciglia.
"Che
c'è, mi devo inginocchiare?? E poi sei il migliore della
scuola solo perchè Hogwarts non ha ancora visto me!"
ribattei sogghignando. Lui mi guardò male, ma sorridendo.
"Senti, ti do
l'indirizzo della modestia, dovresti andare a farle visita..."
"Oh, ci dovremmo
andare insieme visto che neppure tu sei da meno!!"
Lui rise, poi mise
le mani avanti.
“Ok,
touchè, tregua…” disse con le labbra
ancora sporche delle sue risate. Poi mi si parò davanti, e
mi posò una mano sul braccio. Io lo guardai interrogativa.
“Come
stai? Ti trovi bene qui? Sai, anche se non mi sopporti, io posso
ascoltarti se ti vuoi sfogare di qualunque cosa, insomma…io
ci sono…come d’estate” fece
incredibilmente serio. Le sue parole mi impedirono di scostarlo via
brutalmente, e mi convinsero a stare semplicemente ferma a guardarlo,
smeraldo contro pece.
“Va tutto
bene” risposi semplicemente, con voce bassa. Bugiarda, che
bugiarda che ero. Non andava tutto bene. Niente era mai andato bene.
Lui sembrava
convinto dalle mie parole. Modestamente ero un’abile attrice.
Lentamente, fece scivolare la sua mano dal mio braccio, arrivando al
polso, per poi scendere ancora e cingermi delicatamente, quasi con
timore, le dita. In quegli attimi non distolse nemmeno per un secondo
gli occhi dai miei. Io, scostai la mano quasi subito, e nemmeno
m’accorsi che da dietro era arrivato qualcuno. Anzi, che era
apparso qualcuno.
“Siria?”
chiese dubbioso. Riconobbi subito la voce di Draco, e mi voltai di
scatto, facendo un passo indietro da Potter.
“Draco…”
dicendolo sorrisi involontariamente. Non avrei dovuto sorridergli,
avrei dovuto essere ancora arrabbiata con lui, eppure fu un gesto
spontaneo. Il biondo intanto stava massacrando con lo sguardo Potter,
aveva un lampo negli occhi solitamente glaciali, un lampo che non tutti
potevano notare. Mi si avvicinò repentinamente, e subito mi
cinse con un braccio i fianchi stringendomi forte a lui, possessivo. Lo
lasciai fare. Voleva torturare un po’ Potter, il che non mi
dispiaceva affatto.
“Che ci
facevi qui con lui?” mi chiese senza staccare gli occhi dal
moro, che ricambiava lo sguardo combattivo e omicida.
“Stavo
cercando Blaise perché in Sala Comune non si faceva vedere,
sono finita qui e ho incontrato Potter…” gli
spiegai con voce atona. Lui annuì distrattamente. Il
Prescelto non disse una parola, si limitò a scrutare il
biondo con irruenza. Ma Draco evidentemente non ne aveva abbastanza.
Con un lieve ghignò strusciò le labbra sul mio
orecchio e mi sussurrò sensualmente.
“Andiamo
bellissima?” caricando con enfasi entrambe le parole, per poi
lasciarmi un bacio sulla guancia. Io annuii leggermente.
“Andiamo…Potter…”
dissi alla fine a mo’ di saluto. Lui mi sorrise.
“Ciao
Siria…ci vediamo!” mi rispose dolcemente, ma Draco
mi aveva già quasi trascinato via. Avevo la brutta
sensazione di essere fra due fuochi. In compenso però non
dovevo più seguire Draco di nascosto, visto che ce
l’avevo appiccicato proprio di fianco che mi portava.
Scendemmo le scale in silenzio, ma quando svoltammo l’angolo
del corridoio sottostante al settimo mi staccai bruscamente da lui.
“Sono
ancora arrabbiata con te…” precisai con fermezza.
Lui mi fece fermare proprio in un angolo, e incrociò le
braccia al petto.
“Io
anche…ora poi!! Stavi mano nella mano con
Potter!!” sbottò contrariato. Io lo guardai male,
con uno sguardo inceneritore, e mi feci avanti di un passo, puntandogli
l’indice nel petto.
“Primo,
io ci stavo solo scambiando due parole, non stavo mano nella mano con
Potter. Secondo, se anche fosse, sono cazzi miei e non ho da rendere
conto a te, hai
capito?”
esclamai infervorata. Lui inarcò un sopracciglio, poi
addolcì la sua espressione che si era fatta dura. Non disse
niente, semplicemente
afferrò
il mio dito e lo porto giù, senza lasciare la presa della
sua mano
sulla mia.
Mi
guardò fisso, con il suo solito sguardo indecifrabile, ma io
non mi scomposi
di una virgola.
“E ora
che ci ripenso…che c’è, ti rodeva
vedermi con Potter?” lo stuzzicai
con un ghigno
maligno e divertito. Draco lo ricambiò.
“Ti
piacerebbe, eh?” esclamò sorridendomi. Mi diede
incredibilmente sui nervi, perché in fondo, un po’
era vero.
“Non lo
so se mi piacerebbe, ci devo pensare…comunque è
vero…ti rodeva da
morire!”
lo provocai di nuovo, con tono di sfida.
“E
sentiamo, perché? Come hai detto tu, ci stavi solo
scambiando due parole,
perché
doveva rodermi questo quando io posso stringerti, baciarti, chiamarti
“bellissima”…perché dovrei
essere geloso delle due parole che scambi con
quel
pezzente?” chiese sicuro di avere la vittoria di quella
nostra piccola sfida
in pugno.
“Te
l’ho solo lasciato fare perché sono
sadica…tu dovresti averlo già
scoperto,
no?” feci richiamando quello che era successo poco tempo fa
nella sua camera.
Lui
ghignò.
“E’
solo questione di tempo…”
“Sei
troppo sicuro di te…”
“Non lo
sarei se non avessi la certezza che
succederà…”
“E come
fai ad averla?”
“Perché
se non fosse per il tuo dannato orgoglio a quest’ora mi
saresti già
saltata
addosso…” rispose mordicchiandosi distrattamente
il labbro inferiore
e sorridendomi. E
non aveva mica tutti i torti…ma non l’avrei
ammesso
neanche sotto
tortura. Gli feci una smorfia e lo guardai male.
“Sempre
il solito…senti, voglio trovare Blaise, diamoci una
mossa!” dissi bruscamente spostandolo e avviandomi
giù per le scale. Draco mi seguì in silenzio,
affiancandosi a me e guardandomi insistentemente. Io sbuffai,
perché odiavo seriamente il fatto che mi fissasse,
però non dissi nulla, più che altro cercavo di
ignorarlo.
“Tu che
ci facevi lì, se è possibile saperlo?”
chiesi cercando di estrapolare qualche informazione utile.
“Non
è possibile…” rispose pronto, spostando
all’improvviso lo sguardo. A quel punto fui io a fissarlo.
“Dai, io
te l’ho detto che facevo là…”
ribattei contrariata.
“Non
m’importa…”
Lo afferrai per il
braccio, e lo feci voltare.
“Dai
dimmi, visto che tu t’interressi dei fatti miei, io
m’interesso dei tuoi…”
“Se te lo
dico me lo dai un bacio?” mi chiese sornione, con il suo
solito sorrisetto beffardo e malizioso sul volto, quello che faceva
sciogliere. Io scossi il capo rassegnata.
“Certo
che con te non c’è proprio speranze,
vero?” feci esasperata. Lui si staccò dalla mia
presa e riprese a camminare lungo il corridoio mentre lo seguivo. Dopo
qualche istante, parlò.
“Facevo
solo un giro…non pensare male…” disse
piano. Rinunciai subito a fargli altre domande: sapevo che quello era
il massimo che potevo ottenere, senza dargli qualcosa in cambio almeno.
Eh sì, era un viscido sporco ricattatore, ma
d’altronde era il Principe di Serpeverde.
Quando arrivammo
nella Sala d’Ingresso finalmente trovammo Blaise che si
avviava verso la Sala Comune.
“Blaise!!”
lo chiamai facendo voltare il moro, che mi sorrise allegro.
“Ciao
Siria, ciao Draco…” ci salutò venendoci
incontro.
“E’
un’ora che ti cerco!” dissi dando più
credibilità alla mia scusa. Nonostante il mio tono
scocciato, lui sembrava compiaciuto da quello che gli avevo detto.
“Beh, io
vi stavo venendo a cercare ora perché dovevo dirvi delle
novità…” spiegò
appoggiandomi una mano sulla vita e incitandomi a camminare verso i
sotterranei. Io non mi ritrassi, avevo fatto l’abitudine ai
tocchi di Blaise, l’unico che osava così tanto (in
pubblico, almeno) e ora non mi davano più fastidio, se erano
moderati. Draco affilò lo sguardo, e
m’affiancò in silenzio.
“Novità
di che tipo?” chiesi curiosa.
“Ho
parlato con Daph e Theo, è tempo di dare la festa di
apertura” disse, rivoltò più a Draco
che a me. Il biondino annuì.
“Certo,
è ora. I Serpeverde non aspettano altro, è la
festa che tutta la scuola c’invidia…”
disse con una nota d’orgoglio.
“La festa
d’apertura? Che cos’è?”
domandai dubbiosa.
“La festa
d’apertura dell’anno scolastico per noi
Serpeverde…” rispose prontamente Bla quasi con
ovvietà. Io inarcai le sopracciglia.
“Ma
l’anno scolastico è già cominciato da
quasi un mese!!” ribattei io.
“Sì,
ma non vorrai farmi credere che te subito ti rimetti in marcia?? Ci
vuole almeno un mese per attutire la botta e riabituarci alla scuola,
per questo noi festeggiamo…si pensava questo week-end, dopo
la gita ad Hogsmeade, che dici?” chiese a Draco. Lui fece
spallucce.
“Va bene,
ma allora stasera oltre al Fire Whisky andiamo a prendere tutto il
necessario?” domandò mentre Bla annuiva. Poi si
guardarono eloquenti fra di loro e io li osservai attenta. Alla fine
Blaise si voltò verso di me.
“Naturalmente
vieni anche tu, vero?? Ci servirebbe proprio una mano!”
esclamò il moro tornando allegro come prima.
“Sì,
vengo…ma andiamo solo noi tre?” chiesi
interrogativa.
“No,
ovviamente, verrano anche gli altri…” rispose
prontamente Bla. Io capii subito che gli altri erano Daphne, Pansy e
Theodore. Era chiaro che quei cinque formavano un solido gruppo e che
combinavano di tutto insieme.
“Precisamente
che c’è da prendere?” feci cercando di
capire di preciso quanto sarebbe stata clandestina e proibita la cosa.
Certo, più lo era, meglio era! Fu Draco a rispondermi.
“Beh, una
vasta scorta di alcohol, sicuramente…certe decorazioni per
la stanza, qualcosa da mangiare…il più lo faremo
con la magia…”
Chissà
perché avevo l’impressione che questa roba non
l’avremmo pagata. Era veramente curiosa su questa fatto della
festa. Non che non ci avessi mai partecipato, ovviamente, ma in Francia
non le facevamo a scuola. Era assolutamente vietato, ma come avevo
subito capito venendo qui, per i Serpeverde niente è vietato.
“Sono
invitati solo i Serpeverde, immagino…” feci con
ovvietà. I due ragazzi annuirono.
“Ovviamente,
solo i Serpeverde, anche perché la facciamo nella nostra
Sala Comune, con adeguate protezioni…ma tanto anche se Piton
ci scoprisse non ci direbbe nulla” commentò Blaise
tranquillo.
“Ma come
bisogna vestirci a queste feste? A Beuxbatons non ne facevamo,
perciò penso proprio di non avere niente da
mettermi…” dissi pensierosa. Effettivamente non
c’erano abiti da festa nel mio baule, e sapevo come sarebbero
andate in tiro tutte. Il mondo delle apparenze.
I due ragazzi
fecero contemporanemanete scorrere il loro sguardo su di me, con una
punta di malizia, poi Draco mi sorrise.
“Beh,
sabato puoi andare a Hogsmede a comprare qualche bel vestito, no? Ci
sono tanti bei posti…” mi rispose il biondino. Io
annuii, in fondo mi era sempre piaciuto fare shopping, anche se con me
era molto più faticoso del normale: non mi andava mai bene
niente, quindi trovare la cosa giusta era un’impresa.
Comunque, colsi
quell’occasione al volo.
“Mi
accompagnate voi, vero?? Io non sono mai stata ad
Hogsmeade…” feci con un tono che non ammetteva
repliche. Blaise non ne avrebbe fatte comunque, e neanche Draco
sembrava contrariato.
“Non
c’è problema!!” rispose il moro al volo.
Io feci un lieve sorrisetto.
Arrivammo
finalmente nella Sala Comune, e il biondino entrò per primo.
Io e Bla lo seguimmo finchè non trovammo il tavolo dove
erano seduti “gli altri”. Blaise gli
annunciò immediatamente che la data della festa
d’inizio era stata decisa, e tutti sembravano incredebilmente
entusiasti. Scoprii ben presto che quella era una delle feste
più attese dell’anno, non solo dai Serpeverde, ma
da tutto il resto della scuola, che sperava tutti gli anni
un’eccezione per partecipare. Daphne mi spiegò che
quella non era l’unica grande festa, ma ce n’erano
altre quattro molto attese, la festa d’Inverno, di Primavera,
d’Estate, e di Chiusura, e che si svolgevano più o
meno a due mesi di distanza, a parte l’ultima, che si faceva
l’ultimo week-end dell’anno scolastico. Non potevo
credere che in quella scuola ci fosse un preciso calendario di feste,
con tanto di date fisse e grandi preparativi. Ma la cosa che davvero
stentavo a credere è che i professori non fossero a
conoscenza di queste feste. Non sapevo bene perché, ma ero
certa che Silente lo sapesse ma lasciasse fare.
“Stasera
allora ci vieni a dare una mano, Siria?” chiese Daphne
riscuotendomi dai miei pensieri. Annuii con il capo.
“Sì,
certo…”
La bionda si
voltò verso Pansy e le lanciò uno sguardo
eloquente. Avevo imparato ad ignorare quei continuii messaggi
silenziosi che si lanciavano tra di loro, senza che io sapessi il loro
significato. Era veramente estenuante.
“Beh,
tieniti pronta allora, le nostre gite sono sempre ricche di
sorprese…”
Già
immaginavo a cosa si riferisse Daphne. E non vedevo l’ora
Che ve ne pare??
Certo oh che le Serpi ne inventano di sotto-terra, ma d'altronde, siamo
i migliori!! Draco non molla mai ovviamente, ma nemmeno Potter
è da meno!! E poi c'è Blaise, che ancora non
s'è capito che intenzioni ha, ma non sarebbe male una cosa
alla tipo "tra i due litiganti il terzo gode..." XD Boh, vedremo!!
Grazie a
tutti quelli che hanno letto e commentato!! Mi raccomando, lasciate una
bella recensione!! E questa volta non era colpa mia!! XD
Bacioniiiii!!
...---°Alexa°---...
|
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Capitolo 20 *** ...alla fine, tu preferisci me a lui. ***
Oh
mio Dio! E' passato un anno e quattro mesi dal mio ultimo
aggiornamento, eppure eccomi qui, di nuovo, perchè tipo in
questi giorni sto riprendendo a scrivere tutte le FF che avevo in
sospeso, e non solo. Visto che ci sono avverto subito i miei vecchi
fan, (se sempre ci sono xD) che ho ricominciato a scrivere anche "Il
Piccolo Principe". Insomma, in questi giorni ne vedrete davvero delle
belle!! Intanto godetevi questo capitoletto dell'Ultima Discendente dei
Black! Enjoy the chapter!
Decidemmo di incamminarci prima che scattasse il coprifuoco,
così che fosse più facile aggirarci per i
corridoi. Blaise, durante la cena, mi aveva spiegato di alcuni passaggi
segreti che c’erano nella scuola, che li erano utili per
sgattaiolare fino ad Hogsmeade senza fare troppa strada e senza essere
scoperti. Mi spiegò anche come agivano.
“Di solito ci dividiamo e lasciamo un palo a controllare,
prima a Hogsmeade e poi a Hogwarts…”
illustrò Blaise.
“E se viene beccato?” chiesi confusa. Lui fece un
sorrisino e sfilò dalla tasca un orologio tondo, da
taschino. Me lo mostrò, io lo presi e lo squadrai senza
capire.
“Questo è un orologio un po’
speciale…serve per metterci in contatto tra di noi. Ne
abbiamo uno per ognuno. Guarda, il vedi questi bottoncini sul
lato?” mi disse girando l’orlogio su un fianco. Io
notai i quattro piccoli pulasantini circolari con sopra una lettera.
“Li abbiamo fatti mettere noi. Di solito questi funziano solo
fra due, a noi ci serviva che si collegassero fra di loro.
Così abbiamo fatto mettere questi bottoncini, ognuno
corrisponde all’orologio di tutti gli altri. A seconda di con
chi voglio parlare, schiaccio il pulsante corrispondente, il quadrante
sparisce, ci appare colui che ha l’orologio et
voilà il palo che viene beccato avverte gli altri, o
comunque possiamo tenerci in contatto se succede qualcosa”
concluse compiaciuto. Io lo ero quanto lui.
“E’ geniale…” commentai.
“Modestamente è stata una mia
idea…” sorrise Bla.
“C’avrei scommesso” ribattei con
sarcasmo. Lui si avvicinò al mio orecchio e mi
sussurrò.
“Mi sa che dovremmo recuperarne uno anche per te”
il suo respiro mi s’infranse sulla pelle e sentii il suo
dolce odore, simile alla vaniglia, stuzzicarmi le narici. Io lo guardai
con aria dubbiosa.
“Dici? Non è una cosa…tra di
voi?”
Lui si allontanò un po’ da me e mi
osservò inclinando la testa.
“Beh sì, ma se cominci a scorrazzare con noi ne
avrei bisogno…” rispose con ovvietà. Io
distolsi lo sguardo e arricciai la bocca, pensando. C’era
qualcosa che non tornava. Qualcosa di molto più profondo di
una semplice “amicizia” fra quei cinque. E forse in
tutto questo stava la chiave del “tenere d’occhio
Draco Malfoy”. Quest’ultimo, arrivò
proprio in quel momento e si sedette accanto a Blaise.
“Che confabulate voi due soli soletti?” chiese
sarcastico. Io roteai gli occhi.
“Organiziamo una fuga d’amore…vuoi
unirti?” ribattei con altrettanto sarcasmo. Blaise
m’ignorò e rispose al biondo.
“Gli stavo spiegando come agiamo di
solito…”
Draco annuì e guardò il suo orologio da polso.
“Tra un po’ cominciamo a
muoverci…” sancì distrattamente,
buttando indietro la schiena.
“Siria, tu rimarrai sempre con noi, così ti
facciamo vedere un po’…” mi disse Blaise
con tono tranquillo.
“Pensavo che mi avreste lasciato a fare il
palo…sono una pivella…” feci notare io.
Il moro annuì con il capo.
“Proprio per quello vieni con noi…il palo
è uno dei ruoli più importanti che
c’è, da cui dipende la salvezza di
tutti…di solito ci alterniamo…questa volta lo
farà Theo” mi spiegò.
“Io odio fare il palo” commentò Draco.
“Ti perdi tutto il divertimento, e non puoi
sbagliare…non sono così
affidabile…”
“Meno male che te lo dici da solo, Dra…”
replicò Blaise.
“Sì va beh tanto se non me lo dico io me lo dite
voi, Serpi che non siete altro…”
ribattè il biondino.
“Senti da che pulpito vien la predica, dal Principe delle
Serpi…” continuò Bla ridacchiando.
“In effetti…” m’intromisi io
alzando gli occhi al cielo.
“Ehi non vale due contro uno!” brontolò
Draco contrariato.
“Siccome noi Serpeverde siamo l’onestà
fatta persona…” feci io beffarda. Rannicchiai le
gambe e appoggiai la testa allo schienale del divano, socchiudendo gli
occhi. Blaise si appoggiò a me, facendo scivolare il braccio
sotto la mia schiena e cincendomi i fianchi. Stavo per scansarlo quando
incrociai lo sguardo tagliente di Draco. Così lo lasciai
fare, in fondo non mi dava più molto fastidio. Dopo un
po’ di silenzio, arrivarono gli altri tre e io mi staccai dal
moro.
“Penso che possiamo andare…sennò
facciamo troppo tardi e scatta il coprifuoco” fece Daphne. Ci
alzammo in piedi ma non andammo.
“Avete preso tutto?” chiese la bionda con aria
dubbiosa. Tutti annuirono all’unisono, meno che me, che me ne
stavo in disparte con le braccia conserte ad osservare.
“Il palo lo faccio io” disse Theodore.
“Vi coprirò a Hogsmeade per un po’, poi
me ne torno qui a Hogwarts a controllare. Tenete gli orologi a portata
di mano, come sempre”
“Ci divideremo in due, io e Draco andremo a recuperare
l’alcohol, Daphne e Pansy tutto il resto. Siria viene con
noi” continuò Blaise.
“Ci ritroviamo davanti a Mielandia, chi arriva per primo
avverte gli altri, e il palo” fece Pansy lasciando trasparire
una certa ovvietà.
“Muoviamoci…” dichiarò Draco
con fermezza, e tutti ci avviammo fuori dalla Sala Comune. Salimmo i
piani della scuola tranquillamente, c’erano ancora un
po’ di studenti in giro, che ci osservavano con una certa
soggezione, forse perché ci muovevamo tutti insieme.
Arrivammo al passaggio della Strega Orba, quello di cui mi aveva
parlato Blaise prima. Mi aveva spiegato che portava direttamente alle
cantine del negozio di dolci più grande di Hogsmeade, e che
l’aveva costruito Tosca Tassorosso per andare a prendersi i
dolciumi. Si usciva dal negozio ed eravamo in centro alla cittadina. Lo
imboccammo velocemente. Il passaggio ero piccolo e buio,
così ognuno dovette accendere la bacchetta e procedemmo in
fila. Io rimasi in fondo e Draco mi si affiancò.
“Che ha in più di me?” mi
domandò piano, seriamente dubbioso. Io lo guardai male.
“Chi?” chiesi interrogativa.
“Blaise…con me fai tante storie e a lui invece lo
lasci fare tranquillamente…” spiegò
irritato. Io ghignai.
“Mi sta simpatico…” risposi divertita.
Lui mi guardò in cagnesco.
“Ah se è per quello…”
commentò non curante.
“Che c’è, sei geloso?” lo
stuzzicai. Lui mi lanciò uno sguardo fulminante.
“Ovviamente no…era solo un fatto di
orgoglio”
“Certo certo…” lo schernii io. Draco
continuò a squadrarmi male.
“E’ solo che con lui fai tutta la carina, e con me
non cedi…e non riesco a capire come tu possa preferire lui a
me. E’ ridicolo”
Il biondino aveva un tono indignato. Forse era vero, non era geloso. Io
scossi le spalle e sogghignai.
“E’ solo un fatto di orgoglio” ripetei le
sue parole con sarcasmo. Lui tramutò il suo sguardo da
omicida a interrogativo. Non disse nulla.
“E poi scusa, ora che ci ripenso, ti credi tanto
irresistibile?? Credi di essere l’unico? Potrei
tranquillamente preferire Blaise per un milione e mezzo di
ragioni!” ribattei indispettita. Lui mi lanciò uno
sguardo di sufficienza.
“Certo che mi credo irresistibile…”
“Io ti resisto”
“Per ora…”
Ci guardammo fissi negli occhi, in silenzio, poi Draco
continuò.
“Sentiamo, perché preferiresti lui a me?”
“Perché è più gentile,
più affabile, più amabile, meno isterico, meno
insopportabile, meno insistente, meno irritante, meno assillante, meno
egocentrico, meno scontroso e potrei continuare fino a domani
mattina…”
Non ebbi la reazione che mi aspettavo. Non ribattè con
sarcasmo pungente o con qualche battuta sgradevole. Si mise a ridere.
Leggero, aveva una risata cristallina. Era la prima volta che lo
sentivo ridere, ridere davvero.
“Siria, hai esattamente elencato le ragioni per le quali,
alla fine, tu preferisci me a lui…”
Il mio sguardo si assottigliò, diventando affilato e
tagliente. Mi voltai senza rispondere, e indispettita mi allontanai
appena. Lui continuò a ridere.
Arrivammo alla fine del passaggio poco dopo, e c’intrufolammo
di soppiatto nelle cantine del negozio. Theodore salì piano
le scale e controllò che non ci fosse nessuno, poi ci fece
salire. Non ero mai stata in quella bottega. Era stracolma di ogni tipo
di dolciume esistente, alcuni dei quali non avevo mai visto.
Cioccolata, zucchero, caramelle di ogni specie e di ogni forma. Tutti
gli scaffali e i mobili erano dipinti di colori pastello
incredibilmente…dolci! Il pavimento azzurro, gli scaffali
rosa, il soffitto giallino. Era da diabete.
Blaise si avvicinò alla porta del negozio sfoderando la
bacchetta e pronunciò con sicurezza l’alhomora. La
serratura non si mosse.
“Ah Bla sei un incapace…”
sbottò Draco spostando il moro che era rimasto interdetto
dinnanzi al suo fallimento. Il biondino ripetè
l’incantesimo ma nuovamente non accadde niente.
“Ah ah!!” lo schernì Blaise con tono
cansonatorio. Lo sguardo assassino di Draco non tardò ad
arrivare.
“Siete sicuri di aver fatto bene
l’incantesimo?” fece Pansy diffidente.
“Certo che siamo sicuri, è un incantesimo che
s’impara al primo anno, santo Salazar!” proruppe il
Principe delle Serpi, indignato ed irritato. Riprovò ma la
porta non si aprì. E improvvisamente, proprio in quel
momento, mi venne in mente. Lì, sul mobile della vecchia
casa dei Black, il volantino sulle nuove norme di sicurezza da mettere
in atto per proteggersi dai Mangiamorte.
“Ma certo!” esclamai a quel punto facendomi avanti.
Scansai Draco e tirai fuori la bacchetta.
“Voi evidentemente non avete letto il volantino sulle nuove
norme di sicurezza…” commentai mentre mi
posizionavo davanti alla maniglia. Ovvio che non l’avevano
letto. Da chi dovevano proteggersi? Dai loro genitori?? Ci vivevano con
i Mangiamorte...
Mossi la bacchetta con un movimento deciso, sussurrando
l’incantesimo, e la serratura si spezzò, mentre la
porta cigolava verso l’esterno.
“Potevi sfondare la porta, tanto che
c’eri…” disse acido Draco, palesemente
infastidito dal fatto che io fossi riuscita dove lui aveva sbagliato.
Io gli feci una smorfia.
“Preferivi tornare al castello e fartela tutta a piedi??
T’avrebbe fatto bene…” ribattei a tono.
“Va beh, Theo mentre noi andiamo tu rimetti a posto qui,
ok??” cercò di calmare la situazione Blaise.
Theodore annuì. Nel mentre io e il biondino ci scambiammo
uno sguardo astioso. Era incredibile come lo si potesse guardare un
secondo prima adorante e un secondo dopo omicida. Bla, con una mano
sulla mia spalla, m’incitò ad uscire
silenziosamente. L’aria era fredda, c’era una
leggere foschia per le strade del villaggio magico, scuro e misterioso.
Mi feci guidare dal moro mentre la combriccola si divideva. Noi
prendemmo una stradina sulla destra con cautela, stringendoci nei
mantelli neri, con circospezione. Ad un certo punto i due si fermarono
davanti ad una porticina di legno. Entrammo lentamente senza fare il
minimo rumore. Sembrava il retro di uno squallido negozio. I due
spostarono qualche cassa e qualche tappetto, scoprendo una botola.
Blaise si chinò a terra e l’aprì,
posando il coperchio lì accanto, per poi pulirsi le mani.
Infine, con un gesto cortese della mano m’invitò
ad entrare dentro. Guardai appena quello che c’era sotto, ma
non riuscii a scorgere molto, così mi sedetti per terra e
con le gambe entrai nella botola, spingendomi giù con le
braccia. Un piccolo salto e atterrai. Mi spostai per permettere a Draco
di scendere a sua volta. Tirò fuori la bacchetta e fece
luce, cominciando a cercare in giro. La stanza a quanto vedevo era
piena di bottiglie, casse, botti e roba del genere. Mi porse la
bacchetta per tenergliela mentre lui cominciava a prendere bottiglie su
bottiglie e a passarle a Blaise che era rimasto sopra. Quando
evidentemente erano abbastanza, si strusciò le mani al
mantello e riprese la sua bacchetta, spengendo la luce.
“Siria, vieni qui sotto la botola. Ti faccio
risalire” fece il biondo. Io mi avvicinai a lui, lanciando
uno sguardo in altro verso la mora Serpe. Draco allora si
abbassò un po’, mi cinse le gambe ai ginocchi, e
mi tirò su senza il minimo sforzo. Blaise mi
afferrò e mi fece sedere sul bordo della botola. Mi alzai e
mi rassettai i vestiti. Intanto Draco era saltato, si era aggrappato e
con le braccia e l’aiuto di Blaise si era tirato su.
Quest’ultimo prese dal mantello una specie di
sacco scuro e lo aprì, cominciando ad infilarci dentro tutte
le bottiglie che avevano preso. Doveva essere un sacco con il fondo
magico, perché sembrava non riempirsi mai. Lo aiutai a
sistemare il tutto, poi quando finimmo, chiuse il laccio e fece cenno
di andare. Ci avviammo dunque fuori, richiudendo la porta senza farci
notare. Arrivati davanti Mielandia avvertimmo immediatamente Theo e gli
altri. Cercando di passare inosservati aspettammo le ragazze che
arrivarono una decina di minuti più tardi, anche loro
avevano in mano un sacco identico al nostro.
“Ce l’abbiamo fatta…abbiamo dovuto
aspettare che due maghi mezzi ubriachi ci lasciassero via
libera…” disse Daphne a bassa voce mentre
rientravamo nel negozio, assicurandoci che nessuno ci stesse guardando.
Chiusi la porta e aggiustai la serratura con qualche colpo di
bacchetta, poi rimisi l’incantesimo com’era. Nel
cubicolo per tornare a scuola, Blaise mi si affiancò e mi
chiese.
“Allora, com’è stata la tua prima
missione?”
Io ghignai.
“Intrigante, devo ammettere…” risposi
compiaciuta, ed effettivamente era vero: la circospezione, la
segretezza, l’intrufolarsi nei negozi, tutti gli oggetti
magici che servivano…era fantastico! Sentii Draco alle mie
spalle sporgersi leggermente verso di me e sussurrare:
“E pensa che questo è solo
l’inizio…”
Che
posso dire, grazie a tutti quelli che recensiscono, hanno recensito e
seguano la mia storia, spero che alcuni di quelli appassionati non si
siano dimenticati di me e di Siria. Non ci sono scuse, ma io chiedo il
vostro perdono. E spero di riacquistare la vostra passione per questa
storia!! Voi forse non vi ricordate di noi...ma io e Siria ci
ricordiamo bennissimo di voi e non abbiamo mai smesso di volervi bene
per le bellissime recensioni che ci avete lasciato! Fatemi sapere
quello che ne pensate di questo capitolo, e rendereste una ragazza che
ha appena riscoperto il piacere della scrittura, la più
felice del mondo!
Perciò
RECENSITE!
Grazie
infinite!!
That's
all folks!
Ps:
Se vi piacciono le Draco/Hermione vi consiglio di andare a leggere la
mia storia "Obligation, Judgment or Truth?". Non ve ne pentirete!
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